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Winning Time Season 2, parlano gli esecutori

Winning Time Season 2, parlano gli esecutori

Dopo il notevole successo della prima stagione, Winning Time torna con i nuovi episodi della seconda dedicati alla dinastia dei grandi Los Angeles Lakers degli anni ‘80. Lo show che vede coinvolto Adam McKay come produttore esecutivo si concentra stavolta sulla stagione che portò o gialloviola a scontrarsi finalmente con i rivali storici Boston Celtics nelle NBA Finals del 1984, una delle serie più ricordate della storia del basket NBA.

Il primo episodio di Winning Time stagione 2 si apre con una delle sequenze più forti e spettacolari viste di recente: “Tutti gli amanti di questo sport ricordano quel famoso 27 maggio 1984 – spiega la regista dell’episodio e produttrice esecutiva Salli Richardson-Whitfield – Sono molto fiera di come abbiamo iniziato la seconda stagione, dopo aver fatto il pitch iniziale di come volevo girare la sequenza ho avuto un team di professionisti encomiabili che ha messo in scena magnificamente la mia idea. L’energia che abbiamo sprigionato è notevole, col mio partner in crime Tood Banhazi, direttore della fotografia e regista del terzo episodio, abbiamo fatto un gran lavoro.”” Volevamo farne un action-movie – conferma proprio Banhazi – un film di zombie in cui i giocatori dei Lakers vengono inseguiti dai mostri assetati di vendetta appena escono dal campo da gioco. Per questa sequenza ci siamo davvero spinti al limite, sconfinando idealmente nell’horror.”

Una delle chiavi del successo di Winning Time sta nella notevole ricostruzione d’epoca fatta dalla costumista Emma Potter e dal set designer Richard Toyon, il quale ha dichiarato: “Sono dovuto partire dall’idea di dover costruire, non ricreare un universo. Questo mi ha aiutato a lavorare cercando una coerenza interna non soltanto al mio lavoro, ma anche nella coordinazione con Emma. Nella seconda stagione poi esploriamo maggiormente il lato privato dei protagonisti, soprattutto di Jerry Buss. La ricostruzione della sua abitazione, la famosa villa che Douglas Fairbanks regalò a Mary Pickford, ci ha impegnato moltissimo.” “Anche a livello di costumi Jerry ha rappresentato una nuova sfida – commenta Emma Potter – perché appunto ne scopriamo una seconda versione: oltre alla solita pubblica, altisonante, con le camicie sbottonate e gli abiti sportivi costosissimi, nei nuovi episodi esploriamo anche la dimensione privata dall’imprenditore, il suo lato casalingo in cui può in qualche modo abbassare la guardia, soprattutto adesso che ha un interesse sentimentale. Ecco quindi le tute in poliestere, abiti più confortevoli e capaci di esplicitare l’aspetto nascosto del personaggio. Jeanie Buss vedendo le nuove puntate ci ha scritto dicendo di sentirsi più vicina a suo padre, di averlo rivisto negli episodi. È stata una bella soddisfazione.”

Uno degli aspetti fondamentali per la riuscita di Winning Time era ovviamente quello di riproporre scene di famosi match di basket nel modo più spettacolare e insieme accurato. Di questo si è occupato il Basketball Producer Idan Ranvin: “Volevamo evitare una ricostruzione effettiva del gioco, per quello gli spettatori possono andare su Youtube e vedere i vecchi filmati. Abbiamo preferito concentrarci su quello che non si vede, sugli sguardi tra avversari acerrimi come Magic e Larry Bird. Le sensazioni, le tensioni, i duelli fisici e psicologici che si combattono durante una partita di basket, questo regala al pubblico Winning Time. Altro aspetto fondamentale per la riuscita era far muovere gli attori col linguaggio del corpo che sul parquet possedevano gli atleti che interpretano. Quincy Isaiah per esempio ha un passato di atleta al college che ne ha sviluppato un tipo di fisico e di qualità in grado di esprimere potenza. Abbiamo dovuto rimodellare il suo modo di essere atleta, renderlo più sfumato ed elegante, fare in modo che possedesse quelle qualità cestistiche che gli permettessero anche di improvvisare durante le riprese. Col modo di giocare iconico che Magic Johnson possedeva, ogni  movimento doveva sembrare autentico, e allo stesso tempo efficace per essere filmato, cinematico. Una volta lette le sceneggiature, siamo andati in palestra per ricostruire i momenti richiesti dei vari match, cercando di anticipare da che angolazione sarebbero state girate.”

Winning Time possiede poi una colonna sonora d’epoca in grado di coprire ogni genere di musica prodotta in quel periodo. La selezione principale è opera del Music Supervisor Gabe Hilfer: “Noi del dipartimento musica abbiamo avuto la fortuna di vedere il girato, la sua forza propositiva grezza, quasi corrosiva: abbiamo subito capito che dovevamo puntare in alto, adoperare il meglio della musica anni ‘80. Per la scena iniziale del primo episodio ad esempio Prince è stata immediatamente la prima opzione, la sua musica si sposava perfettamente con le immagini e il montaggio. Non voglio spoilerare altre grandi canzoni che abbiamo inserito nel corso delle nuove puntate ma voglio citare una scelta controcorrente per il gran finale: abbiamo ottenuto una canzone dei Led Zeppelin che non credo sia mai stata adoperata in nessuna serie o film, si tratta di un gioiello di musica raro e potentissimo, perfetto per costruire un grande spettacolo. Sono davvero entusiasta sia della scelta che dell’uso che ne abbiamo fatto. Sono un band notoriamente restia a far adoperare la propria musica in qualsiasi tipo di show. Avere Prince all’inizio e i Led Zeppelin alla fine è una specie di grande cerchio di musica che si chiude.”

