La figlia di Stan
Lee sta lanciando una nuova battaglia legale
contro POW! Entertainment, la società che
detiene i diritti sul nome, sull’immagine e sulla proprietà
intellettuale di suo padre.In una causa intentata
martedì presso la Corte Superiore di Los
Angeles, JC Lee sostiene
che una serie di “transazioni sospette” hanno diluito la sua
partecipazione nella società. La denuncia sostiene inoltre che
la donna non ha ricevuto i pagamenti previsti dall’accordo sulla
proprietà intellettuale.
Stan Lee, il co-creatore di numerosi
supereroiMarvel,
è morto nel 2018 all’età di 95 anni, lasciando dietro di sé un
groviglio di controversie legali.JC Lee, sua figlia e
unica erede, ha citato in giudizio
POW! Entertainment
nel 2019, sostenendo che la società rivendicava ingiustamente la
proprietà del nome e delle sembianze di suo
padre. Un giudice federale ha archiviato la causa
nel 2020, ritenendo che le affermazioni fossero “frivole” e
“infondate di fatto e di diritto” e che la questione centrale del
caso fosse già stata giudicata più volte.
Il giudice ha ordinato a JC
Lee di pagare 1 milione di dollari di sanzioni, nel
tentativo di scoraggiare ulteriori controversie futili. Una
corte d’appello ha confermato il licenziamento ma ha respinto il
lodo delle sanzioni, ritenendo che non fosse giustificato.Nell’ultima causa, JC Lee sta cercando di
accedere a POW! Entertainment. La causa
sostiene che Stan Lee e la sua defunta moglie,
Joan Lee, inizialmente possedevano quasi il 45% della società
quando fu fondata nel 2001. Ma la causa sostiene che una serie di
transazioni discutibili hanno lasciato il Lee
Trust, di cui JC Lee è il fiduciario, con solo il 15%
della società.
La causa sostiene inoltre che Camsing
International Holdings, la società madre del proprietario di
maggioranza di POW! Entertainment, ora
intende vendere la propria partecipazione nella società.Dopo aver appreso ciò in agosto, JC Lee, tramite i suoi
avvocati, ha richiesto l’accesso ai registri della società ma,
secondo la causa, gli è stato negato. La causa sostiene
inoltre che a JC Lee sono dovuti dei soldi per la vendita della
merce di Stan Lee, nonché uno stipendio annuo per un importo di $
125.000 che le sarebbe stato pagato in caso di morte di suo
padre.
Dopo aver realizzato il discusso
biopic Tutti i soldi del
mondo, il regista Ridley Scott è
tornato in Italia per realizzare un altro film biografico, basato
stavolta su uno dei più celebri e controversi delitti della storia
italiana: quello di Maurizio Gucci. Attorno a tale
scioccante evento ruota infatti House of
Gucci (qui la recensione), da Scott
diretto nel 2021 con il favore dell’azienda Gucci, la quale ha
concesso al regista l’accesso completo agli archivi Gucci per
ottenere elementi del guardaroba e oggetti di scena vari.
Nonostante tale collaborazione, il film si presenta come una
versione decisamente glamour e non propriamente fedele di quanto
realmente avvenuto.
Basato sul libro del 2001 The
House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour,
and Greed di Sara Gay Forden, il film scritto
da Becky Johnston e Roberto
Bentivegna è infatti stato concepito da Scott quasi come
una parodia della vicenda Gucci. Un’intenzione confermata
dall’estemizzazione di certi toni, situazioni e personaggi, che
ovviamente non ha incontrato il favore né di alcuni membri della
famiglia Gucci né della stessa Patrizia Reggiani. L’interesse
generatosi nei confronti del film, da alcuni definito
come trash o scult, lo ha in ogni
caso portato ad essere uno dei più chiacchierati e visti nelle
settimane in cui è stato al cinema.
Pur non potendosi dunque aspettare
di ritrovare un racconto fedele alla realtà, per lo spettatore
appassionato di questo genere di racconti, dove ossessioni,
possessioni e follie caratteriali la fanno da padrone, House of
Gucci è certamente un titolo da non perdere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Si riporterà poi
la vera storia dell’omicidio di Maurizio
Gucci ma anche le differenze presenti
tra essa e il film. Infine, si elencheranno le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di House of Gucci
Il film House of Gucci si
ispira dunque all’impero familiare dietro la casa di moda italiana
Gucci. Siamo nel 1978 e nonostante le proteste del padre malato e
altezzoso, Rodolfo Gucci, il bell’erede e studente
di giurisprudenza Maurizio Gucci si imbarca in una
vorticosa storia d’amore con Patrizia Reggiani,
un’assertiva arrivista borghese. Mentre la giovane coppia
costruisce un futuro insieme, Patrizia trova subito un alleato
inaspettato nell’astuto zio Aldo e, a poco a poco,
riesce ad entrare nell’impero della moda Gucci. Adesso chi non sta
con Patrizia è contro di lei. Quando dunque Maurizio, sempre più
corrotto da una vita che inizialmente rifiutava, si innamora di
un’altra donna, i guai per lui non tarderanno ad iniziare.
Nel film si ritrovano attori del
calibro di
Adam Driver nei panni di Maurizio Gucci, mentre
Lady Gaga recita nel ruolo di Patrizia Reggiani.
Gaga ha preso il suo ruolo così seriamente che ha vissuto nei panni
del suo personaggio, Patrizia Reggiani, per un anno e mezzo,
parlando spesso con un accento italiano. Recitano poi nel film
Jared Leto nel ruolo di Paolo Gucci, il quale per la
sua interpretazione ha poi vinto un Razzie Awards come Peggior
attore non protagonista,
Al Pacinoin quelli di Algo Gucci e Jeremy Irons in quelli di Rodolfo Gucci, un
ruolo per il quale si era inizialmente pensato a Robert De
Niro. Infine, Salma Hayek,
Camille Cottin e Jack Huston
recitano rispettivamente nei ruoli Giuseppina Auriemma, Paola
Franchi e Domenico Del Sole.
La vera storia dietro il film: la morte di Maurizio Gucci
Quella raccontata in House of
Gucci è la storia del matrimonio tra MaurizioGucci, imprenditore e presidente della nota casa
di moda e Patrizia Reggiani, la quale finì per
orchestrare l’omicidio di lui. Fu questo un evento che sconvolse
l’opinione pubblica, non solo italiana. Era la mattina del 27 marzo
1995 quando Gucci stava per entrare nel portone di un palazzo di
via Palestro, a Milano, dove si trovavano gli uffici della sua
società, quando venne ferito e ucciso da quattro colpi sparati da
un uomo. Ha avuto a quel punto inizio un’indagine, condatta dal
commissario Filippo Ninni insieme al magistrato
inquirente Carlo Nocerino, porta ad individuare
proprio Patrizia Reggiani come mandante del delitto.
La donna, con cui Gucci era stato
sposato dal 1973 al 1994 e dalla quale aveva avuto due figlie per
poi divorziare, aveva pubblicamente espresso più volte forti
rancori nei confronti di Gucci. Grazie ad una serie di
intercettazioni, Patrizia Reggiani venne prelevata dalla sua
abitazione la mattina del 31 gennaio 1997 dalla Criminalpol. Nella
stessa mattinata vengono arrestati anche il ristoratore
Benedetto Ceraulo, accusato di essere l’esecutore
materiale del delitto, Orazio Cicala, l’autista
nonché complice dell’assassino, Ivano Savioni,
accusato di essere l’organizzatore del delitto procurando il
sicario alla Reggiani, e Giuseppina Auriemma,
intermediaria fra la mandante del delitto e gli esecutori
materiali.
Nonostante Reggiani e Ceraulo non
ammetteranno mai la loro colpevolezza, le prove, le intercettazioni
e le rivelazioni da parte di altri membri del gruppo sono però
state sufficienti per incriminarli. Nel novembre 1998 Patrizia
Reggiani e Orazio Cicala sono stati condannati a 29 anni di
reclusione, rispettivamente come mandante dell’omicidio e autista
del killer; Benedetto Ceraulo all’ergastolo come assassino
materiale; Giuseppina Auriemma a 25 anni di reclusione per
favoreggiamento e Ivano Savioni a 26 anni come organizzatore
dell’assassinio. Reggiani ha poi scontato 18 anni di carcere ed ha
concluso la sua pena svolgendo attività di volontariato con
affidamento ai servizi sociali da parte dei giudici di
sorveglianza.
Le differenze tra il film e la storia vera
Nonostante si basi su tale vicenda
realmente accaduta, il film di Scott vi è tutt’altro che fedele ma
anzi il regista ha in più occasioni deciso di prendersi alcune
libertà, a partire dall’anno in cui Maurizio e Patrizia si
incontrano. Nel film viene infatti detto che i due si incontrano e
intraprendono la propria relazione nel 1978, ma nella realtà ciò è
avvenuto ben otto anni prima, nel 1970. Per tale motivo, cambia
anche la data di nascita delle due figlie della coppia. Alessandra,
nata nel 1976, nasce nel film diversi anni dopo, mentre, per
ragioni non chiarite, la seconda figlia, Allegra, è completamente
assente dal film. Ulteriori libertà narrative si possono poi
ritrovare anche sul racconto dei primi mesi della relazione tra i
due.
Nel film viene infatti mostrato che
Patrizia lavora come contabile presso l’impresa di trasporti di suo
padre, ma ciò non corrisponde al vero. Maurizio, dal canto suo,
appare riluttante a lavorare per l’azienda di famiglia, mentre
nella realtà iniziò a lavorare
per Gucci di sua iniziativa nel 1972. È invece veritiero che, dopo
la morte di Rodolfo Gucci, nel 1983, Maurizio si è scontrato con
suo zio Aldo per il destino dell’azienda, in quanto vedeva suo zio
e i suoi cugini come ostacoli ed era intenzionato ad allontanarli.
Differente è però l’episodio relativo all’intervento della polizia
durante una sfilata di Paolo, poiché nella realtà le forze
intervennero per bloccare la presentazione di una collezione di
borse firmate appunto da Paolo.
Il film è invece veritiero nel
raccontare il modo in cui Maurizio si allontanò da Patrizia, ovvero
dicendole che sarebbe partito per un viaggio d’affari a Firenze,
senza però tornare mai più da lei. Il giorno dopo la partenza, le
fece infatti dare la notizia che il loro matrimonio era finito.
Un’importante differenza è poi quella relativa al modo in cui
Patrizia conosce la sensitiva Giuseppina Auriemma. Nel film ciò
avviene attraverso la tv, dove Auriemma è impegnata in una lettura
dei tarocchi in diretta, ma nella realtà le due dono si sono
conosciute ad Ischia, durante una vacanza. Reggiani e Auriemma,
dunque, erano già amiche di lunga data prima di organizzare
l’omicidio di Maurizio.
Infine, proprio riguardo l’omicidio
di Maurizio si riscontrano alcune modifiche rispetto a come
realmente avvenuto. Nella scena del film, l’imprenditore sta
girando in bicicletta per il Quartiere Coppedé a Roma, quando la
sua attenzione viene attirata da Benedetto Ceraulo, il quale poi
gli spara. Nella realtà, l’omicidio non è avvenuto a Roma, né
Maurizio stava andando in bicicletta poco prima di morire. Il tutto
si è svolto a Milano, come già riportato, mentre Maurizio saliva
gradini del palazzo dove si trovava il suo ufficio. Infine, il
giorno dell’omicidio, la scritta “paradiso” sul diario di Patrizia
non era in italiano, come mostrato nel film, ma bensì in lingua
greca.
Il trailer di House of
Gucci e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
House of Gucci grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 11 ottobre alle ore
21:25 sul canale Rai 1.
Il film scritto e diretto da
Andrew Haigh All
of Us Strangers(titolo
italiano: Estranei) sarà presentato in
anteprima italiana alla 21esima edizione di Alice nella città.
Sono disponibili il trailer e il poster del film interpretato da
Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell e Claire
Foy, in arrivo prossimamente nel 2024.
Una notte, nel suo condominio quasi
vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un
incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul
Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si
sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi
del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è
cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori (Claire
Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della
loro morte, 30 anni prima.
Searchlight Pictures presenta, in
associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione
Blueprint Pictures, All of Us Strangers, prodotto da
Graham Broadbent, Pete Czernin e Sarah Harvey. Il film,
scritto e diretto da Andrew Haigh e ispirato al
romanzo “Estranei” di Taichi Yamada, è interpretato da
Andrew Scott e Paul Mescal, con Jamie Bell e Claire Foy. La
fotografia è di Jamie D. Ramsay, SASC, le scenografie di Sarah
Finlay, i costumi di Sarah Blenkinsop, le acconciature e il trucco
di Zoe Clare Brown. Il montatore è Jonathan Alberts, ACE, mentre le
musiche sono di Emilie Levienaise-Farrouch.
