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Suicide Squad vs Justice League, James Gunn sul possibile crossover: “Non è una cattiva idea”

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A quanto pare, The Suicide Squad non ha soddisfatto le aspettative al box office globale. Nonostante sia ancora presto per emettere una sentenza definitiva (bisogna considerare anche che il film è uscito da pochi giorni), secondo gli esperti è improbabile che nelle prossime settimane le sorti del cinecomic in termini di incassi possano essere ribaltate.

Per questo motivo, un sequel del film non sembra essere più così scontato, ma bisogna anche considerare il periodo storico in cui ci troviamo (nonostante i vaccini e le tutte le norme di sicurezza, sembra che le persone non siano ancora pronte a tornare in sala). Tuttavia, Walter Hamada, presidente della DC Films, ha già confermato che James Gunn tornerà per dirigere altri cinecomic basati sulle proprietà DC in futuro.

Dunque, se non dovesse trattarsi di un sequel diretto di The Suicide Squad, è probabile che vedremo Gunn alle prese con una nuova storia e, soprattutto, con dei nuovi personaggi. Ad ogni modo, se al regista venisse data la possibilità di proseguire con le avventure della Task Force X sul grande schermo, è innegabile che sarebbe molto interessante vedere la Squadra Suicida in missione contro la Justice League.

Ma James Gunn ha mai considerato quest’ipotesi? In una recente intervista con CNA Lifestyle, ha dichiarato in merito al potenziale crossover: “Dovrei pensarci. Non ho mai pensato ad un possibile Suicide Squad vs Justice League, ma non sarebbe una cattiva idea. Ma penso di dover prima capire chi è la Justice League, perché non ne ho assolutamente idea. Sono qui, con The Suicide Squad, nel bel mezzo della DC… e la gente continua a chiedermi: ‘Henry Cavill è ancora Superman?’. Non so chi sia Superman… chi è che lo sa?!”

Sappiamo che la Warner Bros. non ha intenzione di portare avanti lo SnyderVerse, quindi è probabile che ci vorrà ancora del tempo prima di rivedere la Justice League di nuovo sul grande schermo (come sottolineato anche dal produttore Charles Roven in una recente intervista). Forse è anche giusto che lo studio – sulla scia di quanto accaduto con la produzione del film del 2017 – voglia lasciar passare un bel po’ di anni prima di annunciare qualcosa di nuovo.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Bohemian Rhapsody: Brian May conferma che stanno considerando un sequel

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È innegabile che Bohemian Rhapsody sia diventato uno dei biopic di maggior successo della storia del cinema. Non solo il film è riuscito ad incassare cifre esorbitanti al box office mondiale, ma è anche riuscito ad ottenere ben cinque nomination ai premi Oscar 2019, portando a casa quattro statuette (inclusa quella al miglior attore protagonista, Rami Malek, premiato per la sua interpretazione di Freddie Mercury).

Al di là dell’effettivo valore del prodotto finale (aspetto sul quale si è già dibattuto ampiamente, anche a causa del responso misto che la critica ha riservato al film), il successo di Bohemian Rhapsody è ormai un fatto e – come spesso accade in questi casi – non dovrebbe sorprendere che le persone coinvolte nella sua realizzazione abbiano iniziato a pensare ad un eventuale sequel.

In una recente live su Instagram (via NME), Brian May, lo storico chitarrista dei Queen (coinvolto attivamente nella realizzazione del primo film), ha confermato che l’idea di un sequel è stata ufficialmente presa in considerazione. “Ci stiamo pensando. Abbiamo provato a cercare alcune idee. Sarà comunque difficile, perché nessuno di noi avrebbe potuto prevedere il successo che ha avuto il primo. Ci abbiamo messo tanto cuore e tanta anima nel realizzarlo e nessuno avrebbe potuto prevedere il suo successo”, ha spiegato May. “Ma sì, stiamo pensando a cosa potrebbe accadere in un nuovo film, ma la sceneggiatura dovrebbe essere davvero grandiosa. Ci vorrà un po’ per capire se ne varrà la pena.

Bohemian Rhapsody è uscito nelle sale italiane il 29 novembre 2018. Il film è il racconto realistico, elettrizzante e coinvolgente degli anni precedenti alla leggendaria apparizione dei Queen al concerto Live Aid nel luglio del 1985, la performance che consacrò la band alla storia. Il film è diretto da Bryan Singer, che nonostante il licenziamento da parte della 20th Century Fox nel bel mezzo delle riprese (venne temporaneamente sostituito da Dexter Fletcher, che si occupò di terminare le riprese e seguire la post-produzione), alla fine è stato l’unico ad essere accreditato alla regia.

The Suicide Squad: James Gunn rivela quale scena aveva preoccupato la Warner Bros.

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Sapevamo fin dall’inizio che The Suicide Squad sarebbe stato classificato come R, ma forse è giusto affermare che nessuno si aspettava i livelli di splatter che il regista è riuscito a raggiungere con la sua iterazione della Task Force X, un chiaro riferimento ai suoi inizi con Troma Entertainment.

Durante un’intervista con Variety, a James Gunn è stato chiesto di una particolare sequenza presente nel film, ossia quella in cui la Task Force X abbatte un gruppo di combattenti ribelli di Sol Soria nella giungla: Peacemaker e Bloodsport eliminano i ribelli in una varietà di modi sempre più brutali, solo per scoprire, alla fine, che hanno fatto fuori i loro alleati.

Ebbene, il regista e sceneggiatore ha rivelato che la Warner Bros. aveva alcune perplessità in merito alla scena, spiegando perché alla fine la stessa non è stata minimamente modificata. “C’erano molto riserve su quella scena con Bloodsport e Peacemaker. Ho adorato quella sequenza. È divertente e va dritta al cuore di ciò di cui parla il film, per me, in relazioni al viaggio di Bloodsport di iniziare a imparare che’essere un uomo ed essere un leader non è sinonimo di tossicità, e che la strada verso la vera virilità passa attraverso la vulnerabilità. Quella sequenza è un parte importante di questo percorso.”

“Alcuni dirigenti della Warner Bros. erano perplessi. Mi hanno detto: ‘Non ci siamo spinti troppo oltre?’. E allora io ho spiegato che il personaggio di Amanda Waller dice loro esplicitamente di entrare in campo e uccidere tutti”, ha aggiunto Gunn. “Quindi stanno semplicemente eseguendo i suoi ordini. In un certo senso, è lei l’antagonista del film. Comunque sì, avevano delle riserve in merito a quella scena.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Morbius: il regista del film ha inavvertitamente confermato un importante cameo?

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La campagna promozionale di Morbius è stata ufficialmente messa in pausa da quando il film è stato posticipato al 2022 a causa della pandemia di Covid-19. Tuttavia, le immagini del primo trailer ufficiale (distribuito ormai un anno e mezzo fa) sono ancora vivide nella memoria dei fan, soprattutto a causa del cameo – nel finale – di Adrian Toomes/Avvoltoio, il villain interpretato da Michael Keaton in Spider-Man: Homecoming.

Ciò significa che il film dovrebbe essere ambientato nel MCU, o comunque in un universo molto simile, anche se il murales raffigurante lo Spider-Man di Tobey Maguire è servito solo a confondere ulteriormente le idee. Tuttavia, una cosa di cui possiamo essere abbastanza certi è che Morbius si svolgerà molto probabilmente nello stesso mondo di Venom.

Ora, in una recente intervista con MovieZine (via CBM), il regista del film, Daniel Espinosa, ha parlato della sua prima esperienza con un film basato su un personaggio dei fumetti Marvel, lanciando – forse involontariamente – una vera e propria bomba. “Prima che la giornata di riprese inizi, ti senti strano. Guardi l’ordine del giorno e ti trovi sul set da solo”, ha spiegato. “Quando sei sul set, le riprese sono a tutti gli effetti come una produzione svedese, ma poi guardi l’ordine del giorno e leggi i nomi di Michael Keaton, Jared Leto, Tom Hardy… e tutto diventa molto più emozionante.”

Le parole di Daniel Espinosa sembrano confermare che Tom Hardy apparirà in Morbius nei panni di Eddie Brock, anche se bisogna tenere a mente che il regista e l’attore avevano già lavorato insieme per il film Child 44 – Il bambino n. 44, quindi è anche probabile che Espinosa stesse facendo riferimento a quell’esperienza quando ha nominato Hardy. Tuttavia, la presenza di Venom nel cinecomic potrebbe confermare la volontà, da parte della Sony, di voler collegare il più possibile tra loro le pellicole del proprio universo.

Tutto quello che sappiamo su Morbius

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Matt SmithTyrese Gibson, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale americane il 28 gennaio 2022. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

Free Guy, l’incontro con il cast del film

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Free Guy, l’incontro con il cast del film

L’intero cast principale di Free Guy – Eroe per gioco ha presentato il film in compagnia di Shawn Levy, regista che ha portato al cinema questa idea originale un po’ folle e tanto divertente, che arriverà sul grande schermo l’11 agosto, dopo un’attesa fin troppo lunga dovuta alla pandemia.

“È ​​stata una corsa, ed è stata sicuramente un’attesa più lunga di quanto ci aspettassimo – ha raccontato il regista, Shawn LevyRealizzare questo film è stato un vero piacere, e la girarlo e montarlo è stata piuttosto gioioso e divertente. Siamo davvero entusiasti di poterlo finalmente condividere, sperando che restituisca al pubblico lo stesso calore che abbiamo provato noi nel farlo.”

Il film ruota intorno alla vita ordinaria di Guy, interpretato da Ryan Reynolds. “Per interpretarlo mi sono ispirato a Oltre il giardino, con Peter Sellers. C’è qualcosa di veramente appagante nell’interpretare questo personaggio in questo mondo. È un po’ ingenuo e innocente, e gli piace molto, è come se fosse un adulto di quattro anni! E questo ti permette di mettere in scena una commedia priva di cinismo.”

Free Guy – Eroe per gioco, la recensione del film con Ryan Reynolds

Al suo fianco la strepitosa Jodie Comer, che nel film interpreta il doppio ruolo di Millie-Molotov Girl: “C’erano un paio di elementi che mi hanno convinta a partecipare, ma prima di tutto è stata la sceneggiatura. Ad esempio, ricordo di averlo letto e di aver pensato, oh mio Dio, come si tradurrà sullo schermo. Nel film il videogioco si mescola con la realtà. Ma in realtà nella storia c’è così tanto cuore! Per cui sì, la sceneggiatura mi ha convinta.”

Il grande antagonista della storia è interpretato da Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok e premio Oscar per la migliore sceneggiatura di Jojo Rabbit, ma anche attore versatile che riesce sempre a dare ai suoi personaggi un tocco personale. “Non sapevo cosa stessi facendo – ha però confessato Waititi – forse ho portato a casa la missione solo perché Shawn ha una fiducia infinita nelle persone. E io mi sono fidato di questo, di lui, quando lui mi ha chiamato e mi ha detto che pensava potessi farcela.”

Dopo tanta attesa, Free Guy – Eroe per gioco arriverà al cinema l’11 agosto, in tempo per deliziare il pubblico e farlo emozionare con i suoi personaggi insoliti e la sua storia originale.

Qui rido io, il trailer del film di Mario Martone

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Qui rido io, il trailer del film di Mario Martone

Arriverà il 9 settembre al cinema Qui rido io, il nuovo film di Mario Martone che sarà presentato a Venezia 78. Nel cast del film Toni Servillo, Maria Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Roberto De Francesco, Lino Musella, Paolo Pierobon, con Gianfelice Imparato e con Iaia Forte. Il film è distribuito da 01 Distribution.

