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Festa del Cinema di Roma oggi celebra Isabella Rossellini

Festa del Cinema di Roma oggi celebra Isabella Rossellini

Oggi la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Isabella Rossellini riceverà il Premio alla Carriera della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il riconoscimento sarà consegnato da Renzo Arbore e Alice Rohrwacher nel corso di una masterclass che l’artista terrà con il pubblico della Festa.

La manifestazione proporrà inoltre agli spettatori una retrospettiva di opere che l’hanno vista protagonista come filmmaker, sceneggiatrice e attrice di straordinario valore.

Fra i suoi lavori come regista la sezione Storia del Cinema presenterà oggi, giovedì 19 alle ore 17 nella Sala Cinecittà della Casa del Cinema, Seduce Me (ep. 10), Green Porno(ep. 18) con Jody Shapiro, e Fox Film. Spiega Isabella Rossellini: “Era l’inizio di Youtube e Robert Redford ebbe l’intuizione di produrre dei film corti, com’era alle origini del cinema. Mi propose di fare una serie di film di non più di due minuti l’uno, su un tema ambientalista. È nato così Green Porno. La serie ebbe un grande successo e ho continuato poi con Seduce Me, sulle diverse strategie di corteggiamento degli animali. Fox è il filmetto che ho fatto durante il lockdown causato dal COVID. Affronta un argomento scientifico che mi affascina: la domesticazione degli animali”. La proiezione sarà replicata domani, venerdì 20 ottobre alle ore 19.45 nella Sala Fellini.

Martedì 24 alle ore 17 (Sala Cinecittà) sarà la volta di Animals Distract MeMammas(ep. 10) e Darwin, What? (ep. 2). Dice Isabella Rossellini: “Animals Distract Meracconta una giornata tipo nella mia vita: è la mia giornata con gli animali, che mi distraggono, perché mi interessano. Mammas è una serie scientifico-comica sull’istinto materno”. In Darwin, What?, lo scienziato britannico appare in sogno a Isabella Rossellini ed essendo lei attrice, le parla delle espressioni sui volti degli umani e degli animali.

Nell’ambito dell’omaggio a Isabella Rossellini, la Festa del Cinema ha dato Carta Bianca all’artista per realizzare una rassegna di titoli da lei selezionati da presentare al pubblico.

Fra le opere in programma, alcuni suoi successi da interprete: Left Luggage di Jeroen Krabbé (20 ottobre ore 17 Sala Cinecittà), Velluto blu di David Lynch (21 ottobre ore 11 Sala Cinecittà), La morte ti fa bella di Robert Zemeckis (22 ottobre ore 11 Sala Cinecittà), e due film di Guy Maddin, The Saddest Music in the World (25 ottobre ore 15 Sala Cinecittà) e My Dad Is 100 Years Old (26 ottobre ore 17 Sala Cinecittà). Inoltre, fra i titoli che la vedono protagonista sarà presentato, nella sezione Best of 2023 della Festa del Cinema, La chimera di Alice Rohrwacher, in programma mercoledì 25 ottobre alle ore 19 nella Sala Sinopoli Auditorium Parco della Musica. Il pubblico potrà inoltre assistere, grazie agli archivi delle Teche Rai,  ai suoi reportage da New York per il programma televisivo “L’altra domenica” (22 ottobre ore 17.15 Sala Cinecittà). Fra le opere della Carta Bianca anche Stromboli (Terra di Dio) di Roberto Rossellini, il primo film del cineasta girato con Ingrid Bergman (26 ottobre ore 17 Sala Cinecittà), e Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman, ultimo film interpretato dalla Bergman (27 ottobre ore 16.45 Sala Cinecittà).

Matthew Vaughn spiega perché Taron Egerton dovrebbe essere Lex Luthor invece di Wolverine

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Il regista della serie Kingsman, Matthew Vaughn, ha commentato se pensa che Taron Egerton, che recita in questi film, sarebbe migliore nei panni di Wolverine o Lex Luthor. Nel podcast Happy Sad Confused, a Vaughn è stato chiesto se pensava che Taron Egerton avrebbe dovuto interpretare Wolverine. Il regista ha dichiarato di ritenere che l’attore non fosse adatto al personaggio e che sarebbe stato meglio interpretare Lex Luthor.

Penso che sarebbe migliore come Lex Luthor“, ha spiegato Vaughn. Penso che sarebbe un Luthor straordinario. Non dovrebbe essere Wolverine, non credo. Non penso che sia adatto a questo. Penso che si debba fare di più… tornare davvero a… Hugh [Jackman] è brillante nel ruolo di Wolverine, ma vorrei tornare a quello che è il fumetto: diventare un ragazzo davvero piccolo, grizzly e duro. Questo è quello che farei. Non so chi sia, ma penso che Hugh l’abbia reso così iconico che se entri in questo – chiunque stia cercando di fare la versione di Hugh è infastidito… penso che lui [Egerton] sarebbe un cattivo straordinario, intelligente e profondo. Ascolta il podcast.

 

Oltre a Taron Egerton, chi si dice interpreterà Wolverine nel MCU?

Oltre a Taron Egerton, un’altra stella su cui ci sono spesso rumors sul fatto che potrebbe essere trai papabili per interpretare Wolverine ne Marvel Cinematic Universe è Daniel RadcliffeAll’inizio di questa settimana, Radcliffe ha dichiarato di essersi rimesso in forma di recente, ma che non era per il gusto di interpretare potenzialmente Wolverine.

Monica Bellucci e Tim Burton incantano la Festa del cinema di Roma

Ieri sera si è tenuta alla Festa del Cinema di Roma la premiere ufficiale del terzo capitolo della saga di Diabolik, Diabolik – Chi sei?, il film diretto dai Manetti Bros. La pellicola è l’adattamento cinematografico del centosettesimo albo dell’omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani, e costituisce il terzo ed ultimo capitolo della trilogia iniziata con Diabolik e proseguita con Diabolik – Ginko all’attacco!

Sul red carpet all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone hanno sfilato i registi e il cast di protagonisti Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Chiara Martegiani, Carolina Crescentini, Paolo Calabresi, Lorenzo Zurzolo, Monica Bellucci, quest’ultima accompagnata dal suono fidanzato, Tim Burton!

Gen V: Amazon rinnova la serie spin-off per una seconda stagione

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Gen V: Amazon rinnova la serie spin-off per una seconda stagione

Prime Video ha annunciato di aver rinnovato lo spin-off Gen V di The Boys per una seconda stagione in vista della conclusione della prima stagione all’inizio del prossimo mese.

Variety ha confermato che la volgare serie di supereroi è stata rinnovata per una seconda stagione su Prime Video poche settimane dopo l’inizio della prima stagione. Diverse persone coinvolte nella serie hanno rilasciato dichiarazioni sull’annuncio della seconda stagione della Gen V.

Non potremmo essere più felici di realizzare una seconda stagione di Gen V“, hanno detto lo showrunner Michele Fazekas e il produttore esecutivo Eric Kripke. “Questi sono personaggi e storie che abbiamo imparato ad amare, e siamo entusiasti di sapere che le persone provano lo stesso! Gli sceneggiatori stanno già lavorando alla nuova stagione: il secondo anno sarà selvaggio, con tutti i colpi di scena, il cuore, la satira e i genitali esplosivi che ti aspetti dallo show.

Espandere l’universo di The Boys con una serie audace come la Gen V è stato un viaggio incredibile per noi e per i nostri meravigliosi partner di Sony“, ha dichiarato Vernon Sanders, responsabile televisivo di Amazon MGM Studios. “Fin dalla nostra prima conversazione con gli showrunner Michele Fazekas e Tara Butters, insieme a Eric Kripke, Evan Goldberg e Seth Rogen, sapevamo che la Gen V avrebbe oltrepassato i limiti. Il loro approccio impenitente è esattamente ciò che il pubblico ama e ha aiutato la Gen V a diventare la serie numero 1 su Prime Video in oltre 130 paesi. Gen V è la nuova serie originale di Prime Video più redditizia del 2023 e siamo entusiasti che il nostro incredibile cast e troupe continueranno a raccontare storie coraggiose e audaci della Gen V ai nostri clienti.

Tutto quello che c’è da sapere su Gen V

Ambientato nel mondo diabolico di The Boys, Gen V espande l’universo della Godolkin University, il prestigioso college per soli supereroi dove gli studenti si esercitano per diventare una nuova generazione di eroi, preferibilmente con sponsorizzazioni lucrative. Non tutti, però, scelgono la strada della corruzione. Oltre al classico caos universitario, oltre alla ricerca della propria identità e alle feste, questi ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni letteralmente esplosive. Mentre si contendono popolarità e buoni voti, è chiaro che la posta in gioco è molto più alta quando sono coinvolti dei super poteri. Quando il gruppo di giovani dai poteri soprannaturali scopre che qualcosa di più grande e sinistro sta succedendo a scuola, saranno messi alla prova: sceglieranno di diventare gli eroi o i cattivi delle loro storie?

Il cast della serie include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T. Usher, Colby Minifie, Claudia Doumit e P.J. Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The Boys.

Michele Fazekas e Tara Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e Original Film.

Fuliggine al Catania Film Fest

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Fuliggine al Catania Film Fest

Un piccolo racconto per suoni e immagini che ha come protagonisti i carbonai calabresi e il loro mestiere ancestrale, che continua a resistere ancora oggi sul territorio calabrese. Fuliggine è il nuovo cortometraggio del regista Domenico Pisani, prodotto da Reboto Production con il sostegno della Calabria Film Commission, che sarà presentato in anteprima in concorso al Catania Film Fest, nella sezione competitiva dedicata ai corti italiani, in programma dal 12 al 19 novembre prossimi.

Un lavoro interamente girato a Serra San Bruno, un ritorno alle radici nel paese d’origine del regista, che si divide tra Roma e la Calabria portando avanti una nuovaImposta immagine in evidenza piccola casa di produzione indipendente, giovane e dinamica, con l’ambizione di valorizzare il territorio in un processo di crescita artistica e professionale. Un suo progetto, “A homogeneous whole”, nel 2019 ha vinto il festival europeo “Proud of Our Heritage, Open to the World”, organizzato dalla Delegazione italiana presso il Consiglio d’Europa, e proiettato al cinema Odyssèe di Strasburgo. Nel 2020 il cortometraggio “Le vite possibili”, dopo aver partecipato a numerosi festival, è stato inserito nel canale Shorts Tv di Amazon Prime Video e successivamente acquistato da Rai Cinema.

Ora con Fuliggine – interpretato da Domenico Maiolo, Carmelo Giordano e Anna Maria De Luca – il regista sarà in concorso al Catania Film Festival, un prestigioso luogo di incontro e confronto per il “nuovo” cinema Europeo, che si avvale di una direzione e di un comitato scientifico di assoluto rilievo.

Un rapporto conflittuale tra padre e figlio e la mancanza come sentimento e condizione universale rappresentano il fulcro della storia che il regista aveva in mente già da tempo: “Questo lavoro vuole anche far riflettere sulle condizioni di chi, nelle Serre calabresi, porta avanti ancora oggi un lavoro duro, che non conosce orari né intemperie, vivendo quasi in funzione della produzione di carbone”, commenta Pisani. “E’ la storia degli “ultimi”, della gente umile ai margini della società, sempre sporca di fuliggine. Una premessa per parlare, inoltre, di precarietà lavorativa, tema purtroppo ancora attuale, ma che in quel particolare contesto, con l’avvento di nuovi macchinari e delle industrie, comporterebbe l’annientamento di una tradizione millenaria”.

Il corto è risultato vincitore del bando “Produzioni audiovisive 2022” promosso dalla Calabria Film Commission: “Un lavoro che racconta un universo sociale, paesaggistico e culturale della Calabria proiettata verso la modernità, ma che sa guardare verso le sue radici e le sue storie”, commenta il Commissario straordinario di CFC, Anton Giulio Grande. “Questo il senso del cortometraggio Fuliggine che il giovane autore calabrese Domenico Pisani ha costruito con eleganza e caparbia, con un cast scelto con cura e che ben rappresenta i nostri territori artistici. Un modo per rafforzare un metodo anche per il futuro di Pisani e del suo team”.