Senza dubbio uno dei personaggi più
interessante della letteratura degli ultimi 20 anni,
Severus Piton, della saga di Harry
Potter, ha avuto anche la fortuna di essere
portato sullo schermo da uno dei migliori attori del panorama
cinematografico contemporaneo, il compianto Alan Rickman. Per celebrare personaggio e
interprete, vi proponiamo 15 trai momenti migliori del professore
di Pozioni a
Hogwarts.
Severus Piton e le sue pause drammatiche
Nessuno, meglio di Piton,
sa utilizzare e pause drammatiche nei suoi discorsi. Ovviamente il
personaggio, nella saga cinematografica, è stato supportato dalla
grande recitazione di Alan Rickman, che spesso è stato parodiato per
il suo modo tutto particolare di scandire le parole.
Quando ammette di essere il Principe Mezzo Sangue
Quando, nel sesto
film/libro, Harry trova il libro “Di proprietà del
Principe Mezzo Sangue“, diventa un esperto di Pozioni e piccoli
incantesimi. Quando però alla fine della storia, si trova faccia a
faccia con Piton che ha appena ucciso Silente e vuole vendicarsi,
prova a utilizzare contro il professore un incantesi del Principe.
Qui abbiamo la rivelazione. Piton è il
Principe Mezzo Sangue. Questo a prova dell’immenso talento di
Piton per la magia e gli incantesimi, anche da molto giovane.
La morte di Severus Piton
Nel momento della sua
morte, Piton pensa a Lily, e al suo figlio Harry, che ha i suoi
occhi. Così, attraverso le sue lacrime, quello che è considerato il
più grande eroe della saga regala a Harry i suoi ricordi, per
fargli conoscere la verità e gli dice: “Hai gli occhi di tua
madre”.
Severus Piton e la prima lezione di Pozioni
Memorabile nei ricordi di
tutti, la prima lezione di pozioni nel sotterraneo di Piton ci
presenta da subito il conflitto che il professore avrà con il
giovane protagonista per tutta la saga. “Peccato, la fama non è
tutto, vero Signor Potter?”
Quando si confronta con Raptor
Ne
La Pietra Filosofale, nel libro come nel film, siamo
tratti in inganno da Piton, credendolo un servitore di Voi Sapete
Chi. Memorabile è il suo confronto con il professor Raptor, nel
momento in cui il docente di pozioni ha già capito da che parte sta
il nervoso collega.
Quando uccide Silente
La scena della Torra di
Astronomia, con Silente sofferente e implorante e con Piton che lo
uccide è senza dubbio uno dei momenti più strazianti dell’intera
saga, e alla luce della verità, è uno dei momenti in cui il
professor Piton dimostra tutto il suo immenso coraggio e il suo
spirito di sacrificio.
Severus Piton: quando abbraccia il cadavere di Lily
Si tratta di una scena
realizzata per il film, per rendere visivamente meglio i ricordi
che Harry spia nel pensatoio. Senza dubbio è il momento più
difficile per i fan della saga e per il personaggio è un momento
decisivo, che caratterizzerà tutta la sua vita e le sue scelte
future.
Quando zittisce Hermione
In
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban,
Hermione è infervorata durante la lezione di Difesa contro le
Arti Oscure in cui Piton sostituisce l’assente Lupin. La
studentesse risponde a tutte le domande del professore, ma lui,
infastidito dalla preparazione e, diciamolo, dalla saccenza della
ragazza, la zittisce: “E’ la seconda volta che parli senza
permesso, Signorina Granger. Dimmi sei incapace di trattenerti o
provi gusto a essere un’insopportabile so-tutto-io?” Povera
Hermione!
Quando impartisce lezioni di saggezza a Harry
Durante le lezioni di
Occlumanzia, in
L’Ordine della Fenice, Piton redarguisce un lamentoso
e arrabbiato Harry con una perla di saggezza: “Nel caso in cui ti
fosse sfuggito, Signor Potter, la vita è ingiusta.” Detto da lui è
sicuramente vero.
Severus Piton e il suo epico duello con il Professor
Allock
Ne
La Camera dei Segreti, rimane memorabile il duello di
Piton contro il professor Gilderoy Allock.
Quando cerca di proteggere il trio da Lupin che si
trasforma
Ne Il Prigioniero
di Azkaban, Piton scopre il legame tra Sirius Black e
Lupin, e durante la trasformazione in lupo mannaro del professore
di Difesa contro le Arti Oscure, cerca di proteggere con il proprio
corpo Harry, Ron e Hermione.
Quando minaccia di espellere Ron e Harry
Ne La Camera dei Segreti, Harry e Ron usano la
magia fuori dalla scuola per arrivare a Hogwarts sulla Ford Anglia
volante del signor Weasley. Piton vorrebbe cogliere l’occasione
ghiotta per espellere i due giovani Grifondoro.
Severus Piton, quando mente alla professoressa Umbridge
Dolores Umbridge è senza
dubbio uno dei personaggi più diabolici della saga di Harry Potter.
Quando la donna scopre Harry che cerca di mettersi in contatto con
Sirius nel camino del suo studio, la donna chiede aiuto a Piton,
per farsi dare del Veritaserum e costringere Harry a dire la
verità. Pito decide di mentire, dicendo di aver finito la pozione.
Inoltre, alla sibillina richiesta di aiuto di Harry (Ha preso
Felpato e l’ha portato nel posto dove è nascosta), Piton capisce
cosa sta accadendo e chiama a racconta l’Ordine della Fenice, che
poi soccorrerà i giovani studenti al Ministero.
Quando prende in giro Lupin
Ne
Il Prigioniero di Azkaban, Piton scopre Harry che va
in giro per i corridoi della scuola di notte. Il ragazzo sta
seguendo Peter Minus sulla Mappa del Malandrino e Piton gli chiede
di mostrargli la pergamena incantata. All’apparire di Lupin, che
cercherà di salvare Harry dall’ira di Piton, il professore di
Pozioni prende in giro il collega dicendogli: “Cosa fai fuori
dal letto a quest’ora Remus, una passeggiata al chiaro di
luna?”. Uno dei suoi rari momenti di gloria.
Sempre
La battuta più famosa della
saga. Una parola semplicissima che si carica di significato e
emozioni quando, scoperta la forma del suo Patronus, Silente
capisce che in tutti quegli anni il cuore di Piton è stato fedele,
e sempre lo sarà, all’amore per Lily.
Il concetto del vendicarsi parte,
come ben sappiamo, da una specifica e pregressa azione da parte di
terzi: un torto subito. Più la sua portata è importante, più sarà
impattante, in maniera dunque proporzionale, la vendetta. Nel
nostro cinema, l’incidente scatenante che avvia un revenge
movie è spesso simile: o è qualcosa che è stata fatta
direttamente al protagonista oppure a un suo caro, che sia il
figlio, il genitore o il partner. Per Ballerina, nuovo film che
va infoltendo il catalogo Netflix in questo non ancora
autunnale ottore, è una cara amica.
Una trama che usa un’espediente
differente per una storia che comunque seguirà gli stilemi del
genere, ma che questa volta parte più dall’esaudire un desiderio,
in tal caso di qualcuno che non è stato ucciso ma che si uccide, e
che affida la sua resa dei conti a un altro, il quale si prende ben
volentieri il grosso carico. Il film, che naviga nel mare
dell‘action thriller, è una produzione coreana diretta da
Lee Chung-hyun. Presentato in
anteprima al 28° Busan International Film Festival
nella sezione “Korean Cinema Today – Special Premier”, è
disponibile in streaming dal 6 ottobre.
Ballerina, la trama del
film
I compleanni non sono un evento che
piace a tutti, e sembra proprio essere qualcosa che
Ok-ju voglia lasciar passare in sordina quando si
tratta del suo. Nonostante questo, un giorno la ragazza si reca in
una pasticceria per comprare una torta, ed è lì che incontra dopo
tanti anni una sua ex compagna di classe, Min-hee.
Ritrovatesi per puro caso, le due da quel momento non si lasceranno
più. Min-hee, in realtà, è anche una ballerina professionista,
lavoro ben diverso da quello di Ok-ju, la quale per lungo tempo è
stata una guardia del corpo personale d’élite per clienti VIP, che
però ha messo da parte per potersi riprendere da quel ritmo
stressante.
Tutto sembra andare bene, fino a
quando una sera Min-hee chiama Ok-ju chiedendole di recarsi a casa
sua: ma arrivata lì, lo scenario che le si presenta davanti è
tutt’altro che piacevole per lei. L’amica giace infatti in una
vasca da bagno piena di sangue. Prima di suicidarsi, però, le ha
lasciato un messaggio con su scritto “Per favore, vendicami… so
che lo farai.” Decisa a vendicare l’amica, Ok-ju si ritroverà
coinvolta nel sottobosco cittadino in cui violenza, droga e
prostituzione sono all’ordine del giorno. Ma la resa dei conti deve
esserci, è una promessa che ha fatto a Min-hee: e così, sfruttando
le proprie capacità investigative ma anche il suo talento nel
combattimento, Ok-ju sfiderà colui che ha indotto l’amica a
togliersi la vita, e lo farà senza pietà.
Un revenge movie convincente
A dare carattere all’angelo della
vendetta di Ballerina una Jeon
Jong-seo perfettamente calata nel ruolo della sua Ok-ju;
recita in sottrazione, si focalizza sullo sguardo smarrito ma
deciso, sopra cui la macchina da presa regala travolgenti
primissimi piani; si getta nell’oscurità della notte come un
felino, indaga, combatte; ricorda gli attimi passati con la sua
migliore amica Min-hee (forse anche qualcosa in più), che ringrazia
per averla fatta rinascere, e che la spronano ad essere più veloce
nelle scelte, più decisiva nelle lotte, più feroce e attenta ai
dettagli. Min-hee è uno stimolo continuo per Ok-ju, è un’assenza
che nel filo narrativo della vendetta si fa sempre più presenza,
accompagnando una musica che incalza, in particolare nelle scene
d’azione.
Forse troppo brevi le sequenze fra
le due giovani, lampi di luce in una sceneggiatura che si affida di
più alla componente action piuttosto che a creare una psicologia
più profonda di Ok-ju, solo accennata attraverso il rapporto con
Min-hee. Ma a sopperirne la mancanza, che nella buona economia
generale del film fa comunque chiudere un occhio, è la sua
estetica. A livello visivo, l’uso dei colori al neon che spesso
avvolgono la protagonista danno ancora più il senso di ciò che sta
accadendo in Ballerina, quasi come se
andassero ad enfatizzare i sentimenti e le mosse della sua
protagonista. Le sequenze d’azione, poi, alzano l’asticella della
pellicola: ben coreografate, con un montaggio frenetico e
veloce, supportate da una galleria d’inquadrature
efficaci, oltre che da un buon uso della cinepresa, sempre pronta a
dare visibilità e coraggio a Ok-ju.
Ok-ju, una protagonista che
funziona
Ed è infatti proprio Ok-ju la carta
vincente di Ballerina che, nel suo
complesso, rimane il tipico revenge movie conosciuto da tutti, solo
con un’estetica migliore di altri e uno stile accattivante.
Un po’ Nikita, un po’ John Wick, un po’
Black Mamba, Ok-ju detta i tempi narrativi del film, li
gestisce senza appesantirne le scene, e intrattiene pur non essendo
una protagonista eccessiva nel linguaggio e nel comportamento. Si
carica di tutta la narrazione affidandosi alle espressioni, ben
equilibrate come dicevamo, dalle quali traspare tutto: freddezza,
dolore, passione, frustrazione, rabbia.
Nel complesso, perciò,
Ballerina è un film godibile, un tipico
revenge movie che sfrutta in maniera adeguata tutti gli elementi
del genere, non scadendo nel ripetitivo o nel noioso, pur essendo
la sua ossatura narrativa non originale. Netflix, dunque, ancora una volta ci conferma di
sapere quali prodotti scegliere per riempire la sua offerta e
soddisfare il suo pubblico. E, come nel caso del film di Lee
Chung-hyun proposto dal colosso streaming, un po’ d’azione pura “e
dura” non fa mai male, soprattutto se al suo centro c’è una
vendicatrice che tanto ci ricorda alcuni cult o personaggi amati,
da cui – ci vien da pensare – ci si è ispirati per delineare la
convincente sicaria Ok-ju.
Daredevil:
Born Again sta subendo un’importante revisione
creativa, stando a quanto ha riportato Variety nell’ultima ora. La
serie
Disney+ dei Marvel Studios si è recentemente
separata dagli sceneggiatori Chris Ord e
Matt Corman e sta attualmente cercando nuovi
scrittori per rinnovare lo show. Ord e Corman saranno ancora
accreditati come produttori esecutivi.
E con meno della metà dei 18 episodi
della serie girati prima dell’inizio dello sciopero del SAG-AFTRA,
la Marvel ha anche lasciato andare i registi per i restanti episodi
della stagione. Alcuni elementi del materiale già girato verranno
utilizzati in futuro, ma la Marvel sta cercando di portare la serie
in una nuova direzione creativa.
