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Glass: recensione del film di M. Night Shyamalan

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Glass: recensione del film di M. Night Shyamalan

Arriva nelle sale italiane il 17 gennaio 2019 Glass, il film di M. Night Shyamalan che chiude la sua trilogia supereroistica e che vede tornare protagonisti Elijah Price (Samuel L. Jackson), David Dunn (Bruce Willis) e Kevin Wendell Crumb (James McAvoy) con tutte le sue personalità.

Realizzare un sequel è una scelta rischiosa, soprattutto quando si tratta di materiale originale. Ma decidendo di chiudere la sua ideale trilogia, Shyamalan si è andato a ficcare in un vicolo molto stretto, visto che più che un terzo capitolo di un trittico, Glass è a tutti gli effetti un crossover che mescola i toni e i personaggi di Unbreakable e di Split.

Il primo elemento rilevante è appunto l’adozione delle atmosfere di Split, toni thriller horror dunque, e lo stile di regia di Unbreakable. L’esito è contrastante. Da una parte Shyamalan si conferma maestro dello studio dell’inquadratura, delle trovate di regia, del punto di vista che adotta per inquadrare la scena ma anche della costruzione visiva del racconto in cui ogni emozione e personaggio è caratterizzato da una scelta cromatica precisa: il viola è la calma meditabonda della mente criminale, il verde è la salda serenità dell’eroe, il giallo è la schizofrenica esuberanza del villain e delle sue personalità.

Glass è un crossover tra Unbreakable e Split

D’altra parte il film sceglie un comparto sonoro che ricorda moltissimo quello di Split e si libera quindi della possente onda emotiva veicolata dalla colonna sonora che James Newton Howard compose all’epoca per Unbreakable e che in questo contenso fa sentire la sua mancanza.

Da un punto di vista della scrittura, Glass risente della necessità di Shyamalan di spiegarsi con i suoi spettatori. Il suo grande amore per i fumetti viene trasformato in più di una occasione in dichiarazioni e dialoghi goffi che suonano proprio come se lo stesso regista fosse a parlare direttamente al pubblico. M. Night si fa dunque divulgatore di cultura “fumettara” in un’epoca in cui la cultura pop ne è già intrisa.

Nella sconfinata (ma comprensibile) presunzione di creatore di universi condivisi in cui la realtà è popolata di essere straordinari così come li leggiamo nei fumetti (e li vediamo al cinema), Shyamalan tenta di portare di nuovo sul grande schermo una visione autoriale del supereroe, come fu nel 2000: ecco che l’azione è spesso vista in soggettiva, o fuori campo, o attraverso barriere che possono essere una finestra o il vetro di un furgone blindato. Un linguaggio raffinato e personale, che rischia di risultare vecchio all’occhio assuefatto all’azione caotica e frenetica, spiattellata sotto al naso dello spettatore.

Unbreakable – Il predestinato (2000) e Split (2016) sono due film compiuti, autoconclusivi e che stabiliscono una semplice verità: i supereroi esistono e sono tra noi. Da una parte abbiamo l’affermazione di David Dunn, come Guardiano che assume il suo ruolo di difensore dei più deboli, dall’altra c’è Kevin, con il suo disturbo di personalità, che abbraccia la sua natura di villain. Buoni contro cattivi, come è sempre accaduto nel grande schema dell’universo.

Ancora una storia di origini

Che senso può avere dunque Glass? Già dal titolo, Shyamalan sembra darci la sua indicazione fondamentale: il protagonista è Elijah. Il personaggio che vede la sua determinazione nell’esistenza del suo opposto nel film del 2000 (l’uomo che si rompe le ossa a ogni urto che incontra l’uomo apparentemente indistruttibile), è ancora alla ricerca di se stesso, del suo posto nel mondo e del bisogno di conferma, un po’ infantile, che “non è stato un errore della natura”.

In quest’ottica, una delle chiavi di lettura del film sembra darcela proprio il personaggio interpretato da Samuel L. Jackson, che nel terzo atto spiega il suo progetto: non un grande spettacolo finale, con l’eroe contro la bestia, ma una nuova storia d’origine, la sua, in cui conosciamo il vero scopo de L’Uomo di Vetro.

In quest’ottica, Glass è il dramma di un uomo che ha impiegato tutta la vita a trovare il suo posto nel mondo. Da questo punto di vista, il film rintraccia moltissimo della poetica classica del regista, che risale ai suoi film più riusciti di inizio carriera.

M. Night Shyamalan dice più di quanto non riesca a far arrivare allo spettatore, per questo Glass si rivela essere un ingranaggio non perfettamente oliato, ma non per questo privo di fascino. Il “pensiero felice” dell’appassionato di fumetti M. Night viene affidato al finale del film: i supereroi esistono, sono in mezzo a noi e devono avere la possibilità di accogliere la loro alterità. Da parte dell’uomo comune, quello senza super poteri, c’è bisogno soltanto di un atto di fede.

Glass, il trailer del film

Glass: le mille personalità di Kevin nella nuova clip

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Glass: le mille personalità di Kevin nella nuova clip

A pochi giorni dall’uscita nelle sale di Glass , capitolo conclusivo della trilogia firmata da M. Night Shyamalan, ecco arrivare online una nuova clip che vede protagonisti Kevin Wendell Crumb (il personaggio interpretato da James McAvoy) e tutte le sue mille personalità.

Potete dargli uno sguardo qui sotto.

Glass: M. Night Shyamalan dice no al sequel e rivela un segreto di Unbreakable

Intervistato da Vulture in occasione dell’uscita di GlassM. Night Shyamalan ha negato qualsiasi ipotesi di sequel e svelato un interessante dettaglio della lavorazione del primo film con Bruce Willis.

Queste le parole del regista:

Originariamente Unbreakable e Split erano stati concepiti come un’unica storia. David Dunn e l’Orda si sarebbero incontrati in stazione e Dunn avrebbe iniziato a Tuttavia ero consapevole che sarei andato incontro ad alcuni problemi narrativi, e ogni volta che alzi la posta in gioco, non puoi più tornare indietro […] Ma se avessi introdotto le due ragazze rapite, il tempo utile per lo sviluppo del personaggio sarebbe stato minimo e ne avrebbe tolto a quello di David, della moglie e del figlio“.

Sul sequel Shyamalan ha invece spiegato:

L’idea non mi interessa perché non c’è abbastanza pericolo. È come se la mia arma non fosse adatta agli effetti pirotecnici richiesti…semplicemente non sono bravo in queste cose. Film come Avengers e altri del genere…non saprei proprio dove iniziare“.

Glass: le prime reazioni al film sono positive

Qui la prima sinossi: Dunn (Bruce Willis) sta dando la caccia alla Bestia, controparte sovrumana di Crumb (James McAvoy), scontrandosi con lui in maniera sempre più aspra. Intanto Price (Samuel L. Jackson) emerge dall’ombra, nascondendo dei segreti che si riveleranno pericolosi per entrambi.

Interpretato da Samuel L. Jackson, James McAvoy, Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden Globe Sarah Paulson, Glass porta avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il Predestinato (2000) e Split (2016), entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti decisivi per entrambi gli uomini.

Glass, recensione del film di M. Night Shyamalan

 

Fonte: Fandango

Berlinale 2019: nuovi titoli del concorso

Berlinale 2019: nuovi titoli del concorso

Sono stati aggiunti altri 11 film al concorso della Berlinale 2019, mentre altre sei titoli si sono aggiunti al programma speciale della Berlinale Special.

Al momento sono 17 le produzioni che partecipaeranno all’evento e che comprendono film provenienti da Belgio, Brasile, Canada, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Israele, Italia , Macedonia, Mongolia, Norvegia, Repubblica popolare cinese, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti.

Ecco la lista provvisoria con i nuovi titoli annunciati in competizione.

Competition

Di jiu tian chang (So Long, My Son)
People’s Republic of China
by Wang Xiaoshuai (In Love We Trust, Beijing Bicycle, Chinese Portrait)
with Wang Jingchun, Yong Mei, Qi Xi, Wang Yuan, Du Jiang, Ai Liya, Xu Cheng, Li Jingjing, Zhao Yanguozhang
World premiere

Elisa y Marcela (Elisa & Marcela)
Spain
by Isabel Coixet (Elegy, The Bookshop, The Secret Life of Words)
with Natalia de Molina, Greta Fernández, Sara Casasnovas, Tamar Novas, Maria Pujalte
World premiere

Gospod postoi, imeto i’ e Petrunija (God Exists, Her Name is Petrunija)
Macedonia / Belgium / Slovenia / Croatia / France
by Teona Strugar Mitevska (When the Day Had No Name, The Women Who Brushed Off Her Tears, I Am From Titov Veles)
with Zorica Nusheva, Labina Mitevska, Simeon Moni Damevski, Suad Begovski, Violeta Shapkovska, Stefan Vujisic, Xhevdet Jahari, Andrijana Kolevska
World premiere

Marighella
Brazil
by Wagner Moura
with Seu Jorge, Adriana Esteves, Bruno Gagliasso, Jorge Paz, Luiz Carlos Vasconcelos, Humberto Carrão, Bella Camero, Ana Paula Bouzas
World premiere – First Feature
Out of competition

Mr. Jones
Poland / United Kingdom / Ukraine
by Agnieszka Holland (Spoor, Europa Europa, Angry Harvest)
with James Norton, Vanessa Kirby, Peter Sarsgaard
World premiere

Öndög
Mongolia
by Wang Quan’an (White Deer Plain, Apart Together, Tuya‘ s Marriage)
with Dulamjav Enkhtaivan, Aorigeletu, Norovsambuu Batmunkh
World premiere

The Operative
Germany / Israel / France / USA
by Yuval Adler (Bethlehem)
with Diane Kruger, Martin Freeman, Cas Anvar
World premiere – Out of competition

La paranza dei bambini (Piranhas)
Italy
by Claudio Giovannesi (Fiore, Alì Blue Eyes)
with Francesco Di Napoli, Ar Tem, Viviana Aprea, Pasquale Marotta
World premiere

Systemsprenger (System Crasher)
Germany
by Nora Fingscheidt (Without this World)
with Helena Zengel, Albrecht Schuch, Gabriela Maria Schmeide, Lisa Hagmeister
Wold premiere – First Feature

Ut og stjæle hester (Out Stealing Horses)
Norway / Sweden / Denmark
by Hans Petter Moland (The Beautiful Country, A Somewhat Gentle Man, In Order of Disappearance)
with Stellan Skarsgård, Tobias Santelmann, Bjørn Floberg, Danica Curcic
World premiere

Varda par Agnès (Varda by Agnès) – Documentary
France
by Agnès Varda (Cléo from 5 to 7, The Gleaners and I, The Beaches of Agnès, Faces Places)
World premiere – Out of competition

Berlinale Special at the Haus der Berliner Festspiele

ANTHROPOCENE: The Human Epoch – Documentary
Canada
by Jennifer Baichwal (Long Time Running, Watermark, Manufactured Landscapes), Nicholas de Pencier (Long Time Running, Black Code, Four Wings and a Prayer), Edward Burtynsky (Watermark)
European premiere

Es hätte schlimmer kommen können – Mario Adorf (It Could Have Been Worse – Mario Adorf) – Documentary
Germany
by Dominik Wessely (Reverse Angle: Rebellion of the Filmmakers, Nelly’s Adventure, The Housewife’s Flower)
with Mario Adorf, Senta Berger, Margarethe von Trotta
World premiere

El Norte (The North)
USA (1984)
by Gregory Nava (Bordertown, My Family, Selena)
with Zaide Silvia Gutiérrez, David Villalpando, Ernesto Gómez Cruz, Lupe Ontiveros
El Norte was restored in 2017 by the Academy Film Archive, supported in part by the Getty Foundation.
European premiere of the restored version
In cooperation with NATIVe

Berlinale Special Gala at the Friedrichstadt-Palast

The Boy Who Harnessed the Wind
United Kingdom
by Chiwetel Ejiofor
with Chiwetel Ejiofor, Maxwell Simba, Lily Banda, Noma Dumezweni, Aïssa Maïga, Joseph Marcell, Lemogang Tsipa European premiere – First Feature

Lampenfieber (Kids in the Spotlight) – Documentary
Germany
by Alice Agneskirchner (On Hunting – Who Owns Nature?, 20xBrandenburg, Dear Mum, I Hardly Knew You…)
World premiere

Berlinale Special Gala at the Zoo Palast

Celle que vous croyez (Who You Think I Am)
France
by Safy Nebbou (Angel of Mine, Dumas, In the Forests of Siberia)
with Juliette Binoche, François Civil, Nicole Garcia
World premiere

Alla luce degli eventi recenti, il direttore del festival Dieter Kosslick ha commentato il film in concorso Grâce à Dieu di François Ozon: “Grâce à Dieu – sugli abusi sessuali su minori che sono andati avanti per anni nell’arcidiocesi di Lione – mostra come il cinema possa essere rilevante. L’arcivescovo e gli altri membri dell’arcidiocesi sono stati accusati di mantenere segrete le loro conoscenze sui casi di abuso. Il procedimento giudiziario è iniziato il 7 gennaio 2019, accompagnato da un’ampia copertura mediatica. La Berlinale mostrerà il film all’inizio del festival.”

