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La Sirenetta, Alan Menken: “Ariel di Halle Bailey mi ha fatto piangere”

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Con il remake live-action de La Sirenetta in arrivo nelle sale il 26 maggio, Alan Menken, che ha composto la musica sia per l’originale del 1989 che per il remake in arrivo, ha riflettuto su quanto fosse potente per lui la performance di Halle Bailey nei panni di Ariel. La sua voce e il suo stile di performance sono una combinazione magica che mi ha fatto piangere mentre la guardavo e la ascoltavo“, ha detto Menken a The Face . “È un’Ariel che ti spezza il cuore e vivrà potentemente nei cuori di tutti“.

La stessa Bailey ha avuto molti elogi per l’acclamato compositore, affermando che era piuttosto aperto alla nuova interpretazione di Ariel. “Voglio dire, oh mio Dio, è solo un genio“, ha detto Bailey di Menken. “Ricordo solo di averlo guardato come: ‘Questo è davvero fantastico!’ Sono stato davvero grato per il suo feedback sul mio canto e per la sua apertura a questa nuova versione di Ariel.”

Per questa nuova versione de  La Sirenetta, la Disney ha ingaggiato Lin-Manuel Miranda con Alan Menken, che ha anche scritto le canzoni del film d’animazione del 1989 insieme a Howard Ashman, per creare una miscela di vecchie e nuove canzoni che saranno presenti nel prossimo grande film per il cinema. Il film d’animazione Disney La sirenetta  ha incassato oltre 211 milioni di dollari al botteghino ed è diventata un bestseller in home video, rendendo popolari canzoni come “Under The Sea” e “Part of Your World”. Il film in uscita è basato sul racconto di Hans Christian Andersen e sul film d’animazione Disney del 1989 di Ron Clements e John Musker.

Tutto quello che sappiamo su La Sirenetta

Non sappiamo ancora molto di questa interpretazione della storia de La Sirenetta , ma in base a ciò che abbiamo visto finora, il regista Rob Marshall non si prenderà troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone, Jacob Tremblay nei panni di Flounder, Daveed Diggs nei panni di Sebastian e Awkwafina nei panni di Scuttle.

La Sirenetta conterrà la musica del classico animato e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha lavorato con Marshall in Il ritorno di Mary Poppins, comporrà anche la musica originale per Mermaid insieme ad Alan Menken. La Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio 2023.

Chupa: le prime foto del film fantasy Netflix di Jonás Cuarón

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Chupa: le prime foto del film fantasy Netflix di Jonás Cuarón

Netflix ha rilasciato le prime foto per il suo prossimo film fantasy soprannaturale intitolato Chupa, che è diretto dal regista Jonás Cuarón, figlio di Alfonso  Cuarón. La pellicola debutterà sulla piattaforma streaming il 7 aprile 2023. Ero un ragazzino quando è iniziata la leggenda. Quando è nata l’idea di capovolgere [il mito] e usarlo per raccontare un’avventura di famiglia, mi sono subito emozionato”, ha spiegato Cuarón in un’intervista a Tudum. “Sono sempre stato un grande fan di ET e credo che storie del genere siano così potenti perché giocano sull’idea che i bambini vengano fraintesi dagli adulti. Chupa potrebbe essere un mostro, ma è l’unico che capisce veramente cosa sta passando Alex. Il legame tra un ragazzo e una creatura è così puro, come con un animale domestico, che trascende il linguaggio“.

Le foto di Chupa danno una prima occhiata al cast principale del film, tra cui Demián Bichir, Christian Slater ed Evan Whitten, che interpretano i rispettivi ruoli di Chava, Richard Quinn e Alex. Il film è incentrato su un ragazzo che forma un improbabile legame con una creatura mitologica. Guarda le foto di Chupa di seguito:

Chupa è diretto da Jonás Cuarónn da una sceneggiatura scritta da Sean Kennedy Moore, Joe Barnathan e Marcus Rinehart. Il film è interpretato da Demian Bichir, Evan Whitten, Christian Slater, Ashley Ciarra, Nickolas Verdugo, Adriana Peace, Gerardo Taracena e Julius Cesar Cedillo.

La trama del film

Il timido tredicenne Alex (Evan Whitten) vola da Kansas City in Messico per incontrare per la prima volta la sua famiglia allargata. Lì incontra suo nonno ed ex campione di lucha libre Chava (Demián Bichir), il cugino energico e ossessionato dal wrestling Memo (Nickolas Verdugo) e la cugina impavida e alla moda Luna (Ashley Ciarra). Ma proprio mentre Alex inizia a orientarsi, scopre una creatura mitica che vive sotto la tettoia di suo nonno: un giovane cucciolo di chupacabra, che riconosce dalle storie del temuto chupacabra adulto, leggendario per nutrirsi del bestiame dei contadini. Alex scopre presto che il suo nuovo amico “Chupa” ha una storia segreta con la sua famiglia e che lo scienziato ostinato e pericoloso Richard Quinn (Christian Slater) sta dando la caccia alla creatura incompresa per cercare di sfruttare i suoi poteri. Per proteggere Chupa dal pericolo imminente,

Diretto da Jonás Cuarón (Desierto) e prodotto da Chris Columbus, Michael Barnathan e Mark Radcliffe (The Christmas Chronicles) della 26th Street Pictures, CHUPA è un viaggio nostalgico attraverso il mito, la memoria e la creazione della propria leggenda personale.

The Gorge: Sigourney Weaver si unisce a Miles Teller nel film d’azione di Apple TV+

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Dopo il successo dell’uscita nelle sale di Avatar: La Via Dell’Acqua, la candidata all’Oscar Sigourney Weaver ha scelto il film d’azione The Gorge come prossimo grande progetto a cui dedicarsi. A darne notizia è stato il sito Deadline che ha rivelato che la Weaver ha ufficialmente firmato per recitare al fianco di Miles Teller e Anya Taylor-Joy nel prossimo progetto di Skydance e Apple Original Films. Ulteriori dettagli sui loro personaggi non sono stati rivelati.

The Gorge è descritto come una “storia d’amore ricca di azione e genere”. Il film sarà diretto e prodotto da Scott Derrickson, che ha recentemente riscosso un successo al botteghino con il film horror The Black Phone. La sceneggiatura è scritta e prodotta da Zach Dean (La Guerra di Domani), con Miles Teller  che sarà anche produttore esecutivo. I produttori del film sono David Ellison, Dana Goldberg e Don Granger per Skydance, insieme a C. Robert Cargill e Sherryl Clark per Crooked Highway. Anche Adam Kolbrenner e Greg Goodman fanno parte del team dei produttori produttori.

La Weaver non è estranea al genere d’azione, poiché è meglio conosciuta per il suo ruolo iconico di Ripley nella serie Alien. Oltre agli imminenti sequel Avatar 3 di James Cameron, la Weaver sarà presto vista nell’adattamento della serie di Amazon Studios del romanzo di Holly Ringland I fiori perduti di Alice Harts, dove interpreta June Hart al fianco di Alycia Debnam-Carey di Fear the Walking Dead .

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, lo sceneggiatore parla del finale “Pensavo a Frodo”

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Lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensioneJeff Loveness ha recentemente approfondito il finale del film, spiegando la minacciosa narrazione di Scott Lang e cosa potrebbe creare. Parlando a ComicBook.com, Loveness ha spiegato la sua affinità per i finali che presentano personaggi cambiati e come Ant-Man, che in Avengers: Endgame aveva salvato l’universo, questa volta potrebbe aver fatto l’esatto contrario, ovvero incasinato il multiverso sconfiggendo Kang.

Ancora una volta, prendendo spunto dalla struttura della storia di Joseph Campbell o altro, amo sempre quelle storie in cui i protagonisti vanno da qualche parte, vengono sfidati e tornano a casa, ma sono diversi da come erano prima“, ha affermato Loveness. “Pensavo a Frodo che tornava nella Contea, ma non è più la stessa cosa. Scott Lang inizia spensierato. Si sente come se avesse letteralmente salvato l’universo. Ha vinto, ha riavuto la sua famiglia e ha affrontato tutto questo. Viene chiamato a essere di nuovo un eroe e a mettersi alla prova. È disposto a sacrificarsi per salvare il Multiverso, ma la sua famiglia lo salva.

Quindi, ritorna dopo aver affrontato tutto questo. Ma ora non ha quella serenità mentale e ora ha quel dubbio paralizzante, che per quanto voglia solo stare zitto, mangiare una fetta di torta di merda e recuperare il tempo perduto con sua figlia un compleanno a caso, sa che non riuscirà a scrollarsi di dosso quella sensazione. E penso che sia interessante, senza dire troppo, che il ragazzo che ha letteralmente salvato l’universo in Endgame potrebbe accidentalmente essere il ragazzo che fotte il multiverso nella sua prossima saga. Quindi vedremo come andrà a finire.

Lo scrittore ha anche descritto Lang come un “Paul Revere del Multiverso” e ha accennato a quanto possano essere difficili le sue prossime battaglie. Ma penso che sia molto interessante e in un certo senso lo rende quasi questo Paul Revere del Multiverso, un ragazzo che deve avvertire tutti gli altri”, ha spiegato Loveness. “Ma ha avuto difficoltà a battere uno di questi ragazzi, quindi avranno dei problemi.”

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Ant-Man and the Wasp: Quantumania (leggi la recensione) è stato ancora una volta diretto da Peyton Reed da una sceneggiatura scritta da Jeff Loveness. La pellicola è attualmente al cinema! Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a.,Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Demon Slayer – Verso il villaggio dei Forgiatori di Katana, la recensione

Più di 3 miliardi di Yen incassati ne fanno un fenomeno, ma Demon Slayer: Kimetsu No Yaiba – Verso Il Villaggio Dei Forgiatori Di Katana è solo l’ultimo capitolo di una saga che dal 2016 accompagna i tanti fan del giovane Tanjiro Kamado. Lui l’Ammazzademoni che vaga da anni per il Giappone in cerca di una cura per riportare alla normalità la sorella Nezuko, trasformata in demone dalla stessa dalla mostruosa entità che massacrò il resto della loro famiglia. Una saga che, dopo la pubblicazione del manga di Koyoharu Gotōge, si è sviluppata nelle decine di episodi dell’anime televisivo (in parte su Netflix) e nel precedente film. E ora si appresta a continuare.

Demon Slayer – Il futuro di una saga milionaria

Proprio a partire dagli eventi raccontati nel film diretto da Haruo Sotozaki, in sala da giovedì 2 marzo distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Che spera di sfruttare il successo ottenuto dal Demon Slayer – Il treno Mugen del 2020, che con oltre 450 milioni di dollari è ancora l’anime che ha incassato di più in tutto il mondo, più dei Pokémon o dello Studio Ghibli.

Ma soprattutto di sfruttare l’attesa dei fan per la prossima stagione della serie – la terza – e magari di attrarre nuovo pubblico. Al quale viene mostrato Tanjiro in uno dei momenti più emozionanti della sua storia recente, quello della conclusione della linea narrativa ambientata all’interno del “Entertainment District”, dove affronta i temibili demoni di alto rango Daki e Gyutaro della sesta Luna Crescente insieme ai suoi compagni Zenitsu e Inosuke e a uno dei membri più importanti del Demon Slayer Corps, Tengen Uzui.

