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Agatha All Along: il nuovo poster promette una nuova storia “contorta” dal team di WANDAVISION

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È stato pubblicato un nuovo spettacolare banner per Agatha All Along che annuncia il ritorno “contorto” di Agatha Harkness e offre un nuovo sguardo sulla Strada delle Streghe.

I Marvel Studios si assicurano di ricordare ai fan che la serie proviene dal team che ha creato WandaVision, e non è una grande sorpresa visto che rimane uno degli show televisivi Disney+ meglio recensiti. Per ora, tutti gli indizi fanno pensare che Agatha All Along sia un sequel di quella serie tanto quanto Doctor Strange nel Multiverso della Follia del 2022.

La risposta diretta e appropriata al perché Agatha sia una buona serie stand-alone è Kathryn [Hahn]”, ha dichiarato Kevin Feige all’inizio di quest’anno. “Sapete che è una grande attrice comica, ma anche una grande attrice drammatica. Quindi, è davvero legata allo sviluppo del personaggio”.

LEGGI ANCHE – Agatha All Along: Joe Locke risponde alle speculazioni sul ruolo di Billy Maximoff/Wiccan nel MCU

Sapevamo che il personaggio stava facendo colpo sul pubblico”, ha aggiunto. “Ma la serie è rimasta a marinare per molto tempo prima che Jac [Schaeffer] la trasformasse nello show che abbiamo ora”.

Riguardo al suo ruolo inaspettato di protagonista di uno show televisivo del MCU, la Hahn ha ammesso: “Non credo di essere riuscita a recepire la situazione. Mi consideravo una visitatrice della Marvel, sapete? Sapevo che c’era qualcosa di molto profondo per me, all’età in cui mi trovo, nel poter interpretare un’incredibile megera. Poterci cadere dentro mi è sembrato pericoloso e potente”.

Date un’occhiata più da vicino al nuovo banner di Agatha All Along nel post X qui sotto.

Quello che sappiamo su Agatha All Along

Agatha All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di WandaVision, tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor), Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David Payton (John Collins), David Lengel (Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon), Amos Glick (Dennis), Brian Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes (Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone, Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e Maria Dizzia.

Pochi dettagli ufficiali sono stati rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff (o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è “reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness – ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della donna che ha ucciso le loro madri. Agatha All Along debutterà su Disney+ il 18 settembre.

Salem’s Lot: le prime foto ufficiali svelano la scena da incubo “Window Scratch”

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Prima di fare il suo debutto nel MCU come “Bob” in Thunderbolts* dei Marvel Studios, Lewis Pullman farà un po’ di caccia ai vampiri in Salem’s Lot.

L’anno scorso abbiamo saputo che l’imminente riadattamento del romanzo fondamentale di Stephen King da parte della Warner Bros. e della New Line era stato posticipato al 21 aprile 2023, dopo essere stato precedentemente programmato per il 9 settembre 2022. Da allora, il film sembrava essere stato completamente rimosso dalla programmazione e si temeva che potesse essere accantonato in seguito alla decisione di David Zaslav di cancellare il film su Batgirl.

Poi, a marzo, la New Line ha confermato l’indiscrezione secondo cui il film horror salterà completamente le sale e debutterà sul servizio di streaming Max. Precedenti rapporti commerciali hanno sottolineato che questo “non è un riflesso della qualità del film, ma è dovuto al fatto che lo sciopero SAG-AFTRA in corso ha creato una crescente necessità di contenuti Max”.

Non è ancora stata annunciata una data esatta per la prima, ma il film dovrebbe debuttare su Max il prossimo ottobre. Ora, grazie a Vanity Fair, possiamo finalmente dare un’occhiata ad alcune foto promozionali ufficiali che ritraggono i personaggi principali – e uno scatto che sicuramente riporterà alla mente ricordi da incubo per un’intera generazione di bambini!

Il momento più famoso (o famigerato) del libro e della miniserie del 1979 del regista di The Texas Chainsaw Massacre, Tobe Hooper, è quello in cui un bambino-vampiro graffia la finestra del suo amico, e la scena terrificante sarà ricreata in questo nuovo adattamento.

Cosa sappiamo su Salem’s Lot

Salem’s Lot è interpretato anche da Alfre Woodard, Bill Camp, Pilou Asbæk, Makenzie Leigh e Spencer Treat Clark. Il recente autore dell’adattamento di IT, Gary Dauberman (Annabelle: Comes Home), dirige e firma anche la sceneggiatura.

Il romanzo di King racconta la storia di uno scrittore di nome Ben Mears che torna nella sua città d’infanzia, Jerusalem’s Lot, solo per ritrovarsi attratto da una vecchia casa che lo ha traumatizzato da bambino. La Casa Marsten è un luogo malvagio e un luogo malvagio attira uomini malvagi. Purtroppo per Ben e per il resto della città, questa volta gli uomini malvagi in questione sono il potente vampiro Kurt Barlow e il suo subdolo familiare Richard Straker.

Hellboy: The Crooked Man, nuove foto rivelano un nuovo look impressionante di Big Red

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Inizialmente, l’opinione che circondava Hellboy: The Crooked Man era molto negativa; tuttavia, sembra che la tendenza sia cambiata, soprattutto perché è ormai chiaro che si tratta di un racconto horror a basso costo piuttosto che di un grande blockbuster di supereroi.

Oggi abbiamo alcune nuove immagini del Big Red di Jack Kesy da condividere con voi ed è giusto dire che il personaggio sembra molto più impressionante qui rispetto ai primi sneak peek.

A proposito, queste foto promozionali sembrano confermare che il 30 agosto ci sarà un nuovo trailer. Hellboy: The Crooked Man non ha ancora una data di uscita confermata, ma immaginiamo che l’idea sia quella di arrivare sulle piattaforme digitali o di streaming in tempo per Halloween.

Tuttavia, se il budget per questo reboot è stato sufficientemente basso, è molto probabile che riesca ad arrivare nelle sale (il suo predecessore del 2019 ha incassato 55,1 milioni di dollari in tutto il mondo dopo un costo dichiarato di 50 milioni di dollari).

“La cosa che preferisco è vedere quanto sia vicino ai fumetti”, ha detto il mese scorso il creatore di Hellboy Mike Mignola. “Ci sono diverse inquadrature che provengono dai fumetti e la paura è sempre, soprattutto quando dici che deve essere la mia storia preferita, che perda qualcosa. Ma tutti i miei momenti preferiti del fumetto sono lì dentro”.

“Voglio dire, stai trattenendo il respiro mentre lo guardi. In realtà ho avuto modo di guardare, non sono andato sul set, ma ho visto i giornalieri, e ti viene da dire: ‘Non posso crederci! Perché c’è un momento particolare nella chiesa che mi è piaciuto tantissimo. Ho pensato: “Ci aggiungeranno degli effetti speciali?””.

“È solo un piccolo momento di tranquillità. Poteva essere facilmente tagliato, ma è rimasto fino in fondo”, ha continuato Mignola. “Non che non mi piacciano gli altri film o che non mi piacciano pezzi degli altri film, ma è solo che… ero così grato di vedere qualcuno che voleva davvero inserirli, perché a un certo punto tutti dicono: ‘Oh sì, metteremo il tuo fumetto sullo schermo’, ma questa è la volta buona che succede”.

Date un’occhiata più da vicino a Hellboy qui sotto e restate sintonizzati per ulteriori informazioni sull’imminente rilascio del trailer.

Cosa sappiamo su Hellboy: The Crooked Man

Il film è basato sull’omonimo fumetto vincitore dell’Eisner Award, che ha debuttato nel luglio 2008 in contemporanea dell’uscita cinematografica di Hellboy II: The Golden Army di Guillermo del Toro . “Incagliati nell’Appalachia rurale degli anni ’50, Hellboy e un agente del BPRD alle prime armi scoprono una piccola comunità infestata da streghe, guidata da un diavolo locale con un inquietante legame con il passato di Hellboy: The Crooked Man“, recita la sinossi del film.

X-Men ’97: il regista descrive il nuovo sceneggiatore Matthew Chauncey come un “genio”

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Dopo la notizia del licenziamento di Beau DeMayo, sceneggiatore capo di X-Men ’97, avvenuto a marzo, i Marvel Studios hanno aspettato qualche mese prima di scegliere Matthew Chauncey come showrunner della terza stagione.

Il lavoro di DeMayo sulla seconda stagione era già stato completato, quindi non c’era fretta di trovare il suo sostituto. Tuttavia, dato che il suo nome è stato rimosso dai titoli di coda della serie, sembra che si aprirà un’accesa battaglia legale.

Nel frattempo, si stanno apportando gli ultimi ritocchi alla seconda stagione di X-Men ’97 e si sta lavorando alla terza serie di episodi.

Parlando con Screen Rant, il regista Emi/Emmett Yonemura (che ha diretto “Fire Made Flesh”, “Remember It”, “Bright Eyes” e “Tolerance Is Extinction – Part 2”) ha espresso parole di elogio per il nuovo sceneggiatore di X-Men ’97.

“Oh, è adorabile. Adoro lavorare con lui”, ha commentato entusiasta il regista. “Non è nemmeno in servizio da molto tempo ed è già uno scrittore dolcissimo e di incredibile talento, quindi ci stiamo già divertendo un mondo e non vedo l’ora che i fan vedano cosa contribuisce a portare in tavola perché è incredibile, è un genio”.

Chauncey annovera tra i suoi crediti What If…? e Ms. Marvel e potrebbe anche aver “rivisto” le sceneggiature della seconda stagione. Questo potrebbe giustificare la decisione della Disney di rimuovere il nome di DeMayo.

X-Men ’97, la serie tv

X-Men ’97 si è rivelato un grande successo di critica e di fan: il finale del 15 maggio, “La tolleranza è l’estinzione, parte 3”, ha raccolto 3,5 milioni di visualizzazioni a livello globale nei primi cinque giorni su Disney+, diventando il finale di serie animata più visto dalla prima stagione di What If…?.

I Marvel Studios hanno chiaramente preso atto della popolarità della serie e stanno finalmente procedendo con il tanto atteso reboot degli X-Men in live-action. Recentemente abbiamo saputo che lo scrittore di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente sarà lo sceneggiatore Michael Lesslie.

Il cast vocale di X-Men ’97 include Ray Chase nei panni di Ciclope, Jennifer Hale nei panni di Jean Grey, Alison Sealy-Smith nei panni di Tempesta, Cal Dodd nei panni di Wolverine, JP Karliak nei panni di Morph, Lenore Zann nei panni di Rogue, George Buza nei panni di Bestia, AJ LoCascio come Gambit, Holly Chou come Jubilee, Isaac Robinson-Smith come Bishop, Matthew Waterson come Magneto e Adrian Hough come Nightcrawler.

Ironheart: Anthony Ramos rivela alcuni importanti cambiamenti nella storia di Hood

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È sempre divertente quando i Marvel Studios ci portano in luoghi sconosciuti e Ironheart di Disney+ sposterà l’azione da New York a Chicago.

La star di Hamilton e Transformers: Rise of the Beasts Anthony Ramos interpreta Parker Robbins, alias The Hood, nello show e racconta a Entertainment Weekly che il trasferimento nella Second City ha portato a grandi cambiamenti nella storia del cattivo.

Ramos descrive Chicago come “un personaggio importante” in Ironheart e aggiunge: “Parker Robbins nei fumetti viene da New York, ma potendo capovolgere la sua storia e farlo venire da Chicago, lo abbiamo fatto venire da Humboldt Park, che ha, ovviamente, una grande popolazione portoricana”.

“Abbiamo creato un’intera backstory con sua madre che viene dagli Young Lords e lo ha cresciuto in quel modo. Chicago gioca un ruolo enorme nell’identità di tutti i nostri personaggi e nell’identità di questo show, quindi sono davvero entusiasta che la gente possa sperimentarlo”, continua l’attore. “È stato un dono poter girare lì. È una città incredibile, una delle più grandi città del mondo”.

Ironheart dovrebbe contrapporre la scienza alla magia, con Riri Williams che vestirà i panni di The Hood, un supercriminale dei fumetti a cui il demoniaco Dormammu ha donato il cappuccio (nel MCU, ci aspettiamo che venga sostituito da Mephisto).

“Vediamo anche questo filo conduttore tra i personaggi: ‘Quanto posso ottenere? Ne ottengo un po’ e vedo quanto posso fare con questo po’, forse se ne ottengo un po’ di più potrei essere in grado di fare un po’ di più con quello”, aggiunge Ramos, anticipando l’arco narrativo del personaggio in Ironnheart.

“E vediamo come questo influisce positivamente e negativamente sui personaggi. E poi iniziamo a vedere come i personaggi iniziano a usarsi l’un l’altro per andare avanti e ottenere di più, che sia più potere, più qualcosa, più soldi. È davvero bello vedere questo viaggio in cui i personaggi iniziano a intrecciarsi tra le storie degli altri”.

Tutto quello che sappiamo sulla serie di prossima uscita Ironheart

Ambientato dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, Ironheart contrappone la tecnologia alla magia quando Riri Williams (Dominique Thorne) – una giovane e geniale inventrice determinata a lasciare il segno nel mondo – torna nella sua città natale, Chicago.

La sua idea di costruire tute di ferro è geniale, ma nel perseguire le sue ambizioni, si ritrova coinvolta nel misterioso ma affascinante Parker Robbins alias “The Hood” (Anthony Ramos). La serie è interpretata anche da Lyric Ross, Manny Montana, Matthew Elam e Anji White. Chinaka Hodge è sceneggiatrice e produttrice esecutiva; gli episodi sono diretti da Sam Bailey e Angela Barnes.

