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Un figlio ad ogni costo: la spiegazione del finale del film

Un figlio ad ogni costo, diretto da Ryan Dewar, è un thriller drammatico che esplora i limiti della disperazione umana e le conseguenze di scelte estreme. Il film si colloca perfettamente nel filone dei drammi familiari con venature investigative, dove il mistero si intreccia con tematiche di natura morale e psicologica. La tensione cresce grazie a una sceneggiatura che mette in scena dinamiche familiari complesse e verità nascoste, restituendo un’esperienza cinematografica intensa e coinvolgente, adatta a un pubblico che apprezza storie di forte impatto emotivo e riflessioni sul senso di responsabilità personale.

I temi principali di Un figlio ad ogni costo ruotano dunque attorno alla genitorialità, alla menzogna e al prezzo che si è disposti a pagare per proteggere i propri cari. Il film affronta anche la fragile linea tra giustizia e vendetta, sollevando domande profonde sulle motivazioni che spingono un individuo a compiere azioni estreme sotto pressione. L’opera di Dewar ricorda per atmosfera e tematiche altri titoli come Prisoners di Denis Villeneuve o Gone Baby Gone di Ben Affleck, dove la ricerca della verità si mescola a dilemmi morali che scuotono la coscienza dello spettatore. Questa affinità con film del genere thriller-drammatico psicologico rende Un figlio ad ogni costo un’opera da tenere d’occhio per chi ama storie dense di tensione emotiva e ambiguità etica.

Nel corso dell’articolo approfondiremo il finale del film, offrendo una spiegazione dettagliata che chiarirà i passaggi più criptici della trama, svelando il significato più profondo del racconto. Il finale, infatti, rappresenta il cuore del racconto e merita un’analisi attenta per comprenderne pienamente le implicazioni. Continuate a leggere per scoprire come le scelte dei personaggi e le rivelazioni finali influenzino la lettura complessiva del film e ne accentuino la potenza narrativa.

Lauren Buglioli e Brooke Burfitt in Un figlio ad ogni costo
Lauren Buglioli e Brooke Burfitt in Un figlio ad ogni costo

La trama di Un figlio ad ogni costo

Il film racconta la storia di Hailey (Brooke Burfitt), una giovane donna al nono mese di gravidanza che, poco prima della nascita del primo figlio, sceglie di partorire a casa, in un ambiente che considera più protetto e familiare. Per affrontare il delicato momento con il giusto supporto emotivo e pratico, decide insieme al marito Joe (Jason Burkey) di assumere Bea (Poppy George), un’assistente al parto dal comportamento affabile ma sfuggente, scelta con cura dopo aver valutato diverse opzioni. All’inizio, tutto sembra procedere per il meglio. Bea si dimostra disponibile, professionale e premurosa, capace di instaurare un rapporto rassicurante. Ma piccoli segnali iniziano a incrinare la fiducia di Hailey.

Durante un corso di yoga prenatale, Hailey stringe poi amicizia con Jade (Lauren Buglioli), un’altra futura mamma che, sin da subito, manifesta forti perplessità nei confronti di Bea. Le rivela infatti che la donna è sterile da anni, e potrebbe avere motivazioni più oscure e personali per essere così vicina a una gravidanza altrui, forse spinta da un trauma irrisolto. I sospetti prendono corpo quando Lisa (Gina Hiraizumi), la migliore amica di Hailey, viene trovata morta in circostanze misteriose. Da quel momento, il mondo di Hailey comincia a crollare tra bugie che emergono dal passato, inspiegabili incendi domestici, e una crescente sensazione di essere spiata da qualcuno di molto vicino.

La spiegazione del finale del film

Prima di procedere con la spiegazione del finale di Un figlio ad ogni costo, è importante ricordare che il film inizia con l’omicidio di una donna in una vasca da bagno. In seguito, nel corso del film, si scopre che la donna uccisa era l’ostetrica che ha formato Bea. Un altro colpo di scena è rappresentato dal fatto che Caleb, il padre biologico del figlio di Jade, è in realtà il marito di Lisa, amica di Hailey. L’uomo non vuole però saperne nulla del bambino, ritenendo quella con Jade solo un’avventura da una notte.

Quando però Lisa lo scopre, invia un messaggio falso a Jade fingendosi Caleb e organizza un incontro. Lisa incontra così Jade al parco e si arrabbia così tanto da spingere la donna incinta a terra, scoprendo che il pancione è finto. Prima che Lisa possa raccontare tutto a qualcuno, Jade le spacca la testa con una pietra. A questo punto, Hailey comincia a mettere insieme i pezzi, rendendosi conto che Jade sa sempre le cose prima che lei gliele dica, e che le capita sempre di “incontrare” Jade. Non ha però molto tempo per approfondire perché va in travaglio e chiama Bea e Joe perché vengano ad aiutarla.

Brooke Burfitt in Un figlio ad ogni costo
Brooke Burfitt in Un figlio ad ogni costo

Jade, però, si presenta al lavoro di Joe e lo stordisce con una bevanda drogata. Il suo piano è quello di rubare il figlio di Hailey per sé e per Caleb. Nel frattempo, Hailey partorisce una bambina e quando si è ripresa Bea le comunica che suo marito è inospedale, dove decidono di recarsi. Ignorano però che Jade le sta osservando dalla finestra. È a quel punto che Jade attacca Bea mentre prepara il seggiolino e si intrufola in casa per rubare la neonata. Dopo averla presa, la porta da Caleb, che si dice disposto ad accettare la figlia. Intanto, però, Hailey ha scoperto il rapimento e riesce a localizzare la figlia grazie alla posizione del cellulare.

Intanto, Caleb scopre che Lisa è morta e a quel punto urla contro Jade e la accusa di aver ucciso sua moglie. La donna riesco però a stordirlo con una lampada mentre Hailey si intrufola in casa con un martello. Jade e Hailey litigano per la bambina. Alla fine, quest’ultima ha la meglio e mette ko la rivale. Jade viene arrestata e Hailey può finalmente andare in ospedale dal marito Joe per fargli conoscere loro figlia. Il film si conclude però con Jade che, un anno dopo, invia un biglietto di compleanno alla bambina dal carcere, come sentendosi ancora sua madre.

Il finale si collega dunque profondamente ai temi di menzogna, inganno e protezione materna che attraversano tutto il film. Jade incarna l’ossessione e il risentimento, che la portano a commettere atti terribili pur di ottenere ciò che vuole, mentre Hailey rappresenta la forza resiliente della madre disposta a tutto per difendere la propria figlia. La presenza di Bea, inizialmente sospetta ma alla fine protettiva, mette in luce il tema della fiducia e dell’inganno in un ambiente apparentemente sicuro come la nascita a domicilio. Il finale, quindi, non solo chiude la trama ma rafforza la riflessione sulla complessità dei rapporti umani e sulle ombre che possono celarsi dietro le apparenze familiari.

Cosa ci lascia il finale di Un figlio ad ogni costo

Un figlio ad ogni costo offre una riflessione intensa sul significato di maternità e protezione in un mondo spesso segnato da inganni e pericoli nascosti. Il film ci ricorda quanto la forza e la determinazione possano emergere nei momenti più bui, ma anche quanto la fiducia sia fragile e preziosa. Attraverso una trama avvincente e personaggi complessi, ci invita a guardare oltre le apparenze, mettendo in luce le ombre che si nascondono dietro relazioni apparentemente normali. Alla fine, resta il messaggio che l’amore vero richiede coraggio e sacrificio, ma anche consapevolezza e vigilanza.

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Ida Red: la spiegazione del finale del film

Ida Red è un crime thriller del 2021 diretto da John Swab che si inserisce nel filone delle storie criminali dal tono cupo e realistico, incentrate su famiglie segnate dal crimine. Ambientato in un’America di provincia segnata dal degrado e dalla violenza, il film mescola azione, tensione drammatica e riflessioni sulla lealtà familiare, dando vita a un racconto che alterna momenti di forte intensità emotiva a sequenze di puro intrattenimento noir. La regia di Swab, asciutta e priva di fronzoli, ricorda per certi versi l’approccio diretto e crudo di film come Hell or High Water o A History of Violence, dove il contesto rurale diventa un personaggio esso stesso, influenzando le scelte e i destini dei protagonisti.

Il cast contribuisce in modo determinante alla riuscita del film. Melissa Leo interpreta Ida “Red” Walker, matriarca criminale dal carisma ambiguo e dalla determinazione implacabile, mentre Josh Hartnett veste i panni di suo figlio Wyatt, diviso tra il desiderio di proteggere la famiglia e la necessità di sopravvivere in un mondo spietato. Ad affiancarli, troviamo Frank Grillo come il violento zio Dallas e William Forsythe in un ruolo che aggiunge ulteriore peso drammatico alla vicenda. Le performance sono intense e radicate, capaci di rendere credibili personaggi che oscillano tra il fascino del legame familiare e la crudeltà delle loro azioni, inserendosi perfettamente nella tradizione dei racconti crime americani contemporanei.

I temi principali di Ida Red ruotano attorno alla famiglia, al peso delle eredità morali e all’impossibilità di sfuggire a un destino segnato dalle proprie radici. Come in altri film criminali a sfondo familiare, da Il padrino a Animal Kingdom, il legame di sangue diventa sia un’ancora di salvezza che una condanna, generando conflitti interiori e scelte al limite. Nel resto dell’articolo, ci concentreremo sulla spiegazione del finale del film, analizzando come John Swab abbia deciso di chiudere la storia, quale sia il destino dei personaggi principali e come il messaggio finale si colleghi ai temi di lealtà, sacrificio e autodistruzione che permeano l’intera opera.

Frank Grillo e Josh Hartnett in Ida Red
Frank Grillo e Josh Hartnett in Ida Red

La trama di Ida Red 

Il film racconta la storia di Wyatt Walker (Josh Hartnett), figlio della boss Ida “Red” Walker (Melissa Leo), incarcerata per rapina a mano armata. Quando il ragazzo va a far visita alla madre in prigione, questa gli affida un ultimo colpo. La donna è gravemente malata e Wyatt è la sua unica possibilità per compiere l’ultima rapina e uscire di prigione. Durante la sua assenza, suo fratello Dallas (Frank Grillo) ha assunto la guida della famiglia criminale. Il ragazzo, però, è continuamente controllato dall’FBI, pronta a fermarlo al primo passo falso, e dovrà quindi decidere se rimanere libero e incensurato o scegliere la famiglia.

La spiegazione del finale del film

Ida Red è dunque un film che parla di famiglia. Ci introduce alla famiglia Walker e ai suoi membri, tutti accomunati da un tratto distintivo: sono ribelli e finiscono sempre nei guai. Conosciamo per primi Dallas e Wyatt, fratelli e allo stesso tempo criminali e ladri. Li vediamo rubare pillole da un camion, uccidendo l’autista e una guardia nel processo. Il tutto avviene in modo caotico: nonostante l’esperienza, non sono affatto professionali. Questi eventi segneranno l’inizio della fine per la famiglia così come la conosciamo.

Wyatt è affascinante, gestisce un’officina che in realtà è solo una copertura. Dallas invece è molto più brutale, pronto a uccidere in qualsiasi momento. Swab sembra ammiccare a Tombstone e alla leggenda di Wyatt Earp con questi due personaggi, ribaltando il concetto da uomini di legge a criminali. I due hanno una sorella, Jeanie, madre di un’adolescente di nome Darla. L’ultimo membro della famiglia è Ida Red stessa, che si trova però in prigione. Wyatt racconta a Darla che il padre, tornato dalla guerra, era stato accolto solo con povertà e disprezzo, spingendolo a cercare altre fonti di reddito.

Per Wyatt, rubare e delinquere è nel loro sangue, e i fatti sembrano dargli ragione. Jeanie è l’unica a desiderare una vita normale, ma persino Darla inizia a comportarsi in modo sempre più sconsiderato. Scopriamo che il camion rubato all’inizio era un veicolo governativo, rendendo il caso federale: l’FBI arriva in città. I fratelli Walker non hanno mai affrontato un nemico tanto pericoloso, e presto si renderanno conto di non essere all’altezza. L’indagine sarà la loro rovina. Continuano a commettere crimini, avvicinandosi sempre di più alla cattura, nonostante tutti sappiano già che sono responsabili.

Sofia Hublitz in Ida Red
Sofia Hublitz in Ida Red

La trama si divide a questo punto su due fronti: da un lato i fratelli Walker e il loro rapporto con Ida in carcere, dall’altro Darla che cerca il proprio posto nella famiglia. Ida è stata la leader, sia in senso familiare che criminale, e ha cresciuto i figli per diventare come lei, allontanando Jeanie, che infatti si è sposata con un poliziotto, l’opposto di ciò che rappresentava la sua famiglia. Ora Ida è malata e i figli vogliono liberarla prima che muoia, convinti che non debba trascorrere gli ultimi giorni in una cella. Nel concitato finale di Ida Red, Wyatt e Dallas riescono a portare a termine la rapina, ma la loro fuga è subito compromessa dall’intervento della polizia guidata dall’agente Lawrence Twilley e dal detective Bodie Collier.

Consapevole di non poter sfuggire insieme al fratello, Dallas sceglie di sacrificarsi, ingaggiando un feroce scontro a fuoco in cui abbatte diversi agenti prima di cadere sotto i colpi di Twilley. Questo gesto disperato permette a Wyatt di guadagnare tempo e di allontanarsi con il bottino, anche se la sua libertà è destinata a durare poco: Bodie riesce infatti a rintracciarlo, ma Wyatt, ancora una volta, riesce a sfuggire. Deciso a esaudire l’ultimo desiderio della madre, Wyatt si mette in contatto con l’avvocato di Ida per ottenere la sua scarcerazione. La polizia accetta, ma a una condizione: lo scambio della libertà della matriarca con la cattura del figlio.

