Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
È trapelato su Twitter un breve
bootleg del teaser trailer di Don’t Look Up, il
nuovo atteso film di Adam McKay, la commedia
satirica con protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Nelle immagini, oltre ai
protagonisti, vediamo anche Jonah Hill e Meryl Streep.
Arriva direttamente su
NetflixVIVO, il film d’animazione
co-prodotto dallo streamer con Sony Animation che porterà allegria,
colori, e tanta tanta musica nelle case degli abbonati. Il film
presenta una cast tecnico di grande pregio, a partire dal regista
nominato agli Oscar per I Croods, Kirk
DeMicco (guarda
la nostra intervista), insieme a Brandon
Jeffords. Nome di spicco della produzione è quello di
Lin-Manuel Miranda, una vera e propria gallina dalle uova d’oro per
Hollywood, negli ultimi anni, e che è in sala con Sognando a New York – In the Heights, film
basato sull’omonimo musical da lui creato.
Anche in questa
occasione, Miranda mette il suo talento a servizio di una storia
musicale, che racconta appunto la musica come principale tramite
per legami fondamentali nella vita di ognuno: che sia quello tra
padre e figlia, tra due silenziosi amanti che non hanno mai avuto
il coraggio di dichiararsi reciprocamente, o che sia addirittura la
sintonia tra uomini e animali, che pur non parlando la stessa
lingua si capiscono.
La trama di VIVO
VIVO è
il nome di un simpatico cercoletto (un piccolo abitante delle
foreste tropicali), che trascorre le sue giornate suonando
musica in una vivace piazza a L’Avana insieme al suo amato
padrone/amico Andrés. Sebbene non parlino la stessa lingua, Vivo e
Andrés sono un duo perfetto grazie alla passione per la musica che
li accomuna. Ma una tragedia li colpisce poco dopo l’arrivo di un
invito della celebre Marta Sandoval ad assistere al proprio
concerto di addio che si terrà a Miami, con la speranza di rivedere
il suo vecchio partner. Toccherà a Vivo consegnare il messaggio che
Andrés ha sempre tenuto segreto: una lettera d’amore per Marta,
scritta molto tempo fa sotto forma di canzone. Per riuscire a
raggiungere Miami, Vivo dovrà accettare l’aiuto di Gabi,
un’energica ragazzina con un ritmo tutto suo.
VIVO è
un on the road particolare, anarchico per certi versi, perché
imbevuto dello spirito di questa simpatica protagonista, Gabi, una
ragazzina che non riesce a trovare il suo posto nel mondo, ma che
troverà un amico in questo simpatico animaletto. L’elaborazione del
lutto, la ricerca di se stessi, la capacità di amare e di
ascoltarsi sono i grandi temi che scorrono sotto alla superficie
chiassosa, variopinta e spericolata della storia.
E naturalmente le canzoni
del film sono il cuore pulsante della storia. Lin-Manuel Miranda si
sbizzarrisce, creando un pastiche musicale che spazia trai generi,
adeguandosi non solo alle personalità dei personaggi che di volta
in volta cantano e interpretano i brani, ma omaggiando anche i
ritmi tipici delle aree geografiche in cui si muove. Il risultato è
ricco e vario, curato e originale, proprio come VIVO.
Se da un punto di vista
tecnico e visivo il film si assesta su standard molto buoni ma
ormai consolidati, senza particolari guizzi, è lo spirito di VIVO a
determinarne la bellezza e il carattere.
Un cast di doppiatori stallare
La versione italiana di VIVO presenta alcune voci
d’eccezione: Stash, frontaman della band multiplatino The
Kolors (voce e chitarra), cantautore e produttore, interpreta tutte
le canzoni dell’originale protagonista Vivo, Massimo Lopez,
attore, doppiatore, show man, conduttore televisivo e componente
del noto trio “Lopez, Marchesini, Solenghi”, doppia il personaggio
di Andrés nelle canzoni e nei dialoghi, mentre Simona
Bencini, cantante e storica front woman dei “Dirotta su Cuba”,
è l’interprete delle canzoni di Marta Sandoval, a cui è dedicata la
canzone di Andrés.
Per quanto riguarda
invece la versione originale,
Lin-Manuel Miranda la fa invece da padrone, doppiando, canto e
voce, il simpatico protagonista peloso, e con lui ci sono Zoe
Saldaña (Rosa), Juan de Marcos (Andrés), Brian Tyree
Henry (Dancarino), Michael Rooker (Lutador), Nicole
Byer (Valentina), Gloria Estefan (Marta) e, per la prima
volta sugli schermi, Ynairaly Simo (Gabi).
Ballando e cantando su
melodie sudamericane, a ritmo sfrenato, VIVO
regala un’esperienza visiva divertente e leggera con una buona dose
di cuore, un ottimo modo per stare insieme in famiglia.
L’attesissima serie What If… ? aiuterà ad espandere il concetto di
Multiverso all’interno del MCU portando sullo schermo la
classica serie a fumetti della Marvel Comics. Ogni numero della serie ha
esplorato una nuova linea temporale in cui le cose sono andate
diversamente rispetto a quanto accaduto nell’universo Marvel, dando così vita ad alcune
delle realtà più strane e avvincenti dei fumetti.
La serie a fumetti What If…
? è iniziata nel 1977 e da allora è stata pubblicata in
volumi, con ogni nuova iterazione che aveva come idea centrale
quella di presentare un importante momento della storia della
Marvel da una nuova prospettiva.
Alcune di queste storie alternative sono diventate dei veri e
propri classici, regalando ai fan delle realtà strane ma
altrettanto eccitanti come quelle l’universo Marvel principale.
Gwen Stacy non è mai morta
La morte inaspettata di Gwen Stacy in
“The Amazing Spider-Man #121” è una
delle morti più strazianti dei fumetti di Spider-Man, se non
addirittura dei fumetti in generale. Come raccontato in quel numero
divenuto storico, Gwen è stata spinta giù dal ponte George
Washington da uno dei nemici più pericolosi di Spider-Man, Green
Goblin.
Il
numero 24 della serie “What If… ?” immagina se Gwen fosse
sopravvissuta invece di morire quella fatidica notte. Spider-Man la
salva, ma ciò non significa che Peter e Gwen vivranno per sempre
felici e contenti. Alla fine, i due si sposano, ma la vera identità
di Peter viene rivelata al mondo intero da J. Jonah Jameson, che lo
costringe a nascondersi per tutto il resto della sua carriera da
supereroe.
Jane Foster diventa Thor
Anticipando l’ascesa, nel
2014, di Jane Foster come una delle migliori varianti alternative
di Thor, “What If..? #10” immagina Jane che trova il Mjolnir al
posto del dottor Donald Blake, che si trasforma nel dio nordico
quando tocca il mistico martello.
Lo stesso succede a Jane, che
diventa Thor e deve combattere abbastanza in fretta contro il Dio
dell’Inganno in persona, Loki. La sconfitta di quest’ultimo, alla
fine, si traduce in Jane che sposa Odino, mentre il martello va a
Blake, come previsto. Questa non è stata l’unica istanza della
serie a fumetti “What If..?” che ha anticipato futuri sviluppi. La
serie considerava anche la sopravvivenza del clone di Spider-Man,
idea poi sviluppata in “The Clone Saga” all’interno dei fumetti
degli anni ’90 dedicati all’Uomo Ragno.
Zio Ben sopravvive
Uno degli eventi
fondamentali nella tradizione Marvel Comics è la morte di zio Ben, che porta
direttamente Peter Parker a diventare Spider-Man. Ogni volta che
Peter incontra difficoltà nei panni dell’arrampicamuri, ricorda le
ultime parole pronunciate dallo zio: “Da grandi poteri,
derivano grandi responsabilità!”
Il numero 46 della serie “What If…
?” immagina che Ben è sopravvissuto, mentre è zia May ad essere
morta per mano del ladro. Piuttosto che diventare un eroe,
Spider-Man diventa qualcosa di più di un vigilante. Ben deduce il
segreto di Peter e si confronta con J. Jonah Jameson sul
trattamento che la stampa riserva all’Uomo Ragno, portando l’eroe a
trovare una vita migliore di quella che aveva all’inizio di
Terra-616.
Blink diventa In-Betweener
Blink era un personaggio
minore degli X-Men introdotto e poi ucciso nel crossover “The
Phalanx Covenant” a metà degli anni ’90. Tuttavia, era molto
popolare tra i fan, cosa che ha portato al suo ritorno in “What
If..? #75”.
In quella storia, si trasporta nel
regno cosmico di In-Betweener. L’abilità di Blink di
teletrasportarsi assume dimensioni terrificanti quando assorbe il
potere dell’essere cosmico e diventa lei stessa In-Betweener. In
seguito, Blink sarebbe tornata alla continuity in modo indiretto,
attraverso la trama di “Age Of Apocalypse”, una delle linee
temporali più oscure della Marvel Comics.
Capitan America durante la guerra civile
Le storie successive della
serie diventarono più simili al concetto di “Elseworlds” della DC
Comics, concentrandosi di meno sui singoli momenti – come Jane
Foster che diventa Thor – e di più su nuovi scenari in blocco che
collocano i supereroi all’interno di nuove trame ed eventi.
Una delle realtà migliori e più
strane di questo volume ha immaginato Capitan America vivo durante
la guerra civile americana. La storia del 2005 ha reinventato Bucky
Barnes come Teschio Bianco – una terrificante reinterpretazione del
classico cattivo di Captain America, Teschio Rosso – e come Steve
Rogers ha combattuto i mali del razzismo nell’America del 19°
secolo.
Scarlet Witch cancella tutti i poteri
Scarlet Witch ha cancellato
dall’esistenza la maggior parte dei mutanti in “House Of M”,
un’importante trama di fumetti che ha ispirato anche WandaVision. Attraverso l’uso di solo tre
parole, ossia “Basta mutanti”, Wanda ha cambiato radicalmente
l’Universo Marvel negli anni a venire.
“What
If… ? House of M” ha immaginato che l’atto disperato di Wanda
avesse conseguenze ancora più distruttive. Questa storia del 2008
vede Wanda privare tutti gli esseri con superpoteri delle loro
qualità speciali, non solo i mutanti, portando a conseguenze
disastrose. Teschio Rosso conquista il mondo, uccidendo numerosi
eroi e portando a una conseguente battaglia tra lui e
Spider-Man.
La Fenice non è mai morta
La Saga di Fenice Nera è
una delle storie che coinvolgono gli X-Men più famose e amate di
sempre, con la scomparsa di Jean Gray che è stata una delle morti
più scioccanti dei fumetti Marvel.
Il numero 27 del primo volume della
serie “What If… ?” immagina che Jean non sia morta in “Uncanny
X-Men #137”. Tuttavia, le cose vanno ancora peggio. Jean è viva, ma
viene poi consumata da Fenice Nera in una battaglia contro
Galactus. Questo porta ad una furia orribile in cui Fenice uccide
tutti gli X-Men e distrugge l’intera Terra e tutta l’umanità.
