Dopo Blade
Runner 2049, Dave Bautista tornerà a
lavorare con Denis Villeneuve in Dune.
L’attore, come confermato da Variety nelle ultime ore, è
ufficialmente entrato nel cast del film, nuovo adattamento del
romanzo di Frank Herbert (già portato
sul grande schermo da David Lynch nel
1984) che sarà appunto diretto dall’autore franco-canadese.
Timothée Chalamet ricoprirà lo stesso
ruolo interpretato da Kyle
MacLachlan nella pellicola originale, mentre dei
personaggi di Bautista e Rebecca Ferguson non
abbiamo ancora aggiornamenti.
Il regista, reduce da Blade
Runner 2049, aveva specificato tempo fa che il film
non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una lettura personale
del testo di riferimento. Nel frattempo Villeneuve, con le ultime
dichiarazioni al Rendez-Vous du Cinema
Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di cinema),
ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla possibilità che
Dune
possa diventare un franchise: “Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake: “Il
film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò
al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi
ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il
massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi
registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento
aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo
proverò a fare il film dei miei sogni“.
Manca ormai pochissimo all’uscita
nelle sale di Glass,
ultimo lavoro firmato da M. Night
Shyamalan che chiude la trilogia formata
da Unbreakable e Split.
Il film del regista di Philadelphia vedrà
tornare Bruce Willis, Samuel L.
Jackson e James McAvoy nei
panni dei personaggi che hanno già interpretato, rispettivamente,
David Dunn, Elijah Price/L’Uomo di Vetro e Crumb/La
Bestia/L’Orda.
Proprio Shyamalan ha svelato in una
recente intervista che Glass vedrà il ritorno di un noto
personaggio di Unbreakablee
scene mai viste prima della pellicola del 2000:
“Ci sarà anche Joseph, il
figlio di David, interpretato dallo stesso attore. Spencer ora ha
30 anni ed è stato meraviglioso e molto potente vedere la stessa
persona cambiare davanti a te. Certo, non voglio svelare troppo, ma
vedrete scene originali di Unbreakable e il percorso di un attore
lungo 18 anni…“
Vi ricordiamo che
Glass arriverà al cinema il 18 Gennaio 2019,
distribuito dalla Universal Pictures in collaborazione con Blumhouse. Il film, terzo di una trilogia,
sarà un horror-thriller e vedrà nel cast Bruce
Willis, Samuel L.
Jackson, James
McAvoy, Anya Taylor-Joy, Spencer Treat
Clark e Charlayne Woodard.
Qui la prima sinossi: Dunn
(Bruce Willis) sta dando la caccia alla Bestia, controparte
sovrumana di Crumb (James McAvoy), scontrandosi con lui in maniera
sempre più aspra. Intanto Price (Samuel L. Jackson) emerge
dall’ombra, nascondendo dei segreti che si riveleranno pericolosi
per entrambi.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
È Variety a confermare la notizia
che circolava già da diversi mesi: la Sony è ufficialmente al
lavoro sul sequel di Venom, la
cui trama è stata “seminata” nella scena post-credits
(dove abbiamo visto la comparsa di Carnage, il nuovo antagonista
del simbionte).
Kelly Marcel, una degli
sceneggiatori del primo film, lavorerà allo script mentre
Tom Hardy e Michelle Williams
dovrebbero tornare nei rispettivi ruoli di Eddie Brock e Anne
Weying. Woody Harrelson, che era apparso nel cameo
finale, interpreterà – come promesso – Carnage, prossimo
antagonista di Venom.
Nessun aggiornamento per quanto
riguarda la regia: Ruben Fleischer potrebbe
rinunciare perché impegnato con la produzione di Zombieland
2, e l’uscita del sequel dovrebbe essere stata fissata
al 2020.
A parte un sequel diretto di Venom
– che è stato efficacemente impostato nella scena post-credits con
la rivelazione del personaggio
di Cletus Kasady aka Carnage interpretato
da Woody Harrelson – la Sony sta anche
programmando una serie di altri progetti che ruotano attorno a
personaggi di Spider-Man, come Morbius il Vampiro
Vivente di Jared
Leto e Silver Sable e Black
Cat. Se questi film dovessero avere il successo che a
questo punto SONY si aspetta, forse un crossover con lo Spider-Man
di Tom Holland (che è nel MCU) potrebbe concretizzarsi. Lo
stesso Fleischer pensa che uno scontro tra Venom e Spider-Man sia
inevitabile.
Questo inatteso successo al box
office mondiale dunque potrebbe ridurre le possibilità che la Sony
ceda completamente i diritti
di Spider-Man e dei personaggi a lui
correlati ai Marvel Studios. Con il film
con Tom Hardy, la SONY ha ufficialmente dato
inizio a un Universo Cinematografico suo, che potrebbe fare a meno
di Spider-Man e, nonostante l’avversione della maggior parte dei
critici, il film ha performato bene, raccogliendo l’entusiasmo dei
fan che hanno avuto prova, dal loro punto di vista, che è possibile
realizzare un film sul Simbionte, senza l’Uomo Ragno.
Il piano SONY ha fruttato allo
studio un incasso che ha
superato i 500 milioni in tutto il mondo, cifra sufficiente a
far pensare a un sequel, già preparato dalla scena
post credits di questo primo film. Questa notizia sembra
molto buona per chi ha gradito il film, ma non altrettanto buona
per i fan che sperano che i diritti di Spider-Man possano essere
completamente restituiti alla Marvel – in modo simile a quello
che sta succedendo con gli X-Men e
i Fantastici Quattro alla Fox.
I Marvel Studios sanno come farci ingannare
l’attesa per l’uscita di Captain Marvel (fissata a Marzo) e
rilasciano il terzo trailer ufficiale del film con scene mai viste
prima, tantissima azione e siparietti comici tra Carol Danvers e
Nick Fury.
Tra uno sguardo ravvicinato agli
alieni Skrull, i mutaforma che hanno invaso la Terra, e uno
all’addestramento della protagonista e alla gestione dei suoi
incredibili poteri, potete dare un’occhiata al trailer qui sotto
insieme a tre nuove locandine.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Netflix ha diffuso il trailer ufficiale
di Polar, il nuovo thriller diretto
da Jonas Åkerlund e con
protagonisti Mads Mikkelsen
eVanessa
Hudgens.
Polar, la trama
Duncan Vizla, alias Black Kaiser,
l’assassino più esperto del mondo, ha deciso di ritirarsi a vita
privata quando il suo ex capo dichiara che rappresenta una minaccia
per l’organizzazione. Contro la sua volontà, rientra nel giro
affrontando un esercito di sicari più giovani, veloci e spietati di
lui che non si fermeranno di fronte a nulla pur di metterlo a
tacere.
Diretto da Jonas Åkerlund, Polar è scritto da
Jayson Rothwell e prodotto da Jeremy Bolt, Robert Kulzer e Hartley
Gorenstein. Il cast di Polar comprende Mads
Mikkelsen, Vanessa Hudgens, Katheryn Winnick, Matt Lucas, Ruby O.
Fee, Fei Ren, Anthony Grant, Josh Cruddas, Robert Maillet, Julian
Richings, Johnny Knoxville e Richard Dreyfuss.Polar è basato sulla graphic novel della Dark Horse
“Polar: Came from the Cold” di Victor Santos.
Il regista e sceneggiatore
Massimiliano Bruno apre la conferenza stampa
raccontando la genesi del film, che sin dal titolo richiama un
classico della coppia composta da Troisi e Benigni. “Il film è
un omaggio a Non ci resta che piangere. Volevamo
fare un viaggio nel tempo, e abbiamo pensato di farlo attraverso
una commistione di generi.
Non ci resta che il crimine è un po’ come
Ritorno al futuro che incontra Romanzo
criminale. Ci sono elementi di fantascienza e del genere
poliziesco. Per la regia mi sono ispirato allo stile tracciato dai
cult di questi generi, ricchi di zoom, split screen e inquadrature
deformanti dal basso. Abbiamo ricostruito un certo tipo di
fotografia cupa che richiama gli anni ’80, sia da un punto di vista
cinematografico sia per quanto riguarda la pesantezza di quegli
anni di piombo.”
Bruno passa poi a parlare del
lavoro svolto sui personaggi, dichiarando che “dirigere gli
attori è stato più complicato del solito visto che alcuni di loro
affrontavano un ruolo per loro inedito. Basta pensare ad
Edoardo Leo, per la prima volta nei panni del
cattivo, Gassmann, che stavolta aveva il ruolo
dell’ingenuo. Giallini si è calato perfettamente
nel ruolo del cialtrone navigato, mentre Tognazzi
ha reso in maniera credibile un pusillanime che impara a tirare
fuori il carattere, e infine Ilenia Pastorelli è
stata bravissima nel ruolo della paracula bomba sexy. Siamo stati
attenti a rispettare i ruoli di tutti.