L’accordo va in porto e madre e figlio si riuniscono, ma la gioia dura poco. Durante il viaggio in auto, Ida muore serenamente, sapendo di essere libera e accanto a Wyatt. Subito dopo, gli agenti Twilley e Collier arrestano il giovane Walker. Prima della scarcerazione di Ida, però, Darla scopre da quest’ultima che è lei la sua vera madre e coloro che credeva essere madre e zii sono in realtà fratelli. Due anni più tardi la morte di Ida e l’arresto di Walker, Darla rende quindi omaggio alle tombe dei suoi cari e visita il fratello in prigione, suggellando un finale amaro, in cui il sangue e il legame familiare restano l’unico filo che tiene unita la dinastia Walker, anche dietro le sbarre.

Cosa ci lascia il film Ida Red

Ida Red ci lascia dunque con l’immagine di una famiglia che, pur segnata dal crimine, resta unita fino all’ultimo respiro. Il film mostra come il legame di sangue possa essere al tempo stesso rifugio e condanna, un vincolo che spinge a compiere sacrifici estremi e che, anche di fronte alla morte o alla prigione, non si spezza. La storia dei Walker è una parabola di lealtà assoluta, ma anche di autodistruzione inevitabile, in cui ogni scelta è condizionata da un’eredità criminale impossibile da rinnegare. Alla fine, ciò che resta non è la vittoria, ma la consapevolezza che la famiglia è tutto, anche nell’oscurità, anche quando si trova dall’altra parte della legge.

John Cena e Kevin Hart protagonisti della commedia d’azione The Leading Man

Gli sceneggiatori Jon ed Erich Hoeber hanno venduto a Netflix il progetto di The Leading Man, una commedia d’azione basata sulla serie di fumetti di Jeremy Haun e B. Clay Moore, che vedrà come protagonisti e produttori Kevin Hart e John Cena. Il progetto riporta gli Hoeber su Netflix dopo la vendita della loro sceneggiatura originale Fast & Loose, un film d’azione con Will Smith, attualmente in fase di pre-produzione e alla ricerca di un nuovo regista dopo l’abbandono di Michael Bay.

In fase di sviluppo iniziale, la sinossi di The Leading Man è la seguente: “quando una star del cinema egocentrica (Cena) scopre che il suo coprotagonista/uomo sulla sedia (Hart) è un vero agente, è costretto a mettere da parte il suo orgoglio e ad accettare che le star dei film d’azione non sono realmente degli eroi… mentre cerca di salvare il mondo.

Hart sarà il produttore insieme a Luke Kelly-Clyne e Bryan Smiley per Hartbeat, nell’ambito dell’accordo multi-film della società con Netflix, insieme a Joe Roth e Jeff Kirschenbaum per RK Films, Eric Gitter e Peter Schwerin per Ignition Productions, John Cena e Dan Baime. Tra i produttori esecutivi figurano Zak Roth per RK Films, Jon ed Erich Hoeber e Jeremy Haun per Ignition.

La notizia del coinvolgimento di Kevin Hart in The Leading Man arriva mentre sta lavorando a 72 Hours, una commedia Netflix diretta da Tim Story, dove reciterà al fianco di Marcello Hernández e Mason Gooding. Tra i suoi precedenti lavori per la piattaforma streaming figurano i film Fatherhood, Me Time, The Man from Toronto e Lift, oltre alla serie limitata True Story.

Recentemente al lavoro su Little Brother, una commedia Netflix in cui reciterà al fianco di Eric André, John Cena è invece reduce da Capi di Stato in fuga (Heads of State), una commedia d’azione Amazon MGM con Idris Elba, che ha guadagnato oltre 75 milioni di spettatori in tutto il mondo dal suo lancio il 2 luglio su Prime Video, rendendolo il quarto film Amazon MGM più visto di tutti i tempi sul servizio OTT di Amazon. Tra i suoi prossimi progetti ci sono anche Coyote vs. Acme, il film live-action Matchbox di Apple, Mattel Studios e Skydance, e la stagione 2 di Peacemaker su HBO Max.

Batman: Zach Cregger, regista di Weapons, ha scritto uno spin-off per il DCU

Il Capitolo 1 della DCU, intitolato “Gods and Monsters”, è ufficialmente iniziato con l’uscita del film Superman di James Gunn, mentre HBO Max si prepara a lanciare la seconda stagione di Peacemaker alla fine di questo mese. Uno dei principali eroi della Justice League che verrà riproposto per il DCU è Batman, con il film The Brave and The Bold attualmente in fase di sviluppo.

Tuttavia, questo sembra non essere l’unico progetto legato a Gotham City che i fan potranno vedere dalla DC Studios (non considerando il The Batman – Parte 2 di Matt Reeves, appartenente all’Elseworld). The Hollywood Reporter ha infatti rivelato che il regista di Weapons, Zach Cregger, avrebbe scritto una sceneggiatura per un film legato a Batman ambientato nella DCU, intitolato Henchmen.

Il film, stando a quanto riportato, “è incentrato su un tirapiedi di basso livello nel mondo criminale di Gotham che acquista notorietà dopo essere riuscito a mettere fuori combattimento Batman grazie a un colpo di fortuna”. Sebbene Batman possa potenzialmente apparire nel film, il rapporto rivela che Harley Quinn e Joker fanno parte della sceneggiatura di Henchmen. Si dice che la DC Studios sia a conoscenza del progetto ma la proposta non è stata ancora formalmente presentata a James Gunn e Peter Safran.

Cosa significa la notizia sul film spin-off di Batman

Sebbene Henchmen non sia dunque ancora stato proposto, la notizia è stata diffusa lo stesso giorno in cui THR ha pubblicato una nuova intervista con il regista. Anche se non ha confermato che si tratti di questo progetto, parlando dei suoi prossimi lavori il regista di Weapons ha affermato: “Ho Resident Evil, e poi ho un film di fantascienza subito dopo che è originale. Ho poi un altro copione finito che vorrei realizzare. In realtà è ambientato nell’universo DC, ma è totalmente originale e non è un film di supereroi”.

THR ha anche sottolineato nel suo articolo su Henchmen che, sebbene la DCU non abbia ancora scelto un nuovo attore per interpretare Joker, Margot Robbie potrebbe teoricamente essere chiamata a riprendere il ruolo di Harley Quinn, dopo la sua partecipazione alla timeline dei film DCEU. Tuttavia, solo il tempo dirà come andrà a finire il casting, dato che Henchmen deve prima ottenere il via libera dalla DC Studios.

Tutta colpa del rock: recensione del film di Andrea Jublin con Lillo

Dopo aver collaborato per Gli addestratori (2024), il regista Andrea Jublin Lillo tornano a lavorare insieme per Tutta colpa del rock, commedia musicale dove l’attore – recentemente visto anche in Cortina Express Elf Me – ha modo di cimentarsi con una delle sue grandi passioni: la musica. Il film, da Lillo anche scritto insieme a Matteo Menduni e Tommaso Renzoni, si offre infatti agli spettatori come una rocambolesca avventura guidata dalle note rock il protagonista tenta in tutti i modi di rendere parte della sua vita, anche a costo di guai continui.

Ma è tra una nota e un’altra, tra una battuta e una gag, che in Tutta colpa del rock si inseriscono anche una serie di elementi che vanno dalla difficoltà di essere un genitore all’altezza delle aspettative dei figli fino all’importanza delle seconde possibilità. Soprattutto per coloro che, abbandonati dalla società e trattati con sufficienza, cercano solo un modo per sentirsi ancora utili e poter sognare. Un film, dunque, che portando la musica nel carcere suggerisce in modo sottile la necessità di un ripensamento di questi ambienti.

La trama di Tutta colpa del rock 

Bruno (Lillo) è un ex chitarrista rock in caduta libera: bugiardo, narcisista, padre assente. Finisce in carcere dopo una lunga serie di scelte sbagliate. Quando tutto sembra perduto, un’occasione inaspettata si presenta: formare una band con altri detenuti per partecipare al Roma Rock Contest. In palio, i soldi necessari per mantenere la promessa fatta alla figlia Tina: portarla in America per un leggendario “Rock Tour”.

Valerio Aprea, Maurizio Lastrico, Lillo, Elio e Massimo Cagnina in Tutta colpa del rock
Valerio Aprea, Maurizio Lastrico, Lillo, Elio e Massimo Cagnina in Tutta colpa del rock

Al suo fianco, una “formazione” tanto improbabile quanto irresistibile: Roberto (Maurizio Lastrico), coinquilino di cella; il Professore (Elio), cinico e silenzioso; Eva (Agnese Claisse), una batterista dal carattere esplosivo; Osso (Massimo Cagnina), un gigante dal cuore fragile; e K-Bone (Naska), ex trapper con un’anima da poeta. Tra momenti comici, scontri e legami inaspettati, la musica diventa un’occasione di rinascita, amicizia e riscatto.

Quando la musica accende la speranza

Io servo la società facendo rock. Sono in prima linea per liberare le persone con la mia musica. Fare rock non è una passeggiata, signora“, diceva Jack Black in School of Rock, la celebre commedia musicale divenuta negli anni un vero e proprio cult. Guardando Tutta colpa del rock viene facile pensare proprio a quel film e non sorprende dunque scoprire che proprio quel titolo è stato una delle principali fonti di ispirazione per questa nuova commedia capeggiata da Lillo, il quale assume il ruolo dello sfegatato fan del rock che riesce a dar vita ad una band anche dove sembrerebbe impossibile che si formi.

Se nel film con Black questo luogo era una rigorosa scuola, nel film di Jublin è invece un carcere italiano. Un luogo che permette di assegnare con maggior vigore alla musica il suo ruolo di arte capace di far sentire liberi, di poter viaggiare sul potere delle note verso luoghi e mondi lontani. Una musica che diventa simbolo di speranza all’interno di un ambiente in cui troppo spesso è facile che questa si spenga. L’intento del film non è quello di mostrare la durezza delle carceri italiane o le difficoltà da cui sono afflitte, ma come anche questo luogo possa trasformarsi in qualcosa di umanamente più utile se ne viene concessa l’opportunità.

Valerio Aprea, Agnese Claisse, Maurizio Lastrico, Lillo, Elio e Massimo Cagnina in Tutta colpa del rock
Valerio Aprea, Agnese Claisse, Maurizio Lastrico, Lillo, Elio e Massimo Cagnina in Tutta colpa del rock

Tutti quanti voglion fare il rock!

È una riflessione, quella appena riportata, che arriva probabilmente solo in un secondo momento rispetto alla comicità del film, al suo ritmo e anche ai suoi momenti più toccanti, ma ne è un valore aggiunto non indifferente. Nella sua semplicità il racconto si fa infatti carico di quella giusta dose di grinta che il rock – e la musica in generale – sa infondere, ma anche della sensibilità che Lillo sa trasmettere nei panni di un padre disposto a tutto per sua figlia, anche quando sembra distratto dai propri interessi.

Accanto a lui, si ritrovano una serie di comprimari ognuno con il suo momento di gloria, da Maurizio Lastrico ad Elio da Massimo Cagnina ad Agnese Claisse. Ma sono da citare anche il cantautore NaskaValerio Aprea nel ruolo di una delle guardie del carcere e Carolina Crescentini in quello della sua direttrice. I loro personaggi aggiungono colore e vivacità al film, con momenti e tempi comici riusciti che Jublin riesce a catturare in modo spontaneo e riportare sullo schermo.

Il divertimento è dunque assicurato, all’interno di una commedia che – va ribadito – ha però più delle semplici risate da offrire. Si dimostra infatti un’opera ben congegnata al momento della scrittura, cosa che le permette di ambire a maggiori attenzioni. Tutta colpa del rock si dimostra così l’ennesimo progetto riuscito di Lillo, che insieme a Menduni, Renzoni e a Jublin intercettano una serie di tematiche e trovano il modo più coinvolgente per portarle sullo schermo, con un film che fa decisamente venir voglia di fare del rock.

Guarda la nostra intervista a Lillo, il regista Andrea Jublin e Naska

Final Destination 7: il sequel è ufficialmente in sviluppo!

Dopo il successo record di Final Destination: Bloodlines, uscito a maggio, la co-sceneggiatrice Lori Evans Taylor ha firmato per scrivere il settimo capitolo della serie di film horror soprannaturali lanciata nel 2000. Scritto in collaborazione con Guy Busick da una storia di Jon Watts e diretto da Zach Lipovsky e Adam Stein, Final Destination: Bloodlines ha registrato un incasso di 51 milioni di dollari al suo debutto, il migliore della serie, superando infine i 285 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Con un incasso complessivo di 983 milioni di dollari, la serie è ad oggi la terza serie horror di maggior successo della New Line dopo The Conjuring e It. Non sorprende dunque che lo studio di produzione, la New Line Cinema, voglia realizzare ulteriori capitoli. Come riportato da Deadline, Craig Perry, Sheila Hanahan Taylor, Jon Watts, Dianne McGunigle e Toby Emmerich tornano alla produzione del prossimo film con Warren Zide come produttore esecutivo. Al momento non ci sono però altri dettagli su questo settimo capitolo.

Come Final Destination: Bloodlines rilancia il futuro della saga

Ogni film della serie Final Destination inizia con qualcuno che predice un evento che causerà numerose vittime, salvando un gruppo di sfortunati, che però finiranno per morire in altri modi orribili. Final Destination: Bloodlines, il primo sequel della serie in 14 anni, funge da prequel parziale, richiamando un incidente avvenuto nel 1969.

Craig Perry, che ha prodotto tutti i film della serie, ha spiegato in precedenza a Deadline come questo sesto capitolo apra la serie a nuove possibilità. “Questa è una delle cose che Jon Watts, introducendo l’idea di iniziare negli anni ’60 e fare un salto in avanti di 50 anni, credo ci abbia liberato creativamente, permettendoci di andare in molti luoghi diversi nel tempo e di creare connessioni che altrimenti non avremmo potuto realizzare”, ha detto. “E penso che questa espansione, questa sorta di visione satellitare del progetto, ci darà l’opportunità in futuro di creare morti ancora più interessanti e creative per il divertimento dei fan”.

