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Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli: i character poster del film

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Sono stati diffusi via Instagram i nuovi character poster di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli il prossimo lungometraggio Marvel Studios in arrivo al cinema dal 3 settembre e che amplierà ancora di più il ventaglio di personaggi che dai fumetti vengono proiettati direttamente nel Marvel Cinematic Universe.

Ecco i poster di seguito:

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – il trailer ufficiale

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Don’t Look Up, il teaser bootleg del film con DiCaprio e Lawrence

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È trapelato su Twitter un breve bootleg del teaser trailer di Don’t Look Up, il nuovo atteso film di Adam McKay, la commedia satirica con protagonisti Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Nelle immagini, oltre ai protagonisti, vediamo anche Jonah Hill e Meryl Streep.

Non pago di questo cast già così stellare, McKay aggiunge anche Timothée Chalamet, Cate Blanchett, Ron Perlman, Tyler Perry, Melanie Lynskey, Rob Morgan, Mark Rylance, Ariana Grande, Matthew Perry Chris Evans.

Ecco il video dal teaser trailer:

https://twitter.com/yosoymichael/status/1421991852098609153?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1421991852098609153%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.ciakmagazine.it%2Fnews%2Fdont-look-up-il-primo-teaser-trailer-del-film-con-leonardo-dicaprio-e-jennifer-lawrence%2F

Don’t Look Up: Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence nelle prime foto

VIVO, la recensione del film d’animazione Sony – Netflix

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VIVO, la recensione del film d’animazione Sony – Netflix

Arriva direttamente su Netflix VIVO, il film d’animazione co-prodotto dallo streamer con Sony Animation che porterà allegria, colori, e tanta tanta musica nelle case degli abbonati. Il film presenta una cast tecnico di grande pregio, a partire dal regista nominato agli Oscar per I Croods, Kirk DeMicco (guarda la nostra intervista), insieme a Brandon Jeffords. Nome di spicco della produzione è quello di Lin-Manuel Miranda, una vera e propria gallina dalle uova d’oro per Hollywood, negli ultimi anni, e che è in sala con Sognando a New York – In the Heights, film basato sull’omonimo musical da lui creato. 

Anche in questa occasione, Miranda mette il suo talento a servizio di una storia musicale, che racconta appunto la musica come principale tramite per legami fondamentali nella vita di ognuno: che sia quello tra padre e figlia, tra due silenziosi amanti che non hanno mai avuto il coraggio di dichiararsi reciprocamente, o che sia addirittura la sintonia tra uomini e animali, che pur non parlando la stessa lingua si capiscono. 

La trama di VIVO

VIVO è il nome di un simpatico cercoletto (un piccolo abitante delle foreste tropicali), che trascorre le sue giornate suonando musica in una vivace piazza a L’Avana insieme al suo amato padrone/amico Andrés. Sebbene non parlino la stessa lingua, Vivo e Andrés sono un duo perfetto grazie alla passione per la musica che li accomuna. Ma una tragedia li colpisce poco dopo l’arrivo di un invito della celebre Marta Sandoval ad assistere al proprio concerto di addio che si terrà a Miami, con la speranza di rivedere il suo vecchio partner. Toccherà a Vivo consegnare il messaggio che Andrés ha sempre tenuto segreto: una lettera d’amore per Marta, scritta molto tempo fa sotto forma di canzone. Per riuscire a raggiungere Miami, Vivo dovrà accettare l’aiuto di Gabi, un’energica ragazzina con un ritmo tutto suo.

VIVO – (L-R) Ynairaly Simo as Gabi and Lin-Manuel Miranda as Vivo. ©2021 SPAI. All Rights Reserved.

VIVO è un on the road particolare, anarchico per certi versi, perché imbevuto dello spirito di questa simpatica protagonista, Gabi, una ragazzina che non riesce a trovare il suo posto nel mondo, ma che troverà un amico in questo simpatico animaletto. L’elaborazione del lutto, la ricerca di se stessi, la capacità di amare e di ascoltarsi sono i grandi temi che scorrono sotto alla superficie chiassosa, variopinta e spericolata della storia. 

E naturalmente le canzoni del film sono il cuore pulsante della storia. Lin-Manuel Miranda si sbizzarrisce, creando un pastiche musicale che spazia trai generi, adeguandosi non solo alle personalità dei personaggi che di volta in volta cantano e interpretano i brani, ma omaggiando anche i ritmi tipici delle aree geografiche in cui si muove. Il risultato è ricco e vario, curato e originale, proprio come VIVO.

Se da un punto di vista tecnico e visivo il film si assesta su standard molto buoni ma ormai consolidati, senza particolari guizzi, è lo spirito di VIVO a determinarne la bellezza e il carattere. 

Un cast di doppiatori stallare

La versione italiana di VIVO presenta alcune voci d’eccezione: Stash, frontaman della band multiplatino The Kolors (voce e chitarra), cantautore e produttore, interpreta tutte le canzoni dell’originale protagonista Vivo, Massimo Lopez, attore, doppiatore, show man, conduttore televisivo e componente del noto trio “Lopez, Marchesini, Solenghi”, doppia il personaggio di Andrés nelle canzoni e nei dialoghi, mentre Simona Bencini, cantante e storica front woman dei “Dirotta su Cuba”, è l’interprete delle canzoni di Marta Sandoval, a cui è dedicata la canzone di Andrés.

VIVO – (L-R) Ynairaly Simo as Gabi and Lin-Manuel Miranda as Vivo. ©2021 SPAI. All Rights Reserved.

Per quanto riguarda invece la versione originale, Lin-Manuel Miranda la fa invece da padrone, doppiando, canto e voce, il simpatico protagonista peloso, e con lui ci sono Zoe Saldaña (Rosa), Juan de Marcos (Andrés), Brian Tyree Henry (Dancarino), Michael Rooker (Lutador), Nicole Byer (Valentina), Gloria Estefan (Marta) e, per la prima volta sugli schermi, Ynairaly Simo (Gabi).

Ballando e cantando su melodie sudamericane, a ritmo sfrenato, VIVO regala un’esperienza visiva divertente e leggera con una buona dose di cuore, un ottimo modo per stare insieme in famiglia.

Guarda il trailer di VIVO

What If… ?: le 10 realtà alternative più strane descritte nei fumetti

L’attesissima serie What If… ? aiuterà ad espandere il concetto di Multiverso all’interno del MCU portando sullo schermo la classica serie a fumetti della Marvel Comics. Ogni numero della serie ha esplorato una nuova linea temporale in cui le cose sono andate diversamente rispetto a quanto accaduto nell’universo Marvel, dando così vita ad alcune delle realtà più strane e avvincenti dei fumetti.

La serie a fumetti What If… ? è iniziata nel 1977 e da allora è stata pubblicata in volumi, con ogni nuova iterazione che aveva come idea centrale quella di presentare un importante momento della storia della Marvel da una nuova prospettiva. Alcune di queste storie alternative sono diventate dei veri e propri classici, regalando ai fan delle realtà strane ma altrettanto eccitanti come quelle l’universo Marvel principale.

Gwen Stacy non è mai morta

La morte inaspettata di Gwen Stacy in “The Amazing Spider-Man #121” è una delle morti più strazianti dei fumetti di Spider-Man, se non addirittura dei fumetti in generale. Come raccontato in quel numero divenuto storico, Gwen è stata spinta giù dal ponte George Washington da uno dei nemici più pericolosi di Spider-Man, Green Goblin.

Il numero 24 della serie “What If… ?” immagina se Gwen fosse sopravvissuta invece di morire quella fatidica notte. Spider-Man la salva, ma ciò non significa che Peter e Gwen vivranno per sempre felici e contenti. Alla fine, i due si sposano, ma la vera identità di Peter viene rivelata al mondo intero da J. Jonah Jameson, che lo costringe a nascondersi per tutto il resto della sua carriera da supereroe.

Jane Foster diventa Thor

Anticipando l’ascesa, nel 2014, di Jane Foster come una delle migliori varianti alternative di Thor, “What If..? #10” immagina Jane che trova il Mjolnir al posto del dottor Donald Blake, che si trasforma nel dio nordico quando tocca il mistico martello.

Lo stesso succede a Jane, che diventa Thor e deve combattere abbastanza in fretta contro il Dio dell’Inganno in persona, Loki. La sconfitta di quest’ultimo, alla fine, si traduce in Jane che sposa Odino, mentre il martello va a Blake, come previsto. Questa non è stata l’unica istanza della serie a fumetti “What If..?” che ha anticipato futuri sviluppi. La serie considerava anche la sopravvivenza del clone di Spider-Man, idea poi sviluppata in “The Clone Saga” all’interno dei fumetti degli anni ’90 dedicati all’Uomo Ragno.

Zio Ben sopravvive

Uno degli eventi fondamentali nella tradizione Marvel Comics è la morte di zio Ben, che porta direttamente Peter Parker a diventare Spider-Man. Ogni volta che Peter incontra difficoltà nei panni dell’arrampicamuri, ricorda le ultime parole pronunciate dallo zio: “Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità!”

Il numero 46 della serie “What If… ?” immagina che Ben è sopravvissuto, mentre è zia May ad essere morta per mano del ladro. Piuttosto che diventare un eroe, Spider-Man diventa qualcosa di più di un vigilante. Ben deduce il segreto di Peter e si confronta con J. Jonah Jameson sul trattamento che la stampa riserva all’Uomo Ragno, portando l’eroe a trovare una vita migliore di quella che aveva all’inizio di Terra-616.

Blink diventa In-Betweener

Blink era un personaggio minore degli X-Men introdotto e poi ucciso nel crossover “The Phalanx Covenant” a metà degli anni ’90. Tuttavia, era molto popolare tra i fan, cosa che ha portato al suo ritorno in “What If..? #75”.

In quella storia, si trasporta nel regno cosmico di In-Betweener. L’abilità di Blink di teletrasportarsi assume dimensioni terrificanti quando assorbe il potere dell’essere cosmico e diventa lei stessa In-Betweener. In seguito, Blink sarebbe tornata alla continuity in modo indiretto, attraverso la trama di “Age Of Apocalypse”, una delle linee temporali più oscure della Marvel Comics.

Capitan America durante la guerra civile

Le storie successive della serie diventarono più simili al concetto di “Elseworlds” della DC Comics, concentrandosi di meno sui singoli momenti – come Jane Foster che diventa Thor – e di più su nuovi scenari in blocco che collocano i supereroi all’interno di nuove trame ed eventi.

Una delle realtà migliori e più strane di questo volume ha immaginato Capitan America vivo durante la guerra civile americana. La storia del 2005 ha reinventato Bucky Barnes come Teschio Bianco – una terrificante reinterpretazione del classico cattivo di Captain America, Teschio Rosso – e come Steve Rogers ha combattuto i mali del razzismo nell’America del 19° secolo.

Scarlet Witch cancella tutti i poteri

Scarlet Witch ha cancellato dall’esistenza la maggior parte dei mutanti in “House Of M”, un’importante trama di fumetti che ha ispirato anche WandaVision. Attraverso l’uso di solo tre parole, ossia “Basta mutanti”, Wanda ha cambiato radicalmente l’Universo Marvel negli anni a venire.

