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Justice League Snyder Cut: il supervisore ai VFX parla delle sfide legate alla realizzazione

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Dopo aver confermato un collegamento tra la Snyder Cut e Watchmen, Bryan Hirota, il supervisore agli effetti visivi di Justice League ha descritto nel dettaglio le sfide legate alla realizzazione del taglio di Zack Snyder, distribuito in tutto il mondo lo scorso 18 marzo.

La Snyder Cut di Justice League presenta diversi cambiamenti rispetto alla versione theatrical, che includono un maggior approfondimento di personaggi quali Cyborg e Flash e l’inclusione di cattivi come Darkseid, DeSaad e Granny Goodness. Anche la trama principale è pressoché identita alla versione del 2017 (il team di supereroi che uscie le forze per impedire a Steppenwolf di unire le Scatole Madri), le aggiunte e i cambiamenti presenti nel taglio di Snyder, alla fine, hanno portato ad un film molto diverso nei toni e nelle atmosfere, nonché ad una narrazione molto più complessa e completa.

Nonostante i reshoot della Snyder Cut abbiano interessato pochissime scene, è stato comunque fatto molto lavoro per completare la versione originale del film. Ad esempio, Snyder ha ripristinato il rapporto d’aspetto 4:3 e ha utilizzato il design concepito in origine per Steppenwolf (modificato nella versione cinematografica). Anche i lavori sulle musiche e sul suono dovevano essere portati a termine, così come quello sugli effetti visivi. Naturalmente, Snyder non ha apportato questi cambiamenti da solo, dal momento che la Scanline VFX di Hirota ha giocato un ruolo fondamentale nel processo di completamento del film.

Il supervisore ai VFX della Snyder Cut di Justice League: “Abbiamo lavorato sulle inquadrature come dei detective.”

Parlando con Screen Rant, lo stesso Hirota ha parlato del lavoro del suo team su entrambe le versioni di Justice League, rivelando che Scanline ha dovuto lavorare a circa 1.000 frame per la Snyder Cut e che i lavori sul film dovevano essere pronti entro sette mesi. Hirota ha poi spiegato che la continuity è stata una delle sfide più grandi: “Dovevamo esaminare tutto e assicurarci che alcuni dettagli sullo sfondo, profondi e medi, corrispondessero. Dovevamo assicurarci di non oscurare un soldato o un ufficiale della polizia o qualsiasi altro personaggio che doveva essere in una versione ma che invece era stato rimosso nell’altra.”

Hirota ha anche sottolineato quanto sia estremamente raro creare una versione molto diversa di un film a così pochi anni di distanza dalla release originale: “È stato fatto un lavoro davvero certosino su gran parte delle inquadrature. Abbiamo lavorato come dei detective per assicurarci che tutto funzionasse con la nuova versione del film. È il tipo di cose che normalmente non devi fare, perché in genere non ti ritrovi a dover controllare due versioni diverse dello stesso film.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

House of Gucci: la famiglia Gucci si scaglia contro il film di Ridley Scott

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L’iconica famiglia Gucci si è pubblicamente scagliata contro House of Gucci, il nuovo film di Ridley Scott attualmente in produzione in Italia che racconterà dell’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci (interpretato da Adam Driver) ordinato nel 1995 dall’ex moglie Patrizia Reggiani (interpretata da Lady Gaga).

Nonostante attorno al film sia stato creato già un certo hype (soprattutto a causa del cast, che oltre a Driver e Gaga include anche nomi come Jared Leto, Al Pacino e Jeremy Irons), sembra che non tutti siano entusiasti in merito al progetto. Secondo quanto riportato da AP News, infatti, i prenipoti di Guccio Gucci, fondatore della casa di moda, si sarebbero sentiti “traditi” dalla realizzazione del film.

Patrizia Gucci, cugina di secondo grado di Maurizio, ritiene che il film di Scott si “intrometta” nella vita della famiglia Gucci al solo scopo di trarne un vantaggio economico. “Siamo veramente delusi”, ha detto. “Parlo a nome della mia famiglia. Stanno rubando l’identità di una famiglia per trarne profitto, per incrementare i guadagni del sistema hollywoodiano. La nostra famiglia ha un’identità, una sua privacy. Possiamo parlare di qualsiasi cosa, ma c’è un confine che non può essere oltrepassato.”

Inoltre, la stessa ha commentato in maniera negativa il casting del premio Oscar Al Pacino, che nel film interpreterà suo nonno, Aldo Gucci. “Mio nonno era un uomo molto bello, come tutti i Gucci. Molto alto, occhi azzurri… molto elegante”, ha dichiarato Patrizia. “Nel film è interpretato da Al Pacino, che già non è molto alto. Le foto che ho visto lo ritraggono grasso, basso, con le basette… davvero brutto. È una vergogna, perché non gli somiglia affatto.”

Oltre al casting di Pacino, Patrizia Gucci ha commentato anche il coinvolgimento di Jared Leto nei panni di suo padre Paolo Gucci, cugino di Maurizio ed ex vicepresidente e amministratore delegato della casa di moda italiana. Patrizia ha commentato il look dell’attore usando queste parole: “Orribile, orribile. Mi sento ancora offesa.”

Ricordiamo che la famiglia Gucci non è stata più coinvolta con la casa di moda Gucci dal 1993, quando Maurizio ha venduto la sua quota rimanente a Investcorp, società con sede in Bahrain. Successivamente è stata acquistata dal gruppo francese PPR, ora nota come Kering.

Tutto quello che sappiamo su House of Gucci

House of Gucci sarà sceneggiato da Roberto Bentivegna e sarà basato sul libro di Sara Gay Forden dal titolo: “The House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and Greed”. Per Ridley Scott si tratta del secondo progetto sviluppato dopo la fusione tra Fox e Disney, insieme a The Last Duel, film che vedrà protagonisti Matt DamonAdam Driver, Jodie Comer Ben Affleck.

House of Gucci segna il ritorno di Scott in Italia, dov’era stato ambientato anche Tutti i soldi del mondo, uscito nel 2017. Il cast include Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston, Reeve Carney, Camille Cottin e Jeremy Irons. L’uscita nelle sale è fissata per il prossimo novembre.

Fathom – In profondità da giugno su AppleTV+

Fathom – In profondità da giugno su AppleTV+

Apple ha annunciato oggi di aver acquisito i diritti internazionali del formidabile documentario Fathom – In profondità, che sarà presentato in anteprima il 25 giugno, in esclusiva su Apple TV+.

Diretto da Drew Xanthopoulos (“The Sensitives”), qui anche direttore della fotografia, Fathom – In profondità segue le ricerche della dottoressa Ellen Garland e della dottoressa Michelle Fournet, due scienziate impegnate nello studio del canto delle megattere e della comunicazione sociale. Mentre intraprendono viaggi di ricerca paralleli ai lati opposti del pianeta, cercano di comprendere meglio la cultura e la comunicazione delle balene. Il film documentario rivela in modo univoco un profondo impegno e rispetto per il processo scientifico e il bisogno umano universale di cercare risposte sul mondo che ci circonda. Dalle ipotesi alle esperienze rivoluzionarie nel campo, “Fathom – In profondità” mette in mostra la passione, la curiosità, la collaborazione, la perseveranza e il lavoro necessari affinché gli scienziati arrivino a condurre importanti scoperte scientifiche.

Fathom – In profondità è una produzione Sandbox Films, Impact Partners, Walking Upstream Pictures, BackAllie Entertainment e Hidden Candy. È prodotto dalla vincitrice dell’Emmy Award Megan Gilbride (“Tower”), i produttori esecutivi sono il vincitore dell’Emmy Award Andrea Meditch (“Grizzly Man”), la candidata all’Emmy Award Jessica Harrop (“Follow This”), Greg Boustead (“Fireball: Visitors From Darker Worlds”) e il vincitore dell’Emmy Award Josh Braun (“Wild Wild Country”).

Su Apple TV+

Apple TV+ ospita i pluripremiati titoli Apple Originals dei più creativi narratori del momento. Apple TV + offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV + è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Apple Originals ha ricevuto 329 nomination e ottenuto 86 riconoscimenti in poco più di un anno, tra cui un Golden Globe Award, Critics Choice Awards, Critics Choice Documentary Awards, Daytime e Primetime Emmy Awards, un NAACP Image Award, un Peabody Award e altro ancora.

Apple TV+ è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku, console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com, per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.

Iron Man: secondo gli scienziati, l’armatura di Tony Stark potrebbe diventare una realtà

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Gli scienziati affermano che un esoscheletro simile all’iconica armatura di Iron Man nel MCU potrebbe presto essere disponibile in tutto il mondo. La storia delle origini di Tony Stark è ben nota a tutti i fan dell’universo condiviso ed uno dei motivi per cui lo stesso ha avuto così tanto successo. È innegabile quanto la performance di Robert Downey Jr. nei panni del “genio, miliardario, playboy, filantropo” abbia contribuito a gettare le basi per il successo di tutti i film Marvel a venire.

Nel corso dell’ultimo decennio, l’armatura di Tony Stark ha assunto molte iterazioni e lo stesso ha usato le sue abilità per costruire armature anche per altri personaggi. In tal senso, la tuta Iron Spider di Peter Parker è uno degli esempi più notevoli, così come il debutto dell’armatura Rescue di Pepper Potts alla fine di Avengers: Endgame.

Ad un certo punto, Stark voleva addirittura che un’armatura prendesse il posto degli Avengers, nella speranza di garantire la sicurezza del mondo contro le varie minacce che si sono susseguite dall’ascesa fino alla tragica scomparsa dell’eroe. Ebbene, pare che il desiderio di Tony Stark un giorno riuscirà ad avverarsi… anche se non all’interno dell’universo cinematografico.

Secondo un report della BBC, il progresso tecnologico avrebbe reso le tute esoscheletriche una realtà. Queste tute stanno rapidamente diventando assai comuni in molti ambienti, portando allo sviluppo di apparati molti complessi e potenti che forniscono diversi tipi di supporto, dalla prevenzione dell’affaticamento muscolare all’aumento della forza di presa. Secondo uno studio, entro il 2030 le tute esoscheletriche potrebbero diventare una vera e propria industria da 6 miliari di dollari.

Attualmente, tute come queste sono state testate da case automobilistiche come General Motors e Fiat, ma si stanno espandendo anche in vari altri luoghi di lavori che potrebbero davvero renderle parte della quotidianità in tutto il mondo.

Gad Gadot rivela che la sua Wonder Woman è ispirata a Lady Diana

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Gad Gadot rivela che la sua Wonder Woman è ispirata a Lady Diana

Gal Gadot ha rivelato che la sua Diana Prince, l’identità umana di Wonder Woman, è ispirata all’iconica Diana Spencer. L’attrice israeliana ha debutto nei panni della supereroina in Batman v Superman di Zack Snyder, per poi recitare nel cinecomic a lei interamente dedicato, che si è rivelato un grandissimo successo, non solo di pubblico ma anche di critica.

Di recente Diana è tornata a vestire i panni della guerriera amazzone in Wonder Woman 1984. Nonostante il sequel non abbia ottenuto il medesimo successo del predecessore, un terzo capitolo della saga è stato confermato, con Patty Jenkins che tornerà ancora una volta dietro la macchina da presa. Inoltre, sempre di recente abbiamo ritrovato Diana anche in Zack Snyder’s Justice League, il taglio originale del controverso regista che è stato distribuito in tutto il mondo lo scorso 18 marzo.

In una recente intervista con Vanity Fair, Gal Gadot ha rivelato di essersi ispirata alla Principessa Diana per la sua interpretazione di Wonder Woman. L’attrice ha spiegato che mentre stava guardando un documentario sulla compianta Lady Diana rimase totalmente affascinata dalla sua compassione e dal suo amore nei confronti degli altri. Proprio per questo, decise che la sua Diana Prince doveva avere le medesime caratteristiche.

“In questo documentario che ho visto c’è stata una parte in cui si diceva che la Principessa era piena di compassione e che si è sempre presa cura degli altri durante la sua vita”, ha spiegato l’attrice. “È stato come un campanello d’allarme. Ho capito che la mia Wonder Woman doveva essere come lei.”