Oscar 2019: la produzione vuole gli Avengers sul palco

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Oscar 2019: la produzione vuole gli Avengers sul palco

La rinuncia di Kevin Hart a condurre la cerimonia degli Oscar 2019 ha portato a un unicum negli ultimi 30 anni, gli Academy Awards 2019 non avranno nessun conduttore. Tuttavia i produttori non si arrendono e stanno cercando di portare sul palcoscenico del Dolby la maggior parte delle star possibili per rendere più appetibile la serata in onda sulla ABC.

Secondo The Hollywood Reporter la produzione dello spettacolo vorrebbe riunire sul palco la maggior parte degli Avengers possibili. Nel 2013, l’Academy ospitò Robert Downey Jr. (Iron Man), Chris Evans (Captain America), Mark Ruffalo (Bruce Banner/The Hulk), Jeremy Renner (Occhio di Falco) e Samuel L. Jackson (Nick Fury) tutti insieme.

Per lo spettacolo, ma anche per la rete, sarebbe un grande colpo, visto che gli attori del franchise Marvel sono molto amati dal pubblico. Considerando che la ABC, dove viene trasmessa la cerimonia, appartiene alla Disney, così come i Marvel Studios, che quest’anno promuoveranno Avengers: Endgame, una tale scelta di ospiti sul palco farebbe felici tutte le parti coinvolte.

Avengers: Endgame, il primo trailer di Avengers 4

Avengers: Endgame arriverà al cinema il 24 Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

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Nel cast del film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Avengers: Endgame, tutti i segreti del trailer

Anne Hathaway, Mark Ruffalo e Tim Robbins nel nuovo film di Todd Haynes

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Il progetto ancora senza titolo ufficiale di Todd Haynes (Carol, Lontano dal paradiso, Velvet Goldmine) si arricchisce di un cast illustre, come riportato nelle ultime ore da Variety: Anne Hathaway, Mark Ruffalo e Tim Robbins reciteranno infatti nel nuovo film del regista americano incentrato sullo scandalo della compagnia chimica DuPont.

Ruffalo figurerà anche in vesti di produttore insieme Pamela Koffler e Christine Vachon della Killer Films, mentre Jeff Skoll e Jonathan King della Participant Media saranno i produttori esecutivi al fianco di Michael Sledd.  Le riprese inizieranno la prossima settimana a Cincinnati.

Tratta da una storia vera, la pellicola seguirà Bilott, il personaggio interpretato da Ruffalo, condurre una causa ambientalista contro la compagnia DuPont che avrebbe nascosto un precedente di inquinamento chimico durato decenni.

Anne Hathaway e Mark Ruffalo nel cast del nuovo lavoro di Todd Haynes

Fonte: Variety

Benvenuti a Marwen, recensione del film di Robert Zemeckis

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Benvenuti a Marwen, recensione del film di Robert Zemeckis

Maestro di viaggi di fantasia, ma mai troppo distanti dalla realtà, Robert Zemeckis torna al cinema con una nuova avventura fantastica, che ci porta a Marwen, una immaginaria cittadina del Belgio assediata dai nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale. In Benvenuti a Marwen, il regista di Ritorno al Futuro parte da una storia vera e racconta la fatica di una risalita, dopo il tonfo e il dolore di una profonda caduta.

Mark Hogancamp è un fotografo e un artista, che dopo una violenta aggressione a opera di cinque omofobi perde tutta la memoria della sua vita precedente e fatica a rimettersi in piedi, diventa dipendente dalle sue medicine e si inventa un posto dove poter curare la sua anima fatta a pezzi, la sua mente a cui è stato strappato il passato e anche il suo fisico, malridotto e ancora convalescente dopo il coma. A questo posto attribuisce un nome, Marwen, una popolazione, il soldato Hoggie e la sua squadra di soldatesse che sembrano provenire da tutto il mondo, e dei nemici da combattere, cinque soldati tedeschi. Hoggie è il salvatore e l’eroe della città, protegge le soldatesse e ogni volta sconfigge i nemici che puntualmente si rianimano, pronti per una nuova battaglia.

Si scopre presto che nel racconto di Zemeckis, come accaduto nella realtà a Hogancamp, che è stato aggredito nel 2000, Hoggie è un alter ego, un pupazzo su cui il protagonista riversa le sue paure ma anche le sue aspettative e i suoi desideri, tanto che quando arriva una nuova vicina, Nicol, e Mark si infatua di lei, la sua soluzione è quella di far sposare Hoggie con una nuova bambola, di nome… Nicol. Hoggie è il salvatore, il leader e il centro di Marwen, la sua speranza.

Il percorso lento verso la risalita ci porta in un mondo senza antefatto, così come la memoria di Mark che è stata cancellata dall’aggressione. Anche noi siamo proiettati nel suo eterno presente, senza una spiegazione che ci contestualizzi la sua situazione, ma soltanto un progressivo scoprire ciò che è accaduto attraverso le sue crisi e attraverso le donne che popolano il suo mondo, le stesse donne che diventano bambole, con cui lui gioca, che protegge e con cui “si cura”.

Zemeckis sembra quasi essere il protagonista, sembra quasi che il regista trovi nel cinema e nella creazione dell’immagine, una cura, una via per rigenerarsi. E lo fa mescolando la live action con i toni fantastici e con la motion capture, il cui utilizzo ha perfezionato nei suoi tre film realizzati con questa tecnica.

Dal canto suo Steve Carrell, protagonista assoluto di Benvenuti a Marwen, riesce ancora una volta a sorprendere, e come spesso accade agli attori di grande talento, riesce a trasmettere maggiore empatia con ruoli del genere, che hanno “pochi mezzi” esteriori, niente trucco o protesi per cambiare fisionomia, ma soltanto l’intensità e la delicatezza di un interprete poliedrico.

Benvenuti a Marwen ci accoglie in un mondo spezzato che cerca faticosamente, attraverso la fantasia, di rimettersi insieme, di ricucirsi da solo. Nonostante il grande amore e la compassione da cui è sempre circondato il protagonista, il suo è un cammino solitario e doloroso, ma coraggioso ed emozionante.

Il trailer di Benvenuti a Marwen

Una notte di 12 anni, recensione del film di Álvaro Brechner

Una notte di 12 anni, recensione del film di Álvaro Brechner

Una notte di 12 anni, terzo lungometraggio dell’uruguayano Álvaro Brechner (Bad day to go fishing, Mr. Kaplan), affronta un tema ancora scottante nella memoria storica del suo paese, poiché appartiene al recente passato: la dittatura che ha tenuto sotto scacco l’Uruguay dal 1973 al 1985, interrompendo una pur radicata tradizione democratica.

Il film, presentato allo scorso Festival di Venezia nella sezione Orizzonti e poi uscito in Uruguay, Argentina, Brasile e Messico, non vuole però, nelle intenzioni del regista, essere una denuncia della dittatura, ma indagare come possano uomini – se ne prendono in considerazione tre, ma in totale furono nove – privati non solo della libertà, ma della possibilità di usare la parola e gran parte dei propri sensi, isolati, sopravvivere per più di un decennio senza perdere sé stessi.

Nell’Uruguay della dittatura militare, nel 1973, tre guerriglieri Tupamaros vengono arrestati e portati in carcere, dove, con spostamenti continui da una caserma all’altra, resteranno in isolamento per dodici anni, ostaggi del regime, che si riserva di ucciderli in caso di nuovi attacchi da parte di guerriglieri ancora attivi nel paese. Senza poter parlare, spesso incappucciati, ammanettati, nutriti a malapena e privati di tutto, saranno portati ai limiti della resistenza umana e psicologica e solo aggrappandosi ai pochi brandelli di vita con cui verranno in contatto o al potere dell’immaginazione potranno evitare l’annientamento.

Una notte di 12 anni, i protagonisti

I tre prigionieri sono José “Pepe” Mujica (Antonio De La Torre), Eleuterio Fernández Huidobro (Alfonso Tort) e Mauricio Rosencof (Chino Darín). Il film si basa sulle testimonianze della loro reale esperienza. Oggi, sono considerati figure di spicco della vita democratica del paese post dittatura: Mujica è stato Presidente dell’Uruguay, Huidobro Ministro della difesa, mentre Rosencof è scrittore e poeta.

Di fatto, la denuncia non può che emergere dal film con estrema forza, proprio perché scaturisce direttamente dai fatti e non è ostentata. Il regista non punta sull’elemento cruento, ma piuttosto sulla privazione sensoriale, da rendere ad esempio assumendo il punto di vista del prigioniero incappucciato, sulla fame, sull’assenza di igiene, sul vuoto delle celle in cui nulla si può fare, perché nulla c’è. Non mostra quasi mai le torture vere e proprie subite dai tre, ma manette strette ai polsi, insulti, umiliazioni. Non vi sono neanche discorsi di denuncia da parte dei protagonisti.

Mostrare gli effetti della deprivazione totale è però di per sé un atto d’accusa contro chi ha pensato, orchestrato e reso possibile quel sistema. Brechner riesce ad essere coinvolgente e mai retorico, scegliendo tre attori che per immedesimarsi nei rispettivi ruoli si sono sottoposti a una prova di resistenza fisica e mentale notevole, a un forte dimagrimento.

Hanno provato anche loro, in parte, “nella propria carne” –  la citazione de La colonia penale di Kafka apre il film – cosa significhi quella condizione, dando tutti un’egregia prova attoriale. Non solo Antonio De La Torre, forse il più noto dei tre (Volver, Gli amanti passeggeri), più volte candidato ai premi Goya, che dà vita ai deliri di Mujica, ma anche Alfonso Tort, già scelto da Brechner per Bad day to go fishing e Chino Darín (Il Clan).

Il regista fa anche un buon lavoro di sceneggiatura per far appassionare lo spettatore alle vicende di tre detenuti che, in isolamento per anni, non fanno altro che essere spostati di caserma in caserma. Ricrea l’alienazione di questi luoghi, la ripetitività e l’ossessività dei movimenti al loro interno, un tempo circolare dove difficilmente si distingue il giorno dalla notte, ma spezza abilmente la monotonia con incursioni frequenti nelle menti dei tre, nel loro ondeggiare tra follia e lucidità, nel lavorio incessante per creare spazi astratti di evasione con fantasie su persone care, o ricordi riproposti in chiave onirica, con giochi immaginari, o inventando nuovi codici di comunicazione in assenza di linguaggio.

In più, una vena umoristica attraversa questo universo cupo e disperante ed è forse l’aspetto che più stupisce. Il film è punteggiato di situazioni paradossali, grottesche, quasi da teatro dell’assurdo, ma basate su episodi realmente accaduti, che offrono un quadro insolito della situazione carceraria. Non trova posto invece il pietismo, anche quando si dà spazio ai momenti di solidarietà umana che pure vi sono stati, ai brevi e sporadici incontri con i familiari che hanno reso, almeno per poco, sopportabile la prigionia.

Nella colonna sonora spicca una versione di The sound of silence di Simon & Garfunkel, reinterpretata in modo originale da Silvia Pérez Cruz – anche attrice nei panni della moglie di Huidobro – a sottolineare  l’importanza del silenzio per arrivare a conoscere davvero sé stessi, delineando col suo stesso andamento l’evoluzione dei protagonisti dalla completa disperazione alla consapevolezza della propria forza, alla speranza di farcela che caratterizza gli ultimi anni della prigionia.

Una notte di 12 anni non esplora solo una pagina buia della storia uruguayana, in cui la vicenda dei protagonisti testimonia le enormi potenzialità dell’uomo, in grado di aggrapparsi a tutto pur di sopravvivere per poi risorgere dalle proprie ceneri e può essere letta come metafora di un paese capace di rigenerarsi, ma fa riflettere su un mondo contemporaneo sempre più intransigente e dominato da sentimenti di paura e rabbia, mantenendo una forte connotazione di speranza e apertura verso il futuro.

