Le riprese del misterioso nuovo film
di Ryan Coogler sui vampiri ambientato negli anni
’30 sono in corso e le prime foto dal set sono state diffuse
online. La maggior parte degli scatti mostra alcuni degli edifici
ricostruiti per le riprese, ma viene anche mostrata la star
Michael B. Jordan con un look che a molti ha
ricordato quello del celebre vampiro della Marvel, Blade (su
cui, ricordiamo, è attualmente in fase di sviluppo un film con
protagonista Mahershala Ali).
Quando si è sentito parlare per la
prima volta di questo nuovo progetto della coppia Coogler-Jordan,
si diceva che fosse così top secret che “dirigenti e compratori
erano costretti a recarsi in pellegrinaggio negli uffici di Beverly
Hills della WME, l’agenzia che rappresenta Coogler e Jordan, per
poter dare un’occhiata alla sceneggiatura”. Tuttavia, nel
frattempo sono trapelati alcuni dettagli.
Cosa sappiamo sul misterioso film
di Ryan Coogler con Michael B. Jordan?
Inizialmente, il film era stato
descritto come un “lungometraggio di genere“, con un
“elemento d’epoca nella storia“, ma in seguito si è
appreso che in realtà sarebbe stato ambientato nel Sud dell’epoca
Jim Crow e avrebbe potuto coinvolgere sia i vampiri che le
tradizioni soprannaturali del Sud (questo non è ancora stato
confermato). Jordan potrebbe in realtà interpretare due ruoli, dato
che una voce sosteneva che fosse stato scritturato per il ruolo di
due fratelli gemelli.
Anche Hailee Steinfeld, Wunmi
Mosaku, Delroy Lindo e Jack O’Connell sono a bordo del film in ruoli
secondari. I dettagli sui loro personaggi sono altrettanto
riservati, ma secondo un recente rapporto commerciale, “Mosaku
potrebbe interpretare l’interesse romantico di Jordan, mentre
O’Connell potrebbe essere un antagonista razzista“. Ad oggi,
sappiamo che il film uscirà in sala il 7 marzo
2025. Di seguito, ecco le prime foto emerse online:
Il direttore della fotografia di
Ryan Coogler, Autumn Durald
Arkapaw, ha invece condiviso una foto sulla sua pagina Instagram in occasione delle
riprese. Da questa, si evince che il film ha già un titolo, ma
viene ancora tenuto nascosto, in questo caso da alcune emoji nere a
forma di cuore. La segretezza che circonda il titolo ha portato a
speculare sul fatto che il film possa essere basato su un’IP
esistente e molto nota.
Dopo il trionfo di The
Sandman, l’adattamento dell’acclamata
opera di Neil Gaiman con protagonista il
misterioso Morfeo di Tom Sturridge, Netflix ha deciso di osare nuovamente portando alla
ribalta un’altra amata storia dell’autore britannico. Infatti, la
miniserie in otto episodi Dead Boy
Detectives, disponibile su Netflix dal 25 aprile, trasporta sullo
schermo la cupa e struggente storia dei due
simpatici e gentili fantasmi adolescenti creati da Gaiman agli
inizi degli anni ’90, Edwin e Charles, il
“cervello” e i “muscoli” dell’agenzia soprannaturale
“Detective Defunti”. Inoltre, a dare vita a questo
spin-off fresco e travolgente, accanto ai
fumettisti Neil Gaiman e Matt Wagner, c’è lo showrunner Steve
Yockey, noto per aver prodotto il noto e iconico
Supernatural e per aver regalato al pubblico
l’adrenalinico The Flight
Attendant.
Dead Boy Detectives, la trama
Il noioso Edwin Payne (interpretato
da George Rexstrew) e l’impulsivo Charles Rowland
(Jayden Revri) sono due fantasmi adolescenti molto
amici che, mentre cercano da millenni di sfuggire alla
Morte, fondano l’agenzia Detective Defunti con l’obiettivo
di aiutare a risolvere i casi irrisolti che legano le tormentate
anime dei fantasmi di Londra ancora bloccati sulla terra. Tuttavia,
il loro equilibrio viene sconvolto quando incontrano la misteriosa
e coraggiosa Crystal Palace (l’attrice Kassius
Nelson), una giovane sensitiva che ha perso tutti i suoi
ricordi a causa di un feroce e caparbio demone (David
Iacono). Mossi dal desiderio di ritrovare sé stessi e di
compiere “buone azioni” nella speranza di redimersi, i tre si
dirigono verso la placida cittadina di Port Townsend, nello stato
di Washington, per risolvere un enigmatico caso legato alla
scomparsa di una povera bambina.
Qui faranno la conoscenza di nuovi
amici, come la simpatica e allegra Niko (interpretata da
Yuyu Kitamura) e la cinica macellaia tatuata Jenny
(Briana Cuoco), ma anche di altrettanti nemici che
li “costringeranno” a rimanere lontani dalla confortevole
Londra.
Una struttura alla Scooby Doo
La serie struttura ogni
episodio intorno a un mistero da risolvere, che va dal
salvataggio di Crystal dall’ex fidanzato demone che cerca di
possederla, al liberare la dolce e generosa Niko da due folletti
tanto adorabili quanto crudeli. Questa intricata e
articolata trama, ricca di intrecci e importanti
flashback, si nutre dunque delle continue sfide paranormali
e personali che i protagonisti devono affrontare. Infatti,
i nemici che si trovano sulla loro strada diventano sempre più
pericolosi, angoscianti e… invadenti.
Per esempio, a impedire ai tre
giovani di tornare a Londra c’è il capriccioso e affascinante
Re Gatto, interpretato dal magnetico Lukas
Gage (noto per le sue interpretazioni in Euphoria, Love, Victor,
The White Lotus e You), che,
attratto da Charles, li intrappola a Port Townsend con una scusa
ridicola. Ma il Re Gatto è solo l’inizio delle loro preoccupazioni:
il trio si imbatte preso nella strega “mangiabambini”
Esther (interpretata da Jenn Lyon), che
tormenta i tre giovani con il desiderio di renderli preda per il
suo grosso e sanguinario “serpente della gioventù”.
E, come se non bastasse, Edwin e
Charles devono costantemente cercare di sfuggire alla Morte
(la sorella di Sogno in The
Sandman, interpretata anche qui dall’attrice
Kirby Howell-Baptiste) e di evitare un destino
infernale che non pensano di meritare. Questa missione diventa
sempre più ardua, soprattutto quando le loro “vite” si intrecciano
con la determinazione (o ossessione?) dell’infermiera
notturna (interpretata da Ruth Connell, nota
per il suo ruolo di Rowena in Supernatural), una “manager
dell’aldilà” incaricata di raccogliere le anime dei bambini per
conto di Morte.
Edwin e Charles: una seconda possibilità
nell’aldilà
Uno dei principali punti di forza
della serie risiede senza dubbio nell’ottima
caratterizzazione dei personaggi. In soli otto episodi,
sia i protagonisti che i personaggi secondari sono raccontati a
sufficienza per convincere il pubblico e coinvolgerlo
emotivamente. Tutti i personaggi, dunque, per quanto a
volte piccoli e marginali per la narrazione, riescono a
emergere con pregi e difetti, traumi e speranze.
In questa intricata trama, ogni personaggio si mostra come
il prodotto dei dolori che ha affrontato. Persino
gli antagonisti più crudeli, quindi, finiscono per avere un “valido
motivo” per seminare sofferenza, odio e inferno sulla Terra.
Questa particolare cura nella
caratterizzazione dei personaggi aggiunge alla trama soft
horror una dimensione emotiva e umana che va ben oltre la
semplice comprensione del soprannaturale. Ciò che veramente
colpisce lo spettatore non sono gli effetti speciali, gli jumpscare
o i viaggi danteschi attraverso orrorifici e suggestivi gironi
infernali. Quello che fa davvero brillare la serie sono le singole
narrazioni, le storie personali e intime dei
personaggi che affrontano temi universali
come il bullismo, la violenza domestica, la solitudine, il
tradimento, il dolore della perdita… e anche l’amore. Le vicende di
Edwin e Charles, in particolare, sono così toccanti e
commoventi da relegare in secondo piano qualsiasi
mostruosità o presenza demoniaca. Pur appartenenti a epoche
diverse, infatti, Edwin e Charles si ritrovano legati da un triste
destino, un filo rosso di sofferenza e ingiustizia che unisce i
loro traumi e il loro profondo sentimento di sentirsi soli a questo
mondo.
Edwin e Charles
non si limitano banalmente a cercare redenzione o eternità. Il loro
è un viaggio alla ricerca dell’accettazione e del
perdono, verso coloro che li hanno feriti e soprattutto
verso sé stessi. Un lungo e tortuoso viaggio mosso dal desiderio di
seconde opportunità che si estende fino all’aldilà.
Uno spin-off coi fiocchi
Deliziosamente oscuro,
adorabilmente goffo e profondamente commovente, Dead
Boy Detectives si palesa quindi come un degno spin-off
di The Sandman. Infatti, nonostante adotti
un’atmosfera più adolescenziale e meno tenebrosa,
e pur presentando alcune sottotrame che potrebbero risultare
forzate (come quelle legate al demone David e al ragazzo-corvo,
talmente noiosi da far risultare difficile prenderli sul serio), il
teen drama horror proposto da Netflix riesce senza alcun dubbio a
intrattenere, a incuriosire e a catturare il cuore degli spettatori
con un tocco tenero e avvincente, che a tratti
ricorda quello dell’amato dark fantasy di Joe Hill, Locke & Key.
Vincenzo
Mollica, giornalista, scrittore, autore e conduttore
televisivo e radiofonico, riceverà il David Speciale nel corso
della 69ª edizione dei
Premi David di Donatello. Il riconoscimento sarà assegnato
venerdì 3 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in
diretta, in prima serata su Rai 1 dagli studi di Cinecittà, con la
conduzione di Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. L’evento sarà
trasmesso per la prima volta in 4K, sul canale Rai4K, numero 210 di
Tivùsat. Sul red carpet ci sarà Fabrizio Biggio.
“Da oltre quarant’anni,
Vincenzo Mollica racconta con passione e sobrietà, entusiasmo e
competenza, il mondo dello spettacolo in Italia – dichiara Piera
Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia del
Cinema Italiano – Il suo stile unico, l’empatia e la sua arte
dell’intervista sono da decenni un esempio per chi ha intrapreso la
carriera di giornalista. Per me una vera ispirazione, per tutti un
maestro che sa unire gusto pop, film d’autore, grandi attori e
registi. E che, soprattutto, ama comunicare, perché Vincenzo
Mollica non ha parlato solo agli addetti ai lavori ma al pubblico,
enorme, che lo ha conosciuto e apprezzato attraverso televisione e
radio. Cinema, musica, tv, fumetto, letteratura, universo digitale:
Vincenzo è al fianco di tutti noi, ogni giorno, per raccontarci con
la sua coinvolgente curiosità l’affascinante universo della cultura
in tutti suoi linguaggi”.