Bioshock, lo sceneggiatore aggiorna sul film: “Siamo tutti ottimisti”

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Lo scrittore del film BioshockMichael Green, ha fornito un aggiornamento sul film e sul suo stato attuale. In un’intervista con Collider, Green ha fornito ai fan un aggiornamento sul film Bioshock. Lo scrittore ha osservato che deve stare attento a ciò che dice, ma ha elogiato Netflix e ha detto che lo streamer era entusiasta del progetto prima dello sciopero e ha mantenuto tale interesse dopo lo sciopero.

Devi misurare le tue parole, o inizierai a vedere un puntatore laser sulla mia fronte dall’ufficio legale di Netflix“, ha detto Green. “Netflix è stata fantastica in questo senso. Ne erano entusiasti prima dello sciopero, lo sono anche adesso, dopo lo sciopero. Sì, mi hanno chiamato, “Come va?” nel momento in cui lo sciopero finì: “Sei quasi pronto…?” Ci incontriamo regolarmente con Francis Lawrence e il suo team per perfezionare una bozza da inserire nuovamente. Siamo tutti ottimisti. Lo adoriamo tutti. È un mondo da incubo enorme e tentacolare che vogliamo vedere reale. Quindi, speriamo. Mi piacerebbe avere presto un aggiornamento per te.

È la prima volta che un film su Bioshock è in lavorazione?

Questa non è la prima volta che un film di Bioshock entra in lavorazione. Un precedente tentativo fu fatto già nel 2008. Quel film avrebbe dovuto essere diretto dal regista di Rango, Gore Verbinski; tuttavia, le cose finirono per non funzionare. Verbinski è stato piuttosto esplicito sulle questioni principali del film, poiché voleva un film con classificazione R ma non riusciva a ottenere il sostegno finanziario per una tale classificazione. Tuttavia i tempi ormai sono cambiati e anche film di alto profllo riescono ad ottenere i giusti finanziamenti.

Deadpool 3: posticipata ancora la data di uscita

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Deadpool 3: posticipata ancora la data di uscita

Secondo quanto riferito, la data di uscita di Deadpool 3 è stata posticipata oltre l’attuale data di maggio 2024 a seguito dei ritardi accumulati per lo sciopero in corso SAG-AFTRA.

Deadline ha riferito che Deadpool 3 non uscirà il 3 maggio 2024. Le fonti del sito dicono notano che anche se lo sciopero dovesse terminare entro poche settimane, la ripresa della produzione all’inizio del 2024 non concederebbe al sequel del Marvel Cinematic Universe il tempo necessario per completare il film in tempo per la data di maggio precedentemente annunciata.

Detto questo, le fonti notano che esiste una possibilità  che Captain America: Brave New World possa spostarsi dal 26 luglio 2024 alla data precedente di Deadpool 3.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck. L’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura.

Emily Blunt sarà la vera detective Kate Warne nel nuovo film del regista di Black Adam

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Emily Blunt dovrebbe interpretare Kate Warne, la prima donna detective negli Stati Uniti per la Pinkerton National Detective Agency, nel nuovo film che sarà diretto da Jaume Collet-Serra per Amazon Studios.

Secondo Deadline , Collet-Serra ha ufficialmente firmato per dirigere il film su Kate Warne per Amazon Studios. Emily Blunt è anche produttrice del film e dovrebbe recitare nel film; tuttavia, l’accordo non è stato ancora finalizzato a causa dello sciopero in corso della Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) che vede gli attori fare pressioni per ottenere una migliore retribuzione, protezione contro l’intelligenza artificiale e altro ancora.

Deadline ha riportato per la prima volta la notizia del coinvolgimento di Emily Blunt come Kate Warne nell’agosto 2021, sebbene Collet-Serra non avesse ancora firmato per dirigere il film in quel momento. La prima bozza della sceneggiatura è stata scritta da Gustin Nash, mentre anche Melissa Stack è accreditata come scrittrice. Dwayne Johnson produrrà il film con la sua  Seven Bucks Productions insieme a Hiram Garcia e Dany Garcia. Kristina Sorensen figura anche produttrice di With a K Productions.

Cos’altro ha realizzato Jaume Collet-Serra?

Collet-Serra e Emily Blunt hanno già collaborato a Jungle Cruise del 2021 , interpretato anche da Johnson. Dwayne Johnson e Collet-Serrae hanno lavorato di nuovo insieme su Black Adam dei DC Studios, uscito nell’ottobre 2022. Collet-Serra è noto anche per aver realizzato il remake di House of Wax del 2005, Orphan del 2009 e The Shallows del 2016. Ha inoltre realizzato numerosi film d’azione con Liam Neeson, tra cui Unknown del 2011, Non-Stop del 2014, Run All Night del 2015 e The Commuter del 2018.

Emily Blunt nel frattempo, ha recitato accanto a Cillian Murphy nel film Oppenheimer di Christopher Nolan all’inizio di quest’anno. Il suo prossimo film, Pain Hustlers, è diretto da David Yates di Animali fantastici e dove trovarli e vede nel cast anche Chris Evans, Catherine O’Hara e Andy García. Pain Hustlers arriverà su Netflix il 27 ottobre 2023. Kate Warne non ha ancora una data di uscita da Amazon Studios.

Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente anticipa l’uscita in Italia

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Notorious Pictures annuncia che Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente anticipa l’uscita e arriverà al cinema dal 15 novembre! L’Italia sarà uno dei primi paesi al mondo dove il film diretto da Francis Lawrence debutterà sul grande schermo.

I protagonisti sono l’attore emergente inglese Tom Blyth, Rachel Zegler di West Side Story e Hunter Schafer della serie Euphoria. Nei ruoli comprimari l’attrice Premio Oscar e vincitrice di un Golden Globe, di un Emmy Award e di ben due Tony Award Viola Davis, la star de Il trono di spade e vincitore di un Golden Globe Peter Dinklage e Jason Schwartzman.

Alla regia ritroviamo Francis Lawrence, già dietro la macchina da presa di tre dei quattro Hunger Games originali. Il film è ambientato 64 anni prima della saga, un prequel ispirato all’omonimo romanzo di Suzanne Collins. Notorious Pictures e Radio Deejay, media partner ufficiale, sono orgogliosi di presentare le nuove immagini di uno dei film più attesi dell’autunno!

La trama del film Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino: un’orgogliosa famiglia caduta in disgrazia nel dopoguerra di Capitol City. Con l’avvicinarsi della decima edizione degli Hunger Games, il giovane Snow teme per la sua reputazione poiché nominato mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del miserabile Distretto 12. Ma quando Lucy Grey magnetizza l’intera nazione di Panem cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura, Snow comprende che potrebbe ribaltare la situazione a suo favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e l’astuzia politica, Snow e Lucy mireranno alla sopravvivenza dando vita a una corsa contro il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.

Sydney Sweeney e Glen Powell nel trailer di Tutti tranne te

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Sydney Sweeney e Glen Powell nel trailer di Tutti tranne te

Sydney Sweeney e Glen Powell sono i protagonisti di Tutti tranne te, una nuova commedia romantica distribuita da SONY Pictures. Diretto da Will Gluck (Easy Girl), Tutti tranne te è stato promosso come una vaga modernizzazione di “Molto rumore per nulla” di Shakespeare.

La trama ufficiale del film recita: “Quando gli arcinemici del college si riuniscono anni dopo la laurea per un matrimonio, fingono di essere una coppia per motivi personali. Ma fingendo di esserlo, in realtà si innamorano.”

Il film è stato annunciato per la prima volta a gennaio dopo che paparazzi e fan avevano notato la produzione in Australia, suscitando immediatamente voci su una storia d’amore nella vita reale tra Sydney Sweeney e Glen Powell. Ad aprile, Sweeney e Powell sono apparsi al CinemaCon e hanno lasciato il pubblico a bocca aperta con la proiezione del primo footage del film che a quanto pare ha dei toni molto… caldi!

“Sydney interpreta un personaggio [che è] un vero incubo”, ha detto Powell al pubblico in quella occasione, al che Sweeney ha ribattuto che il personaggio di Powell è uno “stronzo”. Sweeney ha continuato: “Quale posto migliore per mettere un incubo e uno stronzo se non dall’altra parte del mondo, nel contesto più romantico immaginabile?”

Diabolik chi sei?: recensione del film dei fratelli Manetti #RoFF18

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Diabolik chi sei? è il terzo film dei fratelli Manetti sul ladro mascherato dei fumetti. L’indiscusso amore per la striscia a fumetti dei registi si rispecchia a tratti nella trama del film che seppur nella sostanza non va ad intaccare la storia del Diabolik dei fumetti, pecca nella forma e nella rappresentazione, troppo macchinosa e artificiosa. È ritenuta una delle storie più importanti della serie in quanto in essa viene svelato il passato del criminale e viene rivelata l’origine del nome ma al film dei Manetti manca quel qualcosa in più per andare oltre il semplice personaggio. Il film sarà distribuito al cinema dal 30 novembre da 01 Distribution.

Diabolik chi sei?, la trama

Ci troviamo a Clareville e ancora una volta Diabolik (interpretato da Giacomo Gianniotti) ed Eva (Miriam Leone) stanno cercando di mettere a punto il loro piano. Questo consiste nel rapire un’impiegata di una banca, che vive da sola, Gabriella Bauer (Carolina Crescentini). E questo avviene proprio nella premessa del film che nei primi minuti assume quasi delle tinte horror con dei jump scare, non proprio inaspettati. A conti fatti, immaginandosi il piano, potrebbe andare tutto bene: Diabolik irrompe nell’edificio, ruba le famose monete della Contessa Wiendemar, mentre Eva fa da complice mascherandosi da assistente della banca che vogliono rapinare. Qualcosa però nel piano di Diabolik ed Eva non va come previsto perché c’è in atto un’altra rapina. Il risultato è molto più caotico rispetto a quello pianificato da Diabolik, che a parte qualche scena non si vede per la prima ora di film. La sua storia per il momento passa in secondo piano.

Il film si concentra su questa banda che sta terrorizzando la città di Clereville a cui Ginko sta dando la caccia. La domanda contenuta anche nel titolo del film riguardo a chi è Diabolik dovrà aspettare. Questi criminali, che assumono un po’ le fattezze di una Banda della Magliana del nord Italia, sono astuti e anche sanguinari, non guardano in faccia a nessuno. Ginko facendo largo uso del suo sesto senso si butta su una pista che riguarda uno dei criminali sopravvissuti alla rapina e che lo rimanderà all’avvocato Manden (interpretato da Massimiliano Rossi). L’avvocato è in realtà il mandante della rapina, ma non il braccio. Quando pensiamo che questo film sia in realtà un sequel di Romanzo Criminale, ricompare Diabolik che vuole letteralmente rubare a casa dei ladri, convito di poter riconquistare le monete e molti altri tesori.

Diabolik chi sei film
Diabolik Chi Sei Miriam Leone, Monica Bellucci Photo Credit Nicole Manetti

Ma quindi Diabolik chi è?

Purtroppo per Diabolik e per Ginko, volati troppo vicini al sole, la rapina e l’indagini che parallelamente stavano portando avanti vanno male. Catturati dalla spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Così l’eroe e la sua nemesi si confrontano sapendo che lì a poco sarebbero morti entrambi. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita, Diabolik rivela all’ispettore il suo misterioso passato. A questo punto ci troviamo oltre metà film e anche se la storia di Diabolik è presa fedelmente dai fumetti (107° volume della serie pubblicato nel 1968) questo non basta per far decollare il film che rimane abissato a causa dei suoi evidenti problemi di trama e artificiosità della recitazione. La storia di Diabolik viene spiegata alla fine: trovato da bambino su una barchetta naufragata, il piccolo senza nome viene allevato su un’isola da uomini criminali provenienti da tutto il mondo che hanno a capo King (Paolo Calabresi).

