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Dragon Trainer – Il mondo nascosto: trama e personaggi del film

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: trama e personaggi del film

Acclamato primo capitolo di una trilogia d’animazione della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sua storia ricca di magia ed emozioni. Questo è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi, serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni. Dopo un primo sequel del 2014, nel 2019 è arrivato il capitolo conclusivo, intitolato Dragon Trainer – Il mondo nascosto (qui la recensione), nuovamente diretto dal regista Dean DeBlois.

Il primo film venne tratto dal romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla sceneggiatura, i registi Chris Sanders e Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama originale per dare al film un tono più maturo. Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un valoroso esperto di draghi. Ciò trova compimento proprio con questo terzo capitolo, giudicato altrettanto bene dei predecessori. Merito di ciò è anche l’ingresso di nuovi personaggi, tra cui anche di nuovi affascinanti tipologie di draghi.

A fronte di un budget di 129 milioni di dollari, il film arrivò a guadagnare oltre 522 in tutto il mondo. Un successo stellare che ha così dato prova una volta di più del grande successo che la saga ha presso il grande pubblico. Questo terzo capitolo, inoltre, è anche stato nominato al premio Oscar come miglior film d’animazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Dragon Trainer – Il mondo nascosto

Con Dragon Trainer – Il mondo nascosto, il processo di crescita di Hiccup giunge ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si imbatte in una Furia Chiara, di cui Sdentato si innamora perdutamente. Questa si ritrova tuttavia catturata e consegnata al più temibile dei cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti gli altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per tutte.

Nel disperato tentativo di ricercare un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup conduce entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui suo padre Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato, tuttavia, avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende che è arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che possa seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in cui verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta nelle grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare una battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per tutte i draghi.

Dragon Trainer - Il mondo nascosto personaggi

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: il cast, i personaggi e i draghi del film

Per dar voce ai personaggi presenti nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si ritrovano poi attori come America Ferrera che dà voce ad Astrid Hofferson, Jonah Hill nei panni di Moccioso Jorgenson, Justin Ripple per Testaditufo Thorston, Gerard Butler nel ruolo di Stoick L’Immenso, e Kristen Wiig per Testabruta Thorston. Vi sono poi Craig Ferguson a dar voce a Skaracchio Ruttans e Christopher Mintz-Plasse per Gambedipesce Igergman.

Vi sono poi attori del calibro di Kit Harington nel ruolo di Eret, e Cate Blanchett nei panni di Valka. Quest’ultimo personaggio era stato scritto proprio pensando alla Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di poter partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray Abraham, che presta la propria voce al personaggio di Grimmel il Grifaio. Per quanto riguarda il mondo dei draghi invece, oltre a quelli visti nei film precedenti, si aggiunge qui una Furia Chiara, la cui capacità principale è quella di mimetizzarsi in cielo, e i Grondaia Incoronata Magenta, specie dotata di impressionanti corna ma dal carattere gentile.

Dragon Trainer – Il mondo nascosto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi deve ancora vederlo e desidera farlo, è possibile trovare Dragon Trainer – Il mondo nascosto su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Amazon Prime Video, Rakuten TV, Tim Vision, Google Play, Chili Cinema e Apple iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 4 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Jason Bourne: trama, cast e sequel del film con Matt Damon

Jason Bourne: trama, cast e sequel del film con Matt Damon

Con l’arrivo al cinema nel 2002 di The Bourne Identity un nuovo agente segreto si impose nei cuori degli spettatori. Si tratta di Jason Bourne, ex membro della CIA che si risveglia improvvisamente senza ricordare nulla del proprio passato. Tutto ciò che sa è che qualcuno gli sta dando la caccia, e prima di scoprire cosa gli è accaduto dovrà prima riuscire a salvarsi la pelle. Dopo The Bourne Ultimatum, uscito nel 2007, la storia del personaggio sembrava conclusa. Dopo lo spin-off The Bourne Legacy, nel 2016 è però arrivato un diretto sequel del terzo film, intitolato semplicemente Jason Bourne (qui la recensione), scritto e diretto da Paul Greengrass, regista già dei precedenti capitoli.

La storia qui narrata è del tutto originale, benché riprenda i personaggi ideati dallo scrittore Robert Ludlum. Greengrass e l’attore protagonista, Matt Damon, avevano infatti dichiarato che la storia del protagonista si era conclusa, e che per realizzare un nuovo film sarebbe servita un’idea originale e forte tanto quelle fino ad ora raccontate. In seguito all’uscita del film spin-off, il desiderio di rivedere al cinema Jason Bourne è cresciuto notevolmente, portando infine alla realizzazione di questo nuovo titolo. Con questo torna anche il personale stile registico di Greengrass, fatto di inquadrature, sporche, concitate, realizzate con camera a mano e unite da un montaggio frenetico.

Un film particolarmente adrenalinico dunque, che non ha mancato di suscitare l’entusiasmo degli appassionati. A fronte di un budget di circa 120 milioni di dollari, Jason Bourne è infatti arrivato a guadagnarne ben 415 a livello globale, divenendo uno dei più redditizi della saga. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo potenziale sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Jason Bourne: la trama del film

La storia si apre a dieci anni di distanza dagli eventi del precedente film. L’ex sicario della CIA Jason Bourne si trova ora in Grecia, dove vive un’anonima esistenza tra incontri clandestini di pugilato e la solitudine più totale. In Islanda, invece, l’hacker Nicky Parsons riesce a recuperare alcuni file segreti riguardanti l’Agenzia e le operazioni della Treadstone, tra cui anche informazioni relative al nuovo progetto Ironhand. Questa è una piattaforma digitale dalla tecnologia particolarmente all’avanguardia, il cui scopo è quello di spiare tutti gli utenti americani. La scoperta di ciò mette in moto le operazioni dell’agente Heather Lee, che cercherà quanto prima di bloccare il programma.

Allo stesso tempo, la Parsons raggiunge Bourne in Grecia per rivelargli lo stretto legame che sembra esserci tra la Treadstone e suo padre, rimasto vittima tempo prima di un attentato terroristico. Desideroso di scoprire di più sul proprio passato, l’ex agente decide pertanto di uscire allo scoperto e riprendere le proprie operazioni di spionaggio. Ad ostacolare il suo percorso vi sarà però un misterioso sicario, inviato dal diretto Robert Dewey, il quale vuole impedire a tutti i costi che ulteriori informazioni sulla sua agenzia vengano rivelate. Ha così nuovamente inizio la caccia nei confronti di Bourne, che dovrà nuovamente risolvere tanto i suoi conflitti personali quanto quelli internazionali.

Jason Bourne cast

Jason Bourne: il cast del film

Da sempre desideroso di riprendere i panni di Jason Bourne, l’attore Matt Damon si sottopose nuovamente ad un addestramento intensivo al fine di raggiungere la forma fisica idonea. Si è infatti esercitato nell’uso delle armi, nel pugilato e nelle arti marziali, intraprendendo anche una ferrea dieta. Un duro allenamento fisico che gli ha infine permesso di eseguire in prima persona una notevole quantità di scene d’azione, come i combattimenti a mani nude, senza il bisogno di ricorrere a controfigure. Damon ha in seguito affermato di aver trovato molto più complesso allenarsi ora rispetto a quando lo fece per il primo film. Accanto a lui, l’unico personaggio dei primi tre film a ricomparire è quello di Nicky Parsons, interpretato nuovamente da Julia Styles.

Ad interpretare l’agente Heather Lee è invece la premio Oscar Alicia Vikander. Questa si trovò a dover scegliere tra il recitare in questo film o in Assassin’s Creed, preferendo infine Jason Bourne poiché grande fan della saga. Tommy Lee Jones, premio Oscar per Il fuggitivo, è invece Robert Dewey, il nuovo direttore della CIA e leader del programma Ironhand. Il francese Vincent Cassel è presente nei panni del sicario noto come The Asset, il quale presenta un passato strettamente legato alla figura di Bourne. Per Cassel si è trattato del secondo film con Matt Damon dopo Ocean’s Thirteen, ed entrambi sono girati a Las Vegas. Riz Ahmed, attualmente noto per Sound of Metal, è Aaron Kalloor, CEO dell’agenzia Deep Dream.

Jason Bourne: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Questo nuovo film, diretto sequel del terzo, ha dimostrato il grande interesse che il pubblico ancora nutre nei confronti del personaggio. Dato il suo successo al box office, i produttori della Universal Pictures si sono dichiarati interessati a realizzare almeno un altro capitolo, portando così la saga ad un totale di sei film. Ancora una volta, però, Damon si è dichiarato scettico all’idea di rivedere Bourne sul grande schermo, sostenendo che la sua storia è ormai definitivamente conclusa. Ha però come sempre lasciato aperta tale possibilità qualora si presentasse una buona storia per espandere l’universo narrativo. Nel 2019 era stato brevemente confermata la realizzazione di un nuovo film, ma da quel momento non si hanno più avuto notizie in merito.

In attesa di un possibile futuro sequel, è intanto possibile fruire di Jason Bourne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 5 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Women Talking – Il diritto di scegliere, la recensione del film con Rooney Mara e Claire Foy

La vita nella colonia Monitoba in Bolivia descritta da Miriam Toews nel romanzo Women Talking del 2018 prende vita nel grande schermo grazie a un adattamento di Sarah Polley. Il romanzo, prima, e il film poi mettono in scena fatti realmente accaduto in un tempo non molto distante da quello di oggi. Il romanzo, a eccezione del film, è raccontato dal punto di vista di August (interpretato da Ben Whishaw), l’uomo redige il verbale dell’assemblea. Invece, nel film, tutto viene raccontato dal punto di vista di Autje, interpretata da Kate Hallett.

Jessie Buckley, Rooney Mara, Claire Foy fanno parte di un cast stellare che compone Women Talking – Il diritto di scegliere. Ambientato nel 2010, il racconto della regista su questa colonia senza nome rivela una scioccante verità sugli uomini che gestiscono questa comunità, isolata e senza nome. Ogni protagonista porta con sé un bagaglio emotivo ricco di traumi, paure ma anche speranze per il futuro. Il film, come un’opera teatrale racconta allo spettatore in prima persona i dubbi e le incertezze di questa bolla dove vivono delle giovani donne e i loro bambini, vittime della violenza dei mariti e dei padri. Al cinema dall’8 marzo.

Ona

Women Talking – Il diritto di scegliere, la trama

Una giovane donna si risveglia a letto, da sola, piena di lividi e macchie di sangue. Un’altra l’abbraccia. Se Women Talking – Il diritto di scegliere potesse trasmettere un’emozione sarebbe proprio un abbraccio, caldo e avvolgente nel quale ci rifugiamo per sentirci al sicuro. Sarebbe l’abbraccio di una madre che abbraccia la figlia, di due sorelle, di due amiche che cercano in quell’abbraccio la speranza di andare avanti. Il film ha una durata di 104 minuti che servono a Sarah Polley per raccontare un tempo diegetico della durata di un giorno. In questa colonia isolata e senza nome si svolgono i fatti del film che, come un’opera teatrale, ci mostra un fienile come “unica ambientazione”.

Ambientazione e abiti di scena sembrano portare allo spettatore in un tempo lontano, nel 900 ma ci troviamo nel 2010 in un contesto avulso dalla quotidianità. Salomè (Claire Foy), Ona (Rooney Mara), Mariche (Jessie Buckley), Agata (Judith Ivery), Greta (Sheila McCarthy), Mejal (Michelle McLeod), Autje (Kate Hallett) e Scarface Janz (Frances McDormand) sono le protagoniste di questa opera come donni, madri e sorelle vittime di uomini violenti. Le protagoniste del film hanno scelto questa vita perché non ne conoscono i confini al di fuori di essa, al di fuori di quella proprietà dove sono nate e cresciute subendo abusi fin da piccolissime.

Il compito della generazione di Ona, Salomé e Mariche è quello di sovvertire questo sistema ed entrambe hanno delle motivazioni valide e una rabbia in corpo che le porta a compiere delle scelte difficili durante il loro cammino. La tradizione della colonia di Women Talking – Il diritto di scegliere, che vive in solitudine, vede le donne analfabete e impossibilitate ad avere una istruzione, a prendere decisioni. Una rivelazione importantissima, con cui la regista apre il film, è proprio lo sconvolgimento di quest’ordine. Gli uomini hanno usato anestetici per drogare e violentare le donne e le ragazze di notte, causando talvolta gravidanze indesiderate. Dopo un feroce attacco, tutti gli uomini della colonia vengono arrestati e per la prima volta le donne rimangono da sole: la decisione da prendere, per loro, non è facile.

MaricheNon fare niente. Restare e lottare. Partire.

Come potremo essere perdonate, se non dagli anziani a cui abbiamo disobbedito?

Mariche nel lungo dibattito che dà vita al film: Non fare niente. Restare e lottare. Partire. è quella che incarna la prima scelta. Non fare niente. Mariche è sposata con Klauss con cui ha diversi figli. Il personaggio di Jessie Buckley in Women Talking – Il diritto di scegliere difende la sua posizione con le unghie e con i denti davanti anche all’evidenza più atroce. La decisione messa ai voti, con un sistema davvero obsoleto – ma l’unico che le donne conoscono – consta in queste tre scelte. Il pensiero della donna è netto e consapevole: non vuole abbandonare la colonia. Non vuole farlo perché significherebbe abbandonare la sua famiglia, la quotidianità. Non vuole farlo per paura di ritrovarsi da sola del mondo, ignoto. Spaventata dall’illusione di libertà.

Restare e lottare. Ona, il personaggio di Rooney Mara, è quella che appare stranamente più serena nelle sue convinzioni. La donna è incinta, porta dentro di sé non il frutto dell’amore, ma di un abuso. La storia, infatti, è raccontata da una voce fuori campo (Autje di Kate Halle) che parla a questo futuro bambino proprio sui fatti della colonia, di quelle 24 ore che accompagnano la pellicola. Ona in Women Talking – Il diritto di scegliere è ben consapevole a cosa va in contro restando, ma proprio in nome di quel bambino la sua posizione appare inizialmente ambigua. Prima decide di restare e lottare, ma pian piano Salomé riesce a farle cambiare opinione.

Partire. Salomé, personaggio interpretato da Claire Foy in Women Talking – Il diritto di scegliere, preferirebbe partire, andare via da quella colonia così stretta, così brutale. La sua posizione è quella più schierata perché Salomé è il personaggio più schietto e aperto. Vorrebbe partire perché restare significherebbe compromettere sé stessa, i suoi figli e la sua integrità. Partire per Salomé è l’unica scelta: se non lo farà sarà costretta a uccidere tutti gli uomini, un passo che non si sarebbe mai perdonato perché significherebbe scendere al loro stesso livello. Brucerebbe all’inferno anziché permettere a un altro uomo di toccare lei e le sue figlie.

L’Amore genera Amore

Ci troviamo in aperta campagna, eppure l’atmosfera è chiusa. Ce lo dicono anche i toni e i colori della pellicola totalmente desaturati che si aprono solo alla fine del film, quando la scelta di partire si concretizza. Nonostante questa cupezza realistica, le conversazioni tra le protagoniste sono brillanti e scorrevoli aiutate da un dark humor che le lega. I dialoghi scritti magnificamente dalla Polley in Women Talking – Il diritto di scegliere cercano di essere un inno all’amore. Più volte nel film il tema viene toccato su radici differenti.

L’amore dei genitori per i propri figli: tale al punto da mettere in discussione una vita conosciuta per l’ignoto. L’amore verso Dio: un sacrificio che le sette donne protagoniste di Women Talking – Il diritto di scegliere sono pronte a mettere in gioco pur di reclamare questo legame profondo con la fede. L’amore verso sé stesse: il film è un inno a questo amore che cerca di generare a sua volta la fiducia in questa scelta così difficile: partire per non perdersi, partire per amore verso sé stesse.