Captain America non è mai stato
congelato
Il numero 5 del primo volume della serie “What If… ?” affronta
un importante punto di divergenza per la Marvel Comics. In questo numero, Captain
America non viene mai congelato nel ghiaccio durante la seconda
guerra mondiale, alterando in modo sostanziale la storia.Steve Rogers, alla fine, diventa il
direttore dello S.H.I.E.L.D. dopo la morte di Nick Fury.
I fan
dei fumetti sanno che Bucky Barnes diventa Captain America per un
breve periodo nella continuity principale della Marvel, ma lo diventa anche in
questa strana realtà, assumendo il ruolo e combattendo contro il
Barone Zemo e le forze dell’HYDRA.
Tempesta diventa Thor
Poche persone nell’Universo
Marvel sono degne di sollevare il
Mjolnir, il martello di Thor. Tra i pochi eletti ci sono Captain
America, Beta Ray Bill, Jane Foster e, stranamente, anche Superman,
che ha alzato il martello quando i due personaggi si sono scontrati
in “JLA/Avengers”.
Anche Tempesta sembra una candidata
ideale: il suo diventare Thor, infatti, è stato esplorato nel
volume due, numero #12. Questa storia fa capo a una precedente del
canone, in cui gli X-Men si recavano ad Asgard e Tempesta brandisce
un martello forgiato da Loki. In questa storia, diventa a tutti gli
effetti Thor e in realtà combatte contro una versione di Throg,
ossia Thor trasformato in una rana dalla magia di suo fratello
Loki.
Spider-Man si unisce ai Fantastici Quattro
La prima strana realtà visitata nella serie a
fumetti “What If.. ?” è ancora oggi considerata una delle migliori.
Il primissimo numero immagina che Spider-Man si sia unito ai
Fantastici Quattro in “The Amazing Spider-Man #1” invece di essere
rifiutato dal team.
La squadra diventa quindi nota come
i Fantastici Cinque, con Peter Parker che applica un nuovo simbolo,
quello del 5, alla sua uniforme invece dell’icona del ragno.
Spider-Man aiuta la squadra a combattere contro Namor in questa
avventura, ma finisce con Sue Storm che parte con Namor per
Atlantide dopo essersi sentita trascurata dalla nuova formzione.
Uno dei matrimoni più leggendari e duraturi della Marvel quindi non accade mai in
questa realtà, con Reed Richards con il cuore spezzato per la
diserzione di Sue.
Lucky Red è lieta di annunciare
l’arrivo nelle sale cinematografiche dal 3 settembre de Il
collezionista di carte, scritto e diretto da Paul
Schrader con Oscar Isaac, Tye Sheridan, Tiffany
Haddish e Willem Dafoe.
Dei fantasmi del passato non ci si
libera così facilmente. Prodotto da Martin Scorsese e in concorso
al Festival di Venezia, il nuovo film di Paul Schrader vede
Oscar Isaac nel ruolo di William Tell, un ex militare che vive come
giocatore d’azzardo professionista e attira l’interesse di una
misteriosa finanziatrice.
La vita ordinaria di Tell viene però
sconvolta dall’incontro con Kirk (Tye Sheridan), un giovane in
cerca di vendetta contro un nemico comune.
The Suicide
Squad, nelle sale italiane da oggi, segna la prima
esperienza ufficiale di James Gunn, regista di Guardiani
della Galassia, con il DCEU, ma sappiamo già che non sarà
l’ultima. Uno serie tv spin-off del film, dal titolo
Peacemaker, è in arrivo prossimamente su
HBO Max e, a quanto pare, Gunn tornerà per dirigere altri cinecomic
basati sulle proprietà DC in futuro.
Prossimamente il regista sarà
impegnato con le riprese di Guardiani
della Galassia Vol. 3, ma parlando con
The Hollywood Reporter, il presidente della DC Films,
Walter Hamada, ha confermato che Gunn e la DC
torneranno presto a collaborare insieme. “Gunn è sempre il
bentornato, qualunque cosa voglia fare. Ha davvero una visione
specifica ed è un ottimo partner per noi. Quando vorrà tornare, noi
saremo pronti per lui”, ha detto Hamada. “In effetti,
tornerà. Abbiamo già diverse cose in programma.”
A cosa potrebbe riferirsi quel
“cose” generico usato da Amada? Un sequel di The Suicide
Squad è certamente una possibilità (ma tutto dipenderà
dai risultati del box office). Tuttavia, lo stesso James Gunn ha rivelato in passato di aver
discusso di tantissimi progetti con lo studio prima di arrivare
alla scelta di un nuovo film sulla Task Force X. È probabile,
dunque, che quando sarà il momento, Gunn avrà già le idee chiare in
merito a quale nuova storia vorrà raccontare.
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Sebbene si conosca ancora poco
della trama di What
If…?, la nuova attesissima serie dei Marvel Studios che debutterà su Disney+ il prossimo 11 agosto, c’è già
un enorme quantità di entusiasmo da parte del pubblico nei
confronti dello show, che promette di far esplorare loro una
versione molto diversa del MCU.
Sebbene alcuni fan sostengano che
alcuni personaggi – come Captain Carter – sia “sprecati” per una
serie animata, durante una recente intervista con
Inverse, il produttore esecutivo di What
If…?, Brad Winderbaum, veterano dei
Marvel Studios, ha anticipato che i
personaggi e le storie dello show potrebbero tranquillamente essere
impiegati per eventuali progetti live action.
“Volevamo che ogni storia
potesse essere aperta e chiusa in quel lasso di tempo di mezz’ora,
ma è difficile non immaginare più capitoli con alcuni di questi
personaggi”, ha anticipato Winderbaum. “Spero che un
giorno potremo vedere più avventure in alcune di queste linee
temporali alternative.”
“Tutto quello che devi fare per
dimostrarlo è guardare indietro a quante storie dei fumetti
What
If…? sono finite nella continuità principale
dell’universo dei fumetti”, ha aggiunto Winderbaum. “La
mia previsione è che una cosa simile potrebbe accadere anche sul
lato cinematografico”.
È certamente eccitante pensare a
che tipo di impatto la serie What If… ? potrebbe avere sul futuro del
MCU: magari questi personaggi
animati potrebbe essere trasposti in adattamenti live-action o, più
semplicemente, i Marvel Studios potrebbero
utilizzare la serie come base per eventuali progetti futuri
dell’universo condiviso.
Fino a quando i Marvel Studios non annunceranno i
loro piani futuri, è normale che continueranno a circolare
tantissime voci su quello che sarà il prosieguo del longevo
franchise – in termini narrativi – dopo gli eventi di Avengers:
Endgame. Partendo da questo presupposto, nelle ultime ore
è arrivato online un nuovo rumor – da prendere ovviamente con le
pinze! – in merito all’attesissimo Black
Panther: Wakanda Forever.
Lo scorso mese, era stato riferito
che il sequel di Ryan Coogler sarebbe stato girato sia nei
pressi che all’interno del Massachusetts Institute of Technology di
Cambridge. All’epoca, in molti ipotizzarono che ciò avrebbe portato
ad un cameo di Riri Williams, personaggio che indosserà il costume
di Iron Man nell’annunciata serie Ironheart in
arrivo prossimamente su Disney+ (la sua controparte a fumetti
frequenta proprio il MIT).
Ora, KC
Walsh di The GWW ha scritto su Twitter quanto segue: “Una
fonte di cui mi fido ha apparentemente confermato le recenti
speculazioni: Riri Williams apparirà davvero in Black Panther: Wakanda
Forever”. La cosa potrebbe avere senso e se la voce
venisse confermata, vorrà dire che potremmo vedere la storia di
Riri svolgersi non solo nel sequel, ma anche nella sua serie da
solista e persino in Armor
Wars.
Licantropus è pronto a fare il suo debutto nel MCU?
E sempre a proposto del servizio di
streaming della Casa di Topolino,
The Cosmic Circus ha appena pubblicato un nuovo report che
afferma che sarebbe in arrivo una serie su Licantropus (Werewolf by Night in originale),
attualmente in fase di sviluppo con il titolo provvisorio “Buzz
Cut”.
A quanto pare, le riprese dovrebbero
iniziare già il prossimo febbraio, ma al momento non è trapelata
alcuna indiscrezione in merito al possibile casting. Ovviamente, in
riferimento ai vecchi rumor secondo cui Licantropus avrebbe fatto
il suo debutto in Moon
Knight, è possibile che l’attore per il ruolo sia già
stato scelto in gran segreto.
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel.
Il prossimo anno Dwayne
Johnson farà ufficialmente il suo debutto nel
DCEU grazie all’attesissimo Black
Adam, in cui interpreterà l’antieroe del titolo.
Tuttavia, prima che l’ex wrestler venisse ufficializzato come
protagonista del cinecomic, erano molti i fan che speravano di
vederlo in un ruolo nel MCU.
In realtà, parlando con
Collider, Hirama Garcia, presidente di
produzione della Seven Bucks Productions e socio di “The Rock”, si
è lasciato sfuggire che in realtà l’attore aveva parlato con i
Marvel Studios in passato. Quando gli è stato
chiesto se Johnson e il suo team, incluso Garcia, siano mai stati
contattati dalla Marvel, Garcia ha spiegato che
Johnson e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige si sono incontrati in passato, ma
che alla fine nulla si è mai evoluto in discussioni più serie e
concrete.
“DJ e Kevin Feige hanno un
ottimo rapporto e abbiamo flirtato circa alcune idee in passato, ma
niente di serio”, ha detto Garcia. “C’è un’ammirazione
reciproca per ciò che ognuno di noi ha fatto e ciò che Kevin ha
costruito è davvero incredibile. Alla fine, però, siamo sempre
stati molto impegnati in ciò che volevamo costruire con Black
Adam”
“Black Adam era il personaggio
che volevamo portare in vita e che sentivamo fosse destinato a
interpretare DJ”, ha aggiunto. “Una volta che abbiamo
impostato la nostra attenzione su questo personaggio più di dieci
anni fa, era difficile immaginare DJ che interpretasse qualcun
altro.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black Adam
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni
duemila.
Il canale americano
FX dopo
la season premiere ha diffuso le anticipazioni di What
We Do In The Shadows 3×02, il secondo episodio della terza
stagione di What We
Do In The Shadows.
In What We Do In The Shadows 3×01
che si intitolerà “The Cloak of Duplication” Un artefatto proibito
viene utilizzato per aiutare Nandor a corteggiare un dipendente di
un centro benessere. Scritto da Sam Johnson e Chris Marcil; Regia
di Yana Gorskaja.
What We Do In The Shadows 3×02
What We Do In The Shadows
3 è l’annunciata terza stagione della serie comica
What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per
il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement
e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella terza stagione di
What We
Do In The Shadowsritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Paramount+ annuncia
il cast di 1883,
l’annunciata serie prequel di Yellowstone,
l’acclamato show in corso che vede protagonista Kevin Costner. Ebbene nella nuova serie
Sam Elliott reciterà al fianco delle superstar
Tim McGraw e Faith Hill nella
prossima serie originale 1883.
