Ora che Amazon ha ufficialmente
acquistato la MGM, i film del franchise di James Bond saranno disponibili sulla
piattaforma di streaming. Anche se alla fine è possibile che la
società cercherà di espandere l’universo di 007 al piccolo schermo,
l’ultima parola spetta sempre a Barbara Broccoli e
Michael G. Wilson, gli storici produttori del
franchise che continueranno ad avere voce in capitolo su come viene
e continuerà ad essere rappresentata l’iconica creazione di Ian
Fleming.
Lo scorso anno, molto prima
dell’ufficializzazione dello storico accordo, alcuni rumor avevano
ipotizzato che la MGM stava cercando un servizio di streaming a cui
affidare l’uscita in esclusiva di No Time to
Die, per la “modica” cifra di 600 milioni di dollari.
Adesso, sulla scia dell’avvenuta fusione, sono stati proprio
Broccoli e Wilson a smentire categoricamente quelle voci e a
confermare che i film della saga di Bond – incluso No Time to Die,
appunto – continueranno ad arrivare sul grande schermo.
In una dichiarazione congiunta, il
duo ha spiegato a
Variety: “Ci impegneremo per continuare a realizzare film
di James
Bond destinato agli spettatori della sala cinematografica in
tutto il mondo”. Ad oggi, non è chiara quale sarà la
finestra di utilizzo di No Time to
Die e dei futuri film del franchise prima dell’arrivo
su Prime Video.
In No Time to Die, Bond si
gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal
servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente
interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della
CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
In seguito all’accordo Disney e Fox,
i fan hanno atteso a lungo notizie in merito all’agognato Deadpool 3 e finalmente, lo scorso
gennaio, è stato confermato non solo che il film si farà, ma anche
che sarà ambientato nel MCU.
Ad ogni non sappiamo comunque molto
del progetto, se non che Ryan Reynolds tornerà nei panni del Mercenario
Chiacchierone e che la sceneggiatura porterà la firma di
Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i
veterani Rhett Reese e Paul Wernick).
In una recente intervista con
Inverse in occasione della promozione della serie Love,
Death + Robots,Tim Miller, il regista del
primo Deadpool, ha
commentato proprio l’ingresso dell’iconico personaggio nel grande
universo condiviso Marvel. Miller (che avrebbe dovuto
dirigere anche Deadpool
2, sostituito poi da David Leitch a causa
di alcune “divergenze creative” con la Fox) ha affermato che finché
sarà Reynolds a vestire i panni del mutante, il personaggio
continuerà ad avere successo incredibile e, di conseguenza, una
possibile lunga vita sul grande schermo.
“Penso che la visione che ha
Ryan Reynolds del personaggio e il modo in cui abbraccia quel
particolare tipo di follia – anche se forse non userà più parolacce
– esistono ancora, sono ancora lì. Si tratta ancora di quel
personaggio. Puoi togliere tutte le parti vietate ai minori se lo
desideri, ma sarebbe comunque Deadpool se fosse Ryan ad
interpretarlo.”
Il futuro di Deadpool al
cinema
Dopo l’uscita di Deadpool
2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il
futuro di Deadpool è
stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo
scorso gennaio è stato confermato che Deadpool
3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al
MCU. Al momento le uniche
informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato
a Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i
veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il
nuovo film.
Joseph
Gordon-Levitt è un attore che da bambino prodigio è
diventato un professionista del settore, in grado di saper
incanalare il suo talento non solo nella recitazione, ma anche
nella regia, nella produzione e nello sceneggiare. In tutti questi
anni, l’attore ha avuto modo di dimostrare le sue abilità,
scegliendo ruoli iconici e indimenticabili, tanto da essere
notevolmente apprezzato da una grande fetta di pubblico a livello
internazionale. Ecco, allora, dieci cose da sapere su
Joseph Gordon-Levitt.
Joseph Gordon-Levitt: film
1. I film e la
carriera. La carriera dell’attore inizia nel 1988, quando
debutta nel mondo della recitazione con il film tv Uno straniero
sulla mia terra, per poi apparire in diverse serie come Casa
Keaton (1988), La signora in giallo (1990), Dark
Shadows (1991) e La signora del West (1993). In
seguito, lavora nel cinema e appare in Halloween – 20 anni
dopo (1998), 10 cose che odio di te (1999),
Miracolo a Sant’Anna (2008) e (500) giorni insieme (2009). Tra i suoi ultimi lavori
si citano
Inception (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Lincoln (2012), Don Jon (2013), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), The Walk (2015), Snowden (2016) e la serie Comrade Detective
(2017). Nel 2020 ha interpretato Frank in Project Power ma è il suo ruolo del 2020 è quello di
Richard Schultz ne Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin. Nel 2021
sarà trai protagonisti nel ruolo di Josh Corman nella serie
Mr.
Corman. Presterà la voce al personaggio di Jiminy Cricket
nell’attesissimo Pinocchio di Robert Zemeckis.
2. È anche doppiatore,
sceneggiatore, regista e produttore. L’attore non ha
svolto unicamente questa attività ma ha, ad esempio, vestito i
panni del doppiatore, prestando la propria voce per i film Il
pianeta del tesoro (2002) e Star Wars: Gli ultimi Jedi (2017). Inoltre, l’attore
ha sceneggiato la serie HitRECord on TV (2014), ha diretto
diversi corti e film come Buttercup (2015) e ha prodotto i
film
Looper (2012) e il documentario Band Together with
Logic (2019). L’attore ha anche riunito queste tre professioni
dando vita al corto Sparks (2009) e al film
Don Jon. Ha prestatola sua voce al personaggio di Slowen
Lo in Star
Wars – Gli ultimi Jedi (2017), e al Detective Hardrock in
Cena con delitto (2019).
Joseph Gordon-Levitt moglie
3. È sposato da qualche
anno. Nel 2013, l’attore ha iniziato a frequentare
Thasha McCauley, presidente e fondatrice della
Fellow Robots. Dalla loro unione sono nati due figli, il primo nato
nell’agosto 2015 e il secondo nel giugno del 2017.
4. Ha avuto diverse
fidanzate. Sembra che l’attore, prima di sistemarsi, abbia
frequentato diverse donne, sopprattutto colleghe nell’ambito della
recitazione. Dal 1998 al 2002 ha frequentato la collega
Larisa Oleynik, mentre nel 2010 si è visto con
Lexy Hulme. Tra i vari flirt attribuitigli ci
sarebbero quelli con le colleghe Julia Stiles, Meagan Good,
Evan Rachel Wood, Devon Aoki e Phoebe
Tonkin.
Joseph Gordon-Levitt e Heath
Ledger
5. Ha un sosia
d’eccezione. L’attore è stato spesso confuso con il
collega, il compianto Heath Ledger, con cui aveva diviso il set
grazie al film 10 cose che odio di te. Addirittura, pare che quando
venne scritturato per Il cavaliere oscuro – Il ritorno alcuni fecero
confusione e pensarono che potesse interpretare il Joker, anche se
ha dato vita a Robin.
Joseph Gordon-Levitt Looper
6. Ha studiato Bruce
Willis. L’attore ha dovuto indossare una protesi per il
film Looper e ha studiato film del passato per interpretare il
ruolo più giovane di Bruce Willis. È stato così soddisfacente che
Willis ha riconosciuto i suoi manierismi nelle loro scene
insieme.
7. È l’opposto del suo
personaggio. In Looper, Joe viene mostrato mentre
studia il francese senza molto successo. Per ironia della sorte, il
suo interprete, cioè Gordon-Levitt, parla fluentemente il
francese.
Joseph Gordon-Levitt Don Jon
8. Voleva la Johansson nel
film. L’attore ha scritto la parte appositamente per
Scarlett Johansson ed è stato molto felice
quando la collega ha accettato di recitare nel suo film.
9. Voleva scritturare
Tatum. Che l’attore e il collega Channing Tatum siano amici da molti anni è un
fatto noto. Addirittura, Levitt ha considerato di far interpretare
al suo amico il ruolo per protagonista, prima di decidere di
interpretarlo lui stesso.
Joseph Gordon-Levitt: età e
altezza
10. Joseph Gordon-Levitt è
nato il 17 febbraio del 1981 a Los Angeles, in California,
e la sua altezza complessiva corrisponde a 176 centimetri.
Un nuovo report emerso online nelle
ultime ore suggerisce che Todd Phillips avrebbe firmato per occuparsi
della sceneggiatura del sequel
di Joker.
Il primo film, che ha permesso a Joaquin Phoenix di vincere l’Oscar come
migliore attore protagonista, ha ottenuto ampi consensi da parte
della critica e ha vinto numerosi riconoscimenti importanti,
incluso il Leone d’oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia.
Il
sequel è molto atteso dai fan, nonostante la Warner Bros. non
abbia ancora ufficializzato nulla. Ricordiamo che il primo film era
ambientato al di fuori del DCEU, scelta che ha avuto un impatto
drastico sullo stile e sul tono dell’intera pellicola, e che le
addirittura permesso di ottenere un rating R, ossia un divieto ai
minori di 17 anni. Lo scorso maggio, dopo mesi e mesi in cui non si
era più saputo nulla sul futuro di Artur Fleck, era arrivata
l’indiscrezione secondo cui il sequel era ancora nei piani della
major, quindi effettivamente in sviluppo.
Ora, secondo quanto spiegato da
THR, Todd Phillips sarà coinvolto nel
sequel di Joker
in qualità di sceneggiatore. Non è chiaro se Scott Silver, con cui
Phillips aveva scritto il primo film, tornerà ad occuparsi anche
del nuovo capitolo, così come non è chiaro se Phillips potrebbe
comunque essere coinvolto di nuovo dietro la macchina da presa. La
Warner Bros. ha annunciato un gran numero di nuovi progetti DC
relativamente indipendenti nell’ultimo anno: sarà di sicuro
interessante vedere come lo stile unico di Joker si
inserirà in questi piani futuri.
Un sequel di Joker: sì o no?
Molti sono abbastanza scettici in
merito ad un sequel di Joker.
In realtà, nonostante fosse stato concepito come progetto autonomo,
il film ha lasciato una porta aperta ad un eventuale seguito. Nel
finale del film, Arhtur si trova rinchiuso all’Arkham State
Hospital e lo vediamo uscire da una stanza lasciando dietro di sé
una scia di impronte di sangue: probabilmente, ha appena ucciso la
sua psichiatra, anche se non sappiamo se sia riuscito o meno a
fuggire dagli infermieri dell’istituto che cercano di
braccarlo.
Per quanto raccontasse una storia
autosufficiente, il film ha lasciato quel tanto che basta per un
eventuale nuovo film, che potrebbe approfondire – tra le altre cose
– il legame tra il personaggio e Bruce Wayne o il destino del
personaggio di Sophie (Zazie
Beetz).
La quantità di personaggi
proveniente da realtà alternative che potremmo dunque vedere nel
film, è potenzialmente esplosiva: ad oggi, i due unici ritorni
confermati sono quelli di Jamie Foxx e Alfred
Molina, che torneranno nei panni rispettivamente di
Electro e Doctor Octopus.
Chiaramente, nel corso soprattutto
degli ultimi mesi, i nomi dei possibili attori legati all’universo
dell’Uomo Ragno che potrebbe fare la loro apparizione nel film di
Jon Watts non hanno fatto altro che susseguirsi e moltiplicarsi.
Tra questi c’è stato anche quello del premio Oscar Emma Stone, che nel franchise di The Amazing Spider-Man di Marc Webb ha
interpretato il ruolo di Gwen Stacy.
In occasione della promozione di
Crudelia,
MTV News ha chiesto all’attrice di commentare proprio quelle
voci, nella speranza di carpire se ci fosse un fondo di verità
oppure no. Questa è stata la sua replica: “Ho sentito anche io
quelle voci. Non so se posso parlarne, ma la verità è che non sono
coinvolta. Non lo sono.”
L’attrice ha poi ricordato la sua
esperienza con i due film diretto da Webb, spiegando: “È stato
incredibile fare quei film, anche se sono stati molto impegnativi.
Ho amato lavorare con Marc Webb e con l’intero team. È stata
un’esperienza veramente speciale per me. In un certo senso, mi
sento di dover proteggere quella versione di Spider-Man, anche se
ci sono comunque state tante altre bellissime storie nel corso
della storia su quel personaggio.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
La Marvel ha finalmente confermato che
Oscar Isaac sarà Moon
Knight nella serie in produzione con Disney
Plus. Sette mesi dopo che
Variety ha annunciato per la prima volta il casting, la
Marvel ha dato conferma attraverso
i suoi account ufficiali che l’attore 42enne sarà il protagonista
del progetto.
