Poker di donne al Premio Kinéo
ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Arrivano in
Laguna, infatti, quattro splendide donne ad illuminare la 18.
edizione dello storico riconoscimento: la ex Bond Girl,
Olga Kurylenko, premiata per la sua bella
interpretazione in The Room,
Katherine Waterston (Animali Fantastici e dove
trovarli), Anna Foglietta
(Genitori quasi perfetti) e la giovane
Sara Serraiocco (In viaggio con Adele,
Lo spietato).
Tra gli altri personaggi attesi in
Laguna, Oliver Stone, Mads
Mikkelsen con la moglie, l’attrice e coreografa danese
Hanne Jacobsen, Pierfrancesco Favino,
Matteo Garrone, Marco D’Amore e
la produttrice Martha De Laurentiis.
D’Amore e De Laurentiis
riceveranno l’ITTV/Kinéo Award, un premio nato
dalla partnership tra il Kinéo e ITTV –
The Italian Tv Festival di Los Angeles, ideato da
Valentina Martelli, Cristina
Scognamillo e Francesca Scorcucchi,
dedicato alla migliore Serie televisiva italiana e volto a premiare
la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto maggiori
consensi negli Stati Uniti.
Nel settembre del 2021, inoltre, il
Kinéo volerà a Los Angeles, durante la II edizione
di ITTV Festival dove sarà consegnato
l’ITTV/KINEO premiando produzioni e
protagonisti più amati.
Ospite d’onore del Premio Kinéo
Maria Francesca Spatolisano, Chairman delle
Nazioni Unite, Vice del Segretario Generale António Guterres, per
il Coordinamento delle Politiche e Inter-Agency nel Dipartimento
degli Affari Economici e Sociali. La Spatolisano è stata
Ambasciatrice dell’Unione Europea all’ODEC e all’UNESCO.
Tra le sue funzioni anche il
perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile.
Tra le novità di quest’anno anche la
sede, con la serata di premiazione all’aperto a Venezia in
Campo Santa Sofia, a due passi da Ponte Rialto, e
la cena ufficiale degli artisti nella dimora cinquecentesca dei
Dogi Morosini: Ca’ Sagredo. Un modo per creare una
vera e propria integrazione delle due realtà territoriali della
Mostra.
Con lo stesso spirito, ma
guardando al futuro, torna, quindi, il Premio Kinéo, evento
speciale collaterale della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, dando appuntamento anche in streaming a
sabato 5 settembre 2020 alle ore 13.30 per
la conferenza stampa all’Italian Pavilion, all’Hotel Excelsior del
Lido.
L’Associazione Kinéo, inoltre,
promuoverà il convegno coordinato da Carlo Gentile
del SNCCI, il 5 Settembre
a Cà Sagredo, dalle ore 09.00 alle ore 14.00,
durante il Meeting “The Next Present And The Future Of The
Audiovisual. How a Video Can Change The World.”
“Qual è lo stato del sistema
audiovisivo mondiale, il contributo che cinema, web e televisione
possono dare e stanno dando per migliore il nostro mondo,
l’ambiente, il clima ed il nostro modo di vivere?
Queste sono alcune domande a cui
risponderanno i relatori e promotori rappresentanti delle Nazioni
Unite, del CSC, della SIAE, della RAI, del Parlamento Italiano,
dell’Istituto Luce-Cinecitta, della Cineteca di Milano, Vision
Distribution e CinemAmbiente.
Il Premio Kinéo, si
realizza col patrocinio del CSC (Centro
Sperimentale di Cinematografia) e in collaborazione con l’AD del
CSC Production, Marcello Foti, con
SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori),
ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema),
con il SNCCI (Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani), e il sostegno della
DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del
Mibact (Ministero per i Beni e le Attività
Culturali). E’, inoltre, in collaborazione con la Giornata
Mondiale del Cinema Italiano promossa dall’Intergruppo
Cinema della Camera dei Deputati della Repubblica
Italiana.
È cosa alquanto risaputa che
Christopher Nolan sia un’amante del
personaggio e della saga di James
Bond. In occasione della promozione di Tenet,
il regista ha parlato con
GamesRadar del fatto che, durante la sua carriera, abbia sempre
cercato attraverso i suoi film di ricreare le emozioni che lui
stesso provò durante la visione al cinema de La spia che mi
amava(The Spy Who Loved Me), decimo film della
saga uscito nel 1977, con Roger Moore nei panni di 007.
In merito a ciò, il regista ha
spiegato: “Il primo film di James Bond che ricordo di aver
visto al cinema è stato La spia che mi amava con Roger Moore.
Ancora oggi è uno dei miei preferiti, anche se è un film che cerco
di non riguardare troppo spesso. Quando l’ho riguardato di recente,
però, l’ho fatto vedere anche ai miei figli e ho rivissuto
determinate emozioni”.
“Credo di aver avuto sette anni
quando lo vidi al cinema con mio padre”, ha spiegato Nolan.
“Quello che ho sempre cercato di conservare da quella
esperienza è la sensazione di avere la possibilità di saltare
dentro lo schermo e di viaggiare in ogni angolo del pianeta vedendo
cose straordinarie. Aveva una portata spettacolare davvero
notevole. Era escapismo allo stato pure con l’aggiunta di una
componente fantasy. D’altronde, c’era una macchina che diventava un
sottomarino e altre cose del genere.”
Il regista ha poi aggiunto:
“Penso di aver speso buona parte della mia carriera alla
continua ricerca di quelle sensazioni, cercando di fornire
attraverso i miei film un’analoga esperienza al pubblico. Ho sempre
voluto riportare le persone a quel senso di meraviglia relativo a
ciò che i film possono fare e dove ti possono
accompagnare.”
In occasione del DC FanDome, la
Warner Bros. ha finalmente svelato tutti (o quasi) i personaggi che
vedremo nell’attesissimo The Suicide
Squad che sarà scritto e diretto da James
Gunn. Naturalmente, oltre ai personaggi già visti nel
cinecomic di David
Ayer del 2016, nella nuova iterazione di Gunn in
arrivo al cinema il prossimo anno, ci saranno tutta una serie di
personaggi mai visti prima sul grande schermo.
Di recente, il regista ha rivelato
che la DC non gli ha mai imposto quali personaggi avrebbe potuto
usare o meno nel suo film. Piuttosto, è stato lo stesso Gunn ad
aver deciso di togliere dal film alcuni particolari villain. Come
rivelato via
Twitter, infatti, inizialmente nel film sarebbe dovuto apparire
anche il personaggio di Dogwelder: alla fine,
però, Gunn ha deciso di eliminarlo per una ragione ben precisa.
“Dogwelder è stato ovviamente
preso in considerazione”, ha spiegato James
Gunn in risposta alla domanda di un fan. “Ma sai… essendo
un amante degli animali, non sono sicuro che sia qualcosa che
personalmente vorrei vedere espresso attraverso il
cinema.”
Dogwelder, un personaggio troppo
“controverso” per The Suicide Squad
Nei fumetti,
Dogwelder è un membro della Sezione 8. Lavora al fianco di diversi
personaggi altrettanto bizzarri, come Flemgem e Shakes. Dogwelder
ha un dono particolarmente strano: saldare cani morti su altri
cattivi. Anche se The Suicide
Squad presenterà scene di violenza, è chiaro dal
ragionamento di Gunn che Dogwelder è un personaggio un po’ troppo
“controverso” per il suo film, sottolineando quanto le “abilità”
dello stesso non siano piacevoli da vedere sul grande schermo. In
effetti, includere un personaggio come Dogwelder avrebbe potuto
scatenare non poche polemiche…
Jeff Goldblum e Taika Waititi potrebbero tornare a lavorare
insieme dopo Thor:
Ragnarok. Questo è quello che ha lasciato intendere
l’attore in una recente intervista con
Insider, rivelando di aver parlato con Waititi della
possibilità di realizzare qualcos’altro insieme, anche se al
momento il progetto in questione sarebbe assolutamente top
secret.
In Thor:
Ragnarok, Goldblum ha interpretato il personaggio del
Gran Maestro, un essere cosmico che governa il pianeta Sakara e che
ama manipolare forme di vita inferiori come gli umani. Come
dichiarato più volte dallo stesso attore, durante la lavorazione
del film Waititi lo ha spesso incoraggiato a improvvisare sul set
affinché “facesse suo” il personaggio, che di fatto è diventato
molto amato dai fan anche grazie all’interpretazione di
Golblum.
“Sono un suo fan, ovviamente.
Sono un fan di Taika Waititi”, ha dichiarato Jeff Goldbum. “Lo adoro. Lo adoravo anche
prima di avere l’occasione di lavorare con lui e forse faremo
qualcos’altro insieme. Abbiamo parlato di fare qualcos’altro che
deve rimanere segreto al momento. Quel che è certo è che farei di
tutto con lui.”
E se Jeff Goldblum apparisse nel
nuovo film di Star Wars diretto da Taika Waititi?
In seguito alle dichiarazioni di
Jeff Goldbum, in molti hanno cominciato a
speculare sul fatto che l’attore e il regista possano tornare a
lavorare fianco a fianco nel nuovo annunciato film della saga di
Star Wars che sarà diretto e co-sceneggiato
proprio da
Taika Waititi. Anche la fonte ha ipotizzato che la
nuova collaborazione tra i due potesse avere a che fare con la
celebre saga fantascientifica. Per questo ha suggerito all’attore
un possibile ruolo “alieno” all’interno del franchise, che per
tutta risposta ha dichiarato: “Oh, sarebbe divertente. Beh,
l’ho già fatto una volta per Taika e la Marvel, con Ragnarok, anche se ero
un personaggio un po’ strano, cattivo. Ad ogni modo, posso
immaginare di cosa parli.”
In attesa di scoprire nuovi dettagli
sulla rinnovata collaborazione tra Goldblum e Waititi, ricordiamo
che il film di Star Wars diretto dal regista neozelandese
verrà scritto dallo stesso in collaborazione con Krysty
Wilson-Cairns. Al momento non sappiamo ancora quando il
film arriverà nelle sale.
Tenet
di Christopher Nolan è ufficialmente
arrivato in diversi mercati internazionali e i gli incassi del film
nel primo weekend di apertura hanno indubbiamente superato le
aspettative. I risultati al botteghino sono stati alquanto
disastrosi quest’anno, dal momento che la pandemia di Covid-19 ha
portato alla chiusura dei cinema e al posticipo di innumerevoli
film.
Nelle ultime settimane i cinema
hanno cominciato gradualmente a riaprire sia negli Stati Uniti che
a livello internazionale, sebbene alcuni grandi mercati americani
restino ancora chiusi. Tuttavia, dal momento che il Coronavirus è
ancora un problema reale, in molti erano curiosi di vedere quale
sarebbe stata la reazione del pubblico una volta che i cinema
avrebbero riaperto e i film sarebbero tornati a circolare nelle
sale.
Da molti Tenet è
stato visto come il film che avrebbe “salvato” il cinema e, di
conseguenza, gli incassi a livello mondiale. Anche prima dello
scoppio della pandemia, il nuovo film di Nolan era uno dei titoli
più attesi dell’anno. Inizialmente sarebbero dovuto arrivare nelle
sale a Luglio, ma alla fine la Warner Bros. è stata costretta a
ritardare l’uscita più e più volte.
Invece di aspettare che tutte le
sale cinematografiche riaprissero su scala globale, lo studio ha
deciso di procedere con un piano di rilascio non convenzionale. Di
conseguenza, Tenet è
stato lanciato prima in diversi mercati internazionali a partire
dallo scorso 26 Agosto, mentre in alcune città degli Stati Uniti e
in Cina debutterà alla fine di questa settimana, precisamente il 3
Settembre.
Come riportato da
THR (via
Screen Rant), Tenet è
riuscito a scuotere il botteghino internazionale e a donargli nuova
linfa vitale, arrivando ad incassare oltre 53 milioni di dollari,
un risultato che ha superato di gran lunga le aspettative. Il
risultato è il frutto degli incassi di oltre 40 mercati, incluso il
Canada: soltanto 37 milioni di dollari provengono dalle aree
dell’Eurpa, dell’Africa e del Medio Oriente.
Attraverso una nota
ufficiale, il presidente del Warner Bros. Pictures, Toby Emmerich,
ha dichiarato: “Siamo partiti da un fantastico inizio a livello
internazionale e non potremmo essere più contenti. Christopher Nolan ha ancora una volta
consegnato un film degno di un evento che richiede di essere visto
sul grande schermo. Siamo entusiasti che il pubblico di tutto il
mondo abbia l’opportunità di vedere Tenet.”
Ant-Man e Wasp sono due dei
supereroi Marvel più importanti ed iconici.
Essendo membri fondatori degli Avengers nei fumetti Marvel, i due
eroi hanno finalmente ottenuto il tanto atteso debutto sul grande
schermo in Ant-Man
del 2015, ma poiché il film si concentrava su un arco narrativo ben
preciso, ossia la redenzione di Scott Lang, la Wasp di
Evangeline Lilly è stata “menzionata” soltanto
alla fine, nello specifico nella scena a metà dei titoli di coda
che ha anticipato il costume del personaggio.
Ant-Man
and the Wasp ha finalmente mantenuto la promessa,
mettendo Scott Lang e Hope van Dyne fianco a fianco in un’avventura
che era in gran parte legata all’arco narrativo emotivo di Hope. I
due minuscoli supereroi sono diventati un duo indistruttibile, che
ha combattuto l’uno accanto all’altro nell’epico finale di
Avengers:
Endgame, e ora il regista di Ant-Man 3 ha fornito un aggiornamento su come
il personaggio di Wasp si adatterà all’interno del terzo film.
In un’intervista con
Yahoo Entertainment, il regista Peyton Reed ha
fornito alcuni aggiornamenti sullo stato di Ant-Man
3 e sul futuro della relazione tra la Wasp di Evangeline Lilly e l’Ant-Man di Paul
Rudd. Il corrispondente di Yahoo, Kevin Polowy, ha
sottolineato l’equilibrio di genere portato al franchise di
Ant-Man dando
a Rudd e Lilly il medesimo compenso economico e lo stesso
screentime a disposizione in Ant-Man
and the Wasp. Polowy ha poi chiesto a Peyton Reed se ci si
possa aspettare lo stesso per il terzo film. La risposta del
regista è stata la seguente:
“Sono una partnership, e lei è
una parte molto, molto importante di ciò… ed è stata una cosa molto
gratificante. Immagino che tecnicamente siamo stati il primo film
Marvel con un’eroina presente nel titolo del film. Trovare quel
tipo di equilibrio in quel film è stato molto importante per me,
perché storicamente è un campo da gioco in cui entrano in scena gli
uomini. Ma questo sta veramente, veramente cambiando… in un modo
fantastico, aggiungerei.”
Quanto partiranno le riprese di Ant-Man 3?
Al regista è stato quindi chiesto
se il team creativo abbia o meno già “modellato la storia”
del terzo film. Reed ha risposto: “Sì. Niente è ancora
ufficiale, ma stiamo lavorando tranquillamente. Stiamo lavorando
nonostante la pandemia”. Come riportato dalla fonte, i piani
sono quelli di iniziare a girare entro la fine del 2020, o al
massimo all’inizio del 2021, e di far uscire il film già nel
2022.
Mentre la grande famiglia Marvel e l’intero mondo di
Hollywood continuano a rendere omaggio a Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo
scorso venerdì dopo una battaglia di quattro anni contro un cancro
al colon, il regista di
Black Panther,Ryan Coogler, ha condiviso
– via
Variety – un lungo e commovente tributo all’attore.
“Prima di
condividere i miei pensieri sulla morte del grande Chadwick
Boseman, porgo le mie condoglianze alla sua famiglia, che
significava davvero tanto per lui. A sua moglie, Simone,
soprattutto.
