Home Blog Pagina 5

Il matrimonio del mio migliore amico: Celine Song scriverà il sequel del film con Julia Roberts

0

La Sony Pictures sta lavorando alla realizzazione di un sequel della commedia romantica con Julia Roberts dal titolo Il matrimonio del mio migliore amico. Come riportato da Collider, lo studio ha ingaggiato la sceneggiatrice e regista di Material Love e Past Lives Celine Song per scrivere la sceneggiatura del progetto, anche se al momento non è ancora stata confermata la sua partecipazione come regista del film.

La notizia arriva poco dopo che Dermot Mulroney, che ha recitato al fianco della Roberts nell’originale del 1997 diretto da P.J. Hogan, ha rivelato al New York Post che “si parla di un sequel”. L’attore stava promuovendo la sua nuova serie NetflixThe Hunting Wives” quando gli è stato chiesto del possibile seguito, rispondendo: “Non ne so nulla. L’ultima cosa che ho sentito è che gli avvocati ne stavano discutendo“.

Song ha appena presentato il suo secondo lavoro da regista, Material Love, in Italia al cinema dal 4 settembre. La commedia romantica sul triangolo amoroso, con Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal, ha incassato 50 milioni di dollari al botteghino mondiale. Il suo film d’esordio, Past Lives, ha invece incassato 42 milioni di dollari in tutto il mondo e ha ottenuto nomination agli Oscar per la sceneggiatura originale e il miglior film.

Cosa sapere di Il matrimonio del migliore amico

L’originale Il matrimonio del mio migliore amico vedeva Julia Roberts nei panni di una critica gastronomica che scopre che il suo amico di lunga data, interpretato da Dermot Mulroney, sta per sposarsi. I due avevano giurato di sposarsi l’uno con l’altra se fossero rimasti single fino alla “veneranda” età di 28 anni. Rendendosi conto di essere innamorata, il personaggio di Roberts decide così di sabotare l’evento. Il film vedeva anche la partecipazione di Cameron Diaz e Rupert Everett.

Il film è stato un successo al botteghino al momento dell’uscita nell’estate del 1997, incassando 127 milioni di dollari in Nord America e classificandosi al nono posto tra i film di maggior incasso dell’anno. Ha poi ottenuto tre nomination ai Golden Globe – come miglior musical e commedia e per la recitazione di Roberts ed Everett – ed è rimasto uno dei titoli più amati della serie di commedie romantiche interpretate da Roberts negli anni ’90. Nel 2022, Variety lo ha classificato come uno dei 100 migliori film di tutti i tempi.

Le avventure di Cliff Booth: ecco Brad Pitt come Cliff Booth sul set del sequel di C’era una volta a… Hollywood

0

Il noto sito americano JustJard ha diffuso le prime foto di Brad Pitt dal set di Le avventure di Cliff Booth, l’annunciato sequel spin-off di C’era una volta a… Hollywood scritto da Quentin Tarantino e diretto da David Fincher.

A sorpresa, Brad Pitt è dunque tornato a vestire i panni di Cliff Booth, lo stuntman taciturno e spavaldo che aveva conquistato il pubblico in C’era una volta a… Hollywood. Le prime immagini dal set del sequel, trapelate nelle ultime ore, mostrano l’attore premio Oscar impegnato in nuove acrobazie e scene d’azione ambientate negli anni Settanta, segno che Le avventure di Cliff Booth sono tutt’altro che finite.

Cosa sappiamo sul film Le avventure di Cliff Booth?

Il progetto, ancora avvolto nel mistero, sembra essere una sorta di spin-off/sequel dedicato al personaggio interpretato da Pitt, che nel film originale di Quentin Tarantino era al fianco di Rick Dalton (Leonardo DiCaprio). La pellicola esplorava il mondo del cinema e della controcultura americana alla fine degli anni Sessanta, culminando in una reinterpretazione pulp degli omicidi Manson. Ora, secondo fonti vicine alla produzione, questa nuova avventura si concentrerà interamente su Cliff e sul suo passato da eroe di guerra e uomo d’azione.

Le riprese sono in corso in California, tra Los Angeles e il deserto del Mojave, e dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che il film adotterà uno stile da buddy-movie solitario, tra western urbano e noir crepuscolare. Non è ancora chiaro se Quentin Tarantino sia direttamente coinvolto nel progetto, ma il tono e la fotografia sembrano perfettamente coerenti con l’universo narrativo da lui creato.

Le avventure di Cliff Booth è attualmente il titolo provvisorio del film, che potrebbe arrivare nelle sale nel corso del 2026. Nel frattempo, i fan di C’era una volta a… Hollywood possono già esultare: Brad Pitt è tornato, e Cliff Booth ha ancora molto da raccontare.

Dead for a Dollar: la spiegazione del finale del film

Dead for a Dollar: la spiegazione del finale del film

Con il film del 2022 Dead for a Dollar (qui la recensione), Walter Hill torna dietro la macchina da presa con un western asciutto e crepuscolare che rinnova i temi tipici del genere. Ambientato nel 1897, il film segue il cacciatore di taglie Max Borlund (interpretato da Christoph Waltz) nel suo incarico apparentemente semplice: riportare a casa la moglie di un uomo facoltoso. Ma come spesso accade nei western firmati Hill, niente è davvero come sembra. In questo approfondimento analizziamo la trama, i nodi centrali della storia e soprattutto il significato del suo finale, riflettendo su come il film si inserisce nel percorso autoriale del regista di I guerrieri della notte e Johnny il Bello.

Un passato irrisolto: chi è davvero Joe Cribbens?

La storia prende il via con Max Borlund, esperto cacciatore di taglie e funzionario al servizio del governo degli Stati Uniti, che visita la prigione di Albuquerque per incontrare un vecchio nemico: Joe Cribbens (Willem Dafoe). I due condividono un passato turbolento. Borlund aveva arrestato Joe anni prima per rapina in banca e furto di cavalli, ma ora Cribbens sta per uscire. Secondo alcune voci, l’uomo avrebbe intenzione di vendicarsi. Sebbene Joe affermi di volersi solo ritirare in Messico a giocare a carte e divertirsi, lo sguardo sfuggente e i modi ambigui non convincono Borlund, che lo mette in guardia: qualunque tentativo di seguirlo o fargli del male sarà ricambiato con la stessa moneta.

Poco dopo, Borlund riceve una nuova missione: Martin Kidd, un ricco imprenditore, sostiene che sua moglie Rachel (Rachel Brosnahan) sia stata rapita da un disertore dell’esercito, Elijah Jones (Brandon Scott), e chiede che venga riportata indietro. In realtà, il riscatto è già stato chiesto, ma Martin preferisce pagare Borlund — 500 dollari in anticipo — per salvare la reputazione sua e della moglie. Ad accompagnare il cacciatore c’è il sergente Poe (Warren Burke), apparentemente loquace e cordiale, ma non privo di sorprese. La missione li porta così verso la regione desertica di Roca Rosa, nel Chihuahua, dove le certezze iniziano a sgretolarsi.

Dead For A Dollar film 2022
Christoph Waltz, Rachel Brosnahan e Warren Burke in Dead for a Dollar. Foto di Lewis Jacobs.

Una fuga d’amore sotto accusa

Il viaggio si complica quando Poe rivela di conoscere Elijah e sostiene che questi non avrebbe mai potuto rapire una donna. Anzi, afferma che Rachel è fuggita volontariamente con lui. I due si sarebbero rifugiati presso una baita di proprietà di un uomo di nome Hannon, legato a vari traffici illeciti e sospettato di avere legami con Joe Cribbens. Elijah aveva lasciato a Poe una mappa per raggiungerli, sperando proprio che l’amico lo raggiungesse. La verità inizia così a delinearsi: quello con cui Max ha a che fare non è un rapimento, ma una fuga consensuale.

Nel frattempo, Rachel e Elijah vengono raggiunti da Romero, emissario del potente gangster Tiberio (Benjamin Bratt). Hannon, per saldare un debito di gioco con il criminale, aveva pattuito con lui la consegna dei due fuggiaschi in cambio di parte del riscatto. Elijah e Rachel accettano a malincuore il piano di essere condotti a Veracruz per poi imbarcarsi per Cuba, nonostante i dubbi sulla lealtà del gangster. Poco dopo, Tiberio e i suoi uomini incontrano Borlund e Poe, pretendendo un pagamento per il “diritto” di passaggio su quel territorio. La tensione è palpabile, ma Borlund non si lascia intimidire.

Borlund e Poe raggiungono infine la baita di Hannon. Il criminale punta un’arma contro Rachel, ma viene prontamente ucciso da Borlund.  Mentre Elijah seppellisce il corpo, Rachel — ancora diffidente verso Borlund — lo minaccia con una pistola, salvo poi abbassare l’arma dopo che lui le dichiara le sue reali intenzioni: rispettare la legge, sì, ma non a scapito della verità. È il primo segnale che Max sta iniziando a mettere in discussione le apparenze del caso.

Willem Dafoe in Dead for a Dollar. Foto di Lewis Jacobs

La verità su Martin Kidd e il motivo della fuga

Nel frattempo, Joe Cribbens è ormai libero e si stabilisce a Pueblo de Guadalupe. Si presenta come semplice giocatore d’azzardo, ma i guai lo trovano subito. Dopo una partita con Palmer, socio inglese di Tiberio, la tensione esplode: Palmer lo minaccia con un’arma e Joe lo uccide. Romero a quel punto lo raggiunge per informarlo che Tiberio vuole incontrarlo. In un incontro successivo, Tiberio propone a Joe un nuovo “lavoro”: eliminare Borlund. Joe accetta, ma il tentativo fallisce grazie a Poe e Rachel, che lo disarmano. Dopo l’umiliazione, Cribbens viene scaricato anche da Tiberio.

Borlund, nel frattempo, comincia a capire che le versioni ufficiali non reggono. Rachel gli racconta la sua storia: da giovane donna ribelle, si era sposata con Martin dopo poche settimane di corteggiamento. L’uomo si era poi rivelato un truffatore e un donnaiolo, che la trattava come una proprietà. Elijah, studente della scuola in cui lei lavorava, era stato quindi per lei un’ancora di salvezza. La loro fuga era un tentativo di sottrarsi al controllo e alla violenza di Martin. Con questa nuova consapevolezza, Borlund accetta la situazione e le restituisce la pistola per difendersi.

Quando infine Martin Kidd arriva finalmente a Ciudad de Trinidad Maria, non cerca nemmeno di vedere sua moglie: si reca direttamente alla prigione e uccide Elijah. Corrompe poi le guardie per coprire l’assassinio. Rachel, distrutta, si vendica a quel punto uccidendo a sua volta il marito. In seguito, tenta il suicidio, ma cambia idea. Comprende che ora ha il potere di scegliere come vivere. Tiberio, però, non ha ancora detto l’ultima parola.

Rachel Brosnahan in Dead for a Dollar
Rachel Brosnahan in Dead for a Dollar

Il significato del finale di Dead for a Dollar

Tiberio lancia a quel punto un attacco contro l’hotel in cui si trova Rachel. I suoi uomini vengono fermati anche grazie al coraggio della receptionist, ma Rachel rimane ferita al volto. In quel momento arriva Joe Cribbens, che uccide Tiberio, convinto che il gangster gli abbia rovinato la vendetta contro Borlund. Infine, lo stesso Cribbens affronta Borlund in un duello, ma ha ancora una volta la peggio e viene ucciso. Poe invece, seppur ferito, sopravvive e fa ritorno all’esercito.

Nel finale, Rachel – senza più nulla che la leghi a quei luoghi – lascia il Messico e si unisce al movimento suffragista a Filadelfia. La cicatrice sul volto diventa il simbolo della sua rinascita e del suo diritto all’autodeterminazione. Max Borlund, invece, torna alla sua attività di cacciatore di taglie, ma qualcosa in lui è cambiato. Se all’inizio era una figura fredda, quasi burocratica, nel corso della storia matura una coscienza morale. Invece di seguire alla lettera ordini sbagliati, impara a distinguere tra giustizia e legge. Quando restituisce la pistola a Rachel, fa molto più che proteggerla: le riconosce finalmente la libertà di decidere per sé.

Brick Mansions: la spiegazione del finale del film

Brick Mansions: la spiegazione del finale del film

Diretto dal montatore e regista francese Camille Delamarre al suo debutto cinematografico, con una sceneggiatura scritta da Luc Besson, Robert Mark Kamen, Ryan Amon e Bibi Naceri, Brick Mansions (qui la recensione) è un thriller d’azione ambientato nei quartieri poveri con una buona dose di inseguimenti, sparatorie e acrobazie mozzafiato. Il film del 2014 prende inoltre spunto dal precedente successo francese District B13. Per quanto riguarda la trama, è piuttosto standard: un eroe rispettoso della legge fa squadra con un altro (a cui non importa nulla) per salvare un ghetto dalla sua imminente rovina.

Il film rientra nel genere del cinema d’azione urbano e distopico, con evidenti richiami a titoli come 1997: Fuga da New York di John Carpenter o The Raid di Gareth Evans, per l’ambientazione chiusa e l’impianto narrativo che ruota attorno a una scalata letterale e metaforica verso un nemico comune. Ma Brick Mansions si distingue per l’impiego esteso del parkour, coreografato e interpretato dallo stesso David Belle, fondatore della disciplina. Questa componente dinamica conferisce al film un’identità visiva energica e contemporanea, anche se la narrazione riprende archetipi classici: la città come gabbia, la redenzione personale, la lotta contro la corruzione istituzionale.

Oltre all’azione, Brick Mansions affronta però anche temi legati all’emarginazione sociale, al degrado urbano e alla manipolazione del potere. Il film assume anche un valore simbolico, poiché rappresenta uno degli ultimi ruoli interpretati da Paul Walker, famoso per Fast & Furious, prima della sua morte. Nel resto dell’articolo ci concentreremo però in particolare sul fornire una spiegazione dettagliata del finale, chiarendo gli eventi conclusivi e il loro significato rispetto ai temi centrali della pellicola.

