Come annunciato dai social Marvel Studios, ecco il nuovo trailer
ufficiale di
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, in cui ci
pare di scorgere nella scena finale quello che sembra essere
Benedict Wong nei panni di Wong. Potrebbe essere
davvero lui?
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – il trailer
ufficiale
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
È stato già confermato che il
personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence
Pugh tornerà nella serie Hawkeye in
arrivo prossimamente su Disney+. Per quanto riguarda il futuro
degli altri personaggi di Black Widow, invece, non ci
sono ancora dettagli in merito.
Durante una recente intervista con
ComicBook, è stato proprio Harbour a rivelare di aver parlato
proprio di questo con la regista di Black Widow, Cate
Shortland, e sembra che entrambi abbiano un’idea ben
precisa. “La cosa divertente di tutta questa storia è che alla
fine noi siamo tornati indietro per costruire la base di qualcosa
di nuovo”, ha spiegato l’attore. “Tutti questi contenuti
aiutano con tutte queste informazioni sui film aiutano a portare
avanti questi nuovi progetti, questa nuova fase. Aiutano ad
introdurre questi nuovi personaggi.”
Poi ha aggiunto: “Cate Shortland
ed io abbiamo parlato a lungo di dove potesse trovarsi Guardiano
Rosso durante gli eventi di Endgame, su cosa gli fosse accaduto.
Abbiamo pensato ad un sacco di idee divertente, anche se non ne ho
mai parlato direttamente con Kevin Feige. Lo farò più
tardi.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
La Universa Pictures USA ha diffuso
il primo trailer di Halloween
Kills, l’atteso nuovo film del franchise di Halloween
che vedrà il ritorno in scena di Michael Myers e
Jamie Lee Curtis. Halloween
Kills arriverà al cinema ad ottobre 2021.
Scritto da David Gordon
Green, Danny McBride e Scott Teems, basato sui personaggi
creati da John Carpenter e Debra Hill, il film sarà diretto da
David Gordon Green e prodotto da Malek Akkad, Jason Blum e
Bill Block. John Carpenter, Jamie Lee Curtis, Jeanette
Volturno, Couper Samuelson, Danny McBride, David Gordon Green e
Ryan Freimann sono i produttori esecutivi. Ryan Turek sta
supervisionando il progetto per Blumhouse.
I romanzi di Giorgio Faletti sono ancora
oggi degli assoluti best seller, che hanno consegnato al panorama
letterario italiano un talento unico per il genere giallo. Eppure,
nonostante la loro evidente predisposizione per il cinema, a causa
della complessità delle sue storie e le ambientazioni
prevalentemente estere, questi non sono mai stati adattati per il
grande schermo. Con Appunti di un venditore di
donne, finalmente ciò viene a non essere più vero. Il
film diretto da Fabio Resinaro (Mine,
Dolceroma) dà infatti vita
all’omonimo romanzo dello scrittore, un’opera particolarmente cupa
ambientata nella Milano da bere della fine degli anni Settanta.
Con questa pellicola, prodotta da
Luca Barbareschi, si
viene catapultati in un storia che si svolge nel pieno degli
scontri tra lo Stato e le Brigate Rosse. Il rapimento di Aldo Moro
è una questione ancora aperta e la tensione è quanto mai viva nel
Paese. Qui, in una Milano cupa e fredda, si muove Bravo
(Mario Sgueglia), un venditore di donne segnato
nell’anima da una vergognosa mutilazione. La sua storia ha inizio
una mattina come un’altra, quando dopo essere uscito dall’Ascot
Club, dove ha fatto nottata giocando d’azzardo e facendo uso di
droghe, conosce Carla. Nutrendo un conturbante sentimento per lei,
decide di introdurla nel suo giro, non immaginando che quello sarà
il principio della sua rovina.
Nella Milano da bere, tra neon e
nebbia
Il racconto scritto da Faletti nel
2010 è uno dei suoi più complessi, dove vicende e personaggi
diversi si intrecciano in modi spesso insospettabili. Dar vita ad
un adattamento che si propone di essere il più fedele possibile a
tutto ciò è dunque un’impresa non da poco. Risulta però da subito
chiaro che l’elemento da cui partire è la ricostruzione al
dettaglio del periodo protagonista. Quello che si mostra nel film è
un lavoro sbalorditivo, che attraverso luoghi, abiti, automobili,
oggetti, luci e volti costruisce un’atmosfera particolarmente
autentica. Resinaro comprende bene l’importanza di tale elemento,
che diventa un vero e proprio protagonista.
Ancor di più, egli decide di girare
il film proprio come si sarebbe fatto negli anni Settanta. Per
portarci nel mondo di Bravo e dei personaggi, il regista dà vita ad
una composizione delle inquadrature e del ritmo che trae
ispirazione dai grandi film noir di quel periodo. Grazie a ciò si
esalta la natura malsana e scabrosa di certe situazioni e figure,
che risultano ancor più affascinanti proprio per il loro essere
circondate da un ambiente tanto seducente quanto letale. Qui è
impossibile fidarsi degli altri e ognuno sembra fare ben più che il
doppio gioco.
Particolarmente accattivanti a tal
riguardo sono una serie di determinati personaggi. Dal protagonista
Bravo alla femme fatale Carla interpretata da
Miriam Dalmazio, dal bizzarro Daytona di
Paolo Rossi al cieco Lucio di Francesco
Montanari. Unica pecca, per loro, è una parlata sin troppo
pulita in un mondo assai sporco. Fortunatamente, Resinaro rinuncia
invece agli eccessi di forma del suo precedente film, concentrando
tutte le sue attenzioni sul raccontare ciò che serve attraverso le
immagini, consapevole della forza di cui la storia di Appunti
di un venditore di donne è già dotata di suo.
Appunti di un venditore di donne: la recensione
Confezionando un noir come se ne
vedono pochi oggigiorno in Italia, Resinaro unisce grande gusto
visivo ad una riflessione sul confine tra la legalità e
l’illegalità. Temi particolarmente vivi nel cinema politico
italiano degli anni Settanta e che trovarono in capolavori come
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e
Cadaveri eccellenti la loro massima espressione. L’intento
non è ovviamente rifare quei film, quanto unire ad un grande
racconto il ricordo di un periodo storico ancora oggi
particolarmente taciuto, violento, complesso, dove qualcosa di
orribile è stato fatto all’Italia, cambiandola per sempre.
Tale volontà risulta chiara anche
nel momento in cui il racconto si fa più intricato, portando in
scena una serie di eventi e dinamiche che, qui compresse nel tempo
cinematografico, potrebbero risultare un po’ caotiche. Bisogna però
dare fiducia fino all’ultimo al film, poiché nel momento in cui
ogni tassello del puzzle andrà al suo posto, ci si potrà ritenere
soddisfatti sotto più punti di vista: per aver visto un film fedele
nel modo giusto al romanzo, per aver goduto di un’opera visivamente
ed esteticamente ricca e per aver ritrovato un mondo e dei
personaggi che ormai non esistono più.
Nelle prossime vacanze di Natale
arriverà Sing 2, nuovo capitolo del franchise animato
di Illumination. Ricco di grandi sogni e spettacolari canzoni di
successo, il film narra le vicende del koala Buster Moon e di altre
grandi star animali, pronte per la loro più abbagliante e
stravagante esibizione sul palco della capitale più glamour
dell’intrattenimento.
C’è solo un intoppo: devono prima
convincere ad unirsi a loro la rock star più solitaria del mondo,
interpretata dalla leggendaria icona della musica Bono, al suo
debutto in un film d’animazione.
Sing 2, il trailer
Sing 2 è scritto e
diretto dall’acclamato regista Garth Jennings e introduce nuovi
personaggi interpretati dalle star della musica Bono, Pharrell
Williams e Halsey, dall’attrice Letitia Wright di Black Panther e
dai comici Eric André e Chelsea Peretti.
Insieme al protagonista Buster (con
la voce del premio Oscar®️ Matthew McConaughey), la maialina Rosita
(con la voce del premio Oscar®️ Reese Witherspoon), il porcospino
rocker Ash (Scarlett Johansson), il giudizioso gorilla
Johnny (Taron Egerton), il timido elefante Meena (Tori Kelly) e,
naturalmente, lo straordinario porcellino provocatore Gunter (Nick
Kroll) hanno trasformato il New Moon Theater in un successo
locale.
L’ambizioso koala, però, ha un sogno
più grande: debuttare con un nuovo spettacolo al Crystal Tower
Theater nell’affascinante Redshore City!
Senza conoscenze, Buster e i suoi
amici devono intrufolarsi di nascosto nei celebri uffici della
Crystal Entertainment, guidata dallo spietato magnate lupo Jimmy
Crystal (il vincitore dell’Emmy Bobby Cannavale).