Daredevil:
Born Again non è ancora in grado di tornare alla
produzione effettiva, poiché gli attori rimangono in sciopero,
sebbene siano attualmente in trattative con gli studi per tornare
al lavoro. La Writers Guild of America ha
recentemente raggiunto un nuovo accordo con gli studios che ha
posto fine allo sciopero, con il 99% dei membri della gilda che ha
votato per approvare l’accordo all’inizio di questa settimana.
Charlie Cox tornerà nei panni di Matt Murdock,
alias Daredevil, nella nuova serie insieme a
Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson “Kingpin” Fisk.
I due avevano già recitato insieme nella serie Marvel-NetflixDaredevil dal 2015 al
2018.
Negli ultimi anni le produzioni
spagnole o latinoamericane, grazie soprattutto alle piattaforme
streaming, si sono moltiplicate, anche per via del grande successo
ottenuto in termini di critica e pubblico. Titoli come La casa di carta, Vis a Vis – Il
prezzo del riscatto,Élite,Fenómenas – Indagini
occulte o Tin & Tina sono solo
alcuni degli esempi più noti di come la produzione – di film o
serie TV – di lingua spagnola abbia invaso gli schermi di tutto il
mondo. Dal Messico è arrivato su Netflix un altro titolo
immediatamente divenuto un grande successo, dal titolo
Invito a un assassinio.
Si tratta di un vero e proprio
giallo, un whodunit, diretto da J. M.
Cravioto (regista già delle serie Diablero,
Monarca e Viaggio al centro della terra –
quest’ultima disponibile su Disney+), che sembra trarre ispirazioni
da quelli di Agatha Christie ma anche da recenti
titoli simili come Cena con delitto –
Knives Out e il suo sequel Glass
Onion. Lo spettatore si trova dunque a
seguire la protagonista all’interno di un mistero, da risolvere
attraverso la scoperta di indizi, dettagli provenienti dal passato
ed errori commessi dall’assassino.
Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Per chi ha già visto il film o per chi non teme
gli spoiler, si entrerà poi nel dettaglio del racconto per una
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le procedure da seguire per poter vedere Invito a un
assassinio in streaming su Netflix.
La trama e il cast di Invito a un
assassinio
Protagonista del film è l’eccentrica
miliardaria Olivia, che manda un misterioso invito
alla sorellastra Agatha e a un gruppo di vecchi
conoscenti per passare un fine settimana sul suo lussuoso yacht.
Qui Olivia affronta però i suoi ospiti ricordando a ognuno di loro
le passate cause legali nei suoi confronti e avverte che forse uno
di loro non tornerà più sulla terraferma. Infatti, crede che uno
dei presenti verrà ucciso. All’alba, tutti sentono un forte rumore
e quando si recano sul ponte scoprono che Olivia è morta.
Naturalmente, tutti sono sospettati:
Carlos (l’ex marito, da cui si è separato dopo la
morte della figlia adottiva Elisa),
Sonia (l’ex amica), Cary (un
attore in declino ed ex fidanzato), Cristina (la
governante), Naram (l’insegnante di yoga e
fidanzato di Sonia) e Figue (il dottore). Sebbene
siano tutti sconvolti dalla morte di Olivia, cercano di tornare
alla propria vita. Ma ecco che la polizia ordina loro di restare
nella villa della donna fino a quando non verrà scelto chi svolgerà
le indagini. Intanto, Agatha cerca di scoprire la verità, facendosi
aiutare da un’ufficiale di polizia principiante,
Iris.
Ad interpretare la protagonista
Agatha vi è l’attrice Regina Blandón, mentre
Maribel Verdú interpreta Olivia. L’attrice
Stephanie Cayo ricopre il ruolo di Sonia, mentre
Manolo Carodna è Cary. Aarón Díaz
interpreta Naram, José María de Tavira è Figue e
Juan Manuel Pernas interpreta Gustavo. Completano
il cast Pedro Damián nel ruolo di Carlos,
Helena Rojo nei panni di Cristina e Andrea
Aldana è Renata. Mariana Cabrera, infine,
è Iris, l’ufficiale di polizia.
La spiegazione del finale di Invito a un
assassinio
Verso la fine di Invito a
un assassinio, Agatha scopre che Naram aveva un legame con
Olivia e che in realtà si chiama Ramiro Godoy.
Inoltre, Naram si rivela essere il fratello della madre biologica
di Elisa e che credeva che la nipote, figlia adottiva di Olivia e
Carlos, fosse morta durante il parto di sua sorella,
Renata. Invece ha poi scoperto che era viva e che
viveva con Olivia. Ramiro sapeva inoltre che sua sorella era
rimasta vittima di un’organizzazione gestita da Carlos, il quale
spesso portava via i bambini dalle loro madri, dicendo a
quest’ultime che erano morti durante il parto. In realtà, li
consegnava a coppie ricche in cerca di adozione.
Renata, tuttavia, si era suicidata
per il dolore, inconsapevole che sua figlia era in realtà era viva.
Due anni dopo Elisa è però effettivamente morta e la notizia è
apparsa su tutti i giornali. In quel momento Ramiro ha capito tutto
e ha cercato così di avvicinarsi a Olivia per scoprire la verità.
Per arrivare a lei si è allora servito di Sonia, con cui aveva un
obiettivo in comune: distruggere Olivia. Ma la ricca Olivia, dopo
aver scoperto cosa è accaduto a Renata, ha promesso a Ramiro che le
avrebbe reso giustizia. Per riuscire in ciò, Olivia, sapendo di
avere un male incurabile, ha scelto di suicidarsi, così la polizia
avrebbe indagato e scoperto finalmente cosa realmente fa il suo ex
marito Carlos.
Nelle scene finali, inoltre, Agatha
scopre che il dottor Figue sapeva del male di Olivia e l’ha aiutata
a suicidarsi, somministrandole una dose mortale di morfina, per
alleviare i dolori. Così facendo ha ricambiato un favore che la
donna gli aveva fatto anni prima. Agatha, comprendendo che Figue
non aveva cattive intenzioni, decide di non rivelare a nessuno
questo dettaglio, evitando così che possa incorrere in problemi.
Svelato il mistero e con Carlos e la sua domestica Cristina
arrestati, Agatha eredita tutte le ricchezze della sorella e va
alla ricerca di nuovi casi da risolveri, aprendo dunque a
potenziali sequel.
Il trailer di Invito a un
assassinio e come vedere il film in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Invito a un assassinio unicamente
grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix,
dove attualmente è al 4° posto della Top
10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per
vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità
e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti
gli altri prodotti presenti nella piattaforma.
Dopo il successo della
scorsa stagione, che ha portato alla realizzazione del film Come
scintille nel buio presentato in anteprima a Bologna nel mese
di giugno 2023 al Biografilm, torna per il secondo anno consecutivo
Carbonia Cinema Giovani Filming Lab. Il corso
residenziale per giovani filmakers, promosso da CSC Carbonia
della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, Carbonia
Film Festival in collaborazione con Ucca – Unione Circoli
Cinematografici Arci, con la partecipazione dei Servizi
Audiovisivi dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del
Sulcis e il patrocinio del Comune di Carbonia, si
svolgerà tra novembre e dicembre e sarà curato ancora una volta dal
regista Daniele Gaglianone con la collaborazione del
filmaker e sociologo Chicco Angius come tutor del
progetto.
È stato lanciato oggi il
bando nazionale per l’edizione 2023, tramite il quale saranno
selezionati 6 giovani che parteciperanno a un corso
residenziale tra novembre e dicembre volto alla realizzazione
di un lavoro collettivo.
“Dopo la bella
esperienza dell’anno scorso, ritornerò a Carbonia alla Fabbrica del
cinema per il secondo Filming Lab. Il lavoro con i ragazzi è sempre
molto stimolante, e mi aspetto molto da loro. Con la realizzazione
di “Come scintille nel buio” avevamo ottenuto buonissimi risultati,
che spero potremo addirittura migliorare quest’anno” commenta
il regista Daniele Gaglianone.
Tema centrale del
laboratorio è la relazione con il materiale d’archivio, con
lo scopo di partire dal passato per raccontare il presente.
Servendosi dei materiali disponibili grazie al progetto regionale
di raccolta di cinema di famiglia “La tua memoria è la nostra
storia” attuato dai tre Centri di Servizi Culturali della Società
Umanitaria di Alghero, Cagliari e Carbonia, i giovani partecipanti
avranno la possibilità di lavorare con le
pellicole che, girate a partire dal secondo dopoguerra sono in
gradodi raccontare un’epoca ma anche un
paese.
Scopo dell’iniziativa è
consentire al gruppo di giovani filmmaker di entrare a
contatto con la realtà del progetto Fabbrica del Cinema che dal
2015 intende promuovere la cultura e la fruizione di un territorio,
facendone conoscere anche memoria storica e beni paesaggistici.
Quattro saranno le fasi
del progetto. La prima fase conoscitiva, a distanza,
consisterà in una serie di incontri online con regista, tutor e
altri partecipanti, e prevederà visione di materiale rilevante
della raccolta “La tua memoria è la nostra storia”. La seconda
fase, a Carbonia dal 12 al 23 novembre, sarà dedicata
alla formazione e alle riprese. La terza fase sarà quella del
montaggio, seguita dalla quarta e ultima fase che si terrà a
dicembre a Carbonia volta all’individuazione, con il
gruppo, di una linea condivisa che sarà portata a termine
dal regista e dal tutor del corso.
Il bando si rivolge a
giovani professionisti e non di età compresa tra i 20 e i 32
anni, che abbiano frequentato o stiano frequentando una scuola
di cinema o abbiano una formazione o competenza già avanzata, anche
come autodidatti, in filmmaking, e siano disponibili a
frequentare per intero le attività in loco e partecipare a quelle a
distanza. Le candidature resteranno aperte fino al 22
ottobre.
Il bando e il relativo
form di iscrizione saranno consultabili e applicabili sul sito del
Carbonia Film Festival a questo
indirizzo.
Il film realizzato
nell’ambito del progetto verrà distribuito gratuitamente da Ucca
– Unione Circoli Cinematografici ARCI all’interno del catalogo
della rassegna itinerante di cinema del reale “L’Italia che non
si vede”. Sarà previsto un momento di presentazione pubblica
nella città di Carbonia, oltre a eventuali presentazioni
nell’ambito di festival cinematografici.
Il progetto è
finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna all’interno
delle politiche di sviluppo cineportuali e intende favorire
l’incontro tra formazione, produzione e conoscenza.
Il Csc Carbonia della
Società Umanitaria opera nel territorio da oltre 50 anni
occupandosi di didattica degli audiovisivi e di promozione della
cultura audiovisiva.
La Fabbrica del
Cinema nasce nel 2015 con l’intento di preservare, conservare e
produrre la memoria storico-audiovisiva del territorio e fino ad
oggi ha investito le sue risorse in numerosi progetti di formazione
e produzione.
I Servizi Audiovisivi
dello SBIS dislocati presso la Fabbrica del Cinema gestiscono
tutti i servizi di assistenza audiovisiva, produzione e formazione
agli audiovisivi legati ai comuni aderenti al Sistema, svolgendo
questo lavoro in stretta sinergia con il CSC Carbonia della Società
Umanitaria.
Il Carbonia Film
Festival dal 2016 promuove ogni anno la formazione di giovani
operatrici e operatori del settore attraverso il programma Carbonia
Cinema Giovani.
Ucca – Unione Circoli
Cinematografici Arci è un’associazione nazionale di promozione
della cultura cinematografica attiva dal 1967. Associa più di 150
circoli in tutta Italia con un importante circuito di sale e arene
estive.
PALOMAR in
collaborazione con DEMD productions e in
collaborazione con RAI FICTION, FRANCE TELEVISIONS,
MEDIAWAN RIGHTS ed ENTOURAGE sono
orgogliose di annunciare la serie, in 8 puntate da 52 minuti,
Il Conte di Montecristo. Il gruppo di
partner europei ha interamente finanziato la serie – che è una
produzione indipendente e rientra tra i nuovi progetti
dell’Alleanza Europea – le cui riprese avranno
luogo in Francia, Italia e Malta fino a metà dicembre.
La regia della serie è affidata al
visionario regista danese Bille August,
(“Pelle alla conquista del mondo”, Palma d’oro a Cannes e
Oscar per il Miglior film straniero; “Con le migliori
intenzioni”, Palma d’oro a Cannes; “La casa degli
spiriti”, “I Miserabili”, “55 passi”).
Un prestigioso cast dà nuova vita a
uno dei romanzi senza tempo e più popolari di sempre della
letteratura francese, “Il Conte di Montecristo”. L’attore
inglese Sam Claflin (“Pirati dei Caraibi: oltre i
confini del mare”, “Hunger Games”, “Peaky Blinders”, “Daisy
Jones & the Six”) è Edmond Dantes, l’iconico protagonista
del romanzo.
Il cast include, tra gli altri,
Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard, Blake Ritson,
Karla-Simone Spence e gli attori italiani
Michele Riondino, Lino Guanciale, Gabriella Pession e
Nicolas Maupas.
