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Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit: i diritti di film e giochi battuti all’asta

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Una serie di diritti su film, merchandising, giochi ed eventi live di Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e altri titoli dell’autore J.R.R. Tolkien è stato messo all’asta ora che la Saul Zaentz Co. ha deciso di vendere le sue partecipazioni.

Zaentz Co. ha assunto la ACF Investment Bank per gestire il processo di vendita, che si sta svolgendo questa settimana mentre i banchieri fanno il giro dei possibili acquirenti a Hollywood. Si prevede che le proprietà di Tolkien raggiungeranno almeno $ 2 miliardi, cifra stimata sulla base di recenti valutazioni elevate per IP di alto livello e produttori di contenuti.

La tempistica del processo di vendita non è casuale. Amazon presenterà in anteprima la sua tanto attesa serie TV a mega budget basata sugli antefatti de Il Signore degli Anelli, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, il 2 settembre. Lo Studio è quindi in cima alla lista dei candidati ad accaparrarsi i diritti aggiuntivi ora detenuti da Zaentz.

Le partecipazioni di Zaentz Co. comprendono i diritti di sfruttamento delle proprietà di Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit in film, videogiochi, merchandising, eventi dal vivo e parchi a tema. Include anche diritti di corrispondenza limitati nel caso in cui la Tolkien Estate decidesse di realizzare film o altri contenuti basati su due raccolte di scritti di Tolkien pubblicate dopo la sua morte nel 1973: “The Silmarillion” e “The Unfinished Tales of Numenor and Middle-Earth”.

La Warner Bros. manterrà alcuni diritti di sviluppo del film su Il Signore degli Anelli attraverso la New Line Cinema, di sua proprietà. New Line ha avuto enormi successi al botteghino mondiale e ha vinto l’Oscar con la trilogia del regista Peter Jackson (La compagnia dell’anello, Le due torri e Il ritorno del re). La Warner Bros. l’anno scorso ha annunciato i piani per la produzione di un film anime per il cinema insieme a New Line e Warner Bros. Animation, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim.

Ma resta inteso che i sostanziali diritti dei film live-action sono tornati alla Zaentz Co. l’anno scorso, in parte perché la Warner Bros. non aveva sviluppato attivamente nuovi prodotti legati alle IP. Quello sviluppo, oltre all’attesa per la nuova serie Amazon, è stato sufficiente per convincere Zaentz Co. che i tempi erano maturi per una vendita.

Anche i progetti relativi a Tolkien sono stati oggetto di importanti contenziosi nel corso degli anni. Zaentz Co. ha citato in giudizio Warner Bros. e New Line per la sua quota di profitti dalla trilogia di film di Jackson. La proprietà e l’editore di Tolkien HarperCollins hanno citato in giudizio la Warner Bros. più volte per i profitti dei film e dei tre lungometraggi basati su Lo Hobbit.

Fonte: Variety

Tom Holland, da Spider-man all’adattamento di Uncharted

Tom Holland, da Spider-man all’adattamento di Uncharted

Lo abbiamo visto tutti in Spider-Man: No Way Home, ma prima ancora di quello Tom Holland aveva dovuto impegnarsi nelle riprese dell’Uncharted di Ruben Fleischer, film che oggi finalmente arriva in sala (dal 17 febbraio, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia).

Una avventura emozionante ispirata a una delle serie di videogiochi più vendute e amate nella quale l’attore venticinquenne veste i panni del protagonista Nathan Drake nella sua prima avventura cinematografica. Con lui, in una adrenalinica caccia al “più grande tesoro mai trovato” che da New York porta alle Filippine, troviamo il Victor ‘Sully’ Sullivan di Mark Wahlberg, oltre a Sophia Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.

“Di fatto è stato molto divertente per me, da attore giovane sono un fan dell’incredibile carriera cinematografica di Mark Wahlberg ed è stato emozionante avere la possibilità di lavorare con lui – ha detto Holland, parlando del suo compagno di set. – Il film vive del rapporto tra loro due, ed era importante che riuscissimo a renderlo nella maniera migliore. Non c’è niente di peggio che sforzarsi di creare una chimica con qualcuno, ma tra noi è stato tutto molto naturale, il ché ha reso tutto facile, e divertente. Ha permesso di arricchire il film di una relazione come quella tra fratello maggiore e minore”.

L’ennesimo elemento perfettamente inserito in quello che il produttore Charles Roven definisce un “Cubo di Rubik che ci è voluto un po’ per comporre correttamente. Un incastro che ha trovato nuova linfa nel 2019 con l’ingresso di Tom Holland nel cast, ma già dal 2009 era arrivato sulla scrivania del producer grazie all’intuizione del suo collega Alex Gartner, il quale presente all’incontro di Palazzo Manfredi a Roma conferma: “questo è stato il momento perfetto”.

“Molte delle scoperte che fa Nathan erano chiare prima di arrivare sul set, ma molte sono venute dopo – spiega ancora Holland. – Anche le scene con Mark sono nate momento per momento, come quando lo prendo in giro perché usa Tinder”. “L’action e il genere avventuroso sono sempre stati i miei preferiti – continua – Sono cresciuto amando questi film. Ed è stato un sogno avere l’opportunità di raccontare una mia versione di quel che mi piacerebbe che fosse Indiana Jones”.

Un riferimento importante, che si unisce a quelli citati dal regista, Ruben Fleischer, al suo fianco anche in questo momento: “Il videogioco è stato la base, ma credo che chi ha creato Uncharted si fosse ispirato a Indiana Jones a sua volta. E’ stato come chiudere un cerchio. Sicuramente ho pensato anche ai Goonies o Star Wars, Mission Impossible o James Bond”.

Oltre che, ovviamente, ai vari capitoli della saga videoludica iniziata nel 2007. Che Fleischer ha portato sul grande schermo in maniera anche piuttosto esplicita: “La sequenza della caduta dall’aereo in volo è presa direttamente da Uncharted 3: L’inganno di Drake, come anche il ‘Kitty got wet’ che vediamo nella scena del bar, da Uncharted 2: Il covo dei ladri”. “Ma non volevamo che il fosse una copia del videogame o sovrapporci a elementi esistenti, volevamo essere rispettosi dei personaggi, del tono, dell’umorismo, che sono una caratteristica distintiva della saga, ma anche che fosse qualcosa di nostro – aggiunge. – Quanto agli altri Easter Eggs, ce ne sono diversi, abbiamo lavorato a stretto contatto con la Naughty Dog per realizzarli, ma vogliamo che questa sia una caccia al tesoro anche per i fan, ora tocca a loro trovarli!”.

Lo stesso Nathan Drake originale (l’attore Nolan North, doppiatore del personaggio nel videogame) era stato sul set, dove il giovane Tom ha potuto conoscerlo. “Avevo giocato a tutti i giochi, e conoscevo il grande lavoro che aveva fatto, è una vera leggenda – ha confessato l’interprete britannico. – È stato importante avere la sua approvazione e il suo sostegno. Sono orgoglioso di poterlo affermare, e della fantastica mail che mi ha mandato in cui mi diceva quanto gli fosse piaciuto il film. Da parte mia c’è stata una grande esplorazione del personaggio, voglio che i fan possano scoprire un nuovo Drake”.

Una grande preparazione, anche fisica, per la gioia del regista che lo ha definito “uno degli attori più divertenti da guardare, ma anche uno stuntman e un acrobata”, dichiarandosi “fortunato di poter girare un primo piano di un attore nel pieno di una azione a 4 metri di altezza” senza dover ricorrere a controfigure o CGI.

Semmai, la preoccupazione per Tom Holland è stata un’altra, legata al blockbuster dei record già citato, Spider-Man: No Way Home. “La mia versione di Peter Parker è nota per essere un po’ infantile, ma con Nathan Drake dovevo pormi in maniera diversa – ha ricordato. – È qualcosa di cui abbiamo parlato molto con il regista e con Amy Pascal (producer del Cinecomic di Jon Watts ndr), che quando sono arrivato sul suo set mi ha rimproverato di esser ‘troppo uomo’. Ci son volute settimane…”. Per chiudere una chicca, sempre relativa all’abitudine di Holland a eseguire in prima persona i suoi stunt, come hanno scoperto Tobey Maguire e Andrew Garfield: “Mi son divertito molto con loro, quando gli ho raccontato di aver fatto io quelle acrobazie mi hanno guardato come se fossi matto”.

Tom Holland è Nathan Drake

tom holland uncharted

Nicola Piovani e Charline Bourgeois – Tacquet presentano Les Amours d’Anaïs

Nella splendida cornice dell’Accademia di Francia a Roma, a Villa Medici, è stato presentato alla stampa romana Les Amous d’Anaïs, esordio leggero ma acuto della giovane Charline Bourgeois-Tacquet, già selezionato per la Settimana della Critica a Cannes e per il Festival di cinema francese di Firenze France Odeon, che, giunto alla sua tredicesima edizione, ha deciso di conferire al Maestro Nicola Piovani il premio per la miglior colonna sonora. Ecco perchè la serata si apre con un breve saluto ai giornalisti intervenuti e con la consegna ufficiale a Piovani del Premio France Odeon – FoglLes Amours d’Anaïsia d’Oro Manetti Battiloro, che rinsalda la collaborazione tra l’Accademia e il Festival fiorentino.

Sulla composizione delle musiche originali e la scelta di brani non originali da abbinare al film Nicola Piovani spiega: “Innanzitutto, questo è un film di Charline. Lei è molto chiara nel suo bagaglio di proposte e per quel che riguarda le presenze di musica nella sua vita. Io non ho fatto che scrivere alcune musiche che potessero incastonarsi, soprattutto che potessero entrare in punta di piedi, senza proporsi in modo protagonistico. Questo è un film in cui la musica non deve cantare niente, si limita timidamente a cantare un po’ qualcosa, quando si accenna all’amore tra le protagoniste” il suo obiettivo, prosegue, è stato quello di lavorare “cercando di non rompere la cristalleria. È un lavoro non sempre facile, che però vale la pena fare”. 

Les Amours d’Anaïs non è solo incentrato su una giovane donna in cerca di sé, ma vuole essere anche una riflessione sulla possibilità di trovare un equilibrio tra passione, istinto e razionalità. Sulla dicotomia tra le due, la regista,  Charline Bourgeoise-Tacquet, afferma che, sebbene la passione sia più importante della saggezza, preferirebbe apprendere i segreti della seconda. 

La regista illustra poi così la sua scelta di dare alla protagonista lo stesso nome, Anaïs, dell’attrice che la interpreta, Anaïs Demoustier: “La prima ragione è che cercavo un nome che non fosse legato a nessuna connotazione sociale. Ecco perché ho scelto Anaïs. Avevo già lavorato con lei in un cortometraggio. Ho chiesto il suo permesso per intitolare il film col suo nome e lei ha accettato. Anche perchè il personaggio le rassomiglia molto”. Prosegue poi precisando che la protagonista racchiude in sé alcune caratteristiche proprie della personalità, del modo di essere di Demoustier, e altre più vicine alla regista stessa. 

Sulla scelta di un’attrice molto amata in Francia come Valeria Bruni Tedeschi, Bourgeois-Tacquet afferma di aver cercato: “un’attrice bella, sensuale, che fosse credibile nel ruolo dell’intellettuale”. Valeria Bruni Tedeschi possedeva tutte queste caratteristiche. 

Les Amours d’Anais sarà nelle sale italiane da aprile, distribuito da Officine UBU.

Il truffatore di Tinder, recensione del documentario Netflix su Simon Leviev

Tinder è la nuova frontiera delle relazioni amorose, ma non solo. C’è chi cerca l’amore on-line e chi usa l’app mascherando la propria identità per i più contorti motivi. È il caso di Simon Leviev, il truffatore israeliano che per diversi anni è riuscito a vivere sulle spalle di  decine di donne, facendole credere le sue uniche amanti. Il documentario Netflix Il truffatore di Tinder esplora, attraverso gli occhi delle sue vittime, il sistema di frodi architettato da Simon e mette all’erta sul fenomeno del catfishing.

Di cosa parla Il truffatore di Tinder

L’intero docu-film ruota attorno ad un uomo che maschera la sua identità per vivere un’esistenza lussuosa a spese degli altri. Israeliano d’origine, cresciuto umilmente in una famiglia ebrea, Simon Leviev è un truffatore fin dalla adolescenza. Allontanatosi dalla sua terra natale, ha cambiato più volte nome e identità: dal 2016, si finge figlio di un magnate che lavora nel commercio dei diamanti. Attraverso l’app per incontri Tinder, Simon ha messo in piedi un sistema di frodi estremamente efficace: ammalia donne benestanti per poi portarle sul lastrico.

Riprendendo lo schema di Charles Ponzi, truffatore italiano risalente agli anni Venti, Leviev riesce a pagare la sua costosissima vita – fatta di viaggi, feste e lusso – con i soldi delle donne che trova su Tinder. Prima le incanta con la sua apparente ricchezza, che in realtà è pagata da altre vittime precedentemente infatuate, poi inizia a chiedere loro soldi in prestito, fino a mandarle in rovina. Lo schema regge fino a quando una delle sue amanti, Cecilie Fjellhøy, decide di smascherarlo con un azione combinata di polizia e giornalisti.

La truffa perfetta

Simon Leviev mette in piedi un sistema che coinvolge decine e decine di vittime e, purtroppo, funziona perfettamente. Utilizzando costantemente carte di credito di altri per le operazioni, mettendo le vittime in rapporto con le banche, riesce a rimanere sempre nell’ombra. Nonostante la truffa di Leviev sia pari a 10 milioni di dollari, le autorità non possono, dopo averlo arrestato, trattenere il ladro per più di cinque mesi. Mancano le prove, Leviev per il mondo della finanza non esiste e no ha mai fatto nulla.