“What If… ? House of M” ha immaginato che l’atto disperato di Wanda avesse conseguenze ancora più distruttive. Questa storia del 2008 vede Wanda privare tutti gli esseri con superpoteri delle loro qualità speciali, non solo i mutanti, portando a conseguenze disastrose. Teschio Rosso conquista il mondo, uccidendo numerosi eroi e portando a una conseguente battaglia tra lui e Spider-Man.

La Fenice non è mai morta

La Saga di Fenice Nera è una delle storie che coinvolgono gli X-Men più famose e amate di sempre, con la scomparsa di Jean Gray che è stata una delle morti più scioccanti dei fumetti Marvel.

Il numero 27 del primo volume della serie “What If… ?” immagina che Jean non sia morta in “Uncanny X-Men #137”. Tuttavia, le cose vanno ancora peggio. Jean è viva, ma viene poi consumata da Fenice Nera in una battaglia contro Galactus. Questo porta ad una furia orribile in cui Fenice uccide tutti gli X-Men e distrugge l’intera Terra e tutta l’umanità.

Captain America non è mai stato congelato

Il numero 5 del primo volume della serie “What If… ?” affronta un importante punto di divergenza per la Marvel Comics. In questo numero, Captain America non viene mai congelato nel ghiaccio durante la seconda guerra mondiale, alterando in modo sostanziale la storia. Steve Rogers, alla fine, diventa il direttore dello S.H.I.E.L.D. dopo la morte di Nick Fury.

I fan dei fumetti sanno che Bucky Barnes diventa Captain America per un breve periodo nella continuity principale della Marvel, ma lo diventa anche in questa strana realtà, assumendo il ruolo e combattendo contro il Barone Zemo e le forze dell’HYDRA.

Tempesta diventa Thor

Poche persone nell’Universo Marvel sono degne di sollevare il Mjolnir, il martello di Thor. Tra i pochi eletti ci sono Captain America, Beta Ray Bill, Jane Foster e, stranamente, anche Superman, che ha alzato il martello quando i due personaggi si sono scontrati in “JLA/Avengers”.

Anche Tempesta sembra una candidata ideale: il suo diventare Thor, infatti, è stato esplorato nel volume due, numero #12. Questa storia fa capo a una precedente del canone, in cui gli X-Men si recavano ad Asgard e Tempesta brandisce un martello forgiato da Loki. In questa storia, diventa a tutti gli effetti Thor e in realtà combatte contro una versione di Throg, ossia Thor trasformato in una rana dalla magia di suo fratello Loki.

Spider-Man si unisce ai Fantastici Quattro

La prima strana realtà visitata nella serie a fumetti “What If.. ?” è ancora oggi considerata una delle migliori. Il primissimo numero immagina che Spider-Man si sia unito ai Fantastici Quattro in “The Amazing Spider-Man #1” invece di essere rifiutato dal team.

La squadra diventa quindi nota come i Fantastici Cinque, con Peter Parker che applica un nuovo simbolo, quello del 5, alla sua uniforme invece dell’icona del ragno. Spider-Man aiuta la squadra a combattere contro Namor in questa avventura, ma finisce con Sue Storm che parte con Namor per Atlantide dopo essersi sentita trascurata dalla nuova formzione. Uno dei matrimoni più leggendari e duraturi della Marvel quindi non accade mai in questa realtà, con Reed Richards con il cuore spezzato per la diserzione di Sue.

Il collezionista di carte, dal 3 settembre al cinema. Ecco il trailer

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Lucky Red è lieta di annunciare l’arrivo nelle sale cinematografiche dal 3 settembre de Il collezionista di carte, scritto e diretto da Paul Schrader con Oscar Isaac, Tye Sheridan, Tiffany Haddish e Willem Dafoe.

Il film sarà presentato in concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La trama de Il collezionista di carte

Dei fantasmi del passato non ci si libera così facilmente. Prodotto da Martin Scorsese e in concorso al Festival di Venezia, il nuovo film di Paul Schrader vede Oscar Isaac nel ruolo di William Tell, un ex militare che vive come giocatore d’azzardo professionista e attira l’interesse di una misteriosa finanziatrice.

La vita ordinaria di Tell viene però sconvolta dall’incontro con Kirk (Tye Sheridan), un giovane in cerca di vendetta contro un nemico comune.

James Gunn ha già in cantiere altri progetti DC secondo Walter Hamada

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The Suicide Squad, nelle sale italiane da oggi, segna la prima esperienza ufficiale di James Gunn, regista di Guardiani della Galassia, con il DCEU, ma sappiamo già che non sarà l’ultima. Uno serie tv spin-off del film, dal titolo Peacemaker, è in arrivo prossimamente su HBO Max e, a quanto pare, Gunn tornerà per dirigere altri cinecomic basati sulle proprietà DC in futuro.

Prossimamente il regista sarà impegnato con le riprese di Guardiani della Galassia Vol. 3, ma parlando con The Hollywood Reporter, il presidente della DC Films, Walter Hamada, ha confermato che Gunn e la DC torneranno presto a collaborare insieme. “Gunn è sempre il bentornato, qualunque cosa voglia fare. Ha davvero una visione specifica ed è un ottimo partner per noi. Quando vorrà tornare, noi saremo pronti per lui”, ha detto Hamada. “In effetti, tornerà. Abbiamo già diverse cose in programma.”

A cosa potrebbe riferirsi quel “cose” generico usato da Amada? Un sequel di The Suicide Squad è certamente una possibilità (ma tutto dipenderà dai risultati del box office). Tuttavia, lo stesso James Gunn ha rivelato in passato di aver discusso di tantissimi progetti con lo studio prima di arrivare alla scelta di un nuovo film sulla Task Force X. È probabile, dunque, che quando sarà il momento, Gunn avrà già le idee chiare in merito a quale nuova storia vorrà raccontare.

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

What If… ?: il produttore anticipa un futuro in live action per i personaggi e le storie della serie

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Sebbene si conosca ancora poco della trama di What If…?, la nuova attesissima serie dei Marvel Studios che debutterà su Disney+ il prossimo 11 agosto, c’è già un enorme quantità di entusiasmo da parte del pubblico nei confronti dello show, che promette di far esplorare loro una versione molto diversa del MCU.

Sebbene alcuni fan sostengano che alcuni personaggi – come Captain Carter – sia “sprecati” per una serie animata, durante una recente intervista con Inverse, il produttore esecutivo di What If…?, Brad Winderbaum, veterano dei Marvel Studios, ha anticipato che i personaggi e le storie dello show potrebbero tranquillamente essere impiegati per eventuali progetti live action.

“Volevamo che ogni storia potesse essere aperta e chiusa in quel lasso di tempo di mezz’ora, ma è difficile non immaginare più capitoli con alcuni di questi personaggi”, ha anticipato Winderbaum. “Spero che un giorno potremo vedere più avventure in alcune di queste linee temporali alternative.”

“Tutto quello che devi fare per dimostrarlo è guardare indietro a quante storie dei fumetti What If…? sono finite nella continuità principale dell’universo dei fumetti”, ha aggiunto Winderbaum. “La mia previsione è che una cosa simile potrebbe accadere anche sul lato cinematografico”.

È certamente eccitante pensare a che tipo di impatto la serie What If… ? potrebbe avere sul futuro del MCU: magari questi personaggi animati potrebbe essere trasposti in adattamenti live-action o, più semplicemente, i Marvel Studios potrebbero utilizzare la serie come base per eventuali progetti futuri dell’universo condiviso.

Black Panther 2 segnerà il debutto nel MCU di Ironheart?

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Black Panther 2 segnerà il debutto nel MCU di Ironheart?

Fino a quando i Marvel Studios non annunceranno i loro piani futuri, è normale che continueranno a circolare tantissime voci su quello che sarà il prosieguo del longevo franchise – in termini narrativi – dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Partendo da questo presupposto, nelle ultime ore è arrivato online un nuovo rumor – da prendere ovviamente con le pinze! – in merito all’attesissimo Black Panther: Wakanda Forever.

Lo scorso mese, era stato riferito che il sequel di Ryan Coogler sarebbe stato girato sia nei pressi che all’interno del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge. All’epoca, in molti ipotizzarono che ciò avrebbe portato ad un cameo di Riri Williams, personaggio che indosserà il costume di Iron Man nell’annunciata serie Ironheart in arrivo prossimamente su Disney+ (la sua controparte a fumetti frequenta proprio il MIT).

Ora, KC Walsh di The GWW ha scritto su Twitter quanto segue: “Una fonte di cui mi fido ha apparentemente confermato le recenti speculazioni: Riri Williams apparirà davvero in Black Panther: Wakanda Forever”. La cosa potrebbe avere senso e se la voce venisse confermata, vorrà dire che potremmo vedere la storia di Riri svolgersi non solo nel sequel, ma anche nella sua serie da solista e persino in Armor Wars.

Licantropus è pronto a fare il suo debutto nel MCU?

E sempre a proposto del servizio di streaming della Casa di Topolino, The Cosmic Circus ha appena pubblicato un nuovo report che afferma che sarebbe in arrivo una serie su Licantropus (Werewolf by Night in originale), attualmente in fase di sviluppo con il titolo provvisorio “Buzz Cut”.

A quanto pare, le riprese dovrebbero iniziare già il prossimo febbraio, ma al momento non è trapelata alcuna indiscrezione in merito al possibile casting. Ovviamente, in riferimento ai vecchi rumor secondo cui Licantropus avrebbe fatto il suo debutto in Moon Knight, è possibile che l’attore per il ruolo sia già stato scelto in gran segreto.

Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Dwayne Johnson aveva parlato con Kevin Feige, ma alla fine ha scelto Black Adam

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Il prossimo anno Dwayne Johnson farà ufficialmente il suo debutto nel DCEU grazie all’attesissimo Black Adam, in cui interpreterà l’antieroe del titolo. Tuttavia, prima che l’ex wrestler venisse ufficializzato come protagonista del cinecomic, erano molti i fan che speravano di vederlo in un ruolo nel MCU.

In realtà, parlando con Collider, Hirama Garcia, presidente di produzione della Seven Bucks Productions e socio di “The Rock”, si è lasciato sfuggire che in realtà l’attore aveva parlato con i Marvel Studios in passato. Quando gli è stato chiesto se Johnson e il suo team, incluso Garcia, siano mai stati contattati dalla Marvel, Garcia ha spiegato che Johnson e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige si sono incontrati in passato, ma che alla fine nulla si è mai evoluto in discussioni più serie e concrete.

“DJ e Kevin Feige hanno un ottimo rapporto e abbiamo flirtato circa alcune idee in passato, ma niente di serio”, ha detto Garcia. “C’è un’ammirazione reciproca per ciò che ognuno di noi ha fatto e ciò che Kevin ha costruito è davvero incredibile. Alla fine, però, siamo sempre stati molto impegnati in ciò che volevamo costruire con Black Adam”

“Black Adam era il personaggio che volevamo portare in vita e che sentivamo fosse destinato a interpretare DJ”, ha aggiunto. “Una volta che abbiamo impostato la nostra attenzione su questo personaggio più di dieci anni fa, era difficile immaginare DJ che interpretasse qualcun altro.”

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

What We Do In The Shadows 3×02: anticipazioni dall’episodio

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What We Do In The Shadows 3×02: anticipazioni dall’episodio

Il canale americano FX dopo la season premiere ha diffuso le anticipazioni di What We Do In The Shadows 3×02, il secondo episodio della terza stagione di What We Do In The Shadows.