Parlando dei personaggi,
Edoardo Leo prende la parola per raccontare il suo
Renatino, pericoloso criminale del film. “C’è un vasto
immaginario di riferimento per questi ruoli, ma per costruire il
mio ho deciso di accantonare tutto ciò e invece di ricercare una
biografia del personaggio ho cercato di esasperare ciò che c’era
già nella sceneggiatura. Ho puntato sulla gelosia del personaggio,
elemento che poteva allo stesso tempo svelarne fragilità e
pericolosità.”
Gli autori del film,
Bruno e gli altri sceneggiatori Nicola Guaglianone e
Andrea Bassi, vengono poi chiamati a raccontare il
loro film e le scelte fatte nella stesura della sceneggiatura di
questo. E’ Guaglianone a prendere la parola è a dichiarare che
“la storia è spesso un pretesto per raccontare qualcos’altro.
Qui abbiamo tre amici che partono alla ricerca di un tesoro
materiale e invece ne trovano un altro ben più importante, che è
quello dell’amicizia.”
“Nel nostro lavoro ci
interroghiamo spesso su quale sia il senso di ciò scriviamo e su
cosa realmente vogliamo raccontare. – continua Andrea
Bassi – “Qui oltre all’amicizia ci interessava
raccontare il gioco perverso che ruota intorno alla sete di potere.
I personaggi di questo film sono stritolati da questa sete. Anche
il titolo è molto indicativo e ironico a riguardo. Spesso il
crimine viene visto in modo erroneo come un porto sicuro, come
l’ultima spiaggia, ma non lo è, e nel film questo è molto
evidente.”
“Gli più speciali della vita di
ognuno di noi sono quelli che vanno dai 12 ai 20. – aggiunge
poi Bruno – “Ci siamo confrontati per riportare alla luce tutte
le icone pop della generazione degli anni ’80. Questo è stato fatto
attraverso la moda, gli oggetti e soprattutto la musica, dai
Kiss ai The Clash.”
Bruno conclude poi ribadendo
l’importanza dell’operazione fatta con questo film. “Stiamo
cercando di realizzare sempre cose nuove e originali. Guaglianone
lavora molto per la commistione di generi, e penso che con questo
film siamo riusciti a raggiungere un buon risultato a
riguardo”.
Non ci resta che il
criminesarà nei cinema a partire dal 10 gennaio,
prodotto dalla Italian International Film e
Rai Cinema e distribuito da 01
Distribution.
Weekend molto ricco al box office
italiano, dove trionfa Ralph
Spacca Internet seguito da Aquaman e La
Befana vien di notte. Il fine settimana
dell’Epifania si è rivelato molto ricco al botteghino italiano, a
partire dal primo film in classifica. Infatti Ralph Spacca Internet conquista il
box office con ben 4 milioni di euro incassati in 677 sale a
disposizione, registrando una strepitosa media per sala che sfiora
i seimila euro.
Ottimo risultato anche per Aquaman che apre in seconda posizione
incassando 3,7 milioni in 540 copie, ottenendo una media per sala
stellare pari a 6800 euro.La
Befana vien di notte scende al terzo posto con
1,9 milioni con cui arriva a quota 6,8 milioni.Fresco vincitore del
Golden Globe come Miglior film drammatico e Miglior attore
protagonista in un film drammatico, Bohemian
Rhapsody raccoglie 1.249.000 euro e giunge
alla bellezza di 23,3 milioni di euro.
Moschettieri del Re conferma la
quinta posizione dell’esordio con 1.241.903 euro incassati in
questo weekend, per un totale di 4,2 milioni. Grande debutto per
Van Gogh – Sulla soglia
dell’eternità con Willem Dafoe, vincitore
della Coppa Volpi alla Mostra di Venezia, che apre con 1.241.021
euro incassati in 256 sale disponibili, registrando un’eccezionale
media per sala pari a 4800 euro.
Il Ritorno di Mary
Poppins scende al settimo posto con altri
968.000 euro con cui giunge a quota 11,6 milioni. Vice – L’uomo nell’ombra esordisce
con 645.000 euro, mentre Amici come
prima raccoglie altri 516.000 euro e supera il tetto
degli 8 milioni. Chiude la top10 Suspiria di Luca Guadagnino che
debutta con 421.000 euro in meno di 230 copie.
Si avvicina l’uscita di
Avengers: Endgame, capitolo che
chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU e spalancherà le porte ad un
futuro ricco di nuove storie e personaggi. Ma cosa sappiamo della
trama e quali previsioni possiamo azzardare?
Ecco di seguito 10
personaggi che potrebbero morire alla fine del film:
Vedova Nera
Con la conferma dello standalone su
Vedova Nera, in
molti hanno ipotizzato che l’eroina interpretata da
Scarlett Johansson morirà alla
fine di Endgame e tornerà nel suo film ambientato
negli anni Cinquanta.
Questa storyline avrebbe certamente
senso, visto che Natasha Romanoff ha dato tutta se stessa nel corso
del MCU come parte dei Vendicatori,
quindi non sorprenderebbe vederla lasciare i colleghi come
sacrificio ultimo alla causa.
Drax
Drax è già
morto dopo lo schiocco di Thanos alla fine di
Infinity War, tuttavia c’è chi pensa che una morte
“permanente” verrà raccontata nel prossimo film del MCU e che il personaggio figurerà
tra gli addi definitivi.
Sebbene abbia trovato una nuova
famiglia accanto ai Guardiani della Galassia, l’eroe ha
sempre voluto vendicare la sua famiglia originale, e un epilogo
appropriato a questa storyline sarebbe farlo ricongiungere ai suoi
cari nell’aldilà. Inoltre Dave Bautista
ha dichiarato che non tornerà mai nel franchise dei Guardiani senza
James
Gunn...
War Machine
War Machine è stato
ad un passo dalla morte diverse volte, come quando Rhodes viene
quasi ucciso in Captain America: Civil
War, sopravvivendo per miracolo fuori schermo; dunque
non stupirebbe se i Marvel Studios decidessero di eliminare il
personaggio proprio alla fine di Endgame, capitolo
conclusivo della Fase 3.
Occhio di Falco
Uno dei personaggi più amati dai fan
dell’universo Marvel ha forse subito il
trattamento peggiore nel passaggio dai fumetti al grande schermo.
Parliamo ovviamente di Clint
Barton aka Occhio di Falco, la
cui ultima apparizione risale a Captain America: Civil
War e che rivedremo il prossimo anno
in Avengers: Endgame al fianco dei
Vendicatori dopo la triste assenza in Infinity
War.
Il primo trailer
di Avengers: Endgame ha inoltre
confermato una delle teorie più gettonate sul film, ovvero quella
riguardante la “trasformazione” di Occhio di
Falco in Ronin. Tornando
in azione nei panni di un samurai spietato, verrà
presumibilmente richiamato al quartier generale dei Vendicatori da
Vedova Nera e affronterà la morte di persone a lui care (ecco il
motivo del lutto): questo significa che dovrà sacrificarsi per
ottenere ciò che vuole?
Hulk
Tutti gli elementi intavolati da
Avengers: Infinity War
lasciano pensare che la fine di Hulk sia
imminente: nel film abbiamo visto soltanto la sua controparte
“umana”, Bruce Banner, incapace di trasformarsi davanti al nemico
perché traumatizzato dall’incontro con Thanos, e questo problema
non potrebbe sbloccarsi in Avengers: Endgame con
un finale emozionante e tragico?
Forse Bruce combatterà valorosamente
nella sua ultima battaglia come Hulk, terminando la corsa del
personaggio del MCU; d’altronde a causa di strani
obblighi contrattuali, l’eroe non può apparire in uno standalone,
quindi ucciderlo sarebbe una soluzione piuttosto ovvia e
“comoda”.
Happy Hogan
Happy Hogan è
nel MCU dall’inizio, con Iron Man, ed è
apparso nel franchise di Tony Stark, in Spider-Man: Homecoming e
ovviamente in Avengers: Infinity War. Ora però c’è
da chiedersi quale destino verrà riservato al fedele assistente di
Iron Man: morirà in Endgame o sopravviverà allo
scontro finale? Ma soprattutto: è vivo dopo lo schiocco di
Thanos?
Nebula
C’è chi pensa che lo sviluppo del
personaggio non sia stato adeguato o in linea con gli altri
supereroi, tuttavia l’arco narrativo di Nebula è
apparso ugualmente interessante e più tormentato di tanti altri; e
dall’antagonista che abbiamo conosciuto in Guardiani della
Galassia Vol.1, la figlia di Thanos si è trasformata in
una vendicativa e protettiva sorella dal potenziale immenso.
Nebula è sopravvissuta allo
schiocco, e dopo tre film la sua ricerca di redenzione è diventata
molto importante nel MCU. E come ogni viaggio, ha
bisogno di una fine. Che arrivi proprio in Avengers:
Endgame?
