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Il muto di Gallura gratis al cinema con Cinefilos.it, scopri come!

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, Il muto di Gallura, il nuovo film di Matteo Fresi. Ecco le città e le sale in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

  • ROMA – MULTISALA LUX
Giovedì 31 marzo – 20 biglietti (10 x 2)
Venerdì 1 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Sabato 2 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Domenica 3 aprile – 40 biglietti (20 x 2)
 
  • ROMA – CINEMA GREENWICH
Giovedì 31 marzo – 20 biglietti (10 x 2)
Venerdì 1 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Sabato 2 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Domenica 3 aprile – 40 biglietti (20 x 2)
 
  • TORINO – CINEMA GREENWICH
Giovedì 31 marzo – 10 biglietti (5 x 2)
Venerdì 1 aprile – 10 biglietti (5 x 2)
Sabato 2 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Domenica 3 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
 
  • MILANO – ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
Giovedì 31 marzo – 10 biglietti (5 x 2)
Sabato 2 aprile – 20 biglietti (10 x 2)
Domenica 3 aprile – 20 biglietti (10 x 2)

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo indicato e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità ed al Green Pass.

Il trailer de Il muto di Gallura

La Svolta: dal 20 aprile su Netflix l’esordio di Riccardo Antonaroli

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Dopo essere stato presentato in anteprima Fuori concorso alla 39a edizione del Torino Film Festival, esce su Netflix il 20 aprile il film La Svolta, esordio al lungometraggio di Riccardo Antonaroli con, tra gli altri: Andrea Lattanzi, Brando Pacitto, Ludovica Martino, Max Malatesta, Chabeli Sastre Gonzalez, Federico Tocci, Tullio Sorrentino, Cristian Di Sante, Aniello Arena, Grazia Schiavo, Claudio Bigagli, con la partecipazione straordinaria di Marcello Fonte e un brano scritto e interpretato appositamente da Carl Brave.

La Svolta, prodotto da Rodeo Drive e Life Cinema con Rai Cinema, è un racconto intimo e delicato di due solitudini che si incontrano: Ludovico (interpretato dal talentuosissimo Brando Pacitto in un ruolo insolito), che vive rintanato nel vecchio appartamento della nonna ed è troppo spaventato dalla vita per uscire fuori nel mondo e mostrare se stesso, e Jack (l’ottimo Andrea Lattanzi) che invece ostenta durezza e determinazione.

La convivenza forzata dei due protagonisti, però, si trasforma man mano in un vero e proprio percorso d’iniziazione all’età adulta, alla scoperta dei rispettivi veri caratteri, in un’alternanza di comico e drammatico, di gioia e di dolore. E quando la realtà dura che li bracca spietata arriva a presentargli il conto, dovranno affrontarla, forti di una nuova consapevolezza e di un insperato coraggio.

L’alternanza dei registri del film è accompagnata anche da una cifra stilistica che si muove con abilità fra inquadrature statiche e composte, che ritraggono una suggestiva location come lo storico quartiere popolare di Roma Garbatella (in cui il film è interamente ambientato), e una dimensione estetica più “sporca” e mobile, in cui a soffermarsi sul volto dei due attori è una macchina a mano.

La Svolta è un film che gioca con i generi, presentandosi come una sorta di “road movie da fermo” ma è anche un omaggio al cinema di genere (e non solo). Per l’intero decorso narrativo, infatti, si colgono numerose citazioni e ispirazioni – da quelle più esplicite come il celebre film di Dino Risi Il Sorpasso, a quelle più estetiche che si rifanno all’immaginario letterario del comics.

Il tutto viene accompagnato dalle note e dalle parole di Carl Brave, uno dei rapper più noti e acclamati della scuola romana, che per il film ha scritto e interpretato l’omonimo brano musicale La Svolta.

La Svolta – il poster

Oscar 2022: mini reunion di Spider-Man: No Way Home sul red carpet

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Sul red carpet degli Oscar 2022 c’è stata una piccola, ma significativa, reunion di Spider-Man: No Way Home. Zendaya e Andrew Garfield, che nel film SONY interpretano MJ e Peter 3, hanno trovato il tempo di immortalarsi in un selfie, insieme al pubblico di militari alle loro spalle:

Tutto quello che dovete sapere sugli Oscar 2022

Entrambi gli attori erano protagonisti della serata, Andrew Garfield perché nominato per la migliore performance maschile in Tick Tick… Boom!, Zendaya perché parte del cast di Dune, film che aveva dieci nomination e che ne ha portate a casa ben 6, risultando il film più premiato della notte degli Oscar 2022.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Moon Knight: ecco perché non ha troppi collegamenti con il MCU

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Moon Knight: ecco perché non ha troppi collegamenti con il MCU

Il produttore di Moon Knight spiega la mancanza di connessione della prossima serie con il resto del Marvel Cinematic Universe (MCU). L’imminente miniserie Disney+ vede come protagonista Oscar Isaac nei panni del supereroe dei fumetti Marvel, un personaggio non ancora adattato in forma cinematografica dalla Marvel. Moon Knight sembra offrire un’aggiunta intrigante al Marvel Cinematic Universe, grazie alla sua trama non convenzionale e al personaggio protagonista, di una complessità senza precedenti per la Marvel.

In Moon Knight, Isaac interpreta Marc Spector, un veterano di guerra e mercenario a cui è stato diagnosticato un disturbo dissociativo dell’identità (DID), che viene coinvolto in una pericolosa battaglia con forze nefaste dopo aver stretto un patto con un dio della luna egiziano. In combinazione con le sue stesse lotte con malattie mentali e traumi, la battaglia porta alla luce ed esacerba gli stati misteriosi dei suoi alter ego, che includono il timido Steven Grant e il personaggio che dà il titolo alla serie, Moon Knight. Per l’entusiasmo dei fan della Marvel, il nuovo show debutterà su Disney+ il 30 marzo, ma dai primi trailer e interviste, Moon Knight appare relativamente distaccato dal MCU.

In un’intervista con /Film, il produttore esecutivo Grant Curtis spiega come e perché Moon Knight è separato dai suoi predecessori cinematografici Marvel. I produttori, gli sceneggiatori e i registi della serie hanno considerato le caratteristiche distintive di Moon Knight come un’entusiasmante opportunità creativa per uscire dai limiti del tradizionale canone Marvel, cosa che, fortunatamente, il team Marvel ha consentito. Invece di aggiungere al già vasto MCU Moon Knight offre la possibilità di immergersi più a fondo nell’importante sfumatura del personaggio di Spector.

“Non è stato un sollievo tanto quanto è stata un’opportunità dal punto di vista narrativo, perché abbiamo parlato dei decenni di fumetti che sono stati pubblicati e di tutti quei decenni di storia, ti sei reso conto che non c’era bisogno di collegarsi ad altri aspetti della Marvel Cinematic Universe per raccontare la storia di Marc Spector/Steven Grant/Moon Knight. È più un’opportunità per raccontare il miglior studio possibile del personaggio, ed è [a questo che] ci siamo davvero appoggiati. Penso che questo sia ciò che dà la sostenibilità della storia di Marc Spector, il fatto che ci siamo concentrati solo su quel personaggio”.

Moon Knight

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Marvel Studios Moon Knight, è la nuova serie serie originale live-action Marvel Studios che debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+. La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Top Gun: Maverick, il cast ha frequentato il “campo di addestramento” di Tom Cruise

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La rivista GamesRadar+ riporta che il cast di Top Gun: Maverick, il sequel del classico cult di Tony Scott Top Gun, ha frequentato un rigoroso campo di addestramento di “Tom Cruise” per prepararsi al loro prossimo film.

Noto per aver dato sempre il massimo per realizzare acrobazie il più realistiche possibile nei suoi film, l’attore veterano voleva girare all’interno di veri jet da combattimento Boeing F/A-18 Superhornet. Secondo Cruise, questo regime è stato utilizzato anche per rimuovere l’ego che gli attori tendono a portare in un nuovo film e costruire un rapporto di squadra nel cast. Ecco cosa ha dichiarato Miles Teller sulla sua esperienza nel programma di allenamento di Cruise:

“Eravamo tutti mini Tom a realizzare questo film. Ci ha fatto frequentare… lo chiamerò ‘campo di addestramento di Tom Cruise’. Stavamo diventando dei killer. Anche per gli stunt che Tom esegue nei film. Di solito si tratta di un allenamento specifico. Non si tratta solo di andare in palestra e sollevare pesi. Abbiamo fatto allenamento in volo per tre mesi prima delle riprese, ci hanno strizzati per bene.”

Tutto quello che sappiamo su Top Gun: Maverick

Dopo più di trent’anni di servizio come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per volarci incontro.

Tom Cruise e Val Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom “Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer ConnellyJon Hamm Miles Teller. Il film arriverà al cinema il 26 maggio 2022.

Ezra Miller, interprete di The Flash, arrestato per aggressione

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Ezra Miller, interprete di The Flash, arrestato per aggressione

Secondo quanto riferito, Ezra Miller è stato arrestato alle Hawaii per condotta disordinata e molestie. Miller è stato scelto per l’iterazione cinematografica di The Flash, mentre Grant Gustin ne interpreta l’incarnazione televisiva su The CW. Mentre il film è stato annunciato nel lontano 2014, il progetto ha subito diversi ritardi.

Questa non è la prima volta che Miller si è messo in situazioni spiacevoli. Nell’aprile 2020, è uscito un video di Miller che aggrediva una giovane donna a Reykjavik, in Islanda. Sebbene la clip fosse breve, mostrava Miller che metteva le mani sulla gola della donna prima di trascinarla a terra. Dopo il rilascio del video, Miller non è mai stato messo sotto inchiesta. Quasi due anni dopo l’incidente del 2020, Miller è finito in un nuovo scandalo a partire dallo scorso fine settimana.

In un nuovo rapporto di Hawaii News Now, Ezra Miller è stato arrestato dalla polizia delle Hawaii in un bar karaoke. TheWrap ha confermato con la polizia locale l’identità dell’attore. Secondo il loro rapporto, Miller aveva causato tensione mentre “urlava oscenità e a un certo punto ha afferrato il microfono di una donna di 23 anni che cantava al karaoke… e poi si è lanciato contro un uomo di 32 anni che giocava a freccette”. Secondo la polizia locale, Miller ha pagato una cauzione di $ 500 dollari ed è stato rilasciato.

Ezra Miller fa anche perte del cast principale di Animali Fantastici: I Segreti di Silente. Il film ha già avuto parecchi problemi e speriamo che questo incidente con Miller non ne causi altri.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Oscar 2022: Will Smith fa pubbliche scuse a Chris Rock

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Oscar 2022: Will Smith fa pubbliche scuse a Chris Rock

A circa 24 ore dal fattaccio, Will Smith ha pubblicato sui suoi canali social un messaggio di scuse a Chris Rock. Durante la notte degli Oscar 2022, Chris Rock è stato chiamato per assegnare il premio al miglior documentario (andato a Summer of Soul) e durante la presentazione ha fatto una battuta sulla testa rasata di Jada Pinkett-Smith.

La battuta, inizialmente presa a ridere da Will Smith, ha poi scatenato in lui una reazione assolutamente fuori da ogni ragionevolezza. L’attore si è infatti alzato e ha dato uno schiaffo a Rock, che ha reagito con evidente shock, e poi è tornato a posto, dove ha cominciato ad urlare in direzione del comico.

Pochi minuti dopo, durante il ritiro del suo Oscar per la migliore interpretazione maschile, Smith ha fatto le sue scuse all’Academy e ha parlato di difendere la sua famiglia e le persone che ama. Soltanto adesso arrivano le scuse a Chris Rock:

La violenza in tutte le sue forme è velenosa e distruttiva. Il mio comportamento della scorsa notte agli Oscar è stato inaccettabile e inscusabile. Battute alle mie spese sono parte del mio lavoro, ma battute sulla condizione medica di Jada sono state troppo per essere sopportate, e ho reagito istintivamente. 

Vorrei scusarmi pubblicamente con te, Chris. Ero fuori dai limiti ed ero in errore. Sono imbarazzato e le mie azioni non sono state indicative dell’uomo che voglio essere. Non c’è posto per la violenza in un mondo di amore e gentilezza. 

Volevo anche chiedere scusa all’Academy, ai produttori della serata, a tutti i presenti e a tutti quelli che hanno guardato la diretta in tutto il mondo. Vorrei chiedere scusa alla famiglia Williams e alla famiglia di King Richard. Rimpiango profondamente il fatto che il mio comportamento abbia macchiato quello che sarebbe dovuto essere un viaggio meraviglioso per tutti noi. 

