I fan della Suicide Squad devono aver
particolarmente apprezzato la notizia di un nuovo film dedicato
alla squadra di supercattivi dei fumetti DC Comics, soprattutto a
causa delle critiche che sono state riservate al film del 2016
diretto da David Ayer. Nonostante la discreta
affluenza al botteghino, l’accoglienza riservata al film –
soprattutto da parte della critica – non è stata delle migliori,
rendendo ancora più difficile una possibilità di riscatto per il
DCEU dopo gli scenari poco rassicuranti aperti da
L’Uomo d’Acciaio e
Batman v Superman: Dawn of
Justice.
Approfittando dei problemi sorti
tra il regista James
Gunn e la Disney e della conseguente disponibilità del
regista e sceneggiatore di Guardiani della Galassia 1 e
2, la Warner Bros. è riuscita ad accaparrarsi Gunn e ad
affidargli il riavvio delle avventure della Task Force X sul grande
schermo, commissionandogli l’attesissimo The Suicide
Squad che arriverà al cinema ad agosto 2021.
Gunn è attualmente impegnato con le
riprese del film, che vedrà il ritorno di Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai
Courtney e Viola Davis al fianco delle
new entry John Cena, Pete Davidson, David Dastmalchian, Sean Gunn,
Michael Rooker, Idris Elba, Storm Reid, Peter Capaldi, Nathan Fillion e Taika Waititi.
La scorsa settimana abbiamo appreso dallo stesso David Ayer che il
nuovo film non sarà un sequel della sua pellicola e che James Gunn
sta “reinventando” l’universo
ed i suoi personaggi.
Probabilmente, ciò consentirà veri
e propri crossover tra le nuove versioni di questi
personaggi e quelle degli stessi viste all’interno del DCEU, come
accadrà ad esempio con Harley Quinn, che sarà la
protagonista di Birds of
Prey in arrivo a febbraio 2021: la versione del
personaggio che vedremo in quel film potrebbe non essere quella
vista in Suicide Squad di Ayer, ma magari anticiperà
quella che vedremo invece nella pellicola di Gunn. La cosa potrebbe
creare un po’ di confusione, ma è innegabile quanto la Warner Bros.
e la DC puntino sulla visione creativa di un regista come James
Gunn per rilanciare le proprie storie e i propri personaggi.
Nelle ultime ore è emerso online un
collegamento tra il film del 2016 e Justice
League di Zack Snyder,
collegamento che è stato poi tagliato in fase di scrittura: via
Twitter, infatti, il regista David Ayer
ha confermato che il personaggio di Incantatrice
interpretato da Cara Delevingne avrebbe dovuto
essere sotto il controllo di una Scatola Madre, ma che all’ultimo
minuto i collegamenti con Apokalyps, il Boom Tube e la Justice League sono stati completamente
riscritti.
Il cast ufficiale
di The Suicide Squad comprende
i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean
Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena.
Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin
Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz,
Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Nonostante abbia giocato un ruolo
fondamentale ne Gli Ultimi Jedi, il personaggio di
Rose Tico interpretato dall’attrice Kelly Marie
Tran è stato fortemente ridotto in
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, tanto che nel film
la vediamo in scena “soltanto” per 76 secondi. Ricordiamo che
proprio a causa del personaggio, che i fan non hanno
particolarmente apprezzato, l’attrice è stata vittima di numerosi
attacchi e di episodi di bullismo sui social, un tipico esempio di
quanto il fandom di determinati franchise di successo
possa essere in alcuni casi davvero nocivo.
Adesso, in una recente intervista, è
stato il co-sceneggiatore di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, Chris Terrio, a chiarire
in merito al minutaggio riservato al personaggio di Rose Tico nel
film di J.J. Abrams, spiegando come mai il ruolo
sia stato così ridotto rispetto al film di Rian
Johnson e rivelando che il motivo è strettamente
connesso al materiale inedito a disposizione utile alla
realizzazione delle scene con Carrie Fisher:
“Uno dei motivi per cui Rose ha
meno scene di quelle che ci sarebbe piaciuto inserire con lei è
perché abbiamo avuto alcune difficoltà nell’utilizzo delle scene di
Carrie Fisher nel modo in cui volevamo usarle”, ha spiegato
Chris Terrio in una recente intervista con
Awards
Daily.
“Volevamo che Rose fosse
l’ancora alla base ribelle che era con Leia”, ha aggiunto
Terrio. “Pensavamo che non potevamo lasciare Leia da sola alla
base senza neanche uno dei personaggi principali che amiamo, così
Leia e Rose avrebbero lavorato insieme. A mano a mano che il
processo si è evoluto, poche delle scene che avevamo scritto con
Rose e Leia si sono rivelate non conformi agli standard
fotorealistici che ci eravamo prefissati. L’ultima cosa che
volevamo fare era mettere deliberatamente da parte Rose!”
LEGGI
ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker,la recensione
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Come parte della campagna
promozionale in vista della prossima edizione degli Oscar, la
Warner Bros. ha diffuso online la sceneggiatura completa di
Joker, il cinecomic DC diretto da
Todd Phillips e interpretato da Joaquin Phoenix. La sceneggiatura permette di
fare luce una volta per tutte su due delle questioni che, fin
dall’uscita del film nelle sale, sono state tra le più dibattute:
il collegamento con il DCEU e il destino del personaggio di
Sophie
Dumond, interpretato da Zazie Beetz.
L’introduzione della sceneggiatura
chiarisce ufficialmente quando è ambientata la storia e conferma
che il film di Phillips non ha alcun tipo di collegamento con gli
altri adattamenti cinematografici dei fumetti DC Comics:
“Questa storia è ambientata in
un universo indipendente. Non ha alcun collegamento con i film DC
usciti in precedenza. Lo consideriamo un classico film della Warner
Bros. Grintoso, intimo e curiosamente divertente. I personaggi
vivono nel mondo reale e in gioco ci sono questioni personali.
Anche se nel film non viene mai menzionato, questa storia è
ambientata nel passato. Diciamo pure nel 1981. È un periodo
turbolento. La criminalità a Gotham impazza. Un’emergenza rifiuti
ha paralizzato la città nelle ultime sei settimane. Il divario tra
i “ricchi” e i “poveri” è diventato palpabile. I sogni non sono
alla portata di tutti e scivolano sempre più
nell’illusione.”
Nel film non viene chiarito quale
sia il destino di Sophie
Dumond, il personaggio interpretato da Zazie Beetz. Ad un certo punto scopriamo che
la relazione tra la ragazza e Arthur Fleck non era altro che il
frutto dell’immaginazione dell’uomo, ma che fine ha fatto Sophie? È
rimasta vittima della follia di Arthur? La sceneggiatura chiarisce
che non è così e che la ragazza è sopravvissuta all’ultimo incontro
con Arthur, quando torna a casa e lo trova nel suo
appartamento:
“Dalla cucina dell’appartamento
di Penny, Arthur scrive un bigliettino pieno di errori di
grammatica: ‘Sarò da Murray Franklin stasera. Per favore,
guardalo!’. Arthur infila il bigliettino in una busta indirizzata a
Sophie. Nell’ingresso, seguiamo Arthur mentre si avvia verso
l’appartamento di Sophie. I suoi capelli verdi adesso sono stati
lucidati alla perfezione……Arthur infila la busta sotto la
porta di Sophie, poi tira fuori qualcosa dalla tasta – non vediamo
cosa sia perché il suo corpo ostruisce la vita – e la mette a terra
davanti alla porta. Poi se ne va. Mentre percorre il corridoio,
vediamo cosa ha lasciato davanti alla porta di Sophie: la sua
bacchetta magica con i fiori.”
Più avanti, sempre nella
sceneggiatura, scopriamo che Sophie ha assistito alla terrificante
morte di Franklin per mano di Arthur Fleck direttamente dalla tv
del suo appartamento:
“Sophie urla e salta in piedi,
terrorizzata! GiGi si sveglia e inizia a piangere non appena vede
cosa c’è in televisione – viene inquadrata la tv, Joker si alza e
cammina verso la telecamera: il sangue cola sul suo volto dipinto.
Sentiamo il pubblico in sala che sta ancora urlando. Il caos lo
circonda.”
Potete leggere la sceneggiatura completa di
Joker cliccando qui.
Joker
vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais ed è
arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e
racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione
nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.
Si è spenta a 73 anni Sue
Lyon, l’indimenticabile Lolita
dell’omonimo film di Stanley Kubrick. Da tempo
aveva problemi di salute e a dare la notizia della sua morte, lo
scorso giovedì, è stato il suo caro amico Phil
Syracopoulos.
La sua carriera, lanciata proprio
dal film di Kubrick e dal Golden GLobe vinto per l’interpretazione,
la portò a lavorare al cinema e in tv. Ha partecipato, tra gli
altri, a La notte dell’iguana di John Huston, Missione in Manciuria
di John Ford e L’investigatore, con Frank Sinatra.
In tv ha lavorato in Fantasilandia,
Sulle strade della California e Love, American Style. La sua ultima
apparizione sullo schermo risale al 1980, con Alligator.
La sua vita privata è stata
particolarmente travagliata, si è sposata cinque volte.
Questo che sta per concludersi è
stato un anno singolare per quello che riguarda il grande cinema e
i titoli che hanno catturato l’immaginario collettivo, per cui
stilare una classifica de i migliori film migliori del
2019 risulta estremamente limitativo.
L’aspetto divertente della
classifica dei migliori film dell’anno è che è totalmente
discrezionale, non ci sono regole predefinite, se non quelle che
decide di seguire colui o colei che stila la classifica di volta in
volta: in questo caso si tratta di me (e persino l’utilizzo della
prima persona in un articolo mi dà un senso di ribellione alla
classica impostazione di news, articoli, recensioni e
approfondimenti).
Per questo, invece di una Top 10
strutturata e classica, ho scelto di indicare i migliori 20 film
distribuiti in Italia negli ultimi 12 mesi, per importanza,
spessore e, sì, gusto personale. Così, facendo appello sempre
all’anarchia con cui mi approccio a stilare questo elenco, cercherò
di sorprendere e anche segnalare qualche film che forse non ha
avuto la visibilità che avrebbe meritato, oltre a raccontarvi le
mie preferenze in questi ultimi 12 mesi di cinema.
Avengers: Endgame
Uscito lo scorso aprile,
Avengers:
Endgame ha rappresentato una tappa fondamentale
per il cinema degli ultimi dieci anni, il completamento di un
percorso produttivo e anche drammaturgico cominciato nel 2008 e
portato a termine con un successo di pubblico davvero travolgente,
tanto che il film ha velocemente scalato le vette delle classifiche
dei maggiori incassi dell’anno, record su record. A questo si
aggiunge una buona gestione della storia, dei tanti personaggi,
degli elementi comici e tragici e soprattutto un utilizzo degli
effetti visivi di livello altissimo.
Alla fine del film, il pubblico di
tutto il mondo si è trovato orfano di una saga che lo ha
accompagnato per un decennio. Nerd fumettari sono diventati uomini,
magari padri, guardando quei film, e forse hanno persino cominciato
a guardarli con i figli. Non proprio l’arco di una generazione, ma
una buona porzione di vita di ognuno di noi.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker
Quello che è accaduto con
Endgame, si è replicato, con le dovute differenze, con
Star
Wars. I fan della saga, alla fine di L’Ascesa di
Skywalker, hanno detto per sempre addio a dei
personaggio che hanno accompagnato il loro immaginario per ben 42
anni. Con maldestre svolte narrative, il film ha cercato di tirare
tutte le fila della saga rimaste in sospeso.
Il risultato non è certamente
perfetto, ma restituisce intatta l’emozione che lo spettatore di
lunga data vuole trovare in questo film conclusivo e soprattutto
nella nuova trilogia, che si è aperta e si è chiusa all’insegna
della nostalgia. In questo caso, come in quello del film Marvel, più che il film in sé è
importante il fenomeno, l’esperienza collettiva che questi
spettacoli sono riusciti a creare.
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità
Dimenticato dai più, è
arrivato nel 2019 anche questo film, una specie di esperimento
biografico di Julian Schnabel, un film
“sull’arte e su un artista, Van Gogh, realizzato da un artista
contemporaneo e condotto con una freschezza e una necessità
d’indagine espressiva rara da trovare oggi in un prodotto
cinematografico.”come scrive
Stefano Bessoni su Cinefilos.it.
Ed è semplice capire perché questo
film si trova in questo elenco. Van Gogh – Sulla soglia
dell’eternità è la storia del pittore così come lui
l’avrebbe raccontata per immagini, per visioni, ma soprattutto per
impressioni cromatiche. I blu e i gialli del film sono così intensi
e comunicativi che spingono lo spettatore all’interno di un quadro
di Van Gogh stesso. Un’esperienza sensoriale rara e una ricerca
espressiva importante.
La famosa invasione degli Orsi in
Sicilia
Nonostante sia stato
presentato sia al Festival di Cannes in Un Certain
Regard e alla Festa di Roma in Alice
nella Città, con tanto di masterclass del regista
(esordiente), il maestro Lorenzo Mattotti, il
film d’animazione ha
avuto davvero poca visibilità, nonostante si sia cercato di
spingerlo in molti percorsi collaterali, estranei allo
sfruttamento classico della sala, tanto che il film ha
trovato spazio anche nel programma Movie del Lucca Comics 2019.
La purezza del tratto,
l’immediatezza della scrittura, la freschezza dell’animazione,
fanno de La famosa invasione degli Orsi in
Sicilia un piccolo gioiello del nostro cinema, nonché
un modo immediato di riscoprire il bellissimo romanzo di
Dino Buzzati.
La casa di Jack
Si può tranquillamente
dire che Lars Von Trier rappresenta il Lato Oscuro
del cinema, ormai più per quella specie di personaggio scomodo che
si trova ad interpretare che per una vera e propria indole
iconoclasta che ha caratterizzato i primi anni della sua
produzione. Tuttavia, con La casa di
Jack, il regista danese ha regalato al suo
pubblico una nuova opera, disturbante e macabra, ma anche
rappresentativa della sua visione sull’arte e sul mestiere di
creatore di storie.
