La pandemia del 2020 ha
messo in pausa il mondo, soprattutto ha interrotto per molti mesi
in maniera totale, l’abitudine al viaggio. Aeroporti, porti e
stazioni chiuse non hanno visto più passeggeri, viaggiatori,
persone che si spostano da una parte all’altra della Terra per
dovere o per piacere, per festeggiare, per scoprire, per
raggiungersi.
E mentre il mondo
finalmente ha ripreso a muoversi, prima con cautela e sospetto, poi
sempre più freneticamente, di nuovo come nel pre-pandemia, arriva
su Apple Tv+ una
nuova docu serie che ha proprio nel valore del viaggio e della
scoperta il suo cuore pulsante. Si intitola In viaggio con
Eugene Levy ed è condotto proprio dall’attore vincitore
dell’Emmy per Schitt’s Creek che ci fa da guida in
otto location del mondo.
Dal Nord Europa al cuore
desertico degli Stati Uniti fino a Venezia o alla foresta pluviale,
Levy raggiunge posti inesplorati, location lussuose, capanne in
mezzo al nulla, deserti, pianure, ghiacciai, boschi, lagune e
vulcani. Insomma viaggia (sempre in tutta sicurezza, si intende)
alla scoperta di posti particolari e usi e costumi del posto, con
la cauta curiosità che,
come ha lui stesso dichiarato, non è mai stata una sua
caratteristica predominante. Tuttavia, la chiave della serie è
proprio qui, nella riluttanza del suo protagonista al viaggio.
In viaggio con Eugene Levy,
le avventure di un viaggiatore riluttante
Il concetto chiave dello
show è meglio espresso infatti nel titolo originale che recita:
The Reluctant Traveller, il viaggiatore
riluttante, appunto. Ma perché dovremmo seguire le avventure di un
uomo che non vuole averne? Perché Levy si mette continuamente fuori
dalla sua zona di conforto per provare esperienze nuove e
incontrare non solo persone ma modi di vita differenti.
Ogni episodio è
un’avventura nuova, tutta raccontata con il tono sempre elegante,
composto, ironico e gentile di Levy, che, dentro una lussuosa suite
sul Canal Grande, o una cuccetta di legno dentro a una foresta
lappone, approccia ogni momento con la stessa distaccata curiosità.
È come se si ponesse di fronte a tutte le circostanze con grande
scetticismo, pur rimanendo sempre possibilista. Dopotutto solo
provando delle esperienze si può capire se fanno per noi o meno, ed
è quello che fa Eugene Levy in ognuno degli otto
episodi di cui è composta la serie, in ognuna delle otto location
in cui la serie ci accompagna.
L’immersione in un bagno
di suoni alle Maldive, il galleggiamento sul ghiaccio in Finlandia,
il contatto con la Nazione Navajo nello Utah, il comando di una
barca a vela a Lisbona, l’assaggio della cultura culinaria di Tokyo
e il viaggio nella giungla della Costa Rica sono solo alcune delle
esperienze di cui Levy gode nella serie, ed è chiaro che In viaggio
con Eugene Levy ha uno scopo molteplice.
Perché se da una parte la
serie può anche soltanto mostrare dei luoghi che per alcuni restano
delle mete irraggiungibili e da sogno, può essere anche un invito
al viaggio vero e proprio, un modo per scegliere la prossima
vacanza, ma anche la conferma che solo uscendo dalla propria zona
di conforto si può imparare ad apprezzare e amare quello che ci
circonda. Perché viaggiare apre la mente, allarga gli orizzonti e
ci fa diventare cittadini del mondo, anche se magari non siamo
proprio appassionati di avventura e non abbiamo particolari
curiosità nemmeno per quello che mangia il nostro vicino di
casa.
Il Texas del 1800, un luogo
violento e inospitale dove ogni giorno si rinnova l’eterna lotta
dell’uomo per la sopravvivenza. È il mondo senza legge
di DJANGO,
“lo straniero” protagonista del western Sky Original che omaggia il
classico di Sergio Corbucci, da oggi venerdì 24 febbraio con due
nuovi episodi (terzo e quarto, disponibili anche on demand) in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
Lo scontro tra due tra due visioni
contrapposte, tra due città fondate su valori incompatibili, fa da
sfondo alle vicende di un uomo in cerca di redenzione e perdono, ma
anche di giustizia. Arrivato a New Babylon col solo intento di uccidere gli assassini
della sua famiglia, Django (Matthias
Schoenaerts) viene coinvolto nelle vicende della
comunità che abita questa utopia fatta città, impegnata a
contrastare le rivendicazioni sempre più pressanti di Elizabeth
Thurman (Noomi
Rapace) sulle terre su cui sorge New Babylon, specie
ora che sotto quelle stesse terre è stato trovato l’oro nero.
È proprio per estrarre questo
petrolio che Django, la figlia che pensava perduta, Sarah (Lisa
Vicari), John Ellis (Nicholas Pinnock) con i suoi
figli proveranno a comprare una trivella da un vecchio sodale di
John, Walter Breaver, e dal suo socio, Oscar Beaunney, interpretato
da ManuelAgnelli,
guest-star del terzo episodio. Ma niente è facile in un mondo dove
ognuno sembra agire per il proprio tornaconto e dove allo stesso
tempo le storie di tutti sono molto più legate di quanto si possa
credere. Django è ancora molto lontano da quel che cerca – quel
perdono che sua figlia non sa ancora dargli, perché convinta che
siano proprio le mani di suo padre a essere sporche del sangue
della sua famiglia, ignara di quali siano state le motivazioni che
hanno determinato le sue scelte. A rinfrancare l’uomo, le sagge
parole del reverendo Jan, interpretato da FrancoNero.
Il cast: MatthiasSchoenaerts interpreta l’iconico personaggio del
titolo, accanto a NicholasPinnock nei panni di John Ellis, il visionario
fondatore di New Babylon, a LisaVicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia
di Django, e a NoomiRapace nel
ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann.
Tra gli altri interpreti: JyuddahJaymes, BennyO.
Arthur e EricKole nei
panni dei figli di John Ellis, TomAusten in quelli del cowboy Eljiah Turner e
CamilleDugay che sarà Margaret,
la moglie di DJANGO.
Con, ManuelAgnelli,
VinicioMarchioni,
ThomasTrabacchi. E a omaggiare
il mito del western di culto di SergioCorbucci, la partecipazione straordinaria di
FrancoNero.
DJANGO
è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in
inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique
Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e
CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il
sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo
rumeno.
John, Django, Sarah, Phillip,
Seymour e Kevin raggiungono Walter, un vecchio amico di John, a
Nagadoches, per provare a comprare una trivella. Elizabeth,
informata dalla sua nuova spia dentro New Babylon, assalta la
fattoria di Walter. Anche questa volta però il suo attacco
fallisce. Ora che può estrarre il petrolio, la comunità di New
Babylon intravede la fine della miseria per la propria città.
Django e Seymour scendono lungo il
fiume fino a Pueblo per vendere il petrolio estratto a New Babylon,
ma vengono attaccati da un gruppo di mercenari che catturano
Seymour per portarlo da Elizabeth. John, Sarah, Django, Kevin e
Phillip non hanno altra scelta: devono trovare un modo per
liberarlo e farlo fuggire da Elmdale.
La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo
patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa il
racconto della nuova serie Rai “Sei Donne – il mistero
di Leila”, una produzione IBC Movie
in collaborazione con Rai Fiction, creata da
Ivan Cotroneo e Monica Rametta,
per la regia di Vincenzo Marra, in onda in tre
puntate da 100 minuti da martedì 28 febbraio in prima
visione su Rai1.
Un giallo psicologico nel quale la ricerca
della verità si incrocia con le storie di sei
donne di oggi – Anna, Michela, Alessia, Viola,
Aysha, Leila – ciascuna con un proprio vissuto,
ciascuna con i propri segreti, rappresentative di un
universo femminile contemporaneo, tra
determinazione e fragilità, amore e odio, costrizioni e
libertà.
Un nuovo capitolo della scrittura televisiva di Ivan
Cotroneo e Monica Rametta, che portano ancora una volta al
pubblico Rai un’avvincente trama mistery.
L’occasione per indagare la psicologia di
personaggi complessi e sfaccettati, con particolare attenzione al
tema del riscatto femminile, già sperimentato in
acclamate fiction Rai come “Un’altra vita”,
“Sorelle”, “Mentre ero via”. La regia è affidata
a Vincenzo Marra, pluripremiato regista
cinematografico apprezzato anche all’estero (“Tornando a casa”,
“L’ora di punta”, “L’equilibrio”) che firma
la sua prima regia televisiva, in una serie
innovativa e corale che unisce un cast di grandi
nomi a un approccio produttivo e narrativo
autoriale.
Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del Pubblico Ministero
di Taranto Anna Conti, stimata e
autorevole professionista con un problema di
alcolismo,riaffiorato dopo la fine del suo matrimonio, che
la rende dura nei rapporti interpersonali,
soprattutto con il nuovo ispettore
Emanuele (Alessio
Vassallo), appena arrivato in Procura. Trovando nella
sparizione di Leila( Silvia
Pacente) delle analogie con il suo passato, Anna si butta
senza tregua nella risoluzione del caso, inizialmente sottovalutato
dalla Procura come un semplice allontanamento volontario, ma sul
quale sembrano aleggiare bugie, incongruenze e
testimonianze poco convincenti. Intorno al “mistero di
Leila” ruotano le protagoniste della serie:
Michela (Ivana Lotito),
la zia materna, chirurgo ortopedico,
Alessia (Denise
Tantucci), l’allenatrice di atletica,
Aysha (Cristina Parku),
la migliore amica di Leila e Viola
(Isabella Ferrari), la vicina di
casa.
Nulla è scontato e prevedibile in questo intreccio
noir che si dipana, puntata dopo puntata, offrendo allo
spettatore indizi, conferme, confessioni, inaspettati
risvolti e giochi di ruolo capaci di condurlo, senza
rassicurazioni né retorica, alla verità.
