Una cavalcata di star si è unita al
prossimo film di Tom Cruise del regista Alejandro
González Iñárritu. Iñárritu è un celebre regista che è
stato candidato a sette premi Oscar e ne ha vinti quattro, tra cui
quello per il miglior film per il suo film del 2014 Birdman o (L’inaspettata virtù
dell’ignoranza). Il nuovo film, attualmente senza titolo, è
stato co-scritto da Iñárritu con Sabina Berman, Alexander Dinelaris
e Nicolas Giacobone e segue un uomo con un potere incommensurabile
che ha causato un disastro ma deve dimostrare all’umanità di essere
la loro unica possibilità di salvezza.
Secondo Deadline,
il film, ancora senza titolo, ha ufficialmente
aggiunto al cast Sandra Hüller,
John Goodman, Michael Stuhlbarg,
Jesse Plemons e Sophie Wilde. Anche Riz
Ahmed è in trattative per unirsi al crescente ensemble del
film di Tom Cruise e Alejandro González
Iñárritu. Al momento non si conoscono i ruoli che le star
in arrivo interpreteranno nel film, poiché ulteriori dettagli sulla
trama sono stati tenuti strettamente nascosti.
Dove avete già visto i nuovi membri del cast del
film?
Mentre Tom Cruise
è già una star di prima grandezza, soprattutto grazie ai suoi film
di successo Mission:Impossible, il nuovo cast che lo
affianca è noto per i suoi numerosi progetti di successo. Questo
include anche la stella emergente del cast, Sophie Wilde.
La Wilde ha interpretato il ruolo principale nel film
horror di successo di A24Talk to
Me e ha già ottenuto un altro ruolo da
protagonista in The Hunger Games:The Ballad of Songbirds and
Snakes, Tom Blyth, nel prossimo adattamento del videogioco
Watch Dogs.
Anche il cast in arrivo è ricco di
nominati agli Oscar: la più recente è quella di Sandra Hüller per
Anatomia di una caduta (2023). In precedenza,
Jesse Plemons era stato nominato nel 2022 per la
sua interpretazione in The Power of the Dog, mentre Riz
Ahmed aveva vinto lo stesso anno per il cortometraggio The Long
Goodbye, dopo essere stato nominato l’anno precedente per la
sua interpretazione in The Sound of Metal. Inoltre, anche
se Michael Stuhlbarg non è candidato all’Oscar, ha recitato
in tre dei film candidati come miglior film del 2018,
ovvero La forma dell’acqua, Chiamami col tuo nome
e The Post.
Il supervisore dei VFX di Alien:
Romulus conferma dove si trovano le
Easters Eggs di Ripley del film, che cambiano la storia del
personaggio prima di Aliens. Diretto da Fede Alvarez,
l’ultimo capitolo del franchise di Alien
segue la Rain di
Cailee Spaeny e i suoi compagni mentre affrontano uno
Xenomorfo a bordo della stazione spaziale abbandonata Renaissance.
Alien:
Romulus (la
recensione) si svolge tra il film originale di Ridley
Scott del 1979 e il sequel di James Cameron del 1986, il che significa che
Ripley (Sigourney
Weaver) è canonicamente in criosonno durante gli
eventi del film.
In una recente intervista con
CinemaBlend, il supervisore ai VFX della Weta Daniel
Macarin ha confermato una teoria pubblicata su AVPGalaxy.net, secondo la quale
una scena mostra sottilmente la navetta di classe Starcub di Ripley
che si allontana dalla Stazione Rinascimentale. Macarin si occupa
anche di un’altra osservazione, confermando che la navetta
Narcissus di Ripley può essere vista attraccata sullo sfondo di una
scena in cui Kay (Isabela
Merced) rimane chiusa in una camera con uno Xenomorfo.
Date un’occhiata al commento di Macarin qui sotto:
Abbiamo fatto un’enorme quantità di
riferimenti. Ogni volta che ci viene chiesto di inserire delle uova
di Pasqua, è sempre molto divertente. La parte difficile è non
rendere qualcosa di troppo ovvio e non togliere nulla alla storia.
Quindi molte volte ci si chiede: “Oh, non sarebbe divertente se
facessimo questo?” E poi si dice: “Sì, ma perderai
l’inquadratura”.
Non voglio inserire qualcosa che
faccia dire al pubblico: “Oh, guarda, eccolo”. E poi la gente
inizia a fare ipotesi. Ci pensano su. Quindi con la nave di Ripley,
se la metti molto piccola, va bene. E le persone che ci sono andate
due o tre volte e che iniziano a notare quei dettagli in più,
potrebbero vederli e non c’è problema.
Ma ogni uovo di Pasqua deve essere
fatto in un modo molto particolare, in modo da non togliere nulla
alla storia. Lo si dà ai fan che lo vedranno più volte al cinema e
si dà loro qualcosa su cui interrogarsi in seguito. … Ma una volta
che l’hai visto, non puoi più disfarlo.
Come Alien: Romulus cambia la storia di Ripley
L’acclamato Alien di
Ridley Scott termina memorabilmente con Ripley che fa esplodere lo
Xenomorfo nello spazio, apparentemente uccidendolo, prima di
entrare in criosonno. Nel sequel di Cameron, la nave di Ripley
viene salvata dalla Weyland-Yutani Corporation e lei si risveglia
dopo 57 anni di criosonno, lasciando intendere di essere stata alla
deriva nello spazio per tutto questo tempo. La conferma della
presenza di Ripley in Alien: Romulus, tuttavia, cambia le
cose.
Alien: Romulus si apre con
una nave della Weyland-Yutani che setaccia i rottami della
Nostromo, la nave del primo film, e recupera lo stesso Xenomorfo
che Ripley sembra aver ucciso. L’alieno era in qualche modo
sopravvissuto al vuoto dello spazio e, dopo l’arrivo di Rain e dei
suoi compagni alla stazione della Rinascita, si scopre che questo
stesso Xenomorfo ha ucciso la maggior parte degli abitanti della
stazione. Oltre a raccogliere questo Xenomorfo, tuttavia, il nuovo
Easter egg conferma che anche la nave di Ripley è stata
recuperata e conservata sulla Romulus, prima di essere ributtata
nello spazio.
Alien: Romulus, tutto quello che
sappiamo sul film
Il film Alien:
Romulus è interpretato da
Cailee Spaeny (Priscilla),
David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is
Easy), Archie Renaux (Tenebre e
ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn
(Aftersun) e Aileen Wu. Alien:
Romulus è diretto da Fede Alvarez (La
casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo
stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues
(L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi
creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.
Nel film, un gruppo di giovani
coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione
spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di
vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di
sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è
al cinema dal 16 agosto.
Jessica Alba ha interpretato per la prima
volta Sue Storm/Donna invisibile nel film Fantastici
Quattro del 2005 e in seguito ha ripreso il ruolo nel film
Fantastici Quattro e Silver Surfer del 2007, e ora
ha un consiglio da dare a Vanessa Kirby che
interpreterà lo stesso personaggio in The Fantastic
Four: First Steps.
L’attrice ha ricevuto recensioni
positive per la sua interpretazione del personaggio e, nonostante
alcune differenze rispetto ai fumetti (e qualche strana occasione
in cui Sue è stata relegata a “interesse amoroso” dato il periodo
in cui sono stati realizzati quei film), Alba rimane una delle
preferite dai fan. Parlando con Collider della sua serie
Honest Renovations, ora su Roku, la star di
Sin City ha condiviso i suoi consigli per la Sue
Storm di The Fantastic Four: First
Steps, Vanessa Kirby.
“Penso che sia semplicemente
divertente. I fan sono così fantastici”, ha detto. “È
stato probabilmente uno dei momenti migliori della mia vita, andare
in giro per il mondo e incontrare tutte le persone che amano The
Fantastic Four e amano questi fumetti e possono identificarsi con
queste storie”. “Per me, questo e la possibilità di incontrare così
tante persone diverse che puoi toccare e portare loro gioia, direi
che è prima di tutto per chiunque abbia l’onore di interpretare uno
di questi fantastici personaggi”, ha continuato Alba.
“Quindi le direi di divertirsi e godersi i momenti”.
Chris Evans ha recentemente ripreso il suo
ruolo di Torcia Umana in Deadpool &
Wolverine, anche se non è chiaro se Alba avrà la
possibilità di vestire di nuovo i panni della Donna Invisibile.
Tuttavia, ha espresso interesse nel farlo in diverse occasioni.
“Per me, adoro il fatto che
fossero umani che hanno attraversato qualcosa di veramente
estremo”, ha detto di recente Kirby dei Fantastici Quattro
dell’MCU. “Leggere tutti i loro
fumetti e vedere il loro viaggio, la loro relazione; qualsiasi
lettura tu faccia, riguarda sempre il modo in cui sono così
inestricabilmente legati e non possono mai separarsi. Attraversano
anche molti momenti difficili, cosa che mi piace molto
scoprire”.
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast
anche Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Il cast di The Crow – Il
Corvo comprende un mix di attori impressionanti, star
del musical e interpreti leggendari. Ultimo adattamento
dell’omonimo fumetto di James O’Barr,
The Crow – Il Corvo segue le vicende
di un giovane di nome Eric che si ritrova su un sentiero di
vendetta dopo la morte della sua amante. La nuova versione della
storia incorpora elementi più apertamente soprannaturali, tra cui
la rivelazione che la persona dietro la loro morte ha fatto un
patto soprannaturale con forze diaboliche.
Spinto dal dolore e alimentato dai
poteri conferitigli dal misterioso Kronos, Eric accetta di tornare
nella terra dei vivi per vendicarsi. Il film si avvale di
un cast relativamente ristretto di attori esperti, con
The Crow – Il Corvo di Bill Skarsgård che fa da traino all’intera
produzione, trasformando Eric da tranquillo paziente di un centro
di riabilitazione a giustiziere crociato. Il film mantiene
l’attenzione su Eric e Shelly e si sviluppa fino a un finale
sanguinoso. Ecco il cast di The Crow – Il
Corvo del 2024 e dove il pubblico li ha già
visti.
Bill Skarsgård nel ruolo di
Eric/The Crow – Il Corvo
Attore: Nato a
Stoccolma, in Svezia, Bill Skarsgård ha dimostrato
di essere un attore incredibilmente versatile e porta questa
energia in The Crow. Figlio di
Stellan Skarsgård (e fratello dei colleghi Alexander, Gustaf,
Valter e di altri quattro fratelli), Bill ha lavorato costantemente
nella sua nativa Svezia per anni. Ha fatto il suo grande debutto
americano in The Divergent Series:Allegiant.
Il suo grande successo è stato il ruolo di
Pennywise nell’adattamento cinematografico in due parti di
It, e da allora è diventato una figura prevalente in una
varietà di film.
Personaggio: Eric
è il protagonista di The Crow e alla fine diventa il
vigilante soprannaturale del titolo. Dopo essere fuggito da un
centro di riabilitazione insieme a Shelly, Eric si innamora
profondamente della giovane donna. Questo rende ancora più tragica
la loro morte per mano degli uomini di Vincent e lo incarna con un
dolore così giusto da permettergli di tornare nella terra dei vivi
per compiere la sua vendetta.
FKA Twigs nel ruolo di
Shelly
Attrice: Nata nel
Gloucestershire, in Inghilterra, Tahliah Debrett Barnett (in arte
FKA Twigs) è nota soprattutto per la sua carriera musicale. Dopo
aver iniziato la sua carriera da adolescente nella scena dei club,
FKA Twigs ha raggiunto la notorietà con l’uscita del suo
album del 2012,EP1. Da allora è
diventata un’artista musicale riconosciuta a livello mondiale.
Anche i suoi crediti cinematografici sono cresciuti nel corso degli
anni. Ha fatto il suo debutto alla regia con il cortometraggio del
2015, M3LL155X, ed è apparsa in Honey Boy del 2019 e
Brighton Beach del 2020. Attualmente è impegnata nel
prossimo film di David Lowery, Mother Mary.
Personaggio:
Shelly è l’amante di Eric neIl
corvo e l’obiettivo dello spettro di Vincent. Giovane
donna dal talento musicale e dal passato burrascoso, Shelly si
innamora di Eric all’inizio del film ed entrambi vengono uccisi
dagli uomini di Vincent. Ciò dà il via agli eventi del resto del
film, poiché la morte di Shelly motiva Eric a rompere i legami
della moralità e a tornare nella terra dei vivi per vendicarsi.
Danny Huston nel ruolo di
Vincent Roeg
Attore: Nato a
Roma, Danny Huston interpreta Vincent in The Crow – Il
Corvo. Dopo aver lavorato inizialmente come regista
in film come Mr. North e Becoming Colette, ha
cambiato marcia ed è diventato un attore costante in diversi film.
La sua grande occasione è stata quella di interpretare il ruolo di
Ivan Beckman nel film candidato agli Independent Spirit Award
Ivans Xtc, a cui sono seguiti
ruoli in film comeThe Aviator,
The Constant Gardener e telefilm come John Adams.
Non è estraneo al genere, essendo apparso in film come 30
giorni di notte, Wonder
Woman e American Horror Story.
Personaggio: Il
soprannaturale Vincent Roeg è il cattivo principale de Il
corvo. Signore del crimine pericoloso e sofisticato,
Roeg rivela costantemente di aver stretto un oscuro patto
con forze soprannaturali molto tempo prima degli eventi
del film. Dopo aver ordinato la morte di Shelly, Vincent è
incuriosito dalla scoperta di un altro immortale come lui e fa del
suo meglio per organizzare un confronto con il giovane.
Josette Simon nel ruolo di
Sophia
Attrice: Nata a
Leicester, nel Regno Unito, Josette Simon ha recitato sul
palcoscenico e sullo schermo per gran parte della sua vita.
La sua prima interpretazione televisiva è stata Dayna
Mellanby nella serie classica di fantascienza della BBCBlake’s 7. È diventata un’interprete
regolare della Royal Shakespeare Company, famosa in tutto il mondo.
La maggior parte dei lavori più acclamati di Josette Simon
provengono dal suo periodo di lavoro in teatro. Nel corso degli
anni è apparsa anche in diversi spettacoli e film. Tra questi,
ruoli in film come Wonder Woman e Detective Pikachu,
oltre a spettacoli come Anatomia di uno scandalo e
Broadchurch.
Personaggio:Sophia viene introdotta come madre di Shelly in The
Crow – Il Corvo. Sophia era apparentemente
consapevole del potenziale pericoloso di Vincent Roeg e ha permesso
che sua figlia finisse invischiata nella sua rete di inganni.
Tuttavia, il suo dolore per la sorte della figlia la rende una
fonte inestimabile di informazioni per Eric una volta tornato in
vita nel mondo reale.
Laura Birn nel ruolo di
Marian
Attrice: Nata a
Helsinki, in Finlandia, Laura Birn è un’apprezzata
attrice finlandese. Laura è apparsa in diversi film, soprattutto
nel cinema finlandese. La sua grande occasione è arrivata con il
film Helmiä ja sikoja del 2003 e con il successivo
thriller Lupaus del 2005, acclamato dalla critica. Nel
corso degli anni è apparsa anche in alcune produzioni americane e
britanniche, tra cui A Walk Among The Tombstones e The
Ones Below. Ha inoltre fornito interpretazioni memorabili
nella serie di Netflix del 2018 The Innocents e nel ruolo
di Eto Demerzel nell’adattamento per Apple
TV+ diFoundation.
Personaggio:
Marian è l’assistente principale di Vincent e gestisce le
operazioni quotidiane della sua associazione a delinquere.
Operatrice spietata, Marian lavora direttamente con gli assassini
che attaccano Eric e Shelly. Di conseguenza, è una delle persone
più importanti che Eric ritiene responsabili della morte di
Shelly.
Sami Bouajila nel ruolo di
Kronos
Attore: Originario
di La Tronche, Francia, Sami Bouajila è un interprete di spicco
della scena cinematografica francese da oltre tre decenni. Bouajila
si è fatto notare con il ruolo di Ismael in Bye-Bye, che
gli è valso il premio come miglior attore al Festival di Salonicco
di quell’anno. Da allora è stato nominato per molti altri premi per
il suo lavoro in film come Giorni di gloria, candidato
all’Oscar, e The Son,
il film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Personaggio:
Kronos è una figura misteriosa che Eric incontra dopo la
sua prematura scomparsa. Kronos, che funge da guardiano tra la
terra dei vivi e il regno dei morti, è colui che spiega la
situazione a Eric e lo dota di poteri. Kronos allude alla portata e
alla mitologia di The Crow – Il
Corvo e rimane una figura enigmatica per tutto
il film.
