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Disney Italia ha presentato il listino dei prossimi mesi

Disney Italia Avatar 2: la via dell'acqua
Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

In occasione della 45esima edizione delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, Disney Italia ha presentato al pubblico le novità in arrivo nelle sale cinematografiche italiane nei prossimi mesi. A cominciare da Avatar: La Via dell’Acqua, l’attesissimo sequel del film di James Cameron vincitore di tre Academy Award® Avatar, che arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane.

Per celebrare l’uscita del film in Italia, nelle scorse settimane l’acqua dei canali del centro di Venezia si è illuminata di blu, creando un riverbero sulle facciate di palazzi e sui ponti a ricordare la bioluminescenza tipica di Pandora. L’illuminazione è avvenuta con installazioni di luce diffuse in tutta la città, con oltre 500 punti luce che hanno coinvolto tre diversi sestieri: Cannaregio, Dorsoduro e Castello.

Avatar: La Via dell’Acqua | Video Venezia
Uno spettacolare video mapping ha inoltre celebrato il mondo sottomarino e i personaggi di Avatar: La Via dell’Acqua con alcuni estratti del film in Campo de l’Abazia, sulla facciata della Scuola Vecchia di Santa Maria della Misericordia, edificio gotico eretto nel 1310 che ha ospitato artisti come Tintoretto, oggi sede dei laboratori della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Venezia. Il finale del video svela, con una ripresa aerea, che l’illuminazione dei canali forma una “A” di acqua blu nel centro della città, come quella del logo titolo del film.
Venezia è stata scelta in quanto la “Via dell’Acqua” italiana e per la grande vicinanza con i messaggi del film di sostenibilità ambientale e sensibilizzazione al rispetto della natura e dell’ambiente marino. Venezia è infatti candidata a capitale mondiale della sostenibilità. Il centro di Venezia è luogo simbolo del fragile equilibrio nella convivenza tra uomo e ambiente.

Avatar: La Via dell’Acqua | 14 DICEMBRE 2022
Arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane Avatar: La Via dell’Acqua, l’attesissimo sequel del film di James Cameron vincitore di tre Academy Award®, Avatar. Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che combattono per rimanere in vita e delle tragedie che affrontano. Diretto da James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang e Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i produttori esecutivi.

GLI SPIRITI DELL’ISOLA | 2 FEBBRAIO 2023
Searchlight Pictures presenta, in associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione Blueprint Pictures, Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin), un film di Martin McDonagh che arriverà nelle sale italiane il 2 febbraio 2023. Ambientato su un’isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, Gli Spiriti dell’Isola segue due amici di lunga data, Pádraic (Colin Farrell) e Colm (Brendan Gleeson), che si trovano in una situazione di stallo quando Colm mette inaspettatamente fine alla loro amicizia. Pádraic, scioccato da questa decisione, non si rassegna e tenta di ricucire il rapporto, aiutato dalla sorella Siobhán (Kerry Condon) e da un giovane e problematico abitante dell’isola, Dominic (Barry Keoghan). Ma i ripetuti sforzi di Pádraic non fanno altro che rafforzare la determinazione dell’ex amico e quando Colm lancia un ultimatum disperato, gli eventi precipitano rapidamente con conseguenze scioccanti.

TITANIC 25th ANNIVERSARY | 9 FEBBRAIO 2023
Titanic, il grande successo del 1997, diretto da James Cameron e con protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet torna nelle sale italiane il 9 febbraio 2023 in occasione del 25° anniversario. Rose (Kate Winslet) è una giovane donna dell’alta società che si sente soffocata dal suo arrogante promesso sposo. Jack (Leonardo DiCaprio) è un artista dallo spirito libero che le apre gli occhi e le ruba il cuore. Quando la nave si scontra con un iceberg nelle fredde acque del Nord Atlantico, il viaggio dei due giovani amanti si trasforma in una corsa mozzafiato per la sopravvivenza.

ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA | 15 FEBBRAIO 2023
L’epica avventura Marvel Studios Ant-Man and The Wasp: Quantumania, diretta da Peyton Reed e prodotta da Kevin Feige e Stephen Broussard, arriverà il 15 febbraio 2023 nelle sale italiane. I Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man e Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), e alla figlia di Scott Cassie Lang (Kathryn Newton), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile.

EMPIRE OF LIGHT | 23 FEBBRAIO 2023
Scritto e diretto dal vincitore dell’Academy Award® Sam Mendes, Empire of Light arriverà il 23 febbraio 2023 nelle sale italiane. Ambientato nei primi anni Ottanta all’interno e nelle vicinanze di un vecchio cinema in una cittadina costiera dell’Inghilterra, il film segue Hilary (Olivia Colman), una donna che gestisce il cinema e deve fare i conti con la sua salute mentale, e Stephen (Micheal Ward), un nuovo dipendente che sogna di fuggire da questa cittadina provinciale in cui deve affrontare avversità quotidiane. Sia Hilary che Stephen trovano un senso di appartenenza attraverso la loro dolce e improbabile relazione, e sperimentano il potere curativo della musica, del cinema e della comunità. Empire of Light è interpretato da un cast stellare guidato da Olivia Colman, Micheal Ward, Tom Brooke, Tanya Moodie, Hannah Onslow e Crystal Clarke, con Toby Jones e Colin Firth.

NEXT GOAL WINS | 20 APRILE 2023
Diretto da Taika Waititi (Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok), Next Goal Wins arriverà il 20 aprile 2023 nelle sale italiane. Il film segue le vicende della squadra di calcio delle Samoa Americane, che ha subito la peggiore sconfitta nella storia della Coppa del Mondo, perdendo contro l’Australia 31-0 nel 2001. Con l’avvicinarsi della Coppa del Mondo 2014, la squadra recluta un allenatore sfortunato e anticonformista (Michael Fassbender) per aiutarla a risollevarne le sorti.

GUARDIANI DELLA GALASSIA VOL. 3 | 3 MAGGIO 2023
Diretto da James Gunn, Guardiani della Galassia Vol. 3 arriverà il 3 maggio 2023 nelle sale italiane. Nel film Marvel Studios l’amato gruppo di emarginati sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

LA SIRENETTA | 24 MAGGIO 2023
La Sirenetta, la rivisitazione in chiave live-action del classico d’animazione diretta da Rob Marshall, arriverà il 24 maggio 2023 nelle sale italiane. La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

La convention si è conclusa con alcune anticipazioni relative ai titoli in arrivo nella seconda metà del 2023: il quinto capitolo di Indiana Jones, diretto da James Mangold e interpretato da Harrison Ford; il lungometraggio Disney e Pixar Elemental; il film Marvel Studios The Marvels; e Haunted Mansion, ispirato alla classica attrazione del parco a tema.

Quinto capitolo di INDIANA JONES

ELEMENTAL

 
 

Avatar: La Via dell’Acqua, Venezia come Pandora – video

In occasione della 45esima edizione delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento, Disney Italia ha presentato al pubblico le novità in arrivo nelle sale cinematografiche italiane nei prossimi mesi. A cominciare da Avatar: la via dell’acqua, l’attesissimo sequel del film di James Cameron vincitore di tre Academy Award® Avatar, che arriverà il 14 dicembre nelle sale italiane.

Per celebrare l’uscita del film in Italia, nelle scorse settimane l’acqua dei canali del centro di Venezia si è illuminata di blu, tra la meraviglia di passanti e turisti, creando un riverbero sulle facciate di palazzi e sui ponti a ricordare la bioluminescenza tipica di Pandora. L’illuminazione è avvenuta con installazioni di luce diffuse in tutta la città, con oltre 500 punti luce che hanno coinvolto tre diversi sestieri: Cannaregio, Dorsoduro e Castello.

Uno spettacolare video mapping ha inoltre celebrato il mondo sottomarino e i personaggi di Avatar: la via dell’acqua con alcuni estratti del film in Campo de l’Abazia, sulla facciata della Scuola Vecchia di Santa Maria della Misericordia, edificio gotico eretto nel 1310 che ha ospitato artisti come Tintoretto, oggi sede dei laboratori della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Venezia.

Il finale del video svela, con una ripresa aerea, che l’illuminazione dei canali forma una suggestiva “A” di acqua blu nel centro della città, come quella del logo titolo del film. Venezia è stata scelta in quanto la “Via dell’Acqua” italiana per eccellenza e per la grande vicinanza con i messaggi del film di sostenibilità ambientale e sensibilizzazione al rispetto della natura e dell’ambiente marino. Venezia è infatti candidata a capitale mondiale della sostenibilità. Il centro di Venezia è luogo simbolo del fragile equilibrio nella convivenza tra uomo e ambiente.

 
 

The Patient: recensione della serie con Steve Carell e Domhnall Gleeson

The Patient recensione serie tv

La nuova serie targata FX che vede protagonisti assoluti Steve Carell e Domhnall Gleeson possiede un’idea di partenza di quelle che non possono che solleticare l’attenzione dello spettatore: uno psichiatra che ha in terapia da qualche me un paziente particolarmente recalcitrante ad aprirsi si sveglia prigioniero nel seminterrato di una casa di campagna: quello stesso paziente è in realtà un serial killer che lo ha rapito al fine di farsi aiutare a superare i suoi stessi istinti omicidi.

The Patient, la trama

The Patient si svolge praticamente dentro un solo ambiente, ovvero la stanza dove il dottor Alan Strauss è costretto dal suo aguzzino Sam Fortner. I creator dello show Joe Fields e Joseph Weisberg hanno scelto un format che propone episodi di venti minuti ciascuno in modo che la narrazione possieda un ritmo maggiormente serrato, e in questo modo la non venga eccessivamente a pesare teatralità della messa in scena. Diciamo subito che l’espediente funziona a corrente alternata lungo lo sviluppo dei vari episodi: dopo un pilot decisamente elettrizzante e molto ben orchestrato a livello di tensione le tre puntate successive soffrono di un evidente stagnamento narrativo, in cui la situazione non procede e i due “rivali” si trovano a confrontarsi senza alcun vero risultato che porti lo spettatore a conoscere meglio i personaggi. Si sviluppa invece in maniera piuttosto chiara lo status dell’assassino seriale, ovvero quello di un “tipo fisso” che serve principalmente come catalizzatore per lo sviluppo psicologico ed emotivo della figura di Strauss. Il che non sarebbe stato poi neppure eccessivamente deleterio per lo show se la psicologia di Fortner non fosse stata delineata con eccessiva approssimazione, tanto da non renderlo mai veramente interessante.

the patient - Steve Carell
Steve Carell in The patient (2022)Copyright 2022, FX Networks. All Rights Reserved.

La svolta del quinto episodio

La serie subisce però un improvviso e notevole scossone grazie al quinto episodio, dove il livello drammatico della storia esplode in tutta la sua potenza emotiva. Da quel momento The Patient diventa qualcos’altro, ovvero focalizza in maniera molto più precisa ed efficace il proprio cuore, e cioè la figura di Strauss. Anche se la backstory dello psichiatra era stata già sviluppata nel corso di ogni episodio grazie a dei flashback che delineano la vita interiore dell’uomo, il suo arco trova piena rappresentazione soltanto dopo l’evento traumatico di cui è testimone diretto, e questo permette alla narrazione di cominciare a rendere corposo un arco narrativo adesso veramente toccante.

Sotto questo punto di vista Steve Carell è sorprendentemente efficace nel restituirci tutta la passività quasi rassegnata di Strauss, un uomo piegato dal dolore che sembra quasi accettare con rassegnazione la propria condizione di ostaggio a cui è stato contro la sua volontà assegnato un compito proibitivo, il quale se non portato a termine gli costerà quasi sicuramente la vita. Come già accennato, dopo il quinto episodio in The Patient avviene un sottile ma fondamentale scivolamento dal thriller dentro il dramma psicologico, e questo innalza notevolmente il livello dello show.

The Patient serie tv recensione
Steve Carell in The patient (2022)Copyright 2022, FX Networks. All Rights Reserved.