Il risvolto del film è che le due donne rimaste in attesa dei loro rispettivi compagni si faranno in quattro per salvarli. Eva e Altea uniscono le forze per mettere a punto il piano per salvare Ginko e Diabolik. Estranee ma allo stesso tempo complici mettono ko in poco tempo i criminali, liberando così i due. Estranee, complici, ma mai alleate. In realtà Eva aveva anche pianificato la fuga con il suo Diabolik lasciando Ginko e Altea dentro il covo. Diabolik chi sei? si perde dentro una trama che tenta di occupare i 124 minuti della proiezione con storie e personaggi alle volte superflui, questo rende il terzo lungometraggio sul ladro mascherato mediocre, che non riesce a portare allo spettatore quell’empatia che la rivelazione del passato burrascoso di Diabolik poteva quanto meno auspicare.

Ottobre al cinema: finalmente Killers of the Flower Moon di Scorsese

Questa settimana di Ottobre al cinema è decisamente una delle più attese di questo mese. Dopo il trionfo di pubblico e di critica all’ultimo Festival di Cannes, esce finalmente questo giovedì in Italia Killers of the Flower Moon, l’ultimo film diretto dal grandissimo regista Martin Scorsese. Tratto dal romanzo Gli assassini della terra rossa dello scrittore e  giornalista statunitense David Grann, uscito nel 2017, è ambientato nell’Oklahoma degli anni Venti, precisamente a Osage Nation dopo che in quella zona furono scoperti grandi giacimenti di petrolio. Ma questi sono anche i primi giorni della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma e da questo venerdì 20 arriva in sala l’omaggio di Roberta Torre con Alba Rohrwacher all’indimenticabile Monica Vitti.

Vediamo insieme i nuovi film in questa terza settimana di Ottobre al cinema

A Passo d’Uomo

A Passo d'uomo (Sur les chemins noirs) film 2023

A Passo d’Uomo racconta di Pierre, famoso esploratore e scrittore, che viaggia spesso intorno al mondo in cerca di avventure. Una sera l’uomo ubriaco si arrampica sulla facciata di un albergo e cade, finisce all’ospedale dove starà per molto tempo in coma profondo. Al suo risveglio, in grado appena di reggersi sulle gambe e contro il parere di tutti, decide di attraversare la Francia da Sud a Nord a piedi, lungo sentieri minori e poco frequentati. Il protagonista interpretato dall’attore francese Jean Dujardin , segue le orme di Sylvain Tesson, l’autore del libro autobiografico Sentieri neri da cui è tratto questo film di Denis Imbert. Questo lungometraggio arriva nei cinema italiani mesi dopo l’anteprima alla 71° edizione del Trento Film Festival come titolo d’apertura della manifestazione la scorsa Primavera.

Foto di famiglia

Foto di Famiglia

Foto di famiglia, tratto da una storia vera, è il lungometraggio del regista giapponese Ryôta Nakano. La sceneggiatura riprende le vicende che hanno visto protagonista il fotografo Masashi Asada nell’elaborare due suoi album. Il primo è quello che ritrae i vari  componenti della sua famiglia, nelle vesti del mestiere dei loro sogni, intitolato “The Asada Family ” con cui ha vinto il Kimura Ihei Photography Award nel 2008. La seconda è la raccolta fotografica ricorda invece il suo impegno al fianco di un volontario, impegnato a recuperare le foto disperse dalle persone colpite in Giappone nello tsunami del 2011.

Il canto del pavone

Il canto del pavone racconta di Amila nato in un piccolo villaggio dello Sri Lanka. Dopo aver perso i suoi genitori, va a vivere a Colombo. Qui lavora in un cantiere cinese e si prende cura dei suoi 4 fratellini. Sua sorella Inoka purtroppo soffre di un difetto congenito al cuore e l’unico modo per salvarle la vita è un’operazione chirurgica, urgente e costosa, da fare in India. Mentre Amila cerca di trovare i soldi necessari incontra la persona sbagliata ma al momento giusto, e si trova coinvolto in un traffico di neonati. Questo film di Sanjeewa Pushpakumara tratta un grave problema che lo Sri Lanka affronta ormai da anni, quello del commercio illegale sui bambini per scopi sessuali e lavori forzati, nonostante i tentativi del governo di prevenirlo.

Killers of the Flower Moon

Killers of the Flower Moon

Killers of the Flower Moon il film più importante di questo Ottobre al cinema riunisce di nuovo Leonardo DiCaprio e Robert De Niro diretti da Scorsese. La storia è basata su una vicenda realmente accaduta quando un gruppo di nativi americani Osage sono diventati, all’improvviso, i cittadini più ricchi degli Stati Uniti. Ovviamente i bianchi, per varie ragioni anche preda di criminali, erano disposti a tutto per impadronirsi delle ricchezze di questo popolo. Nel film a Fairfax, fa ritorno Ernest Burkhart, un reduce dalla Grande Guerra interpretato da DiCaprio, intento a costruirsi un futuro dopo l’esperienza bellica. Arrivato in città si rifugia da suo zio William Hale, cioè De Niro, un ricco signorotto dell’Osage County, crudele, spietato e grande manipolatore, che convince il nipote a sposare Mollie, l’attrice Lily Gladstone, ragazza Osage e futura ereditiera dei possedimenti petroliferi. Intanto le azioni di Hale attireranno l’attenzione dell’FBI, che condurrà delle indagini guidate dal detective Tom White che ha il volto di Jesse Plemons. Nel cast anche il Premio Oscar Brendan Fraser nei panni dell’avvocato WS Hamilton.

Me contro Te – il Film: Vacanze in Transilvania

Me Contro Te Il Film - Vacanze in Transilvania

Una nuova avventura cinematografica per il duo dei Me contro te e ovviamente in perfetto clima da Halloween dove i protagonisti vanno in vacanza in Transilvania. Dopo il viaggio nella giungla, Sofì e Luì dovranno affrontare una nuova missione nella regione della Romania divenuta celebre per il castello di Bran, che avrebbe ispirato la leggenda di Dracula, uno dei protagonisti horror più popolari di sempre. Chissà se la coppia incontrerà, dopo le mummie, anche il vampiro più famoso di sempre.

Mi fanno male i capelli

Questo è il secondo film italiano di questo Ottobre al cinema ed uno dei titoli in Concorso alla Festa del Cinema di Roma 2023. La regista del documentario Le favolose porta sul grande schermo la storia di una donna che sta perdendo la memoria, ma per non dimenticare sé stessa si mette nei panni dei personaggi dei film di Monica Vitti. L’uomo che sta accanto nella vita della protagonista che si chiama Monica, sta al gioco anche in rispetto dell’amore che prova per lei. I due componenti della coppia sono interpretati dall’attrice Rohrwacher e Filippo Timi.

Mur

Questo documentario è l’esordio alla regia di Kasia Smutniak ed stato presentato in anteprima mondiale, in selezione ufficiale, al Toronto International Film Festival 2023. L’attrice in Mur si reca nella proibita “zona rossa” polacca per far luce sulle politiche di confine del suo Paese d’origine e sulla crisi dei rifugiati dell’Unione Europea.

Mi fanno male i capelli: recensione del film con Alba Rohrwacher #RoFF18

Impronte nella sabbia. Alba Rohrwacher, nei panni di Monica, cerca di seguirle facendo attenzione a mettere i piedi lì dove qualcun altro già li ha messi. Non sapremo mai a chi appartengono. Può essere bello pensare che appartengano a Monica Vitti, a cui il nuovo film di Roberta TorreMi fanno male i capelli – deve il suo titolo, con la protagonista che non starebbe allora facendo altro che cercare di ripercorrere la carriera della celebre diva, tra le più amate della storia del cinema italiano e scomparsa solo di recente. Molto più probabilmente, però, quelle impronte sono della stessa protagonista, la quale si è perduta e cerca di tornare sui propri passi.

Passi che forse neanche sa appartenerle, avendo intrapreso volente o nolente un percorso non per ricordare bensì dimenticare. Perché dimenticare è importante, ci permette di fare spazio per nuove cose, come viene affermato nel film. Ma dimenticare è anche doloroso, specialmente per chi è costretto a guardare il proprio caro sapendo di non essere da questi riconosciuto. Si soffre allora da soli, ed è quanto succede in Mi fanno male i capelli, il quale pur partendo dunque come omaggio a Monica Vitti si svela piano piano essere un racconto sulla memoria, sull’identità e sulla facilità con cui queste due cose possono sgretolarsi. Purtroppo, nel proporre ciò, non tutto funziona.

La trama di Mi fanno male i capelli

Ad essere vittima di una memoria che ogni giorno le fa credere di aver perso qualcosa per strada è la già citata Monica (Alba Rohrwacher), la quale con sempre maggiore curiosità inizia a guardarsi intorno cercando di ricordarsi il nome delle cose, i viaggi compiuti, il volto e le lebbra di suo marito Edoardo (Filippo Timi). Quest’ultimo cerca in tutti i modi di trattenere l’amata moglie nel nostro mondo e di non perderla in quello dei sogni, acconsentendo dunque a fare con lei un gioco particolare, l’unico che sembra poter regalare a entrambi qualche nuovo ricordo felice: rimettere in scena i film con protagonista Monica Vitti, in cui la protagonista è convinta di rivedere sé stessa.

Mi fanno male i capelli recensione
Alba Rohrwacher in una scena di Mi fanno male i capelli

Ricordi quel gioco?

Parte dunque come omaggio all’amata attrice italiana – tra le più importanti del nostro cinema e tristemente scomparsa il 2 febbraio del 2022 – il film diretto da Roberta Torre, ma di lei non esalta solo la carriera e la personalità ma anche il suo rapporto ambivalente con la memoria, che diceva di voler perdere. Perché il cuore del film è da ritrovarsi in questo rapporto con quell’organo-forziere dentro cui si nascondono i ricordi di una vita intera e che molto spesso sceglie per noi cosa preservare e cosa no. Ecco allora che nel film la protagonista si confronta con queste dinamiche, cercando di riappropriarsi di situazioni che forse ha vissuto davvero o forse no.

Scorrono dunque sullo schermo immagini tratte da alcuni dei film più famosi della Vitti, da La notte a L’eclissi, da Il Deserto Rosso a Polvere di stelle, con la protagonista che instaura dei veri e propri dialoghi con l’attrice ed estendendo poi questo gioco anche al marito – un dolente e convincente Filippo Timi – e all’iconico Alberto Sordi. Un gioco attraverso cui la protagonista si ricerca e prova a ritrovare la propria identità che giorno dopo giorno si sbiadisce. Da qui dovrebbe emergere tutta la tenerezza di lei come anche tutta la drammaticità della malattia che la caratterizza. Ma, come accennato in apertura, tutto ciò raramente si concretizza.

Un film che non trova la propria strada

Mi fanno male i capelli dimostra infatti sin da subito una certa difficoltà nel trovare la propria strada. Come omaggio a Monica Vitti risulta piuttosto sconclusionato, con poco da offrire se non una sequenza finale interamente composta da immagini dell’attrice che riesce sì ad emozionare, ma per merito della Vitti, che con i suoi occhi grandi e malinconici o il suo sorriso spiazzante ci ricorda di quanto sia stata preziosa per il nostro cinema, la nostra cultura, la nostra storia. Come film sulla malattia, invece, manca di quella profondità necessaria a rendere giustizia all’argomento, ponendo sì in evidenza la drammaticità di tale condizione ma senza aggiungere nulla che non sia già stato detto.