Nel finale della serie
The Goldbergs, Adam ha finalmente
lasciato che sua madre Beverly andasse avanti con la sua vita,
permettendole di fare lo stesso con lui. Quando The
Goldbergs è iniziato nel 2013, il rapporto tra Beverly e il
figlio minore Adam era adorabile, anche se un po’ iperprotettivo.
Sebbene Beverly potesse essere un po’ soffocante, Adam ha sempre
apprezzato il suo sostegno, anche se a volte lo metteva in
imbarazzo. Tuttavia, man mano che The Goldbergs andava
avanti e Adam cresceva, la dinamica tra lui e sua madre diventava
sempre più strana. Era credibile che Beverly si prendesse cura del
figlio adolescente, ma meno ragionevole che si intromettesse nella
sua vita sentimentale quando lui aveva 20 anni.
Ciononostante, Beverly ha
continuato a intromettersi nella vita sentimentale di Adam, oltre a
violazioni della privacy piuttosto gravi. La
stagione 10 di The Goldbergs ha riportato in scena le
ex fidanzate di Adam nel penultimo episodio della serie per
illustrare l’impatto di questa situazione su Adam, e l’uscita di
scena non ha fatto sembrare sana la dinamica tra Adam e Beverly.
Per questo motivo, Bev ha promesso di non interferire più negli
affari personali del figlio nell’episodio 21 della stagione 10 di
The Goldbergs, “Push It”. Tuttavia, Adam non ha fatto la
stessa promessa di tenersi alla larga dagli affari della madre.
Fortunatamente, la questione è stata affrontata nel finale di
The Goldbergs .
I Goldbergs hanno messo fine
alla strana dinamica tra Beverly e Adam
Per molto tempo è sembrato che
Beverly non potesse permettere ad Adam di crescere. Tuttavia,
l’episodio 22 della stagione 10 di The Goldbergs , “Bev to
the Future”, ha dimostrato che Adam era parte del problema e ha
visto la coppia andare finalmente avanti. Per anni, Adam ha
desiderato una maggiore indipendenza ma, quando Beverly ha iniziato
a flirtare con una vecchia fiamma, George, alla riunione del suo
liceo, è rimasto inorridito dal pensiero che lei stesse con
qualcuno che non fosse il suo defunto padre. Tuttavia, il finale di
The Goldbergs ha risolto il problema quando Adam ha
accettato che Beverly avesse voltato pagina e ha invitato il suo ex
a una festa il giorno dopo.
Sebbene il finale diThe
Goldbergs non abbia risolto tutti i misteri irrisolti della
serie, l’uscita ha fornito una chiusura ai fan di lunga data della
sitcom familiare. La dinamica tra Beverly e Adam ha definito molti
dei migliori episodi della serie. Poiché Adam è la voce narrante,
il coinvolgimento della madre nella sua vita è stato uno dei temi
più importanti di The Goldbergs nel corso della serie. Di
conseguenza, concludere la serie senza affrontare il modo in cui la
coppia ha affrontato questo difficile territorio emotivo per il
futuro sarebbe stata una delusione. Fortunatamente, il finale di
The Goldbergs ha dimostrato che Adam e Beverly possono
rimanere vicini rispettando i reciproci limiti.
Il finale di serie di The
Goldbergs ha avuto un tempismo perfetto
La dinamica a volte scomoda di Adam
e Beverly è stata fondamentale per la storia di The
Goldbergs, ma ha impedito a entrambi i personaggi di crescere
come individui. Per questo motivo, il finale di The
Goldbergs è stato il momento perfetto per dare spazio alla
coppia. È stato un peccato che la stagione 10 diThe
Goldbergs abbia sprecato la singletudine di Bev dopo la morte
di Murray, ma aveva senso che Adam accettasse la presenza del suo
nuovo spasimante nel finale dello show. Senza le dinamiche troppo
strette tra Adam e Beverly, lo show non avrebbe avuto la maggior
parte dei suoi conflitti ma, con Adam che parte per il college,
il finale di The
Goldbergs è stato il momento perfetto per
interrompere questo strano ciclo.
In base a quel poco che abbiamo
visto da Creature Commandos, Superman e
Peacemaker stagione 2, James Gunn non sta perdendo tempo
nell’espandere il DCU e creare un mondo abitato da supereroi.
Un fan DC ha recentemente utilizzato
i social media per condividere alcuni Easter Egg che spera di
vedere nel DCU; uno di questi era l’ossessione di Martian
Manhunter per Chocos, la versione DC degli Oreo.
Questo post ha spinto James Gunn a rispondere con una versione
reale di Chocos, cosa che ha portato a speculazioni sui social
media sul fatto che J’onn J’onzz farà presto il
suo debutto nel DCU. Tuttavia, poiché il regista è attualmente
impegnato a girare un episodio di Peacemaker,
scommetteremmo che questi siano semplicemente oggetti di scena di
quella serie.
In altre parole, forse sarebbe
meglio non eccitarsi troppo. Tuttavia, quella serie Max sembra il
luogo adatto per presentare Martian Manhunter
nella veste del detective John Jones! Vale la pena notare che i
Chocos sono stati avvistati anche su un cartellone pubblicitario
durante le riprese di Superman a Cleveland.
Martian Manhunter, noto anche come
J’onn J’onzz, proviene da Marte ed è uno degli ultimi sopravvissuti
della sua razza, i Marziani Verdi. Creato dallo scrittore
Joseph Samachson e dall’artista Joe
Certa, è apparso per la prima volta in Detective Comics n.
225 nel 1955.
J’onn possiede una vasta gamma di
abilità, tra cui super forza, volo, mutaforma, telepatia,
intangibilità e vista marziana (simile alla vista termica di
Superman). La sua debolezza più notevole è il fuoco, che gli causa
gravi traumi fisici e psicologici a causa di una paura profonda
legata alla distruzione del suo popolo.
Sulla Terra, J’onn assume le
sembianze umane del detective John Jones e spesso lavora con le
forze dell’ordine. È anche un
membro fondatore della Justice League, dove
funge da mentore e bussola morale per molti eroi, tra cui Superman
e Batman. Il personaggio di J’onn è definito dal suo profondo senso
di giustizia, dalla sua duratura solitudine come alieno sulla Terra
e dalla sua ricerca per proteggere la sua casa adottiva dallo
stesso destino che è toccato a Marte.
Abbiamo visto il personaggio in Justice League’s Snyder Cut.
Tutto quello che sappiamo su
Superman
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
La star di The
GoldbergsWendi McClendon-Covey, che
interpreta Beverly, spiega perché non ci sarà presto un
revival. Debuttata sulla ABC nel settembre 2013,
The
Goldbergs è stata creata da Adam F. Goldberg ed è
liberamente basata sulle sue esperienze di crescita negli anni
Ottanta. Con un cast che comprende Sean Giambrone, Troy
Gentile, Hayley Orrantia, Jeff Garlin, AJ Michalka, Sam
Lerner e il compianto George Segal, la sitcom si è
conclusa nel 2023 dopo dieci stagioni e 229 episodi.
In un’intervista esclusiva con
Screen Rant, McClendon-Covey ha spiegato perché è
improbabile che un revival di The
Goldbergs avvenga presto e ha detto che è troppo
presto. Tuttavia, l’attrice ha aggiunto che le piacerebbe riunirsi
al cast e alla troupe in futuro:
Dal momento che abbiamo chiuso
un anno fa, direi che, ovviamente, è troppo presto per
pensarci.Ma lavorerei di nuovo con i miei amici, sempre e
ovunque.Amo quelle persone, ho amato la nostra troupe, ho
amato tutti i nostri scrittori, ho amato tutti i nostri
dirigenti.Quindi, se potessimo rimettere insieme quel
gruppo per un film o uno speciale, ovviamente lo farei.Ne
sarei onorato.
Le Goldberg potrebbero
continuare dopo un dolce addio?
Nel finale di The Goldbergs, che ha debuttato nel maggio
2023, Adam (Giambrone) accompagna Beverly alla riunione del suo
liceo. È lì che Bev incontra George (Rob Corddry), il suo vecchio
amore del liceo. Nell’episodio, intitolato “Bev to the Future”,
Adam all’inizio cerca di impedire a Bev di dimenticare il padre,
morto fuori campo. Tuttavia, con il progredire della storia, Adam
si convince ad accettare George. La risoluzione emotiva onora il
passato della sitcom, incorporando il patriarca Murray Goldberg e
onorando la relazione chiave tra Bev e Adam.
La sitcom potrebbe essere ripresa
sotto forma di spinoff. Anche se la serie risolve relazioni
importanti e offre una chiusura ai personaggi che si sono
sviluppati nel corso di dieci stagioni, The Goldbergs ha
alcune domande senza risposta. Tra queste, quella di sapere se Adam
ha frequentato il college. Sebbene avesse pianificato di iscriversi
e frequentare i corsi a New York, le sue speranze sono state
disattese dalla morte di Murray.
Come dimostra The ’90s
Show, lo spinoff di Netflix di
The ’70s Show, c’è un pubblico per le commedie calorose
che sono aiutate da una generale nostalgia per il decennio. Uno
spinoff potrebbe continuare l’approccio dello show di guardare
indietro agli anni della formazione e continuare una commedia amata
dai fan. Ma per il momento, una delle star dello show fornisce una
ragione semplice e solida per cui The
Goldbergs non tornerà ancora.
Ultron è pronto a tornare. Variety riporta che James Spader riprenderà il ruolo
dell’intelligenza artificiale cattiva di “Avengers:
Age of Ultron” per la prossima serie
Vision dei Marvel Studios con Paul Bettany. Terry Matalas
(“Star Trek: Picard”) sarà produttore esecutivo e showrunner della
serie, il cui debutto è previsto per il 2026. Sebbene Visione sia
tecnicamente morto in “Avengers:
Infinity War”, è stato resuscitato due volte nella serie
‘WandaVision’
del 2021, prima come creazione spettrale fatta (e poi disfatta)
dalla magia, e di nuovo come robot bianco fantasma senza alcun
ricordo del suo passato.
Questo si rivelerà un problema per
Visione quando Ultron tornerà, dato che i due personaggi hanno una
storia di lunga data. Ultron ha creato il corpo sintetico originale
di Visione come sede permanente della sua IA, ma i Vendicatori lo
hanno intercettato e hanno invece inserito l’assistente IA di Tony
Stark, J.A.R.V.I.S., creando Visione. Alla fine di “Avengers:
Age of Ultron”, Visione affronta e, apparentemente,
distrugge il robot finale che contiene la coscienza di Ultron, ma
il momento vero e proprio avviene fuori dallo schermo.
La notizia del ritorno di Spader
conferma che almeno una versione di Ultron è sopravvissuta. Non è
chiaro come Ultron tornerà nella serie. Per “Avengers:
Age of Ultron”, Spader ha interpretato il ruolo tramite
performance capture, ma questo processo rimane costoso per una
serie televisiva. Da tempo si vocifera – e si auspica – di un
ritorno di Ultron, un villain con grandi potenzialità finora troppo
poco sfruttato. Mano mano che ci si avvicina alla realizzazione di
Vision, sarà interessante capire come ciò
avverrà.
Cosa sappiamo su Vision?
Vision, la cui
produzione dovrebbe iniziare in Inghilterra nel 2025, è il primo
nuovo show live-action della Marvel in quasi due anni.
Brad Winderbaum, responsabile di Marvel per lo streaming, la
televisione e l’animazione, ha dichiarato a Variety a maggio che
l’azienda ha iniziato a passare a un “approccio più tradizionale”
alla produzione televisiva dopo il lancio iniziale dei suoi
contenuti in streaming, che lo studio ha realizzato secondo un
modello a caratteristiche.
Quando la commedia e il thriller
d’azione si mescolano, spesso e volentieri prendono vita film
capaci di offrire la spensieratezza del primo con la tensione e la
dinamicità dei secondi. Un film piuttosto recente che riesce a far
ciò è Stuber – Autista d’assalto, dove
Stuber è una fusione tra il nome del protagonista (Stu) e
il servizio di trasporto Uber. Uscito in sala nel 2019, questo è
diretto da regista Michael Dowse, noto
per i film FUBAR e What If. In esso, data la
fondamentale presenza delle automobili, si ritrova tutta
l’adrenalina tipica dei film che fanno di tale mezzo un vero e
proprio protagonista, unita all’assurdità di certe situazioni e
alla natura sopra le righe dei personaggi.
Il film è però anche una sorta di
buddy movie, con due improbabili protagonisti estremamente
diversi tra loro che si ritrovano costretti a fare squadra per
portare a termine una delicata missione. Insomma, Stuber –
Autista d’assalto è un film che mescola i generi per
offrire una visione divertente e ricca di colpi di scena. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Stuber – Autista d’assalto
Protagonista del film è il commesso
Stu, costretto ad arrotondare la propria paga
lavorando come Uber e con il sogno di finanziare un corso di
ginnastica con l’amica Becca, della quale è
segretamente innamorato. Rimessosi dunque per l’ennesima volta al
volante della propria auto per un nuovo turno di guida, Stu non può
immaginare che quella sarà una giornata assolutamente diversa da
quante fino a quel momento vissute come Uber. Sul suo veicolo sale
infatti un corpulento uomo che si svela essere il detective
Vic Manning, il quale si trova nel bel mezzo
dell’inseguimento del pericoloso criminale Oka
Teijo.
Stu si trova dunque suo malgrado
implicato in un rocambolesco inseguimento per le strade della
città. Non potendo rifiutarsi di esaudire le richieste dell’agente,
Stu accompagna prima Manning da un suo informatore e poi in una
serie continua di vicissitudini sempre più folli e pericolose.
Mentre le indagini proseguono freneticamente, Stu si troverà a
dover abbandonare i panni dell’introverso commesso per vestire
quelli di un uomo sicuro che sa ciò che vuole. Uscire vivo da
quella situazione, si dice, potrebbe cambiare in meglio la sua
vita.
Il cast del film
Ad interpretare il protagonista,
Stu, vi è Kumail Nanjiani. Nello stesso periodo
delle riprese di questo film, l’attore aveva messo su 25 chili di
muscoli per Eternals
(2019), ottenendo un fisico scultoreo. Questo non si addiceva però
al suo personaggio in questo film, tuttavia il guardaroba è
riuscito a mascherare l’entità del suo aspetto fisico attraverso la
scelta degli abiti e la loro vestibilità rilassata. Accanto a lui,
nel ruolo del detective Vic vi è invece l’ex wrestler ora attore a
tempo pieno Dave Bautista. Nel ruolo della sua partner,
Sara Morris, invece, si ritrova l’attrice KarenGillan.
Questi tre attori fanno tutti parte
del Marvel Cinematic Universe. Dave
Bautista e Karen Gillan sono apparsi per la prima volta nel film
Guardiani
della Galassia (2014), dove interpretano rispettivamente
Drax e Nebula. Nanjiani ha invece fatto il suo debutto nel MCU nel già citato Eternals
(2021). Nel film recitano poi Iko Uwais nel ruolo
di Oka Tedjo, uno spietato trafficante di droga e assassino di
poliziotti, Natalie Morales nel ruolo di Nicole
Manning, figlia di Vic, e Betty Gilpin nel ruolo di Becca, migliore
amica e interesse amoroso di Stu. Mira
Sorvino recita infine nel ruolo del Capitano Angie
McHenry, il capo di Vic.
Stuber – Autista d’assalto è un remake di
Taxxi?
Anche se non ne è esplicitamente un
remake, Stuber – Autista d’assalto presenta delle
forti somiglianze con il film francese del 1998
Taxxi. Scritto dal regista Luc
Besson (Nikita,
Dogman),
questo ha propone infatti una dinamica simile, dove il
protagonista, Daniel Morales, fattorino di una pizzeria, cambia
lavoro per diventare tassista, guidando una Peugeot 406 da lui
stesso opportunamente modificata. Grazie alle prestazioni del taxi
e alle sue eccellenti doti di guida, Daniel porta velocemente a
destinazione i suoi clienti, riuscendo nel frattempo a eludere
facilmente le forze dell’ordine.
