Il canale americano
SyFY ha diffuso il nuovo promo inedito
dell’annunciata
serie tv Resident Alien, basata sull’omonima serie a
fumetti di Dark Horse Comics.
Resident Alien
1×01
Resident
Alien è l’annunciata nuova serie tv
basata sull’omonimo fumetto della Dark Horse
Comics creato da Peter Hogan e Steve
Parkhouse.
Prodotto Universal Content
Productions (UCP), in associazione con Amblin TV e Dark Horse
Entertainment, Resident Alien è stata adattata per
la televisione dal produttore esecutivo Chris Sheridan (Family
Guy). Mike Richardson (Hellboy) e Keith Goldberg (The Legend of
Tarzan) di Dark Horse Entertainment (The Umbrella Academy), e Justin Falvey e
Darryl Frank (The Americans) di Amblin Television saranno anche
produttori esecutivi. David Dobkin ha prodotto e diretto il
pilota.
Resident Alien
racconterà la contorta e divertente storia di un alieno atterrato e
schiantatosi sulla terra di nome Harry (Alan Tudyk) che, dopo aver
assunto l’identità di un medico del Colorado, inizia lentamente a
lottare con la morale dilemma della sua missione segreta sulla
Terra: in definitiva porre la domanda “Vale la pena salvare gli
esseri umani?”
In Resident
Alien protagonisti sono Alan Tudyk
nel ruolo di Harry. Fanno parte del cast anche Sara Tomko (Once
Upon a Time), Corey Reynolds (The Closer), Alice Wetterlund (Popolo
della Terra) e Levi Fiehler (Martian).
Noto prevalentemente in campo
cinematografico, l’attore Peter Sarsgaard ha negli
anni costruito una solida carriera recitando in celebri film e
sotto la supervisione di importanti autori. Apprezzato per la sua
versatilità, Sarsgaard si è distinto tanto in tenere commedie
quanto in brutali gangster movie. Grazie alla sua partecipazione ad
alcune serie televisive di successo, infine, ha potuto espandere la
propria popolarità e comprovando il proprio talento.
Ecco 10 cose che non sai su
Peter Sarsgaard.
Peter Sarsgaard: i suoi film
1. Ha recitato per
importanti autori. L’attore debutta al cinema nel 1995 con
il film Dead Man Walking, per poi recitare in La
maschera di ferro (1998), Desert Blue (1998), e
Boys Don’t Cry (1999), per cui ottiene il plauso della
critica. Negli ani seguenti recita in The Center of the
World (2001), Empire – Due mondi a confronto (2002),
K-19 (2002) e L’inventore di favole (2003), per
cui ottiene importanti riconoscimenti. Successivamente prende
parte a La mia vita a Garden State (2004), The Dying
Gaul (2005), The Skeleton Key (2005),
Jarhead (2005), Year of the Dog (2007),
Lezioni d’amore (2008), Orphan (2009), An
Education (2009), Innocenti bugie (2010), Lanterna
Verde (2011), Lovelace
(2013), Blue Jasmine
(2013), La grande partita (2014), Black Mass – L’ultimo
gangster (2015), I magnifici
7 (2016), Jackie
(2016), Escobar – Il fascino
del male (2017), Mr. Jones (2019) e Human
Capital (2019).
2. Ha recitato in produzioni
televisive. Negli anni Sarsgaard ha partecipato ad alcuni
episodi di serie televisive come Law & Order (1995), per
poi ottenere popolarità nel ruolo di Ray Seward in The
Killing (2013). Recita in seguito nelle serie The
Slap (2015), Wormwood (2017), e The Looming
Tower (2018).
Peter Sarsgaard non è su
Instagram
3. Non ha un account sul
social network. L’attore ha dichiarato di non possedere un
profilo su Instagram, preferendo tenere la propria vita privata
lontana dai riflettori che i social network portano inevitabilmente
con sé. Esistono tuttavia alcune fan page dedicate a Sarsgaard dove
è possibile ritrovare le ultime foto dell’attore, nonché gli ultimi
aggiornamenti sui suoi progetti da interprete.
Peter Sarsgaard e Maggie
Gyllenhaal
4. È sposato con la nota
attrice. Nel 2002 l’attore intraprende una relazione con
Maggie
Gyllenhaal, sorella dell’amico Jake
Gyllenhaal. I due hanno poi annunciato il fidanzamento
nell’aprile del 2006, sposandosi poi nel maggio del 2009 a
Brindisi, in Italia. La coppia si è negli anni dimostrata
particolarmente riservata circa la loro vita sentimentale,
lasciando poco spazio ai gossip e concentrandosi esclusivamente sul
lavoro e sulla famiglia.
5. Hanno avuto due
figlie. Ancor prima di sposarsi, nell’ottobre del 2006, la
coppia dà alla luce la prima figlia, chiamata Ramona. Nell’aprile
del 2012 nasce invece la seconda figlia, Gloria Ray.
Peter Sarsgaard in Lanterna
Verde
6. Ha interpretato il
villain del film. Nel cinecomic con protagonista Ryan
Reynolds, l’attore ha ricoperto il ruolo di Hector
Hammond, biologo criminale che si espone volontariamente alle
radiazioni di un misterioso meteorite, guadagnando poteri psichici
e immortalità, rimanendo però paralizzato e incapace di
parlare.
7. Ha passato molto tempo
con un biologo. Per prepararsi al ruolo, Sarsgaard ha
speso diverso tempo a contatto con un biologo universitario,
studiando con lui i processi biologici che si manifestano nel
villain in seguito al suo contatto con il meteorite. Sarsgaard ha
particolarmente apprezzato questo tempo di preparazione,
descrivendo il biologo a cui si è rivolto come la persona più
eccentrica mai incontrata.
Peter Sarsgaard in The Batman
8. Ha un ruolo
ignoto. L’attore è attualmente sul set del film
The
Batman, con protagonista Robert
Pattinson. Sarsgaard ha dichiarato che l’atmosfera sul
set fa presagire un progetto di proporzioni colossali, ma nulla è
stato dichiarato circa il ruolo da lui ricoperto. La produzione
sembra stia volutamente tenendo segreto il suo personaggio, che
potrebbe avere dunque un importanza significativa all’interno del
film.
Peter Sarsgaard e John
Malkovich
9. Viene spesso associato al
noto attore. Per il suo volto fanciullesco, il tono della
voce minaccioso e i personaggi bizzarri e emotivamente instabili da
lui interpretati, Sarsgaard è stato in più occasioni associato
all’attore John Malkovich. Quest’ultimo ebbe modo
di recitare con Sarsgaard, interpretando suo padre nel film La
maschera di ferro.
Peter Sarsgaard età e altezza
10. Peter Sarsgaard è nato a
Belleville, nell’Illinois, Stati Uniti, il 7 marzo 1971.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Divenuto celebre soltanto negli
ultimi dieci anni, l’attore Peter Dinklage ha
conquistato la televisione grazie al ruolo di Tyrion Lannister
nella serie Il Trono di
Spade, grazie alla quale ha vinto numerosi premi,
affermandosi come interprete di grande talento. Dinklage è poi
apparso anche in diversi celebri film degli ultimi anni, dando
prova di saper padroneggiare tanto ruoli drammatici quanto
comici.
Ecco 10 cose che non sai di
Peter Dinklage.
Peter Dinklage: i suoi film
1. Ha partecipato a celebri
film. L’attore debutta al cinema nel 1995 con il film
Si gira a Manhattan, e nella prima parte della sua
carriera ottiene ruoli da caratterista in film come Biancaneve
nella foresta nera (1997), Human Nature (2001),
Elf – Un elfo di nome Buddy (2003), Lassie
(2005), Prova a incastrarmi (2006), Funeral Party
(2007), e Le cronache di Narnia – Il principe Caspian
(2008). Con X-Men – Giorni di un
futuro passato (2014) inizia ad ottenere ruoli di maggior
rilievo, recitando poi in Pixels
(2015), The Boss (2016), Tre manifesti a Ebbing,
Missouri (2017), Rememory (2017), Avengers: Infinity
War (2018) e I Think We’re Alone Now (2018).
2. È celebre per il ruolo in
Il Trono di Spade. Dopo aver recitato in alcuni
episodi di serie come Threshold (2005-2006),
Nip/Tuck (2006) e 30 Rock (2009), Dinklage
diventa celebre ricoprendo il ruolo di Tyrion Lannister nella serie
HBO Il Trono di Spade. Il suo personaggio, tra i
protagonisti della serie, ha da subito conquistato l’apprezzamento
del pubblico, portando l’attore a ricoprire il ruolo per otto
stagioni e un totale di 67 episodi. Nel 2018 recita inoltre nel
film televisivo My Dinner with Hervé.
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Nel corso della sua carriera l’attore ha
prodotto diversi film, tra cui l’indipendente I Think We’re
Alone Now, dove figura anche come interprete accanto
all’attrice Elle
Fanning, e il film televisivo My Dinner with
Hervé. L’attore riprenderà il ruolo di produttore anche per
gli annunciati film The Thicket e The Dwarf.
Peter Dinklage e Erica Schmidt
4. È sposato.
Qualche anno prima di ottenere la fama mondiale, l’attore sposa la
regista teatrale Emma Schmidt, nel 2005. La
coppia, particolarmente riservata, ha da quel momento mantenuto la
propria vita privata lontana dai riflettori e dai social network. È
noto però che i due hanno avuto due figli, rispettivamente nel 2011
e nel 2017, di cui non hanno mai rivelato il sesso o il nome.
Peter Dinklage in Le Cronache di
Narnia
5. Ha recitato nel celebre
film fantasy. Nel film Le cronache di Narnia – Il
principe Caspian, uscito al cinema nel 2008, l’attore ricopre
il ruolo del nano Trumpkin, ma risulta quasi irriconoscibile per
via del pesante trucco che ne trasforma la fisionomia e in
particolare il volto e la sua espressività.
Peter Dinklage in Infinity War
6. Ha preso parte al celebre
cinecomic. A lungo si è dibattuto su quale personaggio
Dinklage avrebbe ricoperto all’interno del film Avengers: Infinity War. Le varie
supposizioni si sono tuttavia rivelate errate al momento
dell’uscita del film, dove Dinklage ha interpretato Eitri, re dei
nani i quali però sono giganti rispetto al resto dei personaggi.
Nel film il personaggio aiuterà Thor a forgiare una nuova arma con
cui fronteggiare il perfido Thanos.
Peter Dinklage in Il Trono di
Spade
7. Ha vinto numerosi premi
per il suo ruolo. Grazie alla serie, e brillante
personaggio di Tyrion Lannister, Dinklage è stato nominato per ben
otto volte consecutive come miglior attore non protagonista ai
premi Emmy. L’attore ha poi vinto il premio per la prima, la
quinta, la settima e l’ottava stagione, segnando un nuovo
record.
8. È uno dei pochi
personaggi a non aver ricevuto critiche dai fan.Il
Trono di Spade è stato un enorme successo di pubblico, ma ha
anche dato vita ad alcune feroci critiche circa alcune scelte fatte
per alcuni personaggi o per il finale della serie. Tali critiche
non hanno tuttavia mai visto protagonista il personaggio
interpretato da Dinklage, che è stato invece definito il migliore
della serie. L’attore è stato in più occasioni lodato per la sua
interpretazione nel corso delle 8 stagioni.
Peter Dinklage: il suo
patrimonio
9. È tra gli attori più più
pagati della televisione. Nel corso della sua carriera
l’attore ha potuto partecipare a progetti dal buon riscontro
economico, ma è stata la serie Il Trono di Spade a
fare la sua fortuna, permettendogli di raggiungere un patrimonio
stimato di circa 25 milioni. Dinklage è stato anche tra gli attori
più pagati della televisione, percependo uno salario di 1,1 milioni
di dollari per episodio.
Peter Dinklage età e altezza
10. Peter Dinklage è nato a
Morristown, nel New Jersey, Stati Uniti, l’11 giugno 1969.
L’attore è alto complessivamente 132 centimetri.
