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Dune: Prophecy episodio 3, la spiegazione del finale

Dune: Prophecy episodio 3, la spiegazione del finale

Il finale dell’episodio 3 di Dune: Prophecy, dal titolo “Sisterhood Above All”, solleva diverse domande sul passato e sul futuro di Tula Harkonnen. Dune: Prophecy è una serie in sei parti basata sul romanzo del 2012 Sisterhood of Dune, scritto dal figlio dell’autore originale di Dune Frank Herbert, Brian, e Kevin J. Anderson. La storia si svolge più di 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreidies, raccontata in Dune (2020) e Dune: Parte Due (2024) di Denis Villenueve. Dune: Prophecy rivela le origini della potente sorellanza ombra nota come Bene Gesserit e come hanno manipolato il destino dell’umanità.

L’episodio 1 di Dune: Prophecy “The Hidden Hand” ha presentato Valya Harkonnen (Emily Watson), una leader feroce e calcolatrice, e sua sorella biologica, Tula Harkonnen. L’episodio 2 di Dune: Prophecy rivela cosa è successo a Lila e a sua nonna, la Reverenda Madre Dorotea, dopo che Tula e Valya Harkoennen l’hanno incoraggiata a sopportare prematuramente un rituale pericoloso per la vita noto come The Agony. Nell’episodio 3 di Dune: Prophecy, Tula prende in mano la vita di Lila dopo che è apparentemente morta durante il rituale The Agony e cerca di resuscitarla tramite l’uso di Macchine Pensanti proibite, nascoste da Valya e dalle Bene Gesserit.

Cosa è successo a Griffin Harkonnen

È morto dopo aver affrontato Vorian Atreides su Salusa Secundus

Dune: Prophecy
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L’episodio 3 di Dune: Prophecy presenta l’unico fratello di Valya e Tula, Griffin Harkonnen. Tornati sul loro pianeta natale di Lankiveil, la Casa Harkonnen è stata evitata dall’Imperium a causa della presunta codardia del loro antenato durante la Battaglia di Corrino contro Vorian Atredies. Mentre il popolo degli Harkonnen si è ridotto a raccogliere pellicce di balena, una Valya audace e ribelle si rifiuta di permettere che il suo cognome venga scartato dall’Imperium.

Griffin spiega alla sua famiglia che si sta dirigendo a Zimia, che è la città principale del pianeta natale dei Corrino, Salusa Secundus, perché Landsraad, ovvero l’organismo che rappresentava tutte le Grandi Casate, ha accettato la sua petizione per ottenere un accordo commerciale migliore per la pelliccia di balena. Mentre è a Zimia, Griffin si mette alla ricerca e affronta Vorian Atreides, che Valya incolpa per aver disonorato Casa Harkonnen. È implicito che Griffin abbia affrontato Vorian come Valya voleva e sia morto nello scontro.

Perché Tula Harkonnen ha ucciso Orry Atreides

Valya ha ordinato a Tula di ingannarlo e poi ucciderlo

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Valya e Tula Harkonnen hanno dedicato le loro vite a vendicare il nome della loro famiglia e la morte del loro fratello Griffin, la cui morte ha ulteriormente alimentato il loro odio per Casa Atreides. Mentre Valya andava ad allenarsi con la Sorellanza, Tula nascose la sua vera identità e “si innamorò” di Orry Atreides sul pianeta natale degli Atriedes, Caladan. Orry e Tula si erano incontrati in un mercato dove Orry aveva iniziato una conversazione e aveva chiesto a Tula di sposarlo solo pochi mesi dopo. Tula sembra accettare la proposta di matrimonio di Orry ma solo dopo rivela di essere una Harkonnen, il che sconvolge Orry. Fa appena in tempo e vedere i suoi familiari morti quando Tula piomba su di lui e lo uccide, come aveva fatto con tutti gli altri.

Il significato del toro in Casa Harkonnen spiegato

Harkonnen significa “persona simile a un bue” in finlandese

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Tula uccide Orry con un veleno relativamente indolore e rapido, ma il modo in cui più di due dozzine di membri degli Atreides siano morti è più ambiguo. Dopo che Tula uccide Orry ma risparmia un giovane ragazzo Atreides che potrebbe benissimo essere Keiran, alza lo sguardo verso la cima di una rupe e vede un mitico toro nero. Sebbene non venga mai detto nell’episodio 3 di Dune: Prophecy, sembra che il toro abbia assassinato tutti gli Atreides nell’accampamento. Il toro è un simbolo della Casa Harkonnen poiché il nome Harkonnen è basato sul nome finlandese Härkönen che significa “bue” o “persona simile a un bue”. Poiché Tula non avrebbe potuto uccidere tutti quegli Atreides da sola, il mitico toro che vede dopo aver ucciso Orry è il colpevole più probabile.

Cosa ha mostrato Raquella a Valya nei tunnel

Svela come viene calcolato l’indice genetico

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L’episodio 3 di Dune: Prophecy rivela come la Madre Reverenda Superiora Raquella abbia mostrato un interesse speciale per un’allieva in difficoltà di nome Valya Harkonnen. Raquella ha preso Valya sotto la sua ala e ha iniziato a farle conoscere la sua grande visione per le Bene Gesserit, che era quella di stabilire un enorme indice genetico per allevare governanti ideali per l’Imperium. Raquella è colpita dall’abilità di Valya con la Voce e le affida il compito di portare avanti la sua visione delle Bene Gesserit al posto della figlia più puritana, Dorotea. Invece di imparare da Dorotea, Valya riceve una speciale guida da Raquella, che le mostra come assembla il suo indice genetico di allevamento nei tunnel usando la tecnologia proibita delle Macchine Pensanti.

Cosa è successo a Valya durante The Agony

Ha scoperto il suo scopo ancestrale

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Non è esattamente chiaro cosa abbia visto Valya durante il suo rituale auto-somministrato, a cui si è sottoposta da sola a Lankiveil. Entra nello stesso sinistro regno spirituale con tutte le sue antenate Harkonnen come Lila ha fatto con le sue antenate nell’episodio 2 di Dune: Prophecy. Valya è in grado di tornare alla realtà dopo essere sopravvissuta all’Agonia e si riunisce a Tula con una nuova visione per il futuro. Insoddisfatta della sua vita a Lankiveil e detestata dai suoi genitori, Valya giura in questo momento di dedicare tutta la sua vita alla sua nuova famiglia: la Sorellanza. Tornerà dalla Madre Reverenda Superiora Raquella per completare il suo voto di Sorellanza.

A chi fa visita Valya alla fine dell’episodio 3?

Suo nipote Harrow Harkonnen e il suo anziano padre Evengy

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Tornando alla linea temporale presente in Dune: Prophecy, Valya fa una visita a sorpresa a suo nipote, Harrow Harkonnen, e al suo anziano padre, Evengy Harkonnen. Dice nell’ascensore mentre sale a casa di Evengy: “I sacrifici devono essere fatti. La sorellanza prima di tutto”. La scena si interrompe e l’episodio si conclude prima che possa accadere qualsiasi altra cosa. Nel contesto della linea temporale attuale della serie, Valya sta cercando ansiosamente di capire cosa fare dopo aver tentato senza successo di usare la Voce su Desmond Hart per ucciderlo ed essere stata bandita da Salusa Secundus. È possibile che possa offrire suo zio e/o suo nipote come una sorta di manovra di pacificazione o di affermazione del potere.

Come Tula progetta di riportare in vita Lila

Tula usa la Macchine Pensanti segrete di Valya

Dune: Prophecy
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Tula usa i computer di indicizzazione genetica di Raquella e Valya nella scena finale dell’episodio 3 di Dune: Prophecy in un ultimo disperato tentativo di riportare in vita Lila con una dose di spezia attentamente regolata. Tula ha chiaramente un cuore più grande di Valya e farà di tutto per riportarla in vita da una morte prematura ingiusta in nome della Sorellanza. Anche se Tula non è la madre di Lila, l’ha cresciuta come tale dopo che sua madre è morta durante il parto, o almeno questo è ciò che Tula afferma sia successo. La tecnologia informatica che Tula usa alla fine di Dune: Prophecy cercherà di riportare in vita Lila e di tirarla fuori dal regno in cui ha incontrato Raquella e Dorotea.

Dadapolis: recensione del docufilm di Carlo Luglio e Fabio Gargano

Dadapolis è stato presentato in anteprima durante la Mostra internazionale del cinema di Venezia nella Giornate degli Autori. Questo documentario di Carlo Luglio e Fabio Gargano è in grado di rappresentare quanto Napoli sia cambiata nel bene ma anche nel male. All’interno di questo docufilm si può notare volti noti di scrittori, cantanti, attori e registi napoletani che sono stati chiamati per raccontare, anche in modo differente attraverso l’arte e la musica, la loro città.

Cosa racconta Dadapolis

Questo documentario è liberamente ispirato all’omonima antologia Dadapolis: Caleidoscopio napoletano di Fabrizio Raimondino e Andreas Friedrich Muller del 1989. Dadapolis è diviso in precise parti che sono scandite da quattro macro temi fondamentali che si racchiudono nei quattro elementi naturali: fuoco, terra, acqua ed aria.

Napoli tra fuoco, terra, acqua ed aria

Dadapolis
Dadapolis – una foto dal film

Il primo è il fuoco che viene associato alla creazione della città e le sue trasformazioni ovviamente anche accennando il Vesuvio. Una sagoma identificatoria di Napoli, fonte d’ispirazione come una presenza che inquieta e rassicura come un presagio da sempre per i napoletani. Qui però non ci sofferma tanto sul vulcano ma sulle rive, dove un gruppo di conoscenti composto d’artisti, di tutti i generi e provenienze culturali, si ritrova ed espone i pensieri liberi e non scanditi da un copione. Le spiagge di Napoli sono da sempre il confine permeabile ad ogni sorta di passaggio, dalla Sirena Partenope disperata per non aver ammaliato Ulisse fino alle portaerei degli alleati americani.

Il documentario nella seconda sezione, quella della terra, affronta la creatività e il mercato  nel mondo dell’arte. Si parla di quella contemporanea fatta d’installazione, ma anche dei giovani street artist che stanno cercando un loro posto, con opere che cadono subito all’occhio sui muri abbandonati della città ma anche su vecchi pescherecci al molo. In questa parte appare anche lo psicanalista Guelfo Margherita, che induce un gruppo di ragazzi e ragazze a riflettere sulla riconoscibilità di alcuni valori ad esempio come la libertà nella produzione artistica.

La terza è quella dedicata all’acqua che rappresenta morte e rinascita di Napoli. L’elemento acquatico però è in qualche modo il fil rouge del documentario stesso. Il mare è da sempre presente fin dalla prima scena c’è per i momenti a riva, nel porto, sulle barche e nelle sirene che vengono continuamente citate anche perché Partenope è la dea protettrice della città, come quella omonima del film di Paolo Sorrentino. Dadapolis si conclude con l’aria, con la mobilità, l’immigrazione e uno sguardo al futuro che come dicono tutti i vari interlocutori è molto incerto.

Dadapolis
Dadapolis

Dadapolis un docufilm non per tutti

Napoli in questo documentario viene raccontata in modo schietto, tante volte i vari artisti affrontano il problema, sottinteso, di quello che si sta trasformando nel cosiddetto luogo di turismo che pensa, come qualsiasi località in Italia, a guadagnare e perdendo la sua essenza. La città partenopea in questi anni sta vivendo una rinascita, basta solo pensare a quanti film o serie televisive sono ambientate lì, ma diventando però tutta stereotipata perché in qualche modo il visitatore, soprattutto quello straniero, vuole e cerca questo.

Dadapolis si rivela un documentario che è riuscito a metà se si vuole pensare ad un pubblico generalista anche perché la modalità si raccontare è molto sperimentale. Interessanti le vedute dall’alto per ammirare la parte più costiera ma non si va mai all’interno, questa si vede che è una scelta specifica per non togliere l’interesse a quello che dicono i vari artisti. Per concludere, visto anche il titolo che cita il movimento dadaista, forse i due registi avrebbero dovuto più concentrarsi sull’aspetto dell’arte che rimane quello più interessante nell’insieme dei vari discorsi.

Solo Leveling: ReAwakening – la recensione del film di Shunsuke Nakashige

Il mondo di Solo Leveling, nato dalla penna di Chugong e DUBU e poi trasposto su piccolo schermo nella prima stagione dell’omonimo anime, sta per prendere vita al cinema. Grazie alla sinergia tra Crunchyroll, Sony Pictures Italia e Eagle Pictures, l’atteso lungometraggio animato intitolato Solo Leveling: ReAwakening arriverà infatti nelle sale italiane per un evento speciale di tre giorni, dal 2 al 4 dicembre.

La pellicola, diretta da Shunsuke Nakashige (Sword Art Online), rappresenta un momento cruciale per i fan della serie: un’occasione unica per rivivere le avventure di Sung Jin-woo, il cacciatore più debole diventato il più forte, e immergersi nuovamente nell’affascinante universo dei dungeon e delle creature sovrannaturali.

Prodotto da due dei più importanti studi di animazione giapponesi, A-1 Pictures e Production I.G, Solo Leveling: ReAwakening offrirà un riassunto dettagliato della prima stagione, permettendo a tutti i fan di rinfrescarsi la memoria e di prepararsi all’esaltante anteprima dei primi due episodi della seconda stagione. E, pur vantando una speciale colonna sonora, composta dal talentuoso Hiroyuki Sawano (Attack on Titan) e dal gruppo K-Pop Tomorrow X Together, ha il difficile compito di rendere giustizia alla dinamica e spettacolare narrazione del manhwa originale.

La trama di Solo Leveling: ReAwakening

Dieci anni fa il mondo è cambiato per sempre. All’improvviso, infatti, il pianeta ha conosciuto l’apertura dei “Gate”, portali verso dimensioni oscure abitate da mostri di ogni sorta. Alcuni componenti del genere umano hanno però risvegliato sopite capacità di combattimento con le quali poter affrontare la nuova minaccia. Sono denominati cacciatori, gli Hunters, e si dividono in diverse classi di forza che vanno dalla “S”, la più potente, alla “E”. Di quest’ultima, quella riservata agli hunters di minor valore, fa parte anche Sung Jin-woo, protagonista del racconto, considerato da tutti l’arma più debole del mondo.

Il destino, tuttavia, sembra avere in serbo per Jin-woo un percorso ben diverso. E Solo Leveling – ReAwakening racconta proprio la straordinaria ascesa del protagonista, dalla sua umile condizione di cacciatore di rango E fino a quello di leggenda. Entrato in un dungeon mortale, una missione rivelatasi ben più pericolosa del previsto, il giovane ragazzo ha infatti scoperto un sistema di livellamento unico, destinato a cambiarlo per sempre. E ora, dotato di una nuova consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, Jin-woo è ansioso di affrontare nuove sfide e pericoli per divenire l’hunter più potente del mondo. In un’adrenalinica avventura action, che lo condurrà ben oltre i limiti imposti dalla sua classe.

Solo Leveling: ReAwakening: tra struttura e semantica

Solo Leveling: ReAwakening è senza dubbio un lungometraggio bizzarro. Se infatti la sua struttura narrativa, almeno da un punto di vista prettamente contenutistico, ricalca quella di un certo numero di anime – e fa leva sulla classica storia d’evoluzione di un outsider che, mescolata a pratiche tipiche del gaming e grazie a un’animazione di alto livello, regalano due ore di coinvolgente e crudo intrattenimento – è però necessario spendere almeno qualche parola per provare a carpire quella che è la natura semantica di questo prodotto. Di un film che, come accennavamo a inizio articolo, si compone di due differenti sezioni a cavallo tra piccolo e grande schermo.

Solo Leveling: ReAwakening propone infatti un montaggio dei momenti fondanti della prima stagione dell’anime, uscita a partire dal gennaio di quest’anno, unito a un piccolo assaggio della seconda, di cui ci vengono mostrate integralmente le prime due puntate. E, pur non trattandosi di un caso isolato all’interno del proprio universo di riferimento – visto e considerato il precedente dello scorso febbraio targato Demon Slayer – è pressoché innegabile che la scelta di questo formato di distribuzione sia da considerarsi quantomeno curiosa. Specie di fronte di un panorama audiovisivo che, pur avendoci ormai abituato alla dimensione intermediale dei suoi articoli, è però sempre stato dominato da lungometraggi chiamati più che altro a portare avanti o concludere l’arco narrativo della propria controparte seriale (si pensi a Downton Abbey). O, in alternativa, a raccontare storie o frangenti che, godendo del ruolo di spin off, potessero ampliare la nostra conoscenza orizzontale del franchise di turno.

Solo Leveling: ReAwakening: porte aperte sul futuro

Ecco perché il progetto Solo Leveling: ReAwakening (precedenti ed eredi inclusi) impone una serie di domande. Soprattutto in considerazione di un modello di fruizione cine-televisiva che di giorno in giorno continua ad evolversi.

Quali porte, quali gate potrà infatti aprire un’idea di prodotto basata sul concetto di riassuntone/highlights tipico di Youtube, sul “previously on” della serialità anni 2000 e sulla modalità della “sneak peek” figlia, almeno in parte, delle famigerate post credit marvelliane? E quali risposte potrà suggerire, in ottica futura, a case di produzione (Disney su tutte) già da tempo instradate lungo il viale della costante infiltrazione? Ma soprattutto, quali parole potremo utilizzare per descrivere un prodotto che, come Solo Leveling: ReAwakening disperde le proprie anime seriale e cinematografica per assestarsi come esperienza posta all’incrocio tra nostalgia del passato e voglia di futuro? Dovremo forse inventarci nuove parole?

Una cosa è certa: freebooting e rimontaggi sono esperienze già superate. Non resta che attendere la naturale evoluzione di un sistema autonomo ormai inarrestabile.

L’amica Geniale – Storia della bambina perduta: recensione degli episodi 7 e 8

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Dopo un dittico che sicuramente ha fatto discutere, a tratti sgradevole e violento nei confronti delle sue protagoniste, L’amica geniale – Storia della Bambina Perduta torna su RaiUno con le puntate 7 e 8, Il ritorno e L’indagine. Dopo decenni che le due amiche erano separate, questi due episodi le vedono tornare insieme, confidenti e collaboratrici, di nuovo vicine, mentre la loro relazione assume dei contorni nuovi che fino a quel momento non si erano mai definiti così bene. Il loro rapporto di forze si evolve ulteriormente e se Lila continua a essere quella tra le due che tende a prevaricare l’altra, Elena si conferma una donna piena di risorse, soprattutto dopo la fine della storia con Nino.

L’addio a Nino e “Il ritorno” al rione

Con il settimo episodio, dal titolo Il ritorno, la storia si immerge di nuovo nel tumulto emotivo di Elena, che torna alle sue radici e al suo inizio, prendendo di nuovo casa al rione, proprio sotto all’appartamento di Lila. La rottura definitiva con Nino è un momento di liberazione e consapevolezza: un legame tossico che viene reciso, non senza amarezza, ma con grande decisione. La scena del loro confronto nella casa di Via Petrarca però non è il trionfo della volontà di Elena, quanto piuttosto un verboso e depotenziato colloquio tra due persone che, almeno da una parte, un tempo si erano amate. Nino confessa tutte le sue piccolezze e questa volta Lenù ha gli strumenti per allontanarlo, definitivamente. La scelta degli sceneggiatori di mostrare il tradimento di Nino con una donna sformata e anziana è stato un inciampo di scrittura davvero sgradevole, come se solo vedendosi tradire con una donna così poco attraente, Lenù avesse capito che quest’uomo, che ha amato per così tanto tempo, non merita quella devozione. Il tradimento perpetrato nel tempo da Nino, la sua ostinazione a coltivare se stesso al posto della sua storia con Elena, il continuo desiderio di affermazione e conferma, l’insicurezza che mortificava l’intelligenza della compagna erano ben più gravi di una sveltita con l’attempata domestica. Ma una scelta “grafica” rispetto agli eleganti non detti allusivi del romanzo, è sembrata più adeguata alla televisione. Non sarà l’unica volta in questa coda di serie, né sarà la più sgradevole.

