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Quello che tu non vedi: la spiegazione del finale del film

Quello che tu non vedi: la spiegazione del finale del film

La letteratura per giovani si è affermata negli ultimi anni come un’inesauribile miniera d’oro per il cinema. La settima arte ha infatti potuto attingere a piene mani in un ampio bacino di racconti pensati per i ragazzi, nei quali si affrontano tematiche, dinamiche e tabù propri di quell’età. Film di questo genere come After e Fabbricante di Lacrime si sono affermati come grandi successi. Anche se meno noto, anche il film del 2020 Quello che tu non vedi, diretto da Thor Freudenthal, può essere annoverato in questa categoria.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Julia Walton, che Freudenthal ha letto e apprezzato, ritenendo che un adattamento cinematografico avrebbe dato “l’opportunità di rappresentare in modo molto diverso la malattia mentale della schizofrenia”. “Avremmo potuto creare una persona sullo schermo che non fosse né un genio folle né un criminale violento, ma che molte persone avrebbero potuto riconoscere in sé stesse come l’ho vista io quando ho letto il libro”. Il film affronta infatti una tematica tanto delicata quanto importante.

Per gli appassionati di questa tipologia di film, è dunque questo un titolo da riscoprire, capace di regalare grandi emozioni trattando tematiche su cui spesso c’è troppo silenzio. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Quello che tu non vedi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Quello che tu non vedi Charlie Plummer Taylor Russell

La trama e il cast di Quello che tu non vedi

Il film racconta la storia di Adam, un adolescente molto intelligente, ma con un carattere riservato e introspettivo. Ha una grande passione, la cucina, e spera un giorno di farne un lavoro, diventando uno chef. Il ragazzo, però, vede crollare i suoi giovani sogni, quando viene espulso a metà dell’ultimo anno a causa di un incidente, causato da lui, durante il corso di chimica. A seguito di questo evento, Adam viene portato in ospedale, dove gli diagnosticano una malattia mentale: è affetto da schizofrenia. Per terminare gli ultimi mesi di liceo, viene quindi mandato in un’accademia cattolica.

Qui il giovane cerca di adattarsi al nuovo ambiente, mentre tenta di tenere segreta la sua malattia per non essere compatito o etichettato come diverso. Quando si imbatte in Maya, una sua coetanea brillante, schietta e spiritosa, Adam sente sin da subito una forte sintonia con lei e in breve tempo se ne innamora. Sarà proprio la sua nuova amica a permettergli di credere ancora nei suoi sogni e a fargli capire che non è la sua condizione mentale a definirlo. Gli ostacoli da superare, però, saranno molti.

Ad interpretare Adam vi è l’attore Charlie Plummer, visto anche nei film Charley Thompson e Tutti i soldi del mondo. Nel ruolo di Maya, invece, vi è l’attrice Taylor Russell, vista invece in Escape Room e Bones and All. Completano poi il cast gli attori Andy Garcia nel ruolo di Padre Patrick, Molly Parker in quello di Beth, madre di Adam, e Walton Goggins in quello di Paul, il suo patrigno. L’attrice Devon Bostick, invece, interpreta suor Catherine.

Quello che tu non vedi trama

Il finale del film tratto dal libro

Nel corso del film, Maya invita Adam a lavorare nel suo ristorante e lo fa cucinare per lei, ma un test di assaggio porta Adam a capire che le sue medicine stanno influenzando negativamente le sue papille gustative. Decide quindi di smettere di prendere i farmaci, all’insaputa della madre Beth e del patrigno Paul. Il suo umore si squilibra e tornano le sue manie. Beth scopre così che Adam ha smesso di prendere le medicine e lo affronta. Suor Catherine, la direttrice della scuola, viene informata dell’incidente e di quanto accaduto nella sua ultima scuola.

Adam viene così temporaneamente sospeso, con la motivazione che è per la sicurezza degli studenti. La sospensione impedisce ad Adam di partecipare al ballo, ma lui ci va lo stesso. Prima, però, prende una dose eccessiva di farmaci, credendo che aiuterà la serata a svolgersi senza problemi. Lì incontra Maya, ma mentre ballano le voci nella sua testa tornano a tormentarlo, spingendolo a comportarsi in modo strano. Suor Catherine, a quel punto, cerca di cacciarlo via, ma le sue allucinazioni lo portano a spingerla a terra, correre verso la passerella e cadere dal bordo.

Adam viene a quel punto espulso dalla St. Agatha e ricoverato in un reparto psichiatrico. Il ragazzo, però, scopre di avere il sostegno di Paul, che si è battuto contro la sua espulsione. A quel punto, Adam abbraccia il patrigno e lo accetta come figura paterna. A quel punto Beth e Paul accompagnano Adam alla cerimonia di consegna dei diplomi della St. Agatha, dove, nonostante il tentativo di Suor Catherine di fermarlo, Adam trova il coraggio di rivolgersi al corpo studentesco con calma, con il sostegno di Padre Patrick.

Cita il suo saggio in cui parla della sua condizione e della sua battaglia contro la schizofrenia, dicendo che avrebbe voluto non nascondere la sua malattia. Quando lascia l’auditorium, Adam si scusa con Maya per non averle detto della sua malattia e, a quel punto, i due esprimono il loro amore reciproco e si baciano. In seguito, Adam realizza il suo sogno di frequentare la scuola di cucina. Mentre festeggia la nascita del suo nuovo fratello con i genitori e Maya, si vede che le voci sono ancora presenti, ma lui ha imparato a conviverci.

Il trailer di Quello che tu non vedi e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Quello che tu non vedi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 22 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Sotto il sole di Amalfi: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film

Il cinema italiano vanta una lunga storia d’amore con l’estate, il mare e la spiaggia. Sono tantissimi i titoli che hanno questo come luogo primario delle vicende narrate, dal classico Il sorpasso al cult degli anni Ottanta Sapore di mare, da Abbrozzantissimi fino al più recente Un’estate al mare. Ad inserirsi in questo filone è arrivato nel 2020 anche Sotto il sole di Riccione (qui la recensione), commedia sentimental. Dato il successo ottenuto, nel 2022 è stato realizzato un sequel: Sotto il sole di Amalfi, diretto da Martina Pastori.

Come già in Sotto il sole di Riccione – nato da un’idea originale di Enrico Vanzina, il quale l’ha pensato come un omaggio al cinema balneare italiano degli anni Ottanta e in particolare a quello stesso Sapore di mare diretto da fratello Carlo – si ritrovano anche in Sotto il sole di Amalfi tutti quegli elementi classici di questo genere, dagli intrecci amorosi agli imprevisti più comici, il tutto condito da buoni sentimenti e un cast di giovani e celebri attori.

Per gli appassionati di questo genere, è dunque un titolo da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Sotto il sole di Amalfi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Sotto il sole di Amalfi trama

La trama di Sotto il sole di Amalfi

Nella splendida costiera amalfitana Vincenzo, Camilla, Furio, Irene e Lucio si troveranno a vivere una nuova estate insieme, tra amori ritrovati e nuove passioni, ma, soprattutto, tanta amicizia. Camilla torna dal Canada dopo un anno di studi e finalmente può rivedere il suo amato Vincenzo. Entrambi potranno concretizzare il loro sogno di stare finalmente insieme, una sorta di “prova” per la desiderata convivenza. Camilla è tornata però in Italia in compagnia di Nathalie, una ragazza canadese ironica e insicura. Furio, dal canto suo, non smette di tentare di conquistare le donne senza criterio.

Irene, madre di Vincenzo, non ha perso il vizio di preoccuparsi troppo per lui e, con Lucio, decide di seguirlo ad Amalfi. Quest’ultimo vorrebbe fare il grande passo e chiederle di andare a convivere ma l’attaccamento della donna al figlio e la presenza di Roberto, ex marito di Irene, ad Amalfi, lo fanno interrogare sul loro rapporto. Riusciranno a risolvere i loro problemi? Quando spunta la luna, Amalfi rivela tutta la sua magia, e i nostri personaggi vivranno una magica estate, pronti a scoprire cosa riserva loro il futuro.

Il cast e le location dove è stato girato il film

Protagonista del film è Lorenzo Zurzolo, divenuto popolare grazie alla serie Baby e al film Morrison, nel ruolo del non vedente Vincenzo. Camilla è invece interpretata ancora una volta dall’attrice Ludovica Martino. Divenuta una star grazie alla serie Skam, si è poi distinta con ruoli di rilievo anche nei film Il campione, Lovely Boy e Il mio posto è qui. Nuovi ingressi nel cast sono Davide Calgaro nel ruolo di Furio, Kyshan Wilson nel ruolo di Nathalie, Nicolas Maupas in quello di Hans, Elena Funari nel ruolo di Rebecca, Marit Nissen in quello di Brigitte e Raz Degan in quello di David. Completano il cast Isabella Ferrari nei panni di Irene e il noto doppiatore Luca Ward nel ruolo di Lucio.

Sotto il sole di Amalfi cast

Come suggerisce il titolo, il film si svolge sullo sfondo della costiera Amalfitana. In apertura del film Vincenzo e Furio raggiungono il porto di Amalfi in aliscafo, mentre Irene, preoccupata per il figlio, opterà per la stessa destinazione percorrendo la Costiera Amalfitana in auto insieme al suo compagno Lucio. A partire da qui, vediamo i ragazzi passeggiare tra vicoli e slarghi del centro storico, per ritrovarsi più volte all’ombra del Duomo di Amalfi, su cui svetta il campanile con le maioliche gialle e verdi, e presso l’antistante piazza Duomo.

Non manca anche una gita in barca al largo, con scorci panoramici di Amalfi e Atrani, e un giro in bicicletta presso la suggestiva spiaggia del fiordo di Furore. In seguito, vediamo la famiglia composta da Irene, Vincenzo e Roberto, sorseggiare un drink sulla terrazza panoramica del Rada Beach Bistrot a Positano. L’immersione subacquea di Lucio e Vincenzo avviene invece nei pressi dei faraglioni di Amalfi. Infine, le ultime scene avvengono nei giardini della storica Villa Rufolo a Ravello, che si snodano su terrazzamenti a strapiombo sul mare.

Il trailer di Sotte il sole di Amalfi e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, è possibile fruire di Sotto il sole di Amalfi unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Jack Black e Paul Rudd in trattative per una rivisitazione di Anaconda

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Gli attori Jack Black e Paul Rudd sono in trattative iniziali per recitare nella rivisitazione di Anaconda da parte della Columbia Pictures dello scrittore e regista Tom Gormican. Quest’ultimo, che ha diretto il meta-film con Nicolas Cage, Il talento di Mr. C e ha scritto Beverly Hills Cop: Axel F, ha ora co-scritto insieme a Kevin Etten e dirigerà questo nuovo film, che si dice metterà in scena una storia più comica.

I dettagli sul progetto sono vaghi, ma – come riportato da Variety – il film non sembra essere un remake di Anaconda del 1997, che vedeva Jennifer Lopez, Owen Wilson e Ice Cube nei panni di una troupe del National Geographic presa in ostaggio da uno squilibrato cacciatore (Jon Voight) alla ricerca del serpente più grande e letale del mondo. Il thriller è stato un successo a sorpresa, guadagnando 136 milioni di dollari al botteghino mondiale e generando quattro sequel.

Il film di Gormican, tuttavia, sembra prenderà una piega metaforica. Secondo quanto riferito, è incentrato su un gruppo di amici che si trovano ad affrontare la crisi di mezza età e si mettono a rifare il loro film preferito di gioventù. Ma quando si dirigono nella giungla, le cose si fanno subito serie. Non è stato confermato chi Jack Black e Paul Rudd interpreteranno, ma i due personaggi principali sono descritti come un regista che lavora in nero come videografo per matrimoni e un attore il cui apice della carriera è stato un periodo in uno show poliziesco.

I Marvel Studios svelano i primi filmati ufficiali di Thunderbolts*, Ironheart e altri ancora

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In occasione dell’85° anniversario dei fumetti Marvel, i Marvel Studios hanno condiviso un nuovo video compilation che mostra i primi sguardi su diversi progetti in arrivo. Oltre alla migliore visione del Presidente Ross (Harrison Ford) che si trasforma in Hulk Rosso in Captain America: Brave New World, il video mostra una rapida occhiata all’Uomo senza paura (Charlie Cox) in Daredevil: Born Again (anche se abbiamo già visto questa inquadratura) e Riri Williams (Dominique Thorne) che prende il volo come Ironheart nella sua serie solista Disney+.

Inoltre, sempre grazie ai Marvel Studios, abbiamo i primo filmato ufficiale di Thunderbolts* vede un ascensore aprirsi per rivelare la squadra – Ghost (Hannah John-Kamen), Bucky Barnes/Il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan), John Walker/agente americano (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko), Red Guardian (David Harbour) e Yelena Belova (Florence Pugh) – equipaggiata e pronta all’azione.

Avrete visto questa inquadratura se avete guardato il trailer completo che è trapelato di recente online, che ci ha dato anche una prima occhiata a Lewis Pullman nei panni dell’uomo che diventerà Sentry, “Bob”, alcune eccitanti anticipazioni sui personaggi che si affrontano l’uno contro l’altro e altro ancora. Il trailer non è più disponibile, ma si mormora che una versione ufficiale potrebbe arrivare presto. Di seguito, ecco i filmati condivisi dai Marvel Studios.

https://twitter.com/5150Aamrit/status/1826659613246456116?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1826659613246456116%7Ctwgr%5Ea89639238916d1dbd4606c2e137536ebffccf67e%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fthunderbolts%2Fmarvel-studios-unveils-first-official-footage-from-thunderbolts-ironheart-and-more-a212779

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts* dei Marvel Studios

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie Marvel Disney Plus Occhio di Falco).

Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni). Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 5 maggio 2025 Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU  e i progetti dei Marvel Studios con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Robert Downey Jr. rivela il ruolo avuto da Tobey Maguire nel suo diventare Iron Man

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I Marvel Studios hanno preso in considerazione molti attori per il ruolo di protagonista in Iron Man del 2008. Alla fine scelsero Robert Downey Jr., un attore considerato all’epoca un rischio a causa del suo passato travagliato. Tuttavia, lo studio capì che si era lasciato tutto alle spalle e scelse il perfetto Tony Stark. I film di supereroi non hanno avuto i migliori risultati a metà degli anni 2000, anche se il 2008 è stato un anno di svolta tra Iron Man e Il cavaliere oscuro.

Parlando con The Hollywood Reporter, Downey ha attribuito ai film di Spider-Man con Tobey Maguire il merito di averlo convinto che era il momento giusto per vestire i panni del protagonista. “In tempo reale, ho visto quanto fossero difficili, quanto potessero essere gratificanti e quanto stessero diventando popolari [i film tratti dai fumetti]”, ha detto a proposito del tempo trascorso con Maguire mentre interpretava l’iconico supereroe della Marvel Comics.

Ero stato pulito abbastanza a lungo… affamato ancora di più e sentivo tornare l’ossessione di manifestare la migliore versione di me stesso. Stranamente mi ero allenato furiosamente sei volte a settimana prima ancora di sapere che sarebbe arrivato [questo ruolo]“, ha aggiunto Robert Downey Jr., “e il mio strizzacervelli mi aveva detto: ’Inizia a comportarti come se stesse per accadere qualcosa di grandioso e preparati””.

Con il ritorno dell’attore nel MCU (nel ruolo del cattivo Dottor Destino), è del tutto possibile che lui e Maguire possano condividere lo schermo. Il Multiverso lo garantisce e siamo sicuri che Downey sarebbe pienamente d’accordo con questo incontro, visti i suoi trascorsi con la star di Spider-Man: No Way Home.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti dai fratelli Russo, che fanno il loro ritorno nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Come noto, Robert Downey Jr. assumerà il ruolo di Dottor Destino.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto il team Marvel per portare questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.

American Murder: Il caso Laci Peterson, la storia vera dietro alla docuserie Netflix

A distanza di quasi 20 anni, il caso di Laci e Scott Peterson è tornato sotto i riflettori grazie a una nuova docuserie di Netflix, “American Murder: Il caso Laci Peterson”. Scott Peterson è stato condannato nel 2004 per l’omicidio della moglie e del figlio non ancora nato, che avevano deciso di chiamare Conner. Si è dichiarato non colpevole e da allora ha sostenuto la sua innocenza.

Il caso ha ricevuto un’ampia attenzione da parte dei media mentre le autorità cercavano Laci Peterson per mesi – e mentre durante le ricerche emergevano dettagli sulla relazione extraconiugale di Scott Peterson. Skye Borgman, regista della serie, racconta a TODAY che dal momento in cui ha iniziato a parlare di un documentario sul caso, voleva che fosse incentrato su Laci Peterson.

Per me è sempre molto importante mettere in primo piano la vittima e Laci Peterson, credo, è stata spesso messa in ombra da Scott Peterson e da quello che sta succedendo a lui”, dice Borgman. “Volevo solo assicurarmi che facessimo il nostro lavoro e che mettessimo in risalto Laci e anche Conner”.