Sono un lavoro in corso.

Sinceramente,

Will

Claire Danes: 10 cose che non sai sull’attrice

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Claire Danes: 10 cose che non sai sull’attrice

Claire Danes è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema e delle serie tv grazie al suo talento, alla sua grazia e alla sua bellezza. L’attrice, che ha iniziato ha lavorare sin da giovanissima, ha fatto subito breccia nel cuore dei suoi spettatori, rimanendovi per tutti questi anni.

Ecco dieci cose da sapere su Claire Danes.

Claire Danes: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia a quattordici anni, quando debutta sul grande schermo in Piccole donne (1994), per poi recitare in Gli anni dei ricordi (1995), A casa per le vacanze (1995), I Love You, I Love You Not (1996), A Gillian, per il suo compleanno (1996) e Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996). In seguito recita in U-Turn – Inversione di marcia (1997) e L’uomo della pioggia – The Rainmaker (1997), Amori & segreti (1998), I miserabili (1998), Gli infiltrati (1999), Bangkok, senza ritorno (1999), Igby Goes Down (2002), The Hours (2002), Le forze del destino (2003), Terminator 3 – Le macchine ribelli (2003) e Stage Beauty (2004). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Shopgirl (2005), La neve nel cuore (2005), Stardust (2007), Un amore senza tempo (2007), Identikit di un delitto (2007), Me and Orson Welles (2008), As Cool As I Am (2013), Brigsby Bear (2017) e A Kid Like Jake (2018).

2. Ha lavorato spesso per il piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha avuto modo di recitare anche per il piccolo schermo. Infatti, ha debuttato nel mondo della recitazione apparendo nella serie Law & Order – I due volti della giustizia (1992), per poi apparire in Dudley (1993), Lifestories: Families in Crisis (1994) e My So-Called Life (1994-1995), con cui ha ottenuto popolarità. In seguito è apparsa in Master of None (2015), Portlandia (2017), Homeland: Caccia alla spia (2011-2019)e The Essex Serpent (2022). Inoltre, ha preso parte anche ai film tv No Room for Opal (1993) e Temple Grandin – Una donna straordinaria (2010).

3. È anche doppiatrice e produttrice. Oltre alla carriera nel mondo della recitazione, l’attrice si è prestata a vestire altri panni, come quella di doppiatrice e produttrice. Infatti, ha prestato la propria voce per il film d’animazione giapponese Principessa Mononoke (1997) e per il film tv A Child’s Garden of Poetry (2011), mentre, in quanto produttrice, ha partecipato alla realizzazione della serie Homeland: Caccia alla spia.

claire danes

Claire Danes è Giulietta in Romeo + Giulietta di William Shakespeare

4. Si emozionata per come ha recitato DiCaprio. Nel film Romeo + Giulietta di William Shakespeare, rilettura post-moderna della celebre opera, la Danes ha interpretato Giulietta, mentre Leonardo DiCaprio era Romeo. Come noto, il rapporto tra i due non era rose e fiori, ma l’attrice si è sempre detta affascinata dall’interpretazione data da DiCaprio. Addirittura, durante il discorso di lui nella scena della presunta morte di Giulietta, l’attore è stato talmente emozionante che la Danes si stava per mettere a piangere, quasi rovinando la scena.

5. La sua prima scena è stata quella di nudo. La prima scena che l’attrice si è trovata a girare nei panni di Giulietta, è quella in cui ha appena trascorso la notte con Romeo. Per la Danes si è dunque trattato di dover stare a letto senza vestiti, accanto a DiCaprio, che conosceva ancora poco. L’imbarazzo presente tra i due è però stato utile per rendere la scena più carica di emozioni, proprio come previsto dal racconto.

Claire Danes: il marito e i figli

6. È sposata da alcuni anni. Nel 2009, l’attrice ha sposato il compagno e collega Hugh Dancy, con il quale era fidanzata da un paio di anni. I due, infatti, si erano conosciuti sul set di Un amore senza tempo nel 2007, per poi fidanzarsi ufficialmente due anni dopo. La cerimonia, svoltasi in Francia, è stata di tipo privato, con dunque pochi amici e famigliari presenti accanto a loro nel lieto momento.

7. È madre di due figli. Dall’unione con il marito, hanno visto la luce due figli: Cyrus Michael Christopher, nato il 17 dicembre del 2012, e il secondo figlio, Rowan, nato il 27 agosto del 2018. Dalla nascita di quest’ultimo l’attrice ha ridotto le sue attività lavorative, così da potersi concentrare insieme al marito sui primi anni di vita dei due figli.

Claire Danes Leonardo DiCaprio

Claire Danes e Leonardo DiCaprio

8. Hanno avuto un rapporto complesso sul set. A volere che fosse la Danes a ricoprire il ruolo di Giulietta in Romeo + Giulietta di William Shakespeare, è stato proprio Leonardo DiCaprio. L’attore, infatti, era rimasto colpito dal fatto che lei era stata l’unica attrice ad avere il coraggio di guardarlo negli occhi durante le audizioni. Una volta giunti sul set, però, i due attori non hanno avuto da subito un buon rapporto. La Danes accusava infatti DiCaprio di essere immaturo, mentre lui diceva della collega che era sempre troppo tesa e seria.

Claire Danes è su Instagram

9. Ha un profilo personale. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 283mila persone in tutto il mondo. Con appena 57 post, la Danes ha dimostrato di non essere particolarmente interessata a tenere continuamente aggiornato il suo profilo. Su questo, ad ogni modo, i suoi fan potranno ritrovare foto relative a suoi progetti lavorativi ma anche post legati a luoghi visitati e momenti di svago in compagni di amici o colleghi.

Claire Danes: età e altezza

10. Claire Danes è nata il 12 aprile del 1979 a Manhattan, New York City. La sua altezza complessiva corrisponde a 166 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography

Oscar 2022, le tendenze fashion: mille sfumature di (tappeto) rosso

Erano almeno due anni che la stagione dei premi non offriva red carpet così sfarzosi e si vede che le star di Hollywood hanno sentito la mancanza di questi grandi eventi, perché la stravaganza vista sul red carpet degli Oscar 2022 è stata davvero rara e forse persino più interessante di quanto non lo siano stati i premi in sé. 

A partire dai look maschili che quest’anno si sono veramente superati. In genere l’animale maschio sul red carpet tende a sparire dietro completi scuri più o meno tutti uguali, ma gli Oscar 2022 hanno definitivamente smentito questa tendenza, dopo diversi esempi negli anni passati che avevano scalfito la convinzione che l’uomo fosse destinato al nero o a scale di blu e grigi molto scuri. Kodi Smit-McPhee e Simu Liu guidano la carica in azzurrino e rosso sgargiante, seguito dal vinaccia di Andrew Garfield, arrivando a Timothee Chalamet, di nero vestito ma con abbondanza di paillettes, merletti e rigorosamente a petto nudo, sotto una giacca corta da torero. 

Un’altro trend del red carpet è stata sicuramente l’esuberanza, le scollature, i tagli sghembi, le gambe in vista, le schiene nude, un trionfo di sano esibizionismo che non mancherà di far parlare di sé e di accentrare l’attenzione, come la nominata Kristen Stewart, che opta per un completo Chanel con calzoncini corti, giacca e camicia aperta, sotto niente. Come lei nessuna, anche se la nuova Ariel, a parte forse Halle Bailey che indossava un costume di scena più che un abito. Anche Lily James, ormai testimonial Versace, era molto procace e bellissima, nell’abito scosciato e scollato di pizzo rosa antico, a differenza della sempre sexy Zoe Kravitz che ha optato per lo stesso colore ma per un look alla Audrey Hepburn: divina, tra le nostre preferite. Splendida dea argentata, Zendaya ha colpito come al solito per la ricchezza dell’abito, la particolarità e lo stile con cui questa giovane interprete riesce a calcare il tappeto rosso, per lei un Valentino Haute Couture. Altra sirena argentata, ma in Louis Vuitton, Alana Haim, elegantissima, a differenza di Renate Reinsve, che con lo stesso marchio ha avuto le idee un po’ confuse. 

Hanno puntato al classico Penelope Cruz e Vanessa Hudgens, con abiti neri, ricchissimi ma composti e adatti alla loro età. Particolarmente felici anche le scelte di abbigliamento delle sorelle Williams che, Venus in Eli Saab e Serena in Gucci, hanno conquistato il tappeto rosso. Discorso a parte meritano invece le nominate Nicole Kidman e Jessica Chastain: entrambe hanno fatto tanto, forse troppo, ma mentre Kidman è risultata molto poco a suo agio nell’abito carta da zucchero rigido firmato da Giorgio Armani Privè, Chastain tra Rouches, paillettes, sfumature di arancio e lilla, tulle e abbondanza di strati è riuscita comunque a mantenere un’armonia tale da meritarsi il nostro pollice all’insù.

Ma la tendenza più ricorrente di quest’anno, sul red carpet, è stata questa ridondanza di rosso. In tutte le sue forme e sfumature, il rosso (e sfumature) è stato il colore che maggiormente è stato fotografato sul red carpet: Ariana DeBose in Valentino, Tracee Ellis Ross in Carolina Herrera, Kirsten Dunst in Christian Lacroix vintage, Amelie Zilber in Dior, Liya Kebede in Alaïa, Jennifer Garner in Brandon Maxwell, Amy Forsyth in Marchesa, Rosie Perez in Christian Siriano, Molly Sims in Elie Saab, Luisa Ranieri in Atelier Versace, Marlee Matlin in Monique Lhuillier, Simu Liu in Atelier Versace, Sophie Turner in Louis Vuitton.

Proprio tra questi troviamo chi si porta a casa il nostro personale trofeo della meglio vestita agli Oscar 2022. Si tratta di Luisa Ranieri, che facciata nel suo Atelier Versace, era di una bellezza fuori scala. Sarà perché l’immagine di zia Patrizia, che interpreta in E’ stata la mano di Dio, è ancora vivida in noi, sarà per la naturale classe e bellezza dell’attrice italiana, sarà perché la ricercatezza dell’abito coniugata alla semplicità del look premia sempre, ma Ranieri è stata davvero la nostra personale regina del tappeto rosso degli Oscar 2022.

I migliori abiti degli Oscar 2022

Oscar 2022: Will Smith nuovo Kingpin?

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Oscar 2022: Will Smith nuovo Kingpin?

Lo Slap-gate degli Oscar 2022 è sicuramente l’unica cosa che ricorderemo di questa noiosa e scontata 94° edizione dell’Academy Awards. Chris Rock che fa una battuta su Jada Pinkett Smith, Will Smith che la prende male, si alza, tira un ceffone a Rock, visibilmente disorientato, e torna al suo posto, urlando al comico che togliersi dalla bocca il nome di sua moglie, con tanto di “F-word” in diretta intercontinentale.

Brutta figura per Rock, che si è confermato un comico dal gusto discutibile. Brutta figura per l’Academy, che in quella situazione avrebbe dovuto allontanare Smith, senza mezzi termini, e assegnargli il premio in contumacia. Brutta figura per Will stesso, che ha poi ritirato il suo premio consegnandoci un discorso confuso e imbarazzato, che ha preferito l’uso della violenza per difendere la propria donna, cercando in questa dinamica una giustificazione.

Tuttavia, anche di fronte a questo genere di situazioni, l’internet può essere un posto divertentissimo in cui navigare, e così, da internet e dai fumetti arriva la “risposta” a Will Smith, per il suo prossimo ruolo! In Amazing Spider-Man #69, Kingpin picchia violentemente un malcapitato intimandogli di non nominare mai più sua moglie. Ebbene, potrebbe essere questo il nuovo ruolo di Smith? Dopotutto avevamo già avuto in Kingpin di colore, e il multiverso Marvel è aperto a qualsiasi tipo di possibilità!

 

Oscar 2022: i momenti più memorabili (migliori e peggiori)

Oscar 2022: i momenti più memorabili (migliori e peggiori)

La 94a edizione degli Oscar ha regalato al pubblico una serie di momenti memorabili. Non sono mancati gli attimi commoventi, come la premiazione dell’attore sordo Troy Kotsur, le scene imbarazzanti (sì, stiamo pensando anche noi allo schiaffo di Will Smith) e le parti noiose (un’edizione con più canzoni di un film Disney). Cosa ricorderemo della notte degli Oscar? Ecco una lista degli aspetti migliori e peggiori della serata.