Non aiuta poi una sottotrama, a cui è legato il personaggio di Timi, che poco o nulla aggiunge al racconto di Monica e alle sue vicende, ma che anzi vi sottrae attenzioni e tempo. Si finisce così con l’imbattersi in diversi spunti interessanti (tra cui si ritrovano gli scambi – di parole o indumenti – tra Vitti e Rohrwacher resi possibili dal montaggio), ma affrontati con troppa superficialità. L’emozione dunque si smorza, il coinvolgimento dello spettatore va pian piano diminuendo e quello stesso gioco che la protagonista ci aveva invitato a fare smette di possedere il fascino che poteva avere all’inizio. Il film finisce dunque, ironia della sorte, con l’essere facilmente dimenticabile.

Leonardo DiCaprio: 10 cose che non sai sull’attore

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Leonardo DiCaprio: 10 cose che non sai sull’attore

Leonardo DiCaprio è uno di quegli attori che se non esistesse bisognerebbe inventarlo. Dopo aver conquistato il mondo intero con la sua performance in Titanic, non ha smesso di affascinare il mondo con il suo magnetismo e il suo talento. DiCaprio ha sempre preferito la qualità dei film ai quali partecipa, riuscendo ad essere sempre un valore aggiunto e ad essere uno degli attori perfetti con cui lavorare (basta pensare al suo rapporto con Martin Scorsese).

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Leonardo DiCaprio.

Leonardo DiCaprio: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. DiCaprio ha debuttato poi al cinema nel 1991 con Critters 3, continuando con Voglia di ricominciare (1993) Buon compleanno Mr. Grape (1993), Poeti dall’inferno (1995), La stanza di Marvin (1996) e Romeo + Giulietta di William Shakespeare (1996). Dopo il successo di Titanic (1997), DiCaprio ha lavorato in La maschera di ferro (1998), The Beach (2000), Gangs of New York (2002), Prova a prendermi (2002), The Aviator (2004), The Departed – Il bene e il male (2006), Blood Diamond (2006), Nessuna verità (2008) e Revolutionary Road (2008). Tra gli ultimi suoi film di cui ha fatto parte, vi sono Shutter Island (2010), Inception (2010), J. Edgar (2011), Django Unchained (2013), Il grande Gatsby (2013), The Wolf of Wall Street (2013), Revenant – Redivivo (2015),  C’era una volta a… Hollywood (2019), Don’t Look Up (2021) e Killers of the Flower Moon (2023).

2. Leonardo DiCaprio è un produttore affermato. Nel corso della sua carriera, Leonardo DiCaprio ha vestito molte volte i panni del produttore. L’attore, infatti, è conosciuto per aver prodotto molti film di successo e anche diversi documentari: tra i vari titoli, si annoverano film come The Aviator, Cappuccetto rosso sangue (2011), Le idi di marzo (2011), Il fuoco della vendetta (2013), The Wolf of Wall Street, La legge della notte (2016), Robin Hood – L’origine della leggenda (2018), Richard Jewell (2019) e documentari come The 11th Hour (2007), Virunga (2014), Cowspiracy (2015), Punto di non ritorno (2016) e Sea of Shadows (2019). Ma non solo: DiCaprio ha prodotto anche le serie TV Greensburg (2008) e le miniserie Digital Wampum (2015), Fire Chasers (2017) e Jonestown: Terror in the Jungle (2018).

 

The Departed Leonardo DiCaprio

 

Leonardo DiCaprio: chi è la sua fidanzata

3. Leonardo DiCaprio ha sempre avuto fidanzate con meno di 25 anni. Oltre ai film da lui interpretati, Leonardo DiCaprio è famoso anche per avere avuto uno stuolo di fidanzate giovanissime e biondissime. Di recente è stato realizzato un grafico che mostra come l’attore non abbia mai frequentato una donna che avesse un’età maggiore ai 25 anni e tutte sono durate per poco tempo, salvo quelle con Gisele Bundchen e Bar Rafaeli, durate poco più di cinque anni. Tra le diverse fidanzate, oltre la Bundchen e la Refaeli, sono comparse Blake Lively, Erin Heatherton, Toni Garrn, Klly Rohrbach e Nina Adgal.

4. Leonardo DiCaprio è stato fidanzato con la figliastra di Al Pacino. Dal marzo del 2018, DiCaprio ha iniziato a frequentare la Camila Morrone, famosa più che altro per essere la figliastra di Al Pacino (la giovane, infatti, è la figlia di Lucila Solà, compagna di Pacino). Tra i due la differenza d’età è importante, 44 anni lui e 22 lei, ma questo non gli ha impedito di formare una coppia che per un certo periodo è sembrata piuttosto affiata. Nel 2022, tuttavia, i due si sono lasciati. Ad oggi non ci sono certezze riguardo una sua attuale compagna, ma tra i nomi usciti di recente vi sono l’italiana Vittoria Ceretti e la modella Meghan Roche.

Leonardo DiCaprio e Kate Winslet

5. Leonardo DiCaprio ha regalato a Kate Winslet un anello dell’amicizia. Da quando si sono conosciuti sul set di Titanic, DiCaprio a Kate Winslet sono diventati amici inseparabili, tanto da essere sempre presenti agli eventi importanti della vita dell’altro. L’attore, infatti, ha accompagnato all’altare la sua amica durante il matrimonio con il terzo marito Ned Rocknroll ed è il padrino del suo terzo figlio, mentre lei c’è sempre stata per sostenere le sue campagne ambientali durante la sua vittoria agli Oscar. Per celebrare la loro profonda amicizia, DiCaprio ha regalato alla Winslet, dopo essersi ritrovati sul set di Revolutionary Road, un anello dell’amicizia a cui l’attrice è molto affezionata.

Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese

6. Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese sono pronti a collaborare ancora. Se c’è uno dei sodalizi tra attore e regista più intensi ed edificanti, quello è tra Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio. I due, che hanno negli anni dato vita a diversi grandiosi film, sono ora pronti a collaborare per la settima volta per un film dal titolo The Wager tratto dall’omonimo romanzo di David Grann. Per loro questa nuova collaborazione seguirà le esperienze di Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter Island,The Wolf of Wall Street e di Killers of the Flower Moon.

Leonardo DiCaprio in Titanic

7. Non era certo di voler accettare il ruolo. Considerando che DiCaprio si è consacrato proprio grazie al ruolo di Jack Dawson in Titanic, soprende sapere che egli era inizialmente insicuro sull’accettare o meno la parte. L’attore temeva infatti che il personaggio non fosse dotato di particolarità tali da renderlo interessante. Il regista James Cameron, però, riuscì però a convincerlo sottolineando la complessità del costruire il personaggio come una persona normale. Partendo da tale indicazione, DiCaprio ha dato vita ad una delle sue interpretazioni più celebri.

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Leonardo DiCaprio ha vinto un Oscar

8. Leonardo DiCaprio ha vinto l’Oscar dopo 6 candidature. Chiunque è a conoscenza del travagliato rapporto esistente tra DiCaprio e i Premi Oscar: l’attore, infatti, ha ricevuto ben 7 candidature agli Academy – di cui 5 come Miglior Attore Protagonista, 1 come Miglior Attore non Protagonista e una come Miglior Film. Di tutte queste nomination, l’attore è riuscito a vincere l’ambita statuetta nel 2016 grazie al film Revenant – Redivivo, conquistando, finalmente e per la gioia dei suoi fan che avevano aperto anche delle petizioni online, il titolo di Migliore Attore.

Leonardo DiCaprio da giovane

9. È stato un bambino prodigio. Comparso in alcuni spettacoli televisivi già quando aveva tre anni, DiCaprio inizia poi ad interessarsi alla recitazione sin da adolescente. In breve tempo si afferma come un prodigio, recitando in alcune serie e film. Nel frattempo, trovato un agente a Hollywood, rifiuta il consiglio da parte di questi di cambiare il proprio nome in Lenny Williams, considerato più american friendly, e nel 1999 lo protegge divenendone il titolare dal punto di vista commerciale. A soli 18 anni, poi, ottiene la sua prima nomination all’Oscar per Buon compleanno Mr. Grape.

Leonardo DiCaprio ha origini italiane

10. Il suo nome è in onore al celebre artista. Dal lato paterno, DiCaprio vanta origini italiane. I suoi bisnonni, Salvatore Di Caprio e Rosina Casella, erano originari di Napoli, secondo una notizia fatta circolare nel 1998, e la famiglia di Salvatore era originaria di Alife. Come noto, gli è poi stato dato il nome Leonardo perché diede il suo primo calcio mentre la madre incinta stava osservando un dipinto di Leonardo da Vinci nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Da parte di madre, invece, ha origini tedesche.

Fonti: IMDb, Eonline

Marvel Studios: emergono nuovi dettagli sullo scontro di Kevin Feige con Victoria Alonso e sul motivo per cui è stata licenziata

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Quando Avengers: Endgame è stato rilasciato nel 2019, i Marvel Studios non potevano davvero sbagliare. Da allora, li abbiamo visti espandere enormemente la loro offerta di film e serie tv per il grande e il piccolo schermo. Crescita che ha portando a problemi con la quantità piuttosto che sulla qualità e con un leader – Kevin Feige – che è stato messo a dura prova. 

Molti hanno incolpano l’amministratore delegato della Disney Bob Chapek per questi problemi, ma abbiamo appreso per la prima volta delle tensioni all’interno dei Marvel Studios all’inizio di quest’anno. Questo è accaduto quando Victoria Alonso, Presidente, Responsabile della post-produzione, VFX e Produzione d’animazione, è stata licenziata dalla società dopo 16 anni. 

Matthew Vaughn conferma i colloqui con i DC Studios e loda The Flash

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Matthew Vaughn non è nuovo agli adattamenti dei fumetti dopo aver diretto X-Men: L’inizioKick-Ass e tre film di Kingsman. È stato anche collegato a numerosi altri progetti Marvel e DC nel corso degli anni e, negli ultimi mesi si sono susseguite le voci secondo cui è stato preso in considerazione dai DC Studios come potenziale regista di The Authority

È una proprietà a cui sarebbe particolarmente adatto (soprattutto se classificato come film vietato) e, durante un’intervista con Happy Sad Confused, il regista britannico ha confermato di essere stato in contatto con James Gunn e Peter Safran quando ha detto: “Noi abbiamo parlato.”

Tuttavia, ha aggiunto, attualmente non è sul tavolo alcun progetto specifico:  “Con Gunn e Peter della DC abbiamo parlato. Mai dire mai, al momento mi sto divertendo a creare le mie cose. Il franchise è nelle migliori mani, quindi vediamo cosa succede.”

Non è che Vaughn abbia rivelato di quali film o programmi TV hanno discusso, ma ha confermato i rapporti precedenti secondo cui lui e lo scrittore di fumetti Mark Millar si sono rivolti alla Warner Bros. per presentare una trilogia di Superman prima che Zack Snyder realizzasse L’Uomo d’Acciaio

“Mark e io ci siamo seduti e abbiamo ideato una trilogia di tre film, presentandola poi alla Warner Bros. prima di ‘L’Uomo d’Acciaio'”, ricorda. “Abbiamo proposto come realizzare una trilogia di film di Superman e la Warner ha detto che non era interessata. Questo è tutto.”

“Avrei realizzato una versione moderna del film di Richard Donner. La nostra grande idea era che Krypton non esplodesse. Alla fine lo fa. Il padre aveva ragione, ma ha sbagliato i tempi”, ha aggiunto Vaughn. “Quando Superman è cresciuto, all’improvviso c’è un esodo di massa e si scatena l’inferno. Questa era la nostra idea principale.”

È una versione audace del L’Uomo d’Acciaio e suggerisce che Vaughn potrebbe scuotere le cose anche con The Authority. Alcuni fan sono già molto conviti visti i suoi successi che debba essere uno dei primi registi a finire sul libro paga dei nuovi DC Studios e recentemente lo scrittore e regista ha elogiato The Flash in un’intervista con  Screen Rant.

“Ciò che mi ha davvero spaventato è che mi è piaciuto molto The Flash. Pensavo fosse davvero un bel film… Ed è morto al botteghino, giusto?” ha detto, condividendo i suoi pensieri sulle recenti difficoltà del genere dei fumetti. “E io dico, aspetta, aspetta, questo è un bel film. Cos’è successo? E non so se fosse stanchezza da supereroe; l’hai appena visto girare.”