Creata da Taylor Sheridan, 1883 è
l’attesissimo prequel di Yellowstone,
la serie nominata agli Emmy. 101 Studios e Bosque Ranch Productions
serviranno come partner di produzione della serie.
Elliott
interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie
con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito
titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia
prendere dagli sciocchi. McGraw e Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
“Tutto inizia con la scrittura
e Taylor Sheridan è una scrittrice brillante”, ha commentato
l’attore Sam Elliott. “Penso che il genere western parli
chiaramente a entrambi. Le classiche lotte dell’uomo contro
l’uomo, dell’uomo contro la natura e dell’uomo contro se
stesso. È tutto lì, nel 1883, e sono onorato di farne
parte”.
“Questo è davvero un lavoro da
sogno”, ha detto Tim McGraw. “Taylor ha trovato un
modo di raccontare storie che crea brillantemente questi drammi
epici e saghe familiari con tanta profondità e creatività. I
Dutton sono personaggi straordinari ed è così emozionante poterli
portare in vita. Da bambino che cresce a cavallo, pensi a
lavori da sogno come questo e io sono così entusiasta di lavorare
con questo cast e una troupe fantastici”.
“Questa è l’opportunità di una
vita”, ha detto Faith Hill. “I Dutton sono una
famiglia formidabile ed è un sogno assoluto dare vita a un
personaggio femminile così forte come Margaret Dutton. Sono
onorato e onorato di lavorare con Taylor e tutta la sua
squadra”.
“‘Yellowstone’ è uno spettacolo di grande successo
con decine di milioni di fan – con ‘1883″, stiamo riportando quei
fan alla storia delle origini e, nel processo, trasformando il
mondo di ‘Yellowstone’ in un franchise di successo globale per
alimentare la crescita di Paramount+”, ha affermato Chris McCarthy,
Presidente/CEO, MTV Entertainment Group. “Siamo entusiasti di
avere Sam, Tim e Faith come protagonisti della nuova serie di
Taylor Sheridan in esclusiva per Paramount+ in tutto il mondo.”
“Siamo entusiasti di avere il
candidato all’Oscar e la leggenda della recitazione Sam e gli
artisti pluripremiati e di grande talento Faith e Tim si uniscono
all’universo di Taylor Sheridan”, ha affermato David Glasser, CEO
di 101 Studios. “Taylor ha dimostrato la sua immensa capacità
di creare personaggi accattivanti e mondi immersivi e non c’è
eccezione qui con 1883 ei personaggi di Sam, Faith e Tim. Non
vediamo l’ora di questa ulteriore espansione del mondo di
Yellowstone e di portarla al pubblico di tutto il mondo”.
1883, la serie tv
1883
è la nuova serie tv prequel di Yellowstonecreata
e prodotta da Taylor Sheridan e basata
sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato
interpretato da Kevin Costner nella serie madre.
1883
segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest
attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America
selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e
un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare
un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il
Montana.
Nel cast di 1883
protagonisti saranno
Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy
bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo
passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al
Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim
McGraw e Faith Hill interpreteranno
rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la
matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle
prossime settimane.
Margot Robbie afferma di essere pronta a
continuare a interpretare la folle antieroina Harley Quinn nel
DC
Extended Universe, chiarendo i precedenti commenti che aveva
fatto sul bisogno di prendersi una pausa dal personaggio.
“No, mi sono riposata
abbastanza”, ha detto Robbie a
ET. “Ho girato Birds of Prey e The Suicide Squad uno dietro l’altro, quindi sono
stata molto tempo nei panni di Harley, ma ormai è acqua passata.
Sono pronta a tornare nei panni di Harley. Sono sempre pronta per
lei!”
Il mese scorso, Robbie aveva
affermato che le riprese consecutive di Birds of Prey di Cathy Yen e The Suicide
Squad di James
Gunn nel 2019 e nel 2020 erano state alquanto impegnative. Di
conseguenza, aveva spiegato che aveva bisogno di una pausa da
Harley Quinn, perché si tratta di un personaggio “estenuante” da
interpretare. Tuttavia, Robbie non ha mai negato di essere
“incuriosita quanto il resto del pubblico” di scoprirà quale sarà
il futuro della Mattacchiona nel DCEU.
Robbie ha continuato spiegando come
l’Harley che avremmo visto in The Suicide
Squad fosse cresciuta rispetto alla sua più recente
apparizione in
Birds of Prey, sottolineando che fosse ormai totalmente
libera dall’influenza del suo ex fidanzato, il Joker.
“È decisamente indipendente da
Mister J per la prima volta”, aveva detto Robbie. “Anche
se in Birds of Prey si erano lasciati all’inizio, non era ancora
pronta a non stare con lui. In questo nuovo film, invece, non sta
nemmeno pensando a lui, il che è davvero divertente. Ha finalmente
trovato un nuovo punto d’inizio. Sta cercando un nuovo amore, ma
sta cercando in tutti i posti sbagliati.”
Margot Robbie vuole Harley Quinn e
Batgirl insieme sul grande schermo
Alla domanda sui futuri progetti del
DCEU, incluso il recente casting di Leslie Grace nei panni di Batgirl nell’annunciato film HBO Max, Robbie
ha scherzato sul fatto che i due personaggi dovrebbero apparire
sullo schermo insieme. Ha definito Grace “incredibile” e ha chiesto
scherzosamente alla Warner Bros. di “metterla in contatto con la
DC”.
Anche se il sogno di vedere Harley
Quinn e Batgirl insieme sul grande schermo potrebbe rimane tale per
ancora molti anni, James Gunn, il regista di The Suicide
Squad, ha lasciato intendere di recente che “sarebbe
sicuramente disposto” a dirigere uno standalone su Harley in futuro
(dopotutto, il regista e sceneggiatore non ha mai nascosto il suo
amore incondizionato per il personaggio).
Nel gran finale di Loki è stato finalmente introdotto Colui che
rimane, che abbiamo scoperto essere la mente creativa dietro la
TVA. In realtà, il suo arrivo ha preparato il terreno al debutto di
una delle sue varianti più malvage, ossia Kang il Conquistatore,
che giocherà il ruolo di principale antagonista in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.
Sono in molti a credere che Kang
sarà il nuovo grande cattivo del MCU, quindi un paragone con Thanos
è quasi inevitabile. Potrebbe volerci ancora molto tempo prima di
scoprire realmente quale sarà il ruolo di Kang nel futuro del
franchise di successo, eppure sembra che delle differenze
sostanziali tra lui e il Titano Pazzo esistano già.
Durante un’ospitata all’interno del
podcast di
The Playlist, Michael Waldron, head writer di
Loki e sceneggiatore dell’attesissimo Doctor Strange
in the Multiverse of Madness, ha parlato proprio delle
principali differenze che esistono tra Kang il Conquistatore e
Thanos. Secondo lo sceneggiatore, i fan dovranno aspettarsi un
nuovo cattivo del MCU molto più irregolare (nel senso
di più caotico) rispetto al suo predecessore.
“La cosa più eccitante dell’aver dato origine a quel
personaggio sulla pagina del MCU è stata creare un’energia
completamente diversa da quella che rappresenta Thanos, che è
misurata e basata su dei principi, quasi come un monaco alle prese
con le sue aspirazioni malvagie. E ovviamente, Colui che rimane è
una presenza molto più disordinata, caotica e narcisistica. Quindi
è stato molto divertente.”
Non sappiamo cosa accadrà quando
Kang il Conquistatore inizierà a far sentire davvero la sua
presenza nel MCU, ma quel che è certo è che le
cose non si metteranno bene per gli eroi più potenti della Terra.
Senza dubbio, Kang è un cattivo che ha tutto il potenziale per
diventare il nuovo Thanos dell’universo condiviso, nonché la mente
dietro gli eventi che potrebbero condurre, chissà… forse
a Secret
Wars?
Il regista sembra in parte essere
d’accordo con l’illustre collega, in quanto Gunn ha ribadito ancora
una volta che ci sono tantissimi film di supereroi che non
sperimentano e che rischiano di rappresentare uno stereotipo
all’interno del genere. Tuttavia, ha anche lasciato intendere –
almeno apparentemente – che le dichiarazioni di Scorsese potrebbero
essere state fatte al solo fine di promuovere The
Irishman.
“Penso solo che sia
terribilmente cinico il fatto che, quando se l’è presa con la
Marvel, ha fatto notizia e quindi
ha fatto parlare del suo film in uscita. Allora ha continuato a
prendersela con la Marvel solo per dare visibilità al
suo film. Stava cercando di promuovere il suo film all’ombra dei
film Marvel, e quindi ha usato questa
cosa per attirare l’attenzione che forse il suo film, da solo, non
avrebbe ricevuto”, ha dichiarato
James Gunn.
“Martin Scorsese è uno dei più
grandi registi che siano mai esistiti”, ha aggiunto poi il
regista. “Amo i suoi film e li guardo senza problemi. Ha detto
un sacco di cose con cui sono d’accordo. Ci sono molte cose vere in
quello che ha detto. Ci sono un sacco di film senza cuore, senza
anima, esclusivamente spettacolari, che non riflettono ciò che
dovrebbe riflettere. Non posso dirvi quante volte ho parlato con
dei registi prima che andassero a fare un grande film, dicendo
loro: ‘Ehi, ci siamo dentro allo stesso modo, facciamo qualcosa di
diverso con questi grandi film. Rendiamoli qualcosa di diverso da
tutto ciò che è venuto prima di loro’. E poi li ho visti soddisfare
ogni singolo capriccio dello studio, e la cosa francamente mi ha
disgustato”.
James Gunn costretto a chiarire i
suoi commenti su Martin Scorsese
Le parole di James Gunnsu
Martin Scorsese, però, hanno scatenato numerose
reazioni sui social e una quantità innumerevole di titoli di
articoli all’apparenza fuorvianti, tant’è che il regista si è visto
costretto a chiarire la sua posizione attraverso il suo profilo
Twitter ufficiale. Tutto è partito proprio da
Josh Horowitz, il quale ha scritto: “Per la
cronaca, non stavo cercando di innescare una guerra tra questi due
registi che ammiro. Se guardi/ascolti, ci sono molte più sfumature
rispetto a molti dei titoli emersi in queste ore. James
Gunn regna, esattamente come Martin Scorsese.”
Alle parole di Horowitz hanno poi
fatto seguito quelle di Gunn: “Sempre per la cronosca, Martin
Scorsese è probabilmente il più grande regista americano vivente al
mondo. Amo e studio i suoi film e continuerò ad amare e studiare i
suoi film. Non sono d’accordo con lui solo su un punto: che i film
basati sui fumetti non sono intrinsecamente cinema, tutto
qui.”
Il canale americano
Showtime ha diffuso il teaser promo di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
Yellowjackets, la serie
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets
protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di
un’adolescente Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
In attesa del debutto del primo
episodio HBO MAX ha diffuso la featurette “Recap” di Titans
3, l’annunciata
terza stagione della serie Titans
che debutterà negli USA su HBO MAX.
https://www.youtube.com/watch?v=Di1oY6leSvI
Titans 3
Titans 3 sarà la
terza stagione della serie Titans
prodotta dalla DC Entertainmet
e creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg
Berlanti. Titans vede come produttori
esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e
Sarah Schechter.
