In un’intervista esclusiva con
Screen Rant, Tatiana Maslany, star di
She-Hulk in cui recita al fianco di Mark Ruffalo, condivide il fatto che il
collega veterano del MCU non si è ancora stancato di
interpretare l’incredibile Hulk dopo 10 anni. Mentre rifletteva su
com’era lavorare con Ruffalo, Maslany rivela la cosa che l’ha
sorpresa di più di lui, che si lega al suo entusiasmo duraturo per
il personaggio.
“Sento che ciò che mi ha
sorpreso di più, ma forse no, solo perché so che è un attore
incredibile, è stato quanto arriva sul set con questa sensazione di
“tutto è nuovo”. Sembra sempre che lo stia esplorando e
sperimentandolo per la prima volta.
Non c’è mai questo senso del
tipo “Sì, sì. Lo faccio da 10 anni, lo so come si fa”. È
assolutamente presente. Rimane sempre su quel personaggio e ascolta
sempre. E crea davvero questo senso sul set con altri attori, e con
la troupe e tutti, di totale gioco e spontaneità. E siamo entrambi
in tute mo-cap. Eppure, ci siamo sentiti come se fossimo come due
bambini che giocano.”
Il due volte candidato all’Oscar
Wolfgang Petersen, regista di Air Force
One, U-Boot 96 e soprattutto La Storia Infinita, è morto all’età di 81
anni. Nato in Germania nel 1941, Petersen ha esordito nel cinema
con il thriller psicologico One or the Other of Us
con Jürgen Prochnow, che ricevette recensioni
ampiamente positive dalla critica. Petersen dirigerà poi uno dei
suoi film a oggi più famosi, U-Boot 96,
sull’equipaggio di un sottomarino tedesco durante la battaglia
dell’Atlantico della seconda guerra mondiale, che ha ottenuto sei
nomination all’Oscar, di cui due per Petersen per miglior regia e
miglior sceneggiatura adattata.
Grazie al successo dei suoi primi
due film, Petersen ha fatto il salto di qualità in lingua inglese
con La Storia Infinita del 1984, un adattamento
dell’omonimo romanzo fantasy che ha ricevuto recensioni
generalmente positive ed è stato un successo al botteghino.
Petersen dirige poi Il mio nemico, interpretato da
Dennis Quaid, che è stata una delusione critica e
commerciale, ma ha continuato a raccogliere un seguito di culto.
Dopo essere tornato brevemente alle sue radici da thriller
psicologico per Shattered, che non è stato bene
accolto dalla critica, Petersen è diventato un regista di
riferimento per i film di successo di Hollywood, come Air
Force One, In the Line of Fire e
Virus Letale.
Deadline ha riportato la notizia che
Wolfgang Petersen è morto all’età di 81 anni. Si
dice che il due volte candidato all’Oscar sia morto pacificamente
nella sua casa di Brentwood lo scorso venerdì a causa della sua
battaglia con un cancro al pancreas, morendo tra le braccia della
moglie di 50 anni, Maria Antoniette. Il servizio funebre per
commemorare Wolfgang Petersen sarà privato
per volere della famiglia.
La cosiddetta The
Divergent Series è stata una delle più popolari serie
cinematografiche giunte al cinema nello scorso decennio e
incentrate su elementi come una società distopica e un contesto
fantascientifico. Tratta dai romanzi della scrittrice
Veronica Roth, la serie si compone di tre film,
intitolati Divergent,
Insurgent e Allegiant. Usciti in sala tra il 2014 e il 2015,
questi hanno contribuito a lanciare la carriera dell’attrice
Shailene Woodley, come anche di alcuni suoi
comprimari.
Pubblicata tra il 2011 e il 2013, la
trilogia di Divergent incontrò subito il favore dei
lettori attratti dal genere, che potevano ritrovare nelle storie
narrate dalla Roth atmosfere simili a quelle di Hunger Games
e Maze Runner.
Tale successo, spinse la Summit Entertainment ad acquisirne i
diritti, con l’intenzione di dar vita ad una trasposizione
cinematografica cavalcando l’onda del successo del genere. Il
processo di scrittura, inoltre, trovò favorevole l’autrice, la
quale si dichiarò entusiasta di quanto la trama dei film cercasse
di seguire quanto più fedelmente possibile quella dei romanzi.
Una volta arrivati in sala, i film
diedero vita ad un buon successo economico. A fronte di un budget
complessivo di 305 milioni di dollari, i tre film incassarono a
livello globale circa 765 milioni. L’ultimo dei tre, tuttavia, andò
incontro ad un minor favore di pubblico, risultando un deciso flop
rispetto ai precedenti due. Esso, inoltre, rappresentava la
prima parte del terzo romanzo ed era infatti previsto un quarto film,
intitolato Ascendant, che avrebbe dovuto coprire la
seconda parte e concludere la storia. Dato il calo d’interesse
nei confronti della saga, tuttavia, questo venne ufficialmente
cancellato nel 2017.
The Divergent Series: la
trama dei film
Divergent (2014)
Ambientato in futuro distopico, il
primo film introduce la città di Chicago, sopravvissuta ad un
disastro apocalittico e ora protetta da alte mura contro gli
attacchi esterni. Qui, per controllare la popolazione e mantenere
la pace è stato adottato un innovativo sistema. I cittadini sono
infatti divisi in cinque fazioni, sulla base delle loro naturali
predisposizioni, che assicurano un forte equilibrio sociale. La
giovane Beatrice Prior è nata nella fazione degli
Abneganti, e suo padre Andrew è un membro di
spicco nel consiglio cittadino. Tuttavia, nel momento in cui si
sottopone a un test preliminare, che guida i giovani sulla scelta
futura, la ragazza risulta essere una Divergente ovvero una persona
che possiede la capacità di adattarsi a più fazioni.
Sfortunatamente per lei, i
Divergenti sono visti come un pericolo per la stabilità di Chicago.
Inizialmente decisa a mantenere il segreto, la giovane si trova
però costretta a prendere una posizione nel giorno della Cerimonia
della Scelta. A questo punto, sostenuta da suo fratello
Caleb, la giovane decide di entrare a far parte
degli Intrepidi, rinnegando la sua famiglia. Per dimostrare di
essere all’altezza della fazione scelta, però, la giovane si trova
a dover superare diverse prove particolarmente complesse. In ciò
sarà aiutata dal supervisore Quattro, e da alcuni
amici incontrati durante il percorso, ma non mancheranno per lei
anche ostacoli, rappresentati in particolare dallo spietato capo
degli Eruditi, Jeanine Matthews.
Insurgent (2015)
Nel secondo film della trilogia,
Insurgent,
Jeanine Matthews possiede ora il controllo di Chicago. Il leader
degli Eruditi è ora decisa a scovare tutti i Divergenti della
città, condannandoli all’esilio. Tris, nuovo nome assunto da
Beatrice, Caleb, Peter e Quattro sono riusciti a fuggire e a
trovare rifugio presso Johanna Reyes, capo dei Pacifici. La loro
latitanza, tuttavia, pone sempre più a rischio gli equilibri della
città e fuggire è un’opzione che non può essere perseguita a lungo.
In tutto ciò, Tris scopre di possedere uno speciale potere in grado
di aprire una secolare scatola che contiene un messaggio segreto da
parte degli antenati.
Nel momento in cui la crudele
Jeanine minaccia di uccidere tre innocenti al giorno, per tutti i
giorni in cui la ragazza rifiuterà di consegnarsi agli Eruditi,
questa decide di uscire allo scoperto. Il gruppo di ribelli riesce
ora ad entrare in contatto con un manipolo di Esclusi, capeggiati
da Evelyn. Mentre il gruppo tenta di trovare un modo per rispondere
all’attacco della spietata rivale, gli equilibri tra di loro si
spezzeranno e riformeranno in modo imprevedibile, e ben presto
ognuno di loro sarà costretto a riconsiderare le proprie
certezze.
Allegiant (2016)
Allegiant ha
inizio in seguito all’apertura della misteriosa scatola lasciata in
eredità dagli antenati. Grazie a questa, Tris e tutta la
popolazione di Chicago scoprono di essere il frutto di un
esperimento atto a riportare la razza umana alla purezza originale.
La giovane sembra dunque possedere le caratteristiche che gli
scienziati ricercano da secoli, e grazie a cui si aspira a
riportare nuova vita nel genere umano. Libera di varcare le soglie
della città, Tris raggiunge dunque il Dipartimento di Sanità
Genetica, desiderosa di andare fino in fondo ai misteri di questa
faccenda.
La sua ricerca, tuttavia, la porterà
ad entrare in contrasto con quelli che credeva fossero suoi amici.
Christina, infatti, inizia ad essere invidiosa del dono dell’amica,
mentre Quattro non riesce ad accettare il fatto che lei si fidi
così ciecamente delle parole degli scienziati. Entrata in contatto
con il capo del Dipartimento, David, la giovane si renderà conto
che non tutta la verità è stata detta, e ci sono ancora
sconvolgenti verità sul suo passato che devono venire a galla. Nel
frattempo, a Chicago, Evelyn ha preso il controllo della città, e
Quattro aspira ad unirsi a lei. Giunta a questo punto del suo
percorso, Tris dovrà decidere per chi vale la pena combattere e
sacrificarsi.
The Divergent Series: il
cast dei film
Per il ruolo di Tris, i produttori
avevano in mente un solo nome, quello di Shailene
Woodley. L’attrice, tuttavia, non era convinta di
voler accettare la parte. Dopo aver parlato con la sua amica
Jennifer
Lawrence, protagonista di Hunger Games, si
convinse a ricoprire il ruolo di Tris. Per il personaggio di
Quattro, invece, venne scelto l’attore Theo James,
il quale accettò di partecipare a condizione che gli venisse
permesso di girare da sé anche le scene più complesse, senza
ricorrere a controfigure. Infine, tra i protagonisti, si annovera
Miles
Teller, nel ruolo di Peter. Questi, inizialmente, si
era candidato per la parte di Quattro, e non era certo di voler
accettare altrimenti. Venne tuttavia convinto dalla Woodley, con la
quale ha una solida amicizia.
Per il ruolo della perfida Jeanine
Matthews i produttori scelsero invece la premio Oscar Kate
Winslet. Per lei si trattava del primo ruolo da
cattiva della sua carriera, e per poter risultare più convincente
decise di mantenere una certa distanza dagli altri attori, evitando
di comportarsi in modo troppo dolce nei loro confronti. A dar vita
a Caleb, fratello della protagonista, è invece l’attore Ansel
Elgort. Questi ebbe qui modo di stringere un ottimo
legame con la Woodley, che avrebbe poi recitato nel ruolo della sua
fidanzata nel film Colpa delle
stelle.
Nei film sono poi presenti gli
attori Zoë
Kravitz nei panni di Christina, Jai
Courtney in quelli di Eric, Maggie
Q nel ruolo della dottoressa Tori, e Ashley
Judd per il personaggio di Natalie Prior. A partire dal
secondo film, si aggiungono poi anche gli attori Naomi Watts
nel ruolo di Evelyn, la quale indossò una parrucca scura per
l’occasione, la premio Oscar Octavia
Spencer nei panni di Johanna, e Rosa
Salazar in quelli di Lynn. Nel terzo film sono invece
presenti Jeff Daniel nel ruolo dello scienziato
David, e Bill
Skarsgård nei panni di Matthew.
The Divergent Series: le
differenze con i libri
Nell’adattare i tre romanzi della
Roth, come al solito, si sono rese necessarie alcune modifiche ai
personaggi o agli eventi della storia. Ciò è motivato dalla
necessità di rendere più cinematografici tali elementi, andando
così incontro ad un maggior favore di pubblico. Nonostante ciò,
l’autrice dei libri si è dichiarata soddisfatta delle modifiche
attuate e degli sforzi volti a mantenere una generale fedeltà ai
testi letterari di riferimento. Ciò che per lo studios di
produzione era invece assolutamente necessario attenuare era
l’atmosfera eccessivamente cupa e la violenza troppo presente.
L’intento, infatti, era quello di realizzare dei film che non
ottenessero restrizioni di pubblico e fossero così fruibili da
tutti.
Tra i primi e più significativi
cambiamenti, vi quello relativo al rapporto tra le fazioni. Per
accentuare il conflitto tra gli appartenenti a gruppi diversi, si è
infatti tenuto a sottolineare in più occasioni quanto tra questi vi
siano nette divisioni, tanto nello stile di vita che nel pensiero.
Oltre a questo, è la natura dei personaggi ad aver subito talvolta
radicali trasformazioni nel passaggio dalla pagina allo schermo. La
più evidente è probabilmente quella relativa al personaggio di
Peter. Nei libri, infatti, questo viene descritto come un vero e
proprio mostro, dedito alla violenza e al tradimento. Per i film
tali elementi non vengono ignorati, ma sono certamente addolciti
dalla presenza di un marcato umorismo che contraddistingue il
personaggio e lo fa risultare più umano.
Differenze si ritrovano anche nei
confronti del carattere di Quattro. Alla fine del film, infatti,
questi viene visto dar luogo ad un atto di gentilezza nei confronti
del severo padre. Tale umanità in più favorisce l’identificazione
del pubblico con il personaggio, che assume ancor di più i
connotati di un eroe. Un’altra significativa differenza è
riscontrabile nelle prove che Tris si trova a dover affrontare per
poter entrare a far parte degli Intrepidi. Per il film era infatti
essenziale trovare delle soluzioni visivamente accattivanti e più
coinvolgenti per il pubblico. Ecco dunque che nasce l’idea per la
scatola di specchi in cui la protagonista si trova rinchiusa.
The Divergent Series: dove
vedere i film in streaming
Per gli amanti della saga, o per chi
volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. I film di The Divergent Series
sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video, Now TV e Infinity.
Per vederli, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarli in totale comodità e al
meglio della qualità video. Il primo
capitolo, Divergent, è invece
presente nel palinsesto televisivo di martedì 16
agosto alle ore 21:00 sul
canale 20 Mediaset.
Il regista Roland
Emmerich è celebre per film catastrofici come Independence
Day,The Day After
Tomorrow, 2012 o il recente Moonfall. Nella sua
filmografia si ritrovano però anche titoli di diverso genere, come
i drammi storici Il patriota, Anonymous e
Stonewall. Sempre legato alla storia, o meglio alla
preistoria, è anche uno dei suoi film più singolari. Si tratta di
10.000 A.C., ambientato nell’anno
indicato dal titolo e basato su ricostruzioni storiche
particolarmente avanzate di quell’epoca lontanissima dai giorni
nostri. Emmerich conduce dunque lo spettatore in un’avventura
insolita, ricca di meraviglie paesaggistiche, animali ormai estinti
e storie a dir poco epiche.
Scritto dallo stesso Emmerich
insieme al compositore Harald Kloser, il film è
stato ideato prendendo spunto da quanto ipotizzato nel libro
Impronte degli dei, del giornalista britannico
Graham Hancock. In questo saggio di natura
archeologica e antropologica, lo scrittore sostiene l’esistenza di
civiltà pre-diluviane, come anche che l’esistenza di alcuni siti
archeologico come le Piramidi di Giza, siano in realtà molto più
antiche di quello che si crederebbe. 10.000 A.C. fa dunque
sue queste teorie, immaginando cosa potrebbe significare la loro
effettiva veridicità e come poteva essere la vita nel X millennio
a.C.
Costato 105 milioni di dollari, il
film si affermò come un buon successo economico, pur se in molti lo
indicano come uno dei titoli meno entusiasmanti del regista. A
distanza di oltre un decennio dalla sua uscita è però un film da
riscoprire, anche solo per il fascino delle sue teorie storiche.