Per due anni, Simon è andato in giro per il mondo, passando da un hotel lussuoso all’altro e da una donna all’altra, il tutto senza sborsare un centesimo. Ogni nuova spesa è pagata da un creditore – o più spesso una creditrice – incastrato precedentemente. Se lo schema di Ponzi poteva funzionare nel 1920, oggi con i social network e la miriade di informazioni tacciabili sulla rete, è impossibile essere del tutto invisibili.

Il potere della comunicazione

Cecilie Fjellhøy, Pernilla Sjoholm e Ayleen Charlotte sono solo tre delle vittime che Leviev ha mandato in bancarotta. Sono però anche coloro che hanno tentato di andare fino in fondo. Non trovando supporto da parte della polizia, Cecilie ha usato un’altra arma: il giornalismo. Ha contattato un noto giornale norvegese e, con il supporto del giornalista israeliano Uri Blau, ha fatto scrivere un pezzo, chiamato The Tinder Swindler (Il truffatore di Tinder) che raccontasse quello che Leviev stava facendo. Nel 2019, il pezzo è stato pubblicato e, grazie alle condivisioni, ha permesso a tutto il mondo di conoscere la verità.

Il docu-film Netflix è un ulteriore passo: per una soggetto simile, che non può essere condannato in termini legali, la diffamazione è l’arma più potente. Leviev è ora un uomo libero, gestisce una sua attività in Israele e ancora nega le azioni compiute, ma, almeno, ora tutti sanno che cosa è in grado di fare.

Il truffatore di Tinder è un ottimo docu-film

Avvincente, ricco di contenuti multimediali e di volti, Il truffatore di Tinder è un documentario fatto coi fiocchi. Racconta una storia vera, mettendo anche in evidenza l’aspetto sentimentale che, in questo caso, è imprescindibile. Facendo parlare le vittime di Leviev, non possiamo che calarci nei loro panni e comprendere meglio quanto hanno vissuto. Le immagini realmente scattate, i messaggi vocali, i video, danno sostanza al protagonista del documentario: veniamo a conoscenza di ogni aspetto del truffatore, dalla voce alle movenze.

In conclusione, Il truffatore di Tinder è investigativo al punto giusto, non è troppo tecnico ma permette di comprendere meglio come funziona il catfishing e come stare allerta rispetto ai truffatori online.

Firestarter: il primo trailer del nuovo adattamento di Stephen King

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In un nuovo adattamento del classico thriller di Stephen King, Firestarter, dai produttori de L’Uomo Invisibile; una ragazza con straordinari poteri pirocinetici combatte per proteggere la sua famiglia e se stessa da forze sinistre che cercano di catturarla e controllarla.

Per più di dieci anni, i genitori Andy (Zac Efron; Ted Bundy – Fascino criminale; The Greatest Showman) e Vicky (Sydney Lemmon; Fear the Walking Dead, Succession) sono fuggiti, cercando disperatamente di nascondere la figlia Charlie (Ryan Kiera Armstrong; American Horror Story: Double Feature, La Guerra di Domani) da un’oscura agenzia federale che vuole sfruttare il suo dono senza precedenti per trasformare il fuoco in un’arma di distruzione di massa.

Andy ha insegnato a Charlie come disinnescare il suo potere, che viene innescato dalla rabbia o dal dolore. Ma quando Charlie compie 11 anni, il fuoco diventa sempre più difficile da controllare. Dopo che un incidente rivela la posizione della famiglia, un misterioso agente (Michael Greyeyes; Wild Indian, Rutherford Falls) viene inviato per dare la caccia alla famiglia e catturare Charlie una volta per tutte. Ma Charlie ha altri piani.

Con Kurtwood Smith (Amityville: Il risveglio, Hitchcock), John Beasley (Anarchia – La Notte del Giudizio, Al Vertice della Tensione) e Gloria Reuben (Lincoln, Mr. Robot). La colonna sonora di Firestarter è composta dal leggendario John Carpenter (Halloween, Christine, Fog) e dai compositori del franchise Halloween Cody Carpenter e Daniel Davies.

Diretto da Keith Thomas (The Vigil – Non ti lascerà andare), da una sceneggiatura di Scott Teems (Halloween Kills) basato sul romanzo di Stephen King, Firestarter è prodotto da Jason Blum (Halloween, L’Uomo Invisibile) per Blumhouse e dal premio Oscar Akiva Goldsman (Io Sono Leggenda, Constantine) per Weed Road Pictures. I produttori esecutivi sono Ryan Turek, Gregory Lessans, Scott Teems, Martha De Laurentiis, J.D. Lifshitz e Raphael Margules.

Firestarter, il poster

firestarter

Power Book: IV Force, recensione del pilot della serie STARZPLAY

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Power Book: IV Force, recensione del pilot della serie STARZPLAY

Disponibile su STARZPLAY dal 6 febbraio, arriva Power Book: IV Force, il terzo spin-off dell’amata serie Starz prodotta da 50 Cents. Dopo Ghost e Rising Kanan, che approfondivano, una nel futuro (quella di Ghost) e l’altra nel passato (Rising Kanan), la sorte dei personaggi principali della serie, in questo caso seguiamo Tommy Egan, che abbandona New York e Ghost per andare a Chicago, in cerca di una nuova vita. Ritroviamo quindi prxotagon ista assoluto Joseph Sikora.

La trama di Power Book: IV Force

Tommy Egan taglia tutti i legami e mette New York nel suo specchietto retrovisore per sempre quando arriva a Chicago. Decide di diventare il più grande spacciatore che la Second City abbia mai visto. Mentre Tommy inizia a fare scalpore nel giro della droga di Chicago, attira l’attenzione dei più grandi spacciatori della città e si ritrova a stringere alleanze redditizie e a incrociare la strada con nemici mortali. Tommy instaura una relazione difficile con la CBI, una delle squadre più formidabili di Chicago guidata dall’ex detenuto Diamond Sampson, ed entra in conflitto con Walter Flynn, capo della mafia irlandese, e i suoi due figli. Le loro strade convergono tutte quando una misteriosa nuova droga arriva sulla scena e Tommy si rende conto che chiunque controlli il circolo di questa droga controllerà la città. Ma Tommy non è sicuro di chi può fidarsi, soprattutto quando i fantasmi del suo passato si presentano inaspettatamente e sconvolgono il suo mondo.

L’epica di Power trapiantata a Chicago

L’epica di Power viene trasportata direttamente nelle strade di Chicago, mentre New York, una città che non è mai solo location, ma sempre anche personaggio, sparisce davvero. Allo stesso tempo, Tommy si libera della sua dipendenza da Ghost, e questo fa di lui un uomo nuovo e forse anche più pericoloso per chi vorrebbe tenerlo a bada. Lo sa bene Walter Flynn che già nella prima puntata si vede costretto a “sporcarsi le mani” per fargli capire chi comanda a Chicago. 

Tommy Egan è “his own boss”

L’uomo in fuga dal passato, in cerca di una strada tutta sua, questa volta non ha più alcun legame che gli impone un rapporto di fedeltà nei confronti di un altro, e quindi non accetta padroni. “I’m my own boss now” dirà a chiusura del pilota a un Flynn furioso. E così, Chicago si stende ai suoi piedi, con tutte le possibilità che offre. Interessante la scrittura che si mantiene leggera anche se non manca di momenti profondi e violenti, tutte caratteristiche che rispecchiano l’indole del nostro protagonista.

In Power Book: IV Force, Tommy Egan dovrà fare i conti con nuovi avversari, nuove situazioni, ma sappiamo anche che la vecchia strada non è perduta e che dal passato potrebbero arrivare fantasmi che vogliono chiedergli conto delle sue azioni. Come si comporterà Tommy?

X-Men: Giorni di un Futuro Passato, 10 grandi differenze tra il fumetto e il film

Quando si pensa alle storyline iconiche degli X-Men, The Dark Phoenix Saga e Giorni di un Futuro Passato sono le prime a venire in mente. Entrambi gli episodi sono stati adattati per il grande schermo, ma l’accoglienza riservata a X-Men – Giorni di un futuro passato è stata di gran lunga più positiva rispetto al risultato ottenuto da Dark Phoenix.

Ci sono differenze nelle premesse

La storia di base su un X-Man del futuro che arriva nel presente per impedire che un futuro oscuro sovrasti il mondo, si è dimostrata avvincente in entrambi i formati. Detto questo, l’adattamento cinematografico è tristemente noto per essersi preso forse troppe libertà rispetto al materiale di partenza.

Anche se X-Men: First Class è uscito solo tre anni prima, ne sono passati undici nell’universo e in quel periodo sono successe molte cose agli X-Men appena formatisi. Nel film, sia gli X-Men che la Confraternita sono stati arrestati o uccisi dopo che Magneto è stato incastrato per aver ucciso John F. Kennedy, il che ha reso Charles Xavier piuttosto amareggiato.

Ci sono meno sopravvissuti nel futuro del fumetto

Nella linea temporale futura presentata dal film, la maggior parte dei principali personaggi degli X-Men sono sopravvissuti, con le sole notevoli eccezioni di Bestia, Nightcrawler e Angel. Nonostante gli X-Men finiscano per essere massacrati dalle Sentinelle, è impressionante che siano sopravvissuti così a lungo.

Gli X-Men nei fumetti non sono così fortunati, in quanto, nel corso degli anni, la maggior parte della popolazione mutante ha visto morire diversi membri nel corso degli anni. Gli ultimi X-Men rimasti sono Kitty Pryde, Wolverine, Tempesta, Colosso, Rachel Summers, Franklin Richards e Magneto, che si uniscono per compiere un’ultima missione per salvare il mondo.

L’impatto sull’Universo Marvel in senso lato è menzionato nei fumetti

I film degli X-Men della Fox non potevano presentare molti altri eroi Marvel al di fuori dei Merry Mutants, dato che i diritti dei Vendicatori e dell’Uomo Ragno erano detenuti da altre compagnie e i Fantastici Quattro vivevano in un purgatorio cinematografico. Così, X-Men: Days Of Future Past è, come molti si aspetterebbero, un film piuttosto X-Men-centrico.

Nei fumetti, tuttavia, non solo i mutanti sono stati lentamente spazzati via quando le Sentinelle hanno preso il sopravvento, bensì tutti i Vendicatori, i Fantastici Quattro e altri ancora sono stati uccisi nella raccolta. Se X-Men: Giorni di un Futuro Passato verrà mai rifatto nel MCU, è probabile che un destino oscuro attenda gli eroi più forti della Terra in questo sinistro futuro.

Le Sentinelle sono più spietate nel film

X-Men: Giorni di un Futuro Passato finisce praticamente in un bagno di sangue per quella che sarà la resistenza del futuro, con molte morti strazianti che colpiscono gli X-Men. Le Sentinelle, le cui abilità sono amplificate da un campione del DNA di Mystica, sembrano concentrate sull’uccisione indiscriminata di mutanti nel film.

Le Sentinelle nei fumetti hanno invece trasferito i restanti mutanti in campi di internamento, oltre a minacciare di espandere il loro impero al di là del Nord America, inaugurando il pericolo di una guerra nucleare. Questo fa si che le motivazioni degli X-Men riguardino non tanto l’evitare il futuro, quanto tentare di impedire che l’oscuro avvenire che si presenti sia portato a peggiorare.

L’X-Man inviato nel passato è Kitty Pryde nei fumetti

Non è una sorpresa che i creatori di X-Men: Giorni di un Futuro Passato abbiano deciso che fosse Wolverine l’incaricato della missione di tornare nel passato. E’ indubbio che egli sia il migliore X-Man nel film e che il coinvolgimento del personaggio si adatti al meglio all’ambientazione anni ’70 del film, oltre al fatto che il suo nome è assolutamente di richiamo al botteghino.

Tuttavia, anche se Wolverine occupa una posizione di rilievo nei fumetti, nel film il ruolo dell’inviato è affidato a Kitty Pryde. Kitty, che era stata precedentemente ritratta come ottimista ma svampita, viene trasformata in una veterana incallita in un istante, qualcosa che il personaggio è diventato lentamente nel corso degli anni.

Il destino di Wolverine è più cupo nei fumetti

X-Men: Days Of Future Past ci regala una delle migliori interpretazioni di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, con l’attore completamente calato nel personaggio; il film termina con uno sguardo ad un futuro più felice dove Wolverine vive allegramente con il resto degli X-Men.

I frangenti dedicati a Wolverine nei fumetti non lo vedono uscire vincitore; per far guadagnare tempo a Kitty, Wolverine viene scagliato contro una Sentinella attaccante da Colosso, solo per essere prontamente vaporizzato dal robot, e senza alcuna speranza di un futuro migliore nei fumetti, il destino di questa versione di Wolverine è piuttosto triste.

Il roster degli X-Men è diverso

Quando Wolverine ritorna nel passato, c’è scompiglio tra gli X-Men. Con parte della squadra morta o in prigione, solo un avvilito Charles Xavier e un riluttante Bestia sono lì per aiutare Wolverine a salvare la situazione.

Il roster degli X-Men dei fumetti è molto più corposo, con Tempesta a capo della squadra e Wolverine, Colosso, Angel, Nightcrawler e Kitty Pryde che la sostengono. Laddove Charles e Hank non riescono a credere a Wolverine nel film, la squadra è notevolmente più veloce a fidarsi di Kitty nei fumetti.

L’assassino nei fumetti è la Fratellanza

Il punto cruciale di entrambe le versioni di X-Men: Giorni di un Futuro Passato è che gli X-Men devono impedire a un assassino di uccidere un bersaglio specifico, evitando così l’infausto futuro. L’assassino nel film è familiare, nientemeno che il Magneto di Michael Fassbender, anche se ci viene presentata una Mystica combattuta con il suo obiettivo.

Nei fumetti, gli assassini sono la Confraternita, che si riunisce sotto la guida di Mystica per compiere l’omicidio. Anche se entrambe le versioni vedono quindi gli X-Men impegnati a fermare l’assassinio, hanno esiti molto diversi.