Male: le otto premiazioni amputate

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Quest’anno l’Academy ha optato per una cerimonia più snella: otto categorie di Premi Oscar non sono state annunciate in diretta durante la serata. Tra queste, rientrano le categorie riguardanti i cortometraggi – Miglior cortometraggio documentario, Miglior cortometraggio d’animazione, Miglior cortometraggio – e quelle ”più tecniche” – Miglior montaggio, Miglior trucco e acconciatura, Miglior colonna sonora, Miglior scenografia, Miglior suono. La scelta, criticatissima, ha privato una buona parte dell’industria cinematografica l’atteso (e meritato) momento dell’annuncio in diretta: ”And the Oscar goes to…”. I vincitori delle otto categorie sono comunque saliti sul palco e hanno potuto fare il loro discorso.

La scaletta del 2022, amputata e discriminatoria, quasi a ribadire l’esistenza di una serie A e una serie B all’interno della premiazione, non ha dato la giusta enfasi ai vincitori. Tra l’altro, ricordiamo che quattro di questi premi sono stati assegnati ad un filmetto da niente come Dune.

Bene: le conduttrici degli Oscar Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall

Oscar 2022: Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall

Dopo un’apertura un po’ troppo eclettica e affollata – con Beyoncé, Tony Hawk e il giovane ed eccentrico cast di Euphoria – le tre co-conduttrici Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall hanno raddrizzato il tiro e guidato la notte degli Oscar nella giusta direzione.

Ricorderemo la serata anche per le battute divertenti ma affilate di Sykes, che su Il potere del cane  di Jane Campion dice “Ho guardato quel film tre volte, e sono solo a metà strada”, ma anche per il monologo di Schumer che si è tuffato con disinvoltura su tutto, dal femminismo fuori luogo di King Richard alla predilezione degli elettori per Netflix, spesso deriso dalla critica.

Male: la scelta dei temi musicali

H.E.R. e Daniel Kaluuya Oscar 2022

Come sempre, ogni ingresso sul palco del Dolby Theatre è stato accompagnato da una canzone presumibilmente inerente al personaggio. Quest’anno, alcune scelte sono risultate abbastanza discutibili. Se volevano far sorridere, non ci sono riuscite.

L’ingresso dei due premi Oscar, H.E.R. e Daniel Kaluuya ha avuto come accompagnamento musicale “Africa” di Toto, mentre quello di Stephanie Beatriz, doppiatrice di Encanto, è avvenuto sulle note de ‘‘La Isla Bonita” (per enfatizzare le origini latine dell’attrice). Si aggiunge anche ”Beggin” dei Maneskin, scelta per l’arrivo sul palco di Rachel Zegler, star di West Side Story.

Benissimo: la premiazione dei non-protagonisti

attori-non-protagonisti-Ariana DeBose e Troy Kotsur

Certamente erano tra i preferiti e tra i vincitori più papabili, ma i premi Miglior attore e la Miglior attrice non protagonista ci hanno regalato due momenti estremamente emozionanti.

Ariana DeBose e Troy Kotsur, entrambi attori poco conosciuti nei circoli dell’Academy prima dei loro rispettivi ruoli in West Side Story e CODA – I segni del cuore, sono arrivati sul palco e hanno conquistato tutti con due discorsi divertenti ma allo stesso tempo sinceramente commoventi. Hanno portato luce sulle rispettive comunità – nera, queer, sorda – realtà che ancora faticano a trovare spazio tra le statuette d’oro.

Il caos totale per ”the Twitter Oscar”

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Quest’anno l’Academy ha permesso ai fan di dire la loro su Twitter: con l’iniziativa Fan Favorite, gli utenti hanno potuto esprimere le proprie preferenze sui migliori film dell’anno. Una bella iniziativa, ma fatta probabilmente solo per aumentare la visibilità e il clickbait attorno alla notte degli Oscar.

L’anarchica utenza del web ha comunque espresso le sue preferenze, portando a risultati abbastanza casuali. I film più votati sono infatti Minimata, travagliato lungometraggio del 2020 con protagonista Johnny Depp, Cenerentola della Sony con Camilla Cabello e Army of the Dead di Zack Snyder.

Male: i live delle canzoni

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Nonostante i vari tagli alla scaletta della serata, non è mancato lo spazio per le performance live delle canzoni candidate agli Oscar. Forse l’Academy ha dimenticato che i Grammy Awards sono il prossimo week-end.

Si sono esibite star come Billie Eilish (vincitrice del premio Miglior canzone con Finneas O’Connell per No Time To Die) e Beyoncé. Si aggiunge anche un grande show per la canzone di EncantoDos Oruguitas”, e la gorgogliante performance di Reba McIntire con “Somehow You Do“, canzone tratta dal dramma sulla droga Quattro buone giornate.

Ottimo: l’effetto nostalgia della notte degli Oscar

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Memorabili i momenti nostalgici che hanno celebrato i film del passato, da Juno a Chi non salta bianco è. “Penso che momenti come questo dovrebbero essere sinceri e brevi“, ha detto Francis Ford Coppola, in piedi sul palco con i suoi consiglieri Robert De Niro e Al Pacino mentre si celebrava il 50 º anniversario de Il padrino.

Anche Kevin Costner ha scavato nel passato, ricordando un grande film come La conquista del West prima di consegnare il premio Miglior regista a Jane Campion. Pause come queste, fatte per il puro amore del cinema, hanno dato spessore alla serata.

Pessimo: il duello Chris Rock vs. Will Smith

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Attimi di panico e fiato sospeso quelli dopo la pessima battuta di Chris Rock sulla moglie di Will Smith e la conseguente reazione violenta dell’attore nella notte del suo primo premio Oscar.

Will Smith ha ricevuto il premio come Miglior attore per la sua parte nel film King Richard ma, la sua azione e il suo discorso vagamente riparatorio hanno spostato l’attenzione del pubblico da tutt’altra parte. Lo scontro con Chris Rock è stato visto trasmesso interamente in diversi paesi, tra cui l’Italia, mentre è stato mutato e oscurato dall’ABC. In ogni caso, uno scivolone non da poco per l’attore.

Bene: la reazione di Amy Schumer

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Dopo lo scontro Smith-Rock, la conduttrice Amy Schumer ha cercato di rompere il ghiaccio e portare avanti la serata. Ha chiesto ”Mi sono persa qualcosa? C’è un’atmosfera diversa qua dentro”. Della serie: the show must go on.

Ottimi i momenti di sincera riflessione

Jessica Chastain

Considerando il momento storico che stiamo vivendo, a cavallo tra un’ondata pandemica e l’altra e minacciati da una guerra in Europa, sarebbe stata una pessima decisione non sfiorare in alcun modo il contesto che circondava la notte degli Oscar.

Non sono mancati gli inviti alla pace, all’uguaglianza, alla carità e l’attenzione agli emarginati. Ci sono state vette emotive forse un po’ esasperate, come il monologo di Schumer sui diritti riproduttivi o il discorso commosso di Jessica Chastain (Gli Occhi di Tammy Faye). Infine, ance la vittoria come Miglior film di CODA – I segni del cuore, un prodotto per famiglie, emozionante ma il più convenzionale tra i 10 candidati, rientra nel medesimo discorso.

Oscar 2022: le più grandi sorprese e gli snobbati della 94° edizione

Come sempre accade alle cerimonie degli Academy Awards, anche gli Oscar 2022 hanno riservato delle sorprese (poche) e qualche illustre snobbato trai nominati per la serata. Mettendo da parte per un attimo quello di cui tutti parlano, ovvero dell’alterco tra Will Smith e Chris Rock, la cerimonia degli Oscar 2022, presentata da Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes, è stata annunciata come un’opportunità per riflettere e onorare adeguatamente il cinema nel mezzo della pandemia di coronavirus, dopo un anno che ha continuato a essere impegnativo per l’industria ma ha visto il cinema ritrovare una sua nuova normalità.

Agli Oscar 2022, è stato Dune a ottenere il maggior numero di premi (sei in totale) mentre CODA ha vinto il primo premio come miglior film. Altri invece sono andati a casa a mani vuote, nonostante le molte nomination. Ecco di seguito le sorprese e gli snobbati, con alcune menzioni speciali e davvero inaspettate:

Sorpresa: CODA vince il miglior film

Coda - I segni del cuore film 2022È vero che CODA – I Segni del Cuore ha guadagnato molto terreno nei giorni precedenti agli Oscar 2022, e ha sbaragliato la concorrenza di titoli più ovvi, come Il potere del cane e Belfast, che nel corso della stagione avevano fatto parlare maggiormente di sé. Inoltre il film non ha destato grande entusiasmo alla sua uscita, nel giugno 2021, su Apple tv. Tuttavia, il film è cresciuto costantemente con la stagione dei premi. I SAG Awards hanno chiarito che c’era molto amore per il cast di CODA e le vittorie ai WGA e ai PGA Awards hanno ulteriormente consolidato le sue possibilità, ma comunque non era il favorito per i bookmaker. Si è trattato davvero di essere nel posto giusto al momento giusto.

Snobbato: Il potere del cane con 1 vittoria su 12 nomination

Il potere del cane recensioneIl rovescio della medaglia della vittoria di CODA per il miglior film è Il potere del cane, che ha guidato i pronostici con 12 nomination, ma ha lottato per conservare qualche possibilità in alcune categorie. Jane Campion ha fatto notizia per molti dei suoi commenti nel circuito dei premi, a cominciare da una forte risposta alle critiche a Il potere del cane di Sam Elliott e fino alla polemica con Serena e Venus Williams, ma è comunque riuscita a rivendicare il premio per la migliore regia.

Oltre a ciò, tuttavia, Il potere del cane ha perso in tutte le altre categorie in cui è stato nominato, poiché Dune ha spazzolato via i premi tecnici, i premi per la recitazione hanno seguito il trend consolidato della stagione e la vittoria di CODA per la migliore sceneggiatura adattata è stato un indicatore che ha suggerito la vittoria del film anche nella categoria principale.

Sorpresa: Belfast vince la migliore sceneggiatura originale

Belfast castIl premio per la migliore sceneggiatura originale è uno dei più difficili da prevedere in vista degli Oscar 2022, con votazioni suddivise in base alla stagione dei premi. Il premio WGA è andato a Don’t Look Up, aumentando le possibilità dello sceneggiatore/regista Adam McKay di ottenere un secondo Oscar per la sceneggiatura. Tuttavia, i BAFTA erano andati a Licorice Pizza, mentre Belfast (che non era idonea per la WGA) si era portata a casa il premio dei Critics Choice.

Sebbene ci fossero stati molti pronostici a favore di Licorice Pizza in questa categoria, è stato Kenneth Branagh a portare a casa l’Oscar con una vittoria a sorpresa. Branagh aveva cinque nomination in varie categorie prima degli Oscar 2022 (che gliene hanno date altre tre), quindi è probabilmente una vittoria in ritardo e mostra il sostegno più ampio che Belfast ha avuto in tutta l’Academy alla fine.

Snobbato: Licorice Pizza vince zero Oscar

licorice pizza recensioneSe il premio a Branagh era in ritardo, allora quello, ancora non consegnato a, Paul Thomas Anderson potrebbe esserlo ancora di più. Il suo film era già stato trascurato nelle nomination per la recitazione – con Alana Haim e Bradley Cooper esclusi a sorpresa – e la notte scorsa ha chiuso questo cerchio di snobismo, con zero Oscar assegnati al film. La sua migliore possibilità è stata nella sceneggiatura originale, che è andata a Branagh, e la sua sconfitta lì insieme ad altri premi che sono andati altrove ha significato che è tornato a casa a mani vuote. Anderson è stato nominato per 11 Oscar come sceneggiatore, produttore e regista, con zero vittorie.

Snobbato: Flee non vince niente (ma ha comunque fatto la storia)

flee recensioneIl film d’animazione Flee ha fatto la storia degli Oscar con nomination in tre diverse categorie: Miglior film d’animazione, Miglior film documentario e Miglior film internazionale, il primo film ad essere nominato in tutti e tre queste categorie. Sfortunatamente Flee non è stato in grado di battere alcuni dei suoi mastodontici concorrenti – quei premi sono andati rispettivamente a Encanto, Summer of Soul e Drive My Car – ma è stato comunque un enorme risultato esserci.

Sorpresa: Justice League e Army of the Dead di Zack Snyder vincono i premi del pubblico

Forse questo non sembra troppo sorprendente, dal momento che – in particolare sui social media – il fandom di Zack Snyder ha da tempo dimostrato la sua capacità di mostrare la sua voce, fare tendenza e così via, e c’era un chiaro movimento che mostrava quanto i film di Snyder fossero i favoriti a vincere i premi dei fan. Tuttavia, nonostante questo, si è trattato di una piccola sorpresa vedere Justice League di Zack Snyder, un film uscito direttamente in streaming e che altrimenti non sarebbe stato idoneo per gli Oscar veri e propri, vincere l’#OscarsCheerAward per Flash che entra nella Speed ​​Force e Army of the Dead vincere il film #OscarsFanFavorite superando il colosso Spider-Man: No Way Home del 2021.