In un disperato tentativo di
ottenere l’attenzione di Mr. Crystal, Gunter propone un’idea
bizzarra che Buster accetta subito: nel loro nuovo spettacolo ci
sarà una leggenda del rock, il leone Clay Calloway (Bono). Il
problema è che il koala non ha mai incontrato Clay, artista che si
è allontanato dal mondo della musica più di dieci anni prima dopo
la scomparsa della moglie.
Mentre Gunter aiuta Buster a ideare
un capolavoro teatrale, tra le pressioni e le minacce crescenti di
Mr. Crystal, il koala intraprende una ricerca per trovare Clay e
convincerlo a tornare sul palco.
Quello che inizia come il grande
sogno di Buster diventa un emozionante promemoria del grande potere
che ha la musica di guarire anche un cuore infranto.
Ecco la prima foto ufficiale di
Bones and All, il nuovo film di Luca
Guadagnino che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Con il giovane attore,
nella foto, la sua collega e compagna di set Taylor
Russell.
La prima foto di Bones and All con
Timothée Chalamet
Il
primo film che Luca Guadagnino gira in
America, un teen d’autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis e
scritto da David Kajganich (“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà
protagonisti Timothée Chalamet (che
torna a lavorare con Guadagnino dopo il successo di “Call me by
your name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André
Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo. I
produttori esecutivi sono Giovanni Corrado e Raffaella
Viscardi.
Liaison,
è la nuova serie thriller anglo-francese Apple Original che
vedrà protagonisti il vincitore del César Award Vincent Cassel (“Il cigno nero”, “Westworld”)
e la vincitrice del BAFTA Award Eva Green (“Miss Peregrine – La casa dei
ragazzi speciali”). La serie uscirà in tutto il mondo su AppleTV+ e
segna il primo Apple Original in lingua francese e inglese.
Liaison
è co-prodotto da Ringside Studios e Leonis Productions (gruppo
Newen). I produttori esecutivi sono Gub Neal e Jean Benoit Gillig.
La nuova serie Apple Original è diretta dal vincitore dell’Emmy
Award Stephen Hopkins (“24”), creata e scritta da
Virginie Brac (“Engrenages”). Tra gli altri produttori esecutivi ci
sono Sarada McDermott, Justin Thomson, Stephen Hopkins e Ed Barlow.
Prodotto da Joanie Blaikie ed Eric Jollant
Liaison: trama e cast
Liaison è un thriller contemporaneo
dalla posta in gioco molto alta che esplora come gli errori del
nostro passato hanno il potenziale per distruggere il nostro
futuro. La serie combina l’azione con una trama imprevedibile e che
si sviluppa su più livelli, in cui spionaggio e intrighi politici
intralciano una lunga e appassionata storia di amore. Il cast
include Peter Mullan (“Ozark”), il vincitore del premio César
Gerard Lanvin (“Chiami il mio agente!”), Daniel Francis (“Small
Axe”), Stanislas Merhar (“The Black Book”), Philippine
Leroy-Beaulieu (“Chiami il mio agente!”), Laetitia Eido (“Fauda”),
Eriq Ebouaney (“Rogue City”), l’astro nascente BAFTA Bukky Bakray
(“Rocks”) e il vincitore del premio Emmy Thierry Frémont (“Murder
In Mind”).
Va a Massimo Ghini il
‘Premio Manfredi 2021’ promosso dai Giornalisti
Cinematografici Italiani con la famiglia Manfredi per ricordare il
grande Nino, quest’anno nel centenario della nascita. La consegna
domenica prossima, 27 Giugno sul palcoscenico del Teatro Antico,
nella serata inaugurale della 67.ma edizione del Taormina Film
Fest.
Insieme alla Presidente dei
Giornalisti, Laura Delli Colli sarà Luca
Manfredi, in rappresentanza della famiglia, a consegnare
il riconoscimento, tradizionalmente legato ai Nastri
d’Argento.
“Quest’anno ricorre il centenario
della nascita di mio padre, Saturnino Manfredi, “in arte Nino” ed è
nel suo ricordo che avrò il piacere di consegnare il premio che
porta il suo nome a Massimo Ghini, un attore che
stimo molto e con cui ho condiviso alcune avventure professionali
proprio insieme a mio padre, che affettuosamente lo considerava un
erede del suo “stile”. La cerimonia avrà luogo nella bellissima
Taormina, la città dove è nata mia madre Erminia e dove Nino nel
2003 ha salutato per l’ultima volta il suo pubblico nella
meravigliosa cornice dell’antico “Teatro Greco”.
“Felice di ritirare il ‘Premio
Manfredi”, commenta Massimo Ghini, ”Per me è molto
emozionante ricevere questo riconoscimento che
consolida e rafforza il mio grande rapporto di amicizia con tutta
la grande famiglia Manfredi. Soprattutto mi appassiona e mi
commuove l’idea di passare da spettatore e ammiratore del Maestro
Manfredi ad essere suo “testimonial” per la consegna del primo
Premio in suo nome. Grazie a Laura Delli Colli, al Sindacato dei
giornalisti e alla famiglia Manfredi.”
Nato nell’ambito dei Nastri
d’Argento con una prima edizione celebrativa che ha premiato nel
2009 Giuseppe Fiorello, il Premio viene assegnato stabilmente a
Taormina dal 2014 ed è andato negli anni a Marco Giallini, Paola
Cortellesi, Carlo Verdone e Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino
e Kasia Smutniak, Claudia Gerini, Stefano Fresi e lo scorso anno a
Claudio Santamaria.
“E’ un bellissimo palmarès”
commenta Laura Delli Colli a nome del Direttivo dei Giornalisti
Cinematografici “che sigla ancora una volta, quest’anno con Massimo
Ghini, una scelta perfettamente in sintonia con la
storia professionale di un protagonista, come tutti gli attori e le
attrici che hanno ricevuto il Premio, capace di unire alla verve
della commedia l’intensità di toni e sfumature che toccano il cuore
degli spettatori. Proprio come sapeva fare, nel suo tratto
speciale, il grande Nino che tutti continuiamo ad amare”.
È stata annunciata la squadra di
illustri professionisti che accompagneranno il
presidente di giuria, Spike Lee, nella lunga e
importante avventura di premiare i film del concorso ufficiale del
Festival di Cannes 74.
Intorno al presidente Spike
Lee, cinque donne e tre uomini di nazionalità differenti,
da cinque diversi continenti, avranno il privilegio di scoprire i
24 film del Concorso internazionale del 2021. Come riflesso
dell’intera selezione, quasi tutto il mondo sarà rappresentato
durante l’evento che si svolgerà dal 6 al 17 luglio.
La giuria di Cannes 74
Spike Lee – President
Director, producer, screenwriter (United States)
Mati Diop
Director (France, Senegal)
Mylène Farmer
Singer, songwriter (Canada, France)
Maggie Gyllenhaal
Actress, producer, screenwriter, director (États-Unis)
Che ci crediate o no, ci sono molti
fan della DC che sono rimasti sconvolti dalla rivelazione presente
nell’ultimo
trailer di The Suicide
Squad secondo cui Bloodsport ha ferito Superman con un
proiettile di kryptonite, spedendolo in ospedale. In realtà, è una
cosa successa nei fumetti, quindi lungi da James Gunn voler prendersi gioco dell’Uomo
d’Acciaio solo per il gusto di farlo…
Indipendentemente da ciò, ci sono
state molte speculazioni sul fatto che questo potrebbe portare ad
un cameo di Henry Cavill nel film, ma visto che l’attore
sembra aver chiuso ufficialmente con Superman, è una cosa su cui
non vale la pena sperare… In effetti, in una recente intervista con
IGN,
è stato proprio Gunn a rivelare che anche lui non sa quale versione
di Superman sia stata “vittima” di Bloodsport, poiché si tratta di
una scelta narrativa talmente grande (in riferimento, ovviamente,
al più ampio DCEU) da sfuggire anche al suo controllo di regista e
sceneggiatore…
“Sì, Bloodsport è in prigione
per aver spedito Superman in terapia intensiva con un proiettile di
kryptonite”, ha spiegato il regista. “Sì, The Suicide Squad fa parte del DCEU, ma non so
quale Superman sia stato effettivamente colpito, perché non ho
scelto io il prossimo Superman. Quindi potrebbe essere Henry
Cavill, così come potrebbe essere qualcun altro. È chiunque le
persone decideranno… al di là di me.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Il terzo episodio della serie
Loki,
dal titolo “Lamentis”, è finalmente disponibile
su Disney+ da
ieri. ComicBookMovie ha
raccolto le più grandi rivelazioni presenti all’interno
dell’episodio che, ora più che mai, continuano a porre le basi per
il futuro del MCU:
ATTENZIONE: L’ARTICOLO
CONTIENE SPOILER SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!