La sua guida spericolata gli si
ritorce però contro quando il suo nuovo passeggero si rivela essere
un poliziotto. Questi gli offre però un’occasione per “scontare” le
infrazioni commesse, ovvero a catturare una banda di ladri tedeschi
a bordo di due Mercedes-Benz 500E. Inizia così una folle corsa per
la città che ricorda appunto quella di Stuber – Autista
d’assalto. Naturalmente, la distanza temporale tra i due
film ha portato quest’ultimo a non prevedere più il taxi ma il
servizio Uber, divenuto particolarmente popolare negli ultimi anni.
Un altro film parzialmente simile è Collateral, thriller d’azione con Jamie Foxx e Tom Cruise, dove però in questo caso l’autista
si ritrova come passeggero uno spietato killer.
Il trailer di Stuber –
Autista d’assalto e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Stuber
– Autista d’assalto grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Google Play, Apple TV,Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 23 agosto alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Sono tanti i film dedicati a celebri
cavalli da corsa, storie vere o frutto di fantasia che hanno
ottenuto grande popolarità proprio grazie al racconto che di esse
si è fatto per il grande schermo. Titoli come Oceano di fuoco –
Hidalgo, Un anno da ricordare, Il ritorno di Black
Stallion o Lean on Pete. A questi
si può aggiungere anche Bold Pilot – Leggenda di un
campione, film turco basato sul vero vincente rapporto tra
un fantino e il suo cavallo da corsa. Scritto e diretto nel 2018 da
Ahmet Katıksız, il film è ora visibile grazie
anche al successo che sempre più opere provenienti dalla Turchia
stanno trovano nel nostro Paese.
Dalle numerose serie turche presenti nei
palinsesti televisivi, fino a film come Voglio crederci, Tattiche d’amore 2 e
Merve Kült, disponibili
su Netflix e affermatisi come tra i più visti in Italia.
Anche Bold Pilot – Leggenda di un campione è un
titolo da non perdere, capace di regalare grandi emozioni. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire
alcune curiosità relative ad esso. In questo articolo si
ritroveranno dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e, in particolare, alla
storia vera dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Bold
Pilot – Leggenda di un campione
Il film è ambientato negli anni
Novanta ed ha per protagonista Halis Karatas,
cresciuto in una famiglia dedita all’equitazione in un remoto
villaggio dell’Anatolia. Dato questo contesto, Halis sviluppa sin
da bambino una sfrenata passione per i cavalli e spera più di ogni
altra cosa di diventare un fantino di successo. Deciso a portare a
termine i suoi obiettivi il giovane lascia il suo paese e si
trasferisce a Istanbul, dove incontra Bold Pilot,
un potente stallone difficile da domare ma con grandi
potenzialità.
Insieme a lui, Halis conosce
Özdemir Atman, il proprietario, e
Begüm, sua figlia, di cui si innamora
perdutamente. Ma il nuovo percorso che intraprenderà supererà di
gran lunga le sue aspettative, trasformando lui e il suo cavallo in
delle vere e proprie leggende. In un periodo di forte crisi e
instabilità politica, le persone, le cui speranze sembrano essere
quasi esaurite, finiscono per legarsi profondamente ad Halis e al
suo Bold Pilot grazie alla lezione di vita più importante che
potessero trasmettergli: che tutti possono vincere.
Ad interpretare Halis Karatas vi è
l’attore turco Ekin Koç, mentre l’amata
Begüm è interpretata da Farah Zeynep
Abdullah. Fikret Kuşkan è invece
l’interprete di Özdemir. Grande protagonista è poi naturalmente il
cavallo che interpreta Bold Pilot. Questi si chiama
Ganesh e si è scoperto in seguito essere il figlio
del vero Bold Pilot. In un’intervista il produttore ha infatti
rivelato che nessuno era a conoscenza del legame tra i due cavalli
e che questo si è scoperto solo in seguito, quando il chip di
Ganesh è stato sottoposto a un controllo. Infine, è da notare che
il vero Halis Karatas ha una parte nel film,
interpretando un fantino rivale.
La vera storia dietro il film
Come anticipato, il film è tratto
dalla vera storia del cavallo Bold Pilot e del suo
fantino Halis Karatas, che hanno ottenuto insieme
incredibili successi negli anni Novanta. Nato nel 1993 e morto nel
2015, il cavallo “thoroughbred” (tecnicamente in italiano si parla
di “purosangue inglese“) Bold Pilot ha
infatti collezionato una grande quantità di vittorie, decretando il
successo assoluto della propria scuderia. Di proprietà di
Özdemir Atman, presidente dell’OTJ Club, già a tre
anni nel 1996 fece parlare delle sue imprese, vincendo la famosa
Gazi Race, una competizione per
purosangue che si tiene a Istanbul, con
un tempo record di 2.26.22 (rimasto imbattuto fino al 2016).
La corsa, dove gareggiano ventidue
esemplari in senso orario per un percorso di 2.4Km sull’erba, fu
inaugurata nel 1927 come omaggio al fondatore della Repubblica
Turca, Gazi Mustafa Kemal. Al di là di quel
record, nel corso 1996 Bold Pilot vinse poi anche altre otto corse
su nove, mentre in totale nella sua vita l’animale e l’inseparabile
fantino Halis Karatas hanno vinto 16 cors su 22 disputate. Tra
queste si annoverano 6 campionati Veterans Run.
Nel mentre, Halis trova l’anima gemella in Begum
Atman, figlia di Özdemir Atman e il film esiste anche per
celebrare la figura di lei, erede del club e deceduta nel 2014.
Dove vedere il film Bold
Pilot – Leggenda di un campione in streaming e in TV
È possibile fruire di
Bold Pilot – Leggenda di un campione
unicamente grazie alla sua presenza nel palinsesto televisivo di
venerdì 23 agosto alle ore 21:20
su Canale 5 o nel catalogo della piattaforma
MediasetInfinity. Per vederlo su
quest’ultima, basterà accedere senza il bisogno di effettuare,
ritrovando così il film disponibile per la visione.
Come horror per i bambini, Beetlejuice (1998) è
stato un film perfetto per una serata in famiglia perché, in
realtà, il cuore della storia riguardava il riavvicinamento della
famiglia Deetz. Certo, c’è voluto Michael Keaton nei panni di uno squilibrato
bio-esorcista perché Lydia (Winona Ryder) e la sua
matrigna, Delia (Catherine O’Hara), mettessero da
parte le loro differenze, ma ci sono riuscite. Ora, nell’atteso
sequel di
Tim Burton,Beetlejuice Beetlejuice,
una nuova generazione viene introdotta alla follia dalla star di
Wednesday Jenna Ortega.
Burton è un regista molto amato, per cui cimentarsi in non uno,
ma ben due ruoli importanti sarebbe una responsabilità enorme per
chiunque. In questo sequel, Ortega interpreta Astrid, la figlia di
Lydia e la nipote di Delia Deetz. Quando la famiglia torna ai
vecchi luoghi dopo una morte in famiglia, il portale dell’Aldilà
viene accidentalmente aperto ancora una volta. A proposito di
traumi generazionali…
In vista dell’uscita nelle sale di Beetlejuice
Beetlejuice, Collider ha avuto l’opportunità di
incontrare Ortega e O’Hara per parlare della loro chimica sullo
schermo e della loro innegabile dinamica familiare. La Ortega ha
anche parlato della differenza tra il suo numero di danza nel
sequel e quello virale di mercoledì, e del perché non è preoccupata
dalla pressione di portare avanti l’eredità di Tim Burton.
Jenna Ortega e Catherine O’Hara condividono un
legame molto stretto
JENNA ORTEGA: Si prende dei rischi. Mi sembrava che in ogni
scena ci fosse qualcosa di diverso. Non avete mai fatto la stessa
cosa due volte. È fantastica!
Il lavoro con Tim Burton con la quale ha già lavorato nella
serie Originale NetflixMercoledì.
Jenna Ortega porta le sue mosse virali di “Mercoledì” in
“Beetlejuice Beetlejuice”.
Il processo per entrambi è stato molto disordinato e molto
“Ok, questo sembra giusto”. Solo che in questo caso è stato un po’
meglio, perché con mercoledì è successo la notte prima, alle tre
del mattino: “Oh mio Dio, gli ho detto che avrei fatto questo ballo
e non so cosa farò”. Mentre in questo caso c’eraancora
quella pressione, ma “Oh, Catherine O’Hara è in questo, Justin
[Theroux] è in questo, Winona [Ryder] è in questo. Lo stiamo
capendo tutti insieme. Lei ci sa fare”. E anche Tim [Burton] ha una
tale fiducia nelle persone che ha, che ci ha detto: “Oh, va bene.
Non preoccupatevi“.
Jenna Ortega è felice di presentare Tim Burton a una nuova
generazione
C’è sicuramente una certa pressione che deriva da una cosa del
genere, ma credo di aver imparato negli ultimi anni a non
sopportarne il peso. Per me è solo una gioia poter lavorare con Tim
e far parte di questi mondi che ho fantasticato e sognato, cercando
di immaginarmi in questi scenari. Quindi, poterlo vivere e lavorare
con persone di cui mi fido e che sono così brillanti in quello che
fanno, come attore, è un’esperienza fantastica. Voglio concentrarmi
su questo, trarre piacere e lavorare su questo aspetto.
Tutto quello che sappiamo sul film di Tim Burton
Beetlejuice Beetlejuice
Il
visionario filmmaker Tim Burton e l’attore candidato all’Oscar
Michael Keaton tornano a fare squadra per
Beetlejuice
Beetlejuice. Keaton torna nel suo ruolo iconico
accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder(Stranger Things, Piccole donne) nel
ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s
Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si
aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star
Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers),
Monica Bellucci (Spectre, i film di
Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto
in un lungometraggio, la candidata agli Emmy
Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo
della figlia di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!,
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità).
La sinossi del film recita: “Beetlejuice è tornato! Dopo
un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia
Deetz tornano a casa a Winter River. Ancora perseguitata da
Beetlejuice, la vita di Lydia viene sconvolta quando la figlia
adolescente e ribelle, Astrid, scopre il misterioso modellino della
città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente
aperto. Con i problemi che si stanno creando in entrambi i regni, è
solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il
nome di Beetlejuice e il demone dispettoso ritorni per scatenare il
suo marchio di caos”.
Burton
dirige il film da una sceneggiatura di Alfred
Gough & Miles
Millar(Mercoledì).La
squadra creativa di Burton che ha lavorato dietro le quinte include
il direttore della fotografia Haris Zambarloukos
(Shark 2 – L’abisso, Assassinio sull’Orient
Express) e diversi suoi collaboratori storici come lo
scenografo Mark Scruton (Mercoledì), il
montatore Jay Prychidny (Mercoledì), la
costumista premio Oscar Colleen Atwood (Alice
in Wonderland, Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet
Street).
Vi sono
poi il supervisore creativo degli effetti delle creature e del
trucco speciale vincitore del Premio Oscar Neal
Scanlan(Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet
Street, Charlie e la fabbrica di cioccolato), il compositore
Danny Elfman (Big Fish, The Nightmare Before Christmas,
Batman), e il Premio Oscar per le acconciature e il trucco
Christine Blundell (Topsy-Turvy
Sotto-sopra).
Lunatico e d’atmosfera, il film del
2005 The Skeleton Key – diretto da Iain Softley – è un horror
soprannaturale di basso profilo che si maschera da thriller
psicologico per la maggior parte del tempo. Kate Hudson interpreta Caroline Ellis,
un’operatrice di ospizio che, insoddisfatta del suo lavoro,
risponde a un annuncio sul giornale per fare da badante ai
Devereaux, Violet (Gena
Rowlands) e suo marito Ben (John
Hurt). Ben ha avuto un ictus che gli ha paralizzato
entrambi i lati del corpo, rendendolo incapace di parlare e
lasciandolo in punto di morte.
Ma la lussureggiante piantagione
isolata nella palude dei Devereaux è inquietante fin dall’inizio, e
la scorbutica evasività di Violet suscita l’immediato sospetto di
Caroline. A Ben è successo qualcosa che non le è stato detto e
Caroline è determinata a scoprire cosa. È un film con così tanti
strati di inganni e depistaggi che può essere difficile separare la
verità dalle bugie, anche quando sono proprio di fronte a noi. Gli
spettatori si rendono conto dei suoi elementi di genere solo quando
lo fa Caroline, e la maggior parte di essi è riservata all’atto
finale. E proprio quando Caroline e gli altri pensano di aver
capito tutto, tutto si ribalta.
La spiegazione del finale del
film
Mentre molti film horror (ma
certamente non tutti) si risolvono in un lieto fine in cui i
cattivi vengono sconfitti e l’eroe se ne va, The Skeleton
Key non è uno di questi. A meno che, ovviamente, non
facciate il tifo per mamma Cecile (Jeryl Prescott)
e papà Justify (Ronald McCall), che hanno un piano
contorto per abitare corpi più giovani e bypassare il processo di
invecchiamento. In effetti, a ben guardare, il finale è
terrificante. Luke (Peter
Sarsgaard) è da tempo una causa persa, poiché è stato
preso e spostato nel corpo di Ben prima che il film iniziasse.
L’hoodoo funziona solo se si crede
e, nel corso del film, Caroline si lascia coinvolgere fino a
credere abbastanza da permettere a Cecile di saltare dal corpo di
Violet al suo. I giorni della giovinezza di Cecile sono finiti e,
dopo il trasferimento, a Caroline nel corpo di Violet viene
somministrata la stessa pozione paralizzante che “Ben” ha assunto
per tutto il film. Nel disperato tentativo di fuga, Caroline rompe
entrambe le gambe di Violet, ereditando così un corpo rotto.
Inoltre, la storia di Violet che
cade dalle scale contribuisce a far capire che sia lei che Ben
devono essere rinchiusi in una casa di cura. Alla fine, ci rendiamo
conto che ogni volta che Caroline pensava di scoprire dei segreti e
di reagire, stava solo cadendo più in profondità nella tana del
coniglio. Quasi tutto quello che ha passato è stato inscenato,
pianificato ed eseguito quasi senza intoppi per farle credere
nell’Hoodoo in modo che il suo corpo le venisse portato via.
Violet si rivela in realtà piuttosto onesta
Alla fine di tutto, forse la
sorpresa più grande è l’onestà di Violet – o meglio, di mamma
Cecile nel corpo di Violet – durante tutto il film. Quando Caroline
vuole sapere della stanza in soffitta con tutto l’armamentario
Hoodoo, Violet le dice che apparteneva a Cecile e a papà Justify e
che la casa appartiene ancora a loro. E in effetti è così: i loro
corpi sono scomparsi da tempo, ma i loro fantasmi sono ancora in
giro, saltando da un corpo all’altro e tramandando la casa alle
loro vittime.
Violet racconta poi la storia del
linciaggio di Cecile e Justify e di come siano stati sorpresi in
soffitta con i figli del loro datore di lavoro mentre eseguivano un
rituale Hoodoo. Questo è sicuramente accaduto, solo che tralascia
il dettaglio (comunque importante) che il rituale scambiava le
anime. Poi c’è Ben. Sebbene Violet affermi inizialmente che ha
avuto un ictus in soffitta, Caroline insiste per ottenere la verità
e modifica la sua storia. In realtà, Violet dice che è stato
attaccato dai fantasmi in soffitta, che lo hanno lasciato
paralizzato. Ed è davvero quello che è successo.
Come abbiamo visto con Caroline,
tutto ciò che serve per eseguire l’Evocazione del Sacrificio si
trova in soffitta. Probabilmente è lì che i fantasmi di Cecile e
Justify, nei loro corpi rubati, hanno rapito Ben e, più
recentemente, Luke. Violet non si trattiene molto. Si comporta come
se fosse riluttante a condividere, e questo fa pensare a Caroline
che stia scavando nella verità e scoprendo queste “superstizioni”
da sola. È una manipolazione magistrale e terrificante.