Paul Walker e David Belle in Brick Mansions
Paul Walker e David Belle in Brick Mansions. Foto di Philippe Bosse © 2013 EUROPACORP

La trama di Brick Mansions

Il film è ambientato in una Detroit del futuro, corrotta, violenta e in mano alla malavita. Un intero quartiere popolare e semi-apocalittico funge da dimora per i criminali più violenti della città. La polizia per circoscrivere il pericolo e proteggere il resto degli abitanti, decide di costruire un muro di cinta controllando tutti i movimenti di entrata e di uscita. Nella zona chiusa ribattezzata come “Brick Mansions” sopravvivono solo i più forti e il crimine si rafforza di giorno in giorno. L’intero quartiere è controllato da Tremaine (RZA), padrone indisturbato e re della droga. Lungo la sua strada Tremaine incontrerà l’agente Damien Collier (Paul Walker) e l’ex galeotto Lino (David Belle).

Damien è un poliziotto sotto copertura, che dopo la morte del padre, dedica la sua vita alla lotta contro il crimine e la corruzione. Lino invece abita all’interno del quartiere e ogni giorno si batte per vivere una vita onesta cercando di combattere per il bene di tutta la comunità. Damien e Lino provengono da mondi totalmente differenti, hanno due vite diverse ma un nemico in comune: Tremaine. Il rapimento della ragazza di Lino da parte di Tremaine, provocherà una serie di adrenalinici avvenimenti che porteranno i due ad allearsi. Insieme cercheranno di mandare a monte un pericoloso piano che potrebbe abbattere l’intera città.

La minaccia della bomba

La tensione raggiunge dunque il culmine quando Tremaine si dichiara in possesso di una testata nucleare e minaccia di lanciarla su Detroit se non riceverà un riscatto. Damien e Lino devono dunque collaborare per la disattivazione dell’ordigno. Quando Damien e Lino si recano alla base di Tremaine in una missione suicida, Tremaine fa un’offerta a Damien. Il boss mafioso mostra loro da lontano la bomba, che è collegata a un missile russo puntato sul centro della città. Da vero uomo d’affari, Tremaine vuole vendere la bomba per una somma forfettaria di 30 milioni, a 10 dollari a persona. Si tratta forse di una cifra ragionevole, e Damien chiama i suoi superiori per chiedere loro di effettuare il trasferimento.

RZA in Brick Mansions
RZA in Brick Mansions. Foto di Philippe Bosse – © 2013 EUROPACORP – TRANSFILM INTERNATIONAL INC.

La città non dispone però di una somma del genere e l’affare non va in porto. Damien, tuttavia, continua comunque a stare al gioco, fingendo che i superiori stiano effettuando il trasferimento come richiesto. La banca segreta non aprirà prima di altri 25 minuti e Damien e Lino vengono portati in una cella ad aspettare che il denaro venga trasferito. Tuttavia, Damien rivela a Lino la verità: sono soli. Lino finge di stare male, mettono fuori combattimento la guardia e gli eroi scappano per salvarsi la vita. Dopo alcune altre sontuose sequenze di parkour, Lino e Damien eliminano i teppisti. Ma un cecchino continua a sparare loro dal tetto, finché i due raggiungono il tetto per eliminarlo.

Tremaine scopre a questo punto che Damien ha mentito riguardo all’autorità che avrebbe inviato il denaro. Inoltre, stanno liquidando il denaro che si trova sul conto di Tremaine. Tremaine, infuriato, sta per attivare la bomba, ma Damien spara al ricevitore del segnale e il missile non lascia il supporto. Sul tetto, Tremaine cambia idea riguardo all’idea di far saltare in aria la città, ma Rayzah cerca di prendere il controllo del dispositivo, solo che Lola lo spinge giù dal tetto. Damien ottiene  a quel punto il codice per disattivare la bomba, ma questo è casualmente identico al codice postale della zona. Mentre la bomba non esplode, Damien, Lino, Tremaine e tutti i suoi scagnozzi mafiosi si recano nell’ufficio del sindaco per un confronto.

La spiegazione del finale del film

Si comprende così che Tremaine non aveva mai avuto intenzione di lanciarla: la vera minaccia era un piano orchestrato dal sindaco per distruggere Brick Mansions e liberare l’area dalla criminalità e favorire le speculazioni edilizie. Brick Mansions presenta così una visione cupa del problema della gentrificazione. In un mondo distopico, un sindaco al di sopra della legge pensa che eliminare le persone sfortunate fermerebbe i crimini in un quartiere povero. Quello che il sindaco non sa è che questa sua confessione è stata riprese a diffusa ai media, smascherandolo prima che potesse essere troppo tardi.

RZA, Paul Walker e David Belle in Brick Mansions
RZA, Paul Walker e David Belle in Brick Mansions. Foto di © 2013 EUROPACORP – TRANSFILM INTERNATIONAL INC.

Damien, a questo punto, decide di lasciare il suo lavoro. Mentre Tremaine e Lino cercano di farlo ragionare, l’agente getta via il distintivo in un gesto impulsivo. Egli era stato coinvolto dopo che gli era stato fatto credere che suo padre era stato ucciso da Tremaine, ma la verità è che sono state le forze dell’ordine corrotte ad eliminarlo. Damien non vuole dunque più lavorare per questo ambiente marcio. Alla fine, la pace nel quartiere viene ripristinata e Tremaine si candida alle elezioni per la carica di sindaco. Le scuole e gli ospedali riaprono e, dato che alla fine del film Damien fa delle commissioni nel ghetto, crediamo che sia ancora lo sceriffo non ufficiale del quartiere.

Il finale di Brick Mansions ribalta così le aspettative: non è il criminale di quartiere il vero nemico, ma il potere corrotto delle istituzioni. Il film decostruisce la classica dicotomia buoni contro cattivi, mostrando che la vera violenza è quella del potere che marginalizza e sfrutta. La testata nucleare diventa metafora dell’abbandono sistematico delle periferie, e Brick Mansions rappresenta tutti quei luoghi dimenticati, ridotti a ghetti per interessi politici ed economici. Il gesto di Damien, che tradisce i suoi superiori per la verità, evidenzia un cambiamento profondo: la giustizia non può esistere senza coscienza.

Infine, la rielezione di Tremaine a sindaco è una chiusura provocatoria ma coerente: l’ex criminale, ora simbolo di riscatto e rappresentante degli emarginati, si propone come voce autentica della città. Brick Mansions non si limita a intrattenere, ma propone un messaggio sociale: la violenza, spesso rappresentata da esplosioni e inseguimenti, ha radici profonde nelle disuguaglianze e nella corruzione. La nuova amicizia tra Damien e Lino incarna una possibile riconciliazione tra forze opposte, unite dalla verità e dalla volontà di cambiare davvero le cose.

Assaporando Parigi: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film

Assaporando Parigi (il cui titolo originale è Savoring Paris) è il film del 2024 diretto da , una commedia romantica dal tono leggero e malinconico che celebra l’amore, la cucina francese e la scoperta di sé. Il film racconta il viaggio personale ed emotivo di una donna americana che, giunta nella capitale francese per sfuggire a una vita insoddisfacente, si ritrova a ricostruirsi tra baguette croccanti, bistrot pittoreschi e incontri inaspettati. La pellicola si inserisce così nel filone dei feel-good movie ambientati in location iconiche, capaci di fondere romanticismo, umorismo e introspezione.

Il genere a cui appartiene Assaporando Parigi ha negli ultimi anni ha trovato numerosi esempi di successo, da Julie & Julia a Mangia, prega, ama, passando per Midnight in Paris e Sognando Parigi. In tutti questi film la cucina e le atmosfere di luoghi suggestivi diventano strumenti narrativi per raccontare una trasformazione personale. Così anche in Assaporando Parigi, il cibo non è solo contesto, ma motore di emozioni e relazioni, capace di far emergere desideri repressi, nuove identità e, naturalmente, l’amore. Il tutto avviene attraverso una narrazione che alterna leggerezza e riflessione, con un’estetica calda e accogliente.

Produzione Hallmark, Assaporando Parigi propone però anche un personaggio femminile che non cerca il principe azzurro. La protagonista si ritrova infatti a reinventarsi completamente lontano dal suo mondo d’origine, spinta più dal bisogno di capire chi è davvero che dalla ricerca di una nuova relazione. Nel resto dell’articolo scopriremo allora nel dettaglio la trama del film, il cast di interpreti principali e le curiosità sulle affascinanti location che fanno da sfondo alla storia. Una guida completa al film per chi vuole assaporare Parigi… anche solo attraverso lo schermo.
Bethany Joy Lenz e Stanley Weber in Assaporando Parigi
Bethany Joy Lenz e Stanley Weber in Assaporando Parigi

La trama di Assaporando Parigi

Ella Weber, insoddisfatta del suo lavoro e della vita negli Stati Uniti, parte per Parigi per ritrovare sé stessa attraverso l’amore per il formaggio. Nella capitale francese incontra nuovi amici, tra cui Clotilde e il critico gastronomico Gaston, con cui nasce una relazione. Trovando anche un lavoro in una fromagerie, Ella intraprende un percorso di scoperta personale, che potrebbe portarla a capire ciò che desidera davvero dalla vita, se riuscirà a chiarire un malinteso con la persona che ama.

Il cast del film

Protagonista del film, nel ruolo di Ella Weber, è l’attrice Bethany Joy Lenz. Lenz è nota soprattutto per il ruolo di Haley James Scott nella serie tv cult One Tree Hill (2003–2012), ma ha firmato anche numerose apparizioni in serie prestigiose come Dexter, Grey’s Anatomy, Life Unexpected e Agents of S.H.I.E.L.D. Accanto a lei, nel ruolo di Serge Pelerin, vi è invece Stanley Weber. L’attore è celebre principalmente per aver interpretato Juan Borgia nella serie televisiva Borgia (2011–2014). Ha recitato anche in film come Not Another Happy Ending (2013), The First Day of the Rest of Your Life (2008) e Thérèse Desqueyroux (2012).

Fanno poi parte del cast Ben Wiggins nel ruolo diJ Gaston, un personaggio secondario chiave legato alla cucina e al mondo gastronomico. Wiggins è conosciuto per ruoli in Anna and the Apocalypse (2017), Maria Regina di Scozia (2018) e nelle serie The Witcher (2019) e You, dove nella quarta stagione ha interpretato Roald Walker‑Burton. Vi è poi Manon Azem che interpreta Clotilde. Azem è ben nota sia per film come Gangsterdam (2017) e Burn Out (2017) sia per ruoli televisivi in serie come La Mante, Section de recherches e Fifteen‑Love su Netflix. Infine, Lucy Newman‑Williams interpreta Laury Weber, parente di Ella nella storia.

Bethany Joy Lenz e Stanley Weber nel film Assaporando Parigi
Bethany Joy Lenz e Stanley Weber in Assaporando Parigi

Le location del film

Il film Assaporando Parigi è stato girato – ovviamente – in gran parte a Parigi, immergendo così lo spettatore nella vibrante atmosfera della capitale francese. Diverse sequenze utilizzano luoghi simbolo della città, come la Torre Eiffel, passeggiate lungo la Senna e scorci riconoscibili di vie celebri dove Ella si muove tra café e negozi di formaggi. Secondo Hallmark e il cast, la presenza reale della Città delle Luci rende l’esperienza visiva più autentica rispetto ai classici set Hallmark, donando al film un senso di viaggio e scoperta.

In aggiunta alle riprese parigine, alcune scene sono state realizzate anche a Sofia, in Bulgaria, dove il team ha allestito ambientazioni che simulano location parigine o visivamente coerenti per motivi di produzione. La protagonista Bethany Joy Lenz ha descritto l’esperienza sul set come un “sogno diventato realtà”, raccontando la sfida di girare in una città viva e imprevedibile come Parigi, dove la troupe ha dovuto adattarsi alle condizioni reali di strada e si è divertita improvisando al ritmo dei pedoni e della vita urbana.

Il finale del film

Ella si trova davanti a un bivio emotivo: dopo aver trascorso mesi a Parigi, lavorando con Serge alla realizzazione di un wine bar accanto alla sua fromagerie, deve decidere se tornare negli Stati Uniti o restare. Inizialmente decide di farlo, temendo il giudizio della madre e la praticità di tornare a casa. Ma durante l’inaugurazione del progetto, Serge le invia una scatola di formaggi: il gesto le fa capire che in Francia ci sono due cose fondamentali per lei — il lavoro che ama e l’uomo che ama davvero. Decide quindi di non salire sull’aereo e torna da Serge, come confermato dal film quando lo raggiunge prima della partenza.

Nell’ultima scena del film, vediamo dunque Ella di fronte al suo nuovo wine & bar, chiamato “La Cheddar-ie”, che unisce Francia e Stati Uniti dando così luogo all’incontro tra le due culture. La scelta finale di Ella rappresenta quindi la chiusura del suo arco narrativo: dalla crisi di mezza età e da una vita professionale insoddisfacente negli Stati Uniti, evolve in una donna che prende in mano il proprio destino e coltiva una nuova vita a Parigi. Rinuncia quindi alla sicurezza pratica per seguire passione e affetti, realizzando il sogno di una vita creativa, libera e autentica.

Sconosciuti per una notte: il trailer del film al cinema dal 28 agosto

0

Wanted è lieta di diffondere il trailer italiano di Sconosciuti per una notte, diretto e interpretato da Alex Lutz e in arrivo nei cinema dal 28 agosto distribuito da Wanted.