L’anello di congiunzione

Come dimostrano le colorite sigle e gli immancabili titoli di coda, più che di un lungometraggio vero e proprio quello presentato al pubblico è una sorta di lungo promo composto dagli ultimi due episodi della seconda stagione e dal primo degli inediti che anticipa la terza in arrivo ad aprile (dal 9 in Giappone, dopo uno speciale televisivo su Fuji TV, e probabilmente anche in simulcast in Italia). Che partirà appunto dal “Villaggio dei Creatori di Spade”, dove i fabbri delle katane nichirin potranno aiutare Tanjiro ad affrontare il nuovo viaggio che lo attende. E che oltre a rivelare il ritorno di Mitsuri Kanroji – in una scena molto sexy, già vista online dai fan nel leak del mese scorso – promette scontri molto interessanti con alcune delle Lune Crescenti di Muzan Kibutsuji.

Una esperienza Only for fan

L’operazione sarà sicuramente un successo per i fan, non solo giapponesi, anche se molti potrebbero non apprezzare la chiamata al botteghino per rivedere le pur avvincenti battaglie di “Non mi arrenderò mai” e la struggente backstory demoniaca di “Se anche mi reincarnassi diverse volte” in 4K, con musiche remixate e in lingua originale (con i sottotitoli in italiano) per permettere a tutti di godere dell’interpretazione originale. Degli altri, un po’ spaesati di fronte a un così minimo accenno di una materia tanto vasta, qualcuno potrebbe venir conquistato dalla storia al punto da voler recuperare il pregresso.

Che sembra essere uno dei motivi alla base di una operazione strutturata principalmente come anteprima-evento per appassionati, ma che sicuramente offrirà a un pubblico più ampio una esperienza comunque spettacolare, per animazione e atmosfere, inevitabilmente esaltate dalla forma cinematografica e dal grande schermo. Tanto che il ritorno a quello televisivo rischia di lasciare l’amaro in bocca, nonostante i nuovi personaggi, gli archi narrativi e le sfide che si annunciano.

E che potrebbero aggiungere profondità e complessità a una serie che tra demoni e combattimenti lavora già molto sulle relazioni interpersonali, la loro percezione soggettiva e su temi fondamentali per i nostri giovani protagonisti e i loro coetanei reali, evidentemente chiamati a riflettere insieme ai loro eroi sui concetti come successo e fallimento, delusione, aspettative, frustrazione, accettazione, omologazione, responsabilità o felicità. E magari – in qualche caso – a farne utili spunti per un confronto più diretto e salutare con amici e genitori, ma soprattutto con sé stessi.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: le differenze con il libro e altre curiosità sul film

Con l’arrivo nelle sale di tutto il mondo del film Harry Potter e la pietra filosofale prese vita una delle saghe fantasy più celebri e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori vengono condotti alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei maghi. Un mondo nato dalla penna di J. K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla crescita, all’amicizia e al coraggio. Nel 2011, dopo dieci anni esatti, il viaggio arriva a conclusione con Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 (qui la recensione),nuovamente diretto da David Yates e basato come sempre sull’omonimo romanzo.

Il film adatta in realtà gli ultimi capitoli del romanzo scritto dalla Rowling, in quanto le vicende dei primi erano state raccontate in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (qui la recensione). Ciò è stato fatto in modo tale da poter includere quanti più eventi possibile del libro, senza dunque rischiare di tralasciare aspetti importanti del racconto. I fan, infatti, avevano lamentato per i precedenti film un’eccessiva mancanza di dettagli fondamentali ai fini dello svolgimento del racconto. Ad ogni modo, proprio la grande quantità di eventi ed emozioni presenti in questo ottavo capitolo ne hanno decretato il successo.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è infatti il film della saga con il maggiore incasso. A più di dieci anni di distanza dalla sua uscita, è inoltre ancora uno dei più apprezzati tra tutti e otto, oggetto di continue visioni, analisi e approfondimenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori ma anche alle differenze tra il libro e il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2

Le vicende riprendono lì dove finivano quelle del precedente film. Dopo aver lasciato la scuola di magia di Hogwarts, ormai occupata dai Mangiamorte, Harry Potter continua la disperata ricerca degli Horcrux per riuscire a indebolire Lord Voldemort. Insieme a Ron ed Hermione, il giovane mago riesce ad individuare gli ultimi rimasti da distruggere, capendo però di non poter rimanere lontano ancora a lungo da Hogwarts. È lì che dovrà avere luogo lo scontro finale tra le forze del bene e quelle delle male, rappresentate da Voldemort e il suo esercito. Prima di ciò, tuttavia, degli ultimi misteri dovranno esserse svelati, senza la cui soluzione non può esserci una conclusione.

Protagonista del film è l’attore Daniel Radcliffe, che ricopre ancora una volta con grande successo il ruolo di Harry Potter. Accanto a lui si ritrovano poi Rupert Grint nei panni di Ron Weasley, ed Emma Watson in quelli di Hermione Granger. L’attrice premio Oscar Maggie Smith interpreta nuovamente la professoressa McGranitt, mentre Robbie Coltrane torna ovviamente a ricoprire il ruolo di Hagrid. Evanna Lynch riprende i panni della stravagante Luna Lovegood, mentre Bonnie Wright, James e Oliver Phelps interpretano rispettivamente Ginny, Fred e George Weasley. David Thewlis torna ad interpretare Remus Lupin, mentre Michael Gambon compare brevemente un’ultima volta nel ruolo di Silente.

Lord Voldemort è interpretato dal grande attore Ralph Fiennes, mentre Helena Bonham Carter interpreta Bellatrix Lestrange. Tra i più celebri personaggi della saga, Severus Piton è interpretato dal grande Alan Rickman, mentre Tom Felton torna nei panni di Draco Malfoy. Il padre di questi, Lucius, è invece interpretato da Jason Isaacs, mentre sua madre Narcissa è interpretata da Helen McCrory. In ultimo, fanno parte del cast anche Warwick Davis nel doppio ruolo di Unci-Unci e Filius Vitious, Ciaran Hinds in quelli di Aberforth Silente e John Hurt nei panni di Garrick Olivander. Quest’ultimo torna ad interpretare il personaggio dopo ben nove anni.

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Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: le differenze tra il libro e il film

Per cercare di rimanere quanto più fedeli possibile al romanzo, gli autori hanno deciso di adattare questo in due film. Nonostante ciò, diverse scene e situazioni hanno ugualmente subito modifiche. Una delle più importanti è quella relativa al rapporto tra Voldemort ed Harry Potter. La connessione esistente tra le loro menti è infatti meno sfruttata nel film rispetto a quanto descritto nel libro, dove il protagonista la usa per scoprire qualcosa di più sul suo nemico. Per quanto riguarda invece i Doni della Morte del titolo, è da notare come il mantello dell’invisibilità abbia un ruolo piuttosto marginale rispetto a quello che ha nel libro, dove viene utilizzato in più occasioni e momenti cruciali.

Una delle scene del film più criticate del film, in rapporto a quanto descritto dal libro, è quella che vede protagonisti Harry e Silente. Nel film questa viene trattata in modo sbrigativo, mentre nel libro l’ex preside di Hogwarts spiega a Harry perché sia sopravvissuto anche questa volta, parla del suo passato e dei motivi delle scelte che ha compiuto. Nel film manca anche la scena del duello con Voldemort in mezzo alla Sala Grande. Occasione in cui nel libro Harry spiega davanti a tutti a chi appartiene la bacchetta di Sambuco. Nel film invece si trova a dirlo privatamente a Ron e Hermione. Sempre riguardo la bacchetta di Sambuco, nel libro Harry non la spezza come avviene nel film, ma la ripone nella tomba di Silente.

Alcune scene del film sono poi state aggiunte dagli sceneggiatori ma non sono presenti nel libro, come la bacchetta di Sambuco che si spezza quando Voldemort distrugge la bolla di incantesimi di protezione attorno a Hogwarts e Neville che ottiene il permesso di far esplodere un ponte. Infine, anche la scena dell’attesissimo bacio tra Ron e Hermione è diversa tra il libro e il film. Nella pellicola i due si baciano dopo gli attimi di terrore vissuti nella Camera dei Segreti. Nel libro invece Hermione si lancia nel lungo bacio dopo aver sentito Ron preoccuparsi della salute degli elfi domestici.

Il trailer di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 2 marzo alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

La Casa dei Fantasmi: teaser trailer del film ispirato all’attrazione Disneyland

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Guarda il trailer di La Casa dei Fantasmi (Haunted Mansion), la divertente avventura Disney da brividi ispirata alla classica attrazione del parco a tema, arriverà prossimamente nelle sale italiane. Diretto dal premiato regista Justin Simien, La Casa dei Fantasmi (Haunted Mansion) è interpretato da un cast stellare che include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Dan Levy, con Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox Ghost.

Il regista Simien ha dichiarato: “Da grandissimo fan dell’attrazione Haunted Mansion sono davvero entusiasta di condividere il primo trailer di questo nuovo film che vanta un cast incredibile. Il nostro team ha lavorato instancabilmente per realizzare un’avventura cinematografica spaventosa, divertente e ultraterrena sia per i nuovi fan che per quelli più accaniti! Non vedo l’ora che il pubblico possa vivere questa versione per il grande schermo dell’iconica attrazione Disney”.

La Casa dei Fantasmi (Haunted Mansion) racconta di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi soprannaturali. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich, mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori esecutivi.

Creed 3: recensione del film di e con Michael B. Jordan

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Creed 3: recensione del film di e con Michael B. Jordan

Dopo l’iniziale scetticismo, la saga di Creed è entrata di diritto nel cuore degli sportivi, con i primi due capitoli all’altezza del franchise padre, quello di Rocky. Con Creed 3 si chiude la prima trilogia che vede protagonista Adonis Creed, figlio di Apollo e allenato proprio da quello Stallone Italiano che era stato sfidante prediletto del campione dei pesi massimi.

Dopo due capitoli in cui Adonis cerca di uscire dall’ombra del padre e ha all’angolo Rocky, finalmente in questa terza storia, Creed è protagonista senza dubbio alcuno e senza più nessuno a fargli ombra, o almeno è quello che pensa lui. Rinchiuso nella sua villa, con moglie e figlia, lontano dal ring da oltre 5 anni, Adonis si ritrova a fare i conti con il passato quando sul suo cammino si intromette “Diamond” Dame Anderson, un vero e proprio fantasma dal passato, arrivato a reclamare vendetta per una vita che lui non ha vissuto.

Creed 3 è l’esordio di Michael B. Jordan alla regia

Esordio alla regia di Michael B. Jordan, e primo film dell’intero franchise sportivo a non vedere coinvolto Sylvester Stallone (se non nel ruolo secondario di produttore associato) e primo film in cui Rocky nemmeno viene menzionato, Creed 3 vede sovrapporsi finzione e realtà, in un mondo in cui Adonis, come Michael, deve fare a meno dei riferimenti che lo hanno formato, Stallone/Rocky, per poter camminare da solo. E dal punto di vista della regia, Jordan compie questa emancipazione giocando sul sicuro, con qualche idea incisiva e un classicismo preso a prestito proprio da quei film dai quali vuole emanciparsi.

Creed 3 Michael b Jordan
L’attore e regista Michael B. Jordan, Mila Kent e Tessa Thompson sul set di CREED 3 © 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved

Dopotutto è difficile dirigere un incontro di boxe al cinema senza avere in mente il lavoro di Garrett Brown nel film del 1976, e così Michael B. Jordan, impegnato anche a recitare oltre che a dirigere, si concede pochi passi fuori dal sentiero conosciuto, confezionando in fin dei conti un film che funziona e che si fonda proprio sulle interpretazioni dei due grandi protagonisti.

