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Mr. Evidence: l’affermazione di sé attraverso la diversità. Intervista ai creatori Fabio Guaglione e Adriano Barone

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L’affermazione della propria esistenza è un concetto primordiale che da sempre accompagna l’uomo. E proprio dalla ricerca della “prova della propria esistenza” sembra prendere le mosse Mr. Evidence, una delle nuove proposte librarie che Sergio Bonelli Editore ha presentato al Lucca Comics and Games 2022, sotto l’etichetta Audace. 

A raccontare la genesi e le intenzioni del progetto, i due co-creatori delle serie, Adriano Barone e Fabio Guaglione, autori che partono da due background molto diversi (il primo sceneggiatore “puro”, il secondo formato e affermato nell’ambito della produzione cinematografica), ma che hanno trovato un territorio comune nella costruzione di una storia molto ambiziosa. Come si collabora quando i rispettivi punti di partenza e formazione sembrano così distanti?

Fabio Guaglione: “Ci conosciamo da molto tempo e volevamo unire passioni e competenze. Adriano già lavorava con Bonelli e io sono sempre stato appassionato di fumetti, quindi ci siamo detti di proporre qualcosa alla casa editrice. Mi ricordo benissimo come andò quell’incontro: Michele Masiero, il direttore della SBE, passò tutto il tempo a dirci quanto poteva essere complicato far partire una nuova serie, quanto era profonda la crisi delle edicole, elencandoci tutti i malus di quello che poteva essere la messa in cantiere di una nuova storia. E noi abbiamo pensato che la sua risposta fosse un ‘no’, ci siamo preparati ad uscire dalla sua stanza incassando il rifiuto, ma lui ci ha fermati, dicendoci che saremmo partiti con il progetto.”

“Non avevamo capito che quello fosse invece un ‘sì’ – prosegue Barone – Masiero era stato molto onesto nello spiegarci la situazione editoriale. E noi, tra professionisti, eravamo pronti ad accettare una risposta negativa. Che invece non è arrivata. La proposta è stata accolta nel 2018, sono partiti subito i lavori veri e propri e nel 2019 c’è stato l’annuncio ufficiale, sempre al Lucca Comics. A Lucca 2022 sarebbe dovuto uscire un numero zero e invece siamo usciti con il primo numero, dal momento che la pandemia ha cambiato tante carte in tavola. Fino al 28 giugno non sapevamo che saremmo riusciti a portare Mr. Evidence a Lucca. Dobbiamo ringraziare davvero tutta la nostra squadra, la casa editrice, il disegnatore Fabrizio Des Dorides, le coloriste coordinate da Emiliano Mammucari, Luca Corda che ha letterato, Cassandra Botta che è stata la nostra eroica segretaria di edizione e tutto il team editoriale che ci ha permesso di arrivare in tempo.”

Anche un occhio inesperto in materia di nona arte si rende conto che Mr. Evidence si differenzia dal fumetto Bonelli classicamente inteso, a partire dalle sue tavole ‘molto parlate’, frutto di un lavoro di compromesso tra le due teste pensanti che lo hanno partorito.

“Adriano è un integralista/formalista del fumetto – dice Guaglione, cominciando ad addentrarsi nel processo di creazione della serie – più di una volta mi sono sentito dire che certe cose non si potevano fare nel linguaggio del fumetto bonelliano, e io ho cercato di contaminare la tradizione della casa editrice proponendo altri esempi. Ho cercato di portare dentro a Mr. Evidence tutto il mondo della serialità televisiva, a partire da Mindhunter. Il modo di raccontare i personaggi che abbiamo adottato è debitore di quel tipo di linguaggio, tanto è vero che Adriano dice che Mr. Evidence è antifumettistico, anche se non so cosa vuole dire…” conclude ridendo. 

E il collega interviene a spiegare: “Per me il fumetto è immagine, e il dialogo presente in essa deve essere contrappuntistico. Il fatto che Mr. Evidence sia tanto dialogato va contro questa mia idea, quindi in questo senso è “antifumettistico”. Ma come dice Warren Ellis, il fumetto è immagine e parola, è l’autore che decide l’alchimia tra le due componenti. Così ho deciso che con questa storia che aveva la necessità di tante parole si poteva esagerare e invece di resistere all’esigenza di Fabio, ho ceduto ad essa, cercando di arricchirla e di rendere questa storia ancora più unica.”

Il risultato è una storia densa, in cui ogni tavola può richiedere anche una doppia lettura per essere assimilata bene, e in cui i canoni bonelliani lasciano spazio a fonti differenti, come i fumetti Vertigo. Dopotutto Mr. Evidence fa parte della collana Audace, e da sempre Michele Masiero spinge gli autori che pubblicano sotto questa etichetta a osare, a essere audaci, appunto.

Nel primo volume, la storia è ambientata in un istituto di igiene mentale, e i quattro protagonisti soffrono di patologie molto specifiche: Mr. Truth, Miss Nerve, Mr. None e Mr. Pain hanno disturbi mentali che li rendono molto particolari. Ma come nascono questi personaggi? La patologia è entrata nella storia oppure era la storia a esigere quel tipo di disturbo per costruire un personaggio specifico? 

Il percorso è stato a doppio senso, come spiega Barone: “C’era uno schema prestabilito che dettava il comportamento dei nostri personaggi, e in base a questo abbiamo cercato dei disturbi che potessero permettere a ciascuno dei personaggi di comportarsi come ci serviva.” Gli fa eco Guaglione: “Siamo partiti dalle esigenze narrative, ad esempio avevamo bisogno di un Mr. Truth, che immagazzinasse e ricordasse ogni dettaglio, con memoria fotografia e capacità di calcolo, e siamo andati a vedere se queste caratteristiche erano racchiuse in un disturbo esistente in natura. Lo stesso per quanto riguarda Mr. Pain, un personaggio che fosse in contatto costante con il dolore. Abbiamo percorso la strada opposta con i cattivi, che arriveranno dal secondo volume in poi. Lì abbiamo pensato di attribuire a ogni villain le caratteristiche più interessanti.”

Una vera e propria discesa negli inferi delle malattie mentali che però è stata affrontata con un approccio scientifico, anche per tutelarsi dai mostri che la mente umana è capace di creare. “Nella documentazione l’approccio è stato scientifico – spiega Guaglione – ma in fase di scrittura il mio percorso è stato catartico, perché se ti immedesimi non in uno, ma in quattro personaggi mentalmente instabili, il processo diventa molto profondo. Scrivendo il quarto volume mi sono trovato in lacrime perché mi sono accorto che attraverso i personaggi ero io a parlare dei miei problemi. La nostra speranza è che, sebbene si tratti di personaggi inventati e per molti versi estremi, possano catturare un disagio o almeno una piccola parte del disagio di qualche lettore che si sentirà così rappresentato.”

Insomma, sembra che il prezzo da pagare per la realizzazione di Mr. Evidence sia stato particolarmente salato, in termini di coinvolgimento emotivo, un prezzo che Barone e Guaglione vogliono condividere con il lettore, dal momento che nelle note a fine volume 1, si chiedono (e gli chiedono) se la follia possa essere un metro per capire il mondo in cui viviamo. La risposta, però, non l’hanno trovata neanche loro: “Il nostro viaggio con Mr. Evidence è a metà perché siamo a metà della stesura della sceneggiatura – dice Barone – l’unica cosa che abbiamo scoperto a questo punto, è che abbiamo molte più domande di quante ne avevamo all’inizio di questa storia. E non ho la pretesa di dare una risposta.” Guaglione aggiunge: “Credo che nessun prodotto possa dare la risposta a una tale domanda. Quello che può fare una storia come quella di Mr. Evidence, è porre l’individuo davanti alla domanda giusta per lui. Ed è quello che cercheremo alla fine di questo ciclo.”

Nell’ambito di una Lucca Comics and Games in cui SBE esordisce con le prime due produzioni di Bonelli Entertainment, il film di Dampyr ora al cinema e la serie animata di Dragonero che andrà in onda a dicembre sui canali Rai, è inevitabile immaginare una declinazione multimediale anche per le nuove PI che la casa editrice sta mettendo sul mercato. Questo valer anche per Mr. Evidence? 

Per Guaglione non ci sono dubbi, sin dalla genesi del progetto: “Siamo stati chiamati per realizzare un prodotto che potesse essere multimediale. Adesso ci stiamo dedicando con amore al fumetto, ma stiamo già parlando di diverse declinazioni, alcune impensabili.” E Barone conferma: “Mr. Evidence è stato fatto in modo che si potesse sviluppare anche in altri media, c’è un dossier corposo che racconta anche un world building molto ricco, quindi la possibilità che si possa raccontare la storia per altre vie è reale.”

Dopotutto la storia di Mr. Evidence si rivela essere particolarmente ‘nel suo tempo’ in un momento storico in cui la malattia mentale non è più uno stigma. Nel periodo post-pandemico, è aumentata, per fortuna, l’attenzione verso le malattie mentali, se ne parla di più e c’è un maggiore senso di inclusione verso coloro che ne soffrono. È proprio questo il tessuto sociale in cui Guaglione e Barone si sono inseriti con la loro storia. “Negli ultimi anni c’è l’attenzione narrativa verso il freak, ovvero una persona che ha un difetto e deve conviverci e deve cercare di trarre da quel difetto un potenziale che lo rende unico. E noi ci inseriamo in quel filone lì.” Conferma Guaglione. E Barone approfondisce: “Siamo in un presente in cui l’uomo della strada si chiede cosa voglia dire essere normale. La pandemia ci ha messi a confronto con noi stessi e con la nostra solitudine, ci ha costretti a farci delle domande, a chiederci cosa vogliamo e quanto siamo uguali gli uni agli altri. La nostra condizione è ‘la fortuna d’autore’, uno stato in cui capisci che forse certe tematiche non interessano solo a noi due.”

“Il nostro mondo vuole guarire e noi parliamo di persone malate che non vogliono più vergognarsi di esserlo – conclude Guaglione – A volte si tende a nascondere il fatto di avere dei problemi, la verità è che le difficoltà, i problemi, i difetti fanno parte della vita. A volte, come in Mr. Evidence, il problema che hai dice che persona sei.” 

L’affermazione della propria esistenza passa anche attraverso la presa di coscienza e l’accettazione della propria diversità, e questa auto-consapevolezza si trasforma inevitabilmente in affermazione di sé.

Mr. Evidence – la cover del numero 1

Simulacri: quando le solitudini si incontrano, l’intervista ai creatori Marco Bucci e Jacopo Camagni

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Tra le uscite librarie presentate al Lucca Comics and Games 2022, Simulacri di Marco Bucci e Jacopo Camagni rappresenta un’interessante novità in casa Sergio Bonelli Editore. Il fumetto del duo di Nomen Omen è effettivamente una storia che potremmo definire ‘bold’, audace, e non a caso è pubblicata sotto l’omonima etichetta della casa editrice. 

Abbiamo incontrato i due autori che, con un entusiasmo contagioso, hanno raccontato la loro esperienza e la genesi di un progetto dal sapore estremamente attuale e moderno, concentrato a sondare le solitudini dei protagonisti in un’atmosfera ai margini dell’horror psicologico.

Il desiderio di Simulacri nasce da un’esigenza personale che, il caso ha voluto, si è incontrata con la richiesta, da parte di SBE, di una storia che potesse mettere in comunicazione Bucci e Camagni con la casa editrice. “Era da un po’ di tempo che io e Jacopo avevamo la necessità di raccontare una storia che fosse più radicata nelle atmosfere della graphic novel intimista – esordisce Bucci – Già dal primo numero, Simulacri nasconde moltissime ombre, ma questa discesa verso il buio ci sembrava interessante perché partiva proprio dal presupposto di raccontarla seguendo un linguaggio intimo. In concomitanza con questo nostro desiderio, Bonelli ci ha chiesto di sviluppare per loro questa miniserie e ci ha dato totale libertà, sotto tutti i punti di vista.”

“A Michele Masiero piaceva il nostro modo di raccontare e ci ha contattati perché voleva averci nella sua squadra – interviene Camagni – ci ha chiesto un prodotto che ci rappresentasse al 100%, dicendoci che potevamo fare quello che volevamo… secondo me il suo è stato un azzardo!”

Quando il direttore editoriale della casa editrice di fumetti più importante d’Italia ti dà “libertà totale” le strade possono essere due: andare nel panico e perdersi tra le milioni di possibilità, oppure buttarsi a occhi chiusi, sapendo perfettamente dove si atterrerà. E Bucci e Camagni hanno percorso la seconda strada: “Ci siamo letteralmente mangiati la libertà che ci hanno dato! – dice entusiasta Bucci – Nell’inviare in approvazione le sceneggiatore o le tavole complete, ci siamo detti più volte, insieme a Eleonora Caruso (sceneggiatrice), Flavia Biondi e Giulio Macaione (disegnatori), che ci avrebbero cambiato o censurato qualcosa, e invece non ci hanno mai fatto appunti. Quindi siamo curiosi di vedere come reagirà il pubblico bonelliano.”

Marco Bucci e Jacopo Camagni si conoscono da 20 anni e da quasi altrettanti lavorano insieme, formando un vero e proprio ‘dinamico duo’, che colma le differenze innate alle loro personalità con una sintonia, personale e lavorativa, che sembra programmata al millimetro. “Ormai il lavoro insieme è molto semplice – spiega Camagni – ci sono i momenti di discussione ma siamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Completiamo l’uno le frasi dell’altro, i presupposti del lavoro sono sempre chiarissimi, non serve che uno dei due specifichi a cosa sta facendo riferimento perché l’altro lo sa già, a volte anticipiamo il lavoro dell’altro. E questo approccio lo abbiamo traslato anche al gruppo di artisti che ha lavorato a Simulacri, perché con Flavia, Giulio, Stefano (Martinuz, colorista) e Eleonora sono prima di tutto degli amici, ci conosciamo da tanto e tutto questo ha reso molto facile il lavoro di coordinamento e di realizzazione dei quattro volumi. Sapevamo a cosa andavamo in contro quando abbiamo cominciato a lavorare insieme.”

Una sintonia che affonda le radici in un passato comune condiviso, come spiega bene Marco Bucci: “Io e Eleonora Caruso, che è un’autrice Mondadori eccezionale, ci conosciamo dall’adolescenza e scrivevamo insieme fan fiction di Final Fantasy VII. Dopo aver creato la storia e i personaggi con Jacopo, io e lei ci siamo spinti in profondità con ogni aspetto della vicenda, in cui si affrontano temi molto intimi e c’è spesso bisogno di un confronto. Quella che ho con Eleonora è una delle relazioni più virtuose che io posso vantare al momento, è un’esperienza molto fluida, uno scambio continuo. Invece, l’aspetto stimolante e interessante di lavorare con Flavia e Giulio ai disegni, è che loro sono prevalentemente degli autori unici, orientati verso il mondo delle graphic novel. Questo per noi è importante, perché lasciamo loro molta libertà dal punto di vista della regia e della narrazione per immagini che loro gestiscono in modo più indipendente. Con questo metodo di lavoro convergono gli aspetti più virtuosi di ogni fumettista coinvolto.”

“È il bello di collaborare con amici che sono anche dei grandi artisti – segue Jacopo Camagni – sai già cosa aspettarti. Era da tempo che volevamo lavorare con un gruppo di amici e fare cose belle insieme.”