Ho ereditato la scelta del
casting della Marvel e dei fratelli Russo in merito a T’Challa. È
qualcosa di cui sarò per sempre grato. La prima volta che ho visto
la performance di Chad nei panni di T’Challa, era in un taglio
incompiuto di Captain America: Civil War. Stavo
cercando di capire se dirigere Black Panther fosse o meno la scelta
giusta per me. Non lo dimenticherò mai: ero seduto in una sala
montaggio nel Disney Lot e stavo guardando le sue scene. La sua
prima scena era con Scarlett Johansson nei panni di Black
Widow, poi era con quel titano del cinema sudafricano che risponde
al nome di John Kani, che interpretava il padre di T’Challa, King
T’Chaka. È stato in quel momento che ho capito che volevo fare quel
film. Dopo che il personaggio di Scarlett li lascia, Chad e John
hanno iniziato a conversare in una lingua che non avevo mai sentito
prima. Suonava familiare, pieno degli stessi click e smack che i
bambini di colore fanno negli Stati Uniti. Gli stessi click che
spesso vengono considerati irrispettosi o impropri. Ma avevano una
musicalità che sembrava antica, potente e africana.
Ho finalmente incontrato Chad di
persona all’inizio del 2016, una volta che aveva firmato per
dirigere il film. Si è intrufolato tra i giornalisti che si erano
radunati per una conferenza stampa che stavo tenendo per Creed, ci
siamo incontrati nella green room. Abbiamo parlato delle nostre
vite, del tempo che ho passato a giocare a calcio al college e del
tempo trascorso alla Howard a studiare per diventare un regista,
della nostra visione collettiva per T’Challa e Wakanda. Abbiamo
parlato dell’ironia di come il suo ex compagno di classe della
Howard, Ta-Nehisi Coates, stesse scrivendo l’attuale arco narrativo
di T’Challa con la Marvel Comics. E di come Chad conosceva lo
studente della Howard, Prince Jones, il cui omicidio da parte di un
agente di polizia ha ispirato le memorie di Coates ‘Between The
World and Me’.
Sarebbe stata la prima di molte
conversazioni. Chad era una persona speciale. Parlavamo spesso
delle nostre origini e di cosa significa essere africani. Durante
la preparazione per il film, rifletteva attentamente su ogni
decisione, ogni scelta, non solo per come si sarebbe riflessa su se
stesso, ma anche per il tipo di risonanza che avrebbero avuto. Non
avevo idea se il film avrebbe funzionato. Non ero sicuro di sapere
cosa stavo facendo. Ma guardando indietro, mi rendo conto che Chad
sapeva qualcosa che tutti noi non sapevamo. Stava guardando oltre
l’ostacola. Il tutto, mentre si impegnava tantissimo. E si è
impegnato veramente tanto.
Ryan Coogler su Chadwick Boseman:
“Era un leader, un uomo di fede, dignità e orgoglio”
Chad dava un profondo valore
alla sua privacy e io non ero al corrente dei dettagli della sua
malattia. Dopo che la sua famiglia ha rilasciato quella
dichiarazione, mi sono reso conto che ha convissuto con la sua
malattia per tutto il tempo che l’ho conosciuto. Era una persona
che si prendeva cura degli altri, un leader e un uomo di fede,
dignità e orgoglio, ha protetto i suoi collaboratori dalla sua
sofferenza. Ha vissuto una vita bellissima. E ha fatto della
grandissima arte. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ecco chi era.
Era uno spettacolo pirotecnico epico. Racconterò storie sull’aver
assistito ad alcuni di quei fuochi d’artificio fino alla fine dei
miei giorni. Che segno incredibile ha lasciato per tutti
noi.
Non ho mai sofferto per la
perdita di una persona così prima d’ora. Ho passato l’ultimo anno a
preparare, immaginare e scrivere parole da fargli dire, che non
eravamo destinati a vedere. Mi lascia a bocca aperta sapere che non
sarò più in grado di vederlo di nuovo in primo piano sul monitor o
di avvicinarmi a lui e chiedergli un altro ciak.
Mi fa ancora più male sapere che
non potremmo avere un’altra conversazione, chiamarci su facetime o
scambiarci messaggi. Mi mandava ricette vegetariane e regimi
alimentari per me e la mia famiglia da seguire durante la pandemia.
Controllava me e i miei cari, chiedeva come stavamo, anche se stava
affrontando il flagello del cancro.
Nella culture africana ci
riferiamo spesso a persone care che non ci sono più come antenati.
A volte sono persone geneticamente legate a noi. A volte non lo
sono. Ho avuto il privilegio di dirigere scene del personaggio di
Chad, T’Challa, mentre comunicava con gli antenati di Wakanda.
Eravamo ad Atlanta, in un magazzino abbandonato, con blu-screen ed
enormi luci cinematografiche, ma la performance di Chad ha reso
tutto profondamente reale. Penso che sia stato perché dal momento
in cui l’ho incontrato, gli antenati hanno comunicato attraverso di
lui. Adesso capisco come sia stato in grado di ritrarre abilmente
alcuni dei nostri antenati più importanti. Non avevo dubbi che
sarebbe sopravvissuto e avrebbe continuato a benedirci con altri
ruoli. Ma è con il cuore gonfio di lacrime e con un senso di
profonda gratitudine per essere stato in sua presenza, che devo
fare i conti con il fatto che anche Chad è ora un antenato. E so
che veglierà su di noi, finché non ci rivedremo.”
Il regista Christopher Nolan ha rivelato di non aver dato
alcun consiglio a Robert Pattinson su Batman
durante la produzione del suo ultimo film Tenet. Pattinson, che ha raggiunto la fama
mondiale grazie al ruolo del vampiro Edward Cullen nel franchise di
Twilight, ha trascorso la maggior parte degli ultimi dieci
anni cercando di prendere le distanze da quei film.
Da Cosmopolis a Maps to
the Stars (entrambi diretti da David Cronenberg), passando per
Good Times, High Life e il più recente The
Lighthouse,Robert Pattinson ha dimostrato in più di
un’occasione di essere un attore dotato di un notevole talento. Ora
che è riuscito a scrollarsi di dosso l’immagine di “idolo delle
adolescenti”, Pattinson sta cercando nuovamente di farsi strada nel
mondo dei grandi blockbuster, recitando prima in Tenet di Christopher Nolan e accettando poi il ruolo di
Bruce Wayne nel nuovo cinecomic DC dedicato alle avventure del
Crociato di Gotham, l’atteso The
Batman, che sarà diretto da Matt
Reeves.
Durante una recente intervista con
CNA, è stato chiesto a Nolan se Pattison (che ha scoperto di essere
stato scelto per il ruolo di Batman proprio durante le riprese di
Tenet) gli abbia mai chiesto qualche consiglio in merito
al personaggio. Nolan ha spiegato che Pattinson non gli ha mai
chiesto nulla, e che durante le riprese del suo film c’è stato un
“rispettoso silenzio” attorno alla vicenda. Ciononostante,
il regista ha ammesso che smesso si è giocato sulla cosa durante le
riprese e che una volta ha anche parlato con Pattinson della grossa
sfida che lo attendeva.
“Di certo non mi
ha chiesto alcun consiglio”,ha
spiegato Christopher Nolan.“Abbiamo mantenuto un rispettoso silenzio sulla questione fino
quasi alla fine delle riprese. Abbiamo solo detto un paio di cose e
fatto un paio di battute. Abbiamo giusto parlato un po’ dei vari
aspetti della vicenda e di ciò che avrebbe dovuto
affrontare.”
Robert Pattinson e quel giusto mix
di rabbia e ingenuità necessari al nuovo Batman
Considerato il passato di Nolan con
Batman – la sua trilogia de Il cavaliere oscuro ha incassato quasi un miliardo di
dollari al botteghino, con il finale della trilogia,
Il cavaliere oscuro – Il ritorno, che è riuscito persino a
battere quel record – è alquanto sorprendente scoprire che
Pattinson non abbia approfittato della collaborazione con Nolan per
cercare di ottenere qualche buon consiglio. Tuttavia, Nolan è noto
per la sua natura misurata e riservata, e probabilmente non pensava
che fosse appropriato mettere bocca nella produzione di qualcun
altro.
Nonostante la
mancanza di input da parte di Nolan sul personaggio, Robert Pattinson sembra essere molto a suo
agio nel ruolo, come ha dimostrato anche il
teaser ufficiale di The
Batman, anche se è ancora presto per emettere un
giudizio più completo. Data la sua giovane età, rispetto alla
maggior parte degli attori che hanno interpretato il ruolo,
Pattinson sembra incarnare la giusta combinazione di rabbia e
ingenuità necessaria per portare sul grande schermo il Crociato di
Gotham nel suo secondo anno da vigilante.
Quando nel 2001 il film Shrek arriva
nei cinema di tutto il mondo, il genere dell’animazione cambia per
sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di
Shrek diventa un vero e proprio fenomeno
globale, dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di
sempre. Grazie ai suoi numerosi riferimenti alla cultura di massa,
come anche l’utilizzo di una comicità scorretta e cinica, si è
affermato come un vero e proprio apri pista per i numerosi
imitatori venuti negli anni a seguire.
Tra spin-off, cortometraggi,
speciali e serie televisive, videogiochi, fumetti e attrazioni,
Shrek è oggi uno dei personaggi più iconici e onnipresenti
del nostro presente. Esso è basato sul protagonista dell’omonimo
libro illustrato del 1990 di William Steig, poi
riadattato per permettergli di assumere i connotati richiesti dal
mezzo cinematografico. Il nome scelto dall’autore, Shrek, deriva
dal termine in lingua tedesca “schreck” e dal termine in yiddish
“שרעק” (shreck), che significano “paura”, “terrore”.
Serie dei record, i film di
Shrek si sono affermati come indiscussi campioni di
incassi, nonché come alcuni tra i maggiori successi economici per
quanto riguarda i film d’animazione. Complessivamente, a fronte di
un budget complessivo di circa 535 milioni di dollari, i quattro
film della serie riuscirono a guadagnare a livello mondiale circa 3
miliardi. Shrek è stato anche il primo vincitore
dell’Oscar al miglior film d’animazione, categoria introdotta
proprio nel 2002. Attualmente, invece, non si conosce il futuro
della saga. Un quinto capitolo è
stato più volte promesso, ma al momento non sono state rilasciate
nuove notizie a riguardo.
Shrek: la trama dei film
Shrek (2001)
La storia è quella di un grosso
orco verde di nome Shrek, che vive nella tranquillità della sua
palude, evitando ogni contatto con qualunque altra forma di vita,
in particolare gli umani. La sua pace verrà però infranta nel
momento in cui il terribile Lord Farquaad, regnante della città di
Duloc, decide di esiliare e far sparire dal regno tutte le creature
magiche, considerandole inutili. È così che l’orco si imbatte in un
asino parlante di nome Ciuchino, che riuscito scappare dalle
guardie troverà protezione presso Shrek. Ben presto, però, la
palude dell’orco viene invasa da tutte le creature magiche rimaste
senza casa. Pur di mandarle via, Shrek si dice disposto ad andare a
protestare con Farquaad.
Arrivato a Duloc, egli si ritrova
nel bel mezzo di un torneo, volto a stabilire colui che sarà
incaricato di liberare la Principessa Fiona. Grazie ad un
matrimonio con questa, infatti, Farquaad aspira a diventare re.
Shrek si ritrova così alla fine ad essere il prescelto per la
missione, con la promessa che se porterà a termine quanto
richiestogli la sua palude verrà liberata dagli sfollati. Shrek
intraprende così un viaggio lontano da casa alla ricerca della
principessa, in compagnia del fido Ciuchino. Quello che non sanno,
è che il castello dove è rinchiusa Fiona è sorvegliato da un
pericoloso drago.
Shrek 2 (2004)
Dopo gli eventi del primo film,
Shrek e la principessa Fiona sono ora felicemente sposati e si
godono il loro viaggio di nozze. Al loro ritorno, tuttavia, li
aspetta la richiesta dei genitori di lei di incontrare il principe
che l’ha coraggiosamente salvata. I due reali rimangono però
sconvolti nello scoprire che la figlia abbia deciso di non spezzare
l’incantesimo che l’ha resa un’orchessa, sposando per di più un
vero orco. Da quel momento in poi, comincia una vera e propria
sfida piena di tensione tra Shrek e il Re Harold.
Questi, che aveva sempre desiderato
che la figlia sposasse un vero principe, finisce con il chiedere
l’aiuto della Fata Madrina, la quale proverà in tutti i modi a far
finire il matrimonio della principessa per darla invece in sposa a
suo figlio, il vanitoso principe Azzurro. La cosa si rivela però
più complessa del previsto, e così viene organizzato un piano per
uccidere Shrek. Reclutato a tal fine, il Gatto con gli stivali
finirà però con il diventare amico dell’orco, e li aiuterà nello
sventare i malvagi piani della Fata. Per Shrek sarà a questo punto
fondamentale dare ulteriore prova del suo valore, tanto per Fiona
quanto per i genitori di lei.
Shrek Terzo (2007)
Nel regno di Molto Molto Lontano,
dove Shrek e Fiona si sono stabiliti, il re Harold è giunto al
termine della sua vita a causa di una malattia. Arthur Pendragon,
un lontano cugino, viene indicato come possibile erede al trono.
Shrek si trova così a doversi rimettere in viaggio, partendo alla
ricerca di questi in compagnia del fido Ciuchino e del Gatto con
gli stivali. Come sempre, i tre si troveranno a dover affrontare
numerosi pericoli nel corso del loro cammino. Ma pur di trovare
l’erede e tornare a vivere una vita tranquilla, Shrek si dimostra
disposto a tutto. Al momento della sua partenza, inoltre, scopre di
essere in procinto di diventare padre.
Nel frattempo, Azzurro, distrutto
dalla morte della madre Fata Madrina, medita di riconquistare il
regno e vendicarsi di Shrek. Per riuscire in ciò si reca alla
locanda ‘La Mela Avvelenata’, covo dei principali cattivi delle
favole. Il principe li convince a diventare il suo personale
esercito per riprendersi Molto Molto Lontano. Quando Shrek è ormai
lontano, Azzurro sferra un feroce attacco e invade il regno. Fiona,
rifugiatasi nel tentativo di non essere catturata, dovrà ora fare
affidamento sulle proprie capacità, stando però attenta a
proteggere il figlio che porta in grembo.
Shrek e vissero felici e contenti
(2010)
Con il quarto capitolo della serie,
Shrek e vissero
felici e contenti, il protagonista è ora il padre
amorevole di tre orchetti. Le sue giornate, però, si ripetono tutte
uguali a se stesse tra il caos della sua palude invasa dalla sua
famiglia, Ciuchino, la suocera Lilian, il Gatto e altri loro amici.
Incastrato così in una routine che non gli permette di dare sfogo
alla propria essenza, Shrek inizia nutrire il desiderio di poter
tornare alla sua vecchia vita solitaria e pacifica. Sempre più in
preda alla disperazione, egli si lascerà ingannare dal terribile
nano Tremotino, con cui stringe un patto per poter rivivere un
giorno della sua vecchia vita da orco in cambio di un giorno a caso
del suo passato.
Il patto si rivela però una
trappola, in quanto Tremotino ha sottratto all’orco il giorno della
sua nascita, catapultandolo di conseguenza in un mondo parallelo in
cui non è mai esistito. In questa realtà, Tremotino è diventato il
dittatore di Molto Molto Lontano, dove gli abitanti vivono nella
miseria, mentre gli orchi vengono cacciati e schiavizzati dalle
streghe. Cosa più importante, Shrek scopre di non aver mai
incontrato Fiona. L’orco avrà a questo punto soltanto un giorno di
tempo per poter rimediare a tutto ciò, deciso a sfruttare l’unica
clausola presente nel contratto del malefico nano, relativa
all’ottenimento del bacio del suo vero amore.