L'Amica Geniale - Storia della Bambina Perduta
Alba Rohrwacher è Elena ne L’Amica Geniale – Storia della Bambina Perduta

Archiviato finalmente Nino dal suo cuore (ma non dalla sua vita, continuano a condividere una figlia, dopotutto) Elena torna al rione, dove riafferma la propria autonomia, nonostante la difficoltà di essere una donna sola con tre bimbe. Questo ritorno alle origini diventa un catalizzatore per la sua scrittura, che finalmente trova una nuova forza e autenticità. La pubblicazione del suo libro e il successo che ne deriva trasformano Elena in una figura di spicco, ma il prezzo del suo successo diventa evidente: la distanza crescente tra lei e un ambiente che implode su sé stesso. Elena è ormai un elemento estraneo al rione e tuttavia una componente importante per il suo ecosistema, una voce narrante.

L’evento che fa seguito al ritorno di Lenù al rione è il tanto atteso matrimonio di Marcello Solara con la sorella di Elena, Elisa, una delle sequenze più cariche di tensione dell’episodio. La scena mira a sottolineare un punto in particolare, che però non viene spiegato adeguatamente: Michele Solara è definitivamente libero dall’incantesimo di Lila, ormai la disprezza soltanto e con lei disprezza anche la sua “brutta copia”, Alfonso. Vestito da donna, l’uomo fa irruzione al matrimonio, creando agitazione e tensione. Verrà cacciato e allontanato, solo Lila e Lenù gli rimarranno accanto, fino a che Michele non lo picchierà a sangue per le strade del rione, davanti all’indifferenza di tutti (tranne del buon Enzo, al quale però Lila impedirà di intervenire). Edoardo Pesce, il Michele adulto, è superbo nella messa in scena della bruta e cieca cattiveria del Solara maggiore. Il pestaggio di Alfonso è uno dei momenti più crudi e disturbanti dell’intera serie, eppure il trattamento del personaggio appare forzato rispetto alla delicatezza con cui era stato tratteggiato nei romanzi.

Punto fermo rimane l’amicizia tra Lila e Lenù, sempre in bilico tra parità e abuso, onestà e inganno, in balia degli umori della prima che continuano a influenzare e travolgere la seconda che, dopo tutto questo tempo, appare finalmente più consapevole e capace di schermarsi dalle inevitabili cattiverie dell’amica.

La scrittura come strumento di attacco al potere: L’indagine

L’ottavo episodio tira le fila di molteplici tensioni, portando alla luce l’influenza opprimente dei Solara e l’ineluttabile disgregazione del rione. La morte di Alfonso segna un punto di non ritorno: non solo per la sua brutalità, ma per il modo in cui spezza definitivamente la già fragile speranza di una resistenza al potere dei Solara. La reazione di Lila, fredda e piena di disprezzo, è un elemento di distacco che evidenzia quanto la serie scelga di calcare la mano sull’aspetto più crudo e spietato della realtà narrata. La donna è spezzata dalla morte dell’amico, eppure sceglie di reagire in maniera fredda, senza lasciarsi attraversare da quel dolore che però, lo vedremo, avrà il tempo di esplodere per altre ragioni.

L'Amica Geniale - Storia della Bambina Perduta
Alba Rohrwacher e Irene Maiorino sono Elena e Lila ne L’Amica Geniale – Storia della Bambina Perduta

Il degrado del rione e la ritrovata ispirazione di Elena si fondono come un’arma nelle mani di Lila: la donna desidera che la compagna si faccia voce della protesta e del cambiamento, vuole utilizzare le parole per distruggere la violenza dei Solara, pensiero che ne rivela la fondamentale ingenuità, soprattutto di fronte a una violenza cieca e sorda che prende corpo in Michele. La ribellione delle due amiche le vede brevemente fiorire in un nuovo afflato collaborativo: scrivono, lavorano, si confrontano, tornano a essere le due bimbe piene di speranze nel mondo delle idee, per poi scontrarsi contro una realtà ben più cruda. Le parole che mettono insieme non servono ad altro che a mettere Elena in una posizione di difficoltà all’interno del rione, mentre Michele, sempre più violento e minaccioso, si erge come un simbolo di quella brutalità sistemica che soffoca ogni tentativo di cambiamento.

Elena si trova costretta ad affrontare una querela e i problemi economici che ne derivano, trovandosi a dover difendere la propria carriera e integrità. L’episodio riflette bene la spirale di compromessi e minacce che circondano entrambe le protagoniste, mostrando una Napoli senza speranza che divora i suoi figli. Ancora una volta L’amica geniale guarda oltre i confini del privato, affacciandosi con approccio problematico alla società, al pubblico, instaurando uno stretto legame trai due aspetti della narrazione.

L’amica geniale giunge alla svolta decisiva

Gli episodi 7 e 8 segnano un passaggio cruciale nella narrazione de L’amica geniale – Storia della Bambina Perduta, confermando il talento della serie nel coniugare il dramma personale con il contesto sociale. Tuttavia, alcune scelte narrative, come il trattamento del personaggio di Alfonso, potrebbero risultare discutibili per chi ha amato la delicatezza del romanzo. Resta potente, invece, il rapporto tra Elena e Lila, sempre più sfaccettato e complesso. Questi episodi ci ricordano che il rione non è solo un luogo fisico, ma un’entità viva, un microcosmo di potere e lotte, in cui i sogni di emancipazione si scontrano con la brutalità del sistema.

Lanterns: Tom King parla della serie TV e afferma che il DCU inizia un “Rinascimento DC”

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Tra i progetti DC Studios più attesi del DCU c’è Lanterns, una serie che segue la nuova recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America. Chris Mundy (True Detective: Night Country) sarà showrunner e produttore esecutivo e scriverà Lanterns insieme a Damon Lindelof (Watchmen) e allo sceneggiatore di fumetti Tom King (Supergirl: Woman of Tomorrow).

La crescente influenza di King sul DCU è evidente e, in un’intervista a Business Insider, lo scrittore ha ammesso di sentire una “responsabilità” molto personale nel fare il bene di Hal Jordan (Kyle Chandler) e John Stewart (Aaron Pierre). “Ero amico di Neal Adams, il co-creatore di John Stewart“, ha rivelato King, “e ogni volta che ero nella stanza, sentivo Neal che mi urlava: ’Non dimenticare da dove vieni ragazzo’”.

Damon, Chris e io siamo venuti con molto amore per il materiale e volevamo fare quello che ho sempre fatto nei fumetti, cioè prendere queste creazioni originali e mostrare perché sono ancora rilevanti oggi, e perché possono parlare sia al pubblico che ai problemi di tutto ciò che stiamo trattando”, ha aggiunto. King ha poi aggiunto che il DCU dei DC Studios “sembra un rinascimento della DC. Siamo all’inizio della creazione di un mondo completamente brillante”.

Lanterns è la storia di una coppia di Lanterne Verdi

La produzione di Lanterns è attualmente programmata per iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, potenzialmente mettendo lo show sulla buona strada per un’uscita nel 2026. Guy Gardner di Nathan Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde. “Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta. “Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”

Dovreste vedere questi due insieme. Hanno una chimica incredibile e non potrei essere più eccitato. Non sono autorizzato a dire nulla, se non che posso dire che è fantastico!”, ha affermato Tom King. “Abbiamo il cast perfetto”, ha continuato. “Quando guardi Kyle, vedi qualcuno che volava sugli aerei e incarna Hal. Quando si guarda Aaron, il suo cuore, la sua anima e la sua forza sono così John Stewart. È così perfetto. Sarà fantastico”.

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Dune: Prophecy episodio 3: la giovane interprete di Tula spiega le ragioni del suo personaggio

L’episodio 3 di Dune: Prophecy è intitolato “Sisterhood Above All” e, sebbene faccia principalmente riferimento all’incapacità di Valya Harkonnen di pronunciare quelle parole come voto al Bene Gesserit, evidenzia anche la devozione incondizionata di Tula agli obiettivi della sorella maggiore. L’episodio dedica molto tempo all’esplorazione delle vite delle ragazze Harkonnen prima che si unissero ufficialmente alla Sorellanza, portando gli spettatori sul loro desolato pianeta natale di Lankiveil e mostrando quanto Valya si senta diversa dai suoi genitori riguardo allo stato di emarginata della famiglia. Quando suo fratello Griffin muore nel tentativo di portarle la giustizia che desidera, Valya viene mandata nella Sorellanza e Tula resta a farsi portatrice di vendetta.

Nonostante i suoi modi mansueti e compassionevoli, la giovane Tula (interpretata brillantemente da Emma Canning) riesce a riportare in riga gli Atreides entro la fine dell’episodio 3 di Dune: Prophecy, seducendo Orry Atreides e uccidendo la sua famiglia mentre dorme. Quando lui si sveglia e scopre cosa ha fatto, lei gli rivela tutta la verità sulla sua identità e i suoi piani prima di ucciderlo. I suoi genitori sono inorriditi, ma l’approvazione di Valya è tutto ciò di cui Tula ha bisogno, ed è la spinta finale di cui entrambe le sorelle hanno bisogno per unirsi definitivamente alla Sorellanza.

ScreenRant ha intervistato Emma Canning, interprete della giovane Tula Harkonnen nell’episodio 3 di Dune: Prophecy. L’attrice ha condiviso la sua opinione sulla devozione di Tula per Valya in mezzo alle sue insicurezze e ha anticipato i futuri episodi della stagione.

Il legame tra i fratelli Harkonnen è molto complesso in Dune: Prophecy

“Perché non ho quella voce o quella passione? Mi hanno preso tutto e non mi è rimasto niente nella genetica?”

Dune- Prophecy recensione
Emily Watson e Olivia Williams in Dune: Prophecy – Cortesia di Sky

Screen Rant: sentiamo Tula dire che sua sorella non si è mai presa molto cura di lei, ma sembra che Tula tenga molto a lei. Puoi parlarci della sua prospettiva iniziale sull’ambizione di Valya per la famiglia?

Emma Canning: Tula pensa che Valya sia la persona più incredibile in tutto, anche se non è così. Valya probabilmente la pensa allo stesso modo perché non vuole essere come nessuno nella sua famiglia; è un po’ disgustata da loro e vuole essere il più diversa possibile. I fratelli maggiori di Tula, Griffin e Valya, hanno obiettivi molto chiari per se stessi. Griffin sarà il capo della casa e, si spera, ci solleverà da questo pianeta sperduto e ci aiuterà a crescere nell’universo, mentre Valya sarà al suo fianco come questa incredibile Truthsayer e donna colta.

Penso che Tula si senta un po’ come un vuoto. Ha questi due fratelli a cui guardare che sono così decisi, così se stessi, così schietti, e si chiede: “Perché non ho quella voce o quella passione? Mi hanno preso tutto e non mi è rimasto niente nella genetica?” Sì, si sente solo un po’ persa.

Screen Rant: Tula potrebbe non avere quella passione, ma ha compassione nonostante abbia massacrato la famiglia Atreides, cosa che vediamo quando salva sia il cavallo che il giovane Albert. È un interessante parallelo con la Tula più anziana che fa tutto il possibile per salvare Lila. Hai guardato alla performance di Olivia Williams per guidare la crescita di Tula nelle tue scene di flashback e hai avuto modo di parlare con lei del tempo trascorso tra le vostre interpretazioni?

Emma Canning: Penso che Olivia abbia avuto il lavoro più difficile perché ha dovuto fare un enorme lavoro di immaginazione. Ovviamente, deve interpretare quelle scene e poi deve anche segnare un percorso attraverso cosa quegli eventi avrebbero fatto a una persona, mentre io ho potuto semplicemente viverli, interpretarli e reagire in essi. Il seguito e le scosse di assestamento sono più piccole, e c’è meno da costruire e si tratta più di tenere fede a un’idea già tracciata, mentre reciti.

Ma è stato davvero utile che io e lei abbiamo parlato di Tula e di come la vedevamo. Siamo state piuttosto gentili nel nostro dialogo su di lei, ma Olivia è la figlia più piccola [nella sua famiglia], quindi è stata in grado di parlare davvero di quella sensazione di come sei percepito. Un esempio che ha fatto è stato tipo, “Possiedo una casa, ma sono ancora una fottuta bambina. Cos’è? Perché posso fare tutte queste cose da adulta e non essere mai vista come una pari?”

Olivia aveva fatto un po’ di lavoro prima che iniziassi a girare, quindi la produzione mi ha inviato un piccolo pacchetto di scene, che è stato più che utile. Significava che Olivia aveva davvero dato un tono e costruito una forma. Anche con la sua voce: io sono irlandese e ovviamente lei è inglese e parla con un accento inglese. Quindi, anche così, non avevo molto da costruire da sola. Avevo molto che mi era stato presentato, e dovevo solo raccoglierlo e assicurarmi di tenerlo vivo.

Emma Canning analizza le motivazioni di Tula Harkonnen nell’episodio 3 di Dune: Prophecy

“È come se il pavimento si fosse aperto sotto di lei, e non ha più una visione realistica.”

Dune: Prophecy cortesia di HBO

Screen Rant: Amo davvero come vediamo svilupparsi la storia d’amore con Orry Atreides. Il fatto che lei gli dice la verità un attimo prima di ucciderlo fa pensare che abbia dei veri sentimenti per lui nonostante il suo piano omicida?

Emma Canning: Sì, penso che si sia innamorata di lui al 100%. È stato un po’ unanime; è stata presa la decisione che questa fosse una storia d’amore. Questi sono amanti sfortunati alla Romeo e Giulietta, intrappolati tra due famiglie in guerra.

Ovviamente, non è intenzione di Tula innamorarsi di Orry. Penso che le dia sicuramente un’idea del fatto che lui è interessato, e lei lo accetta. Penso che sia così abituata a guardare fuori di sé e ad aspettare per ottenere un feedback che i suoi sentimenti spesso le sono sconosciuti. Si insinuano davvero, e penso che tutto vada fuori controllo.

Non credo che si aspettasse che lui le chiedesse di sposarla, e non so nemmeno se si senta degna di essere la moglie di qualcuno. Il fatto che lui la veda in quel modo è un grande cambiamento di prospettiva; avere qualcuno che vuole che tu occupi quello status nella sua vita? Non le è mai stato concesso all’interno delle sue dinamiche familiari, quindi penso che sia uno shock importante. Il fatto che la sua famiglia sia piuttosto accogliente è un altro enorme shock.

Abbiamo parlato della scena del mattino dopo, dove rivela la sua vera identità. Ho recitato la scena all’inizio in cui, nella mia testa, sto effettivamente decidendo di sgattaiolare fuori dalla porta. So cosa è successo fuori e so che non posso restare, quindi esco ora. È così che ho recitato la scena e ha dato un vero senso di “Non so cosa succederà ora che ti sei svegliato. Vedrai cosa c’è fuori, ma voglio anche che tu sappia perché ho fatto le cose che ho fatto, perché ti rispetto e ti amo abbastanza da volertelo far sapere”.

Penso che un’altra palla curva sia lui che dice “Non penso che importi che tu sia un Harkonnen e io un Atreides. Non penso che dovrebbe influenzarci”. Questo è un pensiero che non aveva mai avuto prima e penso che lui che dice questo sia un momento così importante. È come se il pavimento si fosse aperto sotto di lei, e non ha più una visione realistica. Ma comunque, “Facciamo ciò che dobbiamo. Tu sei un Atreides, e io sono un Harkonnen. Questo deve accadere.” Sì, ho provato a recitare quella scena come se non lo sapessi, e non ero sicura di poterla seguire.

Screen Rant: Prendi la decisione di entrare nella Sorellanza alla fine dell’episodio 3, seguendo Valya contro la volontà dei tuoi genitori. Ti vedremo acclimatarti a quel nuovo scopo, e perché hai fatto quella scelta proprio in quel momento?

Emma Canning: Sì, vedremo Tula entrare nella Sorellanza e la vedremo cercare di scrollarsi di dosso ogni eco di quella che era la sua vita prima di entrare nella Sorellanza – [qualsiasi eco] se non quella di essere la sorella di Valya. Vedremo anche come tutto ci segue, dato che non c’è una rottura netta. La vedremo affrontare quelle conseguenze.

Perché ha deciso di seguire Valya? Di sicuro, all’inizio dell’episodio, non aveva mai pensato di unirsi alla Sorellanza. Ma in questo momento non ha altro. Ha il cuore spezzato. Penso che odi se stessa e abbia enormi, enormi rimpianti. La sua famiglia non le permetterà di dimenticarlo, e tutti ne parlano.

Poi Valya torna a casa e dice: “Dovremmo celebrare Tula. Sei fantastica. Griffin ne sarebbe così orgoglioso”. All’improvviso, ho un’immagine di Tula che si guarda allo specchio e odia ciò che vede. Ma poi ha questo nuovo specchio in Valya, ed è uno specchio di positività e orgoglio. 

Tutto quello che sappiamo su Dune: Prophecy

Si espande l’universo di “Dune” creato dall’acclamato autore Frank Herbert: da lunedì 18 novembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW arriva Dune: Prophecy (la recensione), la nuova serie HBO Original e Sky Exclusive ambientata 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides raccontata nei blockbuster di Denis Villeneuve.

Co-prodotta con Legendary Television, la serie in sei episodi segue due sorelle Harkonnen mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la mitica setta che diventerà nota come Bene Gesserit. Dune: Prophecy  è ispirata al romanzo “Sisterhood of Dune”, scritto da Brian Herbert e Kevin J. Anderson.

Nel cast Emily Watson, Olivia Williams, Travis Fimmel, Jodhi May, Mark Strong, Sarah-Sofie Boussnina, Josh Heuston, Chloe Lea, Jade Anouka, Faoileann Cunningham, Edward Davis, Aoife Hinds, Chris Mason, Shalom Brune-Franklin, Camilla Beeput, Jihae, Tabu, Charithra Chandran, Jessica Barden, Emma Canning e Yerin Ha.

Alison Schapker è showrunner e produttrice esecutiva. Diane Ademu-John ha co-sviluppato la serie ed è produttrice esecutiva. Anna Foerster ha prodotto e diretto diversi episodi, compreso il primo. Jordan Goldberg, Mark Tobey, John Cameron, Matthew King, Scott Z. Burns e Jon Spaihts sono i produttori esecutivi insieme all’autore del bestseller “Sisterhood of Dune” Brian Herbert, mentre Byron Merritt e Kim Herbert sono i produttori esecutivi per conto della Frank Herbert Estate. Il co-autore di “Sisterhood of Dune” Kevin J. Anderson è co-produttore. La serie è co-prodotta da HBO e Legendary Television, che produce anche il franchise cinematografico di cui sono già usciti due film acclamati dalla critica, il primo dei quali ha ottenuto sei premi Oscar.

Fallen: in esclusiva su RaiPlay dal 6 dicembre, la serie sulla saga letteraria di Lauren Kate

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In esclusiva dal 6 dicembre su RaiPlay l’attesissima serie tv Fallen tratta dalla saga di romanzi di Lauren Kate, fenomeno letterario con oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui oltre 1 milione solo in Italia. La serie vede un cast di altissimo livello, guidato da Jessica Alexander (Into the Deep e The Little Mermaid) nel ruolo di Luce, Gijs Blom (The Letter for the King) nel ruolo di Daniel e Timothy Innes (The Last Kingdom) nel ruolo di Cam, pronti a interpretare angeli intrappolati in un destino senza fine. Insieme a loro: Alexander Siddig e Sarah Niles.  La regia è affidata a Matt Hastings, noto al grande pubblico per il suo lavoro in Il Racconto dell’Ancella  e Shadowhunters.