Il nascondiglio dei Custodi del Tempo
Mobius non ha mai incontrato i Custodi del Tempo. Mentre
sembra che Renslayer abbia una sorta di canale di comunicazione
aperto con loro, le tre creature simili a delle lucertole rimangono
ovviamente nascoste. Ci deve essere una ragione per questo: se da
un lato i membri della TVA credono che sia perché stanno lavorando
duramente per mantenere intatta la sacra linea temporale,
dall’altro qualcosa ci dice che le loro motivazioni potrebbero
essere decisamente più sinistre…
Ad
ogni modo, non sappiamo ancora cosa dia loro il diritto di decidere
come si svolgono le storie di tutti, quindi non c’è da
meravigliarsi che Sylvie voglia distruggerli (come fece una volta
Kang il Conquistatore nei fumetti). Ad ogni modo, ora sappiamo che
sono abbasta vicini e che Loki e Sylvie avranno presto la
possibilità di incontrarli. Inizialmente, in molti credevano che
Richard E. Grant avrebbe interpretato Re Loki, ma ora un’altra
teoria si sta facendo strada, e cioè che l’attore britannico possa,
in realtà, essere proprio uno dei Custodi…
Lamentis-1
Lamentis-1 è una luna adiacente al pianeta Lamentis, ma nel
2077 entrambe sono apparentemente distrutte. Non sappiamo cosa
abbia portata all’apocalisse, ma la versione a fumetti di questo
pianeta si trova ai margini dello spazio controllato da Kree (forse
significa che gli umanoidi che vediamo sul pianeta sono, in
effetti, dei Kree?).
Che
ci crediate o no, il pianeta ha fatto solo un’apparizione sulle
pagine dei fumetti, precisamente in “Annihilation: Conquest
Prologue #1”. In quella run, il pianeta veniva catturato nel
bel mezzo di un conflitto tra l’Onda Annihilation e la specie
Phalanx, quindi è possibile che sia proprio tale conflitto ad aver
generato la massiccia scala di distruzione che vediamo nella
serie. Se è così, l’Onda Annihilation potrebbe essere ancora
lontana decenni, ma sarebbe piuttosto bello se questo fosse
destinato a gettare le basi per il debutto sul grande schermo del
classico cattivo dei Fantastici Quattro, Annihilus…
Nessun TemPad
Alla fine del terzo episodio, il TemPad viene
distrutto e Loki e Sylvie restano intrappolati su una luna che sta
per essere cancellata. Inutile dire che ci aspettiamo che riescano
a salvarsi in qualche modo, ma è chiaro che non sarà grazie all’uso
di uno dei dispositivi che la TVA usa per viaggiare attraverso la
sacra linea temporale.
Ciò non significa necessariamente che il
viaggio nel tempo sia fuori discussione, ma potrebbe essere che i
prossimi due episodi siano ambientati nel futuro del MCU (il che spiegherebbe perché il
Dio dell’Inganno finisce in una versione di New York che è stata
apparentemente decimata da un attacco sconosciuto o da un
disastro). Se qualcuno sta venendo a salvarli, la domanda su chi
potrebbe essere sorge dunque spontanea, e potrebbe essere a questo
punto della storia che apprendiamo che Sylvie sta lavorando per
conto o insieme ad altre varianti di Loki che, come lei, odiano i
Custodi del Tempo…
“Sylvie”
Abbiamo già menzionato
“Sylvie” diverse volte, ed infatti nel terzo episodio apprendiamo
che si tratta dell’alias che la versione femminile di Loki ha
deciso di darsi. È sicuramente una variante, ma una chiara mancanza
di volontà da parte della serie di approfondire il suo passato ci
fa pensare che ci sia ancora dell’altro da scoprire…
Non
le piaceva essere chiamata “Loki”, e la ragione di ciò è destinata
ad essere affrontata in qualche modo. Forse è stata creata da
un’altra versione del Dio dell’Inganno – che si allineerebbe con il
ruolo di Incantatrice nei fumetti… Questo è ciò che la rende una
variante? La decisione della TVA secondo cui Sylvie non merita di
esistere, sarebbe più che sufficiente per spiegare perché odia i
Custodi del Tempo, anche se lo stesso si potrebbe dire se fosse
davvero una Loki. Dobbiamo aspettare e vedere…
La sessualità del Dio dell’Inganno
Uno dei momenti più
importanti del terzo episodio arriva quando Loki rivela di essere
bisessuale, qualcosa che molti fan speravano di vedere nel MCU da diversi anni. Non abbiamo
mai visto il Dio dell’Inganno avere un interesse amoroso in questo
universo condiviso, ma se una seconda stagione della serie si farà,
allora le cose potrebbero ambiare.
Ad ogni modo, nel terzo episodio
apprendiamo che Loki ha amato sia uomini che donne nel suo passato,
e anche se non ha mai trovato la vera felicità con nessuno, pare
che sia comunque ancora aperto alla cosa. I Marvel Studios hanno ancora molta strada da
fare in termini di rappresentanza e inclusione, ma questo è
indubbiamente un passo nella giusta direzione e una rivelazione da
cui speriamo vengano tratti degli spunti interessanti a livello
tematico…
La verità sulla TVA
Una delle più grandi
rivelazioni in questo terzo episodio arriva quando Sylvie menziona
casualmente che gli agenti della TVA sono tutti Varianti. Mentre
Mobius è stato chiaramente portato a credere di essere stato creato
dai Custodi del Tempo, la verità è molto più oscura: sembra che a
queste varianti siano stati tolti i ricordi e, in seguito, che
siano stati sottoposti al lavaggio del cervello per lavorare al
servizio della compagnia.
È tutto un po’ contorto, e lo
diventa ancora di più quando apprendiamo che il giovane agente
rapito dalla variante Loki è stato al loro servizio per centinaia
di anni, nonostante una volta avesse avuto una vita normale sulla
Terra. Il Dio dell’Inganno è visibilmente sconvolto dal fatto che i
membri della TVA non conoscano la verità, e visto che ora ha
formato una specie di legame con Mobius, potrebbe decidere di porsi
come obiettivo della sua missione quello di mettere le cose in
chiaro e abbattere i Custodi del Tempo.
Un Multiverso di varianti
Stiamo iniziando a ricevere
qualche informazione in più su cosa significa essere una variante
nel MCU, e poiché la TVA ne è piena…
beh, questo spiegherebbe perché ci sia un Multiverso pieno di
versioni alternative degli eroi e dei cattivi con cui abbiamo
familiarizzato negli ultimi anni.
Anche se non ci aspettavamo che
personaggio del calibro di Captain Carter o Electro fossero
“varianti”, l’idea apre sicuramente la porta a molte opportunità in
termini di narrazione. Se la TVA può controllare un’intera
organizzazione composta da queste versioni alternative di coloro
che sono usciti dalla sacra linea temporale, è probabile che il
Multiverso non andrà in pezzi se si permetteranno a linee temporali
diverse di coesistere. Ad ogni modo, è chiaro che gli eventi di
Loki prepareranno il terreno per l’introduzione di ciò che
vedremo in relazione a questo concetto in What If?, Spider-Man:
No Way Home e Doctor Strange in the
Multiverse of Madness.
Una storia d’amore tra Loki… e Loki?
Quando Sylvie tenta di
incantare Loki, c’è un momento stranamente toccante che molti fan
hanno già ipotizzato potrebbe portare a una storia d’amore tra le
varianti. È una bella idea e sarebbe divertente da esplorare nei
prossimi episodi. Tuttavia, non possiamo fare a meno di chiederci
se in quella scena ci sia qualcosa di più…
Nei fumetti,
Sylvie è stata creata proprio dal Dio dell’Inganno, quindi cosa
succederebbe se, nella sua linea temporale, fosse anche il suo
padre adottivo? Sarebbe un bel colpo di scena e il motivo per cui
non le piace essere chiamata “Loki” potrebbe essere finalmente
giustificato, perché le riporterebbe alla memoria alcuni ricordi
sconvolgenti circa la sua morte. Potrebbe anche essere stata creata
dalla TVA, e a questo punto sarebbe lecito chiedersi se Richard E.
Grant non possa interpretare un Loki che ha avuto un lieto fine, e
che alla fine è stato spazzato via proprio dai Custodi del
Tempo…
Michael Waldron,
sceneggiatore di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, aveva paragonato
il personaggio di Stephen Strange a quello di Indiana Jones. Ora,
in merito alla questione, è intervenuta Elizabeth Olsen, che nel sequel sarà ancora
una volta Wanda Maximoff.
