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Charlie Cox: 10 cose che forse non sai sull’attore

Charlie Cox: 10 cose che forse non sai sull’attore

Sono bastati pochi anni a Charlie Cox per affermarsi come uno degli attori più iconici e apprezzati del genere cinecomic. Egli si è infatti rivelato la giusta scelta per uno dei personaggi più tenebrosi e popolari, Daredevil, che proprio grazie a Cox ha trovato nuova linfa sullo schermo. In attesa di vederlo comparire ancora in tali vesti, sarà bene approfondire qualche dettaglio in più su di lui.

Ecco 10 cose che non sai di Charlie Cox.

I film e i programmi TV di Charlie Cox

1. Ha recitato in noti film. Cox ha iniziato la sua carriera recitando nei film Dot the I – Passione fatale (2003), Cose da fare prima dei 30 (2004), Il mercante di Venezia (2004), con Al Pacino, e Casanova (2005), con Heath Ledger. La sua grande occasione arriva grazie al fantasy Stardust (2007), e da quel momento ha recitato in Stone of Destiny (2008), Glorious 39 (2009), There Be Dragons (2011), La teoria del tutto (2014), con Eddie Redmayne, e King of Thieves (2018). Nel 2021 ha un cameo nel ruolo di Matt Murdock in Spider-Man: No Way Home, che sancisce dunque il suo ingresso nel MCU.

2. È noto per alcune serie TV. Ad aver reso particolarmente celebre Cox negli ultimi anni, però, sono state alcune serie particolarmente popolari. Dopo aver recitato in alcuni episodi di Downton Abbey (2010) e Moby Dick (2011), egli ottiene il ruolo di Owen Sleater in Boardwalk Empire: L’impero del crimine (2011-2012), per poi interpretare dal 2015 al 2018 il personaggio di Matt Murdock alias Daredevil in Daredevil. Ha poi ripreso tale ruolo anche per le stagioni due e tre e per la serie The Defenders (2017). Nel 2021 ha invece recitato nella serie Kin. Ha poi ripreso il ruolo di Daredevil per la serie She-Hulk: Attorney at Law (2022), per poi recitare nella miniserie Treason (2022).

Il 2024 di Charlie Cox

Il 2024 è un anno molto importante per Cox, che viene ufficialmente confermato come Daredevil del Marvel Cinematic Universe. Inizia l’anno con un cameo nel primo episodio della serie Echo, per poi dedicarsi attivamente alle riprese della serie Daredevil: Rinascita, dove torna a recitare accanto a Vincent D’Onofrio, il quale riprende il ruolo di Kingpin.

 

Charlie Cox in Stardust

3. È stato preferito ad altri noti attori. Nel film fantasy del 2007 Cox ha interpretato il ruolo di Tristan Thorn, protagonista maschile, divenendo noto proprio per questo personaggio. A questo ruolo si erano interessati anche attori come Ben Barnes e Orlando Bloom, ma il regista preferì Cox in quanto lo riteneva più attraente. Egli inoltre, in quanto all’epoca ancora poco noto, aveva maggiore possibilità di trasformarsi da uno sciocco ad un uomo gentile e soave. Così fu, e Cox divenne da quel momento molto apprezzato come attore.

Daredevil 1x01 recensione serie tv
Charlie Cox è Matt Murdock in Daredevil

Charlie Cox è Daredevil

4. Ha voluto a tutti i costi ottenere il ruolo. Quando erano in corso i casting per la serie Daredevil, Cox ebbe modo di leggere le sceneggiature dei primi episodi. Dopo tale lettura, egli si disse talmente tanto affascinato dalla storia, dai personaggi e dal progetto in sé da voler essere coinvolto senza sé e senza ma. Ad attrarlo particolarmente, inoltre, vi era la natura dark del progetto, che lo differenziava da ogni altro titolo Marvel. Grazie al suo agente egli riuscì poi ad entrare in contatto con la produzione, candidandosi per la parte del protagonita, che poi ottenne.

5. Non sapeva che il personaggio fosse cieco. Prima di ottenere la parte, Cox non sapeva assolutamente nulla del personaggio e benché meno che egli è cieco. L’attore lo scoprì soltanto il giorno prima del suo provino ed ebbe perciò pochissimo tempo per lavorare su questa disabilita esaltandola a punto di forza. Cox arrivò infatti al provino dimostrando di poter essere credibile in tale parte. Da quel momento egli ha sempre più sviluppato la sua attenzione a tale caratteristica del personaggio.

Il fisico di Charlie Cox per Daredevil

6. Ha eseguito molti dei suoi stunt. Per la serie Daredevil, Charlie Cox esegue molte delle acrobazie di base previste per il personaggio. Per farlo, si sottopone continuamente ad intensi allenamenti, che lo hanno portato ad ottenere un fisico particolarmente muscoloso ma anche atletico e flessibile. Tuttavia, per le acrobazie più pericolose, l’attore viene sostituito dalla sua controfigura Chris Brewster. Cox, però, ci tiene a far sì che debba essere sostituito il meno possibile.

Charlie Cox vorrebbe interpretare Joker

7. È il ruolo che lo interessa maggiormente. Durante un panel di Daredevil: Rinascita, è stato chiesto a Cox quale personaggio della DC sarebbe interessato a interpretare. Cox ha ammesso che sarebbe una sfida, ma ha detto che gli piacerebbe interpretare il Joker. “Non vorrei accettare il ruolo sulla base degli attori che ci sono stati in passato perché sono così brillanti, ma stavo pensando che il Joker sarebbe molto divertente… Se riuscissi a trovare un modo per fare qualcosa… Sai, voglio dire, Heath Ledger per me ha fatto centro in quella parte, ovviamente… Se si riuscisse a trovare una nuova interpretazione in qualche modo, sarebbe bello”.

Daredevil: Rinascita
Charlie Cox in Daredevil: Rinascita

 

Charlie Cox non è su Instagram

8. Non è presente sul noto social. Come confermato anche dallo stesso attore, egli non possiede un profilo sul social network Instagram. Cox, infatti, preferisce non frequentare tali piattaforme, mantenendo così un certo riserbo sulle sue attività e sulla sua vita privata. Per i suoi fan, tuttavia, è possibile seguire i tanti profili a lui dedicati, dove si possono ritrovare le ultime foto e le ultime novità relative alle attività dell’attore.

Charlie Cox, la moglie Samantha Thomas e i figli

9. È sposato e ha due figli. Molto riservato circa la sua vita privata, Cox non ha mancato però di rendere noto il suo matrimonio, avvenuto nel settembre del 2018, con Samantha Thomas, vice presidentessa esecutiva di Bron TV. I due si sono conosciuti avendo entrambi lavorato per la Marvel Television, la Thomas come curatrice della programmazione e Cox come attore protagonista della serie Daredevil. La coppia vive oggi nel Connecticut, insieme ai due figli di cui, per volontà dei genitori, si sa poco o nulla.

 

L’età e l’altezza di Charlie Cox

10. Charlie Cox è nato il 15 dicembre del 1982 a Londra, Inghilterra. L’attore è alto complessivamente 1.78 metri.

Fonti: IMDb, ScreenRant

I 10 migliori film sulla Prima Guerra Mondiale, in ordine di importanza

La Prima Guerra Mondiale è stato uno dei conflitti più significativi e devastanti della storia, un evento che ha ridefinito il concetto stesso di guerra moderna e ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva. Questo immenso scontro, che ha coinvolto gran parte del mondo tra il 1914 e il 1918, ha fatto da sfondo a numerosi capolavori cinematografici che, nel corso del tempo, hanno cercato di raccontarne gli orrori, il coraggio, il sacrificio e le conseguenze umane.

Trattandosi di un conflitto globale, con battaglie combattute in Europa, Medio Oriente, Africa, nel Pacifico e in alcune parti dell’Asia, non sorprende che la Prima Guerra Mondiale sia stata più volte oggetto di esplorazione cinematografica. A differenza di altri conflitti successivi, caratterizzati da tecnologie più avanzate, la Grande Guerra è stata segnata da una guerra di trincea logorante, combattimenti corpo a corpo e strategie militari spesso disastrose, aspetti che il cinema ha saputo rendere con grande efficacia, trasportando lo spettatore nel cuore di un incubo di fango, sangue e disperazione.

Alcuni dei film più importanti su questo conflitto sono stati realizzati già nei decenni immediatamente successivi alla sua conclusione, quando il pubblico aveva ancora ricordi vividi e connessioni personali con la tragedia. Altri, girati in epoche più recenti, hanno utilizzato la Prima Guerra Mondiale per affrontare temi universali, come l’assurdità della guerra, la disumanizzazione del soldato e le devastanti conseguenze psicologiche e fisiche sui sopravvissuti.

Dai grandi classici del cinema muto alle più recenti opere spettacolari, la rappresentazione della Prima Guerra Mondiale sul grande schermo ha dato vita ad alcune delle pellicole più potenti e iconiche di sempre. In questa classifica esploriamo dieci tra i migliori film dedicati a questo tragico capitolo della storia, capaci di emozionare, sconvolgere e far riflettere lo spettatore sull’orrore e il coraggio che hanno segnato quegli anni drammatici.

  • 10. Testament of Youth – film del 2014 diretto da James Kent, ispirato al romanzo Generazione perduta della scrittrice britannica Vera Brittain.
  • 9. War Horse, film del 2011 diretto da Steven Spielberg, tratto dall’omonimo romanzo scritto da Michael Morpurgo e dall’omonimo adattamento teatrale del romanzo di Nick Stafford.
  • 8. Ali (Wings),  film di guerra del 1927 diretto da William A. Wellman.
  • 7. E Johnny prese il fucile (Johnny Got His Gun), film indipendente americano del 1971 contro la guerra, scritto e diretto da Dalton Trumbo. Basato sull’omonimo romanzo, fu la prima e unica regia di Trumbo.
  • 6. 1918 – I giorni del coraggio, film di guerra britannico del 2017 basato sull’opera teatrale del 1928 di R. C. Sherriff. Scritto da Simon Reade e diretto da Saul Dibb.
  • 5. Il sergente York (Sergeant York), film biografico americano del 1941 sulla vita di Alvin C. York, uno dei soldati americani più decorati della Prima Guerra Mondiale. Diretto da Howard Hawks e interpretato da Gary Cooper nel ruolo del protagonista, il film fu un successo di critica e commerciale e divenne il film di maggior incasso del 1941.
  • 4. Gli anni spezzati (Gallipoli), film di guerra del 1981 diretto da Peter Weir. Il film narra uno dei tragici episodi della sanguinosa battaglia di Gallipoli, campagna della prima guerra mondiale, dove tra il 1915 e il 1916 persero la vita 8 587 uomini dell’ANZAC, parte del corpo di spedizione comprendente soldati dell’esercito australiano e neozelandese. Nel cast un giovane Mel Gibson.
  • 3. All’ovest niente di nuovo (All Quiet on the Western Front), film epico americano pre-codice del 1930 contro la guerra, basato sull’omonimo romanzo del 1929 dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque. Diretto da Lewis Milestone, è interpretato da Lew Ayres, Louis Wolheim, John Wray, Slim Summerville e William Bakewell.
  • 2. 1917, film di guerra britannico del 2019 diretto e prodotto da Sam Mendes, che lo ha co-sceneggiato con Krysty Wilson-Cairns. Parzialmente ispirato alle storie raccontate a Mendes dal nonno paterno Alfred sul suo servizio durante la Prima Guerra Mondiale, il film si svolge dopo la ritirata tedesca verso la Linea Hindenburg durante l’Operazione Alberich e segue due soldati britannici, Will Schofield (George MacKay) e Tom Blake (Dean-Charles Chapman), nella loro missione di consegnare un messaggio importante per annullare un attacco offensivo condannato.
  • 1. Orizzonti di gloria (Paths of Glory), film americano del 1957 contro la guerra diretto da Stanley Kubrick, da una sceneggiatura scritta insieme a Calder Willingham e Jim Thompson. È tratto dall’omonimo romanzo del 1935 di Humphrey Cobb,[6] a sua volta basato sulla vicenda dei caporali Souain durante la Prima Guerra Mondiale. Il film ha come protagonista Kirk Douglas nel ruolo del colonnello Dax, l’ufficiale comandante dei soldati francesi che si rifiutano di continuare un attacco suicida, dopo il quale Dax li difende dalle accuse di codardia in una corte marziale. Nel film compaiono anche Ralph Meeker, Adolphe Menjou, George Macready, Wayne Morris e Richard Anderson.

The Odyssey di Christopher Nolan: da Shogun, una nuova aggiunta al cast

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Mentre sono in corso le riprese in Marocco, The Odyssey di Christopher Nolan si arricchisce con una nuova aggiunta al cast, direttamente dal successo di Shōgun. Cosmo Jarvis si è infatti unito alla squadra formata da un gruppo foltissimo di stelle di prim’ordine: Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal.

Il ruolo esatto di Jarvis nel film deve ancora essere annunciato, ma il report ha confermato che dopo il Marocco, la troupe si dirigerà poi in Sicilia. I prossimi progetti di Jarvis includono The Alto Knights e Warfare.

Jarvis è meglio conosciuto per aver interpretato John Blackthorne nella serie di successo di FX/Hulu Shōgun. In onda nel 2024, è diventato un successo candidato agli Emmy e ha dato a Jarvis maggiore visibilità. Prima di interpretare John Blackthorne, l’attore ha ricevuto numerose nomination al British Independent Film Award per il suo lavoro cinematografico, in particolare per le sue interpretazioni in Lady Macbeth e It Is in Us All.