In What We Do In The Shadows 3×01 che si intitolerà “The Cloak of Duplication” Un artefatto proibito viene utilizzato per aiutare Nandor a corteggiare un dipendente di un centro benessere. Scritto da Sam Johnson e Chris Marcil; Regia di Yana Gorskaja.

What We Do In The Shadows 3×02

What We Do In The Shadows 3 è l’annunciata terza stagione della serie comica What We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per centinaia di anni.

Nella terza stagione di What We Do In The Shadows ritorneranno i protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo. Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare “paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.

Nei ruoli ricorrenti troviamo Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja, Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in ciascuna delle sue vite.

1883: Sam Elliott, Faith Hill e Tim McGraw nel cast della serie prequel di Yellowstone

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Paramount+ annuncia il cast di 1883, l’annunciata serie prequel di Yellowstone, l’acclamato show in corso che vede protagonista Kevin Costner. Ebbene nella nuova serie Sam Elliott reciterà al fianco delle superstar Tim McGraw e Faith Hill nella prossima serie originale 1883. Creata da Taylor Sheridan, 1883 è l’attesissimo prequel di Yellowstone, la serie nominata agli Emmy. 101 Studios e Bosque Ranch Productions serviranno come partner di produzione della serie.

Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. McGraw e Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

“Tutto inizia con la scrittura e Taylor Sheridan è una scrittrice brillante”, ha commentato l’attore Sam Elliott. “Penso che il genere western parli chiaramente a entrambi. Le classiche lotte dell’uomo contro l’uomo, dell’uomo contro la natura e dell’uomo contro se stesso. È tutto lì, nel 1883, e sono onorato di farne parte”.

“Questo è davvero un lavoro da sogno”, ha detto Tim McGraw. “Taylor ha trovato un modo di raccontare storie che crea brillantemente questi drammi epici e saghe familiari con tanta profondità e creatività. I Dutton sono personaggi straordinari ed è così emozionante poterli portare in vita. Da bambino che cresce a cavallo, pensi a lavori da sogno come questo e io sono così entusiasta di lavorare con questo cast e una troupe fantastici”.

“Questa è l’opportunità di una vita”, ha detto Faith Hill. “I Dutton sono una famiglia formidabile ed è un sogno assoluto dare vita a un personaggio femminile così forte come Margaret Dutton. Sono onorato e onorato di lavorare con Taylor e tutta la sua squadra”.

“‘Yellowstone’ è uno spettacolo di grande successo con decine di milioni di fan – con ‘1883″, stiamo riportando quei fan alla storia delle origini e, nel processo, trasformando il mondo di ‘Yellowstone’ in un franchise di successo globale per alimentare la crescita di Paramount+”, ha affermato Chris McCarthy, Presidente/CEO, MTV Entertainment Group. “Siamo entusiasti di avere Sam, Tim e Faith come protagonisti della nuova serie di Taylor Sheridan in esclusiva per Paramount+ in tutto il mondo.”

“Siamo entusiasti di avere il candidato all’Oscar e la leggenda della recitazione Sam e gli artisti pluripremiati e di grande talento Faith e Tim si uniscono all’universo di Taylor Sheridan”, ha affermato David Glasser, CEO di 101 Studios. “Taylor ha dimostrato la sua immensa capacità di creare personaggi accattivanti e mondi immersivi e non c’è eccezione qui con 1883 ei personaggi di Sam, Faith e Tim. Non vediamo l’ora di questa ulteriore espansione del mondo di Yellowstone e di portarla al pubblico di tutto il mondo”.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

Margot Robbie sul suo futuro di Harley Quinn: “Sono pronta per altri film”

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Margot Robbie afferma di essere pronta a continuare a interpretare la folle antieroina Harley Quinn nel DC Extended Universe, chiarendo i precedenti commenti che aveva fatto sul bisogno di prendersi una pausa dal personaggio.

“No, mi sono riposata abbastanza”, ha detto Robbie a ET. “Ho girato Birds of Prey e The Suicide Squad uno dietro l’altro, quindi sono stata molto tempo nei panni di Harley, ma ormai è acqua passata. Sono pronta a tornare nei panni di Harley. Sono sempre pronta per lei!”

Il mese scorso, Robbie aveva affermato che le riprese consecutive di Birds of Prey di Cathy Yen e The Suicide Squad di James Gunn nel 2019 e nel 2020 erano state alquanto impegnative. Di conseguenza, aveva spiegato che aveva bisogno di una pausa da Harley Quinn, perché si tratta di un personaggio “estenuante” da interpretare. Tuttavia, Robbie non ha mai negato di essere “incuriosita quanto il resto del pubblico” di scoprirà quale sarà il futuro della Mattacchiona nel DCEU.

Robbie ha continuato spiegando come l’Harley che avremmo visto in The Suicide Squad fosse cresciuta rispetto alla sua più recente apparizione in Birds of Prey, sottolineando che fosse ormai totalmente libera dall’influenza del suo ex fidanzato, il Joker.

“È decisamente indipendente da Mister J per la prima volta”, aveva detto Robbie. “Anche se in Birds of Prey si erano lasciati all’inizio, non era ancora pronta a non stare con lui. In questo nuovo film, invece, non sta nemmeno pensando a lui, il che è davvero divertente. Ha finalmente trovato un nuovo punto d’inizio. Sta cercando un nuovo amore, ma sta cercando in tutti i posti sbagliati.”

Margot Robbie vuole Harley Quinn e Batgirl insieme sul grande schermo

Alla domanda sui futuri progetti del DCEU, incluso il recente casting di Leslie Grace nei panni di Batgirl nell’annunciato film HBO Max, Robbie ha scherzato sul fatto che i due personaggi dovrebbero apparire sullo schermo insieme. Ha definito Grace “incredibile” e ha chiesto scherzosamente alla Warner Bros. di “metterla in contatto con la DC”.

Anche se il sogno di vedere Harley Quinn e Batgirl insieme sul grande schermo potrebbe rimane tale per ancora molti anni, James Gunn, il regista di The Suicide Squad, ha lasciato intendere di recente che “sarebbe sicuramente disposto” a dirigere uno standalone su Harley in futuro (dopotutto, il regista e sceneggiatore non ha mai nascosto il suo amore incondizionato per il personaggio).

Kang vs Thanos: l’head writer di Loki parla delle differenze tra i due grandi villain

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Nel gran finale di Loki è stato finalmente introdotto Colui che rimane, che abbiamo scoperto essere la mente creativa dietro la TVA. In realtà, il suo arrivo ha preparato il terreno al debutto di una delle sue varianti più malvage, ossia Kang il Conquistatore, che giocherà il ruolo di principale antagonista in Ant-Man and the Wasp: Quantumania.

Sono in molti a credere che Kang sarà il nuovo grande cattivo del MCU, quindi un paragone con Thanos è quasi inevitabile. Potrebbe volerci ancora molto tempo prima di scoprire realmente quale sarà il ruolo di Kang nel futuro del franchise di successo, eppure sembra che delle differenze sostanziali tra lui e il Titano Pazzo esistano già.

Durante un’ospitata all’interno del podcast di The Playlist, Michael Waldron, head writer di Loki e sceneggiatore dell’attesissimo Doctor Strange in the Multiverse of Madness, ha parlato proprio delle principali differenze che esistono tra Kang il Conquistatore e Thanos. Secondo lo sceneggiatore, i fan dovranno aspettarsi un nuovo cattivo del MCU molto più irregolare (nel senso di più caotico) rispetto al suo predecessore.

“La cosa più eccitante dell’aver dato origine a quel personaggio sulla pagina del MCU è stata creare un’energia completamente diversa da quella che rappresenta Thanos, che è misurata e basata su dei principi, quasi come un monaco alle prese con le sue aspirazioni malvagie. E ovviamente, Colui che rimane è una presenza molto più disordinata, caotica e narcisistica. Quindi è stato molto divertente.”

Non sappiamo cosa accadrà quando Kang il Conquistatore inizierà a far sentire davvero la sua presenza nel MCU, ma quel che è certo è che le cose non si metteranno bene per gli eroi più potenti della Terra. Senza dubbio, Kang è un cattivo che ha tutto il potenziale per diventare il nuovo Thanos dell’universo condiviso, nonché la mente dietro gli eventi che potrebbero condurre, chissà… forse a Secret Wars?

James Gunn commenta il pensiero di Scorsese sui cinecomics, ma poi è costretto a chiarire

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In una recente intervista all’interno del podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz in occasione della promozione di The Suicide Squad, dopo circa due anni James Gunn ha risposto ai commenti di Martin Scorsese risalenti al 2019 in merito ai film della Marvel e ai cinecomics in generale.

Il regista sembra in parte essere d’accordo con l’illustre collega, in quanto Gunn ha ribadito ancora una volta che ci sono tantissimi film di supereroi che non sperimentano e che rischiano di rappresentare uno stereotipo all’interno del genere. Tuttavia, ha anche lasciato intendere – almeno apparentemente – che le dichiarazioni di Scorsese potrebbero essere state fatte al solo fine di promuovere The Irishman.

“Penso solo che sia terribilmente cinico il fatto che, quando se l’è presa con la Marvel, ha fatto notizia e quindi ha fatto parlare del suo film in uscita. Allora ha continuato a prendersela con la Marvel solo per dare visibilità al suo film. Stava cercando di promuovere il suo film all’ombra dei film Marvel, e quindi ha usato questa cosa per attirare l’attenzione che forse il suo film, da solo, non avrebbe ricevuto”, ha dichiarato James Gunn.

“Martin Scorsese è uno dei più grandi registi che siano mai esistiti”, ha aggiunto poi il regista. “Amo i suoi film e li guardo senza problemi. Ha detto un sacco di cose con cui sono d’accordo. Ci sono molte cose vere in quello che ha detto. Ci sono un sacco di film senza cuore, senza anima, esclusivamente spettacolari, che non riflettono ciò che dovrebbe riflettere. Non posso dirvi quante volte ho parlato con dei registi prima che andassero a fare un grande film, dicendo loro: ‘Ehi, ci siamo dentro allo stesso modo, facciamo qualcosa di diverso con questi grandi film. Rendiamoli qualcosa di diverso da tutto ciò che è venuto prima di loro’. E poi li ho visti soddisfare ogni singolo capriccio dello studio, e la cosa francamente mi ha disgustato”.

James Gunn costretto a chiarire i suoi commenti su Martin Scorsese

Le parole di James Gunn su Martin Scorsese, però, hanno scatenato numerose reazioni sui social e una quantità innumerevole di titoli di articoli all’apparenza fuorvianti, tant’è che il regista si è visto costretto a chiarire la sua posizione attraverso il suo profilo Twitter ufficiale. Tutto è partito proprio da Josh Horowitz, il quale ha scritto: “Per la cronaca, non stavo cercando di innescare una guerra tra questi due registi che ammiro. Se guardi/ascolti, ci sono molte più sfumature rispetto a molti dei titoli emersi in queste ore. James Gunn regna, esattamente come Martin Scorsese.”

Alle parole di Horowitz hanno poi fatto seguito quelle di Gunn: “Sempre per la cronosca, Martin Scorsese è probabilmente il più grande regista americano vivente al mondo. Amo e studio i suoi film e continuerò ad amare e studiare i suoi film. Non sono d’accordo con lui solo su un punto: che i film basati sui fumetti non sono intrinsecamente cinema, tutto qui.”