L’ultima parola su Winning Time spetta infine a Kevin Messick, uno degli Executive Producer dello show: “Posso assicurare che non era assolutamente facile realizzare una serie in costume sul basketball, su giocatori iconici come Johnson, Bird, Kareem. Rendere credibile questo sport sul piccolo schermo è stato uno sforzo enorme, anche produttivo. Voglio rendere il doveroso tributo alla nostra casting director Francine Maisler, che ha messo insieme un cast incredibile di attori da Oscar con altri alla prima vera grande esperienza mainstream. Penso che se non avessi scovato Quincy non avremmo potuto fare lo show. È un attore e un uomo speciale, ha incarnato perfettamente lo spirito e l’anima nascosta di Magic Johnson.”

Mary e lo spirito di Mezzanotte: trailer del film di Enzo D’Alò

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Mary e lo spirito di Mezzanotte: trailer del film di Enzo D’Alò

Da oggi in rete il trailer ufficiale dell’attesissimo film Mary e lo Spirito di Mezzanotte, di Enzo d’Alò, il pluripremiato regista italiano di indimenticabili capolavori come La Gabbianella e il Gatto, La Freccia Azzurra, Pinocchio, Opopomoz e Momo alla Conquista del Tempo, distribuiti con successo nel mondo.  Mary e lo Spirito di Mezzanotte uscirà al cinema dal 16 novembre con BiM Distribuzione.

Dopo l’anteprima mondiale alla Berlinale 2023 e la partecipazione in concorso ad altri importanti festival internazionali, Mary e lo Spirito di Mezzanotte  sarà presentato in anteprima nazionale a Lucca Comics and Games sabato 4 novembre. Tratto dal bellissimo romanzo di Roddy Doyle La gita di mezzanotte, edito in Italia da Guanda, il film celebra quattro generazioni di donne, complici tra loro e legate da un grande amore. Una storia contemporanea ambientata in una rigogliosa Irlanda d’estate dai colori vividi e paesaggi mozzafiato.

La trama di Mary e lo Spirito di Mezzanotte

Mary ha 11 anni e un’incontenibile passione per la cucina: vuole diventare una grande chef. Sua nonna Emer, con cui ha un rapporto davvero speciale, la incoraggia a realizzare il suo sogno. Ma ogni percorso ha i suoi ostacoli, anche imprevedibili, e affrontarli può diventare un’avventura. Mary inizia così un emozionante viaggio che supera le barriere del tempo, in cui quattro generazioni di donne avranno modo di confrontarsi e conoscersi profondamente. Una delicata storia di crescita, piena di ironia.

Everybody Loves Diamonds: ecco il poster della serie Prime Video

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Everybody Loves Diamonds: ecco il poster della serie Prime Video

Prime Video ha svelato oggi il poster di Everybody Loves Diamonds, la nuova serie heist con risvolti da commedia interpretata da Kim Rossi Stuart, Anna Foglietta, Gian Marco Tognazzi, Carlotta Antonelli e Leonardo Lidi, e con la partecipazione di Rupert Everett e Malcolm McDowell nel ruolo di Khan. La serie Original italiana è ispirata al “Colpo di Anversa” del 2003, definito dai media internazionali “il più grande furto di diamanti al mondo”, e sarà disponibile dal prossimo 13 ottobre in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo.

La serie in otto episodi segue uno squinternato gruppo di ladri capeggiati da Leonardo Notarbartolo (Kim Rossi Stuart), che, con un piano geniale, riesce ad aggirare il sistema di sicurezza all’avanguardia dell’Antwerp Diamond Centre e a rubare pietre preziose per milioni di dollari. Everybody Loves Diamonds è diretta da Gianluca Maria Tavarelli, prodotta da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, una società del gruppo Fremantle, e scritta da Michele Astori, Stefano Bises, Giulio Carrieri e Bernardo Pellegrini. Nel cast internazionale anche Johan Heldenbergh, Synnøve Macody Lund, Remo Girone, Jean Janssens, Issam Dakka, Peter Van Den Begin, Elia Schilton, Slavko Sobin e Athaya Mokonzi.

Everybody Loves Diamonds si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie S1 e S2, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 e S3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli Original italiani già annunciati sono le serie Gigolò per caso, Antonia, No Activity – Niente da segnalare, Sul più bello – La serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza Vergogna, LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, AMAZING – FABIO DE LUIGI, i film Elf Me, Il migliore dei mondi, Pensati Sexy, oltre ai rinnovi per nuove stagioni di Monterossi, Sono Lillo, Prova Prova Sa Sa e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo. È stata inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Dumb Money: recensione del film di Craig Gillespie

Dumb Money: recensione del film di Craig Gillespie

Scorrendo la filmografia versatile e curiosa di Craig Gillespie ci si accorge piuttosto facilmente di quanto il regista sia propenso a farsi cantore non sempre bonario di “outsider”, costretti dai loro limiti umani o da un sistema coercitivo ai margini del tessuto sociale. Pensiamo al poetico e allo stesso modo disturbante Ryan Gosling di Lars e una ragazza tutta sua (ancora oggi il suo film maggiormente azzardato e riuscito), alle Margot Robbie e Allison Janney velenose figlia e madre in Tonya, e in fondo anche alla folgorante Emma Stone di Crudelia, forse la combinazione migliore di Gillespie quando si tratta di abbinare mainstream e visione personale.

Il suo nuovo Dumb Money si inserisce coerentemente con questo discorso cinematografico che vuole dare voce a chi troppo spesso non ce l’ha: raccontando la vicenda che riguarda il celeberrimo caso finanziario riguardante le azioni di GameStop – tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 tenne incollata ai notiziari mezza America – Gillespie mette in scena come qualche volta, anche si i casi sono purtroppo sempre più rari, l’uomo comune possa mettere i bastoni tra le ruote del carro dei potenti, bloccandolo se non addirittura rovesciandolo. La storia di Dumb Money segue infatti le gesta di Keith Gill (Paul Dano) sconosciuto consulente finanziario e youtuber incallito il quale, scommettendo sulle azioni della catena di negozi di videogiochi in quel momento sull’orlo del fallimento, mise in enorme crisi molti colossi della finanza americana sollevando soprattutto attraverso Reddit una vera e propria azione popolare. Quando le azioni della società si impennarono fino a un valore inaudito, quello stesso “sistema” di potere messo con le spalle al muro intervenne in maniera perentoria (e legale?) a ripristinare lo status quo.