Guardando con rispetto al passato,
ma con un approccio moderno e sensibile, i
produttori e il regista hanno voluto conservare la ricchezza
originale della storia per valorizzare l’eredità letteraria di
Alexandre Dumas, esplorando e approfondendo allo stesso tempo le
motivazioni dei personaggi e gli aspetti emotivi e psicologici
delle loro personalità.
La serie si contraddistingue anche per un inedito punto di vista
sui personaggi femminili, tra tutti quello della giovane Haydée che
conferirà un tocco di modernità al racconto: non più la schiava
timorosa ma una giovane donna coraggiosa.
Carlo Degli Esposti –
Palomar – «Il Conte di Montecristo è uno dei romanzi
che più mi stanno a cuore e farne una serie è un grande risultato
professionale, soprattutto perché vanta un talentuoso regista come
Bille August (che porterà modernità all’interno della tradizione) e
un protagonista di grande livello quale Sam Claflin. È inoltre un
grande onore realizzare questa serie con DEMD e Mediawan, stimati
colleghi francesi. La sfida che vogliamo vincere è quella di
trasporre un grande classico della letteratura europea in una
fiction televisiva per le nuove generazioni.»
Sébastien Pavard
– DEMD Productions –«È un’incredibile opportunità e
una grande sfida essere parte attiva di una serie di questo
calibro, riprendendo un romanzo pubblicato nel 1844 da un autore
francese così prolifico come Alexandre Dumas, adattato così tante
volte per il cinema e la televisione, rinnovando la tendenza ad una
nuova collaborazione europea, con attori di fama internazionale,
insieme ai nostri cugini italiani di Palomar.»
Elisabeth d’Arvieu
– Mediawan Pictures –«Il progetto Montecristo è
estremamente emozionante perché incarna ciò che Mediawan è in grado
di immaginare e costruire intorno a un’opera iconica interpretata
da un cast prestigioso. È il frutto della collaborazione di due fra
le più prolifiche case di produzione del gruppo – Palomar in Italia
e DEMD in Francia – la cui esperienza e il cui know-how sono
supportati dalla nostra divisione di distribuzione Mediawan Rights
e da un partner come Entourage. È il risultato di tutto ciò che
facciamo per coltivare il talento e portare al pubblico i progetti
internazionali più creativi e ambiziosi.»
Maria Pia Ammirati
– Rai Fiction –«Alexandre Dumas è un maestro di
storie che hanno il motore della serialità. Riportare sul piccolo
schermo, a distanza di 57 anni dallo storico sceneggiato del 1966
con Andrea Giordana, il racconto archetipico de Il conte di
Montecristo non solo è coerente con la linea editoriale di Rai
Fiction ma ci entusiasma anche per la possibilità di collaborare a
una nuova coproduzione internazionale dell’Alleanza Europea con
Palomar, Demd Productions e France Télévisions per offrire al
pubblico di oggi – ai giovani in particolare – un grande classico
in una rilettura contemporanea. Siamo felici di poterlo fare al
meglio della qualità con un regista autorevole come Bille August e
un cast internazionale guidato da Sam Claflin.»
Manuel Alduy –
France Télévisions –“Il Conte di Montecristo
contiene in sé tutti gli ingredienti di una grande serie
internazionale che saprà intrattenere il nostro pubblico francese:
l’adattamento di una famosissima storia che proviene dal patrimonio
letterario nazionale, una produzione ambiziosa curata da Palomar e
DEMD, un cast di alto livello guidato da un grande autore quale
Bille August. Siamo molto orgogliosi di essere partner di RAI in
questa nuova coproduzione, il nostro dodicesimo progetto
internazionale coprodotto dalla European Alliance”
Torna a far parlare di sé il film
horror fenomeno dell’anno Talk To Me,
diretta dagli emergenti e talentuosi gemelli Danny e Michael
Philippou.
Mentre la pellicola prosegue a
mietere incassi restando salda ai primi posti del box-office
italiano con un totale di 1.503.559 euro, si appresta alla terza
settimana di programmazione con ancora oltre 220 sale. Plaion
Pictures, che distribuisce in Italia il film attraverso la propria
etichetta horror Midnight Factory, gioisce però anche per un’altra
importante soddisfazione.
Con il film già in sala, Talk To
Me era stato
precedentemente vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione
per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata
dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della
Cultura. Plaion Pictures, dopo aver appreso con stupore la
nuova richiesta di classificazione e aver intrapreso un ricorso
verso la decisione della Commissione, è lieta di annunciare di aver
vinto il ricorso. Il riesame da parte della Commissione ha accolto
le motivazioni della distribuzione a sosteno del ricorso e Talk
To Mepuò dunque proseguire la sua programmazione in sala
con l’autoclassificazione VM14 (12 se accompagnati da un genitore o
tutore).
Commenta la direttrice marketing
Frida Romano: “Siamo veramente felici che l’istanza di
ricorso sia stata accolta favorevolmente e che sia stato compreso
come i temi che avevano inizialmente determinato il divieto ai
minorenni siano in realtà quegli stessi elementi di cui il film si
fa strumento di denuncia e critica sociale.
Siamo molto soddisfatti che da
oggi anche gli adolescenti, a cui è in prima istanza rivolto il
film, possano vedere Talk to Me sul grande schermo, dal momento che
il film affronta – attraverso le dinamiche del genere horror – temi
attuali per i ragazzi.”
Talk To Me
è nelle sale italiane (con divieto VM 14) grazie a Midnight
Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.
Sinossi:Un gruppo
di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di
un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo
oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti.
Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova
inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che
porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o
dei morti?
Continuano a circolare notizie
contrastanti in merito al futuro del DCU al cinema. Nonostante gli annunci
ufficiali di James
Gunn e Peter Safran, sono molte le
domande che attanagliano i fan, soprattutto in merito a quella che
sarà la sorte degli attori che potremmo rivedere o meno nei panni
degli eroi DC.
All’inizio, lo stesso Gunn sembrava
convinto di proporre un universo nuovo, ripartire da zero. Poi sono
arrivate le prime conferme che sì, sarebbe stata una ripartenza da
zero, ma non per tutti, visto che attori quali Viola Davis (Amanda Waller) e John
Cena (Peacemaker) avrebbero continuato a interpretare i
rispettivi personaggi DC.
Recentemente, anche
Gal Gadot ha indicato che potrebbe riprendere il ruolo
di Wonder Woman per un terzo film sotto lo stendardo DCU, ma
Variety ora sembra aver sfatato questa storia una volta per
tutte.
Niente di tutto ciò è
particolarmente sorprendente, soprattutto dopo la performance al
box office decisamente sottotono di The
Flash, ma ciò che è interessante è che Variety
conferma anche che Jason
Momoa è ufficialmente entrato in
trattative per interpretare Lobo. Si prevede che l’ex
attore di Game of Thrones farà il suo debutto già
in Superman:
Legacy o in un progetto autonomo in un secondo
momento.
Si dice anche che, contrariamente a
quanto eravamo portati a credere, Gunn e Safran non godono della
stessa autonomia di Kevin Feige alla Marvel per quanto riguarda le
uscite sul piccolo schermo della DC, anche se una fonte di Max
afferma che “la collaborazione tra la DC e i dirigenti di Max,
Sarah Aubrey e Casey Bloys, ha funzionato perfettamente.”
Qualunque cosa accada con il
rilancio, vale la pena notare che Variety afferma anche che molte
fonti sono “convinte che un’altra società, molto probabilmente
la Universal, acquisterà Warner Bros. entro due anni, facendo
sembrare bizzarre le recenti sottotrame e gli sconvolgimenti
DC”. Se ciò dovesse accadere, potremmo assistere a un altro
grande cambiamento tra poco tempo.
Anche se il mondo non ricorderà con amore il suo film sulla
giovinezza di Han Solo, Alden Ehrenreich ha comunque dimostrato
carattere e coraggio nell’accettare un personaggio che lo avrebbe
messo a confronto con Harrison Ford, cosa che potrebbe
avergli fruttato il suo prossimo ruolo nella serie MarvelDisney+, Ironheart.
Secondo nuovi rumors circolati in rete, il suo personaggio potrebbe
avere finalmente un’identità. La
teoria prevalente finora è stata che Alden Ehrenreich interpreterà Ezekiel Stane,
il figlio di Obadiah Stane, primo villain del MCU, che abbiamo
visto in Iron Man del 2008.
Tuttavia, un elenco di copyright
statunitense dei Marvel Studios (via ComicBook.com) rivela un ruolo
molto diverso per l’attore. Secondo questo, l’ex pilota del
Millennium Falcon interpreterà “Joe McGillicuddy”
in Ironheart.
Non ci sono personaggi nei fumetti
con quel nome e certamente nessuno che abbia legami con Riri
Williams o Tony Stark. Ovviamente, con Sacha Baron
Cohen elencato come “uomo misterioso” diremmo che si
tratta di un nickname per evitare spoiler.
All’inizio di quest’anno, Ehrenreich
ha parlato del lavoro con Robert Downey Jr. su
Oppenheimer e ha
rivelato: “Stava parlando di ‘microdosaggio’ di progetti
commerciali accanto a quelli artistici, e poi, subito prima di dire
di sì, l’ho semplicemente chiamato su FaceTime e gli ho detto, ‘C’è
qualcosa che devo sapere prima di firmare questo?’ Pensavo, ‘Dirà:
‘Non farlo’?'”. “Penso che abbiano chiesto ad Harrison Ford prima
di [Solo] cosa avrebbe detto al prossimo Han Solo, e lui ha detto:
‘Non farlo.’ Ma Downey non l’ha detto, e ho avuto l’onore di
presentargli Dominique Thorne (che interpreta Riri Williams,
ndr)”, ha continuato Ehrenreich. “Non si conoscevano e non
si erano ancora parlati, quindi li ho messi in contatto tra loro.”
“È così incredibilmente dolce e generoso, ed era così felice di
parlare con lei e incoraggiarla. Quindi è stato davvero
carino.”
In Ironheart,
l’affascinante super genio adolescente Riri Williams (Dominique Thorne)
ritorna dal MIT alla sua città natale di Chicago con la sua tuta di
ferro e inizia a vivere una sua avventura, dopo gli avvenimenti che
l’hanno coinvolta in Wakanda.
La serie non ha attualmente una data d’uscita, ma non è previsto
che arrivi su Disney+ prima dell’inizio del 2025.
Prime Video ha
diffuso le prime immagini di Candy Cane Lane, che
sarà disponibile in tutto il mondo il 1° dicembre 2023. Per la
prima volta in carriera, Eddie Murphy mette alla prova il suo talento
comico a un film delle feste. Il regista Reginald
Hudlin, Murphy e il produttore Brian
Grazer, si riuniscono per la prima volta dopo il loro
successo del 1992 Il principe delle donne
(Boomerang). La sceneggiatura è di Kelly
Younger, ispirata ai suoi ricordi d’infanzia durante il
periodo delle feste natalizie a Candy Cane Lane, a
El Segundo in California.
Nel cast di Candy Cane
Lane ci sono Eddie Murphy, Tracee Ellis Ross,
Jillian Bell, Thaddeus J. Mixson, Ken Marino, Nick Offerman, Robin
Thede, Chris Redd, Genneya Walton, Madison Thomas, Anjelah
Johnson-Reyes, Lombardo Boyar, D.C. Young Fly, Danielle Pinnock,
Timothy Simons, Riki Lindhome, Stephen Tobolowsky.
Eddie Murphy è il protagonista di
questa avventurosa commedia delle feste su un uomo con la missione
di vincere il concorso annuale del suo quartiere per la casa con la
miglior decorazione natalizia. Dopo che Chris (Eddie Murphy)
stringe inavvertitamente un accordo con un’elfa birichina di nome
Pepper (Jillian Bell) per avere più chance di vittoria,
quest’ultima lancia un incantesimo che porta in vita i “12 giorni
di Natale” creando scompiglio in tutta la città. Con il rischio di
rovinare le feste a tutta la sua famiglia, Chris, sua moglie Carol
(Tracee Ellis Ross) e i loro tre figli devono imbarcarsi in una
corsa contro il tempo per riuscire a spezzare l’incantesimo di
Pepper, combattere subdoli personaggi magici e salvare il Natale
per tutti.
Patrick Stewart rivela nel libro di memorie, “Making It So” (via Insider), che l’amico e collega
di lunga data Ian McKellen gli consigliò di rifiutare
Star Trek e restare in teatro nel momento in cui
Stewart stava considerando l’idea di partecipare a un importante
franchise di Hollywood.
“Quando gli ho detto che avrei
firmato il contratto, ha quasi tentato di impedirmi fisicamente di
farlo”, scrive Stewart riguardo al consiglio di McKellen.
“‘No!’, disse. «No, non devi farlo. Non devi. Hai troppo lavoro
teatrale importante da fare. Non puoi buttarlo via per fare la TV.
Non puoi. NO!'”