E proprio un gruppo di amici è il protagonista di Simulacri. Quella che parte come in incontro casuale tra due sconosciuti su un’app di appuntamenti, diventa poi una storia di un gruppo, di una piccola ed eterogenea comunità di amici. È una storia a più voci, in cui i singoli non si mimetizzano mai con il gruppo, ma ad esso si appoggiano, condividendo un segreto che verrà svelato solo più avanti, nel corso della storia.

“Io e Marco volevamo realizzare un fumetto corale – spiega Camagni – volevamo fare un horror psicologico sullo stile giapponese di The Grudge, ma al contempo doveva essere una storia circoscritta. Quindi l’ambientazione della storia su un’isola era funzionale alla costruzione psicologica chiusa dei personaggi stessi. Sono tutti bloccati nelle loro vite e fanno fatica a guardare oltre, e allo stesso tempo ci sembrava importante che fosse un gruppo molto vario e rappresentativo: c’è un italiano di seconda generazione, una coppia gay, una ragazza con disabilità. Ci sembrava giusto offrire un riflesso della varietà del mondo e da persona gay mi sono reso conto che non era tanto importante una rappresentazione positiva, quanto l’esserci, perché fa sì che più persone si sentano viste anche se appartengono a quella che viene indicata come una minoranza.” 

Marco Bucci si addentra nello specifico della costruzione dei personaggi: “Io e Eleonora ci siamo divisi i personaggi, perché sappiamo che i nostri punti di forza, in quanto creativi e scrittori, sono diversi. Lei tratta dei temi molto profondi e seri e riesce a uscirne con grande freschezza e immediatezza. Ci sono dei personaggi che sono suoi perché io non avrei potuto trattarli come è riuscita a fare lei, e allo stesso tempo nella storia incontriamo atmosfere che sono più mie. Le scene con una componente weird marcata sono mie, perché io in quell’immaginario ci sguazzo! È super interessante vedere come i nostri testi, filtrati dai disegni di Giulio e Flavia e dal colore di Stefano, diventano poi un corpus omogeneo nel libro come prodotto finale.”

Un altro aspetto molto interessante di Simulacri è il fatto che può essere definito il racconto di tante solitudini che si incontrano. Sin dal numero 1, Brecce, è chiaro che i protagonisti condividono non solo un’amicizia, ma anche un trauma, e che ognuno di loro è profondamente solo, nonostante condivida spazi e tempo con gli altri. Come si mettono insieme e come si costruiscono queste solitudini che si incontrano?

“Sicuramente non tutti ci sentiamo soli nello stesso modo, non c’è una soluzione valida per tutti – comincia Bucci – Le nostre differenze e complessità ci rendono vicini e distanti allo stesso tempo, possiamo usare tutti i metodi possibili ma a volte le distanze sono difficili da colmare. Quello che raccontiamo è un gruppo di persone che si diverte insieme, sono apparentemente molto gioviali, immersi in un’atmosfera di fine estate, ma il loro malessere è manifesto. Sentono tutti un disagio ed è difficile venire a capo dell’origine di questo disagio perché su tutti incombe un’oscurità. In tutti i miei horror preferiti, le situazioni estreme tirano sempre fuori la vera natura dei personaggi. È nella difficoltà che veniamo fuori come individui. Il gioco di Simulacri, la sua danza è custodita proprio tra l’apparente racconto di amici che si divertono e la costante sensazione che qualcosa incomba su di loro, nel continuo bilanciamento tra il tratto intimista gestito da Giulio Macaione e quello angosciante e sinistro di Flavia Biondi.”

Nell’ambito di una Lucca Comics and Games in cui SBE esordisce con le prime due produzioni di Bonelli Entertainment, il film di Dampyr ora al cinema e la serie animata di Dragonero che andrà in onda a dicembre sui canali Rai, è inevitabile immaginare una declinazione multimediale anche per le nuove PI che la casa editrice sta mettendo sul mercato. Tra queste proprio Simulacri potrebbe essere soggetto di un prossimo adattamento, almeno nelle speranze degli autori, come chiarisce Jacopo Camagni: “Ogni volta che io e Marco lavoriamo a un progetto, lo pensiamo sempre affinché possa essere non solo un fumetto. Tra cinema, tv, videogiochi, tendiamo sempre, nelle nostre opere, alla transmedialità perché per noi è un punto di partenza sin dal 2008 quando abbiamo cominciato a lavorare insieme.”

Simulacri, la cover del volume 1: Brecce

Guardiani della Galassia Holday Special: il trailer in italiano

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Guardiani della Galassia Holday Special: il trailer in italiano

Disney+ ha diffuso il trailer di Marvel Studios Presenta: Guardiani della Galassia Holiday Special e ha annunciato che lo speciale debutterà il 25 novembre, in esclusiva sulla piattaforma streaming.

In Marvel Studios Presenta: Guardiani della Galassia Holiday Special, i Guardiani, che sono in missione per rendere il Natale indimenticabile per Quill, si dirigono sulla Terra alla ricerca del regalo perfetto.

Marvel Studios Presenta: Guardiani della Galassia Holiday Special vede protagonisti Chris Pratt, Dave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, Vin Diesel e Bradley Cooper – che tornano a prestare le proprie voci nella versione originale rispettivamente a Groot e a Rocket – Sean Gunn, il gruppo The Old 97’s, oltre a Michael Rooker e Kevin Bacon.

James Gunn ha scritto e diretto Marvel Studios Presenta: Guardiani della Galassia Holiday Special. Gli executive producer sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Gunn, Sara Smith e Simon Hatt, mentre David J. Grant e Lars P. Winther sono i co-produttori.

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Enola Holmes 2: la storia vera di Sarah Chapman

Enola Holmes 2: la storia vera di Sarah Chapman

La trama di Enola Holmes 2, ora disponibile su Netflix, ruota in gran parte intorno alla storia vera della fiammiferaia londinese Sarah Chapman e alla sua lotta di denuncia contro le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche di fiammiferi, che portarono allo sciopero delle fiammiferaie del 1888.

La storia non viene riportata nel film in maniera del tutto accurata, ma sicuramente Enola Holmes 2 ha il pregio di esaltare una figura così importante nella storia della Gran Bretagna come Sarah Chapman. I titoli di coda di Enola Holmes 2 forniscono ulteriori informazioni su Sarah Chapman e sull’impatto del suo sciopero, ma la sua vita è stata lunga e la sua eredità merita di essere approfondita.

Chi era Sarah Chapman

Enola Holmes 2 vede Enola alle prese con il suo secondo caso: la scomparsa della fiammiferaia Sarah Chapman. Lavorando sotto copertura, Enola non ci mette molto a scoprire le terribili condizioni di lavoro delle fiammiferaie nelle fabbriche. La Chapman in carne e ossa servì come testimone per un articolo del 1888 di Annie Besant che denunciava queste condizioni, e lei e altre due donne cercarono l’assistenza della Besant per organizzare uno sciopero.

Il 5 luglio 1888, un numero approssimativo di 1.400 fiammiferaie scioperò e il finale di Enola Holmes 2 mostra proprio Sarah che mobilita queste ragazze con un discorso entusiasmante. Poche settimane dopo l’accaduto, si tenne la riunione inaugurale delle “Women Match Makers”, il più grande sindacato femminile del Paese all’epoca, di cui Chapman fu eletta membro del consiglio direttivo. Qualche anno dopo si sposò e mise su famiglia, lasciando infine la Bryant & May Factory. Visse fino all’età di 83 anni e, sebbene si fosse lasciata alle spalle la fabbrica, rimase una grande sostenitrice dei diritti delle donne fino alla sua morte.

L’eredità di Sarah Chapman

Enola Holmes 2 film 2022Come si legge nei titoli di coda di Enola Holmes 2, lo sciopero delle fiammiferaie del 1888 fu “la prima azione industriale intrapresa dalle donne per le donne. Migliorò per sempre le loro condizioni di lavoro”. Tre giorni dopo lo sciopero, Bryant & May pose fine al sistema di multe che sottraeva il salario alle fiammiferaie che arrivavano in ritardo, parlavano durante le ore di lavoro o si recavano al bagno, e riassunse le dipendenti che aveva licenziato per aver parlato con Besant. Ci vollero altri tre anni prima che smettessero di usare il fosforo giallo nei fiammiferi, che aveva fatto ammalare di tifo tantissime fiammiferai, problematica che Enola Holmes 2 illustra bene.

Lo sciopero rappresentò anche la prima volta che un sindacato di lavoratori non qualificati riuscì a scioperare per ottenere migliori condizioni di retribuzione e di lavoro a Londra e diede inizio a un’ondata chiamata “nuovo sindacalismo” per i lavoratori non qualificati. Oltre a questi cambiamenti, lo sciopero contribuì anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle pericolose condizioni di lavoro in cui versavano i lavoratori non qualificati e a basso salario. Dopo aver appreso dello sciopero e aver letto gli articoli di Besant, alcuni consumatori decisero di boicottare Bryant & May e/o di fare una donazione agli scioperanti.

Quanto è accurato il ritratto di Sarah Chapman in Enola Holmes 2?

La scomparsa di Sarah Chapman è essenziale per Enola Holmes 2, ma in realtà la vera Sarah Chapman non è mai scomparsa. Enola Holmes 2 ha ricevuto recensioni positive per l’avvincente mistero che ne guida la trama, ma gran parte della trama non è basata su accadimenti reali. Nel film, la Bryant & May viene rinominata Lyons e l’amante segreto di Sarah è William Lyons, il figlio del proprietario della fabbrica. Insieme, i due progettano di smascherare le malefatte dell’azienda.

Tutti questi dettagli sono stati aggiunti per ottenere un effetto drammatico, mentre la vera Sarah Chapman lavorava da anni presso la Bryant & May, arrivando a ricoprire il ruolo di libraia nell’ufficio brevetti della fabbrica. Questo le permetteva di ottenere un salario migliore rispetto alla maggior parte degli altri e, invece di vivere con un gruppo di altre povere fiammiferaie come in Enola Holmes 2, Sarah viveva con sua madre fino a quando non si sposò e lasciò la fabbrica. Tuttavia, vide l’opportunità di denunciare e cambiare le cosene, grazie alle sue azioni, la storia cambiò per sempre.

Nathan Never/Justice League: Adriano Barone parla di Doppio Universo

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Era il 2018 quando, in occasione del keynote di Sergio Bonelli Editore al Lucca Comics and Games, per la prima volta il logo di Zagor, storico eroe della casa editrice, e quello di Flash, icona della DC Comics, venivano affiancati per annunciare la partnership tra i due colossi dell’editoria a fumetti.

Nei quattro anni che sono seguiti, questa collaborazione ha dato vita a due delle tre storie annunciate in quella sede: La Scure e il Fulmine di Masi/Uzzeo, in cui Zagor incontra Flash, e Doppio Universo in cui Nathan Never, personaggio Bonelli ispirato al Rick Deckard di Blade Runner, incontra nientemeno che la Justice League, la squadra di supereroi più famosa del mondo comics. I team-up tra SBE e DC continueranno poi con Dylan Dog/Batman, che è stato affidato a Roberto Recchioni e che dovrebbe arrivare il prossimo anno.

In occasione del Lucca Comics and Games 2022, abbiamo incontrato Adriano Barone, sceneggiatore di Nathan Never/Justice League, che con grande emozione e un pizzico di giusto orgoglio ha raccontato il suo viaggio nel doppio universo che ospita questo storico team-up tra eroi che, apparentemente così diversi, trovano nelle loro piccole somiglianze un modo per cooperare.

“A quella Lucca (del 2018, ndr), un collega che non era riuscito a partecipare al keynote Bonelli fino alla fine mi chiese poi quali fossero le ultime novità annunciate da Michele Masiero (direttore editoriale di SBE) – esordisce Barone, divertito – e quando raccontai che era stato annunciato il team-up tra Bonelli e DC Comics, mi rispose ‘Smettila di prendermi in giro!’. Questo solo per dare l’idea di quanto fosse inaspettata la notizia.” 

Notizia inaspettata ma anche accolta con grande entusiasmo dagli autori che speravano e temevano di essere coinvolti in una sfida tanto insolita quanto difficile. E sembra che per Barone il timore, almeno nella prima parte del suo lavoro a Nathan Never/Justice League, sia stata l’emozione prevalente: “Per me è stato veramente un problema. Quando ho saputo che avrei dovuto scrivere Batman e Superman, che sono fumetti che leggo da 30 anni, ovviamente sono stato contento, ma mi sono detto se fossi davvero la persona giusta per scrivere questa storia.”

Una domanda legittima per chiunque fosse conscio del mito con cui si apprestava a confrontarsi: “Ho deciso che la storia doveva avere come nucleo narrativo le dinamiche trai personaggi, in che modo si rapportavano l’uno agli altri, perché sapevo che dovevo raccontare dei personaggi italiani ai lettori statunitensi, e dovevo presentare la Justice League e chi fossero questi eroi americani a quei pochi italiani che non la conoscevano. Ecco che i punti in comune trai due gruppi di personaggi sono diventati il mio punto di partenza. 

Sono partito dal rapporto che Nathan Never instaura con Batman e con Superman. Con il primo, Nathan poteva sentire un’affinità immediata, visto che entrambi non hanno superpoteri, ma è anche vero che hanno un senso di giustizia estremamente differente. Mi sono poi trovato a gestire una relazione esattamente opposta tra Nathan e Superman, perché sebbene uno sia un semplice uomo e l’altro un dio che vola e spara laser dagli occhi, i due sono accomunati dallo stesso senso di giustizia.”

Nathan Never/Justice League, scrivere gli dei: Superman e Batman

Ma com’è stato confrontarsi con le due divinità più grandi dell’Olimpo DC Comics? Per quello che riguarda Batman, l’approccio di Barone è stato quasi scientifico: “Per scrivere Batman mi sono ispirato al lavoro che ha fatto Grant Morrison. Quando scrivi di Batman a Gotham, il personaggio lavora da solo, si comporta in un modo specifico e ha a che fare con tutta la sua famosa schiera di criminali freak, ma quando interagisce con altri supereroi dotati di superpoteri, o con degli alieni, allora deve per forza avere un atteggiamento diverso. Questo è il Batman che ho scritto io, quello che deve essere sempre tre passi avanti a tutti per poter gestire al meglio la situazione e prevedere gli imprevisti. È stato piacevole scrivere questa figura di stratega.”

Tutt’altro approccio ha avuto invece per Superman: “Sono il primo fumettista italiano che scrive una storia di Superman, e questo per me è molto emozionante, dal momento che leggo le sue avventure da quando sono piccolo. Ho dedicato a lui il finale della storia e posso dire che scriverlo mi ha commosso molto. Penso che scrivere di un personaggio così buono e rassicurante faccia sentire buono anche chi lo scrive.”

Ma dal momento che ha avuto a che fare con Nathan Never, Barone ha scritto anche di Legs Weaver, personaggio che si è rivelato estremamente utile per il suo processo creativo: “Ho scritto anche Legs, che potrebbe definirsi un’anomalia nel panorama dei personaggi Bonelli, buoni o cattivi che siano. È un personaggio dal passato tragico ma è anche molto ironico ed è stata lei a permettermi di dare il LA alla scrittura. Ho affidato a lei la battuta d’apertura in una scena particolarmente difficile, in cui i personaggi mi sembravano davvero troppi. Grazie alle caratteristiche del personaggio sono riuscito a sbloccare l’impasse, la sua ironia mi ha salvato. Legs è in grado di prendere in giro persino un alieno imbattibile, quindi ho pensato di partire da questa sua dote, e di mezzo ci è andato Aquaman, che forse ha i superpoteri di cui è più facile prendersi gioco.”