Un titanico Jonathan Majors

Conosciamo il talento del protagonista, esploso anni fa con Fruitvale Station e poi declinatosi in varie forme nel corso degli ultimi dieci anni, quello che però lascia davvero senza fiato è il lavoro di Jonathan Majors per il suo Dame Anderson: la mole spaventosa dell’attore gli conferisce una fisicità rozza, ingombrante e minacciosa, eppure la sua recitazione è raffinatissima e calibrata, riesce a raccontare l’imbarazzo, il dolore, la ferocia, la vendetta, la forza bruta, il rimpianto, il perdono con una delicatezza impensabile. L’attore, che da poco abbiamo visto (e vedremo) nel Marvel Cinematic Universe nei panni di Kang il Conquistatore, merita sicuramente spazio e modo per esprimere questo talento così solido e camaleontico, che lo renderà, ne siamo certi, trai protagonisti delle prossime stagioni cinematografiche.

Creed 3 Jonathan Majors e michael b jordan
© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved

Ma cosa fa di uno sportivo un campione? Perché la saga di Rocky e anche quella di Creed ci hanno insegnato che l’impegno e la dedizione alla fine pagano, sul ring come nella vita, ma che per lo sport e per la boxe in particolare, c’è bisogno di qualcosa in più. Bisogna sapere per cosa si combatte, bisogna avere la “fame” della vittoria, bisogna avere il cuore al posto giusto e soprattutto bisogna sapere chi è la persona che vediamo allo specchio quando ci guardiamo. È questo che deve imparare a fare Adonis ancor prima di raccogliere questa sfida che lo trascina nella paura e nella rabbia, ancora prima di mettersi di nuovo in forma per poter combattere e riprendersi il suo titolo.

Bianca, una moderna Adriana

Ma come Adriana era la fonte principale della motivazione del suo Rocky, anche Bianca è la chiave di volta per entrare nell’emotività di Adonis. È chiaro che il personaggio di Tessa Thompson è molto diverso da quello di Talia Shire, dal momento che è una donna del 2023, in carriera, con le sue ambizioni e i suoi problemi (è una musicista ma sta perdendo l’udito), ma questo non le impedisce di avere un ruolo salvifico nella vita dell’eroe, non solo, è anche lei la causa scatenante, l’amore che tutto sostiene e tutto muove, il punto fisso che manca al villan, sebbene non si possa parlare proprio di cattivo.

Il vero cattivo, in Creed 3 come in tutti i film del franchise, è chi siamo davvero e quanto siamo disposti a metterci in gioco per scoprire davvero chi è la persona nel nostro riflesso. Forse in questo film questo elemento è talmente presente da risultare didascalico, dal momento che Dame non è altro che il riflesso distorto di Adonis e che, in un finale che non lascia pienamente soddisfatti, si distende per assumere esattamente i tratti dell’eroe, se non fisicamente almeno nelle ambizioni. Adonis e Dame si vedono e si riconoscono, sono mossi dal senso di colpa, dall’amore fraterno, ma anche dalla paura reciproca, per via di quello che entrambi rappresentano per l’altro.

Creed 3 recensione
© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved

E in questa dualità, tanto a fuoco da risultare pedante, si nasconde il punto di forza e allo stesso tempo la grande debolezza di Creed 3. Che nel continuare a disegnare la parabola di Adonis, si allontana dai propri padri senza però portare con sé lo spirito più profondo di un racconto sportivo che si dimostra solido ma che perde un pezzetto di cuore, forse, per mancanza di “fame”.

Hellboy: The Crooked Man, trovato il nuovo protagonista

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Hellboy: The Crooked Man, trovato il nuovo protagonista

Il riavvio di Hellboy di Millennium Media, basato su Hellboy: The Crooked Man avrà come protagonista Jack Kesy. Kesy è meglio conosciuto per aver interpretato Black Tom in Deadpool 2, e per i film 12 Strong e Baywatch di Warner Bros, così come per le serie Claws e The Strain.

Come precedentemente annunciato, Brian Taylor (Crank) dirigerà il progetto da una sceneggiatura scritta dal creatore del fumetto di Hellboy Mike Mignola e Chris Golden. Il film, che dovrebbe essere girato nei prossimi mesi, vedrà Hellboy bloccato nell’Appalachia rurale degli anni ’50 con un agente del BPRD alle prime armi. Lì scoprono una piccola comunità infestata dalle streghe, guidata da un diavolo locale con un inquietante legame con il passato di Hellboy: The Crooked Man.

SUCCESSION: trailer ufficiale della quarta e ultima stagione

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SUCCESSION: trailer ufficiale della quarta e ultima stagione

Pubblicato il trailer ufficiale della quarta, ultima e attesissima stagione di SUCCESSION, il pluripremiato cult HBO creato da Jesse Armstrong. La stagione finale, in dieci nuovi episodi, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3 aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.

SUCCESSION esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck).

https://youtu.be/PYT8rY23q10

La trama della quarta stagione di SUCCESSION

Nella quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.

Il cast della quarta stagione: Brian Cox, Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventaregular dei nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).

Creata da Jesse Armstrong; produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è lo showrunner.

Le prime tre stagioni di SUCCESSION hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il SAG Award per il miglior cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.

Abbott Elementary – stagione 2: recensione della seconda stagione della serie di e con Quinta Brunson

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Reduce da una season awards travolgente, inaugurata con i Golden Globes e conclusasi la scorsa domenica notte con i SAG Awards, torna su Disney+ Abbott Elementary, la serie rivelazione della scorsa stagione televisiva in streaming che con un secondo ciclo di episodi è una felice conferma di quanto costruito nella prima stagione. Quinta Brunson, creatrice della serie e alla guida del folto clan di showrunner, ha di che festeggiare, perché oltre a un rinnovo, lo show si prende anche lo spazio di 20 episodi da 20 minuti.

Abbott Elementary 2 disponibile su Disney+

Lo spirito di adattamento degli insegnanti della Abbott Elementary non è cambiato: Janine, l’entusiasta nuova arrivata della prima stagione, trascina in questo secondo ciclo il suo entusiasmo e la sua voglia di fare bene e meglio, di fare l’impossibile per gli studenti di questa scuola sgangherata, né più né meno di una qualsiasi scuola pubblica americana. Con lei tornano Gregory, che finalmente è insegnante di ruolo, dopo aver accantonato (momentaneamente?) il sogno di diventare dirigente scolastico, torna l’irreprensibile Barbara, insegnante mito per tutti i colleghi e vero e proprio faro per l’intera scuola, che però non rinuncia ai suoi momenti di originalità, torna l’esuberante Ava, Preside sui generis che forse non è adatta al suo ruolo, ma lei non lo sa e va avanti con grande entusiasmo. Tornano anche i bizzarri Jacob e Melissa, che contribuiscono a comporre un quadro originale e divertente di un corpo docenti che davvero fa ogni cosa che può, con quello che ha.

Le situazioni insolite non mancano, rese ancora più strane dal comportamento sempre sopra le righe dei protagonisti, e il formato da mockumentary non mostra segni di cedimento, dopotutto se serie culto della commedia, come The Office, sono riusciti a costruire su quel formato molte stagioni, Abbott Elementary è ancora abbastanza fresca e nuova da continuare ad usare questo espediente per alleggerire i toni della conversazione e riuscire a portare a casa un risultato eccellente.

È chiaro che la comedy è il principale genere dello show, ma la condizione della scuola pubblica americana conferisce alla storia quello strato di verità scomoda che contribuisce a rendere solida e ancorata alla realtà una storia che spessissimo prende strade assurde e poco plausibili. Quinta Brunson, Tyler James Williams, Janelle James, Lisa Ann Walter, Chris Perfetti e Sheryl Lee Ralph sono pronti ad accoglierci in un nuovo anno scolastico alla Abbott Elementary, con entusiasmo e novità, buonumore e dedizione, ma soprattutto con la consapevolezza che ogni giorno è una sfida e arrivare al suono dell’ultima campanella rimanendo vivi e incolumi è una sfida sempre più difficile ma sempre entusiasmante.

Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo: recensione del film

Una veglia a cavallo tra illusioni della mente e realtà: questo è Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo, opera seconda della regista ungherese Lili Horvát. Il film, dal 2 marzo è anche nelle sale italiane ed è un viaggio intimo e onirico.

La trama di Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo

Márta (Natasha Stork) è una promettente dottoressa ungherese che vive e lavora negli Stati Uniti. Ad un congresso nel New Jersey conosce János (Viktor Bodó), un medico ungherese, e se ne innamora a prima vista. Alla fine del congresso, i due non si scambiano i numeri ma, in pieno stile Before Sunrise, si danno un appuntamento due mesi dopo a Budapest. János però non si presenta all’incontro e, quando Márta lo va a cercare, l’uomo finge di non conoscerla. Esterrefatta, la donna sviene. János è così indifferente verso di lei che Márta mette in dubbio il suo ricordo. È davvero avvenuto l’incontro tra i due o è soltanto una illusione della mente di Márta? Le sue conoscenze in campo neurologico si mescolano con i suoi sentimenti: la donna decide di rimanere a Budapest per indagare a fondo, tra scienza e sentimenti, che cosa le stia accadendo.

Un racconto confusionario per esprimere una mente confusionaria

Márta appare fin da subito come una donna molto introspettiva. Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo si apre con il suo racconto, intimo ed emozionato, del primo incontro con János. Da questa premessa, il film si sviluppa in modo tutt’altro che rettilineo, e non per quanto riguarda l’ordine temporale del film. Immagini reali e ricordi soggettivi della protagonista si mescolano continuamente, mettendo sullo stesso piano illusioni, memorie, presente e passato. Márta confessa fin da subito di essersi innamorata a prima vista e follemente: tutto quello che accade dopo questa dichiarazione la mette in una posizione sempre più instabile dal punto di vista mentale. La donna sviene, ricorda cose che non sembrano essere successe, è confusa. La confusione non è osservata esteriormente dallo spettatore, al contrario pervade la narrazione ad ogni livello: parte dalla protagonista, si trasferisce alla struttura del film e arriva fino allo spettatore, che prova a raccogliere il senso di un racconto disordinato (e che non ambisce a mettersi in ordine).

Scienza e amore: due forze che collidono

La cosa curiosa è il fatto che la protagonista sia un medico e che si occupi di neurologia: Márta è la prima a mettere in discussione la propria mente e ad indagarla. La donna, medico e cultrice della scienza, fatica a convivere con il proprio lato irrazionale: s’innamora per la prima volta e non sa come gestire un sentimento così illogico come l’amore a prima vista, totalmente istintivo e travolgente. Non appena János la rifiuta, Márta non esita a dubitare del suo sentimento e confonde le sue emozioni con le problematiche mentali che è solita studiare. Tuttavia, Márta non è disposta a rinunciare a questo suo nuovo lato irrazionale: lo indaga e lo coltiva allo stesso tempo.

La rappresentazione di un sentimento nuovo

Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo fa una onesta rappresentazione di un amore vissuto tra due menti scientifiche e ben poco romantiche. Non ci sono enfatizzazioni o esagerati gesti d’affetto, tutto è estremamente semplice e pragmatico, ma non per questo meno intenso. Gli attori principali sono espressivi pur senza essere enfatici, figure di pietra che entrano in contatto con emozioni forti. Il volto della protagonista è incantevole e cattura l’attenzione dello spettatore, spiccando tra gli altri personaggi, pressoché anonimi.