Shrek: lo spin-off della
serie
Il gatto con gli stivali
(2011)
Prime, e ad ora unico, spin-off
cinematografico della serie di Shrek, Il gatto con gli
stivali racconta le origini dell’amato personaggio già
precedentemente incontrato. Tutto ha inizio in un orfanatrofio
spagnolo, dove crescono insieme come fratelli Gatto e Humpty
Alexander Dumpty, un uovo dalle sembianze umane. I due amici per la
pelle coltivano un grande sogno, ovvero quello di trovare i famosi
fagioli magici per poter arrivare all’oca dalle preziose uova
d’oro. Crescendo, però, le loro strade sono destinate a dividersi.
Humpty, geloso del suo compagno d’infanzia, diventa un criminale,
in coppia con la scaltra gattina kitty “Zampe di Velluto”, mentre
Gatto si ritrova ad essere un irresistibile latin-lover benvoluto
da tutti in seguito ad un eroico salvataggio.
Coinvolto con l’inganno in una
rapina, Gatto si ritrova però ad essere un fuorilegge. Alla ricerca
di un modo per riscattare il proprio nome, viene infine a sapere
che dei criminali si sono appropriati dei leggendari fagioli
magici. Decide allora di unire le forze con il suo ex amico Humpty
e la gattina Kitty, con l’intento di recuperare il bottino. Inizia
così per lui un lungo viaggio, ricco di imprevisti e pericoli, dove
dovrà imparare a fidarsi di chi gli sta intorno e dove avrà modo di
dar prova del suo grande valore e delle sue abilità di
spadaccino.
Shrek: i doppiatori dei
personaggi
Una delle punte di diamante dei
film sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel
doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga.
Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike
Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio,
decise di rifare da capo il doppiaggio del personaggio, decidendo
di conferirgli un marcato accento scozzese. Tale scelta è motivata
dal fatto che questo gli ricordava il modo in cui sua madre gli
leggeva le favole. Iconico è poi il ruolo svolto dall’attore
Eddie
Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di
Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di
protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce
dell’attrice Cameron
Diaz.
Celebri sono anche le
partecipazioni degli attori John
Lithgow, per il ruolo di Lord Farquaad, e Vincent
Cassel, per Monsieur Hood, presenti nel primo film.
Per Shrek 2, invece, si ha Antonio
Banderas, per Gatto con gli stivali, Julie
Andrews, per la regina Lillian, e Rupert
Everet, per il principe Azzurro. Nel terzo film sono
invece presenti le voci di Justin
Timberlake, per Arthur Pendragon, John
Krasinski, per Sir Lancillotto, e Seth
Rogen, nei panni del Capitano della Nave. Al quarto ed
ultimo film, invece, hanno partecipato Walt Dohrn,
per il personaggio di Tremotino, e Jon
Hamm, per quello di Brogan l’orco.
Shrek: dove vedere i film in
streaming
Per gli appassionati della saga, o
per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è possibile trovare i
film di Shrek su alcune delle principali
piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano
Amazon Prime Video, Rakuten TV, Microsoft Store,
Google Play, Now Tv, Chili Cinema, Tim Vision e Apple iTunes. Per
usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente i
singoli film. A questo punto sarà possibile vederli in tutta
comodità e al meglio della qualità video.
Mi chiamo Francesco
Totti verrà presentato in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma e sarà nelle sale come evento speciale il
19, 20 e 21 ottobre, distribuito da Vision
Distribution.
MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI
È la notte che precede il suo addio
al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la
sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli
spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave
della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un
racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.
Diretto da Alex
Infascelli, soggetto e sceneggiatura di Alex
Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il
film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con
Paolo Condò (edito da Rizzoli).
Prodotto da Lorenzo Mieli,
Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una
produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle,
con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai
Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. Sarà distribuito da Vision
Distribution nelle sale italiane, che ne curerà anche le vendite
internazionali.
Acclamata trilogia d’animazione
della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni
conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sue
storie ricche di magia ed emozioni. Composto da tre film, il titolo
è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi,
serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a
conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia
ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi
come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni.
Il primo film venne tratto dal
romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da
Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla
sceneggiatura, i registi Chris Sanders e
Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama
originale per dare al film un tono più maturo. Diverse differenze
sono così state apportate rispetto al testo di partenza, e queste
si sono poi rivelate decisive per il grande successo del film.
Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che
porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un
valoroso esperto di draghi.
Nel corso della sua storia la
trilogia ha ricevuto numerosi onori, con ognuno dei titoli
candidato come miglior film d’animazione al premio Oscar.
Particolarmente entusiasti sono anche i pareri della critica, che
hanno indicato quella di Dragon Trainer come una delle
trilogie animate più complete degli ultimi anni. Anche da un punto
di vista del box office il film ha ottenuto ottimi riscontri,
guadagnando complessivamente a livello mondiale oltre 1.6 miliardi
di dollari, a fronte di un budget complessivo di soli 439.
Dragon Trainer: la trama dei
film
Dragon Trainer (2010)
Il primo dei tre film, Dragon Trainer,
introduce lo spettatore nella storia dell’adolescente vichingo
Hiccup. Questi vive sull’isola di Berk, dove si è
stabilita una comunità di vichinghi. Qui, l’occupazione principale
è combattere e uccidere i draghi che infestano il luogo. La
gracilità e l’intelligenza del giovane, però, lo rendono un
soggetto fuori dalla norma. Egli, infatti, mal si concilia con gli
ideali della sua tribù e del suo capo, nonché padre, Stoick
l’Immenso. Per questo motivo, il ragazzo viene spesso emarginato da
tutti e ritenuto incapace di confrontarsi con i draghi.
Hiccup si ritrova tuttavia incluso
nel “corso anti-drago”, insieme ad altri valorosi giovani vichinghi
di nome Astrid, Moccicoso, Gambedipesce, e i due gemelli Testa
Bruta e Testa di Tufo. Per Hiccup questa è l’occasione di
dimostrare il suo valore, ma nell’incontro con un drago Furia Buia
egli scoprirà un nuovo punto di vista sul mondo che lo circonda.
Con il tempo, il giovane stringe una solida amicizia con il drago,
arrivando a rinominarlo Sdentato e ad addestrarlo per essere
cavalcato. Questo rapporto, però, se scoperto potrebbe causare
numerosi guai ai due.
Dragon Trainer 2 (2014)
In Dragon Trainer
2 ritorna la coppia protagonista composta dal vichingo
Hiccup e il suo leale drago Sdentato. Le cose sono ora molto
cambiate nel villaggio di Berk, dove draghi e vichinghi vivono
finalmente in armonia. Tuttavia, questa nuova alleanza non è
benvista da tutti. Un gruppo di cacciatori di draghi, infatti,
mossi da antichi rancori, dichiara guerra alla comunità vichinga e
ai suoi draghi.
Hiccup, ormai divenuto uomo e pronto ad ereditare il trono, cerca
disperatamente di incontrare il nemico al fine di trovare un
accordo di pace.
In compagnia dei suoi amici di
sempre, il vichingo si ritroverà così lanciato verso nuove
avventure contro il tempo. Allo stesso tempo, però, si ritroverà a
vivere un ulteriore passaggio nel suo percorso di formazione. Mai
come ora, l’importanza dei legami d’amicizia e di famiglia saranno
per lui tanto importanti. Sarà solo attraverso questi che il
giovane potrà sventare l’imminente guerra e assumere il comando del
suo popolo.
Dragon Trainer – Il mondo nascosto
(2019)
Con Dragon Trainer – Il
mondo nascosto, il processo di crescita di Hiccup giunge
ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza
regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi
draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si
imbatte in una Furia Chiara, di cui Sdentato si innamora
perdutamente. Questa si ritrova tuttavia catturata e consegnata al
più temibile dei cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad
usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti i gli
altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per
tutte.
Nel disperato tentativo di
ricercare un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup
conduce entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui
suo padre Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato, tuttavia,
avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende che è
arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che possa
seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in cui
verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta nelle
grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare una
battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per tutte i
draghi.
Dragon Trainer: il cast e i
personaggi
Per dar voce ai personaggi presenti
nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni
tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di
Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay
Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar
Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli
ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si
sono susseguiti nomi come America
Ferrera, che dà voce ad Astrid Hofferson, Gerard
Butler, nei panni di Stoick L’Immenso, Jonah
Hill, in quelli di Moccioso Jorgenson, T. J.
Miller, per Testaditufo Thorston, David
Tennant, per Stizzabifolco Jorgenson, e Kristen
Wiig per Testabruta Thorston.
Per i sequel, invece, oltre ai nomi
appena citati, si sono aggiunti attori del calibro di Kit
Harington, nel ruolo di Eret, Djimon
Hounsou, nei panni di Drago Bludvist, e Cate
Blanchett nei panni di Valka, presenti nel secondo e
terzo capitolo. Il ruolo di Valka era stato scritto proprio
pensando alla Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di
poter partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo
capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray
Abraham, che presta la propria voce al personaggio di
Grimmel il Grifaio.
Dragon Trainer: le differenze con
il libro e dove vedere i film in streaming
Come anticipato, diverse sono le
trasformazioni operate nella storia originale. Questa era infatti
stata giudicata troppo “dolce” e “capricciosa” dai due registi, che
aspiravano invece a realizzare un’opera di formazione più matura.
Di conseguenza, le caratteristiche dei personaggi sono state
modificate per una resa più in linea con la nuova direzione del
progetto. Anche il personaggio del drago Sdentato è stato
completamente rivisto. Nel libro, infatti, esso è estremamente
piccolo. Per il film, invece, le sue dimensioni sono state
aumentate affinché Hiccup potesse cavalcarlo.
Infine, nel ricercare un tono più
adulto, i registi decisero che i protagonisti non potevano rimanere
illesi dalle battaglie intraprese. Ciò sarebbe infatti stato
controproducente con quanto ricercato. Per questo motivo, in
particolare il personaggio di Hiccup si ritrova gravemente ferito,
richiedendo l’amputazione della sua gamba. Tale mancanza si sposava
con quella del suo drago Sdentato, il quale era privo dell’ala
posteriore. Dalle reciproche ferite i due riescono così a divenire
l’uno la forza dell’altro, dando ulteriore forza al tema
dell’amicizia.
Per gli appassionati della
trilogia, o per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è
possibile trovare i film su alcune delle principali piattaforme
streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Infinity,
Microsoft Store, Google Play, Now Tv, Chili Cinema e Apple iTunes.
Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il
singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta
comodità e al meglio della qualità video.
Esperto maestro di arti marziali,
con il tempo Bruce Lee è divenuto una vera e
propria leggenda, tanto per la sua vita quanto per la sua
improvvisa morte. Tra gli anni Sessanta e Settanta ha raggiunto la
massima notorietà partecipando da protagonista a celebri film
dedicati alle arti marziali, dove si è fatto valere per la sua
straordinaria presenza scenica. Le sue scene di combattimento sono
diventate tra le più note della storia del cinema, e tramandano
ancora oggi la sua figura.
Ecco 10 cose che non sai di
Bruce Lee.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Bruce Lee: i suoi film e le serie
TV
10. È stato protagonista di
celebri film. Lee iniziò il suo rapporto con il mondo del
cinema sin da giovanissimo, partecipando a numerosi film cinesi
come attore bambino. Da adulto, ottiene il suo primo ruolo
importante in un film di Hollywood, L’investigatore
Marlowe (1969), per poi ottenere ruoli da protagonista in
pellicole a lui dedicate come Il furore della Cina colpisce
ancora (1971), Dalla Cina con
furore (1972), e L’urlo di Chen terroriza anche
l’Occidente (1972), da lui anche scritto e diretto. I 3
dell’Operazione Drago (1973), sarà invece il suo ultimo film.
L’attore comparirà poi nuovamente sul grande schermo con
L’ultimo combattimento di Chen (1978), dove appare grazie
a materiale d’archivio precedentemente registrato.
9. Ha partecipato a note
serie televisive. Tra i primi successi americani di Lee si
annovera una significativa partecipazione alla celebre serie
dedicata a Batman (1966-1967), dove l’attore interpretava
il ruolo di Kato negli episodi 7, 51 e 52 della seconda stagione.
Ha poi ripreso il personaggio per la serie Il Calabrone
Verde (1966-1967), dove Kato è l’assistente del protagonista.
La sua partecipazione a tutti e 26 gli episodi della serie gli
permise di ottenere una grande fama tanto ad Hong Kong quanto negli
Stati Uniti. Chiamato a recitare per il cinema, Lee comparirà
nuovamente sul grande schermo solo per alcune brevi partecipazioni
alle serie Ironside (1967), Arrivano le spose
(1969) e Longstreet (1971).
8. Gli sono stati dedicati
numerosi film. Sin dalla sua improvvisa scomparsa,
l’attore ha acquisito una particolare aura, che ha reso la sua una
storia degna di essere raccontata. Diverse sono le opere dedicate
alla figura di Lee, alla sua infanzia e ai suoi primi successi nel
cinema e nelle arti marziali. Il più famoso di questi è Dragon – La storia di
Bruce Lee (1993), ma è possibile citare anche Bruce Lee – La grande
sfida (2016), Io… Bruce Lee (1976) e il
documentario Bruce Lee, the Legend (1984). Più di recente,
Lee è comparso, non senza generare
polemiche, come personaggio del film C’era una volta
a…Hollywood, dove dà vita ad uno scontro
con il Cliff Booth di Brad
Pitt.
Bruce Lee: la sua morte
7. Morì
improvvisamente. Nel 1973 l’attore era impegnato nelle
riprese de I 3 dell’Operazione Drago. Nel maggio di
quell’anno fu colto da un edema cerebrale che rischiò di ucciderlo.
Salvatosi grazie ad un tempestivo intervento dei medici, Lee trovò
tuttavia la morte soltanto due mesi dopo, il 20 luglio. Questi si
trovava a casa dell’attrice Betty Ting Pei, e qui iniziò a
lamentare una forte emicrania. Assunta una pastiglia di aspirina,
egli si addormentò per riposare, salvo poi non svegliarsi più.
L’unica testimone dell’accaduto era la Pei, la quale confessò di
aver perso tempo chiamando il proprio medico generico prima che
l’ospedale.
6. Le cause della morte non
sono mai state chiarite. I ritardi nell’accertamento della
causa della morte e la rapidità con cui poi il caso venne chiuso
hanno sempre portato a sospettare dei retroscena non svelati. In
molti hanno infatti sospettato che la morte di Lee non si avvenuta
casualmente e che non sia stata dovuta ad un’allergia ai farmaci
assunti. Negli anni si sono formulate diverse teorie circa la
premeditazione della sua morte da parte di alcuni nemici che
l’attore si era fatto nell’industria. Tra questi vennero citati il
regista Lo Wei e il produttore Run Run Shaw, con cui Lee aveva
avuto delle furiose discussioni, ma anche la stessa mafia cinese
infiltrata negli USA. Ancora oggi i reali motivi che hanno portato
alla morte dell’attore restano un mistero.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Bruce Lee e il figlio Brandon
5. Suo figlio divenne un
noto attore. Nel periodo in cui Lee frequentò la facoltà
di filosofia dell’Università di Washington conobbe Linda Emery,
della quale si innamorò perdutamente. I due si sposeranno poi
nell’agosto del 1964, dando alla luce i figli Brandon
Lee e Shannon Emery, rispettivamente nel 1965 e nel 1969.
Brandon divenne poi famoso tra gli anni Ottanta e Novanta per aver
a sua volta partecipato a diversi film incentrati sulle arti
marziali. Diventerà però particolarmente celebre come protagonista
de Il corvo,
che gli costò la vita.
4. Lee avrebbe potuto
essere interpretato da suo figlio. Nel momento in cui si
preparava il film Dragon – La storia di Bruce Lee, la
produzione era alla ricerca di un attore che potesse ricoprire il
ruolo del protagonista. Il primo della lista di candidati era
proprio il figlio Brandon, il quale però non si dichiarò
interessato, preferendo non legarsi troppo al nome di suo padre e
tentare di costruirsi una propria carriera. La produzione poi lo
scartò giudicando i suoi tratti somatici troppo poco cinesi, e
scelse così un altro attore.
