Ezra Miller
è stato arrestato per un’aggressione di secondo grado alle
Hawaii, meno di quattro settimane dopo il suo
primo arresto per condotta disordinata e aggressione ai danni
di una coppia in un locale.
Miller è stato arrestato martedì
mattina dopo un incidente in una residenza privata a Pāhoa. La
pattuglia di zona ha risposto alla richiesta di intervento a causa
di un’aggressione. Secondo il dipartimento di polizia delle Hawaii,
Miller si sarebbe arrabbiato dopo essere stato invitato ad
andarsene e ha lanciato una sedia, colpendo una donna di 26 anni
sulla fronte e provocando un taglio di circa un centimetro e mezzo.
La donna ha rifiutato le cure per la ferita.
La polizia ha arrestato Ezra Miller all’01:30 dopo che l’attore è
stato localizzato sulla carreggiata all’incrocio tra l’autostrada
130 e Kukula Street a Kea’au. Miller è stato rilasciato alle 4:05
dopo aver consultato l’ufficio del procuratore della contea, in
attesa di ulteriori indagini. L’inchiesta resta aperta.
Il
primo arresto di Miller è avvenuto il 28 marzo. Gli ufficiali
di South Hilo avevano risposto alla segnalazione di un bar per un
cliente fastidioso, Miller era diventato indisciplinato e urlava
oscenità mentre altri clienti cantavano al karaoke. Miller ha
afferrato il microfono di una donna che cantava e si è lanciato
verso un uomo che giocava a freccette. Dopo essere stato arrestato
e accusato di condotta disordinata e molestie, Miller ha pagato la
cauzione di $ 500 ed è stato rilasciato.
Una coppia hawaiana ha presentato
un’ordinanza restrittiva contro Miller il giorno dopo il primo
arresto. L’ordine restrittivo affermava che Miller aveva fatto
irruzione nella camera da letto della coppia e li aveva minacciati,
e Miller avrebbe rubato alcuni degli effetti personali della
coppia, inclusi un passaporto e un portafoglio. Un giudice ha
respinto l’ordine il 13 aprile su richiesta della coppia.
Secondo Kenneth
Quiocho, vice capo della polizia delle Hawaii, Miller era
stato la causa di 10 chiamate della polizia a Hilo dal 7 marzo.
Il secondo arresto arriva meno di
una settimana dopo l’uscita di Animali fantastici: I segreti di Silente, in
cui Miller interpreta un ruolo secondario nel franchise. Il film ha
avuto una produzione turbolenta: oltre agli arresti di Miller,
l’attore Johnny Depp è stato licenziato dal
franchise nel bel mezzo delle sue battaglie legali e l’autrice di
“Harry Potter” J.K. La Rowling è stata presa di
mira per i commenti anti-trans che ha fatto sui social media. Il 23
giugno 2023 dovrebbe arrivare in sala The
Flash, in cui Ezra Miller è protagonista, ma non sappiamo in
che modo la Warner Bros tenterà di gestire questa nuova
situazione.
Scarlett
Johansson è oggi una delle attrici più importanti e
influenti del cinema statunitense, celebre per aver interpretato
Natasha Romanoff nei film del
Marvel Cinematic Universe ma anche
per titoli come Storia di un
matrimonio,Lucy,Scoop e Lost in
Translation. In mezzo ai tanti lungometraggi da lei
interpretati se ne ritrova uno estremamente particolare: Under the
Skin(qui la recensione), diretto nel
2013 da Jonathan Glazer. Si tratta di un’opera a
metà tra la fantascienza e l’horror, ricco di simbolismi e scelte
di messe in scena che generano nello spettatore una sensazione di
inquietudine costante.
Tutt’altro che un film
canonicamente inteso, Under the Skin è una vera e propria
esperienza visiva e sensoriale, che si spinge in territori criptici
dando vita ad immagini tanto suggestive quanto conturbanti. Per
questo suo nuovo lungometraggio, che arriva a nove anni dal
precedente Birth – Io sono Sean, Glazer ha adattato il
romanzo Sotto la pelle, scritto da Michel
Faber nel 2000. All’interno del libro vengono trattati
temi come l’allevamento intensivo, il decadimento ambientale, la
pietà, l’identità sessuale e l’umanità. Glazer ha semplificato
alcuni di tali aspetti concentrandosi sugli ultimi qui
elencati.
Pur essendo stato un insuccesso al
box office, per via della sua natura tutt’altro che facilmente
fruibile, Under the Skin rimane un titolo di culto,
analizzato e studiato, apprezzato da molti e indicato come uno dei
migliori film del nuovo millennio. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Under the Skin: la trama
e il cast del film
Protagonista del film è
Laura, un’affascinante ragazza che è in realtà un
essere alieno dalla pelle nera, il quale indossa un corpo umano per
potersi meglio camuffare in mezzo agli umani. Alla guida di un
furgone, l’extraterrestre gira per alcuni luoghi della Scozia,
seducendo uomini per strada, conducendoli poi in un luogo onirico
dove vengono prosciugati internamente per rifornire i macchinari
alieni. Questa sua missione lo porta a fare incontri di ogni tipo,
tra cui uno con un povero ragazzo deforme che lo colpirà
emotivamente. Da quel momento, l’alieno inizierà a provare
sentimenti che non dovrebbero appartenergli, sentendosi sempre più
vicino al divenire un’entità semi-umana.
Come anticipato, ad interpretare
l’ambiguo alieno protagonista vi è Scarlett
Johansson, che per questo ruolo ha deciso di
concedersi alle scene di nudo previste. L’attrice ha dichiarato di
aver accettato di comparire nuda poiché riteneva che fosse
indispensabile per la crescita del personaggio, non essendo dunque
una nudità gratuita. La Johansson è inoltre l’unica attrice
professionista del film. Tutti gli altri vennero scelti tra persone
prive di esperienze e molte scene vennero anche girate con
telecamere nascose in modalità candid camera. Degni di
nota, accanto all’attrice, sono Adam Person, nel
ruolo del ragazzo deforme, e Jeremy McWilliams,
pilota motociclistico che interpreta qui il complice della
protagonista.
Under the Skin: il finale
e la spiegazione del film
Senza entrare troppo nel dettaglio
del finale del film, per
chi deve ancora vederlo, basti sapere che la protagonista, come già
accennato nella trama, inizia a sperimentare una serie di
sensazioni prettamente umane. Ciò la porta a vivere una sempre
crescente crisi di identità, che sarà poi ciò che caratterizzerà la
parte conclusiva del film. A partire da tale dinamica, il film
assume quindi tematiche profondamente esistenzialiste, già presenti
nel romanzo di Faber. Molti critici hanno infatti rivisto nel
comportamento della protagonista un modo per sottolineare l’assenza
di differenze anche tra esseri apparentemente diversi, proponendo
dunque un messaggio di inclusività e uguaglianza generale
dell’essere umano.
Allo stesso tempo, il film è da
vedere come una potente metafora sul concetto di empatia, ovvero
l’elemento che più di ogni altro ci contraddistingue come umani. La
protagonista, che da prima uccide senza pietà le sue vittime,
avverte piano piano un cambiamento dentro di sé, dettato anche da
una maggior empatia nei confronti di quanti incontra. Per il
regista, infatti, Under the Skin è un racconto incentrato
su ciò che ci rende umani, andando ad esplorare ciò fin sotto la
pelle. Del film sono però state proposte anche letture incentrate
sul tema dell’identità sessuale, particolarmente importante per la
protagonista e che permette di avere ulteriori spunti di
riflessione sul corpo e sul concetto di umanità.
Under the Skin: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Under the Skin grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 19 aprile alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Proprio come l’indimenticabile
Truman incarnato dall’unico e solo Jim Carrey le
cui dita sfiorano il suo orizzonte, il Festival di Cannes prende a
fondo la natura estrema del mondo per coglierla di nuovo. La crisi
climatica, i disastri umanitari, i conflitti armati… i motivi di
preoccupazione sono numerosi. Come nel 1939 e nel 1946, il Festival
ribadisce la sua forte convinzione che l’arte e il cinema sono il
luogo in cui la contemplazione e il rinnovamento della società si
dipanano. Eppure resta fedele al suo impegno fondante sancito
dall’articolo 1 del suo regolamento: «Lo scopo del Festival
International du Film, in uno spirito di amicizia e di cooperazione
universale, è quello di rivelare e presentare film di qualità
nell’interesse dell’evoluzione della l’arte della
cinematografia».
The Truman Show
(1998) di Peter Weir e Andrew
Niccol è un riflesso moderno della grotta di Platone e la
scena decisiva esorta gli spettatori non solo a sperimentare il
confine tra la realtà e la sua rappresentazione, ma a riflettere
sul potere della finzione, tra manipolazione e catarsi. Proprio
come Truman sfugge alla menzogna mentre si alza, il Festival, con
il suo famoso red carpet in ascesa, offre agli spettatori la verità
degli artisti quando entrano in teatro.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis,
Californie, un film di Alessandro
Cassigoli e Casey Kauffman con Khadija Jaafari,
Ikram Jaafari, Marilena Amato, Fatima Ramouch, Simona
Petrosino.
Ecco le date in cui sarà possibile partecipare alle proiezioni
presso il cinema TIBUR di ROMA:
I biglietti saranno validi per
qualsiasi spettacolo indicato e potranno essere richiesti, fino ad
esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno
specificati il giorno in cui si intende utilizzare
i biglietti e un secondo giorno alternativo nel
caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.
È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità ed al Green Pass.
È stata
annunciata la line up della Quinzaine des Realisateurs
2022 che si svolgerà nell’ambito del Festival di Cannes 2022 (qui
il programma ufficiale). L’evento si svolgerà nella
località francese dal 18 al 24 maggio. Film d’apertura di questa
interessante selezione è l’italiano Scarlet, di Pietro Marcello.
L’ENVOL (Scarlet) by Pietro Marcello (film di apertura)
1976 by Manuela Martelli
THE DAM
(Al-Sadd, السّد , Le Barrage) by Ali Cherri
LES ANNÉES SUPER 8
(The Super 8 Years) by Annie Ernaux & David
Ernaux-Briot
ASHKAL by Youssef Chebbi
LES CINQ DIABLES
(The Five Devils) by Léa Mysius
DE HUMANI CORPORIS FABRICA by Véréna Paravel & Lucien
Castaing-Taylor
LA DÉRIVE DES CONTINENTS (AU SUD)
(Continental Drift (South)) by Lionel Baier
EL AGUA
(The Water) by Elena
López Riera
ENYS MEN by Mark Jenkin
FALCON LAKE by Charlotte Le Bon
FOGO-FÁTUO
(Will-o’-the-Wisp, Feu follet) by João Pedro Rodrigues
FUNNY PAGES by Owen Kline
GOD’S CREATURES by Anna
Rose Holmer & Saela Davis
LES HARKIS
(Harkis) by Philippe Faucon
MEN by Alex
Garland (proiezione speciale)
LA MONTAGNE
(The Mountain) by Thomas Salvador
PAMFIR by Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk
REVOIR PARIS
(Paris Memories) by Alice Winocour
TAHT ALSHAJRA (تحت
الشجرة , Under the Fig Trees, Sous les figues) by Erige
Sehiri
UN BEAU MATIN
(One Fine Morning) by Mia Hansen-Løve
UN VARÓN
(A Male) by Fabian Hernández
LE PARFUM VERT
(The Green Perfume) by Nicolas Pariser (film di
chiusura)
Bérénice Bejo è una di quelle
attrici che ha contribuito a cambiare il volto del cinema
internazionale e continua farlo tuttora. L’attrice, che ha iniziato
la sua attività da ragazza, ha catturato sin da subito il cuore del
pubblico francese, per poi conquistare quello mondiale grazie al
suo grande talento.