L’obiettivo differisce nelle versioni

Una morte nel passato ha conseguenze importanti nel futuro, ma entrambe le versioni della storia hanno obiettivi diversi. Nel film Magneto tenta di uccidere Richard Nixon, mentre Mystica progetta di uccidere il principale cattivo del film, Bolivar Trask, il creatore delle Sentinelle, anche se alla fine sceglie di risparmiarlo.

Al contempo, nei fumetti, la Confraternita tenta di uccidere il senatore Robert Kelly, verso il quale Mystica non mostra lo stesso ritegno. Mentre gli X-Men riescono a salvare entrambi gli individui, il che forse rappresenta la più grande differenza tra le due versioni della storia.

Le conseguenze degli eventi sono sostanzialmente diverse

Dopo che le morti di Richard Nixon e Bolivar Trask vengono evitate nel film, la minaccia di un futuro oscuro svanisce definitivamente. Questo porta a una nuova linea temporale in cui la comunità mutante è più accettata dal grande pubblico, come si vede in X-Men: Apocalypse e Dark Phoenix.

Il fumetto, d’altra parte, termina con una saggia citazione di Xavier, mentre il senatore Kelly si schiera con Trask, lasciando potenzialmente intendere che il futuro oscuro che la storia presenta è garantito; gli eventi di questa storia hanno avuto un’eco nella storia degli X-Men, specialmente nella recente run di Jonathan Hickman.

Non siamo più vivi (All of Us Are Dead), recensione della serie tv coreana Netflix

Non siamo più vivi è la serie più bingeable attualmente disponibile su Netflix: con le sue 12 ore di minutaggio totale, ogni episodio è un viaggio indimenticabile nelle pieghe di un sottogenere ormai rivitalizzato, non senza un buon quantitativo di emotività risonante. Nel cast Park Ji-hu, Yoon Chan-young, Cho Yi-hyun, Lomon, Yoo In-soo, Lee Yoo-mi, Kim Byung-chul, Lee Kyu-hyung, e Jeon Bae-soo.

Non siamo più vivi: lo slancio che lo zombie-movie necessitava

Probabilmente l’evento apocalittico a cui stiamo tutti collettivamente sopravvivendo ha dato la necessaria iniezione di adrenalina di cui lo zombie-movie aveva avuto bisogno per oltre un decennio; prima che arrivasse Train to Busan, l’ultima volta che il genere zombie è stato testimone di una tale revisione è stato quando Edgar Wright ha suggerito che poteva essere divertente. Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) non è la serie che porterà il genere al livello successo, ma costituisce sicuramente un tassello significativo in termini di grande risonanza conferita a un sottogenere amato ma, a tratti, dimenticato.

Durante i primi quattro episodi la serie gioca, in gran parte, secondo le regole tipiche del sottogenere, o così ci fa pensare, fino al quinto episodio, che realmente apporta modifiche sostanziali alla narrazione: ecco che Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) prende la spinta necessaria per fornirci una rappresentazione spaventosamente credibile della pandemia di coronavirus, migliorando ulteriormente una materia filmica dalle grandi premesse. Eravate già investiti, ora allacciate le cinture che siamo in dirittura d’arrivo, sembra suggerirci lo show.

La serie mostra particolare focus narrativo sulle disuguaglianze sociali che sono state ulteriormente esposte dalla pandemia e, allo stesso tempo, offre un forte commento sulla tossicità dell’esperienza adolescenziale. È, dopo tutto, ambientato all’interno del più darwiniano di tutti i campi da gioco, e il più gelido di tutti gli ingranaggi sociali: la scuola superiore. È, sostanzialmente, uno show costantemente avvincente e immediatamente bingeable che si attiene al programma e prosegue poi accumulando punti bonus anche per le attività extracurricolari.

all of us are dead netflix

Non siamo più vivi: un mix perfetto di azione ed emotività

Ciò che distingue veramente Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) da altri prodotti sui generis sono i protagonisti della serie: l’eterogeneo equipaggio di sopravvissuti non sono i classici personaggi armati di pistola, che brandiscono il machete e sono esperti ad uccidere gli zombie, ma comuni adolescenti che devono letteralmente afferrare l’oggetto più vicino a loro e ricavarne frettolosamente un’arma. Partendo proprio dalle scelte di cast, la serie si allontana enormemente dal percorso tradizionale che prevede di mantenere un’ambientazione da apocalisse zombie comicamente caotica; al contrario, i registi Lee JQ e Kim Nam-su non evitano di affrontare il peso emotivo che la morte e il caos portano con sé.

Viviamo il dolore paralizzante della perdita reiterata di amici, compagni di classe e insegnanti, messo in primo piano dalla scrittura affilata dello sceneggiatore Chun Sung-Il, che caratterizza attentamente questi adolescenti, perno di un racconto in cui il body horror ha una deriva emotiva, intrinsecamente connessa con le trasformazioni che il passaggio adolescenziale porta con sé. Il miglior esempio di questo si vede quando entriamo nell’analisi della zombificazione o “trasformazione” degli umani: un’inquadratura solitamente riservata a soddisfare la percentuale di orrore è capovolta per giocare con lo struggimento emotivo; al posto di una trasformazione affrettata siamo di fronte a un processo prolungato, in cui l’orrore deriva dallo zombie ormai morto che si riconcilia con la perdita della sua umanità, spesso proprio di fronte ai suoi compagni di classe.

La narrazione stratificata non va comunque mai a sovrastare sequenze d’azione ad alto tasso adrenalinico, jump scares e VFX gore ben eseguiti. Portando a compimento la promessa fatta allo spettatore già dal titolo, anche dal punto di vista tecnico viene rimarcata la desolazione che l’apocalisse zombie porta con sé: quella che inizia come una scuola illuminata da colori vivaci, alla fine si trasforma in un luogo nauseante e tedioso, con la saturazione dei colori che va riducendosi, man mano che il virus si diffonde.

In definitiva, in un genere che brulica del bisogno imperituro da parte di Hollywood di fornire il perfetto racconto post-apocalittico su un assassino zombie tipicamente monolitico, la Corea del Sud ha coraggiosamente proposto una storia di sopravvivenza. Oscillando tra vivi e non morti, lo show vive del messaggio che trasmette: la resistenza non significa sempre forza, a volte nasce da ripetuti atti di gentilezza.

Elizabeth Banks: 10 cose che non sai sull’attrice

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Elizabeth Banks: 10 cose che non sai sull’attrice

Elizabeth Banks è un’attrice che si è dimostrata molto versatile e brillante, in grado di scegliere ruoli e dirigere film che sono diventati iconici. L’attrice ha sperimentato diverse attività, diventando una professionista nel campo della recitazione, della regia e della produzione, lavorando a progetti destinati a rimanere nell’immaginario collettivo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Elizabeth Banks.

Elizabeth Banks: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. La carriera del’attrice è iniziata nel 1999, quando recita in L’escluso. In seguito appare in Shaft (2000), Spider-Man (2002), Travolti dal destino (2002), Prova a prendermi (2002), Seabiscuit – Un mito senza tempo (2002) e Spider-Man 2 (2004). Negli anni successivi, invece è apparsa in 40 anni vergine (2005), Spider-Man 3 (2007), Zack & Miri – Amore a… primo sesso (2008), W. (2008), The Next Three Days (2010), Hunger Games (2012), Che cosa aspettarsi quando si aspetta (2012), Voices (2012), Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013) e Una notte in giallo (2014). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Love & Mercy (2014), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte I (2014), Pitch Perfect 2 (2015), Magic Mike XXL (2015), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte II (2015), Power Rangers (2017), Pitch Perfect 3 (2017) e L’angelo del male – Brightburn (2019) e Call Jane (2022). L’attrice ha lavorato anche in molte serie tv come Scrubs – Medici ai primi ferri (2006-2009), 30 Rock (2010-2012), Modern Family (2009-2017) e Mrs. America (2020).

2. È anche doppiatrice, regista e produttrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema, prestando, per esempio, la propria voce per la serie American Dad! (2007-2008), The LEGO Movie (2014) e The LEGO Movie 2 – Una nuova avventura (2019). In quanto regista, ha diretto i corti AIDS: We Did It! (2010) e Just a Little Heart Attack (2011), il segmento Middleschool Date di Comic Movie (2013) e i film Pitch Perfect 2 (2015) e Charlie’s Angels. Come produttrice, invece, ha lavorato ai film Il mondo dei replicanti (2009), Voices (2012), Pitch Perfect 2 (2015), La donna più odiata d’America (2017), Pitch Perfect 3 (2017), The Trustee (2017) e Project 13 (2018), oltre che delle serie Resident Advisors (2015) e Shrill (2019).

elizabeth banks

Elizabeth Banks: chi è suo marito

3. È sposata da diversi anni. L’attrice ha conosciuto il suo compagno, Max Handelman, il primo giorno in cui ha frequentato l’Università della Pennsylvania, nel 1992. Dopo undici anni di fidanzamento, i due sono convolati a nozze nel 2003. I due sono poi divenuti genitori di Felix nel 2011 e di Magnus Mitchell nel 2012. Entrambi i bambini sono nati tramite madre surrogata a causa dell’infertilità dell’attrice.

Elizabeth Banks in Hunger Games

4. Il nome del suo personaggio è stato a lungo un mistero. Per chi ha guardato il primo film della saga senza aver prima letto il romanzo da cui è tratto, il nome del personaggio interpretato dalla Banks è rimasto pressocché un segreto. Pur essendo fondamentale nella storia, ed essendo divenuto un’immagine iconica nella cultura pop, il suo nome (Effie Trinket) non viene mai pronunciato in questo film, ma solo nei sequel.

5. Ha passato molto tempo nel reparto make-up. La Banks ha ammesso che per sfoggiare i tratti caratteristici del suo personaggio, è stato necessario passare circa quarantacinque minuti, ogni giorno, al reparto make-up per fare la manicure alle dita delle mani. Molto del look realizzato per il personaggio è stato ideato con il contributo della stessa Banks, che ha suggerito colori, abiti e accessori.

Elizabeth Banks in Modern Family

6. Ha avuto un ruolo ricorrente nella sitcom. In Modern Family, tra le più celebri sitcom degli ultimi anni, l’attrice ha avuto un ruolo ricorrente, ovvero quello di Sal, una delle amiche più strette di Cameron e Mitchell. La Banks ha ricoperto tale personaggio per un totale di sette episodi, apparendo almeno in un episodio di ogni stagione tranne la seconda, la terza, la settima e la nona. Nel 2015 è stata candidata anche agli Emmy Awards come miglior Guest Star in una serie comedy.

Elizabeth Banks in Spiderman

7. Ha fatto un provino per il ruolo di Mary-Jane. L’attrice ha raccontato di aver fatto uno screentest per interpretare la fidanzata di Spider-Man per il primo capitolo ma non essere stata scelta perché ritenuta troppo vecchia per il ruolo. La cosa che ha lasciato perplessa l’attrice sul fatto di non essere scelta per l’età era che sia lei che il protagonista, Tobey Maguire, avevano entrambi 28 anni all’epoca. Tuttavia, alla fine il ruolo è andato a Kirsten Dunst, di dieci anni più giovane.

Elizabeth Banks Spider-Man

Elizabeth Banks in Scrubs

8. È apparsa in diverse puntate della serie. L’attrice è apparsa negli ultimi due episodi della quinta stagione delle serie e ha continuato a lavorarvi fino all’ottava stagione, interpretando l’urologa Kim Biggs che diventa anche la fidanzata di J.D. I due, poi, avranno addirittura un figlio insieme, cosa che cambierà profondamente il protagonista, interpretato da Zach Braff.

Elizabeth Banks è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 3,4 milioni di persone. Qui, con oltre duemila post, la Banks è solita condividere foto o video di suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, mentre compie particolari attività o visita luoghi specifici. Non mancano però anche post dedicati alla sua attività di attrice, con curiosità, dietro le quinte e immagini promozionali.

Elizabeth Banks: età e altezza

10. Elizabeth Banks è nata il 10 febbraio del 1974 a Pittsfield, nel Massachusetts. La sua altezza complessiva corrisponde a 164 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography

Matrix Resurrections dal 10 febbraio in Home Premiere Digitale

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Matrix Resurrections dal 10 febbraio in Home Premiere Digitale

Diretto dalla visionaria regista Lana Wachowski, Matrix Resurrections disponibile da domani, giovedì 10 febbraio, in home premiere digitale per Warner Bros. Home Entertainment. Il tanto atteso nuovo capitolo dell’innovativo franchise che ha ridefinito un genere riunisce nuovamente le star Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nei ruoli iconici che hanno reso famosi Neo e Trinity.

Ecco i primi 10 minuti di Matrix Resurrections

In Matrix Resurrections ritorna in un mondo in cui esistono due realtà: la vita quotidiana e ciò che si cela dietro ad essa. Per scoprire se la sua realtà è vera o solo immaginazione e per conoscere realmente se stesso, Thomas Anderson dovrà scegliere di seguire ancora una volta il Bianconiglio. E se Thomas… Neo… ha imparato qualcosa, è che scegliere, sebbene sia un’illusione, è tuttora l’unica via d’uscita, o d’entrata, per Matrix. Ovviamente Neo sa già cosa deve fare, ma cosa ancora non sa è che Matrix è più forte, più sicura e più pericolosa che mai. Déjà vu.

Keanu Reeves ritorna nel ruolo di Thomas Anderson / Neo, l’uomo salvato da Matrix per diventare il salvatore dell’umanità, che dovrà scegliere ancora una volta quale strada seguire.

Carrie-Anne Moss torna nei panni dell’iconica guerriera Trinity… o è forse Tiffany? Una moglie di periferia e madre di tre figli con un debole per le moto superpotenti.