“Ci sono poche persone,
soprattutto per quanto riguarda la recitazione, dei cui consigli mi
fido più di quelli di Ian”, continua Stewart. “Ma questa
volta dovevo dirgli che sentivo che il teatro sarebbe tornato nella
mia vita non appena fossi stato pronto, mentre un’offerta per il
ruolo principale in una serie TV americana forse non sarebbe mai
più arrivata.”
Patrick Stewart ha fatto decisamente la scelta giusta,
ma non solo. Qualche anno più tardi, anche Ian McKellen ha detto di sì a un importante
franchise hollywoodiano che lo ha messo di fronte proprio al suo
caro amico e sodale Stewart. A oggi, i due sono ancora una delle
coppie di avversari cinematografici più iconiche della storia: il
Professor X e Magneto.
Il fascino combinato di Margot Robbiee
Ryan Gosling ha contribuito a far incassare a
Barbie a
1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo, un incasso lordo record
per il distributore Warner Bros. Lo studio spera chiaramente di
replicare questo successo con il suo prossimo
progetto ambientato nell’universo di Ocean’s
11. Il
film prequel riunirà infatti Robbie e Gosling sul grande
schermo. Il film sarà il primo progetto del franchise dopo Ocean’s 8 guidato da Sandra
Bullock e Cate Blanchett nel 2018. Non si sa
molto del prequel oltre al coinvolgimento di Robbie, Gosling, del
regista Jay Roach e della sceneggiatrice
Carrie Solomon.
“Non posso davvero dire
molto”, ha recentemente dichiarato a Games RadarJosey
McNamara, dirigente di LuckyChap Entertainment e
produttore del prequel di Ocean’s 11, a proposito del progetto. “Ma
penso che stiamo solo cercando di comportarci bene con il
franchise. Sono entusiasta che le persone possano sperimentarlo
quando sarà pronto”. “Sono meravigliosi insieme”, ha detto in
merito alla coppia sullo schermo “Più progetti riusciamo a fargli
fare insieme, meglio sarebbe.”
McNamara ha co-fondato LuckyChap
insieme a Margot Robbie, Tom Ackerley e
Sophia Kerr. La compagnia ha prodotto Barbie e
prossimamente uscirà nei cinema il successo festivaliero di
Emerald Fennell
Saltburn. LuckyChap sostiene anche il prequel in
questione.
I dettagli della trama del prequel
sono ancora sconosciuti, ma la storia dovrebbe essere ambientata
nell’Europa degli anni ’60, molto lontana da Las Vegas, dove era
ambientato il film originale del 1960 con Rat Pack
e la trilogia dei primi anni 2000 con protagonista George
Clooney. Ocean’s 8 era invece ambientato a New York, in
occasione del Met Gala.
Il nuovo libro di Arnold Schwarzenegger“Be Useful: Seven Tools for
Life”, un manuale motivazionale e un memoir,
ricorda le cose folli che l’attore ha dovuto fare per realizzare i
suoi ruoli cinematografici più iconici. Tra le altre cose, il libro
rivela che Schwarzenegger ha morso un vero avvoltoio morto durante
le riprese di Conan il Barbaro del 1982. L’attore scrive che
il regista del film, John Milius, lo ha costretto
a fare “cazzate terribili” durante la realizzazione del film.
“Ho imparato a cavalcare
cavalli, cammelli ed elefanti. Ho imparato a saltare da grandi
rocce, come arrampicarmi e dondolarmi da lunghe corde, come cadere
dall’alto”, scrive Schwarzenegger (via Insider). “Praticamente ho
frequentato un’altra scuola professionale, quella per aspiranti
eroi d’azione.”
“E poi, oltre a ciò, Milius mi
ha fatto fare ogni genere di cose terribili. Ho strisciato tra le
rocce, ripresa dopo ripresa, finché i miei avambracci non hanno
sanguinato. Sono scappato dai cani selvaggi che sono riusciti a
prendermi e trascinarmi in un rovo”, continua Schwarzenegger.
“Ho morso un vero avvoltoio morto che mi ha costretto a lavarmi
la bocca con l’alcol dopo ogni ripresa. (La PETA si divertirebbe
molto con questo aneddoto). In uno dei primi giorni di riprese mi
sono procurato uno squarcio sulla schiena che ha richiesto quaranta
punti di sutura”.
Qualunque difficoltà abbia
sopportato Arnold Schwarzenegger sul set di Conan il Barbaro non è stata sufficiente a
dissuaderlo dal recitare nel sequel del 1984, Conan il
Distruttore, sebbene quel film fosse diretto da
Richard Fleischer e non da John
Milius.
Conan il Barbaro non è stato certo l’unico film in cui
Schwarzenegger ha fatto cose folli durante le riprese. L’attore
racconta nel libro che per interpretare l’omonimo ruolo di cyborg
in Terminator di James Cameron è stato costretto a
eseguire ogni acrobazia con la pistola con una benda sugli
occhi.
“In ‘The Terminator’, stava
diventando una macchina: bendarmi finché non riuscivo fare ogni
acrobazia con la pistola con gli occhi chiusi, e sparare così tanti
colpi a distanza che non battevo più le palpebre quando la mia
pistola sparava”, scrive Schwarzenegger. “In
Terminator 2 mi sono esercitato così tante volte nell’armamento
del fucile che mi hanno sanguinato le nocche per un totale di due
secondi di tempo sullo schermo. Non mi sono lamentato.”
Qualunque sia stato lo sforzo di
Arnold Schwarzenegger sui set dei suoi film,
ogni gesto, per quanto folle, ha contribuito a renderlo una vera e
propria icona contemporanea.
In una conversazione con il collega
regista Gregg Araki per Interview Magazine,
Richard Linklater ha rivelato che spera di girare
un film in francese, girato in esterni a Parigi. Araki ha detto al
regista: “Ho visto Ruby Rich ieri sera. Ha fatto le domande e
risposte per la nostra proiezione di “Nowhere” all’IFC Center. E
diceva che girerai qualcosa a Parigi?” Linklater ha replicato
che non girerà lì, ma che è un suo sogno: “Sì, girare un film
in francese. Come fosse della nouvelle vague”.
Linklater finora ha realizzato solo
film in lingua inglese, ma ha già girato in Francia. Il secondo
film della sua
trilogia romantica “Before”,Before Sunset,
con Ethan Hawke e Julie Delpy, è
ambientato a Parigi. Nel primo film Prima
dell’alba, l’americano Jesse si innamora della francese
Céline nel corso di una giornata a Vienna; le loro diverse
nazionalità giocano un ruolo significativo nella loro relazione.
Infatti, nel seguito, si incontrano di nuovo a Parigi, e passano
insieme un’altra giornata.
Il lavoro di Linklater è apprezzato
anche in Francia. Nel 2019, il Centre Pompidou di Parigi ha esposto
una retrospettiva di Richard Linklater incentrata
su come il regista di Boyhood mette in mostra il
tempo nei suoi film, cosa che da sempre ha caratterizzato il suo
sguardo unico sul mondo e sulle relazioni.
Nel suo libro di memorie,
“Making It So”,
Patrick Stewart ha raccontato che i
dirigenti della Paramount volevano che facesse un provino per il
ruolo del Capitano Jean-Luc Picard in Star
Trek: The Next Generation con una parrucca, e che quindi
lui aveva chiesto alla sua allora moglie, Sheila Falconer, di
spedirgliene una da Londra a Los Angeles.
“Proprio mentre stavo salendo
sul mio aereo a Heathrow, il mio agente di Londra chiamò Sheila a
casa e la informò che quelli della Paramount si erano messi in
contatto, chiedendole se possedevo un parrucchino e, in caso lo
avessi, se potevo portarlo all’audizione” Stewart scrive
(tramite Insider). “Sheila ha
diligentemente recuperato la mia ‘parrucca per l’audizione’ dal suo
spazio nel mio guardaroba e l’ha imballata, dopodiché un
rappresentante della British Airways l’ha ritirata e l’ha caricata
su un volo successivo per Los Angeles.”
“Non so se il mio parrucchino
abbia volato in prima classe”, continua. “Ma quando è
arrivato negli States, sono tornato a LAX per recuperarlo. Era
pronto nella mia valigetta quando lunedì mattina sono andato al
parcheggio dei Paramount Studios.”
Stewart ha indossato la parrucca per
la sua audizione per Star Trek: The Next
Generation, che consisteva nella lettura di una sola
scena. L’attore ha chiaramente impressionato i dirigenti presenti
nella stanza tanto da giustificare una loro visita nel suo camerino
in seguito. A quel punto, tuttavia, Stewart si era tolto la
parrucca ed aveva il suo normale look calvo. A quel punto, l’attore
immaginava che quella visita in camerino fosse un saluto di
cortesia, dal momento che gli venne soltanto augurato un buon
viaggio di ritorno. Ma è stato poi informato che i dirigenti
lo erano andati a trovare in modo che potessero vederlo con la
testa calva, senza la parrucca. La sua audizione li aveva
impressionati, ma la parrucca non doveva averli convinti troppo.
Chiaramente l’audizione e la testa calva di Stewart sono state la
combinazione vincente, poiché ha ottenuto il ruolo del
Capitano Jean-Luc Picard, una presenza costante e
amatissima del franchise di Star Trek fino a oggi.
Il regista di
Blade RunnerRidley
Scottha ripensato all’esperienza vissuta
sul set e ha dichiarato che gli spettatori e i critici che
pensavano che il suo film di fantascienza del 1982 fosse “stupido”
possono “andare a farsi fottere”.
In una recente intervista con
Total Film Magazine, tramite Slash
Film, Ridley Scott ha riflettuto sulla produzione di
Blade Runner, che è stata documentata come un’esperienza
travagliata e ha portato all’uscita di diverse versioni del film
negli ultimi due decenni.
Ridley Scott racconta della sua
“brutta” esperienza con Blade Runner
“[Le riprese] sono state
una brutta esperienza per me“, ha detto Scott. “Ho
avuto partner orribili. Ragazzi della finanza, che mi
uccidevano ogni giorno. Avevo avuto molto successo nella
gestione di un’azienda e sapevo che stavo realizzando qualcosa di
molto, molto speciale. Quindi non accetterei mai un no come
risposta. Ma non capivano cosa avevano. Lo giri, lo
modifichi e lo mixi. E quando sei a metà, tutti dicono che è troppo
lento. Devi imparare che, come regista, non puoi ascoltare
nessuno. Sapevo che stavo realizzando qualcosa di molto, molto
speciale. E ora è uno dei film di fantascienza più importanti
mai realizzati, di cui tutti si nutrono. Ogni maledetto
film.
Scott ha detto di aver
recentemente riguardato Blade Runner per la prima volta in circa due
decenni e non è d’accordo con veemenza con chiunque trovi il film
troppo lento o “sciocco”.“Non vedevo ‘Blade
Runner’ da 20 anni“, ha
commentato. “Veramente. Ma l’ho appena
guardato. E non è lento. Le informazioni che ti arrivano
sono così originali e interessanti, parlano di creazioni biologiche
e di attività minerarie fuori dal mondo, che, a quei tempi,
dicevano che erano sciocche. Io dico: ‘Vai a farti
fottere.'”
Uscito al cinema nel 1982,
Blade Runner è interpretato da
Harrison Ford, Rutger Hauer e Sean
Young. La trama vede un poliziotto alla fine della sua
carriera e sfortunato, Rick Deckard (Ford), dare la caccia a un
gruppo di replicanti androidi che sono entrati illegalmente in una
Los Angeles distopica. Ha generato un sequel, Blade
Runner 2049 , nel 2017 e una serie televisiva anime,
Blade Runner: Black Lotus , nel 2021. Una serie
Blade
Runner 2099 è ora in lavorazione su Amazon Prime Video.
Ridley Scott sarà tra poco al cinema (il 23
novembre) con il suo Napoleon,
il prossimo film storico che vedrà protagonista Joaquin
Phoenix, nei panni di Napoleone e a suo fianco la
candidata all’Oscar Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice
Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras,
Ben Miles nei panni di Caulaincourt,
Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus,
Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte,
Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout,
Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau,
Edouard Philipponnat nei panni dello zar
Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand,
John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney,
Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark
Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.
Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di
David Scarpa. Il film è una produzione congiunta
tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions.
Ridley Scott e
Joaquin Phoenix
producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam
mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i
produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e
caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato
dal premio Oscar Joaquin Phoenix
e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile
scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione
con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie
strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune
delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai
realizzate.
Mentre i fan continuano a
chiedersi cosa riserverà il
prossimo DC
Universe, un recente rapporto
di Variety suggerisce
che Warner Bros.
Discovery è pronta per ricominciare da
zero. Un nuovo rapporto incentrato sul
prossimo Aquaman e il
Regno Perdutoha fornuto nuove informazioni su
cosa riserva il futuro agli interpreti della passata iterazione
dell’Universo DC.