Tra i più noti attori di origine
colombiana, vi è senza dubbio John Leguizamo,
celebre per aver preso parte a film d’autore di diverso genere,
dimostrando così di possedere una buona versatilità. Grazie ai suoi
ruoli Leguizamo ha saputo distinguersi e uscire fuori dagli
stereotipi, ottenendo in cambio l’apprezzamento di critica e
pubblico. La sua lunga filmografia è ad oggi particolarmente degna
di nota, e l’attore continua a partecipare ancora oggi a film di
rilievo.
Ecco 10 cose che non sai di
John Leguizamo.
John Leguizamo: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1985 con il
film Sangue misto, per poi partecipare a importanti film
come Vittime di guerra (1989), Revenge (1990),
Die Hard 2 (1990), Poison (1991), Super Mario
Bros. (1993) e Carlito’s Way (1993), dove recita
accanto ad Al
Pacino, e con cui ottiene maggiore notorietà.
Successivamente recita in film come The Fan (1996),
Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996),
Spawn (1997), Freak (1998), Mouline
Rouge! (2001), Assault of Precint 13 (2005),
La terra dei morti viventi (2005), L’amore ai tempi
del colera (2007), E venne il giorno (2008),
Miracolo a Sant’Anna (2008), Vanishing on 7th
Street (2010), The Lincoln Lawyer (2011), Kick-Ass 2
(2013), The
Counselor (2013), Chef – La ricetta
perfetta (2014), John Wick
(2014), The Infiltrator (2016), John Wick – Capitolo
2 (2017), Nancy (2018) e
The Night Clerk (2020).
2. È noto anche come
doppiatore. Nel corso della sua carriera l’attore ha in
più occasioni svolto il ruolo di doppiatore, divenendo celebre per
essere stato la voce di Sid, il popolare bradipo del film L’era
glaciale (2002). L’attore ha poi dato nuovamente voce al
personaggio anche per i sequel L’era glaciale 2 – Il
disgelo (2006), L’era glaciale 3 – L’alba dei
dinosauri (2009), L’era glaciale 4 – Continenti alla
deriva (2012) e L’era glaciale – In rotta di
collisione (2016).
John Leguizamo è su Instagram
3. Ha un account
personale. Leguizamo è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 517 mila persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con colleghi o amici. Non mancano
tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete, nonché numerose foto con cui l’attore ricondivide
notizie di attualità e politica.
John Leguizamo ha una moglie
4. È sposato. Sul
set del film Carlito’s Way l’attore conosce la costumista
Justine Maurer, che sposa poi nel 2003. I due si sono sempre
dimostrati protettivi nei confronti della loro vita privata,
tenendola lontana dai riflettori. È risaputo, tuttavia, che la
coppia ha avuto due figli, nati rispettivamente nel 1999 e nel
2000.
John Leguizamo è Sid in L’era
Glaciale
5. Ha studiato molto per
cercare la giusta voce del personaggio. Per doppiare il
personaggio del bradipo Sid, Leguizamo ha guardato numerosi
documentari di Discovery Channel sui bradipi, arrivando a provare
una grande varietà di voci, e scegliendo infine quella che desse
l’impressione che il personaggio parlasse con del cibo nelle
guance, pratica di immagazzinamento realmente tipica dei
bradipi.
John Leguizamo in Romeo + Giulietta
di William Shakespeare
6. Sostenne il provino per
un personaggio, ma fu scelto per un ruolo diverso. Durante
i casting per il film Romeo + Giulietta di William
Shakespeare, con protagonista Leonardo
DiCaprio, l’attore si presentò inizialmente per il
ruolo di Mercuzio, fidato amico di Romeo. Tuttavia il regista
decise che tale personaggio sarebbe stato di colore, ma, attratto
dalla grinta dimostrata da Leguizamo, affidò all’attore il ruolo di
Tebaldo, nemico di Romeo.
7. Ha personalmente
preparato la coreografia del suo personaggio. Nel testo di
Shakespeare, lo stile da spadaccino di Tebaldo è descritto come
“appariscente”. Per questo motivo Leguizamo lavorò a lungo con un
coreografo per dar vita ad uno stile di combattimento con la spada
vistoso, ispirato al flamenco.
John Leguizamo in Mouline
Rouge!
8. Ha usato diversi trucchi
per sembrare più basso. Nel film di Baz
Luhrmann, l’attore interpreta il noto pittore francese
Henri de Toulouse-Lautrce. Questi, notoriamente basso, ha costretto
l’attore a ricorrere a diversi espedienti per risultare di un
altezza credibile, tra cui il camminare sulle ginocchia con delle
speciali protesi o il muoversi accovacciato. Per far ciò, l’attore
si è sottoposto a diverse settimane di adeguata preparazione
fisica.
John Leguizamo e il videogioco GTA
6
9. Potrebbe essere il
doppiatore del personaggio principale. Secondo alcune
voci, l’attore presterà la propria voce al personaggio di Matias
Gonzales, protagonista dell’atteso nuovo capitolo della celebre
saga videoludica Grand Theft Auto. Se ciò venisse confermato, per
Leguizamo sarebbe la prima esperienza di doppiaggio di un
videogioco.
John Leguizamo età e altezza
10. John Leguizamo è nato a
Bogotá, in Colombia, il 22 luglio 1964. L’altezza
complessiva dell’attore è di 169 centimetri.
I PGA Awards hanno
assegnato il premio per la migliore produzione cinematografica
dell’anno a 1917,
il film di Sam Mendes che, in questo modo, sembra
opzionare seriamente anche il premio al miglior film ai prossimi
Oscar.
In genere, i PGA sono un buon
pronostico per i vincitori degli Oscar e negli ultimi due anni, sia
Green Book che La Forma dell’Acqua hanno portato a casa sia il
premio di categoria che l’Oscar più ambito.
Ringraziando la gilda per il premio
ricevuto, Sam Mendes ha detto: “Grazie mille, Producers Guild.
Questo film è stato ispirato da mio nonno, la mia speranza era
rendere onore alla sua esperienza. Io rendo onore al lavoro di ogni
singolo membro della troupe e del cast.”
Il premio nella categoria dedicata
all’animazione è stato invece vinto da Toy Story 4, che potrebbe
quindi tornare a casa anche con l’Oscar, con buona pace del
delizioso Missing Link, di Laika, che ha vinto invece ai Golden
Globes.
Ecco tutti i vincitori dei PGA Awards 2020
Darryl F. Zanuck Award for Outstanding Producer of
Theatrical Motion Pictures
Producers: Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin
Messick, Mark Mylod, Jane Tranter, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon
Brown, Georgia Pritchett, Will Tracy, Jonathan Glatzer, Dara
Schnapper, Gabrielle Mahon
Danny Thomas Award for Outstanding Producer of Episodic
Television – Comedy
Fleabag (Season 2; Amazon)
Producers: Phoebe Waller‐Bridge, Harry Bradbeer, Lydia Hampson,
Harry Williams, Jack Williams, Joe Lewis, Sarah Hammond
David L. Wolper Award for Outstanding Producer of
Limited Series Television
Chernobyl (HBO)
Producers: Craig Mazin, Carolyn Strauss, Jane Featherstone,
Johan Renck, Chris Fry, Sanne Wohlenberg
Outstanding Producer of Televised or Streamed Motion
Pictures
Apollo: Missions to the Moon (National Geographic)
Outstanding Producer of Non-Fiction Television
Leaving Neverland (HBO)
Producer: Dan Reed
Outstanding Producer of Live Entertainment & Talk
Television
Last Week Tonight with John Oliver (Season 6; HBO)
Outstanding Producer of Game & Competition
Television
RuPaul’s Drag Race (Season 11; VH1)
Producers: Fenton Bailey, Randy Barbato, Tom Campbell, Mandy
Salangsang, RuPaul Charles, Steven Corfe, Bruce McCoy, Michele
Mills, Jacqueline Wilson, Thairin Smothers, John Polly, Michelle
Visage, Jen Passovoy
Outstanding Sports Program
What’s My Name: Muhammad Ali (HBO)
Outstanding Children’s Program
Sesame Street (Season 49; PBS)
Outstanding Short-Form Program
Comedians In Cars Getting Coffee (Season 11; Netflix)
Parasite
scrive la storia degli ACE Awards, il premio che
viene assegnato dal sindacato dei montatori ai rispettivi
professionisti di settore. Jinmo Yang è il
montatore premiato per il film di Bong John-ho, e
si tratta della prima volta nella storia del premio che un film non
in lingua inglese vince. La categoria è ovviamente quella del
miglior film drammatico, mentre per la rispettiva categoria comedy
il premio è stato assegnato a Tom Eagles che ha
montato Jojo
Rabbit di Taika Waititi.
Ecco tutti i vincitori:
MIGLIOR MONTAGGIO (FILM DRAMMATICO)
Parasite
Jinmo Yang
MIGLIOR MONTAGGIO (COMMEDIA)
Jojo Rabbit
Tom Eagles
MIGLIOR MONTAGGIO (ANIMAZIONE)
Toy Story 4
Axel Geddes
MIGLIOR MONTAGGIO (DOCUMENTARIO)
Apollo 11
Todd Douglas Miller
MIGLIOR MONTAGGIO (DOCUMENTARIO NON USCITO AL CINEMA)
What’s My Name: Muhammad Ali
Jake Pushinsky
MIGLIOR MONTAGGIO (COMMEDIA TV COMMERCIALE)
Better Things: “Easter”
Janet Weinberg
MIGLIOR MONTAGGIO (COMMEDIA TV NON COMMERCIALE)
Fleabag: “Episode 2.1”
Gary Dollner
MIGLIOR MONTAGGIO (SERIE DRAMMATICA TV COMMERCIALE)
Killing Eve: “Desperate Times”
Dan Crinnion
MIGLIOR MONTAGGIO (SERIE DRAMMATICA TV NON COMMERCIALE)
Game of Thrones: “The Long Night”
Tim Porter
MIGLIOR MONTAGGIO (MINISERIE O FILM TV)
Chernobyl: “Vichnaya Pamyat”
Jinx Godfrey & Simon Smith
MIGLIOR MONTAGGIO (PROGRAMMA TV)
VICE Investigates: “Amazon on Fire”
Cameron Dennis, Kelly Kendrick, Joe Matoske, Ryo Ikegami
ANNE V. COATES AWARD FOR STUDENT EDITING
Chase Johnson
California State University, Fullerton
Disponibili da oggi due nuovi
contenuti in italiano di Black Widow che anticipano l’uscita del
film, nelle sale italiane dal 29 aprile
La Featurette con Scarlett Johansson
Dopo lo straordinario successo di
Avengers: Endgame, diventato il maggiore
incasso mondiale di sempre, il nuovo attesissimo film targato
Marvel StudiosBlack Widow
arriverà nelle sale italiane il 29 aprile. Nell’attesa, sono
disponibili da oggi due nuovi contenuti in italiano che anticipano
l’uscita del film con protagonista Scarlett Johansson nei panni di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Black Widow: il film
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Apprezzata interprete televisiva,
divenuta nota per la serie Mad Men, l’attrice
Christina Hendricks si è affermata tanto per il
suo fascino quanto per il suo carisma, che le ha permesso di
assumere con grande naturalezza ruoli per diversi l’uno dall’altro.
Presente anche al cinema, dove ha dato ulteriore prova della sua
versatilità, la Hendricks ha conquistato in più occasioni gli onori
della critica, che l’ha lodata come una tra le più brillanti
interpreti della sua generazione.
Ecco 10 cose che non sai di
Christina Hendricks.
Christina Hendricks: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
film per il cinema. L’attrice debutta al cinema nel 2010
con il film Tre all’improvviso, per poi acquisire
notorietà recitando in Drive
(2011), e prendendo poi parte a film come Ma come fa a far
tutto? (2011), Questioni di famiglia (2011),
Detachment – Il distacco (2012), Ginger & Rosa
(2012), Lost River
(2014), Dark Places
(2015),Zoolander
2 (2016), di e con Ben
Stiller, The Neon
Demon (2016), Babbo bastardo 2 (2016),
Mistero a Crooked House (2017), The Strangers: Prey at
Night (2018), Dolci scelte (2018) e American
Woman (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. La Hendricks acquista una prima notorietà
recitando in diversi episodi delle serie Undressed (1999),
E.R. – Medici in prima linea (2002), Kevin Hill
(2004-2005), e Life (2007-2008). Nel 2007 ottiene il ruolo
che la rende famosa, ovvero quello di Joan Harris in Med
Men, che ricopre dal 2007 al 2015 recitando accanto all’attore
Jon
Hamm. Successivamente recita nelle serie Hap and
Leonard (2016), Another Period (2015-2016), Tin
Star (2017-2019) e Good Girls (2018-2019).