Ma come si rapporta un eroe bonelliano, umano, senza super-poteri, a queste divinità? Com’è stato far interagire Nathan Never con la Justice League? Secondo Barone, la chiave del personaggio è stata il dubbio: “Questo eroe bonelliano, sin dalla sua nascita, è sempre stato un personaggio introspettivo e dubbioso, e ho pensato che un buon punto di partenza per lui, in questa sede, potesse essere proprio il chiedersi se fosse o meno la persona giusta per questa missione. Il mio Nathan si chiede se è all’altezza di combattere accanto a eroi così formidabili. Il punto è che penso che in Nathan sia fluito il dubbio che avevo io, in merito al fatto che anche io, forse, non mi sentivo proprio la persona più indicata a raccontare questo incontro.”

Nonostante i dubbi, Adriano Barone ha invece portato egregiamente a termine il lavoro su Nathan Never/Justice League, lasciando una piccola porta aperta per eventuali seguiti di questo leggendario incontro in un ‘Doppio Universo‘. “La decisione finale su un seguito spetta alla casa editrice. Per quello che mi riguarda, nel finale ho inserito dei semi che potrebbero portare ad altre storie, e poi i miei cassetti sono già pieni di appunti per qualsiasi team-up di Nathan Never con qualsiasi property fantascientifica. Io ci sono sempre.”

Nathan Never Justice League. Doppio Universo, variant cover di Massimo Carnevale.
Nathan Never Justice League. Doppio Universo, variant cover di Massimo Carnevale.

Star Trek 4: l’idea di Zoe Saldana sul ritardo nella produzione

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In una recente intervista sul podcast 20 Questions: On Deadline, Zoe Saldana, che presto rivedremo nel ruolo di Neytiri in Avatar: la via dell’acqua, ha commentato perché Star Trek 4 potrebbe essere stato rimosso dal calendario di distribuzione della Paramount. Pur riconoscendo potenziali conflitti di programmazione per il grande cast e la troupe che il film comporta, suggerisce che potrebbe esserci qualcosa di più nel ritardo del film oltre alla semplice programmazione.

“Siamo stati in contatto con J.J. [Abrams] e stavamo cercando di vedere se saremmo stati in grado di girare lo scorso autunno. Non credo fosse possibile. Secondo una mia idea i programmi erano molto affollati… non siamo riusciti a far sì che un intero cast e un’intera troupe si coordinassero in qualche modo. Ma penso anche che probabilmente abbia qualcos’altro a che fare con il progetto. Ma so che siamo tutti sulla stessa pagina, che non ci piacerebbe altro che poter tornare”.

Insieme al primo Avatar, Star Trek è stato il principale responsabile dell’avvio della carriera di Zoe Saldana che, dopo aver anche inanellato il ruolo di Gamora nel MCU, è diventata una delle attrici più famose di Hollywood.

Il prossimo film di Star Trek

Star Trek 4 è rimasto intrappolato nell’inferno dello sviluppo per anni, facendosi strada attraverso numerosi scrittori e registi. La Paramount spera ancora di riportare quel cast di riavvio completo.

Quentin Tarantino e Noah Hawley sono stati entrambi presi in considerazione per possibili film di Star Trek prima che lo studio si impegnasse in una quarta puntata con Shakman al timone.  La versione più recente della sceneggiatura è di Josh Friedman e Cameron Squires, che lavorano su una bozza di Lindsey Beer e Geneva Robertson-Dworet. La ricerca di un nuovo regista è già iniziata.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, concluse le riprese di Rachel Zegler

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Rachel Zegler ha annunciato su Twitter di aver terminato le riprese di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente. L’attrice commenta di aver “amato ogni secondo” e condivide un paio di foto di lei sul set, con in mano il ciak. Dopo West Side Story e i prossimi Biancaneve in live action della Disney e Shazam! Fury of the Gods per Warner Bros, Zegler si appresta a raccontare un’altra grande epopea.

https://twitter.com/rachelzegler/status/1588881078672322562?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1588881078672322562%7Ctwgr%5E74689804798fcbb8848cb19e8a0626b611a2d2c2%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fhunger-games-prequel-movie-rachel-zegler-images%2F

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il film

Basato sul romanzo prequel del 2020 di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi della trilogia di Hunger Games   a partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi è un usignolo e chi è un serpente.

Tom Blyth e Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter Schafer sarà Tigris Snow, Peter Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà Volumnia Gaul.

Scritto da Michael Lesslie e basato su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal regista di Hunger Games Francis Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad Simpson, insieme a Francis Lawrence. Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle sale.

Avatar: La via dell’acqua, ecco il nuovo set LEGO con nuovi dettagli sul film

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Il 1° gennaio 2023, i fan potranno acquistare un set LEGO di Avatar: la via dell’acqua, che ricrea un sottomarino Mako pieno di dettagli dal nuovo film. Insieme al sottomarino e ad alcune parti mobili, il set include luoghi oceanici e mini-figure di Spider, Neteyam, figlio primogenito di Jake e Neytiri, Ao’nung, figlio di Tonowari, e il colonnello Miles Quaritch.

GUARDA ALCUNE FOTO DEL SET LEGO DI AVATAR: LA VIA DELL’ACQUA

Avatar: la via dell’acqua, il film

Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno all’oceano. Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena, eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film 3 volte vincitore di Oscar.

Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

Tim Burton lavorerebbe di nuovo con Johnny Depp, per il giusto ruolo

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Anche se sembra che la popolarità di Johnny Depp ha incontrato una battuta di arresto a causa dei suoi problemi con la legge e con il processo subito a opera della ex moglie Amber Heard, molte delle persone che hanno lavorato con lui hanno affermato che lo avrebbero rifatto, tra questi spicca ovviamente Tim Burton, che insieme all’attore ha realizzato molti dei suoi film culto, in un reciproco scambio professionale che ha fatto la fortuna di entrambi negli anni addietro.

In una recente intervista con Reuters (tramite ComicBook.com), Tim Burton ha affermato che avrebbe lavorato di nuovo con Johnny Depp, spiegando che cerca la persona giusta per ogni suo lavoro. “Se c’è la cosa giusta in giro, certo…”. Burton ha partecipato di recente al Lucca Comics dove ha presentato la sua serie da produttore per Netflix, Mercoledì, disponibile dal 23 novembre.

Per quello che riguarda Depp, l’attore sta lentamente ricominciando a lavorare e a ritrovare il suo spazio in diverse produzioni, al momento prevalentemente europee.

Benedict Cumberbatch: Sherlock ha avuto “una portata maggiore” di Doctor Strange

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Prima che diventasse per tutto il mondo il Doctor Strange del MCU, Benedict Cumberbatch era il volto di Sherlock Holmes per gli amati dell’alta serialità inglese. In una recente intervista con The Talks, all’attore è stato chiesto cosa pensasse di esplorare una realtà più ampia con il MCU durante il suo periodo come Sherlock Holmes nella serie della BBC.

L’attore di Doctor Strange a sua volta ha offerto un confronto unico per i due franchise, sentendo che la “bomba puzzolente” della fama che ha lanciato con Sherlock non sia ancora passata: “Bene, per quanto questa sia una realtà più grande di Sherlock… non credo che lo sia in altri termini. Penso che Sherlock, per me, abbia avuto una portata maggiore di qualcosa come Doctor Strange perché è televisione; è più democratica, più persone l’hanno visto. La portata che ha avuto quel programma è straordinaria. Era una specie di bomba puzzolente che sapevo sarebbe stata sganciata nel momento in cui ho detto di sì al ruolo. Ma non sapevo quanto sarebbe stato grande: ha sorpreso tutti noi che abbiamo lavorato a quella serie.”

Benedict Cumberbatch è stato di nuovo Doctor Strange nel suo secondo film da solista per il MCU questa primavera, mentre dovrebbe tornare per un terzo film e per i film corali degli Avengers già annunciati da Kevin Feige. Per quanto riguarda invece la sua carriera di Sherlock, sembra si sia conclusa, ma mai dire mai.

Black Adam: Aldis Hodge confessa la sua più grande paura nel combattere contro The Rock

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Questa settimana, THR ha incontrato Aldis Hodge per discutere del suo ruolo di Hawkman in Black Adam. Riflettendo sulla produzione del film DCU, l’attore ha ricordato che la sua più grande paura durante le riprese era graffiare accidentalmente la faccia di The Rock con la sua mazza durante una delle loro scene di combattimento. È orgoglioso di aver superato ogni singola delle sue scene senza incidenti.

“Il mio ricordo indelebile è che non l’ho mai colpito. Questo era tutto ciò che mi importava. In realtà sono serio. Oscillando intorno a quella mazza… Sono cresciuto come un combattente e, in termini di combattimento reale e combattimento acrobatico, si tratta di capire e conoscere la tua distanza. Con il combattimento reale, devi conoscere esattamente la tua distanza del tuo avversario, in modo da sapere quando bloccare, cronometrare e uscire.

Con il combattimento acrobatico, devi conoscere la tua distanza in modo da non toccare mai l’altra persona, ma la mazza richiedeva l’estensione completa del mio braccio. Quindi ho dovuto fare i conti con la comprensione di una lunghezza diversa perché la mazza aggiungeva un metro in più circa. E, amico, tutto quello che volevo fare era superare la giornata senza graffiare la faccia di quell’uomo. Perché se gli avessi graffiato la faccia e avessimo dovuto fermare le riprese a causa mia? Sì, non è un buon affare. Ma a parte questo, i problemi alla schiena sono probabilmente [l’altro ricordo duraturo].”

Black Adam – la recensione del film

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam è uscito al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Timothée Chalamet “trasuda carisma” secondo una sua co-star in Wonka

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THR ha recentemente avuto l’opportunità di parlare con Keegan-Michael Key (via Screenrant) mentre era sul tappeto rosso per la premiere della sua nuova serie di Hulu Reboot. Key è parte del cast di Wonka, film che vede Timothée Chalamet impegnato nel ruolo di un giovane Willy Wonka. Durante la loro conversazione, è stato chiesto all’attore del suo lavoro in Wonka, e lui ha condiviso alcuni elogi molto entusiasti per Chalamet, affermando che la giovane star “gocciola carisma” e che c’è una “meravigliosa semplicità” nel modo in cui porta questo ruolo iconico in vita.

“Ecco questa meravigliosa disinvoltura su come interpreta Wonka, per non parlare del fatto che c’è questa qualità di speranza che dà al personaggio, una sorta di qualità indomabile che non abbandonerà mai, è sempre pronto per la prossima avventura. Dice: “OK, non ha funzionato? Lo faremo e proveremo qualcos’altro”. E Timothée Chalamet, cosa posso dire? Mio Dio! Questo ragazzo, sai, trasuda carisma e una meravigliosa sicurezza. È un artista davvero delizioso.”

Le premesse sono buone, dal momento che Timothée Chalamet dovrà confrontarsi con Gene Wilder e Johnny Depp, che lo hanno preceduto nel ruolo del cioccolatiere più famoso del cinema!

Wonka, il film

Willy Wonka è stato creato dal famoso autore Roald Dahl. Il personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in questione. Paul King, il regista dietro la serie di Paddington, firma la regia di Wonka. David Heyman produce. Insieme a Timothée Chalamet, il cast comprende anche Rowan Atkinson, Sally Hawkins, Olivia Colman, Keegan-Michael Key. Wonka uscirà nelle sale il 17 marzo 2023.

Kingo: l’interprete di Kingo “non ha idea di cosa stia succedendo”

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Durante una recente intervista con Collider, Kumail Nanjiani ha parlato del futuro di Kingo, suo personaggio in Eternals all’interno del MCU, dicendo che “non ha idea di cosa stia succedendo”. Confermando il suo desiderio di tornare, la star ha condiviso di non essere sicuro se Kingo tornerà mai in realtà, ma ha anche elogiato Black Panther: Wakanda Forever, condividendo la sua eccitazione per la direzione in cui sta andando l’MCU.

“Sono completamente all’oscuro. Non ho idea di cosa stia succedendo. Davvero nessuna idea di cosa stia succedendo. Sinceramente non so quando o se Kingo tornerà nel MCU. Non ne ho davvero idea. Sono solo entusiasta della direzione in cui stanno andando. Le nuove persone che hanno scelto sono davvero brave. Ho appena visto il nuovo film di Black Panther e non ho mai visto un blockbuster del genere, così complicato e tragico, in così tanti modi diversi, ma anche davvero divertente, divertente ed elettrizzante. Quindi, penso che si stiano davvero crescendo e facendo delle cose fantastiche in questo momento. Mi piacerebbe tornare e fare cose, ma non ne ho davvero idea.”

Eternals, recensione del film Marvel di Chloe Zhao

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, è arrivato il 3 novembre 2021 nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Star Wars: Kathleen Kennedy potrebbe essere la causa della mancanza di film?

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Dopo la fine della Saga degli Skywalker, il franchise cinematografico di Star Wars ha subito una pesante battuta d’arresto, non solo perché non sono più usciti film ma anche perché non c’è una pianificazione che faccia sperare nell’uscita di nuove storie per il cinema a breve.

È diventato chiaro che Lucasfilm sta lottando per capire dove portare Star Wars, almeno sul grande schermo, dato che invece Disney+ continua a raccontarne le storie e che Andor, attualmente in onda (si concluderà il 23) è una delle migliori uscite del franchise. Patty Jenkins ha pubblicizzato Rogue Squadron in un costoso video promozionale, solo che il progetto è andato in pezzi, senza che venisse rilasciata nessuna motivazione ufficiale. Le trilogie ampiamente pubblicizzate di Rian Johnson e degli showrunner de Il Trono di Spade non si sono concretizzate, quindi qual è il problema?

Secondo Puck (tramite SFFGazette.com), si tratta della presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy. Il sito spiega che vedremo un nuovo film di Star Wars al più presto nel 2025 e che comunque non è una data garantita. È probabile che sia il progetto di Damon Lindelof e Sharmeen Obaid-Chinoy di cui abbiamo appreso di recente, anche se nessuno dei film di cui abbiamo sentito parlare ha ricevuto ufficialmente il via libera.

In effetti, la Disney ha persino consigliato a Kennedy di smettere di annunciare progetti e partner creativi “per timore che la stampa nerd famelica si avventi quando quei progetti in realtà non si realizzano, come spesso accade alla Lucasfilm”.

Gli addetti ai lavori spiegano che “una cultura della paura e dell’indecisione intorno alla prossima puntata” è un grosso problema, soprattutto con la Lucasfilm determinata a far bene con questo prossimo film, dopo la delusione che è stata L’ascesa di Skywalker. Kennedy vuole che il prossimo film sia buono, diverso da quello che vediamo su Disney+, e decisamente lontano dal fan service.

Tuttavia, deve ancora e comunque essere radicato in ciò che i fan amano di Star Wars, e tutto ciò si aggiunge a una grande richiesta da parte del presidente della Lucasfilm. Sembra che lo studio sia in una sorta di empasse, con molti che ora si chiedono se Kennedy sia la persona giusta per continuare a guidare la nave. Sì, hanno avuto successo su Disney+, ma Star Wars sul grande schermo rimane intrappolato nel limbo senza alcun chiaro segno di quel cambiamento nel prossimo futuro.

