Presentato Fuori Concorso alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, il film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures
Dune
disponibile da domani per l’acquisto e noleggio su Apple Tv app,
Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity. Il candidato all’Oscar
Denis Villeneuve (“Arrival”, “Blade Runner 2049”)
dirige Dune,
il film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, adattamento
per il grande schermo dell’omonimo celebre best seller di Frank
Herbert.
Dune,
un’epica avventura ricca di emozioni, narra la storia di Paul
Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande
destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare
verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un
futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si
fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo
della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia
prima capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità –
solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a
sopravvivere.
Nel cast il candidato all’Oscar
Timothée Chalamet (“Call Me by Your Name”,
“Piccole Donne”), Rebecca Ferguson (“Stephen King’s Doctor
Sleep”, “Mission: Impossible – Fallout”), Oscar Isaac (i film di “Star
Wars”), il candidato all’Oscar Josh
Brolin (“Milk”, “Avengers: Infinity War”), Stellan
Skarsgård (“Chernobyl” di HBO, “Avengers: Age of Ultron”),
Dave Bautista (la serie di film di “Guardiani
della Galassia”, “Avengers: Endgame”), Zendaya (“Spider-Man: Homecoming”, “Euphoria”
di HBO), Chen Chang (“Mr. Long”, “Crouching Tiger,
Hidden Dragon”), David Dastmalchian (“Blade Runner
2049”, “The Dark Knight”), Sharon Duncan-Brewster
(“Rogue One: A Star Wars Story”, “Sex Education”), con la candidata
all’Oscar Charlotte Rampling (“45 Years”,
“Assassin’s Creed”), con Jason Momoa (“Aquaman”,
“Il Trono di Spade” di HBO) e il premio Oscar Javier
Bardem (“No Country for Old Men”, “Skyfall”).
Villeneuve dirige Dune
da una sceneggiatura da lui scritta insieme a Jon Spaihts ed Eric
Roth, basata sull’omonimo romanzo di Frank Herbert. Villeneuve è
anche produttore del film insieme a Mary Parent, Cale Boyter e Joe
Caracciolo Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Dietro la macchina da presa,
Villeneuve ritrova la scenografa due volte candidata
all’Oscar® Patrice Vermette (“Arrival”, “Sicario”, “The
Young Victoria”), il montatore due volte candidato
all’Oscar® Joe Walker (“Blade Runner 2049”, “Arrival”,
“12 Anni Schiavo”), il due volte premio
Oscar®supervisore agli effetti visivi Paul Lambert
(“First Man”, “Blade Runner 2049”) e il premio Oscar®
per gli effetti speciali Gerd Nefzer (“Blade Runner 2049”).
Villeneuve collabora per la prima
volta con il direttore della fotografia candidato
all’Oscar® Greig Fraser (“Lion”, “Zero Dark Thirty”,
“Rogue One: A Star Wars Story”); la costumista tre volte candidata
all’Oscar® Jacqueline West (“The Revenant”, “Il Curioso
Caso di Benjamin Button”, “Quills – La penna dello scandalo”), il
secondo costumista Bob Morgan e il coordinator delle controfigure
Tom Struthers (la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”, “Inception”).
Il compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Blade Runner
2049”, “Inception”, “Il Gladiatore”, “Il Re Leone”) ha realizzato
la colonna sonora.
Dune,
girato in Ungheria e Giordania, è nelle sale cinematografiche
italiane dal 16 settembre, distribuito in tutto il mondo da Warner
Bros. Pictures e Legendary.
Nell’estate del 2019, per un
brevissimo periodo, lo Spider-Man di Tom
Holland è stato tirato fuori dall’Universo
Marvel. In quel breve periodo,
sembra che Holland, giovane interprete dell’arrampicamuri, venne
convocato a casa di Amy Pascal di SONY, che cercò di tirarlo su di
morale, parlando con lui delle incredibili opportunità che aveva il
suo Spider-Man anche lontano dalla Marvel.
In un’intervista con Empireper l’imminente uscita
di Spider-Man:
No Way Home, Tom Holland ha parlato proprio di
quell’incontro:
“Il giorno in cui è avvenuto
l’annuncio che non sarei più stato nell’MCU… sono andato a casa di
Amy Pascal e mi sono seduto con lei vicino alla
sua piscina, e ci siamo seduti lì per ore, chiacchierando e
immaginando film. Come avremmo fatto un film senza Marvel? Peter
Parker sarebbe caduto attraverso un portale e finito nel mondo di
Venom? O potevamo fare un film su Kraven the Hunter? È stata una
bella distrazione… perché da ragazzino ero così innamorato della
Marvel, e sono stato così fortunato a farne parte che quando mi
hanno tolto il tappeto da sotto i piedi, non ero ancora pronto per
dire addio”.
Per fortuna di Holland e di tutti
gli appassionati della continuity Marvel al cinema, l’accordo è
stato poi ritrovato e adesso, anche a seguito di quanto visto in Venom 2, possiamo
solo pregustare un universo sempre più grande, intrecciato e
condiviso.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Sono passati ormai 4 anni
dall’annuncio ufficiale che Zachary Levi sarebbe
stato Shazam! per la Warner Bros. Dopo 4 anni,
l’attore celebra l’anniversario con un post social commosso e
tenero, dicendo che questo casting ha cambiato la sua vita per
sempre:
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel, mentre i villain saranno
interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel
Zegler eLucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
Con quattro milioni di visitatori
all’anno provenienti da ogni parte del globo, Pompei è il sito
archeologico più famoso al mondo, un luogo unico, una città perduta
e ritrovata, animata nel corso dei secoli da passioni violente e
dotata di un estro e una vitalità straordinari. I giochi di potere,
i legami amorosi, l’ambizione smodata e il genio creativo si
percepivano per le strade, si respiravano nei templi e si possono
ammirare ancora oggi negli affreschi, nelle rovine, nei reperti
sopravvissuti alla drammatica eruzione del 79 d.C. In uscita al
cinema solo il 29, 30 novembre e 1 dicembre, Pompei. Eros e
Mito è diretto dal poliedrico Pappi
Corsicato, che di recente ha firmato anche il documentario
dedicato a Julian Schnabel. Prodotto da Sky, Ballandi e
Nexo Digital, in collaborazione e con il contributo
scientifico del Parco Archeologico di Pompei e con
la partecipazione del MANN, Museo Archeologico Nazionale di
Napoli,POMPEI. EROS E MITO è un viaggio
che ci guida indietro nel tempo di duemila anni. Vengono messi a
nudo i miti e i personaggi che hanno contribuito a rendere
immortale questo sito archeologico unico al mondo che l’UNESCO ha
inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Dalla storia d’amore tra Bacco e Arianna nella celebre Villa dei
Misteri al rapporto ambiguo tra Leda e il Cigno, dalle lotte
gladiatorie sino alla disperata ricerca dell’immortalità di Poppea
Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone), il docu-film
metterà in scena e analizzerà anche i lati meno noti e più segreti
della città. Gli stessi che nel XVIII secolo portarono la Chiesa
Cattolica a nascondere alcuni dei reperti più scandalosi e scabrosi
recuperati duranti gli scavi.
A condurci attraverso le strade di
Pompei sarà una narratrice d’eccezione: la pluripremiata
Isabella Rossellini. La sua presenza e la sua voce
accompagneranno gli spettatori in un percorso elegante e serrato
che mostrerà come i miti e le opere ritrovate abbiano ammaliato e
influenzato artisti come Pablo Picasso e
Wolfgang Amadeus Mozart. Arricchiscono il percorso
tra storia e arte anche le rievocazioni dei miti in chiave
contemporanea ideate da Pappi Corsicato: Bacco,
Arianna, Teseo, Leda, solo per citarne alcuni, indossano abiti
moderni e sono sospesi in un tempo che appartiene sia al passato
che al presente, per mostrare quanto l’eredità di Pompei sia ancor
oggi una continua fonte di ispirazione artistica.
La colonna sonora originale di
“Pompei. Eros e mito” (titolo internazionale: “Pompeii. Sin city”),
già disponibile sugli store digitali su etichetta Nexo Digital/Sony
Classical, è firmata dal compositore e
pianista Remo Anzovino, che conferma con
questo titolo la sua capacità unica di raccontare in musica i
tesori dell’arte mondiale, tanto da essere stato premiato ai Nastri
d’Argento 2019 con una Menzione Speciale per le sue colonne sonore
originali dei docufilm d’arte.
Era il 1748 quando re Carlo III di
Borbone promosse i primi scavi ufficiali a Pompei a seguito dei
primi ritrovamenti della vicina Ercolano. Fu da quel momento che
cominciarono a riemergere con sempre maggior chiarezza i dettagli
della catastrofe del 79 d.C., anno in cui il Vesuvio seppellì
intere città, tra cui Pompei ed Ercolano, e tutto il territorio
circostante. Nel corso degli scavi di Pompei sono stati rinvenuti
tesori, statue, affreschi, mosaici, reperti di vita quotidiana, ma
anche ville e abitazioni private che ancor oggi ci raccontano la
vita di una città vivace, con giardini, fontane e imponenti
apparati decorativi. Sarà lungo queste antiche vie e grazie alle
opere conservate al MANN – Museo Archeologico Nazionale di
Napoli, che avremo modo di conoscere la vita degli
abitanti di Pompei prima dell’eruzione. Attenzione particolare sarà
dedicata al Gabinetto Segreto del MANN, istituito
dai Borbone per custodire i reperti più “scandalosi” ed
esplicitamente erotici.
Le storie che esploreremo sono
quelle di uomini e donne di cui ci restano tracce concrete perché
quando il flusso piroclastico ad altissima temperatura che investì
Pompei ne provocò la morte istantanea per shock termico, i corpi
delle vittime rimasero nella posizione in cui si trovavano
lasciando la propria impronta dopo la decomposizione. A partire
dalla seconda metà dell’Ottocento, poco più di un centinaio di
calchi sono stati realizzati da queste impronte, ispirando poeti e
artisti, tra cui lo stesso Roberto Rossellini, che dedicò alla
scoperta di alcuni calchi una celebre scena del “Viaggio in
Italia”.
