Quella di Spiral –
L’eredità di Saw, fin dagli albori, quando debuttò nei
cinema nel 2004 con ben otto capitoli, è sempre stata una saga basata principalmente sulle torture
sanguinanti e dalle immagini forti e attorno a queste veniva creata
una storia. Oggi con Spiral – L’eredità di
Saw diretto da Darren Lynn Bousman si cambia registro e ci si
avvia verso un nuovo genere di Saw più virato al thriller
poliziesco e meno splatter, con più giochi di inganno da svelare e
meno macchine mortali.
Spiral – L’eredità di Saw, la trama
Questa volta ci troviamo a South
Metro e un poliziotto insegue un borseggiatore lungo la
metropolitana, ma a un certo punto viene cloroformizzato.
Svegliatosi, si accorge di essere stato collegato a uno strano
macchinario e di avere la lingua bloccata da una morsa. Su un
televisore ai suoi piedi appare un pupazzo con le sembianze di un
maiale (notiamo già il distacco dalla saga originale e vediamo che
non viene più utilizzato il fantoccio Billy) che gli spiega che
l’unico modo che ha per liberarsi è strapparsi la lingua, la stessa
lingua che in tribunale ha usato per mentire. È solo l’inizio di
una serie di avvenimenti che il detective Zeke
Banks dovrà risolvere, perché sembra proprio che
JigSaw sia tornato.
Zecke, figlio del capo della
polizia dal passato glorioso, è l’unico poliziotto a essere sempre
stato fedele al corpo, ma in un mondo corrotto è difficile essere
onesti. Gli viene assegnato il caso del poliziotto trovato morto in
metropolitana e presto scopre che l’uomo che credeva conoscere da
una vita, in realtà era un uomo corrotto che mentiva regolarmente,
motivo per cui Saw ha deciso di punirlo. Ma come è possibile
che sia tornato realmente l’enigmista a mietere vittime in città
dopo tutto questo tempo? Non era morto? Troppe cose non lo
convincono e assieme al suo nuovo collega decide di proseguire le
indagini ma sta per scoprire che quella è solo la prima di una
moltitudine di attacchi mirati alla polizia.
Il nuovo volto di Saw in
Spiral – L’eredità di Saw
Darren Lynn
Bousman, regista già di Saw 2 e
Saw 3, decide di rilanciare definitivamente il
franchise rinnovandolo, ma tenendo alcuni aspetti che lo hanno
caratterizzato in passato e che tutt’ora lo contraddistinguono.
Troviamo infatti tanti elementi vecchi ma con una veste nuova, la
stessa colonna sonora che accompagnava ogni momento del film, come
l’apparizione della macchina della tortura non è più così forte e
ripetitiva, rimane di sottofondo giusto nel finale come per farci
capire che sì è Saw ma un nuovo Saw.
Nuove sono le dinamiche delle uccisioni, se prima
JigSaw dava sempre una chance ai suoi prigionieri,
questo nuovo Saw li intrappola per punirli delle cattive azioni
fatte senza regalare loro la possibilità di redimersi. La stessa
spirale simbolo del film è un segno del cambiamento, di nuovo
inizio che si vuole dare nel creare una nuova saga puntando più sul
genere poliziesco che sull’horror, dando più importanza alla
trama.
Questo nuovo capitolo ha come
protagonista un Chris Rock che riesce perfettamente a centrare
l’obiettivo; attore dalla carriera prevalentemente votata al genere
comico, Rock si cimenta ora in un genere per lui assolutamente
nuovo, incuriosendo il pubblico. Pochi sanno infatti che l’attore è
un grandissimo fan della saga e che questo lo ha aiutato nel
calarsi meglio nel personaggio, mescolando la comicità che lo
contraddistingue all’horror della saga. Altra
figura importantissima nel film è Samuel
L. Jackson, nei panni del padre di
Zecke, ex-capo della polizia in congedo che man
mano che la storia prosegue, assumerà sempre maggior peso nella
trama.
Spiral – L’eredità di
Saw sposta il suo occhio dalla degenerazione della società
e si concentra sulla problematica della corruzione nella polizia e
sulla vendetta per torti subiti da una giustizia marcia, sul
cattivo funzionamento della giustizia, accompagnandoci lentamente
per poi accelerare con un finale adrenalinico e mozzafiato aperto a
un probabile sequel.
Da Captain America e Black Panther,
il MCU comprende esseri sovrumani proveniente da
vari background culturali, dimensioni e linee temporali. Anche se
alcuni di loro possiedono nomi generici, altri potrebbero avere
nomi di un’etimologia più varia. Per quanto riguarda i loro alias
da supereroi, la maggior parte degli Avengers ha titoli semplici,
presi in prestito direttamente dai fumetti originali. Tuttavia,
siete davvero sicuri di conoscere l’origine dei nomi di alcuni
degli eroi più famosi della Marvel?
Iron Man/Tony Stark
Dato il modo in cui Tony
Stark indossa l’armatura per combattere, il titolo Iron Man sembra
la scelta più ovvia. Per quanto riguarda il suo vero nome, Tony è
l’abbreviazione di Anthony, mentre il suo nome completo è Anthony
Edward Stark. Questo nome potrebbe essere basato su una scelta
consapevole, dato che anche il secondo nome di suo padre Howard
Stark era Anthony.
In termini puramente linguistici,
Anthony deriva dal nome romano Antonius, che potrebbe tradursi
approssimativamente in “inestimabile” in latino. Il nome Stark,
invece, evidenzia tracce scozzesi e inglesi ed era spesso usato
come nome per una persona potente e valorosa.
Captain America/Steve Rogers
I toni patriottici nel nome
di Captain America hanno senso, dato il modo in cui è stato
presentato come eroe americano al culmine della Seconda Guerra
Mondiale. Indossando un costume a stelle e strisce, Cap è emerso da
subito come un simbolo per lo sforzo bellico alleato.
Steve è l’abbreviazione di Steven,
che di per sé è una variante del nome Stephen. Quest’ultimo deriva
dal nome greco Stephanos, che si traduce approssimativamente in
“ghirlanda”. Nell’antica Grecia, le ghirlande erano viste come un
simbolo di vittoria in eventi sportivi come le Olimpiadi. Quanto a
Rogers, il nome è stato probabilmente introdotto in Inghilterra e
fu una scelta molto popolare tra i Normanni.
Thor Odinson
Considerando che il
personaggio di Thor è direttamente ispirato al dio scandinavo del
tuono, il nome conserva le sue antiche radici norrene. Infatti, il
giorno della settimana Thursday (corrispondente al nostro giovedì)
è chiamato così in suo onore (Thor’s Day). Nei dialetti dell’antico
inglese, era soliti riferirsi al dio usando anche Thunar.
Odinson è un cognome aggiuntivo nei
fumetti Marvel che sottolinea le sue radici
paterne, poiché il re asgardiano Odino era suo padre. Altri
personaggi asgardiani portano cognomi simili, poiché anche il
fratellastro antagonista di Thor, Loki, porta il cognome Laufeyson
(il gigante di ghiaccio Laufey è il suo padre naturale).
Hulk/Bruce Banner
Oggi la bestia dalla pelle
verde della Marvel Comics è sinonimo della parola “hulk”.
La parola ha avuto curiosamente diversi significati negli ultimi
secoli. In tempi antichi, hulk si riferiva a una delle prime navi
costiere europee. La parola è usata anche per le navi moderne che
sono a galla ma non possono essere mandate in mare; per lo più,
riguarda navi che sono diventate obsolete con il tempo.
Al
giorno d’oggi, hulk descriverebbe anche una persona fisicamente
grande e un po’ goffa. Il nome Bruce è di origine scozzese e uno
dei primi portatori ne fu il monarca scozzese Robert the Bruce. Il
cognome di Hulk, Banner, è equivalente alla parola francese
banere che si traduce con bandiera o
insegna.
Vedova Nera/Natasha Romanoff
Scelta come nome in codice
per le sue operazioni segrete, Vedova Nera è un riferimento diretto
al ragno con lo stesso nome. L’aracnide si trova in Nord America,
principalmente negli Stati Uniti meridionali e occidentali. Questi
ragni trasportano un veleno molto potente che può essere altamente
velenoso per l’uomo. Secondo “The Web of Black Widow #1” di Jody Houser, Natasha ha
acquisito il nome in codice a causa delle sue dimensioni e delle
sue letali abilità di combattimento.
Il vero nome dell’ex agente del KGB
e membro dello SHIELD è Natalia Alianovna Romanoff, con Natasha
Romanoff come alias principale. Natasha è una parola di origine
slava che si traduce come “compleanno del Signore”, mentre Romanoff
è una versione russa del nome cristiano arcaico Romanus (un titolo
probabilmente usato gli abitanti di Roma).
Occhio di Falco/Clint Barton
Occhio di Falco è un nome attribuito all’esperto tiratore
scelto Clint Barton principalmente per la sua vista acuta e mirata.
E poiché la sua visione è migliore rispetto alla media (secondo i
fumetti Marvel), l’allusione al falco trova
la sua ragion d’essere. I rapaci come falchi e aquile hanno una
vista avanzata, che consente loro di individuare le loro prede da
lunghe distanze.
L’origine di Clint potrebbe probabilmente risiedere
nell’inglese antico, poiché la parola era usata come mezzo arcaico
per riferirsi a una “scogliera”. Anche il cognome Barton ha più
radici. In alcuni casi, è visto come una forma più breve di
Bartolomeo, il nome di uno degli apostoli di Gesù.
Spider-Man/Peter Parker
Con abilità da ragno e un
fascino senza tempo, Spider-Man ha divertito il pubblico per molti
decenni. A causa della sua impareggiabile popolarità, il suo alter
ego Peter Parker è popolare quanto il suo nome da supereroe.
Il nome Peter è influenzato dal nome
greco Petros e dal suo derivato inglese antico Piers, che di solito
significa “pietra” o “roccia”. Allo stesso modo, Parker deriva da
un termine francese antico che significa “custode del parco”. Per
questo motivo, Parker era principalmente usato per indicare i
guardacaccia nell’Inghilterra medievale. In effetti, nel caso di
Spider-Man, il “parco” può riferirsi a New York City, in quanto
spesso funge da guardiano della città.
Scarlet Witch/Wanda Maximoff
Mentre Wanda Maximoff in
WandaVision ha combattuto contro la strega
Agatha, l’antagonista della serie ha rivelato che la dimostrazione
della Magia del Caos di Wanda non è inferiore a quella di una
strega simile a lei. Questo è ciò che spinge Agatha a battezzare
Wanda come Scarlet Witch nel penultimo episodio.
Wanda come nome proviene dalla
Polonia ed era spesso associato a un’eroina polacca molto popolare
di nome Principessa Wanda. Considerando le sue radici nell’Europa
orientale, le origini di Maximoff non sono chiare, ma suona simile
al nome slavo Maxim (che potrebbe tradursi con “il più
grande”).
Black Panther/T’Challa
Molti potrebbero pensare
che il supereroe di Wakanda Black Panther sia stato chiamato così
sulla scia del rivoluzionario gruppo socialista Black Panthers
Party. Tuttavia, questo non sembra probabile dal momento che il
personaggio è stato introdotto in un fumetto dei Fantastici Quattro
del luglio 1966, che è stato pubblicato mesi prima del Black
Panthers Party. Ad oggi, né Stan Lee né Jack Kirby hanno mai
discusso da dove hanno preso il nome del supereroe.
Per quanto riguarda il suo vero
nome, T’Challa, “Black Panther #3” (2018) rivela che si traduce in
“colui che ha messo il coltello al suo posto”, nella lingua
immaginaria di Wakanda. Negli stessi numeri, T’Challa pugnala Namor
al cuore per proteggere il suo regno dalla vendetta di
quest’ultimo.
Soldato d’Inverno/Bucky Barnes
Mentre James “Bucky” Barnes
potrebbe essere un nome americano comune, il suo alter ego potrebbe
derivare dal fatto che è stato usato come assassino nelle zone
invernali dell’Unione Sovietica ed è stato spesso conservato nel
ghiaccio. Tuttavia, il nome Soldato d’Inverno fa riferimento a
molti contesti storici.
Durante la guerra del Vietnam, molti
soldati americani restavano sconvolti dai crimini di guerra
sponsorizzati dai militari e dalla perdita di vite americane. Sulla
base di questo, molti veterani di guerra annunciarono un evento
mediatico chiamato “Winter Solder Investigation”, sottolineando la
necessità di rinunciare allo sforzo bellico di fronte a realtà così
inquietanti. Secondo
Vulture, è implicito che Bucky potrebbe “alludere alla
relazione tesa che gli Stati Uniti hanno con i suoi veterani”.
I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection sono liete di annunciare che
porteranno per la prima volta in Italia la saga francese di
grandissimo successo, divenuta ormai un cult, Agente
Speciale 117, creata da Jean Bruce e precedente i noti
romanzi di Ian Fleming sull’agente 007.
Una clip esclusiva dal film:
https://www.youtube.com/watch?v=r-ScdZAwy_E
Agente Speciale 117
al Servizio della Repubblica – Missione Cairo è il primo
capitolo in arrivo nei cinema italiani a partire dall’1
luglio e ci introduce alla divertentissima trilogia dei Premi
Oscar® – entrambi con lo straordinario successo di
The Artist – Michel Hazanavicius, alla regia,
e Jean Dujardin nei panni dell’Agente Speciale 117, la
migliore spia francese in servizio e l’unica capace di
intraprendere una missione di spionaggio senza precedenti.
