L’insider noto come @MyTimeToShine
(che tempo addietro aveva correttamente riportato la comparsa di
uno dei Fantastici Quattro in Doctor Strange nel
Multiverso della Follia) ha infatti affermato su Twitter
che Terrax sarà l’araldo di Galactus nel prossimo
film dei Fantastici Quattro sostituendo dunque Silver
Surfer. Altre voci si sono poi aggiunte a sostegno di questa
teoria, riportando che se anche non sarà Terrax l’araldo di
Galactus, a ricoprire questo ruolo in ogni caso sembra non ci sarà
il surfista argenteo. Per lui, infatti, ci sarebbero piani diversi
e potrebbe fare il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe solo in
un secondo momento.
I piani, stando sempre a quanto
riportati dall’insider, sarebbero dunque quelli di introdurre
Silver Surfer con un progetto interamente a lui dedicato, che
potrebbe essere tanto un film quanto una miniserie per Disney+. Tale progetto dovrebbe inoltre
collocarsi dopo gli eventi che verranno raccontati in
Fantastici
Quattro, venendone dunque influenzato. È bene
sottolineare che al momento non ci sono conferme ufficiali per
quanto fin qui riportato. C’è infatti ancora grande segretezza
riguardo Fantastici
Quattroe potrebbe volerci ancora
del tempo per scoprire se tali rumor saranno confermate o meno.
La Zack Snyder’s Justice
League del regista Zack Snyder occupa
ormai un posto speciale nel cuore dei fan. Quella personale
versione del noto gruppo di supereroi ha infatti dato ai fan un
assaggio molto gustoso del lato oscuro della DC e ancora oggi
presenta diversi enigma irrisolti che non mancano di generare
curiosità. Per risolvere alcuni di essi, al recente SnyderCon il
regista è salito sul palco dopo la proiezione di Batman v Superman: Dawn of Justice per
rispondere alle domande dei fan e ha spiegato in particolare
ulteriori dettagli dietro l’epica scena dell’epilogo con
protagonista il Joker di Jared Leto.
Alla fine della Snyder’s
Cut, assistiamo infatti ad un futuro distopico in cui Darkseid
governa la terra e dopo la morte di Lois Lane, Superman è diventato
un criminale. Batman guida ora una squadra composta sia da eroi che
da cattivi che include anche Joker. Parlando del motivo per cui
Bruce ha fatto una tregua con il principe dei clown, Snyder ha
rivelato: “La nostra teoria è che il Joker è colui che sa dove
si trova la Kryptonite, quali frammenti di Kryptonite
esistono. Ha queste informazioni. E quindi sostanzialmente
ha fatto un patto con Batman. ‘Non uccidermi e te lo mostrerò. Ti
darò uno strumento per combattere Superman.’ E quindi Batman è in
qualche modo costretto a fare squadra con lui. Se lo uccide o si
sbarazza di lui, allora si è fottuto da solo”.
Rivelando ciò, si può affermare che
sarebbe stato intrigante vedere Batman e Joker lavorare insieme
così come immaginato da Snyder nella sua Zack Snyder’s Justice
League. Purtroppo, come noto, il regista e la DC ha preso
strade separate e con l’arrivo del film The
Flash si segnerà ufficialmente la fine del DCEU, mentre si
aprirà la strada ai co-CEO James Gunn e
Peter Safran e al loro DC
Universe, che partirà dal primo capitolo chiamato Gods and Monsters, il
cui primo film ufficiale sarà Superman: Legacy. Non ci
sarà dunque modo di scoprire come Snyder avrebbe continuato il suo
racconto e questo rimane un grande dispiacere per tutti i fan della
DC.
L’Academy of Motion Picture Arts and
Sciences ha rivelato nuove regole per la 96a edizione degli Academy
Awards. Tra i cambiamenti più importanti ci sono i
chiarimenti sulle campagne di promozione, una
questione che ha assunto maggiore importanza nella scorsa stagione
con la campagna a favore di Andrea
Riseborough che le è valsa una nomination come miglior
attrice per To Leslie. Andando
avanti, le regole AMPAS ora riconoscono ufficialmente eventi
privati e raduni di membri (come quelli che i singoli membri di
Actors Branch hanno avuto nel mostrare il film di Riseborough agli
elettori di Oscar). Tuttavia, questi non vengono riconosciuti come
eventi For Your Consideration ufficiali, quindi alle aziende è
vietato finanziarli, organizzarli o sostenerli.
L’Academy ha anche chiarito le
regole sull’uso dei social media, un altro dei motivi alla base del
successo della campagna per la Riseborough e che ha suscitato molte
polemiche. D’ora in poi, i membri possono utilizzare i
social media ma non per discutere preferenze di voto, decisioni,
strategie o requisiti di ammissibilità (inclusi i nuovi
standard di inclusione progettati per promuovere la diversità nelle
assunzioni). Ma la cosa principale su cui l’Academy sembra voler
porre un freno sono quei post che esortano i membri votanti a
vedere un film e non preoccuparsi di votare per determinati artisti
considerati “outsider”.
Altre modifiche apportate includono
poi l’ampliamento delle violazioni e delle sanzioni, incluso il
processo di revisione per le società cinematografiche e gli
individui in merito alla condotta, nonché l’istituzione di un
processo per la segnalazione dei problemi. L’Academy sta anche
limitando il numero di proiezioni “ospitate” (di solito da una star
o da un regista) a un massimo di quattro nella fase uno ed
eliminandole completamente dopo le nomination. Si tratta dunque di
misure volte a fornire una maggior regolamentazione per le campagne
di promozione e i limiti entro cui queste devono tenersi, per
evitare che si possano verificare situazioni scorrette che
privilegino determinati candidati anziché altri.
Tutto ciò sarà dunque in vigore già
per la prossima stagione dei premi, con l’Academy che ha già
comunicato le date dei propri principali appuntamenti. Come
rivelato, il 23 gennaio 2023 verranno rese note le
nomination ufficiali ai 96esimi premi Oscar, con la cerimonia di
premiazione che si svolgerà il 10 marzo, come
sempre al Dolby Theatre di Los Angeles.
Sembrano esserci buone notizie per
un Mamma Mia! 3, l’atteso e
desiderato terzo capitolo della trilogia dedicata alle celebri
canzoni degli ABBA. Basato sul musical teatrale del 1999 nato da
un’idea di Judy Craymer, il primo Mamma Mia! è stato uno
dei maggiori successi del 2008 e nel 2018 il suo sequel-prequel,
Mamma Mia! Ci risiamo
si è affermato a sua volta come un grande successo, potendo contare
anche sul ritorno di gran parte del cast principale. Da allora,
come noto, ci sono state molte voci riguardanti un terzo film, ma
nessun progresso ufficiale è stato fatto negli ultimi anni.
Ora, in una nuova intervista,
Craymer ha fornito un fiducioso aggiornamento su Mamma Mia!
3, affermando che il progetto è “nelle sue prime fasi… Non
voglio esagerare, ma so che c’è una trilogia lì. C’è una storia lì,
e penso che Meryl dovrebbe tornare e se la sceneggiatura è giusta,
lo farà credo, perché adorava davvero interpretare Donna“. La
Craymer ha però anche aggiunto che ad ora non vi è nulla di
ufficiale, quindi il tutto è da considerarsi in una fase di
sviluppo esplorativo, alla ricerca dunque di una buona storia e
dell’eventuale interesse degli attori protagonisti a riprendere i
rispettivi ruoli.
Stellan
Skarsgård, Christine Baranski,
Lily James,
Dominic Cooper,
Colin Firth e
Pierce Brosnan hanno tutti espresso più volte
interesse a tornare in un terzo capitolo, mentre non si hanno
notizie ufficiali per quanto riguarda la protagonista Amanda
Seyfried. La Craymer ha però affermato di aver
escogitato un modo per riportare in scena tutti gli attori,
compresa l’incomparabile Meryl Streep.
Si tratta però di un’impresa non da poco, che già a Mamma Mia:
Ci risiamo non è del tutto riuscita, dovendosi accontentare di
diversi camei. Molto della potenziale realizzazione di
un Mamma Mia! 3 dipenderà dunque da questo
dettaglio, per cui non resta che attendere maggiori notizie a
riguardo.
Sony Pictures e Eagle
Pictures hanno diffuso il trailer diGran
Turismo, il nuovo
film Sony Pictures diretto da Neill Blomkamp con
David Harbour e
Orlando Bloom. Il film, tratto dalla celebre saga dei
racing game, si ispira alla storia vera di un giovane giocatore
di Gran Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie
di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota
professionista nella realtà.
Nel cast oltre a David
Harbour (Stranger Things) e Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli),
Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del
protagonista, Darren Barnet (Non ho mai…),
Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di
sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il
film). Gran
Turismo sarà dal 20 settembre solo al cinema
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Ispirato da una storia vera, il
film racconta il coronamento del sogno di Jann Mardenborough, un
giocatore adolescente di Gran Turismo, che grazie alle sua
abilità di gioco vince una serie di competizioni della Nissan per
diventare un pilota professionista.
Grazie a Variety possiamo dare una
prima occhiata all’atteso May December,
il nuovo film del regista Todd Haynes
(Carol, La stanza delle meraviglie)
che farà il suo debutto nel concorso ufficiale del prossimo
Festival di Cannes. Come ci conferma la prima
foto ufficiale, il film sarà interpretato dalle attrici premio
Oscar Julianne Moore
e Natalie
Portman. Le Moore sarà la lei di una coppia con
vent’anni di differenza, dettaglio che ha generato una vera e
propria ossessione tra i tabloid nazionali. Ora che i due coniugi
si preparano a mandare i loro figli adulti al college, un’attrice
(interpretata dalla Portman) si avvicina alla famiglia per studiare
la donna, dovendola poi interpretare in un film a loro
ispirato.
PiperCurda, Elizabeth Yu e
Gabriel Chung completano il cast nei panni dei
figli di Moore, mentre CharlesMelton avrà il ruolo del marito della Moore.
Haynes dirige da una sceneggiatura di Samy Burch,
che ha sviluppato la storia con Alex Mechanik.
Christopher Blauvelt è invece il direttore della
fotografia. Il team creativo è completato dallo scenografo
Sam Lisenco, dal montatore Affonso
Gonçalves, dalla costumista April Napier
e dalla direttrice del casting Laura
Rosenthal.
Ora che il Festival
di Cannes è prossimo al suo svolgersi, arriveranno anche
ulteriori informazioni relative al film, come anche i primi pareri
della critica. Si tratta in ogni caso di un’opera molto attesa, di
un regista particolarmente brillante che negli anni ha regalato
autentici gioielli cinematografici, confrontandosi in particolare
con il melodramma e le sue sfumature. Con May December
egli sembra ora tornare proprio a questa tipologia di opere, con
protagoniste due donne che potrebbero facilmente aggiungersi ai
tanti meravigliosi personaggi femminili scritti e portati sul
grande schermo da Haynes.
Da quando Taika Waititi
ha trovato la fama a Hollywood dopo aver diretto Thor: Ragnarok, è
diventato uno dei registi più impegnati del settore. A partire da
ora, Waititi è infatti stato assegnato ad almeno sette diversi
progetti come regista, incluso un film di Star
Wars per Lucasfilm. Il mese scorso, in seguito
all’annuncio dei nuovi film, è stato rivelato che
il suo non è nei piani imminenti in
quanto vi sta ancora lavorando. In un nuovo rapporto di
Deadline, si dice ora che la Lucasfilm spera di poter dare il via
alle riprese di tale film già il prossimo anno, potendo così
distribuirlo in sala tra il 2025 e il 2026.
Parlando di questo misterioso
progetto, di cui sta anche scrivendo la sceneggiatura in solitaria,
Waititi ha tempo fa raccontato che “sento che è un progetto
solo per me, non accontenterò mai i fan. Sai, non voglio fare
confusione con qualcosa che è così prezioso. Inoltre, sento di
dover fare molte ricerche… e non ho tempo. Voglio dire, ci sono
migliaia di libri che sono stati scritti, volumi su volumi dedicati
a Star Wars con tutti quei personaggi. Quindi non posso dire che
farò qualcosa di vicino a quello che tutti sanno già“.
Stando a queste dichiarazioni, il
progetto di Waititi dovrebbe dunque configurarsi come una storia
assolutamente originale, pur se calata nel contesto ormai
consolidato della galassia lontana lontana. Difficile prevedere
dunque su cosa si concentrerà la trama, che presumibilmente sarà
però slegata dai film della serie principale. Se davvero il
progetto dovesse concretizzarsi nei prossimi mesi e le riprese
dovessero partire nel corso del prossimo anno, non dovrebbe volerci
troppo prima di avere ulteriori notizie a riguardo. Prima però,
Waititi sarà impegnato con la promozione del suo nuovo film,
Chi segna vince. Dopo di ciò,
si scoprirà se davvero il suo prossimo progetto sarà quello legato
a Star Wars.
A qualche anno dalla conclusione del
suo coinvolgimento con il DC
Extended Universe, Zack Snyder continua a
rivelare ulteriori informazioni nascoste in quell’universo
narrativo da lui cominciato come L’uomo d’acciaio, nel
2013. Durante il suo evento Full Circle Justice League, il regista ha infatti
condiviso alcuni segreti scioccanti, incluso il piano originale che
prevedeva che Zeus fosse un kryptoniano e che Ares fosse
responsabile dello schianto della nave da ricognizione trovata
sulla Terra durante gli eventi del primo film della serie. Le
ramificazioni di questo fatto significherebbero che Wonder Woman (Gal Gadot) ha
sangue kryptoniano che le scorre nelle vene, dando in parte una
spiegazione ai suoi poteri unici.
Snyder ha anche spiegato la storia
dietro una delle immagini di Wonder Woman viste in Batman v.
Superman: Dawn of Justice. Quando Bruce Wayne
(Ben Affleck)
sta indagando sulla provenienza di Diana, si imbatte in una
fotografia molto vecchia che ritrae Diana accanto a una comunità di
eroi e il contesto dell’immagine chiarisce che è stata scattata più
di un secolo prima degli eventi del film. Snyder ha detto che
l’idea originale dietro quell’immagine, soprannominata
ufficiosamente “Wonder Woman 1854“, era che la supereroina
fosse andata alla ricerca di Ares in tutto il mondo, scoprendo
luoghi inaspettati.
Poiché Ares è il dio della guerra,
nel primo film di Wonder Woman è stato spiegato che può
essere trovato solo se viene seguita la scia che egli si lascia
alle spalle, sotto forma di grandi conflitti bellici tra umani.
Snyder ha continuato a spiegare che una di queste situazioni
avrebbe portato Diana a trovare un grande guerriero durante il
diciannovesimo secolo. Alla fine avrebbe chiesto a questo
combattente di unirsi a lei nella sua ricerca ma, ovviamente,
questa storia non sarebbe mai stata risolta a causa del fatto che
era stata pianificata solo come sfondo per una fotografia presente
in una trama che si svolgeva in un luogo completamente diverso.
Sembra proprio che il celebre
thriller d’azione del 1993, Cliffhanger – L’ultima
sfida, avrà un seguito a ben 30 anni di distanza,
con la star originale di quel film, Sylvester
Stallone, che ha confermato di tornare per il
progetto, riprendendo il suo ruolo di alpinista di ricerca e
salvataggio Gabe Walker. Ad occuparsi della regia del progetto sarà
l’ex stuntman Ric Roman Waugh, già noto per aver
diretto Snitch – L’infiltrato e
Attacco al potere 3.