La possibilità di realizzare la serie ha iniziato a prendere forma quando il suo team ha iniziato a riesaminare il caso, anche esaminando i possibili partecipanti e facendo ricerche sulla storia, dice Borgman.

La storia vera dietro a American Murder: Il caso Laci Peterson

American Murder: Il caso Laci Peterson storia vera
Credit © Netflix

“Ha iniziato a diventare sempre più chiaro che questa era una storia davvero rilevante da raccontare, anche se è accaduta 20 anni fa”, dice Borgman.

Borgman, che ha diretto documentari fenomenali come “Abducted in Plain Sight” e “Girl in the Picture”, ha detto che uno dei maggiori ostacoli nell’affrontare il caso Peterson è stato capire cosa fosse diventato leggenda metropolitana negli ultimi vent’anni e cosa fosse realmente accaduto.

La sfida più grande, in realtà, è stata quella di sfidare quei ricordi, quelle aspettative e quelle idee su ciò che pensiamo di sapere”, dice Borgman. “Scott è stato condannato 20 anni fa. Laci è scomparsa 22 anni fa”.

Penso che sia diventato un po’ come il gioco del telefono, giusto? Qualcuno dice qualcosa, e poi cresce, e cresce, e cresce, e cresce, e poi i fatti cominciano a confondersi”, aggiunge. “Così ho voluto tornare indietro e raccontare la storia da una prospettiva basata sui fatti”.

La serie di tre episodi contiene interviste agli amici e alla famiglia di Laci Peterson, alla famiglia di Scott Peterson, agli investigatori, agli avvocati e ai giornalisti che si occuparono del caso all’epoca.

Nella serie manca una persona: Scott Peterson

La Borgman dice che la sua squadra è stata in contatto con lui in prigione, ma lui ha rifiutato di concedere un’intervista. “Non credo che la nostra serie si sia persa qualcosa non parlando con Scott”, dice. “Voglio dire, il nostro obiettivo principale era Laci e volevamo che rimanesse tale”.

Un documentario separato su Scott Peterson, “Face to Face with Scott Peterson”, sarà trasmesso in anteprima il 20 agosto su Peacock e conterrà la sua prima intervista in 20 anni. La Borgman dice di aver visto solo il trailer della serie di Peacock, e dice che il suo focus sembra essere più sulla potenziale innocenza di Scott Peterson nel caso.

Sembra che il loro punto di vista sia molto diverso dal nostro, che lui sostenga di essere innocente e che questa sia la storia che stanno raccontando”, dice. “In realtà, la nostra storia è molto più incentrata su Laci e riguarda le indagini dell’epoca, ciò che stava accadendo e il comportamento di Scott in quel momento… Abbiamo parlato con persone di tutte le parti”.

La Borgman afferma che il caso fa parte della storia americana e ritiene che abbia un valore il fatto che si parli di un caso vecchio quando la violenza da partner nelle relazioni di intimità colpisce ancora una grande percentuale di donne. Il National Institute of Health stima che “ben una donna su quattro e un uomo su nove sono vittime di violenza domestica”.

Questa è una storia molto americana. Stiamo parlando a un pubblico che potrebbe non aver mai sentito parlare di Laci Peterson e stiamo sollevando il problema, che è evidente in tutti e tre gli episodi, della violenza da parte dei partner nelle relazioni di intimità, e si tratta di un problema grande, grande per le donne”.

Borgman sottolinea una statistica “scioccante”: Le donne incinte hanno più probabilità di essere uccise che di morire per cause ostetriche.

Penso quindi che valga la pena di far conoscere queste storie a un pubblico più giovane, a persone che forse non hanno mai sentito parlare di Laci Peterson o che hanno dimenticato cosa sia successo esattamente a Laci”.

Borgman ribadisce che il team dietro al documentario ha lavorato per garantire che gli spettatori avessero la sensazione di conoscere Laci Peterson alla fine del terzo episodio. “Per noi, e per la sua famiglia, era molto importante che Laci fosse presente e che fosse in primo piano nella storia”, dice Borgman.

Ecco cosa c’è da sapere sulla vera storia della morte di Laci Peterson e sulla condanna di Scott Peterson.

Cosa è successo a Laci Peterson?

Laci Peterson era incinta di otto mesi quando fu vista per l’ultima volta nella sua casa di Modesto, in California, la vigilia di Natale del 2002. Scott Peterson raccontò agli amici e alla famiglia della moglie, e in seguito agli investigatori, di essere stato a pescare nella marina di Berkeley quel giorno e di essere tornato a casa per trovare il loro cane al guinzaglio nel cortile, senza alcuna traccia della moglie all’interno della loro abitazione.

Le forze dell’ordine iniziarono a cercare Laci Peterson e Scott Peterson collaborò con le autorità nell’avviare le indagini sulla sua scomparsa. Ha anche parlato con diversi organi di stampa mentre le settimane passavano, senza alcuna traccia di Laci Peterson.

Nel gennaio 2003 il caso si trasformò rapidamente in uno scandalo mediatico, quando vennero resi pubblici i dettagli della relazione di Scott Peterson. Amber Frey, una massaggiatrice di Fresno, in California, dichiarò ai giornalisti di aver frequentato Scott Peterson e di non sapere che avesse una moglie o che fosse in attesa di una famiglia, secondo quanto riportato dalla NBC Bay Area.

Nell’aprile 2003, i corpi di Laci e Conner Peterson furono portati a riva nella baia di San Francisco, quattro mesi dopo la sua scomparsa.

Scott Peterson fu arrestato a San Diego pochi giorni dopo la scoperta dei loro corpi e fu successivamente accusato di due omicidi. Si dichiarò non colpevole delle accuse.

Il processo a Scott Peterson iniziò nel giugno 2004 e, dopo cinque mesi, i giurati lo condannarono per omicidio di primo grado per la morte di Laci Peterson e per omicidio di secondo grado per la morte del figlio.

La stessa giuria che lo ha condannato ha raccomandato la pena di morte e il giudice lo ha condannato a morte nel 2005.

La Corte Suprema della California ha annullato la sentenza nel 2020, scrivendo in una sentenza che una “serie di chiari e significativi errori nella selezione della giuria” ha minato il suo diritto a una giuria imparziale durante il processo.

Scott Peterson è stato poi condannato nuovamente all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata nel 2021, dopo che il procuratore distrettuale della contea di Stanislaus, Birgit Fladager, ha annunciato che non avrebbe ripetuto la fase penale del processo, secondo quanto riportato da NBC News.

La Corte Suprema della California non ha annullato la sua condanna nella sentenza, e in seguito gli è stata negata la richiesta di un nuovo processo nel 2022.

Secondo il Dipartimento di Correzione e Riabilitazione della California, Scott Peterson sta attualmente scontando la sua pena presso la Mule Creek State Prison e continua a sostenere di essere innocente.

Il suo caso è stato preso in carico dal Los Angeles Innocence Project all’inizio di quest’anno e i suoi avvocati hanno sostenuto in tribunale che diverse prove sono state soppresse durante il processo e che dovrebbe essere presentato nuovo materiale in tribunale per dimostrare il suo caso.

A maggio un giudice ha stabilito che solo una prova – un pezzo di nastro adesivo trovato sui pantaloni di Laci Peterson – deve essere sottoposta a un nuovo test del DNA, secondo quanto riportato da NBC News.

Come uccidono le brave ragazze, la spiegazione del finale della serie tv

Come uccidono le brave ragazze (A Good Girl’s Guide to Murder, Netflix) ruota attorno alla scomparsa di Andie Bell, un caso che la maggior parte degli abitanti del Buckinghamshire ritiene chiuso e superato. Sono felici di accettare che il fidanzato di Andie, Sal Singh, l’abbia uccisa e si sia tolto la vita. Tuttavia, l’eroina d iCome uccidono le brave ragazze non crede che Sal sia responsabile della morte di Andie e, cinque anni dopo, Pip (Emma Myers) si propone di dimostrarlo. L’opposizione che riceve per aver riesaminato il caso le fa capire che ha scoperto qualcosa, e il finale di Come uccidono le brave ragazze la vede scoprire la verità.

Le spiegazioni dietro la scomparsa di Andie Bell e la morte di Sal si rivelano più complicate di quanto Pip immaginasse, e rischia di perdere la vita a causa delle sue indagini. Tuttavia, Pip riesce a ottenere giustizia per entrambi i personaggi, scagionando il nome di Sal e dando ai cari di Andie una parvenza di chiusura. Il finale di Come uccidono le brave ragazze contiene numerosi colpi di scena e la serie tiene gli spettatori col fiato sospeso fino ai titoli di coda. Non c’è da stupirsi che per tutti sia stato così facile incolpare Sal per la scomparsa di Andie; la verità è molto più sorprendente e sinistra.

Che fine ha fatto Andie Bell? Il finale di Come uccidono le brave ragazze spiegato

Come uccidono le brave ragazze finale spiegato

La morte di Andie si svolge in due parti, e anche Pip scopre la verità su quella fatidica notte a poco a poco. Quando Pip si rende conto che le minacce stampate che ha ricevuto provengono da Elliot Ward, crede che sia lui il responsabile della scomparsa di Andie. E in parte ha ragione. Segue il signor Ward nella vecchia casa di famiglia, dove crede che lui tenga in vita Andie. Tuttavia, mentre Elliot confessa di avere una relazione con Andie, non è lei quella che tiene prigioniera. La ragazza che Pip trova assomiglia ad Andie, ma questo è l’unico legame che ha con il caso.

Elliot ammette anche che lui e Andie hanno avuto una discussione la sera in cui è scomparsa, sostenendo che lei è passata alle mani quando lui si è rifiutato di darle dei soldi. Ricorda di aver spinto via Andie e dice a Pip che lei ha sbattuto la testa contro il bancone. Tuttavia, Elliot insiste sul fatto che Andie ha lasciato la sua casa viva e non è sicuro di cosa sia successo dopo. La polizia arresta Elliot, senza dubbio grazie a Ravi che ha la posizione di Pip, e salva la ragazza nella sua soffitta. La serie non approfondisce il motivo per cui il signor Ward l’ha tenuta lì, ma nel libro lui e la ragazza credono davvero che sia Andie.

Tutto questo accade già nel finale di Come uccidono le brave ragazze, quando Pip affronta il signor Ward alla fine del quinto episodio. Il resto del finale della serie vede Pip rendersi conto che il signor Ward non è l’unico colpevole della scomparsa di Andie. Pip nota che Elliot e le sue figlie erano fuori città il giorno in cui il cane di Andie è stato ucciso, il che significa che non è stato l’unico a inviarle minacce. Concludendo che qualcun altro ha ucciso Andie dopo la lite con il signor Ward, va a parlargli. Questo mette Pip nel mirino il resto della famiglia Bell.

E la Bell che ha effettivamente ucciso Andie è quella che meno ci si aspetta: Becca. Pip scopre che la sorella di Andie è stata drogata e aggredita a un Calamity Party e che le droghe usate erano le stesse che Andie vendeva. Quando Pip affronta Becca, Becca ammette di aver raccontato l’accaduto ad Andie e di essere stata accolta con interesse. Come se non bastasse, Andie aveva intenzione di lasciare Becca con il loro crudele padre. Becca ha spinto Andie in un momento di rabbia che, insieme alla commozione cerebrale, è stata sufficiente a ucciderla. Becca è rimasta a guardare, rendendosi complice.

Per questo Becca tenta di uccidere Pip quando la interroga, e quasi ci riesce. Droga Pip e la attira in una grotta isolata, sostenendo che è lì che ha nascosto il corpo di Andie. Fortunatamente, Ravi e Cara li raggiungono in tempo per evitare che Pip diventi un’altra vittima del caso.

Chi ha davvero ucciso Sal Singh in Come uccidono le brave ragazze

Come uccidono le brave ragazze sal singh
Credit © Netflix

Sebbene il signor Ward non abbia inferto il colpo di grazia ad Andie Bell, ammette di aver ucciso Sal Singh. L’omicidio di Sal deve sembrare un suicidio, perché Elliot crede che in questo modo la polizia si concentrerà sul fidanzato di Andie e non su di lui. È lui a inviare il messaggio di confessione dal telefono di Sal e il suo piano quasi funziona. La città crede facilmente che dietro la morte di Andie ci sia Sal e nessuno lo mette in dubbio fino a Pip. L’uso della punteggiatura da parte di Elliot nel testo è così fuori dal personaggio di Sal che Ravi e Pip capiscono che non è stato lui a inviarlo.

Questo è uno dei tanti indizi che indicano l’innocenza di Sal ed è bello vedere Pip che ottiene giustizia per lui alla fine di Come uccidono le brave ragazze. Elliot sembra essere l’uomo più anziano che Andie frequentava, anche se sembra che abbia avuto qualche relazione prima di scomparire. Tuttavia, quasi tutte le strade portano a Elliot. Come gli dice Pip, è lui il responsabile della maggior parte della tragedia che si svolge nel caso di Andie Bell.

Perché Naomi e Max hanno mentito alla polizia sull’alibi di Sal

Come uccidono le brave ragazze henry ashton max
Credit © Netflix

Elliot e Becca sono gli assassini di Come uccidono le brave ragazze, ma non sono gli unici a mantenere dei segreti nel corso della serie Netflix. Gli episodi successivi rivelano che l’alibi originale di Sal per la notte in cui Andie è morta reggeva davvero. Naomi e Max hanno mentito sul fatto che avesse lasciato il gruppo prima del tempo, perché minacciati da qualcuno disposto a rivangare il loro passato. A quanto pare, gli amici di Sal erano stati coinvolti in un incidente da ubriachi che aveva quasi ucciso un uomo. Max è riuscito a insabbiare la vicenda, ma qualcuno lo sapeva e l’ha usata contro di loro.

Quel qualcuno è Elliot Ward, che ha letto l’accaduto nel diario della figlia. Poiché incastrare Sal era l’unico modo per togliersi di dosso la responsabilità, il signor Ward ha convinto la figlia e i suoi amici a mentire sull’alibi di Sal. Quando Pip si rende conto che era ancora con loro dopo la mezzanotte, diventa chiaro che Sal è, in realtà, innocente.

Perché Pip è così interessato a risolvere il caso della scomparsa di Andie Bell?

Le azioni di Pip in Come uccidono le brave ragazze si rivelano efficaci nel finale della serie Netflix, ma la ragazza è piuttosto ossessiva nei confronti del caso, più di quanto ci si aspetterebbe da un’adolescente non coinvolta. Ciò solleva domande sul perché Pip si senta così fortemente convinta dell’innocenza di Sal. La serie lo rivela nel corso del tempo, riportandolo nei flashback di Pip fin dall’inizio. Nei flashback, un Pip più giovane vede Andie piangere e passare davanti al suo armadietto. Quando Sal chiede dove sia andata Andie, Pip glielo dice, e questo le pesa quando capisce che Sal è presumibilmente l’assassino.

Pip sembra quindi desiderosa di dimostrare l’innocenza di Sal, per il suo bene e per il proprio. Per qualche motivo, sente che la sua decisione potrebbe avere un impatto su ciò che è accaduto quella notte di cinque anni fa. Naturalmente, si sbaglia. La fine del finale rivela che Sal ha cercato Andie per discutere di fuggire insieme. Questo è un cambiamento rispetto al libro, ma rende la loro morte prematura ancora più tragica.

Come il finale di Come uccidono le brave ragazze differisce dal libro

Gli elementi principali del romanzo di Holly Jackson rimangono intatti alla fine d , ma lo show di Netflix aumenta la drammaticità dell’episodio finale. Gli scontri di Pip con il signor Ward sono meno pesanti nel libro – infatti, quello alla stazione di polizia non avviene – e Becca non porta mai Pip in un luogo remoto. Becca droga il protagonista del libro a casa Bell, rendendo molto più facile l’intervento di Ravi e della famiglia di Pip. Anche nella serie mancano alcuni momenti chiave, ma la conclusione è simile in termini di punti principali della trama.

GDA 2024: il Premio SIAE Andrea Purgatori alla Carriera va ad Alice Rohrwacher

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SIAE – Società Italiana degli Autori e Editori, main partner della 21a edizione delle Giornate degli Autori, torna a sostenere e a promuovere la creatività del cinema made in Italy conferendo ad Alice Rohrwacher, regista dalla visione inconfondibile, il Premio alla Carriera intitolato dal 2023 ad Andrea Purgatori.

Alice Rohrwacher raccoglie il testimone di Luca Guadagnino, premiato lo scorso anno, e di autori come Gianni Amelio e Paolo Sorrentino, ai quali il premio è stato conferito nel corso delle precedenti edizioni delle Giornate degli Autori.

Alice Rohrwacher è autrice di grandi successi internazionali come Corpo Celeste (2011) e Lazzaro felice (2018) e del più recente La Chimera (2023). Amata dalla critica e dal pubblico dei grandi festival internazionali – da Cannes a Karlovy Vary, dal BFI a Tallin – è una cineasta capace di raccontare sul grande schermo sogni allo stesso tempo personali e universali.