Naturalmente, la Marvel lo ha fatto tramite un tweet
che recita, “‘WE ARE MOONKNIGHT’ – Oscar Isaac” – una
strizzata d’occhio astuta al fatto che il personaggio di Isaac – il
soldato d’élite e mercenario Marc Spector – ha personalità multiple
e distintive, e sviluppa dopo che diventa l’incarnazione di
Khonshu, il dio egizio della luna.
Non è chiaro perché la Marvel abbia impiegato così tanto
tempo per confermare uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood,
al di là della propensione generale dello studio a fare annunci
ufficiali nel proprio programma. A marzo, la star di The Falcon and the Winter
SoldierSebastian Stan ha
persino menzionato che Isaac avrebbe interpretato Moon
Knight durante una conferenza stampa
virtuale per la serie Disney Plus, affermazione che il capo dei
Marvel Studios Kevin
Feige, anche lui presente, non ha contraddetto.
Moon
Knight racconta la storia di Marc Spector, un
soldato d’elite e mercenario che decide di combattere il crimine e
decide di diventare il rappresentante umano di Khonshy, il dio
egizio della luna.
Presentato in anteprima nel 2019 al
Toronto
Film Festival, Saint Maud, esordio
alla regia della britannica Rose Glass raggiunge
le piattaforme on demand italiane solo a partire dal 16 Aprile.
Protagoniste di questo horror indipendente sofisticato e pregno di
intuizioni suggerite e metaforiche, sono Morfyyd
Clark e Jennifer Ehle, entrambe punti
cardine di una narrazione che fa leva su come un dualismo dialogico
alterato e storpiato sfoci nell’auto possessione di una voce
trainante tutt’altro che salvifica.
Saint Maud come apogeo materico
dell’horror di possessione
In Saint Maud Maud
(Morfydd Clark) è una giovane infermiera, che
soffre di forti dolori allo stomaco e vive in una stanzetta spoglia
di una cittadina di mare, Scarborough, dove lavora per un’agenzia
medica privata. La ragazza si è recentemente convertita e vede nel
mistero religioso un progetto per lei: diventare missionaria di
fede, per salvare e redimere l’anima di Amanda Kohl
(Jennifer Ehle), ex ballerina e coreografa con un
male terminale. L’ambientazione gotica della magione isolata e
scricchiolante di Amanda e il monolocale squallido e claustrofobico
di Maud, in cui l’unico sguardo verso l’esterno sono due ampie
finestre rialzate, che simboleggiano la condizione servile
autoimpostasi da Maud, che guarda a un Assoluto esterno, diventano
teatro di un tacito e suggerito gioco di seduzione, che trascende
il fisico ed è tutto mentale, psicologico e spirituale e che trova
la sua risonanza filmica nell’abbracciare le tinte non solo
dell’horror, ma anche del dramma e del thriller psicologico. Una
messa in scena curata al dettaglio unita a una fotografia-specchio,
riflesso distorto della percezione di Maud, fanno svettare
pienamente un prodotto in cui è difficile distinguere il fervore
religioso dalla follia, le apparizioni sovrannaturali dalle
proiezioni mentali.
Rose Glass, qui anche
sceneggiatrice, ci consegna un soggetto narrativo dallo svolgimento
piuttosto lineare, che non intende soffermarsi troppo su possibili
colpi di scena: lo spofondamento psicofisico di Maud è già sancito
dall’inizio, ma è il come ci si approda a conferire passo a passo a
noi spettatori le informazioni chiave per poter delineare la psiche
emotivamente disgregata di Maud. Glass ci regala un prodotto
superbamente confezionato, che conferma come alcune registe
contemporanee stiano svettando nel panorama horror (Coralie
Fargeat con Revenge; Julia
Ducournau con Raw – Una cruda
verità). Il crescendo tensivo si innalza
lentamente ma in maniera inesorabile, potenziato dalla
fotografia lugubre e tenebrosa di Ben Fordesman,
giocata sui toni del rosso, marrone e beige, e la colonna sonora
spettrale di Adam Janota.
La personale apologia di Maud, in
perenne cerca di redenzione
Un male incurabile costringe Amanda
a letto; un ulteriore male è insito nella memoria di Maud: vorrebbe
pulirlo, sciacquarlo via con il medesimo zelo maniacale che pone
nella sua professione, eppure la missione di Maud è troppo grande
per essere adempita nella dimensione terrena. Maud deve
necessariamente abbracciare una dimensione altra, in cui lei stessa
si configura come regista e attrice: Maud diventa paladina della
chiamata ricevuta, moderna alterazione della figura di
Giovanna D’Arco, vittima di ferite auto-inflitte, flagelli
ricercati, croci da innalzare come portavoce di una chiamata
ricevuta che diventa unico scopo di una vita vuota e solitaria, in
cui l’alterazione percettiva si configura come unica chiave di
sopravvivenza.
Saint Maud è il
racconto della dolorosa e fluttuante fede della protagonista, alla
ricerca di un’identità indefinita, tra ascetismo e momenti di
perdizione. E’ una visione enigmatica, che ci fornisce dettagli
captabili da un’unica prospettiva, che ha a che fare con la realtà
esperienziale del personaggio. Maud è un personaggio estremamente
complesso e caratterizzato con accurata precisione, secondo uno
schema narrativo che segue la metodologia estatica di Maud. La
mente e il corpo di Maud sono i veicoli di connessione con il
divino, che si vanno a scontrare con la controparte della ragazza:
Amanda. La natura delle due è infatti agli antipodi, non solo per
quanto riguarda i tratti caratteriali ma anche il retaggio
culturale: Maud è gallese, Amanda americana. Non è un caso che Maud
sia diventata religiosa in un Paese ampiamente laico, mentre Amanda
non creda in nulla e l’unico rifugio che cerca sono esperienze e
piaceri fisici, corporali. Ognuna, a sua modo, ha rifiutato la
comunità: la desolata casa di Amanda è correlativo oggettivo del
suo corpo, destabilizzato, mentre Maud non vuole far altro che
trascendere il proprio. La conversione religiosa si configura qui
come profezia negativa autoavveratasi: una personale crociata
scelta per sopperire ai danni di un trauma che hanno alienato Maud,
rendendola schiava di un soggettivismo esasperato.
Grazie alle serie di film Mad
Max e Arma Letale, Mel Gibson si è
affermato come una delle grandi icone del cinema d’azione. Da quel
momento ha infatti preso parte a numerosi titoli di questo genere,
distinguendosi sempre per bravura e fisicità. Tra i suoi titoli più
recenti di questo genere si annovera Fuori
controllo, titolo italiano di Edge of
Darkness, uscito nel 2010 per la regia di Martin
Campbell, noto per film come The Legend of Zorro
e Casino Royale. Insieme, i due hanno dato vita ad un
grintoso film d’azione, che spinge il protagonista e con lui gli
spettatori verso i luoghi più insidiosi dell’oscurità dell’animo
umano.
Scritto da Andrew
Bovell e William Monahan, il film è
basato sull’omonima serie televisiva prodotta dalla BBC nel 1985 e
diretta dallo stesso Campbell. Conoscendo già il materiale
narrativo, il regista ha dunque potuto da qui nuovamente forma alla
sua originale messa in scena di opere action, basata su di un
evidente geometrismo che nella sua semplicità e pulizia permette di
esprime al meglio la compiutezza dell’azione. Il film, inoltre, non
è da confondere con altre opere dal titolo italiano simile, come
Autobahn – Fuori
controllo e Unstoppable – Fuori
controllo, usciti tutti e tre nel giro di pochi anni.
Nonostante le buone premesse di
Fuori controllo, il film mancò di affermarsi come un
successo al box office. Arrivò infatti a guadagnare appena 81
milioni di dollari a fronte di un budget di 80. Si tratta però di
un’opera composta da solida azione, che merita di essere riscoperta
in tutto il suo valore. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Fuori controllo: la trama del film
Protagonista del film è
ThomasCraven, esperto detective
della sezione omicidi del Boston Police Department. Al di là della
carriera lavorativa, egli è però un uomo piuttosto schivo, che
trova il suo unico grande conforto nella figlia
Emma, che ha cresciuto da solo. La sua pace
interiore viene però spezzata nel momento in cui proprio la figlia
viene brutalmente uccisa con un colpo d’arma da fuoco alle spalle,
mentre si recava a trovare il padre. Sconvolto dalla cosa, Thomas
sospetta che dietro quell’omicidio vi sia un vecchio nemico in
cerca di vendetta.
Nel momento in cui le indagini non
portano però a nulla di concreto, Thomas decide di procedere per
proprio conto. Inizierà così a ricercare nella vita di Emma e nei
suoi segreti, arrivando ben presto a scoprire verità difficili da
digerire. Comprendendo chi vi è dietro la morte della figlia, egli
inizierà una spietata vendetta, che lo porterà però a finire
invischiato nello stesso pericoloso sistema in cui si era ritrovata
Emma. Smascherare i colpevoli non sarà a quel punto l’unico
obiettivo, poiché Thomas sarà chiamato anche a dover salvare la
propria vita.
Fuori controllo: il cast del film
Ad interpretare il personaggio del
detective Thomas Craven vi è dunque il premio Oscar Mel Gibson. Per
lui si trattò del primo ruolo da attore ricoperto dal 2002. In quel
lasso di tempo, infatti, egli si era dedicato principalmente alla
regia con i film La Passione di Cristo e
Apocalypto. Per interpretare il personaggio, inoltre, egli
ha incontrato e seguito per diverse settimane alcuni veri
detective, per comprendere al meglio il loro lavoro e imparare a
padroneggiare le armi. Per Gibson, si è trattato del primo ruolo da
poliziotto al di fuori della trilogia di Mad Max. Accanto
a lui, l’attrice serba Bojana Novaković interpreta il ruolo
della figlia Emma, interpretazione per cui ha ricevuto diverse
lodi.
Nel ruolo di Darius Jedburgh,
agente incaricato di insabbiare l’omicidio, vi è Ray
Winstone. Originariamente era stato scelto Robert De Niro
per il ruolo, il quale abbandonò però il progetto per via di
divergenze creative. Danny Houston è Jack Bennett,
controverso diretto della Northmoor. Shawn Roberts
interpreta invece David Burnham, fidanzato di Emma che aiuterà
Thomas nelle indagini, mentre Caterina Scorsone,
celebre per Grey’s Anatomy è l’amica di Emma,
Melissa. Jay O. Sanders, infine, è il detective
Bill Whitehouse, collega e amico stretto di Thomas. Nel film si
ritrova poi l’attore Frank Grillo
nel ruolo dell’Agente Uno, il killer di Emma che opera per ordini
ricevuti dall’alto.
Fuori controllo: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Fuori
controllo è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Amazon Prime Video e Rai
Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di giovedì 27 maggio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Questa estate, il regista
visionario M. Night Shyamalan svela Old,
un nuovo intrigante e misterioso thriller su una famiglia che
durante una vacanza in una località tropicale scopre che la
spiaggia appartata dove si stanno rilassando li sta facendo
invecchiare rapidamente… riducendo le loro intere vite ad un solo
giorno.
Old:
trailer italiano del film di M. Night
Shyamalan
Old è
interpretato da un notevole cast internazionale che include il
vincitore del Golden Globe Gael García Bernal (Mozart in the Jungle),
Vicky Krieps (Il filo nascosto), Rufus
Sewell (L’uomo nell’alto castello), Ken
Leung (Star
Wars: Episode VII — Il risveglio della Forza), Nikki
Amuka-Bird (Jupiter – Il destino dell’universo),
Abbey Lee (Lovecraft Country), Aaron
Pierre (Krypton), Alex Wolff
(Hereditary), Embeth Davidtz (Millennium – Uomini
che odiano le donne), Eliza Scanlen (Piccole
Donne), Emun Elliott (Star Wars: Episode VII — Il
risveglio della Forza), Kathleen Chalfant (The
Affair) e Thomasin McKenzie (Jojo Rabbit).
Old è
una produzione Blinding Edge Pictures, diretta e prodotta da M.
Night Shyamalan, da una sceneggiatura basato sulla graphic novel
Sandcastle di Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters. Il film è anche
prodotto da Ashwin Rajan (Glass, Servant) e Marc Bienstock (Glass,
Split). Il produttore esecutivo è Steven Schneider.
Da Londra, in Inghilterra, Lily
parte per la foresta amazzonica e recluta Frank per guidarla lungo
il corso del fiume con La Quila, la sua barca diroccata ma
affascinante. Lily è determinata a scoprire un antico albero con
straordinarie capacità curative, in grado di cambiare il futuro
della medicina. Durante questa epica ricerca, l’improbabile duo
incontra innumerevoli pericoli e forze soprannaturali, nascosti
nell’ingannevole bellezza della rigogliosa foresta pluviale. Ma
quando vengono svelati i segreti dell’albero perduto, la posta in
gioco per Lily e Frank diventa sempre più alta e il loro destino e
quello dell’umanità sono appesi a un filo.