Egitto, 1955. Il Cairo è
un vero nido di spie. Tutti diffidano di tutti, tutti complottano
contro tutti: gli inglesi, i francesi, i sovietici, la famiglia del
deposto Re Farouk che lotta per riconquistare il suo trono e le
Aquile di Cheope, una setta religiosa assetata di potere. Il
Presidente francese, René Coty, ricorre al suo uomo migliore per
mettere ordine in questa bolgia prima che si scateni l’inferno. Il
suo nome: Hubert Bonisseur de la Bath, alias Agente Speciale 117…
al servizio della Repubblica.
AGENTE SPECIALE 117
AL SERVIZIO DELLA REPUBBLICA – Missione Cairo sarà nelle sale
italiane dal primo luglio con I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection e dal 29 luglio le avventure
dell’Agente Speciale 117 proseguiranno con il secondo capitolo
della saga intitolato AGENTE SPECIALE 117 AL
SERVIZIO DELLA REPUBBLICA – Missione Rio ancora per la
regia di Michel Hazanavicius. La trilogia vedrà la sua
conclusione con l’ultimo capitolo diretto da Nicolas Bedos (La Belle Époque) dal titolo AGENTE
SPECIALE 117 AL SERVIZIO DELLA REPUBBLICA – Allarme rosso in Africa
nera, una sontuosa produzione da 19 milioni di budget che
arriverà in Italia a settembre sempre distribuita da I
Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
La
trama: Agente Speciale 117 al Servizio della Repubblica –
Missione Cairo
Egitto, 1955. Siamo in
piena guerra fredda e Il Cairo è il crocevia internazionale delle
spie. Tutti complottano contro tutti, e non solo le grandi potenze
mondiali. La famiglia del deposto Re Farouk vuole riprendersi il
trono, ma deve fare i conti con le Aquile di Cheope, una setta
religiosa assetata di potere. Il presidente della Repubblica
francese, preoccupato per la situazione, decide di mandare sul
posto la (peggior) miglior spia di Francia. Il suo nome: Hubert
Bonisseur de la Bath, alias Agente Speciale 117… al servizio della
Repubblica. Riuscirà a sventare una crisi mondiale dalle
inimmaginabili conseguenze? O forse, il pericolo più grande sarà
proprio lui? Primo capitolo della saga dell’Agente Speciale 117,
Missione Cairo vede riuniti sul set Michel Hazanavicius,
Jean Dujardin e Berenice Bejo, tutti protagonisti dello
straordinario successo di The Artist.
È da molto tempo ormai che si parla
del possibile ritiro di Quentin Tarantino dalle scene. Lo stesso
regista, in più di un’occasione, ha affermato di voler chiudere la
sua carriera con il decimo film, un progetto totalmente avvolto nel
mistero sul quale non si conosce alcun dettaglio.
Il regista è attualmente impegnato
con la promozione del romanzo basato su
C’era una volta a Hollywood, il suo nono film uscito
nel 2019, e in una recente ospitata all’interno del talk show
Real Time with Bill Maher, Tarantino ha parlato proprio del suo
futuro nell’industria cinematografica e del suo attesissimo decimo
progetto. Maher ha elogiato l’ultima fatica di Tarantino, dicendo
al regista che
C’era una volta a Hollywood rappresenta la punta di
diamante della sua carriera e che, proprio per questo motivo, non
dovrebbe smettere di fare film.
Il regista, dal suo punto di vista,
ha detto che è proprio quello il motivo per cui ha preso questa
decisione, sottolineando che il momento giusto per decidere di
fermarsi è quando si è ancora all’apice della proprio creatività. A
quel punto il conduttore lo ha stuzzicato lanciando l’idea di un
potenziale reboot de Le iene, il suo primo film, a chiusura della
sua carriera. Questa la replica di Tarantino:
“Conosco la storia del cinema e
so che, arrivati ad un certo punto, i registi non migliorano.
Lavorare da 30 anni facendo i film che ho fatto io, anche se non
sono quanti quelli fatti dai miei colleghi, è comunque una carriera
lunga. Sento di aver dato già tutto. Prendiamo, ad esempio, Don
Siegel… se avesse chiuso la sua carriera dopo Fuga da Alcatraz nel
1979, sarebbe stato splendido. Invece ha realizzato altri due film
dopo che non sono proprio riuscitissimi. Ho pensato di chiudere la
mia carriera con un reboot de Le iene. Sarebbe una di quelle cose
tipo: ‘Catturare il tempo in un attimo’. Ovviamente, prima che
internet esploda, lo chiarisco: non lo farò! Però l’ho considerato,
davvero.”
Per quanto riguarda il romanzo
basato su
C’era una volta a Hollywood, il libro sarà disponibile
in Italia, in libreria e online, dal 1 luglio, edito da La
nave di Teseo. Il romanzo espanderà la storia dei protagonisti
Cliff Booth e Rick Dalton e includerà anche diverse scene e
personaggi che non abbiamo visto al cinema.
Arriva da Reddit la segnalazione
che la scena post credits di WandaVision sia
stata alterata. Stiamo parlando di quel momento in cui vediamo
Wanda ritirata nella baita in montagna, mentre sembra studiare il
libro che le ha “lasciato” Agatha Harkness e mentre in sottofondo
si sentono le voci dei figli che chiedono aiuto.
Nella carrellata di avvicinamento
alla baita, sulle montagne e attraverso i boschi è stata aggiunta
una sagoma trasparente, una specie di fantasma o… proiezione
astrale che potrebbe essere quella di Doctor Strange!
A coloro che diranno che è un
effetto ottico e non una modifica deliberata, risponde
Murphy’s Multiverse
che conferma non solo l’aggiunta della sagoma, ma anche dei
ritocchi alla scena, con altri alberi dietro alla baita e un
leggero viraggio dei colori della scena, un po’ più caldi adesso.
Inoltre, nei titoli di coda è stato aggiunto ufficialmente Michael
Giacchino, autore della colonna sonora di Doctor Strange e
già intercettato nella scena finale nel momento della sua
uscita.
La fama di Chris Hemsworth è indissolubilmente legata al
ruolo di Thor nel MCU, eppure l’attore australiano
stava per perdere l’opportunità di interpretare l’iconico Dio del
Tuono a causa di… Dancing with the Stars (il
format statunitense basato sul britannico Strictly Come
Dancing, su cui è basato a sua volta il nostro Ballando con
le stelle).
In una recente intervista con
PopCulture, infatti, il coreografo delle celebrità
Derek Hough, che ha partecipato a diverse edizioni
di Dancing with the Stars, ha rivelato che il
coinvolgimento di Hemsworth nell’edizione australiana del reality
(era il 2006), gli è quasi costato il ruolo di
Thor. L’attore era stato da poco scelto per il ruolo quando i
dirigenti dello studio incapparono in un video del futuro
interprete del Dio del Tuono che ballava la samba nel celebre
programma. All’epoca Hemsworth si stava già facendo un nome in
Australia (anche grazie alla soap opera Home and Away), ma
era ancora relativamente sconosciuto a Hollywood.
“Chris Hemsworth faceva parte
del cast di Dancing with the Stars in Australia. Stava ballando la
samba e loro lo avevano scelto… o lo stavano per scegliere. Penso
che la gente abbia chiamato e abbia detto: ‘Lo hai visto ballare la
samba? Questo non può essere il nostro Thor’.”
Chris Hemsworth potrebbe anche essersi
lasciato l’esperienza di Dancing with the Stars alle
spalle, ma le sue abilità nel ballo, alla fine, gli sono tornate
utili per il ruolo di Thor: probabilmente, gli avranno permesso di
essere molto più agile durante le innumerevoli sequenze acrobatiche
dei vari film. Ad oggi, l’attore 37enne ha dimostrato ampiamente di
essere stato la scelta perfetta per il ruolo, che ricoprirà
nuovamente nell’attesissimo Thor: Love and
Thunder.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle
sale è fissata invece al 6 maggio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Molto tempo fa, un film dedicato a
Nightwing sembrava fosse una priorità per la
Warner Bros. Tuttavia, come molti altri progetti prima di lui, è
caduto presto nel dimenticatoio. Ciò ha lasciato il regista
Chris McKay (LEGO
Batman – Il film) in una sorta di limbo: alla fine, lo
stesso ha deciso di prendere le redini de La guerra di domani, in arrivo su Prime Video dal prossimo 2 luglio.
Proprio in occasione della
promozione del film, parlando con
The Bear Cave il regista ha svelato quali erano i suoi piani
per l’ingresso di Dick Grayson nel DCEU: “Sarebbe stato uno
studio sul personaggio… su questo ragazzo che è cresciuto con una
specie di padre cattivo”, ha spiegato McKay, riferendosi a
Batman. “Avremmo analizzato come quest’episodio lo ha spinto,
in quanto giovane adulto, a cercare di combattere e allontanarsi il
più umanamente possibile da quel mondo, per poi caderci di nuovo
dentro.”
“Sarebbe diventato, quindi, un
film sulla vendetta e sarebbe servito a introdurre Nightwing e il
mondo di Blüdhaven”, ha continuato. “Ci sarebbero stati un
sacco di cattivi”. McKay ha poi spiegato che il budget
del film sarebbe stato inferiore ai 100 milioni di dollari. Il
regista ha anche spiegato che la Warner Bros. non gli ha mai detto
esplicitamente che il film non vedrà la luce: proprio per questo,
il regista rimane ottimista sul fatto che possa ancora diventare
una realtà.
Parlando invece di un possibile
legame tra il suo film e il Batman mai realizzato di Ben Affleck, McKay ha spiegato: “C’erano
ancora alcune cose che dovevano essere determinate su come sarebbe
stato. Era un film su Nightwing che doveva prendere ispirazione da
un fumetto di Nightwing. Non eravamo sicuri che Batman sarebbe
apparso, ma poteva apparire, così come altri personaggi. Ma
comunque era un film su Nightwing, ed era questo l’aspetto che mi
piaceva di più.”
Quando, all’epoca dell’uscita de
L’uomo d’acciaio di Zack Snyder, venne rivelato che Christopher Nolan sarebbe stato produttore
esecutivo del film, la notizia generò un certo entusiasmo tra i
fan, soprattutto perché il regista britannico era reduce dal
successo della trilogia de Il cavaliere oscuro.
In effetti, il film di Snyder
ricevette la medesima attenzione (anche in termini di marketing) di
uno dei film di Nolan dedicati a Batman, nonostante gli esiti siano
poi stati totalmente differenti (soprattutto in termini di
accoglienza). In seguito, Nolan sarebbe apparso come produttore
esecutivo anche di Batman v Superman: Dawn of Justice e di entrambe le
versioni di Justice
League (quella cinematografica e la Director’s Cut di
Snyder).
Durante una recente intervista
all’interno del podcast Straight Up (via
Screen Rant), Snyder ha rivelato di aver mostrato a Nolan la
versione IMAX della Snyder
Cut, prima che gli venisse chiesto se i due registi si fossero
mai scambiati dei consigli. “No, ma c’è una cosa molto
interessante che facciamo insieme. Fondamentalmente, quando gli
mostro un mio film, gli dico: ‘Ok, questo è il film finito.
Divertiti’. Anche lui me lo dice sempre, davvero, ogni volta. Che
si tratti di Tenet
o di un altro dei suoi film. E la verità è che io voglio solo
vedere i suoi film e godermeli.”
Poi ha aggiunto: “Chris
ovviamente è un genio e l’ultima cosa che voglio è dovergli dire
cosa avrebbe o non avrebbe dovuto fare. La verità è che è davvero
liberatorio poter andare da lui e dirgli: ‘Ok, fammi vedere il tuo
film perché voglio che mi stupisca”. Dopo che il taglio di
Justice
League di
Joss Whedon venne rilasciato nel 2017, è stato riferito che
Christopher Nolan ha consigliato a Zack Snyder di non guardare il film,
credendo che gli avrebbe “spezzato il cuore”.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Ezio Greggio, Ivana
Lotito e Vinicio Marchioni sono tra gli
ospiti del BCT Festival di Benevento, che si è
svolto nel capoluogo di provincia campano dal 21 al 27 giugno. Ecco
le nostre interviste:
Per celebrare il suo 20°
anniversario torna nelle sale cinematografiche una delle
trilogie più venerate dagli amanti del genere fantasy :
Il Signore degli Anelli. Nata dalla penna di
J.
R. R. Tolkien, fu scritta a più riprese tra il 1937 e
il 1947 per poi essere pubblicata nel 1955 ed essere tradotta in
ben trentotto lingue! Dopo essere passata per serie tv ed episodi
radiofonici, nel 2001 con Peter Jackson si avvia a
lasciare il segno nel mondo cinematografico con ben 30
nomination e 17 oscar (11
oscar solamente con il terzo capitolo).