Dumb Money, buoni e cattivi insieme

Sfruttando la sceneggiatura articolata e precisa di Lauren Schuker Blum e Rebeca Angelo – a sua volta tratta dal libro The Antisocial Network di Ben MezrichCraig Gillespie costruisce un puzzle umano composito e frizzante, dividendo con sardonica raffinatezza i buoni dai cattivi senza necessariamente farne due schieramenti opposti e contrastanti. L’umanità rappresentata in questo suo lungometraggio, come d’altronde nei migliori tra i suoi precedenti, viene messa in scena in tutte le sue declinazioni, anche quelle meno edificanti. Non ci sono eroi integerrimi o antagonisti votati esclusivamente al male in Dumb Money, soltanto esseri umani che tentano di fare il meglio possibile anche quando si tratta magari soltanto del proprio tornaconto personale. Senza spingere eccessivamente sul pedale della satira sociale Gillespie ci presenta personaggi di cui è facile ridere, che vengono sorpresi o addirittura sbeffeggiati dalle situazioni anche quando dovrebbero essere in grado di fronteggiarle. Sotto questo punto di vista il Gabe Plotkin interpretato da un efficacissimo Seth Rogen diventa la figura maggiormente comica del film, una specie di “Candido” sprovveduto che si ritrova a gestire e perdere miliardi di dollari senza quasi capirne il perché.

Da parte sua, il candore e la saggezza di Gill sono il contraltare preciso – ma non distante, non “altro” rispetto a Plotkin – che rende Dumb Money un film basato su una dualismo tanto efficace proprio perché molto più sfumato di quanto non si creda. E proprio questo voler inserire tutte le parti in causa dentro un universo che in fondo le contiene senza separarle eccessivamente risulta a conti fatti il freno di Dumb Money: pur funzionando senza evidenti difetti il film sembra in alcuni momenti “frenato”, quando invece avrebbe potuto spingersi più a fondo nello sfruttare la commedia sociale corrosiva e non conciliatoria che Gillespie ha ampiamente dimostrato di saper padroneggiare, basta ricordare la ferocia di Tonya.

Un altro caso di ingiustizia sociale contemporanea

Con Dumb Money – il titolo deriva dall’epiteto dispregiativo con cui i falchi della finanza americani chiamano i piccoli investitori che guadagnano a loro confronto irrisorie somme di denaro – ci troviamo di fronte al racconto sincopato e sbarazzino di un altro piccolo grande caso di ingiustizia sociale contemporanea, un episodio che ha però dimostrato quanto l’unione della moltitudine silenziosa possa invece diventare il ruggito di chi si oppone allo sfruttamento economico. Un film estremamente “americano” nella storia  e nell’esposizione, con tutti i pregi e i limiti che ne derivano. Un prodotto senza dubbio da vedere e apprezzare, a cui ha voluto partecipare un cast nutrito e affiatato.

Aquaman e il Regno Perduto, la sinossi ufficiale del film

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Aquaman e il Regno Perduto, la sinossi ufficiale del film

Mentre siamo ancora in attesa del primo trailer del film, la Warner Bros ha diffuso la prima sinossi ufficiale di Aquaman e il Regno Perduto in testa all’inizio ufficiale dell’avvio della campagna marketing per il film. Ecco di seguito la nostra traduzione:

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 21 dicembre.

Il mio amico Tempesta: recensione del film di Christian Duguay

Il mio amico Tempesta: recensione del film di Christian Duguay

Non ridere papà, io diventerò un fantino.” – Il mio amico Tempesta Il cavallo. Sono tante le culture che hanno venerato questo animale nel corso della storia, simbolo non solo di libertà, ma anche di estrema forza. Al suo essere possente e nobile, che indubbio ne decreta la bellezza, bisogna affiancargli il merito d’essere un fedele compagno per l’uomo, tanto che il loro rapporto è stato perfino oggetto di analisi nel tempo.

La relazione cavallo-cavaliere è caratterizzata da una specifica connessione emotiva, nella quale mutuo rispetto e fiducia reciproca sono principi fondamentali e imprescindibili. Ecco perché nel cinema sono molti i registi che hanno attinto da questo speciale legame, traslando in linguaggio cinematografico storie intime, volte a dimostrare quanto l’unione fra uomo e animale possa essere potente esattamente come quella fra simili. Ed è di questo che Christian Duguay vuole parlare nel suo nuovo film Il mio amico Tempesta: di un amore senza tempo, che ha la sensibilità giusta per dialogare con tutti e scavare in profondità, arrivando dritto al cuore. La pellicola è tratta da un romanzo per ragazzi che si intitola Tempete au haras di Christophe Donner, e sarà nelle sale cinematografiche dal 14 settembre, distribuito da Eagle Pictures.

Il mio amico Tempesta, la trama

Quanto può essere magico nascere insieme ad un puledro? Domanda forse strana, ma se immaginata in un contesto in cui vivere a stretto contatto con la natura è all’ordine del giorno, allora non lo è più. Questo è quello che succede a Zoé, la cui madre Marie (Mélanie Laurent), veterinaria della sua stessa scuderia, partorisce nell’esatto momento in cui sta assistendo Bella Intrigante, una cavalla da corsa, in un parto difficoltoso. È quell’attimo, quella connessione, che alimenta la passione di Zoé per i cavalli, qualcosa che ha dentro dalla nascita, si potrebbe dire, e che non può smettere di crescere, soprattutto quando crea con Tempesta, nuova figlia di Bella Intrigante, un binomio straordinario.