Il futuro di Wonder Woman al cinema

Wonder Woman 1984 è arrivato in Italia direttamente in esclusiva digitale lo scorso 12 febbraio. Nel sequel, oltre a Gal Gadot, hanno recitato anche Chris PineKristen Wiig e Pedro Pascal. Subito dopo l’uscita del film in USA (avvenuta a dicembre 2020, in contemporanea al cinema e su HBO Max), è stato confermato ufficialmente Wonder Woman 3, che vedrà ancora una volta il ritorno di Patty Jenkins dietro la macchina da presa e quello di Gadot nei panni di Diana Prince.

Guardiani della Galassia è il film di supereroi preferito di Steven Spielberg

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A quanto pare, Guardiani della Galassia, il cinecomic Marvel del 2014 scritto e diretto da James Gunn, sarebbe il film di supereroi preferito di Steven Spielberg, il celeberrimo regista, autore di capolavori immortali come Lo squalo, E.T. – L’extra-terrestre, Jurassic Park e Schindler’s List. 

Il primo Guardiani della Galassia è stato fortemente acclamato dalla critica, che ne ha elogiato il perfetto equilibrio tra azione e umorismo, oltre naturalmente ai personaggi e all’incredibile colonna sonora. Il film ha incassato più di 770 milioni di dollari al box office e ha spinto la Marvel a mettere subito in cantiere un sequel, dando così il via ad un vero e proprio franchise. Un terzo capitolo è ora atteso nelle sale per il 2023.

A rivelare la passione di Steven Spielberg per Guardiani della Galassia è stato proprio James Gunn via Twitter. Il regista ha infatti spiegato di aver sentito che Spielberg avrebbe dichiarato che considera Guardiani della Galassia il suo film di supereroi preferito. Gunn ha spiegato che si trovava in sala montaggio quando ha appreso la notizia e di essere scoppiato subito in lacrime. Inoltre, Gunn ha citato sia Lo squalo che Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta come due delle sue più grandi fonti d’ispirazione.

Spielberg è uno dei più grandi registi viventi, nonché uno dei registi che con i suoi film ha incassato di più nella storia del cinema, anche grazie alla sua incredibile capacità di spaziare tra i generi più disparati, pur essendo maggiormente riconosciuto per le sue storie in grado di mescolare avventura e fantascienza. Ricevere una tale manifestazione di stima è perciò un qualcosa dal valore inestimabile per un cineasta di talento ma con meno anni di esperienza alle spalle come James Gunn. Con i suoi lavori, Spielberg ha influenzato un’intera generazione di registi, e Gunn rientra sicuramente tra questi.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Pilou Asbaek in Aquaman 2 accanto a Jason Momoa

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Pilou Asbaek in Aquaman 2 accanto a Jason Momoa

Warner Bros., DC Entertainment e James Wan hanno trovato il co-protagonista di Aquaman 2, che si affiancherà al già confermato Jason Momoa. Deadline riferisce che Pilou Asbaek, meglio conosciuto per il ruolo del malvagio Euron Greyjoy in Game of Thrones, è in trattative per unirsi al cast del prossimo blockbuster Warner DC. La Warner Bros. non ha commentato la notizia.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

Fonte: Deadline

The Falcon and The Winter Soldier: il ritorno di Ayo e le Dora Milaje in un nuova clip

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È disponibile un nuovo contenuto video della serie Marvel Studios The Falcon and The Winter Soldier che mostra il ritorno nel Marvel Cinematic Universe di Ayo e le Dora Milaje. Nel video, Anthony Mackie, Sebastian Stan, la regista Kari Skogland, Florence Kasumba e Wyatt Russell condividono i loro pensieri sui guerrieri in azione. Il penultimo episodio della serie sarà disponibile in streaming da domani, venerdì 16 aprile, su Disney+.

Diretta da Kari Skogland con Malcolm Spellman come capo sceneggiatore, la serie composta da 6 episodi vede protagonisti Anthony Mackie, Sebastian Stan, Daniel Brühl, Emily VanCamp, Wyatt Russell, Erin Kellyman, Adepero Oduye, Amy Aquino e Danny Ramirez. The Falcon and The Winter Soldier è disponibile in streaming su Disney+.

The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

La musica che non ti ho detto: trama e cast del film con J. K. Simmons

La malattia è un tema particolarmente ricorrente nella storia del cinema. Sono infatti molti i film che la affrontano per spogliarla di ogni paura e misteriosità. Da Beautiful Mind a Still Alice, questi film permettono di entrare a contatto con realtà difficili, alle quali si può però reagire in modi sorprendenti e imparare molto sulla vita in generale. Tra i film più toccanti degli ultimi anni su simili tematiche vi è La musica che non ti ho detto, diretto nel 2011 da Jim Kohlberg qui alla sua prima regia cinematografica. Scritto da Gwyn Lurie e Gary Marks, questo è un toccante racconto tra padre e figlio pronti a riscoprirsi.

Il film è basato sul saggio The Last Hippie, presente nella raccolta scientifica An Anthropologist on Mars: Seven Paradoxical Tales, scritta nel 1995 da Oliver Sacks. All’interno di questa si raccontano sette casi medici molto particolari, il più dei quali coinvolge condizioni neurologiche di vario tipo. All’interno di The Last Hippie si descrive infatti il caso di un uomo affetto da un tumore cerebrale, che a causa di questo si è ritrovato privo di una buona parte della propria memoria. Proprio da qui parte il film di Kohlberg, coniugando memoria, malattia e intenso rapporto famigliare, per costruire una storia toccante ma non smielata, capace di emozionare sinceramente.

Sentimentale al punto giusto, La musica che non ti ho detto è passato in sordina al momento della sua uscita, ma grazie alla presenza di alcuni celebri attori, tra cui un premio Oscar, questo è stato negli anni riscoperto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La musica che non ti ho detto: la trama del film

La storia si svolge quasi 20 anni dopo che il diciottenne Gabriel Sawyer ha lasciato la casa dei suoi genitori in preda alla rabbia. A spingerlo verso questa fuga è stato principalmente il sentimento di incomprensione che avvertiva nei suoi confronti. Per i genitori Henry e Helen Sawyer la scomparsa improvvisa del figlio è un duro colpo da affrontare, che non hanno mai del tutto superato. Contro ogni loro previsione, vengono un giorno convocati in un ospedale dove scoprono che il loro unico figlio è brutte condizioni dopo la rimozione di un tumore benigno al cervello. Gran parte della memoria di Gabriel è scomparsa. Il ragazzo soffre anche di depressione e a malapena riesce a muoversi.

Ancora amareggiato dal suo allontanamento, Henry non vuole però rassegnarsi, e decide di trovare un modo per aiutare suo figlio. Non potendo fare affidamento sui ricordi del ragazzo, né su particolari capacità comunicative, decide allora di rivolgersi alla musicoterapia, una forma innovativa di trattamento. Con l’aiuto di una terapista premurosa di nome Dianne Daley e della musica che Gabriel amava, il genitore spera di sbloccare la memoria di suo figlio e quindi di riportarlo in vita. Il processo sarà lungo e faticoso, ma non ci sarà nulla che il padre non sarà disposto a fare per suo figlio.

La musica che non ti ho detto cast

La musica che non ti ho detto: il cast del film

Ad interpretare Henry Sawyer, padre del ragazzo malato, vi è l’attore premio Oscar J. K. Simmons. All’epoca di girare il figlio egli non aveva ancora ottenuto la consacrazione conosciuta con Whiplash, ma era comunque noto per una serie di ruoli da caratterista in film come Spider-Man o Juno. Dopo aver letto la sceneggiatura di La musica che non ti ho detto, Simmons si è dichiarato entusiasta di poter interpretare un ruolo da protagonista tanto intenso, rimanendo particolarmente emozionato da ciò che il suo personaggio compie in aiuto del figlio. Accanto a lui, nei panni di sua moglie Helen vi è invece l’attrice Cara Seymour, celebre per i suoi ruoli in film come Il ladro di orchidee, American Psycho e Hotel Rwanda.

Ad interpretare il figlio privo di memoria, Gabriel Sawyer, vi è invece l’attore Lou Taylor Pucci. Oggi noto per alcuni titoli horror come La casa o la serie American Horror Story, per lui questo fu uno dei primi ruoli importanti della sua carriera. Egli riuscì a convincere i produttori ad affidargli la parte, nonostante avesse dieci anni in meno rispetto all’età del personaggio. Nel film sono poi presenti Scott Adsit nei panni del dottor Biscow e James Urbaniak in quelli di Mike Tappin. Julia Ormond, celebre per serie come Le streghe dell’East End, Mad Men e The Walking Dead: World Beyond, è invece presente nei panni della terapista Dianne Daley.

La musica che non ti ho detto: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La musica che non ti ho detto è infatti disponibile nel catalogo di Infinity. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 15 aprile alle ore 21:10 sul canale La 5.

Fonte: IMDb

 

 

Anna: recensione della serie Sky di Niccolò Ammaniti

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Anna: recensione della serie Sky di Niccolò Ammaniti

La stagione Sky Original si arricchisce, a partire dal 23 aprile, di Anna, la nuova miniserie diretta da Niccolò Ammaniti e da lui scritta a quattro mani con Francesca Minieri, che si basa sull’omonimo romanzo di Ammaniti del 2015 ed è il frutto dello sforzo produttivo di Mario Gianani e Lorenzo Mieli con Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, in coproduzione con ARTE France, The New Life Company e Kwaï.

Sembra importante precisare che, sebbene la serie sia ambientata in un mondo post-pandemico, l’ispirazione non viene dalla contemporaneità, per quanto la coincidenza di temi risulti comunque inquietante. No, la pandemia di COVID-19 in corso non ha niente a che vedere con la storia che Ammaniti ha pubblicato sei anni fa e che è stata dettata dalla volontà di raccontare di bambini alle prese con l’eredità degli adulti, lasciati da soli in un mondo che ora è il loro.

La storia di Anna

Anna è infatti la protagonista di una storia post-apocalittica in cui tutti gli adulti sono morti a causa della Rossa, un virus letale che attacca solo gli adulti, e di cui i bambini sono portatori sani, almeno fino alla pubertà. La ragazzina vive sola con il fratellino Astor, in quella che era la casa della madre, racconta storie di mostri e fantasmi al piccolo, per evitare che si allontani dal perimetro sicuro della casa e ogni giorni esce in cerca di cibo. In una delle sue incursioni nel mondo di fuori incontra Pietro, un coetaneo con cui nasce un’amicizia che permetterà ai due di aiutarsi. Quando Astor viene rapito, sarà lui ad aiutare Anna a cercare di ritrovare vivo e vegeto il bambino.

Anna è una survival story, ci riporta echi di The Walking Dead, per attingere ad un immaginario comune condiviso recente, ma allo stesso tempo è una storia di formazione, di passaggio, che vede la protagonista affrontare le difficoltà metaforiche di un adolescente, qui rese concrete dal mondo post-apocalittico in cui vive, una Sicilia in cui la natura si è ripresa i propri spazi, selvaggia e silenziosa, ma comunque bellissima, sfondo inedito di un’avventura emozionante. 

Ammaniti si cimenta nella regia di una storia che aveva già concluso e pubblicato, ma che in qualche modo sentiva la necessità di espandere, regalando ad ogni personaggio di carta una storia più approfondita, un passato e un futuro. 

Un racconto di formazione

Anna, Astor, Pietro e tutti gli altri bambini protagonisti della storia si trovano ad avere a che fare con una vita sicuramente difficile ma per molti versi anche stimolante, senza nessun controllo da parte di adulti, eppure con la loro guida costante. In particolare, Anna e Astor sono guidati dal “libro delle cose importanti”, un quaderno scritto a mano dalla loro mamma, mentre, già malata di Rossa, aspettava la morte e cercava di tramandare ai figli alcune regole importanti per sopravvivere al mondo che sarebbe venuto: leggere sempre le date di scadenza sui barattoli, annusare o bollire il cibo per assicurarsi che sia buono da mangiare. Ma non solo, la donna lascia alla figlia, in particolare, un’eredità molto importante per orientarsi in questo mondo nuovo, la memoria e il racconto. Le chiede di insegnare a leggere al fratellino, le chiede lei stessa di leggere e raccontare storie, così che il loro grande valore universale non venga mai perso, nonostante la fine del mondo. 