Vincenzo Mollica entra a
far parte della redazione del TG1 nel 1980, divenendo uno dei primi
giornalisti televisivi specializzati in spettacolo e raccontando,
da inviato, grandi eventi come le cerimonie degli Academy Awards,
il Festival
di Cannes, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia e Festival di Sanremo. Ha curato, per oltre venti anni, la
rubrica di approfondimento sullo spettacolo del TG1,
“DoReCiakGulp”, ha realizzato le trasmissioni televisive “Prisma”,
“Taratatà” e “Per fare Mezzanotte” mentre su Rai Radio 2 ha ideato
e condotto il programma “Parole parole, storie di canzoni”. Nel
corso degli anni, Mollica ha scritto e curato novantatré volumi sul
mondo del cinema, della musica e del fumetto ed è stato
collaboratore del Radiocorriere TV, Linus, il Venerdì di
Repubblica, Il Messaggero e l’Unità. Nel 1986, appare sul fumetto
“Viaggio a Tulum”, ideato da Federico Fellini e disegnato da Milo
Manara mentre, nel 1995, fa la sua prima apparizione in un fumetto
Disney, all’interno della storia “Paperino oscar del centenario”:
da un disegno di Andrea Pazienza, che lo ritrae dotato di becco, il
giornalista si trasforma, grazie alla penna di Giorgio Cavazzano,
in Paperica. Disegnatore egli stesso, Mollica ha diretto, dal 1991
al 1995, la rivista Il Grifo e nel dicembre del 2006 ha esposto le
sue opere al Complesso del Vittoriano a Roma. Nel 2019, in
occasione della Mostra di Venezia, ha ricevuto il Premio Pietro
Bianchi, prestigioso riconoscimento che il Sindacato Nazionale dei
Giornalisti Cinematografici conferisce in omaggio a una personalità
eccellente del mondo del cinema. E torna al cinema, questa volta da
protagonista, con un docufilm da lui ideato e co-prodotto da Atomic
e Rai Cinema sugli ultimi anni di vita di Federico Fellini.
Challengers (qui
la recensione) è al cinema dal 24 aprile ed ha tra i suoi
protagonisti l’attrice Zendaya, che ha ora raccontato brevemente di
essere stata “nervosa” prima dell’uscita del nuovo film di
Luca Guadagnino. L’attrice, vincitrice di un Emmy,
ha condiviso su Instagram un carosello di foto e video dietro le
quinte del film con le sue co-star, Mike Faist e
Josh O’Connor.
“È la prima volta che sono la
protagonista di un film in questo modo, quindi ero nervosa, ma
l’entusiasmo e l’incoraggiamento di tutti hanno significato il
mondo per me“, ha commentato il post su Instagram. “Sono
così onorata di averlo potuto fare accanto a queste persone
incredibilmente talentuose, brillanti (ed esilaranti) e a nome di
tutti noi, speriamo che il film vi piaccia e ancora… cercate di non
giudicare troppo i personaggi lol ma anche #teamtashi“.
Il post carosello – riportato qui
di seguito – comprende video di Zendaya che si allena con una palla gonfiabile
e si allena su un campo da tennis, di O’Connor che lanciava una
bottiglia d’acqua di plastica e cercava di farla atterrare in
posizione verticale, e di Faist truccato e pettinato. Il video
finale vede O’Connor e Faist che si baciano su una racchetta da
tennis con la parrucca di Zendaya del film, facendo apparentemente
riferimento alla scena del trailer che è diventata virale in cui i
loro personaggi la baciano entrambi.
Forse nota soprattutto per il ruolo
di Rue Bennett in Euphoria,
negli ultimi anni Zendaya ha ottenuto importanti progetti
cinematografici, tra cui Spider-Man
Homecoming e i suoi seguiti ma anche Dune e Dune: Parte
Due. L’attrice ha rivelato a The Hollywood Reporter che,
prima di iniziare la produzione di Challengers, ha chiesto alla
co-star di Dune,
Timothée Chalamet, un consiglio su come lavorare con
Guadagnino.
“Luca è brillante, e volevo
lavorare con lui da molto tempo, e questa mi è sembrata una cosa
assolutamente perfetta. Quando ci siamo incontrati per la prima
volta per la sceneggiatura, aveva una comprensione così acuta e
profonda dei personaggi fin dall’inizio e un’idea più chiara del
tipo di film che voleva creare. E la sceneggiatura era brillante,
[lo scrittore] Justin Kuritzkes ha un grande talento e sono molto
felice per lui. Quindi tutto ha avuto senso“.
Il film, di cui Zendaya è anche produttrice, segue il suo
personaggio, Tashi, una tennista trasformata in allenatrice, che
trasforma suo marito Art (Faist) da giocatore mediocre in un
campione del Grande Slam di fama mondiale. Quando Art subisce una
serie di sconfitte, Tashi lo iscrive ad un torneo challenger – uno
dei tornei di livello inferiore rispetto a quelli per
professionisti. Qui, però, Art si troverà a sfidare Patrick
(O’Connor), suo ex migliore amico ed ex fidanzato di Tashi.
Uno dei film più attesi dell’estate
è senza dubbio Deadpool &
Wolverine, il nuovo kolossal dei Marvel Studios. Il film non solo continuerà le
avventure dei due personaggi principali, ma presenterà anche
elementi del Marvel Cinematic Universe,
come l’Autorità per le Variazioni Temporali, e camei di personaggi
dei precedenti film della Fox sugli X-Men. Tanto materiale
preesistente sarà dunque incluso nel film, cosa che ha portato in
molti a chiedersi se non fosse necessario fare un ripasso in vista
della visione.
Nelle recenti dichiarazioni
rilasciate all’Associated Press, però, il
regista di Deadpool &
Wolverine, Shawn Levy, ha assicurato
che, nonostante queste connessioni con il franchise, il film sarà
accessibile al pubblico senza bisogno di fare ulteriori
“compiti a casa“. “Ero un bravo studente a scuola.
Faccio i compiti a casa anche da adulto. Ma non voglio
assolutamente fare i compiti quando vado al cinema“, ha
spiegato Levy.
“Ho fatto questo film con un
sano rispetto e gratitudine nei confronti dei fan sfegatati che
conoscono a menadito la mitologia e la storia di questi personaggi
e di questo mondo. Ma non volevo dare per scontato questo. Questo
film è costruito per l’intrattenimento, senza alcun obbligo di
arrivare preparati con una ricerca precedente“.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy,
regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la
regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Uscito nel 2020, L’uomo
invisibile (qui
la recensione) di Leigh Whannell è stato uno
dei film horror più acclamati dalla critica di quell’anno e ha
lasciato i fan con la speranza di poter vedere un seguito. Ma
nonostante la sua conclusione aperta, non ci sono stati per ora
aggiornamenti reali su un possibile sequel, almeno fino ad ora.
Durante un’apparizione al podcast Happy Sad Confused, la star Elisabeth Moss ha rivelato che: “La
Blumhouse e la mia casa di produzione [Love &
Squalor Pictures]… siamo più vicini che mai al realizzarlo.
E mi sento molto ottimista al riguardo“. L’attrice ha
inoltre ribadito che: “Siamo davvero intenzionati a continuare
la storia“, riaccendendo dunque le speranze dei fan a
riguardo.
Di cosa parla L’uomo invisibile?
Ne L’uomo
invisibile, Moss interpretava una donna, Cecilia, che
veniva presa di mira dal suo ex fidanzato, il quale inscenava la
propria morte e usava una tuta che lo faceva apparire invisibile
per molestarla apparentemente dall’oltretomba. Il film si conclude
con Cecilia che prende il controllo della tuta per uccidere il suo
molestatore, rimanendo poi in possesso della tecnologia. Il film è
interpretato anche da Aldis Hodge nel ruolo
dell’amico che aiuta Cecilia a riprendersi la sua vita. Il film non
è stato solo un successo di critica, ma anche di botteghino, con un
incasso globale di 144 dollari a fronte di un budget di 7 milioni
di dollari.
Già nel 2022, la Moss aveva
dichiarato di non considerare del tutto conclusa la sua esperienza
con L’uomo
invisibile, dichiarando a ComicBook.com che avrebbero
voluto un sequel altrettanto buono, se non migliore, del primo.
“Non posso dire molto, ma sicuramente non è… non è affatto in
secondo piano, ma penso che, con qualsiasi sequel, si voglia
ovviamente essere sicuri di rendere giustizia all’originale“,
ha detto Moss. “E quindi nessuno di noi coinvolti ha intenzione
di creare un’altra cosa, lanciarla e vedere cosa succede. Vogliamo
davvero che sia altrettanto buono, se non migliore, del
primo“.
Negli ultimi anni, abbiamo visto i
Marvel Studios iniziare lentamente a
introdurre i mutanti nel MCU. Tuttavia, mentre la presenza
di Ms. Marvel e Namor tra loro ha fatto
presagire ciò che potrebbe essere all’orizzonte, gli stessi mutanti
sono apparsi in film come Doctor Strange nel Multiverso della Follia, The
Marvels e l’atteso Deadpool &
Wolverine di quest’estate. Si comincia inoltre ad
ipotizzare che uno dei prossimi film sugli Avengers metterà gli
Eroi più potenti della Terra contro una squadra multiversale di
X-Men. Questo avrebbe tutto il senso del mondo nel bel mezzo di
un’incursione, ma che dire del tanto atteso reboot?
Secondo lo scooper Jeff Sneider, i Marvel Studios sono vicini
all’assunzione di uno sceneggiatore per il film live action sui
mutanti, con un annuncio ufficiale che potrebbe essere fatto nelle
“prossime settimane“. Il successo di X-Men
’97 ha riportato questi personaggi al centro delle
attenzioni e l’entusiasmo che circonda Deadpool &
Wolverine dimostra anche che i fan sono pronti a vedere di
nuovo i mutanti in azione, e probabilmente questi eroi sono
esattamente ciò di cui il MCU ha bisogno in questo
momento.
“Gli X-Men sono un concetto di
personaggi solido, ricco e grandioso“, ha dichiarato Feige in
un’intervista dell’anno scorso. “C’è il ritorno della serie
animata [quest’anno], di cui siamo molto entusiasti“. Parlando
dell’introduzione in carne ed ossa di questi personaggi nel
MCU, Feige ha aggiunto che: “La
questione è come farlo e quando farlo, ed è qualcosa su cui stiamo
lavorando da anni“. Sebbene non ci sia ancora stato un
annuncio ufficiale, sembra dunque che i lavori sul film dedicato ai
mutanti stia proseguendo con successo.
Keke Palmer era già
un’artista discografica di successo prima di ottenere il ruolo di
co-protagonista in Nope di
Jordan Peele, ma la sua contagiosa e straordinaria
interpretazione di Emerald nel film horror fantascientifico del
2022 l’ha fatta conoscere in grande stile. Poco dopo l’uscita del
film, la Palmer ha iniziato una campagna sui social media per
interpretare Rogue nel film
live-action degli X-Men previsto dai Marvel Studios, condividendo alcune
impressionanti foto in cosplay nei panni della celebre mutante
L’interesse della Palmer per il
ruolo di Rogue ha iniziato ad attirare l’attenzione quando ha
risposto al video di un fan che spiegava perché riteneva che
sarebbe stata la scelta perfetta per interpretare Rogue (al
contrario degli eroi a cui è solitamente accostata, come ad esempio
Tempesta) nel prossimo reboot del MCU. Anche su Twitter ha in più
occasioni condiviso il proprio entusiasmo verso il suo possibile
coinvolgimento.