Una notte, però, a causa di un forte temporale che si abbatte su tutta la scuderia, i cavalli si imbizzarriscono e nel tentativo di metterli al sicuro, Zoé si ritrova sbattuta a terra da Bella Intrigante e poi schiacciata da Tempesta. Rimasta disabile, la bambina è costretta ad affrontare un lungo percorso di riabilitazione, che la allontana lentamente dal mondo equestre. Fino a quando il Grand Prix d’Amerique non la chiama a rapporto: Tempesta è l’ultima speranza: se non vince lei, il ranch di famiglia potrebbero chiudere. Ma la cavalla si fa montare solo in un certo modo e forse il destino vuole che sia proprio Zoé, che nel frattempo ha trovato una soluzione per salire ancora in sella, a farlo…

Sulla scia di un cult

Che a Duguay interessasse l’amicizia fra un uomo e il proprio compagno a quattro zampe, e la lealtà reciproca costruita secondo le leggi del cuore, è in realtà chiaro da diversi anni. Non è la prima volta che il regista affronta l’argomento, e soprattutto che esplora il mondo equestre, principalmente delle corse: basti pensare a Jappeloup, uscito dieci anni fa. Ma senza andare troppo indietro, uno degli esempi più recenti è Belle & Sebastien – L’avventura continua. Il focus rimane in ogni caso un animale, il suo mondo, la sua devozione. E quanto essi fungano molto spesso da terapia, da anti-stress, diventando una piccola oasi di felicità grazie alla quale si fatica meno ad affrontare la quotidianità.

Per Il mio amico Tempesta, Duguay sembra però voler seguire le tracce di un film specifico: L’uomo che sussurrava ai cavalli, diretto e interpretato da Robert Redford. Un racconto, dunque, di vera passione, seppur all’inizio fatichi a ingranare la marcia. I primi trenta minuti sembrano infatti non avere il carburante necessario per lanciare la storia. Nel seguire le diverse fasi di Zoé, il regista in un primo momento affatica la narrazione, allungandola un po’ troppo, tanto da spostare eccessivamente in avanti l’incidente scatenante (che ricordiamo non dovrebbe superare la ventina di minuti massimo). Dopo un primo atto che va abbastanza a rilento, di cui si poteva sicuramente tagliare qualche scena superflua, il film si scioglie e inizia ad acquistare movimento e ritmo. Seguiamo Zoé nella sua crescita, la vediamo prendere confidenza con la scuderia, approcciarsi a cavalli di razze diverse e poi legarsi ad uno in particolare, la sua Tempesta. Tempesta di nome e di fatto, che le regalerà i ricordi più belli della sua adolescenza.

Vivere delle proprie passioni

È dunque dal secondo atto in poi che Il mio amico Tempesta si concretizza, lavorando su alcune tematiche dalla grande forza emotiva, operando su sequenze sì dalla lacrima facile, ma che non scadono mai nel lezioso o nel posticcio. Duguay indugia spesso sulla sua protagonista, una Charlie Paulet mai fuori luogo e sempre misurata nel restituire il dolore di una bambina che vede infrangersi il proprio sogno davanti agli occhi. Fissando la macchina da presa su di lei, il regista ne intercetta ogni passaggio, decisione e sguardo, che la portano ad una chiara consapevolezza di sé e del suo animale. Insieme a Zoé corriamo. Lei, gradualmente, corre: incontro alla vita, a cavallo, verso il suo sogno che, dopo tanti sacrifici, vede alla fine farsi realtà. Tutti gli step vengono superati, Duguay non vuole lasciare niente al caso e non dà niente per scontato.

Perché è solo in questo modo che può rendere vero il legame con la sua Tempesta, la quale la porterà alla vittoria del Grand Prix d’Amerique. Ed è così, attraverso una particolare storia di formazione, che Il mio amico Tempesta parla di disabilità, di ippoterapia, di resilienza, di paure che si superano con la forza delle proprie passioni. Perché quando si ama qualcosa e la si ama con anima, corpo e cuore, la fatica non la si percepisce. E neanche l’invalidità. Come Zoé, che pur non muovendo le gambe riesce comunque a montare il suo cavallo perché mossa da sentimenti di fiducia verso se stessa in primis e poi verso l’animale. Pur con qualche difetto iniziale, e nonostante non si faccia riconoscere per l’originalità del racconto, Christian Duguay ci dona un film delicato, dolce nella sua messa in scena, toccante. Profondo. Che si fa guardare nonostante le sue prevedibili progressioni e non chiede tanto, se non quello di ricordarci quanto sia importante non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che si incontrano lungo il cammino. E quanto sia fondamentale l’empatia con un animale. Qualsiasi esso sia.

Wonka: il regista del film difende il casting di Hugh Grant come Oompa Loompa

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Il casting di Hugh Grant nei panni di un Oompa Loompa per Wonka ha portato una serie di polemiche contro cui si è schierato il regista del film, Paul King (Paddington). Il film vede Timothée Chalamet nei panni di una versione giovane del produttore di caramelle nato dalla penna di Roald Dahl in Charlie e la fabbrica di cioccolato. Wonka è un film sulla storia delle sue origini, che mostra l’ascesa del famoso cioccolatiere Willy Wonka e del suo primo incontro con gli Oompa Loompa.

In seguito alla controversia sul casting, Paul King ha difeso la sua decisione di scegliere Grant per il ruolo degli Oompa Loompa. Come racconta King a Total Film (tramite Games Radar), il regista ha immaginato gli Oompa Loompa come “questi esseri incredibilmente piccoli”. Avendo lavorato con Grant in Paddington 2, King sapeva che l’attore era “il più divertente e sarcastico” con cui avesse lavorato, quindi sarebbe stato in grado di affrontare i classici personaggi in miniatura.

“Ero incantato dall’idea di questi esseri incredibilmente piccoli, molto più piccoli persino di me, a misura di bambino. La voce e l’atteggiamento degli Oompa Loompa derivano dalla rivisitazione dei libri: lunghe canzoni piene di umorismo, sarcasmo, superiorità e disprezzo. Quindi stavo pensando che per quel personaggio serviva uno che fosse in grado di essere una vera merda. E ho pensato: “Ah, Hugh [Grant]!” Perché è la persona più divertente e sarcastica che abbia mai incontrato! Eravamo già stati lì con Paddington 2. Ho dovuto scrivergli questa lettera imbarazzante, dicendo: “Sei bravo a interpretare i vecchi radioamatori slavati… ‘” “Una volta che vedi Hugh Grant come un uomo arancione alto 18 pollici con i capelli verdi, “dici, ‘Ah, sì. So cosa sono gli Oompa Loompa. Tutto ha perfettamente senso.'”