Il CEO di Warner Bros. Discovery afferma che James Gunn ha una “visione e un progetto potenti” per i DC Studios

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Il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, è diventato una delle figure più controverse di Hollywood oggi, anche se sembra che la DCU sia finalmente per lui una priorità. Per i fan della DC Comics, questa era qualcosa che aspettavano da tempo e, sebbene Batgirl sia stata una delle prime vittime del suo regime, le cose stanno iniziando a migliorare con James Gunn e Peter Safran che ora sono a capo dei DC Studios

Parlando durante un incontro sugli utili di ieri sera, David Zaslav ha assicurato gli investitori che il DCU ha ora un brillante futuro grazie ai due uomini incaricati di revisionarlo.  “Ho passato molto tempo negli ultimi mesi con James e Peter, parlando della nostra strategia e dei piani a lungo termine per il futuro della DC, in TV, animazione e film”, ha anticipato. “Hanno una visione e un progetto potenti che guideranno un approccio creativo più unificato che ci consentirà di sfruttare appieno il valore di uno dei franchise più iconici del mondo”.

“Stanno lavorando sodo in questo momento”, ha aggiunto Zaslav, prima di elogiare i Guardiani della Galassia e il regista di The Suicide Squad . “James è un brillante narratore che ha la particolarità di essere il primo e unico regista a dirigere un film sia per la Marvel che per la DC”. Per quanto riguarda Safran, il CEO ha osservato che è “un produttore prolifico i cui crediti includono il film di maggior incasso della DC Aquaman e l’intero universo di Conjuring, il franchise horror di maggior successo di tutti i tempi. Non potremmo essere più entusiasti di vederli unirsi il nostro team di leadership e sono entusiasta di ciò che verrà”.

Gunn e Safran non hanno un viaggio facile davanti a loro, poiché hanno essenzialmente il compito di raddrizzare la rotta di una nave che affonda. Non possiamo fare a meno di pensare che sarebbe meglio ricominciare da zero e riavviare il tutto, ma è diventato chiaro che non è questo il piano. Significherebbe perdere un sacco di grandi talenti legati già all’universo, ovviamente, quindi non possiamo incolpare Gunn, Safran e la Warner Bros. per aver voluto confermare i legami con attori del calibro di Henry Cavill, Gal Gadot e Dwayne Johnson. Dunque non resta che aspettare quali saranno i primi progetti che il DC Studios annuncerà.

Quentin Tarantino non lavorerà per i Marvel Studios perché i registi che lo fanno sono “operai”

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Quentin Tarantino non è mai stato un regista che si occupa di IP famose, anche se alcuni anni fa ha presentato l’idea per un film di Star Trek alla Paramount Pictures (che, per ragioni che ancora non sono chiare, non sono stati interessati). Dopo che il progetto non ha preso forma, sembra che sia tornato rapidamente a concentrarsi sul raccontare le sue storie originali.

In queste ore parlando con il Los Angeles Times per promuovere il suo nuovo libro, Cinema Speculation, Quentin Tarantino ha parlato dei film Marvel Studios e ha ammesso di non considerarsi adatto ai Marvel Studios.  “Devi essere un salariato per fare queste cose”, ha affermato il regista dietro film come Pulp Fiction e Django Unchained“Non sono un salariato. Non sto cercando un lavoro.” In Cinema Speculation, Tarantino sottolinea che i registi di oggi “non vedono l’ora che arrivi il giorno” in cui i film di supereroi cadono in disgrazia allo stesso modo dei musical negli anni ’60. Tuttavia, mentre i film sui supereroi non sembrano fare per lui, il regista sembra per lo più avere un problema con Hollywood che non realizza film di successo con un budget elevato che gli parlino come spettatore.

“Certo, mi è piaciuto ‘Star Wars‘. Cosa non va?”  ha detto Tarantino. “Ma” ricordo di aver pensato  – e questo non è un ‘ma’ in un modo negativo, ma in un buon modo. Il film mi ha completamente portato avanti e stavo solo oscillando e rotolando con questi personaggi. Quando le luci si sono accese, mi sono sentito come un milione di dollari.” “Mi sono guardato intorno e ho avuto questo momento di riconoscimento, pensando: ‘Wow! Che momenti al cinema!’ Ora, questo non è necessariamente il mio tipo esatto di film preferito”. “Alla fine della giornata, sono più un tipo da ‘Incontri ravvicinati [del terzo tipo]’, l’idea più grande di Spielberg che si propone di fare un’epopea per le persone normali, non solo per i cinefili”, continua. “Pochi film hanno avuto il tipo di climax di ‘Incontri ravvicinati’. Ha sbalordito il pubblico”.

Anche se siamo sicuri che alcune persone si offenderanno molto per i commenti di Tarantino, sono relativamente comprensibili rispetto a ciò che alcuni registi hanno detto in passato in merito ai fim Marvel Studios. Tuttavia, siamo sicuri che artisti del calibro di Ryan Coogler, i fratelli Russo e Jon Watts potrebbero avere qualcosa da dire sull’essere chiamati “operai assoldati”.

Black Panther: Wakanda Forever, Ryan Coogler rivela l’ultima straziante conversazione con Chadwick Boseman

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La star di Black Panther Chadwick Boseman è scomparso dopo una battaglia segreta di cinque anni contro il cancro, lasciando tutti sconvolti dalla notizia. Per i fan dell’MCU, non ci è voluto molto prima che i fan iniziassero a chiedersi cosa significasse per il personaggio di T’Challa, ma nessuno si è sorpreso quando si è deciso di non sostituire l’attore anche per via della sua interpretazione che ha reso a dir poco iconico il personaggi. 

I Marvel Studios hanno deciso di onorare l’eredità di Boseman non riformulando l’eroe. Invece, Shuri sembra destinata a ereditare il mantello, riprendendo da dove si era interrotto suo fratello caduto.  Di recente , il regista di Black Panther: Wakanda Forever, Ryan Coogler, ha parlato al  podcast ufficiale di Black Panther  e ha ricordato emotivamente la sua ultima conversazione con Boseman. Il regista ha offerto al suo collaboratore la possibilità di leggere la sceneggiatura del sequel, un’opportunità per What If…? che la star ha scelto di rifiutare. 

“Ho appena finito [la sceneggiatura], amico. La mia ultima conversazione è stata chiamarlo, chiedendogli se voleva leggerlo prima che ricevessi appunti dallo studio” , ricorda. “Quella è stata l’ultima volta che abbiamo parlato. E sì, quindi io, sai, è passato forse un paio di settimane dopo che ho finito.”

“Era stanco, fratello. Potrei dire che era stanco. Stavo cercando di mettermi in contatto con lui da alcuni giorni e Denzel [Washington] aveva cercato di entrare in contatto anche con lui. Quindi gli ho mandato un messaggio e gli disse: ‘Ehi amico, Denzel ha detto che ha cercato anche te.’ Perché ha appena fatto Ma Rainey per Denzel. Quindi mi ha chiamato e e potrei dire che stava peggiorando… ” “Stavamo parlando. E Simone [Boseman] era con lui. E [ride] lui caccia Simone, perché le ha detto che non voleva che lei sentisse nulla che potesse metterlo nei guai con l’NDA. E lei non lo fece – “Non voglio lasciarlo” disse. Quindi potrei dire che qualcosa stava succedendo. Ma stavano scherzando e ridendo. “

“Ha parlato di come stavano pianificando il loro matrimonio nella Carolina del Sud. E di quante persone avrebbe invitato. E ha chiesto di mio figlio, perché gli era mancato il nostro baby shower”, continua Coogler.  “E poi ha detto, sì, ha detto che non voleva leggerlo perché non voleva intralciare le note che lo studio avrebbe potuto avere”. “Quindi mi ha detto, ‘È meglio se posso leggerlo più tardi.’ Ma in seguito ho scoperto che era troppo stanco per leggere qualcosa”.

Questa dichiarazione  da leggere è davvero toccante, ma è ancora più difficili da ascoltare (nonostante ciò, consigliamo vivamente di dare un’occhiata al podcast). Si dice che Chadwick Boseman fosse troppo malato per leggere la sceneggiatura di Black Panther: Wakanda Forever, e ancora più triste pensare che avrebbe potuto sapere che era un film che non sarebbe stato in grado di fare. Hollywood ha perso un grande attore in Chadwick Boseman, ma la sua eredità sopravvive, e tutti i segni indicano che il sequel in arrivo è un tributo appropriato al suo periodo di ispirazione nel MCU.

Black Panther: Wakanda Forever, il film

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Animali Fantastici 4: il franchise al capolinea dopo il deludente terzo capitolo

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I film di Harry Potter una volta rappresentavano per la Warner Bros.’ come il loro più grande franchise, con molti che suggerivamo come il suo successo fosse anche la ragione dell’insuccesso del DCU, considerato dallo studios come una  una priorità in quel momento. Tuttavia, è passato molto tempo dall’uscita del film finale nel 2011. Da allora, abbiamo avuto un prequel/spin-off del franchise di Animali fantastici, ma con il tempo si è rivelato una una profonda delusione per i fan.  

Mentre Animali fantastici e dove trovarli è stato innegabilmente divertente, i sequel hanno registrato un forte calo della qualità, con l’ultimo capitolo che è stato forse il più deludente e dimostrando che chi c’è stato dietro al film non ha poi imparato molto dal secondo capitolo, altrettanto deludente.  Secondo le previsioni dovrebbero arrivare almeno altri due film per concludere la storia di questo franchise, ma come ha suggerito il protagonisti Eddie Redmayne qualche tempo fa, non sembra essere nei piani del nuovo corso di Warner Bros Discovery.

Sia I crimini di Grindelwald che I segreti di Silente sono stati delusioni al botteghino e il nuovo regime della Warner Bros. Discovery che ha portato avanti quei sequel… beh, pensa che non sarebbe la cosa più intelligente da fare rispetto alle decisioni aziendali per il frugale CEO David Zaslav. Inoltre lo Studios versa in precarie condizioni economiche in seguito alle perdite della pandemia e alla fusione, quindi ha un disperato bisogno di successi. 

Qual è il destino del franchise di Animali Fantastici?

In un rapporto di Variety, è stato stabilito che, nonostante i recenti commenti di Zaslav sul potenziale ritorno al franchise di Harry Potter“Al momento non ci sono discussioni attive con la Rowling sullo sviluppo di un altro film di ‘Harry Potter'”.

In effetti, “Al momento non c’è nulla ne ‘Il mondo dei maghi’ in sviluppo attivo presso la Warner Bros., inclusi sia il franchise di ‘Harry Potter’ che l’IP di ‘Animali fantastici'”. Questo chiude quasi le porte in Animali fantastici 4, il che significa che è improbabile che vedremo mai come sia finita la battaglia tra Albus Silente e Gellert Grindelwald. 

È un peccato, ma c’era da aspettarselo, soprattutto quando l’autrice JK Rowling è diventata una figura così controversa date le sue opinioni esplicite sugli individui transgender.  Siamo sicuri che il franchise di Harry Potter sia un bene in cui la Warner Bros. tornerà prima o poi piuttosto che dopo, anche se è impossibile quale forma prenderà. Continuano a esserci voci su un adattamento per il grande schermo di The Cursed Child, anche se il cast originale non sembra avere alcuna fretta di riprendere i loro ruoli iconici. 

One Piece Film: Red intervista al regista Gorō Taniguchi

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One Piece Film: Red intervista al regista Gorō Taniguchi

Esce in anteprima, solo il 7 e 8 novembre in lingua originale in oltre 200 sale, prima di arrivare in sala l’1 dicembre One Piece Film: Red, diretto da Goro Taniguchi e quindicesimo film animato ispirato all’omonimo fumetto giapponese.

Red, che racconta la storia di Uta, musicista dalla voce ultraterrena e dalla misteriosa origine, vanta il coinvolgimento in veste di produttore l’autore del manga, Eiichirō Oda, e segna il ritorno nel franchise di uno dei personaggi più iconici da lui creati: Shanks il Rosso.

In occasione di Lucca Comics and Games 2022, abbiamo incontrato Gorō Taniguchi, che ha raccontato le origini della storia, il suo approccio ai personaggi e alcune curiosità su One Piece Film: Red.

One Piece Film: Red intervista al regista Gorō Taniguchi

Com’è nato il personaggio di Uta e perché è legato proprio a Shanks?

“All’inizio della lavorazione volevamo avere un nemico molto forte contro cui far scontrare i protagonisti, ma poi il Maestro Oda ci ha fatto presente che avevamo sempre creato nemici molto forti, chiedendo di trovare una soluzione diversa. Così, visto che c’era già questo personaggio che cantava, abbiamo pensato di svilupparlo come un lietmotiv all’interno del film. La cosa importante era trovare un legame con Rufy, e Oda stesso mi ha suggerito di usare Shanks”.

Quanto può continuare l’anime dopo la fine del manga?

“Tre anni fa Oda disse che pensava di concludere One Piece entro 5 anni, anche io penso che la parte del manga sia arrivata al climax, alla fase conclusiva. Tuttavia questa è un’opinione personale, nonostante si dica che il manga sia nella sua fase conclusiva, percepiamo che il mondo di One Piece di sta ampliando tantissimo, per cui è difficile prevederne la fine. E ovviamente io stesso sono un fan, per cui da una parte vorrei che non finisse mai, vorrei sempre nuove avventure, ma d’altra parte vediamo dove ci porterà Oda. Questo è il mio desiderio, mi auguro che possa durare in eterno. Vi racconto un aneddoto: 24 anni fa, la prima volta che ho lavorato con Oda, lui mi disse che stava immaginando l’evoluzione e lo sviluppo di questa trama in questo modo, ma poi quella svolta che aveva immaginato lui è arrivata dopo 5 anni. Con questi presupposti, nessuno ha modo di dire quando e come finirà.”

Come è nato il design di Uta?

“Per realizzarne i design abbiamo chiesto a Oda di realizzare molti personaggi, e ovviamente quello che vedete nel prodotto finale, Una così com’è, in realtà è il frutto di decisioni precise e giustificate in ogni singolo aspetto. Ovviamente anche per la storia di Uta, tutto combacia con la storia di Shanks il Rosso. Il personaggio è nato da molte conversazioni, abbiamo sempre tentato di dare una storia di base solida al personaggio.”

Come avete lavorato sulla colonna sonora e come avete costruito le scene musicali?

“Insieme allo sceneggiatore, abbiamo pensato alle scene musicali in fase di scrittura, sapevamo già dove e come inserirle. L’obbiettivo era quello di guardare l’intera opera come fosse un concerto di Uta, e ovviamente ogni scena musicale doveva nascere e concludersi come una sceneggiatura a parte. In questo caso, per quanto riguarda le movenze della danza, abbiamo chiesto a una ballerina professionista di partecipare alla produzione. Quindi questo lungometraggio, nonostante sia un anime, è stato costruito e sviluppato come se avessimo utilizzato attori veri e sarebbe bello se questo si vedesse nel risultato finale.”

Qual è la parte che l’ha appassionato di più?