Perry ha aggiunto: “Ecco perché questo franchise è stranamente intramontabile, perché non abbiamo necessariamente personaggi ricorrenti, quindi è possibile saltare da un’epoca all’altra. E il punto è che è facile immedesimarsi, perché i personaggi si trovano in ambienti e situazioni in cui potresti trovarti anche tu”.

Scopri come finiscono gli altri capitoli della saga di Final Destination:

James Gunn smentisce il rumor su Robin in The Batman – Parte 2

In seguito al rumor recente emerso, James Gunn è tempestivamente intervenuto su Threads per smentire la notizia secondo cui Robin sarebbe apparso in The Batman – Parte 2, condividendo quanto segue: “Ragazzi, smettetela di credere a queste sciocchezze. Credo che sei di noi abbiano letto la sceneggiatura. Nessuno sa nulla di Batman 2”. Si attendeva un possibile commento di Gunn in merito, che già in precedenza ha smentito rumor riguardanti il prossimo film di Matt Reeves. Commento che è dunque effettivamente arrivato, mettendo a tacere anche questo nuovo rumor.

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte II

The Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto da Matt Reeves è stato rinviato al 1° ottobre 2027. I ritardi sono stati giustificati da esigenze legate alla scrittura della sceneggiatura e al calendario riorganizzato della DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran, che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante ciò, Reeves ha confermato che le riprese inizieranno nella primavera 2026 e Gunn ha recentemente letto la sceneggiatura, definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante per i fan.

Sul fronte del cast, è confermato il ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di Harvey Dent/Due Facce e Clayface (che avrà inoltre un film tutto suo) come villain principali, anche se nulla è stato ancora ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa sottile.

Per quanto riguarda la trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento, tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.

Reeves spera naturalmente che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman, The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per l’Italia.

L’uscita di The Batman – Parte II è ora prevista per il 1 ottobre 2027.

Buffy l’ammazzavampiri: un video dal set mostra la cacciatrice di Ryan Kiera Armstrong

Il reboot di Buffy l’ammazzavampiri, che secondo quanto riferito ha come titolo provvisorio “New Sunnydale”, ha visto iniziare le riprese a Los Angeles. Con esso arriva quella che sembra essere un primo sguardo a Ryan Kiera Armstrong, star di Star Wars: Skeleton Crew, nel ruolo della nuova protagonista della serie. Ci sono state alcune lamentele sul fatto che la quindicenne Armstrong sia un po’ troppo giovane per questo ruolo, e in effetti qui sembra proprio una liceale. Tuttavia, vale la pena notare che nella serie originale anche Buffy Summers doveva avere solo 16 anni, anche se all’epoca Gellar ne aveva 20. Ad ogni modo, a questo link si può vedere il video in questione.

Cosa aspettarsi dal reboot di Buffy l’Ammazzavampiri

L’originale serie di Buffy l’ammazzavampiri, ideata da Joss Whedon, mescola horror, azione, dramma e commedia con sorprendenti sfumature metaforiche. Ambientata nella cittadina immaginaria di Sunnydale, la storia segue Buffy Summers, una liceale apparentemente normale che è però la “Prescelta”, l’unica ragazza della sua generazione destinata a combattere vampiri, demoni e forze oscure. Affiancata dai suoi amici – la “Scooby gang” – e dal suo mentore Rupert Giles, Buffy affronta battaglie sovrannaturali che spesso riflettono le paure e le sfide della crescita, dell’identità e della responsabilità personale. La serie è considerata un simbolo del girl power anni ’90.

Una recente sinossi del reboot di Buffy l’ammazzavampiri ha rivelato che “Nova, una sedicenne appassionata di libri, scopre di essere un’ammazzavampiri nella ricostruita Sunnydale, divisa tra la grintosa Old Sunnydale e l’esclusiva New Sunnydale. Durante il Vampire Weekend, un festival che celebra il passato oscuro della città, i vampiri Jack e Shirley emergono da un cantiere edile, uccidono un adolescente e pianificano un rituale per creare un esercito di vampiri al Cursed Circle”, conclude la sinossi.

Nora Zuckerman e Lila Zuckerman sono ora state incaricate di scrivere, dirigere e produrre la serie reboot di Buffy l’ammazzavampiri. La premio Oscar Chloé Zhao sarà la regista e la produttrice esecutiva sotto la sua casa di produzione Book of Shadows. Gellar è invece produttrice esecutiva insieme a Gail Berman. Fran Kuzui e Kaz Kuzui saranno produttori esecutivi tramite Suite B, mentre Dolly Parton sarà produttrice esecutiva tramite Sandollar. La produzione sarà affidata a 20th Television e Searchlight Television. Berman, i Kuzui e Parton sono stati tutti produttori esecutivi della serie originale.

Protagonista sarà dunque Ryan Kiera Armstrong, apparsa di recente nella serie Disney+Star Wars: Skeleton Crew”. Tra gli altri suoi crediti televisivi figurano “Anne with an E” su Netflix, “American Horror Story” e la prossima serie FX “The Lowdown”. Ad affiancare Armstrong e Sarah Michelle Gellar nuovamente nei panni di Buffy ci sono Faly Rakotohavana (“Unprisoned”, “Secret Society of Second Born Royals”) nel ruolo di Hugo, Ava Jean (“A Week Away”, “Law & Order: SVU”) nel ruolo di Larkin, Sarah Bock (“Severance”) nel ruolo di Gracie, Daniel di Tomasso (“Witches of East End”, “Major Crimes”) nel ruolo di Abe e Jack Cutmore-Scott (“Oppenheimer“, “Frasier”) nel ruolo del signor Burke.

Al momento non è noto chi del cast originale – che includeva Nicholas Brendon, Alyson Hannigan, Carpenter, Anthony Stewart Head, David Boreanaz, Seth Green e James Marsters – potrebbe tornare per la nuova serie.

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The Help: la storia vera dietro il film

Il film The Help (qui la recensione) è basato su una storia vera? Uscito nelle sale nell’autunno del 2011, il lungometraggiio è stato adattato per il grande schermo dal romanzo best seller omonimo scritto da Kathryn Stockett. Dopo il successo del libro pubblicato nel 2009, The Help è infatti stato rapidamente trasformato in un film diretto da Tate Taylor con un cast corale che include Viola Davis, Octavia Spencer, Emma Stone, Bryce Dallas Howard e Jessica Chastain. La trama principale di The Help si concentra su un trio di personaggi principali nella Jackson degli anni ’60, nel Mississippi.

Davis e Spencer interpretano Aibileen Clark e Minny Jackson, due domestiche di colore che lavorano per famiglie bianche, mentre Stone interpreta Eugenia “Skeeter” Phelan, una giovane aspirante scrittrice. Dopo che Skeeter torna nella sua città natale, Jackson, si interessa a raccontare le storie delle “domestiche” per mostrare agli altri bianchi com’è la loro esperienza. Il film è stato un grande successo, incassando oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo quattro nomination agli Oscar, con Spencer che ha vinto quello come migliore attrice non protagonista.

Il film ha poi goduto di rinnovata popolarità nel contesto delle proteste del movimento Black Lives Matter, e molti potrebbero chiedersi se la storia raccontata sia basata sulla vita reale. Tuttavia, non è facile rispondere a questa domanda. Di base, come nel romanzo di Stockett, la storia nel suo complesso è di fantasia. The Help non è ispirato alla storia vera di una scrittrice degli anni ’60 che pubblica un libro contenente diverse storie di vita di domestiche di colore. Sebbene la narrazione sia fittizia, un personaggio del libro – e, di conseguenza, del film – è però ispirato a una persona reale.

viola davis

La storia vera dietro il film The Help

La Stockett ha in più occasioni affermato che The Help è una storia di fantasia, ma nel 2011, alcuni mesi prima dell’uscita del film, è stata citata in giudizio da una domestica di colore di nome Ablene Cooper, la quale sosteneva che la sua vita fosse stata fonte d’ispirazione per la storia di Aibileen Clark. Ablene era stata domestica del fratello della Stockett e aveva fatto da babysitter a sua figlia una volta. Ha citato in giudizio la Stockett per appropriazione indebita del suo nome e della sua immagine. Oltre ad avere un nome simile, la storia di Aibileen rispecchia quella di Ablene, poiché suo figlio morì poco prima della nascita del primo figlio di Stockett.

Parlando al Daily Mail al momento della causa, Cooper ha dichiarato: “Kathryn ha scritto male il mio nome, ma nel libro e nel film lo pronunciano esattamente allo stesso modo. Quando ho incontrato Kathryn per la prima volta a casa di suo fratello, mi sono presentata così: ‘Aib-e-leen’. Kathryn fa insegnare ad Aibileen alla bambina dei bianchi a chiamarla ‘Aib-ee’. È così che ho insegnato ai nipoti di Kathryn a chiamarmi, perché non riuscivano a pronunciare Abilene“. Una questione più importante per Cooper, tuttavia, era il fatto che Aibileen in The Help soffre di una tragica perdita che sembrava presa dalla vita stessa di Cooper.

Ho pianto e pianto dopo aver letto le prime pagine. Nel libro, Aibileen ha accettato il lavoro cinque mesi dopo che suo figlio è morto in un incidente. Mio figlio Willie aveva la leucemia ed è morto a 18 anni, nel luglio 1998, tre mesi prima che iniziassi a lavorare per gli Stockett. Ho rivissuto tutte le emozioni che avevo provato allora. Kathryn ha copiato parti della mia vita e le ha usate senza nemmeno chiedermelo“. Nonostante le affermazioni sulle somiglianze tra la vita di Ablene Cooper e la storia di Aibileen Clark, il tentativo di Ablene di citare in giudizio la Stockett non ha avuto successo.

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Ha citato in giudizio la Stockett per 75.000 dollari, ma il caso è stato archiviato alla fine del 2011 in base a un termine di prescrizione di un anno. Ciò è avvenuto perché Ablene era in possesso del libro The Help da più di un anno prima che fosse intentata la causa contro la Stockett. Finora non ci sono prove legali che la storia di Aibileen nel romanzo e nel film sia basata sulla vita reale di questa donna, ma le somiglianze sono effettivamente difficili da ignorare, anche se la trama generale del libro e del film sono opere di finzione.

L’accuratezza del contesto storico di The Help

Il contesto storico descritto in The Help – ambientato nella Jackson, Mississippi, degli anni ’60 – ripropone dunque quel periodo di segregazione razziale e tensioni per i diritti civili. Il film racconta con una certa accuratezza l’atmosfera sociale dell’epoca, mostrando le rigide divisioni tra bianchi e neri, sia nei luoghi pubblici che nelle case private. Le domestiche afroamericane, pur lavorando intimamente all’interno delle famiglie bianche, sono trattate con freddezza, diffidenza e inferiorità, una realtà che riflette fedelmente il razzismo sistemico del Sud degli Stati Uniti in quegli anni. Il film fa anche riferimento a eventi storici reali, come l’assassinio di Medgar Evers, attivista dei diritti civili, avvenuto proprio a Jackson nel 1963.

Tuttavia, sebbene il contesto storico sia rappresentato con cura nei suoi tratti generali, alcune critiche hanno sottolineato come il film tenda a semplificare la complessità delle dinamiche razziali. Alcuni studiosi e attivisti hanno notato che The Help racconta la storia principalmente attraverso la lente bianca di Skeeter, minimizzando la profondità dell’esperienza nera. Inoltre, alcuni aspetti della vita delle domestiche sono romanzati o addolciti, rendendo più digeribile per il pubblico una realtà che, nella vita vera, fu molto più brutale. Nonostante ciò, il film resta un’introduzione efficace e accessibile a un momento cruciale della storia americana.

Tom Cruise: il nuovo film thriller dell’attore avrebbe perso il suo regista

Il nuovo film thriller con Tom CruiseDeeper, potrebbe essere in difficoltà maggiori rispetto a quanto inizialmente riportato, poiché il progetto sarebbe stato bloccato non solo a causa di una serie di divergenze sul budget (come già emerso a luglio) ma anche per il possibile abbandono del regista Doug Liman. Il film, descritto come un’avventura sottomarina e che vedrebbe Cruise recitare accanto a Ana de Armas, dovrebbe infatti riunire l’attore con il regista per la terza volta dopo Edge of Tomorrow e Barry Seal – Una storia americana.

Da quando però a luglio erano emerse notizie secondo cui la Warner Bros. era riluttante a impegnarsi per il budget di 275 milioni di dollari del film – con lo studio che cercava di realizzarlo per non più di 230 milioni di dollari – sembrerebbe che ora si sia aggiunto anche il problema dell’abbandono di Liman. Sempre Puck riferisce infatti di divergenze creative che avrebbero portato il regista a disinteressarsi del progetto. Al momento non ci sono conferme ufficiali in merito, ma se ciò fosse vero renderebbe più complesso il destino di Deeper.

Al momento si ritiene che la Universal possa essere una possibile nuova casa per il film, se l’accordo con la WB dovesse fallire, ma secondo quanto riferito la società non ha ancora ricevuto alcuna nuova proposta. Probabilmente Liman potrebbe aver avuto da ridire sulla necessità di ridurre il budget, che obbliga a ripensare buona parte del film. Conoscendo Tom Cruise e considerando anche l’incredibile sequenza sottomarina vista nel recente Mission: Impossible – The Final Reckoning è molto probabile che l’attore non voglia realizzare nulla che sia meno epico di quanto fatto in quell’occasione.

Considerando le premesse del nuovo film, sembra improbabile che Cruise sia disposto a fare marcia indietro quando si tratta del budget. Pertanto, a meno che la Warner Bros. non ceda, sembra che il film avrà bisogno di un’altra casa di produzione se vuole essere realizzato e, a questo punto, anche di un nuovo regista. Non resta a questo punto che attendere maggiori novità sul progetto.

