Il canale Youtube di
Midnight Factory ha diffuso il trailer ufficiale
de La Casa delle Bambole, il nuovo horror diretto
da Pascal Laugier (Martyrs) che arriverà in sala
il prossimo 6 dicembre.
La trama: Pauline e le due figlie
adolescenti, Beth e Vera, ricevono in eredità una vecchia villa
piena di cimeli e bambole antiche che rendono l’atmosfera tetra e
inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e
prendono in ostaggio le ragazze. Pauline lotta disperatamente per
la vita delle figlie e riesce ad avere la meglio sugli assalitori,
ma il trauma di quella notte segnerà per sempre il destino delle
ragazze. Mentre Beth riesce a reagire e a lasciarsi il passato alle
spalle, diventando una scrittrice di successo, Vera invece non
supera lo shock e si rinchiude nelle sue paranoie. Sedici anni più
tardi Beth riceve una telefonata dalla sorella che le chiede aiuto.
La ragazza ritorna così nella casa delle bambole dove scoprirà che
l’incubo, in realtà, non è ancora finito…
Lo studio di Kubo e la Spada
Magica, la LAIKA, ha diffuso il nuovo
trailer del suo ultimo film, Missing Link, con
protagonista il Signor Link.
Incontra Mr.
Link: alto 8 piedi, 630 libre, e coperto di pelliccia, ma non
lasciatevi ingannare dal suo aspetto… è divertente, dolce, la
leggenda più adorabile del mondo. Stanco di vivere una vita
solitaria nel Pacifico nord-occidentale, il signor Link recluta
l’intrepido esploratore Sir Lionel Frost per guidarlo in un viaggio
alla ricerca dei suoi parenti da tempo perduti nella leggendaria
valle di Shangri-La. Insieme all’avventuriera Adelina Fortnight, il
nostro temerario trio di esploratori incontra più della loro giusta
quota di pericoli mentre si recano nelle regioni lontane del mondo
per aiutare il loro nuovo amico.
Netflix svela il trailer e la data di uscita
di Mowgli – Il figlio della giungla, il film
diretto da Andy Serkis e che racconta
il più grande viaggio alla ricerca delle proprie radici.
Il celebre attore e regista
Andy Serkis reinventa l’amatissima storia di
Rudyard Kipling che racconta la storia di un
bambino diviso tra due mondi che accetta il suo destino e diventa
una leggenda. Mowgli (Rohan
Chand) non ha mai veramente fatto parte né della natura
selvaggia della giungla né del mondo civilizzato degli uomini.
Ora Mowgli deve viaggiare tra i
pericoli più insidiosi della giungla per scoprire da dove veramente
proviene. Un cast stellare composto da Christian Bale, Cate
Blanchett, Benedict Cumberbatch, Andy Serkis, Freida Pinto, Matthew
Rhys, Naomie Harris e l’esordiente Rohan
Chand, in una spettacolare ed emozionante avventura.
Dopo il trailer
originale diffuso ieri, ecco la versione italiana del teaser di
Pets 2 – Vita di Animali 2, lo spassoso film che
racconta la vita segreta degli animali domestici, dal 6 giugno
prossimo al cinema.
Pets 2 – Vita Da
Animali seguirà il blockbuster estivo sulle vite che i
nostri animali domestici conducono dopo che andiamo al lavoro o a
scuola ogni giorno. Il fondatore e CEO di Illumination Chris
Meladandri e il suo collaboratore di lunga data Janet Healy
produrranno il seguito della commedia che ha avuto la migliore
apertura di sempre per un film originale, animato o meno.
Pets 2 – Vita Da Animali vedrà il
ritorno dello scrittore Brian Lynch (Minions) è sarà diretto
nuovamente da Chris Renaud (Cattivissimo Me series, Lorax).
Mentre Amazon
continua il lavoro sulla serie tv dedicata a Il Signore
degli Anelli, Viggo Mortensen, che
nell’adattamento per il cinema dei romanzi, diretti da
Peter Jackson, interpretava Aragorn, dedica un
attimo di attenzione agli attori che si troveranno a raccogliere il
suo testimone e quello di altri giganti del cinema, come
Ian McKellen, Cate Blanchett, Sean Bean e tanti
altri.
Anche se Peter
Jackson ha concluso la sua seconda (e presumibilmente
definitiva) trilogia cinematografica nella Terra di Mezzo qualche
anno fa con Lo Hobbit: La battaglia dei cinque eserciti,
il mondo di J.R.R. Tolkien è una realtà così
popolare della cultura pop, che era solo una questione di tempo
prima che Hollywood cercasse di riportarla alla ribalta in qualche
modo.
Amazon sarà il canale che tenterà di
portare a termine l’impresa erculea, investendo una notevole
quantità di denaro in uno show che andrà in onda sulla piattaforma
streaming. I dettagli rimangono per ora sotto il più stretto
riserbo, anche se è difficile immaginare trame misteriose per una
storia che il mondo intero conosce benissimo.
Mortensen, ovviamente, è esperto
nell’universo de Il Signore degli Anelli, essendo
stato Aragorn nei film. Arrivato come sostituto dell’ultimo minuto
per Stuart Townsend, Mortensen è diventato
rapidamente il personaggio preferito dai fan e il ruolo di Aragorn
sarà per sempre associato al suo volto.
Tuttavia, adesso sappiamo che
arriverà a breve un altro attore che rivestirà il suo ruolo,
soprattutto perché alcuni report riferiscono che la serie si
concentrerà anche sulle avventure di un giovane Aragorn. Se questo
dovesse essere confermato, il nuovo attore sarebbe saggio a cercare
consiglio in Mortensen, ma il veterano sta già dando suggerimenti
utili ai suoi potenziali successori nel ruolo di Re dell’Ovest.
In un’intervista con Collider per promuovere il suo
nuovo film, l’Oscar contender Green Book, a
Mortensen è stato chiesto cosa direbbe a un attore che potrebbe
entrare a far parte della serie tv de Il Signore degli Anelli.
Apparentemente, fare un viaggio in
biblioteca è una priorità assoluta: “Direi, non solo di leggere
il libro, molto attentamente, quel gigantesco libro del Signore
degli Anelli, ma anche leggere alcune delle saghe nordiche. Ci si
trovano alcuni indizi su dove Tolkien ha ottenuto le sue
informazioni. Come Sigurd the Dragon Slayer e la saga di Volsunga.
Quelle cose vanno lette.”
Non si conoscono ancora molti
dettagli sulla serie e sui talent coinvolti, ma siamo sicuri che i
consigli di Viggo Mortensen saranno preziosi per
chiunque voglia approcciarsi al mondo di Tolkien.
La Illumination Entertainment sta
lavorando per portare sul grande schermo le avventure di
Super Mario Bros., come confermato dal fondatore
Chris Melandri in un’intervista con Variety:
“L’idea che non ci sia mai stato un adattamento del videogioco
mi stimola a fare di meglio, creando semplicemente un’altra
versione di qualcosa che tutti conoscono e che è stato fatto
incredibilmente bene“.
La mente dietro successi del calibro
di Cattivissimo Me e Pets – Vita da
animali annuncia così l’inizio di un lungo processo che
porterà la casa di produzione ad un evento atteso da
moltissimi fan del videogioco originale, delusi dal film
uscito nel 1993 che non coinvolse nessuno dei creatori. Ad
accompagnare Melandri ci saranno invece Shigeru
Miyamoto, designer e produttore responsabile di Super
Mario Bros.
“Per ora il contributo di
Miyamoto è la priorità assoluta del progetto“, ha raccontato a
Variety, “Raramente ho visto questo tipo di collaborazione dove
la voce creativa originale veniva ascoltata e sostenuta come stiamo
facendo con lui. Hollywood è piena di persone che credono di
conoscere meglio delle persone responsabili di certe proprietà, e
io stesso ho fatto questo errore in passato […] Sarà un
compito ambizioso e la sfida consiste nel prendere i personaggi
originali e dargli quella profondità che non comprometterà ciò che
intere generazioni di fan hanno amato, lasciando intatta
l’iconografia e la struttura in tre atti della storia“.
L’uscita nelle sale di Super Mario Bros. è
prevista nel 2022.
Questa la trama ufficiale del gioco:
Il Regno dei Funchi è un
luogo pacifico in cui creature dalla testa a forma di fungo
chiamate Toad vivono in perfetta armonia. Questa pace viene
compromessa da Bowser il malvagio re dei Koopa Troopa e dal
suo esercito che conquista il territorio e trasforma gli abitanti
in blocchi di mattone. Successivamente rapisce la principessa del
regno Peach Toadstool, l’unica in grado di spezzare l’incantesimo
che grava sui Toad. Per molto tempo, nel Regno dei Funghi regnano
le tenebre, ma quando la notizia giunge anche ai due fratelli
italiani Mario e Luigi, questi si dirigono verso i confini del
regno per salvare la principessa. Dopo un lungo viaggio attraverso
8 mondi, Mario e Luigi riescono a raggiungere il castello di Bowser
e a sconfiggerlo in battaglia (facendolo cadere nella lava). È così
che la principessa viene salvata e il Regno dei Funghi riportato
alla pace. Dopo aver compiuto la missione, Mario e Luigi decidono
di rimanere nel Regno dei Funghi per proteggerlo da eventuali
minacce. Il rapporto tra Mario e la principessa Peach diventerà col
tempo amore.
Quando c’è in gioco l’adattamento di
fumetti molto amati da milioni di fan, il lavoro dei cineasti può
risultare abbastanza scomodo, e nel caso di Spider-Man, tradotto al cinema
in sei film (tra cui la trilogia di Sam Raimi, il
dittico di Marc Webb e il capitolo dei Marvel Studios), l’impresa
consisteva nel conservare lo spirito del personaggio principale e
tradurre fedelmente gli eventi mantenendo intatto il fascino dei
suoi antagonisti. Compito quasi sempre portato a
termine, tranne in alcuni casi, rendendo felici gli
appassionati.
Non sono mancate però le libertà
creative di sceneggiatori e produttori, novità che hanno preso le
distanze dalla fonte e che spesso hanno migliorato degli aspetti
originali in maniera del tutto inaspettata. Ecco allora di seguito
tutti i cambiamenti dei villain di Spider-Man dai
fumetti al cinema:
Il costume di Goblin
Il costume di Green
Goblin nel primo film di Spider-Man
risulta diverso rispetto ai fumetti, dalla tuta blindata
all’elmetto, deviando ciò che il personaggio appariva in
origine. Senza dubbio l’interpretazione di Willem
Dafoe ha aiutato a renderlo più minaccioso di quanto
pensavamo, ma risulta comunque molto distante dalla fonte.
I “tentacoli” del Dr.Octopus
L’origine del Dr. Octopus in
Spider-Man 2 è
molto simile a quella dei fumetti, con lo scienziato che costruisce
da solo le sue braccia meccaniche per portare a termine un
esperimento di fisica andato male. C’è però stato un importante
cambiamento rispetto all’originale, ovvero l’aggiunta di
un’intelligenza artificiale che prende il controllo dell’uomo e lo
porta a compiere cattive azioni.
Il “nuovo” Goblin
Spider-Man 3 è
stato un film problematico per vari motivi, ma uno de suoi più
grandi fallimenti è stata la rappresentazione e la discesa di Harry
Osborn nel male. Questo “nuovo” Goblin voleva
vendicarsi di Spider-Man per la morte del padre, tuttavia
nonostante una certa aderenza con i fumetti il risultato appariva
decisamente statico e per niente potente come la sua controparte
originale.
Max Dillon
Grazie alle dichiarazioni dei
produttori e di Jamie Foxx, abbiamo scoperto che
per l’Electro di The Amazing Spider-Man
2 l’attore si è ispirato all’Enigmista di Jim
Carrey in Batman Forever: entrambi
i personaggi erano ossessionati dall’eroe che avrebbero poi
cercato di sconfiggere, comportandosi così perché il loro idolo li
aveva in qualche modo rifiutati. L’unica differenza era che
Max Dillon era in possesso di superpoteri durante
la sua discesa nel male, qualcosa che nei fumetti non viene mai
menzionata.