“È una cosa riservata,
tesoro“, ha risposto Palmer quando, durante un’intervista con
ComicBook.com, le è stato chiesto se qualcuno della Marvel si fosse messo in contatto
con lei. “No, sto scherzando. Non lo so. So solo che i fan… il
modo in cui i fan mi hanno accostato al ruolo, tesoro, online, devo
fare un concerto ogni settimana. Quindi se aggiungiamo la Marvel, ehi, facciamolo. Sono
pronta per Rogue“.
Non capita spesso, ma le campagne
degli attori che esprimono il desiderio di interpretare determinati
personaggi a volte danno i loro frutti e li mettono nel mirino di
uno studio. Sarà questo il caso della Palmer? Non sappiamo se sia
in lizza per interpretare Rogue, ma lo scooper Daniel
Richtman riferisce che la Marvel è interessata all’attrice
per un “ruolo importante” nel Marvel Cinematic Universe. Aggiunge
che “non è sicuro che l’abbiano già incontrata, ma se non
l’hanno ancora fatto, lo faranno“. Non resta dunque che
attendere di scoprire qualcosa in più.
È passato più di un anno da quando
si è diffusa la notizia che la Disney stava effettivamente
procedendo con Pretty Princess 3. Anne Hathaway, già protagonista dei primi due
film, usciti tra il 2001 e il 2004, non può rivelare alcun
dettaglio a riguardo, ma in una recente intervista al magazine V
ha assicurato ai fan che lo sviluppo del tanto atteso sequel
continua e che l’intenzione rimane quella di realizzarlo
davvero.
“Siamo a buon punto“, ha
detto la Hathaway. “È tutto quello che posso dire. Non c’è
ancora nulla da annunciare. Ma siamo in una buona posizione“.
Sembra che sia il sequel che l’attrice è più interessata a vedere
realizzato, poiché non vede un modo fattibile per riportare in vita
un altro dei grandi classici, Il diavolo veste Prada. “Probabilmente no“,
ha risposto la Hathaway quando le è stato chiesto se verrà mai
realizzato un sequel di quel film dove è protagonista accanto a
Meryl Streep e Emily Blunt.
“Ci amiamo tutti e se qualcuno
riuscisse a trovare un modo per farlo, credo che saremmo tutti
pazzi a non farlo. Ma c’è un’enorme differenza nel mondo attuale
con la tecnologia, e uno degli aspetti di quella particolare storia
è che si trattava di produrre un oggetto fisico. Ora, con il
digitale, sarebbe molto diverso. Forse io, Stanley, Emily, Meryl,
Dave Frankel, Patricia Field… dovremmo fare qualcosa insieme.
Sarebbe divertente“.
Di cosa parla Pretty Princess?
Diretto dal compianto Garry
Marshall e basato sul romanzo di Meg
Cabot, il film originale del 2001 seguiva una goffa
adolescente americana che apprendeva di essere l’erede al trono del
regno europeo di Genovia. Julie Andrews
interpretava la regina della nazione fittizia. Il film per famiglie
divenne un successo al botteghino con 165 milioni di dollari di
vendite globali. Il film successivo, Principe azzurro
cercasi, anch’esso diretto da Marshall e che ha fatto
conoscere al mondo
Chris Pine, ha avuto lo stesso successo nelle sale con 134
milioni di dollari in tutto il mondo.
I nuovi progetti da attrice di Anne Hathaway
Nell’ultimo periodo Anne Hathaway ha avuto un gran da fare come
attrice, avendo ben 4 film all’attivo tra il 2023 e il 2024. È
infatti stata protagonista del thriller Eileen,
dove interpreta una psicologa che intraprende una controversa
relazione con la giovane il cui nome dà il titolo al film. Ha poi
recitato in She
Came to Me, dramma incentrato su un compositore in
preda ad un blocco creativo che cerca di ritrovare l’ispirazione
grazie alla moglie, interpretata da Hathaway.
Nel 2024 la si vede invece
inThe
Idea of You, dove interpreta Solène, una quarantenne
divorziata che lavora in una galleria d’arte, che intraprende una
relazione con un cantante ventiquattrenne, e in Mothers’ Instinct,
dove interpreta invece Celine, una donna che dopo la morte
accidentale del figlio Max, diventa morbosamente possessiva nei
confronti di Theo, il figlio dell’amica e vicina Alice,
interpretata da Jessica Chastain.
La lavorazione di Superman
continua e, come abbiamo riportato all’inizio di questa settimana,
la produzione dovrebbe concludersi a luglio. La notizia è
emersa da una recente intervista di Be More Super a Justin
Howell, controfigura di David Corenswet, interprete di Clark
Kent/Superman. Altri estratti dell’intervista sono ora stati
diffusi online, con Howell che ha definito Corenswet “un
ragazzo con i piedi per terra e dolcissimo“. Ha poi aggiunto
che l’attore “incarna così bene il personaggio“.
Howell, già controfigura di Chris Hemsworth in Thor: Love and Thunder e
interprete di Master Chief in Halo, ha poi dichiarato che
la tuta di Superman “è quella che permette maggiori movimenti
tra tutte quelle che ho indossato“. Il co-CEO dei DC Studios e
regista James Gunn ha per ora condiviso solo il logo
(che trae ispirazione dalla serie di fumetti Kingdom Come) che
ritroveremo sul costume di Superman e sembra che ci vorrà parecchio
prima di poter avere uno sguardo completo di esso.
Howell ha poi anche detto che fare
la controfigura di Superman è la “vetta” della sua
carriera, definendo il tutto “un’esperienza molto, molto
bella“. Per quanto riguarda il lavoro su Superman,
Howell ha invece definito il film “l’inizio di una nuova
era“, aggiungendo che: “Le cose che James [Gunn] sta
facendo sono molto interessanti“. Affermazioni che si
aggiungono alle tante incoraggianti dichiarazioni rilasciate sino
ad oggi sia su questo film che sull’intero progetto del nuovo
DC
Universe. Progetto di cui i fan non vedono l’ora di
saperne di più.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Florence Pugh ha recentemente pubblicato un
post su Instagram per raccontare il dietro le quinte di
Thunderbolts*
e, sebbene il nuovo post condiviso su Instagram da Olga Kurylenko, star della Black
Widow, non sia altrettanto rivelatore, fa comunque
presagire il suo ritorno nel ruolo di Antonia
Dreykov, alias Taskmaster. Figlia del leader della Red
Room, il generale Dreykov, la sua mente e il suo corpo sono stati
controllati da un chip che l’ha dotata di riflessi fotografici
straordinari che le hanno permesso di imitare le tecniche di
combattimento di altri individui.
Ora che si è liberata dalla sua
influenza, resta da vedere cosa Antonia apporterà alla squadra dei
Thunderbolts. Il primo concept art
di Thunderbolts*
la mostrava vestita, ma il fatto che sulla sedia della Kurylenko ci
sia scritto “Antonia” è probabilmente indicativo. L’attrice aveva
solo una manciata di battute in Black
Widow, quindi il tempo ci dirà se il personaggio sarà un
po’ più approfondito in questo film, permettendoci così di scoprire
chi è la donna dietro la maschera di Taskmaster.
“Era solo un approccio diverso e
un nuovo tipo di storia da raccontare in mezzo a questo, che so che
hanno fatto così tante cose, ma non è un sequel“, ha detto
l’anno scorso il regista Jake Schreier. “Sì, questi personaggi
sono già apparsi in passato, ma è una nuova storia che viene
raccontata“. “E una storia, credo, con una prospettiva
molto diversa da quella che forse la gente non si aspetta, e credo
che questo sia stato eccitante e abbia rappresentato una vera sfida
che valeva la pena affrontare“, ha concluso. Per dare
un’occhiata alla foto condivisa da Kurylenko su Instagram, ecco qui
sotto il suo post:
Durante il panel dei Marvel Studios al
D23 2022, il presidente dei Marvel
StudiosKevin
Feige ha svelato il cast del prossimo film
Thunderbolts,
che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e
antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de
Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent
(Wyatt
Russell), Taskmaster (Olga
Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow (Florence
Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian
Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina
Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Thunderbolts*
è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio
2025. Harrison Ford – ammesso che sia presente –
sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Il film sarà diretto da Jake
Schreier, la cui storia come regista non è estremamente
ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012,
Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di
Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.
Non è un segreto che Tom Hiddleston abbia fatto un’audizione per il
ruolo di protagonista in Thor prima di essere scritturato
per il ruolo di Loki, ma sembra che i Marvel Studios abbiano voluto tenere aperte
fino all’ultimo le possibilità su chi avrebbe interpretato questi
ruoli. Durante una recente apparizione al podcast Seaman
Says, la star di Loki ha
rivelato che nel primo contratto che ha firmato nel 2009 è stata
inserita una clausola particolare.
“Era davvero curioso“, ha
esordito Hiddleston. “È una cosa molto comune nel mondo del
lavoro, ma ho firmato… in pratica, hanno pre-negoziato il mio
contratto prima di andare [all’audizione] e l’ho firmato“.
“Ma ho notato che quella mattina c’era scritto: ‘I Marvel Studios hanno il diritto di
ingaggiare Tom Hiddleston nel ruolo di…’ e c’era uno spazio vuoto.
E qualcuno aveva scritto ‘Thor/Loki’“.
Chris Hemsworth è poi stato scelto come Dio
del Tuono del MCU e ora è impossibile immaginare
qualcun altro in uno dei due ruoli. Hiddleston ha poi condiviso la
sua convinzione che questo contratto fosse unico per lui,
suggerendo che i Marvel Studios stavano tenendo la
porta aperta a lui come Thor se le cose non avessero funzionato con
l’allora sconosciuto attore australiano. “Mi sono detto: ‘Oh,
mi chiedo se qualcun altro lo dica’“, ha ricordato. “Non
credo che l’abbiano fatto, a dire il vero“.
“E dopo poco tempo, hanno
chiamato Chris Hemsworth e me lo stesso giorno e hanno detto:
‘Guarda, costruiremo questi due personaggi insieme, li introdurremo
allo stesso tempo e tu farai questo viaggio enorme’. Perché anche
io e Chris pensavamo di fare un provino per un solo film“.
“E ricordo di essere stato chiamato per la prima volta
nell’ufficio di Kevin Feige, che mi ha detto: ‘Senti,
congratulazioni… Loki è un grande ruolo e Thor sarà un grande film,
ma voglio parlarti di Avengers’“.
Feige ha quindi esposto il suo
intero piano della Fase 1, che è culminata con gli Eroi più potenti
della Terra che si riuniscono in The Avengers per
combattere proprio Loki. “Sono letteralmente uscito fluttuando
da quella riunione“, ammette Hiddeston. “La vita stava per
cambiare radicalmente, e così è stato“. Come noto, l’attore ha
poi ripreso il suo ruolo anche nei due sequel di Thor, ma
anche in Avengers:
Infinity War, Avengers:
Endgame e infine nelle due stagioni della serie Loki.