Arricchiscono il cast Maurizio Lastrico, nel ruolo
di Gregorio, il patrigno di Leila, Pier Giorgio
Bellocchio, nei panni di Roberto Conti, l’ex
marito di Anna e Gianfelice Imparato, che
interpreta il Procuratore capo Marcello Trifoni, molto
vicino ad Anna, con lei duro e protettivo allo stesso
tempo.
Realizzata con il contributo di Apulia Film Fund
della Fondazione Apulia Film Commission, la serie
restituisce la fotografia di una Tarantoinedita e contemporanea, a fare da cornice a un
racconto corale dove le storie dei protagonisti si intrecciano con
un tessuto territoriale lontano da stereotipi.
“Sei Donne – Il Mistero di Leila” è una
produzione IBC Movie in collaborazione con
Rai Fiction, in onda da martedì 28
febbraio in prima serata su Rai1 per
3puntate (3 episodi da 100
minuti). Creata da Ivan Cotroneo e Monica
Rametta. Prodotta da Beppe Caschetto e
Anastasia Michelagnoli. Produttori Rai
Leonardo Ferrara, Francesca Loiero e Daniela
Troncelliti.
Regia di Vincenzo Marra.
I piani dei Marvel Studios per il franchise degli
X-Men rimangono un mistero per adesso, e non
prevediamo di vedere l’MCU raccontare la squadra mutante
fino alla fine della Saga del Multiverso. Tuttavia, con Deadpool
3 all’orizzonte e Hugh Jackman
destinato a tornare nei panni di Wolverine in quel film, si
comincia a speculare sul serio su quando vedremo i membri della
squadra di Xavier.
Il trequel di Shawn Levy includerà
sicuramente molti volti familiari, mentre continuano a circolare
voci sul fatto che il team originale del grande schermo abbia in
qualche modo a che fare con Avengers:
Secret Wars.
Durante una recente intervista sul
tappeto rosso, a James Marsden, che ha interpretato Ciclope nei
film di Bryan Singer, è stato chiesto ancora una
volta della possibilità di tornare nei panni di Scott Summers.
Il suo personaggio è sempre stato
messo in ombra da Wolverine nei film degli X-Men di Bryan
Singer, cosa che non rispecchia affatto la grande
importanza che Scott ha nel franchise a fumetti, in cui per un
periodo abbastanza lungo ha guidato la squadra degli Men al posto
di Xavier.
“Certo. Sì, voglio dire, io do
grande importanza al materiale di partenza, qual è la storia e cosa
farebbe il personaggio in questione, ma Ciclope è un personaggio
che ho interpretato e mi sta molto a cuore – dice Marsden
– E quella famiglia mi manca molto. Abbiamo creato qualcosa di
molto speciale con i primi due film di ‘X-Men’ e sì, mi piacerebbe
esplorarlo”.
Ciclope merita un’altra possibilità
e sarebbe fantastico vederlo mostrare di cosa è capace in uno dei
prossimi film dei Vendicatori, specialmente con il Multiverso in
ballo.
I Marvel Studios hanno gestito l’allontanamento
dal MCU di Chris Evans
in un modo molto strano. Mentre la maniera in cui la storia di
Steve Rogers è finita in Avengers: Endgame sembrava giusta,
The Falcon and The Winter Soldier – una
storia su Captain America – non ha fatto menzione dell’eroe a parte
il fatto che è “andato”. Il mondo sembra credere che Steve sia
morto, qualcosa che era evidente dalla trasformazione della Statua
della Libertà in Spider-Man: No Way Home.
Ci piacerebbe pensare che
Captain
America: New World Order affronterà più
direttamente cosa sta succedendo con l’ex Captain America, ma non
c’è alcuna garanzia in questo senso. Tuttavia, il successore di
Evans,
Anthony Mackie, sembra suggerire fortemente che Steve
è davvero vivo e vegeto durante una recente intervista su Jimmy
Kimmel Live.
Quando Kimmel ha sottolineato che
non abbiamo mai visto Cap morire, l’attore ha risposto: “Questo
significa che non è morto! Perché stai cercando di uccidere Steve?
Questa è discriminazione basata sull’età… non c’è niente di
sbagliato in un vecchio Cap!”
Dopo aver scherzato con l’ospite, a
Mackie è stato chiesto a bruciapelo se Steve è vivo. “Sì! Penso
di sì! Non l’ho visto morire! Non lo so, ho visto Chris due
settimane fa, e aveva un bell’aspetto.” Non è chiaramente una
conferma ufficiale, ma sarebbe interessante capire in che modo
questo tipo di domanda influenzerebbe il film e il MCU.
Ci sarebbe ancora tanto da
raccontare su Steve, visto che su Terra-616 è rimasto con Peggy
Carter e hanno vissuto una vita insieme. Ma aspetteremo pazienti di
scoprire novità in merito.
Captain America: New
World Order
Julius Onah dirige Captain
America: New World Order, su una sceneggiatura di
Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Jake Schreier
dirigerà Thunderbolts e
si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast
dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter
Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent,
Olga Kurylenko come Antonia
Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red
Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost,
e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina
Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà
nei cinema il 26 luglio 2024.
Sappiamo già da tempo che un film
su
Iron Man in produzione prima del film del 2008 avrebbe
dovuto essere interpretato da
Tom Cruise nei panni Tony Stark.
All’epoca il progetto era supervisionato da Avi
Arad che ha poi prodotti l’altro film e i recenti
Morbius e Venom.Proprio
quel progetto si è poi concretizzato e trasformato
nell’Iron Man del 2008 con protagonista assoluto
Robert Downey Jr. È lì che è iniziato l’MCU, e mentre Downey ha fatto suo
l’eroe, molti fan non riescono ancora a togliersi dalla mente
l’immagine di
Tom Cruise nei panni Iron Man.
Ebbene, oggi in un’intervista
recentemente riemersa con Phase Zero, a
Tom
Cruise è stato chiesto quanto fosse stato vicino
realmente ad interpretare Iron Man.“Non
vicino, non
vicino”, conferma. “Adoro
Robert Downey Jr e non riesco a immaginare nessun altro in quel
ruolo… penso che sia perfetto per lui.”Per
quanto riguarda la possibilità di interpretare un supereroe,
Cruise aggiungeva:“Guardo un
film e non escludo nulla. Qual è la storia, qual è il personaggio,
mi interessa? Sento che questo è interessante e mi chiedo in cosa
un pubblico vorrebbe vedermi? Cosa posso imparare e come posso
contribuire? Questo è davvero il modo in cui guardo le cose
“.
Anche l’anno scorso, ci sono state voci secondo cui la
star di Top
Gun: Maverickaveva girato un ruolo
cameo in
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia, mentre le teorie dei fan
continuano a turbinare sul fatto che
Cruise potrebbe far parte diAvengers: Secret Wars. Ma
c’è da dire che l’attore è notoriamente schizzinoso con i suoi
progetti e non consente che la sua somiglianza venga utilizzata nel
merchandising, quindi questo potrebbe chiudergli la porta per
interpretare una variante di
Iron Man.
Come c’era da aspettarselo
sopratutto dopo aver visto la prima stagione della serie di
LOKI,
nel film
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, abbiamo potuto
ammirare diverse varianti del personaggio di
Kang il Conquistatore interpretato
Jonathan Majors. Tra le milioni di varianti è salta
all’occhio una sorta di triade che dovrebbero rappresentare i i più
potenti eroi del multiverso che toccherà affrontare nel futuro.
Avengers: The Kang Dynasty fornirà
sicuramente alcune risposte in merito a questo ma oggi ci
concentreremo su alcune curiosità che abbiamo scovato proprio
riguardo a queste varianti. Nello specifico abbiamo scovato via CBM
alcune foto dietro le quinte appena pubblicate confermano che
rivelano come
Jonathan Majors abbia indossato molte protesi per dar
vita ad almeno una delle varianti viste. Non siamo sicuri di dove
abbiano avuto origine queste immagini, ma sono chiaramente
legittime.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è attualmente
nelle sale.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è
interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Abbiamo riportato
ieri sera la notizia che la Warner Bros è al lavoro su nuovi
film tratti da Il Signore degli Anelli. Adesso,
sempre tramite Variety, arriva
la conferma che Peter Jackson è stato non solo
informato, ma coinvolto dallo studio a ogni passo relativo a questa
nuova serie di film, per i quali non abbiamo però ancora
informazioni di titoli o argomenti.
Nessun regista è stato ancora
coinvolto nei progetti, ma in una dichiarazione a Variety, Jackson
e i suoi principali collaboratori de Il Signore degli
Anelli, Fran Walsh e Philippa Boyens,
hanno affermato che Warner Bros. ed Embracer “ci hanno tenuti
aggiornati in ogni fase del processo.” “Non vediamo l’ora di
parlare ulteriormente con loro per ascoltare la loro visione del
franchise che va avanti”, hanno detto Jackson, Walsh e
Boyens.
Non sappiamo ancora se questo vorrà
dire un coinvolgimento diretto di Peter Jackson nel progetto,
tuttavia possiamo essere rassicurati dal fatto che il regista sarà
informato, e forse anche consultato per la realizzazione di altre
storie per il cinema ambientate nella Terra di Mezzo.
In attesa
della notte degli
Oscar 2023, uno degli appuntamenti mondiali più
iconici dell’anno, che si terrà il prossimo 12 marzo presso il
Dolby Theatre di Los Angeles, The Space
Cinema offre agli spettatori un’occasione
imperdibile. Infatti, sarà possibile rivedere i grandi
titoli candidati agli Academy Awards in tutte le sale italiane del
circuito, grazie a un calendario speciale di
proiezioni.
Si
partirà lunedì 27 febbraio con il film
Marcel the
Shell, candidato come
miglior film d’animazione; il giorno
successivo, martedì 28 febbraio, sarà la
volta di Elvis,
opera dedicata alla leggendaria figura del cantante e attore
statunitense, che ha ottenuto ben 8
nomination; mercoledì 1 marzo spazio al film
rivelazione dell’anno, Everything Everywhere All at Once, che vanta
11 candidature tra cui quelle di miglior film e migliore
regia. Domenica 5 marzo sarà possibile
assistere alla proiezione anticipata del mattino di
tutti e tre i film.