La nascita del simbionte in Spider-Man 3
Le origini del simbionte di
Venom vengono raccontate in Secret
Wars, quando originariamente si pensava che si trattasse
solo un costume e non di una creatura vivente. Da quei fumetti
Spider-Man 3 ha preso la parte fondamentale della
trama, ma il modo in cui Peter e il simbionte sono entrati in
contatto è stato modificato leggermente.
Adrian Toomes
Le modifiche apportate all’Avvoltoio
in Spider-Man:
Homecoming servivano come aggiornamento del
personaggio per integrarsi meglio nel MCU, tuttavia molti
cambiamenti nel personaggio e nella storia personale di
Adrian Toomes hanno lasciato perplessi i fan:
innanzitutto è molto più giovane dell’uomo anziano originale, e
invece di essere un inventore, sullo schermo Toomes è un
capo-cantiere.
La morte di Goblin
Il primo film di Spider-Man ha
mostrato la morte prematura di Green Goblin,
trafitto dal suo stesso aliante mentre cercava di sconfiggere
Spider-Man. Tuttavia gli eventi che hanno portato
a questo momento sono stati diversi da quelli dei fumetti,
dove la vita dell’antagonista si conclude dopo aver lanciato
Gwen Stacy giù da un edificio.
Le origini di Electro
Per qualche strana ragione,
l’origine di Spider-Man è stata più o meno
replicata quando si è raccontata la trasformazione di Max
Dillon in Electro, perché invece di
essere colpito da un fulmine mentre lavorava su una linea
elettrica, il personaggio in The Amazing Spider-Man
2 viene fulminato dai cavi Oscorp prima di cadere in una
vasca di anguille elettriche geneticamente modificate che
mordendolo hanno infuso nel suo corpo poteri straordinari.
Il costume di Avvoltoio
Sebbene i fan abbiano apprezzato il
look di Avvoltoio in
Spider-Man:
Homecoming, ciò non toglie che fosse evidentemente
diverso da quello dei fumetti anche se con qualche dettaglio di
riferimento. Quello del film è un costume molto più meccanico e
alla moda, studiato per far parte del design del MCU, con un enorme
jet-pack realizzato con la tecnologia dei Chitauri (un’altra cosa
che non era nei fumetti), un casco a forma di becco e una giacca
per ricreare le piume.
Il costume del Dr. Octopus
Dando un’occhiata al costume del
Dr. Octopus in Spider-Man 2,
noteremo che si tratta di poco più un’approssimazione di
un’uniforme molto comune per cinecomic dell’epoca, composta da un
trench lungo di pelle associata a occhiali da sole e le
braccia meccaniche. Niente a che vedere con la versione originale
dei fumetti sfoggiata dal villain.
Eddie Brock
Molti fan erano preoccupati dal
casting di Topher Grace nei panni di Eddie
Brock, noto ai lettori dei fumetti per essere un ragazzo
dal fisico massiccio duro che sovrasta enormemente (dettagli che
non corrispondono all’attore). Nessuna di queste caratteristiche
vennero riscontrate in Spider-Man 3,
come l’aspetto generale di Venom.
Le origini di Goblin in The Amazing Spider-Man 2
Il Green Goblin di
The Amazing Spider-Man 2 ha preso le distanze
dalla sua versione fumettistica, cambiando drasticamente l’origine
della sua tuta e dei suoi poteri, perché invece di assumere una
droga superumana o rubare l’uniforme dal padre, Harry si inietta un
veleno di ragno geneticamente alterato che accelera la sua malattia
e lo trasforma in una creatura simile ai goblin. Successivamente
indossa un’armatura costruita da suo padre per guarire. Insomma,
una origin story troppo rapida e confusa che stravolge
completamente i fumetti.
The Shocker
The Shocker è uno
dei primi antagonisti di Spider-Man la cui
apparizione al cinema è stata rimandata fino al 2017 con Spider-Man:
Homecoming, in cui due diversi personaggi hanno
assunto il suo nome, tra cui Jackson Brice e Herman Schultz. Si
tratta di un cambiamento sostanziale rispetto alla versione dei
fumetti dove Brice non è mai stato The Shocker e Herman fu il primo
e unico criminale ad assumere il soprannome del villain,
costruendosi da solo i guantoni elettrici invece di riceverli come
accaduto nel MCU.
Sandman
Oltre ad aggiungere la backstory di
sua figlia, il personaggio di Flint Marko aka
Sandman è stato associato alla morte dello
zio Ben in Spider-Man 3
(scopriamo infatti che il ladro che Peter aveva lasciato andare nel
primo film aveva una spalla, fuggita poi dai carcere e che fu lui a
sparare accidentalmente). Questo collegamento non era nei fumetti e
ha finito col rovinare le origini di Spider-Man e la lezione del
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità“.
Regina tra le case editrici del
panorama fumettistico italiano, la Sergio Bonelli
Editore si sta aprendo all’universo audiovisivo con la
Bonelli Entertainment. Questa nuova divisione, che
ormai è una realtà, permetterà alla casa editrice di affacciarsi al
mondo dell’intrattenimento cinematografico e televisivo e, mentre
già diversi progetti sono stati annunciati, molti altri, ne siamo
sicuri, si agitano nelle fucine bonelliane.
Dalla serie Il
Confine, che si svilupperà come fumetto, romanzo e serie
tv in parallelo, alla serie su Dylan Dog (notizia
della scorsa estate), fino al film su Dampyr,
annunciato a sorpresa durante il keynote al Lucca Comics & Games 2018,
il futuro della Bonelli Entertainment è ricco di
idee e di auspici. Ne abbiamo parlato, in occasione della fiera
lucchese, con Michele Masiero, Direttore
Editoriale di Sergio Bonelli Editore, e con
Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio
Sviluppo.
La Bonelli Entertainment e
i suoi progetti prendono forma. Avete deciso di cominciare con il
film su Dampyr, annunciato
qui a Lucca. Che sforzo è per la Sergio Bonelli Editore
avventurarsi nell’entertainment in questa maniera
crossmediale?
Masiero:“È
uno sforzo grande, quasi obbligato. Noi abbiamo i personaggi più
importanti del fumetto italiano che godono di fama e importanza
anche all’estero. In questo momento c’è una grande fame di
contenuti, e chiaramente la nostra fabbrica delle idee ha un ricco
catalogo di storie già pubblicate e già note. Era il momento adatto
per tentare questa nuova avventura, per la Bonelli, che è leader
nel mondo del fumetto con i personaggi più venduti, da 70 anni a
questa parte, e detiene i diritti delle property che pubblichiamo.
Abbiamo noi la gestione. Negli anni abbiamo dato poche licenze di
sfruttamento e qualche esperimento è stato fatto, ma non siamo mai
stati soddisfatti di quello che è stato prodotto. E anche per
questo Sergio Bonelli aveva sempre rifiutato proposte del
genere.
Per noi è arrivato il momento
di fare questo passo ulteriore e quindi quattro anni fa abbiamo
istituito questa divisione interna, guidata da Vincenzo
Sarno, che potesse portare a sviluppo in una dimensione
nuova le nostre property. Sono stati anni di progettualità e
studio, abbiamo imparato a gestire i rapporti con altri partner,
perché fare fumetti è un po’ più semplice rispetto a realizzare un
film. Siamo partiti dal giorno 1 con un imperativo
categorico, ovvero che saremmo stati co-produttori di tutti i
nostri progetti e che non avremmo ceduto in licenza nulla, perché
dobbiamo avere sempre rispetto per il personaggio e rispetto per
l’autore, e vogliamo che siano proprio gli autori a collaborare
alle produzioni. Il momento storico è il più favorevole, c’è
richiesta, c’è disponibilità da parte dei network (tradizionali, di
streaming) che si stanno aprendo, in Italia e all’estero. Il nostro
Paese ha dimostrato di saper realizzare importanti progetti in
co-produzione.
Noi vogliamo che l’asticella
sia molto alta e che i prodotti siano di alta qualità; questo
richiede molto tempo.
Abbiamo annunciatoDampyr come
nostro primo film, ma non è il primo progetto a cui stiamo
lavorando, lo abbiamo annunciato perché adesso per questo film
abbiamo un preciso orizzonte, ma sottotraccia stiamo già lavorando
ad altre cose.”
Dampyr, il primo progetto
con un orizzonte temporale
Dampyr è il primo
film ad essere stato annunciato perché la produzione è ad uno
stadio più avanzato rispetto agli altri progetti?
Masiero:“Si
tratta del
primo progetto di cui abbiamo un orizzonte temporale preciso,
con dei partner di alto livello: Brandon Box che ci accompagna
nella fase dello sviluppo sin dall’inizio e Eagle Pictures che si è
inserita come partner finanziario. Abbiamo stabilito con loro un
orizzonte temporale preciso che vogliamo rispettare. Altri progetti
hanno bisogno di tempo e hanno partner internazionali importanti.
Annunceremo i prossimi quando avremo degli orizzonti precisi anche
per quelli.”
Sarno:“La
volontà è dare una promessa da mantenere ai nostri lettori, nel
rispetto della linea editoriale che ha sempre avuto la Sergio
Bonelli Editore. Nel desiderio di migrare i contenuti dalla carta
stampata alle immagini sullo schermo, il dipartimento di sviluppo
ha ricevuto dalla direzione un mandato chiaro di interpretazione
della condotta narrativa ed editoriale di un produttore. Non devono
avvenire gli errori che sono avvenuti in passato, perché la Bonelli
vuole che ogni sua emanazione sia coerente con se stessa. Costruire
una galassia con pianeti che gravitano nello stesso modo in forma
coerente, senza collassare su se stessi, senza avere orbite di
intralcio. Costruire un grande affresco vuol dire iniziare a porre
le basi e strategicamente pianificare a lungo termine.”
Masiero:“Questo significa lavorare sulle property importanti già
esistenti della Sergio Bonelli Editore, di cui fa parte Dampyr, di
cui fa parte Dylan Dog, la cui serie è già stata annunciata, ma
nello stesso tempo, progettare nuove serie che siano
contemporaneamente di carte e di celluloide, e di questo gruppo fa
parte Il Confine.”
Dylan Dog e
Dampyr sono quindi in fase di sviluppo, il secondo
ha addirittura una data d’uscita, il 23 gennaio 2020, tuttavia
nessun nome coinvolto è stato ancora fatto, né su chi sta scrivendo
film e serie, né su chi dirigerà i progetti, né tantomeno su chi si
occuperà di portare in vita, in carne e ossa, questi personaggi di
carta e inchiostro. Ovviamente, a domanda diretta, Masiero e Sarno
sorridono, ma non rispondono.
Si comincia a varcare Il
Confine
Arriviamo invece a parlare de
Il Confine,
progetto segretissimo di cui si può dire molto poco. Da un
punto di vista produttivo, insieme a Bonelli
Entertainment,
è coinvolta la Lucky Red. Come siete
arrivati all’accordo con la casa di produzione che, in Italia, pur
essendo una indipendente, è una delle realtà produttive di maggiore
attività? Nel momento in cui entra in gioco un partner così
importante, come è gestito l’aspetto creativo del
progetto?
Sarno:“La
familiarità di intenti. L’aver iniziato a fare meeting con
Andrea Occhipinti e con il suo staff ci ha fatto
comprendere delle affinità elettive che raramente avremmo pensato
di avere con altre società. Una visione simile sulla relazione con
il mondo autoriale, una visione sui termini narrativi estremamente
vicina alla nostra e in più una grande volontà di affidare a noi,
di mettere nelle nostre mani il futuro di questo progetto. Durante
il keynote, Andrea Occhipinti ha detto una delle
frasi più importanti per noi di Sergio Bonelli Editore, perché
rappresenta il raggiungimento di un obbiettivo: mettere l’autore al
centro. Fare questo con un progetto come Il
Confine significa non avere Mauro Uzzeo e
Giovanni Masi lontani dal soggetto di serie e
dalla sceneggiatura, ma coinvolti.