The Tourist: la spiegazione del finale del film

Nel 2010 Johnny Depp e Angelina Jolie erano all’apice della loro carriera. Stavano girando alcuni dei film più importanti di Hollywood e la loro fama andava ben oltre il loro lavoro sullo schermo. Erano delle vere celebrità, con persone che seguivano ogni loro mossa. Con chi uscivano o chi sposavano, dove andavano in vacanza, con chi parlavano per i loro prossimi progetti e così via. Quindi, non è stata una sorpresa quando la Sony Pictures li ha presi entrambi e li ha messi insieme in un film. Il veicolo per tale unione di star del cinema era una sceneggiatura del regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, intitolata The Tourist (qui la recensione)

Il film, girato a Venezia e avvalsosi della partecipazione di diversi attori italiani, ha avuto un buon successo al botteghino, ma per quanto riguarda la critica e il pubblico, il film non ha avuto il successo che lo studio aveva previsto. Tuttavia, il film non era pensato per essere un’opera d’arte. Il film era solo l’occasione per vedere recitare insieme i due noti attori e ha fatto il suo lavoro essendo semplicemente un intrattenimento divertente e spensierato, grazie a una storia con molti colpi di scena e attori carismatici sullo schermo. In particolare, il finale ha piuttosto spiazzato gli spettatori e in questo approfondimento andiamo a fornire una sua spiegazione.

Il riepilogo della trama di The Tourist

Una cosa davvero interessante di The Tourist è che il film non si prende mai troppo sul serio. Quindi la maggior parte dei colpi di scena hanno un tono umoristico. All’inizio del film, ci viene presentata Elise, interpretata da Angelina Jolie. Elise è la classica femme fatale, estremamente bella ma inaffidabile. Elise si trova a Parigi e, a sua insaputa, è seguita dalla polizia, per la precisione da Scotland Yard. Elise è infatti la fidanzata di un criminale scomparso, e la polizia la sta seguendo, aspettandosi che il criminale la contatti. L’uomo in questione si chiama Alexander Pearce, una specie di truffatore.

Angelina Jolie in The Tourist

 

Egli è inseguito perché deve più di 700 milioni di sterline al governo in tasse. Per sfuggire a questo debito, si dice che Pearce abbia fatto ricorso alla chirurgia plastica così da nascondere la sua identità. Da quando ha iniziato a circolare questa voce nessuno l’ha visto e, se davvero si è sottoposto a un intervento di chirurgia plastica, nessuno sa che aspetto abbia. Pearce è però anche seguito da un gangster di nome Shaw, al quale ha rubato più di 2 miliardi di sterline. Tutti vogliono dunque mettere le mani su di lui e per farlo seguono Elise nella speranza che si faccia vivo.

Mentre è a Parigi, Elise riceve effettivamente un messaggio da Pearce. Il messaggio è una serie di istruzioni che le dicono di prendere un treno e andare a Venezia, in Italia. Durante il viaggio, deve anche prendere un uomo e farlo sembrare Pearce, al fine di distrarre la polizia e Shaw. Elise sale sul treno e prende con sé un uomo di nome Frank (interpretato da Johnny Depp). Questi è solo un insegnante di matematica in vacanza in Europa, ma quando la bella Elise gli chiede di accompagnarla, lui non può rifiutare l’invito.

Arrivanocosì  a Venezia ed Elise fa il check-in all’hotel indicato nelle istruzioni. Lì riceve nuove istruzioni da Shaw: deve partecipare a una festa. Elise è chiaramente attratta da Frank, e lui è ovviamente attratto da lei, ma non possono stare insieme, perché Elise ha occhi solo per Pearce e vuole riunirsi a lui. Decide così di abbandonare Frank, che viene a quel punto inseguito dagli uomini di Shaw, i quali lo credono Pearce, ma fortunatamente riesce a sfuggire alla loro caccia.

Angelina Jolie e Johnny Depp in The Tourist

 

La spiegazione del finale di The Tourist

Elise e Frank si incontrano poi di nuovo e questa volta iniziano a passare del tempo insieme, facendo nascere una relazione romantica. Vengono quindi inseguiti dalla polizia e dagli uomini di Shaw attraverso i canali, ma riescono sempre a fuggire. Elise non vuole che accada nulla di male a Frank, quindi lo lascia all’aeroporto e gli dice di tornare a casa. Più tardi, al ballo, Elise riceve però un altro messaggio da Pearce che la indirizza verso una vecchia casa. Lei ci va, anche se sa di essere seguita dalla polizia.

Quando Elise entra, viene presa in ostaggio da Shaw. Lui minaccia di ucciderla se lei non gli dà i soldi che Pearce gli ha rubato. All’interno della casa c’è infatti una cassaforte e lui ha bisogno della password. Nel frattempo, Frank ha deciso di non ripartire e di seguire Elise, perché si è davvero innamorato di lei. Quando arriva a sua volta alla casa, viene anche lui catturato da Shaw. A quel punto, Frank fa una rivelazione scioccante: afferma che in realtà è lui Pearce e giura di dare a Shaw i soldi se lui lascerà andare Elise.

Mentre Frank si avvicina quindi alla cassaforte, sembra che tutto fosse solo un bluff e che in realtà non conosca la password, che si sia finto Pearce solo per cercare di calmare il criminale. Tuttavia, poiché la polizia li stava seguendo, fuori dalla casa ci sono dei cecchini pronti a sparare. Il capo della polizia dà a quel punto l’ordine e i cecchini sparano, uccidendo Shaw e tutti i suoi uomini. Elise e Frank vengono così salvati. Nelle vicinanze, intanto, gli agenti individuano e catturano il presunto Pearce, che si rivela invece essere un turista inglese pagato da Alexander solo per spostarsi seguendo determinate indicazioni e consegnando, di volta in volta, dei messaggi a Elise.

The Tourist cast

Nel frattempo Frank apre a questo punto davanti a Elise la cassaforte, rivelandosi proprio lui il vero Pearce, che per tutto quel tempo le è quindi stato accanto. I due fuggono con il contenuto, lasciando all’ispettore capo Jones un assegno per la somma dovuta da Pearce al governo inglese: 744 milioni di sterline. Ciò comporta la fine della caccia all’uomo poiché l’unico reato rimasto da espiare sarebbe quello di aver rubato dei soldi a un gangster ormai morto. L’ispettore Acheson, amareggiato dal suo fallimento, vede quindi Elise e Frank allontanarsi romanticamente in laguna e salpare insieme verso il tramonto.

Cosa ci lascia il film The Tourist?

The Tourist è dunque un film che, pur non avendo ambizioni di profondità tematica, finisce comunque per suggerire qualcosa sul concetto di identità e sulla possibilità di reinventarsi. Dietro l’apparenza leggera di una commedia romantica travestita da thriller internazionale, si cela infatti una riflessione sul desiderio di evasione dalle etichette sociali. Frank non è solo un insegnante impacciato e gentile: è anche un uomo che ha scelto di scomparire per sfuggire a un passato scomodo e costruirsi una nuova vita, fino a quando non è pronto a rivelare chi è davvero. Il film ci dice che, a volte, serve perdersi – anche fisicamente, in una città come Venezia – per ritrovarsi, e che cambiare volto può diventare un modo per trovare il coraggio di vivere secondo ciò che si è davvero.

Ma The Tourist lascia anche un messaggio più sottile e romantico: quello dell’amore come forza trasformatrice e come spinta a rimettere in gioco sé stessi. Elise è inizialmente una donna sospesa tra fedeltà e nostalgia, ma grazie alla relazione con Frank (che è anche Alexander, cioè l’uomo che ama), riesce a liberarsi da una storia tenuta in vita solo dal mistero. Il film ci mostra che l’amore, quando è sincero, può sopravvivere anche a travestimenti, bugie e fughe, e che a volte vale la pena rischiare tutto per ricominciare, magari su una barca in laguna, finalmente liberi.

Separation: la spiegazione del finale del film horror

Sia che si tratti di Chucky, Annabelle o M3GAN, le bambole sono figure piuttosto significative nei film horror. Anche Separation le utilizza, con l’obiettivo però di rappresentare la separazione tra una bambina e sua madre. Quando la prima non riesce ad affrontare l’assenza del genitore e il padre non riesce ad essere sempre presente, lei si rivolge alle sue bambole in cerca di conforto. Ma sembra che la sua nuova amicizia con le bambole sia troppo stretta per essere rassicurante, poiché non sembrano interessate all’amicizia, ma a qualcos’altro del tutto. Di cosa si tratta? Scopriamolo in questo approfondimento sul finale del film.

La trama di Separation

Sono passati 3 anni dall’ultima pubblicazione dei fumetti Grisly Kin di Jeff. Attualmente è disoccupato e sta affrontando un divorzio con sua moglie Maggie. La donna, che ha un lavoro ben retribuito, ha deciso di trasferirsi in un’altra città con la loro figlia Jenny. Purtroppo, prima che possa spostarsi muore in un incidente d’auto. In seguito, il padre di Maggie cerca di fare comunque ciò che lei voleva per Jenny, ovvero portarla via da Jeff. Lui però prova a lavorare presso la casa editrice di fumetti di un vecchio amico e non è disposto a lasciare che sua figlia venga portata via. Assume anche una tata, Samantha, per Jenny.

In mezzo a tutto questo caos, Jenny si rifugia dunque nelle sue bambole, che sono i personaggi dei fumetti Grisly Kin del padre. Parla con loro e condivide con loro i suoi sentimenti. Pian piano, inizia a vederne versioni più grandi, così come accade anche a Jeff. Quando lui le chiede di loro, lei gli dice che è la sua mamma. Anche se Jeff fatica a crederle, le entità si avvicinano sempre di più a Jenny. Cosa sono veramente queste entità? È Maggie o qualcos’altro che cerca di portare via Jenny da Jeff? Cosa l’ha attirata lì in primo luogo? È il risultato della separazione di Jenny da sua madre?

Rupert Friend e Violet McGraw in Separation
Rupert Friend e Violet McGraw in Separation

Le Bambole

Il concetto di “condotto” ha attirato molta attenzione dal rilascio di L’evocazione – The Conjuring. Gli spiriti demoniaci usano le bambole come mezzo per avvicinarsi ai loro ospiti così da poterli possedere. Ma per farlo, hanno bisogno di un ospite psicologicamente vulnerabile, che in questo caso è Jenny. Secondo lei, è sua madre che è tornata a prenderla, ma secondo un collega di Jeff, si tratta di uno spirito bloccato nella bambola. Ad esempio, se l’ultima cosa che Maggie voleva da viva era portare via Jenny, la sua anima cercherebbe di fare la stessa cosa.

Ha senso pensare che lo spirito di Maggie sia “bloccato” e voglia portare via Jenny, anche se non sappiamo se intenda portarla via fisicamente o ucciderla e poi portarne l’anima nell’altro piano dell’esistenza. Maggie potrebbe usare le bambole perché è l’unico modo per raggiungere sua figlia senza spaventarla (anche se non funziona molto bene). D’altra parte, è anche possibile che uno spirito disumano abbia trovato una crepa nell’anima di Jenny causata dalla separazione dalla madre e stia cercando di possederla.

Questo giustificherebbe la bambola che cerca di tirare Jenny giù dalla balaustra verso la fine del film. La cosa l’avrebbe uccisa e il demone avrebbe avuto la sua anima. Ma Jenny riesce a risalire e a rientrare. Tuttavia, Jenny continua a credere che sia sua madre e la chiama “mamma”. Non è chiaro perché lo spirito reagisca a essere chiamato “mamma” (considerando che non c’è certezza che sia davvero la madre di Jenny). Forse ha bisogno che l’ospite si arrenda e non può costringerlo a fare ciò che vuole. Per questo, l’anima usa le bambole come condotto.

La spiegazione del finale di Separation

Anche se può sembrare logico pensare che lo spirito volesse portare via Jenny, il finale dimostra che non si tratta di uno spirito demoniaco ma è effettivamente quello di Maggie. Verso la fine del film, si scopre che è stata la tata Samantha a investire Maggie, solo per poter stare con Jeff. Anche se questo elemento non ha molta rilevanza per la trama, spiega perché, dopo la reazione allergica di Jenny, Samantha venga colpita alla testa da un lampadario. Lo spirito di Maggie sapeva che Samantha stava cercando di uccidere Jenny per avere Jeff tutto per sé (Samantha ammette persino a Jeff di voler mandare Jenny da sua madre, cioè ucciderla).

Una scena di Separation
Una scena di Separation

Lo spirito cercò anche di ucciderla, o almeno spaventarla, mentre dormiva, così da farla andare via. Ma lei non se ne andò. Samantha venne però infine uccisa dallo spirito. Poi, mentre Jeff e l’incarnazione della bambola, ovvero lo spirito di Maggie, si fissano negli occhi, Jeff le dice che non può portare via Jenny. Jenny interviene, dicendo che non vuole più che si litighi, che vuole solo la sua mamma e il suo papà. Negli ultimi istanti del film, lo spirito salva allora Jenny e Jeff da una caduta mortale. Forse lo spirito di Maggie ha capito che non può portare via Jenny con la forza e che l’unica persona che può prendersi cura di lei era Jeff.

Con questa nuova consapevolezza, lo spirito trova pace e – apparentemente – se ne va. C’è però una scena nei titoli di coda che mostra una delle bambole avvicinarsi a Jenny mentre dorme. Potrebbe essere Maggie, tornata solo per controllare sua figlia, nonostante ciò appaia inquietante. Oppure, potrebbe essere che, sebbene lo spirito di Maggie se ne sia andato, un altro spirito demoniaco abbia trovato il modo di entrare nel piano terrestre e cercherà di possedere la bambina attraverso le sue bambole.

Separation è dunque una rappresentazione di come una madre cerchi di raggiungere sua figlia, anche dopo la morte. Il film non parla tanto della bambina e di suo padre, quanto piuttosto del legame tra lei e sua madre. Possiamo interpretarlo come vogliamo, ma dobbiamo ammettere che è stato l’amore a riportare Maggie da Jenny, perché voleva essere certa che fosse al sicuro. Per quanto surreale possa sembrare, possiamo dire che l’amore è qualcosa che possiamo solo sentire ma mai comprendere davvero, un po’ come gli spiriti. E forse è una cosa positiva.