Il periodo di Scarlett Johansson nei panni di Natasha
Romanoff si è concluso in Avengers:
Endgame, dove si sacrifica per salvare l’universo.
Tuttavia, con una svolta piuttosto perplessa, due anni dopo è stato
realizzato un film sulla sua Vedova Nera, Black
Widow. Ambientato tra gli eventi di Captain
America: Civil War e Avengers:
Infinity War, ha colmato alcune lacune nel passato di
Natasha e ha dato al MCU una nuova Vedova Nera, la
Yelena Belova di Florence Pugh.
Black
Widow è stato distribuito nei pochi cinema aperti durante
la pandemia e sul servizio Premier Access di Disney+. Insoddisfatta dell’impatto sui
bonus al botteghino che le erano stati garantiti dal contratto, la
Johansson ha poi fatto causa alla Disney e alla fine ha raggiunto
un accordo che l’ha vista anche accettare di produrre un nuovo
progetto per i Marvel Studios. Da allora abbiamo avuto
aggiornamenti sporadici su questo progetto e non si sa ancora nulla
sul protagonista o sull’ambientazione.
Tuttavia, Nexus Point News ha ora scovato
un aggiornamento sulla pagina LinkedIn di Courtney
Baker che rivela che la creativa dei Marvel Studios “sarà
responsabile del prossimo progetto televisivo Untitled Scarlett Johansson series per Disney+“. Data la popolarità di
Pugh e la storia della Johansson con il personaggio, una serie
televisiva su Vedova Nera sembra sempre più probabile. Non resta
che attendere di sapere se questo progetto sarà effettivamente una
serie e se sarà dedicato in qualche modo al personaggio della
Johansson nel MCU o alla sua eredità.
Il Blade del 1998 e il suo
primo sequel, Blade II, sono ancora
tenuti in grande considerazione dai fan del personaggio dei fumetti
Marvel Comics, i quali ritengono che l’iconica
interpretazione di Wesley Snipes del vampiro titolare sarà
difficile da superare nel prossimo reboot. Ogni anno, poi, si
diffonde una nuova voce secondo cui Snipes potrebbe riprendere il
ruolo, ma quando si è diffusa la notizia che i Marvel Studios stavano sviluppando un nuovo
film con Mahershala Ali come protagonista, è iniziato a
sembrare altamente improbabile che Snipes indossasse di nuovo tali
panni.
Tuttavia, sembra che un ritorno
dell’attore in tale ruolo non sia totalmente da escludere. Secondo
lo scooper Daniel
Richtman, Snipes riprenderà il suo ruolo di Blade
nella Saga del Multiverso e ha “già firmato per fare alcune
cose lì”. Per il momento non ci sono altre informazioni, ma se
questo si rivelasse vero, i progetti più probabili in cui Snipes
potrebbe apparire sarebbero Deadpool &
Wolverine di quest’estate o Avengers:
Secret Wars, a meno che il reboot di Bladenon
includa anche alcuni elementi del Multiverso.
Quando gli è stato chiesto della
possibilità di vestire nuovamente i panni di Blade in un’intervista
rilasciata a ComicBook.com nel 2022, Snipes ha dichiarato: “Mai
dire mai. Finché sarò in salute e in forma, potrò fare il rock con
loro. Per quanto riguarda le mie previsioni sul fatto che qualcosa
del genere possa accadere in futuro, non lo so. Non lo so. Mi
sembra che se poteva succedere, sarebbe già successo. Ma ehi, mai
dire mai. Ma per ora no, i Marvel Studios non mi hanno ancora
contattato“.
Blade, tutto
quello che sappiamo sul film
Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Bladedi
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Come noto, il film sta però affrontando
numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato
scontento delle prime versioni della sceneggiatura. Ci sarebbe
dunque stata una forte fase di riscrittura, che ha però
naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio
delle riprese che sull’uscita in sala.
Dal suo lancio nel 1985, la serie
manga di successo City Hunter di Tsukasa
Hojo è stata adattata in diversi media in tutto il mondo.
Ora, le gesta del detective playboy Ryo Saeba
vengono reimmaginate in un nuovo film live action targato Netflix
con protagonista Ryohei Suzuki,
progetto in cui i fan della serie manga troveranno molti elementi
familiari. Dalla caratterizzazione dei personaggi alle iconiche
ambientazioni di Tokyo, ci sentiamo di affermare che il film
cattura l’essenza unica di City Hunter e rende un
sentito omaggio all’opera di Tsukasa Hojo.
Oltre a una serie anime di lunga
durata, che ha raccolto un proprio seguito internazionale, le
imprese dell’iconico detective playboy Ryo Saeba hanno fornito
l’ispirazione per diversi lungometraggi d’animazione, una serie
drammatica coreana del 2011, un lungometraggio francese in
live-action e l’omonimo film del 1993 con Jackie
Chan, diretto da Wong Jing (forse la
versione più famosa). L’ultimo a buttarsi nella mischia, come
dicevamo, è proprio Netflix, che ha prodotto un nuovo adattamento in
live-action di City Hunter, sulle origini della
collaborazione tra Ryo e Kaori
(Misato Morita) dopo il tragico destino del suo
precedente collega, Hideyuki (Masanobu
Ando) e che, al tempo stesso, fa salpare i personaggi per
una nuova avventura.
City Hunter, una
detective story folle al punto giusto
Dopo aver ricevuto un messaggio
criptico, i detective Ryo e
Hideyuki vengono assunti con il compito di
localizzare Kurumi, nota cosplayer online.
Tuttavia, la situazione si complica quando scoprono che Kurumi è
stata infettata da un pericoloso siero che la trasforma in una
forza incontrollabile. Durante uno scontro,
Hideyuki perde la vita ma, prima di morire, chiede
a Ryo di prendersi cura della sorella adottiva,
Kaori. Determinati a scoprire la verità e a
vendicare la morte di Hideyuki, Ryo e Kaori decidono di unire le
forze: le loro indagini riveleranno un oscuro complotto dalle
conseguenze devastanti.
Sin dal suo debutto nel 1985, il
manga City Hunter di Tsukasa Hojo ha affascinato i
fan di tutto il mondo con le sue intriganti storie caratterizzate
da un mix di azione, mistero e romanticismo. Come dicevamo, questa
rielaborazione della trama originaria della serie offre una
maggiore profondità ai suoi personaggi, non limitandosi alla
storyline della protezione di Kaori dalla mafia. City
Hunter trae linfa dalla sua stessa assurdità: si tratta di
un ibrido folle di generi, che passa dall’assurdo al serio e poi al
satirico in un batter d’occhio e che potrebbe convincere gli
appassionati del manga originale ricalcando il successo del
recente adattamento di One Piece.
Gli appassionati del genere
rimarranno senza dubbio conquistati dalle coreografie dei
combattimenti orchestrate dal regista Takashi
Tanimoto: ogni scontro è carico di tensione
controbilanciata da momenti di comicità slapstick che aggiungono
leggerezza all’atmosfera, senza diminuirne l’energia. Con
l’aggiunta di elementi sovrumani, l’azione in City
Hunter va oltre le semplici sequenze di combattimento e
commedia. Nonostante non sia eccessivamente violento, infatti, il
film non esita a mostrare l’intensità delle sequenze di lotta o i
danni causati dalle esplosioni delle piccole bombe nei confronti
dei cattivi. Dagli inseguimenti frenetici agli intensi scontri
corpo a corpo, il film offre continui momenti di pura adrenalina,
che mirano a lasciare lo spettatore con il fiato sospeso.
Oltre alla sua visione molto
accurata, City Hunter presenta anche una storia
profondamente toccante. Laddove Saeba guida
l’azione del film, potremmo definire Makimura il
cuore pulsante della narrazione: non solo il suo personaggio porta
il meglio di Saeba alla luce, ma non è nemmeno relegata a un ruolo
secondario e finalizzato solo a sostenerlo. Al contrario, mette in
luce la complessa dinamica di un fratello desideroso di prendersi
cura della propria famiglia, ma impossibilitato a farlo.
Con il fratello coinvolto in azioni
criminali, la protagonista si porta dietro un senso di colpa per
non essere riuscita a salvarlo. Questa vulnerabilità permea
l’intero film, accompagnando l’avvicinamento di
Saeba e Makimura. Tuttavia,
anziché proteggere Makimura ulteriormente, Saeba la coinvolge
direttamente nelle vicende, scelta che contribuisce notevolmente a
concedere a Makimura la possibilità di diventare parte attiva della
sua storia personale.
Un adattamento che soddisfa gli
appassionati di lunga data
Sebbene City Hunter
affondi le sue radici negli anni ’80, il film riesce ad
approcciarsi a tematiche contemporaneee in modo pertinente e
riflessivo. Ad esempio, il personaggio di Ryo Saeba, dal
comportamento sessista e lascivo, potrebbe non essere ben accolto
dal pubblico contemporaneo che non è familiare con la fonte
originale: è un prodotto del suo tempo e, fortunatamente, il
regista Yuichi Sato rende evidente il dissenso nei confronti del
suo comportamento da parte di coloro che lo circondano. Ryohei
Suzuki incarna perfettamente questo detective con il gusto per le
feste e le belle donne, prendendsi volutamente gioco dei lati più
criticabili del personaggio e rendendolo assolutamente
credibile nelle scene d’azione. Tanto disinvolto quanto letale,
questo Ryo in carne e ossa non ha nulla da invidiare alla sua
versione cartacea!
Oltre alla caratterizzazione dei
personaggi, i fan di lunga data ritroveranno tutti gli elementi
fondamentali dell’universo di Ryo Saeba. Per la prima volta, una
grande produzione si immerge nel cuore del suo quartiere d’azione,
Shinjuku. Dalle bacheche agli hostess bar e ai
locali notturni, l’ambientazione ha un vero scopo nella trama e
questa produzione non fa che confermarlo. Sarà un vero piacere per
gli appassionati constatare che questo adattamento di City
Hunter si diverte con il suo eroe tanto quanto il manga si
è divertito a mostrare le sue doti.
Da quando nel 1996 il personaggio di
Ethan Hunt è arrivato al cinema, si è subito imposto come uno degli
agenti speciali più iconici e amati del cinema. A distanza di oltre
vent’anni, il personaggio è ancora protagonista di
una saga di grande successo di critica e pubblico. Nel 2011 è
arrivato in sala il quarto film della serie, intitolato
Mission: Impossible – Protocollo fantasma
(qui la recensione), diretto da
Brad Bird, noto autore di film Pixar come Gli
incredibili e Ratatouille. Protagonista nei panni di Hunt è sempre
l’attore Tom Cruise, accanto al quale si ritrovano
vecchie conoscenze e nuovi ingressi nel cast.
Dato il grande incasso del
precedente capitolo, diretto nel 2006 da J. J. Abrams, i produttori della Paramount
hanno più volte confermato l’intenzione di far proseguire la serie.