Questo vuol dire che Sergio
Bonelli Editore è co-produttore del progetto, questo vuol dire che
Lucky Red è il partner con cui viene elaborata la strategia di
comunicazione di un progetto che ha nella serialità televisiva solo
uno delle tessere del puzzle, del grande affresco che stiamo
andando a realizzare. Ci piace avere dei partner con cui
relazionarci in maniera volece e costruttiva e in maniera coerente
alla nostra, e il team di Occhipinti lo ha sempre dimostrato. Oggi,
assumendo, davanti al pubblico di Lucca e di tutti quelli che ci
hanno seguito, l’impegno di tenere gli autori al centro, sembra
aver compreso appieno i nostri obbiettivi e desideri.”
Masiero:“Editorialmente parlando abbiamo anche la fortuna che sia
Mauro Uzzeo che Giovanni Masi
sono due autori al confine, appunto. Hanno lavorato nel mondo del
fumetto, nell’animazione, nella produzione live action.
Uzzeo ha anche co-firmato la sceneggiatura di
Monolith che è stato il nostro primo piccolo
esperimento come co-produttori, in questo campo. Sono entrambi
professionisti transmediali e questo ci avvantaggia perché
conoscono tutti i linguaggi che parleremo. Ovviamente stiamo
cercando di far crescere al nostro interno delle professionalità di
autori e sceneggiatori, ma anche di disegnatori, perché c’è anche
la componente legata all’animazione e allo storyboarding. Vogliamo
formare delle writing room a cui in futuro si potranno affidare
progetti specifici.”
Sia Sarno
che Masiero sono però molto meno loquaci quando
invece ci spostiamo a parlare di ciò che Il
Confine racconterà. Il
portfolio presentato al Lucca Comics & Games
ha portato alla luce tanti piccoli elementi della storia: ricorre
un paesaggio innevato, un fitto bosco, una figura di donna che
compare in diversi disegni e nel bellissimo ritratto di spalle di
Tanino Liberatore, troviamo, in ben due
illustrazioni (Gipi e LRNZ), uno
scuolabus giallo. Sono senz’altro elementi narrativi e di trama che
faranno parte della storia, ma in che modo sono ordinati e connessi
tra loro, non possiamo ancora saperlo.
Cosa si può commentare alle
immagini che sono state mostrate nel prezioso portfolio a tiratura
limitata?
Masiero:“Intanto complimenti per lo spirito di osservazione, hai
individuato diversi elementi. Ma non ha senso commentare
ulteriormente per due motivi, primo perché non vogliamo dire di
più, poi perché qualsiasi cosa si dica, essendo una serie che ha
una importante componente thriller, si rischia di rovinare la
sorpresa. C’è anche un’altra discriminante. Tutti gli elementi che
hai citato possono dare delle chiavi con cui costruirsi un
percorso, ma sono anche molto ingannevoli.”
Quindi, con questa
strategia di promozione, dando piccoli suggerimenti pur mantenendo
il segreto su tutto, che sforzo chiedete ai vostri lettori e
spettatori per fa sì che Il Confine sia un successo?
Masiero:“Noi
stiamo chiedendo lo sforzo ai nostri autori di stare zitti, perché
loro non vedono l’ora di raccontare tutto! Al di là del discorso
produttivo, c’è anche quello comunicativo, molto importante, che
segue anche le stesse traiettorie. L’hype, come si dice, va creato
e va creato scientemente, non casualmente. I piccoli indizi e le
piccole informazioni, che diventeranno sempre di più, si
confonderanno tra loro, perché fa parte della dinamica del Confine,
confondere le idee. È un lavoro molto particolare, quello che
stanno facendo gli autori, anche perché magari la serie tv seguirà
in parte, non completamente, il fumetto. Ci sarà una parte che sarà
legata ai romanzi su Il Confine, a quel mondo e ai
personaggi marginali che si vedono passare. Il portfolio che
abbiamo presentato a Lucca è un altro di questi tasselli. Non è né
fumetto, né narrazione, solo un racconto autoconclusivo che
racchiude qualche altro indizio. Stiamo cercando di creare un mondo
in cui l’utente verrà invitato ad entrare. Anche comunicativamente
c’è una tensione che va a crescere.”
Il Bonelli Universe
Tornando ad allargare il
campo a tutti i progetti di Bonelli Entertainment, dunque, si può
parlare di un Bonelli Universe?
Sarno:“Sono
affascinato dall’idea di una coerenza, che non sia solo, come
nell’Universo
Marvel, di coesistenza all’interno dello universo, ma una
coerenza stilistica. Il nostro direttore ha varato una delle
collane più importanti della Bonelli degli ultimi vent’anni, la
collana Audace. La collana Audace non fa vivere
tutti i personaggi nello stesso universo, ma ha una coerenza di
narrazione incredibile. C’è un sottile filo rosso che collega
Mister No a Deadwood Dick e lo fa
anche attraversando sceneggiatori differenti. Questo perché è
sempre stata la volontà della Bonelli quella di avere una
narrazione riconoscibile. Si dice che in Bonelli esista una gabbia
che non è solo quella dell’impaginazione, ma della scrittura. Io
credo che quella gabbia si stia aprendo e stia dando la possibilità
alle proprietà di vivere nel medesimo cielo. A volte, quel cielo,
può essere lo stesso universo narrativo, altre volte può essere la
coerenza di dialogo, di scrittura, la qualità che unisce tutte le
scelte che vengono fatte.”
Masiero:“Questa gabbia che si evolve e si modifica ha comunque le
fondamento nella bonellianità più pura. Non vogliamo tradire la
nostra essenza, abbiamo una linea editoriale che può impazzire,
allargarsi e richiudersi, raccontare storie per bambini e storie
per adulti. Prima eravamo molto più lineari, adesso possiamo
deviare il percorso, ma ricordando sempre che veniamo da un
background riconoscibile. Insieme a Dylan Dog,
stiamo lavorando con altri due personaggi, Mister
No e Martin Mystere, che compariranno
nella serie e che possono vivere anche in storie loro.”
Vincenzo Sarno ha detto in
altre circostanze che “la migrazione dell’utente non è la
nostra chiave”. Che cosa chiedere ai vostri utenti in questa nuova
avventura?
Sarno:“Noi
non vogliamo che i nostri utenti migrino, che i lettori passino dal
fumetto al film. Noi vogliamo fare un film bellissimo, che sappia
raccogliere spettatori a prescindere, che sia un bel film e che
crei una nuova generazione di fan, inclusiva dei fan precedenti.
Migrarli significherebbe fare dei fan film che piacciono solo ai
fan, ma non è il nostro desiderio. Noi non vogliamo realizzare
qualcosa che piaccia solo ai lettori di Dampyr, noi vogliamo
realizzare qualcosa che piaccia anche ai lettori. Essere inclusivi
e non esclusivi. La qualità è l’obbiettivo, questo significa
mantenere inalterato lo spirito originale, ma realizzare la miglior
grammatica per raccontare lo stesso concetto con un altro
mezzo.”
Nel fervido panorama
cinematografico italiano, ricco di novità, sorprese e nuove storie
da raccontare, la Bonelli Entertainment è
certamente destinata ad acquisire una posizione importante, grazie
alla traduzione, su grande e piccolo schermo, di storie a fumetti
che hanno fatto la storia della cultura popolare italiana. Inoltre,
durante il keynote, la Bonelli Editore ha
annunciato una partnership importantissima con la DC
Comics, che prevede un primo crossover con Flash e
Zagor e che pare vedrà coinvolti molti altri personaggi di
entrambe le etichette.
Che possa essere anche questo
materiale per la divisione Entertainment? Lo sapremo a tempo
debito. Per ora, il primo appuntamento certo è fissato per il
23 gennaio 2020, con l’uscita di
Dampyr, ma chissà, magari anche prima, i “ragazzi
Bonelli” riusciranno a farci varcare “confini” fino ad ora rimasti
invalicati.
Dopo essere balzato all’attenzione
della comunità cinefila con il suo remake de La
Casa di Sam Raimi, arrivato in sala nel
2013, Fede Alvarez ha replicato un buon successo
di critica e pubblico con Man in the Dark. Adesso
arriva la consacrazione con Millennium – Quello che non
uccide, dal 9 novembre al cinema, con cui Alvarez si
cimenta con personaggi cari alla letteratura (dai romanzi di
Stieg Larsson) e al cinema (Europa e Stati Uniti
hanno già portato al cinema queste storie).
Abbiamo incontrato il regista a
Roma, in occasione della premiere mondiale del film che si basa sul
quarto romanzo, postumo, della serie Millennium,
che racconta le avventure dell’hacker Lisbeth Salander, già portata
sul grande schermo da Noomi Rapace e
Rooney Mara. Fede Alvarez ha
avuto l’onore di dirigere nel ruolo la bravissima Claire
Foy, pluripremiata per il suo ruolo di Elisabetta II in
The Crown.
Il risultato dello sforzo di Alvarez
esalta le sue doti di regista, ma allo stesso tempo, il suo Quello
che non uccide è un film zoppicante, che sembra pasticciare un po’
troppe idee, nonostante gli sforzi e i chiari omaggi al grande
cinema, che lui dimostra di conoscere e amare.
Come si è rapportato
all’adattamento di Uomini che Odiano le Donne di David Fincher (pur
non essendo la stessa storia, si tratta dello stesso autore di
partenza, lo stesso mondo e gli stessi personaggi)?
“Gli altri film sono stati
un’occasione per rendermi conto che avrei potuto fare altro,
qualcosa di mio. Non avrei né dovuto, né voluto rifare i precedenti
film. Ogni persona che ha partecipato alla pellicola mi chiedeva di
dare una svolta, azzardare e fare qualcosa di diverso. Per me, che
venivo da altri generi, fare questo film è stata prima di tutto una
grande occasione e poi, con un background così differente, ho
potuto apportare uno stile nuovo. Ovviamente il tutto restando
fedele al personaggio e facendo attenzione a non
tradirlo.”
Qual è stata la sfida più grande e
perché hai scelto Claire Foy per il ruolo di Lisbeth?
“Girare un film è sempre una
sfida e non perché sia difficile, ognuno può farlo, sono altri i
lavori difficili; quello che è davvero difficile è mettere tutto
insieme, cercando di mantenere la tua visione delle cose, senza
lasciarti distrarre da tutto quello che accade nel frattempo.
Dentro e fuori dal set le opinioni sono tante, tu le devi ascoltare
tutte e cercare di non farti influenzare, in particolar modo con
questo film, perché a causa delle versioni precedenti ognuno aveva
un particolare punto di vista su come andasse fatto.
Io ho scelto la mia. Per quanto
riguarda Claire, credo sia fantastica, davvero un’attrice
meravigliosa, volevo qualcuno che avesse la capacita di dire ‘ciao’
senza dirlo, lei lo può fare, non tutti gli attori ci riescono. Non
è un film con molti dialoghi, e quindi come posso sapere quello che
prova la protagonista, quanto è spaventata, a cosa sta pensando, se
non mi comunica il tutto attraverso la sua espressività? Non tutti
hanno questo talento, questa abilità, ma Claire sì. L’ho scoperta
guardando The Crown, e già durante il primo episodio ti comunica
mille sensazioni solo attraverso lo sguardo, lo smarrimento, la
paura e la responsabilità di Elisabetta passano dai suoi
occhi.”
Ci parli della scelta delle
ambientazioni e della bellissima scenografia?
“Volevo che fosse come nelle
favole, che iniziano nelle città e dopo si spostano nelle foreste,
magari con la neve. L’equilibrio si gioca tutto lì: sei in città
eppure nel film viaggi tutto il tempo, Lisbeth non sta ferma
un attimo, si sposta continuamente; è come un road movie ma anche
come una favola.”
Millennium – Quello che non
uccide, recensione del film di Fede
Alvarez
Cercando di non fare
spoiler, il finale non è proprio conclusivo, dobbiamo aspettarci un
seguito?