Parlando con
Vanity Fair, l’attrice ha spiegato che il sequel di
Doctor
Strange sarà più di un classico film patinato di
Indiana Jones, mentre in relazione alla
definizione di Waldron secondo cui Stephen Strange sarebbe un
“Indiana Jones col mantello”, Olsen ha ribadito che il
supereroe Marvel ha cose molto più oscure con
cui dover fare i conti… I commenti dell’attrice tengono ovviamente
conto anche dello stile del regista Sam Raimi, che in passato, ad esempio, aveva
portato una versione molto più cupa di Spider-Man sul grande
schermo rispetto a quella del MCU.
“Penso che sia più spaventoso di
Indiana Jones. Penso che sembri decisamente più un film di Sam
Raimi”, ha spiegato Olsen. “Forse era quello l’obiettivo,
ma credo che sia diventato qualcosa di più oscuro… decisamente. Non
come i lavori western di Raimi… Piuttosto quella sensazione tipica
dei suoi film horror, di costante paura… di come è in grado di
giocare con la macchina da presa per rendere il pubblico ancora più
ansioso. Penso che sia molto più di un classico film patinato di
Indiana Jones. Amo Indiana Jones, ma sento che questo film ha
qualcosa di più oscuro…”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
James Gunn ha rivelato di aver scritto un
pitch per una nuova versione de Il mostro della laguna nera, il celebre
horror/sci-fi del 1954 diretto da Jack Arnold,
girato in bianco e nero in formato stereoscopico e
considerato, oggi, un vero e proprio cult.
Il film originale racconta la storia
di un gruppo di scienziati che si imbatte in una
laguna rimasta immutata sin dalla preistoria, in cui si
nasconde un ibrido metà pesce e metà uomo. La pellicola fu un
grande successo, dando vita a ben due sequel (La vendetta del
mostro del 1955 e Il terrore sul mondo del
1956).
Ora
ComicBook ha riportato una storia Instagram di
James Gunn, in cui il regista e sceneggiatore,
rispondendo alla domanda di un fan, ha rivelato di aver provato a
realizzare un nuovo adattamento de Il mostro della laguna nera. Gunn ha spiegato
di aver provato a lanciare l’idea del remake subito dopo l’uscita
de L’alba dei morti viventi di
Zack Snyder nel 2004 (di cui ha curato la sceneggiatura).
Tuttavia, la Universal rifiutò il suo pitch.
Nel corso degli anni, numerosi sono
stati i tentativi di riportare la storia de Il mostro della laguna nera sul grande
schermo. Da John Landis nel 1982, a John Carpenter nel 1992,
passando per Ivan Reitman nel 1996, fino ad arrivare a Guillermo
del Toro nel 2002, numerosi celebri registi hanno provato a
realizzare nuova versione del classico degli anni ’50. Tuttavia,
nessuno di questi progetti si è mai concretizzato.
In tempi più recenti, quando la
Universal puntava alla realizzazione di un nuovo Monster Universe
(passato brevemente alla storia come Dark Universe), si parlò di un
reboot de
Il mostro della laguna nera ad opera degli sceneggiatori
Jeff Pinkner e Will Beall. Purtroppo, anche questo progetto non ha
mai visto la luce.
Netflix ha diffuso il primo teaser promo di
The
Witcher 2, l’attesa seconda stagione della serie
fantasy The
Witcher, basata sull’omonimo franchise videoludico. La
serie è stata girata in 15 diverse località del Regno Unito e ha
visto il coinvolgimento di 89 membri del cast, circa 1.200 membri
della troupe e tantissimi nuovi mostri.
The
Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga
bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino.
La storia dei destini intrecciati di tre individui nel vasto mondo
de Il Continente, dove umani, elfi, witcher, gnomi e mostri
combattono per sopravvivere e dove il bene e il male non sono
facilmente identificabili.
The Witcher 2, la
trama
Nella seconda stagione di
The
Witcher, convinto che Yennefer sia morta nell’epica
battaglia di Colle Sodden, Geralt di Rivia porta Ciri nel luogo più
sicuro che conosce, la sua casa d’infanzia, Kaer Morhen. Mentre i
re, gli elfi, gli umani e i demoni del Continente lottano per la
supremazia fuori dalle sue mura, Geralt di Rivia deve proteggere la
ragazza da qualcosa di molto più pericoloso: il misterioso potere
dentro di sé.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER
SUL TERZO EPISODIO DI LOKI!!!
Il terzo episodio di Loki ha confermato che la variante non è
esattamente la “Lady Loki” dei fumetti. Piuttosto, quel personaggio
è stato in qualche modo “combinato” con un altro, ossia Sylvie
Lushton, la seconda Incantatrice.
Screen Rant ha raccolto tutto quello che c’è da sapere sul
personaggio interpretato da Sophia di Martino:
Alcune precisazioni
Nei fumetti, il personaggio
di Lady Loki è stato creato come parte della run seminale
“Thor” di J. Michael Straczynski e Olivier Coipel,
iniziata nel 2007. In quella serie, Thor ripristinò gli Asgardiani
dopo l’ultimo Ragnarok, scoprendo che gli dei non potevano
veramente morire finché vivevano nei cuori, nelle menti e nelle
anime dei mortali. Sfortunatamente per il Dio del Tuono, lo spirito
di Loki è stato in grado di creare alcune contorte circostanze in
cui si è impossessato del corpo dell’amante di Thor, Sif. Questa
nuova incarnazione di Loki affermò di essersi lasciata alle spalle
le sue intenzioni malvagie, diventando nota, appunto, come Lady
Loki.
Fondamentalmente, Lady Loki era la
stessa anima che possedeva una nuova forma, come dimostrato quando
ha iniziato a minare il dominio di Thor sulla nuova Asgard,
arrivando persino a stringere un’alleanza con il Dottor Destino.
Sebbene Lady Loki non sia durata a lungo, e Sif sia stata
ripristinata nel proprio corpo, da allora il personaggio è tornato
in altre storie che hanno confermato che la versione Marvel Comics di Loki è gender
fluid.
Quando Sophia Di
Martino ha fatto il suo debutto nel secondo episodio di
Loki, è stato subito chiaro che la Marvel stava adottando un approccio
molto diverso. Piuttosto che lo stesso vecchio Loki, si tratta di
una variante proveniente da un’altra linea temporale, una che
sembrava persino possedere un diverso set di poteri rispetto al
cattivo tradizionale. Inoltre, visivamente, non assomigliava per
niente alla Lady Loki dei fumetti: Di Martino ha persino tinto i
suoi capelli di biondo per la parte. Il terzo episodio di Loki ha
confermato ciò che molti sospettavano, e ciò che il personaggio è
una sorta di incrocio tra Lady Loki e Sylvie Lushton, la seconda
Incantatrice.
L’origine dei poteri di Sylvie Lushton
Nei fumetti, l’origine di
Sylvie Lushton è rimasta un mistero per parecchio tempo. Lei stessa
credeva di essere semplicemente una normale ragazza umana che si
era svegliata un giorno con poteri magici, decidendo di usarli per
diventare un supereroe e definendosi la seconda Incantatrice. In
realtà, però, era un essere magico che era stato creato da Loki
come parte dei suoi piani per tendere trappole a tutte le squadre
che si chiamavano “Avengers”.
Il suo piano per Sylvie era che si
sarebbe unita ad una qualsiasi squadra di Giovani Vendicatori,
diventando effettivamente la sua talpa al loro interno, con il Dio
dell’Inganno che avrebbe effettivamente guardato il mondo
attraverso i suoi occhi; nel frattempo, la sua personalità venne
progettata per causare la massima quantità di conflitto all’interno
del gruppo. L’Incantatrice è stata ad un passato dall’unirsi ai
Giovani Vendicatori, ma quando hanno appreso delle sue origini, si
sono rifiutati di lasciarla rimanere nella loro base perché
rappresentava un significativo rischio per la sicurezza. Questo
rifiuto ferì profondamente Sylvie, che tuttavia rimase fedele alla
sua inclinazione eroica, nonostante le continue tentazioni verso
l’oscurità. Attualmente è scomparsa, essendo stata lanciata in un
altro dei Dieci Regni dall’Incantatrice originale per avere
l’opportunità di dimostrarsi degna del suo nome.
L’incantatrice è una maga
straordinariamente potente, che potrebbe rivaleggiare con qualsiasi
abitante di Asgard, originariamente concepita come compagna per
Wiccan, uno dei membri dei Giovani Vendicatori. Le sue abilità
sembravano aumentare di pari passo alla pratica della magia.