Jungle
Cruise è diretto da Jaume Collet-Serra e interpretato
da Dwayne Johnson, Emily Blunt, Edgar Ramirez e Jack Whitehall, con
Jesse Plemons e Paul Giamatti. Il film è prodotto da John Davis e
John Fox di Davis Entertainment, Dwayne Johnson, Hiram Garcia e
Dany Garcia di Seven Bucks Productions, e Beau Flynn di Flynn
Picture Co., mentre Scott Sheldon e Doug Merrifield sono i
produttori esecutivi. La sceneggiatura è firmata da Michael Green e
Glenn Ficarra & John Requa, da un soggetto di John Norville & Josh
Goldstein e Glenn Ficarra & John Requa.
Lungo la sua carriera, Dante
Spinotti ha illuminato stagioni e generi molto diversi del
cinema mondiale: dall’esordio su grande schermo, dopo le prime
esperienze di operatore televisivo, con Il
minestrone (Sergio Citti, 1981), sino alla grande chiamata
del cinema americano, grazie al produttore Dino De Laurentiis, che
lo ha portato a stringere un importante sodalizio con il regista
Michael Mann coronato da premi prestigiosi e da una candidatura
agli Oscar, per The Insider. Thriller metropolitani
(L.A. Confidential, Curtis Hanson, 1997, anche nominato per
un Oscar), western (The Quick and the Dead, Sam Raimi,
1995), commedie romantiche (Frankie and Johnny, Garry
Marshall, 1991), film di supereroi (X-Men: The Last Stand,
Brett Ratner, 2006, Ant-Man and the Wasp, Peyton Reed,
2018): non c’è genere a cui questo maestro non abbia prestato il
proprio imprescindibile contributo, così come sono innumerevoli le
autrici e gli autori che lo hanno voluto sul set, da Ermanno Olmi a
Lina Wertmüller, fino a Peter Bogdanovich.
Giona A. Nazzaro, direttore
artistico del Locarno Film Festival: “Dante Spinotti è un
maestro della luce e un’eccellenza italiana. Un vero e proprio
autore della fotografia cinematografica. Da Sergio Citti ad Aldo
Lado, passando per Salvatore Samperi e Liliana Cavani, Spinotti è
approdato a Hollywood dove lavorando con Michael Mann ha ridefinito
l’estetica del noir contemporaneo e non solo, realizzando alcuni
dei film statunitensi più ammirati degli ultimi decenni. Artigiano
e artista, non ha mai smesso di sperimentare lavorando a cavallo
fra gli Stati Uniti e l’Italia con registe e registi diversissimi
come Sam Raimi ed Ermanno Olmi, Giuseppe Tornatore e Barbra
Streisand. A suo agio con l’intimismo psicologico così come con il
fantasy, ha impresso il suo segno inconfondibile anche ai film di
supereroi. Celebrare Dante Spinotti significa rendere omaggio a un
talento immenso della fotografia cinematografica, a un artista che
ha cambiato il modo di percepire le immagini sul grande schermo.
Senza l’immenso contributo di Dante Spinotti il cinema sarebbe più
povero, meno bello. Celebrare Dante Spinotti è una gioia e un
privilegio.”
Il programma dell’omaggio
In onore di Dante Spinotti, verranno
proiettate due opere della sua straordinaria filmografia:
Heat di Michael Mann – Stati Uniti –
1995, presentato in Piazza Grande la sera del 12 agosto
The Insider di Michael Mann – Stati Uniti
– 1999
Dante Spinotti riceverà
il Pardo
alla carriera il 12 agosto in Piazza Grande,
mentre il 13 agosto sarà protagonista di una
conversazione con il pubblico presso il Forum @Rotonda by
la Mobiliare.
Fra le vincitrici e i vincitori del
Pardo alla carriera nelle scorse edizioni vi sono Francesco Rosi,
Claude Goretta, Bruno Ganz, Claudia Cardinale, Johnnie To, Harry
Belafonte, Peter-Christian Fueter, Sergio Castellitto, Víctor
Erice, Marlen Khutsiev, Bulle Ogier, Mario Adorf, Jane Birkin e,
nel 2019, Fredi M. Murer.
Oggi durante il Prime Video Presents Italia 2021, tenutosi a
Roma, Amazon Prime Video ha annunciato le nuove serie Amazon
Original di produzione italiana, The Bad Guy e
Prisma. Durante l’evento Prime Video ha anche svelato il
cast di Bang Bang Baby con Arianna Becheroni, Adriano
Giannini, Lucia Mascino e Dora Romano; Kim Rossi Stuart nel ruolo
di protagonista della heist seriesEverybody Loves
Diamonds e Aurora Giovinazzo protagonista del primo film
Amazon Original italiano Anni da cane, con gli altri
interpreti Isabella Mottinelli, Federico Cesari, Luca Vannuccini e
con Sabrina Impacciatore. Inoltre, è stato annunciato che Diego
Abatantuono, Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino, Valerio
Mastandrea si uniscono al cast di Dinner Club al fianco di
Sabrina Ferilli, Luciana Littizzetto e dello chef Carlo Cracco:
Infine, sono state presentate due nuove acquisizioni, il
documentario Ben: Respira e la serie detective comedy
thrillerMonterossi con Fabrizio Bentivoglio, oltre a
un overall deal con l’iconico cantante e performer Achille
Lauro.
L’annuncio di The Bad Guy e Prisma segna una
nuova fase dell’impegno di Prime Video nell’aumentare gli
investimenti nella produzione di serie TV italiane di finzione, a
cui seguiranno presto altre entusiasmanti novità.
“Stiamo creando una programmazione curata di produzioni
Original italiane eccezionali e uniche” ha dichiarato
Georgia Brown, Head of European Amazon Originals,
Amazon Studios. “Il nostro approccio è quello di lavorare con i
creatori e i talenti italiani più innovativi per creare storie
locali coinvolgenti e ambiziose per i nostri clienti, dando vita a
personaggi e mondi come non ne hanno mai visti prima. Gli annunci
di oggi sono il risultato di quest’ambizione e non vediamo l’ora di
portare queste storie avvincenti ai nostri spettatori, non solo in
Italia, ma anche agli oltre 200 milioni di clienti Prime nel
mondo”.
“La proposta italiana delle produzioni Amazon Original
rappresenta il culmine del nostro impegno per innovare e portare la
nostra offerta a un livello superiore. Puntiamo a mantenere le
nostre promesse e a offrire ottimi contenuti locali innanzitutto
per i nostri clienti in Italia e siamo entusiasti di annunciare la
nostra programmazione in arrivo da alcuni dei professionisti più
prestigiosi e talentuosi nel panorama italiano del cinema e della
TV” ha aggiunto Nicole Morganti, Head of
Italian Amazon Originals, Amazon Studios. “Agli Amazon Studios
ci dedichiamo a portare agli spettatori progetti variegati di
filmmaker eccezionali e impegnandoci per essere la ‘casa dei
talenti’. Con questa fantastica selezione di programmi scripted
italiani, siamo quindi orgogliosi di dare il benvenuto nella
famiglia di Prime Video in Italia agli showrunner, i produttori, i
registi e i talenti che creeranno queste storie”.
Nel corso dell’evento, Nicole Morganti, Head of Italian
Originals, Amazon Studios, ha annunciato una serie di novità sulle
produzioni Amazon Original locali tra cui:
The Bad Guy, la nuova serie di
finzione Amazon Original prodotta in Italia. The Bad
Guy unisce il crime con la dark comedy e racconta
l’incredibile storia di Nino Scotellaro, pubblico ministero
siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la
mafia e che improvvisamente viene accusato di essere uno di coloro
che ha sempre combattuto: un mafioso. Dopo la condanna, senza più
nulla da perdere, Nino decide di mettere a segno un machiavellico
piano di vendetta, diventando il “bad guy” in cui è stato
ingiustamente trasformato. The Bad Guy è una serie di
Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, diretta da
Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi. Prodotta da Nicola Giuliano,
Francesca Cima e Carlotta Calori per Indigo Film, The Bad
Guy sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in Italia e
in oltre 240 Paesi e territori nel mondo nel 2022.
La serie young adult drama Amazon Original italiana
Prisma.Prisma è un
drama di formazione che ruota intorno alla complessa
relazione tra l’aspetto fisico e l’identità; soprattutto per una
generazione che usa la propria immagine come strumento principale
per esprimersi. La serie racconta la storia di Marco e Andrea, due
gemelli identici che sfidano, ognuno in modo differente, le norme
di genere. Il loro percorso alla scoperta di sé coinvolgerà anche
il loro gruppo di amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un
mondo in continuo cambiamento. La serie è creata da Ludovico
Bessegato e Alice Urciuolo, diretta da Bessegato e prodotta da
Cross Productions di Rosario Rinaldo, e sarà disponibile in
esclusiva su Prime Video in Italia e in più di 240 Paesi e
territori nel mondo nel 2022.
Il cast della serie Amazon Original Bang Bang
Baby che vede Arianna Becheroni, Adriano Giannini,
Lucia Mascino e Dora Romano come interpreti principali. Bang
Bang Baby è un crime drama ambientato a Milano alla
fine degli anni Ottanta, e racconta la storia di un’adolescente
timida e insicura che diventa il membro più giovane di
un’organizzazione criminale, non per soldi, ambizione o desiderio
di potere, ma per conquistare l’amore di suo padre. Creata da
Andrea Di Stefano, diretta da Michele Alhaique, Margherita Ferri,
Giuseppe Bonito e scritta da Andrea Di Stefano, Valentina Gaddi e
Sebastiano Melloni. La serie è prodotta da Lorenzo Mieli per The
Apartment e Wildside, entrambe società di Fremantle, e sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video in Italia e in più di 240
Paesi e territori nel mondo nel 2022.
Kim Rossi Stuart protagonista della heist series
Amazon Original Everybody Loves Diamonds
nel ruolo di Leonardo Notarbartolo. La serie è ispirata al “Colpo
di Anversa” del 2003, il più grande furto di diamanti al mondo, nel
quale Notarbartolo e il suo squinternato gruppo di ladri riescono
ad aggirare il sistema di sicurezza all’avanguardia dell’Antwerp
Diamond Centre e a rubare pietre preziose del valore milioni di
dollari. Everybody Loves Diamonds è diretta da Gianluca
Maria Tavarelli, prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per
Wildside, una società di Fremantle, e scritta da Michele Astori,
Stefano Bises, Giulio Carrieri e Bernardo Pellegrini. La serie sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video in Italia e in più di 240
Paesi e territori nel mondo nel 2023.
Aurora Giovinazzo nel ruolo di Stella, la protagonista del
primo film Amazon Original italiano, la commedia young adult
Anni da cane, insieme agli altri
componenti del cast Isabella Mottinelli, Federico Cesari, Luca
Vannuccini e con Sabrina Impacciatore, e con una performance cameo
di Achille Lauro. Stella è una sedicenne impacciata,
cinica, piena di immaginazione che dopo un incidente in auto, che
le cambia la vita e in cui è coinvolto anche un cane, si convince
che i suoi anni vadano contati come quelli dei cani. Per questo
motivo pensa di essere ormai una centenaria e con l’aiuto dei suoi
migliori amici, Nina e Giulio, stila una lista di tutte le cose che
vuole fare prima di morire. Ma l’incontro casuale con Matteo, un
coetaneo timido e introverso, stravolgerà totalmente la sua
prospettiva. Anni da cane è diretto da Fabio
Mollo, scritto da Mary Stella Brugiati e Alessandro Bosi e
prodotto da Notorious Pictures. Sarà disponibile in esclusiva su
Amazon Prime Video nell’autunno 2021 in 240 Paesi e territori nel
mondo.
Gli altri artisti che si uniscono a Sabrina Ferilli e Luciana
Littizzetto nel cast del cooking travelogueDinner Club: gli attori Diego
Abatantuono, Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino, Valerio
Mastandrea viaggeranno attraverso l’Italia con lo chef stellato
Carlo Cracco alla scoperta di alcune delle meraviglie culinarie
italiane e delle tradizioni locali in luoghi spettacolari. Lo chef
viaggerà con ognuno di loro assaggiando cibi straordinari e
scoprendo luoghi sorprendenti e nascosti attraverso esperienze
gastronomiche avventurose e a tratti comiche. Insieme, i nostri
protagonisti si godranno sei cene punteggiate da conversazioni
spiritose e brillanti e racconti di viaggio. Dinner Club è
prodotto da Banijay Italia e sarà disponibile in esclusiva su Prime
Video in Italia e in più di 240 Paesi e territori nel mondo
nell’autunno 2021.