È un mondo a orologeria, quello di Anna, in cui si vive solo fino a 14 anni, e poi basta, perché la pubertà porta con sé l’attivazione del virus e quindi la morte. Ma lei non si arrende e osa sognare un futuro, diverso da quello a cui è destinata, osa sperare, nutrita dall’eredità del racconto e dalla potenza delle storie che la tengono in vita, in un mondo post pandemico rigoglioso e selvaggio.

Anna serie tv 2021 sky Credits: Greta De Lazzaris, Sky Italia

I luoghi e i suoni di Anna

I luoghi della Sicilia (ma anche alcuni luoghi della Toscana) scelti come scenografie naturali per la storia ci mostrano davvero un paesaggio mai visto, una rivincita della natura, in cui per l’essere umano non c’è spazio, salvo che nella sua forma bambina. Un ambiente affascinante che si avvale anche di suggestioni musicali importanti, sia per quanto riguarda i componimenti originali di Rauelsson, sia per gli inserti di brani molto famosi, dagli Alphaville, ai Mercury Rev, fino ai classici della canzone italiana Bertè, Martini, Vanoni. 

Tra giovanissimi esordienti e volti noti del cinema e della tv italiana, Anna si rivela un vero e proprio tesoro di talenti ed energia. E a guidare questo giovane cast c’è proprio lei, la newcomer Giulia Dragotto, palermitana, che è stata scelta tra centinaia di volti per dare corpo alla protagonista di Ammaniti. Con lei citiamo anche Alessandro Pecorella nei panni del piccolo e tenero Astor, Pietro, il compagno di viaggio, una specie di famiglia acquisita per Anna e Astor, è invece interpretato da Giovanni Mavilla, mentre la cattivissima Angelica ha il volto diafano di Clara Tramontano. Roberta Mattei (la Picciridduna) e Elena Lietti (la madre di Astor e Anna) si aggiungono come numi tutelari, figure uguali e contrarie, al cast di ragazzini che ha regalato alla serie il suo fuoco. 

Una volta superato l’iniziale disorientamento di fronte ad un racconto che sembra proporci una evoluzione terrificante della contemporaneità che viviamo, Anna è un’avventura di formazione intensa e affascinante, condita con una buona dose di azione ed emozione, in un paesaggio naturale selvaggio e suggestivo. Anna non permette al passato, alla memoria di scomparire, ma allo stesso tempo non permette al destino di scegliere per lei, e osa sognare un futuro.

Indiana Jones 5: anche Mads Mikkelsen nel cast

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Indiana Jones 5: anche Mads Mikkelsen nel cast

In seguito alla notizia che Phoebe Waller-Bridge sarà la protagonista femminile di Indiana Jones 5, arriva la conferma che un altro attore di Serie A si unisce al cast del film Lucafilm: si tratta di Mads Mikkelsen. I dettagli sul personaggio sono però ancora molto scarsi, così come quelli sulla storia che il film racconterà.

James Mangold sarà il regista del film al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni.

“Sono davvero emozionato di iniziare questa nuova avventura, e collaborare con una squadra dei sogni formata da grandi filmmaker – ha dichiarato Mangold – Steven, Harrison, Kathy, Frank e John sono i miei eroi artistici, quando ci aggiungi anche Phoebe, un’attrice abbagliante, una voce creativa brillante e la chimica che lei porterà al progetto senza ombra di dubbio, non posso fare a meno di sentirmi felice come lo stesso Indiana Jones.”

Ricordiamo che le riprese di Indiana Jones 5 dovrebbero partire in primavera. Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.

Indiana Jones è una saga cinematografica basata sulle avventure dell’immaginario archeologo ideato da George Lucas. La saga, con Harrison Ford nel ruolo di Indiana Jones, è iniziata nel 1981 con la distribuzione del film I predatori dell’arca perduta. Un prequel intitolato Indiana Jones e il tempio maledetto è uscito nel 1984, mentre il sequel Indiana Jones e l’ultima crociata nel 1989. Un quarto film, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nei cinema nel 2008. I film sono stati tutti diretti da Steven Spielberg.

Zooey Deschanel: 10 cose che non sai sull’attrice

Zooey Deschanel: 10 cose che non sai sull’attrice

Zooey Deschanel è ormai un volto noto della TV e del cinema, grazie ad alcuni ruoli che l’hanno resa celebre raggiungendo un ampio pubblico. Negli anni si è affermata per la semplicità della sua recitazione e per i suoi grandi ed espressivi occhi blu, e grazie all’aver partecipato a progetti di diverso genere ha potuto dimostrare di non essere solo un’attrice di passaggio.

Ecco 10 cose che non sai di Zooey Deschanel.

Zooey Deschanel carriera

1. I film. L’attrice debuta al cinema nel 2000 nel film Quasi famosi, per poi prendere parte a lungometraggi quali Big Trouble – Una valigia piena di guai (2002), Elf – Un elfo di nome Buddy (2003), e Guida galattica per autostoppisti (2005), grazie al quale ottiene una prima notorietà. Successivamente è tra i protagonisti di Un ponte per Terabithia (2007), L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007), E venne il giorno (2008), Yes Man (2008), dove recita al fianco di Jim Carrey, (500) giorni insieme (2009), che ne consacra definitivamente la carriera, e Rock the Kasbah (2015). Nel 2020 ha prestato la sua voce al personaggio di Bridgt in Trolls World Tour 2 ed è apparsa nel video Katy Perry: Not the End of the World nei panni di Wrong Katy Perry.

2. Le serie TV. Celebre anche per i suoi ruoli televisivi, l’attrice partecipa a serie come Weeds (2006-2007), Ritorno al mondo di Oz (2007) e Bones (2009), prima di trovare ulteriore fortuna grazie alla serie New Girl, dove dal 2011 al 2018 ricopre il ruolo della protagonista Jess Day.

3 Il doppiaggio. L’attrice è nota anche come doppiatrice, e in particolare è possibile ascoltare la sua voce nei film d’animazione Surf’s Up – I re delle onde (2007) e Trolls (2016). Ha inoltre partecipato al doppiaggio di alcuni episodi della serie animata I Simpson (2008-2013)

500 giorni insieme

Zooey Deschanel Instagram

4. Ha un proprio account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 5,4 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma non mancano anche foto promozionali dei progetti a cui prende parte o foto scattate sui set frequentati.

Zooey Deschanel vita privata

5. E’ sposata. Dall’agosto del 2014 l’attrice è sentimentalmente legata al produttore cinematografico Jacob Pechenik. I due si sono in seguito sposati nel giugno del 2015, e il mese successivo è nata la loro primogenita. L’attrice, che si era sempre definita agnostica, ha poi annunciato di essersi convertita all’ebraismo per amore verso il marito, di religione ebraica, e non per una particolare vocazione. Nel 2017 nasce il loro secondogenito.

Zooey Deschanel (500) giorni insieme

6. Indossa sempre qualcosa di blu. D’accordo con il costumista e lo scenografo del film, l’attrice ha suggerito di donare al film continui toni di blu, in modo da poter accentuare il blu dei suoi occhi. In questo modo si avrebbe avuto ancor di più la sensazione che l’intero mondo del protagonista interpretato da Joseph Gordon-Levitt fosse un continuo richiamo alla ragazza.

Zooey Deschanel New Girl

7. Ha girato in anticipo alcune scene. Verso la fine delle riprese della quarta stagione l’attrice rimase incinta. Per evitare problemi in seguito, i produttori decisero di anticipare alcune riprese della quinta stagione, permettendo così all’attrice di liberarsi per tempo di eventuali inconvenienti.

8. Aveva una grande sintonia con Jake Johnson. L’attrice ha dichiarato di aver sempre trovato facile recitare con il collega Jake Johnson, tanto che era difficile tenerli separati. I produttori inizialmente non volevano che tra i due personaggi nascesse qualcosa, ma dopo aver visto l’ottima risposta di pubblico a riguardo si convinsero a sfruttare la chimica presente tra i due attori.

Zooey Deschanel musica

9. Fa parte di un duo. Nel 2007 l’attrice fonda il duo She & Him insieme al cantante M. Ward. I due iniziano l’attività componendo alcuni brani per i film interpretati dall’attrice, e nel 2008 pubblicano il primo album intitolato Volume One. Oltre a cantare, Zooey suona il pianoforte e l’ukulele, ed è una grande appassionata di jazz.

Zooey Deschanel età e altezza

10. Zoeey Deschanel è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 17 gennaio 1980. L’altezza complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Domani gli ultimi due episodi della 1° stagione di Yellowstone

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Domani gli ultimi due episodi della 1° stagione di Yellowstone

Su Paramount Network (sul 27 del digitale terrestre, sul canale 27 di Tivùsat anche in HD e sul 158 di Sky in HD), il brand di ViacomCBS Networks Italia dedicato agli amanti delle storie e casa delle grandi stelle, in arrivo le nuove puntate della prima stagione di Yellowstone, la celebre serie western con la straordinaria partecipazione di Kevin Costner in prima tv free to air. Venerdì 16 aprile alle 21.10, in onda gli ultimi due episodi della prima stagione, disponibili anche on-demand su www.paramountnetwork.it.

Yellowstone è la serie prodotta da Paramount, scritta a quattro mani dallo sceneggiatore candidato all’Oscar Taylor Sheridan (Sicario, Hell or High Water, I Segreti di Wind River) insieme a John Linson. Oltre a Kevin Costner, attore, regista e produttore con alle spalle tantissimi riconoscimenti tra cui premi Oscar, Golden Globe ed Emmy Award, la serie vanta un cast d’élite tra cui: Luke Grimes (American Sniper, 50 sfumature di grigio), Kelly Reilly  (L’appartamento spagnolo, Bambole Russe, Orgoglio e Pregiudizio, Sherlock Holmes), Wes Bentley(Interstellar), Cole Hauser, Kelsey Asbille, Brecken Merril, Jefferson White e Gil Birmingham.

 John Dutton, il protagonista interpretato da Kevin Costner, è il proprietario inarrestabile e seducente di Yellowstone, uno dei più importanti ranch americani. John deve difenderlo da innumerevoli pericoli e nemici: attacchi dei nativi americani e da impresari edili e politici corrotti. Per farlo, si circonda di uomini fedeli che per lui darebbero la vita. Una serie dai molteplici intrecci, che affonda le radici nella storia americana più profonda e nella sua identità, diventando così un racconto senza confini. Non solo violenza quindi, la serie acquista tinte neo-western e thriller per approfondire valori come la conservazione della memoria, vicende familiari e segreti antichi. E per dare corpo a questa profondità, anche i personaggi femminili dimostrano grinta e intelligenza, delle vere e proprie guerriere.

Negli ultimi due episodi (ottavo e nono) rispettivamente La disfatta – prima e seconda parte, Monica non vuole più stare con Kayce. Sarah si finge stagista di Jamie per scrivere una storia su suo padre, ma Christina sospetta di lei. Thomas e Dan cercano un accordo per la costruzione di un casinò che metterà in difficoltà John, il quale incolpa lo sceriffo per aver incastrato Rip e di conseguenza lui. Successivamente John nomina suo esecutore testamentario Beth e la incarica di escludere Jamie. Nel frattempo, Sarah rivela la sua vera identità a Jamie e vuole scrivere un articolo su John.

Sky Cinema Oscar: si accende il canale in attesa della Notte degli Oscar

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Anche quest’anno Sky Cinema è la casa degli Oscar e in occasione della 93ª edizione degli Academy Awards, dedica un intero canale ai film premiati con l’ambita statuetta. Per due settimane, da sabato 17 a venerdì 30 aprile, Sky Cinema Collection (canale 303) diventa Sky Cinema Oscar. Una programmazione speciale con oltre 100 filmdisponibili anche on demand su Sky e NOW in una collezione dedicata – farà da cornice all’attesissima Notte degli Oscar 2021, trasmessa in diretta la notte tra domenica 25 e lunedì 26 aprile, a partire dalle 00:15 fino all’alba su Sky Cinema Oscar e in streaming su NOW.