The Odyssey Matt Damon
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Quello che sappiamo su The Odyssey

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Sebbene questo sarebbe l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse, diretto da Mario Camerini e interpretato da Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da Andrei Konchalovsky e interpretata da Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la fonte principale per The Return, di Uberto Pasolini, che è uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.

I dettagli sulla trama del film di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth, Cosmo Jarvis e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

Groot: la Disney ha in programma un film dedicato al personaggio dei Guardiani della Galassia

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L’attore che presta la voce a Groot, Vin Diesel, suggerisce che in futuro è possibile uno spin-off dei Guardiani della Galassia incentrato sul suo eroe MCU. Diesel ha doppiato diverse versioni di Groot che, ricordiamo, nel primo film si sacrifica per salvare i suoi amici e poi pian piano cresce, da germoglio a Baby Groot (protagonista anche della mini serie animata I Am Groot), fino a diventare il Groot adolescente degli ultimi due Avengers.

Sulla sua pagina Instagram, Vin Diesel ha annunciato i suoi progetti per il 2025, tra cui spiccano Fast XI, un adattamento cinematografico di Rock’em Sock’em, e nuovi capitoli dei franchise xXx, Riddick e The Last Witch Hunter. In particolare, Diesel menziona anche un film solista di Groot che potrebbe essere in fase di sviluppo. Diesel afferma: “La Disney vuole il suo Pianeta X! Che alcuni dicono sia il film più atteso della Marvel, haha. Il film in cui Groot torna sul suo pianeta natale”.

Un giorno dopo gli Oscar, sono tornato presto al lavoro… aiutando i miei amici della Lionsgate a rispondere alla domanda sul futuro di Kaulder, apparso per la prima volta in The Last Witch Hunter. Mentre rispondevo alla domanda su quando possiamo programmare Xander da xXx. Inoltre, la Disney vuole il suo Pianeta X! Che alcuni dicono sia il film più atteso della Marvel, ahah. Il film in cui Groot torna sul suo pianeta natale.

La Mattel, una delle mie aziende preferite, si sta avvicinando al lancio della risposta maschile al testosterone di Barbie con Rock ‘em Sock ‘em!

Ovviamente, c’è Riddick che deve sempre resistere per i fan più accaniti. Oltre a questo, sto dirigendo il film su quel famigerato detective di New York, che mi sta trascinando a New York.

Mentre gestisco questo folle programma per l’anno, continuiamo la lotta per riportare Fast XI, il finale, a Los Angeles quest’estate!

A proposito, un saluto agli Oscar per aver iniziato tutto il loro spettacolo con una clip di Fast Seven… Potresti immaginare che riportare il film a Los Angeles non sia stato un compito facile, ma lo stiamo facendo perché è la cosa giusta da fare…

Comunque, ciò che mi ha lasciato senza parole oggi è stato che qualcuno mi ha inviato un articolo scritto da Alex Alvarez, wow! Questo scrittore ha colto nel segno… Non mi sarei mai aspettato che le premiazioni vedessero quello che ha visto lui, ma è stato davvero speciale vedere qualcuno scomporre l’arte di interpretare un personaggio per un quarto di secolo. Il modo in cui descrive i diversi film è semplicemente incredibile…

Quindi lasciatemi prendere un momento per ringraziare Alex per aver visto e riconosciuto l’arduo e spesso trascurato compito di far evolvere un personaggio davanti agli occhi del mondo.

Con tutto l’amore, Sempre…

Star Wars: New Jedi Order, Steven Knight descrive il suo ingresso nel franchise: “Come entrare in un uragano”

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Steven Knight, sceneggiatore del film Star Wars: New Jedi Order fino allo scorso ottobre, ha descritto com’è stato scrivere Star Wars, offrendo rassicuranti commenti dopo la sua partenza dal progetto. Il film è stato annunciato alla Star Wars Celebration 2023 e lo sceneggiatore di Peaky Blinders Steven Knight era stato originariamente incaricato di lavorare alla sceneggiatura. Se n’è andato lo scorso ottobre, sostituito di recente da George Nolfi (famoso per The Bourne Ultimatum), e il fandom non sapeva cosa pensare di questi cambiamenti.

Parlando con The Playlist, Steven Knight descrive com’è stato lavorare con Lucasfilm, inclusa la collaborazione con la presidentessa Kathleen Kennedy, che ha descritto come “un piacere”. Secondo Knight, neanche lui si aspettava di scrivere la bozza finale; si aspettava di lavorare sulla sceneggiatura per qualche mese prima di andare avanti.

“E ho sempre saputo che il processo poi sarebbe andato avanti. Quindi, non so cosa della [scrittura] che ho presentato finirà in qualunque sia la prossima incarnazione di quel [film]. È semplicemente fantastico essere lì e farne parte”.

Ha sicuramente sentito la pressione di lavorare su Star Wars, che ha descritto come “come entrare in un uragano, in un certo senso, a causa dei fan, a causa di ciò che vogliono e di ciò che sentono. Quindi sei in questo mondo e stai facendo la tua parte in questo mondo.” Detto questo, gli è piaciuto, sentendo che “voleva davvero usare quell’energia per fare quello che faccio, per contribuire a ciò a cui voglio contribuire.”

Knight ha descritto il privilegio di far parte di un franchise così grande, uno che è stato influenzato da così tanti altri. “Ci sono tutte queste persone che hanno contribuito nel corso degli anni ed è assolutamente una tradizione culturale ora”, ha continuato Knight. “E ci entri con riverenza e fai quello che puoi e poi speri di aver fatto cose che finiranno su quel grande schermo.”

LEGGI ANCHE: Star Wars: lo sceneggiatore George Nolfi rivela come intende onorare il franchise

Cosa sappiamo su Star Wars: New Jedi Order

I dettagli della trama sono stati tenuti nascosti, ma si dice che il film si svolga 15 anni dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Daisy Ridley tornerà nel ruolo dell’eroina della trilogia sequel, Rey, e Sharmeen Obaid-Chinoy è ancora impegnata nella regia. All’inizio del mese, Ridley ha dichiarato a ComicBook che, pur non avendo letto la nuova sceneggiatura, è a conoscenza della storia del film ed è entusiasta del suo potenziale.

L’attrice ha sottolineato che la Lucasfilm si sta prendendo il tempo necessario per garantire che Star Wars: New Jedi Order sia il miglior film possibile. Non si sa quando il film potrebbe iniziare la produzione. Il prossimo film di Star Wars sarà The Mandalorian & Grogu di Jon Favreau, che arriverà nelle sale nel maggio 2026. A questo potrebbe seguire il film di Shawn Levy, la cui data di inizio è prevista per la fine di quest’anno.

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Fast XI: Vin Diesel rivela la finestra di riprese, dopo due anni di ritardi

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Fast XI (Fast X: Parte 2) riceve un nuovo aggiornamento sulle riprese da Vin Diesel, che conferma quando è previsto l’inizio della produzione. Uscito nel 2023, il decimo capitolo della serie Fast & Furious si è concluso con un grande cliffhanger, con Dom di Diesel che affronta Dante di Jason Momoa. La serie è apparentemente destinata a culminare con l’uscita di Fast XI, ma è stato difficile trovare aggiornamenti concreti su questo film, che vedrà il ritorno del regista Louis Leterrier.

In un nuovo post su Instagram, Diesel condivide ora un ampio aggiornamento su tutti i suoi progetti in corso e futuri, rivelando che c’è un piano in atto per girare Fast XI quest’estate a Los Angeles. “Tra una programmazione folle e l’altra per l’anno”, scrive, “continuiamo a lottare per riportare Fast XI, il finale, a Los Angeles quest’estate!” Guarda il post di Diesel e la didascalia completa qui sotto, che include aggiornamenti sul suo film Rock ‘Em Sock ‘Em Robots, altro xXx, un altro The Last Witch Hunter e un film MCU su Groot:

Un giorno dopo gli Oscar, sono tornato presto al lavoro… aiutando i miei amici della Lionsgate a rispondere alla domanda sul futuro di Kaulder, apparso per la prima volta in The Last Witch Hunter. Mentre rispondevo alla domanda su quando possiamo programmare Xander da xXx. Inoltre, la Disney vuole il suo Pianeta X! Che alcuni dicono sia il film più atteso della Marvel, ahah. Il film in cui Groot torna sul suo pianeta natale.

La Mattel, una delle mie aziende preferite, si sta avvicinando al lancio della risposta maschile al testosterone di Barbie con Rock ‘em Sock ‘em!

Ovviamente, c’è Riddick che deve sempre resistere per i fan più accaniti. Oltre a questo, sto dirigendo il film su quel famigerato detective di New York, che mi sta trascinando a New York.

Mentre gestisco questo folle programma per l’anno, continuiamo la lotta per riportare Fast XI, il finale, a Los Angeles quest’estate!

A proposito, un saluto agli Oscar per aver iniziato tutto il loro spettacolo con una clip di Fast Seven… Potresti immaginare che riportare il film a Los Angeles non sia stato un compito facile, ma lo stiamo facendo perché è la cosa giusta da fare…

Comunque, ciò che mi ha lasciato senza parole oggi è stato che qualcuno mi ha inviato un articolo scritto da Alex Alvarez, wow! Questo scrittore ha colto nel segno… Non mi sarei mai aspettato che le premiazioni vedessero quello che ha visto lui, ma è stato davvero speciale vedere qualcuno scomporre l’arte di interpretare un personaggio per un quarto di secolo. Il modo in cui descrive i diversi film è semplicemente incredibile…

Quindi lasciatemi prendere un momento per ringraziare Alex per aver visto e riconosciuto l’arduo e spesso trascurato compito di far evolvere un personaggio davanti agli occhi del mondo.

Con tutto l’amore, Sempre…

Tutto quello che c’è da sapere su Fast XI

Si dice che Fast XI sia il sequel di Fast X e l’ultimo capitolo del franchise di Fast and Furious guidato da Vin Diesel. Il film era originariamente previsto per il 2025, ma è stato rimandato a causa degli scioperi della SAG-AFTRA. L’inizio delle riprese di Fast XI è previsto per il 2025 e il film è attualmente nelle prime fasi di produzione.

Fast XI sarà diretto da Louis Leterrier, che ha sostituito Justin Lin in Fast X, mentre Zach Dean si occuperà della sceneggiatura. Al momento, la trama dell’undicesimo film del franchise non è ancora stata rivelata. Ma una cosa è certa: Fast XI concluderà oltre due decenni di storia, azione e corse. Il film precedente lasciava ignoto il destino di Dom e di suo figlio, Little B, che cercavano di sfuggire a una diga esplosa. Nel frattempo, Dante (Jason Momoa) è ancora vivo e darà la caccia a Hobbs (Dwayne Johnson). Fast XI arriverà nelle sale nel 2026. 

Karla Sofía Gascón risponde alla battuta di Conan O’Brien agli Oscar

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L’attrice di Emilia Pérez Karla Sofía Gascón risponde alla battuta di Conan O’Brien su di lei agli Oscar. Gascón ha fatto la storia degli Oscar quando è diventata la prima donna apertamente transgender a essere nominata per un Oscar per la sua interpretazione nel film Emilia Pérez, che ha collezionato 13 nomination. Il film era considerato un favorito nella corsa agli Oscar, finché non sono circolati online vecchi post problematici sui social media di Gascón, rovinando la sua campagna. Alla fine, il film ha portato a casa solo due Oscar, per la migliore canzone originale e la migliore attrice non protagonista.

Parlando su Instagram, Gascón ha replicato alle battute di O’Brien (“Anora usa la parola con la F 479 volte, tre in più del record stabilito dal pubblicista di Karla Sofía Gascón”. “Karla Sofía Gascón è qui stasera, e Karla, se vuoi twittare sugli Oscar… il mio nome è Jimmy Kimmel”.) Gascón ha iniziato ringraziando l’Academy per la sua nomination come migliore attrice e per l’invito al gala. Poi continua a fare riferimento al conduttore e gli rifila la sua stessa battuta, scrivendo “molto divertente, soprattutto il suo favoloso presentatore Jimmy Kimmel, è fantastico, ogni giorno assomiglia di più al grande Conan O’Brien“.

“Grazie ai membri dell’Academy per la nomination come migliore attrice protagonista, per l’invito al gala; mi è piaciuto molto, molto divertente, soprattutto il suo favoloso presentatore Jimmy Kimmel, è fantastico, ogni giorno assomiglia di più al grande Conan O’Brien. Mi è piaciuto molto abbracciare così tanti amici e colleghi in questo ritorno. Congratulazioni a tutti i vincitori, in particolare [Zoe Saldaña], [Camille Dalmais] e [Clement Ducol].

Grazie [Netflix], [Why Not Productions] e [Jacques Audiard]. Grazie Emilia Pérez per avermi insegnato così tante cose.”

Ricordiamo che con 13 nomination e soltanto 2 statuette portate a casa, Emilia Pérez è uno dei più grandi perdenti della storia degli Oscar, primato che ovviamente non intacca il valore artistico del film.

