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Kerry Washington: 10 cose che non sai sull’attrice

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Kerry Washington: 10 cose che non sai sull’attrice

Kerry Washington è una di quelle attrici che ha contribuito a fare la storia del cinema e della televisione recente grazie alla sua versatilità e alle sue incredibili interpretazioni. L’attrice, che ha recitato anche in diverse serie e ha sperimentato la produzione e la regia, è entrata nel cuore degli spettatori sin da subito con il suo grande talento.

Ecco dieci cose da sapere su Kerry Washington.

Kerry Washington: i suoi film e le serie TV

1. I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attrice è iniziata nel 2000 grazie al film Our Song. Ha poi recitato in Save the Last Dance (2001), Bad Company – Protocollo Praga (2002), Il delitto Fitzgerald (2003), La macchia umana (2003) e Sin – Peccato mortale (2003). In seguito, lavora in Against the Ropes (2004), Lei mi odia (2004), Ray (2004), Mr. & Mrs. Smith (2005), I Fantastici 4 (2005), Quel nano infame (2006), L’ultimo re di Scozia (2006), The Dead Girl (2006), Manuale d’infedeltà per uomini sposati (2007) e I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007). Tra i suoi ultimi lavori cinematografici, vi sono Miracolo a Sant’Anna (2008), La terrazza sul lago (2008), Mother and Child (2009), Night Catches Us (2010), The Details (2011), Una bugia di troppo (2012), Django Unchained (2012), American Son (2019) e The Prom (2020).

2. Ha lavorato spesso anche per il piccolo schermo. Oltre la carriera realizzata nel mondo del cinema, l’attrice ha svolto anche un percorso recitativo per quanto riguarda il piccolo schermo. Infatti, ha iniziato a recitare proprio grazie alla serie ABC Afterschool Specials nel 1994, per poi proseguire con Standard Deviants (1996), New York Police Department (2001), Deadline (2001), Law & Order – I due volti della giustizia (2001), 100 Centre Street (2001), The Guardian (2002), Wonderfalls (2004) e Boston Legal (2005-2006). Successivamente, ha lavorato in Psych (2008), Le regole del delitto perfetto (2018) e Scandal (2010-2018). Nel 2020 ha invece recitato in Tanti piccoli fuochi.

3. È anche produttrice e regista. Oltre al suo amore per la recitazione, l’attrice ha esplorato diversi campi lavorativi, ad esempio, vestendo i panni della produttrice e lavorando alla realizzazione dei film Confirmation (2016), Man of the House (2018) e 24-7 (2022), ma anche delle serie Scandal e Tanti piccoli fuochi. Inoltre, in quanto regista ha diretto un episodio di Scandal, uno della serie SMILF (2019) e due della serie Insecure (2021).

kerry washington

Kerry Washington in Save the Last Dance

4. In questo film ha avuto il suo primo ruolo di rilievo. Il primo ruolo importante nella carriera di Kerry Washington è arrivato grazie al film Save the Last Dance, dove interpreta Chenille. All’epoca l’attrice lavorava come supplente ed è stata pagata così poco per il film che ha poi dovuto tornare a quel lavoro. È però andata ad insegnare alle scuole elementari, perché, come da lei affermato, gli studenti delle scuole superiori si presentavano continuamente per incontrarla avendo visto il film. In seguito è stata contattata per altri ruoli ed ha potuto proseguire la carriera di attrice.

Kerry Washington in Scandal

5. Ha avuto una nomination ai Golden Globe. Grazie alle sue performance nella popolare Scandal, serie creata da Shonda Rhimes, nella quale interpreta l’avvocato Olivia Pope, l’attrice ha conquistato una nomination ai Golden Globe del 2014 per la Miglior attrice protagonista in una serie drammatica, senza però riuscire a vincere ma affermandosi comunque una volta di più nel panorama seriale statunitense.

Kerry Washington in Django Unchained

6. Il suo personaggio è unico. L’attrice ha definito il suo personaggio in Django Unchained, Broomhilda, un donna davvero unica e con un tipo diverso di forza, ovvero quella emotiva, spirituale e psicologica: “Una delle cose che ho davvero amato di questo personaggio è che lei esiste in un momento in cui, storicamente, le donne di colore erano forti per necessità”. Tali elementi sono poi ciò che l’hanno spinta ad accettare subito la parte.

7. Ha ricercato il massimo del realismo per il suo personaggio. L’attrice ha cercato di portare autenticità alla sua interpretazione in diversi modi. L’attore che interpretava il suo supervisore usava una frusta finta, ma la Washington ha insistito affinché venisse davvero colpita alla schiena. Per rendere ancor più drammatica la sua punizione all’interno di un contenitore di metallo sotterraneo delle dimensioni di una bara, lei e Tarantino hanno convenuto che avrebbe trascorso del tempo in questa già prima dell’inizio delle riprese, in modo che la sensazione di reclusione fosse il più realistica possibile.

kerry washington

Kerry Washington: chi è suo marito

8. È sposata da qualche anno. L’attrice si è sposata per la prima volta il 24 giugno del 2013, dopo essersi frequentata per circa un anno, con Nnamdi Asomugha, ex giocatore di football americano e anche attore. Dall’unione con il marito sono nati due figli a distanza di due anni: infatti, il 21 aprile del 2014 è nata Amarachi, mentre il 5 ottobre del 2016 è nato Caleb.

Kerry Washington è su Instagram

9. Ha un profilo molto seguito. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 6.5 milioni di persone in tutto il mondo. Sulla sua bacheca sono presenti molte foto che la vedono protagonista tra momenti di lavoro e svago con colleghi e amici. Tuttavia, sono rare le immagini che riguardano qualche componente della sua famiglia, confermando la sua volontà di mantenere grande riservatezza circa la sua vita privata.

Kerry Washington: età e altezza

10. Kerry Washington è nata il 31 gennaio del 1977 nel Bronx, a New York. La sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider

La stanza delle meraviglie: tutto quello che c’è da sapere sul film

Regista di struggenti melodrammi come Lontano dal paradiso e Carol, Todd Haynes ha nel 2017 portato sul grande un film che è tanto un omaggio al cinema quanto un intrigante racconto sul mistero che lega epoche e personaggi apparentemente privi di ogni collegamento tra loro. Si tratta di La stanza delle meraviglie (qui la recensione), il cui titolo originale è Wonderstruck. Il film è basato sull’omonimo romanzo di Brian Selznick, già celebre per il libro da cui è stato tratto Hugo Cabret, e che firma qui anche la sceneggiatura. Insieme lui e Haynes hanno lavorato per tenere vivi gli elementi primari del racconto, tra i quali ciò a cui il titolo fa riferimento.

La stanza delle meraviglie, anche note come Wunderkammer, erano una sorta di museo dove veniva accumulata senza ordine prestabilito qualsiasi cosa che potesse destare stupore. Haynes pone così al centro del film un qualcosa che diviene anche metafora stessa del cinema, ovvero quel luogo che sembra poter contenere tutte le meraviglie possibili e impossibili. Presentato in concorso al Festival di Cannes, il film ha poi ottenuto una buona accoglienza di critica e pubblico. Merito anche della natura del film, costruito sì come un toccante dramma ma anche come un avvincente film per famiglie, pensato appositamente per un pubblico di grandi e piccoli.

Composto da un cast di celebri attori e alcuni sorprendenti esordienti, ricostruzioni scenografiche strabilianti ed una fotografia stupefance, il film di Haynes è davvero un titolo da non lasciarsi sfuggire, capace di regalare la meraviglia che promette. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al libro e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La stanza delle meraviglie: la trama del film e il libro

Protagonisti del film sono Ben e Rose, due bambini sordi nati e vissuti in epoche diverse, a distanza di cinquant’anni l’uno dall’altro. La storia di Rose si svolge infatti nel New Jersey del 1927, districandosi tra l’assenza di amici, un padre eccessivamente protettivo e il sogno di incontrare una celebre attrice del cinema muto, di cui raccoglie foto e ritagli di giornale. Ben, al contrario, abita nel Minnesota del 1977 e sogna di incontrare il padre che non ha mai conosciuto. Le loro storie scorrono parallele, fino a quando una serie di coincidenze li porterà ad avvicinarsi sempre di più.

Entrambi, infatti, intraprendono una ricerca che li porta a New York. Lì Rose spera di incontrare finalmente l’attrice Lillian Mayhew, mentre Ben, a partire da un indizio lasciatogli dalla defunta madre Elaine, va alla ricerca del padre e delle sue origini. Le loro rispettive avventure, caratterizzate da speranze, pericoli e dalla difficoltà nel comunicare e nel farsi capire, li porteranno sempre più lontani da casa, alla ricerca del proprio posto nel mondo. Più si spingeranno oltre, più le loro storie si legheranno e influenzeranno in modi tanto inaspettati quanto sorprendenti.

Per quanto riguarda il libro di Selznick, egli porta avanti con La stanza delle meraviglie quanto già realizzato per La straordinaria invenzione di Hugo Cabret. In questo, infatti, lo scrittore combinava testo scritto ad illustrazioni. Ciò avviene anche per La stanza delle meraviglie, ma in modo diverso. Egli ha infatti qui alternato la storia scritta con quella illustrata, facendole intrecciare soltanto alla fine. Ciò permette ai lettori di vivere la storia dei due protagonisti attraverso i loro occhi, sperimentando quello stesso silenzio che è una costante della loro vita.

La stanza delle meraviglie libro

La stanza delle meraviglie: il cast di attori del film

Per il ruolo di Rose, Haynes ha espressamente chiesto di avere una bambina realmente non udente, che potesse pertanto dare più sincerità e credibilità al suo personaggio. Dopo aver incontrato la comunità di non udenti e aver valutato oltre 200 bambini, il regista decise di affidare il ruolo a Millicent Simmonds, oggi nota anche per A Quiet Place. Pur non avendo esperienze pregresse nella recitazione, la giovane convinse da subito tutti con il suo videoprovino, dove si raccontava utilizzando la lingua dei segni. Per il ruolo di Ben, invece, è stato scelto Oakes Fegley, visto anche in Il drago invisibile e Il cardellino.

L’attrice premio Oscar Julianne Moore interpreta il doppio ruolo di Lillian Mayhew e della Rose ormai adulta. Michelle Williams, invece, è Elaine, la madre di Ben. Nel film sono poi presenti gli attori Jaden Michael nei panni di Jamie e Raul Torres in quelli di suo padre. Cory Michael Smith interpreta Walter, mentre Tom Noonan è la versione di Walter da anziano. James Urbaniak è il dottor Kincaid, mentre Amy Hargreaves è la zia Jenny. A tutti gli attori principali, il regista ha inoltre chiesto di passeggiare per New York indossando degli speciali auricolari che isolavano ogni rumore. Ciò ha permesso agli attori di mettersi nei panni di Ben e Rose, comprendendo meglio la loro situazione.

La stanza delle meraviglie: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La stanza delle meraviglie grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 29 marzo alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley finalmente in home video

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La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley, il film Searchlight Pictures diretto da Guillermo del Toro candidato a 4 premi Oscar, è disponibile disponibili in Home Video in versione Blu-Ray e DVD che include anche tanti contenuti extra inediti che trasporteranno gli spettatori direttamente dietro le quinte dei film, per scoprire retroscena, curiosità e Fun Facts con il commento del cast e dei filmmaker.

Quando si avvicina alla chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e a suo marito Pete (David Strathairn), ex mentalista, in un luna park itinerante, il carismatico ma sfortunato Stanton Carlisle (Bradley Cooper) vede spianata la strada per il successo, usando le sue nuove conoscenze per truffare la ricca elite della società newyorkese degli anni Quaranta. Con la virtuosa Molly (Rooney Mara) lealmente al suo fianco, Stanton trama per truffare un pericoloso magnate (Richard Jenkins) con l’aiuto di una misteriosa psichiatra (Cate Blanchett) che però potrebbe essere la sua più formidabile rivale.

La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è diretto da Guillermo del Toro, con una sceneggiatura di Guillermo del Toro e Kim Morgan basata sul romanzo di William Lindsay Gresham, e prodotto da Guillermo del Toro (P.G.A.), J. Miles Dale (P.G.A.) e Bradley Cooper (P.G.A.). Il film è interpretato da Bradley Cooper, Cate BlanchettToni ColletteWillem Dafoe, Richard JenkinsRooney MaraRon Perlman David Strathairn..