Il Premio SIAE Andrea Purgatori alla Carriera va ad Alice Rohrwacher

Salvatore Nastasi, Presidente della SIAE, ha annunciato il riconoscimento con la seguente motivazione: “Alice Rohrwacher è senza dubbio l’artista del realismo magico italiano di questo secolo, un’autrice capace di dar voce a un’intera generazione che desidera trovare nelle chimere uno strumento per trasmettere messaggi positivi, universali e incredibilmente concreti. Con questo riconoscimento vogliamo premiare un’autrice la cui poesia visiva è linfa rara e preziosa per nutrire il pubblico di oggi e il cinema del domani”.

Alice Rohrwacher, che sarà al Lido per presentare fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il cortometraggio Allégorie citadine, co-diretto insieme all’artista francese JR, ha commentato così la notizia: “Il mio primo lungometraggio registrato alla SIAE, Corpo celeste, ha segnato l’inizio di un viaggio incredibile e avventuroso, e ringrazio la SIAE e il suo Presidente per questo importante riconoscimento, che è una spinta a viaggiare ancora. Vorrei anche ringraziare Carlo Cresto-Dina e Tempesta che mi hanno da sempre accompagnato nelle mie esplorazioni. Stiamo vivendo un momento difficile per il cinema libero e indipendente. Il cinema indipendente è il sistema immunitario dell’immaginario collettivo, e va protetto. Anche per questo accetto con orgoglio il premio SIAE nel nome di uno spirito libero com’era Andrea Purgatori”.

Il premio verrà consegnato domenica 1 settembre, alle ore 11:30, presso la Sala Perla del Palazzo del Casinò, dal Presidente della SIAE Salvatore Nastasi.

Sicario: la spiegazione del finale, in origine era completamente diverso

Una storia è bella quanto il suo finale, e nel caso di Sicario questo è più che mai vero. Emily Blunt è sempre stata una star poco apprezzata. Dal suo lavoro in A Quiet Place, Oppenheimer e Il diavolo veste Prada, alla sua imminente apparizione in The Fall Guy con Ryan Gosling, sa sempre come comandare il pubblico, e questo film non è diverso.

Seguendo l’agente speciale dell’FBI Kate Macer (Blunt), Sicario è in definitiva un dramma criminale sul confine tra Stati Uniti e Messico che diventa sempre più intenso man mano che si va avanti. Diretto dalla leggenda di Dune Denis Villeneuve, che continua a stupirci con l’ultimo Dune: Parte Due, e scritto dal futuro creatore di Yellowstone Taylor Sheridan, il film affronta l’oscura realtà dei cartelli della droga e di coloro che vi entrano troppo a fondo. Sicario si distingue soprattutto per il suo finale scioccante e deprimente, che lascia lo spettatore in una situazione di suspense e orrore fino all’ultimo secondo. Ma quel momento tra Kate e Alejandro (Benicio Del Toro) ha rischiato di non accadere.

Come finisce Sicario?

Emily Blunt in Sicario (2015)
Foto di Richard Foreman Jr. – © 2015 – Lionsgate

Dopo essersi unita a una task force congiunta guidata da Matt Graver (Josh Brolin) della CIA con il supporto di Alejandro Gillick, un ex procuratore diventato assassino, Kate Macer finisce per aiutarli a rintracciare un uomo di nome Manuel Díaz (Bernardo Saracino). Ma al ritorno di Díaz in Messico, la squadra è coinvolta in uno scontro a fuoco al confine, che si conclude con Alejandro che si intrufola in Messico per la sua missione segreta. Kate lo segue e assiste al rapimento di un agente di polizia corrotto. Nonostante lei cerchi di fermarlo, lui le spara e la lascia indietro, per poi usare il poliziotto per portarlo dal signore della droga Fausto Alarcó (Julio Cesar Cedillo) e giustiziarlo (insieme alla moglie e ai figli) per aver ucciso la sua famiglia.

Come si scopre, Kate era solo una pedina che avrebbe permesso alla CIA (e ad Alejandro) di operare legalmente sul suolo americano con l’unico scopo di spingere i cartelli a lavorare tutti con un’azienda colombiana, in modo che il governo federale americano potesse controllarli meglio in futuro. La cosa peggiore è che il giorno dopo Alejandro si presenta a casa di Kate e la costringe, sotto la minaccia di una pistola, a firmare un documento in cui afferma che tutto ciò che hanno fatto è legale, avvolgendola ulteriormente nella cospirazione. Nonostante Kate cerchi di sottrarsi, Alejandro si dimostra troppo intimidatorio e la costringe a firmare o a morire, facendo credere che si tratti di un suicidio.

“Dovresti trasferirti in una piccola città”, le dice Alejandro prima di uscire, ‘dove esiste ancora lo stato di diritto’. Ricorda a Kate che non è un lupo e che il nostro mondo è fatto di lupi. Vedendo Alejandro allontanarsi dal balcone, Kate gli punta l’arma da fuoco direttamente alla testa. Anche se medita di ucciderlo in quel momento, ponendo fine a questa follia, e in qualche strano modo, Alejandro sembra quasi accogliere la morte. Ma Kate non riesce a farlo e Alejandro se ne va, lasciandola maledetta da ciò che sa. È un finale potente che va direttamente al messaggio di Sicario, ovvero che viviamo in un mondo distrutto e incasinato, dove nessuno rimane innocente o indenne. È esattamente il finale che funziona per un film come Sicario, ed è difficile pensare che possa finire in un altro modo.

Emily Blunt pensava che il finale originale di ‘Sicario’ fosse debole

Emily Blunt

Stranamente, lo sceneggiatore Taylor Sheridan aveva originariamente scritto il confronto finale tra Kate e Alejandro in modo un po’ diverso e, di conseguenza, Emily Blunt e il regista Denis Villeneuve sono stati costretti a rielaborarlo sul set. “La scena mi ha colpito molto”, ha ammesso Emily Blunt in un’intervista in vista della prima del film. “Non era come nella sceneggiatura, sapete, e abbiamo sentito che volevamo fare qualcosa di diverso”. Secondo la Blunt, lei, Villeneuve e il suo interprete Benicio Del Toro non erano soddisfatti di ciò che Sheridan aveva scritto e hanno trascorso molte ore sul set a fare brainstorming su come avrebbero potuto realizzare qualcosa di migliore e più soddisfacente.

“Ricordo quando parlavamo della scena e di cosa avrebbe significato per lei e quanto le sarebbe costato. E in effetti, sta firmando la sua vita. La sua intera identità, insomma, è stata cancellata”, ha continuato la Blunt, sottolineando quanto fosse importante per lei che il finale fosse giusto per il bene di Kate. “È stata una di quelle scene per cui si vive in questo settore, perché non sembra derivata da nient’altro. Era così tenera e allo stesso tempo così spaventosa, e quindi, sapete, è stata una scena davvero bella”. È difficile immaginare che Sicario, e la storia di Kate Macer in particolare, finisca in un modo diverso da quello in cui l’abbiamo vista svolgersi sullo schermo, ma ci chiediamo come si sia svolta la scena nella sceneggiatura originale di Sheridan.

Nella sceneggiatura originale, Kate (il cui cognome è scritto qui come Macy) parla da sola sul balcone prima di essere avvicinata e disarmata da Alejandro nel suo appartamento, dove lui le solleva disgustosamente la camicia per vedere le ferite da proiettile che le ha inferto al petto, esponendo nel frattempo i suoi seni nudi. Dato che c’era già una violenza sessuale nel film, è stato intelligente tagliare questa parte. Per rendere il tutto più strano, dopo questo momento scomodo e violento, Kate viene ancora paragonata a sua figlia, con gran parte dello stesso dialogo di prima, ma con meno direzione o scopo rispetto a quanto visto nel film. Dopo che lui se ne è andato, Kate corre per casa con la pistola, alla ricerca di qualsiasi traccia dell’assassino, che però è già sparito da tempo.

Il finale originale di “Sicario” avrebbe rovinato il film

Se il finale originale di Sicario vi ha frustrato, non siete i soli. Gli attori coinvolti, per non parlare dello stesso regista Denis Villeneuve, hanno tutti pensato che il finale scritto da Taylor Sheridan mancasse di un vero senso o profondità. Quel che è peggio è che si tratta di uno sfruttamento per il gusto di, beh, sfruttare la propria attrice protagonista (che era già stata usata, abusata e manipolata sullo schermo in precedenza). Inoltre, le azioni originali di Alejandro sembrano, beh, fuori dal personaggio. Certo, è un assassino, questo è vero, e sì, è disposto a uccidere Kate per tenere tutto segreto, ma Sicario è anche chiaro che la rispetta, anche se deve usarla nel processo. Paragonando Kate a sua figlia, lo rivela come tale… un momento che nella sceneggiatura originale non è altrettanto azzeccato.

Aggiungendo il semplice elemento di costringere Kate a firmare un documento che convalida il loro obiettivo, questa scena diventa qualcosa di molto più grande di Alejandro che si limita a sopraffarla e a “farle vedere chi comanda”. No, si tratta esattamente di quello che Emily Blunt ha notato sopra: L’intera identità di Kate. Firmando questo modulo, sceglie di fatto di vivere nella menzogna, con la sua intera carriera come garanzia. Inoltre, rinuncia alla sua bussola morale, proprio come fece una volta Alejandro, e sceglie il “male minore” per abbattere quello maggiore. Kate ha un potere che non ha nella scena originariamente prevista, e lo vediamo nella sua scelta finale di non uccidere Alejandro, dimostrando a lui (e ancor più a se stessa) che non è diventata come lui, dopo tutto.

Il dialogo originale nel finale di Sheridan, compreso il momento in cui Alejandro spiega a Kate cos’è un sicario, è un po’ pesante, e riducendolo e arrivando alle ossa, Villeneuve tira fuori interpretazioni impeccabili e ineguagliabili da parte di Emily Blunt e Benicio Del Toro, che si dimostrano più volte in questo film. Sicario non è assolutamente un film allegro, ma cambiando il finale per affrontare meglio lo stato mentale e il fallimento morale di Kate (con una sorta di mini-redenzione proprio alla fine), questo film ha un peso maggiore di quanto avrebbe potuto avere altrimenti. Non c’è da stupirsi che questo film abbia avuto un sequel. Indubbiamente è inevitabile uno stallo finale, o un confronto ufficiale, tra Kate Mercer e Alejandro.

The Instigators, la spiegazione del finale del film con Matt Damon e Casey Affleck

The Instigators è l’ultima delle numerose collaborazioni tra Matt Damon e la famiglia Affleck. Sebbene Ben Affleck agisca solo come produttore attraverso Artists Equity, la società che ha fondato insieme a Damon, suo fratello Casey Affleck condivide nuovamente lo schermo con Damon dopo averlo fatto in precedenza in film popolari come Good Will Hunting, Gerry e la trilogia di Ocean’s. In questo dramma criminale, il veterano dei Marines Rory (Damon) e l’ex galeotto alcolizzato Cobby Murphy (Affleck) sono coinvolti in un’ambiziosa rapina che si rivela rapidamente disastrosa e li porta a fuggire per tutta Boston con un esercito di forze dell’ordine alle calcagna. Il viaggio della coppia si concluderà con il mantenimento della libertà oppure no?

In “The Instigators”, Matt Damon e Casey Affleck scappano dalla legge

All’inizio del film, supponendo che il sindaco corrotto Joseph Miccelli (Ron Perlman) vincerà ancora una volta la rielezione, i gangster Mr. Besegai (Michael Stuhlbarg) e Richie Dechico (Alfred Molina) ingaggiano Rory e Cobby, insieme a uno dei loro agenti regolari, Scalvo (Jack Harlow), per rapinare la festa per la rielezione di Miccelli, durante la quale credono che egli accetterà una grande quantità di denaro per le tangenti. Rory, che non ha mai commesso un reato prima d’ora, è deciso a farsi pagare 32.480 dollari indipendentemente dall’esito della rapina.

Quando il trio trova il luogo della festa molto più affollato del previsto, e la maggior parte dei soldi è già stata portata via con un furgone blindato, Scalvo si fa prendere dal panico e tenta di rapinare direttamente Miccelli e altri funzionari del governo cittadino, prima di farsi uccidere insieme al commissario di polizia in uno scontro a fuoco. Nonostante sia stato colpito alla spalla, Cobby riesce a portare se stesso e Rory lontano dal locale, dopodiché i due si danno alla fuga sia dalle forze dell’ordine che da Besegai, il quale manda dei sicari a cercarli. Con l’aggravarsi delle condizioni di Cobby, Rory si rivolge alla sua psichiatra, la dottoressa Donna Rivera (Hong Chau), per un aiuto medico, che lei accetta di fornire a condizione che i due si comportino come se lei fosse un loro ostaggio, in modo che non si senta complice dei loro crimini.

The Instigators umanizza i suoi personaggi criminali

The instigators film cast

A metà del loro viaggio, Cobby chiede a Rory perché insiste tanto per farsi pagare una somma così specifica. Rory spiega che si tratta dell’esatto importo che deve alla sua ex moglie per vari tipi di mantenimento e che, una volta pagato, si sarà guadagnato il diritto di rivedere suo figlio. In un momento di sentimento non comune, Cobby dice a Rory che ai bambini interessa di più che i genitori siano presenti piuttosto che il sostegno materiale che possono o non possono fornire e lo esorta a vedere suo figlio giocare a hockey se ne ha la possibilità, indipendentemente dal fatto che riceva o meno i soldi. Cobby spiega anche la sua storia di tensione con il gruppo di Besegai. Suo fratello aveva fatto parte della banda, ma era stato abbandonato per prendersi la colpa di uno dei loro crimini. Cobby ha invece confessato il crimine, il che ha portato al suo periodo di detenzione, durante il quale il fratello è morto per overdose. Il fatto di non averli denunciati gli è valso un certo rispetto da parte di Besegai e compagnia, anche se Cobby comprensibilmente non li sopporta.

Alla fine, Cobby si rende conto che uno dei pochi oggetti che sono riusciti a ottenere durante la rapina, il braccialetto del sindaco, è contrassegnato dai numeri che costituiscono la combinazione della cassaforte del suo ufficio in municipio. Travestiti da vigili del fuoco, i due lanciano l’allarme per cercare di svuotare l’edificio in modo da poter svaligiare la cassaforte, ma rimangono intrappolati nell’ufficio quando arrivano i cecchini della polizia. I due prendono in ostaggio l’avvocato di Miccelli, Alan (Toby Jones), poco apprezzato, e gli consegnano un paio di hard disk contenenti sia le prove della corruzione di Miccelli che le informazioni su come ottenere 100 milioni di dollari di valuta irrintracciabile del sindaco.

The Instigators si conclude con ottimismo e umorismo

The Instigators
Matt Damon and Casey Affleck in “The Instigators,” coming soon to Apple TV+.

Dopo aver intascato le chiavette e un po’ di denaro, il duo tenta di fuggire, spingendo la cassaforte fuori dalla finestra, in modo che la folla in attesa si rivolti nel tentativo di prendere i soldi per sé, prima di fuggire in un camion dei pompieri rubato. Tuttavia, vengono fermati da Frank Toomey (Ving Rhames), un agente dell’Unità Operazioni Speciali della Polizia di Boston, che rifiuta il loro tentativo di corromperlo con i drive. I ragazzi passano un breve periodo in prigione, ma quando il successore di Miccelli, Mark Choi (Ronnie Cho), riceve le prove da uno dei suoi aiutanti, decide di prendere tranquillamente il denaro non rintracciabile per sé. In seguito, fa rilasciare Rory e Cobby con la tacita condizione che mantengano segreta la loro conoscenza del denaro.

Sebbene non siano più ricchi di quando hanno iniziato, i due hanno la loro libertà e vanno per la loro strada dopo qualche ultimo scherzo reciproco. Più tardi, Cobby viene mostrato seduto sui gradini del palazzo del dottor Rivera. Durante il loro caotico soggiorno, lui e la dottoressa hanno sviluppato un’amichevole rivalità basata sulla reciproca presa in giro, e Cobby ha anche flirtato senza successo con lei. Quando lo vede, lei nota che sta bighellonando e lui le chiede scherzosamente se ha intenzione di chiamare la polizia. Il film lascia ambiguo l’esito della loro conversazione, ma in base a tutto quello che è successo prima, le due implicazioni più probabili sono che Cobby si stia rivolgendo alla dottoressa Rivera per avere un aiuto nel gestire le sue difficoltà mentali o per iniziare una relazione sentimentale. L’ultima volta che si vede Rory seguire il consiglio di Cobby e assistere a una partita di hockey del figlio, facendo sorridere il ragazzo.