“Ho prodotto altre tre opere insieme a Oda, e lui è sempre stato molto appassionato. Ma questa volta lo sembrava particolarmente. Credo che ci siano due motivi per questo coinvolgimento. Innanzitutto perché lui è molto amante della musica, ma poi perché nello sviluppo della storia lui stesso si è innamorato di Uta e realizzandola, ha realizzato un numero di bozzetti molto più alto rispetto a quelli solitamente dedicati al resto dei personaggi. Scambiandoci le idee per il film, anche noi ci siamo appassionati al personaggio e ci siamo resi conto che era nostro obbiettivo coinvolgere gli artisti e dire loro che questa storia era molto importante. E loro hanno capito il valore del progetto, infatti hanno lavorato in modo eccellente. Credo che ai fan giapponesi sia passata bene l’idea di Uta come regina della musica, e spero che questa idea passi anche ai fan italiani.”

One Piece Film: Red è ormai prossimo all’uscita in sala, il 1° dicembre, e sarà inoltre in anteprima il 7 e 8 novembre in lingua originale in oltre 200 sale. Il film è distribuito da Anime Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures, diretto da Goro Taniguchi e prodotto da TOEI Animation.

Enola Holmes 2, la recensione del film su Netflix

Enola Holmes 2, la recensione del film su Netflix

Mistero. Femminismo. Epoca vittoriana. Questi gli ingredienti del sequel Enola Holmes 2, trasposizione dei libri young adult The Enola Holmes Mysteries di Nancy Springer. Il mystery crime segue le vicende della sorella minore del celebre Sherlock Holmes, alle prese con un’enigma ancora più intricato rispetto a quello proposto nel primo film, a cui segue anche un glow up della frizzante protagonista.

In cabina di regia per il lungometraggio torna Harry Bradbeer, e il cast di base si riempie di altri attori di livello, uno fra questi David Thewlis, conosciuto soprattutto per essere il Professor Lupin nella saga di Harry Potter. Enola Holmes 2 è un prodotto originale della piattaforma Netflix, approdato sul colosso streaming il 4 novembre.

Enola Holmes 2, la trama

A seguito della sua ultima avventura investigativa, Enola (Millie Bobby Brown) decide di aprirsi una sua agenzia investigativa per poter continuare ufficialmente il suo lavoro. Il pregiudizio della gente che non riesce a darle fiducia considerandola troppo giovane, la spinge a gettare la spugna e abbandonare il suo desiderio di avere un’attività in proprio. L’arrivo di una giovane ragazzina cambia però le carte in tavola. La piccola fiammiferaia Bessie (Serrana Su-Ling Bliss) le chiede aiuto per ritrovare sua sorella Sarah Chapman, scomparsa misteriosamente sia dal loro dormitorio che dalla fabbrica.

La fiducia di Bessie sprona Enola ad accettare il caso e mettersi all’opera per risolvere il caso. Mentre investiga sull’accaduto, il mistero sulle fiammiferaie si infittisce: la loro morte non sembra essere provocata dal tifo, ma da qualcosa che si nasconde dentro la fabbrica. Compito di Enola è scoprire cosa si cela dietro la fuga di Sarah strettamente collegata alle operaie. E mentre cerca di avere delle risposte, il suo caso si intreccia improvvisamente con quello del fratello Sherlock costringendola a cambiare rotta (Henry Cavill).

Fra femminismo e investigazione

Ogni donna dovrebbe avere una stanza tutta per sé in cui avere il proprio e unico spazio e poter esercitare il suo lavoro. È il messaggio d’indipendenza che Virginia Woolf lancia nel suo saggio femminista Una stanza tutta per un sé del 1929. Questo forte concetto di rivoluzione e sradicamento dall’assoggettamento allo status sociale imposto impiatta l’incipit di Enola Holmes 2, in cui la sorella di Sherlock, per l’appunto Enola, decide – a discapito dei dettami e dei pregiudizi dell’epoca – di aprire una propria agenzia investigativa. La struttura narrativa si modella sul filone del femminismo sin dal suo primo sguardo in camera, e prosegue seguendo le tracce di un evento storico realmente accaduto nell’Inghilterra vittoriana, lo sciopero delle Matchgirls del 1888, la cui “marcia” fuori la fabbrica di fiammiferi cambiò il corso della storia del lavoro inglese. La voce delle donne nel film è forte e struttura tutta la diegesi, rompe lo schermo e veicola un chiaro messaggio: bisogna combattere, anche quando sembra impossibile, poiché vivere nell’ombra o in uno mondo patriarcale equivale a non vivere affatto.

Seppur il montaggio non eccella in tecnica, la sceneggiatura è pregna di tutti gli elementi essenziali affinché la narrazione progredisca con un ritmo incalzante. Il brio e l’esuberanza di Enola, poi, contribuiscono a dare un’impronta fresca e giovanile, senza cadute di stile o sprofondamenti nella noia e nella piattezza. La scelta di rompere ancora la quarta parete e coinvolgere lo spettatore a cui Enola – con fare magnetico e fiuto da segugio – espone schemi e pensieri più profondi, è il giusto stratagemma che non permette mai alla soglia d’attenzione di vacillare. Anzi, questo “modus operandi” non solo garantisce dinamicità al racconto e tridimensionalità al personaggio, ma invoglia lo spettatore a elaborare anch’egli delle congetture per risolvere il caso. Come se questi, in qualche modo, diventasse il John Watson della piccola Holmes.

L’importanza del “l’unione fa la forza”

La versatilità di Enola, interconnessa a quella della sua interprete Brown, si incastra perfettamente nel caso che la giovane prende in carico, anche se ad un certo punto ne costituisce il “punto di rottura” del film. Si è a meta del secondo atto quando Enola Holmes 2 intraprende due cammini diversi. Il primo, come si è visto, è quello della lotta della classe operaia a cui è intrinseca quella delle donne per avere una loro posizione sociale. Il secondo è quello dell’unione familiare e in senso più largo degli affetti che si hanno attorno. È grazie alla spinta della madre Eudoria che Enola comprende che il miglior modo per affrontare le difficoltà e svelare i misteri è affidarsi – oltre che a se stessi – alla propria famiglia e alle persone che si amano.

Optare per questa sub-trama è stata, a livello significativo, una scelta interessante nell’esposizione della condizione delle donne all’epoca. Il doversi emancipare, correlato al dover combattere per essere viste, non poteva avere il successo sperato se Enola non avesse avuto fiducia nell’aiuto che le persone accanto a lei potevano darle. E nel suo caso questo è servito anche alla risoluzione del caso. Affidarsi a chi si ama è un gesto d’amore verso se stessi, da cui scaturisce una forza maggiore talmente potente in grado di raggiungere molto più in fretta l’obiettivo finale.

Enola Holmes 2 diventa così sia manifesto femminista che grande esempio di senso di appartenenza alle proprie radici, in questo caso rappresentato dall’unione ultima di Enola e Sherlock, i quali decidono di far squadra nel bene comune. La pellicola risulta perciò un atto d’amore verso le donne in primis e verso la propria famiglia in secundis, oltre che un caso alla Poirot di Agatha Christie ben infiocchettato. La leggerezza e l’energia sprigionate contribuiscono solo a renderlo al meglio fruibile, e non si può non dire che tutti i tasselli sono stati posizionati al posto giusto per far ben sperare in un Enola Holmes 3.

Rapimento e riscatto: trama, cast e location del film con Russell Crowe

Nella sua carriera l’attore Russell Crowe ha preso parte a film appartenenti a generi sempre diversi. In particolare, però, egli si è in più occasioni distinto grazie ad alcuni titoli thriller di grande popolarità. Titoli come Insider – Dietro la verità, Nessun verità o The Next Three Days hanno dimostrato la sua grande predisposizione al genere. Enigmatico e camaleontico, l’attore riesce a calarsi in ruoli spesso imprevedibili, che sfiorano in più occasioni il confine tra bene e male. All’inizio del nuovo millennio egli ha preso parte ad un altro film di questo filone, intitolato Rapimento e riscatto, dove interpreta un negoziatore professionista incaricato di risolvere una complessa situazione.

Il film è stato scritto da Tony Gilroy, celebre per thriller come The Bourne Identity e Michael Clayton, e diretto da Taylor Hackford, autore di film come L’avvocato del diavolo e Parker. Rapimento e riscatto è dunque formato da una squadra che conosce bene il genere e sa come renderlo avvincente e teso, elementi essenziali per un thriller. Questo, inoltre, come riportato dai titoli di coda, sembra essere stato vagamente ispirato dall’articolo Adventures in the Ransom Trade, di William Prochnau, e, in misura ancor maggiore, dal romanzo Long March to Freedom, di Thomas Hargrove. Questi, infatti, è stato un giornalista rapito dal gruppo armato colombiano noto come FARC, ed ha poi raccontato la propria storia nel libro qui citato.

Rapimento e riscatto presenta dunque una serie di eventi romanzati, ma ispirati a fatti reali che continuano ancora oggi ad essere realtà. Si tratta di zone del mondo particolarmente pericolose, che hanno richiesto la massima attenzione per poterle raccontare al cinema. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alle sue location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rapimento e riscatto: la trama del film

La vicenda del film si apre sulle attività di Peter Bowman, ingegnere americano impegnato da anni in progetti umanitari nei Paesi del terzo mondo. Il suo nuovo incarico lo porta ora nello stato di Tecala, situato in Sud America, dove dovrà assistere i lavori di costruzione di una diga. L’uomo si reca dunque lì accompagnato dalla moglie Alice, la quale lo segue ovunque adattandosi alle complesse situazioni dei paesi visitati. Il loro matrimonio, però, sta ultimamente attraverso un delicato periodo, causato da un piccolo trauma personale. Il silenzioso conflitto tra i due coniugi dovrà però essere messo da parte nel momento in cui Peter viene rapito dall’Esercito di Liberazione di Tecala.

Questo è un gruppo di guerriglieri paramilitari, specializzato in rapimenti ed estorsioni al fine di garantirsi un sostegno che lo Stato sembra non fornire. Rapendo Peter, il gruppo intende richiedere un ricco riscatto. Ciò che non hanno previsto, però, è l’intervento di uno dei massimi esperti in negoziazione. Si tratta di Terry Thorne, veterano dello Special Air Service britannico, ora impegnato nel risolvere delicate situazioni come quelle. Collaborando a stretto contatto con Alice, questi inizia a provare qualcosa per la donna, che sembra ricambiarlo. Nel frattempo, la situazione di Peter si fa sempre più difficile, rischiando che ogni giorno sia per lui l’ultimo.

Rapimento e riscatto cast

Rapimento e riscatto: il cast del film

Ad interpretare il negoziatore Terry Thorne vi è, come anticipato, l’attore Russell Crowe. Originariamente, in realtà, per il ruolo era stato considerato l’attore Harrison Ford, il quale però preferì rifiutare. La parte venne allora assegnata a Crowe, all’epoca uno degli attori più popolari di Hollywood. Per calarsi nel ruolo, questi studiò approfonditamente l’attività del suo personaggio, cercando di comprendere le migliori tecniche da attuare durante una negoziazione. Durante la lavorazione del film, inoltre, Crowe ebbe modo di dare alcuni consigli di recitazione ad un aspirante attore lì presente come comparsa. Quel giovane era Henry Cavill, che nel 2013 arrivò ad ottenere il ruolo di Superman in L’uomo d’acciaio, film in cui Crowe recita nei panni di suo padre.

Accanto a Crowe, nei panni di Alice, vi è l’attrice Meg Ryan. Celebre per film come Harry, ti presento Sally… e Insonnia d’amore, questa ottenne un compenso di ben 15 milioni di dollari per partecipare al film. La Ryan era in quegli anni una delle attrici più popolari di Hollywood, estremamente richiesta e ben pagata. Nei panni di suo marito Peter Bowman vi è invece l’attore David Morse, noto per film come The Hurt Locker e per la serie Dr. House – Medical Division. Gottfried John è Eric Kessler, ex membro della Legione straniera e anche lui prigioniero del gruppo armato. Questi, insieme a Peter, progetterà una disperata fuga. Infine, Pamela Reed interpreta Janis Goodman, mentre David Caruso è il negoziatore Dino.

Rapimento e riscatto: le location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

L’intenzione originale dei produttori era quello di dar luogo alle riprese in Colombia, lì dove veri rapimenti di questo tipo avvengono. A causa dei pericoli dati dai gruppi armati in azione nel paese, tuttavia, le riprese si tennero in diverse zone dell’Ecuador. Il Paese rappresentato nel film, Tecala, è infatti soltanto uno stato fittizio, ma presentato con caratteristiche simili a quelle di alcuni paesi delle Ande, come Colombia, Venezuela, Perù e lo stesso Ecuador. In particolare, questo viene descritto come profondamente in crisi per via degli scontri tra lo Stato e un gruppo paramilitare noto come Esercito di Liberazione di Tecala, il quale di natura marxista è stato più volte sostenuto dall’Unione Sovietica.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Rapimento e riscatto è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 5 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Vision Quest: 10 teorie dei fan sulla serie MCU

Vision Quest: 10 teorie dei fan sulla serie MCU

Di recente si è diffusa la notizia che i Marvel Studios stanno lavorando ad una nuova serie per Disney+ incentrata sul personaggio Visione. Il titolo proposto per lo show è Vision Quest e sembra che la storia riprenderà e porterà avanti la trama di WandaVision. Nella serie, Visione tenterà di mettere insieme i suoi ricordi e di crearsi una vita quanto più umana. Al momento, resta un mistero come l’MCU organizzerà la storia e le singole puntate. Nell’attesa, i fan di Reddit hanno elaborato alcune curiose teorie su cosa accadrà in Vision Quest.

Il ritorno di Wanda

Wanda Vision HalloweenSe davvero Vision Quest seguirà gli eventi di WandaVision e dell’MCU post-Multiverso della Follia, Wandasarà strettamente connessa con la serie. La compagna di Visione potrebbe comparire nelle prime puntate, o più in là, a sorpresa. Inoltre, è possibile che Elizabeth Olsen riprenda il suo ruolo in Vision Quest.

Secondo l’utente u/supes1, una serie su Visione in cui manca Wanda sarebbe ‘uno spreco’. In effetti, Scarlet è fondamentale nello sviluppo del personaggio di Visione.

Vision Quest nasce come una sottotrama di Armor Wars

Marvels Armor WarsL’MCU ha recentemente annunciato che la serie di Armor Wars potrebbe diventare un film. La storia è incentrata su Don Cheadle (James Rhodes) e racconta del personaggio mentre s’impossessa della tecnologia dietro a Tony Stark. Dal momento che Visione è legato alla tecnologica di Tony, u/omegawott sospetta che la serie Vision Quest nasca da un subplot di Armor Wars.

Ultron potrebbe tornare

Avengers Age of UltronMolti fan della Marvel ritengono che Ultron meriti un ruolo più grande di quello ricevuto, per ora, in un singolo film. Sia in Spider-Man: Homecoming che in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, viene citata la rete Ultron che protegge il quartier generale degli Illuminati. A proposito di ciò, l’utente u/TheGeekVault ha espresso un desiderio: “Tutti parlano di riportare in vita Wanda, ma mi piacerebbe ritrovare Ultron in Vision Quest.”

Darcy Lewis è l’aiutante di Visione

Darcy Vision QuestDopo che Darcy Lewis ha fatto il suo ingresso nella meta-sitcom fantastica di WandaVision, il personaggiostringe un’improbabile amicizia con Visione. I due collaborano mentre quest’ultimo cerca disperatamente di salvare Wanda dall’incubo che ha creato. L’utente di Reddit u/FictionFantom vorrebbe vedere questa dinamica anche in Vision Quest. L’utente ha un’idea: “Scommetto che Darcy sarà l’amico umano di Visione e lo aiuteràa ri-imparare ad essere un umano.'”