Il Jack del film, interpretato da un
ottimo Matt Dillon, non è nessun altri che lui,
alle prese con le sue turbe e i suoi fantasmi che in qualche modo
esorcizza con il cinema e che rappresenta a schermo attraverso le
scene più raccapriccianti che gli spettatori abbiano visto in sala
quest’anno. E, una volta superato il naturale distacco e disprezzo
verso le gesta di Jack, il film permette allo spettatore preparato
di divertirsi anche parecchio, nonostante la crudeltà di ciò che
sta guardando.
La favorita
Nell’anno che ha visto al
cinema i primi veri frutti del #MeToo e del movimento di promozione
femminile nel mondo dello spettacolo, La
Favorita di Yorgos Lanthimos
(già presentato a Venezia 2018) racconta di un gioco di potere tra
tre protagoniste agguerrite che declinano, con ogni arma a loro
disposizione, la propria forza, in questa battaglia fisica e
psicologica che mira alla sottomissione dell’altra.
E oltre alle grandiose
interpretazioni delle tre protagonista, Olivia Colman,
Rachel Weisz e Emma Stone, il regista
Lanthimos si avvale di un linguaggio estremamente riconoscibile,
soprattutto attraverso l’uso di lenti grandangolari deformanti che
accentuano l’aspetto surreale delle gesta messe in scena. Le
protagoniste non hanno timore di far scorrere il sangue delle
avversarie, ricorrendo a violenza e seduzione, arguzia e forza
bruta.
Noi
Replicare il successo
della sua opera prima non era semplice, dato il grande impatto che
ha avuto Scappa – Get Out su pubblico e
giurie di premi cinematografici, e così Jordan
Peele ha cambiato direzione, mettendo insieme un film
molto meno “sicuro” in quanto a formula e contenuto, rischiando di
risultare incompreso, pur di portare sullo schermo la sua metafora
sulla contemporaneità americana.
Con le spalle larghe di un successo
di pubblico e critica, Peele ha confermato, anche in questa nuova storia, che il
suo utilizzo del cinema horror si rivela principalmente una lente
che serve a raccontare la società, a criticarla. Insomma, il cinema
di Peele si conferma politico, nonostante il suo linguaggio si
complichi rispetto alla sua prima incursione cinematografica nel
genere.
La Belle Epoquè
Non replica la bellezza
fresca e travolgente della sua opera prima, ma con La Belle
EpoquèNicolas Bedos riesce a
mettere in scena la dolcezza della malinconia, l’amore attraverso i
decenni, la voglia di evasione ma anche il desiderio di recuperare
quel sentimento e quella complicità che caratterizzano l’inizio di
ogni grande storia d’amore.
Forte di un cast straordinario,
Bedos immerge lo spettatore in un’atmosfera dorata che affonda i
suoi toni proprio nei ricordi del protagonista, trascinando in
questo sogno ad occhi aperti anche lo spettatore, che si ritrova un
po’ desiderare che la complessa messa in scena del film, possa
essere ricreata nella vita reale, per avere ancora un giorno,
ancora una possibilità di essere giovani.
Midsommar – il villaggio dei
dannati
Come è già detto per
Jordan Peele, anche Ari Aster ha
esordito, muovendosi sempre nel campo del genere horror, con un
film narrativamente e strutturalmente “rassicurante”. Sebbene
Hereditary sia di fatto spaventoso,
rientra in una forma cinematografica solida e chiusa. Con Midsommar, il
regista newyorkese sfida le regole del genere e porta la sua storia
dell’orrore alla luce del sole, in un viaggio allucinato dentro la
testa di una donna traumatizzata, ferita, che ha paura di essere
abbandonata.
Ari Aster sembra
adottare per il suo film la forma del dolore, nel senso che
abbandona le strutture narrative tradizionali e realizza un
racconto che resta fermo, nell’immobilità della luce accecante,
nella perfezione delle simmetrie sulle quali indugia, sulla ricerca
linguistica di una simbologia che racconta di credenze, riti e
incantesimi che non vengono mai spiegati, ma costantemente
suggeriti, ad aumentare la sensazione di inquietudine.
Il traditore
Uno dei migliori film
italiani dell’anno, scelto per rappresentare l’Italia nella corsa
all’Oscar per il miglior film internazionale, il nuovo film di
Bellocchio racconta una pagina cardine della storia d’Italia.
Il regista poggia tutto il suo film sulle spalle di
Pierfrancesco Favino e lo fa senza prendere
posizione rispetto al Tommaso Buscetta che l’attore romano mette in
scena. Il suo lavoro di mimesi è notevole, tuttavia Bellocchio non
sceglie il suo punto di vista, ma mostra con fare quasi
documentaristico, agendo solo sui tempi e sulla suspance, i fatti
così come sono avvenuti.
Ed è proprio in quei frangenti che
il film diventa documento storiografico e artistico nelle mani di
uno dei grandi maestri contemporanei del nostro cinema, che riesce
a fare grande arte anche di fronte al racconto fedele di una delle
pagine più nere della nostra Storia.
La paranza dei bambini
La delicatezza con cui
Giovannesi parte dal testo e racconta la realtà, trasfigurata
attraverso il romanzo, tratteggia delle figure di piccoli
avventurieri che desiderano portare avanti la loro vita, il loro
mondo, così come lo conoscono, cercando di sostituirsi agli adulti,
fatalmente eliminati dalla gerarchia criminale del loro
microcosmo.
Il regista affronta il racconto di
formazione con grande tenerezza, senza per questo risultare
paternalistico, ma rimanendo accanto ai giovani protagonisti ed
entrando nelle loro vite, nelle loro case, raccontandoci
circostanze tanto assurde quanto reali per chi, nella Napoli di
vicoli, rioni e quartieri, vive tutti i giorni quella vita.
La mafia non è più quella di una
volta
Folgorante. Il nuovo documentario di
Franco Maresco sembra la messa in scena
completamente folle di un mondo che non c’è, tuttavia è
estremamente lucido per l’approccio attento e tagliente con cui
racconta i fatti, mentre è accompagnato da una protagonista
d’eccezione, la fotografa Letizia Battaglia,
sguardo vigile e razionale su manifestazioni di umanità
grottesche.
Sulla scia di
Belluscone, Maresco realizza un altro
documento importante ed estremamente attuale per il nostro tempo,
nonostante a volte, guardando le immagini, le persone, la varia
umanità mostrataci sullo schermo (citiamo per tutti Ciccio Mira),
ci sembra di guardare in una realtà parallela. Si ride con grande
amarezza e consapevolezza.
Dolore e Gloria
A tre anni da
Julieta, Almodovar torna al cinema con
uno dei film più
belli, vitali, dolenti e luminosi che la sala abbia visto
quest’anno. Non si tratta soltanto di uno dei migliori film degli
ultimi anni del regista di Madrid, ma si tratta di una delle vette
della sua opera omnia. A guidarlo in questo viaggio
(autobiografico) tra i dolori di un corpo che cede al tempo e la
gloria di un passato lontano ma ancora vivido nella sua memoria,
c’è Antonio Banderas, alla sua migliore
interpretazione in carriera.
Torbido e vitale, come la maggior
parte dei migliori film di Almodovar, Dolore e
Gloria riflette sulla vita dell’artista, sul suo
passato, sulla figura della madre (Penelope Cruz),
sempre un angelo carnale, il tutto in un ambientazione satura di
colori, in un continuo rimando a ciò che continua a pulsare tutto
intorno ai suoi personaggi, per quanto fermi, lenti, sofferenti
possano essere. E così, Pedro Almodovar si
conferma un regista amante della vita e delle sue passioni.
Storia di un matrimonio
Di nuovo un film
autobiografico, questa volta però che racconta la fine di una
storia d’amore. Noah Baumbach ha dichiaratamente
preso spunto dalla fine del suo matrimonio per raccontare questa
storia di dolore e trasformazione, con un tocco delicato ed
estremamente realistico, tratteggiando due personaggi distrutti da
quello che stanno vivendo eppure intenzionati ad andare avanti con
la propria vita, al meglio delle loro possibilità.
Storia di un
matrimonio racconta la trasformazione di ciò che
si credeva fosse un “per sempre” in un nuovo e misterioso “non
più”, misterioso prima per la coppia che affronta la separazione, e
poi per il loro figlio, che si ritrova nel mezzo ma che è anche
l’unico elemento che permette ai due di ricordare quanto si sono
amati in passato. Doloroso quanto reale, il film di Baumbach è una
vera e propria esperienza emotiva dentro una realtà che, seppure
non tocca personalmente lo spettatore, viene raccontata con empatia
e tragico realismo. Ancora disponibile su Netflix.
L’ufficiale e la spia
“Un grido potente e
determinato contro l’ingiustizia, l’abuso di potere, la
persecuzione e la discriminazione” così, Stefano
Bessonidefinisce l’ultimo
film di Roman Polanski, arrivato in sala in un
clima ostile alla libera espressione artistica ma soprattutto
ostile al regista, egli stesso perseguitato da un passato e da una
vita estremamente dolorosa.
Nel film che racconta L’Affaire
Dreyfus, Polanski sembra riversare anche
un po’ della sua storia, una parte delle sue sofferenze, del suo
essere perseguitato, in diverse epoche e continenti. E nonostante
l’alto livello di coinvolgimento (palese seppure non dichiarato),
il regista polacco non rinuncia a mettere in scena tutte le sue
doti artistiche, che ne fanno uno degli autori più grandi di tutti
i tempi.
C’era una volta a Hollywood
Per quanto riguarda
Tarantino, ogni volta che il regista arriva al cinema si crea
sempre un piccolo evento, e quest’anno, con il suo film più maturo e
malinconico, Quentin ha decisamente lasciato il segno, un segno
che potrebbe riempire le mensole di casa Pitt di premi e
riconoscimenti nel corso della stagione dei premi che si sta
aprendo.
Il suo sguardo adorante sulla
Hollywood che fu è senza dubbio quello che rimane attaccato ai
ricordi dello spettatore, una volta lasciata la sala, e poco
importa che quel finale splatter ci riporta con la mente al
“solito” Tarantino, il film è un attestato di maturità da parte
dell’autore.
The Irishman
The
Irishman ha portato con sé una scia di polemica
incredibile, a seguito delle dichiarazioni di Martin
Scorsese sui cinecomic Marvel, sull’importanza di tutelare
film come il suo in sala e di insegnare ai giovani spettatori cosa
sia il cinema in realtà. Dichiarazioni di un regista che, sul viale
del tramonto anagrafico, si rivela ancora affamato di storie e di
grande e ambizioso cinema.
Questo film è senza dubbio, da una
parte, una sorta di capriccio del grande autore che fa di tutto per
fare un film con i suoi amici, ma dall’altra è anche la perfetta
testimonianza dell’istinto cinematografico del regista newyorkese,
che gestisce un film di tre ore con un equilibrio impeccabile,
dosando, raccontando e parlando, inevitabilmente e sinceramente,
anche di sé.
Joker
Joker di
Todd Phillips è forse il film più discusso
dell’anno, ha creato fazioni, schieramenti, ma è innegabilmente
un’opera importante, cruda e ambiziosa, che occupa a buon diritto
il suo posto di questa classifica dei migliori film del 2019. Nato
come un progetto rischiosissimo sulla carta, il film non solo ha
vinto la Mostra di Venezia, segnando la storia del cinema, ma ha
anche registrato il record di incassi in tutto il mondo per un film
vietato.
Una boccata d’aria per la Warner Bros, per i
film a marchio DC ma soprattutto uno spunto produttivo interessante
che mostra un altro modo di approcciarsi al materiale pop che tanto
viene sfruttato dal cinema in questi anni.
Parasite
Parasite di
Bong Joon-ho, forse il vero capolavoro dell’anno,
Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, è uno dei pochi film
orientali (sud-coreano) che ha registrato incassi altissimi negli
Stati Uniti, a ragione, dal momento che si tratta di una critica
sociale affilata e intelligente che non rinuncia alla bellezza,
puramente estetica e fine a se stessa, del mezzo
cinematografico.
È chiaro che l’interesse del
regista, come aveva già dimostrato nella sua passata filmografia e
anche nella sua prima incursione americana,
Snowpiercer, è quello di rappresentare
l’impossibilità di una comunicazione tra le classi, tra gli strati
della società, una comunicazione che avviene solo nell’ambito del
rapporto padrone-servo, un rapporto che si sgretola non appena il
povero si dimostra più ingordo che furbo e il ricco più stupido che
colto.
Border – Creature di confine
Si tratta dell’opera più
sorprendente che sia arrivata in sala quest’anno e che senza dubbio
mantiene, anche a diversi mesi dalla visione, un fascino e una
freschezza di racconto davvero rari. Il film, che si muove
sul limite tra thriller e fantasy, racconta la fiaba con toni
realistici, senza sospendere mai, nemmeno per un attimo, la
credibilità del racconto.
Nel raccontare la diversità con un
occhio così vigile ed originale, il regista Ali
Abbasi ci offre un’avventura che da malinconica diventa
gioiosa e poi tetra e lugubre, infine addirittura tenera, rimanendo
sempre su quel confine (del titolo) tra natura e cultura, tra bene
e male, tra ciò che è e ciò che appare, ma soprattutto tra ciò che
scegliamo di essere e ciò che siamo per natura.
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Star
Wars: l’Ascesa di Skywalker è in sala e sta
spopolando presso il pubblico di tutto il mondo, ma cosa ci è
piaciuto davvero di questo nuovo ed ultimo capitolo della saga
Lucasfilm ideata da George Lucas? Ecco la
risposta:
Babu Frik ruba la scena
Star Wars è sempre stato
pieno di alieni, mostri e creature, ma molti di questi sono sempre
stati adorabili. Pochi di loro però sono stati così piccoli,
adorabili e decisamente divertenti come il fabbro del mercato nero
di Kijimi, Babu Frik.