Il punto di forza è la caratterizzazione del protagonista

La caratterizzazione del protagonista, il dolore che lavora sul suo inconscio facendolo diventare per certi versi una metafora precisa e ficcante, è certamente la cosa meglio sviluppata da The Patient, serie con alcuni evidenti limiti ma anche altrettanto precisi punti di forza. Se abbiamo già accennato all’efficacia dell’interpretazione sottile e dimessa di Steve Carell, allo stesso modo dobbiamo anche testimoniare la prova molto meno efficace di Domhnall Gleeson. L’effetto della piacevole sorpresa nel vederlo impiegato  in un ruolo oscuro come quello del serial killer viene episodio dopo episodio ad affievolirsi: l’attore non riesce a risollevare le sorti di un personaggio che rimane quasi immediatamente bloccato, che non subisce alcuna vera trasformazione e risulta conseguentemente incapace di attrarre sul serio l’attenzione del pubblico.

È senz’altro Sam Fortner l’anello debole di The Patient, soprattutto se si pensa ai molti modi in cui questa figura avrebbe potuto essere sviluppata con originalità. E invece la scelta di raccontare la “normalità” dell’assassino seriale con tanto di lavoro ordinario, madre protettiva e vita apparentemente monotona, non garantisce né profondità psicologica né tensione narrativa. Peccato davvero: The Patient suscita interesse, in alcuni momenti anche la giusta empatia, ma mai entusiasmo.

 
 

The Crown 5: recensione della serie Netflix

The Crown 5 recensione serie tv netflix
Foto di Keith Bernstein © Netflix

Dal 2016, anno del suo esordio su Netflix, The Crown si misura con la Storia e con alcune delle icone più rappresentative del Ventesimo Secolo. Prima su tutte Elisabetta II, che forse in maniera imprecisa, è sempre stata considerata la protagonista della serie. La Lilibeth che si trova incoronata Regina a soli 25 anni e assume quel ruolo che non era destinato a lei alla nascita con contegno e assoluta fedeltà verso la Nazione e il simbolo, quella Corona, appunto, che rappresenta il vero cuore della premiata serie ideata e scritta da Peter Morgan.

Quale periodo racconta The Crown 5

Siamo negli anni ’90, un decennio funesto per la Monarchia Britannica, sotto gli occhi di tutti per via di “scandali a corte”. Elisabetta, completamente assorbita dal suo ruolo, deve cercare di gestire le intemperanze dei suoi figli, sistematicamente alle prese con matrimoni naufragati, la relazione con Margareth, che la vede sempre divisa a metà tra affettuosa sorella maggiore e sovrana irremovibile, un Filippo che sembra essersi reso conto di tutto ciò che ha perso scegliendo di diventare il principe consorte e soprattutto lei, Diana, quella ragazza triste che si rivelerà una vera spina nel fianco per la Corona, ma che forse Elisabetta in fondo, da madre e da donna, un po’ capisce.

The Crown 5 Imelda Staunton Jonathan Pryce
Imelda Staunton e Jonathan Pryce Foto di Keith Bernstein © Netflix

Come accaduto per le due stagioni precedenti, anche in The Crown 5 Peter Morgan sceglie di procedere per episodi, cambiando ancora una volta la struttura narrativa della serie e scegliendo di dedicare ogni episodio a un dramma e a un personaggio diverso. L’impressione è che mentre la serie cresce e procede negli anni che sceglie di raccontare, le sue trame narrative si ampliano, così come si espande anche il ventaglio di personaggi che si cimenta a raccontare. Siamo di fronte a un racconto corale vero e proprio, ormai, e adesso sempre di più, data l’importanza che assumono nel grande quadro gli attori “secondari”, come Carlo, Camilla e Diana, ad esempio.

La grandezza di The Crown risiede nella raffinatissima scrittura di Peter Morgan, che di conseguenza si riflette sulla messa in scena, sulla regia, sulle interpretazioni degli attori che si rivelano, anche a questo secondo cambio di guardia, all’altezza del compito a cui sono chiamati.

Il nuovo cambio di guardia del cast

Dopo lo straordinario lavoro di Claire Foy e Olivia Colman, Imelda Staunton alza ulteriormente la posta e mette in scena una regina ElisabettaII mai così composta e sobria, che fa un esercizio di asciugatura espressiva quasi totale e si conferma un’attrice sopraffina. Lo stesso discorso può valere per Jonathan Pryce, che nei panni del Principe Filippo racconta un personaggio che il tempo ha reso più saggio ma anche più acuto, che a differenza della Regina, sempre devota e irremovibile, comincia a fare un bilancio di quanto costruito negli anni vissuti da principe consorte.

The Crown 5 Elizabeth Debicki
Foto di Keith Bernstein © Netflix

Dopo Vanessa Kirby e Helena Bonham Carter era davvero difficile trovare una Principessa Margaret all’altezza, eppure Leslie Manville mette in scena un personaggio sfaccettato, che si trova a fare un bilancio della sua vita e a guardare in faccia le proprie paure. L’episodio che la vede protagonista, insieme a un tenero e incantevole Timothy Dalton potrebbe essere un unico piccolo film di una storia d’amore a suo modo tragica ma dolcissima.

Si può dire che le stagioni di The Crown si succedano in base al ritmo dei primi Ministri Britannici, e così dopo una inarrivabile Gillian Anderson/Margaret Thatcher, Johnny Lee Miller è chiamato a interpretare John Major. Un ruolo tanto più complicato quanto meno strutturato è stato il politico che, forse più di tutti, è riuscito a lavorare in sintonia con la Corona. E Miller non sbaglia un colpo, né un silenzio né uno sguardo.

The Crown
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Aspettavamo tutti al varco Dominic West e Elizabeth Debicki. Il racconto mediatico della relazione tra Carlo e Diana è stato uno degli argomenti più caldi degli anni ’90 per la “cultura popolare” e quindi è naturale che i due interpreti del principe di Galles e della sua consorte fossero messi al centro dell’attenzione, soprattutto per il grande lavoro svolto da Josh O’Connor e da Emma Corrin nelle stagioni precedenti. Se Debicki è assolutamente impressionante nella sua interpretazione, con una capacità mimetica totale, West opta per il contrasto. Tanto l’una è somigliante ed effettivamente avvilita, triste ma anche decisa a combattere come lo è stata Diana, quanto l’altro sembra estremamente più affascinante e capace di quanto la narrazione pubblica abbia mai reso per il Principe Carlo. E in effetti non si fa fatica a credere a un uomo intelligente e pieno di iniziativa, martoriato da un sistema che lo ha costretto in un matrimonio che non voleva, quando tutto l’amore che desiderava risiedeva già in un’altra donna alla quale lui era fedele.

Una prospettiva interna

E così The Crown 5, affrontando (in uno degli episodi meglio scritti) il divorzio della coppia reale, offre anche una prospettiva interna sulla ragioni di Carlo, che da sempre è stato considerato uno degli aguzzini di Diana. Si porta così a compimento un discorso che culminerà nella sesta stagione, ma che era stato seminato con cura nella stagione precedente. Carlo, tanto quanto Diana, è stato vittima del sistema in cui è nato. Ma naturalmente si è meno clementi verso chi è riuscito, poi, a raggiungere la felicità e non ha fatto in tempo a diventare un eroe tragico.

The Crown 5 cambia nuovamente la struttura del racconto e degli episodi. Ogni puntata disegna una circolo che sembra riportarci al punto di partenza ma che in realtà percorre un percorso preciso e ampio e che fa procedere gli eventi in maniera inesorabile. La stagione stessa comincia e finisce “su una nave”, in un mondo a parte che vorrebbe isolare i protagonisti e allontanarli dalle loro difficoltà ma che poi, puntualmente, li lascia in porto, sulla terra ferma a fare i conti con se stessi e con quella Corona a cui tutti devono, alla fine, dar conto.

Il segreto è nella scrittura di Peter Morgan

Peter Morgan cerca di rintracciare l’umanità e il dramma dentro a una facciata di perfezione e impenetrabilità. Forse per questo, nonostante Debicki sia il personaggio più somigliante al referente reale, è anche quello meno interessante. Diana si è raccontata intimamente al mondo, quindi sappiamo anche troppo bene cosa aspettarci dal suo personaggio. Per Elisabetta, Carlo, Filippo e tutti gli altri, ci troviamo quasi di fronte a un foglio bianco, che sceneggiatore e interpreti devono riempire. E questo processo è affascinante.

Quello che resta di The Crown 5 è un senso di tragedia incombente, che viene fatto passare allo spettatore con tantissimi piccoli stratagemmi e dettagli nascosti in piena vista. Lo stesso racconto dell’ascesa di Moneim Fayed e di suo figlio Dodi è, forse involontariamente, un presagio nefasto. Ma anche in questo caso, un presagio messo in scena con stile infinito.

The Crown 5 si conferma un prodotto di grande classe, che nasconde nella scrittura il segreto della sua forza, una scrittura portata hai massimi livelli di equilibrio ed efficacia da un Peter Morgan in stato di grazia, che mai aveva fatto così bene anche nel corso della stessa serie.

 
 

Il Grande Gioco: recensione della serie con Francesco Montanari e Giancarlo Giannini

Il Grande Gioco recensione serie tv
Credit Foto: Federica Di Benedetto

A 14 anni da Romanzo Criminale, Francesco Montanari torna sul piccolo schermo per Sky con Il Grande Gioco. Un drama che ricorda le grandi serie internazionali come Succession che nasce da un’idea di Alessandro Roja. Con la produzione di Luca Barbareschi e la regia di Fabio Resinaro e Nico Marzano, la nuova serie Sky Original arriverà il 18 novembre con un doppio appuntamento settimanale. Ogni venerdì sera per quattro settimane consecutive – e un totale di otto episodi – Il Grande Gioco ci porta dietro le quinte del calciomercato italiano. Gli episodi saranno disponibili su NOW con una novità che interessa soprattutto i non abbonati a Sky o NOW: il primo episodio sarà pubblicato anche sul canale YouTube di Sky.

Il Grande Gioco, la trama

Screditato da false accuse, Corso Manni (Francesco Montanari) è passato dall’essere il golden boy dei procuratori della ISG, la più grande società di procuratori in Italia, ad essere emarginato dal mondo calcistico. Con l’aiuto del giovane procuratore Marco Assari (Lorenzo Aloi), Corso ricostruisce la sua carriera contendendosi la procura del campione Quintana (Jesús Mosquera Bernal e del promettente Antonio Lagioia (Giovanni Crozza Signoris) con Dino (Giancarlo Giannini) ed Elena De Gregorio (Elena Radonicich), rispettivamente CEO della ISG e sua ex moglie. Un inaspettato gioco di alleanze e tradimenti prende forma con l’ingresso di Sasha Kirillov (Vladimir Aleksić), un navigato procuratore della russa Plustar, determinato a conquistare non solo il mercato calcistico italiano, ma anche dei preziosissimi terreni intestati alla ISG.

Nella location di un rinnovato Teatro Eliseo è avvenuta la prima stampa de Il Grande Gioco. Una storia davvero ampia in cui è complicato stabilire chi è la vera vittima e chi il carnefice. L’intrigo che ti porta dentro il “grande gioco” è intessuto di bugie, stratagemmi e anche un po’ di fortuna. I nostri protagonisti giocano con la fortuna e si sfidano tra loro credendosi dei veri e propri dei. Dall’altro dei loro grattaceli guardano il mondo sottostante, le loro pedine, con sufficienza. Questo movimento verticale viene rappresentato molto bene dalle cineprese dei due registi che rappresentano una Milano sempre più sviluppata che si erige anche a “capitale” del calciomercato.

Il Grande Gioco recensione serie tv
Credit Foto: Federica Di Benedetto

Oltre alla intricata trama familiare che avvolge la vicenda della famiglia De Gregorio, la storia racconta i retroscena del calciomercato italiano. La serie riprende la frenesia  all’interno dell’Hotel Sheraton di Milano che accoglie i più importanti gruppi di procuratori a livello mondiale. Il nostro Corso Manni è proprio un ex procuratore la cui vita è stata messa in subbuglio per un evento legato al calcio scommesse.

