Un nuovo progetto all’orizzonte per
Adam Driver. Si tratta di un thriller
fantascientifico dal titolo 65 che sarà prodotto
da Sam Raimi e sceneggiato dagli autori di
A Quiet Place – Un posto tranquillo. Noto al
grande pubblico per il ruolo di Kylo Ren nella trilogia sequel di
Star Wars, Driver ha dimostrato negli anni di essere uno
degli attori più talentuosi della sua generazione (basti pensare ad
uno degli ultimi film in cui lo abbiamo visto recitare,
Storia di un matrimonio, grazie al quale ha anche ricevuto
una candidatura all’Oscar).
Per quanto riguarda gli
sceneggiatori di
A Quiet Place,Scott Beck e Bryan
Woods, anche loro hanno dimostrato un’incredibile abilità
con il dramma e l’horror. Il thriller diretto da John Krasinski è
stato elogiato per l’uso creativo della narrazione visiva e per il
forte sviluppo del personaggio, tant’è che il prossimo anno
arriverà nelle sale il sequel. E poi, ovviamente, c’è Sam Raimi, che grazie al franchise di Evil
Dead ha lasciato un segno indelebile nel cinema horror. Tutti
e tre avevano già lavorato insieme per la serie 50 States of
Fright, che ha debuttato su Quibi lo scorso Aprile.
Adesso Deadline
riporta che Raimi, Beck e Woods uniranno nuovamente le forze per un
nuovo progetto che avrà come protagonista Adam Driver. Il film, attualmente intitolato
65, verrà prodotto grazie al sostegno di Sony
Pictures. Al momento i dettagli sulla trama non sono ancora stati
rivelati: sappiamo soltanto che si tratterà di un thriller dalle
venature sci-fi. Beck e Woods cureranno la sceneggiatura e si
occuperanno anche della regia, mentre Raimi figurerà in qualità di
produttore attraverso la Raimi Productions.
Tutti i prossimi progetti di Adam Driver
Al momento non sappiamo quando
Adam Driver sarà effettivamente disponibile a
girare il film, visti i suoi numerosi impegni. L’attore infatti,
tornato di recente sul set per completare le riprese di The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott in cui reciterà al fianco di
Matt
Damon e Ben
Affleck, sarà a breve impegnato nuovamente con il celebre
regista per il biopic Gucci, in cui reciterà insieme a Lady Gaga,
Robert De Niro, Al Pacino e Jared Leto.
Tra i prossimi progetti di Driver
figura anche Yankee Comandante, il nuovo film
scritto e diretto da Jeff Nichols, regista di
Mud,
Midnight Special e Loving.
I dettagli sulla sceneggiatura
originale di The
New Mutants rivelano quanto sia cambiato il film
nel corso degli anni. Per molto tempo si è pensato che il progetto
dedicato ai Nuovi Mutanti fosse in qualche modo “maledetto”.
Inizialmente, l’ultimo film dedicato agli X-Men sotto l’egida della
Fox sarebbe dovuto arrivare nelle sale nel 2018: tre anni fa la
pellicola non è mai arrivata nelle sale e i continui ritardi hanno
spinto molti a credere che, alla fine, avrebbe saltato l’uscita
nelle sale.
In America The
New Mutants è uscito lo scorso 28 Agosto (in
Italia arriva oggi) e i risultati al botteghino – considerata
l’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 – hanno
superato di gran lunga le aspettative, con circa 7 milioni di
dollari guadagnati soltanto nei primi tre giorni di programmazione.
Il film di Josh Boone si concentra su cinque
adolescenti in difficoltà che vengono assegnati ad una struttura
segreta dedita al monitoraggio psichiatrico.
Sotto lo sguardo vigile della
dottoressa Cecelia Reyes (Alice Braga), gli
adolescenti iniziano a svelare i misteri dei loro poteri,
soprattutto quando una serie di strani eventi iniziano a minacciare
la loro sopravvivenza. Sebbene il film si svolga all’interno
dell’universo degli X-Men, si tratta in gran parte di un racconto
autonomo. Tuttavia, non è sempre stato così, poiché le prime
iterazioni della sceneggiatura presentavano personaggi come il
Professor X di James McAvoy e e la Tempesta di
Alexandra Shipp. Tempesta, in particolare, avrebbe
dovuto avere un ruolo fondamentale in The New Mutants,
come rivelato proprio dai nuovi dettagli emersi sullo script
originale.
Come rivelato da EW,
la sceneggiatura originale di Josh Boone e
Knate Lee per The
New Mutants era molto diversa dal film arrivato
finalmente nelle sale. In origine, il film doveva essere ambientato
tre anni dopo i fatti narrati in X-Men:
Apocalisse e si sarebbe dovuto ispirato al fumetto di
Barry Windsor-Smith del 1984 “X-Men: Lifedeath”, in cui il
personaggio di Tempesta perde i suoi poteri. Di conseguenza, in
questa prima bozza Tempesta era alle prese con un disturbo da
stress post-traumatico da stress, che l’avrebbe poi spinta in una
riserva di nativi americani distrutta, dove avrebbe incontrato Dani
Moonstar (Blu Hunt).
Tempesta aveva un ruolo chiave
nella prima sceneggiatura di The New Mutants
La sceneggiatura originale avrebbero
comunque incluso i cinque adolescenti rinchiusi nell’inquietante
struttura, ma all’epoca tale struttura era vista come una sorta di
ramificazione dell’Istituto per giovani dotati guidato da Charles
Xavier, il quale aveva nominato Tempesta come custode della stessa.
Pare che in una delle prime bozze di quella sceneggiatura, Ororo
Munroe fosse descritta come un sadico carceriere, nonostante
EW
abbia sottolineato che tale descrizione non corrisponde alla bozza
entrata in loro possesso. La celebre rivista riporta inoltre che
Warlock doveva apparire nel film (e che Sacha Baron Cohen era in trattative per la
parte, cosa precedentemente confermata anche da Boone), e che Demon
Bear era sempre stato considerato per il film.
Appare evidente che il personaggio
di Tempesta avrebbe dovuto svolgere un ruolo chiave in The
New Mutants, ma in seguito è stato completamente
rimosso. Alcune parti del film rimangono le stesse dalla bozza
originale, con l’inizio della storia di Dani nei resti della
riserva e la trama legata a Demon Bear. Inoltre, il personaggio di
Cecelia Reyes non era stato concepito come responsabile della
struttura e pare che l’intero film avesse dei toni molto meno
minacciosi. Non è chiaro se la bozza originale sarebbe stata
migliore del prodotto finito: indubbiamente, le critiche riservate
alla versione cinematografica lasciano più di un dubbio…
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Le riprese di Animali
Fantastici 3 riprenderanno ufficialmente ad Ottobre e
dureranno circa cinque mesi. Diretto ancora una volta da
David Yates, il terzo film della saga prequel di
Harry Potter
continuerà a seguire le avventure del magizoologo Newt Scamander
(Eddie
Redmayne) durante gli anni ’20.
Inizialmente programmate per lo
scorso Marzo, la Warner Bros. ha dovuto posticipare le riprese del
film a causa della pandemia di Coronavirus. Quando i piani hanno
iniziato lentamente a revocare le varie restrizioni legate
all’emergenza sanitaria, alla produzione di Animali
Fantastici è stato permesso di poter tornare a girare già
a partire dallo scorso Giugno. Tuttavia, la WB ha preferito
ritardare ancora l’inizio delle riprese per assicurarsi una
maggiore sicurezza sul set, sia per quanto riguarda il cast che la
troupe.
Animali fantastici e dove trovarli del 2016, il primo
film della saga prequel, ha visto Scamander con la sua valigia
piena di creature magiche incontrare tutta una serie di nuovi
personaggi per le strade di New York, tra cui la “collega” Tina
Goldstein (Katherine
Waterston) e il “babbano” Jacob Kowalski (Dan
Fogler). Il secondo capitolo uscito nel 2018,
Animali fantastici e i crimini di Grindelwald, ha
introdotto invece un giovane Albus Silente (Jude
Law) e il malvagio mago oscuro Gellert Grindelwald
(Johnny
Depp ).
Nonostante I crimini di Grindelwald abbia ricevuto recensioni
generalmente negative e abbia performato ben al di sotto delle
aspettative al botteghino, le storie prequel dall’universo di
Harry
Potter continueranno in un terzo film. La scrittrice
J.K. Rowling ha confermato che il franchise sarà
composto da cinque film in totale, con l’ultimo che porterà
all’iconica battaglia tra Grindelwald e Silente. Sebbene la trama
di Animali
fantastici 3 sia ancora avvolta nel mistero, adesso
sappiamo quando la produzione del film riprenderà nel Regno
Unito.
Secondo Deadline (via
Screen Rant), le riprese di Animali
Fantastici 3 dovrebbero riprendere ad Ottobre e
dovrebbero durare fino a Febbraio del prossimo anno. Inizialmente,
le riprese del film si sarebbero dovute tenere in Brasiel, ma dopo
la pandemia di Covid-19, la produzione ha optato per girare il
nuovo film nel Regno Unito. Le riprese dovrebbero durare circa
cinque mesi. Per avere la possibilità di partecipare alle riprese,
Johnny Depp ha dovuto chiedere un rinvio
dell’udienza in merito al secondo processo intentato dall’attore
contro l’ex moglie Amber Heard.
Animali Fantastici 3 risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio?
Al momento la data di uscita di
Animali
Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021: non è
chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti anche
sull’uscita in sala. I crimini di Grindelwald si è concluso con diversi
cliffhanger, inclusa la rivelazione che Credence Barebone
(Ezra
Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello
perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono
l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio.
Ant-Man 3 è ufficialmente in sviluppo presso i
Marvel Studios, anche se sappiamo
ancora molto poco su cosa i fan dovranno aspettarsi dal nuovo film
dedicato alle avventure di Scott Lang. Naturalmente, esistono già
diverse speculazioni in merito a ciò che potremmo vedere nel film:
si mormora, ad esempio, che M.O.D.O.K. possa essere il villain
principale, mentre l’introduzione di Cassie Lang nei panni di
Stature potrebbe preparare il terreno per l’assemblaggio degli
Young Avengers.
Durante una recente intervista con
SiriusXm
Radio, il regista di Ant-Man e
Ant-Man
and the Wasp,Peyton Reed, ha condiviso
un aggiornamento sui suoi piani in merito al prossimo film,
dichiarando: “Stiamo lavorando nonostante la pandemia… ci sono
alcune cose davvero eccitanti in cantiere, di cui ovviamente non
posso parlare in questo momento. Com’è tradizione quando si parla
della Marvel!
Alla domanda se potesse almeno
condividere qualche dettaglio su ciò che i fan dovranno aspettarsi
dal terzo film, Reed ha ponderato con la dovuta attenzione le
parole da usare, e alla fine ha spiegato che il prossimo film di
Ant-Man sarà
molto diverso dai primi due episodi: “Penso che il terzo film
di Ant-Man sarà… un film molto più grande e articolato dei primi
due. Avrà un modello visivo molto, molto diverso. Questo è tutto
quello che posso dire.”
Quanto partiranno le riprese di Ant-Man 3?