Ecco dieci cose da sapere su
Bérénice Bejo.
Bérénice Bejo: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia nel
1996, quando debutta sul grande schermo in Les soeurs
Hamlet, per poi proseguire con La captive (2000),
Passionnément (2000), Meilleur espoir féminin
(2000), Il destino di un cavaliere (2001), Comme un
avion (2002), 24 ore nella vita di una donna (2002) e
Sem Ela (2003). In seguito, ha lavorato in Dans le
rouge du couchant (2003), Cavalcade (2005), OSS
117: Le Caire, nid d’espions (2006), La maison
(2007), Modern Love (2008), Proie (2010) e
The Artist (2011). Tra
i suoi ultimi lavori, vi sono Tutti pazzi per Rose
(2012), Il paradiso degli orchi (2013), Il passato (2013),
Le dernier diamant (2014), L’infanzia di un capo
(2015), Fai bei sogni (2016),
Dopo l’amore (2016), Il mio Godard (2017),
Three Peaks (2017), L’incredibile viaggio del
fachiro (2018), Il segreto di una
famiglia (2018), Il principe dimenticato
(2020), La felicità degli altri (2020) e Il materiale emotivo
(2021).
2. Ha lavorato in diverse
serie tv. Oltre ad aver prestato la sua attività
lavorativa per il cinema, l’attrice ha partecipato spesso a
progetti per il piccolo schermo. Infatti, ha debuttato nel mondo
della recitazione nelle serie Regards d’enfance (1996),
per poi proseguire con le serie L’@mour est à réinventer
(1996), Julie Lescaut (1997), Alice Nevers –
Professione giudice (1997), Un et un font six
(1997-1999), Sauvetage (2000), Les redoutables
(2000) e Vertiges (2002). In seguito, appare nei film tv
Nuages (2006) e Sa raison d’être (2008).
3. Ha partecipato a diversi
corti ed è anche doppiatrice. Nel corso della sua
carriera, l’attrice non ha sperimentato solo il mondo del cinema o
delle serie per recitare. Infatti, non ha mai disdegnato il fatto
di apparire in qualche cortometraggio, come è successo per Pain
perdu (1993), Une petite fée (2002), Jeux de
plage (2003), Ciao bambino (2004), Sans
douleur (2004), Un homme peut en cacher un autre
(2007), Le courrier du parc (2008), Love Me Baby
(2010) e Aujourd’hui (2012). Inoltre, ha vestito in panni
di doppiatrice, prestando la propria voce per il film
Funan (2018).
Bérénice Bejo: OSS117, il marito e i figli
4. È sposata da diversi
anni. L’attrice è impegnata da molti anni con il regista
Michel Hazanavicius, conosciuto nel 2006 sul set
del film OSS 117: Le Caire, nid d’espions (in Italia
distribuito con il titolo Agente speciale 117 – al servizio
della Repubblica – Missione Cairo). Da quel momento, i due
non si sono più lasciati, convolando a nozze nel 2008 e rimanendo
insieme da allora.
5. È stata diretta molte
volte dal marito. Oltre a OSS 117, l’attrice è
stata diretta dal marito altre tre volte: infatti, i due hanno
lavorato insieme in The Artist, The Search e Il mio
Godard. Nel 2020 hanno dato luce al loro quinto lungometraggio
insieme, dal titolo Il principe dimenticato.
6. È madre di due
figli. Dall’unione con il marito Michel Hazanavicius,
l’attrice è diventata madre di due figli: Lucien,
nato il 25 luglio del 2008, e Gloria, nata il 18
settembre del 2011. Prima di incontrare lei, suo marito aveva avuto
da un precedente matrimonio le figlie Simone e
Fantine. Tuttavia, l’attrice considera le sue
ragazze come figlie sue, senza fare distinzioni con i suoi figli
naturali.
Bérénice Bejo non è su Instagram
7. Non ha un account sul
noto social. L’attrice, a differenza della maggior parte
dei suoi colleghi, ha deciso di non avere un account sul social
network Instagram. La Bejo, infatti, ha sempre dichiarato di non
apprezzare molto queste piattaforme, troppo spesso invadenti.
Standone lontana, ha dunque modo di mantenere più privata la sua
vita fuori dal set, evitando di condividere ogni singolo momento
della sua vita con persone che non conosce. I suoi fan possono
tuttavia ritrovare diversi profili a lei dedicati con notizie sui
suoi progetti da interprete.
Bérénice Bejo in The
Artist
8. Ha lavorato molto per una
scena del film. Jean Dujardin e l’attrice, protagonisti
del film The Artist, hanno provato la sequenza di danza
più famosa per ben cinque mesi, esercitandosi quasi ogni giorno
nello stesso studio che Debbie Reynolds e
Gene Kelly erano soliti usare per Cantando
sotto la pioggia (1952). Dopo innumerevoli prove, sono infine
riusciti ad eseguire personalmente l’intera coreografia senza mai
sbagliare.
9. È stata candidata a
diversi premi. Grazie all’interpretazione di Peppy Miller
in The Artist, l’attrice ha ricevuto diverse candidature
come quella agli Oscar e ai Golden Globe per la Miglior attrice non
protagonista, e ai BAFTA per la Miglior attrice protagonista. Tra
le varie nomination ricevute, l’attrice è riuscita a vincere un
Premio César, gli Oscar francesi, come Miglior attrice
protagonista.
Bérénice Bejo: età e altezza
10. Bérénice Bejo è nata il
7 luglio del 1976a Buenos Aires, in
Argentina. La sua altezza misura complessivamente 167
centimetri.
Non si vede spesso una
operazione come quella realizzata per Power of
Rome, che arriva in sala – grazie a Vision
Distribution e alla sua collaborazione con Sky e la Iif di Fulvio e
Paola Lucisano – nei giorni di 19, 20 e 21 aprile 2022. Un
“prototipo con una grande ambizione”, lo definisce il suo regista,
Giovanni Troilo, che si affida a un
protagonista, o meglio un “host”, profondamente romano come Edoardo
Leo per raccontare la Città Eterna in questo esperimento
metacinematografico.
Che si propone di
“combinare il documentario con l’impianto, la forma e la
drammaturgia del cinema”, ma che di quello non sembra in grado di
replicare né magia né capacità di coinvolgimento. E questo
nonostante il soggetto trattato, e una estetica particolarmente
attraente, nella quale la narrazione tradizionale si mescola con
una ricostruzione storica spettacolarizzata e sprazzi di
videoarte.
Una Storia da
Sogno
Al centro, Roma. La
città, la sua storia, i suoi miti, gli imperatori e l’incessante
lotta per il potere. Nelle sue tante e diverse declinazioni. Che
esploriamo insieme all’insofferente attore chiamato a interpretare
Giulio Cesare in un documentario inglese, non privo di cliché, che
abbandona il set per immergersi nella Capitale e nelle ombre del
suo passato.
Un sogno che ci porta
della nascita dell’Impero alla sua fine, tra corsi e ricorsi, ma
soprattutto lasciando spesso la parola ai re-enactments
affidati a chi la Storia di Roma l’ha fatta davvero, dal ‘Primo Re’
al primo Imperatore, da Romolo ad Augusto, da Adriano a Costantino,
Nerone e Marc’Aurelio. Azzardando ardite similitudini sui supplì
mentre ci mostra gli angoli più belli della città, di ieri e di
oggi.
La grandezza di Roma
è altrove
Ma se le immagini del
Pantheon, del Colosseo, il Gianicolo, Piazza del Popolo, ecc. non
possono non conquistare, i ‘fantasmi’ di Leo restano solo un
piacere per gli occhi. E per chi avesse voglia di conoscere di più
sui segreti di questa Grande Bellezza, come la processione della
Madonna Fiumarola della Festa de Noantri. Non sull’anima,
purtroppo.
Impresa sovrumana, in
“una città che è il mondo”, della quale gli stessi abitanti spesso
non ricordano l’eccezionalità, presi a scontrarsi su questo o quel
disservizio, o politico, o social. E della quale i facili
detrattori si sforzano di non vedere la grandezza, nell’illusione
di ergersi come nani sulle spalle di un tale gigante. Un “teatro a
cielo aperto” dove “gli dei e i mortali hanno provato a sfiorarsi”
e che “saccheggiata e ricostruita, ha visto nascere e morire
culture e civiltà eppure oggi, più che mai, ha bisogno di essere
scoperta, ascoltata e nuovamente raccontata”, stando al regista e
premiato fotografo.
Power of Rome, un intrigante punto di
vista
Un intrigante e godibile
punto di vista, più che di partenza, soprattutto considerato che a
Roma “tutto ricomincia ogni mattina” e nulla inizia o finisce
davvero. Ma con un bel finale, affidato all’orazione funebre di
Marco Antonio e a un momento unico nella storia della Città Eterna.
Lasciando alla pazienza o alla conoscenza di ciascuno il fatto di
assistere “per la prima volta” allo spettacolo sullo schermo, o a
riscoprire le singole tappe e protagonisti del suo passato, delle
sue illusioni e ambizioni.
Il successo del personaggio
interpretato da Chris Hemsworth ha portato alla creazione di
un quarto film con protagonista il Dio del Tuono. L’uscita
di Thor: Love and Thunder è sempre più
vicina: il lungometraggio, diretto come il capitolo precedente
Thor: Ragnarok da Taika Waititi, arriverà nelle sale
a luglio 2022.
Dopo gli eventi di Avengers: Endgame (2019), in Thor: Love and
Thunder il Dio del Tuono cerca di
allontanarsi dal campo di battaglia per trovare la pace interiore.
Si trova però costretto ad intervenire quando Gorr il
macellatore di dei (Christian
Bale) minaccia di eliminare tutti gli dei. Per fermare
il cattivo, Thor ricorre all’aiuto di altri
eroi: Valchiria (Tessa
Thompson), la nuova regina di New Asgard,
Korg (Taika Waititi) e
Jane Foster (Natalie
Portman), che è diventata Mighty
Thor.
Il trailer di
Thor: Love and Thunder appena rilasciato dai
Marvel Studios è denso di
dettagli e rivelazioni, non sono sulla trama e sui personaggi
protagonisti, ma anche sulla più ampia Fase 4 dell’MCU.
La crescita e l’evoluzione di
Thor
Fin da subito, il trailer
di Thor: Love and Thunder inserisce un
dettaglio interessante che rimanda ai fumetti. Sulla scena si vede
un bambino, un’adolescente e un Thor adulto
(quest’ultimo con addosso il costume originale del personaggio nei
fumetti) mentre corrono nella stessa foresta.