Prima di intraprendere una visione del film, sarà certamente utile
approfondire alcune curiosità relative a questo. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare dettagli relativi
alla trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
10.000 A.C.: la trama del
film
Ambientato nell’epoca delle prime
manifestazioni umane, quando gli uomini erano guidati da spiriti e
profezie ed ogni loro azione era compiuta in nome della natura, il
film narra le avventure di un giovane cacciatore di mammut di nome
D’leh, appartenente ad una tribù primitiva. Con il
ritorno degli imponenti animali, per lui e i suoi simili riprende
la stagione della caccia. Insieme a D’leh c’è anche
Evolet, una bellissima ragazza dagli occhi blu di
cui il protagonista è follemente innamorato. Quella che doveva
essere una comune battuta di caccia si trasforma però in una vera e
propria missione di salvataggio.
Evolet e altri membri della tribù
vengono infatti rapiti da misteriosi guerrieri che intendono
rendere loro schiavi i prigionieri. D’leh e quanti rimasti con lui
si mettono dunque da subito sulle loro tracce per salvarli,
compiendo un viaggio ben oltre le terre da loro conosciute.
Spingendosi ai confini del loro mondo, il gruppo si troverà a dover
affrontare innumerevoli pericoli, da impervie montagne innevate ad
attacchi di pericolosi animali, come le temute tigri dai denti a
sciabola. Il loro cammino li condurrà poi in quello che è oggi noto
come Egitto, dove si dovrà consumare una battaglia all’ultimo
sangue.
10.000 A.C.: il cast del
film, la lingua e il finale alternativo
Per questo film Emmerich ha
preferito affidarsi ad attori sconosciuti, convinto che far
interpretare i personaggi protagonisti a dei volti noti del cinema
avrebbe dato vita ad un tipo di film lontano da quello che lui
voleva realizzare. Per il ruolo di D’leh è dunque stato scelto
Steven Strait, qui in uno dei suoi primi ruoli da
protagonista. Nel ruolo di Evolet vi è invece Camilla
Belle, mentre Cliff Curtis è Tic’Tic,
amico di D’leh. L’attore Affif Ben Badra è
Warlord, il leader dei guerrieri nemici e Marco
Khan è il suo braccio destro One-Eye. Completano il cast
Mona Hammond nei panni della vecchia madre e
Tim Barlow in quelli de L’Onnipotente.
Nel concepire il film, si era
inizialmente ipotizzato di utilizzare una lingua antica similmente
a come avvenuto per La passione di Cristo e
Apocalypto. Emmerich però rifiutò l’idea, sostenendo che
l’utilizzo di una simile caratteristica avrebbe tolto emozione al
racconto. Si optò invece per concepire insieme ad alcuni esperti un
differente tipo di linguaggio, poi utilizzato nel film. Esiste
inoltre un finale alternativo, ambientato anni dopo la conclusione
del film, dove l’anziano narratore, interrogato da un bambino,
afferma che le Montagne degli Dei, ovvero le Piramidi, erano state
dimenticate ed erano finite sepolte sotto la sabbia, ricollegandosi
dunque all’idea che la loro riscoperta millenni dopo avrebbe
portato ad un’errata datazione della costruzione delle
piramidi.
10.000 A.C.: il trailer e
dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
10.000 A.C. grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì agosto alle ore
00:30 sul canale 20
Mediaset.
Dopo aver vinto un Oscar per la
miglior sceneggiatura non originale con La grande scommessa, il
regista Adam McKay (anche noto per film comici
come Anchorman, Ricky Bobby e Fratellastri a 40
anni) è tornato al cinema nel 2018 con Vice –
L’uomo nell’ombra (qui la recensione). Se nel
precedente lungometraggio egli raccontava la storia di quanti
previdero e trassero fortuna dalla crisi economica del 2008, in
questo nuovo lavoro egli si impegna a svelare l’uomo nell’ombra del
titolo, ovvero Dick Cheney, vicepresidente degli
Stati Uniti dal 2001 al 2009 sotto la presidenza di Bush. Si anima
così un racconto tanto appassionante quanto sconvolgente.
Pur non apparendo volutamente mai in
primo piano, Cheney è infatti considerato l’uomo che ha realmente
governato gli Stati Uniti dei primi anni Duemila. Egli si è trovato
a gestire l’attacco terroristico dell’11 settembre e la guerra che
ne è poi scaturita, imponendo la propria linea di pensiero a
riguardo. Nel ritrarre la sua ascesa al potere, McKay non rinuncia
ad alcune esagerazioni o inaccuratezze, dando però così vita ad un
racconto che non può far a meno della forma cinematografica con cui
viene raccontato. Attraverso metafore, simbolismi e giochi
metacinematografici, il regista dà vita ad uno dei migliori film
del suo anno.
Candidato ad otto premi Oscar, tra
cui miglior film, Vice – L’uomo nell’ombra è infine stato
premiato per il miglior trucco e acconciatura. Si tratta di un film
tanto divertente quanto inquietante, che svela i giochi di potere
che si agitano da sempre nell’ombra. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Vice – L’uomo nell’ombra: la trama del film
Protagonista del film è Dick
Cheney, un uomo discreto e riservato che dopo un passato
segnato dall’alcolismo, inizia a lavorare come stagista alla Casa
Bianca durante la presidenza di Richard Nixon, ricoprendo ruoli
sempre più importanti nelle amministrazioni USA degli ultimi
cinquant’anni. Dietro ai suoi successi vi è in particolare sua
moglie Lynne, la quale lo ha sempre spinto ad
ottenere di più. Guidato dall’amico e collega Donald
Rumsfeld e sostenuto dalla lealtà della moglie, riesce a
insinuarsi discretamente ed in modo incisivo nel susseguirsi dei
differenti governi.
A frenare la sua ascesa sembrò ad un
certo punto pensarci una brutta malattia, che spinse Cheney a
ritirarsi. Tale situazione cambiò però ben presto nel momento in
cui gli viene offertà l’opportunità di approdare alla
vicepresidenza del paese con George W. Bush,
ottenendo di fatto un potere decisionale quasi totale. In
particolare, durante questo incarico, Cheney avrà la capacità di
manovrare con abilità e discrezione le decisioni più importanti a
livello amministrativo e militare, determinando l’assetto politico
degli Stati Uniti anche degli anni a venire.
Vice – L’uomo nell’ombra: il cast del film
Per interpretare Dick Cheney, McKay
ha voluto l’attore Christian Bale,
con il quale aveva già collaborato in La grande scommessa.
Per assumere questo ruolo, Bale ha guadagnato circa 20 chili, si è
rasato la testa, si è sbiancato le sopracciglia e si è esercitato
per ispessire il collo similmente a quello del vero Cheney. Bale ha
inoltre affermato di aver raggiunto il fisico massiccio per il film
mangiando un sacco di torte. L’attore ha inoltre raccontato che a
causa dello stile di regia improvvisato di Adam McKay, ha dovuto
fare più ricerche per questo film rispetto a qualsiasi altro film
da lui interpretato. Bale ha infatti dovuto imparare a
padroneggiare i manierismi e il vernacolo di Dick Cheney.
Ad interpretare Lynne, la moglie di
Cheney, vi è invece l’attrice Amy Adams.
Questa è rimasta nel personaggio durante le riprese, soprattutto
mantenendo la voce distinta della donna. Avrebbe anche avuto
dibattiti politici con il regista mantenendo tale voce. Il premio
Oscar Sam Rockwell
interpreta invece George W. Bush. Per questo ruolo, la più grande
preoccupazione fisica dell’attore era il modo di parlare “a labbra
in avanti” di Bush. Ha pertanto richiesto una protesi nella regione
della bocca, oltre al naso completamente prostetico che indossava
per il film. Nel film compaiono poi anche Steve Carell
nei panni di Donald Rumsfeld, Alison Pil in quelli
di Mary Cheney e Tyler Perry come Colin Powell.
L’attore Jesse Plemons è invece Kurt, il
narratore.
Vice – L’uomo nell’ombra:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È comunque possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Vice – L’uomo
nell’ombra è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV,Chili, Google Play, Infinity,
Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 16 agosto alle ore
23:00 sul canale Rai
Movie.
Dopo Peter Dinklage, Viola Davis è il nuovo
nome di grande prestigio a unirsi al cast di Hunger Games:
La ballata dell’usignolo e del serpente, il racconto
prequel della saga di Hunger Games.
Davis interpreterà Volumnia
Gaul, la mente diabolica dietro all’idea dell’incontro
mortale tra adolescenti alla base della storia, gli Hunger
Games.
Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e del serpente, il film
Basato sul romanzo prequel del 2020
di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del
serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi
della trilogia di Hunger Games a
partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove
un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la
ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.
Anni prima di diventare il
tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è
l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una
famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella
Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di
Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene
assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la
ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey
attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la
cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado
di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti
per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di
Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi
è un usignolo e chi è un serpente.
Tom Blyth e
Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente
Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter
Schafer sarà Tigris Snow, Peter
Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà
Volumnia Gaul.
Scritto da Michael Lesslie e basato
su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal
regista di Hunger GamesFrancis
Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise
Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad
Simpson, insieme a Francis Lawrence.
Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i
produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott
O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il
prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle
sale.
Johnny Depp tornerà a dirigere un film per la prima
volta dopo 25 anni. L’attore tornerà dietro la macchina da presa
per Modigliani, un dramma biografico sull’artista
Amedeo Modigliani. Al Pacino sta
producendo il film insieme a Barry Navidi. IN.2,
il ramo europeo della società di produzione Infinitum Nihil,
sostiene il film.
Basato sull’omonima opera teatrale
di Dennis McIntyre e adattato per lo schermo da
Jerzy e Mary Kromolowski,
Modigliani si svolge nella Parigi del 1916 e
racconta la storia del pittore e scultore italiano. Modigliani,
“a lungo considerato lui stesso un fallimento critico e
commerciale, attraversa 48 ore turbolente e movimentate che
diventeranno un punto di svolta nella sua vita, consolidando infine
la sua reputazione di leggenda artistica”. “La saga della vita del signor Modigliani è quella che sono
incredibilmente onorato di portare sullo schermo”, ha detto
Depp in una nota. “È stata una vita di grandi difficoltà, ma
alla fine il trionfo: una storia universalmente umana in cui tutti
gli spettatori possono identificarsi”.
Il film è uno degli sforzi di Depp
per ricominciare la sua carriera sulla scia del suo processo per
diffamazione contro l’ex moglie
Amber Heard. La giuria ha ritenuto che Heard avesse
diffamato Depp nel suo articolo di opinione sul Washington Post del
2018, che alludeva a una vittima di violenza domestica. Tuttavia,
la giuria ha anche ritenuto che Depp diffamasse Heard, tramite il
suo avvocato, mentre combatteva contro le sue accuse.
Sebbene Hollywood si sia tenuto alla
larga da
Johnny Depp, lui è stato in grado di trovare lavoro
con società di produzione europee. Ha anche recitato nel ruolo del
controverso re Luigi XV nel film Jeanne du
Barry, della regista francese Maïwenn, un film drammatico
storico sulla concubina di un reale.
Jeanne du Barry
sarà il primo ruolo di attore importante di Depp dal 2020, anno un
cui è uscito Minamata, e in cui interpretava il fotografo di guerra
W. Eugene Smith. Lo stesso anno, Depp è stato
costretto dalla Warner Bros. ad abbandonare la serie spin-off di
Harry PotterAnimali fantastici
dopo aver perso la causa per diffamazione contro il tabloid
britannico The Sun, che aveva caratterizzato Depp come un
“picchiatore di moglie“. Madds Mikkelson
ha sostituito Depp nel ruolo del mago oscuro Gellert Grindelwald
nel film del 2022 Animali Fantastici: I segreti di Silente.
L’attore ha esordito alla regia nel
1997 con Il coraggioso, in cui recitava al fianco
di Marlon Brando, che non è stato accolto bene da
pubblico e critica.
Il film segna anche un’altra
collaborazione tra Pacino e Navidi, che hanno lavorato insieme nel
corso degli anni in Il Mercante di Venezia del
2004, Wilde Salomé del 2011 e Salomé del 2013.
“Questo progetto è stato molto
vicino al cuore di Al. Lui mi ha fatto conoscere lo spettacolo
Modigliani molti anni fa e me ne sono innamorato all’istante”,
ha detto Navidi. “Questa è una fetta della vita di Modigliani e
non una biografia. È stato un mio sogno lavorare di nuovo con
Johnny: è un vero artista con una visione straordinaria per portare
questa grande storia sullo schermo.”
La star di The
Flash,
Ezra Miller, dice che stanno cercando
un trattamento per “complessi problemi di salute mentale”. In una
dichiarazione fornita a Variety da un rappresentante
dell’attore, Miller ha rotto il silenzio sul comportamento
preoccupante che hanno mostrato negli ultimi anni, comportamento
che ha portato a una serie di problemi legali e accuse di
aggressioni e abusi. Miller si è anche scusato per le loro
azioni.
“Avendo recentemente
attraversato un periodo di intensa crisi, ora capisco che sto
soffrendo di complessi problemi di salute mentale e ho iniziato il
trattamento in corso”, afferma Miller. “Voglio scusarmi
con tutti per aver allarmato e sconvolto il mio comportamento
passato. Mi impegno a fare il lavoro necessario per tornare a una
fase sana, sicura e produttiva della mia vita”.
L’attore tormentato, che non è
binario e usa loro come pronomi, ha interpretato il personaggio
della DC Comics Barry Allen in Justice League del 2017 e in
Zack Snyder’s Justice
League del 2021. Ma il loro ruolo nel franchise di
fumetti è stato oscurato dal loro comportamento fuori dallo
schermo, che ha allarmato gli amici e i colleghi dell’attore, così
come la Warner Bros., lo studio dietro a The
Flash.
Più di recente, Miller è stato
accusato di
furto con scasso nel Vermont, dopo che la polizia di stato ha
indagato su un incidente che ha visto diverse bottiglie di alcol
prelevate da una residenza mentre i proprietari della casa non
erano presenti. L’attore ha fatto notizia nel 2020 dopo che è
emerso un video in cui sembrava stessero soffocando una donna fuori
da un bar in Islanda.
Non sono state presentate accuse.
L’attore è stato arrestato due volte alle Hawaii quest’anno, una
volta per condotta disordinata e molestie. Negli incidenti alle
Hawaii, Miller non ha contestato un singolo conteggio di condotta
disordinata illecito e ha pagato una multa di $ 500 e $ 30 di spese
processuali. L’accusa di molestia è stata respinta.
La serie di scandali è diventata una
valanga difficile da gestire per le pubbliche relazioni, non solo
per Miller, ma anche per la Warner Bros. Discovery, che ha l’attore
sotto contratto per due dei suoi franchise cardine: i film
DC Comics e la serie spin-off di Harry Potter,
Animali Fantastici. Una fonte vicina allo studio
afferma che la Warner Bros. sostiene la decisione di Miller di
cercare un aiuto professionale.
Il film
The Flash
The
Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno
2023. Il film vede
Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice League e sarà affiancato da Sasha
Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei
panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in
Batman Il Ritorno.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash con Ezra Miller
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Volto noto ai fortunati
abbonati Netflix che hanno potuto godersi le tre stagioni
dell’After
Life di Ricky Gervais, quelle di
David Earl sono sicuramente una faccia e una
comicità che non passano inosservate. Tanto più in una commedia
estiva decisamente sui generis come il Brian e Charles di Jim
Archer, già regista del cortometraggio di partenza, nato
dagli spettacoli teatrali che avevano tenuto a battesimo la strana
coppia protagonista composta dal solitario inventore gallese e dal
suo strano amico, interpretato – come sul palco dei tanti comedy
club – da Chris Hayward (The IT
Crowd).