Yahya Abdul-Mateen II (Candyman, la franchise di Aquaman) interpreta il saggio e mondano Morpheus che come sempre funge da guida per Neo mentre raggiunge il suo più grande obiettivo in un viaggio singolare alla scoperta di se stesso.

Jessica Henwick (La serie TV Iron Fist, Star Wars: Il risveglio della Forza) nel ruolo dell’hacker Bugs, il proverbiale Bianconiglio alla ricerca dell’eletto che ha sacrificato se stesso per salvare l’umanità. Bugs è disposta a correre ogni rischio necessario alla ricerca della leggenda che idolatra.

Jonathan Groff (Hamilton, la serie TV Mindhunter), interpreta Smith, il socio in affari di Thomas Anderson: un tipo aziendale scaltro e sicuro di se con un fascino spensierato, un sorriso disarmante e un occhio ai profitti, tutto ciò che il Signor Anderson non è.

Neil Patrick Harris (Gone Girl), nel ruolo dell’Analista, il terapista di Thomas che lavora a stretto contatto con il suo paziente per comprendere il significato dietro i suoi sogni e distinguerli dalla realtà.

Priyanka Chopra Jonas (La serie TV Quantico) interpreta Sati, una giovane donna con una saggezza che smentisce la sua età e un’abilità nel vedere la verità, non importa quanto torbide siano le acque.

Jada Pinkett Smith (Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen, la serie TV Gotham) ritorna nel ruolo di Niobe, l’agguerrita Generale che un tempo lottò per la sopravvivenza di Zion e che ora si occupa del benessere del suo popolo con un fuoco familiare negli occhi nonostante nutra un senso di scetticismo e diffidenza verso il ritorno di Neo.

Lana Wachowski ha diretto il film da una sceneggiatura di Wachowski & David Mitchell & Aleksander Hemon, basato sui personaggi creati dalle sorelle Wachowski. Il film è stato prodotto da James McTeigue, Lana Wachowski e Grant Hill. I produttori esecutivi sono Garrett Grant, Terry Needham, Michael Salven,Karin Wachowski, Jesse Ehrman e Bruce Berman.

Il team creativo scelto da Wachowski dietro le quinte comprende i collaboratori di “Sense8”: i direttori della fotografia Daniele Massaccesi e John Toll, gli scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore Joseph Jett Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli effetti visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom Tykwer.

La Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Village Roadshow Pictures e Venus Castina Productions, Matrix Resurrections. Il film è distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures.

Ghosts: il corto con le musiche di RONE, scritto da Spike Jonze e diretto da (LA)HORDE

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Esce oggi GHOSTS: il corto con la colonna sonora di RONE e la sceneggiatura di Spike Jonze diretto da (LA)HORDE. Un museo dalle atmosfere oniriche, corpi che danzano, la musica che accompagna come un’ombra l’energia cinetica, contenuta e crescente. Esce oggi “Ghosts”, il cortometraggio in cui si incontrano una coalizione di artisti all’apice dei rispettivi ambiti. 

La colonna sonora è firmata infatti dall’acclamato compositore e produttore francese Rone, fresco della pubblicazione di “Les Olympiades”, la colonna sonora composta per l’omonimo film di Jacques Audiard in nomination ai Premi César 2022. La sceneggiatura è di Spike Jonze, voce vitale e innovativa della cultura statunitense fin dagli anni ’90, iconico regista di videoclip e film di culto tra cui “Essere John Malkovich” e “Lei”, con cui si è aggiudicato l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. La direzione infine arriva dal pionieristico collettivo di danza (LA)HORDE, con la performance dei ballerini del Balletto Nazionale di Marsiglia.

Ambientata e girata al Museo di Belle Arti del Palais Lonchamp a Marsiglia, la sceneggiatura di Jonze segue un’unica protagonista mentre incontra un cast di personaggi apparentemente invisibili, tutti intrappolati all’interno del grande edificio deserto.

Muovendosi – dapprima esitante – nello spazio, la protagonista passa dalla solitudine e dalla fisicità minacciosa a stati di estasi e intimità. Il film si conclude quando la guardia notturna esce dal museo all’alba, indemoniata, svelando all’improvviso la separazione tra fantasia e realtà.

Forse in modo non convenzionale, la coreografia di (LA)HORDE non è stata creata per adattarsi a nessuna colonna sonora, mentre la musica di Rone è stata composta appositamente per accompagnare il filmato. La colonna sonora sembra essere emanata direttamente dai corpi dei ballerini, attraverso un crescendo di energia che si chiude in un picco finale esaltante. Organici e tattili, i suoni diventano arti invisibili che pettinano l’aria vuota.

Oltre a una nuova sfida, “Ghosts” ha offerto a Rone un’opportunità unica per lavorare al fianco di Spike Jonze, che l’artista definisce “un idolo della mia adolescenza”.

Con questo progetto prosegue dunque la collaborazione di (LA)HORDE con Rone, già consolidato in “Room With A View”, lo spettacolo del 2020 al Théâtre du Châtelet di Parigi, e vede il collettivo di danza estendere la sua continua esplorazione artistica di rivolta e ribellione attraverso la lente del movimento.

RONE

Rone è uno dei principali artisti della scena elettronica francese e internazionale, protagonista sia come dj e performer in consolle che come producer e compositore in studio. Al secolo Erwan Castex, il suo ultimo progetto discografico è “Les Olympiades”: la colonna sonora composta per l’omonimo film di Jacques Audiard uscita a gennaio per InFiné. È in nomination ai Premi César 2022 come “Migliore colonna sonora”, premio già conquistato l’anno scorso con il film “Night Ride”. Ha dimostrato da sempre un’eclettica capacità di coniugare la sua musica con altre forme d’arte come la letteratura, con Alain Damasio; la fotografia, con Stéphane Couturier; e la danza contemporanea con il collettivo (La)Horde. Per il cinema, ha composto le colonne sonore di Vladimir Mavounia-Kouka per il film d’animazione “La Femme à cordes” (2010), “La Bête” (2014) e “I Want Pluto to be a planet again” (2016). Nel 2015 è stato il primo musicista a pubblicare un videoclip in VR per il suo brano Quitter la ville. Nel 2020 ha composto la colonna sonora di LA NUIT VENUE (Night Ride) di Frédéric Farrucci.

SPIKE JONZE

Regista e sceneggiatore, Spike Jonze è voce vitale e innovativa della cultura statunitense fin dagli ’90. Firma video musicali iconici per artisti quali Beastie Boys e Björk, e raggiunge il grande pubblico con il film cult “Essere John Malkovich” (1999) e “Lei” (2013, titolo orginale “Her”), con cui si aggiudica il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Da allora Jonze continua a diffondere il suo talento impegnandosi su vari progetti: teatro, spot pubblicitari, video musicali.

(LA)HORDE

(LA)HORDE è un collettivo di danza fondato nel 2013 dai tre artisti: Marine Brutti, Jonathan Debrouwer e Arthur Harel. Insieme mettono in discussione i codici di varie discipline artistiche, concentrandosi in particolare sull’arte contemporanea dal vivo e le arti performative. A capo del Balletto Nazionale di Marsiglia da settembre 2019, hanno creato opere coreografiche, film, installazioni video e performance che si evolvono sempre attorno al corpo in movimento. Dall’interazione e dalla giustapposizione dei diversi media, si sviluppano scenari e azioni che riprendono temi e interrogativi radicalmente contemporanei.

The Continental: nuovi ingressi al cast della serie su John Wick

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The Continental: nuovi ingressi al cast della serie su John Wick

STARZPLAY, il servizio streaming premium internazionale di STARZ, ha annunciato il cast aggiuntivo per la serie-evento speciale in tre parti The Continental,  adattamento del franchise cinematografico di successo della Lionsgate John Wick, in arrivo su STARZPLAY in Europa, America Latina e Giappone e su STARZ negli Stati Uniti e Canada. La serie-evento è prodotta per STARZ da Lionsgate Television.

  • Ray McKinnon nei panni di “Jenkins”
  • Katie McGrath nei panni di “Il Giudice”
  • Adam Shapiro nel ruolo di ‘Lemmy”
  • Mark Musashi e Marina Mazepa nei panni degli assassini “Hansel & Gretel”

Gli attori si uniscono al cast precedentemente annunciato: Colin Woodell, nel ruolo del protagonista “Winsotn Scott”, una versione giovane dell’iconico personaggio del franchise cinematografico John Wick, le cui origino sono raccontate attraverso questa serie-evento; Hubert Point-Du Jour nel ruolo di “Miles”, Jessica Allain come “Lou”, Mishel Prada come “KD”, Nhung Kate nel ruolo di “Yen”, Mel Gibson nel ruolo di “Cormac” e Ben Robson come “Frankie”, Peter Greene nel ruolo di “Zio Charlie,” Ayomide Adegun cime “Charon” e Jeremy Bobb nei panni di  “Mayhew.”

The Continental esplorera le origini del Continental – l’hotel per assassini – fulcro del mondo di John Wick, attraverso lo sguardo e le azioni di un giovane Winston Scott. Mentre viene trascinato nella New York infernale del 1975, dove affronta un passato che pensava di essersi lasciato alle spalle, Winston segue un percorso letale attraverso il misterioso mondo sotterraneo di New York nel tentativo straziante di impossessarsi dell’iconico hotel, punto d’incontro dei criminali più pericolosi del mondo.

The Continental è un adattamento della saga cinematografica della Lionsgate scritta da Derek Kolstad, John Wick. I produttori esecutivi Greg Coolidge (Wayne, Un poliziotto in prova) e Kirk Ward (The Turkey Bowl, Wayne) sono autori e showrunner.

Il produttore esecutivo Albert Hughes (The Good Lord Bird – La storia di John Brown, Codice Genesi)dirigerà gli episodi “Prima Notte” e “Terza Notte” ed è produttore esecutivo di tutti e tre; Charlotte Brändström (Il Signore degli Anelli, The Witcher) dirigerà l’episodio “Seconda Notte”; Basil Iwanyk ed Erica Lee, Chad Stahelski, Derek Kolstad, David Leitch, Shawn Simmons, Paul Wernick, Rhett Reese e Marshall Persinger della Thunder Road Pictures saranno anche produttori esecutivi.

La saga di John Wick comprende tre film di successo, che hanno incassato oltre 600 milioni di dollari al botteghino mondiale, con ogni capitolo che ha quasi raddoppiato il precedente. John Wick 4 sarà nei cinema nel 2023.

The Batman, i nuovi character poster: dove sono Alfred e Gordon?

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The Batman, i nuovi character poster: dove sono Alfred e Gordon?

È stata rilasciata una nuova serie di poster di personaggi internazionali per The Batman, che offrono uno sguardo nuovo al Cavaliere Oscuro, Catwoman, L’Enigmista e “Oz”, alias Il Pinguino.

Un personaggio che ancora una volta non riesce a ricevere i riflettori di in Character Poster è Alfred Pennyworth di Andy Serkis. Sia lui che Jim Gordon sono stati messi da parte nella campagna di marketing del film, con la Warner Bros. che ha invece deciso di mettere in evidenza i quattro personaggi che compaiono nei poster di seguito.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Spider-Man 2: ecco come sarebbe dovuto essere Lizard nel film del 2004

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La trilogia di Spider-Man di Sam Raimi ha visto il Peter Parker di Tobey Maguire combattere Green Goblin, Doctor Octopus, Venom e Sandman (oltre al secondo Green Goblin che non è certo piacevole ricordare). L’Avvoltoio e la Gatta Nera avrebbero dovuto apparire in Spider-Man 4, ma quando il franchise è stato riavviato con The Amazing Spider-Man, l’eroe, ora interpretato da Andrew Garfield, si confronta con The Lizard.

Rhys Ifans ha interpretato quella versione del cattivo – e ha ripreso il ruolo in Spider-Man: No Way Home – ma Dylan Baker era il Curt Connors originale del grande schermo, previsto per Spider-Man 2.

Il concept artist Constantine Sekeris si è recentemente rivolto ad ArtStation per condividere alcuni lavori che ha fatto su Spider-Man 2 e, come si può vedere, tra questi c’è anche Lizard. Progettato nel modo in cui poteva apparire il personaggio sullo schermo, non siamo sicuri di come gli effetti visivi del 2004 avrebbero reso questa immagine, ma sarebbe stato fantastico vederlo sullo schermo.

Molti fan speravano che Lizard sarebbe apparso in una versione revisionata in Spider-Man: No Way Home, ma non sembrava davvero migliore sullo schermo rispetto a quello del 2012. Sembra improbabile che i Marvel Studios riproporranno il cattivo nella prossima trilogia, anche se c’è sempre la possibilità che possa apparire altrove poiché la Sony Pictures ha molti film spin-off in varie fasi di sviluppo.

Di seguito i concept di Lizard, come sarebbe dovuto apparire nel film del 2004:

The Batman, dettagli che giustificano il rating del film PG-13

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The Batman, dettagli che giustificano il rating del film PG-13

Sapevamo già che The Batman avrebbe portato l’iconico vigilante della DC Comics lungo una strada piuttosto oscura, ma sembra che il prossimo film di Matt Reeves sarà ancora più cupo del previsto.

La MPAA aveva già annunciato ufficialmente a gennaio che il film sarà classificato PG-13 per “forte violenza, contenuto inquietante, contenuto di droga, linguaggio forte e materiale allusivo”, ma il suo equivalente britannico, la British Board of Film Classification, ha ora condiviso molto di più nello specifico di quelle che saranno le scene “inquietanti” presenti nel film.

Attenzione, seguono leggeri spoiler di The Batman

The Batman conterrà: “Persone in stato di terrore e angoscia dopo essere state poste in elaborate trappole mortali”, così come “minacce con armi e atti di terrorismo”. Vedremo anche “sparatorie, scazzottate, elettrocuzioni e sequenze in cui le persone vengono ripetutamente picchiate. Occasionalmente si vedono sangue e dettagli di ferite. Sulle scene del crimine vengono trovati corpi mutilati e si vede un pollice mozzato”.

