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Dylan Minnette: 10 cose che non sai sull’attore

Dylan Minnette: 10 cose che non sai sull’attore

Il giovane Dylan Minnette è oggi una delle star più promettenti dell’attuale panorama hollywoodiano, diviso tra produzioni cinematografiche e televisive. È divenuto infatti noto grazie ai suoi ruoli da protagonista in alcune celebri serie TV, come Tredici, distribuita da Netflix. Apprezzato da critica e pubblico, Minnette sembra destinato ad essere uno dei nomi su cui puntare nel futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Dylan Minnette.

Dylan Minnette: i suoi film e le serie TV

Dylan Minnette Instagram10. Ha recitato in celebri film. L’attore debutta al cinema nel 2008 recitando in Fred Claus – Un fratello sotto l’albero, con Vince Vaugh e Paul Giamatti. Successivamente prende parte a Supercuccioli sulla neve (2008), The Clique (2008), Blood Story (2010), con Chloe Grace Moretz, Prisoners (2013), con Hugh Jackman, Un giorno come tanti (2013), Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare (2014), Piccoli brividi (2015), con Jack Black, Man in the Dark (2016), The Disaster Artist (2017), di James Franco, e The Open House (2018).

9. È noto per i ruoli televisivi. Tra i primi ruoli televisivi in cui si può ritrovare l’attore vi è quello del giovane Michael nella serie Prison Break (2005-2006), mentre in seguito Minnette recita anche in alcuni episodi di Grey’s Anatomy (2007), di Shonda Rhimes, The Mentalist (2008), Lost (2010), Man of a Certain Age (2010-2011), Lie to Me (2011), con Tim Roth, Awake (2012), Agents of S.H.I.E.L.D. (2014), con Clark Gregg, e Scandal (2014). Dal 2017 è celebre con il ruolo di Clay Jensen nella serie Tredici, dove recita accanto a Katherine Langford.

Dylan Minnette è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 6,3 milioni di persone. All’interno di questo Minnette è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, da solo o in compagnia, come anche curiosità e ad altre attività a lui collegate. Non mancano poi anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Dylan Minnette: chi è la sua fidanzata

7. Ha avuto una relazione con una collega. Sul set del film Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare Minnette conosce l’attrice Kerris Dorsey, nota per il suo ruolo nella serie Ray Donovan. I due iniziano a frequentarsi senza rivelare particolari dettagli sulla loro relazione, ma nel 2018 annunciano di essersi ufficialmente separati.

6. È fidanzato con una musicista. Dal 2018 l’attore frequenta Lydia Night, conosciuta per essere la cantante e chitarrista del gruppo punk rock The Regrettes. Pur non essendo soliti rivelare troppo del loro privato, sui loro rispettivi profili Instagram è possibile ritrovare alcune immagini che li ritraggono insieme in momenti di svago.

Dylan Minnette TrediciDylan Minnette in Prison Break

5. Ha interpretato il protagonista da bambino. Tra i primi ruoli di Minnette vi è quello del giovane Michael. Comparso la prima volta nell’episodio cinque della prima stagione, intitolata English, Fitz or Percy. Qui l’attore compare come versione bambina del protagonista, e recita per un totale di cinque episodi tra il 2005 e il 2006.

Dylan Minnette in Tredici

4. Non ha letto il libro da cui è tratta la serie. L’attore ha rivelato che prima di venire scelto per il ruolo di Clay in Tredici non aveva letto il libro da cui la serie è tratta. Mentre la sua co-protagonista, Katherine Langford ha recuperato tale lettura, Minnette ha preferito non leggere il romanzo, non volendo confondere il personaggio di questo con quello a cui avrebbe dato vita lui nella serie.

3. Ha collaborato alla scelta delle canzoni. Oltre ad essere attore, Minnette è anche il cantante della band Wallows. Per via della sua conoscenza musicale, è stato consultato dai produttori della serie circa i brani da scegliere per la colonna sonora. L’attore ha infatti consigliato ciò che meglio poteva servire per descrivere i personaggi e il mood della serie.

Dylan Minnette in Lost

2. Ha interpretato il figlio del protagonista. Nel 2010 l’attore compare in quattro episodi della celebre serie Lost, a partire dal quinto della sesta stagione. Qui ha interpretato il personaggio di David Shephard, figlio di Jack, il protagonista principale della serie. Questo è stato uno dei ruoli che hanno permesso all’attore di ottenere una maggiore visibilità.

Dylan Minnette: età e altezza

1. Dylan Minnette è nato a Evansville, nello Stato dell’Indiana, Stati Uniti, il 29 dicembre del 1996. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Brec Bassinger: 10 cose che non sai sull’attrice

Brec Bassinger: 10 cose che non sai sull’attrice

Giovane e promettente, Brec Bassinger ha negli ultimi anni conquistato la televisione, affermandosi per i suoi ruoli in alcune note serie televisive. Oggi è protagonista di Stargirl, che al suo debutto ha fatto guadagnare all’attrice ulteriori lodi. In attesa di vederla maturare sempre di più, è possibile lasciarsi conquistare dalla forza del suo carisma.

Ecco 10 cose che non sai di Brec Bassinger.

Brec Bassinger: i suoi film e le serie TV

Brec Bassinger Instagram

10. Ha recitato in celebri serie TV. All’inizio della sua carriera, la Bassinger si fa notare per l’interpretazione di Emma Hawking in I fantasmi di casa Hathaway (2013-2014). Diventa poi ulteriormente popolare grazie a Bella e i Bulldogs (2015-2016), dove ricopre il ruolo della protagonista Bella Dawson. Negli anni continua a recitare per il piccolo schermo con titoli come Vampiro per caso (2015), School of Rock (2016-2018), All Night (2018), Chicken Girls (2018) e Legends of Tomorrow (2020), con Brandon Routh. In quest’ultimo interpreta il ruolo di Courtney Whitmore, alla quale verrà poi dedicata la serie da solista Stargirl (2020-in corso).

9. Ha recitato per il cinema. Nel 2018 l’attrice debutta anche sul grande schermo con i thriller Killer Under the Bed e 47 Meters Down: Uncaged. Grazie a questi film ha dimostrato di potersi cimentare con successo anche in generi totalmente diversi da quelli con cui è diventata celebre. Prossimamente reciterà invece nella commedia Saturday at the Starlight, con Abigail Breslin.

Brec Bassinger è su Instagram e Twitter

8. Ha un account su Instagram. L’attrice è presente sul celebre social network con un profilo seguito da 1,6 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere prevalentemente immagini relative al proprio lavoro, come i dietro le quinte o altre curiosità generali. Così facendo, la Bassinger può sponsorizzare i propri progetti. Non mancano poi anche fotografie scattate in momenti di svago.

7. È anche su Twitter. Con oltre 100 mila follower, l’attrice è particolarmente attiva anche sul social network Twitter. Anche qui, è solita condividere notizie relative ai propri progetti, ma intrattiene anche un maggior rapporto con i propri fan, condividendo con loro riflessioni e curiosità.

Brec Bassinger ha il diabete

6. Le è stata diagnosticata tale malattia. All’età di 8 anni all’attrice viene rivelato di possedere il diabete di tipo 1. Tenuto sotto controllo, questo non è particolarmente pericoloso, e permette comunque alla Bassinger di vivere una vita normale. Nel corso degli anni, si è poi unita alla campagna JDRF One Walk per la raccolta fondi per la ricerca in merito a tale tipo di malattia.

Brec Bassinger StargirlBrec Bassinger in Stargirl

5. È la prima interprete americana del personaggio. Comparso già all’interno delle serie Smallville e Legends of Tomorrow, il personaggio aveva fino ad ora avuto in entrambi i casi interpreti canadesi. La Bassinger, oltre ad essere la prima a ricoprire il ruolo in una serie interamente dedicata al personaggio, è anche la prima attrice statunitense a vestirne i panni.

4. Non ha guardato le precedenti versioni. Nel dar vita alla sua Stargirl, l’attrice ha affermato di non aver riguardo le sue precedenti versioni televisive. Ciò è motivato anche dal fatto che queste raffiguravano il personaggio in età adulta, mentre la versione della Bassinger è quella di una ragazza liceale, dunque profondamente diversa.

3. Ha convinto tutti al provino. Durante i casting per il ruolo di Stargirl, i produttori rimasero particolarmente colpiti dalla performance dell’attrice, affermando che in pochi minuti questa era stata in grado di trasmettere l’entusiasmo, l’ottimismo e lo humor che caratterizzano anche il personaggio, risultando perciò idonea a ricoprirlo.

Brec Bassinger su Listal

2. Vi è una pagina a lei dedicata sul celebre sito. Su Listal, portale dove si possono trovare numerosi e variegati elenchi riguardanti personaggi famosi, film, libri, album musicali e molto altro, è possibile ritrovare anche una pagina dedicata all’attrice. Qui vengono elencati non solo i suoi dati personali, ma anche i suoi progetti e una serie di curiosità a lei legate.

Brec Bassinger: età e altezza

1. Brec Bassinger è nata a Saginaw, in Texas, Stati Uniti, il 25 maggio 1999. L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.

Fonte: IMDb

Hugh Jackman e Ryan Reynolds continuano a ricordarci perché Wolverine e Deadpool devono incontrarsi sul grande schermo

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Hugh Jackman e Ryan Reynolds sono grandi amici nella vita reale, ormai è un dato di fatto. L’annuncio che vuole Jackman tornare nei panni di Wolverine, in qualsiasi forma si scelga di farlo tornare, per Deadpool 3 è senza dubbio una delle più eccitanti che sia arrivata di recente in merito al mondo dei cinecomics e i due attori ne sono perfettamente consapevoli.

Adesso non perdono occasione, tramite i loro canali social, per anticipare questo incontro sul grande schermo. In occasione del compleanno di Ryan Reynolds, Hugh Jackman ha realizzato il piccolo video che vedete di seguito, in cui, dopo aver canticchiato “Tanti auguri a te” al collega, gli dice: “Sono il migliore in quello che faccio. Ma quello che faccio non è sempre piacevole.” Frase simbolo del Wolverine dei fumetti.

https://twitter.com/RealHughJackman/status/1584160515622072320?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1584203454737944576%7Ctwgr%5E6bd96398723457b6862b5ccf2748c733530c2a6c%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fryan-reynolds-birthday-hugh-jackman-wolverine-quote-video%2F

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 8 novembre 2024.

Black Adam: cosa significa quel cameo per il futuro del DCEU?

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Black Adam: cosa significa quel cameo per il futuro del DCEU?

ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU BLACK ADAM

La relazione di Henry Cavill con la Warner Bros. si è inasprita dopo Justice League del 2017 e, sebbene l’attore abbia condiviso le sue speranze di tornare nei panni di Superman, lo studio sembrava avere un’idea diversa.

Negli ultimi due anni, abbiamo visto la WB andare avanti con progetti che ruotano attorno a diverse versioni dell’Uomo di Domani, mentre The Flash è destinato a raccontare gli eventi di L’Uomo d’Acciaio, sostituendo Superman con la Supergirl di Sasha Calle nel DCEU. Tuttavia, tutto cambia con Black Adam poiché Cavill appare nei panni dell’eroe in un’imperdibile scena a fine film.

Dwayne Johnson si è preso il merito di aver reso possibile il cameo, suggerendo che Walter Hamada potrebbe essere stato quello che cercava di liberarsi di Cavill. Da allora l’attore ha anticipato storie future con il suo antieroe e il supereroe più iconico della DC Comics, ma potrebbe essere un errore crederci troppo.

Secondo The Hollywood Reporter, “[Cavill] ha fatto un accordo una tantum” per Black Adam, anche se si nota che “lo studio è decisamente interessato a qualcosa di più dalla star (inclusa un’uscita da solista)”. Questo è in linea con ciò che abbiamo sentito da altre fonti meno affidabili. Tuttavia, con nulla di scolpito nella pietra oltre a questo cameo, dovremmo sapere di più in maniera ufficiale, prima di considerare Cavill tornato a tutti gli effetti nel ruolo di Superman.

Si dice che il denaro sia stato un fattore determinante quando Cavill ha rifiutato il cameo in Shazam!. Anche se il regime della Warner Bros. Discovery potrebbe non sostituirlo con uno stuntman senza testa, non c’è alcuna garanzia che entrambe le parti raggiungeranno un accordo di cui tutti siano contenti.

Black Adam – la recensione del film

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam è uscito al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Signs of Love: la recensione del film di Clarence Fuller

Signs of Love: la recensione del film di Clarence Fuller

Con il suo debutto alla regia di un lungometraggio, dal titolo Signs of Love, il regista Clarence Fuller racconta una storia d’amore dove il sentimento si oppone al dolore e al disagio esistenziali che la vita può provocare. Il film, presentato in Concorso ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, ha conquistato tutti con la sua ruvida dolcezza, aggiudicandosi anche il Premio Corbucci. Assegnato per la prima volta nel corso di questa edizione, tale riconoscimento, così intitolato in onore a Sergio Corbucci, ha l’obiettivo di valorizzare le opere vincitrici, favorendo la loro uscita in sala.

Grazie a tale riconoscimento, Signs of Love potrà dunque ora trovare il proprio posto nei cinema italiani, offrendo al pubblico la storia di Frankie (Hopper Penn), un ragazzo da sempre afflitto da una complicata situazione famigliare. Cresciuto in un quartiere degradato, egli non ha avuto altre possibilità se non quella di diventare uno spacciatore, attività con cui può prendersi cura della sorella alcolizzata Patty (Dylan Penn) e, soprattutto, del nipote quindicenne. La sua vita non sembra avere in serbo sorprese per lui, almeno fino a quando non incontra Jane (Zoë Bleu Sidel). In lei Frankie vede la possibilità di un futuro migliore, ma solo se riuscirà a fuggire dal suo presente.

Questione di famiglia

Il film di Fuller ha attirato attenzioni su di sé per via della presenza di Hopper e Dylan Penn, fratello e sorella nella realtà, nonché figli di Sean Penn e Robin Wright. Entrambi vantano già diverse interpretazioni, ad esempio in Il tuo ultimo sguardo e Una vita in fuga, entrambi diretti dal padre. Qui si trovano però entrambi a confrontarsi con dei personaggi particolarmente problematici e complessi, caratterizzati da profonde ferite emotive che stabiliscono il modo in cui entrambi si relazionano con il mondo e le persone circostanti. I due attori riescono però a risultare credibili e appassionanti nelle loro rispettive interpretazioni. La vera sorpresa del film, però, è Zoë Bleu Sidel.

Figlia dell’attrice Rosanna Arquette, la giovane interprete è qui al suo primo ruolo di rilievo e dimostra già una presenza scenica ammaliante. La sua Jane, una ragazza non udente, è il vero e proprio cuore del film, che comunica attraverso quella lingua dei segni che dà il titolo al film. È lei il segno che l’amore può esistere per Frankie, se solo egli saprà come cogliere la sua occasione. Signs of Love, dunque, svela notevoli legami famigliari fuori e dentro il racconto, i quali sono altrettanto centrali per ciò che al regista preme raccontare. I suoi protagonisti sono infatti profondamente definiti dalla loro famiglia di provenienza.

Lo sa bene Frankie, che tra il padre tossicodipendente e la sorella alcolizzata non è riuscito a ritagliarsi fuori da tale contesto. La famiglia è però raccontata non solo per i suoi aspetti più crudeli, ma anche con uno spiraglio di ottimismo che permette di ritrovare fede in tali legami. A ciò torna utile il nipote del protagonista, suo primo unico motivo per non lasciarsi cadere nell’oblio. Fuller si concentra dunque sul raccontare tutte le sfumature di cui una famiglia può comporsi e i modi in cui tale presenza possa essere più o meno salvifica nella vita di tutti noi. In fin dei conti, l’elemento che non può mancare è, naturalmente, l’amore vero e reciproco.

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Dylan Penn in una scena di Signs of Love.

I segni dell’amore

Il film che Fuller realizza si caratterizza dunque per le sue emozioni forti, che rendono il tutto profondamente più coinvolgente. Per quanto i personaggi possano essere sgradevoli o lontani dal proprio vissuto, i loro tentativi di opporsi ad un fato avverso possono suscitare quell’identificazione necessaria a rendere un’opera memorabile. All’interno di questa cornice emotiva, colpisce però anche il contesto che il regista si preoccupa di costruire. Come da lui affermato, la sceneggiatura di Signs of Love risale al 2011, ma solo dopo essersi imbattuto nella città di Philadelphia egli ha trovato ciò che mancava al suo racconto.