Sarebbero ora in corso i casting per il ruolo del protagonista, che
dunque non sarà ricoperto da Stallone. L’attore, infatti,
similmente a quanto già compiuto con Creed, dovrebbe sì
far parte del film ma come personaggio secondario impegnato ad
istruire un suo erede.
“Sono cresciuto con i più grandi
film d’azione degli anni ’80 e ’90 e ho potuto lavorare come
stuntman su alcuni di essi. Cliffhanger è stato di gran lunga uno
dei miei film preferiti“, ha affermato Waugh in una
dichiarazione. “Essere al timone del prossimo capitolo, scalare
le Alpi italiane con la leggenda in persona, Sylvester Stallone, è
un sogno che diventa realtà. Sarà una grande sfida portare questo
franchise a nuovi livelli, una responsabilità che non prenderò alla
leggera.” Il produttore Neal H. Moritz ha
invece aggiunto: “Sono incredibilmente entusiasta di lavorare
con Stallone e Ric Waugh per continuare la storia di Gabe Walker e
introdurre questa storia iconica ad una nuova generazione di
spettatori in tutto il mondo“.
Il film originale vede il
personaggio interpretato da Stallone coinvolto in un piano di ladri
internazionali, che cercano di recuperare un bottino sulle alpi.
Mentre li conduce sulla montagna, Walker deve dunque trovare un
modo per impedire ai criminali di averla vinta. Dato il successo
del film, già nel 1994 si parlò di un sequel, dove Stallone si
sarebbe dovuto confrontare con alcuni terroristi che avevano
occupato la Diga di Hoover. Il progetto però non si concretizzò
mai. Con l’annuncio ufficiale di un sequel, però, non resta ora che
riscoprire l’originale, in attesa di sapere di più su ciò che
questo nuovo capitolo porterà sul grande schermo.
Lo studio di produzione
A24 ha appena pubblicato la prima immagine del
film MaXXXine, il
seguito dello slasher X– A Sexy Horror Story del 2022 e del
suo prequel, Pearl.
La nuova immagine mostra la final girl Maxine,
interpretata dalla scream queenMia Goth, che
cammina per le strade di Hollywood con un’altra donna, interpretata
dalla pop star Halsey. Le due donne, come si può
vedere, sono vestite in modo provocante, perfettamente in linea con
gli eccessi e le degenerazioni della Los Angeles degli anni
’80.
Ad ora non sono ancora stati
rilasciati dettagli esatti sulla trama di MaXXXine,
tuttavia, sappiamo che esso racconterà cosa è accaduto dopo gli
eventi del primo film, seguendo l’ambiziosa Maxine, l’unica
sopravvissuta, nel suo sogno di diventare una celebrità a Los
Angeles negli anni ’80. A dirigere questo terzo capitolo vi è
ancora Ti West, già regista dei primi due film.
Insieme a Goth e Halsey, il film sarà interpretato anche da
Elizabeth
Debicki, Moses Sumney, Michelle
Monaghan, Bobby Cannavale e
Giancarlo Esposito.
Oltre a questo cast già accatastato,
il film vedrà protagonisti anche l’icona degli anni ’80 Kevin Bacon e
Lily Collins,
ma per quanto riguarda i ruoli che questi ultimi due andranno ad
interpretare, non sono stati ancora rilasciati dettagli ufficiali.
Sappiamo però che la produzione del film è iniziata nell’aprile di
quest’anno e non ci sono ancora date di uscita fissate.
Considerando i tempi rapidi con cui sono stati realizzati e
distribuiti i primi due film, è lecito immaginare che
MaXXXine potrebbe arrivare in sala già sul finire di
quest’anno, portando così a compimento una delle trilogie più
apprezzate degli ultimi anni. Di seguito, ecco l’immagine
rilasciata da A24:
Due primi importanti attori si sono
uniti al cast del nuovo film della regista premio Oscar
Chloe Zhao. Alcune fonti riportano infatti che i
candidati all’Oscar Jessie Buckley e Paul Mescal
sono in trattative per recitare in
Hamnet, che sarà diretto e co-scritto da
Zhao. La Buckley è recentemente apparsa in progetti come Sto
pensando di finirla qui, The Lost Daughter e Women
Talking, mentre la filmografia di Mescal include ad oggi
Aftersun, Normal People, Creature di Dio e
l’imminente sequel Il gladiatore 2.
Questo sarà il primo lungometraggio
di Zhao dal film MarvelEternals, del 2021, che ha debuttato
nella Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
In precedenza, la regista si era consacrata con Nomadland del 2020, che l’ha vista vincere
come miglior regista e miglior film agli Academy Awards, dopo aver
anche ottenuto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.
Questo nuovo progetto, tratto dall’omonimo romanzo di
Maggie O’Farrell, immagina invece la storia di
Agnes – la moglie dello scrittore più famoso del mondo,
William Shakespeare – mentre lotta per venire a
patti con la perdita del suo unico figlio, Hamnet.
Il romanzo traccia dunque le
conseguenze emotive, familiari e artistiche di quella perdita,
dando vita a una storia umana e toccante che fa da sfondo alla
creazione dell’opera più famosa di Shakespeare, Amleto.
Zhao, come già riportato, scriverà la sceneggiatura insieme a
O’Farrell, mentre Amblin Partners, Hera Pictures, Neal Street
Productions e Book of Shadows produrranno il film. Liza
Marshall (The End We Start From), Pippa
Harris (1917) e Sam Mendes
(1917) saranno invece i produttori. Anche se ancora non
confermato, è lecito ipotizzare che la Buckley e Mescal potrebbero
interpretare i due principali protagonisti del film, il quale non
ha ancora una data d’uscita ufficiale.
Stando ad un rapporto
dell’affidabile insider del Marvel Cinematic Universe,
Daniel Richtman, i Marvel Studios avrebbero fatto un’offerta
all’attrice candidata all’Oscar Margot Robbie
per interpretare Sue Storm, la Donna Invisibile,
nel prossimo film dei Fantastici Quattro. Come noto,
il processo di casting per questo atteso film Marvel, che introdurrà i quattro
supereroi nell’MCU è in corso e c’è grande attesa
sulle rivelazioni di chi andrà ad interpretarli. Se tale rumor
fosse vero e la Robbie dovesse accettare l’accordo, l’attrice
diventerà uno degli esempi più notevoli di protagonista sia in un
film Marvel che DC, dato che è già stata
Harley Quinn del DC
Extended Universe.
Il nome della Robbie è però una
novità rispetto alle attrici ad oggi indicate come
maggiori candidate al ruolo, tra cui spiccano Vanessa Kirby e
Jodie Comer.
Uno dei problemi con i rumor sui casting di Fantastici Quattro è il
fatto che il film ha più volte cambiato registi e sceneggiatori,
portando di conseguenza a continui ripensamenti sugli eventuali
attori da coinvolgere. L’ assunzione di ora di Matt
Shakman come regista e dello sceneggiatore Josh
Friedman ha dunque ora scombussolato di nuovo i piani e
tra le loro ipotesi di attori potrebbe dunque essere rientrata
anche la Robbie.
L’attrice, come noto, sarà intanto
nelle sale a luglio con il film Barbie,
mentre tra i suoi progetti di imminente arrivo vi è anche il nuovo
film di Wes Anderson, Asteroid
City. Inoltre, nel suo futuro dovrebbe esserci anche un
film reboot di Ocean’s Eleven. Essendo tra le attrici più
richieste del momento, occorrerà dunque capire se la Robbie abbia
intenzione o meno di assumersi un impegno come quello
apparentemente propostole dalla Marvel, che potrebbe coinvolgerla
in più film e in un arco di tempo piuttosto ampio. Con il processo
di casting in corso, non dovrebbe volerci molto per avere una
risposta a questa domanda.
Stando a quanto riportato da
Deadline, Pedro Pascal
sarebbe in una fase finale di trattative per unirsi al già notevole
cast di Il gladiatore
2, che include già Paul Mescal,
Barry Keoghan,
Joseph Quinn e Denzel
Washington. Anche Connie Nielson e
Djimon Hounsou dovrebbero riprendere i loro ruoli
dal primo film. Mentre sappiamo che Mescal interpreterà Lucius,
figlio di Lucilla e nipote del Commodo di Joaquin
Phoenix, Keoghan il ruolo dell’imperatore Geta e Joseph
Quinn di Stranger Things quello dell’imperatore
Caracalla, rimane ad ora sconosciuta la parte che Pascal potrebbe
assumere nel film.
In generale, rimane ancora segreta
la trama del film, che dovrebbe in ogni caso svolgersi circa
vent’anni dopo la fine di Il gladiatore. Considerando che
la Paramount ha attualmente fissato la data di
uscita di questo sequel ancora senza titolo ufficiale al 22
novembre 2024, non dovrebbe volerci molto prima che le
riprese abbiano effettivamente inizio. A quel punto si inizieranno
ad avere maggiori dettagli sull’intero progetto, che sarà diretto
da Ridley Scott, già regista di Il
gladiatore. Da tempo Scott aspirava a realizzare un sequel di
quel suo epico film, capace di incassare oltre 460 milioni a
livello globale e vincere cinque premi Oscar.
Per Pascal si tratta dell’ennesimo
importante progetto a cui prende parte in questo periodo. Dopo
essere tornato ad interpretare il mandalorianoDin Djarin nella
terza stagione di The Mandalorian e aver
assunto i panni di Joel in The Last of Us, egli ha
anche recitato al fianco di Ethan Hawke nel
cortometraggio di Pedro AlmodovarStrange Way of Life,
che sarà presentato in anteprima al Festival
di Cannes, mentre farà poi parte del film Drive-Away
Dolls di Ethan Coen. Un periodo dunque
particolarmente ricco a cui si aggiungerebbe ora anche l’epico
Il gladiatore 2 e i fan dell’attore non vedono l’ora di
sapere quale ruolo egli effettivamente ricoprirà in esso.
“You can dance, you can jive,
having the time of your life. Ooh, see that girl, watch that scene,
digging the dancing queen…”.
È sulle note della canzone degli
ABBA, storico gruppo musicale da cui nasce Mamma mia!
(musical e film), che Tully danza nell’ultimo episodio della
seconda parte de L’estate in cui imparammo a volare
2. Un brano non casuale, quello scelto per l’ultima
scena, che scolpisce e incornicia nella memoria tutto quello che
sono state le protagoniste della serie fino alla fine: giovani
(nonostante l’età che avanza), libere e invincibili. Quando nel
2021 la serie debuttò su Netflix, il
pensiero che fosse una delle solite dramedy trite e
ritrite è affiorato nella mente di chiunque. Eppure Maggie
Friedman (Le
streghe dell’East End) è stata brava (dobbiamo per forza
usare il passato) e, con l’aiuto della piattaforma, ha portato in
catalogo una storia che, pur avvalendosi dei soliti cliché del
caso, è riuscita a farsi valere.
Nella quale i luoghi comuni
menzionati sono stati inseriti in maniera ingegnosa e funzionale in
un racconto che nella prima stagione non è mai scivolato nel
banale. Qualche affanno si è poi iniziato a intravedere con
l’arrivo della
prima parte della seconda season, rilasciata a
dicembre scorso, nella quale è stata evidente un po’ di stanchezza
da parte della showrunner che, dal romanzo di Kristin Hannah, aveva
saputo plasmare uno show con una precisa visione narrativa.
Regalandoci sia una bella storia di amicizia alla Telma e Louise di
Ridley Scott, che due protagoniste complesse e complete (e con
degli attributi, finalmente). Il blocco finale, arrivato in
piattaforma ad aprile, cerca così di dare una degna conclusione al
percorso di Tully e Kate, scegliendo saggiamente di non continuare
a tessere le fila di una storyline che, a ben guardare,
sarebbe dovuta terminare molto prima.
L’estate in cui imparammo a volare
2, trama seconda parte
Tornata dal suo viaggio in Alaska,
Tully (Katherine
Heigl) viene accolta dalla spiacevole notizia della
malattia di Kate (Sarah Chalke), attraverso la
quale però le due amiche riescono a riallacciare i rapporti. Nel
frattempo torniamo agli anni Settanta, in cui le due sono alle
prese con nuovi amori, professori irresistibili, teatro e una morte
scioccante. Un salto temporale ci porta agli anni Ottanta, inizio
anni Novanta, alle porte sbattute in faccia a lavoro da uomini
sessisti e alla nascita della piccola Mara avuta con Johnny
(Ben Lawson). Siamo poi di nuovo negli anni
Duemila: Kate decide di risposare il marito mentre nel frattempo
inizia la chemio per potersi sottoporre a un intervento che, in
teoria, dovrebbe salvarle la vita. Fra alti e bassi, le due
migliori amiche affronteranno la sfida più grande di sempre:
riuscire a superare il cancro di Kate e fare i conti con una morte
che potrebbe arrivare.
Perdersi nel racconto
La prima parte de
L’estate in cui imparammo a volare 2 ci
aveva lasciato con un grosso punto interrogativo: Tully sta per
sposarsi con Johnny? Dopo il litigio fra le due migliori amiche a
causa dell’incidente, l’episodio si era concluso con la scoperta
del cancro di Kate. A questo era seguito un flashforward
in cui si vedeva Tully prepararsi per un imminente matrimonio.
Giocando con l’ambiguità e i dialoghi della scena, la serie aveva
fatto intendere che fosse lei ad essere attesa all’altare e Johnny
lo sposo in ansia del suo ritardo. I continui dubbi
seminati nel racconto sono stati, d’altronde, una
delle carte vincenti dello show, il quale non ha fra
l’altro mai smesso di arricchire l’intreccio con colpi di scena e
cambi di rotta. Una strategia furba ma efficace, soprattutto perché
sfruttata in tutti e tre gli archi temporali, con l’obiettivo di
alimentare ancor di più la curiosità dello spettatore.
E se all’inizio è servito per dare
maggiore spessore e colore alla storia e più tridimensionalità a
Tully e Kate, nella seconda stagione ha finito per essere
un problema, oltre che una tortura. Le domande hanno
trovato subito risposta e i plot twist sono diventati
scontati, inseriti come filler per far progredire un racconto
andatosi a incepparsi nei suoi stessi ingranaggi, appesantendone le
dinamiche e non suscitando più nessuna reazione. Il continuo
saltare dagli anni ’70, agli ’80/’90, per poi tornare agli anni
2000 è riuscito solo a generare confusione, rendendo la fruizione
monotona e, in alcuni casi, superficiale e grigia. Troppa carne al
fuoco, troppi punti da voler toccare e nessuno su cui focalizzarsi
davvero poiché impegnati più a seguire il solito schema, che il suo
effettivo contenuto. Da qui, una frettolosità di
scrittura e una reiterazione di eventi che hanno fatto
spegnere la narrazione. La quale avrebbe dovuto focalizzarsi di più
sul presente e sulla attuale crisi delle protagoniste per risultare
impattante, facendo delle sequenze del passato solo dei brevi
ricordi di supporto al contesto.