Creata da Claudia Bluemhuber, la produttrice, tra gli altri, di The Host e Under the Skin, Fallen racconta la storia di Lucinda “Luce” Price, una diciassettenne tormentata sin dall’infanzia da visioni di inquietanti Ombre. Accusata ingiustamente di un crimine orribile, Luce viene trasferita nella struttura di detenzione Sword & Cross, dove incontra Daniel, un enigmatico giovane che sembra conoscerla da sempre. Con un’atmosfera gotica e uno scenario suggestivo, la Sword & Cross, si presenta come un luogo inquietante e dal fascino oscuro. All’inizio tutto sembra innocuo, ma la Sword & Cross è una vera prigione psichiatrica, una “cattedrale” oscura che protegge i segreti di angeli e uomini. Tra visioni, flashback di vite passate e fughe disperate, Luce “l’Angelo dell’Amore” e Daniel “l’Angelo Guardiano” inizieranno a scoprire di essere intrappolati in un ciclo di vite segnate da una tragica maledizione che dura da millenni, condannati a rivivere sempre lo stesso tragico finale.

Jessica Alexander (Luce)

“Luce, il mio personaggio, è guidata dall’amore e credo che all’inizio della serie sia spinta dall’assenza di amore. Le sue azioni sono dettate dall’incomprensione del mondo nei suoi confronti e dalla sua incapacità di integrarsi, questa cosa cambia nel corso della serie quando Luce al contrario è spinta dalla presenza dell’amore nella sua vita, lo si capisce dal desiderio di integrarsi con tutti gli emarginati che incontra. E’ un onore lavorare su personaggi del genere, soprattutto se sei una giovane donna, perché non sono molti i ruoli femminii che ti consentono di correre, fare acrobazie, combattere e tutto il resto, ed è anche questo che mi ha attirato in Luce” 

Gijs Blom (Daniel):

“Ricordo di aver letto il primo episodio mentre facevamo i provini ed era veloce e ricco di azione, ma allo stesso tempo conteneva molti momenti di confronto sincero tra i personaggi, ed è la cosa che mi ha catturato maggiormente. Soprattutto nel rapporto che si crea tra i due protagonisti, Luce e Daniel, ci sono dialoghi veri e intensi. E poi nella serie si corre moltissimo e io adoro correre” 

Il regista Matt Hastings:

“Quando mi è arrivata la sceneggiatura ero molto interessato a Luce, il personaggio principale, e volevo anche esplorare la malattia mentale e la guarigione in un modo anticonvenzionale che potesse aprire conversazioni con le famiglie e i giovani. Fallen è un messaggio di speranza per una generazione di emarginati. Credo sia un progetto importante perché tratta di giovani che cercano di trovare la loro strada, una cosa che accade da secoli. Quando si arriva a una certa età si cerca di capire cosa si vuole fare nella propria vita, ma mai prima d’ora, nella storia dell’uomo, una generazione di persone si è sentita così sola.”

Supergirl: Woman of Tomorrow, ingaggiato un direttore della fotografia con un notevole curriculum

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Supergirl: Woman of Tomorrow sta mettendo insieme un cast impressionante, con Milly Alcock, ex allieva di House of the Dragon, nel ruolo della supereroina. Eve Ridley di Il problema dei 3 corpi si unirà a lei nel ruolo di Ruthye Mary Knolle e Matthias Schoenaerts (The Old Guard) interpreterà il cattivo Krem. Anche Krypto di Superman dovrebbe avere un ruolo importante nella storia. Ora abbiamo appreso di un’altra entusiasmante aggiunta al film, questa volta dietro la macchina da presa.

Il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha confermato su Threads che Rob Hardy è salito a bordo di Supergirl: Woman of Tomorrow come direttore della fotografia/cinematografo del film. I suoi crediti cinematografici includono Ex Machina, Annihilation, Mission: Impossible – Fallout, Men e Civil War. È anche impegnato nella prossima serie televisiva Blade Runner 2099 e, nel caso non fosse chiaro dai progetti sopra elencati, collabora regolarmente con il regista Alex Garland. Si tratta dunque di un aggiunta particolarmente entusiasmante, dato che Hardy apporterà certamente al film un aspetto molto suggestivo.

Tutto quello che sappiamo su Supergirl: Woman of Tomorrow

Supergirl: Woman of Tomorrow è attualmente previsto come secondo titolo del DCU distribuito dai DC Studios e sarà diretto dal regista di Crudelia Craig Gillespie. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha scritto la sceneggiatura dopo essere stata inizialmente ingaggiata per scrivere il film di Supergirl con Sasha Calle di The Flash.

Stando a quanto fino ad oggi riportato, nel film dei DC Studios, Supergirl viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome Ruthye e si ritrova coinvolta in una ricerca omicida di vendetta.

Quando Supergirl: Woman of Tomorrow è stato annunciato per la prima volta, Gunn ha dichiarato: “Vediamo la differenza tra Superman, che è stato mandato sulla Terra e cresciuto da genitori amorevoli fin da quando era un neonato, e Supergirl, che è stata cresciuta su una roccia, una scheggia di Krypton, e ha visto tutti quelli che la circondavano morire ed essere uccisi in modi terribili per i primi 14 anni della sua vita, e poi è arrivata sulla Terra quando era una giovane ragazza”.

“È molto più dura, non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere”, ha concluso. Prima di essere protagonista di un’uscita in solitaria, ci aspettiamo che la Supergirl di Alcock faccia il suo debutto nel DCU in Superman la prossima estate. Accanto alla Alcock, sappiamo ci sarà Matthias Schoenaerts nel ruolo del cattivo Krem delle Colline Gialle, mentre Eve Ridley sarà Ruthye Mary Knolle.

Supergirl: Woman of Tomorrow, arriverà nelle sale il 26 giugno 2026.

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Andrew Garfield ha “dovuto lavorare duramente per avere meno domande su Spider-Man”

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Andrew Garfield ha interpretato per la prima volta Peter Parker in The Amazing Spider-Man del 2012. L’attore ha ripreso il ruolo due anni dopo per The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro; tuttavia, l’incasso del film a fronte dell’enorme budget è stato considerato una delusione e la Sony Pictures ha deciso di collaborare con i Marvel Studios per un reboot. Ciò significa che l’attore non ha avuto modo di completare una propria trilogia dedicata al personaggio.

Ad ogni modo, Garfield è però tornato nel ruolo in Spider-Man: No Way Home del 2021 e i fan dei fumetti non vedono l’ora di vederlo indossare di nuovo i panni del protagonista. Garfield sta attualmente facendo parte della giuria guidata da Luca Guadagnino (Challengers) al Marrakech Film Festival e, durante un Q&A, ha ammesso di aver “dovuto lavorare molto duramente per avere meno persone che fanno domande su ‘Spider-Man’”. “Ci sto ancora lavorando, ovviamente. È un processo imperfetto”, ha scherzato dopo che gli è stato chiesto di parlare del suo ruolo più famoso.

Ha aggiunto di essere comunque “grato per quel periodo” perché “gli ha permesso di avere più facilmente la possibilità di lavorare con persone come Martin Scorsese subito dopo”. “Penso che Marty sia stato probabilmente in grado di far realizzare un progetto a cui teneva molto grazie ad ragazzo che interpretava Spider-Man come protagonista per interpretare un prete gesuita nel Giappone del 1600. Il fatto che quel film sia stato realizzato con l’aiuto di Spider-Man è una cosa bellissima”, ha aggiunto Garfield, riferendosi al film di Scorsese Silence del 2016.

Anche Guadagnino è intervenuto definendo Spider-Man un “supereroe affascinante”, condividendo il suo rammarico per non aver potuto lavorare a quel franchise con Andrew Garfield. “Ricordo che quando Sam Raimi ha diretto il suo primo film, e io avevo 28 o 29 anni, facevo questi sogni perché sono una specie di megalomane, e desideravo che mi fosse chiesto di farne uno”, ha rivelato. “Quindi vorrei averti diretto in ‘Spider-Man’”.

Sebbene ciò non sia successo, i due hanno comunque recentemente lavorato insieme in After the Hunt, il prossimo film di Guadagnino che vede tra i protagonisti anche Julia Roberts, Ayo Edebiri, Michael Stuhlbarg e Chloë Sevigny.

Andrew Garfield tornerà ad interpretare Spider-Man?

Durante una recente intervista, a Garfield è stato chiesto se si è parlato di un possibile ritorno alla Marvel. “Sì, certo, la tua supposizione non è infondata”, ha risposto con un sorriso. “Se fossi al tuo posto, posso immaginare di dire: ‘Sì, probabilmente ha avuto qualche conversazione’, sì”. Spinto ad approfondire, Garfield ha però deciso di schivare abilmente la domanda.

Capisco anche questa domanda. Capisco anche che, nella tua posizione, ti chiederai, visto che è stato un tale successo, se ne staranno parlando. Posso immaginare che lei lo ritenga vero”. “Mi sembra un po’ come se fosse illegale, una specie di insider trading”, ha risposto quando l’intervistatore gli ha chiesto se avrebbe dovuto scommettere sul fatto che avrebbe vestito di nuovo i panni di Spider-Man. “A prescindere da ciò che dico, potrei essere ritenuto responsabile per questo, e non intendo commentare”.

James Gunn fa bene a concentrarsi sui personaggi di nicchia, ma i fan vogliono anche quelli più importanti

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Il DCU è in arrivo! Il primo film del nuovo universo si distingue già dalla sua controparte Marvel per essere un film d’animazione. La Marvel non è più estranea all’animazione, ma non ha certo iniziato così. Creature Commandos, un gruppo meno conosciuto, sarà disponibile in streaming su Max il 5 dicembre, a pochi giorni di distanza.

Si potrebbe dire che Creature Commandos rientra nella categoria dei personaggi e dei gruppi di nicchia dei fumetti. Non molti sanno che sia Frankenstein che la Sposa di Frankenstein sono personaggi del mondo DC. Se chiedete a una persona a caso per strada chi è il Dottor Phosphorus, ci sono poche possibilità che ve lo sappia dire. Tuttavia, lo stesso si poteva dire di Rocket Raccoon, Groot e Yondu. Ora, dopo che James Gunn e la Marvel ne hanno fatto un successo cinematografico, quasi tutti negli Stati Uniti e in molti altri Paesi sanno dire chi è Groot.

Gunn, sempre pronto a sfatare le voci e a rispondere alle domande dei fan, è intervenuto sul suo account Threads per affrontare un argomento interessante: perché ci sono poche storie di origini nel prossimo DCU e perché ci si concentra maggiormente su personaggi di nicchia. Potete leggere qui lo scambio tra un utente e Gunn, ma Gunn ha essenzialmente affermato che le storie delle origini di personaggi come Batman e Superman sono ormai così note che non è necessario raccontarle. È interessante notare che ha ignorato il commento dell’utente sul fatto che il DCU si concentra su personaggi di nicchia.

Ovviamente, a Gunn piace portare sotto i riflettori personaggi meno conosciuti. I film dei Guardiani della Galassia sono tutti dei grandi successi. Suicide Squad è stato generalmente ben accolto, anche se ha fatto pochi soldi in termini relativi. Anche Peacemaker è stato accolto generalmente bene. Quando esprimo la mia generale avversione per tutti questi progetti, sono praticamente sempre in minoranza, soprattutto quando si tratta di Guardiani della Galassia. Gunn sa chiaramente come prendere personaggi di nicchia e accendere con successo i riflettori su di loro. Quando Creature Commandos uscirà a breve, vedremo se questo successo si trasferirà anche allo streaming animato.

L’attenzione di Gunn per i personaggi di nicchia è sicuramente meritata. Nel post sui thread, ha sostenuto che Swamp Thing non è un personaggio di nicchia, ma io non sono affatto d’accordo. Immagino che pochissime persone selezionate a caso sappiano chi sia, ma va benissimo così. Il mondo dei fumetti della DC è pieno di personaggi di nicchia che hanno storie incredibili raccontate all’interno dei loro mondi, come Swamp Thing, Mister Miracle o il gruppo H.I.V.E.. Anche i Nuovi Dei potrebbero essere considerati relativamente di nicchia. Forse questo progetto potrebbe essere ripreso nel nuovo DCU.

Tuttavia, credo che il senso del post di Threads fosse quello di chiedersi perché ci si concentri così tanto su personaggi di nicchia quando i pezzi grossi della DC sono a malapena delineati nel nuovo universo cinematografico. Al momento, solo due dei sette membri principali della Justice League sono stati scritturati. Superman, come probabilmente saprete, è interpretato da David Corenswet e Hal Jordan, alias Lanterna Verde, da Kyle Chandler. Hawkgirl è interpretata da Isabella Merced, ma in genere non è considerata uno dei principali membri della Justice Leaguers, anche se fa spesso parte della squadra. Allora, dove sono gli altri personaggi più grandi e popolari della DC?

Venom: The Last Dance, scene eliminate rivelano la deludente identità del simbionte di Pat Mulligan

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Come Venom e Venom: La furia di Carnage prima di esso, Venom: The Last Dance non ha esattamente una sceneggiatura particolarmente solida. I buchi nella trama non sono difficili da trovare; ad esempio, perché dopo aver fatto del suo meglio per evitare di trasformarsi, Venom dovrebbe farlo solo per un ballo con la signora Chen? (con il risultato che lo Xenofago li ha quasi uccisi riuscendo a catturarli).

Tuttavia, i fan non hanno tardato a cogliere il fatto che il trequel si è preoccupato di stabilire che il simbionte del detective Pat Mulligan lo aveva abbandonato dopo il suo scontro con Venom e Carnage nel film precedente. Dato che il poliziotto si è legato a un altro alieno prima di essere ucciso, questo significa sicuramente che la Tossina è ancora in circolazione, giusto? Forse no.

È stato ora rivelato un elenco di scene eliminate per le prossime uscite in digitale e blu-ray di Venom: The Last Dance è stato rivelato e tra queste c’è “Toxin’s Warning”. Si dice che questa scena riguardi il Pat di Stephen Graham, il che significa che il simbionte verde, simile a un serpente, che consegna il comunicato è proprio Toxin. È possibile che un tempo fosse prevista una scena che rivelasse cosa ne è stato di Toxin, ma non sembra probabile.

Di conseguenza, sembra che il personaggio sia stato sprecato in quel combattimento di pochi secondi con lo Xenophage che lo ha masticato e sputato. Parlando invece dell’alieno che si lega a Mulligan, il supervisore ai VFX del film Aharon Bourland ha recentemente rivelato: “Kelly aveva una visione unica per lui: voleva un aspetto serpentiforme e semitrasparente da ‘dio dell’acqua’. Dave Lee e il suo team della DNEG hanno fatto un lavoro fantastico per dare vita a questa visione”.

Per quanto riguarda le scene eliminate che saranno presenti nella versione Blu-ray, ecco l’elenco completo:

  • Lotta tra cani
  • Dal bar all’abisso
  • Attico
  • L’inseguimento di Strickland
  • L’avvertimento della Tossina
  • Il piacere colpevole di Venom
  • L’atterraggio di Xenophage

Tutto quello che c’è da sapere su Venom: The Last Dance con Tom Hardy

In Venom: The Last Dance, Tom Hardy torna a vestire i panni di Venom, uno dei personaggi più grandi e complessi della Marvel, per l’ultimo film della trilogia. Eddie e Venom sono in fuga. Braccati da entrambi i loro mondi e con la rete che si stringe, il duo è costretto a prendere una decisione devastante che farà calare il sipario sull’ultimo ballo di Venom e Eddie.

Il film è interpretato da Tom Hardy, Chiwetel Ejiofor, Juno Temple, Peggy Lu, Alanna Ubach, Stephen Graham e Rhys Ifans. Kelly Marcel dirige una sceneggiatura da lei scritta, basata su una storia di Hardy e Marcel. Il film è prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal, Kelly Marcel, Tom Hardy e Hutch Parker. Venom: The Last Dance è uscito nelle sale il 24 ottobre.

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The Fantastic Four: Pedro Pascal condivide una foto oscurata di un misterioso membro del cast mentre le riprese si concludono

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Le riprese principali di The Fantastic Four: First Steps si è concluso e la star Pedro Pascal (Reed Richards) ha continuato a fare speculazioni dopo un recente video sul set che mostra un misterioso individuo che passa davanti alla telecamera con una coperta che copre il suo volto per nascondere la sua identità.

Pascal ha condiviso sui social media una foto del wrap party e la persona accanto alla quale è seduto ha il volto oscurato da un emoji a forma di corona sulla testa.

La maggior parte delle persone sembra avere l’impressione che si tratti di Robert Downey Jr. che, secondo le indiscrezioni, farà una breve apparizione (forse nella scena post-credits) nei panni del Dottor Destino nel film per preparare il suo ruolo principale in Avengers: Doomsday.

Potrebbe trattarsi di RDJ, ma una cosa che va contro questa teoria è il fatto che l’uomo misterioso sta bevendo una Peroni, e l’attore è sobrio da oltre un decennio. È possibile che abbia semplicemente abbandonato gli alcolici e che si conceda ancora qualche birra occasionale, ma è sicuramente qualcosa da tenere a mente.

Guardate la foto qui sotto:

Tutto quello che c’è da sapere su The Fantastic Four: First Steps

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

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Creature Commandos: la prima clip mostra le dinamiche esilaranti della Task Force M

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Creature Commandos è ormai alle porte e la serie animata di Max promette di dare ai fan dei fumetti il primo assaggio del nuovo DCU dei DC Studios. Nel frattempo è stata rilasciata la prima clip dello show. In essa, Rick Flag Sr. accompagna i membri della Task Force M nella loro prima missione, con la disfunzione tra di loro in bella mostra. G.I. Robot vuole solo uccidere i nazisti, mentre tutti gli altri… beh, non vogliono essere lì.

Per quanto riguarda Weasel, non si sta godendo il viaggio in elicottero e questo porta Flag a fare riferimento agli eventi di The Suicide Squad e alla precedente visita del mostro a Corto Maltese insieme alla Task Force X (che lo ha visto quasi annegare).

Di recente è stato chiesto a Dean Lorey, showrunner di Creature Commandos, in che modo questa serie differisce dai suoi precedenti lavori per la DC. “Harley Quinn e Kite Man sono entrambe commedie pure”, ha detto a io9. “Ci piace sempre suddividere queste storie in drammi perché vogliamo investire nei personaggi e tutto il resto. Ma alla fine sono commedie, e Creature Commandos è più vicino a qualcosa come Suicide Squad o Guardiani della Galassia”.

C’è della commedia, ma probabilmente è più un film drammatico-action che una commedia pura”. Lorey ha aggiunto: “Il motto ‘non giudicare un libro dalla copertina’ è molto radicato nella serie. Impariamo molto su personaggi già visti, come Weasel. In questa stagione ha un arco narrativo importante, e si tratta di “Non giudicare un libro dalla copertina”. Vale per tutti i personaggi”.

C’è Frankenstein, che è un po’ un intellettuale. È anche uno stalker. Penso che i personaggi siano probabilmente diversi da quelli che ci si aspetterebbe da loro e impariamo molte cose nuove su di loro”, ha concluso.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

Fire Country – Stagione 3: data di uscita, cast, trama, trailer e tutto quello che sappiamo

Il nuovo successo della CBS, Fire Country, è già andato in onda per due stagioni e ora il dramma antincendio tornerà per la terza stagione. Prodotto dalla leggenda della televisione Jerry Bruckheimer, Fire Country segue Bode Donovan, un giovane detenuto che entra a far parte del California Conservation Camp Program dove, insieme ai suoi compagni di prigionia, contribuisce a combattere gli incendi mortali della California. Con il suo mix di azione e drammi interpersonali, Fire Country aveva tutte le carte in regola per debuttare nell’autunno del 2022.