Ci sarà anche “un linguaggio forte poco frequente (“fuck”) così come termini più miti tra cui ‘prick’, ‘dick’, ‘fricking’, ‘bastard’, ‘son of a bitch’, ‘shit’, ‘God’, ‘hell’, ‘Jesus’ e ‘Christ’. I riferimenti sessuali moderati, già citati dalla MPAA, includono “una sequenza in cui un uomo guarda una donna che si cambia i vestiti attraverso la sua finestra. Si fa riferimento al suicidio e alla salute mentale. Si vedono persone che somministrano una droga illegale senza nome”.

Le precedenti rappresentazioni di Batman sono state ovviamente piuttosto violente (la versione di Ben Affleck che marchiava a fuoco i criminali, per esempio), ma sembra davvero che il film di Reeves spingerà i confini di quella classificazione PG-13.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Charlie Cox racconta quando è stato chiamato per Spider-Man: No Way Home

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Dopo anni di incertezze e voci relative al potenziale ritorno di Charlie Cox nei panni di Matt Murdock nel Marvel Cinematic Universe, alla star della serie Daredevil è stata data l’opportunità di riprendere il ruolo per una breve scena in Spider-Man: No Way Home.

Insieme ai ritorni di Tobey Maguire e Andrew Garfield nei panni di “Variant” Spider-Men, la parte di Cox nel film è trapelata in anticipo, ma l’attore è stato comunque costretto a mentire sul suo coinvolgimento durante le interviste. Ora, Cox ha rivelato esattamente quando ha ricevuto la chiamata da Kevin Feige e sembra che abbia dovuto mantenere il suo segreto per poco meno di un anno intero.

“Ho ricevuto la chiamata a metà del blocco, nell’estate del 2020, e abbiamo girato Spider-Man nel marzo del 2021… quindi ho dovuto tenerlo segreto per quasi un anno. Quindi sì, è stato intenso”, ha detto l’attore a HeyUGuys . “È un sollievo poterne parlare. Sai, ricevere quella telefonata è stato un momento che mi ha cambiato la vita, davvero. Il mio coinvolgimento con quel personaggio e l’MCU era morto e sepolto, non avevo sentito nulla per un un paio d’anni e così sono andato avanti. È stato incredibilmente inaspettato e di punto in bianco”.

Prima che il capo dei Marvel Studios si rivolgesse ufficialmente a Charlie Cox, Kevin Feige è andato a vederlo in una commedia in cui si stava esibendo con la star di Loki, Tom Hiddleston, e non ha mai menzionato la possibilità che l’attore tornasse come Daredevil.

“Ho fatto uno spettacolo nel 2019 con Tom Hiddleston e Kevin Feige è venuto a vedere il nostro spettacolo. E, sai, gli ho stretto la mano e gli ho detto ciao e lui ha detto quanto gli è piaciuto lo spettacolo. Mai menzionato Daredevil o altro. Quindi ho scoperto che è anche un ottimo bugiardo (ride).”

Non sappiamo ancora quando rivedremo Cox nei panni di Murdock/L’Uomo senza paura, ma si dice che apparirà in diversi show Disney+ in arrivo prima di ottenere la sua serie o il suo lungometraggio da solista.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Mission: Impossible 7 e 8 saranno gli ultimi capitoli del franchise

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Tom Cruise compie missioni impossibili da molti anni ormai, e anche se l’attore non mostra segni di rallentamento a 59 anni, tutte le cose belle hanno una fine. Sembra abbastanza sicuro, infatti, che Mission: Impossible 7 e 8 saranno gli ultimi due episodi del franchise.

Variety ha pubblicato un pezzo sul caos che il COVID-19 ha provocato con la produzione di Mission: Impossible 7, e in questo articolo si afferma che “il piano è che il settimo e l’ottavo film servano come commiato per il personaggio di Cruise, Ethan Hunt”, e come “culmine dell’intera serie”.

Il franchise potrebbe continuare senza Hunt, ovviamente, ma sembra che Paramount Pictures e Skydance potrebbero benissimo considerare MI8 come l’ultima puntata del franchise a mega budget.

È anche venuto alla luce che il prossimo film si concluderà “con un cliffhanger” e Cruise “vuole assicurarsi che il passaggio tra i due film sia senza soluzione di continuità”. Questo è uno dei motivi principali per cui entrambi i film sono stati recentemente posticipati, Mission: Impossible 7 spostato dal 30 settembre 2022 al 14 luglio 2023, Mission: Impossible 8 il 28 giugno 2024 invece del 7 luglio 2023 .

Si dice che Cruise voglia finire le riprese dell’ottavo film prima dell’uscita del settimo, quindi la produzione di MI8 dovrebbe iniziare molto presto in Sud Africa.

Spider-Man 4: i cambiamenti necessari per renderlo spettacolare

Spider-Man 4: i cambiamenti necessari per renderlo spettacolare

Spider-Man: No Way Home ha fatto la storia: è uno dei fllm più visti di sempre. Il film ha concluso una trilogia d’estremo successo per la Marvel. Con Jon Watts che si sta preparando per passare alla franchigia dei Fantastici Quattro e Tom Holland che ha parlato di voler prendere una pausa dall’Uomo Ragno, ci si chiede cosa ne sarà dello Spidey MCU.

È già stato annunciato che ci sarà un nuovo capitolo, uno Spider-Man 4 che probabilmente sarà il primo capitolo di una trilogia nuova. Come per ogni novità, si spera che il film sappia conservare storie e personaggi dei precedenti capitoli che ci sono piaciuti, ma che abbia anche una buona dose di cambiamenti: ecco sette modifiche che apporterebbero ancora più fama all’eroe MCU.

Fare diventare grande Spider-Man

Spider-man-grandeFar tornare Peter Parker al liceo è stata una scelta sensata per l’MCU, ma, dopo tre film, è ora di fare crescere Spidey. Un passo è già stato fatto: in No Way Home Peter è finalmente arrivato al college.

Con l’allontanamento di Tom Holland dal personaggio, Spider-Man 4 potrebbe puntare su un volto più adulto per l’interpretazione dell’eroe. Con un balzo temporale, potremmo ritrovarci sullo schermo un Peter Parker più in linea con la controparte dei fumetti, magari nei panni di un insegnante di liceo che si incrocia con il giovane Miles Morales

Gestire meglio il ”Senso di ragno”

Spider-ManFar From Home aveva mostrato quanto potesse essere cruciale per l’eroe lo Spider-SenseSenso di Ragno, potere speciale che, se usato correttamente, gli permette di migliorare le prestazioni in lotta. Non è stato così in Spider-Man: No Way Home, cosa che ha creato confusione.

È giunto il momento che la Marvel chiarisca veramente se il proprio Spidey ha un vero e proprio Senso di Ragno o se si tratta di una versione ridotta rispetto al sistema d’allarme che tutti conosciamo dai fumetti.

Esplorare meglio i personaggi attorno a Spider-Man

bob-macneilSe nei prossimi capitoli la Marvel rimarrà in linea con il finale di No Way Home, servirà un nuovo cast di supporto attorno a Spider-Man. Come sappiamo, il mondo intero, dagli amici ai compagni di scuola, ha dimenticato l’identità segreta di Peter Parker.

Tra i personaggi nuovi potrebbero esserci tutti quelli legati alla polizia di New York, da Jean DeWolff a Yuri Watanabe e Carlie Cooper. Questi soggetti sicuramente scuoterebbero lo status quo di Spidey in modo non indifferente, specialmente considerando che in No Way Home l’eroe era visto come una minaccia dalla polizia.

Oltre a esplorare maggiormente i rapporti tra Spidey e la NYPD, ci piacerebbe vedere una nuova compagna per l’eroe del prossimo Spider-Man: sarà il turno di Gwen Stacy o, ancora meglio, dell’eccitante Black Cat/Felicia Hardy?

Realizzare un Costume Nero degno di nota

Spider-ManSpider-Man e Venom non si sono mai incrociati in No Way Home: Eddie Brock di Tom Hardy è stato confinato in una scena post-credits e non ha mai condiviso la scena con Tom HollandVenom ha però lasciato nel mondo di Spidey un pezzo del suo simbionte, cosa che permetterebbe a Peter di ottenere il suo costume nero.

Una scena post-credits del genere non può che aprire una nuova parentesi. Sarebbe una variazione rispetto ai fumetti, ma Peter potrebbe, per esempio, essere esposto alla tuta aliena in un laboratorio in cui si trova a lavorare. Potremmo vedere Spidey che, una volta ottenuto il costume e i poteri potenziati, prende un percorso oscuro, prima di ritornare dai i suoi vecchi amici e ripristinare la sua vita.

Scoprire la storia alle origini di Spider-Man

Spider-ManNon è sicuramente una novità per i fan, ma la storia delle origini di Spider-Man si merita un racconto da parte dell’MCU. C’è ancora molto da dire sul rapporto tra Peter e suo zio Ben, ma anche sul morso del ragno – che, tra l’altro, non si è capito se fosse radioattivo o geneticamente modificato.

Ci sono tanti dettagli che, anche se apparentemente irrilevanti ai fini della storia, ci dicono molto su Peter come persona. Se nella prossima trilogia dobbiamo incontrare personaggi come Miles Morales, Ezekiel e Silk, allora potrebbe essere il momento perfetto per affrontare almeno il discorso del morso di ragno.

Farci vedere di più del Daily Bugle

The Daily BugleIn Far From Home, la MCU finalmente ha abbracciato il personaggio di The Amazing Spider-Man J. Jonah Jameson, anche se non nel modo previsto dalla maggior parte dei fan. Nel film, il caporedattore del Daily Bugle, giornale fittizio di New York, conserva rancore nei confronti del supereroe.

Ci aspettiamo che l’ostilità si intensifichi in Spider-Man 4 e nella prossima trilogia. Sarebbe divertente vedere Peter – dimenticato da Jonah – che lavora al Daily Bugle, e cattura filmati di Spidey per il giornale. Dover sopportare Jonah sarebbe un ottimo esempio di quel buon Peter noto al pubblico.

Preparare la scena per i Sinistri 6

Spider-ManMarvel e Sony Pictures hanno fatto una scelta azzardata con No Way Home: riunire i tre Spider-Man del Multiverso ma senza farli scontrare con i Sinistri 6. Nel film c’erano cinque criminali, ma non erano una squadra.

Possiamo solo supporre che il piano sia quello di portare i Sinistri 6 nei prossimi capitoli di Spider-Man. La nuova trilogia potrebbe iniziare proprio con la squadra dei più grandi nemici di Spidey che arrivano nel suo mondo per farlo fuori una volta per tutte. Unire Mysterio, L’Avvoltoio, Scorpione, Kraven il Cacciatore, Camaleonte, l’Hobgoblin con un mix di nuovi criminali potrebbe facilmente portare Peter ad affrontare la sua più grande sfida.

Beverly Hills Cop: trama, cast e sequel del film con Eddie Murphy

La trilogia cinematografica di Beverly Hills Cop è una delle più apprezzate di sempre, in particolare per la sua capacità di mescolare crime e commedia in modo originale e brillante. Con guadagni elevatissimi in tutto il mondo, i film della serie si sono affermati come veri e propri cult, merito soprattutto dell’indomabile protagonista Alex Foley, interpretato dall’attore Eddie Murphy. Il primo film, Beverly Hills Cop – Un piedipiatti a Beverly Hills, uscito nel 1984 e diretto da Martin Brest, è ancora oggi considerato un punto di svolta nella carriera dell’interprete, avendo contribuito in modo decisivo alla sua popolarità mondiale. Nel 2000 è inoltre stato inserito al 63° posto tra le 100 migliori commedie statunitensi mai realizzate.

L’idea nacque dal produttore Don Simpson, della Paramount. Questi desiderava dar vita al personaggio di un poliziotto che si trovava a dover indagare su un omicidio nella zona di Beverly Hills. Inizialmente, il progetto doveva essere intitolato Beverly Drive, ma dopo diverse riscritture della sceneggiatura assunse il titolo con cui oggi è divenuto celebre. Con un budget di soli 15 milioni di dollari, il film si rivelò un successo inaspettato, arrivando ad un guadagno di circa 316 milioni di dollari. Venne inoltre nominato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, e ai Golden Globe per il miglior film e il miglior attore.

Un simile successo spinse la produzione a mettere in cantiere altri due sequel. A distanza di anni ancora si parla della possibilità di dar vita ad un quarto capitolo della serie. Negli ultimi tempi la volontà dei produttori sembra essere divenuta più concreta, con anche Murphy dichiaratosi pronto a riprendere il ruolo. Prima di intraprendere una visione del primo capitolo, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi due sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Beverly Hills Cop: la trama del film

Protagonista assoluto è Axel Foley, poliziotto dalle ottime capacità ma poco incline a seguire le regole del suo mestiere. Questi è inoltre amico da sempre con Michael Tandino, un piccolo ladruncolo con problemi con la giustizia. Durante una serata insieme, i due si ritrovano improvvisamente aggrediti da due misteriosi killer, i quali finiscono con l’uccidere Michael. Foley desidera rendere giustizia all’amico, e chiede che gli venga affidato il caso. Il suo obiettivo è infatti quello di scoprire perché il suo amico sia stato ammazzato e cosa si nasconda dietro tale vicenda. Il suo capo, l’ispettore Todd, decide però di affidare l’indagine ad un altro poliziotto, convinto che Foley sia troppo coinvolto a livello personale per essere obiettivo e lucido.