In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick”
Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r /
Starfire,
Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e
Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan /
Beast Boy. Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan
Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka
Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey
Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno
Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua
Orpin nei panni di Superboy e Esai
Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.
Nella serie tv Dick Grayson emerge
dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi
eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono
aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche
che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di
fumetti di sempre. La prima stagione Titans
ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC
Universe, gestito da Warner Bros. Digital
Networks.
L’heist movie, sottogenere
del film thriller, prevede un gruppo di individui intenti ad
organizzare e mettere in atto un grande furto. Celebri titoli
recenti di questo tipo sono stati Heat – La sfida, Oceans’
Eleven e La rapina perfetta.
Parallelamente a questi, però, si è sviluppato anche un filone che
vira verso la commedia, dove le situazioni classiche del genere
vengono affrontate sotto punti di vista nuovi e inaspettati.
Appartiene a quest’ultima categoria il film Le regole
della truffa, diretto nel 2011 da Rob
Minkoff, meglio noto per essere stato il regista di Il
re leone e Stuart Little – Un topolino in gamba.
Il film nasce però da un’idea di
Jon Lucas e Scott Moore, celebri
sceneggiatori di irriverenti commedie come Una notte da
leoni e Bad Moms – Mamme molto cattive. Come questi
due titoli, anche Le regole della truffa vanta dunque una
sequela di eventi sempre più assurdi e tragicomici, che mentre
rispondono al genere di principale riferimento permettono anche di
suscitare numerose risate. Al momento della sua uscita, però, il
film faticò ad affermarsi finendo con il passare grossomodo
inosservato. Neanche il cast di noti attori poté impedire tale
esito.
Negli anni il film è però stato
riscoperto, in particolar modo dagli amanti del genere. Questo
offre infatti un intrattenimento scanzonato ottimo per certe serate
in compagnia, offrendo un affascinante misto tra azione e comicità.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Le regole della truffa: la trama del film
Protagonista del film è
Tripp Kenedy, uomo qualunque il quale si ritrova
improssivamente incastrato in una serie di guai. Mentre è in banca
per cambiare alcuni soldi servito dall’affascinante cassiera
Kaitlin, egli viene coinvolto in una duplice
rapina ad opera di due diverse gang. La prima composta da ladri ed
informatici professionisti che mirano a derubare il caveau della
banca, la seconda formata da una coppia di ladruncoli da quattro
soldi, senza alcuna esperienza, giunta li con il solo obiettivo di
scassinare un bancomat. La faccenda si fa ancor più preoccupante
quando Tripp trova un uomo assassinato all’interno della
struttura.
Egli si rende dunque conto della
pericolosità della situazione, che nonostante le assurdità del caso
è quantomai reale. Sarà a quel punto che egli farà di tutto per
cercare di proteggere l’amata Kaitlin, cercando allo stesso tempo
di capire cosa realmente stia accadendo e per quale motivo si stia
verificando quel duplice furto. Nel tentativo di sopravvivere alla
tragicomica situazione, Tripp si troverà dunque a dover essere
l’eroe di turno. Un ruolo che non pensava avrebbe mai potuto
ricoprire, ma che potrebbe aiutarlo ad ottenere una serie di
vantaggi personali, primo tra i quali il cuore della ragazza.
Le regole della truffa: il cast del film
Ad interpretare il protagonista
Tripp Kennedy vi è l’attore Patrick Dempsey,
celebre soprattutto per essere stato il dottor Derek Shepherd nella
serie televisiva Grey’s Anatomy. Dempsey, noto anche per
diverse commedie romantiche, si è qui cimentato con un ruolo
maggiormente dinamico. Le regole della truffa è stato
inoltre anche il primo progetto che lo ha visto partecipare in
qualità di produttore. Attività che a partire da quel momento ha
svolto con maggior frequenza. Per il ruolo della bella Kaitlin
erano invece state consideraate le attrici Jessica
Biel e Liv Tyler, ma ad ottenere il ruolo
è infine stata Ashley Judd.
Nel ruolo della comica coppia di
landrucoli chiamati Burro e Marmellata vi sono invece gli attori
Tim Blake Nelson e Pruitt Taylor
Vince. Il primo è un interprete ricorrente nella
filmografia dei fratelli Coen, visto recentemente anche nella serie
Watchmen, mentre il secondo è ricordato per i suoi ruoli
in Dolly’s Restaurant e La leggenda del pianista
sull’oceano. L’attore Jeffrey Tambor è invece
Gordon Blythe, il direttore della banca dove si svolgono le rapine.
Vi sono poi gli attori Mekhi Phifer nei panni di
Darrien 6, Matt Ryan in quelli di Gates e
John Ventimiglia nel ruolo di Weinstein. La premio
Oscar Octavia
Spencer, infine, interpreta Madge Wiggins.
Le regole della truffa: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Le regole della
truffa è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 4 agosto alle
ore 23:00 sul canale Iris.
Cinema e fumetto hanno negli ultimi
anni dato vita ad un’alleanza particolarmente solida e fruttuosa.
Al di là di tutti i cinecomic Marvel o DC, sono molti i film
tratti dalle amate opere grafiche, e tra i titoli più celebri si
possono annoverare Watchmen, 300 ed Hellboy. Prima di
questi, a spianare la strada, è arrivato nel 2005 il film
Sin City, diretto dal regista
Robert Rodriguez e basato sull’omonima serie a
fumetti di Frank Miller. Affermatosi come un cult,
questo ha poi avuto un sequel nel 2014 intitolato Sin
City – Una donna per cui uccidere (qui la recensione), nuovamente
diretto da Rodriguez insieme stavolta anche allo stesso Miller.
Anche in questo caso si tratta di
un racconto ad episodi, quattro per la precisione, di cui due
(Ua donna per cui uccidere e Un sabato notte come
tanti) già preesistenti prima del film. Gli altri due episodi,
Quella lunga, brutta notte e La grossa sconfitta
sono invece stati scritti appositamente per il film e non sono
tratti da nessuno dei volumi di Sin City. Anche in questo
caso, il regista ha dato vita ad una serie di ricostruzioni e
immagini che replicassero la sensazione di star guardando un
fumetto animato sul grande schermo. Tratto distintivo già del primo
film, era questo un aspetto imprescindibile anche per il
sequel.
Nonostante le atmosfere e gli
effetti speciali simili al precedente, questo secondo film non è
però riuscito ad affermarsi allo stesso modo. È invece stato un
cocente flop al box office, che lo ha portato a passare in sordina.
Si tratta però di un’opera complessa e conturbante, da riscoprire
quanto prima. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Sin City – Una donna per cui
uccidere: la trama del film
Ambientato nella cupa e brutale
città nota come Sin City, la storia segue le vicende di diversi
personaggi, più o meno collegati tra loro, attraverso cui risalta
il marcio del luogo. Il primo di questi è Dwight
McCarthy, un fotografo investigativo la cui vita viene
sconvolta dall’incontro con la sua ex fiamma, l’affascinante
Ava Lord. La donna, seducente come sempre,
convince Dwight ad aiutarla a liberarsi dell’oppressivo e violento
Damien Lord. Mentre intreccia una nuova relazione
con la donna, Dwight deciderà di affidarsi all’amico
Marv per compiere l’omicidio. Quest’ultimo è però
alle prese anche problemi personali legati ad un amnesia ed una
serie di ragazzi forse morti per mano sua.
A Sin City vive poi anche il
giocatore d’azzardo Johnny, il quale incoraggiato
dalla spogliarellista Macie sfida il temibile
SenatoreRoark, umiliandolo. Ciò
avrà naturalmente delle conseguenze terribili, che porteranno
Johnny ad imbattersi in una serie di ritorsioni che cambieranno per
sempre la sua vita. Sono però in molti ad avercela con Roark,
compresa Nancy Callahan, la quale è in cerca di
vendetta per i soprusi subiti dalla famiglia del senatore. Decisa a
non aspettare più, la donna architetterà un piano astuto ma
azzardato, cercando di coinvolgere in questo lo stesso Marv. Ben
presto, tutti questi personaggi finiranno con lo scontrarsi tra
loro.
Sin City – Una donna per cui
uccidere: il cast del film
Con un cast ricco di alcuni tra i
maggiori attori di Hollywood, Sin City trova nei propri
interpreti uno dei suoi maggiori punti di forza. Tra i protagonisti
si ritrova Josh Brolin nel ruolo di Dwight
McCarthy, interpretato nel precedente film dall’attore Clive Owen. Nel
ruolo di Ava Lord vi è invece l’attrice Eva Green,
mentre Marton Csokas, attore noto per essere stato
Celebron nella trilogia di Il Signore degli Anelli,
interpreta il marito di lei Damien Lord. Il ruolo di Marv è invece
nuovamente interpretato da Mickey Rourke,
che anche per quest’occasione si sottopose ad un massiccio trucco
al fine di assumere l’aspetto caratteristico del personaggio.
Joseph
Gordon-Levitt compare invece nei panni del giocatore
d’azzardo Johnny.
Il personaggio di
Nancy è nuovamente interpretato da Jessica Alba.
Nel dar vita alla stripper, l’attrice ha mantenuto fede alla sua
volontà di non apparire mai nuda sul grande schermo, dando però
vita ad una versione più disinibita del personaggio. BruceWillis, tra i protagonisti del precedente
film, è qui nuovamente presente nei panni del poliziotto
John Hartigan, il quale compare come fantasma dal
passato. Vi sono poi gli attori Juno Temple nei
panni di Sally, Jamie King in quelli di Goldie e
Ray Liotta come Joey. L’attrice RosarioDawson ricopre il ruolo della combattiva Gail,
leader delle prostitute della città. Powers
Boothe, già comparso nel precedente film, interpreta di
nuovo lo spietato senatore Roark.
Sin City – Una donna per cui
uccidere: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Sin City – Una donna
per cui uccidere è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Infinity,
Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4
agosto alle ore 23:45 sul canale
Premium Cinema.
Quello del road thriller è
un sottogenere particolarmente apprezzato e ricorrente, che porta
ad esplorare situazioni estreme che si svolgono sulla straada e
tengono alta la tensione fino alla fine. Titoli come Duel,
Vanishing Point e The Hitcher sono solo
alcuni dei più classici di questo filone, seguendone fedelmente i
canoni e le caratteristiche. Il film del 2004
Highwaymen – I banditi della strada è
invece un’opera anomala, che ingloba al suo interno elementi
diversi dando vita ad un ibrido di particolare fascino. Scritto da
Craig Mitchell e Hans Bauer, il
film è diretto da Robert Harmon, già regista di un
titolo simile come The Hitcher – La lunga strada della
paura.
Prodotto dalla indipendente New Line
Cinema e realizzato con mezzi ridotti, il film non fa affidamento
su particolari effetti speciali o caratteristiche hollywoodiane. Il
lungometraggio riesce però a fare di necessità virtù, affidandosi
ad una serie di elementi che diventano anche il suo tratto
distintivo. In particolare, Highwaymen è costruito come un
western automobilistico, che per molti aspetti ricorda Mad Max – Interceptor.