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Yellowjackets: teaser promo della serie con Juliette Lewis

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Yellowjackets: teaser promo della serie con Juliette Lewis

Il canale americano Showtime ha diffuso il teaser promo di Yellowjackets, l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da Ashley Lyle e Bart Nickerson per Showtime.

Yellowjackets, la serie 

Yellowjackets racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni dopo.

Nel cast di Yellowjackets protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente Shauna Sheridan – Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta. Jasmin Savoy Brown da adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una Taissa adulta Sophie Thatcher come Natalie adolescente – Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta. Sammi Hanratty come Misty adolescente  Christina Ricci interpreta una Misty adulta. Ella Purnell come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,  Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren Kole da adulto Jeff Sadecki.

Titans 3: la featurette “Recap”

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Titans 3: la featurette “Recap”

In attesa del debutto del primo episodio HBO MAX ha diffuso la featurette “Recap” di Titans 3, l’annunciata terza stagione della serie Titans che debutterà negli USA su HBO MAX.

https://www.youtube.com/watch?v=Di1oY6leSvI

Titans 3

Titans 3 sarà la terza stagione della serie Titans prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti. Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. 

In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick” Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r / Starfire, Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan / Beast Boy.  Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua Orpin nei panni di Superboy e Esai Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.

Nella serie tv Dick Grayson emerge dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di fumetti di sempre. La prima stagione Titans ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks.

Le regole della truffa: trama, cast e curiosità sul film

Le regole della truffa: trama, cast e curiosità sul film

L’heist movie, sottogenere del film thriller, prevede un gruppo di individui intenti ad organizzare e mettere in atto un grande furto. Celebri titoli recenti di questo tipo sono stati Heat – La sfida, Oceans’ Eleven e La rapina perfetta. Parallelamente a questi, però, si è sviluppato anche un filone che vira verso la commedia, dove le situazioni classiche del genere vengono affrontate sotto punti di vista nuovi e inaspettati. Appartiene a quest’ultima categoria il film Le regole della truffa, diretto nel 2011 da Rob Minkoff, meglio noto per essere stato il regista di Il re leone e Stuart Little – Un topolino in gamba.

Il film nasce però da un’idea di Jon Lucas e Scott Moore, celebri sceneggiatori di irriverenti commedie come Una notte da leoni e Bad Moms – Mamme molto cattive. Come questi due titoli, anche Le regole della truffa vanta dunque una sequela di eventi sempre più assurdi e tragicomici, che mentre rispondono al genere di principale riferimento permettono anche di suscitare numerose risate. Al momento della sua uscita, però, il film faticò ad affermarsi finendo con il passare grossomodo inosservato. Neanche il cast di noti attori poté impedire tale esito.

Negli anni il film è però stato riscoperto, in particolar modo dagli amanti del genere. Questo offre infatti un intrattenimento scanzonato ottimo per certe serate in compagnia, offrendo un affascinante misto tra azione e comicità. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le regole della truffa: la trama del film

Protagonista del film è Tripp Kenedy, uomo qualunque il quale si ritrova improssivamente incastrato in una serie di guai. Mentre è in banca per cambiare alcuni soldi servito dall’affascinante cassiera Kaitlin, egli viene coinvolto in una duplice rapina ad opera di due diverse gang. La prima composta da ladri ed informatici professionisti che mirano a derubare il caveau della banca, la seconda formata da una coppia di ladruncoli da quattro soldi, senza alcuna esperienza, giunta li con il solo obiettivo di scassinare un bancomat. La faccenda si fa ancor più preoccupante quando Tripp trova un uomo assassinato all’interno della struttura.

Egli si rende dunque conto della pericolosità della situazione, che nonostante le assurdità del caso è quantomai reale. Sarà a quel punto che egli farà di tutto per cercare di proteggere l’amata Kaitlin, cercando allo stesso tempo di capire cosa realmente stia accadendo e per quale motivo si stia verificando quel duplice furto. Nel tentativo di sopravvivere alla tragicomica situazione, Tripp si troverà dunque a dover essere l’eroe di turno. Un ruolo che non pensava avrebbe mai potuto ricoprire, ma che potrebbe aiutarlo ad ottenere una serie di vantaggi personali, primo tra i quali il cuore della ragazza.

Le regole della truffa cast

Le regole della truffa: il cast del film

Ad interpretare il protagonista Tripp Kennedy vi è l’attore Patrick Dempsey, celebre soprattutto per essere stato il dottor Derek Shepherd nella serie televisiva Grey’s Anatomy. Dempsey, noto anche per diverse commedie romantiche, si è qui cimentato con un ruolo maggiormente dinamico. Le regole della truffa è stato inoltre anche il primo progetto che lo ha visto partecipare in qualità di produttore. Attività che a partire da quel momento ha svolto con maggior frequenza. Per il ruolo della bella Kaitlin erano invece state consideraate le attrici Jessica Biel e Liv Tyler, ma ad ottenere il ruolo è infine stata Ashley Judd.

Nel ruolo della comica coppia di landrucoli chiamati Burro e Marmellata vi sono invece gli attori Tim Blake Nelson e Pruitt Taylor Vince. Il primo è un interprete ricorrente nella filmografia dei fratelli Coen, visto recentemente anche nella serie Watchmen, mentre il secondo è ricordato per i suoi ruoli in Dolly’s Restaurant e La leggenda del pianista sull’oceano. L’attore Jeffrey Tambor è invece Gordon Blythe, il direttore della banca dove si svolgono le rapine. Vi sono poi gli attori Mekhi Phifer nei panni di Darrien 6, Matt Ryan in quelli di Gates e John Ventimiglia nel ruolo di Weinstein. La premio Oscar Octavia Spencer, infine, interpreta Madge Wiggins.

Le regole della truffa: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le regole della truffa è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 agosto alle ore 23:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Sin City – Una donna per cui uccidere: trama e cast del film con Eva Green

Cinema e fumetto hanno negli ultimi anni dato vita ad un’alleanza particolarmente solida e fruttuosa. Al di là di tutti i cinecomic Marvel o DC, sono molti i film tratti dalle amate opere grafiche, e tra i titoli più celebri si possono annoverare Watchmen, 300 ed Hellboy. Prima di questi, a spianare la strada, è arrivato nel 2005 il film Sin City, diretto dal regista Robert Rodriguez e basato sull’omonima serie a fumetti di Frank Miller. Affermatosi come un cult, questo ha poi avuto un sequel nel 2014 intitolato Sin City – Una donna per cui uccidere (qui la recensione), nuovamente diretto da Rodriguez insieme stavolta anche allo stesso Miller.

Anche in questo caso si tratta di un racconto ad episodi, quattro per la precisione, di cui due (Ua donna per cui uccidere e Un sabato notte come tanti) già preesistenti prima del film. Gli altri due episodi, Quella lunga, brutta notte e La grossa sconfitta sono invece stati scritti appositamente per il film e non sono tratti da nessuno dei volumi di Sin City. Anche in questo caso, il regista ha dato vita ad una serie di ricostruzioni e immagini che replicassero la sensazione di star guardando un fumetto animato sul grande schermo. Tratto distintivo già del primo film, era questo un aspetto imprescindibile anche per il sequel.

Nonostante le atmosfere e gli effetti speciali simili al precedente, questo secondo film non è però riuscito ad affermarsi allo stesso modo. È invece stato un cocente flop al box office, che lo ha portato a passare in sordina. Si tratta però di un’opera complessa e conturbante, da riscoprire quanto prima. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Sin City – Una donna per cui uccidere: la trama del film

Ambientato nella cupa e brutale città nota come Sin City, la storia segue le vicende di diversi personaggi, più o meno collegati tra loro, attraverso cui risalta il marcio del luogo. Il primo di questi è Dwight McCarthy, un fotografo investigativo la cui vita viene sconvolta dall’incontro con la sua ex fiamma, l’affascinante Ava Lord. La donna, seducente come sempre, convince Dwight ad aiutarla a liberarsi dell’oppressivo e violento Damien Lord. Mentre intreccia una nuova relazione con la donna, Dwight deciderà di affidarsi all’amico Marv per compiere l’omicidio. Quest’ultimo è però alle prese anche problemi personali legati ad un amnesia ed una serie di ragazzi forse morti per mano sua.

A Sin City vive poi anche il giocatore d’azzardo Johnny, il quale incoraggiato dalla spogliarellista Macie sfida il temibile Senatore Roark, umiliandolo. Ciò avrà naturalmente delle conseguenze terribili, che porteranno Johnny ad imbattersi in una serie di ritorsioni che cambieranno per sempre la sua vita. Sono però in molti ad avercela con Roark, compresa Nancy Callahan, la quale è in cerca di vendetta per i soprusi subiti dalla famiglia del senatore. Decisa a non aspettare più, la donna architetterà un piano astuto ma azzardato, cercando di coinvolgere in questo lo stesso Marv. Ben presto, tutti questi personaggi finiranno con lo scontrarsi tra loro.

Sin City - Una donna per cui uccidere cast

Sin City – Una donna per cui uccidere: il cast del film

Con un cast ricco di alcuni tra i maggiori attori di Hollywood, Sin City trova nei propri interpreti uno dei suoi maggiori punti di forza. Tra i protagonisti si ritrova Josh Brolin nel ruolo di Dwight McCarthy, interpretato nel precedente film dall’attore Clive Owen. Nel ruolo di Ava Lord vi è invece l’attrice Eva Green, mentre Marton Csokas, attore noto per essere stato Celebron nella trilogia di Il Signore degli Anelli, interpreta il marito di lei Damien Lord. Il ruolo di Marv è invece nuovamente interpretato da Mickey Rourke, che anche per quest’occasione si sottopose ad un massiccio trucco al fine di assumere l’aspetto caratteristico del personaggio. Joseph Gordon-Levitt compare invece nei panni del giocatore d’azzardo Johnny.

Il personaggio di Nancy è nuovamente interpretato da Jessica Alba. Nel dar vita alla stripper, l’attrice ha mantenuto fede alla sua volontà di non apparire mai nuda sul grande schermo, dando però vita ad una versione più disinibita del personaggio. Bruce Willis, tra i protagonisti del precedente film, è qui nuovamente presente nei panni del poliziotto John Hartigan, il quale compare come fantasma dal passato. Vi sono poi gli attori Juno Temple nei panni di Sally, Jamie King in quelli di Goldie e Ray Liotta come Joey. L’attrice Rosario Dawson ricopre il ruolo della combattiva Gail, leader delle prostitute della città. Powers Boothe, già comparso nel precedente film, interpreta di nuovo lo spietato senatore Roark.

Sin City – Una donna per cui uccidere: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Sin City – Una donna per cui uccidere  è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 4 agosto alle ore 23:45 sul canale Premium Cinema.