Rocket Raccoon
Ciò che è riuscito a fare James Gunn con
i personaggi di Guardiani della Galassia è
incredibile: immedesimarci in supereroi un po’ sfigati e rigettati
dalla società non è mai stato così facile, come trovarsi
perfettamente allineati con un procione che piange quando realizza
che esiste un mondo più grande anche grazie a lui.
Per molti Rocket Raccoon
è stato il cuore del franchise di Guardiani della Galassia. e ora
che ha perso tutto, i suoi amici, le speranze, qualsiasi cosa,
l’eroe non ha niente da perdere e potrebbe sacrificarsi per il bene
comune alla fine di Endgame.
Thor
Se ci pensate bene, le ragioni per
cui Thor potrebbe
morire in Avengers: Endgame sono abbastanza ovvie:
è uno dei Vendicatori originali, oltre che personaggio iconico del
MCU, e la sua spavalderia unita
all’eroismo lo renderebbero protagonista di un bellissimo
sacrificio finale. Inoltre Chris Hemsworth ha già
preso parte alla trilogia sul Dio del Tuono più altri tre film del
franchise.
Di certo c’è che a differenza di
alcuni dei suoi colleghi, l’attore non ha mai detto di essere
stanco del personaggio, specialmente dopo Thor: Ragnarok, dove ha trovato nuova
energia creativa verso il ruolo…come andranno le cose?
Captain America
Chiudiamo questa carrellata con la
più prevedibile delle ipotesi (e anche una delle più tristi): il
pessimismo ci travolge ogni volta che si menziona Captain
America tra i papabili personaggi che moriranno
alla fine del film, tuttavia sembra un evento inevitabile visto
anche il messaggio di addio postato da
Chris Evans qualche mese fa.
Guardando la cosa in prospettiva,
Steve Rogers ha mostrato tutte le sue qualità e la nobiltà d’animo
dalla seconda guerra mondiale ad oggi, sacrificando se stesso per
salvare i suoi compagni. E non importa il modo in cui accadrà, né
chi sarà il responsabile, perché il nome di Cap rimarrà per sempre
nella memoria degli spettatori e del MCU.
ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su
Aquaman
Black Manta è
soltanto uno degli antagonisti di Aquaman nel
cinecomic diretto da James Wan e uscito nelle
nostre sale il 1 gennaio. Sullo schermo l’attore Yahya
Abdul-Mateen II ne veste i panni confrontandosi con
Arthur Curry in uno scontro finale dagli esiti incerti…
Ma cosa conosciamo davvero del
personaggio, e quali cambiamenti sono stati attuati dal fumetto al
film? Ecco qualche curiosità:
La costruzione della propria armatura
Tra tutti i cambiamenti, ce n’è uno
che potrebbe far infuriare i fan del personaggio: se infatti nei
fumetti Black Manta costruisce da solo la sua
armatura, nel film la sua controparte cinematografica lavora sul
materiale fornitogli da Orm sviluppato grazie a
tecnologie atlantidee.
In questo senso il villain potrebbe
apparire leggermente più debole dell’originale, che invece riusciva
ad occuparsi di Aquaman senza l’aiuto dei suoi nemici di Atlantide;
resta comunque il piacere di aver visto una
sequenza entusiasmante dove Black Manta mette insieme la sua
armatura personalizzandola con gadget straordinari.
L’incontro con Aquaman
Spesso accade che i cinecomic
debbano sacrificare qualcosa della storia dei personaggi per
favorire la narrazione, e nel caso di Aquaman si è
trattato di semplificare l’incontro tra il dottor
Stephen Shin e Black Manta.
Nei fumetti, Shin conosce e studia
Aquaman per tutta la sua vita, e viene a contatto con il villain
quando quest’ultimo lo rapisce pensando che sia un alleato del Re
dei Mari; da lì i due formeranno un team dopo un atto di
violenza da parte di Manta, e non dopo un incontro casuale come
visto nel film.
La morte del padre
Mentre il film sembra aver
conservato la rabbia quasi shakespeariana di Black
Manta per la morte del padre, sono le circostanze di
questa morte ad essere cambiate rispetto ai fumetti: lì infatti il
personaggio veniva ucciso quasi per caso, quando
Aquaman si scagliava contro il suo avversario per
salvare le persone a cui tiene, mentre nel DCEU Arthur uccide
intenzionalmente Jesse Kane.
Di fatto Aquaman lo lascia morire
quando avrebbe potuto salvarlo, guardando David Kane negli occhi
dicendogli di “chiedere pietà al mare“. Più tardi
rimpiangerà questa scelta e deciderà di risparmiare la vita a suo
fratello Orm.
La backstory di suo nonno
Nella storyline di Black
Manta è stata inclusa una scena con suo padre, Jesse Kane,
in cui apprendiamo che suo nonno fu un talentuoso soldato subacqueo
della Seconda Guerra Mondiale e che il paese lo abbandonò quando
finì di combattere.
Tuttavia qualsiasi ricerca sul
personaggio esclude qualsiasi dettaglio sul passato familiare di
David Kane, e ciò significa che si tratta di una novità rispetto ai
fumetti originali DC. D’altronde anche il soprannome di Black Manta
era il modo con cui i commilitoni del nonno avevano affibbiato
all’uomo, ed è un elemento che dona umanità e spessore al
villain.
Il nome
Mantenere il look originale dei
fumetti era ovviamente importante, come è altrettanto significativo
che il film abbia deciso di cambiare il vero nome di Black Manta.
Invece di David Hyde, come la controparte, si è
optato per David Kane, ma perché? Il motivo resta
ancora un grande mistero.
Ciò non ha influito affatto sulla
personalità del personaggio, dunque è una preoccupazione piuttosto
futile.
Van Gogh – Sulla
soglia dell’eternità conquista il botteghino. Dopo soli 4
giorni di programmazione nei cinema italiani, il film del regista e
artista contemporaneo Julian Schnabel, distribuito
da Lucky Red in associazione con 3 Marys Entertainment, supera il
milione di incassi al box office, per un totale di 1.241.021 euro e
di 179.753 spettatori.
Al centro del film il genio “maledetto” di Vincent Van Gogh,
raccontato attraverso gli occhi del cineasta e artista
contemporaneo Julian Schnabel: 22 anni dopo
“Basquiat”, il regista di “Prima che sia notte” e “Lo
scafandro e la farfalla” torna a parlarci della grande arte e
lo fa portando al cinema gli ultimi, tormentati anni del pittore
olandese.
“Questo è un film sulla pittura e un pittore e la loro
relazione rispetto all’infinito” ha dichiarato Schnabel a
Venezia. “Contiene quelli che sono i momenti che considero
essenziali nella sua vita; non è una biografia, ma la mia versione
della storia. Una versione che spero possa avvicinarvi maggiormente
all’artista”. Un film sulla creatività e sui sacrifici del
genio olandese, sull’intensità febbrile della sua arte, sulla sua
visione del mondo e della realtà.
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, trailer
ufficiale
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, la trama
Il film racconta gli ultimi anni
dell’artista Vincent Van Gogh, dal burrascoso rapporto con Paul
Gauguin a quello viscerale con il fratello Théo, fino al misterioso
colpo di pistola che gli ha tolto la vita a soli 37 anni. Tra
conflitti esterni e solitudine, un periodo frenetico e molto
produttivo che ha portato alla creazione di capolavori che hanno
fatto la storia dell’arte e che continuano ad incantare il mondo
intero. Un film sulla creatività e sui sacrifici del genio
olandese, sull’intensità febbrile della sua arte, sulla sua visione
del mondo e della realtà.
Per mesi il pubblico ha speculato
sul titolo ufficiale del quarto capitolo dei Vendicatori, rivelato
dai Marvel Studios con il primo trailer, eppure
sembra che anni fa sia stato proprio Robert Downey
Jr. a fornire un indizio per quello che sarebbe poi
diventato Avengers: Endgame.
Il video che vedete qui sotto risale
alla promozione di Avengers: Age of Ultron, e
nell’intervista l’attore si riferisce ad Ultron come la chiave per
ottenere una vita “normale” e arrivare alla “fine dei giochi”. Puro
caso o scelta consapevole?
Questo comprometterebbe l’ipotesi
che Endgame viene menzionato per la prima volta dal personaggio di
Doctor Strange in Infinity
War, dopo la battaglia sul pianeta Titano insieme agli
altri eroi.
Come riportato il mese scorso, un
altro noto villain dei fumetti DC farà la sua comparsa in
Birds Of Prey, spin-off tutto al femminile
guidato da Harley Quinn,
ovvero Victor Zsasz. Il villain
affiancherà Maschera Nera nella lotta alle supereroine di Gotham
City, e sarà Chris Messina a vestirne i
panni sul grande schermo.