L’iniziativa
proseguirà lunedì 6 marzo con Tár, candidato
a 6 premi Oscar, tra cui miglior film e migliore attrice per la
straordinaria interpretazione di Cate
Blanchett. Martedì 7 marzo sarà proiettato
l’action movie Top
Gun: Maverick, candidato a 5 statuette
d’oro; mercoledì 8 marzo in sala ci sarà
Gli
Spiriti dell’Isola, che concorre anche per la
statuetta destinata al miglior film. Infine, domenica
12 marzo sarà nuovamente
possibile partecipare alla proiezione mattutina dei
tre film.
Paramount+ presenta The English, la nuova serie originale
interpretata da Emily Blunt che sarà disponibile sul servizio
di streaming a partire da mercoledì 8 marzo.
The English è un western epico in sei
episodi con protagonisti Emily Blunt (“A Quiet Place”, Sicario) e
“Chaske Spencer” (“The Twilight Saga”, “Banshee”) ed è scritto e
diretto dal pluripremiato Hugo Blick (“The Honourable Woman”,
“Black Earth Rising”, “The Shadow Line”).
La serie prende i
temi centrali dell’identità e della vendetta per raccontare una
parabola unica e avvincente sulla razza, il potere e l’amore.
Un’aristocratica inglese, Lady Cornelia Locke, interpretata da
Emily Blunt, e un ex scout di cavalleria di Pawnee, Eli Whipp
(Chaske Spencer), si incontrano nel 1890 in America centrale per
attraversare un territorio violento costruito sui sogni e sul
sangue. Cornelia vuole vendicarsi dell’uomo che considera
responsabile della morte del figlio e convince Eli Whipp a
lasciarla viaggiare con lui, il quale scopre che la ragazza è molto
più capace e intraprendente in materia di sopravvivenza di quanto
ci si potesse aspettare.
Entrambi hanno un
chiaro senso del loro destino, ma nessuno dei due è consapevole che
esso è radicato in un passato comune. Devono affrontare ostacoli
sempre più terrificanti che li metteranno a dura prova, fisicamente
e psicologicamente. Ma ogni ostacolo li avvicina alla loro
destinazione finale, la nuova città di Hoxem, Wyoming. È qui che,
dopo un’indagine da parte dello sceriffo locale Robert Marshall
(Stephen Rea) e della giovane vedova Martha Myers
(Valerie Pachner) su una serie di bizzarri e
macabri omicidi irrisolti, che si comprenderà veramente tutta la
portata della loro storia intrecciata e si affronterà il futuro che
dovranno vivere.
Tra gli interpreti
anche Rafe Spall nel ruolo di David Melmont; Tom Hughes nel ruolo
di Thomas Trafford; Ciarán Hinds nel ruolo di Richard M Watts e
Toby Jones nel ruolo di Sebold Cusk.
The English è una serie prodotta dalla
pluripremiata casa di produzione Drama Republic (“Doctor Foster”,
“Us”) per BBC Two e BBC iPlayer nel Regno Unito, e Prime Video negli Stati Uniti, Canada, Australia
e Nuova Zelanda, in associazione con All3Media international.
Colin Wratten è
produttore; co-Produttore è Daniel Toland; Arnau Valls Colomer è il
direttore della fotografia; Phoebe de Gaye, costumista; Lesley
Lamont-Fisher è Hair and Make-Up Designer mentre Chris Roope è
Production Designer; il compositore è Federico Jusid.
Ha il sapore di un film
arrivato fuori tempo massimo, quest’ultimo,
Marlowe, del sempre amato Neil
Jordan. E forse proprio per questo non si riesce a non
volergli bene. Fin dalle prime scene, l’idea portante di
Marlowe sembra essere quella di un gruppo di
artisti che si sono uniti, decisi a creare qualcosa che piacesse
prima di tutto a loro, un prodotto con un sapore retrò che
abbracciasse un modo passato di intendere storia, personaggi e
messa in scena.
Ed ecco allora che già
partendo dalla sceneggiatura firmata dallo stesso Jordan insieme a
William Monahan – si tratta dell’adattamento del
romanzo the Black-Eyed Blonde: A Philip Marlowe Novel
scritto da Benjamin Black – si capisce chiaramente
quanto questo noir sia un qualcosa che non appartiene al cinema
contemporaneo, che vuole rendere omaggio non soltanto al
personaggio creato dal genio letterario di Raymond
Chandler ma anche a quella stagione cinematografica che lo
rese celeberrimo.
Marlowe, un omaggio
revisionista
Certo, ci sono evidenti
strizzate d’occhio al revisionismo degli anni ‘70 – ad esempio si
trovano sparsi nel film almeno un paio di riferimenti espliciti a
un altro capolavoro quale Chinatown di
Roman Polanski – ma l’anima di
Marlowe appartiene in tutto e per tutto agli anni
‘40, a quel mondo in cui il detective privato pur col suo cinismo
manteneva comunque intatto il suo codice morale che ne faceva un
eroe capace di battersi contro la decadenza di una società allo
sbando.
Sotto questo punto di
vista perfetto si rivela immediatamente Liam Neeson nel ruolo principale, un attore
che si compiace in maniera evidente nel riabbracciare il lato
umano, addirittura malinconico di questo tipo di ruolo. Col suo
sguardo pacato, il tono della voce profondo e sussurrato, un
linguaggio del corpo che sottolinea la fatica psicologica ed
emotiva del suo lavoro, Neeson si trasforma in un Marlowe gentile,
magari un po’ stanco ma comunque implacabile nel voler portare a
termine il suo incarico. In un paio di momenti poi Jordan riesce a
farci arrivare tutto il dramma, il dolore di un uomo che assiste
impotente ad atti criminosi capaci di ferire la sua anima.
Il cast asseconda l’anima del
film
Accanto a lui un cast che
comprende benissimo e asseconda con classe l’anima del film:
Diane Kruger e Jessica Lange
lavorano con efficacia ai rispettivi ruoli di figlia e madre che
sono troppo simili per non detestarsi. Il vero valore aggiunto di
marlowe sono però i caratteristi a supporto, un gruppo di attori
britannici “rispolverati” da Jordan per aiutarlo e divertirsi
insieme e lui.
Nelle scene in cui
recitano insieme a Neeson Ian Hart, Colm
Meaney e soprattutto un istrionico Alan
Cumming elevano questo noir calandosi perfettamente nei
rispettivi ruoli. A completare l’equazione di un lungometraggio in
fin dei conti riuscito ci pensa poi Neil Jordan,
il quale certamente non possiede più la vena creativa degli anni
‘80 e soprattutto ‘90, ma con altrettanta certezza sa ancora come
si gira un film, e riesce a comporre alcune scene di sicuro impatto
estetico e densità emotiva. Un bell’aiuto arriva anche dal
direttore della fotografia Xavi Giménez,
intelligente ad operare alcune dominanti cromatiche per definire
spazi e ambientazioni in sintonia con l’evoluzione narrativa della
storia.
Marlowe è il tipo di film
che ci sentiamo di consigliarvi se avete voglia di fare un tuffo
nel passato in maniera intelligente ed elegante. Chia ancora oggi
ricorda con affetto il detective privato interpretato tra gli altri
da Humphrey Bogart (Il grande
sonno) o Elliott Gould (Il lungo
addio), non rimarrà deluso dalla nuova versione che Neil
Jordan e Liam Neeson ne propongono.
Se invece il noir
classico non fa per voi e cercate un tipo di intrattenimento
maggiormente “contemporaneo”, allora questo lungometraggio può
rappresentare un qualcosa di vetusto e noioso. A noi ha divertito,
pur con tutte le sue imperfezioni. E una volta tanto vedere un film
di genere in cui non ci sono eroi che fanno stragi di cattivi, o
effetti speciali strabordanti che producono spettacolo inutile per
la storia, è un discreto toccasana…
Torna al cinema, a 35 anni dalla sua
prima uscita nelle sale, AKIRA
di Katsuhiro Ōtomo, il film che ha incassato, tra repliche
cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro,
conquistando il pubblico giapponese e rivoluzionando la percezione
degli anime in tutto il mondo occidentale.
Unanimemente considerato un
capolavoro e inserito da Empire Magazine tra i 100
migliori film in lingua straniera della storia del cinema, AKIRA è
diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del
fumetto giapponese. Tra le numerose collaborazioni e produzioni di
Katsuhiro Ôtomo figurano, tra le altre, “Steamboy”, con cui
partecipò fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte
cinematografica di Venezia del 2004, e la sceneggiatura del film
“Metropolis” di Rintaro (tratto dal manga di Osamu Tezuka).
L’appuntamento per i fan italiani è
fissato per il 14 marzo (proiezioni in lingua originale con
sottotitoli in italiano) e 15 marzo (proiezioni in versione
doppiata in italiano fedele all’originale), quando la Stagione
degli Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo
Digital distribuito in collaborazione
con Dynit, porterà nelle
sale AKIRAin formato 4K e per la prima volta
anche in lingua originale (elenco cinema su nexodigital.it). Nel 2013 le celebrazioni del
25esimo anniversario di Akira, sempre organizzate da Nexo Digital e
Dynit, avevano raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno,
con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano
programmato il film.
Uscito nelle sale per la prima volta
nel 1988 e ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa
del suo primo volume, Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in
cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza
Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di
motociclisti, tra cui di distingue la gang dei giovani Kaneda e
Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla
minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto
Akira…
La Stagione degli Anime al Cinema è
un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione
con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e
VVVVID.
Jon Favreau sta attualmente intraprendendo un
tour stampa globale per promuovere l’imminente terza stagione di
The
Mandalorian e recentemente è apparso a Madrid, in
Spagna, per una sessione di domande e risposte sulla serie che
debutterà presto su Disney+.
Prima di occuparsi di questo angolo
dell’universo di Star Wars,
Jon Favreau era forse meglio conosciuto per il
suo lavoro nel franchise diIron
Man per i Marvel Studios. Dopotutto, era lì proprio
all’inizio della creazione dell’MCU, e il regista conferma
che vedere come tutto si è unito ha direttamente ispirato il suo
approccio alla narrazione nel “Mando-Verse“.
