Con il remake live-action de
La
Sirenetta in arrivo nelle sale
il 26 maggio, Alan Menken, che ha composto la
musica sia per l’originale del 1989 che per il remake in arrivo, ha
riflettuto su quanto fosse potente per lui la performance di
Halle Bailey nei panni di Ariel.“La sua voce e il suo stile di performance sono
una combinazione magica che mi ha fatto piangere mentre la guardavo
e la ascoltavo“, ha detto Menken
a The
Face . “È un’Ariel che ti
spezza il cuore e vivrà potentemente nei cuori di
tutti“.
La stessa Bailey ha avuto
molti elogi per l’acclamato compositore, affermando che era
piuttosto aperto alla nuova interpretazione di Ariel.“Voglio dire, oh mio Dio, è solo un
genio“, ha detto Bailey di
Menken. “Ricordo solo di averlo guardato come:
‘Questo è davvero fantastico!’ Sono stato davvero grato per il
suo feedback sul mio canto e per la sua apertura a questa nuova
versione di Ariel.”
Per questa nuova versione de
La
Sirenetta, la Disney ha ingaggiato
Lin-Manuel Miranda con Alan
Menken, che ha anche scritto le canzoni del film
d’animazione del 1989 insieme a Howard Ashman, per
creare una miscela di vecchie e nuove canzoni che saranno presenti
nel prossimo grande film per il cinema. Il film d’animazione Disney
La
sirenetta ha incassato oltre 211 milioni di
dollari al botteghino ed è diventata un bestseller in home video,
rendendo popolari canzoni come “Under The Sea” e “Part of Your
World”. Il film in uscita è basato sul racconto di Hans
Christian Andersen e sul film d’animazione Disney del 1989 di Ron
Clements e John Musker.
Tutto quello che sappiamo su
La Sirenetta
Non sappiamo ancora molto di questa
interpretazione della storia de La
Sirenetta , ma in base a ciò che abbiamo visto
finora, il regista Rob Marshall non si prenderà
troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia
originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer
King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone,
Jacob Tremblay nei panni di Flounder,
Daveed Diggs nei panni di Sebastian e
Awkwafina nei panni di Scuttle.
La
Sirenetta conterrà la musica del classico animato
e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha
lavorato con Marshall in Il
ritorno diMary
Poppins, comporrà anche la musica originale per
Mermaid insieme ad Alan Menken. La
Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane
sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane
delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne
di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie,
si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle
sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il
suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la
corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio
2023.
Netflix ha rilasciato le prime foto per il
suo prossimo film fantasy soprannaturale
intitolato Chupa,
che è diretto dal regista Jonás Cuarón, figlio di
Alfonso Cuarón. La pellicola debutterà
sulla piattaforma streaming il 7 aprile 2023.“Ero
un ragazzino quando è iniziata la leggenda. Quando è nata
l’idea di capovolgere [il mito] e usarlo per raccontare
un’avventura di famiglia, mi sono subito emozionato”, ha
spiegato Cuarón in un’intervista a Tudum. “Sono
sempre stato un grande fan
di ET e
credo che storie del genere siano così potenti perché giocano
sull’idea che i bambini vengano fraintesi dagli adulti. Chupa
potrebbe essere un mostro, ma è l’unico che capisce veramente cosa
sta passando Alex. Il legame tra un ragazzo e una creatura è
così puro, come con un animale domestico, che trascende il
linguaggio“.
Le
foto di Chupa danno
una prima occhiata al cast principale del film, tra cui
Demián Bichir,
Christian Slater ed Evan Whitten, che interpretano i
rispettivi ruoli di Chava, Richard Quinn e Alex. Il film è
incentrato su un ragazzo che forma un improbabile legame con una
creatura mitologica.Guarda le
foto di Chupadi
seguito:
Chupa è
diretto da Jonás Cuarónn da una sceneggiatura
scritta da Sean Kennedy Moore, Joe Barnathan e Marcus Rinehart. Il
film è interpretato da Demian Bichir, Evan Whitten,
Christian Slater, Ashley Ciarra, Nickolas Verdugo, Adriana
Peace, Gerardo Taracena e Julius Cesar Cedillo.
La trama del film
Il timido tredicenne Alex
(Evan Whitten) vola da Kansas City in Messico per incontrare per la
prima volta la sua famiglia allargata. Lì incontra suo nonno
ed ex campione di lucha libre Chava (Demián Bichir), il cugino
energico e ossessionato dal wrestling Memo (Nickolas Verdugo) e la
cugina impavida e alla moda Luna (Ashley Ciarra). Ma proprio
mentre Alex inizia a orientarsi, scopre una creatura mitica che
vive sotto la tettoia di suo nonno: un giovane cucciolo di
chupacabra, che riconosce dalle storie del temuto chupacabra
adulto, leggendario per nutrirsi del bestiame dei
contadini. Alex scopre presto che il suo nuovo amico “Chupa”
ha una storia segreta con la sua famiglia e che lo scienziato
ostinato e pericoloso Richard Quinn (Christian
Slater) sta dando la caccia alla creatura incompresa
per cercare di sfruttare i suoi poteri. Per proteggere Chupa
dal pericolo imminente,
Diretto da Jonás Cuarón
(Desierto)
e prodotto da Chris Columbus, Michael Barnathan e Mark
Radcliffe (The Christmas
Chronicles) della 26th Street Pictures, CHUPA è
un viaggio nostalgico attraverso il mito, la memoria e la creazione
della propria leggenda personale.
Dopo il successo dell’uscita
nelle sale di Avatar:
La Via Dell’Acqua, la candidata all’Oscar
Sigourney Weaver ha scelto il
film d’azioneThe Gorge come prossimo grande
progetto a cui dedicarsi. A darne notizia è stato il
sitoDeadlineche ha rivelato che la Weaver ha ufficialmente firmato
per recitare al fianco di Miles Teller e Anya Taylor-Joy nel prossimo progetto di
Skydance e Apple Original Films. Ulteriori
dettagli sui loro personaggi non sono stati rivelati.
The
Gorge è descritto come una “storia
d’amore ricca di azione e genere”. Il film sarà diretto e
prodotto da Scott Derrickson, che ha recentemente
riscosso un successo al botteghino con il film
horror The
Black Phone. La sceneggiatura è
scritta e prodotta da Zach Dean (La
Guerra di Domani), con Miles Teller che sarà anche produttore
esecutivo.I produttori del film sono David
Ellison, Dana Goldberg e Don Granger per Skydance, insieme
a C. Robert Cargill e Sherryl Clark per Crooked
Highway. Anche Adam Kolbrenner e Greg Goodman fanno parte del team
dei produttori produttori.
La Weaver non è estranea al
genere d’azione, poiché è meglio conosciuta per il suo ruolo
iconico di Ripley nella serie Alien. Oltre
agli imminenti sequelAvatar
3di James Cameron, la Weaver sarà presto vista
nell’adattamento della serie di Amazon Studios del
romanzo di Holly Ringland I fiori perduti
di Alice Harts, dove interpreta June Hart al
fianco di Alycia Debnam-Carey
di Fear the Walking Dead
.
Lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp:
Quantumania (leggi la
recensione) Jeff Loveness ha
recentemente approfondito il finale del film, spiegando la
minacciosa narrazione di Scott Lang e cosa potrebbe creare.Parlando aComicBook.com,
Loveness ha spiegato la sua affinità per i finali che presentano
personaggi cambiati e come Ant-Man, che
in Avengers:
Endgame aveva salvato l’universo, questa
volta potrebbe aver fatto l’esatto contrario, ovvero incasinato il
multiverso sconfiggendo Kang.
“Ancora una
volta, prendendo spunto dalla struttura della storia di Joseph
Campbell o altro, amo sempre quelle storie in cui i protagonisti
vanno da qualche parte, vengono sfidati e tornano a casa, ma sono
diversi da come erano prima“, ha affermato
Loveness. “Pensavo a Frodo che tornava
nella Contea, ma non è più la stessa cosa. Scott Lang inizia
spensierato. Si sente come se avesse letteralmente salvato
l’universo. Ha vinto, ha riavuto la sua famiglia e ha
affrontato tutto questo. Viene chiamato a essere di nuovo un
eroe e a mettersi alla prova. È disposto a sacrificarsi per
salvare il Multiverso, ma la sua famiglia lo
salva.“
“Quindi, ritorna
dopo aver affrontato tutto questo. Ma ora non ha quella serenità
mentale e ora ha quel dubbio paralizzante, che per quanto voglia
solo stare zitto, mangiare una fetta di torta di merda e recuperare
il tempo perduto con sua figlia un compleanno a caso, sa che non
riuscirà a scrollarsi di dosso quella sensazione. E penso che sia
interessante, senza dire troppo, che il ragazzo che ha
letteralmente salvato l’universo
in Endgame potrebbe
accidentalmente essere il ragazzo che fotte il
multiverso nella sua prossima saga. Quindi vedremo come
andrà a finire.“
Lo scrittore ha anche
descritto Lang come un “Paul Revere del Multiverso” e ha
accennato a quanto possano essere difficili le sue prossime
battaglie.“Ma penso che sia molto
interessante e in un certo senso lo rende quasi questo Paul Revere
del Multiverso, un ragazzo che deve avvertire tutti gli altri”, ha
spiegato Loveness. “Ma ha avuto difficoltà a battere uno di
questi ragazzi, quindi avranno dei
problemi.”
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Più di 3 miliardi di Yen
incassati ne fanno un fenomeno, ma Demon Slayer: Kimetsu No
Yaiba – Verso Il Villaggio Dei Forgiatori Di Katana è solo
l’ultimo capitolo di
una saga che dal 2016 accompagna i tanti fan del giovane
Tanjiro Kamado. Lui l’Ammazzademoni che vaga da anni per il
Giappone in cerca di una cura per riportare alla normalità la
sorella Nezuko, trasformata in demone dalla stessa dalla mostruosa
entità che massacrò il resto della loro famiglia. Una saga che,
dopo la pubblicazione del manga di Koyoharu Gotōge, si è sviluppata
nelle decine di episodi dell’anime televisivo (in parte
su Netflix) e nel precedente film. E ora si appresta a
continuare.
Demon Slayer – Il futuro di una saga
milionaria
Proprio a partire dagli
eventi raccontati nel film diretto da Haruo Sotozaki, in sala da
giovedì 2 marzo distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Che spera di sfruttare il successo ottenuto dal Demon Slayer – Il treno Mugen del 2020,
che con oltre 450 milioni di dollari è ancora l’anime che ha incassato di più in
tutto il mondo, più dei Pokémon o dello Studio Ghibli.
Ma soprattutto di
sfruttare l’attesa dei fan per la prossima stagione della serie –
la terza – e magari di attrarre nuovo pubblico. Al quale viene
mostrato Tanjiro in uno dei momenti più emozionanti della sua
storia recente, quello della conclusione della linea narrativa
ambientata all’interno del “Entertainment District”, dove affronta
i temibili demoni di alto rango Daki e Gyutaro della sesta Luna
Crescente insieme ai suoi compagni Zenitsu e Inosuke e a uno dei
membri più importanti del Demon Slayer Corps, Tengen Uzui.
L’anello di congiunzione
Come dimostrano le
colorite sigle e gli immancabili titoli di coda, più che di un
lungometraggio vero e proprio quello presentato al pubblico è una
sorta di lungo promo composto dagli ultimi due episodi della
seconda stagione e dal primo degli inediti che anticipa la terza in
arrivo ad aprile (dal 9 in Giappone, dopo uno speciale televisivo
su Fuji TV, e probabilmente anche in simulcast in Italia). Che
partirà appunto dal “Villaggio dei Creatori di Spade”, dove i
fabbri delle katane nichirin potranno aiutare Tanjiro ad affrontare
il nuovo viaggio che lo attende. E che oltre a rivelare il ritorno
di Mitsuri Kanroji – in una scena molto sexy, già vista online dai
fan nel leak del mese scorso – promette scontri molto interessanti
con alcune delle Lune Crescenti di Muzan Kibutsuji.