Il trailer de Una notte di 12 anni

MCU: 10 cambiamenti rispetto ai fumetti che i fan hanno “odiato”

MCU: 10 cambiamenti rispetto ai fumetti che i fan hanno “odiato”

Quando c’è in gioco l’adattamento di fumetti molto amati da milioni di fan, il lavoro dei cineasti può risultare abbastanza scomodo, e nel caso della Marvel l’impresa consiste nel conservare per il MCU lo spirito dei personaggi principali e tradurre fedelmente gli eventi mantenendo intatto il fascino delle sue storie. Compito quasi sempre portato a termine, tranne in alcuni casi, rendendo felici gli appassionati.

Non sono mancate però le libertà creative di sceneggiatori e produttori che hanno preso le distanze dalla fonte deludendo i fan. Ecco 10 esempi:

L’origine di Ultron

Avengers: Age of Ultron parte dall’incidente provocato da Tony Stark per cercare di costruire un’intelligenza artificiale senza precedenti; quell’agglomerato di ferro e coscienza diventa poi il villain del film, Ultron.

Non tutti sanno però che nei fumetti, questo personaggio viene creato da Hank Pym, l’originale Ant-Man, un cambiamento che ha fatto letteralmente infuriare buona parte dei fan.

Scarlet Witch e Quicksilver

Le origini di Scarlet Witch e Quicksilver raccontate nei fumetti sono piuttosto complicate: i due gemelli sono mutanti e nel corso delle loro storie hanno avuto diversi genitori, tra cui anche Magneto, mentre nel MCU – con i problemi derivanti dai diritti in mano alla Fox – questi eroi sono nati come soggetti di una sperimentazione dell’HYDRA con lo scettro di Loki.

Un cambiamento del cambiamento, seppur obbligato, non sembra aver soddisfatto i fan, dal momento che è alquanto improbabile che un gruppo riesca a generare del potere e attribuirlo a due esseri umani semplicemente usando una gemma dell’infinito.

Teschio Rosso in Infinity War

Alla fine di Captain America: Il Primo Vendicatore Teschio Rosso scompare senza lasciare traccia e soltanto grazie ad Infinity War abbiamo appreso che è stato in realtà spedito su un pianeta lontano diventando il guardiano della gemma dell’anima.

Tuttavia questo evento non non si è mai verificato nei fumetti, e secondo molti appassionati niente di tutto ciò aveva davvero senso: come faceva il Tesseract a sapere su quale pianeta mandarlo? Come ha fatto a sopravvivere da solo su un pianeta vuoto? E dove ha imparato tutti i segreti delle gemme dell’infinito?

Il Mandarino

Iron Man 3 è un film che ha polarizzato tantissimo il pubblico di conoscitori dei fumetti, e ciò è dovuto in gran parte alle modifiche apportate al personaggio del Mandarino: l’originale è infatti la nemesi di Tony Stark alimentata da dieci anelli magici che lo aiutano a combattere il suo avversario, mentre la versione del MCU si rivela essere soltanto un attore assoldato per interpretare il terrorista.

Questo cambiamento non è piaciuto praticamente a nessuno e i fan si sono sentiti addirittura insultati da questa decisione. Tale reazione ha spinto i Marvel Studios a realizzare un breve contenuto in cui si diceva che il vero Mandarino è ancora vivo, da qualche parte…

Zemo

Uno dei villain di Captain America: Civil War è il Barone Zemo, ritratto come un uomo normale che vuole vendicarsi della scomparsa della sua famiglia in quel di Sokovia. Nei fumetti, però presentava un aspetto completamente diverso, con una strana maschera e la capacità di viaggiare nel tempo aiutando i cattivi a vincere la seconda guerra mondiale.

È probabile che questo ritratto stravagante e colorato di Zemo sarebbe stato fuori luogo per il MCU, ma ciò non toglie che quello visto sul grande schermo era piuttosto noioso e non è mai sembrato una vera minaccia per gli eroi.

MJ

La confusione generale che ha anticipato l’uscita di Spider-Man: Homecoming era anche rivolta all’identità di alcuni personaggi e alla comparsa o meno della fidanzata storica di Peter Parker, Mary Jane Watson. Nel film scopriamo che l’amica del protagonista, Michelle, viene chiamata “MJ” dai compagni di scuola.

Easter egg o semplice omaggio? Fatto sta che i fan non hanno gradito molto questo cambiamento rispetto all’originale, e sembra che se Zendaya sarà effettivamente la Mary Jane del MCU, forse avrà poco o niente in comune con la Mary Jane dei fumetti.

Lo Stormbreaker

Talvolta una decisione presa per modificare alcuni aspetti dei fumetti può diventare negativa per ragioni del tutto inaspettate: nel caso dello Stormbreaker, la nuova arma di Thor sfoggiata di Infinity War, le origini sono state ribaltate. Nei fumetti infatti apparteneva a Beta Ray Bill.

Certo il cammeo di Peter Dinklage è stato incredibile, e guardare Thor che dal nulla avrebbe affinato le sue abilità di fabbro sarebbe stato noioso…quindi inserire la trama su Beta Ray Bill non avrebbe avuto molto senso.

Ant-Man e Wasp anziani

Ant-Man e Wasp sono state aggiunte molto divertenti per il MCU, e il racconto del franchise si è concentrato principalmente sulla nuova coppia di eroi piuttosto che sui due originali (Hank Pym e Janet Van Dyne).

Nei fumetti però erano questi personaggi a interagire maggiormente con i Vendicatori, essendone poi membri fondatori, e i fan non possono fare a meno di pensare che un cambiamento del genere sia stato deleterio.

Inhumans

I piani originali del MCU avevano previsto di utilizzare gli Inumani come personaggi che avevano subito mutazioni più o meno simili a quelle degli X-Men (inutilizzabili finora per il problema dei diritti in mano alla Fox).

Ma mentre si lavorava ad un’idea per introdurli nell’universo condiviso, è nata la serie spin-off collegata ad Agents of S.H.I.E.L.D. poi stroncata da pubblico e critica, rovinando ogni prospettiva. Per non parlare dei cambiamenti rispetto ai fumetti che hanno generato soltanto caos.

I cambiamenti in Civil War

Nel 2016 i fan hanno finalmente visto realizzarsi il sogno di vedere un adattamento della Guerra Civile tra eroi Marvel sul grande schermo. Non tutti sanno però che questa traduzione ha omesso cose dell’originale fumetto e attuato vari cambiamenti.

Sulle pagine Marvel il problema principale era costringere tutti gli eroi a collaborare con il governo cedendo di fatto le loro identità segrete. Nel MCU invece, dove quasi tutti gli eroi hanno identità pubbliche, questo non è mai stato problema.

In definitiva, alcuni fan credono che questa differenza sia stata sgradevole, perché la trama sembrava essere di gran lunga meno profonda rispetto all’originale.

Leggi anche – MCU: 10 storyline che hanno danneggiato l’universo condiviso

Fonte: CBR

Loki: Tom Hiddleston sarà solo il narratore della serie?

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Loki: Tom Hiddleston sarà solo il narratore della serie?

È stato annunciato nelle scorse settimane che i Marvel Studios produrranno per la nuova piattaforma streaming Disney + (di proprietà della casa di topolino e in arrivo nel 2019) diverse serie tv dedicate ai personaggi del MCU, tra cui una su Loki. Il Dio dell’Inganno tornerà quindi protagonista anche sul “piccolo” schermo dopo essere apparso in numerosi capitoli cinematografici dell’universo Marvel, e sarà interpretato ancora dall’idolo dei fan Tom Hiddleston.

Questa era l’idea iniziale almeno fino agli ultimi aggiornamenti riportati da Charles  Murphy di That Hashtag Show, secondo cui il ruolo dell’attore nella serie potrebbe essere diverso da quanto ipotizzato dal pubblico. A quanto pare Hiddleston potrebbe ricoprire soltanto la funzione di voce narrante, con gli studios impegnati nella ricerca di un interprete molto più giovane che possa vestire i panni di un Loki bambino proprio per raccontare il passato del villain, ancor prima che venisse introdotto nel MCU con Thor.
Ovviamente, fa sapere Murphy, questi sono rumor da prendere con la dovuta cautela e non c’è niente di ufficiale nei commenti riportati. Che ne pensate?

Loki: la nuova biografia chiarisce il suo ruolo in The Avengers

Vi ricordiamo che gli altri titoli in sviluppo, come riportato nelle ultime settimane, saranno dedicati a Scarlet WitchFalcon e Soldato d’Inverno, ed è probabile che vengano confermati (insieme agli attori coinvolti) già nei prossimi giorni.

Creato da Stan Lee, Jack Kirby Larry LieberLoki è uno dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity War). Noto come “Il Dio dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a tinte shakespeariane di Tom Hiddleston, l’attore che ne veste i panni da Thor (2011).

La piattaforma streaming Disney ha già ordinato nel suo catalogo una serie inedita su Star Wars ideata da Jon Favreau, un’altra basata sui film di High School Musical e il live action di Lilli e il Vagabondo.

Loki: 15 cose che le persone hanno capito male sul Dio dell’Inganno

Fonte: Charles Murphy

Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019: le nomination

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Continuano ad essere annunciati i nominati dai vari sindacati dei reparti tecnici legati al mondo del cinema e oggi, dopo i nominati dal sindacato dei costumisti, è il turno dei Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019, i premi al miglior “trucco e parrucco”.

Ecco i nominati per i Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Awards 2019

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP*

A Star is Born
Ve Neill, Debbie Zoller, Sarah Tanno

Beautiful Boy
Jean Black, Rolf Keppler

Boy Erased
Kimberly Jones, Mi Young, Kyra Panchenko

Crazy Rich Asians
Heike Merker, Irina Strukova

Welcome to Marwen
Ve Neill, Rosalina De Silva

Widows
Ma Kalaadevi Ananda, Denise Pugh-Ruiz, Jacqueline Fernandez

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

A Star is Born
Lori McCoy-Bell, Joy Zapata, Frederic Aspires

Crazy Rich Asians
Heike Merker, Sophia Knight

Nappily Ever After
Dawn Turner, Larry Simms

Vox Lux
Esther Ahn, Daniel Koye

Widows
Linda Flowers, Daniel Curet, Denise Wynbrandt

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP

Bohemian Rhapsody
Jan Sewell, Mark Coulier

Mary Poppins Returns
Peter Robb-King, Paula Price

Mary Queen of Scots
Jenny Shircore, Hannah Edwards, Sarah Kelly

Stan & Ollie
Jeremy Woodhead, Marc Coulier

Vice
Kate Biscoe, Ann Pala Williams, Jamie Kelman

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING

Black Panther
Camille Friend, Jaime Leigh McIntosh, Louisa Anthony

BlacKkKlansman
LaWanda Pierre-Weston, Shaun Perkins

Bohemian Rhapsody
Jan Sewell, Julio Parodi

Mary Poppins Returns
Peter Robb-King, Paula Price

Mary Queen of Scots
Jenny Shircore, Marc Pilcher

FEATURE-LENGTH MOTION PICTURE – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

Aquaman
Justin Raleigh, Ozzy Alvarez, Sean Genders

Black Panther
Joel Harlow, Ken Diaz, Sian Richards

Stan & Ollie
Mark Coulier, Jeremy Woodhead

The Ballad of Buster Scruggs
Christien Tinsley, Corey Welk, Rolf Keppler

Vice
Greg Cannom, Christopher Gallaher

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP

American Horror Story: Apocalypse
Eryn Krueger Mekash, Kim Ayers, Silvina Knight

Dancing with the Stars
Julie Socash, Alison Gladieux, Donna Bard

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani

The Handmaid’s Tale
Burton LeBlanc , Talia Reingold, Erika Caceres

Westworld
Elisa Marsh, Allan Apone, Rachel Hoke

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse
Michelle Ceglia, Helena Cepeda, Romaine Markus-Meyers

Dancing with the Stars
Gail Ryan, Brittany Spaulding, Jani Kleinbard

Empire
Melissa Forney, Theresa Fleming, Nolan Kelly

Grace and Frankie
Kelly Kline, Jonathan Hanousek, Marlene Williams

The Handmaid’s Tale
Karola Dirnberger, Ewa Cynk

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER MAKE-UP

Genius: Picasso
Davina Lamont, Natasha Lees, Hayden Bloomfield

GLOW
Lana Horochowski, Maurine Burke

The Marvelous Mrs. Maisel
Patricia Regan, Claus Lulla, Joseph A. Campayno

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Amy Tagliamonti, Jason Milani

Westworld
Elisa Marsh, Allan Apone, Rachel Hoke

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Robin Beauchesne, Silvina Knight, Ana Lozano

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST PERIOD AND/OR CHARACTER HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse
Michelle Ceglia, Helena Cepeda, Lydia Fantini

GLOW
Theraesa Rivers, Valerie Jackson

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Chris Clark, Natalie Driscoll, Massimo Gattabrusi

The Marvelous Mrs. Maisel
Jerry DeCarlo, John Jordan, Peg Schierholz

Vikings
Dee Corcoran, Peter Burke, Zuelika Delaney

TELEVISION SERIES, TELEVISION MINI SERIES OR TELEVISION NEW MEDIA SERIES – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Michael Mekash, Silvina Knight, David Anderson

American Horror Story: Apocalypse
Eryn Krueger Mekash, Mike Mekash, David Anderson

Genius: Picasso
Davina Lamont , Goran Lundstrom, Natasha Lees

Saturday Night Live
Louie Zakarian, Jason Miliani, Tom Denier Jr.