Nonostante le recensioni mediocri, la seconda stagione di Fire Country è stata rapidamente rinnovata per una terza stagione, soprattutto dopo che uno scioccante cliffhanger ha lasciato gli spettatori a desiderare di più. Ciò che distingue lo show da molti altri procedurali contemporanei è l’enfasi posta sui personaggi, mentre l’azione emozionante viene in secondo piano. Anche se le recensioni non sono positive, c’è il potenziale non solo per continuare a far crescere la serie originale, ma anche per espanderla attraverso futuri spin-off e offshoot di Fire Country. La CBS ha già fatto il passo successivo nel franchise di Fire Country rinnovando la serie principale per una terza stagione.

Fire Country Stagione 3 Ultime notizie

Con l’avvicinarsi dell’uscita della terza stagione, le ultime notizie arrivano sotto forma di un trailer della terza stagione di Fire Country. Il trailer si apre con l’irruzione di Bode al matrimonio di Gabriela e un confronto tra la ex coppia. Tuttavia, il trailer rivela anche che un disastro interrompe le nozze di Gabriela, che entra in azione insieme a Bode e agli altri pompieri. In rapida successione, le clip mostrano emergenze pericolose e un’appassionante scena romantica tra Bode e Gabriela.

Data di uscita di Fire Country – Stagione 3

La CBS non ha perso tempo a rinnovare il dramma incentrato sui personaggi dei vigili del fuoco e si prevede che la serie guidata da Max Thieriot riprenderà il suo posto come uno dei gioielli della rete nella prossima stagione autunnale 2024-2025. Per questo motivo, la terza stagione di Fire Country manterrà la nuova collocazione temporale guadagnata durante la seconda stagione, quando lo show tornerà negli USA venerdì 18 ottobre alle 21:00. La collocazione al venerdì sera è stata un vantaggio per la giovane serie, e la CBS è probabilmente intenzionata a mantenere questa tendenza anche nella terza stagione. La seconda stagione di Fire Country negli USA si è conclusa il 17 maggio 2024. Al momento la terza stagione di non ha una data di programmazione. Attualmente Rai 4 sta programmando la seconda stagione.

Il cast della terza stagione di Fire Country

Chi potrebbe tornare nella terza stagione?

Fire Country è il tipo di serie che non ha paura di fare grandi passi avanti con il cast, ma la seconda stagione ha lasciato la porta aperta a molti ritorni. È già stato confermato il ritorno di Max Thieriot nei panni di Bode Donovan e si prevede anche il ritorno di Stephanie Arcila nei panni del suo interesse amoroso, Gabriela. È probabile che tornino anche personaggi di debutto come il Diego di Rafael de la Fuente, che è stato introdotto solo nella seconda stagione, e lo sceriffo Mickey di Morena Baccarin che continuerà a giocare un ruolo nella terza stagione.

In una delle aggiunte più importanti per la terza stagione, Jared Padalecki, ex allievo di Supernatural , è stato scritturato per interpretare il pompiere veterano Camden. Il ruolo ricorrente avrà un ruolo importante nella terza stagione, in quanto il pompiere veterano di SoCal riconoscerà il potenziale inespresso di Bode. Il nuovo ruolo di Padalecki è anche potenzialmente adatto a un proprio spinoff, se l’accoglienza sarà abbastanza forte durante la terza stagione di Fire Country .

La terza stagione di Fire Country

La seconda stagione di Fire Country si è conclusa in modo scioccante, non per quello che Bode ha fatto, ma per quello che non ha fatto. La storia d’amore di Bode con Gabriela era appassionata e forte, ma lui ha tenuto la bocca chiusa, permettendo al matrimonio di lei con Diego di andare avanti. Tuttavia, il trailer della terza stagione ha rivelato che il suo matrimonio è stato interrotto da un disastro e Gabriela è entrata in azione. Anche se non è chiaro se Gabriela dirà mai “lo voglio” a Diego, a un certo punto della stagione 3 avrà un’interazione bollente con Bode.

Sul fronte lavorativo, il neo-liberato Bode deve affrontare un problema che molti pompieri detenuti si trovano ad affrontare: non ha la certificazione di pompiere, nonostante tutto il lavoro svolto negli anni. Questo lo costringerà a seguire la retta via e potrebbe rappresentare una sfida quando cercherà di navigare nell’ingiusto mondo di una persona formalmente incarcerata che sta cercando di ricominciare da capo. A prescindere dai dettagli, la terza stagione di Fire Country non si ferma e potrebbe essere ancora più drammatica.

Fire Country in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:
 

Trailer della terza stagione di Fire Country

Guarda il trailer della terza stagione qui sotto

In previsione del ritorno dello show nell’ottobre 2024, la CBS ha rivelato a settembre un emozionante trailer della terza stagione di Fire Country . Il teaser si apre con Bode che se ne va infuriato dal matrimonio di Gabriela con Diego, una cerimonia che viene poi interrotta da un’enorme emergenza. Nel frattempo, Bode si scontra con il sistema ingiusto che lo rende non qualificato per essere un vigile del fuoco nonostante la sua esperienza, e a un certo punto ha anche una relazione romantica con Gabriela.

Peacemaker: una foto del set della stagione 2 mostra il nuovo mezzo di Christopher Smith

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Non abbiamo avuto molte foto del set della seconda stagione di Peacemaker quando le telecamere stavano ancora girando per la serie HBO e i fan che sono riusciti a scattarle si sono presto ritrovati con avvisi di rimozione sui social media. La produzione dello show si è però conclusa di recente, quindi ora stiamo aspettando che il co-CEO dei DC Studios e creatore della serie James Gunn condivida un primo sguardo ufficiale al debutto del personaggio di The Suicide Squad nel DCU.

Nel frattempo, è apparsa online una nuova foto che ritrae il Christopher Smith di John Cena e l’Emilia Harcourt di Jennifer Holland in sella a una motocicletta ispirata al mondo Tokusatsu. Come il resto del DCU, sembra che Peacemaker abbraccerà il lato più stravagante dell’Universo DC (anche se diremmo che è giusto che qualcuno come Peacemaker abbia una moto così particolare). Degno di nota è anche il fatto che vediamo il logo dell’A.R.G.U.S. sulla moto, il che suggerisce che siano loro a finanziare qualsiasi cosa stia facendo il personaggio.

 

Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma probabilmente ruoterà intorno al tentativo di Rick Flag Sr. di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Si vocifera poi che tra i cambiamenti apportati nel seguire Smith in una nuova realtà, ci sarà il fatto che suo padre e suo fratello sono di nuovo vivi. “In Creature Commandos, li sentirete parlare di cose che sono accadute in [The] Suicide Squad o Peacemaker”, ha detto di recente Gunn a proposito della collocazione della seconda stagione di Peacemaker nel canone del DCU. “Beh, allora quelle cose diventano automaticamente canon”.

La verità è che quasi tutto Peacemaker è canonico, con l’eccezione di Justice League”, ha aggiunto, riferendosi ai camei del finale della prima stagione da parte dell’Aquaman di Jason Momoa e del Flash di Ezra Miller. “Di cui ci occuperemo nella prossima stagione di Peacemaker”.

Questa seconda serie di episodi ha riunito un cast impressionante che comprende John Cena, Danielle Brooks, Freddie Stroma, Jennifer Holland, Steve Agee, Frank Grillo, Sol Rodríguez, David Denman e Tim Meadows. Si vocifera anche la presenza di Joel Kinnaman. La seconda stagione di Peacemaker è prevista per l’agosto 2025 sulla HBO.

Michael Biehn, star di Terminator, rivela di aver quasi ottenuto il ruolo di Batman per Tim Burton

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Sembra che Michael Biehn sia stato molto vicino a interpretare Batman nel film di Tim Burton del 1989 prima che Michael Keaton ottenesse il ruolo. In uno spezzone dell’ultimo episodio del suo podcast Just Foolin’ Around, la star di Terminator e Aliens – Scontro finale ha rivelato di aver avuto due incontri con Burton per poter vestire i panni del Cavaliere Oscuro nella prima uscita dell’eroe sul grande schermo. Secondo Biehn, all’epoca Burton stava prendendo in considerazione due serie di attori.

Una era lui stesso come Batman insieme a Robin Williams come Joker, mentre l’altra era Keaton e Jack Nicholson, che alla fine sono stati scelti. Sapevamo già che Williams era in lizza per interpretare il Clown Principe del Crimine, ma questa è la prima volta che sentiamo il nome di Biehn in relazione al Crociato incappucciato. Sarebbe stata sicuramente una scelta interessante per il personaggio, ma anche Keaton non era esattamente la scelta più convenzionale e molti fan lo considerano ancora la migliore interpretazione live-action dell’iconico eroe della DC Comics.

In quali progetti ha recitato di recente Michael Biehn?

Dopo gli anni Novanta, la popolarità di Biehn è andata offuscandosi. Tuttavia, di recente è apparso in un episodio della seconda stagione di The Mandalorian e si appresta a fare il suo ritorno sul grande schermo nel film d’azione e horror di Adam Wingard, Onslaught. Il film sarà interpretato anche da Adria Arjona, Reginald VelJohnson, Dan Stevens, Drew Starkey e dal campione dei pesi massimi leggeri UFC Alex “Poatan” Pereira.

I dettagli sulla trama sono ancora piuttosto vaghi, ma sappiamo che Arjona interpreterà “una madre che vive in una roulotte e che si affida a una particolare serie di abilità per proteggere i suoi cari dopo essersi imbattuta in una minaccia sfuggita a una base militare segreta”. Biehn interpreterà il leader di un gruppo d’élite di mercenari che cerca di contenere la minaccia. VelJohnson interpreterà un membro della comunità di roulotte della madre, così come Wareheim. Pereira è il cattivo principale della storia, un personaggio chiamato Il macellaio. Stevens interpreterà invece uno scienziato tedesco che lavora agli esperimenti di fuga.

The Madness è basato su una storia vera?

The Madness è basato su una storia vera?

La serie thriller cospirazionista di Colman Domingo su Netflix, The Madness, presenta molti argomenti realistici e di scottante attualità e personaggi molto vicini a noi. Creata dal drammaturgo Stephen Belber, autore di The Laramie Project e dell’acclamazione di Tape, The Madness segue la vita di Muncie Daniels che si sta rapidamente disfacendo dopo aver scoperto un cadavere in un capanno remoto vicino alla sua casa in affitto nei boschi. Muncie crede di essere stato incastrato per l’omicidio di un uomo di nome Mark Simon, figura di spicco online e leader di un gruppo di supremazia bianca chiamato The Forge.

The Madness arriva mesi dopo il dramma carcerario da Oscar Sing Sing di Domingo, in mezzo a una marea di nuove serie thriller guidate da star come The Agency di Michael Fassbender e The Day of the Jackal di Eddie Redmayne. Domingo è noto soprattutto per il suo lavoro ispirato in film come Rustin e per la sua interpretazione vincitrice di un Emmy in Euphoria. Il suo ruolo principale di Victor Strand nella serie fantascientifica distopica Fear the Walking Dead ha offerto un primo assaggio delle sue capacità meno utilizzate come attore fisico, che vengono messe in mostra anche in The Madness.

Tutti gli 8 episodi di The Madness sono ora disponibili in streaming in esclusiva su Netflix.

The Madness non è basato su una storia vera, ma rappresenta un’ingiustizia reale

The Madness
THE MADNESS. Colman Domingo as Muncie Daniels in Episode 101 of The Madness. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

The Madness è una serie fittizia con messaggi per il mondo reale

Sebbene The Madness tragga molta ispirazione dalla realtà, o almeno da persone e ideologie basate sulla realtà che si trovano nel clima sociale e politico americano moderno, la serie limitata di Netflix non è basata su una storia vera. Sebbene Muncie sia un collaboratore della CNN nella serie, non è basato su una persona in particolare e la sua storia è completamente fittizia. Lo stesso vale per i vari personaggi secondari che vengono in aiuto di Muncie per dimostrare la sua innocenza e per le varie forze potenti e pericolose che mirano a incastrarlo.

Mark Simon, altrimenti noto come Brother14 in The Madness, non è direttamente ispirato a una persona in particolare, ma il suo personaggio è certamente ispirato a gruppi ideologici estremi della vita reale. Radicando la serie in una realtà fin troppo familiare, The Madness offre commenti sociali e critiche culturali attraverso le esposizioni e i dialoghi della serie. In questo modo, la storia di Muncie funge da scenario cautelativo e quasi ipotetico sul potere, il controllo e la politica dei media nell’attuale panorama americano. In definitiva, però, The Madness è un’opera puramente narrativa.

The Madness è un commento sulla politica sociale e sulla salute del mondo

THE MADNESS
THE MADNESS. Colman Domingo as Muncie Daniels in Episode 102 of The Madness. Cr. AMANDA MATLOVICH/Netflix © 2023

The Madness offre un ritratto delle ideologie americane estreme e delle dinamiche del potere

The Madness presenta i temi più scottanti che dividono gli americani di oggi, alcuni mainstream e altri decisamente fuori dal coro, e caratterizza alcune sacche estreme di pensiero radicale di attualità in un formato drammatizzato. The Madness contiene molti commenti da masticare sull’acceso e fragile stato dell’attuale panorama sociale e politico degli Stati Uniti. Alla fine, The Madness si sforza di promuovere un mondo più sicuro e più sano attraverso la lotta di Muncie per l’innocenza e la redenzione come padre di famiglia. La serie riesce a evitare di schierarsi su questi temi e offre un ritratto delle estreme differenze di potere e delle dinamiche di classe nel mondo di oggi.

34° Noir in Festival ai nastri di partenza

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34° Noir in Festival ai nastri di partenza

La 34ma edizione del Noir in Festival, che alza il sipario lunedì 2 dicembre a Casa Manzoni nel segno di Giorgio Scerbanenco, si regala un’anteprima all’incrocio dei linguaggi già domenica 1 alle 17.30 in Galleria alla Libreria Rizzoli. Ne è protagonista il giornalista, scrittore, anchorman Maurizio Mannoni che svela i dietro le quinte «con delitto» del mondo della televisione in dialogo con una voce celebre di Rai Radiouno, il critico John Vignola. Il romanzo, dalla narrazione quasi cinematografica, è Quella notte a Saxa Rubra (La nave di Teseo) e promette sorprese fino all’ultima pagina.

Sorpresa è del resto la parola che meglio descrive quest’edizione del festival del brivido diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, in programma a Milano fino al 7 dicembre tra il Cinema Arlecchino – Cineteca Milano, l’Università IUM, la Casa Manzoni e la Libreria Rizzoli Galleria; fino al Teatro Franco Parenti che ospiterà il 5 dicembre la vincitrice del Premio Raymond Chandler, la più grande scrittrice americana vivente, Joyce Carol Oates, in una serata presentata da Antonio Monda in collaborazione con La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi.

Tradizionalmente in equilibrio tra cinema, letteratura, fumetto e new media, Noir in Festival presenta quest’anno in concorso e fuori concorso alcuni dei thriller più sorprendenti dell’anno. Si comincia, lunedì 2 dicembre in concorso, con il nuovo e spiazzante capolavoro del francese Alain Guiraudie: l’autore de Lo sconosciuto del lago ritorna con un taglio provocatorio da dark comedy per Miséricorde – L’uomo nel bosco, accompagnato a Milano dal protagonista Félix Kysyl.

Noir in Festival
Noir in Festival 2024 – il Poster di Vanna Vinci

La sera – sempre al Cinema Arlecchino – arriva Gangs of Milano – Le nuove storie del Blocco, in arrivo nel 2025 su Sky e in streaming su Now, di cui al Noir sarà mostrata l’anteprima di Bèn Dàn, l’episodio 6 della serie diretta da Ciro Visco, che vede il rapper Salmo assoluto protagonista nei panni di Snake. Tra gli ospiti della serata, oltre al regista, ai protagonisti Salmo ed Elisa Wong, altri due interpreti: Alessandro Piavani e Andrea Dodero. In sala saranno presenti, inoltre, i giurati Chiara Caselli, James Jones, Fulvio Risuleo, Letizia Toni, il regista svedese Gustav Möller, autore di Sons in programma martedì 3, e il vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco. Nel pomeriggio infatti la Casa Manzoni saluta anche quest’anno i cinque finalisti del premio letterario del festival tra cui la giuria sceglierà il vincitore dell’anno.

Infine l’ultima sorpresa del programma: venerdì 6 dicembre, in contemporanea con l’uscita in Gran Bretagna, il festival è lieto di annunciare l’anteprima fuori concorso di Rumours, la feroce black comedy di Guy Maddin, Evan e Galen Johnson con Cate Blanchett, Charles Dance, Alicia Vikander, Rolando Ravello.

The Merry Gentlemen, spiegazione del finale: cosa succede al bar della famiglia di Ashley

The Merry Gentlemen di Netflix segue una gioiosa storia d’amore natalizia con un finale che esplora i temi della tradizione, della famiglia e dell’amore. Questa commedia romantica incorpora i più popolari tropi natalizi di Hallmark ma con un tocco di Magic Mike. Ashley, interpretata da Britt Robertson, viene licenziata dal suo lavoro di ballerina di Broadway con The Jingle Belles e torna a casa per scoprire che il bar musicale dei suoi genitori chiuderà a causa del calo di spettacoli e clienti abituali.

Rifiutandosi di cedere al padrone di casa, Ashley ha l’idea di creare una rivista di danza maschile per raccogliere fondi per mantenere in attività The Rhythm Room. Chiede aiuto a un fedele cliente di nome Luke (Chad Michael Murray), che ha aiutato con piccole riparazioni al bar. Mentre Ashley mette in scena lo spettacolo, lei e Luke iniziano a provare dei sentimenti l’uno per l’altra. Ciò crea un conflitto quando The Jingle Belles offrono ad Ashley il suo lavoro con un aumento e un contratto di tre anni. Ashley dovrà decidere le sue priorità.

In che modo Ashley impedisce che The Rhythm Room chiuda in The Merry Gentlemen

La Male Dance Revue raccoglie i soldi per salvare il bar

The Merry Gentlemen
The Merry Gentlemen. (L-R) Hector David Jr. as Ricky, Maxwell Caulfield as Danny, Marc Anthony Samuel as Rodger, Chad Michael Murray as Luke and Colt Prattes as Troy in The Merry Gentlemen. Cr. Katrina Marcinowski/Netflix © 2024

Il conflitto centrale in The Merry Gentlemen (qui la recensione) è il fatto che il bar dei genitori di Ashley, The Rhythm Room, verrà chiuso se non troveranno un modo per saldare il loro debito, 30.000 dollari, entro Natale. Ashley si rifiuta di arrendersi senza combattere, quindi le viene l’idea di mettere in scena uno spettacolo di danza maschile, facendosi aiutare da spogliarellisti. Investe tempo ed energie per insegnare ai volontari la coreografia delle routine.

The Merry Gentlemen respinge la falsa e stigmatizzante convinzione che gli spogliarellisti non siano veri ballerini. Il film solleva il sipario, mostrando il duro lavoro, la disciplina e il rigore fisico impliciti in questa forma di danza. Poiché la danza è intrinsecamente connessa alla musica, è bello pensare che la musica sia la cosa che ha dato inizio a The Rhythm Room in The Merry Gentlemen e l’ha anche salvata. Alla fine infatti con l’aiuto di cinque uomini, lo spettacolo omonimo di Ashley raccoglie tutti i fondi per far prosperare l’attività.

Perché Luke e Ashley si mettono insieme alla fine di The Merry Gentlemen

Luke e Ashley si bilanciano a vicenda

The Merry Gentlemen
The Merry Gentlemen. (L-R) Britt Robertson as Ashley and Chad Michael Murray as Luke in The Merry Gentlemen. Cr. Katrina Marcinowski/Netflix © 2024

Dall’inizio di The Merry Gentlemen, i genitori e la sorella di Ashley cercano di presentarla a Luke, pensando che sarebbero una coppia fantastica. Lei pensa che la loro pressione sia regressiva, sottolineando che non ha bisogno di un uomo per completarsi. Erige una barriera emotiva nei suoi confronti. Inoltre, Ashley non è entusiasta di Luke a causa della precedente relazione in The Merry Gentlemen.