Una
esperienza Only for fan
L’operazione sarà
sicuramente un successo per i fan, non solo giapponesi, anche se
molti potrebbero non apprezzare la chiamata al botteghino per
rivedere le pur avvincenti battaglie di “Non mi arrenderò
mai” e la struggente backstory demoniaca di “Se anche mi
reincarnassi diverse volte” in 4K, con musiche remixate e in
lingua originale (con i sottotitoli in italiano) per permettere a
tutti di godere dell’interpretazione originale. Degli altri, un po’
spaesati di fronte a un così minimo accenno di una materia tanto
vasta, qualcuno potrebbe venir conquistato dalla storia al punto da
voler recuperare il pregresso.
Che sembra essere uno dei
motivi alla base di una operazione strutturata principalmente come
anteprima-evento per appassionati, ma che sicuramente offrirà a un
pubblico più ampio una esperienza comunque spettacolare, per
animazione e atmosfere, inevitabilmente esaltate dalla forma
cinematografica e dal grande schermo. Tanto che il ritorno a quello
televisivo rischia di lasciare l’amaro in bocca, nonostante i nuovi
personaggi, gli archi narrativi e le sfide che si annunciano.
E che potrebbero
aggiungere profondità e complessità a una serie che tra demoni e
combattimenti lavora già molto sulle relazioni interpersonali, la
loro percezione soggettiva e su temi fondamentali per i nostri
giovani protagonisti e i loro coetanei reali, evidentemente
chiamati a riflettere insieme ai loro eroi sui concetti come
successo e fallimento, delusione, aspettative, frustrazione,
accettazione, omologazione, responsabilità o felicità. E magari –
in qualche caso – a farne utili spunti per un confronto più diretto
e salutare con amici e genitori, ma soprattutto con sé stessi.
Con l’arrivo nelle sale di tutto il
mondo del film Harry Potter e la
pietra filosofale prese vita una delle saghe fantasy più celebri e dal
maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori vengono
condotti alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei maghi. Un
mondo nato dalla penna di J.
K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più
fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla
crescita, all’amicizia e al coraggio. Nel 2011, dopo dieci anni
esatti, il viaggio arriva a conclusione con Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2 (qui la recensione),nuovamente
diretto da David Yates e basato come sempre
sull’omonimo romanzo.
Il film adatta in realtà gli ultimi
capitoli del romanzo scritto dalla Rowling, in quanto le vicende
dei primi erano state raccontate in Harry Potter e i
Doni della Morte – Parte 1 (qui la recensione). Ciò è stato
fatto in modo tale da poter includere quanti più eventi possibile
del libro, senza dunque rischiare di tralasciare aspetti importanti
del racconto. I fan, infatti, avevano lamentato per i precedenti
film un’eccessiva mancanza di dettagli fondamentali ai fini dello
svolgimento del racconto. Ad ogni modo, proprio la grande quantità
di eventi ed emozioni presenti in questo ottavo capitolo ne hanno
decretato il successo.
Harry Potter e i Doni della
Morte – Parte 2 è infatti il film della saga con il maggiore
incasso. A più di dieci anni di distanza dalla sua uscita, è
inoltre ancora uno dei più apprezzati tra tutti e otto, oggetto di
continue visioni, analisi e approfondimenti. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori ma anche alle differenze tra il libro e il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Harry
Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Le vicende riprendono lì dove
finivano quelle del precedente film. Dopo aver lasciato la scuola
di magia di Hogwarts, ormai occupata dai Mangiamorte, Harry
Potter continua la disperata ricerca degli Horcrux per
riuscire a indebolire Lord Voldemort. Insieme a
Ron ed Hermione, il giovane mago
riesce ad individuare gli ultimi rimasti da distruggere, capendo
però di non poter rimanere lontano ancora a lungo da Hogwarts. È lì
che dovrà avere luogo lo scontro finale tra le forze del bene e
quelle delle male, rappresentate da Voldemort e il suo esercito.
Prima di ciò, tuttavia, degli ultimi misteri dovranno esserse
svelati, senza la cui soluzione non può esserci una
conclusione.
Protagonista del film è l’attore
Daniel
Radcliffe, che ricopre ancora una volta con grande
successo il ruolo di Harry Potter. Accanto a lui si ritrovano poi
Rupert Grint
nei panni di Ron Weasley, ed Emma Watson in
quelli di Hermione Granger. L’attrice premio Oscar Maggie
Smith interpreta nuovamente la professoressa McGranitt,
mentre Robbie Coltrane torna ovviamente a
ricoprire il ruolo di Hagrid. Evanna
Lynch riprende i panni della stravagante Luna
Lovegood, mentre Bonnie Wright,
James e Oliver Phelps
interpretano rispettivamente Ginny, Fred e George Weasley.
David Thewlis torna ad
interpretare Remus Lupin, mentre Michael Gambon
compare brevemente un’ultima volta nel ruolo di Silente.
Lord Voldemort è interpretato dal
grande attore Ralph Fiennes,
mentre Helena Bonham
Carter interpreta Bellatrix Lestrange. Tra i più
celebri personaggi della saga, Severus Piton è interpretato dal
grande Alan Rickman,
mentre Tom Felton
torna nei panni di Draco Malfoy. Il padre di questi, Lucius, è
invece interpretato da Jason
Isaacs, mentre sua madre Narcissa è interpretata da
Helen McCrory. In ultimo, fanno parte del cast
anche Warwick Davis nel
doppio ruolo di Unci-Unci e Filius Vitious, Ciaran
Hinds in quelli di Aberforth Silente e John
Hurt nei panni di Garrick Olivander. Quest’ultimo torna ad
interpretare il personaggio dopo ben nove anni.
Harry Potter e i Doni della
Morte – Parte 2: le differenze tra il libro e il film
Per cercare di rimanere quanto più
fedeli possibile al romanzo, gli autori hanno deciso di adattare
questo in due film. Nonostante ciò, diverse scene e
situazioni hanno ugualmente subito modifiche. Una delle
più importanti è quella relativa al rapporto tra Voldemort
ed Harry Potter. La connessione esistente tra le loro
menti è infatti meno sfruttata nel film rispetto a quanto descritto
nel libro, dove il protagonista la usa per scoprire qualcosa di più
sul suo nemico. Per quanto riguarda invece i Doni della
Morte del titolo, è da notare come il mantello
dell’invisibilità abbia un ruolo piuttosto marginale rispetto a
quello che ha nel libro, dove viene utilizzato in più occasioni e
momenti cruciali.
Una delle scene del film più
criticate del film, in rapporto a quanto descritto dal libro, è
quella che vede protagonisti Harry e Silente. Nel
film questa viene trattata in modo sbrigativo, mentre nel libro
l’ex preside di Hogwarts spiega a Harry perché sia sopravvissuto
anche questa volta, parla del suo passato e dei motivi delle scelte
che ha compiuto. Nel film manca anche la scena del duello
con Voldemort in mezzo alla Sala Grande. Occasione in cui
nel libro Harry spiega davanti a tutti a chi appartiene la
bacchetta di Sambuco. Nel film invece si trova a dirlo privatamente
a Ron e Hermione. Sempre riguardo la bacchetta di Sambuco, nel
libro Harry non la spezza come avviene nel film,
ma la ripone nella tomba di Silente.
Alcune scene del film sono poi state
aggiunte dagli sceneggiatori ma non sono presenti nel libro, come
la bacchetta di Sambuco che si spezza quando
Voldemort distrugge la bolla di incantesimi di protezione attorno a
Hogwarts e Neville che ottiene il permesso di far
esplodere un ponte. Infine, anche la scena
dell’attesissimo bacio tra Ron e Hermione è
diversa tra il libro e il film. Nella pellicola i due si baciano
dopo gli attimi di terrore vissuti nella Camera dei
Segreti. Nel libro invece Hermione si lancia nel lungo bacio
dopo aver sentito Ron preoccuparsi della salute degli elfi
domestici.
Il trailer di Harry Potter e i
Doni della Morte – Parte 2 e dove vederlo in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte
2 grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple iTunes, Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 2 marzo alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Guarda il trailer
diLa
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion), la divertente avventura Disney da
brividi ispirata alla classica attrazione del parco a tema,
arriverà prossimamente nelle sale italiane. Diretto dal premiato
regista Justin Simien, La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) è interpretato da un cast stellare
che include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish,
Owen Wilson, Danny DeVito,
Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Dan Levy, con Jamie Lee
Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost.
Il regista Simien ha dichiarato:
“Da grandissimo fan dell’attrazione Haunted Mansion sono
davvero entusiasta di condividere il primo trailer di
questo nuovo film che vanta un cast incredibile. Il
nostro team ha lavorato instancabilmente per realizzare
un’avventura cinematografica spaventosa, divertente e ultraterrena
sia per i nuovi fan che per quelli più accaniti! Non vedo l’ora che
il pubblico possa vivere questa versione per il grande schermo
dell’iconica attrazione Disney”.
La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) racconta di una donna e di suo figlio
che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti
spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi
soprannaturali. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich,
mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori
esecutivi.
Dopo l’iniziale
scetticismo, la saga di Creed è
entrata di diritto nel cuore degli sportivi, con i primi due
capitoli all’altezza del franchise padre, quello di
Rocky. Con Creed 3 si chiude la
prima trilogia che vede protagonista Adonis Creed, figlio di Apollo
e allenato proprio da quello Stallone Italiano che era stato
sfidante prediletto del campione dei pesi massimi.
Dopo due capitoli in cui
Adonis cerca di uscire dall’ombra del padre e ha all’angolo Rocky,
finalmente in questa terza storia, Creed è protagonista senza
dubbio alcuno e senza più nessuno a fargli ombra, o almeno è quello
che pensa lui. Rinchiuso nella sua villa, con moglie e figlia,
lontano dal ring da oltre 5 anni, Adonis si ritrova a fare i conti
con il passato quando sul suo cammino si intromette
“Diamond” Dame Anderson, un vero e proprio
fantasma dal passato, arrivato a reclamare vendetta per una vita
che lui non ha vissuto.
Esordio alla regia di
Michael B. Jordan, e primo film dell’intero franchise
sportivo a non vedere coinvolto Sylvester Stallone (se non nel ruolo
secondario di produttore associato) e primo film in cui Rocky
nemmeno viene menzionato, Creed 3 vede sovrapporsi
finzione e
realtà, in un mondo in cui Adonis, come Michael, deve fare a
meno dei riferimenti che lo hanno formato, Stallone/Rocky, per
poter camminare da solo. E dal punto di vista della regia, Jordan
compie questa emancipazione giocando sul sicuro, con qualche idea
incisiva e un classicismo preso a prestito proprio da quei film dai
quali vuole emanciparsi.
Dopotutto è difficile
dirigere un incontro di boxe al cinema senza avere in mente il
lavoro di Garrett Brown nel film del 1976, e così
Michael B. Jordan, impegnato anche a recitare oltre
che a dirigere, si concede pochi passi fuori dal sentiero
conosciuto, confezionando in fin dei conti un film che funziona e
che si fonda proprio sulle interpretazioni dei due grandi
protagonisti.
