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Stan Lee: la figlia fa causa a POW società che detiene i diritti di suo padre

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La figlia di Stan Lee sta lanciando una nuova battaglia legale contro POW! Entertainment, la società che detiene i diritti sul nome, sull’immagine e sulla proprietà intellettuale di suo padre. In una causa intentata martedì presso la Corte Superiore di Los Angeles, JC Lee sostiene che una serie di “transazioni sospette” hanno diluito la sua partecipazione nella società. La denuncia sostiene inoltre che la donna non ha ricevuto i pagamenti previsti dall’accordo sulla proprietà intellettuale.

Stan Lee, il co-creatore di numerosi supereroi Marvel, è morto nel 2018 all’età di 95 anni, lasciando dietro di sé un groviglio di controversie legali. JC Lee, sua figlia e unica erede, ha citato in giudizio POW! Entertainment nel 2019, sostenendo che la società rivendicava ingiustamente la proprietà del nome e delle sembianze di suo padre. Un giudice federale ha archiviato la causa nel 2020, ritenendo che le affermazioni fossero “frivole” e “infondate di fatto e di diritto” e che la questione centrale del caso fosse già stata giudicata più volte.

Il giudice ha ordinato a JC Lee di pagare 1 milione di dollari di sanzioni, nel tentativo di scoraggiare ulteriori controversie futili. Una corte d’appello ha confermato il licenziamento ma ha respinto il lodo delle sanzioni, ritenendo che non fosse giustificato. Nell’ultima causa, JC Lee sta cercando di accedere a POW! Entertainment. La causa sostiene che Stan Lee e la sua defunta moglie, Joan Lee, inizialmente possedevano quasi il 45% della società quando fu fondata nel 2001. Ma la causa sostiene che una serie di transazioni discutibili hanno lasciato il Lee Trust, di cui JC Lee è il fiduciario, con solo il 15% della società.

La causa sostiene inoltre che Camsing International Holdings, la società madre del proprietario di maggioranza di POW! Entertainment, ora intende vendere la propria partecipazione nella società. Dopo aver appreso ciò in agosto, JC Lee, tramite i suoi avvocati, ha richiesto l’accesso ai registri della società ma, secondo la causa, gli è stato negato. La causa sostiene inoltre che a JC Lee sono dovuti dei soldi per la vendita della merce di Stan Lee, nonché uno stipendio annuo per un importo di $ 125.000 che le sarebbe stato pagato in caso di morte di suo padre.

House of Gucci: la vera storia e le differenze con il film di Ridley Scott

Dopo aver realizzato il discusso biopic Tutti i soldi del mondo, il regista Ridley Scott è tornato in Italia per realizzare un altro film biografico, basato stavolta su uno dei più celebri e controversi delitti della storia italiana: quello di Maurizio Gucci. Attorno a tale scioccante evento ruota infatti House of Gucci (qui la recensione), da Scott diretto nel 2021 con il favore dell’azienda Gucci, la quale ha concesso al regista l’accesso completo agli archivi Gucci per ottenere elementi del guardaroba e oggetti di scena vari. Nonostante tale collaborazione, il film si presenta come una versione decisamente glamour e non propriamente fedele di quanto realmente avvenuto.

Basato sul libro del 2001 The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour, and Greed di Sara Gay Forden, il film scritto da Becky Johnston e Roberto Bentivegna è infatti stato concepito da Scott quasi come una parodia della vicenda Gucci. Un’intenzione confermata dall’estemizzazione di certi toni, situazioni e personaggi, che ovviamente non ha incontrato il favore né di alcuni membri della famiglia Gucci né della stessa Patrizia Reggiani. L’interesse generatosi nei confronti del film, da alcuni definito come trash scult, lo ha in ogni caso portato ad essere uno dei più chiacchierati e visti nelle settimane in cui è stato al cinema.

Pur non potendosi dunque aspettare di ritrovare un racconto fedele alla realtà, per lo spettatore appassionato di questo genere di racconti, dove ossessioni, possessioni e follie caratteriali la fanno da padrone, House of Gucci è certamente un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si riporterà poi la vera storia dell’omicidio di Maurizio Gucci ma anche le differenze presenti tra essa e il film. Infine, si elencheranno le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di House of Gucci

Il film House of Gucci si ispira dunque all’impero familiare dietro la casa di moda italiana Gucci. Siamo nel 1978 e nonostante le proteste del padre malato e altezzoso, Rodolfo Gucci, il bell’erede e studente di giurisprudenza Maurizio Gucci si imbarca in una vorticosa storia d’amore con Patrizia Reggiani, un’assertiva arrivista borghese. Mentre la giovane coppia costruisce un futuro insieme, Patrizia trova subito un alleato inaspettato nell’astuto zio Aldo e, a poco a poco, riesce ad entrare nell’impero della moda Gucci. Adesso chi non sta con Patrizia è contro di lei. Quando dunque Maurizio, sempre più corrotto da una vita che inizialmente rifiutava, si innamora di un’altra donna, i guai per lui non tarderanno ad iniziare.

Nel film si ritrovano attori del calibro di Adam Driver nei panni di Maurizio Gucci, mentre Lady Gaga recita nel ruolo di Patrizia Reggiani. Gaga ha preso il suo ruolo così seriamente che ha vissuto nei panni del suo personaggio, Patrizia Reggiani, per un anno e mezzo, parlando spesso con un accento italiano. Recitano poi nel film Jared Leto nel ruolo di Paolo Gucci, il quale per la sua interpretazione ha poi vinto un Razzie Awards come Peggior attore non protagonista, Al Pacino in quelli di Algo Gucci e Jeremy Irons in quelli di Rodolfo Gucci, un ruolo per il quale si era inizialmente pensato a Robert De Niro. Infine, Salma Hayek, Camille Cottin e Jack Huston recitano rispettivamente nei ruoli Giuseppina Auriemma, Paola Franchi e Domenico Del Sole.

House of Gucci storia vera

La vera storia dietro il film: la morte di Maurizio Gucci

Quella raccontata in House of Gucci è la storia del matrimonio tra Maurizio Gucci, imprenditore e presidente della nota casa di moda e Patrizia Reggiani, la quale finì per orchestrare l’omicidio di lui. Fu questo un evento che sconvolse l’opinione pubblica, non solo italiana. Era la mattina del 27 marzo 1995 quando Gucci stava per entrare nel portone di un palazzo di via Palestro, a Milano, dove si trovavano gli uffici della sua società, quando venne ferito e ucciso da quattro colpi sparati da un uomo. Ha avuto a quel punto inizio un’indagine, condatta dal commissario Filippo Ninni insieme al magistrato inquirente Carlo Nocerino, porta ad individuare proprio Patrizia Reggiani come mandante del delitto.

La donna, con cui Gucci era stato sposato dal 1973 al 1994 e dalla quale aveva avuto due figlie per poi divorziare, aveva pubblicamente espresso più volte forti rancori nei confronti di Gucci. Grazie ad una serie di intercettazioni, Patrizia Reggiani venne prelevata dalla sua abitazione la mattina del 31 gennaio 1997 dalla Criminalpol. Nella stessa mattinata vengono arrestati anche il ristoratore Benedetto Ceraulo, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto, Orazio Cicala, l’autista nonché complice dell’assassino, Ivano Savioni, accusato di essere l’organizzatore del delitto procurando il sicario alla Reggiani, e Giuseppina Auriemma, intermediaria fra la mandante del delitto e gli esecutori materiali.

Nonostante Reggiani e Ceraulo non ammetteranno mai la loro colpevolezza, le prove, le intercettazioni e le rivelazioni da parte di altri membri del gruppo sono però state sufficienti per incriminarli. Nel novembre 1998 Patrizia Reggiani e Orazio Cicala sono stati condannati a 29 anni di reclusione, rispettivamente come mandante dell’omicidio e autista del killer; Benedetto Ceraulo all’ergastolo come assassino materiale; Giuseppina Auriemma a 25 anni di reclusione per favoreggiamento e Ivano Savioni a 26 anni come organizzatore dell’assassinio. Reggiani ha poi scontato 18 anni di carcere ed ha concluso la sua pena svolgendo attività di volontariato con affidamento ai servizi sociali da parte dei giudici di sorveglianza.

House of Gucci Lady Gaga Jared Leto

 

Le differenze tra il film e la storia vera

Nonostante si basi su tale vicenda realmente accaduta, il film di Scott vi è tutt’altro che fedele ma anzi il regista ha in più occasioni deciso di prendersi alcune libertà, a partire dall’anno in cui Maurizio e Patrizia si incontrano. Nel film viene infatti detto che i due si incontrano e intraprendono la propria relazione nel 1978, ma nella realtà ciò è avvenuto ben otto anni prima, nel 1970. Per tale motivo, cambia anche la data di nascita delle due figlie della coppia. Alessandra, nata nel 1976, nasce nel film diversi anni dopo, mentre, per ragioni non chiarite, la seconda figlia, Allegra, è completamente assente dal film. Ulteriori libertà narrative si possono poi ritrovare anche sul racconto dei primi mesi della relazione tra i due.

Nel film viene infatti mostrato che Patrizia lavora come contabile presso l’impresa di trasporti di suo padre, ma ciò non corrisponde al vero. Maurizio, dal canto suo, appare riluttante a lavorare per l’azienda di famiglia, mentre nella realtà iniziò a lavorare per Gucci di sua iniziativa nel 1972. È invece veritiero che, dopo la morte di Rodolfo Gucci, nel 1983, Maurizio si è scontrato con suo zio Aldo per il destino dell’azienda, in quanto vedeva suo zio e i suoi cugini come ostacoli ed era intenzionato ad allontanarli. Differente è però l’episodio relativo all’intervento della polizia durante una sfilata di Paolo, poiché nella realtà le forze intervennero per bloccare la presentazione di una collezione di borse firmate appunto da Paolo.

Il film è invece veritiero nel raccontare il modo in cui Maurizio si allontanò da Patrizia, ovvero dicendole che sarebbe partito per un viaggio d’affari a Firenze, senza però tornare mai più da lei. Il giorno dopo la partenza, le fece infatti dare la notizia che il loro matrimonio era finito. Un’importante differenza è poi quella relativa al modo in cui Patrizia conosce la sensitiva Giuseppina Auriemma. Nel film ciò avviene attraverso la tv, dove Auriemma è impegnata in una lettura dei tarocchi in diretta, ma nella realtà le due dono si sono conosciute ad Ischia, durante una vacanza. Reggiani e Auriemma, dunque, erano già amiche di lunga data prima di organizzare l’omicidio di Maurizio.

Infine, proprio riguardo l’omicidio di Maurizio si riscontrano alcune modifiche rispetto a come realmente avvenuto. Nella scena del film, l’imprenditore sta girando in bicicletta per il Quartiere Coppedé a Roma, quando la sua attenzione viene attirata da Benedetto Ceraulo, il quale poi gli spara. Nella realtà, l’omicidio non è avvenuto a Roma, né Maurizio stava andando in bicicletta poco prima di morire. Il tutto si è svolto a Milano, come già riportato, mentre Maurizio saliva gradini del palazzo dove si trovava il suo ufficio. Infine, il giorno dell’omicidio, la scritta “paradiso” sul diario di Patrizia non era in italiano, come mostrato nel film, ma bensì in lingua greca.

Il trailer di House of Gucci e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di House of Gucci grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 11 ottobre alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

All of Us Strangers (Estranei): trailer italiano del film con Paul Mescal

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Il film scritto e diretto da Andrew Haigh All of Us Strangers (titolo italiano: Estranei) sarà presentato in anteprima italiana alla 21esima edizione di Alice nella città. Sono disponibili il trailer e il poster del film interpretato da Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell e Claire Foy, in arrivo prossimamente nel 2024.

Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della loro morte, 30 anni prima.

Searchlight Pictures presenta, in associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione Blueprint Pictures, All of Us Strangers, prodotto da Graham Broadbent, Pete Czernin e Sarah Harvey. Il film, scritto e diretto da Andrew Haigh e ispirato al romanzo “Estranei” di Taichi Yamada, è interpretato da Andrew Scott e Paul Mescal, con Jamie Bell e Claire Foy. La fotografia è di Jamie D. Ramsay, SASC, le scenografie di Sarah Finlay, i costumi di Sarah Blenkinsop, le acconciature e il trucco di Zoe Clare Brown. Il montatore è Jonathan Alberts, ACE, mentre le musiche sono di Emilie Levienaise-Farrouch.

Severus Piton: i 15 migliori momenti del professore di Pozioni a Hogwarts

Senza dubbio uno dei personaggi più interessante della letteratura degli ultimi 20 anni, Severus Piton, della saga di Harry Potter, ha avuto anche la fortuna di essere portato sullo schermo da uno dei migliori attori del panorama cinematografico contemporaneo, il compianto Alan Rickman. Per celebrare personaggio e interprete, vi proponiamo 15 trai momenti migliori del professore di Pozioni a Hogwarts.