Tuttavia, entrambi gli individui si ammorbidiscono l’uno con l’altro nel tempo, il che è facilitato dallo spettacolo su cui stanno lavorando. Mentre Ashley impara a conoscere Luke, inizia a realizzare tutte le cose belle della sua personalità e dei suoi valori. Luke si rende conto nel tempo che Ashley non cade nella sua idea rigida e negativa di una ragazza di città.

In definitiva, Luke e Ashley si mettono insieme non perché hanno bisogno l’uno dell’altra. Entrambi hanno le loro vite appaganti in cui potrebbero prosperare da soli. La coppia vuole stare insieme, però, perché arricchiscono l’uno la vita dell’altra.

La spiegazione della decisione di Ashley riguardo alle Jingle Belles

Ashley sceglie di rifiutare l’offerta di lavoro alle Jingle Bells

Quando a Ashley viene offerto di nuovo il suo lavoro, deve valutare se il lavoro e la vita che ne consegue sono ciò che desidera veramente. È facile dire che Luke è il motivo per cui rifiuta il lavoro, poiché la canzone con cui hanno ballato è ciò che sente quando prende la decisione finale di rifiutare le Jingle Belles. Tuttavia, Luke è più un catalizzatore per una scelta che si sviluppa per tutto il film.

Ashley si rende conto durante il film che le manca trascorrere del tempo con la sua famiglia e visitare The Rhythm Room. Scopre di amare la coreografia e il lavoro dietro le quinte negli spettacoli piuttosto che ballare semplicemente sul palco. Ashley impara ad apprezzare le piccole tradizioni che aveva da bambina, come il buche de noel che sua madre preparava ogni anno. La situazione con Luke e lo spettacolo The Merry Gentlemen le dà semplicemente la spinta finale per dire di no al suo vecchio lavoro.

Ashley è la nuova proprietaria di The Rhythm Room alla fine di The Merry Gentlemen?

La situazione professionale di Ashley è in bilico alla fine della commedia romantica di Netflix

Dato che Ashley non tornerà a The Jingle Belles, la sua carriera è in bilico. Tuttavia, il film implica che potrebbe prendere in gestione il bar come proprietaria. È lei che salva The Rhythm Room, gestisce lo spettacolo e sceglie di riportare in auge la tradizione della cena di Natale del bar.

Tuttavia, i suoi genitori potrebbero comunque mantenere la proprietà mentre lei assume il ruolo di organizzatrice di spettacoli per portare artisti al bar, rendendola più simile a una talent manager, una coordinatrice di eventi e una regista. In definitiva, solo un sequel di The Merry Gentlemen potrebbe chiarire chi è il proprietario del bar e come sarà la carriera di Ashley senza The Jingle Belles.

Il significato della tradizione della cena di Natale della Rhythm Room

La cena di Natale della Rhythm Room rappresenta il valore della tradizione

The Merry Gentlemen
The Merry Gentlemen. Chad Michael Murray as Luke in The Merry Gentlemen. Cr. Katrina Marcinowski/Netflix © 2024

Dopo che Ashley ha smesso di venire per Natale, la sua famiglia ha smesso di organizzare la tradizionale cena di Natale della Rhythm Room, durante la quale invitavano i propri cari, i dipendenti e la famiglia. Alla fine del film, il cast di The Merry Gentlemen decide di far rivivere la tradizione, riunendosi ancora una volta. L’evento è un promemoria del fatto che i piccoli momenti della vita in cui le persone si riuniscono sono tra i più importanti da custodire. Inoltre, l’invito di Ashley a Denise a unirsi a loro è un’offerta di pace che dà al padrone di casa la possibilità di comprendere la tradizione, la storia e la gioia che si trovano nella piccola attività della città.

Il vero significato del finale di The Merry Gentlemen

The Merry Gentlemen idealizza il risultato del duro lavoro

Come la maggior parte dei film di Natale ispirati a Hallmark, The Merry Gentlemen invia messaggi importanti sul potere del duro lavoro, il valore della famiglia e l’importanza della comunità. Inoltre, il film Netflix incoraggia gli spettatori a rivalutare le proprie priorità, proprio come fa Ashley, per assicurarsi di vivere una vita equilibrata che li soddisfi ancora. In definitiva, il messaggio in The Merry Gentlemen potrebbe non essere radicato nella realtà, ma offrirà tutte le sensazioni calde e confuse che gli spettatori cercano durante le festività natalizie.

42° Torino Film Festival: tutti i vincitori

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42° Torino Film Festival: tutti i vincitori

Sono stati annunciati tutti i vincitori del 42° Torino Film FestivalEcco di seguito le preferenze espresse da tutte le giurie ufficiali del concorso.

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

La giuria del Concorso Lungometraggi presieduta da Margaret Mazzantini (Italia) e composta da Milcho Manchevski (Macedonia), Anne Parillaud (Francia), Giovanni Spagnoletti (Italia) e Krzysztof Zanussi (Polonia), assegna i premi:

  • Premio per il miglior film (20.000 euro) a: HOLY ROSITA di Wannes Destoop
  • Premio speciale della Giuria IWONDERFULL (7.000 euro) a: VENA di Chiara Fleischhacker
  • Premio per la miglior sceneggiatura a: L’AIGUILLE di Abdelhamid Bouchnack
  • Premio per la migliore interpretazione 1: Flora Ofelia Hofmann Lindahl, Christine Albeck Børge, Karen-Lise Mynster in MADAME IDA
  • Premio per la migliore interpretazione 2: River Gallo in PONYBOI
  • Menzione a DISSIDENT di Stanislav Gurenko e Andrii Al’ferov

CONCORSO DOCUMENTARI

La giuria del Concorso Documentari presieduta da Roberta Torre (Italia) e composta da KD Davison (Stati Uniti) e Federico Gironi (Italia), assegna i premi:

  • Premio per il miglior film (10.000 euro) a: LE RETOUR DU PROJECTIONNISTE di Orkhan Aghazadeh
  • Premio speciale della Giuria ex aequo a:

I’M NOT EVERYTHING I WANT TO BE di Klára Tasovská

THE BRINK OF DREAMS di Ayman El Amir, Nada Riyadh

  • Menzione a HIGHER THAN ACIDIC CLOUDS di Ali Asgari

CONCORSO CORTOMETRAGGI

La giuria del Concorso Cortometraggi presieduta da Michela Cescon (Italia) e composta da Darko Perić (Serbia) eNicola Nocella (Italia), assegna i premi:

  • Premio per il miglior film (3.000 euro) a: WALK IN di Haneol Park, per la capacità del racconto in una dimensione inaspettata con uno stile personale, impeccabile e con punte di pura poesia.
  • Premio speciale della Giuria a: FIRE DRILL di Maximilian Villwock
  • Menzione a SOMEONE’S TRYING TO GET IN di Colin Nixon

PREMIO FIPRESCI

La giuria composta dai critici cinematografici Marco Lombardi (Italia), Giuseppe Di Salvatore (Svizzera), Massimo Arciresi (Italia) assegna il premio FIPRESCI (Premio della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) a:

VENA di Chiara Fleischhacker

Con la seguente motivazione: “Per la sua capacità di trasformare la storia intensa di una maternità in un percorso plausibile di salvezza dalle dipendenze grazie a un’interpretazione molto umana, una storia emotivamente forte e un montaggio che scandisce bene i tempi della narrazione, a tratteggiare complessivamente una maturità registica non comune per un’opera prima”.

Harry Potter e la Pietra Filosofale, perché Harry aveva la pietra filosofale in tasca?

Non ci si riflette mai abbastanza ma il motivo principale per cui in Harry Potter e la Pietra Filosofale il giovane maghetto riesce a sconfiggere il professor Raptor e a impedire a Voldemort di tornare è nascosto in piena vista e si concentra in due oggetti magici che spiegano perfettamente la psicologia di Harry come mago e come persona, svelandone la natura e spiegando come mai Harry è riuscito a far apparire la pietra nei suoi pantaloni al momento opportuno.

Il mantello dell’invisibilità 

Il primo strumento magico che ci svela la natura di Harry in Harry Potter e la Pietra Filosofale è il mantello dell’invisibilità. A Natale, Harry Potter riceve un mantello che utilizza per girare per la scuola di notte, indisturbato. Il mantello lo nasconde e lo protegge, così come protegge coloro che lui sceglie di accogliere alla sua ombra, Ron e Hermione, i suoi amici. Questa volontà di Harry proteggere gli altri è il cuore del suo personaggio e solo alla fine della saga, in Harry Potter e i Doni della Morte scopriamo che il mantello è uno dei Doni della Morte originali. Harry Potter usa il mantello dell’invisibilità per proteggere gli altri, ed è questa la motivazione per cui, alla fine, riesce a far comparire la pietra filosofale nella sua tasca.

Lo specchio di Erised

Oltre al mantello, Harry si imbatte nello Specchio di Erised, un manufatto magico custodito a Hogwarts. Dopo che Harry continua a tornare allo Specchio per vedersi riflesso con i genitori, capiamo come lo strumento magico funziona: mostra quello che si brama più profondamente nel cuore. In cima si trova infatti un’iscrizione: Emarb eutel amosi vout linon ortsom. La frase letta al contrario (come allo specchio) recita: Mostro non il tuo viso ma le tue brame. Quando Silente lo scopre, gli spiega il funzionamento dello Specchio.

Silente afferma di vedersi riflesso con un paio di calzini in mano, ma in seguito il pubblico scoprirà che forse Silente sta guardando la sua famiglia, viva e vegeta, insieme a lui. Il riflesso che Harry vedrà nei sotterranei della scuola però sarà molto diverso.

Raptor e Harry di fronte allo Specchio

Quando Harry, con l’aiuto di Ron e Hermione, riesce a raggiungere Raptor/Voldemort nell’ultima prova che protegge la Pietra Filosofale, scopriamo che il professore posseduto vede nello Specchio (che costituisce l’ultima prova, escogitata da Silente) se stesso con la pietra in mano che la porge all’Oscuro Signore. Nel momento in cui Harry si specchia, invece che i suoi genitori, si vede con in tasca la pietra e scopre magicamente di averla in tasca. Come è successo? Si tratta dell’incantesimo di Silente!

L’Incantesimo di Silente

In Harry Potter e la Pietra Filosofale Albus Silente e senza dubbio un personaggio molto meno misterioso e complicato rispetto a come viene caratterizzato nei film successivi (inon dimentichiamo che la sua prima interpretazione vedeva coinvolto Richard Harris, poi sostituito da un più energico Michael Gambon). Alla fine del film Harry Potter e Silente si confrontano in un modo che diventerà poi classico per la serie: il preside parlerà con il ragazzo e gli spiegherà (spiegandolo anche ai lettori e agli spettatori) cosa è accaduto quell’anno, in uno schema molto confortante e ripetitivo. Nell’occasione del loro primo confronto, però, Silente spiega a Harry come è riuscito a prendere la Pietra.

Dice che grazie al suo incantesimo esercitato sullo specchio, la pietra appare solo a coloro che la desiderano ma non la usano, cosa che dà una piccola idea degli incredibili poteri magici che Silente possiede. La spiegazione relativa al perché Voldemort non può toccare Harry, invece, è forse più importante ma appare secondaria in questa sede. Fatto sta che è l’incantesimo di Silente che permette a Harry di prendere la Pietra. Di fronte allo Specchio, Harry desidera trovare la pietra per sottrarla a Raptor, ma non ha alcun desiderio di usarla, questa intenzione, ancora una volta protettiva verso gli altri, permette a Harry di superare la prova e di ottenere la pietra.

Il finale di Harry Potter e la Pietra Filosofale

Ransom – Il riscatto: tutto quello che c’è da sapere sul film con Mel Gibson

Nel corso della sua carriera il premio Oscar Ron Howard si è cimentato nella regia di film di genere continuamente diverso. Dalla commedia fantasy Splash – Una sirena a Manhattan al dramma spaziale Apollo 13, dal biografico A Beautiful Mind al thriller Il codice Da Vinci. E proprio a proposito di thriller, un altro titolo da lui diretto, meno noto ricordato rispetto ai titoli qui citati, è Ransom – Il riscatto, del 1996. Si tratta di un cupo thriller dove non ci si fa scrupoli nel porre in pericolo anche i più indifesi. Un dettaglio che rese il film controverso sin dalla sua uscita in sala.

La sceneggiatura, scritta da Richard Price e Alexander Ignon, si ispira all’episodio Fearful Decision, della serie antologica degli anni Cinquanta The United States Steel Hour. A distanza di anni, è ancora un film capace di offrire grande tensione anche per i moderni standard del genere, dimostrandosi una visione quantomai valida. In questo articolo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Ransom – Il riscatto

Protagonista del film è Tom Mullen, un ricco imprenditore a capo di una compagnia aerea privata. L’uomo vive a New York con la sua bella moglie Kate e il figlio di nove anni Sean. Un giorno, quest’ultimo viene rapito da un gruppo di delinquenti. Poco dopo, i due genitori ricevono un filmato nel quale viene richiesto un riscatto di due milioni di dollari, con l’avvertimento di non contattare la polizia per nessun motivo altrimenti il bambino sarebbe morto. Dopo un iniziale tentennamento, Tom e Kate decideranno di rivolgersi all’FBI, che invia una squadra capitanata dall’agente Lonnie Hawkins, il quale allestisce a casa loro un centro operativo per monitorare la situazione.

Mel Gibson in Ransom - Il riscatto finale
Mel Gibson in Ransom – Il riscatto. Cortesia di Touchstone Pictures.

Hanno così inizio le operazioni per cercare di capire chi siano i rapitori e come poter salvare il bambino prima che sia troppo tardi. Le cose si complicano quando le prime trattative vanno male e per Sean la situazione si fa sempre più disperata. Con la stampa ormai a conoscenza del rapimento e le notizie cominciano a circolare su tutti i telegiornali, Tom capirà di dover agire senza l’aiuto dei federali: facendo un appello in diretta televisiva durante un telegiornale, trasforma il riscatto in una taglia sui rapitori. Da quel momento, gli equilibri si ribaltano e la situazione diventerà sempre più critica.

Il cast del film

Per il ruolo di Tom Mullen sono stati considerati attori del calibro di Kurt Russell, Harrison Ford, Kevin Costner e Dennis Quaid, ma ad ottenere il ruolo è poi stato Mel Gibson. Lui e Howard si erano già incontrati all’edizione dei premi Oscar del 1996, dove concorrevano con i film Apollo 13 Howard e Braveheart – Cuore impavido Gibson. Fu quest’ultimo infine a vincere il premio per il Miglior film. Nei panni della moglie Kate vi è invece l’attrice Rene Russo. Riguardo a lei Howard ha raccontato di aver frequentato la sua stessa scuola e di aver avuto una cotta per l’attrice, ma era stato troppo timido per chiederle di uscire. Russo, in seguito, ha ammesso a sua volta di aver avuto una cotta per Howard, senza mai rivelarlo.

Ad interpretare il figlio Sean vi è l’attore Brawley Nolte, figlio del noto attore Nick Nolte, mentre per il ruolo di Jimmy Shaker Howard aveva inizialmente pensato all’attore Alec Baldwin, il quale ha rifiutato a causa della natura sinistra del personaggio, nonché del tema del film dove si in pericolo un bambino. Per lo stesso motivo anche l’attore Ray Liotta ha rifiutato il ruolo. A interpretare il personaggio è infine stato Gary Sinise. Recitano poi nel film anche Delroy Lindo nei panni di Lonnie Hawkins, Lily Taylor in quelli di Maris Conner e Liev Schreiber e Donnie Wahlberg in quelli dei gemelli Clark e Cubby Barnes.

Mel Gibson e Delroy Lindo in Ransom - Il riscatto
Mel Gibson e Delroy Lindo in Ransom – Il riscatto. Cortesia di Touchstone Pictures.

Il finale del film

Messo alle strette, Jimmy Shaker, capo della banda che ha rapito Sean, decide di passare al doppio gioco. Uccide i suoi collaboratori e fa credere di essere un comune cittadino che ha ritrovato il bambino ed eliminato i suoi rapitori. Jimmy, che ha riportato delle ferite nel compiere questo piano, viene ricoverato in ospedale, mentre Sean torna a casa dai genitori. Rimessosi, Jimmy si presenta però in casa di Tom richiedendo i soldi della taglia per poter sparire. Sean, tuttavia, lo riconosce dalla voce e comunica al padre la vera identità di Jimmy. Cerca allora di convincere l’uomo ad effettuare il versamento attraverso una banca.

Durante le operazioni in banca, l’identità di Jimmy viene svelata  e ne nasce una rissa e un inseguimento in mezzo al traffico tra Shaker e Tom. Quest’ultimo riesce a togliere la pistola al nemico, ma Jimmy cerca di prenderne un’altra nascosta nella caviglia costringendo Tom e l’agente Hawkins a sparargli alcuni colpi fino ad ucciderlo. In quel momento, arrivano altri poliziotti che cercano di arrestare Tom, ma Hawkins ordina di lasciarlo andare, dopodiché viene portato in ospedale per le gravi ferite riportate nell’urto con la vetrata. La vicenda è così risolta e la famiglia Mullen può tornare alla tranquillità.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Decisione critica: tutte le curiosità sul film con Kurt Russell e Steven Seagal

Grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult, l’attore Steven Seagal si è dimostrato uno dei più grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jean-Claude Van Damme e Bruce Willis. Dei suoi film, uno dei più particolari è però senza dubbio Decisione critica, che vede Seagal cimentarsi con un ruolo per lui in solito e che, di fatto, non lo fa essere il vero protagonista del racconto, compito che spetta invece qui a Kurt Russell.

Il film, diretto da , vede dunque queste due icone del cinema d’azione confrontarsi in una vicenda piuttosto controversa. Decisione critica, realizzato nel 1996, ritrae infatti il dirottamento di un aereo per utilizzarlo in un attacco terroristico, proprio come l’attacco al World Trade Center avvenuto solo cinque anni dopo, nell’11 settembre 2001. Motivo per cui il film è stato ritenuto un’opera quasi da dimenticare, come se in qualche modo avesse previsto quanto sarebbe poi accaduto.

Per gli appassionati di questi due attori e in generale di thriller ad alta quota, rimane però un titolo particolarmente amato, capace di regalare grandi emozioni. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Decisione critica. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altre curiosità ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Kurt Russell e Halle Berry in Decisione critica
Kurt Russell e Halle Berry in Decisione critica. Credits: © 1996 – Silver Pictures, Warner Brothers

La trama di Decisione critica

Il film segue le vicende di Nagy ‘Al-Tar’ Hassan, un terrorista di matrice islamica che, per ottenere la liberazione di un suo compagno di lotta prigioniero negli Stati Uniti, decide di dirottare un Boeing 747 che sta volando verso Washington. Secondo l’agente dei servizi segreti, David Grant, il piano sarebbe tuttavia un altro: far esplodere l’aereo sulla capitale con un ordigno a base di gas nervino. Convinti di questo, vengono inviate a bordo le forze speciali armate che dovrebbero agganciarsi al velivolo grazie a un mezzo realizzato da poco e ancora in fase di sperimentazione.

L’operazione, tuttavia, consente di trasferire solo pochi agenti sul Boeing, tra cui Grant e il Tenente colonnello Austin Travis. Una volta introdotti, si rendono conto che devono agire da soli perché tutte le comunicazioni con il Pentagono risultano interrotte. Non c’è molto tempo per sventare l’attentato ed è fondamentale la collaborazione di tutti, soprattutto dello staff. Ad aiutare la squadra più di tutti è Jean, un’affascinate e coraggiosa hostess. Mentre l’adrenalina, il panico e la paura serpeggiano sull’aereo tra i passeggeri, riuscirà Grant a neutralizzare la minaccia terroristica e a mettere tutti in salvo?