In attesa del cofanetto Blu-ray
celebrativo con tantissimi contenuti esclusivi, quest’estate
Warner Bros riporta nei cinema
italiani la trilogia del Signore degli Anelli in formato
4K, con colori più chiari e immagini ad altissima
definizione senza allontanarsi dalle sue origini. In una versione
supervisionata e curata personalmente da
Peter Jackson, sarà un’occasione unica e
imperdibile per tutti i fan di rivivere i ricordi di 20 anni fa o
per chi non lo è mai riuscito a vedere perché troppo piccolo, di
conoscere il fantastico e magico mondo dell’universo tolkieniano
del Signore degli Anelli.
Trama
Nelle terre di mezzo si è
risvegliato un antico male. Il più potente Anello del Potere vuole
tornare dal suo malvagio padrone e solamente una compagnia di nove
eroi potrà impedirglielo salvando il mondo dal cadere nelle
tenebre.
Quando?
Il viaggio nella Terra di Mezzo tra
maghi, elfi, nani e magici anelli inizierà al cinema con:
Non si può negare che il genere più
popolare di questi anni sia il film di supereroi,
o meglio noto come cinecomics.
La trilogia di Christopher Nolan su Il Cavaliere Oscuro
ha dimostrato che gli adattamenti dei fumetti possono essere
drammatici e autorevoli quanto i film d’autore, e i Marvel Studios hanno dato il via a una
massiccia serializzazione di film di supereroi più leggeri e
colorati, che il pubblico ha seguito con estremo entusiasmo. Con
quasi tutti i principali studi ora al lavoro per trasformare le
proprie proprietà dei fumetti nel prossimo grande successo al box
office, e con i Marvel Studios e la Warner Bros.
che stanno pianificando mezzo decennio di prodotto, a volte è
difficile tenere traccia di cosa sta arrivando e come questi film
si inseriscono nel quadro generale. Ecco perché oggi esploreremo
tutti i film sui supereroi.
Di seguito, troverai una guida
completa delle date di uscita dei film di supereroi per tutti i
principali adattamenti di fumetti sul calendario, fino all’anno
2023. Inoltre, aggiorneremo regolarmente questa guida con le
informazioni più aggiornate, quindi ti invitiamo a seguila
costantemente.
Uscita al cinema il 9
luglio 2021. Black
Widow è l’annunciato e attesissimo nuovo film del
Marvel
Cinematic Universe basato sul personaggio interpretato
da Scarlet Johansson. In Black
Widow, quando viene alla luce un pericoloso complotto,
Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad affrontare
il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una forza che non
si fermerà di fronte a nulla per distruggerla, Natasha dovrà fare i
conti con il suo passato da spia e con le relazioni che ha lasciato
dietro di sé molto prima di diventare un Avenger.
Il film vede nel cast la presenza
di Scarlet Johansson, che torna a interpretare
Natasha Romanoff/Black Widow (Vedova Nera), Florence Pugh nei panni di Yelena, David Harbour in quelli di Alexei/The Red
Guardian e Rachel Weisz interpreta Melina. Vuoi sapere di
più? Clicca qui.
Venom 2: La
furia di Carnage arriverà al cinema il 14 settembre
2021. L’attore nominato all’Oscar
Tom Hardy torna nel ruolo del celebre antieroe
Marvel in Venom 2: La
furia di Carnage. Diretto da Andy
Serkis tra i protagonisti
Michelle Williams, che interpreta nuovamente il
personaggio di Anne Weying,
Naomie Harris e
Woody Harrelson nel ruolo del villain Cletus
Kasady/Carnage. Il film in autunno al cinema prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment. Sinossi: Tom
Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del ‘protettore letale’
Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
Diretto da Andy Serkis, tra i protagonisti anche Michelle
Williams, Naomie Harris e Woody Harrelson, nel ruolo del villain
Cletus Kasady/Carnage. Vuoi sapere di più? Clicca
qui.
The Suicide Squad – Missione suicida
The Suicide
Squad – Missione suicida uscirà al cinema il 06 Agosto
2021. Benvenuti all’inferno, cioè a Belle Reve, la prigione con il
più alto tasso di mortalità degli Stati Uniti, dove sono rinchiusi
i peggiori supercriminali, che faranno di tutto per uscirne – anche
unirsi alla super segreta e oscura Task Force X. Il motto del
giorno è ‘O la va o la spacca’: si riuniscano una serie di
truffatori, tra cui Bloodsport, Peacemaker, Capitan Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, Re Squalo, Blackguard, Javelin e la psicopatica più amata
di tutti, Harley Quinn. Quindi si armino pesantemente e si lascino
cadere (letteralmente) sulla remota isola di Corto Maltese, piena
di nemici. Avventurandosi in una giungla brulicante di avversari
militanti e forze di guerriglia, la Squadra sarà coinvolta in una
missione di ricerca e distruzione, sotto la guida sul territorio
del colonnello Rick Flag… e le direttive degli esperti tecnologici
del governo di Amanda Waller nelle orecchie, che seguono ogni loro
movimento. E come sempre, ad ogni mossa falsa rischiano la morte
(per mano dei loro avversari, di un compagno di squadra o della
stessa Waller). A voler scommetterci, la vincita è a loro sfavore –
contro ognuno di loro. Vuoi sapere di più? Clicca
qui.
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli
uscirà al cinema il 3 settembre 2021.
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è il nuovo
film del Marvel Cinematic
Universe, basato sull’omonimo fumetto Marvel Comics, si concentrerà su Shang-Chi; “Il
maestro del Kung-Fu” e che sarà prodotto dai Marvel Studios. Il film
fa parte della cosiddetta Fase 4 del Marvel Cinematic
Universe. Nato nella provincia di Honan,
nella Repubblica Popolare Cinese, dal genio del crimine
assetato di sangue e desideroso di conquistare il
mondo noto come Fu Manchu e da una donna ignota,
Shang-Chi viene addestrato nelle arti marziali sin
dall’infanzia ad opera del padre e dei migliori istruttori
affiliati al suo impero del crimine. Un giorno tuttavia, dopo
essere stato mandato dal padre ad assassinare un suo vecchio
nemico, il dottor Petrie, si imbatte nella nemesi paterna, sir
Denis Nayland Smith, grazie al quale si rende conto che Fu Manchu è
malvagio. Furioso,
Shang-Chi si ribella al volere del padre e si unisce
ai servizi segreti britannici divenendo suo nemico
giurato. Vuoi sapere di più?
Clicca qui.
Eternals
uscirà al cinema il 5 novembre 2021. Il film
racconta de La saga degli Eterni, una razza di esseri immortali che
visse sulla Terra e ne plasmò la storia e le civiltà.
Eternals è il nuovo film del Marvel Cinematic
Universe, basato sul fumetto Eterni e che
sarà prodotto dai Marvel
Studios. Il film fa parte della cosiddetta Fase 4 del Marvel Cinematic
Universe.
Il cast del film Eternalssarà
composto da Angelina Jolie interpreterà Thena, Richard Madden interpreterà
Ikaris, Kumail Nanjiani interpreterà Kingo,
Lauren Ridloff interpreterà Makkari, Brian
Tyree Henry interpreterà Phastos, Salma
Hayek interpreterà Ajak, Lia
McHugh interpreterà Sprite, Don
Lee interpreterà Gilgamesh, Barry
Keoghan interpreterà Druig, Gemma
Chan interpreterà Sersi e Kit Harington interpreterà Dane Whitman. Vuoi
sapere di più? Clicca qui.
Spider-Man: No Way Home
Spider-Man: No Way Home uscirà al cinema giovedì 17
Dicembre 2021. L’atteso sequel di Spider-Man
Far From Home con il giovane Peter Parker / Spider-Man
interpretato da
Tom Holland. Nel cast ritorna anche la zia May che ha
il volto di
Marisa Tomei,
Zendaya nei panni di MJ, Benedict
Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, Jamie Foxx
riprende il ruolo di Max Dillon / Electro, Jacob batalon è Ned
Leeds, Afred Molina riprende il ruolo di Otto
Octavius / Doctor Octopus. Vuoi sapere di più?
Clicca qui.
Film di supereroi in arrivo nel 2022
Morbius
Morbius
uscirà cinema il 28 gennaio 2022. Uno dei personaggi più enigmatici
e tormentati della Marvel, l’antieroe Michael Morbius,
arriva sul grande schermo interpretato dall’attore Premio Oscar
Jared
Leto. Infetto da una rara e pericolosa malattia del
sangue, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la
sua stessa sorte, il Dr. Morbius tenta una scommessa disperata.
Quello che inizialmente sembra essere un successo si rivela presto
un rimedio potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.
Protagonisti di Morbius sono oltre a Jared
Leto, anche Adria Arjona,
Matt Smith,
Jared Harris e Tyrese
Gibson. Morbius è scritto da
Matt Sazama e Burk
Sharpless. Vuoi sapere di più? Clicca
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The Batman
The
Batman uscirà al cinema il 4 marzo 2022. L’atteso
nuovo film sul pipistrello di Gotham diretto da Matt Reeves e con
protagonista
Robert Pattinson. Al fianco di Pattinson, recitano nei panni di personaggi
famosi e famigerati di Gotham, Zoë Kravitz (“Animali
fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Mad Max: Fury Road”)
nel ruolo di Selina Kyle; Paul Dano (“Love &
Mercy”, “12 anni schiavo”) nel ruolo di Edward Nashton; Jeffrey Wright (i film di “Hunger Games”) nel
ruolo di James Gordon del GCPD; John Turturro (i film di “Transformers”) nel
ruolo di Carmine Falcone; Peter Sarsgaard (“I
magnifici 7”, “Black Mass – L’ultimo gangster”) nel ruolo del
Procuratore Distrettuale di Gotham, Gil Colson; Jayme
Lawson (“Farewell Amor”) è la candidata sindaco Bella
Reál, con Andy Serkis (i film “Il pianeta delle
scimmie”, “Black Panther”) nel ruolo di Alfred; e Colin Farrell (“Animali fantastici e dove
trovarli”, “Dumbo”) in quello di Oswald Cobblepot. Vuoi sapere
di più? Clicca
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Doctor Strange 2: nel Multiverso della
Pazzia
Doctor Strange 2:
nel Multiverso della Pazzia uscirà al cinema giovedì
il 25 marzo 2022. Doctor Strange 2: nel Multiverso
della Pazzia è il sequel del film del 2016 Doctor Strange
e fa parte della cosiddetta Fase
4 del Marvel Cinematic
Universe. Nel film dopo gli eventi di Avengers: Endgame, il Dr. Stephen Strange
continua le sue ricerche sul Time Stone. Ma un vecchio amico
trasformato in nemico cerca di distruggere tutti gli stregoni sulla
Terra, scherzando con il piano di Strange e scatenandogli anche un
male indicibile contro. Vuoi sapere di più? Clicca
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Black
Panther: Wakanda Forever uscirà al cinema l’8 luglio
2022. Ryan Coogler tornerà a scrivere e dirigere
Black Panther 2 e Chadwick Boseman era pronto a riprendere il
ruolo da protagonista prima della sua morte scioccante. La Marvel ha detto che non riformulerà
il ruolo di T’Challa e Coogler sta attualmente
rielaborando la sceneggiatura.
Black Adam
Black Adam uscirà
al cinema il 29 luglio 2022 e sarà diretto Jauma Collet-Serra.
Protagonisti sono Dwayne Johnson , Noah Centineo , Aldis Hodge ,
Pierce Brosnan e Quintessa Swindell.
Questo progetto è stato annunciato
per la prima volta anni fa, quando la Warner Bros. ha ingaggiato
Dwayne Johnson per il ruolo del cattivo
di Shazam, Black
Adam. L’idea era che Johnson recitasse
nel film di Shazam , ma nella primavera del
2017 Johnson ha rivelato di aver deciso di realizzare due film
separati: uno per Shazam e uno per il suo antagonista/antieroe
Black Adam. La nuova pellicola è in sviluppo da molto
tempo. Il film ha finalmente trovato un regista
in Jaume Collet-Serra, con cui Johnson ha
lavorato al prossimo film della Disney Jungle
Cruise. Le riprese erano finalmente programmate
per iniziare a luglio 2020 ma sono state ritardate a causa
dell’emergenza COVID-19, ma la storia coinvolgerà personaggi come
Atom Smasher, Cyclone e Hawkman con Pierce
Brosnan che interpreta Doctor Fate.
Spider-Man: Into the Spider-Verse Sequel
Il sequel di Spider-Man:
Into the Spider-Verse uscirà il 7 ottobre 2022. Quello che sappiamo
finora : Sony Pictures ha messo in moto i piani per un sequel di
Spider-Man:
Into the Spider-Verse poco dopo il successo del lancio del film
d’animazione vincitore dell’Oscar, ma il team creativo è
leggermente diverso. Phil Lord e Chris Miller stanno tornando come
produttori e co-autori, ma la leggenda Joaquim Dos Santos
sarà il regista al fianco di Kemp Powers e Justin K. Thompson.
The Flash
The
Flash uscirà il 4 novembre 2022 e sarà diretto da
Andy Muschietticon
Ben Affleck, Ezra
Miller, Kiersey Clemons, Ron Livingston,
Michael Keaton, Saoirse-Monica Jackson, Sasha Calle, Maribel
Verdú e Rudy Mancuso.