Ambientato nell’arco di una sola notte parigina, Sconosciuti per una notte ha inizio da un banale litigio tra due stanchi passeggeri di un metrò affollato al termine di una giornata di lavoro. Entrambi hanno circa cinquant’anni e, dopo aver alzato un po’ la voce, scendono alla stessa fermata, senza smettere di parlarsi, sempre meno arrabbiati e sempre più attratti l’uno dall’altra. E’ l’inizio di un misterioso gioco di seduzione e di crescente attrazione tra i due, che nei corridoi della stazione vengono goffamente travolti dalla passione all’interno di una cabina fotografica. Nell’arco di poche ore il loro rapporto diventa sempre più intenso, ma lasciando trapelare una verità segreta, che si svela solo ne sorprendente finale della storia.

Karin Viard e Alex Lutz mettono in scena una storia sentimentale scritta assieme ad Hadrien Bichet e che vede lo stesso Lutz alla regia (è la sua quinta regia dopo il pluripremiato Guy). SCONOSCIUTI PER UNA NOTTE esplora con eleganza e profondità il legame inatteso tra due sconosciuti che nell’arco di una sola notte si ritrovano a condividere fragilità, ricordi e desideri sospesi.

Una storia intima e sorprendente che indaga la solitudine contemporanea e la possibilità di incontrarsi davvero, anche solo per un momento, quando si ha il coraggio di abbassare le difese. Un film disperatamente romantico sull’amore che resta, anche quando sembra finito.

Dopo essere stato presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, SCONOSCIUTI PER UNA NOTTE arriverà nei cinema dal 28 agosto distribuito da Wanted.

James Gunn rivela la storia di Mr. Handsome

0
James Gunn rivela la storia di Mr. Handsome

In un nuovo post sui social del regista di Superman, James Gunn,  ha mostrato l’orribile Mr. Handsome, che fungeva da schiavo di Lex Luthor nel suo universo tasca. Il personaggio ha incuriosito i fan, e alcuni che ipotizzano che possa essere un marziano bianco, ad esempio.

In un post con diverse nuove foto del dietro le quinte, Gunn ha spiegato: “Lex ha creato Mr. Handsome in una capsula di Petri quando aveva 12 anni: stava cercando di creare un essere umano. Non è venuto fuori un granché, ma potrebbe essere l’unico al mondo per cui Lex prova un vero sentimento, come dimostra la foto sulla sua scrivania.”

Questa spiegazione della sua origine si collega bene alla creazione di Ultraman da parte di Luthor, un clone di Superman privo di cervello che controllava tramite una serie di istruzioni al computer. Entrambe le creature, pur con esiti diversi, dimostrano la capacità di Luthor di perseguire i propri scopi, anche quelli eticamente più discutibili.

Guarda qui le foto di Mr. Handsome

Jeremy Renner sarebbe felice di tornare nel ruolo di Clint Barton

0

Si è parlato molto della seconda stagione di Hawkeye. Grazie alle dichiarazioni di Jeremy Renner in prima persona, sappiamo che l’attore ha rifiutato di tornare nei panni di Clint Barton dopo che gli è stata offerta metà dei guadagni della prima stagione… per il doppio del lavoro.

Non è chiaro se la serie sia ormai finita nel dimenticatoio, soprattutto perché i Marvel Studios prevedono di pubblicare solo una serie TV all’anno. Jeremy Renner, tuttavia, sembra fiducioso che la seconda stagione prima o poi si farà.

“Sono sempre felice di essere in quel mondo, amico”, ha detto a Empire Online. “Adoro tutti quei ragazzi, adoro il personaggio. Sono sicuro che alla fine faremo la seconda stagione e faremo altre cose. E sono felice di farlo. Il mio corpo si sta preparando per qualcosa del genere. Non so se qualcuno voglia vedermi in calzamaglia, ma il mio corpo starà benissimo in calzamaglia.”

Non sappiamo come si evolveranno le cose, ma da come si era conclusa la prima stagione, ci aspettiamo che un eventuale secondo ciclo coinvolge Clint in qualità di mentore per la giovane Kate Bishop (Hailee Steinfeld). La serie potrebbe intrecciarsi con le vicende di Daredevil: Rinascita o addirittura con quelle di Spider-Man: Brand New Day. Staremo a vedere cosa accadrà.

Kneecap: ecco il trailer italiano

0
Kneecap: ecco il trailer italiano

Dopo la recente vittoria alla 55esima edizione del Giffoni Film Festival nella sezione Generator +18, Europictures è lieta di diffondere il trailer italiano Kneecap, nei cinema italiani dal 28 agosto.

Ispirato alle origini dell’omonimo trio rap di Belfast (tra i primi a cantare in gaelico irlandese), Kneecap è un comedy biopic scritto e diretto da Rich Peppiatt (One Rogue Reporter). Protagonisti sono i membri stessi della band Naoise Ó Cairealláin “Móglaí Bap”, Liam Óg Ó Hannaidh “Mo Chara” e JJ Ó Dochartaigh “Dj Provaí”, alle prese con la loro controversa ascesa al successo nel panorama musicale, segnata da una convinta rivendicazione della lingua irlandese. Nel cast anche Michael Fassbender nel ruolo di Arlo, il misterioso padre di Naoise, patriota irlandese che ha finto la sua morte per sfuggire alle autorità britanniche.

Kneecap è un’avventura psichedelica alla scoperta di come un trio di giovani di Belfast è diventato l’improbabile figura di riferimento di un movimento per i diritti civili nella salvaguardia della propria lingua madre. Kneecap non è quindi solo un gruppo rap, ma un fenomeno culturale: bannato dalla televisione di stato RTÉ e disprezzato pubblicamente dal partito conservatore DUP, il trio ha costruito la sua notorietà attraverso un atteggiamento sul palco che sembra appartenere più alla scena punk rock che rap e una produzione musicale sicuramente spinosa per tematiche e linguaggio, ma innovativa per la poetica fusione di irlandese e inglese, fusione che ha ispirato un’intera generazione di giovani nella riscoperta delle proprie radici linguistiche. Negli ultimi mesi i Kneecap hanno fatto inoltre parlare di sé per le loro posizioni pro-Palestina dichiarate apertamente duranti alcuni eventi musicali, tra cui il Coachella (in cui hanno invitato il pubblico a unirsi al coro “Free Palestine” e per cui l’organizzazione dei loro concerti in USA ha interrotto la collaborazione) e un concerto a Londra dello scorso novembre in cui Mo Chara ha esposto una bandiera di Hezbollah ed è stato accusato di terrorismo. In seguito all’indagine in corso diversi politici tra cui il primo ministro inglese avevano chiesto che la band non si esibisse al recente festival di Glastonbury: la BBC, broadcaster ufficiale del festival, ha deciso di oscurare la loro performance nella trasmissione in diretta ma alla fine il trio ha suonato davanti a un pubblico immenso dove sbandieravano diverse bandiere palestinesi. Recentemente, si è aggiunta la notizia che l’Ungheria ha negato l’accesso nel Paese al gruppo rap irlandese, che avrebbe dovuto esibirsi allo Sziget Festival di Budapest: la motivazione è “incitamento all’odio antisemita”. Il divieto di ingresso sul territorio magiaro sarà valido per tre anni in quanto il gruppo è considerato una “grave minaccia alla sicurezza nazionale”, ha affermato il governo di Viktor Orbán.

Il regista Rich Peppiatt afferma che fin dall’inizio del progetto la lingua e il suo rapporto con l’identità sono stati aspetti fondamentali per la storia che voleva raccontare: “Essendo un grande fan dell’hip-hop della vecchia scuola, per me il rapporto dei Kneecap con la lingua riecheggiava la controversia che un tempo i rapper afroamericani creavano reinventando la lingua inglese per riflettere la loro realtà sociale urbana e oppressa”. Colpito dall’energia allo stato puro e dall’autenticità della band, Peppiatt ha visto nella passione del trio nei confronti della causa della lingua irlandese un’occasione unica: “Mo Chara, Móglaí Bap e DJ Provaí incarnavano una visione di Belfast e dell’Irlanda moderna sorprendentemente diversa da quella che tutti noi chiamiamo casa. Il film doveva essere audace, crudo e implacabile come la musica dei Kneecap”.

La trama di Kneecap

Nella Belfast post-conflitto, emerge il turbolento trio rap KNEECAP, che getta le basi per la rinascita della lingua irlandese contro l’establishment. Liam Óg e Naoise, autoproclamatisi “feccia di bassa lega”, insieme all’insegnante JJ, diventano un simbolo politico e la voce di sfida della gioventù irlandese inquieta.

Mentre lottano per lasciare un segno nel mondo e le pressioni familiari e relazionali minacciano di staccare la spina ai loro sogni, il trio intreccia una narrazione che trascende la musica. Una favola vera sull’impulso intrinseco dell’uomo all’identità, sul fascino delle droghe e sulla passione per la vita, KNEECAP è una corsa emozionante che pulsa di ritmi hip-hop.

Kneecap arriva al cinema dal 28 agosto con Europictures.

Saturnia Film Festival: al via l’ottava edizione

0
Saturnia Film Festival: al via l’ottava edizione

Si apre mercoledì 30 luglio l’ottava edizione del Saturnia Film Festival, l’appuntamento cinematografico itinerante, promosso dall’associazione culturale ARADIA PRODUCTIONS con la presidenza di Antonella Santarelli e la direzione artistica del regista Alessandro Grande, che ogni estate porta il grande cinema nel cuore della Maremma toscana. Fino al 3 agosto, alcuni tra i borghi tra i più suggestivi della regione (Manciano, Saturnia, Rocchette di Fazio, Montemerano, e le Terme di Saturnia) si trasformeranno in luoghi di visione e incontro, con le proiezioni dei film in concorso, masterclass e incontri con ospiti di rilievo. Il Saturnia Film Festival si conferma anche quest’anno come una delle realtà più originali nel panorama festivaliero italiano, capace di coniugare scoperta del territorio e attenzione alle voci emergenti del cinema.

Ad aprire il festival, mercoledì 30 luglio a Manciano, sarà  la nuova sezione “Sguardi di donne”, realizzata in collaborazione con le associazioni Olympia de Gouges e Mujeres nel Cinema, con le proiezioni dei cortometraggi selezionati. La serata prenderà il via alle ore 19.00 in Piazza della Rampa, con una degustazione di prodotti del territorio, accompagnata da un concerto realizzato in collaborazione con lo Street Music Festival.

Giovedì 31 luglio il festival si sposterà a Saturnia, dove l’incontro con Lillo Petrolo, artista poliedrico amatissimo dal pubblico (ore 21.00, Piazza Vittorio Veneto) darà il via alla serata, che proseguirà poi con le proiezioni dei primi titoli in concorso. Ospite della serata il regista Christian Filippi con Il mio compleanno, opera prima già acclamata per il suo sguardo autentico su una generazione fragile e in cerca di voce.

Venerdì 1° agosto sarà la volta di Rocchette di Fazio, con una serata che, oltre alle proiezioni dei corti in concorso, vedrà protagonista il regista Stefano Lorenzi con il suo Afrodite, una storia d’amore intensa e coraggiosa con due straordinarie protagoniste come Ambra Angiolini e Giulia Michelini, che incontrerà il pubblico del festival nella serata di sabato 2.

Francesco Gheghi e tutti gli altri ospiti del Saturnia Film Festival 2025

Il festival proseguirà sabato 2 agosto a Montemerano, con una serata ricca di ospiti tra cui Maurizio Lombardi, con il suo cortometraggio MarcelloFrancesco Costabile con Familia (entrambi con Francesco Gheghi protagonista), e Giulia Michelini.

Sabato 2 agosto prende il via la seconda edizione del Saturnia Pitch, piattaforma professionale che mette in contatto giovani registi e sceneggiatori con le principali realtà produttive italiane. Durante due giornate alle Terme di Saturnia, gli autori selezionati parteciperanno a sessioni di pitch, incontri individuali con produttori ed editor, e masterclass su sceneggiatura, produzione e distribuzione cinematografica. Saranno presenti dispàrte, Indaco Film, Indigo Film, Gaumont, Mompracem, Wildside, Vivo Film, Tramp Limited, oltre a Medusa Film che interverrà  con una Masterclass sulla distribuzione per gli autori selezionati.

La giornata conclusiva, domenica 3 agosto, si svolgerà nello scenario unico delle Terme di Saturnia. In programma le proiezioni degli ultimi titoli del concorso cortometraggi, tra cui La buona condotta di Francesco Gheghi, attore tra i più amati e acclamati della sua generazione, che  presenterà il film.

A seguire, nel corso della cerimonia di premiazione, saranno consegnati  i premi al Miglior Film, assegnato dal pubblico alla pellicola che avrà ottenuto il maggior numero di voti espressi dopo la proiezione, e i premi al Miglior Cortometraggio Italiano, Miglior Cortometraggio Internazionale e Miglior Cortometraggio d’Animazione, assegnati dalla giuria composta Paolo Orlando (Presidente), Selene CaramazzaManuela RimaMario Mazzetti e Teresa Pasquini. Nell’ambito del concorso corti, sarà inoltre assegnato il Premio Enel Andrea Camilleri alla Miglior Sceneggiatura in occasione del centenario della nascita del grande autore, onorando il suo legame con l’Amiata e l’importanza della sceneggiatura. Ospitato alle Terme di Saturnia, un luogo connesso al Monte Amiata e alle sue acque, il premio mira a diventare un evento culturale fisso, promosso anche dal Premio principale del Saturnia Film Festival, un’opera d’arte di Arnaldo Mazzanti raffigurante la Ninfa, simbolo della nascita delle acque di Saturnia. La collaborazione con Enel non solo valorizza il talento autoriale, ma promuove il patrimonio culturale e naturale della Maremma Toscana, in particolare il legame tra le acque di Saturnia e il Monte Amiata, inclusa la sua energia geotermica. Questo premio è un progetto che intreccia cultura, valorizzazione territoriale, eccellenza artistica e sostenibilità, nel segno di Camilleri e delle unicità della Maremma Toscana.