Il nuovo film si concentra così su un nuovo caso di terrorismo,
contro cui Hunt dovrà scontrarsi. Anche in questo caso il film si è
avvalso di location internazionali, spostandosi da Dubai a
Budapest, da Vancouver e fino a Mosca, e di nuovo l’interesse nei
confronti del film si è manifestato in modo forte e chiaro. Non
solo il film è stato elogiato dalla critica, che lo ha indicato
come uno dei migliori in assoluto della saga, merito anche di
spettacolari scene d’azione, ma si è anche affermato come una
grande successo di box office.
Con un incasso di circa 694 milioni
di dollari questo divenne il titolo più redditizio della saga,
rimanendo tale fino all’arrivo nel 2018 del sequel Mission: Impossible –
Fallout. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e ai
suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Mission:
Impossible – Protocollo fantasma
In questo nuovo film della saga la
spia dell’agenzia americana IMF Ethan Hunt è alla
ricerca di informazioni riguardo ad un misterioso e spietato
terrorista chiamato Cobalt. Per saperne di più su
questi e sulle sue pericolose intenzioni, arriva a farsi
rinchiudere in un carcere russo, dove attrae le simpatie di
Bogdan, un detenuto che possiede ciò che Hunt sta
cercando. Riuscito poi ad evadere grazie all’aiuto degli agenti
Benji Dunn e Jane Carter, Hunt si
pone da subito alla ricerca del criminale, prima che questi possa
dar luogo ad atti di terrorismo in grado di sconvolgere gli
equilibri internazionali. Per riuscire in ciò, si troverà a doversi
introdurre nel Cremlino, dove verrà però colto alla sprovvista.
Dato il suo errore, viene attivato
il cosiddetto Protocollo fantasma. Ciò significa che per
lui e i suoi collaboratori non vi è più alcun tipo di supporto
dall’agenzia di spionaggio a cui fanno capo. Sono ora lasciati
soli, in balia del destino. Divenuti dunque degli spettri,
ufficialmente mai esistiti, Hunt e i suoi, tra cui l’agente
William Brandt, si troveranno a dover sventare
quanto prima i piani dei terroristi russi, ottenendo quanto prima
la possibilità di rientrare sotto l’ala protettiva del governo
degli Stati Uniti. Mai come ora, sarà questione di vita o di
morte.
Il cast del film
Ancora una volta l’attore Tom Cruise torna a vestire i panni dell’agente
Hunt, e come sempre ha preteso e ottenuto di poter eseguire
personalmente molte delle sequenze più pericolose e acrobatiche. In
particolare, egli ha realmente scalato l’esterno della torre Burj
Khalifa, uno degli edifici più alti del mondo, raggiungendo un
altezza di circa 500 metri da terra. Accanto a lui torna, in un
cameo, anche l’attore Ving Rhames, riconfermandosi
come l’unico attore oltre a Cruise ad aver preso parte a tutti i
film della saga. Un altro ritorno dal precedente film è quello di
Simon Pegg, nuovamente nei panni di Benji
Dunn. Un ruolo che gli ha richiesto una preparazione fisica
particolarmente intensa, necessaria per poter eseguire
personalmente quanto previsto per il personaggio.
Nei panni dell’agente William Brandt
fa il suo ingresso nella saga l’attore Jeremy Renner.
Da sempre fan di Mission: Impossible e di Cruise, questi
ha descritto l’aver recitato nel film come un sogno divenuto
realtà, avendo accettato la parte senza neanche voler prima leggere
la sceneggiatura. Originariamente, il suo personaggio era stato
concepito come eventuale sostituto di Hunt, qualora Cruise non
avesse voluto riprendere il ruolo. L’attrice Paula
Patton è invece presente nei panni dell’agente Jane
Carter. Michael Nyqvist, noto per aver recitato in
Uomini che odiano le donne, è invece il criminale Kurt
Hendricks, meglio noto come Cobalt. Sono poi presenti gli attori
Tom Wilkinson nei panni del segretario dell’IMF, e
Léa Seydoux in quelli di
Sabine Moreau, pericolosa assassina contro cui si scontrerà
Ethan.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
In attesa di vedere gli sviluppi
della saga, per gli appassionati è possibile fruire di
Mission: Impossible – Protocollo fantasma grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity+, Apple TV,
Now, Paramount e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 25 aprile alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Mentre è da poco arrivato su
Netflix
il film Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice
(qui
la recensione), secondo capitolo della sua saga di
fantascienza, il regista Zack Snyder ha ora
condiviso un primo sguardo ufficiale al suo prossimo progetto: la
serie animata sulla mitologia norrena intitolata Twilight
of the Gods. Annunciata per la prima volta nel 2019, la
serie ha impiegato un bel po’ di tempo per arrivare sullo schermo,
ma finalmente debutterà su Netflix il prossimo autunno, come confermato da
Snyder.
Il progetto è stato descritto come
“influenzato dagli Anime“, ma a giudicare da questa
immagine, diremmo che lo stile di animazione è più simile a quello
dello studio Cartoon Saloon, nominato agli Oscar, che ha sviluppato
i lungometraggi irlandesi The Secret of Kells,Song of
the Sea, The Breadwinner e Wolfwalkers. I
dettagli della trama sono ancora perlopiù nascosti, ma Snyder ha
dato un’idea di cosa aspettarci durante un’intervista rilasciata a
Collider alla fine dello scorso
anno.
“Ci sono un re e la sua regina
in un piccolo villaggio vichingo e vogliono sposarsi. Durante il
matrimonio accade un evento che spinge Sigrid, la futura sposa,
figlia di giganti, a intraprendere una folle missione di vendetta.
Arruola un cast di personaggi – una veggente, un nano – e si
uniscono per formare un gruppo che ha l’unica missione di trovare
un dio e combatterlo. È una missione, una storia di vendetta“.
In quell’occasione Snyder ha anche aggiunto che la serie conterrà
“molto sesso […] perché è divertente“.
We fear no Gods! Coming to Netflix this
fall, my new animated series TWILIGHT OF THE GODS. pic.twitter.com/40yLuIUpKc
Il nuovo progetto di Zack Snyder: Twilight of the
Gods
Twilight of the
Gods è stato creato da Zack
Snyder , Jay Olivia ed Eric
Carrasco, con Snyder che sarà lo
showrunner. Ambientato nel mondo della mitologia norrena, l’anime
sarà caratterizzato dalle voci di Sylvia Hoeks
come Sigrid, Stuart Martin come Leif,
Pilou Asbaek come Thor, John
Noble come Odino, Paterson Joseph come
Loki, Rahul Kohli come Egill, Jamie
Clayton come The Seid. -Kona, Kristopher
Hivju come Andvari, Peter Stormare come
Ulfr, Jamie Chung come Hel, Lauren Cohan come Inge, Corey Stoll come Hrafnkel.
I produttori esecutivi sono
Zack Snyder, Deborah Snyder e Wesley Coller, con
la produzione di Carrasco. Zack Snyder e Jay
Olivia dirigeranno l’anime. Stone Quarry
Animation ha sviluppato la serie in collaborazione con
Xilam Animation, una società di produzione
parigina che ha prodotto Oggy e gli scarafaggi.
Twilight of the Gods è classificato come TV-MA,
con avvisi per linguaggio, nudità, sesso e fumo.
Poco dopo l’uscita di Doctor
Strange nel Multiverso della Follia, sono iniziate a
circolare voci secondo cui il regista Sam Raimi
sarebbe in trattative con i Marvel Studios per dirigere un altro progetto
del MCU, e da allora il cineasta è
stato collegato a tre film diversi – uno dei quali potrebbe anche
non essere mai realizzato.
“Non ho alcun progettotra le mani al momento“, ha però detto Raimi a The Wrap quando sul red carpet
della prima di Boy Kills World gli è stato chiesto di un
suo possibile ritorno al MCU. “Ma mi piacerebbe
molto!“. Quando invece gli è stato chiesto di rivisitare la
sua trilogia di Spider-Man per un altro capitolo con Maguire, Raimi
ha spiegato il suo processo di pensiero per la (ipotetica)
storia.
Sam Raimi parla di Spider-Man 4
“Dovrei sapere qual è la
prossima cosa che il personaggio deve imparare. Dovrei parlare con
Tobey e con gli sceneggiatori e capire quale sarà la sua crescita
personale in questo episodio. Penso che se dovessimo fare un quarto
film di Spider-Man, probabilmente dovremmo capire il viaggio che il
personaggio di Tobey Maguire dovrebbe fare e quali ostacoli
dovrebbe superare per raggiungere quella crescita personale“,
ha affermato. “E spero che il cattivo venga scelto in base alla
rappresentazione di quell’ostacolo“.
Per ora, dunque, i rumor riguardo il
suo coinvolgimento sarebbero ancora, appunto, unicamente dei rumor.
Se ci sono state trattative tra Sam Raimi e i
Marvel Studios non è cosa nota e
non è comunque da escludere che la collaborazione possa
concretizzarsi nel prossimo futuro. Di certo, i fan del regista
sarebbero entusiasti di rivederlo al lavoro su un progetto di
questo tipo e sembra che anche lo stesso Raimi sarebbe sicuramente
interessato se si presentasse l’opportunità.
Furiosa: A Mad
Max Saga di George Miller arriverà
nelle sale tra un mese esatto, dopo l’anteprima
al Festival di Cannes, e la Warner Bros. ha di
recente condiviso un altro spot televisivo con alcune nuove
immagini della guerriera delle terre desolate interpretata da
Anya Taylor-Joy. Arriva però anche la notizia
che l’MPA ha assegnato a questo prequel di Mad
Max: Fury Road una classificazione R,
vietato dunque ai minori, per “sequenze di estrema violenza e
immagini macabre“.
Questa classificazione non sarà una
sorpresa (solo il terzo film della saga, Mad Max oltre la sfera del tuono, ha ottenuto un
PG-13), ma la descrizione indica che Furiosa potrebbe includere un
po’ più di violenza ed elementi gore rispetto al suo predecessore
del 2015. Anche Mad
Max: Fury Road era stato classificato come R, ma a
parte una brevissima inquadratura (Immortan Joe a cui viene
strappata la faccia), non presentava molto in termini di brutali
spargimenti di sangue o carneficine umane, riservate soprattutto ai
veicoli.
Furiosa: A Mad Max Saga, quello che
sappiamo sul film
In Furiosa: A Mad
Max Saga,Anya Taylor-Joy
assume il ruolo che è stato di Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road. La
sinossi ufficiale recita: mentre
il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo
Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di
Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus.
Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella
presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il
predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere
insieme i mezzi per trovare la strada di casa.
Taylor-Joy ha rivelato che il film
è molto diverso da Fury
Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si
svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come
un racconto più “epico, che si svolgesu un
piùlungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a
conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni
e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner
Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è
scritto, diretto e prodotto da George
Miller insieme al suo partner di produzione di lunga
data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film
ci sarà anche Chris Hemsworth nel
ruolo del villain. Furiosa
debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.