Anche a livello di riprese, il film conserva una certa genuinità. Introspezione e alienazione sono i cardini del film, a livello narrativo e visivo. Il lungometraggio è girato in pellicola (35mm), cosa che dà solidità ai personaggi. Non solo: la pellicola ha una grana ben visibile, utile anche per esprimere la confusione del racconto, tutt’altro che limpido. Anche i movimenti di camera sono significativi: zoom e close-up negli interni si alternano a campi più ampi, punti camera fissi e distanti per le scene tra le strade di Budapest.

DJANGO: da domani il quinto e sesto episodio, guest star Vinicio Marchioni

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Non può esserci pace nel nostro presente se siamo ancora in guerra con il nostro passato. Questo vale oggi come ieri, tanto per noi quanto per DJANGO, protagonista del western Sky Original che omaggia il classico di Sergio Corbucci, da domani venerdì 3 marzo con due nuovi episodi (quinto e sesto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Nei nuovi episodi, diretti da David Evans e con Francesca Comencini alla direzione artistica, la Guerra di Secessione si è conclusa, ma la guerra per la libertà non è ancora finita. Infatti è in nome della libertà che si combatte tra New Babylon e Elmdale, e come in tutte le guerre anche in questa ci sono amici e nemici, spie e traditori. Ma anche figlie e figli, padri e madri, legati da rapporti fragili come i tempi che vivono. DJANGO (Matthias Schoenaerts) vuole solo riconquistare la fiducia e l’amore di sua figlia Sarah (Lisa Vicari), che non gli nasconderà di essere al corrente di verità che Django credeva solo sue. John Ellis (Nicholas Pinnock), nonostante il legame di sangue che lo lega inevitabilmente a Seymour (Jyuddah Jaymes), sospetta che sia suo figlio il traditore che si nasconde dentro New Babylon e dietro il fallimento della vendita del primo petrolio estratto.

È tra queste incomprensioni e questi sospetti che si annidano i rancori del passato. Un passato che ha ancora un potere enorme sul presente e che per quanto si tenti di metterlo a tacere tenendolo nascosto, avanza inesorabile per presentarci il conto delle nostre azioni. È Django il primo a fare i conti con il suo, quando si imbatterà nel Colonnello sotto il quale prestò servizio durante la guerra al fianco del Capitano Parisi interpretato da Vinicio Marchioni, guest-star di questi nuovi episodi. Mentre quest’ultimo è legato a Django da una promessa fatta prima di morire, il Colonello, che a Django deve la vita, ora è diventato un giudice corrotto al quale spetterà la sentenza di condanna o assoluzione nei confronti di John Ellis.

Il cast: Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia di Django, e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O. Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di John Ellis, Tom Austen in quelli del cowboy Eljiah Turner e Camille Dugay che sarà Margaret, la moglie di Django. Con Manuel Agnelli, Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi. E a omaggiare il mito del western di culto di Sergio Corbucci, la partecipazione straordinaria di Franco Nero.

Scritta da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (e da Max Hurwitz, che firma la sceneggiatura del quarto e del sesto episodio), DJANGO è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo rumeno.

La trama del quinto episodio di DJANGO

Django e John organizzano due spedizioni di petrolio per confondere Elizabeth. Il piano va a buon fine e New Babylon ha finalmente i soldi per comprare cibo e medicine. Nonostante questo, Seymour si sente tradito da John, ed Elizabeth trova il modo di trarne vantaggio.

La trama del sesto episodio di DJANGO

John viene processato ad Elmdale per appropriazione indebita della terra su cui sorge New Babylon. L’atto di donazione che suo padre firmò in punto di morte, unica prova che potrebbe scagionarlo, sembra misteriosamente sparito. Sarah dovrà rivolgersi a Django per chiedergli di aiutare John e riportarlo a casa.

LOL: Chi ride è fuori, terza stagione dal 9 marzo, ecco il trailer e i concorrenti

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Dopo il grande successo delle precedenti edizioni, LOL: Chi ride è fuori torna con alcuni tra i più importanti comici italiani e le nuove leve della comicità: Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani e Marina Massironi.

I concorrenti proveranno a rimanere seri per sei ore consecutive, cercando contemporaneamente, di far ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a favore di un ente benefico scelto dal vincitore. Ad osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano. Ma non è tutto. In questa nuova edizione ci sarà anche Maccio Capatonda, vincitore della seconda stagione di LOL: Chi ride è fuori, che sarà il disturbatore ufficiale dello show e avrà il compito di indurre alla risata.

La terza stagione del comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è fuori è prodotta da Endemol Shine Italy per Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale.

LOL: Chi ride è fuori, stagione 3, il trailer

Il pianeta preistorico, la seconda stagione dell’epica serie-evento su Apple TV+

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Apple TV+ ha annunciato oggi la data d’uscita della seconda stagione di “Il pianeta preistorico”, la pluripremiata serie-evento di storia naturale, realizzata dai produttori esecutivi Jon Favreau e Mike Gunton della BBC Studios Natural History Unit (“Pianeta Terra”) e narrata da Sir David Attenborough. La nuova stagione, composta da cinque episodi, farà il suo debutto nel corso di una serie di eventi di cinque giorni su Apple TV+, a partire dal 22 maggio, ed è pronta per trasportare gli spettatori indietro nel tempo alla scoperta del nostro mondo e dei dinosauri che lo popolavano. Il tutto arricchito da dettagli sbalorditivi e condito dalla colonna sonora originale dal pluripremiato Hans Zimmer.

«La pluripremiata prima stagione di “Il pianeta preistoricoha riportato in vita i dinosauri in un modo che il pubblico non aveva mai visto prima», ha dichiarato Jay Hunt, Creative Director, Europe, Apple TV+. «Collaborando con il brillante Jon Favreau e con i nostri fantastici partner della BBC, siamo entusiasti di poter offrire ancora una volta agli spettatori l’opportunità di immergersi nel nostro mondo come era 66 milioni di anni fa e di farli entrare in contatto con creature ancora più strane e meravigliose».

La serie ha ottenuto il 100% del punteggio della critica su Rotten Tomatoes ed è stata definita come “assolutamente incantevole” (Inverse), “sbalorditiva” (Daily Mail UK) e “stupefacente” (Decider). “Il pianeta preistorico” è stata anche premiata, tra gli altri, dai Television Critics Association Awards, dai Visual Effects Society Awards, dagli Annie Awards, dagli Hollywood Music in Media Awards e dai Cinema Eye Honors Awards.

Il pianeta preistorico combina la miglior regia naturalistica, le più recenti conoscenze paleontologiche e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia per svelare gli spettacolari habitat e gli abitanti dell’antica Terra, in un’esperienza immersiva unica nel suo genere. La serie è prodotta dal dal team della BBC Studios Natural History Unit con il supporto degli effetti visivi fotorealistici di MPC (“Il re leone”, “Il libro della giungla”), applicati alla concept art creata da Jellyfish Pictures (“Il Libro di Boba Fett”, “Spirit – Il ribelle”). La seconda stagione di “Il pianeta preistorico” continua a far rivivere la storia della Terra come mai prima d’ora: la serie presenta al pubblico nuovi dinosauri, nuovi habitat e nuove scoperte scientifiche, portando gli spettatori in un’epica avventura: con nuove creature, come il Tarchia, uno dei più grandi Anchilosauri, e con il ritorno di ‘personaggi’ famosi come il Tyrannosaurus rex e molti altri, la serie torna con una nuova stagione di meraviglie preistoriche.

Colonna sonora di Hans Zimmer e Andrew Christie per Bleeding Fingers Music. Partitura originale di Zimmer, Anže Rozman e Kara Talve per Bleeding Fingers Music. La prima stagione completa è disponibile in streaming su Apple TV+.

Please Baby Please con Andrea Riseborough dal 31 marzo su MUBI

Please Baby Please con Andrea Riseborough dal 31 marzo su MUBI

Please Baby Please è interpretato dalla candidata all’Oscar Andrea Riseborough (To Leslie, Birdman), Harry Melling (The Tragedy of Macbeth, Harry Potter, La Regina degli Scacchi), Karl Glusman (The Neon Demon, Love), la candidata ai Golden Globe Demi Moore (Ghost, Il Talento di Mr. C), Mary Lynn Rajskub (Safety Not Guaranteed, Mysterious Skin), Ryan Simpkins (Brigsby Bear, A Simple Man) e da Dana Ashbrook (Twin Peaks). Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Rotterdam International Film Festival 2022.

La trama di Please Baby Please

Dopo aver assistito a un omicidio nelle strade di una surreale Manhattan degli anni Cinquanta, la coppia di bohémien Suze e Arthur diventa l’ossessione di una gang di greaser. Demi Moore interpreta l’affascinante vicina del piano di sopra, che ha diversi amanti e, cosa ancora più impressionante, una lavastoviglie.

MUBI

MUBI è un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il mondo.

MUBI è un luogo dove scoprire film ambiziosi, sia di registi iconici che di autori emergenti. Ogni giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film selezionato con cura dai programmatori di MUBI. Notebook esplora tutti gli aspetti della cultura cinematografica, sia su carta che online. E con MUBI GO, i membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni settimana per vedere i migliori film in uscita in sala.

Tra le distribuzioni MUBI recenti e prossime ci sono Passages di Ira Sachs, Petite Maman di Céline Sciamma, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Shiva Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance Film Festival) e Our Men di Rachel Lang. MUBI è la più grande comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo. Nel gennaio 2022, MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The Match Factory e Match Factory Productions.

Avatar 3: Spider avrà un ruolo chiave nel film, parola di James Cameron

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Dopo 13 lunghi anni di attesa, il primo dei sequel di Avatar, Avatar – La via dell’acqua (qui la recensione) è finalmente arrivato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, divenendo in poce settimane il terzo film con i maggiori incassi nella storia del cinema. Questo riporta gli spettatori su Pandora, il meraviglioso mondo ideato da James Cameron, sul quale si svolgono le vicende dei protagonisti Jake Sully, Neytiri e dei loro figli. Proprio uno di questi, il figlio umano adottivo Spider, ha suscitato molte curiosità, sia per quanto compie nel corso del film e sia per il suo possibile futuro in Avatar 3 e nel resto della saga.

Come si scopre, infatti, questi è il figlio del colonnello Quaritch, interpretato da Stephen Lang, e pur ripudiando tale padre Spider decide sul finale da salvarlo da morte certa. Proprio per via di questa decisione, molti fan si aspettano ora che il personaggio interpretato da Jack Champion si riveli una componente importante dei sequel a venire. Ora, il pubblico sa per certo che Spider avrà un ruolo importante in Avatar 3 e nei successivi film. Il regista James Cameron ha confermato, durante il suo intervento ad una proiezione del film, che “Spider rimarrà un personaggio importante“.

“Nella mia mente Spider è colui che collega i due papà (Jake e Quaritch). – ha spiegato Cameron – Perché dopo un po’ la semplice vendetta diventa noiosa”. Alla luce di ciò, la domanda non è più se Spider avrà un ruolo di rilievo, bensì quale questo sarà. Si potrebbe pensare che ci sarà sicuramente una sorta di conseguenza per il suo aver salvato il padre cattivo. I Sully di certo non saranno felici della cosa quando lo scopriranno e da qui potrebbe aprirsi una profonda divisione tra loro. Per avere maggiori certezze, però, non resta che attendere ulteriori elementi di trama e, infine, l’arrivo in sala del film il 20 dicembre 2024.