Fuller va infatti a ricercare in quella città dinamiche che possano rendere il racconto più struggente senza però allontanarsi dal realismo desiderato. Signs of Love è dunque un’opera che si potrebbe definire come “ruvida”, che non risparmia situazioni particolarmente dolorose e conferisce al racconto quella sincerità che si rivela essere il suo pregio migliore. Perfettamente inserito nel contesto del miglior cinema indipendente americano, il film permette dunque di entrare a far parte di uno spaccato di vita, dove non si offrono facili soluzioni ma solo conseguenze inevitabili per le proprie azioni. Una gradita sorpresa, dunque, da non lasciarsi sfuggire al suo passaggio in sala.

Bob Morley: 10 cose che non sai sull’attore

Bob Morley: 10 cose che non sai sull’attore

Popolare attore televisivo, Bob Morley si è affermato grazie al suo ruolo nella serie The 100, ed in breve è diventato uno dei più apprezzati volti giovanili del piccolo schermo. Versatile e carismatico, all’attore occorre solo qualche altro ruolo di rilievo per poter consolidare il proprio momento d’oro.

Ecco 10 cose che non sai di Bob Morley.

Bob Morley: i suoi film e le serie TV

Bob Morley Eliza Taylor

10. Ha recitato in celebri serie televisive. L’attore ha ottenuto una prima popolarità grazie alla soap opera australiana Home and Away, dove ha recitato dal 2006 al 2008. In seguito, si è distinto per la sua partecipazione a titoli come BancoPaz (2008), The Strip (2008), Sea Patrol (2010) e Neighbours (2010-2013), dove recita accanto a Margot Robbie. Nel 2014 viene poi scelto per ricoprire il ruolo di Bellamy Blake in The 100, dove recita tutt’ora.

9. Ha preso parte a film per il cinema. Con l’horror Road Train (2010), l’attore debutta per la prima volta sul grande schermo, tornando poi a recitarvi per il drammatico Blinder (2013), nel ruolo di Nick, e per The White City (2014), dove ricopre il personaggio di Avi. Da quel momento l’attore non è più comparso al cinema, attualmente impegnato nelle riprese della serie di cui è protagonista.

8. Ha ricevuto diverse nomination per importanti premi. Grazie alla serie The 100, a partire dal 2015 l’attore è stato nominato ogni anno come miglior attore in una serie televisiva fantasy/sci-fi. Nel 2016 concorreva invece nella categoria “miglior intesa televisiva” insieme alla collega Eliza Taylor. Ad oggi Morley non ha ancora riportato vittorie, ma ha certamente avuto modo di consolidare il proprio status.

Bob Morley e Eliza Taylor

7. Ha sposato la celebre attrice. Grazie alla serie The 100, Morley conosce l’attrice Eliza Taylor, che ricopre il ruolo della co-protagonista Clarke Griffin. I due, inizialmente legati da profonda amicizia, intraprendono in seguito una relazione, e nel giugno del 2019 annunciano tramite i rispettivi social network di essersi sposati in gran segreto il 5 marzo di quello stesso anno.

6. Nessuno sapeva della loro relazione. Nel momento in cui hanno rivelato del loro matrimonio, la notizia è stata un vero e proprio shock per i loro fan, i quali non avevano mai avuto indizi su un possibile coinvolgimento sentimentale tra i due. La coppia è stata infatti particolarmente attenta a non rendere pubblica la propria relazione sino a quel momento.

Bob Morley in The 100

Bob Morley The 1005. Ha diretto un episodio. Nel 2019, ormai “veterano” della serie, l’attore decide di esordire alla regia dirigendo l’episodio Ashes to Ashes, l’undicesimo della sesta stagione. Per l’attore si è trattato di un’esperienza particolarmente formativa, ma ha anche ricordato la pressione di dover gestire tutti i reparti coinvolti, come anche la difficoltà di dover essere regista e attore allo stesso tempo.

4. Ha recitato in quasi tutti gli episodi. Ad oggi la serie, composta da 7 stagioni, vanta un totale di ben 100 episodi. Morley è l’unico membro del cast, insieme alla Taylor ad essere comparso in quasi tutti questi. Il suo personaggio è infatti presente in 99 degli episodi fino ad ora realizzati, essendo assente soltanto in uno di questi.

Bob Morley non ha figli

3. Non è ancora diventato padre. Con il recente matrimonio avvenuto tra lui e la Taylor, in molti fan si sono chiesti se per caso l’attore sia anche già diventato padre o se sia in procinto di diventarlo. Attualmente, tuttavia, non vi sono informazioni a riguardo, e né lui né la compagna hanno fatto annunci a riguardo, lasciando presagire che non vi siano figli in arrivo per il momento.

Bob Morley è su Twitter

2. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo verificato e seguito da oltre 630 mila persone. All’interno di questo è solito condividere notizie relative ai suoi progetti da interprete, come anche immagini o video promozionali. Non mancano poi anche post di vario tipo, come alcuni pensieri dell’attore riguardanti questioni di attualità.

Bob Morley: età e altezza

1. Bob Morley è nato a Victoria, in Australia, il 20 dicembre 1984. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Beetlejuice 2: Tim Burton offre un criptico aggiornamento

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Beetlejuice 2: Tim Burton offre un criptico aggiornamento

Secondo un recente rapporto di Deadline, Tim Burton ha offerto un aggiornamento criptico sul tanto atteso Beetlejuice 2. Pur dando una “non risposta” e rimangiandosi in qualche modo una dichiarazione che aveva precedentemente fatto sul suo non coinvolgimento in un riavvio, ora sembra che Burton abbia accennato a ri-sviluppare il classico di culto, senza escludere nessuna possibilità.

“Sono sicuro di fare un film solo quando sono effettivamente sul set. Cerco di tornare alla radice di tutto. Nasce da un seme, e poi cresce, piuttosto che da queste affermazioni. Sto lavorando su idee e altre cose, ma è tutto in fase iniziale. Stabiliremo come va. Com’è che non risponde nessuno?”

Le ultime notizie su Beetlejuice 2 risalgono a diverso tempo fa e anche all’epoca non c’era mai stato un via libera ufficiale, una green light o comunque qualsiasi ufficialità che non fosse solo l’intenzione di attori e parti coinvolte a voler tornare nel caso si fosse deciso per un sì. Attendiamo fiduciosi notizie ufficiali.

Ian Somerhalder, tutto quello che non sai: da Nina Dobrev a Nikki Reed

E chi si potrebbe mai dimanticare di Ian Somerhalder, l’affascinantissimo attore americano protagonista di The Vampire Diaries. La serie è finita nel 2017 e, negli ultimi anni, è stata una delle star più tenute d’occhio. Anche perché è uno di quegli attori che più curano la propria immagine pubblica attraverso i social media. Tra Instagram e Twitter, Ian Somerhalder tiene aggiornati i propri fan adoranti sulla propria vita privata. Ecco il profilo dell’attore, dai dati alle relazioni con Nina Dobrev e Nikki Reed, alle notizie e mini-scandali su Instagram e Twitter.

Ian Somerhalder: età, altezza, e altri fatti

Ian Somerhalder è nato l’8 dicembre 1978 a Covington, Louisiana ed ha antenati francesi, inglesi, scozzesi e irlandesi. L’attore, oltre che per il suo ruolo in The Vampire Diaries, è famoso per il suo aspetto: con zigomi affilati, occhi azzurri, e fisico stupefacente, è stato testimonial per le fragranze da uomo Azarro. Curiosità, non è altissimo: sembra che la sua altezza sia 1.77 cm.

Le relazioni di Ian Somerhalder: Nina Dobrev

C’era della chimica con Nina Dobrev sullo schermo, ai tempi di The Vampire Diaries. E l’avevano vista tutti. Ed è forse per quello che, quando la coppia ha annunciato la propria relazione nel 2011, non hanno esattamente sorpreso i fan. Purtroppo, la storia è finita nel 2013, lasciando i fan di The Vampire Diaries di stucco. Perché si sono lasciati? Ci sono tante teorie: la differenza d’età, il fatto che Nina non fosse pronta per il matrimonio, erano cambiati e così i loro sentimenti, erano in punti diversi delle loro carriere, la difficoltà di avere una relazione con un collega… Chi lo sa, ma finì. Ma a quanto pare, sono buoni amici, e, al tempo della rottura, non ci furono problemi nemmeno sul set.

Le relazioni di Ian Somerhalder: Nikki Reed

Due anni dopo, sembra che Ian abbia trovato l’amore della sua vita. Infatti, si è sposato nell’Aprile 2015 con Nikki Reed, attrice americana conosciuta per la saga di Twilight. Dopo due mesi di fidanzamento, la coppia si è sposata con una cerimonia all’aperto in California. Fu un matrimonio a sorpresa: gli invitati pensavano di andare ad una festa per inaugurare la casa nuova della coppia, e invece… E ora, il matrimonio sembra andare a gonfie vele, e i due sono il ritratto dell’amore.

Bodhi Soleil Reed Somerhalder è la figlia di Ian Somerhalder

Nel 2017 Ian Somerhalder ha avuto una figlia dal matrimonio con Nikki Reed. La bambina è nata 25 luglio 2017 e attualmente ha 3 anni. Di seguito ecco la coppia a passeggio nella loro tenuta con Bodhi Soleil Reed Somerhalder:

 

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Ian Somerhalder: la sua carriera nelle serie tv

L’attore come anticipato è diventato estremamente noto per il suo ruolo del vampiro Damon Salvatore in The Vampire Diaries. Tuttavia Ian Somerhalder aveva avuto già due ruoli di primo piano in altrettanti serie tv di successo. Infatti nel 2004 ha interpretato Adam Knight in Smallville e Boone Carlyle in Lost, la serie culto di J.J. Abrams. Nel 2019 è stato il protagonista di una serie Originale Netflix di discreto successo, V-Wars. Nel 2021 sarà Agent Truman Black nel film Time Framed.

Ian Somerhalder e Twitter

Ian Somerhalder è uno di quegli attori che ha fatto la scelta di condividere la propria vita privata con i fan, ed ha attivissimi profili Twitter e Instagram. Purtroppo, in più di un’occasione, Twitter ha causato dei problemi e gossip sull’attore. Come nel 2015, quando è comparso un tweet in cui dichiarava il suo amore per l’ex fidanzata Nina Dobrev. Si è presto scoperto, comunque, che si trattava di un caso di hackeraggio.

Ian Somerhalder, Nikki Reed e Instagram

La coppia è ora una delle più dolci e più amate di Hollywood. E lo sono diventata anche grazie a Instagram e ai social media, dove i due dedicano spazio e fotografie all’altro, con post genuini e teneri, che fanno sorridere anche i più cinici. Sul profilo Instagram di Ian Somerhalder, ci sono fotografie del matrimonio, postate dall’attore anche a due anni di distanza, per un piccolo ‘throwback’ in attesa della nascita della figlia: e sembra che sia stata una cerimonia fantastica.

E Somerhalder ha usato Instagram anche per annunciare la gravidanza, che la coppia è riuscita a tenere nascosta per addirittura 6/7 mesi, con una fotografia in cui lui bacia il pancione della moglie.

Dopo la nascita della figlia Bodhi, però, la coppia si è presa una pausa dai social, come è giusto che sia. Quello che ha letteralmente sciolto il cuore dei fan, è stato il ritorno dei due con una foto della moglie incinta è una lunga nota alla moglie postata nell’agosto 2017“Solo un piccolo pensiero per la mia bellissima moglie. Stai facendo un pisolino dall’altra parte della stanza, dopo aver passato la notte ad essere una mamma fantastica, quindi leggerai questo quando ti sveglierai… Vedere queste fotografie incredibili mi ricorda di quei 9 fantastici mesi in cui hai privato il tuo corpo per costruirne un’altro più piccolo. La gentilezza, bellezza, e la naturalezza di queste fotografie mi rende orgoglioso. Hai portato così tanto divertimento e energia nelle nostre vite durante la gravidanza, e hai dato qualcosa della parola sexy alla gravidanza, lo vediamo tutti. Grazie per essere la mia compagna in questa vita e grazie per ispirare non solo me ma anche tutti coloro che leggono, sentono o vedono quello che la tua anima ci dà. Con amore, tuo marito.”

E c’è un’altra piccola novità da Instagram: nel Febbraio 2018, Paul Wesley ha fatto una piccola reunion con Ian Somerhalder e postato una fotografia di loro due. Ovviamente, ha distrutto il cuore dei fan.

Fonti: Popsugar, Little Things, UrbanPost, Nicki Swift, DailyMail

Kristin Kreuk: 10 cose che non sai sull’attrice

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Kristin Kreuk: 10 cose che non sai sull’attrice

Kristin Kreuk è una di quelle attrici che ha contribuito a cambiare il mondo delle serie tv grazie alle sue performance, alla sua grazia e al suo talento. L’attrice, che ha iniziato a lavorare sin da ragazzina, ha sempre dimostrato di essere molto in gamba e di saper scegliere i ruoli adatti, entrando nel cuore di milioni di spettatori anche grazie alla sua bellezza acqua e sapone.

Ecco dieci cose da sapere su Kristin Kreuk.

Kristin Kreuk: le serie tv

Kristin Kreuk 20201. Una vita tra serie tv. L’attrice ha recitato in moltissime serie tv, debuttando sul piccolo schermo grazie a Earthsea (2005), per poi proseguire con Edgemont (2001-2005), Smallville (2001-2009), Chuck (2010) e Ben Hur (2010). In seguito, ha lavorato nelle serie Beauty and the Beast (2012-2016) e Burden of Truth (2018-2019). Inoltre, ha preso parte anche ai film per la tv come La vera storia di Biancaneve (2001). Nel 2020 ha prestato la voce al personaggio di Kaitlin Lau in Watch Dogs: Legion.

Kristin Kreuk nel 2021

Nel 2021 Kristin Kreuk riprenderà il ruolo di Joanna Hanley nella quarta stagione di Burden of Truth.

2. Ha lavorato in diversi film. Oltre alla recitazione per il piccolo schermo, l’attrice ha prestato la propria attività anche per il cinema. Infatti, ha lavorato in film come EuroTrip (2004), Destiny’s Bride (2007) e Street Fighter – La leggenda (2009). In seguito, è apparsa anche in Vampire (2011), Ecstasy (2011) e Space Milkshake (2012). Inoltre, ha lavorato anche nei corti Dream Princess (2006) e The Emissary (2017).

3. È anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha esplorato diversi ambiti del cinema e delle serie tv, vestendo, ad esempio, i panni della doppiatrice. Infatti, ha prestato la propria voce per le serie Finalmente weekend! (2001) e Robot Chicken (2015), nonché per il videogioco Shuyan Saga (2017). In quanto produttrice, invece, ha lavorato alla realizzazione del corto Blink (2011), dei film Space Milkshake e Phoolan (attualmente in fase di post produzione) e delle serie Beauty and the Beast e Burden of Truth.

Kristin Kreuk fidanzato

4. È fidanzata da moltissimi anni. L’attrice è fidanzata dal 2004 con Mark Hildreth: i due si erano conosciuti per la prima volta in quell’anno e hanno deciso sin da subito di uscire insieme. Tuttavia, dopo poco tempo, i due si sono lasciati per poi riprendersi nel 2010, senza mai più allontanarsi.

Kristin Kreuk Instagram

5. Ha un profilo molto seguito. L’attrice possiede un proprio profilo Instagram che è seguito da 177 mila persone in tutto il mondo. Sulla sua bacheca sono molte le foto dedicate ai suoi progetti lavorativi del presente, ma sono molte anche quelle legate ai ricordi e alla continua frequentazioni con alcuni membri del cast di Smallville.

Kristin Kreuk e Allison Mack

6. Potrebbe far parte di uno scandalo. Di recente, il Times Union ha fatto il nome dell’attrice come facente parte del gruppo NXIVM, un’organizzazione che sarebbe in realtà una vera e propria setta denominata DOS (Dominos Obsequious Sororium, Signori delle donne schiave) con a capo Keith Raniere. Pare che Allison Mack fosse il braccio destro del sedicente guru, tanto da fornirgli delle schiave del sesso, coinvolgendo anche Kristin Kreuk.