Inoltre per tutta la durata del festival il Polo Culturale Le Clarisse di Grosseto e il Polo Culturale Pietro Aldi di Saturnia ospiteranno i film della sezione Art Short School, diretta da David Pompili, con i video degli studenti dell’Istituto Gandhi di Narni.

Angi: Crimini e Bugie, la storia vera dietro alla docu-serie Netflix

Nel 2008, la morte di una stilista in un appartamento di Barcellona avrebbe rivelato uno dei crimini più atroci e inquietanti della recente storia spagnola. L’autore? Una donna che si nascondeva dietro falsi nomi, inventava identità e aveva una straordinaria capacità di manipolare gli altri. Questa è la storia di María Ángeles Molina, conosciuta semplicemente come Angi, protagonista di Angi: Crimini e Bugie, una docu-serie disponibile su Netflix.

In due episodi, il regista Carlos Agulló si addentra in un caso che ha sconvolto il Paese: l’omicidio di Ana Páez, una donna che Molina non solo ha ucciso, ma ha anche sfruttato per sostenere una frode che prevedeva false identità, polizze sulla vita e una serie di bugie tanto complesse quanto crudeli.

L’omicidio di Ana Páez

Ana era una stilista di 35 anni che credeva di aver trovato in Angi un’amica, una mentore e una figura di fiducia. Le due si conoscevano da circa 10 anni, dopo essersi incontrate la prima volta quando lavoravano nella stessa azienda, e il loro legame si era rafforzato nel tempo. Molina si presentava come un’imprenditrice di successo, colta e generosa, e non esitava mai a ricoprire Ana di elogi. Quello che Ana non sapeva era che Angi aveva un piano per rubarle l’identità e, in seguito, la vita.

Il 19 febbraio 2008, Ana fu trovata morta in un appartamento in affitto a Barcellona. Era nuda, con un sacchetto di plastica in testa sigillato con del nastro adesivo. Inizialmente la scena suggeriva un crimine sessuale, ma le prove indicavano qualcosa di molto più calcolato. Poco prima dell’omicidio, le riprese delle telecamere di sorveglianza mostravano Angi entrare in una banca indossando una parrucca e prelevare 600 euro dal conto di Ana.

Poi guidò una Porsche fino a Saragozza, dove ritirò le ceneri del padre, morto l’anno prima. Secondo il tribunale, questo faceva parte di un alibi attentamente costruito. Una volta tornata nell’appartamento, Molina drogò Ana con una sostanza non identificata prima di soffocarla.

Inscenare un crimine mai accaduto

Angi tentò di insabbiare l’omicidio inscenando una violenza sessuale. Per farlo, pagò due uomini in un bordello maschile di Barcellona per dei campioni di sperma, che poi depose sulla scena del crimine. Ma gli investigatori smontarono rapidamente la falsa narrazione. Le prove puntavano costantemente ad Angi, che, interrogata, fornì diverse versioni contrastanti degli eventi.

A un certo punto, affermò di aver comprato un orologio da El Corte Inglés al momento dell’omicidio. In seguito, affermò di essersi fermata a comprare uno yogurt. In una delle dichiarazioni più bizzarre del caso, pronunciata con inquietante freddezza, disse alla corte: “Senza yogurt o latte condensato, non sono niente”. La frase sbalordì sia la famiglia della vittima che i magistrati.

La frode

L’omicidio faceva parte di un più ampio schema di frode finanziaria. Prima della morte di Ana, Molina aveva richiesto diversi prestiti e polizze assicurative sulla vita a nome di Ana utilizzando documenti falsi. Alcune delle polizze avevano importi di rimborso significativi. Il piano era chiaro: eliminare Ana, assumere la sua identità e riscuotere il denaro.

Molina ha utilizzato anche l’identità di un’altra donna, Susana B. Avrebbe acquisito i dati personali di Susana dopo che Susana aveva lasciato una copia dei suoi documenti in una copisteria. Molina ha utilizzato le informazioni per aprire conti bancari ed effettuare transazioni fraudolente.

La polizia ha trovato prove cruciali, tra cui i documenti di Ana nascosti dietro il serbatoio dell’acqua nel bagno di Molina e una bottiglia sigillata di cloroformio, a ulteriore dimostrazione della premeditazione.

Il processo

Nel 2012, il tribunale ha concluso che “la quantità e la rilevanza delle prove, ampiamente accreditate”, non lasciavano dubbi sull’autore. Molina è stata condannata a 22 anni di carcere: 18 per omicidio e 4 per falsificazione di documenti. L’omicidio di Ana Páez ha portato le autorità a riaprire un caso precedente: la morte del marito di Molina, Juan Antonio Álvarez Litben, avvenuta nel 1996. L’uomo d’affari 45enne era morto improvvisamente in circostanze inspiegabili. La ripresa delle indagini ha sollevato seri sospetti sul coinvolgimento di Molina, soprattutto perché lei ne ha ereditato i beni. Ma senza prove concrete, il caso rimane irrisolto.

Nel corso degli anni, Molina si è creata molteplici identità. Ha affermato di essere una psicologa, un avvocato, una paziente oncologica in cura, una madre di figli inesistenti e una vittima di abusi. Ha persino finto gravidanze e ha usato i social media per rafforzare le sue elaborate invenzioni. Era un’attrice a tempo pieno nella sua rete di bugie.

Agulló ha affermato che ricercare il materiale per Angi è stato come navigare in una “galleria degli specchi“. “Abbiamo esaminato oltre 2.000 pagine di documenti legali, rapporti e fascicoli familiari. Abbiamo condotto più di 60 interviste con agenti di polizia in pensione, detective e persone vicine a entrambi i casi“, ha affermato. “È stata un’indagine sfaccettata, proprio come le molteplici identità di Angi”.

Più che raccontare un crimine, Angi: Crimini e Bugie rivela come una donna sia riuscita a manipolare sistemi, amici e familiari per sostenere una vita di bugie. Una storia tanto incredibile quanto vera.

Il nuovo film horror con un cast stellare debutta con un punteggio perfetto su Rotten Tomatoes

0

Il 2025 ha già visto l’uscita di alcuni titoli horror di grande impatto che hanno impressionato sia la critica che il pubblico. Tra questi spicca I peccatori di Ryan Coogler, uscito nell’aprile di quest’anno. Il film ha ottenuto un buon successo al botteghino e ottime recensioni, con un punteggio del 97% su Rotten Tomatoes.

Un altro film horror molto apprezzato quest’anno è stato Bring Her Back. A differenza di Sinners, il film non ha ottenuto il successo che avrebbe potuto al botteghino, ma è comunque riuscito a ottenere un punteggio dell’89% su Tomatometer.

Tra coloro che hanno apprezzato Bring Her Back c’è ancora la nostra Agnese Albertini, e nella sua recensione ha scritto: “Bring Her Back conferma il talento e la maturità dei fratelli Philippou, capaci di reinventarsi senza tradire le radici del loro cinema. Se Talk to Me era un horror folgorante sull’adolescenza e l’identità, qui ci troviamo davanti a un’opera più adulta, che affronta con lucidità e coraggio il lato più oscuro della genitorialità e della perdita. Meno spettacolare, ma più doloroso. E forse, proprio per questo, ancora più efficace.”

Nonostante questi titoli inizialmente forti, l’anno dell’horror è ancora lungo. In autunno promette alcune uscite interessanti, tra cui The Black Phone 2. Ora, un film horror molto atteso ha fatto un debutto impressionante su Rotten Tomatoes.

Weapons debutta con un ambito 100% sul Tomatometer

È più alto del precedente film di Cregger

Weapons ha ottenuto finora un ottimo punteggio su Rotten Tomatoes. Il film horror è il seguito di Barbarian del regista Zach Cregger. Il film del 2022 è stato accolto incredibilmente bene, ottenendo un Tomatometer del 92% e incassando 45,3 milioni di dollari con un budget stimato di 4,5 milioni di dollari.

Questa volta, Cregger si addentra nel mondo dell’horror psicologico con Weapons. La trama segue la storia di una piccola città in cui, una notte alle 2:17 del mattino, tutti i membri di una classe di una scuola elementare scompaiono tranne uno. Questo lascia la comunità a chiedersi cosa abbia causato la scomparsa e a dare la colpa a tutti.

Weapons vede un cast di protagonisti che include Julia Garner, Josh Brolin, Benedict Wong, Alden Ehrenreich, Austin Abrams e Toby Huss. L’uscita è prevista per l’8 agosto.

Ora, Weapons ha ottenuto il suo primo punteggio su Rotten Tomatoes. Il film ha debuttato con un punteggio perfetto del 100%. Questo dato è soggetto a modifiche, poiché al momento della stesura di questo articolo sono state pubblicate solo 11 recensioni. Allo stesso modo, il film non ha ancora un Popcornmeter del pubblico, poiché non è ancora uscito nelle sale.

Julia Garner: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Julia Garner: 10 cose che forse non sai sull’attrice

In pochi anni, Julia Garner è diventata uno dei volti più riconoscibili e apprezzati del panorama cinematografico e televisivo internazionale. Grazie al suo talento magnetico e a interpretazioni intense e versatili, ha conquistato pubblico e critica, ricevendo prestigiosi riconoscimenti, tra cui tre Emmy Awards. Da Ozark a Inventing Anna, passando per il ruolo di Silver Surfer nel nuovo film I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Garner si conferma un’attrice in costante ascesa, pronta a lasciare il segno in ogni genere a cui si avvicina.

I film e i programmi TV di Julia Garner

1. Ha preso parte a noti film. L’attrice debutta sul grande schermo in La fuga di Martha (2011), per poi recitare in Electrick Children (2012), Noi siamo infinito (2012), Not Fade Away (2012), We Are What We Are (2013), The Last Exorcism – Liberaci dal male (2013), Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), Grandma (2015), The Assistant (2019), The Royal Hotel (2023) e Apartment 7A (2024). Nel 2025 è al cinema con tre film: Wolf Man,  I Fantastici Quattro: Gli Inizi (con Pedro Pascal e Vanessa Kirby) e Weapons.

2. Ha recitato in celebri serie TV. L’attrice si è fatta notare in particolare sul piccolo schermo, dove ha recitato in serie come The Americans (2015–2018), The Get Down (2016–17) e Ozark (2017–2022), che le ha conferito grande popolarità. Ha poi preso parte a Maniac (2018), con Emma Stone, Waco (2018), Dirty John (2018–19), Modern Love (2019) e Inventing Anna (2022).

Julia Garner in Sin City – Una donna per cui uccidere

3. Ha avuto un ruolo di rilievo nel film. Nel film Sin City – Una donna per cui uccidere, Julia Garner interpreta Marcie, una spogliarellista che incrocia il cammino di personaggi come Dwight e Johnny. È stato il suo primo ruolo importante su grande schermo, segnando il debutto nel cinema mainstream. Fu la prima esperienza di recitazione davanti a uno schermo verde per Garner, in un contesto stilizzato e visivamente moderno. Nonostante il ruolo non fosse centrale, l’interpretazione fu lodata per la sua naturalezza, e le permise di distinguersi come attrice emergente nel cinema indipendente.

Julia Garner in Ozark
Julia Garner in Ozark

Julia Garner in Ozark

4. Ha studiato un preciso dialetto. Nel ruolo di Ruth Langmore in Ozark ha ottenuto il successo internazionale. Il ruolo è quello di una giovane delinquente texana dalla parola facile e mente acuta, capace di mescolare violenza silenziosa ed emozioni complesse. In alcune interviste l’attrice ha raccontato di aver studiato il dialetto del Missouri per rendere credibile l’accento rurale di Ruth. Gli spettatori e la critica hanno poi elogiato la sua capacità di umanizzare e rendere così realistica una criminale intelligente, fragile e crudele al tempo stesso.

Julia Garner è Shalla-Bal/Silver Surfer in I Fantastici Quattro: Gli Inizi

5. Ha letto fumetti e praticato surf. Julia Garner è stata scelta per interpretare la versione femminile dello Silver Surfer, Shalla-Bal, in I Fantastici Quattro: Gli Inizi. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha affermato di aver voluto mantenere un approccio psicologico realistico, studiando in particolare il background di Shalla-Bal nei fumetti What If? e Earth X. L’attrice ha inoltre preso lezioni di surf per calarsi ulteriormente nei panni del personaggio. Alla fine, Garner ha descritto il ruolo come “misterioso, silenzioso, tragico”, elementi che ha cercato di riportare nella sua interpretazione.

6. Si è cimentata con la motion capture. Per prepararsi al ruolo di Silver Surfer nel nuovo film Marvel, Julia Garner ha anche effettuato un intenso lavoro con la tecnologia motion capture. Si è così trovata a doversi cimentare con la speciale tuta che mappa i suoi movimenti, dovendo dunque immaginare il contesto intorno a lei ma assente sul set, immaginare la fisicità del personaggio e muovendosi di conseguenza con convinzione pur se priva riferimenti concreti.

Julia Garner interpreterà Madonna

7. Sarà l’iconica cantante al cinema. Julia Garner è stata annunciata come interprete di Madonna nel biopic recentemente annunciato. L’attrice ha descritto il provino come una sfida molto impegnativa: oltre alla recitazione ha dovuto dimostrare abilità di canto e danza direttamente a Madonna, lavorando con il suo coreografo. Garner si è preparata pensando “che farebbe Madonna?”, mostrando determinazione, innamoramento per la pop star e desiderio di essere fedele alla sua energia. Nonostante il progetto abbia subito ritardi e riscritture, l’attrice ha confermato che il ruolo è ancora ufficialmente suo.