Ben Stiller ha già detto in passato che il
flop di Zoolander
2 al botteghino non è stata “una grande
esperienza“, ma ora ha ammesso in un episodio del podcast
“Fail Better” di David Duchovny di essere stato colto totalmente
alla sprovvista dai risultati disastrosi che ha ottenuto il suo
sequel del 2016. Dopo tutto, l’originale Zoolander
è diventato uno dei suoi film più amati e citati negli anni
successivi all’uscita nelle sale del 2001.
“Pensavo che tutti lo
volessero“, ha detto Stiller a proposito del sequel di
Zoolander
2. “E poi mi sono detto: ‘Wow, devo aver fatto un
gran casino’. Non ci sono andati tutti. E ha avuto queste
recensioni orribili“. “Mi ha davvero spaventato perché mi
sono detto: “Non sapevo che fosse così brutto?”“, ha aggiunto
Stiller. “Quello che mi ha spaventato di più è che sto perdendo
quello che penso sia divertente, il mettere in discussione se
stessi… in ‘Zoolander 2’, è stato sicuramente un colpo di fulmine
per me. E mi ha sicuramente influenzato per molto tempo“.
Ben Stiller oltre Zoolander 2
Ben Stiller è ora in grado di guardare al flop
di Zoolander
2 con la mentalità del bicchiere mezzo pieno, in
quanto questo ha riportato le priorità della sua carriera lontano
da potenziali opportunità di guadagno, per andare a testa alta
verso gratificanti opportunità di regia come Escape at
Dannemora e Scissione. “La cosa meravigliosa che ne è
derivata per me è stata quella di avere uno spazio in cui, se fosse
stato un successo e mi avessero detto ‘Fai subito “Zoolander 3″ o
mi avessero offerto qualche altro film, probabilmente mi sarei
buttato e l’avrei fatto“, ha detto Stiller.
“Ma ho avuto questo spazio per
sedermi con me stesso e per occuparmi di questo e di altri progetti
a cui stavo lavorando – non tutti commedie – e ho avuto il tempo di
lavorarci e svilupparli“. “Anche se qualcuno mi avesse
detto: “Beh, perché non vai a fare un’altra commedia?”,
probabilmente avrei potuto trovare qualcosa da fare. Ma non volevo
farlo“, ha aggiunto Stiller. “Si tratta di
trovare sé stessi in termini di ciò che creativamente si
vuole essere e fare… e io ho sempre amato la regia.
“Ho sempre amato fare film. Ho
sempre amato, nella mia mente, l’idea di dirigere film fin da
quando ero bambino, e non necessariamente commedie. E così, nel
corso dei successivi nove o dieci mesi, sono riuscito a sviluppare
queste serie limitate“. L’acclamata serie di Ben Stiller per Apple
TV+Severance, di cui dirige diversi episodi e di cui
è produttore esecutivo, ha recentemente completato la produzione
della sua attesissima seconda stagione, mentre sappiamo che
prossimamente l’attore tornerà al cinema da protagonista con
Nutcrackers.
Le indiscrezioni
su Deadpool &
Wolverine si sono moltiplicate dopo la
pubblicazione del nuovo trailer all’inizio di questa settimana
e, sebbene sia ovviamente difficile capire quali siano fondate, c’è
ora un’anticipazione priva di spoiler da parte di qualcuno che
sembra avere un’esperienza diretta della produzione del film. Lo
scooper MTTSH ha infatti pubblicato un post riguardante la scena
post-credits del film del MCU, descrivendola come
“strabiliante” e aggiungendo di essere sorpreso che i
Marvel Studios siano riusciti a non far
trapelare alcun dettaglio a riguardo.
“OMG è troppo bello. Non voglio
rovinare tutto, ma la scena post-credits di Deadpool & Wolverine è così strabiliante che non
posso credere che siano riusciti a farla senza che nessuno lo
sapesse“, è quanto si riporta nel tweet. A rendere più
interessante il commento, però, vi è il fatto che il co-creatore di
Deadpool,Rob Liefeld ha appoggiato
questa valutazione della sequenza post-credits del film, il che non
fa che aumentare la curiosità riguardo a ciò che questa potrà
offrire agli spettatori. Data l’importanza di Deadpool &
Wolverine, è lecito immaginare che possa offrire
anticipazioni su film come Fantastici Quattro o
uno dei prossimi Avengers.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy,
regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la
regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
La scorsa settimana, i fan del
cinema sono rimasti sbalorditi quando è stato riferito che Quentin Tarantino ha deciso di non procedere
con la realizzazione di The
Movie Critic, il film che doveva essere il suo ultimo
come regista. Ora, stanno emergendo ulteriori informazioni su
questo progetto abbandonato, in particolare su come il film avrebbe
potuto fare riferimento ai precedenti film di Tarantino e altro
ancora.
Secondo The Hollywood Reporter, c’erano
infatti diverse idee per The
Movie Critic che si sarebbero dovute collegare ai
precedenti lavori di Tarantino. Secondo il rapporto, una delle idee
era che il film – che doveva essere ambientato a Hollywood negli
anni ’70 – avrebbe visto i film precedenti del regista esistere
nella stessa epoca di The
Movie Critic. In questo modo, avrebbe potuto riportare
in scena le star di quei film come versioni fittizie di loro stessi
o per situazioni di “film nel film“.
C’era anche l’idea che The
Movie Critic avrebbe potuto includere qualcosa di
ancora più metacinematografico, come un cinema in cui i personaggi
avrebbero interagito con un futuro regista, forse addirittura un
Tarantino adolescente. Insomma, sembra proprio
che The Movie
Critic avesse l’aspetto di un film-compendio
dell’intero cinema di Tarantino. Ora che questo progetto non vedrà
però il buio della sala, sarebbe interessante capire se ulteriori
dettagli della sua trama verranno prima o poi svelati in altro
modo, magari con un romanzo.
The Movie Critic: tutto quello che
sappiamo sul film di Quentin Tarantino
Del film sappiamo che era ambientato
nella California del 1977 e si ispirava a un cinico critico
cinematografico leggendo il quale Tarantino è cresciuto.
“Scriveva di film mainstream ed era un critico di seconda
scelta. Penso che fosse un ottimo critico. Era cinico come
l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard
Stern e quello che Travis Bickle [il personaggio di
Robert DeNiro in Taxi Driver] avrebbe potuto essere se fosse
stato un critico cinematografico”.
“… Scriveva come se avesse 55
anni, ma era solo tra i 30 e i 33 anni. Morì alla fine dei
trent’anni. Per un po’ non è stato chiaro, ma ora ho fatto altre
ricerche e credo che si sia trattato di complicazioni dovute
all’alcolismo“, aveva
dichiarato Tarantino in un’intervista a Deadline. Nel tempo,
erano emersi ulteriori dettagli come che il film avrebbe riproposto
“estratti di film degli anni ’70″ e anche “rifacimenti
dei film di quell’epoca”, come
rivelato dal regista e sceneggiatore Paul
Schrader.
Nessun attore era ancora
ufficialmente legato al progetto, anche se alcune fonti riportavano
che
Brad Pitt avrebbe avuto un ruolo del film, senza
escludere che potesse interpretare proprio il protagonista. Per lui
e Quentin Tarantino sarebbe dunque stata la terza collaborazione
dopo Bastardi
senza gloriae C’era una volta a… Hollywood. Nel febbraio del
2024 era invece stato riportato che anche
Tom Cruise sarebbe potuto comparire nel film per un
piccolo ruolo o un semplice cameo. Ad ora, però, tutte queste
ipotesi sembrano destinate a non concretizzarsi più, data la
notizia dell’abbandono del progetto.
Boyle e Garland sono anche
produttori del progetto, così come il produttore originale Andrew
Macdonald e Peter Rice. Anche Bernie Bellew è produttore.
Cillian
Murphy, protagonista dell’originale 28 giorni
dopo del 2002 tornerà anche come produttore esecutivo, ma
al momento non è previsto –
ma non escluso – un suo ruolo nel film.
Che Jodie Comer fosse in trattative per il film
era trapelato già qualche settimana fa e sappiamo dunque ora che
farà ufficialmente parte del film. Con Taylor-Johnson e Fiennes a
loro volta coinvolti nel progetto, 28 anni
dopo inizia a configurarsi come un progetto di
alto profilo. Non resta dunque che attendere maggiori dettagli a
riguardo.
Il primo film 28 giorni
dopo
Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che
si risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che
l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le
sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti
“zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità
spaventosa.
L’uomo si mette quindi in viaggio
per scoprire cosa sta succedendo, incontrando lungo la strada i
compagni sopravvissuti interpretati da Naomie
Harris e Brendan Gleeson, oltre a un maggiore
dell’esercito squilibrato interpretato da Christopher
Eccleston.
Cosa sappiamo su 28 anni
dopo?
I dettagli sulla trama di 28 anni
dopo sono ancora sconosciuti, ma il periodo suggerisce
che si svolgerà 28 anni
dopo il primo film, dunque all’incirca nel 2030, il
che significa che il racconto potrebbe anche essere più orientato
verso la fantascienza che non verso il semplice l’horror vero e
proprio. Danny Boyle, il cui ultimo film è stato
la commedia romantica del 2019 Yesterday, dirigerà il
primo film della prevista trilogia di 28 anni
dopo. Alex Garland, che ha diretto
film come Ex
Machina, Annihilation e, più di recente, Civil War è incaricato di scrivere i film.
La coppia di registi Matty
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillet si
sono affermati negli ultimi anni come due delle più interessanti
voci del cinema thriller e horror. Dopo aver debuttato con un
episodio del film collettivo V/H/S (2012), hanno poi
realizzato un film dell’orrore in stile found footage dal titolo
La stirpe del male (2014). Nel 2022 e nel 2023 si sono
invece distinti per aver riportato con successo sul grande schermo
la saga di
Scream con Scream V e Scream VI. L’8 maggio uscirà invece al cinema il loro
nuovo film, il vampiresco Abigail.
Il titolo che li resi celebri presso il grande pubblico, però, è
stata la commedia horror del 2019
Finché morte non ci separi.
Con il titolo originale di Ready or Not, questo titolo è oggi
un vero e proprio cult, nonché uno dei film di questo genere più
apprezzati degli ultimi tempi. Rielaborando la figura della
final girl, questo offre non solo una protagonista
carismatica, ma anche una serie di vicende tanto scioccanti quanto
entusiasmanti, imprevedibili e perverse, con la follia più pura
pronta a scatenarsi da un momento all’altro. Si compone così un
film che fa dell’eccesso la sua cifra stilistica, tanto per
divertire quanto per spaventare, offrendo anche qualche lucida
riflessione sulle difficoltà del relazionarsi all’interno di un
nucleo famigliare.
Per gli appassionati del genere si
tratta dunque di un film da non perdere, che grazie ora al suo
passaggio televisivo può finalmente essere scoperto anche da un più
ampio pubblico. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a
Finché morte non ci separi. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio
catalogo.
Grace è la giovane
sposa che si unisce in matrimonio con Alex, erede
della famiglia Le Domas, ricca dinastia fondatrice
dell’impero dei giochi da tavola. Durante la sua prima notte di
nozze, all’interno della grande villa in cui si è svolta la
cerimonia, Grace viene invitata a partecipare a una tradizione
familiare: il nuovo arrivato deve infatti prendere parte a un
gioco, in questo caso nascondino. Apparentemente innocente, il
gioco in realtà si rivelerà una terrificante caccia all’uomo in cui
Grace dovrà cercare di sopravvivere ad una famiglia armata e
implacabile, convinta che il rito debba essere officiato,
altrimenti una maledizione si abbatterà su di loro.