Il look del personaggio potrebbe
esser stato svelato ieri sera dallo stesso Messina, che ha sfilato
sul red carpet dei Golden Globes 2019, come
testimonia la foto qui sotto; d’altronde le riprese del film stanno
per iniziare e i capelli biondi dell’attore lasciano intendere che
sia tutto pronto per il primo ciak.
Vi ricordiamo che Zsasz è uno degli
antagonisti di Batman dal retroscena particolarmente oscuro e uno
dei serial killer più letali in circolazione: ogni anima uccisa gli
provoca però una profonda ferita da qualche parte del suo corpo
sfregiato, dunque la sua pelle è completamente ricoperta da
cicatrici. Nei fumetti viene raccontata la tragica trasformazione
di questo uomo d’affari di successo di Gotham che si gioca il tutto
per tutto, perdendo, contro Pinguino.
La data d’uscita del film è fissata
al 7 febbraio 2020, periodo dell’anno
propizio per l’affluenza di pubblico, segno che lo studio crede
molto nel progetto. Dopotutto, facendo della Robbie il centro della
storia, è chiaro che lo scopo sia quello di utilizzare al meglio la
notorietà dell’attrice.
La prima sinossi del film
riporta: Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e
altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si
uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un
malvagio signore del crimine.
Birds of
Prey sarà diretto da Cathy
Yan da una sceneggiatura di Christina
Hodson e arriverà al cinema il 7 febbraio
2020. Margot Robbie riprenderà il ruolo
di Harley Quinn con cui ha debuttato
in Suicide Squad, e si occuperà anche
della produzione del film stesso, con Sue
Kroll e Bryan Unkeless. Con la
Robbie, ufficialmente nel cast Mary Elizabeth
Winstead e Jurnee Smollett-Bell saranno
rispettivamente Cacciatrice e Black Canary. Rosie
Perez sarà Renee Montoya. Ella Jay Basco sarà
Cassandra Cain e Ewan McGregor Maschera Nera.
A sostenere Black
Panther durante la cerimonia dei Golden Globes
2019 c’era anche Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios, che sul red carpet ha avuto
modo di parlare dei prossimi progetti cinematografici e della
“presunta” rivalità con il DC
Universe.
Ecco cosa ha raccontato a Josh Horowitz di Mtv:
“Sono andato a vedere Aquaman ieri sera e mi sono davvero divertito. E lo
sapete, ho sempre sostenuto la DC. Non vedo rivalità, ma solo film
interessanti. E su James
Gunn posso solo dire che è un regista fantastico” (Feige
si riferisce al fatto che Gunn curerà la sceneggiatura, e forse
anche la regia, di Suicide Squad2).
Sul destino di Guardiani
3 ha invece confermato che “Il film si farà. Quando,
dove, come? In un secondo momento“.
Il licenziamento di James
Gunn dalla regia di Guardiani della Galassia Vol.
3 ha lasciato aperta la posizione di rilievo
nella realizzazione del film, e da allora non sono arrivati più
aggiornamenti in merito. Sappiamo tuttavia che prima che fosse
annunciato il suo allontanamento produzione, Gunn
aveva completato la sceneggiatura,
quindi la domanda, fino a oggi, è stata proprio quella relativa
allo script: la Disney userà o meno lo script realizzato dal
regista e sceneggiatore?
Tempo fa Sean
Gunn, fratello di James che nel franchise interpreta
Kraglin e fornisce anche la mmo-cap di Rocket Raccoon, aveva
parlato dello stato della produzione di Guardiani
della Galassia Vol. 3. confermando che lo studio
avrebbe voluto usare la sceneggiatura firmata dal fratello:
“Non conosco i dettagli precisi
relativi a Guardiani 3. So che la Disney vuole ancora fare il film.
So anche che hanno tutte le intenzioni di utilizzare la
sceneggiatura che ha scritto mio fratello. Ovviamente, quella è
stata una situazione molto spiacevole per tutti, soprattutto per
lui, ma per esempio anche per me, passo sei mesi a preparare un
film, e adesso sono in sospeso.”
La situazione sembra quindi non
evolversi particolarmente per James Gunn, dal
momento che seppure verrà utilizzata la sceneggiatura, il regista
non tornerà (quasi sicuramente) alla regia del film. Intanto le
dichiarazioni di Gunn fanno pensare che la squadra realizzativa del
film rimarrà generalmente invariato, con la sola sostituzione del
regista. Aspetteremo novità in merito. Tuttavia quest’ultima
informazione dovrebbe assicurare al pubblico il
ritorno di Dave Bautista nei
panni di Drax, dal momento che l’attore aveva dichiarato che non
avrebbe ripreso il ruolo se non fosse stata utilizzata la
sceneggiatura firmata da James Gunn.
Guardiani della Galassia
Vol. 3 è al momento sospeso dalla produzione presso i
Marvel Studios.
Come spesso accade, alcune
importanti rivelazioni sulla trama dei cinecomic vengono diffuse
dal merchandise ufficiale che Twitter rende virali nel giro di
poche ore: è toccata la stessa sorte a Shazam!,
nuovo titolo dell’universo cinematografico DC in arrivo tra pochi
mesi, e secondo una fonte non del tutto attendibile i Sette
Peccati Mortali faranno la loro comparsa accompagnati dal
Dottor Sivana.
Per chi non avesse mai sentito
nominare questi villain, nei fumetti vengono presentati come le
entità demoniache che rappresentano i sette peccati capitali,
ovvero orgoglio, invidia, avidità, ira, pigrizia, gola e
lussuria.
Non sappiamo ancora che ruolo
ricopriranno in Shazam!,
ma alcune voci sostengono che si rifaranno alle nuove versioni di
Geoff Johns e Gary Frank nei
fumetti di New 52. Sarà davvero così? Cosa vi
aspettate?
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che Shazam!
farà parte dell’Universo Cinematografico DC e
seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due
attesi titoli di casa DC.
Shazam!
è atteso per il 2019 e vede nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
“Cosa rende Carol
un’eroina“? La risposta a questa domanda potrebbe non arrivare
grazie al nuovo spot di Captain Marveldiffuso poche ore
fa, ma è ciò che vedremo sicuramente sul grande schermo una volta
che il film uscirà nelle nostre sale a Marzo.
La clip è andata in onda ieri
durante uno spazio pubblicitario dei Golden Globes 2019 mentre
in giornata arriverà altro footage inedito del cinecomic.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Come parte di un universo condiviso
Aquaman avrebbe
potuto ospitare almeno uno degli altri supereroi DC, tuttavia è
stato il regista James Wan a spiegare la ragione
per cui nel film non vedremo alcun cameo di Wonder Woman o Superman in una recente
intervista:
“Volevamo che fosse il suo
standalone e che trattasse solo di Aquaman. Inoltre sento che tutti gli altri personaggi
abbiano già avuto molto spazio in tanti film e che il pubblico li
abbia conosciuti a sufficienza nei diversi progetti. Lasciamo che
questo sia il momento di Aquaman sotto i riflettori no?“.
Vi ricordiamo che il supereroe
interpretato da James Momoa aveva fatto la sua
comparsa in Batman v Superman: Dawn Of Justice
prima di avere un ruolo più importante nel cinecomic corale
Justice League.
L’inizio della corsa
di Aquaman non poteva essere più
positiva: grazie ai 93.6 milioni di dollari incassati nel
weekend d’apertura al box office cinese, il film
di James Wan diventa il miglior debutto
della storia per quanto riguarda il mercato asiatico e il migliore
di sempre per quanto riguarda i cinecomic DC.
Superato di gran
lunga Ready Player One (che lo
scorso anno ne aveva
registrati 61.6), Aquaman è anche
il quinto miglior opening per un film di supereroi e il quarto per
un titolo americano quest’anno. Per intenderci, Wonder
Woman aveva toccato quota 90.4, Man of
Steel 63.4, Batman v Superman: Dawn
of Justice 95.7 e Justice
League 106 nella prima settimana di
programmazione.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Sarebbe stato davvero difficile
prevederlo, eppure i Golden Globes 2019 si sono
chiusi con la più grande delle sorprese: A Star Is Born, dato
per favorito nelle categorie principali, soprattutto Migliore
Attrice Drammatica e Miglior film Drammatico, ha ceduto il passo a
concorrenti insospettabili, accontentandosi del premio alla
migliore canzone originale. Ebbene sì, perché se Lady
Gaga ha dovuto, e a ragione, cedere il posto a
Glenn Close, che con The Wife – Vivere
nell’ombra, porta a casa il suo primo Golden Globe per
un ruolo cinematografico, Rami Malek e Bohemian Rhapsody hanno
portato via a Bradley Cooper e al film stesso i premi nelle
categorie ‘drama’.
Il biopic su Freddie
Mercury e sui Queen, che sarebbe più corretto definire un
film-omaggio alla band inglese, ha vinto a sorpresa, sbaragliando
una concorrenza alquanto importante. Non solo A Star is
Bron, ma anche i bellissimi
Blackkklansman e Se la Strada potesse
parlare, oltre al cinecomic Marvel, Black Panther.