Dopo le risoluzioni dei personaggi principali, il film presenta anche una scena di mid-credits. Piuttosto che suggerire un sequel o un collegamento con altri film, come spesso fanno le scene di metà e fine film, questa scena chiude un filo della trama e dà anche il via a una delle battute del film. Dopo che la rapina iniziale è andata male, Besegai è fuggito a Montreal, raggiunto poi da Dechico. La scena di metà film mostra entrambi gli uomini morti congelati e la polizia, che trova i loro corpi, osserva che avrebbero dovuto indossare stivali più adatti al paesaggio innevato. Nel corso del film, Cobby suggerisce spesso a lui e a Rory di tentare la fuga a Montreal. Tuttavia, Rory sostiene sempre che sopravvivere nella natura selvaggia canadese sarebbe praticamente impossibile senza altre risorse, come un buon paio di stivali, e che anche nella remota possibilità che riescano a raggiungere la città, questo non risolverebbe tutti i loro problemi.

Thunderbolts*: Florence Pugh è entusiasta di mostrare un lato diverso del suo personaggio

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La protagonista di uno dei tanti progetti Marvel in uscita nel 2025 ha appena fatto un’importante anticipazione su ciò che i fan possono aspettarsi di vedere nel film. Nel corso di un episodio di The Official Marvel Podcast, Florence Pugh, che interpreta Yelena Belova in Thunderbolts*, ha parlato del ruolo del suo personaggio nel prossimo film e del motivo per cui è entusiasta di portare in vita Yelena per la terza volta nel MCU. La Pugh ha già interpretato il personaggio due volte, una volta in Black Widow al fianco di Scarlett Johansson e un’altra volta nella serie Disney+ Hawkeye con Jeremy Renner e Hailee Steinfeld.

Mentre in precedenza Yelena ha lavorato principalmente con gli eroi, Thunderbolts* la vedrà lavorare con una banda di cattivi straccioni, una situazione diversa di cui Pugh è entusiasta: “Essere in grado di tornare di nuovo, ma mostrare un altro lato di ciò che significa essere un’umana che attraversa la vita nel modo in cui lo fa lei, che potrebbe non essere necessariamente il modo in cui vivremmo noi, è bellissimo”.

Una delle maggiori preoccupazioni del MCU nel capitolo della narrazione successivo a Endgame è stata la mancanza di storie di team-up, e Thunderbolts* promette di fare proprio questo, riunendo personaggi del cinema e della televisione strappati direttamente da diversi progetti e angoli dell’universo. Yelena è uno dei membri dei Thunderbolts che ha una significativa esperienza di lavoro con uno dei sei Vendicatori originali (Vedova Nera), il che la rende una delle persone più qualificate per essere il leader della squadra, insieme a Bucky (Sebastian Stan).

Florence-Pugh Yelena Belova

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie Marvel Disney Plus Occhio di Falco).

Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni). Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Barbarella con Sydney Sweeney ottiene un accattivante aggiornamento di produzione

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La Sony Pictures continua a fare affari con Sydney Sweeney: l’attrice di successo tornerà a collaborare con lei per un nuovo remake del film di fantascienza Barbarella del 1968. I dettagli sul film, basato sull’omonimo fumetto francese, sono ancora scarsi. Tuttavia, lo scrittore Blake Northcott, che sta scrivendo una nuova serie di fumetti di Barbarella, ha recentemente fornito qualche informazione in più sul film e su come l’imminente adattamento potrebbe combinarsi con i fumetti a cui sta lavorando.

Non riesco a immaginare nessun altro se non Sydney in questo ruolo. Ha dimostrato di saper essere drammatica, ma non credo che molte persone si siano rese conto di quanto fosse divertente fino a quando Tutti Tranne te non è stato un grande successo mondiale”, ha dichiarato Northcott a ComicBook.com, riferendosi alla commedia romantica della Sony del 2023 di cui Sweeney è stato protagonista.

“È la Barbarella perfetta e, mentre scrivo la serie, Sydney è sempre il mio modello – proprio come Ryan Reynolds è diventato l’ispirazione per i fumetti di Deadpool in molti modi, o come Robert Downey Jr. incarna Iron Man. Una volta che immagini Sydney in quel ruolo, non puoi più farne a meno”. Quando gli è stato chiesto della trama del film, Northcott ha aggiunto:

“Non sono sicuro di poter dire molto sulla sceneggiatura del film, o su quale materiale potrebbe essere basato, ma c’è sicuramente la possibilità di una sinergia una volta che saremo più a valle. Se la trama del film si baserà su Barb e Vix che devono combattere per uscire dal Pianeta V, allora avrete la vostra risposta! Chiunque finisca per scrivere il film di Barbarella , sono sicuro che farà un lavoro straordinario”.

Barbarella è arrivata per la prima volta sugli schermi nel 1968

Basato sull’omonimo fumetto di Jean-Claude Forest, il film originale di Barbarella uscì nel 1968 con Jane Fonda nel ruolo principale. In quel film, come nei fumetti, Barbarella era un’avventuriera spaziale del 41° secolo inviata a trovare e fermare uno scienziato malvagio, Durand Durand, che aveva creato un’arma chiamata Raggio Positronico per distruggere la razza umana. Sia il film che il fumetto sono diventati famigerati per l’uso gratuito del sex appeal, anche se resta da vedere se il nuovo adattamento prenderà una strada simile con Sweeney, che si è legato al progetto per la prima volta nel 2022.

Mentre altri adattamenti non sono riusciti a decollare, il film di Sweeney ha un attore importante alle spalle: Edgar Wright è in trattative per dirigere il progetto. Wright, noto per il suo stile cinematografico appariscente, l’uso attento della musica e i toni visivi, ha già collaborato con la Sony per il suo film di successo Baby Driver. Honey Ross e Jane Goldman avrebbero scritto la sceneggiatura del film; quest’ultima è nota per il suo lavoro d’azione, avendo lavorato alle sceneggiature dei film degli X-Men e del franchise Kingsman. Sweeney è stato anche informato di essere il produttore esecutivo del film. Non è stata annunciata alcuna data di uscita per Barbarella.

Winona Ryder è grata che gli effetti pratici si siano evoluti dai tempi di Beetlejuice

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Una delle cose più impressionanti di Beetlejuice, nel 1988, è stato il modo in cui Tim Burton e il suo team sono riusciti a giocare con le nostre nozioni di ciò che è possibile fare al cinema attraverso il trucco e gli effetti pratici. Più di 30 anni dopo, Burton ha deciso di rimanere fedele alle sue radici utilizzando un’abbondanza di effetti pratici in Beetlejuice Beetlejuice. Durante le interviste con Collider, i membri del cast Winona Ryder (Stranger Things) e Justin Theroux (The Mosquito Coast) hanno parlato di come questa decisione abbia influenzato la produzione.

Theroux ha parlato di quanto sia impressionante che Burton sia in grado di realizzare un progetto così ambizioso e di quanto sia necessario per tutti coloro che sono coinvolti per portarlo in vita. L’attore ha anche sottolineato una delle creazioni di pupazzi che lo ha colpito di più e come i dettagli lo abbiano colpito. Ha dichiarato a Collider:

“Penso che la cosa incredibile degli effetti di questo film sia che solo una persona come Tim può avere tutto questo a portata di mano a questo punto della sua carriera, perché devi assemblare… È quasi come se dovessi avere un cervello che deve avere accordi collegati con il cervello di tutti gli altri in modo che tutti pensino esattamente negli stessi termini. La cosa che mi ha colpito di più è stato il bambino, Bob – tutti i Bob – tutti i restringitori di testa, e la marionetta coinvolta in questo e la meccanica coinvolta in questo. Ogni singola testa di Bob poteva fare delle espressioni, i loro occhi ovviamente potevano muoversi, e tutto questo è stato montato sopra un interprete acrobatico. Se si trattasse di un regista meno bravo, credo che staresti lì tutto il giorno a cercare di farlo bene”.

Gli effetti pratici di Beetlejuice Beetlejuice sono “strabilianti”, dice Winona Ryder

Inoltre, la Ryder ha sottolineato come l ‘ingegneria degli effetti pratici si sia evoluta negli ultimi trent’anni. L’attore ha commentato che nel 1988 l’imbracatura che ha usato in una particolare scena di galleggiamento “era molto vecchia e non aiutava la circolazione del corpo”. In Beetlejuice Beetlejuice, invece, definisce gli effetti pratici “strabilianti”. Ha spiegato:

“Nel primo, ho fatto la fluttuazione. Ricordo che indossavo un’imbracatura che era stata indossata da Debbie Reynolds e che tutti quelli che l’avevano indossata avevano firmato, ma era molto vecchia e non aiutava la circolazione del corpo. [Ma sembrava molto selvaggio e divertente. Non mi è mai capitato di entrare nell’aldilà, ma questa volta l’ho fatto ed è stato incredibile. Voglio dire, strabiliante. E sapere che ci sono persone sotto tutte queste cose è un sogno. Al giorno d’oggi tutto è in CGI, e poi con l’IA, quindi vedere che questo può accadere e funziona, e può sembrare così bello e miracoloso e strano e unico. Voglio dire, bisogna avere questi burattinai incredibilmente talentuosi. È stimolante”.

Beetlejuice Beetlejuice riunirà la famiglia Deetz dopo che la tragedia ha colpito e il portale dell’aldilà si è aperto ancora una volta. Michael Keaton (The Flash) riprende il ruolo del protagonista e nel cast figurano anche Jenna Ortega (Wednesday), Catherine O’Hara (Schitt’s Creek), Willem Dafoe (Kinds of Kindness), Monica Bellucci (Mafia Mamma) e Danny DeVito (It’s Always Sunny in Philadelphia).

Naruto: il film live-action ha appena ricevuto un epico aggiornamento

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I fan del popolarissimo manga e anime Naruto sono cautamente ottimisti riguardo all’adattamento live-action del franchise, attualmente in fase di sviluppo. Da un lato, c’è una lunga lista di tentativi deludenti di portare in vita proprietà anime attraverso il live-action. D’altro canto, però, il recente adattamento di One Piece da parte di Netflix ha dimostrato ai fan che il medium può essere tradotto con successo in live-action, e a scrivere e dirigere Naruto c’è Destin Daniel Cretton, un regista con una storia di film ben fatti che mettono al centro la complessità emotiva.

Il regista ha anche assicurato agli spettatori di essere in grado di gestire la grande azione con Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli del MCU. Ora, la scrittrice della prima sceneggiatura del film, Tasha Huo, ha fornito un aggiornamento sul progetto e le sue idee su ciò che Cretton porterà al film.

In una recente intervista con Entertainment Weekly, la Huo ha rivelato che il suo lavoro sulla sceneggiatura “è terminato” e che il progetto è stato affidato a Cretton, che “ora sta facendo le sue cose”. Huo è attualmente impegnata come showrunner della prossima serie animata di Netflix Tomb Raider: The Legend of Lara Croft, e sente fortemente che Naruto è in buone mani con Cretton al timone, dicendo:

“Penso che sia una scelta davvero azzeccata perché sarà in grado di catturare quanto Naruto sia ricco di sfumature e speciale senza farsi distrarre dal grande mondo che è, cosa che penso potrebbe facilmente essere fatta da qualcuno che non è un fan o da qualcuno che viene per un guadagno in denaro. Questo è sicuramente un film che nasce dall’amore per Naruto, per il personaggio e per le sue relazioni”.

Naruto in versione live ha l’approvazione di Masashi Kishimoto

I fan e i collaboratori non sono gli unici ad essere entusiasti del coinvolgimento di Cretton; lo è anche il creatore stesso di Naruto, Masashi Kishimoto. Dopo l’annuncio di Cretton come sceneggiatore e regista del film live-action, Kishimoto ha dichiarato a Entertainment Weekly:

“Quando ho saputo dell’ingaggio di Destin, è successo subito dopo aver visto un suo film d’azione di successo, e ho pensato che sarebbe stato il regista perfetto per Naruto. Dopo aver apprezzato gli altri suoi film e aver capito che il suo forte è creare solidi drammi sulle persone, mi sono convinto che non c’era altro regista per [ Naruto ]. Incontrando Destin, l’ho trovato un regista aperto, disposto ad accogliere i miei suggerimenti, e ho sentito che saremmo stati in grado di collaborare insieme nel processo di produzione”.

L’approvazione di Kishimoto è di per sé un ottimo segno, ma sembra che anche lui avrà un certo grado di influenza sul film, il che dovrebbe tranquillizzare i fan scettici.

Oltre a Shang-Chi, i film precedenti di Cretton includono Just Mercy, Il castello di vetro e Short Term 12. Ognuno di questi film è incentrato sulla profondità emotiva e sulla sicurezza. Ognuno di questi film si concentra sulla profondità emotiva e sul racconto di storie incentrate sui personaggi, con interpretazioni straordinarie da parte del cast. Se c’è un regista in grado di realizzare un adattamento live-action di Naruto, una storia che include i temi dell’appartenenza e della famiglia ritrovata accanto a battaglie ninja più grandi della vita, quello è Destin Daniel Cretton.

Dafne Keen potrebbe ritornare nel ruolo di X-23 per due film del MCU

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Sembra che i fan della Marvel non abbiano ancora visto per l’ultima volta la Laura/X-23 di Dafne Keen. Si dice infatti che i Marvel Studios riporteranno l’amata mutante per altri due film del Marvel Cinematic Universe dopo la sua apparizione in Deadpool & Wolverine. Secondo l’insider Alex Perez di The Cosmic Circus, X-23 “tornerà per i film degli Avengers”, il che significa che la figlia adottiva del Wolverine di Hugh Jackman farà parte sia di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars.

L’epopea crossover in due parti che unirà gli eroi del MCU contro il Dottor Destino di Robert Downey Jr. è attualmente prevista nelle sale rispettivamente il 1° maggio 2026 e il 7 maggio 2027. In precedenza, la Keen aveva espresso il suo interesse a tornare nel MCU nel ruolo di X-23, dichiarando all’inizio di questo mese che riteneva che avessero “solo scalfito la superficie con lei, dato che è un personaggio così complesso”.

Keen ha interpretato per la prima volta Laura Kinney/X-23 nel film del 2017 sugli X-Men, Logan – The Wolverine, ricevendo ampi consensi per la sua interpretazione della giovane mutante. Prima che la Disney acquisisse la 20th Century Fox, si pensava che l’attrice sarebbe tornata a vestire i panni di X-23 per un film da solista, ma i piani sono stati accantonati quando i Marvel Studios hanno ripreso il controllo degli X-Men. Se i nuovi rumor si rivelassero veri, potremmo ora aspettarci di rivederla ancora in tali vesti.

Deadpool & Wolverine Laura-X-23
Dafne Keen è X-23 in Deadpool & Wolverine

In quali altri progetti ha recitato Dafne Keen?

Negli anni trascorsi tra Logan – The Wolverine e Deadpool & Wolverine, Dafne Keen ha interpretato la protagonista Lyra Belacqua nell’adattamento a serie di BBC One e HBO di His Dark Materials di Philip Pullman, il personaggio ricorrente di Ana “Ani” Cruz Oliver nella serie The Refugees del 2015 e la protagonista Ana nel film Ana del 2020. Ha anche interpretato la giovane padawan Jecki Lon nella serie di Star Wars The Acolyte, cancellata all’inizio di questa settimana a causa dei bassi ascolti.

The Batman – Parte 2: arrivano aggiornamenti entusiasmanti su sceneggiatura e riprese

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La sceneggiatura e lo stato delle riprese di The Batman – Parte 2 hanno ricevuto alcuni importanti aggiornamenti, che gettano nuova luce sull’attesissimo sequel DC. Dopo il grande successo ottenuto nel 2022 con il film The Batman, Matt Reeves si prepara a continuare il suo franchise basato su Elseworlds con la storia di The Batman – Parte 2. Tuttavia, dato che di recente l’attenzione si è concentrata sull’imminente spinoff The Penguin, le notizie sul sequel non sono state così frequenti.

Tuttavia, The Batman – Parte 2 è sempre più vicino a diventare realtà: Screen Rant ha recentemente parlato con lo sceneggiatore di The Batman Mattson Tomlin per la sua nuova serie, Terminator Zero, chiedendogli se potesse finalmente fornire un aggiornamento. Tomlin, che sta scrivendo anche la sceneggiatura di The Batman – Parte 2 insieme a Reeves, ha dichiarato che le riprese si svolgeranno l’anno prossimo e ha elogiato il regista per aver voluto assicurarsi di avere il tempo necessario per sviluppare il sequel, condividendo quanto segue:

Si girerà l’anno prossimo. Ci stiamo preparando e devo dire che il livello non potrebbe essere più alto. È il sequel del primo. Ma anche Matt [Reeves] non è da meno. Nei cinque anni in cui ho lavorato con lui così da vicino, ho cercato di assorbire da lui quanto più umanamente possibile, e sono così grato per il tempo che ho potuto trascorrere con lui, perché è un vero artista che opera in un mondo in cui a volte l’arte non riesce a fiorire, e sta cercando di realizzare qualcosa di veramente importante. Quindi, poter partecipare a questo viaggio e far parte di questo processo è davvero incredibile e straordinario. Sono entusiasta del film”.