Il simbolismo della Skeleton Key
La manipolazione, si scopre, è
fondamentale quando si tratta di rubare un corpo. Affinché
l’Evocazione del Sacrificio funzioni, Caroline deve credere in essa
e nell’Hoodoo che la sostiene. Ma questo è un compito arduo per
chiunque abbia i piedi per terra. Le persone non credono in
qualcosa solo perché glielo si dice. Anzi, dire alle persone di
crederci è un buon modo per far sì che si mettano a scavare e a
reagire. Ma se pensano di essere arrivati da soli alla conclusione
che volete, beh, è diverso.
Questo non è il primo furto di corpi
di mamma Cecile e papà Justify, e capiscono che Caroline deve
arrivare a credere nell’Hoodoo da sola. Violet non può
semplicemente dirle che la magia è reale, ed è qui che entra in
gioco la Skeleton Key. In particolare, dà a Caroline libero accesso
alla casa, permettendole di esplorare e di imbattersi nelle sue
scoperte. È un simbolo del modo in cui Caroline esplora il mondo
dell’Hoodoo, incappando nei suoi segreti mentre cerca di scoprire
cosa è successo davvero a Ben.
O almeno, questo è ciò che pensa di
fare. In realtà, Violet – e, in misura minore, Luke – la spingono
sapientemente su ogni strada. Stuzzicano la curiosità di Caroline
con “accidentali” scivoloni qua e là, le negano l’accesso alla casa
e alla conoscenza quando è necessario, e le danno in pasto quel
tanto di verità che basta per tenerla incollata.
L’importanza della porta chiusa a chiave in soffitta
Un luogo in cui il simbolismo della
Skeleton Key e il suo uso letterale si scontrano è la stanza chiusa
a chiave in soffitta. Lo sceneggiatore Ehren Kruger spiega in
“Behind the Locked Door – Making the Skeleton Key” che gli
esseri umani sono immediatamente attratti da luoghi in cui non
possono andare. Se c’è una porta chiusa a chiave, dobbiamo sapere
cosa c’è dall’altra parte. Così, per Caroline, la mansarda di mamma
Cecile e papà Justify “assume un significato incredibile”,
dice Kruger, “e diventa, di fatto, l’unica stanza della
casa”.
Non è un caso che Violet mandi
Caroline in soffitta a prendere i semi all’inizio del film. Né è un
caso che l’unica porta della casa che non si apre per Caroline sia
proprio quella della soffitta. Quando finalmente riesce a entrare,
scopre che un pezzo di chiave si è rotto nella serratura, bloccando
la sua. Alla fine del film, mentre Caroline fruga nella scrivania
di Luke, lì, annidata nel cassetto, c’è un’altra chiave
scheletrica, identica alla sua ma con l’estremità spezzata.
Cecile e Justify usano la chiave
scheletrica, la stanza e la determinazione di Caroline contro di
lei. Perché una volta che Caroline riesce a entrare in quella
stanza e a prendere il disco con l’Evocazione del Sacrificio,
inizia a passare dallo scetticismo alla convinzione. Una volta che
questo accade, non si può più tornare indietro.
Il film è ricco di prefigurazioni
Guardate The Skeleton
Key la prima volta e il finale vi coglierà inevitabilmente
di sorpresa. Ma se lo si guarda una seconda volta, improvvisamente
il film è pieno di allusioni e prefigurazioni che rivelano la
direzione che prenderà. Per esempio, all’inizio del film Jill
chiede a Caroline se il suo lavoro la sta cambiando, poi la avverte
di non farsi risucchiare dai “modi anziani” dei suoi nuovi datori
di lavoro. Alla fine del film, Caroline è stata risucchiata così
profondamente che mamma Cecile ha preso il suo corpo.
Una delle più grandi prefigurazioni
riesce a racchiudere quasi perfettamente tutti gli strati del film.
Si verifica quando Caroline entra per la prima volta nella casa dei
Devereaux e passa davanti al dipinto di una santa che tiene in mano
una Bibbia e brandisce una torcia. È Santa Marta, la patrona della
servitù e delle casalinghe. A prima vista, ha senso che una ragazza
del Vecchio Sud come Violet lo appenda in casa sua.
Ma, come scopriamo alla fine, non
c’è nessuna Violet: non è la sua casa. In realtà, è la casa degli
ex domestici, mamma Cecile e papà Justify, quindi Santa Marta è la
loro santa. Ma è anche conosciuta come Santa Marta la Dominatrice,
perché la leggenda medievale vuole che abbia domato un drago. Per
questo motivo, è popolare invocarla negli incantesimi Hoodoo in cui
si cerca di dominare un’altra persona. Per i più esperti, il
dipinto da solo rivela esattamente cosa aspettarsi.
Chi erano i veri Violet e Ben?
Se c’è un punto di confusione
abbastanza costante, è quello che riguarda l’identità di Violet e
Ben. Alcuni spettatori credono erroneamente che siano i bambini che
mamma Cecile e papà Justify hanno preso in consegna per la prima
volta. Questo, però, è accaduto 90 anni fa e Violet e Ben non sono
così vecchi. Inoltre, Cecile si lamenta di quanto sia diventato più
difficile convincere la gente a crederci, chiarendo di averlo fatto
un paio di volte.
Così, quando Violet dice che lei e
Ben hanno comprato la casa da un fratello e una sorella negli anni
’60, non c’è motivo di dubitare. Dopo tutto, la maggior parte del
resto della storia che rivela è vera. A seconda dell’età del
fratello e della sorella al momento dell’acquisizione, all’epoca
dell’arrivo di Violent e Ben avrebbero avuto tra i 50 e i 60 anni,
quindi è probabile che i loro possessori avessero voglia di corpi
più giovani.
Ma è probabile che la situazione
fosse più complicata di quanto rivelato da mamma Cecile. Violet e
Ben potrebbero essere stati una vera coppia che ha comprato la
casa, ma Cecile e papà Justify hanno venduto la proprietà e poi
sono riusciti a farli credere abbastanza da essere presi in
consegna. È più probabile che la coppia sia stata presa una alla
volta, come Luke e Caroline, e che siano stati presi accordi per
vendere a uno di loro, proprio come il testamento è stato redatto
per lasciare la casa a Caroline. Chi fossero i Deveraux prima di
allora, però, non è dato saperlo.
Perché gli specchi?
Una delle cose che più
incuriosiscono Caroline è il divieto di specchiarsi in casa. Non si
capisce mai bene il perché di questo divieto. All’inizio Violet fa
spallucce, sostenendo che dopo una certa età non si ha più voglia
di guardarsi. È una spiegazione ridicola, ma potrebbe avere un
fondo di verità, dal momento che mamma Cecile e papà Justify non
sembrano amare il corpo degli anziani.
Poi, quando viene messa alle
strette, Violet dice che è perché in loro si vedono i fantasmi di
Justify e Cecile. Caroline pensa che sia ridicolo, ma quando mostra
uno specchio a Ben, lui va fuori di testa e lei presume che lui
creda ai fantasmi. La sua reazione, però, potrebbe essere solo una
reazione di Luke che vede se stesso nel corpo di Ben. Ma anche
questa spiegazione sembra assurda, visto che i fantasmi di Justify
e Cecile non si aggirano per la casa.
Ma quando si arriva alla fine del
film, il grande specchio in soffitta sembra essere parte integrante
dell’Evocazione del Sacrificio. Violet si posiziona dietro di esso
e lo regge a Caroline, e lo vediamo scorrere attraverso immagini
fantasma di Violet e della giovane ragazza di cui mamma Cecile si è
impossessata per la prima volta. L’Evocazione del Sacrificio
termina quando il fantasma di Mama Cecile appare nello specchio e
lei, nel corpo di Violet, lo spinge fino a rompere su Caroline.
Quindi forse i fantasmi appaiono negli specchi, almeno quando è il
momento di rubare un corpo.
Cosa succede dopo?
Molti film, horror o di altro
genere, cercano di legare le cose in un fiocco ordinato e di dare
agli spettatori un senso di lieto fine. The Skeleton
Key non lo fa, tranne che per mamma Cecile e papà Justify.
Ma se ci pensiamo bene, il futuro si prospetta piuttosto cupo per
tutti.
Le cose si faranno sempre più
difficili per Cecile e Justify, dato che la gente crede sempre meno
nei vecchi metodi come l’Hoodoo. Possono conquistare solo i
credenti e quando saranno pronti a scambiarsi Caroline e Luke, tra
circa 40 anni, chissà dove sarà il mondo? Cecile sospira alla fine,
dopo il lavoro che ha richiesto per far cambiare idea a Caroline, e
ogni volta diventa più difficile. In effetti, era uno dei motivi
per cui era così contraria ad accettare questa ragazza yankee
all’inizio del film. Fino a quando la coppia sarà in grado di
portare avanti questo piano? Il film suggerisce che la risposta a
questa domanda non è chiara.
Per quanto riguarda Caroline e Luke,
l’ultima scena che li ritrae, paralizzati, a fissarsi nei corpi di
Violet e Ben, è struggente. Non hanno molto futuro. Da un lato,
sembra rischioso mandarli via se è stato necessario dosare
regolarmente la pozione che Violet stava preparando per mantenere
Ben paralizzato e incapace di parlare. Dall’altro, cosa faranno?
Cecile e Justify li mandano via come anziani deboli, falliti e
probabilmente confusi. Chi ascolterà le loro stravaganti
affermazioni di essere qualcun altro?
Pachinko – La moglie
coreana è senza dubbio una delle creazioni televisive più
emozionanti, audaci e significative degli ultimi anni. Attraverso
il toccante racconto di un’epopea familiare,
l’opera presenta con straordinaria dignità e cura un
frammento cruciale della storia della Corea del Sud. Tra
vita e morte, amore e conflitto, coraggio e perdita,
Pachinko racchiude il dolore e la memoria di un popolo che
ancora oggi continua a lottare per preservare le proprie radici e
la propria voce.
Ed è proprio per la sua
profonda e autentica bellezza e i nobili intenti che, fin
dal suo debutto, il pluripremiato dramma storico di Apple TV+, tratto dall’intenso bestseller
del 2017 di Min Jin Lee, ha incantato ed emozionato sia il
pubblico che la critica internazionale. Ora, dopo oltre due anni di
attesa, torna con la tanto sospirata seconda stagione. Prodotta da
Media Res e ideata dalla scrittrice e showrunner americana
Soo Hugh, nota per la curiosa serie antologica
The Terror (co-prodotta
da Ridley Scott e tratta dal bestseller di Dan Simmons), la
seconda stagione di Pachinko è composta da otto
episodi di circa un’ora ciascuno (come la prima stagione)
ed è disponibile sulla piattaforma streaming di Apple dal
23 agosto 2024.
Pachinko | In foto gli attori Sungkyu Kim, Eunchae Jung e Minha Kim
nell’episodio 3 della Stagione 2.
Quattro generazioni per raccontare la storia di un
Paese
Dalla piccola Busan del 1915 alla
caotica e luminosa Tokyo del 1989, attraversando la violenta
occupazione giapponese, la Seconda Guerra Mondiale, la guerra di
Corea e la ripresa economica degli anni ’80, Pachinko
accompagna il pubblico in un intenso viaggio che,
attraverso la saga familiare di quattro
generazioni, racconta la tragica storia di tutto il popolo
coreano. La seconda stagione, diretta da Leanne Welham, Arvin Chen
e Sang-il Lee, riprende il filo del racconto lasciato in sospeso
(qui il recap dettagliato della
Stagione 1 di Pachinko), intrecciando nuovamente le
vicende ambientate nell’Osaka del 1989 con quelle del 1945, nel
pieno della guerra.
Dopo l’arresto del marito Baek Isak
(Steve Sanghyun Noh), Sunja (Kim
Min-ha) si assume la responsabilità di sostenere la
famiglia vendendo kimchi al mercato, mentre cresce i suoi figli,
Noa e Mozasu, con l’aiuto della cognata Kyunghee (Jung
Eun-chae). Tuttavia, gli anni ’40 in Giappone si rivelano
ancora più difficili dei precedenti: mentre reperire il cavolo per
preparare il kimchi diventa sempre più arduo, il paese vive nella
crescente paura di un attacco imminente da parte dell’esercito
americano. In questa situazione critica, Sunja – non senza
esitazione – accetta l’aiuto del ricco Koh Hansu (Lee
Minho), ex amante e padre biologico del figlio maggiore,
per mettere in salvo tutta la famiglia, allontanandola dalle città
che sarebbero presto diventate teatri di guerra. Lasciandosi i
bombardamenti alle spalle, Sunja, Kyunghee, Noa e Mozasu si
trasferiscono nella tranquilla campagna giapponese, nella speranza
di poter tornare presto a Osaka e ricominciare a vivere
degnamente.
Nel frattempo, nella Osaka del
1989, Solomon (Jin Ha), dopo l’ultimo
licenziamento, cerca di farsi strada in un contesto di incertezza
economica, mentre affronta i sensi di colpa per un passato che non
sente davvero suo.
Pachinko | In foto Minha Kim (Sunja) e Lee Minho (Hansu)
nell’episodio 3 della Stagione 2.
La profondità di Pachinko risiede nei suoi
valori
Amore, famiglia, memoria e
identità sono dunque i temi cardine di una storia potente
in cui le voci femminili risuonano con forza e decisione.
Pachinko è, infatti, un racconto corale
costruito principalmente attorno ai suoi personaggi femminili, alle
loro paure, preoccupazioni e desideri. Yangjin, Sunja e Kyunghee
sono la linfa vitale e rappresentano rispettivamente le
radici, la forza e la vulnerabilità di un popolo rimasto
per troppo tempo nell’ombra. In un mondo oscuro e corrotto, dove la
guerra ridefinisce i confini e l’identità di un popolo, mentre gli
uomini, sempre più forti e ostinati, sono mossi da un profondo
senso di ribellione, appartenenza e rivendicazione; le donne
appaiono al pubblico in tutto il loro silenzioso dolore e
dignitosa integrità. Le madri, le figlie e le sorelle di
Pachinko incarnano dunque l’essenza della Corea del
passato, portando con sé tutti i suoi sapori, i profumi e i
suoni.
Anche il cibo, nel
corso del racconto, assume un ruolo e un valore sentimentale e
identitario, tanto importante quanto lo è tutt’oggi nella cultura
coreana. Questo valore emerge fin dalla prima stagione, quando
Yangjin si impegna con tutte le sue forze per procurarsi una
porzione di riso bianco da servire alla piccola cena di matrimonio
di Sunja. All’epoca, il riso bianco era un alimento riservato al
popolo giapponese, e quel sapore pregiato diventa un
simbolo di amore e sacrificio, che commuove Sunja
e rimarrà impresso nella sua memoria anche decenni dopo. Oppure, il
kimchi (piatto tradizionale coreano fatto con cavolo fermentato),
preparato da Sunja con grande attenzione, diventa un mezzo
attraverso il quale riesce a sostenere la sua famiglia,
rappresentando una connessione profonda con le sue radici e
una forma di resilienza. E, ancora, il tofu,
condito con una varietà di salse, e il saporito ramen, che Sunja
vede e assapora per le strade di quel mercato mentre sogna di poter
aprire un ristorante, riflettendo la sua ambizione e i suoi
desideri per un futuro migliore.
In Pachinko, il
cibo non è solo quindi nutrimento, ma si trasforma in
un vero rifugio emotivo e in una memoria vivente.
Ogni piatto e ogni sapore raccontano storie di speranze e sogni,
contribuendo a delineare l’identità dei personaggi e arricchendo il
racconto con una dimensione aggiuntiva di significato che tocca
profondamente la tradizione e le radici culturali di un popolo.
Pachinko | In foto il piccolo Eunseong Kwon nell’episodio 1 della
Stagione 2.
Pachinko e Minari: la resilienza di un
popolo
Sotto molti aspetti,
Pachinko richiama la significativa opera
cinematografica Minari, di Lee
Isaac Chung, che pochi anni fa ha portato con orgoglio la Corea del
Sud agli Oscar 2021. Proprio come Pachinko, Minari racconta,
attraverso il coraggio e le sfide di una famiglia
sudcoreana emigrata in America negli anni ’80, uno
spaccato cruciale della storia e dell’esperienza di quel popolo. E
mentre Pachinko prende il nome dal gioco d’azzardo
giapponese che si diffuse globalmente alla fine della Seconda
Guerra Mondiale, simboleggiando le incertezze e le sfide della
vita, invece Minari esalta ulteriormente il valore del
cibo attraverso il suo stesso titolo. Il termine “minari”, infatti,
si riferisce a un ortaggio comune nella cucina asiatica, che
simboleggia la resilienza e l’adattamento durante i periodi
di difficoltà e povertà.