Tuttavia, in “Fearless Defenders #9” si è effettivamente trovata
testa a testa con Clea, la migliore allieva di Doctor Strange, anche se all’epoca non era in
grado di gestire sia Clea che Strange contemporaneamente. Sylvie
possiede tutti i tradizionali poteri magici dei fumetti:
incantesimi, teletrasporto, trasmutazione, incantesimi di
evocazione, deviazione di altri attacchi magici e telecinesi.
La versione
di Sylvie in Loki
La Sylvie della serie
Loki sembra essere molto diversa dalla versione a
fumetti; piuttosto che una creazione di Loki, è in realtà una
variante del Dio dell’Inganno proveniente da una linea temporale
ramificata. È stata adottata, proprio come il tradizionale Loki,
anche se ancora non sappiamo da chi; a quanto pare sua madre è
morta quando era giovane, e mentre al Loki della prima timeline è
stata insegnata la magia da sua madre Frigga, Sylvie ha studiato da
autodidatta. Al momento ci sono diverse lacune nella sua storia,
tanto da far sorgere il dubbio che, proprio come nei fumetti,
Sylvie non sia in realtà chi dice di essere; la natura autodidatta
dei suoi poteri desta più di un sospetto, esattamente come la
versione a fumetti di Incantatrice, suggerendo che potrebbe
effettivamente essere una pedina.
La magia di Sylvie sembra essere
diversa da quella del Loki di
Tom Hiddleston, in quanto si concentra sugli incantesimi che
hanno a che fare con la mente. Sylvie, infatti, può possedere i
corpi degli altri e usare la sua magia per sondare le menti delle
persone e persuaderle a rivelarle ciò che vuole sapere.
Quest’ultima tecnica richiede un contatto fisico diretto: le menti
più forti possono resistervi, rendendo necessaria la creazione di
scenari alternativi nelle loro menti per metterle a proprio agio.
Inoltre, questa versione di Sylvie è anche una fenomenale
combattente, che sconfigge senza il minimo sforzo un certo numero
di agenti della Time Variance Authority; la sua abilità superano di
gran lunga quelle del Loki della prima linea temporale.
Apparentemente Sylvie si è dedicata
al rovesciamento sia dei Custodi del Tempo che della TVA. Il
secondo episodio di Loki ha svelato, tramite Sylvie, che la TVA l’aveva
già incontrata prima, cosa che spiegherebbe come è venuta a
conoscenza della loro esistenza e come ha capito di poter saltare
attraverso la linea temporale. Ha passato anni a mettere insieme un
piano sofisticato per abbattere la TVA, solo che il suo piano fallì
a causa dell’intervento di Loki…
Perché il MCU ha “combinato” Lady Loki e Sylvie?
Tutto ciò solleva
naturalmente una domanda lecita: perché i Marvel Studios hanno deciso di “combinare”
Lady Loki e la seconda Incantatrice, Sylvie Lushton, per creare il
personaggio di Sophia Di Martino? La decisione è sorprendente,
perché alla Marvel, in genere, piace usare un
cattivo speculare: i poteri e il background di Sylvie sono molto
diversi da quelli del primo Loki, cosa che potrebbe farla apparire
come non adatta al ruolo di principale villain. La verità è che
Sylvie non dovrebbe essere il vero cattivo di
Loki; è più un personaggio secondario, una sorta di
alleata antagonista, mentre a quanto pare sono la TVA e i suoi
misteriosi Custodi del Tempo che fungono da veri nemici.
Nel frattempo, è ancora possibile
che la Marvel intenda dare l’ennesima
svolta, rivelando che Sylvie è in realtà una pedina creata da un
altro Loki. È noto, infatti, che anche altre varianti del Dio
dell’Inganno appariranno nello show, e considerate le lacune che ci
sono nella sua storia, è molto probabile che Sylvie possa essere
stata usata come uno strumento. Se sarà davvero così, la decisione
della Marvel di usare il personaggio in
questo ruolo si rivelerà ancora più intelligente. Si spera che nel
quarto episodio venga rivelato di più, mentre Loki e Sylvie pensano
a come uscire da Lamentis…
In attesa dell’arrivo di Black
Widow, arriva la notizia che Scarlett Johansson reciterà in Tower
of Terror, film ispirato all’omonima attrazione presente
nei parchi a tema Disney, a sua volta basata sull’idea della torre
a caduta libera. Secondo quanto riportato da
Collider, Johansson interpreterà la protagonista del film e
sarà coinvolta nel progetto anche in qualità di produttrice
attraverso la sua compagnia These Pictures. La sceneggiatura sarà
scritta da Josh Cooley (autore dello script di
Inside
Out), mentre nessun regista è stato ancora ingaggiato
(anche se l’intento della Casa di Topolino sarebbe quello di
affidare il film ad un nome altisonante).
I dettagli sulla trama non sono
stati ancora resi noti, ma in base alle caratteristiche
dell’attrazione originale, è facile intuire che il film sarà
un’avventura divertente con sfumature horror. Già nel 1997 venne
realizzato un film per la tv basato su Tower of Terror, noto in
Italia come Fantasmi da prima pagina e con protagonisti
Steve Guttenberg e una giovanissima Kirsten Dunst.
Lo sceneggiatore e regista James Gunn ha rivelato che il costume di
Harley Quinn in The Suicide
Squad è ispirato ad uno dei videogiochi più amati
dai fan, ossia “Batman: Arkham City”.
Grazie anche alla performance di
Margot
Robbie, Harley Quinn è diventato uno dei personaggi
più celebri del DCEU. Nell’ultimo
trailer del film arrivato online di recente, abbiamo avuto modo
di vedere il nuovo costume in pelle, rosso e nero, che la
Mattacchiona sfoggerà nel film. Ora, è stato proprio Gunn ha
confermare che quell’abito è ispirato all’universo dei
videogiochi.
In un’intervista esclusiva con
IGN,
il regista ha affermato che la serie di videogiochi Arkham lo ha
ispirato nella creazione del nuovo costume di Harley, qualcosa di
molto lontano dalla celebre maglietta con la scritta “Daddy’s Lil’
Monster” che il personaggio indossava nel film di David Ayer. A quanto pare, Gunn ha fatto le
sue ricerche per dare vita a qualcosa di totalmente diverso…
“La verità è che nel corso degli
anni ho dato vita ad un’enorme mappa di diversi libri di Harley
Quinn attraverso vari media. Tra questi, quello che mi è piaciuto
di più è stato il look che Harley Quinn aveva nei giochi della
serie Arkham. Il suo primo aspetto nel film si basa su
questo.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Saverio Raimondo è
il vincitore del Premio Cinema e Parole al Figari Film Fest 2021.
Il doppiatore presta la voce a Ettore Visconti, il bulletto contro
cui si scontrano Luca e Alberto nell’ultimo film Pixar diretto da
Enrico Casarosa: Luca.
Ambientato in una splendida città di
mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione Disney e
Pixar Luca
è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di
crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da
gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca
condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico,
Alberto, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto
profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto
la superficie dell’acqua.
Nei film il più delle volte i
personaggi riescono a venire a patti con le cicatrici o i traumi
che si portano dietro, voltando poi pagina verso una nuova vita.
Nella realtà, però, raramente superare certi ostacoli è così
semplice. Le ferite non spariscono mai del tutto e richiedono anni,
se non un’intera vita, per essere metabolizzate. È proprio a
partire dalla volontà di dar vita ad una storia che raccontasse
questa difficoltà che il regista e sceneggiatore Kenneth
Lonergan ha costruito quello che è ad oggi il suo
capolavoro artistico, Manchester by theSea (qui la recensione), uscito con
gran successo in sala nel 2016.
All’interno di questo si parla di
lutto, della difficoltà e del tempo che questo richiede per essere
processato. Un tempo che il regista rende evidente attraverso una
serie di potenti metafore, tra cui l’impossibilità di seppellire il
defunto a causa del terreno invernale troppo freddo. Attraverso i
dialoghi, il montaggio, il sonoro e diverse situazioni anche
comiche, il regista riesce così a concretizzare un’opera delicata
che permette davvero di identificarsi con il dolore del
protagonista. Il suo non risolvere i propri conflitti al termine
del film è quanto di più vicino alla realtà ci possa essere. Per
questi motivi, Manchester by the Sea è stato tra i titoli
più acclamati del suo anno.
Rivelatosi un grandissimo successo
economico, il film ha guadagnato riconoscimenti in ogni dove,
arrivando anche ad ottenere 6 nomination al premio Oscar e a
vincere quello per la miglior sceneggiatura originale. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio
catalogo.