Volti e Maschere

Nonostante le vicende che legano i protagonisti siano inerenti al mondo del calcio, in realtà è solo lo sfondo di questo intricato dramma. Ricorda un po’ Succession: il padre despota della famiglia De Gregorio, interpretato da Giannini, nonostante una incombente malattia non vuole lasciare il posto ai figli. Il figlio maschio di Dino De Gregorio, Federico, è un grande amico di Corso e anche la vittima sacrificale di questo Grande Gioco. Federico è il figlio minore di Dino è poco interessato al ruolo di CEO ma porta avanti il suo sogno di aprire un’Academy per giovani talenti. Il peso dei sotterfugi del padre porterà purtroppo Federico ad autodistruggersi, allontanato dalle persone a lui più care proprio mentre lanciava silenziosamente un grido disperato di aiuto.

Se Federico è lontano alle dinamiche della ISG, Elena De Gregorio, figlia maggiore di Dino sembra puntare in alto. Il ruolo della Radonicich, in questi primi due episodi, è conflittuale. Una Lady Macbeth che cerca di ritagliarsi il suo spazio in un ambiente prettamente maschile. Possiamo vederne il volto dalle mille sfaccettature come se indossasse per ogni circostanza una maschera diversa. La sua interpretazione è anche lo specchio di quello che sta avvenendo attualmente nel panorama calcistico italiano con i primi procuratori donna. In realtà, nonostante il tema e un cast composto dal 99% di uomini, il personaggio di Elena Radonicich è quello più intricato.

Il Grande Gioco Francesco Montanari
Credit Foto: Federica Di Benedetto

Corso Manni, invece, con la maschera da procuratore ha imparato a convivere e lo spiega al suo nuovo protetto, interpretato da Lorenzo Aloi. Marco Assai è un promettete procuratore ma è ancora un novellino del mestiere, ancora troppo buono, troppo acerbo. Corso gli sarà mentore e amico, indiziandolo alle fasi più brutali di questo mestiere. Sul finale del secondo episodio, Marco capisce che non bisogna solo avere una conoscenza accademica del calcio ma per scovare e far accettare i contratti alle future promesse del calcio bisogna essere sregolati.

Chi tiene le redini del grande gioco?

Nei primi due episodi presentati alla stampa si dà solo un accenno a quello che sarà Il Grando Gioco. Se il titolo può far pensare al grande gioco del calcio è qui che la serie vuole trarci in inganno. Come abbiamo sottolineato anche il calcio – con i suoi bravissimi protagonisti come Jesús Mosquera Bernal e Giovanni Crozza Signoris – è una pedina in mano ai procuratori. La trama così intricata eppure così forte e ben argomentata ci porta a domandarci: chi tiene le redini del grande gioco? Veniamo a conoscenza di varie parti del passato di Corso e scopriamo che è stato tradito dall’interno della ISG. Ci sono vari indiziati che possono aver lasciato il procuratore Manni appeso al filo.

Uno di questi è il padre di Corso che è sicuramente invischiato nella vicenda. Ma non è il mandante, non è lui che muove i fili. La serie, che fino a questo momento si era presentata allo spettatore come un family drama, cambia faccia e accoglie il mistero, quasi thriller. Tra i nomi papabili che possono aver screditato Corso c’è Elena De Gregorio – sua ex moglie – che è il personaggio a cui è affidata tutta l’enigmaticità della serie. Elena agisce per uno scopo ben preciso e questo allo spettatore non è dato saperlo. Ha un tacito accordo con sé stessa e muove i fili dall’interno senza che nessuno sappia mai bene quale sarà la sua prossima mossa. Anche Francesco De Gregorio potrebbe aver tradito il suo amico Corso e questo spiegherebbe il suo messaggio lasciato in segreteria dove per la prima volta ammette le sue colpe e chiede scusa.

Un altro personaggio che avrà un ruolo chiave nelle strategie future è il procuratore russo Sasha Kirillov, interpretato da Vladimir Aleksic. Nonostante abbia mostrato una certa abilità nel destreggiarsi in un ambiente – quello del calcio italiano – lontano da lui, Kirillov è senza scrupoli. Un punto ancora poco approfondito nei primi due episodi ed in parte solo accennato è il suo interessamento ai preziosi terreni destinati all’Academy per soddisfare delle richieste di altri soci della sua Plustar. L’Academy era un progetto fortemente voluto da Federico De Gregorio con l’aiuto di Corso Manni che in seguito alla vicenda del calcioscommesse ha subito una battuta d’arresto.

La serie porterà uno sguardo inedito sul mondo del calcio nazionale e internazionale ma mette in luce la forza e la debolezza degli esseri umani. In un mondo così spietato e che corre veloce come quello del calciomercato non si può vacillare. E i nostri protagonisti sono così forti e risoluti sulle loro convinzioni che sarà davvero una lotta spietata per venire a capo di questo intrigo. Per fortuna abbiamo ancora quattro settimane e otto episodi per scoprire chi tiene le redini de Il Grande Gioco.

 
 

Il grande gioco, anticipazioni dall’episodio 5 e 6

Il Grande Gioco Francesco Montanari
Credit Foto: Federica Di Benedetto

Pressing alto, improvviso contropiede, palla filtrante, cross in area… Non è una partita di calcio, ma Il Grande Gioco del calciomercato, dove tutto è orchestrato per fare gol, che nel caso dei procuratori significa assicurarsi una procura…o far sfumare quella di qualcun altro. Nuovo appuntamento, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, con Il Grande Gioco, la serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Èliseo entertainment: quinto e sesto episodio domani, venerdì 2 dicembre, in prima serata su Sky Atlantic. I nuovi episodi saranno ovviamente disponibili anche on demand.

Francesco Montanari (Il cacciatore, I Medici – Nel nome della famiglia) interpreta Corso Manni, procuratore caduto in disgrazia per un presunto legame con il mondo delle scommesse clandestine. Con lui Elena Radonicich (1992, La porta rossa, Fabrizio De André – Principe libero) nei panni di Elena De Gregorio, ex moglie di Manni e procuratrice a sua volta, e il vincitore del David di Donatello nonché candidato all’Oscar Giancarlo Giannini (Casino Royale, Il cuore altrove, Pasqualino Settebellezze), che nella serie interpreta Dino De Gregorio, il padre di Elena, fondatore e CEO dell’agenzia di calciatori più potente in Italia contro cui Corso medita vendetta.

Nel cast anche Lorenzo Cervasio (Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, Il Capitale Umano) nei panni di Federico De Gregorio, fratello minore di Elena, Jesus Mosquera Bernal (Toy Boy), che qui interpreta il campione Carlos Quintana, Lorenzo Aloi (Lasciarsi un giorno a Roma, Fedeltà, La compagnia del Cigno 2) nei panni di Marco Assari, giovane e talentuosissimo procuratore, Giovanni Crozza Signoris (Il Traditore, Zero), che presterà il suo volto alla giovane promessa del calcio Antonio Lagioia, e Vladimir Aleksic nei panni di Sasha Kirillov, procuratore russo senza scrupoli.

Nel quinto e sesto episodio Corso ha un’esperienza catartica nella villa dove lui ed Elena abitavano quando stavano insieme. Lagioia fa scintille al Milan ma Assari, senza la supervisione di Corso, mina la relazione con il calciatore. Valeria si licenzia da assistente di Elena. È guerra aperta tra Elena e Dino, il quale trova proprio in Corso un prezioso alleato, il tutto mentre Kirillov cerca di impossessarsi dei preziosi terreni intestati alla ISG. Dino e Corso sfruttano il disaccordo tra Elena e Kirillov circa la squadra in cui mandare Quintana, facendo sfumare l’arrivo del giocatore al Milan e assicurando il futuro di Lagioia nella squadra. Assari convince Valeria ad unirsi a lui e Corso, mentre Elena riesce a sottrarre a Corso la procura di Lagioia e scopre il reale valore dei terreni dell’ISG e le vere intenzioni di Kirillov.

IL GRANDE GIOCO è creata da Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo Kalomenidis, Marcello Olivieri. Da un’idea di Alessandro Roja, con la collaborazione di Riccardo Grandi. Regia di Fabio Resinaro & Nico Marzano.

 
 

Sky annuncia la serie Non ci resta che il crimine – 1970

Non ci resta che il crimine - 1970

Sky annuncia una nuova serie originale dalla fortunata trilogia di Massimiliano Bruno: prodotta da Sky Studios e da Federica e Paola Lucisano per Italian International Film, Non ci resta che il crimine – 1970 sarà il sequel in 6 episodi dell’amatissima saga sui viaggi nel tempo iniziata con Non Ci Resta Che Il Crimine e proseguita con Ritorno Al Crimine e C’era Una Volta Il Crimine. Le riprese sono in corso a Roma e si protrarranno fino a fine anno. La serie Sky Original sarà disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW nel 2023.

Dal set romano arriva la prima, ironica clip di backstage, con i protagonisti della trilogia cinematografica Marco Giallini (Perfetti sconosciuti, Tutta colpa di Freud, Rocco Schiavone), Gian Marco Tognazzi (A Casa Tutti Bene, Poveri ma ricchi, Speravo de morì prima), Giampaolo Morelli (7 ore per farti innamorare, L’ispettore Coliandro, la saga Smetto quando voglio) e Massimiliano Bruno – che torna dietro la macchina da presa stavolta affiancato da Alessio Maria Federici – di nuovo sul set per le riprese della serie TV. A loro si aggiunge, fra gli altri, Maurizio Lastrico (Call My Agent – Italia, Io sono Mia, America Latina) in un ruolo del tutto nuovo. Non ci resta che il crimine – 1970 è scritta da Massimiliano Bruno, Andrea Bassi, Gianluca Bernardini, Herbert Simone Paragnani.

Dopo il viaggio indietro nel tempo fino agli anni ‘80, in cui a Roma prosperava la Banda della Magliana, e poi quello nell’Italia fascista degli anni ‘40, la serie trasporterà la sua sgangherata banda di protagonisti negli anni ’70, fra gli ambienti della sinistra giovanile e quelli della destra eversiva del golpe Borghese.

La trama di Non ci resta che il crimine – 1970

Moreno (Marco Giallini), Giuseppe (Gianmarco Tognazzi) e Claudio (Giampaolo Morelli) si trovano di nuovo riuniti, stavolta per un’avventura nel 1970. Dopo aver scoperto di essere stato adottato, Giuseppe decide di cercare la sua vera madre, incurante degli avvertimenti del loro amico e scienziato Gianfranco (Massimiliano Bruno): se si cambia il passato cambia anche il presente. Giuseppe riesce a incontrare la madre a un happening a casa di Duccio Casati (Maurizio Lastrico), un ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco. Ma l’emozione che travolge Giuseppe nel ritrovare Linda gli fa commettere un grave errore. Salvandola da un attentato, finisce per modificare il passato, e quindi anche il presente: ora l’Italia di oggi è diventata una dittatura fascista, e bisognerà tornare di nuovo indietro per rimettere le cose a posto… a costo di infiltrarsi tra le maglie del Golpe Borghese!

Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania, ha dichiarato: «Il successo di “Non ci resta che il crimine” è frutto di un’idea riuscitissima, che ha confermato il grande talento di Massimiliano Bruno e degli straordinari interpreti che hanno reso da subito iconici i loro personaggi. Siamo orgogliosi di annunciare oggi che questa storia continua, e lo fa con un nuovo progetto Sky Studios, che vede il ritorno di tutti i protagonisti dei film cui si aggiungono diversi interessanti innesti davanti e dietro la macchina da presa, nonché in sceneggiatura. Sei episodi che siamo felici di realizzare con IIF, per un titolo che farà brillare ancora di più la nostra ormai solida line-up di produzioni di genere comedy».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ha dichiarato: «Le commedie sono da sempre fra i contenuti più amati sulla nostra piattaforma, tra i generi di maggior successo fra i nostri abbonati. La trilogia cinematografica prodotta da Italian International Film del Gruppo Lucisano è una IP che dopo gli ottimi risultati al box office è stata, non a caso, in grado di conquistare una larghissima fetta del nostro pubblico, divertito dall’irresistibile chimica fra i protagonisti della saga e intrigato dall’escamotage dei viaggi nel tempo, che storicamente tanta fortuna hanno avuto al cinema e in tv. Con “Non ci resta che il crimine – 1970” offriamo quindi, in formato seriale, una nuova commedia italiana che costruiamo sulle spalle di una storia già tanto apprezzata. Siamo felici di ritagliare a questa produzione un posto speciale nel roster delle nostre serie originali».