La stessa interpretazione degli attori protagonisti è vicina a
questo genere, con poche battute ed eloquenti silenzi. A farla da
padrone, però, sono le automobili, estensioni corporee dei
personaggi attraverso le quali si propone l’elemento della fusione
tra uomo e macchina.
Highwaymen è dunque un film
molto particolare, che pur con i suoi limiti è in grado di
sfoggiare elementi di fascino. Negli anni si è costruito la fama di
cult, uscendo dal suo iniziale anonimato per guadagnare sempre più
popolarità. Ad oggi, è un titolo decisamente imperdibile. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Highwaymen – I banditi della
strada: la trama del film
La storia del film ha inizio quando
la giovane Molly e la sua amica
Alex vengono tamponate e aggredite da uno
psicopatico a bordo di una Cadillac Fleetwood Eldorado del 1972. Il
conducente di questa, che si fa
chiamare Fargo e non scende mai dal veicolo,
si diverte infatti ad uccidere le sue vittime investendole con il
suo mezzo. Questa è la fine che tocca anche ad Alex, mentre Molly
riesce a sfuggire all’aggressore riportando però un profondo trauma
psicologico. Inizia così a frequentare un gruppo di supporto per
persone vittime di incidenti stradali e qui conosce Rennie
Cray, un uomo che ha perduto la moglie per mano dello
stesso psicopatico.
Venuto a sapere che Fargo è ancora
in circolazione, Rennie si offre di aiutare Molly ad ottenere
vendetta per la sua amica. I due iniziano così a ricercare l’uomo,
nel tentativo di attirarlo in una trappola. A complicare la
situazione vi sarà però la presenza dell’agente Will
Macklin, desideroso di fare giustizia secondo la legge. Il
desiderio di vendetta di Rennie non può però essere ostacolato e
potrà risolversi solo con la morte di Fargo. In attesa di
scontrarsi con l’uomo, avvalendosi di un auto altrettanto
resistente, egli dovrà anche fare i conti con il suo traumatico
passato.
Highwaymen – I banditi della
strada: il cast del film
Ad interpretare il protagonista del
film, Rennie Cray, vi è l’attore Jim Caviezel.
Questi è particolarmente noto per pellicole come La sottile linea rossa
e La passione di Cristo, dove interpreta Gesù. Accanto a
lui, nel ruolo di Molly, si ritrova invece Rhona
Mitra, attrice celebre per aver dato le sembianze al
personaggio videoludico di Lara Croft. La sua amica Alex è
invece interpretata da Andrea Roth, principalmente
nota per il ruolo di Janet Gavin nella serie Rescue Me.
L’attrice Guylaine St-Onge, qui al suo ultimo
film, compare nel ruolo di Olivia Cray, moglie di Rennie. L’attore
Frankie Faison, noto per Il silenzio degli
innocenti e la serie The Wire, è l’agente Will
Macklin. ColmFeore, infine, ora
noto per essere Reginald Hargreeves in The Umbrella Academy, è lo
psicopatico Fargo.
Highwaymen – I banditi della
strada: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Highwaymen – I banditi
della strada è infatti disponibile nei cataloghi di
Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di sabato 7maggio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Cosa spinge un attore che in circa
35 anni di carriera ha recitato in quasi sessanta film a debuttare
infine alla regia? Nel caso di Viggo
Mortensen, noto per la trilogia di Il Signore degli anelli,
La promessa dell’assassino
e Green Book, non poteva
che essere un esigenza estremamente personale. È infatti stato in
seguito alla scomparsa della madre che l’interprete ha iniziato a
concepire quello che è poi diventato il suo primo film da regista:
Falling – Storia di un padre. Scosso
dalla scomparsa della genitrice, egli si è trovato a ripercorrere
la propria storia famigliare, arrivando anche a capire meglio quel
padre con cui ha avuto un difficile rapporto.
La storia di Falling parte
proprio da qui, da John Peterson (interpretato
dallo stesso Mortensen), il quale si trova a dover gestire il
problematico padre Willis (Lance Henriksen). Affetto da
demenza senile, l’anziano non può più vivere da solo nella sua
fattoria e per questo viene portato a Los Angeles. Qui potrà stare
più vicino alla famiglia del figlio, composta dal compagno
Eric (Terry Chen) e dalla loro
figlia adottiva Mónica (Gabby
Velis). Ma si sa, il ritorno alla convivenza tra genitori
e figli può essere complicato e riaccendere dolori del passato,
come quello della scomparsa di Gwen
(Hannah Gross), moglie di Willis e madre di John.
Lo scontro tra i due sarà dunque inevitabile.
Falling, cadere negli abissi della memoria
Nel dar vita al suo film, Mortensen
ci ha tenuto a precisare che solo alcuni eventi o spunti sono
ispirati alla sua storia personale. Ciò che l’attore e regista ha
voluto far emergere è infatti un ritratto famigliare che dal
particolare si estende all’universale, in cui tutti possono
riconoscersi. Ancor di più, però, non gli interessava dar vita ad
un film ancorato a certi canoni narrativi, preferendo invece
dotarsi della libertà di compiere un vero e proprio viaggio dentro
la memoria. Falling vive di ampi salti temporali tra
passato e presente, di eventi accaduti e a lungo dimenticati, di
scelte sbagliate e rimpianti che tornano ora a far male.
Mentre si assiste ai tentativi di
John di far integrare il padre nella sua nuova vita in città, lo
spettatore viene dunque portato nella memoria di quest’ultimo, con
la sensazione di non avere reali appigli a cui poter fare
riferimento. Ciò che Willis pensa di aver detto o fatto è
continuamente messo in discussione dalla demenza senile,
problematica qui affrontata in modo tanto lucido quanto sincero.
Sono proprio i momenti in cui la mente dell’anziano fa confusione
con il suo vissuto ad essere tra i più affascinanti del film,
manifestando tutta la fragilità di questo complesso
personaggio.
Il ritratto famigliare che Mortensen
costruisce appare dunque privo di ogni irrealistico abbellimento,
ponendo in evidenza vizi e virtù di ognuno dei personaggi. Tutto
ciò, insieme alla contrapposizione che si anima poi tra il mondo
rurale di Willis e quello progressista di John, non può che
ricordare il capolavoro giapponese Viaggio a Tokyo, di
Yasujirō Ozu (non a caso indicato da Mortensen come una
delle fonti di ispirazione per Falling). Durante i pranzi,
le uscite di gruppo e altri momenti quotidiani, si animano i
conflitti che danno forma ai rapporti tra i personaggi. Non tutti
possono qui trovare risoluzione, lasciando quel sospeso che rende
ancor più realistica la famiglia Peterson.
Falling – Storia di un padre: la
recensione del film
Il film di Mortensen si configura
dunque come un delicato racconto che indaga quel complesso rapporto
che è quello tra padre e figlio. La sua volontà di dedicarsi
all’interiorità dei personaggi, lasciando che siano questi a
guidare il racconto, porta Falling ad essere spesso e
volentieri caotico come lo è la mente di Willis. Questo caos, che
già di base potrebbe infastidire gli spettatori più abituati a
tradizionali modalità di racconto, non manca di dar vita ad un
equilibrio talvolta precario. Diversi sono i momenti in cui il
desiderio di contemplazione rischia di far rallentare
eccessivamente il ritmo, oppure determinate scene risultano
ripetizioni superflue di altre già precedentemente viste.
Oltre ciò, però, il caos non è
necessariamente negativo. Permette anzi al film di distinguersi e
costruire un’atmosfera che è il vero cuore del tutto.
Abbandonandosi a questa, prevale dunque la tenerezza di un figlio
che si trova a gestire un padre che è ora più simile ad un bambino.
Le immagini che scaturiscono dai loro ricordi non fanno che
accentuare questo sentimento. Pur se messo a dura prova, questo
rimane vivo sino alla fine del film, permettendo allo spettatore di
vivere un percorso che non offre risposte certe, ma ribadisce la
delicatezza con cui determinati rapporti devono essere gestiti,
tanto per il presente quanto per il futuro.
Tanto è stato lungo e accidentato
il processo che ha prodotto un film sulla Justice League of America, tanto sono
abbondanti e ancora non esauriti i fiumi d’inchiostro che si sono
spesi, e ancora si spendono, per parlarne. In questa sede, si
mettono sotto i riflettori le tre versioni di Justice
League che si possono guardare su Sky e NOW.
Avete letto bene, ben tre versioni di un film che racconta le gesta
di eroi così potenti e grandi che non potevano essere raccontati al
primo tentativo, con una sola versione. Si tratta della Justice
League Theatrical, della
Zack Snyder’s Justice League, e infine della
Zack Snyder’s Justice League:
Justice is Gray.
Zack Snyder’s Justice League e Zack Snyder’s
Justice League: Justice is Gray sono disponibile suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
Justice League
Theatrical
È il
film che hanno visto più persone al mondo, nel breve elenco che
faremo. E ci duole dire che forse è la versione meno interessante e
riuscita. Justice League è uscito al cinema
nell’autunno del 2017 ed è stato figlio di una visione interrotta.
Il film era stato pensato e coccolato nella sua stessa
immaginazione da Zack Snyder per anni. A dire il
vero Snyder non era nemmeno il primo ad aver sognato tanto, dal
momento che George Miller aveva portato avanti ben
più di una visione, con cast già convocato e storyboard già
disegnati per la sua versione della Justice
League. Ad ogni modo, come era andata male a Miller, andò
male anche a Snyder che in vista del traguardo fu costretto ad
abbandonare la corsa per ragioni personali (un tremendo lutto in
famiglia che richiedeva il giusto tempo per essere
metabolizzato).
A questo punto della storia
interviene Joss Whedon. La Warner Bros
incarica il geniale creatore di Buffy
L’Ammazzavampiri e regista di
The Avengers per portare a compimento il lavoro di Snyder.
Quello che però succede, malgrado l’idea di partenza e malgrado lo
stesso Whedon che sicuramente era armato di buone intenzioni, è un
vero e proprio disastro. Il film, partito per essere una cosa
completamente diverse, si trasforma in un informe racconto che ha
troppi fronti, troppi input differenti, e così diventa un sontuoso
flop per la Warner Bros, che cerca un colpevole. Non si può certo
dire che la colpa sia del buon Joss, che pure ha pagato caro questo
insuccesso, né certo di Snyder, che ha dovuto tirare i remi in
barca. Forse proprio la Warner poteva lavorare meglio, poteva
essere una madre più accogliente e uno studio più lungimirante, ma
a questo punto la storia è già andata avanti, e la prima visione
(fallimentare) di Zack Snyder è già stata offerta
al mondo. Viziata, contaminata, ma comunque una prima forma grezza
di quell’immaginario che il regista aveva tanto aveva
coccolato.