Scopri il finale di altri film simili a Separation

Pedro Pascal in trattative per unirsi a Behemoth! di Tony Gilroy

Dopo un 2025 ricco di impegni, caratterizzato anche da una nomination agli Emmy e un film della Marvel Studios, Pedro Pascal non sembra avere intenzione di rallentare il ritmo, dato che è in trattative per recitare nel film della Searchlight Pictures Behemoth! dello sceneggiatore e regista Tony Gilroy. La Searchlight ha recentemente aderito al progetto che Gilroy scriverà e dirigerà. Anche se l’accordo non è ancora stato concluso, fonti dicono che Pascal vuole farlo e che le cose stanno andando nella giusta direzione.

I dettagli della trama sono ancora vaghi, ma Gilroy ha dichiarato in alcune interviste che il film ruota attorno a un violoncellista. Gilroy sarà anche produttore insieme a Sanne Wohlenberg. Le riprese del film inizieranno questo autunno a Los Angeles, mentre la data di uscita sarà annunciata in un secondo momento. Considerando ciò, non bisognerà attendere molto prima di avere una conferma riguardo all’affettiva partecipazione di Pedro Pascal al progetto.

Dove abbiamo visto di recente Pedro Pascal?

Pascal sta vivendo un’estate di grande successo, con Material Love di Celine Song (in Italia al cinema dal 4 settembre), Eddington di Ari Aster (in Italia al cinema dal 17 ottobre) e I Fantastici Quattro: Gli Inizi della Marvel attualmente al cinema. Tutti e tre i progetti hanno ricevuto un’accoglienza entusiastica da parte della critica, con il film di Song che è stato il terzo film di A24 con il maggior incasso di sempre e il film Marvel che è stato il film della Marvel con il maggior incasso del 2025. Pascal ha poi di recente recitato anche in Il gladiatore II e nella serie The Last of Us, mentre prossimamente riprenderà il ruolo di Din Djarin in The Mandalorian & Grogu.

The Batman – Parte II: il film potrebbe introdurre Robin!

Una nuova esclusiva di TheInSneider suggerisce che Matt Reeves aggiungerà un nuovo personaggio, decisamente importante, in The Batman – Parte II. La sceneggiatura del sequel, a lungo rimandato, dovrebbe infatti introdurre nientemeno che Robin, la celebre spalla di Batman. Le fonti descrivono la sceneggiatura come una “grande svolta” che “varrà l’attesa”.

Se Reeves sta davvero introducendo Robin nella sua versione realistica e thriller di Gotham, sarà senza dubbio una scommessa azzardata. Il curriculum cinematografico di Robin è sorprendentemente scarso, data la sua importanza nella tradizione DC. Chris O’Donnell ha indossato la maschera in “Batman Forever” di Joel Schumacher e nel tanto criticato “Batman & Robin”. Joseph Gordon-Levitt ha poi interpretato una sorta di versione di Robin in “Il cavaliere oscuro – Il ritorno” di Nolan.

Nel frattempo, la DCU di James Gunn sta preparando la sua avventura di Batman e Robin con “The Brave and the Bold”, con la regia di Andy Muschietti, anche se il cast rimane segreto e la sceneggiatura è ancora in fase di scrittura. Quel progetto non avrebbe comunque nulla a che fare con l’universo creato da Reeves, anche se sarebbe strano vedere due Batman e due Robin sullo grande schermo quasi in concomitanza. Non resta allora che attendere per scoprire se questa notizia verrà confermata o meno.

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte II

The Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto da Matt Reeves è stato rinviato al 1° ottobre 2027. I ritardi sono stati giustificati da esigenze legate alla scrittura della sceneggiatura e al calendario riorganizzato della DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran, che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante ciò, Reeves ha confermato che le riprese inizieranno nella primavera 2026 e Gunn ha recentemente letto la sceneggiatura, definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante per i fan.

Sul fronte del cast, è confermato il ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di Harvey Dent/Due Facce e Clayface (che avrà inoltre un film tutto suo) come villain principali, anche se nulla è stato ancora ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa sottile.

Per quanto riguarda la trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento, tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.

Reeves spera naturalmente che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman, The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per l’Italia.

L’uscita di The Batman – Parte II è ora prevista per il 1 ottobre 2027.

Guillermo del Toro e Netflix di nuovo insieme per The Boy in the Iron Box

Netflix non sta perdendo tempo nel portare sullo schermo The Boy in the Iron Box di Guillermo del Toro e Chuck Hogan. Opzionato per la prima volta nel maggio 2025, l’adattamento cinematografico della novella horror in sei parti, di cui si vociferava da tempo, sembra stia ora procedendo a pieno ritmo, con la produzione che dovrebbe iniziare questo ottobre, secondo What’s on Netflix.

I dettagli rimangono per ora segreti, ma le fonti del sito indicano che il progetto assumerà la forma di un lungometraggio, non di una serie, un punto su cui si era speculato quando i diritti sono stati acquisiti. La collaborazione in corso tra Del Toro e Netflix si è rivelata fruttuosa nel corso degli anni. Dal suo “Pinocchio” in stop-motion, vincitore di un Oscar, a “Frankenstein”, in uscita in autunno.

Che cos’è The Boy in the Iron Box?

The Boy in the Iron Box è una raccolta serializzata composta da sei storie interconnesse: “Falling Down”, “The Pit and the Box”, “The Hunted”, “Risen”, “Siege” e “Encounter“. Ci sono state indiscrezioni secondo cui del Toro non solo produrrà, ma dirigerà anche il film. Questa ultima collaborazione riunisce del Toro con il co-sceneggiatore Chuck Hogan, con cui ha già scritto i romanzi di “The Strain” e “The Hollow Ones”.

Il cast del Frankenstein di Guillermo del Toro

Guillermo del Toro scrive, dirige e produce Frankenstein insieme a J. Miles Dale, che è stato produttore di Guillermo del Toro’s Cabinet Of Curiosities per Netflix. Il romanzo classico di Mary Shelly segue la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egoista che dà vita a una creatura in un mostruoso esperimento che alla fine porta alla distruzione sia del creatore che della sua tragica creazione. Del Toro sta sviluppando il progetto Frankenstein da diverso tempo e da tempo desiderava realizzare un film incentrato sull’iconica storia di Shelley, ma non si sa ancora quale sarà il suo punto di vista sul racconto classico.

Nel film Oscar Isaac interpreterà Victor Frankenstein, mentre Mia Goth sarà la protagonista femminile, ma il suo ruolo effettivo è ancora sconosciuto. Così come è sconosciuto il ruolo che avranno Christoph Waltz e Charles DanceAndrew Garfield era inizialmente stato scelto per interpretare la Creatura, ma ha dovuto rinunciare al film per via di altri impegni, venendo sostituito da Jacob Elordi. Le riprese del film dovrebbero svolgersi nel corso dei prossimi mesi, con una distribuizione prevista su Netflix per il 2025.

Ana de Armas sarebbe in lizza per un ruolo “importante” nel MCU

Ana de Armas si è affermata come una vera e propria star dei film d’azione, con una performance di rilievo nell’ultimo (ad oggi) film della saga di James Bond, No Time to Die prima di diventare la protagonista assoluta dello spin-off di John Wick, Ballerina. In passato si era già parlato della possibilità che la star – nota anche per i film Cena con delitto e Blonde – potesse ottenere un ruolo nell’MCU, e ora lo scooper Daniel Richtman torna a riferire che “Ana de Armas è stata presa in considerazione per un ruolo importante nella Marvel”.

Non ha fornito ulteriori dettagli sul personaggio che potrebbe interpretare o sul progetto in questione, anche se lo scorso dicembre era stata menzionata la possibilità che l’attrice si unisse al cast di Avengers: Doomsday. Ci saranno sicuramente dei nuovi personaggi in quel film. Potrebbe però anche prendere parte ad un altro progetto del MCU, idealmente anche dopo il reset a cui Avengers: Secret Wars darà vita. Al momento, si tratta però solamente di ipotesi.

Armas viene spesso suggerita anche per il ruolo di Wonder Woman nel DCU, anche se la probabilità che ciò avvenga dipende da ciò che James Gunn sta cercando per la sua Diana Prince. I Marvel Studios hanno accesso a molti nuovi personaggi grazie ai franchise degli X-Men e dei Fantastici Quattro, quindi solo il tempo dirà chi potrebbe interpretare nel MCU. Il Multiverso in gioco, d’altronde, apre anche le porte a molte possibilità.

Dove abbiamo visto di recente Ana de Armas

Negli ultimi anni, Ana de Armas ha consolidato il suo status di star internazionale partecipando a progetti di grande rilievo. Dopo il successo di Blonde (2022), in cui ha interpretato una versione intensa e controversa di Marilyn Monroe, l’attrice cubana ha preso parte al film d’azione Ghosted (2023) accanto a Chris Evans, dove ha mostrato un lato più ironico e dinamico. Ha poi recitato nel film Eden e nel thriller psicologico Ballerina, spin-off dell’universo di John Wick, dove interpreta una letale assassina in cerca di vendetta. Con questi ruoli, Ana de Armas continua a dimostrare la sua versatilità e il suo carisma sullo schermo.

Sicario 3: Josh Brolin fornisce un aggiornamento entusiasmante sul sequel

Per anni si è parlato di Sicario 3, e ora Josh Brolin ha fornito un aggiornamento entusiasmante sul terzo capitolo, rivelando anche se Denis Villeneuve tornerà alla regia. La serie Sicario, come noto, è stata lanciata nel 2015 con il thriller teso e acclamato dalla critica di Villeneuve che esplora la guerra alla droga degli Stati Uniti al confine meridionale, con Emily Blunt, Benicio del Toro e Brolin.

Sicario è stato un successo immediato, dando vita al sequel del 2018, Sicario: Day of the Soldado di Stefano Sollima, che ha spostato l’attenzione sui personaggi di Brolin e del Toro. Anche se mancavano Villeneuve come regista e il personaggio di Blunt, il film ha comunque ampliato il mondo della serie e si è concluso con un finale che anticipava un altro capitolo, lasciando molti a chiedersi se ci sarebbe stato un Sicario 3.

Durante una recente apparizione al podcast Happy Sad Confused, Brolin, che per i film ha interpretato Matt Graver, ha ammesso che, sebbene un tempo pensasse che un terzo film di Sicario fosse improbabile, ora “ha appena sentito che è molto, molto reale”. Quando il conduttore Josh Horowitz ha chiesto se Villeneuve sarebbe tornato alla regia, Brolin ha dichiarato: “Onestamente non lo so”.

Cosa significa l’aggiornamento di Josh Brolin per Sicario 3

I commenti di Brolin sono il segno più concreto finora che Sicario 3 sta finalmente andando avanti. In precedenza, come già detto, l’attore aveva dato un aggiornamento deludente su Sicario 3, che suggeriva che il progetto fosse piuttosto improbabile. Tuttavia, l’attore ha ora confermato che il film è addirittura “molto, molto reale”, suscitando entusiasmo per un franchise che è stato silenziosamente in fase di sviluppo per anni.

L’assenza di un regista confermato lascia comunque qualche incertezza. Villeneuve è attualmente uno dei registi più impegnati di Hollywood, soprattutto con Dune – Parte Tre e poi con il prossimo James Bond, quindi sembra improbabile che torni alla regia. Se dovesse farlo, ciò significherebbe che per vedere il film potrebbe volerci ancora molto. Tuttavia, se Brolin e del Toro tornassero, e secondo quanto riferito anche Blunt fosse coinvolta, Sicario 3 potrebbe comunque offrire una fantastica conclusione alla trilogia.

Weapons: la spiegazione del finale del film horror

Dopo aver costruito un avvincente mistero horror per gran parte della sua durata, il finale di Weapons porta le cose a una conclusione intensa, inquietante e oscuramente esilarante. Il secondo lungometraggio da solista dello sceneggiatore e regista Zach Cregger ruota attorno alla scomparsa inspiegabile di (quasi) un’intera classe di bambini di terza elementare, che sono scappati dalle loro case di periferia nella stessa notte, esattamente alle 2:17 del mattino.

Il film è diviso in sezioni che seguono personaggi specifici, saltando avanti e indietro nel tempo per coglierli nei momenti chiave del loro coinvolgimento nel caso. Alla fine, man mano che i pezzi del puzzle vanno lentamente al loro posto, diventa chiaro che tutte le stranezze della loro città sono riconducibili a una donna: Gladys, una strega e autoproclamata zia di Alex, l’unico bambino della classe di Justine Grady a non essere scomparso.

Nel momento culminante del film, quasi tutti i personaggi principali (tranne il povero Andrew Marcus, il preside la cui testa è stata schiacciata poco prima quel giorno) si ritrovano nella casa di Alex, dove sono tenuti prigionieri i bambini scomparsi. Justine e Archer, un genitore di un bambino scomparso, cadono però nella trappola di Gladys; Paul, l’ex fidanzato poliziotto di Justine, e James, il tossicodipendente che ha scoperto per caso i bambini scomparsi, sono la trappola. Ne segue un livello di violenza quasi caricaturale.

Josh Brolin in Weapons

Cosa succede nel finale di Weapons

Gladys, rendendosi conto che il gioco è finito e dicendo ad Alex di prepararsi a lasciare la città, ha preparato Paul e James per una versione alternativa dell’incantesimo d’attacco che aveva usato in precedenza. Invece di prendere di mira incessantemente una persona specifica, sono impostati per attivarsi se qualcuno attraversa le linee di sale lasciate sul pavimento, cosa che Justine fa inconsapevolmente. Paul le si avventa quindi contro, mentre James si scaglia su Archer. Sebbene continui a sferrare colpi devastanti al volto di James, Archer non riesce a tenerlo a terra a lungo.