Un overall deal con l’iconico artista italiano Achille
Lauro uno dei partecipanti della seconda stagione della
serie Amazon Original italiana di prossima uscita, Celebrity
Hunted – Caccia all’uomo. Achille Lauro parteciperà al primo
film Amazon Original italiano, la commedia young adult, Anni da
cane, con una cameo performance e con un pezzo inedito.
Inoltre scriverà una canzone per la nuova serie di formazione
appena annunciata Prisma, nella quale comparirà anche come
guest star. Ulteriori dettagli riguardo all’accordo saranno
annunciati prossimamente.
Viktoria Wasilewski, Head of
Content per Prime Video, Italy, ha annunciato l’acquisizione dei
diritti di nuovi contenuti esclusivi:
Monterossi, è un thriller
investigativo in sei episodi con un risvolto comico basato sui
popolari romanzi gialli di Alessandro Robecchi Questa non è una
canzone d’amore e Di rabbia e di vento (editi da
Sellerio). La serie ruota intorno a Carlo Monterossi, interpretato
da Fabrizio Bentivoglio, un cinquantenne autore televisivo
disilluso che deve il suo successo a programmi trash che detesta.
Quando decide di lasciare per sempre il mondo della TV, viene
coinvolto in una misteriosa serie di crimini. Nella sua ricerca
incontrerà tanti personaggi eccentrici, qualche cadavere di troppo
e alcuni casi davvero incredibili. Il cast include anche Donatella
Finocchiaro, Tommaso Ragno e Martina Sammarco. Monterossi
è prodotta da Palomar, scritta da Davide Lantieri, Alessandro
Robecchi e Roan Johnson, qui anche regista, e sarà disponibile in
esclusiva su Prime Video in Italia nel 2022.
Ben: Respira è un documentario su uno
dei più talentuosi giovani artisti italiani. Le sue sfide, i suoi
successi e i suoi sogni. Il docufilm porterà gli spettatori in un
lungo viaggio attraverso la vita di Benji; dall’Italia a Los
Angeles e New York, partendo dall’esperienza traumatica della
malattia e scoprendo le sue ambizioni, gli ostacoli che ha
incontrato nella sua scalata verso il successo e la sua
determinazione e forza di volontà per superarli; oltre alle sue
relazioni più profonde e ai suoi valori: l’amicizia, la famiglia,
l’amore. Ben: Respira è prodotto da Marco Belardi per
Lotus Production – una società di Leone Film Group – e diretto da
Gianluigi Carella. Il docufilm sarà disponibile in esclusiva su
Prime Video in Italia.
Amazon Prime Video ha inoltre proposto dei panel con
creatori e attori di spicco:
Anni da Cane – con Guglielmo
Marchetti – CEO di Notorious Pictures, il regista Fabio Mollo e la
protagonista Aurora Giovinazzo, che hanno presentato nuovi dettagli
sul film in arrivo e hanno mostrato un piccolo assaggio.
Bang Bang Baby– con gli
attori Adriano Giannini, Lucia Mascino e Dora Romano che hanno
presentato i loro personaggi nella nuova serie crime drama
e rivelato le prime immagini e il teaser trailer.
Everybody Loves Diamonds – con i
produttori Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, che hanno parlato di
questa heist series.
The Bad Guy – con i produttori Nicola
Giuliano e Carlotta Calori, e i registi, creatori e sceneggiatori
Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, che hanno descritto la nuova
serie nel dettaglio.
Prisma – con Ludovico Bessegato,
regista e creatore insieme con Alice Urciuolo, che hanno illustrato
la nuova serie di formazione.
Prime Video
Prime Video offre ai clienti un’ampia selezione di film, serie e
contenuti sportivi, disponibili in streaming su centinaia di
dispositivi compatibili.
Incluso nell’abbonamento
Prime: film, serie TV e contenuti sportivi come le serie
All or Nothing e le dirette in esclusiva delle 16 migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22, le premiate
produzioni Amazon Original e molti altri contenuti esclusivi.
Disponibili successi come LOL – Chi ride è fuori,
Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo, FERRO, Il
principe cerca figlio, The
Boys, One Night in Miami…, Sound of Metal,
Jack Ryan di Tom Clancy, Upload, le serie premiate
agli Emmy Fleabag e The Marvelous Mrs.
Maisel, il film Premio Oscar Sound of Metal,
film premiato ai Golden Globe e nominato agli Oscar Borat –
seguito di film cinema e i film nominati agli Oscar
Time e One Night in Miami… I clienti Prime hanno
anche accesso a contenuti in licenza.
Prime Video
Channels: i clienti Prime possono aggiungere al loro
abbonamento canali come Infinity Selection, STARZPLAY, Noggin,
Juventus TV, Raro Video e molti altri— senza app aggiuntive da
scaricare. Si paga solo per i canali desiderati ed è possibile
disdire in qualsiasi momento. La lista completa dei canali è
consultabile su primevideo.com.
Noleggio o
Acquisto: film appena usciti disponibili per il noleggio o
l’acquisto e sconti speciali.
Accesso immediato:
i contenuti a casa o fuori su centinaia di dispositivi compatibili.
Lo streaming è disponibile sul web o tramite l’app di Prime Video
su smartphone, tablet, set-top box, console di gioco e Smart TV
selezionate. La lista di tutti i dispositivi compatibili è
disponibile a questo link: primevideo.com
Un’esperienza
aumentata: alcuni contenuti sono disponibili in 4K Ultra
HD e High Dynamic Range (HDR). Scopri tutte le curiosità e i dietro
le quinte dei tuoi film e serie preferiti grazie alla funzione
X-Ray supportata da IMDb. I contenuti sono disponibili per il
download e la visione offline.
A partire dal 27
maggio, l’attesissimo
Zack Snyder’s Justice League arriva in
DVD, Blu-Ray, 4K UHD e in un’edizione
speciale Steelbook 4K. Tra i contenuti
extra (disponibili nelle edizioni Blu-Ray e 4K) del film –
disponibile anche per l’acquisto in digitale – spicca
“Road to Justice League”, lo speciale di
25 minuti con intervista a Zack Snyder, in cui i fan potranno
scoprire i momenti fondamentali di questi 10 anni di collaborazione
tra Snyder e DC, da L’Uomo d’Acciaio (2013), passando per
Batman v Superman: Dawn of Justice
(2016), fino alla Zack Snyder’s Justice
League (2021).
In
Zack Snyder’s Justice League, determinato ad
assicurarsi che il sacrificio finale di Superman (Henry Cavill) non
sia stato vano, Bruce Wayne (Ben Affleck) unisce le forze con Diana
Prince (Gal Gadot) con lo scopo di reclutare una squadra di
metaumani, al fine di proteggere il mondo da una minaccia imminente
di proporzioni catastrofiche. Il compito si rivela più difficile di
quanto Bruce immaginasse, poiché ogni componente deve affrontare i
demoni del proprio passato, per trascendere da ciò che li ha
bloccati, permettendo loro di unirsi e formare finalmente una lega
di eroi senza precedenti. Finalmente insieme, Batman (Affleck),
Wonder Woman (Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Cyborg (Ray Fisher) e Flash
(Ezra Miller) potrebbero essere in ritardo per salvare il pianeta
da Steppenwolf, DeSaad e Darkseid e dalle loro terribili
intenzioni.
Zack Snyder’s Justice
League è interpretato da Ben Affleck, Henry Cavill,
Amy Adams, Gal Gadot, Ray Fisher, Jason Momoa, Ezra Miller, Willem
Dafoe, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen,
J.K. Simmons. La sceneggiatura è di Chris Terrio, da una storia di
Chris Terrio, Zack Snyder e Will Beall, basata sui personaggi della
DC, Superman creati da Jerry Siegel e Joe Shuster. I produttori del
film sono Charles Roven, Deborah Snyder, mentre i produttori
esecutivi sono Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley Coller, Jim
Rowe, Curtis Kanemoto, Chris Terrio e Ben Affleck.
01 Distribution ha
diffuso il trailer di Comedians,
il nuovo atteso film del regista premio Oscar Gabriele
Salvatores. Nel cast di Comedians
la coppia comica Ale e Franz, Natalino
Balasso, Marco Bonadei, Walter Leonardi,
Giulio Pranno, Vincenzo Zampa e con la
partecipazione straordinaria di Christian De
Sica.
Sei aspiranti comici stanchi della
mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di
stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club.
Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro
per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per
cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima. Le esibizioni iniziano
e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli
insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità
intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero
per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore? O
forse cercare una terza strada, di assoluta originalità? Attraverso
le storie di sei comici, Comedians è una riflessione sul senso
stesso della comicità nel nostro tempo, affrontando temi di
assoluta attualità.
Con l’arrivo di Eternals
il prossimo novembre, è opportuno prepararsi a scoprire qualcosa in
più sul gruppo di sovrumani partoriti dalla mente di Jack Kirby. In
attesa dell’uscita del film di Chloé Zhao il
prossimo 3 novembre, Screen
Rant ha raccolto 10 cose che probabilmente solo i fan dei
fumetti conoscono su questi misteriosi e incredibili
personaggi:
Sono simili ai Nuovi Dei
Gli Eterni e la loro grande
mitologia cosmica sono stati creati dal leggendario scrittore e
artista di fumetti Jack Kirby. Il modo in cui sono nati
rispecchiava in molti modi la creazione dei Nuovi Dei, incluso il
cattivo Darkseid, l’elaborata creazione cosmica di Kirby per la DC
Comics. Kirby ha creato i Nuovi Dei dopo aver lasciato la Marvel nel 1970, sfruttando il suo
interesse per il mito e la fantascienza.
Kirby ha creato gli Eterni nel 1976,
dopo essere tornato alla Marvel dopo un periodo deludente
alla DC Comics, dopo che tutti i suoi libri del “Quarto Mondo”
vennero cancellati quasi all’inizio della loro corsa. Dato il suo
grande ciclo mitico incompiuto, sembra che abbia incorporato alcune
di quelle idee nel concept degli Eterni. Purtroppo, anche il
fumetto originale di Eternals è stato cancellato prima che potesse
finirlo.
Le origini dell’uomo
L’idea alla base degli
Eterni deriva dall’interesse di Kirby per le grandi idee di
fantascienza, specialmente quelle che supponevano un’influenza
aliena nello sviluppo dell’uomo primitivo. La storia degli Eterni
inizia quando i Celestiali, tra i più potenti esseri cosmici
Marvel, si dilettarono
nell’evoluzione dell’umanità primitiva.
Alla fine sviluppano tre razze
distinte: gli Eterni, una forma di vita superiore, i Devianti, una
forma inferiore, essenzialmente un rifiuto genetico degli Eterni e,
infine, l’umanità. Tutto questo è accaduto milioni di anni fa.
I poteri degli Eterni
Gli Eterni sembrano proprio
degli umani, come è evidente anche nel teaser trailer del film di
Chloé Zhao. Ciò che li distingue, tuttavia, sono i loro poteri
straordinari. Tutti gli Eterni sono funzionalmente immortali, con
la loro fisiologia intensificata che li permette di invecchiare
molto lentamente. Tutti i principali Eterni hanno vissuto dall’alba
dell’uomo fino ai giorni nostri.
Sono anche incredibilmente
resistenti e durevoli, sebbene spesso ci siano variazioni
significative tra loro a livello individuale. Alcuni degli Eterni
hanno poteri unici che li classificano tranquillamente tra i
supereroi più forti dell’Universo Marvel.
Il gene X
All’inizio, la superiorità
genetica degli Eterni viene descritta come una mutazione. Questo li
rende molto simili agli X-Men e al gene X. Tuttavia, i due gruppi
di eroi sono diversi. L’Homo Superior (o Mutante) è un nuovo ramo
dell’evoluzione umana, distinto dall’Homo Immortalis, che include
appunto gli Eterni.
I due gruppi condividono alcune
somiglianze, in particolare nei fumetti più recenti. Gli Eterni
sono stati riavviati nei fumetti Marvel abbastanza di recente e
alcune rivelazioni nella loro nuova storia sembrano ricordare
alcuni elementi dell’attuale era “Dawn of X” degli X-Men,
soprattutto in riferimento ai protocolli di resurrezione che i
mutanti ora usano per ingannare la morte.
Il team originale
Gli Eterni hanno
contribuito alla difesa dell’umanità per migliaia di anni, inclusa
la difesa della Terra dai Celestiali (sebbene non siano stati in
grado di salvare Atlantide dall’affondamento). Il team principale
degli Eterni, quando Kirby li ha introdotti per la prima volta,
includeva Ikaris, Thena, Makkari, Ajak, Sersi e molti altri.