La trama di Qui rido io

Agli inizi del ‘900, nella Napoli della Belle Époque, splendono i teatri e il cinematografo. Il grande attore comico Eduardo Scarpetta è il re del botteghino. Il successo lo ha reso un uomo ricchissimo: di umili origini si è affermato grazie alle sue commedie e alla maschera di Felice Sciosciammocca che nel cuore del pubblico napoletano ha soppiantato Pulcinella. Il teatro è la sua vita e attorno al teatro gravita anche tutto il suo complesso nucleo familiare, composto da mogli, compagne, amanti, figli legittimi e illegittimi tra cui Titina, Eduardo e Peppino De Filippo. Al culmine del successo Scarpetta si concede quello che si rivelerà un pericoloso azzardo. Decide di realizzare la parodia de La figlia di Iorio, tragedia del più grande poeta italiano del tempo, Gabriele D’Annunzio. La sera del debutto in teatro si scatena un putiferio: la commedia viene interrotta tra urla, fischi e improperi sollevati dai poeti e drammaturghi della nuova generazione che gridano allo scandalo e Scarpetta finisce con l’essere denunciato per plagio dallo stesso D’Annunzio. Inizia, così, la prima storica causa sul diritto d’autore in Italia. Gli anni del processo saranno logoranti per lui e per tutta la famiglia tanto che il delicato equilibrio che la teneva insieme pare sul punto di dissolversi. Tutto nella vita di Scarpetta sembra andare in frantumi, ma con un numero da grande attore saprà sfidare il destino che lo voleva perduto e vincerà la sua ultima partita.

Madres paralelas: il teaser trailer del nuovo film di Pedro Almodóvar

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Madres paralelas, diretto da Pedro Almodóvar e interpretato Penélope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, con la partecipazione di Julieta Serrano e Rossy De Palma sarà il film di apertura, in Concorso, della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dellaBiennale di Venezia.

MADRES PARALELAS, la trama

Due donne, Janis e Ana, condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule.

Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due ed il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.

Venezia 78: a Ridley Scott il Cartier Glory to the Filmmaker

Venezia 78: a Ridley Scott il Cartier Glory to the Filmmaker

La Biennale di Venezia e Cartier annunciano che è stato attribuito al grande regista britannico Ridley Scott (Il gladiatore, Blade Runner, Alien) il premio Cartier Glory to the Filmmaker della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1 – 11 settembre 2021), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio Cartier Glory to the Filmmaker a Ridley Scott avrà luogo venerdì 10 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 21.15, prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film, The Last Duel  (Usa, Uk, 142′) con Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer, Ben Affleck. The Last Duel è un racconto di tradimento e vendetta che mostra la brutalità del 14° secolo in Francia, prodotto da 20th Century Studios.

Leggi tutto il programma di Venezia 78

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “L’approccio personale al cinema di genere, in grado di conciliare esigenze dello spettacolo, aspettative del grande pubblico e pretese dei critici, costituisce l’elemento che maggiormente caratterizza il cinema di Ridley Scott.  Se anche avesse diretto un solo film, il regista inglese – che aveva esordito nel cinema a 40 anni con I duellanti, per poi imporsi all’attenzione generale con il successo planetario di Alien – sarebbe comunque entrato di diritto nell’olimpo dei grandi cineasti del cinema contemporaneo grazie a Blade Runner, il film che ha maggiormente influenzato la fantascienza moderna facendo scuola nei decenni a venire. In una carriera strepitosa e prolifica, che conta poco meno di trenta titoli realizzati con una frequenza impressionate,  Scott ha dimostrato di poter attraversare con naturalezza i generi più disparati, innestando nuova linfa vitale in ciascuno di essi.

Con Thelma & Louise è sembrato anticipare di molti anni il dibattito odierno sulla condizione femminile e l’ansia di affermazione che la contraddistingue. Con Il Gladiatore ha riportato in vita un genere, il peplum, abbandonato per esaurimento alla fine degli anni ’60, mentre con Black Hawk Down  ha imposto un nuovo, impressionante standard nel realismo partecipativo dei film di guerra. Con The Martian, poi, ha saputo contaminare con toni da commedia leggera il racconto di una situazione tipicamente distopica. Tra i suoi meriti indiscutibili, lo straordinario talento visivo e il gusto pittorico di cui ha dato prova, al servizio della creazione di sontuose immagini barocche e graficamente maestose, accompagnate da una rara e preziosa abilità nel dirigere gli attori”.

”Per la prima edizione del premio Cartier Glory to the Filmmaker, Cartier è orgogliosa di unirsi alla Biennale di Venezia nell’onorare Ridley Scott per il suo straordinario lavoro, per il talento e per l’eccezionale contributo al cinema contemporaneo”, ha dichiarato Arnaud Carrez, Chief Marketing Officer di Cartier. “Ridley Scott dagli anni ’70 arricchisce con le sue opere il mondo del cinema e rappresenta un vero pilastro della creatività artistica dei nostri tempi”.

What If…?: 10 storyline dei fumetti da conoscere prima del debutto della serie

L’attesissima serie What If…? aiuterà ad espandere il concetto di Multiverso all’interno del MCU portando sullo schermo la classica serie a fumetti della Marvel Comics, che ha esplorato una nuova linea temporale in cui le cose sono andate diversamente rispetto a quanto accaduto nell’universo Marvel. In attesa del debutto dello show il prossimo 11 agosto su Disney+, ecco 10 trame della serie a fumetti originale da conoscere:

Se la Fenice non fosse morta?

Una delle storyline più famose della Marvel Comics è la Saga di Fenice Nera, che ha visto gli Shi’ar arrivare sulla Terra per processare Jean Gray per genocidio. Alla fine, Jean ha sacrificato la propria vita per salvare gli X-Men e fermare Fenice Nera. “What If…? #27″ immagina cosa sarebbe successo se Fenica non fosse morta.

In questa storia, Jean Gray ha salvato il pianeta natale degli Shi’ar da Galactus e si è guadagnata il loro rispetto. Non sono venuti per lei e, alla fine, Jean è sopravvissuta. Tuttavia, si è comunque persa a causa di Fenica Nera e ha finito per uccidere gli X-Men, dal momento che nessuno era abbastanza potente da abbatterla.

E se Wolverine avesse ucciso Hulk?

In What If…? #34″, la prima apparizione di Wolverine ha avuto luogo sulla scia di una differenza sostanziale: Hulk si è recato in Canada e Wolverine è stato inviato per occuparsi di lui e impedirgli di raggiungere le città popolate. Si sono scontrati, ma poi si sono uniti per combattere Wendigo.

Tuttavia, quel team-up non è mai avvenuto nella timeline impostata da What If…?, perché Wolverine ha ucciso Hulk quando ha combattuto contro di lui. Uccidendo Hulk, Logan si è montato la testa e ha continuato a uccidere, finendo per diventare un ricercato. Si unì alla Confraternita dei Mutanti Malvagia di Magneto e finì per diventare un nemico degli X-Men.

E se Elektra fosse sopravvissuta?

In “What If…? #35″ di Frank Miller viene esaminato cosa sarebbe successo se Bullseye non avesse ucciso Elektra. Quella trama, in realtà, ha portato avanti quanto impostato in “Daredevil #182”, con Daredevil in lutto sulla tomba di Elektra, con l’Osservatore che si è presentato per mostrargli cosa sarebbe successo se Elektra fosse sopravvissuta.

Se non fosse morta, Elektra avrebbe risparmiato la vita di Foggy Nelson e lei e Daredevil avrebbe finito per restare insieme, magari arrivando anche a sposarsi. Ciò l’ha messa nel mirino di Kingpin e, alla fine, la coppia ha dovuto prendere una decisione importante.

E se The Punisher diventasse Venom?

In “What If…? #44″ viene impostato un enorme cambiamento per l’universo Marvel. Quando Spider-Man si liberò del simbionte alieno, si unì a Eddie Brock e nacque Venom. Tuttavia, cosa sarebbe successo se avesse scelto di legare, invece, con The Punisher?

Ciò ha reso il potente simbionte uno spietato assassino di cattivi e Frank Castle, di conseguenza, più pericoloso che mai. Alla fine, The Punisher ha dovuto prendere una decisione su come affrontare il simbionte.

E se Cable avesse distrutto gli X-Men?

In “What If…? #46” di Kurt Busiek e Tod Smith viene raccontato cosa sarebbe successo se Cable e il Professor X si fossero scontrati. Nella serie, il Professor X è tornato sulla Terra e ha affrontato Cable su quanto fossero diventate violente le squadre.

Cable entrò in guerra con il Professor X e i suoi mutanti e finì per uccidere Xavier, Ciclope e Jean Gray. Con i tre leader degli X-Men morti, la squadra andò in pezzi. Alla fine, altri mutanti morirono, con Wolverine che guidò i mutanti sopravvissuti contro Cable e i suoi alleati.

E se Wolverine avesse combattuto Conan?

In “What If…? Vol. 2 #16”, Wolverine finì per recarsi su Terra-90816, che era la Terra in cui viveva Conan il Barbaro. Mentre Conan finì per arrivare su Terra-616 e diventare partner di Wolverine nei Savage Avengers anni dopo, questa era la prima volta che si incontravano.

Ciò che ne risultò fu che Wolverine incontrò Red Sonja, mentre Conan finì accidentalmente per viaggiare verso Terra-616 senza Wolverine, dove le sue azioni portarono alla fine del mondo.

E se Spider-Man rimanesse una celebrità?

Nella prima apparizione di Spider-Man, Peter Parker ha guadagnato i suoi poteri dopo che un ragno radioattivo lo ha morso. Invece di diventare un supereroe, Spider-Man ha cercato di fare soldi come celebrità, girando di talk show in talk show. Tuttavia, ha rinunciato al successo quando è morto suo zio Ben.

In “What If…? #19”, Spider-Man ha fermato il ladro responsabili della morte dello zio, pensando che ciò lo avrebbe reso una star ancora più grande, quindi Ben non è mai morto. Di conseguenza, Spider-Man è diventato una celebrità piuttosto che un supereroe e ha iniziato a prendere decisioni molto discutibili, che alla fine hanno rovinato la vita degli altri e quasi distrutto la sua.

E se Captain America fosse stato trovato due decenni dopo?

Captain America sarà coinvolto nella serie What If…? in arrivo su Disney+: vedremo, infatti, cosa accadrebbe se il vero amore della sua vita, Peggy Carter, diventasse il super-soldato al posto di Steve Rogers. Nel 1983, la Marvel pubblicò un libro la cui storia si interrogava su cosa sarebbe successo se Captain America non fosse stato rianimato fino a quell’anno.

Questo è stato due decenni dopo che venne introdotto nella Marvel Comics, il che significava che i Vendicatori sono andati avanti senza di lui per anni prima del suo ritorno. Quello che trovò fu un uomo che aveva assunto la sua identità ed era diventato mortale, aiutando a trasformare gli Stati Uniti in uno stato carcerario che Steve Rogers ha dovuto salvare.

E se Korvac avesse battuto i Vendicatori?

In “What If…? #32”, la Marvel ha raccontata cosa sarebbe successo se Korvac avesse sconfitto i Vendicatori e avesse deciso di non riportarli indietro, andandosene. Nella storia originale, Korvac ha battuto i Vendicatori, ma si è reso conto che ciò in cui credeva era una bugia e ha resuscitato tutti i Vendicatori e riportato le cose alla normalità.