Per quanto riguarda la categoria
comedy-musical, si registra vincitore Green Book, di
Peter Farrelly, che porta a casa un totale di tre
globi, alla sceneggiatura, al migliore attore non protagonista,
Mahershala Ali, e al miglior film, con buona pace
di Viggo Mortensen, che si ferma di fronte
all’interpretazione mimetica di Christian Bale di
Dick Cheney, unico premio assegnato a Vice – L’uomo nell’Ombra, film più nominato
alla partenza.
In generale, la Hollywood
Foreign Press Association ha distribuito i riconoscimenti,
garantendone uno a Se la strada potesse
parlare, dato a Regina King per la
migliore non protagonista, e un altro al bellissimo La Favorita, di Yorgos
Lanthimos, che ha visto trionfare
Olivia Colman, che aveva già vinto la Coppa Volpi a
Venezia 75 per il ruolo. Niente da fare invece per Willem Dafoe che, insignito dello stesso
riconoscimento in laguna lo scorso settembre per Van Gogh – Sulla soglia
dell’eternità, ha dovuto cedere il passo a Malek.
Alfonso Cuaron si
porta a casa due premi, quello al miglior film straniero e alla
migliore regia, per il suo Roma (Leone
d’Oro a Venezia 75). Se il premio al miglior film straniero era
atteso visto l’amore con cui è stato accolto il film negli Stati
Uniti, è stato più sorprendente il riconoscimento alla regia, data
la concorrenza spietata e la presenza di un “avversario” del
calibro di Spike Lee.
L’armata Disney è stata sconfitta
su tutti i fronti, invece, visto che il suo Il Ritorno di Mary
Poppins va a casa a mani vuote (la categoria migliore
colonna sonora è stata conquistata da Justin
Hurwitz per Il Primo Uomo)
e anche i suoi film d’animazione devono lasciare spazio al ben più
meritevole Spider-Man: Un nuovo
Universo, di SONY.
Nonostante le premesse, la
conduzione di Andy Samberg e Sandra Oh è stata
piatta, molto tesa alla ricerca della battuta e della parodia, ma
mai davvero coinvolgente, semplice e “sicura”. Gli unici momenti di
ilarità sono stati portati da alcuni presentatori, come
Bill Murray in particolare, e dalla stessa Oh, che
oltre a presentare la serata ha anche vinto il Golden Globes per la
sua performance in Killing Eve, diventando la
prima attrice di origine asiatiche ad aver vinto due riconoscimenti
della HFPA.
A un anno dal Time’s Up, il glamour
variopinto è tornato sul tappeto rosso, a dispetto del total black
della scorsa edizione. Anche se soltanto Lady Gaga
si è davvero distinta nell’abbigliamento, mentre gli altri ospiti,
per la maggior parte, si sono attenuti a un codice di eleganza e
sobrietà, con poche eccezioni di originalità. E la più delusa forse
rimane proprio lei, che era stata data per favorita: la popstar ha
comunque pianto e ringraziato tutti, quando ha ritirato il premio
per la migliore canzone, ma era chiaro che quel Valentino da favola
era stato indossato per figurare tra i migliori attori
dell’anno.
Se neanche il frivolo chiacchierare
della sfilata da red carpet ci dà motivo di interesse nel seguire
queste cerimonie in cui Hollywood premia se stessa, resta la grande
perplessità per l’utilità e anche il valore di tali premi. Se opere
tranquillamente assimilabili a film tv come Bohemian Rhapsody e interpretazioni da
cosplayer come quella di Rami Malek vengono incoronati come il meglio
dell’anno cinematografico, bisogna davvero rivedere le posizioni in
merito a tali cerimonie.
Erano anni che questi premi non
facevano registrare un interesse così scarso, una conduzione così
sciatta, un tappeto rosso così piatto e dei vincitori così
imprevedibili, nel bene e nel male. Forse soltanto per questo
ricorderemo i Golden Globes 2019, per la totale
imprevedibilità dei suoi esiti.
Sono stati assegnati i premi del
Golden Globes 2019, l’edizione numero 76 dei premi
assegnati dalla Associazione Stampa Estera a Hollywood (HFPA). Ecco
di seguito tutti i vincitori:
Al via la 76° edizione dei
Golden Globes 2019, con star, nominati, invitati e
presentatori pronti a sfilare sul tappeto rosso del Beverly Hilton
Hotel, location di lusso che ospita la cerimonia di assegnazione
dei premi della stampa estera a Hollywood.
Ecco di seguito le immagini dal red
carpet della serata:
Easy Rider è uno
di quei film che ha segnato una tappa importante della storia del
cinema mondiale. Diretto nel 1969 da Dennis
Hopper, ha segnato l’inizio della New Hollywood e è stata
una pietra miliare del genere road movie.
Scritto da Hopper e Peter
Fonda, interpretato da loro due e da Jack Nicholson, il film racconta una nuova
gioventù piena di ideali e interessi diversi dalla generazione
precedente, che vive secondo i valori della libertà di pensiero e
dell’anticonformismo.
Ecco, allora, tutto quello
che non sapevate di Easy Rider.
Easy Rider: streaming
Easy Rider è uno dei film
che ha fatto la storia del cinema. Chi volesse rivederlo oppure
volesse approcciarvisi per la prima volta con questo capolavoro
degli anni ’60, è possibile trovare Easy Rider in
streaming sulla piattaforma digitale di Chili, disponibile anche in
streaming ita.
Easy rider: film
Easy Rider è stato considerato, e continua ancora ad
esserlo, un film simbolo della nascita della New Hollywood. Il film
racconta un’epoca nuova, un contesto sociale e culturale
differente, fatto di voglia di evasione, di controtendenza e di
anticonvenzionalità. Easy Rider è uno dei primi road
movie, in grado di aprire la strada a questo genere, raccontando i
modi di vivere dei tardi anni ’60.
Realizzato nel 1969, diretto da
Dennis Hopper, sceneggiato da Peter Fonda, Hopper e Terry
Southern e interpretato da Hopper, Fonda e Jack Nicholson, il film racconta la storia di
Wyatt “Capitan America” e Bill che decidono di attraversare il
paese da ovest a est in sella alle loro motociclette acquistate con
il guadagno derivato dal trasporto di cocaina dal Messico agli Usa.
I personaggi, durante il loro viaggio, incontreranno sulla strada
tante persone diverse, con vivranno esperienze di diverso tipo.
Inizialmente incontrano un hippy,
poi fanno la conoscenza di un giovane avvocato, George, durante gli
arresti per aver partecipato ad una parata motociclistica non
autorizzata. Il terzo ragazzo si unisce a loro, per perdersi
insieme in altri eventi posti sul tragitto. Se l’idea di realizzare
questo film è venuta a Peter Fonda dopo aver visto una foto che lo
ritraeva insieme a Bruce Dern sulle proprie motociclette, egli
stesso è stato co-autore della sceneggiatura insieme a Dennis
Hopper: questa non era stata realizzata in maniera del tutto
completa e la maggior parte delle battute vennero improvvisate sul
set durante le riprese, specie mentre gli attori erano davvero
sotto l’effetto della marijuana.
Easy Rider: significato
Easy Rider è un film ricco
di simbologie e più volte si è cercato di attribuirgli diversi
significati, in special modo concernenti il finale. Il film
richiamò un pubblico diverso al cinema, un cinema che ai tempi
stava soffrendo a causa della crisi delle società di produzione.
Ecco che il film di Hopper vira verso l’innovazione, concentrandosi
sull’cambiamento che ultimamente stava diventando il nodo cruciale
dell’America moderna, un mondo giovanile che desiderava un mondo
culturale e sociale diverso.
Easy Rider cavalcò
in pieno una strada già aperta da Il Laureato di
Mike Nichols con Dustin Hoffman, film che anticipò la rivolta
giovanile del 1968. Easy Rider è il primo film che mostra
il possesso di droga e ne fa vedere anche il consumo della stessa:
un consumo di marijuana che fanno i protagonisti stessi del film e
che è stato fatto anche dagli attori durante le riprese. Il taglio
con il cinema del passato è netto, il film di Hopper ha aiutato a
recidere un cordone ombelicale che stava strozzando il mondo del
cinema: ma il film di Hopper, conosciuto anche con il titolo di
Easy Rider – Libertà e paura, non porta con sé solo questo
significato.
Questo film è il simbolo della
libertà di agire e di pensiero, una pellicola in cui tutto quello
che viene mostrato è parte integrante (come i paesaggi) di una
viaggio verso la controcultura, indicato anche nel tragitto che va
da ovest ad est e non, come consuetudine, in senso inverso. Il
significato vero e forse più profondo del film lo si trova nel
finale, quando i due protagonisti vengono uccisi, sulle loro moto,
da due razzisti.