Daredevil: Rinascita, recensione dei primi due episodi della serie Disney+

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Dopo averlo visto in Hawkeye, Echo, Spider-Man: No Way Home e persino, in versione comica, in She-Hulk: Attorney At Law, Daredevil: Rinascita segna finalmente il ritorno del Diavolo di Hell’s Kitchen. La serie segna il ritorno del supereroe nel suo habitat naturale, Disney+, la casa dei contenuti Marvel, e si presenta con un tempismo straordinario (del tutto casualmente), affondando le radici in un contesto sociale e politico più che mai attuale.

Le prime due puntate ci introducono nuovamente a Matt Murdock (Charlie Cox), un uomo devastato dagli eventi passati e dalla rabbia che lo consuma. Ma non è l’unico a riemergere dall’ombra: Wilson Fisk, alias Kingpin (Vincent D’Onofrio), torna sulla scena con ambizioni politiche che minacciano di stravolgere l’intera New York. Il tono della serie è crudo, realistico e si discosta nettamente dalle recenti produzioni del Marvel Cinematic Universe, avvicinandosi di più alle atmosfere oscure di Taxi Driver e Quei bravi ragazzi.

Daredevil: Rinascita si precipita nell’azione

Daredevil: Rinascita – Foto gettyimages.com/Disney

Sin dai primi episodi, Rinascita non perde tempo: Matt è immediatamente in azione nel suo iconico costume rosso, mentre la serie si apre con una brutale sequenza d’azione che vede coinvolti vecchi nemici e alleati. Il ritmo è serrato, con un’attenzione particolare ai combattimenti coreografati in maniera impeccabile, scelta che rende omaggio all’eredità delle spettacolari sequenze corpo a corpo della serie originale di Netflix.

Uno degli elementi più interessanti di questa nuova incarnazione è il suo legame con l’attualità. La scalata al potere di Fisk e il suo slogan “Fisk Can Fix It” ricordano fin troppo da vicino le recenti dinamiche politiche americane, offrendo una riflessione sulla manipolazione dell’opinione pubblica e sulla corruzione nelle alte sfere. La serie non si fa scrupoli a mostrare il lato più sporco del potere, intrecciando la sua trama con riferimenti alla realtà politica del 2025. È pur vero che si tratta di un tempismo del tutto casuale, tanto che anche il produttore Brad Winderbaum interrogato su questa perfetta coincidenza tra realtà e finzione, ha spiegato che la serie è stata scritta due anni fa e che sono circa 60 anni che Wilson Fisk è un personaggio deprecabile e orrendo. Dopotutto Stan Lee diceva che i fumetti Marvel erano lo specchio con cui guardavamo la realtà fuori dalla nostra finestra!

Vecchi e nuovi amici (e nemici)

Dal punto di vista della narrazione, Daredevil: Rinascita riprende molti elementi della serie Netflix, mantenendo un forte senso di continuità, ma al contempo si reinventa con nuove dinamiche e personaggi. Foggy Nelson (Elden Henson) e Karen Page (Deborah Ann Woll) fanno il loro ritorno, anche se in un contesto molto diverso dal passato. Il rapporto tra Matt e Heather Glenn (Margarita Levieva), una giovane donna che sembra intrecciare una relazione sentimentale con lui, introduce una sfumatura inedita al personaggio, mettendo ulteriormente in luce il suo conflitto interiore tra la vita normale e la sua missione da vigilante.

Daredevil: Rinascita Matt Foggy Karen
Daredevil: Rinascita da DISNEY ITALIA

Un altro punto di forza della serie è la rappresentazione di New York. Non solo come sfondo, ma come personaggio a sé stante. Dagli angusti tunnel della metropolitana agli uffici dorati di Gracie Mansion, la città è il palcoscenico di una battaglia tra potere e giustizia, tra legalità e vendetta. La giornalista BB Urich (Genneya Walton), nuova entrata nella storia, incarna questo aspetto documentando la crescente tensione e il clima di paura che avvolge la città, oltre a intessere lo show di omaggi e rimandi al passato, è infatti la nipote di Ben Urich, giornalista ucciso proprio da Fisk nella prima stagione Netflix.

L’urlo disperato di New York

Chiaramente, trattandosi dell’eroe più “grounded” dei fumetti Marvel, non manca quel tocco di realismo crudo che mette tutti di cattivo umore, in linea con il momento storico particolarmente pesante che stiamo vivendo (sull’orlo della Terza Guerra Mondiale, cit.). Daredevil: Rinascita è cupo, senza speranza, disperato, e non fa nulla (almeno nei primi due episodi) per tentare di riemergere dalla coltre di cattiveria che lo seppellisce. Dopotutto, questi eroi sulla pagina sono costantemente in tensione con se stessi e con il loro ambiente, continuamente alle prese con scelte morali che ne caratterizzano la luce e anche il trauma profondo. E così anche Matt/Devil resta oscuro, tormentato e disperato, nel tentativo di dare agli altri speranza e salvezza.

Daredevil: Rinascita – Foto gettyimages.com/Disney

Daredevil: Rinascita si dimostra fin da subito una produzione Marvel Television di alto profilo, attenta ai dettagli e che speriamo possa accompagnarci per molto tempo sul piccolo schermo. Ossequiosa nei confronti del passato (il rimpasto creativo è stato molto utile) ma che mira a un futuro oscuro e violento, la serie promette di rendere giustizia non solo ai personaggi che racconta ma anche alla dignità del pubblico che non vedeva l’ora di ritrovare il suo Diavolo preferito.

Bentornato, Matt Murdock. Ci eri mancato.

La Storia Di Patrice e Michel: recensione del film di Olivier Casas

Per il suo secondo lungometraggio Olivier Casas, autore dell’opprimente Baby Phone (2017) racconta la storia, ispirata a fatti reali, di due fratellastri abbandonati dalla madre che hanno vissuto sette anni in natura, come molti “bambini perduti” dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nello specifico, La storia di Patrice e Michel, ora nelle sale italiane e con protagonisti Mathieu Kassovitz e Yvan Attal, si concentra sul loro rifugio nelle foreste della Charente-Maritime dal 1948 e il loro ritrovo in età adulta nelle foreste del Québec.

La Storia Di Patrice e Michel: stato di natura

Nel 1948, alla fine di un campo estivo, Michel e Patrice, rispettivamente di 5 e 7 anni, aspettano la madre, che però non tornerà mai a prenderli. I due bambini vengono accolti da una famiglia borghese poco affettuosa, che spera di liberarsi presto di loro. Una mattina, i fratelli trovano uno dei loro ospiti impiccato e cercano subito di sganciarlo dal soffitto. Davanti alla pozza di sangue che si allarga sotto il corpo agonizzante, sono convinti di averlo ucciso e scappano nella foresta.

Quella che potrebbe sembrare una fuga di poche ore si trasforma in una latitanza di sette anni. Per tutto questo tempo, i due fratelli si nascondono per paura di essere scoperti e mandati in prigione; sopravvivono cacciando, pescando, costruendo rifugi e scaldandosi accanto al fuoco, sviluppando un’abilità di sopravvivenza che suscita ammirazione. In questo periodo si consolida tra loro un legame indissolubile. Se non ci fosse la dicitura “ispirato a una storia vera” all’inizio di La storia di Patrice e Michel, la trama sembrerebbe del tutto incredibile: eppure, è la storia reale, solo leggermente romanzata, di Patrice e Michel de Robert, quest’ultimo ancora in vita.

Una scena dal film Storia di Patrice e Michel
Una scena dal film Storia di Patrice e Michel – Copyright: Vincent Fernandel © 2024 Quad/Traveling Angel Films/Zinc

Dalle origini straordinarie all'”ingresso nella prigione”

La storia di Patrice e Michel segue l’incredibile destino di due fratelli segnati da un soggiorno di diversi anni nella foresta quando erano bambini. Il film ritrascrive fedelmente questo straordinario destino e l’amore sconfinato che lega i due ragazzi ma, nonostante una storia incredibile e un cast d’eccezione, affonda nell’eccessivo pathos.

Kassovitz (L’odio, Munich) e Attal (Un mondo senza pietà), prima di diventare registi e molte altre cose, sono tra i migliori attori della loro generazione. Anche con un testo minore, incarnano con grande credibilità e umanità questi fratelli in simbiosi, turbati da una sofferenza comune trasformata in segreto.

La regia di Olivier Casas, che firma anche la sceneggiatura, insiste senza sottigliezza sul contrasto tra la vita in città e quella nella natura. Da un lato, le scene dell’età adulta sono immerse in un’atmosfera grigia e opprimente; dall’altro, i momenti dell’infanzia nella foresta sono illuminati da colori caldi, campi dorati e sorrisi fraterni. Il film sottolinea il paradosso per cui l’uscita dalla foresta non rappresenta la libertà, ma segna l’ingresso nella prigione tanto temuta, quando i ragazzi vengono separati per essere “rieducati” e resi scolarizzabili. Una delle frasi più significative di La storia di Patrice e Michel è, in questo senso: “Abbiamo iniziato dalla fine, dal meglio.”

I giovani protagonisti del film Storia di Patrice e Michel
I giovani protagonisti del film Storia di Patrice e Michel -Copyright: Vincent Fernandel © 2024 Quad/Traveling Angel Films/Zinc

Un’occasione mancata?

Tuttavia, il film preferisce un approccio romanzato e idealizzato, sacrificando la profondità emotiva e la verosimiglianza della storia. Il risultato è un racconto che, nonostante le premesse promettenti e le interpretazioni convincenti, appare incompleto e incapace di coinvolgere pienamente lo spettatore. La storia di Patrice e Michel avrebbe potuto essere un dramma toccante sulla resilienza umana, ma le sue scelte narrative lasciano molte questioni irrisolte e una sensazione di occasione mancata.

Pur trattando ampiamente di questa vita nella natura e della “schiavitù” dei bambini, La storia di Patrice e Michel è anche e soprattutto un film sull’amore fraterno, rafforzato qui dall’eccezionale esperienza condivisa da Michel e Patrice. Questa dimensione fusionale è particolarmente incarnata nel presente, da Mathieu Kassovitz e Yvan Attal, che portano in sé la storia che li ha forgiati e il cemento indistruttibile che li lega e che ha segnato per sempre le loro vite, fino a ostacolarle.

È in questa dimensione del racconto, in cui i due fratelli tentano di riprodurre per l’ultima volta la partitura di una vita insieme nella natura selvaggia, che il regista, grazie a una regia più sobria e soprattutto al duo Kassovitz/Attal, raggiunge una precisione e un’emozione vere, mentre altrove si perde spesso nella ripetizione e nel pathos, nella pesantezza di una voce fuori campo onnipresente e di una musica invadente.

Daredevil: Rinascita, ecco i titoli di testa che riecheggiano quelli della serie Netflix

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I primi due episodi di Daredevil: Rinascita sono disponibili in streaming su Disney+, e ciò significa che la straordinaria sequenza dei titoli di testa della serie è stata ufficialmente pubblicata online.

La première della serie inizia con l'”evento traumatico” di cui abbiamo sentito parlare in varie interviste nelle ultime due settimane, che porta a una brutale battaglia tra l’Uomo senza paura (Charlie Cox) e il suo vecchio nemico, Bullseye (Wilson Bethel).

Dopo il combattimento, Matt Murdock si toglie il suo elmo con un solo corno e lo lancia sulla strada sottostante, con l’inquadratura che passa ai titoli di coda. L’inquietante sequenza presenta immagini di Daredevil, Kingpin e vari altri personaggi che crollano prima di ricostruirsi per formare una statua del Diavolo di Hell’s Kitchen.

La colonna sonora dei Newton Brothers è chiaramente ispirata alla musica composta da John Paesano per lo spettacolo Netflix, pur distinguendosi come qualcosa di completamente diverso.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Mikey Madison, protagonista di Anora, in lizza per un ruolo MCU?

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Mikey Madison, protagonista di Anora, in lizza per un ruolo MCU?

Mikey Madison è l’ultimo nome che si aggiunge alla lista di star che potrebbero (o no) far parte del prossimo futuro del MCU. Dopo l’Oscar per Anora, aspettiamoci che il nome dell’attrice spunti fuori con regolarità, e perché non a casa Marvel dove, nel prossimo futuro, serviranno molti nuovi interpreti per quello che sta arrivando. 

Non abbiamo molto su cui basarci, ma lo scooper Daniel Richtman sta segnalando che Madison è “in lizza” per un ruolo nell’MCU. Vale sempre la pena tenere a mente che i Marvel Studios incontrano e contattano molti talenti, quindi si tratta di una informazione che è ben lungi dall’essere una garanzia. Nonostante ciò, ci sono già molte speculazioni sui social media e i fan sembrano sperare che possa finire per unirsi al prossimo reboot degli X-Men.

Mikey Madison è stata protagonista a sorpresa della Notte degli Oscar 2025, dove ha portato a casa il premio per la migliore interpretazione femminile per Anora. Il film ha vinto 5 delle sue sei nomination e ha portato a casa anche i riconoscimenti a Miglior Film, Regia, Sceneggiatura e Montaggio, tutti ritirati da Sean Baker.

Daredevil: Rinascita, ecco come si riallaccia agli eventi di Echo

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Nel 2021, i Marvel Studios sono stati finalmente liberi di usare personaggi della serie di programmi TV Defenders di Netflix e hanno iniziato portando Kingpin di Vincent D’Onofrio, che vedremo nel suo glorioso ritorno in Daredevil: Rinascita, in Hawkeye e Echo.