Questi personaggi sarebbero stati
incusi anche nelle successive iterazioni della squadra e sono tutti
presenti nel film in uscita il prossimo novembre, anche se in modi
leggermente diversi da come i fumetti li avevano concepiti.
Mancanza di riconoscimento
Il primo volume del fumetto
dedicato agli Eterni di Jack Kirby è durato solo due anni, dal 1976
al 1978. I personaggi alla fine sono usciti dal radar per molti
anni, riemergendo poi grazie ad una miniserie del 1985 e nelle run
su Thor dalla fine degli anni ’80. Dopodiché, è passato molto tempo
prima che ottenessero un riconoscimento importante nei fumetti.
Neil Gaiman, il creatore della serie
di fumetti “Sandman” targata Vertigo, ha scritto una nuova
miniserie sugli Eterni nel 2006. Sebbene abbia aggiornato la
squadra al 21° secolo, da allora i sovrumani hanno comunque dovuto
lottare per rimanere sotto i riflettori. Il loro fumetto attuale è
arrivato tre anni dopo che il loro ultimo era stato cancellato
dalla Marvel e la squadra era stata
uccisa.
I Celestiali
È probabile che i fan del
MCU conoscano già i Celestiali, dal
momento che hanno fatto apparizioni sporadiche nei film dei
Guardiani della Galassia.
Queste figure imponenti incombono non solo nella storia dei fumetti
Marvel, ma nella storia complessiva
degli Eterni.
Sebbene abbiano creato gli Eterni, i
due gruppi sono stati in antagonismo per eoni. I Celestiali
tornavano regolarmente sulla Terra per testare il merito delle loro
creazioni, portando a battaglie devastanti. È possibile che questa
crudele cartina di tornasole venga applicata anche agli Eterni nel
MCU.
I Devianti
Non è certo chi saranno i
principali cattivi del film di Chloé Zhao, ma la teoria più
accreditata è che saranno i loro nemici dei fumetti, i Devianti. I
Devianti sono il risultato della stessa sperimentazione genetica
sugli esseri umani da parte dei Celestiali, tranne per il fatto che
non hanno avuto successo nelle menti dei loro progettisti
cosmici.
Molti di loro avevano ancora forza e
resistenza sovrumane, così come altri superpoteri, ma spesso
avevano un aspetto disumano. Questo, da solo, sembra essere stato
il colpo di grazia, poiché erano estremamente intelligenti e capaci
di sviluppare tecnologie e abilità proprie.
Il legame con Thanos
Gli Eterni non hanno avuto un enorme successo nella loro run
originale nei fumetti Marvel, ma la loro eredità è stata
significativa. Thanos, forse il miglior cattivo del MCU e uno dei migliori dei fumetti,
è un discendente degli Eterni.
In
realtà è un ibrido tra un Eterno e un Deviante, derivato dalle
macchinazioni dei Celestiali sul pianeta Titano. L’impatto di
Thanos sull’Universo Marvel è enorme, per non dire
devaastante. I suoi sforzi con il Guanto dell’Infinito hanno
portato alla morte di oltre la metà dell’intero universo… e il
peggio è che non si è fermato a questo.
Ripristino dei poteri
Gli Eterni sono stati
reinventati per la serie del 2006 di Neil Gaiman e dell’artista
John Romita Jr., in particolare per quanto riguarda il set dei loro
poteri. I loro poteri cosmici erano limitati: ora sembrano
assomigliare meno a degli esperimenti genetici, ognuno dotato di
libero arbitrio, e più a dei cloni programmabili.
Gli Eterni non possono attaccare i
Celestiali e, addirittura, possono non essere d’accordo con loro in
alcuni casi. Se un Eterno fa una mossa antagonista contro i suoi
creatori, viene immediatamente “spento” come se fosse un robot.
Resta da vedere se il film manterrà questo concetto o quello
originale di Kirby.
I dettagli sul ruolo non sono stati rivelati, ma alcune fonti
vicine alla produzione hanno rivelato che si tratta di un
personaggio appena creato che potrebbe passare al MCU più grande, inclusa la
comparsa in film e altre serie limitate Disney+.
Era dal 2004, dal giorno della
messa in onda dell’ultimo episodio della decima stagione, che i fan
di Friends non vedevano l’ora di trovarsi di
fronte ad un altro pezzetto delle storie di Rachel, Monica, Phoebe,
Ross, Chandler e Joey. Quest’attesa potrebbe essere terminata, dal
momento che disponibile su Sky e in streaming su NOW, dal 27
maggio c’è Friends: The Reunion, un episodio speciale in
cui
Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer,
Matthew Perry e Matt LeBlanc tornano
insieme non per interpretare di nuovo i personaggi che li hanno
resi famosi, ma per ricordare quei tempi, quella serie strepitosa,
per rimettere in scena alcuni dei momenti migliori dello show,
insomma per accompagnarci in una lunga discesa nei ricordi e nella
nostalgia, con un occhio a questo presente così insolito che stiamo
vivendo.
Ma qual è il modo migliore per
prepararsi a questa divertentissima e attesa Reunion se non
ripercorrere alcuni dei momenti più divertenti e iconici
dell’intera serie? Ecco di seguito i 5 momenti più
divertenti dello show.
The One Where Everybody Finds
Out, da noi Io so che tu sai che io lo so è uno degli
episodi più divertenti in assoluto della serie, tanto’è che più
avanti ci sarà un’altra scena tratta dallo stesso episodio. Si
tratta della puntata in cui la relazione tra Chandler e Monica esce
alla luce del sole. Fino a questo momento, solo Joey aveva scoperto
la tresca trai due e aveva taciuto, ma una telefonata galeotta
intercettata da Rachel mette la ragazza a parte del segreto. Dopo
che anche Phoebe scopre della relazione (come vedremo, in modo
rocambolesco), le due amiche decidono di mettere in difficoltà
Chandler.
La bionda e intraprendente Phoebe
mette a punto un piano di seduzione ai “danni” di Chandler che non
ha intenzione di cedere perché è totalmente e perdutamente
innamorato di Monica. Ma è proprio questo che mette anche il
pubblico a conoscenza di una nozione importantissima: non solo
Monica e Chandler hanno una storia, ma i due sono davvero
innamorati, come Chandler stesso dichiara, esasperato dalle avance
finte di Phoebe. È una scena assolutamente esilarante e la regina è
lei, Lisa Kudrow.
Joey, Phoebe e il francese –
Stagione 10 Episodio 13
Siamo alla fine dello show, la stagione 10, e il titolo della
puntata è dedicato proprio a questa scena: The One Where Joey
Speaks French, da noi Lezioni di francese. La carriera di
attore di Joey è ad un punto morto, dopo i fasti di Days of Our
Lives e l’attore decide di tentarle tutte, anche falsificando il
suo curriculum, pur di riuscire ad ottenere un ruolo. Il problema è
che se poi ti prendono perché nelle tue capacità c’è anche il
parlare fluentemente il francese, ma in realtà non lo sai né
leggere né parlare, allora le cose si fanno difficili.
Per fortuna di Joey, la sua più
cara amica, Phoebe, parla fluentemente la lingua, e tenta di
insegnarne i rudimenti al nostro. Il risultato è esilarante oltre
che disastroso per il povero Joey che non riesce a spiccicare una
parola di francese con il risultato che perde disastrosamente il
ruolo. A cercare di metterci una pezza, a modo suo, interviene
sempre Phoebe che, nei panni del suo alter ego Regina Falange,
spiega al regista dello spettacolo di Joey che il ragazzo è in
realtà ritardato e cerca di giustificarlo, dando il colpo di grazia
agli spettatori in lacrime per le risate.
Sette! – Stagione 4 Episodio
11
The One With the
Phoebe’s Uterus, che da noi si chiama Regalo di
Nozze, racconta di Phoebe che decide di “prestare” il suo
utero al fratello e a sua moglie Alice come madre surrogata. Il
grande gesto di generosità di Phoebe è perfettamente in character
ma è anche una strategia degli showrunner per mettere in trama il
fatto che Lisa Kudrow era rimasta incinta. Nonostante sia una
storyline bellissima, non è certo il momento più divertente
dell’episodio, il cui scettro va a Monica.
Chandler comincia ad uscire con
l’ex di Joey e naturalmente si sente in competizione con l’amico da
un punto di vista sessuale. Presto scopre che i suoi timori erano
fondati e che in effetti Joey ci sapeva fare molto di più rispetto
a lui (i due vivono nello stesso appartamento e hanno le camere da
letto adiacenti…). Così, Chandler decide di andare dalle ragazze
per farsi dare qualche consiglio. Monica, con Rachel a consulenza,
offre a Chandler una rapida ma efficace lezione di anatomia che
termina con una sequenza sempre più veloce di numeri, che indicano
le zone erogene. Il risultato è assolutamente travolgente, mentre
la reazione di Chandler è altrettanto impagabile, assolutamente
stupito. Chi invece sarà eternamente grata alle due ragazze è la
nuova fidanzata di Chandler, come dimostra la coda
dell’episodio!
I miei occhi! – Stagione 5
Episodio 14
Come promesso siamo tornati ad
un’altra scena dell’episodio The One Where Everybody Finds
Out, Io so che tu sai che io lo so, una scena per la
quale basta un fotogramma per sentire la voce di Lisa Kubrow che
urla “i miei occhi! I miei occhi!”. Ci troviamo cronologicamente
poco prima rispetto alla scena di seduzione descritta più su.
Phoebe e Rachel sono nell’appartamento dell’uomo nudo (Ugly Naked
Guy) che vive di fronte a Monica e che ha lasciato casa che a sua
volta Ross spera di affittare.
Dalla finestre del nuovo
appartamento, Phoebe riesce a vedere la vetrata di Monica e ad
assistere a un estemporaneo scoppio di passione tra Chandler e
Monica. La ragazza, non essendo al corrente della relazione trai
due, comincia a urlare scompostamente e ad urlare come detto sopra.
Una scena che non ha assolutamente rivali, se non quella che stiamo
andando a descrivere di seguito e che occupa il gradino più alto
del podio.
La scommessa – Stagione 4 Episodio
12
Si intitola The One With the
Embryos in originale, perché in questa puntata Phoebe si fa
impiantare gli embrioni fecondati del fratello e di sua moglie,
tuttavia la traduzione italiana del titolo sceglie di porre
l’accento sulla parte effettivamente più divertente dell’intero
episodio, della stagione e secondo chi scrive anche della serie
intera. A causa del fatto che Chick e Duck, la papera e il gallo
domestici dei ragazzi, sono molto rumorosi svegliando le ragazze ad
orari improbabili, Monica e Rachel coinvolgono Chandler e Joey in
una lunga serie di scommesse che hanno come scopo quello di
liberarsi dei pennuti, ma pian piano la posta in gioco si alza,
fino a mettere in palio l’appartamento dalle pareti viola di
Monica.
La sfida, attentamente strutturata
da Ross, verte su domande personali reciproche, atte a saggiare la
conoscenza reciproca e a far cadere l’avversario. Non stiamo qui a
dire quante e quali siano le domande più assurde e lue risposte
ancora più assurde al gioco, ma le ragazze vengono colte in fallo
quando viene loro chiesto, per una sfida finale, quale sia il
lavoro di Chandler Bing. Ignare della sua posizione, sono in
difficoltà, fino a che Rachel non urla “è un traferitore!”. L’urlo
di Monica e la sua voce che dice “that’s not even a word ! (Non è
nemmeno una parola!)” Ancora riecheggia, inalterata nei corridoi
degli studi televisivi e nelle orecchie dei fan di tutto il mondo.
La perfezione.
Chissà se ne Friends: The Reunion (dal 27 maggio,
disponibile su Sky e in streaming su
NOW), non
ci sia un riferimento a quella scena memorabile.
Valley of the
gods è il nuovo film del regista polacco Lech
Majewski. L’artista dalla ricca formazione, e i poliedrici
interessi culturali, ha finito di girare il film al termine del
2019, che però uscirà il 3 giugno prossimo grazie
all’attesa della CG Entertainment a volerlo presentare, proprio per
permetterne l’inaugurazione nelle sale cinematografiche e non su
piattaforma.
Lech
Majewski vanta una carriera che affonda le radici nei
meandri della pittura e di cui Busquiat del 1995, e il
trittico girato dal 2004 al 2013 (composto da Il giardino delle
delizie, I colori della passione e Onirica) ne
sono un chiaro esempio di celebrazione.