Manchester by the Sea: la trama del film
Protagonista del film è Lee
Chandler, un tuttofare che conduce una vita riservata e
solitaria a Boston. Allontanatosi da tutto e tutti, egli si
dimostra continuamente restìo a stringere un qualsiasi rapporto con
quanti cercano di interagire con lui. Al massimo, si lancia in
qualche improvvisa scazzottata nei pub, forse per il desiderio di
provare ancora qualcosa. Un giorno, però, Lee si vede richiamato
nella sua città natale, Manchester-by-the-Sea, dalla quale si era
allontanato da tempo. Il motivo è la morte di suo fratello
Joe, dovuta ad un attacco cardiaco. Nonostante
egli non abbia nessuna voglia di tornare in quei luoghi, si vede
costretto a farlo per organizzare il funerale del fratello.
Una volta in città, Lee inizia a
scontrarsi con i fantasmi del suo passato, che non fanno altro che
riaprire le vecchie ferite che lo hanno portato ad essere la
persona apatica che è oggi. Con sua grande disapprovazione, Lee
scopre di essere anche stato nominato tutore del figlio di Joe,
l’irrequieto Patrick. Riluttante all’idea di fare
da padre al ragazzo, egli inizia a cercare delle soluzioni,
consapevole però di doversene nel frattempo prendere cura. Il
rapporto che nascerà tra i due permetterà però ad entrambi di
relazionarsi con quel dolore, ricercando non una soluzione quanto
il principio di un percorso di rinascita.
Manchester by the Sea: il cast del film
Ad interpretare il complesso ruolo
di Lee Chandler vi è l’attore Casey Affleck, il quale
per la sua struggente interpretazione ha poi vinto il premio Oscar
come miglior attore. Affleck si è confrontato a lungo con Lonergan
circa le azioni di Lee, optando infine per un forte minimalismo che
lasciasse trasparire il profondo dolore interno del personaggio.
L’attore convinse inoltre il regista a tenere nel film diverse
scene da lui giudicate fondamentali, come ad esempio quella della
confessione di Lee. Alla fine, Affleck aveva raggiunto un livello
tale di immedesimazione con Lee, da scoppiare realmente a piangere
durante la scena del funerale. Il regista decise di tenere poi
questa sua reazione nel montaggio finale del film.
Accanto ad Affleck, nei panni del
giovane Patrick, vi è l’attore Lucas Hedges. Pur
vantando diverse precedenti esperienze recitative, fu proprio
questo ruolo a consacrarlo definitivamente, portandolo anche ad
essere nominato come miglior attore non protagonista agli Oscar.
Hedges, che conosceva Lonergan sin da bambino, dovette superare
diversi provini per ottenere la parte. Egli si preparò poi alle
scene più emotive evitando ogni contatto e comunicazione con altre
persone per diverse ore, sviluppando un senso di solitudine. Ad
interpretare Randi Chandler, ex moglie di Lee, vi è invece la
candidata all’Oscar Michelle Williams, che
compare in realtà nel film solo per pochi minuti. Kyle
Chandler è invece Joe, il fratello di Lee e padre di
Patrick.
Manchester by the Sea: il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Manchester by the
Sea è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili,
Google Play, Apple iTunes,
Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 23
giugno alle ore 21:00 sul canale
Iris.
The Jackal sono stati tra gli ospiti del
BCT Festival di Benevento. Ecco la nostra
intervista a due dei membri del gruppo di comici napoletani:
Ciro Priello e Fabio Balsamo.
Per celebrare il film Disney e
Pixar Luca, al largo di Monterosso
(una delle località delle Cinque Terre in Liguria) sono state
installate due statue subacquee ispirate ai personaggi di Luca e
Alberto, i giovani mostri marini protagonisti del film disponibile
in streaming in esclusiva su Disney+.
Realizzate da artigiani e ingegneri
italiani, grazie all’unione di creatività e tecnologia, le statue
subacquee alte 2 metri e mezzo sono state costruite con materiali
ecosostenibili in vetroresina e dipinte con pittura color sabbia
costituita da polvere di pietra naturale per rispettare l’habitat
marino.
Le statue, posizionate ancora per
qualche giorno a una profondità di 5 metri sotto il livello del
mare a poca distanza dalla riva della spiaggia di Monterosso, sono
già diventate un’attrazione per gli amanti dello snorkeling.
La trama di Luca, film Pixar
Ambientato in una splendida città di
mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione Disney e
Pixar Luca
è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di
crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da
gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca
condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico,
Alberto, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto
profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto
la superficie dell’acqua.
Penguin Bloom è
diretto da Glendyn Ivin con l’attrice due volte
candidata all’Oscar Naomi Watts nel ruolo della protagonista,
insieme ad Andrew Lincoln, uno dei protagonisti
dell’iconica serie tv The Walking Dead e l’attrice due
volte candidata all’Oscar Jacki Weaver.
Il film è ispirato alla storia vera
di Sam Bloom e della sua famiglia, tratto dal bestseller
venduto in tutto il mondo «PENGUIN BLOOM – L’uccellino che salvò la
nostra famiglia» di Bradley Trevor Greive, racconta
l’emozionate storia di una famiglia che in un momento di grande
difficoltà, grazie all’incontro empatico con un piccolo di gazza
ferito, ritrova la speranza e la gioia.
La trama di Penguin Bloom
La vita di Sam (Naomi Watts) e
quella della sua famiglia sono cambiate da quando un incidente l’ha
costretta a vivere su una sedia a rotelle. L’incontro
inaspettato con un piccolo di gazza ferito, di cui Sam comincia a
prendersi cura, la aiuta a trovare conforto e ad uscire dallo stato
di depressione permettendole di trovare la speranza e il coraggio
di vivere ancora.
Penguin Bloom racconta la straordinaria storia vera di
guarigione e rinascita di una donna che, grazie all’amore della sua
famiglia e ad un uccellino, riscopre la gioia e la vitalità.
Penguin Bloom arriva al
cinema dal 15 luglio, preceduto da due giorni di anteprima
il 2 e il 3 luglio in occasione delle Notti Bianche del Cinema,
ideate e curate da Alice nella Città.
Harrison Ford si è infortunato sul set di
Indiana
Jones 5, cosa che ha richiesto all’attore una pausa
dalle riprese del film che lo vede tornare nei panni
dell’archeologo più famoso del cinema. James
Mangold, intanto, continuerà le riprese del film a
Londra.
Harrison Ford infortunato sul set di Indiana Jones 5
“Nel corso della prova di una
scena di lotta, Harrison Ford si è fatto male alla spalla –
dichiara un portavoce della Disney – la produzione del film
continuerà mentre si provvederà a fornire all’attore il trattamento
necessario, e il programma delle riprese sarà riconfigurato in base
alle necessità nelle prossime settimane.”
La produzione di Indiana
Jones 5 è cominciata all’inizio del mese nel Regno
Unito, i dettagli sul film non sono stati ancora diffusi, a parte
il fatto che Ford riprenderà il ruolo del titolo, a 78 anni, e che
nel cast ci sono anche Phoebe
Waller-Bridge e Mads Mikkelsen.
Boys di
Davide Ferrario aprirà la
67° edizione del Festival di Taormina. Nel cast del
film Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti
e Giorgio Tirabassi, con le musiche originali di
Mauro Pagani. Boys è prodotto da LIONELLO CERRI e
CRISTIANA MAINARDI, una produzione LUMIÈRE & CO. con RAI
CINEMA.
La trama di
Boys
Joe, Carlo, Bobo e Giacomo sono
amici da sempre, ciascuno con la propria vita e i propri problemi,
ma uniti da un autentico legame e dalla passione che li aveva fatti
incontrare: la musica. The
Boys, questo il nome della band, avevano avuto un fulmineo
successo negli anni Settanta. Nella loro routine – tra vicende
amorose e personali – irrompe una possibilità che li porta in un
nuovo viaggio: dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di
un tempo e il mondo di oggi, ma ancora di più scopriranno il senso
della loro amicizia.
Il film sarà presentato a Taormina il 27 giugno e sarà in sala
il 1° luglio.
Uscirà al
cinema il 26 Agosto
Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto, il secondo capitolo della commedia campione
d’incassi e Biglietto d’Oro del 2018 diretta da Riccardo
Milani con protagonisti
Paola Cortellesi e
Antonio Albanese. “Tante cose sono più importanti
di un film, anche se, in certi momenti, poche cose possono
diventare importanti quanto un film. Gatto torna al cinema e
io sono felice quanto lui e quanto il suo pubblico che lo
aspettava. Buona ripartenza a tutti. E arrivederci a Coccia
di Morto…” ha dichiarato il regista Riccardo Milani.