Nello specifico, Variety nota
che “nessuno” del cast diBatman
v Superman: Dawn of Justicedel
2016 di Zack Snyder o del film Justice
League del 2017 tornerà nel nuovo
DCU. Questa affermazione include le star
Ben Affleck,
Henry Cavill,
Gal Gadot,
Ezra Miller e persino Jason
Momoa, che secondo Variety non
riprenderanno i loro ruoli in futuro. Questa è la prima volta che
sentiamo parlare anche della fuori uscita di
Gal Gadot. Tuttavia, quando si tratta di Jason Momoa, il rapporto rileva che potrebbe
tornare nel DCU come Lobo invece che come
Aquaman. Le fonti dicono che l’attore è in trattative per
interpretare Lobo, nel reboot del 2025 “Superman:
Legacy”, scritto e diretto da James Gunn, o in un film indipendente. In una
svolta confusa, Viola Davis, che ha interpretato Amanda Waller
in entrambi i recenti film di “Suicide Squad”, rimarrà quel personaggio
nell’universo DC di Gunn-Safran nella serie Max del prossimo anno
“Waller” e forse nel nuovo “Superman”. Un’altra
eccezione è la serie di Gunn Max “Peacemaker”,
che tornerà per una
seconda stagione con John Cena come protagonista.
Nel frattempo, c’è stata una
certa confusione sul fronte delle serie su chi sia il supervisore
unico e finale.A differenza del rapporto Marvel-Disney in cui Marvel
controlla il processo creativo e Disney+ si limita a rilasciare
il contenuto, Max è coinvolto in modo creativo con
i prodotto DC.Gunn e Safran non godono della stessa
autonomia di Kevin Feige della
Marvel. (Una fonte di Max afferma che la
collaborazione tra il team DC e i dirigenti Max Sarah Aubrey e
Casey Bloys è stata continua, anche per la prossima serie “The
Penguin”, che è stata costretta a interrompere la
produzione dopo l’inizio dello sciopero della WGA ma si prevede che
riprenderà le riprese. non appena termina lo sciopero
SAG-AFTRA.)
Indipendentemente da ciò, alcuni sono
convinti che un’altra società, molto probabilmente la
Universal, acquisterà la Warner
Bros. entro due anni, facendo sembrare bizzarre le recenti
sottotrame e gli sconvolgimenti della DC.“Il
punto è che devono far funzionare la DC, sia che la possieda
Zaslav, sia che la possieda Brian Roberts, sia che la possieda
qualcun altro“, ha commentato Rich Greenfield di LightShed,
analista di Wall Street e venture capitalist.
A parte le turbolenze, il sequel
potrebbe funzionare ugualmente al botteghino. Anche il primo
“Aquaman” è stato un fiasco nei primi test e ha trovato il suo
appoggio nella postproduzione. Una fonte dello studio afferma
che “Aquaman 2” sta seguendo
una traiettoria simile. I primi numeri mostrano un forte
interesse e collocano il debutto del film alla pari con il primo
“Aquaman”.“Tutti sono contrari alla DC, ma c’è
una possibilità, soprattutto con la concorrenza limitata durante le
festività natalizie, che ‘Aquaman’ possa ancora avere successo a
causa della mancanza di prodotto“, afferma Jeff Bock, analista
di botteghino di Exhibitor Relations. “A volte il film
giusto al momento giusto è tutto ciò di cui hai
bisogno.”
Cosa sappiamo del futuro di Momoa nel DCU?
Per mesi, sono circolate voci
secondo cui Momoa avrebbe
potenzialmente lasciato l’Universo
DC o addirittura avrebbe
cambiato ruolo e si sarebbe dimesso da
Aquaman per interpretare Lobo. Il co-responsabile dei DC
Studios, Peter Safran, ha parlato del futuro di
Momoa all’inizio di quest’anno , affermando che
si aspetta che Momoa avrà un posto nel DCU “per molti anni a
venire“, sia come Aquaman che come qualcun altro.
Lo stesso Momoa ha anche
accennato a un possibile
cambiamento all’inizio dell’anno, dicendo che “sarà sempre”
Aquaman, ma potrebbe interpretare altri
personaggi in futuro. Ha anche confermato di
aver incontrato la Warner Bros.
Discovery e di avere “grandi notizie” da
condividere ad un certo punto.
È stato rivelato un
nuovissimo video di The
Marvels per il prossimo film di
squadra di supereroi dei Marvel Studios, con molte sequenze
piene di azione e filmati dietro le quinte.La
featurette evidenzia l’alchimia tra Captain
Marvel di Brie
Larson, Ms. Marvel di
Iman
Vellani e Monica
Rambeau di
Teyonah
Parris. Accenna anche al dilemma di Carol
Danvers nel diventare leader di un gruppo dopo aver lavorato da
sola per così tanti anni. L’arrivo nelle sale cinematografiche
del film è attualmente previsto per il 10 novembre.
Nel film Marvel StudiosThe Marvels,
Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi
carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi
compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un
rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della
sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli
della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora
un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve
fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare
l’universo come “The Marvels”.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno
anche Iman Vellani(Ms.
Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo
modifiche, arriverà in sala il 8 novembre
2023.
“Jason ha detto che voleva
che mi licenziassi”, si legge nelle note. “Jason ubriaco –
tardi sul set. Vestirsi come Johnny. Ha anche tutti gli
anelli.”Variety ha rivelato che, sebbene il
rappresentante di Momoa abbia rifiutato di commentare, un portavoce
della DC ha negato le affermazioni, affermando: “Jason Momoa si
è comportato in modo professionale in ogni momento sul set di
Aquaman e il regno
perduto“.
Un insider che apparentemente
era presente sul set ha anche detto allo che Jason Momoa e
Heard andavano d’accordo sul set, sottolineando: “Jason si
lavora come un matto, gli piace bere una birra ogni tanto come
tutti, ma non si presenta ubriaco set… E non si veste come Johnny
Depp. Si è sempre vestito con quello stile
bohémien”.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa
volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il
potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e
malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm,
l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per
stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da
parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la
famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione
irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 20 dicembre.
I fan di Depp hanno pagato le tasse giudiziarie per la diffusione
dei documenti della terapeuta di Amber Heard, la dottoressa Dawn Hughes. Gli
appunti grezzi, scarabocchiati su un blocco note, facevano parte
della documentazione del ben noto processo. Descrivono come ostile
il set di Aquaman e il Regno Perduto in cui un
presunto ubriaco Jason Momoa si vestiva
come Depp e faceva pressioni per far cacciare Heard dal film, in
cui interpreta Mera. “Jason ha detto che voleva che mi
licenziassi”, dicono le note. “Jason ubriaco – tardi sul
set. Vestirsi come Johnny. Anche lui ha tutti gli anelli.”
Un rappresentante di Momoa ha
rifiutato di commentare, ma un portavoce della DC ha respinto le
dichiarazioni di Heard, dicendo: “Jason Momoa si è
comportato sempre in modo professionale sul set di ‘Aquaman e il
regno perduto'”. Altri hanno fatto eco a questo commento.
“Jason lavora come un matto, gli piace bere una birra ogni
tanto come tutti, ma non si presenta ubriaco sul set”, dice un
insider che era sul set londinese nel 2021, aggiungendo che le due
star andavano d’accordo e sono stati visti scherzare insieme.
“E non si veste come Johnny Depp. Si è sempre vestito con
quello stile bohémien”.
Heard ha rifiutato di commentare, ma
una fonte vicina all’attrice ha confermato che gli appunti si
riferiscono al set di “Aquaman 2” e riflettono una sessione del 27
dicembre 2021. Momoa non è stato l’unica persona coinvolta nel film
WB a finire nel mirino. La sessione di terapia ha anche dipinto un
quadro in cui Amber Heard non si sentiva supportata dal
regista del film, James Wan, e si vedeva
trattata come una reietta a causa della sua battaglia legale contro
il suo ex marito.
“Ha alzato la voce nei miei
confronti – ‘Non riesco nemmeno a pubblicare post su Aquaman’ – ha
fatto finta che fosse colpa mia – ho detto ‘Mi dispiace'”,
dicono le note di Hughes in riferimento a Wan. “Nessuno poteva
farsi selfie con me sul set a causa del blackout.” Wan ha
rifiutato il commento. Il portavoce della DC afferma: “James è
noto per trattare i membri del cast e della troupe con il massimo
rispetto e per promuovere un ambiente positivo e collaborativo sul
set: i film di ‘Aquaman’ non hanno fatto eccezione.”
Eppure Heard era stata quasi
licenziata. Dopo l’uscita di Aquaman nel 2018, lo
studio e Wan hanno deciso di escludere l’attrice dal sequel a causa
della sua mancanza di chimica con Momoa e hanno inviato una lettera
al suo avvocato, Karl Austen, informandolo della
sua decisione. (L’ex capo della DC Films Walter Hamada ha
testimoniato nel processo per diffamazione sulla “questione della
chimica”.) Tali fonti sottolineano che la mossa di allontanare
Heard non era correlata a Depp ed è avvenuta prima che lui
intentasse causa contro l’attrice nel 2019. Allo stesso modo, Momoa
non è stato coinvolto nel processo decisionale. Ma un’altra fonte
ha respinto la narrativa della mancanza di chimica, sottolineando
che Amber Heard ha fatto un provino proprio
per testare la chimica a schermo con Jason Momoa prima
di ottenere il ruolo di Mera e ha battuto altre due attrici che
hanno sostenuto il provino.
Alla fine, lo studio non ha mai
licenziato Heard perché il suo ex fidanzato, Elon Musk, aveva
chiesto a uno dei suoi avvocati di inviare una “lettera alla Warner
Bros. in cui li minacciava di bruciare loro la casa” se l’attrice
fosse stata licenziata davvero dal film per il sequel, dice una
fonte che ha familiarità con il dietro le quinte. La Warner Bros.
ha ceduto, secondo questa fonte, e ha tenuto Heard nel cast. (Musk
non ha risposto a una richiesta di commento.)
Il dramma viene riportato a galla in
un momento in cui i nuovi leader di DC Entertainment,
James
Gunn e Peter Safran, sono pronti a chiudere il
percorso dello Studio con le PI DC Comics una volta per tutte
proprio con l’uscita di Aquaman e il Regno Perduto il prossimo 20
dicembre. Il sequel di Aquaman era
promettente considerando che il film originale ha guadagnato 1,15
miliardi di dollari in tutto il mondo, diventando il film DC con il
maggior incasso di sempre.
Per ora, né Momoa né Heard
promuoveranno il film a causa dello sciopero SAG-AFTRA in corso. Ma
se lo sciopero finisse presto, ora che la WGA non è più in
sciopero, le star si scatenerebbero, rendendo difficile per Warner
Bros. e Wan evitare che Heard accusi lo Studio e l’intera
produzione. secondo persone che hanno familiarità con la
produzione, almeno due scene di Heard sono state tagliate da
Aquaman e il Regno Perduto — una sequenza
d’azione in cui Mera combatte contro Black Manta (Yahya
Abdul-Mateen II) e una scena d’amore con Momoa. Altre
prove di attrito si nascondono in bella vista. Quest’estate, Momoa
ha smesso di seguire Heard su Instagram. Una fonte dice che ha
persino impedito a Heard di seguirlo.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa
volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il
potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e
malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm,
l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per
stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da
parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la
famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione
irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 20 dicembre.
Una nuova collaborazione,
denominata New8, riunisce otto broadcasters di
servizio pubblico dell’Europa nord-occidentale. I partner sono
ZDF (Germania), NPO (Paesi
Bassi), VRT(Belgio), SVT
(Svezia), DR (Danimarca), YLE
(Finlandia), RÚV (Islanda) e NRK
(Norvegia).
La collaborazione è stata
presentata oggi al MIA – Mercato Internazionale
Audiovisivo alla presenza di Simone
Emmelius, SVP of International Fiction di ZDF,
Anna Croneman, Head of Drama di SVT, Elly
Vervloet, International Drama Expert di VRT e
Hans-Jørgen Osnes, Head of International Financing
Drama di NRK.
L’annuncio dimostra l’importanza
internazionale del MIA, diretto da Gaia Tridente,
come uno dei principali eventi di mercato internazionali grazie
alla consolidata joint venture tra ANICA
(Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e
Digitali) e APA (Associazione Produttori
Audiovisivi Italiani).
Drama di alta qualità,
costruiti sui valori del servizio pubblico
“New8 è un risultato unico per
le emittenti pubbliche europee. New8 con I suoi importanti partner
drama, sarà la più grande collaborazione sulla fiction in Europa.
Sarà estremamente emozionante vederla nascere ed evolvere”,
afferma Hans-Jørgen Osnes, Head of International Financing
Drama di NRK.
“New8 rafforzerà le emittenti pubbliche in tutta Europa e
darà al loro pubblico un accesso unico a fiction di alto livello
coraggiose, moderne e innovative. Con l’ingresso di ZDF, NeW8
acquisisce uno dei partner di coproduzione internazionali più
esperti grazie al suo network. Auspichiamo che New8 conquisti anche
il pubblico e rafforzi i legami tra gli europei”, afferma
Simone Emmelius, SVP of International Fiction di
ZDF.