In questa storyline, invece, non torna indietro sui suoi passi e riporta in vita i Vendicatori come pedine da usare per i suoi piani. Blocca la Terra da qualsiasi altro regno dimensionale che possa essere raggiunto e finisce per guidare l’intero universo verso la sua distruzione.

What If…? Civil War

Nel 2008, la Marvel ha rilasciato il one-shot “What If…? Civil War”, in cui Iron Man e i suoi supereroi pro-registrazione erano schierati contro Capitan America e i suoi combattenti pro-libertà. Mentre Capitan America e Iron Man pensavano entrambi di avere ragione, tutto è finito quando Cap si è accorto del danno fatto e si è arreso.

In questa storia sono avvenuti due importanti cambiamenti che hanno cambiato il modo in cui sono andate le cose. In uno, Iron Man è morto in “Extremis” e Capitan America guidò tutti gli eroi contro il governo, perdendo gravemente. Nel secondo, Iron Man chiese aiuto a Cap invece di minacciarlo, finendo per lavorare insieme e, alla fine, accettando di lavorare sulla registrazione, ma con modifiche che consentono agli eroi di proteggere le loro identità, rivelandole solo a Cap. 

Justice League: il produttore fa ammenda per i baffi di Henry Cavill

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Quando Justice League è stato distribuito nel 2017 venne stroncato ampiamente dalla critica, ma riuscì comunque ad incassare 657,9 milioni di dollari al box office mondiale. È stato un risultato discreto, ma comunque inferiore alle aspettative della Warner Bros., considerati soprattutto i personaggi coinvolti e l’enorme quantità di denaro investita dallo studio per realizzarlo.

Uno dei problemi più grandi che la produzione ha dovuto affrontare è stato quando Henry Cavill è dovuto tornare sul set per le riprese aggiuntive affidate a Joss Whedon. All’epoca l’attore era impegnato anche con la produzione di Mission: Impossible – Fallout, che gli vietò categoricamente di rimuovere i baffi per tornare temporaneamente nei panni di Superman. Per questo motivo, il team creativo di Justice League si vide costretto a rimuoverli in digitale. Il risultato finale è stato oggetto di numerosissimi meme e GIF che hanno catalizzato l’attenzione del web per moltissimo tempo.

Parlando con The Hollywood Reporter, il produttore Charles Roven ha commentato quella scelta da parte della produzione, facendo ammenda per la rimozione in digitale dei baffi. “Speravamo che Henry si radesse la barba. Eravamo molto preoccupati che non saremmo stati in grado di rimuoverli senza che il pubblico se ne accorgesse. E in effetti avevamo ragione ad essere preoccupati”, ha ammesso Roven. “Aprire un film con Superman e far sembrare il suo volto così buffo… direi che non è stata una delle migliori decisioni che sono state prese. È stata una decisione presa per tantissime altre ragioni, ma non abbiamo pensato a proteggere il film.”

“È stata una decisione presa per proteggere una data di uscita, tutti i partner promozionali che erano legati a quella data di uscita, tutti i cinema che avevano organizzato cose intorno a quella data di uscita”, ha aggiunto Roven. “Il fatto che IMAX fosse legato a quella data, che fosse Natale, avrebbe significato un sacco di entrate per la Warner Bros. in quel particolare momento. Non avevano un altro grande successo natalizio con cui sostituire l’uscita di Justice League.”

Non è un segreto che i dirigente della Warner Bros. hanno spinto per l’uscita di Justice League a novembre perché stavano cercando di proteggere i loro interessi. Tuttavia, col senno di poi, anche se la produzione non avesse optato per la rimozione dei baffi in digitale, il film sarebbe stato comunque massacrato per tantissime altre ragioni. Tuttavia, forse avrebbe potuto salvare i rapporti tra Henry Cavill e lo studio, poiché l’imbarazzo dell’intera situazione potrebbe in qualche modo aver influito sul futuro dell’attore nei panni dell’Uomo d’Acciaio.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Jennifer Lawrence in trattative per un nuovo progetto di Paolo Sorrentino

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Secondo quanto riportato da Deadline, il premio Oscar Jennifer Lawrence (Il lato positivo) sarebbe in trattative per recitare nei panni dell’agente cinematografico Sue Mengers in un nuovo biopic che sarà diretto dal premio Oscar Paolo Sorrentino (La grande bellezza).

Mengers è stata uno dei talent scout della Nuova Hollywood più in voga tra gli anni ’60 e gli inizi degli anni ’80. Tra i numerosi attori e registi che vennero da lei rappresentati figurano anche Cher, Barbra Streisand, Brian De Palma, Mike Nichols, Faye Dunaway, Gene Hackman, Michael Caine, Nick Nolte e Burt Reynolds. È morta nel 2011, ma grazie ai traguardi raggiunti nel corso della sua brillante carriera, la donna contribuì a rivoluzionare un ambiente fortemente maschile (era nota per la sua devozione ai clienti e per gli alti stipendi che riusciva a far ottenere loro).

La sceneggiatura del biopic, che non ha ancora un titolo ufficiale, sarà scritta da Lauren Schuker Blum, Rebecca Angelo e John Logan. Secondo la fonte, il film potrebbe essere acquistato o da Apple o da Netflix. Ricordiamo che questo dovrebbe essere il secondo progetto che vedrà Lawrence diretta da Sorrentino: nel 2019, infatti, venne annunciato che la star di Hunger Games sarebbe stata protagonista per il celebre regista dell’adattamento del romanzo premio Pulitzer Mob Girl, ma ad oggi non sappiamo se questo progetto sia ancora in cantiere oppure no.

Jennifer Lawrence non recita in un film dal 2019, anno di uscita di X-Men: Dark Phoenix. Prossimamente la vedremo nell’attesissimo Don’t Look Up, il nuovo film di Adam McKay che annovera nel cast anche Leonardo DiCaprio, Meryl Streep e Timothée Chalamet. Per quanto riguarda Paolo Sorrentino, invece, alla prossima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (in programma dal 1 all’11 settembre), verrà presentato in Concorso il suo nuovo attesissimo film, È stata la mano di Dio, in arrivo prossimamente al cinema e su Netflix.

Suicide Squad: il produttore parla di un “incrocio” tra la versione di Ayer e quella della WB

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Tutti conosciamo ormai la storia di Suicide Squad. Per quei pochi che ancora non sanno di cosa stiamo parlando, è necessario sapere che il regista David Ayer sostiene che la sua versione del film non è quella che abbiamo visto sul grande schermo a causa delle numerose intromissioni della Warner Bros. durante la produzione.

Di recente Ayer è tornato sulla questione attraverso una lunga lettera di sfogo in merito al suo taglio del cinecomic, mentre Charles Rover, storico produttore della DC Films, ha ora parlato di cosa è successo all’epoca delle riprese in una recente intervista con The Hollywood Reporter. “Quando lo studio sperava di sostituire John Gilroy, il montatore originale, abbiamo suggerito Lee Smith. Avevo lavorato con Lee alla trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. È uno dei migliori montatori in circolazione. Volevamo ingaggiarlo per dare un tono diverso al film, senza però snaturarlo”, ha spiegato Rover. Chiaramente, anche in base a quello che sta dicendo David, quella era la versione che gli piaceva di più. C’era un’enorme quantità di sentimenti diversi tra ciò che lo studio voleva e ciò che invece voleva David in quel momento. Di sicuro, è stata una negoziazione in merito a quale sarebbe stato il taglio definitivo.”

“La cosa interessante è stata quando abbiamo testato la versione di Ayer – ad essere onesti, non posso ora ricordare come siamo arrivati ​​a quel montaggio, o chi se ne era occupato, ma di sicuro non era Lee. Era qualcun altro arrivato dopo. Anche la versione dello studio era stata rimaneggiata da diversi montatori. Abbiamo testato entrambe le versioni”, ha aggiunto Roven. “David e lo studio e noi stessi, cioè Rich, io e i capi della DC a quel tempo – Jon Berg e Geoff Johns -, ci siamo seduti tutti in una stanza e abbiamo cercato di trovare quale sarebbe stato il meglio di entrambe le versioni. Ovviamente, al film è stato apportato un bel cambiamento. Al pubblico è piaciuto abbastanza da farci pensare ad un sequel. Di sicuro non era la visione pensata da David, e sicuramente non era la visione pensata dallo studio.”

In base alle parole di Rover, sembra che alla fine lo studio abbia deciso di distribuire nelle sale una sorta di versione “ibrida” di Suicide Squad, che in qualche modo ha unito “pezzi” di entrambe le versioni del film, quella della Warner Bros. e quella di David Ayer. Sarebbe comunque interessante vedere cosa aveva pianificato esclusivamente Ayer, ma le possibilità che la Warner Bros. decida di distribuire il suo taglio sono estremamente scarse, per non dire nulle. 

Harry Potter: Alan Cumming mandò i produttori a quel paese, ecco perché

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Alan Cumming ha rivelato di aver mandato a quel paese i produttori del franchise di Harry Potter dopo che gli avevano offerto il ruolo di Gilderoy Allock, il professore di Difesa contro le Arti Oscure che appare ne La camera dei segreti, interpretato da Kenneth Branagh.

Intervistato dal Telegraph, Cumming ha rivelato i dettagli in merito al provino sostenuto per il personaggio, descrivendo la sua disillusione per l’intera esperienza. “Non ho rifiutato la parte. Ho proprio detto loro di andare a farsi fottere!”, ha dichiarato l’attore statunitense. “Volevano che io e Rupert Everett facessimo un provino, ma dissero che non potevano pagarmi più di una certa somma, perché non avevano più budget. Avevo lo stesso agente di Rupert, al quale ovviamente offrirono più soldi. Hanno mentito spudoratamente, e anche stupidamente direi.”

“Voglio dire… se devi mentire, fatti furbo, no?”, ha aggiunto Cumming. “A quel punto dissi al mio agente: ‘Dì loro di andare a farsi fottere!’. E pensai che almeno sarebbe stato Rupert a ottenere la parte. Gli fecero fare un provino, ricordo anche che portò la sua parrucca. Poi, alla fine, diedero la parte a Kenneth Branagh. Così, dal nulla.”

Alan Cumming è attualmente uno dei protagonisti di Schmigadoon!, la serie comedy musicale disponibile su Apple TV+, creata da Cinco Paul e Ken Daurio e vagamente ispirata al musicale del 1947 Brigadoon.

Il futuro del franchise di Harry Potter

Quest’anno il franchise di Harry Potter compirà 20 anni, ma al momento non sappiamo se la Warner Bros. abbia in cantiere dei festeggiamenti speciali. Tuttavia, i piani in merito alla saga non si sono di certo esauriti. Nel 2022, infatti, in occasione del 25° anniversario dell’uscita dei romanzi originali, verrà allestita una mostra virtuale dedicata, e sempre il prossimo anno dovrebbe tornare in scena lo spettacolo teatrale Harry Potter and the Cursed Child, ambientato diciannove anni dopo l’ultimo romanzo della saga.

Inoltre, per il 2022 è prevista anche l’uscita nelle sale di Animali Fantastici 3, terzo capitolo della saga cinematografica spin-off, che vedrà l’ingresso nel cast di Mads Mikkelsen, ingaggiato per sostituire Johnny Depp nel ruolo di Gellert Grindelwald.