The Flash racconta
il ritorno di Ezra Miller nel suo ruolo di Scarlet
Speedster / Barry Allen del DCEU, che ha interpretato
per la prima volta in
Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League e
Zack Snyder Justice League. Al fianco di Miller ci sono
Kiersey Clemons nei panni di Iris West, Maribel Verdú nei panni di
Nora Allen e la star in ascesa Sasha Calle ( The Young and the
Restless ) che ha firmato per interpretare Supergirl, diventando la
seconda attrice ad aver mai interpretato il personaggio sul grande
schermo. È stato confermato che
Michael Keaton e
Ben Affleck riprenderanno le rispettive versioni
di Bruce Wayne/Batman per il film. Anche il candidato al Golden
Globe Ron Livingston è stato scelto per sostituire
Billy Crudup nei panni di Henry Allen.
The Marvels
The
Marvels uscirà al cinema l’11 novembre 2022 e sarà
diretto da Nia DaCosta. Nel cast
Brie Larson, Teyonah Parris, Iman Vellani e Zawe Ashton. Quello
che sappiamo finora: la Marvel ha scelto il regista del
prossimo remake di Candyman, Nia DaCosta, per dirigere Captain
Marvel 2, che vedrà la partecipazione di Teyonah
Parris nei panni di Monica Rambeau e Iman Vellani nei panni di Ms.
Marvel, con Zawe Ashton nei panni
del cattivo. Il titolo del film è stato rivelato essere
The
Marvels nel maggio 2021.
Aquaman 2
Aquaman 2
uscirà al cinema il 16 dicembre 2022 e sarà diretto da
James Wan con
Jason Momoa,
Patrick Wilson,
Amber Heard, Yahya Abdul Mateen II e Pilou Asbæ.
Aquaman 2 sequel del
cinecomic firmato Warner Bros. e DC Films, racconta le avventure di
Arthur Curry alias Aquaman, supereroe metà umano e
metà figlio di Atlantide, dotato di una potenza straordinaria.
David Leslie Johnson-McGoldrick è stato incaricato di scrivere la
sceneggiatura. Le riprese dovrebbero iniziare nell’estate 2021.
Quello che sappiamo finora : nel
novembre 2019, i Marvel Studios hanno annunciato che
Peyton Reed sarebbe tornato per dirigere un terzo film di Ant-Man .
Lo sceneggiatore di Rick and Morty Jeff Loveless è stato
successivamente assunto per scrivere la sceneggiatura, e Kathryn
Newton si è unita al cast come una versione precedente della figlia
di Scott Lang, Cassie, mentre Jonathan Majors interpreterà il
cattivo Kang il Conquistatore.
Guardiani della Galassia
Vol. 3
Guardiani
della Galassia Vol. 3 uscirà al cinema il 5 maggio
2023 e sarà scritto e diretto da James
Gunn. Quello che sappiamo finora: il terzo film dei Guardiani della Galassia avrebbe
dovuto iniziare la produzione all’inizio del 2019, ma lo
scrittore/regista James Gunn è stato licenziato dal film lo scorso
autunno a seguito della ricomparsa di alcune brutte battute che ha
fatto su Twitter anni fa. All’insaputa del pubblico, Gunn ha
continuato a incontrare i dirigenti della Disney nel periodo dopo
aver accettato di scrivere e dirigere The Suicide Squad per la DC, e nel marzo 2019 è
stato annunciato che Gunn sarebbe stato riassunto per dirigere il
film. La data di uscita prevista per il 2020 è stata posticipata e
la produzione non inizierà fino a quando Gunn non avrà terminato
The Suicide Squad, ma nonostante tutte le turbolenze i Marvel Studios hanno mantenuto la
sceneggiatura completa di Gunn.
Blade
Blade
uscirà al cinema nel 2024, al momento senza un regista. Quello che
sappiamo finora : quasi nulla, ma l’ attore premio Oscar Moonlight
e Green Book Mahershala Ali è stato l’ospite a sorpresa al panel
del Comic-Con 2019 della Marvel, annunciato come il nuovo
Blade senza ulteriori dettagli rivelati.
Pixar ha
rilasciato su Twitter, dopo il debutto all’Annecy International
Animation Film Festival, il primo concept art di Turning
Red. Possiamo notare dall’immagine mostratoci, la
protagonista Mei Lee con le sembianze di un grande panda
rosso attraversare i corridoi di una scuola. Tutti gli
occhi dei suoi compagni sono incollati su di lei e sulla sua enorme
coda ad anelli rossa e bianca. Non la avevano mai vista sotto
queste sembianze. Un’immagine molto di impatto, che ci fa capire
chiaramente quale sia la premessa del film.
Dopo i grandi successi riscossi con
Inside
Out,
Soul e con il recentissimo Luca,
la casa di produzione grafica californiana Pixar
Animation Studiosdecide di puntare su Turning
Red per raccontare quanto è difficile essere
adolescenti, e quanto per noi grandi i piccoli problemi legati
all’età siano invece immensi per i più giovani. Non è nuova a
toccare le corde dei sentimenti, infatti con Inside
Out abbiamo fatto un viaggio all’interno di tutte le
emozioni e dato un volto alla rabbia, alla gioia e
soprattutto alla tristezza rivelatosi una parte importantissima
nella nostra vita.
Primo film Pixar diretto da
una donna
Ci sono voluti 25 film ma Turning
Red sarà il primo film di animazione di casa
Pixar ad essere diretto da una donna; Domee Shi
dopo il grandissimo successo del cortometraggio
Baovincitore del “miglior cortometraggio di
animazione” nel 2019. La regista, nata in Cina e cresciuta in
Canada, recentemente è diventata un membro della Brain Trust della
Pixar, un gruppo di registi che si occupano di indirizzare ogni
film della casa di produzione verso la migliore qualità visiva
possibile.
La trama
Mei Lee è una tredicenne combattuta
tra il rimanere la brava figlia di casa rispettosa ed educata verso
sua madre o il caos adolescenziale che caratterizza quell’età. E
come se questi problemi per lei non fossero abbastanza, ogni volta
che si emoziona troppo, lei si trasforma in un panda rosso
gigante!
Turning
Red: uscita al cinema e dove vederlo in streaming
Turning Red uscirà al cinema 11 Marzo 2022.
Distribuito da Walt Disney Pictures Italia. Turning
Red in
streaming arriverà su Disney+.
Per gli spettatori, l’attore
Joshua Jackson sarà sempre il Pacey di
Dawson’s Creek. Negli anni, però, l’interprete canadese si
è distinto per una lunga serie di ruoli, principalmente televisivi,
che gli hanno permesso di portare in scena molteplici aspetti di sé
e del suo talento. Ancora oggi Jackson continua a cimentarsi in
ruoli inediti, spesso molto lontani da ciò a cui aveva
precedentemente abituato i suoi fan. Dalla commedia al horror, dal
film drammatico al thriller, egli è davvero un talento completo
della recitazione.
Ecco 10 cose che non sai di Joshua Jackson.
Joshua Jackson: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in numerosi
film. Il debutto al cinema avviene per Jackson nel 1991,
quando ottiene una piccola parte in Cuori incrociati.
Successivamente ha recitato in Stoffa da campioni (1992),
Scream 2 (1997), Cruel Intentions (1999), The
Skulls (2000), La sicurezza degli oggetti (2001) e
Vengo a prenderti (2005). Successivamente ottiene ruoli di
rilievo in Cursed – Il maleficio (2005), con Jesse
Eisenberg, in Ombre dal passato (2008) e
One Week (2008). Quest’ultimo film, da lui anche prodotto,
gli ha permesso di vincere il Genie Awards, l’Oscar canadese, come
miglior attore. Tra i suoi ultimi film per il cinema si annoverano
Una ragazza a Las Vegas (2012), con Rebecca Hall,
Intrigo a Damasco (2012) e Sky (2015), con
Norman
Reedus.
2. È noto per diverse serie
televisive. Jackson inizia a recitare per la televisione a
partire dal 1996, quando recita in titoli come Robin Hood in
Internet e Oltre i limiti. Il grande successo arriva
nel 1998, quando ottiene il ruolo di uno dei protagonisti in
Dawson’s Creek, dove reciterà fino al 2003.
Successivamente, dal 2008 al 2013, è Peter Bishop nella serie
Fringe, dove recita accanto ad Anna Torv.
Terminata questa serie, entra nel cast di The Affair – Una
relazione pericolosa, recitando nei panni di Cole Lockhart dal
2014 al 2019. Sempre nel 2019 è anche nell’acclamata serie When
They Sees Us.
Josh Jackson, cosa fa oggi: tra
Little Fires Everywhere e Dr. Death
3. Ha recitato nella
miniserie con Reese Witherspoon. Nel 2020 Jackson è
tornato a recitare per la televisione nella miniserie drammatica
Little Fires
Everywhere. Qui interpreta Bill Richardson, il marito
della protagonista Elena, interpretata dalla premio Oscar Reese
Witherspoon. La storia, basata sull’omonimo romanzo,
vede una famiglia altolocata alle prese con una serie di problemi e
misteri che la legheranno sempre di più ad una madre single di
diversa estrazione socioeconomica.
4. È protagonista di una
nuova serie thriller. A partire dal 2021 Jackson è
protagonista della nuova serie Dr. Death, dove interpreta il
neurochirurgo Christopher Duntsch. La storia, basata sull’omonimo
podcast, narra le vicende realmente accadute di Duntsch, il quale
finisce per attirare sempre più sospetti su di sé a causa delle sue
operazioni che provocano sempre più danni permanenti o addirittura
la morte dei suoi pazienti. Jackson ha ottenuto il ruolo dopo il
ritiro di Jamie Dornan a
causa di problematiche legate al Covid-19.
Joshua Jackson in Dawson’s
Creek
5. Era stato considerato per
il ruolo del protagonista. Il personaggio per cui Jackson
è più ricordato è certamente quello di Pacey Witter in Dawson’s
Creek. Questi è il miglior amico di Dawson, ed è presente in
quasi tutti gli episodi della serie, durata 6 stagioni. Prima di
essere scelto per ricoprire tale importante personaggio, Jackson
era stato considerato proprio per il ruolo del protagonista, Dawson
Leery. La parte andò però poi all’attore James Van Der
Beek, divenuto famoso proprio per questa.
6. Ha diretto un episodio
della serie. Oltre ad aver recitato nella serie, Jackson è
anche passato dietro la macchina da presa in un’occasione. Egli si
è infatti cimentato nella regia dell’episodio Lovelines,
il diciannovesimo della sesta stagione. Ciò ha fatto di lui,
insieme al collega Kerr Smith (interprete di Jack McPhee) uno degli
unici due attori principali ad aver anche diretto un episodio della
serie.
Joshua Jackson, Katie Holmes e
Diane Kruger
7. Ha avuto importanti
relazioni con le due note attrici. Prima di conoscere la
sua attuale moglie, Jackson ha avuto inizialmente una relazione con
l’attrice Katie Holmes,
con la quale ha anche condiviso il set di Dawson’s Creek,
durata dal 1997 al 1998. Nel 2006 si è invece fidanzato con
l’attrice tedesca Diane Kruger,
alla quale è rimasto unito per ben dieci anni. Nel 2016, infatti, i
due hanno annunciato la loro separazione, senza però rendere noti i
motivi di tale decisione.
Joshua Jackson e Jodie
Turner-Smith
8. È sposato con la nota
attrice. A partire dal 2018 Jackson si è impegnato in una
relazione con l’attrice Jodie
Turner-Smith. Questa, divenuta celebre grazie a film
come The Neon Demon, Queen & Slim e Senza rimorso, ha
recitato molto anche in televisione, apparendo in particolare nelle
serie The Last Ship e Nightflyers. Attualmente è
nota per essere l’interprete di Anna Bolena nell’omonima miniserie
televisiva. Nel 2019 lei e Jackson si sono poi sposati, dando vita
nell’aprile del 2020 alla loro prima figlia.
Joshua Jackson è su Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. L’attore è presente su Instagram con un proprio
account verificato il cui nome è @vancityjax. All’interno di questo
Jackson vanta oltre 500 mila follower, ed è solito pubblicare post
di vario genere. Questi ad oggi sono più di 300 e spaziano da
momenti di svago in compagna di amici o della sua famiglia sino
alla promozione dei suoi progetti cinematografici e televisivi.
Seguendo il suo profilo, dunque, si potrà essere sempre aggiornati
sulle sue attività.
Joshua Jackson: età e altezza
dell’attore
10. Joshua Jackson è nato a
Vancouver, in Canada, l’11 giugno del 1978. L’attore è
alto complessivamente 185 centimetri.
Approdato sugli schermi italiani il
17 Giugno, La brava moglie è il nuovo film di
Martin Provost, che ha ricevuto in patria quattro
candidature ai Premi Cèsar, aggiudicandosi il
premio per i migliori costumi.
La brava moglie: la trama
L’impeccabile e piuttosto rigida
Madmoiselle Paulette Van Der Beck (Juliette
Binoche) gestisce assieme al marito una scuola
per casalinghe provette, che si occupa sostanzialmente di
“sfornare” una nuova generazione di mogli e madri perfette, secondo
un disegno ben strutturato per le donne dell’epoca pre
sessantottina. Un incidente infausto lascia però Paulette vedova e
in piena bancarotta, preda di dubbi su come poter andare avanti: da
questi presupposti scaturirà una nuova consapevolezza per la donna,
indipendente dall’età anagrafica e innestata sui desideri e le
emozioni di una psiche racchiusa da troppo tempo in una gabbia
domestica patriarcale.