Spider-Man: No Way Home, i concept omaggiano le cover dei fumetti con Doc Ock

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Ray Meinerding, concept artist che ha lavorato anche a Spider-Man: No Way Home, ha condiviso i concept realizzati per il film con Doctor Octopus e Spider-man. Nei concept in questione, l’artista ha scelto di omaggiare il lavoro di Todd McFarlane con le cover dei fumetti:

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Guardiani della Galassia Christmas Special: James Gunn seda le polemiche

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Dopo sei anni di assenza, il prossimo Natale torneranno i Guardiani della Galassia così come li conosciamo e come non li vedremo mai più, in uno speciale festivo per Disney+, sotto l’appassionata guida di James Gunn.

Proprio il regista ha dichiarato che questo Guardiani della Galassia Christmas Special era la cosa migliore a cui avesse mai lavorato, ma i fan non perdonano le iperbole che, si sa, si dicono sempre quando si promuove un lavoro, e hanno ripreso il regista ricordandogli che aveva detto le stesse cose per The Peacemaker, e ancora prima per gli altri film di Guardiani della Galassia.

James Gunn è così intervenuto nel piccolo dibattito, sedando gli animi e spiegando che, sì, lui tende a usare delle iperbole e che spesso il progetto a cui lavora gli sembra, mentre lo fa, la cosa migliore che abbia mai fatto. Tuttavia il suo amore e il suo entusiasmo per quello che fa sono autentici e spera che lo speciale che sta realizzando piaccia molto ai fan.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1507537666656686085?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1507537666656686085%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-holiday-special-length-james-gunn%2F

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Batgirl: al via l’ultima settimana di riprese

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Batgirl: al via l’ultima settimana di riprese

Leslie Grace conferma su Instagram che la produzione di Batgirl si appresta ad entrare nell’ultima settimana di riprese. Ecco di seguito il posti in cui l’attrice, interprete di Barbara Gordon, dà la notizia:

Cosa sappiamo di Batgirl

Batgirl è il film del 2022 di Adil El Arbi e Bilall Fallah con Leslie Grace, JK Simmons, Michael Keaton  e Brendan Fraser. È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly. Ivory Aquino si è unita al cast nel ruolo di Alysia Yeoh

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Lightyear: il nuovo trailer del film con la voce di Chris Evans

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Lightyear: il nuovo trailer del film con la voce di Chris Evans

Disney ha condiviso un nuovo trailer di Lightyear, il film d’animazione che racconta la storia storia “vera” dietro al giocattolo di Buzz Lightyear, così come lo abbiamo conosciuto in Toy Story. Il film racconterà la vicenda di un’astronauta che è stato celebrato con il giocattolo che ben conosciamo. A doppiare il personaggio è stato chiamato Chris Evans.

Lightyear – La vera storia di Buzz, il lungometraggio originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in un’avventura intergalattica, arriverà il 15 giugno nelle sale italiane. La nuova avventura d’azione racconta le origini di Buzz Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story.

Lightyear – La vera storia di Buzz è diretto da Angus MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di Pixar che ha co-diretto Alla Ricerca di Dory del 2016, ed è prodotto da Galyn Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).

Il premiato compositore Michael Giacchino, che ha firmato le musiche di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up. Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi, Ratatouille, Cars 2, Inside Out, Coco e Gli Incredibili 2.

Blackhawk: lo sceneggiatore aggiorna sul film DC e su Steven Spielberg

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Arriva da Collider un interessante aggiornamento in merito a Blackhawk, l’annunciato film basato sull’omonimo fumetto DC Comics, che è attualmente in sviluppo alla Warner Bros per mano dello sceneggiatore di successo David Koepp. Ebbene, oggi è lo stesso scrittore ad aggiornare i fan sullo stato di cose sul film:

Abbiamo una sceneggiatura molto buona e pensiamo tutti che sia molto buona”, ha detto David Koepp Collider . “Ci sono stati molti cambi di gestione alla Warner Bros, quindi penso che dobbiamo semplicemente aspettare che si stabilisca una linea sul film e sul loro universo DC”. Koepp ha anche accennato qualcosa in più rispetto al potenziale coinvolgimento di Steven Spielberg alla regia della pellicola, notizia ufficializzata nel 2018, all’epica dell’annuncio ufficiale ma mai confermata successivamente. 

Ovviamente, spero che [Spielberg] lo faccia o se non lo dirige, spero che lo produca [e]  chiami qualcuno di grande dirigerlo”, ha detto Koepp. “Perché sarebbe molto divertente. Sono molto affezionato alla sceneggiatura e spero che si unisca. Ma ancora una volta, questo è uno di quei film che avranno bisogno di 200 milioni di dollari, quindi cercare di portare sul grande schermo questo film è un lungo e grande processo”.

Il film su Blackhawk

Per chi non lo sapesse, i Blackhawks erano un gruppo di piloti, definiti dei veri e propri assi dell’aeronautica durante la seconda guerra mondiale che combattono la tirannia e l’oppressione e che debuttarono in un numero di Military Comics nell’agosto 1941. Poiché il gruppo opera in un’area specifica, Koepp confermò l’impossibilità di  ambientare un film di Blackhawk  nello stesso universo di altri progetti DC come Wonder Woman o Aquaman.

La storia di un film dei Blackhawks  risale a molto tempo fa, con Spielberg che ha espresso interesse a dirigere un film basato sul gruppo sin dai primi anni ’80. Tuttavia, il progetto è stato infine cancellato e Spielberg ha invece diretto I predatori dell’arca perduta. Nel 2018, il progetto Blackhawk è stato ripreso e Spielberg è stato nominato regista e produttore. Mentre la produzione avrebbe dovuto iniziare dopo il completamento di West Side Story di Spielberg, ora non è chiaro se il leggendario regista sarà coinvolto in veste di regista!

Oscar 2022: un commento a un’edizione da dimenticare

Come ogni anno, come sempre ormai da tempo, anche gli Oscar 2022 si sono svolti senza troppi scossoni né sorprese, i premi sono stati assegnati con la confortante pigrizia che regna sovrana nell’Academy e anche quest’anno proveremo a farci sorprendere il prossimo anno. Non che la tendenza a premi scontati sia sempre un male, ad esempio lo scorso anno, seppure Nomadland e Chloe Zhao erano da tempo dati per vincitori, quel riconoscimento sembrava un augurio, un messaggio d’amore e di conforto per un mondo stretto nella morsa dell’incertezza, oltre che un premio all’eccellenza artistica del film e della regista in sé. 

Oscar 2022 specchio del mood del Paese

Tuttavia quest’anno l’Academy ha deciso di assegnare dei premi che sembrano lo specchio del mood del Paese: si invocano tanto l’amore e la pace, eppure l’unica cosa che davvero fa parlare il pubblico e gli addetti ai lavori è il gesto violento di Will Smith nei confronti di Chris Rock. Il siparietto, tutt’altro che previsto o programmato, è stato senz’altro il momento di maggiore sorpresa di una serata scontata, ma i premi sono invece la migliore cartina di tornasole dello stato dell’Academy e del senso che questi riconoscimenti hanno all’interno dell’industria, senza contare poi il loro valore artistico nella cornice più ampia della settima arte in quanto linguaggio e specchio della contemporaneità. 

La tendenza che viene confermata quest’anno è che gli Oscar tecnici vengono assegnati in massa a un solo film che però non arriva mai alle categorie artistiche, per così dire (dal momento che ogni categoria, secondo chi scrive, richiede doti tecniche e artistiche notevoli), ed è quindi come se i film non potessero essere più contemporaneamente rappresentazioni di grandi capacità tecniche e portatori di arte, contenuto e cultura. Certamente a registi d’altri tempi, come James Cameron o Peter Jackson, questo elemento non piace per niente. E così Dune è effettivamente il trionfatore della serata, con sei Oscar su dieci nomination, tutti premi tecnici, molti dei quali assegnati fuori onda, nel pre-cerimonia, mentre i vip erano ancora sul red carpet a sfilare. E questo per risparmiare tempo, per accorciare la cerimonia, per dare maggiore ritmo alla serata. E così, in una manifestazione che si fregia di premiare l’eccellenza del cinema, premi come Migliore montaggio e Migliore colonna sonora vengono assegnati fuori onda. Il Montaggio considerato come un premio da relegare ai margini. Il Montaggio.

Lo Slap-gate di fronte a un’Academy inerme

Poi non ci sorprendiamo se il miglior film è CODA – I segni de cuore, ma ci arriveremo. E, attenzione, non si sta dicendo che esistono altri premi che possano essere lasciati fuori, perché in generale togliere ai premi, a tutti i premi, lo spazio del palco, degli applausi, togliere loro la ribalta non è il modo giusto per accorciare i tempi. E quindi se Dune porta a casa sei premi, c’è chi come Licorice Pizza (o anche La fiera delle Illusioni, ma in questo caso dispiace meno) che torna a casa a mani vuote, e chi, come King Richard – Una famiglia vincente o Gli occhi di Tammy Faye, vince invece almeno un Oscar alla performance. Will Smith doveva essere allontanato dalla sala, dopo l’eccesso d’ira, e questo è indiscusso, il fatto che abbia passato tutto il suo emozionato discorso di ringraziamento a giustificare il suo gesto, mescolando vita e arte, sovrascrivendo la sua persona al personaggio che ha interpretato, è stato un momento davvero basso per la cerimonia e per tutta la storia degli Oscar. E se un solo gesto non può cancellare una carriera costruita con impegno, suscitando sempre simpatia e rispetto, non si può “lasciar correre” di fronte ad una tale reazione, in nessuna circostanza.

Di grandi attori in brutti film e brutte interpretazioni

Dall’altro alto abbiamo invece Jessica Chastain, attrice straordinaria, tra le migliori della sua generazione, che vince un Oscar alla carriera, e non certo per un film pessimo in cui è in overacting in ogni scena, facendoci rimpiangere persino The 355 o Il cacciatore e la Regina di Ghiaccio. Eppure stiamo parlando della Salomè di Al Pacino, della Madre di Terrence Malick, della Maya di Zero Dark Thirty! 

Niente da eccepire invece sui premi ai migliori attori non protagonisti (Ariana DeBose e Troy Kotsur), entrambi scontati e meritatissimi, ed entrambi portatori di ricchezza, rappresentazione, gioia, amore, ma soprattutto talento cristallino sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Lo stesso vale per il meritato Oscar a Jane Campion, prima donna a ricevere due nomination in categoria e qui alla sua seconda statuetta, dopo quella per la sceneggiatura a Lezioni di Piano.

Come si scrive una sceneggiatura cinematografica?

Ma parliamo proprio della sceneggiatura, il premio che in genere si assegna a quei film più ricercati, che non incontrano il grande pubblico per una questione di comunicazione, ma che spesso impressionano l’Academy. Era successo per Spike Jonze, è successo per Quentin Tarantino, e quest’anno poteva succedere per Licorice Pizza, a La persona peggiore del mondo, a La figlia Oscura, e invece si è scelta la via conciliante, quella che cerca di accontentare tutti ma che non premia l’eccellenza, e in fin dei conti non accontenta nessuno: Siân Heder con CODA – I Segni del Cuore batte Gyllenhaal, Hamaguchi e Oe, Campion, Villeneuve. E non ci sono davvero parole per questo evento. Ce ne sono invece per Belfast e per Kenneth Branagh che porta a casa il suo primo premio Oscar per un film che per lui vale molto, in termini di peso emotivo, ma che forse poteva essere premiato per altro, e non proprio per la sceneggiatura, soprattutto nell’anno di Licorice Pizza e de La persona peggiore del mondo. 

Oscar 2022, fieri dei “nostri” perdenti

L’Italia torna a mani vuote dalla sua serata al Dolby: Massimo Cantini Parrini battuto dalla corazzata Jenny Beaver (migliori costumi a Crudelia invece che a Cyrano), Enrico Casarosa e il suo Luca messi all’angolo da Encanto (I Mitchell contro le macchine troveranno la loro giustizia, in questa vita o nell’altra), Paolo Sorrentino che si arrende a Ryûsuke Hamaguchi e al bellissimo Drive My Car, ma da parte del regista resta l’emozione e la consapevolezza (speriamo) di aver regalato al mondo la sua opera migliore, la sua testimonianza che l’arte, la tecnica, il cuore, la vita, il peso dei ricordi e dell’esperienza, lo spirito altissimo e quello più basso insieme, possono creare meraviglia. 