Più personaggi A.I.

Jocasta Marvel ComicsLa serie Vision Quest potrebbe essere un modo per introdurre alcuni degli altri personaggi iconici che già esistono nel complesso e tentacolare universo Marvel Comics. In particolare, sarebbe curioso vedere altri personaggi tecnologici: A.I., umanoidi, robot. In riferimento a ciò, l’utente u/cbekel3618 ha citato Jocasta, Machine Man e Victor Mancha.

Il ritorno di Wanda

The Scarlet Witch Vision QuestAlla fine di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Wanda Maximoff fa l’estremo sacrificio per cancellare il Darkhold da ogni realtà. Ma, come sappiamo, non è ancora detto che l’apparente morte di Wanda sia definitiva nell’MCU. L’utente u/Kalse1229 ritiene che Vision Quest dia alla Marvel la possibilità di “spiegare ciò che è successo a [Wanda] alla fine di Dottor Strange nel Multiverso della Follia.

I Thunderbolts in Vision Quest

The MCU ThunderboltsQuesto utente di Reddit si aspetta l’MCU includa anche i Thunderbolts in Vision Quest. L’utente scrive “La mia teoria è che il governo sta per inviare i Thunderbolts contro Visione” dal momento che egli è una “parte di tecnologia militare costoso in fuga.” Sarebbe divertente vedere Bucky Barnes, Yelena Belova, Ghost e Taskmaster pronti a distruggere Visione, anche se non avrebbero molte possibilità contro di lui.

L’arrivo di Viv nell’MCU

Vision Quest MarvelL’utente u/N3M3S1S75 si aspetta che la serie Vision Quest sia ispirata al fumetto Visions of the Future. Nella storia, Visione crea ingegneristicamente una famiglia. Nei fumetti, Viv è la figlia sintetizzata che Visionerealizza nel tentativo di umanizzare se stesso. Effettivamente,  il personaggio sarebbe un’ottima aggiunta all’MCU.

Hulk come aiutante di Visione

The Hulk in She HulkPer u/LatterTarget7 non è chiaro chi aiuterà Visione con i suoi ricordi in Vision Quest: “La maggior parte delle persone che conoscono Visione sono morti o si trovano lontani dal pianeta.’’ Aggiunge: ‘’Non ho idea di chi possano essere i personaggi che aiuteranno Visione.” Nell’incertezza, l’utente accenna una supposizione:Hulk potrebbe dare una mano a Visione.

Un cambio di rotta per Vision Quest

Marvels specialDopo l’uscita dello speciale di Halloween Werewolf By Night, l’MCU ha aperto la strada a formati più ibridi. L’utente u/dratsablive fa una supposizione: dato che la serie Armor Wars è stata riadattata per diventare un film, anche Vision Quest potrebbe essere trasformata, magati in una Presentazione Speciale.

Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!: trama e cast del film

Nella lunghissima carriera di Clint Eastwood, uno dei suoi personaggi più celebri è senza dubbio quello del poliziotto Harry Callaghan. Nato dalla penna di Harry Julian Fink, questo è stato protagonista di ben cinque film usciti tra il 1971 e il 1988. Il primo di questi è l’acclamato Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!, diretto dal celebre Don Siegel, considerato ancora oggi uno dei maestri del cinema poliziesco e d’azione. Si tratta di un film che ha fatto scuola, divenendo estremamente influente per il suo genere, specialmente per il suo portare al cinema la rielaborazione di vicende reali.

Il film ha attinto al caso del serial killer noto come Zodiac, al punto da essere citato anche nello stesso film Zodiac di David Fincher. Il personaggio di Scorpio è infatti vagamente basato su quello del citato assassino. Unendo la finzione a fatti di cronaca reali, il film attrasse su di sé grandi attenzioni, rappresentando al meglio il difficile contesto che gli Stati Uniti stavano sempre più vivendo. Tra la violenza dilagante e l’atmosfera sempre più cupa del periodo, l’ispettore Callaghan ha incarnato alla perfezioni i malumori e i timori del popolo statunitense.

Con un incasso di 36 milioni di dollari, Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! si affermò come un grandissimo successo, tra i capolavori del suo genere. A seguirlo sarebbero poi arrivati Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, Cielo di piombo, ispettore Callaghan, Coraggio… fatti ammazzare e Scommessa con la morte. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!: la trama del film

Protagonista del film è l’ispettore Harry Callaghan, poliziotto dall’animo e dai modi di fare particolarmente duri. Operante nella città di Los Angeles, egli si vede convocato ad indagare sull’omicidio di una giovane uccisa a sangue freddo da un colpo di fucile mentre nuotava in una piscina. L’omicidio viene ben presto rivendicato da un serial killer che si fa chiamare Scorpio. Questi arriva anche a chiedere la cifra di cento mila dollari per non uccidere ancora. Mentre il sindaco sembra disposto a cedere al ricatto, Callaghan non vuole saperne e decide di agire per conto proprio, convinto di poter arrestare l’assassino.

Ottenuto il caso Scorpio, egli si vede affidato dal poliziotto alle prime armi Chico Gonzalez. I due agenti si mettono così subito alla ricerca di maggiori informazioni, mentre Scorpio continua a mietere vittime senza pietà. Più l’omicida si fa violento, più Callaghan sente di non essersi minimamente avvicinato alla soluzione. Nel momento in cui Scorpio annuncia di aver rapito una ragazza di quattordici anni, chiedendo una somma per lasciarla viva, l’ispettore sa di non poter perdere ulteriormente tempo. Inizia così ad intensificarsi lo scontro tra i due, che potrà risolversi soltanto con la sconfitta di uno e la vittoria dell’altro.

Ispettore Callaghan - il caso Scorpio è tuo! cast

Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!: il cast del film

Sebbene quello di Harry Callaghan sia uno dei personaggi più noti interpretati da Clint Eastwood, egli non era uno dei principali contendenti per la parte. Il ruolo era infatti stato inizialmente offerto a John Wayne e Frank Sinatra, e in seguito a Robert Mitchum, Steve McQueen e Burt Lancaster. Quando infine fu contattato Eastwood per la parte, egli accettò solo a patto di poter recitare con la sceneggiatura originale e non con le riscritture successive di questa. Eastwood, inoltre, si allenò al fine di poter interpretare personalmente tutti i suoi stunt, evitando di ricorrere a controfigure. Divenuto ormai un tutt’uno con il personaggio, l’attore acconsentì a riprendere i panni di questo anche in tutti e quattro i sequel.

Accanto a lui, nel ruolo del tenente Al Bressler vi è l’attore Harry Guardino, mentre John Mitchum è l’ispettore Frank DiGiorgio, ruolo da lui ripreso anche nei successivi due sequel del film. Reni Santoni è invece l’ispettore Chico Gonzalez, il primo ruolo ad averli dato un buona notorietà ad Hollywood. Sono poi presenti John Vernon nel ruolo del sindaco e John Larch in quelli del capo della polizia. Nel ruolo del serial killer Scorpio vi è invece l’attore Andrew Robinson, caldamente consigliato dallo stesso Eastwood. L’interpretazione che questi diede dell’assassino fu così memorabile che dopo l’uscita del film l’attore ricevette diverse minacce di morte e fu costretto ad avere un numero di telefono non elencato.

Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercledì 25 ottobre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Al di là dei sogni: trama, cast e frasi del film con Robin Williams

Attraverso i film si cerca spesso di confrontarsi o riflettere su tematiche spesso scomode o difficili da accettare. Una di queste è certamente la morte e ciò che può o meno esserci al di là di questa. Sono innumerevoli i film che affrontano tali argomenti, ma uno dei più coinvolgenti a livello visivo è senza dubbio Al di là dei sogni. Si tratta di un fantasy drammatico diretto nel 1998 da Vincent Ward, regista e pittore noto per la cura che ripone nelle sue composizioni, e scritto da Ronald Bass, premio Oscar per la sceneggiatura di Rain Man – L’uomo della pioggia.  Il film è basato sull’omonimo romanzo di Richard Matheson, all’interno del quale sono contenuti numerosi riferimenti allegorici alla Divina Commedia e al mito di Orfeo ed Euridice.

Attraverso queste due celebri opere, entrambe ambientate nel mondo oltre la vita e la morte, si snoda così una vicenda che è un viaggio verso nuove consapevolezze. Si trattano temi come numerosi temi, dall’amore alla reincarnazione, ma tutti in chiave originale. Nel film, inoltre, prende vita un aldilà che unisce elementi derivati da varie religioni e culture, divenendo così un luogo particolarmente inclusivo. A rendere estremamente memorabile il film, però, sono una serie di straordinari effetti speciali e ricostruzioni scenografiche, come anche l’uso dei colori e dell’elemento artistico. Il film ha non a caso vinto proprio un Oscar per i migliori effetti speciali, a cui è dedicata gran parte del budget.

Il celebre critico Roger Ebert definì Al di là della vita un’opera che “anche nella sua forma imperfetta, mostra come il cinema possa immaginare l’ignoto, portare la nostra immaginazione in luoghi meravigliosi”. La rappresentazione che qui si dà della morte, della vita e dell’amore sono ancora oggi qualcosa di raro. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il libro. Infine, si elencheranno anche le frasi più belle e le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Al di là dei sogni: la trama del film

Protagonisti del film sono Chris Nielsen e sua moglie Annie. Legati da un amore sconfinato, i due si trovano a dover affrontare il dolore indicibile scaturito dalla morte di entrambi i figli in seguito ad un incidente stradale. Proprio quando la coppia sembrava aver ritrovato un equilibrio, anche Chris perde tragicamente la vita. Risvegliatosi nell’aldilà, egli trova ad attenderlo un uomo che dice di chiamarsi Albert Lewis, che intende guidarlo alla scoperta di quel mondo. Pur rammaricandosi per l’essere stato separato dall’amata moglie, Chris è felice di sapere che per lui il paradiso consiste nell’esistenza in uno dei dipinti di Annie. Quando però la donna decide di togliersi la vita per il troppo dolore, Chris decide di intraprendere un viaggio verso l’inferno, deciso a ricongiungersi con la sua amata.

Al di là dei sogni: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Chris Nielsen, vi è il premio Oscar Robin Williams, il quale dà qui vita ad una delle sue interpretazioni più struggenti di sempre. Nel ruolo di sua moglie Annie, invece, vi è l’attrice Annabella Sciorra, celebre in particolare per la serie I Soprano. Inizialmente, la Sciorra non voleva prendere parte al film, ritenendolo troppo intenso emotivamente. Dopo aver letto la sceneggiatura insieme a Williams, con cui aveva già lavorato in precedenza, si convinse a partecipare. Nel ruolo di Albert Lewis, vero e proprio Virgilio di Chris nell’aldilà, c’è Cuba Gooding Jr., il quale viveva in quel momento un periodo d’oro in seguito alla vittoria del premio Oscar. Il celebre attore svedese Max von Sydow è infine il misterioso personaggio chiamato The Tracker.

Al di là dei sogni cast

Al di là dei sogni: le differenze con il libro

Il romanzo presenta differenze significative rispetto al film, nella sua trama e nella sua visione dell’aldilà. Ad esempio, nel libro le immagini dell’aldilà si basano su scenari naturali piuttosto che su dipinti come nel film. La rappresentazione dell’Inferno nel romanzo, inoltre, è considerevolmente più violenta e cupa che nel film. Nel racconto letterario Chris ha infatti difficoltà a muoversi, respirare o vedere e subisce torture fisiche per mano di alcuni dei personaggi lì presenti. Non incontra invece navi, temporali, fuoco o il mare di volti umani su cui cammina la sua controparte cinematografica. Ulteriori differenze si ritrovano anche tra i personaggi. Ad esempio, i figli di Chris e Annie non muoiono nel libro, dove sono anche più adulti. Infine, cambiano anche i mestieri svolti dai due protagonisti.

Al di là dei sogni: le frasi più belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Al di là dei sogni è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Apple iTunes, e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 4 novembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • La gente spesso definisce impossibili cose che semplicemente non ha mai visto. (Chris)
  • Io voglio invecchiare con te. E’ possibile qui? Io voglio tutto. Ma lo voglio insieme a te. (Annie)
  • Quando ero giovane incontrai una ragazza stupenda, su un lago. (Chris)
  • Mi dispiace per tutto quello che non potrò mai darti. Non ti comprerò mai un hamburger gigante a quattro piani. Niente super mega! Non ti farò mai sorridere. Volevo soltanto invecchiare insieme a te, come due vecchie tartarughe che ridono contandosi le rughe insieme al capolinea, sul lago del tuo dipinto. Quello era il nostro paradiso. (Chris)

Fonte: IMDb

Chi sono gli Avengers ancora in attività dopo Endgame?

Chi sono gli Avengers ancora in attività dopo Endgame?

Lo snap di Thanos ha sterminato metà della vita dell’universo, riducendo anche drasticamente il numero di supereroi che proteggevano la Terra. Anche se gli eroi sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare le cose, hanno dovuto pagare un prezzo terribile. Sia Vedova Nera che Iron Man si sono sacrificati per sconfiggere Thanos, mentre Steve Rogers ha deciso di rivendicare una vita dal sapore alla “e vissero per sempre felici e contenti” viaggiando indietro nel tempo per stare con la sua amata Peggy Carter. Altri sembrano essersi nascosti, tra cui Wanda Maximoff diventata Scarlet Witch, mentre non ci sono state notizie riguardo alla versione bianca di VisioneThor ha lasciato la Terra con i Guardiani della Galassia, e anche Captain Marvel sembra essere tornata tra le stelle.

I titoli di punta della Fase 4 come The Falcon and the Winter Soldier e Hawkeye hanno mostrato che alcuni eroi stanno ancora lavorando per combattere il crimine e la malvagità, ma viene da chiedersi chi ancora possa essere effettivamente considerato Vendicatore. Ecco quindi tutti i supereroi confermati della Fase 4 del MCU che stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers: Endgame – dimostrando quanto sia vulnerabile il pianeta in questo momento.

Chi sono gli Avengers rimasti?

AvengersAncora popolata da vari eroi dotati di superpoteri, la Terra non si troverebbe senza protezione se una minaccia come Thanos dovesse arrivare senza preavviso. La Fase 4 del MCU ha “resuscitato” Visione con la versione Bianca del personaggio presentata in WandaVision e Doctor Strange è ancora attivo, anche se Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha portato alla morte di Scarlet Witch. Nel frattempo, Sam Wilson e Bucky Barnes sono diventati amici dopo aver sconfitto i Flag Smashers in The Falcon and the Winter Soldier, mentre Okoye e gli abitanti del Wakanda stanno per affrontare alcune difficoltà dovute all’assenza di T’Challa – anche se il villain di Black Panther: Wakanda Forever, Namor, era un membro dei Vendicatori nei fumetti.

Inoltre, Ant-Man and the Wasp: Quantumania ci presenterà presto uno dei più grandi cattivi della Marvel, Kang il Conquistatore. Per quanto riguarda lo Stregone Supremo Wong, egli sta diventando l’equivalente della Fase 4 di Nick Fury, che tornerà sulla Terra per Secret Invasion. Ci sono anche Hulk, Occhio di Falco, Thor e War Machine, che sono diventati mentori di una nuova generazione di eroi. Infine, Captain Marvel e i Guardiani della Galassia, pur non essendo sulla Terra, possono ancora essere considerati degli Avengers in attività.