Julia Garner in I Fantastici Quattro Gli Inizi
Julia Garner è Silver Surfer in I Fantastici Quattro Gli Inizi. Foto di Marvel Studios © 2025 20th Century Studios / © and ™ 2025 MARVEL

I premi vinti da Julia Garner

8. Ha vinto importanti riconoscimenti. Julia Garner ha vinto ben tre Primetime Emmy Awards come migliore attrice non protagonista per Ozark (stagioni 2, 3 e 4). Ha inoltre ottenuto una candidatura ai Golden Globe e ai Critics’ Choice Awards, e un Screen Actors Guild Award per la performance corale in Ozark. L’interpretazione di Ruth Langmore è dunque universalmente riconosciuta come la sua consacrazione, anche grazie a numerose candidature ai premi televisivi internazionali (Emmy, SAG, Critics’ Choice).

Julia Garner e Mark Foster

9. È sposata con un noto musicista. Julia Garner è sposata con il musicista Mark Foster, frontman dei Foster the People. I due si sono incontrati al Sundance Film Festival e si sono fidanzati durante un viaggio in camper al Parco Nazionale di Yellowstone. Garner ha raccontato che, intuendo l’incertezza dei tempi, hanno deciso di sposarsi a dicembre 2019 presso il City Hall di New York, su impulso dei suoi “Spidey senses”. Si descrivono come una coppia riservata ma affiatata, che condivide passione per l’arte, la musica e l’avventura all’aria aperta.

L’età e l’altezza di Julia Garner

10. Julia Garner è nata il 1° febbraio 1994 a Riverdale, New York. La sua altezza è di circa 1,60 metri.

Fonti: IMDb, WMagazine, Vulture

Odissea: le riprese travolte dalle polemiche, Christopher Nolan accusato di “edulcorare il colonialismo”

0

Il film Odissea è stato coinvolto in una nuova polemica, con il progetto di Christopher Nolan finito sotto accusa per una location controversa. Adattamento dell’omonimo poema epico di Omero, il seguito di Nolan al film acclamato dalla critica Oppenheimer (2023) è entrato in produzione all’inizio di quest’anno.

Il film, come noto, vanta un cast stellare, con Matt Damon nel ruolo di Ulisse, un guerriero che intraprende un arduo viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia. Damon è affiancato da Tom Holland, Charlize Theron, Zendaya e Anne Hathaway, tra gli altri, e, a un anno dall’uscita nelle sale, è diventato uno dei titoli più attesi del 2026.

Ora, però, secondo The Times, Odissea  è finito sotto accusa per le riprese effettuate vicino alla contesa città sahariana occidentale di Dakhla. L’area è sotto l’occupazione marocchina dagli anni ’70 e gli organizzatori del Sahara International Film Festival (FiSahara) hanno criticato Nolan per il messaggio che le riprese in quel luogo trasmettono. In una dichiarazione, scrivono:

In primo luogo, si tratta di una città occupata e militarizzata, la cui popolazione indigena saharawi è soggetta a una brutale repressione da parte delle forze di occupazione marocchine”.

La decisione di Nolan di girare nella regione ha portato ad accuse secondo cui lui e i protagonisti del film starebbero “mascherando il colonialismo”. La direttrice del FiSahara, María Carrión, ha spiegato più dettagliatamente perché ritiene problematico che Nolan stia girando lì:

Girando parte di The Odyssey in un territorio occupato definito ‘buco nero dell’informazione’ da Reporter senza frontiere, Nolan e il suo team, forse inconsapevolmente e involontariamente, stanno contribuendo alla repressione del popolo saharawi da parte del Marocco e agli sforzi del regime marocchino per normalizzare la sua occupazione del Sahara occidentale.

Siamo certi che se comprendessero appieno le implicazioni di girare un film di così alto profilo in un territorio i cui popoli indigeni non possono realizzare film sulle loro storie sotto occupazione, Nolan e il suo team sarebbero inorriditi”.

La spiegazione delle controverse riprese del film Odissea nella città del Sahara occidentale

The Odyssey film 2026

La regione ha una storia complicata

L’ONU ha classificato il Sahara occidentale come “territorio non autonomo” ed è comunemente considerato l’ultimo stato coloniale dell’Africa che non ha ancora ottenuto l’indipendenza. L’Africa, ovviamente, ha una lunga storia di dominio coloniale, anche da parte di paesi come Gran Bretagna, Francia, Portogallo e Spagna.

Ulteriori informazioni fornite da The Guardian sottolineano che in passato il Sahara occidentale era sotto il controllo della Spagna, ma il Marocco ha annesso il territorio nel 1976 dopo il ritiro della Spagna. Gran parte di ciò che sta realmente accadendo nella regione rimane ufficialmente non documentato, poiché l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) non è stato in grado di recarsi nella regione negli ultimi 10 anni.

Secondo The Guardian, tuttavia, l’OHCHR ha “continuato a ricevere denunce relative a violazioni dei diritti umani, tra cui intimidazioni, sorveglianza e discriminazione nei confronti di individui sahrawi, in particolare quando si battono per l’autodeterminazione”. Reporter senza frontiere ha denunciato che i giornalisti sahrawi sono sottoposti a “tortura, arresti, abusi fisici, persecuzioni”, oltre a lunghe pene detentive.

La decisione di Nolan di girare il film nel Sahara occidentale, vicino alla città di Dakhla, sembra essere interpretata da alcuni come una normalizzazione o una forma di sostegno indiretto alla presunta oppressione coloniale.

Nonostante queste accuse, secondo The Telegraph, la rivendicazione del Marocco sul territorio è stata sostenuta da Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Spagna e Portogallo. Tuttavia, la decisione di Nolan di girare il film nel Sahara occidentale, vicino alla città di Dakhla, sembra essere interpretata da alcuni come una normalizzazione o una forma di sostegno indiretto alla presunta oppressione coloniale.

Petra – Stagione 3: trailer dei nuovi episodi con Paola Cortellesi

0

Rilasciato oggi il teaser trailer di PETRA – TERZA STAGIONE, due nuove storie targate Sky Original con Paola Cortellesi protagonista, in arrivo a ottobre in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

Paola Cortellesi torna a vestire i panni di Petra Delicato, l’ispettrice dal carattere diretto, brillante e fuori dagli schemi, affiancata dal solido e fidato Antonio Monte, interpretato da Andrea Pennacchi. Dietro la macchina da presa, il tocco inconfondibile di Maria Sole Tognazzi.

Le due nuove storie di questa terza stagione, prodotte da Sky Studios e Cattleya – parte di ITV Studios – in collaborazione con BETA FILM e il Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo – Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, sono scritte da Giulia Calenda, Furio Andreotti, Ilaria Macchia con la collaborazione alle sceneggiature di Paola Cortellesi e basate sulle opere di Alicia Giménez-BartlettIl silenzio dei chiostri e Gli onori di casa – entrambe edite in Italia da Sellerio.

Le riprese si sono svolte a Genova e dintorni con il supporto di Genova Liguria Film Commission.

Cosa succede in Petra – Stagione 3

In questa terza stagione ritroviamo una Petra Delicato inedita, immersa in una situazione familiare in cui difficilmente avremmo potuto immaginarla. Le novità della sua vita privata però non le impediscono certo di dedicarsi al suo lavoro come Ispettrice di Polizia a Genova. Prima un omicidio con furto di reliquia all’interno di un Convento, poi l’assassinio di un importante imprenditore in odore di mafia, porteranno Petra e il suo inseparabile viceispettore Antonio Monte a mettersi alla prova ancora una volta. Tra nuovi incontri, trasferte professionali e vecchie conoscenze, Petra si ritroverà a interrogarsi sul suo futuro e su quale potrebbe essere la prossima tappa della sua personalissima ricerca della felicità.

Bring Her Back: Torna da me, la spiegazione del finale – cosa succede a Piper, Oliver e Laura

Bring Her Back è un’angosciante esplorazione del dolore che culmina in un rituale straziante che coinvolge Laura, una madre in lutto, e i suoi figli adottivi/vittime rituali, Piper e Oliver. Bring Her Back è il degno successore spirituale di Talk To Me dei registi Danny e Michael Philippou, entrambi film che esplorano i modi in cui le persone possono diventare mostri se hanno la possibilità di oltrepassare i confini della vita e della morte. Bring Her Back è incentrato su Andy e Piper, due adolescenti che vengono accolti da una madre adottiva di nome Laura insieme al loro nuovo “fratello”, Oliver.

Nonostante il suo aspetto innocente, Laura è in realtà molto più pericolosa di quanto sembri inizialmente, poiché ha scoperto un rituale che sacrifica la vita dei bambini affidati alle sue cure per avere la possibilità di riportare in vita la figlia defunta. L’acclamato Bring Her Back è una potente riflessione su quanto il dolore possa spingere una persona. Anche se il film lascia in sospeso il destino di alcuni personaggi, l’ultima scena, straziante e mozzafiato, chiarisce il significato del film.

Come Piper fugge da Laura nel finale di Bring Her Back

Piper riesce a malapena a sfuggire a Laura ed evitare di essere sacrificata per resuscitare Cathy

Il finale cupo di Bring Her Back vede Piper sfuggire a Laura prima che lei possa completare il rituale per resuscitare sua figlia, preparando il terreno per i momenti finali inquietanti del film. Dopo aver capito che Laura l’ha manipolata per metterla contro Andy (e aver scoperto il cadavere di suo fratello), Piper cerca di sfuggire alla sua nuova madre adottiva. Tuttavia, viene trascinata in piscina da Laura, che cerca di affogarla. Mentre lotta per scappare, Piper implora Laura di risparmiarla e la chiama persino “mamma”. Questo singolo gesto scuote Laura nel profondo, permettendo a Piper di sfuggire alla sua presa. Fuggendo sulla strada e fermando un passante per chiedere aiuto, Piper riesce ad allertare le autorità e a distruggere l’immagine di Laura come madre innocente e addolorata.

Il finale non conferma cosa succederà a Piper dopo gli eventi del film, anche se probabilmente verrà mandata in un’altra casa famiglia. L’ultima scena di Piper la vede notare un aereo che passa, ricordando come Andy le aveva detto una volta che gli aerei trasportano le anime dei defunti nell’aldilà. È un finale cupo per Piper, ma almeno esce dal film con la vita.

Come Oliver si libera dalla possessione

film Bring Her Back

Piper che salva se stessa sembra anche risparmiare a Oliver un destino oscuro

Un’altra vittima di Laura nel piano per resuscitare sua figlia è Oliver, un ragazzino rapito con il pretesto di un’adozione. Oliver è una parte importante del rituale di resurrezione, poiché funge da contenitore vivente per l’anima di Cathy mentre è posseduto da una forza demoniaca. Il rituale lascia Oliver in uno stato simile al trance, disposto a mangiare qualsiasi cosa, dalle mosche ai coltelli e al legno. Una volta che Laura riesce a uccidere Piper nello stesso modo in cui è morta Cathy, Oliver può mangiare pezzi del corpo di Cathy e sputarli su Piper, completando così il trasferimento dell’anima.

Qualsiasi tentativo di allontanare Oliver dalla proprietà di Laura provoca un dolore intenso, oltre a momenti fugaci in cui il vero bambino riesce a emergere. Fortunatamente per Piper e Oliver, la prima riesce a sfuggire alla presa di Laura e a scappare. Di conseguenza, il rituale viene interrotto e la forza demoniaca sembra lasciare andare Oliver. I suoi ultimi momenti nel film sono quelli in cui viene trovato dalle autorità e rivela loro il suo vero nome, suggerendo che può essere riportato a casa e può iniziare a riprendersi dal trauma che Laura gli ha fatto subire.

Cosa succede a Laura dopo il fallimento del rituale

Laura è ritratta come un personaggio davvero tragico in Bring Her Back, anche se commette atti atroci contro persone innocenti. La sua unica motivazione è la resurrezione di sua figlia, che i nastri che ha trovato suggeriscono essere effettivamente possibile. Tuttavia, dopo aver ucciso sia Andy che la sua ex collega Wendy, Laura decide che è ora di mettere in atto il suo piano. Quando fallisce, sembra che Laura non abbia più nulla nella vita e sembra averlo accettato. L’ultima scena del film mostra Laura che culla il cadavere della figlia nella piscina, in attesa che la polizia arrivi per arrestarla.

Date le azioni di Laura (che vanno dalla morte di Andy e Wendy al rapimento di Oliver e al quasi annegamento di Piper), è probabile che dovrà affrontare una vita in prigione. In particolare, questa non sembra una punizione più brutale per lei della vita fuori. Laura è ritratta come una figura molto materna, i cui tentativi di legare con Piper sembrano in qualche modo sinceri. Laura sembra persino sconvolta dalla necessità di uccidere Andy, ammettendo a Piper e Wendy che ciò che sta facendo è terribile ma necessario.

Senza Cathy nella sua vita, Laura sembra non avere nulla. Non le importa del mondo che la circonda o del suo posto in esso, se questo significa non poter stare con sua figlia. Questa è la tragedia centrale di Bring Her Back, poiché in tutto il film ci sono suggerimenti che Laura, se riuscisse ad accettare il suo dolore e a superarlo, potrebbe essere una buona tutrice per Andy e Piper. A volte ci sono empatia, comprensione e amore sincero, ma nulla di tutto ciò può superare il suo dolore, spingendola a diventare un mostro alla ricerca di sua figlia.

Qual è il segreto di Andy in Bring Her Back?

Andy trascorre gran parte di Bring Her Back facendo tutto il possibile per sostenere Piper, anche a costo di frustrare sua sorella. La sua grave miopia non la rende completamente cieca, ma le impedisce di prendere alcune decisioni importanti nella sua vita. Verso la fine di Bring Her Back, Andy cerca di avvicinarsi a Piper, che è stata progressivamente allontanata da lui dalle macchinazioni di Laura, e le rivela che uno dei motivi per cui è così determinato ad aiutarla è che, quando lei era molto piccola e adorata dal padre, Andy, geloso, l’aveva picchiata.