I segni degli Oscar 2022

Il miglior film dell’anno è dunque CODA – I Segni del Cuore. Nell’anno in cui Steven Spielberg compie il miracolo per porta il nome di West Side Story, l’Academy sceglie di premiare Siân Heder e il suo piccolo film, la sua piccola storia che, sebbene sia socialmente importante per via della sacrosanta rappresentazione che promuove, non è assolutamente, in nessun modo, da qualunque lato la si guardi, l’eccellenza della settima arte. Quella degli Oscar 2022 sarà ricordata forse come una delle peggiori edizioni del premio, o forse verrà completamente dimenticata, come accadrà a molti dei film premiati la notte scorsa. 

Coda – I segni del cuore: recensione del film con Emilia Jones

Coda – I segni del cuore: recensione del film con Emilia Jones

Coda – I segni del cuore è la nuova pellicola di Sian Heder (Tallulah) al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures e vincitrice del Sundance Film Festival 2021 e vincitore di tre premi Oscar

Coda – I segni del cuore si presenta come remake del film francese del 2014 “La Famille Bélier” di Éric Lartigau, di cui riprede, in parte, il soggetto. Tuttavia, ciò che è nuovo nella versione di Heder – e fa assolutamente la differenza – è il cast: mentre la famiglia nell’originale era infatti interpretata da attori udenti (salvo l’eccezione del fratello, interpretato dall’attore sordo Luca Gelberg), qui a dare vita alla famiglia Rossi è invece un cast eccezionale, interamente di attori sordi, composto dal vincitore Oscar Marlee Matlin, Troy Kotsur and Daniel Durant.

Coda – I segni del cuore: la sordità prorompente di un coming-of-age atipico

Emilia Jones interpreta la diciassettenne Ruby, una studentessa volenterosa che vive a Gloucester, nel Massachusetts e che, ogni mattina, all’alba, si alza per aiutare la sua famiglia nella loro attività di pesca. Heder riesce a fare entrare lo spettatore velocemente, e in maniera piuttosto efficace, nella routine della ragazza, che è abituata ad essere l’interprete della famiglia, in quanto Coda – I segni del cuore: letteralmente, Child Of Dead Adults, unica udente in una famiglia di adulti sordi (anche metaforicamente). Il canto è la passione più grande di Ruby, che si svilupperà nel corso del film assieme alla sua crescita personale, plasmata dai contrasti e dalle ambizioni tipiche di ogni adolescenza, sanciti da un affetto famigliare espressivo, sensoriale e indissolubile.

Coda - I segni del cuore film recensioneCoda – I segni del cuore scardina ogni convinzione con cui lo spettatore potrebbe approcciarsi alla pellicola, nonostante l’impianto del tipico e piacevole coming of age, che segue il percorso di una ragazzina di provincia talentuosa, che sogna di poter studiare in città. C’è un’insegnante burbero ma idealista, le prove del coro della scuola e un’audizione importante alle porte. E, naturalmente, una famiglia riluttante nei confronti delle ambizioni della figlia. Sia Heder sfrutta a proprio vantaggio un assetto narrativo convenzionale e confortevole per poterlo impreziosire tramite una cornice innovativa, dipinta a tutto tondo da un occhio registico preciso e puntuale. Coda – I segni del cuore è una piccola storia che scalda il cuore, che fa credere in un miracoloso umano, nella forza e importanza di un insegnamento vicendevole, suggerito da più punti di vista. L’eccezionale Emilia Jones riesce a tratteggiare perfettamente un carattere in via di formazione, plasmato da interazioni volte all’estensione e accumulo gestuale e corporeo, un linguaggio fisico che non è mai stato così comprensibile, caloroso e affascinante.

Consapevole di un cambiamento nel suo mondo interiore, portato avanti da una passione sovrastante, Ruby inizierà ad avvertire dubbi riguardo la sua canonica routine e il rapporto con i famigliari. Si è sempre messa in prima linea per loro, quando il mondo “parlante” diventava troppo crudele o denigratorio, senza però effettivamente costruirsi una propria autonomia. Ed è proprio quando iniziano a palesarsi stimoli dall’esterno (un insegnante di canto che nota il suo talento, la prima cotta…) che Ruby faticherà a trovare una propria dimensione. Centrale nella riappropriazione di un nuovo sé, aggiornato e veritiero, è per Ruby il confronto con forme di dialogo aliene al comune parlato, che trovano nella gestualità, negli sguardi e nella contemplazione di un silenzio fisico, malleabile, le proprie radici fondanti. La sordità, apparente o ricercata, è acquisibile o eludibile a seconda del punto di vista adottato, per reperire un canale di comunicazione rinnovato e autentico, raggiungibile solo attraverso un affetto sincero e dimostrabile tramite le passioni più pure.

Coda - I segni del cuore film 2022La contemplazione di silenzi assoluti

La sordità intesa come mancanza di ascolto, soprattutto nei confronti di noi stessi e di chi ci sta attorno è fulcro narrativo della pellicola; antidoto a questa condizione disagevole diventa allora l’impiego di un nuovo codice, atto a rinsavire anime costrette all’interno di convinzioni falsate.  Il confutare la propria posizione all’interno di una comunità diventa spunto di riflessione non solo per la giovane Ruby, ma anche per gli adulti attorno a lei, che capiranno come non sempre ci sia una corrispondenza biunivoca tra i propri precetti e pregiudizi e il mondo esterno. L’acronimo Coda – I segni del cuore si configura come un titolo parlante, condotto da chi vuole manifestare il concetto di sordità in senso lato, consacrato dalla contemplazione di silenzi interiori assoluti, come nella notevole pellicola Sound of Metal.

L’isolazionismo di una famiglia chiusa per propria volontà all’interno di un sistema a loro congeniale, con un’unica apertura verso l’esterno (Ruby, per l’appunto) si trasforma in corso d’opera drasticamente, una volta che i Rossi capiscono che il desiderio di Ruby non è altro che comunicare. Ma non comunicare esternamente e in maniera proibitiva nei confronti di chi non può cogliere le sonorità, bensì architettare una nuova modalità di scambio di messaggi e di emozioni, rendendo la disabilità un veicolo di fondamentale importanza per poter carpire ciò che di più profondo si nasconde in un cuore animato dalla passione.

Coda – I segni del cuore sancisce la vittoria di un nuovo metodo comunicativo, basato sul decodificare le sonorità di un cuore mosso dalla passione e dall’affetto più sincero. Una direzione sincera, una sceneggiatura schietta e spigliata, assieme a interpretazioni attoriali assolutamente encomiabili, sottolineano come Coda – I segni del cuore azzecchi tutte le note giuste, componendo una sinfonia dalle sonorità impercettibili, eppure fortificanti.

Coda – I segni del cuore al cinema dal 31 Marzo

Coda – I segni del cuore al cinema dal 31 Marzo

Dopo gli innumerevoli premi e riconoscimenti cinematografici internazionali, Coda – I segni del cuore conquista anche tre Premi Oscar: al Miglior Film, alla Miglior Sceneggiatura non originale, a Troy Kotsur Miglior Attore non Protagonista.

Coda – I segni del cuore diretto da Sian Heder, arriverà al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures.

Remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier, questo rifacimento emozionante è interpretato da Emilia Jones, e vede nel cast attori sordi e udenti, tra cui il premio Oscar Marlee Matlin (Figli di un dio minore) ed il neo premiato Troy Kotsur che ha dedicato il premio alla Comunità C.O.D.A (Children of Deaf Adults), alla Comunità Sorda e a tutte le persone con disabilità: “Questo è il nostro momento” ha detto concludendo un discorso particolarmente toccante.

Coda – I segni del cuore, la trama

In Coda – I segni del cuore, acronimo di Child of Deaf Adults (bambino in una famiglia di non udenti), la giovane protagonista Ruby è l’unica persona udente nella sua famiglia. La diciasettenne, prima di entrare a scuola, nelle prime ore del mattino, lavora sulla barca di famiglia per aiutare suo fratello e i suoi genitori nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts. Da quando la giovane ragazza è entrata a far parte del coro della scuola, scopre di avere una smodata passione per il canto. Il suo maestro Bernardo crede ci sia qualcosa di speciale nella giovane adolescente e la spinge a considerare una prestigiosa scuola di musica per il suo futuro. Ruby si troverà davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Jodie Foster: 10 cose che non sai sull’attrice

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Jodie Foster: 10 cose che non sai sull’attrice

Jodie Foster è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema mondiale grazie alle sue incredibili, quanto incisive interpretazioni. L’attrice, che ha iniziato a recitare sin dalla più tenera età, è entrata sin da subito nel cuore degli spettatori e ha dimostrato di essere molto in gamba anche in altri campi, come la regia e la produzione.

Ecco dieci cose da sapere su Jodie Foster.

Jodie Foster: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha iniziato a recitare per il grande schermo nel 1972, anno di debutto con il film Due ragazzi e un leone. In seguito, ha preso parte a film come Tom Sawyer (1973), Alice non abita più qui (1974) e Taxi Driver (1976), con cui si consacra. Da quel momento ha recitato in film come Tutto accadde un venerdì (1976), Casotto (1977), Carny – un corpo per due uomini (1980), Presunta assassina (1986), Il sentiero dei ricordi (1988), Sotto accusa (1988), Ore contate (1989) e Il silenzio degli innocenti (1991). La sua carriera, prosegue con i film Maverick (1994), Contact (1997), Panic Room (2002), Inside Man (2006), Il buio nell’anima (2007) e Alla ricerca dell’isola di Nim (2008). Tra le sue ultime apparizioni cinematografiche, si citano Mr. Beaver (2011), Carnage (2011), Elysium (2013), Hotel Artemis (2018) e The Mauritanian (2021).

2. È anche produttrice e regista. Nel corso della sua carriera, l’attrice si è distinta anche come produttrice e regista. In quanto produttrice, ha partecipato alla lavorazione dei film Presunta assassina, Nell (1994), Una decisione sofferta (1998), Walking the Dead (2000), The Dangerous Lives of Altar Boys (2002), Il buio nell’anima (2007) e Be Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché (2018). In qualità di regista, invece, ha lavorato alla regia dei film Il mio piccolo genio (1991), A casa per le vacanze (1995), Mr. Beaver (2011) e Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016) e di alcuni episodi delle serie Un salto nel buio (1988), House of Cards – Gli intrighi del potere (2014), Orange Is the New Black (2013-2014) e Black Mirror (2017).

Jodie Foster Taxi Driver

Jodie Foster in Taxi Driver

3. Si preparata al ruolo alternando immaginazione a ricerche sul campo. Per interpretare la giovane Iris, prostituta dodicenne di Taxi Driver, l’attrice ha avuto modo di conoscere una vera prostituta e imparare da lei ciò che c’era da sapere su quel mestiere, senza scendere nei dettagli. La Foster ha poi dichiarato che pur essendo molto giovane sapeva bene cosa facesse una prostituta, lasciandosi dunque guidare anche dall’immaginazione per interpretare il suo personaggio. Una performance che le ha poi permesso di ottenere una nomination al premio Oscar.

4. Ha avuto l’aiuto di sua sorella per alcune scene. L’attrice, al momento di girare il film, aveva solo dodici anni e non poteva girare le scene più esplicite. Così, Connie Foster, sua sorella maggiore che a quel tempo aveva 19 anni, venne scelta per girare quel tipo di scene al posto di Jodie. La sostituzione, tuttavia, non è facilmente notabile all’interno del film poiché le due Foster venno accuratamente acconciate e vestite in modo identico, così da non far risaltare la differenza tra di loro.

Jodie Foster, Alexandra Hedison e i figli

5. È sposata da qualche anno. L’attrice si è sposata per la prima volta a cinquantadue anni, nel 2014, con l’attrice e fotografa Alexandra Hedison, conosciuta nel 2013, lo stesso anno in cui la Foster ha fatto coming out una volta per tutte durante i Golden Globe. In passato, ha avuto relazioni con Tina Landau, con cui si è frequentata per un breve periodo durante il college, e con la produttrice cinematografica Cydney Bernard: le due anno avuta una lunga relazione, durata dal 1993 al 2007.

6. È madre di due figli. L’attrice è diventata madre di due maschi: Charles, nato nel luglio del 1998, e Kit, nato nel settembre del 2001. Non è mai stato rivelato il nome del padre dei due figli, ma sono state molte le speculazioni che affermavano che il padre fosse Mel Gibson. Le voci si sono fatti insistenti dato che loro due sono molto amici da tantissimi anni che l’attore si stato spesso al fianco dei figli di lei.