Bruce Lee: il suo allenamento e il
suo fisico
3. Era esperto di numerose
discipline. Lee è noto per la sua grande conoscenza del
Kung Fu, da lui poi reso celebre in tutto il mondo. Egli ebbe modo
di studiare con il noto maestro Yip Man, fino a diventare uno degli
allievi migliori. Attratto da qualsiasi disciplina da
combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato e nella scherma. Il
suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e
resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità.
Lee, tuttavia, non basava i propri allenamenti soltanto sul corpo,
sottolineando in più occasioni come la preparazione mentale e
spirituale fossero una componente fondamentale.
2. Scolpì un fisico
divenuto celebre. Quasi tutti si saranno imbattuti in una
foto di Lee tratta dai suoi film dove l’attore fa sfoggio del suo
fisico. Egli ne era particolarmente orgoglioso, e basava anche su
di esso la sua grande presenza scenica. Per raggiungere una tale
forma Lee utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per
scolpire la propria massa muscolare. Si avvalse inoltre di
attrezzature appositamente progettate e costruite per lui.
Possedere una tale forma fisica gli permetteva così di essere
sempre agile e performante per le scene di combattimento previste
per i suoi film.
Bruce Lee: età e altezza
1. Bruce Lee è nato a San
Francisco, in California, Stati Uniti, il 27 novembre del
1940. L’attore è morto ad Hong Kong, in Cina, il 20 luglio del
1973, all’età di 32 anni. Era alto complessivamente 172
centimetri.
Gli appassionati di serie tv di
tutto il mondo lo conoscono principalmente per il ruolo di Phil
Dunphy, il papà pasticcione della serie ormai divenuta cult,
Modern
Family. Di chi stiamo parlando? Ma di Ty
Burrell, ovviamente!
Se siete curiosi, venite a scoprire
insieme a noi tutto quello che c’è da sapere su Ty
Burell, dagli esordi al successo di Modern
Family.
Ty Burrell film
10. Nato il 22
agosto del 1967 a Grants Pass, in Oregon, Stati Uniti, Ty
Burrell è figlio di un’insegnante e di un terapista
famoso. Gary Gerald Burrell, padre di Ty Burrell,
era specializzato in terapia familiare e viene purtroppo a mancare
nel 1989.
Dopo aver conseguito il diploma
alla Hidden Valley High School, Ty si iscrive alla Southern Oregon
University dove studia teatro fino al 1993, anno
della sua laurea. La sua carriera d’attore, tuttavia, comincia solo
con il nuovo millennio.
9. Nel 2001,
infatti, viene scelto per partecipare alla realizzazione dei film
Evolution, diretto da Ivan
Reitman, conosciuto soprattutto per aver diretto e
prodotto film cult come Ghosbusters e
Ghostbusters II.
Il film racconta la storia di uno
strano meteorite che precipita sulla terra, trasportando con sé una
forma aliena. Questa creatura venuta dalla spazio, tenterà di
impadronirsi del pianeta, ma un gruppo di scienziati cercherà di
fermare il piano di conquista degli alieni e di salvare il mondo.
Nel film, Ty Burrell interpreta il Colonnello Flemming, un ruolo
minore ma comunque importante per la narrazione.
8. A quella
primissima esperienza sul set, ne sono seguite molte altre. Tra il
2001 e il 2007, infatti, Ty partecipa ai film Black Hawk
Down (2001), Dawn of the Dead (2004),
In Good Company (2004), Down in the
Valley (2005), Friends with Money (2006),
The Darwin Awards (2006), Fur
(2006) e National Treasure 2: Book of Secrets
(2007).
Ty Burrell e L’incredibile
Hulk
7. Nel 2008, Ty
Burrell partecipa a una grande produzione hollywoodiana e viene
‘castato’ per il nuovo film de L’Incredibile
Hulk, supereroe della Marvel.
Il film, diretto da Louis
Leterrier, è un reboot del primo Hulk
diretto da Ang
Lee nel 2003, e che aveva come protagonista
Eric Bana. A
vestire i panni di Hulk, questa volta è Edward
Norton che ha anche partecipato alla stesura della
sceneggiatura. Il film di Laterrier si ispira ai fumetti della
Ultimate
Marvel, casa editrice connessa alla Marvel Comics, fondata nel 2000, e che
pubblica solo versioni riscritte e aggiornate dei fumetti di alcuni
dei più famosi eroi Marvel.
In questo film Bruce Banner
(Edward
Norton), insieme alla sua fidanzata Betty Ross
(Liv
Tyler), sta mettendo a punto un serio per il governo
americano in grado di creare un supersoldato. Per velocizzare il
processo di sperimentazione, Bruce prova il siero su se stesso e si
trasforma in un enorme mostro verde che distrugge il laboratorio e
scappa inseguito dai militari, ferendo Betty.
Il governo, che vorrebbe utilizzare
il sangue di Hulk per creare un potente arma di distruzione, perde
le tracce di Bruce che per cinque anni si rifugia in Brasile. Qui
impara a contenere la sua rabbia, emozione che scatena il mostro
verde, e nel frattempo cerca un cura, aiutato dal misterioso Mr.
Blue.
Quando purtroppo il suo
nascondiglio viene scoperto, Bruce è costretto a tornare a casa ma
la vita che aveva lasciato non è più come prima. Betty ha un nuovo
fidanzato, lo psichiatra Leonard Samson (Ty
Burrell) e, come se non bastasse, qualcuno ha sintetizzato
di nuovo il siero di Hulk. Banner si troverà dunque a dover
fronteggiare una creatura più forte e cattiva del suo Hulk,
chiamata Abominio, cercando di fermarla prima che distrugga
l’intera città.
Ty Burrell filmografia
6. Negli anni successivi tra i film
più importanti di Ty Burrell troviamo Leaves of
Grass (2009), Fair Game (2010),
Butter (2011), Goats (2012),
Muppets Most Wanted (2014), The Skeleton
Twins (2014) e Rough Night (2017).
5. In particolare, nel 2010, Ty
entra a far parte del cast di Morning Glory, film
diretto da Roger Michell, con Rachel
McAdams, Harrison
Ford e Diane
Keaton.
Il film racconta la storia di Becky
Fuller (Rachel
McAdams), una giovane produttrice televisiva che viene
ingaggiata da un network per risollevare gli ascolti del programma
Daybreak, una trasmissione di notizie e
intrattenimento della mattina. La trasmissione, presentata dall’ex
reginetta di bellezza Colleen Peck (Diane
Keaton) e dal burbero giornalista pluripremiato Mike
Pomeroy (Harrison
Ford), rischia di essere cancellato dopo anni di
attività. Toccherà a Becky trovare una soluzione per far funzionare
il programma e mettere d’accordo i membri del suo staff.
La divertente commedia, uscita
nelle sale in Italia nel 2011, è adesso disponibile in streaming
sulla piattaforma a pagamento di Netflix.
4. Tra il 2014 e
il 2016, inoltre, Ty Burrell lavora anche come doppiatore,
prestando la sua voce ai film Mr. Peabody &
Sherman (2014), Finding
Dory (2016) e Storks (2016.
Ty Burrell serie tv
3. Oltre alla sua
carriera nel cinema, Ty comincia fin da subito a spianarsi la
strada nel mondo della televisione. Dopo aver rimediato dei piccoli
ingaggi in serie tv di successo come Law & Order
(2000 e 2003), West Wing – Tutti Gli Uomini Del
Presidente (2001) e Law & Order – SVU
(2002), Burrell si aggiudica il suo primo ruolo importante nella
serie tv Out of Practice – Medici Senza Speranza
(2005-2006).
Si tratta di una sit-com della
CBS, che racconta delle avventure dei Barnes, una
famiglia tutta composta da medici. Nella serie Ty Burrell
interpreta Oliver, figlio maggiore dei Barnes, nonché chirurgo
plastico di successo. Purtroppo Out of Practice è
andata in onda per una sola stagione di 22
episodi.
Negli anni successivi, la carriera
di Ty in tv prosegue con la sua partecipazione alle serie
Back to You (2007-2008), Damages (2009),
Key and Peele (2012-2014) e ai film tv
Lipshitz Saves the World (2007) e
Fourplay (2008). Tuttavia Ty raggiunge il vero
successo solo nel 2009 quando viene scelto per entrare a far parte
del cast della nuova serie tv comedy della ABC,Modern
Family.
Ty Burrell in Modern Family
2. La serie,
creata da Christopher
Lloyd e Steven Levitan, per
la ABC, racconta della vita di tre
diversi nuclei familiari di Los Angeles, uniti da legami di
parentela.
In una quartiere medio borghese e
residenziale di Los Angeles vivono tre famiglie piene di personaggi
interessanti e coloriti. A capo della prima famiglia, i Pritchett,
c’è Jay Pritchett (Ed O’Neill), ormai al secondo
matrimonio, sposato con Gloria (Sofía
Vergara), una bellissima donna di origini colombiane
molto più giovane di lui. La donna è inoltre madre di Manny
(Rico Rodriguez), figlio avuto dal suo precedente
matrimonio.
La seconda famiglia è invece quella
dei Dunphy ed è composta da Claire (Julie Bowen),
primogenita di Jay, suo marito Phil Dunphy (Ty
Burrell) e i loro tre figli Haley (Sarah
Hyland), Alex (Ariel Winter) e Luke
(Nolan Gould).
L’ultimo nucleo familiare è quello
dei Tucker-Pritchett formato da Mitchell (Jesse Tyler
Ferguson), figlio omosessuale di Jay, e dal suo compagno
Cameron (Eric Stonestreet), entrambi papà adottivi
di Lili (Aubrey Anderson-Emmons), una bambina di
origini vietnamite.
Tutta la storia è incentrata sui
rapporti interpersonali tra i membri delle tre famiglie e sulla
loro quotidianità. La serie, come in una sorta di bizzarro
documentario, ci racconta delle storie bizzarre e divertenti che
hanno come protagonisti proprio i tre nuclei familiari.
Nella serie Ty
Burrell interpreta Phil Dunphy, un uomo
ottimista, giocherellone e forse un po’ troppo naif che combina
spesso disastri e mette in imbarazzo i figli. Nonostante vada molto
fiero del suo lavoro come agente immobiliare, Phil ha sempre
sognato di fare il mago, sorprendendo il suo pubblico con i trucchi
più complessi e strabilianti.
1. Pur non essendo molto presente
sul social, Ty riesce comunque a far parlare di sé. Sono molti i
dettagli della sua vita privata che, negli anni, sono stati resi
noti.
Sappiamo che il 18 agosto del 2000
ha sposato Holly Anne Brown, con la quale convive
ancora oggi. Nel 2010 e poi nel 2012 Ty Burrell e la moglie hanno
adottato due splendide bambine e l’intera famiglia si è stabilita a
New York per poi trasferirsi a Salt Lake
City. Quando l’attore ha ottenuto il ruolo di Phil Dunphy
in Modern
Family, tutta la famiglia si è trasferita a
Los Angeles.
Oltre a essere un appassionato di
sport, Ty è anche un fan sfegatato delle squadre degli
Oregon Ducks, dei Portland Trail
Blazers, dei New York Mets e dei
St. Louis Rams. L’attore, inoltre, è proprietario
di alcuni locali nello stato dello Utah, ovvero, il ristorante
The Eating
Establishment a Park City e il
Bar
X e il Beer Bar a
Salt Lake City.
Se c’è una serie cinematografica
d’animazione che ha cambiato per sempre il suo genere di
riferimento, questa è Toy Story. Con il
primo capitolo, uscito al cinema nel 1995, la Pixar
Animation Studios ha dato il via alla sua florida
attività, che l’ha portata ad essere uno dei grandi colossi
dell’animazione mondiale. Nel corso degli anni, sono poi seguiti
altri tre fortunati sequel, che hanno portato Toy Story ad
essere una tra le serie più acclamate di tutti i tempi, tanto dalla
critica quanto da un pubblico di piccoli e adulti.
Rivoluzionario in quanto primo film
d’animazione interamente realizzato in computer grafica, Toy
Story venne sviluppato a partire dal cortometraggio Tin
Toy, narrato dal punto di vista di un giocattolo. La Disney,
affascinata dal progetto, strinse un accordo con la Pixar di
John Lasseter per realizzare un lungometraggio a
riguardo. Prese così vita un intero film basato sull’idea che,
all’insaputa degli umani, tutti i giocattoli hanno una propria
vita, come anche desideri e paure.
Il successo fu incredibile. Ad
oggi, con quattro film prodotti per un budget totale di 520 milioni
di dollari, la serie di Toy Story è stata in grado di
guadagnare a livello mondiale oltre 3 miliardi. Numerosi sono stati
anche i premi ricevuti, come gli Oscar per il miglior film
d’animazione. Con i conseguenti cortometraggi, speciali televisivi,
giocattoli, videogiochi e tanto altro, quello di Toy Story
è divenuto uno dei franchise più redditizi della storia del cinema,
nonché uno dei più riconoscibili.
Toy Story: la trama dei film
Toy Story – Il mondo dei
giocattoli (1995)
Con il primo film della
serie, Toy Story – Il mondo
dei giocattoli, hanno inizio le avventure dello sceriffo
Woody, il giocattolo preferito di Andy. Questi è a capo del gruppo
composto dagli altri abituali pupazzi e giochi del bambino. La loro
missione è quella di far divertire quanto più possibile il loro
padroncino. L’equilibrio viene però stravolto nel momento in cui,
durante i festeggiamenti per il suo compleanno, Andy riceve un
nuovo giocattolo: l’astronauta Buzz Lightyear. A causa
dell’entusiasmo nei confronti del nuovo arrivato, Woody si vede
progressivamente lasciato in disparte, cosa che genera in lui una
profonda gelosia.
Desideroso di riprendere il
controllo della situazione, Woody fa cadere Buzz fuori dalla
finestra della casa di Andy. Accusato dagli altri giocattoli di
aver cercato di uccidere lo space ranger, Woody si ritrova a dover
mettere le cose a posto, recuperando il giocatolo. Per loro ha
inizio un’incredibile avventura lontano dalla sicurezza della
stanza di Andy, che li porterà ad imbattersi nel pestifero Sid
Phillips, ragazzino della casa accanto che ama torturare e
distruggere i giocattoli.
Toy Story 2 – Woody e Buzz alla
riscossa (1999)
Nel primo dei sequel,
Woody si ritrova a non poter seguire Andy ad un campo estivo per
via di un brutto strappo al suo braccio. Lasciato dunque sullo
scaffale, si ritrova poi a finire per errore nello scatolo
destinato ad un mercatino di giocattoli. Qui lo sceriffo viene
prese con l’inganno da un avido collezionista di nome Al McWhiggin,
proprietario inoltre del negozio di giocattoli Al’s Toy
Barn, che vede in lui un rarissimo pezzo da collezione. Buzz,
con l’aiuto di altri giocattoli di Andy, intraprenderà a quel punto
una complessa ricerca per salvare l’amico.
Nel frattempo, però, arrivato
nell’appartamento di Al, Woody si imbatte in alcuni giocattoli
appartenenti alla sua stessa linea. Si tratta della cowgirl Jessie,
del cavallo Bullseye, e del cercatore d’oro Stinky Pete. Riunitosi
con loro, la serie è ora completa e pronta per essere venduta ad un
collezionista di Tokyo. Tramite loro, Woody avrà modo di scoprire
le sue origini, arrivando a pensare che forse il suo posto è lì con
loro. La nostalgia di casa, di Andy, e degli amici, lo spingerà
però a cercare un modo per scappare.