I partner co-produrranno otto serie televisive all’anno già dal
2023. Un aspetto fondamentale della collaborazione è garantire
un’ampia distribuzione dei rispettivi progetti.
“Scambiando contenuti che nascono dall’ambizione dei partner
di garantire un miglior servizio pubblico europeo, possiamo
rafforzare la nostra offerta sui mercati locali e creare un impatto
maggiore nel settore dei media internazionali”, afferma
Elly Vervloet, International Drama Expert di VRT.“Siamo orgogliosi di essere giunti a una grande collaborazione
tra otto tra le emittenti pubbliche più forti che utilizzano il
loro talento creativo e la loro esperienza per un obiettivo comune.
Non vediamo l’ora di lanciare la nostra prima serie drama in tutti
questi territori e di vedere le reazioni del pubblico”.
Una collaborazione basata
sulla fiducia reciproca
New8 è per molti versi l’espansione
di una collaborazione già esistente tra I paesi dell’Europa
nord-occidentale, basata sulla fiducia reciproca. Da anni le
emittenti pubbliche dell’Europa nord-occidentale si scambiano le
loro migliori fiction. Ogni emittente decide quale delle sue serie
è la migliore e di conseguenza la mette a disposizione di
tutti.
Esempi di successo sono “Exit” e “The Thin Blue
Line”, che hanno avuto un grande successo di pubblico anche al
di fuori dei Paesi dell’Europa nord-occidentale.
Ora altri membri di EBU, noti per serie come “The
Twelve” (VRT), “Red Light” (NPO), “The
Crash”(NPO), “Kudamm 63” e “The swarm”
(coprodotto da ZDF), si uniscono al pool di fiction con uscite a
partire dal 2024.
“Le società di servizio pubblico dell’Europa
nord-occidentale hanno una lunga storia di collaborazioni di
successo, e in questi tempi turbolenti vogliamo portare questo modo
di lavorare a livelli di eccellenza. A SVT siamo incredibilmente
felici di unire le forze con partner così importanti come ZDF, VRT
e NPO per poter offrire al nostro pubblico un numero ancora
maggiore di fiction di alto livello”, afferma Anna
Croneman, Head of Drama di SVT.
Territori e
timeline
Nel caso di New8, le serie
selezionate saranno rilasciate nei territori di lingua tedesca:
Germania, Austria e Svizzera, oltre che nei Paesi Bassi, Belgio (di
lingua fiamminga), Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda e
Norvegia.
I partner hanno stipulato un accordo che inizialmente durerà tre
anni. La prima serie sarà lanciata già nel 2023 e sarà disponibile
per tutti i territori partecipanti a partire dal 2024.
Più forti
insieme
“È un’ottima notizia per i fan
delle serie drama in tutta Europa. In un momento in cui la
concorrenza nell’offerta di prodotto per i telespettatori europei è
sempre più agguerrita, questo ci sembra un passo logico da compiere
in quanto emittenti pubbliche, soprattutto per quanto riguarda
l’uso efficiente del denaro pubblico. Siamo convinti che la qualità
della fiction europea trarrà beneficio dallo scambio di conoscenze
ed esperienze tra tutti questi partner”, afferma
Frederieke Leeflang,chair of the board di
NPO.
“Desideriamo rafforzare la collaborazione tra i pasi
dell’Europa nord-occidentale e l’Europa per la creazione, la
distribuzione e il finanziamento di serie di alta qualità. Per
questo siamo molto felici di essere riusciti a creare un
posizionamento unico in un mercato dominato dai servizi di
streaming internazionali”, afferma Henriette
Marienlund,Head of fictiondi
DR.
“È emozionante partecipare alla creazione di una rete comune
per la produzione e la pubblicazione di serie drama di alta
qualità. New8 è un eccellente esempio di ampia collaborazione tra
aziende di servizio pubblico che offrono i loro migliori contenuti
al pubblico”, afferma Ville Vilén,director of Creative contents and mediadi
YLE.È una grande opportunità unire le forze e
collaborare con ZDF, NPO e VRT, oltre alla collaudata
collaborazione con le aziende pubbliche dell’Europa
nord-occidentale”.Per RUV è fondamentale entrare in
contatto e lavorare con professionisti del settore per la
distribuzione e l’acquisizione di serie drama di alta qualità.
Siamo convinti che i progetti di New8 saranno accolti con
entusiasmo in tutti i territori”, afferma Birgir
Sigfússon, Head of media & production di RUV.
Quando si parla di saghe horror, si
citano solitamente Nightmare, Venerdì 13, Halloween o, tra
le più recenti, The Conjuring. Ce ne
sarebbero ovviamente molte altre, ma spesso tra le meno citate vi è
quella di Candyman. Incominciata negli
anni Novanta e composta ad oggi solo da 4 film, questa non è
certamente memorabile al pari di quelle citate, ma presenta in ogni
caso degli elementi di forte interesse, che si sviluppano a partire
da antiche leggende. Grazie al nuovo film intitolato semplicemente
Candyman, uscito nel 2021, la saga sembra ora essere
tornata in auge, pronta per essere riscoperta in ogni suo
aspetto.
A dirigere questo nuovo adattamento,
sequel diretto del primo capitolo Candyman – Terrore dietro lo
specchio del 1992, è la regista Nia DaCosta
(ora regista di The Marvels), mentre tra gli
sceneggiaturi e i produttori del film si ritrova anche
Jordan Peele, grande reinventore di generi
affermatosi grazie a Scappa – Get Out e Nope. I due insieme
danno così vita ad un’opera che se da una parte porta avanti il
racconto del violento assassino soprannaturale Candyman, dall’altro
propongono un’acuta riflessione sociale sulla distorsione della
realtà a sfavore della comunità afroamericana e sull’effetto della
gentrificazione di determinate aree urbane su di essa.
Peele utilizza dunque ancora una
volta il genere horror per affrontare questioni particolarmente
attuali nella società statunitense. Grazie alla sua scrittura e
alla regia della DaCosta, Candyman si è così affermato
come un grande successo, nonché come uno dei migliori e più
sofisticati horror del suo anno. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e molto altro. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Candyman
Il film è ambientato, come quello
del 1992, a Chicago nel quartiere Cabrini-Green, un tempo zona
degradata della città abitata per lo più da afroamericani e ora
popolata da bianchi benestanti. La zona è anche nota per essere
stata terrorizzata da un killer soprannaturale con un uncino di
ferro al posto della mano. Candyman, era chiamato
costui, che veniva evocato se il suo nome era ripetuto 5 volte di
fronte allo specchio. Ad essere ora affascinato da quella storia,
che per molti è solo una vecchia leggenda, è
Anthony, un artista in stallo. Indaganto a
riguardo, egli scoprirà suo malgrado che Candyman è effettivamente
pronto a tornare e a cercare un nuovo corpo da usare come spirito
vendicatore.
Ad interpretare Anthony vi è
l’attore Yahya Abdul-MateenII,
celebre per aver recitato anche in Aquaman, Il processo ai Chicago 7,
Matrix Resurrections e
nella miniserie Watchmen. L’attrice Teyonah
Parris interpreta invece Brianna Cartwright, compagna di
Anthony, mentre Colman Domingo è William Burke,
colui che racconta ad Anthony di Candyman. Vanessa
Williams interpreta Anne-Marie McCoy, mandre del
protagonista, mentre l’attore Tony
Todd torna ad interpretare per la quarta volta
l’incarnazione di Candyman. Il suo volto è stato ringiovanito
digitalmente per il film, così da farlo risultare immutato rispetto
ai film precedenti della saga.
Candyman: tra leggenda e
storia vera
Ma cosa c’è di vero nella storia di
Candyman? Iniziamo con il dire che il racconto dell’assassino con
un uncino al posto della mano e che compare se si pronuncia per 5
volte il suo nome guardando in uno specchio non è reale, bensì
frutto della fantasia dello scrittore Clive Baker.
Questi ha infatti fatto di Candyman l’antagonista del racconto
The Forbidden, incluso in Books ofBlood. In esso, però, il personaggio non è un uomo di
colore e manca dunque tutta la storia sulla sua origine, presente
invece nei film. Decidendo di farne un afroamericano, gli
sceneggiatori decisero per la storia delle sue origini di basarsi
su alcuni dettagli reali, a partire dalle centinaia di casi di
uomini di colore linciati e uccisi nel corso dell’Ottocento negli
Stati Uniti.
Allo stesso modo, non appartiene al
racconto il fatto di poter evocare Candyman nel modo poc’anzi
citato. Anche questa è un’invenzione cinematografica, basata sulla
leggenda di Bloody Mary. Questa è un personaggio
folcloristico che, seconda delle diverse versioni della storia, può
venire rappresentata come fantasma o strega, ed evocata per
rivelare il futuro o terrorizzare e talvolta uccidere l’evocatore.
La leggenda racconta che, dopo che si è pronunciato tre volte il
suo nome, Bloody Mary attraversa gli specchi per arrivare dagli
umani. Similmente dunque a come si presenta Candyman. Uno degli
aspetti più inquietanti è però quello sulle lame di rasoio trovate
nelle caramelle. Rappresentato nel film, ciò fa riferimento ad
alcuni casi verificatisi negli Stati Uniti, dei quali ancora oggi
non si conoscono i responsabili.
Non si può dunque parlare di “storia
vera” in relazione a Candyman, ma semplicemente di
elementi ispirati ad eventi realmente accaduti o a leggende
popolari, che confluiscono dunque nel film per dar vita ad un
racconto nuovo. In esso si ritrovano dunque l’orrore per le
violenze sulla popolazione afroamericana, elementi classici degli
horror slasher uniti ad alcune leggende e piccoli elementi tratti
da casi di cronaca. Il lavoro svolto con il nuovo film, tuttavia,
permette di dotare il racconto di una connotazione più politica e
attuale, che affronta attraverso una storia di finzione scenari e
situazioni reali sulla riorganizzazione urbanistica statunitense e
sullo svantaggio che da sempre nelle narrazioni caratterizza la
popolazione afroamericana rispetto a quella bianca.
Il trailer di Candyman e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Candyman grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 10 ottobre alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
L’aristocrazia con i suoi sfarzosi
balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una rigida
etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con
invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di
infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che
continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo
capitolo di The Gilded Age, di cui viene rilasciato oggi
il trailer ufficiale. Come già la prima, anche la seconda stagione
della serie HBO nasce dalla penna di uno dei più celebrati maestri
del dramma in costume, sir Julian Fellowes
(Downton
Abbey, Belgravia). La serie Sky Exclusive andrà in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30
ottobre.
Affermarsi in società è un vero e
proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che cerca
faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei migliori
teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più esclusivi.
Bertha Russell (Carrie Coon), stella nascente della classe
emergente, non ha sicuramente intenzione di accettare rifiuti e
nella nuova stagione continua la sua lotta contro l’antiquata
aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn (Christine
Baranski), che cerca invece di mantenere la propria esclusiva
supremazia. Ma il progresso, la modernità, lo stile di vita
innovativo e libero che ormai regnano sovrani a New York minano
dalle fondamenta quel vecchio status quo che sembra ormai dover
cedere il passo ad una società più dinamica.
La serie vanta un cast stellare che
include Christine Baranski (The
Good Wife, Mamma
Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like
That…), Carrie Coon (The Leftovers – Svaniti nel nulla,
Fargo), Nathan Lane (The Blacklist, Modern Family) e
Morgan Spector (Il complotto contro l’America).
The Gilded Age è scritta e prodotta
da Julian Fellowes, affiancato nella produzione da Gareth Neame,
David Crockett e Bob Greenblatt. Producono e dirigono Michael
Engler e Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione
HBO e Universal Television.
La trama della seconda
stagione di The Gilded Age
L’Età dell’Oro americana fu un
periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto tra
vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune guadagnate e
perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la mattina di
Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha Russell per
un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante gli otto
episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs. Astor e
il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una posizione
sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un ruolo di
primo piano in essa. George Russell affronta la sua battaglia con
un sindacato in crescita nella sua acciaieria a Pittsburgh. A casa
Brook, Marian continua il viaggio per trovare la sua strada nel
mondo insegnando segretamente in una scuola femminile, mentre con
sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo corteggiamento. Naturalmente,
Agnes non approva per nulla. A Brooklyn, la famiglia Scott inizia a
guarire da una scioccante scoperta e Peggy attinge al suo spirito
attivista grazie al suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY
Globe.
In occasione di un panel durante il
MIA | Mercato Internazionale Audiovisivodiretto daGaia Tridenteche si svolgerà a Roma dal 9 al 13
Ottobre, Marc Helwing di Miramax ha
raccontato che la serie basata su The Gentlemen di Guy Ritchie
è in fase di sviluppo e sarà disponibile all’inizio del prossimo
anno.