Tra gli interventi del film
quelli di Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico
di Pompei dal 2014 al 2020; Andrew Wallace-Hadrill, Professore
Emerito di Studi Classici, Università di Cambridge; Catharine
Edwards, Professore di Studi Classici e Storia Antica – Birkbeck,
Università di Londra; Darius Arya, Direttore American Institute for
Roman Culture; Ellen O’Gorman, Professore Associato di Studi
Classici, Università di
Bristol.
Pompei. Eros e
Mito di Pappi Corsicato è prodotto
Sky, Ballandi e Nexo Digital, in collaborazione e
con il contributo scientifico del Parco Archeologico di
Pompei e con la partecipazione del MANN, Museo
Archeologico Nazionale di Napoli. La Grande Arte al Cinema
è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital.
Il
XXVI Linea d’Ombra Festival a Salerno ha superato il giro
di boa con una serata ricca di suggestioni che ha visto darsi il
cambio due grandi talenti del cinema italiano come Mario Martone e
Valeria Golino.
L’attrice e regista è arrivata da Napoli, dove ha iniziato a
girare la serie tv La vita segreta degli adulti,
tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante e diretta da Edoardo
De Angelis, e si è accomodata nel salotto di Linea d’Ombra alla
Sala Pasolini, intervistata dal direttore artistico Boris Sollazzo,
per parlare della sua carriera e dei suoi progetti futuri.
“NeLa vita segreta degli adultisarò solo
interprete, ma dopo questa inizierò a preparare la serie di cui
sarò invece regista, tratta dal romanzoL’arte della
gioia, di Goliarda Sapienza, inizieremo a girare l’estate
prossima e sono molto felice perché è un libro speciale che ho
amato molto”.
Proprio
una serie televisiva ha anche riportato Valeria Golino negli Stati Uniti, la seconda
stagione di The Morning Show, in cui interpreta Paola
Lambruschini, nella finzione documentarista nota per avere girato
un film in difesa di Amanda Knox e per le sue posizioni critiche
nei confronti del movimento #MeToo. Il personaggio esordisce con un
monologo che ha fatto il giro del mondo in poche ore appena la
serie è giunta su Apple
TV+.
“In
realtà ero preoccupata, ma non per quello che dice, anzi, ho
pensato subito che fosse una bella presentazione del personaggio.
Ero preoccupata perché volevo che venisse bene e quella scena è
stata la prima che ho girato appena arrivata sul set a Los Angeles.
Ma a parte questo, è come se ci fosse in atto una rivoluzione e
come in tutte le rivoluzioni ci sono anche cose sbagliate. Sono
imbarazzata dalla censura nei confronti delle parole, dei modi di
fare, dal fatto che viviamo un periodo in cui quasi niente di
quello che prima ci sembrava normale ora non lo è più, ed è vero
che c’erano e ci sono ancora sessismo, razzismo e che bisogna
lottare e farsi sentire, ma bisogna anche poter avere la libertà di
dissentire, di essere scorretti anche. In ambito artistico la
drammaturgia è scorretta perché l’essere umano è scorretto e non si
può pretendere che chi racconta storie, scrive libri, fa cinema o
teatro sia corretto per volere di un sistema, perché
significherebbe snaturare il nostro lavoro. Il movimento di questi
anni è importante, anche dal punto di vista dell’inclusione, ma il
processo con cui sta avvenendo lo trovo non del tutto
corretto”.
The
Morning Show ha riportato Valeria Golino a Los Angeles, dove ha vissuto
per molti anni. “Sono stata quattro mesi per le riprese della
serie e ho trovato la città molto cambiata, eravamo in pieno Covid
e l’atmosfera era molto cupa, ma sono stata felice di tornare per
un periodo così lungo dopo molti anni. Quando sono andata negli
Stati Uniti per fare il provino per il film di Tim Burton con Pee
Wee Hermann era il 1987, poi ho fatto il film e nel mentre i tanti
provini perRain Man. Ho incominciato a lavorare
tanto e alla fine sono rimasta lì fino al 2002. Ho imparato da
quell’esperienza cosa significhi essere molto professionali nel
fare questo lavoro, ma è un insegnamento che non sono mai riuscita
a fare mio fino in fondo, perché è sempre rimasta in me una
indisciplina legata al fatto di non avere fatto una scuola di
recitazione, di avere cominciato con autori come Peter Del Monte,
Citto Maselli, con cui ho vinto giovanissima la Coppa Volpi, che
avevano un metodo lontano anni luce da quello hollywoodiano. Ancora
oggi credo di avere la stessa indisciplina”.
Anche
regista di due bellissimi film come Miele ed
Euforia, Valeria Golino non pensa a un film a Hollywood
“ma mi piacerebbe girare un film internazionale, in cui poter
mettere a frutto tante cose ho imparato nel corso della mia vita e
della mia carriera, raccontare una storia che si dipani tra le
molte lingue che conosco con attori con cui poter parlare in
maniera diretta, condividendo con loro esperienza e
cultura”.
A
proposito di registi, Mario Martone si è collegato via Zoom
con il pubblico di Linea d’Ombra Festival per partecipare alla
presentazione del bel saggio di Giovanni De Luna Cinema
Italia, edito da UTET. E lo ha fatto in un giorno molto
speciale.
“Ho
finito oggi le riprese del mio nuovo film”, ovvero
Nostalgia, tratto dal romanzo Ermanno Rea, con
protagonisti Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva e Tommaso
Ragno. Martone è ancora in sala con Qui rido io, che dopo il trionfo di critica alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove era
in concorso, ha avuto un grande successo nelle sale
cinematografiche. E proprio alla sala va il pensiero del regista
napoletano.
“La
macchina comica, intesa come impianto della narrazione, del ritmo e
della struttura, ha bisogno della sala, come ne aveva bisogno la
commedia di Eduardo”. Sala cinematografica che come ha
detto lo storico e saggista Giovanni De Luna “inevitabilmente
perderemo e non si tornerà indietro, e con la sala perderemo la
costruzione di identità e di appartenenza che è stata parte
integrante del ‘900”.
Per
questo, come a chiosato il presidente di Linea d’Ombra Festival
Giuseppe D’Antonio, “la funzione dei festival è oggi
ancora più importante, perché mantiene vivo e indissolubile un
legame tra spettatore e luogo cinematografico tenendo viva una
tradizione che è stata fondamentale per la formazione del
patrimonio culturale collettivo del nostro paese”.
Ecco la nostra intervista a
Claudia Gusmano e Lorenzo Adorni, gli splendidi
protagonisti di Guida astrologica per cuori infranti, la nuova
serie Netflix disponibile in piattaforma, basata
sul romanzo di Silvia Zucca.
Guida astrologica per cuori infranti è la
nuova serie italiana Netflix, in 6 episodi, creata
da Bindu de Stoppani e diretta dalla stessa Bindu e da Michela Andreozzi. Prodotta da Italian
International Film – Gruppo Lucisano e tratta dall’omonimo successo
editoriale di Silvia Zucca edito da Casa Editrice Nord, la serie
debutta il 27 ottobre su Netflix in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo.
Amicizia, romanticismo,
carriera, incontri surreali e vicende tragicomiche sono solo alcuni
degli ingredienti di questa moderna commedia romantica che segue le
vicende della protagonista Alice, alla ricerca del grande amore e
della realizzazione lavorativa. L’incontro-rivelazione con l’amico
Tio farà entrare l’astrologia nella sua vita e la spingerà a
lasciarsi guidare dalle stelle, portandola sempre più vicino al
concretizzarsi dei suoi desideri.
Arturo (Fabio
De Luigi), un uomo che lavora zelantemente come
manager in un’azienda. Quando scopre un algoritmo che potrebbe
facilitare il lavoro alla ditta, ignora che la sua scoperta vada
tranquillamente sostituirlo, rendendolo un elemento non essenziale
per la stessa azienda. Arturo, in breve tempo, non perde solo il
suo lavoro, ma anche la fidanzata e il suo gruppo di amici.
L’unico impiego che riesce a trovare
è quello di rider per una multinazionale che si occupa di
tecnologia, la Fuuber, che ha sviluppato un’app particolare.
Installandola, Arturo scopre che l’app “dà vita” a un ologramma,
una donna di nome Stella (Ilenia
Pastorelli), con cui l’uomo trascorre le ore di
solitudine, finendo per legarsi così tanto a lei da invaghirsene.
Quando la settimana di prova gratuita con l’app della Fuuber
finisce, Arturo non ha soldi per poter pagare l’abbonamento e dovrà
fare tutto il possibile per riuscire a rivedere quella che è
diventata l’amore della sua vita, sempre se esiste veramente…
Ecco la nostra intervista a Frank
Matano, Diego
Abatantuono e Guido Chiesa,
rispettivamente protagonisti e regista di Una notte da
dottore, la nuova commedia al cinema dal 28 ottobre. Il
film è stato presentato in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma 2021.
Pierfrancesco Mai
(Diego Abatantuono) è una guardia medica di 65
anni che, con mille acciacchi e poco entusiasmo, si muove in
macchina di notte per visitare i pazienti. Mario
(Frank Matano) è un fattorino di Deliveroo
spiritoso e affezionatissimo alla bici che gli permette di fare
consegne tra le strade di Roma. La vite dei due collidono,
letteralmente: Pierfrancesco investe con la sua auto
Mario. Il rider fortunatamente ne esce illeso, ma con
la bici inutilizzabile. Dal canto suo, dopo l’urto, il medico si
ritrova bloccato con la schiena. Dopo l’incontro-scontro, nessuno
dei due è più in grado di fare il proprio lavoro autonomamente.
L’unica soluzione sembra essere quella di unire le forze.
Pierfrancesco propone un accordo: Matano
potrà usare l’auto di Abatantuono per le sue
consegne, ma in cambio dovrà fingersi dottore. Visitando guidato
dalle sue dritte, guadagnerebbe dai salatissimi prezzi della
guardia medica. Mario, inizialmente dubbioso, accetta e i
due partono all’avventura nella notte romana. Affrontano così
pazienti ipocondriaci, clienti di Deliveroo arroganti, donne
partorienti, in un viaggio non solo fisico che a poco a poco
esplora le storie di due personaggi a prima vista inconciliabili.
Tra scambi di identità e mansioni illegali, riuscirà la coppia a
concludere il turno notturno senza fare danni?
Ecco la nostra intervista a
Drusilla Foer, special guest nel cast di
Sempre più
Bello, il film di Claudio Norza con
Ludovica Francesconi e Giancarlo
Commare. Il film arriverà al cinema il 10 febbraio 2022.