Fonte: TheDirect

Road to Oscar 2023: il Miglior film d’animazione

Road to Oscar 2023: il Miglior film d’animazione

La notte degli Oscar 2023 è sempre più vicina. In attesa di rivedere le luci accese nel Dolby Theatre e il lungo tappeto rosso colmo di star, produttori e registi, le congetture su chi possono essere i papabili vincitori nelle varie categorie sono tantissime. Spesso si spera che il film preferito sia anche il favorito dall’Academy, ma in realtà le statistiche sono già in grado di darci una mezza risposta. Anche se può capitare di assistere poi a delle belle sorprese. Per questa 95esima edizione nella cinquina Miglior Film d’Animazione sono stati scelti: Pinocchio di Guillermo del Toro, Marcel the Shell, Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio, Red e Il Mostro dei Mari.

Pellicole che dimostrano di far parte di un cinema inclusivo per i temi e le storie di ampio respiro portate sullo schermo, e che ancora una volta permettono agli spettatori di poter trovare al cinema un loro posto. Ripercorriamo i cinque film d’animazione candidati agli Oscar 2023, fra vittorie nella stagione dei premi in corso, critiche e accoglienza, cercando di fare il punto della situazione su chi potrebbe portare a casa la statuetta d’oro.

Pinocchio di Guillermo del Toro

Fra i primi a spiccare nella corsa agli Oscar 2023 c’è Pinocchio di Guillermo del Toro, rivisitazione in stop-motion della storia del burattino di legno di Carlo Collodi. Il film si è posizionato al cinema prima e su Netflix poi in un periodo di secca per l’animazione e il cinema in generale, parliamo dei primi di dicembre, aggiudicandosi quindi una grossa fetta di pubblico. Fra i produttori del film il colosso dalla N rossa e Shadow Machine. Il Pinocchio di Guillermo del Toro è un meraviglioso dramma musicale padre-figlio, oltre che una favola antifascista costruita attraverso alcune sfumature anche ironiche. Tocca il cuore per come affronta con sapienza, ma al tempo stesso delicatezza, temi quali il lutto, la politica (il totalitarismo, in questo caso) e perfino la morte, a cui si lega la bellezza della vita.

Una storia realizzata poi con l’incredibile tecnica della stop-motion, che fa del film uno straordinario pezzo d’artigianato, tale soprattutto per le sue dolci e autentiche imperfezioni. Nella rosa come Miglior Film d’Animazione, Pinocchio di Guillermo del Toro è il prodotto più apprezzato. Stando a Rotten Tomatoes, il 97% delle critiche professionali è positivo, con un voto medio di 8,3 su 10. Su Metacritic la percentuale rimane abbastanza alta, con un punteggio di 79 su 100 basato su 49 critiche. Il film sta dominando perfino la stagione dei premi sin qui svolti. Agli Annie Awards si può dire aver fatto incetta di premi, vincendo il Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Animazione dei personaggi, Miglior Design di prodotto e Miglior Musica. Per questa edizione degli Annie, fra l’altro, Pinocchio ha battuto il record ricevendo ben 9 nomination.

Dall’Inghilterra si è portato a casa anche il BAFTA come Miglior film d’animazione, risultando l’unico per questo riconoscimento ad aver ricevuto la candidatura anche per scenografia e colonna sonora. Ricevendo anche il Golden Globe per Miglior film d’animazione, Pinocchio di Guillermo del Toro ha fatto diventare Netflix il primo streamer a vincere la categoria. Fra gli altri premi guadagnati c’è anche Miglior film d’animazione ai Critics Choice Awards e Miglior canzone per un musical/commedia con “Ciao papa” di Gregory Mann ai Society of Composers and Lyricists Award. Negli anni passati altre pellicole di Netflix sono state candidate, pensiamo a Dov’è il mio corpo? (2020), Klaus (2020), Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria (2021) e I Mitchell contro le macchine (2022, senza però ricevere l’Oscar. Se Pinocchio vincesse la statuetta d’oro, sarebbe la prima volta per Netflix nella categoria, oltre a far essere Guillermo del Toro il primo vincitore per Miglior Regia (La forma dell’acqua) e Miglior film d’animazione.

Marcel the Shell

Lo sfidante numero uno di Pinocchio agli Oscar 2023 è di sicuro Marcel the Shell di A24, diretto da Dean Fleischer-Camp. Il mockumentary è stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival dove è stato acclamato a settembre 2021, a cui è seguita a luglio 2022 una riproduzione limitata da parte di A24 (che subito lo ha acquistato) nelle sale statunitensi e una wide release dal 15 dello stesso mese. La storia della conchiglia Marcel abbraccia il cuore di tutti. Una piccola conchiglia con un occhio di plastica e delle deliziose scarpette color carota vive insieme alla nonna (Nana Connie), in un appartamento che poi viene affittato a un regista (lo stesso Camp). Marcel si presta ad essere personaggio di un programma televisivo, 60 Minutes, nella speranza di poter ritrovare la sua famiglia e tornare a vivere in una comunità.

È chiaro che portando sullo schermo una storia di ricerca e famiglia, in cui la conchiglia sembra avere un animo umano, le critiche sono state tutte a favore. E così Marcel the Shell si è riuscito ad aggiudicare la nomination nella categoria Miglior film d’Animazione dopo essere stato considerato un ibrido unico, facendo il suo ingresso agli Oscar come primo candidato in stop-motion/live-action. Il mockumentary è stato acclamato dalla critica con il 98% delle recensioni positive su Rotten Tomatoes, che lo hanno definito “intenso, profondo e assolutamente commovente”. Su Metacritic il film ha ottenuto un punteggio di 80 su 100, con degli incassi negli USA pari a 6,7 milioni.

Marcel the Shell è stato, dopo Pinocchio, il film ad aver ricevuto più vittorie nella stagione dei premi, vincendo agli Annie Awards come Miglior film indipendente, Miglior doppiaggio di un personaggio (Jenny Slate presta la voce alla conchiglia) e Miglior sceneggiatura. Fra le tante candidature ricevute spiccano quelle ai BAFTA, ai Golden Globe, ai Saturn Award e ai Critics Choice Award, tutte nella categoria Miglior Film d’animazione. Il film, se non ci fosse Pinocchio su cui sono stati puntati tutti i riflettori, sarebbe sicuramente stato il favorito rispetto agli altri in lista.

Red

Spinto dalla Pixar e sostenuto dal colosso Disney, Red è riuscito a farsi spazio per poter rientrare nella rosa degli Oscar 2023. Alla direzione del film Domee Shi, chiamata dalla Pixar con il compito di pensare a un lungometraggio dopo il corto Bao. Red, la cui storia ruota attorno ad una tredicenne cinese che si trasforma in un panda rosso quando le sue emozioni sono troppo forti, è una bella metafora della pubertà, oltre a essere fra i film Pixar più personali. La pellicola, a causa della pandemia da Covid-19, ha dovuto rinunciare all’uscita in sala, approdando direttamente sulla piattaforma Disney+ a marzo 2022. Per Red, la Pixar ha deciso di discostarsi dai temi universali che permeano gran parte delle sue produzioni, risultando quasi una rivoluzione. Nel meccanismo dell’azienda, infatti, ogni film era progettato dalla Braintrust – formata da John Lasseter, Pete Docter e Brad Bird e altri – e le storie si incentravano tutte sull’amore, la famiglia e la perdita, garantendo alla Pixar successi e premi. Queste ligie regole hanno però allontanato il film dall’idea originale, finendo per essere tutt’altro.

Red è riuscito a fare la differenza grazie a Shi: è rimasto fedele al progetto iniziale e, inoltre, è basato sull’esperienza personale della sua regista. La linea adottata dalla Pixar da qualche anno, si prendano come esempio Luca e Onward, è di seguire più un approccio intimo e mirato, con una pellicola che risulta essere figlia diretta del suo regista. Grazie ai successi ottenuti, l’azienda può ora permettersi il lusso di staccarsi da quei film indirizzati solo ed esclusivamente alle famiglie, abbracciando un pubblico molto più eterogeneo. Ecco perché Shi, con Red, ha voluto far immedesimare il pubblico nella storia attraverso mondi nuovi. Parlando dell’aspetto – anch’esso universale – dell’adolescenza, degli impulsi che si vivono, degli ormoni impazziti, della crescita che ognuno di noi affronta. Il problema però è stato che parte della critica non ha colto il messaggio, e Red è stato definito da questi “troppo circoscritto”, con una grossa difficoltà a immedesimarsi nella protagonista tredicenne.

Ciononostante, il film si è ugualmente distinto per la sua estetica eccentrica, per i valori portati, e per la impeccabile animazione, che si ispira molto agli anime. Su Rotten Tomatoes, Red ha raggiunto il 71% di critiche positive, mentre su Metacritic ha ottenuto un punteggio di 83 su 100, sulla base di 52 recensioni. Si è anche aggiudicato una buona dose di candidature nella stagione dei premi, fra cui Miglior Film d’Animazione, Miglior Regia e Miglior animazione dei personaggi agli Annie Awards, Miglior Film d’Animazione ai BAFTA, ai Golden Globe e ai Critics Choice Award e Miglior produttore per un film d’animazione ai PGA.

Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio

Sequel de Il gatto con gli stivali del 2011 e spin-off di Shrek, Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio è in corsa agli Oscar 2023 come Miglior film d’animazione. Prodotto dalla DreamWorks e distribuito dalla Universal Pictures, costituisce il sesto capitolo del franchise dell’orco verde, diretto da Joel Crawford. In questa nuova avventura frizzante e rivitalizzata, il Gatto viaggia alla ricerca della Stella del Desiderio dopo essersi accorto di aver perso le sue otto vite ed essere rimasto con una sola. In compagnia di Kitty e il cane Perrito, tenterà di ripristinarle tutte, indirizzando così il film verso una riflessione sulla morte e, al tempo stesso, sulla fugacità della vita, con il messaggio (fra righe) di vivere a pieno il tempo di cui si dispone. Il film è stato presentato in anteprima al Lincoln Center di New York a dicembre 2022, per poi uscire nelle sale lo stesso mese, con un leggero ritardo dovuto alla ristrutturazione della DreamWorks.

Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio ha ricevuto un grande plauso dalla critica, la quale ha apprezzato fra le tante cose l’animazione, che vanta un mash-up fra il classico 2D e il moderno CGI 3D. Lodi anche per il suo senso dell’humor e le tematiche riportate, con una particolare attenzione per come viene rappresentata la Morte. Nota positiva al design molto pittoresco, su cui si è fortemente puntato per far sembrare il film un universo fiabesco. La pellicola ha incassato ben 445 milioni, nonostante la forte concorrenza con Avatar – La via dell’acqua, distribuito nello stesso momento, diventando il secondo film con l’incasso maggiore nel 2022.

Su Rotten Tomatoes il 95% delle recensioni sono positive, con un pubblico che lo ha apprezzato al 94%. Su Metacritic, invece, ha raggiunto un punteggio di 73 su 100. Fra le recensioni quella di Variety di Peter Debruge lo descrive come “miglior film della DWA dai tempi della trilogia di How to Train Your Dragon”. Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio si è poi guadagnato le candidature ai principali riconoscimenti fra cui i Golden Globe, i Critics Choice Awards, i BAFTA e gli Annie Awards nella sezione Miglior film e ai PGA in quella Miglior produttore per un film d’animazione. La vittoria l’ha ottenuta nella categoria Storyboarding, battendo Minions: Come Gru diventa cattivissimo e Strange World.