Ancora in qualità di Kingpin del crimine di New York City, il suo ruolo nella morte del padre di Maya Lopez è stato svelato da Clint Barton e Kate Bishop. Per rappresaglia, la giovane donna ha sparato a Wilson Fisk alla testa, un cenno a ciò che è successo nei fumetti quando ha scoperto la sua vera natura.

Come nei fumetti, Fisk è sopravvissuto alle ferite ed è stato visto l’ultima volta in Echo della Marvel Television. Lì, abbiamo appreso che Fisk ha utilizzato la tecnologia per accelerare la sua guarigione, ma si è separato da Maya quando è diventato chiaro che lei non voleva più avere niente a che fare con la sua ex figura paterna.

I primi due episodi di Daredevil: Rinascita non si tirano indietro dall’affrontare gli eventi di Echo. Il Kingpin ha una cicatrice sul viso in entrambi gli episodi e, durante uno scambio teso con Matt Murdock, riflette sull’essere stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un “vigilante” che sperava sarebbe stato il suo protetto. Maya non viene mai nominata, ma il suo tradimento brucia ancora.

Ci sono altri modi in cui Echo influenza gli eventi di Daredevil: Rinascita, inclusa la relazione di Wilson con sua moglie Vanessa. Si scopre che, mentre era ricoverato in ospedale, lei ha preso il controllo del suo impero criminale e ha fatto un lavoro piuttosto pulito rendendolo più di successo di quanto non fosse mai stato sotto la supervisione di suo marito. Quanto a Fisk, quando si è svegliato, ha lasciato l’ospedale senza vederla così da potersi riconciliare immediatamente con Maya. Ciò ha ferito Vanessa e ha avuto un effetto enormemente negativo sul loro matrimonio ormai teso.

Naturalmente, di gran lunga il collegamento più importante è il fatto che Fisk fa onore alla scena post-credit di Echo decidendo di candidarsi a sindaco di New York City. La serie sorvola ampiamente sulla sua campagna ma ottiene una vittoria decisiva alla fine del primo episodio.

Resta da vedere se i Marvel Studios hanno intenzione di portare Maya in Daredevil: Rinascita in questa stagione o nella prossima. Avrebbe sicuramente senso per lei tornare a New York, anche se Echo è servito anche come una conclusione abbastanza definitiva per il viaggio del personaggio.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Daredevil: Rinascita, intervista al produttore Brad Winderbaum

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Daredevil: Rinascita, intervista al produttore Brad Winderbaum

In occasione dell’arrivo su Disney+ di Daredevil: Rinascita, abbiamo intervistato il produttore e responsabile della Marvel Television, Brad Winderbaum. La nuova serie arriverà sulla piattaforma dal 5 marzo 2025.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Mission: Impossible – The Finale Reckoning, tutto quello che c’è da sapere sul film

Mission: Impossible – The Final Reckoning, ottavo capitolo della saga, riprenderà dal drammatico cliffhanger lasciato da Mission: Impossible – Dead Reckoning (qui la recensione), e potrebbe essere la fine di Ethan Hunt (Tom Cruise) I dettagli sulla storia di quello che era originariamente intitolato Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due sono ancora perlopiù coperti da segreto, e ci sono state molte speculazioni su cosa potrebbe fare la star Tom Cruise per superare le incredibili imprese compiute interpretando l’agente dell’IMF Ethan Hunt. Dal momento che il franchise è già stato una montagna russa di colpi di scena e di azioni che sfidano la fede, le aspettative per questo ottavo capitolo sono alte.

Quando arriverà in sala, Mission: Impossible – The Final Reckoning ci mostrerà un Ethan Hunt in posizione precaria. La prima parte del settimo capitolo ha visto lui e la sua fedele squadra dell’IMF dare la caccia a un nemico del passato di Ethan e a un’intelligenza artificiale ribattezzata “Entità”. Il film si è poi concluso con un cliffhanger, con la morte di uno dei membri della squadra di Ethan e una corsa disperata per distruggere l’Entità prima che altre parti interessate possano ottenerla. La posta in gioco non è dunque mai stata così alta per la super-spia di Tom Cruise, e il prossimo (e forse ultimo) film è di conseguenza uno dei film più attesi del franchise.

LEGGI ANCHE: Mission: Impossible – Dead Reckoning: la spiegazione del finale del film

Le ultime notizie sul film

Mentre cresce l’attesa per quello che potrebbe essere l’ultimo capitolo del decennale franchise, le ultime notizie arrivate sul film si sono presentate sotto forma di un nuovo teaser trailer di Mission: Impossible – The Final Reckoning. Debuttato durante il Super Bowl della NFL del 2025, lo spot televisivo di 30 secondi presenta una serie di tagli rapidi che mostrano la grandezza dell’imminente film d’azione. Viene presentata la storia del franchise e l’importanza dei personaggi che ritornano. Vengono anche mostrate acrobazie epiche, tra cui una nuova in cui Ethan Hunt si appende a un biplano.

Mission: Impossible - The Final Reckoning
Hayley Atwell, Simon Pegg e Pom Klementieff in Mission: Impossible – The Final Reckoning.

La trama di Mission: Impossible – The Final Reckoning

I dettagli precisi sono stati per ora nascosti, ma ci sono già alcuni accenni a quella che sarà la trama di che Mission: Impossible – The Final Reckoning. Il film precedente si conclude quando Ethan riesce a recuperare la chiave della camera dell’Entità che tutti stanno cercando. Il problema è che questa camera si trova all’interno del relitto di un sottomarino russo soprannominato Sevastopol e, mentre la missione di Ethan è distruggere l’I.A. canaglia, molte altre nazioni stanno cercando di recuperarla e potenzialmente armarla.

Hunt e la sua squadra non hanno idea di dove sia il sottomarino, quindi la ricerca del Sevastopol affondato occuperà probabilmente parte della storia di questo nuovo film, che dovrà però rispondere anche ad altri misteri persistenti. C’è la questione di chi fosse esattamente Marie (Mariela Garriga) e quale sia la sua relazione con Ethan. In un flashback ambientato 30 anni prima, Gabriel viene mostrato mentre uccide Marie proprio davanti a Ethan, cosa che ha spinto quest’ultimo a unirsi all’IMF. Il nuovo film, molto probabilmente, offrirà quindi anche maggiori dettagli sul passato di Ethan.

LEGGI ANCHE: Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno: 10 domande senza risposta

Ma ci sono anche altre domande senza risposta che il nuovo film deve affrontare: dove Luther (Ving Rhames) è scomparso con l’hard disk contenente un pezzo della malvagia A.I. e perché Jasper Briggs (Shea Whigham) è così intenzionato ad arrestare Hunt. Il fatto che il suo cognome sia lo stesso di Dan Briggs – il fondatore e primo leader della squadra IMF nella serie televisiva originale Mission: Impossible – potrebbe essere già di per sé un indizio. Per avere maggiori certezze rispetto a questi e altri dubbi, non resta che attendere di vedere il film.

Angela Bassett in Mission Impossible - The Final Reckoning
Angela Bassett in Mission Impossible – The Final Reckoning. Foto di Giles Keyte/Giles Keyte – © 2024 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Il cast del film

Il cast di Mission: Impossible – The Final Reckoning include molti nomi che ritornano dal cast del precedente film, a partire da Tom Cruise, ancora una volta nei panni della superspia internazionale Ethan Hunt. Anche Simon Pegg e Ving Rhames torneranno, rispettivamente, nei panni di Benji e Luther, due dei più stretti amici e fidati consiglieri di Hunt. Tra gli altri membri del cast del nuovo film figurano anche Vanessa Kirby nel ruolo della Vedova Bianca ed Esai Morales nel ruolo del nuovo cattivo Gabriel, un’oscura figura del passato di Ethan.

Nonostante Mission: Impossible – Dead Reckoning si sia concluso con l’apparente assissinio di Paris, l’interprete Pom Klementieff ha confermato il suo ritorno per Mission: Impossible – The Final Reckoning. Rolf Saxon tornerà a sua volta nel franchise, riprendendo il ruolo dell’analista della CIA William Donloe dal film originale del 1996. Donloe è stato visto l’ultima volta degradato dal Kittridge di Henry Czerny – che tornerà nel nuovo film – e riassegnato a una sottostazione polare in Alaska per il pasticcio di Langley. Confermato anche il ritorno di Hayley Atwell Angela Bassett.

La data di uscita e il trailer di Mission: Impossible – The Final Reckoning

La data di uscita di Mission: Impossible – The Final Reckoning è fissata al 23 maggio 2025. La prima era stata precedentemente fissata per il giugno 2024, ma è stata posticipata di quasi un anno dalla Paramount per via degli scioperi degli sceneggiatori e degli attori verificatisi e che hanno rallentato i lavori. Quando il film uscirà in sala, saranno passati 29 anni dall’uscita dell’originale Mission: Impossible, che si colloca tra i franchise d’azione più longevi di sempre. Come Dead Reckoning e i due precedenti film della saga, anche l’ottavo capitolo sarà scritto e diretto da Christopher McQuarrie, storico collaboratore di Cruise.

Con la data di uscita di Mission: Impossible – The Final Reckoning che si avvicina, la Paramount ha di recente rivelato il primo teaser del film in uscita. Intervallato da filmati classici delle vecchie missioni di Ethan Hunt, il teaser mette in evidenza la miriade di location e di acrobazie epiche che costituiranno la maggior parte del film. Sebbene siano stati rivelati pochi dettagli sulla storia, nel teaser si percepisce una nota di malinconia, che suggerisce che The Final Reckoning potrebbe essere qualcosa di più di un titolo accattivante.

Bohemian Rhapsody: le differenze tra il film e la storia vera

Bohemian Rhapsody: le differenze tra il film e la storia vera

Bohemian Rhapsody (qui la recensione), il film campione d’incassi e vincitore di quattro premio Oscar diretto da , racconta la vera storia dell’ascesa alla fama e alla fortuna di Freddie Mercury e dei Queen. Tuttavia, il film non è del tutto accurato nel raccontare la storia della band. Interpretato da Rami Malek (premiato con l’Oscar al Miglior attore) nel ruolo di Freddie Mercury e da Gwilym Lee in quello di Brian May, il film mostra i Queen mentre concepiscono i loro successi iconici e realizzano il loro trionfo finale al concerto Live Aid del 1985.

Tuttavia, gli appassionati dei Queen noteranno sicuramente che le linee temporali sono state alterate e che a volte alcuni dettagli non tornano. In un certo senso c’era da aspettarselo. Da Argo a BlacKkKlansman, Hollywood ha una lunga tradizione di sensazionalizzazione di eventi reali per i biopic del grande schermo. Tuttavia, non sempre questo viene fatto per aumentare la posta in gioco drammatica. Alcune pietre miliari devono essere condensate per rientrare in quel lasso di tempo di due ore, oppure non possono essere rappresentate a causa di diritti o permessi negati.

Nel caso di Bohemian Rhapsody, diversi eventi vengono riorganizzati per creare un potente effetto drammatico. Questo approccio è particolarmente evidente verso la fine del film, quando si profila il concerto Live Aid. Come hanno notato molte recensioni, il risultato è una celebrazione a tratti spettacolare – anche se asettica – della storia dei Queen, che mostra la band al suo meglio. In questo approfondimento, andiamo dunque alla scoperta delle differenze che intercorrono tra il film e la storia vera a cui fa riferimento.

Joseph Mazzello, Rami Malek, Ben Hardy e Gwilym Lee in Bohemian Rhapsody
Joseph Mazzello, Rami Malek, Ben Hardy e Gwilym Lee in Bohemian Rhapsody. PersoneJoseph Mazzello, Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy
TitoliBohemian Rhapsody
Foto di Alex Bailey

Bohemian Rhapsody cambia quasi tutto sulla formazione dei Queen

Il primo atto di Bohemian Rhapsody racconta come i Queen siano emersi dalle loro umili origini. È vero che queste personalità eclettiche – un dentista, un astrofisico, un ingegnere elettrico e un immigrato – sono arrivate a formare i Queen. Ma Bohemian Rhapsody cambia il modo in cui si sono incontrati. Nel film, il giovane e timido Farrokh Bulsara (vero nome di Mercury) va a vedere l’esibizione della band Smile. Quando il bassista Tim Staffell abbandona il gruppo alla fine dello spettacolo, Bulsara si fa coraggio e incontra il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor. Ben presto li impressiona con il suo talento e Freddie viene prontamente accettato come nuovo cantante.

Lungi dall’essere quel giovane timido che appare sullo schermo, Freddie è sempre stato “estremamente sicuro di sé”, secondo Brian May. Secondo diverse fonti, sembra che il giovane Freddie Mercury abbia sempre creduto che sarebbe diventato una star. Infatti, aveva già fatto parte di un gruppo chiamato Ibex, prima di entrare a far parte dei Queen. Inoltre, a quel punto non era sconosciuto alla band; Freddie condivise per un certo periodo un appartamento con May, Taylor e Staffell, che si unirono a Freddie e agli Ibex per il loro bis a Liverpool, nel 1969. Pertanto, la sostituzione di Staffell da parte di Freddie non fu così spontanea come suggerisce il film.

Bohemian Rhapsody elimina gran parte di Mary Austin dalla vita di Freddie

Quel primo concerto degli Smile è una serata in qualche modo fatale per Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody. Prima di entrare a far parte della band che diventerà i Queen, il giovane Freddie si imbatte in una giovane Mary Austin (Lucy Boynton) con la quale entra subito in sintonia. Poco dopo Freddie va a trovarla a Biba, il negozio dove lavora, e da lì il loro legame si evolve. Il lungo e duraturo amore di Freddie e Mary Austin è rappresentato in modo generalmente fedele in Bohemian Rhapsody, tuttavia le loro controparti cinematografiche vivono le cose in modo un po’ diverso dalla realtà. Infatti, Brian May ha rivelato di aver frequentato la Austin prima che Freddie la incontrasse per la prima volta nel negozio.