Il film è stato presentato in super anteprima alla Festa del
Cinema di Roma 2021.
Nel cast ritroviamo Ludovica
Francesconi, Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo Niceforo e le new
entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe Futia e Diego
Giangrasso.
Ecco la nostra intervista a Francesco Di Leva, Denise
Capezza e Francesco Ferrante,
protagonisti di Un mondo in più di Luigi
Pane, presentato alla Festa del
Cinema di Roma 2021, sedicesima edizione.
Un mondo in più, la trama
Una periferia romana nella quale
l’arrivo della pandemia riscatena le tensioni sociali già presenti,
tra italiani ai margini e immigrati. Uno scenario complesso che
l’esordiente Luigi Pane, arricchisce con una trama noir a base di
amore, camorra e vendetta, senza dimenticare un omaggio costante al
cinema (e le parole) di Pasolini in Un mondo in più, al debutto in
Panorama Italia a Alice nella città, la sezione autonoma della
Festa del Cinema di Roma.
Vanessa Hudgens è
nata nel 1988 in California. La bellissima attrice ha un fascino
tutto particolare, così come le sue origini: la madre ha origini
cinesi, filippine e spagnole, mentre il padre ha origini irlandesi
e native americane. È diventata famosa per il suo ruolo
in High School Musical, ma ha cominciato a recitare
sin da bambina: la sua carriera è cominciata all’età di 8 anni, in
diverse opere teatrali, spot e spettacoli televisivi e continua con
successo ancora oggi.
Vanessa Hudgens: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio
con il popolare film Thirteen – 13 anni (2003).
Successivamente recita in Thunderbirds (2004), High
School Musical 3: Senior Year (2008), Beastly (2011) e Sucker Punch (2011).
Entra poi a far parte del cast di Viaggio nell’isola
misteriosa (2012) e Il cacciatore di donne
(2013). Nel 2013 ha un ruolo molto intenso in Non lasciarmi
sola, per poi recitare in Machete Kills (2013) e
Spring Breakers – Una vacanza da
sballo (2013), con James Franco.
Negli ultimi anni ha invece recitato in Dog Days
(2018), Nei panni di una principessa (2018),
Ricomincio da me (2018), con Jennifer Lopez,
Bad Boys for Life
(2020), con WillSmith, Nei panni di una principessa: ci
risiamo! (2020) e Tick, Tick… Boom! (2021).
2. È nota anche per i suoi
lavori televisivi. Parallalemante alla carriera
cinematografica, la Hudgens si è dedicata molto anche alla
televisione. Ha infaatti recitato in alcuni episodi di serie
come Still Standing (2002), Give Me Five
(2005), Drake & Josh (2006) e Zack e Cody al Grand
Hotel (2006). La grande popolarità arriva però grazie ai film
High School Musical (2006) e High School Musical
2 (2007). Torna poi in televisione nel 2017 per la serie
Powerless, prima sitcom ambientata nell’Universo DC, dove
è la protagonista Emily Locke.
3. Ha diversi progetti in
programma. Attualmente la Hudgens ha diversi lavori in
programma, tra cui il terzo film della trilogia Nei panni di
una principessa, il cui sottotitolo inglese è Romancing
the Star. Questo, in fase di post-produzione, dovrebbe essere
rilasciato nel corso dei prossimi mesi. La Hudgens è invece ora
impegnata nelle riprese della serie animata Army of the Dead:
Lost Vegas, la quale rappresenterà uno spin-off del film
Army of the Dead. In questa l’attrice darà voce al
personaggio chiamato Willow.
Vanessa Hudgens è su Instagram
4. Ha un profilo molto
seguito. L’attrice è presente sul social network Instagram
con un profilo verificato seguito da oltre 42,9 milioni di
followers. Attualmente, con quasi 4 mila post, l’attrice utilizza
il social per condividere immagini relative al suo lavoro da
attrice, ai suoi progetti di prossima uscita o quelli ancora in
fase di sviluppo. Non mancano poi anche immagini legate alla sua
quotidianità, con luoghi visitati, momenti di svago o eventi in cui
è coinvolta. Seguendola sul social si potrà essere dunque sempre
aggiornati sulle sue attività.
5. Una sua foto su un social
le è costata una multa. Vanessa Hudgens ama usare il
proprio profilo Instagram, documentando la propria
vita costantemente. Forse anche troppo: nel 2016, infatti, ha
pubblicato una fotografia del proprio nome e di quello del compagno
Austin Butler incisi su una roccia rossa con un cuore durante un
viaggio a Sedona, Arizona. Peccato che fare ciò fosse illegale. Per
aver danneggiato un sito naturale, fu denunciata e finì per pagare
una multa di 1,000 dollari, che furono utilizzati per ripristinare
la superficie della roccia.
6. Condivide molto il suo
profilo con la sorella. Sul profilo Instagram di Vanessa
appaiono tantissime fotografie con la sorella Stella
Hudgens. La seconda, più giovane, fa anche lei l’attrice,
ma è meno conosciuta. Le due si assomigliano tantissimo, e sono
inseparabili: vengono spesso fotografate insieme: non soltanto a
feste ed occasioni, ma anche nella vita di tutti i giorni, a
pranzo, al Coachella, dopo lezioni di yoga.
Vanessa Hudgens, Zac Efron e il nuovo fidanzato
7. Ha avuto una relazione
con il celebre collega. Sul set del musical di Disney
Channel High School Musical, l’attrice conosce il collega
ZacEfron. Nel film, i loro personaggi vivono una
forte relazione sentimentale, legati dalla comune passione per la
musica. La relazione sullo schermo con l’attore è passata poi alla
vita reale nel 2005, protraendosi fino al 2010. Per questo periodo
i due sono stati una delle coppie dello spettacolo più seguite e
apprezzate.
8. Ha avuto una lunga
relazione con un altro attore. A partire dal settembre
2011 i media hanno cominciato a speculare su una relazione tra
l’attrice e Austin Butler,
dopo che quest’ultimo fu visto lasciare la casa della Hudgens.
Nello stesso mese, la rivista People li fotografò
insieme, che dividevano un milkshake, si tenevano la mano e si
baciavano. I due hanno poi confermato la loro relazione, durata
fino al 2020. Nel 2021, invece, la Hudgens ha confermato tramite il
proprio profilo Instagram di essere ora impegnata con il giocatore
di baseball Cole Tucker.
Vanessa Hudgens nuda
9.È
stata vittima di un leak delle sue foto. Nel 2007 fu una
delle prime attrici le cui fotografie di nudo diventarono di
dominio pubblico, venendo pubblicate online. All’epoca, aveva
solamente diciotto anni, e il suo agente rispose velocemente con
una dichiarazione che affermava il fatto che le fotografie possero
state scattate in privato e rilasciate senza il permesso di
Vanessa. In pubblico dichiarò di essere in grande imbarazzo per la
situazione, e fu costretta a scusarsi pubblicamente, in quanto si
stava ancora lavorando a High School Musical 3. “Al giorno
d’oggi, con internet, non si ha una vita privata. Niente è privato:
tutti sanno tutto, e possono scoprire ogni cosa su di te. Non è
sicuro come si crede, e devi prestare attenzione e diffidare anche
di chi ti sta accanto“, affermò.
Vanessa Hudgens: età e altezza
dell’attrice
10. Vanessa Hudgensè nata il 14 dicembre del 1988 a Salinas,
in California, Stati Uniti. L’attrice è alta
complessivamente 1.60 metri.
Con la DC Comics che va abbracciando un tono
narrativo complessivamente più oscuro, vari autori e illustratori
come Alan Moore e Greg Capullo
hanno esplorato i personaggi più macabri e insoliti che si aggirano
durante la notte. Oltre alla rinomata parata di supereroi del
DCEU, come
Superman e Flash,
esistono anche i mostri mutaforma.
Nell’Universo DC ci
sono molti mostri diversi che hanno avuto un impatto sui fan come
eroi crociati, antieroi cupi e cattivi nefasti: chi sono
effettivamente i migliori?
1Swamp Thing
Anche se non ha creato Swamp Thing, Alan Moore ha
rivoluzionato il personaggio creando un antieroe più complesso.
Dopo che il dottor Alec Holland viene ucciso, la
sua coscienza si fonde con una pianta per dar vita a una creatura
umanoide che combatte per la vita vegetale della Terra conosciuta
semplicemente come il Verde mentre cerca di mantenere la pace con
l’umanità.
Siamo lontani da un’origine tipica dei
supereroi e questa è meglio descritta come una tragica storia di
mostri, emulando ancora una volta i classici mostri della Universal
come The Creature e The Monster From The
Blue Lagoon. Swamp Thing ha agito come un supereroe,
tuttavia, e ha dimostrato di essere abbastanza potente
nell’espansivo DCEU. Con
il suo potere proveniente da The Green, che unisce
tutta la vita vegetale sulla Terra, Swamp Thing è di gran lunga il
“mostro” più potente della DC Comics e un eroe che ha salvato
innumerevoli vite dal suo debutto negli anni ’70.
Gli Avengers
posseggono una vasta gamma di poteri, ma ci sono ancora un certo
numero di abilità presenti nei fumetti che non sono ancora state
“incorporate” nelle controparti del MCU, o che ancora devono essere
adeguatamente esplorate. Screen
Rant ha raccolto 10 poteri che i Vendicatori posseggono e che
non sono stati ancora introdotti/esplorati nel Marvel Cinematic
Universe.
1Senso di ragno (Spider-Man)
Sebbene la capacità precognitiva di Peter
Parker (Tom
Holland) di percepire il pericolo in arrivo, nota come “Senso
di ragno”, sia stata inclusa nel MCU, scherzosamente chiamata
“Formicolio di Peter” da zia May, le sue capacità non sono state
completamente mostrate.
I
fumetti mostrano che questo senso aiuta Peter persino a navigare se
non è in grado di vedere o sentire. Espandere le capacità del Senso
sullo schermo aiuterebbe il personaggio di Peter a prosperare in
una serie più ampia di circostanze e potrebbe rivelarsi funzionale
anche nel prossimo
Spider-Man: No Way Home.