Da non perdere la maratona di domenica 25 aprile, con sei film premiati nell’edizione 2020. Si comincia alle 10:20 con JUDY, il film biografico su Judy Garland, interpretata da Renée Zellweger che grazie a questo ruolo ottiene il suo secondo Oscar. Alle 12:25 PARASITE di Bong Joon-ho, il trionfatore dell’ultima edizione con quattro Oscar, miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale, miglior film straniero. A seguire, alle 14:40 la rilettura di un classico diretto da Greta Gerwig, PICCOLE DONNE, premiato con l’Oscar per i costumi e interpretato da Saoirse Ronan, Emma Watson, Laura Dern e Meryl Streep. Alle 17:00 è la volta della favola nera di Taika Waititi con Scarlett Johansson e Sam Rockwell JOJO RABBIT, Oscar alla sceneggiatura. Alle 18:55 arriva LE MANS ‘66 – LA GRANDE SFIDA, il biopic con Christian Bale e Matt Damon, vincitore di due Oscar (montaggio e montaggio sonoro). E alle 21:30 è il turno di C’ERA UNA VOLTA A… HOLLYWOOD il film campione d’incassi di Quentin Tarantino, premiato con due Oscar®, per la miglior scenografia e per il miglior attore non protagonista a Brad Pitt, che recita al fianco di Leonardo DiCaprio e Margot Robbie.

A seguire, l’appuntamento più atteso del canale: la diretta della Notte degli Oscar 2021 su Sky Cinema Oscar. Ad accompagnare gli spettatori sarà Francesco Castelnuovo che dalle 00:15, dagli studi Sky, commenterà i momenti salienti del red carpet e della Cerimonia insieme al “Cinemaniaco” Gianni Canova, alla giornalista di Sky TG24 Denise Negri e altri ospiti.

Tra le altre pellicole premiate segnaliamo successi recenti come il commovente racconto di formazione MOONLIGHT – TRE STORIE DI UNA VITA (3 Oscar®); i due film firmati da Damien Chazelle WHIPLASH (3 Oscar®) e LA LA LAND (6 Oscar®) con Ryan Gosling e Emma Stone; 12 ANNI SCHIAVO (3 Oscar®); il miglior film straniero agli Oscar® 2014 LA GRANDE BELLEZZA (versione integrale) diretto da Paolo Sorrentino e interpretato da Toni Servillo; THE IRON LADY (2 Oscar®). Tra i grandi classici e i film che ormai sono entrati nella storia del cinema, FORREST GUMP (6 Oscar®); BALLA COI LUPI (7 Oscar®), SCHINDLER’S LIST (7 Oscar®) CASABLANCA (3 Oscar®), TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE (4 Oscar®) e la commedia a episodi con Marcello Mastroianni e Sophia Loren IERI, OGGI, DOMANI (Oscar® per il miglior film straniero).

Barone Zemo è la quintessenza del villain perfetto? I pro e i contro

Nei fumetti Marvel, due personaggi hanno assunto l’identità di Barone Zemo. Il primo è stato Heinrich Zemo, un cattivo che Captain America ha affrontato durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la sua morte, è entrato in scena suo figlio, Helmut Zemo, che ha assunto il ruolo ed è diventato il nemico di Cap per una nuova generazione di appassionati lettori. Nel MCU, la versione impiegata è quella, appunto, di Helmut.

Daniel Bruhl ha interpretato per la prima volta Barone Zemo in Captain America: Civil War ed è stato responsabile della trasformazione di Bucky nel Soldato d’Inverno. Si tratta di un grande cambiamento rispetto ai fumetti (in quel caso, il responsabile era un russo di nome Aleksander Lukin), ma ha comunque permesso a Zemo di svolgere un ruolo importante nel MCU. Ma è davvero un villain “perfetto”? Screen Rant ha raccolto 5 motivi per cui Barone Zemo è davvero la quintessenza dell’antagonista e altri 5 per cui non lo è:

I recenti conflitti del Soldato d’Inverno

Nel MCU è stato il Barone Zemo a trasformare Bucky Barnes in un assassino privo di emozioni agli occhi del pubblico. Inoltre, è stato sempre Zemo ad incastrare Bucky per l’assassinio del padre di Black Panther.

Dopo l’attacco alle Nazioni Unite, alla fine Zemo è stato arrestato e tenuto prigioniero dal governo degli Stati Uniti. Ha fatto davvero tante cose cattive a Bucky. Tuttavia, il Soldato d’Inverno non ha mai avuto la sua vendetta personale.

Un ruolo non così memorabile

Il Barone Zemo è stato responsabile di tutti i problemi al centro di Captain America: Civil War. Ha devastato Wakanda provocando la morte del suo re. È stato lui a tirare le fila del Winter Soldier per così tanto tempo e ha quasi spinto Iron Man a commettere un omicidio. Inoltre, ha quasi distrutto i Vendicatori.

Eppure, alla fine, è stato il personaggio meno memorabile dell’intero film dedicato alla Guerra Civile. Per un cattivo iconico qual è il Barone Zemo nei fumetti, il MCU non gli ha reso giustizia nella sua prima (e ad oggi unica) apparizione cinematografica. Alla fine, molti potrebbero anche non ricordarsi di lui…

Il tipico cattivo dei fumetti

Il Barone Zemo è in circolazione da molto tempo nei fumetti Marvel e The Falcon and the Winter Soldier ci ha mostrato il personaggio per la prima volta con la famigerata maschera. L’originale Heinrich Zemo è apparso per la prima volta nel 1964 in “Avengers #4” di Stan Lee e Jack Kirby.

Questo è stato anche lo stesso fumetto in cui Captain America ha fatto la sua prima apparizione Marvel. Helmet Zemo, invece, ha fatto la sua prima apparizione in “Captain America #168” del 1973 di Roy Thomas, Tony Isabella e Sal Buscema. Con una tale storia, merita di ottenere il suo grande momento nel MCU.

Un governo pericoloso

Con il coinvolgimento del Barone Zemo e l’introduzione di Madripoor, The Falcon and the Winter Soldier ha gettato molto benzina sul fuoco, al di là della storyline relativa a Sam Wilson e al suo conflitto in merito all’eredità dello scudo di Cap.

Visto che all’inizio della serie Sam lavora con il governo e visto il governo stesso ha scelto il nuovo Cap, sembra proprio che gli accordi di Sokovia siano ancora in vigore. Ciò significa che, nonostante abbia salvato l’intero pianeta da Thanos, il governo vuole ancora il controllo sui propri eroi. Se Thaddeus Ross fosse ancora in carica, questo sarebbe di sicuro un governo di cui le persone non potrebbero fidarsi. A livello narrativo, sarebbe una svolta decisamente interessante, più della rivelazione che dietro Power Broker potrebbe nascondersi lo stesso Zemo.

L’infiltrazione dell’Hydra

Anche se il governo degli Stati Uniti sta pianificando di rendere le cose problematiche per Sam Wilson e Bucky Barnes, la verità è che il MCU ha già dimostrato che non ci si può fidare dell’Hydra, dal momento che si è infiltrata nell’organizzazione dello SHIELD. Inoltre, è chiaro da WandaVision che neanche lo SWORD è un’organizzazione dagli intenti nobili.

C’erano persino agenti dell’Hydra alla Casa Bianca. Il Barone Zemo è il volto dell’Hydra nei fumetti Marvel, e riportarlo nella mischia ha ricordato a tutti che l’Hydra era al comando una volta e che potrebbe ancora avere uomini che agiscono nell’ombra.

La battaglia per lo scudo

La battaglia per lo scudo è chiaramente la parte più importante, il vero cuore pulsante di The Falcon and the Winter Soldier. La vera battaglia nella serie è tra John Walker e Sam Wilson: chi merita di assumere il ruolo di nuovo Captain America? Inevitabilmente, quesrto sacrificherà il ruolo del Barone Zemo nella serie.

È un peccato, poiché si tratta di un grande nome nei fumetti che non dovrebbe essere impiegato come semplice aggiunta a sostegno della storyline principale. Vedremo cosa accadrà negli ultimi due episodi…

Un boss di medio livello

Anche se il Barone Zemo ha causato molti problemi nei fumetti Marvel ed è stato in giro per quasi 50 anni, la sua prima apparizione in Captain America: Civil War non lo ha reso in realtà il personaggio importante qual è.

L’iconica maschera viola apparsa nella serie è stato un grande momento per tutti i fan dei fumetti. Tuttavia, il MCU dovrà fare molto di più per renderlo degno del suo titolo nei fumetti. Ad ogni modo, il ruolo da boss di medio livello che il personaggio ha nelle serie (almeno fino ad ora) forse potrà essere deludente per chi ha letto i fumetti, ma ha senso per coloro che invece hanno solo visto i film. 

I Flag-Smashers

La presenza dei Flag-Smashers all’interno di The Falcon and the Winter Soldier ha contribuito a rendere ancora più vivido l’aspetto politico della serie. Si tratta di un’aggiunta perfetta alla storia di Zemo, con Madripoor in costante stato di agitazione a causa delle discussioni politiche che hanno rovinato amicizie e famiglie.

Tuttavia, polarizzare metà del pubblico trattando argomenti del genere potrebbe essere controproducente. Vedremo quali risvolti ci saranno a livello narrativo negli ultimi due episodi della serie…

L’ascesa dei Thunderbolts

C’è una possibilità che il ritorno del Barone Zemo possa portare a qualcosa di molto più grande. I Thunderbolts sono un gruppo di supereoi composto da ex supercriminali. Il team originale ha sempre lavorato per il Barone Zemo. Se il ritorno di Zemo in The Falcon and the Winter Soldier porterà davvero all’introduzione dei Thunderbolts nel MCU, allora ne sarà valsa davvero la pena.

Un’attesa troppo lunga

Daniel Bruhl è un grande attore e si merita una possibilità di brillare nei panni del Barone Zemo. Il problema è che Captain America: Civil War è uscito cinque anni fa. Non si tratta di un periodo eccessivamente lungo, ma è anche vero che da allora sono stati distribuiti altri 10 film del MCU, incluso il dittico dedicato allo scontro con il temibile Thanos.

La domanda sorge dunque spontanea: a qualcuno importa davvero del ritorno di Zemo in The Falcon and the Winter Soldier? La risposta è sì, ma è anche vero che la maggior parte dei fan si aspetta che il suo coinvolgimento porterà a qualcosa di molto più grande.

Roberto Benigni Leone d’oro alla carriera a Venezia 78

Roberto Benigni Leone d’oro alla carriera a Venezia 78

È stato attribuito al regista, attore e sceneggiatore Roberto Benigni il Leone d’oro alla carriera della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (1 settembre – 11 settembre 2021). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.

Roberto Benigni, nell’accettare la proposta dichiara: “Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine. È un onore immenso ricevere un così alto riconoscimento verso il mio lavoro dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia”.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore Alberto Barbera dichiara: “Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali. Alternando le sue apparizioni su palcoscenici teatrali, set cinematografici e studi televisivi con risultati di volta in  volta sorprendenti, si è imposto in tutti in virtù della sua esuberanza e irruenza, della generosità con cui si concede al pubblico e della gioiosità appassionata che costituisce la cifra forse più originale delle sue creazioni. Con ammirevole eclettismo, senza mai rinunciare a essere se stesso, è passato dal vestire i panni dell’attore comico tra i più straordinari della pur ricca galleria di interpreti italiani, a quelli di regista memorabile in grado di realizzare film di enorme impatto popolare, per trasformarsi da ultimo nel più apprezzato interprete e divulgatore della ‘Divina Commedia’ dantesca. Pochi artisti hanno saputo come lui fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti d’interprete – al servizio di grandi registi come Federico Fellini, Matteo Garrone e Jim Jarmusch – nonché di avvincente e raffinato esegeta letterario”.