7. Ha negato di essere coinvolta nella vicenda. L’attrice si è definita ben lontana dai fatti, ammettendo di aver partecipato solo al qualche corso o seminario organizzato dal guru e nulla di più.

Kristin Kreuk in Smallville

Kristin Kreuk smallville8. Ha fondato un sito web. Insieme alla produttrice della serie, Kendra Voth, l’attrice ha fondato Girls By Design, un sito web in cui le ragazze adolescenti possono incontrarsi per esplorare, esprimere, creare e realizzare insieme le loro potenzialità. L’attrice partecipa attivamente al sito, presentando gli scritti di Sima Kumar, Kailin Gow e Tammy Lelie. Inoltre, hanno collaborato al sito anche Allison Mack e Caitlin Crosby.

9. Il suo ruolo poteva andare ad una collega. Prima di essere scritturata per il ruolo di Lana Lang in Smallville, era stata considerata Allison Mack, successivamente interprete di Chloe Sullivan.

Kristin Kreuk: età e altezza

10. Kristin Kreuk è nata il 30 dicembre del 1982 a Vancouver, in Canada, e la sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.

Fonti: IMDb, Huffpost

Nina Dobrev: tutto quello che non sai sull’attrice

Nina Dobrev: tutto quello che non sai sull’attrice

Nina Dobrev, o Nikolina “Nina” Constantinova Dobreva, non è nata in Canada o negli Stati Uniti, ma a Sofia, in Bulgaria. Si è trasferita in Canada all’età di due anni e da allora, ha vissuto a Toronto.

Sin da piccola ha mostrato interesse e talento per varie arti: danza, ginnastica, teatro, musica, arti visive e recitazione. Non solo: ha lavorato come modella e nella pubblicità, e da lì ha cominciato la sua carriera da attrice. Ha cominciato al cinema e in televisione, con la serie Degrassi: The Next Generation, ma è diventata celebre per il suo rolo in The Vampire Diaries.

Ecco il profilo completo di Nina Dobrev, dal profilo Instagram alla relazione con Ian Somerhalder, altezza e misure, momenti hot e carriera, tra cinema e programmi televisivi.

Nina Dobrev su Instagram

Nina è stata recentemente proclamata Regina di Instagram della settimana da Hollywood Life. Il motivo? Prima di tutto, il suo profilo ha più di 14 milioni di followers. Inoltre, è una di quelle attrici che aggiornano in proprio profilo constantemente, che sia per condividere una giornata in spiaggia con gli amici, o un video un po’ imbarazzante. Ma lei ci sta sempre, ed è sempre bellissima. Inoltre, non sa solo divertirsi, ma sul suo profilo spiccano anche fotografie di look da red carpet impeccabili, come l’outfit dei Golden Globes.

Nina Dobrev e Ian Somerhalder

Sono stati insieme per tre anni, e la loro relazione è stata abbastanza riservata. Si sono lasciati nel 2013, e Somerhalder si è sposato con la star di Twilight Nikki Reed nel 2015. Dopo la rottura, i due sono rimasti buoni amici, e sembra che non ci siano stati nemmeno problemi sul set.

Da allora, ci sono stati pettegolezzi su presunti ritorni di fiamma e tradimenti, ai quali Nina ha risposto con fermezza, chiedendo di smettere di diffondere odio. Per i fan della coppia di The Vampire Diaries, ovviamente, la loro rottura è stato un colpo al cuore. Ma questo, dice Nina, non giustifica l’odio, la cattiveria, e il pettegolezzo che mira a ferire le persone.

Inoltre, in risposta ai pettegolezzi, Ian ha postato su Instagram una foto di se stesso ad una cena con Nina e Nikki, chiedendo di continuare a vivere la vita e a trattare tutti con amore, gentilezza, e rispetto.

Nina Dobrev fidanzato

Nel luglio 2017, inoltre, dopo tanti mesi di gossip su una possibile storia d’amore tra Nina e Glen Powell, la star di Scream Queens, la coppia sembra essere uscita allo scoperto. Infatti, su Twitter sono circolate fotografie in cui i due posano insieme baciandosi e giocando.

Nina Dobrev: programmi televisivi e film

Prima di The Vampire Diaries, la serie che l’ha resa celebre, Nina ha recitato nella serie canadese Degrassi: the Next Generation, dal 2006 al 2009. Un teen drama, è il sequel di altre serie TV degli anni Ottanta ambientate nella Degrassi Community School. È famosa per le tematiche sociali, che il reboot contemporaneo ha mantenuto. Nella serie, Nina Dobrev interpreta il personaggio di Mia Jones, una giovane modella che frequenta la scuola fino al trasferimento a Parigi per concentrarsi sulla carriera di modella.

La serie statunitense The Vampire Diaries – Il diario del vampiro, invece, porta Nina alla fama. Nina è infatti la protagonista Elena Gilbert, una ragazza adolescente la cui vita viene sconvolta quando scopre che il suo ragazzo Stefan Salvatore è un vampiro. Dall’altra parte, Stefan si accorge che lei è identica alla prima donna della sua vita, la vampira che trasformò lui e suo fratello Damon nel 1864, Katherine Pierce. Entrambi i fratell isi innomorano di lei, e la proteggono da forze che vogliono il controllo della ragazza.

Al cinema, Nina Dobrev è comparsa nel celeberrimo Noi siamo infinito (The Perks of Being a Wallflower), diretto da Stephen Chbosky. Nel 2017, è comparsa in Flatliners – Linea MortaleCrash Pad – Dolce Vendetta.

Nel 2019 ha interpretato Ashley in Run This Town ed è stata Clem nella serie tv Fam. Nello stesso hanno ha interpretato il ruolo di Chloe in Lucky Day. Nel 2021 Nina Dobrev sarà Mae in Redeeming Love e Natalie Bauer in Love Hard. Nel 2022 invece sarà Wren Pepper nel film Sick Girl.

Nina Dobrev: hot e impegnata

Nina è una delle attrici più sexy di Hollywood, ed è comparsa in una serie di servizi fotografici hot. Le sue misure? 81-61-89, ed è alta 1.69 metri.

Sexy ma anche impegnata: recentemente, ha postato su Instagram una foto in bikini, dove mostra il suo corpo splendido in un costume blu, che ricorda il colore dell’oceano, con la frase ‘Namaste in the cold. This beach doesn’t believe in winter.’ (Namaste al freddo. Questa spiaggia non crede nell’inverno.). Aveva indossato gli stessi colori in un video per Oceana, che la vedeva nuotare nell’oceano con una maglietta blu. La star ha nuotato con gli squali per promuovere l’impegno di Oceana nella lotta contro il commercio delle pinne di squalo.

Paul Wesley: tutto quello che non sai sull’attore

Paul Wesley: tutto quello che non sai sull’attore

Paul Wesley è nato nel 1982 ed è cresciuto a Marlboro, in New Jersey. I genitori erano immigrati dalla Polonia, dove Paul ha speso parte dell’infanzia. Ha dedicato gli anni della propria istruzione al teatro, che ha studiato sia in New Jersey che a New York e ha cominciato a recitare molto presto. Infatti, nel 1999,  durante il suo “junior year”, ha ottenuto un ruolo al’interno della soap opera Destini. A causa della carriera, si è spostato da una scuola all’altra, per poi diplomarsi nel 2000 e iscriversi alla Rutgers University. L’ha lasciata dopo un semestre, per dedicarsi interamente alla recitazione, che andava a gonfie vele.

È diventato famoso nel 2009 grazie alla serie The Vampire Diaries – Il diario del vampiro. All’epoca si era presentato alle audizioni sia per il ruolo di Damon (il fratello cattivo) che di Stefan (il fratello buono). Forse per il suo viso delicato, gli fu assegnato il ruolo di Stefan.

Paul Wesley: è fidanzato?

Dopo la rottura tra Wesley e Tonkin, sono cominciate le speculazioni: che ci fosse qualcosa tra lui e Nina Dobrev? I due si sono incontrati a New York e hanno postato le foto della loro giornata sui social media: ma sono solo buoni amici.

Lo scorso dicembre, invece, Paul è stato paparazzato con una ragazza sconosciuta, mentra passeggiavano mano nella mano. Non si sa chi lei sia, non si sa se ci sia una relazione. Forse c’è ancora speranza, e il bellissimo attore è tornato single.

Qualche dato su Paul Wesley: altezza, nascita, segno

  • Altezza: 183 cm

  • Peso: 79 kg

  • Data di nascita: 23 luglio 1982

  • Segno: Leone

Paul Wesley: i film

È nel 2009 che è entrato a far parte del cast di The Vampire Diaries, ricoprendo la parte di Stefan Salvatore fino alla fine della serie nel 2017.

Nel corso degli anni, ha collezionato una serie di apparizioni in serie TV molto celebri degli anni Duemila, tra cui Smallville, The O.C., CSI: Miami, Crossing Jordan, I signori del rum, Army Wives – Conflitti del cuore, 8 semplici regole, Cold Case – Delitti irrisolti e Law & Order – Unità vittime speciali.

Al cinema, ha recitato in molti film indipendenti, che sono girati soprattutto nei circuiti dei festival, come Killer Movie, presentato in anteprima al Tribeca Film Festival, e  Sam & Amira, presentato al Seattle International Film Festival. Recentemente, ha recitato in Mothers and Daughters film corale del 2016 diretto da Paul Duddridge, al fianco di attrici d’eccezione: Sharon Stone, Susan Sarandon, Courteney Cox e Christina Ricci.

Una curiosità: è comparso in Minority Report di Steven Spielberg, ma non è accreditato.

Paul Wesley: Instagram e Twitter

Ci sono star che vivono di Instagram, e star riservate, o che amano farsi aspettare. Mentre Paul ha un popolarissimo profilo Twitter, con il quale risponde spesso a Tweet dei fan o partecipa in lunghe discussioni, il profilo Instagram di Paul Wesley si è fatto aspettare dai fan. Nel gennaio 2013, vista la proliferazione di falsi account sul social (tra cui, a quanto pare, quello di un tizio che posta fotografie di tazze Starbucks in continuazione…), l’attore ha comunicato su Twitter di NON averne uno. Sarà che ha cambiato idea, ma nell’ottobre dello stesso anno ha comunicato il nome del suo vero profilo Instagram: @paulvedere.

Le relazioni di Paul Wesley: la moglie e la storia con Phoebe Tonkin

Paul Wesley è stato sposato con Torrey Joël DeVittois, l’attrice che interpreta Melissa in Pretty Little Liars, dal 2011 al 2013.

Dopo la fine del matrimonio, Paul ha conosciuto Phoebe Tonkin sul set di The Vampire Diaries, dove lei interpreta una licantropa di nome Hayley. La storia è cominciata presto tra i due, che sono diventati inseparabili e i beniamini dei fan della serie. Dopo quattro anni, però, hanno deciso di lasciarsi. Dopo qualche mese, i fan avevano sperato in una riappacificazione tra i due: erano infatti stati avvistati di nuovo insieme. La relazione era stata ripresa, infatti, tra marzo e aprile del 2017. Ma le cose hanno cominciato a sembrare strane, e i paparazzi hanno scoperto che Paul non era presente alla festa di compleanno della sua ragazza. La conferma definitiva della rottura? I due non si seguono più su Instagram e Twitter.

Sarah Wayne Callies: 10 cose che non sai sull’attrice

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Sarah Wayne Callies: 10 cose che non sai sull’attrice

Sarah Wayne Callies è una di quelle attrici che ha contribuito a rivoluzionare il mondo delle serie tv grazie alle sue incredibili e tanto diverse interpretazioni. L’attrice, che ha lavorato anche sul grande schermo e che ha alle spalle qualche esperienza da regista, ha dimostrato sin da subito di avere un grande talento, conquistando il cuore di milioni di spettatori.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Sarah Wayne Callies.

Sarah Wayne Callies serie

Sarah Wayne Callies serie1. Una vita tra serie tv. L’attrice ha iniziato la sua carriera nel mondo della recitazione, debuttando sul piccolo schermo con la serie Queens Supreme (2003-2007), per poi proseguire con Law & Order – Unità vittime speciali (2003), Dragnet (2003), Tarzan (2003), Numb3rs (2005), Dr. House – Medical Division (2010) e Prison Break (2010-2017). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono The Long Road Home (2017), Colony (2016-2018), The Walking Dead (2010-2018), Letterkenny (2018) e Unspeakable (2019).

2. Non solo serie, ma anche film. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha prestato spesso la sua attività anche per il grande schermo. Infatti, ha iniziato a lavorarvi in The Celestine Prophecy (2006), per poi proseguire con Il respiro del diavolo (2007), Bittersweet (2008), Lullaby for Pi (2010), Black Gold (2011) e Faces in the Crowd – Frammenti di un omicidio (2011). Successivamente, è apparsa in Foreverland (2011), Black November (2012), Into the Storm (2014), Pay the Ghost – Il male cammina tra noi (2015), The Other Side of the Door (2016) e This Is Your Death (2017). Dal 2018 al 2019 è apparsa in Letterkenny. Nel 2019 ha interpretato il ruolo di Margaret Sanders nella miniserie tv Unspeakable. Nel 2020 Sarah Wayne Callies ha interpretato Robin Perry nella serie tv Council of Dads.

3. È anche doppiatrice e regista. L’attrice è andata oltre la sua attività, tanto da vestire i panni della doppiatrice per la serie Robot Chicken (2017) e quelli di regista. Infatti, ha diretto un episodio della serie Colony (2018) e uno di Unspeakable (2019).

Sarah Wayne Callies The Walking Dead

Sarah Wayne Callies the walking dead4. Ha adorato il suo personaggio. L’attrice ha dichiarato di aver molto amato il personaggio di Lori Grimes: “Lei è uno di quei personaggi che penso vivranno nel mio cuore per un lungo, lungo, lungo, lungo tempo. Ho imparato tanto da lei”. Tra le altre cose, per lei è stato esaltante, quando soddisfacente, poter scavare così tanto nel suo personaggio e capire la sua psicologia.

Sarah Wayne Callies Prison Break

Sarah Wayne Callies

5. Il suo personaggio è stato adattato a lei. Il personaggio di Sara in Prison Break è stato messo in panchina durante la terza stagione delle serie a causa della gravidanza dell’attrice. Nella serie, Sara è stata dichiarata morta per mano altrui, per poi ritornare nella quarta stagione. In seguito, è stato spiegato che la sua stagione è stata solo una grande messa in scena.

6. Interpreta un dottore. L’attrice, che interpreta Sara Tancredi, ha ammesso che si sarebbe infastidita quando la gente l’avrebbe riconosciuta e si sarebbe rivolta a lei come un’infermiera, in quanto, nella serie, interpreta un medico.

Sarah Wayne Callies e Josh Winterhalt

7. È sposata da molti anni. L’attrice si è sposata per la prima volta il 21 luglio 2002 con Josh Winterhalt: i due si sono conosciuti mentre entrambi frequentavano il Dartmouth College e non si sono più lasciati da allora. Il marito è un insegnante di arti marziali.

 

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8. È madre di due figli. Dall’unione con suo marito è venuta al mondo Keala, nata il 20 luglio del 2007. In seguito, la coppia ha adottato Oakes, nato nell’agosto del 2013.

Sarah Wayne Callies su Instagram

9. Ha un profilo molto seguito. L’attrice possiede un proprio profilo Instagram seguito da 1,4 milioni di persone in tutto il mondo. La sua bacheca è ricca di foto che la ritraggono impegnata in momenti mondani o di lavoro, insieme a molte altre che la vedono protagonista insieme alla sua famiglia, ad amici o colleghi e in diversi momenti nostalgia.

 

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Sarah Wayne Callies: età e altezza

10. Sarah Wayne Callies è nata l’1 giugno del 1977 a La Grange, nell’Illinois, e la sua altezza complessiva corrisponde a 174 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider

Dune: The Sisterhood, tre nuove attrici nel cast dello spin-off

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Dune: The Sisterhood, tre nuove attrici nel cast dello spin-off

Abbiamo recentemente scoperto chi saranno le protagoniste di Dune: The Sisterhood. Deadline ha annunciato che Emily Watson, Shirley Henderson e Indira Varma saranno i volti principali della prossima serie prequel di HBO Max, ma ora cinque nuovi nomi si uniscono al gruppo.

Variety riporta che Sarah-Sofie Boussnina, Shalom Brune-Franklin, Faoileann Cunningham, Aoife Hinds e Chloe Lea si sono tutte unite all’ensemble in ruoli chiave.