Gwineth Paltrow, la
bellissima biondissima attrice americana, è una di quelle star la
cui carriera sembra non tramontare mai. La sua carriera ha è
cominciata presto: ha infatti studiato recitazione con l’assistenza
dei genitori (un produttore e un’attrice) sin da bambina, e ha
cominciato la propria carriera come modella. Negli anni si è poi
affermata come una vera e propria icona, tanto per una serie di
ruoli memorabili quanto per la sua stravaganza su determinati temi
e attività.
Ecco dieci curiosità su
Gwyneth Paltrow.
Gwyneth Paltrow film
1. Ha recitato in molti
celebri film. La Paltrow ha iniziato la propria carriera
cinematografica recitando in film come Hook – Capitan Uncino
(1991) e Omicidi di provincia (1993). Grande successo
arriva poi grazie a Seven (1995), con Brad Pitt, per
poi comparire anche in Sydney (1996), Sliding
Doors (1998), Paradiso perduto (1998), Shakespeare in Love (1998),
Il talento di Mr. Ripley (1999), I Tenenbaum
(2001), Proof – La prova (2005), Correndo con le
forbici in mano (2006) e Two Lovers (2008). Dal 2008
assume il ruolo di Pepper Potts in Iron Man, con Robert Downey
Jr., riprendendo poi il ruolo anche in Iron Man 2 (2010),
The Avengers (2012),
Iron Man 3 (2013), Spider-Man: Homecoming
(2017), Avengers: Infinity War
(2018) e Avengers: Endgame
(2019).
2. Ha recitato anche in
alcune note serie TV. Nel corso della sua carriera la
Paltrow ha avuto modo di recitare anche in alcuni film televisivi
come Cruel Doubt (1992) e Ordinaria follia
(1993). Tra il 2010 e il 2014 recita nella serie Glee con
il personaggio di Holly Holliday. Nel 2019 è invece Georgina Hobart
nella serie Netflix The Politician. Il personaggio è
la madre adottiva di Payton, il protagonista della storia. Di
questa serie la Paltrow è inoltre stata anche produttrice
esecutiva.
3. Ha vinto un controverso
Oscar. Nel 1999 l’attrice ha vinto il premio Oscar come
miglior attrice per la sua interpretazione in Shakespeare in
Love. In quell’occasione prevalse su attrici come
Meryl Streep, Emily Watson,
Fernanda Montenegro e sulla favorita Cate Blanchett,
candidata per Elizabeth. Il premio
assegnato alla Paltrow è oggi considerato uno dei maggiori scandali
riguardanti gli Oscar, e sono in molti a ritenere che a permettere
all’attrice di vincere sia stata l’influenza che il produttore
Harvey Weinstein ebbe a riguardo. Recentemente,
anche l’attrice Glenn Close ha detto la propria a
riguardo, affermando che si tratta di un’assegnazione
“senza senso”.
Gwyneht Paltro: oggi
4. Ha diverse attività a cui
dedicarsi. Attualmente l’attrice sembra non avere nuovi
progetti cinematografici o televisivi in programma, per quanto si
sia dichiarata disponibile a riprendere il ruolo di Pepper in
futuri film della Marvel. Negli ultimi anni, però, la
Paltrow si è dedicata principalmente alla sua attività da
imprenditrice, dando vita ad una propria linea di prodotti di
bellezza particolarmente controversi e contestati dalla comunità
medico-scientifica. Ad oggi, dunque, l’attrice sembra interessata
principalmente a far parlare di sé attraverso una serie di
stravaganze continue.
Gwyneth Paltrow: il suo profumo e
le sue candele
5. Ha dato vita a dei
prodotti molto controversi. Nel settembre 2008 Paltrow ha
lanciato la newsletter settimanale Goop. Il successo di
questa l’ha poi spinta a fondare la società di e-commerce Goop.com,
occupandosi in particolare di wellness e prodotti affini. In
particolare, hanno suscitato particolare clamore le candele al
profumo della sua vagina, ma anche il più recente profumo
intitolato Smell Like MyOrgasm, il cui nome non
lascia dubbi a riguardo. Questi prodotti, divenuti oggetti di
derisione per molti, hanno in realtà ottenuto un grande successo,
con numerosi pezzi venduti. Da notare come il costo della sola
candela sia pari a 75 dollari.
Gwyneth Paltrow è su Instagram
6. Ha un profilo molto
seguito. L’attrice è presente sul social network Instagram
con un profilo verificato seguito da oltre 7.7 milioni di
followers. Attualmente, con oltre mille e cinquecento post,
l’attrice utilizza il social per condividere immagini relative al
suo lavoro da imprenditrice e attrice, ai suoi progetti di prossima
uscita o quelli ancora in fase di sviluppo. Non mancano poi anche
immagini legate alla sua quotidianità, con luoghi visitati, momenti
di svago o eventi in cui è coinvolta. Diverse sono anche le
fotografie che la vedono insieme al marito. Seguendola sul social
si potrà essere dunque sempre aggiornati sulle sue attività.
Gwyneth Paltrow, Chris Martin e il
nuovo marito
7. È stata sposata con un
noto cantante. Il 5 dicembre del 2003 l’attrice ha
sposato il cantante Chris Martin, frontman della
band Coldplay conosciuto proprio ad un suo concerto, dal
quale ha poi avuto due bambini, Apple e
Moses, nati rispettivamente nel 2004 e nel 2006.
Il figlio Moses Martin prende il nome da una
canzone scritta da Chris Martin per Gwyneth, che appare nell’album
Live 2003. Moses è anche il nome ebraico del padre di Gwyneth. La
coppia, considerata una delle più solide del mondo dello
spettacolo, ha però poi ceduto al divorzio nel 2016, dopo una
separazione che andava avanti dall’anno precedente. I due, rimasti
comunque in buoni rapporti, non hanno rivelato i motivi dietro la
loro scelta.
8. Ha un nuovo
marito. Nel settembre del 2018 l’attrice si è sposata
una seconda volta con il regista e produttore Brad
Falchuck, noto per la serie antologica American
Horror Story ma dall’attrice conosciuto nel 2010 sul set di
Glee, alla quale la Paltrow ha partecipato in qualità
di guest star. In breve i due sono diventati una delle coppie più
famose di Instagram. Lui è infatti stato definito più volte uno dei
mariti migliori sul social, per via delle fotografie dell’attrice
che posta costantemente, accompagnate da alcune delle dediche più
belle e sincere.
9.Gwyneth
è molto protettiva nei confronti dei propri figli.
L’attrice si è sempre dedicata molto a mantenere i suoi figli
lontani dagli eccessi della celebrità. In particolare è solita
proteggerli dall’invadenza dei paparazzi. In un’intervista ha
infatti dichiarato di tenere una sorta di registro dei paparazzi:
fotografa le loro auto, scrive il numero di targa, tutto. Se si
fanno vedere intenti ad invadere il suo privato, possiede dunque
tutti gli elementi che le servono per andare dalla polizia.
Gwyneth Paltrow: età e altezza dell’attrice
10. Gwyneth Paltrow è nata
il 27 settembre del 1972 a Los Angeles, in
California, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente
1.75 metri.
Zack Snyder’s Justice League è diventato per molti fan
del DCEU e dell’opera di Zack Snyder la versione definitiva del
cinecomic uscito inizialmente nelle sale nel 2017. Ora, è stato
proprio Snyder ad ammettere che non riesce a immaginare che un
altro regista venga coinvolto nella realizzazione di un potenziale
sequel.
“Oddio, non ci ho mai pensato in
realtà”, ha detto Snyder a
Games Radar quando gli è stato chiesto della possibilità.
“Ho adorato fare tutti quel film DC e amo i supereroi. Amo il
genere. Sono molto entusiasta, ad esempio, di vedere The Batman di
Matt Reeves. Onestamente, però, un seguito di Justice League non
credo possa funzionare nelle mani di qualcun altro.”
Quando la Warner Bros. ha iniziato a
mettere in piedi il suo DC
Extended Universe, Zack Snyder è stato attivamente coinvolto
nel processo di creazione dell’universo condiviso. Snyder ha
diretto i primi due film del franchise, L’uomo
d’acciaio e Batman
v Superman, per poi abbandonare la nave nel bel mezzo
della produzione di Justice
League (progetto che è stato poi portato a
compimento da Joss Whedon).
Sappiamo tutti come sono andate poi
le cose: essenzialmente, Snyder è rimasto lontano dal DCEU per
molto tempo, sebbene abbia continuato a figurare come produttori di
alcuni film. Poi, quest’anno, dopo innumerevoli richieste da parte
dei fan, la Warner Bros. ha finalmente permesso al regista di
realizzare la sua versione di Justice
League, che è stato poi distribuita col
titolo Zack
Snyder’s Justice League.
Eternals,
il nuovo attesissimo film dei Marvel Studios, arriverà finalmente
nelle sale italiane il prossimo 3 novembre, dopo un’anteprima in
pompa magna alla 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma lo
scorso 24 ottobre.
Dopo le prime reazioni al film
(tutte generalmente positive), sono iniziate ad arrivare anche le
prime recensioni che, in realtà, hanno evidenziato un’accoglienza
decisamente mista, tant’è che su Rotten Tomatoes il cinecomic di
Chloé Zhao ha già raggiunto un primato
alquanto discutibile: come riportato da
CBM, è infatti il film dei Marvel Studios con la percentuale di
recensioni positive più bassa di sempre.
Attualmente, infatti, Eternals
detiene un 64% di recensioni positive su 92 articoli presi in
esame. Prima del terzo cinecomic della Fase 4, era Thor: The Dark World ad avere la percentuale
di recensioni positive più bassa (66%), seguito da
L’incredibile Hulk (67%), Iron Man 2 (72%) e
Avengers: Age of Ultron (76%).
Eternals: è allarme review bombing su IMDb?
Il dato relativo a Eternals,
però, deve essere analizzato in riferimento ad un fenomeno che,
purtroppo, negli ultimi anni sta prendendo sempre più piedi sul
web. Come portato alla luce da
The Direct, infatti, il film di Zhao sta lentamente diventando
vittima di “review bombing”, quel fenomeno per cui
numerosi utenti lasciano online recensioni negative al fine di
boicottare la popolarità o gli incassi di un’opera.