Una commedia ruffiana e arguta dalle
tinte sessantottine, in un Alsazia volta all’educazione di giovani
ragazze in età da marito. L’imperativo categorico delle giovani
ragazze è compiacere il consorte e adempiere al proprio ruolo di
moglie, angelo del focolare domestico: cucinare, rammendare, fare
il bucato sono faccende inserite in una filosofia di devozione e
subalternità di cui le ragazze si devono appropriare. Ma le ragazze
approdate all’istituto di Paulette Van Der Beck
(una Juliette Binoche estremamente divertente)
sono figlie di una nuova generazione, che cominciava a marciare
verso una presa di coscienza femminile; l’austero e regale
microcosmo in cui le ragazze sono inserite dovrà quindi fare i
conti con la ventata di un nuovo modello femminile, emancipato e
autonomo, rappresentato dalle giovani.
L’impegno civile tinteggiato di comicità arguta in La
brava donna
La brava moglie si
inserisce all’interno della filmografia di un regista che ha sempre
avuto un occhio di riguardo verso l’universo femminile, indagandolo
in pellicole intense ed affascinanti, quali
Séraphine, incentrato sulla figura della pittrice
francese Séraphine de Senlis, interpretata con
sfumature di rara, e Quello che so di lei, teatro di un’ossimorica
amicizia ostile tra Catherine Deneuve e Catherine
Frot. Qui musa del regista diventa Juliette Binoche, alle
prese con un ruolo ironico e profondo al tempo stesso, irradiante
progressiva emancipazione e un arco di sviluppo caratteriale ben
definito, da vedova inconsolabile a causa di un marito che ha
sperperato ogni risparmio nel gioco di azzardo) a nuova figura
identitaria femminile, poderosa nella sua consapevolezza di donna
ed educatrice.
Lo scontro generazionale fa
dell’ambientazione scolastica il punto di maggior forza, in cui la
coralità delle nuove leve femminili si scontra con due figure
autoritarie – non per questo meno ironiche – della Binoche e di
Yolande Moreau, che interpreta la cognata della
protagonista, personaggio ilare ma fondamentale per lo sviluppo
della trama, alla stregua di un “fool” shakesperiano. La brava
moglie mostra come il tema dell’impegno civile non debba
necessariamente stagliarsi su un fondale drammatico, e come un po’
di quella leggerezza calviniana, mai superficiale o banale, bensì
volutamente arguta, sia la chiave di lettura ottimale per entrare
in contatto con un universo femminile traviato da regole ferree e
assodate, inizialmente senza alcuna possibilità di ribellione. I
toni della commedia sagace ben si adattano infatti alla trama
elaborata da Provost, benchè il secondo atto della pellicola
risulti a tratti particolarmente didascalico e impregnato di
sovraesposizione tematica, nonostante l’interessante intuizione del
passaggio al musical. Viene forse leggermente meno la capacità di
Provost di sondare la profondità psicologica femminile senza
inutile forzature o caricature.
La brava moglie è Juliette Binoche nella sua capacità
istrionica
Juliette Binoche è
innegabilmente la punta di diamante dell’intera narrazione; la sua
duttilità artistica viene enfatizzata in uno schema filmico che la
vede come focus magnetico totalizzante, tanto nel primo atto quando
viene sottolineata la portata autoritaria e intransigente del suo
personaggio, tanto nel proseguo della narrazione, in cui assume
tratti caratteriali decisamente più avveniristici e umani. Il punto
focale tematico de La brava donna è il rinascimento non tanto di
un’epoca, quanto di una singola identità che assume le tinte di una
parabola universale e che trova in un minutaggio ben definito la
possibilità di intrattenere con piacere lo spettatore in sala. Il
riconoscimento della parità di genere e il percorso di
emancipazione socioculturale dei personaggi de La brava
moglie sono tinteggiati ad acquerello e non mancano
molteplice inquadrature strutturate come quadri nel film, quasi a
voler fermare sullo schermo piccole tappe quotidiane (la
possibilità di indossare un pantalone; il conoscere il significato
della parola masturbazione) che simboleggiano qualcosa di molto più
grande.
Sebbene siano visibili un po’ di
difetti strutturali in La brava moglie, il ritmo
narrativo sostanzialmente funziona e la storia della simpatica
signora Paulette riesce a incorniciare con un sorriso una storia di
transizione tra l’ancien régime e la contestazione. Un’attenzione
non banale al racconto di costume, con qualche inquietudine
suggerita dietro l’apparente idillio, riesce a consegnarci una
pellicola che fa delle interpreti istrioniche e ilari il suo punto
di maggior forza.
Ben prima che il Marvel Cinematic
Universe fosse una realtà, a dar particolare prestigio e linfa
al genere poi denominato “cinecomic” furono i
primi film dedicati agli X-Men. Negli anni, il racconto dei più
celebri mutanti dell’universo supereroistico si è espanso grazie a
sequel, prequel e spin-off, dando vita ad una delle più compiute
saghe degli ultimi anni. Composta in totale da ben dodici film,
questa è oggi una delle più redditizie della storia, grazie ad un
incasso complessivo di oltre 5 miliardi di dollari. Nel 2011 questa
ha conosciuto nuove forme grazie a X-Men –
L’inizio (qui la recensione), quinto
capitolo e primo prequel della serie.
Diretto da Matthew
Vaughn, questo è il X-Men –
L’inizio appartenente alla tetralogia prequel della
saga, a cui è poi seguito X-Men – Giorni di un futuro
passato, X-Men – Apocalisse e
X-Men – Dark Phoenix.
Conclusa la trilogia principale, che aveva per protagonisti
Hugh Jackman,
Patrick Stewart
e Ian McKellen,
ci si è dunque concentrati sul raccontare la genesi dei mutanti più
noti, la loro formazione e le prime missioni affrontate. Con nuovi
attori nei panni di alcuni dei personaggi già visti nei precedenti
film, ha così preso vita un nuovo racconto dedicato ai mutanti più
amati del cinema.
X-Men – L’inizio si è poi
affermato come un grandissimo successo, divenendo uno dei maggiori
incassi della serie e permettendo di continuare a raccontare le
gesta di questa nuova classe di supereroi. Per gli appassionati di
questi, si tratta di un’opera imperdibile. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
X-Men – L’inizio: la trama del film
Il film X-Men –
L’inizio è ambientato negli Stati Uniti degli
anni Sessanta, un periodo segnato dall’esplorario spaziale, dalle
conseguenze dell’omicidio di JFK e dalla sempre più minacciosa
Guerra Fredda, con l’intero pianeta minacciato dalle crescenti
tensioni fra Stati Uniti e Russia. Nel pieno di tale caotico
contesto, l’umanità inizia anche a scoprire dell’esistenza dei
mutanti, persone dotate di straordinari poteri. Tra questi si
annoverano anche i giovani Charles Xavier e
Erik Lehnsherr. I due, entrambi mutanti, conducono
vite parallele ma opposte. Mentre Erik si trova in Polonia,
prigioniero del campo di concentramento del crudele e perverso
Klaus Schmidt, Charles è un telepate che vive
nella contea di Westchester, dove incontra la mutaforma
Raven.
Vent’anni dopo, i due vengono
chiamati a collaborare per fermare i malvagi piani del misterioso
Sebastian Shaw, che mira a distruggere tanto i
mutanti quanto l’umanità. Per riuscirvi, Erik e Charles iniziano a
radunare una divisione di giovani mutanti, addestrandoli ad usare i
loro poteri. Con l’evolvere della missione, però, l’insofferenza di
Erik nei confronti degli umani e della loro violenza contro i
mutanti inizia a fargli cambiare idea. Per lui dovrebbero essere i
mutanti a governare il mondo, non il contrario. Il conflitto che
nasce da questa sua visione potrebbe compromettere per sempre il
delicato equilibrio che vige tra le specie.
X-Men – L’inizio: il cast del film
Per i personaggi protagonisti, qui
rappresentati nella loro gioventù, sono stati chiamati nuovi
celebri interpreti. Ad ereditare il ruolo di Charles Xavier, qui
protagonista del film, è l’attore James McAvoy.
Per il ruolo, l’attore si rasò completamente i capelli, sapendo che
il personaggio è pelato. Scoprì solo in seguito che il regista
voleva che per il film Charles avesse ancora i capelli. McAvoy fu
così costretto a portare una parrucca per l’intera durata delle
riprese. Nei panni di Erik Lehnsherr, alias Magneto, vi è invece
Michael
Fassbender, il quale per prepararsi al ruolo ha
studiato approfonditamente l’interpretazione di Ian McKellen.
Decise però poi di dar vita ad una propria versione del
personaggio.
Ad interpretare la celebre mutante
Raven vi è la premio Oscar Jennifer
Lawrence. Per il ruolo, si è dovuta sottoporre ad un
allenamento intensivo, nonché ad ore di trucco per potersi far
applicare la speciale pelle blu del personaggio. Kevin
Bacon è presente nei panni del crudele Sebastian Shaw,
mentre January Jones è il suo braccio destro Emma
Frost. Nel film si ritrova poi Rose Byrne nei
panni di Moira MacTaggert, agente della CIA alleata di Xavier. Vi
sono poi Zoe Kravitz nei panni della mutante Angel
e Caleb Landry Jones in quelli di Banshee.
Lukas Till interpreta qui Havok, il fratello
maggiore di Ciclope. Nel film vi è anche un breve cameo di
Hugh Jackman, ovviamente nei panni di Wolverine,
che respinge l’offerta di Charles ed Erik di unirsi a loro.
X-Men – L’inizio: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
In attesa di vedere i sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. X-Men –
L’inizio è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 25
giugno alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Da quando ha calcato per la prima
volta il palcoscenico, era chiaro che Gigi
Proietti non sarebbe mai sceso di lì. Interprete unico e a
tutto tondo, capace di spaziare dal teatro al cinema, dalla
televisione al doppiaggio. Autore di spettacoli entrati nella
storia dello spettacolo italiano, egli è sempre stato uno dei più
apprezzati e amati uomini di questo ambiente. Generoso e sempre
pronto a dar vita a sorprendenti novità, si è oggi guadagnato di
diritto un posto nel cuore di quanti lo hanno visto recitare,
raccontare barzellette o anche semplicemente dar voce ad uno dei
personaggi animati più iconici di sempre.
Ecco 10 cose che non sai su Gigi Proietti.
Gigi Proietti: i suoi film, le serie TV e il teatro
1. È celebre per diversi
film comici. Tra le attività per cui Proietti è più
conosciuto vi è il cinema, per il quale ha recitato sin dagli anni
Settanta. Tra i suoi primi film si annoverano titoli come
Brancaleone alle crociate (1970) e La proprietà non è
più un furto (1973). Il grande successo arriva nel 1976,
quando recita nei panni di Bruno Fioretti detto Mandrake in
Febbre da cavallo, uno dei film di culto della commedia
italiana. Dopo di questo, reciterà in film come Casotto
(1977) e “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a
Posillipo se non mi vuoi più bene?” (1983). Nel 2002 è di
nuovo Mandrake in Febbre da cavallo – La mandrakata, per
poi recitare in diverse commedie come La vita è una cosa
meravigliosa (2010), Il premio (2017) e
Pinocchio (2019). Il suo
ultimo ruolo per il cinema è quello di Babbo Natale in Io sono Babbo Natale
(2021).
2. Ha recitato in diverse
produzioni televisive. A partire dagli anni Novanta,
Proietti ha iniziato ad essere protagonista di diverse celebri
serie televisive, che gli hanno permesso di ottenere una seconda
giovinezza in TV. Tra queste si annovera innanzitutto Il
maresciallo Rocca, iniziata nel 1996 e divenuta uno dei
prodotti dal maggior successo per la televisione italiana. Altri
celebri titoli sono stati Preferisco il Paradiso, dove ha
interpretato San Filippo Neri, Il signore della truffa e
Una pallottola nel cuore, andata in onda dal 2014 al 2018
e dove Proietti interpreta il giornalista investigativo Bruno
Palmieri.
3. È uno dei massimi
esponenti del teatro italiano. Il più grande amore di
Proietti è sempre stato il teatro, a cui si è dedicato per tutta la
sua vita. Ha infatti esordito nel 1963 nello spettacolo Can Can
degli italiani e da lì in poi ha partecipato a numerosi
spettacoli fino a quando, nel 1976, si consacra grazie a A me
gli occhi, please, divenuto uno dei suoi più celebri e che
riproporrà numerose volte nel corso degli anni. Oltre ad essere
attore, per il teatro è stato anche regista di numerosi spettacoli
di grande successo. Nel 2003, invece, da una sua idea nasce il
teatro shakespeariano Globe Theatre, di cui è stato direttore e che
è oggi intitolato a lui.
Gigi Proietti e il doppiaggio
4. Ha doppiato diversi
celebri attori. Oltre a recitare in prima persona,
Proietti ha in diverse occasioni prestato la voce per diversi noti
attori nelle versioni italiane dei film di questi. In particolare,
egli è noto per aver doppiato Ian McKellen
nei panni di Gandalf nella trilogia de Lo Hobbit. Prima di
ciò, era stato anche la voce di Robert De Niro
in film come Mean Streets e Casinò, di Sylvester
Stallone in Rocky e di Sean Connery in
Dragonheart, dove è la voce
del possente drago Draco.