CONTENUTI EXTRA La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley

  • Il neo-noir di Del Toro – Lo sceneggiatore-regista Guillermo del Toro e il suo eccezionale cast decifrano il mondo complesso e oscuro di Nightmare Alley – La Fiera delle Illusioni. Il filmmaker rivela come la sua versione di noir affondi le radici nel cinema classico ma offra una narrazione moderna e accessibile.
  • Sotto il tendone – La scenografa Tamara Deverell e il suo team di talento hanno abilmente realizzato il mondo decadente di una fiera itinerante e quello di una dorata alta società art déco, di grande impatto visivo. Vediamo in che modo questo aspetto abbia contribuito alla cinematografia a cavallo tra più generi di Del Toro.
  • Cosa esiste ai margini – Il costumista Luis Sequeira illustra la sua collaborazione con Guillermo del Toro e rivela il simbolismo costantemente in gioco nel design degli abiti di scena accuratamente realizzati per il film.
*I contenuti extra potrebbero variare in base al formato
SCHEDA PRODOTTO

Cast: Bradley Cooper (Stanton Carlisle)
Cate Blanchett (Dottoressa Lilith Ritter)
Toni Collette (Zeena Krumbein)
Willem Dafoe (Clem Hoatley)
Richard Jenkins (Ezra Grindle)
Rooney Mara (Molly Cahill)
Ron Perlman (Bruno)
Mary Steenburgen (Felicia Kimball)
David Strathairn (Pete Krumbein)
Regia: Guillermo del Toro
Produttori: Guillermo del Toro (P.G.A.), J. Miles Dale (P.G.A.), Bradley Cooper (P.G.A.)
Sceneggiatura: Guillermo del Toro, Kim Morgan
Musiche: Nathan Johnson
Basato sul libro di: William Lindsay Gresham
SPECIFICHE TECNICHE
Formati: Blu-Ray, DVD
Durata: 150 minuti circa
Rating: 14+
Aspect Ratio: 1.85:1
Audio: Blu-Ray: Italiano e Tedesco DTS Digital Surround 5.1; Inglese DTS-HD MA 7.1;
DVD: Italiano, Inglese e Tedesco Dolby Digital 5.1;
Sottotitoli: Blu-Ray: Italiano, Inglese per non udenti e Tedesco.
DVD: Italiano, Inglese per non udenti e Tedesco.

Star Wars: chi sarebbe il tuo maestro Jedi in base al calendario cinese?

Non c’è dubbio che i Jedi siano alcuni dei personaggi più importanti della tradizione filmica e narrativa di Stars Wars. Il loro grado di sensibilità alla Forza e l’impegno come rappresentanti di un idea di bene politico nella Galassia, sono caratteristiche essenziali nelle più belle storyline della saga.

Per questo, molti spettatori si sono chiesti, se fossero loro stessi un Padawan, quale dei tanti Jedi di Star Wars sarebbe il loro maestro: è lo schema dello zodiaco cinese a fornirci una grande quantità di informazioni su quale Jedi sarebbe un maestro adatto per ogni segno!

Topo – Ahsoka

star wars

Ahsoka Tano è uno dei personaggi più amati del canone, e per buone ragioni. Come una delle allieve di Anakin prima della sua caduta, è stata testimone di alcuni dei peggiori eventi della storia della Galassia e, anche nelle sue ultime apparizioni, mantiene lo spirito focoso che la caratterizzava come Padawan.

Pertanto, si abbinerebbe bene con l’arguto e affascinante Topo del calendario cinese: i due sarebbero senz’alcun dubbio un’accoppiata temibile!

Bue – Ki-Adi-Mundi

star wars

Ki-Adi-Mundi è uno dei Jedi più affascinanti dell’universo di Star Wars, soprattutto grazie al suo approccio rigorosamente logico al mondo, in parte legato alla sua stessa natura. Tuttavia, sebbene questa caratteristica fosse utile in alcune circostanze, ha rischiato anche di nascondere ai suoi occhi diverse problematiche.

Questo significa che si abbinerebbe molto bene con il segno del Bue, noto per il suo punto di vista conservatore e talvolta testardo.

Tigre – Yoda

yoda star wars

Il Maestro Yoda è indiscutibilmente uno dei Jedi più potenti e influenti apparsi in Star Wars. È anche, in particolare, il più saggio, con una profonda conoscenza del mondo che ha influenzato i grandi avvenimenti della Galassia; sebbene sia conosciuto per il tono di voce “dolce”, è spesso molto fermo e autorevole nei suoi giudizi.

Sarebbe un buon maestro per la Tigre, il segno cinese che presenta proprio queste caratteristiche, e potrebbe fornire un utile equilibrio alla natura emotiva della Tigre.

Coniglio – Rey

Star Wars: L'Ascesa di Skywalker

Rey è uno dei migliori personaggi emersi della trilogia sequel di Star Wars, nonché uno dei più forti. Fermamente motivata dalle sue credenze e convinzioni, è il tipo di persona che combatterà sempre per quello che crede sia giusto.

Il Coniglio, un segno caratterizzato da forte capacità di compassione e sincerità, sarebbe un buon Padawan per lei, poiché insieme perseguirebbero sempre la giustizia.

Drago – Anakin

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Ci sono pochi personaggi di Star Wars così tragici come Anakin Skywalker, e molte delle storyline principali della serie ruotano intorno a lui e alle sue azioni. È anche un Jedi molto impetuoso e appassionato, qualcuno che lascia che le sue emozioni interferiscano troppo spesso con il suo buon senso.

Tuttavia, questo è ciò che lo renderebbe un buon compagno per il Drago, la cui cordialità sarebbe un ottimo compromesso per la tendenza di Anakin a reagire con rabbia a qualsiasi tipo di contrattempo.

Serpente – Kit Fisto

In contrasto con altri Jedi, piuttosto rigidi e testardi nei cambiamenti, Kit Fisto è noto sia per il suo senso dell’umorismo che per il suo approccio relativamente rilassato alla maggior parte dei problemi della vita.

Il Serpente è riconosciuto per essere sia molto socievole che molto intelligente, perciò un Padawan di quel segno si combinerebbe bene con la personalità di Fisto, e questo farebbe di loro un formidabile duo Jedi.

Cavallo – Luke

Molti sarebbero d’accordo sul fatto che Luke Skywalker è uno dei migliori personaggi di Star Wars nella storia del franchise: è il suo viaggio da eroe, dopo tutto, che ha lanciato il fulcro narrativo della prima trilogia. È un personaggio indipendente e, come ha dimostrato più volte, a cui piace fare le cose a suo modo.

Luke sarebbe un buon maestro per il Cavallo, e i due senza dubbio tirerebbero fuori il meglio l’uno dall’altro, sia lavorando in maniera autonoma che cercando allo stesso tempo di sostenersi a vicenda.

Capra – Mace Windu

Samuel L. Jackson ha interpretato molti grandi ruoli, ma Mace Windu è uno dei suoi migliori. Pragmatico e saggio ma anche impavido, Windu è il tipo di persona che non avrebbe mai pensato di poter arrivare a sfidare niente meno che Palpatine stesso (e lo avrebbe anche sconfitto, se non fosse stato per Anakin).

Anche se ha una personalità potente, questa si abbinerebbe bene alla Pecora, un segno caratterizzato dal suo atteggiamento pacifico e mite. Mace aiuterebbe infatti un Padawan di questo segno ad uscire dal proprio guscio e ad abbracciare il potere di un Jedi.

Scimmia – Yarael Poof

La personalità di Yarael, come quella di molti altri Jedi, possiede sfaccettature diverse: anche se è spesso sereno e tranquillo, è capace di giocare brutti scherzi, il che dimostra una nota di malizia nel suo carattere.

In questo caso, è logico che si abbinerebbe bene con un Padawan Scimmia, dalla personalità energica e divertente, che avrebbe molto da imparare da questo particolare Jedi.

Gallo – Qui-Gon

Qui-Gon è un altro dei personaggi iconici di Star Wars, e uno dei migliori ruoli in assoluto dell’attore Liam Neeson. E’ il tipo di Jedi che sembrava amasse infrangere le regole, anche se ha mostrato ripetutamente di riporre molta fiducia nei principi di empatia e compassione.

Si associa quindi bene con il Gallo, segno caratterizzato da una vena laboriosa e pratica, che tenderebbe a mettersi spesso in competizione con il proprio Jedi.

Cane – Obi-Wan

Obi-Wan KenobiDurante la sua lunga carriera come Jedi, Obi-Wan ha affrontato molti nemici iconici, e di volta in volta ha dimostrato di essere un uomo di formidabile integrità e potere. Nonostante la sua mentalità tradizionalista e rigida, è stato anche capace di profonda empatia, incredibilmente leale con coloro che si guadagnano la sua fiducia.

Si troverebbe quindi bene alla guida di un Padawan nato sotto il segno del Cane,  caratterizzato da onestà e gentilezza.

Maiale – Plo Koon

Plo Koon è sempre stato lodato per la sua saggezza come Jedi, che tanti gli invidiavano; profondamente premuroso e gentile, si è continuamente dimostrato disponibile ad aiutare gli altri.

Dato che il Maiale è caratterizzato sia dalla sua natura amorevole che dalla sua tolleranza, un Padawan di tale segno avrebbe molto da imparare, e anche da insegnare, a Plo Koon.

Paola Malanga è la nuova Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma

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Paola Malanga è la nuova Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma. L’ha nominata oggi, martedì 29 marzo 2022, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cinema per Roma presieduto da Gian Luca Farinelli (in rappresentanza di Roma Capitale) e composto da Valerio Toniolo (Camera di Commercio di Roma), Laura Delli Colli (Regione Lazio), Daniele Pitteri (Fondazione Musica per Roma) e Nicola Maccanico (Cinecittà S.p.A. in rappresentanza del Ministero della Cultura).

Giornalista e critica cinematografica, tra i fondatori della rivista Duel e tra i principali collaboratori di Paolo Mereghetti per il Dizionario dei Film, autrice di celebri saggi su alcuni grandi autori del cinema mondiale e vicedirettrice di Rai Cinema, Paola Malanga sarà Direttrice Artistica della Festa del Cinema per il triennio 2022-2024.

“È per me un grande onore ricevere quest’incarico, prestigioso e inaspettato, da Gian Luca Farinelli, neo Presidente della Fondazione Cinema per Roma, che ringrazio, insieme ai membri del Consiglio di Amministrazione, per la fiducia e il coraggio di una scelta inedita – dichiara Paola Malanga – Accolgo questa sfida importante con l’entusiasmo e l’amore per il cinema che da oltre trent’anni caratterizzano il mio lavoro, nella consapevolezza del momento storico che il settore cinematografico e la città di Roma stanno attraversando per costruire un futuro al passo coi tempi. Ci aspettano ora mesi di lavoro intenso, sicuramente appassionante, il cui baricentro sarà il cinema in tutte le sue sfumature, in una delle poche città al mondo protagoniste della storia del cinema”.

PAOLA MALANGA

Milanese, classe 1966, attualmente è Vice Direttore di RaiCinema, Responsabile dell’Area Prodotto (Produzione cinema, Acquisizioni cinema e tv, Prodotto estero per la distribuzione), a diretto riporto dell’Amministratore Delegato.

Di formazione umanistica, si è specializzata in ambito cinematografico attraverso attività giornalistiche, editoriali e di collaborazione ai festival di cinema più importanti prima di approdare a Rai Cinema, nel 2000, in qualità di dirigente esperta di prodotto.

Nel 1993, insieme a Gianni Canova, è stata tra i fondatori di Duel, rivista di cinema e televisione, dal 1992 al 2000 ha collaborato stabilmente al Dizionario dei Film di Paolo Mereghetti e dal 1996 al 2000 a Ciak sotto la direzione di Piera Detassis; nel 1996 ha pubblicato Tutto il cinema di Truffaut (Baldini e Castoldi), riedito nel febbraio 2022 come Il cinema di Truffaut in occasione dei 90 anni del regista, e nel 1998 Marco Bellocchio. Catalogo ragionato(edizioni Olivares) per la prima retrospettiva mondiale dedicata all’autore tenutasi al Festival di Locarno sotto la direzione di Marco Muller.