Una creatura nata dalla
disperazione più che dall’amore o dalla volontà di sfidare dei
limiti, e dall’immaginazione. Dote che non manca ai nostri eroi e
che il film invita a coltivare e sviluppare, facendone una forza, a
prescindere dallo scetticismo altrui. Non un
Frankenstein moderno, insomma, né un iper
tecnologizzato robot come il Jeff di Finch o un’affascinante
umanoide come la Alicia Vikander di Ex Machina… siamo più dalle parti del –
troppo! – misconosciuto Robot & Frank del 2012, dove erano
Frank Langella e Peter Sarsgaard (in voce) a regalare emozioni
analoghe.
Brian e Charles, vita
e opere
Brian è un inventore
solitario che vive in una remota valle nel Galles del Nord. In
apparenza, la solitudine non sembra infastidirlo e trascorre gran
parte della sua vita solitaria nel suo laboratorio fatiscente
costruendo oggetti bizzarri che nessuno vuole.
Fino a che un giorno,
Brian costruisce un robot. Lo realizza usando una vecchia lavatrice
e una testa di manichino malconcia. Alto oltre 2 metri, Charles ha
un aspetto che ricorda quello di un anziano un po’ malfermo.
Inizialmente Charles stenta ad attivarsi, poi una sera buia e
tempestosa Brian torna a casa e scopre che Charles non solo
funziona, ma ha superato tutte le sue aspettative. È una forma di
vita in grado di camminare e parlare, con i modi di un bambino
curioso, desideroso di conoscere l’ambiente circostante e il
funzionamento di ogni cosa.
All’inizio Brian e
Charles si divertono insieme, il robot è l’antidoto perfetto alla
solitudine di Brian. Tuttavia, man mano che il loro rapporto
evolve, le cose diventano sempre più tese. Charles, come un
adolescente, reclama indipendenza, sempre più ossessionato dal
desiderio di scoprire il mondo. Ma Brian è restio a condividere il
suo robot con il mondo esterno, persino a farlo allontanare troppo,
perché il mondo là fuori è pericoloso. Come dimostrano i
Tommington, una famiglia locale, e in particolare Eddie, un
agricoltore che in passato ha già bullizzato Brian. Ma grazie a
Charles, Brian acquisisce fiducia in se stesso e stringe amicizia con Hazel,
una donna del posto, come Brian timida e solitaria. I due si
avvicinano ancora di più, quando, all’improvviso, la peggiore delle
paure di Brian si avvera: Charles scompare.
Diverso è
bello
Per quanto si senta la
mancanza dello humour sferzante e adulto che Earl e Hayward
sviluppavano sul palco, dal vivo, la forma del lungometraggio
permette di affrontare il rapporto tra Brian e
Charles in un modo diverso, più ricco e complesso di
quanto necessitassero gli sketch comici. Crescita, conflitto,
evoluzione sono tappe imprescindibili del passaggio all’età adulta,
è evidente, ma per una volta possiamo evitare di immolare su
quell’altare immaginazione e innocenza.
Sono questi i pilastri di
una commedia, che potrebbe non trascinare i meno preparati allo
spirito cinico e spiazzante del Brian di
After Life, ma che saprà conquistare nonostante un
ritmo funzionale all’effetto sorpresa richiesto. Soprattutto per la
sincerità, la semplicità e la forza emotiva che si rivela capace di
trasmettere, irresistibile. E unica, a conferma che ogni diversità
– come ogni sentimento – è meravigliosa e da curare, proteggere e
rispettare.
Dopo un inverno
particolarmente rigido Brian entra in una profonda depressione;
completamente isolato e senza nessuno con cui parlare, Brian fa
quello che qualsiasi persona sana di mente farebbe di fronte a una
situazione così malinconica: Costruisce un robot, Charles. Ma chi
sono Brian e Charles?
Ce lo hanno raccontato il
regista del film –
in sala a partire dal 31 agosto, distribuito da Lucky Red – e i
suoi due complici, gli interpreti principali David
Earl (After life) e Chris
Hayward (The It Crowd), che dopo
aver portato questi due personaggi surreali sui palcoscenici di
tanti comedy club si sono prestati a farne un corto prima e un film
poi. E a raccontarne la genesi…
Genesi che potete
raccontarci?
DAVID EARL: Sono stato
Brian per diversi anni, sui palchi dei piccoli club del Regno Unito
e degli Stati Uniti, e nella mia testa. L’ho immaginato – e portato
avanti per anni – come il peggior stand-up comedian del mondo, uno
sempre a disagio sul palco. Poi, il passaggio successivo, è stato
quello di inventare una finta trasmissione su internet, dove le
persone telefonavano senza sapere nulla, e dove una notte il
produttore ha risposto usando un software vocale, creando così di
fatto il personaggio di Charles. Lui ci metteva del tempo per
rispondere, dovendo digitare le risposte che il computer avrebbe
poi recitato, e così è nato questo rapporto particolare tra Brian e
Charles. Quando Chris ha sentito la trasmissione ha detto che
voleva interpretarlo, renderlo vivo. Perciò abbiamo continuato
insieme a portarlo in giro nei locali notturni, e abbiamo visto che
il pubblico gli si era molto affezionato, al punto da pensare che
avremmo potuto farne altro. Un progetto che avevamo accantonato,
fino a quando la
film4 ci ha contattati…
Un progetto che è
cambiato durante il percorso…
CHRIS HAYWARD:
Sicuramente si, soprattutto tra cortometraggio e spettacolo dal
vivo. Abbiamo cercato di immaginare diversi modi in cui si
comportano i personaggi, anche perché in un film diretto a un
pubblico più vasto volevamo renderli più piacevoli. Più di quello
della versione ‘Stand up’ dei club, Dove Brian era più adulto, più
duro, più al limite. Abbiamo guardato a quel che avevamo fatto e
deciso che volevamo conservare elementi differenti del personaggio
di Charles che erano piaciuti al pubblico, come le discussioni con
Brian, la parte del ballo. Qui vedi tutto, tutte le fasi, anche
accorciate, dalla creazione iniziale, con lui bambino,
all’apprendimento e alla crescita, fino all’adolescenza. In questa
versione abbiamo voluto rendere Brian più dolce, farne un vero
emarginato, in modo che per il pubblico fosse più facile
relazionarcisi e fare il tifo per lui. Come abbiamo fatto anche per
Charles.
Personaggi che siete
riusciti a non rendere mai noiosi, che avete fatto vostri?
CHRIS HAYWARD: Riusciamo
a farli funzionare ancora perché ci siamo sempre divertiti
tantissimo a rappresentarli. Quando ci esibivamo dal vivo, o nel
corto, c’è sempre stata una atmosfera di grande divertimento,
l’obiettivo della giornata è sempre stato di far ridere altro. E
questo ha aiutato a mantenere una certa freschezza, a evitare di
diventare noiosi. Anche sul set.
DAVID EARL: E’ vero che
il personaggio è quello, ma in un club ogni notte è diverso, anche
per il publico, e portarlo in media diversi – dal corto al film –
ha anche aiutato a mantenere quella freschezza e spero di riuscire
a farlo. Quanto al resto, io SONO Brian. Come lui inventa cose che
non servono a niente o non funzionano mai, anche io continuo a fare
cose che non mi riescono, ma vado avanti.
E qual è stata la tua
creazione più riuscita, invece?
DAVID EARL: Direi i miei
figli, quelli veri.
E’ un caso che il
rapporto tra i due, sia quello tra padre e figlio?
DAVID EARL: E’ una idea
entrata tardi durante la fase di scrittura. Negli spettacoli dei
club Charles era un personaggio adulto, nel film abbiamo mostrato
un bambino che cresce, diventa un adolescente e vuole andare a
scoprire il mondo, e il divertimento veniva da quello. In quel
periodo mio figlio Angus, aveva circa 15 anni, con tutto quel che
implica in termini di desiderio di fuga e di indipendenza, e
l’esperienza personale è servita molto a costruire una relazione
complessa, difficile. Ma alla fine, guardando il film, ho sentito
che avesse una sua verità emotiva.
Cosa vi piacerebbe
trasmettere al pubblico più giovane, dei figli e dei ragazzi che
crescono?
DAVID EARL: Mi piacerebbe
che avessero voglia di costruire delle cose, che il film catturi la
loro immaginazione e faccia venire loro voglia di realizzare
qualcosa, o di sviluppare delle curiosità. Io stesso continuo a
sognare a occhi aperti. E’ una via di fuga importantissimo, anche
per arrivare a fine giornata. Ne hai bisogno per sopravvivere.
JIM ARCHER: La vita
sarebbe più grigia, senza. Spero che la gente che vedrà il film
userà la propria immaginazione, anche per accettare e sentire come
credibili i personaggi. La scommessa più grande del film è proprio
di far sì che le persone possano prendere a cuore le sorti di un
uomo che ha un rapporto con un robot fatto con una lavatrice.
Dopo uno spettacolo,
un corto e un film, come continuerete?
CHRIS HAYWARD: Forse con
un musical, o un fumetto, un libro per bambini…
JIM ARCHER: Abbiamo
diverse idee del genere, in effetti.
CHRIS HAYWARD: Sono
opzioni, ma dipenderà da come va il film!
Senza i cattivi non ci sarebbe nulla
da fare per i supereroi. Sconfiggerli è necessario, ma ci sono casi
in cui la vita di un villan è davvero troppo breve. Ad
esempio, Thor:
Love and Thunder ha ricevuto recensioni contrastanti
da parte del pubblico e della critica proprio perché Gorr il
Dio Macellaio viene ucciso nello stesso film in cui viene
introdotto nell’MCU.
Non è la prima volta che nel
Marvel Cinematic Universe un cattivo
viene fatto fuori prima che possa mostrare ciò di cui è capace. Gli
utenti di Reddit hanno aperto un dibattito su
quali nemici MCU sono stati uccisi
troppo presto, mostrando opinioni in parte prevedibili in parte
sorprendenti.
Erik
Killmonger
L’utente di
RedditCbekel3618 pensa che
questo personaggio non doveva essere ucciso così presto, in quanto
possedeva tutte le carte necessarie per essere un rivale duro a
morire. “Penso che avrebbe scritto un capitolo incredibile per
i Wakanda, essendo l’equivalente di Magneto o Loki
in questo mondo.”
Tuttavia, la storia di
Killmonger è tutta racchiusa nel film del 2018 che
sviluppa contemporaneamente il personaggio di Erik
Killmonger e quello di T’Challa. Il
personaggio ritorna nella serie Disney+What
If…?, una piccola consolazione ai margini del
canone MCU.
Hela
Hela è uno dei più
grandi nemici di Thor, nonché la sorella del Dio del
Tuono. Tra tutte le lotte di famiglia viste
nell’MCU, il primato spetta all’epica
battaglia tra Hela e Thor al
ritmo di “Immigrant Song” di Led Zeppelin che
vediamo in Ragnarok.
Tuttavia, per un Redditor il
tempo del cattivo nell’MCU
è stato troppo breve. L’utente è speranzoso: “Hela
scompare prima che la spada la colpisca. Possono facilmente
riportarla indietro.” Se il pubblico non vede la morte, allora
non è mai avvenuta. Se ci affidiamo a questa regola non scritta del
mondo del cinema, Hela potrebbe fare ritorno nella
Saga del Multiverso.
Ultron
Tra le varie scene
divertenti di Avengers: Age of Ultron
– ricordiamo la festa in cui ogni Avenger cerca
di sollevare il martello di Thor – si muove un
cattivo veramente minaccioso: l’antagonista James Spader/
Ultron.
L’utente di Reddit MsGhostyGhost pensa
che Ultron avrebbe dovuto fermarsi per più tempo
nell’MCU, invece ha avuto a disposizione un
solo film. Tuttavia, in Doctor Strange nel Multiverso della
follia compaiono i robot di Ultron come
guardie degli Illuminati, quindi c’è la possibilità che il
cattivo maniacale ritorni nell’MCU anche in
futuro.
Ulysses Klaue
(Klaw)
Anche Klaue è
apparso in Age of Ultron, ma ha avuto un ruolo molto più
rilevante in Black Panther. Tuttavia, vista la rilevanza
di Klaue come nemico di Pantera Nera nei fumetti,
nel film del 2018 il personaggio è alquanto deludente: l’eroe e il
cattivo non combattono nemmeno una volta!
Anche per questo motivo, DoILookLikeASkater
pensa che il Klaue avrebbe dovuto sopravvivere invece di
essere ucciso: ”Voglio solo piùAndy Serkisnei panni di Klaue.”
Serkis si stava calando perfettamente in
Klaw, come fa con tutti i suoi ruoli, e si stava
divertendo a interpretare il mercenario sudafricano, ma purtroppo è
stato fatto fuori troppo presto.
Ronan
l’Accusatore
Ronan è apparso due
volte nell’MCU e il potenziale del
personaggio è stato sprecato entrambe le volte. Ronan
l’Accusatore dovrebbe essere un cattivo imponente e
terrificante, ma sia in Guardiani della Galassia che
in Capitan Marvel sembra più che altro un elemento
ironico.
L’utente RedditSmokedSpirit non ha
apprezzato la morte precoce del personaggio: “Non gli hanno
dato abbastanza spazio nella storia e nelle scene.”
Ronan non ha mai avuto modo nell’MCU di
mostrare la sua crudeltà, dimostrandosi uno dei cattivi più
deludenti del franchise.
Whiplash
Anche Whiplash nei
fumetti è un cattivo molto più imponente della sua controparte
cinematografica. In Iron Man 2, il personaggio è stato
relegato al semplice ruolo di scagnozzo per Justin Hammer.
Il pubblico, anche Shadowman113, si
aspettava molto di più: Whiplash avrebbe potuto
essere per Iron Man quello che Loki è stato per
Thor, ma è apparso solo come un cattivo passeggero.
Mysterio
L’utente di
RedditSmokedSpirit
pensa che Mysterio sia stato ucciso troppo presto in
Spider-Man: Far From Home. “Mysterio doveva
decisamente sopravvivere. Fury avrebbe dovuto portarlo
nella prigione inter-spaziale o in qualcosa di simile.Jake Gyllenhaalera fantastico.”
Sfortunatamente, Sony possiede i diritti sul
personaggio ed è praticamente impossibile per Mysterio
tornare nell’MCU. Anche se un nuovo accordo tra
Marvele
Sony sembra alquanto improbabile, l’utente ha
ragione sul fatto che il personaggio sia stato fatto fuori troppo
velocemente.
Crossbones
Crossbones è l’antagonista
principale del fumetto Captain America: Civil War.
Pe questo motivo, è stato deludente per molti fan della
Marvel Comics vedere
che Crossbones non era il cattivo principale del film e,
soprattutto, assistere alla sua morte cinque minuti dopo che era
stato presentato.
L’utente Reddit
NevroHyuga è rimasto particolarmente dispiaciuto: ”Dieci
minuti e BOOM, se n’è subito andato.” Tuttavia, la morte del
personaggio ha decisamente sovvertito le aspettative, dal momento
che è Crossbones a uccidere Cap nel
fumetto.