Severus Piton e le sue pause drammatiche

Severus Piton e le sue pause drammaticheNessuno, meglio di Piton, sa utilizzare e pause drammatiche nei suoi discorsi. Ovviamente il personaggio, nella saga cinematografica, è stato supportato dalla grande recitazione di Alan Rickman, che spesso è stato parodiato per il suo modo tutto particolare di scandire le parole.

Quando ammette di essere il Principe Mezzo Sangue

Principe Mezzo SangueQuando, nel sesto film/libro, Harry trova il libro “Di proprietà del Principe Mezzo Sangue“, diventa un esperto di Pozioni e piccoli incantesimi. Quando però alla fine della storia, si trova faccia a faccia con Piton che ha appena ucciso Silente e vuole vendicarsi, prova a utilizzare contro il professore un incantesi del Principe. Qui abbiamo la rivelazione. Piton è il Principe Mezzo Sangue. Questo a prova dell’immenso talento di Piton per la magia e gli incantesimi, anche da molto giovane.

La morte di Severus Piton

La morte di Severus PitonNel momento della sua morte, Piton pensa a Lily, e al suo figlio Harry, che ha i suoi occhi. Così, attraverso le sue lacrime, quello che è considerato il più grande eroe della saga regala a Harry i suoi ricordi, per fargli conoscere la verità e gli dice: “Hai gli occhi di tua madre”.

Severus Piton e la prima lezione di Pozioni

Severus Piton e la prima lezione di PozioniMemorabile nei ricordi di tutti, la prima lezione di pozioni nel sotterraneo di Piton ci presenta da subito il conflitto che il professore avrà con il giovane protagonista per tutta la saga. “Peccato, la fama non è tutto, vero Signor Potter?”

Quando si confronta con Raptor

Raptor e PitonNe La Pietra Filosofale, nel libro come nel film, siamo tratti in inganno da Piton, credendolo un servitore di Voi Sapete Chi. Memorabile è il suo confronto con il professor Raptor, nel momento in cui il docente di pozioni ha già capito da che parte sta il nervoso collega.

Quando uccide Silente

Quando uccide SilenteLa scena della Torra di Astronomia, con Silente sofferente e implorante e con Piton che lo uccide è senza dubbio uno dei momenti più strazianti dell’intera saga, e alla luce della verità, è uno dei momenti in cui il professor Piton dimostra tutto il suo immenso coraggio e il suo spirito di sacrificio.

Severus Piton: quando abbraccia il cadavere di Lily

Severus Piton: quando abbraccia il cadavere di LilySi tratta di una scena realizzata per il film, per rendere visivamente meglio i ricordi che Harry spia nel pensatoio. Senza dubbio è il momento più difficile per i fan della saga e per il personaggio è un momento decisivo, che caratterizzerà tutta la sua vita e le sue scelte future.

Quando zittisce Hermione

Qunado zittisce HermioneIn Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Hermione è infervorata durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure in cui Piton sostituisce l’assente Lupin. La studentesse risponde a tutte le domande del professore, ma lui, infastidito dalla preparazione e, diciamolo, dalla saccenza della ragazza, la zittisce: “E’ la seconda volta che parli senza permesso, Signorina Granger. Dimmi sei incapace di trattenerti o provi gusto a essere un’insopportabile so-tutto-io?” Povera Hermione!

Quando impartisce lezioni di saggezza a Harry

Le sue parole di saggezzaDurante le lezioni di Occlumanzia, in L’Ordine della Fenice, Piton redarguisce un lamentoso e arrabbiato Harry con una perla di saggezza: “Nel caso in cui ti fosse sfuggito, Signor Potter, la vita è ingiusta.” Detto da lui è sicuramente vero.

Severus Piton e il suo epico duello con il Professor Allock

Severus Piton e il suo epico duello con il Professor AllockNe La Camera dei Segreti, rimane memorabile il duello di Piton contro il professor Gilderoy Allock.

Quando cerca di proteggere il trio da Lupin che si trasforma

Protegge i ragazziNe Il Prigioniero di Azkaban, Piton scopre il legame tra Sirius Black e Lupin, e durante la trasformazione in lupo mannaro del professore di Difesa contro le Arti Oscure, cerca di proteggere con il proprio corpo Harry, Ron e Hermione.

Quando minaccia di espellere Ron e Harry

Minaccia espulsioneNe La Camera dei Segreti, Harry e Ron usano la magia fuori dalla scuola per arrivare a Hogwarts sulla Ford Anglia volante del signor Weasley. Piton vorrebbe cogliere l’occasione ghiotta per espellere i due giovani Grifondoro.

Severus Piton, quando mente alla professoressa Umbridge

Severus Piton, quando mente alla professoressa UmbridgeDolores Umbridge è senza dubbio uno dei personaggi più diabolici della saga di Harry Potter. Quando la donna scopre Harry che cerca di mettersi in contatto con Sirius nel camino del suo studio, la donna chiede aiuto a Piton, per farsi dare del Veritaserum e costringere Harry a dire la verità. Pito decide di mentire, dicendo di aver finito la pozione. Inoltre, alla sibillina richiesta di aiuto di Harry (Ha preso Felpato e l’ha portato nel posto dove è nascosta), Piton capisce cosa sta accadendo e chiama a racconta l’Ordine della Fenice, che poi soccorrerà i giovani studenti al Ministero.

Quando prende in giro Lupin

Quando prende in giro LupinNe Il Prigioniero di Azkaban, Piton scopre Harry che va in giro per i corridoi della scuola di notte. Il ragazzo sta seguendo Peter Minus sulla Mappa del Malandrino e Piton gli chiede di mostrargli la pergamena incantata. All’apparire di Lupin, che cercherà di salvare Harry dall’ira di Piton, il professore di Pozioni prende in giro il collega dicendogli: “Cosa fai fuori dal letto a quest’ora Remus, una passeggiata al chiaro di luna?”. Uno dei suoi rari momenti di gloria.

Sempre

SempreLa battuta più famosa della saga. Una parola semplicissima che si carica di significato e emozioni quando, scoperta la forma del suo Patronus, Silente capisce che in tutti quegli anni il cuore di Piton è stato fedele, e sempre lo sarà, all’amore per Lily.

Ballerina: recensione del film coreano su Netflix

Ballerina: recensione del film coreano su Netflix

Il concetto del vendicarsi parte, come ben sappiamo, da una specifica e pregressa azione da parte di terzi: un torto subito. Più la sua portata è importante, più sarà impattante, in maniera dunque proporzionale, la vendetta. Nel nostro cinema, l’incidente scatenante che avvia un revenge movie è spesso simile: o è qualcosa che è stata fatta direttamente al protagonista oppure a un suo caro, che sia il figlio, il genitore o il partner. Per Ballerina, nuovo film che va infoltendo il catalogo Netflix in questo non ancora autunnale ottore, è una cara amica.

Una trama che usa un’espediente differente per una storia che comunque seguirà gli stilemi del genere, ma che questa volta parte più dall’esaudire un desiderio, in tal caso di qualcuno che non è stato ucciso ma che si uccide, e che affida la sua resa dei conti a un altro, il quale si prende ben volentieri il grosso carico. Il film, che naviga nel mare dell‘action thriller, è una produzione coreana diretta da Lee Chung-hyun. Presentato in anteprima al 28° Busan International Film Festival nella sezione “Korean Cinema Today – Special Premier”, è disponibile in streaming dal 6 ottobre.

Ballerina, la trama del film

I compleanni non sono un evento che piace a tutti, e sembra proprio essere qualcosa che Ok-ju voglia lasciar passare in sordina quando si tratta del suo. Nonostante questo, un giorno la ragazza si reca in una pasticceria per comprare una torta, ed è lì che incontra dopo tanti anni una sua ex compagna di classe, Min-hee. Ritrovatesi per puro caso, le due da quel momento non si lasceranno più. Min-hee, in realtà, è anche una ballerina professionista, lavoro ben diverso da quello di Ok-ju, la quale per lungo tempo è stata una guardia del corpo personale d’élite per clienti VIP, che però ha messo da parte per potersi riprendere da quel ritmo stressante.

Tutto sembra andare bene, fino a quando una sera Min-hee chiama Ok-ju chiedendole di recarsi a casa sua: ma arrivata lì, lo scenario che le si presenta davanti è tutt’altro che piacevole per lei. L’amica giace infatti in una vasca da bagno piena di sangue. Prima di suicidarsi, però, le ha lasciato un messaggio con su scritto “Per favore, vendicami… so che lo farai.” Decisa a vendicare l’amica, Ok-ju si ritroverà coinvolta nel sottobosco cittadino in cui violenza, droga e prostituzione sono all’ordine del giorno. Ma la resa dei conti deve esserci, è una promessa che ha fatto a Min-hee: e così, sfruttando le proprie capacità investigative ma anche il suo talento nel combattimento, Ok-ju sfiderà colui che ha indotto l’amica a togliersi la vita, e lo farà senza pietà.

Ballerina Jeon Jong-Seo

Un revenge movie convincente

A dare carattere all’angelo della vendetta di Ballerina una Jeon Jong-seo perfettamente calata nel ruolo della sua Ok-ju; recita in sottrazione, si focalizza sullo sguardo smarrito ma deciso, sopra cui la macchina da presa regala travolgenti primissimi piani; si getta nell’oscurità della notte come un felino, indaga, combatte; ricorda gli attimi passati con la sua migliore amica Min-hee (forse anche qualcosa in più), che ringrazia per averla fatta rinascere, e che la spronano ad essere più veloce nelle scelte, più decisiva nelle lotte, più feroce e attenta ai dettagli. Min-hee è uno stimolo continuo per Ok-ju, è un’assenza che nel filo narrativo della vendetta si fa sempre più presenza, accompagnando una musica che incalza, in particolare nelle scene d’azione.

Forse troppo brevi le sequenze fra le due giovani, lampi di luce in una sceneggiatura che si affida di più alla componente action piuttosto che a creare una psicologia più profonda di Ok-ju, solo accennata attraverso il rapporto con Min-hee. Ma a sopperirne la mancanza, che nella buona economia generale del film fa comunque chiudere un occhio, è la sua estetica. A livello visivo, l’uso dei colori al neon che spesso avvolgono la protagonista danno ancora più il senso di ciò che sta accadendo in Ballerina, quasi come se andassero ad enfatizzare i sentimenti e le mosse della sua protagonista. Le sequenze d’azione, poi, alzano l’asticella della pellicola: ben coreografate, con un montaggio frenetico e veloce, supportate da una galleria d’inquadrature efficaci, oltre che da un buon uso della cinepresa, sempre pronta a dare visibilità e coraggio a Ok-ju.

Ok-ju, una protagonista che funziona

Ed è infatti proprio Ok-ju la carta vincente di Ballerina che, nel suo complesso, rimane il tipico revenge movie conosciuto da tutti, solo con un’estetica migliore di altri e uno stile accattivante. Un po’ Nikita, un po’ John Wick, un po’ Black Mamba, Ok-ju detta i tempi narrativi del film, li gestisce senza appesantirne le scene, e intrattiene pur non essendo una protagonista eccessiva nel linguaggio e nel comportamento. Si carica di tutta la narrazione affidandosi alle espressioni, ben equilibrate come dicevamo, dalle quali traspare tutto: freddezza, dolore, passione, frustrazione, rabbia.

Nel complesso, perciò, Ballerina è un film godibile, un tipico revenge movie che sfrutta in maniera adeguata tutti gli elementi del genere, non scadendo nel ripetitivo o nel noioso, pur essendo la sua ossatura narrativa non originale. Netflix, dunque, ancora una volta ci conferma di sapere quali prodotti scegliere per riempire la sua offerta e soddisfare il suo pubblico. E, come nel caso del film di Lee Chung-hyun proposto dal colosso streaming, un po’ d’azione pura “e dura” non fa mai male, soprattutto se al suo centro c’è una vendicatrice che tanto ci ricorda alcuni cult o personaggi amati, da cui – ci vien da pensare – ci si è ispirati per delineare la convincente sicaria Ok-ju.

Daredevil: Born Again, al via “un’importante revisione creativa”

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Daredevil: Born Again, al via “un’importante revisione creativa”

Daredevil: Born Again sta subendo un’importante revisione creativa, stando a quanto ha riportato Variety nell’ultima ora. La serie Disney+ dei Marvel Studios si è recentemente separata dagli sceneggiatori Chris Ord e Matt Corman e sta attualmente cercando nuovi scrittori per rinnovare lo show. Ord e Corman saranno ancora accreditati come produttori esecutivi.

E con meno della metà dei 18 episodi della serie girati prima dell’inizio dello sciopero del SAG-AFTRA, la Marvel ha anche lasciato andare i registi per i restanti episodi della stagione. Alcuni elementi del materiale già girato verranno utilizzati in futuro, ma la Marvel sta cercando di portare la serie in una nuova direzione creativa.