  • Nel 1999 ha fatto parte della giuria del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, presieduta da Michel Piccoli, per l’assegnazione della Caméra d’or alla migliore opera prima.
  • Dal 2000 al 2013 ha lavorato a Rai Cinema come responsabile di Valutazione Prodotto Acquisti Free Tv, Acquisizioni Full Rights e responsabile di Documentari e Innovazione Prodotto.
  • Dal 2007 al 2011 ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione di 01 Distribution.
  • Dal 2013 al 2015 è stata Vice Direttore di Rai5 in occasione del restyling culturale del canale.
  • Nel 2015 è tornata a Rai Cinema in qualità di Vice Direttore, Responsabile dell’Area Prodotto che comprende Produzioni e Acquisizioni.
  • Nel 2016 ha partecipato per RAI al Tavolo Tecnico sui Documentari, sezione Industria Creativa, in occasione della Consultazione sul Servizio Pubblico Radio-Tv per la nuova concessione, organizzata dal Ministero per lo Sviluppo Economico.

Esperta di storytelling nelle sue varie declinazioni editoriali, capace di dialogare efficacemente con autori e produttori italiani e incisiva nell’individuare nuovi talenti, profonda conoscitrice dei mercati nazionali e internazionali e abile nel condurre negoziazioni complesse, valente nell’organizzare e coordinare armoniosamente il lavoro di squadra in settori diversi, coinvolgendo e motivando i collaboratori al raggiungimento degli obiettivi, nel corso di oltre vent’anni di esperienza dirigenziale presso Rai Cinema e Rai ha ampliato e perfezionato le proprie competenze sia di prodotto che manageriali, affrontando le sfide strategiche dei mutati scenari culturali e di business con risultati agevolmente riscontrabili nel contesto professionale in cui opera.

Perché gli amanti del cinema tendono a usare i servizi VPN più frequentemente delle altre persone?

Tra le nuove tecnologie che hanno rivoluzionato la nostra vita quotidiana negli ultimi anni ci sono sicuramente le Virtual Private Network (VPN), reti private virtuali in grado di garantire anonimato e sicurezza a chiunque decida di sfruttare le loro infinite potenzialità. Questo tipo di navigazione online è particolarmente in voga tra gli appassionati di cinematografia internazionale, che hanno presto imparato a raggirare i limiti imposti dalla geolocalizzazione alle piattaforme di streaming online. L’uso di una VPN, infatti, permette di migliorare le prestazioni di aziende come Netflix e Amazon Prime evitando filtri, superando blocchi regionali e nascondendo l’identità di chi naviga. Un’opportunità davvero imperdibile per chiunque sia appassionato di cinema internazionale, che sfruttando questa tecnologia può garantirsi l’accesso ad un catalogo illimitato di film e serie tv.

L’utilizzo di VPN per piattaforme di streaming online

Gli amanti del cinema conoscono molto bene Netflix, la piattaforma di streaming più famosa e diffusa nel nostro paese. Nonostante la sua fama Netflix ha impiegato diversi anni ad arrivare in Italia, nascendo prima di tutto come servizio statunitense. Nonostante oggi l’azienda sia una delle più importanti a livello nazionale, il catalogo italiano è estremamente ridotto rispetto a quello messo a disposizione degli utenti americani. Distributori di VPN come Surfshark permettono di raggirare facilmente questa limitazione: localizzando l’utente come se si trovasse in un altro paese la VPN riesce ad aprire i cataloghi di cinematografia estera, mettendoli a piena disposizione di chi usufruisce del servizio. Purtroppo Netflix da qualche tempo a questa parte ha deciso di bloccare l’accesso alla piattaforma ai clienti che usano VPN gratuite; restano perfettamente funzionanti le VPN a pagamento, chiaramente più efficienti di quelle disponibili gratuitamente.

La differenza tra VPN gratuite e a pagamento

Diversamente da quanto si potrebbe pensare le VPN non sono tutte uguali, e prima di tutto si dividono in due grandi gruppi: quelle gratuite e quelle a pagamento. Le VPN gratuite, seppur spesso funzionali, non sono mai troppo sicure e limitano la velocità di navigazione dell’utente in maniera significativa. Quelle a pagamento, invece, garantiscono tempi di download ottimali e sono di gran lunga più efficienti delle concorrenti gratuite. Per evitare inconvenienti i provider di VPN offrono spesso ai clienti la possibilità di iniziare un periodo di prova gratuito prima di acquistare una VPN più seria.

L’uso di VPN per gli italiani all’estero

Come abbiamo visto le Virtual Private Network servono soprattutto a raggirare i limiti geografici e rendersi invisibili nella rete del web, e sono proprio questi due i benefici più grandi che ricevono tutti coloro che utilizzano questa tecnologia per guardare il cinema online. Abbiamo parlato a lungo di come le VPN ci aiutino ad accedere ai cataloghi esteri, ma la stessa cosa vale anche per i cittadini italiani che si trovano all’estero. Sia Mediaset che Rai, per esempio, non permettono l’accesso ai contenuti registrati sui propri siti web da parte di chi si trova fuori dal nostro paese. L’utilizzo di una VPN localizzata in Italia può riaprire le porte delle due società, permettendo a tutti gli expat e turisti in viaggio di continuare a guardare i propri programmi preferiti senza problemi.

Hopper e il Tempio Perduto: trailer del film d’animazione

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Hopper e il Tempio Perduto: trailer del film d’animazione

Sony Picture Italia dopo il teaser ha diffuso il trailer di Hopper e il Tempio Perduto, il nuovo film d’animazione che debutterà il 21 Aprile 2022 solo al cinema!

Hopper e il Tempio Perduto, la trama

Hopper è il giovane e coraggioso protagonista di questa storia, il cui più grande desiderio è quello di essere accettato da tutti e diventare un grande avventuriero al pari del suo padre adottivo, il re Peter. Quando suo zio Lapin, il “cattivo” del Regno, scappa di prigione e minaccia di rovesciare il Re, Hopper mette da parte ogni esitazione e decide di imbarcarsi in un’epica corsa contro il tempo insieme ad Abe la tartaruga, suo sarcastico aiutante e amico, e Meg, una spericolata puzzola esperta di arti marziali, per fermare le ambizioni dello zio e scoprire così la sua vera natura di lepre un po’ “speciale”. Hopper e il Tempio perduto racconta un viaggio ricco di emozioni e avventure, ma anche una storia di crescita e amicizia per tutta la famiglia.

Top Gun: Maverick, il nuovo trailer italiano

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Top Gun: Maverick, il nuovo trailer italiano

Ecco il nuovo trailer di Top Gun: Maverick, diretto da Joseph Kosinski, scritto da Ehren Kruger e Eric Warren Singer e Christopher McQuarrie e interpretato da Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm, Glen Powell, Lewis Pullman, Charles Parnell, Bashir Salahuddin, Monica Barbaro, Jay Ellis, Danny Ramirez, Greg Tarzan Davis con Ed Harris e Val Kilmer. Produttori Jerry Bruckheimer, Tom Cruise, Christopher McQuarrie, David Ellison.

Top Gun: Maverick, il poster

Tutto quello che sappiamo su Top Gun: Maverick

Dopo più di trent’anni di servizio come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per volarci incontro.

Tom Cruise e Val Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom “Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer ConnellyJon Hamm Miles Teller. Il film arriverà al cinema il 26 maggio 2022.

Il muto di Gallura gratis al cinema con Cinefilos.it, scopri come!

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, Il muto di Gallura, il nuovo film di Matteo Fresi. Ecco le città e le sale in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

  • ROMA – MULTISALA LUX
Giovedì 31 marzo – 20 biglietti (10 x 2)
Venerdì 1 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Sabato 2 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Domenica 3 aprile – 40 biglietti (20 x 2)
 
  • ROMA – CINEMA GREENWICH
Giovedì 31 marzo – 20 biglietti (10 x 2)
Venerdì 1 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Sabato 2 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Domenica 3 aprile – 40 biglietti (20 x 2)
 
  • TORINO – CINEMA GREENWICH
Giovedì 31 marzo – 10 biglietti (5 x 2)
Venerdì 1 aprile – 10 biglietti (5 x 2)
Sabato 2 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
Domenica 3 aprile – 30 biglietti (15 x 2)
 
  • MILANO – ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
Giovedì 31 marzo – 10 biglietti (5 x 2)
Sabato 2 aprile – 20 biglietti (10 x 2)
Domenica 3 aprile – 20 biglietti (10 x 2)

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo indicato e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità ed al Green Pass.

Il trailer de Il muto di Gallura

La Svolta: dal 20 aprile su Netflix l’esordio di Riccardo Antonaroli

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Dopo essere stato presentato in anteprima Fuori concorso alla 39a edizione del Torino Film Festival, esce su Netflix il 20 aprile il film La Svolta, esordio al lungometraggio di Riccardo Antonaroli con, tra gli altri: Andrea Lattanzi, Brando Pacitto, Ludovica Martino, Max Malatesta, Chabeli Sastre Gonzalez, Federico Tocci, Tullio Sorrentino, Cristian Di Sante, Aniello Arena, Grazia Schiavo, Claudio Bigagli, con la partecipazione straordinaria di Marcello Fonte e un brano scritto e interpretato appositamente da Carl Brave.

La Svolta, prodotto da Rodeo Drive e Life Cinema con Rai Cinema, è un racconto intimo e delicato di due solitudini che si incontrano: Ludovico (interpretato dal talentuosissimo Brando Pacitto in un ruolo insolito), che vive rintanato nel vecchio appartamento della nonna ed è troppo spaventato dalla vita per uscire fuori nel mondo e mostrare se stesso, e Jack (l’ottimo Andrea Lattanzi) che invece ostenta durezza e determinazione.

La convivenza forzata dei due protagonisti, però, si trasforma man mano in un vero e proprio percorso d’iniziazione all’età adulta, alla scoperta dei rispettivi veri caratteri, in un’alternanza di comico e drammatico, di gioia e di dolore. E quando la realtà dura che li bracca spietata arriva a presentargli il conto, dovranno affrontarla, forti di una nuova consapevolezza e di un insperato coraggio.

L’alternanza dei registri del film è accompagnata anche da una cifra stilistica che si muove con abilità fra inquadrature statiche e composte, che ritraggono una suggestiva location come lo storico quartiere popolare di Roma Garbatella (in cui il film è interamente ambientato), e una dimensione estetica più “sporca” e mobile, in cui a soffermarsi sul volto dei due attori è una macchina a mano.

La Svolta è un film che gioca con i generi, presentandosi come una sorta di “road movie da fermo” ma è anche un omaggio al cinema di genere (e non solo). Per l’intero decorso narrativo, infatti, si colgono numerose citazioni e ispirazioni – da quelle più esplicite come il celebre film di Dino Risi Il Sorpasso, a quelle più estetiche che si rifanno all’immaginario letterario del comics.

Il tutto viene accompagnato dalle note e dalle parole di Carl Brave, uno dei rapper più noti e acclamati della scuola romana, che per il film ha scritto e interpretato l’omonimo brano musicale La Svolta.

La Svolta – il poster

Oscar 2022: mini reunion di Spider-Man: No Way Home sul red carpet

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Sul red carpet degli Oscar 2022 c’è stata una piccola, ma significativa, reunion di Spider-Man: No Way Home. Zendaya e Andrew Garfield, che nel film SONY interpretano MJ e Peter 3, hanno trovato il tempo di immortalarsi in un selfie, insieme al pubblico di militari alle loro spalle:

Tutto quello che dovete sapere sugli Oscar 2022

Entrambi gli attori erano protagonisti della serata, Andrew Garfield perché nominato per la migliore performance maschile in Tick Tick… Boom!, Zendaya perché parte del cast di Dune, film che aveva dieci nomination e che ne ha portate a casa ben 6, risultando il film più premiato della notte degli Oscar 2022.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Moon Knight: ecco perché non ha troppi collegamenti con il MCU

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Moon Knight: ecco perché non ha troppi collegamenti con il MCU

Il produttore di Moon Knight spiega la mancanza di connessione della prossima serie con il resto del Marvel Cinematic Universe (MCU). L’imminente miniserie Disney+ vede come protagonista Oscar Isaac nei panni del supereroe dei fumetti Marvel, un personaggio non ancora adattato in forma cinematografica dalla Marvel. Moon Knight sembra offrire un’aggiunta intrigante al Marvel Cinematic Universe, grazie alla sua trama non convenzionale e al personaggio protagonista, di una complessità senza precedenti per la Marvel.