Sebbene questo piccolo Anzellan
abbia a malapena due minuti di scena, è il protagonista di uno dei
momenti salienti del film. Minuscolo, tenero e simpatico, Babu è un
piccolo amico che tutti vorremmo avere.
Il ritorno di Lando
Star Wars: l’Ascesa di
Skywalker è sicuramente stato riempito di
riferimenti e scene nostalgiche, sia con l’inserimento di
personaggi come Wedge Antilles sia con callback autoreferenziali.
Ma uno dei pochi casi di nostalgia e servizio dei fan che ha
funzionato davvero è stato il ritorno del Lando Calrissian di
Billy Dee Williams.
Un po’ imbolsito ma sicuramente
ancora affascinante, Lando è esattamente il personaggio che abbiamo
sempre conosciuto e amato. Inoltre, durante i suoi pochi minuti di
screentime, ha avuto molti momenti eroici, dimostrando di essersi
più che guadagnato la sua eredità di eroe galattico.
Han e Ben fanno pace
Alla base, Star Wars è una
saga di famiglia. Per decenni, è stata la saga della famiglia
Skywalker in particolare. E mentre Kylo Ren è il vero ultimo
Skywalker, è la sua metà di Solo che si distingue come uno dei
momenti più forti del film.
In una delle scene più inaspettate e
profondamente commoventi, un Kylo Ren più in conflitto che mai si
ritrova visitato dal ricordo di suo padre, Han Solo. Nella scena
toccante, padre e figlio alla fine fanno ammenda per i torti che
sono stati fatti, poiché hanno la possibilità di riscrivere il loro
ultimo momento insieme, così come sarebbe dovuto essere. È
attraverso l’amore di Han, che la redenzione è finalmente
possibile.
Ben Solo si libera dal Lato
Oscuro
Come viene stabilito dal momento che
Han e Kylo Ren condividono, Ben Solo accetta la luce dentro di lui
una volta per tutte e ritorna sul lato chiaro della Forza in uno
dei momenti più sorprendenti non solo nel film, ma nel complesso
della saga. Il comportamento stesso del suo personaggio è cambiato,
così come il suo costume, e Adam Driver offre una vera lezione di
recitazione muta mentre guardiamo il suo riscatto.
Ben Solo è assolutamente selvaggio,
imperterrito e disposto a rinunciare a qualsiasi cosa per fare
ammenda e salvare coloro a cui tiene di più, inclusa Rey che era
stata la sua nemesi negli episodi precedenti. Si dedica
completamente al proposito di salvare la galassia, così come
avevano fatto i suoi genitori prima di lui.
Reylo esiste!
Da anni ormai, la natura
della relazione tra l’eroina Rey e l’ex cattivo Kylo Ren è stata
oggetto di un grande dibattito. Ma per tutto quel tempo, un certo
gruppo di fan ha predicato quella che si è rivelata la verità:
questi due non sono solo inesorabilmente collegati tra loro, ma
sono fatti l’uno per l’altro, innamorati l’uno dell’altro e quello
che più si avvicina all’esistenza di anime gemelle all’interno
della saga.
Il modo in cui combattono insieme
nell’atto finale del film è di grande bellezza, così come la scelta
altruista di Ben di curare Rey e riportarla in vita. Soprattutto,
il loro bacio oltremodo toccante, unito alla loro dolce intimità e
ai loro sorrisi, restituisce al film uno dei suoi momenti più
toccanti e umani.
Il 2010 è stato un decennio
particolarmente vorticoso, con tutta una serie di cambiamenti in
ambito sia sociale sia culturale che hanno avuto un impatto senza
precedenti sull’industria cinematografica hollywoodiana. A conti
fatti, tutti questi cambiamenti sono stati accolti nelle forme e
nei modi più disparati possibili dai registi di tutto il mondo.
Molto spesso, lo stesso sguardo dei
cineasti più in voga e in maggiore attività durante tutto l’arco di
questo decennio hanno testimoniato attraverso le loro “creature” le
dirette conseguenze di questi cambiamenti, che nella maggior parte
dei casi avevano a che fare con il modo di osservare la realtà e
gli altri, il modo di percepire la bellezza che ci circonda e il
modo di accogliere le conseguenze di avvenimenti più o meno degni
di nota.
Di seguito abbiamo raccolto i 10
avvenimenti più importanti che – nel bene o nel male – riflettono i
cambiamenti con i quali ha dovuto fare i conti il mondo del cinema
negli ultimi 10 anni.
L’attacco a Sony Pictures
Nel 2014, una pletora di dati
riguardanti la Sony Pictures (incluse informazioni sui dipendenti,
discussioni tra i dirigenti in merito a progetti futuri e persino
anteprime video dei film non ancora usciti al cinema) è trapelata
su Internet grazie ai “Guardiani della Pace”, un’organizzazione
anonima di hacker immorali.
Se all’inizio l’attacco è stato
collegato a controversie politiche (gli stessi “Guardiani” si sono
sentiti offesi dalla commedia The
Interview di Seth Rogen, che mostrava la morte di un
leader nordcoreano), col tempo è stato sempre più legato a
questioni di carattere più generale, come la protezioni dei dati
attraverso la rete, dal momento che l’attacco ha dato la
possibilità al mondo intero di vedere cosa degli hacker
professionisti sono in grado di fare, aumentando in maniera
esponenziale le paure e le paranoie del popolo del web.
Un’animazione ancora più dettagliata e
mozzafiato
Fin dall’uscita di Toy
Story nel lontano 1995, la CGI ha giocato un ruolo
fondamentale nel campo dell’animazione, diventando nel corso
dell’ultimo decennio la tecnologia che più di tutte le altre si è
sviluppata a livelli sbalorditivi.
Quasi tutti i film di oggi si basano
su effetti speciali generati al computer che siano in grado di
trasportare il pubblico all’interno dell’azione: film come Spider:Man – Un Nuovo
Universo o Frozen 2 – Il Segreto
di Arendelle non hanno fatto altro che confermare il
livello qualitativo raggiunto dall’animazione nel corso degli anni.
Una messa in scena maestosa, combinata ad elementi visivi ancora
più dettagliati, hanno trasformato ancora di più l’animazione in un
genere dal potenziale sconfinato e sorprendente attraverso il quale
poter raccontare una storia.
Gli Oscar iniziano a perdere la loro
importanza
Gli Oscar hanno sempre rappresentato
un riferimento culturale importante, non soltanto a livello
cinematografico. Nell’ultimo decennio, però, varie controversie
legate all’illustre cerimonia di premiazione hanno fatto sì che
quello che è universalmente riconosciuto come il premio
cinematografico più importante di tutti perdesse un tantino di
valore.
Se nel corso degli anni l’Academy è
riuscita ad evitare le tradizionali accuse di corruzione e
monetizzazione di massa che generalmente affliggono quasi tutte le
cerimonie di premiazione, di recente l’Academy è stata spesso
accusata di non rappresentare in maniera adeguata ed egualitaria le
minoranze e di puntare invece sui film di maggiore rappresentanza
nella stagione corrente. E stando agli indici di ascolto, l’Academy
si trova di fronte ad una situazione dalla quale non sembra sia
così facile tornare indietro…
Netflix inaugura l’ascesa dei servizi a
pagamento
Anche se è difficile da credere,
Netflix ha lanciato il suo rivoluzionario servizio di
streaming nel lontano 2010: un fenomeno divenuto negli anni senza
precedenti. Nonostante servizi come Hulu fossero in circolazione
già dalla fine degli anni ’00, il modello di business e di layout
dei contenuti introdotto da Netflix era un’assoluta novità,
spingendo molte altre aziende a lanciare i propri servizi di
streaming sulla scia di un successo planetario e di un nuovo modo
di fruire il prodotto audiovisivo.
Con una così vasta gamma di modi per
guardare film e serie tv tra i quali i consumatori possono
scegliere al giorno d’oggi, è già un traguardo altissimo che i
cinema non siano del tutto scomparsi.
L’invasione di sequel, remake e reboot
Ammettiamolo: i concept originali,
nuove idee sulle quali basare sceneggiature e realizzare film, sono
sempre difficili da elaborare. Rispolverare vecchi successi si è
rivelato un metodo molto più affidabile per Hollywood per dare vita
a successi al box office garantiti, finanziando ancor di più un
impero che nel corso dell’ultimo decennio è divenuto ancora di più
redditizio.
Basta guardare ai successi ottenuti
da tutti i remake live action dei classici d’animazione Disney, che
arrivano ormai al cinema con cadenza annuale, o ai continui reboot
di storici franchise cinematografici: impastellare vecchie storie
si è rivelato negli ultimi anni molto più affidabile, in termini
meramente economici, che puntare su un’idea originale. Nonostante
nell’ultimo decennio ci siano stati enormi successi originali come
Inception o Frozen – Il Regno di Ghiaccio, i
grandi studios continuano a puntare sui revival di grandi classici,
un tendenza che probabilmente resterà in vita per ancora un altro
decennio.
I supereroi diventano imbattibili
I film di supereroi sono in realtà
sempre esistiti: è soltanto a partire dall’ultimo decennio che si
sono trasformati in vere e proprie macchine da soldi, con la
creazione di universi cinematografici e di continuity che
dimostrano come tutte le storie siano interconnesse le une con le
altre. Film come Spider-Man e Il Cavaliere Oscuro
hanno dato una potente scossa agli incassi agli inizi degli anni
’00, ma è solo a partire dal 2010 che il box office mondiale si è
trasformato in un vero e proprio campo di battaglia pronto ad
accogliere scontri fra titani.
La questione se questi film siano
effettivamente cinema è improvvisamente diventata il fulcro di un
accesso dibattito, ma con Black
Panther che è riuscito a conquistare una nomination agli
Oscar come miglior film e Avengers: Endgame che è diventato il
più grande incasso nella storia del cinema, sembra che per la
critica e il pubblico sia proprio così.
La più grande decade di sempre per la
Disney
Nel corso del 2010, la Walt Disney
Company – lanciato come studio d’animazione nei lontani anni ’20 –
ha vissuto senza alcun dubbio il suo decennio di maggior successo.
La Disney ha acquistato la Lucasfilm e il franchise di Star
Wars, ha continuato a godere dello strabiliante successo
dell’Universo Cinematografico Marvel, ha acquistato tutte le
proprietà della 20th Century Fox per oltre 50 miliardi di dollari,
ha distribuito 23 film che hanno incassato oltre un miliardo di
dollari al box office e ha ufficialmente lanciato il suo servizio
di streaming. Cosa ci riserverà in futuro la Casa di Topolino?
Soltanto il tempo ce lo dirà…
Il movimento #MeToo
Una volta Harvey Weinstein –
co-fondatore della Miramax e della Weinstein Company – era
considerato il più potente produttore cinematografico di Hollywood.
Tutto è cambiato nell’ottobre del 2017, quando hanno iniziato a
circolare una serie di pesanti accuse di violenza sessuale ai danni
del titano dello star system. Da qui, la nascita del movimento
passato alla storia come #MeToo, nato in seguito all’ondata di
denunce ai danni non solo di Weinstein ma di tantissime altre
personalità del mondo del cinema.
Il movimento #MeToo ha risvegliato
le coscienze, cambiato la prospettiva nei confronti della
comprensione della verità e restituito giustizia ad un intera
generazione di attrici, senza considerare l’impatto che lo stesso
movimento ha avuto sulle aziende a livello globale in merito alle
precauzioni da prendere in materia di comportamenti più o meno
idonei sui luoghi di lavoro. Che si tratti di una cosa positiva
oppure no, tutto è partito da Hollywood!
Diversità e inclusione come mai prima
d’ora…
Il vero significato di concetti come
diversità, inclusione e accettazioni sono stati a lungo dibattuti
da studiosi ed esperti teologi. In molti concordano sul fatto che,
alla fine, tutto si riduce ad una semplicissima regola d’oro:
trattare tutte le persone allo stesso modo. Scappa – Get
Out del 2017 ha sviscerato il razzismo e le cause alla
base di questo terribile fenomeno; Won’t You Be Neighbor?
del 2018 ha incoraggiato il pubblico ad essere più gentile nei
confronti del prossimo.
Film come Crazy & Rich e
Coco hanno cambiato la prospettiva del pubblico
occidentale nei confronti di culture ricche ed uniche, alla quali
probabilmente non avevano mai prestato troppa attenzione. Molti
film dal 2010 ad oggi hanno offerto una sguardo personale e sempre
toccante al tema del cameratismo e all’importanza di lavorare e/o
agire in armonia con gli altri.
…anche se c’è ancora molta strada da fare!
Se da un lato la diversità e
l’accettazione sono entrare sempre di più a far parte della
narrativa cinematografica dell’ultimo decennio, è innegabile quanta
strada ci sia ancora da fare. Il colore della pelle, ad esempio,
sembra rappresentare ancora un problema, soprattutto quando in
ruoli storicamente non bianchi vengono ingaggiati attori bianchi
(si pensi a Ghost in the Shell o Doctor Strange).
La Marvel ha introdotto il suo primo personaggio apertamente gay in
Avengers:
Endgame, ma si è trattato di un semplicissimo cameo.
Hollywood deve ancora intensificare il suo ruolo all’interno di
determinate tematiche. Speriamo che il nuovo decennio sia
l’occasione giusta per ingranare la marcia in tal senso.
Kevin Smith rivela
finalmente il suo cameo in Star
Wars: l’Ascesa di Skywalker. Il regista è noto
soprattutto per il suo View Askewniverse, un universo
condiviso in cui coesistono tutti i suoi film e nei quali, in molti
casi, ha recitato. Naturalmente, Smith è un fanatico dei fumetti e
un fan sfegatato di Star Wars.