Il Mostro dei Mari

Concludiamo con l’ultimo della cinquina degli Oscar 2023, Il Mostro dei Mari, film diretto da Chris Williams, regista ai tempi del suo periodo Disney di Oceania e Big Hero 6 (grazie al quale ha vinto un Oscar). La pellicola è uscita per un tempo limitato nelle sale cinematografiche a luglio 2022, per poi essere inserita nel catalogo Netflix lo stesso mese. Il Mostro dei Mari è considerato fra i primi lungometraggi d’animazione originali nel 2018 ad aver avuto il via libera da Netflix Animation. La storia ruota attorno al Capitano Crow e il suo braccio destro Jacob, i quali dopo essere partiti per una spedizione si ritrovano a bordo Maisie Brumble, un’orfana che ha un ossessione simile al capitano: quella dei mostri e delle avventure.

Williams pone al centro della sua opera un mostro in particolare, a cui il Capitano Crow vuol dare la caccia e che ricorda molto la storia di Moby Dick. Il film ha raccolto recensioni positive soprattutto per le tematiche di cui si fa portatore, ossia la ricerca dell’amore genitoriale – molto vivo nelle sequenze di Maisie e Jacob – e dell’importanza dell’ascolto, attraverso cui si può convivere in armonia con gli altri. Su Rotten Tomatoes il lungometraggio di animazione si è aggiudicato il 94% di recensioni positive, e su Metacritc ha raggiunto un punteggio di 74 su 100, basato su 20 critiche. Purtroppo però de Il Mostro dei Mari se ne è parlato poco; al film gli è stato concesso lo spazio minimo e perciò risulta fra i più deboli in vista della notte degli Oscar. Nonostante questo, ha ricevuto comunque alcune candidature agli Annie Awards: Miglior film d’animazione, Miglior voce in un film d’animazione, Miglior scenografia e Miglior montaggio.

Chi potrebbe vincere?

Il Dolby Theatre si prepara per la 95esima edizione degli Academy Awards, la cui cerimonia ricordiamo si svolgerà domenica 12 marzo. Fra meno di due settimane conosceremo il vincitore della categoria Miglior film d’animazione, ma nel frattempo ci si può già fare un’idea su quel che potrebbe essere il papabile vincitore. Pinocchio di Guillermo del Toro è di sicuro il favorito, e in verità lo è stato sin dall’inizio. Fra i motivi per cui possiamo dirlo va menzionato lo status del regista, molto caro all’Academy.

La pellicola in stop-motion del burattino di legno è stata, fra le voci dei suoi avversari, quella più forte, guadagnandosi anche il grande amore del pubblico. L’unico vero sfidante, stando anche alla stagione dei premi, è Marcel the Shell, il quale si è aggiudicato qualche premio rispetto a Red, Il Mostro dei Mari e Il gatto con gli stivali che sono rimasti a bocca asciutta, seppur sia Pinocchio a raccogliere più vittorie. C’è anche da aggiungere che da quando è stato istituito l’Oscar per il Miglior film d’animazione, ormai vent’anni fa, la pellicola che si è aggiudicata i premi agli Annie Awards ha poi vinto l’Oscar: è successo quattordici volte nella storia dei premi.

Avengers: The Kang Dynasty, alcuni personaggi chiave potrebbero non apparire nel film

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Dopo la Infinity Saga, i Marvel Studios hanno ora introdotto i fan alla Multiverse Saga, iniziata con la Fase 4 e che culminerà con due nuovi film sui Vendicatori, Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, i quali, come avvenuto per Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, dovrebbero riunire vari personaggi della realtà alternativa per un epico scontro finale tra supereroi. Sebbene ad oggi molto poco è stato reso ufficiale riguardo questi due film, alcune indiscrezioni sulla trama hanno lasciato intendere che si potrano vedere eroi di ogni franchise MCU e, persino, gli X-Men e i Fantastici Quattro.

Mentre qualcosa del genere potrebbe effettiva far parte dei piani, lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania Jeff Loveness ha aggiornato sui suoi progressi con la sceneggiatura di The Kang Dynasty, rivelando alcune sorprendenti informazioni. “Sì, è decisamente una cosa complicata”, ha detto quando gli è stato chiesto della sfida di scrivere un film con così tanti personaggi. “Ma proprio come quando ho accettato il lavoro per Ant-Man, non posso concentrarmi davvero sulle questioni esterne. Devo dunque solo gettare le basi di una buona storia, si spera, e trovare i personaggi con cui voglio raccontarla.”

Loveness ha poi proseguito affermando che “a quel punto diventa una partita a ping pong con le altre persone. Come chiunque si presenti e faccia Fantastici Quattro o Blade o… potrei nemmeno usare quei personaggi. Terrò però le orecchie aperte, nel caso qualcuno mi dica ‘Ehi, se Blade vuole entrare, fallo entrare'”. Sebbene sia del tutto possibile che Loveness si sia semplicemente corretto per evitare potenziali spoiler, lo sceneggiatore ha dunque lasciato intendere che non tutti i personaggi visti finora potrebbero apparire nell’atteso film. Sarebbe certamente sorprendente se, ad esempio, i Fantastici Quattro, non facessero parte del film, a meno che questo non abbia proporzioni diverse a quello che ci si aspetta.

Fonte: ComicBookMovie

Incastrati 2: recensione dei primi quattro episodi della serie Netflix

Salvo Ficarra e Valentino Picone ci tengono a sottolineare che Incastrati 2 è l’ultimo capitolo, in sei episodi, del loro primo esperimento nella serialità televisiva. Dunque, non si faccia illusioni su un possibile proseguimento, chi ha apprezzato questo lavoro. Quello che è certo, è che sarà possibile seguire le vicende di Salvo e Valentino, sempre invischiati in questioni di mafia più grandi di loro e non solo, dal 2 marzo in esclusiva su Netflix.

La trama di Incastrati 2

Salvo (Salvo Ficarra) e Valentino (Valentino Picone) cercano di riprendere la loro vita di sempre. Mentre stanno andando a lavoro col furgone, però, una distrazione è fatale e succede qualcosa di inaspettato. I due incroceranno la latitanza di Padre Santissimo (Maurizio Marchetti), accompagnato da Tonino – Cosa Inutile (Tony Sperandeo) e da lì prenderà il via una nuova girandola di vicende. I due si troveranno di nuovo in pericolo, a doversi districare tra i dictat del boss e la volontà di proteggere le donne che amano, con le quali i rapporti non sono affatto facili. Salvo ed Ester (Anna Favella) sono separati, in seguito al tradimento di lei, ma entrambi non hanno abbandonato le speranze di ricostruire la loro storia. Mentre, Valentino e Agata (Marianna di Martino) stanno per andare a vivere insieme, ma non saranno soli. Assieme a loro ci sarà, infatti, anche Robertino (Luca Morello), il figlio di Agata. La donna è impegnata, poi, nelle indagini sull’ omicidio Gambino e a questo si aggiunge l’uccisione di due operai, ancora avvolta nel mistero. Anche la mafia di Padre Santissimo, poi, avrà i suoi rompicapi, dovendo estinguere un debito niente meno che coi messicani.

Incastrati 2, ritmo, scrittura efficace, esperienza trentennale

Incastrati 2 ha un buon ritmo, anche grazie al montaggio di Claudio Di Mauro. Gode, certo, dell’affiatamento ormai trentennale della coppia FicarraPicone. Le gag divertono e si ride, i tempi comici sono buoni e più che rodati. Ma non è solo per questo che sono efficaci. Mentre si ride, infatti, spesso si riflette, il che non guasta. Merito anche della scrittura, che ha visto il duo comico collaborare con Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Fabrizio Testini in un lavoro d’equipe riuscito.

Un’ironia trasversale, che non risparmia nulla

L’ironia e lo sberleffo in Incastrati 2 spaziano su ogni argomento e spesso sono ficcanti. Si ride sulla mafia, ma anche sulla collusione mafiosa, ben più sottile, sulla sanità, col balletto tra pubblico e privato – il dottor Tantillo, interpretato da Gino Astorina, ne è esempio perfetto. Si ironizza sul circo mediatico, ovvero sul giornalismo sensazionalistico, esemplificato perfettamente dai due caratteri opposti di Sergione (Sergio Friscia) e Bellomo (Matteo Contino). Non vengono risparmiate neanche le stesse serie tv – se nella prima serie c’era The touch of the killer, in questa seconda c’è il prequel, The look of the killer. La comicità e l’ironia non risparmiano neppure i rapporti di coppia, quelli genitori-figli, e ovviamente, gli stereotipi legati al sud.

La commistione dei generi in Incastrati 2

Diversi sono i generi cinematografici che si fondono in Incastrati 2, ognuno evidentemente amato e ripreso con precisione nei codici. Thriller, ovviamente, ma anche western, action movie, film romantico, vanno ad arricchire la commedia. Si potrebbe pensare che questa sorta di insalata di generi disturbi, invece è ben orchestrata e diverte.

Incastrati 2, Salvo Ficarra e Anna Favella
Incastrati. (L to R) Anna Favella as Ester, Salvatore Ficarra as Salvo in episode 104 of Incastrati. Cr. Dario Palermo/Netflix © 2021

Le musiche di Paolo Buonvino e la fotografia di Daniele Ciprì

Le musiche di Paolo Buonvino sono trascinanti e si percepisce come si sia divertito a spaziare tra i generi. I violini accompagnano egregiamente tutta la serie, a partire dalla sigla iniziale, fumettistica. Ogni situazione ha musiche appropriate: da quella romantica, con canzoni d’amore, al western, all’azione, alla suspense. La fotografia di Daniele Ciprì ha i colori vividi che si adattano alla commedia ed esaltano il sole della Sicilia, richiamato dal furgone giallo dei protagonisti.

Gli omaggi in Incastrati 2

Del tributo al genere western si è detto sopra e lo spettatore lo apprezzerà senz’altro. Ma tra gli omaggi schietti a capolavori e artisti del nostro cinema, spicca sicuramente quello a Massimo Troisi. In particolare, a Non ci resta che piangere. Si parte dal Padre Santissimo, che non può non ricordare il Santissimo Savonarola, fino ad arrivare al “Grazie Salvo!”, che riprende il “Grazie Mario!” di Non ci resta che piangere. I due autori, registi e sceneggiatori assicurano poi che vi sarà un’altra, più corposa, citazione del genio di Massimo Troisi, voluta per omaggiare il regista e attore da loro tanto amato. Incastrati 2 ha dunque gli ingredienti giusti per offrire un buon intrattenimento da vedere sul piccolo schermo, divertendosi, ma anche riflettendo. Prodotta da Tramp Limited, la serie originale Netflix, che sarà distribuita in 190 paesi, è disponibile sulla piattaforma dal 2 marzo.

Iron Man: il regista Jon Favreau rivela l’esistenza di un’inedita scena post-credits

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I Marvel Studios hanno introdotto l’esistenza di SHIELD già nell’Iron Man del 2008 interpretato da Robert Downey Jr. e diretto da Jon Favreau. All’epoca, però, la pratica di aggiungere ulteriori scene dopo i titoli di coda non era particolarmente comune e dunque in molti si sono persi la comparsa in scena di Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury. Come ormai noto, in tale scena questo racconta a Tony Stark del progetto “Avengers”, ponendo dunque le basi per la formazione dei più potenti eroi della Terra.