Non c’è spiegazione, non modo di
capire il perché, senza avere risposte, ma solo domande e
riflessioni. La morte violenta non è altro che il prezzo da pagare
da parte di una società che cerca di andare contro a quella
precedente, nel voler esprimere i propri pensieri, il proprio
essere, senza paura di essere giudicati, suscitando, allo stesso
tempo, paura nella vecchia generazione. Potrà essere questo un vero
e sconvolgente inizio per la nuova società americana o durerà molto
poco, il tempo di un respiro, il tempo di un viaggio?
Colonna Sonora Easy Rider
In Easy Rider la colonna
sonora è parte determinante del film, diventando un vero e proprio
commento sonoro mai visto prima. Anche se leggenda vuole che
inizialmente non fosse prevista una colonna sonora di così tale
portata per accompagnare il film, e che Hopper volesse concentrarsi
su una serie di suoi brani preferiti dell’epoca, in ogni caso i
brani selezionati per il film, di cui in seguito ne è stata
realizzata una raccolta, riassumono e amplificano gli ideali di
anticonformismo e libertà che guardavano verso un cambiamento del
mondo allora contemporaneo in maniera radicale.
I brani utilizzati e più famosi del
film sono Born to be Wild, un pezzo che si può posizionare
nella preistoria dell’heavy metal e che ricorda molto anche il
rombo di una possente motocicletta. Insomma, per la colonna sonora
vennero usate canzoni diventate significative per quegli anni:
The Pusher e Born to be Wild dei Steppenwolf,
The Weight degli Smith, Wasn’t Born to Follow dei
The Byrds, If You Want to Be a Bird di Holy Modal
Rounders, Don’t Bogart Me dei Fraternity of Man, If 6
Was 9 di The Jimi Hendrix Experience, Kyrie Eleison/Mardi
Gras dei The Eletric Prunes e It’s Alright, Ma (I’m Only
Bleeding) e Ballad of Easy Rider di Roger
McGuinn.
Tutti pazzi per Mary è
praticamente un pietra miliare nella storia della commedia
cinematografica. La storia d’amore tra Ted e Mary, corteggiata da
diversi pretendenti, ha conquistato il pubblico di tutto il
mondo.
Il film di Bobby e
Peter Farrelly, che sbancato i botteghini di tutto
il mondo nel 1998, è una commedia e una storia d’amore divertende e
che scalda il cuore in una maniera del tutto politicamente
scorretta.
Ecco dieci cose che non
sapevate di Tutti pazzi per Mary.
Tutti pazzi per Mary: streaming ita
1. Chi desiderasse
rivedere il film oppure recuperarlo e vederlo per la prima volta,
ci si può affidare alla piattaforme streaming digitali e
legali, come Chili, Infinity, Rakuten Tv, Google Play e Apple
iTunes.
Tutti pazzi per Mary: cast
2. Cameron Diaz è stata la
prima scelta per il ruolo di Mary. Il cast di Tutti pazzi
per Mary è pazzesco e
Cameron Diaz ne è il diamante. Per i registi, i fratelli Farrelly, la Diaz fu la prima ed
unica scelta: vedevano in lei la donna perfetta per recitare quel
ruolo, asserendo che avesse una gran serie di caratteristiche come
uscire con i maschi, adorare gli sport e bere birra la sera.
Sebbene la Diaz decise di partecipare al progetto con una certa
euforia, il suo agente era fortemente contrario ad un suo
coinvolgimento nel film, convinto che le avrebbe rovinato la
carriera. Meno male che non lo ha ascoltato!
3. Lo studio di produzione
era riluttante dall’ingaggiare Ben Stiller per il ruolo di
Ted.
Ben Stiller era la prima scelta dei
registi (che avevano considerato anche Jim Carrey e Jon Stewart), ma la casa di produzione non era
convinta fino in fondo di volerlo assumere anche per il timore che
fosse poco conosciuto al di fuori dei confini americani. Dati le
circostanze, i registi hanno proposto Owen Wilson e i produttori si trovarono
davanti il nome di un attore sul quale era ancora più riluttanti a
riguardo. Alla fine, la casa di produzione decise di dare fiducia
ai fratelli Farelly, assumendo.
4. Durante la realizzazione
del film, Matt Dillon era fidanzato con Cameron Diaz.
L’attore americano accettò con entusiasmo di interpretare il ruolo
di Patrick “Pat” Healy, apprezzando il fatto che la coppia di
registi lasciasse grande spazio all’improvvisazione. Ai tempi
Matt Dillon non aveva fatto molte commedie e l’attore stesso
definì la sua performance come una sfida perché “la commedia
richiede un gran sincronizzazione.
Tutti pazzi per Mary: trailer
5. Non aver mai visto il
film e nemmeno il trailer è un errore al quale bisogna subito
rimediare! Recuperare un film come Tutti pazzi per
Mary farò aprire gli occhi verso un mondo di comicità
differente da quello che si solito si trova sul mercato.
Tutti pazzi per Mary: film
completo
6. La scena di Ted e della
zip deriva da un fatto vero. Dopo aver visto il film
completo, ci si rende conto che una delle scene più memorabili è
proprio quando il povero Ted cerca di tirare su la zip e qualcosa
va storto. I due registi hanno rivelato che anni fa, quando la loro
sorella più piccola diede una piccola festicciola a casa, uno dei
ragazzini invitati andò al bagno e vi rimase chiuso per diverso
tempo, finché il signor Farrelly non andò ad assicurarsi della sua
salute e riuscì ad aiutarlo. Nessuno disse niente a nessuno per
evitare disagio al ragazzo.
7. Cameron Diaz si era un
tantino preoccupata per la scena del gel. Se viene citato
il film Tutti pazzi per Mary, la prima cosa che viene in
mente è la scena al ristorante con Mary e quel gel “particolare”.
Prima di girare la scena, i Farrelly si assicurarono che la Diaz
fosse a proprio agio con tutto quando e lei non ebbe nessuno
problema. Ma poco prima di girare cominciò a preoccuparsi, pensando
che una scena del genere avrebbe potuto far deragliare le sua
carriera “All’inizio avevo domande perché non sai mai come possa
andare qualcosa genere se non si è mai fatto prima. Mi sono fidata
di Bobby e
Peter, ovviamente, perché loro sono divertenti, ma quando siamo
arrivati ad avere una visuale della cosa, mi sono resa conto di
quanto fossero nel giusto”.
8. I fratelli Farrelly
pensavano che Tutti pazzi per Mary fosse il loro ultimo
lavoro. Il progetto precedente, Kingpin (1996),
era andato molto male ai botteghini diventando un clamoroso flop.
Indi per cui, decisero di mettere tutto loro stessi in questo film,
perché tanto non avevano niente da perdere. Quando, poi, Tutti
pazzi per Mary uscì al cinema, la carriera dei Farrelly
continuò senza problemi.
Film: Tutti pazzi per Mary
9. Il complesso
residenziale dove Mary vive a Miami è stato distrutto. La
casa in cui Mary abita quando si trasferisce a Miami, è stata
distrutta, nel 2008, da un incidente di natura edile che ha ucciso
ben due persone, ferendone altre cinque. Purtroppo, una gru crollò
in un condominio vicino che era in costruzione e in cui la casa
sarebbe dovuta essere implementata.
10. Sembra la storia del
film si ispiri ad un fatto reale. Il fatto di cronaca a
cui gli sceneggiatori si sarebbe ispirati, riguarda un uomo che,
desideroso di ritrovare una compagna di classe di quando era al
liceo, si mise ad ingaggiare un investigatore privato. Gli
sceneggiatori si posero solo la domanda: cosa potrebbe succedere se
l’investigatore privato mentisse al suo cliente perché si è
innamorato della ragazza?
La sera del 6 gennaio (la notte tra
il 6 e il 7, qui in Italia) i Golden Globes 2019
apriranno ufficialmente la stagione dei premi. I riconoscimento
della Hollywood Foreign Press Association
(Associazione della Stampa Estera a Hollywood)
sono da sempre gli apripista per un mese vorticoso di glamour,
discorsi di ringraziamento e, ovviamente, premi che vedono Los
Angeles e tutta la sua variopinta flora al centro dell’interesse
del mondo dello spettacolo.
Da A Star is Born
a Green Book, passando per Vice – L’uomo
nell’ombra e La Favorita,
sono tanti i film già riconosciuti di un certo valore con una o più
nomination e sono tanti i globi d’oro da assegnare, nella serata
che sarà condotta da Sandra Oh e Andy
Samberg. Già la coppia conduttrice della serata si
preannuncia un inedito. I due attori sono un assortimento molto
interessante che promette gag comiche (ovviamente studiate al
millimetro) e siparietti che potrebbero non far rimpiangere le
fulgide conduzioni di Tina Fey e Amy
Poehler.