Con la popolarità del franchise di
Star Wars, tutti vorrebbero l’opportunità di avere un ruolo anche
piccolo nei film. La maggior parte dei film di Star Wars hanno
diversi cameo di celebrità. Ad esempio, Simon Pegg
era irriconoscibile come Unkar Plutt in Star Wars: Il
Risveglio della Forza, così come Joseph
Gordon-Levitt come Slowen Lo in Star Wars: Gli
Ultimi Jedi.
Star Wars: l’Ascesa di
Skywalker ha continuato a nascondere cameo famosi,
come Harry Styles e Ed Sheeran che sono stati degli Stormtroopers,
e Lin-Manuel Miranda nei panni di un combattente per la Resistenza.
Anche il compositore John Williams ha avuto finalmente il suo
momento, interpretando Oma Tres, mentre il regista J.J. Abrams ha
doppiato l’amabile droide D-O.
Ora, Smith afferma di essere apparso
davvero nel film e ha recentemente confermato su Facebook che
interpreta un “locale mascherato” che sta camminando con un cyborg
sul pianeta Kijimi. Smith spiega che quando J.J. Abrams gli ha
offerto la possibilità di partecipare a un film di Star Wars con un
cameo, lui era stato appena colpito da un attacco di cuore, e ha
risposto al regista che se fosse sopravvissuto, lo avrebbe fatto.
Infatti, Kevin Smith è riuscito a rimettersi dopo il tremendo
spavento:
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le
forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una
galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica
saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo
la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Nel giorno di Santo Stefano, per
tradizione uno dei più ricchi dell’intero box office italiano,
Pinocchio di Matteo
Garrone è primo al botteghino, sfiorando 1,9 milioni di
euro e superando così i 6,5 milioni di incasso complessivo.
Un dato eccezionale che, unito a quello altrettanto
positivo del 25 dicembre (oltre 1 milione di euro), fa di Pinocchio
il maggiore risultato del Natale 2019.
Dichiara Matteo Garrone: “Che emozione
sapere che il film è stato visto da tanti spettatori, grandi e
piccoli. Vogliamo ringraziare tutto il pubblico che ha scelto
Pinocchio e che si è lasciato trasportare per un paio di ore in un
mondo magico, dove il reale si mescola al fantastico“.
PINOCCHIO, una
coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
ARCHIMEDE con RAI CINEMA e
LE PACTE, con RECORDED PICTURE
COMPANY, in associazione con LEONE FILM
GROUP, in associazione con BPER BANCA,
con il contributo del MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E
AUDIOVISIVO e di EURIMAGES, con il
sostegno della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della
REGIONE PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione
Apulia Film Commission e della REGIONE TOSCANA –
Toscana Promozioni, con il contributo di CANAL
+ e di CINE +. Vendite internazionali:
HANWAY FILMS. Distribuzione italiana: 01
DISTRIBUTION.
Da quando è stato confermato che il
film dedicato a Black
Adam introdurrà ufficialmente la Justice
Society of America nel DCEU, i rumor circa i possibili
personaggi che vedremo all’interno del cinecomic con protagonista
Dwayne Johnson si sprecano.
Un nuovo report di Murphy’s
Multiverse (via ComicBookMovie),
suggerisce che nel film in arrivo al cinema nel 2021 farà il suo
debutto anche Hawkgirl, personaggio creato da
Gardner Fox (testi) e Sheldon Moldoff (disegni).
Secondo la fonte, la Warner Bros. e
la New Line Cinema starebbero cercando un’attrice tra i 20 e i 30
anni alla quale affidare la parte. Ulteriori dettagli non sono
stati rivelati, ma a questo punto non è da escludere che anche
Hawkman possa apprire nel film e che entrambi i
personaggi, un giorno, possano diventare i protagonisti di futuri
spin-off. Altri supereroi che dovrebbero apparire in
Black
Adam sono Atom Smasher, Stargirl,
Isis e Doctor Fate.
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra (Run all night, The Shallows),
arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con
le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi
scorsi dallo stesso Johnson.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro
tra il supereroe e la sua nemesi,Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Johnson sono ancora
vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori
di Geoff Johns dei primi anni
Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.
Ecco Baby
Sonic nel nuovo spot tv dedicato al film che porta al
cinema il famoso personaggio dei videogames.
Arriva a tutta velocità il nuovo
trailer di Sonic – Il Film, avventura live action che ha
come protagonista il famosissimo riccio blu dotato di velocità
supersonica, diventato celebre grazie alla serie di videogiochi
SEGA nata nei primi anni Novanta tra le più famose ed
apprezzate.
Sonic per le sue singolari
caratteristiche e l’incredibile appeal stabilito verso i propri
fan, si è guadagnato l’inserimento nella “World Video Game Hall of
Fame” ricavandosi di recente uno spazio presso “The Strong National
Museum of Play di Rochester” di New York. I titoli della serie
hanno venduto in totale oltre 360 milioni di unità.
Sonic – Il Film, diretto Jeff
Fowler, magnificherà nel lungometraggio le caratteristiche
dell’alieno blu come supervelocità e la sua capacità di saltare
molto in alto producendo energia cinetica, caratteristica questa
molto cara al ‘super cattivo’, il Dr. Ivo Robotni (Jim
Carrey) che farà di tutto per mettere questo potere al
suo servizio con l’obiettivo di dominare il mondo intero. Ma tra le
caratteristiche di Sonic c’è anche l’intelligenza e soprattutto un
prezioso amico, lo sceriffo di Green Hills Tom Wachowski (James
Marsden) che intuirà le buone intenzioni di Sonic
mettendosi dalla sua parte, con l’obiettivo di salvare il mondo
dalla terribile minaccia dello scienziato folle.
Sonic – Il Film: la trama
Basato sul famosissimo franchise
videoludico Sega, Sonic – Il Film racconta la
storia del riccio più veloce del mondo e della sua incredibile
avventura nella sua ‘nuova casa’, la Terra. Nel film, Sonic e il
suo nuovo migliore amico Tom (James Marsden) si uniscono per
difendere il pianeta dal genio malvagio, il Dr. Robotnik (Jim
Carrey) e dai suoi diabolici piani per il dominio del mondo. Il
film, pensato per ragazzi e famiglie vede tra gli altri la
partecipazione di Tika Sumpter nei panni di Annie Wachowski, moglie
dello sceriffo Tom.
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker ha sollevato tutta
una serie di interrogativi in merito all’intera saga degli
Skywalker. Nonostante si tratti del capitolo che ha chiuso un arco
narrativo iniziato ben 42 anni fa, alcune domande sulla celebre
saga sono rimaste ancora senza una risposta. Adesso però, uno dei
quesiti più antichi e discussi all’interno del fandom di Guerre
Stellari, sembra aver finalmente trovato una
soluzione.
L’Imperatore
Palpatine è davvero il padre di Anakin
Skywalker? La nascista di Anakin è stata soltanto il
frutto dell’ennesimo utilizzo improprio della Forza da parte di
Darth Sidious? Un membro dello story group della Lucasfilm,
Matt Martin, è intervenuto in merito alla
questione e, via Twitter, in risposta
ad un fan, ha dichiarato quanto segue:
“Posso dirti con certezza, in
qualità di persona che ha lavorato al fumetto, che al 100% non c’è
alcun tipo di implicazione. Non sto dicendo che non ci sia un
errore di interpretazione logico al quale i fan stiano approdando.
Sto solo affermando con certezza che non è corretto.”
Di seguito potete leggere lo scambio
di battute tra Matt Martin e il fan. Se non siete
degli esperti della saga, vi riassumiamo brevemente a cosa fanno
riferimento le parole di Martin: un fumetto collegato alla saga e
pubblicato alcuni anni fa, “Darth Vader 25”, mostrava Sidious
manipolare l’utero di Shmi Skywalker, la mamma di Anakin. I fan
hanno sempre pensato che ciò confermasse in qualche modo che il
Signore dei Sith avesse effettivamente “creato” Anakin Skywalker e
dato così iniziato al suo piano.
Adesso Matt Martin
e lo scrittore Charles Soule, autore del fumetto,
hanno demolito questa teoria. Martin ha affermato che “quella
scena avviene solo nella testa di Anakin”, mentre Soule ha
dichiarato che “il Lato Oscuro della Forza non è un narratore
affidabile”. Allo stato attuale delle cose, i fan si sono
divisi: alcuni credono alle parole di Martin e Soule, altri
continuano a sostenere la loro teoria. Voi cose ne pensate? Se è
vero che Sidious non ha creato Anakin, come pensate che Darth Vader
sia venuto alla luce senza una figura paterna?
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Mentre ci apprestiamo a chiudere
un’altra stagione per quanto riguarda il cinema, il quesito
lanciato dal cineasta statunitense Martin
Scorsese, su che cos’è il cinema, ci offre una occasione
ghiotta per compilare una personale classifica sui cinque
principali generi cinematografici più famosi al mondo fino al
2019.
Facciamo una premessa d’obbligo:
nonostante la popolarità e il successo planetario, abbiamo scelto
solo i cinque generi più importanti, in termini di blasone, titoli,
e importante per quanto concerne la settima arte.
Per questo motivo abbiamo
effettuato una scelta di merito, privilegiando generi come la
fantascienza e il cinema d’azione, a discapito di sottogeneri come
il thriller e l’horror, che sono sempre più in voga, al pari dei
cinecomics e della Space Opera, genere di cui ad
esempio fa parte la saga di Star Wars.
In effetti ci siamo rifatti a un
criterio di valutazione classico, che tende ad accorpare tutti
questi sottogeneri, all’interno dei generi principali come
l’azione, l’avventura, la fantascienza
(classica e non) il dramma e naturalmente la
commedia.
Avventura
Un film di avventura è un genere
che tra le caratteristiche peculiari contiene al suo interno quelle
di un mondo eroico dove si fondono al suo interno scene epiche di
battaglie e di avventura.
Proprio per questo motivo in questa
categoria di film gli elementi basilari sono quelli che riguardano
l’intensità delle scene d’azione e i valori tradizionali della
cavalleria.
Si tratta di un genere molto
famoso, sia in passato che al presente, che al suo interno contiene
un sottogenere che fu molto in voga durante il periodo della
Hollywood classica: i cosiddetti film di cappa e spada.
Un esempio moderno di film
d’avventura è quello della saga ideata da Steven Spielberg e George Lucas che hanno come
protagonista il celebre personaggio di Indiana Jones.
La cui prima storia è stata portata
sullo schermo con enorme successo nel film I predatori dell’arca
perduta, diretto dallo stesso Spielberg nel 1981.
Film e genere che negli anni
ottanta, grazie a innovazioni e saghe fortunate, è tornato in voga
e persiste ancora oggi in pellicole come Jumanji –
Benvenuti nella giungla o nella saga de La
mummia con Brandan Fraser (1999).
Azione
I film d’azione tendono a
presentare un eroe intraprendente che lotta contro probabilità
incredibili, tra cui situazioni potenzialmente letali, un cattivo o
un inseguimento che di solito si conclude con la vittoria
dell’eroe.
Alcuni dei sottogeneri d’azione più
popolari includono:
L’avventura d’azione, un esempio su tutti è rappresentato dal
film pluripremiato Il Gladiatore, del cineasta
britannico Ridley Scott,
La commedia d’azione, dove ricordiamo la famosa saga
diArma Letale, con la coppia di
poliziotti composta dal formidabile duo: Mel Gibson/Danny
Glover,
I film dedicati alle arti marziali, uno su tutti, I 3
dell’Operazione Drago con il leggendario Bruce Lee,
I film spionaggio come uno degli ultimi 007,
Skyfall, interpretato dal britannico Daniel Craig, e infine
i film sul gioco d’azzardo; tra i quali
ricordiamo alcuni classici come The Gambler,
pellicola del 1974 diretta da Karel Reitz e interpretato da James
Caan e Paul Sorvino; film che secondo il critico Toback è stata una
delle più interessanti e belle sceneggiature del suo decennio, con
Caan alle prese con un ruolo difficile su un insegnante di inglese
newyorkese che conduce una doppia vita, tra la dipendenza dal gioco
e la sua professione di docente.
Di questo film è stato realizzato
un remake nel 2014 con Mark Wahlberg, riscritto per l’occasione dal
premio Oscar William Monahan.
Altri film d’azione dedicati al
gioco sono invece pellicole di culto come Rounders
– il giocatore, del 1998, con un cast all stars dove spiccano
Matt
Damon, Edward Norton e un inarrivabile John Malkovich nel ruolo
di KGB Teddy.
Tra gli appassionati del genere
action, questa pellicola è un vero e proprio film di culto, sia per
le sequenze di gioco, sia per la recitazione del terzetto
Damon-Norton-Malkovich.
Commedia
Naturalmente il genere di film
commedia, che pone l’accento su una struttura basata sull’umorismo,
trae ispirazione dal teatro, che fonda le sue radici sui classici
degli Antichi Greci, passando per l’epoca romana fino al teatro
rinascimentale e a quello elisabettiano, quando William Shakespeare
ripropone alcuni schemi classici, legati appunto agli standard
della commedia.
Nel cinema, specialmente in quello
statunitense e hollywoodiano, tale elemento risulta essere
portante, specialmente per quanto riguarda la commedia di costume,
la quale svolge un ruolo di derisione di difetti insiti nella
natura umana. Tra i grandi autori bisogna citare almeno Billy
Wilder, Ernst Lubitsch, Frank Capra e Howard Hawks.
Contemporaneamente nasce anche in
Italia il genere detto appunto di commedia all’italiana, dove i
grandi maestri come Monicelli,
Risi, Germi,
Steno e De Sica, per citarne
alcuni dei maggiori, seppero dare lustro e visibilità alla commedia
italiana, che di fatto contribuì a plasmare la cosiddetta commedia
moderna, genere ancora oggi in voga, per quanto riguarda Hollywood
e il cinema di cassetta.
Drammatico
Al pari della commedia, anche i
film di genere drammatico, vanta una struttura e delle basi che si
fondano sui classici stilemi dei drammi di epoche passate. Oggi il
genere viene fuso in quello che tutti conoscono come cinema di
genere emotional.