“Quindi, anche ora che l’abbiamo realizzato bene, in quel film c’erano delle riprese davvero, davvero complicate, difficili e piuttosto speciali e uniche. Non credo che Muschietti abbia avuto abbastanza credito per quello che hanno realizzato.”

Vaughn ha poi approfondito la questione dicendo: “Penso che ci siano stati così tanti brutti film di supereroi che è come quando è arrivato il western, ne fai così tanti che ti annoi del genere, non perché il genere sia brutto, ma perché i film sono brutti. Purtroppo ero abbastanza grande quando uscirono Batman e Robin, ed è stato terribile “Ero un grande fan di Batman e ci siamo detti: ‘Ah!’ E poi i supereroi si sono fermati, e poi sono tornati. Ora, sarò curioso di vedere come se la caverà The Marvels.”

Widow Clicquot: recensione del film con Haley Bennett e Tom Sturridge – #RoFF18

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Bianco e nero. Vita e lutto. Due colori che simboleggiano lo stato d’animo di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, la vedova Clicquot, vissuta tra il 1777 e il 1866. Widow Clicquot di Thomas Napper racconta la storia vera della “Grande Dame della Champagne”, che sposando François Clicquot divenne poi ereditiera dei vuoi vitigni e della sua attività, dopo la sua morte, in un momento storico in cui alle donne era severamente vietato dalla legge gestire attività di così alto profitto. Haley Bennett e Tom Sturridge guidano il cast del film di Thomas Napper che sarà proiettato alla Festa del Cinema di Roma dopo aver ricevuto l’anteprima al Tiff 2023 dove ha riscosso un discreto successo.

Widow Clicquot, la trama

Determinata a portare avanti le teorie del marito sulla chimica del suolo, sulla configurazione delle viti e sulle tecniche rivoluzionarie di imbottigliamento, Barbe-Nicole scommette sulla prossima vendemmia e sul proprio blend di spumanti. Sfidando la capricciosità delle stagioni, l’aggressivo concorrente Monsieur Moët e il codice napoleonico del 1804 che vieta alle donne di gestire le aziende, l’elegante e luminosa vedova si gioca il tutto per tutto. Una donna imprenditrice che diventa il punto di riferimento di un marito visionario, incompreso e volubile. Thomas Napper – con il contributo di Joe Wright – realizza un film dove gli altopiani francesi si mescolano alla brughiera inglese, mani e dita che si toccano e intrecciano, in questa storia d’amore tormentata ma romantica. La prima sequenza iniziale di Widow Clicquot, infatti, ricorda molto Orgoglio e Pregiudizio del 2005 – film per altro diretto da Wright.

Dopo la morte prematura del coniuge Barbe-Nicole è ancora innamorata e affascinata dagli esperimenti d’avanguardia di François. Chiamata Veuve (la parola francese per indicare la vedova) all’età di 27 anni, è determinata a proteggere l’eredità della sua famiglia e a sfidare con coraggio gli uomini – e lo Stato – intenzionati a privarla dei suoi vigneti. Più volte nel corso di Widow Clicquot viene sottovalutata, messa in discussione e additata come la rovina dell’azienda e del buon nome della famiglia del marito. Ancora una volta, come molte volte è successo nelle filmografie di questo ultimo anno (da Women Talking – Il diritto di scegliere a Tàr), il cinema viene utilizzato come specchio della contemporaneità portando storie di donne intraprendenti e audaci che devono combattere in un ambiente prettamente maschile.

Widow Clicquot film

Il segreto della perfetta felicità

Mentre la storia di Barbe-Nicole come imprenditrice di vino e champagne cresce, parallelamente tramite dei flashback assistiamo all’inizio del declino della storia d’amore tra lei e il marito. Il giovane François Clicquot è un visionario tormentato e come tale è sopraffatto dalle sue stesse idee. Dalla continua ricerca della perfezione, la telecamera che si sofferma su ogni singolo chicco di uva e una storia d’amore che viene raccontata come un diario a cuore aperto tra due anime affini che incontrano in un balletto di parole. La continua ricerca della perfezione nel lavoro come anche nella vita cercando di manipolare tutto dalla racconta all’imbottigliamento. Alla fine di Widow Clicquot per quanto il personaggio di Tom Sturridge cerchi di appoggiarsi alla moglie si ritrova solo a combattere contro i suoi stessi demoni dai quali alla fine viene vinto.

Barbe-Nicole, invece, si dimostra non solo meno volubile del marito ma anche in grado di gestire il peso di tutta una azienda e di intere famiglie che lavorano per lei. Rimasta vedova a ventisette anni, la sua unica colpa è non essere un uomo, non far parte di quella cerchia di ricchi viticoltori che si avvicinano a lei per esortarla a vendere un pezzo delle sue proprietà. Il pugno duro con chiunque osi avvicinarsi alle sue terre e alle sue creazioni faranno di Barbe una delle prime imprenditrici del settore dell’enologia le cui creazioni saranno copiate e prese come riferimento dai posteri.

Sei sempre stata tu

La narrazione di Widow Clicquot oscilla tra presente e passato e mette anche al centro la figura di Barbe come giovane donna. Prima in bianco mentre vive l’amore giovanile con cui condivide sogni e speranze. Poi in nero, la morte dell’amore della sua vita, partner sul lavoro. Un lavoro che impara ad amare grazie allo sguardo visionario del marito che la rende partecipe di ogni nuova miscela innovativa. Lui stesso è consapevole dell’importanza della moglie nella sua vita, tanto da affidarle dopo la sua morte tutta l’azienda. Una donna resiliente che anche alla fine, durante il processo alla quale è sottoposta davanti agli occhi di una giuria composta da uomini giudicanti, non si lascia sopraffare rimarcando il punto sulla sua indipendenza e sulla mutevolezza degli esseri umani, fortunatamente, mai uguali a sé stessi.

“Sono felice di essere una donna anche se questo significa perdere i diritti degli uomini”

The Boys in the Boat: trailer del nuovo film di George Clooney

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The Boys in the Boat: trailer del nuovo film di George Clooney

La MGM ha pubblicato il trailer di The Boys in the Boat, il prossimo film da regista di George Clooney con Joel Edgerton e Callum Turner. Il dramma sportivo arriverà nelle sale il giorno di Natale, il 25 dicembre negli USA.

Il video presenta una squadra di canottaggio universitaria composta da studenti sfavoriti che si dedicano al canottaggio per motivi di sopravvivenza durante uno dei periodi più difficili della storia umana. Mette in risalto il tentativo della squadra di vincere l’oro alle Olimpiadi estive di Berlino, dove gareggeranno contro la squadra di canottaggio nazista tedesca.

Cosa aspettarsi da The Boys in the Boat?

Basato sul romanzo più venduto sulla squadra di canottaggio dell’Università di Washington del 1936 che gareggiò per l’oro ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936, questa storia vera segue un gruppo di perdenti al culmine della Grande Depressione mentre vengono spinti ad affronta rivali internazionali d’élite”, si legge nella sinossi.

The Boys in the Boat è diretto da George Clooney da una sceneggiatura scritta da Mark L. Smith, basata sull’omonimo romanzo di Daniel James Brown del 2013. Il film è interpretato da Callum Turner, Joel Edgerton, Chris Diamantopoulos, Jack Mulhern, Sam Strike, Luke Slattery, Thomas Elms, Tom Varey, Bruce Herbelin-Earle, Wil Coban, James Wolk, Hadley Robinson e Courtney Henggeler.

I produttori esecutivi sono Gary Barber, Barbara A. Hall, Andy Mitchell, Peter Oillataguerre e Kevin Ulrich. Clooney, Lee Grumett e Grant Heslov sono anche produttori.

Mur: recensione del film di Kasia Smutniak – #RoFF18

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Mur: recensione del film di Kasia Smutniak – #RoFF18

È stato proiettato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e adesso viene presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Special Screening l’esordio alla regia di Kasia Smutniak, Mur, il documentario che con occhio discreto eppure appassionato fa luce sulla complessa crisi umanitaria che si è sviluppata nel confine tra la Polonia e la Bielorussia.

Mur, la trama del documentario

Il marzo del 2022, segnato dall’invasione russa dell’Ucraina, ha scosso l’Europa e ha spinto molti paesi a mobilitarsi per offrire asilo ai rifugiati. Tra questi, la Polonia si è distinta per la sua tempestività e generosità nel tendere una mano agli sfollati. Tuttavia, è anche la stessa Polonia che ha iniziato la costruzione di ciò che è diventato il muro più costoso d’Europa, un’enorme barriera per impedire l’ingresso di ulteriori rifugiati. Questo angolo d’Europa sconosciuto è il cuore della trama di Mur.

La “zona rossa”, una striscia di terra lungo il confine bielorusso, è il territorio in cui si svolge la storia, ed è proprio la zona in cui arrivano i rifugiati in territorio polacco. La regista Kasia Smutniak, nel suo esordio dietro la macchina da presa, affronta questa crisi con una passione palpabile. Il risultato è un film che è sia un diario intimo che una denuncia delle politiche discriminatorie e della disumanizzazione dei rifugiati.

Il percorso narrativo è un viaggio incerto e rischioso nella “zona rossa”, in cui l’accesso ai media è vietato. Kasia Smutniak, con l’aiuto di attivisti locali e attrezzature tecniche leggere, riesce a superare queste barriere e documentare ciò che le autorità vogliono nascondere. Il film è un’osservazione cruda e sincera del movimento e delle questioni critiche che interessano i due muri principali di questa storia: il primo respinge i migranti che attraversano il bosco millenario di Puszcza Białowieża, un ostacolo impenetrabile nel loro viaggio; il secondo è di fronte alla finestra di casa dei nonni di Kasia a Łódź, il muro del cimitero ebraico del ghetto di Litzmannstadt.

Un ritorno a casa per Kasia Smutniak

Il ritorno alle radici di Kasia Smutniak, alla sua città natale e ai luoghi dell’infanzia, aggiunge un elemento personale e intimo alla storia. Questo viaggio personale la porta, e con lei gli spettatori, a una consapevolezza profonda: l’accoglienza non dovrebbe fare distinzioni, chiunque sia in pericolo deve essere soccorso, e un continente che si definisce democratico non dovrebbe erigere muri. Questa è una potente dichiarazione in un’era in cui il dibattito sull’immigrazione e i confini è più acceso che mai.

Il film è caratterizzato da inquadrature fatte di nascosto, che catturano momenti intensi in luoghi pericolosi ai margini della Polonia. Questo approccio conferisce al film un senso di realismo e coinvolgimento, trasmettendo lo spirito di un reportage clandestino che rivela la verità nascosta.

Una delle caratteristiche migliori del film è la narrazione documentaristica di Smutniak. La difficoltà di ottenere informazioni e la creazione di una “zona rossa” attorno al confine per impedire l’accesso di volontari, organizzazioni umanitarie e giornalisti hanno fatto sì che le testimonianze e l’importante lavoro di soccorso e sostegno ai migranti siano passati in mano a singoli o gruppi di volontari.

Una rete di volontari per una crisi umanitaria silenziosa

Mur è una testimonianza toccante di una realtà poco conosciuta, ma di importanza cruciale. Senza enfasi o retorica, il film sottolinea il coraggio di coloro che lottano per portare alla luce una crisi umanitaria nascosta, mentre ricorda all’Europa il suo impegno verso la democrazia e l’accoglienza. Kasia Smutniak, con il suo esordio alla regia, dimostra di essere non solo una talentuosa attrice, ma anche una voce lucida e autorevole nel mondo del cinema.

Come ha raccontato anche Green Border di Agnieszka Holland, Premio Speciale della Giuria a Venezia 80, Mur offre uno sguardo crudo ma emozionante su una realtà poco conosciuta, un film che è anche una fotografia di uno status quo che non dovrebbe lasciare indifferenti.