Fonte: IMDb

Highwaymen – I banditi della strada: trama, cast e curiosità sul film

Quello del road thriller è un sottogenere particolarmente apprezzato e ricorrente, che porta ad esplorare situazioni estreme che si svolgono sulla straada e tengono alta la tensione fino alla fine. Titoli come Duel, Vanishing Point e The Hitcher sono solo alcuni dei più classici di questo filone, seguendone fedelmente i canoni e le caratteristiche. Il film del 2004 Highwaymen – I banditi della strada è invece un’opera anomala, che ingloba al suo interno elementi diversi dando vita ad un ibrido di particolare fascino. Scritto da Craig Mitchell e Hans Bauer, il film è diretto da Robert Harmon, già regista di un titolo simile come The Hitcher – La lunga strada della paura.

Prodotto dalla indipendente New Line Cinema e realizzato con mezzi ridotti, il film non fa affidamento su particolari effetti speciali o caratteristiche hollywoodiane. Il lungometraggio riesce però a fare di necessità virtù, affidandosi ad una serie di elementi che diventano anche il suo tratto distintivo. In particolare, Highwaymen è costruito come un western automobilistico, che per molti aspetti ricorda Mad Max – Interceptor. La stessa interpretazione degli attori protagonisti è vicina a questo genere, con poche battute ed eloquenti silenzi. A farla da padrone, però, sono le automobili, estensioni corporee dei personaggi attraverso le quali si propone l’elemento della fusione tra uomo e macchina.

Highwaymen è dunque un film molto particolare, che pur con i suoi limiti è in grado di sfoggiare elementi di fascino. Negli anni si è costruito la fama di cult, uscendo dal suo iniziale anonimato per guadagnare sempre più popolarità. Ad oggi, è un titolo decisamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Highwaymen – I banditi della strada: la trama del film

La storia del film ha inizio quando la giovane Molly e la sua amica Alex vengono tamponate e aggredite da uno psicopatico a bordo di una Cadillac Fleetwood Eldorado del 1972. Il conducente di questa, che si fa chiamare Fargo e non scende mai dal veicolo, si diverte infatti ad uccidere le sue vittime investendole con il suo mezzo. Questa è la fine che tocca anche ad Alex, mentre Molly riesce a sfuggire all’aggressore riportando però un profondo trauma psicologico. Inizia così a frequentare un gruppo di supporto per persone vittime di incidenti stradali e qui conosce Rennie Cray, un uomo che ha perduto la moglie per mano dello stesso psicopatico.

Venuto a sapere che Fargo è ancora in circolazione, Rennie si offre di aiutare Molly ad ottenere vendetta per la sua amica. I due iniziano così a ricercare l’uomo, nel tentativo di attirarlo in una trappola. A complicare la situazione vi sarà però la presenza dell’agente Will Macklin, desideroso di fare giustizia secondo la legge. Il desiderio di vendetta di Rennie non può però essere ostacolato e potrà risolversi solo con la morte di Fargo. In attesa di scontrarsi con l’uomo, avvalendosi di un auto altrettanto resistente, egli dovrà anche fare i conti con il suo traumatico passato.

Highwaymen - I banditi della strada cast

Highwaymen – I banditi della strada: il cast del film

Ad interpretare il protagonista del film, Rennie Cray, vi è l’attore Jim Caviezel. Questi è particolarmente noto per pellicole come La sottile linea rossa e La passione di Cristo, dove interpreta Gesù. Accanto a lui, nel ruolo di Molly, si ritrova invece Rhona Mitra, attrice celebre per aver dato le sembianze al personaggio videoludico di Lara Croft. La sua amica Alex è invece interpretata da Andrea Roth, principalmente nota per il ruolo di Janet Gavin nella serie Rescue Me. L’attrice Guylaine St-Onge, qui al suo ultimo film, compare nel ruolo di Olivia Cray, moglie di Rennie. L’attore Frankie Faison, noto per Il silenzio degli innocenti e la serie The Wire, è l’agente Will Macklin. Colm Feore, infine, ora noto per essere Reginald Hargreeves in The Umbrella Academy, è lo psicopatico Fargo.

Highwaymen – I banditi della strada: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Highwaymen – I banditi della strada è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 7 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Falling – Storia di un padre: recensione del film di Viggo Mortensen

Cosa spinge un attore che in circa 35 anni di carriera ha recitato in quasi sessanta film a debuttare infine alla regia? Nel caso di Viggo Mortensen, noto per la trilogia di Il Signore degli anelli, La promessa dell’assassino e Green Book, non poteva che essere un esigenza estremamente personale. È infatti stato in seguito alla scomparsa della madre che l’interprete ha iniziato a concepire quello che è poi diventato il suo primo film da regista: Falling – Storia di un padre. Scosso dalla scomparsa della genitrice, egli si è trovato a ripercorrere la propria storia famigliare, arrivando anche a capire meglio quel padre con cui ha avuto un difficile rapporto.

La storia di Falling parte proprio da qui, da John Peterson (interpretato dallo stesso Mortensen), il quale si trova a dover gestire il problematico padre Willis (Lance Henriksen). Affetto da demenza senile, l’anziano non può più vivere da solo nella sua fattoria e per questo viene portato a Los Angeles. Qui potrà stare più vicino alla famiglia del figlio, composta dal compagno Eric (Terry Chen) e dalla loro figlia adottiva Mónica (Gabby Velis). Ma si sa, il ritorno alla convivenza tra genitori e figli può essere complicato e riaccendere dolori del passato, come quello della scomparsa di Gwen (Hannah Gross), moglie di Willis e madre di John. Lo scontro tra i due sarà dunque inevitabile.

Falling, cadere negli abissi della memoria

Nel dar vita al suo film, Mortensen ci ha tenuto a precisare che solo alcuni eventi o spunti sono ispirati alla sua storia personale. Ciò che l’attore e regista ha voluto far emergere è infatti un ritratto famigliare che dal particolare si estende all’universale, in cui tutti possono riconoscersi. Ancor di più, però, non gli interessava dar vita ad un film ancorato a certi canoni narrativi, preferendo invece dotarsi della libertà di compiere un vero e proprio viaggio dentro la memoria. Falling vive di ampi salti temporali tra passato e presente, di eventi accaduti e a lungo dimenticati, di scelte sbagliate e rimpianti che tornano ora a far male.

Mentre si assiste ai tentativi di John di far integrare il padre nella sua nuova vita in città, lo spettatore viene dunque portato nella memoria di quest’ultimo, con la sensazione di non avere reali appigli a cui poter fare riferimento. Ciò che Willis pensa di aver detto o fatto è continuamente messo in discussione dalla demenza senile, problematica qui affrontata in modo tanto lucido quanto sincero. Sono proprio i momenti in cui la mente dell’anziano fa confusione con il suo vissuto ad essere tra i più affascinanti del film, manifestando tutta la fragilità di questo complesso personaggio.

Il ritratto famigliare che Mortensen costruisce appare dunque privo di ogni irrealistico abbellimento, ponendo in evidenza vizi e virtù di ognuno dei personaggi. Tutto ciò, insieme alla contrapposizione che si anima poi tra il mondo rurale di Willis e quello progressista di John, non può che ricordare il capolavoro giapponese Viaggio a Tokyo, di Yasujirō Ozu (non a caso indicato da Mortensen come una delle fonti di ispirazione per Falling). Durante i pranzi, le uscite di gruppo e altri momenti quotidiani, si animano i conflitti che danno forma ai rapporti tra i personaggi. Non tutti possono qui trovare risoluzione, lasciando quel sospeso che rende ancor più realistica la famiglia Peterson.

Falling - Storia di un padre Viggo Mortensen

Falling – Storia di un padre: la recensione del film

Il film di Mortensen si configura dunque come un delicato racconto che indaga quel complesso rapporto che è quello tra padre e figlio. La sua volontà di dedicarsi all’interiorità dei personaggi, lasciando che siano questi a guidare il racconto, porta Falling ad essere spesso e volentieri caotico come lo è la mente di Willis. Questo caos, che già di base potrebbe infastidire gli spettatori più abituati a tradizionali modalità di racconto, non manca di dar vita ad un equilibrio talvolta precario. Diversi sono i momenti in cui il desiderio di contemplazione rischia di far rallentare eccessivamente il ritmo, oppure determinate scene risultano ripetizioni superflue di altre già precedentemente viste.

Oltre ciò, però, il caos non è necessariamente negativo. Permette anzi al film di distinguersi e costruire un’atmosfera che è il vero cuore del tutto. Abbandonandosi a questa, prevale dunque la tenerezza di un figlio che si trova a gestire un padre che è ora più simile ad un bambino. Le immagini che scaturiscono dai loro ricordi non fanno che accentuare questo sentimento. Pur se messo a dura prova, questo rimane vivo sino alla fine del film, permettendo allo spettatore di vivere un percorso che non offre risposte certe, ma ribadisce la delicatezza con cui determinati rapporti devono essere gestiti, tanto per il presente quanto per il futuro.

 

Justice League: una sola ambizione per tre film diversi

Justice League: una sola ambizione per tre film diversi

Tanto è stato lungo e accidentato il processo che ha prodotto un film sulla Justice League of America, tanto sono abbondanti e ancora non esauriti i fiumi d’inchiostro che si sono spesi, e ancora si spendono, per parlarne. In questa sede, si mettono sotto i riflettori le tre versioni di Justice League che si possono guardare su Sky e NOW. Avete letto bene, ben tre versioni di un film che racconta le gesta di eroi così potenti e grandi che non potevano essere raccontati al primo tentativo, con una sola versione. Si tratta della Justice League Theatrical, della Zack Snyder’s Justice League, e infine della Zack Snyder’s Justice League: Justice is Gray.

Zack Snyder’s Justice League e Zack Snyder’s Justice League: Justice is Gray sono disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Justice League Theatrical

Justice League filmÈ il film che hanno visto più persone al mondo, nel breve elenco che faremo. E ci duole dire che forse è la versione meno interessante e riuscita. Justice League è uscito al cinema nell’autunno del 2017 ed è stato figlio di una visione interrotta. Il film era stato pensato e coccolato nella sua stessa immaginazione da Zack Snyder per anni. A dire il vero Snyder non era nemmeno il primo ad aver sognato tanto, dal momento che George Miller aveva portato avanti ben più di una visione, con cast già convocato e storyboard già disegnati per la sua versione della Justice League. Ad ogni modo, come era andata male a Miller, andò male anche a Snyder che in vista del traguardo fu costretto ad abbandonare la corsa per ragioni personali (un tremendo lutto in famiglia che richiedeva il giusto tempo per essere metabolizzato).

A questo punto della storia interviene Joss Whedon. La Warner Bros incarica il geniale creatore di Buffy L’Ammazzavampiri e regista di The Avengers per portare a compimento il lavoro di Snyder. Quello che però succede, malgrado l’idea di partenza e malgrado lo stesso Whedon che sicuramente era armato di buone intenzioni, è un vero e proprio disastro. Il film, partito per essere una cosa completamente diverse, si trasforma in un informe racconto che ha troppi fronti, troppi input differenti, e così diventa un sontuoso flop per la Warner Bros, che cerca un colpevole. Non si può certo dire che la colpa sia del buon Joss, che pure ha pagato caro questo insuccesso, né certo di Snyder, che ha dovuto tirare i remi in barca. Forse proprio la Warner poteva lavorare meglio, poteva essere una madre più accogliente e uno studio più lungimirante, ma a questo punto la storia è già andata avanti, e la prima visione (fallimentare) di Zack Snyder è già stata offerta al mondo. Viziata, contaminata, ma comunque una prima forma grezza di quell’immaginario che il regista aveva tanto aveva coccolato.