Ant-Man

Ant-Man-AvengersScott Lang è stata la soluzione più efficace per l’interruzione del Blip, perché, fuggito dal Regno Quantico, è riuscito a ideare un piano per viaggiare nel tempo con gli altri membri degli Avengers. Tuttavia, non è chiaro se il mondo sappia che il viaggio nel tempo è stato coinvolto nell’operazione di salvataggio delle vittime del Blip.

Sicuramente i Vendicatori hanno fatto finta che Capitan America sia morto piuttosto che far sapere agli abitanti della Terra che è riuscito a viaggiare nel tempo – quindi neanche il contributo di Ant-Man potrebbe non essere noto. È comunque ragionevole supporre che abbia proseguito la sua carriera di supereroe a casa, a Los Angeles, dove si divertirà anche a trascorrere del tempo con la figlia Cassie, ormai cresciuta e adolescente.

Black Panther

Black Panther: Wakanda ForeverSenza dubbio il Wakanda ha sofferto terribilmente l’assenza di Black Panther, anche perché le sue scorte di Erba a forma di cuore sono state distrutte da Killmonger, il che significa che non si è neanche potuto nominare un successore. Il primo episodio di The Falcon e The Winter Soldier ha rivelato che i confini nazionali sono crollati durante il Blip, ed è probabile che anche la nazione un tempo isolazionista del Wakanda ne sia stata profondamente colpita.

Sebbene l’attore di Black Panther Chadwick Boseman sia purtroppo scomparso e la Marvel abbia già confermato che non riproporrà il ruolo di T’Challa, non si sa ancora come verrà affrontata la sua importante mancanza in Black Panther: Wakanda Forever. In futuro potrebbero esserci più Black Panther nel MCU.

Doctor Strange

Benedict Cumberbatch in Doctor StrangePotrebbe non essere ancora lo Stregone Supremo, ma Stephen Strange è sicuramente tornato ai suoi doveri insieme ai Maestri delle Arti Mistiche. Ciò significa che probabilmente sta ancora una volta proteggendo il Sanctum Sanctorum di New York, collaborando con i suoi colleghi stregoni per difendere il mondo dalle minacce extradimensionali. Sfortunatamente, il loro lavoro è stato reso molto più difficile dopo Avengers: Endgame, perché la distruzione della Pietra del Tempo significa che Doctor Strange ha perso la sua più grande arma (almeno temporaneamente).

Doctor Strange è forse il supereroe più attivo nella Fase 4, che ha dovuto aiutare Peter Parker nel gestire il conflitto multiversale da lui causato, durante Spider-Man: No Way Home e proteggendo il multiverso da minacce come il Barone MordoAmerica Chavez e Scarlet Witch in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Wong

Doctor-Strange-nel-Multiverso-della-follia-Benedict-wongSe c’erano dubbi sul ruolo di Wong tra i Vendicatori prima della Fase 4, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli ha confermato che il Maestro delle Arti Mistiche è uno dei membri fondamentali degli Eroi più forti della Terra, in seguito agli eventi della Saga dell’Infinito. Wong è stato in contatto con Abominio, Capitan Marvel e Bruce Banner, e ha accolto Shang-Chi e Katy nei Vendicatori subito dopo la loro prima avventura da supereroi.

E’ divenuto letteralmente il tassello fondamentale del gruppo di Vendicatori nel momento in cui ne hanno avuto più bisogno, e sicuramente avrà un ruolo importante quando i Vendicatori dovranno riunirsi ufficialmente per la prima volta dopo Avengers: Endgame.

Falcon/Captain America

Thunderbolts Sam Wilson Captain America-in-Falcon And The Winter SoldierSam Wilson è stato bollato come fuorilegge quando si è schierato con Steve Rogers durante gli eventi di Captain America: Civil War, ma è stato poi graziato a seguito al suo coinvolgimento nella battaglia finale contro Thanos in Avengers: Endgame. Falcon tornò immediatamente in servizio attivo nella United States Air Force, viaggiando per il mondo in missioni segrete volte a neutralizzare gruppi terroristici e cercare di riportare un po’ di stabilità nel mondo post-Blip.

Anche se a malincuore, Falcon si riunì con Bucky Barnes per affrontare i Flag-Smashers e John Walker con l’improbabile aiuto del Barone Zemo e Sharon Carter aka il Power Broker. I suoi sforzi furono ben ricompensati, in quanto divenne ufficialmente il successivo Capitan America, con tanto di scudo di Steve Rogers e una tuta all’avanguardia realizzata dai Wakandiani.

Occhio di Falco

Avengers Endgame Hawkeye Ronin in She-hulkClint Barton si è ritirato ancora una volta dalla vita da supereroe per trascorrere del tempo con la sua famiglia ma, come egli più di ogni altro Vendicatore sa, la pace non dovrebbe mai essere inclusa nei propri piani. La serie Hawkeye Disney+ nel 2021 ha introdotto il personaggio di Kate Bishop di cui Clint, in maniera del tutto improvvisata, ne è diventato mentore.

Il loro inaspettato sodalizio in Hawkeye ha chiamato a sé anche nuove minacce, tra cui EchoYelena Belova, lo Spadaccino, e nientemeno che Kingpin stesso, ovvero tutti coloro che dovrebbero fare future apparizioni nel MCU. Con l’avanzare dell’età ed essendo ormai diventato sordo da un orecchio, Clint Barton continuerà a cercare di raggiungere un pensionamento definitivo con i suoi cari, forse in modo permanente ora che Kate Bishop vorrà cercare di ricalcare le sue orme.

Nick Fury

Samuel L. Jackson Nick-FuryNick Fury non è stato veramente attivo da dopo la caduta dello SHIELD in Captain America: The Winter Soldier. Tuttavia, ha tenuto traccia dei Vendicatori nel corso degli anni, e si è unito allo SWORD qualche tempo prima degli eventi di Spider-Man: No Way Home.

Samuel L. Jackson riprenderà il suo ruolo di padre fondatore dei Vendicatori nella serie Disney+ Secret Invasion, dove dovrebbe proteggere la Terra in segreto; anche il braccio destro di Fury, la Maria Hill di Cobie Smulders, farà ritorno nella serie.

Hulk

The Hulk in She HulkRiuscendo a fondere le sue due identità nella versione Smart Hulk dopo aver trascorso diciotto mesi in un laboratorio Gamma durante il Blip, lo status quo di Hulk, alias Bruce Banner, è cambiato notevolmente. Hulk è diventato il supereroe più importante della Terra durante quel periodo di cinque anni, come si può vedere da una scena eliminata di Avengers: Endgame, e si è beato della sua ritrovata celebrità.

Sfortunatamente, Hulk ha subito un grave infortunio quando ha usato il Guanto dell’Infinito per ripristinare metà della vita nell’universo, e lo sbalzo di potenza ha distrutto il suo braccio destro. La scena verso la metà dei titoli di coda di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli ha rivelato che Bruce Banner è tornato completamente umano grazie al suo inibitore. Era di nuovo Smart Hulk in She-Hulk: Attorney at Law, una parabola molto breve che si è conclusa con la presentazione di suo figlio, Skaar.

Spider-Man

Tom Holland Spider-Man in No Way HomeLa partecipazione di Spider-Man nella battaglia finale di Avengers: Endgame sembrava essere decisiva per la sua reputazione, ma purtroppo l’Uomo Ragno è stato manipolato dalle illusioni di Mysterio in Spider-Man: Far From Home e poi incolpato di una serie di attacchi terroristici in Europa, con la sua identità pubblica rivelata per gentile concessione di J. Jonah Jameson. Il desiderio di Spidey di disfare tutto questo è ciò che ha portato ai cataclismatici eventi del multiverso di Spider-Man: No Way Home, in cui Peter Parker ha affrontato i suoi più grandi nemici da universi alternativi e alla fine ha dovuto sacrificare la vita come la conosceva.

Ora che vive da solo e nessuno conosce la sua vera identità, Spider-Man è sul punto di affrontare un viaggio da eroe senza precedenti nel MCU. Happy Hogan ha confermato di conoscere ancora Spider-Man anche senza conoscere Peter Parker, quindi i poteri di Doctor Strange chiaramente non hanno cancellato il suo status di supereroe attivo. È anche possibile che Peter Parker possa diventare più indipendente come supereroe e forse entrare in contatto con cattivi di proprietà di Sony come Venom e Morbius.

War Machine

War Machine potrebbe essere il Vendicatore più potente della Terra, avendo ricevuto un sostanziale aggiornamento durante il Blip. La sua armatura Iron Patriot è potenzialmente più avanzata di qualsiasi armatura di Iron Man che Tony Stark abbia mai progettato, e la Marvel ha lasciato intendere che ha avuto inoltre accesso alla tecnologia aliena per gentile concessione dei Guardiani della Galassia.

Secondo la Marvel, la macchina da guerra post-Blip è progettata per affrontare letteralmente gli eserciti e diversi concept art ci mostrano alcuni dettagli che potrebbe presentare, come razzi aggiuntivi o simil-armi energetiche incorporate. Inoltre, dati i colori patriottici di Rhodey, tutto questo è probabilmente ancora sotto l’egida dell’esercito americano. Nella Fase 4, Rhodey sarà la star di Armor Wars, dove potrebbe combattere diversi emulatori di Iron Man e forse fare da mentore a Riri Williams alias Ironheart.

Wasp

Ant-Man and the Wasp: QuantumaniaHope Van Dyne era in fuga per aver violato gli Accordi di Sokovia prima di essere cancellata dall’esistenza, e non è chiaro se le sarà stata concessa la stessa grazia di cui hanno goduto altri che si sono uniti alla battaglia contro Thanos. La famiglia Pym non era ricercata per una diretta violazione degli Accordi di Sokovia, ma piuttosto perché aveva messo a disposizione di Scott Lang dei miglioramenti tecnologici illegali; il padre di Hope, Hank, potrebbe non essere stato disposto a scendere a patti anche con l’offerta di una tregua.

In ogni caso, Hope vestirà ancora i panni di Wasp in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, soprattutto dopo che Matt Murdock ha rivelato in She-Hulk: Attorney at Law che gli Accordi di Sokovia sono stati abrogati.

Winter Soldier

Sebastian StanBucky Barnes è stata concessa la grazia per la sua partecipazione alla battaglia finale di Avengers: Endgame, ma The Falcon and the Winter Soldier  ha rivelato che ci sono delle condizioni che deve impegnarsi a rispettare, inclusa una regolare osservazione psicologica, dato che il Soldato d’Inverno sta ancora lottando per essere redento dopo tutti i suoi misfatti.

Fortunatamente per lui, Sam Wilson è lì per sostenerlo; non si sa se Bucky Barnes avrà un nuovo soprannome che corrisponda al titolo di Capitan America di Sam Wilson, ma sicuramente si unirà alla battaglia se i Vendicatori ne avranno bisogno.

Okoye

Okoye ha apparentemente assunto le redini degli affari internazionali del Wakanda. Ha guidato la missione per recuperare il Barone Zemo dopo che Sam Wilson e Bucky Barnes lo hanno fatto evadere di prigione in The Falcon and the Winter Soldier, portandolo alla Zattera.

Con la scomparsa di T’Challa, ci si aspetta che Okoye abbia un ruolo ancora più importante che guidare la Dora Milaje; si pensa che potrebbe assumere il mantello di Black Panther in Black Panther: Wakanda Forever e ci si aspetta anche che sia la protagonista del prossimo show Disney+ incentrato sul Wakanda. E considerando che è stata al fianco di Capitan MarvelWar MachineRocket Raccoon e Nebula tra gli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, il suo ruolo di stratega nei Vendicatori non è destinato a scomparire.

Scarlet Witch

The Scarlet Witch Vision QuestPrima che Wanda venisse apparentemente sconfitta alla fine di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, era una Vendicatrice attiva. Dopo essere stata corrotta dal Darkhold, ha quasi fatto a pezzi il multiverso per recuperare i suoi figli da un universo alternativo.

Durante il processo, Scarlet Witch ha posseduto e sembra aver sbloccato i poteri di Wanda della Terra-838. Ciò significa che una Wanda diversa potrebbe ancora compiere la profezia di Wanda che governa o distrugge il mondo, anche se potrebbe essere morta. D’altra parte, se la Scarlet Witch originale è ancora viva, il senso di colpa di Wanda per i suoi crimini contro il multiverso potrebbe riaccendere il suo desiderio di aiutare i Vendicatori.

Thor

MjolnirThor può aver perso Jane Foster a causa di Gorr in Thor: Love and Thunder, ma l’Asgardiano ha anche guadagnato una figlia da Gorr, resuscitata in Eternità. Con Mjolnir di nuovo nelle mani di Thor e Stormbreaker nelle mani di Love – che potrebbe diventare più potente di Thor – la prossima minaccia cosmica che busserà alle porte della Terra avrà una sorpresa.

Sebbene Love non sia stata ispirata da alcun personaggio della Marvel Comics e sia stata creata esclusivamente per il quarto film del MCU dedicato a Thor, c’è la possibilità che la figlia di Gorr diventi un giovane Vendicatore. Poiché Thor sembra dedicarsi al suo nuovo ruolo di padre e mentore di Love, la figlia di Eternità sarà senza dubbio sulla strada per diventare uno dei più potenti eroi della Terra.

Chi saranno i prossimi Vendicatori?

Oltre al possibile ritorno dei restanti Vendicatori originali, una futura formazione dei Vendicatori per la Fase 5 potrebbe includere molti nuovi volti: personaggi indipendenti come Shang-ChiShe-HulkMoon KnightMonica RambeauSersi, e Jane Foster sono infatti probabili candidati per una prossima iterazione degli eroi della Terra. Inoltre, la giovane generazione del MCU, tra cui Kate BishopAmerica ChavezKamala KhanElijah BradleyCassie LangKid Loki e Tommy e Billy Maximoff, dovrebbe dare vita alla squadra dei Giovani Vendicatori. Yelena BelovaAbominio e il Barone Zemo sono invece in lizza per il team dei Thunderbolts o dei Dark Avengers.

I Vendicatori della Costa Ovest potrebbero essere fondati da Occhio di Falco e Visione (nella sua versione bianca), mentre Doctor StrangeBlade e Moon Knight potrebbero dedicare le loro risorse alla formazione dei Figli della Mezzanotte. Tutto questo per dire che ciascuna di queste formazioni potrebbe riunirsi ed assumere il titolo di Vendicatori ogni volta che un cattivo simile a Thanos è pronto a minacciare la Terra.

Il MCU potrebbe avere più squadre di Avengers dopo la Fase 4

The MCU ThunderboltsPoiché nel MCU ci sono così tanti possibili schieramenti di eroi, è molto probabile che la Fase 4 e la Fase 5 avranno diverse squadre simili ai Vendicatori, anche se non tutti saranno necessariamente eroi. Infatti, alla D23 Expo del 2022, la Marvel ha confermato che Yelena Belova, Bucky Barnes, Ghost, Taskmaster e Red Guardian formeranno il cast dei Thunderbolts, mentre la squadra di antieroi sarà guidata da Valentina Allegra de Fontaine. Questo è anche il primo vero passo del MCU verso un arco narrativo dei Vendicatori Oscuri.