Daredevil: Born Again non è ancora in grado di tornare alla produzione effettiva, poiché gli attori rimangono in sciopero, sebbene siano attualmente in trattative con gli studi per tornare al lavoro. La Writers Guild of America ha recentemente raggiunto un nuovo accordo con gli studios che ha posto fine allo sciopero, con il 99% dei membri della gilda che ha votato per approvare l’accordo all’inizio di questa settimana.

Charlie Cox tornerà nei panni di Matt Murdock, alias Daredevil, nella nuova serie insieme a Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson “Kingpin” Fisk. I due avevano già recitato insieme nella serie Marvel-Netflix Daredevil dal 2015 al 2018.

Invito a un assassinio: la spiegazione del finale del film Netflix

Negli ultimi anni le produzioni spagnole o latinoamericane, grazie soprattutto alle piattaforme streaming, si sono moltiplicate, anche per via del grande successo ottenuto in termini di critica e pubblico. Titoli come La casa di carta, Vis a Vis – Il prezzo del riscatto, Élite, Fenómenas – Indagini occulte o Tin & Tina sono solo alcuni degli esempi più noti di come la produzione – di film o serie TV – di lingua spagnola abbia invaso gli schermi di tutto il mondo. Dal Messico è arrivato su Netflix un altro titolo immediatamente divenuto un grande successo, dal titolo Invito a un assassinio.

Si tratta di un vero e proprio giallo, un whodunit, diretto da J. M. Cravioto (regista già delle serie Diablero, Monarca e Viaggio al centro della terra – quest’ultima disponibile su Disney+), che sembra trarre ispirazioni da quelli di Agatha Christie ma anche da recenti titoli simili come Cena con delitto – Knives Out e il suo sequel Glass Onion. Lo spettatore si trova dunque a seguire la protagonista all’interno di un mistero, da risolvere attraverso la scoperta di indizi, dettagli provenienti dal passato ed errori commessi dall’assassino.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Per chi ha già visto il film o per chi non teme gli spoiler, si entrerà poi nel dettaglio del racconto per una spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere Invito a un assassinio in streaming su Netflix.

Invito a un assassinio spiegazione finale

 La trama e il cast di Invito a un assassinio

Protagonista del film è l’eccentrica miliardaria Olivia, che manda un misterioso invito alla sorellastra Agatha e a un gruppo di vecchi conoscenti per passare un fine settimana sul suo lussuoso yacht. Qui Olivia affronta però i suoi ospiti ricordando a ognuno di loro le passate cause legali nei suoi confronti e avverte che forse uno di loro non tornerà più sulla terraferma. Infatti, crede che uno dei presenti verrà ucciso. All’alba, tutti sentono un forte rumore e quando si recano sul ponte scoprono che Olivia è morta.

Naturalmente, tutti sono sospettati: Carlos (l’ex marito, da cui si è separato dopo la morte della figlia adottiva Elisa), Sonia (l’ex amica), Cary (un attore in declino ed ex fidanzato), Cristina (la governante), Naram (l’insegnante di yoga e fidanzato di Sonia) e Figue (il dottore). Sebbene siano tutti sconvolti dalla morte di Olivia, cercano di tornare alla propria vita. Ma ecco che la polizia ordina loro di restare nella villa della donna fino a quando non verrà scelto chi svolgerà le indagini. Intanto, Agatha cerca di scoprire la verità, facendosi aiutare da un’ufficiale di polizia principiante, Iris.

Ad interpretare la protagonista Agatha vi è l’attrice Regina Blandón, mentre Maribel Verdú interpreta Olivia. L’attrice Stephanie Cayo ricopre il ruolo di Sonia, mentre Manolo Carodna è Cary. Aarón Díaz interpreta Naram, José María de Tavira è Figue e Juan Manuel Pernas interpreta Gustavo. Completano il cast Pedro Damián nel ruolo di Carlos, Helena Rojo nei panni di Cristina e Andrea Aldana è Renata. Mariana Cabrera, infine, è Iris, l’ufficiale di polizia.

Invito a un assassinio cast

La spiegazione del finale di Invito a un assassinio

Verso la fine di Invito a un assassinio, Agatha scopre che Naram aveva un legame con Olivia e che in realtà si chiama Ramiro Godoy. Inoltre, Naram si rivela essere il fratello della madre biologica di Elisa e che credeva che la nipote, figlia adottiva di Olivia e Carlos, fosse morta durante il parto di sua sorella, Renata. Invece ha poi scoperto che era viva e che viveva con Olivia. Ramiro sapeva inoltre che sua sorella era rimasta vittima di un’organizzazione gestita da Carlos, il quale spesso portava via i bambini dalle loro madri, dicendo a quest’ultime che erano morti durante il parto. In realtà, li consegnava a coppie ricche in cerca di adozione.

Renata, tuttavia, si era suicidata per il dolore, inconsapevole che sua figlia era in realtà era viva. Due anni dopo Elisa è però effettivamente morta e la notizia è apparsa su tutti i giornali. In quel momento Ramiro ha capito tutto e ha cercato così di avvicinarsi a Olivia per scoprire la verità. Per arrivare a lei si è allora servito di Sonia, con cui aveva un obiettivo in comune: distruggere Olivia. Ma la ricca Olivia, dopo aver scoperto cosa è accaduto a Renata, ha promesso a Ramiro che le avrebbe reso giustizia. Per riuscire in ciò, Olivia, sapendo di avere un male incurabile, ha scelto di suicidarsi, così la polizia avrebbe indagato e scoperto finalmente cosa realmente fa il suo ex marito Carlos.

Nelle scene finali, inoltre, Agatha scopre che il dottor Figue sapeva del male di Olivia e l’ha aiutata a suicidarsi, somministrandole una dose mortale di morfina, per alleviare i dolori. Così facendo ha ricambiato un favore che la donna gli aveva fatto anni prima. Agatha, comprendendo che Figue non aveva cattive intenzioni, decide di non rivelare a nessuno questo dettaglio, evitando così che possa incorrere in problemi. Svelato il mistero e con Carlos e la sua domestica Cristina arrestati, Agatha eredita tutte le ricchezze della sorella e va alla ricerca di nuovi casi da risolveri, aprendo dunque a potenziali sequel.

Il trailer di Invito a un assassinio e come vedere il film in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Invito a un assassinio unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 4° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonte: IMDb

Carbonia Cinema Giovani Filming Lab: al via il bando

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Carbonia Cinema Giovani Filming Lab: al via il bando

Dopo il successo della scorsa stagione, che ha portato alla realizzazione del film Come scintille nel buio presentato in anteprima a Bologna nel mese di giugno 2023 al Biografilm, torna per il secondo anno consecutivo Carbonia Cinema Giovani Filming Lab. Il corso residenziale per giovani filmakers, promosso da CSC Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, Carbonia Film Festival in collaborazione con Ucca – Unione Circoli Cinematografici Arci, con la partecipazione dei Servizi Audiovisivi dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e il patrocinio del Comune di Carbonia, si svolgerà tra novembre e dicembre e sarà curato ancora una volta dal regista Daniele Gaglianone con la collaborazione del filmaker e sociologo Chicco Angius come tutor del progetto.

È stato lanciato oggi il bando nazionale per l’edizione 2023, tramite il quale saranno selezionati 6 giovani che parteciperanno a un corso residenziale tra novembre e dicembre volto alla realizzazione di un lavoro collettivo.

“Dopo la bella esperienza dell’anno scorso, ritornerò a Carbonia alla Fabbrica del cinema per il secondo Filming Lab. Il lavoro con i ragazzi è sempre molto stimolante, e mi aspetto molto da loro. Con la realizzazione di “Come scintille nel buio” avevamo ottenuto buonissimi risultati, che spero potremo addirittura migliorare quest’anno” commenta il regista Daniele Gaglianone.

Tema centrale del laboratorio è la relazione con il materiale d’archivio, con lo scopo di partire dal passato per raccontare il presente. Servendosi dei materiali disponibili grazie al progetto regionale di raccolta di cinema di famiglia “La tua memoria è la nostra storia” attuato dai tre Centri di Servizi Culturali della Società Umanitaria di Alghero, Cagliari e Carbonia, i giovani partecipanti avranno la possibilità di lavorare con le pellicole che, girate a partire dal secondo dopoguerra sono in grado di raccontare un’epoca ma anche un paese.

Scopo dell’iniziativa è consentire al gruppo di  giovani filmmaker di entrare a contatto con la realtà del progetto Fabbrica del Cinema che dal 2015 intende promuovere la cultura e la fruizione di un territorio, facendone conoscere anche memoria storica e beni paesaggistici.

Quattro saranno le fasi del progetto. La prima fase conoscitiva, a distanza, consisterà in una serie di incontri online con regista, tutor e altri partecipanti, e prevederà visione di materiale rilevante della raccolta “La tua memoria è la nostra storia”. La seconda fase, a Carbonia dal 12 al 23 novembre, sarà dedicata alla formazione e alle riprese. La terza fase sarà quella del montaggio, seguita dalla quarta e ultima fase che si terrà a dicembre a Carbonia volta all’individuazione, con il gruppo, di una linea condivisa che sarà portata a termine dal regista e dal tutor del corso.

Il bando si rivolge a giovani professionisti e non di età compresa tra i 20 e i 32 anni, che abbiano frequentato o stiano frequentando una scuola di cinema o abbiano una formazione o competenza già avanzata, anche come autodidatti, in filmmaking, e siano disponibili a frequentare per intero le attività in loco e partecipare a quelle a distanza. Le candidature resteranno aperte fino al 22 ottobre.

Il bando e il relativo form di iscrizione saranno consultabili e applicabili sul sito del Carbonia Film Festival a questo indirizzo.

Il film realizzato nell’ambito del progetto verrà distribuito gratuitamente da Ucca – Unione Circoli Cinematografici ARCI all’interno del catalogo della rassegna itinerante di cinema del reale “L’Italia che non si vede”. Sarà previsto un momento di presentazione pubblica nella città di Carbonia, oltre a eventuali presentazioni nell’ambito di festival cinematografici.

Il progetto è finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna all’interno delle politiche di sviluppo cineportuali e intende favorire l’incontro tra formazione, produzione e conoscenza.

Il Csc Carbonia della Società Umanitaria opera nel territorio da oltre 50 anni occupandosi di didattica degli audiovisivi e di promozione della cultura audiovisiva.

La Fabbrica del Cinema nasce nel 2015 con l’intento di preservare, conservare e produrre la memoria storico-audiovisiva del territorio e fino ad oggi ha investito le sue risorse in numerosi progetti di formazione e produzione.

I Servizi Audiovisivi dello SBIS dislocati presso la Fabbrica del Cinema gestiscono tutti i servizi di assistenza audiovisiva, produzione e formazione agli audiovisivi legati ai comuni aderenti al Sistema, svolgendo questo lavoro in stretta sinergia con il CSC Carbonia della Società Umanitaria.

Il Carbonia Film Festival dal 2016 promuove ogni anno la formazione di giovani operatrici e operatori del settore attraverso il programma Carbonia Cinema Giovani.

Ucca – Unione Circoli Cinematografici Arci è un’associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967. Associa più di 150 circoli in tutta Italia con un importante circuito di sale e arene estive.

Il Conte di Montecristo: Sam Claflin è Edmond Dantes nella prima foto

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PALOMAR in collaborazione con DEMD productions e in collaborazione con RAI FICTION, FRANCE TELEVISIONS, MEDIAWAN RIGHTS ed ENTOURAGE sono orgogliose di annunciare la serie, in 8 puntate da 52 minuti, Il Conte di Montecristo.  Il gruppo di partner europei ha interamente finanziato la serie – che è una produzione indipendente e rientra tra i nuovi progetti dell’Alleanza Europea – le cui riprese avranno luogo in Francia, Italia e Malta fino a metà dicembre.

La regia della serie è affidata al visionario regista danese Bille August, (“Pelle alla conquista del mondo”, Palma d’oro a Cannes e Oscar per il Miglior film straniero; “Con le migliori intenzioni”, Palma d’oro a Cannes; “La casa degli spiriti”, “I Miserabili”, “55 passi”).

Un prestigioso cast dà nuova vita a uno dei romanzi senza tempo e più popolari di sempre della letteratura francese, “Il Conte di Montecristo”. L’attore inglese Sam Claflin (“Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare”, “Hunger Games”, “Peaky Blinders”, “Daisy Jones & the Six) è Edmond Dantes, l’iconico protagonista del romanzo.

Il cast include, tra gli altri, Ana Girardot, Mikkel Boe Følsgaard, Blake Ritson, Karla-Simone Spence e gli attori italiani Michele Riondino, Lino Guanciale, Gabriella Pession e Nicolas Maupas.

Guardando con rispetto al passato, ma con un approccio moderno e sensibile, i produttori e il regista hanno voluto conservare la ricchezza originale della storia per valorizzare l’eredità letteraria di Alexandre Dumas, esplorando e approfondendo allo stesso tempo le motivazioni dei personaggi e gli aspetti emotivi e psicologici delle loro personalità.
La serie si contraddistingue anche per un inedito punto di vista sui personaggi femminili, tra tutti quello della giovane Haydée che conferirà un tocco di modernità al racconto: non più la schiava timorosa ma una giovane donna coraggiosa.