The Suicide Squad: James Gunn aveva considerato uno scontro tra la Task Force X e Superman

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The Suicide Squad è uscito finalmente nei cinema e, in America, anche su HBO Max. Come spesso accade quando si tratta di grande blockbuster, anche il film di James Gunn, a quanto pare, doveva avere un finale molto diverso da quello che abbiamo visto sul grande schermo.

Il sito tedesco Filmstarts ha avuto modo di intervistare proprio il regista e sceneggiatore per discutere del processo di creazione di questa nuova storia legata alla Task Force X, rivelando anche di aver avuto un’idea alternativa per il finale del film. Anche se il progetto era ancora una fase di scrittura iniziale, Gunn ha spiegato di aver effettivamente preso in considerazione l’idea di mettere la squadra di cattivi contro Superman.

“Quando ho iniziato a scrivere The Suicide Squad, una delle idee era che questi personaggi avrebbero combattuto contro Superman”, ha confermato il regista, intendendo presumibilmente l’iterazione di Henry Cavill. “La Squadra Suicida doveva catturare Superman per qualche motivo. Questo è quanto… era solo una vaga idea. Magari era fuori controllo, o forse era controllato da qualcuno. Ecco perché questo gruppo di schifosi supercriminali doveva affrontare l’eroe più potente del mondo. Mi piace ancora quest’idea. Se la DC  realizzerà un sequel, allora per favore… non fatelo senza di me.”

In passato Gunn aveva rivelato di aver discusso di un progetto dedicato a Superman con la Warner Bros., quindi supponiamo che sia stato proprio questo. Una versione di The Suicide Squad che mettesse la Task Force X contro l’Uomo d’Acciaio avrebbe di certo segnato un epico ritorno nel DCEU per Cavill. È un vero peccato che non sia accaduto…

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Justice League: per il produttore un altro film è possibile, tra qualche anno

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Zack Snyder’s Justice League è stato distribuito su HBO Max all’inizio di quest’anno a seguito di una grande fanfara. Tuttavia, nonostante le recensioni siano state estremamente positive, ad oggi non sappiamo quanto l’operazione sia stata effettivamente vantaggioso per il servizio di streaming in termini di nuovi iscritti.

I fan di Zack Snyder sono certamente felici ora, nonostante sia ormai chiaro che la Warner Bros. stia cercando di andare oltre lo SnyderVerse. La domanda è: come andrà avanti la Justice League nel DCEU? La versione cinematografica del 2017 è stata un totale disastro, ma se The Suicide Squad di James Gunn ha dimostrato qualcosa, è proprio il fatto che un franchise può essere salvato grazie al regista giusto.

Durante una recente intervista con The Hollywood Reporter, allo storico produttore della DC Films Charles Roven è stato chiesto del suo coinvolgimento futuro in merito allo sviluppo di questi film, con lo stesso che ha lasciato intendere che potrebbe esserci ancora qualcosa in serbo per la Justice League sul grande schermo. “Se ci fossero almeno un altro paio di film di Superman con Henry Cavill, sarei coinvolto. Lo stesso varrebbe per eventuali sequel di Batman v Superman o Justice League”, ha spiegato Roven. “Sarei coinvolto anche in eventuali sequel di Suicide Squad, fino ad un certo numero. Ma non sono realmente affiliato con Aquaman e non ho nulla a che fare con Shazam!

“Ma ho ancora un’affiliazione per altri Suicide Squad, di cui sono entusiasta. Spero che James, quando avrà un po’ di tempo, tornerà e vedrà se ha intenzione di farne un altro, perché ha fatto un lavoro fantastico”, ha aggiunto Roven. “Farei sicuramente parte di tutto questo. Probabilmente ci sarà anche un’altro Justice League, anche se penso che accadrà soltanto fra un paio di anni.”

Che la Warner Bros. abbia in programma qualcosa per la Justice League sembra essere indubbio, e forse è anche giusto che lo studio – sulla scia di quanto accaduto con la produzione del primo film – voglia lasciare passare un bel po’ di anni prima di annunciare qualcosa di nuovo.

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Scarlett Johansson vs Disney: per l’avvocato dello studio si tratta di “una campagna orchestrata”

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La star di Black Widow, Scarlett Johansson, ha recentemente intentato una causa contro la Disney dopo aver perso i bonus che l’attrice si aspettava di ricevere se il film dei Marvel Studios avesse raggiunto cifre al botteghino. La scelta dello studio di distribuire Black Widow in contemporanea nelle sale e su Disney+ potrebbe anche aver influito sulla sua capacità di guadagno, tuttavia la multinazionale ha sempre sostenuto che l’attrice sia stata pagata quanto dovuto.

Da quando sono stati rivelati i dettagli della causa, la maggior parte del popolo del web ha preso le difese di Johansson, tirando in ballo a sostegno delle loro argomentazioni anche la disparità di genere (da sempre al centro di importanti dibattiti all’interno dell’industria hollywoodiana). Anche il team legale dell’attrice si è concentrato sulla questione, ma ora a parlare è stato l’avvocato della Disney, Daniel Petrocelli, che una recente intervista con Variety ha dichiarato quanto segue: “È ovvio che si tratta di una campagna pubblicitaria orchestrata con precisione per ottenere qualcosa che non si potrebbe ottenere attraverso la singola causa legale. Tuttavia, nessun carico di pressione pubblica potrà cambiare o nascondere i chiari impegni contrattuali. Il contratto scritto è chiaro come il sole.”

L’accordo di Johansson prevedeva l’uscita di Black Widow su un minimo di 1500 cinema, cosa che la Disney ha rispettato dal momento che il film è uscito su 9000 cinema negli Stati Uniti e 30.000 nel resto del mondo. Petrocelli sostiene che il Covid ha influenzato pesantemente la scelta di debuttare in contemporanea anche su Disney+ con Accesso Vip e che il costo per la visione del film, ossia $ 29,99, è stato vantaggioso per Johansson perché, alla fine, quelle entrate sono state prese in considerazione in tutto ciò che alla fine ha ricevuto l’attrice.

“Abbiamo trattato gli incassi di Disney Premier Access come un vero e proprio botteghino, proprio per soddisfare i requisiti presenti nel contratto. Ciò ha soltanto giovato, da un punto di vista economico, a Ms. Johansson”, ha aggiunto Petrocelli.

Chiaramente, la questione potrebbe non risolversi tanto facilmente, dal momento che nessuna delle due parti sembra disposta a tirarsi indietro. Tuttavia, è probabile che Scarlett Johansson non lavorerà mai più per la Disney una volta che la questione verrà risolta. La Disney dovrebbe semplicemente pagarle ciò che le è “dovuto” e sistemare la situazione? Sembra che Kevin Feige e Bob Iger la pensino così, ma il nuovo CEO dello studio, Bob Chapek, non sembra essere d’accordo…

Frontera: trama, cast e finale del film con Ed Harris

Frontera: trama, cast e finale del film con Ed Harris

Quello della frontiera è un tema estremamente radicato nella cultura statunitense, che sul desiderio di espandersi continuamente in terre tutte da esplorare ha costruito un ricchissimo immaginario. Tra i primi a trattare l’argomento furono i film western, dove si narrano le vicende di pionieri ed esploratori pronti a spingersi sempre al di là del consentito. Il cinema ha poi continuamente rielaborato tali tematiche, ancora oggi presenti in storie che affrontano le contemporanee derive dei confini, in particolare quello tra Stati Uniti e Messico. Un recente e sottovalutato western a concentrarsi su di ciò è Frontera, uscito nel 2014 per la regia di Michael Berry.

Scritto dallo stesso Berry in collaborazione con Luis Moulinet III, il film affronta una serie di dinamiche già in atto da tempo negli Stati Uniti, ma anticipa anche determinati punti di vista che sarebbero poi diventati centrali durante la presidenza di Donald Trump. Ancora una volta dunque attraverso un dramma di genere si può riflettere su ciò che accade in questi luoghi al limite, dove la legge fatica ad essere radicata quanto dovrebbe. Pur trattando dunque tematiche molto importanti, al momento della sua uscita Frontera finì con il passare in sordina, mancando di ottenere il riscontro sperato.

Ancora oggi è un film poco noto, certamente imperfetto e non all’altezza di altri titoli simili, ma anche in questo si possono ritrovare elementi che per chi ha a cuore l’argomento vantano un certo fascino. Riscoprire Frontera può dunque rivelarsi un bella sorpresa, consentendo di avere un ulteriore punto di vista sull’argomento. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Frontera: la trama del film

Ambientato nella tumultuosa zona della città di confine tra Arizona e Messico, Frontera ha per protagonista Roy McNary, ex sferiffo locale che vede sua moglie Olivia morire inaspettatamente a seguito di una caduta da cavallo. Indagando sullo strano caso, egli arriva ad individuare come colpevole il messicano Miguel Ramirez. L’uomo, infatti, si è introdotto illegalmente negli Stati Uniti ed ha avuto contatti proprio con Olivia poco prima dell’incidente. Insieme all’attuale sceriffo Randall Hunt, Roy intraprende dunque una caccia all’uomo, alla ricerca di risposte su quanto realmente accaduto. Più si avvicina al suo obiettivo, però, si scontra con una serie di rivelazioni che porteranno alla luce una vicenda più complicata, proprio come i rapporti tra Stati Uniti e Messico.

Frontera: il cast e il finale del film

Ad interpretare il ruolo dell’anziano ex sceriffo Roy McNary vi è l’attore candidato all’Oscar Ed Harris. Questi non è nuovo al genere western, avendone diretto uno, Appaloosa, nel 2008. Accanto a lui, nei panni della moglie Olivia vi è l’attrice Amy Madigan, che nella realtà è realmente la sposa di Harris. I due avevano già avuto modo di collaborare in diverse occasioni, in particolare per il film Pollock. Nei panni di Miguel Ramirez, il messicano ricercato da Roy, vi è l’attore Michael Peña, noto per i film Ant-Man, Crash – Contatto fisico e Sopravvisuto – The Martian. L’attrice Eva Longoria, nota per la serie Desperate Housewives, interpreta invece Paulina Ramirez, la moglie di Miguel. Aden Young, infine, è lo sceriffo Randall Hunt.

Frontera cast

Tutti questi personaggi arrivano infine a confrontarsi sul finale, quando Roy finalmente incontra Miguel e ottiene la versione dei fatti di quest’ultimo. Commosso da quanto raccontatogli, l’anziano comprende di come egli non abbia colpe nella morte della moglie. Decide dunque di aiutarlo ad uscire di prigione e a ritrovare la sua compagna Paulina, che intanto era entrata negli Stati Uniti per cercarlo. Roy decide infine di offrire un lavoro al messicano, prendendolo sotto la sua protezione e facendogli riparare la recinzione che divide la sua terra dal Messico. Sul finale, dunque, pur se il confine viene ripristinato, ciò avviene in seguito alla pace ottenuta dalle rispettive parti, lanciando così un messaggio di unione.

Frontera: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Frontera è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity e Mediaset Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Melanie Lynskey: 10 cose che non sai sull’attrice

Melanie Lynskey: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Melanie Lynskey recita sin da quando era un’adolescente e negli anni si è distinta attraverso generi differenti, passando con naturalezza dal cinema alla televisione. Sono molti i progetti che la vedono in ruoli di rilievo, attraverso i quali ha potuto confermarsi come un’interprete estremamente devota ai propri personaggi e capace di dar vita a performance particolarmente intense e convincenti. In attesa di rivederla in nuovi progetti, affiancata da altre grandi star di Hollywood, ecco 10 cose che non sai di Melanie Lynskey.