Boussnina (The Colony, Knightfall) interpreterà la principessa Ynez, descritta come “una giovane principessa indipendente alle prese con le pressioni della sua responsabilità in qualità di erede al Trono del Leone d’Oro”. Brune-Franklin (The Tourist, Line of Duty) interpreta Mikaela, che si dice sia “una donna Fremen volitiva che serve la famiglia reale mentre desidera un pianeta natale che non ha mai conosciuto”.

Cunningham (The Northman, The Witcher: Blood Origin) interpreta la sorella Jen, descritta come “una accolita feroce e imprevedibile in formazione presso la Sisterhood School che raramente rivela il suo nucleo emotivo”. Hinds (Normal People, Derry Girls) interpreta la sorella Emeline, che si dice sia “una zelante accolita discendente da una lunga stirpe di martiri, che porta una fervente religione alla sua formazione presso la Sorellanza”.

Dune: The Sisterhood è ambientato 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides e segue le sorelle Harkonnen, interpretate da Watson e Henderson, mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la favolosa setta nota come Bene Gesserit.

Diane Ademu-John si prenderà cura dello show in qualità di creatrice, scrittrice, co-showrunner e produttrice esecutiva, mentre Alison Schapker sarà co-showrunner e produttrice esecutiva. Johan Renck è stato scelto per dirigere il primo episodio e sarà anche produttore esecutivo, mentre il regista di Dune, Denis Villeneuve, sarà produttore esecutivo.

Intanto, la produzione di Dune: Parte Due è già iniziata e il film racconterà il viaggio mitico di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre cerca la vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte a una scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, si sforza di prevenire un terribile futuro che solo lui può prevedere.

Il sequel uscirà nelle sale il 3 novembre 2023. Non è stata annunciata una data per la prima per Dune: The Sisterhood.

Damian Lewis: 10 cose che non sai sull’attore

Damian Lewis: 10 cose che non sai sull’attore

Damian Lewis è uno di quegli attori che ha contribuito a cambiare il mondo delle serie tv grazie alla sua versatilità, alle sue innumerevoli ed incisive performance e al suo fascino british.

L’attore, che ha iniziato a lavorare nel mondo della recitazione sin da ragazzo, ha sempre dimostrato di essere in gamba e di saper scegliere accuratamente i propri personaggi, tanto da entrare sin da subito nel cuore degli spettatori per rimanerci tutti questi anni e non andarsene mai più.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Damian Lewis.

Damian Lewis serie tv

Damian Lewis serie tv1. Una vita tra serie tv. L’attore ha debuttato nel mondo della recitazione con la serie Poirot (1995), per poi continuare con Jack Frost (1996), Life Force (2000), Hearts and Bones (2000-2001), Band of Brothers – Fratelli al fronte (2001), The Forsyte Saga (2002-2003) e Big Impression (2003). In seguito, lavora in Colditz (2005), ShakespeaRe – Told (2005), Life (2007-2009) e The Vicar of Dibley (2013). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Homeland – Caccia alla spia (2011-2014), Wolf Hall (2015), To Appomattox (2015) e Billions (2016-2019). Inoltre, ha preso parte anche ai film Micky Love (1993), Warriors (1999), Jeffrey Archer: The Truth (2002), Friends & Crocodiles (2005), Confessions of a Diary Secretary (2007) e Stolen (2011). Nel 2019 è apparso nei panni del mito di hollywood Steve McQueen nel film acclamato di Quentin Tarantino C’era una volta… a Hollywood. Nel 2020 invece ha interpretato Howard Davies in Dream Horse. Nel 2021 riprenderà il ruolo di Bobby Axlerod nella seconda parte della quinta stagione di Billions.

2. Ha lavorato anche per il grande schermo. L’attore non ha lavorato solo ed esclusivamente per il mondo delle serie tv, ma ha preso parte molte volte in produzioni dedicate al cinema. Infatti, ha debuttato sul grande schermo con Robinson Crusoe (1997), per poi proseguire con L’acchiappasogni (2003), Keane (2004), Nyfes (2005), Chromophobia (2005), Il vento del perdono (2005), The Situation (2006), Alex Rider: Stormbreaker (2006) e The Baker (2007). In seguito, l’attore ha lavorato in Prison Escape (2008), Will (2011), Sua Maestà (2011), The Sweeney (2012), Romeo and Juliet (2013), La tempesta silenziosa (2014), Queen of the Desert (2015), Il traditore tipo (2016) e C’era una volta a Hollywood (2019).

3. È anche produttore. Nel corso della sua carriera, l’attore ha sperimentato altri ambiti appartenenti al cinema e alle serie tv. Egli, infatti, ha vestito i panni del produttore, partecipando alla realizzazione del corto Normal for Norfolk (2006) e del film The Baker.

Helen McCrory e Damian Lewis, la moglie

4. È sposato da diversi anni. L’attore è sposato per la prima volta, a 36 anni, il 4 luglio del 2007 con la collega Helen McCrory, scomparsa prematuramente di recente. I due sono insieme per molti anni fino alla sua morte.

Damian Lewis figli

5. È padre di due figli. Dall’unione con la sua prima ed unica moglie, hanno visto la luce due figli: l’8 settembre del 2006 è nata Manon, mentre il 2 novembre del 2007 è nato il secondo figlio della coppia, Gulliver.

Damian Lewis in Billions

6. Si è preparato con un libro. Durante le riprese, l’attore (che interpreta Bobby Axelrod) è stato avvistato a SoHo con una copia del libro Fooling Some of the People All of the Time: A Long Short, scritto da David Einhorn. Questo libro lo ha aiutato a preparare il ruolo.

7. È stato confuso per un criminale. L’attore si trovata a Killybegs, in Irlanda, con la sua famiglia quando qualcuno ha pensato erroneamente che egli fosse un vero banchiere in fuga e ha chiamato l’FBI.

Damian Lewis Homeland

Damian Lewis Homeland8. Ha avuto il ruolo senza provino. L’attore è stato scritturato per la serie Homeland – Caccia alla spia senza passare dalle audizioni, ma con una sola telefonata. Infatti, dopo averlo visto nel film Keane (2004), i produttori della serie, Howard Gordon e Alex Gansa, lo hanno subito contattato.

9. Aveva la stessa età di un altro personaggio. I personaggi di Lewis e Morena Baccarin erano stati pensati per avere la stessa età. Tuttavia, gli attori hanno ben otto anni di differenza: infatti, Damian è più vecchio della collega.

Damian Lewis: età e altezza

10. Damian Lewis è nato l’11 febbraio del 1971 a St. John’s Wood, a Londra, e la sua altezza complessiva corrisponde a 186 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

Leighton Meester: 10 cose che non sai sull’attrice

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Leighton Meester: 10 cose che non sai sull’attrice

Leighton Meester è una di quelle attrici che ha contribuito a cambiare il concetto di serie tv e al suo sviluppo odierno, grazie alle sue incredibili interpretazioni. L’attrice, che ha iniziato a recitare sin da quanto era molto giovane, ha dimostrato da subito di essere molto in gamba e di saper scegliere i ruoli migliori e adatti al suo talento, tanto da fare subito breccia nel cuore di milioni di spettatori in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Leighton Meester.

Leighton Meester serie tv

Leighton Meester serie tv1. Una vita tra serie tv. L’attrice ha debuttato nel mondo della recitazione grazie alle serie tv: infatti, è apparsa per la prima volta in Law & Order – I due volti della giustizia (1999), per poi lavorare in Boston Public (2001), Family Affair (2002), Tarzan (2003), Settimo cielo (2004), 24 (2005), Veronica Mars (2005) e Surface (2005-2006). In seguito, è apparsa in Shark – Giustizia a tutti i costi (2007), Entourage (2004-2008), Gossip Girl (2007-2012), Making History (2017) e Single Parents (2018-2019). Nel 2019 ha interpretato Clara nel film Sempre Fi. Nello stesso anno è apparsa come guest star nella serie The Orville. Dal 2018 al 2020 è stata la protagonista della serie Single Parents nei panni di Angie D’Amato. Sarà presto nel cast di The Weekend Away.

2. Ha recitato anche in diversi film. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha prestato la propria opera solo per il piccolo schermo, ma ha recitato spesso anche per il cinema. Infatti, è apparsa per la prima volta in Hangman’s Curse (2003), per poi proseguire con Flourish (2006), Inside (2006), Drive Thru (2007), The Beautiful Ordinary (2007), Killer Movie (2008), Notte folle a Manhattan (2010) e Amore a mille… miglia (2010). In seguito, è apparsa in Country Strong (2010), The Roommate – Il terrore di dorme accanto (2011), Monte Carlo (2011), Scusa, mi piace tuo padre (2011), Indovina perché ti odio (2012), Life Partners (2014), The Judge (2014), Like Sunday, Like Rain (2014), By the Gun (2014) e National Theatre Live: Of Mice and Men (2014).

Leighton Meester e Adam Brody

3. Sono sposati da qualche anno. Nel febbraio del 2014, l’attrice ha sposato il collega Adam Brody: i due si erano conosciuti un paio di anni prima e hanno annunciato il fidanzamento tre mesi prima del loro matrimonio.

Leighton Meester Arlo Day Brody

4. Sono genitori di una bambina. Dall’unione solida dei due attori, ha visto la luce una bambina: infatti, il 4 agosto del 2015, l’attrice ha messo al mondo (a 29 anni), la sua prima figlia, Arlo Day Brody.

 

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Leighton Meester fidanzato

5. È stata fidanzata con un collega di set. L’attrice ha avuto una storia durata ben due anni con Sebastian Stan. Infatti, i due si sono frequentati dal 2008 al 2010, anni in cui i due facevano parte del cast di Gossip Girl.

6. Ha avuto qualche fidanzato famoso. Prima di convolare a nozze, l’attrice ha frequentato qualche attore: ad esempio, dal 2007 al 2012, ha avuto una storia con Aaron Himelstein. Inoltre, tra i vari flirt a lei attribuiti, ci sarebbe anche quello con Garrett Hedlund, con cui si sarebbe frequentata nel giugno del 2011.

Leighton Meester Gossip Girl

Leighton Meester Gossip Girl7. Ha tinto i capelli. L’attrice ha una chioma di un colore diverso rispetto al quale si è solito conoscerla: infatti, lei è una bionda naturale, ma si è scurita i capelli, diventando bruna per interpretare il personaggio di Blair Waldrof nella serie.

8. È apparsa sempre. L’attrice, insieme a Blake Lively e Penn Badgley, fa parte degli unici membri del cast ad essere apparsi in ogni episodio di Gossip Girl, ovvero per tutti i 121 episodi della serie.

Leighton Meester Instagram

9. Ha un profilo molto seguito. L’attrice possiede un proprio account personale su Instagram che è seguito da qualcosa come 5,2 milioni di persone in tutto il mondo. Sulla sua bacheca, oltre a qualche foto tra svago e relax, sono molte le foto che la vedono protagonista di progetti lavorativi e umanitari, tra colleghi ed amici.

Leighton Meester: età e altezza

10. Leighton Meester è nata il 9 aprile del 1986 a Fort Worth, nel Texas (Usa), e la sua altezza complessiva corrisponde a 164 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker

Black Adam: Dwayne Johnson ringrazia per il migliore incasso di apertura per un suo film

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Con un post sui suoi canali social, Dwayne Johnson ringrazia i suoi fan dal momento che l’incasso nel weekend di apertura di Black Adam è il più alto di sempre per un film in cui l’attore è protagonista. Dal momento che il film segna il ritorno del DCEU sul grande schermo, c’era da aspettarsi un primo impatto importante, tuttavia resta da vedere se il passaparola gioverà al film. Intanto, The Rock ci tiene a dire che terrà i lettori aggiornati su quanto il film incasserà.

Black Adam – la recensione del film

Black Adam, il film

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Josh Holloway: 10 cose che non sai sull’attore

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Josh Holloway: 10 cose che non sai sull’attore

Josh Holloway è uno di quegli attori che ha contribuito attivamente al cambiamento del concetto di serie tv grazie alle sue interpretazioni, soprattutto in serie come Lost. L’attore, che svolge questo mestiere da molti anni, ha dimostrato sin da subito il suo talento nel mondo della recitazione, così come l’abilità di saper scegliere i ruoli migliori per sè, diventando uno degli attori più apprezzati in tutto il mondo.

Ecco dieci cose da sapere su Josh Holloway.

Josh Holloway: film e serie

Josh Holloway1. Ha lavorato in molte serie tv. L’attore ha iniziato la sua carriera nel mondo della recitazione nel 1999, apparendo nella serie Angel, per poi proseguire con delle apparizioni in serie come Walker Texas Ranger (2001), CSI – Scena del crimine (2003), The Lyon’s Den (2003), NCIS – Unità anticrimine (2004) e Good Girls Don’t… (2004). In seguito, ha recitato in serie come Lost (2004-2010), Community (2011), Yo Gabba Gabba! (2013), Intelligence (2014) e Colony (2016-2018). Inoltre, ha preso parte anche ai film per la tv come Wild – Agguato sulle montagne (2002), Meine Tochter ist keine Morderin (2002) e Five (2011). Nel 2020 ha interpretato Roarke/Roarke Morris nella terza stagione di Yellowstone. Nello stesso anno è apparso in un episodio di Storie incredibili nei panni di Wayne Wilkes.

2. Ha lavorato in diversi film. Oltre a prestare la propria attività lavorativa per il piccolo schermo, l’attore ha preso parte a diversi film di successo. Infatti, ha debuttato sul grande schermo in Gioco di potere (2001), per poi proseguire e recitare in Moving August (2002), Mi amigo (2002), Dr. Benny (2003), Il respiro del diavolo (2007) e Stay Cool (2009). In seguito, ha partecipato a Mission: Impossible – Protocollo fantasma (2011), Il potere dei soldi (2013), Battle of the Year – La vittoria è in ballo (2013) e Sabotage (2014).

3. È anche doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, l’attore ha provato a vestire dei panni diversi da quelli consueti. Infatti, ha provato ad indossare quelli di doppiatore, prestando la propria voce per il videogioco Command & Conquer 3: Tiberium Wars (2007). In quanto produttore, invece, ha partecipato alla realizzazione delle serie Intelligence e Colony.

Josh Holloway moglie

4. È sposato da molti anni. L’attore si è sposato per la prima volta l’1 ottobre del 2004 con la fidanzata storica, Yessica Kumala. Per i due, il matrimonio è stato il coronamento di un sogno ed una tappa importante dalla quale sono partiti per non lasciarsi mai.

Josh Holloway figli

5. È padre di due figli. Dall’unione con la moglie, l’attore è diventato padre di due figli: Java Kumala Holloway, nata il 9 aprile del 2009, e Hunter Lee Holloway, nato nel febbraio del 2014.

Josh Holloway Lost

Josh Holloway Lost6. Ha lavorato inutilmente sul suo accento. L’attore stava cercando di nascondere il suo accento del sud durante le riprese delle prime scene della prima stagione di Lost. Tutto ciò è accaduto sino a quando il produttore J. J. Abrams non gli ha detto che era stato incluso nel cast della serie anche per via del suo accento del sud che l’attore cercava insistentemente di cambiare.

7. Ha partecipato a tutte le stagioni della serie. L’attore ha interpretato un personaggio ricorrente nella serie, vestendo i panni di James “Sawyer” Ford, un truffatore di professione che non vede l’ora di vendicarsi sulla persona che ha scatenato la tragedia in famiglia.

Josh Holloway Colony

8. Ne è protagonista assoluto. In questa serie, l’attore ha assunto il ruolo principale in una serie televisiva, evento accaduto dalla quando ha interpretato il personaggio di Gabriel Vaughn in Intelligence.

9. È tornato a lavorare con Carlton Cuse. L’attore, in questa serie, ha avuto il piacere di lavorare nuovamente con Carlton Cuse, co-creatore di Colony e anche di Lost, serie per cui l’attore ha avuto un ruolo ricorrente dal 2004 fino al 2010, anno in cui si è conclusa la serie.

Josh Holloway: età e altezza

10. Josh Holloway è nato il 20 luglio del 1969 a San Jose, in California, e la sua altezza complessiva corrisponde a 187 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

Dominic Purcell: 10 cose che non sai sull’attore

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Dominic Purcell: 10 cose che non sai sull’attore

Dominic Purcell è uno di quegli attori che ha contribuito a fare la storia delle serie tv, partecipando all’evoluzione del mondo seriale e del piccolo schermo.