Justine, traumatizzata, dopo che un pelapatate si rivela inefficace, riesce a uccidere Paul con la pistola del poliziotto. Poi la punta contro James e salva Archer, che si dirige verso il seminterrato e trova i bambini scomparsi. Tuttavia, mentre cerca suo figlio Matthew, trova invece Gladys. Nel frattempo, Alex, che ha osservato Gladys compiere i suoi orrori, calpesta il sale che i suoi genitori hanno sparso intenzionalmente. Usa le stanze comunicanti per aggirarli e si fa strada nella stanza di Gladys, che stavano sorvegliando.

Afferra uno dei rami spinosi che lei usa per i suoi incantesimi, uno già in uso, e si rintana nel bagno per ripetere i passaggi che l’ha vista eseguire. Gladys ha a quel punto scagliato Archer contro Justine e lo sta guardando mentre la strangola quando Alex, dopo aver avvolto una ciocca di capelli di Gladys attorno al ramo, lo spezza. Capendo cosa è successo, lei fugge dalla casa urlando, solo per essere inseguita dalla folla di bambini che aveva rapito con la magia. Quando la raggiungono, la fanno a pezzi, rompendo gli incantesimi.

Julia Garner in Weapons (2025)
Julia Garner in Weapons

La spegazione del perché Gladys ha rapito i bambini

Nel capitolo su Alex in Weapons, vediamo Gladys accolta nella casa perfettamente normale della sua famiglia, apparentemente perché è malata e non ha altro posto dove andare. Dalle conversazioni che Alex ascolta di nascosto e dalla breve occhiata che le dà, sembra che sia già in fin di vita. Tuttavia, non passa molto tempo prima che i genitori del ragazzo siano praticamente catatonici e Gladys sia di nuovo in piedi. Dopo un po’ di tempo, una notte confessa ad Alex che la sua malattia, qualunque essa sia, è reale. Anche se spiega le cose come si farebbe con un bambino, è chiaro che Gladys ha in qualche modo rubato la forza vitale dei genitori del ragazzo.

Questo spiega il suo improvviso cambiamento fisico. Pensava che sarebbe stato sufficiente, ma sta già ricominciando a perdere energia. Così, punta gli occhi sui compagni di classe di Alex. Dopo essersi procurata un oggetto appartenente a ciascuno di loro, lancia l’incantesimo che li convoca da lei alle 2:17 del mattino, spiegando perché tutti hanno lasciato le loro case esattamente a quell’ora. Li tiene rinchiusi nel seminterrato, dove rimangono immobili, proprio come i genitori di Alex; lui deve dar loro da mangiare della zuppa per mantenerli in vita. In questo modo, lei prosciuga le loro vite per sostenere la propria.

Dopo la sua morte, apprendiamo solo frammenti sulla guarigione delle sue vittime dal narratore bambino di Weapons, che ci parla a due anni dall’incidente. I genitori, a quanto pare, sono rimasti in uno stato relativamente vegetativo: vengono descritti come bisognosi di essere nutriti con la zuppa altrove, il che indica che sono ancora ricoverati in ospedale dopo tutto questo tempo. I bambini stavano invece abbastanza bene da tornare alla loro vita quotidiana, anche se il narratore riferisce che solo alcuni di loro hanno ricominciato a parlare.

È chiaro che qualsiasi danno abbia causato la magia di Gladys è permanente. Oltre ad essere più anziani, i genitori di Alex sono stati sotto il controllo della strega più a lungo e sono stati la sua unica fonte di energia per un po’, il che spiegherebbe perché siano in condizioni peggiori. I bambini hanno invece maggiori possibilità di guarire completamente. Ma mentre guardiamo negli occhi di Matthew durante l’ultima scena di Weapons, ci viene da chiederci se Archer abbia davvero riavuto suo figlio.

Cary Christopher in Weapons
Cary Christopher in Weapons

La vera identità di zia Gladys

Il cattivo di Weapons probabilmente non è chi sembra essere all’inizio. Dopo essere apparsa brevemente nei capitoli di Justine, Archer e James, principalmente per spaventare i presenti, Gladys fa la sua comparsa effettiva nell’ufficio di Marcus. Si presenta come la zia di Alex (più precisamente, la sorella della nonna di Alex), che si prendeva cura del ragazzo mentre i suoi genitori si stavano riprendendo da gravi malattie. La seconda parte di questa affermazione viene rapidamente e brutalmente smascherata come una bugia, ma la prima parte si complica con il passare del tempo.

Nel capitolo di Alex, prima del suo arrivo, Gladys viene descritta come la zia di sua madre, la sorella della nonna di Alex. In una sorta di litigio ascoltato per caso, i suoi genitori ricordano di averla incontrata almeno una volta, anni fa, ma sono certi che non abbia partecipato al loro matrimonio. La madre di Alex, tuttavia, sembra sicura che sia una parente. E potrebbe esserlo, ma probabilmente è ancora più anziana. Gladys dice a Marcus che il padre di Alex ha “un tocco di tisi”, un termine che risale all’antichità ma che alla fine è diventato sinonimo di tubercolosi, sostituendola.

La malattia batterica è stata formalmente identificata nel 1882 e, sebbene il termine tisi fosse ancora in uso all’inizio del XX secolo, alla fine è diventato materia di letteratura classica e libri di storia. Marcus è colpito dall’anacronismo. Non riesce a capire (né potrebbe farlo uno spettatore che vede Weapons per la prima volta a questo punto) come Gladys stia facendo una battuta macabra sull’uomo di cui ha consumato l’energia. Ma, se associato alla sua confessione ad Alex di essere malata da molto tempo, questo potrebbe indicare che Gladys è almeno una o due generazioni più anziana di quanto creda la sua famiglia.

Benedict Wong e Julia Garner in Weapons
Benedict Wong e Julia Garner in Weapons

Il vero significato del finale di Weapons

Weapons è un film complesso e, anche se otteniamo una spiegazione definitiva della violenta stranezza che ha colpito questa città, probabilmente si rivelerà un terreno fertile per molteplici interpretazioni tematiche. Ma ci sono alcuni dettagli chiave che indicano determinate interpretazioni. Il primo e più importante è la struttura. La narrazione frammentata di Cregger rende la storia avvincente, fornendoci informazioni poco alla volta, ma ci incoraggia anche a prestare attenzione a come le vite dei singoli personaggi si scontrano tra loro. Justine, Archer, Paul e James agiscono tutti sulla base di vari impulsi egoistici, spesso distruttivi, senza preoccuparsi realmente delle loro conseguenze.

In Weapons ci sono diversi casi di persone che fanno pressione su altre affinché facciano qualcosa che non vogliono fare (Justine e Paul che bevono; Archer che guarda il video dei Bailey) molto prima che Gladys venga introdotta. Ci sono anche casi di indifferenza quasi comica, ad esempio il proprietario di un minimarket che urla a Justine di uscire mentre Marcus, dall’aspetto orribile e omicida, la insegue. Questi dettagli creano un inquietante parallelismo con Gladys e la sua magia. La strega è una versione esagerata degli adulti di questo film, un essere di puro egoismo e indifferenza.

È, come un motivo ricorrente sottolinea, un parassita, che priva le persone della loro autonomia per il proprio tornaconto. Ma lei è semplicemente la versione horror di qualcosa che ci viene mostrato come abbastanza normale. Tra gli adulti, solo Marcus sembra motivato dalla preoccupazione per il benessere degli altri, e l’universo lo punisce in modo brutale per questo. Alex è reso vulnerabile per lo stesso motivo. È degno di nota il fatto che Gladys abbia cercato di controllarlo non minacciando la sua sicurezza, ma quella dei suoi genitori.

Julia Garner e Josh Brolin in Weapons
Julia Garner e Josh Brolin in Weapons

Questa divisione tra bambini e adulti è fondamentale anche in Weapons, ed è integrata in modo simile nella sua struttura. Il film è narrato da una ragazzina, che ci racconta questa storia come qualcosa di vero ma soppresso, conferendole l’aria di una leggenda metropolitana. Gli adulti di questo mondo non sono riusciti a gestire la rottura con la normalità e l’hanno seppellita; i bambini la mantengono viva nei sussurri. In questa ottica, la narrazione del film diventa un avvertimento trasmesso da bambino a bambino sui mali che gli adulti sono capaci di infliggere loro, così come gli uni agli altri.

Questa domanda aleggia sull’ultima scena, insieme al dubbio se Matthew riuscirà mai a riprendersi: dato ciò che abbiamo visto di Archer, è davvero fuori pericolo? Lo sono tutti loro? Con il suo finale cruento, Weapons è anche un promemoria di ciò che i bambini sono capaci di fare in cambio. Se il film dovesse essere sintetizzato in un’unica idea, sarebbe che i traumi che cerchiamo di reprimere hanno il potere di ferire chi ci circonda, e il dolore che riversiamo nel mondo ha il potere di tornare indietro verso di noi. Chiunque può diventare un’arma se non sta attento.

Cosa ci lascia il film Weapons

Weapons ci lascia dunque con una riflessione amara e potente: il vero orrore non sta nella magia, ma nelle dinamiche quotidiane di egoismo, indifferenza e abuso che gli adulti infliggono ai più giovani. Gladys è solo la manifestazione sovrannaturale di un male già radicato nella comunità, fatto di pressioni, manipolazioni e traumi silenziosi. La sua fine, per mano dei bambini, non è una vittoria liberatoria ma un grido di dolore restituito. Il film ci dice che il male, se ignorato o represso, si trasforma e si riproduce. E che chiunque, se ferito a sufficienza, può diventare un’arma. Anche un bambino.

Spider-Man: Brand New Day, una foto dal set sembra rivelare il nuovo lavoro di Peter Parker

Sono attualmente in corso le riprese di Spider-Man: Brand New Day e questo ha sì che negli scorsi giorni e settimane siano iniziate a circolare foto dal set che hanno permesso di avere un primo sguardo al ritorno di Zendaya o allo Spider-Man di Tom Holland che si dondola tra i grattacieli grazie alle sue ragnatele. Ora, una nuova foto sembra suggerire il lavoro che Peter Parker svolgerà nel prossimo film per potersi pagare il college.

Una nuova foto (la si può vedere qui) dal set londinese del film sembra infatti rivelare che Peter abbia trovato lavoro al Delmar’s Deli. Il locale che serve i “migliori panini del Queens” è apparso in tutti i film precedenti e sarà interessante vedere come il protagonista riuscirà a sbarcare il lunario lavorando per qualcuno che ormai non lo ricorda più come cliente affezionato. Se ciò venisse confermato, metterebbe a tacere il rumor secondo cui Peter avrebbe potuto assumere il ruolo di fotografo per il Daily Bugle.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Josh Brolin su un ritorno di Thanos nel MCU: “Se me lo chiedessero, sarei sul set il giorno dopo”

Josh Brolin ha interpretato Thanos per la prima volta in Avengers: Infinity War. Il Titano Pazzo è stato in molti modi il personaggio principale di quest’ultimo film e, sebbene sia stato decapitato nei primi minuti di Avengers: Endgame, il cattivo è poi tornato sotto forma di Variante. La storia di Thanos è finita quando Iron Man lo ha fatto scomparire, ma la serie What If…? ci ha mostrato che ha ancora molte Varianti sparse nel Multiverso. Incontreremo Re Thanos in una delle prossime attrazioni di Disneyland, ma che ne sarà di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars?

Parlando con Josh Horowitz, Josh Brolin è tornato a riflettere sul ruolo di Thanos e ha confermato che sarebbe felice di riprendere il ruolo se i fratelli Russo lo chiamassero. “C’è un livello di assurdità che mi piace molto… L’ho detto un milione di volte, ma risale al teatro black box, dove non hai soldi e fingi che questa cosa sia una pistola”, ha spiegato l’attore. “Se sei abbastanza convinto, la gente inizierà davvero a pensare che sia una pistola. C’era un po’ di questo in Avengers.

Avevano paura che la notizia trapelasse, quindi ci davano una scena finta e poi ci davano la scena vera quando arrivavamo sul posto, il che, per me, è un inferno. Non riesco a prepararmi, penso alle battute e a tutte queste cose, ma alla fine ha funzionato. Doveva essere un cameo. Quando me l’hanno proposto per la prima volta, stavo girando il film Everest a Londra, e mi hanno portato questa enorme bibbia, ed era solo una piccola cosa, e sarei stato nel film per 10 minuti. L’hanno cambiato. Si è trasformato in questa cosa enorme“.

Deadpool 2, ero contento che fosse un’esperienza unica. Per quanto riguarda Thanos, se mi chiamassero a Londra in questo momento e mi dicessero: ‘Facciamolo’, risponderei: ‘Sarò lì domani’”, ha ammesso Brolin. “Parlo con Downey probabilmente quattro o sei volte all’anno. Parlo con i Russo probabilmente quattro o sei volte alla settimana. Parlo molto con Joe. Li adoro entrambi“. Condividendo la sua opinione su ciò che i fratelli Russo stanno preparando con i prossimi film, l’attore ha detto: “Ovviamente tireranno fuori qualcosa di divertente. Chissà? È stato un progetto decennale, con un accordo ben definito. Non so cosa faranno, ma sono sicuro che sarà interessante. Penso che siano molto bravi in questo“.

X-Men, Alexandra Shipp offre un consiglio alla prossima Tempesta: “Rendila tua”

Alexandra Shipp ha debuttato nel ruolo di Tempesta in X-Men: Apocalisse, prima di tornare nei panni dell’eroina mutante in grado di manipolare il tempo atmosferico in quello che sarebbe diventato l’ultimo film degli X-Men dell’era 20th Century Fox prima dell’acquisizione da parte di Disney/Marvel, ovvero X-Men: Dark Phoenix. Shipp ha fatto un ottimo lavoro con quello che aveva a disposizione, che, per sua stessa ammissione, non era molto.