Melanie Lynskey: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcuni celebri film. L’attrice esordisce al cinema all’età di 15 nel film Creature dal cielo (1994) di Peter Jackson. Torna a recitare per lui anche in Sospesi nel tempo. Successivamente ottiene popolarità grazie a film quali Il giardino dei ciliegi (1999), Le ragazze del Coyote Ugly (2000), Flags of Our Fathers (2006), di Clint Eastwood, e American Life (2009), con John Krasinski. Nel 2009 è anche in Tra le nuvole, con George Clooney e in The Informant!, con Matt Damon. Negli anni successivi recita in Cercasi amore per la fine del mondo (2012), Noi siamo infinito (2012), I Don’t Feel at Home in This World Anymore (2017) e A un miglio da te (2017). Nel 2021 recita nel film Netflix Don’t Look Up, con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence.

2. Ha recitato in diverse serie di successo. L’attrice debutta sul piccolo schermo nel 2002 con la miniserie Rose Red. Successivamente ottiene un ruolo di rilievo nella sitcom Due uomini e mezzo, che le permette di guadagnare grande popolarità. Da quel momento compare anche in alcuni episodi di The Shield (2003), The L World (2008), C’è sempre il sole a Philadelphia (2009) e Dr. House – Medical Division (2012). Nel 2014 è Beatrice in Over the Garden Wall, mentre dal 2015 al 2016 recita in Togetherness nel ruolo di Michelle Pierson. Tra le serie più note a cui ha preso parte si annoverano invece Sunshine (2017), Castle Rock (2018), Mrs. America (2020), Young Sheldon (2021) e Yellowjackets (2021).

Melanie Lynskey in Due uomini e mezzo

3. Ha interpretato uno dei personaggi principali della serie. Nella celebre sitcom andata in onda dal 2003 al 2015 Due uomini e mezzo, con protagonista Charlie Sheen, La Lynskey ha interpretato il ruolo di Rose, la stalker che perseguita il personaggio interpretato da Sheen. Dopo che Rose finisce a letto con Charlie, infatti, ne diventa ossessionata e cerca in tutti i modi di riavvicinarsi a lui. Grazie a questo ruolo la Lynskey ha ottenuto grandissima popolarità e quello di Rose è ancora oggi il suo personaggi più noto.

4. Ha rischiato di perdere il ruolo. Nonostante la popolarità di Rose, il personaggio stava per essere fatto uscire di scena al termine della quarta stagione. Motivo di ciò era l’impossibilità della Lynskey a tornare nella serie avendo ottenuto un ruolo da protagonista in un nuovo progetto intitolato Drive. Quando però quest’ultimo venne cancellato prima del previsto, l’attrice fu in grado di tornare a rivestire i panni di Rose, che rimase così stabile all’interno della serie.

Melanie Lynskey Young Sheldon

Melanie Lynskey in Young Sheldon

5. Ha recitato nella nota serie TV. Il personaggio di Sheldon Cooper presente in The Big Bang Theory è divenuto talmente tanto popolare da meritarsi una serie spin-off che ne racconta l’infanzia e la formazione. Questa è Young Sheldon, arrivata oggi alla quinta stagione. Nella quarta, precisamente negli episodi 7 ed 8, fa la sua comparsa anche la Lynskey nel ruolo della professoressa Ericson, insegnante di filosofia di Sheldon al college.

Melanie Lynskey in Le ragazze del Coyote Ugly

6. È stata la migliore amica della protagonista nel film. Uno dei primi film che hanno conferito buona popolarità all’attrice è Le ragazze del Coyote Ugly, uscito nel 2000. In questo, la Lynskey ricopre il ruolo di Gloria, la migliore amica della protagonista Violet Sanford, interpretata da Piper Perabo. Per assumere il ruolo, l’attrice ha dovuto convincere i produttori di poter sfoggiare un credibile accento del New Jersey. Essendo lei neozelandese, la cosa non è stata affatto semplice, ma dopo un periodo di perfezionamento è riuscita ad ottenere quanto richiesto.

Melanie Lynskey in Castle Rock

7. Ha recitato nella serie basata sui racconti di Stephen King. Tra il 2018 e il 2019 è andata in onda la serie Cattle Rock, ideata da Sam Shaw è basata sulle storie del celebre scrittore Stephen King. In questa si intrecciano personaggi e temi dell’immaginaria cittadina di Castle Rock, protagonista di diverse opere di King. La Lynskey viene scelta per interpretare nella prima stagione il personaggio di Molly Strand. Per l’attrice si è tratta della seconda incursione nell’immaginario di King, avendo già recitato nel 2002 nella miniserie Rose Red.

Melanie Lynskey Castle Rock

Melanie Lynskey e Jason Ritter

8. Ha una relazione con l’attore. Dal 2013 l’attrice è sentimentalmente legata all’attore Jason Ritter, noto in particolare per le serie Parenthood e The Event. I due, di solito molto riservati circa la loro vita privata, hanno fatto sapere nel 2017 di essersi infine sposati mentre nel dicembre del 2018 è nata la loro prima figlia. Prima di essere legata a Ritter, l’attrice è stata sposata con Jimmi Simpson dal 2007 al 2012, anno in cui si separano in attesa di divorziare ufficialmente nel 2014.

Melanie Lynskey è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attrice è presente su Instagram con un proprio account verificato. All’interno di questo la Lynskey vanta oltre 20 mila follower, ed è solita pubblicare post di vario genere. Questi ad oggi sono circa 22 e spaziano da momenti di svago in compagna di amici o della sua famiglia sino alla promozione dei suoi progetti cinematografici e televisivi. Seguendo il suo profilo, dunque, si potrà essere sempre aggiornati sulle sue attività.

Melanie Lynskey: età e altezza dell’attrice

10. Melanie Lynskey è nata a New Plymouth, in Nuova Zelanda, il 16 maggio del 1977. L’attrice è alta complessivamente 1,7 metri.

Fonte: IMDb

Breaking News A Yuba County su Sky Cinema Uno

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Breaking News A Yuba County su Sky Cinema Uno

Arriva in prima visione su Sky Cinema Uno il 9 agosto alle 21.15 in streaming su NOW e disponibile on demand, Breaking News A Yuba County, un film diretto da Tate Taylor e scritto da Amanda Idoko, con Allison Janney, Mila Kunis, Awkwafina e con la partecipazione di Matthew Modine e Ellen Barkin. Il premio Oscar Allison Janney, è la protagonista di questa black-comedy costruita con arguzia sull’equilibrio precario tra verità, apparenza e credibilità che racconta come l’attenzione, la fama e i misfatti possano essere una vera propria combinazione micidiale. In un mix di satira, impertinenza, simpatia e mistero, una galleria di personaggi memorabili cerca di scoprire cosa sia successo a Karl Buttons.

Chi è il colpevole e perché?  E chi lo sa la farà franca – o avrà un primo piano in TV? Quando suo marito Karl (MATTHEW MODINE) scompare, Sue Buttons (ALLISON JANNEY), una sottovalutata moglie di periferia, si ritrova ad essere una celebrità locale quando si imbarca in una ricerca, nella piccola contea di Yuba County, per trovarlo. Nel tentativo di prolungare la sua nuova fama, Sue si imbatte in situazioni esilaranti mentre il suo mondo si capovolge. Avrà a che fare con un’aspirante criminale (AWKWAFINA), un’implacabile poliziotta locale (REGINA HALL) e dovrà fare i conti con la sua sorellastra (Mila Kunis) – una giornalista locale alla disperata ricerca di una storia – e con il fratello fannullone di suo marito (JIMMI SIMPSON) e la sua aiutante (WANDA SYKES), tutti uniti nella ricerca della verità dietro la scomparsa di Karl Buttons.

BREAKING NEWS A YUBA COUNTY in prima visione lunedì 9 agosto alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. E grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione extra.

Charlatan – Il potere dell’erborista: la recensione del film di Agnieszka Holland

Sin dal suo debutto cinematografico avvenuto sul finire degli anni Settanta, la regista polacca Agnieszka Holland ha rielaborato attraverso i suoi film il trauma della Seconda guerra mondiale, dell’Olocausto e di quanto è seguito a tali orrori. Tra i suoi film più famosi sull’argomento si citano Raccolto amaro, Europa Europa e In Darkness. Assidua frequentatrice del Festival di Berlino, è qui che nel 2020 ha presentato il suo nuovo film, anch’esso ambientato in tale difficile contesto. Si tratta di Charlatan – Il potere dell’erborista, liberamente ispirato alla figura di Jan Mikolášek, il ciarlatano del titolo.

L’uomo, vissuto tra il 1889 e il 1973, è stato noto per le sue miracolose cure a base di erbe. Egli vantava inoltre la capacità di stabilire la malattia dei suoi pazienti semplicemente analizzandone le urine. Raccontare di lui, e riesumarlo da un dimenticatoio in cui era stato fatto cadere, è però anche un modo per affrontare un periodo storico che copre quasi 50 anni delle Repubblica Ceca. In particolare, la regista si concentra sul clima politico e sulle forti tensioni ideologiche consolidatesi al termine della guerra. Così facendo, rielabora dinamiche e vicissitudini del passato ancora oggi traumatiche.

Lo scontro tra Uomo e Potere come metafora di un secolo

Protagonista del film, dunque, è Jan Mikolášek (Ivan Trojan), il quale dopo essere sopravvissuto alla Prima guerra mondiale, sviluppa un forte interesse per l’erboristeria. Egli si convince che per guarire il corpo nulla sia meglio delle erbe disponibili in natura. Grazie agli insegnamenti di un’anziana, Jan apprende dunque quanto c’è da sapere a riguardo. In breve tempo la sua fama si espande a dismisura, portandolo ad essere continuamente circondato da pazienti desiderosi di ricevere le sue cure miracolose. Insieme al fedele Frantisek Palko (Juraj Loj), suo assistente e amante segreto, Jan vede crollare la propria reputazione nel momento in cui le autorità lo accusano di omicidio.

Affidandosi ad un personaggio di questo tipo, calato in questo contesto, la regista si trova a gestire una serie di questioni tutt’altro che scontate. Mikolášek era davvero un ciarlatano? Il punto di vista offerto sembra contrario a tale tesi e già questo pone una serie di riflessioni ancora oggi valide sullo scontro tra farmaci e rimedi naturali. Mikolášek era un traditore? Come raccontato nel film, egli non faceva alcuna distinzione tra i suoi pazienti, curando tanto la povera gente quanto gli affiliati al nazismo. Proprio questo suo aiutare i nemici della patria lo ha portato a scontrarsi con le autorità comuniste, con un ritratto di queste è tutt’altro che lusinghiero.

Ma uno dei temi più importanti è certamente quello sul Bene e Male che possono coesistere nello stesso animo. Mikolášek non si risparmia nell’aiutare il prossimo, ma è anche capace di gesti orribili, che la regista non cerca di nascondere. Ci si confronta dunque con un protagonista particolarmente complesso e contraddittorio, sulla cui pelle si può rivedere la metafora di un secolo profondamente dilaniato tra questi due poli opposti. Affrontando tali questioni, Charlatan – Il potere dell’erborista diventa dunque occasione per riflettere su un complesso e taciuto periodo storico, sullo scontro tra l’essere umano e lo Stato, tra il vero desiderio di aiutare le persone e la mera propaganda.