Veniamo così alla scorsa
primavera, quando HBO Max (e in Italia Sky e
NOW)
propone al pubblico un poderoso rimaneggiamento del film visto al
cinema, in quella che sarebbe diventata poi la cosiddetta
Snyder Cut, una versione di oltre 4 ore del film
del 2017 completamente rimontata, rimaneggiata da un punto dei
vista della storia, delle sotto-trame, dei personaggi, degli
effetti visivi, con una massiccia aggiunta di scene inedite e
realizzate appositamente per questa nuova verste.
Aspect ratio 4:3, visione titanica,
lunghezza da miniserie televisiva: la
Zack Snyder’s Justice League è un film completamente
differente, con un immaginario molto più coeso ed epico, specchio
della visione che Snyder aveva già mostrato in Watchmen e in 300.
Il regista dà libero sfogo alle sue intenzioni, manipola i corpi
dei protagonisti e rende giustizia al suo pensiero, al suo modo di
raccontare queste divinità che vengono dai fumetti. Le immagini
sono più cupe, il tono più solenne nonostante qualche parentesi
comica affidata principalmente a Flash (come nella versione
precedente, dopotutto), ampio spazio a Cyborg, che era stato
ridotto a poco più che una comparsa dai tagli di Whedon, Superman
con il costume nero, più Lois Lane e più coerenza narrativa, grazie
anche al minutaggio esteso, la presenza di Darkseid, la visione,
tra le righe, di un universo narrativo che desiderava essere
esplorato, ma che forse adesso resterà per sempre nella mente di
Snyder, a meno che HBO Max non veda in quell’universo una
opportunità di profitto. E alla fine di queste 4 ore dense ed
emozionanti che possono anche lasciare perplessi ma sicuramente non
indifferenti, pensiamo di aver testimoniato a ciò che era nella
mente di Zack Snyder dal giorno 1, dall’inizio
delle riprese. E invece no, perché… Justice is gray!
Zack Snyder’s Justice
League: Justice is Gray
A sorpresa, sempre su Sky
e NOW,
arriva (ed è tuttora disponibile insieme alle altre due versioni)
Zack Snyder’s Justice League: Justice is Gray, la
versione in bianco e nero della Snyder Cut. Tutta la promozione
portata avanti da Zack Snyder, tutta la campagna
#Releasethesnydercut, tutte le anteprime via social (Vero è il
social network prediletto da Snyder per annunciare o anche solo
mostrare il suo lavoro), ogni singolo momento del genere è stato
anticipato con immagini in bianco e nero dal set. Questo perché
nella mente del regista, l’idea primigenia era quella di realizzare
un film in bianco e nero sulla Justice League of America. Questa
idea è stata portata a compimento grazie alla disponibilità della
piattaforma, ma anche grazie alla presenza di molto materiale
originale girato in scala di grigi, in modo tale che il lavoro di
conversione in bianco e nero non partisse completamente da zero, ma
che avesse già una palette di riferimento. Che cosa cambia dalla
versione a colori? Diremmo che da un punto di vista della storia
non cambia nulla, tuttavia sarebbe un’affermazione imprecisa perché
narrativamente, il bianco e nero conferisce una gravitas maggiore
alle scene, ai dialoghi esistenziali trai personaggi, alla lotta
stessa contro i cattivi.
Sebbene il balck&white non sia
visto troppo di buon occhio dalle produzioni, che ovviamente
vorrebbero realizzare i film più appetibili possibili all’occhio
dello spettatore, spesso questo tipo di colorazione riesce ad
aggiungere livelli di spessore in più, livelli che in un modo o
nell’altro pesano sul significato finale del film. È vero, la lotta
a
Steppenwolf e
Darkseid è sempre la stessa, ma in questa terza e ultima
versione assume una drammaticità superiore, un tocco di eleganza in
più, una resa più fedele alla visione che Snyder ha dell’eroismo,
più tragica che trionfante. Possiamo dunque dire che con tre film
diversi, Zack Snyder sia riuscito a portare a
termine la sua visione completa, che è condivisibile ancora adesso
su Sky e NOW.
Se pensate che Jack Nicholson e Alfred Molina siano state le prime scelte per
i personaggi di Joker e Dottor Octopus, allora sappiate che vi
state sbagliando di grosso. Molto spesso, infatti, gli attori che
hanno interpretato celebri villain dei fumetti sono stati una sorta
di “seconda scelta”, finendo per subentrare a qualche collega
finito nel mirino dello studio e ritenuto inizialmente più idoneo.
Screen Rant ha raccolto 10 celebri attori che hanno quasi
interpretato un famoso cattivo dei cinecomics:
Nicolas Cage, Green Goblin
Con la giusta dose di
supercriminalità da cartone animato, Willem
Dafoe si è rivelato la scelta perfetta per il ruolo di Norman
Osborn nella trilogia di Spider-Man di
Sam Raimi. Tuttavia, Dafoe non era la prima scelta.
Secondo quanto riportato dal
Guardian,
la Marvel aveva inizialmente pensato a
Nicolas Cage, ma l’attore premio Oscar rifiutò. Prima
dell’ingaggio di Dafoe, la parte venne temporaneamente affidata a
John Malkovich.
Emma Roberts, Harley Quinn
La performance di
Margot Robbie nei panni di Harley Quinn è stata una delle poche
cose che hanno davvero funzionato in Suicide Squad del 2016. Da allora, la Mattacchiona è
diventata uno dei personaggi più amati del DCEU, anche se Robbie
non era la prima scelta della Warner Bros. per il ruolo.
Inizialmente, secondo
Business Insider, la parte venne offerta a
Emma Roberts, che dovette però rifiutare a causa dei suoi
impegni con la serie comedy horror Scream Queens di Ryan Murphy.
Christopher Lee, Magneto
Secondo il
Guardian, anche
Christopher Lee era in lizza per il ruolo di Magneto nel
franchise di
X-Men, ma ha perso contro il suo co-protagonista della
saga de
Il Signore degli Anelli, ossia
Ian McKellen. Quest’ultimo è stato comunque un Erik Lehnsherr
perfetto, condividendo anche una chimica impeccabile con il Charles
Xavier di
Patrick Stewart.
Lee sarebbe stato sicuramente un
grande Magneto, tuttavia non è rimasto a corto di ruoli da cattivo.
Nello stesso periodo, infatti, ha interpretato Saruman nella
sopracitata trilogia de
Il Signore degli Anelli, ma anche il Conte Dooku nei
prequel di
Star Wars.
Dustin Hoffman, Pinguino
A parte forse Burgess
Meredith, nessun attore di Hollywood era più adatto al ruolo di
Pinguino di
Danny DeVito. La sua statura, le sue eccentricità e il suo
senso dell’umorismo lo hanno reso perfetto per il ruolo del cattivo
sotterraneo in
Batman – Il ritorno.
Tuttavia, secondo
E!, DeVito era solo uno dei tanti nomi presenti in una lunga
lista di possibili scelte di casting. Inizialmente, lo studio aveva
messo gli occhi su
Dustin Hoffman, che tuttavia rifiutò la parte.
Prima
di scegliere Eisenberg, Snyder aveva in mente una rosa di candidati
per il ruolo di Lex, tra cui
Bryan Cranston. Snyder ha spiegato: “Bryan Cranston sarebbe
stato fantastico. È un attore straordinario. Riesci a immaginare
quanto sarebbe stato diverso il film?”
Christopher Walken, Doctor
Octopus
Alfred
Molina è stato talmente perfetto nel ruolo del Dottor Octopus
in Spider-Man 2 che i Marvel Studios non hanno mai neanche
lontanamente pensato di affidare il ruolo ad un altro attore.
Molina, infatti, riprenderà il suo
ruolo in Spider-Man:
No Way Home, in uscita il prossimo 17 dicembre. Tuttavia,
lo stesso ha rivelato a TV
Guide: “Sam Raimi ha provinato un sacco di noi attori
caratteristi. Eravamo io, Ed Harris, Chris Cooper e Christopher
Walken.”
Tuttavia, il destino si è messo in mezzo.
Michelle Pfeiffer, che ha poi ottenuto la parte consegnando il
personaggio all’immortalità, ha spiegato: “All’inizio Catwoman
era Annette Bening. Poi è rimasta incinta. Il resto è
storia.”
Eddie Redmayne, Dottor Destino
Chiunque sia stato considerato per un ruolo nel reboot dei
Fantastici Quattro del 2015 e non sia riuscito ad
ottenere la parte, ha in qualche modo preservato involontariamente
la propria carriera, dal momento che il riavvio di Josh Trank è
stato stroncato tanto dalla critica quanto dal pubblico,
rivelandosi un autentico flop al botteghino.
Toby
Kebbell ha interpretato il Dottor Destino nel film, ma secondo una
lista pubblicata in esclusiva da
The Wrap, anche
Eddie Redmayne, Sam Riley e Domhnall Gleeson erano stati
considerati per la parte.
Daniel Day-Lewis, Generale Zod
In un’intervista con MTV News all’inizio di quest’anno,
Zack Snyder ha confermato di aver tentato di ingaggiare il
pluripremiato premio Oscar
Daniel Day-Lewis per il ruolo del generale Zod ne L’uomo d’acciaio: “Sì, ne abbiamo
parlato. Speravamo che Daniel Day-Lewis fosse interessato al
film.”
Day-Lewis è notoriamente pignolo riguardo ai ruoli che decide
di interpretare. Dopo l’uscita de Il filo nascosto nel 2017,
l’attore ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalle scene.
Ogni speranza di vederlo con un mantello, dunque, è ormai
sfumata.
David Bowie, Joker
Jack
Nicholson ha finito per apportare il perfetto equilibrio tra
maniacale ilarità e snervante psicopatia al Clown Principe del
Crimine in Batman di
Tim Burton, ma prima di essere scelto, i produttori avevano
preso in considerazione un gruppo di grandi nomi per il
ruolo.
In
un’intervista del 1989 pubblicata su Cinefantastique, lo
sceneggiatore Sam Hamm aveva svelato che David Bowie, Tim Curry,
Ray Liotta, John Lithgow e James Woods erano stati tutti
considerati per interpretare il Joker prima che Nicholson venisse
scelto.
La nuova serie limitata American Horror Stories debutterà in Italia in
esclusiva su Star all’interno di Disney+ il prossimo 8 settembre,
seguita dalla decima stagione della serie antologica di successo
American Horror Story: Double Feature, in
arrivo sulla piattaforma a ottobre.
American Horror Stories è lo spin-off della
premiata serie American Horror Story di Ryan Murphy e Brad
Falchuk. Questa serie antologica Star Original, composta da sette
episodi, propone una storia horror diversa per ogni episodio ed è
prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk, Alexis Martin Woodall, John
J. Gray e Manny Coto.
American Horror Story è la popolarissima
serie limitata antologica creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk che
esplora un differente tema horror e un’ambientazione per ogni
stagione, spaziando da una casa infestata, a un manicomio e una
congrega di streghe, fino a un freak show itinerante, a un hotel
con una storia oscura e sanguinosa e a un campo estivo mortale.
Fin dal 2011, i creatori di
American Horror Story hanno
ridefinito il genere horror, e ad oggi sono moltissimi i fan
appassionati che ogni anno attendono con ansia di scoprire quali
terrori riserverà il prossimo capitolo.