Sydney Sweeney: 10 cose che non sai sull’attrice

Sydney Sweeney: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra i nuovi interpreti che si affacciano sulla scena cinematografica e televisiva, la giovane Sydney Sweeney è senza ombra di dubbio una dei più promettenti. Attiva già da diversi anni, ma divenuta nota solo in tempi più recenti, la Sweeney ha conquistato tutti non solo grazie alla sua incredibile bellezza, ma anche per via di doti drammatiche particolarmente importanti, che la rendono un’attrice di grande intensità e levatura. Ci si può aspettare molto da lei e il mondo di Hollywood inizia finalmente ad esserne consapevole.

Ecco 10 cose che non sai di Sydney Sweeney.

Sydney Sweeney: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. Tra i primi ruoli televisivi dell’attrice si annoverano quelli svolti per alcuni ruoli di serie come Heroes (2009), Criminal Minds (2009), 90210 (2010), Grey’s Anatomy (2014) e Pretty Little Liars (2017). Ha ottenuto una maggiore popolarità dopo aver recitato nella serie Netflix Everything Sucks! (2018). In seguito ha recitato anche in alcuni episodi di The Handmaid’s Tale (2018), con Elisabeth Moss, e di Sharp Object (2018), con Amy Adams. Ad averla resa particolarmente celebre è però la serie Euphoria (2019-in corso), dove recita accanto a Zendaya. Nel 2021 recita poi nella prima stagione di The White Lotus, con Jennifer Coolidge.

2. Ha recitato in celebri film. Oltre alle serie TV per cui è nota, la Sweeney ha negli anni recitato anche in noti film come The Ward – Il reparto (2010), Spiders 3D (2013), Mai fidarsi di uno sconosciuto (2015), Vikes (2017), Non è mia figlia (2018), Under the Silver Lake (2018), con Andrew Garfield, C’era una volta… Hollywood (2019), di Quentin Tarantino, Nocturne (2021), The Voyeurs (2021), Night Teeth (2021) e Reality (2023).

Sydney Sweeney in Euphoria

3. Non la credevano pronta per il ruolo. In Euphoria, la serie HBO incentrata sulle vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla ricerca di se stessi e della propria identità, la Sweeney interpreta uno dei ruoli di maggior rilievo, ovvero quello di Cassie Howard, una ragazza particolarmente bella ma talvolta ingenua, che tende ad innamorarsi facilmente pur di non rimare sola. Inizialmente, i produttori non credevano che la Sweeney fosse pronta per il ruolo, ma dopo aver visto la sua audizione per intero decisero di ingaggiarla e di credere in lei. Critica e spettatori non hanno poi avuto dubbi: la sua è una delle interpretazioni migliori della serie.

Sydney-Sweeney-Euphoria
Sydney Sweeney in Euphoria

4. Era nervosa ma anche fiera all’idea di dover girare alcune scene di nudo. Nel corso della serie, Cassie è protagonista di diverse scene di nudo, attraverso cui emerge la sua vulnerabilità. Nel doverle interpretare, la Sweeney era particolarmente nervosa ma in seguito ha anche affermato di essersi sentita fiera di far parte di una serie che mostra la nudità in modo tutt’altro che glamour, ma anzi semplicemente per come è nella realtà. Girare tali scene non è ora più un problema, in quanto proprio attraverso queste ha acquisito maggiore confidenza con il proprio corpo.

Sydney Sweeney in C’era una volta a… Hollywood

5. Ha avuto un ruolo nel film. Tra i tanti attori che hanno preso parte a C’era una volta a… Hollywood, c’è anche la Sweeney, che ha interpretato però un piccolo ruolo e non tutti i suoi fan sono riusciti ad individuarla. Il suo personaggio è indicato come “Snake” è una dei membri della famiglia Manson. La si può ritrovare sia nella scena in cui Margaret Qualley chiede un passaggio a Brad Pitt, sia in quella in cui quest’ultimo si reca presso il ranch dove la famiglia Manson soggiorna. In quest’occasione, la Sweeney pronuncia anche alcune battute.

Sydney Sweeney in Night Teeth

6. Ha interpretato una vampira. Nel film horror targato Netflix Night Teeth, l’attrice interpreta il ruolo della vampira Eva, che agisce in combutta con Grace, interpretata da Megan Fox. Le due, tuttavia, compaiono solamente in una scena, per la quale è bastato loro un solo giorno di riprese. Una comparsata dunque molto breve all’interno del film, ma che è bastata a rendere questo un titolo di grande richiamo tra gli appassionati del genere, i quali vorrebbero però ora rivedere la Sweeney nei panni di una vampira con un film tutto incentrato su di lei.

Sydney Sweeeny in un film Marvel

7. Reciterà in un atteso film Marvel. Da ormai qualche tempo è noto che l’attrice reciterà in prossimo film della Sony basato su un noto personaggio della Marvel. La pellicola in questione è Madame Web, sesto film del Sony’s Spider-Man Universe (SSU), la cui protagonista è appunto Madame Web, una mutante chiaroveggente. Tale personaggio sarà interpretato da Dakota Johnson, mentre la Sweeney avrà un ruolo secondario ma di grande importanza. L’arrivo in sala per tale lungometraggio è fissato al 16 febbraio 2024.

Sydney-Sweeney-Instagram
Sydney Sweeney in Night Teeth

Sydney Sweeney ha un fidanzato?

8. È molto riservata. In più occasioni l’attrice ha raccontato di non essere interessata a frequentare colleghi o personalità dello spettacolo, preferendo invece avere un compagno che sia estraneo a tale ambiente e con cui poter dunque vivere una normale vita lontano dai riflettori della celebrità. Tenendo fede a questa dichiarazione, dal 2018 la Sweeney è impegnata in una relazione con Jonathan Davino, appartenente all’ambito della ristorazione. Non si sa come i due si siano conosciuti, ma è certo che tenere privata la loro storia sentimentale, con solo poche apparizioni pubbliche in coppia, stia facendo loro bene. Stando ad alcune fonti, inoltre, dal febbraio del 2022 i due sarebbero ufficialmente fidanzati.

 Sydney Sweeney è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 14,5 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 300 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità

Sydney Sweeney: età e altezza dell’attrice

10. Sydney Sweeney è nata il 12 settembre del 1997 a Spokane, Washington, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,61 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, People

Road to Oscar 2023: migliore attrice non protagonista

Road to Oscar 2023: migliore attrice non protagonista

La notte degli Oscar 2023 chiuderà la stagione dei premi più ambiti di Hollywood. Sarà una lunga notte condotta da Jimmy Kimmel, giunto alla quinta conduzione della serata. Si scontreranno tutte le eccellenze del cinema americano e non e mai come quest’anno la competizione è davvero serrata.

Nella categoria migliori attrici non protagoniste Angela Bassett (Black Panther: Wakanda Forever), Kerry Condon (Gli spiriti dell’isola), Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once), Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once) e Hong Chau (The Whale) si sfidano per l’ambito premio. Lo scorso anno Ariana DeBose (West side story) ha vinto la statuetta per la sua interpretazione nel film di Spielberg. Gli Oscar 2023 saranno visibili anche in contemporanea anche Italia su Sky.

Angela Bassett (Black Panther: Wakanda Forever)

Oscar 2023 - Angela Bassett Black Panther Wakanda Forever

Dopo il successo al botteghino per i Marvel Studios, Angela Bassett e il franchise di Black Panther sono pronti a conquistare anche gli Oscar 2023: la Bassett diventa infatti la prima attrice in un film del MCU a ricevere una nomination agli Oscar per la sua interpretazione da non protagonista in Black Panther: Wakanda Forever.

In questa stagione dei premi la Bassett ha ricevuto il Golden Globe per la migliore attrice non protagonista e più recentemente ha trionfato ai Critics’ Choice Awards sempre nella stessa categoria. Nell’accettare il premio ai Golden Globe, l’attrice ha ricordato Chadwick Boseman sul palco e ha detto: “Siamo stati circondati ogni giorno dalla luce e dallo spirito di Chadwick Boseman“.

Kerry Condon (Gli spiriti dell’Isola)

Oscar 2023 - Kerry Condon Gli spiriti dell'Isola

Per Kerry Condon e Colin Farrell, calarsi nel ruolo di fratelli in Gli spiriti dell’isola di Martin McDonagh è stato un gioco da ragazzi. Dopo tutto, i due attori irlandesi si conoscono da quando erano adolescenti. “È stato piuttosto facile“, ha dichiarato l’attrice che si prepara per la notte degli Oscar 2023.

In questa stagione dei premi, Kerry Condon ha portato a casa il BAFTA come migliore attrice non protagonista, durante una cerimonia in cui Gli spiriti dell’isola ha trionfato anche nella categoria di miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura e miglior film britannico. Il successo del film inizia dal Festival del cinema di Venezia dove è stato proiettato in anteprima.

Jamie Lee Curtis (Everything Everywhere All at Once)

Jamie Lee Curtis Everything Everywhere All at Once

Jamie Lee Curtis si è proprio lasciata andare in Everything Everywhere All at Once. Per interpretare il suo personaggio nel film, Curtis ha scelto di non indossare alcuna protesi per interpretare la “strana” ispettrice del fisco Deirdre Beaubeirdra:

Occultatori. Modellatori del corpo. Riempitivi. Procedure. Abbigliamento. Accessori per capelli. Prodotti per capelli. Tutto per nascondere la realtà di ciò che siamo. E le mie istruzioni per tutti sono state: Non voglio che si nasconda nulla”, ha dichiarato l’attrice. Quella di Jamie Lee Curtis è la prima nomination agli Oscar, anche se il successo la precede. Recentemente, invece, ha vinto il SAG Award come migliore attrice non protagonista.

Stephanie Hsu (Everything Everwhere All at Once)

Stephanie Hsu Everything Everywhere All at Once

Stephanie Hsu è la seconda attrice non protagonista nominata per Everything Everwhere All at Once. Il suo lavoro nel film è stato davvero enorme: ha dovuto gestire le infinite versioni del suo personaggio da Joy, la figlia diseredata di Evelyn (Michelle Yeoh), fino a Jobu Tupaki, supercattiva onniveggente e onnisciente, decisa a distruggere il mondo.

Ho detto a mia madre: ‘Oh, sto lavorando a questo film’, e lei mi ha risposto: ‘Certo, certo, figo, figo’, in modo un po’ sprezzante, e poi le ho detto: ‘Michelle Yeoh interpreta mia madre’“, ha raccontato Hsu. “E lei ha detto: “Cosa? Oh, mio Dio, adoro Michelle. Michelle è fantastica“. Ricordiamo anche che Stephanie Hsu fa parte del cast di The Marvelous Mrs. Maisel dove ha ricevuto il riconoscimento come miglior cast.

Hong Chau (The Whale)

Hong Chau The Whale

Hong Chau è candidata agli Oscar 2023 per la sua interpretazione in The Whale. L’attrice ha rivelato di essere stata “molto esitante” nell’accettare il ruolo, spiegando: “Ero appena diventata madre ed ero molto felice di stare a casa, e non avevo voglia di tornare al lavoro. Ma è stato proprio pensando alla storia e alla lotta di Charlie per riallacciare i rapporti con la figlia [interpretata da Sadie Sink] che ho trovato così straziante“.

Il suo nome in questa stagione dei premi è passato un po’ in sordina, oscurato dalla storia di Charlie e parallelamente a quella del ritorno di Brandan Fraser.

Oscar 2023, chi sarà la migliore attrice non protagonista?

Road to Oscar 2023

C’è un grande entusiasmo per questa cerimonia degli Oscar 2023. Reduci dalla scorsa edizione eclissata dallo schiaffo di Will Smith, la serata più glamour di Hollywood vedrà una competizione davvero forte. Angela Bassett è la favorita per il premio come miglior attrice non protagonista. Nonostante ciò, i recenti SAG Awards hanno confermato un forte interessamento per Jamie Lee Curtis e Everything Everywhere All at Once. Kerry Condon, anche lei tra le favorite per la statuetta, ha visto risalire le sue possibilità dopo i BAFTA. C’è da dire che in questa stagione dei premi più ambiti di Hollywood nella categoria come migliori attrici non protagoniste, tutte le partecipanti sono state omaggiate di un premio per la loro interpretazione. La Condon potrebbe non vincere questi Oscar 2023 a favore invece di altri premi che potrebbe vincere la pellicola di McDonagh.

Jamie Lee Curtis, come abbiamo detto, è la seconda favorita a questa edizione degli Oscar 2023. Giunta alla prima nomination in carriera, sarebbe una bella storia da raccontare, come quelle che piacciono a Hollywood, e che farebbe sicuramente commuovere la platea. Tra le meno favorite di questi Oscar 2023 ma non per i suoi meriti c’è Stephanie Hsu. L’attrice ha dato prova del suo talento e si porta a casa la prima nomination nella cerimonia più attesa di Hollywood. Un volto giovane e dal futuro promettente. Anche Hong Chau arriva alla sua prima nomination agli Oscar 2023 ma non l’ultima. L’attrice non vincerà la statuetta però forse potrà gioire per il protagonista di The Whale, Brandan Fraser.

Nosferatu: al via le riprese, Aaron Taylor-Johnson nel cast

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Nosferatu: al via le riprese, Aaron Taylor-Johnson nel cast

Il rifacimento di Nosferatu per mano di Robert Eggers ha ufficialmente iniziato la produzione mentre un altro importante volto noto si aggiunge al cast. Nel weekend la Focus Features ha annunciato l’inizio della produzione dell’attesissimo film, oltre a dare la notizia che Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass, Godzilla) si è unito al cast.Taylor-Johnson si unirà dunque al già nutrito cast di talenti di alto profilo, tra cui Bill Skarsgård (Barbarian), Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Emma Corrin ( Lady Chatterley’s Lover ), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney (Carnival Row) e Ralph Ineson (Il cavaliere verde).

Annunciato originariamente nel 2015, Nosferatu di Eggers sarà un remake dell’iconico film muto tedesco del 1922 Nosferatu: A Symphony of Horror. Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso, incluso un vampiro che muore per l’esposizione alla luce solare.  “Nosferatu di Robert Eggers è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“, recita la sinossi ufficiale del film in uscita. La pellicola è prodotta della Focus Features sarà scritto e diretto da Robert Eggers.

John Wick: Capitolo 4 , clip dal film: “Keanu Reeves negozia con Bill Skarsgård”

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Una nuovissima clip di John Wick: Capitolo 4 dell’attesissimo sequel d’azione di Lionsgate è stata rivelata con Keanu Reeves e Bill Skarsgård. Il film dovrebbe uscire nelle sale il 24 marzo. Il video ci offre uno sguardo dell’incontro tra l’assassino protagonista e il suo antagonista a Parigi. John Wick di Reeves cerca di negoziare la sua libertà sfidando il personaggio di Bill Skarsgård in un duello mortale.

Nel film John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Grand Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi amici in nuovi nemici. Dai un’occhiata alla clip di John Wick: Capitolo 4:

John Wick: Capitolo 4

Insieme a Keanu Reeves, Lance Reddick e Ian McShane ci sono le nuove arrivate in franchising, la superstar pop giapponese-britannica Rina Sawayama al suo debutto cinematografico, Shamier Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e Donnie Yen, che a quanto si dice interpreterà un vecchio amico di John Stoppino.

John Wick: Chapter 4  è diretto da Chad Stahelski da una sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che subentra al creatore del franchise Derek Kolstad. È prodotto da Basil Iwanyk, Erica Lee e Stahelski con Reeves e Louise Rosner come produttori esecutivi.