“Per me è finito. Mentre giro un
film, non penso mai a farne un seguito; per me ha un inizio e una
fine. Ovviamente so che ci sarà un libro in uscita che prosegue la
storia, oltretutto Lisbeth è un grandissimo personaggio e di sicuro
la sua storia continuerà, ogni grande personaggio merita che la sua
storia continui, noi dobbiamo farla continuare. Altrimenti sarà
tutto relegato ad un vecchio film che nessuno ricorderà, noi
dobbiamo riportarlo in vita altrimenti le nuove generazioni non
avranno modo di conoscere né i film né i personaggi.
Come per questa storia e questi
personaggi, l’ultimo film è di otto anni fa, sono contento che
abbiamo raccontato di nuovo la storia di Lisbeth, perché la
generazione che non sapeva chi fosse, perché magari ai tempi aveva
dodici anni, ora potrà conoscere questo incredibile personaggio e
appassionarsi a lei. Vorrei fare lo stesso con Zorro, credo sia un
personaggio fantastico, sono innamorato della versione con Alain
Delon e questo film ha moltissimo di quella vecchia pellicola,
soprattutto nella fine.”
Millennium – Quello che non
uccide, arriverà al cinema il 9 novembre, distribuito da
Warner Bros.
Non tutti sanno che per prevenire
qualsiasi rischio di spoiler all’interno del cast (con conseguente
diffusione esterna), i Marvel Studios avevano preparato
diverse false sceneggiature di Avengers: Infinity War da far
leggere agli attori. Una di queste, come rivelato di recente dai
fratelli Russo – che hanno diretto il film –
non prevedeva la morte di un personaggio durante il prologo:
“Avevamo creato una versione
della sceneggiatura in cui Loki sarebbe rimasto in
vita fuggendo in una capsula di salvataggio all’inizio del film, ma
quando abbiamo iniziato a girare quella particolare sequenza,
alcuni membri della troupe erano confusi […] Di più non possiamo
raccontare per proteggere i segreti del film e perché questa è il
punto di arrivo di un viaggio durato dieci anni. In ogni caso ci
siamo divertiti a consegnare agli attori dei falsi script e nessuno
di loro ha effettivamente letto la vera sceneggiatura…“
Vi ricordiamo che Loki decide di
sacrificare se stesso nel tentativo di uccidere Thanos proprio
nelle scene iniziali di Infinity War e muore davanti al fratello
Thor mentre il Titano Pazzo continua la sua ricerca delle gemme
dell’infinito.
Avengers
4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto
da Anthony e Joe Russo e porterà a
conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Continua la carrellata di concept inediti da Avengers: Infinity War in cui
scopriamo una serie di “what if…” dal film dei
fratelli Russo: versioni alternative di costumi,
di scene, di personaggi che potevano sopravvivere o morire in
maniera diversa.
Adesso arriva un’altra serie di
immagini che si focalizzano su una delle scene più drammatiche del
film, quella in cui Thanos sacrifica ciò che ha di più caro,
Gamora, per ottenere la Gemma dell’Anima.
Inoltre, sempre nei concept a
seguire, potete ammirare alcuni studi per Thanos e il suo titanico
(è il caso di dirlo) corpo. In questi concept vediamo come gli
artisti dei Marvel Studios hanno costruito la
muscolatura del Titano Pazzo, modellandola sulle immagini dei
fumetti e sulla corporatura di Josh Brolin che, non
dimentichiamolo, ha fatto in modo che questo personaggio
completamente in CGI (e motion capture) fosse così realistico.
Thanos tornerà in Avengers 4, in cui presumibilmente
lo troveremo ancora nel suo esilio volontario in campagna, da dove
si gode la sua opera d’arte, il compimento di una vita di
ricerca.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel
Cinematic Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Mentre proseguono in Inghilterra le
riprese di Star
Wars: Episodio IX, nessun dettaglio sulla trama o sui
personaggi è ancora trapelato in rete, avvolti ancora da un alone
di mistero assoluto che i fan vorrebbero dipanare. Tuttavia nelle
ultime ore un tweet di John Boyega ha lasciato
supporre che Finn (l’eroe interpretato dall’attore) potrebbe usare
di nuovo la spada laser come accaduto in Il Risveglio della
Forza.
Questo perché alla domanda di un fan
che chiedeva se rivedremo mai il Finn di Episodio
VII con l’iconica arma dei cavalieri Jedi Boyega sembra
aver risposto positivamente. Sarà davvero così? Che ne pensate?
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si
uniranno al cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith,
Naomi Ackie e Richard E. Grant,
insieme ai veterani del franchise Mark Hamill, Anthony
Daniels e Billy Dee Williams,
che riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
Sebbene Star Wars: Gli
Ultimi Jedi sia stato accolto in maniera
contrastante, le recensioni non sono state affatto negative;
tuttavia il film ha intiepidito i fan che non ne hanno determinato
il successo economico travolgente che ci si aspettava. Dato che gli
spettatori considerano molto meglio riuscito Il
Risveglio della Forza, la notizia che J.J.
Abrams sarebbe tornato a dirigere Star
Wars: Episodio IX è stata accolta con molto
favore.
Stando a quanto
riporta Variety, sembra che Abrams stia
per siglare un accordo importante con uno studio, e tutti gli
indizi puntano alla Disney. Il regista e produttore ha infatti un
ottimo rapporto con Bob Iger, CEO della Casa
di Topolino, e i motivi per legarsi allo studio sono molti, a
partire dal prestigio dell’incarico.
Secondo questo report, infatti,
Lucasfilm avrebbe affidato Episodio
IX ad Abrams con lo scopo di farne un film che
“corregge il corso degli eventi” che si sono sviluppati in
maniera inaspettata ne Gli Ultimi Jedi. È un
incarico di grande fiducia che viene affidato al regista, e quindi
sembra ovvio che lo Studio possa voler affidarsi a lui, primo per
dare una degna conclusione alla saga ufficiale di Star
Wars, e poi forse per guardare al futuro in una maniera
che possa accordare fan e critici, in un possibile sviluppo del
franchise.
Sono ufficialmente iniziate le
riprese aggiuntive di Shazam!, come annunciato dal
protagonista Zachary Levi sui suoi social. Insieme
alla notizia è stata condivisa un’immagine inedita che mostra un
prezioso dettaglio del costume del supereroe.
Vi ricordiamo
che Shazam! farà parte
dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le
uscite di Aquaman e Wonder
Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.
Il cinecomic è atteso per il
2019 e vede nel cast Zachary
Levi (Shazam!), Asher
Angel (Billy Batson), Mark
Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
La
sinossi: Abbiamo tutti un supereroe
dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel
caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola – SHAZAM! –
affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa trasformarsi nel
Supereroe Shazam per gentile concessione di un antico mago. Ancora
bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella
versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente
farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X?
Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue
capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà
padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze
mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Dopo l’ultimo trailer in cui i fan
di lunga data sono stati premiati con una fugace visione a Optimus
Prime, a Soundwave e a Shockwave, è stato diffuso un nuovo spot
esteso originale di Bumblebee in
cui possiamo ammirare nuove scene dall’adrenalinico film che vedrà
protagonista il maggiolino giallo e Charlie, interpretata da
Hailee Steinfeld.
https://www.youtube.com/watch?v=ZJ5H8R84i8I
A dirigere Bumblebee
c’è Travis Knight, già regista
di Kubo e la Spada Magica per
la Laika. Protagonista del film
è Hailee Steinfeld. Nel cast anche
John Cena, Jorge Lendeborg Jr., Abby
Quinn, Rachel Crow, Ricardo Hoyos, Gracie
Dzienny e Jason Drucker. La
sceneggiatura del film è firmata da Christina
Hodson.
Ecco la prima sinossi del
film: “Durante il 1987, Bumblebee trova rifugio in una
discarica in una piccola cittadina di mare della California.
Charlie (Hailee Steinfeld), in procinto di compiere 18 anni e
mentre cerca di trovare il suo posto nel mondo, scopre Bumblebee,
scarico, ammaccato e spezzato. Quando Charlie gli restituisce la
vita, impara immediatamente che non si tratta di un ordinario
maggiolino giallo WV.”
Qualsiasi fan dei Marvel Studios sa che
il Regno
Quantico diventerà un fattore importante per il
futuro del Marvel Cinematic Universe, stando
a quanto visto finora nei due film su Ant-Man (e soprattutto in
vista di Avengers 4, dal momento che Scott
Lang vi è rimasto intrappolato proprio durante lo schiocco delle
dita di Thanos).
Sull’argomento è tornato a parlare
Kevin Feige in una recente intervista e questo è
stato il suo commento:
“Alla fine di Ant-Man abbiamo
seguito Scott Lang mentre entra nel Regno Quantico per la prima
volta, ed è come se avessimo iniziato a sfogliare i diversi strati
di qualcosa che poi sarebbe stato completamente cancellato dal
Doctor Strange mentre si accedeva al multiverso. Ma ora Regno
Quantico è un altro territorio con cui possiamo giocare per
raccontare le nostre storie, un luogo molto più grande di quanto
avessimo mai immaginato, e dove poter ambientare tutti i tipi di
avventure che vogliamo. Magari una di queste sarà esplorata in un
nuovo film, chissà…“
Tempo fa anche Peyton
Reed, regista dei due Ant-Man, aveva
discusso dell’argomento durante la promozione del sequel,
dichiarando che fino a questo momento
il MCU aveva appena “scalfito la
superficie“ in termini di dimensione alternativa, e i fan
avrebbero potuto aspettarsi di tutto man mano che si andava
avanti.
“C’è ancora molto da esplorare
nel Regno Quantico che noi, in realtà, nel solo contesto di questa
storia, Ant-Man ant the Wasp, abbiamo avuto
il tempo solo di grattare la superficie. Perché si tratta di un
mondo davvero apparentemente infinito. […] Ed è un lato molto
importante dell’Universo Marvel dei fumetti che mi piacerebbe
vedere riprodotto nella Marvel Cinematic Universe. E mi
piacerebbe farne parte. Questo è tutto quello che posso dire a
riguardo, ma posso anche aggiungere che concettualmente è
un’esperienza che mi eccita moltissimo.”
Vi ricordiamo che Avengers
4arriverà nelle sale ad aprile 2019, tuttavia
non abbiamo ancora a disposizione un titolo ufficiale né immagini
che possano darci un’idea di quello che vedremo nel capitolo
conclusivo della Fase 3 del MCU.
Un mese di riprese aggiuntive
appena conclusesi, la supervisione di Anthony e Joe
Russoe l’inizio della post-produzione sono gli ultimi step
del film, che adesso potrebbe avere abbastanza elementi per mettere
insieme un bel trailer, magari anche solo un teaser, che possa dare
soddisfazione ai fan, alimentando la loro già spasmodica
attesa.
Avengers
4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto
da Anthony e Joe Russo e porterà a
conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Mai come in Avengers: Infinity War, il
costume di Steve Rogers ha raccontato la storia del suo
personaggio. Alla fine di Civil War, Steve diventa
un fuggiasco, rinuncia allo scudo e al titolo di Captain
America e di coseguenza non ne indossa più i colori. In
Infinity War il suo costume è blu scuro, la stella
bianca sul suo petto sporca, coperta, e in alcuni punti la tuta è
strappata, lasciando intravedere un po’ delle scaglie del
costume che Cap indossa nei fumetti.
Di seguito, potete vedere tutti i
concept che sono stati realizzati prima di trovare il costume
perfetto per il personaggio interpretato da Chris Evans nel film. Nelle immagini
possiamo vedere che le varie ispirazioni per il costume potevano
venire dai U.S. Agent e dal Super Soldato, senza dimenticare che in
alcune varianti, il costume di Cap poteva essere una variante delle
divide dei soldati che combattono in Medio Oriente.
Che ne pensate? Quale di queste
possibili soluzioni poteva essere meglio del costume che in realtà
abbiamo avuto nel film?
Alla fine di Avengers:
Infinity War, Steve è rimasto ancora una volta senza il
suo amico Bucky. Dopo averlo ritrovato nel Wakanda, libero dal
lavaggio del cervello dell’Hydra, Cap si è visto ancora una volta
portare via il suo amico, la sua unica famiglia, a causa dello
schiocco di Thanos. Quale sorte avrà in serbo per loro il Marvel Cinematic Universe?