Westworld
Justin Raleigh, Kevin Kirkpatrick, Thomas Floutz

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST CONTEMPORARY MAKE-UP

A Legendary Christmas
April Chaney, Allison Bryan, Vanessa Dionne

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

MTV Movie & TV Awards
Dionne Wynn

Oprah Winfrey Presents: Becoming Michelle Obama
Derrick Rutledge

To All the Boys I’ve Loved Before
Sharon Toohey, Madison Farwell

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST CONTEMPORARY HAIR STYLING

The 2018 Rose Parade Hosted by Cord & Tish
Roxxi Dott, Jason Hamer, Candy Neal

Jesus Christ Superstar Live in Concert
Charles Lapointe, Kevin Maybee

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

2018 MTV Video Music Awards
Shawn Finch, Maggie Connolly

Oprah Winfrey Presents: Becoming Michelle Obama
Nicole Mangrum

MOTION PICTURE MADE FOR TELEVISION OR SPECIAL – BEST SPECIAL MAKE-UP EFFECTS

Cocaine Godmother
Trefor Proud, Vicki Syskakis

King Lear
Naomi Donne, Sara Kramer

Philip K. Dick’s Electric Dreams: Crazy Diamond
Kirstin Chalmers, Kristyan Mallett, Satinder Chumber

The Royal Wedding Live with Cord and Tish!
Autumn Butler, Jason Hamer, Vincent Van Dyke

DAYTIME TELEVISION – BEST MAKE-UP

The Bold and the Beautiful
Christine Lai Johnson, Chris Escobosa, Jennifer Wittman

The Price Is Right
Carol Wood, Jason Collins

The Real Daytime
Melanie Mills, Glen Alen Gutierrez, Motoko Honjyo Clayton

The Young and the Restless
Patricia Denney, Marlene Mason, Kathy Jones

DAYTIME TELEVISION – BEST HAIR STYLING

The Bold and the Beautiful
Lisa Long, Danielle Spencer, Danielle Dixon

The Real Daytime
Roberta Gardener-Rogers, Rachel Mason, Ray Dodson

The Young and the Restless
Regina Rodriguez, Adriana Lucio, Vanessa Bragdon

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING – BEST MAKE-UP

A Series of Unfortunate Events
Rita Ciccozzi, Krista Seller, Bill Terezakis

Dancing with the Stars: Juniors
Zena Shteysel Green, Angela Moos, Patti Ramsey Bortoli

Henry Danger
Michael Johnston, Patti Brand-Reese, Melanie Mills

Sesame Street
Jane DiPersio-Murphy

Walk the Prank
Jennifer Aspinall, Ned Neidhardt

CHILDREN AND TEEN TELEVISION PROGRAMMING – BEST HAIR STYLING*

A Series of Unfortunate Events
Julie McHaffie, Dianne Holme

Dancing with the Stars: Juniors
Kimi Messina, Cheryl Eckert, Kim Ferry

Henry Danger
Joe Matke, Roma Goddard, Dwayne Ross

Lip Sync Battle Shorties
Jerilynn Stephens, Kathleen Leonard, Romy Fleming

Sesame Street
Jackie Payne

Walk the Prank
Ursula Hawks, Michelle Nyree-Collins

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS – BEST MAKE-UP

American Horror Story: Apocalypse “Promo”
Kerry Herta, Jason Collins, Cristina Waltz

Capital One “Mona Lisa”
Tania McComas, Leslie Devlin

Justin Timberlake – Supplies
Koji Ohmura, Marianna Elias-Tsangaris, Amy Mills

Tiffany & Co. – 2018 Spring Campaign: Believe In Dreams
Erin Ayanian-Monroe

Venus de Milo On the Go – Wonderful Pistachios
Margaret Prentice, Brian Penikas, Mark Villalobos

COMMERCIALS & MUSIC VIDEOS – BEST HAIR STYLING

American Horror Story: Apocalypse “Promo”
Joe Matke, Fernando Santaella-Navarro

Capital One “Louisiana Purchase”
Audrey Anzures, Jacklin Masteran, Elizabeth Rabe

Capital One “Mona Lisa”
Audrey Anzures, Elizabeth Rabe

Justin Timberlake – Supplies
Audrey Futterman-Stern, Tom Opitz

Weird Al Yankovic – Weezer “AFRICA”
Sean James Cummins

THEATRICAL PRODUCTION – BEST MAKE-UP

A Trip to the Moon
Vanessa Dionne, Jessica Mills, Renee Horner

Aladdin
Denise Reynolds, Patrice Madrigal

Annie
Vanessa Dionne, Christina Tracey, Brandi Strona

Candide
Darren Jinks, Brandi Strona

The Unauthorized Musical Parody of Rocky Horror
Michael Johnston, Tyson Fontaine, Lauren Lillian

THEATRICAL PRODUCTION – BEST HAIR STYLING

Aladdin
Debra Parr, Michele Arvizo, Chanthy Tach

Annie
Vanessa Dionne, Cassie Russek, Donna Levy

Blues in the Night
Danielle Richter

Love, Actually Live
Cassie Russek, Stephanie Fenner, Irma Nieves

Tosca
Jeanna Parham, Ashley Landis

Velvet Buzzsaw: il trailer del film Netflix con Jake Gyllenhaal

Velvet Buzzsaw: il trailer del film Netflix con Jake Gyllenhaal

È online il primo trailer (anche in italiano) di Velvet Buzzsaw, produzione originale Netflix che vede Jake Gyllenhaal nuovamente diretto da Dan Gilroy (regista e sceneggiatore) dopo l’incredibile prova de Lo Sciacallo.

Il film sarà disponibile sulla piattaforma streaming a partire dal 1 febbraio 2019 dopo il passaggio al Sundance.

Velvet Buzzsaw – il trailer italiano

Di seguito la sinossi ufficiale:

VELVET BUZZSAW è un thriller ambientato nel mondo dell’arte contemporanea di Los Angeles, dove gli artisti più quotati e i grandi collezionisti pagano prezzi esorbitanti quando l’arte e commercio vengono a contatto. Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Toni Collette, Zawe Ashton, Tom Sturridge, Natalia Dyer, Daveed Diggs, Billy Magnussen e John Malkovich interpretano il nuovo film dalla trama snervante sceneggiato e diretto da Dan Gilroy.

Gyllenhaal sarà presto nelle sale con Wildlife di Paul Dano e nel prossimo capitolo del Marvel Cinematic Universe, Spider-Man: Far From Home (dove interpreta il villain Mysterio al fianco di Tom Holland).

Fonte: Netflix

Steve McQueen dirigerà un documentario sulla Seconda Guerra Mondiale

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È Indiewire ad annunciare il prossimo progetto di Steve McQueen, quest’anno nelle sale con Widows: il regista londinese dirigerà il documentario The Occupied City, ispirato al libro illustrato Atlas of an Occupied City. Amsterdam 1940-1945 curato da sua moglie Bianca Stigter.

Il testo originale segue le tracce della Seconda Guerra Mondiale nella città di Amsterdam guidando il lettore attraverso la capitale olandese durante l’occupazione.

A produrre il film saranno la stessa Stigter (che aveva già lavorato con il marito in Widows e 12 Anni Schiavo, prima vera incursione di McQueen nel genere documentaristico dopo diversi cortometraggi. Insieme a loro anche la casa di produzione olandese Family Affair Films e Lammas Park.

Widows – Eredità Criminale, recensione del film di Steve McQueen

L’ultimo lavoro di McQueen, Widows – Eredità Criminale (distribuito in Italia dalla 20th Century Fox) ha visto il regista tornare dietro la macchina da presa cinque anni dopo l’Oscar di 12 anni schiavo, traducendo sul grande schermo la sceneggiatura di Gyllian Flinn (Gone GirlDark Places), a sua volta ispirata alla serie televisiva Le vedove.

Nel cast della pellicola, uscita nelle sale lo scorso 16 novembre 2018, Viola DavisMichelle RodriguezElizabeth DebickiColin Farrell e Liam Neeson.

Il film racconta la storia di quattro donne che, dopo la morte dei rispettivi mariti  coinvolti nella stessa rapina, decideranno di regolare i conti con i loro assassini.

Fonte: Indiewire

Scarlet Witch e Visione: assunta la sceneggiatrice di Captain Marvel per la serie

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Arrivano nuovi aggiornamenti sulla serie di Scarlet Witch e Visione che i Marvel Studios distribuiranno sulla piattaforma streaming Disney +: sarà Jac Schaeffer, già sceneggiatrice di Captain Marvel e dello standalone di Vedova Nera, tornerà a lavorare per Kevin Feige e co. nella duplice veste di screenwriter e showrunner.

Come riportato diverse settimane fa, la Disney ha incluso alcuni eroi del Marvel Cinematic Universe – tra cui Scarlet Witch, LokiFalcon e il Soldato d’Inverno – nei titoli che andranno a comporre il palinsesto del nuovo servizio streaming in arrivo nel 2019. Si tratterà di miniserie da sei o otto episodi dedicate ai supereroi già apparsi negli adattamenti cinematografici nelle quali torneranno gli attori che li hanno interpretati sul grande schermo (in questo caso Elizabeth Olsen, Tom Hiddleston, Anthony Makie e Sebastian Stan), insomma veri e propri spin-off spalmati su una durata maggiore e divisi in puntate.

Scarlet Witch e Visione: cosa vorremmo vedere nella serie di Disney +

La serie si chiamerà appunto Vision and the Scarlet Witch. Non abbiamo altri dettagli sul progetto, sulla trama e sull’ambientazione, ma è del tutto ipotizzabile un ritorno in azione dei due personaggi dopo gli eventi di Avengers: Infinity War o Avengers 4.

Vi ricordiamo che la piattaforma streaming Disney ha già confermato nel suo catalogo una serie inedita su Star Wars ideata da Jon Favreau, un’altra basata sui film di High School Musical e il live action di Lilli e il Vagabondo.

Fonte: THR

Oscar 2019: la cerimonia non avrà il suo conduttore

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Oscar 2019: la cerimonia non avrà il suo conduttore

Per la prima volta in trenta edizioni, la cerimonia degli Oscar 2019 non verrà presentata da alcun conduttore. A confermare la decisione dell’Academy è Variety.

I produttori selezioneranno quindi una serie di personaggi del mondo del cinema e non che interverranno durante la serata con monologhi, sketch e performance musicali (attesi sul palco del Dolby Theater di Hollywood anche Lady Gaga e Kendrick Lamar, sicuri nominati nella categoria Miglior Canzone Originale).

Si chiude così la bagarre durata settimane fra l’organizzazione e Kevin Hart, designato presentatore della 91ma edizione degli Academy Awards, che a seguito di controversie scaturite da vecchi tweet con commenti omofobici e transfobici aveva rinunciato all’incarico.

Oscar 2019: Kevin Hart rifiuta l’invito a presentare la cerimonia, ecco perché

“Ho preso la decisione di dimettermi dal presentare gli Oscar di quest’anno… questo perché non voglio essere una distrazione in una serata che dovrebbe essere la celebrazione di così tanti artisti straordinari e di talento – aveva scritto su Twitter l’attore – Mi scuso sinceramente con la comunità LGBTQ per le parole insensibili che ho espresso in passato.”

In un tweet seguente, aveva aggiunto: “Mi dispiace di aver ferito delle persone… Mi sto evolvendo e voglio continuare a farlo. Il mio obiettivo è quello di unire le persone e non dividerle. Rivolgo amore e riconoscenza all’Academy. Spero che possiamo incontrarci incontrare di nuovo.”

Dopo l’annuncio di Hart come presentatore degli Oscar 2019, la gente aveva iniziato a rovistare sull’account Twitter del comico e a ri-pubblicare suoi post fin dal 2009, in cui l’attore aveva fatto commenti omofobi e transfobici. In un tweet del 2011, che il giornalista di The Guardian Benjamin Lee ha re-twittato dopo l’annuncio dell’Academy, Hart aveva scritto: “Se mio figlio torna a casa e prova a giocare con la casa delle bambole delle mie figlie, vado a rompergliela in testa e gli dico ‘smettila che è una cosa gay’.”