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Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, The Batman – Parte 2 è stato rinviato all’ottobre 2026. Le riprese del sequel inizieranno alla fine di quest’anno.

Reeves spera che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves è intenzionato a espandere la serie DC Elseworlds, dato che la serie spin-off di Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia, è prossima all’uscita. Con Farrell che ha annunciato una serie molto violenta, The Penguin debutterà su Max a settembre.

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 2 ottobre 2026. Nel cast Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

Deadpool & Wolverine: Ryan Reynolds desidera rivedere sullo schermo il Blade di Wesley Snipes

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C’è stato un solo Blade e nessun altro lo interpreterà mai”. E se fosse proprio così? Anche se si è trattato più di un ruolo secondario che di un “cameo”, probabilmente la più grande apparizione a sorpresa – almeno per coloro che non hanno seguito le voci a riguardo – in Deadpool & Wolverine è stata quella di Wesley Snipes che ha fatto il suo atteso ritorno nei panni di Blade. La star Ryan Reynolds ha già detto chiaramente che gli piacerebbe vedere un “commiato simile a quello di Logan” per il personaggio di Snipes, e ha continuato la sua campagna per il ritorno dell’attore sui social media condividendo alcune nuove foto del Daywalker.

La reazione quando @realwesleysnipes entra nel film è la cosa più intensa che abbia mai sentito in un cinema. La gente che urla di gioia e amore disinibito è anche il suono di un’eredità. Più Blade per favore”. Per quanto ne sappiamo, Mahershala Ali è ancora destinato a prendere il posto di Blade nel prossimo film dei Marvel Studios, ma si sussurra che la risposta al ritorno di Snipes possa aver portato ad alcune conversazioni sulla possibilità di abbandonare il travagliato reboot, che è stato afflitto da problemi di produzione sin da quando è stato annunciato per la prima volta più di quattro anni fa.

Blade: Trinity film Wesley Snipes
Wesley Snipes, Jessica Biel e Ryan Reynolds in Blade: Trinity. Foto di New Line – © 2004 New Line Cinema.

Gli approfondimenti su Deadpool & Wolverine

Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Justice League Mortal: alcune foto rivelano il mostruoso Martian Manhunter di Hugh Keays-Byrne

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Tra tutti i film tratti da fumetti che non hanno visto la luce nel corso degli anni, Justice League Mortal di George Miller rimane il più discusso. Il progetto del regista di Mad Max: Fury Road e Furiosa sull’iconico super-team della DC Comics era molto vicino alle riprese dopo aver messo insieme un cast che comprendeva D.J. Cotrona nel ruolo di Superman, Armie Hammer in quello di Batman e Megan Gale in quello di Wonder Woman.

Il progetto era già in fase di pre-produzione quando la spina è stata staccata a causa dello sciopero degli sceneggiatori, e nel corso degli anni sono circolate online numerosi concept art e foto del dietro le quinte di bassa qualità. Ora, Ryan Unicomb – che era a capo del documentario sulla Justice League Mortal, ora anch’esso cancellato – ha condiviso quello che potrebbe essere il nostro sguardo più chiaro su uno degli attori in costume completo.

Lo scomparso attore australiano Hugh Keays-Byrne, che ha interpretato Immortan Joe in Fury Road, era stato scritturato per il ruolo di J’onn J’onzz nel film, e questi scatti rivelano come sarebbe apparso con le protesi complete come una versione alquanto mostruosa dell’eroico Martian Manhunter. Le foto mostrano il lavoro svolto dal reparto di truccatori, fino ad un risultato che ha già raccolto le lodi di tutti i fan orfani di quel film. Eccole qui di seguito:

Cosa sappiamo di Justice League Mortal

Jay Baruchel, che doveva interpretare il cattivo Maxwell Lord, ha rivelato quanto le telecamere siano state vicine a girare Justice League Mortal in un’intervista del 2017. “Avevano tutti i disegni dei costumi. Avevano tutte le pre-vis. Avevano già definito tutto il tipo di design della produzione, e quindi ci portavano e ci facevano camminare in questo centro di comando dove avevano tutto. Le scelte estetiche che stavano facendo e quelle relative alla storia e ai personaggi sono così coraggiose che non le vedremo mai”.

L’attore ha anche descritto quello che sembra essere stato un combattimento brutale tra Wonder Woman e Superman, che veniva controllato mentalmente da Lord. “All’improvviso questo tizio ha Superman come arma. Lo trasformo in Superman dagli occhi rossi, e poi c’è questa grande lotta tra lui e Wonder Woman, in cui lui le rompe i polsi e tutto il resto”.

La prima volta che si vede Wonder Woman, nella scena iniziale su Themyscira, c’è solo lei. È lei in cima a un destriero… e si trovava a circa mezzo chilometro di distanza da un Minotauro. Il Minotauro ha un’ascia da combattimento in mano e lei si avventa su di lui. Tutte le Amazzoni sono lì a fare il tifo per lei e lei lo decapita. Scende dal suo destriero… regge il Minotauro e non dice un accidente. È come se dicesse: “Questa è la Wonder Woman che voglio vedere!”. Sarebbe stato speciale”.

Megalopolis: Lionsgate ritira il trailer per “citazioni inventate”

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Lionsgate sta ritirando il suo ultimo trailer di Megalopolis di Francis Ford Coppola, che presentava una serie di citazioni inventate di famosi critici cinematografici.

“La Lionsgate sta ritirando il nostro trailer per ‘Megalopolis'”, ha affermato un portavoce della Lionsgate in una dichiarazione fornita a Variety. “Offriamo le nostre sincere scuse ai critici coinvolti e a Francis Ford Coppola e American Zoetrope per questo errore ingiustificabile nel nostro processo di verifica. Abbiamo sbagliato. Siamo spiacenti”.

Your Friendly Neighborhood Spider-Man: lo sceneggiatore rivela alcuni personaggi Marvel che appariranno nella serie

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La Marvel Animation ha rivelato per la prima volta i piani per Your Friendly Neighborhood Spider-Man al Comic-Con di San Diego del 2022. All’epoca lo show si intitolava Spider-Man: Freshman Year ed era stato erroneamente identificato come un prequel di Captain America: Civil War.  Sebbene sarebbe stato piuttosto spettacolare vedere cosa faceva Peter Parker prima di incontrare Iron Man, in seguito avremmo appreso che la serie animata si svolge in una realtà alternativa in cui Norman Osborn diventa il suo mentore al posto di Tony Stark.

Jeff Trammell (Craig of the Creek) ricopre il ruolo di capo sceneggiatore e recentemente si è seduto al The Official Marvel Podcast per condividere nuovi dettagli su ciò che i fan possono aspettarsi dal ritorno dell’Uomo Ragno nell’animazione. “Sapete, vorrei rispondere con un cliché, ‘Aspettatevi l’inaspettato’, ma, onestamente, penso che possiate aspettarvi il vostro amichevole Spider-Man di quartiere”, ha detto. “Si aggira per New York; non è un’enorme avventura intergalattica”.

È lui alle sue radici e ci sono molte cose che noi, come fanbase, prendiamo a prima vista e diciamo: ‘Oh sì, conosco questa parte della storia’. È stato davvero divertente scavare in questa storia ed è stato molto interessante sovvertire le aspettative che sono state costruite per così tanto tempo”, ha aggiunto Tramell. Un frammento del trailer mostrato ai fan al D23 all’inizio del mese è recentemente trapelato online e ha rivelato che il ragno che morde Peter ha origini soprannaturali, il che significa che questo è almeno uno dei grandi cambiamenti apportati alla storia dell’eroe.

Un altro è rappresentato dai personaggi di cui Spidey si trova circondato. “Ci sono così tanti personaggi che non sono i prototipi di Spider-Man che abbiamo introdotto in questa serie”, spiega Trammell. “Il più grande è Nico Minoru dei Runaways. Sono un grande fan di quella serie e di Nico. Sono molto entusiasta che sia nella nostra serie”. “Ci sono Pearl Pangan, Lonnie Lincoln… ci sono alcuni personaggi che conosciamo da altre serie e personaggi classici di Spider-Man con cui siamo entusiasti di mischiarci”.

Inoltre, Amadaes Cho e Jeanne Foucault appariranno nella nostra serie. C’è un sacco di impollinazione incrociata dai fumetti all’interno di questo mondo in cui sono entusiasta di scavare in esso”. Pearl è un personaggio oscuro apparso per la prima volta in War of the Realms: New Agents of Atlas #1; ha assunto il nome di Wave dopo aver acquisito la capacità di controllare l’acqua. Lonnie Lincoln è, ovviamente, Tombstone e Amadaes Cho è il ragazzo geniale che alla fine diventa Hulk.

Per quanto riguarda Jeanne, si ritiene che sia la figlia di Taskmaster e che sia stata arruolata per unirsi all’Accademia dei Vendicatori. Si tratta di un’immersione davvero profonda nei fumetti e più di qualche personaggio farà il suo debutto nel MCU in Your Friendly Neighborhood Spider-Man. Come X-Men ’97 stagione 2, What If…? stagione 3, Eyes of Wakanda e Marvel Zombies, la serie dovrebbe debuttare su Disney+ nei prossimi 18 mesi.

Tutto quello che sappiamo su Your Friendly Neighborhood Spider-Man

Your Friendly Neighborhood Spider-Man è una serie animata che segue Peter Parker nel suo percorso per diventare lo Spider-Man del MCU, con un viaggio mai visto prima e uno stile che celebra le prime radici fumettistiche del personaggio. Tra i membri del cast si vocifera che Hudson Thames sarà Peter Parker, Eugene Byrd darà voce a Lonnie Lincoln, mentre Grace Song sarà Nico Minoru e Hugh Dancy sarà Otto Octavius. Kari Wahlgren interpreterà Zia May, mentre Zeno Robinson darà voce a Harry Osborn.

Blake Lively presenta It Ends With Us, la sua Lily Bloom “mai definita dagli uomini della sua vita”

Due weekend fa Blake Lively ha avuto il privilegio di avere due dei suoi film in testa al botteghino USA. Uno dei due è ovviamente del blockbuster della Marvel Deadpool & Wolverine, in cui interpreta lady Deadpool in uno dei cameo più spiritosi del cinecomic; l’altro è la grande sorpresa It Ends With Us (qui la recensione), che ha incassato al botteghino USA addirittura cinquanta milioni di dollari in tre giorni di programmazione. Del melodramma tratto dal caso letterario scritto da Colleen Hoover Lively è protagonista insieme all’attore/regista Justin Baldoni. Ecco la nostra intervista con l’attrice.

Ha avuto alcuna esitazione ad interpretare una donna che subisce abusi domestici?

Blake Lively: La storia tratta di abusi e violenze domestiche, ma parla anche di chi riesce a realizzare il sogno di una vita, trasformandolo in realtà. Parla del primo amore e di un nuovo amore. Copre gli alti e i bassi della vita, tutti i colori dell’esperienza umana. Racconta del disordine di una donna comune in modo molto onesto, molto reale e crudo. Ho capito perfettamente perché Lily ha preso le decisioni che ha preso, nel momento in cui le ha prese. Ho provato compassione per lei e volevo che anche il pubblico la capisse. Non ho guardato solo un aspetto della sua vita, perché lei è molto di più di quello che le è successo. Qualcosa che può cambiare il corso della sua vita, ma non l’ha definita. È lei che definisce se stessa, e questo per me è bellissimo. Non è soltanto una vittima. Non viene definita dagli uomini della sua vita, sia che si tratti di suo padre, sia che si tratti di questo bellissimo amore che aveva da giovane, oppure dall’amore tossico da adulta, lei non è mai definita dagli uomini. È una storia bellissima per ogni genere e per ogni età. Abbiamo trattato il tema con molta responsabilità, una questione che deve essere gestita con attenzione.

Blake Lively and Justin Baldoni in It Ends with Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Cosa ha messo delle sue esperienze personali nel personaggio di Lily?

Blake Lively: In questo film ho messo tutto: il rapporto con mia madre e le mie sorelle, con i miei figli, ci ho messo i miei sentimenti. È tutto in questo film, in modi che il pubblico non saprà mai, non lo dirò mai a nessuno. Ma sono sicura che quando mi siederò in sala con i miei cari, vedranno se stessi in alcune scene, sentiranno alcune le cose che ci siamo detti. It Ends with Us è molto personale per me. Questa storia è raccontata con empatia, Lily vive con empatia, la narrazione si sviluppa con empatia. Non giudica mai le persone per le decisioni che prendono, magari sbagliando, e mostra loro che c’è una via d’uscita .Anche se non prendi la decisione giusta al momento giusto, puoi essere comunque una brava donna. Sei comunque preziosa.

Blake Lively su It Ends With Us: “Un film molto personale”

Ha interagito con Isabela Ferrer, che interpreta la giovane Lily? Che consiglio darebbe ad attrici alle prime armi come lei?

Blake Lively: L’interazione sul set è stata limitata. È semplicemente fantastica in questo film. Ai giovani vorrei dire: siate appassionati, guardare più film che potete. Imparerete molto, guardateli come se fosse il vostro lavoro. Lungometraggi di ogni epoca, di ogni genere, di ogni tipo di storia, di ogni territorio. Imparerete a raccontare storie e a conoscere ogni aspetto della produzione. Cercate di capire qualcosa da quello che amate. Se si presta attenzione e si studia il modo di narrare, si può imparare Molto. Lo facciamo in continuazione. Osservate il maggior numero di punti di vista possibile, studiate prospettive diverse sull’esperienza umana.

It Ends With Us data di uscita blake-lively-1Quando è nata la sua passione per il cinema e la narrazione? 

Blake Lively: È tutto ciò che ho sempre voluto fare fin da quando ero bambina. Non c’è nient’altro che amo di più. I film hanno un’incredibile capacità di influenzare le persone. Che si tratti di un film a grande budget, divertente e sciocco come Deadpool & Wolverine, oppure di qualcosa come It Ends with Us, profondo, emotivo e d’impatto, sono grata per tutto questo. I miei fratelli hanno tutti recitato, mia sorella Robin è un’attrice incredibile e anche mio padre ha recitato. Sono cresciuta andando con loro alle audizioni. Facevano questo per vivere, vedevo il lavoro che c’era dietro, il rifiuto ma anche l’amore e l’attenzione, dove toglierti la polvere di dossi e rialzarti.

I miei genitori tenevano un corso di recitazione ed essendo io una bambina molto timida, mi costringevano ad alzarmi e fare improvvisazione perché i miei genitori non potevano permettersi una babysitter. Nonostante sia ancora oggi una donna timida, per questo amo alzarmi e recitare. Mi piace interpretare i personaggi, adoro essere costretta. Da ragazza vedevo persone che venivano a Los Angeles ogni anno, alcune di loro poi lasciano perdere e non tornavano. È stato un mix di creatività, fortuna, preparazione, duro lavoro e opportunità. Sono cresciuta amando i film: ancora oggi a casa mia c’è sempre Turner Classic Movies alla TV. Anche se è muta, c’è sempre un vecchio film in sottofondo. It Ends with Us è un film di cui sono davvero orgogliosa, alla fine della mia carriera guarderò indietro e dirò: “Questo è uno dei lungometraggi che mi hanno definito come attrice”.

Sogno olimpico: la vera storia dietro il film

Sogno olimpico: la vera storia dietro il film

Ci sono poche storie così iconiche e piene di pathos come quella della squadra di pallanuoto maschile spagnola che dal 1991 al 2001 ha vinto tutto (oro e argento olimpico e due ori e due argenti mondiali) ed è diventata la prima grande squadra dello sport spagnolo. Il film Sogno olimpico, diretto da Álex Murull e Dani de la Orden, ripercorre un particolare momento di quella vicenda, ovvero l’impresa compiuta durante le Olimpiadi di Barcellona del 1992, concentrandosi in particolare su Manel Estiarte e Pedro García Aguado.

Per gli appassionati di film dedicati a celebri vicende sportive, questo è dunque un film da non perdere, che porta alla riscoperta di una celebre ascesa caratterizzata da numerose difficoltà. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Sogno olimpico. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Sogno olimpico

Il film è una drammatizzazione del percorso della nazionale maschile di pallanuoto della Spagna alle Olimpiadi estive del 1992 a Barcellona, approfondendo le storie personali di Pedro García Aguado (e la sua dipendenza da sostanze) e Manel Estiarte (che affronta la tragedia del suicidio della sorella). Nonostante le personalità opposte, i due finiscono per raggiungere un’intesa costruita sulla comune sofferenza sotto l’allenatore Dragan Matutinović, caratterizzata da metodi di allenamento disumani che gli valsero l’ostilità della squadra.

Sogno olimpico cast

Nel cast del film ritroviamo Álvaro Cervantes nel ruolo di Manel Estiarte, mentre l’attore Jaime Lorente – celebre per aver interpretato Denver in La casa di carta e Nano in Elite – interpreta qui Pedro García Aguado. Completano il cast Christian Valencia nel ruolo di Jesús Rollán e Tarik Filipović nel ruolo di Dragan Matutinović, il controverso allenatore della squadra. Il vero Pedro García Aguado, inoltre, fa un cameo come membro della federazione sportiva dei Giochi Olimpici.