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans,
Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Meno di un anno fa usciva nelle sale
Star Wars: Gli Ultimi
Jedi accompagnato da un’ondata di pesanti critiche mosse dalla parte
più “integralista” del fandom della saga, secondo le quali il
film di Rian Johnson avrebbe tradito lo spirito
originale e preso strade troppo distanti da ciò che amavano delle
avventure della famiglia Skywalker. In particolare alcuni commenti
negativi furono rivolti al personaggio di Luke,
che il regista ci tiene ancora a difendere come scritto su Twitter
di recente:
“Luke è coerente al 100% con il
suo personaggio, magari non nel modo in cui è stato descritto
durante la promozione, ma sicuramente in ciò che lo rende reale,
basandosi sulle sue parole e sulle sue azioni. […] Continuo a
pensare di non aver fatto niente che mi abbia fatto pensare: “Oh
dio, sto distruggendo ogni cosa…forse avrei cambiato qualcosa ma
ormai è tardi per tornare indietro e credo ancora sinceramente in
tutte le decisioni che ho preso.“
“Capisco perché i fan si
preoccupano di queste cose, e fa male quando ti aspetti qualcosa di
specifico e non riesci a ottenerlo da qualcosa che ami. Fa sempre
male, quindi non lo prendo mai come un attacco personale se un fan
reagisce negativamente e mi critica su Twitter. Va bene. È il mio
lavoro e sono lì per quello.“, ha confessato il regista.
Dopo il successo da record al box
office, Star
Wars: Gli Ultimi Jedi, l’ottavo film della Saga,
firmato LucasFilme diretto
da Rian Johnson vede nel cast i
protagonisti storici della saga, Mark
Hamill (Guerre Stellari, Ritorno
dal futuro) e Carrie
Fisher (Harry ti presento
Sally, Patto di sangue) brillano accanto ai
protagonisti della nuova trilogia, Adam
Driver (Lincoln, Star
Wars: Il risveglio della forza), Daisy
Ridley (Ophelia), Benicio Del
Toro (Escobar, Avengers: Infinity War)
e Laura Dern (The Founder, The
Tale).
Impreziosiscono il già stellare cast
il Premio Oscar Lupita Nyong’o (12
anni schiavo, Queen of Katwe), John
Boyega (Star Wars: il risveglio della
forza, Detroit), Oscar
Isaac (Robin Hood, X-Men –
Apocalisse), Domhnall
Gleeson (Anna Karenina, Revenant – Redivivo)
e Anthony Daniels (Guerre
Stellari, Solo: A Star Wars Story).
LA SINOSSI: Il Primo Ordine è in
lotta contro la Resistenza e Rey consegna a Luke Skywalker la spada
laser di sua proprietà per cercare di convincerlo a tornare a
combattere per salvare il mondo libero. Luke però non vuole saperne
di tornare in guerra, credendo sia il momento di porre fine ai
Cavalieri Jedi. Nel frattempo la flotta della Resistenza esce
dall’iperspazio e si ritrova alla deriva con poco carburante a
disposizione: il Primo Ordine riesce a rintracciarla una seconda
volta e l’Alleanza capisce che i nemici sono dotati di un potente
localizzatore a lungo raggio che può essere disattivato soltanto
salendo a bordo della loro nave ammiraglia.
Soltanto due giorni fa veniva
diffusa la notizia, non del tutto ufficiale ma ora confermata,
dell’inizio della produzione del film su
Breaking Bad scritto e probabilmente diretto
dallo showrunner della serie originale Vince
Gilligan, mentre ora – come riportato da Slash Film –
scopriamo che si tratterà di un sequel vero e proprio dedicato al
personaggio di Jesse Pinkman.
L’ex “discepolo” di Walter White e
co-protagonista dello show creato da Gilligan tornerà quindi sullo
schermo sempre interpretato da Aaron Paul.
Sul progetto si sa ancora poco,
tranne il fatto che Gilligan scriverà la
sceneggiatura e figurerà nelle vesti di produttore
esecutivo. È anche probabile che alla fine dei giochi assumerà
il comando dell’operazione dirigendo il film. Per quanto
riguarda le riprese, sembra che il set sia pronto a partire già
nelle prossime settimane in New Mexico.
Va ricordato che questo speciale
lungometraggio di due ore di Breaking
Bad segna il primo titolo di Gilligan in seguito al
nuovo accordo triennale firmato a luglio con Sony TV. Le fonti
parlano di un contratto da 50 milioni di dollari che fa affiancare
la figura del produttore a nomi del calibro di Shonda
Rhimes e Ryan Murphy.
Descendants è la
serie d film musicale per la televisione usciti nel 2015. Diretto
da Kenny
Ortega e andato in onda su Disney Channel, il film
racconta la vita dei figli dei cattivi Disney e degli eventi che
accadono dopo il matrimonio tra Belle e la Bestia.
Descendants è un
film che ha avuto grandissimo successo in America e nel resto del
mondo, tanto da dare vita ad sequel e probabilmente anche a un
terzo capitolo. Adorato tra bambini e non solo, non tutto è
conosciuto. Quello che, forse, non sapevate su
Descendants.
Descendants: tutti i film
Descendants è un
film per la televisione. Questo film tv, diretto da
Kenny Ortega è arrivato in Italia il 3 ottobre del
2015 su Disney Channel e nel marzo dell’anno successivo su Rai
Gulp. Il film riunisce buoni e cattivi di varie fiabe a seguito del
matrimonio tra la regina Belle e il re Bestia. Gli aventi narrati
hanno origine quando Ben, figlio di Belle e della Bestia, si
appresta a salire al trono ed invita i figli dei cattivi, fatti
prigionieri sull’Isola degli Sperduti (vi si trovano Crudelia De
Mon, Jafar, la Regina Cattiva e Malefica) a frequentare la
prestigiosa accademia Auradon Prep, diretta dalla Fata Smemorina. I
figli dei quattro cattivi accettano l’invito solo per poter rubare
la bacchetta e liberare i genitori.
Tutti i figli dei cattivi
hanno un segno di riconoscimento. Ogni figlio dei Perduti
(Evie, figlia della Regina Cattiva, Mal, figlia di Malefica, Jay,
figlio di Jafar e Carlos, figlio di Crudelia De Mon) è
riconoscibile con disegno posto sulla parte posteriore dei loro
costumi. Mal ha una cuore verde formato da un drago, Evie ha una
corona abbagliante, Jay un serpente arancione e Carlos delle ossa
di cane bianche e nere incrociate. Tutti quanti loro hanno dei
simboli che ricordano i loro genitori e le loro fiabe.
In Descendants ci sono
riferimenti ad altri film di animazione Disney. Nella
stanza di sicurezza, che contiene la ruota girevole di Maleficent,
è possibile vedere sullo sfondo qualche riferimento ad altri film
targati Disney. È possibile notare un tridente (La
Sirenetta, 1989), una rosa (La bella e la bestia,
1991), il cappello del Cappellaio Matto (Alice nel paese delle
meraviglie, 1951), la scarpetta di Cenerentola
(Cenerentola, 1950) e la lampada del Genio
(Aladdin, 1992). Tuttavia, ci sono altri due oggetti.
Sulla sinistra si vede qualcosa che somiglia a una tavoletta di
pietra o a un blocco, mentre sulla destra c’è un oggetto dorato,
probabilmente una mela. Questi due oggetti sono compaiono per un
tempo sufficiente possibile a determinare cosa siano davvero.
Descendants 2: trailer, trama e
curiosità
Descendants
2, è il secondo film Disney Channel Original Movie
diretto e prodotto da Kenny Ortega ( High School Musical e Camp
Rock) con protagonisti i figli dei cattivi Disney.
Descendants 2 ha catturerà i ragazzi
grazie alle sue musiche originali e balli spettacolari. Un primo
assaggio si ha nel video della canzone di apertura del film “Ways
To Be Wicked”, un concentrato di energia a ritmo pop-rock con
protagonisti Mal, Evie, Carlos e Jay. La canzone, prodotta da Sam
Hollander e Josh Edmondson, è scritta da Grant Michaels e Charity
Daw.
In Descentants
2 ritroveremo i figli dei cattivi Disney alla ricerca
di un nuovo equilibrio nella loro rinnovat vita nel regno di
Auradon. Quando la pressione di diventare regina diventa eccessiva,
Mal insieme ai suoi amici decide di tornare sull’Isola dei Perduti,
dove nel frattempo la sua acerrima nemica Uma, figlia della perfida
Ursola, ha preso il suo posto autoproclamandosi regina. Uma è
molto risentita di non essere stata selezionata da Ben per
frequentare la scuola di Aurodon e decide così di dar vita a una
sua gang di pirati. La gang include Harry e Gil,
rispettivamente i figli di Capitan Uncino e Gaston che insieme ad
Uma lotteranno per rompere le barriere tra l’Isola dei Perduti e
Auradon e liberare i figli dei cattivi imprigionati sull’Isola una
volta per tutte.
Descendants 3, trailer, trama e curiosità
Descendants 3, è
il terzo capitolo del Disney Channel Original
Movie continua il racconto della saga contemporanea tra il bene e
il male: le figlie e i figli adolescenti dei Cattivi Disney più
famosi — Mal (Dove Cameron), Evie (Sofia Carson),
Carlos (Cameron
Boyce) e Jay (Booboo Stewart) — ritornano
sull’Isola degli Sperduti per reclutare un nuovo gruppo di
discendenti che si uniscano a loro ad Auradon Prep.
Nel terzo film quando una
violazione della barriera mette a repentaglio la sicurezza di
Auradon durante la loro partenza dall’Isola, Mal decide di
chiuderla definitivamente, temendo che i suoi nemici Uma (China
Anne McClain) e Hades (Cheyenne Jackson) si vendichino sul
regno. Nonostante la sua decisione, una misteriosa forza oscura
minaccia la popolazione di Auradon e toccherà a Mal e ai figli dei
Cattivi salvare tutti nella più epica delle loro battaglie.
https://youtu.be/8jpvcD_LkK4
Descendants: il cast della
serie
Protagonisti nel cast del film sono
Mal, interpretata da Dove Cameron. Carlos,
interpretato da Cameron Boyce. Jay, interpretato
da Booboo Stewart. Evie, interpretata da
Sofia Carson. Ben, interpretato da
Mitchell Hope. Audrey, interpretata da
Sarah Jeffery. Jane, interpretata da
Brenna D’Amico. Doug, interpretato da
Zachary Gibson. Chad, interpretato da
Jedidah Goodacre. Lonnie, interpretata da
Dianne Doan. Malefica (Maleficent), interpretata
da Kristin Chenoweth. Crudelia De Mon (Cruella de
Vil), interpretata da Wendy Raquel Robinson.
Jafar, interpretato da Maz Jobrani. Regina Grimilde, interpretata
da Kathy Najimy.
Per il ruolo di Carlos De
Mon,
Cameron Boyce si è dovuto tingere i capelli. Per il
ruolo del figlio di una super cattiva come Crudelia De Mon,
Cameron Boyce si è dovuto tingere i capelli di bianco.
Tanto perché fosse chiaro che Carlos sia il figlio di Crudelia, il
personaggio di Cameron gioca con il numero 101, riferendosi proprio
alla madre. Per Cameron era la seconda volta che appariva in
televisione insieme a Dove Cameron. I due si erano
incontrati per la serie Liv e Maddie del 2013, nel quale
Boyce interpretava un cugino.
Le curiosità sulla saga
Per Dove Cameron,
Descendants non era il primo film Disney originale. Nel
2014 Dove Cameron ha fatto parte del film Cloud 9. Dove è
anche una vecchia conoscenza della Disney: scoperta nel 2012, ha
iniziato a recitare proprio in quell’anno per la serie di Disney
Channel Bits and Pieces diventato poi Liv e
Maddie, serie in cui Dove interpreta le gemelle protagonista
Liv e Maddie.
Metà degli attori che
interpretano i figli dei cattivi provengono da altri ruoli
Disney. Dove Cameron da Liv e Maddie,
Cameron Boyce da Jessie, mentre gli altri hanno
partecipato in alcune serie come guest star, come Sofia Carson in
Austin & Ally e Booboo Stewart in Buona fortuna Charlie.