3. Ha ricoperto anche il
ruolo di doppiatrice. Tra le altre partecipazioni
dell’attrice, si annoverano quelle come doppiatrice. La Hendricks
ha infatti prestato la propria voce per alcune puntate delle serie
animate Rick and Morty (2015) e Robot Chicken
(2018). Ha inoltre doppiato il personaggio di Saori Makimura nel
film d’animazione giapponese La collina dei papaveri
(2010), e quello di Gabby Gabby in Toy Story 4 (2019).
Christina Hendricks è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove possiede un proprio profilo seguito da 524 mila
persone. Qui la Hendricks è solita condividere fotografie scattate
in momenti di svago, ma anche numerose immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete. Non mancano inoltre scatti realizzati
per servizi di moda.
Christina Hendricks ha un
marito
5. Ha sposato un suo
collega. Nell’ottobre del 2009 la Hendricks ha sposato
l’attore Geoffrey Arend, con cui si è poi trovata
a dividere il set della serie Body of Proof (2011). I due
negli anni si sono sempre dimostrati piuttosto restii a condividere
dettagli sulla loro vita privata, e tra le poche notizie di coppia
rilasciate vi è quella di non volere figli di comune accordo.
Christina Hendricks in Drive
6. Ha avuto un ruolo di
rilievo nel film di Nicolas Winding Refn. Nel celebre
Drive, film del 2011 con Ryan
Gosling rivelatosi un grande successo di pubblico e
critica, la Hendricks ricopre un ruolo importante. È infatti
Blanche, complice del personaggio interpretato da Oscar
Isaac, che si ritrova coinvolta in un crimine più
grande di lei.
7. Ha ispirato Ryan
Gosling. La violenta morte della Hendricks nel film ha
ispirato Gosling per il suo primo film da regista, Lost
River, in cui la stessa attrice ha poi recitato. La scena che
vede coinvolti i due attori in Drive, è infatti stata
definita come la cosa più strana a cui abbiano preso parte, e
quell’atmosfera ha poi influenzato Gosling nella realizzazione del
suo progetto.
Christina Hendricks in Mad Men
8. La sua agenzia non voleva
che si proponesse per la serie. Al momento del casting per
la serie Mad Men, l’attrice decise di presentarsi per un
ruolo ma la sua agenzia glielo sconsigliò, affermando che essendo
ambientata negli anni ’60 la serie non avrebbe riscosso successo.
La Hendricks tuttavia decise di presentarsi autonomamente,
ottenendo il ruolo di Joan Harris. La serie divenne poi tra le più
acclamate e premiate degli ultimi anni.
Christina Hendricks: il suo
fisico
9. È stata lodata per la sua
immagine pubblica. L’attrice, che ha esordito come modella
curvy, è stata molto apprezzata per il suo aver saputo portare con
eleganza in televisione e al cinema personaggi che normalmente non
si è soliti vedere. La Hendricks ha infatti rivoluzionato la
percezione della bellezza in televisione, spingendo molte donne a
non vergognarsi delle proprie forme voluminose.
Christina Hendricks età e
altezza
10. Christina Hendricks è
nata a Knoxville, in Tennessee, Stati Uniti, il 3 marzo
1975. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.
La giovane attrice
Katherine McNamara si è affermata in televisione
grazie ad alcune serie TV di successo, che le hanno permesso di
raggiungere un ampio pubblico. L’attrice si è poi fatta conoscere
anche al cinema grazie alla sua partecipazione ai film a tema
distopia Maze Runner. Grazie ai ruoli affrontati fino ad
ora, la McNamara ha dimostrato una buona versatilità, che la rende
una giovane promessa per il futuro.
Ecco 10 cose che non sai di
Katherine McNamara.
Katherine McNamara: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
film Young Adult. L’attrice debutta al cinema recitando
nel film Capodanno a New York (2011), per poi partecipare
a Last Ounce of Courage (2012), Contest (2013),
Tom Sawyer & Huckleberry Finn (2014), e A Sort of
Homecoming (2015). Si fa poi notare grazie al ruolo di Sonya
nei film Maze Runner – La fuga (2015) e Maze Runner – La
rivelazione (2018).
2. È nota per i suoi ruoli
televisivi. La McNamara si è affermata grazie alla sua
partecipazione ad alcuni episodi di celebri serie come 30
Rock (2011), Glee
(2012), Jessie (2013) e CSI – Scena del
crimine (2014). Ottiene poi un ruolo di rilievo nella serie
Happyland (2014), e diventa popolare ricoprendo il
personaggio di Clary Fray in Shadowhunters (2016-2019).
Recita poi nel ruolo di Mia Smoak nella serie Arrow
(2018-2020), riprendendo poi il ruolo anche per The
Flash (2019), Batwoman (2019) e
Supergirl (2019). Nel 2020 sarà tra i protagonisti della
serie L’ombra dello scorpione, tratta dall’omonimo romanzo
di Stephen King.
Katherine McNamara è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 3,7 milioni di
persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini
promozionali dei suoi progetti da attrice. Non mancano inoltre
scatti realizzati per servizi di celebri riviste di moda.
Katherine McNamara e il suo
fidanzato
4. Avrebbe una relazione
con un suo collega. Dal settembre del 2018 sono sempre più
insistenti le voci circa un fidanzamento tra la McNamara e l’attore
Will Tudor, entrambi facenti parte del cast di
Shadowhunters. I due interpreti hanno infatti pubblicato
sui rispettivi social diverse foto che li ritraggono insieme, sia
in vacanza che sul set della serie. I due, tuttavia, non hanno mai
confermato la loro relazione.
Katherine McNamara in Jessie
5. Ha preso parte alla
serie di Disney Channel. Agli inizi della sua carriera
l’attrice ha partecipato anche a due puntate della seconda stagione
della serie Jessie, targata Disney Channel. Qui l’attrice
ha ricoperto il ruolo di Bryn Brietbart, rivale del personaggio
Emma Ross.
Katherine McNamara in Arrow
6. Ha fatto parte
dell’ultima stagione della serie. L’attrice ha ricoperto
il ruolo di Mia Smoak nell’ultima stagione della serie
Arrow. Questa è la figlia del protagonista, pronta a
prenderne l’eredità. Infatti l’attrice sarà protagonista di una
serie dedicata al suo personaggio, dove porterà avanti quanto fin
qui compiuto dal celebre arciere verde.
Katherine McNamara in
Shadowhunters
7. Ha interpretato la
protagonista. La McNamara è stata la protagonista delle
tre stagioni della serie Shadowhunters, dove ha dato vita
al personaggio di Clarissa Adele Fray, brillante studentessa che
scopre di essere una shadowhunter, con il compito di dare la caccia
ai demoni presenti sulla terra.
8.
Condivide un tatuaggio con gli altri membri del cast.
Durante le riprese della prima stagione di Shadowhunters,
l’attrice e i suoi colleghi di set hanno deciso di consolidare il
loro rapporto tatuandosi il simbolo della serie, la celebre runa
angelica.
Katherine McNamara in L’ombra
dello scorpione
9. Farà parte dell’attesa
serie. Nella serie L’ombra dello scorpione,
basata sull’omonimo personaggio di Stephen King,
l’attrice ricoprirà il ruolo di Julie Lawry, una ragazza
proveniente da una piccola città, la cui vita verrà stravolta nel
momento in cui si diffonderà una terribile epidemia.
Katherine McNamara età e
altezza
10. Katherine McNamara è
nata a Kansas City, nel Missouri, Stati Uniti, il 22
novembre 1995. L’altezza complessiva dell’attrice è di 164
centimetri.
Dopo aver lavorato insieme per
The Fighter e American
Hustle,Christian Bale e
David O. Russell si ritroveranno sul set per il
prossimo progetto cinematografico del regista de Il Lato
Positivo e Joy, tra le priorità della New Regency che
ne affiderà la distribuzione alla Fox/Disney.
Oltre a Bale (che proprio grazie a
The Fighter di O. Russell ha vinto l’Oscar come miglior
attore non protagonista), nel film dovrebbero recitare anche
Jamie Foxx e Angelina Jolie. Non
ci sarà invece Jennifer Lawrence, che con il
regista americano ha realizzato ben tre film: inizialmente,
l’attrice premio Oscar era stata coinvolta nel progetto in qualità
di protagonista femminile, ma a quanto pare ha dovuto rinunciare a
causa di altri impegni. Secondo la fonte, al suo posto O. Russell
starebbe valutando di coinvolgere Margot
Robbie, tra le grandi protagoniste della season award
di quest’anno grazie ai suoi ruoli in C’era una volta a
Hollywood e Bombshell.
Altre indiscrezioni riportate dalla
fonte ci informano che il titolo di lavorazione del film sarà
Amsterdam e che la trama, nonostante sia
ancora sotto chiave, ruoterà attorno alla storia di un improbabile
accordo tra un dottore e un avvocato.
Matthew Budman, produttore di
numerosi film per la Annapurna Pictures, si occuperà della
produzione del nuovo film di David O. Russell per
la New Regency. La produzione del film dovrebbe partire il prossimo
aprile, in modo da permettere a Christian
Bale di potersi poi dedicare alle riprese di
Thor: Love and
Thunder, che dovrebbero invece partire a
luglio.
È stata diffusa online la prima
immagine ufficiale dell’Imperatore Palpatine tratta da
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker. Nonostante il coinvolgimento del
Signore Oscuro dei Sith all’interno della storia non è mai stato
tenuto segreto dalla Lucasfilm (già nel teaser trailer ufficiale
era possibile sentire l’iconica risata del villian chiudere il
filmato), la sua presenza all’interno dei materiali promozionali è
stata ridotta al minimo. Per lo più i fan hanno avuto modo di
ascoltare la sua voce, ma la Lucasfilm ha sempre cercato di non
rivelare il look che il personaggio avrebbe sfoggiato nel film di
J.J. Abrams: anche per il poster in cui
l’immagine dell’Imperatore incombeva sulle sagome di Rey e Kylo Ren
intenti a sfidarsi con le spade laser, è stata utilizzata
un’immagine delle action figure del personaggio, e non uno scatto
proveniente dal materiale ufficiale relativo proprio al film.
Si è trattato naturalmente di una
strategia, al fine di non rivelare troppo sul ruolo che
Palpatine avrebbe avuto all’interno di
Episodio IX. Dopo l’uscita del film nelle sale, abbiamo
finalmente scoperto che l’Imperatore era misteriosamente
sopravvissuto agli eventi de Il Ritorno dello
Jedi, ma che il suo corpo in decomposizione aveva
bisogno di tutta una serie di sofisticatissimi ingranaggi per
potersi muovere. Adesso, finalmente, è stata diffusa online – via
Star Wars Databank –
la prima immagine ufficiale del personaggio tratta da
L’Ascesa di Skywalker.
Di recente sono emersi online
numerosi dettagli in merito
alla versione di Star Wars: Episodio IX
ad opera di Colin Trevorrow, regista inizialmente
incaricato dalla Lucasfilm di dirigere quello che poi sarebbe
diventato L’Ascesa di Skywalker per mano
di J.J. Abrams. La versione di Trevorrow,
intitolata Duel of the Fates, include
molte differenze rispetto al film di Abrams uscito nelle sale: una
di queste riguarda proprio Palpatine (che nel film è stato
interpretato ancora una volta dal suo storico interprete,
Ian McDiarmid), che nella versione di Trevorrow
non solo non sarebbe dovuto comparire, ma non era neanche
lontanamente imparentato con il personaggio di Rey (Daisy
Ridley).
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Le riprese di The Falcon and the Winter
Soldier in Puerto Rico sono state annullate a
causa dei terremoti che hanno colpito la scorsa settimana l’isola
caraibica. In attesa di scoprire quando ripartiranno le riprese
della serie Marvel destinata a Disney+, Sebastian
Stan ha deciso di continuare a tenere alto l’hype del
fandom intorno al progetto.