John Wick 4 è stato annunciato per la prima volta subito dopo il weekend di apertura da record di  John Wick: Capitolo 3 – Parabellum,  che ha incassato oltre 300 milioni di dollari in tutto il mondo. La quarta puntata vedrà il ritorno di Keanu Reeves nei panni dell’omonimo assassino, che è stato visto per l’ultima volta soffrire di ferite multiple dopo essere caduto dall’alto del Continental Hotel.

DC Studios: 10 motivi per essere scettici sui nuovi progetti

DC Studios: 10 motivi per essere scettici sui nuovi progetti

Dopo aver annunciato i nuovi piani per il nuovo DC Studios, James Gunn ha avuto il suo bel da fare. L’universo della DC non ha sempre brillato per la qualità soprattutto se paragonato alla sua controparte, la Marvel. Proprio dal MCU, Gunn e Peter Safran che prendono le rediti degli studios creano le loro nuove fasi di ripartenze che serviranno a gestire i supereori DC. Il primo capitolo, già annunciato, si intitolerà “Dei e Mostri” e prenderà il via nel 2025. I fan hanno motivo di credere che sarà difficile fare bene dato che il mercato dei supereroi è ormai saturo. Questi sono i 10 motivi per essere scettici su i nuovi progetti che arriveranno.

Eliminare alcuni dei vecchi attori del DCEU

Jason Momoa Aquaman

Partendo dalla questione più ovvia, l’eliminazione di tutti gli attori che siamo abituati ad associare a questi personaggi ha già fatto sì che la gente si inacidisse sulla nuova direzione di questo franchise. Ben Affleck, Jason Momoa e Gal Gadot hanno dato buone interpretazioni di questi famosi personaggi dei fumetti, che la gente era entusiasta di vedere ancora. Il colpo più grande, tuttavia, è la partenza di Henry Cavill nel ruolo di Superman. Dopo che il suo ruolo è stato sempre in bilico per molti anni, era stato finalmente confermato il suo ritorno come personaggio in Black Adam. Poi, solo poche settimane dopo, è stato confermato che Cavill non sarebbe tornato nel nuovo universo DC.

La reazione dei fan non è stata a dir poco positiva. Hanno chiesto il licenziamento di Gunn, con l’hashtag #FireJamesGunn in voga su Twitter. È comprensibile il desiderio di Gunn e Safran di liberarsi di tutto il bagaglio del precedente DCEU, ma si tratta comunque di una perdita dolorosa per i fan, che difficilmente riusciranno ad accettare il nuovo reboot.

Tenere altri attori “meno” favoriti

Shazam DC Studios

Al contrario, ci sono già alcuni attori del DCEU che passeranno al DCU. È già stato confermato che Amanda Waller e i personaggi di Peacemaker rimarranno nel film, mentre Zachary Levi ha lasciato intendere che rimarrà nel ruolo di Shazam. Comprensibilmente, questo ha indignato i fan perché sembra che Gunn stia mostrando “favoritismi” nei confronti di alcuni attori, dato che ha diretto Suicide Squad ed è amico di Levi. Questo sarebbe ovviamente frustrante per i fan, ma confonderebbe anche gli spettatori occasionali.

Per non parlare del fatto che questi vecchi attori potrebbero entrare nel DCU come personaggi completamente nuovi. Ad esempio, si vocifera che Jason Momoa potrebbe interpretare Lobo nel DCU, il che confonderà ulteriormente il pubblico. È un modo molto strano per James Gunn e Safran di iniziare le cose. Se volevano davvero fare tabula rasa, avrebbero dovuto optare per un reboot completo con nuovi attori. Non c’è alcun vantaggio nel tenere alcuni attori e sbarazzarsi di altri, perché questo farà arrabbiare i fan e confonderà gli spettatori occasionali.

Cancellare completamente lo Snyderverse

Zack Snyder's Justice League

Come l’eliminazione degli attori, anche l’aver cancellato completamente tutto ciò che riguarda lo Snyderverse è un errore da parte della Warner Bros. La Snyder Cut di Justice League non era perfetta, ma era un miglioramento rispetto a quella uscita nelle sale. Anche i puristi più contrari a Snyder devono ammettere che la sua narrazione è qualcosa che interessa alla gente. Le anticipazioni su Robin e altri easter egg hanno dimostrato che Snyder sa almeno costruire un mondo eccellente. Per non parlare del fatto che la versione di Snyder di Justice League ha preparato i futuri film che la gente voleva vedere.

Ancora una volta, è comprensibile che Gunn e Safran vogliano evitare il bagaglio che deriva dallo Snyderverse. Dopotutto, alcuni “fan” dello Snyderverse sono stati molto tossici e ora avanzano richieste irragionevoli, come quella di continuare il DCEU di Snyder su Netflix. Tuttavia, le idee del regista erano eccitanti e mostravano rispetto per i fumetti. Per lo meno, i nuovi capi dei DC Studios potranno incorporare alcune idee di storia che Snyder aveva pianificato nei film futuri.

Siamo stanchi dei supereroi?

Marvel e DC Studios

Da anni si parla di stanchezza da supereroi, ma negli ultimi anni questa teoria è diventata realtà. E questo non riguarda solo la DC. La Fase Quattro del MCU è stata facilmente la peggiore finora e ha smorzato l’entusiasmo dei fan per il futuro della “Saga del Multiverso”. Certo, nessuno dei film recenti della Marvel è stato brutto, ma c’è stata una notevole incoerenza nella qualità dei film. Con la DC, purtroppo, ci sono state più cose negative che positive. E ora l’intero universo sta ricominciando da capo in un momento in cui la popolarità dei film di supereroi sta cominciando a diminuire.

Questi film continuano a fare soldi, anche con la pandemia che sta devastando i cinema. The Batman ha guadagnato 800 milioni di dollari, e anche film minori del MCU come Doctor Strange e Thor hanno guadagnato rispettivamente 950 e 750 milioni di dollari. Ma a questo si sono aggiunte recensioni peggiori e la sensazione tra i fan che la quantità venga privilegiata rispetto alla qualità. La DC è sempre stata indietro rispetto alla concorrenza quando si trattava di realizzare film di qualità sui suoi personaggi. Ora si trova a partire da zero in un mercato che diventa sempre più saturo. Certo, una buona narrazione può sempre riconquistare l’interesse della gente. Ma con tanti nuovi film tratti da fumetti che non riescono a distinguersi, non sembra che ricominciare da capo porti automaticamente al successo.

Puntare su alcuni personaggi è un rischio

Viola Davis

Se c’è una persona di cui fidarsi quando si tratta di adattare con successo personaggi relativamente sconosciuti, quella è James Gunn. Dopo tutto, ha fatto innamorare il pubblico di un albero e di un procione parlanti. Ma anche i suoi fan più affezionati saranno probabilmente d’accordo sul fatto che sta andando fuori dal seminato con alcune scelte per il cinema e la TV. Paradise Lost, The Authority, Creature Commandos, Swamp-Thing e Booster Gold sono personaggi minori che costituiscono circa la metà dello slate dei DC Studios. I primi tre saranno composti da personaggi che nemmeno i fan più accaniti hanno mai sentito nominare. Anche gli ultimi due, che sono benvoluti dai fan, saranno difficili da vendere al pubblico più occasionale.

Inoltre, sebbene Viola Davis sia un’attrice fantastica, dedicare un’intera serie al suo personaggio è una mossa strana. Paradise Lost è particolarmente bizzarra, se si considera che la maggior parte dei fan della DC vorrebbe solo vedere Wonder Woman in persona, non i suoi personaggi secondari.  Certo, Gunn e Safran stanno mescolando personaggi minori con personaggi di spicco come Batman e Superman, ma nemmeno loro sono una garanzia di successo. Batman Vs. Superman e Justice League hanno avuto un rendimento molto basso al botteghino, pur avendo alcuni dei personaggi più riconoscibili della storia dei fumetti. Se questi grandi nomi non riescono a fare breccia nei botteghini, allora che speranze hanno questi sconosciuti?

Un passo dietro la Marvel

Kevin Feige e James Gunn

Sebbene la DC abbia avuto alcuni successi rispetto alla controparte Marvel, è generalmente accettato che quest’ultima sia stata più costante in termini di quantità e qualità. Certo, la Fase Quattro è stata di gran lunga la più incoerente, ma ci sono stati comunque abbastanza film validi da mantenere vivo l’interesse dei fan. I fan della DC, invece, attendono da tempo una coerenza sia nella narrazione che nella qualità. È bello che James Gunn e la DC vogliano prendersi il tempo necessario per costruire un universo coeso a differenza del suo predecessore, ma sembra che sia troppo tardi.

I fan della DC hanno vissuto così tanti alti e bassi nel corso degli anni che hanno il diritto di essere scettici sul fatto che questo possa accadere di nuovo. Peggio ancora, hanno dovuto guardare i loro rivali dei fumetti passare da un successo all’altro, sia dal punto di vista finanziario che da quello della critica. Per come stanno andando le cose, la Marvel avrà completato SEI fasi coesive prima che la DC ne abbia realizzata una. Questo è incredibilmente imbarazzante e dimostra quanto la Marvel sia lontana dalla sua illustre concorrenza. I due universi saranno sempre paragonati l’uno all’altro, ma è una questione irrilevante quando uno è così avanti rispetto all’altro.

La Warner Bros è troppo invadente

Warner Bros

Sembra che la Warner Bros. abbia un problema con l’intromissione nei film. La manipolazione di Justice League da parte degli studios ha tristemente portato i fan a chiedere alla Warner Bros. di pubblicare la versione di Snyder. La Snyder Cut era ancora un pasticcio, ma indiscutibilmente superiore alla versione teatrale. I fan hanno chiesto a gran voce (anche se non come Snyder) che Ayer realizzasse la sua versione di Suicide Squad. Anche Cathy Yan e Patty Jenkins hanno ammesso che lo studio si è intromesso nei loro rispettivi film. Ad onor del vero, questo non è il caso di tutti quelli con cui hanno lavorato. James Gunn ha diretto Suicide Squad e ha chiaramente apprezzato la sua esperienza.

Lo stesso vale per James Wan e David Sandberg, il che spiega perché i loro personaggi iniziano a sembrare destinati a confluire nei DC Studios. Ma ci sono state abbastanza intromissioni da parte dello studio che sarà difficile per il nuovo regime convincere nuovi registi a partecipare. I Marvel Studios non sono stati perfetti per quanto riguarda i loro registi, ma hanno un curriculum migliore. Gunn dirigerà quasi certamente alcuni di questi film e potrebbero persino riutilizzare alcuni registi del DCEU. Ma convincere nuovi registi a salire a bordo sarà una battaglia in salita quando il marchio è stato così offuscato.

Safran e Gunn: il passo più lungo della gamba?

James Gunn 2023Anche se entrambi gli uomini ai vertici sembrano avere a cuore i personaggi, ciò non toglie che nessuno dei due abbia mai accettato un lavoro di questa portata. Safran è stato coinvolto nel franchise di Shazam, ma si tratta di un piccolo puzzle di una storia molto più grande. Gunn può aver ricevuto qualche consiglio dai Marvel Studios, ma non ha mai avuto una responsabilità così grande da gestire. Kevin Feige è unico nel suo genere perché, nonostante i tanti studios che hanno cercato di copiare la formula Marvel, non hanno ancora avuto qualcuno come Feige a guidare la nave.

Certo, la Fase Quattro è stata la più incoerente finora, ma ciò è stato dovuto principalmente al fatto che il regista è stato sottoposto a un’eccessiva mole di lavoro a causa del passaggio della Marvel agli show di Disney+. Ma ciò che ha reso Feige speciale è che non aveva un modello da seguire e si è preso il suo tempo quando ha creato questo mondo tentacolare. Per Gunn e Safran lanciarsi in un piano decennale nella formazione dei DC Studios senza esperienza è un grosso rischio. Rispetto al passato hanno chiaramente il desiderio di concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità (hanno dichiarato che andranno avanti con un film solo se la sceneggiatura sarà approvata). Tuttavia, si ha la sensazione che per questo mondo condiviso abbiano fatto il passo più lungo della gamba.

Mancano i fondi

Batgirl

Inizialmente, i fan erano entusiasti del cambiamento di rotta della Warner Bros. dopo la fusione con AT&T e Discovery. Avevano persino la speranza che lo Snyderverse potesse essere rivisitato. Queste speranze, tuttavia, sono state presto deluse e sono state seguite dalla rivelazione shock che il film di Batgirl sarebbe stato cancellato. Non era il film più atteso dei DC Studios, ma è stato comunque surreale vedere un film in fase di produzione essere cancellato. I fan sono preoccupati che Zaslav possa cancellare altre proprietà amate, come il “Tomorrowverse” o la serie Young Justice, solo per tagliare i costi.

Non è mai stato confermato al 100% se Batgirl sia stata cancellata dai DC Studios a causa della sua qualità o per motivi fiscali, ma in ogni caso dimostra che Zaslav non ha paura di sbarazzarsi completamente di qualcosa in cui non ha piena fiducia. In tutta onestà, questo studio ha un solo obiettivo: fare più soldi. Certo, Marvel e Disney hanno la stessa idea in mente, ma c’è una devozione nel cercare di portare contenuti di qualità.

Warner Bros ha le idee poco chiare

DC Studios 10 motivi per essere scettici

Nel complesso, l’effettiva rivelazione dello slate è andata bene, nonostante le reazioni dei fan al casting di Superman. Ha mescolato i grandi nomi con personaggi oscuri che hanno suscitato grande interesse nei fan. C’è comunque una certa riserva tra il pubblico a causa dello studio che lo ha ideato.

I film di Batman e Superman sono probabilmente delle scommesse sicure a causa della loro popolarità, ma la Warner Bros. Per confondere ancora di più il pubblico, ci saranno storie “Elseworlds” al di fuori dei DC Studios che includeranno il Batman di Matt Reeves e il Joker di Todd Phillips. Ciò significa che potremmo vedere lo stesso personaggio interpretato da due attori diversi molto vicini tra loro, rendendo difficile per il pubblico distinguere i due.

Ecco perché Sylvester Stallone non è in Creed 3

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Ecco perché Sylvester Stallone non è in Creed 3

Creed 3 di Michael B. Jordan è ora nelle sale cinematografiche, e molti spettatori di fronte al film potrebbero trovarsi a porsi la stessa domanda: dove è Rocky Balboa di Sylvester Stallone? Stallone ha recitato al fianco di B. Jordan in Creed e in Creed 2, guadagnandosi anche una nomination all’Oscar come attore non protagonista grazie al suo ruolo nel primo film del 2015. Ma Sylvester Stallone è del tutto assente da Creed 3, salvo un credit da produttore associato.

Creed 3 segna la prima volta in nove film e 47 anni che un film della serie “Rocky” non presenta il suo iconico personaggio Rocky Balboa. Il motivo dietro l’abbandono di Stallone è duplice: non era il più grande fan della direzione creativa di Creed 3, e il suo scontro con il produttore di franchising di lunga data Irwin Winkler continua da anni.

Creed 3, sceneggiato da Keenan Coogler e Zach Baylin e si basa su una storia che hanno inventato con il regista originale del primo film Ryan Coogler, è una versione molto più cupa dell’edificante franchise di “Rocky“. Come ha osservato il critico cinematografico di Variety Owen Gleiberman nella sua recensione, “Creed 3” è un dramma sportivo che sembra più un thriller ispirato a “Cape Fear” che un film tradizionale di “Rocky“.

“È una situazione che mi rattrista perché so cosa avrebbe potuto essere”, ha detto Sylvester Stallone a THR in merito al disaccordo con il tono del sequel. “È stata presa in una direzione molto diversa da come l’avrei presa io. È una filosofia diversa: quella di Irwin Winkler e Michael B. Jordan. Gli auguro ogni bene, ma sono molto più sentimentale. Mi piace che i miei eroi vengano picchiati, ma non voglio che vadano in quello spazio oscuro. Sento solo che le persone hanno già abbastanza oscurità.”