L’amicizia salva… ma non questa
volta
Neanche l’amicizia fra Tully e Kate,
vero carburante della storia, riesce a far mantenere alta la
concentrazione. Gli unici momenti che riescono a coinvolgere,
suscitando un minimo interesse, sono quelli in cui le protagoniste
devono confrontarsi con la malattia di Kate. Per Tully, infatti, la
sua morte le cambierebbe per sempre la vita, impedendole di essere
felice. Un inserto interessante, che stimola una semplice
ma dolorosa riflessione sull’affrontare una possibile dipartita
delle persone che amiamo, soprattutto se queste sono
pilastro portante della nostra esistenza. Sulla paura di rimanere
soli se chi abbiamo accanto dovesse abbandonarci e sulla forza che
dovremmo trarre dall’amore che quella stessa persona ci ha
trasmesso, trasformandolo in motore della vita.
Concetti bellissimi nella loro
importanza, che proprio per questo avrebbero meritato di essere
approfonditi meglio sullo schermo, e dei quali abbiamo solo
un’insoddisfacente assaggio. Bisogna però ammettere che, pur avendo
giocato in sottrazione e con tutte le incrinature presenti, i
momenti di pathos, per quanto brevi, risultano commoventi.
Lo sono, in verità, per due ragioni. La prima è la più lampante:
c’è un impegno, specie negli episodi finali (e nell’ultima scena),
a voler costruire immagini dalla lacrima facile, emotivamente e
visivamente toccanti. Seppur consapevoli, è innegabile la loro
riuscita.
Questo ci porta al motivo numero
due, ossia la brillantezza del lavoro svolto in precedenza.
L’attimo è reso struggente più dal ricordo che noi
spettatori abbiamo di Tully e Kate che dalla composizione
della messa in scena. È questo, in realtà, che che fa galoppare
davvero l’emozione. Merito di Maggie Friedman e del suo aver
sviluppato personaggi definiti e una relazione fra le protagoniste
solida e compiuta nella prima stagione, restituendoci una
conoscenza a tutto tondo di Tully e Kate. Un’operazione mirata a
empatizzare con loro puntata dopo puntata, e che alla fine è
servita a rendere il finale de
L’estate in cui imparammo a volare 2
tutto sommato significativo, più dolce che amaro.
Pur con le sue notevoli sbavature.
Dopo oltre dieci anni, tre film, un
licenziamento e qualche incursione negli episodi di gruppo,
James
Gunn è arrivato alla fine della sua corsa con i
Marvel Studios con Guardiani della Galassia Vol. 3, al cinema dal
3 maggio. Il regista e sceneggiatore della squadra di eroi più
sgangherata che c’è ha parlato con la stampa della fine di
quest’avventura e di cosa significherà, d’ora in avanti, non poter
più scrivere e raccontare questi personaggi.
“Non avrei mai neanche sognato
l’impatto che hanno avuto i Guardiani… no aspetta, l’ho sognato
eccome, non mentirò – comincia Gunn, dichiarando onestamente
la sua grande fiducia, sin dall’inizio, in questi personaggi –
Da subito mi sono sentito positivo rispetto a questo progetto,
sapevo che stavamo facendo qualcosa di differente e sapevo che il
mondo aveva bisogno di uno space fantasy. Ero molto consapevole del
fatto che quello che stavamo facendo avrebbe avuto
successo.”
Il bisogno di uno space fantasy
Il percorso di Gunn non è stato
dritto, tanto che per un po’ si è pensato addirittura che non fosse
in grado di concludere la trilogia, a causa del licenziamento da
parte di Disney, ma tutto è bene quel che finisce bene e per
fortuna la Casa di Topolino ha ridato a
James Gunn le chiavi della Galassia
Marvel, consentendogli di
portare a termine il suo arco narrativo che, a detta sua, era
sempre stato chiaro, sin dall’inizio: “In termini di storia,
lungo i tre film, credo di aver avuto subito chiaro il senso,
l’arco narrativo che avremmo percorso e dove saremmo
arrivati.”
Sicuramente il percorso non è stato
semplice e i Guardiani hanno dovuto fronteggiare parecchie
avventure, sfide e anche perdite. Un arco narrativo che li porta
direttamente a Ovunque, il pianeta che hanno reso il loro Quartier
Generale. Quando però una minaccia esterna arriva a mettere in
pericolo la vita di Rocket, tutta la squadra si unirà per salvarlo
a ogni costo. Questo viaggio ci porterà anche indietro nel tempo,
alla scoperta delle origini di Rocket stesso. E questo cambierà per
sempre il percorso delle vite dei Guardiani, così come è cambiata
la vita di James Gunn negli ultimi 10 anni.
“Realizzare i film
dei Guardiani mi ha cambiato in tantissimi modi. Anche solo se
considero tutto quello che ho imparato da Kevin Feige e Lou
D’Esposito. E poi c’è il fatto che ho trovato davvero una nuova
famiglia con questo cast, sono molto felice di aver lavorato con
non-str*nzi, e non solo, anche con persone che ci tengono alle
cose, compresivi e compassionevoli, amorevoli. Voglio molto bene a
tutti loro e questo rende fare il film un’esperienza molto più
piacevole. Fare questo press tour con loro è come tornare sul set,
ridere e scherzare tra una ripresa e un’altra.”
La musica di Guardiani della Galassia Vol.
3
I Guardiani però non
sarebbero quelli che conosciamo senza la loro musica. Le colonne
sonore dei primi due film sono diventate delle vere e proprie hit,
facendo la fortuna di molti artisti che hanno visto rispuntare alla
vetta delle classifiche di tutto il mondo i loro vecchi singoli.
Per James Gunn, scegliere le canzoni per Guardiani della Galassia Vol.
3“è diventata una
responsabilità. I primi due Awesome Mix sono diventati delle vere
hit. Quindi so che quando scelgo una canzone, adesso, ho una
responsabilità. Il punto è che io voglio dare alle persone una
buona musica, quindi non devo solo inserire un paio di mie canzoni
preferite, e quando scrivo, inserisco la musica già dentro alla
sceneggiatura. A volte però cambio idea e cambio canzone in corso
d’opera. Questa volta è stato più complicato, perché per il Vol. 1
e 2 si trattava di canzoni pop che erano famose negli anni
Settanta, tutte quelle che poteva aver ascoltato Peter nei suoi
otto anni sulla Terra, fino al 1988 (anno in cui viene rapito da
Yondu). Alla fine del secondo film, Yondu ha regalato a Peter uno
Zune con oltre 300 canzoni e ci sono canzoni di ogni decennio.
Quindi non sapevo proprio come scegliere tra tante possibilità. Nel
tempo ho fatto una lista delle canzoni che avrei potuto inserire,
ma ci sono titoli che invece non userò mai, come Cruel to be King
di Nick Lowe, per la quale non ho mai trovato una scena giusta.
Spesso scelgo canzoni che non conosco molto bene, perché sono
adatte al momento.” E dunque è un processo creativo complicato
e sempre al servizio della storia, come poi la bontà del prodotto
attesta.
Ma c’è una parte meno bella del
lavorare con i Marvel Studios, alla trilogia di
Guardiani della Galassia? “La
parte triste di tutto questo è che mi mancheranno i personaggi,
alcuni li ho particolarmente a cuore, come Rocket. Vedrò per sempre
le persone, gli attori rimarranno miei amici, ma mi mancheranno i
personaggi, non li scriverò più, almeno non nel prossimo futuro, e
questa è la parte triste.”
Un genere cinematografico
particolarmente apprezzato e capace di trasmettere forti emozioni è
quello del prison movie (o film carcerario). Ambientati
prevalentemente all’interno di una prigione, questi film trovano in
questo luogo angusto l’occasione per racconti che possono andare
dalla critica sociale fino al dramma più intenso, dal thriller
d’azione fino alla commedia. Titoli particolarmente noti sono
Papillon, Fuga da Alcatraz,
Le ali della libertà e
Escape Plan – Fuga
dall’inferno. Un altro film che recentemente si è
confrontato con questo genere è The Informer – Tre
secondi per sopravvivere (qui la recensione), distribuito
nel 2019 per la regia di Andrea Di Stefano.
Già autore del film Escobar, dedicato al
noto narcotrafficante e con protagonista Benicio Del
Toro, Di Stefano ha con The Informer
realizzato il suo secondo film in lingua inglese, che omaggia i
prison movie degli anni Settanta e Ottanta e punta a
sfatare diversi luoghi comuni di questo genere. Di Stefano, anche
autore della sceneggiatura insieme a Matt Cook e
Rowan Joffe, ha infatti visitato diverse prigioni
e incontrato veri criminali al fine di poter inserire nel film
quanta più verità possibile a riguardo. Il film si caratterizza
inoltre per la presenza di un cast di noti attori, che hanno donato
ulteriore valore al progetto.
Accolto in maniera positiva da
critica e pubblico, The Informer – Tre secondi per
sopravvivere è un ottimo titolo da recuperare se si è
appassionati di questa tipologia di film. Al suo interno infatti si
ritrova non solo una storia particolarmente tesa ma anche tanti
dettagli che ne accentuano il fascino. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
The Informer – Tre secondi per
sopravvivere: la trama del film
Protagonista del film
è Pete Koslow, un ex criminale ravveduto ed
ora soldato delle forze speciali. Egli sta ora lavorando sotto
copertura per l’FBI per
infiltrarsi nel traffico di droga della malavita polacca a New
York. Deciso a lasciare quel mestiere per poter stare con la sua
famiglia, Koslow deve compiere un’ultima missione: tornare
nell’ultimo posto in cui si vorrebbe essere rinchiusi, la prigione
di Bale Hill. Qui dovrà immischiarsi tra i mafiosi polacchi per
poter sgominare dall’interno il loro traffico. La sua missione
diventa però ben presto una corsa contro il tempo quando, a causa
di un errore, egli rischia di essere individuato come la talpa.
Di conseguenza, anche la sua
famiglia corre un grande pericolo, con i membri mafiosi fuori dalla
prigione pronti alla violenza. L’agente Koslow deve dunque
rivolgersi a Grens, un membro della divisione per
il crimine organizzato del NYPD per garantire la sicurezza dei
propri cari mentre cerca una via di fuga. Più va avanti nella sua
missione, tuttavia, più Pete si renderà conto di quanto vasto sia
il dominio di quel gruppo mafioso. A tal punto da coinvolgere anche
personalità insospettabili e molto vicine alle forze
dell’ordine.
The Informer – Tre secondi per
sopravvivere: il cast e le location del film
Protagonista del film nei panni di
Pete Koslow è l’attore Joel Kinnaman,
celebre per i film RoboCop e Suicide Squad, fortemente voluto dal
regista per la sua capacità di risultare allo stesso tempo
minaccioso e premuroso. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Sofia
vi è invece l’attrice Ana de Armas,
oggi celebre per i film Blade Runner 2049 e Cena con
delitto. Rosamund Pike e
Clive Owen
interpretano gli agenti Wilcox e Montgomery, che reclutano Pete per
la rischiosa missione. Common interpreta il
poliziotto Grens, mentre Eugene Lipinski è il
mafioso Klimek, noto come Il Generale.
Per quanto riguarda le location del
film, molti degli ambienti esterni appartengono alla città di New
York. Qui il regista ha potuto dar vita all’atmosfera noir che
desiderava. Per quanto riguarda le scene ambientate all’interno
della prigione di Bale Hill, queste si sono svolte in una vera
prigione abbandonata a Glouchester, nel Regno Unito. Di Stefano ha
raccontato di aver scelto questo luogo poiché permetteva di
ottenere il realismo ricercato, cosa che non sarebbe stata
possibile se si fosse ricorsi a delle ricostruzioni in studio.
The Informer – Tre secondi per
sopravvivere: il trailer e dove vedere il film in streaming e
in TV
È possibile fruire di
The Informer – Tre secondi per
sopravvivere grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di venerdì 28 aprile alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Legge e criminalità hanno spesso e
volentieri avuto un rapporto molto stretto al cinema, il più delle
volte confluendo entrambi anche all’interno degli stessi
personaggi. Nel thriller del 2002 Colpevole
d’omicidio questi due estremi convivono invece
all’interno della stessa famiglia, tra un padre poliziotto e il
figlio criminale. Diretto da Michael Caton-Jones,
noto anche per i titoli voglia di ricominciare e The Jackal, il film si
configura così come un complesso dramma famigliare, che spinge i
personaggi a confrontarsi con aspetti di sé stessi e di quanti li
circondano particolarmente imprevedibili.
Scritto da Ken
Hixon, il film è basato sull’articolo Segno di un
assassino, scritto per Esquire da Mike
McAlary. All’interno di questo si raccontava la vera
storia dell’agente Vincent LaMarca, il quale
crebbe adottato dal dipartimento della polizia della sua città dopo
che suo padre venne giustiziato negli anni Cinquanta per un
rapimento. Cresciuto, divenuto poliziotto e padre, Vincent si trovò
poi ad indagare sull’omicidio di uno spacciatore, ritrovando in suo
figlio Joey il colpevole. Da qui parte il racconto del film, che va
così ad esplorare il burrascoso e complesso rapporto tra padre e
figlio.
Passato quasi del tutto inosservato
al momento della sua uscita, raccogliendo pochi consensi al box
office, Colpevole d’omicidio è invece un
entusiasmante thriller che meriterebbe di essere riscoperto. Al suo
interno si potranno ritrovare elementi e temi più profondi del
previsto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Colpevole d’omicidio: la trama del film
Protagonista del film è
Vincent LaMarca, detective della polizia di
Manhattan vicino al pensionamento. Nonostante la sua gloriosa
carriera, egli non gli ha mai dimenticato la propria provenienza,
come anche la difficile situazione famigliare che ha caratterizzato
i suoi primi anni di vita. Figlio di un criminale poi arrestato e
giustiziato, Vincent è cresciuto con il desiderio di riscattare il
proprio nome e grazie al suo operato sembra esserci riuscito.
Improvvisamente, però, una nuova macchia minaccia di intaccare il
suo status. Indagando sul brutale omicidio di uno spacciatore,
Vincent si trova infatti a scoprire verità spiacevoli.
L’omicida viene infatti individuato
con il nome di Joey Nova. Ben presto, Vincent si
rende conto di come questi altri non sia che suo figlio
Joseph. Questo nuovo episodio di cronaca nella
famiglia LaMarca induce naturalmente la stampa a calcare la mano a
riguardo. Eppure Vincent è convinto che ci sia qualche aspetto di
quella vicenda ancora non chiarito e che potrebbe scagionare suo
figlio. Nel disperato tentativo di scoprire di più e di
riallacciare i rapporti con il Joey, il detective si troverà a
doversi scontrare anche con i fantasmi del passato.
Colpevole d’omicidio: il cast del film
Ad interpretare il detective Vincent
LaMarca vi è il due volte premio Oscar Robert De Niro,
anche se per il ruolo era inizialmente stato considerato anche
Al Pacino. Come sempre, De Niro si approcciò al
personaggio in modo meticoloso, studiando l’attività dei detective
ed esercitandosi anche nell’utilizzo della pistola, così da poter
risultare più realistico nel maneggiarla. Accanto a lui, nel film,
si ritrova anche sua figlia Drena De Niro, nei
panni di Vanessa Hansen. Colpevole d’omicidio è stato il
secondo film del 2002 in cui De Niro ha recitato insieme a sua
figlia, l’altro è Showtime. L’attrice premio Oscar
Frances
McDormand è invece presente nei panni di Michelle,
nuova compagna di Vincent.
Nel ruolo di Joey, il problematico
figlio del protagonista, vi è l’attore James Franco.