Taskmaster
Taskmaster è uno dei
criminali più recenti dell’MCU: è apparsa per la
prima volta l’anno scorso in Black Widow. Il personaggio è
tra i favoriti per i fan dei fumetti: il cattivo può imitare
qualsiasi superpotere dell’Avenger.
In live action, le sequenze d’azione
di Taskmaster lasciano alquanto desiderare. Anche se
non muore, al personaggio viene dato un antidoto che la libera
dall’essere crudele. Per Sadwolfe questo
mutamento è stato un grosso errore: “Se ben architettata,
sarebbe stata una grandiosa minaccia da tenere in giro. Un buon
cattivo per i tipi di combattimento corpo a corpo.” Ricordiamo
però che nell’MCU nessuna conversione è
irreversibile…
Thanos
Sembra un po’ inverosimile pensare
che Thanos debba essere esplorato ulteriormente o che
sia stato ucciso troppo presto. Il personaggio è apparso in diversi
film dell’MCU
ed è rimasto nel franchise per sette anni, accaparrandosi un posto
di prim’ordine in due film dei Vendicatori.
Nonostante ciò, Flam3emperor622 crede che tutto ciò
non sia abbastanza: “Thanos aveva anche altre storie da
raccontare. È un Eterno con un gene deviato.” E
se Eros, il fratello di Thanos, è apparso in
una scena post-credits di Eternals, Thanos potrebbe
ritornare nel sequel.
Sembra che il Marvel Cinematic
Universe non riesca a trovare pace con la Fase
Quattro, dato che
Thor: Love and Thunder è l’ennesimo film del MCU che ha ricevuto
un’accoglienza deludente da parte della critica e dei fan. Il film
non eguaglia il punteggio “marcio” di Eternals, ma ci si avvicina. Non è la prima
volta che i Marvel Studios non fanno
centro e gli utenti di Letterboxd hanno
tracciato una linea di confine per quanto riguarda le loro
aspettative.
È interessante notare che la maggior
parte dei film meno votati dell’universo sull’applicazione
appartengono sia ai film più vecchi che a quelli più recenti.
Sebbene sia logico che alcuni film della Fase Uno
e della Fase Due non siano stati un successo, dato
che lo studio stava ancora trovando la sua strada, gli utenti di
Letterboxd si aspettano di più dai Marvel
Studios dopo 14 anni.
Thor: Love and Thunder (2022)
3,17
Thor:
Love And Thunder è l’ultimo arrivato nel
MCU e,
nonostante prosegua la completa rivisitazione del personaggio
operata dallo sceneggiatore e regista Taika
Waititi con Thor: Ragnarok, non è riuscito a confermarsi
come un sequel di livello. Il nuovo film è solo marginalmente
migliore dei primi due Thor, e condivide persino
lo stesso punteggio di The Dark World su
IMDb.
Sebbene in Ragnarok sia presente molta più
commedia rispetto agli altri film del MCU, è un film
bilanciato anche per quanto riguarda l’inserimento di scene più
toccanti, come la morte di Odino. Sfortunatamente,
Love and Thunder è una commedia divertente che
non trova mai una sosta, al punto da rovinare il personaggio di
punta del film. Il quarto capitolo ha mancato il bersaglio, perché
ci sono troppe battute su Thor e sul suo rapporto
con Stormbreaker e con il
Mjölnir, e non vediamo abbastanza Gorr il
Macellatore di Dei affrontare davvero gli
dei.
Avengers: Age Of
Ultron (2015) – 3,14
Proprio come Love and Thunder, Avengers: Age of Ultron veniva dal grande
successo di The Avengers. Il film corale del 2012 aveva
realizzato l’impossibile ed era riuscito a unire tutti gli eroi con
rinnovato senso del divertimento. Al contrario, il sequel sembra
depotenziato e le sequenze perdono di mordente nella fase di
intermezzo.
L’introduzione e la morte di
Quicksilver non sono ben integrati in questo
capitolo di transizione, visto che è un personaggio così
sacrificabile, e i Vendicatori che combattono contro un esercito
senza volto non riescono a fare centro una seconda volta. Tuttavia,
alcuni fan del MCU hanno
confessato che adorano Age of Ultron, descrivendo
la scena con l’Hulkbuster come una delle migliori
parentesi di fan service del franchise.
Ant-Man And
The Wasp (2018) – 3.12
Non c’era molto clamore
intorno al primo film di
Ant-Man, in quanto non era considerato come
un’aggiunta così importante da visionare per l’intera Saga
dell’Infinito, ma si è comunque ritagliato un suo spazio
per diventare uno tra i miglior film di supereroi per famiglie
grazie alle sue gag visive. Sequenze di questo genere sono ancora
presenti in Ant-Man and the Wasp, e con molta più
creatività al seguito, visto che Giant-Man torna
come un mostro marino sul molo di San Francisco, e
Scott usa i camion come scooter.
Ma anche se tutte queste scene
possono risultare divertenti, il sequel non ha una premessa
convincente come il primo film. Ghost è uno dei
cattivi più dimenticabili del MCU e la
posta in gioco è ancora più bassa rispetto al suo predecessore.
Iron Man 3 (2013) – 3.10
Mentre la maggior parte dei
film del MCU
con il voto più basso sono stati accolti più o meno allo stesso
modo dai fan, sia che fossero insoddisfacenti o totalmente
deludenti, Iron Man 3 è in realtà un film completamente
divisivo. Pochi fan ritengono che il film sia semplicemente bello.
Al contrario, gli spettatori si dividono tra ci pensa che si tratti
di un film straordinario diretto da Shane Black o
di un film offensivo che ignora in maniera fastidiosa il materiale
di partenza.
Iron Man 3 è il primo film da cui emerge una
visione autoriale, dato che Black è noto
soprattutto per le sue commedie poliziesche (The Nice
Guys, Kiss Kiss Bang Bang) e per il
ribaltamento delle aspettative nei suoi film. E, che lo si ami o lo
si odi, questo è ciò che fa nel film di supereroi del 2013. Il
Mandarino è uno dei cattivi Marvel più imponenti
dei fumetti, ma in Iron Man 3 è un impostore, in realtà un attore
teatrale disoccupato di Londra di nome Trevor.
Eternals (2021) – 3.07
Eternals
non ha avuto l’accoglienza che il superproduttore Kevin Feige e il resto dei
Marvel Studios pensavano. Prima della sua uscita,
il film del 2021 è stato pubblicizzato soprattutto come diretto da
una regista premio Oscar, ma il pubblico è passato oltre questa
nomea. Il film è stato criticato per il suo pessimo ritmo, per la
durata eccessiva e per le sue premesse poco curate.
Eternals è il primo film del MCU a essere
classificato come “marcio” su Rotten Tomatoes, ed
è anche il meno votato su IMDb, ma è interessante
notare che gli utenti di Letterboxd hanno accolto
il film in modo più positivo. Questo potrebbe essere dovuto al
fatto che gli utenti dell’applicazione sono interessati ai dettagli
più sottili della produzione cinematografica e, per quanto il film
possa non essere piaciuto, non si può negarne la qualità visiva.
C’é anche chi ritiene che Eternals sia il film del MCU più
sottovalutato.
Captain Marvel (2019) – 2,98
C’è molto da apprezzare in
Captain Marvel. Per cominciare, è uno dei
primissimi film a guardare agli anni ’90 nello stesso modo
nostalgico in cui i film si sono ispirati agli anni ’80.
Captain Marvel è anche pieno di dettagli
nascosti, come la scoperta che Nick Fury e
Steve Rogers compiono gli anni lo stesso giorno.
Ma un paio di Easter Eggs non sono bastate a impedire ai fan di
rimanere piuttosto delusi dal primo film del MCU con protagonista
un’eroina. Molti hanno pensato che il film non fosse all’altezza
del suo potenziale, soprattutto se si considera che Captain
Marvel è il Vendicatore più potente.
Iron Man 2 (2010) – 2,92
Iron
Man 2 è stato un enorme passo falso dopo il primo
film, poiché si è concentrato troppo sulla preparazione dei
Vendicatori e la trama principale ne ha risentito.
La premessa è essenzialmente la stessa del primo film di
Iron Man: un uomo d’affari vuole fare miliardi con
la tecnologia di Tony Stark e costruirci macchine
da guerra, ma non è altrettanto interessante.
Whiplash non
sembrava neanche lontanamente intimidatorio e il personaggio era
scritto come un semplice scagnozzo. Ma l’insulto più grande ai fan
del supereroe del titolo è arrivato quando Tony ha
organizzato una festa nella sua villa, perché si è ubriacato troppo
e ha urinato nella tuta di Iron Man, un episodio a
dir poco imbarazzante.
Thor (2011) – 2,90
Il primo film di Thor ha sicuramente i suoi fan, perché ha un
look unico e un approccio quasi shakespeariano alla mitologia.
Questo grazie a Kenneth Brannagh, regista che
proviene da un background teatrale e ha diretto anche
Enrico V e Amleto. Il film
introduce poi Loki (Tom
Hiddleston), e tra l’attore e Chris Hemsworth si instaura un’intesa
stellare, dando vita al più iconico rapporto di amore e odio del
MCU.
Ma è chiaro che, a questo punto, il
Marvel Cinematic
Universe era ancora agli inizi. Non era ancora la macchina ben
oliata che è oggi, e la narrazione e gli effetti del film ricordano
più i film di supereroi degli anni 2000 che quelli successivi.
L’incredibile Hulk (2008) –
2,50
L’incredibile
Hulk ha avuto un’accoglienza sfavorevole e, anche se
Abominio è tornato di recente nel MCU, è un film di
cui pochi fan parlano. In molti non lo considerano nemmeno parte
del canone del MCU, dato che il personaggio principale è
interpretato da Edward Norton invece che da Mark Ruffalo.
Tuttavia, il film è almeno migliore
dell’Hulk di Ang Lee, uscito nel
2003. In ogni caso, non c’è ancora stato un grande film su
Hulk, anche se è diventato uno degli elementi
migliori di tutte le pellicole del MCU in cui è
presente. Che affronti l’Hulk Buster in
Age of Ultron, che sia incatenato come un
gladiatore in Ragnarok o che si presenti sotto
forma di Smart Hulk in Avengers: Endgame, il personaggio
è destinato a essere sempre un grande comprimario piuttosto che il
protagonista del suo film da solista. Ma i fan non vedono l’ora di
vedere un Planet Hulk.
Thor: The Dark World (2013) –
2.46
Sebbene
Thor sia stato il primo degli eroi Marvel ad avere
quattro film, questo non significa molto quando tre dei quattro non
sono stati accolti positivamente. Tra tutti, The Dark World è quello che ha raccolto le
recensioni più negative.
Presenta il tipico umorismo e le
sequenze d’azione che ci si aspetta dal MCU, ma questo a
detta dei fan di Letterbox “è il minimo indispensabile” e, sia che
si tratti di battute o di azione, il film del 2013 perde
progressivamente di tono. Tuttavia, ha uno dei finali con
cliffhanger più emozionanti del franchise, secondo solo a Infinity War.
La commedia romantica
Rosaline,
targata 20th Century Studios e interpretata da Kaitlyn Dever
(La rivincita delle sfigate, Dopesick – Dichiarazione
di dipendenza), debutterà il 14 ottobre come Hulu Original
negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina e su Star all’interno
di Disney+ in Italia.
Rosaline
è una rivisitazione leggera e comica della classica storia d’amore
di Shakespeare “Romeo e Giulietta”, raccontata dal punto di vista
della cugina di Giulietta, Rosaline
(Dever), che si dà il caso sia anche un recente amore di Romeo.
Quando Romeo (Kyle Allen) incontra Giulietta (Isabela Merced) e
inizia a corteggiarla, Rosaline
cerca di sabotare la famosa storia d’amore e di riconquistare il
suo uomo. Diretto da Karen Maine (Yes, God, Yes), il film
è interpretato anche da Sean Teale (Skins), con Minnie
Driver (Speechless) e Bradley Whitford (The Handmaid’s
Tale).
La sceneggiatura è di Scott
Neustadter e Michael H. Weber ((500) giorni insieme),
basata sul romanzo “When You Were Mine” di Rebecca Serle. I
produttori sono Shawn Levy, Dan Cohen e Dan Levine, mentre Kaitlyn
Dever, Scott Neustadter, Michael H. Weber ed Emily Morris sono gli
executive producer.
La Biennale di Venezia e Cartier
annunciano che è stato attribuito al grande regista, sceneggiatore
e produttore statunitense Walter Hill (I guerrieri
della notte, 48 ore, Ancora vivo) il
premio Cartier Glory to the Filmmaker della 79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica (31 agosto – 10 settembre
2022), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo
particolarmente originale il cinema contemporaneo.
La consegna del premio Cartier Glory
to the Filmmaker a Walter Hill avrà luogo martedì 6 settembre in
Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 21.45, prima della
proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film, Dead For A Dollar
(Usa, Canada, 114′) con Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel
Brosnahan, and Benjamin Bratt.
Nell’accettare il premio, Walter
Hill ha dichiarato: “Nel mondo del cinema, è risaputo che è un
grande onore essere invitati con una proiezione speciale alla
Mostra del Cinema di Venezia. Col mio nuovo film, Dead For A
Dollar, è la quarta volta che mi capita questa fortuna, e oggi
questo premio mi rende ancora più riconoscente. Grazie ad Alberto
Barbera, a Giulia D’Agnolo Vallan, a Cartier e all’intera comunità
del cinema che mi ha così tanto sostenuto e incoraggiato negli
anni. Grazie a tutti voi, avete reso felice un anziano”.
A proposito di questo
riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha
dichiarato: “Dentro e fuori la tradizione, Walter Hill non fa che
ridisegnare costantemente i confini del genere che costituiscono
l’orizzonte in cui il suo cinema si identifica, se non altro per
trascenderne le convenzioni nella ricerca costante di un rapporto
costruttivo con il trascorso del mito americano ereditato dal
cinema classico e, per altro verso, di un’autentica modernità etica
e formale. Che si misuri con il western e il thriller, l’horror, i
film di guerra o il poliziesco, Hill non rinuncia a farne
l’occasione per costruire geometrie formali e narrative che
aspirano sia a raccontare la contemporaneità attraverso gli
stereotipi di genere, sia a proporre un punto di vista etico che
prescinde e supera la tradizionale linea di demarcazione fra bene e
male. Autore nel senso pieno del termine, Walter Hill non ha
tuttavia esitazioni a riconoscersi nella figura dello specialista
di film d’azione in cui la violenza è assoggettata a diversi gradi
di stilizzazione, e la ricerca di effetti visivi inediti è
perseguita con la sperimentazione costante nell’utilizzo delle
possibilità offerte dal linguaggio cinematografico”.
“Per la seconda edizione del premio
Cartier Glory to the Filmmaker, Cartier ha l’onore di unirsi alla
Mostra del Cinema di Venezia nel riconoscere lo straordinario
lavoro, il talento e il contributo particolarmente originale al
cinema contemporaneo di Walter Hill”, ha dichiarato Arnaud Carrez,
Chief Marketing Officer di Cartier. “Walter Hill ha arricchito il
mondo del cinema con le sue produzioni dagli anni ’70, ed è
inequivocabilmente diventato un pilastro della creatività artistica
contemporanea”.
Myriad Pictures gestisce tutte le
vendite di Dead For A Dollar fuori dal Nord America. Universal
Pictures Content Group ne ha i diritti internazionali, inclusi
Regno Unito, America Latina, Scandinavia, Benelux, Giappone,
Australia/Nuova Zelanda e Italia. Splendid ha i diritti per la
Germania, SND per la Francia, e A Contracorriente per la Spagna.