Così come per la commedia, anche il
drammatico è un genere molto strutturato e basato su schemi
classici, che possono essere elusi, oppure rispettati.
Tuttavia dovendo per forza darne
una definizione concisa, si può sostenere che il film drammatico,
per come lo si intende in Europa e nel Nord America è
caratterizzato da toni seri e mai leggeri, salvo rare eccezioni,
dove i sentimenti fungono da vero e proprio fulcro, per la
struttura narrativa e tematica del plot.
I sentimenti devono quindi
essere centrali e non far prevalere l’azione, l’intreccio
o la burla. Altro elemento fondamentale, che ritroviamo poi in
altri sottogeneri, è quello legato alle aspettative del pubblico,
il quale tenderà a identificarsi e a sperimentare gli stati d’animo
dei protagonisti sullo schermo.
Fantascienza
Erroneamente considerato un genere
cinematografico moderno, in realtà la fantascienza, detta anche
genere fantascientifico, fu uno degli elementi presenti fin dagli
esordi della settima arte.
Non è un caso se uno dei primi film
in assoluto che venne realizzato nel 1902, fu
proprio quel Viaggio nella Luna del cineasta
francese Georges Melies, considerato uno dei primi film di finzione
in assoluto e sicuramente tra i dieci film più famosi di tutti i
tempi. Il genere fantascientifico è senza dubbio uno dei più
popolari e amati dal pubblico cinematografico.
Pur essendo considerato dai più
come un genere commerciale, bisogna sottolineare come spesso
cineasti di fama mondiale come Stanley Kubrick, Ridley Scott e il
sovietico Andrej Tarkovskij, furono capaci di realizzare autentici
capolavori, attraverso sperimentazione, sfide produttive e
realizzative, che sono ancora oggi citate come esempi massimi
dell’arte cinematografica mondiale.
La giovane Priscilla
Quintana ha da poco iniziato ad affacciarsi nel mondo
dello spettacolo, prendendo parte ad alcune serie che le hanno
permesso di sfoggiare delle buone doti interpretative.
Prossimamente sarà possibile vederla per la prima volta nelle vesti
di protagonista, dove avrà l’occasione di farsi conoscere al grande
pubblico e mostrare ulteriormente il proprio talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Priscilla Quintana.
Priscilla Quintana: i suoi
film
1. Ha recitato in un recente
film horror. L’attrice inizia la propria carriera con
piccoli ruoli nei film The Gambler (2014) e Fast &
Furious 7 (2015). Successivamente ottiene un ruolo di maggior
rilievo nel film Traffik (2018), per poi raggiungere una
più ampia popolarità con il film horror Polaroid (2019),
dove recita accanto all’attrice Madelaine
Petsch.
2. Ha recitato in diverse
serie TV. La Quintana intraprende anche la carriera
televisiva, recitando nelle serie Web Atlas (2015), VR
Startup (2016), Master of Sex (2016), Training
Day (2017) e Lethal Weapon (2018). Nel 2019 è stata
protagonista della serie Pandora, di scenere sci-fi,
incentrata su una donna che, senza più nulla da perdere, decide di
iscriversi alla Earth’s Space Training Academy, dove imparerà a
difendere la galassia da minacce intergalattiche.
Priscilla Quintana è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da 21,6 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere foto scattate
in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano
tuttavia anche immagini tratte dalle premiere a cui la Quintana ha
preso parte, o ancora immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Priscilla Quintana: la vita privata
dell’attrice
4. Ha una relazione
sentimentale. L’attrice è attualmente impegnata in una
relazione con Keenan Tracey, attore televisivo e musicista. Non è
risaputo quando i due abbiano iniziato a frequentarsi, ma la loro
prima foto insieme è stata pubblicata da lui, sul proprio account
Instagram, nel marzo del 2017. Sempre sui social, i due attori sono
soliti condividere alcuni dei loro momenti insieme.
Priscilla Quintana in Polaroid
5. Ha avuto un ruolo di
rilievo. Nel film horror Polaroid l’attrice
ricopre il ruolo di Mina, amica della protagonista. Come la sua
amica, anche lei si ritroverà coinvolta in una spirale di brutali
omicidi, i quali hanno per vittime coloro che erano precedentemente
stati immortalati in una foto polaroid.
Priscilla Quintana in Traffik
6. È la protagonista del
film. Nel 2018 l’attrice ottiene il ruolo da protagonista
nel film Traffik, dove dà vita al personaggio di
Christine. La vicenda del film ruota intorno ad una coppia che, in
viaggio per un weekend romantico sulle montagne, si ritrova
inseguita da una gang di biker intenzionati a nascondere il loro
segreto presente in quei luoghi.
Priscilla Quintana in Pandora
7. È stata scelta come
protagonista della serie. La Quintana è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Jax, nella serie Pandora. Il suo
personaggio è una donna super intelligente e dallo spirito acuto.
In seguito alla morte dei genitori, la donna entrerà a far parte di
un mondo ben più grande e pericoloso di quello che credeva.
8. Considera molto
importante il suo ruolo. L’attrice ha dichiarato che aver
ottenuto tale ruolo è un segno che la sua carriera sta prendendo la
piega sperata. La Quintana si è dichiarata entusiasta di un
personaggio così lontano dagli stereotipi, che permetta di dar vita
ad un nuovo personaggio femminile di potere.
9. Non sa come si concluderà
la serie. La Quintana si è dichiarata all’oscuro di quale
piega prenderanno gli eventi, e non è a conoscenza neanche dello
sviluppo dell’arco narrativo del suo personaggio.
Priscilla Quintana età e
altezza
10. Priscilla Quintana non
ha reso noto il suo luogo di nascita, né la data, per cui
non è possibile indicare l’età dell’attrice. È tuttavia noto che la
sua altezza corrisponde a 165 centimetri.
È da molto tempo ormai che si parla
di Michael B. Jordan come possibile erede di
Henry Cavill nei panni di
Superman. Proprio di
recente, un nuovo report di Variety aveva portato
alla luce un’indiscrezione secondo la quale la star di
Creed e Black
Panther non sarebbe pronta ad impegnarsi in un progetto a
lungo termine, dal momento che le riprese del nuovo film dedicato
al supereroe kryptoniano non sarebbero imminenti.
In attesa di scoprire se il progetto
in questione vedrà mai la luce, durante una recente intervista con
MTV News in occasione
della promozione de Il Diritto di
Opporsi, Michael B. Jordan ha parlato
proprio della possibilità di interpretare L’Uomo d’Acciaio, sottolineando quanto in un
progetto del genere la fedeltà ai fumetti sia un elemento per lui
imprescindibile.
“Tutto i progetti nei quali
vengo coinvolto devono essere fatti nel modo giusto”, ha
dichiarato Michael B. Jordan. “Sapete, sono un
fan dei fumetti e capisco quando i fan si arrabbiano. Capisco
quando pensano: ‘Oh no, perché stanno facendo così, perché stanno
cambiando le cose?’. Mi sentirei esattamente come loro se dovessi
vedere certe cose. Quindi, semmai dovessi prendere parte a
qualcosa, dovrebbe essere qualcosa di autentico e qualcosa che
sento che il pubblico sosterrebbe davvero.”
Il film di Superman in cui dovrebbe
recitare Michael B. Jordan rappresenta un progetto
nel quale sarebbe coinvolto anche J.J. Abrams
insieme alla sua Bad Robot Productions. Sempre nel report di
Variety menzionato in
apertura di articolo, veniva specificato che un nuovo film di
Superman prima del 2023 è altamente improbabile, dal momento che
non ci sono ancora né una sceneggiatura né un regista.
Non è la prima volta che
Michael B. Jordan si trova a commentare la
possibilità di interpretare Superman sul grande schermo. In
passato, la star del disastroso Fantastic 4 – I
Fantastici Quattro aveva dichiarato: “
“Soltanto essere al centro di
queste discussioni mi onora. Mi piacerebbe essere Superman? Beh, è
dura… odio essere un uomo d’affari e devo capire entrambi i lati
della situazione. C’è un enorme vantaggio nel partecipare a questi
film, ma essere sotto quel microscopio, essere scelti e confrontati
con così tante diverse versioni di Superman… ecco, forse preferirei
fare qualcosa di originale. Magari interpretare Calvin
Ellis.”
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Non è raro che nella saga di
Star
Wars, tra un film e l’altro, ci siano rimandi e
citazioni, anche ripetizioni di battute, che esulano dalla trama
principale. Ne è un esempio la celebre frase “ho un bruttissimo
presentimento”, ripetuta in tutti i film, ma ce ne sono molti di
esempi come questo.
Con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker la tradizione non cambia, e infatti c’è
un momento molto commovente, a metà film, in cui viene citato
direttamente L’Impero Colpisce Ancora. La
scena è quella che vede Ben Solo confrontarsi con il ricordo di suo
padre e con il rimorso per aver ucciso. Il ragazzo, rinsavito
grazie all’intercessione di Rey, guarda alle sue spalle, a ciò che
ha fatto, e vede Han Solo, pronto a perdonarlo per il suo terribile
gesto.
Dopo la riconciliazione, il figlio
chiama il padre: “Padre…” dice, cercando di trovare la
forza di esprimere il suo amore verso di lui. E Han, come era
accaduto in Episodio V di fronte alla confessione dell’amore di
Leia, risponde: “Lo so…”. Un piccolo callback da brividi
che J.J. Abrams è stato bravissimo ad inserire in
quel momento così significativo del film.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le
forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una
galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica
saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo
la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
La figlia di Martin Scorsese, Francesca, ha voluto
prendersi gioco del padre e lo ha fatto in maniera decisamente
sarcastica. In che modo? Incartando i suoi regali di Natale con
della carta a tema Marvel!
Siamo tutti a conoscenza della
lunga controversia iniziata quando il leggendario regista di
Taxi Driver e Toro Scatenato ha condiviso la sua
opinione in merito ai film della Casa delle Idee, etichettandoli
come “non cinema”. Controversia che ha visto coinvolti
anche altri importanti esponenti dell’industria cinematografica
hollywoodiana e che si è poi appianata con una lungo editoriale
scritto dallo stesso Scorsese e pubblicato sulle pagine del
New York Times, in
cui il regista di The
Irishman ha chiarito la sua posizione in merito
una volta per tutte.
Adesso, una delle persone che
sicuramente conosce Martin Scorsese meglio di chiunque altro, ha
aspettato il momento giusto per offrire a tutti coloro che si sono
appassionati alla vicenda la miglior replica possibile, rispondendo
alla “diatriba” con l’arma più potente di tutte: l’ironia.
Francesca
Scorsese, giovane attrice apparsa in numerosi
cortometraggi e anche in alcuni film di suo padre (tra cui The
Aviator e The Departed), è attualmente impegnata sul
set con Luca Guadagnino per le riprese della miniserie We Are Who We
Are. Come portato all’attenzione da un utente di Twitter, Francesca ha
condiviso una storia su Instagram nella quale ha mostrato i regali
comprati per papà Martin in occasione delle festività natalizie,
coperti con carta da regalo a tema Marvel.
Come avrà reagito Martin Scorsese? Si sarà divertito a strappare
via le immagini di Iron Man, Captain America e Hulk? Sarebbe stato
interessante e sicuramente divertente vedere anche la sua
reazione…
Di sicuro, in famiglia sembrano non
prendere le cose troppo sul serio e, soprattutto, sanno come
mantenere vivo lo spirito del Natale! Di seguito uno screenshot
della storia che testimonia l’originalissima idea messa in pratica
da Francesca:
Billie Lourd,
tornata nei panni del Tenente Connix in Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, ha condiviso
attraverso il suo account Instagram una bellissima immagine per
celebrare sua madre Carrie Fisher e sua nonna
Debbie Reynolds, entrambe scomparse nel 2016 a
pochissimi giorni di distanza l’una dall’altra.
Billie Lourd è
l’unica figlia della compianta Carrie Fisher,
interprete dell’iconica Principessa Leia nella saga di
Star Wars, nonché nipote della leggenda
di Hollywood Debbie Reynolds. Il mondo intero è
stato scosso dalla notizia della tragica scomparsa della Fisher
avvenuta il 27 dicembre 2016, a causa di un infarto durante un volo
transatlantico da Londra a Los Angeles; a solo un giorno di
distanza la madre della Fisher, la Reynolds, è stata colpita da un
ictus proprio mentre organizzava i funerali della figlia.
Attraverso il suo account Instagram, Billie Lourd
ha voluto rendere omaggio alla memoria della madre e della nonna a
tre anni dalla loro triste dipartita pubblicando un tenerissimo
scatto in cui una piccola Loud appare circondata dalle due
celeberrime attrici. La condivisione dell’immagine – come spesso
accade sui social – è stata per Billie un’occasione per mandare un
messaggio di amore e speranza a tutti coloro che hanno perso una o
più persone care e che si trovano a dover convivere – soprattutto
in occasione delle festività – con la loro assenza.
Su Instagram, l’attrice ha scritto
parole molte sentite e commoventi: “Mando tutto il mio amore a
chiunque abbia perso qualcuno che amava e che oggi senti ancora di
più quella mancanza. Vi vedo. Va bene anche se le cose non
sono sempre tutte allegre e luminose. Può essere anche un mix
di tutto questo. E va bene lo stesso. Vivete a fondo tutte le
vostre emozioni, sia quelle belle che quelle meno belle. Non
affrontate il dolore in silenzio. Non siete soli.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
La AMC ha diffuso
il teaser promo di Better Call Saul 5, la quinta
attesissima stagione della serie spin-off Better Call
Saul.
Better Call Saul
5
Better Call Saul 5
è la quinta stagione della serie spin-off Better
Call Saul, prequel della pluripremiata serie
Breaking
Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo
sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in
qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di
Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn,
Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di
Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler,
Howard Hamlin e Nacho Varga.
Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta
da Vince Gilligan e Peter Gould che
sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson
(Breaking Bad, Diner,
Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking
Bad, Rectify, Halt and Catch
Fire) e Thomas Schnauz.