Mostrando il Dio del Tuono
in tre diversi momenti della sua vita, il filmato allude
all’interminabile lotta del dio con Gorr il macellatore di
dei. Inoltre, nei fumetti la battaglia tra Thor e
Gorr porta ad un combattimento finale in cui tre versioni
di Thor, giovane, adulto e vecchio, lottano insieme
contro il cattivo. La scelta della Marvel per il
trailer è abbastanza esplicita e rivela un dettaglio sostanzioso
della trama di Thor: Love and Thunder. In qualcosa
di non troppo diverso da Spider-Man: No Way Home, forse
vedremo anche in questo film l’eroe principale combattere con due
sé stesso contro una minaccia comune.
Thor non è più un supereroe
“Queste mani una volta
erano servivano per combattere, ora sono umili strumenti di
pace”. Le prime parole pronunciate da Chris Hemsworth nel trailer di
Thor: Love and Thunder dicono esplicitamente
che il dio si è ritirato dal mondo dei supereroi.
L’eroe viene poi mostrato mentre
abbandona la sua arma in cima a una montagna, mentre le immagini
seguenti alludono al cambio di stile di vita per l’eroe.
Thor dice chiaramente che i suoi “giorni da
supereroe sono finiti“, evidenziando il nuovo percorso che ha
deciso di intraprendere dopo gli eventi di Avengers: Endgame. La storia
di Thor: Love and Thunder parte da qui,
chissà dove arriverà.
Un Thor fuori forma dopo Avengers
Endgame
Il trailer conferma
che Fat Thor farà ritorno in Thor: Love
andThunder. In Avengers:
Endgame, dopo che il dio si assume la colpa per lo snap
di Thanos, cambia aspetto: è fuori forma, il fisico
divino si appesantisce.
Sembra però che il Dio del
Tuono sia pronto a rimettersi in forma ora. Stando al trailer,
pare che in Thor: Love and Thunder vedremo
una sequenza di allenamento per Thor, mentre cerca di
perdere il peso e ritornare al suo solito aspetto atletico. Nel
filmato c’è anche un dettaglio ironico: mentre si allena, il dio
indossa un cappello con scritto ”l’Avenger più forte”.
Thor si unisce ai Guardiani della
Galassia
Le rapide immagini di
combattimento che vediamo nel trailer di Thor: Love and
Thunder alludono ad una nuova unione sul campo tra il
dio e i Guardiani della Galassia. Da quando è mostrato,
nel film non mancheranno gli sketch comici tra Thor e i
Guardiani. In particolare, sembra che ci saranno delle
dinamiche interessanti con Star-Lord
(Chris Pratt). L’interazione tra
questi eroi è stato un elemento essenziale di Avengers: Infinity War e
sembra che il pubblico assisterà a nuove avventure che coinvolgono
gli Asgardiani.
Thor e Korg ritornano a
Sakaar?
Le immagini del trailer
mostrano Thor e Korg (Taika
Waititi) su un pianeta pieno di spazzatura, disordine e
macerie. Non è da escludere che si tratti di Sakaar,
il mondo gestito dalGran
Maestro (Jeff
Goldblum) che già si trovava sull’orlo della
rivoluzione alla fine di Thor: Ragnarok. I due eroi potrebbero
aver fatto ritorno dove si sono incontrati per portare la pace sul
pianeta o anche per ottenere alcune informazioni dal Gran
Maestro.
Le capre magiche di Thor arrivano
nell’MCU
Nella mitologia,
il carro del dio Thor è trainato da due capre
magiche . Con il trailer di Thor: Love and
Thunder, le due entità fanno la loro prima comparsa
nell’MCU. Le vediamo mentre guidano una nave
asgardiana con a bordo Valkyrie e Korg che si
eleva in aria e lascia New Asgard.
Le capre di Thor sono state
introdotte nei fumetti nel 1976. Sappiamo che Toothgnasher
e Toothgrinder sono abbastanza potenti da causare
terribili danni in battaglia. Chissà come le sfrutterà il dio in
Thor: Love and Thunder.
L’Olimpo, la casa delle divinità
greche
Un altro elemento
mitologico inserito nel trailer di Thor: Love and
Thunder è probabilmente l’Olimpo. Già i fumetti
Marvel riprendono la sede degli dei dell’Antica
Grecia e sembra che il Monte Olimpo arriverà anche
nell’MCU. Gli edifici sospesi e le strutture
galleggianti danno un aspetto insolito alla casa degli dei,
distinguendolo da altre fantastiche località MCU,
come ad esempio Asgard.
Il nuovo costume per l’eroe in
Thor: Love and Thunder
Anche se la tuta rossa, blu
e oro di Thor è già stata vista nei giocattoli e nel
merchandising Marvel, il trailer di Thor:
Love and Thunder mostra per la prima volta il nuovo
costume dell’eroe in azione. Chris Hemsworth lo
indossa in diversi punti del video, alternandolo con il costume
da Ravager. Tra gli accessori del nuovo abito, c’è
anche un mantello di pelliccia.
Russell Crowe sarà Zeus
nell’MCU
Insieme all’Olimpo, sembra
che anche i suoi abitanti arriveranno nell’MCU.
Nel trailer di Thor: Love and Thunder si può
vedere Zeus di fronte ad una folla di divinità. Anche
se il filmato non mostra il suo volto, il fulmine impugnato,
l’abbigliamento e la posizione del personaggio lasciano intuire
l’identità del personaggio. L’attore Russell Crowe (Il
gladiatore) ha rivelato il suo coinvolgimento con la
produzione del film MCU: sarà lui ad
interpretare il ruolo di Zeus, il capo degli dei nella
mitologia greca.
Falligar, Thor e Gorr
Anche se Gorr il
macellatore di dei non è presente nel trailer di Thor:
Love and Thunder, vengono mostrati gli effetti della sua
devastante ira. In un punto del filmato si vedono Thor
e Korg mentre osservano un’enorme creatura morta tra
la neve. Sembra trattarsi di Falligar, un potente dio e un
grande amico di Thor. Sappiamo dai fumetti che
Falligar viene ucciso
da Gorr mentre è in preda alla sua furia
cosmica. Inserire nel trailer questo dettaglio dice molto della
potenza e della minacciosità di Gorr.
New Asgard diventa una meta
turistica
Quando l’MCU
ha introdotto New Asgard in Avengers:
Endgame, la città degli Asgardiani era
relativamente tranquilla e poco conosciuta. Stando al trailer di
Thor: Love and Thunder sembra che sia diventata
una delle principali attrazioni turistiche sulla Terra. Si
vedono diverse navi da crociera attraccate che portano i molti
visitatori a New Asgard, con alcune attrazioni piazzate
vicino all’ingresso della città. Questa drammatica trasformazione
avviene quando Valchiria diventa sovrana, ma non è ancora
chiaro se ci sia la regina dietro al cambiamento.
L’incontro tra Valchiria e gli
altri leader mondiali
Dopo essere diventata
sovrano di Asgard in Avengers:
Endgame, Valchiria viene mostrata nel trailer di
Thor: Love and Thunder mentre muove i primi passi
in questo nuovo ruolo. Sembra che la regina stia tenendo un meeting
con gli altri leader mondiali della Terra: a New Asgard,
uomini politici e delegati di varie contee sono riuniti intorno a
un tavolo in una sala conferenze.
Regina Valchiria è seduta
in disparte e non sembra essere troppo entusiasta delle sue
responsabilità di governo. Forse è ansiosa di tornare in azione?
Potrebbe avere la sua occasione, visto il conflitto tra
Thor e Gorr…
Valchiria, Korg e due Thor
nell’Olimpo
Anche se non viene
esplicitata la missione al centro del film, nel trailer di
Thor: Love and Thunder si vede il quartetto di
eroi principale: Valchiria, Korg e due
Thor sono in visita all’Olimpo. Si stanno dirigendo verso
un’enorme statua di Zeus. Essendo inquadrati di spalle, è
difficile comprendere l’identità dei due Thor.
Probabilmente si tratta di Thor Odinson e di Mighty
Thor, identità assunta da Jane Foster.
Torna la bromance tra Thor e Star
Lord
L’umorismo è un ingrediente
essenziale dei film MCU. Come già successo in
precedenza, sembra che in Thor: Love and Thunder
torneranno gli scambi di battute tra i personaggi di Chris
Pratt e Chris Hemsworth. In una scenetta divertente
del trailer, vediamo Star-Lord consigliare a Thor
di guardare negli occhi la persona che ama quando si sente perso.
Mentre parla, Peter Quill dirige lo sguardo
verso i suoi compagni di squadra, i Guardiani
della Galassia e Thor, ironicamente, inclina la
testa per oscurare questa visione e guardare direttamente negli
occhi di Star-Lord.
I nuovi look dei Guardiani della
Galassia e soprattutto di Mantis
Un dettaglio intrigante
rivelato dal trailer di Thor: Love and Thunder
riguarda i costumi dei Guardiani della Galassia. Molti dei membri hanno nuovi
abiti e armi mai viste prima. In particolare, il look di
Mantis è intrigante. Il personaggio ha un nuovo accessorio
incorporato nella fronte. Il posizionamento dell’oggetto tra le sue
antenne potrebbe essere rivelatorio: forse i Guardiani
hanno trovato un modo per amplificare i suoi poteri attraverso la
tecnologia?
Mjolnir è stato riforgiato dopo
Thor: Ragnarok
Il martello magico di
Thor, è stato distrutto da sua sorella Hela
(Cate
Blanchett) in
Thor: Ragnarok. Fortunatamente, l’eroe aveva a
disposizione Stormbreaker come arma e ha usato
quest’ultima per combattere in Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame.
Sembra però che Mjolnir sia
stato riforgiato e che tornerà durante gli eventi di Thor:
Love and Thunder. Tuttavia, il Dio del Tuono non
è il responsabile del ritorno dell’arma e nemmeno colui che lo
brandirà…
Natalie Portman ritorna nei panni
di Jane Foster/Mighty Thor
Natalie
Portman ha interpretato Jane Foster in Thor: The Dark World. Successivamente l’attrice ha
abbandonato l’MCU e non l’abbiamo più vista nei
capitoli successivi. I fan saranno lieti di sapere che
Portman riprenderà il suo personaggio in
Love and Thunder.
Grazie al coinvolgimento di Taika Waititi e alla promessa di
rendere Jane in un punto focale della storia ancora
una volta, Natalie Portman torna ad essere
Jane Foster. Nel trailer, il personaggio è mostrato
nella forma completa di supereroe: Mighty Thor.
Jane Foster e Thor tornano insieme
per proteggere la Terra
Anche se il trailer non
mostra i due eroi mentre combattono fianco a fianco, la reunion di
Thor Odinson e Jane Foster è un evento importante. L’ultima volta che
si sono visti insieme risale al 2015. I due Thor sono
legati da un duplice rapporto, eroico e amoroso. Anche se la storia
d’amore non ha funzionato in precedenza, il titolo di Thor: Love and Thunder indica che la passione
potrebbe tra i due potrebbe sbocciare nuovamente.