Paola Lucisano, Consigliere delegato e Head of TV Production, Italian International Film (Gruppo Lucisano), ha dichiarato: «Avevamo colto subito le potenzialità dell’idea: il viaggio nel tempo ha sempre affascinato autori e spettatori. Stavolta i viaggiatori – interpretati da beniamini del pubblico – sono un po’ inconsapevoli, un po’ malandrini e furbetti, una miscela fantastica che ci ha dato, nei tre film, molte soddisfazioni. Possiamo dire che abbiamo un attaccamento, un affetto, per questa trilogia, frutto di creatività, fantasia e mestiere, popolata da attori bravi e amati dal pubblico e diretta con passione da Massimiliano Bruno a cui si affianca nella regia di questa nuova avventura tv Alessio Maria Federici. Non ci resta dunque che… attendere la serie su Sky».

 
 

Pirati dei Caraibi, Keira Knightley pensava che il primo film sarebbe stato un fiasco

Pirati dei Caraibi

La star di Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, Keira Knightley, credeva che il film sarebbe stato un flop. Basato sulla giostra di Walt Disney World, il primo film Pirati dei Caraibi è uscito nel 2003 e racconta la storia del Capitano Jack Sparrow (Johnny Depp) che tenta di recuperare la sua nave, la Perla Nera, da un gruppo di pirati nemici. Elizabeth Swann di Keira Knightley viene coinvolta nella storia quando questi stessi pirati la rapiscono, il che spinge Will Turner di Orlando Bloom a inseguirla per salvarla. Il primo film è stato un enorme successo al botteghino e ha finito per generare quattro sequel.

Durante The Laughter & Secrets of Love Actually: 20 anni dopo – A Diane Sawyer Special (tramite ET), lo sceneggiatore e regista di Love Actually, Richard Curtis, ricorda che Keira Knightley, che appare nel suo film come Juliet, gli disse che non pensava il primo Pirati dei Caraibi avrebbe avuto successo. Secondo Curtis, Knightley pensava che il film sarebbe stato un flop perché parlava di pirati. “Ricordo di essermi seduto con Keira mentre stavamo girando e le ho chiesto: ‘Cosa farai dopo?’ E lei disse: ‘Non credo che funzionerà. È un film sui pirati e falliscono sempre.'”

Non solo il film ha avuto un grande seguito e quattro sequel di grande impatto su pubblico e box office, ma ha anche contribuito in maniera decisiva alla carriera di Keira Knightley che da quel momento in poi è diventata una star di Hollywood e un volto riconoscibile al grande pubblico.

 
 

Avengers: Infinity War: tutti i cambiamenti del MCU che il trailer del film ha anticipato

Il MCU ha preso il via nel 2008 con Iron Man di Jon Favreau e, mentre introduceva gradualmente i suoi supereroi principali e formava la squadra originale dei Vendicatori, ha anche impostato il più grande conflitto della Saga dell’Infinito: la ricerca delle Gemme dell’Infinito da parte di Thanos (Josh Brolin) e il suo piano di usarle per spazzare via metà della vita nell’universo, cosa che è successa in Avengers: Infinity War.

Thanos ha finalmente ottenuto tutte e sei le Gemme dell’Infinito insieme al Guanto dell’Infinito in Avengers: Infinity War, e anche se tutti i personaggi del MCU allora in attività hanno unito le forze per fermarlo, ha realizzato il suo piano di schioccare le dita e far scomparire metà della vita nell’universo. Il trailer di Avengers: Infinity War era molto atteso e anticipava le battaglie di tutti i personaggi contro Thanos, senza svelare il finale straziante del film. Ripensandoci, il trailer di Avengers: Infinity War rivela una serie di importanti cambiamenti nel MCU: analizziamoli insieme.

1Bruce Banner riesce a controllare Hulk

Hulk Bruce Banner

Bruce Banner, con grande sorpresa, non è riuscito a trasformarsi in Hulk in Avengers: Infinity War e ha dovuto usare l’Hulkbuster per partecipare alla battaglia di Wakanda (naturalmente, la Marvel ha nascosto la cosa nel trailer sostituendo l’Hulkbuster con Hulk). Banner è sopravvissuto allo schiocco di Thanos e negli anni successivi, prima del furto del tempo, ha lavorato per fondere la sua coscienza con il corpo di Hulk, diventando Smart Hulk.

In seguito, Banner ha costruito il Dispositivo Inibitore di Hulk per tornare alla forma umana in modo che il suo braccio, danneggiato dalle Gemme dell’Infinito, potesse guarire, ma può comunque tornare alla sua forma di “Hulk Intelligente”, dimostrando che, dopo tutti questi anni, Bruce Banner è finalmente riuscito a controllare Hulk.

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James Gunn continua a stuzzicare i fan DC: in arrivo un adattamento di Kingdom Come?

James Gunn

Per la seconda volta, James Gunn ha utilizzato un’immagine del fumetto Kingdom Come in un post sui social media. La serie limitata di quattro numeri di Mark Waid e Alex Ross è stata distribuita nel 1996 come parte del marchio DC Elseworlds e raccontava la storia della generazione originale di eroi DC che uscivano dalla pensione per combattere contro una nuova era di “eroi” corrotti.

Gunn originariamente ha usato una delle immagini di Ross come intestazione su Hive, ma ora l’ha usata di nuovo su Twitter con la didascalia “fare piani” per stuzzicare il suo lavoro per capire il futuro del DCU. Ci sarà davvero in serbo per i fan un adattamento di Kingdom Come?

 
 

Daredevil: Born Again, un volto noto tornerà nella serie Disney+?

Daredevil: Born Again

L’attrice Joanne Whalley parla dell’eventuale ripresa del suo ruolo di Sorella Maggie Grace in Daredevil: Born Again per Disney+. Whalley ha interpretato il ruolo di Sorella Maggie nella serie Netflix, un personaggio introdotto nella stagione 3. Dopo che Matt Murdock, alias Daredevil (Charlie Cox), ha subito gravi ferite in The Defenders, padre Paul Lantom (Peter McRobbie) lo affida a suor Maggie all’orfanotrofio Saint Agnes. Il supereroe titolare in seguito scopre che la sorella Maggie è in realtà sua madre che ha abbandonato lui e suo padre a causa della depressione post-partum.

In una recente intervista con ComicBook.com, Whalley affronta la possibilità di riprendere il suo ruolo per la nuova serie di Daredevil del Marvel Cinematic Universe, Daredevil: Born Again. L’attrice ricorda i “momenti fantastici” in cui ha lavorato alla serie originale. “Ho adorato Daredevil! Mi sono divertita così tanto, oh mio Dio. Non ho sentito nulla [sul ritorno], ma mi piacerebbe indossare di nuovo il velo da suora. Parlando di personaggi da interpretare di nuovo, l’ho amata”.

Abbiamo visto Daredevil nel MCU già in due occasioni: nel cameo di Spider-Man: No Way Home e in due puntate di She-Hulk, dove lo abbiamo visto anche in azione, nella sua nuova tuta che omaggia l’origine del personaggio nei fumetti.

 
 

Robert Downey Jr. ha finalmente ottenuto il 100% su Rotten Tomatoes. Ecco per quale film

Sr. Robert Downey Jr.

Robert Downey Jr. ottiene finalmente la sua prima votazione al 100% da Rotten Tomatoes per il suo nuovo documentario, Sr.. Dal suo debutto come Tony Stark in Iron Man del 2008, il film che ha dato il via a tutto il Marvel Cinematic Universe, il personaggio di Downey Jr. e la sua interpretazione sono stati fondamentali per il MCU e hanno contribuito a consolidarlo come un franchise multimiliardario. Dalla fine del suo arco narrativo in Endgame, l’attore è però passato ad altri progetti.

Uno di questi progetti è il documentario Sr., che racconta la vita e la carriera del suo defunto padre, Robert Downey Sr., che era un influente regista underground. Il documentario è stato distribuito in sale selezionate all’inizio di questo mese e, con diverse recensioni compilate, Sr. ha ufficialmente fatto guadagnare a Robert Downey Jr. il suo primo punteggio perfetto al 100% su Rotten Tomatoes. La valutazione potrebbe fluttuare leggermente man mano che più critici pubblicano le loro recensioni, ma per ora è un risultato incredibile per l’attore veterano.

 
 

Il ritorno di Stefano Chiantini con Emma Marrone al cinema

Il ritorno film Emma Marrone

Dopo essere stato presentato alla 20° edizione di Alice nella Città all’interno della Festa del Cinema di Roma 2022, Adler Entertainment è lieta di annunciare la data d’uscita del film Il Ritorno, di Stefano Chiantini con Emma Marrone. Il film, in uscita in sala il prossimo 15 dicembre, è anticipato da un tour nelle sale di diverse città italiane che vedrà la presenza in sala della protagonista Emma Marrone, giunta al suo primo ruolo attoriale da protagonista. 

Il Ritorno mette in scena il dramma di una donna (Emma Marrone) che fa ritorno alla propria famiglia dopo aver trascorso dieci anni in carcere, raccontandone il dramma della lunga separazione e del tentativo di riappropriarsi della vita lasciata indietro.Il film è una produzione World Video Production con Rai Cinema-MiC-Marvin Film-Bling Flamingo e Lazio Cinema International. Il Ritorno sarà distribuito in Italia da Adler Entertainment.

Teresa è una giovane donna, abita con Pietro in un quartiere periferico di una livida città del Lazio e hanno un figlio di circa un anno, Antonio. Devono fare i conti con la mancanza di lavoro e le difficoltà economiche, ma sembrano riuscire a far funzionare le cose; fino a quando i comportamenti di Pietro non finiscono per mettere a rischio la donna ed il piccolo. Questo cambierà la vita di Teresa e non solo, che dieci anni dopo esce dal carcere e cerca di recuperare la vita lasciata indietro.

 
 

Marvel conferma la sorte del braccio artificiale di Bucky Barnes

Bucky Barnes

Rocket Raccoon ottiene il braccio di Bucky Barnes come regalo di Natale in Guardiani della Galassia Holiday Special, ma la Marvel ha già confermato il destino dell’arto. Quando Bucky e Rocket si sono incontrati per la prima volta in Avengers: Infinity War, quest’ultimo ha chiaramente ammirato le armi del primo, manifestando l’intenzione di comprare la sua pistola e poi il suo braccio. All’epoca sembrava uno scherzo in continuità con le abitudini di Rocket, ma ora solleva alcune grandi domande sull’MCU e su cosa accadrà a Bucky in futuro.

Nebula che dà il braccio di Bucky a Rocket in Guardiani della Galassia Holiday Special , momento che si trasforma in un divertente pay-off della gag di Infinity War, ma porta con sé anche del mistero. Come ha fatto Nebula a mettere le mani sul braccio di Bucky? Cosa significa per Bucky stesso? La prima domanda potrebbe essere esplorata ulteriormente nel futuro del MCU, anche se James Gunn ha detto che Nebula ha ottenuto il regalo di Rocket andando sulla Terra e strappando il braccio di Bucky dal suo corpo (che è una cosa che il suo personaggio potrebbe fare, in effetti). Per quanto riguarda il secondo punto, la cosa non dovrebbe avere molto impatto sull’ex Soldato d’Inverno. Come visto nella concept art di Thunderbolts, il braccio di Bucky è ancora più che attaccato al suo corpo nella Fase 5 del MCU.