“[L’MCU] è diventato incredibilmente
più complesso col passare del tempo e fino ai fratelli Russo e agli
ultimi film dei Vendicatori”, dice nel
video “E la cosa interessante era che potevano fare
capitoli che non erano nelle trame specifiche dei personaggi che
avrebbero influenzato i personaggi”.
“Quindi, come quando è stato presentato
Captain Marvel,
Black Panther… ho imparato molto osservando quanto fosse
sofisticato il pubblico, e le persone sono molto veloci nel
raccontarsi a vicenda”, continua Favreau.
“Quindi mi sentivo come se avessi la libertà di non passare tutto
il tempo con quei due personaggi separati in The
Mandalorian e trascorrere quel tempo in
The Book of Boba Fett come capitoli che erano come un romanzo
in cui c’erano capitoli che trattavano di personaggi diversi.
“
Tuttavia, per quelli di voi che non
sono fan sfegatati di Star Wars,
Favreau afferma che ci saranno riepiloghi che aiuteranno ad
aggiornare gli spettatori occasionali (il che sarà particolarmente
utile se avete perso The Book of Boba Fett). Din
Djarin e Grogu si sono ovviamente riuniti in quella serie spin-off,
e lo showrunner avrebbe continuato a confermare che c’è un salto
temporale verso la terza stagione. “Grogu si è
sviluppato molto e ora è persino passato del tempo da The Book of
Boba Fett e da quando si è allenato con
Luke”, scherza Favreau, “quindi, come
vedrai, i suoi poteri della Forza sono diventati più
grandi”.
The
Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è
interpretata da
Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily
Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto
episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel
Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e
Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed
executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i
co-executive producer.
Arriva in prima tv l’avvincente action-comedyBullet Train, con protagonista l’attore premio
Oscar® Brad Pitt, alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle
21.45 anche su Sky Cinema Collection –
Brad Pitt Mania), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Diretto da
David Leitch (Deadpool
2, Fast & Furious – Hobbs & Shaw) e
tratto dal romanzo di Kōtarō Isaka I sette killer dello
Shinkansen. Bullet train, vede nel cast, assieme a
Brad Pitt, anche Joey King,
Aaron Taylor-Johnson, Brian Tyree
Henry, Andrew Koji, Hiroyuki
Sanada,
Michael Shannon, Benito A Martínez
Ocasio e Sandra Bullock.
In Bullet Train,
Brad Pitt interpreta Ladybug, uno sfortunato assassino determinato
a fare il suo lavoro in pace dopo che un incarico di troppo è
andato storto. Tuttavia, il destino potrebbe avere altri piani,
quando l’ultima missione di Ladybug lo mette in rotta di collisione
con avversari letali da tutto il mondo, tutti con obiettivi legati
tra loro e in conflitto, sul treno più veloce del mondo… e deve
ancora capire come fare a scendere. Dal regista di Deadpool 2,
David Letich, il capolinea è solo l’inizio di un emozionante
viaggio senza sosta attraverso il Giappone moderno.
E, in occasione
della prima visione del film Bullet Train, da sabato 25 febbraio a
venerdì 3 marzo Sky Cinema Collection si trasforma in
Sky Cinema Collection – Brad Pitt Mania, con una
programmazione dedicata al grande divo di Hollywood.
Tanti i titoli
previsti: l’intrattenimento è assicurato con la rilettura di
Quentin Tarantino della Seconda guerra mondiale di BASTARDI
SENZA GLORIA con Christoph Waltz, premiato a Cannes e con
l’Oscar®, e la commedia dei fratelli Coen BURN AFTER
READING – A PROVA DI SPIA con George Clooney. Non
mancheranno poi pellicole struggenti come il film su amore e morte
VI PRESENTO JOE BLACK, con Anthony Hopkins, e il
film di David Fincher vincitore di tre Oscar® IL CURIOSO
CASO DI BENJAMIN BUTTON con Cate Blanchett. Infine, sono
da non perdere la storia del celebre e amato bandito del West
L’ASSASSINIO DI JESSE JAMES PER MANO DEL CODARDO ROBERT
FORD con Casey Affleck; il dramma giudiziario di Barry
Levinson SLEEPERS, con Robert De Niro e Dustin
Hoffman; il kolossal ispirato al poema omerico
TROY, con Eric Bana e Orlando Bloom; il
coinvolgente biopic sul baseball L’ARTE DI VINCERE
con Jonah Hill e Philip Seymour Hoffman; e l’avvincente film
bellico FURY con Shia LaBeouf.
Bullet Train – Lunedì 27 febbraio in prima tv alle 21.15
su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection –
Brad Pitt Mania), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Ieri sera, abbiamo appreso che la
Warner Bros. ospiterà la
prima proiezione di The
Flash al
CinemaCon ben sei settimane prima che il film arrivi nei
cinema. Lo studio chiaramente non è preoccupato per gli
spoiler e con la prima uscita da solista di Scarlet Speedster ora è
più concentrata a preparare il terreno per il riavvio del
DCU da parte del DC Studios. Ebbene sarà
molto interessante sentire quanto è cambiato rispetto ai tagli
precedenti. Indipendentemente da ciò, abbiamo sentito molte voci
positive su questo film e questa prima proiezione ha senza dubbio
lo scopo di creare entusiasmo tra i fan.
Le controversie che circondano l’attore di Barry Allen
Ezra Miller (loro/loro) sono state in gran parte
dimenticate e The
Flash potrebbe essere un successo abbastanza grande da
salvare la sua carriera e dare a questa versione di Scarlet
Speedster un posto nel nuovo DCU. Il regista Andy Muschietti sta senza dubbio
dando gli ultimi ritocchi al film e recentemente ha pubblicato su
Instagram alcuni dei primi storyboard con il Batman di Ben Affleck.
The
Flash segnerà l’ultima volta che Ben Affleckinterpreterà
il Cavaliere Oscuro, anche se i DC Studios sperano che si metta
dietro la macchina da presa per dirigere uno dei loro film (alcuni
rimuros lo danno come papabile regista del nuovo film di Batman
The Braveand The
Bold). “Ho abbozzato il primo
storyboard per The
Flash in cui il nostro amico pipistrello fa
‘shpoonk!'”, dice il regista nel post qui
sotto. Questo momento sembra essere stato tratto da una delle
prime sequenze di inseguimenti nel film che vede Batman e Barry
collaborare per affrontare l’elemento criminale di Central
City.
Prima della formazione dei DC
Studios, Ben Affleck avrebbe dovuto tornare nei panni
di Bruce Wayne in Aquaman
e il mondo perduto e nel film Crisis
on Infinite Earths, ma i piani sono cambiati e il suo
tempo per indossare il mantello e il cappuccio sta volgendo al
termine.
La casa di produzione
Camaleo è lieta di annunciare le riprese a Gasperina (CZ)
del film Runner, diretto da Nicola
Barnaba, con Matilde Gioli e Francesco Montanari. Nel cast accanto ai due
protagonisti, anche Ilenia Calabrese,
Saverio Malara, Vincenzo
Scuruchi.
Prodotto da
Camaleo, società di produzione cinematografica, distribuito
da Plaion Pictures che ne ha acquisito i diritti all
rights, finanziato con il Bando per il sostegno alle
produzioni audiovisive in Calabria – 2022, dalla Calabria
Film Commission e con il contributo del Ministero
della Cultura,Runner è un action thriller con protagonista Lisa una
giovane di 25 anni
con il sogno del cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del
runner è un traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del
cinema, ma anche il punto di partenza per una fulgida
carriera. È
finalmente su un set, intreccia una relazione con Sonja,
protagonista e star del cinema. Cosa potrebbe volere di più dalla
vita? Cosa
potrebbe andare storto? Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna
a cercarla nel momento più impensato. Accusata dell’omicidio di
Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Lisa corre, corre per
salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino e
permettano di condannare il vero assassino.
Runner è un
film adrenalinico e claustrofobico, interamente ambientato in un
albergo isolato dal mondo. Il modello narrativo è ispirato a film
come “Die Hard” e “Trappola in alto mare“. L’idea è
di narrare la storia in tempo reale, 90 minuti che partono da
quando all’alba la troupe ha finito le riprese e Lisa riaccompagna
Sonja nell’albergo poco distante. Un film d’azione ambientato al
giorno d’oggi con una scansione ritmica che terrà lo spettatore
incollato alla sedia.
L’episodio
della scorsa settimana di The
Last of Us si è concluso con un grande
cliffhanger, con Joel che è crollato dopo esser stato
ferito con Ellie che è sembrata disperatamente preoccupata del loro
destino.
Ebbene ora grazie alle foto diffuso
dal
settimo episodio possiamo anticipare alcune delle cose che
vedremo nella prossima puntata e a giudicare dalle immagino oltre a
scoprire il destino di Joel, scopriremo molto di più sul passato di
Ellie e vedremo la sua amica e potenziale interesse amoroso Riley
(Storm Reid). Nelle immagini le vediamo irrompere
in un centro commerciale off-limits per un’ultima notte di
divertimento prima che Riley si unisca ai Fireflies.
Ellie ha menzionato questo
incidente a Tess all’inizio della stagione, e se hai
giocato al primo videogioco di Naughty Dog, saprai
certamente come vanno le cose, a meno che gli showrunner non
abbiano deciso di apportare alcune modifiche. Dai un’occhiata ad
alcuni nuovi fotogrammi promozionali di seguito.
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono
anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una
co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan
Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori
esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word
Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.
01 Distribution ha diffuso il
trailer di Educazione
Fisica, il nuovo film diretto da Stefano Cipani
con protagonisti Angela Finocchiaro,
Giovanna Mezzogiorno, Raffaella
Rea,
Sergio Rubini e Claudio Santamaria.
Educazione
Fisica è tratto dal testo teatrale La
Palestra di Giorgio Scianna, la
sceneggiatura è firmata da Damiano e Fabio
D’Innocenzo, a Fabio Cianchetti è
affidata la direzione della fotografia, la scenografia è di
Ivana Gargiulo mentre i costumi sono a cura di
Catia Dottori ed il montaggio di Jacopo
Quadri.