Wonka, tutto quello che sappiamo sul film

Wonka è diretto dal regista di “PaddingtonPaul King e vede come co-protagonisti Keegan-Michael Key, Rowan Atkinson, Sally Hawkins e Olivia Colman. Chalamet ha dichiarato alla stampa al CinemaCon di aprile che la sua versione del personaggio non sarebbe stata “cinica” come le precedenti iterazioni interpretate da Gene Wilder o Johnny Depp. “Questo è un Willy pieno di gioia, speranza e desiderio di diventare il più grande cioccolatiere“, ha detto Chalamet, che ha anche rivelato di aver nuotato nel vero cioccolato fuso durante le riprese delle scene del film.

Wonka è basato sui personaggi di Roald Dahl, ispirato in particolare da uno dei personaggi più amati di Dahl e si svolge prima degli eventi di Charlie e la fabbrica di cioccolato, si legge nella sinossi. Nel cast anche Matthew Baynton, Jim Carter, Tom Davis, Simon Farnaby, Rich Fulcher, Kobna Holdbrook-Smith, Paterson Joseph, Calah Lane, Matt Lucas, Colin O’ Brien, Natasha Rothwell, Rakhee Thakrar e Ellie White.

Willy Wonka è stato creato dal famoso autore Roald Dahl. Il personaggio ha debuttato nel romanzo del 1964, Charlie e la fabbrica di cioccolato. Il libro è stato adattato due volte per lo schermo, nel 1971 e nel 2005, quando Tim Burton ha scelto Johnny Depp per il ruolo in questione. Paul King, il regista dietro la serie di Paddington, firma la regia di Wonka, che uscirà al cinema il 14 dicembre 2023.

Festa del Cinema di Roma 2023: Premio alla Carriera a Isabella Rossellini e Shigeru Umebayashi

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Isabella Rossellini e Shigeru Umebayashi riceveranno il Premio alla Carriera nel corso della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre 2023 all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Lo annuncia la Direttrice Artistica Paola Malanga con Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca Via, Direttrice Generale.

Isabella Rossellini è un’artista poliedrica e anticonformista, figlia di Ingrid Bergman e di Roberto Rossellini: la Festa celebrerà il suo talento creativo attraverso un incontro con il pubblico e una retrospettiva di opere che l’hanno vista protagonista come filmmaker, sceneggiatrice e attrice di straordinario valore. Accanto ad alcuni successi da interprete famosi in tutto il mondo (da Velluto blu di David LynchLa morte ti fa bella di Robert Zemeckis fino a La chimera di Alice Rohrwacher), il pubblico potrà scoprire o riscoprire le serie da lei dirette sul mondo degli animali (Green Porno,Seduce Me e Mammas), che conciliano brillante ironia e rigore scientifico; ammirare il documentario My Dad Is 100 Years Old di Guy Maddin, da lei scritto e interpretato per celebrare il centenario della nascita del padre; rivedere i suoi esordi in televisione ne “L’altra domenica” di Renzo ArboreFra le opere in programma anche Stromboli (Terra di Dio) di Roberto Rossellini, il primo film del cineasta girato con Ingrid Bergman, e Sinfonia d’autunno di Ingmar Bergman, ultimo film interpretato dalla Bergman. La Festa presenterà inoltre A Season with Isabella Rossellini di Marian Lacombe, documentario ambientato tra il set de La chimera e la Mama Farm, l’azienda di agricoltura rigenerativa che Isabella Rossellini ha fondato nel 2013 nello Stato di New York e porta avanti da dieci anni con appassionata determinazione.

Il compositore giapponese Shigeru Umebayashi è autore di alcune fra le più iconiche colonne sonore della storia del cinema mondiale. La sua opera, che si situa alla confluenza fra musica orientale e occidentale, è unica, vibrante e intensa. Grazie a uno stile originale e assolutamente riconoscibile, Shigeru Umebayashi collabora, fra gli altri, con straordinari cineasti come Wong Kar-wai (In the Mood for Love2046, The Grandmaster), Zhāng Yìmóu (La foresta dei pugnali volantiLa città proibita) e Yuen Woo-ping (True LegendCrouching Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny). Autore molto amato a livello internazionale, Umebayashi ha lavorato inoltre nei film A Single Man di Tom FordHannibal Lecter – Le origini del male di Peter Webber e, in Italia, con Roberta Torre (Mare nero) e Marco Simon Puccioni (Come il vento).

Shigeru Umebayashi sarà protagonista di un incontro con il pubblico; gli spettatori della Festa del Cinema potranno inoltre riscoprire alcuni film di culto come In the Mood for Love.

L’esorcista: Il credente, le nuove immagini ci riportano indietro nell’orrore

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Con l’uscita di L’esorcista: Il credente proprio dietro l’angolo, il classico franchise horror tornerà a spaventare una nuova generazione di pubblico. Ora, un’esclusiva di Total Film ha rivelato delle anticipazioni al film, confermando che si tratterà di un ritorno alle origini.

La nuova immagine dal film ci presenta Olivia Marcum, che nel film interpreta Katherine, una delle due ragazze possedute nel film. Inutile dire che la possessione demoniaca è un concetto terrificante e il film non si tira indietro nel mostrare quanto possa essere brutale. Uno dei tratti distintivi del franchise de L’Esorcista è infatti la natura grottesca delle vittime possedute, e il film non fa eccezione, con l’immagine che riecheggia efficacemente l’aspetto di Regan del film originale. Resta da vedere se il film può essere anche da solo, senza l’eco dell’originale, un film horror avvincente.