Dopo averla notata, Freddie chiese il permesso a May prima di chiederle di uscire, e lei iniziò a seguire gli Smile (che presto sarebbero diventati Queen) solo in seguito. È altrettanto vero che Freddie le chiese di sposarlo e che i due rimasero vicini durante le loro relazioni con altre persone e per tutta la durata dell’ascesa dei Queen. Nella vita reale, lei è stata persino la sua assistente personale per un certo periodo. Inoltre, Freddie ha dichiarato che lei era “impossibile da rimpiazzare”, e Mary ha espresso sentimenti simili sulla cantante dei Queen. Questo legame d’amore duraturo contrasta un po’ con il film di Bryan Singer, che descrive invece una spaccatura dopo la fine del rapporto dei due.

Rami Malek e Lucy Boynton in Bohemian Rhapsody
Rami Malek e Lucy Boynton in Bohemian Rhapsody © 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved

La sessualità di Freddie Mercury viene minimizzata in Bohemian Rhapsody

I Queen saranno anche conosciuti come leggende per la loro musica, ma Freddie Mercury era anche noto per le sue feste e per il suo notevole appetito sessuale. Tuttavia, Bohemian Rhapsody si rifiuta di mostrare questo aspetto, a parte un occasionale scorcio di polvere bianca e una strana scena di Freddie in un club. Ciò è dovuto al fatto che il produttore Graham King volle mantenere il film il più possibile adatto alle famiglie, in modo da poter vendere più biglietti a un maggior numero di fasce demografiche. Per quanto sia una mossa commerciale comprensibile, per un film sui Queen è una decisione strana, dal momento che la sessualità – soprattutto l’omosessualità – è così fondamentale nella storia di Mercury.

Tuttavia, da quando compie coming out con Mary, il film mostra Mercury solo con partner dello stesso sesso, come Paul Prenter (Allen Leech) e Jim Hutton (Aaron McCusker). Tuttavia, Mercury rifiutò di etichettarsi e, pur avendo frequentato molti uomini dopo essersi confidato con Mary, ci sono molte prove che dimostrano che Freddie era interessato anche alle donne. In effetti, l’attrice tedesca Barbara Valentin fu una delle numerose amanti femminili di Mercury in quegli anni. Alcuni potrebbero ritenere che questo non sia un punto così importante da sottolineare. Ma non distinguendo chiaramente il suo orientamento, il film rende un cattivo servizio al cantante.

Paul Prenter era una “cattiva influenza” (ma i Queen non si sono davvero sciolti)

In Bohemian Rhapsody i Queen, il loro management e i loro cari sono perlopiù ritratti come persone gentili e corrette. Non si può dire lo stesso, però, di Paul Prenter. Complottista e manipolatore, Prenter appare per la prima volta come assistente manager dei Queen, che presto si infatua di Freddie Mercury. È proprio lui a convincere poi il cantante a sciogliere i Queen per poter intraprendere una carriera da solista. Bohemian Rhapsody lo mostra mentre isola un Freddie sempre più malato a Monaco. Quando però Freddie scopre che Paul non gli ha detto nulla del Live Aid, viene licenziato.

A differenza di molti altri punti della trama di Bohemian Rhapsody, molte di queste cose sono in parte accadute. I membri superstiti dei Queen hanno dichiarato di essere spesso in disaccordo con le decisioni prese da Prenter per la band. A causa del modo in cui controllava sottilmente Freddie Mercury, May e Taylor lo hanno inoltre definito una “cattiva influenza”. Tuttavia, la sua presenza non portò allo scioglimento dei Queen, cosa che anzi non è mai avvenuta. La band amichevolmente di diminuire la propria produzione e per concentrarsi anche sulle loro carriere soliste. Inoltre, Bohemian Rhapsody cambia i motivi del licenziamento di Prenter, che avvenne solo nel 1986, un anno dopo l’esibizione al Live Aid.

Bohemian Rhapsody canzone
Joseph Mazzello, Rami Malek, Ben Hardy e Gwilym Lee in Bohemian Rhapsody. PersoneJoseph Mazzello, Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy
TitoliBohemian Rhapsody
Foto di Alex Bailey

La separazione da John Reid e il manager inventato

Aidan Gillen interpreta in Bohemian Rhapsody il manager di supporto dei Queen, John Reid, che guida la band verso la gloria nei primi anni di carriera. Ad un certo punto del film, però, Reid viene bruscamente licenziato da Mercury, il quale era stato portato a credere che Reid volesse spingerlo ad abbandonare il gruppo. Anche qui la storia vera differisce dal resoconto piuttosto drammatico del film. John Reid si è effettivamente separato dai Queen nel 1977, ma la cosa non è affatto avvenuta nel modo furioso che si viene mostrato nel film. L’avvocato e manager dei Queen, Jim Beach, ha dichiarato di aver sempre “avuto un buon rapporto di lavoro con John” e sembra che Reid e i Queen si siano lasciati in buoni rapporti.

Nel film, oltre a Reid, nella gestione della band vi è anche Ray Foster (Mike Myers). Egli è raffigurato come un dirigente prepotente dell’etichetta discografica EMI, che odia il brano Bohemian Rhapsody convinto che nessuno vorrà ascoltarlo. Diversi siti hanno già confermato che Ray Foster non è mai esistito, e che il personaggio di Myers è un composit di vari funzionari che non erano entusiasti del capolavoro dei Queen. Uno di questi era Paul Watts, che in seguito ricordò: “Mi aspettavo qualcosa di molto speciale. Così, quando mi hanno fatto ascoltare Bohemian Rhapsody, la mia reazione è stata: ‘Che cazzo è questo? Siete impazziti?”. Tuttavia, il tempo ha poi dato ragione ai Queen sul valore del brano.

Bohemian Rhapsody cambia la linea temporale della battaglia di Freddie contro l’HIV

In Bohemian Rhapsody, il Live Aid del 1985 è un momento estremamente importante nella vita di Freddie. Non solo inizia una relazione con Jim Hutton, ma scopre anche di avere l’HIV. Freddie lo rivela subito ai suoi compagni di band, che decidono di dare il massimo per l’imminente concerto. Mentre le voci sulla malattia di Freddie circolavano sui tabloid di quell’anno, il virus gli fu effettivamente diagnosticato solo nel 1987. Inoltre, non mise subito al corrente i Queen delle sue condizioni. Sebbene avessero sospettato di essere malato, Freddie impiegò almeno due anni per informarli e rese pubblica la notizia solo nel novembre 1991.

Inoltre, molti spettatori hanno ipotizzato che una delle hit più soul dei Queen, “Who Wants To Live Forever”, sia stata scritta in risposta alla malattia di Freddie. Dopo tutto, nel film questa canzone si può ascoltare nei momenti in cui Freddie affronta la malattia. In realtà, Brian May ha composto la canzone per Highlander, un film di culto che rappresenta una lotta tra guerrieri immortali. In esso, l’accorata e malinconica canzone dei Queen si può ascoltare mentre il protagonista, Connor MacLeod, sfida la morte e guarda sua moglie soccombere alla vecchiaia. Questo film uscì solo un anno dopo il Live Aid e un anno prima che a Freddie fosse diagnosticato l’HIV.

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Joseph Mazzello, Rami Malek, Gwilym Lee e Ben Hardy in Bohemian Rhapsody © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

I Queen furono leggendari al Live Aid, ma non ne furono la salvezza

La sezione di Bohemian Rhapsody dedicata al Live Aid è un trionfo scintillante e di grande impatto sulla folla. La maggior parte del clamore suscitato dalla performance dei Queen al Live Aid nel film è senza dubbio giustificato e la loro esibizione è tuttora considerata uno dei migliori spettacoli dal vivo di tutti i tempi. Poco dopo la loro esibizione, Elton John si lamentò addirittura che avessero rubato lo spettacolo. Inoltre, Bohemian Rhapsody mostra scene in cui nessuno dona alla causa fino a quando Freddie Mercury non prende il microfono.

Considerando che molte superstar contemporanee (come David Bowie, lo stesso Elton John, Paul McCartney e molti altri ancora) suonarono all’evento, è altamente difficile indicare i Queen come unici salvatori dell’evento e motivo per le crescenti donazioni.  Per questo motivo, le inquadrature di Bob Geldof (Dermot Murphy) che osserva con sollievo e gratitudine l’accumularsi dei soldi sono un tocco di licenza artistica esagerata, che rende il momento piuttosto eccessivo. In realtà, dunque, il Live Aid avrebbe potuto comunque essere un evento di grande successo. Indubbiamente, la presenza dei Queen lo ha reso ancor più memorabile.

Cosa succede dopo il finale del film?

Il biopic di Bryan Singer sui Queen si chiude con le inquadrature persistenti del Live Aid 1985. Anche se nella vita reale questa non fu affatto la fine per i Queen. Continuarono a produrre canzoni acclamate dalla critica fino a poche settimane prima che Freddie morisse nel 1991. Durante questi sei anni, Freddie e Jim Hutton rimasero insieme, nonostante anche a Hutton fosse stato diagnosticato l’HIV. Mary Austin vive ancora oggi nella villa di Freddie, che le ha lasciato in eredità nel suo testamento. Ma che ne è dei restanti membri dei Queen? Beh, come rivelano gli ultimi titoli di coda, hanno formato il Mercury Phoenix Trust per combattere l’AIDS in tutto il mondo.

A parte alcuni concerti negli anni ’90 – tra cui il Bejart Ballet a Parigi nel 1997 – John Deacon si è ritirato completamente dalla musica. Ma questo non ha impedito a Brian May e Roger Taylor di continuare la loro eredità. Da quando Deacon ha lasciato, tra il 2004 e il 2009 sono andati in tour con Paul Rogers come voce principale. Quando poi si sono separati, il cantante americano Adam Lambert è stato reclutato per formare i Queen + Adam Lambert. Il nuovo gruppo è tuttora in tournée e si è anche esibito all’edizione degli Oscar a cui Bohemian Rhapsody è stato candidato.

The Accountant: la spiegazione del finale del film

The Accountant: la spiegazione del finale del film

The Accountant è stato un successo inaspettato, grazie soprattutto alla forte interpretazione di Ben Affleck e a un finale con colpo di scena che ha elevato il film al di sopra della solita routine d’azione. Diretto da Gavin O’Connor (Warrior), il film segue Christian Wolff (Affleck), un brillante calcolatore di numeri affetto da autismo che fornisce i suoi servizi a clienti criminali di alto profilo. Intrecciando una complicata rete di corruzione e intrighi, il film mescola abilmente la sua premessa orientata all’azione con una trama di mistero davvero efficace. Rappresenta inoltre un ritorno alla forma per Affleck, diventato una specie di star dell’azione dal 2010 seppur intaccato da alcuni progetti poco riusciti.

Il film ha ricevuto recensioni generalmente mediocri da parte della critica, che ha messo a nudo i buchi della trama e si è detta insoddisfatta della sua storia un po’ contorta. Tuttavia, il film ha ottenuto importanti risultati al box office e ha superato di gran lunga le aspettative incassando oltre 150 milioni di dollari. Questo risultato ha portato alla realizzazione, seppur con grande ritardo, di un sequel, The Accountant 2, in uscita nel 2025. Alla luce di questo nuovo capitolo, in questo articolo approfondiamo il finale di The Accountant ha sicuramente lasciato molti desiderosi di saperne di più.

Il significato dei dipinti

Sebbene The Accountant sia un film più intelligente di molti suoi simili, a partire dall’uso di alcuni simbolismi. Utilizza infatti tre famosi dipinti per parlare di temi molto più grandi presentati nel sottotesto della storia. Grazie ai suoi affari loschi, Christian riceve dai suoi ricchi clienti criminali notevoli opere d’arte come pagamento, la prima delle quali è Free Form di Jackson Pollock. L’opera di Pollock è nota per il suo stile a schizzi e apparentemente disorganizzato, che rappresenta il mondo imprevedibile che Christian cerca costantemente di fissare attraverso la sua rigida organizzazione.

Il secondo dei tre dipinti de The Accountant è Donna con parasole e bambino piccolo su una collina illuminata dal sole di Pierre-Auguste Renoir, un classico dell’arte impressionista. Con i suoi colori idilliaci e la sua morbidezza, il dipinto simboleggia il rapporto interrotto di Christian con la madre, che lo ha portato a diventare il “ragioniere”. Infine, l’ultimo dipinto è Un amico nel bisogno di Cassius Marcellus Coolidge, meglio conosciuto come Cani che giocano a poker. Sebbene l’opera sia piuttosto intelligente, è stata a lungo un simbolo dell’arte di basso livello, che si scontra con l’incapacità di Christian di comprendere l’umorismo degli altri. Inoltre, questo è il dipinto della serie noto per l’aspetto truffaldino dei giocatori di poker.