5. È la voce italiana del
genio di Aladdin. Uno dei doppiaggi più celebri e
iconici di Proietti rimane però quello del genio di Aladdin, il film d’animazione
Disney del 1992 che in lingua originale ha la voce di Robin Williams.
Ancora oggi si tratta di uno dei lavori più celebri di Proietti,
che ha poi dato voce al personaggio anche per i sequel Il
ritorno di Jafar e Aladdin e il re dei ladri.
Gigi Proietti e le barzellette
6. Era noto per le sue
barzellette. Tra le maggiori capacità di Proietti vi fu
quella di dare nuova vita e importanza all’arte della barzelletta.
Di questa egli si affermò da subito come uno dei massimi esponenti,
portando tale racconto comico anche nei suoi spettacoli teatrali,
al cinema e anche in televisione. Molte delle sue barzellette più
famose si ritrovano anche in alcuni dei suoi libri, come Tutto
sommato. Qualcosa mi ricordo e Ndo cojo cojo. Sonetti e
sberletti fuori da ogni regola.
7. Ha recitato nel film
Le barzellette. Nel 2004 Proietti torna a
recitare per Carlo ed Enrico
Vanzina per il film Le barzellette, opera ad
episodi basata su diverse celebri barzellette, messe qui in scena
dai tanti attori protagonisti. Per Proietti fu l’occasione di
dimostrare ulteriormente la sua grande capacità recitativa per
questa tipologia di racconto. Nel film, in particolare, egli
racconta diversi personaggi come il Padreterno, un cameriere, un
cantante messicano, un contadino e un direttore
d’orchestra.
Gigi Proietti: sua moglie e le figlie
8. Era molto riservato sulla
sua vita privata. Nonostante la popolarità, Proietti ha
sempre mantenuto la propria vita privata lontano dai riflettori
della mondanità. Della sua vita sentimentale è noto solamente che
conobbe la sua compagna nel 1962. Questa era una guida turistica
svedese di nome Sagitta Alter. Pur non sposandosi
mai, i due hanno convissuto insieme per tutta la vita, fino alla
scomparsa di lui.
9. Hanno avuto due figlie
attrici. Dall’unione sentimentale con la Alter, Proietti
ebbe due figlie, Susanna e
Carlotta, anch’esse attrici. In particolare,
Carlotta ha avuto anche l’occasione di recitare insieme al padre in
diverse occasioni, in particolare nella serie Una pallottola
nel cuore 2, dove nel 2014 ha preso parte a quattro episodi
nei panni di Marzia. Precedentemente, aveva lavorato con il padre
anche per il film televisivo L’ultimo Papa re.
Gigi Proietti: età e altezza dell’attore
10. Gigi Proietti è nato a
Roma, il 2 novembre 1940 ed è deceduto a Roma il 2
novembre del 1920, all’età di 80 anni. Proietti era alto 187
centimetri.
Sono 600 i film selezionati al
Social World Film Festival 2021 divisi in 19
sezioni competitive e non, con film da 52 Paesi e 32 in anteprima.
L’undicesima edizione, che si terrà a Vico Equense dall’11 al 18
luglio, si svilupperà quindi in 20.000 minuti di programmazione tra
proiezioni in presenza e ondemand, 90 eventi tra incontri,
dibattiti, masterclass, attività con le giurie.
Tra i lungometraggi del Concorso
Internazionale, sezione competitiva per opere a tematica
sociale, ci sono 3 anteprime italiane che vengono dalla Germania
(“A Handful Of Water” di Jakob Zapf), da Georgia e Ucraina (“Mother
Of Apostles” di Zaza Buadze) e dalla Danimarca “Shorta” di Frederik
Louis Hviid), e 2 anteprime campane: “Buio (Darkness)” di Emanuela
Rossi e “Regina” di Alessandro Grande.
Nella stessa sezione troviamo 20 cortometraggi
tra i quali la Palma d’Oro al Festival
di Cannes nel 2020 “I am afraid to forget your face”
dell’egiziano Sameh Alaa, il francese “Dustin” di Naïla Guiguet in
anteprima italiana dopo essere stato a Cannes e Toronto, e “Finis
Terrae” di Tommaso Frangini già alla Settimana Internazionale della
Critica a Venezia. È in anteprima italiana l’animazione “Pilar”
di Yngwie Boley e J.J. Epping, Diana van Houten già
apprezzata a Toronto, “The Lamb Of God” del portoghese David
Pinheiro Vicente, per la prima volta in Italia dopo la
partecipazione a Cannes, e “The Game” di Roman Hodel visto a
Venezia e Toronto.
Completano il Concorso Internazionale 7
documentari che vengono da Canada, Stati Uniti, Ucraina,
Egitto, Francia, Tunisia e Italia, tre in anteprima italiana, gli
altri per la prima volta in Campania.
Nella sezione “Focus, occhio al Sud”, dedicata
alle opere realizzate nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia con
particolare attenzione alla Campania, sono state selezionati 5
lungometraggi: “Agalma” di Doriana Monaco, “Amare amaro” di Julien
Paolini, “Gelsomina Verde” di Massimiliano Pacifico, “La Vacanza”
di Enrico Iannaccone, e “Sassiwood” di Antonio Vincenzo Andrisani e
Vito Cea. Sono 14 i cortometraggi in gara tra i quali “Le Mosche”
di Edgardo Pistone già a Venezia, “La Napoli di mio padre” di
Alessia Bottone premiato ai Nastri e l’anteprima assoluta di “Quasi
Ora” di Luigi Pane.
Confermate anche in questa nuova edizione le sezioni dedicate
anche a opere in realtà virtuale, verticali,
realizzate con smartphone, serie e webserie,
spot, videoclip, film sperimentali, fotografie e
sceneggiature per film cinema e tv, nonché
quella dedicata al Covid19 per le opere a tema e girate
durante il lockdown.
Torna per il sesto anno consecutivo il Mercato
europeo del cinema giovane, Young Film Market, che
darà spazio e forma ad opere indipendenti di giovani autori, con
professionisti dell’industria cinematografica, produttori,
distributori e registi provenienti da vari paesi, che discuteranno
sulle novità del cinema indipendente, tra coproduzione
internazionale, distribuzione pre e post Covid-19 ma anche
fundrasing e cineturismo.
Le opere saranno proiettate nelle sale del
Museo del Cinema, di Teatro Mio e del complesso monumentale SS
Trinità e Paradiso.
Il regista Chris McKay, noto per
aver diretto LEGO Batman, ha da poco
ultimato il suo nuovo lungometraggio, intitolato The
Tomorrow War, che rappresenta per lui il suo debutto
nel live-action. Si tratta di un’opera di fantascienza
classica nella sua concezione ma ricca di elementi di originalità.
Il film, inizialmente previsto per la sala cinematografica, è
l’ennesimo caso di opera che, a causa della pandemia da Covid-19,
arriverà direttamente in streaming, più precisamente sulla
piattaforma Amazon Prime Video, dove sarà
disponibile dal 2 luglio.
La vicenda del film si apre su un
gruppo di viaggiatori nel tempo che si presenta, dal 2051, al
nostro presente per portare un messaggio urgente: di lì a
trent’anni la razza umana sarà sul punto di perdere una guerra
globale contro una letale specie aliena. L’unica speranza per
sopravvivere è che soldati e civili del presente vengano
trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le reclute
vi è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester
(Chris Pratt).
Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia, Dan si
unisce alla squadra nella disperata impresa di riscrivere il
destino del pianeta.
The Tomorrow War: la parola agli attori
Protagonista del film è l’attore
Chris Pratt, il quale diviso tra Guardiani della Galassia e
Jurassic World, vive un momento d’oro della sua carriera.
“Il film è semplicemente epico, – afferma Pratt – ma
ciò che mi ha davvero conquistato sono i sentimenti che stanno alla
sua base. Quando ho terminato le riprese, mia figlia non era ancora
nata, ma potevo già avvertire il senso di responsabilità e di
protezione che essere padre comporta, e questo mi ha permesso di
identificarmi profondamente con il mio personaggio.”
Nel film è poi presente anche
l’attrice Yvonne
Strahovski, principalmente nota per i suoi ruoli nelle
serie Dexter e Chuck. In The Tomorrow
War, l’attrice interpreta Vicky Winslow, che dal futuro arriva
nel presente per richiedere aiuto nella guerra contro gli alieni.
“Desideravo da tempo interpretare un ruolo tanto fisico,
– racconta l’attrice – e questo film è stata
l’occasione giusta. Mi sono potuta misurare con aspetti nuovi di
questo mestiere e anche se è stato particolarmente faticoso, ne è
certamente valsa la pena.”
Nel film, infine, sono presenti
anche Betty Gilpin,
attrice nota per la serie GLOW, nei panni di Emmy
Forester, moglie di Dan, e il premio Oscar J. K. Simmons,
in quelli del generale Slade. Entrambi gli attori si sono definiti
entusiasti di quanto offerto dal film. “Lavorare a questo
progetto, – ha dichiarato la Gilpin – mi ha permesso di
cimentarmi con qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò a cui
ero abituata e di dar vita ad un personaggio molto forte”.
“La fantascienza è da sempre tra i miei generi preferiti,
– ha aggiunto Simmons – e l’idea alla base di questo film
mi ha attratto da subito, non ho potuto dire di no”.
The Tomorrow War: dalla sala alla televisione
Il regista Chris McKay ha poi
parlato della sfida di completare la post-produzione del film nel
pieno della pandemia. “Quando abbiamo iniziato il montaggio e
il lavoro sugli effetti speciali, il mondo che ci circondava era
ormai profondamente diverso dal presente che avevamo raccontato nel
film. – spiega il regista – Ciò però non ha tolto nulla al
film, che anzi è per me diventato il racconto di un’umanità che si
unisce per combattere contro un unico nemico, sia questo una specie
aliena o un virus”.
È Pratt a chiudere poi la conferenza
stampa, rassicurando quanti temono che il film su Amazon non sarà
la stessa cosa che vederlo al cinema. “È un dibattito quanto
mai attuale, – afferma Pratt- ma posso garantire che
quando abbiamo saputo che il film sarebbe andato direttamente in
streaming abbiamo rivisto il tutto affinché il risultato fosse
altrettanto grandioso anche su uno schermo più piccolo. Consiglio
naturalmente di alzare al massimo il volume, ma nulla
dell’intrattenimento offerto verrà meno! Si tratta di bel film
pensato per il cinema. Quindi guardalo a casa, ma facendo finta di
essere al cinema!”
La storia di
Taskmaster nei fumetti è lunga e al tempo stesso
assai complicata, ricca di contraddizioni, vittime ed enigmi. In
attesa di scoprire come l’attesissimo Black
Widow reinventerà il personaggio (o se magari proporrà
una versione dello stesso molto simile ai fumetti),
Screen Rant ha raccolto 10 cose che solo i fan dei fumetti
conoscono su Anthony “Tony” Masters:
Poteri unici
Come stabilito nella sua
prima apparizione, il potere principale di Taskmaster sono i suoi
“riflessi fotografici”, che gli consentono di memorizzare e
replicare istantaneamente tutti i movimenti fisici che vede
eseguire, non importa quanto complessi, anche se osservati per
pochi istanti.
Dopo aver studiato le mosse tipiche
e gli stili di combattimento di una pletora di eroi Marvel, Taskmaster vanta un’abilità
di combattimento che include duplicazioni esatte degli arsenali
corpo a corpo di Capitan America, Black Panther, Iron Fist e molti
altri.
I suoi poteri causano l’amnesia
Anche se i suoi poteri gli
hanno permesso di accumulare un ampio catalogo di stili di
combattimento “rubati” da vari eroi e cattivi della Marvel, le abilità uniche di
Taskmaster sono un’arma a doppio taglio. Quando continua ad
accumulare abilità da aggiungere al suo arsenale, parallelamente i
suoi ricordi personali vengono lentamente cancellati.
Ad
ogni nuovo stile di combattimento che registra per una replica
futura, Taskmaster dimentica un pezzo del suo passato, che a questo
punto include la maggior parte della sua vita prima di diventare un
mercenario mascherato, inclusa la sua identità originale, il suo
nome e la sua famiglia.
Era un ex agente dello SHIELD
Anche se Taskmaster è stato
un antagonista per lo più enigmatico per oltre 30 anni dopo il suo
debutto, la miniserie omonima del 2010 a lui dedicata ha finalmente
iniziato a far luce sul suo misterioso passato. È stato rivelato,
infatti, che l’uomo che sarebbe diventato Taskmaster era
originariamente un agente dello SHIELD di nome Tony Masters,
reclutato a causa delle sue doti naturali di memoria eidetica e
replicazione dell’azione fisica.