In Moon Knight, Isaac interpreta Marc Spector, un veterano di guerra e mercenario a cui è stato diagnosticato un disturbo dissociativo dell’identità (DID), che viene coinvolto in una pericolosa battaglia con forze nefaste dopo aver stretto un patto con un dio della luna egiziano. In combinazione con le sue stesse lotte con malattie mentali e traumi, la battaglia porta alla luce ed esacerba gli stati misteriosi dei suoi alter ego, che includono il timido Steven Grant e il personaggio che dà il titolo alla serie, Moon Knight. Per l’entusiasmo dei fan della Marvel, il nuovo show debutterà su Disney+ il 30 marzo, ma dai primi trailer e interviste, Moon Knight appare relativamente distaccato dal MCU.

In un’intervista con /Film, il produttore esecutivo Grant Curtis spiega come e perché Moon Knight è separato dai suoi predecessori cinematografici Marvel. I produttori, gli sceneggiatori e i registi della serie hanno considerato le caratteristiche distintive di Moon Knight come un’entusiasmante opportunità creativa per uscire dai limiti del tradizionale canone Marvel, cosa che, fortunatamente, il team Marvel ha consentito. Invece di aggiungere al già vasto MCU Moon Knight offre la possibilità di immergersi più a fondo nell’importante sfumatura del personaggio di Spector.

“Non è stato un sollievo tanto quanto è stata un’opportunità dal punto di vista narrativo, perché abbiamo parlato dei decenni di fumetti che sono stati pubblicati e di tutti quei decenni di storia, ti sei reso conto che non c’era bisogno di collegarsi ad altri aspetti della Marvel Cinematic Universe per raccontare la storia di Marc Spector/Steven Grant/Moon Knight. È più un’opportunità per raccontare il miglior studio possibile del personaggio, ed è [a questo che] ci siamo davvero appoggiati. Penso che questo sia ciò che dà la sostenibilità della storia di Marc Spector, il fatto che ci siamo concentrati solo su quel personaggio”.

Moon Knight

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Marvel Studios Moon Knight, è la nuova serie serie originale live-action Marvel Studios che debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+. La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Top Gun: Maverick, il cast ha frequentato il “campo di addestramento” di Tom Cruise

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La rivista GamesRadar+ riporta che il cast di Top Gun: Maverick, il sequel del classico cult di Tony Scott Top Gun, ha frequentato un rigoroso campo di addestramento di “Tom Cruise” per prepararsi al loro prossimo film.

Noto per aver dato sempre il massimo per realizzare acrobazie il più realistiche possibile nei suoi film, l’attore veterano voleva girare all’interno di veri jet da combattimento Boeing F/A-18 Superhornet. Secondo Cruise, questo regime è stato utilizzato anche per rimuovere l’ego che gli attori tendono a portare in un nuovo film e costruire un rapporto di squadra nel cast. Ecco cosa ha dichiarato Miles Teller sulla sua esperienza nel programma di allenamento di Cruise:

“Eravamo tutti mini Tom a realizzare questo film. Ci ha fatto frequentare… lo chiamerò ‘campo di addestramento di Tom Cruise’. Stavamo diventando dei killer. Anche per gli stunt che Tom esegue nei film. Di solito si tratta di un allenamento specifico. Non si tratta solo di andare in palestra e sollevare pesi. Abbiamo fatto allenamento in volo per tre mesi prima delle riprese, ci hanno strizzati per bene.”

Tutto quello che sappiamo su Top Gun: Maverick

Dopo più di trent’anni di servizio come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore, mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che saranno scelti per volarci incontro.

Tom Cruise e Val Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom “Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer ConnellyJon Hamm Miles Teller. Il film arriverà al cinema il 26 maggio 2022.

Ezra Miller, interprete di The Flash, arrestato per aggressione

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Ezra Miller, interprete di The Flash, arrestato per aggressione

Secondo quanto riferito, Ezra Miller è stato arrestato alle Hawaii per condotta disordinata e molestie. Miller è stato scelto per l’iterazione cinematografica di The Flash, mentre Grant Gustin ne interpreta l’incarnazione televisiva su The CW. Mentre il film è stato annunciato nel lontano 2014, il progetto ha subito diversi ritardi.

Questa non è la prima volta che Miller si è messo in situazioni spiacevoli. Nell’aprile 2020, è uscito un video di Miller che aggrediva una giovane donna a Reykjavik, in Islanda. Sebbene la clip fosse breve, mostrava Miller che metteva le mani sulla gola della donna prima di trascinarla a terra. Dopo il rilascio del video, Miller non è mai stato messo sotto inchiesta. Quasi due anni dopo l’incidente del 2020, Miller è finito in un nuovo scandalo a partire dallo scorso fine settimana.

In un nuovo rapporto di Hawaii News Now, Ezra Miller è stato arrestato dalla polizia delle Hawaii in un bar karaoke. TheWrap ha confermato con la polizia locale l’identità dell’attore. Secondo il loro rapporto, Miller aveva causato tensione mentre “urlava oscenità e a un certo punto ha afferrato il microfono di una donna di 23 anni che cantava al karaoke… e poi si è lanciato contro un uomo di 32 anni che giocava a freccette”. Secondo la polizia locale, Miller ha pagato una cauzione di $ 500 dollari ed è stato rilasciato.

Ezra Miller fa anche perte del cast principale di Animali Fantastici: I Segreti di Silente. Il film ha già avuto parecchi problemi e speriamo che questo incidente con Miller non ne causi altri.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Oscar 2022: Will Smith fa pubbliche scuse a Chris Rock

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Oscar 2022: Will Smith fa pubbliche scuse a Chris Rock

A circa 24 ore dal fattaccio, Will Smith ha pubblicato sui suoi canali social un messaggio di scuse a Chris Rock. Durante la notte degli Oscar 2022, Chris Rock è stato chiamato per assegnare il premio al miglior documentario (andato a Summer of Soul) e durante la presentazione ha fatto una battuta sulla testa rasata di Jada Pinkett-Smith.

La battuta, inizialmente presa a ridere da Will Smith, ha poi scatenato in lui una reazione assolutamente fuori da ogni ragionevolezza. L’attore si è infatti alzato e ha dato uno schiaffo a Rock, che ha reagito con evidente shock, e poi è tornato a posto, dove ha cominciato ad urlare in direzione del comico.

Pochi minuti dopo, durante il ritiro del suo Oscar per la migliore interpretazione maschile, Smith ha fatto le sue scuse all’Academy e ha parlato di difendere la sua famiglia e le persone che ama. Soltanto adesso arrivano le scuse a Chris Rock:

La violenza in tutte le sue forme è velenosa e distruttiva. Il mio comportamento della scorsa notte agli Oscar è stato inaccettabile e inscusabile. Battute alle mie spese sono parte del mio lavoro, ma battute sulla condizione medica di Jada sono state troppo per essere sopportate, e ho reagito istintivamente. 

Vorrei scusarmi pubblicamente con te, Chris. Ero fuori dai limiti ed ero in errore. Sono imbarazzato e le mie azioni non sono state indicative dell’uomo che voglio essere. Non c’è posto per la violenza in un mondo di amore e gentilezza. 

Volevo anche chiedere scusa all’Academy, ai produttori della serata, a tutti i presenti e a tutti quelli che hanno guardato la diretta in tutto il mondo. Vorrei chiedere scusa alla famiglia Williams e alla famiglia di King Richard. Rimpiango profondamente il fatto che il mio comportamento abbia macchiato quello che sarebbe dovuto essere un viaggio meraviglioso per tutti noi. 

Sono un lavoro in corso.

Sinceramente,

Will

Claire Danes: 10 cose che non sai sull’attrice

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Claire Danes: 10 cose che non sai sull’attrice

Claire Danes è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema e delle serie tv grazie al suo talento, alla sua grazia e alla sua bellezza. L’attrice, che ha iniziato ha lavorare sin da giovanissima, ha fatto subito breccia nel cuore dei suoi spettatori, rimanendovi per tutti questi anni.

Ecco dieci cose da sapere su Claire Danes.

Claire Danes: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia a quattordici anni, quando debutta sul grande schermo in Piccole donne (1994), per poi recitare in Gli anni dei ricordi (1995), A casa per le vacanze (1995), I Love You, I Love You Not (1996), A Gillian, per il suo compleanno (1996) e Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996). In seguito recita in U-Turn – Inversione di marcia (1997) e L’uomo della pioggia – The Rainmaker (1997), Amori & segreti (1998), I miserabili (1998), Gli infiltrati (1999), Bangkok, senza ritorno (1999), Igby Goes Down (2002), The Hours (2002), Le forze del destino (2003), Terminator 3 – Le macchine ribelli (2003) e Stage Beauty (2004). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Shopgirl (2005), La neve nel cuore (2005), Stardust (2007), Un amore senza tempo (2007), Identikit di un delitto (2007), Me and Orson Welles (2008), As Cool As I Am (2013), Brigsby Bear (2017) e A Kid Like Jake (2018).

2. Ha lavorato spesso per il piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha avuto modo di recitare anche per il piccolo schermo. Infatti, ha debuttato nel mondo della recitazione apparendo nella serie Law & Order – I due volti della giustizia (1992), per poi apparire in Dudley (1993), Lifestories: Families in Crisis (1994) e My So-Called Life (1994-1995), con cui ha ottenuto popolarità. In seguito è apparsa in Master of None (2015), Portlandia (2017), Homeland: Caccia alla spia (2011-2019)e The Essex Serpent (2022). Inoltre, ha preso parte anche ai film tv No Room for Opal (1993) e Temple Grandin – Una donna straordinaria (2010).

3. È anche doppiatrice e produttrice. Oltre alla carriera nel mondo della recitazione, l’attrice si è prestata a vestire altri panni, come quella di doppiatrice e produttrice. Infatti, ha prestato la propria voce per il film d’animazione giapponese Principessa Mononoke (1997) e per il film tv A Child’s Garden of Poetry (2011), mentre, in quanto produttrice, ha partecipato alla realizzazione della serie Homeland: Caccia alla spia.

claire danes

Claire Danes è Giulietta in Romeo + Giulietta di William Shakespeare

4. Si emozionata per come ha recitato DiCaprio. Nel film Romeo + Giulietta di William Shakespeare, rilettura post-moderna della celebre opera, la Danes ha interpretato Giulietta, mentre Leonardo DiCaprio era Romeo. Come noto, il rapporto tra i due non era rose e fiori, ma l’attrice si è sempre detta affascinata dall’interpretazione data da DiCaprio. Addirittura, durante il discorso di lui nella scena della presunta morte di Giulietta, l’attore è stato talmente emozionante che la Danes si stava per mettere a piangere, quasi rovinando la scena.

5. La sua prima scena è stata quella di nudo. La prima scena che l’attrice si è trovata a girare nei panni di Giulietta, è quella in cui ha appena trascorso la notte con Romeo. Per la Danes si è dunque trattato di dover stare a letto senza vestiti, accanto a DiCaprio, che conosceva ancora poco. L’imbarazzo presente tra i due è però stato utile per rendere la scena più carica di emozioni, proprio come previsto dal racconto.

Claire Danes: il marito e i figli

6. È sposata da alcuni anni. Nel 2009, l’attrice ha sposato il compagno e collega Hugh Dancy, con il quale era fidanzata da un paio di anni. I due, infatti, si erano conosciuti sul set di Un amore senza tempo nel 2007, per poi fidanzarsi ufficialmente due anni dopo. La cerimonia, svoltasi in Francia, è stata di tipo privato, con dunque pochi amici e famigliari presenti accanto a loro nel lieto momento.

7. È madre di due figli. Dall’unione con il marito, hanno visto la luce due figli: Cyrus Michael Christopher, nato il 17 dicembre del 2012, e il secondo figlio, Rowan, nato il 27 agosto del 2018. Dalla nascita di quest’ultimo l’attrice ha ridotto le sue attività lavorative, così da potersi concentrare insieme al marito sui primi anni di vita dei due figli.

Claire Danes Leonardo DiCaprio

Claire Danes e Leonardo DiCaprio

8. Hanno avuto un rapporto complesso sul set. A volere che fosse la Danes a ricoprire il ruolo di Giulietta in Romeo + Giulietta di William Shakespeare, è stato proprio Leonardo DiCaprio. L’attore, infatti, era rimasto colpito dal fatto che lei era stata l’unica attrice ad avere il coraggio di guardarlo negli occhi durante le audizioni. Una volta giunti sul set, però, i due attori non hanno avuto da subito un buon rapporto. La Danes accusava infatti DiCaprio di essere immaturo, mentre lui diceva della collega che era sempre troppo tesa e seria.