L’attore, che ha iniziato a recitare sin da giovane, ha lavorato spesso anche per il grande schermo, anche in qualità di produttore, dimostrando di essere molto versatile e talentuoso, indipendentemente dal personaggio da lui interpretato.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Dominic Purcell.

Dominic Purcell serie

Dominic Purcell serie1. Ha recitato in molte serie. L’attore ha iniziato la sua carriera grazie alla serie Home and Away, con la quale ha debuttato nel mondo della recitazione nel 1991. In seguito, ha lavorato in Raw FM (1997-1998), Moby Dick (1998), Water Rats (1998), Heartbreak High (1999), The Lost World (2001), BeastMaster (2001) e John Doe (2002-2003). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Dr. House – Medical Division (2004), North Shore (2004-2005), Prison Break (2005-2017), Castle (2011), The Flash (2014-2015), Legends of Tomorrow (2016 – In corso), Supergirl (2017) e Arrow (2017). Inoltre, ha partecipato anche ai film tv Predatori letali (1999), Rapimento alla Casa Bianca (1999) e Invincible (2001). Nel 2021 ha ripreso il ruolo di Mick Rory / Heat Wave nella nuova stagione di Legends of Tomorrow.

2. Ha lavorato per il grande schermo. L’attore non ha prestato la sua attività solo per prodotti destinati al piccolo schermo. Infatti, ha recitato in molti film, debuttando nel cinema in Mission: Impossible II (2000), per poi continuare con Scene da un crimine (2001), Equilibrium (2002), Minority Report (2002), Visitors (2003), Three Way (2004), Blade: Trinity (2004), The Gravedancers (2006), Paura primordiale (2007), Prison Break: The Final Break (2009) e House of the Rising Sun (2011). Tra i suoi ultimi lavori, ha partecipato ai film Straw Dogs (2011), Killer Elite (2011), Assalto a Wall Street (2013), Ice Soldiers (2013) e Motel (2014).  Nel 2021 invece farà parte del cast del film Blood Red Sky.

3. È anche doppiatore e produttore. Nel corso della sua carriera, l’attore ha sperimentato diverse strada oltre la recitazione. Infatti, ha partecipato come doppiatore, prestando la propria voce, per il videogioco Prison Break: The Conspiracy (2010). Inoltre, in quanto produttore, ha partecipato alla realizzazione dei film 3 – Way (2004), Balibo (2009), I Choose (2014), Isolation – Pericolo alle Bahamas (2015) e Untitled Sunny Garcia Documentary (2017), oltre che della serie Prison Break (2017).

Dominic Purcell moglie

4. Ha un matrimonio alle spalle. nel 1998, a 28 anni, l’attore ha sposato la produttrice Rebecca Williamson. Tuttavia, quello che sembrava essere un matrimonio duraturo e consolidato, è finito dopo nove anni quando nel 2007 si sono separati, per poi divorziare l’anno successivo.

5. Attualmente è impegnato. Pare che l’attore si sentimentalmente impegnato: infatti, che dal 2011 frequenterebbe la collega AnnaLynne McCord e che la loro storia sia procedendo a gonfie vele.

Dominic Purcell figli

6. È padre di quattro figli. Dall’unione con la sua prima ed unica moglie, sono venuti al mondo i suoi quattro figli: Joseph (nato nel 1999), Audrey (nata nel 2001) e i gemelli Lily-Rose e Augustus (nati nel 2003).

Dominic Purcell Prison Break

Dominic Purcell Prison Break7. Ha cambiato alloggio per le riprese. Durante le riprese da girare per le prime stagioni della serie, l’attore è andato a vivere a Chicago, dove era stato realizzato il set. Siccome era di residenza a Los Angeles, dove viveva la sua famiglia, ogni settimana prendeva un aereo per tornare a casa.

8. Si è fatto male durante le riprese. Durante le riprese per il revival della serie, nel 2016, l’attore se l’è vista veramente brutta quando una trave di ferro gli è caduta addosso. L’incidente gli ha causato la rottura del naso e un trauma cranico, tanto da essere trasportato da Casablanca a Marrakech per essere curato.

Dominic Purcell tatuaggi

9. Si è fatto tatuare le date di nascita dei suoi figli. Tra i numerosi tatuaggi che l’attore si è fatto fare nel corso degli anni, sono presenti anche le date di nascita dei suoi quattro figli, tatuati all’interno del suo avambraccio sinistro.

Dominic Purcell: età e altezza

10. Dominic Purcell è nato il 17 febbraio del 1970 a Wallasey, nel Merseyside, in Inghilterra, e la sua altezza complessiva corrisponde a 185 centimetri.

Fonti: IMDb, Heightline

Jack Falahee: 10 cose che non sai sull’attore

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Jack Falahee: 10 cose che non sai sull’attore

Jack Falahee è uno di quegli attori che ha contribuito a rivoluzionare il mondo delle serie tv grazie alle sue interpretazioni tanto incredibili, quanto incisive. L’attore, che ha iniziato la sua carriera professionale da qualche anno a questa parte, ha dimostrato di essere sin da subito in grado di scegliere i ruoli miliori per i suoi talenti, arrivando a lavorare in grandi produzioni dopo pochi anni. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jack Falahee.

Jack Falahee serie

Jack Falahee serie1. Ha lavorato in diverse serie. La carriera dell’attore è iniziata nel 2012, quando ha partecipato alla serie televisiva Submissions Only. In seguito, ha lavorato in The Carrie Diaries (2013), Ironside (2013), Twisted (2014), Mercy Street (2016-2017) e Le regole del delitto perfetto (2014-2019). Inoltre, ha preso parte anche al film per la tv In fuga per amore (2013). Nel 2020 ha ripreso il ruolo di Connor Walsh nell’ultima stagione di Le regole del delitto perfetto.  

2. Ha lavorato anche per il cinema. L’attore ha partecipato spesso anche ai dei prodotti audiovisivi dedicati al grande schermo. Infatti, ha lavorato in Hunter (2013), Tokarev (2014), Blood and Circumstance (2014), Slider (2014), Lily & Kat (2015), Campus Code (2015), Cardboard Boxer (2016), Blowtorch (2016), The Song of Sway Lake (2017), We Are Boats (2018) e Berserk (2019). Inoltre, ha preso parte anche ai corti Sunburn (2012) e At 30 We Throw Dinner Parties (2019). Nello stesso anno è apparso nel film Berserk e We are Boats.

3. È anche sceneggiatore e produttore. Nel corso della sua breve ma intensa carriera, l’attore ha avuto la grande possibilità di poter esplorare i campi della sceneggiatura e della produzione. Infatti, ha partecipato alla realizzazione, in questi due campi, oltre che nella recitazione, del corto Crossbow (2019).

Jack Falahee Instagram

4. Ha un profilo molto seguito. L’attore ha un account personale su Instagram che è seguito da qualcosa come 1,2 milioni di persone in tutto il mondo. Sulla sua bacheca sono molte le foto che lo ritraggono protagonista tra momenti di lavoro e svago, insieme a colleghi e amici o in compagnia del suo cane.

Jack Falahee fidanzato

5. Non sarebbe fidanzato. Il condizionale sarebbe un obbligo, dato il fatto che l’attore tiene mantenere la sua vita privata molto riservata. Infatti, non è mai trapelato nulla circa le sue possibili frequentazioni amorose, nè passate, nè tanto meno presenti.

6. Ha dovuto dire di essere etero. Dopo l’inizio de Le regole del delitto perfetto, all’attore è stato chiesto di frequente se fosse omosessuale come il suo personaggio. Sebbene all’inizio egli si asteneva dal definire il suo orientamento sessuale, nel corso del 2016 ha voluto chiarire, facendo coming out su Twitter e dichiarando di essere eterosessuale.

Jack Falahee Mercy Street

7. È stato più facile che girare scene contemporanee. L’attore ha dichiarato di aver girato le scene del suo personaggio in Mercy Street con maggiore facilità rispetto a show ambientati in tempi presenti. Stando a quanto detto “devi indossare la tua uniforme e parlare con accento straniero, sei su un cavallo e stai sparando. È come sentirsi in un ambiente più reale rispetto a quando interpreto Prius ad Hollywood”.

Jack Falahee Le regole del delitto perfetto

Jack Falahee Le regole del delitto perfetto8. Ha amato lavorare con Viola Davis. Falahee ha dichiarato di aver concretizzato un sogno lavorando con Viola Davis “è un mio idolo. Quando ero alla NYU, vidi Fences a Broadway con lei e Denzel Washington. Dopo un anno e mezzo sono seduto ad un tavolo leggendo Le regole del delitto perfetto”.

9. Non pensava che la scena di sesso potesse avere grande attenzione. L’attore ha ammesso di essere rimasto sorpreso da questo fatto, anche perché per lui, quando ha letto il copione, non ha pensato al fatto che il suo personaggio fosse gay e che si sarebbe relazionato in maniera intima con Oliver, ritenendo tutto ciò naturale come deve essere.

Jack Falahee: età e altezza

10. Jack Falahee è nato il 20 febbraio del 1989 ad Ann Arbor, nel Michigan, e la sua altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.

Fonti: IMDb, Daily Mail, eonline, Variety

Taraji P. Henson: 10 cose che non sai sull’attrice

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Taraji P. Henson: 10 cose che non sai sull’attrice

Taraji P. Henson è una di quelle attrici che ha contribuito a cambiare il mondo delle serie tv grazie alle sue incredibili interpretazioni. L’attrice ha dimostrato di saper scegliere i ruoli migliori adatti ai suoi talenti, non solo per quanto riguarda l’ambito seriale, ma anche verso il grande schermo.

Ecco dieci cose da sapere su Taraji P. Henson.

Taraji P. Henson: film e serie

Taraji P. Henson: film e serie1. Una vita spesa tra serie tv. L’attrice ha cominciato la sua carriera nel mondo della recitazione nel 1997, grazie a Un genio in famiglia, The Parent ‘Hood e Sister Sister. In seguito, ha recitato in E.R. – Medici in prima linea (1998), Bayside School (1998); Felicity (1998-1999), Pacific Blue (1999) e Squadra Med – Il coraggio delle donne (2000). Tra i suoi ultimi lavori seriali, vi sono The Division (2003-2004), Half & Half (2005), Dr. House – Medical Division (2005), CSI – Scena del crimine (2006), Boston Legal (2007-2008), Eli Stone (2008), Person of Interest (2011-2015) e Empire (2015 – 2020).

2. Ha lavorato in diversi film. L’attrice non prestato la sua attività di attrice solo e soltanto per il piccolo schermo, arrivando a lavorare in molti film. Infatti, ha partecipato a Le avventure di Rocky e Bullwinkle (2000), Baby Boy – Una vita violenta (2001), Hair Show (2004), Hustle & Flow – Il colore della musica (2005), Four Brothers – Quattro fratelli (2005), Something New (2006) e Parla con me (2007). In seguito, ha lavorato in Il curioso caso di Benjamin Button (2008), The Karate Kid – La leggenda continua (2010), Notte folle a Manhattan (2010), The Good Doctor (2011), L’amore all’improvviso – Larry Crowne (2011), La guerra dei sessi – Think Like a Man Too (2014), Ossessione omicida (2014), Il diritto di contare (2016), Proud Mary (2018) e The Best of Enemies (2019).

3. È anche doppiatrice e produttore. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha sperimentato anche diversi ambiti: infatti, ha lavorato come doppiatrice, prestando la propria voce per i film L’era glaciale – La grande caccia alle uova (2016), Ralph spacca Internet (2018) e un episodio di The Cleveland Show (2010). In quanto produttrice, ha lavorato alla realizzazione dei film Ossessione omicida, Seasons of Love (2014), Proud Mary e What Men Want, mentre ha prodotto gli speciali tv Taraji and Terrence’s White Hot Holidays (2015) e Taraji’s White Hot Holidays (2016 e 2017).

Taraji P. Henson nuda?

L’attrice Taraji P. Henson è considerata una delle più belle donne afroamericane di Hollywood e oltre ad essere considerata tra le più hot l’attrice non ha mai recitato in scene di nudo.

Taraji P. Henson Instagram

4. Ha un profilo seguitissimo. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da qualcosa come 14,4 milioni di persone. La sua bacheca è piena di foto che la ritraggono tra momenti di lavoro svago, senza dimenticare i momenti nostalgia e quelli condivisi con il proprio partner.

Taraji P. Henson Person of Interest

Taraji P. Henson Person Of Interest5. Voleva fare questa serie. L’attrice ha dichiarato che in quel momento non aveva intenzione di mettersi alla prova con una serie tv, preferendo fare cinema. Tuttavia, aveva sentito parlare del progetto, riuscendo ad ottenere la sceneggiatura, finendo per essere contattata da Jonathan Nolan stesso e capendo che voleva fare questa serie.

6. Ha partecipato a diverse stagioni. In Person of Interest, l’attrice interpreta Joss Carter, uno dei personaggi ricorrenti della serie. Nella fattispecie, appare nelle stagioni 1, 2, 3 e torna anche nella quarta.

Taraji P. Henson marito

7. Era in procinto di convolare a nozze. Il giorno della festa della mamma del 2018, il 13 maggio, l’attrice ha annunciato di essere fidanzata ufficialmente con il giocatore di football Kelvin Hayed. Tuttavia, non è chiaro se i due si siano già sposati, in quanto non ci sono notizie a riguardo.

8. Ha avuto relazioni famose. Prima di trovare la serenità con il suo attuale compagno, l’attrice ha frequentato diversi uomini famosi. Infatti, dal 2005 al 2007, ha frequentato l’artista di hip hop Common, mentre dal 2008 al 2009 si è vista con il giocatore dell’NBA Lamar Odom. Pare, inoltre, che si sia frequentata con il collega Michael Ealy tra il 2012 e il 2013.

Taraji P. Henson figlio

9. È diventata madre molto giovane. L’attrice ha avuto il suo primo ed unico figlio, Marcell, a 24 anni, rimanendo incinta durante il primo anno di college. Il padre del bambino era William Lamar Johnson, assassinato nel 2003.

Taraji P. Henson: età e altezza

10. Taraji P. Henson è nata l’11 settembre del 1970 a Washington, nel District of Columbia, e la sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider, Ranker

Phoebe Tonkin: 10 cose che non sai sull’attrice

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Phoebe Tonkin: 10 cose che non sai sull’attrice

Phoebe Tonkin è una di quelle attrici che ha contribuito ha cambiare il volto delle serie tv, grazie anche alle sue brillanti performance. L’attrice pratica questo mestiere sin da ragazza e ha sempre dimostrato di non aver mai sbagliato nel scegliere i propri ruoli, diventando molto apprezzata.

Ecco dieci cose da sapere su Phoebe Tonkin.

Phoebe Tonkin serie

Phoebe Tonkin serie1. Una vita contraddistinta dalle serie. La sua carriera nasce grazie al piccolo schermo, ambito in cui inizia a recitare nel 2006 grazie alla serie H2o, restandovi fino al 2010. In seguito, ha lavorato in Packed to the Rafters (2009-2010), Home and Away (2010), The Secret Circle (2011-2012), The Vampire Diaries (2012-2013) e Stalker (2015). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Pillow Talk (2017), Safe Harbour (2018), The Affair: Una relazione pericolosa (2018), The Originals (2013-2018) e Bloom (2019). Nel 2020 l’attrice Penny in Westworld – Dove tutto è concesso. e nella seconda stagione di Bloom,

2. Ha lavorato anche in alcuni film. L’attrice non ha prestato la sua opera solo ed elusivamente per il piccolo schermo, ma ha lavorato anche in alcuni film di un certo rilievo. Nel 2010 ha debuttato sul grande schermo in Il domani che verrà – The Tomorrow Series (2010), per poi proseguire con Shark 3D (2012), The Ever After (2014), Take Down (2016) e The Place of No Words (2019). Inoltre, ha lavorato anche per i cortometraggi Cul de Sac (2016) e Final Stop (2018). Nel 2021 interpreterà Brenda Stone in We Are Gathered Here Today, Gwen nel film Night Shift. Nel 2022 invece farà parte del cast di Transfusion e nell’atteso film Babylon di Damien Chazelle.