La confessione straziante di Andy verso la fine del film ridefinisce completamente il personaggio.

Questo spiega in gran parte perché Andy è così determinato a vegliare su Piper, poiché si capisce che si sente in colpa (a torto o a ragione) per la sua condizione attuale. Inoltre, aggiunge un tocco ancora più triste alla sua morte per mano di Laura, poiché questa consapevolezza lascia Piper sola al mondo. Andy è un personaggio avvincente già prima di questa rivelazione, ma la confessione straziante di Andy alla fine del film ridefinisce completamente il personaggio.

Il vero significato di Bring Her Back

Proprio come il loro film precedente, Talk to Me, Bring Her Back dei Philippou è radicato nell’esplorazione del dolore. Mentre quel film era interamente incentrato sull’esperienza di essere giovani e confrontarsi con il dolore persistente che rimane dopo una tragica perdita, Bring Her Back divide l’attenzione tra adolescenti che fanno del loro meglio per superare il dolore insieme all’adulto che non riesce a sfuggire al proprio. Il dolore può unire le persone, come si vede in una serata di fantasticherie dopo che Andy e Piper hanno seppellito il padre. Laura è al massimo del suo fascino in questa sequenza, un potenziale nuovo perno nella loro vita.

Come riportato da Screen Rant, Danny e Michael Philippou hanno suggerito che Talk to Me e Bring Her Back sono ambientati nello stesso universo.

Tuttavia, non potrà mai sfuggire al dolore per la perdita della figlia, anche se mente spudoratamente e dice che sta bene. Laura è disposta a tutto pur di riportarla indietro, anche a costo di sacrificare altri bambini come Oliver e Piper per la sua missione. Le misure che una persona è disposta a prendere per rompere l’ordine naturale e ricongiungersi con i propri cari possono trasformare persone buone in mostri, riprendendo i temi di Talk To Me e Bring Her Back. Bring Her Back è una storia straziante sulla perdita e su ciò che può fare a una persona.

Down Cemetery Road: svelate le prime foto del nuovo thriller con Emma Thompson e Ruth Wilson 

0

Apple TV+ ha svelato le prime immagini di Down Cemetery Road, l’attesissimo nuovo thriller con protagonista e produttrice esecutiva Emma Thompson (“Ragione e sentimento”), vincitrice di un Oscar, un BAFTA, un Golden Globe e un Emmy, insieme a Ruth Wilson (“Luther”), vincitrice di un Golden Globe e di due Olivier Award. La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 29 ottobre con i primi due episodi degli otto totali, seguiti da nuovi episodi ogni mercoledì fino al 10 dicembre.

La trama di Down Cemetery Road

Quando una casa esplode in un tranquillo sobborgo di Oxford e una ragazza scompare, la vicina Sarah Tucker (Wilson), ossessionata dall’idea di trovarla, chiede aiuto all’investigatrice privata Zoë Boehm (Thompson). Zoë e Sarah si ritrovano improvvisamente coinvolte in una complessa cospirazione nella quale scoprono che persone credute morte da tempo sono ancora in vita, mentre i vivi stanno rapidamente raggiungendo i morti.

Prodotta da 60Forty Films, Down Cemetery Road è scritta da Morwenna Banks (“Slow Horses”), che è anche produttrice esecutiva insieme a Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Tom Nash di 60Forty Films, Thompson e l’autore di “Down Cemetery Road” Mick Herron. Natalie Bailey (“Bay of Fires”) è la regista principale della serie.

La serie si aggiunge al celebre spy drama vincitore di un Emmy “Slow Horses” di Apple TV+, recentemente rinnovato per una settima stagione, con la quinta stagione in arrivo il prossimo 24 settembre. “Slow Horses”, di cui Banks è anche autrice, è basato sulla serie di libri “Slough House” di Herron e vede come protagonista il vincitore dell’Oscar® Sir Gary Oldman.

Pluribus: la serie fantascientifica di Vince Gilligan per Apple TV+ ottiene un trailer sottilmente sinistro

0

La serie fantascientifica di Vince Gilligan per Apple TV+ Pluribus ottiene un trailer sottilmente sinistro con una star di Better Call Saul, mentre il mistero dello show cresce. Mentre Breaking Bad è considerata una delle migliori serie TV poliziesche di tutti i tempi, Pluribus è un thriller fantascientifico che segue Carol, la persona più infelice del mondo incaricata di salvare la Terra dalla felicità.

Ora Apple TV+ ha pubblicato un nuovo teaser di Pluribus, che vede la star di Better Call Saul Rhea Seehorn, che interpreta Carol, osservare un telefono fisso che squilla. Il testo la esorta a chiamare prima di fornire un numero di telefono: (202) 808-3981. Non è chiaro se Carol decida di rispondere al telefono prima della fine del teaser. Guardalo qui sotto:

Cosa rivela il nuovo teaser di Pluribus sulla serie fantascientifica

L’ultimo teaser esorta Carol a chiamare il numero che appare nel video, ma l’ex membro del cast di Better Call Saul non è sicura se rispondere al telefono che squilla. Chiamando il numero nella vita reale, tuttavia, Carol riceve un messaggio da qualcuno all’altro capo del filo. La trascrizione della chiamata recita:

Ciao Carol. Siamo così felici che tu abbia chiamato. Non vediamo l’ora che ti unisca a noi. Digita 0 e ti ricontatteremo tramite SMS.

Componendo il numero 0 si riceve un messaggio di testo indirizzato a Carol, che dice che lei “[ha] potere decisionale”. Rispondendo “” ci si iscrive per ricevere aggiornamenti sullo show, con il mittente che dice “vogliamo solo renderti felice”. Anche se questo non offre molte informazioni sulla serie TV di fantascienza, riflette il dilemma della felicità accennato nella descrizione dello show.

Sebbene ci sia ancora molto mistero su cosa tratti effettivamente la serie, sembra che un’organizzazione stia cercando di entrare in contatto con Carol, forse per reclutarla per qualcosa. Data la falsa cordialità dall’altra parte del telefono, sembra che potrebbero essere coinvolti in qualunque cosa stia combattendo Carol. Il significato rimane poco chiaro.

L’MCU ha ufficialmente scelto il nuovo Iron Fist

0
L’MCU ha ufficialmente scelto il nuovo Iron Fist

Il Marvel Cinematic Universe sta per presentare un nuovo Iron Fist, dato che è stato scelto un altro attore per interpretare l’eroe nella serie. Anche se non ci sono altri film Marvel in programma per il 2025, la serie ha ancora diverse serie TV in uscita per il resto dell’anno.

Dopo l’uscita di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, l’MCU tornerà nel mondo dell’animazione con Eyes of Wakanda, che debutterà il 1° agosto su Disney+. Uno dei personaggi inclusi in Eyes of Wakanda è un nuovo Iron Fist, con la serie che fungerà da prequel.

Sebbene i dettagli sul nuovo Iron Fist siano ancora limitati, l’attore è stato finalmente rivelato. Jona Xiao ha rivelato sulla sua pagina Instagram ufficiale che darà la voce al personaggio in Eyes of Wakanda. Ecco il suo annuncio completo:

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Jona Xiao (@jonaxiao)

Nel suo video, Xiao ha dichiarato: “Sono entusiasta di rivelare che interpreterò la prima Iron Fist femminile dell’MCU! Non perdetevi ‘Eyes of Wakanda’ della Marvel, in uscita su Disney+ il 1° agosto!” Eyes of Wakanda sarà composto da quattro episodi ed è stato sviluppato dal regista di Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever, Ryan Coogler.

Cosa significa per il MCU il casting di Jona Xiao nel ruolo di Iron Fist

Al momento della pubblicazione di questo articolo, non è noto il nome del personaggio interpretato da Xiao. Non è chiaro se la serie creerà un nuovo Iron Fist o se utilizzerà un personaggio dei fumetti. Il fatto che Eyes of Wakanda presenti una versione femminile dell’eroe dimostra che l’Iron Fist dell’MCU viene onorato dopo che le serie Marvel-Netflix sono diventate canoniche per il franchise.

Sebbene il personaggio di Xiao sia cronologicamente la prima Iron Fist donna, non sarà la prima volta che i fan vedranno una donna esercitare quel potere nell’MCU. Colleen Wing è diventata la successiva utilizzatrice durante la seconda stagione di Iron Fist. Essendo Eyes of Wakanda un prequel, non contraddirà nulla di ciò che riguarda Danny Rand dell’MCU o Colleen, per quel che conta.

God of War: lo showrunner conferma quale linea temporale del videogioco seguirà la serie TV

0

L’adattamento di Prime Video di God of War ha scelto quale era della storia di Kratos verrà rappresentata. I videogiochi God of War sono famosi per essere divisi in due ere principali: il periodo di Kratos nella mitologia greca antica e quello nella mitologia norrena. L’adattamento di Prime Video di God of War avrebbe dovuto scegliere su quale era concentrarsi, e la decisione è già stata presa.

Durante un’intervista con IGN, il showrunner e produttore esecutivo di God of War Ronald D. Moore ha confermato che l’adattamento di Prime Video si concentrerà sul periodo di Kratos nella mitologia norrena, non in quella greca.

È stato proprio quando ho iniziato a guardarlo, ho iniziato a guardare i filmati insieme, e c’è così tanto materiale, e i personaggi mi hanno davvero colpito. Mi ha colpito la storia di Kratos e suo figlio, che intraprendono questo viaggio epico in un mondo finemente dettagliato e davvero interessante, con molti combattimenti e mostri interessanti lungo il percorso.

Ma continuavo a tornare a questa storia di padre e figlio, era emozionante e diversa, non avevo mai visto niente di simile prima e non avevo aspettative perché, come hai detto tu, non sono un giocatore. Conoscevo il titolo, ma non sapevo davvero di cosa trattasse la storia, quindi non sapevo cosa mi aspettassi, e ne sono rimasto affascinato. E così ho detto: sì, mi piacerebbe farlo. Penso che sia davvero interessante.

Il tono della serie cerca di emulare quello del gioco, ovvero un viaggio epico, una storia commovente di due uomini che intraprendono questa avventura per onorare la memoria della moglie di Atreus, la madre di Kratos. Quindi c’è un cuore emotivo, ma c’è anche il senso della storia di Kratos, il mistero del suo passato, ciò che rappresenta, le emozioni che sta vivendo. Quindi c’è un peso, ma non così grande da impedire di godersi il viaggio, e ci sono spettacolarità e molte cose che accadono in questo mondo.

Beh, ancora una volta, vogliamo onorare il gioco e ciò che hanno creato per il viaggio di Atreus. Ecco un giovane che non conosce molto bene suo padre, che intraprende questa missione e lungo il percorso imparano a conoscersi.

Moore ha sottolineato che il rapporto di Kratos con suo figlio Atreo è stato il motivo principale di questa decisione. Dato che Atreo non era ancora nato quando sono stati realizzati i giochi ambientati nell’antica Grecia, la serie Prime Video God of War è principalmente un adattamento di God of War 2018. Ciò significa che Kratos e Atreo intraprenderanno un viaggio dalla loro casa a Jötunheim per spargere le ceneri di Faye.

Vale anche la pena notare che l’interpretazione di Moore di God of War non ignorerà completamente i giochi greci. Come ha detto Moore, la serie God of War si concentrerà su Atreus che scopre di più su suo padre e sul suo oscuro passato, il che significa che i giochi greci saranno presenti in qualche forma. Resta da vedere se si tratterà di flashback o di rivelazioni verbali.

Cosa significa concentrarsi sull’era norrena di God of War per l’adattamento televisivo di Prime Video

L’era norrena è più attuale e popolare, ma ci sono molti aspetti dell’era greca che la serie non potrà includere

Sebbene saltare i primi tre giochi di God of War e i loro spin-off possa essere una decisione controversa, ha senso. God of War 2018 e God of War: Ragnarök sono stati grandi successi recenti e hanno un seguito più ampio rispetto ai giochi precedenti. La serie incorporerà in qualche modo anche i giochi precedenti, quindi Moore sembra aver trovato il meglio di entrambi i mondi.

Detto questo, la serie God of War perderà comunque alcuni momenti importanti dell’era greca dei giochi, iniziando con l’era norrena. Da Kratos che combatte i Titani a quando strappa la testa a Helios, iniziare con l’era norrena significa che la serie di Prime Video non potrà rappresentare questi momenti in tutti i loro dettagli. C’è la possibilità che vengano mostrati in immagini flashback, ma potrebbero anche essere solo citati.

God of War di Prime Video ha anche intrapreso una nuova sfida. Con God of War 2018, i giocatori conoscevano bene Kratos e sapevano quanto fosse terribile nell’era greca. Il gioco ha sfruttato questa eredità per costruire una storia di redenzione davvero avvincente. La serie God of War dovrà rappresentare la redenzione di Kratos a un pubblico che non lo conosce bene, il che è un punto di partenza più difficile.

La seconda stagione di L’estate dei segreti perduti riceve aggiornamenti ottimistici

0

Il boss di Amazon Vernon Sanders ha dato un aggiornamento incoraggiante sulle prospettive di un rinnovo della seconda stagione di L’estate dei segreti perduti.

Secondo Variety, Sanders ha discusso di come il finale della prima stagione contenesse un grande riferimento al secondo libro della serie, prima di rivelare che la seconda stagione è attualmente in fase di scrittura. Ha confermato che non è stato ancora annunciato ufficialmente alcun rinnovo, ma che è entusiasta per il futuro del drama di Julie Plec e Carina Adly Mackenzie.

Sì, c’è stata una piccola anticipazione. Stiamo lavorando con gli sceneggiatori di “We Were Liars” alla seconda stagione. Non abbiamo ancora annunciato il rinnovo, ma siamo entusiasti dei risultati che abbiamo visto in quella serie, così come di ‘Motorheads’ e “Overcompensating”.