Ad interpretare Grace vi è
l’attrice Samara Weaving, già nota per il thriller
La babysitter e che ha con questo film consolidato la
propria popolarità. Inizialmente, però, era stata presa in
considerazione per il ruolo di Grace l’attrice Margot Robbie. Le due attrici, curiosamente,
si somigliano molto e hanno poi lavorato insieme nel film
Babylon. Per
questo ruolo, per Weaving stato per lei necessario imparare a
guidare, o almeno a far sembrare che stia guidando. Altra curiosità
a lei legata è che i brividi di Grace nella scena del servizio
fotografico non erano simulati. Weaving ha detto che faceva
realmente freddo durante le riprese, ma che quei brividi hanno
aiutato a farla sembrare più nervosa.
Accanto a lei, nel ruolo del suo
sposo Alex Le Domas, vi è l’attore Mark O’Brien,
mentre il più noto Adam Brody interpreta il fratello di lui,
Daniel. Melanie Scrofano è Emilie le Domas, la
sorella di Daniel e Alex, mentre Kristian Bruun
interpreta Fitch Bradley, il suo sprovveduto marito. Henry
Czerny ricopre il ruolo di Tony Le Domas, proprietario del
Le Domas Gaming Dominion e patriarca della famiglia Le Domas,
mentre l’attrice Andie MacDowell è Becky Le Domas,
la madre di Daniel, Emilie e Alex. Elyse Levesque
è Charity Le Domas, la moglie snob di Daniel, mentre Nicky
Guadagni interpreta Helene Le Domas, l’inquietante zia.
JohnRalston, infine, è Stevens,
il fedele maggiordomo della famiglia Le Domas.
No, il racconto proposto dal film
non è basato su una storia vera, ma è invece vera l’ispirazione per
l’impero dei giochi da tavolo della famiglia Le Domas. Questo è
basato sui realmente esistiti produttori di giochi della
Milton Bradley Company e Parker
Brothers. La prima, fondata nel 1860, è celebre per i
giochi Forza 4, L’allegro chirurgo, Brivido e Hotel. Mentre la
seconda, fondata nel 1883, aveva tra i suoi prodotti più noti
Monopoli, Cluedo, Trivial Pursuit e Ouija. Entrambe sono state
acquisite dalla Hasbro rispettivamente nel 1984 e
nel 1991 e fuse in un’unica filiale nel 1998. Il marchio ha
continuato a essere utilizzato da Hasbro fino al 2009.
Il film è tratto da un libro o da un manga?
Esistono alcune opere in narrativa
che riportano a loro volta il titolo
Finché morte non ci separi, ma il film non è tratto da
nessuna di esse. Si tratta invece di un’opera originale degli
sceneggiatori Guy Busick and R.
Christopher Murphy. La confusione a riguardo è però
derivata appunto dall’esistenza di un libro con questo stesso
titolo, scritto da Liza Marklund e pubblicato da
Marsilio, settimo capitolo delle indagini della reporter Annika
Bengtzon. Vi è poi anche un manga, intitolato allo stesso modo,
scritto e disegnato da Tarō Nogizaka e pubblicato
dal 2019 al 2024, incentrato sul tentativo di un assistente sociale
di determinare la colpevolezza di un’assassina riguardo un
particolare caso.
Finché morte non ci separi 2: il sequel del
film
Finché morte non ci separi è stato un modesto
successo horror, che costato appena 6 milioni di dollari, ne ha
incassati 57 in tutto il mondo. Con il passare degli anni è poi
diventato un vero e proprio cult tra gli appassionati del genere,
che hanno iniziato a chiedere a gran voce la realizzazione di un
sequel. Nel marzo 2024 è stato infine reso noto che la Searchlight
Pictures sta effettivamente procedendo nello sviluppo di un nuovo
film, con la regia affidata a Adam Robitel,
già distintosi con Escape Room. Samara
Weaving dovrebbe tornare come protagonista, permettendo
dunque di raccontare nuove avventure del suo personaggio.
Il trailer di Finché morte
non ci separi e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire
di Finché
morte non ci separi grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video.
Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 24 aprile alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Il regista Riccardo
Milani è autore di alcuni dei film italiani di maggior
successo degli ultimi anni, da Come
un gatto in tangenziale a Corro da
te e fino ai recenti lungometraggi Grazie ragazzi e Un mondo
a parte. Prima di questi titoli, nel 2014, ha però
realizzato la commedia Scusate
se esisto! (qui
la recensione), che gli ha permesso di stabilirsi come regista
di commedie molto apprezzate per il loro affrontare spesso
tematiche di attualità nel contesto italiano. Con questo film del
2014, ad esempio, si parla di disuguaglianze sul lavoro e su come
le donne riscontrino numerose difficoltà nella loro ricerca di un
trattamento eguale a quello dei colleghi uomini.
“Il film è nato in casa leggendo
i giornali, commentando le notizie. L’idea del soggetto prende
spunto dal bisogno, sempre più diffuso, di non dire tutta la
verità, di nascondere certi aspetti della propria vita, fingendo
per alcuni motivi o per esigenze professionali di essere qualcun
altro”, ha raccontato Milani. “Scusate
se esisto! rappresenta il tentativo di dar vita ad
un’istantanea dell’Italia, con tutti i suoi difetti e problemi, ma
con la voglia di credere nel nostro Paese, con la convinzione che a
portarlo avanti attraverso sacrificio, impegno e talento siano le
persone e le forze sane”.
Tra commedia e commento sociale, è
dunque questo un film ricco di elementi affascinanti, tra cui il
suo essere ispirato ad alcuni eventi reali, ribadendo così la sua
forte aderenza con il contesto italiano in merito al tema trattato.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Scusate
se esisto!. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Con una brillante carriera
professionale a Londra alle spalle, Serena,
architetto di origine abruzzese, decide di ritornare a lavorare in
Italia, a Roma. Per una donna ottenere un posto di lavoro
all’altezza della sua qualifica si rivela tuttavia difficile e, per
ottenere un progetto di riqualificazione del quartiere di Corviale,
decide di farsi passare per l’assistente di un architetto di sesso
maschile. Le torna allora utile l’incontro con
Francesco, uomo gay divorziato, con il quale
stringe una profonda amicizia e a cui chiederà di essere il
fantoccio per il suo progetto. Pronti a tutto pur di darsi una
mano, i due saranno costretti a condividere segreti e inganni.
Ad interpretare Serena Bruno,
architetto protagonista del film, è l’attrice Paola Cortellesi, qui al suo terzo di sette
(ad oggi) film realizzati insieme al marito Milani. Tra i più
recenti si annoverano Come
un gatto in tangenziale,
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto e
Ma cosa ci dice il cervello. Scusate
se esisto! è anche il primo film a cui Cortellesi
ha partecipato come sceneggiatrice. Accanto a lei, nel ruolo di
Francesco, vi è invece Raoul Bova, mentre
completano il cast gli attori Corrado Fortuna nel
ruolo di Pietro, Lunetta Savino in quello di
Michela, Marco Bocci in quello di Nicola e
Cesare Bocci come Volponi. Ennio
Fantastichini interpreta il dottor Ripamonti, mentre
Stefania Rocca è Maria.
Scusate
se esisto!, come anticipato, è ispirato al progetto
dell’architetto Guendalina Salimei per la
riqualificazione del quartiere Corviale – anche
detto “il Serpentone”, per via della sua lunghezza – un complesso
residenziale di Roma situato nella periferia sud-ovest della
capitale (XI municipio). Per le sue grandi dimensioni (l’edificio
principale è lungo quasi un chilometro) e per le difficili
condizioni di vita dei suoi abitanti, è oggi diventato
nell’immaginario collettivo il quartiere-simbolo del degrado delle
periferie della capitale. Proprio per tale motivo, nel 2008 l’Ater
e la Regione Lazio hanno presentato un “piano di rinascita”
articolato in due interventi.
L’architetto Guendalina
Salimei si occupa di uno di questi, chiamato “Km
Verde”, che prevede la completa ristrutturazione del quarto piano
dell’edificio principale, con l’abbattimento di ciò che esiste e la
ricostruzione di 103 nuovi alloggi al posto dei servizi
preesistenti. I lavori, iniziati a gennaio del 2019, sono tuttora
in corso. Sebbene Scusate
se esisto! racconti di tale operazione di
riqualificazione, la storia di Salimei è diversa rispetto a quanto
proposto nel film. Nella realtà non ha infatti mai dovuto fingere
di essere l’assistente di un architetto uomo. Si tratta di un
espediente invece usato dal film per parlare delle disuguaglianze
tra sessi esistenti nel mondo del lavoro.
Il trailer di Scusate se
esisto! e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire
di Scusate se
esisto! grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
TV,Prime Video, Now, Netflix e Rai Play. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 24 aprile alle ore
21:30 sul canale Rai 1.
Il regista e attore Clint Eastwood ha negli anni abituato il suo
pubblico a ruoli da duro con film come Gunny, Una 44 Magnum per l’ispettore
Callaghan e Gran Torino. Nella sua
lunga filmografia c’è però stato anche spazio per i sentimenti e le
fragilità dell’animo umano. Elementi di cui non si credeva che il
premio Oscar fosse particolarmente dotato. È per questo che quando
nel 1995 ha portato al cinema il film I ponti di Madison
County, in molti si sono stupiti nel trovarsi di fronte a
qualcosa di completamente nuovo. Da lui diretto e interpretato,
questo è ritenuto ancora oggi uno dei suoi migliori
lungometraggi.
Si tratta dell’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo, scritto da Robert
James Waller e pubblicato per la prima volta nel 1992.
Divenuto da subito un vero e proprio best seller, questo è arrivato
a vendere oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo. Tale opera
aveva da subito interessato il regista Steven Spielberg, che si propose come regista.
Con il prolungarsi dei tempi di lavorazione, questi preferì però
rinunciare al progetto, e il compito di darvi vita passò ad
Eastwood, che nel frattempo era stato scelto per interpretare anche
il protagonista. Questi, che si era dichiarato particolarmente
attratto dalla storia, completò le riprese in soli 42, mantenendo
fede alla sua rapidità lavorativa.
I ponti di Madison
County, per la sua capacità di parlare ad un pubblico
molto variegato, è divenuto in breve uno dei più grandi successi
economici della carriera del premio Oscar. A fronte di un budget di
soli 22 milioni di dollari, questo arrivò infatti ad incassarne ben
182 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori,
alle differenze tra il libro e il film, e
alle frasi più belle. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di I ponti di
Madison County
Ambientato nello stato dell’Iowa,
nel 1965, il film narra la storia di Robert
Kincaid, un fotografo che ha girato il mondo per il
National Geographic, e Francesca Johnson, una
casalinga di origini italiane con una vita fin troppo tranquilla,
un marito che non ama più e due figli piccoli da crescere. L’uomo,
che si trova lì su commissione per fotografare i famosi ponti
coperti non si aspetta minimamente che incontrando la donna la vita
di entrambi verrà stravolta per sempre. I due, infatti, sono
arrivati a quel punto della vita in cui non ci si aspetta più
niente. Eppure, quattro giorni dopo essersi incontrati, non
vogliono perdere l’amore che hanno appena trovato. Per poter
costruire il loro ponte verso il futuro, però, dovranno prima
attraversare quello del passato.