Un titanico Jonathan Majors
Conosciamo il talento
del protagonista,
esploso anni fa con Fruitvale Station e poi
declinatosi in varie forme nel corso degli ultimi dieci anni,
quello che però lascia davvero senza fiato è il lavoro di Jonathan Majors per il suo Dame Anderson: la
mole spaventosa dell’attore gli conferisce una fisicità rozza,
ingombrante e minacciosa, eppure la sua recitazione è
raffinatissima e calibrata, riesce a raccontare l’imbarazzo, il
dolore, la ferocia, la vendetta, la forza bruta, il rimpianto, il
perdono con una delicatezza impensabile. L’attore, che da poco
abbiamo visto (e vedremo) nel Marvel Cinematic
Universe nei panni di Kang il Conquistatore, merita sicuramente
spazio e modo per esprimere questo talento così solido e
camaleontico, che lo renderà, ne siamo certi, trai protagonisti
delle prossime stagioni cinematografiche.
Ma cosa fa di uno
sportivo un campione? Perché la saga di Rocky e anche quella di
Creed ci hanno insegnato che l’impegno e la dedizione alla fine
pagano, sul ring come nella vita, ma che per lo sport e per la boxe
in particolare, c’è bisogno di qualcosa in più. Bisogna sapere per
cosa si combatte, bisogna avere la “fame” della vittoria, bisogna
avere il cuore al posto giusto e soprattutto bisogna sapere chi è
la persona che vediamo allo specchio quando ci guardiamo. È questo
che deve imparare a fare Adonis ancor prima di raccogliere questa
sfida che lo trascina nella paura e nella rabbia, ancora prima di
mettersi di nuovo in forma per poter combattere e riprendersi il
suo titolo.
Bianca, una moderna Adriana
Ma come Adriana era la
fonte principale della motivazione del suo Rocky, anche Bianca è la
chiave di volta per entrare nell’emotività di Adonis. È chiaro che
il personaggio di
Tessa Thompson è molto diverso da quello di
Talia Shire, dal momento che è una donna del 2023,
in carriera, con le sue ambizioni e i suoi problemi (è una
musicista ma sta perdendo l’udito), ma questo non le impedisce di
avere un ruolo salvifico nella vita dell’eroe, non solo, è anche
lei la causa scatenante, l’amore che tutto sostiene e tutto muove,
il punto fisso che manca al villan, sebbene non si possa parlare
proprio di cattivo.
Il vero cattivo, in
Creed 3 come in tutti i film del franchise, è chi
siamo davvero e quanto siamo disposti a metterci in gioco per
scoprire davvero chi è la persona nel nostro riflesso. Forse in
questo film questo elemento è talmente presente da risultare
didascalico, dal momento che Dame non è altro che il riflesso
distorto di Adonis e che, in un finale che non lascia pienamente
soddisfatti, si distende per assumere esattamente i tratti
dell’eroe, se non fisicamente almeno nelle ambizioni. Adonis e Dame
si vedono e si riconoscono, sono mossi dal senso di colpa,
dall’amore fraterno, ma anche dalla paura reciproca, per via di
quello che entrambi rappresentano per l’altro.
E in questa dualità,
tanto a fuoco da risultare pedante, si nasconde il punto di forza e
allo stesso tempo la grande debolezza di Creed 3.
Che nel continuare a disegnare la parabola di Adonis, si allontana
dai propri padri senza però portare con sé lo spirito più profondo
di un racconto sportivo che si dimostra solido ma che perde un
pezzetto di cuore, forse, per mancanza di “fame”.
Il riavvio di
Hellboy di Millennium Media, basato su Hellboy:
The Crooked Man
avrà come protagonista Jack Kesy. Kesy è meglio conosciuto per
aver interpretato Black Tom in Deadpool
2, e per i film 12 Strong e
Baywatch di Warner Bros, così come per le serie
Claws e The Strain.
Come precedentemente annunciato, Brian Taylor
(Crank) dirigerà il progetto da una sceneggiatura scritta
dal creatore del fumetto di Hellboy Mike Mignola e Chris Golden. Il
film, che dovrebbe essere girato nei prossimi mesi, vedrà Hellboy
bloccato nell’Appalachia rurale degli anni ’50 con un agente del
BPRD alle prime armi. Lì scoprono una piccola comunità infestata
dalle streghe, guidata da un diavolo locale con un inquietante
legame con il passato di Hellboy:
The Crooked Man.
Pubblicato il trailer ufficiale
della quarta, ultima e attesissima stagione di SUCCESSION,
il pluripremiato cult HBO creato da Jesse
Armstrong. La stagione finale, in dieci nuovi episodi,
andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3
aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.
SUCCESSION
esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso
gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian
Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy
Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman
(Kieran Culkin) e Connor (Alan
Ruck).
Nella quarta stagione, la vendita
della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas
Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La
prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti
familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una
volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui
il proprio peso culturale e politico sarà fortemente
ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora
più accesa.
Il cast della quarta
stagione:
Brian Cox,
Jeremy Strong,Sarah Snook, Kieran Culkin,
Alan Ruck,
Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter
Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe,
Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters,
Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie
Berlin. Si aggiungono al cast Alexander
Skarsgård, che diventaregular dei nuovi episodi,
Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen
Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam
Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori
delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati
anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell
(Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha),
Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness),
Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).
Creata da Jesse Armstrong;
produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin
Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon
Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è
lo showrunner.
Le prime tre stagioni di SUCCESSION
hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui
Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La
terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il
SAG Award per il miglior cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.
Reduce da una season
awards travolgente, inaugurata con i Golden Globes e conclusasi la scorsa domenica
notte con i SAG Awards, torna su Disney+Abbott
Elementary, la serie rivelazione della scorsa stagione
televisiva in streaming che con un secondo ciclo di episodi è una felice conferma
di quanto costruito nella prima stagione. Quinta
Brunson, creatrice della serie e alla guida del folto clan
di showrunner, ha di che festeggiare, perché oltre a un rinnovo, lo
show si prende anche lo spazio di 20 episodi da 20 minuti.
Abbott Elementary 2 disponibile su
Disney+
Lo spirito di adattamento degli
insegnanti della Abbott Elementary non è cambiato:
Janine, l’entusiasta nuova arrivata della prima stagione, trascina
in questo secondo ciclo il suo entusiasmo e la sua voglia di fare
bene e meglio, di fare l’impossibile per gli studenti di questa
scuola sgangherata, né più né meno di una qualsiasi scuola pubblica
americana. Con lei tornano Gregory, che finalmente è insegnante di
ruolo, dopo aver accantonato (momentaneamente?) il sogno di
diventare dirigente scolastico, torna l’irreprensibile Barbara,
insegnante mito per tutti i colleghi e vero e proprio faro per
l’intera scuola, che però non rinuncia ai suoi momenti di
originalità, torna l’esuberante Ava, Preside sui generis che forse
non è adatta al suo ruolo, ma lei non lo sa e va avanti con grande
entusiasmo. Tornano anche i bizzarri Jacob e Melissa, che
contribuiscono a comporre un quadro originale e divertente di un
corpo docenti che davvero fa ogni cosa che può, con quello che
ha.
Le situazioni insolite non mancano,
rese ancora più strane dal comportamento sempre sopra le righe dei
protagonisti, e il formato da mockumentary non mostra segni di
cedimento, dopotutto se serie culto della commedia, come
The Office, sono riusciti a costruire su quel
formato molte stagioni, Abbott Elementary è ancora
abbastanza fresca e nuova da continuare ad usare questo espediente
per alleggerire i toni della conversazione e riuscire a portare a
casa un risultato eccellente.
È chiaro che la comedy è il
principale genere dello show, ma la condizione della scuola
pubblica americana conferisce alla storia quello strato di verità
scomoda che contribuisce a rendere solida e ancorata alla realtà
una storia che spessissimo prende strade assurde e poco plausibili.
Quinta Brunson, Tyler James Williams, Janelle James, Lisa
Ann Walter, Chris Perfetti e Sheryl Lee
Ralph sono pronti ad accoglierci in un nuovo anno
scolastico alla Abbott Elementary, con entusiasmo
e novità, buonumore e dedizione, ma soprattutto con la
consapevolezza che ogni giorno è una sfida e arrivare al suono
dell’ultima campanella rimanendo vivi e incolumi è una sfida sempre
più difficile ma sempre entusiasmante.
Una veglia a
cavallo tra illusioni della mente e realtà: questo è
Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di
tempo, opera seconda della regista ungherese Lili
Horvát. Il film, dal 2 marzo è anche
nelle sale italiane ed è un viaggio intimo e onirico.
La trama di
Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di
tempo
Márta (NatashaStork) è
una promettente dottoressa ungherese che vive e lavora negli Stati
Uniti. Ad un congresso nel New Jersey conosce János (Viktor Bodó), un
medico ungherese, e se ne innamora a prima vista. Alla fine del
congresso, i due non si scambiano i numeri ma, in pieno stile
Before Sunrise, si danno un
appuntamento due mesi dopo a Budapest. János però non si presenta all’incontro e,
quando Márta lo va a cercare,
l’uomo finge di non conoscerla. Esterrefatta, la donna sviene.
János è così indifferente verso
di lei che Márta mette in dubbio
il suo ricordo. È davvero avvenuto l’incontro tra i due o è
soltanto una illusione della mente di Márta? Le sue conoscenze in campo
neurologico si mescolano con i suoi sentimenti: la donna decide di
rimanere a Budapest per indagare a fondo, tra scienza e sentimenti,
che cosa le stia accadendo.
Un racconto
confusionario per esprimere una mente confusionaria
Márta
appare fin da subito come una donna molto introspettiva.
Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di
tempo si apre con il suo racconto, intimo ed emozionato,
del primo incontro con János. Da questa premessa, il film
si sviluppa in modo tutt’altro che rettilineo, e non per quanto
riguarda l’ordine temporale del film. Immagini reali e ricordi
soggettivi della protagonista si mescolano continuamente, mettendo
sullo stesso piano illusioni, memorie, presente e passato.
Márta confessa fin da subito di essersi innamorata a prima
vista e follemente: tutto quello che accade dopo questa
dichiarazione la mette in una posizione sempre più instabile dal
punto di vista mentale. La donna sviene, ricorda cose che non
sembrano essere successe, è confusa. La confusione non è osservata
esteriormente dallo spettatore, al contrario pervade la narrazione
ad ogni livello: parte dalla protagonista, si trasferisce alla
struttura del film e arriva fino allo spettatore, che prova a
raccogliere il senso di un racconto disordinato (e che non ambisce
a mettersi in ordine).
Scienza e amore:
due forze che collidono
La cosa curiosa è
il fatto che la protagonista sia un medico e che si occupi di
neurologia: Márta è la prima a mettere in discussione la
propria mente e ad indagarla. La donna, medico e cultrice della
scienza, fatica a convivere con il proprio lato irrazionale:
s’innamora per la prima volta e non sa come gestire un sentimento
così illogico come l’amore a prima vista, totalmente istintivo e
travolgente. Non appena János la rifiuta, Márta
non esita a dubitare del suo sentimento e confonde le sue emozioni
con le problematiche mentali che è solita studiare. Tuttavia,
Márta non è disposta a rinunciare a questo suo nuovo lato
irrazionale: lo indaga e lo coltiva allo stesso tempo.
La
rappresentazione di un sentimento nuovo
Preparativi
per stare insieme per un periodo indefinito di tempo fa
una onesta rappresentazione di un amore vissuto tra due menti
scientifiche e ben poco romantiche. Non ci sono enfatizzazioni o
esagerati gesti d’affetto, tutto è estremamente semplice e
pragmatico, ma non per questo meno intenso. Gli attori principali
sono espressivi pur senza essere enfatici, figure di pietra che
entrano in contatto con emozioni forti. Il volto della protagonista
è incantevole e cattura l’attenzione dello spettatore, spiccando
tra gli altri personaggi, pressoché anonimi.