La star di Avengers: Endgame ha infatti
condiviso online la prima immagine ufficiale dal backstage dello
show che ci mostra il personaggio di Bucky Barnes,
nell’ombra, in una posa e in una location decisamente suggestive.
Niente di particolarmente entusiasmante, sia chiaro, ma è probabile
che Stan abbia voluto anticipare che molto presto vedremo i primi
materiali ufficiali della serie.
Vi ricordiamo che nel cast
di The Falcon and The Winter
Soldier è previsto anche il ritorno di due volti
noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily
VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter
Soldier e Civil War e Daniel
Bruhl, nei panni del Barone Zemo.
Per quanto concerne la serie, il
lancio è fissato in autunno 2020 e Kari
Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful,
Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the
Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of
Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.
Probabile, visti gli esiti
di Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Il franchise DC Film alla Warner
Bros sta subendo una trasformazione radicale. Abbandonato il
progetto di un universo
condiviso “à la Marvel”, i film che portano sullo
schermo i personaggi DC si stanno specializzando nella
realizzazione di standalone, come abbiamo visto da
Aquaman,Shazam,
Wonder
Woman e ovviamente
Joker. Ma adesso sembra che all’orizzonte
ci siano dei cambiamenti e che l’uomo scelto per guidare il nuovo
corso DC Film possa essere Jim Lee.
Al momento, i progetti solisti hanno
la priorità e mentre lo studio continua a lavorare in questa
direzione, sembra che Lee sarà l’uomo del futuro per i film a
marchio DC/Warner. Alla luce del sorprendente cameo del
Flash di Ezra Miller in
The Crisis on the Infinite Earths di The
CW, in cui ha incontrato la sua controparte per il piccolo schermo
interpretata da Grant Gustin, è stato chiesto al
produttore esecutivo dell’Arrowverse, Marc
Guggenheim, in che modo sono stati in grado di realizzare
una tale impresa.
In un’intervista a Variety, allo
showrunner è stato chiesto se gli eventi dello speciale televisivo
volessero dire che il film con Miller non esiste più. Guggenheim ha
rifiutato di commentare, e invece ha indirizzato le domande allo
studio e, sorprendentemente, a Lee. “Lascerò la risposta a
questa domanda a Warner Bros. e DC. Hanno una visione meravigliosa
non solo per il Flash di Ezra, ma anche per l’intero universo DC.
Jim Lee è l’uomo con cui parlare”.
Mentre Guggenheim non ha detto
direttamente che Lee è creativamente responsabile del franchise
cinematografico DC, la sua risposta implica che è a conoscenza di
come Warner Bros. abbia intenzione di affrontare questo universo
cinematografico in futuro.
Fumettista a tutto tondo, Lee ha
iniziato come artista per i fumetti Marvel nel 1987, ma è
principalmente noto per il suo lavoro sotto la DC. Lì, insieme a
Geoff Johns, ha lanciato “The New 52” che ha
rilanciato 52 nuove storie, essenzialmente il riavvio dell’universo
di stampa per il marchio. Attualmente, Lee è il Chief Creative
Officer di DC Comics, una posizione precedentemente ricoperta da
Johns prima di dimettersi nel 2018. Vale la pena notare, tuttavia,
che Walter Hamada è ancora il presidente della produzione
cinematografica DC.
Con Hamada al comando, non significa
che non ci sia spazio per Lee in quanto possono svolgere ruoli
diversi nell’organizzazione. Dato che Hamada supervisiona la
maggior parte degli affari logistici, agendo come un produttore
tradizionale, Lee potrebbe concentrarsi sul lato creativo delle
operazioni.
Mentre i Marvel Studios hanno Kevin Feige che si
destreggia in entrambi i ruoli per il MCU, Warner Bros. e DC potrebbero
strutturare la loro formazione esecutiva in maniera
personalizzata.
Avengers: Endgame ha segnato
la chiusura di un cerchio, ponendo ufficialmente la parola fine
alla storia delle avventure dei Vendicatori originali alle quali ci
siamo appassionati fin dal primo The
Avengers. In attesa di scoprire cosa ci riserverà
il futuro del MCU sul grande schermo, che nuove
storie e nuovi personaggi che dovrebbero condurre alla discesa in
campo di un nuovo grande team di supereroi, abbiamo deciso di
analizzare quanto alcune scelte compiute in passato dai supereroi
più potenti della Terra siano decisamente discutibili.
D’altronde, ci siamo sempre trovati
di fronte a personaggi che abbiamo imparato ad amare anche nelle
loro imperfezioni. Personaggi che hanno commesso errori e che molte
volte si sono ritrovati a dover perfezionare non solo le loro
tecniche d’azione ma anche la loro capacità di giudizio. Ecco di
seguito 10 discutibili decisioni che sono state prese durante il
primo decennio del MCU:
Cap rifiuta di firmare gli accordi
La trama di
Captain America: Civil War è
ispirata alla medesima storia a fumetti, ma ciò non significa che
alcune scelte prese nelle pagine scritte possano giustificare
quanto accaduto sullo schermo. Quando Cap si rifiutò di firmare gli
accordi, portò alla scissione degli Avengers. Si può essere d’accordo
con la volontà di alcuni eroi di voler mantenere segreta la loro
identità, ma è innegabile quanto rottura all’interno degli Avengers
sia dipesa essenzialmente da Captain America.
Come personaggio che avrebbe dovuto
rappresentare a tutti gli effetti il team, la cui morale è
completamente opposta rispetto a quella di Tony Stark, questa non è
stata certamente la più ponderata tra le scelte messe in atto da
Steve Rogers.
Cap non dice a Sam che rimarrà nel passato
Dopo il finale di Endgame,
in molti continuano a chiedersi perché Steve Rogers non abbia fatto
sapere al suo migliore amico Sam Wilson che sarebbe tornato nel
passato per ricollocare temporalmente le Gemme dell’Infinito e,
soprattutto, che non sarebbe tornato nel presente ma che avrebbe
deciso di vivere la sua vita con Peggy Carter.
Sicuramente la scena in cui un
vecchio Steve, seduto su una panchina, appare a Bucky e Sam, è uno
dei momenti più belli del film, ma è parecchio discutibile la sua
decisione di non rivelare ai compagni quali saranno le sue prossime
mosse, dal momento che quasi certamente Rogers aveva già
pianificato da tempo di riunirsi con la sua amata.
Clint diventa Ronin
Occhio di
Falco appare in Avengers: Endgame nei panni dello spietato
assassino Ronin, sulle cui tracce è stata inviata Natasha. Una
scelta alquanto discutibile, dal momento che Clint Barton non è
stato l’unico a perdere qualcuno di importante in seguito alla
decimazione di Thanos; eppure, è l’unico personaggio che ha scelto
di vendicarsi dando libero sfogo al suo letale alter ego.
Comprenderebbe i suoi sentimenti e le sue azioni è forse legittimo,
ma cosa penserebbe la sua famiglia se scoprisse che Clint non è
riuscito a tenere a freno la sua rabbia?
Peter non chiede aiuto nella lotta contro Avvoltoio
Non era ancora un
membro dei Vendicatori a tutti gli effetti, ma essendolo diventato
in seguito, anche una delle decisioni prese da Pet in
Homecoming è altamente discutibile. Quando Parker sceglie
di inseguire Avvoltoio sul traghetto per Staten Island, decide di
entrare in azione da solo, anche se era già in contatto con il suo
mentore, Iron Man.
Tale scelta ha portato all’epica
scena dei traghetti di Homecoming, ma solo perché abbiamo
assistitato ad un momento di grande cinema, questo non significa
che il giovane Peter abbia preso una decisione saggia.
Thor abbandona Asgard
All’inizio di Avengers:
Endgame, Bruce Banner e Rocket Raccoon partono alla ricerca di
Thor e lo ritrovano depresso e ingrassato su New Asgard. La nuova
residenza del Dio del Tuono è molto diversa rispetto alla location
che abbiamo visto in passato, con Valchiria che in un certo
senso ha assunto il ruolo di nuovo leader.
Dopo aver visto Thor
trascorrere così tanto tempo in Ragnorak per combattere e cercare
di salvare Asgard e il suo popolo, è alquanto scioccante e triste
vederlo abbandonare tutte le sue responsabilità, soprattutto quando
incontra gli Asgardiani che sono sopravvissuti.
Hulk si scatena contro Natasha
È davvero
difficile incolpare Bruce per uno qualsiasi dei suoi sfortunati
momenti alla “Hulk, SPACCA!”; dopo tutto, parte del potere di Bruce
deriva proprio da una perdita totale del controllo del suo
cervello. Quando Hulk si libera a bordo di Helicarrier e si fa
strada tra i resti della nave lasciando una Vedova Nera
terrorizzata, è un momento in cui è ancora più difficile riuscire a
separare l’uomo dalla bestia.
Non è colpa sua, davvero non lo è;
ma è vero che spesso il Gigante Verde ha causato più problemi ai
suoi amici di quanti ne abbia effettivamente risolti. Forse, la
vera scelta sbagliata è stata proprio mandare Bruce su
Helicarrier.
Tony crea Ultron
Tony è stato molto esaustivo sia nei
confronti dei suoi amici Vendicatori che in quelli del pubblico
quando ha spiegato perché ha inventato Ultron: una forza in grado
di mantenere la pace in tutto il mondo che toglierebbe dalle spalle
dei Vendicatori un po’ di responsabilità e pressione…
Come fatto anche con il suo protetto
Peter, però, Tony custodisce troppo gelosamente le informazioni su
Ultron: forse avrebbe dovuto rivelare ai suoi compagni cosa aveva
in mente. Purtroppo non lo fa, dedicandosi anima e corpo alla
creazione dell’androide… esponendo il mondo alla distruzione
totale.
Tony rivela il suo indirizzo ai terroristi
Sappiamo
tutti che Tony spesso non pensa alle conseguenze delle sue azioni.
La scelta di rivelare il suo indirizzo in diretta nazionale mentre
il Mandarino gli sta dando la caccia, è assolutamente sconsiderata,
forse una delle scelte più discutibili di tutta la carriera del
genio miliardario, playboy e filantropo. Il motivo? A questo punto
della storia, quell’indirizzo non corrisponde più soltanto
all’abitazione di Tony, ma anche a quella di Pepper Potts, l’amore
della sua vita.
Nebula non dice nulla a proposito di Vormir
Nebula ha fatto molta
strada da quando era soltanto una scagnozza al servizio di suo
padre. Aiutando Tony a rimettersi in cammino verso la Terra, ha
iniziato il suo viaggio verso la redenzione. Tuttavia, quando i
Vendicatori si divisero per seguire ognuno una Gemma dell’Infinito
in diversi momenti indietro nel tempo, non disse nulla a Clint e
Natasha mentre si dirigevano su Vormir per cercare di recuperare la
Gemma dell’Anima.
Nebula sapeva che Thanos aveva
portato Gamora a Vormir e quando il Titano Pazzo si presentò su
Titan con la Gemma dell’Anima, senza Gamora, la supercriminale
aliena capì cosa era successo. Anche se non poteva saperlo con
precisione, un segnale per avvertire Occhio di Falco e Vedova Nera
avrebbe potuto evitare la tragedia.
Steve mente a Tony
Non è stato
un bel momento quando Cap si è rifiutato di firmare gli accordi
all’inizio di Captain America: Civil War, ma la sua
decisione più discutibile è arrivata soltanto durante l’atto finale
del film. Tutti sappiamo quanto Steve sia devoto a Bucky, ma quando
scopriamo che Cap non solo lo aveva protetto ma sapeva anche la
verità sulla morte dei genitori di Tony, è stato un momento
decisamente straziante.
Tony credeva che i
due fossero amici. Il dolore per la morte della sua famiglia non
sarebbe scomparso, ma se Steve fosse stato onesto con Tony, forse
le cose sarebbe potute andare diversamente…
Robert Downey Jr. è attualmente impegnato con
la promozione di Dolittle, il suo
primo ruolo dal lontano 2015 dopo ben 5 film del MCU nei panni di Iron
Man, incluso il campione d’incassi Avengers:
Endgame in cui abbiamo assistito alla morte di
Tony Stark. La promozione del film basato sul personaggio ideato da
Hugh Lofting si sta naturalmente rivelando una ghiotta occasione da
parte della stampa estera per chiedere alla celebre star se ci sarà
mai un ritorno di Iron Man sul grande schermo.