Ogni serie ha un pubblico di fan davvero appassionato e siamo molto soddisfatti dei tassi di completamento di “Motorheads” e “Overcompensating”, quindi discuteremo con tutti e tre. Tutte e tre le serie stanno lavorando alla seconda stagione e speriamo di poter annunciare presto il rinnovo di alcune, se non di tutte.

Chicago Fire, PD & Med: confermate le date di uscita su NBC nell’autunno 2025

0

Sono state confermate le date di debutto autunnali 2025 per Chicago Fire, Chicago P.D. e Chicago Med sulla NBC, rivelando quando tornerà il franchise One Chicago. Tutti e tre gli show dell’universo condiviso torneranno questo autunno con nuovi episodi. Tutti e tre gli show sono ambientati nel più ampio universo di Dick Wolf, che include Law & Order e FBI.

Ora, la NBC conferma che tutte e tre le serie dell’universo One Chicago torneranno sulla NBC nella serata di mercoledì 1 ottobre. La stagione 11 di Chicago Med inizierà alle 20:00, la stagione 14 di Chicago Fire alle 21:00 e la stagione 13 di Chicago P.D. alle 22:00. Tutte e tre le serie promettono un ritorno spettacolare.

Cosa significa la data di ritorno dell’universo One Chicago per tutte e tre le serie

I prossimi episodi dell’universo One Chicago promettono di continuare molte storie importanti delle stagioni precedenti. Chicago Med – stagione 11, ad esempio, continuerà a seguire gli elementi irrisolti della vita quotidiana dei suoi personaggi principali. Tra questi, la gravidanza di Hannah e la vita personale di Daniel potrebbero assumere un ruolo più importante. Anche altri personaggi, come Lenox e Frost, potrebbero ottenere maggiore attenzione.

Lo stesso si può dire per la stagione 14 di Chicago Fire, che senza dubbio manterrà Severide come punto di riferimento principale per il resto della caserma 51. Tuttavia, Daniel Kyri e Jake Lockett non torneranno dopo la fine della stagione 13, lasciando un vuoto nella squadra che dovrà essere colmato all’inizio della stagione.

Infine, la stagione 13 di Chicago P.D. continuerà a vedere Hank Voight alla guida della sua squadra nelle ore buone e in quelle cattive, con la possibilità di un ruolo più importante per i nuovi arrivati come l’agente Kiana Cook. La trama esatta dei prossimi episodi della serie, tuttavia, rimane ancora sconosciuta al momento della stesura di questo articolo. Tutte e tre le serie promettono però drammi ad alta tensione e dilemmi con cui tutti i personaggi dovranno confrontarsi.

Eternity: trailer del nuovo film A24 svela il triangolo amoroso tra Elizabeth Olsen, Callum Turner e Miles Teller

0

È stato pubblicato il trailer di Eternity. Il film, prodotto dalla A24, è descritto come una commedia fantasy. È ambientato nell’aldilà, dove le anime appena formate hanno una settimana di tempo per decidere dove trascorrere l’eternità. Questo mette in una situazione difficile Joan, uno spirito che deve scegliere tra il suo compagno di lunga data e il suo primo amore.

Joan è interpretata da Elizabeth Olsen, già vista in WandaVision. I suoi due potenziali compagni sono Callum Turner e Miles Teller, con un cast di supporto che include Da’Vine Joy Randolph, Betty Buckley, John Early e Jeff Sanca. Il film è diretto da David Freyne e l’uscita è prevista per questo autunno.

Ora, A24 ha rivelato il primo trailer completo di Eternity. Il film inizia con Larry, interpretato da Teller, su un treno diretto nell’aldilà, dove si trova di fronte a un ragazzino in abito elegante. Larry incontra Anna, la sua “coordinatrice dell’aldilà”, che gli spiega che deve usare il tempo a sua disposizione nel “bivio” per scegliere un luogo dove trascorrere l’eternità.

Da lì, Larry incontra Joan, sua moglie nel mondo reale. Le cose si complicano notevolmente, però, quando compare il primo marito defunto di Joan. Questo porta tutti e tre i personaggi ad affrontare un intenso dramma interpersonale, pur continuando a farsi qualche risata lungo il percorso.

Cosa significa per Eternity

Il film sembra sia comico che commovente

Uno degli elementi chiave del trailer di Eternity è che offre uno sguardo più da vicino all’uso della commedia nel film. In una scena, Joan cerca di confortare i suoi amanti dicendo “non è una competizione”, al che Anna, interpretata da Randolph, risponde “tesoro, è sicuramente una competizione al 100%”.

Per quanto riguarda questa competizione, il trailer mostra la rivalità tra i due ex mariti. Mentre tutti ammirano le parole romantiche del primo marito di Joan, Larry si difende dicendo “So essere romantico!

Sebbene ci siano sicuramente momenti di comicità e leggerezza, Eternity sembra anche trasmettere un sentimento sincero. Nonostante l’aspetto comico della situazione, Joan è sinceramente combattuta su quale decisione prendere, sollevando domande sull’amore e sul matrimonio.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Vanessa Kirby conferma l’identità dell’attore nella scena post-credits

0

I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la recensione) è finalmente al cinema e sta generando molti dibattiti in particolare per la sua scena post-credits che anticipa il collegamento con Avengers: Doomsday. Ci sono ancora ovviamente molti misteri legati a questa scena, ma Vanessa Kirby ha ora finalmente sciolto il principale di questo, ovvero chi c’è sotto il costume di Dottor Destino. Il volto del personaggio non viene infatti mai mostrato, il che ha lasciato molti a chiedersi chi interpretasse effettivamente il personaggio in quel momento.

In una nuova intervista con Variety, a Kirby è stato dunque chiesto se fosse Robert Downey Jr. a interpretare Doom in quel momento. “Sì! Robert non è mai stato assente dal set. È sempre lì“, ha affermato l’attrice. “È il nostro leader. Lo chiamiamo il nostro Padrino. Si è preso cura di noi. È una gioia lavorare con i Russo e con lui, perché hanno una collaborazione così profonda da così tanto tempo. Ed è stato fantastico essere incinta e lavorare su “Avengers”.

Mi sono sentita così ispirata e sollevata dal fatto che si siano presi così cura di me. È stato un viaggio davvero bellissimo. Robert sta facendo un lavoro incredibile. Sono così emozionata”, ha concluso l’attrice. Downey Jr. e Kirby stanno ora attualmente girando Avengers: Doomsday, insieme ai colleghi attori di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ovvero Pedro Pascal, Joseph Quinn ed Ebon Moss-Bachrach. Tutti e cinque questi attori torneranno nei panni dei rispettivi personaggi anche in Avengers: Secret Wars del 2027.

Sebbene fosse possibile sin da subito che Robert Downey Jr. interpretasse Dottor Destino nella scena post-crediti di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, è ancora più avvincente sapere che in quel momento era proprio lui a interpretare il personaggio, nonostante il suo volto non sia mai stato mostrato. Questo permette di mantenere un grande mistero che verrà sciolto probabilmente solo con l’arrivo del film nel 2026. Come noto ai fan, sotto la maschera Destino ha il volto sfigurato, per cui sarà interessante scoprire in che modo verrà reso questo aspetto.

LEGGI ANCHE: 

Eddie Murphy offre aggiornamenti su Shrek 5 e lo spin-off su Ciuchino

0

Eddie Murphy ha condiviso alcune novità sul nuovo film di Shrek e ha fornito anche dettagli su uno spin-off dedicato a Ciuchino che sarebbe attualmente in fase di realizzazione. Durante la promozione del suo nuovo film, The Pickup, Murphy ha infatti innanzitutto rivelato che sta ancora lavorando al doppiaggio di Shrek 5, la cui uscita è prevista per il 23 dicembre 2026. “Siamo ancora in sala di registrazione e, letteralmente, stiamo ancora lavorando a Shrek”, ha detto l’attore a ScreenRant.

Per quanto riguarda il film spin-off con protagonista il suo personaggio Ciuchino, Murphy ha detto che inizieranno a lavorarci a settembre, aggiungendo: “Stiamo realizzando un film su Ciuchino, che uscirà tra tre anni, ma siamo già a circa due anni di lavoro su Shrek 5. Siamo ancora in cabina di registrazione e a settembre inizieremo a lavorare su Ciuchino“. Murphy ha poi chiarito che il progetto su Ciuchino è un film “simile a quello dedicato al Gatto con gli stivali”.

Ciuchino avrà un film tutto suo, con una piccola storia che vede protagonisti sua moglie drago e i suoi figli, metà drago e metà ciuchini”, ha continuato. “Hanno scritto una storia divertente. Lo faremo, a partire da settembre“. Non resta dunque che attendere ulteriori novità su questo ulteriore progetto appartenente al franchise di Shrek. Un franchise particolarmente redditizio, portato avanti negli ultimi anni solo da Il gatto con gli stivali ma ora apparentemente pronto a riportare sul grande schermo anche i grandi protagonisti dei primi film.

Cosa sappiamo di Shrek 5 con Eddie Murphy

Shrek 5 è ufficialmente in fase di sviluppo presso DreamWorks Animation e rappresenta il ritorno di uno dei franchise animati più amati di sempre, a distanza di oltre un decennio dall’ultimo capitolo (Shrek e vissero felici e contenti, uscito nel 2010). La lavorazione del quinto film è stata per anni oggetto di rumor, speculazioni e tentativi di reboot, ma solo nel 2023 è arrivata la conferma ufficiale: il progetto non sarà un remake, ma un vero e proprio sequel che continuerà la storia originale. A dirigere il film ci sarà Walt Dohrn, che aveva già lavorato ai precedenti capitoli come sceneggiatore e doppiatore.

Una delle notizie più importanti riguarda il ritorno del cast vocale originale: Mike Myers (Shrek), Eddie Murphy (Ciuchino) e Cameron Diaz (Fiona) sono tutti confermati. Zendaya entrerà invece a far parte del cast nel ruolo della figlia di Shrek e Fiona. Per quanto riguarda la trama, non sono stati ancora diffusi dettagli ufficiali, ma secondo alcune indiscrezioni il nuovo film potrebbe esplorare il tema della famiglia allargata e del passare del tempo, con Shrek ormai padre di figli grandi che affronta nuove responsabilità.

Shrek, come noto, è basato sul libro illustrato del 1990 dello scrittore e fumettista William Steig. La serie è iniziata con il film del 2001, che ha presentato agli spettatori Shrek, un orco che intraprende una missione per salvare la principessa Fiona (Diaz). Il successo del primo film ha aperto la strada a sequel come Shrek 2 (2004), Shrek terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti (2010). La serie comprende anche lo spin-off Il gatto con gli stivali (2011) e il suo sequel, Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio (2022), che è stato nominato agli Oscar.

Bring Her Back – Torna da me, recensione del film dei fratelli Philippou

Dopo il successo internazionale di Talk to Me, i fratelli australiani Danny e Michael Philippou tornano al cinema con un film più intimo e cupo, che conferma la loro volontà di esplorare l’orrore attraverso l’elaborazione del dolore. Con Bring Her Back – Torna da me, i registi abbandonano la dimensione adolescenziale per raccontare una storia di perdita, fragilità e legami spezzati, dove il vero terrore nasce dalla disperazione di chi non riesce a lasciar andare. Un racconto disturbante e tragico, guidato da un’intensa interpretazione di Sally Hawkins, che arriva dal 30 luglio nelle sale italiane con Eagle Pictures.

Una madre spezzata e due fratelli in cerca di un posto nel mondo

Protagonista del film è Laura (Sally Hawkins), una psicologa ed ex assistente sociale che accoglie nella propria casa due fratelli da poco rimasti orfani: Andy (Billy Barratt), adolescente problematico e con un passato di aggressività, e Piper (Sora Wong), una ragazzina ipovedente con una forte dipendenza affettiva dal fratello maggiore. In quella casa vive già Oliver, un bambino muto e introverso con evidenti segni di disagio. Ma soprattutto, vi aleggia il ricordo della figlia di Laura, Cathy, morta in un tragico incidente e mai davvero dimenticata.

L’ambiente, che dovrebbe offrire accoglienza e protezione, si trasforma lentamente in un luogo di tensione e sospetto. Andy intuisce che qualcosa non va: nei comportamenti eccentrici di Laura, nei silenzi che circondano Oliver, nelle piccole dissonanze quotidiane. E mentre cerca di proteggere Piper e guadagnarsi il diritto di starle accanto, scopre che Laura è ossessionata da un rituale oscuro che potrebbe essere la chiave per riportare indietro la figlia perduta.

Il trauma come motore dell’orrore

Bring Her Back si inserisce nel filone dell’horror contemporaneo che utilizza il genere per esplorare tematiche emotive profonde. Se in Talk to Me l’elemento soprannaturale serviva a raccontare la necessità di connettersi con una madre scomparsa, qui la prospettiva si rovescia: è una figura materna a rifiutarsi di accettare la perdita, alimentando il dolore fino a renderlo pericoloso.

Come già il “capitolo” precedente, con cui sembra dialogare contiuamente, il secondo film dei Philippou affronta in modo diretto una delle nevrosi del presente: l’incapacità di comunicare. Nessuno, all’interno di questa storia, riesce davvero a parlarsi. Andy confessa le sue colpe solo in una nota vocale; Piper si muove nel mondo attraverso luci e contorni sfocati; Oliver resta chiuso in un silenzio impenetrabile. E Laura, pur essendo una terapeuta, è la prima a negare la realtà. L’assenza di contatto diventa così un disturbo che si manifesta fisicamente, contaminando ogni rapporto.