Come nel caso di James Gunn, anche per Kevin Hart i tweet politically un-correcthanno segnato una battuta d’arresto nella sua carriera, dal momento che presentare gli Academy Awards, per un comico o uno show-man in generale, è un grande onore, un’aggiunta di prestigio al proprio curriculum vitae.

Fonte: Variety

Álvaro Brechner presenta il suo film, Una notte di 12 anni

Il regista uruguayano Álvaro Brechner ha presentato a Roma il suo terzo lungometraggio Una notte di 12 anni, che racconta la vicenda di tre figure simbolo dell’Uruguay contemporaneo:  José “Pepe” Mujica, ex Presidente dell’Uruguay, Eleuterio Fernández Huidobro, ex Ministro della Difesa e Mauricio Rosencof scrittore e poeta. Nei primi anni Settanta i tre erano guerriglieri tupamaros e furono imprigionati durante la dittatura militare, restando in isolamento per dodici anni, fino alla scarcerazione nel 1985. Il film è un viaggio negli abissi della disumanizzazione da cui i tre protagonisti non si  sono però fatti travolgere. Ad interpretarli sono rispettivamente Antonio De La Torre, Alfonso Tort e Chino Darín. Il film arriva in 44 sale italiane dal 10 gennaio.

Qual è stata la preparazione del film e la ricerca per ricreare quei 12 anni infiniti?

Álvaro Brechner: “Ci sono state ricerche e incontri con i protagonisti reali della storia, ma anche con altri prigionieri, con militari, storici. Questo film ha due livelli: il primo è quello astratto e storico, ma per me quello più importante è il dibattito esistenziale che vi è all’interno. Che tipo di lotta si innesca in un essere umano, che gli consente di restare tale nonostante viva in circostanze estreme? Sono stati anni e anni di incontri e tentativi di capire, perché il linguaggio stesso dell’uomo non riesce a rappresentare l’orrore. È stato molto importante parlare con i neurologi, per capire in che modo il cervello riesce a sopravvivere, a mantenersi a galla in quel tipo di circostanze.

La prima volta che ho incontrato […] Mujica, Huidobro e Rosencof , Mujica mi disse: “A volte mi sveglio la mattina e rimpiango la cella”. Io sono rimasto shockato e gli ho chiesto di spiegarmi come si potesse rimpiangere una simile condizione. Lui mi ha detto: “Mai ho avuto così tanto tempo per essere me stesso. Sono stati i dodici anni più orrendi della mia vita, eppure oggi non sarei la persona che sono, se non avessi avuto tutto quel tempo per essere me stesso”. Quindi ho capito che è vero ciò che raccontano tante persone che hanno vissuto esperienze di privazione di libertà, anche in situazioni estreme […]: c’è sempre la possibilità di rifugiarsi in un ambito intimo e personale, quello dell’immaginazione, di poter entrare dentro sé stessi e trovare in quell’immaginazione qualcosa che ti faccia conservare la dignità di essere uomo. Quindi, questa non è stata solo un esperienza di sopravvivenza, ma in un certo senso una forma di scoperta, che gli ha permesso di guardare al futuro con speranza e di creare un futuro di speranza”.  

Che reazione c’è stata all’uscita del film in Uruguay e altrove?

B.: “Dopo il Festival di Venezia il film è uscito subito in Uruguay, Argentina, Brasile, e poco dopo in Messico. È stato senz’altro un evento. In Brasile è coinciso con il momento delle elezioni, ma è stata una casualità. Ha avuto riconoscimenti sia di pubblico che di critica, […] è stato scelto dall’Uruguay come candidato agli Oscar, ai premi Goya. Per quanto riguarda la reazione interna al paese, il film racconta una storia che appartiene ad un passato ancora molto vicino, è una ferita che non è ancora chiusa ed è sempre difficile poter guardare bene ciò che è così vicino a noi. Il cinema purtroppo ha i suoi limiti e non può saldare conti che un paese non è ancora riuscito a saldare. Non ho mai voluto fare un film sulla dittatura o sulla storia dell’Uruguay, perché altrimenti avrei dovuto raccontare tre milioni di storie, una per ogni abitante […]. Volevo indagare cosa avviene all’interno di un uomo in un contesto di inferno dantesco. […] Dovunque, nei festival come nelle sale, vedo [] che il film scatena una forma di catarsi. C’è anche gente a cui il film non è piaciuto, certo, ma c’è chi si sfoga, grida […]. Il film sollecita quel bisogno di libertà che esiste all’interno di ogni persona. Ho visto persone in sala in Brasile che hanno cominciato a gridare durante i titoli di coda, richiamando l’attenzione sui pericoli che in qualunque momento una dittatura, un certo tipo di governo e di regime può provocare. […] Se da una parte mi rallegra la reazione che il film provoca, dall’altro mi preoccupa molto che ci sia questo bisogno di catarsi, che la dice lunga sui pericoli che oggi ci sono nel mondo”.

Il cinema ha raccontato storie simili in maniera molto diversa. Lei sembra sfuggire alle regole del genere, mostrando non solo orrore e violenza della dittatura, ma anche i suoi lati più grotteschi, paradossali e ridicoli. Ci parli di questa scelta.

B.: “I tre protagonisti mi hanno raccontato tantissime situazioni ridicole. […] Quando li incontravo tutti e tre insieme, mentre raccontavano non facevano altro che ridere. Raccontavano cose orrende, eppure continuavano a ridere. Penso che sia un reazione propria dell’essere umano, un tentativo di sfuggire a certe realtà proprio per sopravvivere, un meccanismo che usiamo tutti. Loro venivano considerati proprio come animali anche dai soldati. Avevano perso completamente l’uso del linguaggio, non sapevano in che momento del giorno erano, perché erano privati della luce e del contatto esterno e questo generava in loro una grossa confusione. I soldati stessi si dimenticavano di loro. […] Loro in qualche modo si difendevano, sviluppando una forma di super udito, accentuando l’unico senso che potevano usare. Sapevano tutto di tutte le persone che erano in caserma, era un modo di vendicarsi.[…] Ci sono tantissime storie di metodi che usavano per vendicarsi di questo stato in cui erano lasciati. […] Credo che l’assurdo sia forse il modo migliore per difendersi da certe forme di autoritarismo”.

Come ha scelto gli attori?

B.: “Alfonso Tort è un attore con cui avevo già lavorato, Antonio De la Torre è un famosissimo attore spagnolo. Insieme a Chino Darín hanno dovuto affrontare qualcosa di moto forte. Da un punto di vista fisico, ad esempio, hanno dovuto perdere circa 15 chili ciascuno. È stato quasi un saggio sulla follia quello che hanno vissuto, arrivare ai limiti della sopportazione. Hanno davvero fatto un viaggio nelle tenebre. È stato anche improvvisato. La sceneggiatura era assolutamente dettagliata, però abbiamo cercato sempre di filmare le cose come venivano, senza sapere sempre cosa sarebbe successo. Gli attori erano stanchi, spossati, oltre che dimagriti e si sono davvero avvicinati alla possibilità di sperimentare la follia. […] Questo li rendeva estremamente nervosi. De La Torre racconta che di una scena nella sceneggiatura c’era scritta solo una frase: Mujica sente le voci. La scena è durata 38 minuti nei quali è successo di tutto. Questo fa capire il grado di sperimentazione che c’è stato”.

Ci parli della scelta di The sound of silence per la colonna sonora

B.: “Ero in un bar e stavo lavorando alla sceneggiatura, l’hanno messa e ho cominciato a cantarla, come si fa di solito per distrarsi dal lavoro. Di colpo mi sono reso conto che quelle parole avevano un significato molto legato a quello che stavo raccontando. Questa capacità di essere nell’oscurità e di poter trovare proprio nell’oscurità una rivelazione, di ascoltare il silenzio. Non bisogna mai sottovalutare la capacità dell’uomo di poter trovare una rivelazione interiore anche nell’oscurità e nel silenzio. Quindi ho chiesto alla cantante che si sarebbe occupata del tema musicale del film – Silvia Perez Cruz, per me una delle voci più importanti in lingua spagnola, che recita anche nei panni della moglie di Huidobro nel film – di creare una versione di questa canzone che avesse come tema di fondo la lotta della disumanizzazione e la possibilità di vedere nella luce oscura una rivelazione, una fiamma che si accende alla quale potersi aggrappare per sopravvivere”.

Viene da chiedersi perché non li abbiano uccisi

B.: “È un enorme mistero, me lo sono chiesto anche io e l’ho chiesto ai tre protagonisti. Credo che abbia a che fare con l’Uruguay […]. Ci sono stati tanti prigionieri e desaparecidos, però il paese di per sé aveva un’enorme tradizione democratica. Questa dittatura ha significato una grande zona oscura. Credo dipenda anche dalle dimensioni del paese – tre milioni di abitanti. Forse nessuno voleva prendersi direttamente la responsabilità perché con un numero così esiguo di persone, tutti si conoscevano, praticamente. Ma forse la risposta più semplice è che erano stati presi come ostaggi: i militari avevano deciso che se i tupamaros avessero fatto qualunque altro attentato, li avrebbero uccisi […]. È anche una delle condanne più antiche che esista, oltre alla morte, l’espulsione dell’individuo dalla società, la negazione della sua esistenza”.

CDG Awards 2019: le nomination per i migliori costumi di Hollywood

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Dopo sceneggiatori, registi e produttori, anche il sindacato dei costumisti di Hollywood annuncia le sue nomination per i migliori costumi della stagione, visti al cinema e in tv, e così ecco di seguito i nominati dai CDG Awards 2019 (Costume Designer Guild).

Excellence in Contemporary Film
“Crazy Rich Asians” (Mary E. Vogt )
“Mamma Mia! Here We Go Again” (Michele Clapton)
“Ocean’s 8” (Sarah Edwards)
“A Star Is Born” (Erin Benach)
“Widows” (Jenny Eagan)

Excellence in Period Film
“BlacKkKlansman” (Marci Rodgers)
“Bohemian Rhapsody” (Julian Day)
“The Favourite” (Sandy Powell)
“Mary Poppins Returns” (Sandy Powell)
“Mary Queen of Scots” (Alexandra Byrne)

Excellence in Sci-Fi/Fantasy Film
“Aquaman” (Kym Barrett)
Avengers: Infinity War” (Judianna Makovsky)
“Black Panther” (Ruth E. Carter)
“The Nutcracker and the Four Realms” (Jenny Beavan)
“A Wrinkle in Time” (Paco Delgado)

Excellence in Contemporary Television
“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story” (Lou Eyrich & Allison Leach)
“Grace and Frankie” (Allyson B. Fanger)
“The Romanoffs” (Janie Bryant & Wendy Chuck)
“Sharp Objects” (Alix Friedberg)
“This Is Us” (Hala Bahmet)

Excellence in Period Television
“The Alienist” (Michael Kaplan)
“Glow” (Beth Morgan)
“The Man in the High Castle” (Catherine Adair)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Donna Zakowska)
Outlander” (Nina Ayres & Terry Dresbach)

Excellence in Sci-Fi/Fantasy Television
“American Horror Story: Apocalypse” (Paula Bradley & Lou Eyrich)
“The Handmaid’s Tale” (Ane Crabtree)
“Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events” (Cynthia Summers)
“Star Trek: Discovery” (Gersha Phillips)
“Westworld” (Sharen Davis)

Excellence in Variety, Reality-Competition, Live Television
“Jesus Christ Superstar Live in Concert” (Paul Tazewell)
“The Late Late Show with James Corden” (Lauren Shapiro)
“RuPaul’s Drag Race” (Zaldy Goco)
“Saturday Night Live” (Tom Broecker & Eric Justian)
“So You Think You Can Dance” (Marina Toybina)

Excellence in Short Form Design
Adidas – “See My Creativity,” commercial (Bonnie Stauch)
Childish Gambino – “This is America,” music video (Natasha Newman-Thomas)
Elton John – “Farewell Yellow Brick Road: The Legacy,” short film”(Charlie Altuna)
Justin Timberlake – “Supplies,” music video (Ami Goodhart)
Nespresso: “The Quest,” commercial (Jenny Eagan)

I premi saranno assegnati il prossimo 19 febbraio.

Captain Marvel: tutti i segreti del film rivelati sul set

Captain Marvel: tutti i segreti del film rivelati sul set

Il resoconto delle set visit e le interviste al cast hanno rivelato nuovi dettagli e interessanti anticipazioni di Captain Marvel, l’atteso cinecomic che vede protagonista Brie Larson nei panni dell’eroina più potente del MCU.