Ironheart debutterà su Disney+ il prossimo anno.

Slow Horses 4: recensione della serie con Gary Oldman

Slow Horses 4: recensione della serie con Gary Oldman

Rispetto alle precedenti stagioni, Slow Horses 4 possiede un adattamento dal romanzo Spook Street di Mick Herron decisamente più libero, e questo avviene principalmente per due motivi: il primo è che si tratta di un libro che propone personaggi e situazioni più estremi rispetto ai precedenti, quasi vicini ai toni della fantapolitica. In un certo senso, lo show necessitava di un approccio narrativo maggiormente sobrio, dritto al punto, per mantenere credibilità. E questo è l’aspetto dell’adattamento che funziona meglio.

Il secondo motivo, invece molto meno efficace, è che per motivi legati allo stardom la trama viene maggiormente incentrata sui personaggi di Jackson Lamb e River Cartwright, ancora una volta interpretati dal premio Oscar Gary Oldman e dal sempre più lanciato Jack Lowden. Insomma, rispetto alle precedenti stagioni ci troviamo di fronte a una serie che propone equilibri molto differenti tra i personaggi che compongono il gruppo di agenti segreti caduti in disgrazia, fattore che costituiva sotto molti punti di vista la forza primaria di Slow Horses.

Slow Horses 4, una stagione più indipendente dal romanzo

James Callis and Kristin Scott Thomas in “Slow Horses,” coming soon to Apple TV+.

Le interazioni spesso problematiche, talvolta addirittura assurde ma sempre umanissime tra i vari personaggi costituivano il cuore emotivo delle varie puntate, mentre nella quarta stagione diventa piuttosto evidente, e purtroppo meno funzionale, che Lamb e Cartwright sono adesso le star dello show, mentre gli altri vengono relegati a comprimari. Peccato. Questo cambio di direzione nella narrazione, dopo le prime due puntate tutto sommato avvincenti anche se non memorabili, appesantisce la serie in particolar modo nel terzo e quarto episodio. Slow Horses perde molto del suo appeal al vetriolo, apprezzato in passato e adesso rimpiazzato da scene d’azione che poco o nulla hanno a che fare con la vera tensione della spy-story. Evidentemente il successo dello show ha portato i produttori e creatori a dover per forza di cose alzare il tiro, puntando sullo spettacolo piuttosto che sull’originalità del tono graffiante e sull’ironia che le interazioni tra i personaggi sapevano sprigionare.

Una forte presa emotiva

Scritto del cambiamento di rotta che Slow Horses subisce in questa quarta stagione, va però anche sottolineato come le ultime due puntate regalino al pubblico un pathos di indubbia presa emotiva. Il tono si fa maggiormente drammatico, così come gli eventi, ed ecco che allora lo spessore delle interpretazioni contribuisce e non poco ad elevare la qualità del prodotto. Oltre al solito, impeccabile Oldman, l’altro grande decano del cinema britannico Jonathan Pryce sfodera tutta la sua bravura nei panni di David Cartwright, nonno di River.  Lo stesso vale per Saskia Reeves, ancora una volta efficace nel regalare voce e sguardo dolcissimo al lato umano degli Slow Horses. peccato invece che in questa quarta stagione Kristin Scott Thomas e Rosalind Eleazar posseggano ruoli delineati con minore spessore rispetto al passato.

Slow Horses 4 – uno sbandamento di tono

Aimee-Ffion Edwards, Christopher Chung, Tom Brooke, Kadiff Kirwan and Rosalind Eleazar in “Slow Horses,” coming soon to Apple TV+.

Rispetto alle precedenti tre stagioni, Slow Horses 4 si rivela maggiormente alterna, evidenziando uno sbandamento nel tono e nella messa in scena probabilmente dovuti alla volontà (che non significa necessità) di cambiare alcune delle coordinate principali della serie. Più spettacolo, maggior spazio e attenzione alle star, una ritmo del racconto che diventa quello del thriller d’azione. Il risultato è una netta e tutto sommato ingiustificata perdita d’ironia, di quel sapore lievemente rancido ma sempre gustoso che Jackson Lamb e gli altri amari personaggi lasciavano allo spettatore.

Ci si diverte meno nelle puntate di Spook Street, molto meno, anche se i due episodi finali come già scritto risollevano almeno a livello drammatico il risultato complessivo dell’intera stagione. Speriamo però che, in caso venga confermata una quinta, si torni – magari con l’aiuto delle pagine scritte da Mick Herron – ai toni e alle situazioni che meglio si confanno agli squinternati agenti della Slough House. Perché vedere questo gruppo di “sconfitti”, rancorosi e ciarlieri, che riescono ancora a trovare la forza interiore per fare quello che è giusto, infonde comunque a suo modo un minimo di speranza e fiducia nell’umanità. Se ci riescono questi sciocchi, scalcinati 007, forse possiamo in fin dei conti riuscirci anche noi…

Maria di Pablo Larraín al cinema con 01 Distribution

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Maria di Pablo Larraín al cinema con 01 Distribution

Maria, di Pablo Larraín, in Concorso ufficiale alla 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, uscirà nelle sale italiane distribuito da 01 Distribution. Al fianco di Angelina Jolie che interpreta la grande Maria Callas, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Kodi Smit-McPhee e Valeria Golino.

Maria, scritto da Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders, Eastern Promises), racconta la tumultuosa, bella e tragica vita della più grande cantante d’opera del mondo, rivissuta e immaginata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni ‘70. Maria è un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Juan de Dios Larraín per Fabula Pictures, e Jonas Dornbach per Komplizen Film, un’esclusiva per l’Italia Rai Cinema.

Distribuiremo nelle sale italiane Maria, uno dei film più attesi della Mostra, grazie ad un importante accordo raggiunto con Andrea Scrosati con reciproca soddisfazione, che ci vede insieme a Fremantle per la prima volta per un grande film internazionale – dice Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema. Un altro intenso ritratto femminile ad opera di Pablo Larraín, un autore molto attento alle storie delle donne del nostro secolo, che siamo felici di presentare al pubblico italiano dopo Spencer, sulla figura della principessa Diana. Un racconto impreziosito da interpreti di grande statura che mette al centro il mito di una delle figure più emblematiche della nostra storia culturale contemporanea, il cui ricordo ed eredità sono destinati a restare nel tempo”.

Sono davvero felice di questa collaborazione con Rai Cinema che porterà nelle sale italiane, grazie a 01 Distribution, un film bellissimo come Maria – dichiara Andrea Scrosati, Group Chief Operating Officer, CEO Continental Europe di Fremantle. Da tempo con Paolo Del Brocco cercavamo un nuovo progetto su cui collaborare e non poteva esserci occasione migliore: un film creato e diretto da un autore straordinario come Pablo Larraín, su un’icona mondiale come Maria Callas, interpretata da una grandissima Angelina Jolie e da straordinari talenti italiani come Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher e Valeria Golino. Non poteva esserci un partner migliore di Rai Cinema e di tutto il team di Paolo“. Le vendite internazionali sono a cura di FilmNation.

L’innocenza, la recensione del film di Hirokazu Kore-eda

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L’innocenza, la recensione del film di Hirokazu Kore-eda

Linee narrative che si intrecciano e trovano la giusta chiusura in una corsa liberatoria verso il sole, L’innocenza di Hirokazu Kore-eda in concorso al Festival di Cannes 2023 incanta tutti con eleganza e intelligenza. Il regista è già noto alla Croisette avendo già vinto la Palma d’oro per Un affare di famiglia nel 2018. Anche in questa pellicola torna a parlare di legami familiari intricati e complessi, di passaparola che creano opinioni distorte della realtà. Kore-eda collabora con lo sceneggiatore Yûji Sakamoto e con il compositore Ryuichi Sakamoto, che contribuisce attraverso la colonna sonora a conferire alle scene la giusta particolarità.

In L’innocenza la musica assume un verso e proprio significato liberatorio, dove un soffio di tromba serve a spazzare via tutto. Tutti i pensieri. Tutte le malignità. Tutto il mondo esterno. Il significato stesso del film assume forma nelle varie linee temporali. Se inizialmente guardiamo il mondo dal punto di vista di una madre (Sakura Ando che interpreta Saori) sola e apprensiva nei confronti del suo unico figlio, poi il punto vi sta cambia. Un momento dopo vediamo il mondo con gli occhi di Eita Nagayama che interpreta Hori. E, infine, Monster si chiude con la prospettiva di Minato, interpretato da Soya Kurokawa, ed Eri (Hinata Hiiragi).

L’innocenza, la trama

La ciclicità degli eventi di L’innocenza risulta utile a comprendere a 360° la verità degli eventi. Come un giallo di Agatha Christie, Hirokazu Kore-eda crea questi tre punti di vista ma il suo scopo non è cercare un colpevole, un mostro. Ogni linea narrativa, che riprende qui stessi eventi, cerca di nascondere e allo stesso tempo disvelare un pregiudizio. Ci sono delle costanti in ogni linea narrativa. Quella che accende la narrazione è un’esplosione che causa poi un incendio di un hostess-bar, l’altra che invece la chiude è la tempesta.

L'innocenza filmUna miccia, quella dell’incendio che dà il via al film. Con essa il pregiudizio di propaga: girano voci su Hori, l’insegnante della scuola di Minato ed Eri, che lo rendono agli occchi dello spettatore un colpevole, un mostro. In realtà, la narrazione che fa Kore-eda è smascherare a pian piano questo pregiudizio cercando di spegnere quell’incendio. Il regista, in maniera accurata, cerca di indirizzarci verso una strada per poi sterzare di continuo. Mr. Hori è stato accusato di comportamenti inappropriati e violenza nei confronti di Minato, questa la prima strada. Poi, la sterzata.

Nella linea narrativa di Mr. Hori, insegnate di ginnastica, tutto procede normalmente. È un insegnate che tiene molto ai suoi alunni e cerca di interagire con loro in maniera amichevole. Ancora una volta in L’innocenza tutto cambia: adesso c’è un nuovo mostro da combattere, Minato. Il ragazzo descritto come indisciplinato, diverso dalla linea narrativa della madre dove sembrava indifeso. Adesso Minato è irascibile, scontroso, prepotente. Tutto, in questo momento, va in suo sfavore: è un bullo che chiude i suoi compagni nel bagno. Ma se la strada adesso ci sembra dritta e sgombra da ogni ostacolo, Kore-eda sterza ancora.

Soffiare via tutto

Nella parte finale, affidata al punto di vista di Minato, troviamo finalmente la chiusura di questo puzzle. Minato non è un bullo, anzi. In realtà, sta solo cercando di aiutare Eri vittima di bullismo a scuola e in casa. Monster cerca di affrontare anche tematiche complicate riguardo le tematiche LGBT. Eri diventa il nuovo capo espiatorio: “Papà mi guarirà, così quando sarò normale la mamma ritornerà”, Eri ripete queste parole come un mantra, credendo o facendo finta di credere che andrà tutto bene. Minato, invece, è sensibile al dolore di Eri e i due riescono a instaurare una complicità semplice, come quei rapporti che sembrano essere destinati ad essere.

In questa terza fase, l’apparente austera preside della scuola svela il suo devastante segreto, “La felicità è qualcosa che tutti possono avere“. Da qui, quello che potrebbe essere un grido liberatorio verso il cielo viene sostituito da un soffio di tromba che prende tutte le note stornate, ma non importa che lo siano. La tempesta che ha colpito la città si placa, esce il sole. Le nuvole sono state spazzate via. I due ragazzi corrono verso il sole, speranzosi nei confronti della vita e dell’umanità.

Avengers: Doomsday, Robert Downey Jr. rompe il silenzio sul ritorno nel MCU come Dottor Destino

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Al Comic-Con di San Diego del mese scorso, i Marvel Studios hanno dato il benvenuto ai fratelli Russo come registi di Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Tuttavia, la sorpresa più grande è stata lasciata per ultima con l’introduzione di Robert Downey Jr. come nuovo grande cattivo della Saga del Multiverso, il Dottor Destino. Il premio Oscar ha interpretato Iron Man per oltre un decennio, quindi il suo ritorno alla Marvel nei panni dell’iconico cattivo è stato decisamente inaspettato.

Sfortunatamente, gran parte dell’entusiasmo è stato smorzato dai fan che temevano che avrebbe interpretato una variante malvagia di Tony Stark nell’armatura di Destino. Parlando con The Hollywood Reporter, Downey ha ora rotto il suo silenzio sul ruolo di Destino mentre parlava del suo ruolo di Iron Man nel prossimo percorso di Disneyland “Stark Flight Lab”. Ha anche confermato che interpreterà Victor Von Doom e ha parlato della volontà del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige di fare la cosa giusta per il personaggio.

Allora, probabilmente un anno fa… perché, sapete, io e Kevin Feige siamo rimasti in contatto. Siamo amici. Favreau, Feige e io siamo rimasti in contatto. Sono vicino ai fratelli Russo; abbiamo altri affari in corso. Quindi, c’è questo piccolo gruppo di compagni di viaggio e ho avuto l’istinto di andare da Bob Iger e ho avuto un’idea al di fuori dell’Universo Cinematografico su come poter essere utile a ciò che sta accadendo nei Parchi e a tutto il loro intrattenimento basato sulla localizzazione”.