Anche a livello di
riprese, il film conserva una certa genuinità. Introspezione e
alienazione sono i cardini del film, a livello narrativo e visivo.
Il lungometraggio è girato in pellicola (35mm), cosa che dà
solidità ai personaggi. Non solo: la pellicola ha una grana ben
visibile, utile anche per esprimere la confusione del racconto,
tutt’altro che limpido. Anche i movimenti di camera sono
significativi: zoom e close-up negli interni si alternano a campi
più ampi, punti camera fissi e distanti per le scene tra le strade
di Budapest.
Non può esserci pace nel nostro
presente se siamo ancora in guerra con il nostro passato. Questo
vale oggi come ieri, tanto per noi quanto per DJANGO,
protagonista del western Sky Original che omaggia il classico di
Sergio Corbucci, da domani venerdì 3 marzo con due nuovi episodi
(quinto e sesto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e
in streaming solo su NOW.
Nei nuovi episodi, diretti da David
Evans e con Francesca Comencini alla direzione artistica, la Guerra
di Secessione si è conclusa, ma la guerra per la libertà non è
ancora finita. Infatti è in nome della libertà che si combatte tra
New Babylon e Elmdale, e come in tutte le guerre anche in
questa ci sono amici e nemici, spie e traditori. Ma anche figlie e
figli, padri e madri, legati da rapporti fragili come i tempi che
vivono. DJANGO
(Matthias Schoenaerts) vuole solo riconquistare la fiducia e
l’amore di sua figlia Sarah (Lisa Vicari), che non gli nasconderà
di essere al corrente di verità che Django credeva solo sue. John
Ellis (Nicholas Pinnock), nonostante il legame di sangue che lo
lega inevitabilmente a Seymour (Jyuddah Jaymes), sospetta che sia
suo figlio il traditore che si nasconde dentro New Babylon e dietro
il fallimento della vendita del primo petrolio estratto.
È tra queste incomprensioni e
questi sospetti che si annidano i rancori del passato. Un passato
che ha ancora un potere enorme sul presente e che per quanto si
tenti di metterlo a tacere tenendolo nascosto, avanza inesorabile
per presentarci il conto delle nostre azioni. È Django il primo a
fare i conti con il suo, quando si imbatterà nel Colonnello sotto
il quale prestò servizio durante la guerra al fianco del Capitano
Parisi interpretato da VinicioMarchioni, guest-star
di questi nuovi episodi. Mentre quest’ultimo è legato a Django da
una promessa fatta prima di morire, il Colonello, che a Django deve
la vita, ora è diventato un giudice corrotto al quale spetterà la
sentenza di condanna o assoluzione nei confronti di John Ellis.
Il cast: MatthiasSchoenaerts
interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a
NicholasPinnock nei panni di
John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a LisaVicari, che nella serie
è invece Sarah, la figlia di Django, e a NoomiRapace nel ruolo della potente e spietata nemica
di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri interpreti:
JyuddahJaymes,
BennyO. Arthur e
EricKole nei panni dei figli di
John Ellis, TomAusten in quelli
del cowboy Eljiah Turner e CamilleDugay che sarà Margaret, la moglie di Django. Con
ManuelAgnelli, VinicioMarchioni,
ThomasTrabacchi. E a omaggiare
il mito del western di culto di SergioCorbucci, la partecipazione straordinaria di
FrancoNero.
Scritta da Leonardo Fasoli e
Maddalena Ravagli (e da Max Hurwitz, che firma la sceneggiatura del
quarto e del sesto episodio), DJANGO
è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in
inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique
Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e
CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il
sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo
rumeno.
La trama del quinto episodio di
DJANGO
Django e John organizzano due
spedizioni di petrolio per confondere Elizabeth. Il piano va a buon
fine e New Babylon ha finalmente i soldi per comprare cibo e
medicine. Nonostante questo, Seymour si sente tradito da John, ed
Elizabeth trova il modo di trarne vantaggio.
La trama del sesto episodio di
DJANGO
John viene processato ad Elmdale
per appropriazione indebita della terra su cui sorge New Babylon.
L’atto di donazione che suo padre firmò in punto di morte, unica
prova che potrebbe scagionarlo, sembra misteriosamente sparito.
Sarah dovrà rivolgersi a Django per chiedergli di aiutare John e
riportarlo a casa.
Dopo il grande successo delle
precedenti edizioni, LOL: Chi ride è
fuori torna con alcuni tra i più importanti
comici italiani e le nuove leve della
comicità: Herbert Ballerina, Fabio
Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo
Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo
Kessisoglu, Brenda
Lodigiani e Marina
Massironi.
I concorrenti proveranno a rimanere
seri per sei ore consecutive, cercando contemporaneamente, di far
ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di
100.000 euro a favore di un ente benefico scelto dal vincitore. Ad
osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle
vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank
Matano. Ma non è tutto. In questa nuova edizione
ci sarà anche Maccio Capatonda, vincitore della seconda
stagione di LOL: Chi ride è fuori, che
sarà il disturbatore ufficiale dello show e avrà il compito di
indurre alla risata.
La terza stagione del comedy show in
sei episodi LOL: Chi ride è
fuori è prodotta da Endemol Shine Italy per
Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo. I primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da
subito e gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale.
Apple TV+
ha annunciato oggi la data d’uscita della seconda stagione di “Il
pianeta preistorico”, la pluripremiata serie-evento di storia
naturale, realizzata dai produttori esecutivi Jon Favreau e Mike Gunton
della BBC Studios Natural History Unit (“Pianeta Terra”) e narrata
da Sir David Attenborough. La nuova stagione,
composta da cinque episodi, farà il suo debutto nel corso di
una serie di eventi di cinque giorni su Apple TV+,
a partire dal 22 maggio, ed è pronta per trasportare gli
spettatori indietro nel tempo alla scoperta del nostro mondo e dei
dinosauri che lo popolavano. Il tutto arricchito da dettagli
sbalorditivi e condito dalla colonna sonora originale dal
pluripremiato Hans Zimmer.
«La pluripremiata prima stagione di “Il
pianeta preistorico” ha riportato in vita i dinosauri in
un modo che il pubblico non aveva mai visto prima», ha dichiarato Jay Hunt, Creative Director,
Europe, Apple
TV+. «Collaborando con il brillante Jon
Favreau e con i nostri fantastici partner della BBC, siamo
entusiasti di poter offrire ancora una volta agli spettatori
l’opportunità di immergersi nel nostro mondo come era 66 milioni di
anni fa e di farli entrare in contatto con creature ancora più
strane e meravigliose».
La serie ha ottenuto il 100% del
punteggio della critica su Rotten Tomatoes ed è stata definita come
“assolutamente incantevole” (Inverse), “sbalorditiva” (Daily Mail
UK) e “stupefacente” (Decider). “Il pianeta preistorico” è stata
anche premiata, tra gli altri, dai Television Critics Association
Awards, dai Visual Effects Society Awards, dagli Annie Awards,
dagli Hollywood Music in Media Awards e dai Cinema Eye Honors
Awards.
Il pianeta
preistorico combina la miglior regia naturalistica, le più
recenti conoscenze paleontologiche e l’utilizzo di tecnologie
all’avanguardia per svelare gli spettacolari habitat e gli abitanti
dell’antica Terra, in un’esperienza immersiva unica nel suo genere.
La serie è prodotta dal dal team della BBC Studios Natural History
Unit con il supporto degli effetti visivi fotorealistici di MPC
(“Il re leone”, “Il libro della giungla”), applicati alla concept
art creata da Jellyfish Pictures (“Il Libro di Boba Fett”, “Spirit
– Il ribelle”). La seconda stagione di “Il pianeta preistorico”
continua a far rivivere la storia della Terra come mai prima d’ora:
la serie presenta al pubblico nuovi dinosauri, nuovi habitat e
nuove scoperte scientifiche, portando gli spettatori in un’epica
avventura: con nuove creature, come il Tarchia, uno dei più grandi
Anchilosauri, e con il ritorno di ‘personaggi’ famosi come il
Tyrannosaurus rex e molti altri, la serie torna con una nuova
stagione di meraviglie preistoriche.
Colonna sonora di Hans Zimmer e
Andrew Christie per Bleeding Fingers Music. Partitura originale di
Zimmer, Anže Rozman e Kara Talve per Bleeding Fingers Music. La
prima stagione completa è disponibile in streaming su Apple TV+.
Please Baby Please
è interpretato dalla candidata all’Oscar Andrea Riseborough (To Leslie, Birdman),
Harry Melling (The Tragedy of Macbeth, Harry
Potter, La Regina degli Scacchi), Karl Glusman
(The Neon Demon, Love), la candidata ai Golden Globe Demi
Moore (Ghost, Il Talento di Mr. C), Mary Lynn
Rajskub (Safety Not Guaranteed, Mysterious Skin),
Ryan Simpkins (Brigsby Bear, A Simple Man) e
da Dana Ashbrook (Twin Peaks). Il film è stato
presentato in anteprima mondiale al Rotterdam International
Film Festival 2022.
La trama di Please Baby
Please
Dopo aver assistito a un omicidio
nelle strade di una surreale Manhattan degli anni Cinquanta, la
coppia di bohémien Suze e Arthur diventa l’ossessione di una gang
di greaser. Demi Moore interpreta l’affascinante vicina
del piano di sopra, che ha diversi amanti e, cosa ancora più
impressionante, una lavastoviglie.
MUBI
MUBI è
un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di
distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande
cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film
eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il
mondo.
MUBI è un luogo dove scoprire film
ambiziosi, sia di registi iconici che di autori emergenti. Ogni
giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film selezionato con cura
dai programmatori di MUBI. Notebook esplora tutti gli aspetti della
cultura cinematografica, sia su carta che online. E con MUBI GO, i
membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni
settimana per vedere i migliori film in uscita in sala.
Tra le distribuzioni MUBI recenti e
prossime ci sono Passages di Ira Sachs, Petite Maman di Céline
Sciamma, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg,
Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt
e Shiva Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il
prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia
Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance
Film Festival) e Our Men di Rachel Lang. MUBI è la più grande
comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con
oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo. Nel gennaio 2022,
MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The
Match Factory e Match Factory Productions.
Dopo 13 lunghi anni di attesa, il
primo dei sequel di Avatar,
Avatar – La via dell’acqua (qui la recensione) è finalmente
arrivato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, divenendo
in poce settimane il terzo film con i maggiori incassi nella storia
del cinema. Questo riporta gli spettatori su Pandora, il
meraviglioso mondo ideato da James Cameron,
sul quale si svolgono le vicende dei protagonisti Jake
Sully, Neytiri e dei loro figli.
Proprio uno di questi, il figlio umano adottivo
Spider, ha suscitato molte curiosità, sia per
quanto compie nel corso del film e sia per il suo possibile futuro
in Avatar
3 e nel resto della saga.
Come si scopre, infatti, questi è il
figlio del colonnello Quaritch, interpretato da Stephen
Lang, e pur ripudiando tale padre Spider decide sul finale
da salvarlo da morte certa. Proprio per via di questa decisione,
molti fan si aspettano ora che il personaggio interpretato da
Jack Champion si riveli una componente importante
dei sequel a venire. Ora, il pubblico sa per certo che Spider avrà
un ruolo importante in Avatar 3 e nei successivi film. Il regista
James Cameron ha confermato, durante il suo intervento ad una
proiezione del film, che “Spider rimarrà un personaggio
importante“.