Fu lo stesso De Niro a richiedere la presenza del giovane
interprete per questo ruolo, essendo rimasto colpito dalla sua
performance in James Dean – La storia vera e desiderando
pertanto lavorare con lui. L’attrice Eliza Dushku
recita nei panni di Gina, la compagna di Joey che aiuterà Vincent
nelle sue indagini. Sono poi presenti gli attori George
Dzundza nei panni del collega di Vincent, RegDuffy, e
William Forsythe in quelli di Spyder, pericoloso
spacciatore della città. La nota attrice teatrale Patti
LuPone, infine, è presente nei panni di Maggie LaMarca, ex
moglie di Vincent.
Colpevole d’omicidio: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Colpevole
d’omicidio è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 29
aprile alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Ancor più spaventosi dei thriller
con assassini, sono i thriller ispirati a veri assassini. L’idea
che quanto si sta vedendo sia accaduto realmente genera una certa
inquietudine, che contribuisce il più delle volte tanto
all’atmosfera quanto al successo del film. Gli esempi a riguardo
sono tantissimi, con Zodiac che rimane uno
dei massimi esponenti. Nel 2011 si è però fatto notare anche il
film Le paludi della morte, scritto da
Donald F.Ferrarone, prodotto da
Michael Mann e diretto dalla figlia di
quest’ultimo, Ami Canaan Mann, qui alla sua
seconda regia di un lungometraggio.
Presentato in concorso alla Mostra
di Venezia, il film (che in originale è intitolato Texas
Killing Fields, è ispirato ad una serie di omicidi
verificatisi lungo la strada I-45, in particolare tra le città di
Houston e Galveston. La zona è così diventata nota come “The
Killing Fields”. Per la sua sceneggiatura, Ferrarone si è in
particolare basato sul rapimento di diverse donne, poi ritrovate
scaricate in alcune zone di quell’area. Se nella realtà si sospetta
di molteplici assassini non identificati, per il film si è deciso
di concentrarsi su di un’unica personalità, al fine di rendere il
racconto meno articolato.
A lungo considerato un film troppo
cupo per essere realizzato, questo riuscì tuttavia a vedere la
luce, sostenuto anche da una serie di celebri attori hollywoodiani.
Passato in sordina al momento della sua uscita, è oggi un titolo
decisamente da riscoprire, specialmente per gli amanti di questo
genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Le paludi della morte: la trama del film
Il film narra le vicende legate al
ritrovamento del cadavere di una ragazzina nei pressi della
cittadina di Texas City. Il corpo della vittima viene rinvenuto
nelle paludi della zona costiera, vicino le raffinerie del
petrolio, ed è solo l’ultimo di una lunga e terribile serie di
omicidi irrisolti che vedono sempre coinvolte giovani donne
violentate e mutilate. Ad occuparsi del caso vi è Mike
Souder, giovane poliziotto texano. Considerata la gravità
della situazione, però, gli verrà affiancato un agente del FBI
proveniente da New York, Brian Heigh. Mentre i due
lavorano al fine di trovare indizi, Mike decide di occuparsi anche
di Anne, la quale potrebbe facilmente essere una
prossima vittima.
La giovane è infatti un’adolescente
disadattata che ha passato gran parte della sua vita in
riformatorio. Figlia di una prostituta, Anne sembra essere un
soggetto ideale per l’assassino. Mike inizia a sviluppare un certo
affetto nei confronti della giovane, diventando per lei protettivo
come un padre. Nel momento in cui Anne scompare come temuto, i due
agenti dovranno intraprendere una corsa contro il tempo al fine di
scoprire l’identità dell’assassino e salvare la ragazza prima che
possa essere troppo tardi. Sarà a quel punto che Mike scoprirà
quanto possa essere pericoloso legarsi ad una potenziale
vittima.
Le paludi della morte: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
poliziotto Mike Souder vi è l’attore Sam
Worthington, divenuto una celebrità dopo aver recitato
in Avatar. In preparazione a Le paludi della
morte, egli ha avuto l’occasione di incontrare il vero
detective Souder, apprendendo da lui le principali informazioni sui
casi a cui il film si ispira. Ciò gli ha permesso poi di poter
essere ulteriormente realistico nella sua interpretazione. Nel
ruolo dell’agente FBI Brian Heigh doveva inizialmente esserci
l’attore Bradley Cooper,
il quale dovette rinunciare a causa di altri impegni. Al suo posto
è stato scelto Jeffrey Dean
Morgan, oggi noto per essere Negan nella serie The
Walking Dead.
La candidata all’Oscar Jessica Chastain, celebre per film come
Zero Dark Thirty e Molly’s Game, interpreta
invece la detective Pam Stall. Nel film sono poi presenti Jason Clarke,
attore recentemente visto in First Man – Il primo uomo e
Le strade del male, ricopre il ruolo di Rule, mentre
Stephen Graham è Rhino. Annabeth
Gish, vista in Prtty Little Liars e Sons of
Anarchy, interpreta Gwen Heigh. Infine, nei panni della
giovane Anne Sliger si ritrova l’attrice Chloe Grace
Moretz, divenuta celebre grazie ai film di
Kick-Ass. Sheryl Lee, ricordata per
l’iconico personaggio di Laura Palmer in I segreti di Twin
Peaks è Lucie Sliger, la madre di Anne. Per prepararsi ai loro
ruoli, le due attrici hanno trascorso diversi giorni in un vero
centro di recupero per tossicomani.
Le paludi della morte: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Le paludi della
morte è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 30
aprile alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ospite a Roma, in occasione
dell’inaugurazione della sua mostra personale De Sagittis
et Seminibus organizzata da ARF! e
Instituto Cervantes, l’artista spagnolo David Aja ha incontrato il pubblico e i fan
per parlare del suo lavoro e per aprire le porte della Sala Dalì di
Piazza Navona all’esposizione di alcune delle sue opere più
famose.
Il disegnatore, divenuto
particolarmente famoso agli occhi dei fan del Marvel Cinematic Universe
perché alle sua storie di Hawkeye
si è ispirata l’omonima serie Marvel Studios con
Jeremy Renner e Hailee
Steinfeld, ha parlato del suo lavoro, degli inizi,
delle sue passioni, ma ha anche accennato alla collaborazione con i
Marvel Studios in occasione proprio
della produzione della serie. “Sono due mondi diversi, una cosa
sono i fumetti l’altra sono i Marvel Studios, da una parte c’è la
Disney, tutta Hollywood, dall’altra ci sono i quattro gatti che in
una stanza fanno fumetti”.
A differenza di quanto si possa
immaginare, David Aja è stato chiamato dagli
uomini di Kevin Feige soltanto per realizzare
alcuni cartelli e delle copertine, che sono facilmente
rintracciabili nei titoli di testa e di coda della serie, tuttavia
ha colto l’occasione per criticare la politica contemporanea delle
piattaforme che nega il diritto dell’autore di comparire insieme
all’opera che contribuisce a creare.
“Il problema dei crediti è molto
importante. Ci troviamo in questo posto (l’Italia) dove vediamo le
grandi opere dei Rinascimento di Michelangelo e Raffaello, e oggi
invece le opere sono di Netflix, di Marvel Studios, di Amazon Prime. Lo
stesso Hawkeye è di Marvel Studios, e non viene
riconosciuto il credito all’autore. E non si tratta solo del mio
caso personale, ad esempio il film di Scorsese fatto da Netflix,
diventa un film di Netflix, non più di Scorsese!”
All’incoraggiante replica del moderatore dell’incontro che ha
augurato un cambiamento di tendenza, David Aja ha risposto, ironico: “Questa
conversazione non può andare avanti, perché tanto nel prossimo
futuro moriremo tutti a causa del cambiamento climatico”. Che
è poi quello che cupamente profetizza l’ultima opera edita di Aja,
The Seeds (Berger Books / Bao Publishing, 2021),
scritta da Ann Nocenti.
David Aja ha
disegnato, nel corso della sua carriera, eroi come
Daredevil,Iron Fist,
Hawkeye e ha realizzato una serie di copertine
premiatissime per Scarlet Witch. La mostra,
inaugurata il 28 aprile, è visitabile fino al 9 luglio 2023.
Prime Video ha presentato al COMICON Napoli –
International Pop Culture Festival le prime esclusive immagini
della serie comedy Pesci
piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget,
prodotta e ideata dalla content factory The
Jackal. Ciro Priello, Fabio Balsamo, Aurora Leone,
Gianluca Fru e il regista Francesco
Ebbasta hanno mostrato ai fan il loro ultimo
lavoro con alcune clip della serie in anteprima e svelato
i retroscena che hanno portato la serie a realizzazione. La serie
in sei episodi racconta le vicende di una piccola agenzia digital
che sogna in grande ma alla fine sopravvive tra clienti
stravaganti e le difficoltà di una modesta realtà
di provincia. Pesci piccoli sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video dall’8 giugno. Nel cast
protagonisti gli sciacalli Fabio Balsamo, Gianluca Fru,
Aurora Leone, Ciro Priello e con Martina
Tinnirello.
Nell’epoca delle star di TikTok e di
vite di successo incorniciate nei social, cosa c’è di bello nel
fare ogni giorno una vita normale? E se questa vita normale si
svolgesse in una piccola agenzia di comunicazione social? Ciro,
Fabio, Fru e Aurora sono amici e colleghi immersi nel sottobosco
digital fatto di brand provinciali sfigati e piccoli influencer
tragicomici, ma anche fatto di gesti di amicizia, flirt tra
colleghi e riti di gruppo. L’arrivo di una nuova manager declassata
ma decisa a dimostrare il suo valore porterà un’ondata di novità, e
insegnerà loro che anche un’esistenza normale, senza successi
garantiti da milioni di follower, nasconde qualcosa di prezioso se
hai gli amici giusti.
Prodotta da The
Jackal con Mad Entertainment e in collaborazione con Prime
Video, Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco
budget si divide in sei episodi diretti da Francesco
Ebbasta, ideata da Francesco Ebbasta e Alessandro Grespan che hanno
scritto il soggetto e la sceneggiatura con Luca Vecchi e Stefano Di
Santi. Completano il cast di Pesci piccoli Amanda Campana,
Anna Ferraioli Ravel, Angelo Spagnoletti, Veronica Mazza, Giovanni
Anzaldo, Sergio Del Prete, Flavio Pellino, Sara Penelope, Dino
Porzio, Francesca Romana Bergamo, Alessia Santalucia, Gianni
Spezzano, Marina Zanchi, Mario Zinno.
Dopo aver diffuso, in ben 190 paesi,
prima titoli di serie o film spagnoli, poi coreani e turchi,
Netflix
ora punta anche sulla distribuzione di produzioni del mercato
arabo. Il thriller psicologico The Matchmaker è
girato ad AlUla, un sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO in
Arabia Saudita, una vasta oasi desertica di 22 km
quadrati dove transitava l’antica Via dell’Incenso che veicolava
spezie e altre mercanzie dallo Yemen e dall’Oman, ora meta anche
per il nuovo turismo di lusso nel deserto. Questo film è prodotto
da Telfaz11 e diretto da Abdulmohsin Aldabaan. La
trama segue la storia di Tarek, un semplice
impiegato che si innamora perdutamente della bellissima stagista
del suo ufficio.
La trama di The
Matchmaker
Tarek (Hussam Al
Harthi) lavora come tecnico informatico in un’azienda, è
sposato con Reem (Rahaf Ibraheem) e ha una figlia
ma quando torna a casa, sempre di sera molto tardi come fa notare
la sua bambina, non dedica mai del tempo alla famiglia e preferisce
andare a dormire. Lo stesso uomo, nel cuore della notte, si sveglia
e spia dal tetto segretemente una coppia che si sta divertendo e
ballando nell’appartamento davanti al suo palazzo e prova invidia.
Ma perchè Tarek è cosi distante da sua moglie?
L’unica spiegazione è che l’impiegato e annoiato della sua vita
monotona ma l’arrivo in ufficio di una giovane donna di nome Salma
(Nour AlKhadra), forse gli cambierà la sua
esistenza per sempre.
Il protagonista al lavoro, ascolta e
guarda un video su internet che spiega la differenza tra un maschio
e un uomo. Tarek ovviamente è il classico individuo tranquillo e
pacato che sogna di essere un maschio alfa. Intanto la sua collega
Salma, di punto in bianco, da le dimissioni e lui
in preda al suo folle innamoramento per la ragazza decide di
prendere un volo e raggiungere la ex collega in uno strano resort
nel deserto. Questo residence di lusso è gestito da un sensale,
Hessa (Reem Al Habib), che assicura al
protagonista, perplesso e anche un po’ spaventato, che il posto
dona la totale priorità della privacy per chi ci soggiorna e spiega
le varie fasi della vacanza. Ma si persepisce qualcosa di terribile
in quello strano luogo, prima di tutto non esiste una rete mobile e
secondo, chi lavora lì sono dei camerieri molto inquietanti e
indossano delle tuniche color rosso sangue.
Durante la prima sera nel
resort, Tarek fa amicizia con un’altro ospite che
gli racconta che i suoi amici non sono mai più tornati indietro. Il
protagonista inizia a percepire, finalmente, che il posto non è
sicuro e vuole scappare, ma viene risucchiato in vari sogni e poi
incubi ad occhi aperti, ma per fortuna riesce
ad uscirne fuori. Tarek decide di lasciare il resort, convince
persino un altro uomo ad andare via con lui, ma ovviamente appena
sale in auto viene fermato da uno dei dipendenti di Hessa. Alla
fine il protagonista, grazie all’aiuto di Salma riesce a tornare a
casa e finalmente capisce la fortuna di aver una moglie e una
figlia che gli vogliono bene.
Un film che ricorda Black
Mirror
Il significato di The
Matchmaker viene spiegato tutto nella sequenza iniziale
stessa. Una voce femminile racconta la leggenda di una donna e
della sua missione su come purificare i peccati
degli uomini attraverso il fuoco. Il film si
rivela fin da subito un racconto d’ispirazione dal
folklore e dalla mitologia con mariti infedeli che
quando bruciano vivi, annientano con le fiamme anche la loro
tendenza a commettere adulterio. Dopo la loro morte questi uomini
rinascono, ma come servi fedeli che eseguono ogni comando delle
donne della congrega della sensale.
Il concetto principale è
interessante, ma il regista non è bravo nella sua esecuzione.
Questo film però possiede un punto a suo favore, quello di
ricordare una dinamica alla
Black Mirror. Le atmosfere dello strano resort,
nascosto nel deserto, possono essere utilizzate per una qualsiasi
trama della serie antologica. In The Matchmaker abbiamo la dinamica
di una sensale che promette agli uomini che li abbinerà alla loro
sposa perfetta, il “misyar” un matrimonio senza vincoli dove la
moglie rinuncia ai diritti matrimoniali convenzionali, solo che qui
si rivela con il risultato contrario.
Il finale è insoddisfacente anche
perché la storia è brevemente guidata dal protagonista, un
personaggio molto anonimo e troppo poco definito. Accogliamo con
favore il punto di vista opposto, quello di Salma, anche è l’unica
attrice del cast che spicca grazie alla sua ottima recitazione,
purtroppo il suo personaggio appare solo all’inizio e nel finale
frettoloso. Per concludere The Matchmaker avrebbe
potuto usare un po’ di tempo in più, 120 minuti sono troppo pochi,
per sistemare le cose e sfuttare il personaggio più riuscito quello
di Salma.