Educazione
Fisica è una coproduzione italo-polacca. Una
produzione Paco Cinematografica con Rai
Cinema in coproduzione con Agresywna
Banda, in collaborazione con Cinecittà
SpA. Il film sarà interamente girato presso il Teatro 8 di
Cinecittà.
I genitori di tre alunni vengono
convocati dalla preside di una scuola media di provincia: è
successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. Ma
è difficile da credere e da accettare. La palestra si trasforma in
un’aula di tribunale improvvisata, dove ha inizio un processo
feroce nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la
verità.
Quando il film horror di
BlumhouseM3GAN
(recensione)
uscirà in digitale questo venerdì negli USA e in EUROPA, i fan
potranno vedere la versione non classificata del film. In alcune
clip condivise giovedì, sembra che questa versione includerà più
violenza e un po’ più di sangue rispetto a quanto abbiamo visto
nella versione cinematografica.
Sull’account Twitter ufficiale di M3GAN, sono
apparsi due nuove clip per l’imminente uscita del film, che
mostrano due delle uccisioni di M3GAN in un modo
ancora più raccapricciante. la prima clip vede M3GAN spruzzare
qualcuno con una idropulitrice, con effetti un po’ più cruenti
inclusi. Nel frattempo, il secondo vede l’androide strappare
parzialmente l’orecchio di qualcuno, mostrando molto più sangue e
sangue rispetto a quello che c’era nel film. Puoi dare
un’occhiata a entrambe le nuove clip qui sotto:
Nell’edizione americano oltre alla versione senza
classificazione del film, i bonus previste per le uscite includono
quanto segue:
Una nuova visione dell’orrore – I registi e il cast
spiegano come è stato creato il mondo di M3GAN, inclusa l’idea
iniziale, attraverso la produzione sotto la guida del regista
Gerard Johnstone
Dare vita a M3GAN – Guarda come l’animatronica, i pupazzi
e l’attore Amie Donald hanno contribuito a rendere M3GAN il più
reale possibile
Getting Hacked – Uno sguardo dietro le quinte su come il
cast e la troupe hanno realizzato alcune delle complesse acrobazie
e delle morti cruente del film
M3GANè diretto da Gerard Johnstone
(Housebound) da una sceneggiatura scritta da
Akela Cooper ( Malignant , The Nun
2) basata su una storia di Akela Cooper e James
Wan. Il film è interpretato da Allison
Williams, Violet McGraw, Ronny Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori
Dungey e Stephane Garneau-Monten.
La Warner Bros. Pictures sta
rinnovando il franchise cinematografico de Il Signore degli Anelli. Il CEO di Warner
Bros. Discovery, David Zaslav, ha annunciato che i
nuovi leader dello studio Mike De Luca e
Pam Abdy hanno negoziato un accordo per realizzare
“più” film basati sugli amati libri di JRR
Tolkien.
I progetti saranno sviluppati
attraverso l’etichetta WB New Line Cinema. La prima trilogia de
Il Signore degli Anelli, diretta da Peter
Jackson, ha incassato quasi 3 miliardi di dollari in tutto
il mondo; la trilogia successiva di Jackson basata su Lo
Hobbit è stata ugualmente un successo di pubblico.
Freemode, una divisione di Embracer
Group, ha stipulato l’accordo sui diritti adattivi per libri tra
cui Il Signore degli Anelli e Lo
Hobbit. Il patto sarà fatturato sotto il nome di
Middle-earth Enterprises.
In particolare, De Luca e Abdy hanno
lasciato la MGM l’anno scorso per prendere il timone della Warner
Bros. La loro uscita ha seguito l’acquisizione della MGM da parte
di
Amazon: il gigante della tecnologia possiede i diritti
televisivi de Il Signore degli Anelli e ha
prodotto una
sola stagione televisiva a il prezzo sbalorditivo di oltre $
450 milioni nel 2022.
“In seguito alla nostra recente
acquisizione di Middle-earth Enterprises, siamo entusiasti di
intraprendere questo nuovo viaggio di collaborazione con New Line
Cinema e Warner Bros. Pictures, portando l’incomparabile mondo di
J.R.R. Tolkien sul grande schermo in modi nuovi ed
entusiasmanti”, ha affermato Lee Guinchard, CEO di Freemode.
“Comprendiamo quanto siano apprezzati questi lavori e lavorando
insieme ai nostri partner di New Line Cinema e Warner Bros.
Pictures, intendiamo onorare il passato, guardare al futuro e
aderire al più alto livello di qualità e valori di
produzione”.
De Luca e Abdy hanno ricordato che
la New Line aveva precedentemente “fatto un atto di fede senza
precedenti per realizzare le storie, i personaggi e il mondo
incredibili de ‘Il Signore degli Anelli’ sul grande schermo… due
trilogie, l’universo vasto, complesso e abbagliante immaginato da
J.R.R. Tolkien rimane in gran parte inesplorato.”
I progetti inaugurali e le
tempistiche non sono stati immediatamente resi noti. La prima
trilogia di Jackson era interpretata da Elijah
Wood, Ian McKellen, Liv
Tyler, Viggo Mortensen, Sean
Astin e Cate Blanchett. La trilogia di
film è stata nominata per 30 Academy Awards e ha portato a casa 17
statuette.
The
Marvels dei Marvel Studios è stato recentemente ritardato
di un paio di mesi e, secondo un recente rapporto di TheWrap, il
motivo dietro i ritardi ha a che fare con le fasi di
post-produzione del film.
Affrontando la questione sul
ritardo del film, il noto sito americano ha rivelato di aver
ottenuto informazioni da alcuni addetti ai lavori dello Studios che
hanno riferito che il ritardo di The
Marvels ha avuto molto a che fare con il dare al
film più tempo per finire la post-produzione.
Sebbene non sia chiaro esattamente
cosa ciò voglia dire nello specifico, è molto probabile che questo
faccia riferimento all’aggiunta e la rifinitura degli effetti
visivi e o magari a fare alcuni reshoot aggiuntivi che fanno spesso
parte del processo di post-produzione. La nuova data di uscita che
colloca The
Marvels a Novembre il team di lavoro sulla post produzione può
beneficiare di bel po’ di tempo per far funzionare le cose senza
dover affrettare nessun aspetto del film. Originariamente
programmato per la premiere il 28 luglio 2023, The
Marvels uscirà ora più di tre mesi dopo, il 10
novembre 2023.
Tutto ciò che sappiamo su The
Marvels
The
Marvels arriverà nei cinema il 10 novembre 2023, come
parte della
Fase Cinque dell’MCU. The
Marvels, il sequel del cinecomic Captain
Marvel con protagonista il premio
Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman. Nel
cast ci saranno anche Iman
Vellani (Ms. Marvel, che vedremo
anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+)
e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già
apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del
quale però non è ancora stata rivelata l’identità.
HBO Max sta ufficialmente andando
avanti con la serie prequel di It
attualmente intitolata Welcome to Derry. Lo show è stato
segnalato per la prima volta in fase di sviluppo nel marzo 2022,
mentre Variety ha riferito in esclusiva
che il progetto aveva radunato i suoi co-showrunner a novembre.
Come riportato in precedenza, la serie è stata sviluppata per la
televisione da Andy Muschietti, Barbara
Muschietti e Jason Fuchs.
“Da adolescenti, leggevamo a
turno i capitoli di ‘It’ di Stephen King finché il grosso tascabile
non cadeva in pezzi”, hanno detto i Muschietti. “‘It’ è
una storia epica che contiene moltitudini, ben oltre ciò che
potremmo esplorare nei nostri film. Non vediamo l’ora di
condividere la profondità del romanzo di Steve, in tutto il suo
cuore, umorismo, umanità e orrore”. I dettagli esatti della
trama sono tenuti nascosti, ma il logline ufficiale afferma:
“Ambientato nel mondo dell’universo di ‘It’ di Stephen King,
‘Welcome to Derry’ è basato sul romanzo di King ‘It’ ed espande la
visione stabilita dal regista Andy Muschietti nei lungometraggi
‘It’ e ‘It Chapter Two.’”
Andy ha diretto entrambi i nuovi
film di It, prodotti da Barbara. Fuchs è stato
co-produttore di It:
Capitolo 2. I due nuovi film hanno incassato
complessivamente oltre 1,1 miliardi di dollari al botteghino
globale al momento della loro uscita, con il secondo film
ambientato 27 anni dopo gli eventi del primo, con un nuovo cast di
adulti che ha preso il posto dei bambini nella prima parte.
It è stato precedentemente adattato in una
miniserie in due parti per la ABC nel 1990, con l’iconica
interpretazione di Tim Curry nei panni di
Pennywise.
Non è chiaro chi interpreterà Yeun
nel film, le cui riprese dovrebbero iniziare a giugno. Anche la
star emergente Ayo Edebiri, vista in The
Bear si è recentemente unita al cast in un ruolo non
ancora rivelato.
Uno dei più interessanti registi
attualmente in attività è David Lowery, passato
negli anni da un dramma come Senza santi in paradiso al
disneyano Il drago invisibile, dal
film-omaggio a Robert RedfordOld Man & The Gun
fino al cavalleresco Sir Gawain e il CavaliereVerde. Precisamente a metà tra questi quattro titoli,
nel 2017, Lowery ha invece realizzato quello che ancora oggi è il
suo film più estremo da un punto di vista contenutistico, formale e
teorico: Storia di un fantasma (il cui
titolo originale è A Ghost Story). Un’opera che
rappresenta un momento di passaggio nella filmografia del regista,
nonché incarnazione dei suoi principali interessi di ricerca
cinematografica.
Proprio come poi avverrà con Sir
Gawain e il Cavaliere Verde, con Storia di un
fantasma Lowery cerca di rapportarsi con la sua visione
pessimistica del futuro del pianeta e dell’umanità. Il regista ha
infatti raccontato di aver concepito il racconto del film mentre
viveva un momento di forte crisi esistenziale, ponendo dunque in
tale storia tutte le sue paure relative alla fine dei rapporti, al
dover abbandonare luoghi cari e al sentirsi intrappolati in
situazioni che vanno al di là delle proprie possibilità. Il film è
così diventato una profonda meditazione su tematiche universali
come il tempo, la morte e i ricordi.