Le dichiarazioni del regista sono
certamente intriganti, e sembrano anticipare delle idee davvero
uniche per la nuova avventura in solitaria di Scott Lang. Di
recente il regista aveva parlato del
rapporto egualitario tra i personaggi di Ant-Man e Wasp,
anticipando che le riprese del cinecomic potrebbero partire entro
la fine del 2020, o al massimo all’inizio del 2021.
Il produttore di Black
Adam, Hiram Garcia, ha parlato del possibile
collegamento dell’atteso cinecomic con il più ampio DCEU in una
nuova intervista. Il personaggio del titolo, interpretato da
Dwayne
Johnson, servirà da contraltare allo Shazam di Zachary
Levi, i cui legami con Justice
League, Wonder
Woman e tutti gli altri film dell’universo condiviso non
sono mai stati del tutto consolidati.
Con l’avvento di un vero e proprio
multiverso DC che sarà introdotto in The Flash del
2022, le possibilità di collegare i vari franchise indipendenti
sono numerose. Durante il DC FanDome, Johnson ha annunciato che
Black
Adam introdurrà ufficialmente diversi personaggi della Justice
Society of America (JSA), tra cui Cyclone, Dr. Fate, Atom Smasher e
Hawkman. L’introduzione di così tanti volti nuovi direttamente dai
fumetti ha dato vita a diverse speculazioni da parte dei fan in
merito alle eventuali connessioni tra gli universi di Black
Adam e di Shazam!;
inoltre, sono in molti a chiedersi se esiste il potenziale per una
maggiore espansione della JSA in progetti futuri.
Con una squadra di personaggi così
numerosa già in fase di assemblaggio, sembra alquanto improbabile
come il mondo della JSA possa combinarsi con quello della Justice League. In una nuova intervista con
Collider, il produttore Hiram Garcia ha parlato proprio di
Black
Adam, dei piani relativi all’inizio della produzione
del film e quale percorso potrebbero intraprendere i personaggi in
futuro. Alla domanda sui legami specifici tra il cinecomic con
protagonista “The Rock” e il già consolidato DCEU, Garcia – seppur
con la dovuta cautela – ha confermato che ci sono grandi progetti
in atto per tutti i nuovi personaggi che verranno introdotti nel
film.
“Ci sono state molte
conversazioni su come tutto andrà a finire ed è molto eccitante per
me in quanto produttore, ma lo è ancora di più in quanto fan.
Sfortunatamente, non posso parlarne troppo perché è ancora tutto in
una fase preliminare, ma posso dire che siamo tutti estremamente
concentrati sulla costruzione di questo mondo che stiamo creando
con Black Adam e la JSA. Ovviamente Shazam esiste in
quell’universo, insieme a molti altri eroi, e credetemi quando dico
che abbiamo grandi ambizioni per tutti questi personaggi e per le
avventure che vogliamo far vivere loro.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra(Orphan, Paradise Beach – Dentro
l’incubo), arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021. Il
progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per
dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi
scorsi, i piani per portare al cinema uno standalone
con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato
a Black
Adam“, aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea.”
Lacci, diretto da Daniele
Luchetti (La nostra vita, Mio fratello è figlio
unico, Il portaborse) e interpretato
daAlba
Rohrwacher,
Luigi Lo Cascio,
Laura Morante,
Silvio Orlando,
Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda
Caridi è il film di
apertura, Fuoriconcorso,
della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica (2 settembre – 12 settembre 2020)
diretta da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennale di Venezia.
“Negli ultimi
tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi – ha
dichiarato Daniele Luchetti – E
invece durante la quarantena ci ha dato conforto, come una
luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più:
i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite.
Lunga vita ai festival, dunque, che permettono di
celebrare tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se
qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a
tutti. Con Lacci sono onorato
di aprire le danze del primo grande festival di un tempo
imprevisto”.
“Da 11 anni, la
Mostra del Cinema non veniva aperta da un film italiano – ha
dichiarato Alberto Barbera – La felice
opportunità è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti,
anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con
tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza
un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale.
Sostenuto da un cast eccezionale, il film è anche il segno del
felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in
continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la
qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che
confermare”.
Lacci, il
film
Napoli, primi
anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo
si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono
ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed
infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una
scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli
innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo
di Domenico Starnone, per il “New York Times”
uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film
di Daniele Luchetti.
Lacci sarà proiettato mercoledì2
settembre, nella Sala
Grande del Palazzo del
Cinema al Lidodi
Venezia, nella serata di apertura della 77.
Mostra. Prodotto da IBC
Movie con Rai
Cinema, Lacci è
scritto da Domenico
Starnone, Francesco
Piccolo e Daniele Luchetti.
Daniele Luchetti
nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da
regista, Domani accadrà (1988), che vince il
David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il
successivo Il portaborse (1991) è il suo primo
grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al
festival di Cannes e vince il David di
Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore
protagonista. Successivamente dirige La
scuola (1995), I piccoli
maestri (1998) e Mio fratello è figlio
unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene
presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica
5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa
volta in concorso, con il film La nostra
vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si
aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il
film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il
miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti
di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2
all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su
MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa
San Paolo di Forlì, annuncia il suo evento di preapertura.
L’appuntamento da mettere in agenda
è per il 14 e 15 settembre. La location è
d’eccezione, l’Arena Musei San Domenico, che per
quelle due sere sarà completamente dedicata al mondo del
cortometraggio per celebrare la diciassettesima edizione del
festival forlivese, diventato ormai una tappa importantissima nel
panorama internazionale.
Sarà l’occasione per il direttore
artistico Gianluca Castellini, coadiuvato dalla coordinatrice del
festival Joana Fresu de Azevedo e il supporto sul palco della
giornalista Federica Aliano, di presentare ufficialmente tutte le
sezioni competitive, le mostre di questa edizione e di consegnare
ufficialmente tutti i premi speciali previsti.
Le mostre: saranno tre. Una dedicata
a Federico Fellini, nel centenario della nascita e
nella sua regione di nascita, l’Emilia Romagna. Una seconda
dedicata al nuovo cinema iraniano, legata a IranFest, e infine una
dedicata a Vincent Van Gogh.
I premi alla carriera, come
annunciato, saranno consegnati al grande cineasta italiano
Giuliano Montaldo e al regista iraniano
Jafar Panahi. Entrambi saranno presenti
virtualmente, così come i gemelli D’Innocenzo, che
riceveranno il premio Amazing Birdmen, e Andrea
Lattanzi e Ludovica Martino, che
ottengono il Premio Generazione G offerto da Cinematographe. Sará
invece presente a Forlí, la sera del 15, per ritirare il Premio
Woman in Set, dato da Mymovies, la regista Roberta
Torre.
Non mancheranno proiezioni speciali,
intermezzi musicali e altre sorprese, per celebrare, più che mai
quest’anno, il cinema e il mondo del cortometraggio. Nel rispetto
delle disposizioni e misure anto-covid previste, è
obbligatoria la prenotazione, da effettuare tramite invio di email
a [email protected]
Sedicicorto Forlì International Film
Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato
con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo –
Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la
sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini
Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio
del Parlamento Europeo e FEDIC.
È stato diffuso un nuovo poster
ufficiale di No Time to Die, il prossimo film
dedicato al franchise di James
Bond che vedrà protagonista Daniel Craig. Il film arriverà in sala
a novembre, e giovedì prossimo, 3 settembre, sarà disponibile il
trailer ufficiale.
Ecco di seguito il poster del film,
decisamente “iconic”:
SINOSSI di No time to Die
In No Time To Die, Bond si gode una
vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio
attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto
quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA,
ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
La crisi finanziaria del 2007-2008
ha gettato un’ombra sull’economia mondiale, segnando l’inizio di un
duro periodo di recessione. Tuttavia, non per tutti ciò si rivelò
una tragedia. In La grande
scommessa, diretto da Adam
McKay, viene infatti raccontata la vera storia di un
gruppo di investitori che, intuito cosa stesse per accadere, riuscì
a trarre guadagno da questa drammatica situazione. Candidato a
cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, il titolo
si è poi aggiudicato la prestigiosa statuetta per la miglior
sceneggiatura non originale.
La storia è infatti tratta dal
libro di carattere economico Il grande scoperto: la folle
scommessa che ha sbancato Wall Street, pubblicato nel 2010 da
Michael Lewis e incentrato sulle vere storie poi
riportate nel film. La Paramount ne acquistò i diritti nello stesso
anno di uscita, e assunse McKay per dirigere il film. Questi si
impegnò a trovare un modo originale e anticonvenzionale per narrare
le complesse vicende economiche. In particolare, sono noti i cameo
di celebrità come Margot
Robbie e Selena
Gomez, che rompendo la quarta parete spiegano
direttamente al pubblico alcune dei concetti presenti nella
narrazione.
Così facendo, McKay riuscì nel suo
intento di raggiungere un ampio pubblico, conferendo al film un
carattere fruibile anche dai non avvezzi alla materia. Costato solo
50 milioni di dollari, il film riuscì ad incassarne oltre 130 in
tutto il mondo. Favorevole è stato anche il giudizio della critica,
rimasta entusiasta dallo stile narrativo adottato dallo
sceneggiatore e dal regista. Il ritmo, la spregiudicatezza e il
grande intreccio narrativo del fine ne fanno elementi unici, che
gli hanno permesso di affermarsi al di sopra di tanti altri film
con argomenti simili.
La grande scommessa: la trama del
film
Incentrato nel periodo precedente
alla crisi economica del 2008, il film segue le storie simultanee
di coloro che riuscirono a prevedere il disastro e trarne guadagno.
Il primo di questi è il manager Michael Burry, il quale analizzando
la situazione economica americana decise di creare un sistema di
credit default swap, che gli consenta di scommettere contro il
mercato immobiliare. La sua manovra, in anticipo sui tempi, sembra
però essere azzardata, e genera l’ira degli investitori di Burry, i
quali credono che egli stia sprecando il loro denaro. Questi trova
però fiducia nel dirigente della Deutsche Bank Jared Vennett, il
quale comprende l’esattezza dei calcoli del manager e decide di
investire nel suo progetto.
Viene in seguito coinvolto anche il
trade Mark Baum, e i tre iniziano a gettare le basi per la manovra
che gli permetterà poi di arricchirsi. All’operazione partecipano
anche Charlie Geller e Jamie Shipley, due giovani investitori che
data la loro inesperienza si trovano a richiedere l’aiuto
dell’eccentrico banchiere Ben Rickert. Questi però, dopo averli
inizialmente sostenuti, critica aspramente il loro guadagno
maturato su di un collasso economico. Non passa infatti molto
tempo, infatti, e il mercato collassa all’improvviso. Grazie ai
suoi calcoli e al sistema brevettato, Burry si ritrova a guadagnare
una cifra spropositata di soldi.
La grande scommessa: il cast del
film
A ricoprire i ruoli principali del
film, vi sono alcuni tra i maggiori interpreti di Hollywood, a
partire da Christian
Bale, che dà vita al personaggio di Michael Burry.
L’attore, nel prepararsi alla parte, ebbe modo di incontrare il
manager, rimanendo particolarmente colpito dal suo stile. Bale,
infatti, richiese a quel punto di poter indossare gli stessi abiti
con cui è diventato celebre Burry, ovvero t-shirt e shorts. La sua
interpretazione fu talmente tanto convincente che portò l’attore
all’ottenere una nomination al premio Oscar come miglior attore non
protagonista. Altro celebre nome presente nel film è quello di
Ryan
Gosling, che dà vita al personaggio di Jared Vennett,
questi soltanto vagamente ispirato ad una delle reali persone della
vicenda.