Charlatan - Il potere dell'erborista Agneszka Holland

Charlatan – Il potere dell’erborista: la recensione del film

Alla luce di ciò, il nuovo film della Holland si configura dunque ben più che come una semplice biografia. La volontà di ricostruire un’epoca e la sua atmosfera è riscontrabile nell’opprimente modo in cui i personaggi vengono inquadrati, nei colori spenti e nell’austerità della messa in scena. Tutto tende a suggerire l’idea di contesto cupo, dove ognuno è in costante pericolo. Per contrasto, i ricordi di giovinezza di Mikolášek sono ricchi di colore, di luce, di bellezza. Sono scene che sanno di aria fresca, uno stacco necessario prima di rigettarsi negli abissi della tensione degli anni Cinquanta.

Se da un punto di vista dell’immagine Charlatan è dunque particolarmente curato, non lo stesso si può però dire di determinate scelte narrative. Nel ritrarre gerarchi nazisti e funzionari comunisti si avvertono delle semplificazioni eccessive, che non permettono di dar vita ad un significativo cambio di prospettiva a riguardo. L’impressione dunque è che, alle prese con questioni particolarmente importanti e da riscoprire, la regista confezioni un film esteticamente attraente e con un protagonista estremamente interessante, senza avere però qualcosa di nuovo da dire.

https://www.youtube.com/watch?v=7z2epnS_jDs

The Raven: trama, cast e curiosità sul film

The Raven: trama, cast e curiosità sul film

Scrittore e poeta, Edgar Allan Poe è noto a livello mondiale come uno dei più influenti autori letterari di sempre, dalla cui penna sono si sono sviluppati generi come il racconto poliziesco, il giallo psicologico e, soprattutto, l’horror. Quest’ultimo è quello per cui Poe è più famoso e le sue storie a riguardo sono state continuamente fonte di studio e adattamenti. Anche il cinema se ne è appropriato in diverse occasioni, portando sul grande schermo opere come Il pozzo e il pendolo e Tre passi nel delirio. Il lungometraggio del 2012 The Raven (qui la recensione), invece, non fa riferimento ad un racconto preciso, bensì alla figura stessa di Poe.

Il titolo, che riprende quello della famosissima poesia Il corvo, non deve infatti far pensare ad un adattamento di questa. Il film scritto da Ben Livingston e Hannah Shakespeare si ispira ad alcuni episodi reali della vita del poeta, inserendo però anche elementi tratti dai suoi romanzi. Si costruisce così un racconto che non è una biografia ma un ibrido in cuil le storie di Poe sembrano prendere vita per tormentarlo, in un susseguirsi di eventi sempre più spaventosi e complessi. A metà tra giallo investigativo e film dell’orrore, The Raven è così un affascinante esperimento diretto da James McTeigue, già regista di V per Vendetta.

Un film dunque simile a quello che poi sarà anche Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein, dove autore e sue opere si incontrano in modi inaspettati e affascinanti. Per gli amanti di questo genere di film cupi, che mescolano la fantasia all’orrore, The Raven è un titolo da riscoprire assolutamente. Prima di intraprendere una visione di questo, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Raven: la trama del film

La vicenda si svolge nel 1849, con la città di Baltimora scossa da una serie di brutali omicidi. Queste morti, però, agli occhi del Detective Emmett Fields non sono casuali, ma seguono una logica e una metodologia ben precisa: il killer uccide seguendo meticolosamente i passi che descrivono gli assassinii più cruenti dei racconti di Edgar Allan Poe. Lo scrittore, ormai ridotto allo sbando, diviso tra alcol e droghe, viene dunque chiamato in prima persona per aiutare la polizia nelle sue indagini. Sono però molti i dubbi sulle capacità di Poe e gli unici a credere in lui sono la sua fidanzata Emily Hamilton e il tipografo Ivan Reynolds.

Prima di rendersene conto, però, quella che doveva essere una vicenda collegata soltanto ai suoi racconti, si trasforma in un incubo reale quando l’assassino rapisce proprio Emily. Allan Poe, quindi, si troverà a dover sfruttare il suo potenziale immaginativo e le sue doti deduttive non per scrivere un nuovo racconto, ma per poter salvare la donna che ama da morte certa. Allo stesso tempo, dovrà combattere contro i sospetti di quanti vedono in lui l’artefice degli omicidi. Mentre la vicenda si stringe intorno ai protagonisti, verità spaventose verranno alla luce, dimostrando quanto gli incubi possano essere reali.

The Raven cast

The Raven: il cast del film

Per dar vita al personaggio di Edgar Alla Poe erano stati inizialmente contattati gli attori Joaquin Phoenix e Ewan McGregor, i quali hanno però rifiutato di partecipare al progetto. Al loro posto è così subentrato John Cusack, noto per film come Essere John Malkovich e Alta fedeltà. Attore particolarmente metodico, egli si è preparato al ruolo studiando e approfondendo il celebre poeta. Si è così documentato tanto sulle sue opere quanto sulla sua vita piena di eccessi e misteri e da quanto appreso ha costruito la psicologia del suo personaggio. Cusack ha inoltre perso diverso peso, al fine di risultare più realistico nei panni di un uomo dedito all’alcol e alle droghe.

Accanto a lui, nel ruolo di Emily Hamilton vi è l’attrice Alice Eve, nota per i film Lei è troppo per me e Before We Go. Originariamente, tuttavia, la parte era stata offerta all’attrice Noomi Rapace, celebre per la trilogia di Uomini che odiano le donne. Il colonnello Charles Hamilton, padre di Emily, è invece interpretato da Brendan Gleeson. L’editore Henry Maddux ha il volto di Kevin McNally, mentre il tipografo Ivan Reynolds è Sam Hazeldine. Nel ruolo del detective Fields vi è invece Luke Evans, attore celebre per il ruolo di Bard l’Arciere nella trilogia di Lo Hobbit. Per questo ruolo era inizialmente stato contattato l’attore Jeremy Renner, che ha però rinunciato per recitare in Mission: Impossible – Protocollo fantasma.

The Raven: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Raven è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 agosto alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

1921 – Il mistero di Rookford: trama, cast e curiosità sul film

1921 – Il mistero di Rookford: trama, cast e curiosità sul film

Affidarsi alla razionalità è, tra i tanti, anche un modo di poter controllare in modo logico quanto ci circonda. Se tutto può essere spiegato, allora tutto può essere riportato sotto la propria autorità. Eppure, il mondo e la realtà non smettono di ricordardi che ci sono eventi che sfuggono alle leggi della razionalità. Si entra in quel caso in un vortice dove non si ha più alcun controllo e tutto è possibile. Da sempre il cinema cerca di indagare tale confine, con storie che ritraggono l’eterno conflitto tra queste due forze. Un titolo particolarmente interessante a riguardo è 1921 – Il mistero di Rookford (qui la recensione).

Uscito nel 2011, questo è scritto e diretto da Nick Murphy, autore di diverse serie TV e qui al suo primo lungometraggio. Muovendosi tra thriller e film dell’orrore, questo porta lo spettatore a confrontarsi con personaggi che vedono ciò che hanno bisogno di vedere. Un bisogno, questo, che li porta ad oltrepassare in più occasioni il confine tra razionalità e irrazionalità, mettendo in discussione tuttò ciò che credono di sapere. 1921 – Il mistero di Rookford destabilizza dunque lo spettatore portandolo a confrontarsi eventi che hanno bisogno di più punti di vista per essere compresi.

Nonostante tali elementi e un cast di richiamo, il film non si è però affermato come un particolare successo, passando dunque quasi inosservato. A distanza di un decennio dalla sua uscita è però un titolo da riscoprire, specialmente per quanti sono appassionati di thriller soprannaturali che giocano con la mente dello spettatore. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

1921 – Il mistero di Rookford: la trama del film

La vicenda del film è ambientata nel 1921, ed ha per protagonista Florence Cathcart, strenua sostenitrice del razionale. Grazie ai suoi metodi inconfutabili, la donna si impegna a smascherare gli impostori che approfittano della suggestione e della superstizione del popolo della Gran Bretagna per i propri loschi affari. Un nuovo caso le si presenta quando un ragazzo muore improvvisamente nel collegio di Rookford. La governante Maud incarica dunque Florence di indagare sul caso, al fine di sfatare le voci che vogliono il luogo come infestato da fantasmi. Grazie ai suoi metodi scientifici all’avanguardia, la donna arriva effettivamente a scoprire che il ragazzo sembra essere morto per cause naturali.

Dal momento che il caso sembra risolto, Florence può dunque lasciare l’istituto. Prima che possa farlo, però, una serie di fenomeni inspiegabili la persuadono a continuare le sue ricerche. A Rookford, infatti, sembra celarsi un segreto riguardante il passato di Florence, da tempo rimosso dalla sua memoria poiché troppo drammatico e traumatico. L’oscura presenza che abita il collegio decide di palesarsi per spingere la donna a compiere un doloroso tuffo nel passato. Guidata dal fantasma Tom, Florence si trova a dover abbandonare tutta la sua razionalità ed aprirsi all’ignoto e al sovrannaturale. Qualcosa di spaventoso è avvenuto tempo addietro in quel luogo e sembra essere pronto a verificarsi di nuovo.

1921 - Il mistero di Rookford cast

1921 – Il mistero di Rookford: il cast del film

Nel ruolo della protagonista Florence Cathcart vi è l’attrice Rebecca Hall, nota in particolare per film come The Prestige, The Town e Vicky Cristina Barcelona. Affascinata dal racconto e dalle tematiche in esso presenti, la Hall si è da subito dichiarata disponibile a recitare in questo. Per prepararsi al ruolo, ha approfondito il mondo del paranormale e le ricerche condotte a riguardo. L’attrice ha inoltre affermato di aver visto diversi film simili per calarsi meglio nell’atmosfera. Per la sua intensa interpretazione, ha poi ricevuto una nomination come miglior attrice ai British Independent Film Awards. Accanto a lei, nel ruolo del fantasma Tom vi è invece l’attore Isaac Hempstead-Wright.

La direttrice del collegio, Maud Hillm, è interpretata dalla celebre Imelda Staunton, tra le più acclamate attrici britanniche e nota ai più per il personaggio di Dolores Umbridge nella saga di Harry Potter. Dominic West, celebre per essere stato Jimmy McNulty nella serie The Wire, è qui presente nel ruolo di Robert Mallory, l’insegnante che si rivolge a Florencer per risolvere il caso del collegio. Joseph Mawle, interprete di Benjen Stark in Il Trono di Spade, è invece il misterioso giardiniere Edward Judd. Nel fil sono poi presenti Shaun Dooley nel ruolo di Malcolm McNair, Diana Kent in quello di Harriet Cathcart e Richard Durden nei panni di Alexander Carthcart.

1921 – Il mistero di Rookford: la spiegazione del finale

Volgendo verso la conclusione, il film rivela i segreti fino a quel momento nascosti alla protagonista. Il fantasma del bambino che Florence sola sembra poter vedere le racconta infatti un episodio del loro passato che li lega e che la donna aveva rimosso. I due, infatti, sono fratelli, in quanto il bambino era il figlio illegittimo del padre di Florence. Quando la madre della ragazza scoprì la cosa, l’uomo impazzì uccidendo il piccolo, la donna e poi sé stesso. L’anziana Maud era dunque la balia di Florence, che l’ha cresciuta fino a quando non è stata adottata. Maud, ora, desidera riunirsi al piccolo Tom bevendo del veleno, che offre anche a Florence. Fortunatamente, il bambino impedisce che la protagonista possa assumerlo, salvandole così la vita.