Carlo Degli Esposti – Palomar – «Il Conte di Montecristo è uno dei romanzi che più mi stanno a cuore e farne una serie è un grande risultato professionale, soprattutto perché vanta un talentuoso regista come Bille August (che porterà modernità all’interno della tradizione) e un protagonista di grande livello quale Sam Claflin. È inoltre un grande onore realizzare questa serie con DEMD e Mediawan, stimati colleghi francesi. La sfida che vogliamo vincere è quella di trasporre un grande classico della letteratura europea in una fiction televisiva per le nuove generazioni

Sébastien Pavard – DEMD Productions – «È un’incredibile opportunità e una grande sfida essere parte attiva di una serie di questo calibro, riprendendo un romanzo pubblicato nel 1844 da un autore francese così prolifico come Alexandre Dumas, adattato così tante volte per il cinema e la televisione, rinnovando la tendenza ad una nuova collaborazione europea, con attori di fama internazionale, insieme ai nostri cugini italiani di Palomar.»

Elisabeth d’Arvieu – Mediawan Pictures – «Il progetto Montecristo è estremamente emozionante perché incarna ciò che Mediawan è in grado di immaginare e costruire intorno a un’opera iconica interpretata da un cast prestigioso. È il frutto della collaborazione di due fra le più prolifiche case di produzione del gruppo – Palomar in Italia e DEMD in Francia – la cui esperienza e il cui know-how sono supportati dalla nostra divisione di distribuzione Mediawan Rights e da un partner come Entourage. È il risultato di tutto ciò che facciamo per coltivare il talento e portare al pubblico i progetti internazionali più creativi e ambiziosi.»

Maria Pia Ammirati – Rai Fiction – «Alexandre Dumas è un maestro di storie che hanno il motore della serialità. Riportare sul piccolo schermo, a distanza di 57 anni dallo storico sceneggiato del 1966 con Andrea Giordana, il racconto archetipico de Il conte di Montecristo non solo è coerente con la linea editoriale di Rai Fiction ma ci entusiasma anche per la possibilità di collaborare a una nuova coproduzione internazionale dell’Alleanza Europea con Palomar, Demd Productions e France Télévisions per offrire al pubblico di oggi – ai giovani in particolare – un grande classico in una rilettura contemporanea. Siamo felici di poterlo fare al meglio della qualità con un regista autorevole come Bille August e un cast internazionale guidato da Sam Claflin.»

Manuel Alduy – France Télévisions – Il Conte di Montecristo contiene in sé tutti gli ingredienti di una grande serie internazionale che saprà intrattenere il nostro pubblico francese: l’adattamento di una famosissima storia che proviene dal patrimonio letterario nazionale, una produzione ambiziosa curata da Palomar e DEMD, un cast di alto livello guidato da un grande autore quale Bille August. Siamo molto orgogliosi di essere partner di RAI in questa nuova coproduzione, il nostro dodicesimo progetto internazionale coprodotto dalla European Alliance”

Talk To Me: Plaion Pictures vince il ricorso. Ripristino del divieto a 14 anni

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Torna a far parlare di sé il film horror fenomeno dell’anno Talk To Me, diretta dagli emergenti e talentuosi gemelli Danny e Michael Philippou.

Mentre la pellicola prosegue a mietere incassi restando salda ai primi posti del box-office italiano con un totale di 1.503.559 euro, si appresta alla terza settimana di programmazione con ancora oltre 220 sale. Plaion Pictures, che distribuisce in Italia il film attraverso la propria etichetta horror Midnight Factory, gioisce però anche per un’altra importante soddisfazione.

Con il film già in sala, Talk To Me era stato precedentemente vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura. Plaion Pictures, dopo aver appreso con stupore la nuova richiesta di classificazione e aver intrapreso un ricorso verso la decisione della Commissione, è lieta di annunciare di aver vinto il ricorso. Il riesame da parte della Commissione ha accolto le motivazioni della distribuzione a sosteno del ricorso e Talk To Me può dunque proseguire la sua programmazione in sala con l’autoclassificazione VM14 (12 se accompagnati da un genitore o tutore).

Commenta la direttrice marketing Frida Romano: “Siamo veramente felici che l’istanza di ricorso sia stata accolta favorevolmente e che sia stato compreso come i temi che avevano inizialmente determinato il divieto ai minorenni siano in realtà quegli stessi elementi di cui il film si fa strumento di denuncia e critica sociale.

Siamo molto soddisfatti che da oggi anche gli adolescenti, a cui è in prima istanza rivolto il film, possano vedere Talk to Me sul grande schermo, dal momento che il film affronta – attraverso le dinamiche del genere horror – temi attuali per i ragazzi.

Talk To Me è nelle sale italiane (con divieto VM 14) grazie a Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

Sinossi: Un gruppo di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?

DCU: Jason Momoa sarebbe in trattative per Lobo?

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DCU: Jason Momoa sarebbe in trattative per Lobo?

Continuano a circolare notizie contrastanti in merito al futuro del DCU al cinema. Nonostante gli annunci ufficiali di James Gunn e Peter Safran, sono molte le domande che attanagliano i fan, soprattutto in merito a quella che sarà la sorte degli attori che potremmo rivedere o meno nei panni degli eroi DC.

All’inizio, lo stesso Gunn sembrava convinto di proporre un universo nuovo, ripartire da zero. Poi sono arrivate le prime conferme che sì, sarebbe stata una ripartenza da zero, ma non per tutti, visto che attori quali Viola Davis (Amanda Waller) e John Cena (Peacemaker) avrebbero continuato a interpretare i rispettivi personaggi DC.

Recentemente, anche Gal Gadot ha indicato che potrebbe riprendere il ruolo di Wonder Woman per un terzo film sotto lo stendardo DCU, ma Variety ora sembra aver sfatato questa storia una volta per tutte.

Nel drammatico report relativo a Aquaman e il Regno Perduto (maggiori informazioni qui), si sottolinea anche che “nessuna delle star scelte da Zack Snyder per Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016 e Justice League del 2017 – inclusi Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot, Jason Momoa e Ezra Miller – riprenderanno i loro ruoli nel nuovo universo DC.”

Niente di tutto ciò è particolarmente sorprendente, soprattutto dopo la performance al box office decisamente sottotono di The Flash, ma ciò che è interessante è che Variety conferma anche che Jason Momoa è ufficialmente entrato in trattative per interpretare Lobo. Si prevede che l’ex attore di Game of Thrones farà il suo debutto già in Superman: Legacy o in un progetto autonomo in un secondo momento.

Si dice anche che, contrariamente a quanto eravamo portati a credere, Gunn e Safran non godono della stessa autonomia di Kevin Feige alla Marvel per quanto riguarda le uscite sul piccolo schermo della DC, anche se una fonte di Max afferma che “la collaborazione tra la DC e i dirigenti di Max, Sarah Aubrey e Casey Bloys, ha funzionato perfettamente.”

Qualunque cosa accada con il rilancio, vale la pena notare che Variety afferma anche che molte fonti sono “convinte che un’altra società, molto probabilmente la Universal, acquisterà Warner Bros. entro due anni, facendo sembrare bizzarre le recenti sottotrame e gli sconvolgimenti DC”. Se ciò dovesse accadere, potremmo assistere a un altro grande cambiamento tra poco tempo.

Ironheart: nuovi rumors sul ruolo di Alden Ehrenreich

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Ironheart: nuovi rumors sul ruolo di Alden Ehrenreich

Anche se il mondo non ricorderà con amore il suo film sulla giovinezza di Han Solo, Alden Ehrenreich ha comunque dimostrato carattere e coraggio nell’accettare un personaggio che lo avrebbe messo a confronto con Harrison Ford, cosa che potrebbe avergli fruttato il suo prossimo ruolo nella serie Marvel Disney+, Ironheart. 

Secondo nuovi rumors circolati in rete, il suo personaggio potrebbe avere finalmente un’identità. La teoria prevalente finora è stata che Alden Ehrenreich interpreterà Ezekiel Stane, il figlio di Obadiah Stane, primo villain del MCU, che abbiamo visto in Iron Man del 2008.

Tuttavia, un elenco di copyright statunitense dei Marvel Studios (via ComicBook.com) rivela un ruolo molto diverso per l’attore. Secondo questo, l’ex pilota del Millennium Falcon interpreterà “Joe McGillicuddy” in Ironheart.

Non ci sono personaggi nei fumetti con quel nome e certamente nessuno che abbia legami con Riri Williams o Tony Stark. Ovviamente, con Sacha Baron Cohen elencato come “uomo misterioso” diremmo che si tratta di un nickname per evitare spoiler.

All’inizio di quest’anno, Ehrenreich ha parlato del lavoro con Robert Downey Jr. su Oppenheimer e ha rivelato: “Stava parlando di ‘microdosaggio’ di progetti commerciali accanto a quelli artistici, e poi, subito prima di dire di sì, l’ho semplicemente chiamato su FaceTime e gli ho detto, ‘C’è qualcosa che devo sapere prima di firmare questo?’ Pensavo, ‘Dirà: ‘Non farlo’?'”. “Penso che abbiano chiesto ad Harrison Ford prima di [Solo] cosa avrebbe detto al prossimo Han Solo, e lui ha detto: ‘Non farlo.’ Ma Downey non l’ha detto, e ho avuto l’onore di presentargli Dominique Thorne (che interpreta Riri Williams, ndr)”, ha continuato Ehrenreich. “Non si conoscevano e non si erano ancora parlati, quindi li ho messi in contatto tra loro.” “È così incredibilmente dolce e generoso, ed era così felice di parlare con lei e incoraggiarla. Quindi è stato davvero carino.”

In Ironheart, l’affascinante super genio adolescente Riri Williams (Dominique Thorne) ritorna dal MIT alla sua città natale di Chicago con la sua tuta di ferro e inizia a vivere una sua avventura, dopo gli avvenimenti che l’hanno coinvolta in Wakanda. La serie non ha attualmente una data d’uscita, ma non è previsto che arrivi su Disney+ prima dell’inizio del 2025.

Candy Cane Lane: le prime immagini del film delle Feste con Eddie Murphy

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Prime Video ha diffuso le prime immagini di Candy Cane Lane, che sarà disponibile in tutto il mondo il 1° dicembre 2023. Per la prima volta in carriera, Eddie Murphy mette alla prova il suo talento comico a un film delle feste. Il regista Reginald Hudlin, Murphy e il produttore Brian Grazer, si riuniscono per la prima volta dopo il loro successo del 1992 Il principe delle donne (Boomerang). La sceneggiatura è di Kelly Younger, ispirata ai suoi ricordi d’infanzia durante il periodo delle feste natalizie a Candy Cane Lane, a El Segundo in California.

Nel cast di Candy Cane Lane ci sono Eddie Murphy, Tracee Ellis Ross, Jillian Bell, Thaddeus J. Mixson, Ken Marino, Nick Offerman, Robin Thede, Chris Redd, Genneya Walton, Madison Thomas, Anjelah Johnson-Reyes, Lombardo Boyar, D.C. Young Fly, Danielle Pinnock, Timothy Simons, Riki Lindhome, Stephen Tobolowsky.

Eddie Murphy è il protagonista di questa avventurosa commedia delle feste su un uomo con la missione di vincere il concorso annuale del suo quartiere per la casa con la miglior decorazione natalizia. Dopo che Chris (Eddie Murphy) stringe inavvertitamente un accordo con un’elfa birichina di nome Pepper (Jillian Bell) per avere più chance di vittoria, quest’ultima lancia un incantesimo che porta in vita i “12 giorni di Natale” creando scompiglio in tutta la città. Con il rischio di rovinare le feste a tutta la sua famiglia, Chris, sua moglie Carol (Tracee Ellis Ross) e i loro tre figli devono imbarcarsi in una corsa contro il tempo per riuscire a spezzare l’incantesimo di Pepper, combattere subdoli personaggi magici e salvare il Natale per tutti.

Ian McKellen aveva sconsigliato a Patrick Stewart di accettare il ruolo in Star Trek

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Patrick Stewart rivela nel libro di memorie, “Making It So” (via Insider), che l’amico e collega di lunga data Ian McKellen gli consigliò di rifiutare Star Trek e restare in teatro nel momento in cui Stewart stava considerando l’idea di partecipare a un importante franchise di Hollywood.

“Quando gli ho detto che avrei firmato il contratto, ha quasi tentato di impedirmi fisicamente di farlo”, scrive Stewart riguardo al consiglio di McKellen. “‘No!’, disse. «No, non devi farlo. Non devi. Hai troppo lavoro teatrale importante da fare. Non puoi buttarlo via per fare la TV. Non puoi. NO!'”

“Ci sono poche persone, soprattutto per quanto riguarda la recitazione, dei cui consigli mi fido più di quelli di Ian”, continua Stewart. “Ma questa volta dovevo dirgli che sentivo che il teatro sarebbe tornato nella mia vita non appena fossi stato pronto, mentre un’offerta per il ruolo principale in una serie TV americana forse non sarebbe mai più arrivata.”