Il braccio di Bucky potrebbe eventualmente influire sulla storia di Thunderbolts, ma presumibilmente sarebbe una conseguenza a breve termine in tal caso, come un rapido riferimento a lui che ne ha uno nuovo o una battuta su quello che è successo con Nebula. Il ruolo di Bucky con il team Thunderbolts del MCU richiederebbe quasi certamente che lui abbia il suo braccio di vibranio, poiché è una delle sue armi più potenti e aiuta a renderlo una parte fondamentale della formazione. Potrebbe essere rivelato che Nebula ha ottenuto una replica, ma anche se la versione degli eventi di Gunn sarà canonica in futuro, è difficile immaginare che Bucky sia senza il suo braccio e potrebbe ottenere un sostituto (o Rocket potrebbe restituirlo).

Il braccio di Bucky è stato sorprendentemente importante nella Fase 4 della Marvel, soprattutto in termini di come è stato preso in considerazione in The Falcon and the Winter Soldier. La serie Disney + ha dimostrato quanto sia forte e prezioso, con il braccio di Bucky che migliora le sue abilità e gliene fornisce alcune aggiuntive, come la stessa capacità non solo di assorbire l’impatto, ma anche di respingerlo contro un avversario come era in grado di fare la tuta di T’Challa. Tuttavia, anche il braccio di Bucky ha alcuni punti deboli. John Walker ha causato il malfunzionamento del braccio di Bucky gettandolo nei cavi energetici, confermando che le sovratensioni elettriche possono danneggiarlo; ed è stato anche rivelato che Bucky è destrorso, il che significa che il suo braccio non è sul lato più forte del suo corpo.

Soprattutto, c’è un failsafe integrato dai Wakandiani, che consente ad Ayo di staccarlo molto rapidamente; con queste debolezze, allora è ancora più plausibile che Nebula possa aver strappato il braccio di Bucky dal suo corpo, dato che certamente non è privo di difetti. È anche interessante collegare la coppia, dato che il corpo di Nebula ha così tanti miglioramenti cibernetici che le permetterebbero di prendere il braccio di Bucky. Guardiani della Galassia Holiday Special, quindi, è una ricompensa extra divertente per l’esplorazione del braccio di Bucky della Fase 4, ma Thunderbolts nella Fase 5 non dovrebbe solo ripristinarlo, ma continuare a mostrare quanto sia davvero potente.

 
 

The Flash, ecco il nuovo logo del film con Ezra Miller

The Flash

L’attesa senza fine di vedere The Flash continua a essere sempre più estenuante, mentre le novità e le voci sul film tacciono. Ci sono state speculazioni per chi sarà il sostituto di Ezra Miller nel DCU, e voci su quando vedremo il prossimo trailer, ma tutto tace sulla promozione. Almeno fino a questa mattina, quando è stato diffuso un nuovo logo per il film:

Senza alcun annuncio, gli account dei social media per il film The Flash hanno aggiornato le loro foto con una versione nuova del logo del film del Velocista Scarlatto. Il nuovo logo rappresenta un cambiamento significativo rispetto al precedente, che era stato diffuso con l’inizio delle riprese del film nel 2021. È possibile che il cambiamento sia stato apportato per riflettere il grande cambiamento alla DC, con James Gunn e Peter Safran che hanno assunto il controllo di l’universo, portando a un diverso prodotto finale per The Flash.

Il vecchio logo presentava uno sfondo più texturizzato basato sul costume dell’eroe, con un fulmine che lampeggiava dall’emblema di The Flash al centro del logo e illuminava lo sfondo. D’altra parte, il nuovo logo è relativamente semplice, con un cambio di colore dal nero al rosso per il titolo del film, un semplice sfondo scuro e gli unici dettagli sono un lampo di luce alla prima e all’ultima lettera di Flash.

Il film The Flash

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

 
 

Una notte violenta e silenziosa: la recensione del film con David Harbour

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Ogni anno Babbo Natale porta doni ai bambini buoni di tutto il mondo, un compito non da poco, su cui più volte il cinema si è interrogato. Tra i tanti modi di raccontare tale responsabilità, è finalmente arrivato anche quello che ce la propone non come una gioia bensì come un peso divenuto insostenibile. È così che incontriamo uno dei Babbo Natale più scorretti che si siano mai visti sul grande schermo, protagonista assoluto di Una notte violenta e silenziosa, che con il suo titolo originale (Violent Night) fa il verso alla celebre canzone natalizia Silent Night, inneggiante alla pace e alla bontà.

Valori del tutto estranei a questo film diretto da Tommy Wirkola, regista norvegese resosi celebre per aver dato vita a nazisti zombie in Dead Snow. Quella durante il quale si svolge questo film è infatti tutt’altro che una notte pacifica, perché in fondo il male non concede tregue neanche a Natale. E così quando un gruppo di criminali, capeggiati da un leader con l’eloquente nome in codice di Mr. Scrooge (John Leguizamo), irrompe nell’abitazione della conflittuale famiglia Lighstone, ecco che Babbo Natale (David Harbour) si troverà a dover dar vita ad un bel po’ di sana violenza, magari ritrovando la gioia verso il suo ormai odiato lavoro.

Il film perfetto per chi non sopporta il Natale

Esiste una ricca categoria di film dissacranti nei confronti del Natale, dei suoi valori e della sua iconografia. Opere particolarmente congeniali a chi meno sopporta tale festività, troppo spesso snaturata dal crescente consumismo. Una notte violenta e silenziosa si inserisce perfettamente in tale tipologia di opere, offrendo l’altro lato della medaglia. Al di là del Babbo Natale alcolizzato e violento, la famiglia protagonista del film, ad esempio, è tutto fuorché ricca di umiltà, compassione e spirito natalizio. Lo spettatore si imbatte dunque in una serie di personaggi sgradevoli, che risultano tali anche in quanto coerenti con i tempi che realmente viviamo.

È difficile trovare qualcuno per cui fare il tifo, specialmente quando anche lo stesso Babbo Natale eccede nell’applicare una certa giustizia, sfociando in sequenze estremamente violente, ai limiti dello splatter. L’unica dotata di umanità sembra essere la piccola Trudy (Leah Brady), ma anche lei non si risparmia nell’escogitare brutali trappole per gli invasori, sulla scia del Kevin di Mamma ho perso l’aereo. Tutti questi personaggi risultano dunque prodotti di una società sempre più individualista e arrivista, da Wirkola messa alla berlina con una satira continua che tra battute e situazioni scorrente diverte ma spaventa allo stesso tempo.

Una notte violenta e silenziosa deride dunque i miti e le tradizioni del Natale, molti dei quali rafforzatisi proprio grazie alla vasta filmografia dedicata a tale festività. Nel farlo, però, sembra mirare a ricordarci quelli che dovrebbero esserne i veri valori, portando dunque lo spettatore alla loro riscoperta attraverso la violenza, la goliardia e in generale attraverso un eccesso particolarmente ben dosato e divertente. Uno degli aspetti migliori del film è infatti proprio il modo in cui il regista, partendo dalla sceneggiatura di Pat Casey e Josh Miller, confezioni una messa in scena ricca di trovate visive, punti di vista insoliti e occasioni per sorprendere continuamente lo spettatore.

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David Harbour magnifico protagonista di Una notte violenta e silenziosa

All’interno di questo “pacco regalo” che è il film, si ritrova poi la sorpresa vera e propria. È innegabile come molto del fascino di Una notte violenta e silenziosa dipendesse dall’interprete che avrebbe dato vita al violentissimo Babbo Natale. David Harbour, noto per aver interpretato lo sceriffo Hopper di Stranger Things e il demoniaco Hellboy nel film omonimo, si presentava da subito come la scelta ideale. Nel vederlo compiere azioni brutali vestito di rosso e con il tipico barbone bianco di Babbo Natale, ce ne si convince ancor di più. Harbour non è solo un attore particolarmente portato per gli antieroi, personaggi scorretti ma dotati comunque di cuore, ma anche un interprete dotato di una presenza scenica straordinaria.

La sua fisicità, la sua espressività e i modi in cui tali aspetti si mescolino alla comicità e alla violenza sono semplicemente irresistibili. Grazie alla sua presenza, si possono mettere in secondo piano anche gli aspetti meno convincenti del film, con la possibilità dunque di godersi un film che offre ciò che prometteva: sangue, risate, alcol, ossa rotte e ancora risate. In mezzo ai tanti patinati film natalizi che ogni anno vengono proposti al cinema, Una notte violenta e silenziosa risulta dunque una gradita variazione sul tema che, inaspettatamente, potrebbe anche risultare molto più vicina al vero significato del Natale rispetto ai titoli più classici, troppo spesso artificiosi.

 
 

Bruce Lee: Ang Lee dirigerà il biopic in cui reciterà anche Mason Lee

Bruce Lee film

Bruce Lee verrà immortalato in un nuovo film biografico. Ang Lee, il regista premio Oscar di Vita di Pi e I Segreti di Brokeback Mountain, dirigerà un film sull’icona cinese-americana delle arti marziali, lo stesso report di Variety riferisce che nel film reciterà anche Mason Lee, figlio di Bruce Lee.

Il film è in fase di sviluppo presso la 3000 Pictures di Sony. Lo sceneggiatore di Capote, Dan Futterman, sta adattando la sceneggiatura. Bruce Lee ha recitato in film come Dalla Cina con Furore, I 3 dell’Operazione Drago e L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, così come nella serie TV The Green Hornet, che ha contribuito a rendere popolari le arti marziali in tutto il mondo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.

“Mai accettato come né completamente americano né completamente cinese, Bruce Lee è stato un ponte tra Oriente e Occidente che ha introdotto il Chinese Gung Fu nel mondo, uno scienziato del combattimento e un artista iconico che ha rivoluzionato sia le arti marziali che il cinema d’azione”, ha dichiarato Ang Lee in un comunicato.

“Mi sento in dovere di raccontare la storia di questo essere umano brillante e unico che desiderava appartenere, possedeva un enorme potere in una cornice di 61 chili e che, attraverso un duro lavoro instancabile, ha trasformato i sogni impossibili in realtà”. Bruce Lee morì nel 1973 all’età di appena 32 anni.

 
 

Il Signore degli Anelli: Bernard Hill critica la serie TV di Amazon definendola “un’impresa per fare soldi”

Bernard Hill Il Signore degli Anelli

Bernard Hill, che è apparso in due dei tre film originali de Il Signore degli Anelli nel ruolo di Re Theoden, Le due torri del 2002 e Il ritorno del re del 2003, non è un fan della serie Amazon Prime Video, Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere. La serie è ambientata molto tempo prima dei fatti raccontati da Tolkien durante la Guerra dell’Anello, e quindi molto prima che esistesse nella Terra di Mezzo, Theoden.

Quando gli è stato chiesto se avesse visto la serie, Bernard Hill ha risposto: “No, non mi interessa. È un’impresa per fare soldi e non mi interessa guardarlo o parteciparvi. Buona fortuna a loro e tutta quella roba, ma non è come la cosa reale.” Gli è stato quindi chiesto se pensa che il franchise avrebbe dovuto essere lasciato in pace dopo la conclusione della trilogia di Peter Jackson, a cui ha risposto: “Completamente, sì”.

Ha aggiunto: “Penso che lo stessero già stiracchiando quando hanno realizzato Lo Hobbit. Lo Hobbit è un libro minuscolo. Lo hanno fatto bene, lo hanno fatto davvero, davvero bene. L’hanno ampliato [ma] penso che un elastico si può allungare solo fino a un certo punto. Penso che ci siano riusciti in Lo Hobbit perché c’erano alcune cose davvero buone in quei film.”
 
 

Il Mio Nome è Vendetta, la recensione del revenge film con Alessandro Gassman

Il Mio Nome è Vendetta recensione

Uccisi o essere uccisi, questa è la legge – Inizia così Il Mio Nome è Vendetta il film con Alessandro Gassman nei panni di un padre tormentato. Il film di Cosimo Gomez è un thriller carico di azione dove il personaggio di Gassman interpreta Santo, un ex sicario della criminalità organizzata che per anni ha vissuto nell’ombra in una tranquilla cittadina del Trentino-Alto Adige. La sua vita e quella di sua figlia Sofia, un’adolescente campionessa di hockey, interpretata da Ginevra Francesconi, cambiano per sempre.