Come spiegato dalla fonte, su IMDb
diversi utenti hanno cominciato a recensire Eternals
affibbiandogli una sola stella. Il motivo? Sembra che molti abbiano
deciso di prendere di mira il cinecomic a causa dell’inclusione
nella storia del personaggio di Pathos
interpretato da Bryan Tyree Henry, il primo supereroe
apertamente gay del Marvel Cinematic Universe.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
L’arco narrativo di Tony
Stark/Iron Man nel MCU si è
concluso in maniera tragica, nonostante il sacrificio compiuto
dall’eroe alla fine di Avengers:
Endgame abbia assunto un significato davvero speciale,
soprattutto in riferimento a tutta la storia pregressa del
supereroe.
Di certo, la fine della storia del
supereroe sul grande schermo è stato un momento davvero toccante
per i fan del MCU, ma allo stesso modo è stata
un’esperienza particolarmente emozionante anche per Robert Downey Jr. Come rivelato nel libro “The
Story of Marvel Studios: The Making of the Marvel Cinematic
Universe”, infatti, pare che l’attore si scoppiato a piangere
quando ha saputo del destino del suo personaggio nel cinecomic di
Anthony e Joe Russo.
Nel libro si legge (via
Screen Rant): “Quando la presentazione dei Russo a Downey
Jr. è arrivata agli ultimi istanti di Tony Stark, i loro nervi
hanno iniziato a sciogliersi. Tuttavia, la loro fede nella storia
si è consolidata”. Segue poi una dichiarazione di Joe Russo: “Quando eravamo agli sgoccioli
della presentazione del pitch e siamo arrivati alla morte di Iron
Man, Robert ha iniziato a piangere.E quando abbiamo
finito, ha detto: ‘Tutto questo è davvero fantastico’. È stato
allora che abbiamo capito che dovevamo farlo. Perché lo sentiva
anche lui.”
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel
cast del film – tra gli altri – figurano Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Quando la Warner Bros. ha iniziato a
mettere in piedi il suo DC
Extended Universe, il regista Zack Snyder è stato attivamente coinvolto nel
processo di creazione dell’universo condiviso. Snyder ha diretto i
primi due film del franchise, L’uomo d’acciaio e Batman v Superman, per poi abbandonare la nave nel bel
mezzo della produzione di Justice
League (progetto che è stato poi portato a compimento
da Joss Whedon).
Sappiamo tutti come sono andate poi
le cose: essenzialmente, Snyder è rimasto lontano dal DCEU per
molto tempo, sebbene abbia continuato a figurare come produttori di
alcuni film. Poi, quest’anno, dopo innumerevoli richieste da parte
dei fan, la Warner Bros. ha finalmente permesso al regista di
realizzare la sua versione di Justice
League, che è stato poi distribuita col titolo
Zack Snyder’s Justice League.
Nonostante tutte queste
vicissitudini, i fan restano ancora profondamente legati ai
contributi di Snyder al DCEU, e proprio l’uscita della
Snyder Cut ha portato ad un rinnovato interesse per quello
che molti hanno soprannominato lo SnyderVerse. In origine, infatti, il regista
aveva immaginato una vera e propria trilogia per la Justice
League, e dopo l’uscita della sua versione del
cinecomic, i fan hanno continuato a pressare la Warner Bros.
affinché concedesse a Snyder la possibilità di portare a termine il
suo
SnyderVerse.
Tuttavia, pare che lo stesso
Zack Snyder non concepisca i film da lui
realizzati per il DCEU come parte dello
SnyderVerse. In una nuova intervista con
Inverse in occasione della promozione del film Army of Thieves (prequel di Army of the Dead), a Snyder è stato proprio chiesto
cosa rappresenti per lui l’etichetta “SnyderVerse”.
“Spero che qualsiasi cosa
significhi lo SnyderVerse, alla fine rappresenti un IP
originale”, ha dichiarato il regista. “L’Universo DC è
qualcosa che mi sta molto a cuore e qualcosa a cui ho dedicato
molto tempo della mia vita, in termini di idee e di sviluppo,
quindi lo adoro. Ma dove sono adesso riguarda tutti i progetti
legati a Army of the Dead e tutto ciò che riguarda un altro
progetto a cui sto lavorando, Rebel Moon. Sono progetti che stanno
consumando parecchia della nostra produzione creativa. Spero che
nella categoria ‘SnyderVerse’ rientrino tutte queste cose originali
che stiano facendo adesso, e non quanto fatto in passato.”
Cosa sappiamo di Rebel Moon, il
nuovo progetto cinematografico di Zack Snyder
A proposito di Rebel Moon, si tratta di un epico fantasy
sci-fi che Zack Sndyer dirigerà e scriverà insieme a
Shay Hatten (già sceneggiatore
di Army
of the Dead) e Kurt
Johnstad (co-sceneggiatore di 300).
La trama del film ruota attorno ad una una pacifica colonia ai
margini della galassia che viene improvvisamente minacciata dagli
eserciti di un tirannico reggente di nome Balisarius. Alcune
persone, in preda alla disperazione, inviano una giovane donna con
un misterioso passato a cercare guerrieri che popolano i pianeti
vicini per aiutarla a sconfiggere il nemico.
Dopo la tiepida accoglienza
riservata a The Amazing Spider-Man 2, Sony ha concesso ai
Marvel Studios di
riavviare le avventure di Spider-Man sul grande
schermo, collegandole al MCU e scegliendo Tom Holland come nuovo interprete dell’iconico
arrampicamuri.
Tuttavia, pare che all’inizio le
cose stavano per prendere una piega completamente diversa. La Sony,
infatti, voleva che la Marvel collaborasse allo sviluppo di un
terzo capitolo della saga con Andrew Garfield; al contrario, Kevin Feige – che aveva già intuito le scarse
potenzialità di quel franchise – aveva proposto che entrambi gli
studi unissero le forze per reinventare completamente la storia
dell’iconico eroe al cinema.
“The Story of Marvel Studios: The
Making of The MCU”, libro di recente pubblicazione (via
CBM), chiarisce su come sono andate davvero le cose prima che
si arrivasse allo storico accordo Sony/Marvel: “Tutto questo sa
di già visto, non credo di poter essere d’aiuto”, pare abbia
detto Feige durante un incontro con Pascal. “L’unico modo per
fare qualcosa di nuovo è ripartire da zero. Perché non ce lo
permetti? Non pensate a due studi e non pensate che si tratti di
ridare i diritti a qualcuno, quelli restano a voi. Basta che ci
coinvolgiate nella produzione.”
“All’inizio fui molto
risentita”, ammette Pascal. “Credo che scoppiai a piangere
e lo buttai fuori dell’ufficio. Forse gli lanciai contro il mio
panino… Non ricordo con esattezza come andarono le cose. Al quinto
film di Spider-Man non stavamo proponendo nulla di nuovo. Dovevo
essere onesta: cercavamo così tanto di essere diversi che, alla
fine, ci siamo ritrovati in posti in cui probabilmente non avremmo
mai dovuto mettere piede.”
Tom Holland ha fatto il suo debutto nel MCU in
Captain
America: Civil War, e il resto è storia. Questa storica
collaborazione tra i due studio ha continuato ad attraversare
numerosi alti e bassi da allora (l’accordo era temporaneamente
saltato dopo l’uscita di Spider-Man:
Far From Home). Tuttavia, come sappiamo ormai da tempi,
Holland tornerà nei panni dell’iconico supereroe per l’attesissimo
Spider-Man: No Way Home.
Giunge al termine la mini serie
Dr. Death, con Joshua Jackson nei panni dell’inquietante dottor
Christopher Duntsch, un medico accusato dai suoi colleghi di avere
intenzionalmente mutilato, e in alcuni casi ucciso, i suoi
pazienti. Assisteremo alle testimonianze dei pazienti e dei loro
parenti e ascolteremo l’accusa sostenere come il dottor Duntsch
avesse disonorato i principi del giuramento di Ippocrate. La
sentenza è ormai nota, rivivetela il 31 ottobre solo su
STARZPLAY.
Dr. Death: trama e cast
Basato sul popolare podcast
statunitense della rete Wondery, Dr.
Death racconta la terrificante storia vera di un
medico giovane, carismatico e apparentemente brillante, che stava
avviando un fiorente studio di neurochirurgia. All’improvviso però
i pazienti che entravano nella sua sala operatoria per interventi
alla colonna vertebrale – interventi complessi ma di routine –
rimanevano permanentemente mutilati, o morivano. Con l’aumentare
delle vittime due colleghi medici, il neurochirurgo Robert
Henderson (Alec
Baldwin) e il chirurgo vascolare Randall Kirby
(Christian
Slater), insieme al procuratore di Dallas Michelle Shugart
(AnnaSophia Robb) decidono di fermarlo. Dr.
Death esplora la mente contorta del dottor Duntsch e
il fallimento di un sistema che dovrebbe proteggere i più
indifesi.
La serie vanta un team di registe tutto al femminile con Maggie
Kiley (Dirty John,
Riverdale, Le terrificanti avventure di Sabrina), anche
produttrice esecutiva dei primi due episodi;
Jennifer Morrison (Euphoria) e So Yong Kim (Tales
from the Loop, Room 104).
Prodotto da UCP, una divisione di Universal Studio Group, Dr.
Death è prodotto da Patrick Macmanus (The Girl from
Plainville) con la Littleton Road Productions, nell’ambito del
suo accordo con UCP. Todd Black, Jason Blumenthal, Steve Tisch e
Taylor Latham sono anche produttori esecutivi tramite Escape
Artists, così come Hernan Lopez e Marshall Lewy di Wondery.
Dr. Death in streaming
STARZPLAY è disponibile per il
download su Ios e Android, sui canali Prime Video, su Apple TV,
RAKUTEN TV, MEDIASET INFINITY e su Smart TV tramite
l’apposito tasto dal telecomando dei principali produttori di TV
che consente agli utenti l’accesso diretto alla piattaforma.
È da un po’ di tempo ormai che si
parla del possibile debutto dei Thunderbolts nel
MCU. Ora, in base a quanto
riportato da sito
GWW, sembra che il gruppo di supereroi sia pronto a fare il suo
ingresso nel Marvel Cinematic Universe grazie ad un film che
dovrebbe entrare in produzione nel 2023.