Quiver Distribution distribuirà il film negli Stati Uniti e in
Canada questo autunno.
Su Dead For A Dollar
1897. Dead For A Dollar segue il
veterano cacciatore di taglie Max Borlund (Christoph Waltz) nel
profondo Messico, dove incontra il giocatore professionista e
fuorilegge Joe Cribbens (Willem Dafoe) – il suo nemico giurato che
Max ha mandato in prigione anni prima. Borlund è in missione per
trovare e riportare a casa Rachel Kidd (Rachel Brosnahan), moglie
di un ricco uomo d’affari di Santa Fe, che è stata presa in
ostaggio. Quando scopre che la donna è fuggita da un
matrimonio forzato, Max si trova di fronte a una scelta: finire il
lavoro disonesto per cui è stato assunto, o farsi da parte mentre
spietati mercenari e il suo antico rivale si avvicinano… Max e il
suo partner Alonzo Poe (Warren Burke) non hanno nulla da guadagnare
se resistono – nulla salvo l’onore.
Jeanne
du Barry sarà il primo ruolo di attore importante di
Depp dal 2020, anno un cui è uscito Minamata, e in cui interpretava
il fotografo di guerra W. Eugene Smith. Lo stesso
anno, Depp è stato costretto dalla Warner Bros. ad abbandonare la
serie spin-off di Harry PotterAnimali
fantastici dopo aver perso la causa per diffamazione
contro il tabloid britannico The Sun, che aveva caratterizzato Depp
come un “picchiatore di moglie“. Madds
Mikkelson ha sostituito Depp nel ruolo del mago oscuro
Gellert Grindelwald nel film del 2022 Animali Fantastici: I segreti di Silente.
Le riprese di Jeanne
du Barry sono iniziate alla fine di luglio (dopo che
il processo si è concluso a giugno) a Parigi e nella regione
dell’Île-de-France, utilizzando punti di riferimento come la Reggia
di Versailles come sfondo. Maïwenn, che ha anche
scritto la sceneggiatura con Teddy Lussi-Modeste,
interpreterà il ruolo della protagonista.
Ecco il trailer di Bones and
All, il nuovo film di Luca Guadagnino
che torna a dirigere Timothée Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Con il giovane attore,
nella foto, la sua collega e compagna di set Taylor
Russell.
Il film farà parte della selezione ufficiale di Venezia 79,
nella sezione del Concorso.
Il
primo film che Luca Guadagnino gira in
America, un teen d’autore, tratto dal libro di Camille DeAngelis e
scritto da David Kajganich (“Suspiria”, “A Bigger Splash”), vedrà
protagonisti Timothée Chalamet (che
torna a lavorare con Guadagnino dopo il successo di “Call me by
your name”), Taylor Russell, Mark Rylance, André
Holland, Jessica Harper, Michael Stuhlbarg, David
Gordon-Green, Francesca Scorsese e Chloë
Sevigny.
Una
produzione Frenesy Film Company e Per Capita
Productions. Prodotto, tra gli altri,
da Luca Guadagnino e Marco
Morabito per Frenesy Film
Company, Lorenzo Mieli per The
Apartment Pictures, del
gruppo Fremantle, Francesco Melzi
d’Eril e Gabriele
Moratti per Memo. I
produttori esecutivi sono Giovanni Corrado e Raffaella
Viscardi.
Arriva da oggi al cinema Nope,
il nuovo film di Jordan Peele con Daniel Kaluuya e Kiki
Palmer.
Il vincitore del premio Oscar®
Jordan Peele ha sconvolto e ridefinito l’horror moderno con Scappa
– Get Out e poi con Noi. Ora sta per introdurci in un nuovo incubo,
un’esperienza horror epica: Nope.
Il film riunisce Peele con il premio
Oscar® Daniel Kaluuya (Scappa – Get Out, Judas and the Black
Messiah), a cui si uniscono Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street,
Alice) e il candidato all’Oscar® Steven Yeun (Minari, Okja) come
residenti in una solitaria gola di nell’entroterra della California
che testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.
Il cast di Nope
include anche Michael Wincott (Hitchcock,
Westworld) e Brandon Perea (The OA, American
Insurrection). Il film è scritto e diretto da Jordan Peele ed è
prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e Jordan Peele per Monkeypaw
Productions. Il film sarà distribuito da Universal Pictures in
tutto il mondo.
I Guardiani della
Galassia continuano a crescere in termini popolarità e a
fare apparizioni cinematografiche, tra cui l’ultima in Thor: Love and Thunder e li rivedremo presto
in Guardiani della Galassia Vol. 3 in uscita il 5
maggio 2023. Sono unici e amati proprio per il loro essere un
gruppo eterogeneo di eroi che si sentono diversi da tutti gli altri
personaggi. Tuttavia, se si analizza la storia dei fumetti
DC, ci sono molti personaggi che hanno delle
somiglianze con gli avventurieri spaziali della Marvel. L’universo DC
consta di gruppi di eroi bizzarri tanto quanto i protettori
spaziali, ma sono i singoli personaggi che i fan della Marvel
potrebbero imparare ad apprezzare proprio per le loro somiglianze
coi Guardiani.
Rocket Racoon – John
Constatine
Rocket
può sembrare affidabile e molto buffo all’apparenza, ma le sue
parole e le sue azioni direbbero il contrario. Sebbene molti
sostengano che la sua controparte DC sarebbe il mammifero spaziale
del chip di Lanterna Verde, egli si adatta meglio
alla personalità rude del mistico John
Constantine.
Condividono un passato che li
perseguita e usano l’umorismo e gli insulti per difendersi dal
dolore. Sia Rocket che Constatine
sono egoisti e sono fedeli solo agli amici più stretti e ai
compagni di squadra. Forse non sono gli eroi più amichevoli, ma
sono utili come alleati in battaglia.
Groot – King Shark
Nonostante alcuni dei suoi
amici più cari lo capiscano, molti personaggi Marvel non riescono a
comprendere il vocabolario di Groot, che
notoriamente si limita all’iconica frase “Io sono Groot”. In ogni
caso, Groot è spesso visto come un amico leale e un’anima gentile
che vuole proteggere i suoi amici e fare sempre la cosa giusta.
James
Gunn ha girato sia Guardiani della Galassia che Suicide Squad, quindi ha senso che abbia
pensato a Goot per rielaborare il personaggio di King
Shark. Sebbene a volte sia visto come “cattivo” nei
fumetti DC, The Suicide Squad e Harley
Quinn mostrano King Shark come un’anima
più gentile (che, come Groot, è più che capace di combattere quando
richiesto). Anche se King Shark è più cattivo nei fumetti e il suo
ingegno cambia a seconda degli autori, Groot ha subito cambiamenti
simili nel corso degli anni prima che il film del
MCU ne consolidasse la personalità nella cultura
pop.
Yondu – Ras Al Ghul
Membro onorario dei
Guardiani della Galassia e leader dei
Vendicatori, Yondu è un
fuorilegge abile nel commettere crimini e che si prende cura dei
suoi apprendisti anche quando si separano. Yondu non è un esperto
nel combattimento corpo a corpo, ma utilizza una freccia composta
da yaka, un metallo sensibile al suono.
Yondu utilizza un’arma diversa ed è
un po’ più spensierato di Ras Al Ghul, il capo dei
demoni, ma sono personaggi molto simili nel modo in cui guidano i
propri gruppi e sopravvivono. Assumono il controllo totale e, pur
andando contro coloro che se ne sono andati, hanno ancora rispetto
per i loro ex protetti Peter Quill e Bruce
Wayne.
Gamora – Black Canary
Anche se lo disprezza,
Gamora dimostra di essere la figlia di
Thanos grazie alla sua sicurezza e alle sue
abilità di combattimento. La “donna più pericolosa della galassia”
sa quanto è abile e non accetta di essere mancata di rispetto da
nessuno.
Come Gamora,
Black Canary grazie al suo urlo ultrasonico riesce
ad affrontare chiunque pensi di poterla sconfiggere in un
combattimento. Entrambi si innamorano di amabili “idioti” come
Green Arrow e Peter Quill (almeno
nel film) e li difendono con un atteggiamento al contempo impavido
e spensierato.
Nebula – Arsenal
Nebula è
stata cresciuta e sperimentata dal titano pazzo
Thanos fino a raggiungere il suo potenziale di
arma letale. Arsenal è un personaggio che
condivide la stessa rabbia di Nebula, con la quale alimenta la sua
lotta personale.
Nebula e
Arsenal condividono abilità come l’hacking, il
combattimento e l’aggiustamento di macchinari. Arsenal non è un
essere robotico come Nebula, ma ha un braccio cibernetico che usa a
suo vantaggio quando combatte.
Mantis – Starfire
Mantis è
nota per la sua personalità un po’ ingenua, ma quando vuole è molto
più pericolosa di quanto non lasci intendere. Anche se nei film non
è la migliore combattente corpo a corpo (nei fumetti è un’abile
lottatrice marziale), compensa con le sue potenti capacità
empatiche.
Un’aliena con cui può essere messa
in relazione per aspetto e personalità è la principessa di Tamaran
Starfire. Come Mantis, la sua
gentilezza può essere erroneamente scambiata per debolezza. Sono
entrambe combattenti e fedeli alleate che si impegnano al massimo
per la loro squadra, con un potere decisamente degno di nota che
potrebbe non essere immediatamente evidente alle persone che
incontrano.
Drax – Superboy
Drax è un animale
da combattimento e questa inclinazione caratteriale è incarnata
anche da Connor Kent, alias
Superboy. Drax si è evoluto fino
a diventare qualcosa di più del semplice distruttore per cui è
stato progettato. Come Drax, anche Superboy Connor
Kent è stato progettato per essere un’arma che
impersonifica il potere e la forza.
Connor Kent è il
clone di Superman inizialmente
pieno di rabbia, finché non scopre un nuovo lato di sé grazie agli
amici. Superboy ha mostrato di essere un
personaggio entusiasta e pieno di umorismo in fumetti quali
Young Justice #1 del 1998. Entrambi i personaggi sono
cresciuti grazie alla rabbia provata e hanno imparato ad amare la
compagnia degli amici.
Star-Lord – Lanterna Verde
Come leader dei
Guardiani della Galassia, Peter
Quill non manca di fiducia. L’umano trasformato in
esploratore spaziale e fuorilegge è sicuro delle sue capacità di
eroe spaziale.
Le Lanterne Verdi
sono, in un certo senso, i Guardiani della
Galassia della DC, e Hal Jordan è solo uno delle centinaia di
membri del Corpo, ma è quello che presenta le maggiori somiglianze
con Star-Lord. Come Star-Lord, è un esploratore
spaziale sicuro di sé, se non presuntuoso, con uno stile di
combattimento creativo. Star-Lord può avere una tecnologia pari a
quella di Adam Strange, ma la sua volontà e la sua
mentalità di superare i limiti sono tratti caratteriali ravvisabili
nella Lanterna che protegge l’universo.
Mancano poco più di 10 giorni al
rilascio di House of the Dragone
l’entusiasmo dei fan sta diventando incontenibile. La serie,
prequel della saga del Trono di Spade, sarà
disponibile in Italia su Sky dal
22 agosto. Il primo episodio andrà in onda su
Sky
Atlantic in simultanea con la trasmissione HBO. Nell’attesa, i fan hanno provato a
elaborare su Reddit alcune interessanti teorie su cosa potrebbe
accadere nello show: prendendo le informazioni dal trailer e da
qualche sporadica rivelazione rilasciata dal cast sono nate
speculazioni davvero curiose. Scopriamo quelle più appetitose (e
appetibili)!
Un lavoro migliore del finale de Il
Trono di Spade (si spera)
Il Trono di Spade è una delle serie
tv più di successo degli ultimi tempi. Il programma
HBO ha raggiunto vette altissime a livello
globale, ma molti fan hanno notato il calo di qualità visiva e
narrativa a cui la serie è andata incontro nelle ultime stagioni.
Per tanti, la stagione finale di Game Of Thrones è deludente. Per questo aspetto,
molti dubitano anche della qualità di House of theDragon.
Ci sono membri del pubblico che non
vogliono vedere un altro capitolo deludente come il finale di
Game Of Thrones, ma altri fan non pensano che si
dovrebbe rinunciare allo spin-off per via degli errori del passato.
Anche l’utente di Reddit TeddysRevenge è
d’accordo: ”Penso che sia ingiusto basarsi sul passato per
pensare che gli autori faranno un cattivo lavoro [con
l’adattamento].”
Una narrazione potenzialmente
deludente
House
of the Dragon sarà l’adattamento del romanzo
di George R.
R. Martin Fuoco e
sangue. Tuttavia, per coloro che hanno
letto il libro, difficilmente la serie sarà in grado di raggiungere
le vette narrative di Martin. La
preoccupazione è più che comprensibile e anche l’utente NatalieIsFreezing è convinto di ciò:
“A livello narrativo, sono piuttosto preoccupata (anche se
relativamente, dopo tutto è pur sempre uno show televisivo) sulle
possibili divergenze dal romanzo.”
Cambiamenti… come in Game of
Thrones
House
of The Dragonè solo l’ennesimo adattamento che
HBO realizza partendo dai libri di
Martin. L’intera saga del Trono di Spade ha un’omonima versione
letteraria che si distingue da quella televisiva anche in termini
narrativi. In varie parti, il materiale sorgente è stato plasmato
per servire ai canoni televisivi.
Queste decisioni sono scelte
strategiche fatte dai creatori che, per forza di cose, non possono
includere tutto il materiale originale. Probabilmente anche
House of The Dragon opererà dei tagli sulla storia
di Fuoco
e Sangue. Questa notizia spaventa alcuni fan: troppe
deviazioni potrebbero rovinare il ritmo e la coerenza della trama,
come nel caso delle ultime due stagioni de Il Trono di Spade. C’è però chi rimane
propositivo. L’utente spyson dice:
“Mi aspetto che ci saranno molti tagli come hanno
fatto per GOT, e non penso che sia una brutta cosa.”
Una diversa versione
di Rhaenyra in House of The
Dragon
Il trailer di House of
The Dragon ha suscitato negli spettatori tantissime
domande che necessitano di risposte, e la maggior parte di esse
riguardano i membri della famiglia Targaryen. Ci sono
alcune preoccupazioni sulla versione live-action di
Rhaenyra. I fan dei romanzi hanno apprezzato la
personalità testarda e la sfacciataggine di Rhaenyra, ma
alcuni temono che il personaggio potrebbe essere ammorbidito
fino a perdere i suoi tratti distintivi.
Ci sono molte cose da
sapere su Fuoco e sangue per capire meglio la serie TV,
soprattutto per quanto riguarda le dinamiche all’interno della
famiglia Targaryen. Nonostante ci sia un sacco di
scetticismo intorno alla qualità di House of The
Dragon, non mancano i fan sono ottimisti sulla riuscita
dei personaggi Targaryen anche in live-action. Un
utente di Reddit ha detto, “La maggior parte dei personaggi
Targaryen saranno piacevoli, vista la capacità di
essere simpatico che possiede un personaggio che fa cose
spregevoli.”
Personaggi diversi rispetto a
quelli di GOT
Come ricorda l’utente DeBatton, ”Avere
personaggi come Arya, Jon e Bran
coinvolti fin dall’inizio ha reso GOT immediatamente
riconoscibile per il pubblico.” Il prequel House
of The Dragon avrà tutta un’altra ambientazione
temporale e, concentrandosi sulla famiglia Targaryen,
presenterà al pubblico personaggi nuovi affatto semplici da
introdurre.