Ma, oltre alla presenza della
grandiosa “halmeoni” Yuh-Jung Youn, ciò che
accomuna davvero e profondamente le due opere, nonostante le loro
differenze di forma e medium, è la capacità di evocare
sentimenti intensi e universali nel pubblico. Entrambe le
narrazioni esplorano temi come l’impotenza, la perdita, il
desiderio di rinascita e il dolore legati al dover
lasciare la propria casa e i propri cari in cerca di un
futuro migliore, senza però dimenticare mai chi si è
veramente, senza mai dimenticare le proprie radici e la propria
storia.
Pachinko – In foto gli attori Yuh-Jung Youn e Jun Kunimura
nell’episodio 3 della Stagione 2.
Pachinko si riconferma un capolavoro
Se pubblico e critica temevano che
un’opera così ben scritta ed elaborata come Pachinko
potesse perdere il suo fascino, possiamo finalmente tirare un
sospiro di sollievo. La seconda stagione non solo mantiene, ma
innalza ulteriormente il livello, confermando Pachinko
come un autentico capolavoro della serialità
televisiva degli ultimi anni. La qualità della regia e
della sceneggiatura è impeccabile, sostenuta da un cast
straordinario che cattura l’attenzione del pubblico sin
dai primi istanti. Ogni dettaglio, grande o piccolo, è
meticolosamente curato e contribuisce a una narrazione
ricca e sfumata, meritando una visione attenta e
appassionata.
La scelta della sigla è un esempio
ulteriore della cura e della precisione con cui ogni elemento è
stato selezionato per arricchire l’esperienza visiva. Il passaggio
dalle note energiche di “Let’s Live for Today” dei The
Grass Roots a quelle più decise e autoritarie di
“Wait a Million Years” della stessa band
sottolinea l’evoluzione e la maturazione della trama e dei
personaggi.
Nonostante alcuni interrogativi e
spunti interpretativi rimasti aperti, la seconda stagione di
Pachinko offre una conclusione soddisfacente e ben
strutturata di una storia che ha saputo toccare
profondamente il pubblico. La serie non solo completa il suo arco
narrativo con eleganza, ma fornisce anche una chiusura che riflette
l’intelligenza emotiva e la qualità rara che la distinguono dalle
numerose produzioni televisive spesso superficiali disponibili
negli ultimi anni sulle piattaforme di streaming. In conclusione,
Pachinko ha raggiunto un livello di
perfezione che fa sperare che i creatori non cedano alla
tentazione di prolungare un’opera che ha già dato e fatto molto più
di quanto ci si potesse aspettare.
Il
Gladiatore II si preannuncia come uno dei più grandi
blockbuster del resto dell’anno, con il primo trailer che offre
un’azione ad alto tasso di tensione e nuovi sguardi al suo cast
all-star. Il sequel, che riprende gli eventi de Il Gladiatore del 2000, è l’ultimo film del
leggendario regista Ridley Scott, il cui lavoro decennale
nell’industria ha spaziato da Alien
a Blade Runner al recente Napoleon. In una recente intervista con
Empire, Scott ha elogiato il suo
lavoro su Il
Gladiatore II, sostenendo che potrebbe diventare un
punto di forza della sua filmografia complessiva. “È la cosa
migliore che abbia mai fatto”, ha affermato Scott. “Anche
se [ho] fatto molti altri grandi film”.
Paul Mescal interpreterà Lucius Verus, il
figlio del personaggio di Connie Nielsen (interpretato da
Spencer Treat Clark nel film originale), ne
Il
Gladiatore II. La Nielsen riprenderà anche il ruolo di
Lucilla. “Lucius è stato nelle terre selvagge per, vediamo,
l’ultima volta l’abbiamo visto quando aveva 12 anni“, ha detto
Ridley Scott in precedenza a Rotten
Tomatoes a proposito del personaggio di Mescal. “Ora sono
passati circa 12 o 15 anni. È stato nella natura selvaggia e ha
perso i contatti con sua madre. Sua madre ha perso i contatti con
lui, non sa dove sia. Pensa che possa essere morto“.
La produzione del film è iniziata
nel giugno 2023, ma è stata sospesa circa un mese dopo a causa
dello sciopero della Screen Actors Guild-American Federation of
Television and Radio Artists (SAG-AFTRA). Le riprese sono riprese
nel dicembre 2024 e la produzione è terminata ufficialmente il 17
gennaio 2024. Ridley Scott produce Il
Gladiatore II insieme a Michael Pruss, Douglas Wick,
Lucy Fisher e David Franzoni. Il film arriverà nelle sale
statunitensi il 22 novembre 2024, distribuito da
Paramount Pictures.
La
seconda stagione di Tutto chiede salvezza, prodotta da
Picomedia e diretta da Francesco
Bruni, si mostra nelle prime immagini video, in attesa di
debuttare su Netflix
il prossimo 26 settembre. I personaggi incontrati, conosciuti e
amati nella prima stagione stanno per tornare; a loro si aggiungono
nuovi compagni di viaggio e di vita dentro e fuori le mura della
clinica Villa San Francesco.
Nei 5 episodi della
seconda stagione, un cammino lungo 5 settimane in cui i
protagonisti si troveranno a dover affrontare nuove sfide, ad
intrecciare nuove relazioni, a fare i conti con il proprio
passato, a vivere al meglio il presente e a prepararsi per il
futuro.
I primi due episodi
saranno proiettati in anteprima a Milano a Fuoricinema 2024 l’8
settembre. La proiezione sarà preceduta da un talk con il regista e
autore Francesco Bruni, l’autore Daniele
Mencarelli, e i protagonisti Federico Cesari,
Fotinì Peluso e Drusilla Foer.
Scritta da
Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e Daniela
Gambaro, la seconda stagione vede grandi new entry nel
cast come Drusilla Foer (Matilde),
Valentina Romani (Angelica), Vittorio
Viviani (Armando), Samuel Di Napoli
(Rachid) e Marco Todisco (Paolo). Torna l’amato cast della prima
stagione con Federico Cesari (Daniele), Fotinì Peluso (Nina),
Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea(Gianluca), Lorenzo Renzi
(Giorgio), Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro Pacioni
(Alessandro), che nella prima stagione condividevano la stanza nel
reparto di psichiatria insieme a Daniele. Ricky Memphis (Pino),
Bianca Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore(Alessia) tornano nei
ruoli dell’infermiere e delle infermiere del reparto, mentre
Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella Lebboroni(Dott.ssa
Cimaroli) in quelli dei medici della clinica. Lorenza Indovina
(Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli (Antonella),
Giacomo Mattia (Giovanni), madre, padre, sorella e fratello di
Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.
La trama della seconda stagione di Tutto chiede
salvezza
Sono trascorsi due anni
da quando abbiamo lasciato Daniele e la nave dei pazzi. Molte cose
sono cambiate: Daniele e Nina sono diventati i genitori della
piccola Maria e poco dopo la sua nascita si sono allontanati. Li
ritroviamo che si contendono l’affidamento della bambina con il
supporto delle rispettive e diversissime famiglie. Daniele, dopo
l’intensa esperienza vissuta durante la settimana di TSO, ha scelto
di diventare infermiere e, grazie all’intervento della dottoressa
Cimaroli, sta per entrare come tirocinante nell’ospedale in cui era
stato ricoverato. Ha cinque settimane per dimostrare al giudice che
quello può diventare un impiego stabile, accreditandosi come un
genitore affidabile. In questa nuova veste, Daniele conosce i nuovi
pazienti della camerata, che lo costringono a riflettere sul suo
eccesso di empatia verso il dolore degli altri e che rischiano di
farlo deragliare di nuovo.
La star del film in arrivo al cinema
The Crow – Il Corvo Bill
Skarsgård distingue il suo film dalla versione del
1994. Il film originale Il corvo aveva come protagonista
Brandon Lee nei panni di Eric Draven, un uomo
risorto che cerca di vendicarsi delle persone che lo hanno ucciso.
A trent’anni dall’uscita de Il corvo,
Rupert Sanders ha realizzato una rivisitazione
della storia che vede Skarsgård nei panni di Eric
in una nuova iterazione della serie di fumetti originale. Oltre a
Skarsgård, The Crow – Il
Corvoè interpretato da FKA twigs,
Danny Huston, Josette Simon, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan
Bolger.
Parlando con People, Skarsgård spiega quanto sia
diversa la sua versione del Corvo rispetto al film del
1994. L’attore ha affermato che il team “nonstavarifacendo quel film” e che non è mai
stata “l’intenzione” di fare un reboot del film.
Skarsgård ritiene che l’interpretazione di Lee nel film del 1994
“sia iconica e non dovrebbe essere assolutamente
manomessa”. Nonostante il fatto che il Corvo del 2024
sia così diverso dalla versione del 1994, Skarsgård ha ammesso che
è stato “scoraggiante” cercare di assumere il ruolo di
Eric, anche se ha notato che altri lo hanno fatto prima di lui. Di
seguito riportiamo l’intera dichiarazione di Skarsgård:
“Quindi non sono il primo a
vestire quei panni.Una performance iconica, una cosa
tragica accaduta a Brandon.E per me, ho affrontato questo
lavoro come qualsiasi altro: ‘Qual è la storia?Come posso
rendere giustizia a questa storia?.Non stavamo rifacendo
quel film, e non è mai stata questa l’intenzione.Ritengo
che quel film e la sua interpretazione siano iconici e non debbano
essere assolutamente alterati.Quindi sono contento che
abbiamo cercato di fare qualcosa di molto diverso”.
Perché The Crow – Il Corvo ha
cercato di prendere le distanze dall’originale
Skarsgård non è l’unico a pensare
che il film di Lee del 1994 sia quasi intoccabile. Quando sono
state diffuse le prime immagini della versione 2024 de Il
corvo, si sono scatenate le polemiche online. Se da un lato le
reazioni sono state incentrate su quello che è stato considerato
uno scarso lavoro di styling dei capelli e del trucco, dall’altro
sono state sollevate numerose lamentele sul fatto che Il
corvo non avrebbe dovuto essere rielaborato. Di conseguenza, è
logico che Skarsgård e gli altri membri del team de The Crow – Il Corvo abbiano ribadito che
questo film sarà nettamente diverso.
Un’altra spinta a distinguere
Il corvo del 2024 dall’edizione del 1994
è legata alla tragedia che ha colpito l’originale. L’attore Lee
Eric Draven è morto per le ferite riportate durante le riprese de
Il corvo , dopo che un errore di tiro sul set ha sparato
una parte del bossolo di un proiettile di piombo nel suo corpo,
uccidendolo. Sanders ha già dichiarato che la sua produzione di
The Crow – Il Corvonon prevedeva la
presenza di armi da fuoco sul set. Questa mossa è stata fatta per
promuovere la sicurezza ed evitare il rischio di ripetere gli
errori dell’originale The Crow.
La regola delle armi da fuoco è solo
un altro modo in cui The Crow ha lavorato per prendere le
distanze dall’originale. Sia a livello di produzione che di
contenuti, il team del film del 2024 sta lavorando a tutto campo
per garantire che Il corvo non venga considerato un reboot
o una replica problematica di una produzione passata. Se il
pubblico sarà d’accordo su questa distinzione resta da vedere
quando The Crow – Il
Corvouscirà nelle sale domani, il 28
agosto.
Harry Wild – La signora del
delitto (Harry Wild) è una serie televisiva britannica e
irlandese composta da 20 episodi suddivisi in tre stagioni,
distribuita sul servizio di streaming Acorn TV dal 4 aprile 2022,
con protagonista Jane Seymour.
Harry Wild – La signora del
delitto, dove vederla in streaming
In Italia la serie va in onda in
prima serata su Rete 4 dal 12 luglio 2022. Harry Wild – La
signora del delitto in streaming è disponibile su Infinity
tv.
Harry Wild – La signora del delitto in
streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
Harry Wild – La signora
del delitto, la trama e il cast
Harriet “Harry” Wild è una
professoressa di letteratura inglese in pensione, che si sta
riprendendo a casa di suo figlio Charlie, a seguito di una rapina.
Charlie è un detective della polizia e si trova alle prese con un
caso di omicidio particolarmente sconcertante. Quando la strada di
Harry incrocia per caso quella del suo rapinatore, Fergus Reid, la
professoressa vede un grande potenziale nell’adolescente
problematico e, invece di denunciarlo, lo arruola come suo
aiutante. Dopo il suo coinvolgimento di successo, anche se
sconsiderato, nel caso, Harry scopre di avere un vero talento per
le indagini ed una nuova voglia di vivere.
In Harry Wild – La signora
del delitto protagonisti sono Harriet “Harry”
Wild, interpretata da Jane Seymour, doppiata
da Monica Pariante. Fergus Reid, interpretato da
Rohan Nedd, doppiato da Flavio Aquilone. Ray
Tiernam, interpretato da Stuart Graham,
doppiato da Mauro Gravina. Charlie Wild, interpretato da
Kevin Ryan, doppiato da Gabriele Lopez. Orla
Wild, interpretata da Amy Huberman, doppiata
da Ilaria Latini. Lola Wild, interpretata da Rose
O’Neill, doppiata da Malvina Draghetti. Glenn
Talbot, interpretato da Paul Tylak, doppiato
da Roberto Stocchi.
I personaggi secondari sono June,
interpretata da Esosa Ighodaro, doppiata da Germana Savo. Vivian
Mitchell-Tidernam, interpretata da Ciara O’Callaghan, doppiata da
Alessandra Cassioli. Liberty Reid, interpretata da Rosa Willow Lee.
Malky Reid, interpretato da Shane Lynch, doppiato da Luca Dal
Fabbro. Vicky Boyle, interpretata da Danielle Ryan. Jordan
MacDonald, interpretato da Anthony Delaney. Prof. Graham Gray,
interpretato da Morgan C. Jones. Happy The Shark, interpretato da
Liam Carney, doppiato da Pasquale Anselmo.
Harry Wild – La signora del delitto,
trailer
La prima stagione di Harry
Wild – La signora del delitto
S1.1. – La professoressa di
letteratura di Dublino Harriet “Harry” Wild, appena andata in
pensione, è troppo anticonformista per lavorare a maglia, così
intraprende la carriera di detective, con la costernazione del
figlio poliziotto dalla schiena dritta, Charlie.
S1.2. – A causa della loro nuova
notorietà, Harry e Fergus vengono avvicinati da una donna
desiderosa di scoprire come è morto il marito; sebbene sia
riluttante a farsi coinvolgere, l’interesse di Harry si fa presto
strada.
S1.3. – Harry arruola la nipote
Lola per andare sotto copertura in una scuola femminile e inseguire
un rapinatore di banche che ha commesso un omicidio per fingere la
propria morte.
S1.4. – Un giovane serial killer
che si ispira a “Delitto e castigo” di Dostoevskij sfida Harry a
rintracciarlo.
S1.5. – Una cena soffocante nella
casa dell’ex collega di Harry va a rotoli quando un virus del
vomito colpisce tutti gli ospiti tranne Harry; dopo che la causa
del malessere viene ricondotta a un cadavere nel pozzo della casa,
Vicky Boyle conduce le indagini.
S1.6. – Un violento temporale
intrappola Harry, Fergus e Lola nel pub locale; isolati dal mondo
esterno, il trio è messo ancora più in pericolo quando scopre una
vittima di rapimento in un’auto.
S1.7. – Quando una ricca matriarca
viene strangolata a morte durante una videochiamata con i suoi
parenti, la figlia della donna ricorre ai servizi dell’agenzia
investigativa Wild/Reid.
S1.8. – Zoe McCann è una
tossicodipendente in via di guarigione che lotta ogni giorno per
sconfiggere i suoi demoni; quando viene rapita per poi risvegliarsi
in una foresta con indosso un abito da ballo vintage, la sua sanità
mentale e la sua determinazione vengono spinte al limite.