Michael B. Jordan era anche interessato a realizzare un film di Adonis Creed che parlasse di Adone. Il primo film di “Creed” si è concentrato sulla relazione tra Adonis e Rocky, mentre “Creed 2” ha spinto Adonis sulla sua strada. Per Michael B. Jordan, aveva senso solo che “Creed 3” mostrasse Adonis senza la protezione di Rocky.

Prima di tutto, il DNA di Sly e Rocky è attraverso l’intero franchise“, ha detto Michael B. JordanHOT97 prima dell’apertura del terzo film. “Non puoi avere questi film [senza quello]. Quello spirito perdente, penso, collega il perdente in tutti noi… voglio che Adonis si regga sulle sue gambe. Per farlo, dovevamo andare nel passato. Quali sono stati quegli anni di trasformazione, quei traumi infantili che hanno plasmato [Adonis] oggi? Penso che lo spazio di questa storia riguardasse davvero Adonis Creed che andava avanti con la sua famiglia e lo faceva andare avanti. È così che abbiamo sviluppato la storia per questo film.”

Lo scontro di Stallone con Winkler è una ragione ancora più grande rispetto alla sua assenza in “Creed 3″. Lo scontro è diventato così agguerrito che potrebbe significare che Stallone non interpreterà mai più come Rocky. I due hanno litigato a lungo per i diritti del franchise “Rocky“, che Winkler possiede sin dall’originale del 1976, vincitore dell’Oscar. Sylvester Stallone quando ra un attore in difficoltà e sconosciuto ha ingenuamente venduto a Winkler i diritti sul personaggio, chiaramente ignaro del potenziale di franchising per il personaggio.

Parlando con la conduttrice di SiriusXM Jessica Shaw lo scorso novembre, Stallone ha affermato che è stata “una dura corsa emotiva” tagliare i legami con il franchise di “Rocky” per “Creed 3”. L’attore ha aggiunto che doveva farlo perché “non puoi fare pace con qualcuno che è stato così, così nefasto, secondo me“. Stallone si riferiva a Winkler, ovviamente.

Sylvester Stallone ha parlato per la prima volta del suo risentimento per i diritti di “Rocky” in un’intervista del 2019 con Variety. Sebbene abbia guadagnato sul film originale – che è costato poco più di $ 1 milione per la produzione e ha incassato $ 225 milioni a livello globale – e ha ricevuto il primo dollaro lordo sui primi sequel, Stallone non mantiene i diritti sui personaggi. “Non ho alcuna proprietà di ‘Rocky‘”, ha detto Stallone a Variety all’epoca. “Ogni parola, ogni sillaba, ogni errore grammaticale è stata tutta colpa mia. È stato scioccante che non sia mai successo, ma mi è stato detto: “Ehi, sei stato pagato, quindi di cosa ti lamenti?” Ero furioso.

Lo scontro tra Stallone e Winkler sui diritti di “Rocky” è stato riacceso nel 2022, quando Stallone ha pubblicato un post su Instagram a luglio con un ritratto di Winkler come un serpente dalla lingua di coltello. “Un ritratto molto lusinghiero del grande produttore di ‘Rocky’/’Creed’, Irwin Winkler, da uno dei più grandi del paese“, ha scritto Stallone nella didascalia. “Dopo che Irwin ha controllato ‘Rocky’ per oltre 47 anni, e ora ‘Creed’, mi piacerebbe davvero riavere indietro almeno un po’ [di] WHAT’S LEFT dei miei diritti, prima di passarlo a ONLY YOUR CHILDREN — credo che sarebbe un gesto giusto da parte di questo signore di 93 anni?

Poche settimane dopo, MGM ha annunciato che stava sviluppando un nuovo film spin-off “Rocky” incentrato sulla famiglia Drago. Dolph Lundgren ha interpretato il ruolo del rivale russo di Rocky, Ivan Drago, in “Rocky IV”, mentre Florian Munteanu ha debuttato nel ruolo del figlio di Ivan in “Creed II”. Robert Lawton è stato assunto per scrivere la sceneggiatura. Stallone si è espresso pubblicamente contro lo spin-off e ha affermato di non essere mai stato informato del suo sviluppo. Rispetto al progetto ha così commentato: “Un altro colpo al cuore… L’ho appena scoperto… ANCORA UNA VOLTA, questo PATETICO PRODUTTORE di 94 anni e I SUOI ​​BAMBINI AVVOLTOI MORONICHE E INUTILI, Charles e David, stanno ancora una volta ripulendo LE OSSA di un altro meraviglioso personaggio che ho creato senza nemmeno dirmelo“, ha scritto Stallone. su Instagram. “CHIEDO SCUSA ai FAN, non ho mai voluto che i personaggi ROCKY venissero sfruttati da questi parassiti”. “A proposito, non ho altro che rispetto per Dolph, ma vorrei che mi avesse detto cosa stava succedendo alle mie spalle“, ha aggiunto Stallone all’epoca. “Tieni vicini i tuoi VERI amici.

Jonathan Majors affronta le terribili recensioni di “Quantumania”: “Non cambia il modo in cui mi vedo”

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) ha introdotto Jonathan Majors nell’universo cinematografico Marvel nei panni di Kang il Conquistatore, il nuovo cattivo del franchise che eredita il ruolo chiave avuto nella precedente saga da Thanos. Mentre l’attore ha ricevuto recensioni entusiastiche per il suo Kang silenziosamente minaccioso, lo stesso non si può dire del film “Quantumania” che è stato ampiamente stroncato. Il film è uno dei  film Marvel peggio recensiti della storia con un 48% su Rotten Tomatoes, che quasi corrisponde al punteggio record di “Eternals” arrivato al 47% di gradimento. Anche il punteggio di Metacritic del film si attesta a un misero 48 %. Questa settimana Jonathan Majors ha partecipato al podcast “Screen Talk” di IndieWire e ha affrontato il tema e i bassi punteggi collezionati da Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Non cambia il modo in cui mi vedo, punto. Sono tutti dati“, ha detto Majors a proposito delle recensioni negative. “Sono una performance all’interno di una storia. Una cosa che dirò alla mia squadra mentre stiamo lasciando una premiere se stanno leggendo le recensioni, dirò: “Come va il film?” Cerco di pulire il mio piatto e di prendermi cura della mia parte. Mi do una risposta: ‘Sei puro. Sei bravo. A loro piaci.’ E mi parlano del film. A volte anche il film è a quel livello, a volte [non lo è]”.

Sono solo persone“, ha aggiunto Majors a proposito dei critici cinematografici. “Hanno un’opinione. Hai sempre un’opinione. Non sono uno sciocco. So che queste sono persone che lo scrivono. Questi non sono i miei professori di Yale oi miei insegnanti di recitazione. Queste sono persone che hanno figli e hanno una prospettiva, hanno un’educazione religiosa o non ce l’hanno. Vivono in questa città, o vogliono essere visti in questo modo o non vogliono essere visti in questo modo. Guardo l’aggregato e, ok, 47. Ma cosa significa quel 47 quando hai anche ottenuto quel risultato al botteghino? Cosa significano queste cose? Sono informazioni. Sono al corrente. Non cambierò me stesso. Se sei un critico di livello, probabilmente ti conosco e capisco la tua politica.”

Lo sceneggiatore di “Ant-Man and the Wasp: Quantumania” Jeff Loveness ha detto a  The Daily Beast  dopo l’inizio del film che i critici che odiavano il film lo hanno colto di sorpresa, aggiungendo: “Ero in una posizione piuttosto bassa… Quelle non erano buone recensioni, e io era come, ‘Ma che…?‘” – Sono davvero orgoglioso di quello che ho scritto per Jonathan [Majors] e Michelle Pfeiffer [la scienziata Janet Pym]“, ha detto Loveness. “Pensavo fosse roba buona, sai? E quindi ero solo scoraggiato, ed ero davvero triste per questo.

Il suo umore è cambiato dopo che ha deciso di partecipare a una proiezione pubblica di “Quantumania” e ha avuto modo di ascoltare i membri del pubblico ridere delle sue battute. Ha detto: “Sono tipo, ‘Dannazione! No, [le recensioni] sono sbagliate! Ho ragione! MODOK è fantastico!’ Nel complesso sono abbastanza contento e penso di aver imparato a prendere un pugno questa settimana. E ora che ho imparato che non è poi così male, posso semplicemente continuare a fare cose.”

L’arco narrativo di Jonathan Majors nell’MCU continuerà attraverso la stagione 2 di “Loki” e oltre fino al crescendo con “Avenger: The Kang Dynasty” in arrivo nel 2025.

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) è stato ancora una volta diretto da Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Alien: al via le riprese del nuovo film, ecco la “criptica” sinossi e il cast

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20th Century Studios ha annunciato nuovi dettagli sulla trama, aggiunte al cast e stato di produzione per l’ultimo film di “Alien“. Mentre la premessa per il film ancora da intitolare è stata tenuta nascosta, lo studio ha rivelato che il film seguirà “un gruppo di giovani in un mondo lontano, che si trovano a confrontarsi con la forma di vita più terrificante nell’universo”. Ieri vi abbiamo anticipato  una delle prime interpreti annunciate, Isabela Merced.

Gli attori che dovranno affrontare le forme terrificanti sono David Jonsson (“Industry”), Archie Renaux (“Shadow and Bone”), Isabela Merced (“Rosaline”), Spike Fearn (“The Batman”) e Aileen Wu (“Away from Home”), che si uniranno tutti alla protagonista precedentemente annunciata, Cailee Spaeny (“Mare of Easttown”). Oltre all’annuncio del cast, 20th Century Studios ha annunciato che il nono film della serie inizierà la produzione il 9 marzo a Budapest.

Fede Alvarez, è regista, sceneggiatore e produttore, proseguendo la sua carrier in film horror, dopo aver lavorato a “Millennium – Quello che non uccide”, “Don’t Breathe” e il remake di “Evil Dead. A produrre il film c’è anche la Scott Free, la società del regista originale di “Alien”, Ridley Scott che è produttore esecutivo con Michael Pruss (“Our Friend”). Scott e Pruss sono affiancati dai produttori Brent O’Connor (“Bullet Train”), Elizabeth Cantillon (“Persuasion”) e Tom Moran (“The Donut King”).

Il progetto senza titolo si unisce alla serie prequel, presentata per la prima volta nel 2012, con “Prometheus“, seguito da “Alien: Covenant“. La serie prequel è l’ultima iterazione e segue la serie originale iniziata nel 1979, con “Alien“, seguita da “Aliens“, “Alien 3“, “Alien Resurrection” e poi la serie crossover iniziata nel 2004, con “Alien vs. Predator” e “Aliens vs. Predator: Requiem”. Mentre la data di produzione è stata annunciata per la prossima settimana, il progetto senza titolo deve ancora fissare una data di uscita al cinema!

Tom Sizemore: morto l’attore di “Salvate il soldato Ryan”

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Tom Sizemore: morto l’attore di “Salvate il soldato Ryan”

Morto Tom Sizemore. L’attore 61enne si è spento dopo che il team medico ha scollegato il supporto vitale che lo teneva in vita a cui l’attore era sottoposto dopo aver subito un aneurisma cerebrale il 18 febbraio. A darne notizia a Variety è stato il suo manager Charles Lago.È con grande tristezza e dispiacere che devo annunciare che l’attore Thomas Edward Sizemore (‘Tom Sizemore’) di 61 anni è morto serenamente nel sonno oggi al St Joseph’s Hospital di Burbank“, ha dichiarato Lago in una nota. “Suo fratello Paul e i gemelli Jayden e Jagger (17) erano al suo fianco.” Lago aveva precedentemente affermato il 27 febbraio che “i medici hanno informato la sua famiglia che non ci sono più speranze e hanno raccomandato la decisione di porre fine alla vita”.

Il 18 febbraio, Tom Sizemore è stato colpito da un malore nella sua casa di Los Angeles ed è stato trasportato in ospedale dai paramedici. Lì, i medici hanno stabilito che aveva subito un aneurisma cerebrale a seguito di un ictus. Da allora Sizemore era rimasto in condizioni critiche ed era stato in coma in terapia intensiva. “Sono profondamente rattristato dalla perdita del mio fratello maggiore Tom“, ha detto suo fratello Paul Sizemore in una dichiarazione. “Era più grande della vita. Ha influenzato la mia vita più di chiunque altro io conosca. Era talentuoso, amorevole, generoso e poteva farti divertire all’infinito con la sua arguzia e capacità di narrazione. Sono devastato che se ne sia andato e mi mancherà sempre.

Nato a Detroit il 29 novembre 1961, Tom Sizemore si è trasferito a New York City per dedicarsi alla recitazione negli anni ’80. Uno dei suoi primi crediti è arrivato nel 1989 con un’apparizione nel candidato al miglior film di Oliver Stone “Nato il 04 Luglio”.

Conosciuto per aver interpretato il duro, è diventato famoso negli anni ’90 con film come “Harley Davidson and the Marlboro Man”, “Passenger 57”, “True Romance” e “Natural Born Killers“. Ha avuto la sua grande occasione nel film di guerra di Steven Spielberg del 1998 “Salvate il soldato Ryan”, in cui interpretava il sergente tecnico Mike Horvath. “Salvate il soldato Ryan” ha ottenuto una nomination come miglior film agli Academy Awards. Insieme ai suoi co-protagonisti, tra cui Tom Hanks e Matt Damon, Sizemore ha ricevuto una nomination allo Screen Actors Guild per l’eccezionale interpretazione di un cast in un film. Nel corso della sua carriera, Sizemore ha lavorato con registi come Michael Mann, Martin Scorsese, Peter Hyams, Carl Franklin, Oliver Stone, Ridley Scott e Michael Bay.

Captain America: 7 modi in cui Chris Evans potrebbe tornare nella Saga del Multiverso

Un paio di anni fa, è stato annunciato che Chris Evans aveva firmato una sorta di accordo con i Marvel Studios per riprendere il ruolo di Steve Rogers/Captain America nel MCU. La Fase 4 si è appena conclusa e non c’è stata traccia del Vendicatore a stelle e strisce, nemmeno in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Tuttavia, man mano che ci addentriamo nella Saga del Multiverso, c’è la possibilità concreta che Evans riprenda il ruolo, in particolare in film come Captain America: New World Order e Avengers: Secret Wars: ecco come potrebbe ritornare.

Il mentore di Sam Wilson

Non sappiamo ancora con certezza se Steve sia vivo o morto dopo Avengers: Endgame, ma non c’è motivo di pensare che non possa rimanere nel MCU da vecchio. Quanto Evans sia interessato a ricoprire un ruolo del genere è un altro discorso, ma nei fumetti abbiamo visto che è un concetto che può funzionare.

Come mentore di Sam Wilson, Steve potrebbe fungere da cassa di risonanza per il nuovo Capitan America, indirizzandolo nella giusta direzione e cerca di essere all’altezza dell’eredità del suo amico. Non è solo l’ex Falcon che potrebbe essere aiutato dal vecchio Steve: con Bucky che si sta preparando a guidare i Thunderbolts, anche lui potrebbe chiedere l’aiuto di Cap per prendere il comando della sua squadra.

Direttore dello S.W.O.R.D.

Captain America HYDRAAnche se non può essere in grado di fare il fisico, uno Steve più anziano può ancora contribuire in modo significativo all’MCU.

Nei fumetti, quando il siero del Super Soldato è stato rimosso dal suo corpo, è invecchiato, ma ha preso il comando dello S.H.I.E.L.D. È del tutto possibile che voglia godersi la pensione, naturalmente, ma se ora è vedovo, forse l’ex Capitan America sarebbe disposto a guidare lo S.W.O.R.D.? Ci rattrista pensare che Cap appenda lo scudo al chiodo e vada in pensione, ma dopo aver viaggiato nel passato, è possibile che abbia addirittura creato lo S.W.O.R.D. con Peggy per assicurarsi che ci fosse un sostituto dello S.H.I.E.L.D. in attesa di proteggere il mondo.