Jodie Foster oggi

Jodie Foster in Il silenzio degli innocenti

 

7. È rimasta colpita dall’improvvisazione di Hopkins. Nel film Il silenzio degli innocenti la Foster interpreta la detective Clarice Starling. L’attrice ha affermato che durante il primo incontro tra Lecter e Starling, la presa in giro del suo accento meridionale da parte di Anthony Hopkins è stata improvvisata mentre giravano. La reazione orripilata dell’attrice era genuina, perché si era sentita personalmente attaccata. In seguito, ha ringraziato il collega per generato in lei una reazione così vera.

8. Ha fatto ricerche per costruire il suo personaggio. L’attrice, oltre a consultare diversi libri, ha trascorso molto tempo con l’agente dell’FBI Mary Ann Krause prima delle riprese. Grazie a lei, infatti, Foster ha potuto osservare i pro e i contro del loro lavoro, nonché le varie sfumature comprese e le emozioni suscitate. La sua interpretazione così accurata e intensa, l’ha poi portata a vincere il suo secondo Oscar come miglior attrice protagonista.

Jodie Foster: oggi

9. Ha un nuovo progetto in lavorazione. Negli ultimi anni la Foster si è dedicata in particolare alla regia, ricoprendo tale ruolo per l’episodio Arkangel della serie Black Mirror e l’episodio Home della serie Scenes From the Loop. Nel 2021, però, è anche tornata sul grande schermo con il ruolo di Nancy Hollander nel film The Mauritanian. Attualmente, invece, è impegnata nelle riprese del film Nyad, film biografico sulla nuotatrice Diana Nyad, che nuotò da Cuba alla Florida all’età di 64 anni. Nel film la Foster interpreta Bonnie Stoll.

Jodie Foster: età e altezza

10. Jodie Foster è nata il 19 novembre del 1962 a Los Angeles, in California. La sua altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker

Oscar 2022, tutti i film vincitori da vedere

Oscar 2022, tutti i film vincitori da vedere

Su Sky Cinema arriva una programmazione dedicata ai film che hanno trionfato agli Oscar 2022: dal 29 al 31 marzo saranno proposte tre grandi prime serate su Sky Cinema Oscar (canale 303) – un intero canale dedicato ai film premiati con l’ambita statuetta – con Coda – I Segni del cuore, Dune e Drive my car, tutti sempre disponibili anche in streaming su NOW e on demand su Sky. Su Sky Primafila sono disponibili on demand Encanto, miglior film d’animazione, Una Famiglia Vincente – King Richard, Oscar per il miglior attore protagonista a Will Smith, e Summer of Soul, miglior documentario.

Inoltre, lunedì 28 marzo dalle 14.00 sullo stesso canale sarà trasmessa la riproposizione integrale della Notte degli Oscar 2022 e, dalle 21.15 su Sky Cinema Oscar e Sky Uno “Il meglio della Notte degli Oscar 2022”, disponibile anche on demand su Sky e NOW, e in chiaro su TV8 sempre il 28 marzo alle 23.45.

Martedì 29 marzo alle 21.15 la prima serata sarà dedicata al film che ha dominato alla 94ª edizione degli Academy Awards, Coda – I Segni del cuore, che ha confermato tutte e tre le nomination ottenute vincendo il premio per il miglior film, quello per il miglior attore non protagonista con Troy Kotsur e quello per la migliore sceneggiatura non originale. L’emozionante pellicola di Sian Heder, remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier, narra con delicatezza il tema della disabilità attraverso la storia dell’adolescente Ruby Rossi, unica persona udente della sua famiglia, per la quale svolge da sempre il svolge il ruolo di traduttrice e di interprete. La sua grande passione per il canto la mette davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Mercoledì 30 alle 21.15 sarà la volta di Dune. Il film campione d’incassi del regista Denis Villeneuve, forte di dieci nomination, si è aggiudicato il riconoscimento per la migliore fotografia, la miglior colonna sonora originale, il miglior suono, il miglior montaggio, i migliori effetti speciali e la migliore scenografia. Basato sull’omonimo romanzo di Frank Herber, il film fantascientifico narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che su Dune, il pianeta più pericoloso dell’universo, dovrà lottare per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente.

Giovedì 31 marzo alle 21.15 infine sarà proposto Drive my car, toccante road movie di Ryûsuke Hamaguchi, vincitore del premio comemiglior film internazionale. Ispirato alla raccolta di racconti Uomini senza donne di Murakami Haruki, il film narra la storia di Yûsuke, attore e regista che, dopo aver perso la moglie, si trasferisce a Hiroshima. Attraverso il rapporto con la ragazza che gli fa da autista, Yûsuke riuscirà finalmente a rielaborare il lutto e i traumi del suo passato.

Oscar 2022: tutti i vincitori della 94° edizione

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Oscar 2022: tutti i vincitori della 94° edizione

Ecco tutti i vincitori della 94° edizione degli Oscar 2022. Dune ha trionfato nelle categorie tecniche, alcune delle quali assegnate fuori onda, nel pre-cerimonia, mentre a sorpresa, Belfast vince il premio alla migliore sceneggiatura originale. Jane Campion porta a casa il premio alla regia, per Il Potere del Cane, il suo secondo Oscar in carriera, dopo quello alla sceneggiatura per Lezioni di Piano.

Nessuna sorpresa nelle categorie riservate agli attori: Ariana DeBose, Troy Kotsur, Will Smith e Jessica Chastain hanno portato a casa i premi; mentre il premio principale è andato a CODA – I Segni del Cuore, che in effetti totalizza un successo pieno con il 100% delle nomination andate a segno.

Ecco di seguito tutti i vincitori degli Oscar 2022

Miglior attore non protagonista

  • Troy Kotsur (“CODA”)

Migliore attrice non protagonista

Miglior corto d’animazione

  • “The Windshield Wiper”

Migliori costumi

Miglior cortometraggio

  • “The Long Goodbye”

Migliore colonna sonora

  • Dune,” Hans Zimmer

Miglior suono

Migliore sceneggiatura adattata

  • CODA,” Siân Heder

Miglior sceneggiatura originale

Miglior attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Miglior film d’animazione

Migliore fotografia

  • Dune,” Greig Fraser

Miglior documentario

  • “Summer of Soul (…Or, When The Revolution Could Not Be Televised)”

Miglior corto documentario

  • “The Queen of Basketball”

Miglior montaggio

Miglior film internazionale

Miglior trucco e parrucco

Migliore canzone originale

  • “No Time to Die” (“No Time to Die”), Billie Eilish, Finneas O’Connell

Miglior scenografia

Migliori effetti visivi

Miglior regia

Miglior Film

Academy Honorary Award

  • Samuel L. Jackson, Elaine May e Liv Ullmann

Jean Hersholt Humanitarian Award

  • Danny Glover

Oscar 2022: Will Smith furioso, tira un pugno a Chris Rock in diretta tv

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Chris Rock e Will Smith hanno avuto un alterco durante la trasmissione televisiva degli Oscar 2022. Rock è apparso sul palco per presentare l’Oscar per il documentario e ha scherzato sul fatto che Jada Pinkett Smith fosse in “G.I. Jane” per via della sua testa rasata. Smith è salito sul palco per prendere a pugni Rock. Anche se all’inizio sembrava uno scherzo, Smith torna al suo posto e grida a Rock: “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca!”

La pubblicista di Will Smith, Meredith O. Sullivan, è andata da lui durante la pausa pubblicitaria della cerimonia per avere parlare con lui. Sempre durante la pausa, Denzel Washington si è alzato per parlare con Smith in privato. Pinkett Smith ha annunciato l’anno scorso di essersi rasata la testa dopo aver lottato con l’alopecia.

Di seguito il video in diretta dell’accaduto:

Oscar 2022 – tutti i vincitori

10 film iconici che non sono stati nominati agli Oscar

10 film iconici che non sono stati nominati agli Oscar

I premi Oscar sono stati concepiti come riconoscimenti ai migliori film di ogni anno ma, sebbene alcune grandiose pellicole si siano portate a casa la loro giusta quota di premi, ce ne sono alcuni veramente memorabili che hanno lasciato la cerimonia a mani vuote, come Le ali della libertà, che non è stato premiato in nessuna categoria, nonostante le sette nomination.

Per quanto questo sia scioccante, per un film che è considerato uno dei migliori di tutti i tempi, perlomeno il film in questione ha ricevuto diverse nomination. Infatti, ci sono stati casi di alcuni film veramente iconici che sorprendentemente non sono mai stati nominati nemmeno in una singola categoria dell’Academy Award e, nonostante questo, sono ancora amati dal pubblico di tutto il mondo.

Le Iene (1992)

Steve Buscemi Le Iene

Gli amanti del cinema di tutto il mondo hanno trascorso molto tempo a lodare gli sforzi di Quentin Tarantino come scrittore e regista da quando il suo debutto nel lungometraggio, Le Iene, ha illustrato molti dei tropi cinematografici per i quali sarebbe diventato famoso negli anni successivi.

Raccontando la storia delle conseguenze di una rapina andata male, il film è caratterizzato da una scrittura tagliente, in termini di trama e scambi di battute. Questo, già da se, sarebbe bastato per aggiudicarsi un Oscar alla migliore sceneggiatura originale, ma non era destino: Tarantino avrebbe guadagnato quel riconoscimento solo due anni dopo, per Pulp Fiction.

Shining (1980)

jack-nicholson-shining

L’immagine del volto da psicopatico di Jack Nicholson che scruta minacciosamente attraverso una porta è una delle inquadrature più note e iconiche della storia del cinema. Questo però non è l’unico momento memorabile di Shining, poiché l’intero film è costellato di elementi divenuti capisaldi della cultura pop.

Anche se Stanley Kubrick con questo film si giocava assolutamente la possibilità di essere nominato per la miglior regia, il vero shock è stata la non candidatura di Jack Nicholson come miglior attore agli Oscar. La sua interpretazione della discesa di un uomo nevrotico verso la follia, mentre lavora in un hotel del Colorado isolato da tutto e tutti, è diventata una delle più iconiche della storia del cinema e avrebbe indubbiamente potuto dare del filo da torcere a Robert De Niro quell’anno (candidato per Toro Scatenato).

Léon: The Professional (1994)

natalie portman

Il film Léon: The Professional non è esattamente ciò che si potrebbe definire “esca per l’Oscar”; è un film d’azione che vuole far arrabbiare il pubblico e coinvolgerlo con sequenze avvincenti ed emozionanti, ma ci sono due precisi motivi per cui avrebbe potuto guadagnarsi una nomination.

Il primo è Gary Oldman, il cui ritratto di Norman Stansfield nel film è straordinario, e lo ha reso un antagonista leggendario nella storia del cinema. L’altra è la giovane Natalie Portman, che si è fatta notare da ragazzina proprio grazie a questa performance, rubando la scena nel ruolo della protetta del personaggio principale. Entrambi avrebbero potuto essere dunque nominati nelle categorie miglior attore/attrice non protagonista.

Zodiac (2007)

Zodiac cast

Da parte sua, Zodiac sembrava potesse certamente incuriosire il comitato degli Oscar: basato su eventi realmente accaduti, e con una storyline centrale da thriller di mistero, il film presenta un cast all-star, ed è diretto da David Fincher, uno dei registi più acclamati in circolazione.

Fincher avrebbe dovuto essere certamente nominato tra i miglior registi, mentre le performance di Robert Downey Jr. e del resto del cast senz’altro dovevano essere considerate nelle categorie dedicate alla recitazione. Zodiac è uscito a un anno di distanza da Iron Man, e forse, se questo film fosse uscito nel 2009, Robert Downy Jr. sarebbe stato nominato per questa performance e non per quella in Tropic Thunder, film grazie a cui ha ricevuto effettivamente una candidatura.

Before Sunrise (1995)

Prima dell'alba oscar

Sono tanti i cinefili che considerano la trilogia Before di Richard Linklater una delle migliori mai realizzate: ogni film che la compone è stato accolto da recensioni entusiastiche nei confronti di come viene raccontata una storia d’amore che si snoda nel corso di diversi decenni.

Il primo capitolo, Before Sunrise, è stato una meraviglia all’epoca e ha mostrato quanto Richard Linklater valesse come regista. È scioccante scoprire che il film non è stato nominato per nessun premio di scrittura, soprattutto pensando all’arguzia e al realismo della sua sceneggiatura. Per fortuna, entrambi i sequel (Before Sunset e Before Midnight) hanno ricevuto una nomination per la miglior sceneggiatura originale.