Claire Danes è su Instagram

9. Ha un profilo personale. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 283mila persone in tutto il mondo. Con appena 57 post, la Danes ha dimostrato di non essere particolarmente interessata a tenere continuamente aggiornato il suo profilo. Su questo, ad ogni modo, i suoi fan potranno ritrovare foto relative a suoi progetti lavorativi ma anche post legati a luoghi visitati e momenti di svago in compagni di amici o colleghi.

Claire Danes: età e altezza

10. Claire Danes è nata il 12 aprile del 1979 a Manhattan, New York City. La sua altezza complessiva corrisponde a 166 centimetri.

Fonti: IMDb, Biography

Oscar 2022, le tendenze fashion: mille sfumature di (tappeto) rosso

Erano almeno due anni che la stagione dei premi non offriva red carpet così sfarzosi e si vede che le star di Hollywood hanno sentito la mancanza di questi grandi eventi, perché la stravaganza vista sul red carpet degli Oscar 2022 è stata davvero rara e forse persino più interessante di quanto non lo siano stati i premi in sé. 

A partire dai look maschili che quest’anno si sono veramente superati. In genere l’animale maschio sul red carpet tende a sparire dietro completi scuri più o meno tutti uguali, ma gli Oscar 2022 hanno definitivamente smentito questa tendenza, dopo diversi esempi negli anni passati che avevano scalfito la convinzione che l’uomo fosse destinato al nero o a scale di blu e grigi molto scuri. Kodi Smit-McPhee e Simu Liu guidano la carica in azzurrino e rosso sgargiante, seguito dal vinaccia di Andrew Garfield, arrivando a Timothee Chalamet, di nero vestito ma con abbondanza di paillettes, merletti e rigorosamente a petto nudo, sotto una giacca corta da torero. 

Un’altro trend del red carpet è stata sicuramente l’esuberanza, le scollature, i tagli sghembi, le gambe in vista, le schiene nude, un trionfo di sano esibizionismo che non mancherà di far parlare di sé e di accentrare l’attenzione, come la nominata Kristen Stewart, che opta per un completo Chanel con calzoncini corti, giacca e camicia aperta, sotto niente. Come lei nessuna, anche se la nuova Ariel, a parte forse Halle Bailey che indossava un costume di scena più che un abito. Anche Lily James, ormai testimonial Versace, era molto procace e bellissima, nell’abito scosciato e scollato di pizzo rosa antico, a differenza della sempre sexy Zoe Kravitz che ha optato per lo stesso colore ma per un look alla Audrey Hepburn: divina, tra le nostre preferite. Splendida dea argentata, Zendaya ha colpito come al solito per la ricchezza dell’abito, la particolarità e lo stile con cui questa giovane interprete riesce a calcare il tappeto rosso, per lei un Valentino Haute Couture. Altra sirena argentata, ma in Louis Vuitton, Alana Haim, elegantissima, a differenza di Renate Reinsve, che con lo stesso marchio ha avuto le idee un po’ confuse. 

Hanno puntato al classico Penelope Cruz e Vanessa Hudgens, con abiti neri, ricchissimi ma composti e adatti alla loro età. Particolarmente felici anche le scelte di abbigliamento delle sorelle Williams che, Venus in Eli Saab e Serena in Gucci, hanno conquistato il tappeto rosso. Discorso a parte meritano invece le nominate Nicole Kidman e Jessica Chastain: entrambe hanno fatto tanto, forse troppo, ma mentre Kidman è risultata molto poco a suo agio nell’abito carta da zucchero rigido firmato da Giorgio Armani Privè, Chastain tra Rouches, paillettes, sfumature di arancio e lilla, tulle e abbondanza di strati è riuscita comunque a mantenere un’armonia tale da meritarsi il nostro pollice all’insù.

Ma la tendenza più ricorrente di quest’anno, sul red carpet, è stata questa ridondanza di rosso. In tutte le sue forme e sfumature, il rosso (e sfumature) è stato il colore che maggiormente è stato fotografato sul red carpet: Ariana DeBose in Valentino, Tracee Ellis Ross in Carolina Herrera, Kirsten Dunst in Christian Lacroix vintage, Amelie Zilber in Dior, Liya Kebede in Alaïa, Jennifer Garner in Brandon Maxwell, Amy Forsyth in Marchesa, Rosie Perez in Christian Siriano, Molly Sims in Elie Saab, Luisa Ranieri in Atelier Versace, Marlee Matlin in Monique Lhuillier, Simu Liu in Atelier Versace, Sophie Turner in Louis Vuitton.

Proprio tra questi troviamo chi si porta a casa il nostro personale trofeo della meglio vestita agli Oscar 2022. Si tratta di Luisa Ranieri, che facciata nel suo Atelier Versace, era di una bellezza fuori scala. Sarà perché l’immagine di zia Patrizia, che interpreta in E’ stata la mano di Dio, è ancora vivida in noi, sarà per la naturale classe e bellezza dell’attrice italiana, sarà perché la ricercatezza dell’abito coniugata alla semplicità del look premia sempre, ma Ranieri è stata davvero la nostra personale regina del tappeto rosso degli Oscar 2022.

I migliori abiti degli Oscar 2022

Oscar 2022: Will Smith nuovo Kingpin?

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Oscar 2022: Will Smith nuovo Kingpin?

Lo Slap-gate degli Oscar 2022 è sicuramente l’unica cosa che ricorderemo di questa noiosa e scontata 94° edizione dell’Academy Awards. Chris Rock che fa una battuta su Jada Pinkett Smith, Will Smith che la prende male, si alza, tira un ceffone a Rock, visibilmente disorientato, e torna al suo posto, urlando al comico che togliersi dalla bocca il nome di sua moglie, con tanto di “F-word” in diretta intercontinentale.

Brutta figura per Rock, che si è confermato un comico dal gusto discutibile. Brutta figura per l’Academy, che in quella situazione avrebbe dovuto allontanare Smith, senza mezzi termini, e assegnargli il premio in contumacia. Brutta figura per Will stesso, che ha poi ritirato il suo premio consegnandoci un discorso confuso e imbarazzato, che ha preferito l’uso della violenza per difendere la propria donna, cercando in questa dinamica una giustificazione.

Tuttavia, anche di fronte a questo genere di situazioni, l’internet può essere un posto divertentissimo in cui navigare, e così, da internet e dai fumetti arriva la “risposta” a Will Smith, per il suo prossimo ruolo! In Amazing Spider-Man #69, Kingpin picchia violentemente un malcapitato intimandogli di non nominare mai più sua moglie. Ebbene, potrebbe essere questo il nuovo ruolo di Smith? Dopotutto avevamo già avuto in Kingpin di colore, e il multiverso Marvel è aperto a qualsiasi tipo di possibilità!

 

Oscar 2022: i momenti più memorabili (migliori e peggiori)

Oscar 2022: i momenti più memorabili (migliori e peggiori)

La 94a edizione degli Oscar ha regalato al pubblico una serie di momenti memorabili. Non sono mancati gli attimi commoventi, come la premiazione dell’attore sordo Troy Kotsur, le scene imbarazzanti (sì, stiamo pensando anche noi allo schiaffo di Will Smith) e le parti noiose (un’edizione con più canzoni di un film Disney). Cosa ricorderemo della notte degli Oscar? Ecco una lista degli aspetti migliori e peggiori della serata.

Male: le otto premiazioni amputate

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Quest’anno l’Academy ha optato per una cerimonia più snella: otto categorie di Premi Oscar non sono state annunciate in diretta durante la serata. Tra queste, rientrano le categorie riguardanti i cortometraggi – Miglior cortometraggio documentario, Miglior cortometraggio d’animazione, Miglior cortometraggio – e quelle ”più tecniche” – Miglior montaggio, Miglior trucco e acconciatura, Miglior colonna sonora, Miglior scenografia, Miglior suono. La scelta, criticatissima, ha privato una buona parte dell’industria cinematografica l’atteso (e meritato) momento dell’annuncio in diretta: ”And the Oscar goes to…”. I vincitori delle otto categorie sono comunque saliti sul palco e hanno potuto fare il loro discorso.

La scaletta del 2022, amputata e discriminatoria, quasi a ribadire l’esistenza di una serie A e una serie B all’interno della premiazione, non ha dato la giusta enfasi ai vincitori. Tra l’altro, ricordiamo che quattro di questi premi sono stati assegnati ad un filmetto da niente come Dune.

Bene: le conduttrici degli Oscar Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall

Oscar 2022: Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall

Dopo un’apertura un po’ troppo eclettica e affollata – con Beyoncé, Tony Hawk e il giovane ed eccentrico cast di Euphoria – le tre co-conduttrici Amy Schumer, Wanda Sykes e Regina Hall hanno raddrizzato il tiro e guidato la notte degli Oscar nella giusta direzione.

Ricorderemo la serata anche per le battute divertenti ma affilate di Sykes, che su Il potere del cane  di Jane Campion dice “Ho guardato quel film tre volte, e sono solo a metà strada”, ma anche per il monologo di Schumer che si è tuffato con disinvoltura su tutto, dal femminismo fuori luogo di King Richard alla predilezione degli elettori per Netflix, spesso deriso dalla critica.

Male: la scelta dei temi musicali

H.E.R. e Daniel Kaluuya Oscar 2022

Come sempre, ogni ingresso sul palco del Dolby Theatre è stato accompagnato da una canzone presumibilmente inerente al personaggio. Quest’anno, alcune scelte sono risultate abbastanza discutibili. Se volevano far sorridere, non ci sono riuscite.

L’ingresso dei due premi Oscar, H.E.R. e Daniel Kaluuya ha avuto come accompagnamento musicale “Africa” di Toto, mentre quello di Stephanie Beatriz, doppiatrice di Encanto, è avvenuto sulle note de ‘‘La Isla Bonita” (per enfatizzare le origini latine dell’attrice). Si aggiunge anche ”Beggin” dei Maneskin, scelta per l’arrivo sul palco di Rachel Zegler, star di West Side Story.

Benissimo: la premiazione dei non-protagonisti

attori-non-protagonisti-Ariana DeBose e Troy Kotsur

Certamente erano tra i preferiti e tra i vincitori più papabili, ma i premi Miglior attore e la Miglior attrice non protagonista ci hanno regalato due momenti estremamente emozionanti.

Ariana DeBose e Troy Kotsur, entrambi attori poco conosciuti nei circoli dell’Academy prima dei loro rispettivi ruoli in West Side Story e CODA – I segni del cuore, sono arrivati sul palco e hanno conquistato tutti con due discorsi divertenti ma allo stesso tempo sinceramente commoventi. Hanno portato luce sulle rispettive comunità – nera, queer, sorda – realtà che ancora faticano a trovare spazio tra le statuette d’oro.

Il caos totale per ”the Twitter Oscar”

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Quest’anno l’Academy ha permesso ai fan di dire la loro su Twitter: con l’iniziativa Fan Favorite, gli utenti hanno potuto esprimere le proprie preferenze sui migliori film dell’anno. Una bella iniziativa, ma fatta probabilmente solo per aumentare la visibilità e il clickbait attorno alla notte degli Oscar.

L’anarchica utenza del web ha comunque espresso le sue preferenze, portando a risultati abbastanza casuali. I film più votati sono infatti Minimata, travagliato lungometraggio del 2020 con protagonista Johnny Depp, Cenerentola della Sony con Camilla Cabello e Army of the Dead di Zack Snyder.

Male: i live delle canzoni

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Nonostante i vari tagli alla scaletta della serata, non è mancato lo spazio per le performance live delle canzoni candidate agli Oscar. Forse l’Academy ha dimenticato che i Grammy Awards sono il prossimo week-end.

Si sono esibite star come Billie Eilish (vincitrice del premio Miglior canzone con Finneas O’Connell per No Time To Die) e Beyoncé. Si aggiunge anche un grande show per la canzone di EncantoDos Oruguitas”, e la gorgogliante performance di Reba McIntire con “Somehow You Do“, canzone tratta dal dramma sulla droga Quattro buone giornate.

Ottimo: l’effetto nostalgia della notte degli Oscar

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Memorabili i momenti nostalgici che hanno celebrato i film del passato, da Juno a Chi non salta bianco è. “Penso che momenti come questo dovrebbero essere sinceri e brevi“, ha detto Francis Ford Coppola, in piedi sul palco con i suoi consiglieri Robert De Niro e Al Pacino mentre si celebrava il 50 º anniversario de Il padrino.

Anche Kevin Costner ha scavato nel passato, ricordando un grande film come La conquista del West prima di consegnare il premio Miglior regista a Jane Campion. Pause come queste, fatte per il puro amore del cinema, hanno dato spessore alla serata.