Brigitte Bardon, Eterna Ribelle dal 16 aprile alle 21.15 su Sky Arte

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Quando, all’apice della sua carriera come attrice, Brigitte Bardot, star internazionale del cinema e bellezza ammirata globalmente, decise di abbandonare tutto per dedicarsi alla causa animalista rimasero tutti sotto shock. La Bardot, sempre una personalità controversa, per la prima volta racconta con una sua inedita ed esclusiva testimonianza tracciando con i suoi ricordi e immagini d’archivio un ritratto intimo: Brigitte Bardon, Eterna Ribelle, è il documentario in prima visione il 16 aprile alle 21.15 su Sky Arte (canali 120 e 400 di Sky) e in streaming su NOW, dove si ripercorrono l’abbandono di fama e carriera in favore di un impegno profondo e di una dedizione infinita per la protezione degli animali.

Brigitte Bardon, Eterna Ribelle, la trama

Nel 1973, a 39 anni, Brigitte Bardot si trova sul set, quando dichiara che quello sarà il suo ultimo lavoro come attrice, ha capito che quello non è un mestiere che vuole continuare e che vuole dedicare tutto il suo tempo a una causa che le sta più a cuore. Questa notizia sconvolse l’opinione pubblica poiché nessuno sospettava che gli animali fossero il suo più grande amore. La Bardot era la bellezza simbolo degli anni della rivoluzione sessuale: un grande spirito libero, provocante ma con occhi da cerbiatto capaci di stregare chiunque. Nata in una famiglia benestante parigina la sua vita privata è stata tutt’altro che convenzionale: si è sposata molteplici volte, ha avuto chiacchierate avventure con i più famosi playboy dell’epoca, era una figura talmente conturbante che chiunque la conobbe se ne innamorò subito. Era l’incarnazione femminile dello spirito di quel tempo.

Amante sincera di ogni specie diventa tra le prime attiviste donne al sostegno di associazioni animaliste.  Il documentario racconta questo percorso, dalla creazione della sua fondazione, al riconoscimento di questa da parte dello Stato francese, sino ai giorni d’oggi. È la stessa Brigitte Bardot che spiega, al pubblico che si è lasciata alle spalle, le sue motivazioni, le sue aspirazioni e il suo impegno costante per gli animali, in un’intervista sincera e diretta che rivela l’intimo viaggio di una donna che è riuscita a diventare simbolo del movimento ed è stata un pioniere della protezione animali.

Locked Down con Anne Hathaway: primi 10 minuti in anteprima

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Locked Down con Anne Hathaway: primi 10 minuti in anteprima

La WB ha pubblicato in esclusiva sul canale youtube i primi dieci minuti di Locked Down, il film diretto da Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. And Mrs. Smith) con protagonisti Anne Hathaway (Les Misérables, Il Diavolo veste Prada, Le Streghe) e Chiwetel Ejiofor, (12 anni Schiavo, Doctor Strange), arriva in Italia in esclusiva digitale da venerdì 16 aprile, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.

In occasione dell’arrivo in Italia della pellicola, diretta da Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. And Mrs. Smith), sul canale Youtube ufficiale di Warner Bros. Italia sono già disponibili 10 minuti in anteprima del film

In Locked Down Proprio quando decidono di separarsi, Linda (Anne Hathaway) e Paxton (Chiwetel Ejiofor) si ritrovano nel bel mezzo della pandemia Covid-19, costretti a vivere insieme nella loro casa londinese, a causa del lockdown obbligatorio. Sorprendentemente, anche se non riescono ad andare d’accordo su nulla, i due trovano una tregua quando Paxton viene assunto dall’azienda di Linda per consegnare delle pietre preziose. In isolamento domestico a causa del lockdown in tutto il Paese, dovendo quindi affrontare emozioni e interazioni che avrebbero preferito evitare, vivendo le proprie vite fuori casa, le cose raggiungono un crescendo che culminerà in una rapina epocale da Harrods.

Uno dei pochi film ad essere stato concepito, scritto, girato, finito e distribuito durante la pandemia, Locked Down è una commedia romantica con una “svolta”. La dualità del titolo stesso gioca con la situazione in cui molti di noi si trovano in questo momento: rinchiusi fisicamente in un’abitazione con partner, familiari, coinquilini, ma anche emotivamente e mentalmente bloccati in situazioni che ora siamo costretti ad affrontare in modi che non avremmo mai immaginato. C’è chi ha iniziato a cuocere il pane, chi si dedica al proprio lavoro, mentre altri fanno entrambe le cose – e pianificano una rapina di gioielli.

Scritto da Steven Knight e prodotto da P.J. van Sandwijk, p.g.a, Alison Winter, p.g.a, Michael Lesslie, il cast del film vede Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor, affiancati da Stephen Merchant, Mindy Kaling, Lucy Boynton, Dule Hill, Jazmyn Simon, con Ben Stiller e Ben Kingsley.

Mortal Kombat: le prime recensioni internazionali promuovo il film

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Mortal Kombat uscirà nelle sale americane e su HBO Max alla fine di questo mese, ma la stampa internazionale ha già avuto modo di vedere l’attesissimo riavvio cinematografico del celebre videogioco: di conseguenza, è arrivata online la prima ondata di recensioni.

Dalla maggior parte dei critici il film è stato accolto in maniera positiva: a ricevere il maggior numero di elogi sono state le sequenze di combattimento, gli effetti speciali e la dedizione che il team ha riservato nel portare la brutale violenza e le sferzate di sangue tipiche del gioco originale sul grande schermo.

Tuttavia, la storia in generale e lo sviluppo narrativo di alcuni personaggi sono stati oggetti di alcuni pareri contrastanti, ma in generale pare che i fan di MK resteranno molto soddisfatti da questo nuovo adattamento. Di seguito una serie di estratti da alcune delle recensioni emerse online raccolti da Screen Rant:

Mufaddal Fakhruddin su IGN Middle East scrive: “Se sei un fan di Mortal Kombat, ti divertirai un mondo poiché riuscirai a colmare le lacune grazie alla tua conoscenza della serie videoludica e ti godrai la violenza. Ma per lo spettatore medio, ci saranno poche ragioni per preoccuparsi della posta in gioco. In definitiva, questo è ciò a cui si riduce il Mortal Kombat del 2021: un solido adattamento di videogiochi pieno di fan service per i gamer (aspettatevi un accenno al sequel nel finale) e un decente film d’azione per tutti gli altri.”

Kervyn Cloete, Critical Hit: “Sono uscito dal cinema completamente intrattenuto, ma anche curioso nei confronti del prossimo capitolo, che viene preannunciato nei momenti finale. Con un budget di soli 50 milioni di dollari, il film non avrà problemi ad andare in pareggio. Un sequel è quindi garantito. Speriamo che il franchise non sia vittima di nessuna fatalità.”

James Marsh, South China Morning Post: “Un adattamento da videogiochi allegramente violento. Di sicuro non si tratta di un dramma con personaggi complessi o sfaccettati. Mortal Kombat non è un film per palati fini o esigenti. Per chi invece saprà apprezzare… è il film che fa al caso vostro!”

A’bidah Zaid, Geek Culture: “Essendo un film basato su un videogioco molto popolare, Mortal Kombat porta sullo schermo con una certa efficacia l’universo originale. C’è cura e attenzione ai dettagli. La caratterizzazione dei personaggi è molto fedele a quella presente nei giochi. I costumi e gli stili di combattimento sono molto vicini all’originale. Le immagini, il sonoro, l’azione, la violenza… il film è tutto ciò che i fan aspettano di vedere dall’adattamento del 1995.”

Sergio Pereira, Fortress: “Ci sono alcuni problemi di ritmo e manca un vero sviluppo dei personaggi. Il montaggio è strano, di sicuro non è stata un’impresa facile. Eppure, il film riesce nel suo intento e alla fine vince. A volte abbiamo semplicemente bisogno di un film in cui c’è un personaggio che congela il sangue del suo nemico e lo usa per pugnalarlo.”

Husain Rizvi, Khaleej Times: “La trama principale tende ad indebolirsi durante il corso del film. Tuttavia, le fatality, l’interpretazione di Lawson e l’inizio di una nuova promettente era per il franchise rendeono l’esperienza Mortal Kombat degna di essere vissuta.”

Bryan Tan, Yahoo! News Singapore: “I fan saranno felici di sapere che si tratta di un aggiornamento molto significativo rispetto al film del 1997, che forse ha fatto ricorso a Word Art di Microsoft Word per le grafiche. Dai personaggi del film, i fan potranno aspettarsi le battute e le mosse iconiche presenti anche nel videogame.”

La sinossi ufficiale di Mortal Kombat

In Mortal Kombat, il campione di MMA Cole Young, abituato a farsi picchiare per soldi, è ignaro della sua eredità—e anche del perché l’Imperatore dell’Outworld Shang Tsung abbia mandato il suo guerriero migliore, Sub-Zero, e altri Cryomancer ultraterreni, per dargli la caccia.  Preoccupato per la sicurezza della sua famiglia, Cole parte alla ricerca di Sonya Blade responsabile della Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lei sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato.  Molto presto, si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di Earthrealm, che assicura riparo a tutti coloro che portano un marchio come il suo.

Qui, Cole si allena con guerrieri esperti come Liu Kang, Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, preparandosi a combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da scatenare il suo arcana—l’immenso potere custodito nella sua anima—in tempo non solo per salvare la sua famiglia, ma anche per sconfiggere Outworld una volta per tutte?

Thunder Force: recensione del film con Melissa McCarthy

Thunder Force: recensione del film con Melissa McCarthy

Disponibile su Netflix, Thunder Force è una commedia supereroistica con Melissa McCarthy e Octavia Spencer protagoniste, quinta collaborazione tra Ben Falcone, regista e sceneggiatore del film, e la moglie McCarthy. Il film parte da premesse interessanti, che avrebbero potuto far svettare il film in chiave di regia, purtroppo non sviluppate però adeguatamente: commedia, action e fantascienza tentano di compenetrarsi, in una pellicola che non risulta altro che un pastiche di stilemi e stereotipi di genere mischiati confusamente, in cui alcuni momenti ben riusciti non riescono a sopperire al poco slancio del prodotto.

Thunder Force: la trama

Nel 1983 un raggio cosmico colpisce la Terra, mutando il dna di alcuni soggetti predisposti alla sociopatia, i Miscredenti, donandogli alcune capacità straordinarie. I genitori di Emily Stanton (Octavia Spencer), genetisti di Chicago specializzati nella ricerca sulla mutazione, vengono uccisi e così la giovane ambiziosa e determinata decide di impegnarsi nello studio e nella ricerca con un solo obiettivo: riuscire a sconfiggere i Miscredenti. A scuola fa la conoscenza di Lydia (Melissa McCarthy), con cui stringe una profonda amicizia. Il legame tra le due cresce sempre di più fino al momento in cui dovranno prendere decisioni importanti una volta divenute grandi, motivo per cui si allontaneranno. Gli anni passano e Lydia, sentendo la mancanza del legame più solido e autentico della sua vita, decide di mettersi di nuovo sulle tracce di Emily, ormai donna in carriera, ancora impegnata nella ricerca di un metodo per poter sconfiggere i Miscredenti. In circostanze divertenti inaspettate, finirà nel laboratorio di Emily, dove le verrà iniettato involontariamente il siero della super forza, a cui l’amica stava lavorando da tempo. A quel punto Emily prende la seconda formula, quella dell’invisibilità, e insieme decidono di formare le Thunder Force, un team privato contro i criminali della città.