Toy Story 3 – La grande fuga
(2010)
In Toy Story 3 – La
grande fuga, Andy è ormai un ragazzo di 17 anni in
partenza per il college. Ancora emotivamente legato ai suoi
giocattoli di sempre, tra cui Woody e Buzz Lightyear, il ragazzo
decide di conservarli tutti in soffitta. Per un terribile
malinteso, tuttavia, il sacco in cui questi erano stati riposti
viene scambiato per quello dei rifiuti. I giocattoli riescono
fortunatamente a liberarsi e ad uscire, ma credendo di non essere
più i bene accetti decidono di entrare nella scatola dei giochi
destinati alla scuola materna Sunnyside Daycare per farsi
trasportare lì, nonostante il tentativo disperato di Woody di
dissuaderli.
La permanenza al Sunnyside si
rivela tuttavia terrificante. Qui, alle prese con bambini molto
piccoli, il gruppo di giocattoli si ritrova ad essere maltrattato.
Ben presto, però, si renderanno conto che quello non è il pericolo
più grande. La scuola è infatti una vera e propria prigione da cui
non è possibile scappare. A capo di essa vi è Lotso, un
apparentemente tenero orsacchiotto rosa che si rivela però un
dispotico tiranno. Ancora una volta, Woody, Buzz e il loro gruppo
di amici dovrà trovare il modo di tornare a casa, specialmente
prima che Andy parta per il college e li saluti per sempre.
Toy Story 4 (2019)
Considerato come una storia
a sé, non facente parte della vera e propria trilogia, Toy Story 4
porta comunque avanti le avventure dello sceriffo Woody e del suo
gruppo di amici giocattoli. Dopo essere stati regalati alla bambina
Bonnie, questi fanno di tutto per far felice la loro nuova
padroncina. Woody, però, non è più il giocattolo preferito della
situazione, e prova nuova malinconia nell’essere messo da parte. Lo
sceriffo non vuole darsi per vinto, e segue la bambina nel suo
primo giorno di asilo, dove assiste alla realizzazione di un nuovo
giocattolo: Forky, realizzato con pezzi presi dalla spazzatura. In
procinto di partire per un viaggio con i genitori, la bambina
decide poi di portare con sé gli amati giocattoli, tra cui
Forky.
Questi, però, avverte il richiamo
di quella che considera la sua casa, ovvero la spazzatura. Woody
dovrà pertanto diventare un vero e proprio tutore del nuovo
arrivato, impedendo che questi si cacci in qualche guaio. Durante
una sosta ad un luna park, tuttavia, Woody e Forky si imbattono in
un negozio di antiquariato, dove lo sceriffo riconosce la lampada
appartenuta a Boo Peep, sua vecchia amica. Convinto che anche lei
sia nei paraggi, decide di intraprendere una ricerca per trovarla.
Sul suo cammino troverà però la bambola malfunzionante Gabby Gabby,
che desidera impadronirsi di un pezzo fondamentale dello
sceriffo.
Toy Story: i doppiatori dei
personaggi
Come sempre, la Pixar si è dotata
di grandi attori per dar voce ai personaggi protagonisti della
serie. Storiche voci di Woody e Buzz sono i celebri Tom
Hanks e Tim Allen. Per entrambi si
trattò della prima esperienza come doppiatori, e i due decisero di
registrare insieme le loro battute, così da favorire la chimica di
coppia e una più realistica interazione. Entrambi sono poi stati
riconfermati anche per i tre successivi sequel. Per la versione
italiana, invece, i due personaggi sono stati affidati a
Fabrizio Frizzi e Massimo
Dapporto, particolarmente apprezzati per le loro
interpretazioni.
Con i sequel, si sono poi
susseguiti una serie di noti nomi dell’industria, entusiasti di
poter partecipare ad una serie tanto apprezzata. Per Toy Story
2, infatti, si annovera la presenza di Joan
Cusack, la quale ha dato voce al personaggio di Jessie.
L’attrice avrebbe poi ripreso il ruolo anche per i successivi film.
In Toy Story 3, invece, è possibile udire la voce di
Michael
Keaton nel ruolo di Ken, in italiano doppiato
dall’attore Fabio De
Luigi, e quella di
Whoopi Goldberg, nei panni di Stretch. Nel quarto
film, invece, si ritrovano le voci del regista Jordan
Peele, per il coniglio Bunny, di Keanu
Reeves, per Duke Caboom, e di Christina
Hendricks per la bambola Gabby Gabby.
Toy Story: le canzoni, i
personaggi e dove vedere i film in streaming
Dar vita ai tanti personaggi dei
film è stato uno dei lavori più complessi per la Pixar, che ad ogni
nuovo lungometraggio cercava di ottenere nuovi progressi e
traguardi. Tutti i giocattoli protagonisti ebbero bisogno di
numerosi modelli prima di poter essere realizzati al computer. Il
più complesso fu proprio Woody, il quale richiese oltre 700
movimenti diversi, di cui 200 per la sola faccia e 58 per la sola
bocca. Per i film successivi, i progressi nell’animazione furono
talmente tanto sorprendenti che permisero a questi di guadagnare
importantissimi riconoscimenti, tra cui il premio Oscar per il
terzo e il quarto capitolo.
Di Toy Story sono inoltre
famosissime le canzoni scritte appositamente per i film. Queste,
scritte tutte dal plurivincitore di Oscar Randy
Newman, sono You’ve Got a Friend in Me,When
She Loved Me, We Belong Together e I Can’t Let You Throw
Yourself Away. Tutte e quattro vennero nominate all’Oscar per
la miglior canzone originale, ma solo We Belong Together,
appartenente al terzo film, vinse il premio. Di You’ve Got a
Friend in Me, invece, è divenuta celebre anche la versione
italiana Hai un amico inme, cantata da
Riccardo Cocciante.
Per gli appassionati della saga, o
per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I film di Toy Story sono
infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google
Play, Microsoft Store, Apple iTunes, e Tim Vision. Sono inoltre
disponibili, insieme a numerosi altri cortometraggi, nel catalogo
di Disney+. Per vederli, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video.
Personalità poliedrica e
prorompente, l’attrice Whoopi Goldberg si è
affermata nel mondo dello spettacolo sin dal suo debutto. Negli
anni, grazie alle sue interpretazioni ha ottenuto alcuni tra i
maggiori riconoscimenti dell’industria, arrivando ad ottenere uno
status da vera e propria autorità. Capace tanto di esplosivi ruoli
comici, quanto di più contenute performance drammatiche, la
Goldberg continua ancora oggi a rinnovarsi e affermare il proprio
indiscusso talento.
Ecco 10 cose che non sai su
Whoopi Goldberg.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Whoopi Goldberg: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice ottiene grande popolarità sin dal
suo film d’esordio, Il colore viola (1985), del quale è
protagonista. La consacrazione arriva poi nel 1990 con Ghost –
Fantasma, dove recita accanto a Patrick
Swayze. Negli anni seguenti, è invece protagonista di
film come La lunga strada verso casa (1990), Sister
Act (1992), Sister Act 2 – Più svitata che mai
(1993), Una moglie per papà (1994), Eddie –
Un’allenatrice fuori di testa (1996), Bogus
(1996), Benvenuta in paradiso (1998), e
Ragazze interrotte (1999), con Angelina
Jolie. A partire dal nuovo Millennio, dirada le sue
apparizioni cinematografiche, recitando in pochi titoli come
Rat Race (2001), con Rowan
Atkinson, Madea Goes to Jail (2009), Il
mio angolo di paradiso (2011), Tartarughe
Ninja (2014), con Megan
Fox, Top Five (2014) e 11 settembre:
Senza scampo (2017).
9. Ha preso parte a numerose
serie televisive. Agli inizi della sua carriera, la
Goldberg ha avuto modo di recitare per la televisione nella serie
Star Trek: The Next Generation (1988-1993), accanto a
Patrick
Stewart. Ha poi recitato per il piccolo schermo in
film come La luce del crepuscolo (1997), di Christopher
Reeve, Un’americana alla corte di Re Artù
(1998), Alice nel Paese delle Meraviglie (1998)
e Chiamatemi Babbo Natale (2001). Inizia poi a
lavorare attivamente a diverse serie televisive, come
Whoopi (2003-2004), The Cleaner (2009),
Glee (2012-2014), Blue Bloods (2016-2017),
When We Rise (2017), e Instinct (2018). Nel 2020
sarà tra i protagonisti di The Stand,
accanto agli attori James Marsden,
Odessa Young
e Alexander
Skarsgård.
8. È un’EGOT. La
Goldberg ha ottenuto nel corso della sua carriera numerosi e
prestigiosi premi. Una delle sue conquiste più grande è l’essere
diventata un’EGOT, avendo vinto i premi Emmy, Grammy, Oscar e Tony.
Questo le ha permesso di entrare nel ristretto gruppo di persone,
15 in tutto, ad aver conseguito tale risultato. La Goldberg ha
infatti vinto un Emmy nel 2002 per il miglior film TV per
Beyond Tara, un Grammy nel 1985 per il miglior album
comico, un Tony nel 2002 per il miglior musical per
Millie, e l’Oscar alla miglior attrice non protagonista
nel 1991 per il film Ghost – Fantasma.
Whoopi Goldberg in Ghost –
Fantasma
7. Il ruolo non era pensato
per lei. Grazie al ruolo della sensitiva Oda Mae Brown,
l’attrice ha avuto modo di consacrarsi all’interno dell’industria
hollywoodiana. Eppure, originariamente, il ruolo non era stato
scritto per lei, e anzi l’attrice non era neanche stata presa in
considerazione. Fu il protagonista Patrick Swayze
ad insistere affinché i produttori la incontrassero. Questi,
infatti, era un ammiratore della Goldberg, e riteneva che sarebbe
stata perfetta per la parte. In seguito al provino, anche i
produttori se ne convinsero, assegnandole il ruolo.
6. Non era certa di poter
prendere parte al film. Nonostante avesse superato il
provino, l’attrice non era sicura di riuscire ad incastrare le
riprese del film con gli altri impegni già precedentemente presi.
Per salvaguardarsi, dunque, la produzione decise di trovare
un’attrice di rimpiazzo. Questa, tuttavia, venne liquidata nel
momento in cui, all’ultimo minuto, la Goldberg riuscì a prendere
parte al set. Per la sua carriera fu un bene, poiché grazie al
ruolo di Oda Mae Brown avrebbe poi vinto l’Oscar e conosciuto una
grandissima popolarità.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Whoopi Goldberg in Star Trek
5. Ha recitato nella celebre
serie di fantascienza. Tra la fine degli anni Ottanta e i
primi dei Novanta, l’attrice ha preso parte alla popolare serie
Star Trek: The Next Generation. Qui appare a partire
dall’episodio The Child, primo della seconda stagione,
fino all’ultimo della sesta. Il suo ruolo è quello di Guinan, di
razza El Auriana, la quale gestisce il bar di prora sull’astronave
Enterprise D., dove intrattiene una solida amicizia con il capitano
Jean-Luc Picard.
4. Il ruolo è stato scritto
appositamente per lei. L’attrice, fan della serie di
fantascienza, aveva espresso il desiderio di poter recitare in
The Next Generation, e così gli autori scrissero il
personaggio di Guinan appositamente per lei. Con la recente messa
in onda di Star Trek: Picard, il protagonista
Patrick Stewart ha ufficialmente invitato
l’attrice a riprendere il suo ruolo nella seconda stagione. La
Goldberg si è dichiarata estremamente entusiasta all’idea, e si è
detta pronta a tornare sull’Enterprise.
Whoopi Goldberg e sua figlia
3. Anche sua figlia lavora
nel mondo del cinema. Dal suo primo matrimonio con
l’assistente sociale Alvin Martin, durato dal 1973 al 1979, la
Goldberg ha avuto la figlia Alex Martin, all’età di 18 anni. Questa
ha poi seguito le orme della madre, diventando attrice e recitando
accanto a lei nei film Sister Act 2 – Più svitata che mai
e Chiamatemi Babbo Natale. La Martin ha poi avuto un
figlio all’età di 16 anni, rendendo la Goldberg nonna all’età di
34.
Whoopi Goldberg: il suo
patrimonio
2. Possiede un ricco
patrimonio. Nel corso della sua carriera, la Goldberg si è
distinta in numerosi campi, dal cinema al teatro, dalla televisione
alla musica. Ha recitato in numerosi film e ha svolto in molteplici
occasioni anche il ruolo di produttrice, sceneggiatrice, e
conduttrice televisiva. La sua intensa attività l’ha portata ad
ottenere uno status particolarmente solido all’interno del mondo
dello spettacolo, e grazie a tutto ciò l’attrice ha potuto arrivare
ad ottenere un patrimonio stimato di circa 60 milioni di
dollari.
Whoopi Goldberg: età e altezza
1. Whoopi Goldberg è nata a
New York, Stati Uniti, il 13 novembre 1955. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
La morte prematura di Chadwick
Boseman causata da un cancro al colon ha scosso il mondo dei fan
Marvel, soprattutto, e Hollywood,
che sui social media sta salutando Re T’Challa.
We are all heartbroken by the tragic loss of
#chadwickboseman — an extraordinary talent, and one of the most
gentle and giving souls I have ever met. He brought enormous
strength, dignity and depth to his groundbreaking role of Black
Panther; shattering myths and stereotypes,
Hard to hear about this.
Rest in love, brother.
Thank you for shining your light and sharing your talent with the
world. My love and strength to your family. https://t.co/hNAWav7Cq8
Heartbroken. My friend and fellow Bison
Chadwick Boseman was brilliant, kind, learned, and humble. He left
too early but his life made a difference. Sending my sincere
condolences to his family. pic.twitter.com/C5xGkUi9oZ
What a gentle gifted SOUL. Showing us all
that Greatness in between surgeries and chemo. The courage, the
strength, the Power it takes to do that. This is what Dignity looks
like. https://t.co/U3OOnJVS42
It was the highest honor getting to work
with you and getting to know you. What a generous and sincere human
being. You believed in the sacred nature of the work and gave your
all. Much love to your family. And much love from all of us left
here.
An immeasurable loss. From "Black Panther"
to "Da 5 Bloods," Chadwick Boseman brought strength and light to
the screen, every time. pic.twitter.com/vRXxYU8Tbr
Chadwick Boseman, protagonista di
Black Panther, è morto lo scorso venerdì, dopo una
diagnosi di cancro al colon nel 2016. Aveva 43 anni. Prima del
successo planetario nel film Marvel, Boseman aveva interpretato
Jackie Robinson in 42 e James Brown in Gep
on Up.
“È con incommensurabile dolore
che confermiamo la morte di Chadwick Boseman – si legge sul
suo Twitter ufficiale – Interpretare Re T’Challa in Black
Panther è stato l’onore della sua vita.”
“La morte di Chadwick è
assolutamente devastante” dichiara Kevin Feige, Presidente dei Marvel
Studios e capo creativo della Marvel. “Era il nostro T’Challa,
il nostro Black Panther, e nostro caro amico. Ogni volta che
entrava sul set, emanava carisma e gioia, e ogni volta che appariva
sullo schermo, creava qualcosa di incredibile. Ha impersonato un
sacco di grandi personaggi, nella sua vita, e nessuno era così
bravo a portare in vita grandi uomini. Era intelligente e gentile e
potente e forte così come ognuno di quelli che ha interpretato. Ora
prende il suo posto tra le icone per gli anni a venire. La famiglia
dei Marvel Studios è profondamente triste per la sua morte, e siamo
in lutto, questa notte, con la sua famiglia.”
Il presidente della Walt Disney Co.
Bob Iger ha dichiarato: “Siamo tutti affranti
dalla tragica perdita di Chadwick Boseman, un talento straordinario
e una delle anime più gentili e generose che abbia mai incontrato.
Ha portato enorme forza, dignità e profondità al suo ruolo
rivoluzionario di Black Panther; infrangere miti e stereotipi,
diventare un eroe tanto atteso da milioni di persone in tutto il
mondo e ispirare tutti noi a sognare in grande e pretendere più
dello status quo. Piangiamo tutto ciò che era, così come tutto ciò
che era destinato a diventare. Per i suoi amici e milioni di fan,
la sua assenza dallo schermo è solo eclissata dalla sua assenza
dalle nostre vite. Tutti noi della Disney inviamo le nostre
preghiere e le più sentite condoglianze alla sua famiglia
“.