A distanza di 15 anni, Favreau ha ora rivelato l’esistenza di una versione alternativa di quella celebre scena post-credits. Intervistato al Jimmy Kimmel Live! per parlare della terza stagione di The Mandalorian, il regista ha infatti spiegato di aver chiesto a Jackson una ripresa alternativa “per puro divertimento” che sapeva non sarebbe mai stata utilizzata per il film. In questa si può osservare uno scambio di battute tra Fury e Stark simile a quello che tutti conosciamo. Alla domanda di Stark su chi egli sia, Fury risponde però “Nick Fury, motherf***er“.

Si tratta di un divertente riferimento al fatto che è questa una delle esclamazioni più ricorrenti fatte da Jackson nei film da lui interpretati. Mostrata durante lo show di cui era ospite Favreau, la scena ha naturalmente mandato in visibilio tutti i fan di Jackson e dell’MCU. Come noto, si potrà ora ritrovare l’attore nei panni di Nick Fury nell’attesa serie Secret Invasion, la quale sarà distribuita su Disney+ nel corso di quest’anno. Nel mentre, ecco di seguito il link per poter vedere la divertente scena presentata da Favreau.

https://twitter.com/JimmyKimmelLive/status/1631167332788871168?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1631167332788871168%7Ctwgr%5E74874b86b02551bb9ee1a73469b6d2bd70aa81c3%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Firon-man%2Firon-man-director-jon-favreau-reveals-never-before-seen-post-credits-scene-im-nick-fury-motherfer-a200792

Fonte: ComicBookMovie 

The Batman – Parte 2: Andy Serkis sarà ancora Alfred nel sequel del film

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Anche se probabilmente bisognerà aspettare un po’ per qualsiasi nuovo annuncio di casting importante per l’annunciato The Batman – Parte 2, diretto ancora una volta da Matt Reeves, si ha già la conferma che un attore del primo film riprenderà il ruolo lì interpretato. Si tratta di Andy Serkis, il quale nel film del 2022 aveva dato volto ad un inedito Alfred Pennyworth. Il suo confermato potrebbe non apparire come una grande sorpresa, ma considerando quanto piena sia l’agenda dell’attore, non era da escludere un suo possibile addio al personaggio.

Addio che però non ci sarà, specialmente considerando che il ruolo avuto da Alfred in The Batman era stato piuttosto ridotto, mentre con il sequel sarà possibile esplorare ulteriormente la sua storia e il suo carattere. Il personaggio, inoltre, ha lasciato in sospeso diversi misteri ancora da risolvere e sui quali sarà possibile indagare ulteriormente. Reeves ha sempre dichiarato che Serkis, con il quale aveva già collaborato per Apes Revolution e The War – Il pianeta delle scimmie, era la sua prima e unica scelta per interpretare il fedele alleato di Bruce Wayne.

Ora che un nuovo tassello si è aggiunto nella costruzione di questo The Batman – Parte 2, non resta dunque che attendere maggiori informazioni, sia per quanto riguarda ulteriori nuovi interpreti che andranno ad aggiungersi al cast e i personaggi che andranno ad interpretare, sia per quanto riguarda la trama e la data di uscita. Questa è attualmente fissata al 3 ottobre 2025, ma non è da escludere che possa essere anticipata o posticipata, come spesso avvenuto per altri film simili nell’ultimo periodo.

Fonte: ComicBookMovie

Star Trek 4: Chris Pine crede che possa essere maledetto

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Star Trek 4: Chris Pine crede che possa essere maledetto

Star Trek 4  è bloccato nell’inferno dello sviluppo, e mentre il franchise continua a riscuotere successo in televisione, sembra che la Paramount Pictures stia davvero lottando per decifrare il destino della proprietà nei cinema. I primi sforzi in sala hanno dato il loro risultato, ovviamente, ottenendo recensioni per lo più positive e incassi al botteghino abbastanza solidi. Tuttavia, con i blockbuster che ormai per poter competere mirano a raggiungere guadagni da $ 1 miliardo per essere considerati un vero successo, non sorprende che il risultato globale di $ 344 milioni di Star Trek: Beyond sia stato considerato una delusione. 

Parlando con Esquire, l’attore del Capitano Kirk Chris Pine ha condiviso i suoi pensieri su come stanno le cose con il franchise e sostiene che è stato un errore aspettarsi che Star Trek facesse i numeri del Marvel Cinematic Universe. “Non sono sicuro che Star Trek sia mai stato costruito per fare quel tipo di attività”, dice. “Ho sempre pensato, perché non facciamo solo appello a questo gruppo di fan davvero rabbioso e realizziamo il film a un buon prezzo e andiamo per la nostra strada, invece di cercare di competere con il Marvel Universe?”. 

Nonostante voglia tornare nei panni di Kirk, Chris Pine sembra pensare che con questa iterazione di Star Trek possa ancora divertirsi. “Dopo che l’ultimo è uscito e non ha fruttato il miliardo di dollari che tutti volevano che facesse, e poi Anton è morto, non lo so, sembrava solo…” Dopo una pausa per un momento di commozione, ha ammesso che il franchise “sembra che sia maledetto”. Per quanto riguarda dove andranno le cose dopo –  che JJ Abrams ha fatto l’annuncio che il cast originale sarebbe tornato per un nuovo film, nel frattempo ha perso il regista Matt Shakman – e ora sempra che l’attore non sappia lo stato delle cose: 

“Non so niente. Nella terra di Star Trek, gli attori sono di solito le ultime persone a scoprire qualcosa. Conosco costumisti che hanno letto le sceneggiature prima degli attori”, spiega Chris Pine“Direi che è frustrante. Non promuove davvero il massimo senso di collaborazione, ma è così che è sempre stato. Amo il personaggio. Amo le persone. Amo il franchise”.

Da quando Star Trek: Beyond è stato rilasciato nel 2016, un’idea popolare includeva una riunione tra il Capitano Kirk di Chris Pine e suo padre, interpretato in Star Trek del 2009 da Chris HemsworthIl regista di Defenders SJ Clarkson una volta era collegato al progetto per a dirigere quel film, mentre la Paramount da allora ha preso in considerazione le idee su film di Noah Hawley (Fargo) e del leggendario regista Quentin Tarantino.

Ghostbusters: Legacy 2, una foto dal set rivela il ritorno ad un luogo iconico

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Il produttore di Ghostbusters: Legacy 2, Jason Reitman, ha condiviso una nuova foto del dietro le quinte del prossimo sequel, fornendo uno sguardo al ritorno della classica caserma dei pompieri del franchise. Dopo che questo ha avuto inizio per la prima volta nel 1984 con Ghostbusters – Acchiappafantasmi, il film del 2021 Ghostbusters: Legacy è servito come sequel diretto, ovvero introducendo nuovi personaggi per portare avanti la storia, presentando però anche un ritorno di Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie Hudson. Dopo il successo di quel film, è poi stata annunciata la realizzazione di un sequel, diretto stavolta da Gil Kenan.

La data di uscita di Ghostbusters: Legacy 2 è ancora molto lontana, con il film che non dovrebbe arrivare nei cinema prima di dicembre. Tuttavia, un recente post su Instagram di Reitman ha contribuito ad aumentare l’interesse sul film, fornendo anche uno sguardo dietro le quinte sul ritorno della già citata iconica location, grande protagonista dei primi due film del franchise. Certo, la foto non rivela troppo su ciò che il pubblico può aspettarsi da questo prossimo sequel, ma quantomeno conferma che la caserma dei pompieri tornerà, presumibilmente, ad essere la base operativa degli acchiappafantasmi.

Dopo che una versione fatiscente del luogo era apparsa brevemente nella scena dopo i titoli di coda del precedente film, questa potrebbe dunque tornare ora ad avere il ruolo centrale che merita, magari sfoggiando anche qualche gradita novità. Per quanto riguarda i dettagli della trama, invece non è stato ancora rivelato nulla a riguardo, ma ci si può aspettare che il nuovo film introdurrà una minaccia completamente inedita per i protagonisti. In attesa di maggiori informazioni, qui di seguito si può ritrovare la foto pubblicata da Reitman.

Fonte: ScreenRant

Michael B. Jordan riceverà una stella sulla Hollywood Walks of Fame

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L’attore Michael B. Jordan, star di Creed e di Black Panther, ha ufficialmente ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Il 1 marzo, la Camera di commercio di Hollywood ha infatti consegnato all’attore e regista la 2.751esima stella. I partecipanti alla cerimonia includevano Jonathan Majors, co-protagonista di Jordan in Creed III, e il regista Ryan Coogler, che ha diretto l’attore in Fruitvale Station, Creed, Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever. “E pensare che questa star non è cresciuta sognando di diventare un attore! Fortunatamente per noi, ha cambiato idea e ora sarà onorato con una stella iconica sulla Hollywood Walk of Fame“, ha dichiarato la produttrice della Hollywood Walk of Fame. Ana Martínez.

Jordan aveva infatti iniziato a lavorare come modello per aziende come di articoli sportivi prima di apparire in alcuni show televisivi. L’attore ha poi ricevuto il suo primo ruolo cinematografico al fianco di Keanu Reeves in Hardball del 2001. Da lì ha poi avuto inizio la sua carriera come attore, consolidatasi poi grazie ai successi della trilogia di Creed, dove Jordan interpreta il figlio di Apollo Creed, ai film di Black Panther dove interpreta il villain Killmonger m anche a film come Il diritto di opporsi e Senza rimorso. I suoi recenti successi hanno dunque spinto la celebre istituzione hollywoodiana a riconoscergli tale tributo, di cui l’attore si è detto naturalmente molto grato.

La prestigiosa stella arriva poi per lui proprio nei giorni in cui il film Creed III è pronto ad arrivare in sala. In questo terzo capitolo l’attore non si limita però solo ad interpretare il pugile Adonis Creed, chiamato a scontrarsi sul ring con un vecchio amico d’infanzia, ma ricopre anche il ruolo di regista in quello che è dunque il suo debutto in tale ruolo. Il film sarà nelle sale italiane a partire dal 2 marzo e la stella ora ricevuta dall’attore non è che un motivo in più per andarlo a vedere.

Fonte: Cbr

La mummia: Brendan Fraser ha rischiato di soffocare sul set del film

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Uno degli attori del momento, Brendan Fraser, candidato al premio Oscar grazie alla sua interpretazione in The Whale, ha recentemente raccontato di uno spaventoso incidente avvenuto sul set di La mummia. Rilasciato nel 1999, il celebre film d’avventura aveva per protagonista Rick O’Connell, un avventuriero che affronta una mummia risvegliatasi da un sonno millenario e determinata ora a ricongiungersi con il suo amore perduto da tempo. Il film, che è stato un successo straordinario e in seguito al quale sono stati realizzati due sequel diretti, ha rappresentato una sfida fisica su più fronti per Fraser, il quale ha anche rischiato di morire soffocato sul set.

In una recente intervista, Fraser ha infatti ricordato un particolare incidente avvenuto su quel set e che lo ha portato ad essere asfissiato fino all’incoscienza. Questo è avvenuto durante le riprese della sequenza dell’impiccagione, quando la persona incaricata di tenere la corda non ha retto quest’ultima a sufficienza. “Sono stato soffocato accidentalmente. Stephen, il regista, mi disse che non avevo reso abbastanza l’effetto dell’essere strozzato e voleva girarne un’altra. Quindi il tizio che teneva la corda l’ha alzata ancor di più e io sono rimasto bloccato, senza poter poggiare i piedi a terra”. 