Patrick Stewart ha fatto decisamente la scelta giusta, ma non solo. Qualche anno più tardi, anche Ian McKellen ha detto di sì a un importante franchise hollywoodiano che lo ha messo di fronte proprio al suo caro amico e sodale Stewart. A oggi, i due sono ancora una delle coppie di avversari cinematografici più iconiche della storia: il Professor X e Magneto.

Margot Robbie e Ryan Gosling di nuovo insieme per il prequel di Ocean’s 11

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Il fascino combinato di Margot Robbie e Ryan Gosling ha contribuito a far incassare a Barbie a 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo, un incasso lordo record per il distributore Warner Bros. Lo studio spera chiaramente di replicare questo successo con il suo prossimo progetto ambientato nell’universo di Ocean’s 11. Il film prequel riunirà infatti Robbie e Gosling sul grande schermo. Il film sarà il primo progetto del franchise dopo Ocean’s 8 guidato da Sandra Bullock e Cate Blanchett nel 2018. Non si sa molto del prequel oltre al coinvolgimento di Robbie, Gosling, del regista Jay Roach e della sceneggiatrice Carrie Solomon.

“Non posso davvero dire molto”, ha recentemente dichiarato a Games Radar Josey McNamara, dirigente di LuckyChap Entertainment e produttore del prequel di Ocean’s 11, a proposito del progetto. “Ma penso che stiamo solo cercando di comportarci bene con il franchise. Sono entusiasta che le persone possano sperimentarlo quando sarà pronto”. “Sono meravigliosi insieme”, ha detto in merito alla coppia sullo schermo “Più progetti riusciamo a fargli fare insieme, meglio sarebbe.”

McNamara ha co-fondato LuckyChap insieme a Margot Robbie, Tom Ackerley e Sophia Kerr. La compagnia ha prodotto Barbie e prossimamente uscirà nei cinema il successo festivaliero di Emerald Fennell Saltburn. LuckyChap sostiene anche il prequel in questione.

I dettagli della trama del prequel sono ancora sconosciuti, ma la storia dovrebbe essere ambientata nell’Europa degli anni ’60, molto lontana da Las Vegas, dove era ambientato il film originale del 1960 con Rat Pack e la trilogia dei primi anni 2000 con protagonista George Clooney. Ocean’s 8 era invece ambientato a New York, in occasione del Met Gala.

Arnold Schwarzenegger, per Conan il Barbaro ha “morso un vero avvoltoio morto”

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Il nuovo libro di Arnold Schwarzenegger “Be Useful: Seven Tools for Life”, un manuale motivazionale e un memoir, ricorda le cose folli che l’attore ha dovuto fare per realizzare i suoi ruoli cinematografici più iconici. Tra le altre cose, il libro rivela che Schwarzenegger ha morso un vero avvoltoio morto durante le riprese di Conan il Barbaro del 1982. L’attore scrive che il regista del film, John Milius, lo ha costretto a fare “cazzate terribili” durante la realizzazione del film.

“Ho imparato a cavalcare cavalli, cammelli ed elefanti. Ho imparato a saltare da grandi rocce, come arrampicarmi e dondolarmi da lunghe corde, come cadere dall’alto”, scrive Schwarzenegger (via Insider). “Praticamente ho frequentato un’altra scuola professionale, quella per aspiranti eroi d’azione.”

“E poi, oltre a ciò, Milius mi ha fatto fare ogni genere di cose terribili. Ho strisciato tra le rocce, ripresa dopo ripresa, finché i miei avambracci non hanno sanguinato. Sono scappato dai cani selvaggi che sono riusciti a prendermi e trascinarmi in un rovo”, continua Schwarzenegger. “Ho morso un vero avvoltoio morto che mi ha costretto a lavarmi la bocca con l’alcol dopo ogni ripresa. (La PETA si divertirebbe molto con questo aneddoto). In uno dei primi giorni di riprese mi sono procurato uno squarcio sulla schiena che ha richiesto quaranta punti di sutura”.

Qualunque difficoltà abbia sopportato Arnold Schwarzenegger sul set di Conan il Barbaro non è stata sufficiente a dissuaderlo dal recitare nel sequel del 1984, Conan il Distruttore, sebbene quel film fosse diretto da Richard Fleischer e non da John Milius.

Conan il Barbaro non è stato certo l’unico film in cui Schwarzenegger ha fatto cose folli durante le riprese. L’attore racconta nel libro che per interpretare l’omonimo ruolo di cyborg in Terminator di James Cameron è stato costretto a eseguire ogni acrobazia con la pistola con una benda sugli occhi.

“In ‘The Terminator’, stava diventando una macchina: bendarmi finché non riuscivo fare ogni acrobazia con la pistola con gli occhi chiusi, e sparare così tanti colpi a distanza che non battevo più le palpebre quando la mia pistola sparava”, scrive Schwarzenegger. “In Terminator 2 mi sono esercitato così tante volte nell’armamento del fucile che mi hanno sanguinato le nocche per un totale di due secondi di tempo sullo schermo. Non mi sono lamentato.”

Qualunque sia stato lo sforzo di Arnold Schwarzenegger sui set dei suoi film, ogni gesto, per quanto folle, ha contribuito a renderlo una vera e propria icona contemporanea.

Richard Linklater: nei suoi sogni, girare un film in francese “come fosse della nouvelle vague”

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In una conversazione con il collega regista Gregg Araki per Interview Magazine, Richard Linklater ha rivelato che spera di girare un film in francese, girato in esterni a Parigi. Araki ha detto al regista: “Ho visto Ruby Rich ieri sera. Ha fatto le domande e risposte per la nostra proiezione di “Nowhere” all’IFC Center. E diceva che girerai qualcosa a Parigi?” Linklater ha replicato che non girerà lì, ma che è un suo sogno: “Sì, girare un film in francese. Come fosse della nouvelle vague”.

Linklater finora ha realizzato solo film in lingua inglese, ma ha già girato in Francia. Il secondo film della sua trilogia romantica “Before”, Before Sunset, con Ethan Hawke e Julie Delpy, è ambientato a Parigi. Nel primo film Prima dell’alba, l’americano Jesse si innamora della francese Céline nel corso di una giornata a Vienna; le loro diverse nazionalità giocano un ruolo significativo nella loro relazione. Infatti, nel seguito, si incontrano di nuovo a Parigi, e passano insieme un’altra giornata.

Il lavoro di Linklater è apprezzato anche in Francia. Nel 2019, il Centre Pompidou di Parigi ha esposto una retrospettiva di Richard Linklater incentrata su come il regista di Boyhood mette in mostra il tempo nei suoi film, cosa che da sempre ha caratterizzato il suo sguardo unico sul mondo e sulle relazioni.

Abbiamo visto l’ultimo film di Richard Linklater, Hit Man, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 2023. Il film arriverà in Italia grazie a Netflix.

Patrick Stewart rivela che per il provino per Jean-Luc Picard gli venne chiesto di indossare una parrucca

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Nel suo libro di memorie, “Making It So”, Patrick Stewart ha raccontato che i dirigenti della Paramount volevano che facesse un provino per il ruolo del Capitano Jean-Luc Picard in Star Trek: The Next Generation con una parrucca, e che quindi lui aveva chiesto alla sua allora moglie, Sheila Falconer, di spedirgliene una da Londra a Los Angeles.

“Proprio mentre stavo salendo sul mio aereo a Heathrow, il mio agente di Londra chiamò Sheila a casa e la informò che quelli della Paramount si erano messi in contatto, chiedendole se possedevo un parrucchino e, in caso lo avessi, se potevo portarlo all’audizione” Stewart scrive (tramite Insider). “Sheila ha diligentemente recuperato la mia ‘parrucca per l’audizione’ dal suo spazio nel mio guardaroba e l’ha imballata, dopodiché un rappresentante della British Airways l’ha ritirata e l’ha caricata su un volo successivo per Los Angeles.”

“Non so se il mio parrucchino abbia volato in prima classe”, continua. “Ma quando è arrivato negli States, sono tornato a LAX per recuperarlo. Era pronto nella mia valigetta quando lunedì mattina sono andato al parcheggio dei Paramount Studios.”

Stewart ha indossato la parrucca per la sua audizione per Star Trek: The Next Generation, che consisteva nella lettura di una sola scena. L’attore ha chiaramente impressionato i dirigenti presenti nella stanza tanto da giustificare una loro visita nel suo camerino in seguito. A quel punto, tuttavia, Stewart si era tolto la parrucca ed aveva il suo normale look calvo. A quel punto, l’attore immaginava che quella visita in camerino fosse un saluto di cortesia, dal momento che gli venne soltanto augurato un buon viaggio di ritorno. Ma è stato poi informato che i dirigenti lo erano andati a trovare in modo che potessero vederlo con la testa calva, senza la parrucca. La sua audizione li aveva impressionati, ma la parrucca non doveva averli convinti troppo. Chiaramente l’audizione e la testa calva di Stewart sono state la combinazione vincente, poiché ha ottenuto il ruolo del Capitano Jean-Luc Picard, una presenza costante e amatissima del franchise di Star Trek fino a oggi.

Ridley Scott ripensa alla “brutta” produzione di Blade Runner e dice agli hater di “andare a farsi fo****e”

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Il regista di Blade Runner Ridley Scott ha ripensato all’esperienza vissuta sul set e ha dichiarato che gli spettatori e i critici che pensavano che il suo film di fantascienza del 1982 fosse “stupido” possono “andare a farsi fottere”. 

In una recente intervista con Total Film Magazine, tramite Slash Film, Ridley Scott ha riflettuto sulla produzione di Blade Runner, che è stata documentata come un’esperienza travagliata e ha portato all’uscita di diverse versioni del film negli ultimi due decenni.

Ridley Scott racconta della sua “brutta” esperienza con Blade Runner

“[Le riprese] sono state una brutta esperienza per me“, ha detto Scott. “Ho avuto partner orribili. Ragazzi della finanza, che mi uccidevano ogni giorno. Avevo avuto molto successo nella gestione di un’azienda e sapevo che stavo realizzando qualcosa di molto, molto speciale. Quindi non accetterei mai un no come risposta. Ma non capivano cosa avevano. Lo giri, lo modifichi e lo mixi. E quando sei a metà, tutti dicono che è troppo lento. Devi imparare che, come regista, non puoi ascoltare nessuno. Sapevo che stavo realizzando qualcosa di molto, molto speciale. E ora è uno dei film di fantascienza più importanti mai realizzati, di cui tutti si nutrono. Ogni maledetto film.

Scott ha detto di aver recentemente riguardato Blade Runner per la prima volta in circa due decenni e non è d’accordo con veemenza con chiunque trovi il film troppo lento o “sciocco”. Non vedevo ‘Blade Runner’ da 20 anni“, ha commentato. “Veramente. Ma l’ho appena guardato. E non è lento. Le informazioni che ti arrivano sono così originali e interessanti, parlano di creazioni biologiche e di attività minerarie fuori dal mondo, che, a quei tempi, dicevano che erano sciocche. Io dico: ‘Vai a farti fottere.'”

Uscito al cinema nel 1982, Blade Runner è interpretato da Harrison Ford, Rutger Hauer e Sean Young. La trama vede un poliziotto alla fine della sua carriera e sfortunato, Rick Deckard (Ford), dare la caccia a un gruppo di replicanti androidi che sono entrati illegalmente in una Los Angeles distopica. Ha generato un sequel, Blade Runner 2049 , nel 2017 e una serie televisiva anime, Blade Runner: Black Lotus , nel 2021. Una serie Blade Runner 2099 è ora in lavorazione su Amazon Prime Video.

Ridley Scott sarà tra poco al cinema (il 23 novembre) con il suo Napoleon, il prossimo film storico che vedrà protagonista Joaquin Phoenix, nei panni di Napoleone e a suo fianco la candidata all’Oscar Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di David Scarpa. Il film è una produzione congiunta tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions. Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

DCU: un nuovo rapporto svela il destino degli attori della Justice League

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Mentre i fan continuano a chiedersi cosa riserverà il prossimo DC Universe, un recente rapporto di Variety suggerisce che Warner Bros. Discovery è pronta per ricominciare da zero. Un nuovo rapporto incentrato sul prossimo Aquaman e il Regno Perduto ha fornuto nuove informazioni su cosa riserva il futuro agli interpreti della passata iterazione dell’Universo DC.

Nello specifico, Variety nota che “nessuno” del cast di Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016 di Zack Snyder o del film Justice League del 2017 tornerà nel nuovo DCU. Questa affermazione include le star Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot, Ezra Miller e persino Jason Momoa, che secondo Variety non riprenderanno i loro ruoli in futuro. Questa è la prima volta che sentiamo parlare anche della fuori uscita di Gal Gadot. Tuttavia, quando si tratta di Jason Momoa, il rapporto rileva che potrebbe tornare nel DCU come Lobo invece che come Aquaman. Le fonti dicono che l’attore è in trattative per interpretare Lobo, nel reboot del 2025 “Superman: Legacy”, scritto e diretto da James Gunn, o in un film indipendente. In una svolta confusa, Viola Davis, che ha interpretato Amanda Waller in entrambi i recenti film di “Suicide Squad”, rimarrà quel personaggio nell’universo DC di Gunn-Safran nella serie Max del prossimo anno “Waller” e forse nel nuovo “Superman”. Un’altra eccezione è la serie di Gunn Max “Peacemaker”, che tornerà per una seconda stagione con John Cena come protagonista.