Per quello che riguarda i premi, è
prevista, su Los Angeles, una pioggia di Golden Globes per
A Star is Born, l’esordio dietro la macchina da
presa per Bradley Cooper, che è nominato come
attore drammatico, regista e, ovviamente, per il suo film in veste
di produttore. L’attore che da poco ha compiuto 44 anni potrebbe,
personalmente, andare via a mani vuote, con l’eccezione del premio
al miglior film drammatico, categoria in cui A Star is
Born sembra non avere rivali. Gli altri premi che invece
sembrano già assegnati sono quelli a Lady Gaga
come migliore attrice, con buona pace della splendida Glenn
Close di The Wife – Vivere
nell’Ombra.
Non c’è dubbio che la popstar che
ha esordito sul grande schermo con il ruolo di Ally abbia
consegnato al film e al pubblico una grande e intensa
interpretazione, ma si tratta di un lavoro che va al di là del
valore cinematografico, molto scarso, e va a inserirsi in quella
categoria di film confezionati per il grande pubblico, le emozioni
“facili” e, soprattutto, i premi. Non che sia un male in senso
assoluto, ma si tratta del prodotto tipico che “ruba” il merito a
lavoro più raffinati, come appunto è The Wife.
Il Bradley Cooper
regista, invece, perderà senz’altro, visto che condivide la
categoria con Alfonso Cuaron, che gareggia con
Roma, apprezzatissimo, ma anche con Spike Lee, che
ha realizzato uno dei film più belli e duri della stagione,
BlackkKlansman,
mettendo a segno un risultato grandioso per il suo ritorno in sala.
Il Cooper attore pure si scontra con mostri sacri, quali
Willem Dafoe, alla performance della vita con il
suo Van Gogh e Rami Malek, che sebbene abbia
realizzato poco più che un cosplay perfetto di Freddie
Mercury, sta ricevendo uno spazio e un plauso davvero
immotivato.
Strano a dirsi, ma quest’anno la
concorrenza sembra molto più agguerrita nella categoria
Comedy/Musical in cui concorrono film del calibro di Vice –
L’uomo nell’Ombra e di Green Book, oltre
a La Favorita, Il Ritorno di Mary
Poppins e buffi outsider come Crazy & Rich
(Asian), commedia divertente sulla “lotta di casta” nella
moderna Singapore. Chiaramente i film di McKay e di Farrelly sono i
capolista, con La Favorita di Yorgos
Lanthimos che ha molte chance di riuscire a portare a casa
il premio alla migliore attrice, Olivia Colman,
già Coppa Volpi a Venezia 75 per lo stesso ruolo.
Sarà invece molto divertente la
lotta tra Christian Bale e Viggo
Mortensen, entrambi sformati e molto ingrassati per
interpretare i rispettivi personaggi, due figure storiche, uno
artefice del “male nel mondo” moderno, l’altro virtuoso esempio di
razzista convertito all’amore e alla tolleranza. Puntiamo tutto su
Mortensen e sul divertente ed edificante personaggio portato sul
grande schermo in Green Book.
Per qunto riguarda i migliori non
protagonisti, i Golden Globes non separano le categorie, come per
gli attori protagonisti, e quindi sembra inevitabile che da una
parte Amy Adams conquisti il suo ennesimo globo
per Vice (e magari anche un meritato premio Oscar,
chissà), nonostante Regina King (Se la strada potesse
parlare) sia in agguato, mentre Richard E.
Grant possa sbaragliare la concorrenza con l’outsider
Can You Ever Forgive Me?, che in Italia uscirà con
il titolo di Copia originale, una specie di
equivalente di Tonya dello scorso anno, che ha
visto il meritato trionfo di Allison Janney.
Mentre la HFPA potrebbe comunque
premiare lo sforso della Disney per aver riportato al cinema
Mary Poppins, con il riconoscimento alla migliore
colonna sonora, è plausibile che nella categoria miglior film
d’animazione, questa volta, la spunti SONY con il suo magnifico
Spider-Man: Un Nuovo
Universo.
E per il milgior film straniero? Il
2018 appena trascorso è stato un anno ricco di film straordinari
che si affolleranno tutti nella stessa categoria.
Roma di Cuaron sembra essere il titolo favorito,
ma anche Un affare di
famiglia potrebbe conquistare il cuore
dell’Associazione, così come ha conquistato il cuore di chiunque lo
abbia visto. Considerata la qualità dei film in questa categoria,
qualunque film premiato sarebbe meritevole (con l’eccezione di
Cafarnao!).
Ecco di seguito le previsioni per
i Golden Globes 2019
Miglior film drammatico: A
Star is Born
Miglior film commedia:
Green Book
Miglior Attore
Protagonista – Drama: Willem Dafoe
Miglior Attrice
Protagonista – Drama: Lady Gaga
Miglior Attore
Protagonista – Commedia o Musical: Viggo Mortensen
Miglior Attrice
Protagonista – Commedia o Musical: Olivia Colman
Miglior Attore Non
Protagonista: Richard E. Grant
Miglior Attrice Non
Protagonista: Amy Adams
Miglior Sceneggiatura: La
Favorita
Miglior Film d’Animazione:
Spider-Man: Un Nuovo Universo
Miglior Film Straniero:
Roma
Miglior Colonna Sonora: Il
Ritorno di Mary Poppins
Miglior Canzone Originale:
Shallow – A Star is Born
Oltre a Golden Globes e
Oscar, la stagione dei premi assegna anche una serie di
riconoscimenti di grande prestiogio ai film per settore. Ogni anno,
i sindacati degli attori, dei registi, dei produttori, hanno il
loro palmares, premi assegnati agli specialisti di settore da
colleghi di settore. Probabilmente, da un punto di vista del
merito, niente ha più valore che veder riconsociuto il proprio
valore dai propri colleghi.
Si comincia quindi con le nomination
ai PGA 2019, Producers Guild
Awards, il sindacato dei produttori. Più di ogni altro
premio, il PGA è il premio assegnato al film che
quasi sempre vince agli Oscar, cosa che non vale con la stessa
costanza per gli altri riconoscimenti assegnati da altri
sindacati.
Ecco le nomination ai PGA 2019
Darryl F. Zanuck Award per il miglior produttore di un
lungometraggio:
BLACK PANTHER
Producer: Kevin Feige BLACKKKLANSMAN
Producers: Sean McKittrick, Jason Blum, Raymond Mansfield, Jordan
Peele, Spike Lee BOHEMIAN RHAPSODY
Producer: Graham King CRAZY & RICH
Producers: Nina Jacobson & Brad Simpson, John Penotti LA FAVORITA
Producers: Ceci Dempsey, Ed Guiney, Lee Magiday, Yorgos
Lanthimos GREEN BOOK
Producers: Jim Burke, Charles B. Wessler, Brian Currie, Peter
Farrelly, Nick Vallelonga A QUIET PLACE
Producers: Michael Bay, Andrew Form, Brad Fuller ROMA
Producers: Gabriela Rodríguez, Alfonso Cuarón A STAR IS BORN
Producers: Bill Gerber, Bradley Cooper, Lynette Howell Taylor VICE – L’UOMO NELL’OMBRA
Producers: Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Kevin Messick, Adam
McKay
Miglior produttore di un documentario:
“The Dawn Wall”
Producers: Josh Lowell, Peter Mortimer, Philipp Manderla “Free Solo”
Producers: Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, Evan Hayes,
Shannon Dill “Hal”
Producers: Christine Beebe, Jonathan Lynch, Brian Morrow “Into the Okavango”
Producer: Neil Gelinas “RBG”
Producers: Betsy West, Julie Cohen “Three Identical Strangers”
Producers: Becky Read, Grace Hughes-Hallett “Won’t You Be My Neighbor?”
Producers: Morgan Neville, Nicholas Ma, Caryn Capotosto
Miglior produttore di un film d’animazione:
IL GRINCH
Producers: Chris Meledandri, Janet Healy GLI INCREDIBILI 2
Producers: John Walker, Nicole Grindle L’ISOLA DEI CANI
Producers: *Da determinare* RALPH SPACCA INTERNET
Producer: Clark Spencer SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO
Producers: Avi Arad, Phil Lord & Christopher Miller, Amy Pascal,
Christina Steinberg
Dopo le prime immagini ufficiali
diffuse da Entertainment Weekly, ecco una nuova foto dal live
action di Aladdin che ritrae Naomi
Scott nei panni della principessa Jasmine. L’attrice,
vista in Power Rangers, incarnerà la principessa
Disney, sulla scia di quanto già fatto da Lily
James in Cenerentola e Emma
Watson in La Bella e la Bestia.
Aladdin: il
teaser trailer del
live action con Will Smith
Diretto da Guy
Ritchie (Sherlock
Holmes, Operazione U.N.C.L.E.) e
scritto da John August (Dark
Shadows, Big Fish – Le Storie di Una Vita
Incredibile), Aladdin
è interpretato da Will
Smith (Alì, Men in
Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire
tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada
magica.