10 Cloverfield Lane: il regista vorrebbe fare un sequel con Mary Elizabeth Winstead

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Il regista di 10 Cloverfield Lane, Dan Trachtenberg, si è dimostrato molto aperto all’idea di riunirsi con Mary Elizabeth Winstead per un potenziale sequel del film di successo.

Parlando con CinemaBlend, a Trachtenberg è stato chiesto se avesse mai discusso di realizzare un sequel diretto di 10 Cloverfield Lane del 2016 con Mary Elizabeth Winstead. Anche se Trachtenberg ha affermato di averne parlato solo brevemente in scenari ipotetici, non ha nemmeno escluso la possibilità che ciò accada un giorno.

Sarei ancora totalmente aperto a questo“, ha detto. “Penso che Mary…Abbiamo parlato un po’ di scenari del tipo ‘e se’. E poi sono stato attratto, tutti i cineasti erano in qualche modo attratti da altre cose. Ma lo prenderei comunque in considerazione. Ci sarebbero molte cose nel genere in cui si troverebbero, ma non si sa mai.”

Un altro sequel di Cloverfield sta già accadendo

Mentre il pubblico potrebbe o meno finire per vedere cosa succede a Mary Elizabeth Winstead dopo essere fuggita dal bunker in cui il personaggio interpretato da John Goodman l’ha intrappolata, un quarto film di Cloverfield è attualmente in lavorazione. Il terzo film di Cloverfield, The Cloverfield Paradox, è uscito direttamente su Netflix nel 2018.

JJ Abrams aveva precedentemente affermato che il nuovo film di Cloverfield avrebbe seguito direttamente il film originale del 2008 diretto da Matt Reeves. Babak Anvari è stato annunciato come regista nel settembre 2022, mentre Joe Barton sta scrivendo la sceneggiatura.

“Non posso mai dire… quello che stiamo facendo perché è Cloverfield e le regole di Cloverfield sono che non si parli di Cloverfield”, ha detto Matt Reeves a The Hollywood Reporter riguardo al nuovo film nel gennaio 2023. All’inizio è sempre stato così sorprendente il modo in cui tutto è venuto fuori, e spero che continui ad essere sorprendente”.

Trachtenberg, che ha recentemente realizzato Prey del 2022, ha anche detto a CinemaBlend che l’imminente “sequel che stanno realizzando è molto interessante”. 10 Cloverfield Lane è attualmente in streaming su Paramount+.

Faraway Downs: trailer della rivisitazione a puntate del film Australia di Baz Luhrmann

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Hulu ha pubblicato il trailer di Faraway Downs, una rivisitazione a puntate del film Australia del 2008 di Baz Luhrmann con Nicole Kidman Hugh Jackman. Tutti gli episodi verranno trasmessi in streaming il 26 novembre 2023 su Hulu.

Luhrmann ha rimontato il film di 165 minuti in sei capitoli, che includono filmati aggiuntivi e un nuovo finale. Faraway Downs presenta ancora Lady Sarah Ashley di Nicole Kidman, un’aristocratica inglese, e The Drover di Hugh Jackman, un esperto mandriano di bestiame. Tuttavia, la serie sarà ora raccontata attraverso gli occhi di Nullah (Brandon Walters).

Cosa aspettarsi a Faraway Downs?

La storia è incentrata su un’aristocratica inglese, Lady Sarah Ashley (Nicole Kidman) che viaggia dall’altra parte del mondo per affrontare il marito ribelle e vendere una risorsa insolita: un ranch di bestiame di un milione di acri nell’entroterra australiano chiamato Faraway Downs. Dopo la morte di suo marito, uno spietato barone australiano del bestiame, King Carney (Bryan Brown), complotta per impossessarsi della sua terra e lei, con riluttanza, unisce le forze con un rozzo mandriano di bestiame (Hugh Jackman) per proteggere il suo ranch.

La travolgente avventura romantica è esplorata attraverso gli occhi del giovane Nullah (Brandon Walters), un bambino indigeno australiano bi-razziale coinvolto nella politica razziale draconiana del governo, ora chiamata ‘Generazioni rubate’. Insieme, il trio vive quattro anni che cambiano la vita, una storia d’amore tra Lady Ashley e il Mandriano e l’inevitabile impatto della Seconda Guerra Mondiale sull’Australia settentrionale.

Oltre a Kidman, Jackman e Walters, Faraway Downs presenterà altri personaggi di spicco australiani, tra cui Bryan Brown nei panni di Re Carney e Ben Mendelsohn nei panni del Capitano Dutton. Luhrmann dirige Faraway Down e sarà produttore esecutivo insieme a Catherine Martin, Schuyler Weiss e Catherine Knapman. Martin ha ricevuto una nomination all’Oscar per i migliori costumi per il suo lavoro in Australia.

Faraway Downs sarà presentato in anteprima mondiale alla prima edizione del SXSW Sydney Screen Festival il 21 ottobre. In Italia dovrebbe arrivare su Disney+.

Fremont: recensione del film di Babak Jalali – #RoFF18

Fremont: recensione del film di Babak Jalali – #RoFF18

La guerra combattutasi in Afghanistan fino al 2021 è una pagina di storia difficile da dimenticare. Leggendo fra le righe di un racconto tanto atroce quanto doloroso, c’è una fetta di umanità che è stata costretta ad abbandonare la propria terra con un grosso peso nel petto e non poche ferite mai davvero suturate, per cercare felicità e salvezza altrove. Ma è proprio in chi ha avuto la fortuna di poter tornare a vivere e sognare un futuro, che si nasconde il più profondo senso di colpa verso coloro che, invece, non hanno avuto la stessa possibilità e sono rimasti indietro. Ed è su questi sentimenti che si erge Fremont, film firmato Babak Jalali (qui alla sua quarta fatica), facente parte della sezione Progressive Cinema, in concorso alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il regista cerca di affrontare uno stato d’animo comune a molti afghani trapiantati in territorio straniero a causa della situazione bellica del loro Paese, e lo fa affidandosi a una vera immigrata, Anaita Wali Zada, che due anni fa fu costretta a fuggire negli Stati Uniti da Kabul con sua sorella. Fremont è sceneggiato dallo stesso Babak Jalali, insieme a Carolina Cavalli, scrittrice e regista italiana.

Fremont, la trama

Donya, un’ex traduttrice di guerra che lavorava per il governo degli Stati Uniti, vive a Fremont, città della Bay Area che viene anche chiamata Little Kabul. Il giorno lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna a San Francisco, mentre la sera cena in un ristorante locale guardando soap opera. La giovane però ha un problema: soffre di insonnia. Inoltre si sente in colpa per aver trovato la libertà negli Stati Uniti mentre tanta della sua gente invece è rimasta in Afghanistan, in chissà quali condizioni e miseria. Nonostante la sua quotidianità sia tranquilla e senza preoccupazioni, Donya vive comunque una radicata solitudine, e non è ancora riuscita a trovare una comunità a cui appartenere davvero. Cerca anche l’amore, l’unica strada che potrebbe sollevarla da questa sua fastidiosa condizione. La sua vita cambierà quando a lavoro verrà promossa per scrivere i biglietti della fortuna, e uno di questi la porterà verso un incontro inaspettato.

Fremont Anaita Wali Zada

Cercare l’amore, abbattere la solitudine

Girato in un elegante e limpido bianco e nero grazie alla fotografia di Laura Valladao, Fremont è un film puramente di regia. Babak Jalali confeziona un racconto in cui le parole, in questo specifico caso, sono superflue, decidendo di lavorare sulla potenza delle immagini, con un formato in 4:3, in particolare sfruttando primi piani e dettagli che spesso si focalizzano sugli occhi e le espressioni della protagonista, Donya. Il film si sciorina attraverso sequenze piene di inquadrature simmetriche, in cui Zada è sempre ben centrata, e la macchina da presa non si distacca mai da lei proprio per non perdersi nessuna sua sfumatura. Nella sua placida – e lucida – impassibilità (Jalali ci dimostra che per parlare di certe tematiche non c’è bisogno di spingere su performance teatrali o piene di enfasi), l’attrice riesce a raccontarci la storia di una donna che, pur sentendosi in diffetto per i suoi connazionali sfortunati, ha una gran voglia di innamorarsi e di ritrovare quel senso di comunità e serenità che sente di aver smarrito. Misurata nelle parole, nei gesti e nei comportamenti, Donya vuole solo essere una persona comune, sentirsi uguale agli altri, vivere come gli altri e proprio per questo non affondare nella sua solitudine, non lasciarsi inghiottire dall’alienazione.

E per farlo non ha bisogno di essere né eccessiva né tantomeno melodrammatica, perché in fondo la sua necessità, il suo bisogno di amore e di appartenenza, è qualcosa che tocca tutti. E che vivono tutti, indipendentemente dal proprio passato, razza o condizione. Fremont, pur non raggiungendo mai un vero e proprio climax narrativo o momenti di tensione palpabili, riesce dunque ad esprimersi grazie all’equilibrio recitativo di Anaita Wali Zada e all’uso di un umorismo intenso, che lo rendono godibile, sincero e soprattutto universale nelle tematiche e nelle situazioni. Nonostante viaggi con una lentezza quasi estenuante e nessun turning point incisivo – nota che potrebbe non piacere a tutti – il film conserva la sua parte migliore nel finale, con le ultime scene dolci e commoventi, che ci fanno sentire completamente vicini a Donya e ci regalano una carezza. Calato il sipario, sorridere per lei è inevitabile. Perché in fondo, pensiamo, dall’altra parte potremmo esserci noi. O forse ci siamo già stati.

Heat 2, Michael Mann parla del film e di Adam Driver: “Devi essere un grande attore per interpretare McCauley”

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Michael Mann suggerisce inoltre che Adam Driver potrebbe recitare nel prossimo Heat 2. In una recente intervista con Vulture, a Michael Mann  è stato chiesto del romanzo Heat 2 che ha scritto insieme a Meg Gardiner e se fosse sempre stata sua intenzione adattare il libro in un sequel del film del 1995 con Robert De Niro, Al Pacino e Val Kilmer.

Non era l’intenzione, ma non è possibile separare le due cose“, ha risposto Mann. “Non so scrivere romanzi. So come scrivere e immaginare le sceneggiature, e volevo che il romanzo avesse un ritmo cinematografico e una struttura basata sulla trama. Sapevo tutto di ognuno di quei personaggi. Avevo immaginato tutto. Conservo archivi molto approfonditi. Ciò che è diventato entusiasmante è stato non farli diventare le persone che sono nel film Heat,  ma farli vivere le esperienze che li hanno trasformati nelle persone che sono poi in Heat.

Adam Driver interpreterà una versione più giovane del personaggio di Robert De Niro in Heat 2?

Alla domanda sul cast di Heat 2, Mann ha inoltre lasciato intendere che Adam Driver – che recita nel nuovo film di Mann, Ferrari – potrebbe interpretare una versione più giovane del personaggio di De Niro, Neil McCauley. Mann aveva già parlato in precedenza di voler inserire Driver nel film, anche se il suo casting non è stato ancora confermato in questo momento.

Non vorrai fare la stessa cosa“, ha spiegato Mann. “Guarda, questo è un gioco di parole. Vuoi reinventare questi personaggi. Ci sono alcuni elementi. Devi essere un grande attore per interpretare McCauley. Penso che Adam Driver sia un grande attore, come De Niro. Allora chi è Hanna, chi è Chris Shiherlis? Chi può portarlo da qualche parte in modo fresco? Questo non è il dilemma che ho avuto con il film Miami Vice. Con il senno di po’ non potevi farlo. Se dovessi rifarlo da capo, avrei cercato di mantenere lo stesso budget e non chiamarlo Miami Vice.

All’inizio di questo mese, Michael Mann ha confermato che ha intenzione di far diventare Heat 2 il prossimo film che realizzerà dopo Ferrari. Ferrari, interpretato anche da Penélope Cruz, uscirà nei cinema il 25 dicembre 2023.