Arrivano da Empire
Magazine le nuove immagini ufficiali di Dune, l’adattamento firmato da Denis
Villeneuve del romanzo di Frank
Herbert e che vedrà protagonista Timothée
Chalamet.
L’autunno Netflix sarà all’insegna della magia
con il film d’animazione Over the Moon – Il fantastico
mondo di Lunaria, diretto dal Premio Oscar
Glen Keane, che vanta una carriera quarantennale nella
scuderia Walt Disney per cui ha creato
personaggi leggendari in gioiellini come La Bella e la
Bestia, La
sirenetta e Rapunzel.
L’artista chiude la serie di
incontri internazionali di #Giffoni50 disegnando
in diretta per i giurati anche uno schizzo delle sue creazioni.
Il direttore del festival Claudio
Gubitosi lo ha invitato a tornare all’evento di
persona nel 2021 e a realizzare una sua opera da esporre
nel Museo della Multimedia Valley. “Ne
sarei felicissimo – ha risposto con slancio l’artista
– perché Giffoni è un’organizzazione incredibile capace di
incoraggiare i ragazzi nella loro inclinazione artistica. Non tutti
hanno la fortuna di avere persone come mio padre, che
t’incoraggiano, quindi è importante trovare un ambiente così
stimolante. Giffoni mi ricorda il razzo verso la Luna della
protagonista di Over the moon, Fei Fei, in pratica lancia in orbita
e fa sognare”.
La storia del nuovo progetto
d’animazione racconta le vicende di una tredicenne cinese che vuole
riportare l’amore nella vita del papà vedovo. Come lo fa?
“Progetta un congegno che le permetta di raggiungere la Luna e
incontrare la leggendaria dea che vi vive. È stato un vero e
proprio lavoro d’amore durato tre anni – spiega il Premio
Oscar rispondendo ad alcune domande dei giurati collegati dagli hub
internazionali di Grecia, Macedonia e Bulgaria – ma
soprattutto un viaggio emotivo che vi farà piangere tanto. Ci sono
otto splendide canzoni degne di un musical, con ispirazioni
variegate, da Peter Pan a Il mago di Oz. Per me resta il più bel
film che abbia mai animato”.
Per calarsi nelle atmosfere
incantate del mito, Glen Keane ha viaggiato fino in
Cina: “Questo è uno dei grandi privilegi del mio
mestiere. Sono volato in Africa per Tarzan e ho girato i castelli
della Francia per La Bella e la Bestia. E così mi sono immerso in
questa nuova realtà, un mondo in bilico tra tradizione e
innovazione. Sono salito a bordo del famoso treno magnetico a 470
km all’ora che fluttuava da un luogo all’altro senza mai toccare
terra e anche lì ho trovato delle ispirazioni per il progetto del
razzo di Fei Fei. Il cuore del racconto, però, resta il concetto
puro dell’amore eterno che la bambina vuole far fiorire di nuovo
nel padre alla vigilia delle sue seconde nozze. Sono le storie che
mi piacciono, quelle in cui i personaggi realizzano
l’impossibile”.
1 di 8
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
OVER THE MOON
Arriverà il 23 ottobre il nuovo
lungometraggio d’animazione originale per tutta la famiglia diretto
dal leggendario animatore e regista premio Oscar® Glen Keane
Over the Moon – Il fantastico mondo di
Lunaria. Una brillante ragazzina, spinta dalla
determinazione e dalla passione per la scienza, costruisce una
navicella spaziale per andare sulla Luna e dimostrare l’esistenza
della leggendaria dea che vi abita. Una volta atterrata, rimane
coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre un luogo bizzarro
popolato da creature fantastiche. Prodotto da Gennie Rim e Peilin
Chou, il film è un’emozionante avventura musicale che racconta la
capacità di andare avanti, l’accettazione di novità inattese e il
potere dell’immaginazione.
Settembre 2020 è alle porte ed ecco
che Amazon Prime Video ha rivelato la lista
della novità delle uscite in arrivo di film e serie tv. Trai titoli
di maggior richiamo My Spy con Dave Bautista, The Postcard
Killings con
Jeffrey Dean Morgan.
My Spy: Dal 3 settembre in
esclusiva su Prime Video
Con Dave Bautista (Guardians of the
Galaxy), Chloe Coleman (Pretty Little
Lies), Kristen Schaal e Ken
Jeong.
JJ (Dave
Bautista), agente della CIA indurito dal lavoro, viene
degradato e si ritrova alla mercé di una precoce ragazzina di nove
anni di nome Sophie (Chloe Coleman), dopo essere stato mandato a
sorvegliare in incognito la sua famiglia. In cambio della promessa
di non far saltare la sua copertura, Sophie convince l’agente a
passare del tempo con lei e ad insegnarle a diventare una spia.
Nonostante la sua iniziale riluttanza, JJ scopre di non essere
all’altezza del fascino e dell’arguzia disarmante di Sophie.
The Postcard Killings: Dal 25
settembre in esclusiva su Prime Video
Tratto dall’omonimo bestsellers di
James Patterson e Liza Marklund, al primo posto nella classifica
del New York Times, The Postcard
Killings racconta la storia del detective newyorkese
Jacob Kanon (Jeffrey
Dean Morgan), il cui mondo viene sconvolto
dall’omicidio della figlia e del genero, in luna di miele a Londra.
Kanon capisce che l’omicidio fa parte di una serie di atroci
delitti che in Europa stanno coinvolgendo altre coppie con un
destino simile e che ogni omicidio è accompagnato dall’invio di una
cartolina ad un giornalista locale. Tale scoperta lo spinge a
chiedere l’aiuto del giornalista scandinavo in una corsa contro il
tempo per fermare altri omicidi e trovare giustizia per sua figlia.
Girato tra Gran Bretagna, Svezia e Norvegia, The
Postcard Killings vede accanto al protagonista
Jeffrey Dean Morgan, anche Famke Janssen e Cush
Jumbo.
All In: The Fight For
Democracy
Alla vigilia delle elezioni
presidenziali del 2020, All In: The Fight For Democracy analizza la
questione, spesso trascurata ma insidiosa, della cosiddetta “voters
suppression” negli Stati Uniti. Il film intreccia le esperienze
personali dei narratori, l’attivismo contemporaneo e gli
approfondimenti storici per esporre un problema che sin dall’inizio
ha interessato la democrazia statunitense. Partendo dal punto di
vista e dall’esperienza di Stacey Abrams, ex Leader di Minoranza
alla Camera dei Rappresentanti della Georgia, il documentario offre
uno sguardo da insider sulle leggi e le barriere al voto, che la
maggior parte delle persone non sa essere una minaccia ai loro
diritti fondamentali come cittadini degli Stati Uniti.
All Or Nothing: Tottenham
Hotspur
La serie Amazon Original UK
All Or Nothing: Tottenham Hotspur segue in nove
episodi la squadra dietro le quinte per tutta la stagione 2019/20.
I primi tre episodi saranno disponibili in esclusiva su Prime Video
da lunedì 31 agosto. Altri tre episodi saranno disponibili, lunedì
7 settembre e gli ultimi tre della serie, tra cui un esclusivo
episodio bonus, lunedì 14 settembre. La versione sottotitolata in
italiano sarà disponibile a partire da ottobre.
Tom Hardy, attore e produttore londinese, sarà la voce
narrante della serie e condurrà gli appassionati attraverso i
retroscena di questa illustre squadra di calcio durante una
stagione cruciale e tutti gli eventi chiave, compreso l’arrivo di
José Mourinho come nuovo allenatore. La serie non solo seguirà la
costruzione del nuovissimo grandioso stadio da 62.000 posti nel
nord di Londra e l’approfondito lavoro del club per aiutare a
trasformare l’area, ma darà anche accesso esclusivo e dettagliato a
una stagione straordinaria, compresi i retroscena della gestione
del Club e la risposta alla chiusura della Premier League.
The Boys 2
Dal 4 settembre in
esclusiva su Prime Video la seconda stagione con tre episodi
e a seguire con un nuovo episodio ogni
venerdì
La seconda stagione di The
Boys ancora più forte e folle vede i Boys in fuga dalla legge,
con i Supes a dargli la caccia, mentre cercano disperatamente di
riunirsi e combattere la Vought. Hughie (Jack Quaid), Mother’s
Milk (Laz Alonso), Frenchie (Tomer Capon) e Kimiko (Karen Fukuhara)
rimangono nascosti e cercano di adattarsi a questa nuova normalità,
mentre Butcher (Karl Urban) sembra introvabile.
Nel frattempo, Starlight (Erin Moriarty) deve trovare il suo nuovo
ruolo nei Seven ora che Homelander (Antony Starr) punta ad
acquisirne il controllo completo. Il suo potere è minacciato
dall’arrivo nel team di Stormfront (Aya Cash), una nuova Supe
esperta di social media, anche lei con le proprie mire. Per giunta,
la minaccia dei Supervillain diventa cruciale con la Vought che
prova a sfruttare a proprio vantaggio la paranoia della
nazione.
Tra i Supes dei Sette si annoverano
anche Queen Maeve (Dominique McElligott), A-Train
(Jessie T. Usher), The Deep (Chace
Crawford) e Black Noir (Nathan Mitchell).
Nel cast della seconda stagione si vedranno anche Claudia
Doumit, Goran Visnijc, Malcolm Barrett, Colby Minifie, Shantel
VanSanten, Cameron Crovetti, PJ Byrne, Laila Robbins e Giancarlo
Esposito, che ritorna nel ruolo del capo della Vought,
Stan Edgar. The Boys è una serie prodotta da
Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios in collaborazione
con Point Grey Pictures, Kripke Enterprises e Original Film.
Ad accompagnare ogni nuovo episodio della seconda stagione, dal
28 agosto arriva Prime Rewind: Inside The Boys con
una prima puntata dedicata a ripercorrere la prima stagione. A
partire dal 4 settembre e fino al finale di stagione previsto per
il 9 ottobre, nell’aftershow ufficiale di The Boys i
membri del cast, il team creativo e altri ospiti speciali si
uniranno ad una conduttrice d’eccezione, Aisha
Tyler – vincitrice di un Emmy Award e qui anche
produttrice esecutiva – per raccontare e commentare gli eventi che
si svolgono in ogni episodio. Gli executive producer
di Prime Rewind: Inside The
Boys sono Michael Davies, Aisha
Tyler, Julia Cassidy, Eden Sutley e Jennifer
Ryan. La produzione dell’aftershow è firmata da
Amazon Studios, Embassy Row e Sony Pictures Television.
Fernando
La nuova docu-serie Amazon
Exclusive Fernando è un ritratto straordinario
di uno dei più famosi sportivi spagnoli, il due volte Campione del
Mondo di Formula 1 Fernando Alonso che di recente ha
annunciato il suo attesissimo ritorno per la prossima stagione.
Questa eccezionale docu-serie composta da cinque episodi mostra
la passione di Alonso per le competizioni ai massimi livelli e la
sua determinazione assoluta a vincerle. Documentando lo scorso
anno, dalla sua partecipazione alle gare sui più importanti
circuiti internazionali, come la 500 Miglia di Indianapolis o la 24
Ore di Le Mans, fino alla prima esperienza al Rally di Dakar a
gennaio, Fernando offre agli spettatori e ai fan
del campione mondiale di Formula 1 un accesso senza precedenti al
suo mondo. Nel documentario è presente anche la cerchia più
ristretta delle persone a lui vicine, come il manager Luis García
Abad, la sorella Lorena Alonso, la compagna Linda Morselli, oltre
ad alcuni dei suoi colleghi come Carlos Sainz, che aiuteranno a
svelare l’uomo dietro al campione.
Doom Patrol
Doom
Patrol reinventa uno dei più strani gruppi di eroi
della DC: Robotman alias Cliff Steele (Brendan
Fraser – Crash, The Mummy, Gods and
Monsters), Negative Man alias Larry Trainor (Matt
Bomer – White Collar, American Horror
Story, The NormalHeart), Elasti-Woman alias
Rita Farr (April Bowlby – Due uomini
e mezzo, How I MetYour Mother) Crazy Jane
(Diane Guerrero – Orange is the New
Black) e Cyborg alias Victor Stone (Joivan
Wade – The First Purge, Doctor Who) che
sono tornati di nuovo per salvare il mondo, sempre che riescano a
trovare un modo per crescere… sia in senso figurato che
letterale. Ogni membro della Doom Patrol ha
subito un orribile incidente che gli ha dato abilità sovrumane, ma
che li ha anche lasciati sfregiati e sfigurati. Il team
traumatizzato e oppresso ha trovato un proprio scopo grazie allo
scienziato pazzo Niles Caulder alias The Chief (Timothy
Dalton – The Living
Daylights, License to Kill), con il quale
indagano sui fenomeni esistenti più strani.
Dopo la sconfitta di Mr. Nobody
(Alan Tudyk), ritroviamo i Doom
Patrol in miniatura, bloccati sulla pista di auto da
corsa giocattolo di Cliff. Mentre ognuno di loro affronta in modo
diverso i propri sentimenti riguardo al tradimento di The Chief e
cerca di superare le proprie esperienze traumatiche
passate, il gruppo si riunisce attorno al nuovo membro della
famiglia, Dorothy Spinner (Abigail
Shapiro, guest star ricorrente nella serie), la
figlia di Caulder, i cui poteri sono misteriosi e rappresentano una
vera minaccia in grado di portare alla fine del mondo. In
parte gruppo di supporto, in parte squadra di supereroi,
i Doom Patrol sono una banda di mostri
superpotenti che combattono per un mondo che non vuole avere niente
a che fare con loro.
Sviluppata da Jeremy
Carver (Supernatural, Frequency, Being
Human) e basata sui personaggi creati per DC
da Arnold Drake, Bob Haney e Bruno
Premiani, la serie è prodotta da Carver, Geoff
Johns (Suicide Squad, Aquaman, Wonder Woman, Justice League), Greg
Berlanti (Arrow, Titans, The
Flash, Supergirl, DC’s Legends of Tomorrow), Sarah
Schechter (Supergirl, Riverdale, Blindspot)
e Chris Dingess (Agent Carter,
Eastwick, Kevin (Probably) Saves the World).
NUOVI FILM IN
ARRIVO
I Magnifici 7 |
1 settembre
Millennium – Uomini che odiano le donne |
1 settembre
Benvenuti a Marwen |
8 settembre
Maria regina di Scozia |
8 settembre
Tomb Raider |
11 settembre
Bushwick |
10 settembre
Point Break |
10 settembre
Sonic – Il Film |
10 settembre
Lupin III: The First |
15 settembre Dragon Trainer |
21 settembre
NUOVE SERIE IN
ARRIVO
Buffy, l’ammazzavampiri – 7
stagioni | 1 settembre
Call the Midwife –
5 stagioni | 1 settembre
Lost – 6
stagioni | 1 settembre
The Americans –
6 stagioni | 1 settembre
Criminal Minds –
stagione 14 | 7 settembre
Fargo – 3
stagioni | 9 settembre
The Good Fight –
stagione 2 | 12 settembre
Fear the Walking Dead –
stagione 5 | 14 settembre
Bones –
12 stagioni | 15 settembre
Le avventure di Lupin III – la
prima stagione | 15 settembre
Le nuove avventure di Lupin III – 4 stagioni
| 15 settembre Lupin, l’incorreggibile Lupin– la
prima stagione | 15 settembre
I Griffin – stagione
17 | 16 settembre
FILM IN
SCADENZA
What Men Want |
fino al 14 settembre
La Befana vien di notte |
fino al 26 settembre
Svelato in anteprima nel corso
della cinquantesima edizione del Giffoni Film
Festival il trailer di Sul più
bello, il teen dramedy prodotto da Eagle Pictures
nelle sale dal 22 ottobre. Questa mattina, 28 agosto, i
protagonisti del film – Ludovica Francesconi, Eleonora
Gaggero, Gaja Masciale, Jozef Gjura, il cantante genovese
Alfa (autore della title track), la regista Alice Filippi e il
produttore e sceneggiatore Roberto Proia hanno presentato le prime
inedite immagini del film ai giovani giurati Generator +13 del
Festival.