Nel frattempo, c’è stata una certa confusione sul fronte delle serie su chi sia il supervisore unico e finale. A differenza del rapporto Marvel-Disney in cui Marvel controlla il processo creativo e Disney+ si limita a rilasciare il contenuto, Max è coinvolto in modo creativo con i prodotto DC. Gunn e Safran non godono della stessa autonomia di Kevin Feige della Marvel. (Una fonte di Max afferma che la collaborazione tra il team DC e i dirigenti Max Sarah Aubrey e Casey Bloys è stata continua, anche per la prossima serie “The Penguin”, che è stata costretta a interrompere la produzione dopo l’inizio dello sciopero della WGA ma si prevede che riprenderà le riprese. non appena termina lo sciopero SAG-AFTRA.)

Indipendentemente da ciò, alcuni sono convinti che un’altra società, molto probabilmente la Universal, acquisterà la Warner Bros. entro due anni, facendo sembrare bizzarre le recenti sottotrame e gli sconvolgimenti della DC. Il punto è che devono far funzionare la DC, sia che la possieda Zaslav, sia che la possieda Brian Roberts, sia che la possieda qualcun altro“, ha commentato Rich Greenfield di LightShed, analista di Wall Street e venture capitalist.

A parte le turbolenze, il sequel potrebbe funzionare ugualmente al botteghino. Anche il primo “Aquaman” è stato un fiasco nei primi test e ha trovato il suo appoggio nella postproduzione. Una fonte dello studio afferma che “Aquaman 2” sta seguendo una traiettoria simile. I primi numeri mostrano un forte interesse e collocano il debutto del film alla pari con il primo “Aquaman”. Tutti sono contrari alla DC, ma c’è una possibilità, soprattutto con la concorrenza limitata durante le festività natalizie, che ‘Aquaman’ possa ancora avere successo a causa della mancanza di prodotto“, afferma Jeff Bock, analista di botteghino di Exhibitor Relations. “A volte il film giusto al momento giusto è tutto ciò di cui hai bisogno.”

Cosa sappiamo del futuro di Momoa nel DCU?

Per mesi, sono circolate voci secondo cui Momoa avrebbe potenzialmente  lasciato l’Universo DC o  addirittura avrebbe cambiato ruolo e si  sarebbe dimesso da Aquaman per interpretare Lobo. Il co-responsabile dei DC Studios, Peter Safran, ha parlato del futuro di Momoa all’inizio di quest’anno , affermando che si aspetta che Momoa avrà un posto nel DCU “per molti anni a venire“, sia come Aquaman che come qualcun altro.

Lo stesso Momoa ha anche accennato a un possibile cambiamento all’inizio dell’anno, dicendo che “sarà sempre” Aquaman, ma potrebbe interpretare altri personaggi in futuro. Ha anche confermato di aver incontrato la Warner Bros. Discovery e di avere “grandi notizie” da condividere ad un certo punto.

The Marvels: un nuovo video con scene inedite svela l’alchimia del team!

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È stato rivelato un nuovissimo video di The Marvels per il prossimo film di squadra di supereroi dei Marvel Studios, con molte sequenze piene di azione e filmati dietro le quinte. La featurette evidenzia l’alchimia tra Captain Marvel di Brie Larson, Ms. Marvel di Iman Vellani e Monica Rambeau di Teyonah Parris. Accenna anche al dilemma di Carol Danvers nel diventare leader di un gruppo dopo aver lavorato da sola per così tanti anni. L’arrivo nelle sale cinematografiche del film è attualmente previsto per il 10 novembre.

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman

Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo modifiche, arriverà in sala il 8 novembre 2023.

DC Studios nega che Jason Momoa si sia presentato ubriaco durante le riprese di Aquaman 2

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La DC ha negato che la star di Aquaman e il Regno Perduto, Jason Momoa, si sia presentato ubriaco sul set del sequel dei DC Studios. Un articolo di Variety ha rivelato alcuni retroscena sulla lavorazione del film che erano inseriti negli appunti del processo per diffamazione di Johnny Depp-Amber Heard dell’anno scorso – in particolare della terapista di Amber Heard, la dottoressa Dawn Hughes – avevano affermato che Jason Momoa era arrivato sul set del sequel di Aquaman tardi e in stato di ubriachezza.

“Jason ha detto che voleva che mi licenziassi”, si legge nelle note. “Jason ubriaco – tardi sul set. Vestirsi come Johnny. Ha anche tutti gli anelli.” Variety ha rivelato che, sebbene il rappresentante di Momoa abbia rifiutato di commentare, un portavoce della DC ha negato le affermazioni, affermando: “Jason Momoa si è comportato in modo professionale in ogni momento sul set di Aquaman e il regno perduto“.

Un insider che apparentemente era presente sul set ha anche detto allo che Jason Momoa e Heard andavano d’accordo sul set, sottolineando: “Jason si lavora come un matto, gli piace bere una birra ogni tanto come tutti, ma non si presenta ubriaco set… E non si veste come Johnny Depp. Si è sempre vestito con quello stile bohémien”.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 20 dicembre.

Aquaman e il Regno Perduto, disastroso report dal set: Jason Momoa ubriaco, le scene con Amber Heard tagliate e molto altro

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Nel giorno in cui la Warner Bros ha diffuso in rete il trailer ufficiale di Aquaman e il Regno Perduto, su Reddit sono comparsi dei documenti del processo per diffamazione Johnny Depp-Amber Heard che promettono di creare delle conseguenze per lo Studio.

I fan di Depp hanno pagato le tasse giudiziarie per la diffusione dei documenti della terapeuta di Amber Heard, la dottoressa Dawn Hughes. Gli appunti grezzi, scarabocchiati su un blocco note, facevano parte della documentazione del ben noto processo. Descrivono come ostile il set di Aquaman e il Regno Perduto in cui un presunto ubriaco Jason Momoa si vestiva come Depp e faceva pressioni per far cacciare Heard dal film, in cui interpreta Mera. “Jason ha detto che voleva che mi licenziassi”, dicono le note. “Jason ubriaco – tardi sul set. Vestirsi come Johnny. Anche lui ha tutti gli anelli.”

Un rappresentante di Momoa ha rifiutato di commentare, ma un portavoce della DC ha respinto le dichiarazioni di Heard, dicendo: Jason Momoa si è comportato sempre in modo professionale sul set di ‘Aquaman e il regno perduto'”. Altri hanno fatto eco a questo commento. “Jason lavora come un matto, gli piace bere una birra ogni tanto come tutti, ma non si presenta ubriaco sul set”, dice un insider che era sul set londinese nel 2021, aggiungendo che le due star andavano d’accordo e sono stati visti scherzare insieme. “E non si veste come Johnny Depp. Si è sempre vestito con quello stile bohémien”.

Heard ha rifiutato di commentare, ma una fonte vicina all’attrice ha confermato che gli appunti si riferiscono al set di “Aquaman 2” e riflettono una sessione del 27 dicembre 2021. Momoa non è stato l’unica persona coinvolta nel film WB a finire nel mirino. La sessione di terapia ha anche dipinto un quadro in cui Amber Heard non si sentiva supportata dal regista del film, James Wan, e si vedeva trattata come una reietta a causa della sua battaglia legale contro il suo ex marito.

“Ha alzato la voce nei miei confronti – ‘Non riesco nemmeno a pubblicare post su Aquaman’ – ha fatto finta che fosse colpa mia – ho detto ‘Mi dispiace'”, dicono le note di Hughes in riferimento a Wan. “Nessuno poteva farsi selfie con me sul set a causa del blackout.” Wan ha rifiutato il commento. Il portavoce della DC afferma: “James è noto per trattare i membri del cast e della troupe con il massimo rispetto e per promuovere un ambiente positivo e collaborativo sul set: i film di ‘Aquaman’ non hanno fatto eccezione.”

Eppure Heard era stata quasi licenziata. Dopo l’uscita di Aquaman nel 2018, lo studio e Wan hanno deciso di escludere l’attrice dal sequel a causa della sua mancanza di chimica con Momoa e hanno inviato una lettera al suo avvocato, Karl Austen, informandolo della sua decisione. (L’ex capo della DC Films Walter Hamada ha testimoniato nel processo per diffamazione sulla “questione della chimica”.) Tali fonti sottolineano che la mossa di allontanare Heard non era correlata a Depp ed è avvenuta prima che lui intentasse causa contro l’attrice nel 2019. Allo stesso modo, Momoa non è stato coinvolto nel processo decisionale. Ma un’altra fonte ha respinto la narrativa della mancanza di chimica, sottolineando che Amber Heard ha fatto un provino proprio per testare la chimica a schermo con Jason Momoa prima di ottenere il ruolo di Mera e ha battuto altre due attrici che hanno sostenuto il provino.

Alla fine, lo studio non ha mai licenziato Heard perché il suo ex fidanzato, Elon Musk, aveva chiesto a uno dei suoi avvocati di inviare una “lettera alla Warner Bros. in cui li minacciava di bruciare loro la casa” se l’attrice fosse stata licenziata davvero dal film per il sequel, dice una fonte che ha familiarità con il dietro le quinte. La Warner Bros. ha ceduto, secondo questa fonte, e ha tenuto Heard nel cast. (Musk non ha risposto a una richiesta di commento.)

Il dramma viene riportato a galla in un momento in cui i nuovi leader di DC Entertainment, James Gunn e Peter Safran, sono pronti a chiudere il percorso dello Studio con le PI DC Comics una volta per tutte proprio con l’uscita di Aquaman e il Regno Perduto il prossimo 20 dicembre. Il sequel di Aquaman era promettente considerando che il film originale ha guadagnato 1,15 miliardi di dollari in tutto il mondo, diventando il film DC con il maggior incasso di sempre.

Per ora, né Momoa né Heard promuoveranno il film a causa dello sciopero SAG-AFTRA in corso. Ma se lo sciopero finisse presto, ora che la WGA non è più in sciopero, le star si scatenerebbero, rendendo difficile per Warner Bros. e Wan evitare che Heard accusi lo Studio e l’intera produzione. secondo persone che hanno familiarità con la produzione, almeno due scene di Heard sono state tagliate da Aquaman e il Regno Perduto — una sequenza d’azione in cui Mera combatte contro Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II) e una scena d’amore con Momoa. Altre prove di attrito si nascondono in bella vista. Quest’estate, Momoa ha smesso di seguire Heard su Instagram. Una fonte dice che ha persino impedito a Heard di seguirlo.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 20 dicembre.

New8: al MIA otto broadcasters lanciano la più grande collaborazione europea sul drama

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Una nuova collaborazione, denominata New8, riunisce otto broadcasters di servizio pubblico dell’Europa nord-occidentale. I partner sono ZDF (Germania), NPO (Paesi Bassi), VRT(Belgio), SVT (Svezia), DR (Danimarca), YLE (Finlandia), RÚV (Islanda) e NRK (Norvegia).

La collaborazione è stata presentata oggi al MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo alla presenza di Simone Emmelius, SVP of International Fiction di ZDF, Anna Croneman, Head of Drama di SVT, Elly Vervloet, International Drama Expert di VRT e Hans-Jørgen Osnes, Head of International Financing Drama di NRK.

L’annuncio dimostra l’importanza internazionale del MIA, diretto da Gaia Tridente, come uno dei principali eventi di mercato internazionali grazie alla consolidata joint venture tra ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Digitali) e APA (Associazione Produttori Audiovisivi Italiani).

Drama di alta qualità, costruiti sui valori del servizio pubblico

“New8 è un risultato unico per le emittenti pubbliche europee. New8 con I suoi importanti partner drama, sarà la più grande collaborazione sulla fiction in Europa. Sarà estremamente emozionante vederla nascere ed evolvere”, afferma Hans-Jørgen Osnes, Head of International Financing Drama di NRK.

“New8 rafforzerà le emittenti pubbliche in tutta Europa e darà al loro pubblico un accesso unico a fiction di alto livello coraggiose, moderne e innovative. Con l’ingresso di ZDF, NeW8 acquisisce uno dei partner di coproduzione internazionali più esperti grazie al suo network. Auspichiamo che New8 conquisti anche il pubblico e rafforzi i legami tra gli europei”, afferma Simone Emmelius, SVP of International Fiction di ZDF.

I partner co-produrranno otto serie televisive all’anno già dal 2023. Un aspetto fondamentale della collaborazione è garantire un’ampia distribuzione dei rispettivi progetti.