Sì e no”, ha risposto Shipp quando le è stato chiesto se le sarebbe piaciuto interpretare di nuovo Tempesta in un’intervista del 2019. “Perché Tempesta ha pochissimo da dire. Non so gli altri attori, ma noi non parliamo mai. Quindi sarebbe davvero bello se non fossimo ammassati in un altro cast affollatissimo, in cui mi si vede solo sullo sfondo come un fottuto sasquatch“. L’attrice ha dunque concluso che: “Non mi interessa. Penso che ci siano altre donne che possono assumere quel ruolo e farlo davvero bene”.

Era improbabile che Alexandra Shipp venisse chiamata a riprendere il ruolo per il reboot degli X-Men dell’MCU, che recentemente ha ingaggiato il regista di Thunderbolts* Jake Schreier alla regia. Il casting è appena iniziato, ma circolano voci insistenti che lo studio sia interessato alla star di Wicked Cynthia Erivo per la parte. Ad ogni modo, a chiunque finirà per interpretare la prossima Tempesta sul grande schermo, Shipp ha ora offerto alcuni saggi consigli.

Devi renderla tua”, ha detto durante un’intervista con Collider. “Penso che molto spesso le persone vogliano confrontare le interpretazioni. Vogliono confrontare come Halle ha interpretato la sua Tempesta con la mia, o qualsiasi altro personaggio, in realtà. Non credo che questo sia giusto nei confronti dell’attore, né nei confronti del pubblico. Penso che sia importante rendere il ruolo proprio, trovare il modo di essere un individuo e lasciare che questo si formi. Perché la mia Tempesta è molto più giovane e non è addestrata“, ha continuato.

Quindi proveniva dalla strada in X-Men: Apocalisse. Per me era importante che fosse una combattente di strada, e abbiamo inserito molto di questo nel suo stile di combattimento e nel modo in cui volava. Quindi direi semplicemente: rendila tua”. Un consiglio certamente prezioso, molto più ragionato e motivato rispetto a tanti altri che vengono forniti nel passaggio di un ruolo da un attore ad un altro. Non resta a questo punto attendere di scoprire chi assumerà questo importante ruolo per il Marvel Cinematic Universe.

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Chi reciterà nel reboot degli X-Men?

Secondo quanto riferito, il casting ufficiale dovrebbe iniziare molto presto (se non è già iniziato) e personaggi del calibro di Harris Dickinson, Margaret Qualley, Elle Fanning e Julia Butters sarebbero nel mirino dello studio (secondo quanto riferito, erano in lizza per interpretare Cyclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: Romulus David Jonsson e Trinity Bliss, che potrebbero essere in lizza per interpretare Jubilee. Altri nomi che sono emersi nelle voci di corridoio includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister).

Riguardo al progetto Kevin Feige ha dichiarato di avere un “piano decennale” per la saga dei mutanti. “Penso che lo vedrete continuare nei nostri prossimi film con alcuni personaggi degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà davvero in una nuova era dei mutanti Ancora una volta, è uno di quei sogni che diventano realtà. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men“.

Mercoledì – Stagione 2: perché Mercoledì perde i suoi poteri e piange lacrime nere

Dopo aver acquisito i suoi poteri poco prima di frequentare Nevermore, i poteri di Mercoledì Addams smettono di funzionare nella seconda stagione della serie Netflix. Mentre aggiorna il pubblico su ciò che è successo dopo il finale della prima stagione di Mercoledì, il personaggio interpretato da Jenna Ortega rivela infatti di aver “padroneggiato” i suoi poteri psichici, ma di aver iniziato a manifestare sintomi pericolosi durante l’estate.

Nella seconda stagione, gli occhi di Mercoledì Addams versano infatti lacrime nere quando usa i suoi poteri psichici, un sintomo grave che, come scopre, era stato sperimentato anche dalla sorella di Morticia Addams, Ofelia, un’altra emarginata psichica che ha frequentato Nevermore. Ha poi una visione intensa della morte di Enid, che le provoca lacrime nere e convulsioni prima di perdere conoscenza. Quando si sveglia, i suoi poteri hanno smesso di funzionare e non sono ancora tornati alla fine della prima parte.

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Le lacrime nere di Mercoledì sono un sintomo dell’abuso dei suoi poteri psichici

Come le spiega Morticia nell’episodio 1, le lacrime nere di Mercoledì sono causate dall’uso eccessivo dei suoi poteri psichici. Mercoledì rivela infatti che durante l’estate ha usato costantemente i suoi poteri psichici in situazioni estremamente intense, tra cui la caccia a un serial killer. Sforzando i suoi poteri con tale intensità e così spesso, il suo corpo ha iniziato a reagire con sintomi gravi.

Jenna Ortega, Catherine Zeta-Jones ed Emma Myers in Mercoledì - Stagione 2
Jenna Ortega, Catherine Zeta-Jones ed Emma Myers in Mercoledì – Stagione 2. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

È paragonabile a quando Undici di Stranger Things ha il sangue dal naso dopo aver abusato dei suoi poteri, il che le fa perdere temporaneamente le sue capacità sovrumane. Per i sensitivi in Mercoledì, in particolare quelli apparentemente corvini come la protagonista e sua zia Ofelia, ciò si traduce in lacrime nere. Tuttavia, poiché Mercoledì non ha condiviso le sue esperienze con i poteri psichici con la madre Morticia Addams, non è ancora chiaro come possa far sparire le lacrime nere.

I poteri di Mercoledì smettono di funzionare dopo che li ha usati troppo

Come le lacrime nere, i poteri della protagonista della famiglia Addams smettono di funzionare perché la sua capacità di usarli è stata sfruttata eccessivamente: non riesce più a gestire lo sforzo a cui ha sottoposto i suoi poteri psichici. Le lacrime nere sono state il primo sintomo, più che altro un avvertimento che se avesse continuato a sforzarli eccessivamente, avrebbero smesso di funzionare del tutto.

Tuttavia, Mercoledì non ha ancora perso completamente i suoi poteri. Ha ancora le sue capacità psichiche, semplicemente non le ha lasciate riposare abbastanza né ha trovato una strategia per costringerle a tornare. Ma, visto il modo in cui ha usato incautamente i suoi poteri, continuare a cercare di usarli prima che siano pronti potrebbe portare a conseguenze molto più gravi.

Jenna Ortega in Mercoledì - Stagione 2
Jenna Ortega in Mercoledì – Stagione 2. Cr. Helen Sloan/Netflix © 2025

Mercoledì riuscirà a riottenere i suoi poteri nella seconda parte?

Dato che i poteri psichici di Mercoledì sono fondamentali per la sua storia nella serie Netflix, è altamente probabile che ricomincino a funzionare prima della fine della seconda parte della seconda stagione. Mercoledì crede che la risposta per riottenere i suoi poteri si trovi nel libro degli incantesimi della sua antenata psichica Goody Addams, ma Morticia suggerisce che usare una strategia contenuta nel libro potrebbe solo peggiorare le cose.

In realtà, trovare Ofelia Frump potrebbe essere la vera chiave per scoprire come sbarazzarsi delle lacrime nere e recuperare i suoi poteri. La donna è scomparsa dopo aver spinto troppo i suoi poteri “facendola impazzire”, ma le sue somiglianze con Mercoledì suggeriscono che la risposta per risolvere i problemi legati ai loro poteri sarà la stessa.

Tuttavia, oltre a una strategia più formale per i sensitivi corvo, per riottenere i suoi poteri Mercoledì dovrà quasi certamente “padroneggiare” veramente la sua abilità imparando a usarli con maggiore cautela. Per questo, probabilmente avrà bisogno di una nuova guida spirituale, di ulteriori conversazioni con sua nonna Hester Frump, di un ricongiungimento con Ofelia e di una maggiore apertura ai consigli di Morticia nella seconda parte della seconda stagione.

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Star Wars: Lucasfilm starebbe preparando nuovi film nello stile del Mandoverse

Alla Star Wars Celebration del 2023, la Lucasfilm ha rivelato i suoi piani per un nuovo film di Star Wars incentrato sul personaggio di Rey Skywalker interpretato da Daisy Ridley. Sharmeen Obaid-Chinoy è ancora incaricata della regia del film, che ha visto avvicendarsi diversi sceneggiatori da quando è stato annunciato per la prima volta. Ora, con George Nolfi, autore di I guardiani del destino e The Bourne Ultimatum, al lavoro sull’ultima bozza, lo scooper Daniel Richtman ha condiviso alcune nuove informazioni sui piani della Lucasfilm per il post L’ascesa di Skywalker.

Richtman spiega che sarà simile al “Mandoverse”, con diverse storie raccontate in quel periodo. La prima di queste dovrebbe essere New Jedi Order (il titolo sarebbe provvisorio) con Daily Ridley, il che indica che Star Wars: Starfighter potrebbe non far parte di questa lista. È infatti stato ampiamente riportato che il film sarà ambientato 5 anni dopo l’Episodio IX, mentre quello con Rey sarà ambientato 15 anni dopo.

Potrebbero esserci alcuni collegamenti tra i due, ma non sembra che dovremmo necessariamente aspettarci che Rey appaia al fianco di Ryan Gosling e del villain Matt Smith. Il film di Obaid-Chinoy dovrebbe invece condurre a un evento che riporterà in scena molti volti noti del passato e dovrebbe concentrarsi sui tentativi di Rey di dar forma ad un nuovo ordine Jedi. I dettagli sul progetto sono però ancora scarsi, ma sembra che Lucasfilm potrebbe puntare su una formula rivelatasi piuttosto apprezzata, ovvero quella del citato “Mandoverse”.

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Daisy Ridley ha scelto di tornare a Star Wars per l’originalità della storia

Nonostante le varie voci e pubblicazioni, i dettagli su New Jedi Order rimangono scarsi. Ora, però, Daisy Ridley ha fornito un aggiornamento che indica quanto il film sarà creativo e originale. Secondo Premiere, la decisione dell’attrice di tornare nei panni di Rey Skywalker in Star Wars è dipesa interamente dalla storia che il nuovo film avrebbe raccontato. Ridley ha spiegato:

“Mi hanno semplicemente chiesto se volevo farlo, basandomi su un’idea, senza che la sceneggiatura fosse ancora scritta. Ma se non fossi stata convinta dal concetto, il film non sarebbe stato realizzato. Ci ho pensato un giorno e mi sono detta che mi ero divertita molto a realizzare quei film. Questa nuova avventura mi sembrava divertente, quindi perché dire di no? I miei pensieri sull’argomento sono piuttosto semplici: se non avessi pensato che la storia valesse la pena di essere raccontata, non sarei tornata.”

Spider-Man: Brand New Day, il ruolo di Sadie Sink sarebbe stato rivelato!

Il misterioso ruolo di Sadie Sink in Spider-Man: Brand New Day continua a essere un argomento molto dibattuto online. Jean Grey, Mayday Parker e Gatta Nera sono solo alcuni dei nomi che circolano da quando l’attrice è stata scelta. È poi anche emersa una teoria secondo cui Sink interpreterà la figlia dello Spider-Man di Tobey Maguire. L’insider Kristan Harloff, tuttavia, riferisce di aver sentito dire con “buona certezza” che la Sink interpreterà Gwen Stacy in Spider-Man: Brand New Day.

È sicuramente perfetta per il ruolo di Gwen e, dato che Peter Parker probabilmente andrà al college, ha senso aggiungere al cast un personaggio che ha definito quegli anni per lui nei fumetti. Se Sink interpreterà Gwen, potremmo vederla diventare il nuovo interesse amoroso di Spidey o forse vestire lei stessa i panni di una supereroina. Viene a questo punto da chiedersi se la MJ di Zendaya (che alcune foto ci hanno mostrato sul set) verrà progressivamente messa da parte, dato che ora non ha più alcun ricordo di Peter Parker.

Gwen Stacy, il grande amore della vita del giovane Peter ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 2007 in Spider-Man 3, dove è stata interpretata da Bryce Dallas Howard. Emma Stone ha assunto il ruolo nel film The Amazing Spider-Man del 2012 ed è tornata in The Amazing Spider-Man 2. In questo sequel, Gwen è stata uccisa da Harry Osborn dopo che questi è diventato il “Green Goblin” (o almeno una sua versione) e Spider-Man non è riuscito a salvarla in tempo. Non resta dunque che una conferma ufficiale che il personaggio sta tornando, con il volto di Sadie Sink.

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L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

I Fantastici Quattro: un sequel sarebbe in sviluppo con Matt Shakman ancora alla regia

I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la nostra recensione) ha subito un calo piuttosto netto al botteghino nazionale durante il suo secondo weekend nelle sale, sollevando interrogativi e preoccupazioni sul potenziale del franchise del reboot dell’MCU. I Marvel Studios non sembrano tuttavia eccessivamente scoraggiati e potrebbe già avere in programma un sequel. Sebbene non sia stato annunciato nulla di ufficiale (e probabilmente non lo sarà per un po’), Jeff Sneider ha sentito dire che “Matt Shakman tornerà probabilmente a dirigere un sequel”.

A quanto pare, i dirigenti della Marvel sono fiduciosi che un secondo film avrà un successo maggiore al botteghino una volta che il pubblico avrà familiarizzato con Reed, Sue, Johnny e Ben dopo il loro ritorno in Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Durante la conference call sui risultati finanziari di ieri, Bob Iger della Disney ha affermato che I Fantastici Quattro hanno “lanciato con successo questo importante franchise nel Marvel Cinematic Universe”, il che è stato il nostro primo indizio che altri film sui Fantastici Quattro sono in fase di progettazione.

È ovviamente troppo presto per speculare su quale potrebbe essere il tema centrale di un potenziale sequel (avremo un’idea molto più chiara dopo i film degli Avengers), ma rumor emersi di recente hanno riportato che la Marvel avrebbe in programma di realizzare un film su Galactus e Silver Surfer, interpretata sempre da Julia Garner. I due personaggi, d’altronde, sono stati semplicemente “allontanati” da Terra-828 e potrebbero facilmente tornare per confrontarsi nuovamente con i Fantastici Quattro.