Thunder Force: ritmi comici non gestiti in maniera ottimale

Il film si configura come una commedia legata al filone dei supereroi, con la differenza che al timone della narrazione abbiamo un duo tutto al femminile, impegnate in prima linea nello studio, allenamento e messa in atto dei loro poteri. La scelta di incentrare la storia su un eccentrico duo di eroine è un aspetto positivo della sceneggiatura di Falcone, oltretutto se aggiunto al fatto che le protagoniste sono lontane dallo stereotipo femminile di donna impeccabile e ineccepibile. Emily è determinata, ambiziosa , e si affermerà come una donna in carriera, lottando per raggiungere i propri obiettivi. Lydia è più schietta, a tratti burbera, ma piuttosto divertente e dal carattere esuberante. Le due personalità ci vengono quindi rappresentate pressochè agli antipodi, peccato che questa interessante dinamica vada quasi totalmente a spegnersi nelle situazioni comiche, non sposandosi appieno col messaggio che Ben Falcone avrebbe potuto rendere centrale nella narrazione.

Gli scambi di dialogo, con svariati riferimenti alla pop culture, offrono momenti esilaranti e irriverenti, ma sono pochi quelli ben riusciti. La storia si sviluppa in maniera piuttosto lineare e si avverte la mancanza di colpi di scena che avrebbero potuto aggiungere un tocco di imprevedibilità alla narrazione e aumentare il livello di tensione associato alla posta in gioco dei personaggi.

Per quanto riguarda le dinamiche che si instaurano tra le protagoniste, Falcone sembra intraprendere un percorso battuto più e più volte, che si basa sulla contrapposizione tra persona ordinaria e supereroe. Lo stereotipo di genere sarebbe riuscito ad ergersi a prodotto originale e umoristico, se i tempi comici fossero stati gestiti diversamente. La chimica fra le due attrici non è incendiaria quanto il titolo del film vorrebbe sottolineare: Octavia Spencer è costretta in un ruolo quasi di secondo piano e alla McCarthy spetta il compito di reggere sulle proprie spalle l’intero spalle, ma non è abbastanza. Le sequenze con Jason Bateman sono forse le uniche esilaranti, piene di verve e dell’intesa vincente per poter divertire lo spettatore. Nonostante ciò, i personaggi risultano essere piuttosto bidimensionali, senza alcuna incisiva profondità o ambiguità morale che possa sollevare riflessioni o quesiti nello spettatore, creando una vera e propria opposizione.

Thunder force

Thunder Force non riesce ad essere più che una visione d’intrattenimento

Visivamente la pellicola cattura lo spettatore, con alcuni effetti speciali discretamente resi sullo schermo, pur senza una notevole originalità in sede di regia. Thunder Force è l’ideale per una visione in famiglia, ma non riesce a spingersi più in là di mero prodotto di intrattenimento targato Netflix. Non c’è sinergia tra gli elementi tecnici e narrativi alla base del film, nessun punto fermo che faccia sì che questa alleanza tutta al femminile si distingua per coinvolgimento e incisività. Quello che ci rimane a fine visione sono le troppe gag comiche, che cercano di ritmare il racconto, ma risultano ridondanti, difficili da gestire. La MacCarthy si distingue senz’altro come attrice comica, eppure i suoi momenti comici risultano a volte quasi di troppo, nel loro voler sfociare quasi continuamente nell’assurdo.

Thunder Force avrebbe avuto tutte le premesse per essere classificato come buon film, sia da un punto di vista narrativo che di casting e performance attoriali, eppure inciampa nella rete degli stereotipi ancorati al genere delle narrazioni a tema supereroi; l’idea della coppia di eroine inaspettate e indipendenti viene ridicolizzata, scegliendo di ridurre il focus all’elemento puramente comico. Siamo quindi di fronte a un film che deve essere considerata una commedia leggera e godibile senza troppe pretese, leggera senza pretese, che lascia però un po’ di disappunto rispetto alle potenzialità che il film presenta e che non sono state sfruttate a dovere.

Warrior 3: HBO rinnova la serie per la terza stagione

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Warrior 3: HBO rinnova la serie per la terza stagione

La serie drammatica Warrior arriverà su HBO Max per la sua terza stagione, ad annunciarlo è stato Casey Bloys, Chief Content Officer, HBO e HBO Max. Warrior 3 arriverà su HBO Max negli USA.

Warrior 3 è stato creato ed è prodotto da Jonathan Tropper (“Banshee”) per Tropper Ink Productions, prodotto da Justin Lin (regista di “Star Trek Beyond” e “Fast & Furious 9”) per Perfect Storm Entertainment, e produttore esecutivo di Shannon Lee per Bruce Lee Entertainment.

Warrior 3: quando esce e dove vederla in streaming

Warrior 3 uscirà nel 2022 negli USA su HBO Max. In Italia Warrior 3 andrà in onda su SKY. Warrior 3 in streaming sarà disponibile su NOW.

Warrior 3: la trama e il cast

Warrior è un dramma poliziesco crudo e pieno d’azione ambientato durante le brutali Tong Wars nella Chinatown di San Francisco alla fine del XIX secolo e basato sugli scritti della leggenda delle arti marziali Bruce Lee, le prime due stagioni, presentate in anteprima su Cinemax, sono ora streaming su HBO Max tramite piattaforme HBO.

In Warrior 3 ritorneranno Andrew Koji, Kieran Bew, Celine Buckens, Olivia Cheng, Dianne Doan, Dean Jagger, Langley Kirkwood, Maria-Elena Laas, Hoon Lee, Christian McKay, Dustin Nguyen (ha anche diretto l’episodio 6), Miranda Raison, Chen Tang, Joe Taslim, Jason Tobin, Joanna Vanderham, Tom Weston-Jones e Perry Yung.

Casey Bloys, Chief Content Officer, HBO e HBO Max citano: Warrior ha introdotto gli spettatori in un mondo distinto del passato, interpretato con azione dinamica e narrazione pertinente, con un cast brillante guidato da Andrew Koji. Non vediamo l’ora di vedere cosa porteranno Jonathan, Justin e Shannon nel prossimo capitolo di questa serie su HBO Max “.

Shannon Lee, produttore esecutivo, citazione di Bruce Lee Entertainment: “Justin, Jonathan e io siamo rimasti entusiasti quando Warrior è stato messo su piattaforme HBO per essere scoperto da una nuova legione di fan. Ora siamo entusiasti e grati per l’opportunità di fare un’altra stagione, e plaudiamo a HBO Max per aver compreso l’importanza di raccontare questa storia e per continuare a supportare questo livello di rappresentanza nel nostro settore. So solo che mio padre sta sorridendo in questo momento nel vedere questo spettacolo che ha sognato tanto tempo fa, continuando a battere le probabilità. Abbiamo tutte le intenzioni di offrire lo stesso alto livello di narrazione significativa e azione di Gung Fu nella stagione 3! “

La serie è tornata per la sua seconda stagione di dieci episodi il 2 ottobre 2020 su Cinemax. Salutata come “la serie d’azione più sottovalutata del secolo” da Inverse, Vanity Fair l’ha definita una “cavalcata affascinante e adrenalinica” che “infonde vita vivida agli aspetti del passato americano” e The Ringer l’ha evidenziata come una “corsa suprema “Serie con” sequenze di combattimento coreografate in modo impressionante “.

Crediti: la seconda stagione di Warrior è stata prodotta per Cinemax da Perfect Storm Entertainment, Tropper Ink Productions e Bruce Lee Entertainment; creato e prodotto da Jonathan Tropper. Justin Lin, Danielle Woodrow e Andrew Schneider sono stati i produttori esecutivi per conto di Perfect Storm Entertainment. Shannon Lee è stato produttore esecutivo di Bruce Lee Entertainment. Prodotto esecutivo da Brad Kane e Richard Sharkey. Co-produttore esecutivo di Kenneth Lin, Evan Endicott e Josh Stoddard.

Fast and Furious 9: Justin Lin ha coinvolto dei veri scienziati per le scene nello spazio

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Nella giornata di ieri è arrivato il nuovo trailer ufficiale di Fast and Furious 9, l’atteso nuovo capitolo della celebre saga adrenalinica con protagonista Vin Diesel, che arriverà nelle sale americane a giugno e in quelle italiane quest’estate (una data ufficiale non è stata ancora confermata).

Il nono capitolo sarà diretto da Justin Lin, veterano del franchise che in passato aveva già diretto numerosi episodi della saga. Il trailer diffuso ieri ha confermato che alcuni membri dell’equipaggio di Dom Toretto – nel trailer vediamo  Tej (Ludacris) e Roman (Tyrese Gibson) – riusciranno a volare grazie a delle macchine concepite come veri e propri veicoli spaziali. In una recente intervista con THR, è stato proprio Lin a spiegare di essersi rivolto a dei veri scienziati quando ha avuto l’idea di inserire nel film le macchine volanti.

“Sono andato a trovare Vin, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto: ‘Va bene, è arrivato il momento, ce lo siamo guadagnati’.”, ha spiegato il regista. “Una volta che ci siamo presi l’impegno, ho telefonato ad un sacco di scienziati missilistici che erano parecchio confuso dalla nostra idea. Abbiamo dato vita ad una serie di conversazioni molto divertenti.”

Poi ha aggiunto: “Ho parlato con diversi scienziati per imparare a conoscere il carburante e la fisica. Dall’altra parte continuavano a dire: ‘Aspetta, cosa? È questo ciò che vorresti davvero fare? Lo adoro!’. Ad ogni modo, non pensate di aver già visto tutto. Nonostante i primi due trailer diffusi ad oggi siamo molto lunghi, ci sono ancora tante cose che non abbiamo condiviso con voi.”

Il cast di Fast and Furious 9 e il capitolo finale della saga

Fast and Furious 9 vedrà nel cast Vin DieselMichelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Cena, Tyrese Gibson, Lucas Black, Michael RookerNathalie EmmanuelHelen Mirren e Charlize Theron. Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga – che sarà diviso in due parti – concluderà definitivamente la serie principale, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo.

Avengers: Endgame, un’attrice di Community non sapeva di essere apparsa nel film

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L’attrice Yvette Nicole Brown ha rivelato che non sapeva di essere in Avengers: Endgame, il cinecomic campione d’incassi dei Marvel Studios, diretto da Anthony e Joe Russo uscito nel 2019.

Prima di entrare a far parte della grande famiglia Marvel, i fratelli Russo erano conosciuti per aver lavorato a celebri serie tv quali Arrested Development e Community. I Russo non hanno mai dimenticato le loro radici, e spesso hanno coinvolto nei loro progetti Marvel numerosi attori del piccolo schermo con i quali avevano lavorato in passato.

È il caso di Yvette Nicole Brown, che proprio nella serie Community aveva il ruolo di Shirley Bennett. L’attrice statunitense è apparsa brevemente in Avengers: Endgame interpretando una dipendente dello SHIELD durante gli anni ’70 che scopre Steve Rogers (Chris Evans) e Tony Stark (Robert Downey Jr.) sotto copertura.

Ora, in una recente intervista con ComicBook, è stata proprio Brown ha rivelare di non essersi mai resa conto di aver preso effettivamente parte al cinecomic dei Russo. L’attrice ha spiegato che durante le riprese credeva che la scena sarebbe finita in Avengers: Infinity War: soltanto dopo aver visto Endgame ha realizzato per quale film aveva in realtà girato il suo cameo.

“Non avrei dovuto dire a nessuno del mio cameo, quindi ho mantenuto il segreto per circa due anni”, ha spiegato Yvette Nicole Brown. “Abbiamo girato la scena nel 2017, ma il film è uscito soltanto nel 2019. Stavano girando Infinity War e Endgame contemporaneamente. Quando ho girato la mia scena, sapevo che erano in corso le riprese del primo, quindi ho pensato che sarei finita in Infinity War. Infatti, quando è uscito il film e ho visto che non c’ero, ho pensato che era stata comunque una bellissima esperienza e che avevo avuto modo di lavorare con Chris e Robert. Ho pensato: ‘Non ha funzionato, ma va bene lo stesso’. Quando poi ho visto Endgame insieme ai miei amici, è arrivata la mia scena e ho pensato: ‘Ci sono!’. Era visibilmente scioccata, come tutti gli altri. Abbiamo urlato.”