Nel frattempo, The Marvels vedrà Captain Marvel, Ms. Marvel e Monica Rambeau lavorare insieme. Il MCU potrà anche includere i Difensori di Netflix e gli X-Men, soprattutto perché Deadpool 3 è stato confermato non solo come parte del MCU, ma anche come debutto nel MCU del Wolverine di Hugh Jackman. Oltre ai filoni dei Giovani Vendicatori e dei Vendicatori Oscuri del MCU che la Marvel sta già costruendo, la Fase 5 del MCU potrebbe vantare un numero significativo di nuove squadre per sostituire i Vendicatori originali. Il ritardo di Avengers: Secret Wars suggerisce grandi sviluppi, la Fase 6 del MCU potrebbe persino vedere il debutto di super-squadre provenienti da altri universi, come Doctor Strange negli Illuminati del Multiverso della Follia.

Un team Marvel di Avengers tutto al femminile

Ultimo ma assolutamente non meno importante, c’è anche il potenziale per un team di Avengers tutto al femminile da formare nella Fase 5 del MCU, forse la A-Force dei fumetti Marvel che è stata in qualche modo introdotta in Endgame.

Data la presunta importanza di Captain Marvel nel plasmare il futuro del MCU, si potrebbe far largo una lunga lista di eroine in grado di impostare la rotta per una squadra di Vendicatori tutta al femminileCaptain Marvel, Monica Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster, Lady Sif, Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula, Sersi, e Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa impressionante gamma di straordinarie eroine che il MCU potrebbe includere, una squadra femminile di Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per la Fase 5.

Serena Codato: 10 cose che non sai sull’attrice

Serena Codato: 10 cose che non sai sull’attrice

Serena Codato è una delle attrici che più si sono distinte nella serie Mare fuori, divenuto un vero e proprio caso televisivo. Pur se ancora alle prime armi e con pochi ruoli dalla sua parte, la giovane attrice ha dato prova di possedere un certo talento, che se coltivato potrà portarla a divenire un volto interessante della nuova generazione di attori.

Ecco 10 cose che non sai di Serena Codato.

Serena Codato: i suoi film e le serie TV

1. È celebre per una nota serie TV. Ad avere reso celebre Serena Codato è la serie Mare fuori, ideata da Cristiana Farina e Maurizio Careddu, nella quale si raccontano le storie di un gruppo di ragazzi rinchiusi nell’Istituto di Pena Minorile di Napoli. La serie, ad oggi composta da due stagioni per un totale di 24 episodi, mescola dramma a temi adolescenziali, passando anche per alcuni toni gangster. Nella serie, inoltre, recita anche l’attrice Carolina Crescentini.

2. Non ha ancora recitato per il cinema. Attualmente l’attrice non ha ancora avuto modo di recitare per il cinema, ma grazie alla popolarità che sta guadagnando è lecito aspettarsi che prima o poi questo debutto arrivi. Non resta dunque che attendere.

3. Ha recitato anche per il teatro. Oltre ad essere comparsa sul piccolo schermo, la giovane attrice ha avuto modo di calcare anche il palcoscenico teatrale. Ha infatti recitato, nel 2011, nello spettacolo Grease, per poi prendere parte l’anno seguente ad Alice nel paese delle meraviglie. Nel 2013, invece, ha recitato nello spettacolo Pinocchio, per la regia di Christian Ginepro.

Serena Codato in Mare fuori

4. Interpreta una dei personaggi principali. In Mare fuori l’attrice ricopre il ruolo di Gemma Doria, una ragazza di Udine vittima di violenza fisica e verbale da parte del fidanzato. Gemma finisce nel penitenziario minorile per aver sparato al ragazzo, dopo che questi aveva gettato dell’acido in viso alla sorella, trovatasi uo malgrado vittima venendo da lui scambiata proprio per Gemma, il vero bersaglio iniziale. Inizialmente si lega a Viola, la quale si diverte a esercitare su di lei la sua influenza negativa, dato che la ragazza sembra avvertire involontariamente l’esigenza di avvicinarsi a un’altra figura dominante.

5. Tornerà anche nella prossima stagione. Come già annunciato, il personaggio di Gemma tornerà anche nella terza stagione della serie, attualmente in fase di riprese. L’attrice riprenderà dunque il suo ruolo, ormai sempre più di rilievo all’interno di Mare fuori. Non è però ad oggi noto quali percorsi intraprenderà Gemma nella nuova stagione.

Serena Codato non è in Un posto al sole

6. Non ha recitato nella popolare fiction. Contriamente a quanto riportato in rete, la Codato non ha mai recitato nella popolare fiction Un posto al sole, né vi ha avuto a che fare in alcun modo.

Serena Codato è su Instagram

7. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo seguito da 69.5 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare solamente 13 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e modella, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Serena Codato: la sua vita privata

8. È molto riservata. Per quanto concerne la vita sentimentale della giovane attrice, dai social pare che Serena Codato sia fidanzata dal 2018 con un ragazzo di nome Davide. Purtroppo non si sa praticamente nulla sulla loro storia d’amore, entrambi sono giovanissimi e formano una bellissima coppia. Sui loro profili social, sia Instagram che Facebook, non ci sono indizi o informazioni di rilievo sulla loro storia d’amore.

Serena Codato: dove è nata, età e altezza dell’attrice

9. Serena Codato è nata a Venezia, il 26 giugno del 2002. Appartiene dunque al segno del cancro.

10. Nel 2022 l’attrice ha compiuto 20 anni. Non si hanno invece notizie circa la sua altezza.

Fonte: StudioSegre, Instagram

Ragazzaccio, la recensione del film sul bullismo fatto per i ragazzi

E’ dedicato ai ragazzi, gli “intelligenti che non si applicano” come il Ragazzaccio del titolo, uno di quelli che vengono “buttati fuori” invece che tenuti ‘dentro’, inclusi e fatti sentire parte di qualcosa di più grande e comune. “Ero uno di loro“, dice il regista, Paolo Ruffini, che prima di questo gradito ritorno alla regia (al cinema dal 3 novembre, distribuito da Adler Entertainment), in due precedenti documentari ci aveva portato tra i malati di Alzheimer e con i ragazzi con Sindrome di Down, che in diverse occasioni abbiamo visto con lui. E che non perde occasione per sottolineare come la diversità spesso sia negli occhi di chi la vive, male, per parafrasare un noto refrain.

Stavolta in un film costruito insieme a Beppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore (oltre a Nicola Nocella, dietro le quinte) e ambientato durante la pandemia, eppure non sul Covid-19, quanto piuttosto sugli effetti sugli adolescenti della forzata mancanza di interazione in una fase fondamentale per lo sviluppo delle relazioni sociali. Una storia d’amore, ma soprattutto un viaggio nella solitudine e la sofferenza di un cosiddetto “bullo”, anche lui vittima delle conseguenze di quel momento storico e delle proprie difficoltà, della mancanza di ascolto, anaffettività e aspettative schiaccianti, nel bene e nel male.

Ragazzaccio – Anche i Bulli piangono

Il bullo è Mattia, affidato all’esordiente Alessandro Bisegna, costantemente ‘contro’ e preoccupato più di far divertire gli amici che di affrontare la paura di essere bocciato per l’ennesima volta. Tra lezioni in Dad e videogame, le sue interazioni sono ovviamente mediate dallo schermo del computer o del cellulare, dove però scopre l’idealista Lucia (alla quale dà corpo la star di Instagram Jenny De Nucci). Che inizia a valorizzare quello che agli altri Mattia tiene nascosto, che gli fa scoprire un sentimento nuovo. Analogamente a quel che fa il suo professore di Letteratura (Beppe Fiorello), che lo ascolta accompagnandolo verso un ritrovato amore per sé stessi e per la bellezza, ma anche per i suoi genitori: suo padre (Massimo Ghini), infermiere travolto dall’emergenza sanitaria, e sua madre (Sabrina Impacciatore), insoddisfatta e facile preda di ogni tipo di complottismo.

Pandemia, disagio e sofferenza

Una vicenda assolutamente non banale come le premesse rischierebbero di farla apparire, tanto siamo abituati a un trattamento strumentale e pigro di certi temi. Un “romanzo di formazione”, come lo descrive la produzione, al quale il minimalismo produttivo pare aver giovato, in grado di utilizzare i social network senza farsi limitare dagli stereotipi che li circondano e di raccontare un mondo degli adulti talmente spaventato e preoccupato per i propri figli da finire per trascurare proprio loro.

Non a caso Ruffini ribadisce “l’ho fatto per i ragazzi”, se non fosse abbastanza chiaro dal taglio e dalla forma scelta, che nel tentativo di abbracciare ogni aspetto dell’universo adolescenziale di riferimento finisce forse per forzare alcune narrazioni e l’idillio al centro dello sviluppo, restando comunque sempre gradevole e credibile. Merito anche di un lavoro di ‘traduzione’ del mondo teen per un pubblico che quell’età ha superato da tempo, e al quale si cerca di parlare dei “sognetti” di chi ancora non ha gli strumenti adatti per comprendere se stesso prima ancora della realtà in divenire che lo circonda.

Al netto di debolezze, retorica o semplificazioni – senza volerne fare una colpa a un film comunque riuscito, nonostante le condizioni in cui è stato realizzato – con Ragazzaccio Ruffini si conferma capace di comunicare quello cui tiene, come già fatto in precedenza. E di aiutare chi potrebbe averne bisogno a trovare una chiave utile: ai più giovani, per non sentirsi soli e incompresi (utile ricordare il numero verde 800-770-960 della Associazione Nazionale dipendenze tecnologiche, Gap e Cyberbullismo Di.Te.), e ai loro ‘maestri’, pur angosciati e disperati. Tutti, ognuno a suo modo, abbandonati a se stessi e affamati di momenti “da screenshottare“. Tutti pronti a scioglierci e (af)fidarci al più semplice e fondamentale dei “tu come stai?”.

ACQUA E ANICE gratis al cinema con Cinefilos.it. Scopri come!

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ACQUA E ANICE gratis al cinema con Cinefilos.it. Scopri come!

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, ACQUA E ANICE, un film di Corrado Ceron con Stefania Sandrelli, Silvia D’Amico, Paolo Rossi, Luisa De Santis, Paolo Cioni, Diego Facciotti, Giancarlo Previati e Giovanni Vito. I biglietti sono validi per qualsiasi giorno da giovedì 3 a martedì 8 novembre p.v., in uno dei seguenti cinema:

  • ROMA – QUATTRO FONTANE – 50 biglietti
  • ROMA – LUX – 50 biglietti
  • MILANO – CENTRALE – 100 biglietti
  • BOLOGNA – ODEON – 50 biglietti
  • TORINO – ROMANO – 50 biglietti
  • FIRENZE – SPAZIO UNO – 50 biglietti

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo della giornata a scelta dei vs. ospiti. Gli orari degli spettacoli saranno consultabili direttamente sui siti dei cinema a partire dal prossimo giovedì 3 novembre. I biglietti saranno assegnati sino ad esaurimento e dovranno essere richiesti inviando una email a [email protected].

Nella email dovrà essere citato Cinefilos e dovranno essere ben specificati:

  • Nome e cognome
  • Città e nome del cinema scelto
  • Giorno di proiezione preferito

In assenza anche di una sola delle suddette informazioni le richieste non saranno considerate valide. Ogni richiesta accettata darà diritto a ricevere due biglietti.

Guarda il trailer di Acqua e Anice

Harry Potter: Warner Bros. Discovery vuole realizzare nuovi film

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Harry Potter: Warner Bros. Discovery vuole realizzare nuovi film

Durante una teleconferenza giovedì 3 novembre, il CEO di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, ha discusso una vasta gamma di questioni, tra cui l’entusiasmo dell’azienda di sfruttare i numerosi franchise sotto la loro bandiera. Il più accattivante di questi è stata la menzione che avrebbero cercato di realizzare più film di Harry Potter, se fossero riusciti a ottenere la collaborazione di J.K. Rowling.

“Ci concentreremo sui franchise”, ha detto Zaslav durante la call con gli investitori. “Non abbiamo un film di Superman da 13 anni. Non facciamo un Harry Potter da 15 anni. I film DC e i film di Harry Potter hanno fornito molti dei profitti alla Warner Bros. negli ultimi 25 anni. Vorrei vedere se possiamo fare qualcosa con J.K. su Harry Potter in futuro”. Zaslav ha anche notato che lo studio ha continuato a detenere i diritti de Il Signore degli Anelli per quello che riguarda le release cinematografiche.

Il desiderio che la Warner Bros Discovery torni a Hogwarts non è del tutto sorprendente. Il franchise di Harry Potter è stato un fenomeno globale, con otto film usciti in dieci anni in una moda quasi senza precedenti con pochissimi in termini di diminuzione della qualità e un totale al botteghino di $ 7,7 miliardi, oltre al plauso della critica per la maggior parte dei film. Tuttavia, la serie spin-off, Animali fantastici e dove trovarli, in cui la Rowling scriveva personalmente le storie per lo schermo, ha visto rendimenti decrescenti e una scarsa valutazione critica. L’ultima puntata, I segreti di Silente, è stata accolta con una risposta mediocre e ha guadagnato solo $ 405,1 milioni in tutto il mondo. Il franchise dovrebbe avere altri due film per completare la sua serie, ma questi devono ancora avere ufficialmente il via libera a causa della scarsa risposta.

Ma, come fa notare Collider, il problema più grande per l’azienda, ora, è l’assoluta tossicità che ora accompagna la Rowling ovunque. L’autrice è stata tacciata pubblicamente e frequentemente di transfobia e ha continuamente ribadito la sua posizione tramite i suoi feed sui social media. La star del franchise, Daniel Radcliffe, ha precedentemente parlato contro il creatore del suo personaggio più iconico e, durante il tour del suo ultimo film Weird: The Al Yankovic Story, ha ribadito i suoi sentimenti in merito.

Hercules: il remake live action sarà ispirato a TikTok

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Hercules: il remake live action sarà ispirato a TikTok

Nell’aprile 2020, è stato annunciato che un remake live-action di Hercules era in produzione alla Disney e che i registi Marvel Joe e Anthony Russo lo avrebbero prodotto. I Russo hanno affermato che la loro versione del film non sarà una ricreazione inquadratura per inquadratura del film del 1997, ma piuttosto “qualcosa che è nella vena dell’originale e da esso ispirato”.

Hanno continuato dicendo che il loro Hercules avrà un tocco moderno e che in particolare vogliono abbracciare l’umorismo dell’originale. Lo scorso giugno, Guy Ritchie, che ha diretto il remake live-action di Aladdin del 2019, ha firmato per dirigere il nuovo film di Hercules. Anche se non ci sono ancora aggiornamenti sul casting, Danny DeVito (che ha doppiato Phil nel film del 1997) ha chiesto di apparire nel remake.

In un’intervista con Variety, Joe Russo afferma che Hercules trarrà ispirazione su come eseguire un musical moderno da TikTok. Nota anche che questo remake di Hercules mira ad essere più sperimentale del film originale del 1997.

“Ci sono domande su come lo traduci in un musical. Il pubblico di oggi è stato formato da TikTok, giusto? Quali sono le loro aspettative su come appare e come si sente quel musical? Può essere molto divertente e aiutarci a superare un po’ i limiti di come si esegue un musical moderno”.

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