A un certo punto io e Susan eravamo seduti con Feige e lui ha detto: ‘Continua a venirmi in mente che se tu dovessi tornare…’ e Susan ha detto: ‘Aspetta, aspetta, tornare come?’ Poi col tempo ci siamo resi conto che si trattava di un’altra cosa che smentisce qualsiasi dubbio che si possa avere su quell’uomo, un pensatore creativo molto sofisticato, su come non retrocedere, come non deludere le aspettative, come continuare a battere le aspettative? E ha parlato di Victor Von Doom. Ho cercato questo personaggio e ho pensato: “Wow”. Poi Kevin ha detto: “Prendiamo Victor Von Doom nel modo giusto. Prendiamolo per il verso giusto”.

Robert Downey Jr.
Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for Disney)

Allora ho detto a Kevin: “Posso andare a parlare con Bob Iger?” E lui: “Di cosa?” E io: “Di tutto”. Ero andato a casa di Bob e non so come descrivere quell’esperienza. Ho avuto molte esperienze davvero belle, ma sono andato a casa di Iger, ci siamo seduti e lui ha detto: “Mi piace”. Ho pensato: “Gli piace”. Mi ha detto: “Vieni al Campus Imagineering”. Feige e io andiamo all’Imagineering Campus e se volete parlare di due persone che non sono facili da far impazzire, figuriamoci allo stesso tempo… Non posso dire troppo, ma quello che sta succedendo lì in questo momento va ben oltre le mie aspettative di ciò che era possibile”.

Sembra che Feige non volesse che Robert Downey Jr. tornasse a vestire i panni di Iron Man, spiegando così la decisione di affidargli il ruolo del Dottor Destino. Ora, non possiamo fare a meno di chiederci se i Marvel Studios eviteranno di affrontare qualsiasi somiglianza tra Tony e Victor trattando il Destino di Downey come un personaggio completamente separato. Se così fosse, potrebbe essere simile a come la somiglianza di Johnny Storm con Capitan America è stata solo accennata di sfuggita in Deadpool & Wolverine.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti dai fratelli Russo, che fanno il loro ritorno nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto il team Marvel per portare questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.

Salem’s Lot: svelate le prime immagini dell’adattamento del libro di Stephen King

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Nuove immagini di Salem’s Lot rivelano la prossima rivisitazione della classica storia di vampiri di Stephen King, confermando che il nuovo film è proprio dietro l’angolo. Originariamente previsto per il settembre 2022, l’imminente remake di Salem’s Lot è stato recentemente confermato in anteprima su Max nel corso dell’anno. La storia seguirà lo stesso racconto del romanzo, in cui la città principale diventa un terreno di caccia per un antico vampiro, che inizia a trasformare i suoi abitanti in creature incaricate di eseguire i suoi ordini.

Ora Vanity Fair ha pubblicato nuove immagini di Salem’s Lot, rivelando così un primo sguardo all’atteso adattamento cinematografico di Stephen King. Le immagini accennano a diversi punti importanti della storia, tra cui la lenta introduzione dei vampiri nella città e il pericolo che tutti corrono. Di seguito, ecco le foto condivise da Vanity Fair. Non resta a questo punto che attendere maggiori informazioni su questo atteso progetto.

https://twitter.com/VanityFair/status/1825937116033069357?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1825937116033069357%7Ctwgr%5Ee419b1e4073047d1082d70e6636a4bfac8eba97c%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fpublish.twitter.com%2F%3Furl%3Dhttps%3A%2F%2Ftwitter.com%2FVanityFair%2Fstatus%2F1825937116033069357

https://twitter.com/VanityFair/status/1825948461994545162?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1825948461994545162%7Ctwgr%5Ee43fac9b89e99e2023971b27decb06cfed80a543%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fpublish.twitter.com%2F%3Furl%3Dhttps%3A%2F%2Ftwitter.com%2FVanityFair%2Fstatus%2F1825948461994545162

La trama e il cast di Salem’s Lot

Né una data di uscita né un trailer sono stati resi disponibili al momento. Nel film che sarà disponibile solo in streaming, l’autore Ben Mears (interpretato da Lewis Pullman) “torna nella sua casa d’infanzia, Jerusalem’s Lot, in cerca di ispirazione per il suo prossimo libro, solo per scoprire che la sua città natale è preda di un vampiro assetato di sangue”, secondo alla logline ufficiale.

A completare il cast ci sono Alfre Woodard (Luke Cage) nel ruolo del Dr. Cody, Makenzie Leigh (Gotham) nel ruolo di Susan Norton, Bill Camp (The Outsider) nel ruolo di Matthew Burke, Spencer Treat Clark (Animal Kingdom) nel ruolo di Mike Ryerson, Pilou Asbæk (Game of Thrones) nel ruolo di Straker e John Benjamin Hickey (The Big C) nel ruolo di Padre Callahan.

Il nuovo film Salem’s Lot (Le notti di Salem) proviene dai team di produzione dietro i franchise cinematografici Conjuring e IT. Gary Dauberman scrive, dirige e è produttore esecutivo. Altri EP includono James Wan, Michael Clear, Roy Lee e Mark Wolper.

Salem’s Lot (Le notti di Salem)  è stato adattato per la prima volta dalla CBS nel 1979. La miniserie in due parti, con David Soul nel ruolo di Ben Mears, ha ricevuto tre nomination ai Primetime Emmy. Ciò fu seguito dall’uscita nelle sale di A Return to Salem’s Lot del 1987 , che fu commercializzato come sequel ma non includeva nessuno dei personaggi originali.

Alien: Romulus, l’ibrido finale dello Xenomorfo ha preoccupato la Disney: “Non gli è piaciuto”

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Il regista di Alien: Romulus, Fede Alvarez, ha parlato del finale del film e della forma finale dello Xenomorfo che ha provocato alcune critiche da parte della Disney. Ambientato tra i primi due episodi del franchise di Alien, il nuovo film di Alvarez segue la Rain di Cailee Spaeny e i suoi giovani compagni mentre affrontano uno Xenomorfo a bordo di una stazione spaziale abbandonata. Sebbene ci sia molta azione in tutto il film, il finale dà il colpo di grazia con il personaggio di Isabela Merced, Kay, che dà alla luce una nuova e terrificante forma aliena conosciuta solo come la Prole.

In una recente intervista con THR, Alvarez ha rivelato che la progenie presente nel finale di Alien: Romulus ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei dirigenti Disney. Secondo il regista, alcuni temevano che la creatura e la sua nascita cruenta fossero “troppo”, ma questo gli ha fatto capire che era la giusta direzione creativa da seguire. “All’inizio si sono opposti, ma non perché non gli piacesse. Hanno solo pensato: “È troppo? Dobbiamo proprio arrivare a questo?”.

E io: “Sì, ora che hai detto che non dovremmo, so che lo farò”. Quindi è esattamente quello che abbiamo fatto qui. Se ti viene dato un film di Alien da una società di proprietà della Disney e loro dicono subito “Sì, facciamolo”, allora in qualche modo stai fallendo. Quindi ci siamo spinti davvero al limite e sono contento di averlo fatto”. In un’intervista con Variety, invece, Álvarez ha riconosciuto che l’introduzione di questa creatura nel finale del film potrebbe sollevare più domande che risposte. “Probabilmente si tratta di una nuova specie, perché questo mix non è mai accaduto prima”, ha detto.

LEGGI ANCHE: Tutti gli Easter Eggs che potrebbero esservi sfuggiti in Alien: Romulus

Alien: Romulus Isabela Merced
Isabela Merced è Kay in ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios.

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Il film Alien: Romulus è interpretato da Cailee Spaeny  (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è al cinema dal 16 agosto.

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Secret Level: la serie antologica animata di Prime Video adatterà alcuni celebri videogiochi

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Prime Video ha presentato ufficialmente la sua nuova serie antologica per adulti, Secret Level, con racconti originali ambientati nei mondi dei videogiochi più popolari. L’annuncio della serie, che proviene dal team creativo dietro l’acclamata serie Love, Death & Robots di Netflix, è stato fatto durante il livestream globale della Gamescom Opening Night Live.

La serie di 15 episodi, che debutterà il 10 dicembre, presenterà giochi come Pac-Man, Dungeons & Dragons, Crossfire, Exodus, Spelunky, Warhammer 40.000 e vari titoli PlayStation. L’elenco completo e il teaser trailer sono disponibili qui sotto:

  • Armored Core
  • Concord
  • Crossfire
  • Dungeons & Dragons
  • Exodus
  • Honor of Kings
  • Mega Man
  • New World: Aeternum
  • PAC-MAN
  • PlayStation (Highlighting various PlayStation Studios beloved entities)
  • Sifu
  • Spelunky
  • The Outer Worlds
  • Unreal Tournament
  • Warhammer 40,000

La sinossi di Secret Level

Secret Level intreccia un arazzo di giochi iconici attraverso diversi medium, per raccontare una serie di storie uniche e accattivanti”, ha dichiarato Vernon Sanders, responsabile della televisione di Amazon MGM Studios. “Creato e condotto da Tim Miller, Blur Studio e dal regista supervisore Dave Wilson, ogni episodio condurrà i nostri clienti globali di Prime Video in un viaggio nuovo di zecca con un’animazione mozzafiato e una narrazione fantasiosa”.

Secret Level, prodotto da Amazon MGM Studios e Blur Studio, è creato e prodotto esecutivamente da Tim Miller. Dave Wilson è produttore esecutivo e regista supervisore.

Avengers 5: Shang-Chi avrebbe avuto un ruolo da protagonista nel film

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Se dobbiamo credere a un nuovo rapporto emerso online, Shang-Chi era destinato a un ruolo importante in Avengers 5. Prima del panel dei Marvel Studios tenutosi sabato sera al Comic-Con di San Diego, lo stato del quinto film dei Vendicatori era in sospeso. Precedentemente intitolato Avengers: The Kang Dynasty, il film avrebbe dovuto avere come cattivo principale il Kang il Conquistatore di Jonathan Majors e sarebbe stato incentrato sul multiverso.

Tuttavia, dopo che Majors è stato giudicato colpevole di aggressione sconsiderata di terzo grado e di molestie nei confronti della sua ex fidanzata, i Marvel Studios hanno abbandonato l’attore e hanno reintitolato il film Avengers: Doomsday, con Robert Downey Jr. nel ruolo di Victor Von Doom. Ma prima di tutto questo, lo Shang-Chi di Simu Liu sembra sarebbe stato uno dei grandi protagonisti di Avengers 5.

Naturalmente, questo accadeva quando Avengers 5 si appoggiava al Kang il Conquistatore. Ora che il film è stato rielaborato in Avengers: Doomsday, non è possibile sapere se Shang-Chi sarà ancora uno dei personaggi centrali del film. Possiamo aspettarci che comparirà nel film, ma al momento è difficile dire se potrà essere ancora considerato un protagonista. Come riportato, a ricoprire un ruolo centrale dovrebbero essere i Fantastici Quattro, pronti a scontrarsi con la loro celebre nemesi.

Robert Downey Jr.
Robert Downey Jr. sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday. Gentile Concessione Disney – (Photo by Jesse Grant/Getty Images for Disney)

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti dai fratelli Russo, che fanno il loro ritorno nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’Universo Marvel ha realizzato il sogno di una vita, e abbiamo scoperto una potente connessione con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e tutto il team Marvel per portare questa epica avventura narrativa in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno dichiarato Joe e Anthony Russo dopo il panel del SDCC.

The Batman – Parte 2: Zoë Kravitz sul ritorno di Selina Kyle/Catwoman: “C’è molto altro da esplorare”

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The Batman di Matt Reeves ha introdotto nuove versioni di alcuni personaggi classici della DC Comics, tra cui Selina Kyle/Catwoman, la felina nemica del Crociato incappucciato con il quale nasce però poi un rapporto sentimentale. Interpretata da Zoë Kravitz, Selina si infiltra nell’Iceberg Lounge del Pinguino nel tentativo di rintracciare la sua coinquilina Annika. In seguito, è stato rivelato che la ragazza era in realtà la figlia di Carmine Falcone. Kravitz, come noto, tornerà per The Batman – Parte 2, ma non sa esattamente quando indosserà di nuovo la tuta da gatto.

Matt [Reeves] entra nel suo tunnel quando scrive”, racconta l’attrice/regista a Collider. “Anche in questo caso, è un regista super intenso e attento ai dettagli; quindi, mi tengo occupata con cose come Blink Twice finché non mi chiamano”. Kravitz ha poi spiegato come vorrebbe vedere il personaggio evolversi quando riprenderà il ruolo. “L’intero concetto di Selina in quel film era una storia di origini. Quindi ovviamente c’è molto altro da esplorare”.

“Si trattava di una donna che entrava nel suo potere e voleva esplorare come ci si sente quando si può essere giocosi e seduti in quel potere. Speriamo che un giorno sia molto divertente”. C’era chiaramente un forte legame tra Selina e il Cavaliere Oscuro, e alla fine del film si sono lasciati in buoni rapporti. Ma Catwoman è sempre stata un’opportunista e nel sequel potrebbero facilmente trovarsi su fronti opposti.

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Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, The Batman – Parte 2 è stato rinviato all’ottobre 2026. Le riprese del sequel inizieranno alla fine di quest’anno.

Reeves spera che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves è intenzionato a espandere la serie DC Elseworlds, dato che la serie spin-off di Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia, è prossima all’uscita. Con Farrell che ha annunciato una serie molto violenta, The Penguin debutterà su Max a settembre.

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 2 ottobre 2026. Nel cast Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

Joker: Folie à Deux, Todd Phillips parla del film e di un possibile terzo capitolo

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Variety ha incontrato il regista di Joker: Folie à Deux, Todd Phillips, per saperne di più sul sequel di Joker, il film di successo del 2019 realizzato da lui e Joaquin Phoenix. A quanto pare, Phillips e Phoenix hanno iniziato a riflettere sulle idee per il seguito molto presto, con una di queste che prevedeva di portare il Clown Principe del Crimine a Broadway. “Quando abbiamo iniziato a pensarci davvero, ci siamo resi conto che ci vogliono quattro anni per mettere insieme una cosa del genere. E Joaquin sarebbe davvero disposto a dedicare sei mesi della sua vita per fare una cosa del genere ogni sera sul palco?”, spiega il regista.