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J.K. Simmons in The Accountant. Foto di Chuck Zlotnick – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Il legame di Ray con la voce misteriosa

Nel corso del film, Ray King (J. K. Simmons) è un antagonista minore, in quanto collabora con la collega Marybeth del Dipartimento del Tesoro per scoprire l’identità del “Ragioniere”. Non è chiaro il motivo del suo rancore finché non si scopre che Ray ha avuto uno scontro con Christian dopo l’attacco di quest’ultimo al nascondiglio della mafia. Il film rivela anche che Ray aveva ricevuto consigli dalla stessa voce misteriosa di Christian, che collegava i due uomini. Come per Christian, la voce ha aiutato Ray a migliorare il suo lavoro, facendolo passare da un agente insignificante a direttore della FinCEN.

Il ruolo di Lamar nella vicenda

Sebbene The Accountant sia uno dei migliori film di Ben Affleck, è stato sostenuto anche dalle forti interpretazioni del cast di supporto. John Lithgow, ad esempio, è Lamar Blackburn, l’amministratore delegato della Living Robotics, che assume Christian per aiutarlo a risolvere il mistero finanziario di 60 milioni di dollari scomparsi dai libri contabili della sua azienda. Sebbene il lavoro fosse stato inizialmente presentato a Christian come un’opportunità “legittima”, l’esperto contabile si accorge che c’è qualcosa di più grosso in ballo. Con il direttore finanziario dell’azienda morto per un’apparente overdose intenzionale e l’aggressione alla sua partner Dana (Anna Kendrick), Christian è costretto a mettere a frutto le sue altre capacità.

Nell’atto finale del film, si scopre che dietro il piano c’è sempre stato Lamar, una conclusione a cui Christian è giunto ricordando gli affari sporchi di un’azienda di elettronica del suo passato. Lamar aveva rubato all’azienda per poi usare lo stesso denaro per investire nella società, facendo così gonfiare il valore delle azioni. Lamar era disposto a fare di tutto per proteggere il suo segreto perché lo giustificava come la cosa giusta da fare. Sosteneva di aiutare le persone, una scusa usata anche da Christian per sostenere le sue azioni.

John Lithgow e Jon Bernthal in The Accountant
John Lithgow e Jon Bernthal in The Accountant. Foto di Chuck Zlotnick – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

L’identità dell’assassino

Un misterioso assassino, che di tanto in tanto appare in The Accountant per creare scompiglio, tiene in ostaggio le persone e uccide anche per volere del suo datore di lavoro. Mentre il datore di lavoro si rivela alla fine essere Lamar, l’identità dell’assassino è un altro grande shock che sconvolge il terzo atto del film. L’assassino è in realtà Braxton (Jon Bernthal), il fratello separato di Christian, che aveva seguito lo stesso addestramento intensivo. Bernthal ha spesso interpretato ruoli da duro al cinema e in TV e si adatta perfettamente al ruolo di assassino esperto di battaglie, ma il suo personaggio ha qualche sfumatura in più.

Rendendosi conto che il suo nemico è in realtà suo fratello, Braxton si scaglia contro i suoi scagnozzi per proteggere Christian. Come si vede nei flashback, Braxton ha sostenuto il fratello quando erano più giovani e ha imparato insieme a Christian a rifiutarsi di essere una vittima. All’inizio Braxton poteva sembrare un cattivo, ma non era poi così diverso dal fratello, che usava anch’egli tattiche violente per ribaltare la situazione su chi lo sfidava. Proprio il ritrovato legame tra i due sarà ora alla base del sequel, dove collaborareranno per risolvere un nuovo caso.

GUARDA ANCHE: Ben Affleck e Jon Bernthal nelle foto dal set di The Accountant 2

Christian dona i suoi dipinti a Dana

Christian e Dana hanno collaborato durante l’indagine finanziaria sui fondi mancanti alla Living Robotics e sono diventati ancora più vicini quando le loro vite sono state minacciate dall’assassino. Christian prova qualcosa per Dana, ma non sa come affrontare la situazione a causa del suo ASD. Come dimostra la loro imbarazzante interazione nell’hotel di lusso, Christian vuole conoscerla, ma lo ha fa in modo strano. Alla fine del film, Christian è in fuga, ma lascia a Dana un regalo d’addio che è un toccante tributo alla loro amicizia e rivela qualcosa del suo carattere.

In precedenza, Dana aveva fatto notare che lui possedeva un quadro di Jackson Pollock e aveva detto che l’idea di alta arte di suo padre era Cani che giocano a poker. Pertanto, come gesto umoristico ma premuroso, Christian ha regalato a Dana la sua copia originale di questo stesso dipinto, ma ha anche nascosto il Pollock dietro di essa. Da un punto di vista simbolico, la scelta è piuttosto eloquente, poiché il Pollock dietro il Coolidge rappresenta il caos dietro l’ordine. È anche un modo per Christian di dimostrare affetto, dato che Dana ha detto che Pollock le piace.

Ben Affleck e Anna Kendrick in The Accountant
Ben Affleck e Anna Kendrick in The Accountant. Foto di Chuck Zlotnick – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

La spiegazione del colpo di scena di Justine

Anche dopo una serie di scioccanti colpi di scena, The Accountant ha avuto un’ultima grande rivelazione per la scena finale, che ha ricontestualizzato il film. In precedenza, un flashback aveva introdotto l’ASD di Christian e spiegato il periodo trascorso da bambino alla Harbor Neuroscience. Nelle scene del flashback, Christian incontra e fa amicizia con Justine, la figlia muta del direttore dell’istituto. Insieme, costruiscono un puzzle del famoso pugile Mohammed Ali, mentre i genitori di Christian discutono se mandarlo in cura presso la struttura. Questo momento spiega una questione in sospeso che ha fatto da filo conduttore per tutto il film.

In The Accountant c’è una voce misteriosa e onnipresente che consigliava Christian e Ray. Tuttavia, quella voce si rivela più di un semplice espediente per la trama quando, nell’ultima scena del film, la Harbor Neuroscience torna ai giorni nostri con un’altra famiglia in visita presso la struttura. Un bambino incontra una donna muta e il dottore gli spiega che è sua figlia e che comunica attraverso un super computer acquistato con le donazioni di Christian. Il puzzle di Mohammed Ali viene mostrato di nuovo, lasciando intendere che l’ormai adulta Justine è la voce misteriosa.

Il vero significato del finale di The Accountant

Sebbene The Accountant sia stato criticato per la sua rappresentazione del disturbo dello spettro autistico, questo aspetto è comunque parte integrante dei temi del film e non è un ripiego. Christian è destinato a diventare un eroe perché il suo disturbo dello spettro autistico non lo ostacola, ma lo rende più forte. Il film si è dunque concluso con una nota che ha confermato questo tema, in quanto Justine è la mente che ha aiutato Christian e Ray e, pur essendo muta, ha imparato a compensare la sua mancanza. Il punto non è glorificare l’ASD, ma mostrare che un eroe è tale grazie alle difficoltà e ai limiti che riesce a superare.

Steve Carell, Jason Schwartzman e Ramy Youssef si uniscono al film HBO di Jesse Armstrong

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Il film di Jesse Armstrong per la HBO ha trovato il suo cast. Steve Carell, Jason Schwartzman, Ramy Youssef e Cory Michael Smith si sono uniti al film senza titolo del creatore di Succession, che è il suo debutto alla regia di un lungometraggio. Il film segue un gruppo di amici miliardari che si riuniscono sullo sfondo di una crisi internazionale. È il primo progetto di Armstrong dopo il finale della serie Succession nel maggio 2023.

Le riprese del film inizieranno questo mese a Park City, nello Utah, e debutterà sulla HBO in primavera. Stando a quanto riportato da Variety, Steve Carell interpreta Randall, Schwartzman Hugo Van Yalk (alias “Souper”), Smith sarà Venis e Youssef un personaggiio di nome Jeff. Armstrong è lo sceneggiatore e il regista del film, nonché produttore esecutivo insieme a Frank Rich, Lucy Prebble, Jon Brown, Tony Roche, Will Tracy, Mark Mylod e Jill Footlick.

Sono curioso di scoprire se la presenza di così tanti attori e registi brillanti in ‘Succession’ mi abbia in qualche modo influenzato. Speriamo di sì”, ha dichiarato Armstrong in un comunicato. “Sono grato a Casey Bloys, Francesca Orsi e a tutto il team della HBO per aver sostenuto questo film con tanto entusiasmo e per avermi aiutato a mettere insieme un cast e una troupe da sogno”.

Orsi, vicepresidente esecutivo della programmazione HBO e responsabile delle serie drammatiche e dei film HBO, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di tornare a lavorare con il singolare talento di Jesse Armstrong dopo la nostra fruttuosa collaborazione in ‘Succession’. Jesse alza ancora una volta il livello con un esame audace dell’avidità moderna, del potere e dell’ambizione maschile. Il fatto che questo film rappresenti il suo debutto alla regia non farà altro che elevare ciò che è già emozionante sulla pagina, e non potremmo essere più entusiasti di condividere questo film tempestivo con il mondo presto”.

Jesse Armstrong e il trionfo di Succession

Questo nuovo progetto per Jesse Armstrong arriva due anni dopo che Succession ha concluso la sua corsa di quattro stagioni sulla HBO come uno dei drammi più apprezzati dell’ultimo decennio. Il suo bottino di premi comprende infatti 75 nomination agli Emmy e 19 vittorie, tra cui tre trofei come Miglior serie drammatica. La serie esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Sebbene sia noto per il suo lavoro televisivo, Armstrong ha però anche un passato nei lungometraggi; ha infatti condiviso una nomination all’Oscar per la sceneggiatura del film del 2009 In The Loop con l’abituale collaboratore Armando Iannucci e con Simon Blackwell e Tony Roche.

Materialists: il film di Celine Song con Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal uscirà a giugno

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Materialists, il film di Celine Song, seguito del suo debutto alla regia due volte nominato all’Oscar, Past Lives, ha ricevuto una data di uscita ufficiale negli Stati Uniti. Come riportato da Variety, il film sarà proiettato nelle sale nazionali il 13 giugno, una data che potrebbe far nascere voci secondo cui la società A24 starebbe pensando a una prima mondiale a Cannes un mese prima. Scritto, diretto e prodotto da Song, che si riunisce con il produttore di Past Lives, David Hinojosa, di 2AM e Killer Films, Materialists è interpretato da Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal.

La commedia sentimentale, stando a quanto riportato sulla trama, segue una giovane e ambiziosa organizzatrice di matrimoni di New York che si ritrova divisa tra l’uomo perfetto e il suo imperfetto ex. Come per Past Lives, tra i produttori del progetto figurano anche Christine Vachon e Pamela Koffler, sempre per Killer Films e Hinojosa di 2AM. Con questa data di uscita, è lecito pensare che in Italia il film possa uscire nel medesimo periodo. Non resta dunque che attendere un primo sguardo ufficiale ai protagonisti e un primo trailer.

Di cosa parla Past Lives, il precedente film di Celine Song

Dopo essere stato presentato in anteprima al Sundance nel 2023, il primo lungometraggio di Celine Song, Past Lives, interpretato da Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro ed esplorante la relazione di due amici d’infanzia nel corso di 24 anni, è diventato uno dei film più discussi dell’anno, sottolineando come la regista sia una nuova ed entusiasmante voce cinematografica. Distribuito da A24, il film è stato inserito in numerose liste di “best of”, ottenendo cinque nomination ai Golden Globes, tre nomination ai BAFTA e nomination agli Oscar per il Miglior film e la Migliore sceneggiatura originale.

La Conversazione con Gene Hackman torna al cinema: il trailer

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La Conversazione con Gene Hackman torna al cinema: il trailer

Per celebrare la memoria del grande Gene Hackman, Lucky Red riporta al cinema, per la prima volta in versione restaurata in 4k, La Conversazione di Francis Ford Coppola. Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1974, tre nomination agli Oscar e quattro ai Golden Globe, un thriller psicologico diventato nel tempo un film di vero culto.

Sulle note della suggestiva colonna sonora composta da David Shire e con lo straordinario montaggio sonoro di Walter Murch, un indimenticabile Gene Hackman – volto alienato, baffi, impermeabile e sassofono – veste i panni del paranoico Harry Caul, esperto di sorveglianza elettronica alle prese con un caso che potrebbe avere conseguenze drammatiche e che lo fa sprofondare in una profonda crisi di coscienza.

Scritto, prodotto e diretto da Francis Ford Coppola, dichiaratamente in parte ispirato a Blow-Up di Michelangelo Antonioni e girato nell’intervallo tra il primo e il secondo capitolo de Il Padrino, La Conversazione fu considerato un film profetico, avendo preceduto il Watergate, lo scandalo delle intercettazioni che fece cadere l’amministrazione Nixon. Di fatto, uno dei suoi film più personali e sperimentali.

Accanto a Gene Hackman, un cast di vere stelle, tra cui John Cazale, Robert Duvall e un giovanissimo Harrison Ford.

Ricco di colpi di scena, immerso in un’atmosfera noir in un crescendo di tensione tra senso di segretezza e senso di colpa, La conversazione è una riflessione profonda sulla solitudine e sull’invadenza della tecnologia, ancora attualissima a cinquant’anni dalla prima uscita del film in sala.