Nel corso dei decenni ha
dunque avuto modo di tracciare sempre più chiaramente il suo stile,
assestandosi su un tratto narrativo che rimarca il gusto per il
fantastico e che si muove principalmente sul piano del sogno, se
non addirittura del metacinema. E Valley of the gods è quasi completamente
immerso in questo discorso.
Il film si apre col
mostrare la crisi lavorativa e relazionale dello scrittore John
(Josh Hartnett), che, spinto dal suo analista,
riprende a scrivere raccontando la storia di Wes Tauros
(John Malkovich), l’uomo più ricco del mondo, che
vive angosciato e annoiato in un castello in compagnia del suo
maggiordomo (Keir Dullea), tentando di trovare una
donna che sia l’esatta copia della moglie defunta (Bérénice
Marlohe).
E, in tutto ciò, su un
piano che si potrebbe definire forse più reale, le terre del popolo
dei Navajo sono minacciate dall’azienda dello stesso Tauros, delle
quali vuole impadronirsi per sfruttarne i giacimenti di uranio.
Tutta la storia si
sviluppa quindi su due livelli: John che, perso, devastato dalla
fine del suo matrimonio, scrive circondato dai Navajo che gli fanno
da sfondo, anche loro aggrediti da un nemico che non si vede, ma
che subdolamente attacca ed erode da dentro; e ciò che nasce dalla
penna di John, un mondo in penombra a cui accediamo attraverso i
suoi sogni notturni. E, con cambi talvolta surreali, i due piani si
scambiano e comunicano continuamente, confondendosi e mettendo del
tutto in disparte la fluidità della narrazione, proprio perché
secondaria.
Lo scopo di Lech
Majewski è dichiaratamente quello di parlare dello stesso
linguaggio con il quale racconta. Il popolo dei Navajo,
apparentemente inerme di fronte alla forza predatoria dello
sfruttamento, possiede una ricchezza interiore dall’altrettanto
enorme potere creativo, se non addirittura distruttivo. Esattamente
come John che – a detta proprio di Wes Tauros – con la sua penna
può dare la vita, toglierla o ferire.
E il regista è
esattamente questo che mette in scena: la potenza dell’arte, nella
sua più profonda spiritualità, che racconta se stessa e quel che è
in grado di fare. Poiché, nella sua versione più pura e
primordiale, è la sola in grado di mettere l’uomo in dialogo con la
propria bellezza.
Sono passati 13 anni da quando
Iron Man, il primo film del MCU diretto da Jon Favreau, ha debuttato nelle sale dando il
via ad uno dei franchise più amati e di successo della storia. Il
film ha rappresentato un enorme rischio per Kevin Feige e il suo
team, non aiutato neanche dalla scelta di Robert Downey Jr. come protagonista, che
proprio in quel periodo si stava riprendendo da alcune
vicissitudini personali assai burrascose.
Tuttavia, Favreau era convinto che
l’attore fosse perfetto per la parte, e alla fine riuscì a
convincere la Marvel ad ingaggiarlo. Oltre a
Favreau, però, c’era anche un altro membro del cast del film che
era convinto delle potenzialità di Downey: si tratta di Clark Gregg, la star della serie Agents of
SHIELD, che ha debuttato nei panni dell’agente Coulson
proprio nel film del 2008.
Ricordando il suo coinvolgimento nel
primo Iron Man in occasione della partecipazione al
podcast
At Home with Creative Coalition, Gregg ha rivelato di essere
stato subito rapito dall’idea del film, anche se molti erano
scettici in merito alla sua effettiva riuscita. Inoltre, ha
spiegato di non aver mai dubito del talento di Robert Downey Jr. e del fatto che potesse
davvero riuscire a costruire quel personaggio così iconico che
avrebbe poi fatto la storia.
“Dal momento in cui ho saputo
che Jon Favreau avrebbe diretto il film, con Robert Downey Jr. nei
panni di Iron Man e con anche Gwyneth Paltrow e Jeff Bridges nel
cast, ho capito che se Robert non si fosse lasciato andare a certi
atteggiamenti derivanti dai suoi problemi di dipendenza e avrebbe
dimostrato di essere il talento che tutti sapevamo in realtà
essere, allora avrebbe sicuramente dato vita ad una delle migliori
versioni del personaggio, probabilmente la migliore versione
possibile in assoluto. E ci è riuscito, ci è riuscito
davvero.”
Il futuro di Robert Downey Jr. al
cinema e nel MCU
Robert Downey Jr. non ha avuto ancora la
fortuna che cercava dopo aver chiuso con il MCU, dal momento
che Dolittle, il
primo film post-Avengers, è stato un colossale flop. È
possibile che l’attore possa riprendere il suo ruolo in una delle
prossime serie Disney+, anche se
ciò potrebbe offuscare l’eredità “cinematografica” del suo Iron
Man.
Tuttavia, dovremmo rivedere il
personaggio di Iron Man un’ultima volta nell’atteso Black
Widow, che sarà ambientato tra gli eventi
di Civil
War eInfinity
War. Anche se non è stato ancora confermato
ufficialmente, è probabile che il personaggio di Tony Stark
apparirà in un flashback.
Zack Snyder non ha mai fatto mistero del fatto
che gli piacerebbe realizzare un film basato sulla miniserie a
fumetti “Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro“,
probabilmente una delle run più memorabili dell’eroe.
La miniserie in quattro parti è
incentrata su un Bruce Wayne molto più anziano e ormai in pensione.
Tuttavia, Bruce decide di tornare a combattere il crimine,
nonostante i pareri contrari sia della polizia di Gotham che del
governo degli Stati Uniti. Bruce mette in scena la propria morte
alla fine della serie, che si conclude con l’Uomo Pipistrello che
si prepara a continuare a proteggere la sua città. La miniserie
presenta anche molti personaggi noti dell’universo di Batman, tra
cui James Gordon, Due Facce, Joker e Catwoman.
Di recente Snyder è tornato a
parlare ancora una volta del suo desiderio di un film basato su
Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, spiegando che per i ruoli
di Batman e Superman ingaggerebbe due nuovi attori. Parlando con
Josh Horowitz all’interno del podcast Happy Sad Confused, il
regista di Army of the Dead ha parlato della serie a fumetti di
Frank Miller come della sua “ossessione”, del suo
“Santo Graal” che spera prima o poi di poter davvero
portare sul grande schermo.
Tuttavia, alla domanda se la sua
versione di questo progetto dei sogni includerebbe Ben Affleck e Henry Cavill nei panni di Batman e Superman,
Snyder ha risposto così: “No, non credo proprio. Penso che
dovrebbero essere una cosa a sé stante. Sì, decisamente una cosa
svincolata da tutto il resto. Solo in quel caso lo farei, al 100%.
Penso che riprenderei lo stile di Watchmen, con una grande
attenzione al singolo fotogramma. Non credo che sarebbe tanto
costoso, ad essere sinceri. Non credo proprio. Sarebbe più un film
grintoso.”
L’influenza de “Il Ritorno del
Cavaliere Oscuro” sul cinema di Zack Snyder
Netflix
ha reso noto il cast ufficiale di The
Sandman, l’attesa serie tv Originale Netflix
basata sull’omonimo fumetto culto di Neil
Gaiman.
Protagonisti di The
Sandman saranno Tom Sturridge
come Dream, Lord of Dreaming. Gwendoline Christie
come Lucifero, Ruler of Hell. Vivienne Acheampong
è Lucienne, capo bibliotecario e fidato guardiano del regno di
Dream. Boyd Holbrook è The Corinthian, un incubo
fuggito che desidera assaggiare tutto ciò che il mondo ha in serbo.
Charles Dance è Roderick Burgess, il ciarlatano,
il ricattatore e mago. Asim Chaudry è Abele.
Sanjeev Bhaskar sarà Caino, la prima vittima e il
primo predatore.
Kirby
Howell-Baptiste nel ruolo della Morte: la
sorella più gentile e saggia di Dream. Mason Alexander
Park nel ruolo di Desire,
il fratello androgino di Dream, con il quale ha una
rivalità. Donna Preston nei panni
di Despair, la sorella di Dream che è gemella con Desire.
Jenna Coleman nei panni di
Johanna Constantine: Coleman interpreta sia il detective
dell’occulto del diciottesimo secolo che un’altra
versione del personaggio dei giorni nostri. Joely Richardson nel ruolo
di Ethel Cripps: l’amante di Burgess e la madre di John
Dee. Niamh Walsh interpreta un giovane Cripps. David
Thewlis nel ruolo di John Dee / Doctor
Destiny: Il figlio pazzo di Cripps il cui tentativo di trovare la
“verità” mette a repentaglio il mondo. Gaiman ha descritto Dee
come un personaggio “che potrebbe spezzarti il cuore e mantenere
la tua simpatia mentre ti porta nei luoghi più
oscuri”.
Kyo Ra
come Rose Walker, una giovane donna che cerca il fratello
perduto e diventa preda del Corinthian. Stephen Fry nel ruolo
di Gilbert, l’affascinante guardia del corpo di Walker.
Razane Jammal nel ruolo
di Lyta Hall, l’amica di Walker e una vedova piangono il
marito Hector Hall. Sandra James-Young nel ruolo
di Unity Kinkaid, il benefattore di Walker che si è
recentemente risvegliato da un sonno secolare. Patton
Oswalt nel ruolo della voce di Matthew,
l’emissario corvo di Dream.
Non c’era altro modo per
raccontarla, come un ritrovo di vecchi amici che raccontano com’è
stata la loro giovinezza condivisa ed è così che si è scelto di
portare sullo schermo Friends:
The Reunion. Niente Ross, Rachel, Monica, Chandler,
Phoebe e Joey, nessun ritorno al Central Per o agli appartamenti di
New York, sono stati inveceJennifer
Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer, Matthew
Perry e Matt LeBlanc a tornare sui set, a
rileggere i copioni, a raccontare quel periodo incredibile della
loro vita che è durato per tutta la messa in onda di Friends e li
ha resi davvero come una famiglia di elezione, un circolo esclusivo
che ha dato vita ad uno degli show più amati di sempre.
L’operazione nostalgia non poteva essere confezionata meglio e
sicuramente questo è uno dei pregi di questa attesissima Reunion
che è disponibile su
Sky e NOW, in Italia, dalle 9.00 del 27 maggio. La scelta dei
produttori di mettere sullo stesso piano attori e fan,
accompagnando entrambi sulla via dei ricordi rende l’intero
episodio / documentario non solo divertente e commovente, ma anche
interessante, alla luce delle rivelazioni inedite che escono fuori
durante la conversazione con i sei protagonisti, seduti davanti a
James Corden che interroga, chiede, domanda e
suggerisce.
Naturalmente emozionanti
sono i ritorni di altri personaggi simbolo della serie, come Janice
/ Maggie Wheeler e la sua
inconfondibile e fastidiosissima risata, Mr. Heckles /
Larry Hankin in vestaglia e broncio, Judy e Jack
Geller / Christina Pickes e Elliott Gould che sono
stati davvero come dei genitori per i giovanissimi protagonisti,
preoccupandosi per loro nella maniera in cui solo un genitore può
fare. Ma poi Tom Selleck, James Michael
Tyler,
Reese Whiterspoon e tanti altri volti che hanno
impreziosito lo show; soltanto nei ricordi dei protagonisti
compaiono nomi del calibro di
Ben Stiller,
Brad Pitt e Danny DeVito.
Uno dei punti di forza di
Friends: The Reunion è stato senza dubbio anche la
scelta di raccogliere testimonianze trai fan della serie,
personaggi noti e persone comuni hanno condiviso il loro legame con
lo show: MalalaYousafzai ha
raccontato che lo ha guardato al college e grazie allo show ha
stretto amicizie immortali, David Beckham che ogni
volta che è all’estero per lavoro, lontano dalla sua famiglia,
guarda lo show per tirarsi su, Kit Harington che è
un fan sfrenato, ma non solo volti noti. Sono state raccolte
milioni di testimonianze, delle quali la puntata speciale mostra
solo una piccola porzione, che raccontano di quanto la serie sia
stata fondamentale, per superare la solitudine, per attraversare la
depressione, per sentirsi a casa quando il mondo intorno è ostile,
per tornare ad un gruppo di amici che davvero hanno fatto la
differenza per tantissimi spettatori.
Friends: The
Reunion, una passeggiata sul viale dei ricordi
Sembra che il segreto di
Friends fosse proprio questo, raccontare quella porzione di vita
delle persone in cui gli amici sono la famiglia di elezione. Così è
un po’ per tutti e così si arriva anche alla chiusura fisiologica
del racconto e della serie: quando ognuno comincia ad avere una
famiglia sua, è ora di lasciarsi, senza però mai dimenticarsi o
perdersi di vista. Ed è così che è andata per gli interpreti di
Ross, Rachel, Monica, Chandler, Phoebe e Joey, che nel corso di
questi anni, non si sono mai persi di vista pur non ritrovandosi
mai più tutti insieme nella stessa stanza.