Poi abbiamo pensato di farlo al Carlyle come una sorta di cosa più piccola. Ma il Covid ha colpito”. Invece, Joker: Folie à Deux si apre ora con un “cartone animato ispirato ai Looney Tunes”, animato da Sylvain Chomet di The Triplets of Belleville, prima di diventare un “musical completo” ambientato due anni dopo gli eventi di Joker. Dopo aver incontrato la Lee Quinzel di Lady Gaga nel manicomio di Arkham, Arthur Fleck smette di prendere le sue medicine e il duo si lancia in canzoni come “Get Happy”, “For Once in My Life” e “That’s Life” per trasmettere le loro mutevoli emozioni.

La maggior parte della musica del film è in realtà solo un dialogo”, rivela Phillips. “È solo Arthur che non ha le parole per dire quello che vuole dire, quindi le canta”. Quando gli si fa notare che il sequel di Joker è costato oltre 200 milioni di dollari (il primo capitolo è stato realizzato per 60 milioni), risponde: “Leggo queste storie e sembra che siano dalla parte delle multinazionali. Dicono: “Perché costa così tanto?”. Sembrano dirigenti di uno studio cinematografico”. “La gente non dovrebbe essere contenta del fatto che abbiamo ottenuto questi soldi da loro e che li abbiamo usati per assumere un gruppo di persone della troupe che poi possono sfamare le loro famiglie?”.

Joker: Folie à Deux Lady Gaga

Come per il primo film, è chiaro da tempo che questo sequel darà una nuova veste ai fumetti e, senza sorpresa, questo si estende anche ad Harley Quinn. “La voce alta, l’accento, il masticare le gomme e tutte quelle cose impertinenti che ci sono nei fumetti, le abbiamo eliminate”, conferma il regista, elencando la maggior parte di ciò che rende Harley… Harley. “Volevamo che si inserisse nel mondo di Gotham che abbiamo creato nel primo film”.

Infine, per quanto riguarda la possibilità che questo franchise (perché, a dispetto di quanto si diceva cinque anni fa sul fatto che Joker fosse una storia a sé stante, è esattamente quello che è diventato) possa continuare ad espandersi, sembra che Phillips abbia chiuso la porta ad un Joker 3. Almeno per ora. “È stato divertente giocare in questa sorta di sandbox per due film, ma credo che abbiamo detto quello che volevamo dire in questo mondo”, ha dichiarato. Non resta dunque che attendere di vedere il film per scoprire che tipo di finale avrà.

Joker: Folie à Deux

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

Wolf Hunter: la spiegazione del finale del film

Wolf Hunter: la spiegazione del finale del film

Quello del revenge movie è da sempre un filone di film particolarmente popolari, dove il protagonista di turno intraprende una spedizione punitiva nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Dapprima genere prettamente pensato per un pubblico maschile, negli ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati sempre più film dove ad andare in cerca di vendetta è un personaggio femminile. Da Il buio nell’anima a Colombiana, da Peppermint – L’angelo della vendetta fino al recente Becky. Un altro film di questo filone è anche Wolf Hunter.

Scritto e diretto nel 2020 da Shawn Linden (noto anche per i film Nobody e The Good Lie), il film presenta infatti una moglie e madre chiamata a doversi scoprire cacciatrice per non diventare preda. Wolf Hunter, che inizia come un dramma, si trasforma così progressivamente in un thriller comprensivo di scioccanti elementi horror. Passato in sordina per via della pandemia e del suo cast di attori poco conosciuti, è questo un film che ha tuttavia saputo entusiasmare quanti vi si sono imbattuti.

Grazie al suo passaggio televisivo, è ora possibile scoprire questo titolo, senza dubbi consigliato agli appassionati di questa tipologia di racconti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Wolf Hunter. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Wolf Hunter trama

La trama e il cast di Wolf Hunter

In una casa isolata, immersa nella natura selvaggia, vive la famiglia Mersault, composta da Joseph, da sua moglie Anne e dalla la loro figlia adolescente Renée. Con molta fatica, la famiglia si sostiene con l’attività di cacciatori di pellicce. Ma da qualche tempo, gli affari, già non molto floridi, vanno ancora peggio. Joseph è convinto che a “sabotare” le sue trappole, portando via gli animali catturati, sia un lupo solitario che si aggira nella regione. L’unico modo per tornare a guadagnarsi da vivere dignitosamente è braccare l’animale ed eliminarlo.

L’uomo lascia dunque la moglie e la figlia nella loro casa e si mette sulle tracce del lupo. Rimaste sole, le due donne devono lottare per sopravvivere. Un giorno sentono degli strani rumori fuori dalla casa. La loro speranza è che sia Joseph, trovano invece in mezzo agli alberi uno sconosciuto sanguinante. Dopo averlo trascinato in casa, le donne scoprono che l’uomo misterioso si chiama Lou, che è stato ferito gravemente e dato per morto. La permanenza dell’uomo in casa farà però crescere ulteriormente l’ansia di Anne.

Ad interpretare Anne Mersault, vera protagonista del film, vi è l’attrice Camille Sullivan, nota per la serie L’uomo nell’alto castello. Nel ruolo di suo marito Joseph vi è l’attore Devon Sawa, mentre Summer H. Howell interpreta la figlia Renee. Originariamente, la coppia doveva avere un figlio ma il genere del personaggio è stato cambiato dopo che Linden ha incontrato Howell. Nel ruolo di Lou recita invece Nick Stahl (che aveva già recitato in un horror con Sawa in 388 Arletta Avenue), mentre i poliziotti Barthes e Lucy sono interpretati da Gabriel Daniels e Lauren Cochrane.

Wolf Hunter cast

La spiegazione del finale del film

Nei giorni seguenti l’arrivo di Lou e la scomparsa di suo marito, Anne scopre nel bosco il cadavere di quest’ultimo, morto di morte violenta. La donna corre allora immediatamente a casa, dove viene tuttavia strozzata, immobilizzata e stuprata da Lou, il quale si rivela essere un pericoloso criminale. Nel frattempo, Lucy, partner lavorativa di Barthes – poliziotto scomparso a sua volta nei boschi – si mette alla ricerca del collega e lo trova grazie a un dispositivo GPS. Lo scopre in fin di vita e chiama immediatamente i soccorsi.

Risvegliatasi dopo aver perso i sensi, Anne viene costretta da Lou a dirgli dove si trovano le chiavi del suo furgone. L’uomo le rivela inoltre di aver ucciso suo marito, il quale si era imbattuto in lui proprio durante la sua battuta di caccia. Anne riesce a liberarsi e a far scattare una trappola per lupi in pieno volto dell’uomo, immobilizzandolo. La donna cerca dunque sua figlia, scoprendo con orrore che la ragazza è stata già assassinata da Lou. Nel frattempo, arrivano i soccorsi per Barthes, che è tuttavia già morto.

Mentre la polizia individua alcuni cadaveri di donne abbandonati nel bosco e inizia dunque a svolgere delle indagini, Anne immobilizza Lou e lo sottopone alla pratica dello scuoiamento, spellandolo completamente dalla vita in su, volto compreso, mentre l’uomo è ancora in vita. La polizia si imbatte infine in Anne completamente ricoperta di sangue, non prima che abbia completato la sua vendetta: Lucy riconosce in lei la donna che le aveva chiesto aiuto pochi giorni prima ma alla quale non aveva dato ascolto. Alla fine, dunque, Anne è divenuta la cacciatrice del “lupo” che ha attaccato la sua famiglia.

Il trailer di Wolf Hunter e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Wolf Hunter grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Van Helsing: la spiegazione del finale del film con Hugh Jackman

Van Helsing: la spiegazione del finale del film con Hugh Jackman

Il celebre e temuto conte Dracula è un personaggio da sempre ricorrente al cinema, protagonista di film come Dracula di Bram Stoker, Dracula Untold, Blade: Trinity e in forma animata anche della trilogia di Hotel Transilvania. Sin da quando il personaggio è stato ideato dallo scrittore Bram Stoker nel 1897, egli si è spesso dovuto confrontare con il suo acerrimo nemico, il cacciatore di vampiri Abraham Val Helsing. Proprio tale personaggio è infine stato protagonista di un film tutto suo, intitolato appunto Van Helsing e uscito in sala nel 2004 per la regia di Stephen Sommers.

Conosciuto in particolare per aver diretto La mummia e La mummia – Il ritorno, Sommers, anche sceneggiatore del film, si è naturalmente ispirato al romanzo di Stoker, ma per il suo film si è basato anche su altre opere affini. In particolare, Van Helsing è un tributo ai classici film dell’orrore realizzati tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta dalla Universal e che vedono come protagonisti creature quali Frankenstein, il Lupo Mannaro, il dottor Jekyll e la sua controparte malvagia Mister Hyde. Al di là del mistero e La casa degli orrori sono solo due dei titoli indicati da Sommers come principali fonti di ispirazione.

Il film si è poi affermato come un buon successo anche per via dei tanti riferimenti culturali che presenta. Per gli amanti di questa tipologia di film, dove l’orrore si unisce all’azione e alle forti emozioni, Val Helsing è un titolo imperdibile. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Van Helsing cast

La trama e il cast di Van Helsing

La storia narrata dal film si apre nel 1887, in Transilvania, dove il dottor Victor Frankenstein sta ultimando la sua ultima creatura grazie alla complicità e al supporto del Conte Dracula. Il vampiro, tuttavia, intende dar vita ad una stirpe di suoi simili, con cui poter governare il mondo. Per tentare di contrastarlo, il Vaticano assume il cacciatore sovrannaturale Van Helsing. Insieme al giovane frate Carl, Van Helsing giunge dunque in Transilvania, dove conosce la principessa Anna Valerious. Mentre conduce le sue indagini, il cacciatore si addentra sempre di più nei misteri del luogo, dove scoprirà che i piani di Dracula sono molto più terribili di quel che si credeva.

Ad interpretare il ruolo del celebre cacciatore di vampiri Van Helsing si ritrova l’attore Hugh Jackman, in quel momento divenuto particolarmente popolare per il ruolo di Wolverine in X-Men. Proprio a causa delle riprese del sequel di questo, l’attore doveva necessariamente portare i capelli corti. Per assumere il ruolo di Van Helsing, dunque, si trovò a dover indossare delle extension per ottenere i capelli lunghi. Accanto a lui, nel ruolo di Anna Valerious, vi è l’attrice Kate Beckinsale, già celebre per la saga di Underworld, anch’essa con protagonisti vampiri e licantropi.

Nel ruolo del Conte Dracula si ritrova l’attore Richard Roxburgh, il quale ha ottenuto di poter anche lui interpretare senza controfigure tutti gli stunt previsti per il personaggio. L’italiana Silvia Colloca recita nei panni di Verona, una delle mogli di Dracula. Nella realtà, l’attrice è davvero sposata con Roxburgh. Sono poi presenti Samuel West per il ruolo di Victor Frankenstein, mentre Shuler Henry dà vita al mostro di Frankenstein. Completano poi il cast anche David Wenham nei panni di Carl, fratello di Anna, Will Kemp in quelli dell’Uomo Lupo e Robbie Coltrane, noto come Hagrid nella saga di Harry Potter, in quelli di Mr. Hyde.

Van Helsing Dracula

La spiegazione del finale del film

Nella battaglia culminante del film, Dracula implora Van Helsing di unirsi a lui, affermando che il Vaticano lo sta sfruttando per i propri scopi. Si scopre inoltre come i due si conoscono: nel 1462, quando Dracula era mortale, Van Helsing lo uccise. Non è però chiaro il perché. Dato che la mossa immediata di Dracula dopo la morte è stata quella di contrattare con il Diavolo, è probabile che stesse tramando qualcosa di male. È assolutamente possibile che fosse già alle prese con la magia nera quando Van Helsing lo conosceva.

Ogni volta che Dracula fa riferimento alla sua morte originale, la descrive come un omicidio. Questo è tecnicamente corretto: Van Helsing ha ucciso Dracula nel 1462 quando era mortale. Ma la ripetuta insistenza sull’aspetto criminale della morte originale di Dracula solleva alcune domande. Sebbene il film non fornisca risposte esplicite, si insinua che il peccato dell’omicidio possa essere stato l’evento traumatico che ha portato alla perdita di memoria di Van Helsing. Dracula sembra voler ricordare a Van Helsing che un tempo erano amici e che lui lo ha tradito togliendogli la vita.

Questo sembra proprio il genere di cose che porterebbe un individuo super-religioso a seppellire il senso di colpa e la vergogna nelle parti più polverose della sua memoria. Ma nonostante la fitta nebbia di amnesia, Van Helsing ha incubi vividi di antiche battaglie che non può aver combattuto. Si fa infatti riferimento allo scontro con i Romani a Masada, avvenuto però oltre 1800 anni prima degli eventi del film. Come fa Van Helsing ad essere così vecchio? È interessante notare che Dracula si rivolge a lui chiamandolo “Gabriele” e “La mano sinistra di Dio”.