Di4ri, è la nuova
serie italiana Netflix, in 15 episodi,
prodotta da Stand By Me, che racconta le storie e
le emozioni di un gruppo di compagni di classe di seconda
media.
Di4ri: quando esce e dove
vederla in streaming
Di4ri debutterà il 18
maggio su Netflix e da fine luglio sarà disponibile
in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.
Di4ri: trama e
cast
Ogni episodio è raccontato dal
punto di vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce
narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale con
il suo sguardo sugli avvenimenti della classe: i ragazzi parleranno
direttamente allo spettatore mostrando i loro sentimenti senza
filtri. In questo modo, da un episodio all’altro, le vicende di
Pietro, Livia, Isabel, Daniele, Monica, Giulio, Mirko e Arianna si
intrecciano in un racconto corale capace di restituire le diverse
sfaccettature della vita dei preadolescenti: è il racconto di
un’età delicata in cui sbocciano le individualità dei ragazzi e al
tempo stesso cresce la loro identità di gruppo.
Di4ri entrerà quindi nella vita e
nelle emozioni di tutti i giorni dei ragazzi della 2D tra gioie,
drammi, primi amori, primi baci divertimento e qualche volta
qualche litigio. Tra i temi della serie ci saranno anche il coming
out, le ricadute di un matrimonio in crisi, le aspettative dei
genitori, la dislessia, l’ansia di crescere, la solitudine e
l’accettazione. La colonna sonora della serie sarà sulle note di
“Isole”, il nuovo singolo di Tancredi (Warner Music) che sarà anche
guest star in due episodi.
I giovanissimi otto protagonisti di
Di4ri sono Andrea Arru (Pietro), Flavia Leoni (Livia), Sofia
Nicolini (Isabel), Biagio Venditti (Daniele), Liam Nicolosi
(Giulio); Federica Franzellitti (Monica), Francesca La Cava
(Arianna), Pietro Sparvoli (Mirko). Nel cast della serie è presente
anche Fortunato Cerlino, nel ruolo del simpatico bidello Paolo.
Special guest sara’ anche Larissa Iapichino, campionessa juniores
di salto in lungo, in una puntata che avrà al centro una gara di
triathlon.
Oltre a Di4ri, la prima serie
italiana per ragazzi di Netflix, nell’area Kids & Family
arriveranno il Mostro dei Mari, il nuovo film d’animazione che sarà
disponibile dall’8 luglio con la regia del Premio Oscar Chris
Williams e la nuova serie “Kung Fu Panda the Dragon Knight”,
prodotta da DreamWorks Animation.
Di4ri:
trailer
PERSONAGGI di Di4ri
LIVIA MANCINI (Flavia
Leone)
Dodici anni, sportiva,
perfezionista. Livia si preoccupa sempre di compiacere i genitori e
gli insegnanti, che non si rendono conto che Livia è molto di più.
È una ragazza appassionata e grintosa, ha uno spirito indipendente
che durante la serie emerge sempre di più, anche grazie a Pietro,
sorprendendo prima di tutto se stessa. Al punto che Livia deciderà
che non le importa più di compiacere gli altri e si dedicherà a ciò
che le importa davvero.
PIETRO MAGGI (Andrea
Arru)
Pietro è sempre sicuro di
sé e del suo carisma. O così sembra. In realtà, ogni giorno deve
fare i conti con i litigi continui dei genitori e con le
sopraffazioni dei ragazzi di terza media. Come se non bastasse, si
sta innamorando dell’unica ragazza che sembra immune al suo
fascino. Ma se hai con te una squadra di amici fantastici niente è
impossibile, neanche guidare la rivolta della classe contro
l’imminente chiusura della scuola.
ISABEL DIOP (Sofia
Nicolini)
Isabel è una ragazza
solare e ottimista che non si ferma davanti a niente. Per lei nulla
è impossibile. È per questo che in classe tutti finiscono per
chiederle aiuto, senza che lei si tiri mai indietro. Grazie al suo
talento, entra a far parte della squadra di basket, diventandone il
capitano e assumendo un ruolo decisivo nella partita contro gli
arroganti ragazzi di terza media.
MIRKO VALENTI (Pietro
Sparvoli)
Mirko è un ragazzo timido
e introverso, trasferitosi da poco da Roma. All’inizio decide di
frequentare i ragazzi di terza contando sul supporto del fratello
maggiore, Damiano. Quando scopre che lui e Daniele hanno molto in
comune inizia però a distaccarsene, integrandosi sempre di più
all’interno della 2D. Quello che scoprirà alla fine del suo
percorso è che per lui c’è un gruppo di amici addirittura migliori
di quelli che aveva a Roma.
DANIELE PARISI (Biagio
Venditti)
Daniele è un ragazzo
maturo ed è un punto di riferimento per i suoi compagni di classe,
che lo considerano intelligente e generoso. Si prende una cotta per
Mirko e dopo una prima delusione, nel corso della serie troverà
l’amore in modo inaspettato.
GIULIO PACCAGNINI (Liam
Nicolosi)
Giulio è un tipo
irriverente, dalla battuta sempre pronta. Soffre di una leggera
dislessia, che, nonostante all’inizio rappresenti un ostacolo, col
tempo gli permetterà di mostrare il suo lato più fragile e
guadagnarsi l’affetto sincero dei compagni. È molto legato a
Pietro, il suo migliore amico, ed è innamorato di Arianna, che però
non sembra ricambiare.
MONICA PIOVANI (Federica
Franzellitti)
Monica è una ragazza
insicura e impacciata. Due sole cose le danno sicurezza: l’amicizia
con Isabel e l’impegno nello studio. A poco a poco uscirà dalla sua
comfort zone rivelando a tutti la sua capacità di ascoltare e
comprendere gli altri. A quel punto non solo Isabel, ma tutti i
suoi compagni capiranno quanto Monica sia un’amica preziosa.
ARIANNA RINALDI
(Francesca La Cava)
Arianna è la tipica
ragazza carina e snob della classe: capricciosa, inarrivabile e
inevitabilmente un po’ sola, imprigionata in un ruolo che non le
appartiene davvero. Il suo comportamento cambierà quando, in un
momento di difficoltà, scoprirà nei suoi compagni, finora mai
considerati, degli alleati preziosi.
Partecipazione speciale:
Fortunato Cerlino nel ruolo di PAOLO AGRESTI
Paolo, il collaboratore
scolastico, è un uomo solo, divorziato e lontano dal figlio
Fabrizio. È legato in particolar modo a Pietro, che soffre per la
separazione dei genitori, e a Giulio, che gli ricorda Fabrizio.
Paolo si unirà alla ribellione dei ragazzi della 2D e, grazie ai
consigli di Pietro, recupererà il rapporto con il figlio.
NOTE DI REGIA di
Di4ri
Sin dalla primissima
lettura del concept e dei soggetti di serie, mi sono appassionato a
Di4ri, pensando che avesse tutte le caratteristiche di un progetto
con una forte identità e che presentasse alcuni aspetti molto nuovi
e stimolanti dal punto di vista della regia.
L’idea fondante chiamava
a un’interessante sfida creativa: dirigere un racconto di
formazione corale e allo stesso tempo intimo, in cui i ragazzi
fossero di continuo protagonisti e personaggi secondari. Un diario
collettivo in cui usare le voci narranti combinate a degli “a
parte” teatrali per parlare direttamente al pubblico, guardando la
macchina da presa per condividere le emozioni. Tutto questo
rivolgendosi a spettatori che non sono teenager, ma il target più
giovane e delicato dei pre-adolescenti.
Il vero punto di forza
della serie sono le tematiche affrontate e il tono e la sensibilità
con cui i nostri giovani interpreti hanno deciso di incarnare le
storie. Abbiamo messo i personaggi al centro del nostro mondo,
adottando uno stile di recitazione capace di integrare le loro
idee, tentando di lasciare una piccola parte di sorpresa e di magia
da creare sul set con l’improvvisazione. Per questa ragione il
casting è stata un’operazione fondamentale: una selezione lunga e
meticolosa, soprattutto considerato il fatto che praticamente quasi
tutto il gruppo di lavoro scelto è esordiente.
Per quanto concerne gli
aspetti visivi del racconto, come prima stagione, dovevamo creare
da zero il mondo di Marina Piccola. L’obiettivo è stato quello di
proporre un’ambientazione italiana ma allo stesso tempo compatibile
con un immaginario internazionale di vita scolastica pre-liceale.
Ho pensato si potesse esportare un modello di vita isolana iconica
e molto mediterranea perché ha tutti gli elementi di una bellezza
aspirazionale. Quindi come scelta cromatica è stato importante il
dialogo con il direttore della fotografia per ottenere una palette
di colori accogliente, che portasse subito negli occhi il mare e
che emotivamente invitasse lo spettatore ad accogliere le tematiche
intime più delicate con grande trasparenza, e mai con la cupezza
che spesso accompagna il racconto dell’adolescenza.
Non c’è un solo stile di
riprese. Le inquadrature sono state libere di interpretare il testo
e di avvalersi dell’intimità della macchina a mano nelle scene più
relazionali e di improvvisazione, mentre ad esempio nelle scene di
sport e di movimento si è scelto uno stile più posato, che usa
carrelli, cameracar e droni, soprattutto nel seguire i personaggi
quando sono raccontati insieme all’ambiente che li circonda,
l’isola, l’altro grande protagonista di questa storia.
Di Alessandro Celli
NOTE DI PRODUZIONE
La serie DI4RI è un
racconto corale delle storie di un gruppo di compagni di classe di
seconda media. Ogni episodio copre l’arco temporale di una
settimana scolastica, dal lunedì al venerdì, ed è raccontato dal
punto vista di uno degli otto protagonisti, che diventa voce
narrante e offre agli spettatori una sorta di diario personale, con
il suo peculiare sguardo sugli avvenimenti della classe. Il
racconto è quindi un mosaico composto da otto voci, che
restituiscono le diverse sfaccettature della vita dei
preadolescenti. Questa dimensione la ritroviamo nelle scene, che
sono per questo spesso corali.
La serie è ambientata in
un posto di fantasia, un’isola italiana che volutamente non è
identificata per renderla universale. D’altro canto i luoghi –
dalla scuola, alle case, agli esterni – sono tutti reali, non c’è
nulla di finto o ricostruito: non sono stati utilizzati teatri di
posa. L’intenzione era quella di immergere gli attori in ambienti
autentici, per metterli a loro agio e per lasciare spazio alla
spontaneità e – a volte – all’improvvisazione.
Sul set è stato impegnato
un cast molto numeroso, con otto protagonisti, più di venti attori
secondari e oltre settecento comparse, con una troupe di circa 60
persone e una seconda unità. Le riprese, che hanno impegnato cast e
troupe per circa quattro mesi, sono state realizzate
prevalentemente a Roma e ad Ischia. Un set è stato aperto vicino a
Bracciano, dove sono state realizzate le scene nel campo da basket
e sulla pista d’atletica.