Capitan America: Reborn

Captain America: RebornNon vediamo l’ora di vedere Sam Wilson nei panni di Capitan America, ma è ancora difficile non sperare che Steve Rogers torni un giorno a brandire lo scudo. Il fatto che l’eroe venga in qualche modo svecchiato dopo che Sam è stato messo in disparte sarebbe un momento epico, soprattutto se la minaccia per il MCU è abbastanza grande (Kang il Conquistatore e le sue numerose varianti, per esempio).

Arriveremo a questo punto forse troppo in avanti, ma potrebbe essere il modo più gradito ai fan per riportare in vita l’eroe. Nei fumetti, sia Bucky che Falcon hanno preso il posto di Steve come Capitan America, ma alla fine lo scudo torna sempre a lui. Dopo che Sam avrà avuto una buon arco nei fumetti, questo potrebbe accadere anche nel MCU.

Weapon X

Captain America Weapon XWolverine e gli X-Men stanno per arrivare nel MCU e, anche se non sappiamo ancora esattamente come funzionerà, l’esplorazione della storia di Logan potrebbe portare Evans a vestire nuovamente i panni del protagonista.

Nei fumetti, il Siero del Super Soldato e il programma Weapon X sono strettamente collegati e Steve ha effettivamente combattuto al fianco di James Howlett durante la Seconda Guerra Mondiale. Un flashback che mostri l’incrocio dei due eroi darebbe a Wolverine una storia consolidata nel MCU e sarebbe un’altra occasione per vedere cosa significava per Cap combattere per il suo Paese durante la guerra. Hugh Jackman ha recentemente lasciato intendere che interpreterà più di un Wolverine in Deadpool 3, quindi un po’ di follia multiversale in quel threequel potrebbe rendere questo incontro di fantasia una realtà.

Viaggio nel tempo

Captain America EndgameQuando ComicBookMovie ha incontrato i fratelli Russo un paio di anni fa, abbiamo chiesto se il viaggio nel tempo di Capitan America – che lo ha visto riportare ciascuna delle Gemme dell’Infinito al suo posto – fosse una storia che avrebbero voluto raccontare. “Sarebbe una grande storia da raccontare, senza dubbio”, ci ha detto Joe.

Non so se debba essere raccontata, ma sarebbe una grande storia da raccontare e ci piacerebbe molto farlo, ma credo che ora ci siano altre storie da portare avanti“, ha concluso il regista. Quindi è un “forse”, ma a prescindere dal fatto che i registi tornino nel MCU per esplorare questo periodo, ha tutte le carte in regola per essere una grande serie Disney+. Ci auguriamo che questo diventi realtà, soprattutto perché tutto, dall’incrocio di Cap con Red Skull a ciò che è successo dopo il ricongiungimento con Peggy, sembra una storia degna di essere raccontata.

Secret Empire

Secret EmpireUna delle storie più controverse della Marvel ci ha fatto scoprire che Capitan America era segretamente fedele all’HYDRA. Con il passare dei mesi, il suo status di malvagio è stato consolidato da una serie di azioni violente e scioccanti che hanno visto Steve Rogers fare tutto il necessario per far sì che il mondo “Salutasse l’HYDRA!”.

Secret Empire avrebbe rivelato che il Cubo Cosmico aveva creato questo secondo Cap malvagio, e il vero personaggio sarebbe poi tornato per sconfiggere il suo doppelgänger malvagio. Sarebbe sicuramente necessario apportare alcune modifiche alla trama, ma è innegabile che abbia un certo potenziale per il grande schermo se gestita nel modo giusto. Ad esempio, agli Eroi più potenti della Terra potrebbe sembrare che Cap sia tornato, per poi scoprire che questa versione malvagia è un impostore. I Marvel Studios potrebbero anche seguire la strada della variante con questo concetto.

Secret War

Secret WarsSe Avengers: The Kang Dynasty sarà incentrato sull’esplorazione di ciò che accade quando le numerose varianti di Kang entrano in guerra, allora Secret Wars dovrà essere l’occasione per assistere alla creazione di un nuovo mondo.

Al momento, il film basato sulla serie di successo di Jonathan Hickman sembra una direzione più probabile per i Marvel Studios, anche se la possibilità di mettere tutti questi personaggi l’uno contro l’altro sarebbe uno spasso da vedere. È in questo mondo che Captain America potrebbe tornare dalla morte, anche se non necessariamente nel modo in cui molti di noi si aspettano. Tutto dipende dalla portata di questo film sui Vendicatori, ma anche il fatto che Steve sia il Presidente degli Stati Uniti sarebbe uno sviluppo affascinante, soprattutto se è effettivamente allineato con l’HYDRA. Un’altra possibilità è che gli eroi sopravvissuti di tutto il Multiverso si riuniscano per fermare il Beyonder, con una variante di Captain America nascosta tra loro!

Il rito: la vera storia dietro il film horror con Anthony Hopkins

Il cinema ha più volte tratto ispirazione dalle storie di possessioni ed esorcismi per i film horror. Sono numerosi i celebri titoli a riguardo, da L’esorcista a The Prodigy – Il figlio del male. Un altro titolo tanto affascinante quanto controverso appartenente a questa tipologia di opere è Il rito (qui la recensione), diretto nel 2011 dallo svedese Mikael Håfström, regista ricordato in particolare per gli horror Drowning Ghost – Oscure presenze e 1408. Rispetto a questi, con Il rito Håfström affronta però un tema particolarmente più spaventoso in quanto legato a vicende e testimonianze reali.

Il film è infatti ispirato al saggio semibiografico Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi, del giornalista italoamericano Matt Baglio. Divenuto un vero e proprio caso editoriale, il libro ha rapidamente suscitato l’interesse degli studios hollywoodiani, con la New Line Cinema e la Warner Bros. che ne hanno poi acquistato i diritti per realizzare un film su di esso basato. Questo venne dunque realizzato a partire da fatti concreti e non dalla pura immaginazione. La partecipazione di Baglio e di veri esorcisti in qualità di consulenti, ha poi permesso di rendere il tutto più realistico e spaventoso.

La stessa Chiesa Cattolica ha poi elogiato il film, ritenendolo fedele alla realtà degli esorcismi e alla forza della fede. A distanza di oltre un decennio rimane dunque uno dei grandi film da vedere sull’argomento, un’opera che non manca di suscitare paure e fascino. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, al libro e alla vera storia oltre il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il rito

Il film segue le vicende di Michael Kovak, che decide di mollare tutto ed entrare in seminario. Il giovane, più che per vocazione, ha scelto questa strada per poter studiare. Sarà il suo padre spirituale a suggerirgli, prima di lasciare definitivamente la vita clericale a studi conclusi, di frequentare un corso per esorcisti a Roma. Non poco riluttante, Michael accetta però la proposta e, una volta arrivato nel capoluogo italiano, entra in contatto con Padre Lucas, un prete alquanto particolare che usa metodi affatto ortodossi. L’uomo gli farà vedere il lato più oscuro della sua fede, portandolo a confronti con veri casi di possessione demoniaca.

Ad interpretare padre Lucas, vi è l’attore premio Oscar Anthony Hopkins, dichiaratosi affascinato dall’argomento e dal ruolo. Accanto a lui, nel ruolo dell’effettivo protagonista del film, ovvero Michael Kovak, vi è l’attore Colin O’Donoghue, principalmente noto per il ruolo di Capitano Uncino nella serie C’era una volta. Si ritrovano poi nel cast gli attori Alice Braga nei panni della giornalista Angelina, Toby Jones in quelli di padre Matthew e Ciarán Hinds in quelli di padre Xavier. Infine, fa parte del cast anche l’attore Rutger Hauer, noto per essere stato Roy Batty in Blade Runner, e qui interprete di Istvan Kovak.

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Il rito, il libro e la vera storia dietro il film

Per la scrittura del suo libro, Baglio si è documentato intervistando quasi 20 esorcisti e assistendo a più di 30 esorcismi ufficiali cattolici. Partendo dal presupposto che il Diavolo esista esclusivamente come male teorico, lo scrittore ha in particolare collaborato insieme a padre Gary Thomas per dar vita ad una storia dell’esorcismo, sia da un punto di vista investigativo sia per quanto riguarda le varie tipologie esistenti di tale pratica. Baglio conobbe padre Thomas durante le sue ricerche sull’argomento a Roma, dove egli seguiva un corso per poter diventare un esorcista abilitato a tale professione.

Il libro raccoglie dunque varie testimonianze, ma è poi fortemente incentrato sulla figura dello stesso Thomas e su alcune sue effettive esperienze come esorcista. Questi apprese la materia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, dove eseguì le pratiche esorcizzanti aiutato dal più esperto padre Carmine. In generale Padre Thomas assistette a più di ottanta casi di possessione che egli ritiene veri o presunti tali. L’iniziale scetticismo e riluttanza di padre Gary viene dunque ben presto sostituita dalla fredda realtà del male e dai modi in cui a volte questo assume la forma della possessione demoniaca.

Dopo aver completato il proprio percorso, Thomas decise di lasciare Roma per tornare negli Stati Uniti, dove è oggi riconosciuto come uno dei 14 esorcisti statunitensi certificati dal Vaticano e abilitati a tale pratica. Il film, dunque, non ripropone in maniera diretta un preciso caso di esorcismo praticato da padre Thomas, bensì una sorta di compendio di tutte le testimonianze riportate nel libro. L’esorcista ha infatti raccontato di essersi trovato di fronte ad ogni tipo di possessione conosciuta e con tale esperienza ha potuto fornire una consulenza particolarmente accurata ai fini dell’ottenimento di un maggior realismo.

Il trailer di Il rito e dove vedere il flm in streaming e in TV

È possibile fruire di Il rito grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 3 marzo alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb, LATimes

Daisy Jones & The Six, la recensione della serie con Sam Claflin

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Arriva, o meglio, dovremmo dire irrompe su Prime Video dal 3 marzo Daisy Jones & The Six, la nuova serie musicale ambientata negli anni ’70 del rock’n’roll e basata sul romanzo best-seller di Taylor Jenkins Reid. In cabina di regia Scott Neustadter e Michael H. Weber che mettono in piedi una storia appassionante, in un contesto storico ben preciso, mettendo insieme tutta una serie di elementi infiammabili e posizionandoli molto molto vicini al fuoco: cinque giovani musicisti aspiranti rockstar, la giovanissima innamorata di uno di loro, una ragazza piena di talento e di paure, la musica degli anni ’70, la fame di fama, la droga, l’alcol, la dipendenza, l’amore, la famiglia.

In pochissime parole sono questi gli elementi che caratterizzano lo show che trai vari nomi della sua crew vanta anche quello di Blake Mills, che insieme agli autori ha composto 24 canzoni originali appositamente per le esibizioni messe in scena dal talentuosissimo cast della serie. Ma qual è la storia di Daisy Jones & The Six?

Cosa è successo ai Daisy Jones & The Six?

Il gruppo, formato dai Six, una band rock di grande successo, e Daisy Jones, una cantautrice molto talentosa e turbolenta, vive un momento di successo travolgente, ma dopo un concerto sold-out al Soldier Field di Chicago nel 1977 si scioglie per sempre, senza mai più tornare a esibirsi. A distanza di anni, un misteriosi documentarista intervista tutti gli ex protagonisti di quell’avventura per cercare di capire cosa è davvero successo ai Daisy Jones & The Six.

La forma del finto documentario, detto mockumentary, con i protagonisti che vengono intervistati e guardano in macchina sembra stata scelta perché pare dare una patina di verità a una Soria che già di per sé potrebbe essere la storia vera di un gruppo realmente esistito. E invece no, Daisy Jones & The Six è semplicemente un omaggio a quella musica, a quei gruppi, a quegli artisti / eroi che hanno fatto sognare tanta gente e che in qualche modo sono stati anche una fuga, un’aspirazione impossibile, un miraggio e una fuga dalla quotidianità per moltissimi.

Un cast in stato di grazia guidato da Riley Keough e Sam Claflin

Riley Keough, Sam Claflin, Camila Morrone, Suki Waterhouse, Will Harrison, Josh Whitehouse, Sebastian Chacon, Nabiyah Be, Tom Wright e Timothy Olyphant formano lo straordinario cast di una serie che si fonda su meccanismi classici, su triangoli amorosi, sulla definizione di famiglia, sulla necessità di essere protagonisti della propria vita, sull’imparare a condividere, a stare insieme, a coltivare un sogno e a saper stare al mondo. Non c’è niente di nuovo sotto al sole di Daisy Jones & The Six e questa sensazione viene attenuata soltanto dalla scatola da mockumentary che entra nella narrazione e ci fa credere che ci sia una grande rivelazione alla fine della strada, una giustificazione per lo scioglimento del gruppo.

Non stiamo qui a svelarvi il segreto del finale di serie, perché un segreto c’è anche se è quello che non ci si aspetta. Quello che però rimane impresso di questa serie è la bellezza dei momenti musicali in cui Riley Keough e Sam Claflin fanno squadra, in cui davvero, come due veri amanti, come due vere rockstar, si prendono il palco e la musica e ne fanno magia, ma anche l’inaspettata e spiazzante intensità con cui Camila Morrone dà vita al suo personaggio, la madre dei Six, l’ago della bussola, colei senza la quale la band e questa storia non sarebbero mai esistiti.

Daisy Jones & The Six è una serie molto classica, ma che nasconde nei dettagli la sua anima rock, lo fa con i costumi, con la fotografia, con la scelta stessa di casting, e mette in piedi un racconto per certi versi epico: l’ascesa e la caduta di giovani artisti che rincorrendo la musica hanno perso se stessi.

Prime Video ha svelato il teaser trailer italiano di Dead Ringers

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Dopo la versione originale oggi Prime Video ha svelato il teaser trailer dell’attesissimo thriller psicologico Dead Ringers. Rivisitazione in chiave contemporanea del thriller di David Cronenberg del 1988 con Jeremy Irons, Dead Ringers vede Rachel Weisz nel doppio ruolo di Elliot e Beverly Mantle, due gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e un desiderio sfacciato di fare tutto il necessario – anche spingersi oltre i confini dell’etica medica – nel tentativo di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria alle donne. Tutti i sei episodi saranno disponibili dal 21 aprile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

Rachel Weisz è anche executive producer della limited-series creata e scritta dalla scrittrice e sceneggiatrice candidata agli Emmy Alice Birch (Normal People, Succession, Il prodigio), che ne è anche executive producer. Nel cast della serie anche Britne Oldford (The Umbrella Academy, American Horror Story: Asylum) nel ruolo di Genevieve, Poppy Liu (Hacks, Better Call Saul) nel ruolo di Greta, Michael Chernus (Scissione, Orange is the New Black) nel ruolo di Tom, Jennifer Ehle (Zero Dark Thirty, Saint Maud) nel ruolo di Rebecca ed Emily Meade (The Deuce: La via del porno, The Leftovers – Svaniti nel nulla) nel ruolo di Susan.

Il regista Sean Durkin (La fuga di Martha, The Nest – Il Nido, The Iron Claw) ha diretto i primi due episodi e ha co-diretto l’ultimo episodio della serie. Il team di regia include anche Karyn Kusama (Jennifer’s Body, Girlfight), Karena Evans (P-Valley, Snowfall) e Lauren Wolkstein (A Friend of the Family, Y: L’ultimo uomo).