Insoddisfatto, il poliziotto decide allora di prendersi alcune settimane di vacanza. Con questa scusa, si reca in California, a Beverly Hills, per indagare in proprio sulla faccenda. Qui ritrova una vecchia amica d’infanzia, Jenny, la quale gli rivela che Michael era stato assunto come custode della galleria d’arte di un certo Victor Maitland. Foley decide allora di iniziare ad indagare su costui, ma si ritrova ben presto arrestato con l’accusa di aggressione. Per evitare che possa cacciarsi nuovamente nei guai, l’ispettore Todd affianca a Foley l’ingenuo poliziotto alle prime armi Billy Rosewood e il burbero e anziano sergente John Taggart. Questo non lo fermerà però dal voler ricercare la verità, continuando così ad indagare a costo della propria incolumità.

Beverly Hills Cop cast

Beverly Hills Cop: il cast del film

Oggi sarebbe impensabile immaginare il personaggio del poliziotto Alex Foley con un volto diverso da quello di Murphy. Eppure, questi non fu la prima scelta per il ruolo, che anzi era pensato per un attore bianco. I primi attori contattati furono Mickey Rourke e Sylvester Stallone, i quali rifiutarono entrambi per diversi motivi. A questo punto entrò in gioco Eddie Murphy, il quale fino a quel momento aveva girato solo i film 48 ore e Una poltrona per due. Venuto a conoscenza della sceneggiatura del film, l’attore espresse il suo interesse a recitare il ruolo nel protagonista. Dopo un incontro con i produttori, questi riscrissero il personaggio di Foley affinché potesse adattarsi meglio alla personalità di Murphy. A sole due settimane dalle riprese, il film trovò così il suo protagonista. Durante la lavorazione, l’attore improvvisò molte delle sue battute.

Accanto a lui, nei panni di Jenny Summers, vi è l’attrice Lisa Eilbacher, divenuta nota grazie a questo film e a Ufficiale e gentiluomo. Michael Tandino, l’amico ucciso di Alex, ha invece il volto di James Russo. Di particolare rilievo sono gli agenti Billy Rosewood e John Taggart, interpretati rispettivamente da Judge Reinhold e John Aston. Entrambi torneranno poi anche per i successivi film della trilogia. Steven Berkoff, recentemente visto nella serie Vikings, ricopre il ruolo del misterioso Victor Maitland, possessore di una galleria d’arte. È inoltre presente anche Jonathan Banks, celebre per aver dato vita al personaggio di Mike Ehrmantraut nelle serie Breaking Bad e Better Call Saul. Questi ricopre qui il ruolo di un letale scagnozzo di Victor.

Beverly Hills Cop: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, sono poi stati realizzati due sequel, rispettivamente nel 1987 (qui la scheda di approfondimento) e nel 1994 (qui la scheda di approfondimento) . Nel primo, Foley è impegnato nella ricerca dei responsabili del collega Andrew Bogomil, mentre nel secondo si trova a dover fare i conti con l’assassinio del suo storico capo, l’ispettore Douglas Todd. Pur non ottenendo l’apprezzamento avuto dal primo, i successivi capitoli riuscirono ugualmente a dar vita a buoni incassi, che portarono il guadagno complessivo della trilogia ad un totale di 735 milioni di dollari, a fronte di un budget complessivo di 110. Merito di ciò è anche la presenza costante di Murphy, mattatore imprescindibile della saga.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire di Beverly Hills Cop grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 8 febbraio alle ore 23:35 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

10 film da vedere a San Valentino se detesti le commedie romantiche

Il giorno di San Valentino si sta avvicinando, il che significa appuntamenti tra fidanzati o amici, una cena e possibilmente un film da gustarsi assieme. Dopo decenni di inesauribili e sdolcinate commedie romantiche, tuttavia, è piuttosto prevedibile che si desideri qualcosa di diverso da guardare.

Per tutti i (non) appassionati di rom-com, ci sono davvero diverse opzioni che non rientrano in questa categoria, eppure sono ottimi film per San Valentino. Che si tratti di una trama sensuale, un horror alimentato dall’amore o un indie fuori dagli schemi, ecco i film perfetti per godersi questo V-Day!

Into The Dark: My Valentine (2020)

San Valentino filmQualche anno fa, è uscita su Hulu una serie di film incentrata ciascuno su una diversa festività, dal 4 luglio a Capodanno. In occasione di San Valentino è stato rilasciato My Valentine, una storia su una cantante pop, truffata dal suo ex fidanzato, che si è appropriato della sua musica e immagine, con l’intenzione di trasferirle alla sua nuova pupilla….ma rimarranno tutti e tre bloccati nella location del concerto il giorno di San Valentino.

Un film dell’orrore che ruota attorno a un periodo di vacanza è sempre un’ottima scelta per chi vuole qualcosa di completamente opposto a una commedia romantica, ma desidera comunque percepire l’atmosfera festiva. Inoltre, la suspense e i potenziali jump-scares forniscono la migliore opportunità per coccolarsi…

Eyes Wide Shut (1999)

eyes wide shutIn quanto uno dei thriller erotici con il punteggio più alto su IMDb, Eyes Wide Shut è sicuramente un validissima alternativa per passare al meglio la serata degli innamorati. A seguito di una sconvolgente rivelazione da parte di sua moglie, il dottor William Hartford esce per schiarirsi le idee e accetta impulsivamente di andare ad una festa dissoluta che farebbe arrossire il Marchese De Sade.

Il capolavoro di Kubrick riuscirà sicuramente a rendere più piccante la nottata, grazie all’atmosfera creata dalla sua fotografia splendidamente erotica e il suo intreccio narrativo assolutamente intrigante.

Scott Pilgrim Vs The World (2010)

Scott Pilgrim vs. The World filmAnche se Scott Pilgrim è un film ricordato per una buona dose di momenti topici che poco hanno a che fare con il genere rom-com, è anche vero che la cornice del film ha essenzialmente a che fare con una storia d’amore. Il film di Edgar Wright vi farà divertire per tutta la serata, con un mix vincente di ironia e azione vorticosa.

Se non volete vedere qualcosa di troppo sdolcinato e intensamente romantico, Scott Pilgrim è la scelta perfetta: evita qualsiasi svolta stucchevole, pur trattando di amore e relazioni.

They Came Together (2014)

They Came Together San ValentinoPer chi vuole passare una serata all’insegna delle risate e allegria, They Came Together è la scelta ideale; si tratta infatti di un film progettato per essere una parodia della tradizione formula della rom-com, il che porta a un effetto esilarante. I protagonisti del film sono Amy Poehler e Paul Rudd, due superstar della commedia, nei panni di Molly e Joel, che raccontano la storia di come si sono incontrati a cena con le loro coppie di amici.

La loro storia presenta tutti i cliché di ogni commedia romantica esistente sulla faccia della terra, e la satira insita alla trama è un ottimo modo per guardare qualcosa di leggero e piacevole nel giorno di San Valentino.

Mr. & Mrs. Smith (2005)

Mr. & Mrs. Smith filmOgni coppia che è stata insieme per un lungo periodo di tempo ha sicuramente immaginato – ammettiamolo – di avere una battaglia a colpi di mitragliatrice con il proprio partner, in qualche momento – e quale modo migliore di veder realizzata questa battaglia se non tra Brad Pitt e Angelina Jolie in Mr. & Mrs. Smith?

Cosa potrebbe essere più divertente di due assassini segreti sposati che sono incaricati di uccidersi a vicenda? Si tratta di un soggetto davvero unico, che tiene gli spettatori incollati allo schermo, senza mai esagerare con il romanticismo.

Orgoglio e pregiudizio (2005)

rosamund-pike-orgoglio-e-pregiudizioCon l’imminente ritorno di Bridgerton alla fine di marzo, ci sono una tonnellata di drammi storici che gli amanti della serie possono godersi questo San Valentino. In effetti, un rewatch di Orgoglio e Pregiudizio potrebbe essere l’occasione perfetta per gli amanti dei film d’epoca per abbracciare una delle storie d’amore del XIX secolo più amate di sempre e godersi il fascino dell’inossidabile Mr Darcy.

Zombieland (2009) / Warm Bodies (2013)

Zombieland san valentinoNiente potrebbe essere più anti-rom-com di un buon vecchio film di zombie; in Zombieland, il focus è più sugli esseri umani e le loro relazioni reciproche, e la buona dose di commedia pungente e grafica appariscente svolge un buon lavoro per allontanarlo dal romanticismo melenso.

Warm Bodies rappresenta un diverso sottogenere di film di zombie; la trama ruota attorno alla storia d’amore zombie/umano e sulle implicazioni morali dell’intera faccenda. Siamo sicuri che qualche lacrimuccia vi scenderà durante la visione…

Misery (1990)

misery non deve morireA volte l’amore può assumere sfumature oscure e sfociare nell’ossessione: questo è esattamente quello che succede quando Annie Wilkes decide di tenere il suo autore preferito prigioniero nella sua baita come vendetta per aver ucciso l’eroina nel suo nuovo libro.

Per chi si dimostra scettico nei confronti del romanticismo e San Valentino, una fangirl ossessionata che cura il suo prigioniero per poi punirlo spietatamente quando lui fa qualcosa di “sbagliato” è la scelta di film migliore per il V-Day.

L’illusionista (2006)

La magia può essere la chiave definitiva per impressionare un pubblico – o, più specificamente, un partner romantico. Questo è esattamente quello che è successo quando Sophie si è innamorata del mago Eisenheim, uno dei personaggi più carismatici interpretato da Edward Norton, in The Illusionist.

The Illusionist mette in scena una storia di amanti sfortunati che vogliono solo stare assieme, anche se gli ostacoli della vita continuano a mettersi in mezzo alla loro relazione; con molti colpi di scena e una narrazione intrigante, The Illusionist ipnotizzerà fidanzati e coppie di amici.

Operator (2016)

Operator ci offre una narrazione incredibilmente ben strutturata su un uomo incaricato di riprogettare il sistema di risposta automatica di un’azienda per la loro linea di assistenza clienti. Decide di usare la voce di sua moglie a causa del suo talento e della sua esperienza nel suo lavoro diurno di receptionist d’albergo; tuttavia, questo non fa altro che ostacolare la loro relazione, dato che lui diventa più legato alla sua IA che all’effettiva moglie.

Questo film si configura come una versione indipendente di Her, ma con una trama più complessa e personaggi più colorati. Umanizza la voce dietro l’IA e analizza come si presenta una relazione idealizzata rispetto a una reale.

Star Trek: Picard 2, trailer ufficiale della seconda stagione

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Prime Video ha diffuso il trailer ufficiale di Star Trek: Picard 2, l’attesa seconda stagione della serie Amazon Original Star Trek: Picard.

La seconda stagione di Star Trek: Picard sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo, eccetto Stati Uniti e Canada, da venerdì 4 marzo. La serie è composta da 10 episodi che saranno rilasciati settimanalmente ogni venerdì. La seconda stagione di Star Trek: Picard porta il leggendario Jean-Luc Picard e il suo equipaggio in un nuovo entusiasmante e coraggioso viaggio: nel passato. Picard deve arruolare nuovi e vecchi amici per fronteggiare i pericoli della Terra del XXI secolo in una disperata corsa contro il tempo per salvare il futuro della galassia e affrontare il duello finale con uno dei suoi più grandi nemici.

Star Trek: Picard 2 vede Patrick Stewart riprendere il suo ruolo iconico di Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: The Next Generation,” e segue questo personaggio iconico nel nuovo capitolo della sua vita. La serie è prodotta da CBS Studios in collaborazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Executive producer della seconda stagione sono Alex Kurtzman, Akiva Goldsman, Terry Matalas, Patrick Stewart , Heather Kadin, Aaron Baiers, Rod Roddenberry, Trevor Roth, Doug Aarniokoski e Dylan Massin. Akiva Goldsman e Terry Matalas sono co-showrunner della seconda stagione. Il cast della seconda stagione di Star Trek: Picard include Patrick Stewart, Alison Pill, Jeri Ryan, Michelle Hurd, Evan Evagora, Orla Brady, Isa Briones, Santiago Cabrera e Brent Spiner. In questa stagione si unisce al cast anche Annie Wersching e special guest come Whoopi Goldberg – che ritorna nei panni di Guinan, il suo amato ruolo in Star Trek: The Next Generation – e John de Lancie. Attualmente è in produzione la terza stagione di Star Trek: Picard.

Star Trek: Picard è disponibile in esclusiva negli Stati Uniti su Paramount+ ed è distribuita da ViacomCBS Global Distribution Group su Prime Video in più di 200 Paesi e territori. In Canada viene trasmessa sul canale di fantascienza CTV di Bell Media e in streaming su Crave.

Star Trek: Picard 2

Star Trek: Picard 2 vede nuovamente Sir Patrick Stewart nell’iconico ruolo di Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: Next Generation”. La serie seguirà le vicende del leggendario personaggio, nel capitolo successivo della sua vita. La serie è prodotta da CBS Television Studios in collaborazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Akiva Goldsman, Terry Matalas, Michael Chabon, Doug Aarniokoski, Dylan Massin, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth sono i produttori esecutivi di questa seconda stagione, Aaron Baiers (Secret Hideout) e Kirsten Beyer sono co-produttori esecutivi. Akiva Goldsman e Terry Matalas saranno i co-showrunner della seconda stagione.

Il cast della seconda stagione di Star Trek: Picard include Patrick Stewart, Alison Pill, Isa Briones, Evan Evagora, Michelle Hurd, Santiago Cabrera, Jeri Ryan, Orla Brady e Brent Spiner. Star Trek: Picard è disponibile in streaming in esclusiva su Paramount+ negli Stati Uniti ed è distribuito in concomitanza dalla ViacomCBS Global Distribution Group su Amazon Prime Video in più di 200 paesi e territori e in Canada, andrà in onda su Bell Media’s CTV Sci-Fi Channel e in streaming su Crave.

Lightyear – La vera storia di Buzz: nuovo trailer, al cinema questa estate!