“Nella mia mente Spider è colui
che collega i due papà (Jake e Quaritch). – ha spiegato
Cameron – Perché dopo un po’ la semplice vendetta diventa
noiosa”. Alla luce di ciò, la domanda non è più se Spider avrà
un ruolo di rilievo, bensì quale questo sarà. Si potrebbe pensare
che ci sarà sicuramente una sorta di conseguenza per il suo aver
salvato il padre cattivo. I Sully di certo non saranno felici della
cosa quando lo scopriranno e da qui potrebbe aprirsi una profonda
divisione tra loro. Per avere maggiori certezze, però, non resta
che attendere ulteriori elementi di trama e, infine, l’arrivo in
sala del film il 20 dicembre 2024.
La notte degli Oscar 2023 è sempre più vicina. In attesa di
rivedere le luci accese nel Dolby Theatre e il
lungo tappeto rosso colmo di star, produttori e registi, le
congetture su chi possono essere i papabili vincitori nelle varie
categorie sono tantissime. Spesso si spera che il film preferito
sia anche il favorito dall’Academy, ma in realtà le statistiche
sono già in grado di darci una mezza risposta. Anche se può
capitare di assistere poi a delle belle sorprese. Per questa
95esima edizione nella cinquina Miglior Film
d’Animazione sono stati scelti: Pinocchio di Guillermo del Toro, Marcel the Shell, Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio,
Red e Il Mostro dei Mari.
Pellicole che dimostrano di far
parte di un cinema inclusivo per i temi e le storie di ampio
respiro portate sullo schermo, e che ancora una volta permettono
agli spettatori di poter trovare al cinema un loro
posto. Ripercorriamo i cinque film d’animazione candidati agli
Oscar 2023, fra vittorie nella stagione dei premi
in corso, critiche e accoglienza, cercando di fare il punto
della situazione su chi potrebbe portare a casa la statuetta
d’oro.
Pinocchio di Guillermo del
Toro
Fra i primi a spiccare nella corsa
agli Oscar 2023 c’è Pinocchio di
Guillermo del Toro, rivisitazione in stop-motion
della storia del burattino di legno di Carlo Collodi. Il film si è
posizionato al cinema prima e su Netflix poi in un periodo di secca per
l’animazione e il cinema in generale, parliamo dei primi di
dicembre, aggiudicandosi quindi una grossa fetta di pubblico. Fra i
produttori del film il colosso dalla N rossa e Shadow Machine. Il
Pinocchio di Guillermo del Toro è un meraviglioso dramma
musicale padre-figlio, oltre che una favola
antifascista costruita attraverso alcune sfumature anche
ironiche. Tocca il cuore per come affronta con sapienza, ma al
tempo stesso delicatezza, temi quali il lutto, la politica (il
totalitarismo, in questo caso) e perfino la morte, a cui si lega la
bellezza della vita.
Una storia realizzata poi con
l’incredibile tecnica della stop-motion, che fa del film uno
straordinario pezzo d’artigianato, tale soprattutto per le sue
dolci e autentiche imperfezioni. Nella rosa come Miglior Film
d’Animazione, Pinocchio di Guillermo del Toro è il
prodotto più apprezzato. Stando a Rotten Tomatoes,
il 97% delle critiche professionali è positivo, con un voto medio
di 8,3 su 10. Su Metacritic la percentuale rimane
abbastanza alta, con un punteggio di 79 su 100 basato su 49
critiche. Il film sta dominando perfino la stagione dei premi sin
qui svolti. Agli Annie Awards si può dire aver fatto incetta di
premi, vincendo il Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Animazione
dei personaggi, Miglior Design di prodotto e Miglior Musica. Per
questa edizione degli Annie, fra l’altro, Pinocchio ha battuto il
record ricevendo ben 9 nomination.
Dall’Inghilterra si è portato a casa
anche il BAFTA come Miglior film d’animazione,
risultando l’unico per questo riconoscimento ad aver ricevuto la
candidatura anche per scenografia e colonna sonora. Ricevendo anche
il Golden Globe per Miglior film d’animazione, Pinocchio di
Guillermo del Toro ha fatto diventare Netflix il primo streamer a
vincere la categoria. Fra gli altri premi guadagnati c’è anche
Miglior film d’animazione ai Critics Choice Awards
e Miglior canzone per un musical/commedia con “Ciao papa” di
Gregory Mann ai Society of Composers and Lyricists
Award. Negli anni passati altre pellicole di Netflix sono
state candidate, pensiamo a Dov’è il mio
corpo? (2020), Klaus
(2020), Over the Moon – Il fantastico mondo di
Lunaria (2021) e I Mitchell contro le
macchine (2022, senza però ricevere l’Oscar. Se Pinocchio
vincesse la statuetta d’oro, sarebbe la prima volta per Netflix
nella categoria, oltre a far essere Guillermo del Toro il primo
vincitore per Miglior Regia (La forma dell’acqua)
e Miglior film d’animazione.
Marcel the Shell
Lo sfidante numero uno di
Pinocchio agli Oscar 2023 è di sicuro Marcel the Shell di A24,
diretto da Dean Fleischer-Camp. Il mockumentary è
stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival dove è
stato acclamato a settembre 2021, a cui è seguita a luglio 2022 una
riproduzione limitata da parte di A24 (che subito
lo ha acquistato) nelle sale statunitensi e una wide release dal 15
dello stesso mese. La storia della conchiglia Marcel abbraccia il
cuore di tutti. Una piccola conchiglia con un occhio di plastica e
delle deliziose scarpette color carota vive insieme alla nonna
(Nana Connie), in un appartamento che poi viene affittato a un
regista (lo stesso Camp). Marcel si presta ad essere personaggio di
un programma televisivo, 60 Minutes,
nella speranza di poter ritrovare la sua famiglia e tornare a
vivere in una comunità.
È chiaro che portando sullo schermo
una storia di ricerca e famiglia, in cui la conchiglia sembra avere
un animo umano, le critiche sono state tutte a favore. E così
Marcel the Shell si è riuscito ad aggiudicare la
nomination nella categoria Miglior film d’Animazione dopo essere
stato considerato un ibrido unico, facendo il suo ingresso agli
Oscar come primo candidato in
stop-motion/live-action. Il mockumentary è stato acclamato
dalla critica con il 98% delle recensioni positive su Rotten
Tomatoes, che lo hanno definito “intenso, profondo e
assolutamente commovente”. Su Metacritic il film ha ottenuto
un punteggio di 80 su 100, con degli incassi negli USA pari a 6,7
milioni.
Marcel the Shell è stato,
dopo Pinocchio, il film ad aver ricevuto più vittorie nella
stagione dei premi, vincendo agli
Annie Awards come Miglior film indipendente, Miglior doppiaggio
di un personaggio (Jenny Slate presta la voce alla
conchiglia) e Miglior sceneggiatura. Fra le tante candidature
ricevute spiccano quelle ai BAFTA, ai
Golden Globe, ai Saturn Award e
ai Critics Choice Award, tutte nella categoria
Miglior Film d’animazione. Il film, se non ci fosse Pinocchio su
cui sono stati puntati tutti i riflettori, sarebbe sicuramente
stato il favorito rispetto agli altri in lista.
Red
Spinto dalla Pixar
e sostenuto dal colosso Disney, Red è
riuscito a farsi spazio per poter rientrare nella rosa degli
Oscar 2023. Alla direzione del film Domee Shi,
chiamata dalla Pixar con il compito di pensare a un lungometraggio
dopo il corto Bao. Red, la cui storia ruota attorno ad una
tredicenne cinese che si trasforma in un panda rosso quando le sue
emozioni sono troppo forti, è una bella metafora della
pubertà, oltre a essere fra i film Pixar più personali. La
pellicola, a causa della pandemia da Covid-19, ha dovuto rinunciare
all’uscita in sala, approdando direttamente sulla piattaforma
Disney+ a marzo 2022. Per Red,
la Pixar ha deciso di discostarsi dai temi universali che permeano
gran parte delle sue produzioni, risultando quasi una rivoluzione.
Nel meccanismo dell’azienda, infatti, ogni film era progettato
dalla Braintrust – formata da John Lasseter, Pete Docter e Brad
Bird e altri – e le storie si incentravano tutte sull’amore, la
famiglia e la perdita, garantendo alla Pixar successi e premi.
Queste ligie regole hanno però allontanato il film dall’idea
originale, finendo per essere tutt’altro.
Red è riuscito a fare la
differenza grazie a Shi: è rimasto fedele al progetto
iniziale e, inoltre, è basato sull’esperienza personale
della sua regista. La linea adottata dalla Pixar da qualche anno,
si prendano come esempio Luca e Onward, è di seguire più un approccio intimo e mirato,
con una pellicola che risulta essere figlia diretta del suo
regista. Grazie ai successi ottenuti, l’azienda può ora permettersi
il lusso di staccarsi da quei film indirizzati solo ed
esclusivamente alle famiglie, abbracciando un pubblico molto più
eterogeneo. Ecco perché Shi, con Red, ha voluto far
immedesimare il pubblico nella storia attraverso mondi nuovi.
Parlando dell’aspetto – anch’esso universale – dell’adolescenza,
degli impulsi che si vivono, degli ormoni impazziti, della crescita
che ognuno di noi affronta. Il problema però è stato che parte
della critica non ha colto il messaggio, e
Red è stato definito da questi “troppo
circoscritto”, con una grossa difficoltà a immedesimarsi nella
protagonista tredicenne.
Ciononostante, il film si è
ugualmente distinto per la sua estetica eccentrica, per i
valori portati, e per la impeccabile animazione, che si ispira
molto agli anime. Su Rotten Tomatoes, Red ha raggiunto il 71% di
critiche positive, mentre su Metacritic ha ottenuto un punteggio di
83 su 100, sulla base di 52 recensioni. Si è anche aggiudicato una
buona dose di candidature nella stagione dei premi, fra cui Miglior
Film d’Animazione, Miglior Regia e Miglior animazione dei
personaggi agli
Annie Awards, Miglior Film d’Animazione ai BAFTA, ai Golden
Globe e ai Critics Choice Award e Miglior produttore per un film
d’animazione ai PGA.
Il gatto con gli stivali – L’ultimo
desiderio
Sequel de Il gatto con gli
stivali del 2011 e spin-off di Shrek, Il
gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio è in corsa
agli Oscar 2023 come Miglior film d’animazione.
Prodotto dalla DreamWorks e distribuito dalla Universal Pictures,
costituisce il sesto capitolo del franchise dell’orco verde,
diretto da Joel Crawford. In questa nuova avventura frizzante e
rivitalizzata, il Gatto viaggia alla ricerca della Stella del
Desiderio dopo essersi accorto di aver perso le sue otto vite ed
essere rimasto con una sola. In compagnia di Kitty e il cane
Perrito, tenterà di ripristinarle tutte, indirizzando così il film
verso una riflessione sulla morte e, al tempo stesso, sulla
fugacità della vita, con il messaggio (fra righe) di
vivere a pieno il tempo di cui si dispone. Il film è stato
presentato in anteprima al Lincoln Center di New York a dicembre
2022, per poi uscire nelle sale lo stesso mese, con un leggero
ritardo dovuto alla ristrutturazione della
DreamWorks.
Il gatto con gli stivali
– L’ultimo desiderio ha ricevuto un grande plauso
dalla critica, la quale ha apprezzato fra le tante cose
l’animazione, che vanta un mash-up fra il classico 2D e il moderno
CGI 3D. Lodi anche per il suo senso dell’humor e le tematiche
riportate, con una particolare attenzione per come viene
rappresentata la Morte. Nota positiva al design
molto pittoresco, su cui si è fortemente puntato per far sembrare
il film un universo fiabesco. La pellicola ha incassato ben 445
milioni, nonostante la forte concorrenza con Avatar – La via
dell’acqua, distribuito nello stesso momento, diventando il
secondo film con l’incasso maggiore nel 2022.