Tematiche poi espresse e rafforzate
grazie a precise scelte stilistiche, a partire dall’atipico formato
1.33:1. Questo conferisce all’inquadratura un aspetto tendente al
quadrato, facendo così avvertire ulteriormente il senso di
oppressione del protagonista, costretto a vivere per sempre in
determinate situazioni, senza potervi mai sfuggire. Allo stesso
tempo, però, Lowery smussa gli angoli dell’inquadratura, dandogli
un effetto tondeggiante che ricorda quello di certe diapositive,
simbolo della memoria, di qualcosa appartenente al passato. E
ancora i tempi dilatati, i piani sequenza, l’esiguità dei dialoghi,
l’irrefrenabile scorrere del tempo, sono queste alcune delle
caratteristiche attraverso cui il regista ci porta a contatto con
l’atmosfera del film.
La trama e il cast di Storia di un fantasma
Ma di cosa parla dunque Storia
di un fantasma? Protagonista del racconto è
C, la cui vita si interrompe bruscamente a causa
di un incidente stradale. Poco prima di morire, egli aveva
acconsentito a lasciare la casa dove vive con sua moglie
M per portarla in una nuova e migliore abitazione,
dove vivere al meglio il loro grande amore. Forse spinto dal
desiderio di tornare dalla donna che ama o dal rimpianto per non
essere riuscito a portare a termine i suoi propositi, C si riveglia
sotto forma di fantasma nella casa. Qui assiste impotente ai
tentativi di sua moglie di elaborare il lutto e, in seguito, di
andare avanti con la propria vita senza di lui. Nel mentre, il
tempo inizia a scorrere in modo strano e il fantasma si troverà a
fare esperienza di ciò che sarà, di ciò che è stato e di ciò che
è.
Per i ruoli dei due protagonisti, C
ed M, Lowery ha voluto gli attori Casey Affleck e
Rooney Mara,
con i quali aveva già lavorato per Senza santi in
Paradiso. Entrambi, nel partecipare a questo film, dovettero
però confrontarsi con sfide per loro inedite. Affleck, ad esempio,
ha dovuto recitare nel film quasi interamente mascherato dal
lenzuolo che rappresenta il fantasma. Questo, in particolare,
richiese un lavoro particolarmente elaborato nella sua
realizzazione e quando fu pronto si notò che accentuava ogni
movimento dell’attore, con il risultato di dar vita ad un fantasma
fin troppo dinamico. La recitazione di Affleck, dunque, dovette
basarsi interamente sul dar vita a movimenti lenti o sul rimanere
il più rigido possibile.
Mara, invece, è protagonista di una
delle scene più discusse del film, quella in cui mangia voracemente
per diversi minuti ininterrotti una torta. L’attrice ha raccontato
di non essere affatto un amante di questo tipo di dolci e di aver
faticato molto nel mangiare in quel modo. Il disgusto che le si può
vedere in volto è dunque reale. Nel film sono poi presenti alcuni
altri sporadici personaggi, ma il più importante di tutti è senza
dubbio il Pronosticatore, interpretato da Will
Oldham. Il suo monologo sulla fine del mondo è il più
lungo brano parlato dell’intero film e racchiude tutte le paure e
le ansie a partire dalle quali Lowery ha concepito tale film.
Storia di un
fantasma, il significato dei ricordi e l’amore contro il
tempo
Partendo da un amore che si spezza
bruscamente e dalle paure nei confronti del mondo, Lowery
concepisce dunque una concreta manifestazione dei ricordi che
sopravvivono nel tempo. Il fantasma del protagonista sembra
rappresentazione proprio ciò, aggirandosi lì dove l’uomo che era in
vita ha vissuto emozioni ed eventi che non svaniscono al
sopraggiungere della morte corporea. Lowery si affida dunque alla
figura del fantasma che si aggira nella casa rendendolo simbolo di
ciò che è stato e che, anche se invisibile all’occhio umano,
continua ad essere. Una presenza nell’assenza, che rimane vicino
alla donna amata anche se lei non può percepirla. Allo stesso
tempo, il fantasma del protagonista è guidato dall’incapacità di
lasciare determinati luoghi o affetti.
Si sviluppa così un forte senso di
malinconia, con il protagonista chiamato a fare i conti con quanto
si è lasciato indietro e verso il quale ora non possiede più alcun
controllo. L’intero film diventa dunque una metafora sul rapporto
che si instaura con i luoghi, con le persone e con il loro ricordo.
Ed è proprio nello scontro tra amore e tempo che Storia di un
fantasma trova un altra delle sue riflessioni più importanti.
Mentre il protagonista impara a riconoscere l’impatto della sua
presenza sulla donna amata, capirà di conseguenza anche
l’immortalità dell’amore, un sentimento che continua a fare il
proprio percorso anche al di là dell’esistenza di chi lo ha
destato. Quando comprende ciò, ritrovando il biglietto lasciato nel
muro da M, può finalmente congedarsi dal mondo.
Il trailer di Storia di un
fantasma e dove vedere il film in streaming e in TV
Il film è presente,
in prima TV, nel palinsesto televisivo di
giovedì 23 febbraio alle ore
23:00 sul canale Rai Movie. Se
possibile possibile vederlo in tale occasione, sarà comunque
possibile fruire di Storia di un fantasma
grazie alla sua presenza su due delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile per
il noleggio o l’acquisto nei cataloghi di Google
Play e Amazon Prime Video. In alternativa, si
può anche acquistare il DVD o blu-ray del film, comprensivi di
numerosi contenuti speciali di grande valore,
come ad esempio il commento audio del regista.
Negli anni il regista M.
Night Shyamalan ci ha abituato a film carichi di tensione,
dove a far paura è più ciò che si teme avverrà piuttosto di ciò che
poi realmente avviene. Opere come Unbreakable – Il predestinato,
The Visit e Split sono esemplari a
riguardo, presentando atrmosfere suggestive e inquietanti e
dimostrando tutta la maestria del regista nel rendere questo il
punto di forza dei suoi lavori. Un altro celebre titolo della sua
filmografia, distintosi a sua volta per la tensione che si genera
nell’attesa del finale, è Signs, thriller
di fantascienza del 2002 incentrato su un’annunciata invasione
aliena.
Come al solito per Shyamalan, prima
di arrivare al climax della storia si hanno a disposizione soltanto
elementi attraverso cui si costruisce la tensione vera e propria.
Indizi, segnali, avvenimenti inspiegabili, tutto ciò porta a
sviluppare una certa inquietudine senza però aver realmente visto
qualcosa di spaventoso. Ancora oggi Signs è considerato
uno dei film più affascinanti del regista, un diretto prodotto
della paura che si è rapidamente diffusa negli Stati Uniti post 11
settembre. È proprio alla luce di tale evento che va guardato
questo film, il quale riflette sulla paura dello straniero, in
questo caso l’alieno, ma anche sulla speranza e la fede necessarie
a superare ogni momento buio.
Con un incasso di oltre 400 milioni
di dollari, si tratta di uno dei maggiori successi del regista, un
esempio brillante di costruzione della suspence che non manca di
suscitare ammirazione ancora oggi. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Signs
Protagonista del film è il pastore
protestante Graham Hess, il quale si trova a
vivere una profonda crisi spirituale in seguito alla morte della
moglie Colleen per un tragico incidente stradale.
Abbandonata la professione e la fede in seguito a tale evento,
Graham vive ora in una isolata fattoria con il figlio asmatico
Morgan, la figlia Bo e suo
fratello minore Merrill, un giocatore di baseball
ormai fallito. La loro tranquillità viene nuovamente sconvolta nel
momento in cui una serie di cerchi e segni nel grano compaiono
tanto nella loro piantagione quanto in altre parti del mondo.
La comparsa di strane luci nel cielo
e alcuni spaventosi avvistamenti di strane creature non faranno che
togliere ogni dubbio. Ben presto, alla popolazione mondiale diventa
infatti chiaro che un’invasione aliena sta per avere luogo. Graham
non è però disposto a perdere un altro membro della sua famiglia e
decide pertanto di barricarsi dentro la sua casa per proteggere i
suoi cari. Sarà a quel punto che gli extraterresti si
manifesteranno, con intenzioni ancora ignote. Nel momento in cui
qualcosa tenterà violentemente di entrare dentro la loro casa,
però, Graham si troverà a dover escogitare un piano di
sopravvivenza.
Il cast di attori e gli alieni di Signs
Per interpretare il protagonista
Graham Hess, Shyamalan sapeva sin da subito di volere l’attore
Mel Gibson. Per
lui, infatti, egli incarna il tipo d’uomo che farebbe di tutto pur
di proteggere la propria famiglia. L’attore, in realtà, ha
raccontato di essersi trovato destabilizzato dal personaggio del
pastore, non essendo abituato ad interpretare ruoli così
introspettivi. Dopo aver letto la sceneggiatura, tuttavia, si rese
conto di non riuscire a non pensare alla storia in essa raccontata,
decidendo dunque di accettare la parte. Ad aiutarlo ad entrare nel
personaggio ci ha poi pensato il trovarsi faccia a faccia con i
cerchi nel grano realizzati dalla produzione, da Gibson giudicati
estremamente suggestivi.
Nel ruolo di suo fratello Merrill
avrebbe dovuto esserci l’attore Mark Ruffalo,
il quale però dovette rinunciare a poche settimane dalle riprese
per via di una delicata operazione al cervello. Al suo posto è
stato scelto Joaquin
Phoenix, mentre i figli di Graham, Morgan e Bo, sono
interpretati da Rory Culkin e Abigail
Breslin, quest’ultima al suo debutto cinematografico.
Gli attori Cherry Jones e Patricia
Kalember interpretano invece l’ufficiale Paski e Colleen,
la moglie di Graham. Nel film compare poi anche lo stesso Shyamalan
nei panni di Ray Reddy, l’uomo coinvolto nell’incidente in cui
perde la vita la moglie del protagonista.