Van Helsing Hugh Jackman Kate Beckinsale

Anche se non viene mai detto chiaramente che Van Helsing sia letteralmente il Gabriele biblico, il fatto che sia un arcangelo smemorato spiegherebbe come abbia vissuto così a lungo. Spiegherebbe anche perché riesce a “percepire il male”. Potrebbe anche essere che Van Helsing sia solo un’incarnazione terrena del biblico Gabriele, e che i ricordi dell’angelo siano impressi su di lui. In ogni caso, Van Helsing non è un umano qualunque. Alla fine, egli tramutatosi in lupo mannaro riesce ad uccidere nuovamente Dracula e di conseguenza anche la sua prole.

Tuttavia, l’amata Anna, nel tentativo di iniettare l’antidoto a Van Helsing rimane uccisa. Poiché aveva detto di non aver mai visto il mare, Van Helsing e Carl cremano il suo corpo su di una scogliera. Nell’ascendere delle ceneri di Anna al cielo, il cacciatore di vampiri percepisce l’accesso al paradiso e rivede, oltre ad Anna, anche gli altri Valerious, tra cui anche Velka. Così, mentre il cacciatore e Carl fanno ritorno a Roma, il mostro di Frankenstein invece, ormai libero nonostante il parere contrario dell’ordine del cardinale, si allontana su una zattera alla ricerca di un posto dove stare e, forse, qualcuno che lo ami.

Il trailer di Van Helsing e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Van Helsing è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mertedì 20 agosto alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

My Spy: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

My Spy: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

La sempre più lunga e apprezzabile carriera cinematografica dell’ex wrestler Dave Bautista presenta anche alcuni titoli da protagonista assoluto. Oltre a Final Score, Bushwick e Army of the Dead, si annovera tra questi anche la recente commedia d’azione dal titolo My Spy, diretta nel 2020 da Peter Segal (celebre anche per aver diretto anche film come La famiglia del professore matto, Il grande Match e Ricomincio da me). In questo film Bautista dà nuovamente prova delle sue capacità recitative e in particolare delle sue grandi doti comiche.

Pur passando in sordina per via della pandemia, che lo ha portato ad essere distribuito direttamente in streaming, il film si è piano piano conquistato un proprio pubblico, tanto da meritarsi un sequel. Ad aver entusiasmato gli spettatori, infatti, ci sono stati diversi fattori: la chimica presente tra i protagonisti, le grandi sequenze d’azione, i colpi di scena e, naturalmente, le tante gag presenti e che caratterizzano il film nel suo complesso.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, specialmente alla luce del suo appena uscito seguito. Grazie al suo passaggio televisivo, ciò è ora possibile. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a My Spy. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

My Spy Dave Bautista

La trama di My Spy

Il film è la storia di un agente della CIA di nome JJ, noto per il suo carattere burbero e spietato. Dopo aver fallito in una delicata operazione, la spia viene declassata e gli vengono affidati incarichi più semplici. La nuova missione, che gli viene affidata, è quella di sorvegliare in segreto la famiglia di Sophie, una bambina di circa 9 anni molto sveglia. La piccola, infatti, non impiega molto a capire che JJ è un agente sotto-copertura e che quindi lei e i suoi familiari sono sorvegliati speciali. Sophie è disposta a mantenere il segreto solo a una condizione: JJ deve obbedire a ogni suo ordine (o capriccio).

Il cast del film

Ad interpretare JJ, un agente della CIA incaricato di sorvegliare la madre di Sophie nella speranza di individuare il cognato criminale, vi è Dave Bautista, ex wrestler e oggi attore noto per i film Guardiani della Galassia, Dune e Blade Runner 2049. Nel ruolo di Sophie, la bambina di nove anni che ricatta J.J. affinché la addestri a diventare una spia, vi è invece Chloe Coleman, attrice vista anche in Gunpowder Milkshake, Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri e 65 – Fuga dalla terra.

Ad interpretare Kate, la madre di Sophie, vi è Parisa Fitz-Henley, mentre nel ruolo di Bobbi, l’esperto di tecnologia di J.J. vi è invece Kristen Schaal. Completano il cast Greg Bryk nel ruolo di Victor Marquez, il cognato di Kate, Devere Rogers nel ruolo di Carlos, il vicino di casa gay di Sophie, Noah Danby in quello del suo partner Todd e l’attore Ken Jeong nel ruolo di David Kim, il boss di JJ. Quest’ultimo è meglio nuoto per il ruolo di Leslie Chow nella trilogia di Una notte da leoni.

My Spy sequel

Il finale del film e il suo sequel: My Spy – La città eterna

Nel finale del film, JJ e Kate bloccano l’aereo del trafficante d’armi Victor e JJ inizia una scazzottata con lui. Nel tentativo di fuggire, Sophie mette accidentalmente in moto l’aereo, lasciandolo sospeso sul bordo di una scogliera su una rete metallica. Victor costringe Sophie, che ha nascosto i veri piani, a consegnarli. Prima che possa sparargli, Kate lo colpisce con una mazza sulla recinzione e JJ spinge l’aereo giù dalla scogliera, mandando Victor incontro alla morte. Dopo essere stato reintegrato da Kim per il suo successo, JJ si fa assegnare in modo permanente a Chicago, dove va a vivere con Kate e Sophie.

Nell’agosto 2020 è poi stato annunciato che Amazon e STX erano in trattative per un sequel, con l’intenzione di far tornare il cast di attori protagonisti. Nel gennaio 2023 Bautista ha poi confermato che un sequel dal titolo My Spy – La città eterna era in fase di sviluppo, con riprese che si sono poi svolte in Sud Africa e in Italia, più precisamente a Roma. Distribuito su Prime Video dal 18 luglio del 2024, in questo sequel JJ viene infatti convinto ad accompagnare Sophie nella sua gita scolastica in Italia, dove vengono però coinvolti in un complotto terroristico.

Il trailer di My Spy e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di My Spy grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 agosto alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Cattivissimo me 4: intervista ai doppiatori Max Giusti, Stefano Accorsi e Carolina Benvenga

Con il ritorno di un nuovo episodio della saga di Cattivissimo me, dopo sette anni, Gru, il supercattivo più amato di sempre, trasformatosi in un agente della Lega Anti Cattivi, ritorna per un’eccitante nuova avventura nel caos dei Minions per Illumination in Cattivissimo me 4. In questa nuova avventura, si trova a dover proteggere la propria famiglia – a cui si è aggiunto un nuovo membro – dalla spietata voglia di vendetta del suo vecchio rivale Maxime Le Mal.

In vista dell’uscita in sala di Cattivissimo me 4 – a partire dal 21 agosto distribuito da Universal Pictures Italia – abbiamo incontrato le voci italiane dei protagonisti: Max Giusti (Gru), Carolina Benvenga (Lucy) e Stefano Accorsi (Maxime Le Mal), che hanno raccontato cosa aspettarsi da questo nuovo capitolo, riflettendo anche sul successo del franchise e sul loro cambiamento nel corso degli anni, film dopo film.

L’irresistibile voce di Gru

Io mi ritengo molto fortunato. – racconta Max Giusti – Non avrei mai pensato di entrare a far parte di un progetto come questo, da cui nessuno si aspettava il successo che ha poi ottenuto. Quando l’ho visto per la prima volta, eravamo tutti abituati ai film della Disney con la fiaba, l’amore, il cattivo, la principessa… qui invece si parlava di crisi economica, di inquinamento, di ecologia, di educazione civica e poi era scorretto, dissacrante… Non eravamo per nulla abituati all’epoca! Secondo me, nella storia dell’animazione, c’è un pre e un dopo Cattivissimo me”.

Giusti passa poi a parlare del suo lavoro sulla voce di Gru, modificatasi sensibilmente film dopo film. “Ho lavorato molto sulla voce di Gru. Steve Carell gli dà una connotazione da immigrato dell’est. Io invece cercavo una voce che potesse intenerire quando serve ma che fosse anche possente quando si arrabbia! Sono partito da un modello come Forrest Gump, per arrivare poi ad alleggerire film dopo film avvicinandomi alla mia voce naturale”. “Ho potuto lavorare nel doppiaggio con un grande margine di creatività. Riprodurre senza originalità non sarebbe giusto. Devo seguire gli standard internazionali? Va bene, ma devo sapere di poter avere almeno un po’ di libertà, altrimenti non mi diverto più”.

Questo Cattivissimo me 4 è stato molto più facile. Per Cattivissimo me 3, dove doppiavo anche il fratello di Gru, e per Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo, dove lui è un bambino, il processo di doppiaggio è stato molto tecnico per poter ottenere le loro voci, diverse da quelle di Gru. All’inizio c’era ovviamente più libertà, mentre quando è diventato un franchise multimiliardario c’erano maggiori pressioni per fare una cosa in un modo anziché un altro. Con questo quarto film ho invece ritrovato una libertà che mi ha dato grandi soddisfazioni“.

Cattivissimo me 4 ragazze
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Carolina Benvenga e Stefano Accorsi: new entry nel franchise

New entry in Cattivissimo me 4 è invece Carolina Benvenga, che sostituisce qui Arisa per la voce di Lucy, compagna di Gru e madre di suo figlio. “La proposta mi è arrivata, credo, per il mio ruolo nel settore kids. Saper recitare e cantare mi hanno aiutato, ma il doppiaggio era una cosa nuova per me e così mi sono affidata a Max e al direttore del doppiaggio Marco Guadagno. È stata un’esperienza impegnativa, ma mi sono molto divertita perché Lucy ha un approccio quasi incosciente anche dinanzi alle difficoltà e poi ha delle variazioni di voce particolarmente complesse che si sono rivelate una vera e propria sfida!

Stefano Accorsi, invece, è la voce italiana del villain Maxime Le Mal, caratterizzato da diversi elementi tra cui un forte accento francese. Proprio partendo da quest’ultimo, l’attore afferma che “è “colpa” del doppiaggio originale, dove Will Ferrell caratterizza il personaggio con tale accento. Fortunatamente, avendo vissuto in Francia, sono riuscito a cavarmela”. Accorsi spiega poi cosa lo ha attratto di questo personaggio. “Con i cartoni animati ho un ottimo rapporto. Non vedevo l’ora di doppiare un film animato e quando mi hanno proposto di partecipare a questo film ero felicissimo”.

Trovo questo villain, Maxime, molto divertente, ma anche molto interessante perché come tanti personaggi nel franchise ha una ferita che si porta dietro e alla fine il discorso più che sulla cattiveria è sulla fragilità umana. L’estetica del personaggio? A me piaceva molto che avesse questa caratterizzazione con gli scarafaggi, probabilmente perché tocca una mia fragilità, quella della paura degli scarafaggi”.

Infine, sul valore del personaggio, Accorsi non ha dubbi: “Maxime diventa il motore dell’avvicinamento tra Gru e suo figlio. Trovo questa cosa molto interessante, perché è un portatore inconsapevole di valori sani. Così come è interessante il suo finale, dove dietro l’antagonista si cela qualcuno di molto più vicino a noi di quanto immaginavamo”.

Cattivissimo Me 4 Villain
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La rivincita delle persone per bene

La qualità di questo nuovo villain – afferma poi Giusti – è che è molto contemporaneo. Mi ricorda quei pischelli che condividono sempre le loro attività su Instagram, che sono sempre pronti ad ostentare ciò che hanno, sempre curatissimi nell’aspetto ma magari con carenze di altro genere, come quelle affettive”. In conclusione, ripensando ai valori trasmessi da Cattivissimo me 4, Giusti affermare che:  “Io e Gru siamo molto simili. Fisicamente, purtroppo… ma soprattutto perché è una persona buona che si sforza di passare per cattivo.

“Oggi invece viviamo in una società di cattivi veri che indossano una maschera da buoni. E con Gru mi vengono in mente quei padri di famiglia circondati da persone che se ne approfittano mentre lui si accontenta di quello che ha, ma c’è una sola cosa per cui si arrabbia: se gli tocchi i figli. E allora anche il papà più tranquillo e sereno del mondo può diventare un supereroe. Ed è per questo che mi piace interpretare Gru. La rivincita delle persone per bene prima o poi arriverà, intanto possiamo godercela con questi film“.

The Umbrella Academy, la spiegazione del finale: svelato il mistero “niente cellulari”

La quarta stagione di The Umbrella Academy ha risolto alcuni dei più grandi misteri lasciati dalle stagioni precedenti e il suo finale ha finalmente spiegato perché non ci sono stati cellulari per tutta la serie. La quarta stagione di The Umbrella Academy si è conclusa ed è stata ricca di colpi di scena e grandi rivelazioni, soprattutto sulle origini degli Hargreeves. Dopo essere approdata nella linea temporale personalizzata di Reginald alla fine della terza stagione, la quarta stagione di The Umbrella Academy ha ritrovato gli Hargreeves e Lila (Ritu Arya) sei anni dopo, mentre tutti vivono la vita più normale che avessero mai avuto.

Gli Hargreeve sono stati riuniti per una missione di salvataggio, ma questo li ha portati a ricongiungersi con il padre e a scoprire alcune inquietanti verità sulla morte di Ben (Justin H. Min) nella prima linea temporale, sulle loro origini e sulla fonte dell’evento apocalittico noto come “La Purificazione”. Con grande sorpresa di Reginald, è stata sua moglie Abigail (Liisa Repo-Martell) a spostare tutti i pezzi per innescare la Purificazione, che ha finito per ripristinare la linea temporale principale. La scena finale di Umbrella Academy ha mostrato la linea temporale principale e ha fatto una sottile ma importante rivelazione.

Il finale di The Umbrella Academy implica che Sir Reginald ha bloccato la tecnologia della Terra

The Umbrella Academy
The Umbrella Academy | In foto (da sinistra a destra) gli attori Elliot Page, Emmy Raver-Lampman, Aidan Gallagher, Robert Sheehan, David Castañeda, Justin H. Min e Ritu Arya nell’episodio 06 (S4). Cr. Courtesy of Netflix© 2024.