Su Rotten Tomatoes il 95% delle
recensioni sono positive, con un pubblico che lo ha apprezzato al
94%. Su Metacritic, invece, ha raggiunto un punteggio di 73 su 100.
Fra le recensioni quella di Variety di Peter
Debruge lo descrive come “miglior film della DWA dai
tempi della trilogia di How to Train Your Dragon”. Il gatto
con gli stivali – L’ultimo desiderio si è poi guadagnato le
candidature ai principali riconoscimenti fra cui i Golden Globe, i
Critics Choice Awards, i BAFTA e gli
Annie Awards nella sezione Miglior film e ai PGA in quella
Miglior produttore per un film d’animazione. La vittoria l’ha
ottenuta nella categoria Storyboarding, battendo
Minions: Come Gru diventa cattivissimo e
Strange World.
Il Mostro dei Mari
Concludiamo con l’ultimo della
cinquina degli Oscar 2023, Il Mostro dei Mari, film diretto
da Chris Williams, regista ai tempi del suo periodo Disney di
Oceania e
Big Hero 6 (grazie al quale ha vinto un Oscar). La
pellicola è uscita per un tempo limitato nelle sale
cinematografiche a luglio 2022, per poi essere inserita nel
catalogo Netflix lo stesso mese. Il Mostro dei Mari è considerato
fra i primi lungometraggi d’animazione originali nel 2018 ad aver
avuto il via libera da Netflix Animation. La storia ruota attorno
al Capitano Crow e il suo braccio destro Jacob, i quali dopo essere
partiti per una spedizione si ritrovano a bordo Maisie Brumble,
un’orfana che ha un ossessione simile al capitano: quella dei
mostri e delle avventure.
Williams pone al centro della sua
opera un mostro in particolare, a cui il Capitano Crow vuol dare la
caccia e che ricorda molto la storia di Moby Dick. Il film ha
raccolto recensioni positive soprattutto per le tematiche di cui si
fa portatore, ossia la ricerca dell’amore genitoriale – molto vivo
nelle sequenze di Maisie e Jacob – e dell’importanza
dell’ascolto, attraverso cui si può convivere in armonia
con gli altri. Su Rotten Tomatoes il lungometraggio di animazione
si è aggiudicato il 94% di recensioni positive, e su Metacritc ha
raggiunto un punteggio di 74 su 100, basato su 20 critiche.
Purtroppo però de Il Mostro dei Mari se ne è parlato poco;
al film gli è stato concesso lo spazio minimo e perciò risulta fra
i più deboli in vista della notte degli Oscar. Nonostante questo,
ha ricevuto comunque alcune candidature agli
Annie Awards: Miglior film d’animazione, Miglior voce in un
film d’animazione, Miglior scenografia e Miglior montaggio.
Chi potrebbe vincere?
Il Dolby Theatre si prepara per la
95esima edizione degli Academy Awards, la cui cerimonia ricordiamo
si svolgerà domenica 12 marzo. Fra meno di due
settimane conosceremo il vincitore della categoria Miglior
film d’animazione, ma nel frattempo ci si può già fare
un’idea su quel che potrebbe essere il papabile vincitore.
Pinocchio di Guillermo del Toro è di
sicuro il favorito, e in verità lo è stato sin
dall’inizio. Fra i motivi per cui possiamo dirlo va menzionato lo
status del regista, molto caro all’Academy.
La pellicola in stop-motion del
burattino di legno è stata, fra le voci dei suoi avversari, quella
più forte, guadagnandosi anche il grande amore del pubblico.
L’unico vero sfidante, stando anche alla stagione dei premi, è
Marcel the Shell, il quale si è
aggiudicato qualche premio rispetto a Red, Il
Mostro dei Mari e Il gatto con gli
stivali che sono rimasti a bocca asciutta, seppur sia
Pinocchio a raccogliere più vittorie. C’è
anche da aggiungere che da quando è stato istituito l’Oscar per il
Miglior film d’animazione, ormai vent’anni fa, la pellicola che si
è aggiudicata i premi agli
Annie Awards ha poi vinto l’Oscar: è successo quattordici volte
nella storia dei premi.
Mentre qualcosa del genere potrebbe
effettiva far parte dei piani, lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp:
QuantumaniaJeff Loveness ha aggiornato
sui suoi progressi con la sceneggiatura di The Kang
Dynasty, rivelando alcune sorprendenti informazioni. “Sì,
è decisamente una cosa complicata”, ha detto quando gli è
stato chiesto della sfida di scrivere un film con così tanti
personaggi. “Ma proprio come quando ho accettato il lavoro per
Ant-Man, non posso concentrarmi davvero sulle questioni esterne.
Devo dunque solo gettare le basi di una buona storia, si spera, e
trovare i personaggi con cui voglio raccontarla.”
Loveness ha poi proseguito
affermando che “a quel punto diventa una partita a ping pong
con le altre persone. Come chiunque si presenti e faccia Fantastici
Quattro o Blade o… potrei nemmeno usare quei personaggi. Terrò però
le orecchie aperte, nel caso qualcuno mi dica ‘Ehi, se Blade vuole
entrare, fallo entrare'”. Sebbene sia del tutto possibile che
Loveness si sia semplicemente corretto per evitare potenziali
spoiler, lo sceneggiatore ha dunque lasciato intendere che non
tutti i personaggi visti finora potrebbero apparire nell’atteso
film. Sarebbe certamente sorprendente se, ad esempio, i Fantastici
Quattro, non facessero parte del film, a meno che questo non abbia
proporzioni diverse a quello che ci si aspetta.
Salvo
Ficarra e Valentino Picone ci tengono a sottolineare
che
Incastrati 2è l’ultimo capitolo, in sei
episodi, del loro primo esperimento nella serialità televisiva.
Dunque, non si faccia illusioni su un possibile proseguimento, chi
ha apprezzato questo lavoro. Quello che è certo, è che sarà
possibile seguire le vicende di Salvo e Valentino, sempre
invischiati in questioni di mafia più grandi di loro e non solo,
dal 2 marzo in esclusiva su Netflix.
La trama di Incastrati 2
Salvo (Salvo
Ficarra) e Valentino (Valentino Picone)
cercano di riprendere la loro vita di sempre. Mentre stanno andando
a lavoro col furgone, però, una distrazione è fatale e succede
qualcosa di inaspettato. I due incroceranno la latitanza di Padre
Santissimo (Maurizio Marchetti), accompagnato da
Tonino – Cosa Inutile (Tony Sperandeo) e da lì
prenderà il via una nuova girandola di vicende. I due si troveranno
di nuovo in pericolo, a doversi districare tra i dictat del boss e
la volontà di proteggere le donne che amano, con le quali i
rapporti non sono affatto facili. Salvo ed Ester (Anna
Favella) sono separati, in seguito al tradimento di
lei, ma entrambi non hanno abbandonato le speranze di ricostruire
la loro storia. Mentre, Valentino e Agata (Marianna
di Martino) stanno per andare a vivere insieme, ma non
saranno soli. Assieme a loro ci sarà, infatti, anche Robertino
(Luca Morello), il figlio di Agata. La donna è
impegnata, poi, nelle indagini sull’ omicidio Gambino e a questo si
aggiunge l’uccisione di due operai, ancora avvolta nel mistero.
Anche la mafia di Padre Santissimo, poi, avrà i suoi rompicapi,
dovendo estinguere un debito niente meno che coi messicani.
Incastrati
2 ha un buon ritmo, anche grazie al montaggio di
Claudio Di Mauro. Gode, certo, dell’affiatamento
ormai trentennale della coppia Ficarra –
Picone. Le gag divertono e si ride, i tempi comici
sono buoni e più che rodati. Ma non è solo per questo che sono
efficaci. Mentre si ride, infatti, spesso si riflette, il che non
guasta. Merito anche della scrittura, che ha visto il duo comico
collaborare con Leonardo Fasoli, Maddalena
Ravagli e Fabrizio Testini in un lavoro
d’equipe riuscito.
Un’ironia trasversale, che non
risparmia nulla
L’ironia e lo sberleffo in
Incastrati 2 spaziano su ogni argomento e
spesso sono ficcanti. Si ride sulla mafia, ma anche sulla
collusione mafiosa, ben più sottile, sulla sanità, col balletto tra
pubblico e privato – il dottor Tantillo, interpretato da
Gino Astorina, ne è esempio perfetto. Si ironizza
sul circo mediatico, ovvero sul giornalismo sensazionalistico,
esemplificato perfettamente dai due caratteri opposti di Sergione
(Sergio Friscia) e Bellomo (Matteo
Contino). Non vengono risparmiate neanche le stesse serie
tv – se nella prima serie c’era The touch of the killer,
in questa seconda c’è il prequel, The look of the killer.
La comicità e l’ironia non risparmiano neppure i rapporti di
coppia, quelli genitori-figli, e ovviamente, gli stereotipi legati
al sud.
La commistione dei generi in
Incastrati 2
Diversi sono i generi
cinematografici che si fondono in Incastrati 2, ognuno
evidentemente amato e ripreso con precisione nei codici. Thriller,
ovviamente, ma anche western, action movie, film romantico, vanno
ad arricchire la commedia. Si potrebbe pensare che questa sorta di
insalata di generi disturbi, invece è ben orchestrata e
diverte.
Le musiche di Paolo Buonvino e la
fotografia di Daniele Ciprì
Le musiche di Paolo
Buonvino sono trascinanti e si percepisce come si sia
divertito a spaziare tra i generi. I violini accompagnano
egregiamente tutta la serie, a partire dalla sigla iniziale,
fumettistica. Ogni situazione ha musiche appropriate: da quella
romantica, con canzoni d’amore, al western, all’azione, alla
suspense. La fotografia di Daniele Ciprì ha i
colori vividi che si adattano alla commedia ed esaltano il sole
della Sicilia, richiamato dal furgone giallo dei protagonisti.
Gli omaggi in Incastrati 2
Del tributo al genere western si è
detto sopra e lo spettatore lo apprezzerà senz’altro. Ma tra gli
omaggi schietti a capolavori e artisti del nostro cinema, spicca
sicuramente quello a
Massimo Troisi. In particolare, a
Non ci resta che piangere. Si parte dal Padre
Santissimo, che non può non ricordare il Santissimo Savonarola,
fino ad arrivare al “Grazie Salvo!”, che riprende il “Grazie
Mario!” di Non ci resta che piangere. I due autori,
registi e sceneggiatori assicurano poi che vi sarà un’altra, più
corposa, citazione del genio di Massimo Troisi, voluta per
omaggiare il regista e attore da loro tanto amato.
Incastrati 2 ha dunque gli ingredienti
giusti per offrire un buon intrattenimento da vedere sul piccolo
schermo, divertendosi, ma anche riflettendo. Prodotta da
Tramp Limited, la serie originale
Netflix, che sarà distribuita in 190 paesi, è
disponibile sulla piattaforma dal 2 marzo.
I Marvel Studios hanno introdotto l’esistenza di
SHIELD già nell’Iron Man del 2008 interpretato da
Robert Downey Jr. e
diretto da Jon Favreau.
All’epoca, però, la pratica di aggiungere ulteriori scene dopo i
titoli di coda non era particolarmente comune e dunque in molti si
sono persi la comparsa in scena di Samuel L.