Arriva in prima
tv su Sky lunedì 1° maggio IL PRINCIPE DI ROMA, alle 21.15 su
Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection), in
streaming su NOW e disponibile on demand.
Una divertente commedia diretta da
Edoardo Falcone, con protagonista Marco Giallini nei panni di un ricco uomo che
sta per diventare nobile. Nel cast con lui anche Giulia
Bevilacqua,
Filippo Timi,
Sergio Rubini, Denise Tantucci, Antonio Bannò, Liliana Bottone,
Massimo De Lorenzo, con Andrea Sartoretti e con
Giuseppe Battiston. Il film è una produzione Lucky Red
con Rai Cinema in collaborazione con Sky Cinema.
La trama del
film
Roma, 1829. Bartolomeo è un uomo
ricco e avido che brama il titolo nobiliare più di ogni cosa. Nel
tentativo di recuperare il denaro necessario a stringere un accordo
segreto con il principe Accoramboni per ottenere in moglie sua
figlia, si troverà nel bel mezzo di un sorprendente viaggio a
cavallo tra passato, presente e futuro. Guidato da compagni
d’eccezione dovrà fare i conti con sé stesso e conquistare nuove
consapevolezze.
Il film fa parte anche della
collection RISATE ALL’ITALIANA, che da
lunedì 1 a domenica 14 maggio proporrà su Sky
Cinema Collection oltre 120 titoli con le migliori
commedie “made in Italy” e i grandi nomi delle risate all’italiana.
Oltre a Marco Giallini conIL PRINCIPE DI ROMA tra
i protagonisti della collection ci sono Antonio Albanese nelle
celebri vesti dell’imprenditore calabrese corrotto Cetto La
Qualunque in QUALUNQUEMENTE, TUTTO TUTTO
NIENTE NIENTE e CETTO C’È
SENZADUBBIAMENTE; Paola Cortellesi, diretta da Riccardo
Milani, nella commedia campione d’incassi MA COSA CI DICE
IL CERVELLO e SCUSATE SE ESISTO! con
Raoul Bova; Claudio Bisio tra le sale al Quirinale in
BENVENUTO PRESIDENTE!, BENTORNATO
PRESIDENTE e, in compagnia di Alessandro Siani, nelle
commedie che hanno sbancato al botteghino BENVENUTI AL
SUD e BENVENUTI AL NORD. Siani sarà anche
in veste di regista e di protagonista in MISTER
FELICITÀ con Diego Abatantuono; quest’ultimo anche tra gli
irresistibili protagonisti di COMPROMESSI SPOSI
con Vincenzo Salemme e del remake della commedia francese “Tanguy”
IL MAMMONE con Angela Finocchiaro e Andrea Pisani;
l’attore.
E ancora il regista e sceneggiatore
toscano Leonardo Pieraccioni con IL SESSO DEGLI
ANGELI, SE SON ROSE e UN
FANTASTICO VIA VAI; e l’attore e comico Pasquale Petrolo,
in arte Lillo, nella commedia diretta e interpretata da Sergio
Rubini MI RIFACCIO VIVO, in CON CHI
VIAGGI con Fabio Rovazzi e nell’esilarante GLI
IDOLI DELLE DONNE con Greg e Corrado Guzzanti. Infine, il
duo comico siciliano Ficarra e Picone in LA
MATASSA e in ANDIAMO A QUEL PAESE tra
superstizione e risate; il trio comico più popolare d’Italia, Aldo,
Giovanni e Giacomo, ne IL COSMO SUL COMÒ e
ODIO L’ESTATE; la commedia di Neri Parenti
VACANZE AI CARAIBI con Christian De Sica e quella
di Carlo Vanzina come NON SI RUBA A CASA DEI LADRI
con Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca e Manuela
Arcuri.
L’uscita di Damon
Lindelof dall’universo di Star
Wars non è stata una decisione comune, ha
confermato lo scrittore in una nuova intervista a Esquire. Il
co-creatore di “Lost”
e “The
Leftovers” è
salito a bordo di un nuovo film di Star
Wars nel 2022
con il regista di “Ms. Marvel” Sharmeen Obaid-Chinoy.
Lindelof ha chiamato Justin Britt-Gibson (“Counterpart”,
“Into the Badlands”) per scrivere insieme a lui il
progetto. Tuttavia la coppia è
uscito dal film a febbraio. “Ero in più di trattative
per unirmi all’universo di Star Wars“, ha detto
Lindelof a Esquire. “Mi sono unito all’universo di Star
Wars e mi è stato chiesto di andarmene.”
Lindelof e Britt-Gibson sono
stati sostituiti
come scrittori da Steven Knight, meglio conosciuto negli
ultimi anni come il creatore di “Peaky
Blinders“. Obaid-Chinoy è rimasto come regista
durante la transizione alla sceneggiatura. Lindelof ha
detto a Variety all’inizio di questo
mese che la sua sceneggiatura era “un vero lavoro
d’amore”.”Auguro loro buona fortuna“, ha aggiunto
Lindelof
a Variety. “Sharmeen
Obaid-Chinoy è una regista incredibile e non vedo l’ora di vedere
cosa si inventerà“.
Alla celebrazione di Star Wars, è
stato annunciato che il film di Obaid-Chinoy e Knight è in
realtàun
sequel di “Star Wars: The Rise of Skywalker” del 2019 e
presenterà il ritorno di Rey di
Daisy Ridley nel franchise. Non è ancora confermato se
Lindelof stesse anche pianificando un film incentrato su Rey per la
regia di Obaid-Chinoy, anche se le voci lo hanno affermato.
“Riuscirò a rimettermi in fila fuori dal club e proverò a
rientrare di nuovo?” Lindelof ha detto a Esquire di tornare a
Star
Wars in futuro. “Assolutamente. Se
all’inizio non ci riesci, prova e riprova… o riprova ancora, come
direbbe Yoda”.
La presidente della Lucasfilm Kathleen
Kennedy ha confermato che il nuovo film di Ridley Star
Wars seguirà Rey mentre costruisce un
nuovo Ordine Jedi, aggiungendo in un’intervista con
IGN che
i fan riprenderanno con Rey ben oltre un decennio dopo “The
Rise of Skywalker“. “Beh, siamo a 15 anni da ‘Rise of
Skywalker’, quindi siamo nel dopoguerra, dopo il Primo Ordine, ei
Jedi sono allo sbando“, ha confermato Kennedy. “Ci
sono molte discussioni in giro, ‘Chi sono i Jedi? Cosa stanno
facendo? Qual è lo stato della galassia?’ Sta tentando di
ricostruire l’Ordine Jedi, sulla base dei libri, sulla base di ciò
che ha promesso a Luke, quindi è lì che stiamo andando”. La
Disney non ha ancora annunciato una data di uscita per il nuovo
film di Rey.
L’incoronazione di re Carlo
IIIè destinata a essere
un’occasione memorabile, se non altro per l’eclettica formazione
che si esibirà in un concerto organizzato in onore del nuovo
monarca.Le ultime star da confermare per il concerto
dell’incoronazione, che si svolgerà nel parco del castello di
Windsor il giorno dopo la storica cerimonia, sono l’attore di
“Top
Gun” Tom Cruise, la frontwoman
delle Pussycat Dolls Nicole
Scherzinger e il piccolo
cubby Winnie the
Pooh.
Non sarà il primo contatto del trio con i
reali, con tutti e tre che hanno partecipato a precedenti eventi
reali. Tom Cruise è stato ospite al
funerale della principessa Diana nel 1997, Pooh è stato invitato a
una festa in giardino per bambini a Buckingham Palace per l’80°
anniversario della regina Elisabetta II nel 2006 e Scherzinger ha
preso parte a un corteo in onore del giubileo di platino della
regina Elisabetta l’anno scorso. Per l’incoronazione, che
onorerà l’ascensione al trono di re Carlo dopo la morte di sua
madre, la regina Elisabetta, lo scorso anno, Cruise e Pooh
appariranno accanto alla star di “Dynasty” Joan Collins, al
cantante Tom Jones, all’avventuriero Bear Grylls e al ballerino Oti
Mabuse in una serie di VT preregistrati in cui riveleranno “fatti
poco noti sul re”.
Anche recentemente confermati per il
concerto ci sono Paloma Faith, Tiwa Savage, Steve Winwood,
Olly Murs e il DJ del club Pete Tong, che suonerà i suoi
classici di Ibiza. Il concerto vedrà anche la partecipazione
del pianista di fama mondiale Lang Lang e della
recente vincitrice di “The Piano” Lucy. Anche la star di
Bollywood Sonam Kapoor apparirà sul palco per offrire un’esibizione
per presentare il coro virtuale del Commonwealth.Si
uniranno ad artisti come Katy Perry e Lionel
Richie, che sono stati annunciati
all’inizio di questo mese. La star di “Downton
Abbey” Hugh Bonneville ospiterà gli atti, che sono prodotti dai BBC
Studios.
“Sono incredibilmente onorato di
far parte di un evento così storico“, ha dichiarato
Scherzinger. “Il Regno Unito è la mia casa lontano da casa
ormai da molti anni, quindi questo significa molto per me prestare
la mia voce attraverso il dono della canzone. Il pezzo che
canterò è una canzone così potente e commovente. E condividere
il palco con Lang Lang sarà un sogno che si avvera; una
performance irripetibile.”
Kate Phillips, direttrice di
Unscripted della BBC, ha dichiarato: “Sono lieta che ancora più
nomi di livello mondiale si siano uniti alla line-up per il
concerto dell’incoronazione, trasmesso in diretta dalla
BBC. Sullo sfondo mozzafiato del Castello di Windsor, sarà una
serata piena di momenti memorabili, che le Loro Maestà e tutti nel
Regno Unito potranno godersi!”L’incoronazione del
re avrà luogo sabato 6 maggio. Il concerto dell’incoronazione
seguirà la sera di domenica 7 maggio.
James Gunn ha parlato con Variety rivelando che il suo prossimo film dei DC
Studios, Superman:
Legacy, non ha ancora trovato il suo
protagonista, ma la produzione sta prendendo in considerazione
“alcune scelte davvero fantastiche”. Sul tappeto rosso
per “Guardiani
della Galassia Vol. 3”, gli attori dell’MCU, Pom Klementieff e
Will Poulter, hanno anche anticipato se si sarebbero
uniti o meno al regista per il suo prossimo film DC.
James Gunn ha spiegato esattamente cosa sta
cercando per il suo Clark Kent. “Il prossimo Superman
deve essere qualcuno che ha tutta l’umanità che ha Superman, ma è
anche un alieno“, ha detto Gunn a Marc
Malkin di Variety . “Deve essere
qualcuno che ha la gentilezza e la compassione che ha Superman ed
essere qualcuno a cui vuoi dare un
abbraccio.“
Per quanto riguarda il fatto che Gunn stia
reclutando o meno la star di “Guardians” Chris
Pratt per il ruolo, ha
detto. “Non è
Chris Pratt. Se avesse qualche anno in meno,
forse.» Il co-responsabile dei DC Studios ha annunciato a
dicembre che stava scrivendo il
prossimo lungometraggio, e a marzo è stato poi confermato come
regista di
“Superman: Legacy” . Di recente ha rivelato
che “i costumi, le scenografie e altro sono ora
operativi”.
Klementieff, che interpreta
Mantis nei film “Guardiani della Galassia Vol.
3”, dice che sta parlando con Gunn del passaggio al
mondo DC.“Abbiamo avuto conversazioni e stavamo
già facendo progetti. Ma non c’è ancora
nulla di confermato“. Ha messo gli occhi su
un personaggio, ma ha detto che non può rivelare chi sia – solo che
ha sempre “pensato che il personaggio fosse fottutamente
figo“.
Anche se Klementieff potrebbe
unirsi a Gunn per Superman:
Legacy, il nuovo arrivato nel MCU
Poulter intende rimanere con la Marvel. Ha rivelato di non
aver nemmeno pensato di fare un provino come Superman di
Gunn. “Non fino a poco fa”, ha
asserito Poulter. “No, sono molto grato di essere in questo per
il periodo di tempo che sono. Grato solo per
questo”.
Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Superman:
Legacy è il primo di un universo pianificato di
narrazione multipiattaforma (presumibilmente uno che si mescolerà
con i progetti di streaming per HBO Max) in una Fase
1 che lo studio chiama “Gods
and Monsters“. Il cast non è stato ancora annunciato, ma
l’uscita nelle sale globali del film è prevista per l’11 luglio
2025.
Blade
vanta il premio Oscar Mahershala Ali come protagonista nei
panni del cacciatore di vampiri, con Aaron Pierre, Delroy
Lindo e
Mia Goth nel cast. La pre-produzione del film è
in corso, con Pizzolatto che assume l’incarico di sceneggiatore,
lavorando su una bozza della sceneggiatura del candidato agli Emmy
Michael Starrbury. Il film è stato definito
“più oscuro della maggior parte dei film MCU”. Diretto da Yann
Demange, che ha diretto “White Boy Rick” e il
pilot di “Lovecraft
Country“, il film dovrebbe iniziare le riprese a
fine maggio ad Atlanta.
Il riavvio di Blade è
stato annunciato per la prima volta al Comic-Con nel 2019, quando
il capo dei Marvel Studio Kevin Feige ha sorpreso Hall H annunciando che
Ali avrebbe assunto il ruolo del famigerato daywalker dopo che
Wesley Snipes ha interpretato il personaggio dei fumetti Marvel in tre film tra il 1998 e il
2006. Bladeè
attualmente programmato per uscire nelle sale il 6 settembre 2024
come film finale della
Fase Cinque del MCU.
Pizzolatto, pluripremiato
romanziere e scrittore di racconti, è meglio conosciuto per aver
creato l’acclamata serie drammatica antologica della HBO, lanciata
nel 2014, con
Matthew McConaughey e
Woody Harrelson. Una quarta stagione, sottotitolata “Night
Country” e interpretata da Jodie Foster e Kali Reis,
debutterà entro la fine dell’anno. Lo scrittore sta anche
sviluppando un riavvio di “I magnifici
sette” per Amazon.
Del nuovo Blade e
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Blade di
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si
può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo
questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie
sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda
il look del protagonista e dell’opera in sé. Blade dovrebbe
uscire in sala il 6 settembre 2024 come film finale della Fase
Cinque del MCU.
Da venerdì 5 maggio 2023 prenderà il
via la nuova programmazione della Casa del Cinema
che, dallo scorso febbraio, su delibera di Roma Capitale, è gestita
dalla Fondazione Cinema per Roma, l’ente che organizza la Festa del
Cinema. La Casa del Cinema a Villa Borghese è promossa da Roma
Capitale, Regione Lazio, Cinecittà (in rappresentanza del Ministero
della Cultura), Camera di Commercio Industria Artigianato e
Agricoltura di Roma e Fondazione Musica per Roma. Il Partner
Istituzionale è SIAE. Le attività si svolgono in collaborazione con
Rai Cinema, CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia e Cineteca
di Bologna. Gli Sponsor tecnici sono APA – Agenzia Pubblicità
Affissioni e Canon. La rinnovata linea editoriale della Casa del
Cinema è curata dal Presidente della Fondazione Cinema per Roma,
Gian Luca Farinelli, e dalla Direttrice Artistica, Paola Malanga,
con Francesca Via, Direttrice Generale.