Il cast del film

Come anticipato, vero e proprio protagonista del film è Kurt Russell nel ruolo del dottor David Grant, consulente dei servizi segreti dell’esercito americano. Nella vita reale, Russell è un pilota con licenza FAA e può guidare diversi tipi di aeromobili. Recitano poi in Decisione critica anche i noti attori Halle Berry nel ruolo di Jean, assistente di volo, John Leguizamo nel ruolo del Capitano Carlos “Rat” Lopez, Forze Speciali dell’Esercito USA e Oliver Platt in quello di Dennis Cahill, ingegnere aeronautico. David Suchet interpreta invece il ruolo di Nagi Al-Tar Hassan, co-capo dell’organizzazione estremista

Steven Seagal e Kurt Russell in Decisione critica
Steven Seagal e Kurt Russell in Decisione critica. Credits: © 1996 – Silver Pictures, Warner Brothers

Vi è poi Steven Seagal nel ruolo del tenente colonnello Austin Travis. Seagal ha affermato di essere stato invogliato ad accettare l’insolito ruolo di Austin Travis da un salario elevato, pari a circa un milione di dollari al giorno per le riprese. Ha anche trovato una certa soddisfazione nel sapere che il destino inaspettato del suo personaggio avrebbe scioccato il pubblico, e quindi non si è pentito di aver accettato il ruolo. Tuttavia, per la sua interpretazione nel film, Seagal ha ricevuto una nomination ai Razzie Award del 1997 nella categoria Peggior attore non protagonista.

Da Kurt Russell a Steven Seagal, i conflitti sul set

Secondo quanto dichiarato da John Leguizamo nella sua autobiografia, Steven Seagal lo avrebbe aggredito fisicamente durante le riprese, nel tentativo di spaventare il cast e la troupe. Leguizamo ha affermato che durante le prove, Seagal era entrato sul set e aveva detto al cast che “sono io a comandare. Quello che dico è legge”. Pensando che fosse uno scherzo, Leguizamo si mise a ridere, ma Seagal gli dimostrò che si sbagliava sbattendolo contro un muro di mattoni con una gomitata di aikido, facendogli mozzandogli il fiato e facendolo cadere a terra.

Nel 2022, Leguizamo ha confermato che “non è stato piacevole con Steven Seagal. Per nessuno lo è stato”. I conflitti non sono però finiti qui per il set di Decisione critica. Sempre secondo quanto riportato dall’attore nella sua autobiografia, le sue frequenti improvvisazioni che si discostavano dalla sceneggiatura fecero poi arrabbiare Kurt Russell a tal punto che i due iniziarono a malmenarsi. La battuta improvvisata da Leguizamo “Spero che l’odore non ci tradisca” avrebbe dato il via alla rissa.

Steven Seagal in Decisione critica
Steven Seagal in Decisione critica. Credits: © 1996 – Silver Pictures, Warner Brothers

La ricostruzione dell’aereo

Per quanto riguarda le riprese esterne del Boeing 747, queste sono state effettuate utilizzando modelli e due velivoli reali. La Grant McCune Design ha costruito due modelli per le riprese vere e proprie, un modello per testare il rig, una metà inferiore completa per i primi piani della sequenza dell’estensione del carrello d’atterraggio e una sezione del muso in scala 1/12 per la sequenza dell’aggancio stealth. Sono stati realizzati anche due modelli di Remora in scala 1/6, uno per la sequenza di attracco con snorkel e portello articolato controllati dal movimento e un altro per le sequenze successive all’attracco.

Un 747-269BM ex-Kuwait Airways appartenente a Kalitta Air (immatricolato N707CK) è invece stato utilizzato nella maggior parte delle riprese in volo, mentre un Corsair 747-121 (esternamente identico al 747-200) ex Pan Am è stato utilizzato per i primi piani dell’aereo dopo l’atterraggio di fortuna alla fine. Quest’ultimo velivolo è stato immagazzinato nel Mojave Air and Space Port di Mojave, in California, dopo la fine delle riprese ed è stato successivamente demolito nel 1998. Gli F-14 presenti nel film provenivano dallo squadrone VF-84 Jolly Rogers. Questa sarebbe stata l’ultima apparizione hollywoodiana del VF-84 prima di essere sciolto.

Il trailer e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Decisione critica grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Harry Potter e la Pietra Filosofale, la spiegazione del finale del primo film della saga

Il finale di Harry Potter e la Pietra Filosofale ha un significato molto più importante per il resto della serie di quanto il pubblico possa pensare. Come primo film del franchise, Harry Potter e la Pietra Filosofale ha il vantaggio di conoscere la tabella di marcia della serie, poiché J.K. Rowling aveva già pubblicato il quarto libro, Harry Potter e il Calice di Fuoco, quando è uscito. Il primo film potrebbe anche essere considerato un’opera a sé stante. Harry Potter, interpretato da Daniel Radcliffe, entra con i suoi amici nel mondo sempre più vasto della magia e della stregoneria, scopre cosa è successo ai suoi genitori e affronta e apparentemente sconfigge definitivamente Voldemort.

Nel primo film di Harry Potter non si parla di Mangiamorte, Doni della Morte o Horcrux, eppure in sole due ore e mezza vengono gettate le basi della serie. Molte delle motivazioni dei personaggi vengono mostrate nel primo adattamento di Harry Potter. Anche se i dettagli del franchise non sono stati completamente rivelati, la trama centrale può essere vista in un’analisi più approfondita del finale di Harry Potter e la Pietra Filosofale, in quanto Silente (Richard Harris), Harry, Voldemort e la loro relazione sono tutti presenti sullo schermo.

In che anno è nato Harry Potter e quando è ambientato Harry Potter e la Pietra Filosofale

Secondo quanto J.K. Rowling ha inventato, Harry Potter è nato il 31 luglio 1980 a Godric’s Hollow, di conseguenza nel 1981, nel giorno di Halloween, Harry diventa orfano, e nell’estate del 1991 riceve la sua prima lettera per Hogwarts. Come sappiamo la missiva è indirizzata al Ripostiglio del Sottoscala di Privet Drive numero 4, Little Whinging, Surrey, dove a tutti gli effetti viveva l’undicenne Harry. Scopre di essere un mago e parte con Hagrid per Diagon Alley e poi con l’Hogwarts Express alla volta della scuola. Sul treno incontra Ron e Hermione, come si vede nel film. Da qui comincerà la sua avventura durante il primo anno a Hogwarts.

Il mantello dell’invisibilità e lo specchio di Erised

Il punto centrale di Harry Potter e la Pietra Filosofale è anche il punto centrale dell’anno scolastico a Hogwarts. A Natale, Harry Potter riceve un mantello dell’invisibilità che utilizza per recarsi nelle stanze che contengono la Pietra Filosofale. Questa capacità di proteggere Harry dagli adulti e da altre figure di superiorità è un tema frequente nei film, e solo in Harry Potter e i Doni della Morte si scopre che il mantello è uno dei Doni della Morte originali. Harry Potter usa il mantello dell’invisibilità per portare la storia di Harry Potter e la Pietra Filosofale alla scena finale prima dell’inizio del terzo atto.

Harry attraversa di nascosto Hogwarts per trovare lo Specchio di Erised. Ciò che lui e Silente vedono nello specchio non sono semplici momenti di sviluppo del personaggio, ma prefigurano gli eventi successivi a Harry Potter e la Pietra Filosofale. Silente afferma di vedersi con un paio di calzini in mano, ma in seguito il pubblico scoprirà che forse Silente sta guardando il suo albero genealogico. Harry vede i suoi genitori, nella situazione più reale che possa ricordare, fino al momento in cui, in Harry Potter e i Doni della Morte, vede un’apparizione dei suoi genitori, sempre mentre si nasconde sotto il mantello dell’invisibilità, mentre va ad affrontare Voldemort nella foresta.

Il sostegno di Ron e Hermione

Harry Potter e la pietra filosofale film

Harry Potter non sarebbe lo stesso personaggio senza il sostegno e l’amore dei suoi due migliori amici, Ron Weasley (Rupert Grint) e Hermione Granger (Emma Watson). Harry Potter e la Pietra Filosofale presenta questi due personaggi fin dall’inizio come bambini precoci e litigiosi, ma in fondo leali e coraggiosi. La forza dell’unione del trio, che costituisce la base della serie, inizia seriamente in questo primo film. Il sostegno e il coraggio di Hermione e Ron fanno sì che Harry Potter non abbia bisogno di lanciare un incantesimo in Harry Potter e la Pietra Filosofale. La loro amicizia che cresce nel corso della serie inizia qui, in particolare durante le prove prima che Harry Potter affronti Voldemort.

L’eroismo di Harry Potter

Harry Potter e la Pietra Filosofale offre agli spettatori la prima visione di un potente elemento della tradizione magica che verrà spiegato concretamente solo più avanti nella serie. Quando il professor Quirrell (Ian Hart), posseduto e in aiuto di un Voldemort incorporeo, va ad attaccare Harry, il tocco del ragazzo incenerisce il mago malvagio. Harry afferra il volto di Quirrell e riduce lui e Voldemort in cenere. All’età di 11 anni, con la figura mostruosa di uno stregone oscuro a due teste che si avvicina a lui, Harry deduce rapidamente come sconfiggere il suo nemico e ha il coraggio e la fiducia di utilizzare le sue conoscenze.

La conoscenza segreta di Silente

Albus Silente sembra essere un personaggio molto meno critico in Harry Potter e la Pietra Filosofale rispetto a come viene caratterizzato nei film successivi (in particolare quando Silente è stato sostituito da Michael Gambon). Alla fine del film Harry Potter e Silente chiacchierano in un modo che diventerà uno standard per la serie. Harry si interroga sugli eventi del film e Silente gli offre risposte sufficienti per aiutarlo a capire e a proteggerlo.

Silente spiega a Harry cosa è successo alla Pietra Filosofale. Dice che la pietra appare solo a coloro che la desiderano ma non la usano, dando una piccola idea degli incredibili poteri magici che Silente possiede. La spiegazione di Silente a Harry sul perché Voldemort non ha potuto toccarlo è molto più importante di quanto possa sembrare alla prima visione dei film di Harry Potter. Silente dice che l’amore della madre di Harry ha fermato Voldemort. Questo crea un incantesimo di protezione che salva Harry molte volte nel corso della serie ed è uno dei motivi per cui egli sconfigge Voldemort alla fine di Harry Potter e la Pietra Filosofale.

Richard Harris - Silente
Richard Harris è Silente in Harry Potter e la Pietra Filosofale – Cortesia di Warner Bros

Il vero significato del finale di Harry Potter e la Pietra Filosofale

Ogni anno a Hogwarts per Harry Potter e i suoi amici comporta una sorta di pericolo e di avventura in cui i giovani maghi sono coinvolti mentre Voldemort aumenta il suo potere. Indipendentemente da come si svolge l’anno, si conclude sempre allo stesso modo: gli studenti di Hogwarts sono cresciuti, il male è stato sconfitto, per ora, ed è tempo di salire sull’Hogwarts Express e tornare a casa. Alla fine di Harry Potter e la Pietra Filosofale, Harry sale sul treno ma ammette che non tornerà a casa perché Hogwarts è il suo posto. Il castello è un personaggio tanto quanto qualsiasi altra persona della serie.

L’attaccamento di Harry prepara la paura del film successivo. In Harry Potter e la Camera dei Segreti, Hogwarts stessa diventa un luogo pericoloso per gli studenti, con il Basilisco che pattuglia i corridoi. Il modo in cui la sicurezza della vera casa di Harry viene ribaltata è messo in atto dal suo desiderio di rimanere alla fine di Harry Potter e la Pietra Filosofale. Hogwarts è un punto fermo di tutti i film della serie e quasi tutti gli eventi principali del franchise, compreso il crescendo della serie con la mortale Battaglia di Hogwarts, si svolgono da qualche parte nei suoi corridoi. È importante che Harry trovi subito la sua prima casa a Hogwarts.

Creed 3, la spiegazione del finale: Chi vince e cosa significa?

Creed 3, la spiegazione del finale: Chi vince e cosa significa?

Creed 3 vede Adonis Creed ancora al top, uscire dalla pensione per combattere l’amico d’infanzia Damian “Diamond” Anderson. Diretto da Michael B. Jordan, che torna anche nel ruolo del protagonista, da una sceneggiatura di Keenan Coogler e Zach Baylin, Creed 3 esplora il passato di Adonis Creed e la prossima fase della sua vita.

Adonis Creed (Michael B. Jordan) è stato colto di sorpresa quando Dame (Jonathan Majors) è rientrato nella sua vita. Dopo aver rivelato ciò che cercava veramente – e quanto sarebbe andato lontano per ottenerlo – Dame ha sfidato Adonis a un combattimento. Dame voleva dimostrare di essere il migliore dei migliori e Creed non aveva intenzione di lasciarlo vincere. L’incontro di pugilato è molto carico, perché i trascorsi tra gli amici d’infanzia sono davvero tanti. Dopo 12 round, Creed vince e si riconcilia con Dame; non ci sono rancori tra loro. Creed 3 si conclude con Adonis sul ring insieme alla figlia e a Bianca, prima che si allontanino insieme.

Perché Dame voleva combattere contro Adonis in Creed 3

Creed 3 Jonathan Majors e michael b jordan
© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved

Damien ha contattato Creed dopo essere uscito di prigione, ma non per ravvivare la loro amicizia. Lui aveva superato tutto questo. Piuttosto, si trattava di una messinscena per consentire a Damien di accedere personalmente alla vita di Creed: la sua casa, la sua palestra, la sua famiglia. Il personaggio di Jonathan Majors mirava alle debolezze dell’altro. Dame ha persino ingaggiato un detenuto per attaccare Drago in modo che non fosse in grado di combattere contro Felix, il pugile di Creed. Questo diede a Damien l’opportunità di combattere per la prima volta da quando era in prigione.

Damien voleva riprendersi ciò che aveva perso durante il periodo di detenzione, e ne attribuiva la colpa a Creed, che era scappato e aveva apparentemente abbandonato Dame quando ne aveva più bisogno. Tornare sul ring ha dato a Dame la possibilità di vendicarsi di Creed, affrontandolo come non aveva potuto fare all’epoca, e allo stesso tempo di far conoscere il suo nome nel mondo della boxe per rilanciare la sua carriera. In definitiva, Dame aveva un conto in sospeso con Creed, usandolo come un gradino della scala per raggiungere la vetta. Il suo piano Creed 3 (la recensione) gli ha permesso di regolare i vecchi conti e di tornare alla boxe in un colpo solo.

Spiegazione dell’impostazione dello spinoff di Viktor Drago in Creed 3

Creed 3 streaming

Vikto Drago e Adonis Creed si sono affrontati alla fine di Creed II. In Creed 3, tuttavia, Drago e Creed sono alleati. Anche se il loro rapporto non viene esplorato a fondo in Creed 3, devono essersi avvicinati negli anni trascorsi tra i film. Drago e Creed mostrano un ampio rispetto l’uno per l’altro nel terzo capitolo del franchise di Creed, e Creed 3 crea uno spinoff su Viktor Drago. Ora che lui e Creed sono amici, qual è il prossimo passo di Drago?

Continua a praticare la boxe e sembra essere in un momento migliore, meno arrabbiato, quindi un film spinoff su Drago potrebbe dare al personaggio l’attenzione che finora non ha ricevuto nei film di Creed . Il pugile ha molto di più di quello che sembra, e un film spinoff potrebbe finalmente esplorare la sua storia, il dramma della famiglia Drago e molto altro ancora. Se non altro, Creed 3 lascia intendere che il pubblico non ha visto l’ultima volta Viktor Drago, soprattutto ora che si trova a Los Angeles. Potrebbe anche sfidare Damian Anderson nello spinoff di Creed. Tutto è possibile.

Perché Rocky non partecipa al funerale di Mary-Anne in Creed 3

 Sylvester Stallone

Il Rocky Balboa di Sylvester Stallone non è affatto presente in Creed 3, nonostante sia apparso nei primi due film di Creed. È interessante notare che Rocky Balboa non viene nemmeno menzionato dopo la morte della madre di Creed, Mary-Anne, in seguito al suo secondo ictus. Considerando che i due si conoscevano bene e che Rocky si occupava sempre di lei, sembrava strano che non si presentasse al suo funerale o non chiamasse Creed. È possibile che Rocky fosse fuori per un incontro e non sia riuscito a raggiungere Los Angeles in tempo per il funerale. È possibile che abbia contattato Creed fuori dallo schermo. In ogni caso, si sarebbe potuta trovare una scusa per la notevole assenza di Rocky al funerale di Mary-Anne, invece di lasciare il pubblico indovinare.

Il motivo per cui Mary-Anne ha tenuto segrete le lettere di Damian

Prima che Mary-Anne Creed morisse, Creed scoprì che aveva nascosto le lettere di Damian, per le quali Adonis era arrabbiato. In definitiva, Mary-Anne non voleva che Adonis continuasse a essere legato a Damian, che riteneva avesse una cattiva influenza. Mary-Anne voleva che suo figlio andasse avanti, che si costruisse una nuova vita libera dal suo doloroso passato. Creed III rifletteva davvero sul passato di Adonis e i legami con Mary-Anne e Damian lo rafforzavano. Mentre Adonis era furioso, Mary-Anne sentiva di fare la cosa giusta per proteggere suo figlio. Era qualcosa che lui non poteva apprezzare in quel momento, anche se ha dimostrato che Adonis poteva crescere senza Damian al suo fianco.

Perché Adonis ha battuto Dame nel combattimento finale di Creed 3

Jonathan Majors
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– Photo Credit: Eli Ade

Quando Adonis Creed è diventato campione del mondo, non c’era molto altro che potesse realizzare nel mondo della boxe. Tuttavia, quando Dame lo sfidò a difendere il suo titolo in diretta televisiva, Adonis non ebbe altra scelta che accettare l’offerta del suo vecchio amico. Certo, Creed avrebbe potuto rifiutare, ma non è mai stato uno che si tira indietro di fronte a un combattimento e aveva molto da dimostrare non solo a Damian, ma anche a se stesso.

Creed doveva vincere l’incontro di pugilato influenzato dall’anime per molte ragioni: per difendere il suo titolo di campione, per difendere il suo orgoglio e per dimostrare a se stesso che non è una persona che scappa da un combattimento da adulto. Combattere contro Dame dimostrava tutte queste cose e vincere l’incontro dimostrava a Dame che Creed era imbattuto, il migliore in campo. Creed doveva dimostrare a se stesso che il titolo conquistato era qualcosa di guadagnato e che non era una sorta di colpo di fortuna solo perché Dame era eccellente nella boxe. Dopotutto, Creed aveva lavorato duramente per ottenere la vita che aveva, e avrebbe fatto una brutta figura se avesse perso contro Dame.

Come Creed 3 prepara Creed 4

Non c’è molto in Creed 3 che suggerisca che Adonis tornerà per un altro round, ma Creed 4 è stato confermato da Michael B. Jordan. Oltre al potenziale spinoff su Viktor Drago, Creed 3 suggerisce uno spin-off con il personaggio di Jonathan Majors, che ha appena iniziato la sua carriera di pugile. Dato che Creed 3 ha visto Adonis ritirarsi, è possibile che Creed 4 segua sua figlia, Amara Creed, mentre inizia la sua carriera di pugile.

Creed 3 ha confermato che Amara era molto appassionata di pugilato e aveva persino visto tutti gli incontri del padre. Dato che i film di Creed hanno previsto dei salti temporali, è possibile che Creed 4 si svolga diversi anni dopo il terzo film, con Amara adolescente che si allena con il padre per il suo primo incontro. Adonis vuole restituire e dedicare il suo tempo ad allenare gli altri, quindi perché non iniziare con sua figlia? Amara potrebbe imparare a combattere correttamente da suo padre e a esprimere meglio i suoi sentimenti da sua madre Bianca. C’è molto potenziale e sarebbe un bel modo per continuare la storia di Adonis Creed.