La seconda stagione di
Harry Wild – La signora del delitto
S2.1. – Dopo che Ray Tiernan, ex
di Harry e mentore di Charlie, viene assassinato durante
un’indagine segreta, Harry e Fergus non si fermeranno davanti a
nulla per trovare il suo assassino.
S2.2. – Harry e Fergus si occupano
del caso di una donna scomparsa da un villaggio irlandese che ha
una storia di culto del diavolo. La donna scomparsa è incappata in
qualcosa che l’ha portata alla morte? O è stata uccisa da qualcuno
più vicino a casa?
S2.3. – La damigella d’onore viene
avvelenata durante un addio al nubilato, nonostante tutte le altre
condividessero la stessa bottiglia di champagne. Harry e Fergus
cercano di capire come sia stata avvelenata.
S2.4. – Un uomo del passato di
Orla implora il suo aiuto: Ben Finnegan è in fuga dalla polizia,
incastrato per omicidio e braccato da un killer con la balestra.
L’unica persona a cui Orla può rivolgersi è l’ultima a cui vorrebbe
chiedere aiuto: Harry.
S2.5. – Harry, Fergus e Lola sono
invitati a una festa con delitto in un hotel su un’isola isolata.
Il divertimento diventa presto mortale quando si rendono conto che
un vero assassino si nasconde tra di loro, disposto a uccidere
tutti i presenti.
S2.6. – Il famoso proprietario
della palestra di boxe di Fergus viene trovato assassinato sulle
montagne di Dublino. La palestra era indebitata e il morto aveva
problemi sia con la sua futura moglie che con la sua ex
moglie.
La terza stagione di Harry
Wild – La signora del delitto
S3.E1 – Poco dopo aver salutato i
suoi fan, un famoso cantante cade da un tetto in un apparente
suicidio.
S3.E2 – Una riunione di lavoro in
un ristorante prende una brutta piega quando l’antipasto dello chef
viene sostituito e gli ospiti fanno una macabra scoperta.
S3.E3 – Su un set di una soap
opera irlandese, il tirannico regista viene assassinato a metà
scena. Il frenetico produttore chiede aiuto ai detective Harry e
Fergus per individuare rapidamente il colpevole e riprendere le
riprese.
S3.E3 – Uno scrittore di romanzi
gialli viene trovato morto in una stanza antipanico chiusa a chiave
senza pistola. Gli investigatori privati Fergus e Harry indagano
sul caso particolare mentre respingono il dispettoso Harry
Benedict.
S3.E3 – La competizione nei
Vibrant Villages è feroce, con trucchi sporchi e sabotaggi. Quando
l’amica di Harry, Evelyn, trova dei pesci morti nel suo stagno,
presume che sia più o meno la stessa cosa, finché non trova il
corpo del suo ex marito.
S3.E3 – On Glenn and Petra’s
wedding day, Harry and Fergus head to the Garda station to collect
Charlie, Orla, and Lola; an ex-soldier with a bomb walks in and
demands that they solve the murder of his daughter, on the
anniversary of her death.
La star di Captain America: Brave New World, Anthony Mackie, parlando al The Official Marvel
Podcast, ha affrontato il tema dell’imminente ritorno di Sam
Wilson e ha trovato il tempo per lanciare un’altra frecciatina al
collega Tom Holland. “Beh, è Cap.
Finalmente”, ha detto Mackie ridendo. “Ora lo vediamo
condurre missioni da solo e cercare di capire quale sia il suo
posto in tutto il mondo. È molto meglio di qualsiasi film di Tom
Holland. E poi c’è Harrison Ford!”. Mackie ha poi speso delle
belle parole sul ritorno del suo Falcon e dell’alleato del Soldato
d’Inverno Danny Ramirez nel ruolo di Joaquin
Torrez.
Ha parlato così del nuovo Falcon:
“Le cose che sta facendo con il suo personaggio e ciò che
apporta. Il sapore, la bellezza, la gioia che porta al personaggio.
Sento che porta una nuova energia all’Universo Marvel”. Inoltre, Ramirez non
vede l’ora di mettere le ali. “È un bellissimo passaggio di
testimone generazionale… Indossarlo e provare quello che ho provato
io. Fare alcune cose e sentire: ‘Oh, questo è il film che stiamo
facendo’. Ho potuto finalmente vedere cosa ha provato Anthony
[Mackie] nell’indossare l’abito”.
Quello che c’è da sapere su Captain
America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre ancora sconosciuto è il ruolo
del villain interpretato da Giancarlo Esposito. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso.
Nonostante dunque avrà degli
elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel
Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e
realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a
Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più
importanti della Fase
5.
Anthony Mackie ha recentemente dichiarato
che questo film è “10 volte più grande” della sua
serie Disney+ e ha parlato
della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono
in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi
militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più
amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui
non mi piaceva Bucky“.
I film d’animazione dello
Spider-Verse della Sony Pictures sono diventati a dir poco
amatissimi, ottenendo numerosi premi e facendo conoscere al
pubblico di tutto il mondo una serie di Spider-Persone. Sebbene il
terzo film della saga, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, fosse
originariamente previsto per l’inizio di quest’anno, vari ritardi
di produzione e gli scioperi di Hollywood dello scorso anno hanno
fatto slittare il film a tempo indeterminato.
Ora, però, abbiamo un’idea di come
stanno andando i lavori sul film. In una recente intervista con
Times of India, il doppiatore di Spider-Man India Karan
Soni ha riflettuto sul “lungo e profondo”
processo di produzione di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, rivelando
che il cast comincerà a registrare i dialoghi per il film tra
qualche mese. “Sto continuando a lavorare per Spider-Man”,
ha rivelato Soni.
“Inizieremo a registrare per
questo film tra qualche mese e sono molto eccitato. Il film è in
fase di produzione. È un film d’animazione, quindi è diverso e
richiede molto tempo. Vedremo quando sarà pronto e quando uscirà,
ma sono davvero entusiasta. È stata una delle gioie più grandi
interpretare quel personaggio. Quindi sono entusiasta di avere
un’altra possibilità e di farlo di nuovo”.
Di cosa parla Spider-Man: Beyond
the Spider-Verse?
Il film affronterà le conseguenze
del finale cliffhanger di Spider-Man: Across the Spider-Verse, con Miles
Morales (Shameik Moore) bloccato in un universo
alternativo con una versione più cattiva di se stesso
(Jharrel Jerome). “Ecco cosa posso promettere,
e l’ho detto a proposito del secondo quando eravamo nel mezzo: Phil
Lord, Chris Miller, tutti, i produttori di questo film, i registi
che porteranno… Quello che hanno fatto nel primo è che tutti i
registi sono diventati produttori esecutivi. Quindi continuano ad
aggiungersi. Quello che posso promettere è che non si fermeranno
finché non sarà eccellente”, ha confermato a ComicBook.com
l’attore di Peter B. Parker, Jake Johnson.
“E se questo significa che
ci vuole un po’ più di tempo, se questo significa che è ancora più
grande, se questo significa che è più lungo – non giocano secondo
le regole di nessuno. Lavorano molto duramente. Come attori, siamo
sempre scioccati quando ci chiamano per registrare l’ultimo film.
Credo che sia stato un mese prima della proiezione, quando non
riuscivamo a credere che stessimo ancora registrando. Quindi non
hanno intenzione di mollare fino a quando non sarà grandioso e non
ho altro che fiducia in loro. Ma per quanto riguarda la possibilità
di svelare qualcosa [sulla storia], non posso farlo”.
Spider-Man: Beyond the
Spider-Verse non ha al momento una data di uscita.
La stagione 7 di SEAL
Team è tornata per il terzo episodio e, sebbene
l’ora sia per lo più un riempitivo, sono emerse alcune cose
importanti, tra cui ulteriori sospetti sul nuovo membro del
Bravo, Drew Franklin. Il dramma militare di Paramount+, creato da Benjamin Cavell, segue Jason
Hayes, interpretato da
David Boreanaz, e il suo Bravo Team, una sottounità di un’unità
d’élite dei Navy SEAL, lo United States Naval Special Warfare
Development Group. La
stagione 7 diSEAL Team sarà composta da 10
episodi e rappresenterà l’ultima uscita dello show Paramount+,
mentre i fan si preparano a dire addio a Jason, Ray, Sonny, Lisa e
agli altri personaggi.
Come alcuni ricorderanno, la
stagione 7, episodio 2, del SEAL Team si è conclusa con
Jason che continua a lottare con la sua lesione cerebrale
traumatica (TBI) dopo aver ucciso un uomo per autodifesa durante
l’attacco terroristico in Svezia. Tuttavia, durante la terza ora
vengono fatti pochi progressi nel trattamento della condizione.
Altrove, le indagini sull’aggressione al Generale
Decker (precedentemente noto come Colonnello Decker)
iniziano a coinvolgere Sonny Quinn dopo il secondo episodio.
Inoltre, come già accennato, nell’episodio 3 della stagione 7 di
SEAL Team vengono rivelati ulteriori dettagli su Drew.
Anche se è ancora un mistero in attesa di essere risolto.
La missione della Squadra Bravo
a Bangkok, spiegata
Bravo riceve una buona notizia
all’inizio della stagione 7, episodio 3, del SEAL Team: il
comando li rimanda in azione. Tuttavia, la loro prima missione è
rischiosa. Jason, Ray, Sonny, Omar, Drew e il resto della squadra
collaborano con la DEA per una task force congiunta
riguardante i Sai Lou, un’organizzazione criminale cinese
che si occupa di traffico di droga (e ha il sostegno del loro
governo). La squadra viene inviata al consolato americano di
Bangkok, in Thailandia, dove svolge operazioni in tutto il
Triangolo d’Oro.
Prima di partire, però, Lisa Davis
esprime il timore che Bravo sia stato messo in condizione di
fallire, cosa che potrebbe essere vera o meno. Ciononostante, i due
si spingono fino a Bangkok, dove la DEA li informa della loro
missione: raccogliere informazioni su Sai Lou infiltrandosi in una
delle navi del gruppo attraccate vicino a Heron Reef, nel Mar
Cinese Meridionale. Tuttavia, poiché si troveranno in territorio
cinese, Bravo dovrà fare molta attenzione a non farsi
scoprire (e a non scatenare accidentalmente una guerra con la
Cina).
La missione ha relativamente
successo, ma i SEAL hanno un piccolo intoppo quando una
motovedetta quasi cattura Jason, Omar e Sonny. Per
fortuna, Drew è veloce e fa cadere in acqua uno dei veicoli della
nave, distraendo la motovedetta e permettendo a tutti di fuggire
interi (e non ci sono morti gravi nella stagione 7 del SEAL
Team, finora). Bravo porta a termine la sua missione,
dimostrando al Comando che ha ancora le carte in regola per essere
il migliore nella stagione 7 del SEAL Team, episodio 3,
“Navi nella notte”.
Perché Bravo viene rimandato in
azione
Dopo essere stati castigati per le
loro azioni in Svezia (nonostante abbiano salvato centinaia di
vite), il Comando decide di dare ai Bravo un’altra
possibilità nella stagione 7, episodio 3,
delSEAL Team, inviandoli in
Asia. Naturalmente, sono scettici sulla loro nuova missione.
Tuttavia, sono ansiosi di tornare sul campo e accettano (come se
avessero scelta).
Inoltre, il Capitano Walch,
interpretato da Dylan Walsh nel cast della
stagione 7 di SEAL Team, ammette di voler vedere cosa sa
fare Bravo in prima persona. Poiché il Capitano Walch è nuovo,
vuole che la squadra di Jason gli dimostri il proprio valore, e
questo è uno dei motivi per cui assegna loro la missione. Aiuta
anche il fatto che Bravo è l’unica squadra
disponibile, dato che tutte le altre sono già state
schierate.
Drew viene assegnato a tempo
pieno a Bravo
Con grande sorpresa, il comandante
Eric Blackburn informa Drew che il comando lo ha assegnato a tempo
pieno alla squadra Bravo, il che significa che i massicci
cambiamenti per la squadra Bravo nella stagione 7 del SEAL
Team continuano ad arrivare. Drew ribatte che si è “impegnato”
in un percorso intensivo di Pro Dev, ma Blackburn lo rimprovera per
aver cercato di evitare di far parte di una squadra. Drew non ha
molta scelta, quindi si unisce subito a Bravo, con suo grande
disappunto. Mentre Sonny e Omar cercano di farlo aprire
durante l’ora, Drew rimane un libro chiuso, che potrebbe
cambiare molto presto.
Rivelate altre informazioni
sulla famiglia e sul passato di Drew
Verso l’inizio della storia nella
stagione 7, episodio 3, del SEAL Team, la giornalista da
cui la sorella di Drew lo aveva messo in guardia, Chelsea Wallen,
lo avvicina in una caffetteria e cerca di chiedergli della sua
famiglia. Secondo la giornalista, i Franklin sono stati un “punto
fermo dell’economia e della politica americana” fin dal 1800.
Chelsea sta preparando un pezzo che esplora la storia della
famiglia, apparentemente piena di scandali, tra cui consanguineità,
abuso di sostanze, illeciti aziendali e satanismo, e vuole
che Drew sia il suo informatore.
Secondo la giornalista, molti
interrogativi circondano la madre di Drew, che ha tagliato i ponti
con la sua famiglia quando aveva 19 anni. Purtroppo non viene
rivelato molto altro sulla sua famiglia. Più tardi, però, Drew
tenta di minacciare il comandante Blackburn sapendo che suo padre è
un senatore dopo aver saputo che si sarebbe unito a Bravo a tempo
pieno. Inoltre, alla fine della stagione 7, episodio 3, di SEAL
Team, Jason informa Drew di “sapere cosa gli è successo” nel
suo passato, aumentando ulteriormente il mistero sul personaggio di
Drew. A Drew è successo qualcosa di traumatico e
gli spettatori ne sapranno sicuramente di più con il proseguire
della stagione.
L’aggressione di Sonny a Decker
lo sta raggiungendo
Come alcuni ricorderanno, Sonny ha
preso a pugni il colonnello Decker dopo aver appreso che era lui il
responsabile del fallimento della missione in Mali. Sfortunatamente
per Sonny, nella stagione 7 del SEAL Team è in corso
un’indagine sull’aggressione e pensa di essere stato scoperto
quando il personale lo convoca per una riunione nell’episodio 3.
Tuttavia, quando Sonny arriva lì, il colonnello Decker non è più in
grado di rispondere. Tuttavia, quando Sonny arriva lì, gli dicono
che vogliono che aiuti a sviluppare un nuovo kit medico per la
Marina dopo che ne aveva progettato uno durante una missione
precedente. Sebbene Sonny sia riuscito a fuggire dall’episodio 3, è
probabile che venga catturato prima della fine della stagione 7 del
SEAL Team.
Il finale di The Crow – Il
corvo lascia aperta la porta a un’ulteriore
espansione dell’universo, pur dando a Eric un climax conclusivo
alla sua ricerca di vendetta. Ultimo adattamento dell’omonimo
fumetto di James O’Barr, The Crow – Il
corvo è incentrato su un giovane uomo che viene
riportato in vita per vendicare la morte sua e della sua amante.
Con
Bill Skarsgård nel ruolo di Eric, alias il Corvo, il
film aggiorna l’ambientazione ai giorni nostri e introduce una
serie di novità nella storia, tra cui un antagonista unico con la
sua storia e i suoi poteri soprannaturali.
La nuova versione della storia del
Corvo prende alcune serie deviazioni dalle versioni
precedenti della storia, ma rimane anche fedele a molti dei punti
visivi ed emotivi al centro della storia originale. Anche
se il finale del film lascia qualche mistero, i personaggi
de The Crow – Il corvo evidenziano
il tema di fondo del film in un finale macabro. Ecco come il finale
de Il corvo lascia aperta la porta a un sequel, pur
consentendo al protagonista di guadagnarsi un senso di chiusura
agrodolce.
Il finale di The Crow azzera
l’universo e annulla la morte di Shelly
Il finale di The Crow –
Il corvodel 2024 resetta la morte di
Shelly, sollevando molte domande su come cambia il mondo.