L’unico modo per far sì che la Purificazione abbia successo ed evitare altre apocalissi nel multiverso è che gli Hagreeve e Lila si sacrifichino, poiché la Purificazione ha bisogno di tutte le particelle di calendula. Sfortunatamente, questo significava anche che gli Hargreeve sarebbero stati completamente cancellati dalla storia, e quindi non sarebbero tornati nella linea temporale principale. La scena finale di Umbrella Academy porta il pubblico in un parco della linea temporale principale, dove la famiglia di Lila e la figlia di Allison sono vive e vegete. Questa scena mostrava anche personaggi delle stagioni passate che vivevano una vita completamente normale e felice, tra cui l’Handler.

Sembra che la tecnologia abbia smesso di svilupparsi dopo l’insolita nascita degli Hargreeve nel 1989. Ciò che risalta dell’apparizione dell’Handler nella scena finale di The Umbrella Academy non è solo il fatto che sia una donna felice e normale, ma anche che stia usando un cellulare. In tutto The Umbrella Academy non è stato mostrato un solo cellulare, e la tecnologia in generale sembrava bloccata alla fine degli anni ’80/inizio anni ’90, come se la tecnologia avesse smesso di svilupparsi dopo l’insolita nascita degli Hargreeve nel 1989. L’esistenza dei cellulari nella linea temporale principale, in cui non sono presenti i figli di Marigold e Reginald, suggerisce che la presenza e l’influenza di Reginald sono responsabili dello strano sviluppo della tecnologia sulla Terra.

Come l’assenza di cellulari in The Umbrella Academy ha migliorato la serie tv

The Umbrella Academy - stagione 4

La mancanza di telefoni cellulari e di altre tecnologie moderne in The Umbrella Academy è stata sottolineata fin dalla prima stagione, ambientata nel 2019. Anche la seconda linea temporale del 2019 (detta anche “linea temporale Sparrow”) e la linea temporale di Reginald nella quarta stagione non avevano i cellulari, ma questo ha migliorato la serie in modo sottile ma importante. L’assenza di telefoni cellulari ha aggiunto un’atmosfera misteriosa alla serie, futuristica per certi versi ma anche un po’ retrò per altri, e ha contribuito a stabilire che si trattava di una linea temporale molto diversa da quella reale.

La mancanza di telefoni cellulari in The Umbrella Academy ha anche aggiunto difficoltà alle storie degli Hargreeves. In più occasioni, nel corso della serie, gli Hargreeves hanno avuto bisogno di contattarsi con urgenza, ma un mondo senza cellulari ha reso tutto più complicato. Il mondo di The Umbrella Academy non deve più preoccuparsi di questo, perché il sacrificio degli Hargreeves ha permesso alla tecnologia di progredire come dovrebbe.

Il gioco di Gerald, la spiegazione del finale

Il gioco di Gerald, la spiegazione del finale

Il gioco di Gerald di Netflix è un film basato sull’omonimo romanzo di Stephen King che molti fan ritenevano non adattabile, soprattutto a causa dello scioccante finale di Il gioco di Gerald. Tuttavia, Mike Flanagan, abituale collaboratore di King, ha trovato il modo di trasformare la storia in un film. Basato sull’omonimo romanzo di King del 1992, all’apparenza il film è un po’ diverso dai soliti horror di King ambientati nel Maine. Ne Il gioco di Gerald, Jessie (Carla Gugino) finisce ammanettata a un letto in una casa isolata dopo che il marito Gerald (Bruce Greenwood) muore di infarto a metà di un tentativo di ravvivare la loro vita sessuale.

Quello che segue sono i suoi disperati tentativi di sopravvivenza e di fuga, ma anche una regressione nella sua psiche, con visioni cinematografiche di se stessa, di suo marito e del suo passato traumatico che vengono alla luce. Quando aveva 12 anni, Jessie è stata abusata sessualmente dal padre durante un’eclissi solare e in seguito è stata indotta al silenzio colpevole, cosa che ha influenzato il resto della sua vita. Non si tratta solo di fuggire dai confini metallici, ma anche di fuggire dalla mente. Gerald’s Game si conclude con un cauto lieto fine, ma con un colpo di scena sconvolgente.

Cosa succede nel finale di Il gioco di Gerard?

Dopo aver avuto un’epifania in seguito a una visione di se stessa più giovane, Jessie si taglia i polsi e usa la lubrificazione del sangue per sfuggire alle manette nella scena più cruenta di Il gioco di Gerard. Si schianta con l’auto e fugge dalla casa – con altre visioni lungo la strada – e alla fine viene salvata da una coppia vicina. Come descritto nella sua lettera a se stessa più giovane, dopo tutto questo, accadde quello che ci si aspettava: fu portata in ospedale e interrogata dalla polizia, ma mentì e disse di non ricordare nessuno degli orrori vissuti nella casa.

Si stabilì che Gerald era morto per un attacco di cuore, non per essere stato spinto giù dal letto da lei. e in seguito la sua società coprì gli elementi sessuali del caso; in sostanza, la verità fu repressa. Jessie si sottopose a diversi innesti di pelle per la sua mano maciullata e usò il ricavato dell’assicurazione sulla vita per creare una fondazione che aiutasse le vittime di abusi sui minori, incanalando la sua tortura immaginata mentre era legata al letto in qualcosa di pratico e utile.

Il vero significato del finale de Il gioco di Gerald

Nonostante gli orrori fisici, il viaggio di Jessie è un viaggio di riscoperta e accettazione. Fin da bambina ha represso ciò che il padre le ha fatto – sia l’abuso sessuale in sé che la copertura del suo complesso vittimario – e non è mai stata in grado di ammetterlo nemmeno a coloro di cui presumibilmente si fidava. Ma ha anche lottato per evitare di affrontare i problemi del suo matrimonio (si oppone al fatto che Gerald si faccia chiamare “papà” durante il sesso); Gerald è evidentemente un sostituto del padre e, a un livello più elementare, ha nascosto a se stessa per anni la vera natura del loro rapporto incrinato.

Nel corso del film, tutti questi pensieri vengono lentamente alla ribalta grazie alle visioni striscianti, alla solitudine e all’incombente possibilità che la morte la costringa ad affrontare il passato. Tutto è incorniciato dal momento dell’eclissi – sedersi sulle ginocchia del padre è stato il momento in cui l’innocenza è andata perduta – con visioni che si tingono del suo bagliore rosso altamente saturo. Questo è il punto di partenza del suo stato mentale.

Il finale di Il gioco di Gerald è quindi un’interpretazione senza fronzoli del passato e del suo apprendimento. Jessie riesce a fuggire solo ricordando di essersi tagliata accidentalmente con un vetro dopo l’eclissi, e la sua nuova vita dopo le manette si basa sull’uso di tutto ciò che ha fatto per andare avanti, superandolo ma anche usandolo. Per ribadire questo concetto, il film le fa indirizzare la lettera a Mouse (la se stessa più giovane, che fornisce retroattivamente la speranza ai preadolescenti) e l’inquadratura finale mostra persino la fine dell’eclissi del 2017.

Raymond Andrew Joubert

Mentre la maggior parte di ciò che Jessie sperimenta è nella sua mente, gli ultimi minuti rivelano qualcosa di molto più pericoloso. Durante la notte, mentre è legata al letto, Jessie riceve la visita di una figura alta e sproporzionata. Se ne sta in silenzio nell’angolo con una borsa piena di ossa e oggetti personali, muovendosi lentamente verso di lei ogni volta che lei distoglie lo sguardo, come un terrore notturno da cui non riesce a svegliarsi. La maggior parte della sua “storia” deriva da un’autosuggestione nella mente di Jessie.

Mentre cerca di razionalizzare l’Uomo Chiaro di Luna come uno scherzo della luce (o dei raggi lunari), inizia a vederlo come un’incarnazione della morte. In tutto questo, c’è un suggerimento in agguato che c’è davvero qualcosa di fisico: il cane che si sta cibando lentamente di Gerald è spaventato dalla sua presenza e un’impronta insanguinata è lasciata sul pavimento. Il tutto si risolve quando lei scappa e lui si trova proprio alla fine del corridoio dell’ultimo piano. Passando lentamente davanti a lui, deposita la fede nuziale nella sua borsa di gingilli.

L’ultima volta che lo si vede è nel corpo del film, sul retro dell’auto, che la fa precipitare. Le immagini di lui continuano a perseguitare Jessie anche dopo la fuga, rappresentando come l’aver fatto i conti con il proprio passato e l’aver aiutato gli altri non l’abbia liberata del tutto; in un agghiacciante richiamo a ciò che pensava tra sé e sé sul letto, l’anello nuziale che aveva dato alla figura non è mai stato ritrovato. E la spiegazione è davvero terrificante.

Il mostro era in realtà Raymond Andrew Joubert, un vero necrofilo trasformato in serial killer che soffriva di acromegalia, il che ha portato alle sue proporzioni estreme. Iniziò come vandalo in un cimitero dell’Alabama, rubando gioielli da cadaveri sepolti di recente, poi aumentò, profanando i corpi e infine rubando varie parti dell’anatomia – e a un certo punto “conservò” anche la sua famiglia. Joubert si è imbattuto in Jessie apparentemente per caso, sottraendo parti del corpo a Gerald (che lei ha supposto essere l’azione del cane affamato). Alla fine è stato scoperto quando ha ucciso qualcuno ed è stato colto in flagrante.

Sebbene il colpo di scena dimostri ovviamente che Joubert era reale, ci sono evidentemente momenti in cui tutto era nella testa di Jessie; non si intrufolava nel suo appartamento ogni notte. Ogni volta che Joubert appare nella luce rossa dell’eclissi o con gli occhi soprannaturalmente luminosi, è tranquillamente nella testa di Jessie; la sua mente ha preso la sua immagine e la sta usando come emblema della sua paura. L’altro caso in cui si tratta di un assassino immaginario è quando Jessie parla con Gerald di lui sotto il letto: la mano che si alza deve essere nella sua mente. Tutto il resto, però, sembra essere reale.

Inizialmente non è chiaro perché Joubert abbia risparmiato Jessie. Nella lettera, lei presume che sia perché si dice che lui favorisca le vittime maschili quando si tratta di mutilazioni, il che, nel contesto del suo stalking, è ancora più inquietante. Quando Jessie lo affronta all’udienza preliminare, tuttavia, i due condividono una strana connessione; vedendola, lui si libera delle manette e dice: “Non sei reale, sei fatto solo di luce lunare”, esattamente come lei pensava che fosse.

Apparentemente questo suggerisce che Joubert non ha ucciso Jessie perché non sapeva che c’era qualcosa da uccidere. Ma la battuta finale – “Sei molto più piccolo di quanto ricordassi” – riporta la storia al vero fulcro: Jessie è libera. Il gioco di Gerald è un film che esplora come il viaggio, per quanto tortuoso, ti formi; e quindi il finale non è solo catartico per il personaggio, ma è un messaggio di speranza per tutti.

Come il finale de Il gioco di Gerald si confronta con il libro di Stephen King

Ci sono differenze significative tra il romanzo Il gioco di Gerald di Stephen King e il film. È sempre così con i film di King, perché l’autore usa molto l’interiorizzazione nelle sue storie. Inoltre, nel caso de Il gioco di Gerald, è impossibile adattarlo come un film fedele, poiché tutto si svolge con Jessie sola e ammanettata al letto. Tutto ciò che accade nel film dopo la morte di Gerald è il pensiero di Jessie sulla sua vita e sui suoi traumi passati. Tuttavia, oltre all’aggiunta di scene che non erano presenti nel libro per rendere la storia cinematograficamente accattivante, sono state apportate altre modifiche.

La morte di Gerald è diversa nel film. Nel libro era davvero un uomo cattivo, poiché aveva pianificato di aggredire sessualmente la moglie, e Jessie lo uccide per legittima difesa. Sono state apportate modifiche anche alla fine della storia, in quanto Jessie non ha scritto la lettera a se stessa più giovane nel libro. La scrisse invece a Ruth Neary, che era la compagna di stanza di Jessie al college. Nel libro c’era anche un collegamento con Dolores Claiborne, poiché l’eclissi era la stessa in entrambi i romanzi. Tuttavia, la fuga è fedele al romanzo, così come la scena del tribunale.

Come è stato accolto il finale di Il gioco di Gerald

La critica ha apprezzato Il gioco di Gerald, che è uno dei pochi adattamenti di Stephen King ad essere stato certificato fresco su Rotten Tomatoes con un 91%. Il punteggio del pubblico non è stato altrettanto alto, ma è stato comunque un fresco 70% di voti positivi. Tuttavia, per quanto riguarda il finale di Gerald’s Game, non tutti gli spettatori hanno apprezzato il modo in cui si è concluso. Un recensore ha scritto: “Tutto si è legato alla sua fuga molto bene. Ma dopo la sua fuga il film è andato in picchiata”, perché non ha gradito la rivelazione di Joubert.

Ma sul fronte della critica, anche le recensioni negative sembravano amare il finale. Nella sua recensione per Entertainment Weekly, il critico cinematografico Darren Franich ha scritto che il finale “è anche una delle cose più disgustose che abbia mai visto in un film. Varrebbe quasi il prezzo del biglietto d’ingresso; di certo vale la pena di cliccare su Netflix. Ma la costruzione richiede molto tempo”. Tuttavia, le recensioni positive superano di gran lunga quelle negative. Nella sua recensione positiva per IndieWire, Eric Kohn ha scritto che Flanagan ha reso omaggio a King nel finale:

Il gioco di Gerald” è il re del libro. Quindi, quando il film arriva a un climax fenomenale, a rotta di collo, e poi continua con un colpo di scena del tutto implausibile, si attiene alla regola non scritta: Non rimporta chi guida, tutti devono inchinarsi al Re“.