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel cast del film – tra gli altri – figurano Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

La torre nera, Akiva Goldsman: “Avremmo potuto fare di meglio”

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La torre nera, Akiva Goldsman: “Avremmo potuto fare di meglio”

Akiva Goldsman, il produttore de La torre nera, ha confessato di aver numerosi rimpianti in merito all’adattamento cinematografico dell’omonima serie di romanzi ad opera di Stephen King, interpretato da Idris Elba al fianco del premio Oscar Matthew McConaughey.

Il film diretto da Nikolaj Arcel e prodotto da Ron Howard avrebbe dovuto dare vita ad un nuovo franchise cinematografico, ma a causa delle critiche negative, alla fine Sony Pictures ha deciso di rivedere i suoi piani. Nonostante abbia incassato 113 milioni di dollari al box office mondiale, a fronte di un budget di soli 66 milioni, La torre nera è stato ampiamente criticato per aver cercato di comprimere il complesso universo creato da King nella saga letteraria (composta da 8 romanzi) in un unico film.

Ora, in una recente intervista con THR, il produttore e sceneggiatore Akiva Goldsman (premio Oscar per A Beautiful Mind) ha ammesso di essersi pentito per come sono andate a finire le cose con La torre nera. Goldsman avrebbe dovuto supervisionare il progetto iniziale che prevedeva la realizzazione di un universo formato da film e serie tv collegati tra loro. Tuttavia, questi piani sono stati scartati a favore di un riavvio destinato al piccolo schermo che non avrà alcun tipo di legame con il film del 2017.

Akiva Goldsman e i rimpianti sull’adattamento de La torre nera

“Ho molti rimpianti per le parti del film che non hanno funzionato”, ha spiegato Goldsman. “La nostra migliore versione del film esisteva molto prima che i crossover tra cinema e tv e lo streaming diventassero una realtà. Sono molto legato ai libri originali che non sono finiti nella nostra versione del 2017. Ron Howard aveva un’idea in merito a cosa si potrebbe fare attraverso le varie piattaforme. Non riguardava il film, ma a volte, come spesso accade, le cose semplicemente non vanno in porto.”

Poi ha aggiunto: “Ci sono cose del film del 2017 che mi piacciono ancora oggi, e Idris Elba ha dato vita ad un Roland veramente incredibile. Penso che ci fossero troppi punti di vista diversi, incluso il mio, quando si è trattato di capire come raccontare una storia convincente sul grande schermo. Avremmo potuto fare di meglio.”

Tom Hiddleston rivela quando ha saputo della morte di Loki in Infinity War

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Uno dei momenti più scioccanti della storia del MCU è sicuramente la morte definitiva di Loki (Tom Hiddleston) per mano di Thanos (Josh Brolin) durante la sequenza d’apertura di Avengers: Infinity War. Tuttavia, in Endgame la sua controparte del 2012 è riuscita a sfuggire al suo destino, insieme al Tesseract, creando una ramificazione nella linea temporale (sarà questa versione del Dio dell’Inganno ad essere al centro della serie Loki, in arrivo a giungo su Disney+).

Durante una recente intervista con Digital Spy proprio in occasione della promozione della nuova serie dei Marvel Studios, Tom Hiddleston ha spiegato come gli è stato comunicato che il suo personaggio sarebbe morto all’inizio del film di Anthony e Joe Russo. “Era la primissima scena a cui i Russo avevano pensato”, ha spiegato l’attore. “Me ne hanno parlato di persona, durante uno degli incontri con Kevin Feige, che mi stava mostrando alcuni dei primi bozzetti della storia di Thor: Ragnarok. Era maggio del 2016.” 

“Quindi, prima di iniziare a girare Ragnarok, sapevo già quale sarebbe stato il mio destino. Nessun gioco di parole”, ha continuato Hiddleston. “Poi è arrivato il momento. Tre giorni di riprese nel 2017, in primavera. Sono andato ad Atlanta e tutti sul set sono stati davvero generosi con me. Alcuni li conoscevo sin dai primissimi giorni.”

L’attore ha poi elogiato Josh Brolin, interprete di Thanos – “Non avrebbe potuto essere più dolce” – e ha ricordato il loro primo incontro: “In realtà, ci siamo incontrati quando sono atterrato, prima dell’inizio delle riprese. Mi ha semplicemente abbracciato e mi ha detto: ‘Mi dispiace, amico’. È stato un grande giorno e un grande momento.”

Tom Hiddleston su Loki: “È una serie che parla di identità”

Avengers: Infinity War è un film del 2018 diretto da Anthony e Joe Russo con Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris Evans e Scarlett Johansson.

In un viaggio cinematografico decennale senza precedenti, Avengers: Infinity War abbraccia l’intero Universo Cinematografico Marvel e porta sul grande schermo la più grande e fatale resa dei conti di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati dovranno essere pronti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo impeto di devastazione e rovina porti alla fine dell’universo.

Justice League Snyder Cut: confermato un riferimento a Watchmen

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Justice League Snyder Cut: confermato un riferimento a Watchmen

Bryan Hirota, supervisore agli effetti visivi della Snyder Cut di Justice League, ha confermato che nel taglio di Zack Snyder è presente un riferimento a Watchmen, il film diretto da Snyder nel 2009 e basato sull’omonima miniserie a fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons.

L’easter egg in questione riguarda la morte di Silas Stone in Justice League e il personaggio di Jon Osterman/Dottor Manhattan in Watchmen. Nella versione theatrical di Justice League, la maggior parte delle scene di Victor Stone, alias Cyborg (Ray Fisher), sono state rimosse. Uno dei momenti chiave dell’arco narrativo del personaggio è senza dubbio la morte di suo padre, Silas Stone (Joe Morton), che si sacrifica surriscaldando una Scatola Madre in modo che suo figlio possa rintracciare Steppenwolf. Questa scena, presente invece nella Snyder Cut, evoca la trasformazione di Jon Osterman (Billy Crudup) nel Dottor Manhattan in Watchmen.

In un’intervista con Screen Rant, Bryan Hirota, il supervisore agli effetti visivi di Justice League, ha parlato della Snyder Cut e ha confermato che la somiglianza tra la morte di Silas e quella di Jon non è una semplice coincidenza, spiegando che Snyder e John Desjardin (il supervisore agli effetti speciali di Watchmen) volevano che il sacrificio del padre di Victor ricordasse vagamente la scena della nascita del Dottor Manhattan.

“Zack e DJ pensavano che quella scena potesse ricordare la nascita del Dr. Manhattan, quindi quella scena è stata sicuramente usata come termine di paragone. Era sicuramente una delle cose a cui stavamo pensando quando abbiamo avuto l’idea. Penso che una delle poche differenze sia il fatto che nella scena di Silas vediamo la sua pelle bollire come all’interno di un forno a microonde, con piccoli pezzi dei suoi capelli che prendono fuoco e cose del genere. La morte di Silas è un po’ più disgustosa rispetto a quella di Watchmen, ma ci sono tantissime sfumature nel mezzo.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Hunger Ward, recensione del corto di Skye Fitzgerald

Hunger Ward, recensione del corto di Skye Fitzgerald

Hunger Ward è il nuovo lavoro di Skye Fitzgerald, regista e produttore che da tempo si dedica ai documentari, mettendo al centro questioni umanitarie. Questo suo nuovo film è un appassionato cortometraggio sulla guerra civile in Yemen, colpito duramente dal conflitto, dalla carestia e dalla fame. A soffrirne sono soprattutto i più piccoli. Il documentario è candidato agli Oscar ed è disponibile in prima visione assoluta, in esclusiva nazionale, dal 15 aprile su IWonderfull, piattaforma streaming video di I Wonder Puctures.

Storie di bambini in Hunger Ward

La Dott.ssa Aida Aisadeeq e l’infermiera Mekkia Mahdi lavorano nei reparti specializzati per la nutrizione artificiale di due grandi ospedali yemeniti e ogni giorno affrontano la dura realtà di una guerra che dura da sei anni e vede opposti l’Arabia Saudita e i ribelli sciiti huthi, sostenuti dall’Iran. Alcune forze occidentali, soprattutto Usa e Regno Unito, foraggiano l’Arabia Saudita, responsabile di bombardamenti, con armi, intelligence e supporto operativo. Gli Emirati Arabi sono alleati dei sauditi. Gli huthi hanno progressivamente preso il controllo del paese. L’Europa semplicemente non sembra interessarsi del conflitto. In questo panorama, il nemico contro cui lottano quotidianamente Aida e Mekkia, si chiama fame, malnutrizione. Ne soffrono i bambini e le bambine che vengono portati da loro in ospedale ogni giorno, affinché possano avere una speranza di sopravvivere. Omeima e Abeer sono due di loro. Hanno 10 e 6 anni e sono malnutrite. La dottoressa e l’infermiera se ne prendono cura, ma vi sono anche tanti altri bambini, accompagnati da genitori e nonne. Ogni bambino ha la sua storia, tutti sono accomunati dalla malnutrizione in un paese fiaccato dal conflitto e dal pesante embargo dell’Arabia Saudita, che impedisce l’arrivo di cibo e medicinali. Se le due bambine ce la faranno, Aida e Mekkia non possono dirlo, ma fanno ogni giorno del loro meglio, mentre il paese affronta la peggiore carestia degli ultimi cento anni. 

Il cinema umanitario di Skye Fitzgerald

Il regista Skye Fitzgerald  è qui al terzo lavoro della sua Refugee Trilogy – trilogia dei rifugiati – dopo  50 Feet from Syria, sull’impatto civile del conflitto in Siria, e Lifeboat, sul tema dei rifugiati e dei migranti, anch’esso nomianto all’Oscar, per la colonna sonora di William Campbell – Fitzgerald lo ha scelto anche per questo nuovo lavoro. Il regista afferma di aver voluto iniziare questa trilogia e intraprendere la strada di quello che chiama “Cinema Umanitario” perchè, nonostante una lunga carriera nel documentario, sia come regista che come produttore, si è reso conto che i suoi lavori precedenti “non raggiungevano un’audience abastanza ampia, né mettevano in moto un cambiamento sufficiente. Così ho cambiato il mio approccio per concentrarmi su un singolo principio fondamentale: l’empatia”. Poiché l’empatia, prosegue, fa sì che diventi “difficile creare barriere”. Così si arriva a Hunger Ward. 

Hunger Ward è spietato ma urgente

Dal punto di vista dei contenuti, Hunger Ward può essere considerato un parente dei reportage dalla Libia di Francesca Mannocchi o dei documenti visivi sul lavoro di organizzazioni umanitarie come Emergency o Medici Senza Frontiere. C’è lo stesso approccio realistico, anche crudo, la stessa urgenza e una simile capacità di creare quell’empatia  così fondamentale perchè lo spettatore senta vicino a sé ciò che, almeno geograficamente, è spesso molto lontano. Li accomuna la violontà di accendere i riflettori su realtà dimenticate o rimosse dalla coscienza dell’Occidente.

Visivamente, invece, siamo in pieno cinema. Al netto dell’eloquenza intrinseca delle immagini, il regista riesce a cogliere i dettagli più significativi, quelli che dicono tutto, e li mette in risalto grazie al lavoro d’equipe con il fotografo Jeffrey Ball e il montatore Dan Sadowsky. Accade ad esempio, con i disegni dei bambini sulla terrazza dell’ospedale, visibili dall’alto, che riassumono perfettamente la loro lotta per vivere, oltre a ricordare allo spettatore ciò che si perde, se si perde una di quelle vite. Non solo, come dice l’infermiera, “è come perdere un membro della famiglia”, ma si perde il futuro, la capacità di immaginare un mondo migliore. È questo, viene da dire guardando quei disegni, tutto ciò che dovrebbero fare quei bambini: giocare, andare a scuola. Invece si trovano a combattere per vivere. Così accade anche per la bilancia rudimentale che li pesa al loro arrivo: un grosso catino appeso a una corda. Da qui arriva un verdetto temuto, che dice quanto è grave il problema e quante speranze di sopravvivenza ci sono. Ci sono poi gli edifici distrutti dalle bombe, le macerie dopo un bombardamento a un funerale. Dei presenti restano solo scarpe ammassate in un immagine della quale è difficile trovare eguali nella memoria, a meno che non si torni alle montagne di scarpe nei campi di concentramento nazisti. Il grigiore del cemento domina l’ambiente. 