La storia vera dietro il film

Tutto ha inizio nel 1991, un anno prima dei Giochi. Viene presentata una squadra con un compiacimento che pone la Spagna lontana dalle medaglie. Il team viene però dotato di un nuovo allenatore: Dragan Matutinovic, un tecnico croato dai metodi militari. Da qui, il film gioca con elementi reali che porta all’estremo e ne cambia la temporalità per rendere la storia più epica. Matutinovic arriva nel settembre 1990 dopo le dimissioni del precedente allenatore, Toni Esteller, perché non vede abbastanza sostegno per vincere la medaglia a Barcellona.

La squadra aveva come capitano Manel Estiarte, il miglior giocatore del mondo in quel momento. Il film racconta poi come Matutinovic decida di inserire quattro giocatori madrileni all’inizio della preparazione, pochi mesi prima dei Giochi di Barcellona ’92, ad Andorra. Quattro giocatori presuntuosi, che portano carattere e fisicità alla squadra, poco disciplinati, soprattutto Pedro García Aguado, che provoca attriti con il gruppo. L’arrivo dei madrileni, in realtà, ha significato un cambio di modello e una catarsi, soprattutto all’inizio.

Sogno olimpico trama
Álvaro Cervantes, Cristian Valencia, Jaime Lorente e Joan Sentís in Sogno olimpico. Foto di Manel Masferrer – © 42 segundos

Da quel momento ebbero inizio allenamenti dall’alba al tramonto ad Andorra, con lunghezze in piscina, corse in montagna e una competitività senza scrupoli per trasformare i pallanuotisti in gladiatori. La preparazione asfissiante di Matutinovic, il personaggio che meglio ricrea la realtà dell’intero film, ha molti elementi che sono accaduti e che spinse la squadra al limite sia fisicamente che psicologicamente.

Il film si concentra poi su Pedro García Aguado, che come ha raccontato nel suo libro “Mañana lo dejo”, ha dovuto essere curato nel 2003 per una lunga dipendenza da alcol e cocaina. Nel periodo precedente ai Giochi di Barcellona ’92 faceva già uso di alcol. Fu lui a confessarsi al gruppo qualche mese prima, quando scoprì che un test antidoping positivo avrebbe potuto squalificare l’intera squadra. La soluzione di Matutinovic fu quella di mandare García Aguado a vivere a casa di Rafa Aguilar, l’assistente dell’allenatore, e di sottoporsi a test praticamente ogni giorno.

Il finale è molto fedele alla realtà. La ricostruzione della partita, il momento nel tunnel, il ritmo, il punteggio, le frasi dei giornalisti sono un dato di fatto. Anche il conflitto tra gli allenatori, che sono venuti addirittura alle mani in precedenti competizioni. Il duello Matutinovic-Rudic (questo è il suo vero nome) è ben noto negli anni Novanta. Così come la gestione dei 42 secondi decisivi che impedirono alla Spagna di vincere l’oro olimpico. La Spagna si era portata sul 7-6 grazie a un rigore trasformato dallo stesso capitano.

Sogno olimpico pallanuoto

Le regole della pallanuoto dicono però che dopo un rigore c’è un’esclusione nell’attacco successivo. Matutinovic è stato fedele al suo piano e ha ordinato una difesa pressante, ma i giocatori hanno creduto che la zona fosse migliore. Hanno ascoltato il croato, l’esclusione è arrivata e con superiorità hanno portato la partita ai tempi supplementari. Agli italiani ne sono bastati tre per lasciare la Spagna sconsolata con l’argento al collo. Molti giocatori ritengono che con una difesa a zona avrebbero vinto l’oro.

Sebbene la permanenza di Matutinovic in Spagna sia stata breve (solo tre anni, dal 1990 al 1993), in cui la Spagna ha vinto le sue prime medaglie (argento mondiale, argento olimpico, argento e bronzo europeo), per molti giocatori, è stato lui a cambiare la mentalità della squadra e il suo duro processo di allenamento era necessario. Per altri, Matutinovic non ha vinto l’argento ma ha perso l’oro. E sostengono che la squadra costruita da Toni Esteller e Mariano García fosse predestinata alla gloria, come poi è accaduto, quando dal 1996 al 2001 ha vinto tre ori.

Dove vedere Sogno olimpico in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 21 agosto alle ore 21:20 su Canale 5. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati: la spiegazione del finale del film

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati (qui la recensione) di Ari Aster ha portato il pubblico a compiere un viaggio all’interno di una relazione tossica. Giocando con le prefigurazioni e i commenti toccanti, Aster ha creato un film horror di culto, ispirandosi pesantemente al genere del folk horror, che di solito si basa su ambientazioni isolate e tradizioni pagane per generare terrore nello spettatore. Sebbene in questa tipologia di film i mostri possano essere talvolta soprannaturali, spesso si tratta di esseri umani comuni che commettono atti terrificanti in nome di credenze religiose.

Midsommar – Il Villaggio dei Dannati presenta inoltre analogie fondamentali con il precedente film di Aster, Hereditary, che trattava anch’esso di elementi bizzarri, di situazioni inspiegabili e del dolore come tema chiave. Ma la sua vera forza risiede nel modo in cui intreccia l’ambientazione e la trama con gli orrori molto più banali delle relazioni tossiche. In apparenza, questo film si concentra sul tentativo della protagonista di superare un lutto andando a fare un viaggio con il suo ragazzo e i suoi amici. In realtà si trattava del deterioramento della loro relazione.

A partire da queste premesse, Aster costruisce dunque un film angosciante, capace di far provare tutta la frustrazione e il senso di impotenza dei suoi protagonisti. Un titolo dunque da non perdere per gli appassionati di questo genere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Midsommar – Il Villaggio dei Dannati. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati Florence Pugh Jack Reynor
Jack Reynor e Florence Pugh in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

La trama di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati

Protagonisti del film sono Dani e Christian, una giovane coppia americana con una relazione in crisi. Dopo che una tragedia familiare si abbatte sulla vita di Dani, la ragazza decide di unirsi al compagno e ai suoi amici in un viaggio, che ha come meta un remoto villaggio svedese, per festeggiare il Midsommar, la tradizionale festa di mezza estate che si svolge nei giorni del solstizio, tra il 21 e il 25 giugno. Una volta lì, però, si renderanno conto di essere capitati nel bel mezzo di un diverso tipo di festa, legata al culto pagano praticato in quelle zone e con esiti orripilanti.

Ad interpretare Dani vi è l’attrice Florence Pugh, oggi nota anche per i film Black Widow e Piccole donne. Nel ruolo del compagno Christian, invece, vi è l’attore Jack Reynor. Will Poulter, attore visto anche in Detroit e Guardiani della Galassia Vol. 3, interpreta Mark, mentre Ellora Torchia è Connie. Completano il cast William Jackson Harper nel ruolo di Josh, Vilhelm Blomgren in quelli di Pelle e Archie Madekwe in quello di Simon. Vi sono poi Hampus Hallberg nel ruolo di Ingemar, mentre Isabelle Grill interpreta Maja.

La spiegazione del finale del film

Quando il Midsommar raggiunge il suo culmine, si scopre che la comunità ha piani molto specifici per Dani, Christian, Josh, Mark, Connie e Simon. Nell’atto finale, tutti gli estranei, eccetto Christian e Dani, sono “scomparsi” e il rituale di mezza estate continua con una gara di ballo del maypole, che Dani vince. Dopo la gara, Dani viene incoronata Regina di Maggio e viene portata in giro per la comune per benedire i raccolti. Nel frattempo, Christian viene portato via e gli viene chiesto di accoppiarsi con la giovane Maja per portare un po’ di sangue esterno nella comunità.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati cast
Florence Pugh e Vilhelm Blomgren in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

In seguito, viene drogato e, nel suo stato di alterazione, Christian esegue effettivamente il rituale sessuale, distruggendo definitivamente il suo legame con Dani. Quando Dani torna, sente il rituale e assiste all’infedeltà di Christian. Corre fuori, inorridita e singhiozzante, ma questa volta non è sola. Le donne della comune circondano Dani, la seguono nelle stanze da letto e iniziano a fare eco alle sue grida. I membri di questa comunità apprezzano l’unione sopra ogni cosa e quando Dani si angoscia per la scoperta dell’infedeltà di Christian, gli abitanti del villaggio condividono letteralmente il suo dolore.

Questo è in netto contrasto con il resto del film, durante il quale Dani è costretta a soffrire in silenzio e da sola, mentre Christian ignora i suoi crolli o le offre delle banalità a metà. Alla fine di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, viene rivelato il vero motivo per cui questi forestieri sono arrivati al villaggio. Per il finale della festa di mezza estate è necessario un sacrificio rituale. Apprendiamo così che Josh, Mark, Connie e Simon sono già stati uccisi e serviranno come sacrifici nel rituale, che ora ha bisogno di due volontari del villaggio e di un ulteriore sacrificio.

Per la scelta finale, Dani può scegliere chi far morire. Christian o un abitante del villaggio selezionato dalla lotteria. Con il cuore spezzato, Dani sceglie di far morire Christian, scegliendo a sua volta questa comunità come sua famiglia. Christian viene quindi infilato (paralizzato, ma ancora vivo) nella carcassa di un orso e collocato nel tempio sacro insieme ai quattro estranei morti e a due volontari. Mentre il tempio viene dato alle fiamme, gli abitanti del villaggio guardano. Quando uno dei volontari urla di angoscia mentre brucia vivo, gli abitanti del villaggio iniziano a imitare le sue grida, contorcendosi e gridando.

Midsommar - Il Villaggio dei Dannati trama
Gunnel Fred e Jack Reynor in Midsommar – Il villaggio dei dannati. Foto di Gabor Kotschy – © A24

E mentre Dani, ancora vestita da regina di maggio, inizialmente guarda con orrore, alla fine il suo volto si incurva in un sorriso e si unisce agli abitanti del villaggio nei loro festeggiamenti. All’inizio di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, Dani è sola nel suo dolore. Alla fine, condivide non solo il dolore e la sofferenza, ma anche la gioia e la celebrazione. Quando la sua famiglia è morta, Christian e i suoi amici non sono riusciti a colmare il vuoto. Dani era sola, isolata e priva di una considerevole empatia o compassione da parte di coloro che la circondavano.

Alla fine del film, Dani ha invece abbracciato i valori di questa comunità – valori di comunità e di famiglia ritrovata – e finalmente si sente vista, ascoltata e sentita. Ma il tema primario di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati è l’importanza delle emozioni condivise. Le relazioni sono difficili e il trauma che Dani aveva bisogno di aiuto per elaborare era immenso e incredibilmente complicato. Christian non riusciva ad essere empatico nei suoi confronti, mentre nel villaggio Dani trova quel senso di comunità di cui aveva bisogno per condividere le sue emozioni, positive o negative che siano.

Il trailer di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Midsommar – Il Villaggio dei Dannati grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

La ricetta del delitto perfetto: tutte le curiosità sul film

La ricetta del delitto perfetto: tutte le curiosità sul film

I film o le serie dedicati al mondo della cucina hanno sempre avuto un certo fascino, portando gli spettatori all’interno di questo contesto sempre così frenetico e maniacale nella preparazione delle prelibate portate di turno. Film come Il sapore del successo, The Menu, Amore cucina e Curry o la serie The Bear sono solo alcuni degli esempi di maggior successo dedicati a questo mondo. Ad essi, si può aggiungere anche il francese La ricetta del delitto perfetto, diretto da Chloé Micout e girato a Lione e nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.

Come si può intuire dal titolo, il film si configura come un giallo ambientato nel mondo della ristorazione. Pur essendo tratto da un romanzo, intitolato Petits meurtres à l’étouffée, scritto da Noël Balen e Vanessa Barrot, l’adattamento si prende alcune libertà significative rispetto al materiale di partenza. Ad esempio, nel romanzo, la vittima iniziale non è lo zio della protagonista, lei è la caporedattrice di una rivista di cucina che viaggia con il suo fotografo per lavoro invece di un influencer locale e non sono presenti le dinamiche familiari che invece arricchiscono il film.

Dato il buon successo di pubblico ottenuto dal film, inizialmente la realizzazione di un sequel era stata presa in considerazione, ma alla fine il progetto venne cancellato. È però possibile godere di questa sfiziosa e gustosa commedia grazie ora al suo passaggio televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a La ricetta del delitto perfetto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La ricetta del delitto perfetto cast

La trama di La ricetta del delitto perfetto

Protagonista del film è la chef stellata Laure Grenadier. Dopo aver abbandonato le cucine dei grandi ristoranti, Laure ora si occupa di critica gastronomica sul web. La donna ha una figlia, Amandine e un ex marito, Nicolas Garnier, poliziotto a capo della sezione investigativa. Dopo essersi separati a causa di un’altra donna molto più giovane di lei, Laure preferisce ora evitare ogni contatto con l’ex marito.
Tuttavia, quando un’ondata di crimini inizia a colpire i ristoratori di Lione, i propositi di Laure vanno in frantumi.

Perché Nicolas e il suo nuovo assistente Baptiste capiscono che la posizione di Laure nell’ambiente molto esclusivo della ristorazione lionese e il rispetto che ispira agli altri chef della regione sono risorse inestimabili per la loro indagine. Emotivamente coinvolta – visto che proprio suo zio è stata la prima vittima di questi misteriosi assassini – Laure si lascia convincere a fare da loro informatrice. Verrà così coinvolta nel caso, dal quale si sentirà sempre più attratta fino a voler andare fino in fondo a quella strana situazione.

La ricetta del delitto perfetto trama
Copyright Pascal Chantier – FTV – GMT Prod Stars Chloé Micout , Cécile Bois

Il cast del film

Ad interpretare Laure Grenadier vi è l’attrice Cécile Bois, nota per essere la protagonista della serie tv Candice Renoir, dove interpreta la poliziotta che del titolo. “Inizialmente ero restia ad accettare la parte di Laure per non creare confusione con un’altra ‘detective’ ma il lato comico della vicenda mi ha aiutata a fugare ogni dubbio”, ha raccontato l’attrice. Bois ha inoltre raccontato di essersi divertita molto nei panni di questa chef che si improvvisa detective, cosa che le ha permesso di destreggiarsi tra due generi diversi.

Accanto a lei, nel ruolo della figlia Amandine vi è Victoria Eber, mentre Bernard Le Coq interpreta Jérôme Grenadier, lo zio di Laure.L’attore Charlie Dupont interpreta Nicolas, poliziotto ed ex marito della protagonista, mentre Antoine Ferey è il Tenente Baptiste Toussaint. Completano il cast Caroline le Moing nel ruolo di Solange Grenadier, figlia di Jérôme e sua sommelier e Chloé David in quello di Léa Weber, seconda in comando di Jérôme.

Dove vedere La ricetta del delitto perfetto in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 21 giugno alle ore 21:30 sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Daredevil: Born Again, i Marvel Studios avrebbero deciso di eliminare un supereroe dalla serie

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Quando Daredevil: Born Again arriverà finalmente su Disney+ il prossimo marzo, ci aspettiamo un’immersione profonda, attesa da tempo, nell’angolo di strada del MCU. Sappiamo che l’Uomo senza Paura si scontrerà con personaggi del calibro della Tigre Bianca e di Punisher, mentre vari scoop online hanno affermato che il piano per Spider-Man 4 prevede che Peter Parker e Daredevil si scontrino con il Kingpin.

Se ciò dovesse accadere, immaginiamo che l’idea sia quella di concludere definitivamente la storia di Wilson Fisk quando sarà sconfitto dai suoi due più grandi nemici. Il protagonista Charlie Cox ha di recente ventilato la possibilità di avere dei camei speciali in Daredevil: Born Again e Daniel Richtman ha ora “confermato” le voci secondo cui Jacques “Jack” Duquesne (Tony Dalton) apparirà nella serie. Riuscirà finalmente a vestire i panni dello Spadaccino? Questo è ancora da vedere.

Lo scooper sostiene anche che un tempo era previsto che la Kamala Khan/Ms. Marvel di Iman Vellani apparisse nel revival di Daredevil. Per qualche motivo, l’idea è stata scartata in partenza, anche se suo padre – Yusuf Khan – apparirà, come abbiamo visto nel trailer trapelato al D23. L’ultima volta abbiamo incontrato Kamala è stato in The Marvels; dopo aver fatto squadra con Capitan Marvel e Monica Rambeau, si è avvicinata a Kate Bishop e ha cercato di reclutare l’arciere nella sua nuova squadra di supereroi. Il progetto Young Avengers non si è ancora concretizzato, quindi resta da scoprire quando torneranno nel MCU.