3. È anche regista e sceneggiatrice. Oltre che lavorare intensamente sui suoi talenti attoriali, l’attrice si è dedicata anche ad altre attività, come la regia e la sceneggiatura. Infatti, ha scritto e dirigerà un corto, attualmente in fase di pre-produzione, dal titolo Furlough.

Phoebe Tonkin Instagram

4. Ha un profilo molto seguito. L’attrice ha aperto un proprio profilo Instagram che è seguito con successo da qualcosa come 5 milioni di persone. La sua bacheca è un tripudio di immagini che la vedono spesso protagonista tra momenti di lavoro, viaggio o svago, senza contare le foto che ritraggono nelle vesti di ballerina, una delle sue più grandi passioni.

Phoebe Tonkin e Paul Wesley

5. Sono stati fidanzati diversi anni. Lei e Paul Wesley si sono conosciuti sul set di The Vampire Diaries e si sono innamorati. Una storia abbastanza comune per chi frequenta certi ambiti, che a volte tende a durare poco. Eppure, la loro storia ha preso subito il via e sono stati fidanzati dal 2013 al 2017, hanno in cui, purtroppo, si sono lasciati.

Phoebe Tonkin fidanzato

6. Non è chiaro se ad oggi sia single. Un paio di anni fa, l’attrice era stata pizzicata in compagnia di Charlie McDowell, ex fidanzato di Rooney Mara, mentre si trovavano in aeroporto. Dal quel momento si è capito che i due si stavano frequentando, ma non è chiaro se lo stiano facendo anche di recente.

7. Ha avuto diversi fidanzati famosi. Sembra che l’attrice abbia avuto dei fidanzati per nulla comuni e, anzi, molto famosi. Dal 2006 al 2008 ha avuto una storia con Tom Felton (Draco Malfoy della saga di Harry Potter), mentre si sarebbe frequentata per qualche mese con il collega Xavier Samuel. Inoltre, tra i vari flirt che le sono stati attribuiti, ci sarebbero quelli con Ed Westwick, Joseph Gordon-Levitt e Chris Zylka.

Phoebe Tonkin in The Originals

Phoebe Tonkin The Originals8. Vedere dirigere gli altri le ha fatto venire voglia di essere anche regista. Phoebe ha rivelato si essersi sentita molto ispirata dai suoi colleghi che hanno praticato la regia e la sceneggiatura, tanto da voler praticare lei stessa questi due ambiti.

9. Ha ritrovato delle sue vecchie colleghe. Sul set di The Originals, l’attrice si è trovata a recitare con delle colleghe che aveva lasciato dopo la fine di H2o. infatti, ha rincontrato Claire Holt, che nella serie era una sirena come lei, mentre Andrew Less era apparso come guest star.

Phoebe Tonkin: età e altezza

10. Phoebe Tonkin è nata il 12 luglio del 1989 a Sydney, in Australia, e la sua altezza complessiva corrisponde a 172 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider, Ranker, Daily Mail

Matthew Daddario: 10 cose che non sai sull’attore

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Matthew Daddario: 10 cose che non sai sull’attore

Matthew Daddario è uno di quegli attori che ha contribuito alla rivoluzione del mondo delle serie tv, grazie alle sue particolari ed incisive interpretazioni. L’attore ha iniziato la sua carriera da qualche anno, ma a subito dimostrato di saper scegliere i ruoli migliori senza dipendere dal cognome famoso che porta. Ecco dieci cose da sapere su Matthew Daddario.

Matthew Daddario serie

Matthew Daddario serie1. Ha lavorato ad una serie molto famosa. Nel corso della sua carriera, iniziata nel 2012, l’attore è apparso in una sola serie televisiva, molto famosa, che lo ha lanciato nel mondo seriale e che ha contribuito a renderlo famoso in tutto il mondo. La serie in questione è Shadowhunters del quale ha fatto parte dal 2016 al 2019, partecipando a tutti e cinquantacinque episodi.

2. Ha lavorato anche in alcuni film. L’attore non ha partecipato solo alla serie tv come detto sopra, ma ha lavorato anche in diversi film. La sua carriera è iniziata con il cortometraggio The Debut (2012), per poi lavorare nei film Passione innocente (2013), 36 Saints (2013), Delivery Man (2013), Growing Up and Others Lies (2014), Il tempo di vincere (2014), No kiss list: va a finire che ti amo (2015) e Cabin Fever (2016).

Nel 2020 è apparso nei panni di Blaine nella serie tv Tommy. Nel 2021 ha interpretato Owen nel film Trust, mentre è stato protagonista nel cast di Why Women Kill nei panni di Scooter Polarsky. Nel 2019 è apparso per l’ultima volta nei panni di Alec Lightwood nella serie tv Shadowhunters: The Mortal Instruments.

3. È anche produttore e regista. L’attore non ha prestato solo questa attività nel corso della sua carriera, ma ha anche sperimentato diversi ambiti. Infatti, si è prestato come produttore, lavorando alla realizzazione del documentario, attualmente in lavorazione, intitolato Nomad Cowboys. Inoltre, ha diretto, prodotto e interpretato il cortometraggio The Last Hunt, uscito nel 2016.

Matthew Daddario Instagram

4. Ha un profilo molto seguito. Come molti altri suoi colleghi, anche l’attore ha aperto un proprio profilo Instagram che è seguito da qualcosa come 2,5 milioni di persone in tutto il mondo. La sua bacheca pullula di foto che lo vedono spesso impegnato in momenti lavorativi, ma anche durante i viaggi e i momenti quotidiani con sua moglie. Inoltre, sono molte le foto che ritraggono gli adorati cani della sua famiglia.

Matthew Daddario e Dominic Sherwood

5. Hanno commesso una gaffe in diretta. Circa un paio di anni fa, Dominic Sherwood non era conscio di essere nella diretta streaming di Matthew, lasciandosi andare ad un insulto omofobo, sebbene interpreti un personaggio a favore dei diritti LGBTQ in Shadowhunters. Anche se Daddario ha cercato di far capire al collega la gaffe, ormai era troppo tardi e, in seguito, il collega ha registrato un video messaggio di scuse.

Matthew Daddario fidanzata

6. È sposato da qualche tempo. A vederlo magari non si direbbe, eppure l’attore si è sposato il 31 dicembre del 2017. Dopo un lungo fidanzamento con Esther Kim durato quattro anni – i due si erano conosciuti nel 2013 – la coppia si è finalmente sposata. Per il momento, i due non hanno ancora figli.

Matthew Daddario Shadowhunters

Matthew Daddario shadowhunters7. Aveva in mente un altro ruolo. Inizialmente, l’attore aveva fatto il provino per poter interpretare il personaggio di Jace. Dopo aver visto l’audizione, l’autrice dei libri dai quali la serie è stata tratta, Cassandra Clare, ha suggerito ai produttori di considerarlo per il ruolo di Alec.

8. Ha ricevuto diverse candidature. Grazie alla sua interpretazione nella serie, l’attore ha ricevuto diverse nomination, vincendo quella alla Miglior Star Emergente in una serie tv ai Teen Choice Award del 2016 e al Miglior attore in una serie tv sempre ai Teen Choice nel 2018.

Matthew Daddario e Alexandra Daddario

9. Ha una sorella famosa. Matthew è conosciuto ai più anche per il fatto di essere il fratello minore di Alexandra Daddario, attrice molto famosa soprattutto in campo cinematografico. Di fatto, l’attore è il fratello di mezzo: infatti, Alexandra è sorella più grande, mentre Catharine è sua sorella più piccola.

Matthew Daddario: età e altezza

10. Matthew Daddario è nato l’1 ottobre del 1987 a New York City, in America, e la sua altezza complessiva corrisponde a 191 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

Ashley Rickards: 10 cose che non sai sull’attrice

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Ashley Rickards: 10 cose che non sai sull’attrice

Ashley Rickards è una di quelle attrici che ha contribuito a rivoluzionare il mondo delle serie tv, grazie anche alle sue indiscutibili ed incisive interpretazioni. L’attrice ha iniziato a praticare questa professione sin da quando era una ragazzina, dimostrando di avere grandi capacità decisionali e scegliersi i ruoli migliori. D’altra parte, sarebbe strano se non facesse parte del Mensa, dato il suo alto quoziente intellettivo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Ashley Rickards.

Ashley Rickards serie

ashley rickards

1. Una carriera divisa tra le serie tv. La carriera dell’attrice è iniziata nel 2006 grazie alla sua apparizione nella serie Tutti odiano Chris, per poi partecipare a CSI: NY (2007), Zoey 101 (2007), Ugly Betty (2007), Entourage (2008) e One Tree Hill (2008-2009). In seguito, ha lavorato nelle serie Outlaw (2010), American Horror Story (2011), Diario di una nerd superstar (2011-2016), Dimension 404 (2017), The Flash (2016-2017) e ctrl alt delete (2019). Inoltre, ha preso parte anche al film tv American Family (2007). Nel 2019 ha interpretato A’sha nella serie tv ctrl alt delete. Nel 2020 interpreta Alana nel film Smiley Face Killers. Nel 2021 è ritornata nei panni di Rosalind Dillon / Top / The Top nella serie The Flash.

2. Ha fatto anche del cinema. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha prestato la sua attività solo per il piccolo schermo. Infatti, ha partecipato a diversi film, come Gamer (2009), Fly Away (2011), Struck by Lightning (2012), Sassy Pants (2012), Oltre il male (2014), Ghost Movie 2 – Questa volta è guerra (2014), Comportamenti molto… cattivi (2014), Le reiette (2017), Il lato oscuro della rete (2017) e The Danger of Positive Thinking (2018).

3. È doppiatrice e regista. L’attrice ha sperimentato diversi ambiti diversi dalla recitazione, vestendo i panni della doppiatrice e delle regista. In quanto doppiatrice, ha prestato la propria voce per la serie Robot Chicken (2015), mentre come regista ha diretto due episodi di Diario di una nerd superstar tra il 2014 e il 2015.

Ashley Rickards Instagram

4. Ha un profilo ufficiale. Come la maggior parte dei colleghi, anche l’attrice ha aperto un proprio account Instagram che è seguito da 432 mila persone in tutto il mondo. L’attrice non è molto attiva sul social, ma sono molte le foto che la vedono protagonista tra momenti lavorativi e di svago. In particolare, sono molte le foto che la ritraggono insieme al suo cagnolino.

Ashley Rickards One Tree Hill

5. Le ha fatto capire tante cose. La sua esperienza in One Tree Hill ha fatto capire all’attrice quali passioni seguire. Tra le tante, ci sono la scrittura, la produzione e la regia, seguita dalla recitazione, ovviamente. L’attrice stessa si è definita interessata a tutte le sfaccettature dell’arte, tanto da essere conosciuta come poetessa, pittrice e scrittrice, tanto da aver pubblicato il suo primo libro nel marzo 2015, intitolato Da nerd a superstar.

6. È diventata il suo personaggio. Asheley ha ammesso di diventare spesso il suo personaggio nella vita privata, assumendo gli aspetti esteriori degli stessi. Questo è accaduto anche per questa serie, grazie alla quale ha cominciato a vestire felpe con il cappuccio, jeans strappati e Converse ai piedi.

Ashley Rickard Diario di una nerd superstar

ashley rickards

7. Ha interpretato un personaggio più piccolo. Nella serie, l’attrice ha interpretato un ruolo più piccolo di lei di qualche anno. Infatti, l’attrice è nata nel 1992, mentre Jenna, la protagonista della serie, è nata nel 1995.

Ashley Rickards fidanzato

8. Attualmente è impegnata. L’attrice non ha mai fatto trapelare nulla circa la sua vita privata, ma sembra che sia fidanzata da diverso tempo. Pare, infatti, che dal 2014 stia frequentando Tom Cole e che la coppia si sia fidanzata ufficialmente di recente.

9. È stata fidanzata con un collega di set. Non è ben chiaro quando sia successo, ma l’attrice è stata fidanzata per qualche tempo con il collega di Diario di una nerd superstar Brett Davern. I due si sono conosciuti nel 2011, anno di inizio della serie.

Ashley Rickards: età e altezza

10. Ashley Rickards è nata il 4 maggio del 1992 a Sarasota, in Florida, e la sua altezza complessiva corrisponde a 162 centimetri.

Fonte: IMDb

Danielle Campbell: 10 cose che non sai sull’attrice

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Danielle Campbell: 10 cose che non sai sull’attrice

Danielle Campbell è una delle attrici che ha contribuito a cambiare il panorama delle serie tv grazie anche alle sua interpretazioni tanto magnetiche, quanto incisive.

L’attrice ha iniziato a lavorare nel mondo seriale e cinematografico sin da quando era poco più di una bambina, dimostrando al mondo di saper scegliere i ruoli migliori per i suoi talenti e riuscendo a farsi apprezzare da diverse generazioni.

Ecco, allora, dieci cose che forse non sapevate su Danielle Campbell.

Danielle Campbell serie

Danielle Campbell serie tv1. Ha iniziato con il botto. La carriera della Campbell è iniziata subito partendo in quarta, debuttando in Prison Break nel 2006. In seguito, ha lavorato in Zeke e Luther (2010), Drop Dead Diva (2012), The Originals (2013-2018) e Runaways (2017-2018). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Alive in Denver (2018), Famous in Love (2018), All American (2018) e Tell Me a Story (2018-2019). Inoltre, ha recitato anche nei film tv Starstruck – Colpita da una stella (2010) e Shrimp (2018). Nel 2020 è tornata nel cast della seconda stagione di Tell Me a Story. Nel 2021 farà parte del cast del film Share.

2. Ha lavorato anche per il grande schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha prestato la propria opera anche per prodotti cinematografici. Infatti, è apparsa nei film The Poker House (2008), Prom (2011), Madea’s Witness Protection (2012), Race to Win (2016), F the Prom (2017), American Pets (2018), You Can Choose Your Family (2018) e Ghost Light (2018).

Danielle Campbell Instagram

3. Ha un profilo seguitissimo. L’attrice ha aperto un proprio account Instagram che è seguito da qualcosa come 3 milioni di persone in tutto il mondo. Sulla bacheca si trovano moltissime foto che la vedono protagonista di momenti che si suddividono tra lavoro e svago, tra colleghi e amici.

Danielle Campbell fidanzato

4. È fidanzata con un collega. L’attrice è attualmente fidanzata con il collega Colin Woodell, ormai da quasi un paio di anni a questa parte. Pare che i due si siano conosciuti sul set di The Originals che si siano conosciuti sul set di The Originals e che da allora non si siano più lasciati.

5. Ha avuto dei fidanzati famosi. Nel corso della sua vita, la giovane attrice ha avuto diversi fidanzati, di cui alcuni famosi. Infatti, la sua relazione più conosciuta è quella avuta con Louis Tomlinson, cantante e membro degli One Direction. I due si sono frequentati dal novembre 2015 al dicembre 2016. Tra i vari flirt che le sono stati attribuiti, ci sarebbero quelli con Tyler Posey e Gregg Sulkin.

Danielle Campbell The Originals

Danielle Campbell The originals6. Ha amato crescere con il personaggio. L’attrice ha dichiarato di essere stata contenta di poter crescere insieme al personaggio di Davina. Infatti, nel momento in cui ha iniziato a girare la prima stagione della serie era ancora minorenne, arrivando a praticare un percorso verso l’età adulta con il suo personaggio.

7. È stato interessante conoscere le sue potenzialità. Ciò che ha soddisfatto l’attrice è stato il fatto di poter scoprire di volta in volta tutte le potenzialità del suo personaggio e come si evolve la sua storia con Kol. La parte più interessante è stata capire come si destreggia con la magia oscura a seconda di quanto riesce a farne parte.

Danielle Campbell Runaways

8. Ha interpretato una leader. In questa serie tv, che si compone di due stagione, l’attrice interpreta Eiffel, il capo delle cheerleader e studentessa molto popolare alla Atlas Academy. Il suo è un personaggio ricorrente, tanto da apparire sia nella prima che nella seconda stagione.

9. Ha lavorato per la Marvel. Runaways è una serie creata per Hulu e basata sugli omonimi personaggio della Marvel Comics. Di fatto, l’attrice ha recitato in una serie facente parte del Marvel Cinematic Universe, in quanto anche prodotta da Marvel Television.

Danielle Campbell: età e altezza

10. Danielle Campbell è nata il 30 gennaio del 1995 a Hinsdale, Illinois, e la sua altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.