“Scambiando contenuti che nascono dall’ambizione dei partner di garantire un miglior servizio pubblico europeo, possiamo rafforzare la nostra offerta sui mercati locali e creare un impatto maggiore nel settore dei media internazionali”, afferma Elly Vervloet, International Drama Expert di VRT. “Siamo orgogliosi di essere giunti a una grande collaborazione tra otto tra le emittenti pubbliche più forti che utilizzano il loro talento creativo e la loro esperienza per un obiettivo comune. Non vediamo l’ora di lanciare la nostra prima serie drama in tutti questi territori e di vedere le reazioni del pubblico”.

Una collaborazione basata sulla fiducia reciproca

New8 è per molti versi l’espansione di una collaborazione già esistente tra I paesi dell’Europa nord-occidentale, basata sulla fiducia reciproca. Da anni le emittenti pubbliche dell’Europa nord-occidentale si scambiano le loro migliori fiction. Ogni emittente decide quale delle sue serie è la migliore e di conseguenza la mette a disposizione di tutti.

Esempi di successo sono “Exit” e “The Thin Blue Line”, che hanno avuto un grande successo di pubblico anche al di fuori dei Paesi dell’Europa nord-occidentale.

Ora altri membri di EBU, noti per serie come “The Twelve” (VRT), “Red Light” (NPO), “The Crash”(NPO), “Kudamm 63” e “The swarm” (coprodotto da ZDF), si uniscono al pool di fiction con uscite a partire dal 2024.

“Le società di servizio pubblico dell’Europa nord-occidentale hanno una lunga storia di collaborazioni di successo, e in questi tempi turbolenti vogliamo portare questo modo di lavorare a livelli di eccellenza. A SVT siamo incredibilmente felici di unire le forze con partner così importanti come ZDF, VRT e NPO per poter offrire al nostro pubblico un numero ancora maggiore di fiction di alto livello”, afferma Anna Croneman, Head of Drama di SVT.

Territori e timeline

Nel caso di New8, le serie selezionate saranno rilasciate nei territori di lingua tedesca: Germania, Austria e Svizzera, oltre che nei Paesi Bassi, Belgio (di lingua fiamminga), Danimarca, Svezia, Finlandia, Islanda e Norvegia.

I partner hanno stipulato un accordo che inizialmente durerà tre anni. La prima serie sarà lanciata già nel 2023 e sarà disponibile per tutti i territori partecipanti a partire dal 2024.

Più forti insieme

“È un’ottima notizia per i fan delle serie drama in tutta Europa. In un momento in cui la concorrenza nell’offerta di prodotto per i telespettatori europei è sempre più agguerrita, questo ci sembra un passo logico da compiere in quanto emittenti pubbliche, soprattutto per quanto riguarda l’uso efficiente del denaro pubblico. Siamo convinti che la qualità della fiction europea trarrà beneficio dallo scambio di conoscenze ed esperienze tra tutti questi partner”, afferma Frederieke Leeflang, chair of the board di NPO.

“Desideriamo rafforzare la collaborazione tra i pasi dell’Europa nord-occidentale e l’Europa per la creazione, la distribuzione e il finanziamento di serie di alta qualità. Per questo siamo molto felici di essere riusciti a creare un posizionamento unico in un mercato dominato dai servizi di streaming internazionali”, afferma Henriette Marienlund, Head of fiction di DR.

“È emozionante partecipare alla creazione di una rete comune per la produzione e la pubblicazione di serie drama di alta qualità. New8 è un eccellente esempio di ampia collaborazione tra aziende di servizio pubblico che offrono i loro migliori contenuti al pubblico”, afferma Ville Vilén, director of Creative contents and media di YLE. È una grande opportunità unire le forze e collaborare con ZDF, NPO e VRT, oltre alla collaudata collaborazione con le aziende pubbliche dell’Europa nord-occidentale”.Per RUV è fondamentale entrare in contatto e lavorare con professionisti del settore per la distribuzione e l’acquisizione di serie drama di alta qualità. Siamo convinti che i progetti di New8 saranno accolti con entusiasmo in tutti i territori”, afferma Birgir Sigfússon, Head of media & production di RUV.

Candyman: tutto quello che c’è da sapere sul film horror

Candyman: tutto quello che c’è da sapere sul film horror

Quando si parla di saghe horror, si citano solitamente Nightmare, Venerdì 13, Halloween o, tra le più recenti, The Conjuring. Ce ne sarebbero ovviamente molte altre, ma spesso tra le meno citate vi è quella di Candyman. Incominciata negli anni Novanta e composta ad oggi solo da 4 film, questa non è certamente memorabile al pari di quelle citate, ma presenta in ogni caso degli elementi di forte interesse, che si sviluppano a partire da antiche leggende. Grazie al nuovo film intitolato semplicemente Candyman, uscito nel 2021, la saga sembra ora essere tornata in auge, pronta per essere riscoperta in ogni suo aspetto.

A dirigere questo nuovo adattamento, sequel diretto del primo capitolo Candyman – Terrore dietro lo specchio del 1992, è la regista Nia DaCosta (ora regista di The Marvels), mentre tra gli sceneggiaturi e i produttori del film si ritrova anche Jordan Peele, grande reinventore di generi affermatosi grazie a Scappa – Get Out e Nope. I due insieme danno così vita ad un’opera che se da una parte porta avanti il racconto del violento assassino soprannaturale Candyman, dall’altro propongono un’acuta riflessione sociale sulla distorsione della realtà a sfavore della comunità afroamericana e sull’effetto della gentrificazione di determinate aree urbane su di essa.

Peele utilizza dunque ancora una volta il genere horror per affrontare questioni particolarmente attuali nella società statunitense. Grazie alla sua scrittura e alla regia della DaCosta, Candyman si è così affermato come un grande successo, nonché come uno dei migliori e più sofisticati horror del suo anno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e molto altro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Candyman

Il film è ambientato, come quello del 1992, a Chicago nel quartiere Cabrini-Green, un tempo zona degradata della città abitata per lo più da afroamericani e ora popolata da bianchi benestanti. La zona è anche nota per essere stata terrorizzata da un killer soprannaturale con un uncino di ferro al posto della mano. Candyman, era chiamato costui, che veniva evocato se il suo nome era ripetuto 5 volte di fronte allo specchio. Ad essere ora affascinato da quella storia, che per molti è solo una vecchia leggenda, è Anthony, un artista in stallo. Indaganto a riguardo, egli scoprirà suo malgrado che Candyman è effettivamente pronto a tornare e a cercare un nuovo corpo da usare come spirito vendicatore.

Ad interpretare Anthony vi è l’attore Yahya Abdul-Mateen II, celebre per aver recitato anche in Aquaman, Il processo ai Chicago 7, Matrix Resurrections e nella miniserie Watchmen. L’attrice Teyonah Parris interpreta invece Brianna Cartwright, compagna di Anthony, mentre Colman Domingo è William Burke, colui che racconta ad Anthony di Candyman. Vanessa Williams interpreta Anne-Marie McCoy, mandre del protagonista, mentre l’attore Tony Todd torna ad interpretare per la quarta volta l’incarnazione di Candyman. Il suo volto è stato ringiovanito digitalmente per il film, così da farlo risultare immutato rispetto ai film precedenti della saga.

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Candyman: tra leggenda e storia vera

Ma cosa c’è di vero nella storia di Candyman? Iniziamo con il dire che il racconto dell’assassino con un uncino al posto della mano e che compare se si pronuncia per 5 volte il suo nome guardando in uno specchio non è reale, bensì frutto della fantasia dello scrittore Clive Baker. Questi ha infatti fatto di Candyman l’antagonista del racconto The Forbidden, incluso in Books of Blood. In esso, però, il personaggio non è un uomo di colore e manca dunque tutta la storia sulla sua origine, presente invece nei film. Decidendo di farne un afroamericano, gli sceneggiatori decisero per la storia delle sue origini di basarsi su alcuni dettagli reali, a partire dalle centinaia di casi di uomini di colore linciati e uccisi nel corso dell’Ottocento negli Stati Uniti.

Allo stesso modo, non appartiene al racconto il fatto di poter evocare Candyman nel modo poc’anzi citato. Anche questa è un’invenzione cinematografica, basata sulla leggenda di Bloody Mary. Questa è un personaggio folcloristico che, seconda delle diverse versioni della storia, può venire rappresentata come fantasma o strega, ed evocata per rivelare il futuro o terrorizzare e talvolta uccidere l’evocatore. La leggenda racconta che, dopo che si è pronunciato tre volte il suo nome, Bloody Mary attraversa gli specchi per arrivare dagli umani. Similmente dunque a come si presenta Candyman. Uno degli aspetti più inquietanti è però quello sulle lame di rasoio trovate nelle caramelle. Rappresentato nel film, ciò fa riferimento ad alcuni casi verificatisi negli Stati Uniti, dei quali ancora oggi non si conoscono i responsabili.

Non si può dunque parlare di “storia vera” in relazione a Candyman, ma semplicemente di elementi ispirati ad eventi realmente accaduti o a leggende popolari, che confluiscono dunque nel film per dar vita ad un racconto nuovo. In esso si ritrovano dunque l’orrore per le violenze sulla popolazione afroamericana, elementi classici degli horror slasher uniti ad alcune leggende e piccoli elementi tratti da casi di cronaca. Il lavoro svolto con il nuovo film, tuttavia, permette di dotare il racconto di una connotazione più politica e attuale, che affronta attraverso una storia di finzione scenari e situazioni reali sulla riorganizzazione urbanistica statunitense e sullo svantaggio che da sempre nelle narrazioni caratterizza la popolazione afroamericana rispetto a quella bianca.

Il trailer di Candyman e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Candyman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

The Gilded Age: trailer della seconda stagione in arrivo su SKY e NOW

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L’aristocrazia con i suoi sfarzosi balli, i meravigliosi palazzi decorati con gusto e una rigida etichetta e la nuova borghesia con le sue innovazioni, con invenzioni pronte a rivoluzionare il mondo e la voglia di infrangere le vecchie regole: sono queste le due fazioni che continuano a confrontarsi, scontrarsi e scoprirsi nel nuovo capitolo di The Gilded Age, di cui viene rilasciato oggi il trailer ufficiale. Come già la prima, anche la seconda stagione della serie HBO nasce dalla penna di uno dei più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia). La serie Sky Exclusive andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 30 ottobre.

Affermarsi in società è un vero e proprio lavoro per la nuova borghesia di New York, che cerca faticosamente di farsi notare ritagliandosi un posto nei migliori teatri e ristoranti, guadagnando inviti ai balli più esclusivi. Bertha Russell (Carrie Coon), stella nascente della classe emergente, non ha sicuramente intenzione di accettare rifiuti e nella nuova stagione continua la sua lotta contro l’antiquata aristocrazia, rappresentata da Agnes van Rhijn (Christine Baranski), che cerca invece di mantenere la propria esclusiva supremazia. Ma il progresso, la modernità, lo stile di vita innovativo e libero che ormai regnano sovrani a New York minano dalle fondamenta quel vecchio status quo che sembra ormai dover cedere il passo ad una società più dinamica.

La serie vanta un cast stellare che include Christine Baranski (The Good Wife, Mamma Mia), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like That…), Carrie Coon (The Leftovers – Svaniti nel nulla, Fargo), Nathan Lane (The Blacklist, Modern Family) e Morgan Spector (Il complotto contro l’America).

The Gilded Age è scritta e prodotta da Julian Fellowes, affiancato nella produzione da Gareth Neame, David Crockett e Bob Greenblatt. Producono e dirigono Michael Engler e Salli Richardson-Whitfield. La serie è una co-produzione HBO e Universal Television.

La trama della seconda stagione di The Gilded Age

L’Età dell’Oro americana fu un periodo di immensi cambiamenti economici, di grande conflitto tra vecchie modalità e nuovi sistemi, e di enormi fortune guadagnate e perse. La seconda stagione di The Gilded Age inizia la mattina di Pasqua del 1883, con la notizia che l’offerta di Bertha Russell per un palco all’Academy of Music è stata respinta. Durante gli otto episodi della stagione, osserviamo come Bertha sfidi Mrs. Astor e il vecchio sistema e lavori non solo per guadagnare una posizione sicura nella società, ma per assumere potenzialmente un ruolo di primo piano in essa. George Russell affronta la sua battaglia con un sindacato in crescita nella sua acciaieria a Pittsburgh. A casa Brook, Marian continua il viaggio per trovare la sua strada nel mondo insegnando segretamente in una scuola femminile, mentre con sorpresa di tutti Ada inizia un nuovo corteggiamento. Naturalmente, Agnes non approva per nulla. A Brooklyn, la famiglia Scott inizia a guarire da una scioccante scoperta e Peggy attinge al suo spirito attivista grazie al suo lavoro con T. Thomas Fortune al NY Globe.

The Gentlemen: ecco quando arriverà la serie Miramax dal film di Guy Ritchie

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In occasione di un panel durante il MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo diretto da Gaia Tridente che si svolgerà a Roma dal 9 al 13 Ottobre, Marc Helwing di Miramax ha raccontato che la serie basata su The Gentlemen di Guy Ritchie è in fase di sviluppo e sarà disponibile all’inizio del prossimo anno.