Zack Snyder’s Justice League

eco della morte di SupermanVeniamo così alla scorsa primavera, quando HBO Max (e in Italia Sky e NOW) propone al pubblico un poderoso rimaneggiamento del film visto al cinema, in quella che sarebbe diventata poi la cosiddetta Snyder Cut, una versione di oltre 4 ore del film del 2017 completamente rimontata, rimaneggiata da un punto dei vista della storia, delle sotto-trame, dei personaggi, degli effetti visivi, con una massiccia aggiunta di scene inedite e realizzate appositamente per questa nuova verste.

Aspect ratio 4:3, visione titanica, lunghezza da miniserie televisiva: la Zack Snyder’s Justice League è un film completamente differente, con un immaginario molto più coeso ed epico, specchio della visione che Snyder aveva già mostrato in Watchmen e in 300. Il regista dà libero sfogo alle sue intenzioni, manipola i corpi dei protagonisti e rende giustizia al suo pensiero, al suo modo di raccontare queste divinità che vengono dai fumetti. Le immagini sono più cupe, il tono più solenne nonostante qualche parentesi comica affidata principalmente a Flash (come nella versione precedente, dopotutto), ampio spazio a Cyborg, che era stato ridotto a poco più che una comparsa dai tagli di Whedon, Superman con il costume nero, più Lois Lane e più coerenza narrativa, grazie anche al minutaggio esteso, la presenza di Darkseid, la visione, tra le righe, di un universo narrativo che desiderava essere esplorato, ma che forse adesso resterà per sempre nella mente di Snyder, a meno che HBO Max non veda in quell’universo una opportunità di profitto. E alla fine di queste 4 ore dense ed emozionanti che possono anche lasciare perplessi ma sicuramente non indifferenti, pensiamo di aver testimoniato a ciò che era nella mente di Zack Snyder dal giorno 1, dall’inizio delle riprese. E invece no, perché… Justice is gray!

Zack Snyder’s Justice League: Justice is Gray

Zack Snyder's Justice League: Justice is GrayA sorpresa, sempre su Sky e NOW, arriva (ed è tuttora disponibile insieme alle altre due versioni) Zack Snyder’s Justice League: Justice is Gray, la versione in bianco e nero della Snyder Cut. Tutta la promozione portata avanti da Zack Snyder, tutta la campagna #Releasethesnydercut, tutte le anteprime via social (Vero è il social network prediletto da Snyder per annunciare o anche solo mostrare il suo lavoro), ogni singolo momento del genere è stato anticipato con immagini in bianco e nero dal set. Questo perché nella mente del regista, l’idea primigenia era quella di realizzare un film in bianco e nero sulla Justice League of America. Questa idea è stata portata a compimento grazie alla disponibilità della piattaforma, ma anche grazie alla presenza di molto materiale originale girato in scala di grigi, in modo tale che il lavoro di conversione in bianco e nero non partisse completamente da zero, ma che avesse già una palette di riferimento. Che cosa cambia dalla versione a colori? Diremmo che da un punto di vista della storia non cambia nulla, tuttavia sarebbe un’affermazione imprecisa perché narrativamente, il bianco e nero conferisce una gravitas maggiore alle scene, ai dialoghi esistenziali trai personaggi, alla lotta stessa contro i cattivi.

Sebbene il balck&white non sia visto troppo di buon occhio dalle produzioni, che ovviamente vorrebbero realizzare i film più appetibili possibili all’occhio dello spettatore, spesso questo tipo di colorazione riesce ad aggiungere livelli di spessore in più, livelli che in un modo o nell’altro pesano sul significato finale del film. È vero, la lotta a Steppenwolf e Darkseid è sempre la stessa, ma in questa terza e ultima versione assume una drammaticità superiore, un tocco di eleganza in più, una resa più fedele alla visione che Snyder ha dell’eroismo, più tragica che trionfante. Possiamo dunque dire che con tre film diversi, Zack Snyder sia riuscito a portare a termine la sua visione completa, che è condivisibile ancora adesso su Sky e NOW.

Cinecomics: 10 attori che hanno quasi interpretato un celebre villain

Se pensate che Jack Nicholson e Alfred Molina siano state le prime scelte per i personaggi di Joker e Dottor Octopus, allora sappiate che vi state sbagliando di grosso. Molto spesso, infatti, gli attori che hanno interpretato celebri villain dei fumetti sono stati una sorta di “seconda scelta”, finendo per subentrare a qualche collega finito nel mirino dello studio e ritenuto inizialmente più idoneo. Screen Rant ha raccolto 10 celebri attori che hanno quasi interpretato un famoso cattivo dei cinecomics:

Nicolas Cage, Green Goblin

Nicolas Cage in Il PresceltoCon la giusta dose di supercriminalità da cartone animato, Willem Dafoe si è rivelato la scelta perfetta per il ruolo di Norman Osborn nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi. Tuttavia, Dafoe non era la prima scelta.

Secondo quanto riportato dal Guardian, la Marvel aveva inizialmente pensato a Nicolas Cage, ma l’attore premio Oscar rifiutò. Prima dell’ingaggio di Dafoe, la parte venne temporaneamente affidata a John Malkovich.

Emma Roberts, Harley Quinn

emma robertsLa performance di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn è stata una delle poche cose che hanno davvero funzionato in Suicide Squad del 2016. Da allora, la Mattacchiona è diventata uno dei personaggi più amati del DCEU, anche se Robbie non era la prima scelta della Warner Bros. per il ruolo.

Inizialmente, secondo Business Insider, la parte venne offerta a Emma Roberts, che dovette però rifiutare a causa dei suoi impegni con la serie comedy horror Scream Queens di Ryan Murphy.

Christopher Lee, Magneto

Christopher Lee filmSecondo il Guardian, anche Christopher Lee era in lizza per il ruolo di Magneto nel franchise di X-Men, ma ha perso contro il suo co-protagonista della saga de Il Signore degli Anelli, ossia Ian McKellen. Quest’ultimo è stato comunque un Erik Lehnsherr perfetto, condividendo anche una chimica impeccabile con il Charles Xavier di Patrick Stewart.

Lee sarebbe stato sicuramente un grande Magneto, tuttavia non è rimasto a corto di ruoli da cattivo. Nello stesso periodo, infatti, ha interpretato Saruman nella sopracitata trilogia de Il Signore degli Anelli, ma anche il Conte Dooku nei prequel di Star Wars.

Dustin Hoffman, Pinguino

Dustin Hoffman Rain ManA parte forse Burgess Meredith, nessun attore di Hollywood era più adatto al ruolo di Pinguino di Danny DeVito. La sua statura, le sue eccentricità e il suo senso dell’umorismo lo hanno reso perfetto per il ruolo del cattivo sotterraneo in Batman – Il ritorno.

Tuttavia, secondo E!, DeVito era solo uno dei tanti nomi presenti in una lunga lista di possibili scelte di casting. Inizialmente, lo studio aveva messo gli occhi su Dustin Hoffman, che tuttavia rifiutò la parte.

Bryan Cranston, Lex Luthor

Zack Snyder ha rivelato a Entertainment Weekly che originariamente aveva pensato a Jesse Eisenberg per il ruolo di Jimmy Olsen in Batman v Superman, che sarebbe dovuto morire prematuramente, ma alla fine ha deciso di affidargli il ruolo di Lex Luthor.

Prima di scegliere Eisenberg, Snyder aveva in mente una rosa di candidati per il ruolo di Lex, tra cui Bryan Cranston. Snyder ha spiegato: “Bryan Cranston sarebbe stato fantastico. È un attore straordinario. Riesci a immaginare quanto sarebbe stato diverso il film?”

Christopher Walken, Doctor Octopus

Alfred Molina è stato talmente perfetto nel ruolo del Dottor Octopus in Spider-Man 2 che i Marvel Studios non hanno mai neanche lontanamente pensato di affidare il ruolo ad un altro attore.

Molina, infatti, riprenderà il suo ruolo in Spider-Man: No Way Home, in uscita il prossimo 17 dicembre. Tuttavia, lo stesso ha rivelato a TV Guide: “Sam Raimi ha provinato un sacco di noi attori caratteristi. Eravamo io, Ed Harris, Chris Cooper e Christopher Walken.”

Annette Bening, Catwoman

Annette Bening filmSecondo The Hollywood Reporter, Annette Bening è stata la prima scelta per il ruolo di Catwoman in Batman – Il ritorno. Ha persino accettato il ruolo e fatto alcuni screen test col costume durante la pre-produzione.

Tuttavia, il destino si è messo in mezzo. Michelle Pfeiffer, che ha poi ottenuto la parte consegnando il personaggio all’immortalità, ha spiegato: “All’inizio Catwoman era Annette Bening. Poi è rimasta incinta. Il resto è storia.”

Eddie Redmayne, Dottor Destino

Eddie Redmayne filmChiunque sia stato considerato per un ruolo nel reboot dei Fantastici Quattro del 2015 e non sia riuscito ad ottenere la parte, ha in qualche modo preservato involontariamente la propria carriera, dal momento che il riavvio di Josh Trank è stato stroncato tanto dalla critica quanto dal pubblico, rivelandosi un autentico flop al botteghino.

Toby Kebbell ha interpretato il Dottor Destino nel film, ma secondo una lista pubblicata in esclusiva da The Wrap, anche Eddie Redmayne, Sam Riley e Domhnall Gleeson erano stati considerati per la parte. 

Daniel Day-Lewis, Generale Zod

daniel day-lewisIn un’intervista con MTV News all’inizio di quest’anno, Zack Snyder ha confermato di aver tentato di ingaggiare il pluripremiato premio Oscar Daniel Day-Lewis per il ruolo del generale Zod ne L’uomo d’acciaio: “Sì, ne abbiamo parlato. Speravamo che Daniel Day-Lewis fosse interessato al film.”

Day-Lewis è notoriamente pignolo riguardo ai ruoli che decide di interpretare. Dopo l’uscita de Il filo nascosto nel 2017, l’attore ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalle scene. Ogni speranza di vederlo con un mantello, dunque, è ormai sfumata. 

David Bowie, Joker

Jack Nicholson ha finito per apportare il perfetto equilibrio tra maniacale ilarità e snervante psicopatia al Clown Principe del Crimine in Batman di Tim Burton, ma prima di essere scelto, i produttori avevano preso in considerazione un gruppo di grandi nomi per il ruolo.

In un’intervista del 1989 pubblicata su Cinefantastique, lo sceneggiatore Sam Hamm aveva svelato che David Bowie, Tim Curry, Ray Liotta, John Lithgow e James Woods erano stati tutti considerati per interpretare il Joker prima che Nicholson venisse scelto.

American Horror Story: Double Feature e American Horror Stories in arrivo su Star di Disney+

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La nuova serie limitata American Horror Stories debutterà in Italia in esclusiva su Star all’interno di Disney+ il prossimo 8 settembre, seguita dalla decima stagione della serie antologica di successo American Horror Story: Double Feature, in arrivo sulla piattaforma a ottobre.

American Horror Stories è lo spin-off della premiata serie American Horror Story di Ryan Murphy e Brad Falchuk. Questa serie antologica Star Original, composta da sette episodi, propone una storia horror diversa per ogni episodio ed è prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk, Alexis Martin Woodall, John J. Gray e Manny Coto.