Durante un podcast di Joe Rogan – lo stesso
in cui l’attore ha parlato brevemente di
The
Batman con Robert Pattinson -, è stato chiesto a
Robert Downey Jr. se fosse interessato a
interpretare nuovamente Iron Man: l’attore ha spiegato di essere
adesso proiettato su ruoli differenti, ma non ha escluso
categoricamente la possibilità di tornare a vestire i panni del il
personaggio se un’eventuale storia futura del MCU dovesse richiederlo.
“Per me, ricominciare è fuori
discussione”, ha spiegato Downey. “Mi sento di aver fatto
tutto ciò che avrei potuto fare con quel personaggio. Ci dovrebbero
essere le giuste argomentazioni e una serie di eventi utili a
giustificarne il ritorno per convincermi a tornare. Ma la verità è
che sono interessato a fare altre cose.”
In un’altra intervista con Today, invece,
l’attore è apparso decisamente possibilista in merito ad un ritorno
dell’iconico supereroe: “Sono davvero contento di essere
arrivato dove sono arrivato”, ha spiegato Downey. “Mi
sento veramente fortunato. Non solo quel genere di persona che…
insomma, voglio provare a mantenere una certa classe.
Vedremo!”
Al momento non sappiamo se
rivedremo mai il personaggio di Iron Man sul
grande schermo, né sappiamo se i Marvel Studios siano intenzionati a
reintrodurlo nelle loro storie, magari attraverso un recasting. Per
lungo tempo si è parlato di un possibile ritorno del personaggio in
un cameo nell’attesissimo Black
Widow: essendo però il film ambientato tra gli
eventi di Civil War e quelli di Infinity War, la
presenza di Tony Stark sarebbe giustificata dalla collocazione
temporale degli eventi narrati nel cinecomic dedicato a Natasha
Romanoff. Come Iron Man possa effettivamente tornare in vita nel
MCU dopo quanto accaduto in
Endgame, resta ad oggi un mistero.
La CBC ha diffuso il nuovo inedito
promo e le foto promozionali di Star
Trek: Picard, la nuova serie tv sci-fi in arrivo
quest’anno.
Patrick Stewart, è protagonista di Star
Trek: Picard la nuova serie su Jean-Luc Picard
che arriverà in oltre 200 paesi e territori, al di fuori degli
Stati Uniti e del Canada.
In base all’accordo pluriennale con
CBS, ogni episodio sarà disponibile su
Amazon Prime Video entro 24 ore dall’anteprima
americana. L’annuncio congiunto è stato presentato oggi da CBS
Studios International e Amazon Prime Video.
La nuova serie Star
Trek: Picard vede Sir Patrick Stewart
riprendere il ruolo del venerabile Jean-Luc
Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star
Trek: Next Generation”. La serie seguirà questo personaggio iconico
nel prossimo capitolo della sua vita.
Negli Stati Uniti, la serie sarà
disponibile esclusivamente su CBS All Access, il servizio di
abbonamento diretto al consumatore di CBS, disponibile su tutte le
principali piattaforme digitali, incluso Amazon Channels e Fire
TV.
Star Trek: Picard, il cast
Accanto a Stewart, il cast della
serie vede anche la presenza di Alison Pill (The Newsroom), Harry
Treadaway (Penny Dreadful), Isa Briones (American Crime Story:
Versace), Santiago Cabrera (Salvezza), Evan Evagora (nuovo
arrivato), e Michelle Hurd (Blindspot). La serie sarà prodotta da
CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e
Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Michael Chabon, Akiva
Goldsman, James Duff, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod
Roddenberry e Trevor Roth saranno i produttori esecutivi e Aaron
Baiers (Secret Hideout) sarà il co-produttore esecutivo e Kirsten
Beyer sarà il produttore supervisore.
Le riprese del terzo
Spider-Man con Tom
Holland dovrebbero partire quest’estate: tra le
location in cui il film verrà girato, pare sia inclusa anche
l’Islanda, dettaglio che potrebbe aver anticipato chi sarà il
villain principale del film. Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel
2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del
franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai
Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone:
Spider-Man: Homecoming e
Spider-Man: Far From
Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui
dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e
per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Al momento sappiamo ancora
pochissimo circa il nuovo Spider-Man ambientato
nel MCU. Il film arriverà nelle sale
americane a luglio 2021 e sarà diretto ancora una volta da
Jon Watts, già regista di Homecoming e
Far From Home.
Oltre a Tom Holland, nel cast dovrebbero tornare
anche Zendaya (MJ) e
Jacob Batalon (Ned Leeds), nonostante la loro
presenza nel film non sia stata ancora confermata ufficialmente. È
probabile che la storia del terzo film prenderà le mosse dalla
scena post-credits di Far From Home, nella quale abbiamo
visto J. Jonah Jameson (J.K: Simmons) rivelare
l’identità segreta di Peter ed annunciare che Spidey ha ucciso
Mysterio.
Adesso, a circa un anno e mezzo
dall’arrivo del film nelle sale, sembra che tutto sia pronto per
l’inizio della produzione di Spider-Man
3. Come apprendiamo grazie a ComicBook, le riprese
del nuovo film dedicato al simpatico arrampicamuri dovrebbe partire
il prossimo luglio e concludersi a novembre, e svolgersi ad
Atlanta, New York, Los Angeles e perfino in Islanda. La fonte
sottolinea che il film con Holland non sarà il primo film del
MCU ad essere girato in Islanda,
dal momento che anche alcune scene di Thor: The
Dark World sono state girate sull’isola nordica.
Sempre la fonte suggerisce che il dettaglio relativo alle riprese
in Islanda avrebbe anticipato quello che sarà il villain principale
del film, ossia Kraven il Cacciatore.
Tra le location menzionate dalla
fonte, l’Islanda è senza dubbio quella più interessante, perché
suggerisce che Peter Parker viaggerà ancora una volta al di fuori
degli Stati Uniti: forse Peter raggiungerà l’isola proprio perché
il personaggio di Kraven, uno dei più grandi nemici dell’Uomo
Ragno, farà effettivamente parte della storia. Chiaramente, si
tratta di una mera speculazione, dal momento che le riprese in
Islanda potrebbero riferirsi all’inclusione di un altro personaggio
e quindi di una differente storyline.
La AMC annuncia
oggi di aver rinnovato per la sesta e ultima stagione Better
Call Saul, l’acclamata serie spin-off di Breaking Bad. AMC e
Sony Pictures Television lo hanno annunciato oggi
dal Press Tour della Television Critics ‘Association (TCA). La
serie prequel di
Breaking Bad, Better Call Saul dunque arriverà
per una sesta e ultima stagione di 13 episodi, che andrà in
produzione entro la fine dell’anno e in onda nel 2021.
La serie riprenderà esattamente dal finale della quinta
stagione, quando la decisione di Jimmy McGill (Bob
Odenkirk) di praticare la legge come “Saul Goodman”
crea ondate di cambiamento inattese e profonde per coloro che sono
in orbita.
“Fin dal primo giorno di Better
Call Saul il mio sogno era quello di raccontare la storia completa
del nostro eroe complicato e compromesso, Jimmy McGill – ora AMC e
Sony stanno realizzando quel sogno”, ha dichiarato Showrunner
e il produttore esecutivo Peter Gould. “Non potremmo
essere più grati ai fan e ai critici che stanno rendendo possibile
questo viaggio. Il prossimo mese inizieremo a lavorare alla
sesta e ultima stagione – faremo del nostro meglio per attaccare
l’atterraggio. “
“Il via libera al prequel di
una delle serie più iconiche della storia della televisione è una
delle scelte più audaci che AMC abbia mai preso. Ma, grazie al
genio creativo di Vince Gilligan e Peter Gould, è stato anche uno
dei più gratificanti “, ha affermato Sarah Barnett, presidente
di AMC Networks
Entertainment Group e AMC Studios. “È stata una gioia
assoluta collaborare con il team di straordinario talento di Better
Call Saul, che – dopo cinque stagioni – continua a offrire alcune
delle migliori interpretazioni narrative e dalle sfumature più
belle oggi in televisione. Ci congratuliamo con Vince, Peter,
i nostri produttori, scrittori e abbiamo fatto una corsa
straordinaria e non vediamo l’ora di condividere questo capitolo
finale con i fan ”
“Come Breaking Bad, Better Call
Saul è la narrazione brillante al suo meglio. Vince e Peter
hanno creato un mondo affascinante e personaggi avvincenti che sono
diversi da qualsiasi altra cosa in televisione “, ha
dichiarato Jeff Frost, presidente della Sony Pictures
Television. “E le eccezionali esibizioni di questo
straordinario cast hanno incantato e affascinato il pubblico ogni
stagione. Mentre siamo tristi che questa straordinaria serie sta
per concludersi, non vediamo l’ora che Vince e Peter divulgino la
conclusione sensazionale.”
Prodotto da Sony Pictures
Television, Better
Call Saul è interpretato da
Odenkirk, Jonathan Banks, Rhea Seehorn, Patrick Fabian, Michael
Mando, Tony Dalton e Giancarlo Esposito ed è prodotto da Gould,
Gilligan, Mark Johnson, Melissa Bernstein e Thomas Schnauz. Better
Call Saul ha ottenuto un Peabody Award 2018 e, in quattro stagioni,
ha ottenuto 32 nomination agli Emmy Award, tre nomination ai Golden
Globe Award, due Writers Guild Awards, tre Critics ‘Choice Awards,
due Television Critics Association Awards e tre AFI Awards per
“Programmi TV dell’anno”, tra le altre nomination alla Gilda.
A quanto pare, la Lucasfilm starebbe
corteggiando Taika Waititi per affidargli lo sviluppo di un
nuovo film della saga di Star
Wars. Con l’uscita nelle sale lo scorso dicembre
de L’Ascesa di
Skywalker, la saga degli Skywalker iniziata nel
lontano 1977 è finalmente giunta a conclusione. Nonostante la
Lucasfilm abbia annunciato tre nuovi film del franchise previsti
per il 2022, il 2024 e il 2026, al momento non sappiamo di che tipo
di progetti si tratta. Dopo la cancellazione dei nuovi film della
serie ad opera di David
Benioff e D.B. Weiss (creatori di
Game of Thrones), al momento gli unici nuovi film della
serie ancora in carreggiata sono quelli ai quali sta lavorando
Rian
Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, e il
film che starebbe sviluppando Kevin
Feige, presidente dei Marvel Studios.
Considerata la sua storia con la
Disney, la Lucasfilm e anche con i Marvel Studios (è stato il regista
di Thor: Ragnarok e uno dei registi della
prima stagione di The Mandalorian),Taika
Waititi – attualmente impegnato sul set del suo nuovo
film, Next Goal Wins, con Michael
Fassbender – è da sempre considerato dai fan uno dei
possibili nuovi registi della saga di Star
Wars. E a quanto pare, la stessa Lucasfilm
sembrerebbe condividere le opinioni del fandom…
Come riportato nelle ultime ore da
The Hollywood
Reporter, la Lucasfilm avrebbe proposto a Waititi di sviluppare
un nuovo film di Star Wars: la fonte non
specifica se Waititi è stato incaricato soltato della
sceneggiatura, o se gli sia stata proposta anche la regia. THR,
inoltre, specifica che non è chiaro se il film che sia stato
proposto a Waititi è un progetto originale o se si tratta del film
che starebbe sviluppando Feige.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che JoJo
Rabbit, l’ultima facita di Taika Waititi, è
uscito ieri nelle nostre sale. Il film, che annovera nel cast anche
Scarlett Johansson e Sam
Rockwell, è candidato a sei premi Oscar, incluso
miglior film e miglior sceneggiatura non originale.
Accantonato ufficialmente il
progetto sul live action di Akira, una volta
terminate le riprese di Next Goal Wins, Taika Waititi si
dedicherà alla produzione di Thor: Love and
Thunder, il nuovo attesissimo film dedicato al
Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth, che
vedrà il ritorno del premio Oscar Natalie Portman
nei panni di Jane Foster.