Pessimo: il duello Chris Rock vs. Will Smith

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Attimi di panico e fiato sospeso quelli dopo la pessima battuta di Chris Rock sulla moglie di Will Smith e la conseguente reazione violenta dell’attore nella notte del suo primo premio Oscar.

Will Smith ha ricevuto il premio come Miglior attore per la sua parte nel film King Richard ma, la sua azione e il suo discorso vagamente riparatorio hanno spostato l’attenzione del pubblico da tutt’altra parte. Lo scontro con Chris Rock è stato visto trasmesso interamente in diversi paesi, tra cui l’Italia, mentre è stato mutato e oscurato dall’ABC. In ogni caso, uno scivolone non da poco per l’attore.

Bene: la reazione di Amy Schumer

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Dopo lo scontro Smith-Rock, la conduttrice Amy Schumer ha cercato di rompere il ghiaccio e portare avanti la serata. Ha chiesto ”Mi sono persa qualcosa? C’è un’atmosfera diversa qua dentro”. Della serie: the show must go on.

Ottimi i momenti di sincera riflessione

Jessica Chastain

Considerando il momento storico che stiamo vivendo, a cavallo tra un’ondata pandemica e l’altra e minacciati da una guerra in Europa, sarebbe stata una pessima decisione non sfiorare in alcun modo il contesto che circondava la notte degli Oscar.

Non sono mancati gli inviti alla pace, all’uguaglianza, alla carità e l’attenzione agli emarginati. Ci sono state vette emotive forse un po’ esasperate, come il monologo di Schumer sui diritti riproduttivi o il discorso commosso di Jessica Chastain (Gli Occhi di Tammy Faye). Infine, ance la vittoria come Miglior film di CODA – I segni del cuore, un prodotto per famiglie, emozionante ma il più convenzionale tra i 10 candidati, rientra nel medesimo discorso.

Oscar 2022: le più grandi sorprese e gli snobbati della 94° edizione

Come sempre accade alle cerimonie degli Academy Awards, anche gli Oscar 2022 hanno riservato delle sorprese (poche) e qualche illustre snobbato trai nominati per la serata. Mettendo da parte per un attimo quello di cui tutti parlano, ovvero dell’alterco tra Will Smith e Chris Rock, la cerimonia degli Oscar 2022, presentata da Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes, è stata annunciata come un’opportunità per riflettere e onorare adeguatamente il cinema nel mezzo della pandemia di coronavirus, dopo un anno che ha continuato a essere impegnativo per l’industria ma ha visto il cinema ritrovare una sua nuova normalità.

Agli Oscar 2022, è stato Dune a ottenere il maggior numero di premi (sei in totale) mentre CODA ha vinto il primo premio come miglior film. Altri invece sono andati a casa a mani vuote, nonostante le molte nomination. Ecco di seguito le sorprese e gli snobbati, con alcune menzioni speciali e davvero inaspettate:

Sorpresa: CODA vince il miglior film

Coda - I segni del cuore film 2022È vero che CODA – I Segni del Cuore ha guadagnato molto terreno nei giorni precedenti agli Oscar 2022, e ha sbaragliato la concorrenza di titoli più ovvi, come Il potere del cane e Belfast, che nel corso della stagione avevano fatto parlare maggiormente di sé. Inoltre il film non ha destato grande entusiasmo alla sua uscita, nel giugno 2021, su Apple tv. Tuttavia, il film è cresciuto costantemente con la stagione dei premi. I SAG Awards hanno chiarito che c’era molto amore per il cast di CODA e le vittorie ai WGA e ai PGA Awards hanno ulteriormente consolidato le sue possibilità, ma comunque non era il favorito per i bookmaker. Si è trattato davvero di essere nel posto giusto al momento giusto.

Snobbato: Il potere del cane con 1 vittoria su 12 nomination

Il potere del cane recensioneIl rovescio della medaglia della vittoria di CODA per il miglior film è Il potere del cane, che ha guidato i pronostici con 12 nomination, ma ha lottato per conservare qualche possibilità in alcune categorie. Jane Campion ha fatto notizia per molti dei suoi commenti nel circuito dei premi, a cominciare da una forte risposta alle critiche a Il potere del cane di Sam Elliott e fino alla polemica con Serena e Venus Williams, ma è comunque riuscita a rivendicare il premio per la migliore regia.

Oltre a ciò, tuttavia, Il potere del cane ha perso in tutte le altre categorie in cui è stato nominato, poiché Dune ha spazzolato via i premi tecnici, i premi per la recitazione hanno seguito il trend consolidato della stagione e la vittoria di CODA per la migliore sceneggiatura adattata è stato un indicatore che ha suggerito la vittoria del film anche nella categoria principale.

Sorpresa: Belfast vince la migliore sceneggiatura originale

Belfast castIl premio per la migliore sceneggiatura originale è uno dei più difficili da prevedere in vista degli Oscar 2022, con votazioni suddivise in base alla stagione dei premi. Il premio WGA è andato a Don’t Look Up, aumentando le possibilità dello sceneggiatore/regista Adam McKay di ottenere un secondo Oscar per la sceneggiatura. Tuttavia, i BAFTA erano andati a Licorice Pizza, mentre Belfast (che non era idonea per la WGA) si era portata a casa il premio dei Critics Choice.

Sebbene ci fossero stati molti pronostici a favore di Licorice Pizza in questa categoria, è stato Kenneth Branagh a portare a casa l’Oscar con una vittoria a sorpresa. Branagh aveva cinque nomination in varie categorie prima degli Oscar 2022 (che gliene hanno date altre tre), quindi è probabilmente una vittoria in ritardo e mostra il sostegno più ampio che Belfast ha avuto in tutta l’Academy alla fine.

Snobbato: Licorice Pizza vince zero Oscar

licorice pizza recensioneSe il premio a Branagh era in ritardo, allora quello, ancora non consegnato a, Paul Thomas Anderson potrebbe esserlo ancora di più. Il suo film era già stato trascurato nelle nomination per la recitazione – con Alana Haim e Bradley Cooper esclusi a sorpresa – e la notte scorsa ha chiuso questo cerchio di snobismo, con zero Oscar assegnati al film. La sua migliore possibilità è stata nella sceneggiatura originale, che è andata a Branagh, e la sua sconfitta lì insieme ad altri premi che sono andati altrove ha significato che è tornato a casa a mani vuote. Anderson è stato nominato per 11 Oscar come sceneggiatore, produttore e regista, con zero vittorie.

Snobbato: Flee non vince niente (ma ha comunque fatto la storia)

flee recensioneIl film d’animazione Flee ha fatto la storia degli Oscar con nomination in tre diverse categorie: Miglior film d’animazione, Miglior film documentario e Miglior film internazionale, il primo film ad essere nominato in tutti e tre queste categorie. Sfortunatamente Flee non è stato in grado di battere alcuni dei suoi mastodontici concorrenti – quei premi sono andati rispettivamente a Encanto, Summer of Soul e Drive My Car – ma è stato comunque un enorme risultato esserci.

Sorpresa: Justice League e Army of the Dead di Zack Snyder vincono i premi del pubblico

Forse questo non sembra troppo sorprendente, dal momento che – in particolare sui social media – il fandom di Zack Snyder ha da tempo dimostrato la sua capacità di mostrare la sua voce, fare tendenza e così via, e c’era un chiaro movimento che mostrava quanto i film di Snyder fossero i favoriti a vincere i premi dei fan. Tuttavia, nonostante questo, si è trattato di una piccola sorpresa vedere Justice League di Zack Snyder, un film uscito direttamente in streaming e che altrimenti non sarebbe stato idoneo per gli Oscar veri e propri, vincere l’#OscarsCheerAward per Flash che entra nella Speed ​​Force e Army of the Dead vincere il film #OscarsFanFavorite superando il colosso Spider-Man: No Way Home del 2021.

Spider-Man: No Way Home, i concept omaggiano le cover dei fumetti con Doc Ock

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Ray Meinerding, concept artist che ha lavorato anche a Spider-Man: No Way Home, ha condiviso i concept realizzati per il film con Doctor Octopus e Spider-man. Nei concept in questione, l’artista ha scelto di omaggiare il lavoro di Todd McFarlane con le cover dei fumetti:

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Guardiani della Galassia Christmas Special: James Gunn seda le polemiche

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Dopo sei anni di assenza, il prossimo Natale torneranno i Guardiani della Galassia così come li conosciamo e come non li vedremo mai più, in uno speciale festivo per Disney+, sotto l’appassionata guida di James Gunn.

Proprio il regista ha dichiarato che questo Guardiani della Galassia Christmas Special era la cosa migliore a cui avesse mai lavorato, ma i fan non perdonano le iperbole che, si sa, si dicono sempre quando si promuove un lavoro, e hanno ripreso il regista ricordandogli che aveva detto le stesse cose per The Peacemaker, e ancora prima per gli altri film di Guardiani della Galassia.

James Gunn è così intervenuto nel piccolo dibattito, sedando gli animi e spiegando che, sì, lui tende a usare delle iperbole e che spesso il progetto a cui lavora gli sembra, mentre lo fa, la cosa migliore che abbia mai fatto. Tuttavia il suo amore e il suo entusiasmo per quello che fa sono autentici e spera che lo speciale che sta realizzando piaccia molto ai fan.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1507537666656686085?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1507537666656686085%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-holiday-special-length-james-gunn%2F

Guardiani della Galassia Vol. 3, quello che sappiamo

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Batgirl: al via l’ultima settimana di riprese

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Batgirl: al via l’ultima settimana di riprese

Leslie Grace conferma su Instagram che la produzione di Batgirl si appresta ad entrare nell’ultima settimana di riprese. Ecco di seguito il posti in cui l’attrice, interprete di Barbara Gordon, dà la notizia:

Cosa sappiamo di Batgirl

Batgirl è il film del 2022 di Adil El Arbi e Bilall Fallah con Leslie Grace, JK Simmons, Michael Keaton  e Brendan Fraser. È stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly. Ivory Aquino si è unita al cast nel ruolo di Alysia Yeoh

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Lightyear: il nuovo trailer del film con la voce di Chris Evans

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Lightyear: il nuovo trailer del film con la voce di Chris Evans

Disney ha condiviso un nuovo trailer di Lightyear, il film d’animazione che racconta la storia storia “vera” dietro al giocattolo di Buzz Lightyear, così come lo abbiamo conosciuto in Toy Story. Il film racconterà la vicenda di un’astronauta che è stato celebrato con il giocattolo che ben conosciamo. A doppiare il personaggio è stato chiamato Chris Evans.

Lightyear – La vera storia di Buzz, il lungometraggio originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in un’avventura intergalattica, arriverà il 15 giugno nelle sale italiane. La nuova avventura d’azione racconta le origini di Buzz Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story.

Lightyear – La vera storia di Buzz è diretto da Angus MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di Pixar che ha co-diretto Alla Ricerca di Dory del 2016, ed è prodotto da Galyn Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).

Il premiato compositore Michael Giacchino, che ha firmato le musiche di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up. Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi, Ratatouille, Cars 2, Inside Out, Coco e Gli Incredibili 2.

Blackhawk: lo sceneggiatore aggiorna sul film DC e su Steven Spielberg

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Arriva da Collider un interessante aggiornamento in merito a Blackhawk, l’annunciato film basato sull’omonimo fumetto DC Comics, che è attualmente in sviluppo alla Warner Bros per mano dello sceneggiatore di successo David Koepp. Ebbene, oggi è lo stesso scrittore ad aggiornare i fan sullo stato di cose sul film:

Abbiamo una sceneggiatura molto buona e pensiamo tutti che sia molto buona”, ha detto David Koepp Collider . “Ci sono stati molti cambi di gestione alla Warner Bros, quindi penso che dobbiamo semplicemente aspettare che si stabilisca una linea sul film e sul loro universo DC”. Koepp ha anche accennato qualcosa in più rispetto al potenziale coinvolgimento di Steven Spielberg alla regia della pellicola, notizia ufficializzata nel 2018, all’epica dell’annuncio ufficiale ma mai confermata successivamente. 

Ovviamente, spero che [Spielberg] lo faccia o se non lo dirige, spero che lo produca [e]  chiami qualcuno di grande dirigerlo”, ha detto Koepp. “Perché sarebbe molto divertente. Sono molto affezionato alla sceneggiatura e spero che si unisca. Ma ancora una volta, questo è uno di quei film che avranno bisogno di 200 milioni di dollari, quindi cercare di portare sul grande schermo questo film è un lungo e grande processo”.