“Guy Ritchie ha diretto The
Gentlemen per noi, qualche anno fa. E in quel film abbiamo trovato
un’opportunità molto ricca, per noi, per una serie – ha
dichiarato Helwing – basta guardare quel numero di personaggi,
quel mondo che Guy descrive nel suo modo così unico, attraverso il
suo punto di vista così personale sullo stile di vita dell’inglese
moderno. Per noi è un’operazione molto divertente da realizzare, e
si sta mettendo insieme, uscirà all’inizio del prossimo
anno.”
Protagonista principale del film è
proprio Matthew McConaughey che interpreta un
uomo d’affari americano che però vive a Londra, dove ha messo in
piedi un ricco e remunerativo impero della marijuana. Quando però
l’uomo vuole ritirarsi dal giro, vendendo la sua “quota di mercato”
a dei miliardari dell’Oklahoma, il mondo intorno a lui si trasforma
in una trappola di ricatti e macchinazioni.
Dato il grande successo di Come un gatto in
tangenziale, che nel 2017 ha incassato oltre 10 milioni di
euro al botteghino, nel 2021 è arrivato al cinema il suo seguito,
dal titolo Come un gatto in tangenziale – Ritorno a
Coccia diMorto (qui la recensione), anch’esso
diretto da Riccardo Milani e con protagonisti
Paola
Cortellesi e Antonio
Albanese, la cui sintonia come coppia cinematografica
ha determinato buona parte del successo del primo film. Con questo
sequel si ripropongono ora le caratteristiche del primo, calate
però in nuove dinamiche, nuovi imprevisti e nuove occasioni per
generare risate.
Anche in questo caso, ad ogni modo,
non manca lo scontro tra personalità provenienti da contesti
completamente diversi, ponendo così a confronto la periferia con le
zone più “altolocate” della città. Una dinamica ispirata ad alcuni
fatti realmente accaduti, come dichiarato dallo stesso regista.
Milani ha infatti raccontato essersi trovato personalmente in una
situazione simile a quella vissuta dal protagonista, senza
ovviamente gli eccessi a cui questi va incontro. Da questa
situazione egli ha così costruito un primo film ricco di
sentimento, che supera le diversità per raccontare una storia in
grado di emozionare e far riflettere su alcune problematiche
sociali.
Con questo sequel porta dunque
avanti quelle dinamiche e anche in questo caso il successo non ha
tardato ad arrivare. Dopo aver visto il primo, dunque, non ci si
può perdere questo secondo capitolo, tra risate e spunti di
riflessione. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Come un gatto in
tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto
Protagonisti di questo sequel sono
ancora l’intellettuale radical chic Giovanni, che
vive nel centro storico di Roma, e l’ex cassiera tatuata
Monica, residente invece in periferia. Le vicende
si svolgono tre anni dopo la fine della loro storia d’amore che,
come i due avevano previsto, ha avuto vita breve, durata proprio
come un gatto in tangenziale. Monica è però poi finita in carcere,
a causa delle gemelle, le quali avevano nascosto nei fusti
dell’olio del locale diverse cose rubate. Per avere una speranza di
uscire il prima possibile non può allora che rivolgersi a
Giovanni.
Quest’ultimo la tirerà fuori di
prigione, ma ad una ben precisa condizione. Monica dovrà infatti
svolgere servizi sociali presso la comunità cattolica di San
Basilio, dove incontrerà Don Davide, un sacerdote
molto affascinante che avrà una certa influenza su di lei. Ancora
una volta, le vite di Monica e Giovanni, quindi, si scontreranno di
nuovo, alla luce anche della presenza della nuova fiamma di
Giovanna, Camilla. Quando poi viene organizzato un
pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi
Sergio, Luce e ovviamente i figli
di ragazzi di Giovanni e Monica, avviene l’impensabile.
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Il cast di Come un gatto in
tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto
Ad interpretare Monica, come già
anticipato, vi è di nuovo Paola
Cortellesi, la quale anche in questo caso si è
sottoposta ad una radicale trasformazione per interpretare tale
personaggio. Grazie ad un trucco massiccio sfoggia infatti i
diversi tatuaggi finti di Monica, ma anche la particolare
capigliatura, oltre ad una serie di piercing e accessori simili.
Accanto a lei, nel ruolo del figlio Alessio, vi è il giovane
Simone De Bianchi. Le sorelle Pamela e Sue Ellen
sono interpretate da Valentina Giudicessa e
Alessandra Giudicessa. L’attore Claudio
Amendola è invece nuovamente presente nei panni di Sergio,
ex marito di Monica.
Antonio
Albanese riprende invece il ruolo dell’intellettuale
Giovanni, un ruolo preparato – come da lui dichiarato – basandosi
esclusivamente su quanto presente in sceneggiatura ma accentuando
qualità come la precisione, la pignoleria e il disgusto per ciò che
esce dalla sua sfera di interesse. Nei panni della figlia Agnese vi
è invece la giovane Alice Maselli. L’attrice
Sonia Bergamasco, invece, riprende invece i panni
di Luce, ex moglie di Giovanni. Fanno il loro ingresso invece
Sarah
Felberbaum nei panni di Camilla e Luca Argentero
in quelli dell’affascinante Don Davide.
La spiaggia Coccia di Morto esiste davvero
La spiaggia citata nel film e parte
del titolo di questo sequel esiste davvero, si trova a 35
chilometri da Roma ed è raggiungibile in meno di un’ora dalla città
percorrendo la via Cristoforo Colombo, passanda per Via Portuense e
imboccando la A91 fino a Viale della Pesca, 120 a Fiumicino. Questo
tratto di litorale laziale si trova all’interno della
Riserva naturale statale Litorale Romano, un’area
protetta che include al suo interno un ampio territorio di
interesse storico-naturalistico tra i comuni di Roma e Fiumicino.
Con i suoi oltre 16mila ettari, è inoltre la più grande area
protetta affacciata sul Mediterraneo.
All’interno di tale Riserva si
trovano siti naturalistici di grande interesse, come le
Dune di
Palidoro e quelle di Capocotta, le
Oasi di Macchiagrande e Castel di
Guido e le pinete di Castel Fusano.
Coccia di Morto è infatti anche una pineta che sorge sempre
nell’area naturalistica, che arriva fino alla spiaggia.Naturalmente
in molti si chiedono il perché di tale nome, Coccia di Morto, il
quale risalirebbe a degli effettivi ritrovamenti sul litorale di
antiche ossa e teschi. Questi sarebbero databili intorno al
Settecento, durante la bonifica della zona, portati lì forse dalle
foci del Tevere.
Nonostante la presenza della Riserva
Naturale, Coccia di Morto è però anche tristemente nota come
“spiaggia più sporca d’Italia”, un titolo assegnatole nel 2016 dal
dossier di Legambiente “Beach Litter”, in cui si spiegava che
questo tratto di litorale del Comune di Fiumicino era più di altri
invaso dai rifiuti. Immondizia portata, per lo più, dalla foce del
fiume Tevere che dista appunto pochi chilometri dalla spiaggia.
Sulla riviera sono stati trovati rifiuti per lo più di materiale
plastico, circa l’83% di quelli ritrovati nel resto d’Italia. Con
le riprese del film svoltesi lì, in molti sono però fiduciosi che
si rinnovi l’interesse a tenere pulito tale spiaggia.
Il trailer di Come un gatto in
tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto e dove vedere il film
in streaming e in TV
È possibile fruire di
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 10ottobre alle ore
21:20 su Canale 5.
Weird Bookha acquisito i diritti di pubblicazione del
fumetto a firma di
Andrea Guglielmino, Marco Scali e Luciano
Costarelli, che uscirà nei primi mesi del 2024. I tre
autori hanno disseminato di indizi la rete nel corso della
lavorazione, lasciando intendere che avrà un tema molto particolare
e ben definito, che avrà a che fare con una riflessione teorica sul
fumetto italiano e che sarà di stampo molto classico, seguendo sia
esteticamente che narrativamente i canoni del fumetto di genere più
noto e seguito nel nostro paese, di stampo prettamente
“bonelliano”.
Il genere? Decisamente horror, con ambientazione a New York negli
anni ’80. I dettagli e
il titolo saranno annunciati entro la fine del 2023.Guglielmino e Scali sono già autori
per Bugs Comics (‘Samuel Stern’), Emmetre Edizioni (‘Garibaldi Vs.
Zombies’), Shockdom (‘Helen Bristol’), Inkiostro e Passenger Press.
Guglielmino è anche autore di saggi di antropologia del cinema
(‘Antropocinema’ ha vinto il premio Domenico Meccoli nel 2015),
Scali è invece esperto sceneggiatore di cortometraggi.
Ai disegni Costarelli, attivo già dagli anni ’90 come colorista per
‘Il Corriere dei Piccoli’. La sua attività è poi proseguita tra
fumetto (Masters Edizioni, Star Comics, Fenix, Forte Editore),
illustrazione (Mondo TV HE, RCS Quotidiani) e pubblicità per
diverse agenzie milanesi. Oggi collabora con Cronaca di Topolinia,
Edizioni Inkiostro, Bugs Comics, Priuli &
Verlucca.
Come nel caso di Garibaldi Vs. Zombies,
Guglielmino ha creduto nel progetto fin dalle prime fasi arrivando
a produrlo in maniera autonoma, per poi proporlo a vari editori:
«Sono molto contento che il fumetto sia stato adottato da Weird»,
ha dichiarato l’autore. «È un editore solido con una tradizione
radicata nell’immaginario del cinema anni ’80, per i vari saggi su
autentiche icone del periodo e sui relativi autori – Cronenberg,
Dante, Spielberg, It, Ritorno al futuro – e anche delle serie a
fumetti dedicate all’Evil Dead di
Sam Raimi. Il cinema e il periodo che maggiormente influenzano
anche noi, ma con una derivazione teorica molto moderna. Per quanto
mi riguarda è una sorta di saggio tematico per vignette, che usa un
espediente semplice ma efficace per poter operare dei ragionamenti
sul fumetto italiano, analogamente a quanto fatto da Alan Moore con
il suo Watchmen per quello
americano».
Aggiunge Marco Scali: «Appartengo alla
generazione che ha visto crescere coi propri occhi il più grande
fenomeno fumettistico italiano, che ho sentito molto vicino anche a
me. Raccontarlo mi ha interessato tantissimo, anche se il fandom ha
i suoi lati oscuri… e qui ne parliamo, esorcizzandoli a dovere.
D’altro canto, se non siamo esperti di esorcismi noi, che scriviamo
Samuel Stern…»
Chiude Costarelli: «Mi sono davvero entusiasmato
a disegnare, con cura, gli anni 80 in questo fumetto; ma la
nostalgia è solo una delle tantissime sfaccettature di una storia
che mi ha colpito con la forza di 1.21 gigawatts. Come capiterà,
sono sicuro, anche a voi leggendolo».
Da oggi disponibili il
trailer e il manifesto di
MUR, documentario che segna l’esordio alla regia
di
Kasia Smutniak. Il manifesto è stato
realizzato dall’artista e giornalista curda Zehra
Doğan.
MUR è stato
presentato in anteprima mondiale al Toronto International
Film Festival e verrà presentato alla Festa del
Cinema di Roma 2023 nella sezione Special
Screening.
È prodotto da Domenico
Procacci, Laura Paolucci,
Kasia Smutniak ed èscritto da
Kasia Smutniak e Marella
Bombini. È una produzione
Fandango in associazione con Luce
Cinecittà e una distribuzione Luce
Cinecittà. Le vendite internazionali sono a cura di
Fandango Sales. Mur esce al cinema il prossimo 20
ottobre.
Mur, la trama
Marzo 2022, da pochi giorni la
Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per
dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per
tempestività e generosità è stata la Polonia, lo stesso Paese che
ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per
impedire l’entrata di altri rifugiati. Una striscia di terra che
corre lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa,
impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del
Muro, il protagonista della storia raccontata in questo film.
Kasia Smutniak esordisce alla regia con un
film che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia. Il
percorso, un incerto e rischioso viaggio nella zona rossa dove
l’accesso non è consentito ai media, inizia davanti a un muro e
davanti a un altro muro finisce. Grazie all’aiuto di attivisti
locali e con una leggerissima attrezzatura tecnica, la regista
raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare. Il
primo muro respinge i migranti che arrivano da terre lontane
attraversando il bosco più antico d’Europa, una frontiera
impenetrabile in un mare di alberi. Puszcza Białowieża, così si
chiama quel bosco, che, proprio come il mare, è un elemento nuovo
per le migliaia di persone che tentano il viaggio. Il secondo,
quello di fronte alla finestra di casa dei nonni a Łódź, dove la
regista giocava da bambina, è il muro del cimitero ebraico del
ghetto di Litzmannstadt.
Cercando di riconciliarsi con il
proprio passato, Kasia Smutniak torna a casa con una forte
consapevolezza: l’accoglienza non deve fare distinzioni, chiunque
sia in pericolo va soccorso, un continente che si definisca
democratico non innalza muri.