Per quanto riguarda gli alieni
presenti nel film, originariamente Shyamalan voleva che questi
fossero invisibili. Non riuscendo però ad ottenere l’effetto
desiderato, decise di scartare tale idea. Gli alieni, inoltre,
avrebbero dovuto avere dei corpi e dei movimenti prevalentemente
femminili, ma in fase di prova l’effetto risultò poco minaccioso e
si decise dunque di abbandonare anche questa idea. Un’altra idea
scartata è stata quella di dotare gli alieni di abilità di
camuffamento simili a quelle usate dagli alieni del film
Predator. Nonostante si parli di tali creature per tutto
il film, inoltre, queste si manifestano in realtà soltanto per
circa un minuto e mezzo.
Il trailer di Signs e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Signs grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 23 febbraio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Cinque anni dopo che Netflix ha firmato il suo
primo contratto per una serie europea con i creatori di
Dark, Baran bo Odar e
Jantje Friese, lo studio ha rinnovato la
collaborazione con il duo con un patto a otto cifre che coinvolge
anche un pezzetto di Italia con Something Is Killing The
Children.
Gli scrittori-creatori tedeschi, che
di recente hanno realizzato il dramma giallo ad alto budget
1899 per lo streamer, chiuso dopo una stagione,
stanno ora rivolgendo la loro attenzione all’adattamento di
Something Is Killing The Children, il fumetto
edito da Boom! Studios! che parteciperà alla produzione.
Ecco la sinossi completa del
fumetto: “Quando i bambini di Archer’s Peak iniziano a
scomparire, tutto sembra senza speranza. La maggior parte dei
bambini non torna mai, ma quelli che lo fanno hanno storie
terribili, storie impossibili di creature terrificanti che vivono
nell’ombra. La loro unica speranza di trovare ed eliminare la
minaccia è l’arrivo di un misterioso sconosciuto, uno che crede ai
bambini e pretende di vedere ciò che loro possono vedere. Si chiama
Erica Slaughter. Uccide mostri.“
Pubblicato da Boom! Studios e
co-creato dallo sceneggiatore DC Comics James
Tynion (Batman) e il nostro Werther
Dell’Edera, Something Is Killing The
Children è una delle serie a fumetti originali in lingua
inglese di maggior successo degli ultimi cinque anni, ha venduto
più di due milioni di copie in tutto il mondo e ha vinto numerosi
Eisner Awards, incluso l’Eisner Award 2022 per la migliore serie
continua.
Eugene Levy è il
viaggiatore riluttante di In viaggio con Eugene
Levy (in originale The Reluctant
Traveller), disponibile su Apple TV+
dal 24 febbraio 2023. Ecco cosa ha raccontato della sua esperienza
in questa serie atipica.
In viaggio con Eugene
Levy è prodotto per Apple TV+
da Twofour e lo stesso Levy, oltre a essere protagonista, è
produttore esecutivo insieme a David Brindley. La
serie si aggiunge alla crescente gamma di docuserie acclamate dal
pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple TV+,
tra cui la serie di documentari “The Big Conn”, che racconta la più
grande frode previdenziale della storia; il pluripremiato
documentario evento “Prehistoric Planet”, con la voce narrante del
nominato agli Oscar Sir David Attenborough; “Make or Break”, la
docuserie sulla World Surf League; la docuserie sull’home-design
nominata agli Emmy “Home”; la docuserie sulla guerra moderna
nominata agli Emmy “The Line”; la serie di documentari in quattro
parti “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del
due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic”
Johnson; la docuserie “Watch the Sound with Mark Ronson”, nominata
agli Emmy; “Gutsy”, il documentario delle produttrici esecutive e
conduttrici Hillary e Chelsea Clinton che è un viaggio intimo alla
scoperta di alcune delle donne più straordinarie del mondo.
Apple TV+
offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità,
lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini
e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi
preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+
è diventato il primo servizio di streaming completamente originale
a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più
successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di
qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i
documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 299
vittorie e 1.274 nomination ai premi, tra cui la commedia
pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso”
e il vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno “CODA“.
Dopo la presentazione in
anteprima mondiale all’ultima Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia e dopo 4 mesi di
permanenza su Prime Video,
Argentina, 1985 di Santiago Mitre
arriva anche in sala. Per presentare al meglio questo evento che
porta al cinema uno dei migliori film dell’anno, nominato anche
agli Oscar 2023 come Miglior film internazionale, il regista ha
incontrato la stampa romana.
Il film è ispirato
alla vera storia dei procuratori Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo, che
nel 1985 vennero incaricati di indagare e perseguire i responsabili
della fase più sanguinosa della dittatura militare argentina. Senza
lasciarsi intimidire dall’ancora notevole influenza che l’esercito
aveva sulla loro fragile, nuova democrazia, Strassera e Moreno
Ocampo formarono un giovane team legale di improbabili eroi per
ingaggiare la loro battaglia di Davide contro Golia. Costantemente
minacciati, insieme alle loro famiglie, lottarono contro il tempo
per dare giustizia alle vittime della giunta militare.
Argentina, 1985 racconta quindi una pagina gloriosa e
dolorosa della storia del Paese, che in pochissimo tempo è riuscita
a riconquistare la democrazia usurpata e a punire i colpevoli:
“Il processo e le sentenze che ci sono state nel 1985 siano
state una tappa fondamentale per la democrazia e per il
rafforzamento delle istituzioni in Argentina – spiega Mitre
– Per noi argentini, il fatto che a un anno dalla fine di
questa dittatura sia stato possibile celebrare questo processo è
stato fondamentale ed è stato la base per mettere in chiaro quali
fossero i pilastri di quella che sarebbe poi stata la nostra
democrazia e il sistema della giustizia argentino.”
La giustizia è quindi
stata un balsamo per le ferite inflitte dalla dittatura ai
cittadini? “Nel caso di questo processo non so se è riuscita a
curare le ferite inflitte dalla dittatura, ma sicuramente ha creato
un paradigma per quanto riguarda questo particolare tipo di
crimini. Quando abbiamo cominciato a lavorare al film, la prima
cosa fatta da me e dal mio co-sceneggiatore, Mariano Llinás, è
stato proprio verificare quanto la gente sapesse ancora di questi
fatti, quanto ricordassero, chi li ricordasse. Quanto di quello che
era successo era rimasto nella memoria collettiva, e quindi quanto
i giovani sapessero di quello che era accaduto, quanto era stata
importante quella fase per recuperare la democrazia. Abbiamo
scoperto che la memoria di quei fatti era andata perduta e che
soprattutto i più giovani non sapevamo nulla. E quindi questi
giovani che non sapevano e che non capivano la portata storica di
quanto accaduto sono diventati i nostri interlocutori.”
Il processo è stato uno
degli episodi più importanti della storia del Paese, a Mitre ne era
perfettamente consapevole, già in fase di ricerca e studio:
“Sicuramente decidendo di raccontare questa storia ci siamo
presi una responsabilità enorme, per la Storia, per quello che era
successo e per le persone coinvolte. Abbiamo lavorato con un gruppo
di ricercatori e abbiamo studiato per due anni tutto quello che era
disponibile, andando anche a parlare con i testimoni, i giudici e
tutti quelli coinvolti in prima persona nel processo. Mi sono
scontrato con una realtà molto dolorosa, ho imparato molto, sia di
ciò che è accaduto sia su me stesso.”
Argentina, 1985 si
caratterizza non solo per la storia importante e dolorosa ma anche
per un tono particolarmente efficace che mette in equilibrio
un’ironia pungente e costante dei protagonisti con il dolore e i
terribili fatti reali che vengono raccontati, una scelta che è nata
dalla ricerca, come spiega Santiago Mitre: “La prima cosa che
abbiamo dovuto fare per scrivere il film è stata guardare i filmati
del processo, è stato molto duro, drammatico. Poi abbiamo
incontrato i funzionari del tribunale, le persone in carne e ossa,
e ci siamo accorti che pur raccontandoci cose molto tristi e serie,
ogni tanto ridevano, gli scappava un sorriso, e quindi abbiamo
capito che forse si poteva raccontare questa storia utilizzando
anche l’ironia. A volte è un meccanismo di difesa, come quando si
raccontano le barzellette a un funerale. Poi abbiamo scoperto la
personalità di Strassera, aveva un senso dell’umorismo molto forte,
nonostante potesse apparire burbero. Questo ci ha dato fiducia
nell’usare un tono così ironico. Poteva essere una maniera per
stemperare la tensione della storia, avevamo paura di raccontare un
film troppo cupo. Il Festival di Venezia è stato il primo test,
perché lì per la prima volta abbiamo visto la reazione del pubblico
che rideva e piangeva, si emozionava, e abbiamo finalmente capito
che avevamo fatto la scelta giusta.”
Prime
Video torna in Scozia per la seconda stagione della
serie soprannaturale The Rig. Lo show di
successo globale è il secondo Original drama del Regno Unito ad
essere rinnovato negli ultimi mesi, dopo il successo di
The Devil’s Hour.
Gli elicotteri hanno
portato l’equipaggio sopravvissuto del Kinloch Bravo in una nuova
posizione rischiosa, dove nuovi pericoli li attendono. L’equipaggio
dovrà affrontare le conseguenze emotive e fisiche dell’epico finale
della prima stagione e dovrà affrontare cospirazioni turbinose,
conflitti e nuove minacce che arrivano dalle profondità oscure
degli oceani. La seconda serie di The Rig
continuerà ad affrontare temi di interesse globale sul passato,
presente e futuro del pianeta, offrendo emozioni epiche e un’azione
avvincente grazie ad un cast coinvolgente.
Torneranno per la seconda stagione
molti componenti della prima, tra cui Iain
Glen (Game of Thrones – Il Trono di
Spade), Martin Compston (Line of
Duty), Emily Hampshire (Schitt’s
Creek), Rochenda Sandall (Criminal:
UK), Owen Teale (Game of Thrones – Il
Trono di Spade), Mark Addy (Game of
Thrones – Il Trono di Spade) Molly Vevers
(The Spanish Princess), Abraham Popoola
(Crudelia), e Stuart McQuarrie
(Des), al loro fianco nuovi volti prenderanno parte della
squadra.