Iman Vellani Ms Marvel

Quello che sappiamo di Daredevil: Born Again

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

I dettagli specifici della trama di Daredevil: Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della serie Echo. È stato confermato che Daredevil: Born Again sarà presentato in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.

Paradise is Burning, la recensione del film di Mika Gustafson

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Paradise is Burning, la recensione del film di Mika Gustafson

All’inizio di Venezia 81, arriva nelle sale italiane uno dei frutti più belli (premiato con il riconoscimento alla regia nella sezione Orizzonti) dell’edizione 2023 della Mostra Veneziana: Paradise is Burning, esordio alla regia di finzione della regista svedese Mika Gustafson. Un inno all’anarchia della giovinezza che fotografa, in un’estate di indipendenza, la vita di tre sorelle. Ninfe, fate, streghe che con la loro congrega affrontano l’ebbrezza della libertà, ma anche l’incertezza di un’adolescenza/infanzia senza una guida.

Paradise is Burning, la trama

In un quartiere operaio, in Svezia, le sorelle Laura (16 anni), Mira (12 anni) e Steffi (7 anni) se la cavano da sole, abbandonate a loro stesse e ai loro dispositivi elettronici da una madre che non torna a casa dal Natale precedente. Con l’estate in arrivo e senza genitori intorno, la vita è selvaggia e spensierata, vivace e anarchica. Ma quando i servizi sociali convocano un incontro, Laura deve trovare qualcuno che si spacci per la loro mamma, o le ragazze verranno date in affido e separate. Mentre scappa da un uomo che vuole fargliela pagare per essersi intrufolata nella sua piscina, Laura incontra Hanna, che sarebbe perfetta nello scopo, e con la quale si intrufola nelle case vuote di persone in vacanza.

L’anarchia della giovinezza

Il messaggio che Mika Gustafson veicola, in un contesto sociale che mira a correggere e inglobare ogni aspetto deviante o alternativo rispetto alla regola, è che si sta bene anche senza genitori, se questi non sono interessati a esercitare il proprio ruolo. Paradise is Burning è un inno alla gioia e all’energia vitale che sprigionano queste giovanissime piccole donne nella loro estate di solitudine. Con questa ode all’anarchia, la regista rimane coerente con il suo passato da filmmaker, essendosi già interessata alla protesta contro le autorità svedesi nel documentario Silvana, sulla rapper Silvana Imam.

Un coming of age elevato alla terza

Ma l’aspetto di gioia e fioritura anarchica non è il solo elemento che Gustafson mette a fuoco con Paradise is Burning. Le tre protagoniste sono tutte in una fase della vita di trasformazione, del corpo e dello spirito: 16, 12 e 7 anni. E così il film si trasforma in un racconto di formazione elevato alla terza, in cui l’evoluzione fisica e spirituale delle tre ragazze presenta allo spettatore tre diverse età e tre diversi mutamenti. La sororità, e poi la sorellanza, diventano i punti cardine intorno a cui si snoda il racconto e con cui dialoga l’occhio della regista, leggero e curioso, acuto e premuroso.

La regista si fa testimone di uno scorrere di vitalità carico di energia: le streghe/amiche/ sorelle vogliono danzare e accentrare la loro quotidianità su questo impulso primitivo che le spinge in avanti, verso la rispettiva ricerca del sé attraverso le altre.

È poetico che Paradise is Burning arrivi nelle nostre sale sul finire dell’estate, il film si cala nella stagione estiva che in Svezia si colora di verdi intensi, la annusa e la attraversa, come simbolo di sensoriali e scoperta, ma anche come stagione passeggera che si affaccia a un autunno che non tarderà ad arrivare, portando con sé non solo pioggia e refrigerio.

Megalopolis, il trailer ufficiale del film di Francis Ford Coppola

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Megalopolis, il progetto di passione di Francis Ford Coppola, si presenta come un vero e proprio enigma. Il leggendario regista ha sviluppato il film per decenni e l’ha realizzato a costo personale, senza il coinvolgimento di alcuno studio. Guidato da Adam Driver nei panni dell’architetto futuristico Ceaser, il film si presenta come un fantastico viaggio nella memoria, ambientato in una New York distopica, e il trailer ufficiale ce lo mostra.

Megalopolis, il film

Megalopolis segue Ceaser (Adam Driver), un architetto di New York che vuole ricostruire la città come un’utopia dopo un disastro devastante. Tuttavia, per riuscire nell’impresa, deve passare attraverso il sindaco della città Frank Cicero (Giancarlo Esposito), di cui è innamorato della figlia. La storia ha una struttura lineare, ma sono i temi del film a catturare l’attenzione del pubblico con tutte le potenti immagini che Coppola ha creato. Il regista ha precedentemente rivelato che il tema del film ruota attorno all’amore e alla lealtà,

Megalopolis ha fatto eco a questi sentimenti, in cui l’amore è stato espresso in una complessità quasi cristallina, il nostro pianeta in pericolo e la nostra famiglia umana quasi in un atto di suicidio, fino a diventare un film molto ottimista che ha fiducia nell’essere umano per possedere il genio di guarire qualsiasi problema messo davanti a noi“.

Il film non ha solo il genio di Coppola e anni di ricerche alle spalle, ma anche un ensemble altrettanto impressionante sullo schermo, che comprende Nathalie Emmanuel nel ruolo di Julia Cicero, Aubrey Plaza nel ruolo di Wow Platinum, Shia LaBeouf nel ruolo di Clodio Pulcher, Jon Voight nel ruolo di Hamilton Crassus III e Laurence Fishburne nel ruolo di Fundi Romaine, che è anche la voce narrante del film. Completano il cast Talia Shire nel ruolo di Constance, Jason Schwartzman nel ruolo di Jason, Kathryn Hunter nel ruolo di Teresa, Grace VanderWaal nel ruolo di Vesta, Chloe Fineman, James Remar, D. B. Sweeney, Dustin Hoffman e molti altri.

Megalopolis sarà proiettato nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti e del Canada il 27 settembre.

It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, la spiegazione del finale

Sebbene il film sia basato sul libro di successo di Colleen Hoover, l’adattamento cinematografico di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta (la recensione) include un potente finale che modifica il materiale di partenza per rafforzare il messaggio sulla sopravvivenza e la guarigione dagli abusi. La storia segue una donna di nome Lily Bloom, interpretata da Blake Lively, che durante l’infanzia ha visto sua madre subire abusi e non ha mai voluto trovarsi nella stessa situazione. Purtroppo, dopo il funerale del padre, incontra un neurochirurgo di nome Ryle Kincaid, da cui è immediatamente attratta. I due si rincontrano mesi dopo, quando Lily assume inconsapevolmente la sorella di Ryle nel suo negozio di fiori.

Ryle flirta con Lily, si spinge oltre i suoi limiti e tenta di avvicinarsi a lei nonostante lei gli chieda di smettere. Ryle riesce a logorare Lily e i due iniziano una relazione. Sebbene la loro relazione inizi bene, Ryle inizia ad abusare di Lily. La donna non si rende conto della gravità della situazione fino a quando non incontra di nuovo il suo amore d’infanzia, Atlas, che riconosce immediatamente la violenza domestica. Dopo un tentativo di stupro, Lily va in ospedale con l’aiuto di Atlas e scopre di essere incinta. Questa rivelazione porta al finale emozionante e pieno di speranza di It Ends With Us, che mostra la forza dei sopravvissuti agli abusi.

Perché Lily lascia Ryle in It Ends With Us

Blake Lively and Justin Baldoni in It Ends with Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

I due momenti più forti dell’adattamento cinematografico di It Ends With Us sono quando Lily lascia fisicamente Ryle dopo che lui ha cercato di violentarla e quando lo lascia mentalmente chiedendo il divorzio. Quando lascia fisicamente Ryle, è per paura della sua vita. La sua decisione appare istintiva e guidata da una reazione di fuga. In seguito decide di non tornare da lui, abbandonando mentalmente Ryle a causa di sua figlia. Sebbene Lily ami Ryle, si rende conto della sua responsabilità di genitore nel dare a Emerson una vita migliore di quella che ha avuto lei.

Inoltre, Lily sa quanto sia facile rimanere intrappolati nel ciclo degli abusi, perché è quello che è successo a sua madre. In uno dei momenti più devastanti al di fuori delle scene di abuso, Lily parla con Atlas di come non avrebbe dovuto diventare sua madre. Pensava di essere troppo intelligente per entrare in una relazione violenta, senza rendersi conto che l’intelligenza non conta in queste situazioni. Tuttavia, a causa di suo padre è diventata così impermeabile ai campanelli d’allarme che non li ha riconosciute quando si è trattato di Ryle.

In definitiva, Lily che lascia Ryle è un incredibile atto di coraggio, soprattutto perché il momento più pericoloso per una vittima di violenza domestica è quello in cui se ne va (via JBWS). Per fortuna ha scelto di annunciare il divorzio in uno spazio pubblico, mitigando così alcuni rischi. Inoltre, nel film non sembra mantenere un rapporto di co-genitorialità con Ryle, un cambiamento importante rispetto al libro che protegge il figlio.

Spiegazione della storia passata di Atlas e Lily

In It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, Atlas è la prima persona a riconoscere che Lily viene maltrattata da Ryle, e questo è dovuto alla loro storia. I due si sono conosciuti quando erano adolescenti. Atlas è rimasto senza casa a causa di una vita familiare violenta e ha intrecciato con Lily una storia d’amore mentre alloggiava nella casa abbandonata accanto alla sua. A causa della loro relazione, Atlas ha visto e sentito gli abusi che avvenivano a casa di Lily. Inoltre, è stato quasi ucciso dal padre di Lily. Grazie alla sua esperienza personale e all’aver assistito alla vita domestica di Lily, Atlas era pronto a riconoscere i segni di abuso in una relazione.

Inoltre, Lily e Atlas hanno fatto sesso quando erano adolescenti, come Ryle viene a sapere il primo giorno in cui la incontra. Lily ha anche un tatuaggio a forma di cuore che rappresenta un cuore di legno che Atlas ha intagliato per lei. Questa parte della loro storia diventa importante perché Ryle usa la storia romantica di Atlas e Lily come scusa per abusare di Lily.

Per essere chiari, non c’è alcun motivo accettabile per abusare di qualcuno. Anche se Lily l’avesse tradito con Atlas – e non è così – l’abuso di Ryle sarebbe comunque sbagliato. Inoltre, Ryle mostra molti segnali di allarme prima che Lily incontri di nuovo Atlas, come la coercizione, il controllo e il superamento dei limiti. Il passato di Lily e Atlas permette semplicemente a Ryle di giustificare il suo comportamento ripugnante.

Come Ryle ha fatto il parallelo con il padre di Lily

Blake Lively in It Ends with Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Sia il libro di Colleen Hoover che l’adattamento cinematografico utilizzano messaggi subliminali per dimostrare il ciclo dell’abuso. Uno degli esempi più significativi è il parallelismo tra Ryle e il padre di Lily, Andrew Bloom. Ryle e Andrew Bloom sono entrambi uomini potenti con incarichi di alto profilo che portano alla lode. Ryle ha letteralmente in mano la vita delle persone quando va a lavorare. Nel frattempo, Andrew Bloom ha la possibilità di influenzare la vita di tutti gli abitanti della sua città in quanto sindaco. Entrambi i personaggi hanno un lavoro che dà loro potere e controllo, il che li predispone alla violenza domestica.

Oltre a queste somiglianze, Andrew Bloom e Ryle sono affascinanti e carismatici, anche se il libro mostra maggiormente il fascino di Andrew rispetto al film. Come questi due personaggi di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, i maltrattanti non abusano in genere di tutti coloro che li circondano. Possono essere affascinanti e carismatici, il che permette loro di attirare le vittime e continuare ad abusare senza intervenire. In definitiva, questi parallelismi giocano un ruolo importante nello spiegare come funziona l’abuso e perché Lily rimane intrappolata nel ciclo.

La famiglia di Ryle era a conoscenza della sua natura abusiva?

It Ends with Us – Siamo noi a dire basta

L’adattamento cinematografico di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta apporta cambiamenti significativi al libro di Colleen Hoover, compreso il fatto che Allysa fosse a conoscenza della natura abusiva di Ryle. Il materiale di partenza non chiarisce se Allysa sappia che Ryle è capace di abusare di lui. Tuttavia, il film conferma esplicitamente che Allysa non aveva idea degli abusi durante la conversazione di Lily con lei verso la fine del film. Questo cambiamento rende Allysa meno colpevole nel consentire le azioni del fratello. Inoltre, rende più significativo il momento in cui dice a Lily che non le parlerà mai più se tornerà da Ryle.

Il significato dell’albero di quercia in It Ends With Us

La quercia che si trova nel cortile della casa d’infanzia di Lily è un simbolo importante per tutta la durata di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta. Nel flashback di Altas e Lily, i due discutono del fatto che i fiori, la frutta e la verdura si affidano all’amore per fiorire; tuttavia, la quercia cresce indipendentemente da come viene curata, perché è abbastanza forte da prosperare da sola. Anche se lei crede di essere più simile agli ortaggi del suo giardino, la quercia rappresenta Lily come personaggio.

Alla fine, lei prospera come donna e madre nonostante la mancanza di amore da parte del padre e gli abusi subiti per mano di Ryle. Inoltre, è simbolico che Ryle le morda il tatuaggio basato sul cuore della quercia. Cerca di distruggere ogni grammo della sua forza, ma alla fine sia il tatuaggio che Lily stanno bene.

It Ends With Us risolve le controversie del libro?

It Ends With Us di Colleen Hoover ha suscitato polemiche a causa della romanticizzazione degli abusi, dell’uso della violenza domestica come colpo di scena e del finale del libro. Il primo trailer ha chiarito che il film cercava di correggere i problemi del materiale di partenza. Piuttosto che dipingere la storia come un triangolo amoroso o una storia d’amore, la trama della violenza domestica era abbondantemente chiara. Fortunatamente, il film ha seguito l’esempio correggendo gli altri elementi problematici.

Il film presenta il tema dell’abuso in modo più sfumato, distinguendo che la situazione non è romantica, anche se Lily romanticizza la relazione nella sua testa. Atlas presenta l’opzione che Lily possa abortire la sua gravidanza con l’uso della parola “se” invece di “quando”, che nel libro non viene mai menzionata. Ryle non è ritratto come il “bravo ragazzo che abusa” come nel libro. Inoltre, mostra più segnali di allarme fin dall’inizio. Alla fine del film, Lily non permette a Emerson di trascorrere del tempo senza supervisione con Ryle.

Il vero significato del finale di It Ends With Us

It Ends With Us - Siamo noi a dire basta

Il finale di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta apporta due grandi cambiamenti significativi rispetto al libro. In primo luogo, il film mostra il periodo tra il parto di Lily e il suo incontro con Atlas. Durante questo montaggio, Lily diventa più vivace e gioiosa, una dicotomia rispetto al modo in cui si comporta durante la relazione con Ryle. Anche il suo volto non è più vuoto, ma riacquista l’espressività e la vita che aveva all’inizio del film. Questa aggiunta dimostra che è possibile vivere una vita soddisfacente dopo un abuso. Il trauma può essere sempre presente, ma non deve definire Lily.

In secondo luogo, il finale dell’adattamento cinematografico vede Lily crescere Emerson apparentemente da sola, anziché fare da co-genitore insieme a Ryle. Questo cambiamento offre la speranza che le persone possano sfuggire ai loro abusatori e dare ai loro figli una vita migliore di quella che hanno avuto loro. Invece di affidarsi al suo ex violento, Lily trova un sistema di sostegno nella madre, in Allysa e, infine, in Atlas. Sua figlia non sarà esposta al padre, che ha un passato di violenza. In definitiva, Lily sta dando a sua figlia la vita che avrebbe voluto alla fine di It Ends With Us – Siamo noi a dire basta.

Immaculate: la spiegazione dello scioccante finale del film

Immaculate: la spiegazione dello scioccante finale del film

Immaculate, l’horror religioso (la nostra recensione) del 2024 interpretato da Sydney Sweeney di Euphoria, che ha anche prodotto il film, diventa ancora più inquietante alla fine. Il film ha ricevuto recensioni per lo più positive da parte della critica, che ha lodato soprattutto il ruolo di Sweeney nel ruolo di Suor Cecilia. Alla fine di Immacolata, Suor Cecilia trascorre il resto della sua gravidanza miracolosa risentendosi di Padre Tedeschi e temendo di morire una volta nato il bambino a causa degli eventi sinistri a cui ha assistito nel convento, come l’aver visto le altre suore tagliare la lingua a Gwen dopo che questa aveva parlato contro il convento e i segreti che custodivano.

Prima della data prevista per il parto, Suor Cecilia finge un aborto spontaneo usando una gallina morta nel tentativo di essere portata in un vero ospedale. Padre Tedeschi lo scopre e cattura suor Cecilia prima che possa fuggire. Le spiega che ha usato il suo background in genetica per creare un altro Gesù usando pezzi di DNA trovati su un pezzo del crocifisso. Suor Cecilia è inorridita e dà fuoco al suo laboratorio. Le si rompono le acque e lei fugge nelle catacombe per scappare, finendo per uccidere Padre Tadeschi e dare alla luce qualcosa di non del tutto umano nella scena finale di Immaculate.