Gosling era da sempre il primo nome
considerato per il ruolo, e nell’accettare la parte pose fine alla
pausa dalla recitazione che si era preso nel 2013. Inoltre, per dar
vita al personaggio, si trovò inoltre a dover sfoggiare un’insolita
capigliatura, che rese ancor più caratteristico il suo personaggio.
Nel ruolo di Mark Baum vi è invece l’attore Steve
Carell, particolarmente apprezzato per la sua
interpretazione drammatica e nominato al Golden Globe come miglior
attore. Nel film sono poi presenti, in ruoli più o meno di rilievo,
gli attori Brad
Pitt nei panni di Ben Rickert, Melissa
Leo in quelli di Georgia Hale, John
Magaro nel ruolo di Charlie Geller, e Marisa
Tomei in quello di Cynthia Baum.
La grande scommessa: la vera
storia dietro al film
Nel trattare le vicende realmente
accadute, il film utilizza un metodo certamente originale ma
grossomodo fedele a quanto narrato nel libro di Lewis. I personaggi
descritti sono infatti molto fedeli alle fonti di ispirazione
originali, a partire da Michael Burry. Questi, oltre ad essere
l’unico a cui non viene modificato il nome nel film, viene
descritto in modo molto fedele alla realtà. Egli possedeva un
proprio stile, composto di magliette e shorts ed era solito
aggirarsi per il suo studio totalmente scalzo. Inizialmente, egli
era uno specializzando in neurologia, il quale abbandona però gli
studi per dedicarsi alla finanza.
Attraverso le sue ricerche questi
arrivò realmente a predire l’imminente crisi, decidendo di dar vita
ai Credit Default Swap. La sua convinzione si basa sui suoi studi
sul mercato dei mutui subprime, i quali sono una tipologia di
finanziamento ad alto rischio. Questi vengono concessi dalle banche
dietro una garanzia, ovvero se il debitore non riesce a pagare le
rate la sua casa viene pignorata. Burry si accorge però che il
numero dei debitori insolventi è in forte aumento. Ciò avrebbe
portato ad un ingente quantitativo di case pignorate, con la
conseguente svalutazione e relativa crisi del mercato immobiliare.
Egli arrivò inoltre a stimare che tale situazione si sarebbe
verificata nel secondo semestre del 2007.
In risposta a ciò, Burry offre alle
banche, con il Credit Deafult Swap, di versare loro un premio
assicurativo su un ipotetico evento dannoso. Se tale evento dovesse
però verificarsi, le banche dovranno pagare a lui un’adeguata
indennità. Convinte della stabilità del mercato, le banche
accettarono molto positivamente la proposta, convinte che si
rivelerà in un facile ingresso di denaro nelle loro tasche.
Sfortunatamente, le intuizioni di Burry si rivelarono esatte, ed è
lui ad intascare una fortuna. Il film, per quanto fedele agli
eventi, si concentra così in particolare nel formulare accuse
contro i banchieri corrotti. Così facendo, però, dimentica di
considerare anche gli altri fattori che portarono alla crisi.
La grande scommessa: dove vedere
il film in streaming
Per gli amanti del film, o per chi
non l’avesse ancora visto e desidera poter recuperare tale titolo,
è possibile fruirne grazie alla sua presenza in alcune tra le
principali piattaforme streaming presenti in rete. La
grande scommessa è infatti disponibile su Netflix, Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision, Apple
iTunes e Google Play. Per vederlo basterà noleggiare o acquistare
il film sulla piattaforma prescelta. Si avrà così poi modo di
riprodurlo in modo pratico e al meglio della qualità.
L’universo di Tenet portato al cinema da
Christopher
Nolan è senza dubbio un sistema complesso, un cosmo in
cui il tempo assume degli andamenti insoliti e le
reazioni di causa ed effetto si sovvertono. Ci sono delle regole
fisiche, dei principi che vanno contro quello che tutti noi
conosciamo, derivato dall’esperienza delle nostre vite, degli
aspetti di Tenet che meritano una
spiegazione. In questa sede proveremo a spiegare infatti i due
grandi concetti (fanta)scientifici che governano
il film e che lo rendono così particolare.
Questi due elementi sono
l’Inversione e l’Algoritmo, una
scoperta scientifica e un’arma che insieme possono essere usati per
il bene così come per il male. Il lavoro di Nolan si muove dunque
sull’archetipo narrativo apocalittico per eccellenza, ma lo fa
percorrendo dei sentieri poco battuti. Cerchiamo insieme di capire
qual è la specificità, all’interno della storia del film, di queste
due invenzioni alla base di tutto il suo meccanismo narrativo.
L’Inversione, cos’è e come
funziona
L’origine dell’idea di
Nolan parte dal presupposto che in futuro si realizzerà una
tecnologia che potrà invertire l’entropia degli
oggetti, processo che permette loro (ma anche a persone e
animali) di tornare indietro nel tempo. Tuttavia non si tratta di
viaggio nel tempo, ma di movimento all’indietro nel tempo per
sempre, fino a che non si verifica una nuova Inversione.
Nell’Inversione, la relazione tra
causa-effetto cambia, così come è spiegato nella scena iniziale di
Tenet dalla
scienziata interpretata da Clémence Poésy. Infatti la conseguenza diventa
la causa degli eventi: il proiettile sul tavolo (conseguenza) e in
realtà l’inizio del processo che porta il proiettile nel guanto del
protagonista (causa). Questo passaggio ci dà l’indicazione di come
capire il comportamento degli oggetti invertiti, per il quale
bisogna essere allenati e preparati: ci vuole addestramento.
Quella che viene Invertita è
l’entropia, non il tempo, per cui anche per chi subisce
l’Inversione il tempo scorre comunque normalmente. Per cui esso non
smette mai di scorrere e quindi “i viaggi nel tempo” di
Tenet non hanno un vero e proprio costo in fatto
di… tempo, appunto.
L’algoritmo: cos’è e a che
serve
Nel futuro, una
scienziata inventa l’Inversione che modifica l’entropia di persone
e oggetti attraverso determinati macchinari (i tornelli).
L’algoritmo invece è capace di modificare l’intero concetto del
tempo.
Il futuro climatico e ambientale
della Terra è disastroso, il pianeta è ormai inabitabile a causa di
come noi, nel nostro presente, abbiamo sfruttato le sue risorse.
Con l’algoritmo si vuole invertire l’entropia dell’intero pianeta,
in modo tale che la popolazione futura possa giovare di una Terra
che gli arriverà più pulita grazie alla sparizione dell’umanità nel
loro passato, il nostro presente. A uccidere l’umanità sarà
l’inversione globale attraverso l’Algoritmo, perché, come abbiamo
visto, in inversione non si respira in autonomia. Ma
l’organizzazione Tenet vuole scongiurare
l’attivazione dell’Algoritmo.
La scienziata, spaventata
dall’algoritmo che lei stessa a creato, lo ha diviso in nove parti
e le ha spedite indietro nel tempo, nascondendole nei depositi
privati di armi nucleari e plutonio di nove diverse potenze
mondiali, nel nostro presente. Da questo punto, con la scena
all’Opera, parte la storia di Nolan.
Nonostante all’epoca dell’uscita dei
film in sala sia stata letteralmente massacrata tanto dalla critica
quanto dal pubblico, è innegabile che oggi la trilogia prequel
della saga di Star Wars sia stata sorprendentemente
rivalutata, anche alla luce della delusione generata in molti dalla
fine della saga degli Skywalker con i film della trilogia sequel.
Screen Rant ha voluto sottolineare quanto nei film diretti da
George
Lucas a cavallo tra il 1999 e il 2005 siamo presenti
delle trame decisamente brillanti, raccogliendone le 10 migliori
storyline:
La politica
La politica nella trilogia
prequel è uno dei argomenti più delicati, e in termini di
rappresentazione non è certo una delle migliori trame che i prequel
hanno da offrire.
Tuttavia, nella sua idea, e grazie
alla raccolta di materiale canonico che la circonda, e anche al
supporto dei fan, la politica è diventata qualcosa di
incredibilmente interessante. Vedere come era la Repubblica e
volta, come funzionava e come si è trasformata nell’Impero
Galattico è decisamente affascinante; allo stesso modo, è stato
affascinante vedere la democrazia morire con fragorosi
applausi.
La Battaglia di Geonosi
La maggior parte dei fan è
solita indicare L’Attacco dei Cloni come il film meno riuscito
dell’intera saga di
Star Wars, pur riconoscendo che la parte finale di
quell’episodio è forse una delle cose più belle che l’intero
franchise abbia mai regalato.
Vedere una
collezione di Jedi combattere contro dei droidi è un autentico
spettacolo per gli occhi, così com’è vedere Yoda in azione, con i
cloni – che sarebbero diventati uno dei gruppi più amati del
franchise – che si precipitano per salvare la situazione. Tutta la
sequenza è fantastica: dalla battaglia nell’arena al duello con le
spada laser.
Il salvataggio del Cancelliere
Se da un lato L’Attacco dei Cloni è considerato il film meno
riuscito della trilogia sequel, dall’altro La Vendetta dei Sith sarà sempre considerato quello
più riuscito e, probabilmente, anche uno dei migliori dell’intera
saga.
Tra i momenti migliori di
quell’episodio non si possono non menzionare la battaglia di
Coruscant e il salvataggio del Cancelliere: oltre all’azione
fantastica e ai duelli memorabili con le spada laser memorabili,
quest’episodio presenta anche alcune delle più grandi manipolazioni
di Sidious.
Anakin e Obi-Wan
La trilogia
prequel presenta davvero tanti difetti: uno dei più evidenti è
sicuramente quando ci racconta delle avventure di Anakin e Obi-Wan,
senza mostrarcele.
Tuttavia, c’è
qualcosa nella relazione tra quei due personaggi che è stata in
grado di suscitare l’ammirazione dei fan. Si tratta indubbiamente
di una delle migliori relazioni maestro/allievo dell’intera saga:
vederli crescere prima come amici e poi divenrtare nemici è stato
sicuramente esaltante.
Il ruolo di Padmé
Padmé Amidala è uno dei
personaggi della trilogia prequel più ampiamente criticati: secondo
i più, la scrittura del personaggio e il suo rapporto con Anakin
sono alcuni degli aspetti più deboli dell’intera trilogia.
Tuttavia, la storia di Padmé lontana
da Anakin è in realtà decisamente interessante, dal momento che si
tratta dell’unico personaggio che intralcia continuamente i piani
di Palpatine, costringendolo ad adattarsi. Il modo in cui protegge
la sua gente e in seguito la Galassia è davvero eccellente, e in
questo senso migliora solo con il passare degli anni e il flusso di
avvenimenti.
L’eccessiva sicurezza degli Jedi
Vedere i Jedi
apparentemente al loro apice è stata una delle cose più eccitanti
della trilogia prequel, ma durante i film diventa presto chiaro che
non si trovano propriamente in quella condizione: in realtà, sono
alquanto problematici.
Ci sarebbero davvero tante cose da
dire sull’Ordine e sul Consiglio in relazione ai loro
atteggiamenti, alle loro convinzioni e al modo in cui agiscono.