Your Eyes Tell al cinema il 7, 8 e 9 aprile con Adler Entertainment

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Adler Entertainment in collaborazione con Dynit è lieta di presentare Your Eyes Tell (Kimi no Me ga Toikaketeiru), il teen drama che arriverà per la prima volta nelle sale italiane solo il 7, 8 e 9 aprile. Il lungometraggio è appartiene all’etichetta I Love Japan, che riunisce le produzioni del Sol Levante ancora inedite sui grandi schermi italiani o in occasioni di importanti anniversari. Anime e live action popolarissimi in Giappone arrivano dunque anche in Italia: tutti i fan e gli appassionati del cinema nipponico potranno vedere le grandi storie che negli ultimi anni hanno stregato il pubblico giapponese, conquistando il box office e il cuore degli spettatori.

Your Eyes Tell fa parte di una trilogia live action incentrata su storie di passione, amicizia e profondi sentimenti: arriva al cinema dopo Let Me Eat Your Pancreas e il successo della speciale maratona di L’Attacco dei Giganti – il film. Parte 1 – L’Arco e la Freccia Cremisi e Parte 2 – Le Ali della Libertà. Per la fine di aprile è invece atteso April Come She Will (28, 29 e 30 aprile). Chi andrà a vedere questi titoli al cinema avrà la possibilità di vincere un soggiorno studio a Tokyo per immergersi nella cultura del Sol Levante imparandone la lingua e respirandone l’atmosfera. EF (https://www.ef-italia.it) mette infatti in palio due viaggi-studio in Giappone per chi acquisterà il biglietto per uno dei film di I Love Japan. I due concorsi saranno validi dal 3 febbraio fino al 31 maggio nelle sale aderenti all’iniziativa. Per maggiori informazioni e per consultare il regolamento si può andare all’indirizzo http://www.concorsoilovejapan.it e unici.concorsoilovejapan.it.

Your Eyes Tell è una storia d’amore pura e commovente. Takahiro Miki (regista di titoli come My Tomorrow, Your Yesterday e Love Me, Love Me Not), conosciutissimo in Giappone per essere un alfiere del genere romantico, esplora in questo film la gioia e la tristezza, la fragilità e la forza dell’amare un’altra persona offrendo una toccante liberazione ai cuori feriti. Uscito in Giappone nel 2020, in un momento in cui tutto il mondo stava riesaminando cosa significasse prendersi cura profondamente degli altri, Your Eyes Tell vede un cast d’eccezione: Yuriko Yoshitaka, una delle attrici più ricercate e affermate del Giappone odierno e vincitrice di numerosi premi, porta qui la sua forte presenza cinematografica assieme a Ryusei Yokohama, l’attore che ha preso d’assalto il mondo dell’intrattenimento giapponese vincendo l’ELAN D’OR Award 2020 e il Japan Academy Film Prize come miglior esordiente, nella realizzazione di una collaborazione a lungo desiderata dal pubblico. Anche la colona sonora non è da meno, dato che il gruppo hip hop coreano BTS ha dato colore al mondo del film scrivendo ed eseguendo una ballata meravigliosamente triste.

Your Eyes Tell è la storia d’amore di Akari, che in un incidente perde entrambi i suoi genitori e la vista, e di Rui, un promettente kickboxer che vede il suo futuro stroncato quando viene condannato per un crimine. I due si incontrano e si innamorano, dando un barlume di luce alle loro vite fino a quel momento straziate dalla tragedia. Ma non sanno ancora che il loro incontro non è stata solo una felice coincidenza: i loro percorsi si erano già incrociati prima in un fatale incidente. Rui lo scopre mentre si sta preparando per tornare clandestinamente sul ring, nella speranza di poter donare alla ragazza il denaro sufficiente per un’operazione che le ridonerebbe la vista. Ma questa rivelazione che scopre l’intreccio dei loro destini è anche destinata a separarli per sempre…

Your Eyes Tell sarà al cinema il 7, 8 e 9 aprile con l’etichetta I Love Japan di Adler Entertainment in collaborazione con Dynit.

La trama di Your Eyes Tell 

Rui è un ex kickboxer che dopo essere stato in prigione si è allontanato da un lavoro losco come esattore di debiti della mafia e ora vive una vita solitaria giorno dopo giorno. Mentre è al lavoro, incontra Akari, una ragazza cieca ma allegra nonostante la perdita della vista e dei suoi genitori in un incidente qualche anno prima.

Le visite frequenti di Akari e la sua spensierata luminosità fanno uscire Rui dal suo guscio e il tempo trascorso con lei inizia a brillare nella sua oscurità. Mentre i loro cuori si avvicinano, non sanno che il suo amaro passato e la perdita della vista di lei sono profondamente intrecciati…

Christspiracy al cinema il 14, 15 e 16 aprile con Mescalito Film

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Christspiracy al cinema il 14, 15 e 16 aprile con Mescalito Film

Mescalito Film presenta Christspiracy, in arrivo nei cinema italiani il 14, 15 e 16 aprile e per l’occasione ne svela il trailer italiano. Il film è diretto da Kip Andersen, co-ideatore dei già noti documentari di denuncia Cowspiracy, What the Health e Seaspiracy, insieme a Kameron Waters e rappresenta l’ideale ultimo capitolo di questa importante serie di documentari di inchiesta.

Che cos’è Christspiracy?

Christspiracy è un’affascinante indagine che sfida il modo tradizionale di pensare alla fede, all’etica e al nostro rapporto con gli animali. La ricerca dei registi è partita da una domanda non semplice: esiste un modo spirituale o etico per uccidere un animale? Questo quesito li ha condotti in giro per il mondo ad intervistare teologi, archeologi, contadini e sciamani di diverse fedi religiose in un viaggio che dura ben sette anni.

Il documentario, già in tour lo scorso anno nei più prestigiosi college statunitensi, si propone di svelare “il più grande insabbiamento degli ultimi 2000 anni”, facendo luce su importanti dettagli inediti sulla figura di Gesù Cristo. Christspiracy ha ricevuto il plauso di Joaquin Phoenix, già produttore di What the Health: secondo l’attore, il film “espone verità imperdonabili a proposito della violenza sugli animali in nome della religione”.

Christspiracy arriverà nei cinema italiani con Mescalito Film il 14, 15 e 16 aprile. Parte dell’incasso sarà devoluto in beneficenza ad alcune associazioni che si impegnano in progetti di attivismo e salvaguardia degli animali: LNDC (Lega Nazionale per la Difesa del Cane), Rete dei Santuari e AnimaLiberAction.

Asterix & Obelix: Il duello dei capi, ecco il trailer e le prime immagini della serie

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Svelati il trailer e le nuove immagini di Asterix & Obelix: Il duello dei capi, l’attesissima nuova serie animata con protagonisti gli irriducibili Galli ideati da René Goscinny e Albert Uderzo, che sarà disponibile solo su Netflix dal 30 aprile.

La serie, una moderna interpretazione del mondo unico di Asterix e Obelix, è diretta da Alain Chabat e Fabrice Joubert, ed è prodotta da Alain Goldman in collaborazione con Les Éditions Albert René.

Roma vuole disperatamente conquistare l’ultimo villaggio indipendente della Gallia, casa di Asterix e Obelix. Il segreto della superiorità in battaglia dei Galli è una pozione magica, ma quando il creatore della pozione perde la memoria, gli abitanti del villaggio vengono lasciati a loro stessi contro la potenza di Roma.

INFORMAZIONI SU Asterix & Obelix: Il duello dei capi

  • Creata da: Alain Chabat
  • Basata sul lavoro originale di: René Goscinny e Albert Uderzo
  • Regia di: Alain Chabat e Fabrice Joubert
  • Diritti di adattamento: Les Editions Albert René
  • Adattamento e Dialoghi: Alain Chabat, Benoît Oullion e Piano
  • Prodotta da: Alain Goldman
  • Studi di Animazione: TAT Productions

Nastri d’Argento 2025 per i migliori Documentari: le cinquine finalista

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Quindici titoli ‘doc’ si contendono i tre Nastri d’Argento 2025 per i migliori Documentari realizzati nel 2024. La selezione finale dei candidati ai tradizionali Premi dei Giornalisti Cinematografici sarà completata dal Nastro d’Argento per  il Miglior Docufilm e da alcuni Premi speciali che saranno annunciati e consegnati lunedì prossimo 10 Marzo al Cinema Barberini di Roma. I finalisti e i Premi speciali sono stati selezionati tra i 185 titoli visionati e proposti entro il 31 Dicembre scorso dai Festival più importanti o nelle rassegne specializzate e  in qualche caso, anche trasmessi su reti o piattaforme televisive.

Già annunciato, infine, il Nastro d’Argento per il ‘Documentario dell’anno’ 2025 a Ciao Marcello – Mastroianni l’antidivo di Fabrizio Corallo, che ha affettuosamente celebrato il centenario della nascita dell’attore italiano più amato nel mondo.

La selezione ufficiale è firmata dal Direttivo Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI): Laura Delli Colli (Presidente), Fulvia Caprara (Vicepresidente), Oscar Cosulich, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi e Maurizio di Rienzo, in particolare per il coordinamento delle proposte visionate. 

Ecco, di seguito (in ordine alfabetico) tutti i titoli tra i quali saranno annunciati nei prossimi giorni le ‘cinquine’ finaliste e i vincitori.

Nastri d’Argento Documentari 2025

  IL DOCUMENTARIO DELL’ANNO

 CIAO MARCELLO – MASTROIANNI L’ANTIDIVO di Fabrizio Corallo

LE ‘CINQUINE’ FINALISTE 2025

CINEMA DEL REALE

  • CUTRO, CALABRIA, ITALIA  di Mimmo Calopresti
  • LIRICA UCRAINA  di Francesca Mannocchi
  • NEL NOME DEL SILENZIO – La Chiesa e l’ombra della mafia  di Antonio Bellia
  • PRIMA DELLA FINE – Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer  di Samuele Rossi
  • REAL  di Adele Tulli

CINEMA CULTURA SPETTACOLO

  • CARLO MAZZACURATI – UNA CERTA IDEA DI CINEMA  di  Mario Canale, Enzo Monteleone
  • IL CASSETTO SEGRETO di Costanza Quatriglio
  • IL MESTIERE DI VIVERE  di Giovanna Gagliardo
  • PINO DANIELE – NERO A META’  di Marco Spagnoli
  • VOLONTE’ – L’UOMO DAI MILLE VOLTI  di Francesco Zippel

IL RACCONTO DELLO SPORT

‘Cinquina’ speciale

  • CATTIVI MAESTRI  di Roberto Orazi
  • EROICI! 100 ANNI DI PASSIONE E RACCONTI DI SPORT  di Giuseppe Marco Albano
  • LA VALANGA AZZURRA  di Giovanni Veronesi
  • SEYDOU – IL SOGNO NON HA COLORE  di Simone Aleandri
  • MAESTRO – IL CALCIO A COLORI DI TOMMASO MAESTRELLI  di Francesco Cordio, Alberto Manni

The Electric State: il trailer finale del film con Millie Bobby Brown e Chris Pratt

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Guarda il trailer finale di The Electric State, in arrivo il 14 marzo 2025 solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad Avengers: Endgame e The Gray Man, questa volta alla regia di un film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.

Di cosa parla The Electric State?

The Electric State è una spettacolare avventura ambientata in una versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90. Millie Bobby Brown (Stranger Things, Enola Holmes, Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei credeva morto.

Determinata a trovare l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si aspettassero.

La città Proibita: una clip dal film di Gabriele Mainetti

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La città Proibita: una clip dal film di Gabriele Mainetti

PiperFilm ha diffuso una clip di La Città Proibita, il nuovo film di Gabriele Mainetti, dal regista di “Lo chiamavano Jeeg Robot” e “Freaks Out” torna sul grande schermo con un’ altra storia imperdibile. Nel cast del film protagonisti Liu Yaxi, Enrico Borello, Sabrina Ferilli, Marco GialliniLuca Zingaretti.

Cosa succede in La Città Proibita

In La Città Proibita Mei, una misteriosa ragazza cinese, arriva a Roma in cerca della sorella scomparsa. Il cuoco Marcello e la mamma Lorena portano avanti il ristorante di famiglia tra i debiti del padre Alfredo, che li ha abbandonati per fuggire con un’altra donna. Quando i loro destini si incrociano, Mei e Marcello combattono antichi pregiudizi culturali e nemici spietati, in una battaglia in cui la vendetta non si può scindere dall’amore.

Soggetto e sceneggiatura di STEFANO BISES, GABRIELE MAINETTI, DAVIDE SERINO. Prodotto da SONIA ROVAI prodotto da MARIO GIANANI e LORENZO GANGAROSSA. Una produzione WILDSIDE, UNA SOCIETÀ DEL GRUPPO FREMANTLE, PIPERFILM E GOON FILMS.

Maccio Capatonda si mette a nudo in Sconfort Zone, la sua nuova serie è una specie di psicoterapia

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Un Maccio Capatonda inedito è il protagonista di Sconfort Zone, la nuova serie che il comico ha scritto, in compagnia di Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati e Valerio Desirò, e co-diretto con Alessio Dogana. Disponibile dal 20 marzo su Prime Video, Sconfort Zone è una specie di psicoterapia che l’autore ha utilizzato per elaborare in maniera creativa una… crisi creativa. “Mi sono messo a nudo senza maschere, facendomi vedere per come sono”. Ha dichiarato Maccio, al secolo Marcello Macchia, che emerge di continuo nei sei episodi dello show.