Nella quarta stagione
diBetter Call
Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy
McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua
perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà
il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea
Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean)
colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e
Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia
scatenata dai fratelli McGill.
Nel frattempo, Mike
Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più
completo) consulente di sicurezza di Madrigal
Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in
servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in
tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel
caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e
Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di
forze nemiche.
Dai produttori di
Green Book e Il caso
Spotlight, arriva il 20 febbraio nelle sale
italiane, CATTIVE ACQUE, l’ultimo film
dell’acclamato regista Todd Haynes, con
un cast d’eccezione composto da Mark Ruffalo,
Anne Hathaway, William Jackson
Harper, Bill Pullman e Tim
Robbins.
La pellicola è basata su una vicenda
realmente accaduta e che ha portato alla luce un’importante
problematica legata alla salute pubblica.
Un caso di corruzione ad altissimi
livelli, una battaglia che ha avuto la sua risonanza nel gennaio
del 2016 a seguito della pubblicazione da parte del New York Times
di un articolo firmato da Nathaniel Rich, che descriveva nel
dettaglio l’operato dell’avvocato di Cincinnati Rob Bilott.
Billot socio dello studio legale
Taft Stettinius & Hollister LLP, è diventato un improbabile
attivista, denunciando i pericoli causati da una sostanza chimica
che stava contaminando da anni una comunità rurale.
L’inchiesta è arrivata a colpire un
gigante industriale responsabile di aver promosso commercialmente
l’uso della sostanza incriminata.
Cattive Acque – la
SINOSSI
Questa è la vera storia di Robert
Bilott (Mark Ruffalo) l’avvocato ambientalista protagonista di una
estenuante battaglia legale durata ben 19 anni contro il colosso
chimico DuPont e di come, da uomo tenace e combattivo, ha
rappresentato 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui
acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento
incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico). Grazie ad uno
studio tossicologico sulle vittime, Bilott riuscirà a dimostrare i
rischi per la salute associati alla contaminazione delle acque e
otterrà per loro un importante risarcimento.
Dopo aver mostrato Henry
Cavill con il costume nero di Superman, Zack
Snyder ha approfittato della vacanze di Natale per
condividere con i suoi fan – sempre attraverso il suo account
Vero – una serie di nuovi scatti inediti
dalla #SnyderCut di Justice League.
Le immagini ci mostrano, oltre
all’Uomo d’Acciaio prima e dopo la resurrezione, anche gli altri
membri del team, tra cui Batman, The
Flash e Cyborg: in particolare, la didascalia che ha
accompagnato l’immagine del personaggio interpretato nel film da
Ray Fisher, lascia intendere che Victor Stone
sarebbe potuto cadere sotto il controllo di Darkseid o
Steppenwolf.
Interagendo con i suoi fan
attraverso il social network, Zack Snyder ha
rivelato di non aver ancora visto la versione cinematografica del
film, sotto consiglio di alcune persone a lui molte care che hanno
avuto modo di vedere entrambe le versioni, dal momento che le
riprese aggiuntive svoltesi sotto l’egida di Joss
Whedon pare abbiano cambiato in maniera massiccia il
contenuto del film così come Snyder lo aveva inizialmente
pensato.
Potete ammirare tutte le nuove immagini di seguito:
1 di 7
Secondo una recente campagna di
beneficenza lanciata da Zack Snyder, il titolo
ufficiale della #SnyderCut – nome affibbiato al
progetto dai fan – dovrebbe essere Zack Snyder’s Justice
League, come dimostra una felpa realizzata
proprio in occasione della campagna sostenuta dall’organizzazione
American Foundation for Suicide Prevention, fondata dallo stesso
Snyder dopo il suicidio della figlia maggiore.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e
questo ha avuto un effetto anche sul film successivo. La mia
versione originale del film, che avevo scritto insieme a Chris
Terrio, non è mai stata girata. L’idea reale, difficile, e
spaventosa, non è mai stata realizzata per le paure dello studio, e
io e miei collaboratori eravamo insicuri proprio a causa della
reazione scatenata da Batman v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Alcuni mesi fa abbiamo appreso che
Yahya Abdul-Mateen II, noto per aver interpretato
Black Manta in Aquaman di
James Wan, si è ufficialmente unito al cast di Matrix
4, il nuovo capitolo della celebre saga
sci-fi che sarà diretto ancora una volta da Lana
Wachowski. Il ruolo che l’attore statunitense avrebbe
interpretato nel film non era mai stato rivelato, almeno fino ad
oggi…
Un nuovo report di The Illuminerdi (via
ScreenRant), infatti,
suggerisce che Yahya Abdul-Mateen II avrà il ruolo
del giovane Morpheus in Matrix
4, atteso nelle sale per il prossimo anno.
Voci della possibile presenza del personaggio di Morpheus nel nuovo
capitolo della saga erano già trapelate ancora prima dell’annuncio
ufficiale del casting di Yahya Abdul-Mateen II: una volta
confermata la presenza dell’attore nel film, in molti hanno
iniziato a ipotizzare che lo stesso avrebbe potuto interpretare
proprio il capitano della città di Zion, già interpretato da
Laurence Fishburne in tutte e tre i capitoli
precedenti. Resta da capire se Laurence
Fishburne tornerà in qualche modo, nonostante il
recasting del suo personaggio. Al momento la trama del film è
avvolta nel totale mistero.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu
Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby
Onwumere.
Il nuovo capitolo del franchise
sarà diretto da Lana Wachowski. La
sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar
Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le
riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte
delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a
proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono
molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata
per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti
amici“, ha detto la Wachowski.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Nella quinta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Colin Firth è
tra i più apprezzati interpreti attualmente in attività, dotato di
un fascino unico che gli ha permesso di vedersi spianata la strada
verso il successo. Negli anni si è dimostrato valido interprete
tanto di commedie quanto di film più drammatici, senza disdegnare
ruoli in celebri film action. Premiato con l’Oscar, Firth continua
ancora oggi a regalare grandi soddisfazioni ai suoi fan, con la
critica ne ha in più occasioni apprezzato la versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Colin Firth.
Colin Firth: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato al cinema nel 1984
con il film Another Country, per poi recitare in
Valmont (1989) Il paziente inglese (1996), con
cui ottiene una prima notorietà. Nel 1998 recita in Shakespeare
in Love, che gli permette di ottenere una più ampia fama, per
poi consacrarsi con il film Il diario di Bridget Jones
(2001). Da quel momento recita in film come La ragazza con
l’orecchino di perla (2003), Love Actually – L’amore
davvero (2003), Che pasticcio, Bridget Jones! (2004),
Nanny McPhee – Tata Matilda (2005), Un marito di
troppo (2008), Mamma Mia! (2008), Dorian
Gray (2009) e A Single Man (2009), con cui ottiene la
sua prima nomination agli Oscar. Nell’ultimo decennio l’attore ha
poi recitato in celebri film come A Christmas Carol
(2009), Il discorso del
re (2010), La talpa
(2011), Gambit – Una truffa a
regola d’arte (2012), Magic in the
Moonlight (2014), Kingsman – Secret
Service (2014), Genius
(2016), Bridget Jones’s
Baby (2016), Kingsman – Il cerchio
d’oro (2017), Il ritorno di Mary
Poppins (2018), Kursk (2018)
e 1917 (2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha
partecipato da interprete a diversi film per la televisione, tra
cui Tumbledown (1988), Conspiracy – Soluzione
finale (2001), Born Equal (2006) e
Celebration (2007). Ha inoltre partecipato anche alla
miniserie Orgoglio e pregiudizio (1995).
3. Si è distinto come
produttore. Nel corso della sua carriera l’attore ha
inoltre prodotto diversi documentari come In Prison My Whole
Life (2007) e The People Speak Up (2010), nonché dei
film Il diritto di uccidere (2015), Loving (2016)
e The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde
(2018).
Colin Firth: la vita privata
dell’attore
4. Ha avuto diverse
relazioni. Sul set del film Valmont l’attore
conosce l’attrice Meg Tilly, con la quale avrà una
relazione dal 1989 al 1994 e un figlio nato nel 1990.
Successivamente ha una relazione con l’attrice Jennifer
Ehle, conosciuta sul set della serie Orgoglio e
pregiudizio.
5. Si è sposato.
Nel 1997 l’attore ha sposato la produttrice e regista italiana
Livia Giuggioli, con cui ha due figli, nati
rispettivamente nel 2001 e nel 2003. I due, tuttavia, annunciano la
separazione nel dicembre del 2019.
Colin Firth e i premi Oscar
6. Ha vinto l’ambito
premio. L’attore riceve nel 2010 la sua prima nomination
come miglior attore protagonista ai premi Oscar per il film A
Single Man, senza tuttavia riportare la vittoria. L’anno
successivo, tuttavia, l’attore viene nuovamente nominato come
miglior attore protagonista, per il film Il discorso del
re, vincendo in questo caso il prestigioso premio.
Colin Firth è cittadino
italiano
7. Ha ricevuto la
cittadinanza. L’attore, sposato per molti anni con una
donna italiana, ha da sempre reso noto il suo amore per il Bel
Paese. Nel 2017 riceve la cittadinanza italiana, avendola chiesta
per i venti anni di matrimonio con la moglie. Inoltre, Firth parla
correntemente l’italiano.
Colin Firth in Orgoglio e
pregiudizio
8. Ha recitato nella celebre
serie televisiva. Nel 1995 l’attore acquista maggior
popolarità recitando nel ruolo di Fitzwilliam Darcy, nella serie TV
Orgoglio e pregiudizio. La serie fu particolarmente
apprezzata per la sua fedeltà al testo della Austen, e mise
nuovamente in mostra le doti attoriali di Firth.
Colin Firth: il suo 2019
9. Ha nuovi progetti in
programma. Nel 2019 l’attore svolge un ruolo di rilievo
nell’apprezzato film di Sam Mendes, 1917.
Allo stesso tempo ha preso parte alle riprese dei film Il
giardino segreto e Supernova, entrambi previsti per il
2020.
Colin Firth età e altezza
10. Colin Firth è nato a
Grayshott, in Inghilterra, il 10 settembre 1960. L’altezza
complessiva dell’attore è di 187 centimetri.
La giovane attrice e cantante
Zoë Kravitz è pronta a conquistare i fan con il
ruolo di Selina Kyle, alias Catwoman, nell’annunciato nuovo film su
Batman. Ma la Kravitz ha già una lunga carriera tanto al cinema
quanto in televisione, dove ha saputo affermarsi per la sua
versatilità. L’attrice ha infatti partecipato ad alcuni dei
principali blockbuster degli ultimi anni, ma anche a film più
indipendenti, che le hanno permesso di ottenere il favore della
critica.
2. Ha avuto ruoli in celebri
serie TV. La Kravitz ha recitato nel 2011 in alcuni
episodi della serie Californication, ricoprendo il ruolo
di Pearl. Nel 2017 ottiene invece il ruolo di Bonnie Carlson, nella
serie Big Little Lies, dove recita fino al 2019. Nel 2020
sarà invece tra i protagonisti della serie High
Fidelity.
3. Si è distinta come
doppiatrice. L’attrice esordisce come doppiatrice per il
film Lego Batman – Il film (2017), per poi dare voce al
personaggio di Mary Jane nel film Spider-Man: Un nuovo
universo (2018), vincitore del premio Oscar come miglior film
d’animazione.
Zoë Kravitz ha un marito
4. È sposata. La
Kravitz si è sposata il 29 giugno del 2019 con l’attore Karl
Glusman, con cui era fidanzata ufficialmente dal 2018 dopo una
frequentazione iniziata nel 2016. La cerimonia si è svolta a
Parigi, nella villa del padre di lei, Lenny
Kravitz. Tra gli invitati c’erano anche gli attori
Jason Momoa, Reese Witherspoon,
Shailene
Woodley e Denzel
Washington.
Zoë Kravitz: i suoi genitori
5. È figlia d’arte.
L’attrice è figlia del celebre cantante Lenny
Kravitz, tra i più premiati in ambito musicale, e
dell’attrice Lisa Bonet, celebre per aver recitato
nella serie I Robinson. I due genitori sono stati sposati
dal 1987 al 1993.
Zoë Kravitz: i suoi tatuaggi
6. Ha numerosi
tatuaggi. La Kravitz ha rivelato di avere ben 55 tatuaggi,
in diverse parti del proprio corpo. Il più di questi sono piccoli
segni sulle mani o sulle braccia. Ognuno di questi tatuaggi ha un
preciso significato, e sul Web è possibile ritrovare un elenco
completo a riguardo.
Zoë Kravitz è Catwoman
7. Ha già interpretato il
celebre personaggio. L’attrice è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Catwoman nel film The Batman,
previsto per il 2020. Tuttavia l’attrice ha già dato voce a tale
personaggio, doppiandolo nel film LEGO Batman – Il
film.
8. Ha ricevuto importanti
consigli. Quando fu resa pubblica la notizia secondo cui
l’attrice avrebbe interpretato Catwoman, la Kravitz ha subito
ricevuto importanti consigli dalle due attrici che avevano già
ricoperto tale ruolo al cinema. Michelle
Pfeiffer le ha infatti suggerito di assicurarsi che il
suo costume le permetta di andare in bagno, mentre Anne
Hathaway le ha suggerito di divertirsi il più
possibile ad interpretare un ruolo tanto importante.
Zoë Kravitz e Yves Saint
Laurent
9. Ha collaborato con la
celebra casa di moda. L’attrice ha dato vita, in
collaborazione con Yves Saint Laurent, ad una collezione a suo nome
che prevede sei nuove sfumature del rossetto Rouge Pur Couture.
Ognuna di queste sfumature è adatta ad occasioni e momenti diversi
del giorno.
Zoë Kravitz età e altezza
10. Zoë Kravitz è nata a Los
Angeles, California, Stati Uniti, il 1 dicembre 1988.
L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.