Fatta eccezione per un paio di Jedi come Qui-Gon e Yoda, la maggior
parte è fin troppo sicura di sé, ed è proprio questo a decretare la
loro caduta. Mace Windu e la sua arroganza, così come il suo
estremo e ironico attaccamento al Codice Jedi, offrono un ottimo
esempio in tal senso.
La caccia di Darth Maul
Se c’è una cosa su cui
tutti i fan possono essere d’accordo in merito alla trilogia
prequel, è che la scena sulle note di “Duel of the Fates” è la
parte migliore de
La minaccia fantasma.
Nonostante i dialoghi estremamente
limitati, Maul è un punto culminante e altrettanto costante nel
film. Incarna ciò che molti fan immaginano che sia un Signore dei
Sith, e dal suo primo incontro con Qui-Gon, fino alla sua caccia a
Qui-Gon e Obi-Wan e al duello finale, è davvero un personaggio
incredibile.
Ordine 66
Ci sono una varietà di
momenti strazianti nella saga degli Skywalker, ma ce ne sono pochi,
se non nessuno, che sono paragonabili in termini di emozione a
quello in cui l’Ordine 66 viene liberato.
Quando Sidious dà l’Ordine a Cody, e
i fan continuano a guardare gli amati Jedi come Plo Koon, Aayla
Secura e Obi-Wan essere presi di mira dai loro battaglioni: è un
momento davvero difficile da guardare, e il momento è reso ancora
più drammatico dalla marcia di Anakin sul Tempio Jedi.
I piani di Palpatine
Parlando dei piani di
Sidious, i fan ne hanno potuto ammirare l’evoluzione in tutti e tre
i film della trilogia prequel, e questo ha contribuito a
consolidare l’eredità del personaggio in termini di eccezionale
cattivo.
Il modo in cui Palpatine manipola
Anakin in ogni film, oltre al modo in cui manovra politicamente e
plasma la natura del Senato Galattico e delle Guerre dei Cloni
attorno ai suoi piani, è davvero magistrale.
La caduta di Anakin, la nascita di Vader
Le manipolazioni di Sidious
non sono l’unico fattore nella tragica caduta di Anakin Skywalker e
durante la trilogia i fan hanno intravisto molte delle ragioni che
lo spezzano sia emotivamente sia mentalmente.
Anche se molti fan credono che la
caduta di Anakin non sia stata sviluppata e approfondita
abbastanza, c’è comunque diverso materiale che ha contribuito a
renderla una grande storia nel complesso. Anakin che diventa Darth
Vader, massacra giovani, combatte suo fratello e tradisce la luce
dentro di lui a favore dell’oscurità, è il momento clou nonché la
storia centrale della trilogia.
È stato distribuito il primo
Character Poster del film Diabolik, che svela il
volto del Re del Terrore interpretato da Luca
Marinelli. Nel cast Miriam Leone, nei panni
dell’affascinante Eva Kant, Valerio
Mastandrea,nel ruolo di
Ginko, Alessandro Roia, Serena
Rossi e Claudia Gerini.
Il film, adattamento cinematografico
delle avventure del personaggio creato da Angela e Luciana
Giussani, è diretto dai Manetti bros.,
scritto da Michelangelo La
Neve e Manetti bros., che hanno
firmato anche il soggetto insieme a Mario
Gomboli.
DIABOLIK è una
produzione Mompracem con Rai
Cinema, prodotto da Carlo
Macchitella e Manetti
bros., in associazione
con Astorina, con il sostegno
di Emilia – Romagna Film
Commission, Friuli Venezia Giulia Film
Commission, Film Commission Vallee
D’Aoste.
Il film uscirà nelle sale italiane
il 31 dicembre 2020 distribuito da 01
Distribution.
È stata ufficialmente lanciata
tramite
Change.org una petizione online per rimuovere un monumento
confederato nella città natale di Chadwick Boseman e sostituirlo con una statua
del compianto attore, scomparso lo scorso venerdì all’età di 43
anni. Migliaia di firme sono state raccolte a sostegno
dell’idea.
Mentre Hollywood sta ancora cercando
di riprendersi dalla scioccante notizia della morte di Boseman
(l’attore combatteva da circa quattro anni una battaglia contro il
cancro al colon), non si fermano gli omaggi e i tributi
all’interprete di Black Panther nel MCU. Boseman non era solo uno dei
tanti attori che aveva preso parte all’universo condiviso recitando
in uno dei suoi film campioni d’incassi: in realtà, si è sempre
contraddistinto per la sua professionalità e per il suo impegno
umanitario.
Inoltre, il suo status di modello
per la comunità afroamericana ha influenzato persone di tutte le
età. Adesso che il mondo si trova a dover fare i conti con questa
enorme perdita, è normale che la volontà di onorare la memoria
dell’attore scomparso si stia manifestando in maniera sempre più
preponderante.
Secondo alcuni, un ottimo modo per
rendere omaggio a Chadwick Boseman potrebbe essere quello di
onorarlo nella sua città natale, Anderson, nella Carolina del Sud.
Una nuova petizione, infatti, mira ad utilizzare l’eredità di
Boseman al fine di creare un nuovo tipo di dialogo – sicuramente
più aperto – sul tema del razzismo negli Stati Uniti.
DeAndre Weaver, un ex studente della
Anderson University, ha creato una petizione su
Change.org per sostituire l’attuale monumento confederato della
città con una statua di Boseman. L’attuale monumento è in piedi dal
1902; tuttavia, negli ultimi mesi, il dibattito per rimuovere la
statua a causa della sua insensibilità razziale nei confronti dei
neri americani è aumentato considerevolmente.
L’impegno di Chadwick Boseman nei
confronti della sua città natale
La statua rimane al suo posto a
causa di una legge della Carolina del Sud che proibisce la
rimozione o l’alterazione di qualsiasi monumento
confederato. Lo status di Boseman come
rispettabile cittadino di Anderson è ben noto, in particolare a
causa dei suoi sforzi dopo l’uscita di Black Panther per affittare il cinema locale e
proiettare il film gratuitamente. Ciò ha permesso a tutti i
residenti, indipendentemente dalla loro situazione economica, di
poter vedere il film campione d’incassi di Ryan Coogler.
Mentre le statue
raffiguranti coloro che sono coinvolti in pratiche confederate
continuano ad essere abbattute in tutto il mondo, non dovrebbe
sorprendere il fatto che molti dei residenti di Anderson siano
favorevoli a dire addio una volta per tutte al monumento della loro
città. Sostituendo l’attuale monumento confederato di Anderson, la
città non solo onorerebbe attraverso Boseman un vero e proprio
“eroe” natale, ma la cosa potrebbe avere anche un vantaggio sul
turismo locale.
Un’operazione del
genere ha il potenziale per unire in maniera positiva la comunità,
più o meno nello stesso modo in cui Boseman ha vissuto la sua vita
e ha costruito la sua memorabile – seppur breve –
carriera.
In una recente intervista, l’attore
Jeffrey Wright ha spiegato cosa rende così
unica la nuova versione della Batmobile che vedremo
nell’attesissimo The
Batman in arrivo il prossimo anno. Il film di Matt
Reeves segnerà il debutto di Robert Pattinson come nuova iterazione
cinematografica dell’iconico vigilante. Al fianco dell’ex star di
Twilight (attualmente nelle nostre sale con Tenet di Christopher Nolan), ci saranno anche
Zoe Kravitz, Paul Dano,
Colin Farrell e naturalmente anche Wright, che
avrà il ruolo del Commissario Jim Gordon.
In una recente
intervista con Jess Cagle per SiriusXM, è stato
proprio Jeffrey Wright a discutere della nuova
Batmobile che vedremo nel cinecomic di Reeves, spiegando di esserne
stato attratto fin dall’inizio: “Uno degli aspetti della sceneggiatura di cui ero davvero
entusiasta era la Batmobile e il modo in cui è stata
descritta”,ha spiegato
l’attore.“Era questo tipo di muscle car
retrò. Era solo la cosa più pazza e più bella che avessi mai
visto.”
Ancora più interessante, Wright ha
parlato del modo in cui il design della Batmobile riflette
l’approccio di Reeves all’intero film: “Quello che Matt stava
cercando di ottenere, e quello che nei fatti ha ottenuto, era
creare un’accessibilità per la nostra Gotham, un mondo tangibile e
radicato in una realtà molto familiare. Allo stesso tempo, è ancora
fantastica, è ancora ottimizzata. È sempre arcuata, ma è comunque
accessibile.”
Le riprese di The
Batman, interrotte lo scorso Marzo a causa della
pandemia di Covid-19, riprenderanno ufficialmente questo mese. Di
recente sono approdate in rete alcune foto dall’aerodromo di
Cardington, in Inghilterra, che ci hanno svelato
i test drive della Batmobile proprio in vista delle nuove
riprese.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Ryan Reynolds ha ironizzato sulle critiche
mosse di recente da diverse personalità del mondo di Hollywood (su
tutti, Martin Scorsese) all’Universo
Cinematografico Marvel. È trascorso poco
più di un anno da quando la Disney ha acquistato ufficialmente la
Fox, con i Marvel Studios che avranno finalmente la possibilità di
poter introdurre nel loro universo condiviso i personaggi degli
X-Men e dei Fantastici Quattro.
Purtroppo, non sappiamo ancora quali
siano i piani di Kevin Feige e soci in merito al futuro di questi
personaggi. In particolare, i fan si chiedono quale sarà il destino
di Deadpool, dal momento che i primi due film con
Reynolds realizzati sotto l’egida della Fox erano vietati ai
minori. Per adesso sappiamo quali film del MCU arriveranno in sala
almeno fino al 2022, quindi potrebbe volerci ancora un bel po’ di
tempo prima che questi eroi si uniscano ufficialmente al
franchise.
Sappiamo che il personaggio di
Deadpool non subirà alcun recasting, quindi la Disney – almeno in
teoria – dovrebbe essere pronta, prima o poi, a dare ufficialmente
il via libera all’agognato Deadpool 3. Adesso, in una recente
intervista con EW,
è stato proprio Ryan Reynolds a commentare il fatto che la
Marvel non abbia ancora dei piani definiti per l’introduzione degli
X-Men nel suo universo.
Attraverso la tipica ironia che lo
contraddistingue – e che ha sempre contraddistinto anche il
personaggio del Mercenario Chiacchierone -, Reynolds ha ironizzato
sulla questione facendo proprio riferimento alle critiche mosse al
MCU lo scorso anno da registi come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dichiarando: “Sono
d’accordo con Scorsese e Coppola sul fatto che i film Marvel
soffrano di un’allarmante mancanza di Deadpool.”
Neanche Ryan Reynolds conosce il destino di Deadpool
Giusto per contestualizzare, verso
la fine dello scorso anno Scorsese aveva definito “non
cinema” i film dell’Universo Cinematografico Marvel. Le
dichiarazioni del regista diventarono un acceso argomento di
discussione a Hollywood, soprattutto perché diversi altri registi
avevano condiviso i pensieri di Scorsese (come Coppola appunto, che
ha sostenuto il collega italo-americano, riaccendendo la
controversia).
È chiaro che Ryan Reynolds abbia usato quell’episodio
per evitare di dare una risposta seria in merito al futuro di
Deadpool, probabilmente perché neanche lo stesso
attore sa cosa stia davvero succedendo in casa Marvel.