Due criminali entrano in casa loro e uccidono barbaramente la madre e lo zio di Sofia, scatenando un regolamento di conti covato per quasi vent’anni. Sofia scoprirà che la verità le è sempre stata taciuta e che Santo nasconde un oscuro passato di affiliato alla ‘ndrangheta. Il film di Gomez si trova su Netflix dal 30 novembre.

Il Mio Nome è Vendetta, la recensione

La premessa del film non ci prepara a quella che sarà la visione per la successiva ora e mezza che compone la pellicola. Inizialmente, quando vengono presentati i personaggi tutto ci sembra chiaro come la luce del sole. C’è una famiglia, unita, composta da padre, madre e figlia. Il padre, Santo, e la figlia, Sofia hanno un rapporto speciale e condividono la passione per l’avventura e lo sport. Sofia è una campionessa di hockey, l’orgoglio della sua famiglia e alla soglia dei 18 anni Santo decide di insegnarle a guidare.

In realtà Sofia è già abbastanza preparata sull’argomento e destreggia il volante anche in luoghi atipici, nei quale una adolescente solitamente non va a guidare alle prime armi. La giornata sembra svolgersi normalmente tra padre e figlia. C’è però qualcosa nella musica malinconica di sottofondo e nei colori di Il Mio Nome è Vendetta – ci troviamo nella natura più vivida e incontaminata; eppure, i colori sono spenti e opachi – che lasciano un presagio di incertezza.

Ginevra Francesconi torna a vestire i panni di “figlia di” dopo il precedente Genitori Vs Influencer con Fabio Volo. Questa volta lo fa con un revenge movie italiano inaspettato. L’adolescente Sofia non sa che con quella semplice Instagram stories ha dato inizio a un meccanismo di una portata inimmaginabile. Così, la ndrangheta scova Santo dando inizio al vero plot del film. Gli alberi e la natura che prima verdeggiavano opacamente adesso si sono incupite del tutto rendendo l’atmosfera tetra con un Alessandro Gassman irrequieto.

Il Mio Nome è Vendetta film Alessandro Gassman

Uccisi o essere uccisi, questa è la legge.

Questa citazione che dà inizio a Il Mio Nome è Vendetta racchiude la vita di Domenico Franzè, vero nome del personaggio di Gassman. Uccisi o essere uccisi, questo è il motto con cui Domenico ha condotto la sua esistenza come braccio del crimine organizzato. Il film di Gomez mette in scena un inseguimento come quelli che si vedono spesso nei thriller d’azione americana. Sofia, una semplice adolescente si scopre capace di cose che una ragazza alla sua età ha visto solo nei film: come liberarsi dalle fascette con cui è stata legata o aprire un varco dal cofano dell’auto.

In un calabrese, talvolta poco credibile, il personaggio di Gassman si trasforma in un Liam Neeson che cerca vendetta. Per la prima volta vediamo a volto scoperto il mandante di questo omicidio organizzato: Remo Girone è Don Angelo, boss della ndrangheta. Scopriamo anche il motivo dietro a questa vendetta reciproca: Domenico ha ammazzato il figlio di Don Angelo. Nella criminalità organizzata il torto non è saldato fino a quando non sarà versato ulteriore sangue.

Ne Il Mio Nome è Vendetta mostrare pietà è considerato un atto di debolezza – continua la citazione iniziale del film. I nostri protagonisti non hanno intenzione di mostrare pietà anzi la vendetta è il momento in cui inizia il viaggio di Sofia e Domenico. L’onore e la vendetta vanno di pari passo in questa storia. L’uno non può vivere senza l’altro e così anche Don Angelo chiede al figlio Michele di seguirlo in questa storia. Le colpe dei genitori trovano sempre un modo di colpire anche i figli.

Non si è mai del tutto al sicuro

Nella periferia di Milano padre e figlia troveranno un rifugio provvisorio che verrà fin da subito messo sotto tiro. Il film si trasforma in una specie di guardie e ladri dove nessun posto è mai del tutto sicuro. Entriamo nel vivo del film e dunque abbandoniamo i verdeggianti ambienti del Trentino ed entriamo nella grigia città. Tra le mura della metropoli Domenico insegna alla figlia il motto della sua vita: Uccidere o essere uccisi. Quando ci si trova faccia a faccia con il nemico non esistono le seconde occasioni, ogni colpo deve essere sferrato con la giusta cattiveria e premeditazione.

C’è però un momento in cui in Il Mio Nome è Vendetta che padre e figlia dimenticano per un momento di essere inseguiti da folli criminali e si ritagliano un loro spazio, come si vede all’inizio del film. Pianificano il loro futuro insieme, una volta completato il piano e si immaginano già in Sudafrica. Ma questo momento dura poco perché è il momento di attuare il loro piano.

Il Mio Nome è Vendetta film Ginevra Francesconi

Il richiamo della foresta

La vendetta di Domenico e Sofia ha inizio con un rocambolesco rapimento. Ci avviciniamo alla fine del film, padre e figlia sono ormai del tutto complici in questo girone infernale. Giocando d’anticipo rispetto alla famiglia di Don Angelo, Domenico tende una trappola ai suoi nemici. Diventa un ninja e con il favore delle tenebre riuscirà ad avere la meglio sui suoi avversari. Domenico è come Buck, come quel San Bernando che decide di imparare a difendersi dagli altri e ha fatto della sua storia una storia di vendetta. Domenico, invece, segue il suo istinto e compie l’ultimo gesto disperato nel tentativo di salvare la sua Sofia.

In conclusione, dopo essere stati inghiottiti dalla città e dalle sue costrizioni ritorniamo allo spazio aperto della natura. Quel piccolo angolo di paradiso dove padre e figlia possono prendersi un momento solo per loro. Ma anche questa ormai è un’illusione, un ricordo che vive nella mente di Sofia che come Buck, decide di uscire allo scoperto, di fare sua la storia di vendetta, di seguire il richiamo della foresta. Uccidere o essere uccisi, mostrare pietà è solo un segno di debolezza.

 
 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile film

Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera, Steven Spielbeg ha dato vita a lungometraggi di ogni tipo, sempre pronto a stupire il suo pubblico. Particolarmente amati sono ad esempio i suoi film pensati tanto per gli adulti quanto per i più piccoli. Opere come E.T – L’extraterrestre o il più recente Ready Player One sono un esempio lampante di ciò. Un altro titolo di questo filone è Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione), uscito in sala nel 2016.

Si tratta del primo film diretto da Spielberg ad essere prodotto e distribuito dalla Walt Disney, ed inoltre l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1982 da Roald Dalh. Spielberg, affascinato dalla dolcezza e dalla magia insite nel racconto, desiderava da tempo farne un lungometraggio in live-action, ricorrendo però alla tecnica della motion capture per dar vita ai giganti presenti nel film.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la trama del film

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie, una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.

Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme realizzeranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile cast

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il cast del film

Ad interpretare il GGG vi è l’attore Mark Rylance, che aveva già collaborato con Spielberg per Il ponte delle spie. È stato durante il primo giorno delle riprese di quel film, un drammatico thriller sulla Guerra Fredda, che Spielberg si è reso conto di aver trovato il suo gigante. Il famoso attore teatrale interpretava lì la spia sovietica condannata Rudolf Abel, un personaggio molto lontano da quello del dolce, ma semplice gigante raffigurato in questo film. Eppure il regista vide nell’interpretazione di Rylance qualcosa che gli fece pensare alla natura del protagonista del GGG. Per interpretarlo, Rylance si è poi dunque cimentato nella tecnica della motion capture, trovando l’esperienza entusiasmante.

Accanto a lui, nel ruolo della piccola Sophie, vi è invece l’attrice Ruby Barnhill, qui al suo film di debutto. Per ottenere la parte, la giovane interprete imparò a memoria numerose pagine del copione e quando si presentò al provino Spielberg rimase impressionato dalle sue capacità, affidandole la parte. Nel film sono poi presenti gli attori Penelope Wilton nei panni della Regina Elisabetta II, mentre Jemaine Clement è il gigante Inghiotti-Ciccia. Rebecca Hall interpreta Mary, mente Rafe Spall è Mr. Tibbs. Il noto attore Bill Hader, invece, dà vita al gigante Sangue-Succhia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 30 novembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

 
 

Cocainorso, il primo trailer del film basato su una storia vera

La Universal svela il primo trailer del film Cocainorso, ed è esattamente quello che ci si può aspettare. Dopo aver diretto Pitch Perfect 2 e Charlie’s Angels del 2019, entrambi accolti piuttosto male, l’attrice e regista Elizabeth Banks si è diretta in una direzione completamente diversa con il suo terzo lungometraggio dietro la macchina da presa: un thriller chiamato Cocainorso. Ispirato da un’incredibile storia vera, il film in uscita seguirà un orso bruno che si scatena in una furia omicida in una foresta del Kentucky dopo aver involontariamente ingerito cocaina.

Cocainorso, guarda il poster

Ispirato alla storia vera del 1985 dell’incidente aereo in cui un corriere della droga perde un carico di cocaina e un orso bruno la mangia, questa dark comedy feroce vede come protagonisti un gruppo stravagante di poliziotti, criminali, turisti e adolescenti che si ritrovano in una foresta della Georgia, dove un predatore enorme di 230 chili ha appena ingerito una quantità impressionante di cocaina e si aggira infuriato in cerca di altra droga… e di sangue.

Cocainorso vede nel cast Keri Russell (The Americans), O’Shea Jackson, Jr. (Straight Outta Compton), Christian Convery-Jennings (Sweet Tooth), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story), Jesse Tyler Ferguson (Modern Family), Brooklynn Prince (Un sogno chiamato Florida), Isiah Whitlock Jr. (BlacKkKlansman), Kristofer Hivju (Game of Thrones), Hannah Hoekstra (Charlie’s Angels, 2019) e Aaron Holliday (Sharp Objects), con la vincitrice dell’Emmy Margo Martindale (The Americans) e il vincitore dell’Emmy Ray Liotta (I molti santi del New Jersey).

Diretto da Elizabeth Banks (Charlie’s Angels, Pitch Perfect 2) da una sceneggiatura di Jimmy Warden (La Babysitter: Killer Queen), Cocainorso è prodotto dai vincitori dell’Oscar® Phil Lord e Christopher Miller (Spider-Man: Un nuovo universo, I Mitchells contro le macchine) per Lord Miller, da Elizabeth Banks e Max Handelman (il franchise Pitch Perfect) per Brownstone Productions, da Brian Duffield (Spontaneous) per Jurassic Party Productions e Aditya Sood (Sopravvissuto – The Martian) per Lord Miller. Robin Mulcahy Fisichella, Alison Small e Nikki Baida sono i produttori esecutivi.

 
 

DreamWorks Animation presenta il nuovo logo animato

DreamWorks Animation presenta il suo nuovo logo animato, che vivacizza la precedente intro e si fa anche omaggi a tutti i successi d’animazione dello Studio. A partire dal ragazzino che pesca sulla Luna, ormai icona della casa produttrice, si parte per un viaggio di 32 secondi nei successi DreamWorks; vediamo Dragon Trainer, Kung Fu Panda, Shrek, ma anche successi relativamente recenti, come Trolls, Baby Boss e Troppo Cattivi.

Il logo, che si potrà vedere al cinema già in testa a Il Gatto con gli Stivali 2: L’ultimo desiderio, è stato ideato e prodotto dal team creativo dello studio, tra cui la produttrice Suzanne Buirgy e la production designer Kendall Cronkhite. La colonna sonora è stata invece composta da Harry Gregson-Williams, e si sente dalla prima nota che si tratta dello stesso autore della colonna sonora di Shreck.

 
 

Slow Horses stagione 2, la recensione della serie con Gary Oldman

Slow Horses stagione 2

Dopo le scoppiettanti sei puntate che hanno composto la prima stagione di Slow Horses, ecco arrivare il secondo blocco delle avventure dello squinternato gruppo di spie relegate nella malfamata “Slough House”, parcheggio per gli impiegati dell’IM5 che hanno in qualche modo rovinato la propria carriera.