Il 2019 è stato un anno
particolarmente ricco per il cinema, con grandi blockbuster e
importanti film d’autore che hanno calcato le sale cinematografiche
di tutto il mondo. Inoltre, anche quest’anno il genere horror ha
potuto fregiarsi di diversi film di successo, che hanno ribadito
l’importanza di tale categoria nel panorama cinematografico.
Degli horror usciti quest’anno in
sala, diversi sono quelli che hanno portato nuova vita al genere.
Alcuni lo hanno utilizzato per raccontare la società contemporanea,
altri per parlare di specifici aspetti della vita quotidiana,
mentre altri ancora si sono rivelati delle buone trasposizioni da
celebri romanzi dell’orrore.
Ecco i 10 migliori film
horror del 2019.
Noi
Noi è il
secondo lungometraggio diretto dal regista Jordan
Peele, divenuto celebre con il film Scappa – Get
Out. Questo suo nuovo horror ha per protagonista l’attrice
premio Oscar Lupita
Nyong’o, e vede una famiglia afroamericana, in vacanza
a Santa Cruz, ritrovarsi attaccata dai propri doppelgänger. Nel
susseguirsi di macabri eventi, la famiglia si ritroverà a
confrontarsi con qualcosa che va ben oltre la loro
immaginazione.
Il film si è rivelato un vero e
proprio successo al box office, incassando globalmente 255 milioni
di dollari a fronte di un budget di 20 milioni. Accolto
positivamente dalla critica, il film è stato lodato per la
sceneggiatura e la regia, nonché per la colonna sonora e
l’interpretazione della Nyong’o.
Midsommar
Il 2019 vede tornare al cinema
anche il regista Ari Aster, che con Midsommar –
Il villaggio dei dannati realizza un’opera
seconda particolarmente apprezzata. Interpretata dagli attori
Florence Pugh, Jack
Reynor e Will Poulter, il film vede un
gruppo di ragazzi in viaggio verso la Svezia, dove si recheranno in
vacanza in un villaggio sperduto. Gli abitanti del luogo sveleranno
ben presto delle strane usanze esiste, uniche nel loro genere, e le
cose inizieranno ad andare sempre per il peggio.
Il film è stato indicato come uno
dei miglior horror dell’anno, lodato per la sua regia e le idee
messe in scena da Aster. Lo stesso regista è stato indicato come
uno dei nomi da tenere d’occhio per il futuro di tale genere.
Scary Stories to Tell in the
Dark
Adattamento cinematografico
dell’omonima serie di libri per ragazzi, Scary Stories to Tell in the Dark è
uscito in sala in tempo per Halloween, spaventando i numerosi
spettatori accorsi a vederlo. Diretto da André
∅vredal, il film ha per protagonisti un gruppo di ragazzi,
i quali si imbatteranno in un antico libro di favole horror. Man
mano che vanno avanti nella lettura, i ragazzi si renderanno conto
che non si tratta solo di favole.
Il film è stato prodotto dal
regista premio Oscar Guillermo del Toro, e ha
unito un’estetica di film horror per ragazzi a toni particolarmente
macabri, dando vita ad un prodotto adatto pensato tanto per i
giovani quanto per gli adulti.
It – Capitolo Due
Dopo lo straordinario successo di
pubblico ottenuto dal primo capitolo, uscito nel 2017, il regista
Andy Muschietti ha portato nelle sale il sequel
It – Capitolo
Due. Il film è la seconda parte della
trasposizione dedicata al più celebre romanzo dello scrittore
Stephen King, un’opera monumentale che ha stregato
e spaventato milioni di spettatori nel corso degli anni.
Protagonisti del film sono, tra gli
altri, gli attori James McAvoy,
Jessica Chastain,
Bill Hader, Jay Ryan, Bill
skarsgård, Jaeden Martell, Sophia Lillis e Finn
Wolfhard. Il gruppo di ragazzi che credeva di aver
sconfitto il terribile pagliaccio Pennywise è ora costretto a
riunirsi a distanza di 27 anni, dopo aver saputo del ritorno della
malvagia creatura. Ormai diventati adulti, i vecchi amici dovranno
dar vita ad un antico rito per tentare di sconfiggere
definitivamente il mostro che infesta la città di Derry.
Finché morte non ci separi
Diretto da Matt
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, il film
Finché morte non ci separi è un film a
metà tra la commedia nera e l’horror, con protagonisti gli attori
Samara Weaving, Adam
Brody e Mark O’Brien. Apprezzato da
critica e pubblico, il lungometraggio si è rivelato una delle
maggiori sorprese del genere.
Il film è la storia di Grace,
giovane sposa unitasi in matrimonio con Alex, erede di una ricca
dinastia fondatrice dell’impero dei giochi da tavola. Durante la
sua prima notte di nozze, la ragazza viene invitata a partecipare a
una tradizione familiare: il nuovo arrivato deve prendere parte a
un gioco contro il resto della casata. Ben presto, tuttavia, il
rito si rivelerà essere una terrificante caccia all’uomo.
Polaroid
Basato su di un omonimo
cortometraggio, Polaroid è uno dei più
interessanti film horror del 2019. Diretto da Lars
Klevberg, il film ha per protagonista la giovane Bird, che
riceve in dono una vecchia polaroid comprata ad un mercatino.
L’oggetto tuttavia non è ciò che sembra, e nasconde una terribile
maledizione, che perseguiterà la ragazza e chiunque venga
fotografato.
Il film è una nuova riflessione del
genere su oggetti ormai in disuso, che acquistano valore metaforico
all’interno del nuovo panorama mediale. La tecnostalgia messa in
gioco dal film sarà motivo di riflessione, in chiave horror, su
quello che è un oggetto vintage dall’indiscutibile fascino.
Countdown
Un altro affascinante film horror
uscito nelle sale nel 2019 è Countdown,
diretto da Justin Dec con gli attori
Elizabeth Lail,
Peter
Facinelli e Talitha Bateman. Nel
film, tutto ruota intorno ad una misteriosa app che, scaricata sul
proprio cellulare, è in grado di indicare, attraverso un minaccioso
countdown, quanto tempo manca alla propria morte.
L’horror si pone così nuovamente a
servizio della tecnologia oggi alla portata di tutti. Attraverso un
app in grado di indicare il tempo rimanente prima di morire, il
film attua una riflessione sui moderni media che circondano la vita
di ognuno di noi, ripensandoli attraverso una metaforica chiave
macabra.
Doctor Sleep
Tratto dall’omonimo romanzo di
Stephen
King, Doctor
Sleepè il sequel del
celebre Shining. Diretto da Mike Flanagan
con l’attore Ewan
McGregor, la storia si concentra su di un ormai adulto
Dan Torrance che, traumatizzato dai celebri eventi svoltisi anni
prima all’interno dell’Overlook Hotel, si ritrova a combattere con
l’alcolismo e i suoi poteri psichici.
Il film è stato accolto
positivamente dal pubblico e dalla critica, che ne hanno apprezzato
la trasposizione fedele e l’interpretazione del protagonista. Lo
stesso King lo ha definito uno dei migliori adattamenti tratti dai
suoi romanzi.
L’angelo del male –
Brightburn
Prodotto da James
Gunn, L’angelo del male –
Brightburn è un film horror diretto
da David Yarovesky con protagonista
l’attrice Elizabeth
Banks. Il film offre un’interessante rovesciamento di
prospettiva rispetto al mito di Superman, provando a immaginare
cosa accadrebbe se un bambino caduto dallo spazio, e adottato da
una coppia, rivelasse incredibili poteri e una super malvagità.
Basato su quest’affascinante idea,
il film ha ottenuto un buon riscontro di pubblico, che ne ha
apprezzato tanto la messa in scena quanto la violenza. La
componente horror in chiave supereroistica ha inoltre contribuito
ad aumentare la popolarità del film.
Il Signor Diavolo
Il Signor
Diavolo è il ritorno al genere horror per il
regista Pupi Avati, che porta al cinema una nuova
storia intrisa di atmosfere gotiche e possessioni demoniache.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Avati, il quale
desiderava raccontare una storia lugubre, di quelle che si
raccontavano un tempo nelle case di campagna intorno al fuoco.
Ambientato nel 1952, il film segue
le vicende circa il processo sull’omicidio di un adolescente,
considerato indemoniato. Inviato un ispettore del Ministero a
verificare quanto accaduto, questi si troverà di fronte ad una
serie di eventi sconvolgenti, su cui si agita la credenza popolare
circa la presenza del demonio.
La redazione di Cinefilos.it si è
espressa e, partendo dalle dieci preferenze di ogni redattore, è
stata stabilita una classifica che rispecchia per buona parte le
scelte, i gusti e le preferenze di redattori.
Come per ogni classifica, restano
esclusi alcuni titoli importanti, che però sono stati scelti almeno
da un redattore. Tra questi ci sono Ricordi? di
Valerio Mieli, Midsommar –
Il Villaggio dei Dannati di Ari
Aster, ma anche Martin
Eden, Se la strada
potesse parlare,
Booksmart e tanti altri titoli che per
una mera questione di calcolo non sono stati inseriti.
In un anno estremamente ricco di
film che hanno imposto al pubblico la loro presenza e la loro
bellezza, ecco la Top 10 dei migliori dieci film del
2019 secondo la redazione di
Cinefilos.it:
Dolore e Gloria
Ha conquistato il cuore
della stampa (e del pubblico, visto che è in sala in Italia dal 17
maggio) Dolor y Gloria, il nuovo film di
Pedro Almodovar che torna a lavorare con
Antonio Banderas e Penelope Cruz
e realizza uno dei migliori film della sua carriera.
Dalla trasgressione dei primi film,
fino al tono meditabondo delle pellicole della sua produzione più
recente, il regista non ha mai rinunciato a raccontare la grande
vitalità dell’essere umano, anche di quello più sofferente,
derelitto e solitario.
Il travolgente successo
della sua opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura
originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono
di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get
Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno
aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4
aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo
alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia,
uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e
allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la storia di una giovane donna,
Adelaide, che, tornata nella casa delle vacanze della sua infanzia,
con il marito e i suoi due bambini, si trova a fronteggiare una
circostanza spaventosa: delle persone li prendono in ostaggio e li
minacciano, persone che sono le loro copie, un po’ più rozze,
feroci e selvagge, ma esattamente come loro… come noi.
Dopo il delizioso esordio
con Un amore
sopra le righe, Nicolas Bedos
torna a dirigere (e scrivere) per il cinema e realizza
La belle
époque, una commedia nostalgica e tanto romantica,
interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume
Canet e Doria Tillier.
La storia è quella di Victor, un
uomo all’antica che odia la tecnologia, il digitale, il presente,
l’innovazione. Sua moglie, Marianne, non potrebbe essere più
diversa: ancora molto affascinante, è curiosa di ogni novità, e
questo suo atteggiamento la allontana dal marito. Quando un
eccentrico imprenditore propone a Victor di rivivere un giorno del
passato, l’uomo non ha dubbi, sceglia di rivivere il giorno in cui
ha conosciuto la donna della sua vita: proprio Marianne.
Marco
Bellocchio torna a raccontare la storia dell’Italia, e
lo fa presentando in concorso al Festival di Cannes 2019
il film Il
Traditore, basato sulla figura di Tommaso Buscetta,
l’uomo che ha permesso di sferrare uno dei più duri colpi alla
mafia che si ricordi. Il film, costruito sulle forti spalle di
Pierfrancesco Favino, presenta un ritratto fedele
e non indulgente sugli eventi che si snodano tra gli anni ottanta e
i primi 2000, sulla figura di una personalità ambigua e di un paese
diviso internamente.
Ha inizio nei primi anni ’80 il
racconto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss
della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco
Favino), conosciuto come il “boss dei due mondi”,
fugge per nascondersi in Brasile. Qui viene però arrestato ed
estradato in Italia dalla polizia. Buscetta si trova a questo punto
davanti ad un scelta, e deciderà di incontrare il giudice Giovanni
Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.
Approda a Venezia un
affresco barocco intrigante, che occhieggia alla pittura del tardo
seicento con uno sguardo totalmente personale, moderno e
dissacrante. Si tratta del nuovo film di Yorgos
Lanthimos: La Favorita.
La storia è ambientata
nell’Inghilterra del XVIII secolo, dove la triste Regina Anna
decide le sorti del suo popolo protetta dalla sua reggia isolata
nel cuore della campagna inglese. La sua corte, popolata di nobili,
servi e consiglieri, sembra giocare freddamente con la vita e la
morte della povera gente, in maniera distaccata e annoiata, dando
più importanza ai banchetti, alle corse di anatre, alle tresche e
al tiro a volo, piuttosto che alle inevitabili conseguenze belliche
di quel conflitto sanguinoso con la Francia, che si protrae
ormai da lungo tempo.
C’è un momento ben preciso
in C’era una volta
a… Hollywood, dove Quentin Tarantino
sembra racchiudere il cuore del suo film. Avviene quando la
Sharon Tate interpretata con grande grazia da
Margot Robbie, si
reca al cinema per guardare The Wrecking
Crew, film del 1969 con la stessa Tate tra i
protagonisti. Nel buio della sala, osserviamo la copia ammirare
l’originale, in un gioco di doppi che ha un che di straniante e
ammaliante allo stesso tempo. In questa breve scena il regista fa
esplodere, silenziosamente, la differenza tra ciò che è e ciò che
appare, la quale connota non solo il film ma l’intera arte
cinematografica e che una volta compresa apre una scissione che
evidenzia ancor di più il momento di passaggio, storico e
cinematografico, che la pellicola va a ritrarre.
Siamo nel 1969, un periodo di
grandi cambiamenti ad Hollywood. L’attore Rick
Dalton, interpretato da Leonardo DiCaprio,
sta attraversando una fase discendente della sua carriera, dopo
numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie. Come
lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth,
interpretato da Brad
Pitt, cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati
da un’industria a loro sempre più estranea, i due si troveranno a
fare i conti con novità impreviste, come la nuova vicina di casa di
Dalton, l’attrice Sharon Tate.