Daniel Radcliffe risponde alle voci che lo vogliono come nuovo Wolverine del MCU

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La star di Harry Potter, Daniel Radcliffe, ha risposto alle frequenti voci secondo cui si sta preparando a interpretare Wolverine degli X-Men nel Marvel Cinematic Universe.

In un video realizzato da Vanity Fair, Radcliffe, Jonathan Groff e Lindsay Mendez – che recitano tutti in Merrily We Roll Along a Broadway – si sono interrogati a vicenda mentre erano attaccati a una macchina della verità. A metà del video, Mendez ha chiesto a Radcliffe se aveva messo in giro le voci secondo cui avrebbe interpretato Wolverine e se era per questo che recentemente si era appassionato al fitness.

“No”, ha dichiarato l’attore . “Mi sono appassionato perché sono ossessivo. Hai visto i miei genitori, sono come dei pazzi per il fitness e quindi questo è stato trasmesso a me. Ma no, niente Wolverine. Lusingato, ma no.” Puoi vedere la risposta di Radcliffe nel video qui sotto:

Perché si dice che Daniel Radcliffe interpreterà Wolverine nel MCU?

Voci su Radcliffe e sul ruolo di Wolverine circolano online da anni. Da quando la Disney ha acquistato la Fox e i diritti cinematografici degli X-Men e quindi ora in mano ​​ai Marvel Studios, Radcliffe è diventato un fan popolare per l’amato eroe mutante.

Nel 2022, lo stesso Radcliffe ha dissipato le voci dell’epoca. Parlando con ComicBook, ha detto: “Apprezzo che qualcuno stia chiaramente dicendo ‘Wolverine è effettivamente basso nei fumetti, dovresti diventare un ragazzo basso per farlo!’ Ma non vedo me stesso, non li vedo andare da Hugh Jackman a me. Ma chi lo sa? Dimostrami che sbaglio, Marvel.

Elite: l’ottava stagione sarà l’ultima per la serie di successo di Netflix

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In vista della premiere della settima stagione questo venerdì, Netflix ha annunciato che la sua popolare serie drammatica spagnola per adolescenti Elite concluderà la sua corsa con la prossima ottava e ultima stagione. Il creatore della serie Carlos Montero ha rilasciato una dichiarazione (tramite Deadline ), affrontando l’imminente fine dello show con la stagione 8, che è attualmente in produzione.

“Stiamo girando l’ottava stagione, che sarà l’ultima stagione di Élite“, ha detto Montero. “Abbiamo concluso con una nota positiva. Jaime [Vaca, co-showrunner della stagione 7], Netflix e io abbiamo pensato che fosse ora di finirla. Lo dico con grande rammarico perché sono stati anni incredibili in cui ho incontrato attori meravigliosi, abbiamo lavorato con tutti i registi con cui volevamo lavorare e abbiamo avuto il lusso di avere Maribel nelle ultime due stagioni. Élite ha cambiato la vita a tutti, ci sono attori che hanno iniziato con noi ed è stato il loro trampolino di lancio per diventare ora star mondiali, sta succedendo a questo cast ed è un orgoglio aver contribuito a tutto questo e sapere che ci hanno visti ovunque il mondo e mi è piaciuto”.

Elite è stata rinnovata per la stagione 8, attualmente in produzione, a luglio, ma all’epoca non era stato menzionato che sarebbe stata l’ultima stagione. Il creatore della serie Carlos Montero ha confermato in una conferenza stampa per la stagione 7, che la stagione 8 sarebbe stata l’ultima della serie, dicendo che la serie “si è conclusa con una nota positiva“.

Cosa sappiamo su Elite?

Elite si concentra attorno a Las Encinas, la scuola più esclusiva del paese, dove l’élite manda i propri figli a studiare. È stato creato da Carlos Montero (The Mess You Leave Behind) e Jaime Vaca (Cable Girls). L’ottava stagione è diretta da Daniel Barone, Ginesta Guindal, Jota Linares ed Elena Trapé. Si uniscono allo spettacolo nella sua puntata finale i nuovi membri del cast Ane Rot (Killer Book Club) e Nuno Gallego (UPA Next), insieme al ritorno di Mina el Hammani nei panni di Nadia. Ulteriori dettagli sulla trama della Stagione 8 e sulla data di uscita prevista sono ancora tenuti nascosti.

“Nella settima stagione, Omar inizia una nuova vita all’università lontano da Las Encinas, ma non riesce a voltare pagina. Il senso di colpa per la morte di Samuel e la sofferenza causata da quel periodo lo attanagliano ancora, spingendolo ad andare in analisi. Tramite uno stage decide di tornare nella scuola dove tutto è successo per affrontare i suoi demoni faccia a faccia. Attraverso il percorso di Omar scopriamo che anche il resto degli studenti sta silenziosamente sfidando i propri incubi. La settima stagione di Elite tratta di salute mentale e di come molti di noi la evitano per paura o ignoranza.”

Lubo, il trailer del nuovo film di Giorgio Diritti

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Lubo, il trailer del nuovo film di Giorgio Diritti

Ecco il trailer di Lubo, il film di Giorgio Diritti liberamente ispirato a “Il seminatore” di Mario Cavatore edito da Einaudi. Nel cast del film ci sono FRANZ ROGOWSKI, CHRISTOPHE SERMET, VALENTINA BELLÈ, NOÉMI BESEDES, CECILIA STEINER,  JOEL BASMAN, PHILIPPE GRABER, MASSIMILIANO CAPRARA. Lubo è una coproduzione italo-svizzera Indiana Production, Aranciafilm con Rai Cinema e Hugofilm Features e Proxima Milano in coproduzione con RSI Radiotelevisione Svizzera SRG/SSR.

Lubo arriva al cinema il prossimo 9 novembre distribuito da 01 Distribution.

Lubo, la trama

Lubo è un nomade, un artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca. Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di prendere i loro tre figli piccoli, strappati alla famiglia in quanto Jenisch, come da programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui.

Werewolf by Night: il regista ha un’idea per un sequel!

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Werewolf by Night: il regista ha un’idea per un sequel!

Il regista di Werewolf by NightMichael Giacchino, ha parlato della possibilità di un seguito allo speciale horror dei Marvel Studios. Parlando con Collider, Giacchino ha dichiarato che, sebbene nessun seguito dello speciale sia stato annunciato o confermato, ha idee per un potenziale seguito di Werewolf by Night, sottolineando che sono “tutti pazzi e pazzi”.

Si parla sempre“, ha commentato il regista. “Ma si sa, finché qualcuno non decide di spendere un centesimo, non succede ancora nulla. Quindi, si spera. Il mio desiderio è che sì, ce ne sia di più con questi personaggi. Mi piacerebbe, e ho idee su cosa mi piacerebbe fare con loro, ed è tutto pazzesco, ma penso che sia l’unico modo per farlo. Quindi, si spera, un giorno. Se tutto va bene, un giorno.”

Di cosa parla Werewolf by Night?

“Ispirato ai film horror degli anni ’30 e ’40, questo speciale agghiacciante mira a evocare un senso di terrore e macabro, con molta suspense e paura lungo il percorso mentre esploriamo un nuovo angolo dell’universo cinematografico Marvel”. Dai un’occhiata al trailer di Werewolf by Night in Color.

Werewolf by Night in Color arriva su  Disney+  venerdì 20 ottobre. L’originale Werewolf by Night, attualmente disponibile sulla piattaforma di streaming, è stato originariamente pubblicato nell’ottobre 2022 e rappresentava una versione diversa e più spettrale dell’MCU ispirata ai film horror degli anni ’30 e ’40.

Le 10 migliori interpretazioni nei film degli anni Ottanta di Martin Scorsese

Gli anni Ottanta per Martin Scorsese sono stati caratterizzati da soli cinque film ma tra cui si possono notare le sue pellicole più celebri. Questo è anche il decennio dove il regista consolida il suo sodalizio con Robert De Niro, iniziato nel 1973 con Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, e con cui poi è tornato a lavorare anche per il film in uscita ora Killers of the Flower Moon.

Da sempre infatti il punto di forza di Scorsese è la sua costante scuderia di attori che cresce nel corso dei decenni. Gli anni Settanta e Ottanta hanno visto Harvey Keitel e De Niro apparire in almeno due film ogni decennio, gli anni Novanta di nuovo De Niro e Joe Pesci. Poi nei Duemila è stata la volta di Leonardo DiCaprio che ha aperto le sue numerose collaborazioni nel 2002 con il ruolo di Amsterdam Vallon in Gangs of New York. Sebbene sia difficile individuare quali siano esattamente le migliori interpretazioni cinematografiche nei film di Martin Scorsese in generale, dare un’occhiata al suo catalogo degli anni Ottanta potrebbe aiutare a restringere il campo.

Ecco le 10 migliori interpretazioni nei film anni Ottanta di Scorsese

David Bowie in L’ultima tentazione di Cristo

David Bowie in L'ultima tentazione di CristoL’ultima tentazione di Cristo è l’epopea storica di Scorsese del 1988 e uno dei film più spesso trascurato nella lunga carriera del regista. Il film è incentrato su Gesù e i suoi dodici discepoli, dove il Figlio di Nazaret trascorre i suoi ultimi giorni sulla Terra compiendo miracoli e diffondendo l’illuminazione in tutta Gerusalemme. Nonostante il film abbia ricevuto molte recensioni negative da parte dei gruppi religiosi, L’ultima tentazione di Cristo non è solo uno dei film più sottovalutati, ma è anche uno dei più sperimentali.

Nel cast di questa pellicola biblica troviamo anche l’icona della musica David Bowie, leggenda del rock nei panni di Ponzio Pilato. Mentre la maggior parte delle altre interpretazioni di questo personaggio lo dipingono come un governatore freddo e calcolatore, Bowie offre invece un’innegabile empatia che gli aggiunge ulteriori strati e ti fa, quasi, dimenticare che in realtà il prefetto della Giudea era un sovrano crudele.

Rosanna Arquette in Fuori orario

Rosanna Arquette in Fuori orarioFuori orario originariamente doveva essere diretto da Tim Burton, ma Scorsese lesse la sceneggiatura mentre stava avendo problemi finanziari e anche di tipo religioso-politici per il tentativo di realizzare L’ultima tentazione di Cristo. Burton rinunciò senza problemi alla regia del film quando il regista espresse il desiderio di dirigerlo personalmente. Il film è incentrato sul personaggio di Paul Hackettun, programmatore di computer interpretato da Griffin Dunne, e lo segue mentre vive una serie di eventi bizzarri principalmente in una sola notte. Spesso paragonato alla storia di una tragedia greca, Fuori orario esplora la relazione tra gli uomini e la loro volontà di sopportare qualsiasi cosa se sono coinvolti altri interessi. Scorsese fa un cameo interpretando il gestore di luci al Berlin Cafè. Nel bar in cui Paul Hackett incontra Marcy, al tavolo di fianco a quello del protagonista si possono notare Catherine e Charles Scorsese, genitori del regista, che chiacchierano.

Rosanna Arquette interpreta Marcy, una delle donne che Patrick incontra e frequenta brevemente nel corso del film. Sebbene la sua presenza nel film sia fatta di poche scene, Arquette lascia una forte impressione sugli spettatori grazie alla sua esilarante rivisitazione di uno strano incontro sessuale che coinvolge Il Mago di Oz e alla sua risata contagiosa.

Griffin Dunne in Fuori orario

Griffin Dunne in Fuori orarioFuori orario del 1985 è uno dei film più sottovalutati di Scorsese ed è probabilmente in gran parte dovuto a quanto sia diverso dalla maggior parte del suo lavoro. Tuttavia, ha sviluppato un seguito di culto nel corso degli anni, e gran parte di questo ritrovato apprezzamento deriva dalla performance di Griffin Dunne.

L’attore in questo film interpreta il protagonista Paul Hackett, un uomo insoddisfatto della sua carriera, della sua vita amorosa e in cerca d’amore o di sesso. Dall’inizio alla fine, il pubblico fa il tifo per lui e prova anche compassione per Paul mentre invece lo stress degli eventi alla fine lo logora psicologicamente.