Sacro e profano. Su questi due
valori si costruisce il quattordicesimo film da regista di Leonardo Pieraccioni, intitolato
Il sesso degli angeli. Un racconto, da
lui scritto insieme a Filippo Bologna, che
attraverso una classica commedia ad equivoci aspira oltre che a
divertire anche a lanciare alcune riflessioni su tematiche
d’attualità nell’Italia dei nostri giorni. Dopo aver raccontato di
amori impossibili e crisi di mezz’età, il regista e attore
fiorentino si sposta dunque su un territorio nuovo che, come da lui stesso affermato,
segna l’inizio di una nuova fase della sua carriera, senza perdere
però le caratteristiche che lo hanno reso celebre, dalla
dissacrante comicità ai buoni sentimenti messi in gioco.
Che Il sesso degli angeli
sia qualcosa di nuovo nella filmografia di Pieraccioni lo dimostra
il ruolo da lui ricoperto. Egli non è più un incallito latin lover
bensì il prete don Simone, alla guida di una chiesetta sempre in
difficoltà e poco frequentata. L’occasione per poter mettere a
nuovo tale ambiente arriva grazie all’inaspettata eredità
lasciatagli da un eccentrico zio. Si tratta di un’avviatissima
attività in Svizzera, grazie alla quale don Simone spera di
risollevare le sorti economiche della sua chiesa. Arrivato a
Lugano, però, il prete scopre suo malgrado di aver ereditato un
bordello di lusso, cosa che naturalmente lo pone in profonda
crisi.
L’amore sacro e l’amor profano
Come spesso accade nel cinema di
Pieraccioni, anche questa storia prende avvio da uno scontro
inaspettato tra mondi opposti. Se in Il ciclone questo
avveniva tra un uomo e la sua famiglia di umili origini con un
gruppo di ballerine di flamenco, mentre in Un fantastico via
vaitra un uomo di mezz’età e un gruppo di
universitari, in Il sesso degli angeli tale
scontro ha per protagonisti il mondo religioso e quello della
sessualità. Due opposti, dove per la religione la sfera sessuale è
ancora oggi un vero e proprio tabù, quasi un sinonimo di
peccato.
Pieraccioni costruisce dunque
proprio su questo aperto contrasto una serie di situazioni comiche
che hanno come scopo il far emergere vizi e contraddizioni,
configurandosi infine come una sorta di fiaba con tanto di morale.
Le tematiche trattate sono di grande attualità in Italia, dalle
volontà di riapertura delle case chiuse alla possibilità per i
preti di sposarsi, dalla considerazione che si ha delle prostitute
fino all’ipocrisia di tutte quelle persone che predicano bene e
razzolano male. Nel corso dei circa novanta minuti di film tutti
questi aspetti vengono messi alla berlina con il classico spirito
dissacratore del comico toscano.
Il corpo della donna, lo sguardo dell’uomo
Le premesse narrative del film sono
dunque interessanti, specialmente per il prendere due aspetti così
radicati nella cultura italiana. Il film, aiutato in particolar
modo da Marcello Fonte, qui interprete nei panni
del fido Giacinto, riesce a dar vita ad alcune gag e battute
genuinamente divertenti. Questi momenti, insieme alle riflessioni e
alle emozioni che Il sesso degli angeli intende suscitare,
vengono però oscurati da alcune criticità piuttosto pesanti. In
primis, vi è ancora una volta uno sguardo sul corpo femminile che
sembra essere più interessato a compiacere un pubblico maschile che
non a conferire alla donna un valore nuovo, comprensivo della sua
sessualità.
Pieraccioni non è né il primo né
l’ultimo a fare ciò, sia chiaro, ma è questa un’ulteriore occasione
mancata per approdare a punti di vista nuovi. In seconda battuta,
Il sesso degli angeli, rispetto ad altri film di
Pieraccioni, sembra essere scritto con maggior approssimazione,
specialmente giunti al finale, dove tutto l’intreccio si risolve in
modo piuttosto discutibile, lasciando in sospeso delle questioni
che risultano pertanto incompiute. Dallo collisione dei due mondi
opposti non nascono delle situazioni forti a tal punto da far
riflettere su quanto raccontato, facendo dunque rimanere questo un
classico film di Pieraccioni, senza però l’evoluzione promessa e
sperata.
Liam Neeson ha recentemente rivelato di essere
interessato a tornare nell’universo di Star
Wars nei panni del Maestro Jedi Qui-Gon Jinn,
ma solo per un film. Sono passati più di 20 anni da quando Neeson
ha fatto il suo memorabile debutto in franchising al fianco di
Ewan McGregor e Natalie
Portman in Star Wars: Episodio I –
La minaccia fantasma. Da allora, il suo possibile
ritorno nella galassia molto, molto lontana è stato atteso dai fan
desiderosi di vedere di più sul leggendario Maestro Jedi.
Grazie all’espansione Disney+ della saga di Star Wars negli
ultimi anni, diversi personaggi e interpreti iconici sono stati
riportati nell’universo sul piccolo schermo in serie come
The Mandalorian e The Book of Boba
Fett. E con la premiere della serie Obi-Wan
Kenobi proprio dietro l’angolo, molti fan hanno ipotizzato
che Neeson potrebbe fare un cameo nello show nei panni di un
fantasma di Forza. E mentre Neeson potrebbe tornare in
Obi-Wan Kenobi, alcuni dei suoi recenti commenti
mettono in dubbio la presunta apparizione di Qui-Gon in uno
qualsiasi dei prossimi show di Star Wars.
Parlando con
ComicBook del suo film d’azione in arrivo,
Memory, Neeson ha confermato di essere disposto a
riprendere il ruolo di Qui-Gon, ma a una condizione. Quando gli è
stato chiesto se sarebbe tornato nell’universo di Star Wars, Neeson
ha detto che lo avrebbe fatto solo per un film, non per una serie
Disney+.
“Oh, penso di sì, sì, sì, sì,
penso di sì… se fosse un film. Sì, sono un po’ snob quando si
tratta di TV, devo ammettere che mi piacciono i grandi schermi,
sai? Qui-Gon, non posso credere che siano trascorsi 24 anni da
quando abbiamo realizzato [Star Wars:] La minaccia
fantasma, non riesco proprio a credere a dove sia passato
il tempo. Girare quel film a Londra è stata un’esperienza
formidabile .”
I fan di Thor: Love and Thunder
hanno scovato quello che sembra un errore, ma sarebbe meglio
difinirla una incongruenza, nel trailer del film di Taika
Waititi. Si tratta dell’occhio destro di Thor.
In Ragnarok, il
nostro Dio del tuono perde un occhio. Sappiamo che in
Avengers: Infinity War,
Rocket Raccoon gli fornisce un occhio di vetro che sistema
l’aspetto del Dio, anche se ha un colore differente.
Ora, nel trailer di
Thor: Love and Thunder
vediamo invece un primo piano di Chris
Hemsworth con gli occhi uguali, azzurro intenso,
proprio come prima dell’incidente di Thor in
Ragnarok. Tuttavia il trucco sul personaggio
mantiene la cicatrice intorno all’orbita, e questo potrebbe voler
dire che l’incongruenza di colore dell’occhio non è una svista,
perché ci si è ricordati della ferita subita dal personaggio, ma
che si troverà il modo di spiegare come mai i due occhi del
protagonista sono adesso dello stesso colore.
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli
dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di
Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex
fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor,
brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come
Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura
cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il
macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’iconica ascia usata da Jack Nicholson in Shining è stata messa all’asta. Il film,
diretto dal grande Stanley Kubrick, segue la
storia della famiglia Torrance, guidata dal patriarca Jack,
interpretato da Jack Nicholson.
Dopo aver accettato un lavoro come
custode invernale dell’Overlook Hotel, Jack porta sua moglie, Wendy
(Shelley Duvall), e suo figlio, Danny
(Danny Lloyd), nell’isolata località di montagna
dove una forza sinistra inizia a tormentarlo mentre Danny è un
sensitivo con la dote della “luccicanza” che gli permette di vedere
i veri orrori dell’hotel. Il film vanta molte scene iconiche che
sono immediatamente riconoscibili dal pubblico, come il sangue che
sgorga dagli ascensori, il labirinto invernale di siepi, le
inquietanti gemelline e Jack che sfonda una porta con l’ascia.
Ora, i fan di Shining hanno la
possibilità di portarsi a casa l’ascia usata da Jack Nicholson nel film, grazie a un’asta di
Gotta Have Rock and Roll. Secondo la descrizione dell’asta, l’ascia
viene fornita con un certificato di autenticità e una lettera di
NORANK Engineering come prova del suo utilizzo nel film.
Inoltre, l’ascia presenta una lama e
un manico graffiati, ed è esposta in una cornice con le immagini
del film e il logo del film. L’offerta minima è attualmente fissata
a $ 50.000, sebbene l’oggetto sia stato valutato tra $ 60.000 e $
90.000 e l’asta scadrà tra 11 giorni.
Ecco l’oggetto originale così come
lo abbiamo visto esposto alla mostra al Palazzo delle Esposizioni
dedicata a Kubrick, nel 2007:
Darkling è un film
che parla della paura lasciata dalla guerra. Con una produzione che
coinvolge diversi paesi europei – Serbia, Danimarca, Italia,
Bulgaria e Grecia, attraverso la messa in scena di un periodo
storico ben definito, il lungometraggio di Dusan Milic è in grado di affrontare
sentimenti e sensazioni profondamente sentite oggi quanto ieri in
Europa.
La sinossi di Darkling
Poco dopo la fine della guerra in
Kosovo, lo stralcio di una famiglia un tempo felice vive in una
casa dell’entroterra. I tre abitanti sono Milica
(Miona Ilov), una bambina di 11 anni, la madre
Vukica (Danica Curcic) e il nonno
Milutin (Slavko Stimac). Quella di
Milica è una delle poche famiglie a non aver ancora
abbandonato la regione perché è in attesa che il papà e lo zio di
Milica, scomparsi misteriosamente, facciano ritorno.
Durante il giorno, i funzionari della KFOR, mandati dalla NATO per
mantenere la pace nella regione, supportano le famiglie del luogo:
in particolare, due soldati italiani (Flavio
Parenti e Fulvio Falzarano) scortano
Milica e gli altri bambini alla scuola locale, aiutando
come possono la popolazione reduce dalla guerra.
Il vero problema per Milica
e per la sua famiglia arriva di notte: rimasti soli, al buio e
privi di elettricità, essi vivono nel terrore di essere attaccati.
Percepiscono una costante angoscia, temono un nemico misterioso. Ma
la minaccia è reale o sono gli strascichi lasciati dalla guerra a
farli tremare di paura?
Darkling, ovvero ”oscuro”
Il regista del film Dusan
Milic prende due elementi e li combina perfettamente
in un’opera capace di parlare al grande pubblico. Da un lato c’è
l’ancestrale, infantile e irrazionale paura del buio,
dall’altro c’è la fobia di una guerra reale e consistente.