È l’evento
cinematografico dell’anno, il nuovo film di Martin
Scorsese, vecchio maestro della settima arte, che però si
rivolge a Netflix, simbolo della modernità del cinema, per
realizzare la sua visione: The Irishman è
attesissimo, e a buon diritto!
La storia tocca il mondo della
mafia italo-americana, ambiente caro allo Scorsese cinematografico,
e si concentra sulla vita di Frank Sheeran (a sua volta raccontata
nel libro I Heard You Paint Houses scritto da
Charles Brandt). Frank è un veterano di guerra,
che ha imparato ad uccidere nella campagna in Italia e che riesce
ad entrare nelle grazie dei vertici della mafia, diventando “l’uomo
che imbianca case”, ovvero il killer deputato a fare pulizia.
Efficace, preciso, servizievole, Frank è l’impiegato modello, che
esegue gli ordini e non fa domande, un vero soldato.
Andare a vedere un film
di Noah Baumbach presuppone una certa dose di
certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande
chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di
affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando
Storia di un Matrimonio a Venezia
76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al
pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente
emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo
concludersi.
Nicole e Charlie sono una giovane
coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni
importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di
teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma
anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la
separazione e il divorzio comportano.
È stato proiettato in
concorso uno dei film più attesi della 76° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, Joker di
Todd Phillip, interpretato da un superlativo
Joaquin Phoenix, nei panni del noto, quanto
ilare, acerrimo nemico di Batman.
Nei film di supereroi, ma anche nei
fumetti o nella letteratura, i nemici e i cattivi destano da sempre
empatia e fascino, tanto da surclassare spesso le meste figure, che
bardandosi con la bandiera del bene e dell’ordine pubblico, si
prodigano per combatterli. Joker è di certo uno dei più
popolari di questi antieroi e il ritratto che ne costruisce
Todd Phillips contribuisce a donargli spessore,
umanità e motivazioni. Il suo oscuro affresco metropolitano fa
comprendere che il male non è sempre dalla stessa parte e che molte
volte i paladini della giustizia combattono contro chi ha invece
ragione da vendere. Joker è intriso di tanta disperazione
e forse avrebbe anche più diritti rispetto a chi lo combatte e deve
mantenere il controllo della legalità.
La recensione di
Parasite non può non partire dalla
riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel Bong
Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA, producendo
Snowpiercer e
Okja, torna nella sua Corea del Sud, per
affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla
precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel
suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture,
bassezze umane.
La storia ruota intorno al rapporto
in parte inconsapevole tra due famiglie. Da una parte, in un
seminterrato umido, c’è la famiglia Ki-taek, dall’altro invece, in
cima a una collina, nella zona residenziale della città, in una
villa luminosa ed elegante, c’è la famiglia Park, che possiede ed
ottiene tutto ciò che i soldi possono comprare. Due famiglie a loro
modo felici, ma complementari l’una all’altra.
In occasione dell’attività stampa
dedicata a 6
Underground, il nuovo film di Michael
Bay su Netflix, abbiamo intervistato uno dei protagonisti
del film, Ben Hardy, e un membro degli
Storror, il gruppo di parkour che ha lavorato al
film.
6 Underground è disponibile su
Netflix.
Gli sceneggiatori di
Deadpool, Rhett Reese e
Paul Wernick, hanno scritto 6
Underground, e Ryan Reynolds è il
protagonista accanto a Ben Hardy, Dave Franco, Adria
Arjona, Manuel Garcia-Rulfo e Corey
Hawkins. All’inizio di questo mese, Reynolds ha pubblicato
un video dietro le quinte in cui ha scherzosamente parlato di
quanto adori i momenti “tranquilli” dei film di Bay… mentre, alle
sue spalle, si “svolgeva” un epico incidente automobilistico.
Michael Bay è meglio conosciuto come il regista
della saga di Transformers ed è famoso per il suo
amore per esplosioni e scene d’azione che distruggono la maggior
parte del panorama del film.
All’inizio della sua carriera, Bay
si era dedicato principalmente a film action, ricordiamo Bad Boys e
The Rock, e in un nuovo video pubblicato su Instagram descrive 6
Underground come un ritorno alle sue radici.
6
Underground introduce un nuovo modello di eroe
d’azione. Sei individui provenienti da tutto il mondo, ognuno il
migliore nel proprio campo, sono stati scelti non solo per le loro
abilità, ma per il desiderio comune di cancellare il loro passato
per cambiare il futuro. La squadra è riunita da un enigmatico
leader (Ryan Reynolds), la cui unica missione nella vita è
garantire che, mentre lui e i suoi compagni non saranno mai
ricordati, le loro azioni lo saranno sicuramente.
Diretto da:
Michael Bay Scritto da: Paul Wernick & Rhett Reese Prodotto da: David Ellison, Don Granger,
Dana Goldberg, Ian Bryce
Co-prodotto da: Jonathan Hook, Michael Kase
Produttore esecutivo: Matthew Cohan Cast: Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Corey
Hawkins, Adria Arjona, Manuel Garcia-Rulfo, Ben Hardy Lior Raz,
Payman Maadi e Dave Franco.
Pur con una filmografia esigua,
l’attrice Perdita Weeks ha nel corso degli anni
partecipato a diverse serie TV di successo, accrescendo la propria
popolarità e ottenendo le attenzioni di critica e pubblico.
Recentemente l’attrice ha ampliato anche la propria presenza al
cinema, partecipando ad un film di grande successo. Ora che inizia
ad ottenere sempre più ruoli, la Weeks sembra essere a caccia di
quello che possa consacrarne la carriera.
Ecco 10 cose che non sai di
Perdita Weeks.
Perdita Weeks: i suoi film
1. Ha recitato nel film di
un celebre regista. L’attrice debutta sul grande schermo
nel 1996 con il film Hamlet, per poi recitare in Spice
Girls – Il film (1997). L’attrice attraversa in seguito una
fase di lunga assenza al cinema, impegnata in altri lavori. Nel
2013 torna in sala con il film The Invisible Woman, e nel
2014 è tra i protagonisti di Necropolis – La città dei
morti. Nel 2018 ottiene poi un ruolo di rilievo nel film
Ready Player
One, del regista Steven Spielberg.
2. È nota per i ruoli
televisivi. Ben più ricca è la sua carriera in
televisione. Nel corso degli anni l’attrice è infatti comparsa
nelle serie TV Stig of the Dump (2002), I Tudors
(2007-2008), Lost in Austen (2008), Four Seasons
(2008-2009), The Promise (2011), Grandi speranze
(2011), Titanic (2012), The Great Fire (2014),
Rebellion (2016), Penny Dreadful (2016) e
Magnum P.I. (2018-2020), dove ricopre il ruolo di Juliett
Higgins.
Perdita Weeks è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 45,2 mila persone. All’interno
di questo la Weeks è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, ma anche dietro le quinte dei sei a cui prende
parte e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Perdita Weeks e Kit
Frederiksen
4. È sposata.
Nell’ottobre del 2012 l’attrice ha sposato Kit Frederiksen, e da
quel momento la coppia ha tenuto particolarmente riservata la
propria vita sentimentale, non rivelando nulla circa il loro
incontro né sugli sviluppi del loro matrimonio. L’attrice pubblica
raramente loro foto sui propri social network, mentre lui sembra
proprio esserne sprovvisto.
Perdita Weeks in Penny
Dreadful
5. Ha avuto un ruolo nella
serie horror. L’attrice è comparsa nella terza stagione
della serie Penny Dreadful, dove recita tra gli altri
l’attrice Eva
Green. Qui la Weeks ha ricoperto il ruolo di Catriona
Hartdegan, una studiosa del soprannaturale, del quale ha una
profonda conoscenza.
Perdita Weeks in I Tudors
6. Ha ricoperto un ruolo
importante. Nella serie I Tudors l’attrice ha
interpretato il personaggio di Maria Bolena, presente nelle prime
due stagioni. Questa è la sorella della celebre Anna Bolena,
interpretata dall’attrice Natalie Dormer.
Perdita Weeks in Magnum P.I.
7. Il suo personaggio era
originariamente un uomo. Nella serie Magnum P.I.,
reboot dell’omonima serie celebre negli anni ottanta, l’attrice
ricopre il ruolo di Juliet Higgins. Nella serie originale, Higgins
era in realtà un personaggio maschile.
8. Reciterà in un’altra
serie dello stesso universo narrativo. Nel 2020 l’attrice
riprenderà il ruolo di Juliett Higgins anche nel reboot della serie
Hawaii Five-0, ambientata nello stesso universo
narrativo.
Perdita Weeks: il suo fisico
9. Ha sfoggiato un fisico
molto curato. Per prendere parte alla serie Magnum
P.I., l’attrice si è allenata a lungo per ottenere una forma
smagliante. Le numerose sequenze d’azione richiedevano infatti una
buona preparazione fisica, che l’attrice ha prontamente raggiunto e
sfoggiato con successo.
Perdita Weeks età e altezza
10. Perdita Weeksè nata a Cardiff, nel Galles, il 25 dicembre 1985.
L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
Dopo aver esordito in alcune celebri
commedie per il cinema, l’attore Jason Bateman ha
in seguito dimostrato una buona versatilità, che lo ha portato a
dar vita anche a ruoli drammatici, per i quali è stato
particolarmente lodato da critica e pubblico. Impegnato tanto al
cinema quanto in televisione, Bateman si è rivelato una personalità
poliedrica, in grado di ricoprire con successo ben più di un
ruolo.
Ecco 10 cose che non sai di
Jason Bateman.
Jason Bateman: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attore esordisce al cinema nel 1987, come
protagonista del film Voglia di vincere 2. Durante gli
anni novanta recita prevalentemente in televisione, per poi tornare
al cinema con film come La cosa più dolce… (2002),
Starsky & Hutch (2004), Palle al balzo –
Dodgeball (2004), Ti odio, ti lascio, ti…
(2006), The Kingdom (2007) e Juno (2007),
con cui ottiene nuova popolarità. Successivamente recita in celebri
film come Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie
(2007), Non mi scaricare (2008), Hancock (2008),
Tra le nuvole (2009), L’isola delle coppie
(2009), Due cuori e una provetta (2010), Come ammazzare il
capo… e vivere felici (2011), Disconnect
(2012), Bad Words (2013), Come ammazzare il capo
2 (2014), Regali da uno sconosciuto (2015),
La famiglia Fang
(2015), Una spia e
mezzo (2016) e Game Night – Indovina
chi muore stasera? (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attore diventa celebre quando da bambino
recita nella serie La casa nella serie (1981-1982) e
successivamente in Il mio amico Ricky (1982-1984). Bateman
ottiene poi nuova popolarità grazie alle serie La famiglia
Hogan (1986-1991),
Simon (1995-1996), Chicago
Sons (1997) e George & Leo (1997-1998). Nel
2003 è tra i protagonisti della serie Arrested
Development, ruolo che ricopre fino al 2006 e poi nuovamente
dal 2013 al 2019. Dal 2017 è protagonista della serie NetflixOzark. Nel 2020 sarà invece
protagonista della serie The Outsider.
3. Si è distinto come
regista. Nel corso della sua carriera, Bateman ha in più
occasioni ricoperto il ruolo di regista. La sua prima volta è per
alcuni episodi della serie La famiglia Hogan, e in seguito
per Arrested Development. Le sue regie più celebri sono
tuttavia quelle realizzate per diversi episodi della
serie Ozark. Bateman ha inoltre diretto i film
Bad Words e La famiglia Fang.
4. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Dopo aver prodotto la serie Growing Up
Fisher (2014), Bateman ha nuovamente svolto il ruolo di
produttore per i film La famiglia Fang e Game Night –
Indovina chi muore stasera?. Si è inoltre distinto per essere
il produttore delle serie Ozark,The
Outsider e A Teacher (2020).
Jason Bateman: i suoi telefilm
5. Ha recitato in diverse
occasioni in televisione. Nel corso della sua carriera
Bateman ha recitato anche in più di un telefilm, tra cui The
Fantastic World of D.C. Collins (1984), Il motel della
paura (1987), Sotto stretta protezione (1988),
Fuori dal giro (1988) e Il sapore dell’omicidio
(1992). Dopo questa data l’attore reciterà esclusivamente in film
per il cinema o serie televisive.
Jason Bateman: la sua gioventù
6. Recita sin da
giovanissimo. La carriera dell’attore ha inizio all’età di
dodici anni con la serie La casa nella prateria (1981),
dove ricopre il ruolo di James Cooper Ingalls. Successivamente
diventa celebre recitando in Il mio amico
Ricky (1982) e Lafamiglia Hogan
(1986), con cui diventa un idolo per i teenagers.
Jason Bateman ha una moglie
7. È sposato. Dal
2001 Bateman è sposato con Amanda Anka, figlia del cantante Paul
Anka. La coppia ha avuto due figlie: Francesca Nora, nata nel 2006,
e Maple, nata nel 2012. Negli anni la coppia si è mantenuta
piuttosto riservata, lontana dai riflettori dei social network,
dove compaiono raramente.
Jason Bateman: i premi Emmy
8. Ha vinto un Emmy
Awards. Dopo essere stato nel 2018 come miglior attore e
miglior regista per la serie Ozark, Bateman viene nominato
nuovamente nelle stesse categorie nel 2019, trionfando come
migliore regista per l’episodio Reparations. Bateman ha
suscitato clamore vincendo il premio contro i registi della celebre
serie Il Trono di Spade.
Jason Bateman è diventato un
meme
9. È involontariamente
diventato un meme. Per la sua reazione incredula alla
notizia di aver vinto un Emmy, Bateman è diventato popolare come
meme sul Web. La sua espressione è infatti stata utilizzata per
descrivere tutte quelle situazioni in cui ci si trova letteralmente
senza parole.
Jason Bateman età e altezza
10. Jason Bateman è nato a
Rye, in New York, Stati Uniti, il 14 gennaio 1969.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.