Heat (1995)

Heat - La sfida film oscar

L’Academy adora le storie epiche che si concedono circa tre ore per raccontarsi: date loro un’epopea criminale con due degli attori più famosi dell’epoca, Robert De Niro e Al Pacino, e Heat sembrava una ricetta perfetta per il successo.

Mentre il pubblico e la critica sono stati catturati dal gioco del gatto e del topo tra un detective e un rapinatore di banche, l’Academy lo ha invece totalmente ignorato, non considerando nessuno dei due attori che avrebbero potuto essere premiati, così come Val Kilmer. Perlomeno, Michael Mann venne nominato nella categoria della miglior regia e Dante Spinotti per la migliore fotografia.

Thor: Ragnarok (2017)

Thor Ragnarok recensione film

I film di supereroi sono stati spesso penalizzati agli Oscar, ma ciò è cambiato negli ultimi anni, specialmente con le vittorie di Black Panther e la nomination per la miglior sceneggiatura adattata di Logan. Sebbene Thor: Ragnarok non avrebbe in ogni caso ottenuto una nomination come miglior film, il fatto che sia stato totalmente escluso dalle nomination è apparso piuttosto insolito.

Si tratta infatti di un’entrata leggendaria nel MCU, che alcuni considerano in assoluto il miglior film solista del franchise. Una qualche nomination per Jeff Goldblum nelle categorie attoriali sarebbe stata gradita, ma la sorpresa più grande è che questo film non è stato nemmeno considerato per i migliori effetti visivi, nonostante sia un film di grande impatto.

Il buono, il brutto e il cattivo (1966)

Il buono, il brutto, il cattivo colonna sonora

I western e Clint Eastwood sono un’accoppiata che va d’accordo meravigliosamente: è difficile scegliere il miglior film western di Eastwood, ma quasi tutti conoscono Il buono, il brutto e il cattivo, che completa la trilogia del dollaro di Sergio Leone.

I critici erano in realtà piuttosto tiepidi sul film all’uscita, lamentandosi del livello di violenza che alcune sequenze raggiungevano. Sfortunatamente per loro, sembra che l’impatto del film sia solo migliorato con l’avanzare del tempo e, guardandoci indietro, sarebbe stata una scelta ideale sia per la candidatura alla miglior regia (Sergio Leone) che per il miglior film.

American Psycho (2000)

christian bale oscar

Anni prima di affermarsi come Batman, Christian Bale era un beniamino dell’indie, divenuto celebre con il film American Psycho. La sua interpretazione dello squilibrato Patrick Bateman è probabilmente ad oggi ancora il miglior lavoro della carriera di Bale, il che è tutto dire per un uomo che ha vinto un Oscar ed è stato candidato ad altri tre.

Anche se è comprensibile che American Psycho non sia stato candidato come miglior film, Bale non è stato nominato come miglior attore, il che è praticamente un crimine! Stiamo parlando di una performance che ha resistito benissimo alla prova del tempo, e che si ricorda più di qualsiasi altra degli anni 2000.

Terminator (1984)

Terminator film Oscar

È difficile pensare a qualsiasi personaggio cinematografico che possa superare questo: Terminator è senza dubbio il miglior film di James Cameron, già tremendamente  innovativo al momento della sua uscita, prima ancora di diventare un vero e proprio cult negli anni successivi. Le opinioni sui sequel sono state differenti e controverse, ma non c’é dubbio che i due film originali siano stellari.

Terminator 2: Judgment Day del 1991 ha stabilito un nuovo standard per gli effetti visivi, categoria per cui si è giustamente portato a casa l’Oscar. Anche se il film originale non era ancora all’altezza di quel livello tecnico, meritava comunque di essere considerato nella stessa categoria nel 1984, ma venne giustamente escluso.

Moon Knight: tutti gli eroi e i cattivi ad oggi confermati

Moon Knight: tutti gli eroi e i cattivi ad oggi confermati

Mercoledì 30 marzo uscirà su Dinsey+ una nuova serie MCU: Moon Knight. Lo show ha come protagonista l’omonimo eroe della MarvelSteven Grant, impiegato in un negozio di souvenir, soffre di vuoti di memoria e scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità: condivide il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Oltre alla trama generale, si sa ancora molto poco della serie.

Sappiamo però che alcuni personaggi della Marvel Comics faranno il loro ingresso nell’MCU grazie allo show. I nuovi personaggi originali sembrano essere altrettanto interessanti. Finalmente, abbiamo qualche nome certo. Vista l’identità mutevole di Moon Knight e la relazione dell’eroe con l’antico dio egiziano Khonshu, per ora resta difficile capire chi saranno i buoni da chi saranno i cattivi nella serie. Ma vediamo nel dettaglio i vari personaggi.

Moon Knight

Moon-Knight

L’eroe principale della serie è Moon Knight, interpretato da Oscar Isaac. Il personaggio viene dai fumetti: appare per la prima volta nel 1975 in Werewolf By Night Vol 1 #32, episodio in cui, dotato di armi argentee, deve fermare il presunto criminale Jack Russell.

Nei fumetti, Moon Knight si distingue da altri eroi per le sue tinte horror. Il vigilante sembra essere un personaggio complicato anche nella serie Disney+: come mostrato dai trailer, Marc Spector ha un disturbo dissociativo dell’identità, quindi a volte la sua personalità e i suoi ricordi sono confusi e ingarbugliati.

Mr. Knight

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Oscar Isaac dovrà interpretare due versioni diverse di Moon Knight. Dal trailer e dalle locandine si capisce che ci sarà anche Mr.Knight nella serie. Il personaggio, comparso per la prima volta nel fumetti nel 2014, è un’iterazione ammodernata dell’eroe principale e si distingue da esso perché indossa una maschera e un completo bianchi.

Mr. Knight è un’ulteriore personalità che vive in Marc Spector, è la versione ”della strada” di Moon Knight e combatte criminali e rapinatori più comuni rispetto ai nemici su larga scala.

Khonshu

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Khonshu è sia un eroe che un cattivo nella Marvel Comics: nei fumetti concede a Marc Spector l’immortalità e alcuni potenti amuleti mistici, come il Pugno di Khonshu. Essendo un’antica divinità egizia associata alla luna, Khonshu è la ragione scatenante dei superpoteri del vigilanti ed è uno degli esseri magici più forti dell’Universo Marvel.

In Moon Knight, il personaggio sarà interpretato dal grande attore Murray Abraham. Chissà quale sarà il ruolo del dio nell’MCU e se ci saranno modifiche sull’origine del personaggio.

Jean-Paul DuChamp

Mooncopter

Pare che in Moon Knight ci sarà spazio anche per Jean-Paul Duchamp. DuChamp, o come è talvolta chiamato nei fumetti “Frenchie“, è un pilota e un amico intimo di Marc Spector che lo aiuta a combattere il crimine in ogni modo.

Il ruolo principale di Duchamp è quello di pilota di Moon Knight: ha pilotato il Moon Copter in alcuni dei migliori numeri dei fumetti anni ’90. Non sappiamo ancora il nome dell’attore che interpreterà il ruolo, ma possiamo immaginare che Duchamp avrà nella serie MCU una funzione simile a quella che svolge nei fumetti: potrebbe creare un collegamento tra il passato di Moon Knight e le varie vite.

Midnight Man

Gaspard-Ulliel

Uno dei cattivi essenziali nei fumetti di Moon Knight è Midnight Man e il villan non può mancare nella serie MCU. La parte sarà interpretata dall’attore francese Gaspard Ulliel, purtroppo scomparso in un incidente dopo aver lavorato alla serie.

Nei fumetti, Midnight Man è un abile ladro di gioielli e un esperto di arti marziali altamente qualificato. Il suo ruolo ha senso nella serie MCUSteven Grant è un dipendente del Museo di Storia Naturale di Londra. Probabilmente, il cattivo tenterà di rubare manufatti dal museo, portando ad un confronto faccia a faccia con Steven che potrebbe addirittura spingere Grant a trasformarsi in Moon Knight.

Layla El-Faouly

May-Calamawy

Layla El-Faouly è un personaggio nuovo che verrà introdotto della serie. Non è chiaro se sarà un eroe o un cattivo. Sarà interpretata dall’attrice May Calamawy, conosciuta per aver ricoperto il ruolo principale nello show di Hulu Ramy.

Layla El-Faouly non proviene dai fumetti ed è difficile capire quale sarà il suo ruolo. Il nome del personaggio fa pensare ad un collegamento con l’Egitto e forse con le origini di Moon Knight. Potrebbe essere un partner amoroso per Steven Grant o forse ancora una collega del mercenario Marc Spector.

Taweret

Antonia-Salib

Tra i nuovi personaggi c’è anche Taweret, interpretato dall’attrice Antonia Salib. Taweret non sembra avere una connessione con la Marvel Comics, ma sappiamo che è una dea del parto e della fertilità nell’antica mitologia egizia. Detto ciò, il personaggio potrebbe essere tanto un dio rivale di Khonshu quanto un suo alleato.

La serie MCU sta in realtà adattando e modificando tanti dettagli dei fumetti di Moon Knight per lo schermo: ciò non esclude che Taweret sia una nuova versione di un potente cattivo dei comics, magari Ma’at o il Re Sole.

Arthur Harrow

Moon-Knight-Arthur-Harrow-Ethan-Hawke

In Moon Knight #2 del 1985 c’è un oscuro e potente cattivo: Arthur Arrow. Il personaggio, uno scienziato pazzo che conduceva orribili esperimenti sulle persone, viene ripreso nella serie: sarà interpretato dall’attore Ethan Hawke.

L’Arthur Harrow dell’MCU sembra possedere poteri mistici simili a Moon Knight. Dati i riferimenti al coccodrillo visti nei trailer, il personaggio potrebbe essere legato a dei come Ma’at o Ammut.

Cinecomics: 10 performance che avrebbero meritato l’Oscar

Cinecomics: 10 performance che avrebbero meritato l’Oscar

Nonostante quello dei “cinecomics” sia ormai il genere cinematografico più fruttuoso per Hollywood, soprattutto in termini di successo al botteghino, questa tipologia di film viene generalmente trascurata dall’Academy, che raramente ne riconosce la grandezza di alcune performance, premiandole con l’Oscar.

Ecco allora che alcuni fan su Reddit hanno evidenziato alcune interpretazioni che ritengono “da Oscar“, scontrandosi con chi classifica le pellicole Marvel e DC come semplici film-popcorn.

Patrick Stewart – Logan (2017)

patrick stewart oscar

Anche se sembra che Patrick Stewart tornerà al suo ruolo iconico di Charles Xavier in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Logan è stata la vetrina migliore per il personaggio, un film sugli X-Men molto più oscuro e profondo del solito, che ha valorizzato al meglio le abilità performative di Stewart, grazie ad alcune incredibili ed emozionanti sequenze.

La carriera di Stewart è costellata da ottime interpretazioni ed ecco perché alcuni fan, tra cui il redditor ahmadadam9, ritengono che “la mancata nomination di Stewart agli Oscar è stata un vero insulto nei confronti del suo lavoro”.

Michael B. Jordan – Black Panther (2018)

Black Panther oscar

Anche se si è trattato di un caso più unico che raro, Black Panther ha dimostrato che un film di supereroi può concorrere all’Oscar per il miglior film. Ma, al di là del film in sé, alcuni fan ritengono che anche le interpretazioni, in particolare quella di Michael B. Jordan, meritavano una certa attenzione.

Jordan ha rappresentato egregiamente uno dei migliori cattivi del MCU, Killmonger e, anche se l’attore non è ancora stato nominato per un Oscar nella sua giovane e impressionante carriera, il redditor BaronJaster ha affermato che “si sarebbe davvero meritato una nomination per la sua performance in Black Panther“.

Michael Rooker – Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017)

guardiani della galassia oscar

Anche se nel primo film è stato visto per lo più tra i comprimari, come attore non protagonista, a Yondu è stato conferito un ruolo molto più rilevante in Guardiani della Galassia Vol. 2. Poiché il sequel esplora la relazione di Yondu con Peter Quill, Michael Rooker ha dunque avuto la possibilità di indirizzare il personaggio verso nuovi orizzonti.

Oltre ad essere uno dei membri più divertenti e tosti dell’ensemble, Rooker è protagonista di alcuni dei momenti più emozionanti del film, compreso quella del suo sacrificio: sono molti i redditor che hanno ritenuto che Rooker ” meritasse” una nomination agli Oscar come riconoscimento del suo lavoro.