 

Queer di Luca Guadagnino sarà distribuito da Lucky Red

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Queer di Luca Guadagnino sarà distribuito da Lucky Red

In concorso ufficiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Queer di Luca Guadagnino, uscirà in Italia distribuito da Lucky Red.

Andrea Occhipinti di Lucky Red ha dichiarato: “Siamo entusiasti di poter collaborare con Fremantle e The Apartment per la distribuzione italiana dell’attesissimo e bellissimo Queer di Luca Guadagnino, con un inedito e strepitoso Daniel Craig. Siamo grandi estimatori di Luca, apprezziamo molto il suo percorso artistico e il suo modo unico e originale di fare cinema”.

Andrea Scrosati, Group Chief Operating Officer, CEO Continental Europe di Fremantle, ha dichiarato: “Queer” è un film magnifico, magico, dove Luca Guadagnino è riuscito nell’impresa unica di restituire una vita cinematografica ad un’opera di Burroughs, con un’interpretazione davvero straordinaria di Daniel Craig. Andrea Occhipinti e il suo team in Lucky Red l’hanno capito dal primo istante. Sono estremamente felice di questa collaborazione, non potrei immaginare un distributore migliore per questo film a cui in Fremantle siamo particolarmente legati. Non vedo l’ora che il pubblico italiano possa vivere in sala la storia d’amore tra Lee (Daniel Craig) e Allerton, interpretato da un fenomenale Drew Starkey, con le atmosfere che solo un maestro come Guadagnino poteva creare”.

Luca Guadagnino ha dichiarato: “Sono onorato e felice di mostrare al pubblico italiano il film Queer grazie al lavoro straordinario di Lucky Red”.

Queer, la trama

È il 1950. William Lee è un americano sulla soglia dei quaranta espatriato a Città del Messico. Passa le sue giornate quasi del tutto da solo, se si escludono le poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana. L’incontro con Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, lo illude per la prima volta della possibilità di stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno.

Basato sul romanzo di William S. Burroughs e scritto da Justin Kuritzkes, con Daniel Craig, Drew Starkey, Lesley Manville, Jason Schwartzman, Henrique Zaga, Omar Apollo, Andra Ursuta, Andres Duprat, Ariel Shulman, Drew Droege, Michael Borremans, David Lowery, Lisandro Alonso e Colin Bates.

A Michael Keaton non importa che Batgirl sia stato scartato e pensa che senza Tim Burton non esisterebbe nessun universo Marvel o DC

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Michael Keaton ha cominciato la promozione per Beetlejuice Beetlejuice e GQ ha colto l’occasione per chiedergli di Batgirl, il film che ha girato nel ruolo di Batman, ma che non è mai stato distribuito. Quando la Warner Bros. Discovery decise di staccare la spina a Batgirl, nonostante le riprese principali fossero terminate, sia i fan che i registi rimasero sconvolti. Fu una mossa senza precedenti, che vide l’adattamento DC Comics di Adil El Arbi e Bilall Fallah (Ms. Marvel) definito “non distribuibile” dalla stampa.

Considerando che gli spettatori avevano già sofferto per film come Black Adam e The Flash, era difficile credere che un titolo fatto per Max potesse essere davvero così pessimo. In definitiva, sembrava che David Zaslav volesse semplicemente risparmiare soldi scartando un film che non avrebbe recuperato i costi da un debutto in streaming.

Per quel che vale, il co-CEO di DC Studios Peter Safran ha detto che Batgirl “non era distribuibile” e ha elogiato “Zaslav e il team [per aver preso una] decisione molto audace e coraggiosa di cancellarlo perché avrebbe danneggiato la DC”.

Come nuovo Caped Crusader del DCEU dopo la scomparsa di Ben Affleck dopo The Flash, Michael Keaton è stato arruolato per tornare come Batman insieme a Barbara Gordon di Leslie Grace. Parlando con GQ di Beetlejuice Beetlejuice, l’attore ha finalmente rotto il silenzio sulla cancellazione di Batgirl.

“No, non mi importava in un modo o nell’altro. Grande, divertente, bell’assegno”, ha detto Keaton, aggiungendo poi: “Mi piacciono [i registi di Batgirl Adil El Arbi e Bilall Fallah]. Sono brave persone”. “Tifo per loro. Voglio che abbiano successo, e penso che si siano sentiti molto male, e questo mi ha fatto sentire male. Io?” ha aggiunto, scrollando le spalle. “Sto bene”.

Mentre alcuni potrebbero liquidare la posizione di Michael Keaton come insensibile (Batgirl sembrava destinata a rappresentare la grande occasione sia per Grace che per Jacob Scipio), sembra più che sia stato a Hollywood abbastanza a lungo perché una decisione dello studio come questa non lo infastidisca.

In un’altra parte dell’intervista, l’attore ha elogiato Tim Burton per averlo scelto per il ruolo di Bruce Wayne nel Batman del 1989, una decisione che, prima di Internet, ha visto 50.000 fan dei fumetti scrivere alla Warner Bros. per protestare contro la decisione. “Tim merita un enorme riconoscimento. Ha cambiato tutto”, ha detto Keaton. “Non posso necessariamente dirlo, ma c’è una forte possibilità che non ci sia un universo Marvel, non ci sia un universo DC, senza Tim Burton. È stato messo in dubbio e interrogato”.

“Non si è guadagnato abbastanza riconoscimento per aver detto, ‘Sì, quel tizio'”, ha continuato. “E tutti hanno detto, ‘Aspetta, Michael? Hai lavorato con lui in Beetlejuice, giusto?’ Ma credo che quello che è successo è che Tim ha visto Clean and Sober. Io ho il merito. Non so se ha avuto abbastanza merito per aver fatto quella mossa. È stata una mossa audace.”

Il piano era che Batgirl portasse questo Cavaliere Oscuro a essere al centro della scena in un progetto su Batman Beyond, il che probabilmente significa che avremmo potuto aspettarci che la Bat Family facesse parte dell’ormai defunto DCEU. Invece, DC Studios sta riavviando il franchise come DCU, con un nuovo Bruce Wayne pronto a essere al centro della scena in The Brave and the Bold.

Vision potrebbe avere trai suoi protagonisti Tommy sotto lo pseudonimo di Teen

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Agatha All Along presenterà Joe Locke come il misterioso “Teen” che si immagina possa essere in realtà Billy, alias Wiccan (figlio di Wanda Maximoff), e sembra che l’altro spin-off imminente di WandaVision dei Marvel Studios potrebbe avere come protagonista il suo fratello gemello.

Secondo Daniel Richtman, la serie Vision (in precedenza nota come Vision Quest) sta tenendo d’occhio Javon Walton, rivelazione di Euphoria, per interpretare un altro “Teen“, che presumibilmente si rivelerà essere Tommy, alias Speed, l’altro figlio di Wanda!

Billy e Tommy sono stati presentati come i figli di Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) e Vision (Paul Bettany) in WandaVision. Alla fine si è scoperto che erano costrutti dell’Anomalia di Westview e sono stati cancellati dall’esistenza quando Wanda ha dissipato l’Hex.

In Doctor Strange nel Multiverso della Follia, una vendicativa Scarlet With si propone di rintracciare varianti alternative dei gemelli nell’universo, ma alla fine accetta il fatto che non potrà mai più riunirsi ai figli che ha perso nel finale di WandaVision.

Abbiamo scoperto all’inizio di quest’anno che la serie Vision era stata rinnovata, con il produttore esecutivo di Star Trek: Picard Terry Matalas ora a bordo come showrunner. La serie è attualmente prevista per una première nel 2026.

Si dice che il lavoro di Matalas su Picard abbia “molto impressionato i vertici dello studio. Il capo della Marvel Kevin Feige, un Trekkie dichiarato, è persino apparso di recente con Matalas in un episodio di due ore del podcast di Star Trek Inglorious Treksperts”.

Paul Bettany riprenderà il suo ruolo di tragico sintezoide dell’MCU. Non c’è menzione del potenziale coinvolgimento di Olsen, ma il rapporto iniziale ha notato che la serie si svolgerà dopo gli eventi di WandaVision, “mentre il fantasma Vision presumibilmente esplora il suo nuovo scopo nella vita”.

Il finale di WandaVision ha rivelato che la Visione con cui avevamo trascorso del tempo nel corso della stagione era in realtà una delle costruzioni di Wanda, ma la vera “Visione Bianca” è stata ricostruita da S.W.O.R.D. e programmata per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio è andata in luoghi sconosciuti verso la fine dell’episodio dopo essersi dichiarata la “vera Visione“.

Per quanto riguarda Wanda, l’ultima volta che abbiamo visto la potente strega, stava devastando gli Illuminati e facendo crollare una montagna su se stessa in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Le precedenti voci su Vision Quest sostenevano che i figli di Visione, Vin e Viv, avrebbero fatto il loro debutto nell’MCU in show, ma non abbiamo idea quali spunti – se ce ne sono – tratte dall’incarnazione della serie di Jac Schaefer verranno mantenute.

Cattivissimo me 4: recensione del nuovo capitolo della saga

Cattivissimo me 4: recensione del nuovo capitolo della saga

Tra i tanti appellativi che si possono dare a questo 2024 cinematografico, c’è sicuramente quello di “anno dei grandi ritorni nel cinema d’animazione”. Dopo aver accolto con entusiasmo la quarta avventura del panda Po in Kung Fu Panda 4 e con ancor più clamore il ritorno delle emozioni di Inside Out 2, ecco ora tornare sul grande schermo uno dei personaggi più amati che il cinema animato ci ha regalato negli ultimi 15 anni: Gru, l’amabilissimo protagonista di Cattivissimo me. Dopo aver esplorato le sue origini in Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo, eccolo ora di nuovo adulto in Cattivissimo me 4.

Un franchise ormai inarrestabile quello di Cattivissimo me, con 6 film in totale è oggi quello dai maggiori incassi nella storia del cinema d’animazione. Un entusiasmo che si rigenera dunque film dopo film e che ha visto anche questo quarto capitolo ottenere ampi consensi nei paesi dove è già uscito in sala. Il motivo è da ritrovarsi però non solo nella brillante comicità che anche in questo caso si offre, bensì sulla rinnovata capacità di questo franchise di affrontare dinamiche delicate e coinvolgenti quali la paternità e il desiderio di protezione della propria famiglia.

La trama di Cattivissimo me 4: il ritorno di Gru

Dopo aver salvato il mondo numerose volte, Gru e Lucy (voci italiane di Max Giusti e Carolina Benvenga) insieme alle tre figlie (Margot, Edith e Agnes) hanno messo su famiglia, con la nascita del primo figlio maschio Gru Jr. che non vede di buon occhio il padre. Tuttavia, quando il famoso super cattivo Maxime Le Mal (voce italiana di Stefano Accorsi) evade di prigione insieme alla sua partner/fidanzata Valentina e giura vendetta su Gru, lui è costretto a scappare con la sua famiglia e nascondersi sotto nuove identità, sperando di trovare un modo per fermare questo nuovo nemico.

Cattivissimo Me 4 Villain
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Gru tra genitorialità e crimine

Se il primo film era incentrato sul rapporto tra Gru e le sue tre figlie adottive, il secondo su quello con l’ammaliante Lucy e il terzo su quello con il biondissimo fratello Dru, questo Cattivissimo me 4 richiama il protagonista al difficile ruolo di padre. Padre però non solo di Margot, Edith e Agnes, bensì anche di un nuovo arrivato che richiederà al simpatico Gru di doversi reinventare nuovamente sotto questo aspetto. Il film porta dunque avanti un ulteriore esplorazione del tema della famiglia, coerentemente con quanto fatto dai precedenti lungometraggi.

In questo caso, troviamo un Gru realmente spaventato e preoccupato dall’idea di non riuscire a proteggere le persone che ama come vorrebbe. Timori evocati dalla presenza del minaccioso oltreché inquietante Maxime Le Mal. Grazie a questo nuovo antagonista, che si afferma anche come il più pericoloso tra quelli ad oggi affrontati da Gru, si va infatti ad esplorare il desiderio di protezione e la consapevolezza di poterlo perseguire solo affrontando i propri demoni del passato.

E demone dal passato Maxime Le Mal lo sembra davvero – per motivi che non sveliamo in questa sede -, permettendo così il susseguirsi di una serie di situazioni a loro modo funzionali nel portare avanti questi temi. Naturalmente, però, nell’ora e mezza di durata di Cattivissimo me 4 sono le gag e le imprevedibili situazioni comiche a farla da padrone, più che una trama generale anzi piuttosto esile. Ma ad ogni modo, i Minions – usati qui con maggior parsimonia – divertono il giusto, mentre Gru continua ad essere un personaggio comico di grande valore.

Cattivissimo me 4 baby
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Cattivissimo me 4 e il valore aggiunto dal doppiaggio italiano

Il merito è in buona parte di Max Giusti, il cui lavoro vocale sul personaggio continua ad affinarsi, arrivando a sfumature e tonalità capaci di accentuare ulteriormente situazioni già comiche. È così che anche stavolta con Gru si ride e ci si emoziona, mentre stupisce il lavoro svolto da Stefano Accorsi su Maxime Le Mal: una voce trasformata, quasi irriconoscibile, che rende perfettamente la follia – ma anche gli aspetti più buffi – del suo personaggio. Ma la verità è che l’intero cast di doppiatori italiani si conferma come uno dei tanti elementi di pregio di un film che diverte, emoziona e conferma questo come uno dei franchise più interessanti degli ultimi anni.