La performance di The
New Mutants al box office americano è stata superiore
alle aspettative, così come gli incassi raggiunti da Tenet
dopo l’uscita del film in diversi mercati internazionali. Sembra
che le cose per l’industria del cinema stiano lentamente
migliorando: è quindi possibile che anche Wonder
Woman 1984, in arrivo il prossimo Ottobre, possa
rivelarsi una gran bella sorpresa per la sala e per gli
incassi.
Adesso, veniamo finalmente a
conoscenza della durata del cinecomic di Patty
Jenkins. Come segnalato da
CBM, il Korea Media Rating Board ha segnalato
che il film avrà una durata di 150 minuti, ossia 2 ore e 30 minuti,
compresi i titoli di cosa. Inoltre, è stato confermato che negli
Stati Uniti il film avrà un PG-13, ossia la visione del film da
parte dei minori di 13 anni è consigliata con la presenza di un
adulto.
Wonder
Woman 1984 sarà quindi il terzo film più lungo del
DCEU (se si considera l’attesa
Snyder Cut di Justice
League) e sarà di circa 9 minuti più lungo di Wonder
Woman. Di recente, in occasione del DC Fandome, è stato
rilasciato il nuovo trailer ufficiale del film che ci ha permesso
di dare finalmente un primo sguardo alla trasformazione di Barbara
Ann Minerva in Cheetah. A proposito del personaggio interpretato da
Kristen Wiig, in una recente intervista con
Screen Rant
Gal Gadot ha così parlato del lavoro della
collega e della sua performance:
“Lavorare con Kristen Wiig è
stata un’esperienza straordinaria. È una persona divertente ed è
anche molto sensibile. Interpreta il personaggio di Cheetah… È un
cattivo che non puoi non amare. Capisci da dove viene e Kristen la
interpreta in un modo veramente interessante e affascinante. Ti
travolge… mi ha fatto davvero piacere lavorare con lei. È
fantastica.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 2 ottobre 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo con
Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Come anticipato dalle bellissime
cover ufficiali, il numero di Settembre della celebre rivista
Empire sarà interamente dedicato a Dune,
il nuovo attesissimo adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo sci-fi di Frank Herbert che sarà diretto
da Denis
Villeneuve(Blade Runner
2049) e che arriverà al cinema a Dicembre.
In attesa del primo trailer
ufficiale (che arriverà online il prossimo 9 Settembre), il
protagonista del nuovo adattamento, ossia Timothée
Chalamet (candidato all’Oscar per
Chiamami col tuo nome), ha parlato con la rivista del Wadi
Rum, la valle desertica in cui sarà ambientata gran parte del film,
definendo le riprese “impressionanti”. Il giovane attore ha anche
parlato della scelta di girare tutto dal vero, senza l’ausilio del
green screen, cosa da lui apprezzata in maniera particolare.
“Non abbiamo usato il green
screen”, ha spiegato Chalamet. “Quella era una delle parti
più avvincenti del libro e lo sarà anche del film. Avevo degli
schizzi a cui fare riferimento. Ho imparato veramente tanto. Con
Chiamami col tuo nome e Beautiful Boy poteva essere
controproducente vedere prima gli storyboard, perché poteva
succedere di sentirti limitato dall’inquadratura e da altre cose.
In questo caso è stato l’opposto, perché nella sequenza di un verme
della sabbia che ti insegue, ad esempio, non sarei mai riuscito ad
immaginare tutto da solo.”
La rivista ha inoltre svelato tre
nuove immagini ufficiali del film che ci mostrano, oltre al Paul
Atreides Chalamet, anche i personagg di Chani (Zendaya),
Gurney Halleck (Josh
Brolin), Leto Atreides (Oscar
Isaac) e Duncan Idaho (Jason
Momoa). Potete ammirarle tutte di seguito:
Mentre ha ricordato il compianto
Chadwick Boseman, Robert Downey Jr. ha dichiarato che Black Panther è il risultato più importante
che i Marvel Studios abbiano mai
raggiunto. Il mondo di Hollywood è ancora sotto shock per la
tragica e prematura scomparsa dell’interprete di T’Challa, morto a
soli 43 anni dopo aver combattuto per circa quattro anni contro un
cancro al colon (malattia che Boseman non aveva mai reso
pubblica).
Nonostante la diagnosi, Chadwick Boseman non ha mai smesso di
lavorare. Dopo aver debuttato in Captain
America: Civil War, ha fatto il suo debutto in Black Panther di Ryan Coogler interpretando il primo supereroe
di colore, ruolo che avrebbe poi ripreso sia in Avengers:
Infinity War che in Avengers:
Endgame. Nonostante sia apparso soltanto in quattro film
dell’universo condiviso, l’impatto di Boseman e del personaggio di
T’Challa a livello mondiale è stato davvero impressionante,
soprattutto per quanto riguarda la comunità afroamericana.
Sulla scia di questa tragica
notizia, una valanga di messaggi ha inondato i social media durante
il fine settimana, messaggi proveniente non soltanto dalla grande
famiglia Marvel, ma da Hollywood in generale, profondamente scossa
dalla scomparsa di Boseman. Durante un’intervista rilasciata a
Good
Morning America, Robert Downey Jr., l’iconico interprete di
Tony Stark/Iron Man nel MCU, ha ricordato con affetto il tempo
passato a conoscere la star di Black Panther e ha
condiviso i dettagli sulla loro ultima conversazione, avvenuta dopo
l’orribile omicidio di George Floyd e l’inizio delle proteste
legate al movimento #BlackLivesMatter in tutto il paese. Downey ha
anche dichiarato che, dei 23 film nell’Universo Cinematografico
Marvel, Black Panther è il risultato più importante
raggiunto fino ad oggi dai Marvel Studios.
Robert Downey Jr. ricorda Chadwick
Boseman: “La sua eredità è davvero significativa.”
“Verso la
fine del terzo film dedicato agli Avengers, Infinity War, perdiamo
tutti. Ricordo che era uno di quei rari giorni in cui tutti i
Vendicatori erano insieme sul set. Ricordo che nonostante l’enorme
successo di Black Panther, lui era sempre umile, sempre pronto a
lavorare, sempre con il sorriso sulle labbra. Guardando indietro,
mi rendo conto di quanto fosse un essere umano davvero
incredibile”,ha dichiarato Robert Downey Jr.
“Circa sei o otto settimane fa,
l’ho contattato durante le proteste a seguito della morte di George
Floyd. Abbiamo parlato a lungo”, ha aggiunto l’attore.
“Black Panther è, senza dubbio, il più alto traguardo raggiunto
dall’Universo Marvel, e lo dico con tutto il rispetto per tutti i
film che sono stati girati, compreso i miei. La sua eredità è
davvero significativa.”
Quello delle serie tv è un universo
assai competitivo, pieno di contenuti di generi differenti e adatti
al pubblico di ogni età. Eppure, nonostante l’abbondanza di
prodotti televisivi forniti dai network di tutto il mondo, solo
alcune serie tv riescono davvero a incontrare il favore dei
telespettatori. Tra queste, negli ultimi anni, c’è sicuramente
Peaky Blinders, una serie tv britannica andata in
onda sulla BBC.
Creata da Steven
Knight, Peaky Blinders è una serie tv in costume,
ambientata a Birmingham negli anni del primo dopoguerra, e che
racconta delle vicende della famiglia criminale degli Shelby.
Peaky Blinders cast e trama
Ci troviamo a Birmingham nel 1919,
in una città distrutta dalla Grande Guerra e dove la popolazione
tenta di sopravvivere alla crisi sociale ed economica. Nel
quartiere di Small Heath, vive la famiglia degli
Shelby, legata al mondo del crimine. Soldato
decorato, reduce della Prima Guerra Mondiale, il secondogenito
Thomas Shelby (Cillian
Murphy) è di fatto il boss della pericolosa gang dei
Peaky Blinders. Una delle sue caratteristiche è quella di
nascondere delle lamette nel risvolto del cappello così da avere
sempre un’arma a portata di mano.
I Peaky Blinders controllano ogni
attività criminale della città ma la leadership di Tommy viene
messa a dura prova con l’arrivo dell’ispettore di polizia Campbell
(Sam
Neill), inviato da Winston Churchill con il compito di
recuperare un carico di armi rubate, ripulire la città dai
criminali e distruggere le pericolose organizzazioni comuniste e
sovversive. A collaborare con Campbell c’è anche Grace Burgess
(Annabelle
Wallis), un’affascinante donna irlandese dal passato
assai misterioso. Grace riuscirà per conto dell’ispettore a
infiltrarsi nel clan Shelby, creando non pochi problemi ai Peaky
Blinders.
Ma Campbell non è il solo problema
degli Shelby. Thomas, infatti, deve fare i conti anche con un altro
rivale, il boss Billy Kimber (Charlie
Creed-Miles), con il quale condivide il mercato delle
scommesse clandestine. A complicare ulteriormente la situazione è
anche Ada Shelby (Sophie
Rundle), sorella di Tommy, John (Joe
Cole) e Arthur (Paul Anderson),
innamorata di un operaio attivista comunista di nome Freddy Thorne
(Iddo
Goldberg), del quale resta incinta. Agli Shelby,
quindi, non resta altro che allontanare Freddy dalla città perché
Ada possa partorire il suo bambino lontano da occhi indiscreti.
Tuttavia, con il clan di Kimber che
si fa sempre più invadente e Campbell alle calcagna, Thomas dovrà
scendere a patti con famiglie rivali per ristabilire il controllo
su Birmingham.
Peaky Blinders personaggi: la
famiglia Shelby
In onda dal 2013, la serie tv
Peaky Blinders è ormai arrivata alla sua
quinta stagione e i personaggi, protagonisti delle
avventure dei gangster di Birmingham, sono sempre di più.
Protagonista indiscusso della serie
è Thomas Michael Shelby, detto Thommy,
interpretato da Cillian
Murphy, che è a capo dei terribili Peaky Blinders.
Nonostante abbia prestato servizio come sergente maggiore
dell’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale e sia stato
decorato per il suo coraggio, Thommy è uno spietato criminale che
gestisce ogni attività illecita della città insieme alla sua
famiglia.
Thommy ha due fratelli e una
sorella. Arthur W. Shelby Jr (Paul Anderson), è il
maggiore dei fratelli Shelby nonché il più violento. A causa della
sua partecipazione alla grande guerra, Arthur soffre di disturbo da
stress post traumatico che si manifesta con improvvisi scatti d’ira
che sfociano in violenza. Inoltre, a causa dei suoi continui sbalzi
d’umore, il primogenito degli Shelby ha tendenze suicide.
John Michael Shelby (Joe
Cole), anch’egli veterano di guerra, è il più piccolo dei
fratelli ed è anche quello da temperamento meno violento. Vedovo e
padre di ben quattro figli, John è attivo nella serie fino alla
quarta stagione in cui resta vittima di un attentato da parte di
alcuni nemici.
Nella famiglia Shelby, la quota
femminile è divisa tra due persone. La prima è Ada Thorne (Sophie
Rundle), unica sorella di Athurn, John, e Tommy. Dopo
la sua travagliata storia con il sovversivo Freddie Thorne
(Iddo
Goldberg), relazione che ha generato un bambino, il
piccolo Karl, anche Ada entra a far parte attivamente dei Peaky
Blinders. Ad aiutare il clan a gestire gli affari illeciti c’è
anche Elizabeth Gray, detta Polly (Helen
McCrory), zia di Tommy e dei suoi fratelli, che svolge
il ruolo di tesoriera.