In Darkling, un topos antico della narrazione, il
nemico misterioso che si muove al buio e si nasconde nella foresta,
esce dall’ambiente favolistico e si inserisce nella
realtà. Milic, serbo di origine, ha
ammesso la sua duplice intenzione nel raccontare la storia del suo
paese: è partito da un fatto reale e solido, la guerra in Kosovo,
ma ne ha tratto un racconto più ampio e universale.
Il regista dice anche di aver scelto
un unico punto di vista per raccontare il film, quello della
bambina Milica. ”In questo modo ho potuto rendere
bene l’idea che le paure più grandi da affrontare sono quelle nelle
nostre teste. Esse sono di due tipi: la paura della morte, che è la
fobia più spaventosa, e la paura del nemico. Con un unico punto di
vista, ho voluto dare un’unica prospettiva, estremamente
soggettiva, di tutto ciò che viene visto e udito sulla
scena”.
La decisione ha senso perché unisce
i timori infantili ad una minaccia
tangibile. Milica è infatti una bambina che, a
causa della guerra, vede le paure tipiche dell’infanzia
trasformarsi in realtà. In Darkling non c’è una
vera distinzione tra adulti e giovani, tutti sono sullo stesso
piano: terrorizzati come dei neonati e coraggiosi come dei
guerrieri.
Darkling è più un film di guerra o
un thriller psicologico?
Il regista ha inoltre dichiarato di
aver scelto la dimensione
horror e il genere thriller per ambientare
Darkling: ”Collaborando soprattutto con i
direttori della fotografia, ho cercato di generare un senso di
angoscia e di claustrofobia costanti”.
Darkling si svolge quasi interamente nella casa di
legno della famiglia. Per questo genere di film, con pochi dialoghi
e ambientato in spazi così ridotti, il lavoro maggiore da fare
è quello con il team tecnico, legato all’audio e al video.
Nel film coesistono dunque due
generi. Da una parte abbiamo il war movie, con il dopoguerra, i carri armati, i
soldati, ma soprattutto il grande dilemma della migrazione.
Dall’altra c’è la dimensione del thriller psicologico, con l’angoscia di un nemico
sconosciuto, che sembra possa arrivare da un momento all’altro, la
casa sperduta nel bosco e il dubbio se ciò che si percepisce – un
suono, una visione – sia reale.
Milic stesso
ribadisce che fare un thriller ”È stata una scelta ben
ragionata e quasi necessaria per rendere il film più ‘godibile’,
sia come genere che a livello di riprese. Ho puntato molto sulle
immagini: sono più avvincenti e più interessanti dei lunghi
dialoghi esplicativi.” Come ogni regista in grado di
comunicare con il cinema, anche quello di Darkling
punta tutto sul mostrare: riprese con angoli particolari, setting
claustrofobici, ma anche una dimensione sonora potente e penetrante
fanno realmente percepire la polpa e l’essenza del film.
I volti di Darkling
Nonostante i pochi dialoghi,
nonostante la grande rilevanza data alle immagini,
Darkling deve la sua riuscita anche agli
interpreti. In primis alla piccola Miona Ilov,
volto di pietra in grado di rappresentare perfettamente la
condizione dei bambini in guerra, costretti a crescere troppo in
fretta ma, nel profondo, ancora fiduciosi e desiderosi di ritrovare
la spensieratezza perduta. L’attrice serbo-danese Danica Curcic (L’uomo
delle castagne,
Un’ombra negli occhi) interpreta Vukica.
Il personaggio, nel triplice opprimente ruolo di figlia, madre
e vedova, prova a tenere in piedi la famiglia. Slavko
Stimac è invece abilissimo nei panni del nonno impaurito
che, nel tentativo disperato di proteggere i suoi cari, si avvicina
ogni giorno di più alla pazzia. Personaggio buono, rassicurante e
un po’ vigliacco è invece il soldato interpretato dall’attore
italiano Flavio Parenti (Io sono l’amore,
To Rome
With Love, Raffaello – il principe delle arti).
L’attrice Danica
Curcic fa una considerazione sulla particolarità di
Darkling rispetto ad altre produzioni. ”Lo
scenario molto piccolo del film mi ha permesso di creare una forte
connessione con il mio personaggio e con tutta la troupe. C’è così
tanta azione in così poco spazio che tutto dev’essere estremamente
calcolato per riuscire ad essere comunicativo”.
Perché vedere Darkling?
In conclusione,
Darkling arriva come un pugno nello stomaco allo
spettatore: è forte, crudo, ancestrale. La scelta registica è
necessaria. Non solo per raccontare in modo rispettoso la storia
spesso affossata del dopoguerra in Kosovo, ma anche per affascinare
lo spettatore con le possibilità di racconto offerte dalla settima
arte.
Il nuovo spot tv di Doctor Strange nel Multiverso della Follia ci
mostra una fugace immagine di Wanda (Elizabeth
Olsen) intrappolata nella Dimensione Specchio.
Sappiamo che il personaggio sarà chiave per lo sviluppo della
storia, e che deciderà ad un certo punto di affrontare gli
Illuminati, ma sembra che lo farà solo per difendere e liberare
Strange (Benedict
Cumberbatch), non perché è diventata ili nuovo
villain.
Ecco di seguito il promo in cui
oltre alla minaccia di Mordo (Chiwetel
Ejiofor) e al pericolo corso da Strange, possiamo
appunto vedere Wanda nella Dimensione Specchio.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Chris
Hemsworth ha condiviso il trailer di Thor: Love and Thunder
accompagnando il video con un messaggio di grande entusiasmo, come
potete vedere di seguito.
“Ecco il primo trailer di
Thor: Love and
Thunder. Tutte le emozioni di una classica
avventura di Thor. Grande, rumoroso e folle e pieno di cuore.
Riderai e piangerai, poi riderai così forte da piangere di più!!
Love and Thunder arriverà l’8 luglio” (da noi il 6).
Here’s the first teaser for Thor Love And
Thunder. All the feels of a classic Thor adventure . Big, loud and
Crazy and full of heart. You’ll laugh you’ll cry, then you’ll
laugh so much you’ll cry some more!! Love and Thunder coming at you
all July 8th!! pic.twitter.com/l5CoIJJif1
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli
dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di
Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex
fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor,
brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come
Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura
cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il
macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Arriva dal THR
la notizia che la Warner Bros è nelle fasi finali delle trattative
con Jason Momoa per farlo entrare ufficialmente
nel cast di Minecraft,
l’annunciato adattamento cinematografico dell’omonimo film. Non si
sa ancora chi interpreterà Momoa nel film, anche se non ci sono
molti personaggi con nome nel gioco sandbox oltre al giocatore
principale generico noto come Steve e Alex a seconda della skin
utilizzata.
Il progetto vedrà Jason Momoa riunirsi con la produttrice di
Dune Mary Parent, che sta producendo il film
insieme a Roy Lee. Anche la defunta Jill Messick sarà accreditata
nelle vesti di produttore per il suo lavoro nel film prima della
sua morte nel 2018. I produttori esecutivi sono Jon Berg, Cale
Boyter e Jon Spaihts. Nella produzione sono coinvolti anche Lydia
Winters e Vu Bui di Mojang, sviluppatore di Minecraft.
Minecraft, il
gioco
Il popolare videogioco è stato
rilasciato nel 2011 ed è diventato un fenomeno globale. Il suo
successo ha portato Microsoft ad acquisire Mojang per 2,5 miliardi
di dollari. Un film basato sulla serie è in lavorazione da
diversi anni con Shawn Levy e Rob McElhenney precedentemente
collegati.
Nelle sale di tutto il mondo con
Animali Fantastici: I segreti di Silente,
nel ruolo di Gellert Grindelwald, Mads Mikkelsen ha avuto la possibilità di
parlare della sua partecipazione a Indiana
Jones 5 , dove ha condiviso il set per la prima volta
in carriera con Harrison Ford.
Proprio di Ford l’attore ha parlato
durante una recente intervista, elogiandone la fisicità e la
presenza scenica. Ecco cosa ha detto Mads Mikkelsen sul collega di 79 anni:
“Era la prima volta che lo
incontravo ed è una persona follemente potente. Non solo come
attore, ma fisicamente. Ricordo che il primo giorno in cui stavamo
girando, era una ripresa notturna, poi ci siamo fermati alle 5 del
mattino – e poi è salito sulla sua mountain bike e ha pedalato per
50 chilometri. Harrison è un uomo mostruoso, un mostro molto
carino”.
Cosa sappiamo di Indiana Jones
5
James
Mangold(Logan –
The Wolverine) sarà il regista di Indiana
Jones 5 al posto di Steven
Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri
capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna
invece John Williams, già compositore
dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40
anni. Nel cast, oltre a Harrison
Ford, ci saranno Phoebe Waller-Bridge, Toby
Jones, Antonio Banderas, Oliver
Richters, Thomas Kretschmann, Boyd Holbrook,
Shaunette Renée Wilson e
Mads Mikkelsen.
Prima dell’ingaggio di Mangold, la
sceneggiatura era stata affidata a David
Koepp, he ha poi lasciato il progetto
insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan
Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I
predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le
mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita
utile del film è il 30 giugno 2023.
Il Bat-Segnale è fondamentale per
ogni incarnazione del Crociato di Gotham, e questo vale ovviamente
anche per The Batman e per il personaggio di
Robert Pattinson. Per arrivare la pipistrello
stilizzato che vediamo sulla sua tuta, il costumista
Glyn
Dillion ha dovuto ragionare molto sulla forma precisa
che voleva dare al simbolo di questa versione di Batman, e questo
ha portato alla realizzazione di molti bozzetti.
Di seguito, via Instagram, il
costumista britannico che ha lavorato al film ha finalmente
pubblicato i bozzetti scartati e alcuni disegni davvero suggestivi
che ritraggono le prove costume del personaggio interpretato da
Robert Pattinson.
The
Batman diretto da Matt Reeves
uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
Il finale di Animali
fantastici: I segreti di Silente riutilizza la
frase “Sempre” di Severus Piton, che il personaggio pronuncia in
Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2 e che è
diventata iconica per il franchise. Le vicende del film si svolgono
molto prima di Harry Potter, il che significa che la storia di
Piton non verrà raccontata per molti altri decenni in termini di
linea temporale nell’universo del Wizarding World. Tuttavia, ciò
non impedisce al franchise di tracciare parallelismi con il suo
arco narrativo, cosa che I segreti di Silente fa in parte
attraverso il personaggio di Credence Barebone (Ezra
Miller).
Ci sono diversi punti in comune tra il personaggio di Credence e
quello di Piton, se non fosse anche soltanto per la loro
oscillazione tra bene e male. Il percorso di Credence, da orfano in
cerca di una casa e di amore, di un posto dove stare, a vittima del
fascino del lato oscuro rispecchia il viaggio di Piton da
Mangiamorte all’uomo di Silente e doppio agente all’interno della
cerchia di Lord Voldemort, un ruolo che ha interpretato alla
perfezione fino alla sua morte.