Lui tirava in alto e io andavo in basso. Ad un certo punto si è fatto tutto scuro e quando mi sono risvegliato il mondo era di traverso e c’era della ghiaia nei miei denti e tutti erano davvero silenziosi.” L’attore ha poi anche raccontato che non appena ebbe ripreso conoscenza, la prima cosa che gli venne detta è stata “Congratulazioni, sei nel club – la stessa cosa è successa a Mel Gibson in Braveheart”. Un brutto incidente, dunque, che non ha però impedito all’attore di portare a termine le riprese del film, con il quale si è poi definitivamente consacrato nell’ambiente Hollywoodiano.

Fonte: ScreenRant

Hypnotic: ecco la prima immagine di Ben Affleck nel thriller di Robert Rodriguez

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Possiamo finalmente dare un primo sguardo a Hypnotic, il thriller di prossima uscita dell’acclamato regista Robert Rodriguez. Un’immagine esclusiva del film è infatti stata rivelata e mostra l’attore Ben Affleck, protagonista del film, in azione. Mentre i dettagli sulla trama del film rimangono per lo più scarsi e vaghi, con Affleck che dovrebbe interpretare un detective che sta indagando su una serie di inspiegabili crimini mentre cerca la figlia scomparsa, la prima foto ufficiale del film ci permette di avere un’idea di come sarà il personaggio protagonista.

La foto rivela un Affleck preoccupato in viso, intento a mostrare quella che sembra essere una foto polaroid di sua figlia. Oltre ad Affleck, Hypnotic avrà un cast corale composto da Alice Braga, JD Pardo, Hala Finley, Dayo Okeniyi, Jeff Fahey, Jackie Earle Haley e William Fichtner. Anche in questo caso, non si sa molto sui personaggi che tali attori interpreteranno, a parte Finley, la quale darà volto alla figlia scomparsa di Affleck. Del film Hypnotic, inoltre, sappiamo che si tratta di un progetto verso cui Rodriguez nutre una forte passione.

Il regista, noto per film ad alto budget come Sin City e Spy Kids, ha raccontato di aver voluto realizzare Hypnotic da ben due decenni ormai. Ha inoltre descritto il film come “un thriller di Hitchcock sotto steroidi“, aggiungendo che in esso saranno presenti “molti colpi di scena, molti turni e molta energia“. Il film, infine, sarà prodotto dalla Troublemaker Studios, dalla Studio 8 e dalla Racer Rodriguez. Attualmente, non vi è ancora una data di uscita ufficiale, la quale verrà però certamente annunciata nel corso dei prossimi mesi.

Fonte: Collider

Sex/Life 2, la recensione della serie su Netflix

Sex/Life 2, la recensione della serie su Netflix

Avete presente il libro I do. Do I? scritto da Carrie Bradshaw in Sex and The City 2? Ecco, Sex/Life 2 potrebbe benissimo essere il volume successivo. La serie targata Netflix, basata sul romanzo 44 Chapters About 4 Men di BB Easton, ha debuttato l’anno scorso facendo una disamina sul matrimonio e sul desiderio femminile, attirando un pubblico prevalentemente femminile (soprattutto per i suoi toni pruriginosi).

Per questo nuovo capitolo, l’ideatrice Stacy Rukeyser affronta lo step successivo alla crisi coniugale, il divorzio, a cui segue un senso di riscatto da parte della protagonista principale. Billie riuscirà ad accantonare il passato e guardare al presente con più ottimismo? Sex/Life 2 ha il compito di rispondere a questa domanda. Al pubblico non resta che attendere il 2 marzo.

Sex/Life 2, la trama

Dopo la separazione con Cooper (Mike Vogel), Billie (Sarah Shahi) si trasferisce a New York, pronta a cominciare una nuova vita lontana dal Connecticut. Raggiunto Brad (Adam Demos), speranzosa di poter ricongiungersi con l’amore della sua vita, riceve da quest’ultimo una doccia gelata: non solo è fidanzato, ma la compagna è persino incinta. Aiutata dalla storica amica Sasha (Margaret Odette), – che nel frattempo è alle prese con passato che ritorna – Billie riesce a voltare pagina, trovando perfino un equilibrio interiore. La sua quotidianità viene però stravolta dalla conoscenza di Majid, proprietario di un ristorante di lusso, il quale la porterà nella sua focosa e movimentata vita, pronto a farle vivere emozioni indimenticabili. Anche se l’ombra di Brad minaccia continuamente il suo umore…

Oh, New York!

Da Sex and The City a Gossip Girl, passando per Friends: tante sono le serie che ci hanno fatto sognare New York, la città che non dorme mai. Una città che, come tutte le cose belle di cui ci innamoriamo, nasconde un lato oscuro e proibito. Party, luci stroboscopiche e ristoranti che trasudano ricchezza incorniciano una New York magica, a tratti surreale, che pone sempre davanti a un bivio: o danzi con lei finché i piedi non bruciano o resti a guardarla, incantato e consumato dalla sua bellezza. Ma mai insoddisfatto. Billie torna da questa New York, quella che vive sotto le note di Empire State of Mind, perfetta descrizione del suo spirito selvaggio. Da una città che due figli e un matrimonio prima, aveva vissuto fino all’ultimo respiro, con l’anima infiammata e il cuore gonfio. L’unica dalla quale far ritorno per poter (forse) ristabilire un equilibrio interiore.

Con chi passerai la tua vita?

La Grande Mela riprogramma tutta la vita della protagonista. Se nel primo capitolo Billie si trovava davanti a un bivio, matrimonio felice o vita sessuale appagante, ora è consapevole di poter avere entrambi. Un traguardo importante per lei, che però non è retto da un concreto sviluppo narrativo. Non si riesce mai ad avere un quadro completo degli eventi, spesso frammentati e irrisolti. Anche quando sembra aver trovato la pace con Majid, Billie è messa di fronte a scelte cruciali, considerazioni intime e fasi di introspezione già esplorate in precedenza e che stridono con il suo nuovo percorso. Nessuna di queste poi scalfisce quella superficie che, come nella prima stagione, risulta avere la corazza molto dura e insapore. Fra sesso sulla ruota panoramica, confessioni licenziose e grand soirée, Sex/Life 2 dichiara sin dalle prime battute la sua natura: un prodotto statico, tremolante di fronte al progresso e ingolfato di plot twist mediocri.

Fermo al mostrare solo scene hardcore e restio a scavare in profondità, a cui dovrebbe seguire una costruzione tridimensionale dei personaggi e un maggior impegno di scrittura. C’è solo un susseguirsi di dinamiche sconnesse, che riempiono un calderone privo di una storia funzionale. Molte sono le scene filler – spesso quelle a sfondo hot – introdotte per dilatare i tempi degli episodi, e la vuotezza e mancanza di verve dei personaggi non permette un coinvolgimento partecipe dello spettatore. Manca la messa in discussione, il coraggio di sbilanciarsi e, soprattutto, un glow up decisivo che conduca i protagonisti verso la maturità. Una maturità posticcia che arriva all’improvviso nel climax ondivago conclusivo solo per fini narrativi, e che non è supportato da eventi incisivi che lo giustifichino.

Sasha, l’unica sorpresa della stagione

L’unica a salvarsi in questa spenta carovana di Sex/Life 2 è Sasha Snow, in grado perfino di rappresentare il leitmotiv della serie: l’empowerment femminile. Sasha impugna la sua vita, libera la sua immagine dall’essere oggetto di mercificazione e, in contemporanea, affronta il suo passato sentimentale con consapevolezza. È il personaggio meno stereotipato, oltre a essere quello meglio costruito a livello di sceneggiatura: Sasha infatti affronta gradualmente quella metamorfosi da bruco a farfalla che, nelle logiche della trama, sarebbe spettata a Billie. Peccato che sia la sola.

Terminati i sei episodi di Sex/Life 2, il pensiero ultimo è che la seconda stagione sia andata avanti per inerzia. Mancante di nuovi argomenti e forse anche di volontà da parte dei suoi autori di darle spessore, risulta essere un prodotto scialbo e sbiadito, a cui si aggiungono delle recitazioni molto grigie. Una serie che all’inizio aveva fatto ingolosire il pubblico per la sua nota piccante, diventata ora scontata e piena di retorica.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ecco chi potrebbe sconfiggere il Concilio dei Kang

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Lo sceneggiatore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania e Avengers: The Kang Dynasty, Jeff Loveness, ha rivelato dettagli intriganti su come sconfiggere il Consiglio dei Kang nell’universo cinematografico Marvel. Il misterioso gruppo di varianti di Kang, che include Immortus e il Faraone Rama-Tut, ha fatto il suo debutto in una delle due scene dei titoli di coda di Quantumania. Qui, il Consiglio dei Kang ha convocato innumerevoli altre varianti di Kang in un’arena ultraterrena, prefigurando la loro imminente battaglia con i più potenti eroi della Terra durante la Fase 5 e la Fase 6 dell’MCU.

Ora che Quantumania è finalmente nelle sale, Jeff Loveness ha discusso apertamente di come il titolo del film si collegherà a The Kang Dynasty. In una recente intervista con Polygon, Loveness ha infatti descritto la minaccia che il Consiglio dei Kang rappresenta per l’MCU, nonché l’unico personaggio che può fermarla: “Se si torna indietro e si guarda il film e si ascolta quello che Kang sta dicendo, siamo in un sacco di guai, perché lui era l’unica cosa che può fermare queste varianti”. Discutendo di Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, Loveness ammette che dunque il cattivo non mentiva quando ha detto a Janet van Dyne (Michelle Pfeiffer) di essere il solo a poter far fronte a questa minaccia.

Se il Kang il Conquistatore visto in Ant-Man and the Wasp è davvero l’unico personaggio in grado di sconfiggere il Consiglio dei Kang, i Vendicatori potrebbero ritrovarsi a dover fare affidamento sul loro ex nemico per la salvezza del multiverso, in quanto condividono un nemico comune. Se i commenti di Loveness si riveleranno veri, i Vendicatori dovranno mettere da parte le loro divergenze con Kang per sconfiggere le sue varianti molto più pericolose in The Kang Dynasty. Tutto ciò, dunque, potrebbe anticipare alcuni degli eventi che si potrebbero ritrovare alla base del prossimo grande film sugli Avengers.

Fonte: ScreenRant

The Mandalorian: la terza stagione debutta con voto 100% su Rotten Tomatoes

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Le recensioni sono disponibili per la terza stagione di The Mandalorian e questo significa che la serie Disney+ ha ottenuto un punteggio Rotten Tomatoes e a giudicare dal gradimento ottenuto è eclatante. Due episodi sono stati forniti alla critica prima del lancio dello show (letteralmente solo poche ore prima del debutto), ma questa prima ondata di verdetti ha portato a un punteggio impeccabile del 100%.

C’è una buona probabilità che questo cambi nei prossimi giorni, ovviamente, ma non possiamo immaginare che scenda troppo in basso in base alla prima e alla seconda rata di Steller. Entrando nella terza stagione, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci se alcuni critici potrebbero criticare The Mandalorian. Dopotutto, la premessa dello spettacolo è cambiata notevolmente e viene diffuso sulla scia di Andor, una serie costantemente elogiata da alcuni per essere migliore dell’universo Star Wars.  Per fortuna, le avventure di Din Djarin e Grogu insieme rimangono amate. La premiere della terza stagione di The Mandalorian ha incluso anche un cenno a sorpresa a Star Wars Rebels. Ha anche rivelato il destino di Cara Dune che viene finalmente svelato.

Nella terza stagione continuano i viaggi del Mandaloriano nella galassia di Star Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.

The Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è interpretata da Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer.

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