Suor Cecilia uccide il neonato nel finale di Immaculate?

Sydney Sweeney in IMMACULATE
Photo Courtesy of NEON

Dopo essere fuggita alla fine di Immaculate, Suor Cecilia partorisce da sola dopo essere scappata dalle catacombe sotto il convento e partorisce. Dopo aver tagliato il cordone ombelicale con i propri denti, Suor Cecilia afferra una grossa pietra e la fa cadere sul neonato. Tuttavia, Immaculate taglia in nero, lasciando il pubblico a chiedersi se abbia ucciso o meno il neonato.

Considerando che Suor Cecilia è rimasta incinta senza il suo consenso e gli orrori che ha vissuto durante la gravidanza, senza poter uscire, è molto probabile che sia stata lei a far cadere il sasso sul neonato, soprattutto perché non è chiaro cosa avesse partorito esattamente. Visti gli strani rumori che la prole emetteva, è implicito che qualsiasi cosa abbia partorito non fosse umana, e quindi l’ha uccisa.

Con padre Tedeschi morto e il suo laboratorio distrutto, suor Cecilia poteva assicurarsi che ciò che le era successo non sarebbe mai più accaduto a nessun altro. L’uccisione del bambino avrebbe doppiamente distrutto qualsiasi prova residua di ciò che Padre Tedeschi e il convento stavano facendo. Suor Cecilia non ha mai voluto il bambino; aveva perso i denti durante la gravidanza e la sua gravidanza era il risultato di esperimenti su di lei. Tenendo conto di tutto ciò, è logico che Suor Cecilia abbia deciso di uccidere il neonato, soprattutto se c’era la possibilità che questo portasse alla fine del mondo.

Cosa partorisce realmente Suor Cecilia alla fine di Immaculate

immaculate sydney sweeney

Sebbene la domanda alla fine di Immaculate possa ruotare intorno al fatto che Suor Cecilia abbia ucciso il neonato, gli indizi lasciati nel corso del film horror suggeriscono anche che c’è qualcosa che non va nella gravidanza o nel neonato. Dopo la nascita del bambino, il respiro affannoso suggerisce che non si tratta affatto di un bambino normale. Non si sentono i pianti di un neonato e il suo respiro sembra più quello di una creatura che di un essere umano. Immaculate non mostra mai l’aspetto del neonato, il che porta a molte speculazioni sulla natura dell’intera gravidanza.

Il bambino è in realtà la seconda venuta di Cristo? È possibile, ma improbabile. Considerando la sperimentazione genetica che Padre Tedeschi ha condotto per due decenni, è possibile che questo bambino sia stato corrotto o mutato in qualche modo molto prima di vedere la luce. Dopotutto, non è nato in circostanze normali, ma è stato costretto ad esistere da Padre Tedeschi. La seconda venuta di Gesù Cristo non era stata profetizzata in questo modo, con un uomo che tirava i fili per portarla a compimento. E così suor Cecilia aveva probabilmente dato alla luce qualcosa di potenzialmente malvagio, data la situazione che circondava la gravidanza.

Spiegazione di ogni morte nel finale di Immaculate

simona tabasco immaculate
Photo Courtesy of NEON

Immaculate ha avuto la sua buona dose di morti, anche se la maggior parte è avvenuta durante il culmine del film. Mentre è in travaglio, Suor Cecilia uccide la Madre Superiora con un crocifisso dopo che questa l’ha aggredita. In seguito, Cecilia brucia Padre Tedeschi dopo aver dato fuoco al suo laboratorio e lo pugnala al collo con un bisturi dopo che lui ha cercato di aprirla. Gwen viene uccisa dalle suore dopo che le hanno tagliato la lingua, anche se la sua morte avviene fuori campo e Suor Cecilia trova il suo corpo nelle catacombe alla fine di Immacolata.

E, naturalmente, chi potrebbe dimenticare che Suor Cecilia usa anche una pietra per porre fine alla vita del neonato negli ultimi secondi di Immaculate, concludendo il film con quella che sarà sicuramente la scena più discussa per gli anni a venire. Oltre alle morti che avvengono alla fine, Immaculate include la morte di Suor Mary (interpretata da Simona Tabasco, stagione 2 di White Lotus), che viene uccisa all’inizio del film.

Sembra che Suor Mary si renda conto di ciò che sta accadendo nel convento e tenti di scappare per salvarsi prima che accada qualcosa, ma viene catturata e sepolta viva da alcune delle altre suore. La sua morte dà il tono al film. C’è anche Suor Isabella, che si butta dal tetto dopo aver tentato di uccidere Suor Cecilia durante il suo bagno. Suor Isabella era arrabbiata perché riteneva che avrebbe dovuto essere lei a rimanere incinta in questo film horror incentrato sulle suore.

Perché Padre Tedeschi voleva creare un nuovo Gesù

Nella preparazione del finale dell’Immacolata è stato spiegato esattamente perché Cecilia era stata ingravidata: il convento voleva inaugurare artificialmente la seconda venuta di Gesù Cristo. Padre Tedeschi ha chiarito di voler creare un nuovo Gesù Cristo utilizzando il DNA rimasto dal chiodo trovato su un pezzo del crocifisso.

Sebbene l’Immacolata non approfondisca troppo le ragioni di padre Tedeschi, egli sentiva che lo scopo della sua vita era creare un nuovo Cristo. Proprio come suor Cecilia sentiva che lo scopo della sua vita era diventare una suora dopo che Dio l’aveva salvata dalla morte per sette minuti a causa di una caduta nel ghiaccio, padre Tedeschi ha capito che poteva usare la sua preparazione scientifica per creare un nuovo Gesù.

Cosa significano le maschere maschere rosse delle suore in Immacolata

Nel corso dell’Immacolata, suor Cecilia si imbatte in suore che indossano maschere rosse, una delle quali viene trovata sull’altare di Cristo. Il motivo delle maschere rosse non viene mai spiegato a fondo, ma è possibile che esse rappresentino il sangue di Cristo. Le suore che indossano le maschere rosse sono probabilmente le seguaci di Padre Tedeschi, che aderiscono a determinati rituali.

Probabilmente lavorano al suo fianco per garantire che gli esperimenti genetici abbiano il massimo successo possibile e che le altre suore non facciano troppe domande o cerchino di scappare. È certo che dietro le maschere rosse di Immaculate c’è un significato tematico più profondo , anche se il film stesso non approfondisce di cosa si tratti.

Il vero significato del finale di Immaculate

immaculate sydney sweeney

Il finale di Immaculate vede Suor Cecilia prendere in mano la situazione e finalmente riprendere il controllo del proprio corpo e della propria vita. Il finale del film horror allude all’autonomia corporea e ai diritti riproduttivi di una donna. Suor Cecilia viene trattata come un’entità secondaria fino a quando non rimane incinta, e Padre Tedeschi e le altre suore si preoccupano solo del benessere del feto e non di lei. Anche la questione del consenso è presente: il finale sottolinea gli orrori della gravidanza e la capacità di Suor Cecilia di scegliere cosa fare dopo essere stata costretta a una gravidanza indesiderata.

Come è stato accolto il finale di Immaculate

Il finale di Immaculate ha ricevuto una risposta mista, ma per lo più positiva, da parte della critica, così come il film stesso. Non sorprende che l’elemento più controverso sia stato l’ambiguità. Il fatto di non mostrare esattamente cosa Cecilia avesse partorito in Immaculate, e il fatto che il film si rifiutasse di confermare se l’avesse effettivamente ucciso, è stato visto da alcuni come una regia incredibilmente intelligente, mentre altri ritengono che il film avrebbe fatto meglio con un finale più conclusivo.

Sydney Sweeney ha spiegato in un’intervista a EW che in realtà sono state girate diverse inquadrature per il finale di Immaculate e che il finale ambiguo è stato scelto perché sia lei che il regista Michael Mohan lo ritenevano la scelta migliore per la trama:

“L’abbiamo girato in più modi. Quello che vedete è in realtà il primo ciak che abbiamo girato, e poi ne abbiamo fatti altri due per coprire le nostre basi nel caso volessimo mostrare angolazioni diverse, ma il nostro istinto è sempre stato quello di non mostrarlo mai, e quindi abbiamo scelto il primo ciak”.

Tuttavia, mentre le domande lasciate alla fine di Immaculate sono state considerate da alcuni critici e spettatori come troppo vaghe (soprattutto se si considera l’intenso accumulo di domande nel resto del film horror del 2023), altri aspetti del climax sono stati particolarmente apprezzati. L’interpretazione di Sweeney durante la scena finale è stata sottolineata in molte recensioni, così come diversi momenti chiave, come quando Cecilia morde il proprio cordone ombelicale.

Nel complesso, Sweeney e Mohan hanno adottato un approccio ponderato al finale di Immaculate, che sembra aver dato i suoi frutti, dal momento che la maggior parte delle reazioni della critica è stata positiva. È un finale che è stato anche semi-improvvisato, come ha rivelato Sweeney, il che spiega il perché dell’approccio un po’ anticonvenzionale di non rivelare mai esattamente il risultato della gravidanza:

“È stato uno di quei momenti in cui abbiamo bloccato la telecamera e poi Mike ha detto: ‘Ok, Syd, cosa pensi di voler fare?’. E io ho pensato: “Proviamo e vediamo cosa succede”. Ed è quello che è successo”.

Mayor of Kingstown – Stagione 3: la spiegazione del finale

Mayor of Kingstown – Stagione 3: la spiegazione del finale

Accidenti, è stato qualcosa, non è vero? Sembrava improbabile che l’episodio 10 – giustamente intitolato “Comeuppance” – fosse in grado di legare insieme tutti i vari fili della trama della terza stagione di Mayor of Kingstown, ma ci è riuscito alla grande. Inoltre, ha portato a termine il tutto con un serrato accumulo di tensione e una raffica di colpi di scena, come una lunga miccia attaccata a una serie di bombe deprimenti.

Inoltre, forse prevedibilmente, ha lasciato le cose leggermente aperte per una quarta stagione. Analizziamo il tutto.

La moralità di Mike

Il finale della terza stagione impiega un classico dispositivo di inquadramento, utilizzando la voce fuori campo di Mike e un breve flashforward per suggerire ciò che sta per accadere. Questo espediente si riferisce a una domanda essenziale con cui Mayor of Kingstown ha giocato per tutto il tempo: Mike McClusky (Jeremy Renner) è un brav’uomo che prende decisioni difficili o un pazzo che non si differenzia dai criminali che si trovano dall’altra parte delle mura della prigione?

È una questione su cui lo stesso Mike riflette. L’episodio 10 inizia con lui che si aggira intorno alla barca di Konstantin, con le sirene che rispondono a una sparatoria su un ponte nelle vicinanze, quindi è ovvio che tutto avrà inizio. Il posto di Mike nella carneficina rimane ambiguo. Ha messo ogni fazione criminale di Kingstown l’una contro l’altra per i suoi scopi. Quando è uscito di prigione, pensava di essersi liberato della pelle che aveva indossato per sopravvivere. Ma forse non è così.

Tenetelo a mente mentre andiamo avanti.

Focus diviso

“Comeuppance” ha un paio di tratti narrativi chiave tra i quali divide la sua attenzione, mentre altre sottotrame di lunga data sono disseminate in tutto il film. Sono molte le cose che accadono in una volta sola, quindi cerchiamo di spiegarle.

Da un lato c’è la sparatoria sul ponte, che è il risultato della manipolazione di Mike sui Crips, sui Russi e sugli Ariani. Mike ha detto a Bunny che rivelerà il percorso della sua banda, ma non la loro destinazione finale, e che la polizia non sparerà ai Crips nello scontro a fuoco che ne seguirà.

Altrove, dopo l’improvviso – anche se previsto – ritorno di Milo alla fine dell’episodio 9, si confronta con Konstantin e Iris sulla barca del primo, quindi Mike deve rispondere per primo. Questo lascia che la SWAT si occupi dello scenario del ponte, il che significa che si occupa anche del destino di Kyle, della continua psicopatia di Sawyer e della determinazione di Evelyn a distruggere quest’ultimo.

La morte di Kareem

Mayor of Kingstown 3

In questo episodio si conclude finalmente la sottotrama di Kareem, ed è tragica. Senza lavoro e con una vita professionale sostanzialmente ricominciata da zero, Kareem ha il tempo contato. Lo usa per esaminare il filmato di sorveglianza dell’attacco con le granate dell’episodio 8, che rivela che Kevin ha dato un segnale al cecchino.

Il penultimo atto della vita di Kareem è quello di avvertire Kevin che Bunny non è la sua famiglia e non vale la sua fedeltà: alla fine lo userà e lo getterà via. Il suo ultimo atto è chiamare la sua famiglia, nessuno dei quali si rende conto che sta parlando con lui per l’ultima volta.

Dopodiché, Kareem commette un suicidio da prigioniero. Cammina nel cortile senza alcuna protezione e affronta un detenuto massiccio, che lo pugnala a morte con l’aiuto entusiasta degli altri prigionieri. Kareem muore dissanguato sul pavimento della prigione.

Politica della polizia

Dopo la morte di Charlie nel penultimo episodio, Ian viene scagionato dalla sparatoria. Nessuno è troppo interessato a stabilire se fosse giustificata, tranne Evelyn, che riconosce di poterla usare a suo vantaggio.

Evelyn sa che Ian si è avvalso dei servizi di Charlie sette volte, ma solo sei di queste erano per cercare i corpi. La settima è stata la visita dal dentista, casualmente il giorno in cui Morrissey è stato ucciso. L’implicazione è piuttosto chiara e Ian è costretto a recarsi da Mike per confessare quanto accaduto quel giorno.

Evelyn è determinata ad arrivare a Sawyer, anche se per farlo deve passare attraverso Ian. Mike lo sa e lo sa anche Sawyer, che è disposto a far fuori Evelyn, o addirittura Mike, pur di non finire in prigione. Lo ammette a Kyle, che si rende conto, troppo tardi, che Sawyer gli ha permesso di entrare nella SWAT solo per avere un po’ di influenza su Mike (Sawyer non lo ammette, ma è molto evidente).

Konstantin e Milo incontrano la loro fine

Non sono ancora del tutto sicuro di quale sia l’obiettivo finale di Milo, o di come sia così informato su tutto ciò che è accaduto a Kingstown di recente, ma comunque ha una proposta. Se Iris ucciderà Konstantin, lui le darà la nuova vita che le era stata promessa e le permetterà di partire.

Milo fa in modo che Iris chiami Mike sulla barca, rivelando di aver lavorato con lui per tutto il tempo, ma è un po’ tardi perché la notizia scuota Konstantin, che sembra aver accettato il suo destino. Riesce persino a convincere Iris a ucciderlo, provocandola con il suo vero nome, Hannah.

Milo mantiene la parola data e fornisce a Iris una nuova identità e un biglietto dell’autobus per andare ovunque lei voglia. Mike la spinge ad andarsene, contro la sua volontà. Quando all’esterno scoppiano degli spari, Mike usa la descrizione per disarmare Milo. Dice a Ian di portare via Iris e poi congeda lui e l’unità di supporto che ha chiamato. Vuole stare un po’ da solo con Milo.

È qui che i polli tematici tornano al pollaio per Mike, poiché Milo – che ammette di aver bombardato il funerale di Mariam nell’episodio 1 e di aver affondato l’autobus carico di donne trafficate nell’episodio 7, anche se l’avevamo già capito – afferma di essere essenzialmente la stessa persona. Sono entrambi la stessa creatura. Mike lo conferma sparandogli in testa.

L’arco di Kyle, la morte di Iris e un possibile futuro

Il caos scoppia sul ponte nel finale della terza stagione de Mayor of Kingstown

La sparatoria sul ponte finisce male. Nel caos, la SWAT inizia a far fuori Crips e Russi da entrambe le parti, il che non è esattamente ciò che Mike aveva promesso a Bunny. Sawyer, come al solito, si lascia trasportare, sparando a sangue freddo a un Crips disarmato che si arrende, e poi aggredendo un civile che sta cercando di proteggere suo figlio.

Kyle spara a Robert, ma in seguito si scopre che è sopravvissuto. È in condizioni critiche a causa del proiettile nel collo, ma il suo giubbotto ha catturato gli altri. I testimoni confermano che Kyle ha aggredito un collega, così quando Mike arriva sul ponte viene portato via in un’auto della polizia. Evelyn ricorda a Mike che nessuno è immune, nemmeno il fratello del cosiddetto sindaco.

E in un’altra tragica svolta, Iris sale sull’autobus per la sua nuova vita… e prende un paio di pillole. L’autista la trova morta sul sedile. Non è chiaro se l’overdose sia stata intenzionale o meno, ma il risultato è lo stesso in ogni caso.

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