Dead Ringers è co-prodotta da Amazon Studios e Annapurna Television. Alice Birch, che è la showrunner della serie, ed è executive producer insieme a Rachel Weisz per Astral Projection, Stacy O’Neil, Sue Naegle e Sean Durkin. Ali Krug è executive producer per Annapurna Television. Erica Kay, Anne Carey e Polly Stokes sono executive producers. James G. Robinson, David Robinson e Barbara Wall sono executive producer per Morgan Creek.

Road to Oscar 2023: la Migliore sceneggiatura Originale e Adattata

La sceneggiatura è una scrittura di servizio, non è mai un’opera conclusa ma aspetta sempre l’intervento di qualcun altro per entrare nel regno dell’essere. La sceneggiatura però racconta una storia, spesso setta i tempi e il tono di un film (nel nostra cosa parliamo di sceneggiature cinematografiche, ovviamente) ed è giusto che, come tutti i mestieri del cinema, abbia un posto anche nell’ambito dei riconoscimenti assegnati dall’Academy Awards.

Anche per gli Oscar 2023, le categorie di eccellenza dedicate alla sceneggiatura sono due, la prima per la migliore sceneggiatura originale, ovvero la storia che è frutto dell’invenzione dell’autore della stessa, e la seconda è per la migliore sceneggiatura adattata, che parte quindi da un’opera pre-esistente, che più spesso è un libro, ma può essere anche un articolo di giornale, un’inchiesta, un fumetto, insomma un’altra storia pre-esistente che viene declinata nel linguaggio cinematografico. Scopriamo insieme quali sono i candidati di quest’anno per le migliori sceneggiature e cerchiamo di capire a chi andrà l’Oscar 2023 per la migliore sceneggiatura originale e adattata.

Sceneggiatura adattata

La cinquina in categoria è estremamente varia, quest’anno, sia per genere che per ambizione che i film in oggetto hanno. Si parte dal tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale, riadattamento (il terzo) del romanzo omonimo di Erich Maria Remarque. Pur non trattandosi di ‘un’operazione particolarmente ispirata o efficace, la scrittura del film è comunque molto solida, partendo da un romanzo che ha fatto la storia del genere, eppure desta perplessità la sua presenza in cinquina. D’altronde però il film stesso, che ha guadagnato 9 nomination, è un piccolo caso di stagione, dal momento che ha sto-vinto ai BAFTA e che conta di portare a casa qualche riconoscimento anche presso l’Academy. Edward Berger, che firma anche la regia, non brilla certo per originalità, ma è probabile che il momento storico abbia fatto sentire la necessità di valorizzare il suo lavoro.

Secondo titolo in nomination è Glass Onion: A Knives Out Mystery, firmata da Rian Johnson. Anche in questo caso, il mistero è più nella nomination che nel film, dal momento che, a differenza della perfezione strutturale con il quale era stato scritto il film di cui questo è un sequel diretto (Cena con delitto, 2019), in questo casi i meccanismi non sembrano bene oliati e il dramma prende presto il posto del whodunit, che dovrebbe essere invece il cuore del progetto. Questo posto in nomination sembra però in qualche modo dovuto a un film che, battente bandiera Netflix, gode della fortuna del suo predecessore.

Uno dei titoli più interessanti degli ultimi mesi e che con sorpresa è arrivato fino agli Oscar con due nomination (l’altra è per la splendida performance di Bill Nighy da protagonista) è Living, diretto da Oliver Hermanus e remake dello splendido Vivere di Akira Kurosawa. Lo stile giapponese, dilatato e delicato trasuda da ogni frame del film e apparentemente anche dalla scrittura, discreta, precisa, sempre elegante, forse anche troppo formale, come il protagonista di cui racconta. Firmato dallo scrittore giapponese Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro, lo script di Living merita a tutti gli effetti di essere riconosciuto come uno dei migliori testi dell’anno, anche se forse ha davvero poche possibilità di vittoria.

Steven Spielberg lo ha definito il film che ha salvato il cinema, e per molti versi è così: Top Gun: Maverick arriva alla Notte degli Oscar 2023 con diverse nomination, qualcuna in meno (quella a Tom Cruise come migliore protagonista, molto attesa) e qualcuna in più, come questa alla sceneggiatura, che più che omaggiare il testo in sé, omaggia la perfezione del lavoro cinematografico svolto nel dare anima a un sequel a 36 anni dall’originale. Ehren KrugerChristopher McQuarrie e Eric Warren Singer hanno svolto un lavoro che più che ispirato o “bello”, oseremmo definire solido; il film funziona in ogni sua parte, è un ottimo blockbuster, tocca le corde giuste, riesce a coinvolgere e emozionare il suo pubblico, è tutto ciò che un film dovrebbe essere, ma forse premiarlo per la sceneggiatura sembra forse fuori luogo, se non fosse, ed è importante dirlo, che l’hanno cinematografico è stato abbastanza sotto tono e quindi spazio anche ai sequel (è il secondo nominato in categoria) e spazio anche all’ego di Cruise che si propaga in ogni aspetto del film.

Come dicevamo in apertura di questo articolo, la sceneggiatura adattata è una sceneggiatura che parte da qualcosa di già esistente, e nel caso di Women Talking – Il diritto di Scegliere, quinto titolo di categoria, la sceneggiatura è stata tratta da fatti avvenuti nella colonia Manitoba in Bolivia nel 2011. Scritto e diretto da Sarah Polley, il film avrebbe dovuto avere, nelle speranze di chi lo ha realizzato, molto più spazio in questa stagione dei premi, ma si è ridotto ad ottenere soltanto questa nomination unitamente a quella di Miglior Film, che però sembra esclusivamente un riconoscimento dell’Academy, visto che il film ha davvero pochissime possibilità di portare a casa il premio. Tuttavia il lavoro di sceneggiatura di Polley vale la pena di essere preso in considerazione, perché si fa portatore di una sensibilità contemporanea che è importante raccontare e soprattutto si avvale di un gruppo di interpreti che lo portano in vita davvero eccellenti. È davvero improbabile che vincerà, ma è molto bello che sia qui.

Sceneggiatura originale

I contendenti in questa categoria sono senza dubbio interessanti e, come per la categoria gemella, spaziano tra generi e toni. Guida la cinquina Gli Spiriti dell’Isola di Martin McDonagh. Il film, reduce da una stagione dei premi davvero soddisfacente, con grandi successi ai Golden Globes e ai BAFTA, è trai favoriti di categoria, dal momento che McDonagh è molto ben voluto dall’Academy soprattutto per quanto riguarda il suo lavoro di sceneggiatore. Il film è la testimonianza di come un bravo scrittore, quale lui è, riesce a declinare i dilemmi dell’esistenza umana in toni e inflessioni differenti in base alla storia che scegli di raccontare. In questa spietata eppure brillante fotografia della nostra realtà, McDonagh dà davvero il meglio della sua arte che difficilmente lascerà indifferenti i membri dell’Academy, se non fosse per un fortissimo contendente…

Parliamo ovviamente dell’Asso Piglia Tutto Everything Everywhere All at Once che sta facendo piazza pulita in questa season awards e che, ricordiamolo, ha già vinto il premio del sindacato degli Sceneggiatori, il WGA, assegnato a Daniel Kwan e Daniel Scheinert, che firmano anche la regia. Questa maniera disorganica, sbilenca eppure perfettamente controllata di raccontare la storia di una “donna normale” (per quanto può essere normale un personaggio interpretato dalla divina Michelle Yeoh) è senza dubbio il punto forte di uno script che, mai come in questo caso, è al servizio della realizzazione di un film assolutamente sui generis, che ha entusiasmato tanto il pubblico e la critica.

The Fabelmans è la grandezza di Steven Spielberg allo stato puro dell’arte. Non esiste un altro cineasta che, dopo aver raccontato, sempre ad altissimi livelli, tutte le storie e i mondi raccontabili, riesce a conservare una tale freschezza, una tale concentrazione e una tale fiducia nella parola scritta per il cinema quanto questo regista che nel suo 70 anni confeziona un’opera così densa e dolorosa eppure piena di speranza e fiducia nel sogno che ha vissuto tutta la vita. Il segreto del film è proprio nella sua scrittura, con buona pace degli ottimi interpreti, e se The Fabelmans dovesse davvero essere premiato in questa categoria, si potrebbe trattare davvero di uno di quei rari casi in cui a vincere è davvero il migliore.

Come Gli Spiriti dell’Isola, arriva dal Festival di Venezia anche il quarto titolo di questa piccola compagnia di nominati. Parliamo di Tár, scritto e diretto da Todd Field. Il film si poggia completamente sulle spalle della sua grande interprete, Cate Blanchett, che non a caso gareggia per la statuetta di migliore protagonista, ma a nulla sarebbe servito il suo talento se non fosse stato sorretto da una scrittura così affilata e originale. Il film racconta di come il potere piega le coscienze, tutte le coscienze, e lo fa attraverso il personaggio di Lidia Tár, direttore d’orchestra di fama internazionale che lentamente scivola nella pazzia proprio a causa di quel potere che con fatica e dedizione si è guadagnata. Questo punto di vista, così insolito nella contemporaneità, si dimostra fondamentale per rientrare il discorso sul potere che troppo spesso si riduce semplicemente a una conversazione contro il patriarcato. Il film di Field ci mostra proprio attraverso la sua scrittura che il più grande nemico della parità è appunto il potere e l’abuso di esso nelle mani di chi lo detiene.

Chiude questa cinquina di altissimo profilo Triangle of Sadness. Nel 2017, Ruben Ostlund aveva vinto la Palma d’Oro a Cannes con The Square, e questo lo aveva messo sotto i riflettori del cinema internazionale e di Hollywood in particolare. Con la replica di una vittoria così prestigiosa nel 2022 con Triangle of Sadness, il regista svedese che piace così tanto alla Hollywood brillante e riuscito a trovare il suo spazio anche trai nominati agli Oscar 2023, dove concorre in tre delle categorie più prestigiose del premio: Miglior Film, Miglior Regia e, appunto, Migliore Sceneggiatura Originale. Il regista e sceneggiatore svedese non ha niente da invidiare agli altri candidati, che al massimo conosco meglio le regole del gioco, ma sicuramente è un segnale molto importante per l’industria del cinema, il fatto che film in lingua non inglese finiscano con questa frequenza nelle categorie della scrittura. Ha pochissime possibilità di vittoria, ma la satira contro la ricchezza e il lusso che fa Ostlund è sicuramente una via intelligente e efficace di entrare nei meccanismi dell’industria di Hollywood.

Chi vincerà gli Oscar 2023 alle sceneggiature?

Il panorama di candidati alle migliori sceneggiature per gli Oscar 2023 è senza dubbio vasto, ma soprattutto vario. È davvero interessante la differenza di toni e generi che questi dieci film rappresentano e quanto siano inclusivi dal punto di vista dei temi e della provenienza. È chiaro che non c’è una rappresentazione 1:1 di quello che è il mercato di Hollywood, ma sicuramente mostra una interessante pluralità di voci che rappresentano a tutti gli effetti il vero e proprio senso degli Academy Awards e dei premi in generale. Queste competizioni raramente vedono trionfare il film migliore, ma da moltissimi anni ormai si concentrano di più su quello che è il lavoro che invece parla di più alla contemporaneità.

Alla luce di questa osservazione tutt’altro che marginale, sembrano quasi scontate le vittorie nelle rispettive categorie, di Niente di nuovo sul fronte occidentale e di Everything Everywhere All at Once che in un modo o nell’altro sono effettivamente opere che raccontano il nostro tempo, nel caso del primo titolo suo malgrado. E se nella categoria Migliore sceneggiatura Adattata i giochi sembrano fatti, resta comunque forte la speranza di Gli Spiriti dell’Isola di portare a casa questo riconoscimento, dal momento che per le altre categoria in cui è nominata è davvero difficile che riesca a spuntarla. Il giudizio è rimesso al gusto dell’Academy, che la notte del 12 marzo, dal Dolby Theatre, incoronerà il meglio dell’industria cinematografica degli ultimi dodici mesi.

Vichinghi in Vietnam, il nuovo graphic novel, a tema guerra, di Emmetre Edizioni

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Nel 1963, quando gli americani non potevano ancora esporsi in prima persona in azioni dirette contro il territorio del Nord Vietnam, per comandare le motovedette veloci destinate alle missioni di sbarco di commandos, si rivolsero ai loro contatti in Norvegia, che trovarono tre giovani marinai per svolgere questo rischioso compito. Ragnar Andersen, Erik Karlsen e Mads Berg, si dimostrarono eccezionali, rischiando anche la vita per trarre in salvo gli incursori sudvietnamiti che rientravano dalle missioni. Erano i primi momenti della guerra del Vietnam e i “Vichinghi”, così i tre erano soprannominati dalla CIA, non potevano certo immaginare che cosa questo conflitto sarebbe diventato di lì a pochi anni. Ispirato a un’incredibile storia vera,”Vichinghi in Vietnam” (soggetto di Alessandro Giorgi, storico e esperto di storia militare, editore Emmetre Edizioni), è un graphic novel che racconta le avventure di questi giovani norvegesi, bilanciando sapientemente azione e introspezione nelle evocative e potenti tavole sceneggiate e disegnate da Fabrizio De Fabritiis.

Una storia di coraggio, sacrificio e amicizia che, grazie a una narrazione in stile cinematografico, su più livelli, sia temporali che di soggetti narranti, fin dalle prime pagine coinvolge il lettore in quello che è uno scenario di guerra tattica, tra missioni segrete e pericolose, a volte al limite della legalità. Questa narrazione trova il suo culmine emotivo nelle lettere che il protagonista principale, Ragnar, invia alla compagna Linn, dense di calore e affetto, ma soprattutto delle sue riflessioni e pensieri sulle intense esperienze vissute durante il conflitto che lo porteranno, insieme ai suoi due compagni, a evolvere e cambiare.

Nella parte finale del volume troviamo diverse pagine di approfondimento, a cura dell’autore Alessandro Giorgi, che racconta, con dovizia di particolari e interessantissimi aneddoti,  la vera storia e i veri protagonisti che hanno ispirato “Vichinghi in Vietnam” e perché la scelta del fumetto come media per fare conoscere questa incredibile vicenda.

Il volume sarà disponibile dal 13 marzo e verrà presentato in anteprima alla manifestazione Cerea Comics and Games (VR) i  giorni 11 e 12 marzo allo stand Emmetre Edizioni. Domenica 12 alle ore 11 sul palco ci sarà l’incontro ufficiale di presentazione insieme all’autore Alessandro Giorgi e lo sceneggiatore e disegnatore Fabrizio De Fabritiis. Per l’occasione sarà possibile acquistare anche  una stampa speciale a tiratura limitata (solo 100 copie) numerata e firmata dagli autori.

E’ possibile preordinare “Vichinghi in Vietnam” sullo store online di Emmetre Edizioni, approfittando dei convenientissimi pacchetti preordine al seguente link. Il volume è anche preordinabile anche in fumetteria e libreria.

Operation Fortune: trailer del nuovo film di Guy Ritchie con Jason Statham

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E’ stato diffuso il trailer italiano di Operation Fortune, film targato Sky Original attesissimo film di Guy Ritchie con protagonista Jason Statham, che in Italia dal 17 aprile sarà in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW. 

Venticinque anni dopo l’uscita di Lock & Stock – Pazzi scatenati, che vide il debutto alla regia di Ritchie e l’ascesa di Statham come superstar del cinema e che è stata la prima di una lunga serie di pellicole che ha visto la coppia lavorare assieme, Ritchie e Statham tornano a collaborare in questa adrenalinica e divertentissima spy action comedy, assieme ad un cast di superstar come Aubrey Plaza, Cary Elwes, Hugh Grant, Josh Hartnett e Bugzy Malone.  