American Horror Story è la popolarissima serie limitata antologica creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk che esplora un differente tema horror e un’ambientazione per ogni stagione, spaziando da una casa infestata, a un manicomio e una congrega di streghe, fino a un freak show itinerante, a un hotel con una storia oscura e sanguinosa e a un campo estivo mortale.

Fin dal 2011, i creatori di American Horror Story hanno ridefinito il genere horror, e ad oggi sono moltissimi i fan appassionati che ogni anno attendono con ansia di scoprire quali terrori riserverà il prossimo capitolo.

Questo franchise, vincitore di Emmy e Golden Globe, è il capostipite del format contemporaneo delle serie limitate e rappresenta il prodotto più longevo nella storia di FX e ora ritorna con la decima stagione, American Horror Story: Double Feature, che debutterà su Disney+ il prossimo ottobre.

American Horror Story è prodotta da Ryan Murphy, Brad Falchuk, Alexis Martin Woodall, John J. Gray e Manny Coto. Il franchise è prodotto da 20th Television.

Un parental control efficace continua a garantire che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutta la famiglia. Gli abbonati possono impostare limiti di accesso a contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN per garantire massima tranquillità ai genitori.

La Tamburina (The Little Drummer Girl): la serie evento in prima tv su laF

La Tamburina (The Little Drummer Girl) è la serie vento BBC/AMC dagli autori dell’acclamata “The Night Manager” e tratta dall’omonimo best seller di John le Carré.

La Tamburina (The Little Drummer Girl): quando esce e dove vederla in tv e in streaming

La Tamburina (The Little Drummer Girl) uscirà arriva a settembre in prima tv su laF (Sky 135)

La Tamburina (The Little Drummer Girl), la trama e il cast

La Tamburina (The Little Drummer Girl) è la serie evento firmata BBC/AMC, una spy story all’ultimo respiro. Spionaggio, amore, intrighi politici, tradimento, manipolazione: un thriller in 8 episodi ambientato nel 1979 dove nulla è come sembra diretto da Park Chan-wook, già all’opera con la trilogia della vendetta (Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes 2004 con “Old Boy”).

In La Tamburina (The Little Drummer Girl) protagonisti sono Alexander Skarsgård (vincitore di un Emmy, un Golden Globe e un Critic’s Choice Award per “Big Little Lies”), Florence Pugh (candidata all’Oscar per “Piccole donne”), Michael Shannon (candidato due volte agli Oscar per “Revolutionary Road” e per “Animali notturni”).

Gli episodi di La Tamburina (The Little Drummer Girl)

Episodio 1: Charlie, una giovane attrice focosa e brillante, incontra un misterioso sconosciuto sulla spiaggia in Grecia e lui la trascina in un’operazione di spionaggio internazionale ad alto rischio.

Episodio 2: Charlie viene reclutato con la promessa del ruolo di una vita per infiltrarsi in una pericolosa cellula rivoluzionaria. Come storia di copertina, lei e Becker devono fingere di essere amanti.

Episodio 3: Charlie guida un’auto carica di esplosivo verso un deposito in Austria, mentre Kurtz e Becker corrono per salvarla da un errore fatale.

Episodio 4: Charlie attende il contatto dalla rete di Michel, ma la sua performance potrebbe non reggere sotto esame. Lei e Becker condividono un ultimo momento insieme prima che lei attraversi il punto di non ritorno.

Episodio 5: Charlie si unisce a un gruppo di rivoluzionari in Libano, senza nessuno che la salvi se viene smascherata come spia. Lavora per guadagnarsi la fiducia di Khalil e della sorella di Michel, Fatmeh.

Episodio 6: Charlie si prepara per la sua parte nel prossimo sciopero di Khalil.

Lo scambio di principesse, recensione del film con Maya Sansa

Lo scambio di principesse, recensione del film con Maya Sansa

Arriva al cinema dal 5 agosto Lo scambio di principesse, film del 2017 diretto da Marc Dugain, con Maya Sansa, nel ruolo di Elisabetta Farnese, moglie del re di Spagna, Filippo V, interpretato da Lambert Wilson. La coppia vedrà la giovanissima figlia andare in sposa al futuro re di Francia. 

Dugain oltre che regista, è cronista e autore di romanzi, alcuni dei quali trasposti al cinema, come La Chambre des Officiers. Dopo An Ordinary Execution, del 2010, su Stalin e l’epilogo della sua esistenza, eccolo al suo secondo film, in collaborazione con la storica, scrittrice e saggista Chantal Thomas, esperta del complesso periodo storico di cui si parla, il Settecento, già autrice di successi come Addio mia regina. È lei a scrivere il romanzo L’Échange de Princesses, 2013, da cui è tratta la pellicola.

Lo scambio di principesse, la trama

Versailles 1712. Morti tutti gli eredi al trono di Francia, il regno spetta al giovanissimo Duca d’Anjou, che diventerà Luigi XV, Igor Van Dessel. In attesa della sua maggiore età, la reggenza è affidata al Duca Filippo d’Orleans, Olivier Gourmet. Tutti gli sforzi del duca sono tesi ad assicurare la pace con la Spagna e il suo re Filippo V, Lambert Wilson, dopo anni di sanguinosa e costosa guerra. Viene così deciso di sugellare la pace con un duplice matrimonio: il giovane sovrano francese sposerà la figlia di Filippo V di Spagna, Maria Anna Vittoria, Juliane Lepoureau, ancora bambina, mentre l’erede al trono di Spagna, Don Luigi, Kacey Mottet Klein, sposerà Luisa Elisabetta, Anamaria Vartolomei, figlia del Duca d’Orleans, reggente di Francia. Il destino dei rapporti tra Francia e Spagna è nelle mani di questi quattro giovanissimi ragazzi, che neppure conoscono chi è stato loro destinato e, da un giorno all’altro, si trovano costretti a lasciare le loro case, dove non faranno più ritorno. I matrimoni andranno a buon fine? Le due principesse riusciranno ad integrarsi nel nuovo ambiente? Come le accoglieranno i rispettivi mariti?

Sacrificio in nome della ragion di stato

Lo scambio di principesse affronta una questione poco dibattuta e spesso anzi sottaciuta nei grandi affreschi in costume sulle dinastie reali, ovvero fa riflettere su come spesso in queste regali famiglie i giovani rampolli eredi al trono dovessero sacrificare sé stessi e la propria giovinezza, sull’altare delle ragioni politiche e diplomatiche, attraverso matrimoni combinati anche in giovanissima età, che li legavano a persone a loro del tutto sconosciute. Matrimoni per cementare la pace e la fratellanza fra regni e sempre, matrimoni che dovevano garantire la discendenza ai sovrani, in nome di quella che nel film viene definita come la “smania della gravidanza”, una vera e propria ossessione, per la quale si sacrificavano i desideri dei re, ma soprattutto quelli delle regine, costrette nel ruolo di madri e mogli, e cambiate, come oggetti, se non assolvevano a questo compito, il più importante loro affidato.

Quattro regnanti, quattro ragazzi

Sono così quattro ragazzi i protagonisti del film, scritto a quattro mani dal regista con Chantal Thomas, autrice del romanzo da cui prende le mosse. Igor van Dessel, nei panni di Luigi XV, incarna i dubbi di un giovane sovrano tredicenne di fronte alla gestione del regno, ma soprattutto a quella della sua vita privata, di cui non può disporre liberamente. Seppur intenerito dalla sua consorte bambina, la delicata e docile Maria Anna Vittoria, Juliane Lepoureau, costretta a pensare già come un’adulta, mentre gioca ancora con le bambole, il giovane re non riesce ad abituarsi all’idea che sia sua moglie, talmente innaturale è lo sforzo che gli si richiede. L’attore interpreta con esito altalenante lo spaesamento del protagonista, che si trova solo ad affrontare le responsabilità del regno, avendo per giunta visto morire tutti i propri parenti più prossimi.

Quello interpretato dalla Lepoureau è il personaggio più toccante, nell’innocenza dei suoi pochi anni. Il volto angelico della giovane attrice le si addice alla perfezione. È lei stessa la protagonista della favola che sogna di vivere, come qualsiasi bambina, ma dovrà svegliarsi. Stesso spaesamento vive l’erede al trono di Spagna, Don Luigi, adolescente impacciato e insicuro, apparentemente inadatto a regnare, invece chiamato anzitempo a raccogliere la pesante eredità di un padre come Filippo V. Interpretato da un Kacey Mottet Klein eternamente goffo e buffo, volutamente quasi ridicolo, rende bene come certe responsabilità calassero dall’alto sulle teste di giovani non pronti o poco adatti al compito loro affidato. La sua consorte ha il volto di Anamaria Vartolomei, che riesce a restituire con efficacia la figura di chi vorrebbe ribellarsi all’ordine prestabilito. Lo fa con piccoli e grandi gesti, piccole e grandi disubbidienze, assieme a un temperamente combattivo e testardo ben reso dall’attrice. 

Un affresco storico curato ed elegante, con un ricco cast

Il film si avvale dei bellissimi costumi di Fabio Perrone e di scenografie assai ricche. La scena iniziale, ad esempio, complice la fissità con cui è colto un momento di riposo, ricorda molto da vicino un dipinto del Settecento. Molta cura dunque nell’estetica e attenzione ai dettagli. La ricostruzione storica è minuziosa e ci informa a fine film della sorte dei protagonisti. 

Il cast è variegato, contando anche sulla presenza di Lambert Wilson, il cattolicissimo Filippo V, ritratto in una fase critica del regno e della sua vita, in cui è attraversato da dubbi e incertezze. Un po’ troppo affettata la sua interpretazione. Accanto a lui l’italiana Maya Sansa, che tratteggia efficacemente la figura della regina consorte, affranta per la partenza della principessa Maria Anna Vittoria, però decisa a non venir meno alla ragion di stato. Nel cast anche un’altra attrice nota al pubblico italiano,  la francese Andréa Ferréol,  apparsa ne La grande abbuffata di Marco Ferreri come in Sono pazzo di Iris Blond di Carlo Verdone. Qui è la principessa Palatine. Catherine Mouchet interpreta invece Madame de Ventadour, la governante che assiste prima Luigi XV e poi la sua giovanissima sposa.  

Lo scambio di principesse non ha particolari guizzi, ma si lascia guardare, mostrando le esistenze dei reali da una prospettiva insolita, accompagnato da un’estetica curata e da ottime musiche, opera di Marc Tomasi ed eseguite dalla London Symphony Orchestra. Al cinema dal 5 agosto.

MCU: per uno dei produttori l’intero universo è una grande storia in stile What If… ?

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Dopo il finale di stagione di Loki e l’arrivo dell’attesissima What If…? il prossimo 11 agosto, molti fan continuano ad interrogarsi su quale sarà la piega che prenderà il MCU, soprattutto in relazione al Multiverso. Tuttavia, sembra che i Marvel Studios abbia da sempre avuto a che fare con la realtà parallela, se si considera il MCU come uno dei tanti mondi paralleli alla continuity impostata nei fumetti.