Trai momenti più
divertenti proposti da Friends: The Reunion, c’è
senza dubbio la riproposizione del quiz di conoscenza reciproca
(l’episodio è La Scommessa, The One with the
Embryos, che si conclude con i ragazzi che si scambiano
l’appartamento) che rappresenta una delle vette dello show e che è
stato riproposto in forma meta-narrativa. In questa occasione non
solo c’è stata la possibilità di rivedere molti amici dello show,
comparse e personaggi secondari, ma anche di andare a pescare tra
gli episodi più divertenti in assoluto della serie, con il cast che
ad un reading-table ha re-interpretato scene iconiche come quella
del primo bacio tra Ross e Rachel e quella di Phoebe che scopre la
relazione tra Monica e Chandler (chi ha seguito la serie originale
in inglese, sente ancora l’eco di quel travolgente “My Eyes! My
Eyes!” Di Lisa Kudrow!).
La vera e propria
sorpresa, a fine speciale, è stato il fashion show, in cui hanno
sfilato famosissimi fan della serie sotto gli occhi increduli di
ospiti e protagonisti: da Cara Delevigne a
Justin Bieber, i vip si sono prestati a far
rivedere al pubblico l’abito da damigella di Rachel al matrimonio
del suo ex, l’Armadillo dell’Hanukkah, lo Sputnik, i celeberrimi
pantaloni di pelle di Ross!
Come già accennato in
apertura, non poteva esserci scelta migliore di questa per
riportare insieme gli AMICI che tutti abbiamo avuto (e che
continuiamo ad avere), nessun modo più adeguato di questo per
raccontare dove sono quei personaggi oggi: sono esattamente dove li
abbiamo lasciati, sul pianerottolo, insieme ai gemelli di Monica e
Chandler, mentre vanno a prendere un ultimo caffè insieme
(“Dove’”), perché è lì che rimarranno per sempre.
Non ci interessa l’oggi
di Ross, Rachel, Monica, Chandler, Phoebe e Joey, possiamo
immaginare che siano andati avanti con le loro vite, ma quello che
hanno dato l’uno agli altri e a tutti gli spettatori è racchiuso in
quelle 236 puntate, in 10 stagioni ricche, divertenti e commoventi,
ricordate con affetto e grandi sorrisi da tutti. La nostalgia regna
sovrana, dunque, ma porta lacrime di gioia e onora il bello che
tutti abbiamo vissuto.
Dopo essere stata ritardata più e
più volte a causa della pandemia di Coronavirus, la produzione di
Black
Adam è finalmente partita il mese scorso. Oltre a
Dwayne
Johnson nei panni dell’antieroe del titolo, nel
film vedremo anche alcuni membri chiave della Justice Society of
America. Anche se manca più di un anno all’uscita del film,
l’attesa per questo nuovo entusiasmante progetto DC è già parecchio
elevata.
In merito al futuro del personaggio
nel DCEU, alcuni recenti commenti del produttore Dany
Garcia hanno lasciato intendere che i piani per il
personaggio di “The Rock” potrebbero estendersi ben oltre il film
in arrivo al cinema a luglio del 2022. Intervistato da
Variety, infatti, Garcia non ha specificato quanto film di
Black
Adam siano effettivamente in programma al momento, ma ha
comunque anticipato che l’intenzione è quella di dare vita ad un
nuovo franchise a sé stante: “Vogliamo realizzare molti
film”, ha specificato. “Siamo entusiasti della nostra
collaborazione a lungo termine con DC in merito a questa
proprietà.”
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Nella giornata di ieri è arrivata la
notizia ufficiale che Amazon ha acquistato la
MGM attraverso una fusione destinata ad entrare
nella storia. In un articolo del
New York Times, però, è stato rivelato che già nel 2016 stava
per avvenire un altro enorme affare: pare infatti che all’epoca la
Disney era pronta ad acquisire
WarnerMedia.
Ciò significa che realtà quali
Warner Bros., HBO e DC Entertainment sarebbero potuti finire sotto
l’egida della Casa di Topolino, aprendo la porta ad un eventuale
crossover tra gli universi Marvel e DC, con Kevin Feige a capo
del potenziale progetto condiviso. Se fosse accaduto davvero,
personaggi come Batman e Superman avrebbero potuto invadere le
numerose attrazioni a tema Disney sparse in tutto il mondo, una
prospettiva decisamente strabiliante.
“Nell’ottobre 2016, poco prima
che Time Warner e AT&T annunciassero il loro accordo, Bob Iger,
all’epoca a capo della Disney, chiamò Jeff Bewkes, il capo di Time
Warner, secondo quanto riportato da due persone che erano a
conoscenza di questi dettagli”, rivela il sito. “Il leader
della Disney chiese a Bewkes se fosse interessato ad una possibile
fusione. ‘È troppo tardi!’, gli disse Bewkes. C’era già dell’altro
in cantiere. Così Iger gli fece gli auguri e riattaccò.”
“Più tardi, Iger ha chiamato un
altro capo di un altro importante studio, nella speranza di
concludere un nuovo accordo. Era Rupert Murdoch”. Così è nato
l’accordo Disney/Fox, che tra le conseguenze più importanti ha
visto finalmente il ritorno dei personaggi degli
X-Men e dei Fantastici
Quattro sotto il controllo dei Marvel Studios, che potranno finalmente
aggiungerli al loro amatissimo franchise di successo.
L’uomo d’acciaio è uscito nelle sale nel 2013,
appena un anno dopo la conclusione della trilogia de Il cavaliere oscuro di
Christopher Nolan. All’epoca, erano numerose le speculazioni
secondo cui il film di Zack Snyder era ambientato nel
NolanVerse, con i primi trailer del film che in parte
rievocano proprio le atmosfere delle pellicole del regista
britannico dedicate a Batman.
Ora, è stato proprio Snyder a
confermare che quando ha iniziato a sviluppare il riavvio di
Superman nel 2010, aveva preso in considerazione l’idea che i due
franchise fossero collegati. “Non era fuori discussione al
100%. Ne abbiamo parlato per un po’ di tempo”, ha ammesso il
regista durante un’intervista con Josh Horowitz di MTV (via
THR).
Ovviamente, se fosse davvero
successo, il Superman di Henry Cavill avrebbe diviso la scena con John
“Robin” Blake, il poliziotto che ha assunto il ruolo di Batman in
assenza di Bruce Wayne, interpretato da Joseph Gordon-Levitt ne
Il cavaliere oscuro – Il ritorno.“Sarebbe stato
Joseph. Il che avrebbe potuto essere bello”, ha detto Snyder,
aggiungendo che capisce perché Nolan ha voluto tenere il suo
franchise separato da tutto il resto. “Mi piace che i suoi film
non siano stati infangati da altre iterazioni.”
Parlando invece del film che sarebbe
poi diventato
Batman v Superman: Dawn of Justice,Zack Snyder ha rivelato di aver considerato un
altro attore per il ruolo del Crociato di Gotham prima di
Ben Affleck, ossia Matthias Schoenaerts, l’attore belga noto per
film quali Un sapore di ruggine e ossa, Suite francese, Via
dalla pazza folla e Red Sparrow.
“Ho parlato tanto con Matthias
della parte. Non ha mai indossato davvero il costume, ma ho fatto
un sacco di mock-up basati su di lui, perché Ben era ancora
indeciso. E non lo biasimo. Tutti dovrebbero essere indecisi quando
ti viene chiesto: ‘Vuoi interpretare Batman?’.”
I film originale della saga di
Star Wars – al di là di quali potessero essere
le idee di George Lucas – sono stati realizzati senza
l’attualizzazione di un piano ben preciso e pare che la Lucasfilm
abbia adottato la medesima strategia per la trilogia sequel.
A differenza della trilogia
originale, però, sappiamo tutti quanto i film arrivati tra il 2015
e il 2019 siano stati penalizzati dalla coesistenza di visioni
registiche tra logo contrastanti: il riferimento è, ovviamente, a
J.J. Abrams e Rian Johnson, che avevano idee molto diverse
in merito al franchise.
In una recente intervista con
Collider, è stato proprio Abrams a riflettere sui tre episodi
della trilogia sequel e sulla possibilità che, forse, un piano in
atto stabilito fin dall’inizio avrebbe potuto giovare in maniera
diversa alla conclusione della Saga degli Skywalker.
“Sono stato coinvolto in una
serie di progetti in cui credevo di sapere in che direzioni
sarebbero andate le cose. A volte ci sono cose che pensi che
possano essere apprezzate e che in realtà non funzionano. Altre
volte succede il contrario: un elemento a cui non avevi dato peso –
che può essere un personaggio così come un determinato avvenimento
– diventa improvvisamente una parte importante della storia”,
ha spiegato Abrams.
“Ci sono progetti ai cui ho
lavorato in cui avevamo delle idee che però non abbiamo elaborato a
sufficienza, o semplicemente avevamo delle idee ma alla fine non ci
è stato permesso di realizzarle nel modo in cui volevamo”, ha
aggiunto. “Ho sperimentato tutti i tipi di situazione in cui
pianifichi le cose in un certo modo e all’improvviso ti ritrovi a
fare qualcosa che è totalmente l’opposto. A volte funziona, altre
volte no. E può succedere che non funzioni sia quando hai
pianificato le cose in un certo modo, sia quando sei consapevole di
non averlo fatto.”
“Non sai mai veramente come
possono andare le cose, ma se c’è una cosa che ho imparato, in
alcuni casi passando per esperienze davvero pesanti, è che avere un
piano è la cosa più importante, perché altrimenti non stai cosa
stai mettendo in piedi”, ha ribadito il regista. “Se non
hai un piano, non sai cosa enfatizzare. Perché se non conosci il
destino dei personaggi e quell’aspetto inevitabile della storia,
allora vali quanto vale la tua ultima scena, o la tua ultima
battuta, o il tuo ultimo effetto speciale… quando tu sai che vuoi
condurre lo spettatore verso il punto cruciale.”
Il futuro della saga di Star
Wars
Di recente è stato
confermato Rogue
Squadron, primo film ad arrivare nelle sale dopo la
conclusione della saga degli Skywalker. Il film, diretto
da Patty Jenkins (regista
di Wonder
Woman), verrà distribuito nelle sale a dicembre
2021.
Oltre a Rogue
Squadron, sappiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli
Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una
nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi, ma su
quel progetto non si hanno aggiornamenti da diverso tempo. In
passato, anche ai creatori di Game of
Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era
stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela:
sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il
progetto.
In origine, prima di essere scelto
per il ruolo del Dr. Jonathan Crane, Cillian Murphy aveva sostenuto il provino per
il ruolo di Bruce Wayne in
Batman Begins. L’attore irlandese ha più volta
lavorato con Christopher Nolan, recitando anche in
pellicole quali
Inception (2010) e Dunkirk (2017).
Nel 2013, lo screen test di Murphy
che indossava mantello e cappuccio e leggeva una scena del film con
Amy Adams nei panni di Rachel Dawes (ruolo poi
affidato a Katie Holmes), è stato pubblicato tra i
contenuti extra della versione Blu-ray di “The Dark Knight Trilogy:
Ultimate Collector’s Edition”.
In una recente intervista con
THR, Cillian Murphy ha spiegato di aver rivisto
quel provino per il ruolo di Batman grazie ai suoi figli che glielo
hanno mostrato online. “Non credo di essere mai stato realmente
ad un passato dall’ottenere la parte”, ha spiegato l’attore.
“L’unico attore che poteva interpretare quel ruolo, in quel
momento, era Christian Bale, secondo me, e ci è riuscito alla
grande. Per me è stata solo un’esperienza, che poi mi ha portato a
tutt’altro. Mi ha portato allo Spaventapasseri e all’inizio di una
lunga collaborazione con Chris. Ripenso con molto, molto affetto a
quel periodo, ma non mi sono mai, mai, mai considerato adatto per
un ruolo come quello di Bruce Wayne.”
All’epoca del suo provino per
Batman
Begins, Murphy era noto al grande pubblico per il film 28
giorno dopo (2002). Il ruolo di Spaventapasseri gli ho ovviamente
regalato la fama internazionale, cresciuta in seguito anche grazie
al ruolo di Thomas Shelby nell’acclamata serie tv Peaky
Blinders, di cui sta attualmente girando la sesta e ultima
stagione. Prossimamente lo vedremo anche in A Quiet Place II al fianco di
Emily Blunt.