Qui le più interessanti:

Il Tesseract potrebbe svolgere un ruolo importante

I più attenti avranno notato che nel secondo trailer di Captain Marvel la protagonista visita quella che sembra la base del progetto P.E.G.A.S.U.S. dove lo S.H.I.E.L.D. aveva cercato di sfruttare la potenza del Tesseract (poi approfondita in The Avengers del 2012).

A quanto pare i fortunati che sono stati sul set del film hanno assistito ad una scena tra Brie Larson e Samuel L. Jackson in cui quest’ultimo incontra Goose, il gatto rosso di Carol, proprio all’interno dei corridoio dello S.H.I.E.L.D.; sappiamo che la gemma dell’infinito veniva introdotta alla fine di Captain America: Il Primo Vendicatore, ma è possibile che abbia un ruolo anche in questo capitolo del MCU?

Jackson potrebbe aver confermato questa teoria dichiarando che il Tesseract “è stata un po’ la costante di tutti questi film“. È questo che ha portato i Kree e gli Skrulls sulla Terra?

Il film non sarà un “prequel” di Guardiani della Galassia

Quando Ronan l’accusatore e Korath furono confermati nel cast di Captain Marvel, i fan ipotizzarono immediatamente che il film sarebbe stato una sorta di “prequel” di Guardiani della Galassia, raccontando la backstory di questi due personaggi.

Tuttavia, come spiegato da Djimon Hounsou, gli spettatori non dovranno necessariamente aspettarsi che la storia finisca con Ronan e Korath diretti verso l’universo dei Guardiani di James Gunn: “Questa trama è completamente separata dal franchise, si tratta di una storia indipendente anche se alcuni di questi personaggi interagiranno tra di loro in seguito.

La gelosia di Minn-Erva

Nei fumetti, Minn-Erva è uno degli acerrimi nemici di Captain Marvel mentre nel film verrà probabilmente introdotta come una compagna di squadra dello Starforce. Ora però, basandoci sulle dichiarazioni dell’attrice che l’ha interpretata, Gemma Chan, sembra che la loro rivalità esploderà quando Minn-Erva diventerà gelosa dei poteri che Carol porterà nel team.

Credo che prima dell’ingresso di Carol nello Starforce Minn-Erva si sentisse un leader o la star del gruppo, e probabilmente era la favorita del comandante interpretato da Jude Law. Quindi sì, penso che ci sia un rispetto reciproco tra loro ma anche una sorta di rivalità giocosa.”

Nick Fury non si fida di Carol Danvers

È stato evidente anche nel trailer che dopo aver incontrato Carol Danvers Nick Fury appaia sconcertato, sorpreso e anche un po’ riluttante. A spiegare questa reazione è stato lo stesso Samuel L. Jackson:

Come la maggior parte delle persone, quando Fury apprende che Carol proviene dallo spazio resta scioccato. D’altronde siamo tutti spaventati, almeno all’inizio, dalle differenze. Inoltre lei si presenta a lui parlando di alieni che possono cambiare forma…magari pensa che lei faccia parte di quella specie. È un individuo sicuro? È un individuo pericoloso? Tutte queste domande gli rimbalzano nella testa...”

Soltanto passando del tempo con lei scopre cose che lo portano a credere che lei sia qualcosa di diverso da ciò che pensava. Si conoscono e diventano alleati, poi condividono lo stesso senso dell’umorismo e Fury sarà disposto ad aiutarla a esplorare ciò di cui ha bisogno per scoprire chi è e cosa vuole essere“, ha raccontato l’attore.

Il “nuovo” ruolo di Nick Fury nel MCU

Sappiamo benissimo che il Nick Fury che incontreremo in Captain Marvel non sarà lo stesso introdotto nel MCU anni fa, e nemmeno l’esperto direttore dello S.H.I.E.L.D. dei giorni nostri. Ma esattamente, dove troveremo l’eroe nella timeline del film?

In questo momento Fury non sente affatto il peso della responsabilità di capo” ha confessato Jackson, “Ma la gravità della situazione lo tiene all’erta: in questo momento nessuno ne è consapevole, e la sua sfida sarà convincere lo SHIELD ad arruolare persone che hanno poteri straordinari in grado di aiutare a difendere non solo l’America ma il mondo intero“.

Captain Marvel può viaggiare nel tempo

Le tante teorie su Avengers: Endgame sembravano portare avanti quella legata al Regno Quantico come risoluzione della Decimazione, ovvero la morte di metà della popolazione dell’universo per mano di Thanos. Tuttavia le recenti dichiarazioni di Samuel L. Jackson ci portano a credere che sarà invece Carol Danvers/Captain Marvel a determinare la guerra contro Thanos… con un viaggio nel tempo!

Parlando di Captain Marvel con Entertainment TonightSamuel L. Jackson, che tornerà a interpretare un giovane Nick Fury con entrambi gli occhi, ha commentato i formidabili poteri di Carol Danvers (Brie Larson) e ha apparentemente ha rivelato un enorme SPOILER che potrebbe avere importanti implicazioni per il seguito di Infinity War.

“È praticamente il personaggio più forte – in termini di qualcuno con poteri in grado di fare delle cose – nell’universo Marvel. Quindi, per Carol Danvers essere quella persona e per Brie diventare quella persona, sarà un evento esplosivo. Voglio dire, [i Vendicatori] si trovano ad avere a che fare con delle situazioni davvero concrete e difficili in questo momento – abbiamo visto cosa è accaduto in Infinity War – così ora sappiamo che abbiamo bisogno di qualcosa che sia potente come Thanos. E a un certo punto scopriremo quanto è potente lei e scopriremo anche tutte le cose di cui è capace. È una delle poche persone nell’universo Marvel che può viaggiare nel tempo, quindi… “

I membri dello Starforce

Quando gli è stato chiesto di far luce sui nomi dei membri dello Starforce, Jude Law ha fornito un’esaustiva descrizione degli eroi, parlando di Djimon Hounsou, che tornerà nei panni di Korath dopo essere apparso in Guardiani della Galassia, di Minn-Erva (interpretata da Gemma Chan), esperta cecchina, di Bron Char, gigante blu interpretato da Rune Temte, e infine di Al Gennis che veste i panni di Atlas (altro esperto di armi).

Da quanto tempo è “scomparsa” Carol?

Sembra che la permanenza di Carol Danvers nello spazio come membro dello Starforce sia durata diversi anni, come si evince dalle parole dell’attrice che interpreta Maria Rambeau (la migliore amica e collega pilota della protagonista):

Beh, Carol manca dalla Terra da molto, molto tempo, abbastanza da far pensare che sia morta e poi che forse è viva…insomma, il tempo necessario per far vivere ai suoi cari quella fase di lutto e insieme speranza…

Il ruolo da leader di Talos

Sebbene le parole di Ben Mendelsohn non abbiano rivelato molto del film e del suo personaggio (l’attore interpreta Talos, un alieno Skrull infiltratosi nello SHIELD), dall’altra parte sembrano aver delineato il carattere da leader del villain:

È abbastanza attivo, quindi sente il bisogno di entrare e uscire da varie situazioni. Ma riguardo al potere degli Skrull di cambiare forma, posso dire che fisiologicamente sono in grado di fare tutto; certo ci vuole pratica e talento per farlo bene, e Talos è un leader perché eccelle in ciò che fa“.

Leggi anche – Captain Marvel: tutto quello che c’è da sapere sui poteri dell’eroina

Fonte: Slash Film, ET

Captain Marvel: scopriremo come Nick Fury ha perso l’occhio

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Captain Marvel sta per risolvere uno dei più grandi misteri dell’universo cinematografico Marvel. Secondo Samuel L. Jackson, il film rivelerà come Nick Fury ha perso il suo occhio, portandolo a sfoggiare la sua benda caratteristica in tutte le sue apparizioni MCU.

In una nuova intervista, Jackson ha rivelato che l’imminente blockbuster ambientato nel MCU mostrerà come Fury ha perso l’occhio e amplierà il suo passato, inclusa la rivelazione che il futuro direttore di S.H.I.E.L.D. una volta aveva una famiglia.

“Vedrai in particolare l’origine di ciò che è successo ai suoi occhi: scoprirai che aveva una famiglia – ha detto Jackson a EntertainmentTonight – Non vedi nessun membro della sua famiglia, ma vengono citati in un altro modo: ci sono cose di cui parliamo in merito alla sua storia passata, di cui non è mai stato detto nulla prima – da dove viene, che cosa ha fatto”.

Nel 2014, in Captain America: The Winter Soldier, Fury ha fatto capire a Steve Rogers che l’ultima volta che si è fidato di qualcuno completamente, gli è costato la sua attenzione. Se questa affermazione fosse un’altra bugia della super-spia deve ancora essere verificato, ma i commenti di Jackson implicano che questo aspetto verrà chiarito.

“Parliamo del suo essere stato in guerra, di aver lasciato la guerra, di essere una spia e di alcune delle cose che ha fatto quando era una spia che lo hanno portato in questo particolare posto – ha aggiunto Jackson – Avremo un sacco di retroscena e molto più elementi che spiegano la persona che conosciamo quando originariamente si incontra in Iron Man.”

Captain Marvel: tutti i segreti nascosti nel secondo trailer

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Vi ricordiamo che alla regia del film con protagonista Brie Larson, ci sono Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema il 6 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: 10 teorie sul film che potrebbero avverarsi

The Nun – La vocazione del male in Blu-ray e Dvd

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The Nun – La vocazione del male in Blu-ray e Dvd

Le tue preghiere sono state ascoltate: The Nun – La vocazione del male arriva il 16 gennaio in DVD e Blu-Ray. Questo nuovo thriller a tinte horror della New Line Cinema, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia, esplora un altro angolo tenebroso del “Conjuring Universe“, i cui film hanno terrorizzato il pubblico di tutto il mondo ottenendo incassi da record e pareri unanimi dalla critica.

A interpretare The Nun – La vocazione del male troviamo la star nominata all’Oscar Demian Bichir (“Per una vita migliore”) che interpreta Padre Burke, Taissa Farmiga (“American Horror Story“) nei panni di Sorella Irene, e Jonas Bloquet(“Elle”) che è il giovane abitante del villaggio Frenchie. Il cast include anche Charlotte Hope (“Il trono di spade”) nel ruolo della suora dell’abbazia Victoria, Ingrid Bisu (“Vi presento Toni Erdmann”) come Sorella Oana mentre Bonnie Aarons riprende il suo inquietante ruolo di “Conjuring 2 – Il Caso Enfield” come la demoniaca monaca Valak. Corin Hardy (“The Hallow”) ha curato la regia del film a partire da una sceneggiatura di Gary Dauberman (“IT”) e dal soggetto di James Wan e Dauberman che rivela le spaventose origini di Valak, apparsa per la prima volta in “Conjuring 2 – Il Caso Enfield”.

The Nun – La vocazione del male: trama

Quando una giovane suora di clausura si toglie la vita in un’abbazia in Romania, un prete con un passato burrascoso e una novizia in procinto di prendere i voti, vengono inviati dal Vaticano per investigare sull’evento. Insieme scopriranno il diabolico segreto dell’ordine. Mettendo a repentaglio non solo le proprie vite, ma anche la loro fede e le loro anime, si troveranno ad affrontare una forza malvagia che ha le sembianze della stessa suora demoniaca che ha terrorizzato il pubblico in “The Conjuring – Il Caso Enfield”. Molto presto l’abbazia diventerà un campo di battaglia tra i vivi e i dannati.

The Nun – La vocazione del male: blu-ray

Durata: 96 minuti ca.
Video: 1080p High Definition 16×9 2.4:1

Lingue: Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese 5.1, Spagnolo 5.1, Tedesco 5.1, Francese 5.1. DTS-HD Master Audio: Inglese 5.1. Dolby Atmos-TrueHD: Inglese.

Sottotitoli: Svedese, Spagnolo, Norvegese, Islandese, Greco, Finlandese, Olandese, Danese, Francese. Non Udenti: Italiano, Inglese, Tedesco.

Contenuti Speciali:

  • A New Horror Icon
  • The Conjuring Chronology
  • Gruesome Planet
  • Più di 10 minuti di scene eliminate

The Nun – La vocazione del male: dvd

Durata: 92 minuti ca.
Video: 16×9 2.39:1
Lingue: Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese 5.1, Francese 5.1.
Sottotitoli: Francese, Olandese, Greco. Non Udenti: Italiano, Inglese.
Contenuti Speciali: A New Horror Icon

Marvel Studios: eroi e villain nei poster celebrativi del decimo anno

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Il 2018 è stato un anno importantissimo per i Marvel Studios, che hanno festeggiato il decimo anniversario con tanto di foto celebrativa che ha immortalato insieme quasi tutti gli attori, i registi e i principali coinvolti nella produzione dei 20 film che sono arrivati al cinema nel primi dieci anni di attività del “piccolo” studio in seno alla Disney.