Massimiliano
Orfei, Amministratore Delegato di Vision Distribution, ha
detto: “E’ per Vision motivo di
orgoglio aver co-prodotto e
poter distribuire Come
un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di
Mortonelle sale italiane. La
distribuzione del film, nei nostri obiettivi, rappresenta il
grande evento cinematografico che decreterà il ritorno in sala del
grande pubblico e la vera ripartenza del mercato. Con l’uscita
di Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto il 26 agosto, il grande cinema popolare italiano si
prende finalmente una data che è stata sempre appannaggio dei
grandi blockbuster hollywoodiani, in uno dei periodi
tradizionalmente più ricchi dell’intera stagione distributiva. È
un’operazione che ha tutti i numeri per cambiare in modo permanente
i modelli distributivi e il suo successo è fondamentale non solo
per Vision, per i produttori e per il film, ma per le prospettive
di crescita dell’intera industria nazionale. Il nostro
ringraziamento va a Riccardo, Paola e Antonio, a Mario Gianani e
alla Wildside, a tutta la straordinaria squadra che ha realizzato
il film”.
Mario Gianani, Amministratore
Delegato della Wildside, società del gruppo Fremantle, ha detto:
“Questo è per noi il film della ripartenza e non solo in senso
commerciale. Grazie a Riccardo Milani, Paola Cortellesi e Antonio
Albanese – insieme con Vision – vogliamo restituire al pubblico la
solida spensieratezza che questo film saprà regalarci. Farlo
d’estate, in un momento tradizionalmente appannaggio dei film
americani, è una sfida che, siamo sicuri,Come
un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto, saprà cogliere”.
Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di
Morto è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa
per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution,
in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. Nel cast, accanto a
Cortellesi e Albanese, tornano Sonia Bergamasco e Claudio
Amendola. Il cast si arricchisce con la presenza di Luca
Argentero e Sarah Felberbaum.
La sceneggiatura è firmata da Furio
Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi e Riccardo Milani. La
fotografia è di Saverio Guarna, la scenografia di Maurizia
Narducci, i costumi di Alberto Moretti, il montaggio di Patrizia
Ceresani e Francesco Renda. Come un Gatto in
Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto sarà distribuito in Italia
e nel mondo da Vision Distribution.
Ecco il trailer di Yaya e Lennie – The Walking Liberty, il nuovo
film di Alessandro Rak. Prodotto da Mad
Entertainment con Rai Cinema, il film si avvale delle voci
di Ciro Priello, Fabiola Balestriere, Lina Sastri,
Francesco Panofino, Massimiliano Gallo, Tommaso Ragno e
Fabrizio Botta.
In seguito a un misterioso
sconvolgimento, il mondo come lo conosciamo oggi è finito. La
natura si è ripresa prepotentemente il pianeta e ora la giungla
riveste tutta la terra. Dalle macerie del mondo che fu,
una nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta de
“L’Istituzione”, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine
precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro
concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro
processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la
loro rivoluzione! Questa è la storia di due spiriti liberi che
vogliono trovare il loro posto nel mondo. Yaya, una ragazza dal
carattere ruvido e dallo spirito indomito e Lennie, un giovane uomo
alto più di due metri e affetto da un ritardo mentale. Uniti da un
legame profondo si prendono cura l’uno dell’altro cercando di non
farsi portar via l’unica ricchezza che gli è veramente rimasta: la
loro libertà.
Tra le opere in prima mondiale scelte per festeggiare i 50 anni
di Piazza Grande, ci sarà l’atteso nuovo film del pluripremiato
regista di animazione Alessandro
Rak, Yaya
e Lennie–The Walking Liberty, in
programma il 12 agosto. Un grande momento di arte e fantasia per
ripensare alle urgenze ambientali e ai valori sui quali si fonda la
nostra società per un rilancio di Piazza Grande come luogo di
riflessione e condivisione collettiva.
Un inno alla libertà – dichiara Alessandro
Rak–perché la libertà è la premessa
di ogni sana scelta di vincolo amoroso oltre che l’unica via che
non porti all’ovvio e all’inesorabile. Un inno al passeggio, al
viaggio, al paesaggio, che sono il respiro di ogni pensiero sano.
Un inno al verde, che è vita e speranza”. Alessandro Rak con la
sua nuova opera YYaya
e Lennie – The Walking Libertyy, porterà al
Locarno
Film Festival il suo immaginario poetico e
coraggioso, che lo ha consacrato come uno dei talenti più
innovativi del cinema d’animazione, grazie a lavori
come L’arte della felicità (2013) che ha ottenuto
il prestigioso riconoscimento di Best Eruopean Animated Film agli
European Film Awards 2014 e Gatta
Cenerentola (2017) vincitore di due David di Donatello.Le
immagini di Yaya e Lennie – The Walking
Libertyentreranno in risonanza con quanto è
stato vissuto a livello globale nell’ultimo biennio: Yaya e Lennie
sono i protagonisti che si muovono in un futuro apocalittico, in
cui Napoli e il mondo intero si sono trasformati, a causa di
una serie di catastrofi ecologiche, in una foresta impenetrabile.
Nella giungla del nuovo mondo, tramite la storia di due ragazzi, si
rimetteranno in discussione i valori sui quali dovrà reggersi una
(nuova) civiltà. Il film prodotto da Mad Entertainment con Rai
Cinema uscirà nelle sale per Nexo Digital.
Il direttore artistico del Locarno Film
Festival, Giona A. Nazzaro: “Un’avventura
fantascientifica, ecologista e post apocalittica come un incrocio
fra Mad Max e Blues Metropolitano. La
conferma del talento creativo e visionario di Alessandro Rak.
Un’opera innovativa e poetica, ricca di emozioni, guidata dallo
spirito di Charlie Chaplin e John Steinbeck. Una visione
profondamente umanista in perfetta sintonia con le urgenze
ambientali. E, soprattutto, un film che si segnala da subito come
un passo da gigante importantissimo per l’animazione Made in Italy
e non solo.”
Piazza Grande festeggia 50
anni
Con la 74esima edizione del Locarno Film
Festival, la Piazza Grande, luogo divenuto
simbolo imprescindibile e iconico della manifestazione, compie 50
anni (1971-2021), confermando la forza di questo grande schermo e
di questa sala a cielo aperto che per questa edizione potrà
ospitare fino a 5’000 spettatori ogni sera.
Il programma di Piazza Grande, così come quello dell’edizione
Locarno74, verrà comunicato il 1° luglio. Nel frattempo, è già
possibile accreditarsi o abbonarsi tramite il nostro sito.
Mentoring di alto livello e accesso
al lavoro per una nuova generazione di talenti femminili dietro la
macchina da presa: sono questi i due obiettivi che animano
“Becoming Maestre – Un trampolino di
lancio per una nuova generazione di professioniste nel cinema e
nella serialità”, l’iniziativa ideata e sviluppata da
Accademia del Cinema Italiano –
Premi David di Donatello e Netflix che viene annunciata e parte oggi.
Becoming
Maestre intende offrire un percorso di tutoraggio
di alto livello a venti candidate under 35 che aspirano a diventare
registe, direttrici della fotografia, montatrici,
montatrici del suono e/o foniche di mix. Al termine del
percorso, quattro di loro avranno la possibilità di ricevere una
proposta di lavoro come assistenti su un film o serie Tv italiana
in cui Netflix è coinvolta.
La selezione delle candidature, che
aprono oggi sul sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/,
sarà affidata a una giuria d’eccezione composta da Maestre e
Maestri del cinema, che hanno vinto e/o ricevuto candidature ai
Premi David di Donatello, nel dettaglio: Daniela Bassani,
Luca Bigazzi, Esmeralda Calabria, Francesca Comencini, Ivan
Cotroneo, Daria D’Antonio, Walter Fasano, Francesco
Tumminello. A loro si aggiungeranno – per le fasi di
selezione – Piera Detassis e Francesca
Cima.
Le Maestre e i Maestri componenti la
giuria saranno poi anche mentori d’eccezione di
Becoming Maestre e accompagneranno le
venti allieve selezionate (cinque per ambito professionale) lungo
tutto il loro percorso, della durata – non full time – di circa 6
mesi e che prevederà:
Sessioni di tutoraggio individuale e workshop di
tutoraggio di gruppo (per ambito professionale), nelle
quali le allieve avranno la possibilità di approfondire e
sviluppare le competenze specifiche nella propria professione
confrontandosi con le Maestre e i Maestri della propria
disciplina;
Masterclass collettive, che consentiranno alle
allieve sia di approfondire la conoscenza dei mestieri che
compongono la filiera della produzione cinematografica e seriale
sia di fare rete, conoscendosi e interagendo tra loro, con la
squadra di mentori e con altre grandi figure professionali del
cinema e della serialità.