Il cast ha raccontato le curiosità
legate alla pellicola, opera prima della Filippi, che racconta
delle vicissitudini della giovanissima Marta affetta da una rara
malattia genetica e alla ricerca di un amore che possa
stravolgere la sua vita.
Sul più bello, il film
Sul
più bello è la storia della giovanissima Marta
(Ludovica Francesconi), tanto simpatica quanto bruttina, che
dalla nascita soffre di una rara malattia genetica. Nonostante
tutto, Marta è la ragazza più solare che abbiate mai conosciuto.
Carattere travolgente ha fretta di fare tutto e subito. A 19 anni
come ogni ragazza della sua età sogna il grande amore ma lei non è
una che si accontenta e prima che la sua malattia degeneri vuole
sentirsi dire “ti amo” da un ragazzo bello… il più bello di tutti.
I suoi amici e coinquilini Jacopo (Jozef Gjura) e Federica
(Gaja Masciale) sono la sua famiglia e ogni volta fanno il
possibile per dissuaderla dal puntare troppo in alto. Finché ad una
festa Marta vede Arturo (Giuseppe Maggio) bello, sicuro di
sé e per lei completamente inarrivabile. In altre parole: la preda
perfetta. Ma mentre i fedeli amici si preparano a gestire
l’ennesima delusione, stavolta le cose andranno in maniera diversa.
Una volta sconfitta la rivale in amore Beatrice (Eleonora
Gaggero) e ottenuto l’amore di Arturo, Marta dovrà affrontare
la sfida più dura: raccontargli che il tempo non è a loro
favore.
Christina
Aguilera, cantautrice multiplatino e pluripremiata
superstar mondiale, interpreta la nuova versione
di “Reflection” nel video musicale
diretto dalla regista di Mulan,
Niki Caro (La signora dello zoo di
Varsavia, McFarland, USA). Dal 4
settembre, con Accesso VIP, il pubblico potrò guardare
Mulanprima degli altri abbonati Disney+. Disney+ offrirà Accesso VIP a
Mulan a
21,99€ su disneyplus.com. Una volta ottenuto Accesso VIP a
Mulan sarà
possibile guardarlo tutte le volte che lo si desidera su qualsiasi
piattaforma in cui è disponibile Disney+.
“Reflection (2020)” è prodotta dal
compositore di Mulan, Harry Gregson-Williams. La
versione originale del 1998 era stata scritta da David Zippel e
Matthew Wilder. Le musiche di “Reflection” e della nuova canzone
originale “Loyal Brave True” fanno parte della musica di
accompagnamento di Gregson-Williams, mentre le versioni integrali
di Christina Aguilera sono presenti nei titoli di coda del film.
Entrambi i brani sono presenti nel film e nella colonna sonora di
Walt Disney Records/Universal, con musiche composte e dirette da
Gregson-Williams.
Mulan, il film
L’acclamata regista Niki
Caro dà vita all’epica storia della leggendaria guerriera
cinese nel film Disney Mulan,
in cui una giovane donna senza paura rischia ogni cosa per
proteggere la propria famiglia e il proprio Paese, diventando uno
dei più grandi guerrieri che la Cina abbia mai conosciuto. Quando
l’Imperatore della Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà
arruolarsi nell’Armata Imperiale per difendere il Paese
dall’attacco degli Invasori del Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore
di un rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
Mulan
vanta un cast internazionale che comprende Yifei
Liu nel ruolo di Mulan; Donnie Yen nel
ruolo del Comandante Tung; Tzi Ma nel ruolo di
Zhou; Jason Scott Lee nel ruolo di Böri Khan;
Yoson An nel ruolo di Honghui; e Ron
Yuan in quello del Sergente Qiang; con la partecipazione
di Gong Li nel ruolo di Xianniang e di Jet Li nel
ruolo dell’Imperatore. Il film è diretto da Niki
Caro a partire da una sceneggiatura scritta da Rick Jaffa
& Amanda Silver e Lauren Hynek & Elizabeth Martin e basata sul
poema narrativo “La Ballata di Mulan”. Il film è prodotto da Chris
Bender, Jake Weiner e Jason Reed, mentre Bill Kong, Barrie M.
Osborne, Tim Coddington e Mario Iscovich sono i produttori
esecutivi.
Christina Aguilera
Vincitrice di sei GRAMMY Award,
Christina Aguilera è una cantautrice celebre per la sua potente
voce e le sue canzoni di successo. Nella sua carriera ha venduto
più di 43 milioni di dischi a livello mondiale. Aguilera è stata
cinque volte al primo posto della classifica Billboard Hot 100,
diventando la quarta artista donna a essere in vetta alla
classifica per tre decenni consecutivi (anni 1990, 2000 e 2010). Ha
ottenuto una stella sulla Walk of Fame di Hollywood e ha il
prestigioso onore di essere l’unica artista sotto i 30 anni inclusa
nella lista della rivista Rolling Stone dei 100 migliori cantanti
di tutti i tempi. Nel 2019, Christina Aguilera è stata premiata con
il prestigioso Disney Legend Award per il suo contributo e la sua
dedizione a The Walt Disney Company. Aguilera è stata la portavoce
mondiale della campagna World Hunger Relief di Yum! Brands’ dal
2009 e ha aiutato a raccogliere oltre 150 milioni di dollari per il
World Food Program e altre organizzazioni per l’assistenza
alimentare.
L’uscita di Tenet nelle sale italiane ed europee ha
dimostrato che, nonostante le restrizioni e gli spazi a capienza
limitata, il pubblico ha volontà di tornare al cinema. Gli incassi
sono stati soddisfacenti e il film di grande intrattenimento. Ma
quando si parla di un film di Christopher Nolan, è chiaro che non bisogna
mai pensare che l’esperienza in sala si esaurisca allo scorrere dei
titoli di coda.
Di seguito, abbiamo raccolto alcuni
momenti o elementi del film che ci sono rimasti particolarmente
impressi, cose che ci porteremo dietro anche a luci accese e che
immaginiamo abbiano colpito l’attenzione di ogni spettatore che ha
già visto Tenet, almeno una volta.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO
CONTIENE SPOILER DAL FILM
Il protagonista
Chi segue la
serie Ballers, lo aveva già visto e amato, i più
lo hanno incontrato soltanto nel 2018, grazie a BlackKklansman, lo
strepitoso film di Spike Lee, premio Oscar alla sceneggiatura. Lui
è
John David Washington e ha il cinema nel sangue. È
vero, parte avvantaggiato, in quanto figlio del grande
Denzel Washington, e del padre conserva il fascino
e il talento, eppure John David ha una sensibilità e una
delicatezza che forse a Denzel non erano concesse, erano tempi
diversi quando era lui a fare l’eroe.
Gli eroi di oggi possono anche
piangere e dubitare, non essere pienamente all’altezza della
situazione, un po’ come il suo Protagonista in
Tenet. Eppure è uno degli elementi migliori del
film. Picchia più duro del nuovo Batman, va indietro nel tempo come
Flash, conquista la bella ma è disposto a rinunciarvi come lo
Spider-Man di una volta, è più affascinante di Bond, accetta i suoi
limiti come nessun altro eroe ha mai fatto, chiede aiuto e salva il
mondo. Quanto lo abbiamo amato in Tenet! E quanta
voglia abbiamo di continuare a seguire i suoi passi nel mondo della
settima arte!
La manipolazione del tempo
Lo aveva fatto con
Inception e con Interstellar, ma anche con Dunkirk e con Tenet Christopher Nolan conferma la sua
ossessione per la manipolazione del tempo. Prende i paradossi
temporali da tutte le opere che ne hanno parlato prima, spiega il
flusso del tempo lineare, ci fa presente che non è per forza così,
ce lo mostra visivamente come nessuno mai prima, ci diverte e ci
intrattiene, ci chiede solo di chiudere un occhi sull’effettiva
meccanica dell'”inversione”, come la chiama lui, ma per il resto fa
tutto ciò che un bravo regista di blockbuster dovrebbe fare:
regalare emozioni e adrenalina.
È questo il pregio più grande di
Tenet. Non è mai “già visto” nonostante la natura derivativa del
pasticcio fantascientifico che mette in scena, e nonostante i
passaggi logici confusi, gli si vuole bene lo stesso. Lontano da
ogni retorica linguistica in cui si cade facilmente quando si
scrive di cinema, è proprio vero che Tenet non va capito, ma va
sentito.
La scena attraverso il vetro
A metà film, quando
l’azione prende definitivamente il sopravvento e le carte in tavola
sono state scoperte, arriva una scena che a prima vista lascia
disorientati: divisi da un vetro, l’eroe e il cattivo si parlano,
soltanto che il primo è nel flusso temporale “normale” e il secondo
in quello invertito. Si parlano all’inizio senza capirsi,
percepiamo la voce dell’oligarca russo mentre pronuncia cose
incomprensibili, ci accorgiamo solo dopo che lo sentiamo al
contrario, lui si trova “dall’altra parte del tempo”.
È una scena abbastanza concitata da
generare un altissimo tasso di adrenalina, ma sufficientemente
piana da permettere allo spettatore, dopo un primo impatto
disorientante, di capire cosa sta accadendo e rimanerne
meravigliato e affascinato.
La morte dell’oligarca russo
Nel terzo atto del film
arriviamo alla conoscenza di un segreto importante: il cattivo sta
per morire, afflitto da un tumore inoperabile, e nel farlo, vuole
portare con sé l’umanità intera, farla esplodere e mettere a punto
il suo piano: se lui non può possedere il mondo, non lo avrà nessun
altro. Ed è lo stesso ragionamento che applica al suo non
felicissimo matrimonio con la sua bella e triste moglie, la quale
però, fattasi coraggio, decide di recitare finalmente una parte
attiva.
La scena in cui la donna deve
ritardare la morte del malvagio marito affinché sopraggiunga nel
momento giusto ha un sottotesto di sadica ironia insolito per
Nolan. La donna prepara il campo, rende scivoloso il ponte dello
yatch, si crea uno spazio che le permetterà di sbarazzarsi del
corpo. Gioca le sue carte con grande attenzione, ma poi non
resiste, la rabbia prende il sopravvento e spara. Con la stessa
freddezza si sbarazza del corpo che cade, pesantemente e
rumorosamente in mare, sbattendo contro il parapetto del piano
inferiore della lussuosa barca. E lei si tuffa in acqua, libera,
finalmente.
La scena dell’aeroporto
In Inception ha costruito un intero corridoio per
farlo ruotare, in Il Cavaliere Oscuro a ribaltato
un grosso camion a rimorchio e fatto schiantare un elicottero.
Nolan ama fare le cose sul serio, per davvero, e così, per
Tenet, ha pensato ancora più in grande e ha deciso
di far schiantare un aereo cargo… non in volo, almeno!
La scena dell’aeroporto è grandiosa,
pure adrenalina ma anche grandezza registica allo stato puro. Il
regista di Tenet eleva all’ennesima potenza il suo ruolo di
direttore assoluto e padrone del set, e crea meraviglie per la
gioia dei suoi spettatori.
Il sorriso di Pattinson
Robert
Pattinson sta attraversando un momento d’oro. Sarà il
nuovo Batman, è reduce da una intensa e drammatica performance per
Robert Eggers in The Lighthouse, lo vedremo in moltissimi film al
fianco di colleghi di grande prestigio. Insomma, Pattinson è ormai
una scommessa sicura. La sua interpretazione in Tenet lo conferma,
ma soprattutto il suo sorriso sornione.
Dalla sua entrata in scena, film
all’ultima inquadratura che lo vede protagonista al centro della
scena, Pattinson, o meglio, il suo personaggio, sorride sornione, è
come se fosse sempre un passo avanti, come se ne sapesse un pochino
più di tutti, del Protagonista, di Sator, dello spettatore. È come
se lui stesso fosse Nolan, nella rappresentazione cinematografica:
lui ne sa di più, lui tira le fila e alla fine, quando sorride al
suo compagno e poi si allontana, ne siamo certi, è lui il deus ex
machina del film, è lui la personificazione del regista stesso
dentro alla storia.
Il
primo esplosivo trailer ufficiale di The
Batman sulle note di “Something in the
Way” dei Nirvana ha finalmente svelato i primissimi dettagli
sull’atteso cinecomic di Matt Reeves in arrivo al
cinema il prossimo anno. Tuttavia, com’era prevedibile, il teaser
ha lasciato una scia di grandi domande senza ancora una risposta.
Ecco le quali sono le principali, raccolte da
Screen Rant:
Gil Colson
Come se The Batman
non corresse già il rischio di destreggiarsi fra troppi cattivi, è
stato confermato che
Peter Sarsgaard apparirà nei panni del procuratore distrettuale
Gil Colson, che secondo l’attore è una “persona alquanto
disgustosa”. Colson sarà probabilmente coinvolto in quella
corruzione che sembra essere al centro della narrativa di
The
Batman, ma c’è anche una teoria secondo cui, in assenza
del procuratore distrettuale Harvey Dent, il personaggio di
Sarsgaard potrebbe diventare una versione alternativa di Due
Facce.
Ad ogni modo, il
trailer non ha rivelato molto. In effetti, Sarsgaard non compare
affatto. La star di The Looming Tower ha detto di aver
girato circa l’80% delle sue scene prima che la produzione di
The
Batman venisse interrotta a causa della pandemia COVID-19.
Nel frattempo, Reeves ha confermato che è stato girato 30% del
film. Con così poco materiale a disposizione, sembra strano che
nessuna delle scene di Sarsgaard sia stata preparata per il teaser,
soprattutto considerando che l’attore ha quasi completato il suo
lavoro col film.
Potrebbe essere che
la sua parte sia molto più piccola rispetto a quanto i fan si
aspettano, ma potrebbe anche significare che molte delle scene di
Colson rivelerebbero troppo sul film. E se Reeves e la DC abbiano
cercando di nascondere qualcosa escludendo Colson dal primo
trailer? Forse quella teoria su Due Facce potrebbe avere un
senso…
La Batcaverna
È stato confermato che, nel
film, il Batman di
Robert Pattinson sarà nel secondo anno della sua carriera di
combattente contro il crimine, il che significa che questa
incarnazione del Cavaliere Oscuro avrà un’estetica molto più
lo-fi A parte la tuta antisommossa, il più grande
indicatore della sua nascente carriera da vigilante è la sua
batcaverna decisamente scarna, che in realtà non è una caverna.
Questa volta sembra che Bruce abbia
evitato la tipica caverna sotterranea per una struttura
abbandonata. Durante il trailer, il Bruce Wayne di Pattinson guida
una moto nella sua base operativa che, a prima vista, sembra essere
una sorta di deposito ferroviario abbandonato. Nella scena
immediatamente precedente, Bruce può essere visto guidare una moto
nei pressi un cimitero (scena che sembra essere stato girata nella
Necropoli di Glasgow), portando alcuni ad affermare che Pattinson
ha “stabilito” la sua batcaverna all’interno di una delle strutture
del cimitero, suggerendo che potrebbe addirittura averlo fatto nei
pressi della tomba dei suoi genitori defunti.
Ciò appare improbabile, soprattutto
considerando che ci sono molto chiaramente alcune tracce che
indicano un pavimento. Tuttavia, è già stato riportato che il
simbolo del pipistrello sul costume di Pattinson è una versione
smantellata della pistola usata per uccidere i suoi genitori: ciò
indica che Bruce tiene molto vicino a sé i simboli del suo trauma.
Sarebbe così inverosimile che questo Batman così travagliato e
gotico possa operare nei pressi di un cimitero?