A corredo dell’immagine, la rivista ha pubblicato anche un’intervista a Ashley Rae Trisler, coordinatrice degli stuntman per L’esorcista: Il credente: “[Ci sono] alcune scene di grande impatto, sorprendenti, che potrebbero potenzialmente superare ciò che la gente ricorda di 50 anni fa,” ha detto Trisler. Il mondo è cambiato in modo significativo dalla produzione del primo film, cosa che, secondo Trisler, ha aggiunto importanza a garantire la sicurezza dei giovani attori.

L’esorcista – Il credente, tutto quello che sappiamo sul film

L’esorcista: Il credente si concentrerà sul padre di una bambina posseduta, che in cerca di aiuto entrerà in contatto con Chris MacNiel (Ellen Burstyn). La Burstyn riprenderà il suo ruolo de L’esorcista, dove era la madre di Regan (interpretata da Linda Blair), per aiutare a combattere il possesso della bambina e di una sua amica. Oltre alla Burstyn, il cast di L’esorcista – Il credente include Leslie Odom Jr. (Hamilton), Ann Dowd (The Handmaid’s Tale), Raphael Sbarge (C’era una volta) e la cantante Jennifer Nettles.

Con un cast di talento riconoscibile che dà vita al film, L’esorcista: Il credente sta prendendo forma come un degno seguito di L’esorcista. La decisione di avere tutti i film nel canone di indica inoltre che ci saranno riferimenti anche agli altri quattro titoli della serie. Il nuovo film, però, segna anche l’inizio di una nuova trilogia di sequel, similmente a quanto fatto anche con i sequel di Halloween, di  cui appunto Green è stato regista.

Resta però da vedere come questo nuovo film si affermerà presso il grande pubblico. Mentre Green si è dimostrato un talentuoso regista slasher con Halloween, i suoi sequel Halloween Kills e Halloween Ends non sono stati particolarmente apprezzati né dal pubblico né dalla critica. Tuttavia, con L’esorcista – Il credente, che crea una nuova storia all’interno dell’universo di L’esorcista, il film potrebbe svelare nuovi entusiasmanti aspetti degni di essere raccontati.

Hunter Schafer: 10 cose che non sai sull’attrice

Hunter Schafer: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi grazie alla serie Euphoria, l’attrice Hunter Schafer è in breve divenuta una delle maggiori star della sua generazione, richiestissima per il cinema, la televisione ma anche per il settore della moda, essendo lei una delle più popolari modelle del momento. La sua è dunque una carriera in piena ascesa, supportata da un talento, una presenza scenica e un’intensità per la recitazione con pochi eguali tra i suoi coetanei.

Ecco 10 cose che non sai sull’attrice Hunter Schafer.

Hunter Schafer: i suoi film e le serie TV

1. È nota per una celebre serie TV. Il primo ruolo d’attrice per Schafer è stato quello nella popolare serie HBO Euphoria, dove interpreta il personaggio Jules recitando accanto ad attori come Zendaya, Jacob Elordi e Sydney Sweenye. Ad oggi si tratta dell’unico progetto televisivo a cui ha partecipando, recitando in entrambe le stagioni ad ora prodotte e naturalmente sarà presente anche nella terza stagione, attualmente in fase di sviluppo.

2. Ha diversi film per il cinema in arrivo. L’attrice deve ancora compiere il suo debutto sul grande schermo, ma quel momento arriverà presto grazie a Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serprente, con protagonista Rachel Zegler. Diversi sono poi i film per cui Schafer è già confermata come parte del cast, tra cui si annoverano il thriller Cuckoo, di cui è protagonista, il misterioso And, nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone, e il nuovo film di David Lowery, Mother Mary, con protagonista Anne Hathaway.

3. Ha diretto alcuni videoclip e lavorato come doppiatrice. Da quando è entrata a far parte del mondo dello spettacolo, Schafer non si è però limitata solo alla recitazione, ma ha anche diretto due videoclip musicali, ovvero quelli per il brano hornylovesickmess di Girl in red, e quello per il brano Why Am I Alive Now? di Anohni and the Johnsons. Oltre a ciò, ha anche lavorato come doppiatrice per il film d’animazione giapponese Belle, doppiando in lingua inglese il personaggio chiamato Ruka.

Hunter Schafer Zendaya Euphoria

Hunter Schafer in Euphoria

4. Non intendeva far parte della serie. Come da lei dichiarato, Hunter Schafer non ha mai avuto intenzione di partecipare alla serie Euphoria. L’agenzia di modelle con cui lavorava ha però visto il casting e l’ha convinta a fare un’audizione, suggerendo che sarebbe stata fantastica per la parte. Presentatasi dunque ai provini, Schafer ha da subito convinto l’autore Sam Levinson e i produttori e il personaggio è poi stato riscritto parzialmente sulle sue esperienze di vita, così che potesse adattarsi meglio a lei.

5. Ha scritto un episodio della serie. Oltre ad essere tra le protagoniste della serie, Schafer ha anche partecipato alla scrittura di un episodio di essa. Parliamo dell’episodio speciale che si concentra interamente su Jules. A Sam Levinson, creatore e autore della serie, si è dichiarato entusiasta di questa collaborazione nella scrittura, soprattutto perché l’attrice ha significativamente contributo nel tratteggiare con cura e rispetto i momenti dedicati al rapporto di Jules con il suo percorso di transizione, alle conseguenze psicologiche che questo ha comportato e al peso emotivo che da tutto ciò è derivato.

Hunter Schafer in Hunger Games

6. Il nuovo film della saga segnerà il suo debutto al cinema. Nel film Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, prequel di Hunger Games (2012), ambientato 64 anni prima, Schafer interpreterà Tigris Snow, cugina maggiore e confidente di Coriolano, che lo consiglia in tutto. In seguito, come noto, il personaggio diventerà una stilista nei Giochi e un’alleata di Katniss Everdeen e della resistenza contro Panem. Il personaggio è infatti già comparso in versione più adulta nell’ultimo film della saga, interpretato da Eugenie Bondurant, mentre per Schafer segnerà il suo debutto sul grande schermo.