Ci sono parecchi dubbi sulla
riuscita di House of The Dragon nel dare
tratti distintivi e riconoscibili ai suoi personaggi. Tuttavia, se
il prequel tiene a mente il lavoro fatto da Il Trono di
Spade, c’è una buona probabilità che dopo un po’ di tempo
il pubblico possa riconoscere le personalità dei personaggi
principali (e affezionarsi ad essi).
Fuoco e sangue è la linfa
di House of The Dragon
La trama di Fuoco e
sangue delinea la guerra civile all’interno della storia
dei Targaryen e si concentra sugli eventi legati
alla Danza dei Draghi. Nel romanzo, ci sono diverse
scene di spicco utili a spiegare la guerra civile. Per questo
motivo,
alcuni fan pensano che Fuoco e sangue sia un
pozzo di informazioni per la trama di House of The
Dragon e hanno pochi dubbi sulla riuscita dello
spettacolo. Affinché la serie abbia successo, gli showrunners
devono solo attenersi alla trama principale.
Una netta divisione tra i buoni e i
cattivi
Come accennato, la linea di
sangue Targaryen include personalità complesse e caratteri
duri che non sono facilmente catalogabili come buoni o cattivi.
Ogni personaggio possiede aspetti rispettabili, ma nessuno dei lati
della guerra civile è totalmente giusto o sbagliato.
Un utente di Reddit ha il timore
che in House of The Dragon i
personaggi “Dal lato di Rhaenyra saranno esplicitamente i
buoni mentre gli avversari saranno esplicitamente neltorto”, eliminando con facilità un sacco di complessità
morali. Molti fan sono entusiasti di vedere
Rhaenyra in azione mentre lotta per l’Iron
Throne, ma questo fa anche temere che non ci sarà abbastanza
complessità e che il finale sarà ovvio fin da subito.
Dare il giusto spazio alla
politica
Ci sono parecchie scene di
Fuoco e sangueche i fan vorrebbero vedere
in House of The Dragon, molte delle quali si
concentrano sulla politica all’interno del Continente
Occidentale. Come per Il Trono di Spade,
anche per il prequel ci sono pareri contrastanti. Per
alcuni la politica è un ostacolo alla trama mente per altri è
un elemento essenziale. Ma cosa sarebbe la saga di GOT
senza gli intrighi politici?
L’utente di Reddit zdubb87 ha detto,
“Ciò che ha permesso a GOT di spiccare sono stati i personaggi
realistici e la politica.” Affinché anche questo show abbia
successo, è quindi necessario che rimanga fedele al materiale
originale. Per questo motivo, è probabile che le scene migliori
ruoteranno attorno alla politica di Westeros.
L’impatto di George R.R. Martin
In
diverse interviste, George R.R.
Martin ha espresso il suo entusiasmo
per House of The Dragon. Riguardo a ciò,
l’utente di Reddit NetherRocker ha
detto, “George nei recenti post sul blog ha detto di aver visto
alcuni spezzoni degli episodi [della serie] ed è
molto eccitato, mi fido di lui.“
Quando si tratta di appassionati dei
romanzi, l’opinione dello scrittore sull’adattamento
cinematografico ha molto peso. Vista la positività di
Martin sui primi episodi di House of
The Dragon, i fan si aspettano che la serie abbia
interpretato i temi dell’autore correttamente.
La Biennale di Venezia e Campari
annunciano che è stato attribuito all’artista e costumista
statunitense Arianne Phillips (C’era
una volta… a Hollywood,
A Single Man,
Il corvo) il premio Campari Passion for Film della 79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10
settembre 2022).
Il premio Campari Passion for Film,
istituito quattro anni fa alla 75. Mostra, si propone di
valorizzare lo straordinario contributo che i collaboratori più
stretti del regista offrono al compimento del progetto artistico
rappresentato da ciascun film. Passion for Film premia a turno una
di queste figure (quattro anni fa il montatore statunitense Bob
Murawski, tre anni fa il direttore della fotografia italiano Luca
Bigazzi, due anni fa il trombettista jazz e compositore
statunitense Terence Blanchard, l’anno scorso lo scenografo
britannico Marcus Rowland), non semplici artigiani, ma artisti e
co-autori delle opere a cui offrono il contributo del loro
insostituibile talento.
La consegna del premio ad Arianne Phillips avrà luogo lunedì 5
settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della
proiezione Fuori Concorso di
Don’t Worry Darling (Usa, 122’) di Olivia Wilde con Florence
Pugh, Harry Styles, Olivia Wilde, Gemma Chan, KiKi Layne e Chris
Pine, di cui Arianne Phillips è la creatrice dei costumi.
A proposito del riconoscimento,
Arianne Phillips ha commentato: “Sono particolarmente onorata
di essere accostata ad altri grandi artisti nel ricevere il premio
Campari Passion for Film. Ed è una grande emozione avere
l’opportunità di mettere in luce una delle mie collaborazioni più
importanti e speciali, quella con la regista Olivia
Wilde. Don’t Worry Darling è stata un’incredibile opportunità
di collaborare con una regista dalla visione intransigente, le cui
indicazioni hanno stimolato una conversazione creativa ai massimi
livelli. Mi considero estremamente fortunata per aver potuto
collaborare a Don’t Worry Darling. E ricevere un simile
meraviglioso riconoscimento alla Mostra del Cinema di Venezia per
il mio lavoro, mi rende allo stesso tempo umile e felice. Per
questo grandissimo onore, voglio soprattutto ringraziare Alberto
Barbera e la Biennale”.
Il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato:
“Arianne Phillips ha letteralmente plasmato l’estetica della
cultura pop (e non solo) degli ultimi trent’anni. Il suo percorso
creativo, che l’ha imposta come una delle artiste più influenti nel
mondo della moda e del cinema, va dalla codifica definitiva dello
stile dark ne Il corvo, alle continue innovazioni estetiche
applicate ai vari look e progetti di Madonna (le sessioni
fotografiche, i video musicali e i costumi di ben sei tour mondiali
degli ultimi vent’anni), dagli impeccabili abiti indossati dai
protagonisti dei film di Tom Ford (che, nel passaggio da stilista a
regista, l’ha eletta a propria costumista di fiducia) al fulgido
1969 tarantiniano di C’era una volta a… Hollywood, sino agli
ambigui anni Cinquanta di Don’t Worry Darling. Al netto delle sue
tre meritate candidature al Premio Oscar, Arianne Phillips non è
solo un’eccellente costumista cinematografica, ma un’artista capace
di utilizzare abiti, tessuti e accessori come autentici strumenti
narrativi, che, lungi dall’essere semplici elementi estetici e
decorativi, definiscono la natura e la psicologia dei personaggi
(e, una volta indossati, aiutano gli attori a “diventarli”) al pari
dei dialoghi e delle inquadrature”.
“Siamo giunti al quinto anno
consecutivo del Premio ufficiale Campari Passion for Film Award,
creato da Campari insieme alla Direzione Artistica della Mostra e
che ci rende estremamente orgogliosi – dichiara Clarice Pinto,
Senior Marketing Director Campari Group – Mantenendo come filo
conduttore tutto ciò che nasce dalla Passione, intesa come elemento
fondamentale di inspirazione per la creatività, il Premio è volto a
valorizzare le figure che, accanto al regista, contribuiscono a
rendere eccellente l’arte cinematografica. Quest’anno, con Arianne
Phillips, abbiamo premiato un’artista visionaria e all’avanguardia
che, con il suo gusto unico e l’enorme talento, ha arricchito
non solo il mondo del cinema, ma anche della moda e della
musica”.
La 79. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia si svolgerà al Lido dal
31 agosto al 10 settembre 2022, diretta da Alberto Barbera.
Non lasciarti sfuggire Jurassic
World – Il dominio, con oltre 14 minuti di girato mai
visto, un inizio alternativo, più dinosauri e più azione nei
formati Dvd, Blu-ray, 4k Ultra HD e Steelbook 4k UHD a
partire dal 25 agosto.
Dopo aver incassato al botteghino
globale oltre 950 milioni di dollari, il successo dell’estate di
Amblin Entertainment e Universal Pictures ha scalato le classifiche
dei box-office in 72 mercati nel mondo durante il weekend
d’apertura, e ha infranto i record dello stesso franchise in 16
mercati, guadagnando un rating A in CinemaScore.
Oltre alla versione estesa, questa
edizione da collezione include affascinanti dietro le quinte che
raccontano il making of del film dall’inizio alla fine, il corto
originale Battaglia a Big Rock e molto altro – il film perfetto per
una serata a casa.
Due mondi entrano in collisione:
l’epica saga iniziata con Jurassic Park giunge ad una
conclusione in Jurassic World – Il Dominio. Diretto
da Colin Trevorrow e prodotto da Steven Spielberg, registra dei due primi
film della saga, Jurassic World – Il Dominio è
ambientato quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar, quando
i dinosauri hanno ripreso a vagare sulla Terra. Ad affrontare le
conseguenze nefaste sul pianeta dominato nuovamente da predatori
preistorici, due generazioni di eroi di Jurassic si riuniscono:
Ellie Sattler (Laura
Dern), Ian Malcolm (Jeff
Goldblum) e Alan Grant (Sam
Neill) fanno ritorno per unirsi a Own Grady (Chris
Pratt) e Claire Dearing (Bryce
Dallas Howard) per un’incredibile avventura che
determinerà il destino dell’umanità e dei dinosauri una volta per
tutte.
Oltre ai formati Dvd, Blu-ray e 4k
Ultra HD, sarà disponibile una versione cofanetto contenente
tutti e sei i film della saga, per rivivere e riscoprire con
occhi sempre nuovi la saga ideata da Steven Spielberg che ci ha
incantato per quasi 30 anni. Il cofanetto sarà disponibile nei
formati Dvd e Blu-ray.
Il film sarà disponibile in Digital
Download a partire dall’11 agosto sulle piattaforme: Amazon Prime Video, Google Play, Apple Tv, Chili,
Tim Vision, Rakuten, PlayStation Store, Microsoft Store e Sky
Primafila. Su Amazon Prime Video, Google Play, Apple Tv,
PlayStation Store, Microsoft Store e Sky Primafila sarà possibile
accedere alla versione estesa del film, mentre su Rakuten, Tim
Vision ed Infinity sarà disponibile la versione
cinematografica.
CONTENUTI SPECIALI NEI
FORMATI 4K UHD E BLU-RAY:
VERSIONE ESTESA – Una versione estesa del film con 14
minuti di girato aggiuntivo, con più dinosauri, più azione, scene
con i personaggi più iconici ed un inizio del film
alternativo.
BATTAGLIA A BIG ROCK – Diretto da Colin Trevorrow, il
corto si svolge un anno dopo gli eventi di Jurassic World – Il
Regno Distrutto al Big Rock National Park.
UNA NUOVA SPECIE DI VFX – Il supervisore VFX David
Vickery ed i maghi del ILM raccontano gli incredibili effetti
speciali utilizzati in Jurassic World – Il Dominio.
DINOSAURI TRA NOI: DENTRO JURASSIC WORLD DOMINION
INSIEME PER LA PRIMA VOLTA – Il cast e la troupe
raccontano l’evoluzione del franchise e la speciale unione di
personaggi di Jurassic Park e Jurassic World.
IL MERCATO DEI DINOSAURI – Unisciti ai creatori del film
per un tour del mercato dei dinosauri e scopri come sono stati
portati in vita sullo schermo.
CAOS A MALTA – Uno sguardo dietro le quinte
all’inseguimento sui tetti in compagnia dell’Atrociraptor e
all’incredibile corsa in moto di Owen tra le strade ed i viali di
Malta.
VERO DA FARE PAURA
L’ULTIMA NOTTE – Scopri l’emozionante ultima note di
riprese del film insieme al cast e alla troupe di Jurassi World –
Il Dominio.
Il formato Dvd contiene solo
Battaglia a Big Rock, il corto originale diretto dallo stesso Colin
Trevorrow.
Il personaggio più tenero della saga
dei Guardiani della Galassia si è guadagnato uno show
tutto per sé. I am
Groot debutterà il 10 agosto su
Disney+.
Una serie di cinque cortometraggi animati seguirà le avventure del
piccolo Groot mentre, tra guai stellari e supereroi
intergalattici, impara a diventare il grande personaggio che noi
tutti conosciamo. Vediamo tutti quello che serve sapere prima di
iniziare a vedere la serie.
Un nuovo stile di animazione
I
Am Groot sarà un po’ diverso dagli altri prodotti
MCU. Si tratterà di una
serie di cinque cortometraggi caratterizzati da uno stile di
animazione alternativo. Gli autori della serie hanno scelto di
adottare l’animazione fotorealistica.
Questo aspetto aiuta I Am Groot a differenziarsi dagli altri
capitoli dell’Universo Cinematografico Marvel,
dando alla serie un’individualità e un fascino specifico. Lo show
potrebbe anche prefigurare progetti futuri e aprire la strada per
un nuovo stile d’animazione all’interno del franchise.
Gli autori di I am
Groot
Grazie a
Variety sappiamo che nel team creativo di I am
Groot c’è un volto noto dell’MCU. Lo
sceneggiatore Ryan Little è il creatore e capo
sceneggiatore dello show e ha lavorato intensamente a tutti e
cinque gli episodi.
Ryan Little è
specializzato nell’animazione: grazie al suo lavoro per What If…?, è stato possibile compiere la prima
incursione del Marvel Cinematic Universe nel mondo
animato. Vedendo il successo del primo lavoro di
Little – è già stata annunciata una stagione
2 di What If…?in arrivo nel 2023 – le
aspettative per I am Groot sono davvero
alte.
Tutte le puntate in una volta
I precedenti show a episodi
dell’MCU
sono usciti su Disney+ con base settimanale,
con la rara eccezione di WandaVision, Loki e
Hawkeye. Anche I am Groot sarà
un’eccezione. Probabilmente a causa della natura abbreviata di
ogni episodio della serie, tutti e cinque gli episodi della
serie usciranno il 10 agosto.
Questo tipo di show e questa
modalità di rilascio sono una prima volta per i Marvel
Studios e potrebbe trattarsi di un banco di prova
per sperimentare nuovi i metodi di rilascio per i futuri spettacoli
MCU.
Già pronta una Parte 2
I Am Groot sarà il
più breve racconto dell’MCU mai visto finora:
ha attualmente in programma solo cinque episodi. Tuttavia, i fan
non dovranno aspettare troppo per vedere il Baby-Guardiano
coinvolto in nuove avventure. Pare che ci siano già dei lavori in
corso per portare in vita il prossimo lotto di cortometraggi.
La notizia è arrivata al
Comic-Con di San Diego: dopo il primo trailer di
I Am Groot, gli autori hanno annunciato che
sono già in produzione altri cinque cortometraggi legati alla
serie. Non è chiaro quando debutterà questo prossimo slot o se
questi nuovi episodi costituiranno una seconda stagione.
Groot torna a casa
I fan della
Marvel Comics sanno che, nei fumetti,
Groot proviene da Pianeta X. Vin Diesel ha alluso al ritorno di
Groot sul pianeta in un’intervista esclusiva dietro le
quinte (via comicbook.com), sostenendo che il presidente
Kevin Feige sarebbe “entusiasta” di
questa ambientazione.
Il commento di
Diesel potrebbe rivelare l’intenzione
dell’MCU di visitare Pianeta X nei
progetti futuri, forse già in I Am Grooto
nell’attesissimo Guardians of the Galaxy
Vol. 3.