Laura e Oliver in una scena di Bring Her Back
Laura e Oliver in una scena di Bring Her Back © A24

Ambienti chiusi per un’angoscia universale

Pur essendo ambientato in Australia, Bring Her Back evita qualsiasi riferimento iconico al territorio. Non ci sono paesaggi aperti, non c’è natura, non c’è respiro. Tutto si svolge in spazi chiusi: la casa, l’ospedale, i corridoi. Un universo claustrofobico in cui ogni tentativo di creare un legame finisce per collassare: l’isolamento, più che geografico, è esistenziale.

I Philippou sfruttano una regia sobria ma precisa, affidandosi più all’atmosfera che agli shock visivi. La tensione è sottile, strisciante, spesso affidata a silenzi e sguardi fuori campo. Per questo, i momenti più disturbanti non sono quelli in cui l’orrore si manifesta apertamente, ma quelli in cui emerge l’impossibilità di trovare conforto, vicinanza, empatia.

Sally Hawkins al centro di un dolore che diventa pericolo

La vera forza del film risiede nella performance di Sally Hawkins, inedita nel ruolo di una donna capace di rassicurare e inquietare allo stesso tempo. Il suo personaggio non è scritto come una villain, ma come una madre che si è persa nel proprio dolore: è proprio questa umanità ferita, trattenuta e spesso distorta, a renderla tanto efficace. Laura non è mossa dalla malvagità, ma dall’ossessione, e Hawkins riesce a rendere credibile questa deriva psicologica con un’intensità rara. Anche il cast giovanile attorno a lei funziona: Sora Wong colpisce per la naturalezza e la delicatezza con cui incarna Piper, mentre Billy Barratt restituisce con efficacia il disagio e la fragilità di Andy, ragazzo ancora troppo giovane per sostenere il peso di un ruolo da adulto.

Andy e Piper in una scena di Bring Her Back
Andy e Piper in una scena di Bring Her Back © A24

Un horror più emotivo che spettacolare

Chi si aspetta un horror ricco di colpi di scena o di effetti visivi potrebbe restare sorpreso. Bring Her Back sceglie una strada diversa: lavora sull’inquietudine, sulla malinconia, sull’empatia. I momenti di tensione pura sono pochi, ma ben gestiti, e quando il film decide di affondare il colpo, lo fa con precisione chirurgica. Non mancano alcune forzature narrative, soprattutto nella seconda parte, e il ritmo potrebbe risultare lento per chi cerca un’esperienza più adrenalinica. Tuttavia, trova la sua forza nella coerenza tonale e nella capacità di restare ancorato al dolore reale da cui nasce. Non a caso, i Philippou hanno dichiarato di aver concepito lo script dopo due lutti personali, e il risultato ne riflette tutta l’autenticità.

Bring Her Back conferma il talento e la maturità del duo di registi australiani, capaci di reinventarsi senza tradire le radici del loro cinema. Se Talk to Me era un horror folgorante sull’adolescenza e l’identità, qui ci troviamo davanti a un’opera più adulta, che affronta con lucidità e coraggio il lato più oscuro della genitorialità e della perdita. Meno spettacolare, ma più doloroso. E forse, proprio per questo, ancora più efficace.

Robin Williams: la co-star di Mrs. Doubtfire Matthew Lawrence vorrebbe riportare la sua voce in vita con l’AI

0

Matthew Lawrence, che era solo un ragazzino quando recitò al fianco di Robin Williams nella commedia campione d’incassi del 1993 Mrs. Doubtfire, ha dichiarato a Entertainment Weekly al Comic-Con di essere interessato a riportare in vita la voce del defunto Williams utilizzando l’intelligenza artificiale. “Mi piacerebbe molto – ovviamente con il rispetto e l’approvazione della sua famiglia – fare qualcosa di davvero speciale con la sua voce, perché so che per una generazione quella voce è semplicemente iconica”, ha detto Lawrence.

Non è solo perché lo conoscevo e ho lavorato con lui e quindi è nella mia testa – è nella testa di tutti. E sarebbe davvero fantastico”. Lawrence ha raccontato di aver recentemente visto un vecchio spot televisivo con la voce di Williams, che gli ha fatto venire l’idea di trovare un modo per riportare in vita la voce dell’iconico comico. “È un po’ come uno spot molto contemporaneo, moderno, quasi una sorta di anticipazione di ciò che sta accadendo, in cui ha fatto questa voce fuori campo computerizzata”, ha detto Lawrence.

E mi è sempre rimasto impresso. Poi, quando è mancato, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, ho pensato: ‘Cavolo, lui deve essere la voce dell’intelligenza artificiale, deve essere la voce di qualcosa’. Quindi sì, mi piacerebbe farlo”. Lawrence ha aggiunto che le possibilità sono infinite quando si tratta di riportare in vita la voce di Williams con l’intelligenza artificiale, compreso il fatto che Williams ti dia indicazioni stradali sul tuo telefono. L’attore ha detto: “Sarebbe Robin! Sarebbe fantastico. Ve lo garantisco”.

Questo tipo di idee sono ormai del tutto una possibilità grazie ai recenti sviluppi delle intelligenze artificiali. Negli scorsi anni abbiamo già visto sul grande schermo (e non solo) volti e voci di attori scomparsi da tempo, riportati “in vita” proprio grazie all’AI. La voce di Robin Williams è particolarmente iconica ed ha indubbiamente cresciuto intere generazioni di spettatori. Naturalmente, ci sono questioni etiche da valutare attentamente prima di dar vita ad un’operazione di questo tipo. Per adesso, per riascoltare la voce dell’attore è sufficiente riguardare i suoi bellissimi film.

Monica Barbaro ufficialmente a bordo di Artificial di Luca Guadagnino

0

La candidata all’Oscar Monica Barbaro sarà ufficialmente la protagonista di Artificial di Luca Guadagnino per Amazon MGM Studios. Barbaro, il cui casting era stato annunciato in precedenza, ma il cui accordo è ora concluso, si unisce ai già annunciati Andrew Garfield, Yura Borisov, Jason Schwartzman, Cooper Hoffman e Cooper Koch. Ike Barinholtz è ancora in trattativa per unirsi al cast.

I dettagli della trama di Artificial, descritto come una “commedia drammatica ambientata nel mondo dell’intelligenza artificiale”, sono ancora segreti. Tuttavia, le prime indiscrezioni suggeriscono che sarà incentrato sull’azienda OpenAI e sul tumultuoso periodo del 2023, quando il suo CEO Sam Altman fu licenziato e riassunto in pochi giorni. Si dice che Garfield interpreterà Altman con Borisov, star di “Anora”, nei panni di Iya Stuskever, co-fondatore di OpenAI che ha guidato il movimento per sbarazzarsi di Altman.

Simon Rich ha scritto la sceneggiatura e produrrà il film insieme a David Heyman e Jeffrey Clifford di Heyday Films, oltre a Jennifer Fox.

All’inizio di quest’anno, Barbaro ha ottenuto una nomination all’Oscar per la sua interpretazione della leggendaria cantante folk e attivista Joan Baez in A Complete Unknown, che ha fatto seguito al suo ruolo di successo come pilota di caccia Phoenix in Top Gun: Maverick. Prossimamente reciterà in “Crime 101” di Amazon MGM al fianco di Chris Hemsworth, Mark Ruffalo e Barry Keoghan, e farà il suo debutto teatrale in una ripresa di “Les Liaisons Dangereuses” di Pierre Choderlos de Laclos al National Theatre di Londra. Barbaro è rappresentata da UTA, Range Media Partners, Narrative e Meyer & Downs.

Artificial segna anche l’ultima collaborazione tra Guadagnino e Amazon MGM dopo “After the Hunt“. Il film, con Julia Roberts, Garfield e Ayo Edebiri, debutterà alla Mostra del Cinema di Venezia prima dell’uscita nelle sale il 10 ottobre. La collaborazione di Guadagnino con lo studio include anche “Challengers” del 2024, “Bones and All” del 2022 e “Suspiria” del 2018.

Orgoglio e Pregiudizio: svelata la prima foto del nuovo adattamento Netflix

0

Netflix ha svelato un’anteprima della sua prossima miniserie Orgoglio e Pregiudizio e ha rivelato il cast di supporto, mentre la produzione inizia nel Regno Unito.

Si uniscono all’adattamento di Jane Austen Rufus Sewell (“The Diplomat”) nel ruolo di Mr. Bennet, Freya Mavor (“Industry”) in quello di Jane Bennet, Jamie Demetriou (“Stath Lets Flats”) in quello di Mr. Collins, Daryl McCormack (“Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery”) in quello di Mr. Bingley, Louis Partridge (“House of Guinness”) in quello di Mr. Wickham, Rhea Norwood (“Heartstopper”) in quello di Lydia Bennet, Siena Kelly (“Black Mirror”) in quello di Caroline Bingley e Fiona Shaw (“Killing Eve”) in quello di Lady Catherine de Bourg. Hopey Parish e Hollie Avery fanno il loro debutto rispettivamente nei ruoli di Mary Bennet e Kitty Bennet.

Tra gli altri nuovi membri del cast figurano Anjana Vasan (“We Are Lady Parts”), Sebastian Armesto (“Gangs of London”), Rosie Cavaliero (“KAOS”), Saffron Coomber (“Three Little Birds and Die Zweiflers”), James Dryden (“Deadpool”), Justin Edwards (“The Thick Of It”), James Northcote (“The Last Kingdom”), Eloise Webb (“La regina degli scacchi”) e Isabella Sermon (“Jurassic World: Il regno distrutto”).

La prima immagine di Orgoglio e Pregiudizio di Netflix

Credits LUDOVIC ROBERT – Netflix

Si uniscono ai membri del cast già annunciati Emma Corrin (“Nosferatu”), Jack Lowden (“Slow Horses”) e Olivia Colman (“The Crown”), che interpretano rispettivamente Elizabeth Bennet, Mr. Darcy e Mrs. Bennet in Orgoglio e pregiudizio.

La miniserie in sei parti promette un fedele adattamento dell’immortale romanzo di Austen del 1813, diretto da Euros Lyn, regista di Heartstopper, e sceneggiato da Dolly Alderton.

“Una volta ogni generazione, un gruppo di persone ha la possibilità di raccontare questa meravigliosa storia e mi sento molto fortunata di poterne far parte”, ha dichiarato Alderton in una nota. “Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen è il modello per la commedia romantica: è stato un piacere approfondirne le pagine per trovare modi familiari e innovativi di dare vita a questo amato libro”.

X-Men: Jake Schreier afferma che il reboot sarà “diverso” dal precedente franchise

0

In una conferenza stampa prima dell’uscita di I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui la recensione) il capo della Marvel Studios Kevin Feige ha confermato ciò che era stato a lungo ipotizzato: il regista di Thunderbolts*Jake Schreier, è alla guida del reboot di X-Men dell’MCU. Ora, in una nuova intervista con The Playlist, Schreier ha detto ai fan dei film tratti dai fumetti di non aspettarsi un nuovo film degli X-Men simile alla precedente serie con Hugh Jackman.

Sì, penso che sia giusto dirlo”, ha detto Schreier quando gli è stato chiesto se l’approccio della Marvel agli X-Men sarà “riconoscibilmente diverso da quello precedente”, aggiungendo scherzosamente: “C’è quel mirino rosso da qualche parte, lo sai”. “Ma poter esplorare tutte le idee insite in quel ricco materiale di partenza, ma anche su una scala adeguata al materiale stesso, è un’opportunità molto rara e fortunata”, ha continuato Schreier. “È molto eccitante”.

Il regista ha detto all’inizio dell’intervista: “Quello che posso dire è che si tratta di un materiale intrinsecamente interessante e complesso… L’idea centrale di ciò che sono gli ‘X-Men’ implica complessità. È un’opportunità incredibile con personaggi super interessanti e molti conflitti interni. Questi personaggi sono alle prese con la loro identità e il loro posto nel mondo: è un materiale intrinsecamente interessante e complesso”.

Feige ha poi lasciato trapelare alla stampa che l’approccio dell’MCU agli X-Men sarà molto diverso dalla precedente versione cinematografica del team di supereroi, affermando che Schreier “realizzerà un reboot incentrato sui giovani. Ciò potrebbe riflettersi nel casting dei mutanti e si percepirà sicuramente nel tono e nella prospettiva del film”. Resta dunque da vedere come saranno introdotti i nuovi eroi degli X-Men nell’MCU. Di certo, prima di quel momento sarà possibile rivedere sul grande schermo molti degli interpreti degli X-Men della Fox.

Jackman ha interpretato il suo amato Wolverine in Deadpool & Wolverine dell’estate scorsa e insieme ai suoi co-protagonisti originali Patrick Stewart (Charles Xavier), Ian McKellen (Magneto), James Marsden (Ciclope), Kelsey Grammer (Bestia), Alan Cumming (Nightcrawler) e Rebecca Romijn (Mystique) appariranno tutti nel film Avengers: Doomsday in uscita a dicembre del prossimo anno.

LEGGI ANCHE: Jake Schreier su come Thunderbolts* lo abbia preparato agli X-Men

Chi reciterà nel reboot degli X-Men?

Secondo quanto riferito, il casting ufficiale dovrebbe iniziare molto presto (se non è già iniziato) e personaggi del calibro di Harris Dickinson, Margaret Qualley, Elle Fanning e Julia Butters sarebbero nel mirino dello studio (secondo quanto riferito, erano in lizza per interpretare Cyclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: Romulus David Jonsson e Trinity Bliss, che potrebbero essere in lizza per interpretare Jubilee. Altri nomi che sono emersi nelle voci di corridoio includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister).

Riguardo al progetto Kevin Feige ha dichiarato di avere un “piano decennale” per la saga dei mutanti. “Penso che lo vedrete continuare nei nostri prossimi film con alcuni personaggi degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà davvero in una nuova era dei mutanti Ancora una volta, è uno di quei sogni che diventano realtà. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men“.