Hunter Schafer è modella per Prada e Dior

7. È una supermodella. Prima di diventare celebre come attice, Schafer ha iniziato a farsi strada nel mondo della moda, partecipando a sfilate per le maggiori case di moda, come Prada, Calvin Klein, Dior, Miu Miu, Tommy Hilfiger, Maison Margiela, Vera Wang, Marc Jacobs, Versus Versace e molte molte altre. Ancora oggi collabora con molte di queste, tra cui in particolare Prada e Dior. Gli impegni nel campo della recitazione non le hanno infatti impedito di portare avanti questa sua attività.

Hunter Schafer Hunger Games

Hunter Schafer e il fidanzato Dominic Fike

8. Ha conosciuto il fidanzato sul set. Nella seconda stagione della serie Euphoria è entrato a far parte del cast l’attore e cantautore Dominic Fike, il cui personaggio intreccia un particolare rapporto con Rue e Jules, il personaggio interpretato da Schafer. La vicinanza tra loro sul set ha poi portato ad una vera e propria relazione tra l’attrice e Fike, fotografati insieme in più occasioni a partire dal febbraio 2022. I due sembra però si siano lasciati nel luglio del 2023.

Hunter Schafer è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 7 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Hunter Schafer: età e altezza dell’attrice

10. Hunter Schafer è nata il 31 dicembre 1998 a Trenton, New Jersey, Stati Uniti. È alta complessivamente 1,78 metri.

Fonti: IMDb, Instagram

Assassinio a Venezia: recensione del film di e con Kenneth Branagh

Hercule Poirot è tornato. L’investigatore più famoso e baffuto del giallo, nato da una delle più grandi penne del genere, Agatha Christie, è pronto a risolvere un altro caso d’omicidio. A fare da sfondo al nuovo mistero non sono più gli spazi claustrofobici di un treno e neppure le soleggiate ambientazioni d’Egitto, ma la fredda, piovosa e mistica Venezia, la quale offre il più suggestivo dei milieu finora proposti negli adattamenti recenti, facilitando la tensione del suo pubblico. Assassinio a Venezia, così il titolo del film, è ancora diretto e interpretato da Kenneth Branagh, il quale, a ben vedere, sembra proprio divertirsi a vestire i panni di Poirot.

A differenza dei suoi predecessori, il film non aderisce completamente alla trama della sua controparte cartacea, ma è più una rilettura del romanzo La strage degli innocenti, uno dei whodunit meno famosi di Lady Mallowan. Del libro restano però i punti cardine: la storia si svolge anche qui nella notte di Halloween e ad essere protagonista è sempre la dipartita di qualche malcapitato, per una mystery story dalle venature soprannaturali. A stendere la sceneggiatura ancora una volta il fedele Michael Green, con le musiche di Hildur Guonadottir. Assassinio a Venezia è nelle sale cinematografiche dal 14 settembre, distribuito dalla Walt Disney Company Italia.

Assassinio a Venezia, la trama

Diverso tempo dopo l’omicidio passionale di Assassinio sul Nilo, Poirot decide di ritirarsi in pensione a Venezia. Sono gli anni del Dopoguerra, e precisamente siamo nel 1947. Il detective, un po’ come accaduto a Benoit Blanc in Glass Onion, ha deciso di godersi la vita lontano dagli omicidi, tanto che, per sfuggire a frotte di persone che ogni giorno lo rincorrono fra i canali per sottoporgli un nuovo caso, ha assunto un bodyguard, l’ex poliziotto Vitale Portfoglio (Riccardo Scamarcio). Ma quando in città arriva un’amica di vecchia data, nonché scrittrice di gialli di fama mondiale, Ariadne Oliver (Tina Frey), Poirot si trova invischiato in una situazione al limite del reale.

Spinto dalla stessa ad una festa di Halloween, in un palazzo apparentemente infestato dai fantasmi, il baffuto detective è costretto ad assistere ad una seduta spiritica, tenuta dalla medium Mrs. Reynolds (Michelle Yeoh). Ad essere invocata è la defunta Alicia Drake (Esther Rae Tillotson), figlia della proprietara dell’antico palazzo in cui si trovano, Rowena (Kelly Reilly), morta suicida in seguito alle visioni degli spettri di bambini che si aggirano fra le mura. Voci, finestre che sbattono, fantasmi allo specchio, delitti inaspettati… cosa accade in quella dimora? Poirot, pur avendo perso la fede, è pronto a credere se qualcosa esiste oltre la morte e se la vita, così come la conosciamo, cela presenze soprannaturali e collegamenti con l’aldilà.

Assassinio a Venezia Kenneth Branagh

Venezia: fra razionalità e religione

Per il suo terzo lavoro con Christie, Branagh attinge (come sempre) dal preesistente materiale sostanzioso e poi amplia il suo sguardo, punta verso nuovi orizzonti e rimescola le carte in tavola, definendo un film nuovo, forse anche più audace oltre che ambizioso, nel quale vuole confermare di essere un virtuoso, pur rimanendo saldamente legato, almeno nello schema investigativo, al giallo firmato Christie. Infatti, accanto alla detection di Assassinio a Venezia, scorre una seconda linea narrativa: il soprannaturale. Una storia di fantasmi, oltre che di omicidi, che si annidano dentro un palazzo della Venezia pittoresca degli anni del Dopoguerra, nel quale vivono leggende e superstizioni. È chiaro sin da subito l’intento del regista: tutto è costruito secondo la logica della paura, per impregnare la narrazione di sfumature horror. Non si può dunque fare a meno di evidenziare la sua bravura dietro la macchina da presa: la regia, qui, è infatti più che mai a servizio del racconto, quasi schiava della trama delineata.