Questo franchise, vincitore di Emmy
e Golden Globe, è il capostipite del format contemporaneo delle
serie limitate e rappresenta il prodotto più longevo nella storia
di FX e ora ritorna con la decima stagione, American Horror Story: Double Feature, che
debutterà su Disney+ il prossimo ottobre.
American
Horror Story è prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk, Alexis
Martin Woodall, John J. Gray e Manny Coto. Il franchise è prodotto
da 20th Television.
Un parental control
efficace continua a garantire che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutta la famiglia. Gli abbonati possono impostare
limiti di accesso a contenuti per un pubblico più adulto e creare
profili con accesso tramite PIN per garantire massima tranquillità
ai genitori.
La Tamburina
(The Little Drummer Girl) è la serie vento BBC/AMC dagli
autori dell’acclamata “The
Night Manager” e tratta dall’omonimo best seller di John le
Carré.
La Tamburina (The Little
Drummer Girl): quando esce e dove vederla in tv e in
streaming
La Tamburina (The Little
Drummer Girl) uscirà
arriva a settembre in prima tv su laF (Sky 135)
La Tamburina (The Little Drummer Girl), la trama e il
cast
La Tamburina (The Little Drummer Girl) è la serie
evento firmata BBC/AMC, una spy story all’ultimo respiro.
Spionaggio, amore, intrighi politici, tradimento, manipolazione: un
thriller in 8 episodi ambientato nel 1979 dove nulla è come sembra
diretto da Park Chan-wook, già all’opera con la trilogia della
vendetta (Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes 2004 con “Old
Boy”).
In La Tamburina (The Little Drummer Girl)
protagonisti sono Alexander Skarsgård (vincitore di un Emmy, un
Golden Globe e un Critic’s Choice Award per “Big Little Lies”),
Florence Pugh (candidata all’Oscar per
“Piccole donne”),
Michael Shannon (candidato due volte agli Oscar per
“Revolutionary Road” e per “Animali notturni”).
Gli episodi di La Tamburina (The Little Drummer Girl)
Episodio 1: Charlie, una giovane
attrice focosa e brillante, incontra un misterioso sconosciuto
sulla spiaggia in Grecia e lui la trascina in un’operazione di
spionaggio internazionale ad alto rischio.
Episodio 2: Charlie viene reclutato
con la promessa del ruolo di una vita per infiltrarsi in una
pericolosa cellula rivoluzionaria. Come storia di copertina, lei e
Becker devono fingere di essere amanti.
Episodio 3: Charlie guida un’auto
carica di esplosivo verso un deposito in Austria, mentre Kurtz e
Becker corrono per salvarla da un errore fatale.
Episodio 4: Charlie attende il
contatto dalla rete di Michel, ma la sua performance potrebbe non
reggere sotto esame. Lei e Becker condividono un ultimo momento
insieme prima che lei attraversi il punto di non ritorno.
Episodio 5: Charlie si unisce a un
gruppo di rivoluzionari in Libano, senza nessuno che la salvi se
viene smascherata come spia. Lavora per guadagnarsi la fiducia di
Khalil e della sorella di Michel, Fatmeh.
Episodio 6: Charlie si prepara per
la sua parte nel prossimo sciopero di Khalil.
Arriva al cinema dal 5
agosto Lo scambio di principesse, film del 2017
diretto da Marc Dugain, con Maya Sansa, nel ruolo di Elisabetta Farnese, moglie del
re di Spagna, Filippo V, interpretato da Lambert Wilson. La
coppia vedrà la giovanissima figlia andare in sposa al futuro re di
Francia.
Dugain oltre che
regista, è cronista e autore di romanzi, alcuni dei quali trasposti
al cinema, come La Chambre des Officiers. Dopo An
Ordinary Execution, del 2010, su Stalin e l’epilogo della
sua esistenza, eccolo al suo secondo film, in collaborazione con la
storica, scrittrice e saggista Chantal Thomas, esperta del
complesso periodo storico di cui si parla, il Settecento, già
autrice di successi come Addio mia regina. È lei a scrivere
il romanzo L’Échange de Princesses, 2013, da cui è tratta la
pellicola.
Lo scambio di
principesse, la trama
Versailles 1712. Morti
tutti gli eredi al trono di Francia, il regno spetta al
giovanissimo Duca d’Anjou, che diventerà Luigi XV, Igor Van
Dessel. In attesa della sua maggiore età, la reggenza è
affidata al Duca Filippo d’Orleans, Olivier Gourmet. Tutti
gli sforzi del duca sono tesi ad assicurare la pace con la Spagna e
il suo re Filippo V, Lambert Wilson, dopo anni di sanguinosa
e costosa guerra. Viene così deciso di sugellare la pace con un
duplice matrimonio: il giovane sovrano francese sposerà la figlia
di Filippo V di Spagna, Maria Anna Vittoria, Juliane
Lepoureau, ancora bambina, mentre l’erede al trono di Spagna,
Don Luigi, Kacey Mottet Klein, sposerà Luisa Elisabetta,
Anamaria Vartolomei, figlia del Duca d’Orleans, reggente di
Francia. Il destino dei rapporti tra Francia e Spagna è nelle mani
di questi quattro giovanissimi ragazzi, che neppure conoscono chi è
stato loro destinato e, da un giorno all’altro, si trovano
costretti a lasciare le loro case, dove non faranno più ritorno. I
matrimoni andranno a buon fine? Le due principesse riusciranno ad
integrarsi nel nuovo ambiente? Come le accoglieranno i rispettivi
mariti?
Sacrificio in nome
della ragion di stato
Lo scambio di
principesse affronta una questione poco dibattuta e spesso
anzi sottaciuta nei grandi affreschi in costume sulle dinastie
reali, ovvero fa riflettere su come spesso in queste regali
famiglie i giovani rampolli eredi al trono dovessero sacrificare sé
stessi e la propria giovinezza, sull’altare delle ragioni politiche
e diplomatiche, attraverso matrimoni combinati anche in
giovanissima età, che li legavano a persone a loro del tutto
sconosciute. Matrimoni per cementare la pace e la fratellanza fra
regni e sempre, matrimoni che dovevano garantire la discendenza ai
sovrani, in nome di quella che nel film viene definita come la
“smania della gravidanza”, una vera e propria ossessione, per la
quale si sacrificavano i desideri dei re, ma soprattutto quelli
delle regine, costrette nel ruolo di madri e mogli, e cambiate,
come oggetti, se non assolvevano a questo compito, il più
importante loro affidato.
Quattro regnanti, quattro
ragazzi
Sono così quattro ragazzi
i protagonisti del film, scritto a quattro mani dal regista con
Chantal Thomas, autrice del romanzo da cui prende le mosse.
Igor van Dessel, nei panni di Luigi XV, incarna i dubbi di
un giovane sovrano tredicenne di fronte alla gestione del regno, ma
soprattutto a quella della sua vita privata, di cui non può
disporre liberamente. Seppur intenerito dalla sua consorte bambina,
la delicata e docile Maria Anna Vittoria, Juliane Lepoureau,
costretta a pensare già come un’adulta, mentre gioca ancora con le
bambole, il giovane re non riesce ad abituarsi all’idea che sia sua
moglie, talmente innaturale è lo sforzo che gli si richiede.
L’attore interpreta con esito altalenante lo spaesamento del
protagonista, che si trova solo ad affrontare le responsabilità del
regno, avendo per giunta visto morire tutti i propri parenti più
prossimi.
Quello interpretato dalla
Lepoureau è il personaggio più toccante, nell’innocenza dei
suoi pochi anni. Il volto angelico della giovane attrice le si
addice alla perfezione. È lei stessa la protagonista della favola
che sogna di vivere, come qualsiasi bambina, ma dovrà svegliarsi.
Stesso spaesamento vive l’erede al trono di Spagna, Don Luigi,
adolescente impacciato e insicuro, apparentemente inadatto a
regnare, invece chiamato anzitempo a raccogliere la pesante eredità
di un padre come Filippo V. Interpretato da un Kacey Mottet
Klein eternamente goffo e buffo, volutamente quasi ridicolo,
rende bene come certe responsabilità calassero dall’alto sulle
teste di giovani non pronti o poco adatti al compito loro affidato.
La sua consorte ha il volto di Anamaria Vartolomei, che
riesce a restituire con efficacia la figura di chi vorrebbe
ribellarsi all’ordine prestabilito. Lo fa con piccoli e grandi
gesti, piccole e grandi disubbidienze, assieme a un temperamente
combattivo e testardo ben reso dall’attrice.
Un affresco storico
curato ed elegante, con un ricco cast
Il film si avvale dei
bellissimi costumi di Fabio Perrone e di scenografie assai
ricche. La scena iniziale, ad esempio, complice la fissità con cui
è colto un momento di riposo, ricorda molto da vicino un dipinto
del Settecento. Molta cura dunque nell’estetica e attenzione ai
dettagli. La ricostruzione storica è minuziosa e ci informa a fine
film della sorte dei protagonisti.
Il cast è variegato,
contando anche sulla presenza di Lambert Wilson, il
cattolicissimo Filippo V, ritratto in una fase critica del regno e
della sua vita, in cui è attraversato da dubbi e incertezze. Un po’
troppo affettata la sua interpretazione. Accanto a lui l’italiana
Maya Sansa, che tratteggia efficacemente la figura della
regina consorte, affranta per la partenza della principessa Maria
Anna Vittoria, però decisa a non venir meno alla ragion di stato.
Nel cast anche un’altra attrice nota al pubblico
italiano, la
francese Andréa Ferréol, apparsa ne La grande
abbuffata di Marco Ferreri come in Sono pazzo
di Iris Blond di CarloVerdone. Qui è la
principessa Palatine. Catherine Mouchet interpreta invece
Madame de Ventadour, la governante che assiste prima Luigi XV e poi
la sua giovanissima sposa.
Lo scambio di
principesse non ha particolari guizzi, ma si lascia
guardare, mostrando le esistenze dei reali da una prospettiva
insolita, accompagnato da un’estetica curata e da ottime musiche,
opera di Marc Tomasi ed eseguite dalla London Symphony
Orchestra. Al cinema dal 5 agosto.
Dopo il finale di stagione di
Loki e l’arrivo dell’attesissima What
If…? il prossimo 11 agosto, molti fan continuano
ad interrogarsi su quale sarà la piega che prenderà il MCU, soprattutto in relazione al Multiverso.
Tuttavia, sembra che i Marvel Studios abbia da sempre avuto a che
fare con la realtà parallela, se si considera il MCU come uno dei tanti mondi
paralleli alla continuity impostata nei fumetti.
Nei fumetti Marvel, c’è una sorta di “Primo
Universo” in cui sono ambientate la maggior parte delle storie dei
fumetti canonici. Anche se molti, alla Marvel, preferiscono chiamarlo
semplicemente “Universo Marvel” (al contrario di “Universo
Ultimate”), nei primi anni ’80 è stato soprannominato Terra-616. In
Spider-Man: Far From Home, Mysterio potrebbe aver
affermato che il MCU rappresenta proprio
quell’universo, ma il fatto che tutta la sua storia fosse una farsa
rimuove qualsiasi validità circa la sua affermazione.