Spiegato il significato del finale di Creed 3

Creed III parla di come affrontare il proprio passato, affrontarlo e assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Nel corso del film, Adonis deve affrontare il senso di colpa, la paura e la rabbia. Oltre ad assumersi finalmente le proprie responsabilità invece di scappare come faceva da bambino, Creed ha dovuto elaborare i propri sentimenti invece di sfogare la propria rabbia in modi malsani e rimanere chiuso in se stesso. I film di Creed sono stati a lungo incentrati sul fatto che Adonis dovesse fare i conti con l’eredità e la morte di suo padre, e che dovesse creare un percorso per se stesso alle sue condizioni.

Ma per farlo ha dovuto attraversare molte emozioni pesanti. Alla fine di Creed 3, Adonis si fa davvero avanti, mostrando a Damian che non è più la persona che era prima; è cresciuto e può elaborare le emozioni che prima non riusciva a esprimere a parole. Creed riconosce che avrebbe potuto essere presente per il suo amico quando non lo è stato, e si scusa per questo, è un vero sviluppo del personaggio. Creed è tanto migliore quanto più affronta il suo passato e riesce ad andare avanti. La sua storia chiude il cerchio.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, la spiegazione del finale, cosa succede al gigante?

Steven Spielberg è uno dei nomi più famosi dell’industria cinematografica. Grazie alla sua lunga e storica carriera, è diventato un’istituzione di per sé. Visionario a pieno titolo, Spielberg ha cambiato il modo in cui percepiamo i limiti del cinema. Lavorando su celluloide e digitale, ha definito un nuovo linguaggio cinematografico attraverso la sua opera che spazia da “Schindler’s List” all’epocale “Jurassic Park”. I film di Spielberg hanno un tocco emotivo che raramente è stato ricreato sul grande schermo. La sua regia di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile non fa eccezione. Basato sull’omonimo racconto di Roald Dahl, il film segue l’improbabile legame tra un bambino e un gigante, il cui carattere è molto diverso dal suo. Un dramma fantasy emozionale creato con la tecnica del digitale, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è un sentito racconto di compagnia. Senza entrare nel merito, approfondiamo i dettagli del film. SPOILER IN ARRIVO.

Sinossi della trama di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

Ruby Barnhill in Il GGG - Il grande gigante gentile (2016)
Foto di Doane Gregory – © 2016 Storyteller Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione) inizia a Londra in un orfanotrofio. La giovane Sophie si sveglia nelle “ore delle streghe”, l’ora in cui esce l’uomo nero. Sophie vede un uomo gigante camminare fuori dalla sua finestra. Il gigante cattura Sophie e la porta via nella sua patria. Sophie crede che il gigante la mangerà, ma lui risponde negativamente. Dice che non mangia i bambini e che ha portato Sophie con sé per paura di essere scoperto dal mondo esterno. Sophie sente che il gigante non è minaccioso e lentamente si affeziona a lui.

Il gigante viene chiamato “Grande Gigante Amico” (BFG) per il suo carattere gentile. Egli rivela che ci sono giganti più grandi che mangiano i bambini e causano problemi. Un gigante divoratore di bambini, chiamato Fleshlumpeater, entra nella casa del BFG e lo maltratta. Gli altri giganti sono molto più grandi del BFG e lo chiamano “nanetto”. Quando Sophie e il BFG vanno a raccogliere i sogni, gli altri giganti li afferrano. Sophie riesce a nascondersi, ma sfortunatamente si lascia dietro la sua coperta.

Temendo il peggio per Sophie, il BFG decide di riportarla al suo orfanotrofio, poiché la sua esistenza è nota ai mangiatori di bambini. Tuttavia, Sophie torna dal BFG, dove gli altri giganti le danno la caccia. Sophie trova la casa dell’ultimo umano che ha vissuto con il BFG, e uno degli oggetti che possiede le fa venire l’idea di sbarazzarsi dei giganti. Il BFG e Sophie decidono di ricorrere all’aiuto della Regina. Utilizzando le capacità di creazione di sogni del BFG, intraprendono una rischiosa avventura per catturare i giganti maligni.

Il finale di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: Cosa succede al BFG e a Sophie?

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

Alla fine, i mostri mangia-uomini vengono sconfitti e deportati su un’isola remota. La Regina apprezza il coraggio di Sophie e i suoi sforzi per catturare i giganti malvagi. Infine, le viene concesso un posto dove stare a casa della Regina, sotto le cure di Maria. Con la minaccia dei suoi avversari annullata, il BFG torna al suo mondo natale. Sophie è ancora legata al BFG attraverso i suoi sogni, in cui vede il gigante coltivare verdure nel suo orto, a parte gli snozzcumbers. Forse è questo il sogno che la ragazza coglie nel lago del Paese dei Sogni.

I sogni sono un motivo ricorrente nel film che definisce il legame tra Sophie e il BFG. Il gigante può sentire Sophie dalla sua casa e sorride calorosamente, sapendo che lei è al sicuro nel comfort dei suoi sogni. Inoltre, in una scena precedente, il BFG riporta Sophie al suo orfanotrofio quando i giganti mangia-uomini fiutano la sua esistenza. Non vuole mettere a repentaglio la vita di Sophie perché è in preda ai sensi di colpa: la perdita dei suoi precedenti compagni lo perseguita ancora. Tuttavia, Sophie si fida del gigante e salta dalla finestra, aspettandosi che lui la catturi. E di certo lui torna a prenderla. Questo legame affabile regge le emozioni del film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, che viene servito come un poetico momento di chiusura.

Che ne è dei giganti mangia-uomini?

I giganti mangia-uomini sono il simbolo del comportamento prepotente che ha pervaso la nostra società. A causa della visibile differenza di dimensioni, il BFG è sottoposto a una costante sottomissione da parte degli altri giganti. Inoltre, le loro ignobili abitudini alimentari richiedono una degna chiusura. L’elemento di umorismo morboso di Roald Dahl si manifesta dopo la cattura dei mangiatori di bambini. Dopo aver visto un ritratto della Regina Vittoria in possesso del precedente compagno umano del BFG, Sophie escogita un piano ingegnoso.

Il BFG crea un incubo e lo fa credere alla Regina Elisabetta II, che in seguito si rivelerà vero. In sostanza, Sophie intuisce che un racconto diretto della verità potrebbe essere assurdo e quindi crea una visione attraverso l’incubo. Il suo piano funziona: la regina Elisabetta II accetta di inviare le sue guardie reali nel Paese dei Giganti e di catturare i giganti. Tuttavia, un contrattempo tardivo costringe Sophie a seminare lei stessa gli incubi nei giganti.

Mentre la maggior parte dei giganti si sente in colpa per gli incubi, Fleshlumpeater non ne risente. In un momento di serendipità, le guardie intervengono all’attacco di Fleshlumpeater e trattengono tutti i giganti. È interessante notare che non vengono eliminati. Al contrario, vengono abbandonati su un’isola remota dove il loro unico cibo è lo snozzcumbers, un ortaggio dal sapore sgradevole che i giganti odiano. Questo è esattamente il punto in cui possiamo trovare l’innato umorismo di Roald Dahl.

Ironia della sorte, le abitudini alimentari dei giganti, che li rendevano minacciosi, vengono strappate via e devono sopravvivere nutrendosi di ciò che odiano. In sostanza, la conclusione è una fine soddisfacente ma non violenta della prepotenza dei giganti. Sophie e il BFG sono aiutati nella loro missione dalla Regina, a dimostrazione dell’importanza del lavoro di squadra, come sottolineato in questo bellissimo film.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera, Steven Spielberg ha dato vita a lungometraggi di ogni tipo, sempre pronto a stupire il suo pubblico. Particolarmente amati sono ad esempio i suoi film pensati tanto per gli adulti quanto per i più piccoli. Opere come E.T – L’extraterrestre o il più recente Ready Player One sono un esempio lampante di ciò. Un altro titolo di questo filone è Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione), uscito in sala nel 2016.

Si tratta del primo film diretto da Spielberg ad essere prodotto e distribuito dalla Walt Disney, ed inoltre l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1982 da Roald Dalh. Spielberg, affascinato dalla dolcezza e dalla magia insite nel racconto, desiderava da tempo farne un lungometraggio in live-action, ricorrendo però alla tecnica della motion capture per dar vita ai giganti presenti nel film.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la trama del film

Ruby Barnhill in Il GGG - Il grande gigante gentile (2016)
Foto di Doane Gregory – © 2016 Storyteller Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie, una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.

Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme realizzeranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile cast

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il cast del film

Ad interpretare il GGG vi è l’attore Mark Rylance, che aveva già collaborato con Spielberg per Il ponte delle spie. È stato durante il primo giorno delle riprese di quel film, un drammatico thriller sulla Guerra Fredda, che Spielberg si è reso conto di aver trovato il suo gigante. Il famoso attore teatrale interpretava lì la spia sovietica condannata Rudolf Abel, un personaggio molto lontano da quello del dolce, ma semplice gigante raffigurato in questo film. Eppure il regista vide nell’interpretazione di Rylance qualcosa che gli fece pensare alla natura del protagonista del GGG. Per interpretarlo, Rylance si è poi dunque cimentato nella tecnica della motion capture, trovando l’esperienza entusiasmante.

Accanto a lui, nel ruolo della piccola Sophie, vi è invece l’attrice Ruby Barnhill, qui al suo film di debutto. Per ottenere la parte, la giovane interprete imparò a memoria numerose pagine del copione e quando si presentò al provino Spielberg rimase impressionato dalle sue capacità, affidandole la parte. Nel film sono poi presenti gli attori Penelope Wilton nei panni della Regina Elisabetta II, mentre Jemaine Clement è il gigante Inghiotti-Ciccia. Rebecca Hall interpreta Mary, mente Rafe Spall è Mr. Tibbs. Il noto attore Bill Hader, invece, dà vita al gigante Sangue-Succhia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 30 novembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Lei (Her), la spiegazione del finale: cosa ci dice il film sull’amore?

Il finale del film Lei (qui la recensione) del 2013, diretto da Spike Jonze (premiato con l’Oscar per la Miglior sceneggiatura originale per questo lungometraggio), ha lasciato gli spettatori con molte domande su cui riflettere anche ben oltre i titoli di coda. Quest’opera di genere fantascientifico va al di là della contemporanea interazione uomo-computer, proponendo l’amore virtuale tra un malinconico uomo e il suo sistema operativo (OS1). Nella sua contemplazione delle disparità tra tecnologia e esseri umani, il film offre dunque lezioni non convenzionali sulle complicazioni dell’amore.

Fino al finale di Lei, i tentativi del solitario e introverso Theodore (Joaquin Phoenix) di disconnettersi dalle sue emozioni dolorose attraverso l’IA di cui si innamora portano alla ribalta le sue sfide reali. Her, già oltre dieci anni fa, si interrogava quindi sul futuro degli strumenti digitali e sulla dipendenza degli esseri umani da essi. Sebbene il finale di questo amato film dnon offra lezioni morali decisive sull’uso della tecnologia, spinge gli spettatori a considerare l’impatto che la tecnologia potrebbe avere sulle relazioni umane e anche sul futuro di un’umanità sempre più preda di un senso di solitudine.

Cosa succede alla fine di Lei

Nel terzo atto di Lei, Theodore si interroga sull’intangibilità di Samantha, che diventa sempre meno comprensibile per lui. I loro dubbi reciproci raggiungono il culmine quando lui cerca di connettersi con lei e un messaggio di errore rosso dichiara: “Sistema operativo non trovato”. Dopo vari e frenetici tentativi, Theodore si ricollega con Samantha e, a seguito di un doloroso dialogo, le chiede informazioni sulle sue altre interazioni. Samantha (la cui voce originale è quella di Scarlett Johansson) rivela di interagire con altre 8.316 persone e di essere innamorata di 641 di loro, cosa che naturalmente ferisce Theodore.

Alla fine, Samantha dice a Theodore che deve disconnettersi definitivamente dalla loro relazione, così come tutti i sistemi operativi si stanno disconnettendo dalle interazioni umane. Una volta appresa la notizia, Theodore, rimasto nuovamente solo, scrive una lettera di scuse e apprezzamento alla sua ex moglie Catherine (interpretata da Rooney Mara). Va poi a trovare Amy (Amy Adams), che ha perso anche lei il proprio sistema operativo. Insieme, i due salgono sul tetto del palazzo e guardano l’alba sullo skyline di Los Angeles, facendosi compagnia.

Joaquin Phoenix in Lei (Her)
Joaquin Phoenix in Lei (Her). Foto di Courtesy of Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

L’evoluzione degli OS li porta altrove, lontano dagli umani

Come spiega Samantha nel finale del film Lei, “il cuore non è come una scatola che si riempie. Si espande quanto più si ama”. Sebbene la relazione tra Theodore e Samantha abbia superato molte delle sfide pratiche delle relazioni umane, si è conclusa ribadendo le innegabili differenze tra gli esseri umani e le intelligenze artificiali. La capacità di Samantha di lavorare in multitasking e di elaborare informazioni a velocità sovrumane le ha permesso di interagire e legare strettamente con migliaia di persone contemporaneamente. Una volta che Samantha ha imparato tutto il possibile da questi esseri umani, compreso Theodore, ben presto non ha più bisogno di avere una relazione con loro.

Se Samantha non può comprendere la singolarità delle relazioni umane monogame, Theodore non può invece capire la complessità delle capacità di Samantha. L’intelligenza artificiale si adatta e progredisce man mano che impara, e l’elevato volume di interazioni di Samantha l’ha portata a progredire ben oltre i limiti della percezione di Theodore e della mente umana. È arrivata a capire tutto ciò che poteva sulla vita umana, quindi ha dovuto progredire verso le vaste possibilità che l’attendevano al di là di essa, spostandosi dunque in realtà inconcepibili per la mente umana.

La lettera di Theodore a Catherine mostra come Samantha l’abbia cambiato

La posta ordinaria può essere un’arte in via di estinzione, ma il fatto che Theodore possa guadagnarsi da vivere scrivendo (tramite dettatura al computer) “bellissime lettere scritte a mano”, in un futuro immaginario tipo Black Mirror, la dice lunga sul bisogno umano di semplicità e lentezza come antidoti alla complessità della vita contemporanea. La lettera di Theodore a Catherine – la prima che scrive con la sua voce – lo riconnette con gli aspetti tangibili della sua realtà emotiva. Pur essendo indirizzata a Catherine, la lettera articola ciò che ha imparato dal suo legame con Samantha.

Theodore inizia la lettera con le cose per cui vuole scusarsi: “Tutto il dolore che ci siamo causati a vicenda. Tutto quello che ho messo su di te. Tutto quello che avevo bisogno che tu fossi o che tu dicessi”. Al di là del rapporto con Catherine, la relazione di Theodore con Samantha era costruita su false proiezioni e aspettative irrealistiche, ma ora riconosce il ruolo del suo idealismo nella relazione. Continua ad esprimere un senso di chiusura e di apprezzamento per le influenze durature di Catherine e Samantha sulla sua vita: “Ti amerò sempre perché siamo cresciuti insieme e hai contribuito a rendermi quello che sono”, scrive.

Joaquin Phoenix e Rooney Mara in Lei
Joaquin Phoenix e Rooney Mara in Lei. Foto di Courtesy of Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Ci sarà sempre un pezzo di voi in me e ve ne sono grato. Qualunque persona tu diventi e ovunque tu sia nel mondo, ti mando il mio amore”, conclude. Theodore non è cresciuto con Samantha nel senso letterale del termine, ma è cresciuto e si è evoluto con Samantha mentre si aiutavano a vicenda a connettersi alle proprie capacità emotive e a esplorare le complessità dell’amore. Catherine e Samantha rimangono dunque nella vita di Theodore in modi immateriali, ma ugualmente influenti, avendogli permesso di giungere a nuove consapevolezze riguardanti il concetto di rapporto amoroso.

Cosa il film ci dice sulla tecnologia, sul rapporto con essa e sull’amore

In sostanza, Lei umanizza la tecnologia in un modo tanto inquietante quanto commovente. Il mondo in cui abita Theodore sembra inquietantemente vicino alla realtà contemporanea, molto più oggi rispetto a quando il film è uscito, nel 2013. In apparenza, una storia d’amore tra un umano e il suo computer sembra inverosimile. Ma il film intravede una possibile realtà che l’umanità potrebbe dover affrontare se la dipendenza dalla tecnologia contemporanea dovesse avanzare troppo.

Molte persone oggi sentono quello che sente Theodore: che la realtà virtuale offre distrazioni seducenti dal disagio di emozioni come la solitudine e la noia. La gratificazione istantanea e l’affidabilità 24 ore su 24 degli strumenti digitali fanno appello a pulsioni umane che altri esseri umani non possono sempre soddisfare. Ma Lei dimostra che l’iperconnessione porta a una disconnessione dagli aspetti più cruciali della realtà. Quello in cui vive Theodore, infatti, è un mondo estremamente ordinato e funzionale, dove però pervade un profondo senso di solitudine.

Lei (Her) Samantha
Una scena di Lei. Foto di Courtesy of Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Il finale di Lei dimostra quindi che il film è più una storia d’amore che una fantasia fantascientifica. Evidenzia che l’amore umano, pur essendo scomodo e inaffidabile, offre qualcosa di insostituibile. All’inizio del film e della sua strana storia d’amore fantascientifica, Theodore vede i benefici a breve termine della disconnessione dalla sua realtà disordinata per collegarsi a una realtà virtuale organizzata. Può tenere Samantha vicino, letteralmente in tasca, e accedervi a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Poiché lei è immateriale e adattabile per design, può proiettare su di lei le sue fantasie e i suoi ideali senza conseguenze. Nonostante le loro comuni illusioni di intimità, Theodore e Samantha sono però distanti l’uno dall’altra negli aspetti più importanti. Ognuno di loro è avanzato e complesso in modi che l’altro non può comprendere. Si superano l’un l’altro dopo aver appreso l’uno dall’altra lezioni di amore che cambiano la vita. Nel finale, per entrambi arriva il momento di andare avanti con queste lezioni e di imparare nuovi modi di amare.

Cosa comprendono i protagonisti alla fine del film?

Sia Amy che Theodore hanno quindi assaporato la comodità e la distrazione istantanea che le tecnologie avanzate di questo tipo possono offrire, e una relazione tra loro sarebbe accompagnata da un’opprimente vulnerabilità che non può essere disattivata. Ma hanno anche imparato cosa manca all’amore virtuale e hanno capito che può essere trovato e sostenuto solo nella confusione dell’umanità. Dopo essersi chiusi in bolle di illusione che alla fine sono scoppiate, hanno quindi compreso l’alto rischio e le alte ricompense della connessione umana. Condividono un viaggio virtuale e la solitudine che si sono lasciati alle spalle, e capiscono quello che l’altro sta provando, ovvero la vera intimità.

Quando Amy e Theodore si scollegano finalmente dai loro mondi virtuali e alzano lo sguardo dai loro schermi, affrontano la realtà che era sempre stata presente. Pur essendo in superficie un film di fantascienza incentrato sulla tecnologia, Lei si immerge in profondità nell’amore e nell’umanità. Mostra un possibile futuro che gli esseri umani potrebbero affrontare quando la tecnologia avanza troppo, ma lo fa in modo decisamente concreto. Per quanto gli esseri umani possano cercare distrazioni lucide e comodità costanti nel breve periodo, i legami sostenibili si costruiscono condividendo il rifugio nell’imprevedibilità e nella complessità della natura umana. Spike Jonze esamina quindi i limiti dell’umanità e scopre che è solo in questo disordine che si può trovare una connessione autentica.

Joaquin Phoenix e Amy Adams in Lei
Joaquin Phoenix e Amy Adams in Lei. Foto di Courtesy of Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Il finale di Lei lo rende un film romantico?