Sempre la fonte riporta che nello
stesso anno dovrebbe iniziare la produzione di altri progetti
legati al MCU, tra cui il reboot di Fantastic
Four, un film dedicato a Nova, il
sequel di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli ed un
misterioso progetto dedicato al personaggio di
Okoye (forse una serie tv). Al momento non ci sono
ulteriori dettagli sul film dedicato ai Thunderbolts,
ma è ormai palese che i Marvel Studios stiano cercando di mettere
insieme la celebre squadra composta soprattutto da cattivi,
supercriminali e antieroi.
Dietro alla creazione dei Thunderbolts, infatti, dovrebbe esserci il
personaggio della Contessa Valentina Allegra de Fontaine, che ha
fatto il suo debutto nella serie The Falcon and the Winter Soldier e che,
proprio alla fine dello show, ha reclutato John Walker come membro
di una “misteriosa” squadra di eroi da assemblare.
Un altro membro della squadra
potrebbe essere Yelena Belova: dalla scena post-credit di Black
Widow, è chiaro che il personaggio abbia dei rapporti
con Valentina; quest’ultima, infatti, le ha chiesto di mettersi
sulle tracce di Occhi di Falco, facendole credere che sia lui il
responsabile della morte di Natasha Romanoff (dinamica che quasi
sicuramente verrà esplorata nella serie Hawkeye).
Thunderbolts o Dark Avengers?
Quale team sta cercando di formare la Contessa?
Naturalmente, non abbiamo la
certezza che la squadra che Valentina sta cercando di mettere
insieme corrisponderà effettivamente ai Thunderbolts
dei fumetti. Tutto dipenderà dalla future apparizioni del
personaggio che, indubbiamente, renderanno i suoi piani sempre più
chiari. Un’altra opzione potrebbe essere che la Contessa, in
realtà, stia cercando di dare vita agli Oscuri
Vendicatori (i Dark Avengers), supergruppo nei confronti
del quale Kevin Feige ha sempre espresso un particolare
interesse.
Nei fumetti, i Thunderbolts
sono stati inizialmente presentati come un gruppo simile ai
Vendicatori, formato però da supercriminali che secondo i piani del
potente Barone Zemo, devono ricreare i Signori del male in segreto.
Tuttavia una parte di questi, capitanati da Meteorite e Jolt, si
ribella ai piani del Barone Zemo e lo sconfigge, trasformando il
gruppo in supercriminali pentiti.
Durante una recente intervista con
IndieWire, la regista Chloé Zhao ha parlato
della sua esperienza con i Marvel Studios, soffermandosi in
particolare sulle scene d’azione di Eternals e
negando qualsiasi tipo di interferenza dello studio nello sviluppo
e nella realizzazione di suddette scene, qualcosa che per molto
tempo è stata al centro di numerosi dibattiti.
Nonostante anche Eternals
abbia fatto affidamento sulla tecnica della
previsualizzazione (ormai prassi comune a Hollywod quando si
tratta di grandi blockbuster), la regista ha specificato di essere
stata coinvolta nel processo creativo fin dall’inizio. “Fin dal
primo giorno, la Marvel mi ha detto: ‘Questi sono gli strumenti che
usiamo. Abbiamo bisogno della tua versione. Non vogliamo tre film
diversi, vogliamo il tuo film”, ha spiegato Zhao.
“Sarebbero stati lì per
aiutarmi, perché non avevo mai usato quegli strumenti prima d’ora.
Direi che le voci che circolano non sono del tutto vere e che penso
di non essere l’unico regista a pensarla così”, ha aggiunto.
“Per circa un anno e mezzo, tre volte alla settimana, per un
paio d’ore al giorno, sono stata seduta davanti ad uno schermo
enorme a prendere decisioni su ogni singolo dettaglio, su come gli
effetti visivi potevano apparire nel mondo reale.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel
StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Downton Abbey
5 è la quinta stagione della serie tv creata da
Julian Fellowes per Carnival Films e Masterpiece e
per il network britannico ITV e per la PBS. La serie nel 2011 è
entrata nel Guinness dei primati come show dell’anno più acclamato
dalla critica. La quinta stagione della serie sarà composta da otto
episodi e uno speciale di novanta minuti di Natale.
Downton Abbey 5: dove
vederla in streaming
La quinta stagione di
Downton Abbey è disponibile in streaming su
Prime Video.
Downton Abbey 5: la trama
e il cast
In Downton
Abbey 5 ritorneranno i protagonisti Robert Crawley, Conte
di Grantham (stagioni 1-6), interpretato da Hugh
Bonneville, Lady Edith Pelham nata Crawley (stagioni 1-6),
interpretata da Laura Carmichael, Charles
“Charlie” Carson (stagioni 1-6), interpretato da Jim
Carter, John Bates (stagioni 1-6), interpretato da
Brendan Coyle, Lady Mary Talbot nata Crawley
(stagioni 1-6), interpretata da Michelle Dockery, Anna Bates nata Smith
(stagioni 1-6), interpretata da Joanne Froggatt,
Thomas Barrow (stagioni 1-6), interpretato da Rob
James-Collier, Gwen Harding nata Dawson (stagione 1; guest
star stagione 6), interpretata da Rose Leslie,
Elsie Carson nata Hughes (stagioni 1-6), interpretata da
Phyllis Logan, Cora Crawley nata Levinson,
Contessa di Grantham (stagioni 1-6), interpretata da
Elizabeth McGovern, Daisy Mason nata Robinson
(stagioni 1-6), interpretata da Sophie McShera,
Violet Crawley, Contessa Madre di Grantham (stagioni 1-6), Isobel
Crawley nata Turnbull (stagioni 1-6), interpretata da
Penelope Wilton, Joseph Molesley (ricorrente
stagioni 1-2; stagioni 3-6), interpretato da Kevin
Doyle, Tom Branson (ricorrente stagioni 1-2; stagioni
3-6), interpretato da Allen Leech, Lady Rose
Aldridge nata MacClare (ricorrente stagione 3; stagioni 4-6),
interpretata da Lily James, Dr. Richard Clarkson
(ricorrente stagioni 1-3; stagioni 4-6), interpretato da
David Robb, Phyllis Baxter (ricorrente stagione 4;
stagioni 5-6), interpretata da Raquel Cassidy,
Andrew “Andy” Parker (ricorrente stagione 5; stagione 6),
interpretato da Michael C. Fox, Henry Talbot
(guest star stagione 5; stagione 6), interpretato da
Matthew Goode e Herbert “Bertie” Pelham (guest
star stagione 5; stagione 6) interpretato da Harry
Hadden-Paton.
Tutti gli episodi
Episodio uno
Febbraio 1924. Mentre Robert e
Carson sono irritati dall’elezione di un governo laburista, gli
abitanti del villaggio decidono di costruire un memoriale della
guerra e chiedono a Carson di presiedere il comitato, ma l’uomo
accetta solo a patto che anche Robert venga coinvolto come mentore.
Edith fa costantemente visita alla figlia Marigold, cresciuta dal
fittavolo Drewe, ma le sue attenzioni non sono apprezzate dalla
moglie dell’uomo, che crede che Edith sia interessata al
marito;
Episodio due
Aprile 1924. Mentre Jimmy lascia
Downton, Thomas rivela a Molesley il passato della signorina
Baxter, che si rifiuta, però, di raccontare il motivo dietro il
furto, lasciando nel dubbio non solo Molesley, ma anche Cora, che è
indecisa se licenziarla o meno.
Episodio tre
Maggio 1924. Il sergente Willis
rivela che una testimone ha sentito Green parlare con qualcuno sul
marciapiede prima di morire e che l’uomo aveva detto ai suoi
colleghi di essere stato trattato male a Downton, in particolare
dai Bates. Willis interroga John e rimane soddisfatto dalle sue
risposte, ma Anna è preoccupa che la verità possa venire fuori in
qualche modo. Il maggiordomo di Violet vede Mary e Tony lasciare
l’hotel di Liverpool e lo dice a Violet, che inventa una scusa per
giustificare il fatto che fossero insieme, ma esprime poi a Mary la
sua disapprovazione.
Episodio quattro
Maggio 1924. Violet racconta a
Isobel del flirt avuto con il principe Kuragin mentre era in Russia
e, dopo aver saputo che l’uomo è stato separato dalla moglie,
chiede a Lord Flintshire “Shrimpy”, arrivato a Downton dall’India
per annunciare alla figlia Rose il suo divorzio, di cercarla; anche
Edith, che sente la mancanza di Marigold, chiede a Shrimpy di
provare a scoprire che cos’è successo a Michael in Germania, avendo
saputo dall’ufficio dell’uomo che stanno processando gli squadristi
nazisti. Mary e Tom cercano di convincere Robert del progetto
edile, ma l’uomo lo rifiuta perché troppo grande, proponendo invece
di costruire loro una quantità più piccola di case che diano lustro
al paese.
Episodio cinque
Mentre l’ispettore Vyner di
Scotland Yard interroga Mary e Anna sul signor Green,
insospettendosi per le loro risposte, Mary informa zia Rosamund
dell’affetto che Edith nutre per Marigold e la donna si presenta a
Downton, dove propone alla nipote di portare la bambina in Francia,
ma Edith respinge la proposta. La signora Patmore eredita del
denaro e chiede un consiglio a Carson su come farlo fruttare: lui
le suggerisce di investire nell’edilizia e la donna decide di
acquistare un piccolo cottage da dare in affitto.
Episodio sei
Edith apprende che Michael è morto
durante il putsch di Monaco ed eredita la casa editrice; distrutta,
confida a Tom la sua decisione di andarsene e, dopo aver preso
Marigold dai Drewe, parte. La polizia riceve una lettera anonima
riguardante il passato della Baxter e torna a Downton per
interrogarla: minacciata di tornare in prigione, la donna confessa
di avere dei sospetti su John e il signor Green, ma di non esserne
sicura. John, intanto, trova i contraccettivi di Mary tra le cose
di Anna e la accusa di non volere figli da lui perché crede che sia
un assassino, confessandole di sapere che a violentarla fu il
signor Green.
Episodio sette
Dopo essere tornata a casa dalla
gara di equitazione e aver scoperto della partenza di Edith,
l’intera famiglia Crawley si mobilita per trovarla, scoprendo che è
andata a Londra. Rosamund e Violet decidono di dire tutta la verità
a Cora, ma vengono precedute dalla signora Drewe, venuta a
lamentarsi del comportamento di Edith; Cora e Rosamund si accordano
per andare a Londra il giorno dopo alla casa editrice e, nel caso
vi trovassero la ragazza, di parlarle e convincerla a tornare a
Downton.