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La nuova avventura d’azione originale Disney e Pixar Lightyear – La vera storia di Buzz racconta le origini di Buzz Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story. Il film, che arriverà nell’estate del 2022, segue il leggendario Space Ranger in un’avventura intergalattica. “Il mondo di Buzz mi ha sempre entusiasmato” ha affermato il regista Angus MacLane. “In Toy Story, sembrava esserci un’incredibile storia, che viene solo accennata, sul suo essere uno Space Ranger e ho sempre voluto esplorare ulteriormente questo mondo. Quindi il mio punto di partenza per Lightyear – La vera storia di Buzz è stato: ‘Qual è stato il film visto da Andy che gli ha fatto desiderare il giocattolo di Buzz Lightyear?’. Volevo vedere quel film. E ora ho la fortuna di poterlo realizzare”. Nella versione italiana del film, Alberto Malanchino presta la propria voce a Buzz.

Nella versione originale del film, insieme al già annunciato Chris Evans che presta la propria voce a Buzz, Keke Palmer, Dale Soules e Taika Waititi interpretano un gruppo di ambiziose reclute. Peter Sohn presta la propria voce al robot di compagnia di Buzz, Sox. Il cast di voci include inoltre Uzo Aduba, James Brolin, Mary McDonald-Lewis, Efren Ramirez e Isiah Whitlock Jr. “Il cast di Lightyear – La vera storia di Buzz è davvero una squadra da sogno”, ha dichiarato MacLane. “Ciascuno degli interpreti si è subito calato nel suo personaggio, dandoci la possibilità di giocare un po’ durante le sessioni di registrazione. Questo ha portato a una specificità che ha alzato il livello e dato maggiore profondità alle relazioni tra i personaggi. È stato un privilegio lavorare con un cast così generoso e di talento”.

Il premiato compositore Michael Giacchino, che ha firmato le colonne sonore di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up. Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi, Ratatouille, Cars 2, Inside Out, Coco e Gli Incredibili 2. La colonna sonora originale di Lightyear – La vera storia di Buzz di Walt Disney Records sarà disponibile dal 17 giugno 2022.

Lightyear – La vera storia di Buzz è prodotto da Galyn Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).

Oscar 2022: tutte le nomination della 94° edizione

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Oscar 2022: tutte le nomination della 94° edizione

Leslie Jordan e Tracee Ellis Ross hanno annunciato le nomination agli Oscar 2022, l’edizione numero 94 del prestigioso premio.

Ecco le nomination agli Oscar 2022

Miglior attore non protagonista

Migliore attrice non protagonista

Miglior corto d’animazione

  • “Affairs of the Art”
  • “Bestia”
  • “Boxballet”
  • “Robin Robin”
  • “The Windshield Wiper”

Migliori costumi

Miglior cortometraggio

  • “Ala Kachuu – Take and Run”
  • “The Dress”
  • “The Long Goodbye”
  • “On My Mind”
  • “Please Hold”

Migliore colonna sonora

Miglior suono

Migliore sceneggiatura adattata

Miglior sceneggiatura originale

Miglior attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Miglior film d’animazione

Migliore fotografia

Miglior documentario

  • “Ascension”
  • “Attica”
  • “Flee”
  • “Summer of Soul (…Or, When The Revolution Could Not Be Televised)”
  • “Writing With Fire”

Miglior corto documentario

  • “Audible”
  • “Lead Me Home”
  • “The Queen of Basketball”
  • “Three Songs for Benazir”
  • “When We Were Bullies”

Miglior montaggio

Miglior film internazionale

Miglior trucco e parrucco

Migliore canzone originale

  • “Be Alive” (“King Richard”), Beyoncé Knowles-Carter, Dixson
  • “Dos Oruguitas” (“Encanto”), Lin-Manuel Miranda
  • “Down to Joy” (“Belfast”), Van Morrison
  • “No Time to Die” (“No Time to Die”), Billie Eilish, Finneas O’Connell
  • “Somehow You Do” (“Four Good Days”), Diane Warren

Miglior scenografia

Migliori effetti visivi

Miglior regia

Miglior Film

Madame Web: 5 dettagli sul personaggio

Madame Web: 5 dettagli sul personaggio

Dopo l’immenso successo di Spider-Man: No Way Home, la Sony Pictures non vuole di certo abbandonare la nave Marvel. L’universo Spider-Man della Sony è in continua espansione, insieme al mondo MCU: per il 2022 ci sono già in programma due nuovi grandi opere, Morbius e il film animato Spider-Man: Across the Spider-Verse. La notizia sul mondo dell’Uomo Ragno che echeggia in questi giorni riguarda però un personaggio secondario: Madame Web. Pare che sarà l’attrice Dakota Johnson ad interpretare Cassandra in uno dei prossimi spin-off su Spider-Man.

Scopriamo ora qualche dettaglio in più sul personaggio: qui di seguito troverete 5 curiosità su Madame Web, dalla storia, ai poteri, fino al futuro dell’eroina.

Chi è Madame Web e quali sono i suoi poteri?

madame webCassandra Webb è affetta da una forma di cecità causata dalla miastenia gravis, malattia neuro-degenerativa. Nonostante l’handicap, Madame Web ha delle abilità psichiche che le permettono di vivere come medium, un intermediario tra la vita e la morte. Per spostarsi, Web usa una sedia speciale, progettata dal marito, che funge da supporto vitale.

Madame Web ha legami con la Rete della Vita e del Destino, un modello dell’intero Multiverso che permette di viaggiare tra le realtà. Essendo una chiaroveggente, nei fumetti compare a Peter Parker per fornirgli indicazioni. Visti gli eventi di No Way Home, Webb potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro sul grande schermo di Spider-Man.

C’è più di una Madame Web

madame webCon Dakota Johnson come interprete, probabilmente assisteremo al racconto delle origini di Madame Web. Ma è ancora tutto da vedere: c’è un episodio dei fumetti in cui Webb recupera la sua giovinezza e ottiene l’immortalità attraverso la cerimonia mistica detta ”la Riunione dei Cinque”. Successivamente, in seguito ad uno scontro con il Dottor Octopus e Charlotte Witter, Madame Web perde la sua apparente giovinezza e, in fin di vita, dona i suoi poteri a Julia Carpenter.

Detto ciò, ci aspettiamo una versione di Cassandra Webb ispirata alla sua succeditrice Julia. Non è detto che appariranno entrambe, ma l’unione dei due personaggi fornirebbe a Sony un sacco di scene d’azione per esplorare l’origine del personaggio mentre scopre le sue nuove abilità.

I legami tra le Spider-Woman

spider-womanNei fumetti, Madame Web ha legami con almeno tre Spider-Woman. Jessica Drew non è tra le eroine, ma la figlia di Web, Charlotte Witter, diventa una Spider-Woman malvagia dopo  aver creato una squadra con il Dottor Octopus. Vale anche la pena notare che Web è anche mentore di Mattie Franklin, la terza Spider-Woman. Infine, anche la succeditrice di Cassandra nel ruolo di Madame Web, Julia Carpenter, è una Spider-Woman.

Visti tutti questi collegamenti, Sony potrebbe creare un personaggio live-action che non solo conserva i poteri della Madame Web dei fumetti, ma che è anche in grado di acquisire nuova forza dalle altre eroine.

Chi lavorerà al film con Dakota Johnson?

Dracula-UntoldLa star di Cinquanta Sfumature di Grigio è un ingrediente imprescindibile per il successo dello spin-off: la Sony Pictures ha scelto un volto non indifferente al pubblico per portare sul grande schermo il personaggio di Madame Web. Il team creativo dietro le quinte però non è meno interessante.

S.J. Clarkson è stata scelta per dirigere quello che sarà il suo debutto come regista. L’autrice ha iniziato con la televisione britannica, per poi trasferirsi a Hollywood e lavorare a opere come Dexter e Jessica Jones. Per quanto riguarda gli scrittori, Sony ha scelto il team di Matt Sazama e Burk Sharpless, duo che ha lavorato in precedenza a Dracula Untold, The Last Witch Hunter e Gods of Egypt. La coppia deve aver fatto qualcosa per impressionare lo studio, dal momento che la Sony gli ha ingaggiati anche per Morbius.

Entrare nello Spider-Verso

spider-verseVisto Spider-Man: No Way Home, sarebbe stato facile inserire l’Uomo Ragno dell’MCU negli spin-off della Sony Pictures. Al contrario, l’eroe per ora sembra rimanere all’interno dei Marvel Studios.

Tuttavia, Madame Web è un personaggio che può facilmente dare il via a futuri spin-off. L’eroina potrebbe tuffarsi nello ”Spider-Verso” e consentire a Sony di introdurre ed esplorare più varianti di Spider-Man. Ad esempio, Web sarebbe in grado di portare Spidey di Holland nello stesso mondo di Venom e Morbius o, meglio ancora, arruolare The Amazing Spider-Man di Andrew Garfield per dare una mano a lei nel suo universo. Insomma, ci sono un sacco di possibilità emozionanti e non vediamo l’ora di scoprirle tutte!

UCI Cinemas: arriva la rassegna Rivivi Il Signore degli Anelli

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UCI Cinemas: arriva la rassegna Rivivi Il Signore degli Anelli

Il Circuito UCI Cinemas lancia la rassegna Rivivi Il Signore degli Anelli, che riporta sul grande schermo la saga tratta dai libri di J. R. R. Tolkien: dal 10 al 16 febbraio l’appuntamento è con Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re, il terzo capitolo della saga diretta da Peter Jackson, uno dei tre film più premiati di sempre, che tra i vari riconoscimenti vanta 11 premi Oscar e segna l’epilogo della lotta contro Sauron, il Signore Oscuro. I fan del capolavoro fantasy distribuito da Warner Bros. potranno visitare ancora una volta la Terra di Mezzo, accompagnati da un cast d’eccezione, che vede tra i suoi membri Ian McKellen, Elijah Wood, Viggo Mortensen, Sean Astin, Billy Boyd, Orlando Bloom, Sean Bean, Cate Blanchett, John Rhys-Davies, Hugo Weaving, Christopher Lee e Karl Urban.  

Le multisale che proietteranno Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re dal 10 al 16 febbraio sono: UCI Alessandria (AL), UCI Bolzano (BC), UCI Villesse (GO), UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI Cagliari (CA), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Showville Bari (BA), UCI Certosa (MI), UCI Sinalunga (SI), UCI Curno (BG), UCI Fiume Veneto (PN),  UCI Reggio Emilia (RE), UCI MilanoFiori (MI), UCI Ferrara (FE), UCI Piacenza (PC), UCI Perugia (PG), UCI Casoria (NA), UCI Firenze (FI), UCI Romagna Savignano sul Rubicone (RN), UCI Cinepolis Marcianise (CE), UCI Torino Lingotto (TO), UCI Verona (VR), UCI Lissone (MB), UCI Montano Lucino (CO), UCI Molfetta (BA), UCI Luxe Marcon (VE), UCI RomaEst (RM), UCI Moncalieri (TO), UCI Fiumara (GE), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Parco Leonardo (RM), UCI Orio (BG), UCI Porta di Roma (RM), UCI Bicocca (MI), UCI Catania (CT), UCI Bolzano (BZ), UCI Palermo (PA), UCI Arezzo (AR), UCI Meridiana Casalecchio di Reno (BO), UCI Luxe Palladio (VI) e UCI Luxe Maximo (RM).

Il costo del biglietto è pari a quello previsto per l’intero e il ridotto del giorno. È possibile acquistare i biglietti presso le casse delle multisala coinvolte, tramite App gratuita di UCI Cinemas per dispositivi Apple e Android e sul sito www.ucicinemas.it. I biglietti paper-less acquistati tramite App e i biglietti elettronici acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare la fila alle casse con –FILA+FILM. Il pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite il call center (892.960) e le biglietterie automatiche self-service presenti sul posto. Il biglietto sarà nominativo se acquistato online, mentre presso le biglietterie è previsto un registro nominativo dei clienti, come da regolamento.

Steve McQueen: 10 cose che non sai sull’attore

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Steve McQueen: 10 cose che non sai sull’attore

Steve McQueen è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema con le sue interpretazioni ed è diventato una figura iconica, nel corso del tempo, grazie anche alla sua vita definita spericolata. L’attore ha lavorato sodo per tutta la sua carriera e il pubblico lo ha sempre amato, anche e forse soprattutto dopo la sua morte, proprio per quel sentimento di libertà che esprimeva.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Steve McQueen.

Steve McQueen: i suoi film

1.Ha recitato in celebri film. Il primo vero ruolo al cinema dell’attore si ha in Autopsia di un gangster (1958). Da quel momento recita in Fluido mortale (1958), Sacro e profano (1959), I magnifici sette (1960), L’inferno è per gli eroi (1962), L’inferno è per gli eroi (1962) e La grande fuga (1963). In seguito, lavora in Strano incontro (1963), Cincinnati Kid (1965), Quelli della San Pablo (1966), Il caso Thomas Crown (1968), Bullit (1968) e Le 24 ore di Le Mans (1971). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Papillon (1973), L’inferno di cristallo (1974), Il nemico del popolo (1978), Tom Horn (1980) e Il cacciatore di taglie (1980).

2. È stato anche produttore. L’attore, nel corso della carriera, non ha svolto solo l’attività di attore ma ha sperimentato molto volte anche quella di produttore. Nella fattispecie, McQueen ha lavorato alla produzione dei film Nevada Smith (1966 – non accreditato), Il rally dei campioni (1971), Un nemico del popolo (1978) e Tom Horn.

steve mcqueen

Steve McQueen: chi era sua moglie

3. Si è sposato tre volte. L’attore si è sposato per la prima volta nel 1956, a ventisei anni, con la collega Neile Adams, da cui ha avuto i figli Terry Chad. I due hanno poi divorziato nel 1972. Dopo circa un anno dalla separazione, McQueen si è risposato con un’altra collega, Ali MacGraw, dando vita ad una relazione turbolenta che ha portato al divorzio nel 1978, dopo qualche anno di matrimonio. In seguito, si sposato per la terza ed ultima volta, dieci mesi prima di morire, con la modella Barbara Minty. Tra i vari flirt a lui attribuiti, ci sarebbero quelli con le attrici Lauren Hutton e Barbara Leigh.