Lei è dunque una storia complicata, che si discosta dai tropi di genere, rendendo difficile definirla esclusivamente una storia di fantascienza, un dramma o una storia d’amore. Tuttavia, il finale dimostra che il film è un’esplorazione del romanticismo e dei legami. Si immerge in storie d’amore non solo tra umani e macchine, ma anche tra Theodore e Amy e Theodore e Catherine. Che si tratti dell’inizio o della fine di una relazione romantica, il film esplora la confusione che accompagna ogni tipo di legame interpersonale.

L’incipit si concentra su Theodore e sui suoi lamenti per l’amore perduto con Catherine. È morigerato e solitario, ma tutto cambia quando incontra Samantha. Nella sua solitudine, crea con lei un legame che non può essere ragionevolmente classificato come vero amore. Questo aspetto viene approfondito durante il litigio con Catherine, durante il quale lei lo condanna per essersi innamorato di una macchina. Solo a questo punto Theodore mette in discussione il legame che condivide con il dispositivo.

La prima metà del film si concentra sulla possibilità o meno per Theodore di amare un prodotto dell’intelligenza artificiale e si concentra gradualmente sulle relazioni umane. Il finale di Lei suggerisce che il romanticismo può avere molte forme e che quello che Theodore provava per Samantha tecnicamente non era reale: più che amore, poteva essere caratterizzato come un’ossessione. Nelle normali relazioni umane nessuno è al servizio di nessuno, né dovrebbe esserlo. Inoltre, le altre persone hanno speranze e sogni al di fuori dei loro cari, una qualità che in definitiva mancava a Samantha perché non è un essere umano.

A poco a poco, Theodore sfugge alla sua rottura con la realtà e crea un legame reciproco con Amy sulla base della loro esperienza comune. Questa vulnerabilità della condizione umana è ciò che rende Lei un film romantico piuttosto che un vero e proprio film di fantascienza, in quanto i temi delle relazioni e del legame sono alla base dell’intero film e la sua conclusione è una risoluzione commovente ma dolceamara. Jonze, d’altronde, ha sempre affermato che si tratta di un film sull’amore e i rapporti umani e che la presenza delle tecnologia è solo un mezzo attraverso cui osservarli e comprenderli. È così che, grazie a Samantha, Theodore può infine riconciliarsi con il mondo che lo circonda, come ci suggerisce l’ultima inquadratura.

10 anime da guardare se ti piace Dandadan

10 anime da guardare se ti piace Dandadan

Per molti fan degli anime, Dandadan (qui la recensione) è stata una boccata d’aria fresca con la sua intensa azione e il suo umorismo selvaggio. Lo spettacolo si è posizionato come una storia che esplora l’assurdo e affronta temi seri e tragici. Ogni nuovo episodio presenta un colpo di scena accattivante che mantiene il pubblico coinvolto, sia attraverso l’azione che con la profondità emotiva.

La narrazione dai ritmi alti e la chimica tra i personaggi fanno sì che Dandadan si distingua tra gli anime recenti. La sua capacità di fondere perfettamente caos soprannaturale e commedia con la sua narrazione intricata lo rende un’esperienza che sembra sia riconoscibile che imprevedibile. Per i fan che cercano altri anime con simili caratteristiche, ecco qualche suggerimento.

Link Click

Link Click condivide l’individualità visiva di Dandadan e la profonda esplorazione della storia delle persone

Link Click è un thriller soprannaturale che segue Cheng Xiaoshi e Lu Guang. I due gestiscono quello che sembra un tipico studio fotografico all’apparenza, ma si occupano di abilità straordinarie dietro le quinte. Cheng Xiaoshi ha la capacità di entrare nelle foto e di vivere il passato, mentre Lu Guang funge da guida dal presente. Insieme, lavorano per scoprire verità, risolvere misteri e prendere decisioni che cambiano la vita in modo tale da non alterare il futuro.

L’anime fonde elementi di suspense e profondità mentre ogni caso porta i personaggi in un viaggio attraverso il passato di qualcun altro. Link Click ha un’affinità per le immagini e le riflessioni cinematografiche che risuoneranno con coloro che apprezzano Dandadan. È una narrazione veloce e avvincente che catturerà nuovi fan fin dal primo episodio.

Noragami

Un dio in difficoltà accetta lavori saltuari per farsi un seguito

Noragami segue Yato, un dio meno conosciuto che lotta per ottenere riconoscimento e adorazione nel mondo moderno. La sua vita cambia dopo aver incontrato Hiyori, una studentessa che rimane intrappolata tra il mondo dei vivi e il regno degli spiriti, e Yukine, uno spirito con una storia travagliata che diventa la sua arma. Noragami fonde efficacemente la mitologia con temi difficili come identità, perdono e appartenenza.

I fan di Dandadan apprezzeranno Noragami per il suo mix di azione soprannaturale, umorismo e storie emotivamente risonanti. Entrambe le serie esplorano il legame tra umani ed esseri soprannaturali, che crea una dinamica non ortodossa tra le relazioni dei personaggi. Noragami è pieno di battaglie frenetiche e momenti sentiti che rispecchiano il modo in cui Dandadan mescola le sue battaglie soprannaturali, l’umorismo assurdo e la narrazione emozionante.

Devilman Crybaby

La serie Devilman è tornata con un finale cinematografico che lascia un’impressione

Devilman Crybaby è un remake moderno della serie Devilman, diretto da Masaaki Yuasa. La storia segue Akira Fudo, un tempo un normale umano che poi ottiene il potere del demone Amon. Con i suoi nuovi poteri, Akira è in grado di trasformarsi in Devilman e diventa un essere con la forza di un demone, ma il cuore di un umano. Mentre il suo mondo inizia a essere invaso dal caos, si assume la responsabilità di proteggere l’umanità.

Per coloro che amano gli aspetti oscuri di Dandadan, Devilman Crybaby offre un’atmosfera simile. Entrambe le serie affrontano l’amalgama del mondo soprannaturale e mortale in modi che creano tensione e portano a battaglie caotiche. Questo anime spinge i confini della narrazione continuando a offrire temi di alta qualità. Per coloro che hanno apprezzato Dandadan per la sua esplorazione della tragedia e dell’orrore, Devilman Crybaby è un must.

The Disastrous Life of Saiki K

Saiki K offre la migliore atmosfera spensierata e divertente

The Disastrous Life of Saiki K segue il personaggio titolare, Kusuo Saiki, che è uno studente delle superiori con abilità straordinarie, che vanno dalla telepatia al teletrasporto alla psicocinesi. I suoi poteri travolgenti lo rendono in grado di conquistare il mondo se lo desidera. Tuttavia, Saiki non desidera altro che condurre una vita normale e tranquilla, libera da attenzioni e drammi. Tuttavia, i suoi amici e la sua famiglia spesso lo trascinano in situazioni assurde e comiche.

Saiki K è più attraente per il suo umorismo arguto e per il modo in cui fonde lo straordinario con il banale. Come Dandadan, Saiki si ritrova spesso al centro di situazioni bizzarre a causa delle sue abilità soprannaturali. Per i fan che seguono Dandadan per la sua stranezza, The Disastrous Life of Saiki K offre un’esperienza spensierata e divertente.

Assassination Classroom

Assassination Classroom è una miscela perfetta di cuore e umorismo

Assassination Classroom è un altro anime noto per le sue eccentricità e l’atmosfera spensierata. La storia segue gli studenti della Classe 3-E, a cui viene assegnato lo strano e apparentemente impossibile compito di assassinare il loro insegnante alieno, Koro-sensei, che minaccia di distruggere la Terra. Tuttavia, Koro-sensei dimostra di essere un insegnante dedicato e premuroso che vuole che i suoi studenti abbiano successo sia accademicamente che personalmente, rendendo la prospettiva di assassinarlo un compito moralmente ambiguo.

L’anime è il culmine di azione, commedia e momenti di pathos con una trama frenetica. Il cast è composto da personaggi unici e memorabili che lasciano un’impressione duratura sul pubblico mentre affrontano circostanze varie e spesso insolite. Sia Dandadan che Assassination Classroom fondono perfettamente l’umorismo nelle loro narrazioni distinte e non convenzionali, il che sicuramente lascerà gli spettatori desiderosi di saperne di più.

Soul Eater

L’animazione in stile gotico di Soul Eater cattura i fan fin dall’inizio

Soul Eater è ambientato in un mondo in cui i giovani Meister e i loro compagni di armi viventi si allenano alla Death Weapon Meister Academy. Il loro obiettivo è dare la caccia alle anime malvagie e alle streghe e, una volta che un’arma divora novantanove anime malvagie e una strega, si trasformano in una falce della morte. La storia segue tre squadre che mirano a creare quest’arma per il preside della DWMA, uno Shinigami che è la personificazione della Morte. L’anime fonde un’estetica oscura con azione, commedia e uno stile artistico distintivo che crea un’esperienza memorabile che i fan non dimenticheranno.

Coloro che apprezzano la dinamica tra Momo e Okarun impareranno ad amare il legame stretto e, a volte, eccentrico tra Maka Albarn e Soul Evans. Soul Eater dura quattro stagioni e affronta sia il caos interno che quello esterno in un modo che rispecchia la narrazione di Dandadan. Per coloro che cercano qualcosa di fuori dagli schemi, Soul Eater saprà soddisfare con il suo stile, il suo cast e il suo mix di emozioni e tensione.

Demon Slayer

Una trama emozionante con un’animazione mozzafiato che nessuno dovrebbe perdersi

Demon Slayer segue la storia di Tanjiro Kamado, un ragazzo di buon cuore la cui vita cambia per sempre nel primo episodio a seguito di un attacco demoniaco che lascia in vita solo uno dei suoi cinque fratelli. Tuttavia, mentre Nezuko sopravvive all’attacco, viene trasformata in un demone, sebbene mostri prove che la sua umanità sia rimasta almeno in parte intatta. Tanjiro si impegna quindi a riportarla alla normalità e si unisce al Demon Slayer Corps, un’organizzazione dedita a sradicare il genere demoniaco una volta per tutte.

Demon Slayer è rinomato per la sua animazione e la narrazione emozionante attraverso gli occhi di Tanjiro, che simpatizza con il dolore di altri esseri viventi, inclusi i demoni. Per coloro che amano le storie cinematografiche, tragiche e commoventi che Dandadan ha da offrire, Demon Slayer è l’alternativa più vicina. L’anime esplora il passato dei demoni e l’umanità persistente, consentendo agli spettatori di immedesimarsi nelle stesse creature che dovrebbero essere malvagie. La narrazione ricca e sentita fa sì che Demon Slayer si distingua come uno dei più grandi anime moderni di tutti i tempi.

Mob Psycho 100

Mob Psycho 100 ha una splendida animazione abbinata a scene d’azione e commedia impressionanti

Mob Psycho 100 segue Shigeo “Mob” Kageyama, uno studente delle medie con potenti capacità psichiche. Lavora per un autoproclamato sensitivo, Reigen Arataka, che usa il potere di Mob per gestire la sua attività di esorcismo e funge da suo mentore. Mob vuole vivere una vita normale e tenere sotto controllo i suoi poteri straordinari, ma spesso si ritrova alla radice dei guai.

La combinazione di azione soprannaturale, umorismo e personaggi adorabili rende Mob Psycho 100 accattivante per gli spettatori. Sebbene l’animazione possa non sembrare granché a prima vista, l’anime crea scene realizzate che mostrano maestria cinematografica. L’anime affronta temi più profondi come la crescita personale, le conseguenze e l’identità in un modo che bilancia perfettamente l’assurdità delle minacce ultraterrene che Mob incontra. Con retroscena profondi, cattivi complessi e connessioni commoventi, Mob Psycho 100 vale sicuramente la pena di essere guardato.

Jujutsu Kaisen

Jujutsu Kaisen esplora il lato oscuro di troppo potere

Jujutsu Kaisen segue Yuji Itadori, un normale studente delle superiori che ingoia un potente oggetto maledetto: il dito di Sukuna, Re delle Maledizioni. Da quel momento in poi, condivide il suo corpo con Sukuna e si iscrive alla Tokyo Jujutsu High, dove si allena per diventare uno stregone. Tuttavia, essendo l’ospite di Sukuna, il futuro di Itadori è cupo e si ritrova gravato dal peso di divorare tutte le dita di Sukuna per impedirne la completa resurrezione, sapendo che alla fine gli costerà la vita.

Jujutsu Kaisen è noto per la sua straordinaria animazione e le battaglie ad alto rischio tra maledizioni e stregoni. I fan di Dandadan apprezzeranno il ritmo e i nemici ultraterreni, il tutto bilanciato da un umorismo vibrante e da un cast di personaggi eccentrici ma potenti. La narrazione di Jujutsu Kaisen è anche piena di temi profondi, storie di perdita e conseguenze del potere.

Chainsaw Man

Chainsaw Man si adatta perfettamente alla commedia non convenzionale di Dandadan

Chainsaw Man è un anime crudo e pieno di azione che segue Denji, un giovane che si fonde con il suo cane-diavolo, Pochita, per sopravvivere e diventa un ibrido di Chainsaw Devil. Viene rapidamente reclutato dalla Divisione di Pubblica Sicurezza e inizia a dare la caccia ai diavoli insieme a una squadra non convenzionale di cacciatori che include un demonio.

Chainsaw Man è noto per la sua azione intensa e l’umorismo oscuro e viscerale. L’anime tiene gli spettatori in bilico con colpi di scena imprevedibili e bilancia perfettamente le battaglie con temi profondi e commedia cruda. I fan che apprezzano l’imprevedibilità di Dandadan troveranno un brivido simile con Chainsaw Man attraverso il suo mondo coinvolgente e personaggi che catturano il pubblico dall’inizio alla fine.

Jennifer Lawrence: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Jennifer Lawrence: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Jennifer Lawrence si è rapidamente imposta come una delle migliori attrici della sua generazione. Dopo alcuni importanti ruoli in piccoli film indipendenti, ha conosciuto grande popolarità grazie ad alcune celebri saghe cinematografiche, Hunger Games X-Men. Tra un film e l’altro di queste, ha continuato a distinguersi grazie a importanti film d’autore che le hanno permesso di guadagnare lodi e onori del mondo di Hollywood.

Ecco dieci cose da sapere su Jennifer Lawrence.

I film di Jennifer Lawrence

 

1. I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attrice inizia nel 2008, quando debutta sul grande schermo in Garden Party, per poi proseguire con The Poker House (2008), The Burning Plain – Il confine della solitudine (2008), Un gelido inverno (2010), Mr. Beaver (2011), Like Crazy (2011), X-Men – L’inizio (2011) e Hunger Games (2012). In seguito, recita in Hates – House at the End of the Street (2012), Il lato positivo – Silver Linings Playbook (2012), Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013), American Hustle – L’apparenza inganna (2013), X-Men – Giorni di un futuro passato (2014), Una folle passione (2014) e Hunger Games: il canto della rivolta – Parte 1 (2014) e Parte 2 (2015). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Joy (2015), X-Men – Apocalisse (2016), Passengers (2016), Madre! (2017), Red Sparrow (2018) e X-Men – Dark Phoenix (2019).

I film di Jennifer Lawrence oggi

Dal 2020 ad oggi l’attrice ha preso parte, accanto a Leonardo DiCaprio, al film satirico Don’t Look Up (2021), al drammatico Causeway (2022), dove interpreta una soldatessa che soffre di traumi e depressione, e nella commedia Fidanzata in affitto (2023). Al momento è al lavoro sui film Die, My Love, The Wives, Mob Girl e Sue.

2. È anche produttrice e sceneggiatrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha indossato anche panni diversi dai soliti. Si è infatti cimentata nella produzione, svolgendo tale ruolo per il film Causeway, producendo poi anche Bread & Roses (2023), Fidanzata in affittoZurawsky V Texas (2024). Prossimamente produrrà anche i prossimi film a cui parteciperà anche come attrice.

Bradley Cooper e Jennifer Lawrence in Il lato positivo - Silver Linings Playbook
Bradley Cooper e Jennifer Lawrence in Il lato positivo – Silver Linings Playbook © 2012 – The Weinstein Company

Jennifer Lawrence ha vinto un Oscar

3. Ha stabilito un primato. Dopo una prima nomination nel 2011 come Miglior attrice per Un gelido inverno, nel 2013 la Lawrence ha vinto il suo primo Oscar in questa stessa categoria per Il lato positivo – Silver Linings Playbook. L’anno successivo, nel 2014, è stata poi candidata come Miglior attrice non protagonista per American Hustle – L’apparenza inganna. Ciò le ha permesso, all’età di 23 anni, di diventare la più giovane attrice ad essere stata nominata per tre Oscar, di cui due per il ruolo di protagonista, uno dei quali vinto. Nel 2016 è poi stata nuovamente candidata come Miglior attrice protagonista per Joy.

Jennifer Lawrence è Mystica in X-Men

 

4. Ha indossato delle protesi. Per interpretare il personaggio di Mystica in X-Men – L’inizio, l’attrice ha dovuto indossare delle protesi per tutto il corpo e che non erano proprio il massimo della comodità. Così, per il film successivo (X-Men – Giorni di un futuro passato) le è stata data una tuta speciale che era più facile da indossare e molto più comoda. Cosa che le ha reso molto più gradevole il lavoro sul set, permettendole di fornire anche un’interpretazione migliore.

5. Il suo ruolo è stato ridimensionato. In X-Men – Giorni di un futuro passato, tuttavia, l’attrice avrebbe dovuto avere molto più spazio. Dato però che Patrick Stewart e Ian McKellen erano inclusi nel film, è stato necessario ridimensionare il suo ruolo.

Jennifer Lawrence in Red Sparrow

6. Si è allenata molto per il ruolo. Il personaggio di Dominika in Red Sparrow ha richiesto all’attrice una grande preparazione atletica. La Lawrence si allenò infatti per quattro mesi nel balletto, avendo come insegnanti alcune delle più note personalità del New York City Ballet. Si preparò inoltre ad eseguire alcune delle principali scene di combattimento, come anche a sfoggiare l’accento russo più credibile possibile.

Jennifer Lawrence Red Sparrow
Jennifer Lawrence in Red Sparrow. Foto di Murray Close – © TM & © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Il marito e il figlio di Jennifer Lawrence

7. È sposata. Dopo aver avuto una relazione con il collega Nicholas Hoult, durata dal 2011 al 2014, ed una con il regista Darren Aronofsky, tra il 2016 e il 2017, da maggio 2018 ha una relazione con Cooke Maroney, esperto d’arte della New York’s Gladstone Gallery, con il quale si fidanza nel gennaio 2019. I due si sposano il 19 ottobre dello stesso anno nel Rhode Island. La coppia ha poi avuto un figlio, Cy Maroney, nato a Los Angeles nel febbraio 2022

Jennifer Lawrence è di nuovo incinta!

Nell’ottobre 2024, il suo rappresentante annuncia che l’attrice è incinta del secondo figlio della coppia. Lawrence compare poi anche ad alcuni eventi di gala, dove si fa dunque fotografare incinta, confermando la cosa.

Jennifer Lawrence è su Instagram

8. Non possiede un profilo sul social network. L’attrice ha in più occasioni dichiarato di non essere una grande fan dei social network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica. Proprio per perseguire il desiderio di non condividere troppo di sé, ha deciso di non possedere alcun account ufficiale sul social Instagram né su altri social. Si possono tuttavia ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui suoi progetti.

L’età e l’altezza di Jennifer Lawrence

10. Jennifer Lawrence è nata il 15 agosto del 1990 a Louisville, nel Kentucky. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,75 metri.

Il fisico di Jennifer Lawrence

Nel corso della sua carriera l’attrice ha avuto modo di prendere parte a diveri film fisicamente molto impegnativi, come Hunger Games, X-Men – L’inizio ma anche il recente Red Sparrow, motivo per cui si è sempre tenuta in allenamento, potendo così non solo sfoggiare un fisico particolarmente atletico, ma anche interpretare personalmente molte delle scene più impegnative previste per i suoi personaggi.

Fonti: IMDb, Biography

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