GLI SPAZI
2.500 metri quadrati
dedicati al cinema, tre sale di proiezione, una sarà intitolata a
Federico Fellini
Inaugurata il 18 settembre 2004, la
Casa del Cinema è posizionata all’interno di Villa Borghese e a
pochi metri da via Veneto, uno dei luoghi simbolo del cinema
italiano nel mondo. La struttura si sviluppa su una superficie di
2.500 metri quadrati e accoglie tre sale cinematografiche di
differenti capienze. La più grande è la Sala Cinecittà, con 118
posti, un piccolo gioiello di restauro, riconversione
architettonica e di tecnologia, grazie alle attrezzature digitali
in 4K, il sistema Dolby Atmos e la possibilità di garantire
proiezioni in analogico 35mm. La seconda sala, di 65 posti,
anch’essa dotata delle più moderne tecnologie digitali di
proiezione e del suono, sarà dedicata, a partire dal prossimo 5
maggio, alla memoria di uno dei più grandi cineasti della storia
del cinema mondiale, Federico Fellini. La struttura ospita inoltre
la Sala Gian Maria Volontè di 46 posti e una delle più grandi arene
cinematografiche della Capitale, il Teatro all’aperto Ettore Scola,
con 300 posti a sedere immersi nel verde di Villa Borghese. Fra gli
altri luoghi della struttura, il Salotto Suso, destinato ad
attività stampa, interviste, meeting e networking e gli spazi
espositivi “Sergio Amidei” e “Cesare Zavattini”, per mostre ed
esposizioni. Fra i servizi a disposizione del pubblico, anche una
Caffetteria-Ristorante.
IL RESTYLING
Un ampio progetto curato
dalla Fondazione Cinema per Roma
Dallo scorso febbraio, la Casa del
Cinema – che compirà venti anni nel 2024 – è al centro di un ampio
progetto di restyling curato dalla Fondazione Cinema per Roma. In
particolare, per quanto riguarda gli spazi esterni, sono state
ristrutturate le facciate, risistemato il vialetto d’accesso e
ripristinata l’area verde intorno all’Arena, che sarà dotata di una
grande pedana in legno sulla platea. Sempre nei pressi dell’Arena,
sono stati recuperati i servizi interrati che saranno messi a
disposizione di tutti i visitatori di Villa Borghese. Riguardo agli
spazi interni, è stato completamente rivisitato l’atrio di ingresso
e ristrutturati gli spazi espositivi “Sergio Amidei” e “Cesare
Zavattini”. Le sale di proiezione sono state parzialmente
rinnovate. Grazie a una connettività in fibra appena installata, in
tutta la struttura è ora disponibile un servizio di Wi-Fi gratuito.
Grazie alla collaborazione con Zètema Progetto Cultura, la Casa del
Cinema è ora più ecosostenibile: sono stati infatti predisposti
interventi di efficientamento energetico per ottimizzare i consumi,
con la sostituzione degli impianti di condizionamento e di tutti i
corpi illuminanti. In collaborazione con APA, sarà posizionato
sulla facciata un impianto di tecnologia avanzata Led mentre
all’interno saranno montati tre schermi: queste soluzioni sono
tutte pensate per comunicare al meglio gli eventi in programma e
per diffondere informazioni culturali e istituzionali. È inoltre
imminente la ristrutturazione dell’area dedicata alla caffetteria e
al ristorante con una gestione che offrirà al pubblico una
rinnovata offerta enogastronomica e una serie di attività
collaterali pensate per tutti i fruitori della Casa del Cinema.
La Casa del Cinema come
dimora della settima arte nella Capitale
Il nuovo logo della struttura,
realizzato da The B. Agency, è ispirato all’identità visiva della
Festa del Cinema di Roma. Attorno ai caratteri della parola
“Cinema” si delinea il profilo dello storico edificio seicentesco
che, immerso nel Parco di Villa Borghese, a due passi da via
Veneto, intende svolgere un ruolo ancora più importante come dimora
della settima arte nella Capitale.
LA CAMPAGNA PROMOZIONALE
Una lanterna magica unisce
il pubblico del cinema, gli autori e gli interpreti
La scelta di realizzare
un’illustrazione che, anche se digitale, mantenga la freschezza del
bozzetto pittorico nasce da una visione ben precisa: il cinema è
sempre in bilico tra il rinnovamento tecnologico e un’autorialità a
volte quasi artigianale. Il viaggiare tra questi due estremi
restituisce ogni volta un prodotto differente, ma tutto è tenuto
insieme da un fascio di luce: la Casa del Cinema diventa allora una
lanterna magica che racconta e unisce sullo stesso piano sogno e
realtà, pubblico, autori e interpreti. Credits Fondazione Cinema
per Roma / Illustrazione di Gianluca Manna.
IL NUOVO FORMAT
Una programmazione
quotidiana dal lunedì alla domenica, la stagione estiva nella
grande arena da 300 posti, in autunno spazio agli eventi della
Festa del Cinema
Dopo le giornate inaugurali (5-7
maggio) che avranno una speciale programmazione, da lunedì 8 maggio
la Casa del Cinema ospiterà quotidianamente una serie di eventi
realizzati dalla Fondazione Cinema per Roma: fra questi,
proiezioni, rassegne, presentazioni e incontri. Dal lunedì al
venerdì, saranno proiettati, presso le Sala Cinecittà e Fellini,
quattro film al giorno, mentre sabato e domenica saranno sei. Il
biglietto d’ingresso sarà di 5 euro con la possibilità di
richiedere card sconto per tutte le tipologie di pubblico: Young,
Senior, Family, Cinema Lovers e Studenti. Dal 5 giugno al 31
agosto, la programmazione si sposterà presso il Teatro Ettore
Scola: ogni giorno, a partire dalle ore 21.30, la grande arena
all’aperto ospiterà una proiezione a ingresso gratuito. Da
settembre, la Casa del Cinema riprenderà la programmazione nelle
sale interne, mentre dal 18 al 29 ottobre la struttura accoglierà
una parte degli eventi della diciottesima edizione della Festa del
Cinema di Roma.
IL PROGRAMMA DAL 5 MAGGIO AL 4
GIUGNO
La giornata inaugurale, le
rassegne “Passeggiate romane” e “Cannes Cannes”, un omaggio a
Claudia Cardinale, “Carta Bianca” a Martin Scorsese
La nuova programmazione della Casa
del Cinema partirà venerdì 5 maggio. Alle ore 19 presso la Sala
Cinecittà, si terrà la diretta di “Il cinema alla radio” in
programma su Rai Radio 3 con la conduzione di Steve della Casa,
voce storica della trasmissione e Direttore del Torino Film
Festival, insieme ad Alberto Anile, critico cinematografico e
Conservatore della Cineteca Nazionale. La Casa del Cinema ospiterà
eccezionalmente il primo appuntamento, dedicato a 8½ di Federico
Fellini, di “Il cinema nel cinema alla Radio (conservare,
restaurare, proiettare)”, l’iniziativa promossa da Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Rai Radio3 e
Direzione Radio Rai che contribuisce a valorizzare il patrimonio
del più importante archivio cinematografico italiano e testimonia
l’impegno culturale, didattico e formativo che la Cineteca
Nazionale svolge con la sua attività di preservazione e diffusione
della storia del cinema italiano. Il pubblico potrà partecipare
alla trasmissione ritirando il coupon distribuito presso la
biglietteria della Casa del Cinema a partire da mezz’ora prima
dell’inizio e fino a esaurimento posti disponibili. Nel corso della
serata, inoltre, le sale Cinecittà, Fellini e Volontè ospiteranno
proiezioni di un montaggio di quindici minuti con le scene più
iconiche di celebri film ambientati nella Capitale.
Così Paola Malanga e Gian Luca
Farinelli presentano il programma del mese di maggio: “La
riapertura della Casa del Cinema, rinnovata per l’occasione, non
poteva che cominciare da Roma. Perché Roma ha con il cinema una
sintonia impressionante, come se – dopo i fasti dell’antichità e la
sontuosità del barocco – solo uno schermo grande potesse
proiettarla nell’età contemporanea. È infatti sul grande schermo
che, da oltre un secolo, questa città si ritrova, si esplora, si
offre agli spettatori e si reinventa rimanendo fedele a se stessa.
La filmografia della città, come il fiume che l’attraversa, pare
snodarsi tra incessanti variazioni sugli stessi temi, che danno il
senso del trascorrere del tempo nella costanza dei tratti
distintivi. Il Senatus e il Populus, le maschere e le suburre, il
Grand Tour dei monumenti e quello delle terrazze, il centro e le
periferie, la Storia che attraversa le storie dei suoi abitanti: a
Roma tutto torna, solo lo sguardo cambia. E spesso è lo sguardo
degli “stranieri” arrivati nella capitale – Fellini, Flaiano,
Pasolini, Visconti, Sorrentino, tanto per rimanere in Italia – a
coglierne la dimensione più vera e a renderla eterna. La collezione
di film in programma, che va dal cinema muto al 2022, intende
essere un primo, corposo omaggio, e si limita a titoli italiani.
Nei mesi a venire, altre passeggiate romane andranno ad arricchire
il ritratto della città. La prima star a varcare la soglia della
nuova Casa del Cinema, nel tributo curato da Cinecittà, sarà
Claudia Cardinale, che sessant’anni fa, nel mitico 1963, illuminò
senza sosta gli schermi con La ragazza di Bube, 8½ e Il Gattopardo,
vincitore della Palma d’Oro al Festival
di Cannes. A proposito di Cannes, in attesa del verdetto della
giuria capitanata da Ruben Östlund, regista svedese, nei giorni
cruciali del festival prende il via un appuntamento (che diventerà
annuale) con le Palme d’oro e i Presidenti delle giurie che le
hanno consegnate, spesso con geniale lungimiranza rispetto alle
contestazioni del pubblico in sala come nel caso di La dolce vita
di Federico Fellini e del Presidente Georges Simenon. Infine, in
occasione di questa riapertura, un grande sogno si avvera e si
chiama Martin Scorsese. La sua Carta Bianca a coppie, di cui a
maggio presentiamo la prima parte, è semplicemente imperdibile. Lo
splendore dei film e il gioco sottile delle combinazioni
inaspettate ci restituiscono ciò che negli ultimi tempi abbiamo
forse un po’ perduto: il puro piacere del cinema. A Casa sua, in
sala, non a casa nostra dove è rimasto confinato troppo a
lungo”.
6-15 maggio – Passeggiate
romane
L’omaggio alla città di Roma, dal
titolo “Passeggiate romane”, in collaborazione con Centro
Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, si svolgerà
per tutto il primo weekend, con una serie di proiezioni che si
terranno dal mattino alla sera a ingresso gratuito, per poi
proseguire nella settimana dall’8 al 15 maggio, al costo di 5 euro.
Il programma ospiterà trentadue film e diciannove cortometraggi,
dai primi del ‘900 a oggi, che vedranno protagonisti la Capitale, i
personaggi, le storie, gli scorci che l’hanno resa famosa in tutto
il mondo. La rassegna sarà inaugurata, alle ore 11 di sabato 6
maggio, da “Roma Silent”, un’inedita sequenza di tre film muti: in
programma, La presa di Roma di Filoteo Alberini (1905), il primo
film di finzione prodotto in Italia, considerato un vero e proprio
colossal per l’epoca; A Travers les ruines de la Rome antique
(1911), che mostra una città fatta esclusivamente di rovine,
anacronistica, immersa nel passato; Il capriccio del miliardario
(1914), in cui i partecipanti, in una specie di parkour ante
litteram, devono seguire il capriccio di James Rocksfeller e
attraversare Roma sulla linea retta Monte Mario – Pontelungo,
scavalcando tutti gli impedimenti.
Film della rassegna
“Passeggiate romane”: 8½ di Federico Fellini, Italia,
1963, 138’ – Bassifondi di Trash Secco, Italia, 2022, 94’ –
Bellissima di Luchino Visconti, Italia, 1951, 113’ – Caro diario di
Nanni Moretti, Italia, Francia, 1993, 100’ – Estate romana di
Matteo Garrone, Italia, 2000, 90’ – Febbre da cavallo di Steno,
Italia, 1976, 100’ – Gli anni più belli di Gabriele Muccino,
Italia, 2020, 129’ – Il conformista di Bernardo Bertolucci, Italia,
Francia, Germania Ovest, 1970, 112’ – Il conte Tacchia di Sergio
Corbucci, Italia, 1982, 118’ – Il marchese del grillo di Mario
Monicelli, Italia, Francia, 1981, 132’ – Il trucido e lo sbirro di
Umberto Lenzi, Italia, 1976, 109’ – L’odore della notte di Claudio
Caligari, Italia, 1998, 100’ – La dolce vita di Federico Fellini,
Italia, Francia, 1960, 180’ – La grande bellezza di Paolo
Sorrentino, Italia, 2013, 180’ – La romana di Luigi Zampa, Italia,
1954, 91’ – La terra dell’abbastanza di Fabio D’Innocenzo, Damiano
D’Innocenzo, Italia, 2018, 90’ – Ladri di biciclette di Vittorio De
Sica, Italia, 1948, 88’ – Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek,
Italia, 2001, 105’ – Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti,
Italia, 2016, 112’ – Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini, Italia,
1962, 114’ – Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti,
Italia, 1955, 95’ – Risate di gioia di Mario Monicelli, Italia,
1960, 106’ – Roma città aperta di Roberto Rossellini, Italia, 1945,
100’ – Roma di Federico Fellini, Italia, Francia, 1972, 130’ –
Romanzo criminale di Michele Placido, Italia, 2005, 154’ – Sacro
GRA di Gianfranco Rosi, Italia, 2013, 93’ – Siccità di Paolo Virzì,
Italia, 2022, 124’ – Storia d’amore di Francesco Maselli, Italia,
1986, 109’ – Suburra di Stefano Sollima, Italia, Francia, 2015,
130’ – Un americano a Roma di Steno, Italia, 1954, 94’ – Un sacco
bello di Carlo Verdone, Italia, 1980, 99’ – Una giornata
particolare di Ettore Scola, Italia, 1977, 106’
Cortometraggi della rassegna
“Passeggiate romane” – Artisti di via Margutta di Bruno
Grieco, Filippo Funari, 1953, 11’ – Bambini di Francesco Maselli,
Italia, 1952, 10’ – Divino Amore di Cecilia Mangini, Italia, 1961,
10’ – Ignoti alla città di Cecilia Mangini, Italia, 1958, 11’ – Il
ragazzo motore di Paola Faloja, Italia, 1967, 11’ – Io, Ettore
Petrolini di Ugo Roselli, Italia 1971, 20’ – L’industria del cinema
di Carlo Audisio, Italia, 1960, 11’ – La canta delle marane di
Cecilia Mangini, Italia, 1960, 10’ – Lavagna di cemento di Giuseppe
Ferrara, Italia, 1965, 14’ – Le fontane di Roma, Italia, 1907, 4’ –
Roma del Belli, di Luigi Perelli, Antonio Bertini, Andrea Albino
Frezza, 1964, 9’ – Signori, chi è di scena? di Leonardo Cortese,
Italia, 1951, 12’ – Solitudine di Giuseppe Taffarel, Italia, 1966,
23’ – Sulla poesia di Franco Brocani, Italia, 1984, 12’ – Tempo di
twist di Enzo D’Ambrosio, 1962, 10’ – Via Tasso di Luigi Di Gianni,
1960, 10’
17-18 maggio | 22- 24 maggio
– Cannes Cannes
In occasione del Festival di Cannes,
la Casa del Cinema propone al pubblico la rassegna “Cannes Cannes”,
una selezione di dodici film vincitori della Palma d’Oro. Ingresso:
5 euro
Film della rassegna “Cannes
Cannes”: – Apocalypse Now – Final Cut di Francis Ford
Coppola, Stati Uniti, 1979/2019, 183’ – Il caso Mattei Francesco
Rosi, Italia, 1972, 116’ – Il Gattopardo di Luchino Visconti,
Italia,1963, 185’ – Il terzo uomo di Carol Reed, Regno Unito, 1949,
104’ – La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, 1971, 125’ –
La dolce vita di Federico Fellini, Italia, Francia, 1960, 180’ – La
stanza del figlio di Nanni Moretti, Italia, 2001, 99’ – Les
Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy, Francia, 1964, 92’ – Pulp
Fiction di Quentin Tarantino, Stati Uniti, 1994, 154’ – Roma città
aperta di Roberto Rossellini, Italia, 1945, 100’ – Taxi Driver di
Martin Scorsese, Stati Uniti, 1976, 114’ – Viridiana di Luis
Buñuel, Spagna, Messico, 1961, 90’
Dal 19 al 21 maggio Omaggio
a Claudia Cardinale
Cinecittà dedicherà un omaggio a
Claudia Cardinale, una delle attrici più importanti della storia
del cinema italiano, con la proiezione di cinque film iconici, che
l’hanno vista interprete per registi del calibro di Federico
Fellini, Pasquale Squitieri, Luchino Visconti, Antonio Pietrangeli
e Luigi Comencini. Sarà inoltre presentato un cortometraggio dal
titolo Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone, prodotto da
Claudia Squitieri e realizzato in occasione della retrospettiva di
Cinecittà dedicata alla grande attrice, svoltasi lo scorso febbraio
al MoMA di New York e attualmente in tour nel mondo. Ingresso
gratuito
Film e cortometraggi di
“Omaggio a Claudia Cardinale”: – 8½ di Federico Fellini,
Italia, 1963, 138’ – Atto di dolore di Pasquale Squitieri, Italia,
1990, 108’ – Il Gattopardo di Luchino Visconti, Italia,1963, 185’ –
Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli, Italia, Francia, 1964,
124’ – La ragazza di Bube di Luigi Comencini, Italia, Francia,
1963, 111’ + Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone, Francia,
2023, 10’
Dal 29 maggio al 4 giugno –
Carta Bianca a Martin Scorsese
Ogni mese, la Casa del Cinema
affiderà una parte della sua programmazione a un grande autore che
avrà “Carta Bianca” sulla scelta dei titoli da presentare agli
spettatori. Nel mese di maggio 2023, in collaborazione con la
Cineteca di Bologna, la selezione sarà a cura di uno dei più
importanti cineasti della storia del cinema, Martin Scorsese. La
prima parte del programma di “Carta Bianca” a Martin Scorsese (il
cui seguito riprenderà da settembre) ospiterà cinque coppie di
film: a un titolo da lui scelto all’interno della sua straordinaria
filmografia, il maestro ha infatti abbinato un’opera che ha
costituito, per il suo lavoro, una fonte d’ispirazione. Ingresso: 5
euro. “Carta Bianca” a Martin Scorsese si terrà successivamente
anche al Cinema Lumière di Bologna.