Leggi qui i nostri approfondimenti su I Fantastici Quattro: Gli Inizi:

Nella nostra recensione abbiamo scritto:I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.

Gina Carano e Disney risolvono la controversia sul licenziamento da The Mandalorian

Lucasfilm e The Walt Disney Company hanno raggiunto un accordo reciproco nella controversia legale con Gina Carano a seguito del suo licenziamento da “The Mandalorian”. Un portavoce della Lucasfilm ha dichiarato in un comunicato fornito a Variety: “La Walt Disney Company e la Lucasfilm sono lieti di annunciare di aver raggiunto un accordo con Gina Carano per risolvere le questioni relative alla causa legale pendente contro le società”.

“La signora Carano – si legge poi nel comunicato – è sempre stata molto rispettata dai suoi registi, colleghi e dallo staff, e ha lavorato duramente per perfezionare la sua arte, trattando i suoi colleghi con gentilezza e rispetto. Con la conclusione di questa causa, non vediamo l’ora di individuare opportunità di collaborazione con la signora Carano nel prossimo futuro“. Carano non ha risposto ufficialmente all’accordo, ma giovedì mattina ha scritto su X: “… e la verità vi renderà liberi”.

Cos’era successo tra Gina Carano e la Disney?

Tutto risale a quando Gina Carano è stata licenziata dalla serie “The Mandalorian” nel 2021 dopo aver condiviso diversi post controversi sui social media, tra cui uno che paragonava l’essere repubblicani all’essere ebrei durante l’Olocausto. All’epoca è stata anche abbandonata come cliente dall’agenzia UTA. Nel 2024, Carano ha poi intentato una causa presso il tribunale federale della California per licenziamento illegittimo e discriminazione, chiedendo inoltre che il tribunale obbligasse la Lucasfilm a scritturarla nuovamente e a pagarle almeno 75.000 dollari di danni punitivi.

Gli avvocati della Disney hanno presentato una mozione nell’aprile 2024 per respingere la causa, sostenendo che la società aveva il diritto, garantito dal Primo Emendamento, di licenziare l’attrice, affermando di avere “il diritto costituzionale di non associare la propria espressione artistica alle dichiarazioni di Carano”. Carano ha poi risposto con un post su X, scrivendo: “La Disney ha confermato ciò che era noto da tempo, ovvero che ti licenzieranno se dici qualcosa con cui non sono d’accordo, anche se per farlo devono TRAVISARE, CALUNNIARE e CARATTERIZZARE IN MODO ERRATO la tua persona”.

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Ora hanno dichiarato pubblicamente a tutti coloro che lavorano per loro che Disney coglierà ogni occasione per controllare ciò che dici, ciò che pensi, o tenterà di distruggere la tua carriera. Sono contenta che abbiamo chiarito questo punto. Il Primo Emendamento non permette a Disney di DISCRIMINARE arbitrariamente, cosa che hanno fatto nel mio caso e che ora hanno francamente ammesso. Se avete mai voluto sapere quali sono i “valori Disney” di oggi, ve li hanno appena rivelati”, si leggeva nel post.

La causa legale di Carano è stata anche finanziata da Elon Musk, proprietario di X, nonché amministratore delegato di Tesla Motors e SpaceX. Musk ha dichiarato nel 2023 che avrebbe pagato le spese legali delle persone licenziate per i loro post sulla piattaforma social media.

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James Cameron spiega perché ha realizzato solo film di Avatar negli ultimi 20 anni

James Cameron ha dichiarato in una recente intervista a Rolling Stone che ha dedicato interamente la sua carriera cinematografica alla saga di “Avatar per decenni, nella speranza di fare del bene al mondo, non solo di guadagnare un sacco di soldi, cosa che i film hanno comunque fatto piuttosto bene finora. Il film originale “Avatar” del 2009 è infatti il film di maggior incasso di tutti i tempi (senza adeguamento all’inflazione) con 2,9 miliardi di dollari. Il sequel del 2022, “Avatar – La via dell’acqua”, è invece il terzo film di maggior incasso di sempre con 2,3 miliardi di dollari.

Negli ultimi 20 anni ho giustificato a me stesso la realizzazione dei film di ‘Avatar’ non in base a quanto denaro abbiamo guadagnato, ma sulla base della speranza che potessero fare del bene”, ha detto Cameron alla rivista. “Possono aiutarci a connetterci. Possono aiutarci a connetterci con l’aspetto perduto di noi stessi che ci connette con la natura e rispetta la natura e tutte quelle cose”.

Il regista ha continuato: “Penso che i film siano la risposta ai nostri problemi umani? No, penso che siano limitati perché a volte le persone vogliono solo intrattenimento e non vogliono essere stimolate in quel modo. Penso che Avatar sia una strategia del cavallo di Troia che ti fa entrare in un mondo di intrattenimento, ma poi in qualche modo lavora un po’ sul tuo cervello e sul tuo cuore”.

Mentre Cameron guarda avanti per espandersi al di fuori del franchise di “Avatar sviluppando nuovi film come “The Devils” e “Ghosts of Hiroshima”, ha tutta l’intenzione di rimanere a Pandora per il momento. È in fase di post-produzione di “Avatar: Fuoco e Cenere”, il terzo film che arriverà nelle sale alla fine di quest’anno, e recentemente ha dichiarato a Empire di sentirsi abbastanza in forma per dirigere personalmenteAvatar 4” e “Avatar 5”.

Bisogna risalire al 1997 e a “Titanic” per trovare l’ultima volta in cui Cameron ha realizzato un film che non fosse ambientato su Pandora. La sua decisione di dedicarsi a tempo pieno ai film di Avatar ha ovviamente diviso alcuni cinefili che apprezzano le opere di Cameron non legate a questo franchise. Il regista ha però dichiarato a Empire nel 2022 che non gli dispiaceva rimanere fedele a un unico franchise perché Avatar è “così vasto che posso raccontare la maggior parte delle storie che voglio raccontare al suo interno e provare molte delle tecniche stilistiche che spero di esplorare”.

La gente ci chiede sempre: ‘Ma perché continuate a lavorare sempre allo stesso…’ Perché George Lucas [autore di Star Wars] ha continuato a lavorare sempre allo stesso progetto? Perché Gene Roddenberry [autore di Star Trek] ha continuato a lavorare sempre allo stesso progetto?”, ha aggiunto Cameron. “Perché quando si instaura un legame con le persone, perché sprecarlo? Perché ricominciare da capo con qualcosa che potrebbe non creare lo stesso legame?

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Avatar: Fuoco e Cenere è il prossimo capitolo della saga di James Cameron

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully (Sam Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa, Silver, Josh Friedman e Shane Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Britain Dalton, Trinity Bliss, Jack Champion, Bailey Bass e Kate Winslet.

Si dice che il film rappresenterà un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar (2009) e proseguita con Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.

A differenza delle popolazioni Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora, complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani colonizzatori. Leader di questo popolo è la temuta Varang, interpretata da Oona Chaplin e di cui negli scorsi giorni era state diffuse alcune immagini ufficiali.

Cameron ha anche anticipato che Avatar: Fuoco e Cenere conterrà un importante sviluppo narrativo che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale: Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo di Avatar.

Avatar: Fuoco e Cenere sarà al cinema il 19 dicembre 2025.

Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, il CEO della Warner Bros. elogia la sceneggiatura

Il CEO della Warner Bros. Discovery ha annunciato con entusiasmo il prossimo ritorno dello studio nella Terra di Mezzo con Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum. Previsto nelle sale nel dicembre 2027, il prossimo capitolo della fortunata saga fantasy vedrà l’attore Andy Serkis, interprete di Gollum, assumere il ruolo di regista, mentre Peter Jackson scriverà e produrrà il film insieme a Fran Walsh e Philippa Boyens. Annunciato nel maggio 2024, il film sarà il primo film live-action della saga dal 2014, quando uscì Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate.

Inizialmente previsto per il 2026, l’uscita del film è stata poi posticipata di 12 mesi per consentire la finalizzazione della sceneggiatura. Durante una conference call sui risultati finanziari, il CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav ha a tal proposito rivelato di avere “una sceneggiatura fantastica” per il prossimo film del Signore degli Anelli. Questa ultima rivelazione fa seguito alla precedente affermazione di Serkis secondo cui a febbraio di quest’anno erano solo all’inizio del processo di scrittura e speravano di iniziare la produzione nel 2026.

Sebbene non siano mancati nuovi contenuti sulla Terra di Mezzo dopo la conclusione della trilogia de Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum segnerà un attesissimo ritorno alla versione di Jackson del mondo fantastico di Tolkien. Considerato lo scarso successo al botteghino di La guerra dei Rohirrim del 2024, sarà anche un importante banco di prova per la longevità del franchise. Pertanto, è fondamentale che la sceneggiatura del nuovo film non solo richiami il fascino degli originali di Jackson, ma offra anche una storia in grado di giustificare la sua creazione come film spin-off a sé stante.

Sebbene molti fan abbiano già familiarità con la ricerca di Aragorn per rintracciare Gollum, il racconto originale è stato in gran parte relegato alle appendici dei libri di Tolkien e impallidisce rispetto alla vasta ricchezza di materiale originale che ha contribuito a forgiare i film originali. La fiducia di Zavlaz nella sceneggiatura è un segnale promettente, ma i fan hanno ancora buoni motivi per essere cauti. Per poter abbassare la guardia, occorrerà attendere le riprese del film, con prime immagini e comunicazioni ufficiali riguardo il progetto.

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

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Piccoli Brividi: la serie Disney+ è stata cancellata dopo due stagioni

Non ci sarà una terza stagione di Piccoli Brividi (qui la recensione della stagione 1) su Disney+. Fonti confermano a Variety che l’antologia horror basata sulla serie di libri di R.L. Stine è stata cancellata dopo due stagioni. Secondo una persona informata sui fatti, il produttore della serie Sony Pictures Television ha però intenzione di proporre lo show ad altri canali e di esplorare diverse direzioni creative per l’IP.

Di cosa parla la serie Piccoli Brividi?

Prodotta da Disney Branded Television e Sony Pictures Television, la serie era basata sulla serie bestseller Scholastic di Stine e ogni stagione presentava una nuova storia, ambientazione e cast. La seconda stagione seguiva due fratelli adolescenti che scoprono una minaccia in agguato, innescando una serie di eventi che svelano un mistero profondo. Mentre si addentrano nell’ignoto, i due si ritrovano coinvolti nella storia agghiacciante di quattro adolescenti scomparsi misteriosamente nel 1994.

Il cast fisso della serie (stagione 2) comprendeva David Schwimmer (nel ruolo di Anthony), Ana Ortiz (nel ruolo di Jen), Jayden Bartels (nel ruolo di Cece), Sam McCarthy (nel ruolo di Devin), Elijah M. Cooper (nel ruolo di CJ), Francesca Noel (nel ruolo di Alex) e Galilea La Salvia (nel ruolo di Frankie). Il cast della stagione 1 comprendeva Justin Long, Rachael Harris, Zack Morris, Isa Briones, Miles McKenna, Ana Yi Puig e Will Price.

Nicholas Stoller (The Muppets) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) hanno sviluppato la serie e hanno ricoperto il ruolo di produttori esecutivi, insieme alla showrunner Hilary Winston (Community), Neal H. Moritz (Fast & Furious), Iole Lucchese della Scholastic Entertainment (Clifford the Big Red Dog), Pavun Shetty (The Boys), Conor Welch (Platonic), Caitlin Friedman della Scholastic Entertainment (Stillwater) ed Erin O’Malley (New Girl).

Dave Bautista si unisce a Road House 2 e Highlander

Deadline riporta che l’attore Dave Bautista sia pronto per firmare un contratto per due film della Amazon MGM Studios: Highlander di Chad Stahelski, prodotto anche dalla UA, e Road House 2. Bautista reciterà così al fianco di Henry Cavill nel remake del classico film di cappa e spada degli anni ’80 diretto da Shahelski. A quanto pare interpreterà Kurgan, il personaggio reso famoso da Clancy Brown nel film originale con Sean Connery e Christopher Lambert.

Kurgan era un immortale in lizza per il Premio, ovvero il potere di tutti gli immortali che fossero mai esistiti. Durante la sua vita, Kurgan era un cattivo ragazzo, uccideva e violentava, e decapitava molti immortali. Nel film originale, è un nemico di Connor MacLeod, interpretato da Lambert. Stando a ciò, Dave Bautista avrà dunque un ruolo da villain nel film.

Per quanto riguarda Road House 2, Bautista reciterà al fianco di Jake Gyllenhaal, che tornerà nei panni dell’ex lottatore UFC Dalton, da una sceneggiatura di Will Beall (Bad Boys: Ride or Die). Come già riportato, Guy Ritchie non è più il regista, ma piuttosto Iya Naishuller di Io sono nessuno. Uscito lo scorso anno su Prime Video, il film ha attirato 80 milioni di spettatori in tutto il mondo nelle prime otto settimane di servizio, uno dei film più visti di Amazon MGM Studios. Per il sequel, però, non è noto quale ruolo Bautista andrà a ricoprire.

Dove abbiamo visto Dave Bautista di recente?

Dave Bautista ha recentemente fatto un cameo nella commedia della Paramount Una pallottola spuntata, al fianco di Liam Neeson. A giugno è stato scelto come protagonista di The Romantic, una commedia romantica di Deborah Kaplan e Harry Elfont. La star della saga di Dune e Guardiani della Galassia ha poi in programma il film d’azione Trap House della Aura Entertainment e la commedia d’azione poliziesca della Amazon MGM The Wrecking Crew al fianco di Jason Momoa. Ha anche recitato nel film acclamato dalla critica The Last Showgirl, interpretato da Pamela Anderson. Bautista ha anche in programma la commedia sugli alieni Alpha Gang dei fratelli Zellner.