Fonti: IMDb, Collider, Ranker

What’s love got to do with it, recensione del film con Lily James

C’era una volta una principessa, e adesso non c’è più. È come se il fumo che immerge il volto di bambini diventati adulti, si elevi allo spegnimento di ogni candelina a coltre nebbiosa che allontana il sogno, lasciando spazio all’impatto con la realtà. Compleanno, dopo compleanno, ci muoviamo in spazi desolati, sconosciuti; ci incamminiamo lungo i sentieri dell’esistenza colmi di speranza, per poi inciampare sempre sullo stesso ostacolo.

Imbastito da un’ironia intelligente e dall’umorismo tagliente, (presentato in anteprima alla 17.esima edizione della Festa del cinema di Roma) non intende mostrarsi nelle vesti di fiaba principesca, ma sguardo pungente sulla realtà. In Zoe (Lily James) scorre nelle vene quella speranza infantile di vivere il proprio “e vissero felici e contenti”, sebbene a muoversi silente nella mente sia l’eco di un monito che le ricorda la dura legge della quotidianità. Le fiabe vanno strette nel mondo delle donne di oggi; le loro pagine si sono ingiallite, e il racconto infuso di sogni e sospiri ha lasciato spazio a una gomma che tutto cancella, mentre gli occhi si svegliano dal sonno per affrontare il grigiore della realtà.

What’s love got to do with it: la trama

Zoe è una documentarista inglese di successo, mentre il suo vicino di casa Kazim è un oncologo di origine pakistana. Le loro famiglie sono cresciute fianco a fianco nella Londra multietnica. Quando Kazim comunica a Zoe di volersi sposare secondo la tradizione, ovvero lasciando scegliere ai suoi genitori la sua sposa, Zoe decide di girare un documentario sui matrimoni combinati (anzi, “assistiti”, come vuole la nuova dicitura) dal titolo Love (contr)actually. Quello che ne deriverà è uno scontro con i propri sentimenti e con emozioni tenute per troppo tempo a freno.

Giostre di anime perdute

Scorre silente e leggiadra, tra gli inframezzi del film di Shekhar Kapur un’ordinarietà che aspira a vivere di colori, ma che si ritrova, a fatica, a ricercare nello spazio di un mondo che vive di ambizionim ed è sovraesposto a continue aspettative la propria metà della mela. La commedia di Kapur è un saggio sull’amore contemporaneo, sulle difficoltà di trovare la propria anima gemella, o anche solo un partner che possa compensare quel vuoto lacerante che si fa spazio dentro di noi.

Siamo un mondo di anime perdute, che vagano sole illuminate dallo schermo di un pc; anime che passano incuranti le une di fronte alle altre, senza sapere che il defibrillatore che potrebbe farci riprendere il proprio battito cardiaco è lì, a pochi sentimenti da noi.

Un’incuranza che spinge ancora molti giovani a riporre la propria fiducia su un matrimonio combinato, nella speranza che sia il caso a svoltare il proprio destino, livellando una mancanza interiore che si fa sempre più profonda, sempre più insistente. Ed è inseguendo chi non crede nell’amore, o chi lo cerca a tutti i costi, mentre le lancette dell’esistenza scorrono inesorabilmente, che il regista di origine indiana costruisce la propria giostra dell’amore. Un palcoscenico colorato, illuminato da luci calde, accese e brillanti, e pennellato, che eleva a perfetto correlativo visivo di due personalità giovani, genuine ed estroverse come Zoe e Kazim. Due anime incapaci, però, di farsi artefici del proprio destino, lasciando che a illuminare quel percorso impervio chiamato vita, sia la volontà e il desiderio imposto da altri. Ciechi e sordi, vagano soli, perdendosi, fino a ritrovarsi, e insieme a squarciare quel velo che impediva loro la vista reimparando a camminare mano nella mano. 

Sguardi riflessi

In questo gioco di luci e ombre, cuori che battono e altri che attendono di riprendere il proprio ritmo regolare, non è un caso se a inserirsi con discrezione, tra i raccordi di montaggio, è un elemento meta-cinematografico dal forte impatto simbolico. Per una donna come Zoe, che alla portata fantastica delle fiabe ha preferito la registrazione diretta della realtà, la velleità documentarista rivela uno slancio intimistico volto a ritrovare, tra lo spazio di una videocamera, un portale diretto con le proprie emozioni. Incapace di cogliere direttamente i segni che il mondo circostante le lancia circa la propria vita personale e professionale, è dalla riproduzione della propria opera, da quel riflesso sullo schermo, che Zoe si pone a confronto con i propri fantasmi interiori, e i propri  soffocati desideri. È il cinema che si fa specchio riflettente, visione speculare di se stessi; una mano che desta la ragazza dal torpore del sonno, per lanciarla finalmente nel proprio sogno dell’esistenza.

What’s love got to do with itIl viaggio dell’amore

È una pellicola che vive dei canoni imposti dalla commedia d’amore, What’s Love Got To Do With It; un’adesione perfetta che non lascia spazio a tentativi di sabotaggio, o ribaltamenti interni, da parte del proprio regista nei confronti del genere di appartenenza. Senza tradire le aspettative degli spettatori, l’opera si sviluppa su una certa prevedibilità di fondo. Un viaggio di celluloide, durante il quale lo spettatore non sente il timore di perdersi, perché ben conscio di quale sarà la destinazione finale.

Ma se la meta è certa, è il modo in cui il viaggio si sviluppa,  e le tappe intermedie che lo tocca, che è tutto da scoprire; investendo di un umorismo coinvolgente la propria opera, e affidandosi al talento dei propri interpreti, il regista riesce là dove molti mancano: far ridere e commuovere, senza scadere mai nell’esacerbato sentimentalismo. Un’operazione riuscita nella sua semplicità, inserendo punti di svolta e cadute dell’eroe a volte imprevedibili e capaci di sorprendere. Il suo What’s Love Got To Do With It scorre pertanto senza intoppi lungo un rettilineo asfaltato e puntellato di alacre freschezza. Un percorso che ammalia, diverte e intrattiene, la cui destinazione alquanto nota e prevedibile è solo un surplus interiore per un viaggio lungo cui lasciarsi trainare e trasportare con allegria e commozione.

Tra gioie e dolori

È un universo perennemente in collisione, eppure in equilibrio su se stesso, What’s Love Got To Do With It. Una costruzione filmica che cerca il punto di declino, per risalire a testa alta, donando una giusta dose di ottimismo al proprio pubblico. Infuso di un calore domestico e familiare, il mondo di Zoe e Kazim è però sempre minacciato dalla comparsa lancinante di un dolore; è una sofferenza latente, che sbuca e distrugge dall’interno non appena la consapevolezza dei propri errori fa il proprio agguato, e la ragione lascia spazio all’emotività. Una fitta dolorosa che tutto prende e raffredda, scolorendo i colori, e raffreddando i toni. Il rosso dell’amore sperato, agognato, sognato, lascia spazio al blu della notte della mente e del buio dell’anima. Un rapporto dicotomico di uno scarto ambivalente di  attrazioni represse, e sentimenti sottaciuti. Un microcosmo che trova nel personaggio di Zoe il proprio asse terrestre attorno al quale stabilire il proprio moto rotatorio, lasciandosi cullare tra i suoi difetti e pregi, vizi e tante virtù.

Lily James e la sua solarità donano un che di magico, un tocco unico e particolare al mondo di Zoe, che perfetto non è. Una vitalità pronta a lasciarsi adombrare dalle proprie insicurezze, mentre fuori tutto pare una festa. Una lotta interna, la sua, e in continua esecuzione, tenuta nascosta agli occhi del mondo, soprattutto se a osservarla sono sguardi pieni di gioia e irrefrenabile ottimismo come quelli della madre (una gioiosa e inarrestabile Emma Thompson). Ne consegue un ulteriore lettura empatica e interpersonale, dove al desiderio di coppia, si affianca il rapporto a volte conflittuale, e colmo di incomprensioni tra madre e figlia. Uno scarto generazionale, di giovani che sentono il peso delle ambizioni genitoriali, e genitori che riversano sui figli semi di sogni e speranze che loro stessi non sono stati in grado di coltivare, e che fanno dell’opera di Kapur una pellicola a tutto tondo, di cuore e di pancia.

Sebbene edulcorato nei modi e nella risoluzione di conflitti complicati, il film di Kapur riesce comunque ad ancorarsi al mondo che ci scorre attorno, non cedendo mai alle grinfie dell’irrealtà, ma confezionando un abito perfettamente aderente alla quotidianità tanto di Zoe, che del proprio pubblico. Una realtà fatta di giovani sognatori, con gli occhi pieni di speranze, che trovano nel riflesso di uno schermo cinematografico quella fiamma bruciante che accendi il proprio fuoco interiore e illumini loro il cammino. 

Amsterdam, la recensione del film di David O. Russell

Amsterdam, la recensione del film di David O. Russell

David O. Russell torna sul grande schermo con Amsterdam, ben 7 anni dopo Joy, pronto a conquistare una standing ovation da parte del pubblico. Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, e sarà nelle sale dal 3 novembre.

L’hype costruitosi attorno alla pellicola, grazie soprattutto al parterre di attori proposto dal regista, ha lasciato con il fiato sospeso fin’ora e con la speranza che l’attesa valesse le aspettative. Fra i produttori compare il nome di Christian Bale, protagonista principale della storia nonché voce narrante.

Amsterdam, la trama

New York, 1933. Il dottor Burt Berendsen (Christian Bale) e Harold Woodman (John David Washington) sono veterani della Prima Guerra Mondiale, legati da una forte amicizia fraterna. L’arrivo nella loro vita di Liz Meekins (Taylor Swift) sconvolge il già precario equilibrio dei due, i quali nel tentativo di scoprire cosa abbia causato la morte del padre di lei, si trovano invischiati in un omicidio di cui sono i primi sospettati.

È ora il 1918. Un flashback riporta indietro nel tempo, al periodo della Guerra. Dopo essere stati feriti in Belgio, i due vengono curati dall’infermiera Valerie Voze (Margot Robbie), con la quale instaurano un rapporto molto viscerale. I tre si trasferiscono ad Amsterdam, città in cui trascorrono il periodo più bello della loro vita, finché lei non sparisce nel nulla.

Un salto temporale riporta agli anni ’30. Dopo essersi ricongiunti con Valerie, il trio di amici cerca di venire a capo dell’omicidio sia del Generale Meekins che di sua figlia Liz, grazie all’aiuto di Gil Dillenbeck (Robert De Niro). Ma nel tentativo di farlo, si scontreranno con una forza molto più grande di loro: i complotti politici.

Una trama fragile per un cast stellare

90 grammi di crime comedy, un pizzico di slapstick, un po’ di noir e la “prorompenza” della storia del dopoguerra: ecco cos’è Amsterdam. Una pellicola ibrida, che nell’intento di far coesistere i generi di cui si dichiara pregna, rigurgita un prodotto plastificato e poco sviluppato. Per portare in sala un film all’apparenza valido, O. Russell ha “assoldato” un team di star dal grande calibro. Come pedine di un gioco li ha poi sparpagliati in una storia senza un capo né una coda, non dando loro un background approfondito né tantomeno un filo narrativo ben costruito. Ed ecco quindi il principale problema: una trama sconnessa portata avanti da personaggi spezzati a metà.

Fra sguardi in camera che rompono la quarta parete, una patina vintage che avvolge tutto il filmico, e i temi del razzismo e della dittatura europea che il regista tenta di amalgamare nel migliore dei modi, Amsterdam si perde nel vano tentativo di diventare il nuovo blockbuster dell’anno. Quel grandeur cinematografico che poteva quindi essere restituito – grazie anche all’aver “commissionato” un cast di tal portata per darne ulteriore spessore – rimane un’illusione. O meglio, un sogno.

L’unico elemento positivo è la nota sentimentale e affettiva del film. L’amore di Harold e Valerie che nonostante il periodo storico sfavorevole decidono ugualmente di iniziare una relazione alla luce del sole e la partnership fra Burt, Valerie e Harold che va al di là di qualsiasi pregiudizio, omicidio e dinamica politica. È perciò questa l’unica vittoria di Amsterdam: portare in scena un’amicizia solida, che non si piega alle distanze oltreoceano e soprattutto allo scorrere del tempo.

Burt, il narratore onnisciente di cui non si aveva bisogno

La prima regola aurea – come dice Robert McKee – applicabile sia nella stesura di un romanzo che di una sceneggiatura, è mostrare senza dover spiegare. O. Russell, invece, compie un atto di distruzione verso quell’artificio narrativo, sbriciolando quel poco di interesse investigativo che la trama stava faticando a trasmettere dopo l’omicidio di Liz Meekins. Testo e sottotesto, in un lungometraggio ben riuscito, sono la chiave necessaria affinché esso abbia un senso: in questo caso il regista sembra aver fatto di tutto per annientarli entrambi. Una scena non parla mai di ciò di cui sembra parlare, o non sarebbe autentica. C’è sempre altro oltre ciò che viene mostrato ed è l’unica arma per farla concretamente funzionare.

Il sottotesto, che funge da contraddizione al testo, è il meccanismo che spinge lo spettatore a porsi domande e partecipare alla dinamica. In Amsterdam, però, gli attori non possono compiere quella performance “multistratificata” indispensabile per la scoperta di quelle verità insite nelle battute. I comportamenti e i dialoghi dei protagonisti sui generis vengono spiegati ad ogni beat in maniera macchinosa dalla voce narrante del Burt di Christian Bale. Come se senza di essi la storia non venisse capita.

Sottolineare questo o quell’atteggiamento, questa o quella parola, invece di farla vedere grazie a stratagemmi, turning point e sequenze più dettagliate, non solo rallenta il progredire della storia, ma blocca la fruizione. Sapere tutto, come il narratore onnisciente di un libro, conduce alla noia e a volte anche alla frustrazione. E qui c’è solo il disperato bisogno di giungere ai titoli di coda il più in fretta possibile e senza dover assistere ad altri scempi.

Amsterdam si rivela perciò una pellicola di serie b, su cui è stato costruita attorno una grande propaganda per sopperire, probabilmente, ad una sua mancanza di contenuto. L’errore di O. Russell è stato non comprendere che a volte è meglio – anzi necessario – farsi da parte.

Alice nella Città, i numeri della XX edizione

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Alice nella Città, i numeri della XX edizione

Per usare una metafora calcistica, sono tanti i gol segnati dalla ventenne Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. Rispetto al 2021 ha registrato un aumento dei biglietti venduti del 51% tra scuole, accreditati e proiezioni serali, un aumento del pubblico di accreditati del 39% e, in generale, una crescita dell’interesse con 42.000 presenze (7.000 in più rispetto all’anno scorso ) tra Casa Alice, Auditorium Parco della Musica, Cinema Giulio Cesare, Auditorium Conciliazione e i luoghi della città che hanno ospitato le varie iniziative in programma. E si attendono ancora i 15 film in programmazione nel weekend e la proiezione, in chiusura di Alice nella Città lunedì, della serie “Boris 4”. Un dato su tutti premia questa ventesima edizione: un aumento del 31% di pubblico rispetto al 2019 anno che precede le restrizioni imposte dalla pandemia.

Complici di questa crescita: l’affluenza delle scuole finalmente libere di tornare in sala senza dispositivi di sicurezza (+68% delle classi presenti alle proiezioni rispetto al 2021); una programmazione “coraggiosa”, come l’hanno definita i direttori, capace di rispondere alla “richiesta di complessità” da parte del pubblico che ha scelto film che affrontano temi legati all’identità di genere, ai rapporti familiari e sociali, al passaggio dall’infanzia all’adolescenza; e infine la capienza dell’Auditorium Conciliazione che con i suoi 1500 posti è la sala più grande di tutta la Festa del Cinema.

“Se in passato eravamo molto seguiti soprattutto dalle scuole con le proiezioni del mattino – sottolineano Fabia Bettini e Gianluca Giannelli – quest’anno lo siamo stati anche la sera a dimostrazione del fatto che abbiamo allargato la nostra la nostra platea, intercettando un pubblico nuovo, non solo di giovani ma anche di appassionati di cinema. La crescita degli incassi del 70% – ha aggiunto – ci ha poi permesso per la prima volta di superare la quota di 500 mila euro di budget”.