Episodio otto
Tutti sono a Londra per il
matrimonio di Rose e Atticus, ma l’atmosfera è strana perché la
madre di Rose, Susan, disapprova che il futuro genero sia ebreo,
mentre il padre di Atticus non gradisce che il figlio si sposi con
una donna di un’altra religione. Susan, in particolare, si comporta
male con tutti, compreso il marito, dal quale sta per ottenere il
divorzio; arriva al punto da cercare di sabotare il matrimonio con
delle fotografie dalle quali sembra che Atticus abbia passato la
notte dell’addio al celibato con una prostituta e informando il
padre di Atticus, il giorno delle nozze, del suo imminente
divorzio, pratica che l’uomo disapprova.
Vacanze in brughiera: speciale di
Natale
Settembre 1924. Lord e Lady
Sinderby, suoceri di Rose, invitano i Crawley alla tenuta estiva
che hanno affittato per la caccia al fagiano. Gli ospiti si trovano
in difficoltà, però, quando il maggiordomo snob dei Sinderby,
Stowell, oltre a essere scortese con la servitù, non vuole servire
Tom e cerca d’ignorarlo. Mary decide di coinvolgere Thomas per dare
una lezione a Stowell, ma anche il cameriere viene rimproverato da
Lord Sinderby e insultato da quest’ultimo. Per vendicarsi di
Stowell, Thomas finge solidarietà e apprende i segreti della
famiglia, facendo arrivare al castello l’ex amante di Lord Sinderby
con un figlio illegittimo. Rose salva la situazione fingendo che la
donna sia una sua amica, guadagnandosi così il rispetto e la
gratitudine del suocero. Robert parla con Edith riguardo a
Marigold, dicendole di sapere che è figlia sua; anche Tom confessa
di aver capito tutto e accetta di tenere Mary all’oscuro.
C’è un personaggio di Army of the Dead che non è morto sulla scena.
Zack Snyder, regista del film uscito lo scorso
maggio su Netflix, installa un dubbio. Parlando a
Inverse del sequel Planet of the Dead ammette
la possibilità del ritorno in azione dello scassinatore
Dieter.
”La vera avventura sarebbe vedere
cosa è accaduto a Dieter dopo che si è chiusa la porta
della cassaforte. È stato ucciso da Zeus o no? Cos’è
successo? Non lo vediamo morire davanti alle telecamere, e gli
resta ancora un po’ di tempo.” Il personaggio di Ludwing
Dieter, interpretato da Matthias Schweighöfer
è un esperto di cassaforti e serrature. In Army of the
Dead viene assunto per portare la squadra protagonista
nell’enorme caveau di Bly Tanaka. Verso la fine del film,
Dieter si sacrifica gettandosi contro lo zombie
Zeus, in modo che Vanderohe, possa entrare nella
cassaforte.
Continua Snyder:
”Non vi dirò cosa succede in Army of the Dead 2 – alias
Planet of the Dead – ma diciamo solo che c’è una
possibilità che Dieter sopravviva. E c’è anche la
probabilità che la morte scampata gli faccia venire voglia di
cercare una certa Gwendoline in prigione…” La
Gwendoline a cui fa
riferimento Snyder è un personaggio che sarà
introdotto nel
prequel Army of Thieves, ambientato sei anni
prima degli eventi del film. Gwendoline è la mente
misteriosa che sta dietro al colpo di cui si parla nel film. Il
personaggio è interpretato da Nathalie Emmanuel (Fast
and Furious,Il trono di Spade).
Army of the Dead: la trama, i
prequel e i sequel
Il film segue le vicende di
una squadra di scassinatori che svolgono una rapina in un casinò di
Las Vegas mentre la città è invasa da orde di zombie. Il film,
prodotto e distribuito da Netflix, è diretto
da Zack Snyder. Nel
cast rientrano Dave Bautista, Ella Purnell,
Omari Hardwick, Ana de la
Reguera, Theo Rossi, Matthias
Schweighöfer.
Il film ha dato il via ad una
storia tentacolare: Netflix ha in progetto
almeno 2 sequel, un prequel (Army of Thieves, disponibile
su Netflix da venerdì 29 ottobre), 3 spin-off e il
prequel animato Army of the Dead: Lost Vegas, in arrivo
nella primavera del 2022.
L’arma emblematica di Captain America, il suo scudo, è stato messo
all’asta. Si tratta del prop usato da Chris Evans nelle riprese del blockbuster
Avengers:
Endgame. In attesa dell’apertura ufficiale dell’asta, le
scommesse sul valore dello scudo si aggirano attorno ai 45 mila
dollari. Chi, tra i fan della Marvel, offrirà di più?
Lo scudo è da sempre il
simbolo di Captain America: realizzato in
Vibranio, gli viene donato dal padre di Iron Man, Howard Stark (Dominic
Cooper), durante la seconda guerra mondiale. Quando
Cap è ritrovato dopo essere stato congelato nel ghiaccio, lo scudo
si trova con lui, permettendo al personaggio di continuare ad
usarlo nelle sue avventure moderne. In Capitan America: Civil
War l’eroe deve rinunciare alla sua arma dopo la lite con
Tony Stark. Gli ci vogliono sette anni per recuperare il
suo scudo, giusto in tempo perché venga distrutto da Thanos (Josh Brolin). Tuttavia, nel
finale di Avengers: Endgame, Capitan
America è in azione con una variante dello scudo che viene
passata a Sam Wilson (Anthony
Mackie).
Lo scudo in vendita è quello
utilizzato nelle riprese ravvicinate fatte a Chris
Evans proprio in Avengers: Endgame. Non è
chiarissima l’origine di questo scudo usato da Captain
America: dopo che Thanos rompe quello che Cap
stava usando per la maggior parte della Saga dell’Infinito,Avengers: Endgame non
mostra se esso sia stato riparato o meno. Si può notare infatti che
l’arma passata da Steve Rogers a Sam Wilson è
leggermente diversa da quella distrutta: la stella al centro è
delimitata da una linea leggermente in rilievo.
Come partecipare all’asta
Per chiunque fosse interessato lo
scudo di Captain America è messo in vendita da
Hake’s
Auctions. L’asta si terrà nei giorni del 2 e del 3
novembre 2021. Come si può vedere nel video promozionale, il prop
possiede il certificato di autenticità. L’appello di Hake’s
Auctions è rivolto ai fan e ai collezionisti. Sarà curioso
scoprire chi punterà più in alto.
Maid, ultima serie di successo Netflix,
ha conquistato il pubblico grazie alla profondità emotiva della
narrazione e le avvincenti performance di Margaret
Qualley, Andie MacDowell, Nick
Robinson, Anika Noni Rose e altri grandi
attori.
Oltre alla storyline principale,
l’arco narrativo dei personaggi, i luoghi che Alex
ha attraversato nella sua ricerca di asilo e condizioni di vita
sicure e stabili per sé stessa e Maddy, la serie è
piena di alcuni dettagli nascosti che il pubblico poteva facilmente
perdere per strada: vediamo assieme quali.
1La colonna sonora della rock band
HAIM
Un
paio di canzoni della rock band HAIM sono presenti
nello serie, specialmente quando Alex pulisce e ascolta la musica.
“Now I’m In It” e “Up From a Dream” sono due
tracce portanti di
Maid, questo proprio perché Este degli HAIM ha
curato personalmente la colonna sonora dello show. Altri artisti i
cui brani musicali compaiono nello show sono: Sharon
Van Etten, Thom Yorke e
Salt-n-Pepa.
Non si può dire che Kit Harington sia alle prime armi nel
mantenere i segreti. L’attore, grazie alla serie HBO Game of
Thrones, ha imparato a scegliere le informazioni da tenere
per sè e quelle da diffondere al pubblico e ai giornalisti. Basterà
l’esperienza acquisita con GOT a fronteggiare la complessa
macchina del blockbuster
della Marvel,Eternals?
Kit Harington
racconta a
Insider le sue preoccupazioni. ”Game of Thrones è
diventato famoso mentre ne ero parte, così ho potuto imparare in
corso d’opera come mantenere i segreti. Diversamente avviene con la
Marvel:
mi sto or ora affacciando a quell’universo e subito mi viene detto
cosa posso dire o non dire, quindi sto imparando nuovamente.” In
ogni caso, Harington ammette che alcuni dei
segreti che ha dovuto mantenere quando interpretava Jon
Snow in Game of Thrones l’hanno preparato alla mole
di mistero che ora deve gestire come Dane Whitman in
Eternals.
In particolare, prima dell’uscita
della sesta stagione di Game of Thrones,
Harington ha dovuto per anni tenere nascosta la
vera origine del suo personaggio, Jon Snow. Nonostante le
pressioni dei fan e dei giornalisti, Kit ha tenuto
duro. La vera identità dei genitori di Jon non è stata
spoilerata fino all’uscita della serie.
Christopher Catesby
Harington è nato il 26 dicembre del 1986 a Londra. A 17
anni si è convinto a studiare recitazione. Dopo alcuni lavori
teatrali, nel 2009 ha iniziato le riprese de Il Trono di
Spade, serie HBO in cui interpreta la parte
di Jon Snow. Kit Harington ha
debuttato al cinema nel 2012 con Silent Hill: Revelation 3D. Nel 2014 recita in
Pompei e ne Il settimo figlio e presta la
voce per il film Dragon Trainer 2. Successivamente prende parte a film
come Testament of Youth, 7 days in Hell,
Spooks: the greater good, The vote e
Brimstone. Nel 2017 fa parte del cast della miniseries
Gunpowder per la BBC e nello stesso anno
viene scelto come testimonial del profumo The One per
Dolce & Gabbana, realizzato grazie alla regia di
Matteo Garrone.Una delle sue ultime
intepretazioni riguarda il film La mia vita con John F.
Donovan di Xavier Dolan. Nel 2021 recita
invece nel film MarvelEternals diretto dal premio oscar Chloè
Zhao.
Il magazine Everything CBM
ha diffuso delle foto da una rivista cartacea che mostrano,
nell’ambito di uno speciale dedicato a Spider-Man:
No Way Home, le immagini di Doctor Octopus che cattura
lo Spider-man di Tom
Holland con i suoi tentacoli.
Non solo, in calce alla prima
immagine si può leggere la scritta: “World’s which include Rhys
Ifans The Lizard, Thomas Haden Church’s Sandman and Jamie…”.