Adesso sono stati diffusi due nuovi poster celebrativi del decimo anniversario, creati da John Guydo per Grey Matter Art e che potete vedere di seguito:

Nei due poster possiamo vedere i Vendicatori:Iron Man, Captain America, Thor, Hulk, Vedova Nera, Occhio di Falco, Scarlet Witch, Falcon, Vision e War Machine. Ma con loro ci sono anche Doctor Strange, Winter Soldier, Black Panther, Ant-Man e Nick Fury, con i Guardiani della Galassia Star-Lord, Gamora, Drax, Rocket Raccoon e Groot.

Trai villain invece vediamo Thanos, Loki, Ultron, Ronan l’Accusatore, il Teschio Rosso, Iron Monger, l’elfo oscuro Malekith e Yellowjacket, con il Distruttore, Abomination, Whiplash, Crossbones, il Mandarino, Ego il Pianeta vivente, Killmonger, Helmut Zemo, Hela, Kaecilius e il Granmaestro.

Sembra che nessuno sia stato dimenticato in questa ennesima celebrazione dell’Universo Condiviso Marvel.

Gli appuntamenti con il MCU del 2019 sono tre. l’8 marzo si comincia con Captain Marvel, seguito poi ad aprile da Avengers: Endgame, e così si chiuderà la Fase 3. A luglio sarà il turno di Spider-Man: Far From Home, il film che ufficialmente aprirà un nuovo misterioso corso del progetto Marvel Studios al cinema.

Colpo di Scena: il 2 febbraio la presentazione del nuovo libro di Andrea Guglielmino

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Dopo l’anteprima dello scorso dicembre nell’ambito di “Più libri più liberi”, dove il libro, fresco di stampa, ha fatto capolino allo stand di MdS Editore, arriva la prima presentazione ufficiale di “Colpo di scena”(MdS Editore, 2018 – 218 pgg. – € 14,oo), debutto nella narrativa di Andrea Guglielmino, giornalista cinematografico e fumettista con diverse pubblicazioni di saggistica alle spalle (da ultimo Star Wars–il mito dai mille volti, Golem libri, 2018).

Un debutto che avrà come palcoscenico quello della Libreria- Caffè letterario Mangiaparole e che ha visto l’autore romano alle prese con un genere, quello dell’antologia di racconti a cornice, che affonda le sue radici nel passato, dal Decameron alle Mille e una notte, come annota Andrea Pergolari nella sua nota di postfazione, e che trova qui l’occasione di una riscoperta e un rilancio, in un mercato editoriale all’apparenza dominato dalla forma romanzesca.

In questo intarsio bizantino di storie, invenzioni e divagazioni troviamo un padre e un figlio che non sono più in grado di comunicare. Due mondi distanti. Ruoli che si invertono, si fondono e si confondono, nella sospensione di un limbo in cui cercare insieme una via d’uscita. Il figlio è uno scrittore intellettuale e di successo, il padre un nerd appassionato di cinema, fumetti e letteratura pop che ha scelto una posizione passiva verso il racconto. Fa infatti il critico cinematografico, destinato a osservare senza agire, a giudicare senza creare. Fino a che, pur di riconquistare il dialogo con il figlio, si decide a scendere in campo in prima persona, rivelando una serie di storie da lui scritte e mai pubblicate, che diventano anche l’occasione per parlare al figlio di sé, della sua vita, dei traguardi raggiunti e di quelli mancati.

Un escamotage narrativo, quello scelto da Guglielmino, che gli dà l’opportunità di spaziare fra molteplici generi senza far perdere omogeneità al racconto complessivo, ma anzi con l’intento, come scrive Andrea Cavaletto nella sua prefazione, di “suscitare nel lettore le più svariate emozioni: la risata, l’angoscia, la meraviglia, la sorpresa … regalandoci un po’ di quel senso d’incanto del bambino che tutti siamo stati”.

L’appuntamento con Andrea Guglielmino e il caleidoscopio di storie nella storia del suo Colpo di scena – seguito poi da un seminario sulle tecniche di scrittura creativa tenuto dai docenti della Bugs Academy – è dunque per Sabato 2 febbraio 2019 alle 18:00 alla Libreria-Caffè letterario Mangiaparole (via Manlio Capitolino 7/9 – Roma). Insieme all’autore parteciperanno l’editor del testo, Fabrizio Bartelloni e l’autore e regista teatrale Andrea Pergolari.

Colpo di scena

Samuel L. Jackson: ancora Nick Fury se i soldi saranno abbastanza

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Samuel L. Jackson è l’uomo del momento a Hollywood. Mentre si avvicina l’uscita di Glass, al cinema, che lo vedrà tornare a interpretare Elijah Price, il suoervillain presentato al pubblico in Unbreakable, l’attore sarà presente anche in Captain Marvel, il prossimo marzo, nei panni di Nick Fury, il personaggio che interpreta nell’Universo Marvel.

Captain Marvel segna la fine del contratto a nove film di Samuel L. Jackson con i Marvel Studios, ma l’attore settantenne non è pronto a lasciare il ruolo di Nick Fury. Ma il suo coinvolgimento nel Marvel Cinematic Universe potrebbe costare allo studio un po’ più del previsto.

Parlando con The Hollywood Reporter, Jackson ha discusso del suo rapporto con la Marvel, risalente all’uso non autorizzato della sua immagine nella serie di fumetti di The Ultimates, che ha portato all’ormai noto contratto a nove immagini, iniziato con un cameo nella scena post credits di Iron Man del 2008.

Il Fury di Samuel L. Jackson è poi diventato parte del tessuto connettivo del MCU, con le successive apparizioni contano Iron Man 2, Thor, Capitan America: Il primo vendicatore, The Avengers, Capitan America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity War e l’imminente Captain Marvel. Per quest’ultimo, ambientato nel 1995, il personaggio sarà un giovane agente dello S.H.I.E.L.D., con l’aiuto di effetti “de-aging” che mimano l’aspetto che il volto di Jackson aveva nel film del 1998, The Negotiator.

Avengers: Endgame, Samuel L. Jackson conferma una teoria nota

Anche se non apparirà in Avengers: Endgame ad aprile, Jackson ha già completato le riprese di Spider-Man: Far From Home in arrivo a luglio, e non ha intenzione lasciare il ruolo di Fury.

“Potrei essere l’Alec Guinness dei film Marvel”, ha scherzato, ma tutto potrebbe ridursi a quello che gli studios sono disposti a pagare. Con un patrimonio netto di 220 milioni e 13 miliardi guadagnati al botteghino globale, l’attore, secondo quanto riferito, è stato pagato 5 milioni per il suo ruolo nel Kong: Skull Island del 2017, e forse più per Glass.

Jackson è consapevole del suo valore e del suo fascino ed è curioso di vedere come si svolgeranno i futuri negoziati con lo studio. “Il il coltello dalla parte del manico” ha detto, e sebbene non sia frequente sentirlo dire da un attore con questa schiettezza, ha perfettamente ragione.

Shazam!: le nuove immagini pubblicate da Total Film

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Shazam!: le nuove immagini pubblicate da Total Film

Anche se non si tratta dell’eroe più famoso o amato del mondo, il nuovo film su Shazam!in arrivo nelle nostre sale il prossimo 11 aprile presenta una serie di elementi di interesse. Il tono sembra inedito per i film con personaggi DC e il successo di Aquaman sembra stia risvegliando l’attenzione dei fan nei confronti dei prodotti Warner Bros.

Dopo trailer e foto promozionali, adesso è Total Film a presentarci nuove immagini dal film in cui vediamo Zachary Levi nei panni dell’eroe, ma anche il suo migliore amico, Freddie Freeman e il villain, il Dottor Sivana.

Shazam!: il trailer italiano con Zachary Levi

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La sinossi ufficiale:

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Vi ricordiamo che Shazam! farà parte dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.

Shazam! è atteso per l’11 aprile 2019 e vede nel cast Zachary LeviAsher Angel (Billy Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus Sivana)Jack Dylan Grazer (Freddy), Grace Fulton (Mary), Faithe Herman (Darla), Ian Chen (Eugene), Jovan Armand (Pedro), Cooper Andrews e Marta Milans (genitori adorrivi di BillyVictor e Rosa Vasquez), Ron Cephas Jones (Il Mago).

Shazam!: in che modo il film sarà legato al DCEU?

Karen Gillan protagonista di un action tutto al femminile

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Karen Gillan, la star di Guardiani della Galassia e Jumanji, ha trovato il suo nuovo franchise action, stando a quanto riferisce The Hollywood Reporter. L’attrice si è infatti unita al cast di Gunpowder Milkshake, una storia di assassini “che abbraccia generazioni multiple” e presenta un cast tutto al femminile.

Gillan ha ottenuto la notorietà nel 2008, quando è stata scritturata come Amy Pond in Doctor Who. Da lì, è diventata rapidamente una stella nascente a Hollywood, apparendo in tre film dei Marvel Studios nei panni di Nebula, oltre a essere una dei co-protagonisti nella hit da box office Jumanji: Welcome to the Jungle. Al momento, Karen Gillan apparirà di nuovo nei panni di Nebula, una quarta volta, in Avengers: Endgame ad aprile e ha in programma di iniziare a girare un altro film di Jumanji.

Gunpowder Milkshake sarà basato su una sceneggiatura scritta da Aharon Keshales, Navot Papushado e Ehud Lavski. La trama del film è stata per lo più tenuta segreta, ma si dice che il personaggio di Gillan sia quello principale. Kill Bill di Quentin Tarantino e Baby Driver di Edgar Wright sono stati entrambi citati come esempi del tono che si sta cercando di raggiungere con il film, utilizzando come parole d’ordine “elegante, scattante e violento”.

Le riprese si svolgeranno a Berlino la prossima estate e l’uscita del film è prevista per il 2020.

Aquaman: un affascinante video che mostra i VFX del film

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Aquaman: un affascinante video che mostra i VFX del film

Dopo l’inattesa, sorprendente e anche vergognosa esclusione dalla corsa all’Oscar 2019 pe ril migliori effetti visivi, ecco un esempio dell’enorme lavoro che James Wan e la sua squadra hanno svolto per portare sullo schermo Aquaman.

Il supereroe interpretato da Jason Momoa ha totalizzato un incasso vertiginoso per un film con protagonista un personaggio DC Comics e parte del merito per l’apprezzamento del film è sicuramente da attribuirsi al reparto degli effetti visivi che hanno realizzato un piccolo capolavoro, portando gli spettatori nelle profondità di Atlantide.

Ecco di seguito un video illustrativo che mostra i prima e i dopo del film, con e senza VFX:

Aquaman, recensione del film con Jason Momoa

https://www.youtube.com/watch?v=AXZC5jla35Q

Aquaman  è stato diretto da James Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason Momoa. Con lui ci sarà Amber Heard nei panni di Mera, Yahya Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e  Willem Dafoe.

Aquaman è il re dei Sette Mari. Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di proteggere il mondo intero.

Aquaman: c’è davvero un easter egg di Man of Steel?

Captain Marvel: Samuel L. Jackson conferma che apparirà il Tesseract!

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Quando l’attesissimo Captain Marvel arriverà nei cinema tra due mesi, il pubblico riceverà molte risposte su uno dei primi personaggi del Marvel Cinematic Universe: il Nick Fury di Samuel L. Jackson. Il film, interpretato da Brie Larson nel ruolo del protagonista, è ambientato negli anni ’90 e vede la giovane Fury non ancora direttore di S.H.I.E.L.D.

Man mano che Fury entra in contatto con Carol Danvers, il suo mondo diventerà molto più grande e ci saranno molte connessioni che porteranno i personaggi ad allacciarsi al MCU presente.  Durante un’intervista con Entertainment Weekly, Jackson ha rivelato che in Captain Marvel comparirà addirittura il Tesseract.

Nella scena in cui si vedrà il Tesseract, sembra che Jackson sia alle prese con il Flerken di Carol, la razza aliena molto simile ai gatti e che lei tiene come animale domestico, con il nome di Goose.

“(Nella scena) Stiamo entrando in una nave appartenuta a un personaggio del passato di Carol Danvers. Sta cercando di trovare delle risposte a quello che le è successo, perché è stata sulla Terra e quale è l’intero nucleo del suo potere. Sembra che il Tesseract sia stato la costante in tutti questi film”.