Il film su Blackhawk

Per chi non lo sapesse, i Blackhawks erano un gruppo di piloti, definiti dei veri e propri assi dell’aeronautica durante la seconda guerra mondiale che combattono la tirannia e l’oppressione e che debuttarono in un numero di Military Comics nell’agosto 1941. Poiché il gruppo opera in un’area specifica, Koepp confermò l’impossibilità di  ambientare un film di Blackhawk  nello stesso universo di altri progetti DC come Wonder Woman o Aquaman.

La storia di un film dei Blackhawks  risale a molto tempo fa, con Spielberg che ha espresso interesse a dirigere un film basato sul gruppo sin dai primi anni ’80. Tuttavia, il progetto è stato infine cancellato e Spielberg ha invece diretto I predatori dell’arca perduta. Nel 2018, il progetto Blackhawk è stato ripreso e Spielberg è stato nominato regista e produttore. Mentre la produzione avrebbe dovuto iniziare dopo il completamento di West Side Story di Spielberg, ora non è chiaro se il leggendario regista sarà coinvolto in veste di regista!

Oscar 2022: un commento a un’edizione da dimenticare

Come ogni anno, come sempre ormai da tempo, anche gli Oscar 2022 si sono svolti senza troppi scossoni né sorprese, i premi sono stati assegnati con la confortante pigrizia che regna sovrana nell’Academy e anche quest’anno proveremo a farci sorprendere il prossimo anno. Non che la tendenza a premi scontati sia sempre un male, ad esempio lo scorso anno, seppure Nomadland e Chloe Zhao erano da tempo dati per vincitori, quel riconoscimento sembrava un augurio, un messaggio d’amore e di conforto per un mondo stretto nella morsa dell’incertezza, oltre che un premio all’eccellenza artistica del film e della regista in sé. 

Oscar 2022 specchio del mood del Paese

Tuttavia quest’anno l’Academy ha deciso di assegnare dei premi che sembrano lo specchio del mood del Paese: si invocano tanto l’amore e la pace, eppure l’unica cosa che davvero fa parlare il pubblico e gli addetti ai lavori è il gesto violento di Will Smith nei confronti di Chris Rock. Il siparietto, tutt’altro che previsto o programmato, è stato senz’altro il momento di maggiore sorpresa di una serata scontata, ma i premi sono invece la migliore cartina di tornasole dello stato dell’Academy e del senso che questi riconoscimenti hanno all’interno dell’industria, senza contare poi il loro valore artistico nella cornice più ampia della settima arte in quanto linguaggio e specchio della contemporaneità. 

La tendenza che viene confermata quest’anno è che gli Oscar tecnici vengono assegnati in massa a un solo film che però non arriva mai alle categorie artistiche, per così dire (dal momento che ogni categoria, secondo chi scrive, richiede doti tecniche e artistiche notevoli), ed è quindi come se i film non potessero essere più contemporaneamente rappresentazioni di grandi capacità tecniche e portatori di arte, contenuto e cultura. Certamente a registi d’altri tempi, come James Cameron o Peter Jackson, questo elemento non piace per niente. E così Dune è effettivamente il trionfatore della serata, con sei Oscar su dieci nomination, tutti premi tecnici, molti dei quali assegnati fuori onda, nel pre-cerimonia, mentre i vip erano ancora sul red carpet a sfilare. E questo per risparmiare tempo, per accorciare la cerimonia, per dare maggiore ritmo alla serata. E così, in una manifestazione che si fregia di premiare l’eccellenza del cinema, premi come Migliore montaggio e Migliore colonna sonora vengono assegnati fuori onda. Il Montaggio considerato come un premio da relegare ai margini. Il Montaggio.

Lo Slap-gate di fronte a un’Academy inerme

Poi non ci sorprendiamo se il miglior film è CODA – I segni de cuore, ma ci arriveremo. E, attenzione, non si sta dicendo che esistono altri premi che possano essere lasciati fuori, perché in generale togliere ai premi, a tutti i premi, lo spazio del palco, degli applausi, togliere loro la ribalta non è il modo giusto per accorciare i tempi. E quindi se Dune porta a casa sei premi, c’è chi come Licorice Pizza (o anche La fiera delle Illusioni, ma in questo caso dispiace meno) che torna a casa a mani vuote, e chi, come King Richard – Una famiglia vincente o Gli occhi di Tammy Faye, vince invece almeno un Oscar alla performance. Will Smith doveva essere allontanato dalla sala, dopo l’eccesso d’ira, e questo è indiscusso, il fatto che abbia passato tutto il suo emozionato discorso di ringraziamento a giustificare il suo gesto, mescolando vita e arte, sovrascrivendo la sua persona al personaggio che ha interpretato, è stato un momento davvero basso per la cerimonia e per tutta la storia degli Oscar. E se un solo gesto non può cancellare una carriera costruita con impegno, suscitando sempre simpatia e rispetto, non si può “lasciar correre” di fronte ad una tale reazione, in nessuna circostanza.

Di grandi attori in brutti film e brutte interpretazioni

Dall’altro alto abbiamo invece Jessica Chastain, attrice straordinaria, tra le migliori della sua generazione, che vince un Oscar alla carriera, e non certo per un film pessimo in cui è in overacting in ogni scena, facendoci rimpiangere persino The 355 o Il cacciatore e la Regina di Ghiaccio. Eppure stiamo parlando della Salomè di Al Pacino, della Madre di Terrence Malick, della Maya di Zero Dark Thirty! 

Niente da eccepire invece sui premi ai migliori attori non protagonisti (Ariana DeBose e Troy Kotsur), entrambi scontati e meritatissimi, ed entrambi portatori di ricchezza, rappresentazione, gioia, amore, ma soprattutto talento cristallino sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Lo stesso vale per il meritato Oscar a Jane Campion, prima donna a ricevere due nomination in categoria e qui alla sua seconda statuetta, dopo quella per la sceneggiatura a Lezioni di Piano.

Come si scrive una sceneggiatura cinematografica?

Ma parliamo proprio della sceneggiatura, il premio che in genere si assegna a quei film più ricercati, che non incontrano il grande pubblico per una questione di comunicazione, ma che spesso impressionano l’Academy. Era successo per Spike Jonze, è successo per Quentin Tarantino, e quest’anno poteva succedere per Licorice Pizza, a La persona peggiore del mondo, a La figlia Oscura, e invece si è scelta la via conciliante, quella che cerca di accontentare tutti ma che non premia l’eccellenza, e in fin dei conti non accontenta nessuno: Siân Heder con CODA – I Segni del Cuore batte Gyllenhaal, Hamaguchi e Oe, Campion, Villeneuve. E non ci sono davvero parole per questo evento. Ce ne sono invece per Belfast e per Kenneth Branagh che porta a casa il suo primo premio Oscar per un film che per lui vale molto, in termini di peso emotivo, ma che forse poteva essere premiato per altro, e non proprio per la sceneggiatura, soprattutto nell’anno di Licorice Pizza e de La persona peggiore del mondo. 

Oscar 2022, fieri dei “nostri” perdenti

L’Italia torna a mani vuote dalla sua serata al Dolby: Massimo Cantini Parrini battuto dalla corazzata Jenny Beaver (migliori costumi a Crudelia invece che a Cyrano), Enrico Casarosa e il suo Luca messi all’angolo da Encanto (I Mitchell contro le macchine troveranno la loro giustizia, in questa vita o nell’altra), Paolo Sorrentino che si arrende a Ryûsuke Hamaguchi e al bellissimo Drive My Car, ma da parte del regista resta l’emozione e la consapevolezza (speriamo) di aver regalato al mondo la sua opera migliore, la sua testimonianza che l’arte, la tecnica, il cuore, la vita, il peso dei ricordi e dell’esperienza, lo spirito altissimo e quello più basso insieme, possono creare meraviglia. 

I segni degli Oscar 2022

Il miglior film dell’anno è dunque CODA – I Segni del Cuore. Nell’anno in cui Steven Spielberg compie il miracolo per porta il nome di West Side Story, l’Academy sceglie di premiare Siân Heder e il suo piccolo film, la sua piccola storia che, sebbene sia socialmente importante per via della sacrosanta rappresentazione che promuove, non è assolutamente, in nessun modo, da qualunque lato la si guardi, l’eccellenza della settima arte. Quella degli Oscar 2022 sarà ricordata forse come una delle peggiori edizioni del premio, o forse verrà completamente dimenticata, come accadrà a molti dei film premiati la notte scorsa. 

Coda – I segni del cuore: recensione del film con Emilia Jones

Coda – I segni del cuore: recensione del film con Emilia Jones

Coda – I segni del cuore è la nuova pellicola di Sian Heder (Tallulah) al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures e vincitrice del Sundance Film Festival 2021 e vincitore di tre premi Oscar

Coda – I segni del cuore si presenta come remake del film francese del 2014 “La Famille Bélier” di Éric Lartigau, di cui riprede, in parte, il soggetto. Tuttavia, ciò che è nuovo nella versione di Heder – e fa assolutamente la differenza – è il cast: mentre la famiglia nell’originale era infatti interpretata da attori udenti (salvo l’eccezione del fratello, interpretato dall’attore sordo Luca Gelberg), qui a dare vita alla famiglia Rossi è invece un cast eccezionale, interamente di attori sordi, composto dal vincitore Oscar Marlee Matlin, Troy Kotsur and Daniel Durant.

Coda – I segni del cuore: la sordità prorompente di un coming-of-age atipico

Emilia Jones interpreta la diciassettenne Ruby, una studentessa volenterosa che vive a Gloucester, nel Massachusetts e che, ogni mattina, all’alba, si alza per aiutare la sua famiglia nella loro attività di pesca. Heder riesce a fare entrare lo spettatore velocemente, e in maniera piuttosto efficace, nella routine della ragazza, che è abituata ad essere l’interprete della famiglia, in quanto Coda – I segni del cuore: letteralmente, Child Of Dead Adults, unica udente in una famiglia di adulti sordi (anche metaforicamente). Il canto è la passione più grande di Ruby, che si svilupperà nel corso del film assieme alla sua crescita personale, plasmata dai contrasti e dalle ambizioni tipiche di ogni adolescenza, sanciti da un affetto famigliare espressivo, sensoriale e indissolubile.

Coda - I segni del cuore film recensioneCoda – I segni del cuore scardina ogni convinzione con cui lo spettatore potrebbe approcciarsi alla pellicola, nonostante l’impianto del tipico e piacevole coming of age, che segue il percorso di una ragazzina di provincia talentuosa, che sogna di poter studiare in città. C’è un’insegnante burbero ma idealista, le prove del coro della scuola e un’audizione importante alle porte. E, naturalmente, una famiglia riluttante nei confronti delle ambizioni della figlia. Sia Heder sfrutta a proprio vantaggio un assetto narrativo convenzionale e confortevole per poterlo impreziosire tramite una cornice innovativa, dipinta a tutto tondo da un occhio registico preciso e puntuale. Coda – I segni del cuore è una piccola storia che scalda il cuore, che fa credere in un miracoloso umano, nella forza e importanza di un insegnamento vicendevole, suggerito da più punti di vista. L’eccezionale Emilia Jones riesce a tratteggiare perfettamente un carattere in via di formazione, plasmato da interazioni volte all’estensione e accumulo gestuale e corporeo, un linguaggio fisico che non è mai stato così comprensibile, caloroso e affascinante.

Consapevole di un cambiamento nel suo mondo interiore, portato avanti da una passione sovrastante, Ruby inizierà ad avvertire dubbi riguardo la sua canonica routine e il rapporto con i famigliari. Si è sempre messa in prima linea per loro, quando il mondo “parlante” diventava troppo crudele o denigratorio, senza però effettivamente costruirsi una propria autonomia. Ed è proprio quando iniziano a palesarsi stimoli dall’esterno (un insegnante di canto che nota il suo talento, la prima cotta…) che Ruby faticherà a trovare una propria dimensione. Centrale nella riappropriazione di un nuovo sé, aggiornato e veritiero, è per Ruby il confronto con forme di dialogo aliene al comune parlato, che trovano nella gestualità, negli sguardi e nella contemplazione di un silenzio fisico, malleabile, le proprie radici fondanti. La sordità, apparente o ricercata, è acquisibile o eludibile a seconda del punto di vista adottato, per reperire un canale di comunicazione rinnovato e autentico, raggiungibile solo attraverso un affetto sincero e dimostrabile tramite le passioni più pure.