Crescere è non è mai facile, e a
complicare le cose ci si mette di mezzo il sesso. Dalla scoperta al
desiderio, ecco che questo caratterizza in modo quasi ossessivo le
vite degli adolescenti protagonisti di Sex Education
2, la nuova stagione della fortunata e apprezzata
serie TV targata Netflix, ideata da Laurie Nunn, e in arrivo
sulla piattaforma dal 17 gennaio. Se i primi otto episodi portavano
lo spettatore all’interno del liceo Moordale, dove era possibile
conoscere i vari protagonisti e i loro conflitti, le nuove puntate
sono pronte a regalare ulteriori sviluppi, ma non senza riservare
sorprese. Forse leggermente inferiore rispetto all’esplosiva prima
stagione, la serie non manca ad ogni modo di riproporre, in modo
innovativo, quegli elementi che ne hanno decretato il successo.
Se la prima stagione si concludeva
con il fidanzamento di Otis (Asa
Butterfield) con Ola (Patricia
Allison), i nuovi episodi presenteranno un protagonista
ormai definitivamente sbocciato sessualmente. Questi dovrà però ora
imparare a padroneggiare gli impulsi sessuali appena emersi per
portare avanti la sua relazione, cercando allo stesso tempo di
gestire il rapporto conflittuale con Maeve (Emma
Mackey). Nel frattempo, il liceo Moordale è alle prese
con un’epidemia di clamidia, che rende evidente la necessità di una
migliore educazione sessuale scolastica.
Sex Education 2: il sesso è parte
di noi
«Il sesso non ci rende
completi, quindi come potrebbe mancarti un pezzo?». È questa
frase, pronunciata dalla terapista sessuale Jean Milburn, a
racchiudere il cuore di questa seconda stagione. Se infatti nella
prima molti dei ragazzi si trovavano alle prese con i primi
contatti sessuali, ora è tempo di imparare a gestire quanto
appreso. Una responsabilità non da poco, perché si sa,
dall’attrazione fisica può nascere quella sentimentale, ed è questa
a causare le vere ferite emotive. Le nuove puntate affrontano
dunque di petto quanto fino ad ora costruito, ponendo i personaggi
di fronte a nuovi conflitti, eventi apparentemente “normali” che
assumono, se guardati con occhi da adolescenti, proporzioni
catastrofiche.
Ora più che mai, infatti, è tempo
di scoprirsi. Ed è così che Sex Education
si apre ad un’incredibile varietà sessuale, trattandola con una
gentilezza ed una spontaneità straordinarie. L’amore, che sia
eterosessuale, bisessuale, omosessuale o pansessuale, non è qui mai
una cosa a cui guardare con sospetto. Questo passa quasi
inosservato, non desta scandalo. È una realtà mentalmente aperta
quella qui raffigurata. E se qualche personaggio prova paure circa
la propria sessualità, queste nascono da sé stessi, dalle proprie
insicurezze, dal non piacersi abbastanza. D’altronde «è
difficile farsi piacere uno che non si piace», come recita uno
dei protagonisti.
Ma oltre al sesso c’è di più, e
così la serie si apre ad un più ampio respiro arrivando a trattare
tematiche particolarmente attuali nel contesto giovanile, dal
conflitto acceso con i genitori all’incertezza e alle pressioni
verso il futuro, fino alla solidarietà femminile, a cui è riservata
una delle sotto trame più emozionanti all’interno dei nuovi
episodi. Il tutto sorretto da quella scrittura intelligente che ha
caratterizzato la serie sin dal suo debutto. Una sceneggiatura che
si basa su luoghi e personaggi canonici a cui è poi dato modo di
sbocciare in tutta la loro forza, dando vita a percorsi che
mostrano la capacità degli autori di mantenere gli elementi di
successo della serie senza ripetersi. Autori che, pur se non più
adolescenti, sanno descrivere con la giusta dose di nostalgia
quell’età, fatta di piccoli dettagli e grandi esplosioni
interne.
Sex Education: la recensione della
serie Netflix
Pur non raggiungendo, probabilmente
per motivi narrativi, il picco raggiunto dalla prima stagione,
Sex Education riesce nuovamente ad
affermarsi come un prodotto gioioso, in grado di rappresentare nel
modo più vivace possibile un contesto tanto fervido. Lo fa grazie
ad una messa in scena dai colori vividi, i quali associati a
brillanti dialoghi costruiscono alcuni dei momenti emotivamente più
forti della serie, a cui non manca anche in questo caso una
calzante colonna sonora. Grazie ad un cast che ancora una volta
conferma la sua forte alchimia, dando vita ad una coralità ai cui è
difficile rimanere estranei. Ognuno dei giovani protagonisti, anche
quelli con meno spazio narrativo, segue un percorso che trova
progressivo sviluppo, e si rivela fondamentale per dar vita ad un
ritratto completo di un’adolescenza tanto inclusiva.
Accompagnata da sincere emozioni,
momenti di puro umorismo, sequenze, scene e immagini dal forte
impatto, e una dilagante libertà di linguaggio, la serie si
ripropone così come uno dei prodotti più interessanti della
piattaforma streaming, di quelli che, senza tabù, meglio sa parlare
di e ad un’adolescenza che si definisce anche attraverso la
scoperta della sessualità. Un processo di crescita qui messo in
scena con tutte le difficoltà del caso, a cui è però possibile
sopravvivere se si trova il coraggio di esprimere i propri
sentimenti, anche qualora questo dovesse far soffrire.
La Sony Pictures
ha diffuso il trailer internazionale di Peter Rabbit 2: Un
birbante in fuga, il sequel del film Peter Rabbit, a sua volta basato sull’omonimo
personaggio protagonista dei racconti di Beatrix.
Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trama
L’amabile canaglia è tornata. Bea,
Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i
suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di
birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città
lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il
suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere
che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.
Nel cast ritornano i protagonisti Domhnall Gleeson nel ruolo di Thomas McGregor,
Rose Byrne nel ruolo di Bea e David
Oyelowo.
La ricognizione nel
cinema europeo contemporaneo della 38a edizione di
Bergamo Film Meeting si soffermerà sul lavoro
di João
Nicolau (Portogallo), Rúnar
Rúnarsson (Islanda) e Danis
Tanović (Bosnia ed Erzegovina). Dei tre registi, le cui
opere si caraterizzano per l’attenzione alle vicissitudini di
individui immersi nelle contraddizioni della società, in balia
delle turbolente problematiche generazionali, e straziati dalle
complessità dei conflitti socio politici, sarà presentata la
personale completa.
La sezione si
completerà con Boys & Girls. The best of Cilect
Prize, che mostrerà una selezione dei film di diploma
delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT, e
con Europe, Now! Film Industry Meetings, due
giornate professionali, in programma il 13 e 14 marzo,
che intendono essere una piattaforma di networking e
aggiornamento sulle opportunità che festival, mercati, training
programmes e fondi europei e nazionali offrono oggi a giovani
registi e produttori italiani, in un’ottica di
internazionalizzazione e professionalizzazione.
Il Festival, in programma dal 7 al 15 marzo, proporrà inoltre 7
lungometraggi in anteprima italiana nella Mostra
Concorso; 15 documentari nel concorso Visti
da Vicino; la retrospettiva dedicata a Jerzy
Skolimowski, regista, sceneggiatore e attore polacco,
figura tra le più importanti e originali del cinema d’autore
mondiale; l’omaggio, accompagnato dalla mostra Gwen, le
livre de sable, al maestro
dell’animazione Jean-François Laguionie; il
passaggio di testimone con Bergamo Jazz;
il Kino Club,sezione
per i giovani spettatori; insieme alle anteprime e ad un vivace
contorno di appuntamenti realizzati grazie al network di
collaborazioni con le diverse realtà culturali del territorio e non
solo.
Bergamo Film
Meeting inaugurerà ufficialmente la sua
38a edizione venerdì 6 marzo,
presso il Teatro
Sociale di Bergamo alle ore
21.00 con il film THX
1138 (L’uomo che fuggì dal futuro,
1971) di George Lucas musicato dal vivo
dagli Asian Dub Foundation, in anteprima
europea.
Il programma completo della
38a edizione sarà annunciato a
fine febbraio.
Robert Downey Jr. è
entusiasta del casting di Robert Pattinson in
The
Batman. Downey Jr. ha iniziato a muovere i primi
passi nel mondo del cinema negli anni ’80, e dopo un periodo non
proprio fortunato, è tornato alla ribalta grazie al ruolo di
Iron Man nel
MCU. A partire dal 2008, l’attore
ha interpretato Tony Stark in ben 9 film della Saga dell’Infinito,
fino a quando il suo personaggio non è stato ucciso in Avengers:
Endgame, uscito nelle sale lo scorso anno.
Riguardo alla controparte DC del
genere supereroistico, Robert
Pattinson è attualmente impeganto a girare le sue
scene di The Batman, film che – al pari
di Joker – non
dovrebbe far parte del DCEU. In seguito alla notizia del casting di
Pattinson, il popolo di internet non si è risparmiato in quanto a
critiche sulla decisione della Warner Bros., critiche insorte
soprattutto per il passato dell’attore legato alla saga di
Twilight. Ad essere onesti, le medesime reazioni sono
state riservate anche a Michael
Keaton e a Ben
Affleck, quindi è possibile che si tratti di uno
scetticismo più radicato in merito al Crociato di Gotham che di un
risentimento vero e proprio nei confronti dell’attore.
Una persona che non sembra affatto
nutrire dubbi sulla scelta della Warner, è appunto Robert
Doweny Jr. In un recente podcast di Joe Rogan, infatti, la star del film di
prossima uscita Dolittle ha
parlato brevemente di The Batman e ha
avuto la possibilità di commentare la scelta di Robert
Pattinson come nuovo Uomo Pipistrello, dichiarando:
“Voglio vedere cosa farà Pattinson. Mi piace quel
ragazzo.”
Cosa ne pensate? Condividete l’opinione di Tony Stark?
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred
e Colin Farrell sarebbe in trattative
per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe
Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo
DC), Jeffrey Wright (commissario Jim
Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss
Carmine Falcone. Nel cast anche Peter
Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of Justice,
Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues
Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale
fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché
sono tutti sospettati“.
La Fase 4 dell’Universo
Cinematografico Marvel prenderà ufficialmente il
via il prossimo maggio con l’arrivo nelle sale di
Black Widow, il cinecomic
totalmente incentrato sul personaggio di Natasha Romanoff,
interpretato da Scarlett
Johansson. Nelle ultime ore, i Marvel Studios hanno diffuso online una nuova
sinossi ufficiale del film.
Ambientato tra gli eventi di
Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War, Black Widow
racconterà la storia di un’oscura cospirazione che inevitabilmente
porterà lo spettatore a scoprire di più sul passato di Natasha come
spia russa. Ora qualcuno sembra essere sulle sue tracce, e Natasha
sarà costretta a chiudere i conti con alcune relazioni che aveva
lasciato in sospeso prima di unirsi allo SHIELD e agli eroi più
potenti della Terra.
Di seguito la sinossi aggiornata del film:
“Nei thriller spionistico ad
alto tasso d’azione Black Widow dei Marvel Studios, Natasha Romanoff,
meglio conosciuta come Vedova Nera, affronta le parti più oscure
dei recessi della sua anima quando una pericolosa cospirazione
insorge ed è legata proprio al suo passato. Inseguita da una forza
che non si fermerà di fronte a nulla pur di eliminarla, Natasha
dovrà fare i conti con il suo passato da spia e con le relazioni
interrotte che si è lasciata alle spalle prima che diventasse un
membro degli Avengers.”
La nuova anteprima
ufficiale del film ha mostrato Natasha riunirsi con la sua
“famiglia surrogata”, ossia con Yelena (Florence
Pugh) e Alexei (David Harbour). Insieme, i tre
pianificano come fronteggiare un nuovo programma legato alla Red
Room, la struttura di addestramento sovietica dove si sono allenati
a diventare degli assassini letali, come il temibile
Taskmaster. La nuova sinossi suggerisce che Black
Widow dovrà confrontarsi con il suo passato per cercar di salvare
il futuro del MCU.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
In qualità di grande episodio finale
della saga, L’Ascesa di Skywalker prende
alcune importanti decisioni sull’universo di Star
Wars, tanto in merito al passato e al presente del
franchise, quanto in merito al suo futuro. Non solo i film che
verranno saranno completamente diversi, ma da ora in avanti anche
guardare i vecchi episodi con la conoscenza di ciò che accadrà in
seguito sarà, inevitabilmente, un’esperienza totalmente nuova.