Peaky Blinders personaggi: i
villain della serie
In ognuna delle stagioni di
Peaky Blinders, la famiglia degli Shelby si trova
a dover combattere contro qualcuno che minaccia il clan e le sue
attività illecite.
Nelle prime due stagioni, il
villain per eccellenza è Chester Campbell (Sam
Neill), poliziotto irlandese inviato da Churchill in
persona per raddrizzare la città perduta di Birmingham. Ad aiutarlo
nella sua difficile missione c’è la bella Grace Burgess (Annabelle
Wallis), che lavora sotto copertura come baristta nel
covo dei Peaky Blinders. Tuttavia, il fascino del male e del
potere, finirà per corromperla e ben presto Grace passerà, per così
dire, al lato oscuro della forza, abbandonando Campbell e la sua
missione.
A mettere i bastoni tra le ruote a
Tommy e ai Peaky Blinders, nella prima stagione c’è anche Billy
Kimber (Charlie Creed-Miles), uno dei tanti boss
della città che si occupa di scommesse clandestine sui cavalli e
che gli Shelby dovranno neutralizzare. Dalla seconda stagione in
poi, Kimber lascia il posto ad altri pericolosi criminali come
Alfie Solomons, interpretato da Tom
Hardy. Si tratta di un pericolo boss di una gang
ebraica che controlla il quartiere di Camden Town, un uomo molto
scaltro e intelligente ma anche estremamente violento e
imprevedibile.
Ma Camden Town non è controllata
solo dal terribile Solomons. Una fetta del territorio spetta,
infatti, anche alla mafia italiana, capeggiata dal boss Darby
Sabini (Noah Taylor), figlio di immigrati
italiani, in guerra contro Alfie e Thomas per il controllo della
città di Birmingham.
Nelle ultime stagioni, inoltre,
dall’America arriva un altro nemico dei Peaky Blinders, il mafioso
newyorkese Luca Changretta (Adrien
Brody), trasferitosi in Inghilterra per compiere i
suoi piani di vendetta.
Peaky Blinders 5: un finale
shock
La quinta stagione di Peaky
Blinders, andata in onda nel 2019, è come sempre
ambientata nel Regno Unito ma stavolta, gli affari della famiglia
Shelby si spingono ben oltre il vecchio continente.
La Shelby Company, attiva negli
States già da molti anni, è adesso capeggiata da Ada Thorne, che si
occupa degli affari di famiglia oltre oceano. La quinta e per
adesso ultima stagione comincia il 29 ottobre del
1929, ovvero durante il cosiddetto ‘martedì
nero’, giorno del crollo della borsa di New
York. A causa dell’incompetenza di Michael che non non
vende le azioni il giorno prima del crollo, la famiglia perde tutti
i suoi investimenti costringendo quindi Tommy a trovare fonti di
guadagno alternative per arginare i danni.
[SPOILER
ALERT]
Tuttavia, il leader dei
Peaky Blinders non sembra essere più quello di una
volta. Dopo la morte di sua moglie Grace, Tommy inizia a fare uso
di oppioidi per mitigare il dolore ma la sua dipendenza diventa
sempre più preoccupante. A causa di queste sostanze, il boss è
sempre in uno stato psicotico-paranoide, tormentato dalle visioni
della sua defunta moglie che lo invita a unirsi a lei
nell’aldilà.
Nonostante il suo alterato stato
mentale ed emotivo, Tommy continua a occuparsi della gestione del
clan ma ci sono nuovi problemi per lui all’orizzonte. Suo cugino,
Michael Gray (Finn Cole), figlio di zia Polly, è
ormai cresciuto ed è convinto di poter approfittare delle sue
debolezze per prendere il comando dei Peaky Blinders. Inoltre,
sullo scenario politico britannico si è appena affacciato un nuovo
e inquietante personaggio, Oswald Mosley (Sam
Claflin), sostenitore di Mussolini e del movimento
fascista.
Per evitare l’ascesa di Mosley, gli
Shelby dovranno formare nuove alleanze, anche con i clan rivali, e
tentare così un colpo di stato.
Peaky Blinders 6 e 7: il futuro
della serie
Grazie al successo ottenuto con le
prime cinque stagioni, Steven Knight, creatore della serie, ha
annunciato il rinnovo di Peaky Blinders per una sesta e una
settima nonché ultima stagione. Tuttavia, la loro messa in
onda è ancora molto lontana. A causa della pandemia di Corona
Virus, ancora in corso, molte produzioni televisive e
cinematografiche hanno purtroppo dovuto chiudere i battenti e
rimandare le riprese a data da destinarsi.
Al momento dunque non sappiamo
quando Peaky Blinders tornerà in onda né tanto
meno quale sarà la trama delle stagioni finali. Tuttavia,
considerato il finale della quinta stagione, possiamo immaginare
quale sarà il naturale futuro della serie.
[SPOILER
ALERT]
Nel finale della
5×06, infatti, abbiamo lasciato Tommy in preda
alle allucinazioni a causa della morte della moglie, mentre
disperato si punta una pistola alla tempia. Tuttavia è assai
improbabile che il protagonista della serie alla fine prema il
grilletto. Lo stesso Steven Knight ha infatti più
volte ricordato che il destino ultimo della serie è sempre stato
quello di arrivare a raccontare la storia degli Shelby durante la
Seconda Guerra Mondiale.
La quinta stagione si apre con il
crollo della borsa di New York nel 1929 e ripercorre in Europa
tutte le fasi dell’ascesa del movimento nazi-fascista, soprattutto
con l’introduzione del personaggio di Oswald
Mosley. Interpretato nella serie da Sam
Claflin, Sir Oswald Ernald Mosley è un personaggio
realmente esistito e che ha fatto parte del mondo politico inglese,
molto attivi negli anni trenta del novecento.
Politico di estrema destra e
simpatizzante del movimento fascista italiano e del suo leader,
Benito Mussolini, nel 1932 Mosley fonda
l’Unione Britannica dei Fascisti. Il partito, che
per un certo tempo venne appoggiato dai conservatori, acquisì una
certa popolarità perché a favore dell’anticomunismo e del
protezionismo.
Peaky Blinders streaming: dove
vedere la serie
Le nuove stagioni di Peaky
Blinders sono in arrivo anche se bisognerà attendere
ancora un po’ prima di poter conoscere il destino di Tommy
Shelby e compagni. Inoltre, stando a quanto dichiarato da
Steven Knight, alla serie potrebbe anche seguire
un film o uno spinoff. Nel frattempo, è possibile rivedere tutte le
stagioni di Peaky Blinders in abbonamento sulla
piattaforma streaming di Netflix.
La Cerimonia
d’inaugurazione della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, trasmessa in diretta
mercoledì2
settembre su Rai Movie a
partire dalle ore 19.00, si aprirà con un omaggio al
Maestro Ennio Morricone, recentemente
scomparso.
La Roma Sinfonietta, diretta dal
Maestro Andrea Morricone, figlio di Ennio, e
composta da 3 primi violini, 3 secondi violini, 1 viola, 1
violoncello e 1 contrabbasso, eseguirà sul palco
della Sala Grande del Palazzo del
Cinema, Il tema di Deborah, composta
per la colonna sonora del film C’era
una volta in America (1984)
di Sergio Leone. La cerimonia d’apertura
vedrà la presenza del figlio di Ennio, Marco,
e dei famigliari.
Ennio
Morricone, già Leone d’Oro alla
carriera della Mostra del Cinema
del 1995, è stato un musicista e compositore
cinematografico tra i più influenti e prolifici della seconda metà
del Novecento. In questo modo, la Biennale intende rendere omaggio
al suo genio universalmente riconosciuto.
Il nuovo film
del regista veneziano Andrea Segre (Io
sono Li, L’ordine delle cose, Il
pianeta in mare), il
documentario Molecole (71’)
realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato
nella serata
di Pre-apertura di martedì1settembre della 77.
Mostra Internazionale d’Arte
Cinematograficadella Biennale di
Venezia, in Sala
Darsena (Palazzo del Cinema) e
al PalaBiennale al Lido.
Alla
speciale serata-omaggio di Pre-apertura,
con inizio alle ore 21.00, sarà invitato
il pubblico di Venezia attraverso la
collaborazione con i quotidiani “Il
Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e
Mestre” e il “Corriere del
Veneto”.
Tra febbraio e
aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre
preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto
bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle
conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che
ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la
città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti.
Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto,
riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a
livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei
giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel
documentario Molecole. Riemerge così
il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero
protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo
modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del
regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà
nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.
“Per fare un
film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo.
Per Molecole non c’è stato
nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho
vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non
potevo prevedere. Molecole è
sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di
pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo
migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.” (Andrea
Segre)
Molecole, il film
Regia:
Andrea Segre sceneggiatura: Andrea
Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi,
Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia
Zanella musica: Teho Teardo produzione:
ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto
Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto
Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film
Italia 2020, 71’
Andrea Segre, il
regista
Andrea
Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e
documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato
presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.
Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono
Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate
degli Autori, La prima neve (2013) ha
partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di
Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato
presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari,
ha realizzato Lo sterminio dei popoli
zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale
Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come
un uomo sulla terra (2008), Il sangue
verde (2010, presentato alle Giornate degli
Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano
Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia)
e I sogni del lago salato (2015, Progetto
Speciale alle Giornate degli Autori).
Jeff Goldblum ha rivelato che Jurassic
World: Dominion presenterà una scena d’azione con
il trio originale ed un nuovo dinosauro. Dominion sarà
l’ultimo film della trilogia di Jurassic World e dovrebbe
portare a termine l’intero franchise dedicato ai dinosauri. La
produzione del film è iniziata all’inizio di quest’anno, ma a causa
della pandemia di Coronavirus le riprese si sono interrotte a metà
marzo. Dominion è stata una delle prime produzioni di
Hollywood a tornare sul set il mese scorso e, a parte un cambio di
location a seguito di un’epidemia a Malta, pare che le riprese
stiano procedendo senza intoppi.
Nonostante i dettagli della trama
siano alquanto limitati in questo momento, pare che Jurassic
World: Dominionsegnerà la fine
di un’era. Oltre al ritorno della maggior parte delle star di
Jurassic World,Dominion ci riporterà
ufficialmente alle radici del franchise di Jurassic Park. Per la prima volta dal film
originale del 1993, infatti,
Jeff Goldblum,
Sam Neill e
Laura Dern torneranno a lavorare insieme. In
realtà, il personaggio di Ian Malcolm interpretato da Goldblum era
già apparso in Jurassic World:
Il Regno Distrutto, ma in quel caso si era
trattato di un breve cameo. Le cose saranno molto diverse in
Dominion, dal momento che proprio Neill ha promesso che
tutti e tre gli attori avranno dei ruoli sostanziali.