Dopo che gli uomini di Vincent hanno ucciso Eric e Shelly, al primo
viene data la possibilità di vendicare la loro morte. Kronos gli
dice addirittura che, finché il suo amore rimarrà puro durante la
sua missione, i corvi lo potenzieranno e la coppia sarà
ristabilita. Tuttavia, il suo orrore per il passato violento di
Shelly mette a repentaglio la loro possibilità di resurrezione,
così si permette di rimanere nell’aldilà per salvarla. Dopo aver
ucciso Vincent, Eric parla brevemente con Shelly prima che questa
si rianimi nel suo appartamento.
In particolare, viene resuscitata
accanto a Eric, ormai morto. La sua resurrezione sembra resettare
l’universo in una certa misura. All’inizio del film, la sua morte
ha portato a un funerale e ad altri finali fatali, tra cui quello
di sua madre. La resurrezione di Shelly potrebbe
significare che ora l’universo è diverso. Mentre il
destino soprannaturale di Vincent implica che tutti gli omicidi
commessi da Eric siano ancora accaduti, la storia personale di
Shelly sembra essere stata cambiata in modo che non sia mai morta.
Il film termina prima di poter spiegare completamente questa
rivelazione, ma solleva molte domande che potrebbero essere risolte
in un eventuale seguito.
Perché Eric è ancora
nell’aldilà nel finale di The Crow – Il
corvo
Inizialmente, Kronos fa intendere a
Eric che vendicare se stesso e Shelly porterà alla resurrezione di
entrambi. Tuttavia, Kronos avverte cripticamente Eric che le sue
motivazioni devono rimanere pure durante la missione e che la
perdita dell’amore per Shelly comprometterà la sua missione. Ciò si
verifica dopo che Eric scopre un video in cui Shelly (sotto il
controllo di Vincent) uccide un’altra donna. Si scopre che il
“dubbio” è considerato il vero nemico dell’amore nel mondo del
Corvo, privando Eric dei suoi poteri di guarigione
e rimandandolo a Kronos.
L’amore di Eric per Shelly è
sufficiente a fargli barattare la sua salvezza con lei, offrendosi
di prendere il suo posto nell’aldilà. Questo significa che quando
Eric riesce a uccidere Vincent e ad abbatterlo, non viene
resuscitato come Shelly. È una decisione tragica ma eroica da parte
di Eric, probabilmente una delle uniche cose puramente altruistiche
che fa in tutto il film. Inoltre, lo lascia nell’aldilà. Anche se
non viene trascinato nell’inferno subacqueo a cui è condannato
Vincent, Eric sembra in pace con il fatto di essere
intrappolato nella stazione ferroviaria tra i piani di
esistenza.
Cosa c’era nel video nascosto
di Shelly e perché è così importante per Eric
All’inizio di The Crow
– Il corvo, viene stabilito che Shelly sta cercando
di nascondere un video. La sua amica Zadie viene uccisa per averlo,
mentre Shelly viene braccata. A metà del film, il video si rivela
contenere un filmato di Shelly che aggredisce e uccide un’altra
donna. Il filmato contiene la prova che Vincent le ha
parlato poco prima dell’omicidio, usando i suoi poteri per
forzare l’attacco. Se da un lato la divulgazione del video
condannerebbe Shelly alla prigione, dall’altro il collegamento con
l’omicidio potrebbe contribuire a rompere la facciata pubblica che
Vincent si è apparentemente costruito nell’alta società.
Il video ha anche un ruolo
nel percorso personale di Eric. Dopo aver trovato il video
e averlo guardato lui stesso. L’orrore che Shelly possa uccidere
qualcuno, anche sotto il comando di una forza come Vincent, manda
in frantumi la sua fiducia in lei. È allora che inizia a dubitare
del suo amore, che gli costa i suoi poteri in un momento cruciale e
che quasi condanna la sua missione. Anche se il video non viene
esposto al mondo (e la cospirazione di Vincent viene invece
stroncata in modo più violento da Eric), il video finisce per
essere sorprendentemente cruciale per la trama.
Come il finale di
The Crow – Il corvo prepara un
sequel
The Crow – Il
corvo termina con una nota abbastanza conclusiva, ma
senza l’ambiguità che potrebbe far pensare a un potenziale
The Crow – Il corvo2. Alla fine del film, Vincent è stato
ucciso ed Eric ha accettato di dover rimanere nell’aldilà mentre
Shelly viene resuscitata. Il film si conclude con lui che si
allontana nella nebbia. Il fatto che il potenziale destino
finale di Eric rimanga irrisolto significa che potrebbe
essere rispedito nel mondo reale. Anche la resurrezione di Shelly e
il suo breve incontro con Kronos potrebbero farle scoprire qualcosa
di più su ciò che è successo.
C’è anche il mistero che
circonda il potere di Vincent che potrebbe entrare in
gioco in un film successivo. L’entità che ha fatto un patto con
Vincent è lasciata in gran parte ambigua, ma il film lascia
intendere che l’ha fatto innumerevoli anni fa. La natura oscura del
patto è chiara anche dalla sua rivelazione a Zadie di doverla
placare sacrificando anime pure. Un’esplorazione più approfondita
di questa leggenda, soprattutto se Shelly è coinvolta nelle
indagini, potrebbe essere la scusa perfetta per riportare Eric
nella terra dei vivi per una nuova avventura.
Al centro de The Crow –
Il corvoc‘è il
potere trascendente dell’amore. Eric e Shelly sono
ritratti come smarriti prima di ritrovarsi, e la loro gioia
reciproca traspare da ogni scena che condividono. Al contrario, i
personaggi del film che hanno accettato la morte come una costante
si mostrano vuoti dentro. Oltre al chiaro esaurimento di Vincent,
personaggi come la sua assistente Marian e i poliziotti corrotti
sul loro libro paga sembrano ripresi e spezzati dalle scelte che
hanno fatto.
Questo abbraccio di odio e apatia
quasi consuma Eric, come fa notare Marian che ha nei suoi occhi il
medesimo disprezzo per il mondo di Vincent. Il fatto che il
vero amore sia quasi costato a Eric la possibilità di
vendicarsi, ma rafforzarlo non solo gli permette di
ottenere la sua vendetta, ma anche di salvare Shelly. È un dolce
sottofondo in un film che si concentra in gran parte sull’azione e
sulla morte e dà a The Crow – Il
corvo un messaggio sentimentale sull’importanza
di trovare l’amore.
Apple TV+
ha annunciato la seconda stagione di Criminal
Record, l’acclamato thriller poliziesco interpretato
dal premio Oscar Peter Capaldi (“Doctor Who”, “The Thick of It”), nel ruolo
dell’ispettore capo Daniel Hegarty, e dalla candidata al Critics
Choice Award Cush Jumbo (“The Good Wife”, “The
Good Fight”), nel ruolo del sergente June Lenker. Firmato dal
candidato al BAFTA Award Paul Rutman (“Vera”, “Indian Summers”),
“Criminal Record” è un potente thriller ambientato nel cuore della
Londra contemporanea, che vede il ritorno dei due brillanti
detective di nuovo a confronto in una complessa indagine per
omicidio.
Fin dal suo debutto, “Criminal
Record” è stato accolto come un “thriller poliziesco
all’avanguardia”, “scioccante” e “inaspettato”, che ha tenuto “il
pubblico incollato allo schermo”, ottenendo rapidamente un rating
Certified Fresh su Rotten Tomatoes. Peter Capaldi e Cush Jumbo sono
“potenti” e offrono “performance accattivanti”, “ipnotizzanti” e
“straordinarie” e “vederli affrontarsi è quanto di più
avvincente possa esistere in televisione”. La
prima stagione completa di “Criminal
Record” è disponibile in streaming su Apple
TV+.
Nella seconda stagione, June Lenker
è l’agente più anziano sulla scena quando un comizio politico viene
attaccato da un gruppo di manifestanti di estrema destra. Il
violento scontro lascia un giovane morto e June, consumata dal
senso di colpa, cerca disperatamente di consegnare l’ignoto
assassino alla giustizia. La sua speranza più grande sembra essere
proprio riposta in Daniel Hegarty, ora figura chiave nell’oscuro
mondo dei servizi segreti della polizia. Lui potrebbe avere le
risposte di cui lei ha bisogno, ma per ottenere il suo aiuto dovrà
accettare un rischioso accordo.
“Criminal
Record” è girato a Londra e prodotto per Apple TV+ da
Tod Productions e STV Studios. La vincitrice del BAFTA Scotland
Award Elaine Collins (“Shetland”, “Vera”) è affiancata da Chris
Sussman (“Trying”, “Good Omens”) in veste di produttori esecutivi
della seconda stagione insieme a Rutman, Capaldi e Jumbo.
Deadpool &
Wolverine non ha solo riportato in auge alcuni
personaggi Marvel preferiti dai fan negli anni
’90 e 2000, ma ha anche dato la possibilità a un attore di recitare
in un ruolo che sognava da una vita. Il Gambit di Channing Tatum ha fatto esplodere di gioia le
folle dei cinema quando ha messo piede sullo schermo per la prima
volta in Deadpool &
Wolverine – un’impresa non da poco, visto che il
Blade di Welsey Snipes fa il suo ritorno sullo schermo
proprio prima di lui. Tatum non ha sprecato l’opportunità di
interpretare Gambit, diventando uno dei personaggi preferiti del
film e forse creando un’opportunità più grande per interpretare il
ruolo in futuro.
Tuttavia, in una nuova intervista, Channing Tatum rivela che c’è un’opportunità
che ha sprecato durante le riprese di Deadpool &
Wolverine: la possibilità di rubare l’iconico costume
di Gambit! A un certo punto, a Tatum è stato chiesto di
interpretare Gambit in Deadpool & Wolverine e se avesse chiesto o meno di
mantenere il costume. Ecco cosa ha risposto l’attore:
“Avevo troppa paura di chiedere.
Di solito rubo l’ultimo costume che indosso, in ogni film, e avevo
troppa paura di farlo in questo”. Tra le altre domande
sul film (a cui Tatum ha risposto in modo sincero), c’è stato
il fatto che interpretare Gambit è andato “oltre” le sue
aspettative di lunga data per il ruolo.
Se non conoscete la storia del
fandom, Tatum era legato al ruolo di Gambit quando l’Universo X-Men
della Fox stava ancora cercando di espandersi in più spinoff di
personaggi solisti; è rimasto attaccato al progetto dal 2014 al
2019, quando l’accordo Fox-Disney ha messo fine a tutte le speranze
di ottenere un film su Gambit e/o un posto nel più ampio franchise
degli X-Men. In questo senso, il film è davvero la seconda
opportunità che Tatum non avrebbe mai pensato di avere, e non ha
fatto altro che ringraziare i fan, Ryan Reynolds e l’intero team
che ha realizzato il film.
In occasione dell’81.
Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia,
da mercoledì 28 agosto a sabato 7 settembre in
prima e seconda serata su Sky Cinema Due in
programmazione 18 film premiati nelle edizioni
precedenti, tra cui spiccano, oltre a PRISCILLA, la prima visioneGreen Border (Premio Speciale della
Giuria 2023), il racconto potente e brutale della crisi dei
rifugiati al confine polacco firmato dalla regista Agnieszka
Holland, in onda martedì 3 settembre alle 21:15;
la prima visione LA VERITÀ SECONDO MAUREEN K. in
omaggio a Isabelle Huppert, Presidente della Giuria 2024, e
THE WAY BACK diretto da Peter Weir, che
quest’anno riceverà il Leone d’oro alla carriera.
All’interno della collezione sono
da non perdere: IO CAPITANO, l’odissea contemporanea firmata
Matteo Garrone, Leone d’argento 2023 per la regia a Matteo Garrone,
e interpretata da Seydou Sarr che aveva ottenuto il Premio Marcello
Mastroianni; le pellicole di Emanuele Crialese
NUOVOMONDO, Leone d’argento 2006, e
TERRAFERMA, Premio Speciale della Giuria a Venezia
2011; la storia grottesca È STATO IL FIGLIO
diretto da Daniele Ciprì, premiato per il Miglior contributo
tecnico 2012, e interpretato da Toni Servillo e Fabrizio Falco,
vincitore del Premio Marcello Mastroianni; il viaggio nel cuore
della ‘ndrangheta ANIME NERE, Premio Pasinetti
2014; la crisi del comunismo secondo Nanni Moretti
PALOMBELLA ROSSA, Premio Filmcritica 1989; la
storia ispirata alla vita del regista Claudio
Noce,PADRENOSTRO con Pierfrancesco Favino, anche
lui vincitore della Coppa Volpi nel 2020; e la pellicola che ha
fatto ottenere al regista Luca Guadagnino il Leone d’argento 2023,
BONES AND ALL con la vincitrice del Premio
Mastroianni 2023 Taylor Russell, Timothée Chalamet e Mark
Rylance.
Ma ancora STILL LIFE, vincitore del Premio Orizzonti
2013 per la migliore regia a Uberto Pasolini; il film di Darren
Aronofsky, Leone d’oro a Venezia 2008, THE
WRESTLER con Mickey Rourke; PIETÀ, il
dramma di Kim Ki-duk, vincitore del Leone d’oro 2012; e la crime
story HOLLYWOODLAND, Coppa Volpi migliore
interpretazione maschile a Ben Affleck. Si prosegue con
PHILOMENA (miglior sceneggiatura 2013);
THE MASTER (Leone d’argento 2012 a Paul Thomas
Anderson e Coppa Volpi a Joaquin Phoenix); L’ASSASSINIO DI
JESSE JAMES PER MANO DEL CODARDO ROBERT FORD (Coppa Volpi
2007 a Brad Pitt) e MARE DENTRO (Leone d’argento
2004 e Coppa Volpi a Javier Bardem).
PRISCILLA, lunedì 26 agosto
alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle
21:45 anche su Sky Cinema Romance), in streaming su NOW e
disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on
demand anche in 4K per i clienti Sky Q via
satellite o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio
opzionale Sky HD 4K/Sky Ultra HD attivo.
Contrariamente a quanto riportato, il regista di Bladenon
avrebbe abbandonato il progetto. Secondo Deadline, Yann
Demange sarebbe infatti ancora legato al film sui
vampiri dei Marvel Studios. Dopo che numerose notizie,
alcune delle quali provenienti da altre pubblicazioni
specializzate, indicavano che il regista aveva abbandonato il
progetto, ora è stato rivelato che Demange è invece ancora a bordo.
Poco prima del San Diego Comic-Con, Kevin Feige ha rivelato che i Marvel Studios hanno ricevuto una
sceneggiatura e che presto rivedranno l’ultima versione.
L’architetto del MCU ha anche dichiarato ai fan di
essere intenzionato a realizzare Blade nel modo giusto e di non
voler affrettare nessun elemento dell’attesissimo revival. Ora, con
un regista, forse lo slancio può continuare a crescere. Tutto il
tam tam intorno a Bladeha
incoraggiato Internet a speculare a piacimento. Quando gli è stato
chiesto di parlare dell’attuale produzione, la star di
Deadpool & Wolverine, Wesley Snipes ha offerto a EW la sua opinione
su tutte le notizie riguardanti Blade dei Marvel Studios.
Snipes ha affermato che realizzare
un film su Bladeè
più difficile di quanto si creda. Ma non è nemmeno disposto a dare
la colpa a Mahershala Ali per qualsiasi cosa stia
accadendo nel ciclo di sviluppo. “Gli ho detto che ha tutta la
mia benedizione e il mio sostegno”, ha detto Snipes
all’outlet. “Ho anche fatto riferimento al fatto che alcune
delle sfide che stanno affrontando ora con il progetto, non
dovrebbero essere accreditate a lui… Non è colpa dell’attore”.
Non resta a questo punto che attendere per scoprire se davvero
Demange è ancora legato al progetto.
Mahershala Ali in una scena del film Alita – Angelo della
Battaglia
Blade, tutto
quello che sappiamo sul film
Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il personaggio di Ali, come noto, ha
già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Come noto, il film sta però affrontando
numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato
scontento delle prime versioni della sceneggiatura.
Sarebbe dunque stata attuata una
forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il
progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che
sull’uscita in sala, attualmente fissata al 7 novembre
2025. Recentemente, inoltre, era stato riportato che
Yann Demange ha abbandonato la regia del film,
presumibilmente
per via di alcuni contrasti con Ali. Bladeè
dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.