In un’intervista esclusiva di
Screen Rant, il produttore MarvelBrad
Winderbaum ha dichiarato che il MCU è soltanto un grande storia di
What
If…? rispetto ai fumetti Marvel. Winderbaum ha spiegato che
si è trattato di un modo per i primi sceneggiatori del MCU di avere un certo margine di
manovra riguardo tutte le storie e le trame dei personaggi.
“Beh, è divertente. Guardo
sicuramente a tutto il MCU come ad un gigantesco What If…
? È una possibile interpretazione”, ha dichiarato il
produttore. “È un universo che corre parallelo ai fumetti.
All’inizio, penso che sia stato questo il nostro approccio. Gli
Ultimates sono stati un grande punto di riferimento per noi, ed è
stato perché era un universo pienamente compiuto che ha seguito un
percorso parallelo rispetto all’universo principale dei
fumetti.”
Poi ha aggiunto: “Da quando
siamo entrati in una narrazione condivisa con il MCU, penso che fosse creativamente
salutare pensarlo come se fosse un mondo parallelo a sé stante. Non
doveva essere un adattamento uno a uno di quello che è successo
esattamente nei fumetti. Vive e respira alle sue condizioni.
Proprio per questo, abbiamo sempre racconto delle storie in pieno
stile What If… ?”
Nel corso degli anni, diversi
registi hanno provato a riportare Il
Corvo al cinema. Tuttavia, ad oggi, nessuno è mai
riuscito nell’ardua impresa, nonostante siano stati comunque
realizzati ben tre sequel dell’originale e anche una serie tv.
Al momento non sappiamo se un reboot
de Il
Corvo verrà mai realizzato. A gennaio era
trapelata la notizia che
il progetto fosse tornato in sviluppo alla Sony, ma da allora non
ci sono più stati aggiornamenti. Ricordiamo che l’ultima volta il
progetto era nelle mani del regista Corin
Hardy (The
Nun – La vocazione del male) e che Jason
Momoa (Aquaman)
avrebbe dovuto interpretare Eric Draven. Entrambi hanno poi
annunciato di aver deciso, insieme, di abbandonare il film.
Ora, in una recente intervista con
ComicBook, è stato proprio Hardy a rivelare di credere ancora
nella sua visione, che spera di poter realizzare un giorno.
“Semplicemente, è una storia di cui sono innamorato e verso cui
mi sento come se fossi sposato”, ha spiegato il regista.
“Ci ho messo tre anni e mezzo a scriverla. Circa quattro anni
di vita, amore, sangue, sudore e lacrime. Ho un sacco di materiali,
quindi non lo so se un giorno… Suppongo che non voglio mostrarli
perché credo ancora che ci sarà una mia versione del Corvo prima o
poi, ma vedremo.”
Poi ha aggiunto: “Penso che
nonostante la graphic novel originale di James O’Barr e le
successive iterazioni a fumetti del personaggio, valga ancora la
pena di fare molto di più con il personaggio, con il concept, con
la mitologia del Corvo. Il tono e ciò che rappresenta è ancora
unico nel mondo in cui ci troviamo al momento.”
La storia de Il Corvo sul grande schermo
Il Corvo (The Crow) è un film del 1994
diretto da Alex Proyas, tratto dall’omonimo
fumetto di James O’Barr. Il film segna l’ultima e
più famosa interpretazione cinematografica di Brandon
Lee, morto accidentalmente a causa di un colpo di pistola
durante le riprese del film. Proyas dovette ricorrere a trucchi
digitali e a controfigure per poter terminare l’opera,
raddoppiandone di fatto i costi.
Lo strepitoso successo del film
ripagò più che abbondantemente le somme investite, arrivando ad
incassare in tutto il mondo la somma complessiva di circa 170
milioni. Vennero successivamente girati tre sequel: Il
Corvo 2 – La città degli angeli (unico film a collegarsi
al primo), Il Corvo 3 – Salvation e Il
Corvo – Preghiera maledetta, che però non hanno mai raggiunto
il successo del primo capitolo.
The
Flash è un film che ovviamente includerà molti cameo,
ma non sembra che il Superman di Henry Cavill sarà tra questi. Sappiamo che
Sasha Calle debutterà nel film nei panni di
Supergirl, ma la versione di Cavill dell’Uomo d’Acciaio sembra
destinata a rimanere ormai un lontano ricordo all’interno del
DCEU.
Di recente, erano iniziate a
circolare delle voci secondo cui l’attore sarebbe potuto tornare
ancora una volta nei panni dell’eroe kryptoniano proprio
nell’atteso cinecomic di Andy Muschietti in arrivo nel 2022, ma
Umberto Gonzalez di The Wrap si è subito affrettato a smentire
il rumor. Secondo quanto anticipato dal reporter (via
CBM), sembra che la Warner Bros. non abbia intenzione di
riportare Cavill in un nessuno dei film DC in arrivo, a differenza
di quanto riportato in precedenza.
A
maggio di quest’anno, infatti, era stato rivelato che la star
di Justice League sarebbe tornata a vestire i panni di
Superman nel DCEU, ma da allora non ci sono più stati
aggiornamenti. Ora sembra invece che lo studio non sia più
intenzionato a riportare quella versione dell’eroe in una nuova
storia, forse anche a causa dell’annunciato
reboot che avrà come protagonista un Superman nero –
sicuramente Calvin Ellis – e che sarà prodotto da J.J. Abrams. Ricordiamo, inoltre, che la
Warner Bros. ha messo in cantiere anche una
serie dedicata all’eroe kryptoniano che vedrà Michael B. Jordan in qualità di produttore. La
serie dovrebbe focalizzarsi su Vlad Zod (l’altro Superman Nero
dell’universo DC Comis).
È un peccato che Henry Cavill non abbia la possibilità di
tornare nei panni dell’eroe. Tuttavia, dopo l’esperienza turbolenta
con i reshoot di
Justice League e il cameo di Shazam! in cui è stato sostituito da una controfigura,
è probabile che l’attore sia felice di andare avanti e di lasciarsi
il ruolo di Clark Kent alle spalle.
Venom: La
furia di Carnage è uno dei cinecomic più attesi della
prossima stagione, e non soltanto per il ritorno di Tom Hardy nei panni di Eddie Brock e per il
debutto ufficiale di Woody Harrelson nei panni di Cleetus Kasady,
ma anche perché il film segnerà il debutto dell’incredibile
Andy Serkis alla regia di un film di
supereroi.
Serkis è un esperto nel dare vita a
personaggi dalla doppia personalità, dilaniati, vittime del loro
lato oscuro, e proprio per questo è riuscito subito a trovare sia
in Venom che in Carnage una certa sintonia. In una featurette
rilasciata in esclusiva per
Apple TV (via
Screen Rant), Serkis ha paragonato Venom a Gollum, lo hobbit
interpretato dall’attore nelle saghe de Il Signore degli Anelli e
Lo Hobbit.
“Ho trascorso una parte
considerevole della mia vita interpretando un personaggio con una
doppia personalità. Quindi c’è una sorta di terreno comune tra
tutti questi personaggi”, ha dichiarato Andy Serkis. “I personaggi creati in
digitale devono agire seriamente. Devono essere totalmente
credibili. Volevo trovare un vocabolario fisico per Carnage che
fosse completamente diverso da Venom. Tutto è sempre sostenuto
dalla realtà e dalla verità. Penso che sia il film perfetto in un
certo senso, perché è molto celebrativo di ciò che il cinema può
fare.”
Serkis è ovviamente più noto come
attore che come regista. Oltre a interpretare Gollum nelle celebri
saghe tratte da J.R.R. Tolkien, ha anche interpretato il ruolo di
Cesare nella recente trilogia de Il pianeta delle scimmie. Ha indubbiamente una vasta
conoscenza delle performance in motion capture legate alla
creazione di esseri fantastici, il che lo rende di sicuro una
scelta interessante per guidare l’attesissimo sequel di
Venom.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham.
Il film uscirà in autunno al cinema.
Secondo quanto rivelato da un loro
stretto collaboratore, Ethan Coen, fratello di
Joel e parte del celebre duo di registi,
sceneggiatori e produttori, avrebbe deciso di abbandonare la regia,
mettendo così la parola fine al longevo sodalizio – iniziato nel
lontano 1984 – che li ha imposti come una delle coppie di registi
più influenti dell’era moderna.
Prossimamente arriverà
The Tragedy of Macbeth, film che segnerà la prima
regia da solita di Joel, dal momento che Ethan ha deciso di
concentrarsi maggiormente sulla sua carriera di drammaturgo.
Durante la prima parte della loro carriera, a causa delle regole
imposte dalla Director’s Guild of America, Joel è stato l’unico a
ricevere il credito per la regia, mentre Ethan figurava soltanto
come sceneggiatore e produttore, nonostante entrambi, alla fine,
venissero coinvolti dietro la macchina da presa. Tuttavia, sembra
che in futuro Joel dovrà fare a meno di suo fratello, poiché Ethan
sembra aver ufficialmente chiuso con la carriera da regista.
Secondo il Los
Angeles Magazine, durante un episodio del podcast di Score,
Carter Burwell, compositore e musicista
statunitense, nonché collaboratore di lunga data dei Coen, ha
anticipato che Ethan ha deciso di non proseguire con la sua
carriera da regista. Burwell ha spiegato che la separazione
artistica tra i due fratelli è stata amichevole e che al momento
non sa né se Ethan si ritirerà né cosa farà Joel dopo The
Tragedy of Macbeth. Burwell ha comunque riferito che il
duo ha ancora molte sceneggiature nel cassetto, che spera prima o
poi di vedere sul grande schermo, nella speranza che possano
decidere di tornare a lavorare fianco a fianco.
“Ethan non vuole più fare
film”, ha spiegato Burwell. “Sembra molto felice di fare
quello che sta facendo, ma non sono sicuro di cosa farà Joel dopo.
Hanno ancora un sacco di sceneggiature che hanno scritto insieme e
che sono riposte, in attesa, su vari scaffali. Spero che decidano
di rimetterci mano. Ne ho lette alcune e sono fantastiche. Siamo
tutti in un’età in cui non sappiamo… potremmo tutti andare in
pensione. È una questione meravigliosamente
imprevedibile.”
“Sì, è un po’ diverso avere lì
solo uno dei due fratelli”, ha aggiunto Burwell. “Ma
conosco Ethan… l’ho visto verso la fine dell’anno scorso, quando
Joel si stava preparando per le riprese a Los Angeles. Ha detto che
sembrava strano che Joel fosse là fuori a prepararsi per fare un
film senza di lui. Ma non voleva farlo. Vuole fare altro
ora.”
The Tragedy of Macbeth sarà presentato in
anteprima mondiale nella serata di apertura del 59° New York Film
Festival, il prossimo 24 settembre. Protagonisti
sono Denzel
Washington e Frances
McDormand. Il film è stato descritto come la
spaventosa rappresentazione di un’amorale presa di potere politica
che, come il suo eroe, sprofonda spietatamente nell’inferno.