Slow Horses stagione 2, la trama

L’adattamento seriale dei romanzi di Mick Herron dunque continua spigliato: tocca adesso al secondo romanzo della serie, Dead Lions, il quale però presenta alcune variazioni rispetto alla trasposizione del precedente. Se infatti la prima stagione sostanzialmente si distanziava dal libro soltanto nell’ultima puntata, nella seconda l’intelaiatura narrativa differisce più o meno a metà del percorso e per due ragioni ben precise: prima di tutto bisognava dare maggiore peso specifico e spazio di manovra alla “mente” del gruppo Jackson Lamb (Gary Oldman), il quale invece nel romanzo si defila maggiormente: in secondo luogo ciò che succede nella storia di Herron si trasforma pian piano in un qualcosa di enorme, larger than life, che sarebbe rimasto quantomeno complesso pensare di essere risolto soltanto dagli agenti di Lamb. In questo modo, ed è un rarissimo caso a presentarsi, l’adattamento si rivela migliore del romanzo di partenza, o almeno più coerente con  lo status e le abilità dei personaggi. 

L’intreccio non riesce a irretire lo spettatore

Rispetto alle prime sei puntate, i nuovi episodi ispirati da Dead Lions posseggono qualcosa in più e al tempo stesso in meno. Partendo dalla questione puramente di genere, la storia principale possiede un appeal di minore impatto rispetto a quella raccontata in precedenza: l’improvvisa morte di una ex-spia insospettisce Lamb, il quale si lancia all’inseguimento di un fantasma del passato di nome Alexander Popov, “fantasma” che al tempo della Guerra Fredda aveva rappresentato uno spauracchio per l’IM5 e più in generale lo spionaggio occidentale.

L’intrigo confezionato sulle basi della spy-story classica si rivela meno pregnante rispetto a quello che invece aveva rappresentato l’asse narrativo portante della prima stagione: pur possedendo alcuni ottimi momenti di genere, Slow Horses stagione 2 non riesce a irretire lo spettatore in una corsa contro il tempo come era precedentemente successo.

Lo show rafforza la dimensione ironica

Al tempo stesso però – e questo si trova anche nel libro di Herron – lo sviluppo dei personaggi e delle loro relazioni tutt’altro che amichevoli consente allo show di rafforzare la sua dimensione ironica. Ci diverte molto a vedere le nuove puntate, assistendo alle disavventure e alla goffagine umana e professionale degli Slow Horses. Anzi, per quanto riguarda una sotto-trama si arriva addirittura a commuoversi (no spoiler!).

Tale insistenza sul versante della commedia acida consente agli attori di lavorare su performance maggiormente istrioniche, e sotto questo punto di vista Jack Lowden e Dustin Demri-Burns salgono decisamente di tono, elevando con ironia tutta british  i personaggi rispettivi di River Cartwright e Min Harper. Senza ovviamente menzionare l’anima dello show Gary Oldman, il quale continua a divertirsi un mondo nei panni (sudici…) di Lamb: siamo di fronte a una figura che continua ad aggiungere dimensioni sia parossistiche che drammatiche, un guascone dal cuore nero e un passato che lo tormenta. Grande personaggio per un grande attore.  

Lo show targato Apple TV+ Slow Horses conferma la propria efficacia con una seconda stagione che, seppur non all’altezza dell’originale, propone al pubblico della piattaforma di streaming divertimento al vetriolo. Una spy-story di quelle di una volta, soltanto condotta da una serie di spie che tutto hanno tranne che il fascino, la destrezza e il carisma di James Bond. Insomma, se amate una serie dissacrante e sbarazzina, che prende di mira gli stilemi del genere, Slow Horses risulta davvero imperdibile. Speriamo sinceramente ci sia (almeno) una terza stagione in arrivo. A Jackson Lamb e ai suoi sventurati compagni di disavventure ci si affeziona sul serio…

 
 

Il mio amico Massimo, evento speciale al cinema dal 15 al 21 dicembre

Arriverà nelle sale dal 15 al 21 dicembredistribuito da Lucky Red, il docufilm dedicato all’indimenticabile attore e regista Massimo Troisi, Il mio amico Massimo. Diretto da Alessandro Bencivenga, con le voci narranti di Lello Arena e Cloris Bosca, il docufilm è un omaggio inusuale, leggero e a tratti ironico, in cui si racconta la vita e il percorso artistico dell’attore napoletano a quasi 70 anni dall’anniversario della nascita.

Il docufilm lega sue esibizioni cabarettistiche, teatrali e televisive, backstage, foto d’epoca, e interviste ad amici ed esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui Carlo Verdone, Nino Frassica, Clarissa Burt, Maria Grazia Cucinotta, Ficarra e Picone e testimonianze di repertorio di Pippo Baudo e Renzo Arbore. Infine una partecipazione speciale, quella di Gerardo Ferrara, la controfigura di Troisi nel celeberrimo “Il postino”.

 « Un giorno – racconta il regista Bencivenga – guardando un film di Troisi, ho pensato: “Sarebbe bello realizzare un docufilm su Massimo. In fondo lui è stato, ed è tuttora, il mio autore, regista e attore di riferimento”. Conoscevo alcuni suoi amici, e quella che all’inizio era soltanto una fumosa idea è potuta diventare una realtà concreta. Da lì ho cominciato a fantasticare un racconto su Troisi, ma in un modo non convenzionale».

Il mio amico Massimo è prodotto da Piano B produzioni, co-prodotto da Lambda, produttori associati Spaghetti Picture e Screen Studio. È distribuito in sala da Lucky Red.

 
 

Phoenix: Eden17, trailer dell’adattamento da Osamu Tezuka presto su Disney+

Disney+ ha annunciato mercoledì che Studio 4°C è al lavoro su un film anime intitolato Phoenix: Eden17; si tratta di un nuovo progetto che adatterà il manga Phoenix di Osamu Tezuka per lo streaming esclusivo in tutto il mondo (tranne che nella Cina continentale) su Disney+ nel 2023.

L’anime segue la storia di una ragazza, Romi, e del suo compagno mentre lasciano la Terra devastata e si dirigono verso una nuova vita sul pianeta Eden17. Tuttavia, la vita è già estinta nel nuovo mondo, quindi Romi si ritrova a vivere una vita ancora più dura lì.

 
 

Disney stringe un accordo con la casa editrice Kodansha sulla produzione di anime

Kodansha

The Walt Disney Company Asia Pacific ha rivelato un’espansione della sua collaborazione di 70 anni con la casa editrice Kodansha per includere nel catalogo gli anime giapponesi. Disney e Kodansha hanno lavorato insieme nel settore editoriale e ora si avventureranno nel mondo degli anime.

La collaborazione ampliata includerà la concessione in licenza di titoli anime SVOD esclusivi basati su manga prodotti da Kodansha. Si inizierà con Tokyo Revengers: Christmas Showdown Arc che verrà lanciato esclusivamente su Disney+ e Disney+ Hotstar nel gennaio 2023.

Yoshinobu Noma, direttore e presidente rappresentativo di Kodansha, ha dichiarato: “Il rapporto speciale tra Kodansha e Disney risale a oltre 70 anni fa e ci ha visto dare vita a molte pubblicazioni con licenza Disney. Con l’annuncio di oggi, siamo entusiasti di poter ulteriormente diversificare ed elevare il rapporto tra le nostre due società e condividere ancora di più i nostri amati titoli anime con il mondo su Disney+ e le sue piattaforme di streaming”.

Carol Choi, vicepresidente esecutivo della strategia dei contenuti originali, The Walt Disney Company APAC, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di approfondire la nostra collaborazione strategica con il nostro partner di lunga data Kodansha su un genere così entusiasmante. Gli anime giapponesi riempiono lo spazio vuoto nei nostri piani di sviluppo dei contenuti e crediamo che questa collaborazione ampliata segnerà un punto di svolta nella futura strategia di animazione della Disney in Giappone. Non vediamo l’ora di portare i titoli anime e la pregiata IP di Kodansha sulla scena mondiale”.

Nel frattempo, in occasione di un evento presso il centro congressi Marina Bay Sands di Singapore mercoledì, la Disney ha annunciato una serie di titoli, con circa 50 show della sua lista di contenuti cinematografici e in streaming del 2023 presentati a oltre 400 partner internazionali. I nuovi progetti svelati fanno parte dell’ambizione della Disney di dare il via libera a oltre 50 APAC originali entro il 2023.

I partecipanti includono il regista giapponese Miike Takashi, le star coreane del thriller fantasy “Connect” Jung Haein, Ko Kyungpyo e Kim Hyejun; Lee Donghwi, Heo Sungtae e l’acclamato regista Kang Yunsung di “Big Bet”; Yuya Yagira, Riho Yoshioka e il regista Katayama Shinzo della serie drammatica giapponese “Gannibal”; e Chelsea Islan della prossima serie di supereroi indonesiani “Tira”. All’evento è presente anche il regista-animatore-storyboardista e doppiatore della Pixar Peter Sohn, regista del lungometraggio Elemental.

“Lo scorso ottobre, in occasione del nostro primo APAC Content Showcase, abbiamo fatto il nostro primo passo nella produzione di contenuti locali con un piano ambizioso e a lungo termine per scoprire le migliori storie del mondo da questa regione e per mostrare l’eccellenza creativa che può brillare sulla scena mondiale ”, ha affermato Luke Kang, presidente di The Walt Disney Company Asia Pacific nel suo discorso di apertura. “Quest’anno, è stato importante per noi mostrare l’ampiezza dei nostri contenuti di marca globali dai nostri studi pluripremiati e franchise iconici, nonché la nostra lista di contenuti APAC per il 2023”.

Nell’ultimo anno, oltre 45 nuovi titoli APAC hanno debuttato sul servizio di streaming Disney. Le ore totali di contenuti asiatici prodotti localmente in streaming su Disney+ sono otto volte superiori rispetto a un anno fa, ha affermato la società.

“Stiamo concentrando il nostro sviluppo di contenuti su quello che chiamiamo il nostro spazio bianco dei contenuti”, ha affermato Kang. “Investire in aree che richiedono una maggiore specificità locale, a causa dell’elevata popolarità in mercati selezionati, come anime giapponesi, K-Drama o commedie romantiche e horror indonesiane, o per la necessità di narrazione locale con talenti familiari al nostro pubblico locale. Vogliamo servire i nostri spettatori in ogni mercato con contenuti a marchio globale come Disney, Marvel, Star Wars e Pixar, nonché storie prodotte localmente che risuonano con loro, portando anche il meglio di quelle storie a livello globale.” I servizi di streaming Disney ora raggiungono oltre 235 milioni di abbonati in 154 mercati in tutto il mondo.

 
 

Shrinking: la nuova serie comedy con Jason Segel e Harrison Ford su APPLE TV+

Shrinking serie tv 2022

Apple TV+ ha svelato oggi la data d’uscita, le prime immagini e il teaser trailer di Shrinking, la nuova commedia di 10 episodi interpretata da Jason Segel e scritta dal co-creatore di “Ted Lasso” e vincitore di un Emmy, Bill Lawrence, dal protagonista, scrittore e produttore esecutivo di “Ted Lasso“, Brett Goldstein e dallo stesso Jason Segel.

La serie, interpretata anche da Harrison Ford in uno dei suoi primi ruoli televisivi di rilievo è prodotta da Warner Bros. Television, con cui Bill Lawrence ha un accordo complessivo, e dalla Doozer Productions dello stesso Lawrence che è produttore esecutivo insieme a Segel, Brett Goldstein, Neil Goldman, James Ponsoldt, Randall Winston, Jeff Ingold e Liza Katzer. Lawrence, Segel e Goldstein sono anche i creatori della serie di cui hanno scritto il primo episodio, diretto da James Ponsoldt.

Shrinking: quando esce e dove vederla in streaming

Shrinking in streaming uscirà su Apple TV+ il 27 gennaio con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.

La trama e il cast

Shrinking segue le vicende di un terapeuta in lutto (interpretato da Jason Segel) che inizia a infrangere le regole col dire ai suoi clienti esattamente quello che pensa, ignorando così la sua formazione e la sua etica e ritrovandosi a causare tumultuosi cambiamenti nella vita delle persone… compresa la sua. Accanto a Jason Segel e Harrison Ford, nel cast della serie troviamo Christa Miller, Jessica Williams, Michael Urie, Luke Tennie e Lukita Maxwell.