Mena
Massoud (Jack Ryan) è il
protagonista, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada
innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa
Jasmine, interpretata da Naomi
Scott (Power Rangers), che
vuole scegliere liberamente come vivere la
propria vita. Marwan
Kenzari (Assassinio sull’Orient
Express) è Jafar, un malvagio stregone che
escogita un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su
Agrabah; mentre Navid
Negahban (Homeland: Caccia alla
Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di
Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla
figlia Jasmine.
Aladdin è
prodotto da Dan Lin (The LEGO
Movie), mentre il vincitore del Golden Globe
Marc Platt (La La
Land), Jonathan Eirich
(Deathnote) e Kevin De La
Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il
Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna
sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar Alan
Menken (La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta) e comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dagli autori premiati con
l’Oscar Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a
due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori,
vincitori dell’Oscar e del Tony Award, Benj Pasek e Justin
Paul (La La Land, Dear Evan
Hansen).
Ecco una nuova immagine di Taron Egerton nei panni di Elton
John, nel biopic sulla rockstar inglese dal titolo
Rocketman.
Di seguito l’immagine in bianco e nero diffusa da USA Today.
Rocketman,
il biopic su Elton John in cui Taron
Egerton interpreta la popstar inglese negli anni più
fervidi e rivoluzionari della sua carriera musicale. A dirigere il
film c’è Dexter Fletcher, mentre nel cast compaiono
anche Jamie Bell, Richard Madden, Gemma Jones e
Bryce Dallas Howard.
Rocketman
arriverà nelle sale nel 2019 ed è prodotto da Matthew
Vaughn, David Furnish, Adam Bohling, David Reid.
Elton John compare anche trai produttori esecutivi
del film, al fianco di Steve Hamilton Shaw, Michael
Gracey, Claudia Schiffer. Il film ripercorrerà le fasi
cruciali della vita pubblica e privata di Elton John, dagli inizi
come grande talento al pianoforte alla consacrazione come artista
internazionale, passando per gli eccessi e il periodo in cui
collaborò con il compositore Bernie Taupin
pubblicando i suoi più grandi successi.
USA Today ha diffuso una nuova
immagine di Hellboy, dopo che il primo trailer del
film ha destato non poche perplessità
da parte dei fan. Di seguito, ecco la nuova foto che vede
protagonista Big Red, interpretato da David Harbour.
Il nuovo film diretto da
Neil Marshall (Il Trono
di Spade, The Descent), sarà legato maggiormente agli
elementi horror dei fumetti di Mignola, tanto che avrà certamente
un rating vietato ai minori. Detto questo, il trailer lascia ben
sperare, anche se al momento non sembra essere poi così tanto
“spaventoso”. Il film doveva inizialmente uscire a gennaio
2019, ma la Lionsgate ha annunciato all’inizio
dell’autunno che la pellicola sarebbe rimandata al 12 aprile
2019.
Hellboy di
Neil Marshall vede David Harbor nei panni di Hellboy, Ian
McShane nei panni di Trevor Bruttenholm, Milla
Jovovich nei panni di Nimue, Sasha Lane
nei panni di Alice Monaghan, Penelope Mitchell nei
panni di Ganeida e Daniel Dae Kim nei panni di Ben
Daimio.
Trai film più attesi dell’anno c’è
anche il live action di Dumbo,
diretto da Tim Burton per Disney. Di seguito, ecco
i character poster del film con protagonisti, oltre all’elefantino
volante, anche Danny De Vito, Eva Green, Michael
Keaton e Colin Farrell.
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La trama di Dumbo
Il proprietario del circo Max
Medici (Danny DeVito) arruola l’ex star Holt Farrier (Colin
Farrell) e i suoi figli Milly (Nico Parker) e Joe (Finley Hobbins)
per prendersi cura di un elefante appena nato le cui orecchie
enormi lo rendono un’attrazione, in un circo già in difficoltà. Ma
quando scoprono che Dumbo può volare, tutto il circo trae
giovamento da questo fenomeno, attirando l’imprenditore V.A.
Vandevere (Michael Keaton), che recluta lo strano pachiderma per la
sua più nuova, grandiosa avventura per l’intrattenimento,
Dreamland. Dumbo sale a nuove vette accanto a un’affascinante e
spettacolare artista aerea, Colette Marchant (Eva Green), finché
Holt scopre che sotto la sua patina lucida, Dreamland è piena di
oscuri segreti.
Nel cast umano del film
protagonisti Eva Green, Michael Keaton, Colin
Farrell, Danny DeVito, Alan
Arkin e DeObia
Oparei. Prodotto da Justin
Springer (Tron: Legacy, Oblivion) il film è un misto di
CGI e Live Action.
L’eroe di Zachary
Levi arriverà nel 2019 sul grande schermo, e mentre
Aquaman sta registrando un discreto successo
e pareri più o meno unanimi, Shazam! sarà
il prossimo capitolo del franchise DC al cinema.
Di seguito, grazie a USA
Today che ha diffuso una serie di preview dai prossimi film in
uscita negli USA per i prossimi mesi, ecco una nuova foto dell’eroe
di fronte al Dottor Sivana, il villain interpretato da Mark
Strong.
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che Shazam!
farà parte dell’Universo Cinematografico DC e
seguirà le uscite
di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due
attesi titoli di casa DC.
Shazam! è
atteso per il 2019 e vede nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
In diretta da Beverly Hills, sarà
Sky Atlantic a trasmettere in esclusiva per
l’Italia la cerimonia di premiazione della 76° edizione dei
Golden GlobeAwards, in onda la notte tra domenica
6 e lunedì 7 gennaio, dall’01.00 alle 05.00. Lunedì, dalle
21.15, in onda un best-of coi momenti salienti della serata.
A presentare la cerimonia dei
prestigiosi premi consegnati dalla Stampa Estera di Hollywood
Sandra Oh e Andy Samberg,
entrambi vincitori del premio rispettivamente per Grey’s
Anatomy e Brooklyn Nine-Nine.
In lizza tantissime delle serie tv più amate in onda su
Sky E SU SKY CINEMA CULTMARATONA CON ALCUNI FRA I MIGLIORI FILM VINCITORI DEGLI
ANNI SCORSI
Per le serie tv incetta di
nomination per moltissime fra le serie e le miniserie più amate in
onda su Sky, da Escape
at Dannemora (produzione Showtime), la miniserie diretta
da Ben Stiller con Patricia
Arquette in corsa come miglior attrice per la sua
incredibile trasformazione nella protagonista Joyce “Tilly”
Mitchell, a A Very English Scandal fino
all’apprezzatissima produzione HBO Sharp
Objects (in lizza anche con Amy Adams e Patricia
Clarkson), che contende alla produzione originale Sky
Patrick Melrose il titolo di miglior miniserie. Nella
categoria comedy o musical, in corsa anche Kidding – Il
fantastico mondo di Mr. Pickles (Showtime), con Jim
Carrey in gara come miglior attore.
In occasione della 76^ edizione dei
Golden Globes, Sky Cinema Cult propone una
selezione di titoli premiati negli anni scorsi nelle categorie
miglior film drammatico e miglior film commedia o musicale, in una
doppia maratona sabato 5 e domenica 6 gennaio dalle 11.30
alla seconda serata. Tra i titoli proposti, recenti
successi come TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI, che ha conquistato
ben quattro Golden Globe nell’ultima edizione, tra cui quello come
Miglior Film drammatico e quello all’interpretazione per una
straordinaria Frances McDormand, e lo spettacolare
musical LA LA LAND, trionfatore nel 2017 con sette Golden
Globe tra cui i premi per Damien Chazelle alla
regia e
Emma Stonee Ryan Gosling.
GOLDEN GLOBE AWARDS, LA
NOTTE TRA DOMENICA 6 GENNAIO E LUNEDÌ 7 GENNAIO, IN DIRETTA DALLE
01.00 ALLE 05.00 SU SKY ATLANTIC.
LUNEDÌ 7 GENNAIO IL
MEGLIO DEI GOLDEN GLOBES ALLE 21.15 SU SKY
ATLANTIC
La Disney ha appena diffuso la prima
immagine ufficiale di Avengers: Endgame, frammento del
film che vede protagonista Tony Stark (Robert Downey
Jr.) mentre registra il suo ultimo messaggio all’amata
Pepper Potts.
Come svelato dal primo trailer
ufficiale diffuso pochi giorni fa dai Marvel Studios, Avengers:
Endgame inizierà subito dopo la fine degli eventi
di Infinity War che hanno visto Thanos
trionfare sui nostri eroi e decimare la popolazione dell’universo
usando il guanto dell’infinito.
Tra i sopravvissuti allo schiocco
c’è però Stark, da solo (o forse in compagnia
di Nebula) nello spazio a bordo di
un’astronave senza più cibo e ossigeno: quale sarà allora il suo
destino? Ma soprattutto, riuscirà a tornare a Terra e chi lo
salverà?