All’epoca, questa capacità non era ancora
immediata e Tony doveva passare del tempo a studiare le mosse degli
altri prima di poterle eseguire lui stesso. Nel corso di una
particolare missione, tuttavia, Masters avrebbe consumato un siero
sperimentale con conseguente aumento della capacità del suo
cervello di elaborare e conservare le informazioni, rendendo la sua
ritenzione istantanea. Poiché gli effetti collaterali di questo
aggiornamento hanno gradualmente cancellato i suoi ricordi
personali, Tony alla fine avrebbe completamente dimenticato i suoi
anni come agente dello SHIELD, arrivando anche a combattere contro
l’organizzazione, per ironia della sorte, in numerose
occasioni.
Eroe e cattivo
Durante la sua carriera di
mercenario, Taskmaster ha sempre inseguito il denaro. A tal fine,
ha partecipato ad allenamenti e collaborazioni sia con eroi che con
cattivi, totalmente dipendente da ciò che soddisfava i suoi
interessi immediati. Nelle sue prime apparizioni, Taskmaster
gestiva una scuola segreta per scagnozzi, addestrando agenti per
gruppi terroristici come l’Hydra e l’AIM, ed entrando in conflitto
con eroi come Captain America e gli Avengers.
Più di recente, è stato graziato e reclutato
per addestrare le giovani reclute con superpoteri a Camp Hammond,
meglio conosciuta come Avengers Academy. In qualità di istruttore
della scuola, Taskmaster ha combattuto al fianco degli eroi della
Marvel in più occasioni, ma non ha
esitato a cambiare alleanza quando si è presentata una nuova
opportunità redditizia, tradendo senza battere ciglio gli eroi che
lo avevano accolto a braccia aperte.
Ha contribuito alla formazione di US Agent
Quando l’originale Captain
America, Steve Rogers, abbandonò il suo ruolo iconico a causa delle
crescenti pressioni dovute all’operare per conto di un governo con
cui non era d’accordo, la Commissione degli Stati Uniti sulle
Attività Sovrumane cercò rapidamente di sostituirlo con un altro
agente. Quando il soldato John Walker è stato selezionato per
ereditare il ruolo, era chiaro che avrebbe avuto bisogno di un
addestramento extra per gestire le aspettative.
Per questo, la Commissione ha
cercato di assumere il miglior istruttore di combattimento
possibile, indipendentemente dal sordido passato che questi poteva
avere. Sapendo di possedere già un’esatta conoscenza “fotografica”
dello stile di combattimento dell’originale, il CSA ha assunto
Taskmaster per addestrare Walker nell’uso ottimale del leggendario
scudo di Cap. Walker sarebbe stato Captain America per un po’,
prima di diventare US Agent. Tuttavia, la sua eroica carriera non
avrebbe mai avuto successo se non fosse stato per l’addestramento
iniziale di Taskmaster.
Taskmaster era sposato
Come effetto collaterale
delle sue abilità, Taskmaster ha dimenticato la maggior parte dei
dettagli del suo passato prima di indossare la sua identità
attuale, comprese le sue precedenti relazioni interpersonali. Nella
sua vita passata come agente dello SHIELD, tuttavia, Tony Masters
ha eseguito spesso missioni al fianco dell’agente Mercedes Merced,
che era anche sua moglie.
Quando i poteri di Masters hanno iniziato a
sovrascrivere i suoi ricordi personali, l’agente Merced ha assunto
il ruolo del suo misterioso “gestore”, assegnandogli le sue prime
missioni mercenarie mentre prendeva segretamente appunti sulla sua
situazione per le informazioni dello SHIELD. Nonostante si sia
ricordato della sua passata vita coniugale durante le successive
interazioni con Merced, Taskmaster è condannato a dimenticare
inevitabilmente la vita che un tempo
condividevano.
Potrebbe avere un figlio
Mentre operava come
istruttore presso l’Accademia dei Vendicatori, Taskmaster divenne
casualmente responsabile dell’addestramento di uno studente che
possedeva le sue esatte capacità di “riflesso fotografico”. Jeanne
Foucault era una giovane supereroina in formazione proveniente da
una famiglia distrutta, dove era stata sfruttata da sua madre per
la sua naturale capacità di replicare qualsiasi azione avesse
visto.
Non avendo mai conosciuto il suo
padre biologico, e considerando la somiglianza dei loro poteri,
Jeanne alla fine si sarebbe avvicinata al suo insegnante con la
possibilità che potesse essere davvero il suo vero padre.
Consapevole delle enormi lacune nella sua memoria, incluso con
quante donne potrebbe o meno essere stato in intimità, Taskmaster è
arrivato a considerare la possibilità che Foucault potesse davvero
essere sua figlia biologica, anche se questo non è mai stato
confermato ufficialmente.
Il significato della maschera
Durante ognuna delle sue raffigurazioni,
comprese le modifiche occasionali al suo look, Taskmaster ha
costantemente indossato la sua maschera con la faccia da teschio
immediatamente riconoscibile. Sebbene utile per il suo aspetto
intimidatorio, questo iconico pezzo dell’uniforme ha in realtà un
significato molto importante per Tony Masters, anche se
probabilmente non lo ricorda in modo specifico.
Dopo aver deciso di farsi strada come
addestratore di mercenari e furfanti, uno dei primi allievi di
Taskmaster fu il capo del cartello criminale messicano, Don of the
Dead. Nel tentativo di mostrare solidarietà a Don e ai suoi
associati, Taskmaster avrebbe adottato la maschera con la faccia da
teschio che usa ancora oggi, un omaggio alla Santa Muerte, una
personificazione cattolica dell’entità Morte.
Non può “copiare” tutti
Considerata la sua capacità
di replicare i movimenti di qualsiasi persona che incontra,
Taskmaster ha una storia consolidata di utilizzo contro gli eroi
della Marvel dei loro stessi stili di
combattimento. Ci sono stati alcuni casi, tuttavia, in cui non è
stato in grado di utilizzare adeguatamente questa capacità.
Durante uno scontro con il robot
Avenger, Jocasta, Taskmaster ha dimostrato di non essere in grado
di imitare i movimenti di esseri sintetici, poiché la loro mancanza
di movimenti umani prevedibili compensa la sua capacità di emularli
immediatamente. Inoltre, come illustrato nelle storie successive,
Taskmaster non è in grado di copiare le mosse di Deadpool, a causa
del comportamento imprevedibile e irregolare di Wade Wilson e della
mancanza di uno stile di combattimento coerente.
Ha degli amici sorprendenti
Nonostante affronti principalmente i suoi conflitti da solo,
di tanto in tanto Taskmaster non si oppone a una squadra, una
partnership o una vera amicizia. Dopo il suo primo alterco con
Deadpool, sarebbe diventato un frequente socio del nascente gruppo
di mercenari, l’Agenzia X, costruendo un rapporto di lavoro
riluttante ma reciprocamente rispettoso con Deadpool e il suo
duplicato Alex Hayden, mentre iniziava anche una relazione con la
receptionist dell’agenzia, Sandi Brandenberg.
Come
istruttore presso l’Avengers Academy, ha spesso confrontato le sue
storie con quelle del suo collega Constrictor, costruendo con lui
un’amicizia del tutto casuale sul posto di lavoro. Più
recentemente, Taskmaster ha stretto un forte legame con Eric
O’Grady, altrimenti noto come il cattivo potenziato dalla
particella Pym, Black Ant, arrivando persino a fare il doppio gioco
con un datore di lavoro per suo conto, evitando un giorno di paga
garantito per proteggere la sicurezza del suo amico.
I film della saga di Fast and Furious sono cambiati molto da quando
è uscito il primo capitolo nel 2011, con le corse automobilistiche
che sono state messe da parte a favore di acrobazie folli e intense
scene di combattimento.
Sappiamo già che in Fast
and Furious 9 alcuni dei personaggi andranno addirittura
nello spazio, quindi la domanda sorge spontanea: cosa potrebbe
essere di ancora più esaltante nel futuro del franchise? Una
possibilità potrebbe essere quella di un crossover con la saga di
Jurassic Park, magari in un film evento in cui Domic
Toretto e il suo equipaggio sarebbero costretto a schivare i
dinosauri….
Tuttavia, una delle star del
franchise, Tyrese Gibson, ha in mente un altro
grande crossover: Transformers! “Non ne so niente,
amico”, ha detto a
ComicBook quando gli è stato chiesto delle voci su un possibile
Fast and Furious che incontra Jurassic Park.
“Penso che il crossover più giusto sarebbe Transformers e Fast,
e poi magari Fast e Jurassic Park. Auto che diventano robot, e
viceversa. Possiamo farlo all’inizio e poi arrivare ai
dinosauri.”
Le questioni relative ai diritti
rendono alquanto improbabile un incontro tra Dom e Optimus Prime,
ma poiché la Universal Pictures è responsabile sia di
Fast and Furious che di Jurassic Park, nulla esclude che un giorno l’idea –
azzardata?! – possa concretizzarsi.
Quando il regista di Jurassic
World: Dominion,Colin Trevorrow, è stato
interrogato su un possibile crossover all’inizio di questo mese, ha
risposto: “Non voglio dire nulla perché poi i meme si
fermerebbero. La realtà non è così divertente. Voglio dire, ho mai
sentito qualcosa a proposito di un crossover tra franchise? Certo
che no! Mi piace vedere le persone prendere davvero sul serio
queste cose su Twitter? Sì! Quindi, continuiamo a divertirci con i:
‘Cosa succederebbe se?’.”
Il cast di Fast and Furious 9 e il
capitolo finale della saga
UCI Cinemas, il
più importante Circuito cinematografico presente in Italia con 43
strutture multiplex e 440 schermi, estende l’offerta valida tutti i
giorni, fino al 30 giugno, per vedere tutti i film
in programmazione a partire da soli 4,90€.
La promozione lanciata l’8 giugno è
rivolta a tutti i clienti, coinvolge tutti i cinema UCI del
circuito che hanno riaperto al pubblico ed è attiva anche sui
cinema UCI Luxe, questi ultimi con prezzo del biglietto a partire
da 5,90€. Per tutti i possessori di SKIN Family, la carta fedeltà
di UCI dedicata alle famiglie, l’offerta è ancora più vantaggiosa.
Per maggiori dettagli sulla promozione:
www.ucicinemas.it/promosuperprezzo.
UCI Cinemas, biglietti a 4,90€, dove
acquistarli
È possibile acquistare i biglietti
tramite App gratuita di UCI Cinemas e sul sito www.ucicinemas.it
con il vantaggio di evitare la fila alle casse. Il pubblico può
comunque acquistare i biglietti anche tramite le biglietterie
automatiche self-service presenti sul posto, presso le casse delle
multisala aderenti e tramite call center (892.960). Per maggiori
informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina
ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo:
www.facebook.com/ucicinemasitalia.
Ricordiamo che sono già state
riaperte al pubblico le seguenti multisala: UCI Alessandria, UCI
Arezzo, UCI Bicocca, UCI Casoria, UCI Como, UCI Curno, UCI Ferrara,
UCI Firenze, UCI Fiumara Genova, UCI Fiume Veneto, UCI Gioia del
Colle, UCI Lissone, UCI Marcianise, UCI Meridiana Bologna, UCI
Certosa Milano, UCI Milanofiori, UCI Molfetta, UCI Orio, UCI
Palermo, UCI Piacenza, UCI Porta di Roma, UCI Reggio Emilia, UCI
Romaest, UCI Romagna, UCI Sinalunga, UCI Torino Lingotto, UCI
Verona, UCI Villesse, UCI Luxe Palladio Vicenza, UCI Luxe Marcon
Venezia, UCI Luxe Maximo, UCI Luxe Campi Bisenzio, UCI Catania, UCI
Parco Leonardo, UCI Cagliari, UCI Gualtieri, UCI Showville Bari,
UCI Perugia e UCI Bolzano.
L’ultimo
trailer di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli,
arrivato online poche ore fa, ha confermato la presenza nel film di
un personaggio molto noto ai fan del MCU: stiamo parlando di Emil
Blonsky, meglio conosciuto come Abominio.
È la prima volta che il personaggio
appare in un progetto del MCU dal 2008, anno di uscita de
L’incredibile Hulk, e sappiamo che il nemico principale di
Hulk farà il suo ritorno ufficiale nella serie dedicata a She-Hulk,
in arrivo prossimamente su Disney+.
Nello specifico, il secondo trailer
di
Shang-Chi ci concentra maggiormente sulla costruzione
dell’universo in cui si muove il protagonista. Tuttavia, la scena
finale ha lanciato una vera e propria bomba per i fan della
Marvel: mentre Shang-Chi
(Simu Liu) e Katy
(Awkwafina) assistono ad un torneo di
combattimento sotterraneo, Abominio appare a sorpresa come uno dei
combattenti presenti nell’arena, scontrandosi con quello che sembra
essere proprio Wong (Benedict Wong), ossia il
braccio destro di Doctor Strange.
Prima di quest’apparizione, nessuno
sapeva che Abominio sarebbe apparso in
Shang-Chi. Resta da capire se il personaggio avrà
effettivamente un ruolo all’interno della storia e, soprattutto, se
sarà ancora una volta Tim Roth ad interpretarlo. Tuttavia, non
dovrebbe sorprendere se fosse uno stunt ad interpretare il
personaggio, soprattutto se l’apparizione dello stesso sarà
relegata a quest’unica scena.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Luca è l’ultimo film d’animazione targato
Disney e Pixar disponibile dal 18 giugno su Disney+. Il film, diretto da Enrico Casarosa, è pieno di easter egg e di
riferimenti nascosti all’universo Disney e Pixar, ma non solo.