“La popolarità di
The Rig in tutto il mondo è una testimonianza del
fantastico cast e della visione dei creatori, la troupe dietro la
troupe”, ha detto Dan Grabiner, head of Originals UK & Northern
Europe, Prime
Video. “Non vediamo l’ora di dare il bentornato a
Iain, Martin ed Emily, e scoprire quello che lo scrittore e
creatore David Macpherson ha in serbo per il team Kinloch
Bravo”.
“Siamo rimasti
entusiasti della risposta del pubblico alla prima stagione e non
vediamo l’ora di tuffarci di nuovo nella seconda, continuando il
viaggio dei nostri personaggi con un cast di grande talento e il
team creativo“, ha detto Derek Wax, managing director di Wild
Mercury.
“Il mio obiettivo
è sempre stato quello di costruire una storia che parta dalla
Scozia, ma parli a un pubblico globale di temi globali”, ha
detto David Macpherson, scrittore e creatore. “Nella seconda
serie, non vedo l’ora di espandere il mondo del nostro show
attraverso gli occhi del nostro superbo cast, cercando di dare
ancora più colpi di scena ed emozioni, e approfondire sia i nostri
personaggi e la nostra mitologia originale espansione dello
show“.
La produzione torna
nei FirstStage Studios di Edimburgo per l’inizio delle riprese che
avranno inizio quest’anno. La nuova serie sarà disponibile su
Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.
Gli executive producers sono Derek Wax per Wild Mercury (a Banijay
UK company), David Macpherson, e John Strickland. La produttrice è
Suzanne Reid, e il coproduttore e Matt Brown.
La seconda serie di
The Rig rappresenta la crescente ardesia
originale del Regno Unito su Prime
Video, insieme a nuove serie prodotte nel Regno Unito
e film lanciati in tutto il 2023. Tra questi 007’s Road to a
Million, una serie unscripted di avventura ispirata a James
Bond; l’attesissima seconda serie di Clarkson’s Farm,
che racconta un nuovo anno nella fattoria Diddly Squat con il
celebre contadino Jeremy Clarkson e i suoi soci
agricoli; How to Date Billy Walsh, un commedia
romantica in una scuola britannica; Gassed Up, thriller
d’azione ambientato a Londra; le docuserie tra fiction e realtà
The Greatest Show Never Made e Fake Sheikh;
thriller psicologico e storia d’amore contorta Wilderness;
e Fifteen Love, una serie drammatica ambientata nel mondo
del tennis.
The Rig
S2 si unirà a migliaia di film, show e serie già
presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane
Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más,
Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez –
La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da
cane, Dinner Club S1 e S2, FERRO,
Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e
S3, e LOL: Chi ride è fuori S1 e
S2; le serie pluripremiate
Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i
grandi successi come Jack Ryan, The
Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il
principe cerca figlio, Senza Rimorso,
Good Omens e Carnival Row, oltre
a contenuti in licenza disponibili in oltre 240 Paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, per sei stagioni dal 2021/22 al 2026/27.
Altre produzioni Original già annunciate sono la serie Original
italiana dall’universo Citadel, Everybody
Loves Diamonds e The Ferragnez – La Serie
S2.
Sebbene il film rimanga
relativamente autonomo per quanto riguarda gli altri membri degli
Avengers, molti personaggi di supporto del
MCU vengono
citati durante gli eventi di Quantumania, spesso in modi esilaranti e del
tutto inaspettati.
Agente Jimmy Woo
L’agente dell’FBIJimmy Woo di Randall Park, amante
della magia, fa un cameo a sorpresa nel montaggio iniziale di
Quantumania. L’ex agente di custodia di
Scott Lang, visto per la prima volta in Ant-Man and the Wasp, sembra aver instaurato
una forte amicizia con il Vendicatore dall’ultima volta che sono
stati visti insieme.
Sebbene il loro ultimo incontro
sullo schermo abbia visto Lang rifiutare goffamente l’invito a cena
di Woo, Quantumania mostra i due a cena insieme anni
dopo, lasciando intendere che la loro amicizia è sbocciata fuori
dallo schermo. Ancora meglio, la breve inquadratura si conclude con
un riferimento al famigerato trucco di magia di Scott
Lang, che estrae dal nulla una carta di credito per pagare
il pasto, impressionando ancora una volta l’agente dell’FBI.
Spider-Man
Mentre il pubblico attende
notizie sul prossimo film di Spider-Man nel
MCU,
l’arrampica-muri ha ricevuto un’impertinente citazione nel
montaggio d’apertura di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Mentre si
gode i benefici della fama appena acquisita, Scott
Lang si ferma nel suo caffè preferito.
Credendo di riconoscere il
supereroe, il proprietario del negozio gli offre la colazione, ma
lo confonde in modo esilarante con il più famoso Vendicatore nel
filone degli insetti. Questa gag può far ridere, ma allude anche
allo status dell’Uomo Ragno nel MCU
dopo Spider-Man: No Way Home, confermando che i
cittadini sono ancora consapevoli dell’esistenza del supereroe
nonostante i loro ricordi di Peter Parker siano
stati cancellati.
The Hulk
Sebbene il MCU
abbia recentemente introdotto il figlio di Hulk,
Skaar, in She-Hulk:
Attorney at Law, Ant-Man
evidentemente associa ancora il Vendicatore irradiato dai raggi
gamma a un altro bambino, come chiarisce una scena di Quantumania.
In una scena iniziale del film appare un frammento del libro di
Scott Lang, Look Out for the Little Guy,
in cui egli ricorda i primi esperimenti di Bruce Banner con i
viaggi nel tempo, visti durante gli eventi di Avengers:
Endgame.
Scott racconta i suoi pensieri e la
sua totale confusione dopo che il primo test lo ha trasformato in
un bambino. In modo esilarante, racconta anche di essersi chiesto
per un attimo se fosse tecnicamente il figlio di
Hulk prima di essere riportato alla sua giusta
età.
Captain America
Quantumania
fa riferimento a uno dei più forti supersoldati del MCU,
Captain America, già nel primo atto, continuando
un’esilarante gag iniziata in Ant-Man and the Wasp. Avendo luogo dopo gli
eventi di
Captain America: Civil War, il secondo film di Ant-Man
ha reso evidente quanto Scott Lang fosse
orgoglioso di aver combattuto al fianco di Steve
Rogers e degli altri Vendicatori.
Quantumania riprende questa battuta quando gli
amici e la famiglia di Scott lo prendono in giro insinuando che
abbia combattuto contro Capitan America durante la
guerra civile dei supereroi. Scott si affretta a precisare che ha
combattuto al fianco del Vendicatore, affermando che sarebbe stato
“folle” combattere contro di lui.
Dale
Anche se le numerose
varianti di Kang presenti in Quantumania potrebbero essere il principale
argomento di discussione del film per gli anni a venire, un
sorprendente cameo dal primo film di Ant-Man non
dovrebbe passare inosservato. Greg Turkington
riprende il ruolo di Dale, il direttore generale
di Baskin Robbins che licenziò Scott
Lang dopo essere venuto a conoscenza della sua attività
criminale, nonostante in privato fosse d’accordo con le sue
azioni.
In Quantumania, Dale nomina Scott “Impiegato del
secolo” dopo che lui e i Vendicatori hanno salvato il mondo da
Thanos. In seguito, l’entusiasta manager di Baskin
Robbins esce dalla pensione per preparare la torta di compleanno di
Cassie che, come Scott si rende conto nei momenti
finali del film, è assolutamente disgustosa.
Thor
Il futuro di
Thor nel MCU
si fa oscuro in seguito a una terrificante allusione in Quantumania. Dopo che Scott e
Cassie Lang sono stati catturati dagli scagnozzi
di Kang il Conquistatore nel Regno
Quantico, il cattivo multiversale cerca di riordinare i
suoi ricordi sparsi dei precedenti incontri con i Vendicatori.
Afferma di aver ucciso innumerevoli
Vendicatori in passato e si chiede se Scott sia “quello con il
martello”. Scott corregge Kang, dicendogli che sta pensando a Thor,
ma coglie anche l’occasione per affermare che l’equivoco è
relativamente comune. Il riferimento di Kang, tuttavia, lascia presagire che Thor
potrebbe morire per mano sua durante gli eventi di Avengers: The Kang Dynasty.
Loki
Dopo aver incontrato la
variante Kang di Colui che resta alla
fine dei tempi, Loki appare nella scena dei titoli
di coda di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che scova
un’altra variante del supercriminale che conquista l’universo.
In quella che probabilmente è una
scena della seconda stagione di Loki, il dio
dell’inganno osserva con orrore una variante di Kang, che si fa
chiamare Victor Timely, all’inizio del XX secolo,
e svela i suoi primi progetti per una macchina che viaggia nel
tempo. Riconoscendo Timely come una variante di
Kang, Loki conferma al suo
partner, l’Agente Mobius, che questo è l’uomo che
stanno cercando, delineando la loro missione durante gli eventi
della prossima stagione della serie Disney+.
In piedi accanto a Loki alla
presentazione di Victor Timely, Mobius osserva con
nonchalance che la variante di Kang non sembra così terrificante
come il dio dell’inganno lo aveva fatto credere. Sebbene il breve
cameo di Owen Wilson riveli ben poco sulla trama del
suo personaggio, indica che Mobius continuerà a lavorare al fianco
di Loki nelle sue prossime avventure, pur non
avendo alcun ricordo della loro precedente collaborazione.
Veb
Uno dei migliori camei di
Quantumania è rappresentato dal nuovissimo
personaggio di Veb. Il gelatinoso abitante del
Regno Quantico, memorabile per la sua infatuazione
per i numerosi buchi nell’anatomia umana di Scott
Lang, offre l’opportunità a un membro chiave del cast di
Ant-Man di tornare in un ruolo da doppiatore.
È David Dastmachian, che ha interpretato l’ex
detenuto Kurt in Ant-Man e
Ant-Man and the Wasp, a dare la voce a
Veb. Dastmachian è uno dei numerosi membri del cast
del franchise il cui personaggio non è tornato per il sequel e,
sebbene si sia sicuramente sentita la mancanza del suo personaggio
principale, il suo nuovo ruolo in Ant-Man and the Wasp: Quantumania si rivela un
punto di forza del film.