Il ritorno di Vin Diesel
Anche se What If…? ha dimostrato che non tutti gli attori
Marvel devono necessariamente riprendere i propri
ruoli nei film d’animazione, in I am
GrootVin Diesel torna ad
essere Groot. Probabilmente sfoggerà la sua voce acuta per
la versione infantile del personaggio, così come stato
in Guardiani
della Galassia Vol. 2.
Diesel è
l’interprete dell’adorabile Guardiano da quasi un
decennio. Durante questo periodo, Diesel ha
doppiato Groot in cinque diversi progetti, dando vita, con
varie voci e lingue, ad una singolare modalità di dialogo per
ciascuna delle apparizioni.
Ci sarà anche Rocket in I
am Groot
Oltre a
BabyGroot, nella prossima serie
Disney+ ci saranno anche
alcuni degli altri Guardiani della Galassia. Per ora, il Marvel
Studios Animation Panel al San Diego Comic-Con
2022 ha confermato la presenza di Rocket Raccoon
di Bradley Cooper.
La presenza di Rocket nella
serie consentirà di esplorare gli arbori della relazione tra lui e
Groot che molti fan considerano una delle migliori
amicizie dell’MCU. Tuttavia, non è ancora chiaro
quanti episodi includeranno Rocket o se gli altri
Guardiani della
Galassia appariranno nella serie.
I momenti dell’infanzia di
Groot
Sempre al
Comic-Con, le menti dietro alla serie hanno
rivelato alcune informazioni sui temi di I Am
Groot (via CBR), spiegando
perché hanno scelto di raccontare questa storia. I cinque
cortometraggi sono essenzialmente un’esplorazione dei temi legati
all’infanzia e al diventare grandi.
Ecco perché i creatori hanno scelto
di rappresentare Baby Groot e il suo periodo di
crescita fino all’adolescenza. I fan possono aspettarsi che
Baby Groot riceverà diverse lezioni utili alla sua
crescita e alla sua trasformazione in un supereroe e membro dei
Guardiani della Galassia.
Potremmo essere fuori dal
canone
L’annuncio dell’arrivo di
I Am Groot ha inizialmente portato i fan a
credere che i cortometraggi sarebbero rimasti dentro
all’MCU, maJames
Gunn ha recentemente accennato al fatto che lo show
potrebbe essere al di fuori della continuità dei Guardiani
della Galassia.
Questo aspetto non deve deludere i
fan perché dà alla serie una maggiore libertà nell’esplorare storie
fuori da un un franchising tentacolare. In ogni caso, gli
spettatori non dovranno aspettare troppo a lungo prima di una
storia più canonica dei Guardiani, dato l’arrivo il
prossimo maggio di Guardiani della Galassia, Volume 3.
I primi due episodi
I primi due episodi di
I am Groot sono già stati presentati in
esclusiva il mese scorso, rivelando alcune informazioni sulla
serie. Uno è stato l’anteprima di una serie di proiezioni
selezionate (via CBR) di Thor: Love and Thunder. Il
cortometraggio, intitolato “Magnum Opus“, racconta il
tentativo di Groot di fare un disegno dei Guardiani
della Galassia (qui vediamo anche la prima apparizione di
Rocket Raccoon).
Il secondo episodio, mostrato
durante il SDCC 2022 (via CBR), è intitolato
“Groot fa un bagno” e mostra la creatura mentre tesse
costumi diversi su di sé utilizzando le foglie che crescono
naturalmente sul suo corpo.
Attenzione: l’articolo contiene
spoiler su The Sandman!
La recente aggiunta su Netflix, The Sandman, ha suscitato discussioni tra i
critici e i fan grazie al modo impressionante in cui riesce a
portare in vita i personaggi dei leggendari fumetti di Neil
Gaiman. Tra questi, le rappresentazioni di esseri potenti
come Lucifer Morningstar e lo stesso
Signore dei Sogni.
I personaggi più potenti della
serie finora hanno mostrato le loro abilità uniche e le hanno anche
usate contro i loro nemici. Sebbene alcuni di essi possano essere
considerati più forti nei fumetti, solo gli eventi della prima
stagione della serie TV saranno utilizzati come base per giudicare
le abilità di questi personaggi. Mentre i fan attendono con
impazienza di rivedere alcuni di loro in una potenziale seconda
stagione, è il momento perfetto per guardare indietro ai personaggi
di The
Sandman che hanno stupito e scioccato il pubblico con
i loro poteri strabilianti.
Lucienne
In assenza del controllo e
dell’autorità di Sogno sul suo regno,
Lucienne espande volentieri il suo ruolo di
bibliotecaria per diventare la custode di questo luogo in rapido
deterioramento. Dalle sue interazioni con personaggi come
Mervyn, Matthew e lo stesso
Morpheus, è chiaro che si tratta di una persona intelligente con
grandi capacità di leadership.
Detto questo,
Lucienne non sembra avere abilità magiche o poteri
unici, poiché si affida principalmente al suo intuito e alla sua
arguzia per svolgere il suo lavoro. È comprensibile che non abbia
potuto fare molto, se non osservare i sogni e gli incubi che
lasciavano il regno sgretolarsi senza la supervisione di
Sogno.
Mazikeen
L’intimidatoria serva di
Lucifer non ha bisogno di esprimersi a parole per
dimostrare che non è una persona con cui scherzare. La sua breve
apparizione in The
Sandman è più che sufficiente a dimostrare che c’è un
motivo per cui è il braccio destro del diavolo.
Quando Choronzon si rifiuta di restituire il
timone a Sogno, Mazikeen solleva
senza sforzo il demone per il collo per costringerlo ad obbedire al
comando di Lucifer. La sua forza bruta non è
probabilmente all’altezza delle capacità magiche degli altri
personaggi, ma è comunque più che sufficiente a qualificarla come
una minaccia per qualsiasi essere medio.
John Dee
Un arco narrativo da
brivido di The
Sandman ruota attorno a John Dee e al
modo in cui usa l’amuleto di sua madre e poi il rubino di
Sogno per ferire e uccidere gli altri. Stanco di
sentirsi mentire per tutta la vita, la motivazione di
John nella serie è quella di liberare il mondo da
ogni disonestà, con risultati disastrosi.
Il potere di John
deriva esclusivamente dal rubino di Morpheus, che
il paziente ha alterato in modo che solo lui possa usarlo. C’è un
momento finale tra i due in cui John crede
stupidamente di avere qualche possibilità contro
Sogno, cosa che viene smentita in modo drammatico
quando la telecamera zooma per rivelare la mano di
Morpheus.
Il Corinzio
La storyline del
Corinzio in The
Sandman evidenzia il suo ruolo di antagonista
principale della prima stagione, con la fuga dall’incubo che mostra
quanto possa essere astuto e strategico. Utilizza personaggi come
Ethel e Rose nel tentativo di
eludere il Signore dei Sogni, costruendosi nel frattempo una
reputazione da serial killer.
Detto questo, l’incubo non ha
poteri impressionanti, a parte la capacità di vedere la vita delle
sue vittime consumando i loro occhi. È certamente più forte della
maggior parte degli umani della serie, ma è più debole di
personaggi come Gault e Rose.
Gault
Gault
prende una strada meno violenta rispetto al suo compagno incubo, il
Corinzio, dopo che hanno lasciato il Regno
del Sogno. Sceglie di allontanare Jed
Walker dal regno e usa la sua abilità di mutaforma per
assumere le sembianze di sua madre per confortarlo nel sogno,
poiché Gault ritiene che ne abbia bisogno per sfuggire alla sua
dolorosa realtà.
Il fatto che riesca ad allontanare
completamente qualcuno dal Regno del Sogno è già abbastanza
impressionante, dato che persino Morpheus non
riesce a localizzare Jed senza l’aiuto di
Rose. Il suo potere di mutaforma potrebbe non
essere sufficiente a proteggerla contro i personaggi più forti
della serie, ma almeno il suo coraggio e la sua capacità di
ragionare con Morpheus le garantiscono una seconda
possibilità come sogno.
Johanna Constantine
Fin dalla sua prima
apparizione, è facile capire che Johanna è un
personaggio tosto che non ha tempo per le seccature e gli esseri
che si mettono in discussione (come Sogno). Sa che
il suo lavoro è abbastanza prezioso da richiedere un prezzo
elevato, soprattutto se deve esorcizzare una principessa o il suo
fidanzato.
Essendo una
Constantine, Johanna ha la
capacità di respingere le creature demoniache. Tuttavia, vale la
pena notare che è perseguitata da un errore del suo passato che ha
finito per uccidere una giovane ragazza, e questo sottolinea il
fatto che c’è un limite al potere esercitato da Johanna.
Rose Walker
Sicuramente non intende
essere un personaggio potente, ma Rose non ha
altra scelta che diventarlo dopo che viene rivelato che è un
Vortex. Alla fine di The Sandman viene spiegato che un Vortex è un
fenomeno naturale che si manifesta ogni qualche migliaio di anni e
minaccia l’esistenza stessa del Regno del Sogno e
di quello della Veglia.
Il Corinzio cerca
disperatamente di raggiungere Rose prima che lo
faccia Morpheus, perché sa che lei può diventare
il nuovo centro del Sogno, in quanto ha la sorprendente capacità di
abbattere i muri tra i sognatori (e la realtà). La reale misura del
suo potere non viene fortunatamente mai mostrata, poiché
Unity si fa carico dell’onere di essere uccisa da
Morpheus per il bene della sopravvivenza di tutti gli altri.
Morte
Membro simpatico e potente
degli Eterni, il lavoro di Morte
è esattamente quello che gli spettatori probabilmente si aspettano.
È presente alla fine delle vite di tutti (con alcune eccezioni) per
accompagnarli nell’affrontare ciò che verrà dopo. Nonostante
l’apparizione in un solo episodio, il pubblico si fa un’idea
dell’abilità unica di Morte che accompagna il suo arduo
compito.
La conversazione con
Sogno rivela che Morte esiste da
quando è nata la prima forma di vita e che sarà presente fino alla
scomparsa dell’ultimo segno di vita. Sopravviverà a tutti, perché è
suo compito farlo. Inoltre, ha il potere di concedere
l’immortalità, come si è visto nell’arco narrativo di Hob
Gadling.
Lucifer Morningstar
Spesso considerato uno dei
migliori personaggi di Sandman, Lucifer è
probabilmente l’essere più potente dei fumetti ma non lo ha ancora
dimostrato nella serie. Infatti, la versione di
Lucifer dell’adattamento televisivo perde
contro Sogno durante il gioco più antico, ma non
senza aver mostrato il suo impressionante regno e gli innumerevoli
demoni precedenti.
Sogno spiega anche a
Matthew che Lucifer è da temere
perché considerato l’essere più forte in circolazione, secondo solo
al creatore o a Dio stesso. Inoltre, il finale della prima stagione
sembra preannunciare qualcosa di molto più oscuro e sinistro nei
prossimi episodi, che si spera mostreranno le formidabili doti di
Lucifer.
Sogno
Naturalmente, il
personaggio più potente di The Sandman è il protagonista. L’arco di
Sogno, Morpheus o il
Signore dei Sogni può iniziare come quello di un
Eterno debole e vulnerabile, bloccato in una
gabbia mortale, ma presto riacquista le sue capacità mentre cerca i
suoi strumenti uno per uno.
È incredibile vedere
Morpheus plasmare senza sforzo incubi e sogni,
influenzare il mondo della veglia, fermare cattivi come
John Dee e il Corinzio e molto
altro ancora. La serie ha appena sfiorato la superficie dei poteri
del protagonista, ma ha già dimostrato che Sogno
ha capacità sbalorditive in grado di rimodellare la realtà.
Il regista Peter Jackson dice di aver pensato di
sottoporsi all’ipnosi per dimenticare la sua trilogia de Il
Signore degli Anelli e poterla guardare di nuovo, come
fosse un film mai visto. Con una mossa senza precedenti, il regista
ha dato il via libera all’intera trilogia in contemporanea,
consentendo di girare tutti e tre i film uno dopo l’altro. I film
sono usciti ogni dicembre dal 2001 al 2003, portando la visione di
Tolkien sul grande schermo e guadagnando quasi $ 3 miliardi di
incassi al botteghino. La terza puntata, Il ritorno del
re, ha anche raggiunto il record per il maggior numero di
Oscar vinti per un singolo film, 11 statuette (su 11 nomination)
tra cui migliore regia e miglior film, record condiviso solo con
Titanic e Ben-Hur.
Con il budget per dare vita al mondo
della Terra di Mezzo, un cast di talento e Jackson al timone, i
film de Il Signore degli Anelli hanno ridefinito le
epiche fantasy e introdotto orde di nuovi fan nel lavoro di
Tolkein. Tuttavia, Peter Jackson si sente come se
avesse perso un aspetto chiave dei film.
Parlando con il podcast
The Hollywood Reporter’s
Awards Chatter, Jackson ha dichiarato di essersi sentito
sfortunato perché non ha potuto vivere i film de Il Signore
degli Anelli da fan. Peter Jackson ama il
materiale originale, ma ha sentito che gli anni trascorsi a
lavorare alla trilogia gli hanno tolto la capacità di vivere i film
per la prima volta con occhi nuovi come la maggior parte dei fan.
Ecco cosa ha dichiarato:
“Quando abbiamo fatto i film de
Il Signore degli Anelli, ho sempre sentito di essere la persona
sfortunata che non è mai riuscita a vederli come dei film per la
prima volta. Quando c’erano le proiezioni, io ero già immerso in
quei film per cinque o sei anni. È stata una tale perdita per me
non essere in grado di vederli come tutti gli altri. In realtà ho
preso seriamente in considerazione l’idea di andare da un tizio che
si occupa di ipnoterapia per ipnotizzarmi e farmi dimenticare i
film e il lavoro che avevo fatto negli ultimi sei o sette anni così
che avrei potuto sedermi e godermeli. Non l’ho fatto, ma ne ho
parlato con il [mentalista britannico] Derren Brown e lui ha
pensato di potercela fare”.
Considerata la quantità di bellezza
e gioia che la trilogia ha portato nelle vite di tutti gli
spettatori del mondo, ci possiamo solo augurare che il progetto di
Peter Jackson abbia successo!
Dall’11 al 17 torna al
cinemaIl
castello errante di Howl di Hayao Miyazaki, che
conclude la rassegna di successo “Un mondo di sogni animati” di
Lucky Red che ha conquistato il box office italiano riportando in
sala alcuni dei capolavori dello Studio Ghibli:
La città incantata,
Principessa Mononoke,
Nausicaa della Valle del Vento e Porco Rosso. Il
film sarà proiettato sia in versione doppiata sia in lingua
originale con sottotitoli in italiano.
Candidato al Premio Oscar come Miglior Film d’Animazione, Il
castello errante di Howl è stato presentato nel 2004 alla 61^
Mostra del Cinema di Venezia aggiudicandosi il Premio Osella per il
miglior contributo tecnico. Nel 2005 è arrivato al cinema, in
Italia, in concomitanza con la 62^ Mostra del Cinema di Venezia,
dove Miyazaki è stato premiato con il Leone d’Oro alla
carriera. L’elenco dei cinema dove vedere Il castello
errante di Howl è disponibile
qui.
La trama
Sophie ha 18 anni e lavora nel
negozio di cappelli ereditato dal padre. Un giorno, durante un giro
fuori città, Sophie incontra Howl, un giovane mago che vive a
bordo di un castello che cammina. All’incontro assiste una strega
che, accecata dalla gelosia, manda a Sophie una maledizione
potentissima che la trasforma in una donna di novant’anni. Fuggendo
dal villaggio Sophie riesce a entrare nel castello errante. E il
suo viaggio fantastico inizia.