Il finale si presenta però come piuttosto ambiguo. Per certi aspetti, Florence sembra non essersi salvata ed essere invece morta per l’ingerimento del veleno. Il regista e la Hall, tuttavia, hanno scartato questa versione preferendo inserire una serie di indizi che lasciano intendere di come Florence sia invece sopravvissuta e possa continuare la propria vita avendo elaborato il trauma che si portava dietro da tempo. Per il regista, infatti, il sopravvivere della protagonista è la prova di come spesso vedere ciò che si desidera vedere possa essere una forza che spinge anche a superare i momenti più complessi e dolorosi.

1921 – Il mistero di Rookford: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. 1921 – Il mistero di Rookford è infatti disponibile nei cataloghi di Chili e Mediaset Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Cry Macho: il trailer del nuovo film di e con Clint Eastwood

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Cry Macho: il trailer del nuovo film di e con Clint Eastwood

Clint Eastwood torna alla regia e davanti alla macchina da presa con Cry Macho, il suo film che, a giudicare dal trailer, appare come un western on the road.

La pellicola è basato sull’omonimo libro scritto da N. Richard Nash, che ha curato anche l’adattamento cinematografico insieme a Nick Schenk (in origine Nash aveva scritto una sceneggiatura – risalente ai primi anni ’70 – che venne poi adattata in romanzo). Al Ruddy e Jessica Meier figureranno come produttori, insieme a Tim Moore e allo stesso Clint Eastwood grazie a Malpaso. Al momento non sappiamo quando partiranno le riprese, ma pare che Eastwood sia già alla ricerca di location per il film. È probabile, comunque, che la pellicola riesca ad arrivare nelle sale già a partire dal prossimo inverno.

La trama di Cry Macho

In Cry Macho, Clint Eastwood interpreta un’ex allevatore di cavalli – nonché ex rodeo star – che, nel 1978, accetta da un suo ex capo di riportare in Texas il giovane figlio dell’uomo, che si trova in Messico preda di una madre alcolizzata. Il New York Times ha descritto il romanzo come il racconto morale di due personaggi che si aiutano a vicenda durante una viaggio in balia di ricordi dolorosi.

Time Is Up: esce a ottobre il nuovo film di Elisa Amoruso

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Time Is Up: esce a ottobre il nuovo film di Elisa Amoruso

Uscirà al cinema il 25, 26 e 27 ottobre Time Is Up, il nuovo film di Elisa Amoruso che torna alla fiction dopo Maledetta Primavera, lei che da anni ci ha regalato interessantissimi documentari (Strane Straniere, Bellissime).

Il film, scritto da Amoruso stessa con Lorenzo Ura e Patrizia Fiorellini, è una produzione Lotus Production una società di Leone Film Group con Rai Cinema e sarà distribuito da01 Distribution. Nel cast Bella Thorne e Benjamin Mascolo.

La trama di Time Is Up

Vivien (Bella Thorne) e Roy (Benjamin Mascolo) sono due adolescenti dalle personalità apparentemente opposte. Vivien è una studentessa talentuosa con la passione per la fisica e il desiderio di entrare in una prestigiosa università americana. Vive la sua vita come una formula matematica che la spinge a rimandare al futuro la propria felicità. Roy invece è un ragazzo problematico, tormentato da un trauma vissuto da bambino, che sembra rincorrerlo inesorabilmente e mandare continuamente in fumo tutti i suoi sogni. Ma anche le scienze esatte hanno le loro variabili e, come sempre accade, la vita riesce a intrecciare i suoi eventi in modi sorprendenti e inaspettati.

Nel cast insieme a Bella Thorne (Il sole di mezzanotte – Midnight Sun, Sei ancora qui – I Still See You, The babysitter, Famous in love) e Benjamin Mascolo, al suo debutto come attore, Sebastiano Pigazzi (We are who we are) Bonnie Baddoo (Ruthless, Doctors), Giampiero Judica (The App, Uno di famiglia, Succede, All the Money in the World), Roberto Davide (Dr. Who, Rome), Nikolay Moss (vincitore di un Emmy Award per il suo ruolo da protagonista nella serie TV The Cobblestone Corridor) e Giulio Brizzi (Curon).

time is up poster

Stranger Things 4: il primo sguardo ufficiale alla quarta stagione

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Ecco il sguardo ufficiale a Stranger Things 4, la quarta stagione di Stranger Things, la serie rivelazione Netflix dei fratelli Duffer. Nel cast della serie tornano tutti i protagonisti dello show, insieme ad una folta ed interessante schiera di new entry.

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La trama di Stranger Things 4

Ambientata nella cittadina di Hawkins in Indiana, Stranger Things è una dichiarazione d’amore per i classici degli anni ’80 che hanno entusiasmato un’intera generazione. La serie racconta la storia di un ragazzino che scompare nel nulla. I suoi amici, la famiglia e la polizia locale si mettono alla ricerca di indizi, ma vengono presto coinvolti in una trama misteriosa, con esperimenti governativi top secret, terrificanti poteri soprannaturali, una ragazzina molto particolare e una pericolosa porta che collega il nostro mondo a un regno potente ma sinistro. Le amicizie dei protagonisti saranno messe alla prova e le loro vite cambieranno mentre ciò che scopriranno trasformerà Hawkins e forse il mondo, per sempre.

Dalla sua uscita nel 2016, il fenomeno globale Stranger Things ha ottenuto oltre 65 premi e 175 nomination alle più importanti manifestazioni e festival, tra cui gli Emmy Awards, Golden Globes, Grammy Awards, SAG Awards, DGA Awards, PGA Awards, WGA Awards, BAFTA, Peabody Award, AFI Awards, People’s Choice Awards, MTV Movie & TV Awards, Teen Choice Awards e molti altri. La serie candidata tre volte agli Emmy Awards come miglior serie tv drammatica è uno dei titoli Netflix più visti. La sola stagione 3 è stata vista nei primi quattro giorni dal debutto in 40,7 milioni di case, più di qualsiasi altro film o serie Netflix in quel periodo, e in  64 milioni nelle prime quattro settimane.

Stranger Things è creata dai fratelli Duffer e prodotta da Monkey Massacre Productions e 21 Laps Entertainment. I fratelli Duffer sono anche i produttori televisivi della serie, insieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps Entertainment, e a Iain Paterson.

Shawn Levy, regista di Free Guy, sulla possibilità di dirigere Deadpool 3

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Free Guy – Eroe per gioco ha ricevuto molte recensioni positive da parte critica (attualmente è all’87% su Rotten Tomatoes), quindi è chiaro che la Disney vorrà continuare a lavorare con il regista Shawn Levy.

Il regista non ha mai lavorato a un film di supereroi, ma la sua filmografia include titoli come Una notte al museo, Real Steel e l’amatissima serie Stranger Things. Di conseguenza, il suo nome viene spesso suggerito per vari progetti da moltissimi fan dei fumetti, incluso il tanto agognato Deadpool 3, che segnerà finalmente il debutto del Mercenario Chiacchierone nel MCU.

Parlando con Inverse, il regista ha dato una risposta alquanto intrigante sulla possibilità di dirigere Deadpool 3. “Ho intenzione di evitare di rispondere a questa domanda, e lo so che già questo potrebbe risultare come una risposta”, ha detto. “Risponderò all’ultima parte, ossia: sono un fan! Sono un fan di Deadpool, un grande fan. E, ovviamente, sono un fan dell’Universo Marvel e del modo in cui sempre più registi di rilievo ormai possono creare la propria visione ed esprimere la propria voce attraverso quell’enorme franchise, che sia ciò che Taika Waititi ha fatto con Thor: Ragnarok, o quello che ha fatto James Gunn con Guardiani della Galassia o quello che rappresenterà Eternals.”

“Questi sono veri film e sono anche film Marvel”, ha continuato Levy. “Quindi, se si presentasse il titolo giusto lo farei, perché mi propongo solo per cose in cui so di potermela cavare, e ce ne sono alcune in cui sento di sapere cosa poter fare. Quindi vedremo”.

Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Loeglin stanno attualmente scrivendo la sceneggiatura di Deadpool 3 insieme a Ryan Reynolds, ed è difficile credere che i Marvel Studios non abbiano già qualcuno in mente a cui affidare la regia del film. Shawn Levy sarebbe probabilmente una buona scelta, e considerata la mole di easter egg e cameo presenti in Free Guy chissà, forse potrebbe essere proprio lui la persona giusta per portare Wade Wilson nel MCU.

Il futuro di Deadpool al cinema

Dopo l’uscita di Deadpool 2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il futuro di Deadpool è stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo scorso gennaio è stato confermato che Deadpool 3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al MCU. Al momento le uniche informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato a Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il nuovo film.

Suicide Squad: 10 motivi per rivalutare il film di David Ayer

Suicide Squad: 10 motivi per rivalutare il film di David Ayer

L’uscita di The Suicide Squad di James Gunn è stata accompagnata da un’accoglienza estremamente positiva: il nuovo film dedicato alla Task Force X, infatti, ha conquistato la critica di tutto il mondo. Suicide Squad di David Ayer, invece, ha avuto una risposta ampiamente negativa all’epoca dell’uscita in sala, ma sappiamo che l’intromissione della Warner Bros. durante la produzione ha portato ad una versione diversa da quella pensata in origine dal regista.

Tutto sommato, l’originale Suicide Squad non è poi così male, e di certo la qualità del film sembrerà molto più elevata agli occhi degli spettatori che lo guardano oggi per la prima volta. Ciò è dovuto a una serie di fattori, come ha provato a spiegare Screen Rant:

La dinamica familiare

La squadra potrebbe anche essere stata messa insieme per una missione ben precisa, ma il film ha dimostrato che, alla fine, si sono sempre considerati come membri di una grande famiglia. El Diablo ha menzionato proprio questo come motivo del suo sacrificio, poiché i personaggi assomigliano a una famiglia disfunzionale che unisce le forze quando è necessario. 

Con il successo di altri franchise come Fast & Furious e Deadpool che portano avanti questo concetto, Suicide Squad regge bene l’adattamento dei personaggi da questo punto di vista. Guardare il film attraverso questa lente, in realtà, mostra quanto fossero simili tra loro i rispettivi membri del team. 

L’umorismo involontario

Nonostante i toni tipici della commedia siano risultati essenzialmente piatti, il film si è comunque avventurato in una sorta di territorio satirico. Può essere divertente, infatti, ridere di cose come il Joker che urla “Hunka-Hunka!” senza motivo, o magari per la morte di Slipknot pochi istanti dopo la sua introduzione, poiché gli spettatori non si aspetteranno niente di particolare da questi momenti.

Alla fine, servono a dare al film una buona rigiocabilità, anche perché sono tipologie di scene che compiano più e più volte, conferendo al film un aspetto gigionesco che potrebbe comunque fare leva sugli spettatori.

Il debutto di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn

Margot Robbie è emersa come la punta di diamante all’interno del cast di Suicide Squad, anche se la sua Harley Quinn non è sempre stata fedele ai fumetti. Dal momento che il suo debutto è stato in questo film, lo stesso sarà sempre collegato alla sua performance, in quanto è servito proprio da trampolino di lancio per la Mattacchiona.

Coloro che vogliono seguire lo sviluppo del personaggio di Harley devono per forza dare un’occhiata alla sua prima apparizione, concedendo a Suicide Squad una prima, doverosa, possibilità. Si distingue anche meglio ora di quanto non abbia fatto in passato, a causa di quanto sia lampante che Harley sia il personaggio di spicco del film.