Jackson nei panni di Nick Fury. Come ormai noto, in
tale scena questo racconta a Tony Stark del progetto “Avengers”,
ponendo dunque le basi per la formazione dei più potenti eroi della
Terra.
A distanza di 15 anni, Favreau ha
ora rivelato l’esistenza di una versione alternativa di quella
celebre scena post-credits. Intervistato al Jimmy
Kimmel Live! per parlare della terza stagione di The
Mandalorian, il regista ha infatti spiegato di aver
chiesto a Jackson una ripresa alternativa “per puro
divertimento” che sapeva non sarebbe mai stata utilizzata per
il film. In questa si può osservare uno scambio di battute tra Fury
e Stark simile a quello che tutti conosciamo. Alla domanda di Stark
su chi egli sia, Fury risponde però “Nick Fury,
motherf***er“.
Si tratta di un divertente
riferimento al fatto che è questa una delle esclamazioni più
ricorrenti fatte da Jackson nei film da lui interpretati. Mostrata
durante lo show di cui era ospite Favreau, la scena ha naturalmente
mandato in visibilio tutti i fan di Jackson e dell’MCU. Come noto, si potrà ora
ritrovare l’attore nei panni di Nick Fury nell’attesa serie
Secret Invasion, la quale sarà
distribuita su Disney+ nel corso di
quest’anno. Nel mentre, ecco di seguito il link per poter vedere la
divertente scena presentata da Favreau.
Anche se probabilmente bisognerà
aspettare un po’ per qualsiasi nuovo annuncio di casting importante
per l’annunciato The Batman – Parte 2, diretto
ancora una volta da Matt Reeves, si ha già la
conferma che un attore del primo film riprenderà il ruolo lì
interpretato. Si tratta di Andy Serkis, il
quale nel film del 2022 aveva dato volto ad un inedito Alfred
Pennyworth. Il
suo confermato potrebbe non apparire come una grande sorpresa, ma
considerando quanto piena sia l’agenda dell’attore, non era da
escludere un suo possibile addio al personaggio.
Addio che però non ci sarà,
specialmente considerando che il ruolo avuto da Alfred in
The Batman era stato
piuttosto ridotto, mentre con il sequel sarà possibile esplorare
ulteriormente la sua storia e il suo carattere. Il personaggio,
inoltre, ha lasciato in sospeso diversi misteri ancora da risolvere
e sui quali sarà possibile indagare ulteriormente. Reeves ha sempre
dichiarato che Serkis, con il quale aveva già collaborato per
Apes Revolution e
The War – Il pianeta delle
scimmie, era la sua prima e unica scelta per interpretare
il fedele alleato di Bruce Wayne.
Ora che un nuovo tassello si è
aggiunto nella costruzione di questo The Batman – Parte 2,
non resta dunque che attendere maggiori informazioni, sia per
quanto riguarda ulteriori nuovi interpreti che andranno ad
aggiungersi al cast e i personaggi che andranno ad interpretare,
sia per quanto riguarda la trama e la data di uscita. Questa è
attualmente fissata al 3
ottobre 2025, ma non è da escludere che possa essere
anticipata o posticipata, come spesso avvenuto per altri film
simili nell’ultimo periodo.
Star
Trek 4 è bloccato nell’inferno
dello sviluppo, e mentre il franchise continua a riscuotere
successo in televisione, sembra che la Paramount
Pictures stia davvero lottando per decifrare il destino
della proprietà nei cinema.I primi sforzi in sala
hanno dato il loro risultato, ovviamente, ottenendo
recensioni per lo più positive e incassi al botteghino abbastanza
solidi. Tuttavia, con i blockbuster che ormai per poter competere
mirano a raggiungere guadagni da $ 1 miliardo per essere
considerati un vero successo, non sorprende che il risultato
globale di $ 344 milioni di Star
Trek:Beyond sia
stato considerato una delusione.
Parlando con Esquire, l’attore del
Capitano Kirk Chris Pine ha condiviso i suoi pensieri su
come stanno le cose con il franchise e sostiene che è stato un
errore aspettarsi che Star
Trekfacesse i numeri del Marvel Cinematic Universe.
“Non sono sicuro che Star Trek sia mai stato costruito per
fare quel tipo di attività”, dice. “Ho
sempre pensato, perché non facciamo solo appello a questo gruppo di
fan davvero rabbioso e realizziamo il film a un buon prezzo e
andiamo per la nostra strada, invece di cercare di competere con il
Marvel
Universe?”.
Nonostante voglia tornare nei
panni di Kirk, Chris Pine sembra pensare che con questa
iterazione diStar Trekpossa
ancora divertirsi.“Dopo che l’ultimo è uscito
e non ha fruttato il miliardo di dollari che tutti volevano che
facesse, e poi Anton è morto, non lo so, sembrava
solo…” Dopo una pausa per un momento di commozione,
ha ammesso che il
franchise “sembra che sia
maledetto”.Per quanto riguarda dove andranno
le cose dopo – che JJ Abrams ha fatto
l’annuncio che il cast originale sarebbe tornato per un nuovo film,
nel frattempo ha perso il regista Matt Shakman – e
ora sempra che l’attore non sappia lo stato delle
cose:
“Non so niente. Nella
terra di Star Trek, gli attori sono di solito le ultime persone a
scoprire qualcosa. Conosco costumisti che hanno letto le
sceneggiature prima degli attori”, spiega
Chris Pine. “Direi
che è frustrante. Non promuove davvero il massimo senso di
collaborazione, ma è così che è sempre stato. Amo il personaggio.
Amo le persone. Amo il franchise”.
Da quando Star
Trek:Beyond è
stato rilasciato nel 2016, un’idea popolare includeva una riunione
tra il Capitano Kirk di Chris Pine e suo padre, interpretato
inStar
Trek del 2009 da Chris Hemsworth. Il
regista di Defenders SJ
Clarkson una volta era collegato al progetto per a
dirigere quel film, mentre la Paramount da allora ha preso in
considerazione le idee su film di Noah Hawley
(Fargo) e del leggendario
regista
Quentin Tarantino.
Il produttore di Ghostbusters:
Legacy 2, Jason Reitman, ha condiviso una
nuova foto del dietro le quinte del prossimo sequel, fornendo uno
sguardo al ritorno della classica caserma dei
pompieri del franchise. Dopo che questo ha avuto inizio
per la prima volta nel 1984 con Ghostbusters –
Acchiappafantasmi, il film del 2021 Ghostbusters: Legacy è
servito come sequel diretto, ovvero introducendo nuovi personaggi
per portare avanti la storia, presentando però anche un ritorno di
Bill Murray, Dan Aykroyd ed
Ernie Hudson. Dopo il successo di quel film, è poi
stata annunciata la realizzazione di un sequel, diretto stavolta da
Gil Kenan.
La data di uscita di Ghostbusters:
Legacy 2 è ancora molto lontana, con il film che non
dovrebbe arrivare nei cinema prima di dicembre. Tuttavia, un
recente post su Instagram di Reitman ha contribuito ad aumentare
l’interesse sul film, fornendo anche uno sguardo dietro le quinte
sul ritorno della già citata iconica location, grande protagonista
dei primi due film del franchise. Certo, la foto non rivela troppo
su ciò che il pubblico può aspettarsi da questo prossimo sequel, ma
quantomeno conferma che la caserma dei pompieri tornerà,
presumibilmente, ad essere la base operativa degli
acchiappafantasmi.
Dopo che una versione fatiscente
del luogo era apparsa brevemente nella scena dopo i titoli di coda
del precedente film, questa potrebbe dunque tornare ora ad avere il
ruolo centrale che merita, magari sfoggiando anche qualche gradita
novità. Per quanto riguarda i dettagli della trama, invece non è
stato ancora rivelato nulla a riguardo, ma ci si può aspettare che
il nuovo film introdurrà una minaccia completamente inedita per i
protagonisti. In attesa di maggiori informazioni, qui di seguito si
può ritrovare la foto pubblicata da Reitman.
L’attore Michael B.
Jordan, star di Creed e di Black
Panther, ha ufficialmente ricevuto una stella sulla Hollywood
Walk of Fame. Il 1 marzo, la Camera di commercio di Hollywood ha
infatti consegnato all’attore e regista la 2.751esima stella. I
partecipanti alla cerimonia includevano Jonathan
Majors, co-protagonista di Jordan in Creed
III, e il regista Ryan Coogler,
che ha diretto l’attore in Fruitvale Station, Creed, Black Panther e
Black Panther: Wakanda
Forever. “E pensare che questa star non è cresciuta
sognando di diventare un attore! Fortunatamente per noi, ha
cambiato idea e ora sarà onorato con una stella iconica sulla
Hollywood Walk of Fame“, ha dichiarato la produttrice della
Hollywood Walk of Fame. Ana Martínez.
Jordan aveva infatti iniziato a
lavorare come modello per aziende come di articoli sportivi prima
di apparire in alcuni show televisivi. L’attore ha poi ricevuto il
suo primo ruolo cinematografico al fianco di Keanu Reeves in
Hardball del 2001. Da lì ha poi avuto inizio la sua
carriera come attore, consolidatasi poi grazie ai successi della
trilogia di Creed, dove Jordan interpreta il figlio di
Apollo Creed, ai film di Black Panther dove interpreta il
villain Killmonger m anche a film come Il diritto di
opporsi e Senza rimorso. I suoi recenti successi
hanno dunque spinto la celebre istituzione hollywoodiana a
riconoscergli tale tributo, di cui l’attore si è detto naturalmente
molto grato.
La prestigiosa stella arriva poi per
lui proprio nei giorni in cui il film Creed III è pronto
ad arrivare in sala. In questo terzo capitolo l’attore non si
limita però solo ad interpretare il pugile Adonis Creed, chiamato a
scontrarsi sul ring con un vecchio amico d’infanzia, ma ricopre
anche il ruolo di regista in quello che è dunque il suo debutto in
tale ruolo. Il film sarà nelle sale italiane a partire dal
2 marzo e la stella ora ricevuta dall’attore non è
che un motivo in più per andarlo a vedere.
Uno degli attori del momento,
Brendan Fraser,
candidato al premio Oscar grazie
alla sua interpretazione in The Whale, ha
recentemente raccontato di uno spaventoso incidente avvenuto sul
set di La mummia. Rilasciato nel 1999, il
celebre film d’avventura aveva per protagonista Rick O’Connell, un
avventuriero che affronta una mummia risvegliatasi da un sonno
millenario e determinata ora a ricongiungersi con il suo amore
perduto da tempo. Il film, che è stato un successo straordinario e
in seguito al quale sono stati realizzati due sequel diretti, ha
rappresentato una sfida fisica su più fronti per Fraser, il quale
ha anche rischiato di morire soffocato sul set.
In una recente intervista, Fraser ha
infatti ricordato un particolare incidente avvenuto su quel set e
che lo ha portato ad essere asfissiato fino all’incoscienza. Questo
è avvenuto durante le riprese della sequenza dell’impiccagione,
quando la persona incaricata di tenere la corda non ha retto
quest’ultima a sufficienza. “Sono stato soffocato
accidentalmente. Stephen, il regista, mi disse che non avevo reso
abbastanza l’effetto dell’essere strozzato e voleva girarne
un’altra.Quindi il tizio che teneva la corda l’ha alzata
ancor di più e io sono rimasto bloccato, senza poter poggiare i
piedi a terra”.
“Lui tirava in alto e
io andavo in basso.Ad un certo punto si è fatto tutto
scuro e quando mi sono risvegliato il mondo era di traverso e c’era
della ghiaia nei miei denti e tutti erano davvero silenziosi.”