Importanti personalità del cinema e
della serialità, italiane e internazionali, infatti parteciperanno
a queste sessioni collettive, portando la loro preziosa
testimonianza alle allieve di Becoming Maestre.
Il programma delle masterclass
comprenderà anche sessioni di coaching con esperti
specializzati nella formazione per aiutare le allieve ad acquisire
o affinare skill complementari ma importanti che vanno da come
presentare un progetto al gestire al meglio le collaborazioni e il
lavoro di squadra.
Al termine del percorso, la
giuria selezionerà quattro allieve (una per ambito
professionale) a cui verrà fatta una proposta di lavoro come
assistente su una produzione italiana in cui Netflix è coinvolta
(film o serie Tv).
“Il tema del gender gap e della
rappresentanza femminile” dice Piera Detassis, “è
uno dei nodi centrali del progetto d’innovazione del David di
Donatello e ho avuto la fortuna, in questi tre anni, di poter
contare su collaboratori e collaboratrici giovani e sensibili ai
temi della diversity e della sostenibilità e un Consiglio Direttivo
aperto al cambiamento. I piccoli ma determinanti passi fatti su
questa strada ci hanno portato fino all’incontro con Netflix, e con
il suo team straordinario di donne, su tutte Tinny Andreatta, che
ha intuito nel nostro piccolo progetto Maestre la possibilità di
uno sviluppo comune alla ricerca di nuove professionalità femminili
da scoprire, formare e sostenere. Uno straordinario incontro che
risponde alla vocazione vera dell’Accademia dei David, celebrare,
ma soprattutto promuovere, formare, rilanciare nel mondo il talento
italiano più innovativo. Una nuova opportunità, in piena sintonia
con i cambiamenti in atto nella società, con la necessaria politica
di genere e con l’esigenza di dare sempre più voce e più
opportunità di lavoro alle donne. Siamo orgogliose/i che Netflix
abbia scelto in Italia l’Accademia dei David come partner per
questa nuova avventura. Come dice il titolo, Becoming
Maestre è un punto d’inizio, non d’arrivo”.
“Veder partire Becoming
Maestre oggi ci riempie di grande gioia e siamo estremamente
felici di aver concepito e sviluppato questo progetto insieme ad
Accademia del Cinema Italiano che, con la sua presidente,
si fa da tempo portavoce della necessità e dell’importanza di
sostenere e dare spazio alle voci e al talento femminili nella
nostra industria. E proprio il ciclo di masterclass –
chiamate Maestre – dedicate ai mestieri del cinema al femminile, è
stato il punto di partenza e l’ispirazione per questo progetto”
dichiara Tinny Andreatta, Vice Presidente delle Serie
Originali italiane di Netflix. “Becoming Maestre
vuole essere un ulteriore segno concreto di quanto importante sia
per Netflix contribuire all’ecosistema creativo italiano e al
contempo del nostro impegno, in Italia come nel resto del mondo,
verso una industria più inclusiva, varia ed egualitaria. Il nostro
pubblico desidera vedere la propria vita riflessa nelle storie che
raccontiamo; questa varietà e diversità di sguardi sono
realizzabili solo se solo se all’inclusione nelle storie che
portiamo sullo schermo corrisponde un’inclusione in chi queste
storie le realizza”.
Becoming
Maestre è una iniziativa sviluppata come parte del
Fondo Netflix per la creatività
inclusiva, il fondo globale istituito da Netflix che da
quest’anno e per i prossimi 5 anni investirà 20 milioni di dollari
annuali nella creazione di opportunità più inclusive dietro la
macchina da presa e che, per il 2021, ha previsto di investire i
primi 5 milioni di dollari in programmi volti a identificare donne
di talento emergenti in tutto il mondo, fornendo loro il training
necessario e aiutandole a trovare posti di lavoro.
Per partecipare a Becoming
Maestre è possibile inviare la propria candidatura da oggi e
fino al 31 luglio 2021 registrandosi al sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
Tutti i dettagli sui requisiti
richiesti per partecipare alla selezione, sui materiali da inviare
ed in generale tutte le informazioni sull’iniziativa sono
disponibili nel bando presente sul sito: https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
Le sessioni di tutoraggio
individuale, i workshop di tutoraggio per categoria e le
masterclass collettive si svolgeranno indicativamente tra novembre
2021 e aprile 2022.
Tenendo conto dell’attuale
situazione sanitaria, il percorso di formazione è al momento
previsto di tipo ibrido con sessioni online e alcune sessioni in
presenza per favorire il networking e lo scambio di esperienze tra
le candidate dei vari ambiti professionali e le Maestre e i
Maestri. Valutazioni più puntuali saranno fatte sulla base della
situazione nel corso dello svolgersi delle attività e del
programma.
I nominativi delle quattro
candidate che riceveranno una proposta di lavoro come assistenti
per un film o serie Tv italiana in cui Netflix è coinvolta saranno
resi noti ad aprile 2022 sul sito https://becomingmaestre.daviddidonatello.it/
In attesa del nono capitolo della
saga Fast & Furious di Universal Pictures, un
nuovo spettacolare video dal backstage di Fast
& Furious 9 con tutte le acrobazie degli stuntman (e
delle auto distrutte).
Il Dom Toretto di Vin Diesel sta conducendo una vita tranquilla
fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno
che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico
orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a
confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro
che più ama. La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un
complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e
pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello
rinnegato di Dom, Jakob (John
Cena, l’imminente The Suicide Squad).
https://youtu.be/9mBtH_wFql0
Fast
& Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin,
che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo
della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione
sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America
centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle
strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici
risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà
riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla
prova come mai prima d’ora.
Tornano a recitare nel film
Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris”
Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e
Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con
l’Oscar Helen Mirren e Charlize
Theron. Fanno parte del cast di Fast
& Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B,
nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna
legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo
cameo.
Fast
& Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel,
Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e
Samantha Vincent.
Valmyn in
collaborazione con Wanted Cinema è lieta di presentare nei cinema a
partire dal 26 agosto
JODOROWSKY’S DUNE di Frank Pravich, l’affascinante
documentario che esplora la genesi di una delle più grandi epopee
del cinema mai esistita: l’adattamento del regista di culto
Alejandro Jodorowsky del romanzo di fantascienza Dune di Frank Herbert, un film epico, la prima
versione in assoluto su grande schermo del romanzo che avrebbe
segnato un punto di svolta per il mondo cinematografico, ma che
purtroppo non vide mai la luce e restò incompiuto.
JODOROWSKY’S DUNE documenta
le peripezie e i retroscena di questo ambizioso progetto
cinematografico fantascientifico tramite il racconto e i ricordi
dello stesso Jodorowsky e l’animazione dei disegni preparatori
originali del film realizzati da un gruppo artistico d’élite tra
cui l’artista di fumetti francese Jean “Moebius” Giraud che ha
illustrato gli storyboard, lo sceneggiatore Dan O’Bannon (Dark
Star, Alien), l’artista HR Giger (Alien) e
l’illustratore tascabile di fantascienza Chris Foss.
Anche se il progetto non vedrà mai
la piena realizzazione, il film resterà un vivido sogno
nell’immaginazione dei suoi creatori e sarà di ispirazione per
molti altri registi, ultimo in ordine di arrivo il regista candese
Denis Villeneuve con la sua versione dell’omonimo film che verrà
presentata fuori concorso alla 78a Mostra del Cinema di
Venezia.
JODOROWSKY’S DUNE celebra il
trionfo dell’arte e dell’immaginazione e dei sogni creativi di
Jodorowsky. JODOROWSKY’S DUNE di Frank Pravich
arriverà nei cinema italiani dal 26 agosto distribuito da
Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema e verrà
presentato in anteprima nazionale alle Notti Bianche del
Cinema del 2 e 3 luglioa Roma al Farnese Arthouse.
SINOSSI – Nel 1975, dopo il successo
di El Topo e La montagna sacra, Alejandro Jodorowsky
era il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, aveva carta
bianca e quello che voleva era realizzare il film più importante
della storia del cinema, traendo spunto dai romanzi della saga di
Dune di Frank Herbert. Il suo Dune doveva essere un
film rivoluzionario in grado di cambiare la mentalità delle giovani
generazioni fornendo nuovi modelli di riferimento. Per fare questo
il regista aveva coinvolto un team incredibile che comprendeva i
designer H.R. Giger, Moebius e Chris Foss, oltre all’esperto di
effetti speciali Dan O’Bannon, le musiche dei Pink Floyd e attori
come David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson
Welles.