L’annuncio del film è stato
dato nel 2013. In quell’anno Disney Channel ha annunciato
la trama del film e l’inizio della produzione. Le riprese, che si
basano sul soggetto di Josann McGibbon e
Sara Parriott, sono iniziate nel 2014 e Kenny
Ortega è stato il regista del film dopo aver girato la trilogia di
High
School Musical. L’arrivo del regista ha fatto cambiare la
prospettiva del concept originale, per il quale non erano previste
musiche e coreografie.
Descendants la miniserie web
Di Descendants è stata
realizzata anche una mini webserie e uno spin-off animato.
Trasmessa dal 2 luglio 2015 sull’app Watch Disney Channel, la
serie, composta in 23 episodi, viene spiegata da Lonnie su vai
segreti degli studenti sin dal primo giorno di scuola fino
all’annuncio di Ben sull’arrivo dei cattivi. Nel luglio 2015, viene
confermato da Disney Channel l’arrivo di uno spin-off animato,
composto in cortometraggi in CGI dal titolo Descendants: Wicked
World. Questa serie viene confermata nel 2016 con l’arrivo di
una seconda stagione arrivata poi in Italia l’anno successivo.
Descendants e i libri
Descendants ha dato vita ad
una serie di libri. Nel 2015 sono stati pubblicati nove
libri che si sono ispirati al film per le televisione: L’Isola
degli sperduti, Descendants: Junior Novelization, Mal’s Diary,
Mal’s Spell Book, Disney Descendants Yearbook, Secrets of Auradon
Prep: An insider’s Handbook, La storia del film, Mal: la vera
storia secondo me e L’arte dei decori & ghirigori.
Tuttavia, sono stati pubblicati altri libri tra Regno Unito,
Francia e Germania come Poster-A-Page, Spellbound Poster Book,
Annual 2016, Le roman du film e Die Nachkommen.
Un video inedito celebra 5 anni dall’uscita del primo film
Descendants, dove vedere tutti i
film streaming
Per chi desiderasse recuperare
Descendants, è possibile vederlo in streaming sulla piattaforma
Disney+.
Dopo aver lasciato il personaggio di
Ciro di Marzio alla sua tragica sorte, tra le braccia del
nemico/amico Genny Savastano, Marco D’Amore è
pronto per il suo futuro da regista in Gomorra, la
serie italiana venduta in tutto il mondo, che lo ha visto ricoprire
per tre stagioni uno dei personaggi più importanti e anche amati,
con tutte le sue contraddizioni, dal pubblico.
Ma come nasce, nel piccolo Marco, la
voglia di fare l’attore? La risposta è inaspettata, profonda,
decisa, come tutto ciò che nel corso dell’incontro con i fan, in
occasione del Lucca Comics and Games, D’Amore ha
offerto al suo pubblico.
“Sono cresciuto coltivando tante
passioni, in particolare quella per la musica. E poi come spesso
accade sono gli incontri e il favore con cui tu li accogli, che ti
cambiano lo vita. Avevo anche la passione per la recitazione,
recitavo a scuola e tutti si complimentavano, a 15 anni ho messo su
una compagnia di coetanei e facevamo il repertorio napoletano (De
Filippo, Scarpetta, Viviani) e a 16 anni ho firmato il mio primo
contratto da professionista.
All’epoca ho intrecciato uno dei
rapporti più importanti della mia vita, un rapporto che continua
ancora adesso, quello con Toni Servillo, che all’epoca era un
regista di teatro che portava avanti un discorso artistico sul suo
teatro, ma fondamentalmente sconosciuto, come capita ai grandi
artisti che spesso costeggiano il grande pubblico. A 18 anni lui mi
scelse e da allora, dopo una tournée con lui, ho maturato la scelta
che la recitazione sarebbe stata la mia vita. Ho studiato a Milano
in Accademia, ho fatto la gavetta teatrale e ho ritrovato
Servillo.
Il mio è un percorso di studio,
di scelte, di grandissimi sacrifici perché ho abdicato a gran parte
della mia vita per fare questo lavoro e proprio per questo sono
violento con tutti quelli che sminuiscono l’immagine dell’attore,
che vivono teatro, cinema e televisione come uno sfogo di
vanità.”
Nonostante tutti gli anni
di teatro, Marco D’Amore è stato reso noto al
grande pubblico grazie a Gomorra, la serie che
adesso lo vedrà passare dietro alla macchina da presa:
“L’esperienza di Gomorra è stata
una svolta professionale, ma è stata anche una svolta legata alla
mia formazione e alla mia vita, perché io non avevo nessun
desiderio di fare questo ruolo. All’epoca credo di essere stato
l’unico attore campano a non avanzare nessuna candidatura. Ho
ricevuto una chiamata da Stefano Sollima che mi invitava a fare il
provino, ma non mi sembrava proprio il progetto per me. Poi è
andata in maniera diversa. Ha cambiato la mia vita professionale
perché mi mette di fronte al fatto che io interpreto Ciro come
fosse un grande personaggio di Shakespeare, perché ha tutti gli
abissi e tutte le vette di un Amleto o di un Otello. Mi ha cambiato
la vita, per Gomorra sono richieste lunghe settimane di set,
vissuti spalla a spalla con gli attori più bravi in circolazione in
Italia, gomito a gomito con una produzione attentissima, quindi,
per chi come me è molto interessato alla macchina piuttosto che al
ruolo, questo ha rappresentato anche un’esperienza
formativa.
Essere Ciro è stato difficile
perché sapevamo di raccontare nella realtà e sapevamo di mettere le
mani nel dolore della gente. Per quanto questi personaggi non
esistano, sono comunque la somma di biografie reali che hanno
macchiato di delitti il territorio nazionale e internazionale; io
ho sentito la responsabilità di mettere in scena un personaggio che
era stato il racconto atroce della vita contemporanea e che aveva
lasciato tante ferite dietro di sé, e che nell’immaginario
collettivo rappresenta qualcosa che si vuole tenere
lontano.
Io però so benissimo che questa
serie non ha nessun intento educativo o etico. Per me una serie tv
ha il potere di scuotere, e poi se riesce a far riflette ad
emozionare a farsi porre delle domande, questi sono tutti risultati
ulteriori. Ma non si può chiedere a una serie, a un libro o a un
film di avere delle risposte. Queste cose devono far porre domande,
non devono dare risposte.
L’intento della serie è quella
di realizzare un racconto epico, nella misura in cui si parla di
eroi, nonostante siano tragici o neri, sono comunque eroi. Per
questo Gomorra non è solo un racconto della realtà, ma anche un
racconto della coscienza e credo sia questo il motivo per cui la
serie sia stata così venduta in tutto il mondo, perché è una storia
con cui tutti possono fare i conti. C’è, ahimè, una porzione di
Gomorra in ogni parte del mondo.”
Dopo la morte di Ciro, Marco
D’Amore non abbandona Gomorra, ma si prepara al debutto
dietro alla macchina da presa, diventando così regista e narratore
degli eventi:
“Mi piace dire che il mio
passaggio dietro alla macchina da presa non è avvenuto come una
follia dopo una notte di sbronza, non è una decisione estemporanea.
Per me è la tappa di un percorso molto più lungo ed ha a che fare
con il fatto che io non mi sono mai “arrapato” per un personaggio,
a me interessano molto di più i temi e le storie, e mi sono chiesto
spesso in che modo, a un certo punto della mia vita professionale,
avrei potuto decidere io che storia raccontare e che tema
condividere con il pubblico. Questo passaggio è avvenuto prima
attraverso la scrittura e la produzione, e poi, una volta concluso
il mio percorso come attore nella serie, è stato fisiologico anche
per la produzione accogliere la mia richiesta.
L’esperienza è diversissima,
perché l’attore è un centometrista, lavora per pochissimo tempo e
dà il massimo, subito, su dieci ore di set, lui lavora per due, e
deve rendere al massimo. Il regista è un maratoneta, parte
chilometri prima dell’attore.”
E non risparmia il suo punto di
vista sulla condizione di cultura e arte nell’Italia
contemporanea.
“Noi abbiamo un Ministro ai Beni
Culturali che ci dice che il Grande Fratello è cultura, la reazione
giusta è che ridiamo tutti, ma in realtà è drammatico. Il fatto che
noi si risponda ridendo, invece che indignandoci, dal mio punto di
vista è drammatico. Perché oltre qualsiasi congettura, e fuori da
qualsiasi schema di preferenza politica, il problema è che non è
vero! Perché c’è una linea di demarcazione netta tra
l’intrattenimento e la cultura, tra l’intrattenimento e l’arte. Ci
può essere intrattenimento di altissimo livello e molti paesi fuori
dall’Italia sono molto più settoriali rispetto a noi.
In Francia, in Inghilterra, in
America, ci sono teatri in cui si fa prosa, in cui si fa ricerca,
in cui si fa musical. Sono proposte settoriali che danno la
possibilità al pubblico di essere di fronte a una serie di offerte
che da noi non hanno, perché in qualsiasi teatro italiano il
cartellone è molto più confuso, misto. Questo non per criticare, ma
per dire che il Grande Fratello è al massimo sub-cultura, non solo,
è sub-intrattenimento, sub-spettacolo, e che un ministro dica una
cosa del genere per me è drammatico. Perché io sono uno che sta
cercando di arare dei solchi e che sa benissimo che cos’è
l’intrattenimento, cosa la cultura, cosa un’espressione artistica e
quanto questi elementi possono essere elevati. Così si diseduca una
platea foltissima, fatta di giovanissimi. C’è una varietà di mondi
possibili, per tutti, ma ci sono grandi distinzioni da
fare.”
Ma Marco
D’Amore ha anche espresso tutto il suo amore per il
teatro, per il lavoro d’attore, per l’impegno che ogni giorno
infonde nella sua arte.
“Quando uno spettacolo non
funziona, gli attori di teatro dicono che “non è sceso in platea”,
perché è rimasto tutto sul palco. Invece qui, tra palco e prima
fila c’è una terra di mezzo molto interessante dove si dovrebbe
creare un rapporto con lo spettatore. È qui che le cose si mettono
in mezzo, perché l’ultimo attore dello spettacolo è lo spettatore
che completa l’opera con le sue riflessioni e i suoi
sentimenti.
Per interpretare Ciro di Marzio,
per me, è stato fondamentale non rinunciare a una parte del gioco
dell’attore, che è importantissima soprattutto quando si ha a che
fare con questo tipo di ruoli. Francesi e inglesi utilizzano
proprio la parola ‘giocare’ per parlare del lavoro dell’attore:
‘jouer’ oppure ‘play’, non ‘recitare’. Tutto questo ho infatti
molto a che fare con il gioco, non con lo scherzo che è una cosa da
adulti. Il gioco è una cosa seria, ma dei bambini.
Oltre ogni aspetto di fama e
gloria dell’essere attore, questo è un mestiere difficilissimo.
L’attore si arroga la responsabilità di farsi altro, di portare
vite altrui, dolori altrui, sofferenze altrui, addii altrui e
questa è una cosa altissima. Non a caso le prime rappresentazioni
teatrali della storia dell’umanità risalgono a quando l’uomo, sul
palco, ha avuto l’ardire di farsi dio. È quello l’intento. Gli
attori, quando vengono riconosciuti come tali, dovrebbero essere
osservati, in maniera profana, come delle divinità, non come quello
bello, che fa la battuta, come fosse una cosa normale. La
recitazione non ha nulla a che fare con la normalità, nella misura
in cui la finzione è molto più interessante della normalità, se tu
la elevi; e per elevarla devi sapere come si misurano i sentimenti,
come si devono amministrare corpo voce movimenti, devi fare uno
studio profondo su te stesso, altrimenti non ci riesci e non vai a
toccare delle corde o ad incidere nella memoria di chi ti
ascolta.”
Sono stati diffusi i primi character
poster di Aquaman, di James Wan,
in cui possiamo vedere dispiegati in tutta la loro bellezza i
protagonisti del film, Re e Regine dei Sette Mari!