Nel finale di Animali fantastici: I segreti di
Silente, confermato che Credence è in realtà un Silente
perché figlio di Aberforth Silente (Richard
Coyle), scopriamo anche che il ragazzo sta per
morire. Alla fine del film il giovane chiede a suo padre “Hai
mai pensato a me?” La risposta di Aberforth sembra fin troppo
familiare: “Sempre”. Questa è una delle ultime battute di Piton in
Harry Potter e i Doni della Morte (sebbene la ascoltiamo dopo la
sua morte), ed è rimasta impressa nel cuore del franchise: è un
tributo al personaggio, al compianto attore Alan
Rickman e un segno di amore duraturo per Harry Potter,
ancora, dopo tutto questo tempo, sempre appunto. È una parola che
porta con sé il peso culturale, emotivo e narrativo del settimo
libro e dell’ottavo film.
Animali fantastici: I
segreti di Silente è uscito al cinema il 13 aprile,
distribuito da Warner Bros. Alla regia c’è David Yates, mentre alla
sceneggiatura torna JK Rowling, affiancata questa volta da Steve
Kloves, sceneggiatore storico della saga di Harry Potter. Nel cast
del film tornano
Eddie Redmayne, Katherine
Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra
Millere Jude
Law. Nel film fa il suo debutto Mads Mikkelsen nel
ruolo di Gellert Grindelwald.
Animali
fantastici: I segreti di Silente, lungometraggio
diretto da David Yates, riprende la narrazione
dopo i fatti accaduti in ‘Animali Fantastici – I
crimini di Grindelwald’ (2018) in cui viene rivelata
la vera identità di Credence (Ezra
Miller). In questo capitolo l’ascesa di
Grindelwald (Mads Mikkelsen) deve essere
fermata: il suo intento è quello di trasformare il mondo
magico in una platea di ciechi sottoposti e dichiarare guerra al
mondo dei non maghi. Silente (Jude
Law), tuttavia, non può combattere Grindelwald
a causa di un patto di sangue stretto in giovinezza quando
il suo attuale nemico era la persona a lui più cara.
Toccherà dunque a Newt Scamander (Eddie
Redmayne) e alla sua squadra agire per conto
di Silente e impedire che l’inganno e il terrore abbiano la meglio
nell’elezione del nuovo leader del mondo magico.
Parlando con Phase
Zero, il maestro di scena dei Marvel StudiosRussell
Bobbitt spiega cosa ha portato al cambiamento dello
Scudo di Cap in Avengers:
Endgame. Apparentemente, la decisione è riconducibile
alla sua interpretazione di ciò che stava accadendo a quel punto
del film. Leggi il suo commento completo di seguito:
“La mia scelta è dipesa dal modo
in cui ho guardato la scena, e il modo in cui l’ho interpretata
era, ‘Sto passando la torcia. Sto passando la torcia. Ho apportato
alcuni miglioramenti. Voglio che tu corra con questo. È il tuo
scudo, non è il mio.’ Ora, questa è l’interpretazione di una
persona soltanto. Si spera che molte altre persone l’abbiano vista
allo stesso modo. Ma in poche parole è ciò che la Marvel ha voluto
seguire.”
Attraverso 26 film e cinque
programmi televisivi su Disney+ (finora), l’MCU ha collezionato
una buona quota di oggetti iconici. Il reattore ad arco di
Iron Man, il martello di Thor e,
naturalmente, lo scudo rosso, bianco e blu di Capitan
America, che ha subito una metamorfosi sia nel design che
nel significato nel corso degli anni.
La versione vista impugnata dal
personaggio di Steve Rogers è in circolazione dagli anni ’40,
quando Howard Stark gli ha regalato il suo scudo di vibranio
durante la seconda guerra mondiale in Captain America: Il
Primo Vendicatore. Dopo aver trascorso decenni congelato
nel ghiaccio, Steve ha continuato a usarlo da The
Avengers fino a
Captain America: Civil War, quando lo lasciò alle
spalle dopo il suo litigio con Iron Man. Sette anni dopo, Tony ha
restituito a Steve il suo scudo rinnovato proprio prima del “Colpo
nel Tempo” di Avengers:
Endgame, e, sebbene sia stato distrutto da Thanos, un anziano Rogers ha passato uno scudo nuovo
di zecca a Sam Wilson alla fine del film.
Il sito Entertainment
Earth ha reso disponibile per l’acquisto on line una serie
di gadget dal film Thor: Love and Thunder. In
particolare, vediamo di seguito una tazza che suggerisce che New
Asgard, il nuovo regno di Asgard sulla Terra, governato da
Valchiria dopo che Thor la ha passato il testimone alla fine di
Avengers: Endgame, sarà una specie
di attrazione turistica.
Sulla tazza di seguito si notano
infatti diverse scritte che portano in questa direzione: “Saluti da
Nuova Asgard”, “New Asgard Tours” e così via. Guardate voi
stessi!
Thor: Love and Thunder
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli
dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di
Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex
fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor,
brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come
Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura
cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il
macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Cresce l’attesa per il debutto al
cinema finalmente di Top
Gun: Maverick, il nuovo film che vedrà protagonista
Tom Cruise di nuovo nei panni di Pete. In attesa
di vedere lui e il cast sul red carpet del Festival di
Cannes, ecco una nuova Featurette “L’allenamento più intenso
del cinema”. Dal 21 aprile sarà possibile acquistare i biglietti
per le esclusive anteprime che si terranno il 21 e 22 maggio in
tutti i cinema italiani che parteciperanno all’iniziativa.Il film
sarà nelle nostre sale dal 25 maggio, mentre farà il suo esordio in
USA due giorni dopo, il 27 maggio.
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
In una recente intervista con
E! News,
Leslie Grace, protagonista di Batgirl,
ha parlato del film che la vedrà presto protagonista e che è in
produzione alla Warner Bros con HBO Max. Oltre a condividere i
dettagli della sua interpretazione di Barbara Gordon, Grace ha
anche fatto dei cenni interessanti al cast di supporto.
Stando a quello che ha dichiarato
l’attrice, Jacob Scipio che è entrato a
far paerte del cast qualche mese fa, interpreterà il personaggio di
Anthony Bressi, un boss della mafia che potrebbe affiancare Firefly
(Brendan
Fraser) andando ad arricchire la schiera degli
antagonisti della storia.
Batgirl doveva
essere diretto da Joss Whedon, regista
di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El
Arbi e Bilall Fallah.
L’adattamento di
Apple
TV+ del bestseller scritto da Lauren Beukes promette
di essere una delle serie
thriller più interessanti e originali dell’anno. A giudicare
dalle prime quattro puntate – su un totale di otto –
Shining Girls possiede più di un motivo per
soddisfare il pubblico seriale disposto a cimentarsi con generi
diversi.
Vi consigliamo
(sorprendentemente) di non leggere il romanzo di partenza o la sua
trama prima di vedere lo show, dal momento che potrebbe spoilerare
alcune sorprese. Vi invitiamo però a farlo una volta finito di
gustarlo al fine di apprezzare le modifiche fatte dagli
sceneggiatori.
La trama di Shining Girls
Partiamo dunque con il
sintetizzare
la storia di Shining Girls: nella Chicago dei
primi anni ‘90 la giovane Kirby Mazrachi (Elisabeth
Moss), sei anni dopo essere sopravvissuta a un attacco
orrendo, capisce con l’aiuto del reporter Dan Velasquez
(Wagner Moura) che il suo assalitore ha ucciso
altre donne e sta meditando un altro omicidio. La caccia all’uomo
per i due comincia immediatamente, ostacolata purtroppo dallo stato
mentale di Kirby rimasta gravemente traumatizzata dalla brutale
aggressione del serial-killer.
Fin dall’episodio pilota
Shining Girls si presenza come un puzzle
avvincente, composto da tasselli che si incastrano tra loro con
efficacia. Prima di tutto la Chicago di trent’anni fa risulta
un’ambientazione magnificamente sfruttata: l’eleganza industriale
della città, con la sua metropolitana sopraelevata e i sobborghi
proletari si prestano con enorme efficacia al processo di
“invecchiamento” senza necessariamente che questo stesso venga
ostentato da un lavoro insistente sulle scenografie. Su questa
cornice realistica eppure messa in scena con eleganza si dipana una
trama che fin da subito non procede con la classica linearità della
detective-story ma propone allo spettatore un rompicapo
assolutamente stimolante.
Sfruttando infatti
principalmente i problemi mentali del personaggi principale,
Shining Girls sceglie di sviluppare di tanto in
tanto piccoli scarti di senso, minime variazioni sulla logica degli
eventi e la loro plausibilità: un gioco col pubblico che invece di
togliere credibilità alla storia gli infonde al contrario un
interesse ancora maggiore. Merito va attribuito anche alla regia
accurata di ogni episodio e a un montaggio di indubbia competenza.
Se nei vari episodi non si capisce fino in fondo la concatenazione
degli eventi è perché, una volta tanto, si tratta di una scelta
precisa degli autori, fattore che impreziosisce il risultato dello
show.
I protagonisti non
seguono percorsi scontati
Il secondo asso nella
manica di Shining Girls sono i ruoli non
stereotipati: l’arco narrativo di Kirby è reso interessante dal
gioco di specchi a cui la sua mente continuamente la sottopone suo
malgrado. La personalità di Dan è tutt’altro che affascinante,
presentata come quella di un uomo che ha ormai soltanto il proprio
lavoro a tenerlo da un fallimento totale. Le interpretazioni di
Elisabeth Moss e Wagner Moura
assecondano con efficacia la natura dei loro rispettivi personaggi:
la star di Mad
Men e
The Handmaid’s Tale lavora sulla fragilità fisica e
mentale di Kirby con indubbia competenza, mentre il protagonista di
Narcos riesce a costruire Dan come un “uomo senza qualità” che però
risulta sempre credibile e capace di interessare.
Il meglio però ce lo
regala Jamie Bell nel ruolo dello psicopatico Harper
– non è uno spoiler, attore e personaggio vengono presentati nella
primissima scena del pilot. Con un lavoro di stilizzazione
impressionante, Bell permette alla compostezza di Harper di farsi
scena dopo scena sempre più terrificante, senza mai diventare
esercizio di stile. Il suo non è un maniaco affascinante in stile
Hannibal Lecter ma un assassino che calcola le sue mosse con gelida
praticità. Il suo giocare con la coppia che si è messa sulle sue
tracce eleva la tensione della serie in maniera
esponenziale.
Anche se alcuni indizi
ci hanno indirizzato in un verso specifico, onestamente non
possiamo scrivere di sapere dove andrà a dirigersi la seconda parte
di Shining Girls. E questo è motivo di stupore, se
non addirittura entusiasmo. Ciò che gli autori hanno costruito nei
primi quattro episodi è uno spettacolo di qualità, sia per gli
occhi che la mente.
Thor: Love and Thunder è il
quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà
Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al
Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 Luglio
2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr the God
Butcher (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli
dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di
Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex
fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor,
brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come
Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura
cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il
macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waitititornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Michele Riondino è
uno di quegli attori italiani che ha contribuito a cambiare la
storia del cinema italiano recente, grazie anche alle sue
incredibili interpretazioni. L’attore, che fa questo lavoro
praticamente da sempre, è entrato sin da subito nel cuore degli
spettatori, dimostrando di essere molto in gamba e di avere un
talento per la recitazione fuori dal comune e scegliendo i ruoli
più adatti alla sua persona.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Michele Riondino.