A dieci anni dalla cancellazione,
dovuta alla carenza di pubblico e alla morte accidentale di tre dei
cavalli utilizzati per le riprese, Sky recupera la serie tv
Luck (2011), creata da David
Milch che combina dramma, azione e introspezione
psicologica dei personaggi grazie a un ottimo lavoro di messa in
scena e scrittura. Inoltre, lo show presenta un cast eccezionale,
capitanato da Dustin Hoffman e Nick Nolte e
un episodio pilota diretto da Michael Mann.
Luck: la trama
Luck è una serie tv ambientata nel
mondo delle corse ippiche. Fulcro della narrazione è l’ippodromo,
dove si incrociano personaggi che vi lavorano ma anche chi, su quel
mondo, specula tramite scommesse e sotterfugi vari. Dustin
Hoffman è Ace Bernstein, grande
burattinaio del mondo delle scommesse, gangster finito in galera
per salvare alcuni suoi complici. La serie muove le fila dal suo
rilascio, tuttavia senza concentrarsi esclusivamente su questo
personaggio. Luck si presenta infatti come una serie corale: già a
partire dal pilot si sviluppano almeno 4 storyline che, pur essendo
legate fra loro, riusciranno a ritagliarsi una loro dimensione
identificativa. Ci troviamo immersi nel mondo di scommettitori,
alle prese con la puntata più importante della loro vita, giovani
fantini, allenatori, dai tratti caratteriali ambigui moralmente.
C’è l’autista/scagnozzo di Chestern, Gus “Il Greco”
Demitriou (Dennis Farina) che lo aiuta
nel gestire il suo cavallo da corsa dato che Ace, come
pregiudicato, non può possederne uno; il romantico allenatore
Walter Smith (Nick Nolte), che
combatte contro il sistema marcio e corrotto di chi vuole
scommettere sui suoi cavalli, e contrappunto del personaggio di
Turo Escalante (John Ortiz), che
aveva già lavorato con Mann in Miami Vice e qui interpreta un
immigrato peruviano che si è fatto strada fino a diventare un
addestratore di cavalli, dalle tattiche poco raccomandabili. Ci
sono poi Joey Rathburn (Richard
Kind), un agente di fantini viscido e avaro e il duo di
giocatori incalliti Marcus e
Renzo (Kevin Dunn e
Ritchie Coster).
Luck: un sodalizio artistico che
porta a una scrittura e uno stile visivo ben riconoscibile
Per quanto riguarda la componente
visiva, Mann dà il meglio di sé nelle sequenze delle corse dei
cavalli: un effetto imponente, scandito da un occhio
cinematografico che riesce a mettere in evidenza particolari come i
fasci muscolari degli animali, che conferiscono sfumature
pittoriche all’inquadratura. Le corse dei cavalli si identificano
come il momento filmico in cui la potenza lirica delle immagini e
quella narrativa permettono alla serie di fare un salto di qualità.
Nonostante alcuni momenti di lenta e scialba tensione e
coinvolgimento emotivo, i momenti in cui seguiamo le corse si
confermano sempre di grande partecipazione emotiva. Merito di Milch
è il riuscire a fondere un mondo affascinante e sporco (le
scommesse e il relativo giro di affari), con l’adrenalina,
l’istintualità e il pathos della competizione.
Gli stereotipi del gangster movie e della malavita connessa a
questo genere sembrano preponderanti, con figure come scommettitori
cronici e quella del procuratore dei fantini, talmente estremi da
sembrare la riproposizione di tipologie di personaggi di contorno
di qualche gangster movie anni ’40.
Alla regia si alternano, oltre a
Michael Mann, altri navigati sceneggiatori/produttori:
Terry George (Nel Nome del Padre,
Hotel Rwanda), Allen Coulter (i
Soprano, BoardWalk Empire,
Vinyl), Phillip Noyce
(Dead Calm, Rabbit-Proof Fence),
Bryan Kirk (Game of Thrones,
Penny Dreadful), Henry Bronchtein
(i Soprano) e Mimi Leder:
quest’ultima, direttrice del finale di stagione (conseguentemente
anche di serie) a volte si appoggia troppo a certa retorica e a
certune convenzionalità (notiamo un montaggio alternato purtroppo
non sfruttato al meglio e piuttosto piatto, per esempio durante le
due gare di cavalli) ma riesce a ritagliarsi anche intuizioni più
riuscite: ad esempio l’inserimento e l’utilizzo delle due canzoni
(“Nasty Letter” di Otis Taylor per Mon Gateau ed “Elements and
Things” di Tony Joe White per Gettin’ up Morning vs. Pint of
Plain). Altra nota di merito della serie sono infatti le tracce
musicali: una soundtrack rifinita di tutto punto e che accompagna
al meglio lo sviluppo della narrazione.
Ulteriore punto di forza della
serie è la scenografia, soprattutto il come sono stati curati gli
esterni scelti per le riprese, nello specifico l’ippodromo, vero e
proprio personaggio principale della serie (già protagonista di A
Day at the Races di Sam Wood & Marx Brothers) di
Santa Anita Park, Arcadia, California, il cui fascino è suggellato
dalle svettanti e verdeggianti palme californiane e dal profilo
delle San Gabriel Mountains sullo sfondo.
Come molte serie HBO, Luck richiede
allo spettatore pazienza per poter ingranare la marcia ed entrare
nel vivo dello sviluppo narrativo. La trama è in realtà piuttosto
densa, ricca di personaggi sfumati e il montaggio non sente il
bisogno di precipitarsi e martellare i temi principali.
L’avvicendarsi degli eventi renderà ogni episodio più avvincente e
caratterizzato da una scrittura arguta e ambiziosa, che cerca di
ripagare l’attesa nel traguardo.
Nonostante la mancata conclusione
narrativa generale, tutte le altre sottotrame riescono a giungere a
una risoluzione, in particolare la storyline connessa al gruppo di
scommettitori, quasi coro greco dell’intera vicenda, onnisciente
dall’alto delle gradinate dell’ippodromo. Interessante come il loro
bagaglio linguistico sia estremamente gergale e specialistico,
quasi impenetrabile per noi spettatori, eppure emerge l’ingegno di
Milch nel riuscire a comporre dialoghi pregni di musicalità dove
spicca prepotentemente l’importanza del rapporto interpersonale e
di gruppo rispetto al linguaggio e alle parole del singolo.
Luck, come da titolo, affronta
tematiche connesse alle varie manifestazioni della fortuna nel
ciclo vitale e alla loro progressione nel tempo. La Storia, il
destino, la determinazione e le coincidenze sono il motore
trainante delle differenti storyline: la fortuna, il bene e il male
che incontriamo sembrano arrivare a noi senza troppe spiegazioni, e
resistono a giudizi morali. Ciò in cui Luck eccelle è il dipingere
la disperazione venale del gioco di azzardo, teatro di nuovi
giocatori che cercano insaziabilmente di arricchirsi in poco tempo,
e di giocatori di vecchia data che ambiscono continuamente ad
aumentare la propria fortuna, in un circolo vizioso che non conosce
tregua.
Aaron
Taylor-Johnson sarà Kraven il Cacciatore per Sony Pictures
che ha in programma di capitalizzare le sue property relative allo
spiderverse. Il film sarà diretto da J.C.Chador e la sceneggiatura
è affidata a Art Marcum & Matt Holloway e Richard Wenk. Avi
Arad e Matt Tolmach produrranno.
Kraven è stato introdotto nei
fumetti di Spider-Man nel 1964, come cattivo. Nato Sergei
Kravinoff, si considera il miglior cacciatore del mondo, un titolo
che si è guadagnando cacciando spesso a mani nude. Più tardi ha
assunto un super-siero che gli ha conferito una super forza e un
invecchiamento molto molto rallentato.
Per Aaron
Taylor-Johnson è il terzo adattamento da fumetti al
cinema, dopo Kick-Ass del 2010 e Avengers: Age of Ultron del
2015. Il film su Kraven dovrebbe arrivare invece il 13 gennaio
2023.
Da quando nel 2008 la premio Oscar
Meryl Streep ha dimostrato con il
film Mamma mia di saper cantare, diversi sono stati i
ruoli che l’hanno vista alla prese con tale capacità. Tra tutti,
però, si ricorda in particolare il titolo del 2015 Dove
eravamo rimasti, dove ricopre il ruolo di una
scatenata rocker. A dirigerla in questa commedia che molto si
concentra sui delicati rapporti famigliari, vi è il premio Oscar
Jonathan Demme,
autore noto per i suoi film drammatici o thriller come Il
silenzio degli innocenti e Philadelphia, e
che ha qui dimostrato nuovamente con questo ultimo film prima della
sua scomparsa di saper padroneggiare con grazia ogni genere
possibile.
Il film, una commedia agrodolce, è
inoltre stato scritto dalla premio Oscar Diablo
Cody, già autrice di note pellicole come Juno e
Young Adult. Per questa sua nuova storia, la
sceneggiatrice si è in particolare ispirata alla vita di sua
suocera, la quale ha dedicato gran parte delle proprie energie al
suonare in una band locale nel New Jersey. Convinta che l’esistenza
di quella donna fosse perfetta per un film, la Cody ha così
iniziato a concepire una storia che trova nei rapporti tra parenti
il suo nucleo fondante. Allo stesso tempo, suo obiettivo era quello
di dar vita a personaggi complessi per attrici che, oltre una certa
età faticano a trovarne.
Apprezzato per la sua energia, le
canzoni e le interpretazioni del casto, Dove eravamo
rimasti porta con sé lo spettatore a riprendere in mano i nodi
irrisolti che ognuno ha nella propria vita, cercando di scioglierli
una volta per tutte con dolcezza. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Dove eravamo rimasti: la trama del film
Protagonista assoluta del film è
Linda, meglio nota con il nome d’arte di
Ricki Rendazzo. Sin da giovanissima è la frontman
della rock band The
Flash, per seguire la quale ha abbandonato il ricco marito
e tre figli. Gli anni sono però ora passati anche per lei e
nonostante alcune esibizioni in piccoli locali, Linda è ormai sul
viale del tramonto. Si è inoltre vista costretta anche a cercarsi
un lavoro più stabile come cassiera in un supermercato. La vita
sembra dunque non avere più sorprese in canna per lei, fino a
quando un giorno non riceve un’inaspettata chiamata proprio dal suo
ex marito Pete Brummel.
L’uomo le chiede di tornare a casa,
poiché la loro figli Julie è stata lasciata per
un’altra donna dall’uomo che si apprestava a sposare, cadendo così
in piena depressione. Pur se inizialmente riluttante a tornare a
casa, Linda inizia inevitabilmente a sentire il richiamo di questa,
decidendo infine di ripresentarsi dalla sua famiglia. Da subito si
accorgerà però di non essere particolarmente ben voluta neanche
dagli stessi figli, i quali accusano ancora l’essere stati da lei
abbandonati in tenera età. Per Linda sarà necessario riprendere le
cose da lì dove erano state lasciate, cercando di ricostruire
interi rapporti e fare pace anche con sé stessa.
Dove eravamo rimasti: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare la
scatenata Linda vi è l’attrice tre volte premio Oscar Meryl Streep.
La Cody ha scritto il personaggio proprio pensando a lei, convinta
che sarebbe stata perfetta nei panni di una rocker. La Streep
rimase infatti entusiasta di Linda. Tale ruolo le permetteva
infatti di fare cose mai fatte prima per un film e di sfoggiare
nuovi aspetti di sé. Oltre a cantare personalmente i brani presenti
nel film, la Streep volle inoltre prendere anche lezioni di
chitarra, imparandola a suonare per poter farlo realmente anche
durante le riprese. L’attrice è poi naturalmente stata lodata per
la sua interpretazione, giudicata come particolarmente vivace e
convincente.
Accanto a lei, nei panni dell’ex
marito Pete vi è invece l’attore Kevin Kline.
Questi desiderava da tempo poter recitare in un film di Demme,
essendo un suo ammiratore. Per lui si è trattato inoltre del terzo
film girato insieme alla Streep dopo La scelta di Sophie e
Radio America. Nei panni di Julie, la figlia di Linda, vi
è l’attrice Mamie Gummer, la quale è la vera
figlia della Streep nella realtà. Pur avendo già recitato insieme
in altri film, questa è stata la prima volta che le due hanno avuto
modo di interpretare proprio madre e figlia. AudraMcDonald, pluripremiata attrice di Broadway, è
invece presente nel ruolo di Maureen, la nuova compagna di Pete.
L’attore Sebastian Stan
interpreta invece Joshua Brummel, mentre Rick
Springfield è Greg.
Dove eravamo rimasti: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Dove eravamo
rimasti è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 26
maggio alle ore 21:20 sul canale
Rai 2.