La Corte dei Gufi
Una cosa che i fan hanno
immediatamente notato quando il trailer ha debuttato è stata
l’apparizione di un gufo sul biglietto dell’Enigmista indirizzato a
Batman. Molti hanno suggerito che questa fosse un’allusione al
sindacato segreto del crimine noto come La Corte dei Gufi, apparso
nei fumetti di Batman ed al centro di una delle storie moderne più
celebri.
Ha sicuramente senso che possa
essere stato un easter egg intenzionale, un riferimento che magari
indica un’organizzazione oscura che si diverte a tirare alcuni fili
dietro le quinte di Gotham. Un tale set-up si andrebbe certamente a
collegare al tema della corruzione, e il look dell’Enigmista,
presumibilmente la figura mascherata con gli occhiali che ha ucciso
il sindaco di Gotham nella scena di apertura del trailer, sembra
simile a quello di molti dei personaggi del gruppo criminale. La
domanda sorge dunque spontanea: La Corte dei Gufi apparirà in
The
Batman?
La gang di Joker
Nella scena forse più
memorabile del trailer, Batman picchia a sangue il membro di una
gang prima di pronunciare la già celebre battuta: “Io sono
vendetta”. Molti hanno ipotizzato che la gang in questione sia
in realtà una banda di criminali formatasi in seguito alle azioni
nefaste del Joker, suggerendo così l’esistenza dell’iconico cattivo
nell’universo di Reeves.
Il look dei membri della ganga ha
sicuramente alcune caratteristiche del Joker, ed il trucco degli
attori ricorda non solo l’iterazione del supercriminale da parte di
Heath Ledger ne Il Cavaliere
Oscuro ma anche le tavole dei fumetti originali. Tuttavia,
la gang potrebbe anche essere al servizio di Due Facce, ammesso che
il personaggio appaia davvero nel film.
Seawall Construction Stalled
Quando il trailer si apre sul
cadavere del sindaco di Gotham, le seguenti brevi scene mostrano il
Jim Gordon di
Jeffrey Wright che setaccia la scena del crimine e si concentra
sulle pagine di un giornale sul muro. Un sottotitolo su una delle
pagine recita: “Seawall Construction Stalled (Costruzione di
dighe marittime in stallo)”. Questo potrebbe avere un
significato nella narrativa generale sulla corruzione che Reeves
vuole raccontare?
Il regista ha rivelato che
Chinatown che ha avuto una grande influenza sul suo film,
con la sua trama investigativa che rivela la corruzione che
circonda l’approvvigionamento idrico di Los Angeles. Questo
misterioso progetto legato alle dighe marittime potrebbe in qualche
modo riguardare la trama del film e la corruzione di cui ha sempre
parlato così tanto Reeves? Potrebbe non essere niente, ma palesa
comunque quanto il regista abbia un occhio particolare per i
dettagli.
“Ne fai parte anche tu”
Rimanendo sul tema della
corruzione, alla fine del trailer si può sentire la voce
dell’Enigmista dire a Bruce Wayne: “Ne fai parte anche
tu”, probabilmente suggerendo che è in qualche modo legato
alla nuova versione di The Batman
di Gotham City e alla sua storica corruzione. Reeves ha detto
durante il panel del DC FanDome che la trama del film “segue
un’epica storia di corruzione nella città di Gotham”,
aggiungendo: “Ci si inizia a chiedere dove si colloca la
famiglia di Bruce in tutto questo.”
E se Reeves stesse usando il suo
film per presentare una versione imperfetta dei genitori di Bruce
che hanno giocato un ruolo nella corruzione in corso che affligge
la città e che il loro figlio ha giurato di proteggere? È un’idea
nuova che potrebbe causare ancora più angoscia al tormentato Bruce
di Pattinson, costringendolo a confrontarsi con l’idea che i suoi
amati genitori abbiano avuto un ruolo nel trasformare Gotham nel
paesaggio infernale che prova così ostinatamente a trasformare. Se
questo non è ciò che Reeves sta cercando di fare con The
Batman, allora in quale altro modo Bruce potrebbe far
parte della storia che l’Enigmista sta scoprendo?
Arriva da Variety
la notizia che l’attore John Harlan Kim è stato
promosso a regular di 9-1-1 4, l’attesa
quarta stagione in arrivo questo inverno.
John Harlan Kim, che ha recitato in
3 episodi della stagione
3 di 9-1-1
riprenderà nei nuoi episodi il ruolo del del fratellastro minore di
Chimney (Kenneth Choi), Albert, è stato promosso a regular per
l’imminente quarta stagione dello show. La quarta stagione di 9-1-1
sarà presentata in anteprima a gennaio su FOX.
9-1-1 4
9-1-1 4 è la
quarta stagione della serie 9-1-1
creata da Ryan Murphy e Tim Minear per
il network americano FOX. Dai creatori Ryan Murphy e Brad
Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip /
Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1
esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia,
paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni
spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono
cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più
vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.
In 9-1-1
4 protagonisti sono Athena Carter Nash,
(stagione 1-in corso), interpretata da Angela
Bassett, Robert “Bobby”
Nash (stagione 1-in corso), interpretato
da Peter Krause, Evan “Buck”
Buckley (stagione 1-in corso), interpretato
da Oliver Stark, Henrietta “Hen”
Wilson (stagione 1-in corso), interpretata
da Aisha Hinds, Howard
“Howie”/”Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato
da Kenneth Choi, Michael
Grant (stagione 1-in corso), interpretato
da Rockmond Dunbar, Abigail “Abby”
Clark (stagione 1, guest star stagione 3), interpretata
da Connie Britton, Madeline “Maddie”
Buckley Kendall (stagione 2-in corso), interpretata
da Jennifer
Love Hewitt, Edmundo “Eddie”
Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan
Guzman, May Grant (ricorrente
stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata
da Corinne Massiah, Harry
Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso),
interpretato da Marcanthonee Jon Reis.
Kyle MacLachlan,
che ha interpretato Paul Atreides nella versione di Dune del 1984 di David Lynch,
ha ricordato il lavoro sugli effetti pratici del film, ribadendo
che per l’epoca erano letteralmente sorprendenti. Sfortunatamente,
il film di Lynch venne massacrato dalla critica, e lo stesso
regista
ha dichiarato di non ricordare con particolare affetto il suo
adattamento (che venne ostacolato anche da una produzione altamente
travagliata).
Tuttavia, parlando a
Collider in una recente intervista, MacLachlan ha difeso a
spada tratta gli effetti pratici usati nel film di Lynch.
Definendoli “fantastici”, Maclachlan ha spiegato che la
possibilità di essere su un set e di lavorare con effetti pratici è
stata, in realtà, un vantaggio. Naturalmente, la star di Twin
Peaks ha anche ammesso che all’epoca gli effetti non sarebbero
mai potuti essere sofisticati come lo sono oggi.
“La raffinatezza degli effetti
oggigiorno e ciò che si è in grado di fare consentirà una
versatilità decisamente maggiore. Detto questo, l’idea che la
maggior parte dei nostri effetti siano ciò che ancora chiamano
‘pratici’ è stata alquanto sorprendente per l’epoca. C’è qualcosa
di molto interessante nell’avere la possibilità di essere
effettivamente nella scena con la cosa con cui devi apparire in
scena. Non era certamente ai livello di raffinatezza che si possono
raggiungere oggi, ma penso che quel lavoro abbia i suoi
meriti.”
Kyle MacLachlan sul nuovo
adattamento di Dune: “Non vedo l’ora”
Parlando invece del nuovo
adattamento di Dune che
sarà diretto da Denis Villeneuve e che arriverà al
cinema a Dicembre, Kyle MacLachlan ha dichiarato:
“Mi fa sentire vecchio, anche se sono davvero curioso. Denis
Villeneuve è un regista straordinario e sono certo che il suo
approccio sarà molto interessante. Il cast poi è fantastico. Penso
che abbia fatto davvero un ottimo lavoro. Timothée Chalamet sarà meraviglioso nei
panni di Paul. Non vedo l’ora”
“Amo così tanto quel
mondo”, ha aggiunto l’attore. “Sono un grande fan del
romanzo originale. L’ho letto tantissime volte: sia prima che
iniziassimo a girare il film di Lynch, sia dopo che avevamo
terminato le riprese. È di sicuro uno dei titoli che hanno segnato
la mia vita. Forse il numero uno. Ecco perché guarderò sempre tutto
ciò che avrà a che fare con Dune.”
Lo storico cinema Gloria di
Milano di Corso Vercelli, rilevato a gennaio scorso da
Notorious Cinemas, riapre finalmente al pubblico
dopo mesi di chiusura a seguito del lockdown con una nuova veste.
Il Multiplex, che beneficiava già di un’ubicazione strategica, ha
subito un intervento completo di restyling nel periodo estivo,
secondo le linee guida di un format innovativo di sala
cinematografica sviluppato con l’expertise internazionale
dell’Amministratore Delegato, Andrea Stratta, utilizzando materiali
a basso impatto ambientale e nel rispetto delle nuove norme
anti-covid per consentire flussi separati di ingresso e uscita.
Il format propone un nuovo modello
di intrattenimento basato sui più elevati standard tecnici audio e
video, comfort di altissimo livello, accoglienza qualificata,
location accurate, cura e pulizia degli ambienti, informatizzazione
e automazione dell’area ticketing. Le due sale Marylin e Garbo,
sono state dotate di poltrone estensibili per un maggiore comfort
nella visione e ora hanno una capienza posti rispettivamente di 283
e 270.
Il Multisala Gloria è il
terzo multiplex del circuito Notorious Cinemas: The Experience dopo
quelli di Sesto San Giovanni e Rovigo. Così Guglielmo
Marchetti, Presidente di Notorious Cinemas: “Siamo felici di
ridare nuova vita al Gloria, una sala storica così importante per
la città e per i milanesi. Un cinema che da sempre nel suo nome ha
grandi ambizioni, e noi abbiamo deciso di valorizzarle
ulteriormente con la convinzione che investire oggi sia l’unica
chiave per superare questo momento di crisi e ricostruire un futuro
migliore.”
Inaugurato per la prima volta nel
1928, era nato come cineteatro e abbinava proiezioni
cinematografiche ad avanspettacolo, poi distrutto sotto le bombe
incendiarie del ’43, viene ricostruito nel ’46. Negli anni Settanta
la zona Vercelli si trasforma progressivamente in quartiere della
borghesia milanese ed è così che il cinema Gloria, diventato cinema
da ‘prime visioni’, riesce ad imporsi sulla piazza di Milano come
una tra le sale di maggior prestigio.
Netflix ha diffuso il primo trailer ufficiale di
Enola Holmes, il
nuovo film che sarà distribuito dalla piattaforma a settembre,
con protagonista Millie Bobby Brown (Stranger
Things) nei panni della sorella minore di Sherlock Holmes.
Nel cast del film, oltre a Brown, anche Henry Cavill, Sam Claflin e
Helena Bonham Carter nei panni della nuova
famiglia Holmes.
Le ultime due incarnazioni di
Sherlock Holmes, tra cinema e tv, sono state quelle di
Robert Downey Jr. per la Warner
Bros, nei film diretti da Guy Ritchie, e di
Benedict Cumberbatch, per la BBC, nell’adattamento
seriale che lo ha visto al fianco di Martin
Freeman / John Watson.
Il film sarà ambientato nel 1880 e
seguirà la giovane Enola che parte da sola alla volta di Londra in
cerca di sua madre, scomparsa misteriosamente nel giorno del suo
16esimo compleanno. Durante il suo viaggio, Enola si troverà al
centro di una grande cospirazione che potrebbe avere gravi
conseguenze sul corso della politica e della sua storia.
La fonte principale del film saranno
i sei romanzi Young Adult della serie “The
Enola Holmes Mysteries” firmati da Nancy
Springer, che hanno come protagonista proprio la piccolina
di casa Holmes. Il film sarà diretto da Harry Bradbeer (Fleabag,
Killing Eve) e sceneggiato da Jack Thorne. Nel cast figurano anche
Henry Cavill (nei panni di Sherlock Holmes) e
Helena Bonham Carter (in quelli della madre di
Enola).
Enola
Holmes segnerà la seconda esperienza cinematografica
di Millie Bobby Brown. La giovane attrice ha
debuttato sul grande schermo lo scorso anno in Godzilla II – King of the Monsters, film di
Michael Dougherty e sequel del film del
2014 Godzilla.
Avremmo dovuto vederlo al Festival di Cannes 2020, ma a causa
dell’emergenza sanitaria mondiale, Ammonite arriverà in anteprima a Toronto e
poi, speriamo, in sala. Il film, interpretato da Kate Winslet e Saoirse Ronan è un intenso dramma storico che
racconta l’amore tra due donne, legate da una passione proibita. La
trama ricorda vagamente quella di Ritratto di una giovane in fiamme di
Celine Sciamma, che aveva stregato Cannes
2019.
Ammonite, il film
di Francis Lee, è ambientato nell’Inghilterra del
1840, dove la celebre cercatrici di fossili Mary
Anning (Kate Winslet), ormai caduta in
disgrazia, lavora in solitudine sull’aspra costa meridionale del
paese.
Passato il tempo delle grandi
scoperte, la donna ormai si accontenta di trovare fossili di poco
valore da vendere ai turisti, per mantenere se stessa e la madre
malata. Un giorno arriva un ricco uomo che le chiede di occuparsi
di sua moglie Charlotte
Murchison (Saoirse Ronan), venuta a
passare lì la sua convalescenza. E’ un’offerta che Mary non può
rifiutare.
All’inizio le due donne si trovano
spesso a scontarsi, ma presto, nonostante le differenze sociali e
caratteriali, tra Mary e Charlotte si sviluppa un intenso legame
che le porta ad interrogarsi sulla vera natura del loro
rapporto.
Daisy Ridley è diventata il nuovo volto del
franchise di Star Wars dopo aver ricoperto il ruolo di Rey
nella trilogia sequel. Eppure, in seguito all’uscita de L’Ascesa di Skywalker nelle sale, l’attrice ha
rivelato che non è stato facile per lei trovare dei nuovi progetti
a cui prendere parte.
In una recente intervista con
Entertainment
Weekly, l’attrice ha infatti spiegato che, ancora prima del
lockdown che ha messo in ginocchio l’industria cinematografica
mondiale, quindi nel periodo immediatamente successivo alla fine
della saga degli Skywalker, nulla stava succedendo nella sua
carriera professionale.
“È stato molto triste chiudere
con Star
Wars”, ha spiegato l’attrice alla celebre rivista.
“Quando il film è uscito, non facevo altro che esclamare: ‘Oh
mio Dio’. È stato un capitolo davvero importante per la saga.
Stranamente, nei mesi a venire non ho ricevuto molte offerte di
lavoro. Naturalmente, ora come ora, è davvero bello poter lavorare,
ma non aver avuto molto all’epoca mi ha spinto ad elaborare troppo
gli ultimi cinque anni.”
“Essere costretta a rallentare,
è stato in parte un bene per la mia salute mentale, perché Star
Wars ha davvero stravolto la mia vita”, ha continuato
l’attrice. “Stranamente, però, all’inizio dell’inizio non ho
ricevuto davvero nessuna chiamata o proposta. Continuavo a pensare:
‘Nessuno vuole assumermi!’. Effettivamente, all’inizio dell’anno ho
sostenuto davvero un sacco di provini, e non sono riuscita ad
ottenere neanche una parte.”
Daisy Ridley come Hayden Christensen?
E se il successo di Star Wars avesse “danneggiato” la carriera di
Daisy Ridley come già accaduto in passato, ad
esempio, ad Hayden Christensen? Ovviamente è
troppo presto per dirlo. Sperando che le cose per la giovane
attrice possano cambiare, ricordiamo che il prossimo anno la
vedremo in
Chaos Walking, il nuovo sci-fi di Doug
Liman in cui reciterà al fianco di
Tom Holland.