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
È stato diffuso il primo esilarante
trailer di
Pets – Vita di Animali 2, il sequel del film
Illumination dedicato a tutti i padroni di animali domestici,
insospettabili protagonisti di storie avventurose.
Il film di Illumination
Studios e Universal Pictures è diretto da
Chris Renaud, come il primo capitolo, e arriverà
nelle sale italiane il prossimo 6 giugno del
2019.
Jude
Law è tra le incognite più affascinanti del prossimo
Captain Marvel; il suo personaggio
non è stato ancora annunciato e in molti si stanno chiedendo chi
possa interpretare nella storia d’origine atipica di Carol
Danvers.
L’attore inglese arriverà a metà
novembre sul grande schermo con Animali Fantastici: I
Crimini di Grindelwald, in cui interpreta il ruolo del
giovane Albus Silente, il preside di Hogwarts negli anni in cui
Harry Potter frequentò la scuola di Magia e
Stregoneria, ma che, nel periodo in cui è ambientato il film con
protagonista Newt Scamander, era “semplicemente” il professore di
Trasfigurazione.
Sappiamo che il ruolo sarà molto
importante e che la storia del film è tutta un segreto. A quanto
pare, però, nessuno riesce a minacciare bene i propri attori come i
Marvel Studios, che pure cercano di lavorare nel
più stretto riserbo delle proprie informazioni.
Durante la presenza al Wizarding
World per la promozione di Animali Fantastici,
Jude Law ha commentato così il rapporto tra i due
diversi livelli di segretezza: “Penso che possa dipendere dalla
differenza tra britannici e americani. Con Animali Fantastici, sono
stati tipo ‘Supponiamo che tu non abbia intenzione
di rivelare nessuno di questi segreti. E se lo fai, ti diremo di
non farlo più e potremmo tranquillamente ucciderti’. Alla Marvel
invece è più tipo ‘Non ti azzardare fottutamente di dirlo a nessuno
nessuno nessuno!’.”
Sembra palese la differenza di
comunicazione tra le due produzioni, ma pare che entrambi i metodi
riescano a ottenere il silenzio degli attori.
Vi ricordiamo che alla regia di
Captain Marvel con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema
l’8 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Dopo l’annuncio del film su
Dampyr, il grande fumetto italiano torna ad essere
accostato al grande schermo con la notizia che Christophe
Gans dirigerà un film su Corto Maltese,
il celebre personaggio di Hugo Pratt, in cui
reciteranno Tom Hughes e Milla Jovovich.
La pellicola sarà diretta dal
francese Christophe Gans (Silent Hill, La
Bella e la Bestia), che si dice grande appassionato
dell’autore di fumetti, dichiarando: “Corto Maltese è stato un
progetto da sogno per me da quando ero un ragazzo che leggeva
fumetti.”
A produrre il film, che dovrebbe
essere il primo di una serie, c’è Davis Films e TriPictures, che
credono che Corto Maltese abbia tutte le carte in
regola per diventare un franchise.
Nel cast sono confermati, per ora
Tom Hughes (Victoria) e Milla
Jovovich (Resident Evil) che ricopriranno
i ruoli di protagonisti. Sarà l’affascinante attore britannico a
ricoprire il ruolo di Corto. Su questa scelta, il regista ha
commentato: “Ora che ho l’opportunità di portare questa
incredibile storia sul grande schermo, non riesco a pensare a un
attore migliore per interpretare l’avventuroso Corto dopo che ho
incontrato Tom Hughes, che ho seguito nella serie ‘Victoria’, e che
è emerso come uno dei migliori attori britannici.”
Fanno già parte del cast anche
James Thierrée (Chocolat), che interpreterà la
spalla di Corto Maltese, Rasputin, e Mark
Dacascos, il cui ruolo non è ancora stato svelato. I primi dettagli
sulla trama del film dicono che sarà basato sull’albo unico
intitolato Corte Sconta detta Arcana ambientato tra il 1918 e il
1920 tra la Siberia e la Cina, in cui Corto Maltese si trova a Hong
Kong quando viene ingaggiato da una società segreta cinese, le
“Lanterne Rosse”, per compiere una missione in Siberia, dirottare
un treno blindato dello zar Nicola II che trasporta oro da San
Pietroburgo a Vladivostok.
La produzione comincerà a gennaio
2019, tra Europa e Asia.
Un nuovo rumor riguardante
Star
Wars: Episodio IX sembra suggerire il ritorno di un
personaggio molto noto della saga originale:
Palpatine. Secondo queste voci, sarà Matt
Smith, ex Doctor Who, a
interpretare la versione giovane del personaggio.
L’attore inglese è uno dei tanti
nuovi arrivi nella galassia lontana lontana, che dovrebbe ricoprire
un ruolo chiave, stando a quanto riferiscono notizie ufficiali.
Come è procedura standard alla Lucasfilm, i
dettagli della trama per il capitolo finale della trilogia sono
mantenuti strettamente nascosti, il che significa che non si sa
molto di tutti i volti nuovi che spunteranno nel film, ma che sono
stati annunciati nel cast.
Naturalmente, Palpatine è stato il
grande cattivo dei primi sei episodi della saga degli Skywalker.
Assunse il controllo della Repubblica Galattica nei prequel e la
trasformò nell’Impero. Sebbene sia morto da tempo nel periodo in
cui è ambientato Il Risveglio della Forza, la sua
influenza è ancora avvertita dal fatto che il Primo Ordine si era
modellato sull’immagine del vecchio Impero. E se l’ultimo rumor è
attendibile, Palpatine potrebbe avere molta più influenza
nell’ultimo capitolo della saga.
Durante un momento di “Hot Scoop
o Shot of Poop” durante l’ultimo episodio di The Weekly Planet
Podcast, è stato affermato che Smith potrebbe interpretare un
giovane Palpatine nell’episodio IX. Vale la pena sottolineare che
questa informazione proviene da una fonte anonima ed è, a questo
punto, soltanto una voce.
Ovviamente, per quanto sia d’obbligo
ricordare che l’informazione va presa con le pinze, è intrigante
provare a immaginare in che modo Palpatine possa ritornare in
Episodio IX, dopo essere stato ucciso in Episodio
VI. Tuttavia, il recente report ufficiale di Variety su
una
correzione del corso degli eventi da parte di J.J.
Abrams nell’ultimo film della saga, potrebbe riportare in
vita alcuni personaggi che possano fare captatio benevolentia sul
pubblico.
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al
cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith, Naomi
Ackie e Richard E. Grant, insieme ai
veterani del franchise Mark Hamill, Anthony
Daniels e Billy Dee Williams, che
riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
Dal momento che non può eguagliare
Superman in fatto di forza
bruta, Lex Luthor deve fare affidamento sul suo impressionante
intelletto per trovare altri modi per sopraffare l’Uomo d’Acciaio in Batman v Superman: Dawn of
Justice. Così, nel film di Zack
Snyder, Lex rapisce la madre di Superman, Martha Kent, per
rendere l’eroe Kryptoniano conforme alla sua richiesta: uccidere
Batman. Nei due anni trascorsi da quando Batman v Superman è
uscito, alcuni spettatori potrebbero essersi domandati perché
Superman non si sia limitato a usare i suoi poteri per rintracciare
il luogo in cui Martha veniva tenuta prigioniera. Secondo il
regista Zack Snyder, a questa domanda è stata data
una risposta in una scena tagliata.
Recentemente una foto dietro le
quinte di Batman v Superman: Dawn of Justice ha
fatto il giro su Vero, portando
i fan a chiedere a Zack Snyder se questa fosse proprio la parte del
film in cui Kal-El sia volato nel cielo di Metropolis per cercare
di rintracciare con i suoi sensi super sviluppati la madre. Ma il
suo potere gli ha dato accesso a tutte le voci intorno a lui, un
sovraccarico di dolore e angoscia. In merito alla foto, Snyder ha
risposto: “È un green screen. Vola sopra la città. La
telecamera inizia a ruotare attorno a lui mentre sente le grida e
il dolore causato dal crimine e quando ci avviciniamo, lui sta
soffrendo perché sa che se cerca di trovarla in questo modo, dovrà
ignorare gli innumerevoli gridi d’aiuto che sentirà provenire dalle
città di tutto il mondo.”
Anche se Superman è capace di tante
prodezze, contrariamente all’opinione di Lex Luthor, non è un dio.
C’è solo un numero limitato di gente che può salvare, il che
significa che ogni volta che vive come Clark Kent o anche mentre è
al lavoro in altre parti del mondo, ci saranno sempre altri che
soffrono e che lui non è in grado di aiutare. Ecco perché non ha
usato il suo super udito per capire la posizione di Martha; sarebbe
stato troppo per lui decidere di ignorare tutta la sofferenza del
mondo per concentrarsi solo sulla madre.
Invece, Superman è volato a Gotham
City e ha fatto a pugni con Batman come voleva Lex Luthor, anche se
ha cercato di spiegare la situazione in anticipo, ma Bruce Wayne
non lo ha ascoltato. Fortunatamente, alla fine tutto si è risolto
sappiamo come, e il Crociato incappucciato ha salvato la madre del
suo ex avversario e Superman è tornato a fronteggiare la minaccia
di Lex Luthor. Sfortunatamente, Doomsday ha ucciso Superman, quindi
l’Uomo d’Acciaio non è riuscito a godersi la vittoria a lungo.
Inutile dire che Superman non è
stato troppo tempo sepolto sotto i sei piedi di terra. In
Justice League, Batman, Wonder Woman, Aquaman,
Flash e Cyborg lo resuscitarono usando la
camera della genesi di Krypton e una delle scatole madre, e
nonostante si sia svegliato molto irritato, per così dire, alla
fine ritorna in sé e, indossato un nuovo costume di Superman, dà
una mano a fermare Steppenwolf dal trasformare la Terra in un altro
Apokolips.
Superman ha ora iniziato un nuovo
capitolo della sua vita, anche se, ironia della sorte, attualmente
la Warner Bros e il DC
Extended Universe non hanno in programma di fare in
modo che Henry Cavill riprenda il personaggio
secondo quelli che potevano essere altri piani.
Dopo il poster 01
distribution ha diffuso il trailer ufficiale
di Ride,
il film da regista di Valerio Mastandrea che vede
protagonisti Chiara Martegiani,
Renato Carpentieri, Stefano
Dionisi, Arturo Marchetti e con
Milena Vukotic.
Prodotto da Paolo Bogna e
Simone Isola di Kimera Film e Rai
Cinema, il film uscirà al cinema il 29 Novembre.
Ride, la trama
Una domenica di maggio, a casa di
Carolina si contano le ore. Il lunedì successivo bisognerà
aderire pubblicamente alla commozione collettiva che ha travolto
una piccola comunità sul mare, a pochi chilometri dalla capitale.
Se n’è andato Mauro Secondari, un giovane operaio caduto
nella fabbrica in cui, da quelle parti, hanno transitato
almeno tre generazioni. E da quando è successo Carolina, la
sua compagna, è rimasta sola, con un figlio di dieci anni, e
con una fatica immensa a sprofondare nella disperazione per la
perdita dell’amore della sua vita.
Perché non riesce a piangere?
Perché non impazzisce dal dolore? Sono passati sette
giorni ormai e per lei sembra non essere cambiato nulla. Nonostante
gli sforzi, non riesce ad afferrare quello strazio giusto,
sacrosanto e necessario a farla sentire una persona normale.
Manca un giorno solo al funerale e tutti si aspetteranno una
giovane vedova devastata. Carolina non può e non deve deludere
nessuno, soprattutto se stessa.
uscirà domani giovedì 8
novembre il film Senza lasciare
traccia, distribuito da Adler Entertainment in 40
copie. Il film, diretto da Debra Granik e con
Ben Foster e Thomasin McKenzie, è
tratto dal libro “My Abandonment” di Peter Rock.
Senza lasciare
traccia è ispirato alla storia vera di un padre e una
figlia che vivono lontani dalla società, nascosti in un parco ai
margini di Portland, in Oregon negli Stati Uniti. Lui, reduce di
guerra, vuole scappare dalle regole e dalla conformità che una
comunità impone, lei si trova a fare i conti con la naturale voglia
di farne parte.