3 CURIOSITÀ SUL
FILM
Il castello errante di
Howl è tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice Diana
Wynne Jones, primo volume della trilogia firmata dall’autrice
britannica, e ha vinto il Premio Phoenix istituito dalla Children’s
Literature Association nel 2006. In un’intervista rilasciata a “The
Daily Telegraph” l’autrice ha dichiarato di aver molto apprezzato
il film. Nel romanzo sono presenti temi cari al regista, come il
pacifismo e le metamorfosi, che hanno fatto da base per lo sviluppo
del film. Temi che nel romanzo sono marginali, come la guerra,
hanno invece trovato più spazio nell’opera di Miyazaki che
all’epoca era molto scosso dalla guerra, tanto che nel 2003 decise
di non presentarsi alla cerimonia degli Oscar per ritirare il
premio per il “Miglior Film d’Animazione” a La città
incantata: non voleva recarsi in un paese che stava
bombardando l’Iraq.
Inizialmente Miyazaki affidò la
regia a Mamoru Hosoda, ma successivamente decise di riprenderla in
mano e occuparsene personalmente. Per la produzione del film sono
stati utilizzati 1400 disegni realizzati a mano dagli artisti che
hanno lavorato a Il castello errante di Howl.
Il
giorno 1 novembre 2022, nella città di Nagakute, in Giappone, verrà
inaugurato il Ghibli Park, primo parco tematico dello Studio, dove,
a quanto pare, sorgerà anche una riproduzione gigante del castello
errante di Howl. Sarà alto circa 16 metri, di certo non si muoverà,
ma sarà visitabile e gli appassionati potranno esplorare le sue
camere.
Ancora non sappiamo se l’attrice
Zazie Beetz tornerà o meno nei panni di Domino in
Deadpool 3, ma oggi sembra che
l’attrice molto di Bullet
Train sia destinata a riprendere il altro ruolo
in un film basato dai fumetti, ovvero: Joker:
Folie à Deux. Infatti è Deadline a
riporta la notizia che Beetz è ora in trattative per tornare nei
panni di Sophie Dumond nel sequeldi Joker
diTodd
Phillips, Folie à
Deux, le cui riprese dovrebbero iniziare a
dicembre.
La star di
Atlanta ha avuto solo un ruolo marginale
nel primo film come madre single che viveva nell’appartamento
accanto a quello di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) e presto divenne l’oggetto del suo desiderio. Con il
progredire della trama, i due si avvicinano, ma alla fine scopriamo
che era solo il frutto della sua fervida immaginazione.
Il destino di Sophie è rimasto
alquanto ambiguo nell’atto finale del primo film, anche perch
abbiamo visto il personaggio ritrovarsi Arthur seduto nel suo
appartamento. Resta da vedere come influirà questa scena nel
sequel, ma secondo quanto riferito la maggior parte della storia
del nuovo film si svolgerà ad Arkham Asylum, quindi forse il
personaggio farà visita al suo vecchio vicino?
“Folie à Deux” si traduce vagamente
in “follia per due”, una condizione generalmente definita come un
disturbo mentale identico o simile che colpisce due o più
individui, di solito i membri di una famiglia ristretta. La
rivelazione del titolo ha portato a ipotizzare che Harley Quinn
potesse essere coinvolta e, in effetti, in seguito
abbiamo appreso che nientemeno che Lady Gaga è
stata scelta per il ruolo.
I dettagli sono pochi e rari, ma l’
attrice di A Star Is Born ovviamente non
interpreterà la stessa versione di Harley interpretata da
Margot Robbie interpretata in
Birds of Prey e The Suicide Squad. Il film è stato
sviluppato come musical, ma ancora una volta non abbiamo ancora
molti dettagli. Joker: Folie à deux uscirà
al cinema il 4 ottobre 2024.
Dopo voci poco attendibili di fughe
armate, arriva un aggiornamento ufficiale, via
Variety, in merito alla situazione legale di Ezra Miller, che a quanto pare deve far fronte
a nuove accuse. Ezra Miller è stato ora accusato di furto
con scasso a Stamford, in Virginia, secondo un rapporto della
polizia di stato del Vermont.
Secondo il rapporto, la polizia di
stato del Vermont è stata informata di una denuncia per furto con
scasso da una residenza a Stamford alle 17:55 del 1° maggio. La
polizia ha scoperto che diverse bottiglie di alcol erano state
prelevate dalla residenza mentre i proprietari della casa non erano
presenti. Dopo aver raccolto dichiarazioni e guardato i video di
sorveglianza, la polizia ha trovato una probabile prova per
accusare Miller di furto con scasso in un’abitazione non
occupata.
La polizia ha localizzato Ezra Miller il 7 agosto alle 23:23 e ha emesso
al suo indirizzo una citazione a comparire davanti alla Corte
Superiore del Vermont il 26 settembre per la citazione in
giudizio.
Stando a quanto si legge su
un’indagine del Rolling Stone di giugno, Miller
ha ospitato una madre di 25 anni e i suoi tre figli, di età
compresa tra uno e cinque anni, nel suo ranch a Stamford, in
Virginia. Nel rapporto della polizia si legge che nella proprietà
ci sono piantagioni di cannabis senza licenza e diverse armi da
fuoco. Una fonte che ha parlato con Rolling Stone ha affermato che
il bambino di un anno è stato trovato con una pallottola in bocca.
Non è chiaro se le proprietà di Stamford appartengano alla stessa
persona.
Questa è l’ultima controversia in
merito a Ezra Miller, che è stato al centro di scandali
per la maggior parte di quest’anno. L’attore è stato arrestato due
volte alle Hawaii questa primavera, una per condotta disordinata e
molestie e un’altra per aggressione di secondo grado. Miller sta
affrontando diverse accuse di abusi da parte di diverse donne in
tutto il mondo, tra queste, è stato anche accusato di aver
soffocato una donna in un bar islandese e molestata un’altra donna
nella sua casa di Berlino.
Durante gli arresti e le
controversie legate a Ezra Miller,
la questione legata a una possibile cancellazione del film di
The
Flash si infiamma. La scorsa settimana, tuttavia, il CEO di
Warner Bros. Discovery, David
Zaslav, ha ribadito che The
Flash è ancora in programma, dicendo:
“Abbiamo visto “The Flash”, “Black
Adam” e “Shazam 2″. Siamo molto entusiasti di loro. Li abbiamo
visti. Pensiamo che siano fantastici e pensiamo di poterli rendere
ancora migliori”. Dopo diversi ritardi, The
Flash uscirà nei cinema il 23 giugno 2023.
Alla notizia della scomparsa della
sua collega Olivia Newton-John, John
Travolta ha raggiunto il suo account Instagram per porgere
i suoi omaggi alla sua compagna di set di Grease, film del 1978 diventato culto, in cui
i due interpretavano Danny e Sandy.
Ecco le parole di John
Travolta: “Mia carissima Olivia, hai reso tutte le
nostre vite molto migliori. Il tuo impatto è stato incredibile. Ti
amo tanto. Ci vedremo lungo la strada e saremo di nuovo tutti
insieme. Tuo dal primo momento che ti ho visto e per
sempre! Il tuo Danny, il tuo John!”
Olivia Newton-John, la cantante pop più
importante degli anni ’70 che ha recitato in film tra cui
Grease e Xanadu, è morta lunedì.
Aveva 73 anni. Suo marito John Easterling ha
postato la notizia sulla sua pagina Facebook ufficiale,
scrivendo:
“La signora Olivia Newton-John
(73) è morta pacificamente questa mattina nel suo ranch nel sud
della California, circondata da familiari e amici. Chiediamo a
tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento
molto difficile”.
Non è stata fornita una causa di
morte, ma a Newton-John è stato diagnosticato un cancro al seno che
è emerso per la terza volta nel 2017. “Olivia è stata un
simbolo di trionfi e speranza per oltre 30 anni condividendo il suo
viaggio con il cancro al seno. La sua ispirazione curativa e
l’esperienza pionieristica con la medicina delle piante continuano
con il Fondo della Fondazione Olivia Newton-John, dedicato alla
ricerca sulla medicina delle piante e sul cancro”, ha scritto
suo marito.
Lo storico Joel
Whitburn ha classificato la cantante australiana dalla
voce calda come la solista numero 1 degli anni ’70. I suoi nove
singoli pop nella top 10 del decennio includevano tre 45 giri in
cima alle classifiche; il più grande di loro, “You’re the One
That I Want”, un duetto con John Travolta tratto dalla colonna sonora del
1978 del musical Grease, ha trascorso quasi sei
mesi nelle liste degli Stati Uniti.
Il
franchise di Predator è finalmente ritornato al successo con
Prey. Dopo due sequel deludenti e la deludente
performance di Alien VS Predator – Requiem, erano
quasi 20 anni che il Predator non compariva in un
film che piacesse davvero (e questo se consideriamo il primo AVP
come un successo… altrimenti, sono più di 30 anni che non si vede
un film di Predator che funzioni).
Ma la critica e il pubblico sono
d’accordo nell’elogiare Prey. I precedenti film non sapevano neppure
cosa fossero: sapevano soltanto di non essere horror, nonostante
l’originale Predator avesse tonnellate di elementi
horror. Da lì, sono rimasti bloccati in uno strano loop di
tentativi di essere un sequel sospeso tra fantascienza, azione e
blockbuster estivo. C’erano tante idee sulla carta, ma nessuna
funzionava davvero: quello di cui avevano bisogno era un richiamo
all’originale e Prey ha intercettato subito la
sfida.
Ha creato la sua storia
Prey
funziona dove i sequel hanno fallito: rappresenta una storia e un
film a sé stanti. Anche se tecnicamente è un “prequel”, gli eventi
si svolgono letteralmente centinaia di anni prima dell’originale,
quindi non si ricollega in alcun modo alla storia… e questo
elemento è perfetto.
I sequel si sono impantanati nel
tentativo di “spiegare” il franchise, aggiungere lore e “espandere
l’universo cinematografico”. Quello che non hanno fatto, però, è
stato raccontare una buona storia. Prey è invece incentrato su una ragazza
solitaria determinata a proteggere la sua tribù e a dimostrare di
poter essere una cacciatrice: una storia tutta sua, che ha dato
vita a un film convincente.
Mescola horror e suspense con
l’action
Uno degli aspetti che hanno
reso il Predator originale così unico è che
nessuno è riuscito a descriverne il genere. I fan dell’azione lo
rivendicano come proprio… ma anche i fan dell’horror. Il film
fondeva perfettamente i due generi, creando un’esperienza unica,
coinvolgente, spaventosa e adeguatamente ricca di azione.
Gli altri film più recenti di
Predator si appoggiavano pesantemente al genere
action/sci-fi e in qualche modo riuscivano a non far sembrare il
Predator affatto spaventoso (anche la pessima CGI
non aiutava). Prey reintroduce gli elementi stealth del
primo film, creando un thriller avvincente.
Bloccati nella natura
selvaggia
Prey
ha contribuito a ripristinare la suspense tipica del primo film
ambientando la sua narrazione nella natura selvaggia. In origine,
il Predator stava inseguendo un’operazione
militare nelle giungle dell’America Centrale, mentre in
Prey è a caccia nelle pianure del Nord nel 1700,
prima della colonizzazione europea.
Pur essendo diverse, entrambe le
ambientazioni sono simili: grandi spazi selvaggi e incontaminati
enfatizzano la sensazione di essere soli senza nessuno che possa
aiutare e un’ampia quantità di nascondigli in cui il
Predator potrebbe nascondersi.
La creazione dell’eroina
Un’altra modifica apportata
dai nuovi film alla formula originale è stata l’aggiunta di un
vasto nucleo di guerrieri che tenta di uccidere il
Predator. Nel film del 2018, ad esempio, si
trattava dell’intero esercito e di un team di scienziati.
L’aggiunta di un cast così numeroso, di armi tecnologiche, di
veicoli corazzati, di creature ibride… ha solo smorzato l’essenza
di Predator e ha reso difficile per il pubblico
entrare in contatto con qualsiasi personaggio, perché ce n’erano
semplicemente troppi.
In Prey, Amber Midthunder si cala in modo massiccio
nella parte di ArnoldSchwarzenegger, dando
finalmente al franchise un altro eroe – in questo caso, per la
prima volta, un’eroina – per cui tifare.
Un’eroina a cui ci
affezioniamo
Oltre a essere l’eroe
principale, Naru (Amber
Midthunder) è un personaggio a tutto tondo a cui il
pubblico tiene davvero. Nell’originale, il viaggio per la
sopravvivenza ha fatto sì che il pubblico facesse il tifo per
Schwarzenegger e volesse davvero vederlo
vincere.
In
Prey, proviamo lo stesso coinvolgimento emotivo nei
confronti di Naru, che parte per dare la caccia
alla misteriosa creatura che nessuno crede esista. Si trova in una
situazione che nessun essere umano potrebbe mai pianificare ed è
costretta a lottare per la sopravvivenza. Per la prima volta dopo
decenni, la serie di Predator ha finalmente avuto
un’attrice protagonista con cui il pubblico ha legato e per cui ha
fatto il tifo.
“Se sanguina…possiamo
ucciderlo”
Uno dei richiami più
diretti al film originale è la famosa battuta “Se sanguina…
possiamo ucciderlo“. I fan ricorderanno probabilmente che
queste sono le stesse parole pronunciate da Schwarzenegger nel film originale del
1987.
Questo non solo è un grandissimo
Easter Egg per i fan, ma è anche un chiaro messaggio:
Naru è la vostra nuova eroina action. Questa frase
crea l’atmosfera giusta per il film, quasi come se i registi
volessero far capire agli spettatori che Prey è il vero successore spirituale del primo
film.
Un solo Predator
Una delle mosse più
intelligenti di Prey è stata quella di tornare a un solo
Predator. Nei sequel, sembravano spuntare sempre
più Predator ovunque, così come creature ibride.
Tutto è diventato molto contorto e sono successe troppe cose
raccontate da prospettive differenti, senza che riuscissero
effettivamente ad avere rilevanza nella trama.
Prey si è accorto del fallimento dei sequel ed
è tornato alla formula originale, rendendosi conto che un solo
Predator crea molto più terrore, trasformandolo in
una minaccia terrificante quasi simile a Michael
Myers o Jason Voorhees. Questa semplice
decisione ha contribuito a dare un tono all’intero film.
La trappola
Come sappiamo, Schwarzenegger organizza delle trappole
elaborate per il Predator. In Prey, il finale è molto simile:
Naru capisce che può ingannare il
Predator facendolo impantanare nelle sabbie
mobili.
Questo è stato un altro momento in
Prey in cui i registi hanno chiaramente fatto
un cenno al primo film, dando allo stesso tempo ancora più
carattere a Naru. Il momento culminante mostra
allo spettatore che Naru è diventata davvero la cacciatrice che
voleva essere e che il predatore è ora diventato la preda.
Il visore termico
Nel primo film, Schwarzenegger si rende conto che il
Predator non può vederlo quando è coperto di
fango. In Prey, Naru scopre la stessa
cosa grazie a una pianta medicinale che la sua tribù usa per
rallentare il flusso sanguigno. Sebbene questo espediente sia stato
accennato nei sequel, fino a Prey non è mai stato un punto fermo della
trama.
È anche uno strumento importante,
poiché il Predator è praticamente inarrestabile e il suo visore
termico è una delle debolezze che gli umani possono usare a loro
vantaggio.