Non solo, Alice nella Città ha rafforzato quest’anno anche il suo ruolo di scopritore di nuovi talenti: la sezione Panorama Italia è cresciuta sia in termine di presenza che di apprezzamento da parte di pubblico e critica e i cortometraggi sono stati molto seguiti (+35% rispetto al 2021) e per questo “saranno senz’altro – sottolineano i direttori – una frontiera su cui continueremo a concentrarci”.

Ancora i tanti ospiti internazionali, dai fratelli Dylan e Hopper Penn a Charlotte Wells, le masterclass con Russell Crowe e con Emma Marrone che hanno mostrato come sia importante il passaggio delle esperienze da una generazione all’altra; l’incontro con  James Gray e, infine, i film condivisi con la Festa del Cinema di Roma (“Poker Face” di Russell Crowe, “The Fabelmans” di Steven Spielberg, “Armageddon Time” di James Gray e la serie “Boris 4”) che hanno segnato “un’andata e ritorno virtuoso” e hanno permesso al pubblico di godere di entrambi i progetti, hanno poi reso unica questa edizione. Senza contare l’utilizzo dei maxi schermi di Urban Vision che hanno portato Alice nella Città tra le strade della Capitale e nel cuore della città. “Si è respirata un’aria di festa diversa – hanno commentato Fabia Bettini e Gianluca Giannelli – come se un’intera comunità si fosse ritrovata in piazza. Poi a riflettori spenti ragioneremo non solo sui numeri ma anche sugli obiettivi, ma per il momento i numeri ci hanno dato ragione sia per la nostra proposta, sia per il nostro approccio e sia per le collaborazioni messe in atto con le scuole di cinema e con i nostri media partners”. E hanno concluso: “Il cinema non può cambiare il mondo, ma un mondo lo può inventare. E questo nuovo mondo sta chiedendo anche una rigenerazione dell’industria cinematografica che deve essere più coraggiosa. C’è un pubblico fuori che ha voglia di cinema, non solo di intrattenimento, ed è pronto ad accogliere proposte nuove. E quest’anno più mai Alice nella Città lo ha dimostrato”.

  • Sono stati 32.0000 i biglietti emessi fino ad ora durante la XX esima edizione di Alice nella Città e 42.000 le presenze registrate tra Casa Alice, Auditorium Parco della Musica, Cinema Giulio Cesare e Auditorium Conciliazione (lo scorso anno le presenze sono state circa 35000). La biglietteria di Alice nella Città è aumentata del 51%. Si attendono però ancora 15 film in programmazione nel weekend e la proiezione in chiusura della serie Boris 4.

  • Alice nella Città ha programmato in calendario 81 proiezioni totali e ha registrato un aumento degli spettatori grazie anche alla capienza dell’Auditorium Conciliazione (1500 posti), la sala più grande della Festa del Cinema di Roma, che ha accolto il pubblico con una occupazione media del 85% per cento tra proiezioni mattutine, pomeridiane e serali.

  • Rispetto al 2021, le scuole presenti alle proiezioni sono aumentate del 68% e gli incassi del 70%. In confronto al 2019, anno pre Covid19, si registra un aumento del 31%.
  • I cortometraggi hanno registrato un aumento di pubblico del 35% rispetto allo scorso anno.

  • Gli accreditati che hanno partecipato ad Alice nella Città sono cresciuti del 39% rispetto al 2021.
  • Il budget di Alice nella Città del 2022 è di circa 500 mila euro.

Festa del Cinema di Roma 2022: tutti i film premiati

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Festa del Cinema di Roma 2022: tutti i film premiati

A partire dalla diciassettesima edizione, la Festa del Cinema di Roma è stata ufficialmente riconosciuta come Festival Competitivo dalla FIAPF (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films). A seguire, tutti i riconoscimenti assegnati oggi, sabato 22 ottobre, nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta alle ore 16.30 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA

Una giuria composta dalla regista e fumettista Marjane Satrapi, l’attore e regista Louis Garrel, i registi Juho Kuosmanen e Pietro Marcello e la produttrice Gabrielle Tana ha assegnato i seguenti riconoscimenti ai film del Concorso Progressive Cinema:

– Miglior Film: JANVĀRIS (JANUARY) di Viesturs Kairišs

– Gran Premio della GiuriaJEONG-SUN di Jeong Ji-hye

– Miglior regiaVIESTURS KAIRIŠS per Janvāris (January)

– Miglior attrice – Premio “Monica Vitti”KIM KUM-SOON per Jeong-sun

Miglior attore – Premio “Vittorio Gassman”: KĀRLIS ARNOLDS AVOTS per Janvāris (January)

– Miglior sceneggiatura: ANDREA BAGNEY per Ramona

– Premio speciale della Giuria (proposto dal Presidente a scelta fra le categorie sceneggiatura, fotografia, montaggio e colonna sonora originale): FOUDRE di Carmen Jaquier per la fotografia di Marine Atlan

È stata inoltre assegnata la Menzione Speciale della Giuria all’attrice LILITH GRASMUG per la sua performance in Foudre.

MIGLIOR COMMEDIA – PREMIO “UGO TOGNAZZI”
Una giuria presieduta dal cineasta Carlo Verdone e composta dall’attrice Marisa Paredes e dall’autrice e attrice Teresa Mannino ha assegnato il Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commedia (scelta fra i titoli delle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public), al film:

WHAT’S LOVE GOT TO DO WITH IT? di Shekhar Kapur

È stata inoltre assegnata la Menzione Speciale Miglior Commedia – Premio “Ugo Tognazzi” al film RAMONA di Andrea Bagney.

MIGLIORE OPERA PRIMA BNL BNP PARIBAS
Una giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Julie Bertuccelli e composta dal regista Roberto De Paolis e dalla critica cinematografica Daniela Michel ha assegnato il Premio Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas (scelta fra i titoli delle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public), al film:

– CAUSEWAY di Lila Neugebauer

Sono state inoltre assegnate due Menzioni Speciali Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas ai film RAMONA di Andrea Bagney e FOUDRE di Carmen Jaquier.

PREMIO DEL PUBBLICO FS
Tra i film del Concorso Progressive Cinema, gli spettatori hanno assegnato il Premio del Pubblico FS al film:

– SHTTL di Ady Walter

Il pubblico della proiezione ufficiale e della prima replica di un film ha espresso il voto utilizzando l’APP ufficiale della Festa del Cinema “Rome Film Fest” e attraverso il sito www.romacinemafest.it.

I NUMERI DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2022

Ramona, recensione del film di Andrea Bagney

Ramona, recensione del film di Andrea Bagney

Ramona e Bruno sono due anime destinate a incrociarsi nel marasma cittadino, e con le proprie parole dare inizio a una sinfonia urbana pronta a spegnersi per lasciar spazio allo scorrere dei pensieri, di riflessioni lanciati a mille tra bar e vie isolate. 

Filtrato dalla cinepresa di Andrea Bagney, Madrid si ammanta di un bianco e nero di altri tempi; un bicromatismo di un microuniverso non certo senza colore, ma a cui bastano due cuori che battono e si arrestano, l’uno di fronte all’altro, per plasmare un prisma cromatico di mille sfumature invisibili. È nello sguardo, nella velocità dei dialoghi, nelle labbra aperte nell’attesa di una risposta, che si celano le pennellate colorate dell’esistenza. 

Ramona si fa pertanto opera di altri tempi, una messa in sequenza di istantanee cinematografiche che elevano attimi di vita quotidiani in momenti veri, reali, ma soprattutto immortali. 

Ramona: la trama

È incostante, insicura, eppure sognatrice, la protagonista di Ramona, opera prima della regista Andrea Bagney, presentata nel corso della 17.esima edizione della Festa del cinema di Roma. Al centro della pellicola lei, quella Ramona (Lourdes Hernández) – chiamata da tutti Ona – che presta il proprio nome al titolo e che in una giornata di sole si imbatte nel curioso regista cinematografico Bruno (Bruno Lastra). Da subito innamorato di lei, luomo farà precipitare Ona in una spirale di dubbi circa la propria relazione col marito Nico (Francesco Carril) in un costante dialogo tra psicologia femminile, e arte cinematografica.

La vita che si fa evento speciale

Custode di momenti ordinari, assurti e assorti nella straordinarietà dell’evento cinematografico, Ramona è un po’ Manhattan di Woody Allen, un po’ Frances Ha di Noah Baumbach, con una spruzzatina di Richard Linklater, senza per questo perdere la propria unicità di sguardo e restituzione degli eventi. Esteticamente debitrice a un universo cinematografico segnato dalle impronte dei grandi del passato, che del recente presente, il film di Andrea Bagney si incammina lungo percorsi già battuti per ricercare la propria strada e la propria voce.

Cristalizzandosi nello spazio di inquadrature perlopiù fisse, la macchina da presa si presta a tanti sguardi che colgono di sfuggita, e senza alcun desiderio di intromissione, lo svolgersi di un’intesa che nasce, lasciandone appassire un’altra. Colti da vari punti di vista e angolature, la Bagney lascia che siano i propri personaggi a mostrarsi in maniera del tutto naturale e spontanea ai propri spettatori, attraverso la portata dei propri pensieri, l’esternazione curiosa dei propri ricordi, e la carica gestuale rivelante pregi e difetti di un carattere perfettamente restituito dalla caratura di performance coese, profonde, verosimili.

È solo nella messa in pausa di bocche che parlano, e piedi che camminano, che la macchina da presa si libera del suo stato granitico, per seguire come una calamita i propri personaggi lungo quella scia attrattiva che emanano e da cui è impossibile distaccarsi. Un’aura potentissima, la loro, in cui non vi è apparentemente nulla di speciale, quando è proprio negli inframezzi di questa anonimia dell’esistenza, che si ritrova la bellezza di Ramona. Un gioco di prestigio, una formula chimica, che fa del cinema un mago talentoso capace di rendere straordinario l’ordinario, e la vita quotidiana materiale da sogno a occhi aperti.

Happening di vita e finzione

Seduti sulla poltrona, gli spettatori vivono di illusioni; credono di essere parte integrante di quell’universo urbano che si staglia dinnanzi a loro, e testimoni privilegiati di un microcosmo interiore in fase di (de)costruzione. È un happening di taglio teatrale, quello di Ramona; una performance che vive nel momento della sua esecuzione, senza possibilità di repliche, proprio come la vita al di là dello schermo.

Un’onda continua di parole comunicate in apnea, e mani che arrancano per cercare il proprio porto sicuro; il tutto custodito tra i confini di una cornice di fattura meta-cinematografica, dove l’arte dell’essere si sostituisce e si mescola a quella del fingere. Ramona è un dialogo continuo con la modulazione di un futuro in divenire, e la costruzione di un rapporto fittizio, da modellare con la forza della macchina da presa.

Il gioco dell’attrazione tra l’attrice Ona, e il regista Bruno, si fa riflesso speculare delle pennellate che dipingono quell’universo di celluloide alla seconda inserito all’interno del racconto primario. Un passaggio di testimone che dimostra la magia del cinema di trasformare l’invenzione in realtà, lasciando credere che quello nato e ricreato dai personaggi sullo schermo sia la vera finzione. E proprio per sottolineare il materiale estraneo a quel mondo ordinario vissuto e creato al ritmo dei battiti cardiaci di Ramona, Bruno e Nico, che la regista sostituisce al bianco e nero dell’ordinarietà, i colori accesi e cangianti della sostanza meta-filmica.

I provini, le prove, e tutto il microuniverso che si svolge davanti all’obiettivo della cinepresa si veste di abiti colorati e brillanti, illuminati da una fotografia viva e splendente che ne tradisce la propria natura artefatta, irreale, immaginifica. Perché è nello spazio del bianco e nero, di due corpi e anime in antitesi che si nascondono le mille sfumature di una realtà banale, ordinaria, ma proprio per questa maledettamente vera. 

Ombre di fattura ordinaria

Tra le strade cittadine, tra le mura di un locale, o cullati nel proprio nido domestico, nessun indizio intende far capolino per tradire la natura drammatica e finzionale dell’opera di Andrea Bagney.  Lourdes Hernández e Bruno Lastra perdono la propria unicità per aderire perfettamente all’anima dei loro protagonisti. Investiti di una comicità mai forzata, ma perfettamente coerente all’umore di situazioni divergenti e mutevoli che sono chiamati ad affrontare, gli interpreti portano a compimento quel processo iniziato dalla potenza della macchina da presa, per tradurre in realtà frammenti una fantasia narrativa.

Anche la foga di una gestualità marcata, non solo si fa sintomo di una teatralità interpretativa tipicamente spagnola, ma reitera quel comportamento non verbale che accompagna tanti ignari interlocutori nei loro scambi interpersonali durante la vita di tutti i giorni. Il muro che separa la realtà diegetica, con quella spettatoriale, viene dunque abbattuto, in un girotondo di parole, sensazioni e attimi di vita vorticoso e coinvolgente. 

Non sono fantasmi di un passato riportato alla luce i personaggi di Ramona; il cinema della Bagney non è quello di Roma di Alfonso Cuaròn: non intende, cioè, farsi ponte diretto con i ricordi di ieri, richiamando frammenti dell’aldilà sul terreno dell’oggi. Le anime che vivono tra i raccordi di Ramona sono ombre di un presente che si svolge incurante degli altri; ombre scelte e insignite di valore e interesse, elevandosi a luce di proiezione, strumento straordinario di racconto di entità ordinarie. Entità che si incontrano, si parlano, si allontanano, Ramona e Bruno sono i poli opposti di una sala di aspetto fatta di celluloide, costruita e modellata nell’attesa di un abbraccio che tarda a compiersi, e con cui liberare, catarticamente, le proprie emozioni.

Specchio di mille incontri e abbandoni, di speranze e sorrisi, Ramona leviga quel vetro smerigliato che fin troppe volte impedisce la visione, e l’immedesimazione spettatoriale, per trascinare il pubblico al centro di esistenze paradossalmente così normali, da sembrare speciali. Un’equazione sottile, impercettibile, compiuta incosciamente, che eleva a straordinaria anche la realtà apparentemente banale di un pubblico così coinvolto in una storia in cui è portato a ritrovarsi, per ritrovare tra il bianco e nero di Ramona, le sfumature della propria esistenza.

The Hotel, recensione del film di Wang Xiaoshuai

The Hotel, recensione del film di Wang Xiaoshuai

Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma, arriva The Hotel del regista cinese Wang Xiaoshuai, girato con povertà di mezzi e in poco tempo – soli quattordici giorni – durante il confinamento del regista e di un gruppo di suoi colleghi, artisti e tecnici del cinema, in un albergo in Thailandia. Qui Wang era in vacanza. Vi è rimasto confinato assieme alla troupe, con il dilagare della pandemia e l’interruzione dei voli verso la Cina. 

La trama di The Hotel

Vite che si intrecciano in un albergo e si confrontano con l’irrompere della pandemia da Covid-19. Sova, Yuanyuan Ning, una ragazza ventenne con sua madre, Ying Qu. Il giovane A Dong, Srisai Worrapon, che si occupa di un uomo disabile di mezza età, Jun Dai. Una coppia formata da un ex professore universitario, Fu Ye, e sua moglie, in crisi. Costretti a stare insieme, si conoscono e in alcuni casi, nascono amicizie o simpatie. Sova sta per compiere vent’anni e sua madre le ha promesso, per il suo compleanno, di rivelarle un segreto.

Un esperimento non riuscito

The Hotel cerca di fotografare lo spaesamento e la difficoltà dei rapporti umani, acuiti dalla pandemia. Lo fa attraverso scelte stilistiche e tecniche che non lo portano però all’efficacia, eccetto per il bianco e nero e per una fotografia tecnicamente molto bella, sebbene non particolarmente originale. Ecco allora, tempi dilatati, lunghe pause. I dialoghi sono ridotti al minimo. Le difficoltà relazionali così mostrate, le fragilità umane così rivelate, non riescono però a coinvolgere lo spettatore, che finisce per annoiarsi. La struttura del film è suddivisa in capitoli, con una parziale inversione dell’ordine cronologico. Questa scelta, però, non giova particolarmente al film, né trova una precisa giustificazione. Il cast offre interpretazioni che difficilmente riescono ad emozionare e non trasmettono la paura, l’incertezza, il senso del pericolo e della tragedia incombente, che in quei giorni tutti hanno provato. Peccato, perché avere poco tempo a disposizione e pochi mezzi non necessariamente significa non poter dar vita a un buon film. Nel caso di The Hotel, purtroppo, l’esperimento non sembra essere riuscito.  

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