La regista, candidata agli Oscar
per
Un gelido inverno, traccia un affresco misterioso e
magnetico di un’esistenza vissuta ai margini: “I protagonisti di
questa storia si proteggono l’uno con l’altra e si influenzano con
le proprie idee. In questa relazione padre-figlia, Tom ha imparato
a essere più matura e saggia in alcune circostanze, per poter
aiutare il padre vittima delle proprie vulnerabilità. Lui, in
cambio, prova a insegnarle ogni cosa utile che conosce.”
Senza lasciare traccia, la trama
Una ragazza adolescente (l’esordio
prorompente di Thomasin McKenzie) e suo padre
(Ben Foster) hanno vissuto di nascosto per anni in
Forest Park, un grande bosco situato alle porte di Portland, in
Oregon. Un incontro casuale li poterà allo scoperto, ed entrambi
saranno costretti a lasciare il parco per essere affidati agli
agenti dei servizi sociali. Proveranno ad adattarsi alla nuova
situazione, fino a che una decisione improvvisa li porterà ad
affrontare un pericoloso viaggio in mezzo alla natura più
selvaggia, alla ricerca dell’indipendenza assoluta.
È online la lista dei venti romanzi
noir da votare per determinare la cinquina dei finalisti
concorrenti all’edizione 2018 del Premio Giorgio
Scerbanenco. Sono romanzi noir italiani editi nell’anno e
scelti dal comitato selezionatore del festival tra quelli
iscritti.
A partire da oggi fino alle ore 23:30 di sabato 17 novembre
2018 ogni lettore potrà votare i suoi cinque titoli preferiti
sul sito del
festival. La cinquina dei finalisti sarà determinata
dalla somma ponderata dei voti dei lettori e della Giuria
Letteraria, composta da Cecilia Scerbanenco
(Presidente), Valerio Calzolaio, Luca
Crovi, Loredana
Lipperini, Sergio
Pent, Sebastiano Triulzi
e John Vignola.
I cinque finalisti saranno presentati il 3 dicembre, ore 18.00,
alla libreria Feltrinelli di Piazza
Duomo, Milano; tra loro la Giuria Letteraria sceglierà il
vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco 2018 che sarà premiato la
sera del giorno stesso
presso l’universitàIULM.
CRISTINA CASSAR SCALIA, Sabbia nera,
Einaudi
PIERO COLAPRICO, La strategia del
gambero, Feltrinelli
MAURIZIO DE GIOVANNI, Il purgatorio
dell’angelo, Einaudi
FEDERICA DE PAOLIS, Notturno salentino,
Mondadori
ANDREA FAZIOLI, Gli svizzeri muoiono
felici, Guanda
PATRICK FOGLI, A chi appartiene la notte,
Baldini+Castoldi
LEONARDO GORI, L’ultima scelta, Tea
GIORGIA LEPORE, Il compimento è la
pioggia, E/O
DAVIDE LONGO, Così giocano le bestie
giovani, Feltrinelli
ENRICO PANDIANI, Polvere, Dea Planeta
LUCA POLDELMENGO, Negli occhi di Timea,
E/O
PIERGIORGIO PULIXI, Lo stupore della
notte, Rizzoli
PAOLO ROVERSI, Cartoline dalla fine del
mondo, Marsilio
PASQUALE RUJU, Stagione di cenere,
E/O
STEFANO TURA, A regola d’arte, Piemme
ILARIA TUTI, I fiori sopra l’inferno,
Longanesi
FRANCO VANNI, Il caso Kellan,
Baldini+Castoldi
VALERIO VARESI, La paura nell’anima,
Frassinelli
MARIOLINA VENEZIA, Rione Serra Venerdì,
Einaudi
MIRKO ZILAHY, Così crudele è la fine,
Longanesi
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno
dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se contiamo anche
l’imminente Avengers: Infinity
War). Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
Tuttavia,
nonostante il riscontro positivo, ci sono alcuni aspetti
di Loki che quasi tutte le persone hanno
frainteso: ecco di seguito le 15 più evidenti.
È un fratello migliore di quanto si pensi
Guardando a tutti gli inganni, le
tribolazioni e infine alla sua redenzione finale, un dato emerge
inaspettatamente: Loki è un
fratello migliore di quanto si pensi. In fondo non è stato
Thor il beneficiario di tutto il dramma che il Dio
dell’Inganno ha generato? Grazie a lui si è dimostrato un degno
erede di Odino, e in Dark World,
Ragnarok e Infinity War ha dato
prova del suo valore quando era insieme al fratello. Magari Loki
voleva soltanto convincere Thor a migliorarsi?
Non vuole davvero raggiungere i suoi obiettivi
Nel corso delle sue numerose
apparizioni cinematografiche nel MCU abbiamo visto
Loki inseguire
molti obiettivi, ma sconfiggere Thor era sempre
stato in cima alla lista. Certo, sembra che – per come sono andate
le cose – tutti i suoi piani fossero solo le fasi di uno
stratagemma per conquistare un mondo, alleandosi con
Thanos, poi tradendo Odino e il
Gran Maestro. Ma cosa lo rende allora davvero
soddisfatto? Perché provare così tanti modi per “sistemare” la
propria anima ed essere costantemente insoddisfatto?
Non è un guerriero ma un sopravvissuto
Quando pensiamo agli dei di Asgard
ci vengono in mente soldati onorevoli che servono le cause più
nobili. Ma per quanto riguarda Loki il discorso
cambia, perché al contrario dei suoi simili ha sviluppato l’arma
dell’astuzia come mezzo per cavarsela in ogni situazione. Non vuole
combattere, ma solo vivere, non è un soldato ma solo un
sopravvissuto.
Frigga gli ha salvato la vita
Quando viene sconfitto alla fine di
Avengers Loki viene imprigionato nelle segrete di
Asgard da Odino, tuttavia mossa dalla compassione sua madre
Frigga va a trovarlo e tutto questo amore e questa
assistenza sono sufficienti per permettere al figlio di andare
avanti e diventare un prezioso alleato per Thor.
Forse è proprio grazie a lei se Loki ha scelto di essere dalla
parte del bene iniziando la sua conversione?
La cattiveria di Loki è solo colpa di Odino
Nel passato contorto e confuso che
ha reso Loki ciò che conosciamo,
Odino ha sicuramente giocato un ruolo
fondamentale. Il solo fatto che la sua stessa famiglia gli aveva
mentito per tutta la vita raccontandogli di non essere un vero
asgardiano ha cambiato la sua mente riflettendo su quell’eredità
che gli spettava; il che si è poi ripercosso nei confronti di
qualsiasi autorità con cui avesse a che fare. È quindi colpa di
Odino se Loki è diventato così cattivo?
Il suo conflitto interiore è più grande di quanto pensiamo
Una domanda attanaglia qualsiasi fan
del personaggio: Loki è davvero diverso da noi? In
fondo tutti vogliono essere amati, appartenere a qualcosa, avere
successo, dunque non c’è da stupirsi quando lo vediamo ribellarsi
contro le figure autoritarie che hanno reso la sua vita miserabile.
Tuttavia nel corso del MCU Loki ha dimostrato più volte di saper
prendere decisioni migliori, come in Avengers: Infinity War, e
questa lotta interiore tra la sua natura buona e diabolica lo rende
un villain molto più complesso di quanto pensiamo.
I
suoi poteri magici derivano da sua madre
Stabilito che nelle sue vene non
scorre sangue asgardiano, Loki non riesce a beneficiare dei
cosiddetti poteri degli dei, tuttavia Frigga, a
causa della sua infinita empatia e compassione per suo figlio, gli
insegna la magia in modo che possa cavarsela nel mondo anche da
solo e combattere con il fratello Thor.
Thor ha “corrotto” Loki
Fin dai primissimi minuti del primo
film su Thor, il personaggio principale ci viene
presentato come come il ragazzo più popolare della scuola che
agisce in modo irriverente usando il Mjolnir tanto da spingere
Odino a bandirlo da Sgard per fargli imparare la lezione. E’ quindi
possibile che la gelosia di Loki nei confronti di Thor era in parte
alimentata dal comportamento scorretto del fratello, e che ciò che
è stato seminato dal Dio del Tuono durante l’infanzia si ripercuote
anche nella vita adulta
Loki
avrebbe potuto salvare Asgard da Ragnarok
Durante gli eventi di
Thor: Ragnarok sembra che Loki stia
giocando con un piede in due scarpe, prima fingendo di essere il
benevolo Odino, e poi schierandosi dalla perte del
Granmaestro. Ma perché non impiega la sua magia e
i suoi poteri di inganno per sconfiggere Hela?
Dopotutto, se è abbastanza potente da recuperare la corona di
Surtur e abbastanza astuto da fingere di essere Odino, dovrebbe
poter abbattere la Regina degli Inferi. Non lo fa, e Asgard
cade.
Non è etero
L’universo cinematografico Marvel
non ha mai preso decisioni totalmente progressiste, e la
rappresentazione della comunità LGBT su grande schermo non è del
tutto al passo con il mondo esterno. Certo, in Thor:
Ragnarok, si può intuire che Valchiria
avesse avuto una relazione con un’altra donna, ma quando si tratta
dell’orientamento sessuale di Loki alcuni indizi
più sottili lasciano intendere che non sia etero. Nei fumetti
infatti viene spiegato che non ha una solida preferenza di
genere…
Frigga non avrebbe dovuto affidargli il trono
Sull’amore di una madre per un
figlio ci sarebbe molto da dire, tuttavia visti i numerosi imbrogli
creati da Loki nei secoli che hanno messo in
pericolo Asgard e fatto arrabbiare Odino, non si spiega perché la
regina Frigga abbia sempre avuto un debole per
questo bambino problematico. Durante gli eventi del primo film di
Thor, Odino cade in un processo
rigenerativo periodico che lo lascia con un occhio solo e
inconscio, vulnerabile e incapace di svolgere le sue funzioni di
capo per un tempo prolungato. E allora chi viene nominato da Frigga
come sovrano temporaneo di Asgard? Loki. Il tutto trascurando ciò
che ha fatto e consegnandogli come se niente fosse le chiavi
del regno.
Nelle sue vene non scorre sangue asgardiano
Quando Odino trovò
il figlio abbandonato del re dei Giganti di Ghiaccio e lo adottò
facendo di lui un erede tanto quanto lo era Thor.
In età adulta Loki venne elevato al grado di
principe di Asgard in lizza per il trono e per quanto ne sappiamo,
è l’unico asgardiano che non condivide di fatto quel sangue divino,
ma può tecnicamente governare.
Gli altri stregoni sono più potenti di lui
Di tutti gli stregoni dell’universo
Marvel, Loki dovrebbe essere il più potente,
tuttavia nei fumetti pubblicati negli anni ’70 si è scoperto che in
realtà è molto più debole di quanto avremmo pensato. Il sovrano
della Dark Dimension e nemesi del Doctor Strange,
Dormammu, lo ha superato in varie occasioni
dimostrando la sua inferiorità.
Senza Loki Odino non avrebbe mai sconfitto Surtur
In Thor: Ragnarok,
la divinità infuocata Surtur realizza la sua
profezia e distrugge Asgard, contrariamente a quanto raccontato nei
fumetti degli anni ’80 del leggendario artista e scrittore Walter
Simonson. In quell’arco narrativo, Odino doveva combinare i propri
poteri con quello dei suoi figli, Thor e
Loki, per sconfiggere il mostro e pur essendo
apparentemente un atto nobile, si trattò soltanto di un inganno per
salvare la propria pelle.
Hulk on avrebbe dovuto batterlo così facilmente
Una delle scene più soddisfacenti
del primo film degli Avengers arriva quando
Hulk affronta Loki e il dio inizia a parlare di
quanto sia superiore al gigante di giada venendo sonoramente
buttato a terra. Ma se ci ripensiamo, Loki è una divinità e non
dovrebbe venire sconfitto così facilmente. Poteva creare illusioni,
influenzare la mente debole di Hulk, e invece vediamo come la forza
bruta prevalga…