Dopo i 10 riferimenti alle
vecchie trilogie che potreste non aver notato, di seguito
abbiamo raccolto 10 modi in cui il film di J.J.
Abrams ha cambiato completamente la saga di Star
Wars. Per fortuna, nessuno di questi modi rovina
effettivamente il franchise: così, anche se non siete amanti della
trilogia sequel, potrete sembra guardare a quella originale come al
capolavoro che è sempre stato.
La progenie di Rey
Ne Il Risveglio della
Forza, Rey non sa molto circa il suo passato. Non ha memoria
dei suoi genitori, ricordando in maniera molto vaga che sono
scappati via su una nave. Ne Gli Ultimi Jedi, Kylo le
rivela che i suoi genitori non sono “nessuno”, abbandonata su Jakku
e venduta ad un trafficante di rottami. Ne L’Ascesa di
Skywalker viene finalmente rivelato che suo padre era figlio
dell’Imperatore Palpatine: Rey è quindi la nipote del Signore
Oscuro dei Sith.
Mentre alcuni avrebbero preferito
che Rey non avesse una progenie così definita, il film di J.J.
Abrams sottolinea come a volte, voltare le spalle al proprio
destino, sia necessario per fare la cosa giusta e forgiare il
proprio percorso al servizio della giustizia.
Distruggere il Primo Ordine
La tangibile minaccia che affligge
la Galassia nei film della trilogia sequel è il Primo Ordine. Non è
esattamente chiaro come l’organismo politico sia arrivato al
potere, anche se Palpatine potrebbe certamente avere a che fare con
la sua creazione. In ogni caso, il Primo Ordine non potrà più fare
del male a nessuno dopo la gloriosa vittoria di Rey e della
Resistenza nella battaglia di Exegol, con l’intera Galassia che
unisce le forze per fermare una volta per tutte le loro terribili
azioni.
Snoke
Uno dei più
grandi misteri che circondava il Primo Ordine era l’identità del
suo enigmatico leader, Snoke. I fan sono rimasti scioccati quando
Kylo lo ha eliminato ne Gli Ultimi Jedi, anche se la prima scena de
L’Ascesa di Skywalker spiega subito da dove provenisse e
quale fosse il suo obiettivo.
Il Leader Supremo che il Primo
Ordine aveva così tanto ammirato non era altri che un clone creato
da Palpatine. E il Signore Oscuro dei Sith non si è neanche
risparmiato nel realizzarlo, considerando quanto Snoke sia sia
spinto lontano nel suo piano per controllare la Galassia.
L’addestramento Jedi di Leia
Come membro
della famiglia Skywalker, la sensibilità di Leia nei confronti
della Forza è qualcosa di innato. Le sue abilità si rivelano essere
molto più forti di quanto inizialmente pensato, come quando la
vediamo tornare in salvo dallo spazio ne Gli Ultimi Jedi.
La prima scena di Rey ne L’Ascesa di Skywalker ci mostra
il suo addestramento sotto la direzione di Leia, mentre la scena
con Luke contiene un flashback che mostra il suo addestramento Jedi
con la sorella dopo gli eventi narrati ne Gli Ultimi Jedi.
Tuttavia, Leia rinunciò all’addestramento, sebbene pare abbia
comunque avuto abbastanza esperienza per riuscire ad utilizzare la
Forza al momento opportuno.
Il mondo occulto dei Sith
Nonostante il loro status di villain
principali del franchise, i Sith sono rimasti dei personaggi
alquanto misteriosi per tutti e nove i film. L’unico vero Sith
sotto forma di vera forza del male che abbiamo avuto modo di
conoscere è stato Palpatine, e neanche abbiamo saputo troppo circa
il suo passato. Finalmente, ne L’Ascesa di Skywalker è
stato rivelato il loro mondo occulto, Exegol.
All’inizio del film
vediamo Kylo Ren arrivare sul pianeta desertico, mentre nel gran
finale toccherà anche a Rey e al resto della Resistenza. Il film ci
ha permesso di scoprire qualcosa in più sui Sith rispetto a quanto
fatto in precedenza da altri media, nonostante le misteriose figure
che venerano Palpatine e lavorano per lui, aggiungono ancora più
mistero alle loro origini e alla loro dimora.
La corruzione di Kylo
In tutti e
due gli episodi precedenti, si pensava che fosse Snoke a manipolare
la mente di Kylo. All’inizio de L’Ascesa di Skywalker,
invece, scopriamo che è stato sempre Palpatine a tormentare i
pensieri del figlio di Han e Leia. Se da un lato è stato
entusiasmante assistere al ritorno dell’Imperatore, dall’altro è
stato sicuramente deludente scoprire che nessuna delle teorie su
chi fosse realmente a manipolare la mente di Ben – Darth Vader?
Snoke? – aveva il minimo fondamento.
La relazione tra Kylo e Rey
Kylo ha sempre sentito una sorta di
connessione con Rey, legame che non è mai riuscito a spiegarsi.
Perfino Palpatine, nonostante tutte le sue conoscenze e il suo
immenso potere, brancolava nel buio in merito alla loro vera
relazione. Ne L’Ascesa di Skywalker li vediamo diventare
una diade nella Forza: due persone unite al misterioso potere
grazie alla loro sensibilità, cosa che li rende essenzialmente un
solo essere agli occhi della Forza.
Questo spiega come i due siano stati
in grado di comunicare anche a considerevoli distanze. Inoltre,
sempre grazie a questa diade, ne film di Abrams li vediamo
protagonisti di uno dei duelli con le spade laser più belli
dell’intera saga, quando Kylo si trova sul pianeta Kijimi e lei
sullo Star Destroyer dove Ben aveva nascosto la maschera di Darth
Vader.
La morte di tutti i membri degli Skywalker
I nove film di Star Wars
costituiscono la saga degli Skywalker perché raccontano la storia
del lignaggio della famiglia, da Anakin fino a Ben Solo. Alla fine
de L’Ascesa di Skywalker, tutti i membri della famiglia
Skywalker risultano morti o scomparsi. Per quanto sia triste
prenderne atto, sarà comunque Rey a portare avanti il nome della
famiglia, sebbene non sia imparentata con Luke, Leia e tutti gli
altri dal sangue. Questo è un tema centrale all’interno del film di
J.J. Abrams, anche se il personaggio principale della trilogia
sequel volta le spalle al destino per abbracciare uno diverso.
Distruggere Palpatine una volta per tutte
Per nove film e oltre quarant’anni,
Palpatine ha controllato gli eventi, principalmente agendo
nell’oscurità. Si pensava fosse stato eliminato una volta per tutte
ne Il Ritorno dello Jedi, ma a quanto pare neanche cadere
in una fossa senza fine può fermare Il Signore Oscuro dei Sith. Rey
è l’unica che riesce a sconfiggerlo definitivamente, trasformandolo
letteralmente in nient’altro che in un cumulo di polvere. Neanche
l’essere più potente dell’Universo potrà resuscitare dopo una morte
del genere…
Rendere possibile la clonazione dei Jedi
Nel videogioco Star Wars: Il
potere della Forza, viene affrontato per la prima volta il
tema della clonazione degli Jedi, qualcosa che si pensava fosse
impossibile. Anche ne L’Ascesa di Skywalker, l’uso da
parte di Palpatine dei cloni di Snoke sembra implicare che la
clonazione di un essere sensibile alla Forza è possibile. Tutto ciò
solleva però un importante quesito che forse non troverà mai
risposta: c’è mai stato un vero Snoke che sia servito da modello
per i suoi cloni, o il Leader Supremo è stato creato da uno
scarto?
Sarà l’attrice e produttrice
Cate Blanchett a presiedere la
Giuria internazionale del Concorso della
77. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale diVenezia (2 > 12 settembre
2020), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e
gli altri premi ufficiali.
La decisione è stata presa venerdì
10 gennaio u.s. dal Cda della Biennale presieduto
da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta
del Direttore artistico del settore cinema Alberto
Barbera.
Cate Blanchettnell’accettare la
proposta ha dichiarato: “Ogni anno attendo la selezione di
Venezia e ogni anno essa risulta sorprendente e notevole. Venezia è
uno dei festival di cinema più suggestivi al mondo – una
celebrazione di quel mezzo provocatorio e stimolante che è il
cinema in tutte le sue forme. E’ un privilegio e un piacere essere
quest’anno presidente di giuria”.
Alberto Barberaha dichiarato: “Cate Blanchett non è soltanto
un’icona del cinema contemporaneo, corteggiata dai più grandi
registi dell’ultimo ventennio e adorata dagli spettatori di ogni
tipo. Il suo impegno in ambito artistico, umanitario e a
sostegno dell’ambiente, oltre che in difesa dell’emancipazione
femminile in un’industria del cinema che deve ancora confrontarsi
pienamente con i pregiudizi maschilisti, ne fanno una figura di
riferimento per l’intera società. Il suo immenso talento d’attrice,
unitamente a un’intelligenza unica e alla sincera passione per il
cinema, sono le doti ideali per un presidente di giuria. Sarà un
enorme piacere ritrovarla in questa nuova veste a Venezia, dopo
averla applaudita come magnifica interprete dei film
Elizabeth di Shekhar Kapur e I’m not there di
Todd Haynes, che le valse la Coppa Volpi come miglior attrice nel
2007”.
Ecco il trailer
italiano di Judy, il film di
Rupert Goold con Renée Zellweger, che sarà al cinema dal 30
gennaio 2020, distribuito da
Notorious Pictures.
Renée Zellweger,
protagonista dell’emozionate biopic Judy,
continua a ricevere importanti riconoscimenti che confermano la sua
eccezionale interpretazione. Dopo aver vinto il Golden
Globe come Miglior Attrice in un film drammatico e il
premio come Miglior Attrice ai Critics Choice
Awards – i premi che la critica statunitense assegna ai
migliori film e programmi televisivi – ha ottenuto la candidatura
come Miglior Attrice Protagonistaagli
Oscar®, dove il film è candidato anche per Miglior
trucco e acconciatura.
L’attrice premio
Oscar® interpreta Judy Garland,
leggendaria icona internazionale e protagonista di enormi successi
come Il mago di Oz, È nata una
stella e Incontriamoci a St. Louis. Diretto
dal regista britannico Rupert Goold (True
Story), il film – attraverso flashback che regalano alcune
delle performance più eccezionali della sua carriera – esplora in
particolare l’ultimo periodo della vita della Garland, prima della
sua morte, tra amori tormentati, drammi familiari e il costante
amore dei suoi fan. A completare il cast, tra gli altri,
sono Rufus Sewell (Dark
City, L’uomo nell’alto
castello), Jessie Buckley (A
proposito di
Rose, Chernobyl), Michael
Gambon (Il mistero di Sleepy Hollow, la saga
di Harry Potter) e Finn
Wittrock (The Normal
Heart, American Horror Story).
Judy sarà
distribuito nelle nostre sale da Notorious
Pictures a partire dal 30 gennaio 2020,
in occasione del 50° anniversario della morte della Garland e
dell’80° anniversario de Il Mago di Oz.
Con Richard
Jewell, Clint Eastwood torna a raccontare sul grande
schermo la figura dell’”eroe americano”, idea portata avanti ormai
da diversi anni, con Sully,
American
Sniper e Ore 15:17 –
Attacco al treno. I quattro film formano infatti
una tetralogia immaginaria in cui il regista analizza il
personaggio eroe, l’uomo comune che assurge a figura
pubblica per un caso, un accidente, una semplice circostanza che
l’ha visto al posto giusto nel momento giusto.
Già nel racconto di American Sniper, Clint Eastwood trova il suo modo di mettere in
scena la figura del soldato, reduce e sopravvissuto, che viene poi
distrutto dal suo stesso spettro. E così accade anche in Sully, in maniera differente, naturalmente,
visto che nel film il personaggio comune diventa brevemente eroe
per caso per poi precipitare nel vortice del dubbio.