Willem Dafoe in L’ultima tentazione di Cristo

Willem Dafoe in L'ultima tentazione di CristoContinuando con il tema dei film meno conosciuti di Scorsese, L’ultima tentazione di Cristo è stato l’ultimo lungometraggio del regista negli anni Ottanta, e sembra appropriato che abbia concluso quel decennio con un progetto di proporzioni letteralmente bibliche. Questa pellicola racconta la storia dei tentativi falliti di Satana di tentare Gesù Cristo al peccato e della sua conseguente crocifissione come risultato del non aver mai ceduto ai capricci del Diavolo. Per quanto controverso fosse il film, ha incassato oltre 30 milioni di dollari con un budget di soli 7 milioni di dollari, rendendolo così uno dei titoli di Scorsese di maggior successo commerciale.

L’attore caratterista Willem Dafoe ha accettato l’arduo compito di rappresentare Gesù dopo che una serie di attori più famosi lo hanno rifiutato, consolidandolo così come uno degli attori più audaci del settore. Sebbene possa sembrare impossibile descrivere le qualità più umane di Gesù, senza correre il rischio di generare reazioni divisive, Dafoe ha trattato il materiale con grazia e rispetto. I numerosi monologhi e le riprese estese combinate con le condizioni di ripresa stressanti sarebbero sufficienti per far smettere la maggior parte dei professionisti, ma Dafoe, ha resistito e ha fornito una performance potente.

Tom Cruise in Il colore dei soldi

Tom Cruise in il colore dei soldiIl colore dei soldi è un altro film relativamente sconosciuto per i fan occasionali del lavoro di Scorsese in quanto è un dramma sportivo, il secondo all’epoca, ed è notevolmente privo della violenza e dell’estrema volgarità spesso viste nei suoi lavori. Il film segue Eddie “Fast Eddie” Felson, l’attore Paul Newman, un giocatore di biliardo professionista in pensione diventato venditore di liquori, e il suo protetto Vincent Lauria, un giovane Tom Cruise.

Considerando il fatto che Tom Cruise è uno degli attori più pagati di Hollywood, è un po’ difficile immaginare un momento in cui non ha ricevuto i maggiori guadagni. Tuttavia, Cruise è uno di quei rari attori che offre sempre una performance forte, indipendentemente dal genere o dal regista con cui lavora. Mentre Cruise porta con sé il suo solito carisma e fascino per cui è diventato famoso, e il talento dell’attore nell’interpretare in modo convincente un truffatore di biliardo che rende questa una delle migliori interpretazioni nei film di Scorsese degli anni Ottanta.

Jerry Lewis in Re per una notte

Jerry Lewis in Re per una notte copiaAnche se la maggior parte delle persone paragonerebbe probabilmente Joker di Todd Phillips al classico Taxi Driver di Scorsese degli anni Settanta, alcuni invece affermano che ci sono piu parallelismi tra Joker e Re per una notte, poiché sono molto più simili nei temi e nei personaggi. La leggenda Jerry Lewis recita accanto a De Niro nel ruolo di Jerry Langford, il conduttore di un talk show di successo. Nonostante sia più noto ai fan per il suo lavoro comico, Lewis qui offre un’ottima interpretazione nei panni dell’austero Langford.

Il lavoro di Lewis nei panni di Langford non è solo una delle migliori interpretazioni del catalogo di Scorsese degli anni Ottanta, ma è anche un punto di riferimento nel lavoro del defunto comico. La sua presenza stoica e il suo comportamento calmo contrastano perfettamente con il maniacale e imprevedibile Rupert Pupkin di De Niro. Nonostante la serietà del suo ruolo, Lewis mantiene sempre il suo lato comico, e il risultato rende la sua  recitazione davvero unica.

Paul Newman in Il colore dei soldi

Paul Newman in Il colore dei soldiLa carriera del defunto Paul Newman è stata tra le più invidiabili di Hollywood durante il suo periodo di massimo splendore. Bello, carismatico e un uomo davvero simpatico fuori dallo schermo, Newman è stato uno degli uomini di punta di Hollywood negli anni Sessanta e Settanta. In quanto tale e noto per i suoi ritratti di persone legalmente buone, ha prontamente accettato il ruolo dell’antagonista imbroglione di biliardo Eddie “Fast Eddie” Felson in Il colore dei soldi. 

Essendo un truffatore di biliardo senza scrupoli, la più grande preoccupazione di Fast Eddie ovviamente sono i soldi. Nonostante la reputazione di Newman, raffigura un uomo determinato a vincere, e l’alchimia tra lui e la stella nascente Tom Cruise è ciò che rende questa una delle migliori interpretazioni nei film di Scorsese degli anni Ottanta.

Cathy Moriarty in Toro scatenato

Cathy Moriarty in Toro scatenato copiaIl classico film in bianco e nero di Scorsese Toro scatenato probabilmente lo ricorderanno per il ruolo di Joe Pesci nei panni di Joey LaMotta e per la performance vincitrice dell’Oscar di De Niro nei panni di Jake LaMotta. Tuttavia, la performance di Cathy Moriarty nei panni della moglie di Jake, Vicky, non viene discussa neanche lontanamente come dovrebbe essere. Anche se esprime le sue battute con l’autorità di un veterano del settore, Moriarty ha fatto il suo debutto cinematografico nel dramma sportivo dei primi anni Ottanta.

Giocando un po’ contro la rappresentazione archetipica di una moglie affettuosa, Vicky è altrettanto dura, se non di più, del suo campione mondiale dei pesi medi, il marito-boxer Jake. Nel corso del film, il pubblico vede Vicky sopportare molto dolore derivante dal suo tempestoso matrimonio con Jake, ma la vede anche affermarsi come qualcuno meritevole di amore e rispetto.

Robert De Niro in Re per una notte

Robert De Niro in Re per una notteRe per una notte è stato il seguito immediato di Scorsese al suo dramma sportivo vincitore dell’Oscar Toro scatenato e ha riunito il regista con l’amato De Niro. De Niro interpreta Rupert Pupkin, un comico alle prime armi con problemi di salute mentale che lo portano ad agire in modo irregolare praticamente con chiunque incontri. Nonostante le manie di grandezza di Pupkin, c’è un certo fascino in lui che costringe il pubblico a tifare per il suo successo all’inizio del film.

Scorsese ha dichiarato di aver rivendicato questa performance come la sua preferita del suo amico Robert De Niro.

Robert De Niro in Toro scatenato

Il dramma sportivo biografico di Scorsese del 1980 è senza dubbio uno dei più grandi film mai realizzati, nonostante il suo scarso ritorno al botteghino mondiale. Distinto in quanto è girato su pellicola in bianco e nero, questa pelicola racconta l’ascesa del defunto Jake Lamotta fino a diventare il campione mondiale di boxe. Per quanto brutale possa essere, Toro scatenato fa un ottimo lavoro mostrando le conseguenze che derivano da uomini che non riescono a gestire il loro comportamento autodistruttivo e il film lo deve in gran parte alla performance di De Niro.

Oltre ad aumentare e perdere enormi quantità di peso per riflettere accuratamente LaMotta nel suo periodo migliore di boxe e quando si ritirò. Le scene emotivamente avvincenti di De Niro con Cathy Moriarty e Joe Pesci sono tra le più strazianti di un film e si aggiudica il primo posto come migliore interpretazione nei film degli anni Ottanta di Martin Scorsese. 

Magic Mike – The Last Dance in streaming su NOW e in tv su SKY

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Magic Mike – The Last Dance in streaming su NOW e in tv su SKY

Debutta in prima tv su Sky il film Magic Mike – The Last Dance, lunedì 23 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 su Sky Cinema Romance), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Nel terzo capitolo della serie di film di successo “Magic Mike” Channing Tatum riprende il ruolo di Mike Lane e Steven Soderbergh torna al timone con una sceneggiatura di Reid Carolin, che ha anche scritto i primi due film. Protagonista al fianco di Tatum è Salma Hayek Pinault.

Nel cast Magic Mike – The Last Dance insieme a Tatum e Hayek Pinault ci sono anche Ayub Khan Din, la nuova arrivata Jemelia George, Juliette Motamed e Vicki Pepperdine.

Il team creativo dietro le quinte comprende lo scenografo Pat Campbell, il costumista Christopher Peterson e il supervisore musicale Season Kent, con coreografie di Alison Faulk e Luke Broadlick, entrambi già parte della franchise “Magic Mike”.

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

 SINOSSI

Dopo una lunga pausa e in seguito ad un affare fallito che lo ha lasciato al verde, costringendolo a lavorare come bar tender nei locali della Florida, per “Magic” Mike Lane è giunta l’ora di tornare sul palco. Con la speranza di partecipare a quello che considera l’ultimo show della sua carriera, Mike si dirige a Londra con una donna ricca e altolocata che lo attira con un’offerta che non può rifiutare… e un’agenda già pianificata. La posta in gioco è altissima quando Mike scopre cosa ha veramente in mente la donna: riuscirà, insieme ad un nuovo gruppo di ballerini da rimettere in carreggiata, ad essere in grado di farcela?

MAGIC MIKE – THE LAST DANCE– Lunedì 23 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 su Sky Cinema Romance), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K, per i clienti Sky Q o Sky Glass con pacchetto Sky Cinema e con servizio opzione Sky HD/Sky Ultra HD attivo.

Bojan, Dietro il Sorriso: trailer del documentario in arrivo su Rakuten TV

Rakuten TV ha diffuso il trailer di Bojan, Dietro il Sorriso, un documentario che racconta nel dettaglio la carriera dell’attaccante catalano Bojan Krkić, evidenziando tutte le difficoltà vissute da uno dei più grandi talenti dell’FC Barcelona. Sarà disponibile sulla piattaforma in 42 paesi a partire dal 3 novembre.

Il documentario, che sottolinea costantemente l’importanza della salute mentale nella carriera del calciatore di Linyola, inizia con una conversazione tra Bojan Krkić e il Dottor Monseny, lo psicanalista che lo ha curato nei momenti più difficili all’FC Barcelona. Il colloquio con il dottore funge da filo conduttore per tutta la trama del film.

La prima parte del film ripercorre la carriera di Bojan Krkić nelle giovanili dell’FC Barcelona e il suo debutto in prima squadra. Un periodo in cui si distingue come capocannoniere di tutta la storia de La Masia ma segnato anche da un difficile inizio in uno spogliatoio pieno di grandi nomi e di momenti complicati. Nonostante le lotte psicologiche e gli attacchi d’ansia, Bojan mostra un rendimento eccezionale sul campo, segnando 12 gol nella sua prima stagione, condividendo la prima linea con Thierry Henry, Ronaldinho o Samuel Eto’o.

Il documentario affronta nel dettaglio la controversia sulla decisione di Bojan di non unirsi alla nazionale spagnola per Euro 2008, dando priorità alla sua salute mentale. Questo episodio, fondamentale per la sua carriera, viene approfondito attraverso la testimonianza cruciale della madre, che chiarisce le ragioni di questa scelta decisiva. Contrariamente alla versione ufficiale, che parlava di gastroenterite, viene svelato il vero motivo, scatenando una polemica mediatica.

In quest’altra parte del documentario viene esplorata la seconda fase di Bojan all’FC Barcelona, che coincide con l’arrivo di Pep Guardiola in prima squadra, una fase in cui Bojan inizia a perdere importanza all’interno del team. Un momento cruciale arriva in occasione delle finali di Champions League a Roma e Wembley, dove il catalano gioca appena un minuto.

Di fronte a questa situazione, Bojan sceglie di lasciare il club della sua vita, l’FC Barcelona. Questo processo è doloroso ma gli permette di esplorare nuovi orizzonti e di ritrovare il suo senso di appartenenza in squadre come Stoke City, Roma, Ajax, Milan, Mainz, Alaves, Montreal e Vissel Kobe.

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