Come anticipato, ad interpretare il
fotografo Robert Kincaid vi è l’attore Clint Eastwood,
che ha per l’occasione dato vita ad un personaggio particolarmente
ricco di sentimenti e dolcezza. Consapevole di come questo
rappresentasse una novità nella sua filmografia, l’attore non
voleva esagerare nel mettersi in mostra. Ciò risulta
particolarmente evidente quando, nel momento in cui il suo
personaggio si trova a piangere in seguito ad una discussione con
la protagonista femminile, Eastwood ha scelto di non essere ripreso
in volto ma di dare le spalle alla camera. Egli era infatti
convinto che ciò avrebbe reso più realistica la scena, sacrificando
dunque volentieri un suo intenso primo piano.
Per interpretare la casalinga
Francesca Johnson, i produttori avevano intenzione di affidare il
ruolo ad un’attrice giovane. Eastwood, però, impose che la parte
venisse affidata a Meryl Streep,
attrice consigliatagli in particolare da sua madre. Entusiasta del
personaggio, la premio Oscar si preparò a questo lasciandosi
ispirare da celebri attrici italiane come Sophia
Loren e Anna Magnani.
In particolare, la Streep cercò di emularle nella scelta degli
abiti di Francesca. Per il ruolo, inoltre, arrivò a guadagnare
diversi chili di peso, così da risultare più credibile nei panni di
una casalinga dalle limitate attività. Gli attori Annie
Corley e Victor Slezak, infine,
interpretano Caroline e Michael Johnson, le versioni adulte dei
figli di Francesca.
Le differenze tra il libro e il
film
Nell’adattare il romanzo di Waller,
Eastwood e lo sceneggiatore Richard LaGravanese
hanno fatto in modo da rimanere il più fedeli possibile a questo.
Tutto ciò che accade nel film è infatti riscontrabile anche nelle
pagine del romanzo, con gli eventi a volte soltanto più dilatati o
ridotti rispetto agli originali. Ciò che viene modificato è però
il punto di vista e la struttura del romanzo.
Questo, infatti, si svolge attraverso il racconto dello stesso
Robert. La sceneggiatura di LaGravanese, invece, stravolge ciò
portando ad essere Francesca la vera narratrice, e
suo è il punto di vista attraverso cui si svolge l’intera vicenda.
Eastwood gradì particolarmente questo cambiamento, che gli
permetteva di esplorare ulteriormente l’interiorità e l’emotività
del personaggio.
Allo stesso modo, la struttura del
film differisce rispetto a quella del romanzo. Guardando il
lungometraggio, infatti, ci si imbatte in una storia che porta lo
spettatore a compiere diversi salti temporali tra passato e
presente. Si passa infatti dalla lettura che i due figli
di Francesca fanno dei diari della madre, alla rappresentazione di
quanto da lei narrato in essi, ovvero della sua storia d’amore
extraconiugale con il fotografo Robert. Tale struttura ha permesso
al regista di spezzare i due racconti, andando così a mostrare
quali effetti ha il passato sul presente. Un espediente che esalta
ulteriormente le emozioni descritte, facilitando così
l’immedesimazione degli spettatori con i personaggi.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Facevo dei pensieri su di lui che non riuscivo a
controllare e lui li seguiva tutti. Qualunque cosa provassi,
qualunque cosa volessi, lui mi seguiva. E in quel momento tutte le
cose che avevo saputo di me stessa fino ad allora, sparirono. Mi
comportavo come un’altra donna, eppure non ero mai stata così me
stessa prima di allora. (Francesca Johnson)
I vecchi sogni erano bei sogni. Non si sono avverati,
comunque li ho avuti. (Robert Kincaid)
Non voglio aver bisogno di te perché non posso averti…
(Robert Kincaid)
In quattro giorni mi regalò una vita intera, un universo,
ricompose i frammenti del mio essere in un tutto… Non ho mai smesso
di pensare a lui… anche se non lo ricordavo cosciamente, lo sentivo
vicino a me, c’era sempre. (Francesca Johnson)
Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro
di te, e neppure di possederti. E in ogni caso, non è al possesso
che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere
che abbiamo creato, e che si chiama “Noi”. (Robert
Kincaid)
Questo tipo di certezze si hanno una sola volta nella
vita. (Robert Kincaid)
Quello che io e Robert avevamo
avuto non sarebbe potuto continuare se fossimo rimasti insieme e
quello che io e Richard avevamo sarebbe svanito se ci fossimo
separati. (Francesca Johnson)
Noi siamo le nostre scelte. (Francesca
Johnson)
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di I
ponti di Madison County grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV, Prime Video e Now. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 24 aprile alle ore
21:00 sul canale Iris.
L’attore, regista, sceneggiatore e
produttore canadese Xavier Dolan sarà il presidente della giuria
Un certain Regard del 77esimo Festival
di Cannes. Insieme a lui ci saranno la sceneggiatrice
e regista franco-senegalese Maïmouna Doucouré, la
regista, sceneggiatrice e produttrice marocchina Asmae El
Moudir, l’attrice tedesco-lussemburghese Vicky
Krieps e il critico cinematografico, regista e scrittore
americano Todd McCarthy. Saranno loro a assegnare
i premi per la sezione Un certain Regard, che presenta film d’arte
e di scoperta di giovani autori.
Quest’anno sono stati selezionati 18
film, di cui 8 opere prime. Il primo premio di Un certain Regard
2023 è andato al primo lungometraggio della regista Molly Manning
Walker,
How to Have Sex. Quando irrompe la luce di Rúnar
Rúnarsson aprirà la sezione Un certain Regard
mercoledì 15 maggio 2024.
Amy Adams è stata scelta per recitare
in At the Sea, un nuovo dramma
di Kornel Mundruczó e Kata
Wéber, regista e sceneggiatrice di film acclamati
come Pieces of a Woman e White
God.
La produzione del film, che si
avvierà a Boston a giugno, segue la vita di Laura (Adams) dopo una
lunga riabilitazione, mentre torna dalla sua famiglia nella loro
casa per le vacanze al mare dove deve riadattarsi alla vita
complicata che si è lasciata alle spalle. Ora è costretta ad
affrontare il prossimo capitolo della sua vita senza la carriera
che le ha dato fama, fortuna e, soprattutto, identità.
Il film sarà prodotto da
Alexander Rodnyansky
(Loveless, Leviathan) di AR Content,
Stuart Manashil (Irma Vep, Pieces of
a Woman), Aaron Ryder e Andrew
Swett (Dumb Money, Arrival) per
Ryder Picture Company, Alex Lebovici degli
Hammerstone Studios (Barbarian, Boy Kills World) e
Jon Oakes (The Guilty, Drive),
Viktória Petrányi (Midsommar, Pieces of a
Woman) e Mundruczó. I produttori
esecutivi sono Paul J. Diaz, Maria
Breese di 3:33 Creative, Lee Broda di LB Entertainment,
Jeff Rice di Jeff Rice Films e Michael Kupisk.
Zsofi Oblat e Rachel Rubin
(Dumb Money, Bruiser) coprodurranno.
Sei volte candidato all’Oscar,
Amy Adams ha recentemente terminato la
produzione di Klara and the Sun della 3000
Pictures, il prossimo film del premio Oscar Taika
Waititi, che adatta la storia distopica di fantascienza di
Kazuo Ishiguro. Successivamente, la vedremo
protagonista di Nightbitch di Searchlight Pictures
della regista Marielle Heller, una commedia dark
che ha anche prodotto attraverso la sua società di produzione Bond
Group Entertainment, che uscirà nei cinema il 6 dicembre.
Nel Logan del 2017,
il fattore di guarigione di Wolverine si è molto indebolito e alla
fine l’eroe cade in battaglia mentre combatte un suo clone molto
più potente, X-24. Laura, alias
X-23, pianta un proiettile di adamantio nella
testa del malvagio Wolverine, ma a quel punto è troppo tardi per
suo “padre”.
Quando è arrivata la notizia che
Hugh Jackman sarebbe tornato nei panni di
Wolverine in Deadpool 3, i fan hanno espresso
preoccupazione rispetto al fatto che gli eventi di
Logan sarebbero stati annullati o modificati
retroattivamente.
Il potenziale contraccolpo di un
gesto del genere ha spinto Ryan Reynolds e
Shawn Levy ad assicurare ai fan che
Logan non sarebbe stato in alcun modo modificato o
corretto. E, nel nuovo trailer, apparentemente abbiamo avuto la
conferma che il Logan di Deadpool &
Wolverine è davvero una variante completamente
diversa. È possibile che sia stato estratto dalla sequenza
temporale del franchise originale prima che avvenissero gli eventi
di Logan, ovviamente, ma non la pensiamo così.
Scooper @CanWeGetToast oggi afferma
che Deadpool &
Wolverine faranno riferimento agli eventi di
Logan quando al mutante artigliato visto nei
trailer viene raccontato come la sua controparte sia tragicamente
morta mentre cercava di salvare X-23.
Potrebbe essere che venga a
conoscenza del destino del suo sé futuro, ovviamente, ma
scommettiamo che i personaggi del titolo siano finiti nella
sequenza temporale in cui Laura è cresciuta fino a diventare il
nuovo Wolverine (Dafne Keen ora ha 19 anni) e sia
poi lei a raccontagli cosa ha fatto il “padre” per salvarla.
Dune:
Parte Due sta per superare la soglia dei 700 milioni di
dollari al botteghino mondiale, e il regista Denis
Villeneuve ha confermato che sta attualmente lavorando
alla sceneggiatura della Parte Tre, che adatterà
almeno parzialmente il secondo libro della saga di Frank
Herbert, Dune: Messia. Parlando con il
New York Times, Villeneuve ha
anticipato l’arco narrativo di Paul Atreides nel previsto terzo
film, facendo paragoni con Michael Corleone (Al
Pacino) de Il Padrino.
“L’ha tradita in molti modi. Ma
la cosa importante per Chani è che non si tratta di amore. Riguarda
il fatto che diventa la figura che manterrà i Fremen nella loro
prigione mentale. Un leader che non è lì per liberare i Fremen, ma
controllarli. Questa è la tragedia di tutte le tragedie, come il
Michael Corleone della fantascienza, diventa ciò che voleva evitare
e cercherà di trovare un modo per salvare la sua anima.”
Il regista ha precedentemente
affermato che intende prendersi una lunga pausa prima di tornare ad
Arrakis e che probabilmente lavorerà su altri progetti nel
frattempo. Quello che però sappiamo è che un adattamento preciso di
Messia sarà complesso da realizzare, data la mole di stranezze che
è presente nel romanzo di Herbert.