Shrinking segna la seconda collaborazione tra Apple TV+ e Jason Segel, dopo il suo ruolo da protagonista nell’Apple Original Film “Il cielo è ovunque”. La serie segna anche la terza collaborazione tra Apple, Bill Lawrence e Warner Bros. Television, insieme allo show di successo mondiale “Ted Lasso” e alla serie drammatica di prossima uscita “Bad Monkey”. Brett Goldstein è uno dei protagonistI di “Ted Lasso” – di cui è anche sceneggiatore e produttore esecutivo – che è stata recentemente premiata con il Primetime Emmy come Migliore serie comica per il secondo anno consecutivo, oltre ad aver ricevuto nuovamente il premio come Miglior attore non protagonista in una serie comica proprio per Goldstein. La serie si unisce alla crescente offerta di serie comiche di successo e pluripremiate proposte da Apple TV+, tra cui “Ted Lasso”, appunto, “Mythic Quest”, “Schmigadoon!”, “Physical”, “The Afterparty”, “Central Park”, “Bad Sisters”, “Trying” e altre ancora.

Teaser trailer

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 290 vittorie e 1.246 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come Miglior film di quest’anno “CODA”.

 
 

ArteKino: 7a edizione per il festival che celebra il cinema europeo

ArteKino

Dall’1 al 31 dicembre 2022 torna ArteKino Festival, il festival digitale dedicato al cinema europeo, giunto alla sua 7a edizione. Nato nel 2016 per promuovere la ricchezza del cinema d’autore e condividerla con il grande pubblico, il festival è pensato per consentire a tutti i cittadini europei l’accesso a film che, nonostante il successo di critica e l’inclusione nei festival internazionali, troverebbero difficoltà nella distribuzione su larga scala.

Quest’anno sarà possibile scoprire una selezione di 10 film, tutti firmati da giovani registi e disponibili gratuitamente in 32 paesi europei, su Arte.tv e sul canale YouTube Cinema di ARTE, in sei versioni sottotitolate (inglese, francese, tedesco, spagnolo, polacco e italiano). Nell’intento di creare un nuovo rapporto tra opere, autori e pubblico, le pellicole in concorso rendono omaggio alla diversità linguistica e culturale europea, offrendo chiavi di lettura di un mondo contemporaneo in costante trasformazione.

A inaugurare la 7a edizione di ArteKino Festival sarà il film portoghese della regista Rita Nunes, Destini imprevisti – Crooked Lines (2019), storia del rapporto ossessivo, nato su internet, tra una giovane attrice e un giornalista. L’anteprima avrà luogo il 29 novembre all’Institut Français, Centre Saint-Louis di Roma.

A rappresentare l’Italia al concorso di Arte.tv è I Giganti di Bonifacio Angius: protagonista un gruppo di vecchi amici che, delusi dalle loro vite e da un presente che sembra senza prospettive, si ritrovano in una casa isolata in Sardegna e viaggiano attraverso i ricordi, rifugiandosi nel passato.

Gli altri titoli in concorso, insieme a Destini imprevisti – Crooked Lines, sono il film lituano Summer Survivors; il serbo Working Class Heroes; il francese L’animographe, ou Je suis né dans une boîte à chaussures; il rumeno Blue Moon; le pellicole spagnole El Planeta e Destello Bravío e i tedeschi Hyperland e Heavy Metal Dancers.

Rispettando lo spirito digitale del festival, il pubblico sarà protagonista anche quest’anno: dal primo al 31 dicembre 2022, gli spettatori potranno votare i film in concorso tramite il sito artekinofestival.arte.tv e assegneranno così il Premio del Pubblico Europeo, del valore di 20.000 euro. In questo modo potranno anche partecipare all’estrazione del Premio del Cinefilo Europeo: un weekend per due persone a Parigi, comprensivo di pernottamento in hotel e volo in business class offerto da Air France.

Durante la manifestazione verrà assegnato inoltre il Premio della Giuria Giovani: un gruppo di studenti europei di età compresa tra i 18 e i 25 anni voterà il miglior film, che vincerà un premio di 10.000 euro.

Creato su iniziativa della Fondazione ArteKino, il festival è finanziato dal programma Europa Creativa-Media dell’Unione Europea, da sponsor quali Chanel e la Casa d’Arte GOOSENS, che supporta il Premio del Pubblico Europeo e il Premio della Giuria Giovani.

 
 

Unwanted: le prime immagini della nuova serie SKY diretta da Oliver Hirschbiegel

Unwanted serie tv SKY

Primissime immagini dal set di Unwanted, nuova serie Sky Original nel 2023 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i paesi in cui Sky è presente. La serie è liberamente tratta da “Bilal”, il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio da lui intrapreso lungo le rotte del Sahara, popolate non solo dai migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro disperazione.

Unwanted, in otto episodi, è prodotta da Sky Studios insieme a Pantaleon Films e a Indiana Production ed è creata e scritta da Stefano Bises. Alla regia Oliver Hirschbiegel, regista tedesco divenuto celebre in tutto il mondo grazie a titoli come La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Diana con Naomi Watts e il film vincitore del Sundance Film Festival L’ombra della vendettaFive Minutes of Heaven.

Numerosissimo e multiculturale il grande cast della serie: Marco Bocci, Jessica Schwarz, Dada Fungula Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti, Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward Apeagyei, Reshny N’Kouka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo e Scot Williams.

https://www.youtube.com/watch?v=SfLZJN7fea0

Unwanted racconta cosa accade quando una nave da crociera, la Orizzonte, piena di turisti occidentali, trae in salvo un gruppo di migranti a seguito del naufragio della loro imbarcazione. Le storie dell’equipaggio e dei passeggeri della crociera si intrecceranno con quelle dei nuovi ospiti della nave. La situazione precipiterà quando alcuni dei migranti, scoperto che la crociera si muove verso la Libia, dalla quale sono partiti, per la disperazione decidono di prendere in ostaggio la nave.

Creata da Stefano Bises, Unwanted  è scritta da Stefano Bises con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero. La serie è prodotta per Pantaleon da Dan Maag, Marco Beckmann, Patrick Zorer, Stephanie Schettler-Koehler e dal produttore Sascha Rosemann che per primo ha avuto l’idea di adattare il libro di Fabrizio Gatti; per Indiana è prodotta da Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli e Marco Cohen. Produttori esecutivi per Sky Studios sono Nils Hartmann e Sonia Rovai. NBCUniversal Global Distribution è il distributore internazionale della serie per conto di Sky Studios.

La trama di Unwanted

La Orizzonte è una gigantesca nave da crociera. Cinquemila persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, quindici ristoranti, un teatro, nightclub, negozi, piscine, una sontuosa SPA. Una città sull’acqua, che naviga nel Mediterraneo al servizio dello svago dei suoi ospiti europei, che per sette giorni non devono far altro che mangiare, bere e divertirsi. Ma la vita vera, che avrebbe dovuto restare a terra, irrompe sulla nave durante la prima notte in mare aperto: dal mare vengono infatti salvati ventotto migranti africani sopravvissuti al naufragio dell’imbarcazione sulla quale cercavano di raggiungere l’Italia, mentre più di cento di loro non ce l’hanno fatta. Per quelle persone in fuga da fame, guerre, schiavitù e persecuzioni l’Orizzonte rappresenta la salvezza e il primo, incredibile, passo nel mondo che hanno sognato. Per i passeggeri, l’incontro con i migranti, proprio all’inizio di una vacanza spensierata, è un bagno di realtà di cui avrebbero probabilmente fatto a meno. Perché la scoperta da parte dei migranti che la nave è diretta in Nord Africa, da dove fuggono, sconvolge la crociera e trasforma la Orizzonte nel ground zerodella crisi mondiale delle migrazioni, della tratta di esseri umani e del mondo occidentale che fa di tutto per tenere fuori i “clandestini”. Pregiudizi e preconcetti intrappolano la mente di passeggeri, rifugiati ed equipaggio, esattamente come i confini che dividono le nazioni del mondo. Qui, a bordo della Orizzonte, l’umanità e la crudeltà, la tolleranza e il razzismo, la speranza e il dolore, la vita e, infine, la morte, arriveranno a un inevitabile scontro…

 
 

Chi ha incastrato Babbo Natale? arriva in prima tv su SKI e NOW

Chi ha incastrato Babbo Natale?

Arriva in prima tv su Sky Chi ha incastrato Babbo Natale?, divertentissima favola di Natale moderna di e con Alessandro Siani, lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.  A fianco di Alessandro Siani anche un grande cast che comprende Christian De Sica, Diletta Leotta e Angela Finocchiaro. Il film è una produzione Bartlebyfilm e Indiana Production con Vision Distribution, in collaborazione con BUONALUNA. 

La trama del film

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

 

E da giovedì 1 a sabato 31 dicembre torna Sky Cinema Christmas, il canale dedicato ai film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la famiglia. Giunto alla sua dodicesima edizione, avrà oltre 50 titoli, tra questi anche le prime visioni  Chi ha incastrato Babbo Natale?, A CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15) e 7 DONNE E UN MISTER(domenica 11 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Christmas).

Lo spirito delle feste si respira nelle storie classiche di Natale come: la pellicola tratta dal romanzo di Frances H. Burnett IL PICCOLO LORD con Rick Schroder e Alec Guinness; il cult del cinema fantastico GREMLINS, diretto da Joe Dante e prodotto da Steven Spielberg; la commedia S.O.S. FANTASMI in cui Bill Murray è un cinico produttore televisivo che viene visitato da tre fantasmi, proprio come in “Canto di Natale”; l’immancabile BIANCO NATALE con Bing Crosby; e l’intramontabile opera di Frank Capra LA VITA È MERAVIGLIOSA con James Stewart.

L’atmosfera natalizia non manca in film ormai irrinunciabili durante le festività, a cominciare dal romantico SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE È MAGIA con Kate Beckinsale e John Cusack. E ancora: DICKENS – L’UOMO CHE INVENTÒ IL NATALE con Dan Stevens nei panni dello scrittore inglese che diede vita al classico della letteratura “Canto di Natale”; la commovente storia vera di un cane e del suo padrone, impersonato da Richard Gere, HACHIKO – IL TUO MIGLIORE AMICO; la commedia natalizia Sky Original A CHRISTMAS NUMBER ONE con Freida Pinto e Iwan Rheon; e NATALE ALL’IMPROVVISO con Diane Keaton e John Goodman.

L’allegria delle feste trova il suo culmine nelle commedie italiane come le commedia campioni d’incasso LA BANDA DEI BABBI NATALE con tutta la simpatia di Aldo, Giovanni e Giacomo e IL PRIMO NATALE con Ficarra e Picone; i film natalizi prodotti da Sky UN NATALE PER DUE con Enrico Brignano e Alessandro Gassmann e UN NATALE CON I FIOCCHI con Alessandro Gassmann e Silvio Orlando; la fanta-commedia di successo LA BEFANA VIEN DI NOTTE con Paola Cortellesi e Stefano Fresi e il prequel LA BEFANA VIEN DI NOTTE II – LE ORIGINI con Monica Bellucci, Fabio De Luigi e Zoe Massenti.

Per quanto riguarda le commedie “made in USA” sono da segnalare: la scatenata LA FESTA PRIMA DELLE FESTE con Jason Bateman, Jennifer Aniston e T.J. Miller; lo scatenato sequel natalizio BAD MOMS 2: MAMME MOLTO PIÙ CATTIVE con Mila Kunis e Susan Sarandon; la scintillante commedia con Ben Affleck e James Gandolfini NATALE IN AFFITTO; e FUGA DAL NATALE con Tim Allen, Jamie Lee Curtis e Dan Aykroyd.

Non mancano, infine, animazioni del calibro di POLAR EXPRESS di Robert Zemeckis; e la formidabile avventura targata DreamWorks LE 5 LEGGENDE.

CHI HA INCASTRATO BABBO NATALE? – lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.