La trama di Operation Fortune

La superspia Orson Fortune (Jason Statham) viene reclutata da un’associazione mondiale di controspionaggio per cercare di sventare la vendita di una potentissima e oscura arma tecnologica, detta “la maniglia”, che minaccia di sovvertire l’ordine del pianeta, in possesso del ricchissimo trafficante d’armi Greg Simmonds (Hugh Grant). Insieme ad alcuni dei migliori agenti del mondo (Aubrey Plaza, Cary Elwes, Bugzy Malone), Fortune e la sua banda reclutano la più grande star del cinema di Hollywood Danny Francesco (Josh Hartnett) perché li aiuti in una missione sotto copertura che li porterà in giro per il pianeta e che ha lo scopo di salvare il mondo.

Chang a Canestro: trailer del nuovo film Disney+

Chang a Canestro: trailer del nuovo film Disney+

Guarda il trailer del nuovo film originale Disney+ Chang a Canestro, che debutterà in esclusiva su Disney+ il 10 marzo. Scritta e diretta da Jingyi Shao, al suo debutto in un lungometraggio, la commedia sportiva di formazione ha come protagonisti Bloom Li, Dexter Darden, Ben Wang, Zoe Renee, Chase Liefeld e Mardy Ma. I produttori del film sono Rishi Rajani, Lena Waithe e Brad Weston, mentre Pamela Thur è l’executive producer.

Shao ha dichiarato: “Questo film è la mia lettera d’amore alla pallacanestro e a come mi ha aiutato a capire meglio la famiglia, l’amicizia e l’esperienza degli asiatico-americani/immigrati, a crescere e ad assumersi le proprie responsabilità anche quando le probabilità sono contro di te, e a imparare a credere in te stesso e a superare non solo le barriere poste dagli altri, ma soprattutto quelle imposte da te stesso“.

Rajani e Waithe hanno dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di questo film. Jingyi, l’intero cast e la troupe hanno messo il loro cuore nel raccontare una storia brillante e ricca di sfumature, che crediamo possa essere raccontata da tutti. Crescendo, tutti noi abbiamo avuto la nostra versione di una “schiacciata a canestro” – un sogno, un obiettivo ambizioso – che pensavamo avrebbe cambiato la nostra vita in meglio. Chang a Canestro parla dell’inseguimento di quel sogno, del desiderio di essere visti e delle lezioni che impariamo lungo il cammino. È stimolante e pieno di umorismo e di cuore. Non vediamo l’ora che il pubblico lo veda!“.

Chang a Canestro segue Chang, un liceale asiatico-americano di 16 anni che fa parte della banda musicale e scommette con la stella del basket della scuola che riuscirà a fare una schiacciata entro la fine dell’anno scolastico. La scommessa porta Chang, alto 1 metro e 80, a cercare di trovare lo slancio necessario per una schiacciata perfetta che possa fare colpo sulla sua cotta, Kristy, e fargli guadagnare finalmente l’attenzione e il rispetto dei suoi compagni di scuola. Ma prima di potersi elevare e fare davvero canestro, dovrà riesaminare tutto ciò che sa di se stesso, delle sue amicizie e della sua famiglia.

L’ultima notte di Amore gratis al cinema con Cinefilos.it

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L’ultima notte di Amore gratis al cinema con Cinefilos.it

In occasione dell’uscita al cinema di L’ultima Notte di Amoreil nuovo film con Pierfrancesco Favino, Cinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film. Il film di Andrea Di Stefano vede protagonisti Linda Caridi, Antonio Gerardi e Francesco Di Leva.

Le proiezioni del film sono previste il 9 e 10 marzo in diverse sale italiane. Ecco l’elenco completo delle sale che aderiscono all’iniziativa:

PROIEZIONI DEL 9

TORINO THE SPACE TORINO

9-mar

20.30
GENOVA THE SPACE PORTO ANTICO

9-mar

20.30
MILANO THE SPACE ODEON

9-mar

20.30
COMO CINELANDIA

9-mar

20.30
PADOVA PORTO ASTRA

9-mar

20.30
FIUME VENETO UCI FIUME VENETO

9-mar

19.30
MARCON UCI LUXE MARCON

9-mar

19.30
VICENZA UCI LUXE PALLADIO

9-mar

19.30
BOLOGNA THE SPACE BOLOGNA

9-mar

20.30
CASALECCHIO DI RENO UCI MERIDIANA

9-mar

19.30
FIRENZE THE SPACE NOVOLI

9-mar

20.30
CAMPI BISENZIO UCI LUXE CAMPI BISENZIO

9-mar

19.30
VARESE MULTISALA IMPERO

9-mar

20.30
FROSINONE DREAM CINEMA

9-mar

20.30
BARI UCI SHOWVILLE

9-mar

19.30
MATERA UCI RED CARPET

9-mar

19.30
SURBO THE SPACE SUBO

9-mar

20.30
SALERNO THE SPACE SALERNO

9-mar

20.30
PALERMO UCI PALERMO

9-mar

19.30
QUARTUCCIU THE SPACE QUARTUCCU

9-mar

20.30
PROIEZIONI DEL 10
TORINO UCI TORINO LINGOTTO

10-mar

19.30
GENOVA UCI FIUMARA

10-mar

19.30
MILANO UCI BICOCCA

10-mar

19.30
AZZANO UCI ORIO AL SERIO

10-mar

19.30
BRESCIA MULTISALA OZ

10-mar

20.15
CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE

10-mar

20.30
ROZZANO THE SPACE ROZZANO

10-mar

20.30
SESTO S.GIOVANNI NOTORIOUS CINEMAS

10-mar

20.30
RIMINI LE BEFANE

10-mar

20.30
VIMERCATE THE SPACE VIMERCATE

10-mar

20.30
PRADAMANO THE SPACE PRADAMANO

10-mar

20.30
S.GIOVANNI LUPATOTO UCI VERONA

10-mar

19.30
SILEA THE SPACE SILEA

10-mar

20.30
TORRI DI QUARTESOLO THE SPACE VICENZA

10-mar

20.30
FERRARA UCI FERRARA

10-mar

19.30
MODENA VICTORIA

10-mar

20.30
PARMA THE SPACE PARMA CAMPUS

10-mar

20.30
PIACENZA UCI PIACENZA

10-mar

19.30
REGGIO EMILIA UCI REGGIO EMILIA

10-mar

19.30
PRATO MULTIPLEX OMNIA CENTER

10-mar

20.30
SPOLTORE MULTICINEMA ARCA

10-mar

20.30
ROMA ADRIANO

10-mar

20.20
ROMA UCI PORTA DI ROMA

10-mar

19.30
ROMA THE SPACE PARCO DE MEDICI

10-mar

20.30
PERUGIA UCI PERUGIA

10-mar

19.30
MOLFETTA UCI MOLFETTA

10-mar

19.30
NAPOLI THE SPACE NAPOLI

10-mar

20.30
CASORIA UCI CASORIA

10-mar

19.30
MARCIANISE UCI CINEPOLIS MARCIANISE

10-mar

19.30
BELPASSO THE SPACE BELPASSO

10-mar

20.30

 

Prenota QUI il tuo biglietto omaggio: www.ultimanottedamore.it

L’ultima notte di Amore, la trama

Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà all’indomani della sua ultima di notte in servizio. Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.

Guarda il trailer di L’ultima notte di Amore

Wonder Man: la sinossi ci dà un’idea migliore di cosa aspettarsi dalla serie Disney+

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L’annunciata serie Wonder Man di Disney+ prodotta dai Marvel Studios sta attualmente finalizzando il suo cast in vista di un inizio provvisorio della produzione alla fine di questo mese, e un nuovo logline per lo spettacolo dovrebbe dare ai fan un’idea migliore di cosa aspettarsi da questa prima versione live-action dei fumetti Marvel Comics.

La sinossi (tramite Daniel RPK ) recita: “[La] storia di due attori che lottano per farcela nell’Hollywood del MCU, portandoli alla grande domanda: che aspetto ha Hollywood in un mondo in cui i supereroi sono reali?” Il progetto è anche descritto come “una lettera d’amore a Los Angeles e all’industria” e si dice che i produttori Destin Daniel Cretton e Andrew Guest stiano cercando un tono simile a spettacoli come Silicon ValleyDave e Barry .

I due attori sono (presumibilmente) i fratelli Simon ed Eric WilliamsYahya Abdul-Mateen II interpreterà il primo, mentre una recente voce ha suggerito che Demetrius Grosse (Fear the Walking Dead, The Rookie, Lovecraft Country) era in trattative per interpretare l’uomo che alla fine diventerà il malvagio Grim Reaper. Sappiamo anche che Trevor Slattery di Ben Kingsley apparirà nella serie e la star di Mindhunters Lauren Glazier si è recentemente unita al cast in un ruolo non ancora rivelato. Stella Meghie (The Photograph) è stata scelta per dirigere diversi episodi della serie tv Wonder Man.

Avengers: The Kang Dynasty potrebbe dare a Doctor Strange un nuovo ruolo inaspettato?

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Doctor Strange è un grande eroe, ma se una cosa è diventata chiara negli ultimi anni, è che le sue decisioni il più delle volte mettono a rischio la realtà cosi come la conosciamo. Mentre Peter Parker aveva un ruolo chiave in alcune scelte, quel pericoloso incantesimo in Spider-Man: No Way Home ha quasi portato innumerevoli varianti nell’MCUDoctor Strange nel multiverso della follia, nel frattempo, ha mostrato a tutti il pericolo che Stephen Strange rappresenta per il Multiverso. 

Alla fine del suo sequel, l’ex Stregone Supremo è saltato su un portale insieme a Clea per fermare un’incursione, e oggi The Cosmic Circus ha ora condiviso un intrigante rumor sui piani futuri per Strange in The Multiverse Saga. Da quel che sembra l’idea di Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars è quella di mettere Strange contro Kang, in modo simile a Iron Man e Thanos. Tuttavia, “la prospettiva di Kang (e l’angolazione che i Marvel Studios vorranno presentare al pubblico) è che è l’eroe che cerca di salvare il Multiverso dalla sua più grande minaccia mai vista … il Doctor Stephen Strange”.

LEGGI ANCHE: Avengers: The Kang Dynasty, i primi rumors rivelano l’eroe protagonista!

Sì, sembra che Strange potrebbe essere un antagonista inaspettato nell’MCU che va avanti, con Strange probabilmente accusato delle numerose incursioni che si stanno verificando nel Multiverso. Ricorda, Kang sta tentando di fermarli cancellando linee temporali divergenti, presumibilmente per proteggere colui che chiama casa. Questo spiega perché Sinister Strange sperava di spazzare via le sue varianti e, secondo le fonti del sito, “ha terminato le sue varianti per evitare l’inevitabile futuro di un’incursione tra due universi”.

Siamo certamente incuriositi dal significato di tutto ciò, soprattutto perché è solo una piccola parte di un quadro molto più ampio. Anche se fa strano credere che quello che sembra il cattivo principale in realtà sta facendo ciò che è necessario per salvare la realtà, solo per causare ulteriori problemi, il ché non è certamente  al di fuori del regno delle possibilità, considerato come si muovono le storie in questa moltitudine di reatà.

Dopotutto, la sua controparte a fumetti e Gli Illuminati hanno permesso volentieri che si verificassero incursioni se ciò significava proteggere il proprio mondo, e il tempo di Benedict Cumberbatch come eroe potrebbe terminare e una nota oscura e tragica sembra stranamente appropriato, considerato il personaggio.

Avengers: The Kang Dynasty, cosa sappiamo del film

Il capo dei Marvel Studios Kevin Feige ha annunciato Avengers: The Kang Dynasty durante l’ampia presentazione dell’azienda al San Diego Comic-Con di sabato, identificando il film come parte della conclusione in due parti della Multiverse Saga, allo stesso modo in cui Avengers: Infinity War del 2018 e Avengers: Endgame del 2019 hanno concluso la Infinity Saga, che inizierà con l’introduzione dei Fantastici Quattro nell’MCU.

Avengers: The Kang Dynasty è attualmente programmato per fare il suo debutto nelle sale il 2 maggio 2025, sarà poi seguito a breve daAvengers: Secret Wars il 7 novembre 2025.

The Flash 9: il promo dell’episodio 5 “The Mask of the Red Death, Part 2”

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La puntata della scorsa notte di The Flash 9 ha svelato la Morte Rossa mentre Barry (Grant Gustin) e Iris (Candice Patton) hanno imparato molto di più sul suo piano generale e sul destino che potrebbe significare per Central City e il multiverso in generale.  Mentre Barry viene catturato dalla Morte Rossa, Iris riceve una visita inaspettata dal presunto scomparso Ryan Wilder (Javicia Leslie), che spiega prontamente la sua scomparsa. Quando Iris si insospettisce e la chiama, questo Ryan finalmente viene a sapere di essere un doppelgänger malvagio che è attualmente intrappolato nella loro linea temporale.

Viene rivelato che nessuno indossa l’armatura della Morte Rossa e che Ryan controlla tutto a distanza. La sua velocità è tecnicamente falsa e quindi ha bisogno che Barry alimenti il ​​tapis roulant cosmico per riportarla a casa, ma ucciderebbe anche Barry nel processo, il che non va bene.  Dai un’occhiata al nuovo promo per l’episodio cinque, intitolato “La maschera della morte rossa, seconda parte“, di seguito:

La nona stagione di The Flash

Il cast principale della nona stagione di The Flash  comprende Grant Gustin (“Barry Allen/The Flash”), Candice Patton (“Iris West-Allen”), Danielle Panabaker (“Dr. Caitlin Snow”), Danielle Nicolet (“Cecile Horton” ), Kayla Compton (“Allegra Garcia”), Brandon McKnight (“Chester P. Runk”) e Jon Cor (“Mark Blaine/Chillblaine”).

La trama del quinto episodio:

Mentre la Morte Rossa semina il caos a Central City, Barry (Grant Gustin) e Iris (Candice Patton) escogitano un piano e chiedono aiuto a Cecile (Danielle Nicolet). Barry deve affrontare quello che pensa sia stato il suo più grande errore e il più grande successo della Morte Rossa. Khione (Danielle Panabaker) vuole aiutare il Team Flash, ma Barry non può rischiare di perderla. Joe (Jesse L. Martin) fa a Barry un discorso di incoraggiamento davvero necessario. Rachel Talalay ha diretto l’episodio con la storia di Jonathan Butler e la sceneggiatura di Dan Fisk (# 905).

Madame Web: rivelato il ruolo di Sydney Sweeney [SPOILER]

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Madame Web: rivelato il ruolo di Sydney Sweeney [SPOILER]

C’è ancora molta segretezza attorno al film Madame Web di Sony Pictures, e anche se alcune foto dal set e presunte fughe di notizie sulla trama hanno fatto il giro del mondo, non è stato fatto alcun annuncio ufficiale sui personaggi Marvel Comics che saranno introdotti nel prossimo Spin-off di Spider-Man.

Sappiamo che Dakota Johnson interpreterà una versione del personaggio del titolo e il ruolo della co-protagonista Sydney Sweeney è stato ora confermato. Secondo Jeff Sneider sull’ultimo podcast di Hot Mic , l’attrice di Euphoria sta al “100%” interpretando Spider-Woman. Quale incarnazione dell’eroe vedremo non è stato ancora chiarito ma voci precedenti suggerivano che l’attrice potrebbe interpretare Julia Carpenter.

Nei fumetti, Carpenter è diventata la seconda Madame Web dopo che l’originale, Cassandra Webb, è stata uccisa da Sarah e Ana Kravinoff. Ha anche assunto il ruolo di Spider-Woman, e sembra che il film prenda spunto da quest’ultima variante. Dunque la domanda che sorge spontanea è Sweeney potrebbe continuare a recitare nel film solista annunciato Spider-Woman di Olivia Wilde? È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto aggiornamenti su quel progetto, ma Sneider crede che sia ancora in fase di sviluppo e ipotizza che Sweeney potrebbe benissimo essere il protagonista.