Joker: Folie á Deux, un intenso e sanguinante poster

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Joker: Folie á Deux, un intenso e sanguinante poster

In attesa di assistere all’anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, Joker: Folie á Deux si svela in un nuovo intenso poster che mostra i protagonisti del film, Lady Gaga e Joaquin Phoenixin un intenso primo piano mentre, macchiati di sangue, si guardano con passione.

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

Daredevil: Born Again potrebbe offrire dei cameo da Hawkeye

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Daredevil: Born Again potrebbe offrire dei cameo da Hawkeye

Daredevil: Born Again ci offrirà finalmente un’immersione profonda nell’angolo di strada del Marvel Universe. Spider-Man: No Way Home e Hawkeye ci hanno dato già un’idea di quello che poteva essere, ovviamente, ma è in questa serie che vedremo i vigilanti in azione.

È stata confermata la presenza di The Punisher e White Tiger e la star principale, Charlie Cox, ha commentato il ruolo di quest’ultimo personaggio durante una recente apparizione al FAN EXPO Chicago.

“Voglio dire, non seguiamo nessuno dei fumetti in termini di storia”, ha detto ai fan (tramite Screen Rant). “Non seguiamo nessuno di loro da vicino, e ci sono diverse ragioni per questo. Una, perché se segui una trama da vicino, diventa una conclusione scontata perché tutti sanno come finisce”.

“Quelli di voi che hanno visto il trailer trapelato dal D23 potrebbero aver notato un paio di personaggi interessanti che emergono – non l’ho detto io, l’avete detto voi. Il trailer è stato rimosso, quindi non dirò nulla.”

“Ricordo di aver ricevuto quelle sceneggiature, e il personaggio a cui sto pensando in particolare in questo momento, ricordo quando ho letto quella [storia] prima di iniziare a lavorare su Daredevil nel 2014,” ha aggiunto Cox, riferendosi a White Tiger. “Ho sempre pensato che fosse una trama e un personaggio davvero interessante; una dinamica così interessante tra i due. È stato divertente, e sono emozionato per questo.” Ha aggiunto, “E ci sono un paio di altri piccoli cameo carini che emergono.”

Quali cameo vedremo in Daredevil: Born Again

Bene, secondo lo scooper @MyTimeToShineH, uno di quei cameo sarà la star di Hawkeye Tony Dalton nei panni del ritorno di Jack Duquesne. Sebbene non sia chiaro se sarà finalmente diventato Maestro di Spada quando lo rivedremo, Jack aveva legami con la criminalità organizzata e, grazie a Eleanor Bishop, con The Kingpin. Forse sarà una delle persone che Matt Murdock rappresenterà in tribunale? Dopotutto, è destinato a essere coinvolto nel pasticcio combinato da Eleanor e, visto che può nominare Wilson Fisk come la mente dietro le sue imprese criminali, ha senso che l’Uomo Senza Paura si interessi a lui (legando ulteriormente questa storia al più ampio MCU). Dovremo aspettare e vedere, ma incrociamo le dita per altri cameo che consolidino ulteriormente il posto di Daredevil come parte importante in questo mondo condiviso.

Quello che sappiamo di Daredevil: Born Again

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

I dettagli specifici della trama di Daredevil: Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo. È stato recentemente confermato che Daredevil: Born Again sarà presentato in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.

Black Panther: in lavorazione una serie in live action?

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Black Panther: in lavorazione una serie in live action?

Sappiamo che è in arrivo uno spin-off animato di Black Panther intitolato Eyes of Wakanda, ma i Marvel Studios potrebbero anche ipotizzare di continuare la saga del popolo del defunto Re T’Challa in un formato live-action.

Secondo l’insider Daniel Richtman, una serie live-action Disney+ intitolata World of Wakanda è in fase di sviluppo presso i Marvel Studios. Ryan Coogler, che ha diretto entrambi i film di Black Panther, è coinvolto nella serie animata, ma non siamo sicuri che darà un contributo a questo progetto.

Black Panther: in lavorazione una serie in live action?

Anche i dettagli della trama sono un mistero, ma ci sono buone probabilità che questa serie incorpori alcune delle idee dell’ormai defunto show Okoye and the Midnight Angels che era nelle prime fasi di pianificazione l’anno scorso.

Wakanda Forever è stato un degno tributo a T’Challa e al defunto Chadwick Boseman, e ha sancito la posizione di Shuri (Letitia Wright) come la nuova Pantera, introducendo un’intera civiltà acquatica di Namor. La scena a metà dei titoli di coda ha anche visto il debutto del figlio di T’Challa, che quasi sicuramente un giorno assumerà il ruolo di Re e protettore del Wakanda.

Quindi, è giusto dire che il film ha preparato un bel po’ di cose che potrebbero essere potenzialmente esplorate in futuri sequel e/o spin-off. Coogler sta attualmente girando il suo film sui vampiri con protagonista Michael B. Jordan e che non ha ancora un titolo ufficiale, e sta anche producendo una serie di progetti Disney+ MCU, così come il reboot di X-Files.

Black Panther e la storia del Wakanda nel MCU fino ad ora

T’Challa/Pantera Nera ha fatto il suo debutto nel MCU in Captain America: Civil War (che ha anche introdotto per la prima volta il Wakanda ai fan del MCU). Basato sul personaggio di Stan Lee e Jack Kirby e interpretato da Chadwick Boseman, T’Challa ha ricevuto il suo film da solista nel 2018, diretto e co-scritto da Ryan Coogler.

Chadwick Boseman ha ripreso il suo ruolo in Avengers: Infinity War del 2018 e Avengers: Endgame del 2019, prima di morire tragicamente a seguito di una malattia nel 2020. Ha anche doppiato versioni alternative del personaggio nella serie What If…?. Nel 2022 Coogler ha diretto Black Panther: Wakanda Forever, che vede la sorella di T’Challa, Shuri (Letitia Wright), assumere il ruolo di Pantera Nera.

Nel febbraio 2021 è stato annunciato che Coogler stava sviluppando un nuovo film Disney+ Marvel che esplora ulteriormente il mondo del Wakanda. Dal momento che ci sono state poche notizie sulla serie di Coogler dopo il suo annuncio, non è chiaro se questo progetto sia Eyes of Wakanda o meno. Ad ora sappiamo che Eyes of Wakanda uscirà su Disney+ nel 2024, ma al momento non è noto il periodo preciso.

The Acolyte: la serie Disney+ è stata cancellata

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The Acolyte: la serie Disney+ è stata cancellata

Le domande aperte che ci ha lasciato la serie di Star Wars The Acolyte: La Seguace rimarranno senza risposta. Arriva da Variety la notizia che la serie Disney+ è stata cancellata dopo una sola criticata stagione.

Lucasfilm ha deciso di non continuare con la serie dopo la sua prima stagione, che ha descritto l’ascesa dei Sith circa 100 anni prima degli eventi di “Star Wars: La minaccia fantasma“. La notizia è arrivata subito come uno shock, dato che gran parte del finale della prima stagione si è concluso con un cliffhanger e ha anticipato diverse trame per una seconda stagione, e non una grande sorpresa, data l’accoglienza selvaggiamente opposta da parte dei fan e il poco solido pubblico che sembrava essere calato dopo la première della serie, a giugno.

The Acolyte è stata cancellata

La creatrice Leslye Headland (“Russian Doll“), una dichiarata super fan di “Star Wars“, si è messa in testa di creare la prima storia di “Star Wars” ambientata al di fuori della linea temporale principale del franchise che si estende da La minaccia fantasma a Star Wars: L’ascesa di Skywalker”.

Nel cast della serie tv protagonisti sono Amandla Stenberg come ex padawan, Lee Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto, Dafne Keen come una giovane Jedi, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.  Charlie Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles Chapman, Carrie-Anne Moss come una Jedi, Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.

It Ends With Us – Siamo noi a dire basta: recensione del film con Blake Lively

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Protagonista del box office americano di queste settimane estive insieme a Deadpool & Wolverine, It Ends With Us – Siamo noi a dire basta (guarda il trailer) arriva anche nelle nostre sale dal 21 agosto, con Eagle Pictures e si presenta come un viaggio inaspettato e attuale nella vita di Lily Bloom, interpretata con grande naturalezza da Blake Lively, finalmente di nuovo sul grande schermo.

It Ends With Us – Siamo noi a dire basta, la trama

Basato sul romanzo del 2016 di Colleen Hoover (la sceneggiatura è di Christy Hall) e diretto da Justin Baldoni (che è uno dei co-protagonisti del film), It Ends With Us – Siamo noi a dire basta è la storia di Lily Bloom (Blake Lively) che incontriamo mentre torna a casa dalla madre, in occasione del funerale del padre. La donna però non sembra triste, o comunque non triste come una persona che ha appena perso il padre. Nei suoi occhi che vagano sui ricordi di un’adolescenza lontana, in quella casa che ha lasciato da tanto tempo, c’è più risentimento che tristezza e infatti non riesce a pronunciare l’elogio funebre come avrebbe dovuto.

It Ends With Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Tornata a Boston, dove vive, Lily è pronta a realizzare il suo sogno, aprire un negozio di fiori, ma una sera fortunata, sul tetto di un palazzo lussuoso, incontra Rile Kincaid (Justin Baldoni), tenebroso e irresistibile, un neurochirurgo con gli occhi profondi e le idee chiare, non è il tipo da relazione seria, ma il divertimento gli piace. Ma Lily non è come le altre e Rile se ne accorgerà presto: l’uomo dà inizio a un lungo corteggiamento in cui sfida sia la protagonista che il pubblico a dimostrarsi all’altezza della situazione. Intanto, Lily comprato un vecchio negozio malconcio nel Back Bay, che ristruttura e trasforma in un negozio di fiori con un’estetica shabby-chic gotica. Assume Allysa (interpretata dalla sempre gradita Jenny Slate) e le due diventano migliori amiche. È qui che avviene il primo colpo di scena: Rile entra nel negozio, perché si scopre che è il fratello di Allysa. Così lui e Lily si riavvicinano e lei accetta, con molta cautela, di dargli una possibilità.

Avanti e indietro nel passato di Lily

Allo stesso tempo, la storia d’amore tra Lily e Rile è alternata a dei flashback di Lily a liceo (dove è interpretata da Isabela Ferrer, che si intona perfettamente a Lively). La vediamo iniziare una relazione romantica e molto tenera con Atlas (Alex Neustaedter), un compagno di classe che incontra quando lui occupa abusivamente un edificio abbandonato di fronte a casa di Lily. Atlas ha un ottimo motivo per essere andato via di casa e questo lo avvicina ancora di più a Lily. Ma a un certo punto ci si chiede: qual è il collegamento tra questa storia d’amore adolescenziale e quella che sta nascendo tra Lily e Rile? Fino a che, quando la relazione di Lily e Rile sembra andare a gonfie vele, in un ristorante di Boston, fa la sua comparsa Atlas. Cresciuto, arricchito da esperienze, che gestisce un ristorante tutto suo, l’ex adolescente senza tetto è diventato un adulto risolto e sereno, profondamente colpito dall’incontro con l’amore della sua giovinezza.

It Ends With Us - Siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Il colpo di scena

A questo punto della storia, It Ends With Us – Siamo noi a dire basta compie la sua magia, perché nel momento in cui lo spettatore è stato trascinato nella storia d’amore di Lily e Rile, i cui interpreti mettono in scena una buona alchimia e una certa chimica dei corpi, l’arrivo dell’amore adolescenziale disturba gli equilibri: lo spettatore vorrebbe che Lily si riconnettesse con il vecchio amico, ma a quel punto Rile ha conquistato la sua fiducia! Questo vale ovviamente per chi non ha letto il romanzo e guarda il film con occhi vergini. Chi invece ha contribuito al successo del libro di Colleen Hoover sapeva benissimo cosa era in agguato dietro l’angolo.

Con un cambio di rotta e un colpo di scena sorprendente, It Ends With Us si rivela una storia di violenza domestica, traumi, sulla necessità e sulla responsabilità di salvarsi. Lily diventa quindi un simbolo non solo di sopravvivenza ma anche di equilibrio e giustizia. Quello che il film riesce a raccontare in maniera eccellente è il modo in cui ci si può liberare dalla violenza domestica pur rimanendo umani e comprensivi anche verso il proprio aguzzino. In un mondo perfetto, quanto proposto dal film è l’iter ideale di liberazione.

Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Il mondo irreale di It Ends With Us

Tuttavia non possiamo non sottolineare quanto il film sia uno spaccato di una fetta di società privilegiata che si può permettere di vivere di boutique di fiori e altre frivolezze, che sfoggia un guardaroba all’altezza delle star di Hollywood (Blake Lively ha raccontato che molti capi di Lily sono effettivamente suoi) e che il mondo reale è pieno di situazioni in cui la violenza domestica assume delle sfumature che la legano profondamente alla mentalità, alla condizione economica e scolastica, a una società che non è ancora arrivata nella modernità eppure esiste e resiste, imbastardita nella sua oscurità.

Al di là delle considerazioni doverose sulla messa in scena e sul privilegio che viene mostrato sullo schermo, It Ends With Us si fonda sulla dinamica accattivante della soap opera: si rivolge a un pubblico femminile, principalmente, è un concentrato di emozioni e sentimenti molto forti, soprattutto gestisce con sapienza e buon ritmo i colpi di scena. È un film diverso da quello che si poteva immaginare, è pur sempre una storia d’amore, ma racconta come si può imparare ad amare se stessi più di chi ci fa del male.

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