Il primo titolo vantaggioso per il DCEU

Sebbene il risultato finale lasciasse più a desiderare che altro, Suicide Squad sarà sempre il film che ha cambiato le sorti del DCEU. Sia L’uomo d’acciaio che Batman v Superman erano abbastanza stereotipati in termini di rappresentazione, mentre questo film aveva comunque un suo stile nel raccontare di questi personaggi, antieroi con decisioni moralmente discutibili da prendere.

La dark comedy è anche invecchiata bene grazie a film simili come Deadpool, mentre la riuscita rappresentazione del materiale più affilato e ironico in The Suicide Squad ha comunque aiutato l’originale con il senno di poi.

Impostare un modello per il sequel

The Suicide Squad ha introdotto molti nuovi personaggi come Peacemaker e Bloodsport, ma il modello per la struttura del film è stato fissato dall’originale. Aspetti come il ruolo di Amanda Waller nella preparazione e nel tradimento della Task Force X, il tema dei personaggi che formano legami familiari e l’impostazione generale di una squadra di criminali vengono tutti portati avanti nel film di James Gunn

Dal momento che il sequel è stato accolto così bene, il primo film verrà ora visto in maniera diversa dai fan, poiché si presenterà come una materia decisamente familiare. Inoltre, il film dovrebbe essere apprezzato anche solo per aver posto le basi per un seguito così degno.

Evitare di ripetere gli stessi errori

Riguardare Suicide Squad significa anche rivedere tutti quei difetti che il DCEU, da allora, ha provato a correggere. Ciò include cose come incorporare nella storia un cattivo come Incantatrice, concentrarsi troppo sulle presentazioni dei personaggi e inserire Joker quando non era necessario.

Con il DCEU che ora sta facendo un grande sforzo per non ripetere questi errori, Suicide Squad può essere visto come il film che ha incassato il colpo al fine di capire come migliorare il franchise. Ora che la frustrazione dei fan per i difetti del DCEU è quasi del tutto svanita, il film non sembra poi così pieno di difetti e tutti quei punti deboli possono essere tranquillamente perdonati.

I ritratti di Deadshot e El Diablo

Poiché i difetti del film sono stati messi ampiamente in risalto negli ultimi cinque anni, è giusto concentrarsi anche sui punti di forza. El Diablo e Deadshot sono stati elogiati anche all’epoca per avere portato nella storia una genuina caratterizzazione del senso di colpa, con entrambi che cercavano di redimersi per aver fatto del male alle loro famiglie.

I fan hanno sempre sottolineato quanto sia accurato rispetto ai fumetti il Deadshot di Will Smith, mentre il comportamento tranquillo ma mortale di El Diablo è sempre stato visto come estremamente coinvolgente. Guardare il primo film è l’unico modo per godere di questi due personaggi nel DCEU, e vale sicuramente la pena dare un’occhiata al film per godere di questi due ruoli.

La violenza esagerata

Il numero di morti raccapriccianti, come la testa di Slipknot che viene fatta esplodere e Killer Croc che mastica le persone, è stato visto come un tentativo estremo di essere violenti all’epoca, ma oggi è un qualcosa in realtà all’ordine del giorno. Film come Logan e The Suicide Squad sono pieni di momenti violenti esagerati che si legano bene all’estetica generale del film.

Per questo motivo, gli spettatori ora sono ben disposti a considerare allo stesso modo la violenza di Suicide Squad, poiché hanno avuto il tempo di capire che può davvero funzionare nei film di supereroi.

La colonna sonora

A causa dell’accoglienza negativa che ha circondato il film, la decisione di incorporare alcuni brani come “Sucker for Pain” e “Gangsta”, è stata criticata per aver favorito la rappresentazione dei personaggi piuttosto che la qualità della storia. Tuttavia, rimuovere il peso delle aspettative consente alla colonna sonora di brillare, poiché si lega – appunto – ai tratti distintivi di ogni personaggio.

La colonna sonora che accompagna la squadra emana quel senso di terrore e minaccia che ognuno sembra portare con sé e crea la giusta atmosfera per tutte le loro buffonate dispettose. La qualità della colonna sonora non è ancora così enfatizzata nel genere supereroistico, rendendo Suicide Squad una degna eccezione per coloro che preferiscono che la musica vada di pari passo con il gusto per l’immagine.

I cameo di altri eroi del DCEU

Il DCEU si è allontanato dallo stile tipico dell’universo condiviso che aveva fino all’uscita di Justice League. Ora, i film presentano molto raramente crossover tra supereroi, cosa che rende Suicide Squad l’ultimo grande esempio in tal senso, dal momento che contiene molto materiale che evidenzia il fatto che più eroi sono presenti all’interno di un universo più ampio.

I cameo di Batman e Flash funzionano, soprattutto perché gli eroi non si sono fatti vedere molto negli anni a venire. Aiuta anche ad avere una buona chimica con i cattivi nelle loro scene, dando a queste apparizioni speciali una qualità sempre valida. Queste scene servono come promemoria, per i fan del DCEU di oggi, del potenziale per tutti questi personaggi di incrociarsi ancora in futuro.

Deadpool 3, Ryan Reynolds sulle riprese: “Al 70% partiranno il prossimo anno”

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Ryan Reynolds è attualmente impegnato con la promozione di Free Guy – Ero per gioco, ma ovviamente i giornalisti sfruttano l’occasione per chiedere all’attore aggiornamenti in merito a Deadpool 3. Ad ottenere il più grosso aggiornamento in merito al film è stato Collider, al quale l’attore ha confermato che, nonostante il film non abbia ancora un regista, è molto probabile che le riprese inizieranno già il prossimo anno.

Alla domanda sulla possibilità che la produzione inizi nel 2022, Reynolds ha risposto: “La percentuale di possibilità? Non lo so. Non potrei assegnare una percentuale a una cosa del genere. Direi 50/50, forse? Siamo coinvolti in maniera attiva nello sviluppo del film. Stiamo cercando di dargli la migliore forma possibile. In che mese siamo? Agosto? Allora, l’anno prossimo? Direi che ci sono circa il 70% di possibilità che entri in produzione il prossimo anno.”

L’attore ha continuato parlando della sua collaborazione con Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Loeglin alla sceneggiatura (probabilmente Reynolds figurerà nei crediti in qualità di autore del soggetto). “È una sorta di processo quotidiano”, ha aggiunto, “Scrivere è un così: devi dedicargli tempo, andartene e poi rimetterti al lavoro. Sto collaborando con i Molyneux alla sceneggiatura ed è fantastico. Sono incredibilmente talentuosi e molto intelligenti. Comprendono alla grande quest’universo. Sanno come fare una cosa quando tutti si aspettano l’esatto contrario. Quindi è un processo molto, molto divertente.”

Il futuro di Deadpool al cinema

Dopo l’uscita di Deadpool 2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il futuro di Deadpool è stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo scorso gennaio è stato confermato che Deadpool 3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al MCU. Al momento le uniche informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato a Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il nuovo film.

MCU: l’head writer di Loki parla della collaborazione con i team creativi degli altri progetti

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L’assenza di un trailer ufficiale di Spider-Man: No Way Home, che continua a latitare, sta costringendo i fan e le principali testate che si occupano di cinema a continuare a speculare su ciò che verrà raccontato nell’attesissimo threequel dedicato alle avventure di Peter Parker.

Tuttavia, sappiamo già che il nuovo film esplorerà il famigerato Multiverso, con l’Uomo Ragno che unirà le forze con Doctor Strange e un paio di altri volti noti del MCU per combattere – probabilmente – una versione interdimensionale dei Sinistri Sei (ma quest’ultima, purtroppo, è soltanto l’ennesima voce senza alcuna conferma ufficiale).

Michael Waldron, head writer di Loki che ha anche riscritto la sceneggiatura di Doctor Strange in the Multiverse of Madness dopo il coinvolgimento di Sam Raimi, ha recentemente parlato con The Playlist (via CBM) di quanto la lavorazione dei due progetti sia stata, in realtà, estremamente interconnessa. Anche se non ha menzionato specificamente il Multiverso, Waldron ha spiegato di essere stato sempre in contatto con il team del film mentre lavorava alla serie con Tom Hiddleston. Ma a quale scopo?

“Il nostro team di produzione comunicava costantemente con il team di produzione del film per assicurarsi che non ci stessimo rovinando le cose a vicenda”, ha spiegato Waldron. “Sono stato avvantaggiato su Spider-Man: No Way Home, perché l’hanno scritto Chris McKenna ed Erik Sommers, e sono stato l’assistente del loro sceneggiatore durante la quinta stagione di Community, quindi ho potuto chiamare McKenna e farmi non solo bullizzare da lui quando volevo, ma anche dirgli: ‘Ehi, che diavolo state facendo? Fammi essere sicuro di non rovinare nulla’.”

“Quindi c’è stata questa sorta di comunicazione ininterrotta che ha permesso ai team creativi, ai registi, agli sceneggiatori, a chiunque, di comprendere meglio ciò a cui ognuno stava lavorando”, ha aggiunto Waldron. “Sicuramente è un modo di lavorare che avvantaggia i progetti.”

Questo livello di collaborazione tra le parti è sicuramente interessante, e sappiamo che Waldron ha avuto rapporti lavorativi anche con Jeff Loveness, sceneggiatore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania. È chiaro che questi film avranno tutti a che fare con la versione del Multiverso del MCU, ma sarà di certo Spider-Man: No Way Home ad offrire il primo assaggio di ciò che significherà per il futuro di Spidey nell’universo condiviso.

Ryan Reynolds aveva proposto a Disney un crossover tra Deadpool e Bambi

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Wade Wilson farà il suo debutto ufficiale nell’Universo Cinematografico Marvel soltanto con l’arrivo di Deadpool 3, ma di recente è stato diffuso online un breve video promozionale di Free Guy – Ero per gioco, parecchio divertente, in cui il Mercenario Chiacchierone è apparso insieme a Korg, l’amico di Thor.

Ora, Ryan Reynolds ha rivelato di aver inizialmente proposto alla Disney un crossover decisamente più oscuro! “Volevo realizzare un cortometraggio di Deadpool in cui il mio personaggio interrogava il cacciatore che ha ucciso la mamma di Bambi”, ha spiegato l’attore a IGN. “Deadpool era un suo grande fan, ma non lo avrebbe realmente interrogato… voleva solo sapere da lui come fare per diventare il personaggio Disney più odiato nella storia della Disney. Ovviamente, lo studio non era assolutamente d’accordo.”

Le cose sono andate diversamente, invece, per l’idea di uno sketch con Deadpool e Korg in occasione della promozione di Free Guy (film che arriverà nelle sale italiane dall’11 agosto). Reynolds ha così subito contattato Taika Waititi (che interpreta l’alieno di roccia nel MCU e che ha anche un ruolo nel film di Shawn Levy distribuito dai Watl Disney Studios) per ottenere il via libera.

“Allora siamo tornati da loro con questo pezzo su Deadpool e Korg. Lo abbiamo inviato e hanno subito detto sì”, ha spiegato Reynolds. “Quindi ho chiamata Taika e ha subito accettato. È un vero genio ed ero entusiasta all’idea di collaborare con lui nelle vesti di quel personaggio.”

Il futuro di Deadpool al cinema

Dopo l’uscita di Deadpool 2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il futuro di Deadpool è stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo scorso gennaio è stato confermato che Deadpool 3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al MCU. Al momento le uniche informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato a Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il nuovo film.

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