Il Tesseract ha debuttato in Captain America: Il Primo Vendicatore, dove servì come principale fonte di energia per il Teschio Rosso e per Hydra, più tardi lo abbiamo visto in The Avengers. Poi, Avengers: Age of Ultron ha rivelato che il Tesseract ospitava effettivamente la Gemma dello Spazio. Il cubo cosmico è ritornato in Thor: Ragnarok, dove Loki lo salva dalla distruzione di Asgard solo perché Thanos lo prendesse da Avengers: Infinity War, frantumandolo in pezzi per raccogliere la Gemma dell’Infinito all’interno.

Ora, possiamo aggiungere Captain Marvel alla lista dei film in cui appare il cubo!

Captain Marvel: tutti i segreti nascosti nel secondo trailer

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Vi ricordiamo che alla regia del film con protagonista Brie Larson, ci sono Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema il 6 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: 10 teorie sul film che potrebbero avverarsi

Glass: le prime recensioni sono divise sul nuovo film di Shyamalan

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Sono uscite le prime recensioni di Glass, l’attesissimo film di M. Night Shyamalan, e non sono proprio grandiose, anche se presentano una netta divisione tra chi ha apprezzato il film e chi invece non ha gradito l’approccio del regista di Philadelphia al genere.

  • Leggi anche – Glass, recensione del film di M. Night Shyamalan

Mentre alcuni critici sembravano apprezzare alcuni elementi del seguito di Unbreakable e Split, la maggior parte di loro sembra ritenere che il capitolo finale di una così promettente trilogia sia una delusione. Parlando per numeri, Glass ha già il 38% su Rotten Tomatoes, con 26 recensioni registrate.

Ecco di seguito cosa dicono i principali siti di informazione cinematografica on line:

i09:

Il film è una delusione, ma, come fan, è una delusione che tornerò a rivedere per essere sicuro. È un mondo che merita di essere esplorato con interessanti colpi di scena su ciò che sono stati i due film precedenti per quasi due decenni.

THR:

Sicuramente, il racconto di Shyamalan ha molti momenti goffi. Soprattutto nelle battute assegnate a Dr. Staple e Mr. Glass, sembra di ascoltare lo stesso regista che spiegando i suoi pensieri su cosa significhi la mitologia dei fumetti e come i realisti del mondo spiegano cose che non riescono a capire. Questa è roba abbastanza ovvia e, nel peggiore dei casi, ci fa ridacchiare di Elijah, le cui idee sbagliate sono radicate nella tragedia personale: come nel caso delle storie di sofferenza personale di altri personaggi, il film è talmente impegnato a fare in modo che tutti capiscano, spiegandosi a ogni passo, che impedisce che tutti si commuovano.

Vox:

I sequel sono rischiosi per qualsiasi regista; i fan hanno aspettative e i cineasti vogliono replicare il successo senza semplicemente copiare la stessa formula. Ma fare un sequel crossover come Glass – che avrebbe dovuto attirare insieme non solo personaggi di due film diversi ma anche i toni molto diversi di quei film – sembrava particolarmente difficile. Shyamalan oscilla sempre sul confine. Glass non fa eccezione.

The Playlist:

Tematicamente sempre preciso e con dialoghi che caratterizzano la scrittura di Shyamalan, Glass è ancora intrigante e guardabile nella sua prima metà, ma scivola mentre si carica del peso delle sue pretese e dell’auto-percezione intelligente nella seconda parte. C’è un senso di drammaticità e urgenza che aiuta, ma uno ha il senso con cui Shyamalan pensa di dipingere il suo capolavoro.

Empire:

Shyamalan rimane un regista ambizioso e interessante, che fotografa i primi piani con le angolature olandesi e incorpora anche le scene parlate con un palpabile senso di trepidazione. Ma la sua scrittura qui spesso non colpisce il bersaglio; dove Unbreakable era una decostruzione intelligente e latente dei topos dei fumetti, Glass è diretto con mano pesante, con personaggi che diffondono le sue idee attraverso dialoghi goffi.

Digital Spy:

Una delle cose più intelligenti che Shyamalan ha fatto con Glass è di non diventare un successo per la critica. Ci sono scene di lotta stuzzicanti, ma il film è più interessato alle grandi idee che ai grandi combattimenti. In linea con il tono di Unbreakable e Split, Glass è un oscuro thriller psicologico e, come promesso, le sue inclinazioni da film di supereroi sono radicate nella vita reale e si interrogano sulla eventuale possibile esistenza.

Den Of Geek:

È semplicemente un peccato che Glass stesso, come tante altre saghe di supereroi prima, non effettui un atterraggio buono, nel terzo e conclusivo capitolo. O il film stesso è un commento gigantesco sul topos di genere? Come con lo scaltro Mr. Glass, non puoi mai ignorare l’idea che Shyamalan abbia molte più cose da dire rispetto a quelle che davvero si colgono.

Mashable:

All’inizio del film, ho avuto l’avvincente consapevolezza che si trattava di un raro film di supereroi in cui sembrava davvero potesse accadere qualsiasi cosa. Nessuno dei destini di questi personaggi era predeterminato in libri vecchi di decenni, ed entrambi i suoi predecessori si sono vantati di un pubblico sorprendente. Mentre il film andava avanti, è diventato gradualmente chiaro che Glass non ha tali ambizioni. È un film di supereroi che sembra ritenersi più intelligente di altri film di supereroi perché richiama i punti cardine del genere, ma nel farlo rivela solo che non ha una vera intuizione su ciò che fa clic sui supereroi – sia i personaggi stessi, sia il genere che comprendono.

Total Film:

Il film si avvicina a offrire il suo potenziale quando Elijah torna in modalità Mr. Glass e la resa dei conti finale si avvicina, ma il discorso è francamente sciocco. Questo è chiaramente un “fan movie”, ma quei fan forse avrebbero voluto una conclusione più entusiasmante.

Vanity Fair:

Se hai amici che sono particolarmente appassionati di questa serie curiosa e turgida, ti suggerisco di vedere Glass con loro, poiché il loro entusiasmo per l’insistenza onanista di tutto il film potrebbe rivelarsi contagiosa. Ha avuto questo effetto per me e mi ha tolto un po’ del fastidio che ho provato in passato per Shyamalan mentre faceva le sue cose.

La sinossi di Glass

Dunn (Bruce Willis) sta dando la caccia alla Bestia, controparte sovrumana di Crumb (James McAvoy), scontrandosi con lui in maniera sempre più aspra. Intanto Price (Samuel L. Jackson) emerge dall’ombra, nascondendo dei segreti che si riveleranno pericolosi per entrambi.

Interpretato da Samuel L. Jackson, James McAvoy, Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden Globe Sarah Paulson, Glass porta avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il Predestinato (2000) e Split (2016), entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti decisivi per entrambi gli uomini.

Joker sarà una storia tragica e “anti-Trump”

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Joker sarà una storia tragica e “anti-Trump”

Il nuovo film su Joker si è già svelato in molti modi; dalle foto rubate dal set fino alle comunicazioni ufficiali del regista, Todd Phillips, che ha diffuso sui suoi canali social il look del protagonista interpretato da Joaquin Phoenix.

Sembra quindi che il film possa avere nuovi segreti che ancora non sonos tati svelati, e un nuovo report lascia pensare che la storia possa riservare ancora molte sorprese ai fan della Nemesi di Batman. Dal report si apprende che ciò che abbiamo già visto sarà mostrato sul grande schermo in maniera davvero inaspettata.

Si dice che da un punto di vista dei toni del racconto, Joker sarà diverso da qualsiasi altro film basato sui fumetti, addirittura che avrà un tono tragico, che potrebbe benissimo sposarsi con una storia di origine del Clown Principe del Crimine che si preannuncia autonoma da altre storie.

Inoltre, e questo elemento potrebbe rivelarsi molto controverso, sembra che il film possa assumere anche toni politici, in stile V per Vendetta, e che conterrà anche dei commenti “anti-trumpisti”.

Un sacco di gente non vuole vedere la politica della vita reale affrontata in film di questo tipo, quindi questa scelta potrebbe anche essere nociva per il film in sé. Ma in aggiunta il report riferisce anche che le sorprese per i fan dei fumetti saranno tante e che il film riuscirà ad avere un’anima sua pur rimanendo un omaggio al personaggio.

Joker: Joaquin Phoenix a confronto con Romero, Nicholson, Ledger e Leto

Joker arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come ufficializzato nelle ultime ore dalla Warner Bros e sarà diretto da Todd Phillips (Una notte da leoni).

Il film sarà ambientato nel 1980, e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.

Ufficiali nel cast del film Joaquin Phoenix, Zazie Beetz, Robert De Niro, Frances Conroy, Marc Maron.

Dune: anche Stellan Skarsgård nel cast, sarà il villain

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Dune: anche Stellan Skarsgård nel cast, sarà il villain

Dopo Dave Bautista, un altro attore del Marvel Cinematic Universe è entrato a far parte del cast del nuovo adattamento di Dune, diretto da Denis Villeneuve. Si tratta di Stellan Skarsgård, che per i Marvel Studios interpreta Erik Selvig e che invece sembra vicino a interpretare il ruolo del cattivo in questo prossimo film.

Secondo quanto riporta THR, Skarsgård dovrebbe interpretare il personaggio noto come Baron Vladimir Harkonnen, il vile sovrano di Arrakis, che fa guerra a Paul Atreides (interpretato da Timothée Chalamet) e alla sua famiglia, che include il personaggio che sarà interpretato da Rebecca Ferguson, Lady Jessica.

Staremo a vedere se la trattativa si concluderà e se l’attore svedese entrerà nel cast del film di Villeneuve.

Dune, Denis Villeneuve: “L’obiettivo è realizzare almeno due film”

Il regista, reduce da Blade Runner 2049, aveva specificato tempo fa che il film non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una lettura personale del testo di riferimento. Nel frattempo Villeneuve, con le ultime dichiarazioni al Rendez-Vous du Cinema Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di cinema), ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla possibilità che Dune possa diventare un franchise:

Probabilmente ci vorranno due anni per finire Dune. L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.

Questo invece il suo commento delle scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake:

Il film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo proverò a fare il film dei miei sogni“.

Dune: Denis Villeneuve chiarisce che non si tratterà di un remake

Wonder Woman 1984: Chris Pine si sbilancia sul “nuovo” Steve Trevor

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Mentre le riprese di Wonder Woman 1984 sono terminate (come annunciato da Gal Gadot qui), Variety ha diffuso il resoconto della sua visita al set del film di Patty Jenkins, durante la quale ha avuto la possibilità di parlare sia con la protagonista che con Chris Pine, che tornerà misteriosamente nei panni di Steve Trevor.

La regista ha commentato le ultime settimane di lavorazione a Londra, durante le quali ha girato molte sequenze importanti in breve tempo: “Le riprese di questi giorni sono difficili. Non le riprese in sé ma la direzione e la necessità di essere multitasking. Ed è molto interessante quanto normale può diventare una volta che hai un piano complicato.”

Uno dei più grandi misteri che circonda il sequel è il modo in cui Steve Trevor “ritorna in vita” dopo la sua morte in Wonder Woman. Il sacrificio del personaggio è stato un momento definitivo che ha dato forma all’eroico finale del film. Inoltre, il personaggio che vedremo in Wonder Woman 1984 non sembra invecchiato di un giorno da quello che abbiamo visto sacrificarsi nella prima guerra mondiale. La cosa, che è normale per Diana, non lo dovrebbe essere per Steve, che è umano.

“Per me, questa versione del personaggio è un po’ diversa – ha dichiarato Pine – I tavoli sono girati, e io sono un cervo nella luce dei fari (due espressioni da urban dictionary che indicano che il suo personaggio si trova in una situazione completamente nuova e che è pervaso da uno stato di eccitazione misto ad ansia e paura)”.

In altre parole, sembra che adesso Steve Trevor non sarà più il leader del gruppo, ma sarà poco più di una spalla per Diana, che ormai, a settant’anni dal suo “debutto” nei panni di eroina, è molto più abile a muoversi nel mondo degli uomini. Purtroppo non abbiamo ancora indizi su come Trevor tornerà in vita.

Wonder Woman 1984come tornerà Steve Trevor?

È stato confermato dalla Jenkins che Wonder Woman 1984 sarà ambientato negli anni Ottanta, rivelando al pubblico un’altra epoca iconica in cui svolgere le avventure di Diana.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman.

Wonder Woman 1984 vedrà ancora come protagonista Gal Gadot opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. L’ultimo acquisto del cast è Pedro Pascal, di cui non è stato ancora confermato il personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la sceneggiatura è stata curata da Goeff Johns e Patty Jenkins.

Wonder Woman 1984 arriverà al cinema il 5 giugno del 2020.