Paul Dano – The Batman (2022)

the batman oscar

Anche se l’uscita del film è recentissima, molti fan stanno già guardando a The Batman come la prossima grande speranza per i film di supereroi agli Oscar: in particolare, la performance di Paul Dano nel ruolo dell’Enigmista è stata definita da molti la migliore del film.

Anche se è un personaggio che opera per lo più nell’ombra, una volta che Dano entra sotto i riflettori, è estremamente convincente nel ruolo del villain; la redditor MrsAshleyStark pensa già che Dano dovrebbe vincere l’Oscar come “miglior attore non protagonista” proprio per questa performance.

Willem Dafoe – Spider-Man: No Way Home (2021)

spider-man: no way home oscar

È stata un’emozione vedere così tanti personaggi che hanno fatto la storia dei film di Spider-Man tornare sul grande schermo in Spider-Man: No Way Home. E, tra gli attori di ritorno che hanno davvero rubato la scena, c’era Willem Dafoe, che ha ripreso il suo ruolo da cattivo di Green Goblin.

Anche se Dafoe è sempre stato impeccabile nei film di Raimi, qui ha avuto la possibilità di sviluppare ulteriormente la componente ironica e al contempo terrificante del suo personaggio, al debutto nel MCU. Il Redditor withdavidbowie ha ritenuto che si trattasse di una performance che “merita totalmente” un po’ di considerazione da parte degli Oscar.

Brie Larson – Captain Marvel (2019)

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Brie Larson è una delle poche attrici che aveva già vinto un Oscar quando è diventata una supereroina per il MCU; nei panni di Captain Marvel, la Larson ha trasferito il suo considerevole talento attoriale in un personaggio che, secondo molti, diventerà una figura centrale dell’universo in futuro.

L’interpretazione della Larson dell’eroina potente e sicura di sé è stata un successo per molti fan, tra cui il redditor SuperCoenBros, che ne è rimasto particolarmente colpito, affermando che la performance della Larson li ha lasciati “in soggezione” e che avrebbero voluto vederla riconosciuta dall’Academy.

Chris Evans – Captain America: The Winter Soldier (2014)

Quando il personaggio di Capitan America è stato” trasferito” nel 21° secolo, all’interno del MCU, non era chiaro quanto questa scelta creativa avrebbe funzionato. Tuttavia, Captain America: The Winter Soldier ha dimostrato che potevano esserci modi interessanti per affrontare lo sviluppo del personaggio in un contesto moderno e la performance di Chris Evans ha davvero aiutato a cementare il tutto.

Oltre ad imporsi come l’implacabile figura del bene, Evans è stato in grado di trasmettere la lotta intestina di Steve Rogers come uomo fuori dal tempo e circondato da persone di cui non si fida. Il redditor Deviator77 è stato tra coloro che hanno lodato Evans per la sua performance e avrebbe voluto vederlo “riconosciuto per i suoi sforzi”.

Marisa Tomei – Spider-Man: No Way Home (2021)

No Way Home

Anche se zia May non ha mai avuto un ruolo di rilievo, Spider-Man: No Way Home l’ha resa un personaggio più centrale nel viaggio di Peter Parker come eroe, rispetto a tutte le avventure precedenti. Marisa Tomei ha continuato a portare umorismo e cuore al personaggio, ma ci ha anche consegnato alcuni momenti veramente potenti dal punto di vista emotivo.

Il Redditor NWestxSWest è stato uno dei numerosi fan rimasti sorpresi dall’incredibile performance della Tomei nel ruolo, di gran lunga superiore allo spazio offertole nei film precedenti.

Robert Downey Jr. – Avengers: Endgame (2019)

In qualità dell’eroe che ha lanciato il franchise, Iron Man è stato il volto del MCU fin dall’inizio ed è giusto dire che l’intero universo cinematografico Marvel non avrebbe potuto decollare se non fosse stato per la performance vincente di Robert Downey Jr.

Avengers: Endgame ha segnato la fine di Iron Man e della permanenza di Downey Jr. nel MCU, dando al personaggio un adeguato addio. Il redditor statictdn era tra i fan che pensavano che fosse possibile che Downy Jr. potesse ricevere “qualcosa che riconoscesse la sua performance e il suo significato nel MCU nel suo complesso”.

Hugh Jackman – Logan (2017)

Hugh-Jackman-in-Logan-Marvel

Anche se era ancora un talento relativamente sconosciuto quando è stato scelto come Wolverine, Hugh Jackman è diventato un’icona del genere supereroistico grazie alla sua performance nel corso di nove film degli X-Men. Tuttavia, Logan è stato il film che ha davvero permesso a Jackman di esplorare il personaggio ulteriormente e in maniera davvero approfondita.

Grazie alla libertà dettata dal fatto che il film fosse vietato ai minori, e alla volontà di spingere il personaggio all’estremo, Jackman è stato in grado di mettere davvero in mostra il suo talento e la complessità del personaggio, al di là della caratterizzazione standard da “duro”. Il redditor Cotanak__ ha dichiarato che se un attore in “un film di supereroi dovesse ricevere un Oscar questo dovrebbe essere Jackman!”.

Katie Holmes: 10 cose che non sai sull’attrice

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Katie Holmes: 10 cose che non sai sull’attrice

Katie Holmes è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema e delle serie tv grazie alla sua classe, al suo talento e alla sua bellezza eterea. L’attrice, ce ha cominciato questa professione quando era una ragazza. è entrata nel cuore di milioni di spettatori in tutto, rimanendoci per tutti questi anni.

Ecco dieci cose da sapere su Katie Holmes.

Katie Holmes: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1997, quando appare per la prima volta sul grande schermo in Tempesta di ghiaccio, per poi continuare con Generazione perfetta (1998), Go – Una notte da dimenticare (1999), I Muppets venuti dallo spazio (1999), Wonder Boys (2000) e The Gift (2000). In seguito, recita in In linea con l’assassino (2002), The Singing Detective (2003), Una teenager alla Casa Bianca (2004), Batman Begins (2005), Than You for Smoking (2005), 3 donne al verde (2008), Un perfetto gentiluomo (2010) e Non avere paura del buio (2011). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Miss Meadows (2014), The Giver – Il mondo di Jonas (2014), Woman in Gold (2015), Touched with Fire (2015), La truffa dei Logan (2017), Caro dittatore (2018), Ocean’s 8 (2018), The Boy – La maledeizione di Brahms (2020) e The Secret – La forza di sognare (2020).

2. Ha lavorato in diverse serie tv. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha lavorato solo per il grande schermo, ma si è prestata spesso anche per lavori seriali. Infatti, è conosciuta ai più per aver preso parte nella serie Dawson’s Creek (1998-2003), oltre che per aver lavorato in Eli Stone (2008), I Kennedy (2011), in un episodio di How I Met Your Mother (2011-2013), Ray Donovan (2015) e The Kennedys After Camelor (2017), dove ha interpretato proprio Jackie Kennedy.

3. È anche doppiatrice, produttrice e regista. L’attrice ha esplorato molto i diversi ambiti del cinema e del mondo seriale in questi anni di carriera, tanto da vestire spesso diversi panni. Ad esempio, ha partecipato al doppiaggio del videogioco Batman Begins (2005), del film Goool! (2013) e delle serie Robot Chicken (2018). In quanto produttrice, ha lavorato alla realizzazione dei film The Romantics (2010) e Touched with Fire (2015), oltre che della serie The Kennedys After Camelot. Inoltre, ha partecipato anche alla produzione del suo primo film da regista, All We Had (2016), e ha diretto anche il corto documentario Eternal Princess (2015) e un episodio di The Kennedys After Camelot (2017).

katie holmes

Katie Holmes e Tom Cruise

4. È stata sposata con Tom Cruise. L’attrice ha sempre avuto un debole per Tom Cruise sin da ragazzina e mai si sarebbe sognata di arrivare a sposarlo. I due si sono conosciuti nel 2005 e, dopo una frequentazione di appena due mesi, si sono fidanzati ufficialmente il 17 giugno dello stesso anno. In seguito, la coppia si è sposata il 18 novembre del 2006 sul lago di Bracciano, di fronte a famiglia e amici. Tuttavia, dopo cinque anni di matrimonio, la coppia ha divorziato nel giugno del 2012.

5. È madre di una figlia. Dalla loro unione, nell’aprile del 2006 è nata la figlia Suri che, però, non vedrebbe il padre da diversi anni. La causa del divorzio e dell’allontanamento dall’attore sarebbe sempre dovuta all’influenza di Scientology, la Chiesa per cui Cruise è uno degli adepti più importanti. Anche se l’attrice continua a scappare da questa setta, pare che sia inevitabilmente controllata dalla stessa e che un passo falso potrebbe compromettere l’affidamento di sua figlia.

Katie Holmes: chi è il suo nuovo fidanzato

6. È stata fidanzata con Jamie Foxx. La notizia della loro frequentazione è uscita allo scoperto solo nel 2017, anche se i due attori si sono frequentati a partire dal 2013. La coppia, infatti, ha sempre badato a tenere un profilo basso circa la loro relazione: pare, inoltre, che firmando le carte del divorzio, alla ex signora Cruise sarebbero stati imposti ben cinque anni di riservatezza sulla sua vita privata, ovvero di farsi vedere sempre single per tutto questo tempo.

7. Ha avuto diversi fidanzati famosi. Nel corso della sua vita l’attrice ha frequentato diversi uomini famosi: tra essi vi è l’attore Chris Klein, con il quale ha avuto una storia durata dal 2003 al 2005. Pare, inoltre, che abbia avuto dei flirt con Josh Hartnett, il cantante, compositore e pianista Peter Cincotti e il collega Alexander Skarsgård. Nel 2020 inizia una relazione con lo chef italo-peruviano Emilio Vitolo proprietario del ristorante di famiglia Emilio’s Ballato situato a Soho, New York. La relazione è però terminata dopo circa otto mesi.

Katie Holmes Instagram

Katie Holmes è Instagram

8. Ha un profilo molto seguito. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 2,4 milioni di persone. Sulla sua bacheca, con quasi duemila post, sono molte le foto che la ritraggono protagonista tra momenti lavorativi, di svago o nostalgia, e sono diverse anche le foto dedicate alla sua famiglia e alla piccola Suri. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

Katie Holmes e Joshua Jackson in Dawson’s Creek

9. Ha avuto una relazione con il collega. Sul set della popolare serie Dawson’s Creek, nella quale interpretava Joey Potter, la Holmes ha conosciuto Joshua Jackson, suo collega che aveva lì il ruolo di Pacey. I due hanno in seguito intrapreso una breve relazione, rimanendo poi in buoni rapporti una volta aver deciso di interrompere il loro legame. Di Dawson’s Creek, inoltre, la Holmes è l’unica di tutto il cast a comparire in ogni episodio.

Katie Holmes: età e altezza

10. Katie Holmes è nata il 18 dicembre del 1978 a Toledo, in Ohio. La sua altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker, Daily Mail

007 Road to a Million: Amazon avvia lo sviluppo di una serie tv

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007 Road to a Million: Amazon avvia lo sviluppo di una serie tv

Una settimana dopo che l’acquisizione di MGM da parte di Amazon è stata ufficialmente finalizzata, Amazon Studios ha iniziato a lavorare su potenziali progetti incentrati sull’ampia libreria di film e programmi TV di MGM. Ed oggi arriva da Variety  la notizia che uno dei primi progetti attualmente in fase di sviluppo (007 Road to a Million) è una serie di gare competitive, incentrata sul franchise di James Bond.

Prime Video ha ufficialmente dato un ordine per la serie  007 Road to a Million, in cui i concorrenti si sfideranno per il premio in denaro di $ 1,3 milioni. Questa è la prima volta che il franchise di spionaggio di lunga data si avventura in televisione.

Road to a Million di 007, di cosa parlerà la serie tv? 

Road to a Million di 007 arriva dai proprietari del franchise Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, che saranno i produttori esecutivi della serie di otto episodi attraverso il loro marchio EON Productions. La serie è una produzione 72 Films britannica e della MGM Television.

007 Road to a Million che sarà incentrata su competizioni a tema James Bond sarà girato in diversi luoghi storici che erano presenti nei precedenti film di Bond. Il team di due membri dovranno superare un “test di intelligenza e resistenza”, che include “il superamento di ostacoli fisici e la risposta corretta a domande nascoste in diverse località del mondo prima di poter passare alla prossima sfida”.

007 Road to a Million senza sceneggiatura sarà prodotta da David Glover per 72 Films insieme a Barry Poznick e Mark Burnett per MGM. Dom Bird supervisionerà il progetto per conto dello studio. La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno, con il casting ancora in corso.