La star di Captain America: Brave New World, Harrison Ford ha spiegato perché ha deciso di
partecipare al film dei Marvel Studios. Il The Official Marvel Podcast ha avuto modo di parlare
con l’attore dopo il grande weekend del D23. La ragione principale
che ha spinto Ford a partecipare al film è stata l’esperienza di
altri attori affermati in questo enorme franchise. La star di
Indiana Jones ha cercato di essere umile e di dire che,
pur non essendo un attore brillante, avrebbe potuto divertirsi nel
MCU.
Il suo ruolo in Captain
America: Brave New World si preannuncia come uno dei
più grandi successi del franchise da molto tempo a questa parte. Da
questo punto di vista, si inserirà perfettamente. “Ho visto
altri attori, attori brillanti, divertirsi molto”, ha esordito
Ford. “Non sono un attore brillante, ma ho pensato che mi sarei
divertito. Sono entusiasta di quello che abbiamo fatto. Il film…
spaccherà di brutto”.
Harrison Ford sarà l’Hulk Rosso in Captain America: Brave New
World
Quello che c’è da sapere su Captain
America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre ancora sconosciuto è il ruolo
del villain interpretato da Giancarlo Esposito. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso.
Nonostante dunque avrà degli
elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel
Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e
realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a
Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più
importanti della Fase
5.
Anthony Mackie ha recentemente dichiarato
che questo film è “10 volte più grande” della sua
serie Disney+ e ha parlato
della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono
in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi
militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più
amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui
non mi piaceva Bucky“.
Warner Bros ha diffuso il primo
trailer di The Lord of the Rings: The War of the
Rohirrim, l’avventura animata diretta da Kenji
Kamiyama che ci riporta nella Terra di Mezzo.
Ambientato 183 anni prima degli
eventi della trilogia originale, Il Signore degli Anelli: La guerra dei
Rohirrim trasporta il pubblico nell’epico mondo di
J.R.R. Tolkien. Il film racconta la storia di Helm
Hammerhand, il leggendario re di Rohan. Quando Wulf, un astuto e
vendicativo signore del Dunlending, lancia un attacco a sorpresa
per vendicare la morte di suo padre, Helm e il suo popolo devono
organizzare un’audace ultima resistenza nell’antica roccaforte di
Hornburg, più tardi conosciuta come il Fosso di Helm. In queste
terribili circostanze, Héra, la figlia di Helm, deve trovare il
coraggio di guidare la resistenza contro un nemico intenzionato ad
annientarlo.
Di cosa parla Il Signore degli
Anelli: La guerra dei Rohirrim?
Il Signore degli Anelli: La guerra dei
Rohirrim si svolge diverse centinaia di anni prima
degli eventi principali della trilogia del Signore degli
Anelli. Invece di concentrarsi sul potere dell’Unico
Anello o sulle origini di Sauron, La guerra dei Rohirrim promette di raccontare
le antiche storie del Fosso di Helm, l’enorme
fortezza vista nel finale de Il Signore degli Anelli: Le due torri.
Prevedibilmente, la serie segue anche i primi giorni dei
Cavalieri di Rohan e del loro re, Helm Hammerhand
(Brian
Cox).
Il ruolo del nuovo vecchio re, Helm
Hammerhand, sarà doppiato da Brian Cox, la star della serie drammatica di
successo Succession.
Brian Cox ha certamente una grande corona da riempire, dato che
seguirà il personaggio di Re Theoden, amato dai fan, della
trilogia originale de Il Signore degli Anelli,
interpretato magistralmente dal grande Bernard Hill. A proposito di membri del cast
originale della trilogia di Peter Jackson, uno
degli sviluppi più eccitanti è la rivelazione che Miranda
Otto riprenderà il suo ruolo di Eowyn, figlia di
Teodoro e uccisore del Re Stregone. Dato che il film è un prequel,
la Otto probabilmente fornirà la narrazione e/o sarà protagonista
di flash forward.
“Ci sono alcune cose che non
credo avremmo potuto necessariamente fare – o che avrebbero reso il
tutto estremamente costoso – elementi della narrazione che si
potevano fare nell’anime in un modo che era davvero
mozzafiato”, ha raccontato a PEOPLEPhilippa
Boyens, produttrice del film che ha anche collaborato alla
sceneggiatura di ciascuno dei tre film de IlSignore
degli Anelli e della trilogia de Lo Hobbit, e che ha
ora portato la Terra di Mezzo nel popolare stile di animazione
giapponese con il regista Kenji Kamiyama. Il film
è atteso in sala per il 13 dicembre.
Kind of
Kindness, film Searchlight Pictures, arriverà in
streaming su Disney+ il prossimo 30 agosto.
Dall’acclamato regista candidato
all’Oscar® per Povere Creature!,
Yorgos Lanthimos, questo lungometraggio
Searchlight Pictures “profondamente esilarante” (David Fear,
Rolling Stone) vanta un cast stellare, guidato da Emma Stone, Jesse
Plemons e Willem Dafoe, ed è stata descritto come “incredibilmente
divertente” (David Ehrlich, Indiewire) e “destinato a confondere e
deliziare” (Peter Debruge, Variety).
Il film è una favola in tre atti: un
uomo senza scelta che cerca di prendere il controllo della propria
vita; un poliziotto preoccupato dal fatto che la moglie scomparsa
in mare sia tornata e sembri un’altra persona; e una donna
determinata a trovare una persona specifica con una speciale
abilità, destinata a diventare un prodigioso leader spirituale.
La sceneggiatura originale è scritta
da Lanthimos e Efthimis Filippou. Il film è prodotto da Ed Guiney,
p.g.a., Andrew Lowe, p.g.a., Yorgos Lanthimos, p.g.a., Kasia
Malipan, p.g.a. Fanno parte del cast anche Margaret Qualley, Hong
Chau, Joe Alwyn, Mamoudou Athie e Hunter Schafer.
Al Festival
di Cannes 2024 Jesse Plemons si è aggiudicato
il premio come Miglior Attore.
Kind of
Kindness, diretto dal candidato all’Academy Award®
Yorgos Lanthimos. Il film vede protagonista la due
volte vincitrice del Premio Oscar® Emma Stone, insieme al candidato
all’Academy Award® Jesse Plemons, al candidato all’Academy Award
Willem Dafoe, Margaret Qualley, alla candidata all’Academy Award®
Hong Chau, Joe Alwyn, Mamoudou Athie e Hunter Schafer. La
sceneggiatura originale è scritta da Lanthimos e Efthimis Filippou,
segnando così la loro quinta collaborazione (The Lobster,
Il sacrificio del cervo sacro, Dogtooth,
Alps). Il film è prodotto da Ed Guiney, Andrew Lowe,
Yorgos Lanthimos e Kasia Malipan.
Quando Batman uscì
nel 1989, cambiò le regole del gioco per i supereroi al cinema.
Tuttavia per avendo cambiato il paradigma, fu anche un film unico e
che avrebbe potuto essere realizzato solo da un regista come
Tim Burton.
Parlando con Variety dell’imminente uscita di
Beetlejuice Beetlejuice, Burton
ha riflettuto sulla realizzazione di Batman e su
come la percezione del genere dei film sui fumetti all’epoca lo
abbia liberato dalla pressione o dall’interferenza degli studi.
“Sono stato fortunato perché a
quel tempo la parola ‘franchise’ non esisteva”, ha detto il
regista. “Quindi ‘Batman’ sembrava leggermente sperimentale
all’epoca. Si discostava da quella che poteva essere la percezione
[di un film di supereroi]. Quindi non abbiamo sentito quel tipo di
feedback da parte degli studi e, essendo prodotto in Inghilterra,
era ancora più lontano da quell’idea”.
“Dobbiamo davvero concentrarci
sul film e non pensare a quelle cose a cui ora pensano anche prima
di farlo”, ha continuato Burton. “Non ho mai avuto la
sensazione di usare male i fondi aziendali con gli studi, se
capisci cosa intendo. Ma mi è sembrato anche un po’ puro perché non
ero un vero regista, quindi ho fatto solo cose che sentivo mi
appartenessero. Sembrava che fosse per questo che mi
volevano”. Dopo l’enorme successo di Batman,
a Burton è stata concessa ancora più libertà con Batman
Returns del 1992… finché non è più accaduto.
“Non ero molto interessato a
fare un sequel, ma mi piacevano Penguin e Catwoman, quindi mi sono
sentito rienergizzato da tutta la faccenda”, ha spiegato.
“Ed è stato allora che abbiamo iniziato a sentire la parola
franchise e dove lo studio ha iniziato a dire, ‘Cos’è quella roba
nera che esce dalla bocca del Pinguino?’ È stata la prima volta che
il vento freddo di quel genere di cose mi ha travolto”.
L’interferenza dello studio ha avuto
un ruolo nel motivo per cui il suo Superman Lives
con Nicolas Cage non si è mai concretizzato.
Ammettendo che è “abbastanza traumatico” lavorare a un film che non
si realizza, Tim Burton ha aggiunto: “Cerco
solo di concentrarmi sulle cose che mi stanno a cuore e di
liberarmi di tutto il rumore che le circonda”. Dopo il suo
ritorno per realizzare un sequel di Beetlejuice, è stato chiesto a
Burton se avrebbe affrontato un altro progetto sui supereroi.
“Al momento, direi di no”, ha confermato. “Come ho
detto, affronto le cose da diversi punti di vista, quindi non direi
mai di no a niente. Ma, al momento, non è qualcosa che mi
interesserebbe”.
Tutto quello che sappiamo su
Beetlejuice Beetlejuice
Il
visionario filmmaker Tim Burton e l’attore candidato all’Oscar
Michael Keaton tornano a fare squadra per
Beetlejuice
Beetlejuice. Keaton torna nel suo ruolo iconico
accanto alla candidata all’Oscar Winona Ryder (Stranger Things, Piccole donne) nel
ruolo di Lydia Deetz, e alla vincitrice di due Emmy Catherine O’Hara (Schitt’s
Creek, La sposa cadavere) nel ruolo di Delia Deetz. Si
aggiungono al cast le new entry Justin Theroux (Star
Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi, The Leftovers),
Monica Bellucci (Spectre, i film di
Matrix), Arthur Conti (House of the Dragon) al suo debutto
in un lungometraggio, la candidata agli Emmy
Jenna Ortega (Mercoledì, Scream VI) nel ruolo
della figlia di Lydia, Astrid, e il candidato all’Oscar Willem Dafoe (Povere Creature!, Van Gogh –
Sulla soglia dell’eternità).
Nel corso della storia del cinema
sono tante le creature fantastiche susseguitesi sul grande schermo,
ma nessuna è più maestosa ed iconica di King Kong.
Dopo il film del 1933, e quello del 1976, il colossale scimmione ha
ripreso vita nel 2005 con King Kong, scritto e
diretto dal premio Oscar Peter Jackson, all’epoca
reduce dalla trilogia de Il Signore degli Anelli.
Con un cast di prim’ordine ed effetti speciali quantomai
sbalorditivi, tornava così sullo schermo lo scontro tra l’uomo e la
natura, qui rappresentata da Kong.
Jackson è sempre stato affascinato
dalla figura di King Kong. Egli raccontò infatti di aver visto il
primo film a lui dedicato all’età di nove anni, e fu proprio la
magia ritrovata in quell’opera a spingerlo a voler diventare
regista. Affermatosi negli anni Novanta con i suoi primi film, egli
si vide a quel punto offrire la regia di un nuovo remake. Per la
devozione nei confronti del personaggio e della sua storia, però,
Jackson rifiutò inizialmente tale occasione, ripensandoci nel
momento in cui capì che non poteva lasciare che qualcun altro si
occupasse di quel progetto.
Dopo diversi ritardi nella
produzione, egli riuscì infine a dar vita al film, girato come
sempre nella sua Nuova Zelanda. Accolto in modo particolarmente
positivo dalla critica, il film arrivò poi a vincere anche tre
premi Oscar, rispettivamente per il Miglior sonoro, il Miglior
montaggio sonoro e i Migliori effetti speciali. Sono ancora molte
le curiosità da scoprire riguardo al film, e proseguendo qui nella
lettura sarà possibile approfondire ulteriori dettagli in vista di
una nuova visione.
La trama di King
Kong
La vicenda si svolge nel 1933,
durante la grande depressione. Qui la bellissima attrice
Ann Darrow si ritrova improvvisamente senza
lavoro, e per non rimanere fuori dall’industria cinematografica
decide di accettare un ruolo offertole dall’eccentrico regista
Carl Denham per il suo nuovo lungometraggio
esotico. A convincere l’attrice è però in particolare la
possibilità di collaborare con Jack Driscoll,
sceneggiatore del film da lei molto ammirato. La troupe si imbarca
così verso l’Isola del Teschio, una misteriosa e leggendaria terra
non segnata sulle carte di navigazione.
Dopo un lungo viaggio, questi
arrivano infine a destinazione, trovandosi di fronte ad un luogo
apparentemente disabitato e incontaminato. Ben presto, però,
scopriranno a loro spese che così non è. Sull’isola si trovano
creature mostruose, ma anche un’antica popolazione indigena che
vive nel timore di quello che considerano il re di quella terra:
Kong. Richiamato dal baccano causato dai nuovi
arrivati, il gigantesco gorilla non tarderà a mostrarsi in tutta la
sua possenza e forza bruta.
Il cast del film
Per dare volto alla bella Ann Darrow
è stata scelta l’attrice Naomi
Watts. In vista delle riprese, questa ha avuto modo di
conoscere Fray Wray, originale interprete del personaggio nel film
del 1933. Parlando con una vera attrice dell’epoca ha così avuto
modo di costruire al meglio il personaggio. L’attore Jack
Black, noto per i suoi ruoli comici, si confronta qui
invece con un personaggio drammatico, quello del regista Carl
Denham. Jackson lo scelse dopo averlo visto recitare nel film
Alta fedeltà.
Black si è preparato al ruolo
studiando personalità come il circense P. T. Barnum e il regista
Orson Welles, divenuti fonte di ispirazione per il carattere del
suo personaggio. Per il film Black è stato anche costretto ad
indossare una parrucca che replicasse il look degli anni Trenta,
poiché Jackson era insoddisfatto del taglio realizzato per lui.
Adrien
Brody, reduce dall’Oscar per Il pianista,
interpreta invece il drammaturgo Jack Driscoll. Questi fu da sempre
il solo e unico nome che Jackson indicò per il ruolo. Dopo averlo
saputo, l’attore accettò la parte senza neanche voler leggere la
sceneggiatura, riponendo grande fiducia nel potenziale del
film.
Per il suo ruolo egli si è poi
preparato con un lungo allenamento fisico, potendo così eseguire
personalmente anche le scene più complesse. Nel film è poi presente
l’attore Colin Hanks nei panni di Preston,
assistente personale di Denham. Jamie
Bell è invece Jimmy, giovane partecipante alla
spedizione. Kyle Chandler è invece l’egocentrico
attore Bruce Baxter, protagonista maschile del film esotico di
Denham. Thomas Kretschmann è invece lo scettico
capitano Englehorn, preoccupato per la destinazione
richiestagli.
Gli effetti speciali del film
Vero protagonista del film è
ovviamente King Kong. Per dar vita al gigantesco
gorilla, Jackson non voleva affidarsi unicamente alla CGI, vedendo
il progetto come un’occasione per testare le più recenti novità
circa la motion capture. Decise dunque di affidare il ruolo ad
Andy
Serkis. Questi aveva infatti già dato vita a Gollum in
Il Signore degli Anelli, ed è uno dei massimi esperti di
motion capture. Tramite un’apposita tuta egli diede così vita ai
movimenti del gorilla, permettendo a questo di risultare
particolarmente realistico.
Grazie ad oltre 132 speciali sensori
applicati sul suo volto, ha invece potuto fornire le espressioni
facciali per Kong. Per poter risultare realistico nei panni di un
gorilla, l’attore spese diverso tempo a contatto con questi
animali, studiandone il movimento e gli atteggiamenti. Il lavoro
svolto su Kong, come su ogni altro aspetto del film che necessitava
di effetti speciali, ha poi portato il film a vincere l’Oscar in
tale categoria.
Il trailer di King
Kong e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere tale
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.King
Kong è infatti disponibile nel catalogo di Apple
TV, Now e Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno lunedì 10
luglio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.