Coppie di film di “Carta
Bianca”:
– Who’s That Knocking At My Door di
Martin Scorsese, Stati Uniti, 1968, 90’ – Shadows di John
Cassavetes, Stati Uniti, 1959, 81’
– Mean Streets di Martin Scorsese,
Stati Uniti, 110’, 1973 – Prima della Rivoluzione di Bernardo
Bertolucci, Italia, 1964, 114’
– The Color of Money di Martin
Scorsese, Stati Uniti, 1986, 119’ – Il sorpasso di Dino Risi,
Italia, 1962, 108’
– Goodfellas di Martin Scorsese,
Stati Uniti, 1990, 145’ – Ocean’s Eleven di Lewis Milestone, Stati
Uniti, 1960, 127’
– Cape Fear di Martin Scorsese,
Stati Uniti, 1991, 128’ – The Night of the Hunter di Charles
Laughton, Stati Uniti, 1955, 92’
È stato presentato
oggi il programma completo della 41ma edizione del Bellaria Film Festival, che si terrà dal
10 al 14 maggio a Bellaria Igea Marina (Rimini).
La conferenza stampa di presentazione, tenuta presso la Sede della
Regione Emilia-Romagna di Bologna, è stata aperta dal messaggio di
saluto del Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura
Lucia Borgonzoni. Hanno preso parte alla
conferenza la direttrice artistica Daniela
Persico, l’Assessore alla Cultura regionale Mauro
Felicori, il Responsabile dell’Emilia-Romagna Film
Commission Fabio Abagnato, il sindaco di Bellaria
Igea Marina Filippo Giorgetti e il direttore
organizzativo del Bellaria Film Festival Sergio
Canneto.
Patrocinato dal
Ministero della Cultura e realizzato grazie al Comune di Bellaria
Igea Marina, col sostegno della Regione Emilia-Romagna, il festival
avrà per il secondo anno la direzione artistica di Daniela
Persico ed è organizzato da Approdi,
start-up di cinema d’autore. Il Bellaria Film Festival è la casa
del cinema indipendente italiano, una casa speciale, sul mare:
punto di riferimento di nuove e coraggiose sperimentazioni del
linguaggio cinematografico.
Articolato in
cinque giornate, Bellaria Film
Festival prevede due sezioni competitive
(Casa Rossa e
Gabbiano) e diversi eventi
speciali con ospiti d’eccezione, artisti, intellettuali
del mondo del cinema, della letteratura e dell’arte.
Nell’anno della
scomparsa di tanti autori legati all’onda lunga delle Nouvelles
Vagues al Bellaria Film Festival in prima italiana
sarà presentato il film LE GRAND CHARIOT di
Philippe Garrel, film testamento in cui
gli stessi figli del regista si trovano alle prese con l’eredità di
un’arte di famiglia, quella di un vecchio teatro di burattini. Il
film, presentato quest’anno in concorso al Festival
Internazionale del Cinema di Berlino, sarà presentato al
pubblico del Bellaria Film Festival alla presenza del direttore
della fotografia del film, Renato Berta.
In Italia il film è acquisito da Minerva Pictures.
La serata
d’inaugurazione andrà a riscoprire uno dei luoghi più importanti
per la storia della città di Bellaria Igea Marina: il cinema
Apollo, un’antica sala cinematografica, costruita nel 1910, che si
affaccia sul mare: grazie al benestare dei proprietari, si in
inizia una collaborazione volta a far ritornare le immagini in
movimento all’interno della sala, ad iniziare da un’istallazione ad
hoc del duo artistico composto da Samira Guadagnuolo e Tiziano
Doria, due artigiani del cinema e della pellicola, che da sempre
lavorano sulla materia scolpendo con la luce piccole elegie sulla
nostra memoria attraversata dalle inquietudini del presente.
Altri grandi ospiti
internazionali incontreranno il pubblico in questa 41° edizione del
BFF: nuove voci del cinema europeo come il portoghese
Carlos Conceição che presenterà in
anteprima TOMMY GUNS, una rivisitazione di
Apocalypse Now che riflette sul ribaltamento della
concezione del nemico nella geopolitica postcoloniale, e la tedesca
Helena Wittmann con il suo HUMAN
FLOWERS OF FLESH, immaginifico viaggio sul mare di un
gruppo di giovani artisti.
Grazie alla
rinnovata collaborazione con la piattaforma MUBI
sarà presentato in occasione dell’uscita italiana a cura di I
Wonder, RETOUR A SEOUL di Davy Chou, film
sullo spaesamento culturale di una ragazza coreana adottata da una
famiglia francese che riscopre la propria cultura d’origine,
dall’altra parte del mondo rispetto a dove è stata cresciuta.
Presentato in selezione ufficiale nella sezione UnCertain Regard del 75° Festival
di Cannes, Retour a Seoul è l’opera seconda del
regista franco-cambogiano dopo il pluripremiato Diamond
Island.
L’apertura
internazionale del Festival non dimentica la centralità del giovane
cinema italiano, a cui è dedicata la serata di chiusura.
Domenica 14 maggio con BILLY
opera prima di Emilia Mazzacurati,
presentato in prima mondiale alla presenza della regista, e dei
protagonisti Matteo Oscar Giuggioli e
Carla Signoris: un film sullo smarrimento
condiviso di genitori e figli di fronte alla mancanza di una
persona cara, raccontato con un tocco di straniata malinconia
dall’autrice emergente. Prodotto da Jolefilm, il film ha nel cast
Matteo Oscar Giuggioli,Carla Signoris,
Giuseppe Battiston, Alessandro Gassmann, Benedetta Gris, Roberto
Citran, Sandra Ceccarelli, Kristina Hermin e uscirà poi in
sala il 1° giugno distribuito da Parthènos.
Il premio per
la miglior attrice dell’anno di questa edizione
del Bellaria Film Festival sarà assegnato a Linda
Caridi, per il ruolo di Viviana in
L’ultima nottedi Amore diretto
Andrea Di Stefano. L’attrice lanciata dal cinema
indipendente è riuscita a donare spessore a un personaggio
comprimario rendendolo indimenticabile.
La Casa
Rossa del cinema indipendente italiano porterà anche
quest’anno al Bellaria Film Festivalle
opere prime o seconde più interessanti del panorama
cinematografico. Lo storico premio Casa Rossa, tornato
dalla precedente edizione dopo vent’anni, ambisce a fare luce su
una nuova generazione di autrici e autori, resi in grado di
esternare il proprio talento anche grazie a rinnovate pratiche
produttive e pronti così a prendere posto accanto ai massimi
talenti del nostro cinema. Non è un caso che alcuni di questi siano
stati scoperti e valorizzati proprio a Bellaria dal concorso Casa
Rossa; per fare qualche nome, Silvio Soldini, Paolo Sorrentino,
Matteo Garrone, Pietro Marcello, Michelangelo Frammartino.
La promessa di
farsi sentinella del cinema italiano più interessante e coraggioso
continua: quest’anno la sezione ospiterà cinque film di
autori che si sono imposti non solo in Italia, ma al pubblico
internazionale dei maggiori festival, per l’originalità
dello sguardo, la freschezza del linguaggio e l’urgenza del
racconto. I cinque film in concorso per il premio Casa
Rossa sono: PRINCESS di Roberto De Paolis
(2022), MARGINI di Niccolò Falsetti (2022),
MARCEL! di Jasmine Trinca (2022), LA
TIMIDEZZA DELLE CHIOME di Valentina Bertani (2022),
DISCO BOY di Giacomo Abbruzzese (2023).
Scelti dalla
direzione artistica del 41.mo Bellaria Film Festival, i
cinque titoli ci porteranno a scoprire le storie più
disparate: dalla dura realtà della prostituzione e della
tratta di donne nigeriane in Princess al sogno di portare
il punk in provincia della band di Margini; dall’amore
picaresco di una bambina per sua madre in Marcel! al
risveglio emotivo dei due gemelli protagonisti di La timidezza
delle chiome; fino ad arrivare all’incubo lisergico di un
giovane bielorusso arruolato nella Legione Straniera francese in
Disco Boy.
Durante il
festival i film saranno presentati in sala dagli autori,
accompagnati dai produttori o dagli attori protagonisti,
coinvolgendo il pubblico del festival e la cinquantina di studenti
e giovani professionisti del BFF Hub in un appassionante dialogo
sul cinema.
Il futuro del
cinema viene premiato dai giovani: il Premio Casa Rossa
(che ammonta a 5000,00 €), infatti, verrà
assegnato da una giuria di 20 giovani studenti di cinema,
proprio per avvicinare alla sala e dare voce al nuovo pubblico del
cinema italiano
indipendente. Il
premio Casa Rossa per Miglior Film e il premio Casa Rossa per la
migliore attrice dell’anno assegnato a Linda Caridi saranno
realizzati come lo scorso anno da Le Casine – EnAIP Cesena – EnAIP
Rubicone, consolidando questa collaborazione.
Inoltre, la
giornata di apertura si inaugurerà nel pomeriggio con l’anteprima
regionale di LE PROPRIETÀ DEI METALLI di
Antonio Bigini (2023), in una proiezione
per le scuole medie e una per il pubblico. Il film è un esordio
fiabesco, girato nei pressi di Bellaria, già selezionato nella
sezione Generation alla Berlinale di quest’anno, che
racconta la storia di Pietro, un ragazzino in grado di piegare i
metalli al solo tocco.
La sezione
GABBIANO, che seleziona opere in anteprima
assoluta (italiana, internazionale e/o mondiale) che spingono
più in là il confine tra cinema di finzione e cinema documentario
con una giuria quest’anno presieduta dal regista
Michelangelo Frammartino, dall’attrice Maria
Roveran e dal direttore del Lago Film Festival Alessandro Del
Re, si aprirà con il ritorno al cinema di Marco
Chiarini, autore de L’uomo fiammifero, che con
ROGER… ARRIVA IL PRESIDENTE (anteprima
mondiale) firma una surreale attesa nei confronti di
un’autorità avvocata come unica speranza di risoluzione dei
conflitti in atto, LALA di Ludovica Fales
(anteprima mondiale) accompagna una ragazza madre
a rivivere attraverso gli strumenti della finzione un momento
decisivo della sua vita non solo sentimentale ma anche politico,
LE FORMICHE DI MIDA di Edgar Honetschläger
(anteprima italiana) trasforma la campagna
toscana, con le sue difficoltà e le sue bellezze, in una terra
mitica in cui i versi del passato si reincarnano in nuove presenze.
Inoltre tre cortometraggi di autori che da sempre hanno intessuto
un corpo di opere lontano dalle standardizzazioni:
ANIMAL di Riccardo Giacconi (anteprima
italiana), ULTIMO IMPERO di Danilo Monte
(anteprima mondiale)e PARADISO
PERDUTO Luca Ferri, Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa
(anteprima mondiale). A loro si aggiungono gli
esordi di Davide Minotti e Valeria Miracapillo il film d’archivio
IN TUTTE LE ORE E NESSUNA(anteprima
mondiale), che vede coinvolta fra gli
episodi che lo compongono anche la
scrittrice, giornalista e attivista turca per
i diritti umani, Aslı Erdoğan che sarà presente al
festival di Bellaria; REAL GUADAGNA
(anteprima mondiale) di Laura D’Angeli e Giusi
Restifo e della bolognese Matilde Ramini che con
FUORITEMPO(anteprima mondiale)
racconta il lascito di una figura come Sante Notarnicola.
Accanto al Premio Gabbiano, che attribuisce al
Miglior Film un premio di 3.000,00€ e al Miglior film per
l’innovazione cinematografica un premio di 2.000,00€, verrà
assegnato il Premio speciale Gabbiano, un’opera
d’arte in creta realizzata dall’artista Damiano Taurino, quest’anno
conferito a Fabrizio Ferraro, autore che da più di
vent’anni conduce una ricerca radicale capace di diventare una
sofisticata riflessione sulla Storia e sul pensiero del Novecento.
In occasione della premiazione Ferraro terrà un incontro con il
pubblico del Bellaria Film Festival e sarà protagonista di un
omaggio, condiviso con FuoriOrario in onda su RAI
3, che dedicherà una programmazione in onda in sinergia con
Bellaria.