Adesso, in una nuova
intervista con
Insider (la stessa in cui ha anticipato che
presto tornerà a lavorare con Taika Waititi),
Jeff Goldblum ha rivelato alcuni dettagli su ciò che i
fan dovranno aspettarsi da Dominion. La cosa più eccitante
che l’attore ha condiviso è che la prima scena che ha girato per il
film di Colin
Trevorrow è stata sia con Neill che con Dern, e anche
se non ha potuto fornire dettagli concreti, non ha comunque
nascosto la sua eccitazione. “La prima scena che abbiamo
girato… era una scena con me, Laura e Sam ed eravamo… non posso
rivelare troppo, ma siamo stati tutto il giorno rinchiusi un questo
spazio ristretto”, ha dichiarato l’attore. “Lo vedrete! Lo
scoprirete quando vedrete il film. Eravamo tutti e tre in questo
spazio minuscolo ed eravamo minacciati da… non potrei dirlo! Una
sorprendente fazione di creature preistoriche che probabilmente non
avete mai visto prima.”
Sarà il Pyroraptor la nuova
terrificante creatura di Jurassic World: Dominion?
Dalle parole di
Goldblum, sembra che Ian, Ellie Sattler (Dern) e Alan Grant (Neill)
si ritroveranno al centro dell’azione e che alcuni nuovi dinosauri
daranno loro del filo da torcere. Anche se non è chiaro quali
saranno questi nuovi dinosauri, potrebbe trattarsi dei Pyroraptor
apparsi di recente in alcune foto dal set. I fan hanno già
intravisto le varie creature che saranno incluse nel film, ma il
Pyroraptor ha senza dubbio il potenziale per essere tra i più
spaventosi. A rendere le cose ancora più eccitanti è il fatto che
alcuni dinosauri non saranno ricreati attraverso la CGI:
Dominion, infatti,
utilizzerà l’animatronica, come confermato anche da
Goldblum.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, in programma dal 2
all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su
MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa
San Paolo di Forlì, presenta le giurie delle sezioni
competitive.
Animalab: Monica
Manganelli, dopo il grande successo di Butterflies in Berlin,
cortometraggio animato che ha fatto incetta di premi negli ultimi
12 mesi, torna a Forlì in veste ufficiale. La affiancheranno i
colleghi artisti Virgilio Villoresi e la sudcoreana Jooyoung
Soheili.
CortItalia: Elena Bouryka, regista
e attrice, si dovrà confrontare, per decidere quale cortometraggio
vincerà il concorso riservato alle produzioni italiane, con due
giornalisti e direttori di festival. Boris Sollazzo, voce di Radio
Rock, firma di Rolling Stone e direttore artistico di Linea d’Ombra
Festival. E poi Steve Della Casa, uno dei pilastri di Hollywood
Party, mitica trasmissione sul cinema alla Radio(3), ex direttore
del Torino Film Festival e regista di documentari sulle sue
passioni di celluloide, dai musicarelli al cinema horror classico
italiano.
IranFest diventa una sezione
competitiva a tutti gli effetti, giuria compresa, composta da
Giancarlo Zappoli, direttore editoriale di MyMovies.it. Aitor
Arenas Suso, direttore del festival di cortometraggi Humor en
Corto, ovviamente incentrato su brevi film per far ridere. Infine,
in rappresentanza dell’Iran, il regista Milad Tangshir, che con i
suoi film è stato selezionato a Venezia, Torino e al Sundance.
Chiudiamo con la sezione Movie. Per
il concorso internazionale i giurati saranno: il giornalista
britannico e Presidente del board della Short Film Conference
Laurence Boyce. Giacomo Manzoli, direttore del dipartimento delle
arti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Infine,
Sandrine Cassidy, produttrice e direttore del dipartimento festival
e distribuzione della School of Cinematic Arts di LosAngeles.
A queste si aggiungono la giuria
per la sezione sperimentale Experia, composta dal comitato di
selezione di Sedicicorto, la giuria della sezione Animare, composta
dai bambini iscritti alla newsletter dedicata del festival ai cui
voti si aggiungeranno quelli arrivati sulla piattaforma di Il
Cinemino, e la giuria per la sezione CortInLoco, composta dagli
studenti della Scuola di Cinema di Cesena.
Sedicicorto Forlì International
Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è
realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo –
Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la
sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini
Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio
del Parlamento Europeo e FEDIC.
“Non abbiamo fatto un film di
supereroi, ma un film in cui delle persone stanno passando un
periodo difficile per scoprire qual è il loro posto nel
mondo.” In poche parole si riduce a questo il succo di
The New Mutants, il film di Josh
Boone che è finalmente arrivato nelle sale italiane, dopo
aver affrontato una serie di situazioni davvero complicate che ne
hanno condizionato la produzione e ritardato l’uscita di quasi due
anni.
Il film sui nuovi mutanti è nato in
produzione alla Fox, la sua uscita è stata poi posticipata per
delle necessità di reshoot, riprese aggiuntive, e poi si è trovato
nel bel mezzo dell’acquisizione di Fox da parte di Disney.
Successivamente, il film è stato ulteriormente posticipato a causa
della pandemia di COVID-19 ancora in corso, per
arrivare ad un’uscita in sordina proprio adesso, alla fine di una
strana estate, proprio mentre il cinema e l’esperienza in sala si
sta riprendendo.
Uno degli elementi più interessanti
emersi nel corso della conferenza stampa con il regista e il cast
protagonista, è stato che il film non è effettivamente passato
sotto a nessuna ripresa aggiuntiva. Boone ha infatti detto che la
produzione di The New Mutants era concluso alla
vigilia della fusione e il procedimento che si è avviato di lì a
poco ha impedito qualsiasi intervento sul girato, per cui il film è
uscito soltanto con una rielaborazione di ciò che era già stato
portato a termine durante le riprese ordinarie.
I giovani protagonisti hanno poi
girato il film in un vero istituto per salute mentale, scelta che
ha conferito molta autenticità alla loro recitazione e alla
costruzione di un’ambientazione spettrale ed inquietante.
Per quanto riguarda il lavoro che il
regista ha portato avanti in relazione ai fumetti di origine dei
personaggi, tutti i protagonisti hanno dichiarato che il lavoro sul
personaggio ha previsto una parte di ricerca sui testi, e quindi
tutti hanno letto molti fumetti, ma allo stesso tempo, per cercare
di realizzare un film che potesse essere capito e apprezzato da
tutti, hanno costruito dei personaggi che fossero molto radicati
nella realtà e nel momento emotivo che stavano vivendo in quel
momento, così da fondere le necessità cinematografiche alle radici
fumettistiche.
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Marco (Stefano
Accorsi) e Anita (Serena
Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un
raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal
dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la
prima moglie Clara (Maya
Sansa). Improvvisamente però, nella vita di
Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria
Golino), la nuova proprietaria della casa dove la
coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna
sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di
un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si
ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora
da scrivere.
Lacci,
diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita,
Mio fratello è figlio unico, Il portaborse) e
interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura
Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini,
Linda Caridi è il film di apertura,
Fuoriconcorso, della 77.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre
– 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e
organizzata dalla Biennale di Venezia.
“Negli ultimi tempi abbiamo avuto
paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato
Daniele Luchetti – E invece durante la
quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una
caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie,
i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai
festival, dunque, che permettono di celebrare
tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha
pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con
Lacci sono onorato di aprire le danze del
primo grande festival di un tempo imprevisto”.
“Da 11 anni, la Mostra del Cinema
non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato
Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta
dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile
coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti
emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo
che viene svelato solo nel finale. Sostenuto da un cast
eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta
attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza
positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a
Venezia quest’anno non potrà che confermare”.
Napoli, primi anni ‘80: il
matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora
della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora
sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed
infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una
scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli
innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico
Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori
libri del 2017, il nuovo film di Daniele
Luchetti.
Lacci sarà
proiettato mercoledì2 settembre, nella
Sala Grande del Palazzo del
Cinema al Lidodi
Venezia, nella serata di apertura della 77.
Mostra. Prodotto da IBC Movie con
Rai Cinema, Lacci è
scritto da Domenico Starnone, Francesco
Piccolo e Daniele
Luchetti.
Daniele Luchetti – Nota
biografica
Daniele Luchetti nasce a Roma nel
1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista,
Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per
il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse
(1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima
accoglienza al festival di Cannes e vince il David di
Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore
protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995),
I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio
unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene
presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica
5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa
volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato
da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la
migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre
David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film
più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile
felicità, realizzato nel 2019.
La ABC ha trasmesso un video tributo
dedicato a Chadwick Boseman, attore interprete di
Black Panther che si è spento a soli 43 anni a
causa di un cancro al colon. A partecipare al video tutti i suoi
compagni Vendicatori, che hanno condiviso con occhi lucidi e voce
spezzata il loro ricordo del collega di set.
I really love this family. Seeing their
inability to hide the pain but also the way their admiration and
love overpowers it all makes my heart absolutely ache https://t.co/HQpkL5Y2Uw
Nel corso degli anni, il
MCU
è stato elogiato dai fan di tutto il mondo per il modo in cui è
riuscito a rappresentare sul grande schermo determinati personaggi
(pensiamo a Captain America e
Ant-Man) e anche per il modo in cui è riuscito ad
adattare storie proveniente dai fumetti considerate molto complesse
(come “Civil War” o “Infinity Gauntlet”).
Tuttavia, l’universo condiviso non è esente da errori, e spesso si
è lasciato sfuggire l’occasione di approfondire personaggi o
avvenimenti in modi che avrebbero merito un riguardo maggiore.
The Direct ha raccolto le 10 grandi occasioni mancate
dell’Universo Cinematografico Marvel:
La morte di Zola
Anche se i Marvel Studios
hanno sempre avuto dei problemi ad uccidere i loro cattivi, come
Ronan e Malekith, la distruzione del Dr. Zola in Captain America: The Winter Soldier ha particolarmente
colpito i fan, che l’hanno sempre ritenuta uno spreco di
potenziale.
Toby Jones ha interpretato in modo
avvincente il personaggio ne
Il primo vendicatore, per poi dargli una sfumatura più
vendicativa ed inquietante in
The Winter Soldier. Sfortunatamente, i server che lo
tenevano in vita furono completamente distrutti quando Alexander
Pierce tentò di uccidere Rogers e Natasha facendo saltare in aria
il bunker in cui erano presenti Zola ed i nostri eroi. Tuttavia, le
cose sarebbero potute andare diversamente, poiché Zola sarebbe
dovuto sopravvivere per portare avanti la sua crociata contro
Capitan America.
In uno storyboard che dovrebbe far
riferimento ad una delle prime bozze del film, invece di Zola che
viene distrutto dopo aver rivelato l’infiltrazione dell’HYDRA nello
SHIELD, è lui che spiega quale sia il suo algoritmo. Ma, per un
motivo che non scopriremo mai, i Marvel Studios hanno deciso di
uccidere il personaggio.
Un nuovo team di Vendicatori
Alla fine di Avengers:
Age of Ultron, il pubblico ha potuto godere dell’assaggio
di un team completamente nuovo di Vendicatori guidato da Captain
America e Black Widow, mentre War Machine, Falcon, Wanda e Vision
avrebbero agito come suoi nuovi membri. Tuttavia, l’unica volta in
cui i fan li vedono in azione insieme come una squadra è durante
l’inizio di Captain
America: Civil War, e anche in quel caso, non tutti gli
eroi sono presenti. Poco dopo l’incidente provocante con Wanda, la
squadra viene sciolta.