Steve McQueen e Barbour

4. Ha ispirato una collezione di giacche. Come noto ai suoi fan, McQueen indossava un abito in cotone cerato Barbour International durante le corse, e quel look iconico ha oggi contribuito a ispirare una nuova linea di giacche, t-shirt e bottoni. La The Steve McQueen Collection è dunque dedicata all’attore e alla sua capacità di rendere iconico tutto ciò che indossava.

Steve McQueen e Persol

5. Occhiali che hanno fatto la storia. Di fatto, Steve McQueen è diventato il volto del marchio Persol. La sua prima apparizione con quelli che sono poi diventati i Persol 714 Steve McQueen, è avvenuta nel 1968, quando l’attore arrivò sul set de Il caso Thomas Crown. Da quel momento quel particolare modello di occhiali è diventato un vero e proprio classico, tanto da essere popolarissimi ancora oggi, sempre legati all’immagine di McQueen.

Steve McQueen: la sua morte

6. È morto a soli 50 anni. L’attore, nel 1979, scoprì di essersi ammalato di tumore alla pleura. Da questo cancro l’attore non è mai riuscito a guarire, tanto da morire in una clinica messicana il 7 novembre del 1980, accanto all’ultima moglie e all’istruttore di volo e amico Sammy Mason. Ventiquattro ore prima gli era stata rimossa chirurgicamente una grossa massa metastatica all’addome. Fu cremato e le ceneri furono disperse nell’oceano Pacifico.

7. Si è esposto per molto tempo all’amianto. Con molta probabilità, a causare il formarsi del tumore è stata la continua esposizione di McQueen all’amianto. Questo materiale era infatti spesso impiegato negli ambienti frequentati da McQueen durante la sua vita (navi, studi cinematografici, ambienti motoristici), ma sembrerebbe essere stato presente anche nelle stesse tute da pilota usate da McQueen durante le sue corse.

Steve McQueen Barbour

Steve McQueen era un pilota

 

8. Un passione esagerata per le corse. Oltre che essere conosciuto per il suo talento recitativo, l’attore è diventato un’icona anche per il fatto di essere un gran amatore della gare automobilistiche, tanto da partecipare in prima persona a diverse competizioni. Tra le più famose ci sono quelle delle 12 ore di Sebring e Le 24 di Le Mans.

9. Una vita spericolata. Spesso è così che viene definita la vita dell’attore e non solo in merito al suo carattere turbolento, ma anche in riferimento al fatto che è stato molte volte stuntman di se stesso. Egli, infatti, preferiva fare a meno delle controfigure, e ciò è avvenuto per molti film come Bullitt e La grande fuga.

Steve McQueen: età e altezza

10. Steve McQueen nacque il 24 marzo del 1930 a Beech Grove, nell’Indiana. La sua altezza complessiva consisteva in 177 centimetri.

Fonti: IMDb, Daily Mail, Persol, Barbour

Jeff Bridges: 10 cose che non sai sull’attore

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Jeff Bridges: 10 cose che non sai sull’attore

Jeff Bridges è uno di quegli attori che è diventato leggenda e che ha letteralmente fatto la storia del cinema grazie al suo talento e alle sue capacità. L’attore ha sempre lavorato duro per realizzare una carriera solida e concreta senza dipendere da questioni di discendenza (la sua è una famiglia di attori, il padre era il celebre Lloyd Bridges) e sapendo scegliere ruoli iconici ed indimenticabili.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jeff Bridges.

Jeff Bridges: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore è iniziata nel 1951, con il debutto non accreditato in N. N. vigilata speciale. Ottiene poi dei primi successi con i film L’ultimo spettacolo (1971), Una calibro 20 per lo specialista (1974), King Kong (1976), I cancelli del cielo (1980), Tron (1982), Starman (1984), Il mattino dopo (1986), Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988) e La leggenda del re pescatore (1991). Altri celebri film in cui ha recitato sono Il grande Lebowski (1998), The Contender (2000), Scene da un crimine (2001), La banda del porno (2005), Iron Man (2008) e L’uomo che fissa le capre (2009) e Crazy Heart (2009). Tra i suoi ultimi lavori si citano invece Il Grinta (2010), Tron: Legacy (2010), R.I.P.D. – Poliziotti dall’aldilà (2013), Il settimo figlio (2014), Hell or High Water (2016), Kingsman: Il cerchio d’oro (2017), Fire Squad – Incubo di fuoco (2017) e 7 sconosciuti a El Royale (2018).

2. È anche doppiatore e produttore. L’attore ha svolto l’attività di doppiatore, prestando la propria voce per i film L’ultimo unicorno (1982), Lost in la Mancha (2002), Surf’s Up – I re delle onde (2007) e Il piccolo principe (2015). In quanto produttore, Bridges ha invece lavorato alla realizzazione dei film American Heart (1992), L’orgoglio di un padre (1996), Crazy Heart, The Giver – Il mondo di Jonas (2014), The Only Living Boy in New York (2017) e Living in the Future’s Past (2018).

jeff bridges

Jeff Bridges: chi è sua moglie

3. È sposato da molti anni. L’attore americano ha conosciuto la moglie, Susan Geston, mentre lui stava girando il film Scandalo al Ranch e lei lavorava come cameriera nel ranch  in cui hanno girato il film. I due si sono dunque incontrati per caso per poi sposarsi nel 1977 e non lasciarsi più. Dall’unione con la moglie Susan, sono nate tre figlie: Isabelle Annie, nata nel 1981, Jessica Lily “Jessie”, nata nel 1983, e Hayley Roselouise, nata nel 1985.

Jeff Bridges e il tumore

4. Ha lottato contro un brutto male. Nell’ottobre 2020 l’attore ha rivelato tramite i suoi account social che gli era stato diagnosticato un linfoma, un cancro del sistema linfatico, e che aveva iniziato i trattamenti necessari. A distanza di circa un anno, Bridges ha poi informato che il male era in remissione e che si sentiva quasi pronto per tornare a recitare. Il processo di guarigione è in realtà stato ulteriormente complicato dal Covid, contratto negli ultimi mesi. L’attore ha poi specificato di aver trascorso cinque settimane in ospedale, e ora che ha finalmente ricevuto due dosi di vaccino si sente più tranquillo e in forma che mai.

Jeff Bridges e Clint Eastwood

5. Ha recitato con il celebre attore e regista. Nel 1974 Bridges ha avuto occasione di dividere la scena con Clint Eastwood nel film Una calibro 20 per lo specialista, opera prima di Michael Cimino, regista noto per Il cacciatore e I cancelli del cielo. Eastwood e Bridges interpretano rispettivamente Artigliere, un rapinatore di banche reduce della Guerra di Corea, e Caribù, un giovane ladro di auto. Insieme punteranno a recuperare un ricco bottino nascosto in un luogo segreto. Ancora oggi questo film è l’unico lavoro svolto insieme dai due attori.

Jeff Bridges in Iron Man

6. Si sentiva a disagio. L’attore ha dichiarato di non essersi sentito a proprio agio nel non avere una sceneggiatura o nel non fare delle prove, anche perché di solito è molto preparato e conosce a memoria tutte le sue battute. Rendendosi conto che era in un film da duecento milioni di dollari, ha cercato di eliminare la pressione che c’era su di lui, rendendo il tutto divertente.

7. Ha letto alcuni fumetti. Per prepararsi al ruolo di Obadiah Stane, il villain del film, l’attore ha letto diversi fumetti di Iron Man che hanno caratterizzato il suo personaggio. Inoltre, si è fatto crescere la barba e ha rasato la testa, cosa che ha detto di aver sempre voluto fare. Il suo look inedito ha infatti sorpreso in molti, che quasi stentavano a riconoscerlo.

jeff bridges

Jeff Bridges in Il grande Lebowski

8. Chiedeva sempre informazioni ai Coen. Prima di filmare una scena, l’attore chiedeva spesso ai fratelli Coen se “Drugo ne ha bruciato uno sulla strada?”. Se rispondevano in maniera affermativa, allora lui si strofinava gli occhi con le nocche delle mani prima di fare una ripresa, per far apparire i suoi occhi iniettati di sangue.

9. Pensava che la sceneggiatura sarebbe stata riscritta. Dopo essere stato scritturato nel film, l’attore, non estraneo a lavorare a film che avrebbero avuto costanti riscritture di sceneggiature, ha chiamato John Goodman a chiedere quando avrebbero ottenuto le sceneggiature riscritte. Il collega, collaboratore di lunga data dei Coen, ha detto all’attore che questo film era territorio dei Doen e che loro non hanno riscritto il loro materiale.

Jeff Bridges: età e altezza

10. Jeff Bridges è nato il 4 dicembre del 1949 a Los Angeles, in California. La sua altezza complessiva corrisponde a 187 centimetri.

Fonti: IMDb

Steven Soderbergh ammette che i Cinecomics non fanno per lui: “Non fanno sesso!”

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Un altro grande nome trai registi di Hollywood ammette di non sentirsi a proprio agio con i Cinecomics, questa volta tocca a Steven Soderbergh, regista premio Oscar per Traffich e prolifico autore contemporaneo. In una lunga intervista a thedailybeas il regista ha affrontato la questione incalzato sul tema di dirigere un film sui supereroi e sul suo modo di appassionarsi ai personaggi e al modo nel quale ama raccontarli. L’occasione è stata l’uscita imminente del suo ultimo film Kimi, una sorta di variazione del 21° secolo su La finestra sul cortile – via- Panic Room – via – The Parallax View.

Non proprio, e non sono uno snob; non è che mi senta in qualche modo di livello superiore. Diventa davvero l’universo che occupi come narratore. Sono semplicemente troppo legato alla terra per liberarmi davvero in un universo in cui la fisica newtoniana non esiste [ride]. Ho solo una mancanza di immaginazione al riguardo, motivo per cui l’unica incursione che ho avuto nella pura fantascienza [Solaris del 2002] era essenzialmente un film drammatico ambientato su un’astronave. Inoltre, per me è difficile comprendere questo mondo e non riuscirei a scrivere o supervisionare la scrittura della storia e dei personaggi, a parte il fatto che posso piegare il tempo e sfidare la gravità e sparare raggi dalle mie dita, ma perché non si Scopa? Nessuno scopa! Ad esempio, non so come dire alle persone come comportarsi in un mondo in cui non è una cosa che accade. L’universo fantasy, a quanto so, tipicamente non prevede molto sesso. Questo senza contare altre cose come: chi paga questa gente? Per chi lavorano? Come hanno ottenuto il lavoro? Se le persone vogliono andare a sperimentare quell’universo, va bene. Come regista, non so proprio da dove cominciare.

Aquaman e il Regno Perduto: Patrick Wilson rivela stuzzicanti dichiarazioni sul ruolo del sequel nel DC Universe

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Mentre cresce l’attesa per l’arrivo dell’annunciato sequel Aquaman e il Regno Perduto, oggi una delle star Patrick Wilson ha parlato del film rivelando stuzzicanti dichiarazioni sul ruolo del film nel DC Extended Universe. Aquaman è stato uno dei film di maggior successo del DC Extended Universe con recensioni per lo più positive (detiene il 65% su Rotten Tomatoes) e un enorme incasso al botteghino mondiale di 1,148 miliardi di dollari. Non sorprende, quindi, che il regista James Wan sia stato arruolato per continuare a raccontare la storia di Arthur Curry nell’imminente Aquaman e il Regno Perduto.  Oggi la star Patrick Wilson (Orm/Ocean Master) ha condiviso alcuni allettanti dettagli sul film mentre promuoveva Moonfall di Roland Emmerich.

Parlando del successo ha ammesso: Sì, l’abbiamo fatto. Ora ne faremo di più. Penso che abbiamo trovato la nostra nicchia. Penso che la DC abbia trovato il suo modo per capire dove può adattarsi ogni film, anche in un Multiverso, che ora è così abusato , come termine.” “Chiaramente il film è andato al di là di una fascia demografica di fan perché ha fatto qualsiasi cosa; un miliardi di dollari, giusto? Quindi questo ti offre la libertà di dire ‘Sai una cosa? Rendiamolo divertente. Rendiamolo divertente… Spingiamo tutti i combattimenti e le acrobazie. Abbiamo usato tecniche folli tra noi e The Flash che non sono mai state utilizzate prima.”

È interessante notare che Wilson parlia sia Aquaman che il regno perduto che di The Flash come dotati di “tecniche folli” che non abbiamo mai visto sullo schermo, e non possiamo fare a meno di chiederci se ha passato un po’ di tempo sul set di quel film. Per quanto riguarda ciò che i fan possono aspettarsi dal film, ha aggiunto: “Ovviamente non ci entrerò. Ma a James piace scegliere dalla sua mente e dai suoi fumetti e da come inseriamo determinati elementi”.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman and the Lost Kingdom

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman and the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

The Batman: il banner IMAX criptico concede il pass alla “Fan First Premiere”

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IMAX ha appena lanciato un nuovo banner per The Batman e vale la pena dare un’occhiata più da vicino per coloro che vivono negli USA per questo incredibile pezzo d’arte per l’adattamento DC Comics. Come dovresti vedere, c’è un URL – bit.ly/34aK21k – che reindirizza i fan a un sito Web dove possono fare domanda per vedere il film in anticipo.

Queste “Fan First Premiere” sono ospitate da IMAX e si svolgeranno nelle principali città del Nord America il 1 marzo. Ciò significa poter vedere il film con qualche giorno di anticipo e, anche se noi in Italia non possiamo partecipare  è interessante quanto la Warner Bros abbia fiducia nel film tanto da concedere una proiezione in anticipo da tutti coloro che saranno più intrepidi.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

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