Richard
Jewell, eroe inconsapevole
Proprio questo accade a
Richard Jewell, una guardia di sicurezza
che pensa, con grande candore, che il suo scopo nella vita sia
proprio quello di difendere le persone. Questo suo eccesso di zelo
lo trasforma in un buffo collega e in un tipo facile da prendere in
giro,per le altre guardie di sicurezza. Per Richard però sembra non
rappresentare un problema, visto che fintanto che indossa una
divisa si considera un difensore dei cittadini. E la situazione non
cambia quando viene assunto come addetto alla sicurezza, uno tra
mille, in occasione delle Olimpiadi del ’96, ad Atlanta.
Fiero di rappresentare un sistema
che difende le persone, Richard prende molto sul serio il suo
incarico, e quando trova uno zaino abbandonato in un parco, durante
uno dei concerti che precedono l’inizio delle gare, nessuno
affronta la situazione con la sua stessa serietà. Nell’arco di
pochi minuti, gli artificieri scoprono un ordigno fatto in casa e
riescono ad allontanare dalla zona il maggior numero di civili
possibili.
Richard diventa così, per tre
magiche ore, un eroe. Senza il suo pronto intervento moltissime
persone avrebbero perso la vita o sarebbero rimaste ferite
nell’attacco. Ma la gloria dell’omino grasso e goffo dura poco.
Subito gli agenti del FBI si
mettono sulle sue tracce ed è proprio lui a diventare il
sospettato numero 1.
Clint Eastwood
racconta i moderni eroi americani
Come era già accaduto con
Sully, anche per Richard
JewellClint Eastwood parte da un fatto di cronaca
(la sceneggiatura firmata da Billy Ray è basata
sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad
of Richard Jewell” di Marie Brenner) per individuare l’eroe
riluttante che “ha solo fatto il suo dovere” e che viene messo al
centro delle indagini, unico sospettato di un crimine che non ha
commesso.
L’intento del regista è quello di
focalizzare l’attenzione sulla convinzione, quasi ottusa, del suo
protagonista, di fare la cosa giusta a mettersi a disposizione
delle indagini, del FBI, dello Stato. Una convinzione che viene
scossa solo dal suo avvocato, interpretato da Sam Rockwell, e da sua madre, Kathy
Bates (nominata all’Oscar 2020
per questo ruolo). Entrambi si fanno spalle, forza, anima e
rabbia di Richard, interpretato da Paul Walter
Hauser (I,
Tonya), che invece sembra voler subire tutto e
tutti. Solo quando deciderà di alzare la testa, senza per questo
tradire se stesso, riuscirà a diventare protagonista attivo della
sua storia.
La distanza tra sogno e
realtà
Clint Eastwood mette in scena proprio la
sfasatura tra quello che dovrebbe essere il sistema, rappresentato
dal “puro” Richard, e la realtà dei fatti, impersonata dall’agente
del FBI con il volto di Jon
Hamm. È invece un vero peccato che il ruolo di
Olivia Wilde, che interpreta la cronista
rampante e arrivista, priva di scrupoli, sia così sfuocato nel suo
tratto psicologico, lei che sarebbe dovuta essere la
personificazione dei media, e quindi di uno dei grandi poteri/mali
di questo mondo.
Solido nella scrittura e nella
regia, senza rinunciare ad alcuni momenti di delicatezza che
caratterizzano l’ultima produzione di Eastwood, Richard
Jewell è un nuovo tassello nel racconto del suo Paese che
il regista sta portando avanti, un racconto fatto di storie vere e
persone comuni che a tutti gli effetti è l’America, oggi.
Aperte le
iscrizioni ai concorsi internazionali per lungometraggi e
cortometraggi del Lucca Film Festival e Europa Cinema
2020, il festival in programma dal 18 al
26 aprile 2020 tra Lucca e
Viareggio,unodegli
eventi di punta tra le manifestazioni organizzate e supportate
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il
festival,che ha portato negli anni in
Toscana grandi nomi del cinema internazionale
da Oliver Stone a David
Lynch, da Rutger
Hauer a George Romero, è da
sempre impegnato a valorizzare produzioni contemporanee
indipendenti e il concorso rappresenta una vetrina internazionale
grazie al quale registi da tutto il mondo potranno candidare i
propri film alla sezione competitiva in programma al festival.
Concorso
Lungometraggi
I film
selezionati per il concorso lungometraggi saranno 12 e competeranno
per l’assegnazione di tre premi: il Miglior
lungometraggio (3000 euro), assegnato da una giuria
composta da nomi di spicco nel panorama
cinematografico, Miglior lungometraggio – giuria
studentesca, conferito da una giuria di studenti
universitari e Miglior
lungometraggio– giuria
popolare (premio del pubblico). I film possono
essere iscritti entro il 28 febbraio. La giuria internazionale
delle precedenti edizioni è stata composta da celebrità del mondo
del cinema quali Paulo Branco, Daniele Gaglianone, Cristi Puiu,
Rutger Hauer e Philip Groening. Il comitato di selezione sarà
composto da Martino Martinelli, Stefano Giorgi e Cristina
Puccinelli. Le pellicole selezionate saranno annunciate (sul
sito e sulla pagina Facebook della manifestazione) entro il 27
marzo 2020 (per informazioni: [email protected]).
Il bando completo è disponibile sul sito del
Festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-concorso-lungometraggi-2020
Concorso
Cortometraggi
Confermata la
storica competizione dei cortometraggi –
alla sua quindicesima edizione
– cheoffre
un premio in denaro per l’opera
vincitrice del valore di 500 euro. Le candidature
potranno essere presentate entro il 28
febbraio, inviando il lavoro sotto forma di link
a [email protected] oppure
iscrivendosi sulle piattaforme
di Filmfreeway e Festhome. Sono più
di 300 i lavori che ogni anno arrivano al vaglio del
comitato di selezione; tra gli autori anche nomi celebri, come
quello di Adan Jodorowsky, figlio del celeberrimo artista cileno,
ma anche registi del calibro di Luca Ferri, Adriano Valerio,
Giuseppe Boccassini, Giuseppe Spina, Leonardo Carrano. Le
opere selezionate dal comitato presieduto da Rachele Pollastrini
saranno annunciate ufficialmente (sul sito e sulla pagina Facebook
della manifestazione) entro il 27 marzo (per informazioni scrivere
a [email protected]) Il bando è
disponibile sul sito del
festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-al-concorso-di-cortometraggi-2020 .
Per iscriversi
alle giurie studentesca bisogna inviare
una e-mail a [email protected] con oggetto:
“LFFEC20 Giuria Studentesca” (entro il 27
marzo).
Il Lucca Film
Festival e Europa Cinema, presieduto da Nicola Borrelli, è un
evento a cadenza annuale di celebrazione e diffusione della cultura
cinematografica che coinvolge ogni anno un pubblico sempre più
ampio. Grazie a proiezioni, mostre, convegni e concerti il Festival
si distingue tra i tanti grazie a programmazioni audaci ma al
contempo attentamente studiate.
Il Lucca Film
Festival e Europa Cinema è tra gli eventi di punta delle
manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Lucca. Banca Generali Private e Banca Pictet sono i
Main Sponsor della manifestazione e le mostre sono prodotte con il
sostegno di Societe Generale. Il festival si avvale inoltre del
supporto di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar S.p.A,
ICare, Martinelli Luce, Wella, Lions Club Lucca Le Mura,
Luccaorganizza, Il Ciocco S.p.A, Cantina Campo alle Comete,
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana, Comune di Lucca,
Comune di Viareggio della collaborazione e co produzione di
Provincia di Lucca, Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Teatro
del Giglio di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Puccini Museum –
Casa Natale, Fondazione Carlo Ludovico Ragghianti, Fondazione UIBI,
Università degli Studi di Firenze, Accademia di Belle Arti di
Carrara, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, Istituto Luigi
Boccherini e Liceo Artistico Musicale e Coreutico Augusto
Passaglia. Si ringraziano anche Federazione Italiana Teatro Amatori
(FITA), Lucca Comics & Games, la Direzione
Regionale di Trenitalia, Unicoop Firenze, Confcommercio delle
Province di Lucca e Massa Carrara, il Corso di Laurea in Discipline
dello Spettacolo e della Comunicazione del Dipartimento di Civiltà
e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e Photolux Festival per
la collaborazione
New
Mutants arriverà finalmente nelle sale americane il
prossimo 3 aprile, grazie alla Disney. Nonostante la
travagliatissima produzione, il primo trailer
ufficiale del film di Josh Boone sembra
confermare che il progetto non sia particolarmente cambiato in
seguito all’acquisizione della Fox da parte della Casa di
Topolino.
Anche se il film sembrava essere
destinato a non vedere mai la luce, le cose sono fortunatamente
cambiante e le prime immagini ufficiali hanno dimostrato che ci
sono diversi elementi per cui essere ancora emozionati in merito
all’uscita del tredicesimo film dell’universo
X-Men. Di seguito abbiamo raccolti 5 motivi per
cui non vediamo l’ora di vedere il cinecomic basato sulla serie a
fumetti Marvel “Nuovi Mutanti”:
Nuovi personaggi
È sempre
emozionante vedere nuovi personaggi sul grande schermo, soprattutto
se si è fan delle storie a fumetti. Tuttavia, raccontare la storia
di alcuni giovani mutanti alle prese con lo sviluppo dei loro
poteri rappresenta una scelta decisamente inedita. È sempre bello
vedere nuova linfa vitale prendere corpo sul grande
schermo.
È un processo che
permette di puntare i riflettori su alcuni personaggi meno
conosciuti che potrebbero rubare la scena, offrendo opportunità
agli attori di interpretare personaggi che potrebbe essere molti
amati dal pubblico.
I mutanti verso il MCU?
Anche se è altamente improbabile, la
prospettiva che New Mutants rappresenti l’introduzione
degli X-Men all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel è comunque allettante. Le
potenzialità dell’introduzione di questi personaggi nell’universo
condiviso creato da Kevin Feige sarebbero davvero sconfinate.
I fan aspettano da tantissimo tempo
di vedere gli X-Men al fianco degli Avengers: ecco perché sono in
molti a sperare che New Mutants possa effettivamente
essere collegato al MCU. Sarà davvero così? La speranza
è sempre l’ultima a morire…
Magik
Uno dei più grandi personaggi ad
aver il potenziale necessario a catturare davvero il favore del
pubblico è senza ombra di dubbio Magik. Il casting di Anya
Taylor-Joy sembra particolarmente azzeccato, ma c’è qualcosa di
veramente speciale che riguarda questo membro dei Nuovi
Mutanti.
Le abilità di Magik sono
sorprendenti e negli ultimi anni è diventata sempre più popolare
grazie ai fumetti. Con una storia sviluppata su più livelli ed un
viaggio reso interessante, crediamo che il personaggio possa
davvero essere una delle cose migliori del film.
Il tono horror del film
La
decisione di particolareggiare questo film con una serie di
venature horror è stata certamente un colpo di genio: è innegabile
quanto il progetto risalti e si allontani da alcuni canoni
piuttosto tradizionali che avrebbero potuto etichettarlo come il
“classico film di supereroi”. Ci auguriamo davvero che il film
riesca a spingersi oltre i limiti e che non si limiti alla
tradizionale confezione del prodotto per famiglie.
Non ci sono mai stati film di
supereroi che abbiano provato a giocare con il genere horror,
quindi pensiamo che New Mutants possa essere l’occasione
perfetta per regalare agli spettatore qualche momento davvero
spaventoso.
Sinistro
Ci sono
stati diversi rumor sui villain che sarebbero stati coinvolti nel
film. Se da un lato sembra essere certa la presenza di alcuni
antagonisti mutanti, dall’altro c’è da essere alquanto entusiasti
all’idea che il film possa introdurre il personaggio di Sinistro
sul grande schermo.
L’arrivo del personaggio è stato
anticipato diverse volte, anche nella scena dei titoli di coda di
X-Men: Apocalisse, con riferimento alla Essex Corporation.
È uno degli storici nemici degli X-Men, noto per le sue abilità e
per i suoi esperimenti sui mutanti. I fan non vedono l’ora di
vedere il personaggio prendere vita al cinema. E se fosse proprio
New Mutants l’occasione che molti aspettavano?