Non abbiamo mai visto o sentito
parlare di nessuna delle loro altre missioni o di come si sono
comportati da soli senza l’aiuto finanziario di Tony Stark e
l’assenza di Bruce Banner. All’indomani degli eventi di
Civil War, in Spider-Man:
Homecoming si parla spesso degli Avengers che non si sono
sciolti, anche se il team a cui si fa riferimento in quel film
dovrebbe essere composto soltanto da Iron Man, War Machine e
Visione, ma anche in questo caso i fan non vedono mai questa
squadra in azione.
In effetti, esiste un concept art
che mostra Visione e War Machine coinvolti nel salvataggio di
alcuni civili su un traghetto, insieme ad Iron Man, ma tale concept
non è mai stato utilizzato in sceneggiatura. Farli apparire insieme
sarebbe stato molto utile per mostrare al pubblico come ci fosse
ancora una squadra attiva di Vendicatori nel mondo, dal momento che
Tony invita persino Peter a unirsi a loro alla fine del film.
Gli accordi di Sakovia
Oltre al fatto che i fan
non hanno avuto modo di vedere queste temporanee formazioni di
Vendicatori in azione, gli effetti degli accordi di Sokovia hanno
avuto pochissima risonanza nell’universo condiviso, a parte Tony e
Steve che si separano mentre gli altri eroi sono in fuga o agli
arresti domiciliari.
Dopo Captain
America: Civil War, gli Accordi vengono citati
solo tre volte: una volta durante Spider-Man:
Homecoming, quando uno degli insegnanti di Peter
li menziona brevemente; una seconda volta in Avengers:
Infinity War quando Ross ordina a Rhodey di arrestare
Steve Rogers; infine in Ant-Man
and the Wasp quando l’agente Woo spiega a Cassie perché
Scott era agli arresti domiciliari.
In effetti, è
davvero strano che questa legge non abbia più importanza nei film,
soprattutto in quelli con protagonista di Spider-Man. In effetti,
Tony non li menziona nemmeno una volta quando rimprovera Peter per
essere andato contro i suoi desideri nel perseguire Avvoltoio.
Inoltre, gli Accordi avrebbero potuto essere menzionati anche per
il fatto che Tony ha svincolato Peter dall’essere costretto a
firmarli, dal momento che fino a quel momento aveva avuto a che
fare con crimini non propriamente “degni” di un
Vendicatore.
L’occhio di Nick Fury
Captain
Marvel ha rivelato che l’origine del trauma oculare di
Nick Fury era opera di un felino alieno. Anche se questo non è
stato un enorme passo falso, avrebbe comunque potuto portare ad uno
sviluppo del personaggio molto più significativo.
Nei fumetti, ci sono più origini
relative all’occhio danneggiato di Fury, a seconda della
continuity: tuttavia, fanno più o meno tutte riferimento a
quando Fury venne inflitto da una granata vagante o da
un’esplosione d’auto. In Captain America: The Winter Soldier, si sono
fatti diversi riferimenti al motivo per cui il personaggio indossa
una benda sull’occhio.
Nello specifico, Fury dice che il
motivo per cui ha perso l’occhio è stato a causa di qualcuno “di
cui si era fidato” in passato. Nello stesso film, si è andati anche
oltre il mero intrigo, dal momento che Fury ha rivelato la sua
ferita tanto a Pierce quanto al pubblico, palesando così dei segni
causati da alcuni artigli. Ciò ha dato vita a tutta una serie di
speculazioni, con alcuni fan che hanno cominciato a credere che
Wolverine o altri importanti personaggi Marvel avessero tradito la
fiducia di Fury.
Ecco perché non è difficile
immaginare perché molti siano rimasti delusi quando è stato
spiegato in Captain
Marvel che la ferita di Fury è stata opera di Goose.
Zia May scopre che Peter è Spider-Man
Una delle più grandi
occasioni mancate di Spider-Man:
Homecoming è certamente la scena in cui zia May
scopre che Peter Parker è Spider-Man. A causa della natura del MCU,
dopo la rivelazion non vediamo mai la discussione tra i due
personaggi circa la natura da supereroe del ragazzo. Proprio per
questo, i fan sono stati lasciati a speculare sulla dinamica tra
Peter e zia May fino all’uscita di Spider-Man:
Far From Home.
Ci si aspetterebbe che zia May
esitasse a lasciare che Peter continuasse a essere Spider-Man.
Tuttavia, in Far
From Home, a questa rivelazione non viene mai dato il tipo
di peso che merita, soprattutto perché nel primo film era implicito
che zia May si sarebbe effettivamente opposta al fatto che
Peter fosse invischiato in situazioni tanto pericolose. Questo
dovrebbe essere un momento enorme per entrambi i personaggi, ma
purtroppo sullo schermo non è stato mai raccontato.
Il debutto di Black Panther e Captain Marvel
A causa all’ex CEO della
Marvel Entertainment, Ike Perlmutter, Black
Panther e Captain
Marvel sono stati relegati nel dimenticatoio per anni,
nonostante la passione e il desiderio di Kevin Feige di portarli sullo schermo (come
dichiarato dallo stesso nelle varie interviste). Un film su Black
Panther era in sviluppo dal 2008, mentre Captain Marvel aveva una
sceneggiatura già nel 2013, ma abbiamo visto i rispettivi film
soltanto nel 2018 e nel 2019.
Proprio per tali sconcertante
sviluppi, entrambi sono arrivati quasi sul finire della “Saga
dell’Infinito”, soprattutto Captain Marvel. Se i rispettivi film
avessero avuto la possibilità di arrivare prima in sala, i fan
avrebbero potuto vedere Black Panther interagire di più con
personaggi come Tony Stark, e magari cementare ulteriormente
Wakanda come paese nell’universo del MCU.
Edgar Wright e la regia di Ant-Man
Qualunque
cosa i fan potessero pensare delle idee e delle intenzioni
originali di Edgar Wright per il primo Ant-Man
(che si tratti di includere il Regno Quantico o di uccidere Janet
senza tante cerimonie), sarebbe stato, senza dubbio, uno dei film
miglior film (almeno dal punto di vista registico) di questo
gigantesco franchise.Noto essenzialmente
per le sue satire di genere, Edgar Wright ha uno stile ben preciso,
che quasi sempre fa ricorso ad un montaggio capace di rendere anche
le azioni più banali estremamente coinvolgenti e
istruttive.
Questo stile si sarebbe sposato alla
grande con la personalità e le abilità di un personaggio come
Ant-Man, quindi non c’è da meravigliarsi che i Marvel Studios
abbiano deciso di assumerlo quando hanno iniziato a pensare al
film. Sfortunatamente, come poi sappiamo tutti, Wright ha
abbandonato il progetto per alcune “divergenze
creative”.
Ant-Man e Wasp “esclusi” dagli Avengers originali
In una prima bozza di
The Avengers, prima che Scarlett Johansson venisse scelta per il
ruolo di Vedova Nera in Iron Man 2, Joss Whedon aveva
inizialmente pianificato di includere anche Janet Van Dyne (alias
The Wasp) nella squadra. Nel sequel Avengers:
Age of Ultron, sempre Whedon aveva brevemente
pensato di far apparire Hank Pym come il creatore di Ultron
(omaggiando così i fumetti), ma alla fine cambiò idea.
Si tratta di un vero peccato, dal
momento che se Ant-Man e The Wasp fossero stati introdotti come
membri originali degli Avengers, Hank avrebbe potuto ancora essere
il creatore originale di Ultron come lo è nei fumetti. Per non
parlare del fatto che Janet, il personaggio letteralmente
responsabile della nomina della squadra nei fumetti, avrebbe potuto
avere maggiore rilevanza all’interno dell’universo condiviso.
Hulk
Sicuramente non è un segreto a
questo punto che i fan non sia rimasti soddisfatti della storyline
di Bruce Banner/Hulk in Avengers:
Endgame. Alcuni fan hanno persino colto dei segni
premonitori di ciò che la Marvel aveva in serbo per il Gigante
Verde già in Thor:
Ragnarok. Gli elementi della trama del fumetto “Planet
Hulk” sono stati usati come mera vetrina per il personaggio, senza
alcuna crescita per lo stesso.
D’altra parte, in quello stesso
film, era la prima volta che la dinamica tra Hulk e Banner era più
vicina ai fumetti, dove Hulk è una persona con desideri e bisogni
definiti. Purtroppo, tale elemento viene appena accennato dopo che
Hulk si trasforma di nuovo in Banner, mentre il resto del film lo
tratta più come qualcosa sul quale poterci scherzare.
L’arco narrativo del personaggio è
diventato ancora più confuso in Avengers:
Infinity War, quando Hulk viene sconfitto da Thanos e si rifiuta di “uscire” per aiutare Bruce. In
effetti, i fan non vedranno mai più Bruce trasformarsi in Hulk. In
Endgame,
il personaggio si è già sviluppato al di fuori di ciò che viene
raccontato nel film, e tutto viene ridotto ad un brevissimo dialogo
con Scott Lang.
Team-up che non vedremo mai
Le interazioni tra
personaggi del MCU che non vedremo mai sono forse le più dolorose,
ma parte di ciò era comunque fuori dal controllo di Kevin Feige. La
causa di determinati team-up che non vedremo mai è ascrivibile a
diversi fattori, incluso il fatto che i Marvel Studios che non
hanno mai avuto i diritti sui personaggi nella stesso momento.
Come accennato in precedenza
nell’articolo, Tony Stark e T’Challa non si scambiano una singola
battuta nell’universo condivso, nemmeno in Captain America: Civil War, e
adesso non avranno mai più la possibilità di farlo, a causa del
finale di Avengers: Endgame. La morte di Tony
Stark significa anche che personaggi come gli X-Men e i Fantastici
Quattro, che adesso possono finalmente essere introdotti nel MCU,
non avranno la possibilità di condividere con lo schermo con
determinati personaggi (pensiamo per esempio al Cap interpretato da
Chris Evans), a causa della scadenza dei
contratti di alcuni attori.
Sono iniziate venerdì scorso
a Trieste le riprese del nuovo film di Gabriele
SalvatoresComedians,
prodotto da Indiana Production e Rai Cinema in collaborazione
con Friuli Venezia Giulia Film Commission.
Comedians di Trevor Griffiths è
un testo teatrale scritto alla fine degli anni ‘70 ed è stato
giudicato dalla critica come una delle più riuscite pièce teatrali
del teatro inglese contemporaneo.
La pièce è stata rappresentata in
tutto il mondo, la prima americana venne allestita a Broadway per
la regia di Mike Nichols. «Molti anni fa
misi in scena Comedians per il Teatro dell’Elfo di Milano. Lo
spettacolo, interpretato da giovani attori, che in seguito sono
diventati molto famosi, venne replicato per tre anni di seguito e
Griffiths ne fu molto contento e quando recentemente gli ho
proposto di adattare il testo per lo schermo con grande entusiasmo
mi ha risposto “Go ahead with all speed. You’ll do it
well”.
Adattare per lo schermo il testo di
Griffith dà sicuramente la possibilità di creare un film sulla
comicità seppure non si tratti solo di questo. Infatti,
attraverso le varie performance il film ci farà riflettere sia sul
significato di comicità che sull’importanza di fare delle scelte
nella vita e di rimanere fedeli alle scelte fatte.
Nel cast del film Ale
e Franz, Natalino Balasso, Demetra Bellina, Marco Bonadei, Elena
Callegari, Aram Kian, Walter Leonardi, Riccardo Maranzana, Giulio
Pranno, Vincenzo Zampa e con la partecipazione
straordinaria di Christian De Sica.