In italiano la scritta significa: “Un mondo che include Lizard
di Rhys Ifans, Sandoman di Thomas Haden Church e Jamie…” che
indica probabilmente Jamie Foxx, che sappiamo essere coinvolto
ufficialmente nel film nei panni di Electro.
Secondo quanto letto quindi, non
solo Alfred Molina e Jamie Foxx che sono confermati, ma agli altri
attori dello Spiderverse che probabilmente torneranno in
questo film, si aggiunge Rhys Ifans, che era stato Lizard in
The Amazing Spider-Man con Andrew Garfield.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Uno dei più grandi,
sceneggiatori o disegnatori che dir si voglia, Frank
Miller è sicuramente nella top 5 di tutti i tempi. Questo
il succo del documentario su di lui presentato nella
Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma e diretto da
Silenn Thomas, da tempo Amministratrice Delegata
della Frank Miller Inc. e tra i produttori delle
incursioni cinematografiche dello storyteller statunitense.
La scelta di darsi alla
regia nasce dall’urgenza di colmare una lacuna incomprensibile,
quella della mancanza di un documentario sul soggetto in questione,
seguito e raccontato dai suoi inizi – e anche prima – fino al
giorno d’oggi.
Frank Miller – American Genius,
un’agiografia
Un’agiografia a tutti gli
effetti – soprattutto considerando l’assenza di alcuni protagonisti
della sua vita e di parentesi più controverse (come la causa
intentata dall’ex produttore di Sin City) – che però assolve
perfettamente al suo compito e ci restituisce un’immagine ad almeno
350° di Miller attraverso un montaggio tematico di suoi interventi
e apparizioni pubbliche, oltre che una serie di interessanti
interventi dei suoi più preziosi collaboratori e maestri, da
Stan Lee, Neal Adams, Bill Sienkiewicz, Klaus
Janson, a Robert Rodriguez,
Jessica Alba,
Rosario Dawson, Milo Manara e Tanino
Liberatore, solo per fare i nomi più importanti.
Nelle loro testimonianze
del giovane Frank, anarchico e insofferente di ogni limite, più che
nei ricordi dello stesso o nella raccolta documentale la vera forza
dell’operazione. Che si stacca dalla cronaca celebrativa
soprattutto nella prima parte, offrendo una versione del mito alla
quale siamo meno abituati e che ce lo rende più umano e
interessante. I destinatari di un documentario del genere,
d’altronde, sono sicuramente in buona parte già degli entusiasti
follower del nostro eroe, di lunga data o di recente acquisizione è
facile che siano a conoscenza delle incredibili tappe di una
carriera che dai primi fallimenti lo ha portato agli emozionanti
exploit di Daredevil e Elektra
facendone esplodere il genio.
Un samurai senza padrone
Chi più, chi meno, tutti
sappiamo del suo Dark Knight e di 300, dei
difficili esordi cinematografici con Robocop 2 e
della rivincita che costituì Sin City o del flop
dell’amato The Spirit, ma sono snodi fondamentali
e imprescindibili di un autore che per sua stessa ammissione ha
sempre pensato a se stesso come a uno dei Ronin
della serie pubblicata dalla DC tra il 1983 e il 1984. Un samurai
senza padrone, come dicevamo, che sembra divertirsi a presentarsi
ora come disegnatore, ora come sceneggiatore, e a far finta di
risentirsi della confusione altrui.
Si mescolano anime
diverse nelle quasi due ore di biografia, molto probabilmente per
il fatto di averci lavorato in un momento nel quale Miller stava
riprendendosi da uno dei suoi momenti più duri, da un ‘down’ che
gli aveva fatto rischiare di morire. Un bene, valutandolo a
posteriori: narrativamente e umanamente, visto che traspare in
tutta la seconda parte del film l’attuale desiderio di rifarsi del
tempo perduto, di viaggiare, incontrare fan e amici, di lavorare a
nuovi progetti o espandere ulteriormente la sua aura.
I miti di Frank Miller
La passione per
Calvin & Hobbes e l’omaggio all’immenso
Quino, l’esempio dei SUOI miti Johnny
Cash e Bob Dylan, l’amicizia con il
nostro Milo Manara, la speranza legata a Xerxes e
la delusione Holy Terror, il ripensamento sul suo
essere più politico, l’incontro con Alan Moore e i
suoi Watchmen sono i picchi di un
Iceberg che svela un personaggio capace di leggere
i tempi e il mestiere altrettanto bene del suo pubblico e dei suoi
desideri più inconfessati. Ma resta difficile riassumere le tante
informazioni raccolte – e faticosamente fin troppo ordinate – dalla
Thomas, meglio forse sintetizzare ulteriormente l’insegnamento
definitivo che Frank Miller affida allo schermo,
attraverso le parole dell’amico e mentore Neal
Adams: “Let Him Go“. Un invito alla libertà che
potremmo leggere in ogni sua tavola, in ogni suo disegno, anche in
quelli rimasti nascosti nell’incredibile archivio della DC… al
quale speriamo che qualcuno dedichi presto un altro
documentario.
Dopo il successo al
Sundance Film Festival 2021, dove si è aggiudicato il premio
per la miglior regia, il premio della giuria e quello del pubblico,
Hive di Blerta Basholli è stato presentato
nella Selezione ufficiale della Festa del
Cinema diRoma. La regista affida alla protagonista
Yllka Gashi il compito di portare sulle sue spalle una
storia – ispirata a una vicenda reale – che è l’esempio della
tenacia e della forza d’animo di tante donne, in Kosovo ma non
solo.
Hive, la
trama
A sette anni dalla fine
della guerra in Kosovo, Fahrije, Yllka Gashi, porta avanti
la famiglia tra le difficoltà, poiché il marito è stato dichiarato
disperso nel conflitto. Ha due figli. Vive con loro e con il
suocero che, seppure invalido, la aiuta come può. Fa anche parte di
un’associazione che raggruppa le mogli dei dispersi in guerra. È
un’apicoltrice, ma più passa il tempo e più è difficile mantenere
la famiglia. Coglie allora l’opportunità di mettere su una piccola
impresa agricola, ma non è facile. Essendo donna, la sua attività
autonoma, fuori casa, da persona emancipata, è malvista nel suo
piccolo villaggio in cui vige il patriarcato, non solo dagli
uomini, ma anche da molte donne. Farije è oggetto di maldicenze e
attacchi. Mentre lotta per avere notizie del marito disperso,
Farije continua la sua battaglia di libertà, per un futuro
diverso.
Hive,
l’emancipazione possibile
Oggi si dibatte molto di
parità di genere e i diritti delle donne sono di nuovo al centro
del dibattito pubblico. In molti paesi europei, come anche
l’Italia, se ne discute in termini di quote rosa in parlamento,
parità salariale, o si festeggia, giustamente, per l’accesso delle
donne ad alcune professioni prima ritenute tipicamente maschili –
la prima pilota dell’aeronautica, la prima rettrice donna in un
prestigioso ateneo. Tuttavia, vi sono realtà in Europa – non in
paesi sconosciuti e lontani – come quella descritta dalla regista
kosovara BlertaBasholli, al suo esordio nel
lungometraggio, in cui le donne sono ancora costrette a restare in
casa, impossibilitate a ricostruirsi una vita, anche se i loro
mariti con ogni probabilità non torneranno più, senza avere neppure
una tomba su cui piangere. È considerato disdicevole che guidino
l’auto, che lavorino fuori casa e men che meno, in proprio, che non
sottopongano qualsiasi loro decisione alla componente maschile
della famiglia – in questo caso il suocero di Farije.
In questo
Hive è un film illuminante. Non solo perché fa luce
su una realtà per lo più ignorata, ma perchè mostra uno
straordinario esempio di resilienza – la capacità di reagire di
fronte ai traumi e alle difficoltà, mostrandosi flessibili e capaci
di adattarsi a nuove condizioni, anche modificando il proprio stile
di vita. Basholli, con il suo stile scarno e rigoroso, e
grazie all’intensa interpretazione di Yllka Gashi, mostra
una nuova strada possibile, declinata al femminile, il potere
dirompente dell’unione che, come dice un vecchio adagio, fa la
forza.
Una finestra sul Kosovo post bellico
Altro elemento
fondamentale di Hive è che schiude agli occhi dello
spettatore una realtà che in pochi potevano immaginare così. Ad
oggi, a più di vent’anni dalla guerra in Kosovo, conclusasi nel
1999, ancora vi sono famiglie che aspettano di sapere che fine
abbiano fatto i loro cari. Nel film si ricostruisce bene tutto il
loro doloroso calvario: ogni giorno la scoperta di nuove fosse
comuni. La ricostruzione dell’appartenenza dei resti ritrovati,
spesso solo abiti od oggetti personali si rivela un’operazione
assai complicata. Le donne kosovare appaiono perciò, in un certo
qual modo, come sorelle delle madri di Plaza De Mayo argentine.
Come loro, scendono spesso in piazza per chiedere che venga fatta
piena luce sulla sorte di figli, mariti, padri che ancora
aspettano. Farije, cui dà corpo il talento finora sconosciuto di
Yllka Gashi, è una di loro e il film coglie benissimo la
difficile coesistenza in lei del dolore, del sentimento continuo di
mancanza del marito, un dolore che si rinnova ogni giorno, con il
desiderio di ricominciare, di costruire una nuova vita per sé, per
i figli e per tutta la famiglia, che possa essere un’occasione di
riscatto per tutto il suo piccolo villaggio.
Le scene più belle
diHive
Le scene più belle del
film sono proprio quelle che ritraggono le donne a lavoro. Momenti
di fatica, ma anche di gioia collettiva, in cui si è consapevoli di
stare costruendo un’alternativa per sé e per la comunità. Le donne
lavorano instancabili – ancor di più perchè orgogliose di sé –
proprio come le operose api che il marito di Farije tanto
amava.
Basholli, autrice
del soggetto e della sceneggiatura oltre che regista, confeziona
davvero un buon esordio, riuscendo a trasporre sullo schermo tutta
la forza dirompente di questa piccola storia, che però agisce da
grimaldello per aprire nuove prospettive in una società che ha bisogno di rinnovarsi
e può davvero farlo attraverso le donne.Ecco perché ci
si augura di vederlo presto nelle sale.