Colpisce poi lo sguardo delle due bambine: sembra quello rassegnato degli anziani. Sembrano già vecchie. Abeer non sorride, non gioca. Non è retorica ma un’associazione spontanea di idee quella con i bambinelli di molte natività, che non sorridono mai. Hanno lo sguardo mesto e grave da adulti anzitempo, perchè già prefigurano il proprio destino, la morte precoce. 

Di fronte alla morte, specie quando tocca dei bambini, ci si può chiedere se sia giusto o meno mostrarla, proporre immagini così forti. Se non possa apparire ricattatorio nei confronti dello spettatore.

Tuttavia, i 40 minuti duri, spietati di Hunger Ward sono da vedere per ricordare in che contesto si vive e capire chi si vuole essere. L’urgenza che muove il regista chiama lo spettatore alla stessa urgenza nel decidere come porsi di fronte a un conflitto dimenticato e a una delle peggiori crisi umanitarie del pianeta. 

Toxic Avenger: Jacob Tremblay nel cast con Peter Dinklage

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Jacob Tremblay è stato scelto per recitare, al fianco di Peter Dinklage, in Toxic Avenger, che sarà prodotto da Legendary. Macon Blair è stato scelto in veste di regista del film. Sarà una rivisitazione contemporanea della commedia d’azione a basso budget di successo prodotta da Troma Entertainment del 1984.

The Toxic Avenger sarà una storia che, dietro la maschera di commedia irriverente, sul genere di Deadpool, porterà con sé contenuti importanti, come temi ambientali, sovvertendo i canoni del genere supereroistico hollywoodiano.

Quando un uomo qualunque in difficoltà viene spinto in una vasca di rifiuti tossici, viene trasformato in un mostro mutante che da emarginato, evitato dalla gente, diventa un eroe sfortunato, mentre lotta per salvare suo figlio, i suoi amici e la sua comunità dalle forze della corruzione e dell’avidità. Lloyd Kaufman e Michael Herz della Troma ricopriranno il ruolo die produttori.

Jacob Tremblay ha ricevuto una nomination ai SAG per la sua straordinaria interpretazione in Room del 2015, al fianco della vincitrice dell’Oscar Brie Larson, e nel 2017 ha recitato in Wonder, film di grande successo di critica e pubblico. È stato il protagonista della commedia di successo della Universal, Good Boys, nel 2019.

Prossimamente, Tremblay presterà la voce a Flounder, il pesciolino amico di Ariel, nell’imminente adattamento live-action della Disney de La Sirenetta, nonché il personaggio principale del prossimo film Disney e Pixar Luca.

Basic: trama, cast e curiosità sul film con John Travolta

Basic: trama, cast e curiosità sul film con John Travolta

Il regista John McTiernan è celebre per i suoi film di azione con note thriller, titoli entrati di diritto nella storia del cinema. Si parla di opere come Predator, Trappola di cristallo, Caccia a Ottobre Rosso e Last Action Hero. Attualmente, il suo ultimo film, Basic, è una nuova escursione nel genere, che va ad esplorare un misterioso caso di agente scomparsi in una missione particolarmente pericolosa. Girato nel 2003, il film si è avvalso dunque di un regista esperto della materia e di alcuni grandi interpreti di Hollywood. Nomi particolarmente noti che hanno portato la pellicola ad assumere il fascino che ancora oggi la contraddistingue.

Basic è stato scritto da James Vanderbilt, noto anche per le sceneggiature di film come Il tesoro dell’Amazzonia, Zodiac, The Amazing Spider-Man e Independence Day – Rigenerazione. Nel dar vita al progetto, Vanderbilt rivelò l’intenzione di trarre spunto dal film giapponese Rashomon per raccontare una complessa storia ambientata nel mondo del narcotraffico, con punti di vista diversi e spesso contraddittori tra loro. La storia sembrò da subito quella giusta per McTiernan, che si interessò dunque a portare al cinema quanto scritto dallo sceneggiatore. Con un budget di 50 milioni di dollari, il film mancò però di affermarsi come sperato al momento della sua uscita.

Questo arrivò infatti a guadagnare appena 40 milioni di dollari, e anche la ricezione critica non fu delle migliori. Basic passò così quasi inosservato, venendo però piano piano riscoperto. Gli appassionati del genere troveranno infatti in questo un buon racconto, con tutte le caratteristiche del suo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Basic: la trama del film

Protagonista del film è l’agente Tom Hardy, membro della sezione narcotici noto per le sue capacità persuasive. Uomo di grande esperienza e ingegno, egli è chiamato ad indagare sulla scomparsa di un gruppo di uomini durante una spedizione molto speciale. Questa era guidata dal sergente Nathan West, di cui non si ha più traccia. Del gruppo vengono ritrovati solo due superstiti, Raymond Dunbar e Levi Kendall, quest’ultimo gravemente ferito e figlio di un capo di stato maggiore. Nessuno dei due, però, sembra disposto a collaborare con le indagini, rifiutandosi di rivelare cosa realmente sia successo durante la missione a Panama.

Ad accompagnare Hardy nella sua investigazione vi è anche il capitano Julia Osborne, la quale però sembra non apprezzare i metodi del suo nuovo partner di lavoro. Nonostante ciò, i due dovranno necessariamente unire le loro forze per poter sperare di risolvere il caso. Ben presto, Hardy arriverà ad individuare una serie di contraddizioni in quanto dichiarato dai due superstiti. Scoprire cosa ci facesse West e il suo team nella giungla, durante un uragano, e cosa sia realmente accaduto, diventerà una vera e propria ossessione. Il sentimento di avvicinarsi ad un’orribile verità, inoltre, si fa sempre più forte.

Basic cast

Basic: il cast del film

Ad interpretare l’agente Tom Hardy vi è l’attore John Travolta. Questi, che negli ultimi anni ha recitato in diversi thriller di buon successo, ha accettato subito il ruolo con grande entusiasmo. Ad affascinarlo, in particolare, vi erano tutte quelle caratteristiche psicologiche e comportamentali che rendono Hardy una personalità controversa tra bene e male. Per prepararsi al ruolo, inoltre, l’attore ha avuto modo di seguire la routine di alcuni agenti speciali, cercando poi di riproporre a suo modo quanto appreso. Accanto a lui, nei panni del capitano Julia Osborne, vi è l’attrice Connie Nielsen, celebre per essere la regina Ippolita in Wonder Woman. Questa accettò la parte lieta di poter dar vita ad un personaggio femminile di particolare spessore.

Ad interpretare lo scomparso sergente Nathan West vi è invece il celebre Samuel L. Jackson, il quale torna qui a lavorare insieme a Travolta dopo il film Pulp Fiction. Il look del suo personaggio è stato ispirato al regista Sergio Leone e all’attore fu permesso di avere grande margine di improvvisazione nelle sue battute. Ad interpretare i due sopravvissuti Raymond Dunbar e Levi Kendal vi sono invece gli attori Brian Van Holt e Giovanni Ribisi. Quest’ultimo, seguendo un suo metodo recitativo, rimase sempre nella mentalità del suo personaggio, anche durante le pause. Timothy Daly è il colonnello Bill Styles, mentre Taye Diggs è il misterioso Pike. L’attrice Roselyn Sanchez è invece Nunez.

Basic: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Basic è infatti disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 aprile alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

L’ora nera: trama e cast del film con Emile Hirsch

L’ora nera: trama e cast del film con Emile Hirsch

L’invasione aliena suscita da sempre grande timore e fascino negli spettatori di tutto il mondo. Nel corso della storia del cinema, innumerevoli sono i film che affrontano tale evento con punti di vista sempre diversi. Tra i titoli più celebri dal Duemila ad oggi si annoverano La guerra dei mondi e Ultimatum alla Terra, mentre meno noto è L’ora nera, diretto nel 2011 da Chris Gorak, qui alla sua opera seconda dopo aver realizzato Right at Your Door, a sua volta un film di genere catastrofico. Con questo suo nuovo film il regista ha così modo di affrontare un evento tanto celebre quanto continuamente rinnovabile.

A produrre L’ora nera vi è inoltre Timur Bekmambetov, regista noto in particolare per aver diretto La leggenda del cacciatore di vampiri. La presenza di questi, kazako naturalizzato russo, permise di spostare il punto di vista dal classico Stati Uniti alla Russia. Un cambio di ambientazione non da poco, che permette al film di guadagnare una serie di elementi di originalità di particolare fascino. Anche questo aspetto ha infatti contribuito al successo economico del film, capace di incassare oltre 60 milioni di dollari a livello globale, a fronte di un budget di 34. Considerato che il film è stato distribuito direttamente per il mercato home video in molti Paesi, tra cui l’Italia, si tratta di un risultato che conferma l’interesse nei confronti del titolo.

Per chi non avesse ancora avuto modo di vederlo, si tratta dunque di un film da non perdere, nonostante i suoi difetti, i quali azi gli donano un atmosfera ancor più insolita e accattivante. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’ora nera: la trama del film

Il film ha per protagonisti cinque giovani, i quali si ritrovano ad arrivare nella capitale russa Mosca in un momento particolarmente sfavorevole. Una tempesta luminosa accoglie infatti Sean e Ben, giovani imprenditori in cerca di successo economico, come anche Natalie e Anne, dirette in realtà verso il Nepal ma costrette ad uno scalo imprevisto. Le due coppie di amici finiscono così con l’incontrarsi nei locali notturni della città, dove si imbatteranno anche in Skylar, l’uomo d’affari svedese che ha precedentemente imbrogliato Sean e Ben. La frenetica serata sembra essere il modo per dimenticare ogni problema e affanno, mettendo da parte rancori e delusioni.

Eppure, ben presto questa si rivela essere teatro per pericoli maggiori. Un improvvisa invasione aliena ha infatti luogo quella stessa notte, portando la città al collasso in tempi rapidi. Quello che fino a poco prima era il teatro di divertimenti e spensieratezza, è ora divenuto luogo di morte e paura. Composti da un’energia elettromagnetica, gli alieni uccidono brutalmente le forme di vita terrestri facendole a pezzi, grazie al fatto di risultare sostanzialmente invisibili agli esseri umani, anche se gli oggetti elettrici rivelano la loro presenza. I cinque ragazzi dovranno allora cercare di uscire vivi da quella situazione, spostandosi di notte e cercando di arrivare in una zona più sicura.

L'ora nera cast

L’ora nera: il cast del film

Come anticipato, protagonisti del film sono cinque ragazzi molto diversi tra loro. Il primo di questi è Sean, interpretato dall’attore Emile Hirsch, celebre in particolare per il film Into the WildNelle terre selvagge. Il suo compare Ben è invece interpretato da Max Minghella, noto per la serie The Handmaid’s Tale e regista del film Teen Spirit – A un passo dal sogno. Graziea a questo film, i due attori sono diventati grandi amici. Nel ruolo di Natalie si ritrova invece Olivia Thirlby, vista anche nelle serie Goliath e The L Word: Generation Q. La sua amica, Anne, ha il volto di Rachel Taylor, celebre come coprotagonista della serie Netflix Jessica Jones. Infine, Joel Kinnaman, noto per film come RoboCop, Suicide Squad e The Informer, interpreta l’uomo d’affare Skyler.

L’ora nera: le location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Il film è stato realmente girato a Mosca, dove Berkamambetov possiede una casa di produzione cinematografica. Ciò ha permesso così di far acquisire al film un’atmosfera sconosciuta a molti dei film di questo genere. Nella capitale russa si sono così svolte riprese tanto nei luoghi più noti e caratteristici, quanto in ambienti meno conosciuti o accessibili ma altrettanto utili al film. La produzione è inoltre andata incontro ad una sospensione di tre settimane a causa dei forti incendi che hanno colpito la Russia nell’estate del 2010. Questi hanno infatti generato una nube di fumo che ha impedito di dar luogo alle riprese del film. Queste sono riprese soltanto nel mese di settembre, costringendo ad alcuni cambiamenti nelle location.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’ora nera è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 

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