Nei fumetti Marvel, c’è una sorta di “Primo Universo” in cui sono ambientate la maggior parte delle storie dei fumetti canonici. Anche se molti, alla Marvel, preferiscono chiamarlo semplicemente “Universo Marvel” (al contrario di “Universo Ultimate”), nei primi anni ’80 è stato soprannominato Terra-616. In Spider-Man: Far From Home, Mysterio potrebbe aver affermato che il MCU rappresenta proprio quell’universo, ma il fatto che tutta la sua storia fosse una farsa rimuove qualsiasi validità circa la sua affermazione.

In un’intervista esclusiva di Screen Rant, il produttore Marvel Brad Winderbaum ha dichiarato che il MCU è soltanto un grande storia di What If…? rispetto ai fumetti Marvel. Winderbaum ha spiegato che si è trattato di un modo per i primi sceneggiatori del MCU di avere un certo margine di manovra riguardo tutte le storie e le trame dei personaggi.

“Beh, è ​​divertente. Guardo sicuramente a tutto il MCU come ad un gigantesco What If… ? È una possibile interpretazione”, ha dichiarato il produttore. “È un universo che corre parallelo ai fumetti. All’inizio, penso che sia stato questo il nostro approccio. Gli Ultimates sono stati un grande punto di riferimento per noi, ed è stato perché era un universo pienamente compiuto che ha seguito un percorso parallelo rispetto all’universo principale dei fumetti.”

Poi ha aggiunto: “Da quando siamo entrati in una narrazione condivisa con il MCU, penso che fosse creativamente salutare pensarlo come se fosse un mondo parallelo a sé stante. Non doveva essere un adattamento uno a uno di quello che è successo esattamente nei fumetti. Vive e respira alle sue condizioni. Proprio per questo, abbiamo sempre racconto delle storie in pieno stile What If… ?”

Il Corvo: il regista Corin Hardy spera ancora di poter realizzare il suo film

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Nel corso degli anni, diversi registi hanno provato a riportare Il Corvo al cinema. Tuttavia, ad oggi, nessuno è mai riuscito nell’ardua impresa, nonostante siano stati comunque realizzati ben tre sequel dell’originale e anche una serie tv.

Al momento non sappiamo se un reboot de Il Corvo verrà mai realizzato. A gennaio era trapelata la notizia che il progetto fosse tornato in sviluppo alla Sony, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ricordiamo che l’ultima volta il progetto era nelle mani del regista Corin Hardy (The Nun – La vocazione del male) e che Jason Momoa (Aquaman) avrebbe dovuto interpretare Eric Draven. Entrambi hanno poi annunciato di aver deciso, insieme, di abbandonare il film.

Ora, in una recente intervista con ComicBook, è stato proprio Hardy a rivelare di credere ancora nella sua visione, che spera di poter realizzare un giorno. “Semplicemente, è una storia di cui sono innamorato e verso cui mi sento come se fossi sposato”, ha spiegato il regista. “Ci ho messo tre anni e mezzo a scriverla. Circa quattro anni di vita, amore, sangue, sudore e lacrime. Ho un sacco di materiali, quindi non lo so se un giorno… Suppongo che non voglio mostrarli perché credo ancora che ci sarà una mia versione del Corvo prima o poi, ma vedremo.”

Poi ha aggiunto: “Penso che nonostante la graphic novel originale di James O’Barr e le successive iterazioni a fumetti del personaggio, valga ancora la pena di fare molto di più con il personaggio, con il concept, con la mitologia del Corvo. Il tono e ciò che rappresenta è ancora unico nel mondo in cui ci troviamo al momento.”

La storia de Il Corvo sul grande schermo

Il Corvo (The Crow) è un film del 1994 diretto da Alex Proyas, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr. Il film segna l’ultima e più famosa interpretazione cinematografica di Brandon Lee, morto accidentalmente a causa di un colpo di pistola durante le riprese del film. Proyas dovette ricorrere a trucchi digitali e a controfigure per poter terminare l’opera, raddoppiandone di fatto i costi.

Lo strepitoso successo del film ripagò più che abbondantemente le somme investite, arrivando ad incassare in tutto il mondo la somma complessiva di circa 170 milioni. Vennero successivamente girati tre sequel: Il Corvo 2 – La città degli angeli (unico film a collegarsi al primo), Il Corvo 3 – Salvation e Il Corvo – Preghiera maledetta, che però non hanno mai raggiunto il successo del primo capitolo.

Henry Cavill: sfumano ancora le possibilità di un suo ritorno a Superman

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The Flash è un film che ovviamente includerà molti cameo, ma non sembra che il Superman di Henry Cavill sarà tra questi. Sappiamo che Sasha Calle debutterà nel film nei panni di Supergirl, ma la versione di Cavill dell’Uomo d’Acciaio sembra destinata a rimanere ormai un lontano ricordo all’interno del DCEU.

Di recente, erano iniziate a circolare delle voci secondo cui l’attore sarebbe potuto tornare ancora una volta nei panni dell’eroe kryptoniano proprio nell’atteso cinecomic di Andy Muschietti in arrivo nel 2022, ma Umberto Gonzalez di The Wrap si è subito affrettato a smentire il rumor. Secondo quanto anticipato dal reporter (via CBM), sembra che la Warner Bros. non abbia intenzione di riportare Cavill in un nessuno dei film DC in arrivo, a differenza di quanto riportato in precedenza.

A maggio di quest’anno, infatti, era stato rivelato che la star di Justice League sarebbe tornata a vestire i panni di Superman nel DCEU, ma da allora non ci sono più stati aggiornamenti. Ora sembra invece che lo studio non sia più intenzionato a riportare quella versione dell’eroe in una nuova storia, forse anche a causa dell’annunciato reboot che avrà come protagonista un Superman nero – sicuramente Calvin Ellis – e che sarà prodotto da J.J. Abrams. Ricordiamo, inoltre, che la Warner Bros. ha messo in cantiere anche una serie dedicata all’eroe kryptoniano che vedrà Michael B. Jordan in qualità di produttore. La serie dovrebbe focalizzarsi su Vlad Zod (l’altro Superman Nero dell’universo DC Comis).

È un peccato che Henry Cavill non abbia la possibilità di tornare nei panni dell’eroe. Tuttavia, dopo l’esperienza turbolenta con i reshoot di Justice League e il cameo di Shazam! in cui è stato sostituito da una controfigura, è probabile che l’attore sia felice di andare avanti e di lasciarsi il ruolo di Clark Kent alle spalle.

Venom: La furia di Carnage, Andy Serkis paragona il simbionte a Gollum

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Venom: La furia di Carnage è uno dei cinecomic più attesi della prossima stagione, e non soltanto per il ritorno di Tom Hardy nei panni di Eddie Brock e per il debutto ufficiale di Woody Harrelson nei panni di Cleetus Kasady, ma anche perché il film segnerà il debutto dell’incredibile Andy Serkis alla regia di un film di supereroi.

Serkis è un esperto nel dare vita a personaggi dalla doppia personalità, dilaniati, vittime del loro lato oscuro, e proprio per questo è riuscito subito a trovare sia in Venom che in Carnage una certa sintonia. In una featurette rilasciata in esclusiva per Apple TV (via Screen Rant), Serkis ha paragonato Venom a Gollum, lo hobbit interpretato dall’attore nelle saghe de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

“Ho trascorso una parte considerevole della mia vita interpretando un personaggio con una doppia personalità. Quindi c’è una sorta di terreno comune tra tutti questi personaggi”, ha dichiarato Andy Serkis. “I personaggi creati in digitale devono agire seriamente. Devono essere totalmente credibili. Volevo trovare un vocabolario fisico per Carnage che fosse completamente diverso da Venom. Tutto è sempre sostenuto dalla realtà e dalla verità. Penso che sia il film perfetto in un certo senso, perché è molto celebrativo di ciò che il cinema può fare.”

Serkis è ovviamente più noto come attore che come regista. Oltre a interpretare Gollum nelle celebri saghe tratte da J.R.R. Tolkien, ha anche interpretato il ruolo di Cesare nella recente trilogia de Il pianeta delle scimmie. Ha indubbiamente una vasta conoscenza delle performance in motion capture legate alla creazione di esseri fantastici, il che lo rende di sicuro una scelta interessante per guidare l’attesissimo sequel di Venom.

Quello che sappiamo su Venom: La furia di Carnage

Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi. In Venom: La furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody Harrelson.

Nel cast del sequel anche Michelle Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne Weying, Naomie Harris (No Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore inglese Stephen Graham. Il film uscirà in autunno al cinema.

Ethan Coen non è più interessato alla regia: i fratelli Coen si separano?

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Secondo quanto rivelato da un loro stretto collaboratore, Ethan Coen, fratello di Joel e parte del celebre duo di registi, sceneggiatori e produttori, avrebbe deciso di abbandonare la regia, mettendo così la parola fine al longevo sodalizio – iniziato nel lontano 1984 – che li ha imposti come una delle coppie di registi più influenti dell’era moderna.

Prossimamente arriverà The Tragedy of Macbeth, film che segnerà la prima regia da solita di Joel, dal momento che Ethan ha deciso di concentrarsi maggiormente sulla sua carriera di drammaturgo. Durante la prima parte della loro carriera, a causa delle regole imposte dalla Director’s Guild of America, Joel è stato l’unico a ricevere il credito per la regia, mentre Ethan figurava soltanto come sceneggiatore e produttore, nonostante entrambi, alla fine, venissero coinvolti dietro la macchina da presa. Tuttavia, sembra che in futuro Joel dovrà fare a meno di suo fratello, poiché Ethan sembra aver ufficialmente chiuso con la carriera da regista.

Secondo il Los Angeles Magazine, durante un episodio del podcast di Score, Carter Burwell, compositore e musicista statunitense, nonché collaboratore di lunga data dei Coen, ha anticipato che Ethan ha deciso di non proseguire con la sua carriera da regista. Burwell ha spiegato che la separazione artistica tra i due fratelli è stata amichevole e che al momento non sa né se Ethan si ritirerà né cosa farà Joel dopo The Tragedy of Macbeth. Burwell ha comunque riferito che il duo ha ancora molte sceneggiature nel cassetto, che spera prima o poi di vedere sul grande schermo, nella speranza che possano decidere di tornare a lavorare fianco a fianco.

“Ethan non vuole più fare film”, ha spiegato Burwell. “Sembra molto felice di fare quello che sta facendo, ma non sono sicuro di cosa farà Joel dopo. Hanno ancora un sacco di sceneggiature che hanno scritto insieme e che sono riposte, in attesa, su vari scaffali. Spero che decidano di rimetterci mano. Ne ho lette alcune e sono fantastiche. Siamo tutti in un’età in cui non sappiamo… potremmo tutti andare in pensione. È una questione meravigliosamente imprevedibile.”

“Sì, è un po’ diverso avere lì solo uno dei due fratelli”, ha aggiunto Burwell. “Ma conosco Ethan… l’ho visto verso la fine dell’anno scorso, quando Joel si stava preparando per le riprese a Los Angeles. Ha detto che sembrava strano che Joel fosse là fuori a prepararsi per fare un film senza di lui. Ma non voleva farlo. Vuole fare altro ora.”

The Tragedy of Macbeth sarà presentato in anteprima mondiale nella serata di apertura del 59° New York Film Festival, il prossimo 24 settembre. Protagonisti sono Denzel Washington e Frances McDormand. Il film è stato descritto come la spaventosa rappresentazione di un’amorale presa di potere politica che, come il suo eroe, sprofonda spietatamente nell’inferno.

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