Inoltre, grazie a
un accordo esclusivo con MyMovies.it, tutti i film della
sezione Gabbiano saranno disponibili in
streaming per il pubblico all’interno della piattaforma
MyMovies ONE.
Tra gli
eventi speciali che animeranno le cinque giornate
di Festival il dialogo con Franco
Piavoli, un autore che rappresenta il cinema
indipendente italiano e che presenterà il suo film Voci
nel tempo. Un’altra tavola rotonda sarà dedicata al
cinema d’artista italiano con la presenza del duo artistico formato
da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni,
Masbedo, che presenteranno il loro film
Pantelleria. Un omaggio è dedicato a
Mario Masini, grande direttore della fotografia di Carmelo Bene e
dei fratelli Taviani, e sperimentatore di un cinema libero e sempre
alla ricerca di un nuovo senso per la società, recentemente
scomparso, con il sostegno della Cineteca Nazionale. Un ampio
spazio sarà offerto alla riflessione sulla critica cinematografica
attraverso Drink A Book, dove verranno presentate
alcune tra le più interessanti pubblicazioni di e sul cinema con
ospiti illustri, tra i quali Paolo
Mereghettiper i trent’anni del celebre
Dizionario, Emiliano Morreale che ha portato
in Italia una nuova tendenza della critica internazionale grazie a
L’ultima innocenza, lo scrittore e sceneggiatore
Giorgio Vasta con una sua splendida
autobiografia attraverso la luce e la scrittrice e intellettuale
Lisa Ginzburg con il suo ritratto di
Jeanne Moreau.
Novità di
quest’anno la collaborazione con Cinecittà, grazie
alla quale si è strutturato BFF New Wave
(in)emergenza, programma di sostegno per il cinema indipendente
italiano: un percorso professionale accompagnato da tutor
d’eccezione come Dario Zonta,
Francesco Giai Via e Aline
Hervé dedicato a giovani registi e produttori che
riceveranno un sostegno per chiudere i loro primi film (grazie a
premi in denaro e alla post-produzione). Il Bellaria Film Festival,
con i suoi quarant’anni di storia legata ai nuovi autori del cinema
italiano, è il luogo privilegiato in cui “far emergere” giovani
talenti e dare fiducia a produttori nella prima fase della loro
carriera, quando è più facile trovarsi “in emergenza” per
concludere un’opera cinematografica in cui sono state già
investite tante risorse del gruppo di lavoro.
Sempre nell’ambito
del progetto BFF New Wave saranno ospitati del
festival un totale di 70 ragazzi e ragazze, tra cui i 20 membri
della Giuria Giovani, che parteciperanno durante i giorni del
festival a percorsi di formazione e masterclass dedicati al
cinema.
Ma la partnership
con Cinecittà prosegue e sabato 14 maggio ore 23:00 è prevista la
NOTTE D’ARGENTO: una notte da brividi con una
proiezione speciale della copia restaurata da Cinecittà Studios del
capolavoro di Dario Argento, PHENOMENA.
Una collaborazione
con Home Movies porterà al Festival un’installazione in occasione
dei cent’anni del formato ridotto. Verranno proiettati durante i
giorni del festival video parte di una programmazione online lunga
un anno, i 365 giorni del 2023, di un film o un estratto d’archivio
girato in quello stesso giorno nel corso del secolo breve del
cinema in formato ridotto. Un modo nuovo e diverso di raccontare la
storia collettiva e riconnetterla all’oggi, attraverso micro
situazioni private e quotidiane di individui e famiglie,
avvenimenti pubblici filmati dai cineamatori, riprese sorprendenti
di momenti speciali, gesti e ritualità.
Infine non
mancheranno le attività destinate agli studenti,
Bellaria Film festival For School:
proiezioni e incontri con autori e autrici all’interno delle scuole
primarie e secondarie. Il primo evento è inaugurato proprio da
Le proprietà dei metalli di Antonio Bigini alla
presenza del regista nel giorno di apertura del festival, ma sabato
13 maggio mattina è previsto anche l’incontro e la proiezione con
Sophie Chiarello che presenterà il suo nuovo film
documentario candidato ai David di Donatello quest’anno, IL
CERCHIO.
Adrenalina e romanticismo cercano
di fondersi in Ghosted, il nuovo film di Apple TV+
con Chris Evans e Ana de Armas. Cole (Evans)
è un agricoltore per bene che si innamora perdutamente
dell’enigmatica Sadie (de
Armas). Dopo un romantico appuntamento quando lei
sparisce lui scopre in modo scioccante che Sadie è un agente
segreto. Cole e Sadie vengono travolti in un’avventura
internazionale per salvare il mondo. Una storia a lieto fine per la
coppia che durante il lungo viaggio alternerà momenti di allegria a
delle discutibili scene di azione. Però per gli amanti delle
romcom: sì, c’è il lieto fine.
Il film del regista Dexter Fletcher è arrivato sulla piattaforma
il 21 aprile.
Ghosted, tutto appare fin troppo
chiaro dall’inizi
Tutto appare fin troppo chiaro
dall’inizio: siamo in una commedia romantica dove un uomo e una
donna inizialmente non vanno d’accordo ma decidono di uscire
insieme per vedere come va. Sadie e
Cole sulla carta potrebbero essere la coppia
perfette: bellezza statuaria da togliere il fiato, entrambi giovani
e con due carriere avviate. Cosa potrebbe andare storto?
Ghosted è emotivamente meno intenso del precedente
Blonde per Ana de Armas che torna sul set insieme a
Chris Evans dopo i precedenti Cena con delitto e The Grey Man. Per l’attore invece è un ritorno
alle origini con una rom-com al retrogusto di thriller di
spionaggio. Sì perché la giovane Sadie da ragazza della porta
accanto si trasforma molto presto in una spia a colpi di
pistola.
Due contesti diversi, opposti. Cole
ha la sindrome da Ted Mosby pensa che Sadie sia quella giusta,
dopo un solo appuntamento vorrebbe già dirle ‘ti amo’. Circondato
dalla sua numerosa e caotica famiglia, Cole è un
ragazzo come tanti: cerca la stabilità emotiva e si lascia
trasportare facilmente. Sadie non ha una famiglia,
la madre è morta quando lei era piccola: tutto quello che ha
conosciuto è la rigidità dell’esercito. Quando i due si incontrano
al mercato capiscono di essere fatti l’uno per l’altra. Le cose si
complicano quando, dopo un appuntamento da sogno durato oltre
ventiquattro ore, Sadie sparisce completamente dalla sua vita come
se non fosse mai esistita. Da qui il titolo Ghosted, che
trova una connotazione diversa nella versione inglese, significa:
interrompere tutti i legami con una persona. Smetti di parlare con
lei, finendo per diventare un fantasma.
Sii un cactus
Per fare la parte del fidanzato
stalker, un po’ apprensivo, ma anche da linea comica del film
Chris Evans si trasforma nel ragazzo
impacciato, la damigella in pericolo, che durante un rapimento si
porta dietro la sua valigia come se fosse un amuleto. Diversi
momenti alternano la romcom a tutto quello che di
sbagliato dovrebbe esserci in una relazione, ma
Evans e de Armas portano avanti a
testa alta questo amore complicato. Ghosted è un
allenamento per l’attrice prossima protagonista di Ballerina, lo spin off di Jon Wick.
Quello che differisce, però, tra il
film di Fletcher e quello di Len Wiseman è proprio il supporto dove lo
spettatore può fruire la pellicola. Ghosted si
presenta come il classico action movie a tinte divertenti da
piattaforma, quasi 120 minuti in cui si assiste a colpi di scena
verosimili dove un agricoltore cerca di uccidere il nemico con un
cactus. Ballerina,
previsto per il 2024, fa parte di un franchise molto più ampio e
famoso, sarà ambientato tra gli eventi di John Wick 3 e John Wick
4, e andrà nelle sale cinematografiche.
Verso la metà del film viene
presentata un’altra storia parallela con Adrien Brody nel personaggio di
Leveque. L’uomo vuole uccidere Taxman, un
trafficante che crede essere Cole – ma in realtà è lo pseudonimo di
Sadie. Leveque mette una taglia sulla testa del personaggio di
Chris Evans e il mondo in cui viene messa in scena
questa caccia all’uomo si presenta come divertente. Le due storie
saranno poi destinate a incrociarsi per scoprire il codice che
aprirà una valigetta con una minacciosa arma nucleare.
I “super” cameo
Il primo sicario che bussa alla
porta è Anthony Mackie, il nuovo Capitan America, che dovrà vedersela con altri
mercenari pronti a ricevere il denaro per il lavoro svolto. Il suo
cameo non dura neanche il tempo di dire “Sebastian Stan”, che è
proprio l’attore ad apparire quasi subito dopo. Dopo Winter Soldier e una redenzione in Wakanda,
Sebastian Stan torna nei panni di un
mercenario che cerca di uccidere Chris Evans.
Un colpo basso per i fan della
Marvel che dopo Endgame non hanno più visto il trio
di supereroi sullo schermo insieme. A parte questa strizzata
d’occhio allo spettatore che fa comunque parlare il pubblico, il
film di Fletcher mette insieme diverse sequenze
d’azione già viste: inseguimenti in retromarcia, sparatorie in una
grotta, non aggiungendo nulla di nuovo al genere thriller. Il
risultato è un film che cerca di cavalcare l’onda dei precedenti
nel genere come Red Notice con Gal Gadot.
Quello che depotenzia il film è
anche la scarsa chimica tra Ana de Armas e Chris Evans che avevano fatto sognare il
pubblico di
Cena con delitto dove confermavano una grande chimica
cinematografica. In questo film, complice forse la scrittura, il
loro rapporto non decolla e non consente allo spettatore di entrare
nel vivo di questa ship.
Prima di vestire con successo i
panni del supereroe Deadpool, appartenente alla
Marvel, l’attore Ryan
Reynolds aveva già ricoperto nel 2011 quelli di Lanterna Verde, appartenente
invece alla rivale DC Comics. Tra i più celebri supereroi della
casa editrice che ha dato vita anche a Superman e Batman, il
film a lui dedicato ha rappresentato la prima incursione del
personaggio sul grande schermo, come anche il primo tentativo di
dar vita al DC
Extended Universe. Lanterna
Verde è stato diretto da Martin
Campbell, già affermatosi grazie a film come La
maschera di Zorro e Casino Royale.
Sulla scia dei primi successi del
Marvel Cinematic Universe, anche la
DC ha iniziato a sviluppare film collegati tra loro per i propri
personaggi. Il progetto di dar vita ad un film dedicato a Lanterna
Verde andava avanti da tempo, ma solo a partire dal 2008 questo
iniziò a prendere realmente vita. Non esente da problemi
produttivi, questo era pensato per essere una vera e propria
origin story, che avrebbe esplorato la genesi del
supereroe comparso per la prima volta nel 1940. Originariamente il
film avrebbe dovuto essere concepito come una vera e propria
commedia, ma si preferì invece dar vita al tono più adulto tipico
delle storie della DC.
Con un budget di circa 200 milioni
di dollari, questo finì però per rivelarsi uno dei più grandi flop
del suo genere, arrivando ad un incasso globale di appena 219
milioni. Stroncato dalla critica e dal pubblico, Lanterna
Verde rappresenta tuttavia un affascinante tentativo di dar
vita al supereroe. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
sequel poi cancellato. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Lanterna Verde: la trama
del film
La storia del film ha inizio milioni
di anni prima della comparsa dell’uomo sulla Terra, quando si formò
per la prima volta il Corpo delle Lanterne Verdi. Questo era un
gruppo di guardiani intergalattici dotati dell’Essenza Verde della
volontà, il cui compito era quello di proteggere i vari settori
dell’Universo. Il declino di tale ordine ha però inizio nel momento
in cui uno dei guardiani, Parallax, si ribella al
giuramento, finendo però imprigionato sul pianeta Ryut. Dopo un
tempo sembrato interminabile, questi riuscì però a liberarsi della
sua prigionia, iniziando a seminare il terrore. Il guardiano
Abin Sur incaricò allora il suo anello magico di
trovare il degno successore in grado di sconfiggere Parallax.
La scelta ricade su pilota
Hal Jordan, il quale si dimostra inizialmente
restio ad accettare il nuovo ruolo. Affascinato dai poteri che
questo comporta, decide però di accettare, ricevendo
l’addestramento necessario dal potente Sinestro.
Nel frattempo, lo scienziato Hector Hammond, da
sempre denigrato dalla società, entra in contatto con alcune
particelle di Parallax, assumendo parte del suo potere e divenendo
per lui un tramite con il pianeta. Nel momento in cui il malvagio
essere inizia a seminare il panico, per Jordan si rivelerà essere
l’ora di indossare il costume e dar prova di essere degno
dell’anello delle Lanterne Verdi.
Lanterna Verde: il cast
del film
A dare volte al celebre supereroe vi
è l’attore Ryan Reynolds,
il quale però oggi è noto per il non ricordare in modo piacevole
l’esperienza. Reynolds, infatti, ha in più occasioni criticato
apertamente il film e il suo regista, con il quale ha avuto
numerose discussioni durante il set. L’attore, che si è anche
infortunato gravemente alla spalla durante le riprese, ha
raccontato di essere estremamente felice dell’insuccesso del film e
che non si siano realizzati i sequel inizialmente previsti. Oggi
noto per essere l’interprete di Deadpool, Reynolds non manca di
ironizzare su
Lanterna Verde. In Deadpool 2 è presente
un chiaro esempio di ciò quando il protagonista torna indietro nel
tempo per impedire a Reynolds di firmare il contratto per tale
film.
Nonostante le brutte esperienze, il
set regalò all’attore anche una gioia. Durante questo Reynold
conobbe infatti l’attrice Blake Lively,
presente nei panni di Carol Ferris, ex fidanzata del protagonista.
I due hanno da qui intrapreso una relazione che li avrebbe portati
al matrimonio l’anno successivo. Ad interpretare il
malvagio Hector Hammond vi è invece Peter
Sarsgaard. Per tale ruolo, egli spese diverso tempo in
compagnia di un biologo, apprendendo quanto necessario per poter
risultare credibile in tale mestiere. Ad essere rimasto soddisfatto
del film è stato l’attore Mark Strong. Qui
presente nei panni di Sinestro, questi si è dichiarato poi
dispiaciuto di non poter tornare per un sequel. Nel film sono poi
presenti Tamuera Morrison nei panni di Abin Sur,
il regista Taika Waititi
in quelli di Thomas Kalmaku e Tim Robbins in
quelli del senatore Hammond.
Lanterna Verde: il sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Prima dell’uscita del film era stato
annunciato un sequel di questo, come lasciato intendere anche dalla
scena post-credit. L’insuccesso di critica e pubblico ha però
portato ad annullare qualsiasi piano a riguardo. Originariamente,
tale sequel si sarebbe dovuto svolgere in gran parte nello spazio,
ampliando dunque l’esplorazione di questo. Il villain principale
sarebbe stato proprio Sinestro, da sempre una delle principali
nemesi del supereroe. Ad oggi si è in più occasioni parlato di
riportare al cinema il personaggio attraverso un reboot e con la
riformulazione del DC
Universe ciò potrebbe prima o poi avverarsi.
In attesa di possibile reboot, è
possibile fruire di Lanterna Verde grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 28 aprile alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.