Madame Web: 5 dettagli sul personaggio

Madame Web è uno dei tanti film in via di sviluppo mentre lo studio costruisce il suo Sony Universe di personaggi Marvel. Sony, che controlla i diritti cinematografici di Spider-Man e altri personaggi correlati, ha già distribuito Venom (2018) e Venom: La furia di Carnage (2020) e il film con Jared Leto, Morbius, uscirà ad aprile. La Sony ha anche in cantiere Kraven il Cacciatore con la star Aaron Taylor-Johnson.

Nel cast di Madame Web ci sono Dakota Johnson e Sydney Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo l’uscita di Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74 miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella storia della Sony. Nel cast di Madame Web sono stati confermati Dakota Johnson, Sydney Sweeney, Isabela Merced, Emma Roberts, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia Mamet e Adam Scott.

Riverdale 7: trailer della settima stagione della serie The CW

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Riverdale 7: trailer della settima stagione della serie The CW

The CW ha finalmente rilasciato il trailer ufficiale di Riverdale 7, la settima stagione della serie tv Riverdale, l’imminente ritorno del dramma adolescenziale. La premiere della stagione finale è prevista per mercoledì 29 marzo 2023 negli USA.

Il video riporta Archie e la banda negli anni ’50, dove le cose diventano molto più strane, più selvagge e più confuse per i personaggi. Essendo l’unica persona che ricorda cosa è successo loro, Jughead cerca di convincere Archie, Betty e gli altri che vengono tutti dal futuro nella speranza di trovare un modo per tornare alla loro linea temporale. Dai un’occhiata al trailer di Riverdale 7 qui sotto:

https://youtu.be/Qbtjz0lly20

La settima stagione di Riverdale attualmente è interpretato da KJ Apa nei panni di Archie Andrews, Lili Reinhart nei panni di Betty Cooper, Camila Mendes nei panni di Veronica Lodge, Cole Sprouse nei panni di Jughead Jones, Madelaine Petsch nei panni di Cheryl Blossom, Vanessa Morgan nei panni di Toni Topaz, Casey Cott nei panni di Kevin Keller, Charles Melton nei panni di Reggie Mantle e Drew Ray Tanner nei panni di Fangs Fogarty.

“La settima e ultima stagione va dove nessuna stagione di Riverdale ha osato andare prima – gli anni ’50! Riprendendo da dove si è conclusa la scorsa stagione, Jughead Jones si ritrova intrappolato negli anni ’50. Non ha idea di come ci sia arrivato, né di come tornare al presente. I suoi amici non sono d’aiuto, poiché vivono vite apparentemente autentiche, simili alle loro controparti classiche di Archie Comics, ignari di essere mai stati da nessuna parte tranne che negli anni ’50. Archie Andrews è il classico adolescente tutto americano, che diventa maggiorenne, si mette nei guai e impara lezioni di vita; Betty Cooper è la ragazza della porta accanto, che inizia a mettere in discussione tutto sulla sua vita perfetta, inclusa la madre Alice; Veronica Lodge è una stellina di Hollywood che si è trasferita a Riverdale in circostanze misteriose; Cheryl Blossom è l’ape regina con uno spirito appassionante e un desiderio segreto; Toni Topaz è un attivista che combatte per gli studenti neri della Riverdale High recentemente integrata; Kevin Keller è un crooner “quadrato” alle prese con la sua identità sessuale; Reggie Mantle è una stella del basket della campagna; e Fangs Fogarty è un ingrassatore destinato a diventare una star tipo Elvis”, si legge nella sinossi.

È solo quando Jughead riceve la visita di Tabitha Tate – l’angelo custode di Riverdale – che scopre la verità cosmica sulla loro difficile situazione. Riusciranno Jughead e la banda a tornare nel presente? O i nostri personaggi rimarranno intrappolati per sempre negli anni ’50? E, se è così… è una cosa così brutta?

Basato sui personaggi di Archie Comics,  Riverdale è prodotta da  Warner Bros. Television  e  CBS Television Studios, in associazione con Berlanti Productions, con i produttori esecutivi Roberto Aguirre-Sacasa,  Greg Berlanti , Sarah Schechter e Jon Goldwater.

The Mandalorian: la recensione del primo episodio della terza stagione

Che piaccia o meno, la galassia di Star Wars si è espansa ad una velocità impressionante negli ultimi anni. Oltre alla nuova trilogia cinematografica e agli spin-off sono arrivate serie come The Book of Boba Fett, Obi-Wan Kenobi, Andor e le animate The Bad Batch, The Clone Wars, Rebels e altre ancora. Se non tutti i prodotti realizzati da quando la Disney ha acquisito la Lucasfilm sono stati apprezzati dai fan della saga, c’è però un titolo che rimane sostanzialmente un punto fermo, capace di mettere d’accordo tanto gli appassionati di vecchia data quanto le giovani generazioni di spettatori. Stiamo parlando di The Mandalorian.

Giunta alla sua terza stagione, dopo una pausa di due anni, la serie dedicata al Mandaloriano Din Djarin e al suo tenero compagno di viaggio Grogu, ha infatti saputo trovare quell’equilibrio tra le atmosfere e la spettacolarità dei primi film e i moderni linguaggi narrativi, riuscendo così ad affermarsi come il prodotto simbolo di questa nuova fase della storia di Star Wars. Gli otto nuovi episodi, distribuiti a cadenza settimanale su Disney+, sono dunque da accogliere con grande gioia, dietro la quale si nasconde come sempre anche una certa preoccupazione. Avendo Din Djarin concluso la propria missione al termine della seconda stagione, cos’altro può esserci ora da raccontare che abbia lo stesso impatto?

Forse non tutti gli spettatori di The Mandalorian hanno visto The Book of Boba, ma è lì, in un paio di episodi interamente dedicati al Mandaloriano, che si nascondono i semi narrativi per questa terza stagione. In quell’occasione, poiché si è tolto il casco di propria volontà, a Din Djarin viene comunicato che non può più essere considerato un Mandaloriano. È ora un apostata (e L’apostata è proprio il titolo del primo episodio), che può redimersi solo bagnandosi nelle Acque Viventi nel cuore delle miniere di Mandalore, pianeta considerato però distrutto e avvelenato. Convinto del contrario, il Mandaloriano farà dunque di questa la sua nuova missione, con l’obiettivo di redimersi e poter far di nuovo parte del sacro credo.

Bentornati nella galassia lontana lontana…

Perché The Mandalorian è tanto importante nel panorama dei prodotti audiovisivi dedicati a Star Wars? Oltre a quanto fin accennato sulla sua capacità di essere un punto di incontro tra tradizione e novità, la serie porta avanti sin dalla prima stagione due aspetti fondamentali dei primi film della saga: l’esplorazione e la costruzione di una mitologia. Il primo episodio di questa terza stagione continua a portare avanti tutto ciò, ad esempio con la missione primaria del Mandaloriano che si interseca con altre piccole missioni da compiere. Questo stratagemma narrativo, alla base anche delle precedenti due stagioni, non manca di infastidire alcuni spettatori che vorrebbero si andasse dritti al sodo.

Ma è proprio da questo continuo dover mettere in pausa la missione principale per poter prima risolvere altre questioni che emerge la possibilità di esplorare in lungo e in largo la galassia. Ciò che il Mandaloriano deve compiere in ogni episodio risulta dunque essere poco più che un pretesto per offrire la visione di mondi nuovi, popolazioni sino ad ora sconosciute, ambienti ostili e ad altri seducenti. Questo primo episodio non fa eccezione, portando lo spettatore a confrontarsi con una serie di ambienti molto variegati tra loro, che si offrono in tutta la loro magnificenza, saziando gli occhi ed offrendo un intrattenimento puro e intelligente.

The-Mandalorian-Star-Wars

The Mandalorian, questa è la via per una serie vincente

Se dunque anche questa terza stagione promette una profonda esplorazione della galassia di riferimento, con questo episodio d’apertura che ne è un gustoso antipasto, la serie ideata da Jon Favreau continua poi ad esaltare anche per altri importanti aspetti. Oltre alla dimensione mitologica, rappresentata qui non solo dal credo Mandaloriano e dalle sue regole ma anche dalle tante altre dinamiche vigenti all’interno dell’universo narrativo proposto, è l’attenzione verso un certo senso di meraviglia e di spettacolo che continua ad essere vincente. Anche quando ci si trova ad assistere a scene di cui si potrebbero prevedere i risvolti, ecco che spunta fuori qualche sorpresa che arricchisce la visione.

Di questo primo episodio, tanto gli avvincenti inseguimenti tra asteroidi nello spazio quanto le scene più comiche (il più delle volte per merito di Grogu), per non parlare della brillante citazione a Terminator, regalano più di un motivo per gioire dell’esistenza di questa serie, il gusto per la messa in scena è dunque molto forte. La presenza di Pedro Pascal nei panni del duro e paterno Mandaloriano, del tenero Grogu o dell’epica colonna sonora firmata da Ludwig Göransson non sono poi che valore aggiunto. L’inizio di questa nuova stagione è dunque molto promettente, sia per la promessa di condurre lo spettatore verso nuovi ambienti e avventure sia per il riproporre (non però facendone un sterile copia) gli elementi delle precedenti stagioni che hanno fatto da subito amare questa serie.

The Marvelous Mrs. Maisel 5: teaser trailer della quinta e ultima stagione

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Prime Video ha diffuso il teaser trailer di The Marvelous Mrs. Maisel 5, l’attesa quinta e ultima stagione della serie tv The Marvelous Mrs. Maisel con protagonista Rachel Brosnahan. Il trailer ci dà un’idea del prossimo passo di Midge verso la realizzazione dei suoi sogni come cabarettista. La serie dovrebbe tornare il 14 aprile con i primi tre episodi. Puoi dare un’occhiata al teaser trailer ufficiale di The Marvelous Mrs. Maisel Stagione 5 di seguito:

“Dopo aver bruciato i ponti ed essere stata tagliata dal tour, Midge Maisel ha resistito per tutta la quarta stagione, ricostruendo la sua carriera e la sua reputazione”, recita la sinossi. “Gli ultimi momenti della stagione sono culminati con Midge che ha lasciato la Carnegie Hall rinvigorita e pronta a resistere a qualsiasi bufera di neve. Dopo un’illuminazione davanti al cartellone innevato del The Gordon Ford Show, Midge è pronta per “Andare avanti” e combattere per la sua ascesa alla celebrità, dotata della sua arguzia e della sua lingua tagliente, e nient’altro da perdere Nella quinta e ultima stagione, Midge si ritrova più vicina che mai al successo che ha sognato, solo per scoprire che più vicino che mai è ancora così lontano.

The  Marvelous Mrs. Maisel è interpretato da Rachel Brosnahan nei panni di Miriam “Midge” Maisel, Tony Shalhoub nei panni del padre di Midge, Abe Weissman, Alex Borstein nei panni di Susie Myerson, Michael Zegen nei panni del marito di Midge, Joel Maisel, e Marin Hinkle nei panni della madre di Midge, Rose Weissman. L’ultima stagione vedrà anche protagonisti Kevin Pollak, Caroline Aaron, Reid Scott, Alfie Fuller e Jason Ralph.

The Marvelous Mrs. Maisel  è scritto e diretto dalla famosa creatrice Amy Sherman-Palladino (Una mamma per amica) e dal produttore esecutivo Daniel Palladino (I Griffin). La serie ha già vinto 20 Emmy Awards e tre Golden Globe, tra cui Miglior serie comica. Le prime quattro stagioni sono già disponibili per lo streaming su Amazon Prime.

Mrs. Davis: trailer della nuova serie tv con Betty Gilpin

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Mrs. Davis: trailer della nuova serie tv con Betty Gilpin

Peacock ha pubblicato il primo teaser trailer Mrs. Davis, l’imminente dramma di fantascienza con la candidata agli Emmy Betty Gilpin nei panni di una suora che si scontra con l’IA titolare Il video ci offre un’anteprima dell’influenza di Mrs. Davis mentre invita tutti da tutti ceti sociali, età, sesso, religione e razza per venire a parlarle. La serie sarà disponibile negli USA  il 20 aprile con i primi quattro episodi, che saranno seguiti da nuovi episodi in onda settimanalmente il giovedì. Prima del suo debutto in streaming, sarà presentato in anteprima mondiale al festival SXSW il 14 marzo.

La serie viene descritta come “un’esplorazione della fede contro la tecnologia, un’epica battaglia di proporzioni bibliche“. Betty Gilpin interpreterà Simone, una suora che va a combattere contro un’onnipotente Intelligenza Artificiale. Sarà affiancata da Jake McDorman nei panni dell’ex ribelle di Simone, che ha anche una vendetta personale contro l’Algoritmo.

https://youtu.be/lS0TQksoHwg

Mrs. Davis è scritto e prodotto esecutivamente da Damon Lindelof (Watchmen) e Tara Hernandez (Young Sheldon), con quest’ultima come showrunner. Il cast aggiuntivo include anche Andy McQueen, Ben Chaplin, Margo Martindale, David Arquette, Elizabeth Marvel, Katja Herbers, Chris Diamantopoulo, Ashley Romans, Tom Wlaschiha e Mathilde Ollivier. I produttori esecutivi sono Owen Harris e Alethea Jones, che hanno anche diretto diversi episodi. La serie tv è prodotta da Warner Bros. Television.

Questo segna la seconda collaborazione di Gilpin con Damon Lindelof  dopo aver lavorato insieme al controverso film del 2020 The Hunt che è stato co-scritto dall’acclamato creatore televisivo. Gilpin ha ottenuto riconoscimenti per il suo acclamato ruolo di Debbie Eagan in GLOW di Netflix , che le è valso tre nomination agli Emmy come miglior attrice non protagonista.

Isabela Merced nel cast del nuovo film di Alien

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Isabela Merced nel cast del nuovo film di Alien

Isabela Merced reciterà nel nuovo film di Alien, a darne notizia è il noto sito Deadline che riporta che la talentuosa attrice apparirà accanto alla già annunciata Cailee Spaeny nel film del franchise horror. Merced ha iniziato la sua carriera nel 2013. Il suo ruolo più importante fino ad oggi è stato nella commedia romantica del 2022 Rosaline, basata sul romanzo per giovani adulti del 2012 When You Were Mine di Rebecca Serle, a sua volta ispirato a Romeo e Giulietta di William Shakespeare. Nel film, Merced ha interpretato il ruolo di Giulietta Capuleti. Ha anche recitato in particolare in Dora e la città perduta dell’oro e Sweet Girl.

L’attrice si unisce a un film avvolto da molto mistero. L’unica cosa che si sa sull’imminente nuovo film di Alien è che sarà diretto da Fede Álvarez. Il regista è meglio conosciuto per aver diretto Don’t Breathe e Evil Dead del 2013 , entrambi i quali hanno ricevuto un’accoglienza positiva dalla critica al momento del rilascio. A parte questo, e il fatto che gli iconici Xenomorfi appariranno ancora una volta nel film, non si sa molto. Si dice che sia “scollegato” dai film precedenti. Fan dell’iconico franchise, Álvarez aveva presentato a Ridley Scott l’idea di un film diversi anni fa in una conversazione in circostanze casuali. Questo incontro alla fine ha portato il leggendario regista a chiamare Álvarez l’anno scorso per vedere se era ancora interessato a riportare in vita l’iconico franchise. Da questi avvenimenti è nato questo nuovo film ancora senza titolo. 

Secondo alcune notizie confermate la 20th Century ha poi scelto il nuovo film di Alien grazie alla forza del tono dell’idea di Fede Álvarez, poiché era una “storia davvero bella con un gruppo di personaggi che non si erano mai visto prima“, ha commentato Steve Asbell della 20th Century.

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