Scopriamo insieme quali sono:
La palla Luxo
Il primissimo progetto
d’animazione in computer grafica della Pixar è stato
Luxo Jr., un cortometraggio di due minuti scritto e
diretto da John Lasseter nel 1986. Il cortometraggio mostra una
grande lampada da tavolo angolare che osserva una lampada più
piccola mentre gioca con una palla, che accidentalmente si sgonfia
dopo che la lampada più piccola ci è saltata sopra.
Da allora Luxo Jr. è diventata la mascotte della Pixar: la
vediamo, infatti, schiacciare la “i” in Pixar all’inizio di ogni
film prodotto dallo studio di animazione. L’originale palla Luxo è
ormai un tradizionale easter egg nei film Pixar e può essere vista
anche in
Luca, quando il protagonista sta sorpassando altri
corridori, su un tetto, durante la Coppa Portorosso.
A113
Un altro easter egg di
vecchia data, già apparso in molti film Disney e Pixar, è il numero
A113. Questo è un numero di una delle aule del California Institute
of the Arts, dove registi come Tim Burton, John Lasseter e Brad
Bird hanno studiato animazione e progettazione artistica dei
personaggi. Sul biglietto del treno che Alberto regala a Luca alla
fine del film, infatti, c’è scritto proprio “A113”.
Il camion di Pizza Planet
La catena “arcade and food”
Pizza Planet è stata una delle location principali del primo
lungometraggio della Pixar, Toy Story. Da allora, una versione del camion delle
consegne Pizza Planet è stata astutamente nascosta in quasi tutti i
film Pixar.
Includere quest’easter egg è stata
una vera sfida per
Luca, dal momento che il modello di camion Pizza Planet
sarebbe stato un anacronismo negli anni ’50. Per risolvere questo
problema, il camion è stato reinventato come Piaggio Ape, lo
storico veicolo per le consegne a tre ruote realizzato dalla stessa
azienda che produce la Vespa. La Pizza Planet Ape si vede durante
il tratto finale della Coppa Portorosso, dopo che ha iniziato a
piovere, ed è riconoscibile dal razzo in cima.
20.000 leghe sotto i mari
La gente di Portorosso potrà anche odiare i
mostri marini, ma di certo adorano i film a loro dedicati. La
città, infatti, è tappezzata di locandine, tra cui quella di un
film di fantasia dal titoloAttaco del mostro marino che lascia alquanto perplesso il padre
di Luca, perché il mostro sulla locandina assomiglia esattamente
allo zio Ugo.
Tra gli altri poster affissi per la città
figura anche 20.000 leghe sotto i mari, prodotto dalla
Disney nel 1954. Quel film non presenta mostri marini che cambiano
forma e diventano bambini, ma ha comunque una scena con un calamaro
gigante al suo interno.
Coco
Mentre Alberto e Luca
stanno cercando di intrufolarsi a Portorosso via mare, vengono
captati nelle loro forme subacquee da una donna su una barca. La
barca si chiama Elena, che era anche il nome della nonna di Miguel
nel film della Pixar Coco.
Elena è un nome comune sia in
spagnolo che in italiano, quindi potrebbe essere più una
coincidenza che un riferimento volontario. Tuttavia, è divertente
immaginare che Abuelita abbia trascorso un po’ di tempo nella
riviera italiana quando era giovane e che la barca porti il suo
nome.
Pinocchio
I numerosi riferimenti di Luca all’arte e alla
cultura italiana includono anche un easter egg che funge da
crossover con la Disney. Uno dei libri nella stanza di
Giulia è Le avventure di Pinocchio dell’autore italiano
Carlo Collodi, che è stato trasposto sul grande schermo dalla
Disney nel 1940.
Nel
libro, Pinocchio viene ripetutamente ingannato da una coppia di
truffatori: un gatto che finge di essere cieco e una volpe che
finge di essere zoppa. Sulla copertina e nella sequenza onirica di
Luca che dà vita al libro, il gatto somiglia molto al
gatto di Massimo, Machiavelli.
Paperino
Pinocchio non è l’unico
classico personaggio Disney presente nella stanza di Giulia. C’è
anche un giocattolo di Paperino appoggiato ai piedi del suo letto.
Paperino è stato creato dalla Disney nel 1934, quindi sarebbe stato
molto popolare nel periodo in cui è ambientato
Luca. Forse Giulia si identifica in lui perché
entrambi hanno la tendenza a balbettare e a lasciare che il loro
carattere abbia la meglio su di loro…
Federico Fellini
Una delle maggiori
influenze di
Enrico Casarosa durante la realizzazione di
Luca è stata l’acclamato regista italiano
Federico Fellini. In particolare, ci sono diversi accenni in
Luca al film di Fellini del 1954 La
strada.
Nella piazza principale, sullo
stesso tratto di muro in cui è presente la locandina di 20.000
leghe sotto i mari, si vede anche un altro manifesto – quello
de La strada, appunto. Inoltre, il peschereccio all’inizio
del film si chiama Gelsomina, che è proprio il nome della
protagonista del film di Fellini.
Un omaggio a Hayao Miyazaki
Anche se il concept di una
creatura marina che diventa curiosa della vita sulla Terra e si
trasforma in un essere umano ha molto in comune con La
sirenetta della Disney, i fan dei film dello Studio Ghibli
avranno maggiori probabilità di associare
Luca al film Ponyo sulla scogliera di Hayao Miyazaki.
Casarosa, infatti, ha affermato che
Miyazaki è stata un’altra delle sue principali influenze, dal
momento che il co-fondatore dello Studio Ghibli è noto per i suoi
film sui bambini che esplorano mondi magici. Inoltre, il nome
Portorosso è un palese omaggio ad un altro film di Miyazaki, ossia
Porco Rosso del 1992.
Prossima fermata: Pixar
Quando Luca saluta la sua
famiglia e Alberto alla fine del film, il treno su cui salgono lui
e Gina riporta il numero 94608 nella parte anteriore. Questo è il
codice postale dei Pixar Animation Studios di Emeryville, in
California.
È un riferimento particolarmente
toccante, dal momento che Luca sta andando a scuola per inseguire i
suoi sogni, e la Pixar è una destinazione da sogno per tutti coloro
che cercano di perseguire il loro mestiere di animatore, puntando a
lavorare per uno degli studi più acclamati di Hollywood.
Netflix ha diffuso il teaser trailer di
The
Harder They Fall, l’attesto western originale Netflix
in arrivo quest’anno. In questo western, il fuorilegge Nat Love
(Jonathan Majors) viene a sapere che il suo nemico Rufus Buck
(Idris
Elba) sta per essere rilasciato di prigione e riunisce la gang
per rintracciarlo e vendicarsi.
Diretto da Jeymes Samuel con la
sceneggiatura di Samuel e Boaz Yakin e prodotto da Shawn Carter,
James Lassiter, Lawrence Bender e Jeymes Samuel, The
Harder They Fall vanta una colonna sonora
irresistibile e un cast stellare mozzafiato, in cui brillano
Jonathan Majors, Zazie Beetz, Delroy Lindo, LaKeith Stanfield,
Danielle Deadwyler, Edi Gathegi, R.J. Cyler, Damon Wayans Jr., Deon
Cole, Regina King e Idris Elba. Mai come in questo caso, la
vendetta è un piatto da servire freddo!
La Blumhouse è una delle società di maggior
successo dell’odierno panorama hollywoodiano, grazie soprattutto
alla produzione di franchise horror quali Paranormal Activity,
Insidious e The Purge, ma anche di film molto
acclamati dalla critica come Whiplash,
Scappa
– Get Out e BlacKkKlansman.
Tuttavia Jason
Blum, fondatore e amministratore delegato della Blumhouse
Productions, ha rivelato di avere alcuni rimpianti in merito a
The Hunt, il film del 2020 diretto da
Craig Zobel, che generò un’enorme controversia
prima dell’arrivo nelle sale: dopo la strage di
Dayton e la strage di El Paso, infatti, la
campagna promozionale del film venne ufficialmente sospesa e alcuni
giorni dopo il film venne ritirato dal calendario delle uscite
della Universal.
In una recente intervista con
ComicBook, Jason Blum ha parlato di come molte
informazioni sbagliate in merito al film si siano diffuse a macchia
d’olio ancor prima della sua uscita in sala. Blum ha affermato che
la controversia legata all’uscita di The Hunt è stata così accesa e prolungata che
spera che una cosa del genere non accada mai più in futuro.
“La polemica prima dell’uscita
di The Hunt ha rovinato l’intero film. Intendo dire che ha rovinato
l’uscita del film. The Hunt sarebbe potuto essere un film di grande
successo, ma la controversia prima dell’uscita lo ha praticamente
distrutto. Quando mi viene chiesto qual è il mio più grande
rimpianto in relazione alla gestione della mia compagnia, è proprio
questo: che nessuno ha potuto vedere The Hunt a causa di quella
controversia. Quella polemica è stata orribile. È stato davvero
brutto. Era una polemica su un film che nessuno, in realtà, aveva
visto. Le persone stavano inventando cose su un film che non
avevano visto, e spero davvero che una cosa del genere non accada
mai più. Ora mi preoccupo che possa succedere con ogni nuovo film
film. Se ci sono polemiche prima dell’uscita di un film, queste
possono davvero rovinarlo… Tuttavia, cosa puoi farci? Quindi mi
preoccupo il giusto. Sono cose che non posso controllare.”
Di cosa parla The Hunt?
The Hunt è basato su racconto del 1924 “La
partita più pericolosa”, scritto da Richard Connell. Nel film,
dodici sconosciuti si svegliano in una radura. Non sanno dove sono
o come sono arrivati lì. Non sanno di essere stati scelti per uno
scopo molto specifico: La Caccia!
All’ombra di una oscura teoria della
cospirazione di Internet, un gruppo di élite si riunisce per la
prima volta in una casa padronale remota per cacciare gli americani
comuni per lo sport. Ma il piano generale delle élite sta per
essere deragliato perché uno dei The Hunted, Crystal (Betty
Gilpin), conosce il gioco dei Cacciatori meglio di
loro. Gira i tavoli sugli assassini, prendendoli uno per uno,
mentre si fa strada verso la misteriosa donna (Hilary
Swank) al centro di tutto.
Danny
Glover, Samuel
L. Jackson, Elaine May e
Liv Ullmann saranno le personalità del mondo
del cinema che in occasione degli Oscar 2022 saranno insigniti del
riconoscimento alla carriera. Ad annunciarlo è stata
l’Academy.
Il presidente dell’Academy,
David Rubin, ha commentato elogiando la
trasversalità da
Jackson, come un attore che ha attraversato i generi e
l’immaginario di generazioni, le doti di Elaine
May “come sceneggiatrice, regista e attrice”, le doti
interpretative ed emozionali di Liv Ullmann e
l’impegno decennale di Danny Glover per la
giustizia e per i diritti civili.
Dal 2009 l’Oscar alla carriera viene presentato in occasione
della cerimonia dei Governors Awards, anche per snellire la
cerimonia ufficiale degli Oscar.
Tony Hale, Gia Sandhu e
Maame Yaa Boafo, trai protagonisti di La
misteriosa accademia dei giovani geni, raccontano la loro
esperienza sul set della serie Disney+, disponibile dal 25 giugno.
La misteriosa accademia dei giovani
geni (The Mysterious Benedict Society) è
una serie televisiva creata da Matt Manfredi e Phil Hay per
Disney+ basata sul romanzo per ragazzi
La misteriosa accademia per giovani geni di Trenton Lee
Stewart.
Parte del successo del franchise di
Guardiani della Galassia è dovuto sicuramente
alle incredibili canzoni del repertorio anni ’60 e ’70 attraverso
cui James Gunn ha scelto di impreziosire le
colonne sonore dei due “volumi” usciti fino ad oggi.
Tuttavia, esiste un brano assai
famoso che pare il regista e sceneggiatore non sia intenzionato ad
usare. Attraverso le sue storie di Instagram, infatti, Gunn
ha risposto alla domanda di un fan che gli aveva chiesto quale
canzone o artista musicale non userebbe mai all’interno di un suo
film, spiegando che molti fan dei Guardiani amerebbero ascoltare
all’interno di un film dei Marvel Studios la canzone “Dancing
in the Moonlight“ dei King Harvest.
Purtroppo, il diretto interessato ha
spiegato che ciò non accadrà mai: “Un sacco di persone mi hanno
detto che vorrebbero sentire ‘Dancing in the Moonlight’ in un film
dei Guardiani”, ha risposto Gunn. “Per me è una canzone
‘trita e ritrita’, quindi non accadrà.”
Il contributo di James Gunn alle
musiche del MCU oltre Guardiani della Galassia
Il contributo di James Gunn alle colonne sonore è stato molto
rispettato dal resto del MCU: è stato proprio il regista,
infatti, a raccomandare “The Rubberband Man” di The
Spinners per la colonna sonora di Avengers:
Infinity War. Per quanto riguarda, invece, Guardiani
della Galassia Vol. 3, Gunn ha annunciato di aver
terminato i lavori sulla colonna sonora lo scorso maggio, proprio
in vista dell’inizio delle riprese che dovrebbe avvenire entro la
fine dell’anno.