L’attore ha poi anche raccontato che non appena ebbe ripreso
conoscenza, la prima cosa che gli venne detta è stata
“Congratulazioni, sei nel club – la stessa cosa è successa a
Mel Gibson in Braveheart”. Un brutto incidente, dunque, che
non ha però impedito all’attore di portare a termine le riprese del
film, con il quale si è poi definitivamente consacrato
nell’ambiente Hollywoodiano.
Possiamo finalmente dare un primo
sguardo a Hypnotic, il thriller di prossima uscita
dell’acclamato regista Robert Rodriguez.
Un’immagine esclusiva del film è infatti stata rivelata e mostra
l’attore Ben Affleck,
protagonista del film, in azione. Mentre i dettagli sulla trama del
film rimangono per lo più scarsi e vaghi, con Affleck che dovrebbe
interpretare un detective che sta indagando su una serie di
inspiegabili crimini mentre cerca la figlia scomparsa, la prima
foto ufficiale del film ci permette di avere un’idea di come sarà
il personaggio protagonista.
La foto rivela un Affleck
preoccupato in viso, intento a mostrare quella che sembra essere
una foto polaroid di sua figlia. Oltre ad Affleck,
Hypnotic avrà un cast corale composto da Alice
Braga, JD Pardo, Hala
Finley, Dayo Okeniyi, Jeff
Fahey, Jackie Earle Haley e
William Fichtner. Anche in questo caso, non si sa
molto sui personaggi che tali attori interpreteranno, a parte
Finley, la quale darà volto alla figlia scomparsa di Affleck. Del
film Hypnotic, inoltre, sappiamo che si tratta di un
progetto verso cui Rodriguez nutre una forte passione.
Il regista, noto per film ad alto
budget come Sin City e Spy Kids, ha
raccontato di aver voluto realizzare Hypnotic da ben due decenni
ormai. Ha inoltre descritto il film come “un thriller di
Hitchcock sotto steroidi“, aggiungendo che in esso saranno
presenti “molti colpi di scena, molti turni e molta
energia“. Il film, infine, sarà prodotto dalla
Troublemaker Studios, dalla Studio
8 e dalla Racer Rodriguez. Attualmente,
non vi è ancora una data di uscita ufficiale, la quale verrà però
certamente annunciata nel corso dei prossimi mesi.
Avete presente il libro I do. Do
I? scritto da Carrie Bradshaw in Sex and The City 2? Ecco, Sex/Life 2
potrebbe benissimo essere il volume successivo. La
serie targataNetflix, basata
sul romanzo 44 Chapters About 4 Men di BB Easton, ha
debuttato l’anno scorso facendo una disamina sul matrimonio e sul
desiderio femminile, attirando un pubblico prevalentemente
femminile (soprattutto per i suoi toni pruriginosi).
Per questo nuovo capitolo,
l’ideatrice Stacy Rukeyser affronta lo step
successivo alla crisi coniugale, il divorzio, a cui segue un senso
di riscatto da parte della protagonista principale. Billie riuscirà
ad accantonare il passato e guardare al presente con più ottimismo?
Sex/Life 2 ha il compito di rispondere a questa
domanda. Al pubblico non resta che attendere il 2
marzo.
Sex/Life 2, la trama
Dopo la separazione con Cooper
(Mike Vogel), Billie (Sarah
Shahi) si trasferisce a New York, pronta a cominciare una
nuova vita lontana dal Connecticut. Raggiunto Brad (Adam
Demos), speranzosa di poter ricongiungersi con l’amore
della sua vita, riceve da quest’ultimo una doccia gelata: non solo
è fidanzato, ma la compagna è persino incinta. Aiutata dalla
storica amica Sasha (Margaret Odette), – che nel
frattempo è alle prese con passato che ritorna – Billie riesce a
voltare pagina, trovando perfino un equilibrio interiore. La sua
quotidianità viene però stravolta dalla conoscenza di Majid,
proprietario di un ristorante di lusso, il quale la porterà nella
sua focosa e movimentata vita, pronto a farle vivere emozioni
indimenticabili. Anche se l’ombra di Brad minaccia continuamente il
suo umore…
Oh, New York!
Da Sex and The City a
Gossip Girl, passando per Friends: tante sono le serie che ci hanno fatto
sognare New York, la città che non dorme mai. Una città che, come
tutte le cose belle di cui ci innamoriamo, nasconde un lato oscuro
e proibito. Party, luci stroboscopiche e ristoranti che trasudano
ricchezza incorniciano una New York magica, a tratti
surreale, che pone sempre davanti a un bivio: o danzi con
lei finché i piedi non bruciano o resti a guardarla, incantato e
consumato dalla sua bellezza. Ma mai insoddisfatto. Billie torna da
questa New York, quella che vive sotto le note di Empire State
of Mind, perfetta descrizione del suo spirito selvaggio. Da
una città che due figli e un matrimonio prima, aveva vissuto fino
all’ultimo respiro, con l’anima infiammata e il cuore gonfio.
L’unica dalla quale far ritorno per poter (forse) ristabilire un
equilibrio interiore.
Con chi passerai la tua vita?
La Grande Mela riprogramma tutta la
vita della protagonista. Se nel primo capitolo Billie si trovava
davanti a un bivio, matrimonio felice o vita sessuale appagante,
ora è consapevole di poter avere entrambi. Un traguardo importante
per lei, che però non è retto da un concreto sviluppo narrativo.
Non si riesce mai ad avere un quadro completo degli
eventi, spesso frammentati e irrisolti. Anche quando
sembra aver trovato la pace con Majid, Billie è messa di fronte a
scelte cruciali, considerazioni intime e fasi di introspezione già
esplorate in precedenza e che stridono con il suo nuovo percorso.
Nessuna di queste poi scalfisce quella superficie che, come nella
prima stagione, risulta avere la corazza molto dura e insapore. Fra
sesso sulla ruota panoramica, confessioni licenziose e grand
soirée, Sex/Life 2 dichiara sin dalle prime
battute la sua natura: un prodotto statico, tremolante di fronte al
progresso e ingolfato di plot twist mediocri.
Fermo al mostrare solo scene
hardcore e restio a scavare in profondità, a cui dovrebbe seguire
una costruzione tridimensionale dei personaggi e un maggior impegno
di scrittura. C’è solo un susseguirsi di dinamiche
sconnesse, che riempiono un calderone privo di una storia
funzionale. Molte sono le scene filler – spesso quelle a sfondo hot
– introdotte per dilatare i tempi degli episodi, e la vuotezza e
mancanza di verve dei personaggi non permette un coinvolgimento
partecipe dello spettatore. Manca la messa in discussione, il
coraggio di sbilanciarsi e, soprattutto, un glow up decisivo che
conduca i protagonisti verso la maturità. Una maturità posticcia
che arriva all’improvviso nel climax ondivago conclusivo solo per
fini narrativi, e che non è supportato da eventi incisivi che lo
giustifichino.
Sasha, l’unica sorpresa della
stagione
L’unica a salvarsi in questa spenta
carovana di Sex/Life 2 è Sasha Snow, in grado
perfino di rappresentare il leitmotiv della serie: l’empowerment
femminile. Sasha impugna la sua vita, libera la sua immagine
dall’essere oggetto di mercificazione e, in contemporanea, affronta
il suo passato sentimentale con consapevolezza. È il personaggio
meno stereotipato, oltre a essere quello meglio costruito a livello
di sceneggiatura: Sasha infatti affronta gradualmente quella
metamorfosi da bruco a farfalla che, nelle logiche della trama,
sarebbe spettata a Billie. Peccato che sia la sola.
Terminati i sei episodi di
Sex/Life 2, il pensiero ultimo è che la seconda
stagione sia andata avanti per inerzia. Mancante di nuovi argomenti
e forse anche di volontà da parte dei suoi autori di darle
spessore, risulta essere un prodotto scialbo e
sbiadito, a cui si aggiungono delle recitazioni molto
grigie. Una serie che all’inizio aveva fatto ingolosire il pubblico
per la sua nota piccante, diventata ora scontata e piena di
retorica.
Lo sceneggiatore di Ant-Man and The Wasp:
Quantumania e Avengers: The Kang
Dynasty, Jeff Loveness, ha rivelato
dettagli intriganti su come sconfiggere il Consiglio dei
Kang nell’universo cinematografico Marvel. Il misterioso gruppo di
varianti di Kang, che include Immortus e il
Faraone Rama-Tut, ha fatto il suo debutto in
una delle due scene dei titoli di
coda di Quantumania. Qui, il Consiglio dei Kang ha
convocato innumerevoli altre varianti di Kang in un’arena
ultraterrena, prefigurando la loro imminente battaglia con i più
potenti eroi della Terra durante la Fase 5 e la
Fase 6
dell’MCU.
Ora che
Quantumania è finalmente nelle sale, Jeff Loveness ha
discusso apertamente di come il titolo del film si collegherà a
The Kang Dynasty.In una recente intervista con
Polygon, Loveness ha infatti descritto la minaccia che il Consiglio
dei Kang rappresenta per l’MCU, nonché l’unico personaggio che
può fermarla: “Se si torna indietro e si guarda il film e si
ascolta quello che Kang sta dicendo, siamo in un sacco di guai,
perché lui era l’unica cosa che può fermare queste varianti”.
Discutendo di Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, Loveness
ammette che dunque il cattivo non mentiva quando ha detto a
Janet van Dyne (Michelle
Pfeiffer) di essere il solo a poter far fronte a
questa minaccia.
Se il Kang il
Conquistatore visto in Ant-Man and the Wasp è
davvero l’unico personaggio in grado di sconfiggere il Consiglio
dei Kang, i Vendicatori potrebbero ritrovarsi a dover fare
affidamento sul loro ex nemico per la salvezza del multiverso, in
quanto condividono un nemico comune. Se i commenti di Loveness si
riveleranno veri, i Vendicatori dovranno mettere da parte le loro
divergenze con Kang per sconfiggere le sue varianti molto più
pericolose in The Kang Dynasty. Tutto ciò, dunque,
potrebbe anticipare alcuni degli eventi che si potrebbero ritrovare
alla base del prossimo grande film sugli Avengers.
Le recensioni sono disponibili per
la terza stagione di The
Mandalorian e questo significa che la serie
Disney+ ha ottenuto un
punteggio Rotten Tomatoes e a giudicare dal
gradimento ottenuto è eclatante. Due episodi sono stati forniti
alla critica prima del lancio dello show (letteralmente solo poche
ore prima del debutto), ma questa prima ondata di verdetti ha
portato a un punteggio impeccabile del 100%.
C’è una buona probabilità che
questo cambi nei prossimi giorni, ovviamente, ma non possiamo
immaginare che scenda troppo in basso in base alla prima e alla
seconda rata di Steller. Entrando nella terza stagione, non abbiamo
potuto fare a meno di chiederci se alcuni critici potrebbero
criticare The
Mandalorian. Dopotutto, la premessa dello
spettacolo è cambiata notevolmente e viene diffuso sulla scia di
Andor,
una serie costantemente elogiata da alcuni per essere migliore
dell’universo Star
Wars. Per fortuna, le avventure di Din Djarin e
Grogu insieme rimangono amate. La premiere della terza stagione di
The
Mandalorian ha incluso anche un cenno a sorpresa
a Star
Wars Rebels. Ha anche rivelato
il destino di Cara Dune che viene finalmente svelato.
Nella terza stagione continuano i
viaggi del Mandaloriano nella galassia di Star
Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è
riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per
allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano
incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu
continuano il loro viaggio insieme.
The
Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è
interpretata da
Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily
Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto
episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel
Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e
Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed
executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i
co-executive producer.