Michele Riondino: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata
nel 2003, quando debutta sul grande schermo con il film Uomini
& Donne, amori & bugie, per poi continuare a recitare
in film come Principessa (2008), Il passato è una
terra straniera (2008), Fortapàsc (2009), Dieci
inverni (2009), Maripiccolo (2009), Noi
credevamo (2010), Henry (2010) e Qualche
nuvola (2011). In seguito, recita in Gli sfiorati
(2011), Acciaio (2012),
Bella addormentata
(2012), Il giovane favoloso
(2014), Meraviglioso Boccaccio (2015) e Senza lasciare
traccia (2016). Tra i suoi ultimi film, vi sono La ragazza del mondo
(2016), Falchi (2017), Diva! (2017), Un’avventura (2019),
Restiamo amici (2019) e I nostri fantasmi
(2021).
2. Ha recitato in molte
serie tv. Nel corso della sua carriera di attore, Riondino
non ha prestato la sua opera solo per prodotti dedicati al grande
schermo, ma ha anche recitato in diversi progetti televisivi.
Infatti, nel 2001 è apparso in Compagni di scuola, per
apparire poi in Incatesimo 5 (2002), Distretto di
Polizia (2003-2005), La freccia nera (2006),
Giorni da Leone 2 (2006) e Il segreto dell’acqua
(2011). In seguito, ha preso parte alle serie Il giovane
Montalbano (2012-in corso), Pietro Mennea – La freccia del
Sud (2015) La mossa del cavallo – C’era una volta
Vigata (2018), La guerra è finita (2020) e
Fedeltà (2022).
3. È stato candidato a
diversi premi. Nel corso della sua carriera, l’attore ha
ricevuto diverse nomination, come ai David di Donatello nel 2017
per La ragazza migliore del mondo, ai Nastri d’argento nel
2009, 2012, 2013 e 2017 rispettivamente per Il passato è una
terra straniera, Gli sfiorati, Bella Addormentata e
Acciaio, e La ragazza del mondo. Inoltre, è stato
candidato al Globo d’oro nel 2017 per La ragazza miglioredel mondo e ai Ciak d’oro nel 2015 per Il giovane
favoloso. In totale, l’attore ha vinto due premi: un Nastro
d’argento nel 2010 per Dieci inverni e un Ciak d’oro per la Miglior
coppia, insieme a Sara Serraiocco, per La
ragazza del mondo.
Michele Riondino e il padre
4. Non è il figlio del noto
cantautore. Contrariamente a quanto si pensa, il padre di
Michele Riondino, l’interprete del Giovane
Montalbano, è un un ex operaio Ilva di nome Franco e non
David Riondino: il celebre cantautore, attore e
regista di grande successo, molto apprezzato dal pubblico
italiano.
Michele Riondino: la fidanzata e la
figlia
5. È fidanzato da diverso
tempo. L’attore è fidanzato da qualche anno con la make up
artist Eva Nestori. Il caso ha voluto che i due si
conoscessero sul set de Il giovane Montalbano, finendo per
innamorarsi e non lasciarsi più. L’attore ha ammesso più volte che
sia lui che la compagna sono fermamente decisi di non voler
convolare a nozze, per il semplice fatto di avere la libertà di
scegliersi ogni giorno senza imposizione alcuna.
6. È padre di una
bambina. L’attore è diventato padre da qualche anno della
piccola Frida, nata nel 2014 dall’unione con la
compagna. Il nome della bambina non è casuale: infatti, è un
omaggio alla celebre Frida Kahlo.
Michele Riondino è Montalbano
7. Ha avuto l’approvazione
del Montalbano originale. Scritturato dopo essere stato
proposto dal produttore Carlo Degli Esposti,
l’attore ha avuto diversi colloqui soprattutto con Luca Zingaretti
per poter valutare a pieno il progetto. L’interprete storico di
Montalbano voleva infatti essere sicuro di trovare l’attore
migliore per il personaggio e Riondino è risultato il
prescelto.
8. È stato aiutato da
Camilleri. Per interpretare il giovane Montalbano in
Il giovane Montalbano,
l’attore ha avuto l’onore di poter costruire il personaggio con
Andrea Camilleri, creatore del personaggio e del
suo mondo, il quale gli ha fornito indicazioni utili sul carattere
di questa versione più giovane del suo celebre commissario.
Michele Riondino e Venezia
9. È stato padrino del
Festival di Venezia. Nel 2018, l’attore ha avuto l’onore
di vestire i panni del padrino della Mostra del Cinema di Venezia,
cerimoniere delle serate di apertura e chiusura del Festival.
Michele Riondino: età e
altezza
10.Michele Riondino è nato
il 14 marzo del 1979 a Taranto, in Puglia. La sua altezza
complessiva misura 180 centimetri.
Nel film il
principe Amleth sta per diventare un uomo quando suo padre viene
brutalmente assassinato. Due decenni dopo, Amleth, ora un vichingo,
incontra una veggente che gli ricorda il suo voto.
Barry Keoghan, star di Eternals e The Batman, è
stato arrestato a Dublino. Metro riferisce che l’attore è stato
arrestato per ubriachezza. Fonti affermano che le autorità hanno
risposto a una denuncia per rumore di un uomo che ha sentito un
putiferio fuori dalla sua finestra.
Presumibilmente,
Keoghan non era minaccioso, ma si stava semplicemente
divertendo un po’ troppo fuori. I testimoni hanno confermato questa
storia. Fortunatamente per tutte le parti coinvolte, l’incidente è
giunto al termine ed è stato risolto. Un “avviso di addebito fisso”
significa che la persona in custodia viene rilasciata senza alcun
procedimento legale. Quindi, non abbiamo una situazione sul modello
di quello Ezra Miller in questo caso. Non c’è
stata alcuna dichiarazione né dai Marvel Studios né dalla DC Comics
su questa faccenda. Ecco cosa ha detto la polizia irlandese a Metro
su questa situazione.
“Gardaí ha arrestato un uomo sui
20 anni per un incidente di ordine pubblico avvenuto a Clongriffin,
intorno alle 6:45, domenica 10 aprile 2022. Successivamente è stato
rilasciato senza accusa e gli è stato rilasciato un FCN (avviso di
addebito fisso).”
La sinossi di Finale a sorpresa –
Official Competition
Un imprenditore miliardario vuole
produrre un film per poter accrescere la sua notorietà. Sceglie un
romanzo – che non ha nemmeno letto – e lo affida alla famosa
regista Lola Cuevas (Penelope
Cruz) affinché ne tiri fuori un capolavoro
cinematografico. Per realizzare il film, l’eccentrica regista
sceglie due attori di estrema fama: Félix Rivero
(Antonio Banderas), un divo Hollywoodiano
affascinante e pluripremiato, e Iván Torres (Oscar
Martínez), talentoso attore teatrale legato al cinema non
commerciale. Inserite in uno stesso progetto, le personalità così
diverse dei due divi entrano subito in competizione.
Dovendo interpretare due fratelli in
conflitto, durante le prove Félix e
Iván vengono sottoposti da Lola a prove
attoriali (e non solo) stravaganti, che portano entrambi al limite
della sopportazione. Riuscirà tutta l’energia che circola attorno
ai due divi ad essere incanalata nella realizzazione di un film
capolavoro?
Un film che parla di cinema
Meno tecnico di Effetto
notte (La nuit américaine) di François
Truffaut, ma similmente ironico sui divi del cinema. Meno
metaforico de La finestra sul cortile di Hitchcock,
ma ugualmente celebrativo dei movimenti di macchina. Finale
a sorpresa – Official Competition è un film
meta-cinematografico che parla della realizzazione di un film in
modo comico.
Gli attori interpretano a loro volta
degli attori (e una regista) dalle personalità spiccate ed
eccentriche. Lola, Félix e
Iván sono tre teste calde, rappresentano gli
stereotipi del mondo divistico in modo estremamente divertente,
senza essere eccessivamente caricaturali. Penelope Cruz (Blow,
Vicky Cristina Barcelona, Madres Paralelas), vestita con abiti appariscenti a
dotata di una folta, riccia chioma rossa, è l’artista pazza,
geniale, indipendente e sensibile. Antonio Banderas (The
Code, Ballistic) è il divo sciupafemmine sicuro di sè,
scaltro, egocentrico e finto tonto. Oscar
Martinez (Il
cittadino illustre) rappresenta l’arte di nicchia,
sofisticata, un po’ narcisista che disprezza la massa. Uniti, i tre
grandi attori riempiono le scene.
Pochi attori per spazi
immensi
Oltre ai tre attori principali,
compaiono pochi personaggi, nessuno dei quali è troppo rivelante.
In Finale a sorpresa – Official Competition, le
rare figure si muovono in spazi immensi. Le stanze mastodontiche e
deserte in cui avvengono le prove del film fittizio sono luoghi di
design dalle linee nette e definite.
Un edificio enorme per i soli tre
personaggi: in un’alternanza di campi lunghi e primissimi piani, la
fotografia di Arnau Valls Colomer esalta l’arte
cinematografica, fatta dai luoghi quanto dai volti. Nelle
sconfinate inquadrature può esplodere l’ego degli artisti.
Lola sottopone i due divi a prove assurde, li schiaccia,
li lega, li fa piangere. Nella desolazione e nell’ampiezza della
villa, tutto sembra concesso. E, anche Félix e
Iván hanno modo di esprimersi, sia nelle loro
performance attoriali, sia nei loro assurdi atteggiamenti.
Un lavoro registico degno di
nota
La coppia di registi che dirige
Finale a sorpresa – Official Competition è composta da
Mariano Cohn e Gastón Duprat. I
due noti cineasti argentini si dedicano alla produzione di un film
spagnolo degno di nota. Il lungometraggio è una commedia, che
spicca per la qualità. In un mondo in cui film comico è sempre più
sinonimo di cattiva recitazione, film costruiti in studio e battute
volgari, la pellicola di Cohn e
Duprat alza l’asticella. L’umorismo è sottile e
raffinato, la cinepresa asseconda le dinamiche relazionali tra gli
attori, le ambientazioni e la qualità della fotografia esaltano la
storia.
La competizione è viva e il finale
è una sorpresa
Il titolo del film è molto
suggestivo. La pellicola è una produzione spagnola, il nome
originale è ”Competencia Official”, tradotto in inglese
con Official Competition. La competizione tra
Félix e Iván è infatti al centro sia del
film principale che del film fittizio a cui devono lavorare. I
duelli a suon di battute, i momenti faccia a faccia vissuti dai due
attori sono ciò che costruisce l’aspetto ironico della
pellicola.
In italiano, il titolo è invece
”Finale a sorpresa”, una scelta non casuale che stuzzica
la curiosità dello spettatore. Il film di Lola sarà
realizzato o no? Succederà qualcosa di sorprendente che cambierà il
corso delle vicende? Per scoprirlo, non resta che andare in sala e
vedere Finale a sorpresa!