Coda - I segni del cuore film 2022La contemplazione di silenzi assoluti

La sordità intesa come mancanza di ascolto, soprattutto nei confronti di noi stessi e di chi ci sta attorno è fulcro narrativo della pellicola; antidoto a questa condizione disagevole diventa allora l’impiego di un nuovo codice, atto a rinsavire anime costrette all’interno di convinzioni falsate.  Il confutare la propria posizione all’interno di una comunità diventa spunto di riflessione non solo per la giovane Ruby, ma anche per gli adulti attorno a lei, che capiranno come non sempre ci sia una corrispondenza biunivoca tra i propri precetti e pregiudizi e il mondo esterno. L’acronimo Coda – I segni del cuore si configura come un titolo parlante, condotto da chi vuole manifestare il concetto di sordità in senso lato, consacrato dalla contemplazione di silenzi interiori assoluti, come nella notevole pellicola Sound of Metal.

L’isolazionismo di una famiglia chiusa per propria volontà all’interno di un sistema a loro congeniale, con un’unica apertura verso l’esterno (Ruby, per l’appunto) si trasforma in corso d’opera drasticamente, una volta che i Rossi capiscono che il desiderio di Ruby non è altro che comunicare. Ma non comunicare esternamente e in maniera proibitiva nei confronti di chi non può cogliere le sonorità, bensì architettare una nuova modalità di scambio di messaggi e di emozioni, rendendo la disabilità un veicolo di fondamentale importanza per poter carpire ciò che di più profondo si nasconde in un cuore animato dalla passione.

Coda – I segni del cuore sancisce la vittoria di un nuovo metodo comunicativo, basato sul decodificare le sonorità di un cuore mosso dalla passione e dall’affetto più sincero. Una direzione sincera, una sceneggiatura schietta e spigliata, assieme a interpretazioni attoriali assolutamente encomiabili, sottolineano come Coda – I segni del cuore azzecchi tutte le note giuste, componendo una sinfonia dalle sonorità impercettibili, eppure fortificanti.

Coda – I segni del cuore al cinema dal 31 Marzo

Coda – I segni del cuore al cinema dal 31 Marzo

Dopo gli innumerevoli premi e riconoscimenti cinematografici internazionali, Coda – I segni del cuore conquista anche tre Premi Oscar: al Miglior Film, alla Miglior Sceneggiatura non originale, a Troy Kotsur Miglior Attore non Protagonista.

Coda – I segni del cuore diretto da Sian Heder, arriverà al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures.

Remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier, questo rifacimento emozionante è interpretato da Emilia Jones, e vede nel cast attori sordi e udenti, tra cui il premio Oscar Marlee Matlin (Figli di un dio minore) ed il neo premiato Troy Kotsur che ha dedicato il premio alla Comunità C.O.D.A (Children of Deaf Adults), alla Comunità Sorda e a tutte le persone con disabilità: “Questo è il nostro momento” ha detto concludendo un discorso particolarmente toccante.

Coda – I segni del cuore, la trama

In Coda – I segni del cuore, acronimo di Child of Deaf Adults (bambino in una famiglia di non udenti), la giovane protagonista Ruby è l’unica persona udente nella sua famiglia. La diciasettenne, prima di entrare a scuola, nelle prime ore del mattino, lavora sulla barca di famiglia per aiutare suo fratello e i suoi genitori nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts. Da quando la giovane ragazza è entrata a far parte del coro della scuola, scopre di avere una smodata passione per il canto. Il suo maestro Bernardo crede ci sia qualcosa di speciale nella giovane adolescente e la spinge a considerare una prestigiosa scuola di musica per il suo futuro. Ruby si troverà davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Jodie Foster: 10 cose che non sai sull’attrice

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Jodie Foster: 10 cose che non sai sull’attrice

Jodie Foster è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema mondiale grazie alle sue incredibili, quanto incisive interpretazioni. L’attrice, che ha iniziato a recitare sin dalla più tenera età, è entrata sin da subito nel cuore degli spettatori e ha dimostrato di essere molto in gamba anche in altri campi, come la regia e la produzione.

Ecco dieci cose da sapere su Jodie Foster.

Jodie Foster: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha iniziato a recitare per il grande schermo nel 1972, anno di debutto con il film Due ragazzi e un leone. In seguito, ha preso parte a film come Tom Sawyer (1973), Alice non abita più qui (1974) e Taxi Driver (1976), con cui si consacra. Da quel momento ha recitato in film come Tutto accadde un venerdì (1976), Casotto (1977), Carny – un corpo per due uomini (1980), Presunta assassina (1986), Il sentiero dei ricordi (1988), Sotto accusa (1988), Ore contate (1989) e Il silenzio degli innocenti (1991). La sua carriera, prosegue con i film Maverick (1994), Contact (1997), Panic Room (2002), Inside Man (2006), Il buio nell’anima (2007) e Alla ricerca dell’isola di Nim (2008). Tra le sue ultime apparizioni cinematografiche, si citano Mr. Beaver (2011), Carnage (2011), Elysium (2013), Hotel Artemis (2018) e The Mauritanian (2021).

2. È anche produttrice e regista. Nel corso della sua carriera, l’attrice si è distinta anche come produttrice e regista. In quanto produttrice, ha partecipato alla lavorazione dei film Presunta assassina, Nell (1994), Una decisione sofferta (1998), Walking the Dead (2000), The Dangerous Lives of Altar Boys (2002), Il buio nell’anima (2007) e Be Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché (2018). In qualità di regista, invece, ha lavorato alla regia dei film Il mio piccolo genio (1991), A casa per le vacanze (1995), Mr. Beaver (2011) e Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016) e di alcuni episodi delle serie Un salto nel buio (1988), House of Cards – Gli intrighi del potere (2014), Orange Is the New Black (2013-2014) e Black Mirror (2017).

Jodie Foster Taxi Driver

Jodie Foster in Taxi Driver

3. Si preparata al ruolo alternando immaginazione a ricerche sul campo. Per interpretare la giovane Iris, prostituta dodicenne di Taxi Driver, l’attrice ha avuto modo di conoscere una vera prostituta e imparare da lei ciò che c’era da sapere su quel mestiere, senza scendere nei dettagli. La Foster ha poi dichiarato che pur essendo molto giovane sapeva bene cosa facesse una prostituta, lasciandosi dunque guidare anche dall’immaginazione per interpretare il suo personaggio. Una performance che le ha poi permesso di ottenere una nomination al premio Oscar.

4. Ha avuto l’aiuto di sua sorella per alcune scene. L’attrice, al momento di girare il film, aveva solo dodici anni e non poteva girare le scene più esplicite. Così, Connie Foster, sua sorella maggiore che a quel tempo aveva 19 anni, venne scelta per girare quel tipo di scene al posto di Jodie. La sostituzione, tuttavia, non è facilmente notabile all’interno del film poiché le due Foster venno accuratamente acconciate e vestite in modo identico, così da non far risaltare la differenza tra di loro.

Jodie Foster, Alexandra Hedison e i figli

5. È sposata da qualche anno. L’attrice si è sposata per la prima volta a cinquantadue anni, nel 2014, con l’attrice e fotografa Alexandra Hedison, conosciuta nel 2013, lo stesso anno in cui la Foster ha fatto coming out una volta per tutte durante i Golden Globe. In passato, ha avuto relazioni con Tina Landau, con cui si è frequentata per un breve periodo durante il college, e con la produttrice cinematografica Cydney Bernard: le due anno avuta una lunga relazione, durata dal 1993 al 2007.

6. È madre di due figli. L’attrice è diventata madre di due maschi: Charles, nato nel luglio del 1998, e Kit, nato nel settembre del 2001. Non è mai stato rivelato il nome del padre dei due figli, ma sono state molte le speculazioni che affermavano che il padre fosse Mel Gibson. Le voci si sono fatti insistenti dato che loro due sono molto amici da tantissimi anni che l’attore si stato spesso al fianco dei figli di lei.

Jodie Foster oggi

Jodie Foster in Il silenzio degli innocenti

 

7. È rimasta colpita dall’improvvisazione di Hopkins. Nel film Il silenzio degli innocenti la Foster interpreta la detective Clarice Starling. L’attrice ha affermato che durante il primo incontro tra Lecter e Starling, la presa in giro del suo accento meridionale da parte di Anthony Hopkins è stata improvvisata mentre giravano. La reazione orripilata dell’attrice era genuina, perché si era sentita personalmente attaccata. In seguito, ha ringraziato il collega per generato in lei una reazione così vera.

8. Ha fatto ricerche per costruire il suo personaggio. L’attrice, oltre a consultare diversi libri, ha trascorso molto tempo con l’agente dell’FBI Mary Ann Krause prima delle riprese. Grazie a lei, infatti, Foster ha potuto osservare i pro e i contro del loro lavoro, nonché le varie sfumature comprese e le emozioni suscitate. La sua interpretazione così accurata e intensa, l’ha poi portata a vincere il suo secondo Oscar come miglior attrice protagonista.

Jodie Foster: oggi

9. Ha un nuovo progetto in lavorazione. Negli ultimi anni la Foster si è dedicata in particolare alla regia, ricoprendo tale ruolo per l’episodio Arkangel della serie Black Mirror e l’episodio Home della serie Scenes From the Loop. Nel 2021, però, è anche tornata sul grande schermo con il ruolo di Nancy Hollander nel film The Mauritanian. Attualmente, invece, è impegnata nelle riprese del film Nyad, film biografico sulla nuotatrice Diana Nyad, che nuotò da Cuba alla Florida all’età di 64 anni. Nel film la Foster interpreta Bonnie Stoll.

Jodie Foster: età e altezza

10. Jodie Foster è nata il 19 novembre del 1962 a Los Angeles, in California. La sua altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker

Oscar 2022, tutti i film vincitori da vedere

Oscar 2022, tutti i film vincitori da vedere

Su Sky Cinema arriva una programmazione dedicata ai film che hanno trionfato agli Oscar 2022: dal 29 al 31 marzo saranno proposte tre grandi prime serate su Sky Cinema Oscar (canale 303) – un intero canale dedicato ai film premiati con l’ambita statuetta – con Coda – I Segni del cuore, Dune e Drive my car, tutti sempre disponibili anche in streaming su NOW e on demand su Sky. Su Sky Primafila sono disponibili on demand Encanto, miglior film d’animazione, Una Famiglia Vincente – King Richard, Oscar per il miglior attore protagonista a Will Smith, e Summer of Soul, miglior documentario.

Inoltre, lunedì 28 marzo dalle 14.00 sullo stesso canale sarà trasmessa la riproposizione integrale della Notte degli Oscar 2022 e, dalle 21.15 su Sky Cinema Oscar e Sky Uno “Il meglio della Notte degli Oscar 2022”, disponibile anche on demand su Sky e NOW, e in chiaro su TV8 sempre il 28 marzo alle 23.45.

Martedì 29 marzo alle 21.15 la prima serata sarà dedicata al film che ha dominato alla 94ª edizione degli Academy Awards, Coda – I Segni del cuore, che ha confermato tutte e tre le nomination ottenute vincendo il premio per il miglior film, quello per il miglior attore non protagonista con Troy Kotsur e quello per la migliore sceneggiatura non originale. L’emozionante pellicola di Sian Heder, remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier, narra con delicatezza il tema della disabilità attraverso la storia dell’adolescente Ruby Rossi, unica persona udente della sua famiglia, per la quale svolge da sempre il svolge il ruolo di traduttrice e di interprete. La sua grande passione per il canto la mette davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Mercoledì 30 alle 21.15 sarà la volta di Dune. Il film campione d’incassi del regista Denis Villeneuve, forte di dieci nomination, si è aggiudicato il riconoscimento per la migliore fotografia, la miglior colonna sonora originale, il miglior suono, il miglior montaggio, i migliori effetti speciali e la migliore scenografia. Basato sull’omonimo romanzo di Frank Herber, il film fantascientifico narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che su Dune, il pianeta più pericoloso dell’universo, dovrà lottare per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente.

Giovedì 31 marzo alle 21.15 infine sarà proposto Drive my car, toccante road movie di Ryûsuke Hamaguchi, vincitore del premio comemiglior film internazionale. Ispirato alla raccolta di racconti Uomini senza donne di Murakami Haruki, il film narra la storia di Yûsuke, attore e regista che, dopo aver perso la moglie, si trasferisce a Hiroshima. Attraverso il rapporto con la ragazza che gli fa da autista, Yûsuke riuscirà finalmente a rielaborare il lutto e i traumi del suo passato.