“Guy Ritchie ha diretto The Gentlemen per noi, qualche anno fa. E in quel film abbiamo trovato un’opportunità molto ricca, per noi, per una serie – ha dichiarato Helwing – basta guardare quel numero di personaggi, quel mondo che Guy descrive nel suo modo così unico, attraverso il suo punto di vista così personale sullo stile di vita dell’inglese moderno. Per noi è un’operazione molto divertente da realizzare, e si sta mettendo insieme, uscirà all’inizio del prossimo anno.”

The Gentlemen, precedentemente noto come Toff Guys e Bush, è la commedia poliziesca diretta da Guy Ritchie uscita su Prime Video nel 2020. Il film è basato su una sceneggiatura di Ivan Atkinson, Marn Davies e Ritchie stesso, e nel cast ci sono Charlie Hunnam, Henry Golding, Michelle Dockery, Colin Farrell, Hugh Grant e Matthew McConaughey.

Protagonista principale del film è proprio Matthew McConaughey che interpreta un uomo d’affari americano che però vive a Londra, dove ha messo in piedi un ricco e remunerativo impero della marijuana. Quando però l’uomo vuole ritirarsi dal giro, vendendo la sua “quota di mercato” a dei miliardari dell’Oklahoma, il mondo intorno a lui si trasforma in una trappola di ricatti e macchinazioni.

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto: tutte le curiosità sul film

Dato il grande successo di Come un gatto in tangenziale, che nel 2017 ha incassato oltre 10 milioni di euro al botteghino, nel 2021 è arrivato al cinema il suo seguito, dal titolo Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (qui la recensione), anch’esso diretto da Riccardo Milani e con protagonisti Paola Cortellesi e Antonio Albanese, la cui sintonia come coppia cinematografica ha determinato buona parte del successo del primo film. Con questo sequel si ripropongono ora le caratteristiche del primo, calate però in nuove dinamiche, nuovi imprevisti e nuove occasioni per generare risate.

Anche in questo caso, ad ogni modo, non manca lo scontro tra personalità provenienti da contesti completamente diversi, ponendo così a confronto la periferia con le zone più “altolocate” della città. Una dinamica ispirata ad alcuni fatti realmente accaduti, come dichiarato dallo stesso regista. Milani ha infatti raccontato essersi trovato personalmente in una situazione simile a quella vissuta dal protagonista, senza ovviamente gli eccessi a cui questi va incontro. Da questa situazione egli ha così costruito un primo film ricco di sentimento, che supera le diversità per raccontare una storia in grado di emozionare e far riflettere su alcune problematiche sociali.

Con questo sequel porta dunque avanti quelle dinamiche e anche in questo caso il successo non ha tardato ad arrivare. Dopo aver visto il primo, dunque, non ci si può perdere questo secondo capitolo, tra risate e spunti di riflessione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto

Protagonisti di questo sequel sono ancora l’intellettuale radical chic Giovanni, che vive nel centro storico di Roma, e l’ex cassiera tatuata Monica, residente invece in periferia. Le vicende si svolgono tre anni dopo la fine della loro storia d’amore che, come i due avevano previsto, ha avuto vita breve, durata proprio come un gatto in tangenziale. Monica è però poi finita in carcere, a causa delle gemelle, le quali avevano nascosto nei fusti dell’olio del locale diverse cose rubate. Per avere una speranza di uscire il prima possibile non può allora che rivolgersi a Giovanni.

Quest’ultimo la tirerà fuori di prigione, ma ad una ben precisa condizione. Monica dovrà infatti svolgere servizi sociali presso la comunità cattolica di San Basilio, dove incontrerà Don Davide, un sacerdote molto affascinante che avrà una certa influenza su di lei. Ancora una volta, le vite di Monica e Giovanni, quindi, si scontreranno di nuovo, alla luce anche della presenza della nuova fiamma di Giovanna, Camilla. Quando poi viene organizzato un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio, Luce e ovviamente i figli di ragazzi di Giovanni e Monica, avviene l’impensabile.

Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto Luca Argentero
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Il cast di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto

Ad interpretare Monica, come già anticipato, vi è di nuovo Paola Cortellesi, la quale anche in questo caso si è sottoposta ad una radicale trasformazione per interpretare tale personaggio. Grazie ad un trucco massiccio sfoggia infatti i diversi tatuaggi finti di Monica, ma anche la particolare capigliatura, oltre ad una serie di piercing e accessori simili. Accanto a lei, nel ruolo del figlio Alessio, vi è il giovane Simone De Bianchi. Le sorelle Pamela e Sue Ellen sono interpretate da Valentina Giudicessa e Alessandra Giudicessa. L’attore Claudio Amendola è invece nuovamente presente nei panni di Sergio, ex marito di Monica.

Antonio Albanese riprende invece il ruolo dell’intellettuale Giovanni, un ruolo preparato – come da lui dichiarato – basandosi esclusivamente su quanto presente in sceneggiatura ma accentuando qualità come la precisione, la pignoleria e il disgusto per ciò che esce dalla sua sfera di interesse. Nei panni della figlia Agnese vi è invece la giovane Alice Maselli. L’attrice Sonia Bergamasco, invece, riprende invece i panni di Luce, ex moglie di Giovanni. Fanno il loro ingresso invece Sarah Felberbaum nei panni di Camilla e Luca Argentero in quelli dell’affascinante Don Davide.

Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto Antonio Albanese Paola Cortellesi

 

La spiaggia Coccia di Morto esiste davvero

La spiaggia citata nel film e parte del titolo di questo sequel esiste davvero, si trova a 35 chilometri da Roma ed è raggiungibile in meno di un’ora dalla città percorrendo la via Cristoforo Colombo, passanda per Via Portuense e imboccando la A91 fino a Viale della Pesca, 120 a Fiumicino. Questo tratto di litorale laziale si trova all’interno della Riserva naturale statale Litorale Romano, un’area protetta che include al suo interno un ampio territorio di interesse storico-naturalistico tra i comuni di Roma e Fiumicino. Con i suoi oltre 16mila ettari, è inoltre la più grande area protetta affacciata sul Mediterraneo.

All’interno di tale Riserva si trovano siti naturalistici di grande interesse, come le Dune di Palidoro e quelle di Capocotta, le Oasi di Macchiagrande e Castel di Guido e le pinete di Castel Fusano. Coccia di Morto è infatti anche una pineta che sorge sempre nell’area naturalistica, che arriva fino alla spiaggia.Naturalmente in molti si chiedono il perché di tale nome, Coccia di Morto, il quale risalirebbe a degli effettivi ritrovamenti sul litorale di antiche ossa e teschi. Questi sarebbero databili intorno al Settecento, durante la bonifica della zona, portati lì forse dalle foci del Tevere.

Nonostante la presenza della Riserva Naturale, Coccia di Morto è però anche tristemente nota come “spiaggia più sporca d’Italia”, un titolo assegnatole nel 2016 dal dossier di Legambiente “Beach Litter”, in cui si spiegava che questo tratto di litorale del Comune di Fiumicino era più di altri invaso dai rifiuti. Immondizia portata, per lo più, dalla foce del fiume Tevere che dista appunto pochi chilometri dalla spiaggia. Sulla riviera sono stati trovati rifiuti per lo più di materiale plastico, circa l’83% di quelli ritrovati nel resto d’Italia. Con le riprese del film svoltesi lì, in molti sono però fiduciosi che si rinnovi l’interesse a tenere pulito tale spiaggia.

Il trailer di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 ottobre alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

Weird Book acquisisce i diritti del nuovo fumetto di Andrea Guglielmino, Marco Scali e Luciano Costarelli

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Weird Book ha acquisito i diritti di pubblicazione del fumetto a firma di Andrea Guglielmino, Marco Scali e Luciano Costarelli, che uscirà nei primi mesi del 2024. I tre autori hanno disseminato di indizi la rete nel corso della lavorazione, lasciando intendere che avrà un tema molto particolare e ben definito, che avrà a che fare con una riflessione teorica sul fumetto italiano e che sarà di stampo molto classico, seguendo sia esteticamente che narrativamente i canoni del fumetto di genere più noto e seguito nel nostro paese, di stampo prettamente “bonelliano”.

Il genere? Decisamente horror, con ambientazione a New York negli anni ’80. I dettagli e il titolo saranno annunciati entro la fine del 2023. Guglielmino e Scali sono già autori per Bugs Comics (‘Samuel Stern’), Emmetre Edizioni (‘Garibaldi Vs. Zombies’), Shockdom (‘Helen Bristol’), Inkiostro e Passenger Press. Guglielmino è anche autore di saggi di antropologia del cinema (‘Antropocinema’ ha vinto il premio Domenico Meccoli nel 2015), Scali è invece esperto sceneggiatore di cortometraggi.   Ai disegni Costarelli, attivo già dagli anni ’90 come colorista per ‘Il Corriere dei Piccoli’. La sua attività è poi proseguita tra fumetto (Masters Edizioni, Star Comics, Fenix, Forte Editore), illustrazione (Mondo TV HE, RCS Quotidiani) e pubblicità per diverse agenzie milanesi. Oggi collabora con Cronaca di Topolinia, Edizioni Inkiostro, Bugs Comics, Priuli & Verlucca. 

Come nel caso di Garibaldi Vs. Zombies, Guglielmino ha creduto nel progetto fin dalle prime fasi arrivando a produrlo in maniera autonoma, per poi proporlo a vari editori: «Sono molto contento che il fumetto sia stato adottato da Weird», ha dichiarato l’autore. «È un editore solido con una tradizione radicata nell’immaginario del cinema anni ’80, per i vari saggi su autentiche icone del periodo e sui relativi autori – Cronenberg, Dante, Spielberg, It, Ritorno al futuro – e anche delle serie a fumetti dedicate all’Evil Dead di Sam Raimi. Il cinema e il periodo che maggiormente influenzano anche noi, ma con una derivazione teorica molto moderna. Per quanto mi riguarda è una sorta di saggio tematico per vignette, che usa un espediente semplice ma efficace per poter operare dei ragionamenti sul fumetto italiano, analogamente a quanto fatto da Alan Moore con il suo Watchmen per quello americano».  

Aggiunge Marco Scali: «Appartengo alla generazione che ha visto crescere coi propri occhi il più grande fenomeno fumettistico italiano, che ho sentito molto vicino anche a me. Raccontarlo mi ha interessato tantissimo, anche se il fandom ha i suoi lati oscuri… e qui ne parliamo, esorcizzandoli a dovere. D’altro canto, se non siamo esperti di esorcismi noi, che scriviamo Samuel Stern…» 

Chiude Costarelli: «Mi sono davvero entusiasmato a disegnare, con cura, gli anni 80 in questo fumetto; ma la nostalgia è solo una delle tantissime sfaccettature di una storia che mi ha colpito con la forza di 1.21 gigawatts. Come capiterà, sono sicuro, anche a voi leggendolo».

Mur: il trailer dei film di Kasia Smutniak

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Mur: il trailer dei film di Kasia Smutniak

Da oggi disponibili il trailer e il manifesto di MUR, documentario che segna l’esordio alla regia di Kasia Smutniak. Il manifesto è stato realizzato dall’artista e giornalista curda Zehra Doğan.

MUR è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Special Screening.

È prodotto da Domenico Procacci, Laura Paolucci, Kasia Smutniak ed è scritto da Kasia Smutniak e Marella Bombini. È una produzione Fandango in associazione con Luce Cinecittà e una distribuzione Luce Cinecittà. Le vendite internazionali sono a cura di Fandango Sales. Mur esce al cinema il prossimo 20 ottobre.

Mur, la trama

Marzo 2022, da pochi giorni la Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per tempestività e generosità è stata la Polonia, lo stesso Paese che ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati. Una striscia di terra che corre lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa, impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del Muro, il protagonista della storia raccontata in questo film.

Kasia Smutniak esordisce alla regia con un film che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia. Il percorso, un incerto e rischioso viaggio nella zona rossa dove l’accesso non è consentito ai media, inizia davanti a un muro e davanti a un altro muro finisce. Grazie all’aiuto di attivisti locali e con una leggerissima attrezzatura tecnica, la regista raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare. Il primo muro respinge i migranti che arrivano da terre lontane attraversando il bosco più antico d’Europa, una frontiera impenetrabile in un mare di alberi. Puszcza Białowieża, così si chiama quel bosco, che, proprio come il mare, è un elemento nuovo per le migliaia di persone che tentano il viaggio. Il secondo, quello di fronte alla finestra di casa dei nonni a Łódź, dove la regista giocava da bambina, è il muro del cimitero ebraico del ghetto di Litzmannstadt.

Cercando di riconciliarsi con il proprio passato, Kasia Smutniak torna a casa con una forte consapevolezza: l’accoglienza non deve fare distinzioni, chiunque sia in pericolo va soccorso, un continente che si definisca democratico non innalza muri.