Messi da parte momentanemente i suoi celebri personaggi, da Mariottide a Padre Maronno, l’artista è molto più Marcello che Maccio confessando candidamente di aver inserito nello show molto della sua vita personale: “Anche durante il lavoro di scrittura ho vissuto una crisi artistica, un blocco della scrittura, e ho pensato di non voler più andare avanti. A un mese dalla conclusione della lavorazione, non volevo più realizzarla. Ho fatto i calcoli, questa è una serie autobiografica al 52%, è un lavoro più realistico rispetto a quello che faccio di solito.” 

E se questa svolta realistica dovesse cambiare per sempre il suo modo di fare comicità? Macchia appare sereno nell’ammettere che non lo sa, ma che è pronto a mettersi in gioco: “A me piace esplorare nuovi generi, mi stufo di fare sempre le stesse cose, e qui ho voluto mescolare i linguaggi, il dramma con la commedia”.

“Non mi sono mai sentito limitato dall’etichetta di comico”, dice, “è un dono esserlo perché si ha la capacità di far ridere le persone. Ma preferisco seguire la strada dell’intrattenitore perché è più completa, puoi passare dalla comicità al dramma”.

Sconfort Zone è la nuova serie di Maccio Capatonda

Tra crisi d’ispirazione, sedute di psicologia e prove sperimentali, riuscirà Maccio Capatonda a ritrovare la creatività e scrivere la sua prossima serie tv? La serie in 6 episodi sarà disponibile in esclusiva su Prime Video dal 20 marzo. Nel cast con Maccio Capatonda anche Francesca Inaudi, Giorgio Montanini, Valerio Desirò, Camilla Filippi, Luca Confortini, Edoardo Ferrario, Gianluca Fru, Valerio Lundini.

Sconfort Zone è prodotta da Banijay Italia, in collaborazione con Prime Video, scritta da Marcello Macchia, Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati e Valerio Desirò, diretta da Alessio Dogana e Marcello Macchia.

Simu Liu, star di Shang-Chi, parla della possibilità di apparire in Spider-Man 4

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Nonostante sia uscito quando gli spettatori erano ancora diffidenti nei confronti delle sale cinematografiche, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è riuscito a incassare ben 432,2 milioni di dollari nel 2021. Più di tre anni dopo, stiamo ancora aspettando di rivedere Shang-Chi in azione. C’è stato un periodo in cui sembrava che il personaggio sarebbe stato al centro della Saga del Multiverso, con un sequel potenzialmente intitolato Shang-Chi and the Wreckage of Time (un film che ci si aspettava che i Marvel Studios annunciassero al San Diego Comic-Con del 2022) e Avengers: The Kang Dynasty.

I piani sono però cambiati e probabilmente i Dieci Anelli di Shang-Chi non hanno più legami con Kang. Tuttavia, si tratta di una facile “retcon”, visto che nei fumetti provengono da Kakaranthara (la casa di Fin Fang Foom). Per il momento, tuttavia, il lavoro sul sequel sembra essersi completamente arenato, dato che il regista Destin Daniel Cretton passato ad occuparsi di Spider-Man 4. Il film non uscirà prima del 2026, quindi è altamente improbabile che Shang-Chi 2 arrivi prima del 2028 o 2029… sempre che il regista abbia ancora intenzione di dirigerlo lui stesso.

Recentemente Simu Liu è apparso al Tonight Show di Jimmy Fallon e gli è stato chiesto se potrebbe vestire di nuovo i panni del personaggio in Spider-Man 4. “Oh, non mi ci avvicino nemmeno”, ha detto l’attore ridendo. “Non ho sentito nulla. Amo le persone che amano questi film, e anche io amo questi film”. Oltre ciò, l’attore non ha dunque fornito altre indicazioni, lasciando intendere che al momento una sua presenza nel quarto film con protagonista Tom Holland non è neanche stata presa in considerazione.

Shang-Chi

Quando rivedremo lo Shang-Chi di Simu Liu?

Da quando è uscito Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, sembra che Liu sia sempre più disilluso sul suo posto nel MCU. Il film ha avuto un successo finanziario e di critica, eppure Shang-Chi non è apparso nemmeno per un cameo negli ultimi tre anni. Durante un’altra recente intervista con Screen Rant, Liu ha affrontato i timori che il suo sequel sia stato accantonato ora che Cretton (che un tempo era in lizza per dirigere Avengers: The Kang Dynasty) ha spostato l’attenzione sull’Uomo Ragno.

Non credo che nulla sia stato influenzato”, ha detto. “Penso che siamo tutti… parlo spesso con Destin e da entrambi non esce altro che l’eccitazione per la realizzazione di questo film”. È un peccato, ma il fatto che i Marvel Studios si siano allontanati da Kang è probabilmente il motivo per cui Shang-Chi è stato messo da parte. Sia i Dieci Anelli che i bracciali di Ms. Marvel avrebbero dovuto essere collegati a Kang, con Ant-Man and The Wasp: Quantumania che ha utilizzato l’immagine dell’anello per la tecnologia di viaggio nel tempo del Conquistatore nel Regno Quantico.

Con un po’ di fortuna, Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars potrebbero riportare i riflettori sul maestro delle arti marziali. Spider-Man 4, invece, è stato ufficialmente datato per il 31 luglio 2026, con Cretton alla guida di una sceneggiatura scritta da Chris McKenna e Erik Sommers. Chissà che, con l’avvicinarsi dei lavori effettivi del film, non ci si trovi l’occasione di far comparire anche lo Shang-Chi di Liu, così da reintrodurlo nel Marvel Cinematic Universe.

Thunderbolts*: il merchandise rivela il primo sguardo al costume di Sentry

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Il trailer del Super Bowl di Thunderbolts* ha stabilito che il Vuoto è il grande cattivo del film e ha offerto solo un assaggio del suo lato “eroico”, Sentry. La loro storia nei fumetti è complicata, ma tutti gli indizi indicano che Bob abbraccerà i suoi impulsi più oscuri grazie alla spinta di Valentina Allegra de Fontaine. I Marvel Studios hanno fino ad ora tenuto nascosto il costume del personaggio, anche se lo sneak peek IMAX del film ha confermato che indosserà il classico design giallo e blu.

Grazie a un nuovo Funko Pop, possiamo però ora finalmente dare un’occhiata completa al Sentry interpretato da Lewis Pullman e al suo costume in modo accurato. Come ci si aspettava, il logo “S” – già visto in uno dei precedenti trailer di Thunderbolts* – è un po’ eccessivo, ma per il resto la versione del MCU di questo complicato personaggio sembra uscita direttamente dalla pagina.

Secondo quanto riferito, questi Pops saranno in vendita da domani, quindi una rivelazione ufficiale di Sentry da parte dei Marvel Studios potrebbe essere imminente. In caso contrario, Funko ha commesso un altro errore dopo aver condiviso in precedenza una box art che confermava che Morte e Wiccan sarebbero apparsi negli ultimi due episodi di Agatha All Along. Lo stesso Lewis Pullman ha recentemente condiviso un intrigante indizio sullo status quo del suo Bob all’inizio di Thunderbolts*.

Non ricorda molte cose”, ha detto l’attore. “Non sa come è arrivato dove si trova”. Anche la versione a fumetti di Robert Reynolds ha sofferto di problemi di memoria, dimenticando di essere Sentry fino a quando i Nuovi Vendicatori non lo hanno aiutato a ricordare il suo passato. Scommettiamo che il Bob del MCU avrà problemi simili e persino personalità multiple, con la sua metà oscura probabilmente responsabile di atti molto gravi.

LEGGI ANCHE: Thunderbolts*: uno screen in HD dal trailer ci mostra Sentry!

La nuova trama di Thunderbolts*

In Thunderbolts*, i Marvel Studios riuniscono una insolita squadra di antieroi: Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione, unendosi e trasformandosi in qualcosa di più grande, prima che sia troppo tardi?

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry.

Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni).

Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 30 aprile 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Thunderbolts* è diretto da Jake Schreier e Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Brian Chapek, Jason Tamez e Scarlett Johansson sono i produttori esecutivi.

Only Murders in the Building: iniziate le riprese della quinta stagione con nuove immagini BTS

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Co-creata da John Hoffman, la serie di Hulu Only Murders in the Building, vincitrice di un Emmy, segue tre amici che conducono un podcast di cronaca nera che indaga solo sugli omicidi che avvengono nel loro condominio Arconia a New York. Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez interpretano il trio del podcasting, insieme a una serie di grandi guest star. La quinta stagione di Only Murders in the Building è stata ufficialmente rinnovata nel settembre 2024, poco dopo la prima messa in onda della terza stagione, ed ora sono iniziate le sue riprese.

Ora, l’account ufficiale su Instagram ha annunciato che la serie di Hulu è di nuovo in produzione per la quinta stagione. In un post separato, sono state condivise diverse foto del dietro le quinte con Steve Martin, Martin Short, John Hoffman e altri membri della troupe durante il primo giorno di riprese. Qui di seguito, è possibile un’occhiata all’annuncio e alle immagini BTS:

 

Cosa significano per lo show le riprese e le immagini BTS della quinta stagione di The Only Murders In The Building

Con l’inizio delle riprese della quinta stagione, le foto mostrano la presenza sul set di Steve Martin e Martin Short. L’altro terzo del trio di podcasting, Selena Gomez, non era invece sul set perché il giorno prima ha partecipato alla 97esima edizione degli Academy Awards, dove il suo film Emilia Pérez ha vinto due Oscar come miglior attrice non protagonista (Zoe Saldaña) e miglior canzone originale. La Gomez ha anche presentato i premi per il miglior documentario insieme a Samuel L. Jackson. Tuttavia, con la fine della stagione dei premi, la Gomez dovrebbe tornare a breve sul set della quinta stagione.

Le immagini non rivelano molto sulla storia della quinta stagione. Come da tradizione dello show, il finale della quarta stagione di Only Murders in the Building ha rivelato la vittima dell’omicidio della quinta stagione, il portiere dell’Arconia Lester (Teddy Coluca), il cui cadavere viene ritrovato dal trio nella fontana del condominio. Poco prima, il trio ha incontrato un nuovo personaggio, Sofia Caccimelio (Téa Leoni), che vuole assumerli per indagare sulla scomparsa del marito, che probabilmente è in qualche modo collegata all’omicidio di Teddy.

The Odyssey: un video dal set anticipa un’epica scena di battaglia nel film di Christopher Nolan

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Un video emerso sui social offre un nuovo sguardo a The Odyssey di Christopher Nolan, mostrando quella che sembra essere un’importante sequenza di battaglia. Come ormai noto, dopo il grande successo di Oppenheimer nel 2023, Nolan ha puntato su un altro tipo di epopea storica con l’adattamento dell’Odissea di Omero. Il film, che racconta il viaggio ventennale di Odisseo verso casa dopo la guerra di Troia, presenta un cast impressionante, a partire da Matt Damon nel ruolo del protagonista. Le riprese sono iniziate a febbraio, per cui è probabile che nel giro di breve arrivino anche altri dettagli sul film.

Intanto, dopo una prima immagine di Damon nei panni di Odisseo e alcune di Nolan sul set in Marocco, @OdysseyHypeGuy su X (ex Twitter) condivide ora uno sguardo sgranato alle riprese di The Odyssey nello storico villaggio di Aït Benhaddou in Marocco. Il video notturno mostra la location punteggiata di incendi, con il fumo che riempie il cielo. Sebbene nel breve video, girato da una certa distanza, non siano visibili veri e propri combattimenti di fanteria, si sentono i suoni di canti e urla che riecheggiano dalle strade della città. Se questa fosse la scena iniziale, il film potrebbe aprirsi con la presa di Troia da parte dei greci, con il loro conseguente rimettersi in viaggio verso casa.

Clicca qui per vedere il video del set di The Odyssey su X.

Cosa significa il video dal set di The Odyssey per il film di Christopher Nolan

Sebbene rimangano molti interrogativi su come Nolan adatterà esattamente l’Odissea di Omero, il video qui sopra conferma che il film manterrà diverse tradizioni chiave di Nolan. In particolare, sembra che il film farà molto affidamento sugli effetti pratici, che finora sono stati un punto fermo nella filmografia di Nolan. Anche se è possibile che la sequenza della battaglia qui sopra venga migliorata o aumentata in qualche modo con effetti visivi, gli incendi sparsi per la città sono tutti reali.

Questa epica regia pratica ha però un costo elevato: è stato riferito che il budget di The Odyssey è di ben 250 milioni di dollari, il che lo renderebbe il film di Nolan più costoso di sempre. Questo farebbe sì che il punto di pareggio del film sia di almeno 500 milioni di dollari, ma potrebbe essere più alto. L’uso di metodi di ripresa pratici da parte di Nolan per la sequenza della battaglia solleva dubbi su come affronterà una parte importante dell’Odissea di Omero, in cui Odisseo combatte contro Polifemo, un ciclope gigante.

Quello che sappiamo su The Odyssey

L’antico poema epico di Omero racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.

Sebbene questo sarebbe l’adattamento più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse, diretto da Mario Camerini e interpretato da Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997 L’Odissea, diretta da Andrei Konchalovsky e interpretata da Armand Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la fonte principale per The Return, di Uberto Pasolini, che è uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.

I dettagli sulla trama del film di Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo Oppenheimer.

Come annunciato in precedenza, l’ultimo film di Christopher Nolan avrà come protagonisti Matt Damon, Tom Holland, Anne Hathaway, Zendaya, Lupita Nyong’o, Robert Pattinson, Charlize Theron, Benny Safdie, John Leguizamo, Elliot Page, Mia Goth e Jon Bernthal. L’uscita è prevista per il luglio 2026.

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