Branagh mette in campo tutti gli strumenti più congeniali al registro dell’opera: ci sono le lenti anamorfiche che alterano lo spazio, spettrale e lugubre, si ricorrere alla snorricam – solo per Poirot – per mettere in rilievo la sua destabilizzazione, e infine ci sono le inquadrature oblique, che tra l’altro aprono il film e ne diventano costante, e che vogliono essere una sorta di presagio. Ogni scelta registica, anche di semplici piani, vuole favorire il senso di distorsione e pericolo. Fa acquistare all’ambiente un’atmosfera funerea e angosciante, certamente enfatizzata da una scenografia curata al dettaglio, nei suoi minimi particolari, e in cui il contrasto di luci e ombre (con una particolare attenzione alla luce intradiegetica) fanno da benzina al setting sinistro. Oltre a restituire anche, a livello drammatico e personale, il disturbo di Poirot e il suo sentirsi smarrito, titubante e confuso. Credere o non credere? La fede, la religione e il suo mistero è qualcosa di tanto prezioso quanto di più delicato al mondo, e lui ne deve fare i conti. Deve scegliere: rimanere razionali o abbandonarsi alla spiritualità?

Branagh innamorato del suo Poirot

Se sul piano estetico e di forma Assassinio a Venezia vince (e questo non basta a far funzionare il film), purtroppo non si può dire lo stesso riguardo la sua costruzione narrativa. Fra le prime sbavature del film c’è l’insistenza a voler spaventare il pubblico con la componente soprannaturale. Puntando sul filone dell’horror, Branagh e Green sembrano perdere di vista il vero senso dell’opera: l’indagine. Non ci sono effettivi depistaggi e colpi di scena, c’è solo la speranza che lo spettatore faccia un balzo di paura attraverso jumpscare molto scolastici e di poco effetto, inseriti senza una vera cognizione di causa. Il regista si arena in questo tentativo, vuole a tutti i costi spaventare, e così facendo non riesce a mescolare bene i due generi, tanto che il thriller soprannaturale non si regge su una struttura solida e lucida. Ogni evento sembra volersi scoprire in fretta, ogni soluzione arriva in un lampo, non c’è il piacere del ragionamento o della sospensione, come invece si era più riscontrato in Assassinio sull’Orient Express e Assassinio sul Nilo.

Il climax drammatico finale è privo di vera tensione, poiché si trascina dietro una confusione che pervade il pubblico sin dal secondo atto. Ne risente in tal senso anche la coralità, una delle chiavi di volta degli adattamenti di Branagh, qui però molto al margine. Avendo trovato la sua personale chiave d’accesso al personaggio di Hercule Poirot, l’attore/regista pecca quasi di egocentrismo e, innamorandosene un po’ troppo, decide di avere un one man show. Il cast, meno stellare rispetto ai predecessori, risulta essere una girandola di characters tutto fuorché entusiasmanti e di spessore, causa molto probabilmente anche il poco tempo a disposizione (103 minuti scarsi rispetto agli altri due più lunghi). Assassinio a Venezia risulta perciò essere una pellicola solo dalle forti idee, che nel vano tentativo di farsi grande e imponente nel cinema mainstream, scade nel banale, speriamo almeno non finisca nel dimenticatoio.

Willem Dafoe: “Mi spezza il cuore non poter promuovere film come Povere Creature”

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Willem Dafoe, che era presente a Venezia 80 in ben tre film, Povere Creature, Pet Shop Days e Finalmente l’Alba, e al TIFF con Gonzo Girl, ha potuto partecipare, a causa dello sciopero SAG-AFTRA, soltanto a quest’ultimo e, parlando con Vanity Fair (via Indiewire), ha spiegato che per lui è stato molto doloroso non poter essere a Venezia per promuovere i tre film con i quali era presente al Lido.

“Essere a Venezia con tre film e non poterci andare mi ha spezzato il cuore”, ha detto Dafoe. “Ma poi ho pensato: ‘È solo perché vuoi divertirti?’ Vivo in Italia ed è emozionante vedere gli amici.” Ha continuato: “È importante che i talenti siano coinvolti, in particolare nei film indipendenti: è importante. Ecco perché sono così grato di sapere che abbiamo raggiunto un accordo provvisorio [per “Gonzo Girl”]. E la questione ovviamente è: se una piccola azienda indipendente può farlo, perché non può farlo un grande studio? Ma mi dispiace non essere potuto andare a Venezia”.

“Penso che dobbiamo andare avanti”, ha detto Dafoe. “Capisco la loro strategia, ma penso anche che a volte gli operatori del settore, particolarmente hardcore, non pensano abbastanza al mondo, al mercato mondiale. Se non partecipiamo a questi festival cinematografici, se non partecipiamo alla vendita di film all’estero, prima di rendercene conto, guarderemo tutti film d’azione tedeschi. Dato che siamo qui con la benedizione del SAG, non so perché qualcuno direbbe di no ad un accordo provvisorio, se ne avesse la possibilità. So che molte persone non lo hanno fatto. Immagino che penserebbero che la loro possa essere presa per mancanza di solidarietà, ma se un attore può partecipare a un evento come questo è perché è sostenuto dal SAG che sostiene e incoraggia gli accordi di questo tipo. Quindi per me non è strano essere qui”.

Dafoe ha concluso: “Mi sento più strano di [quando] non lavoro perché avevo alcune cose che volevo fare davvero tanto e chissà se si ripresenteranno. Poi mi siedo e dico: “Non essere egoista”. Non pensare a te stesso, pensa al futuro”. Chiaramente ci sono alcune cose su cui lavorare. Non ho mai parlato di ciò che faccio come azienda, ma il business attorno a ciò che faccio è cambiato così tanto per cui le cose devono essere affrontate.”

Ricordiamo che Povere Creature di Yorgos Lanthimos ha vinto il Leone d’Oro a Venezia 80 e quindi per Willem Dafoe, e per il resto del cast, deve essere stato ancora più difficile non poter partecipare alla promozione di un film che è stato così tanto amato dalla critica e dalla giuria del Festival.

The Marvels: un nuovo spot vede formarsi il “meraviglioso” trio

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The Marvels: un nuovo spot vede formarsi il “meraviglioso” trio

Disney ha diffuso un nuovo spot tv di The Marvels, che arriverà al cinema l’8 novembre prossimo. Il film vedrà Carol Danvers fare squadra con Monica Rambeau e Kamala Khan, le tre formeranno un inedito trio di “meraviglie” mettendo in scena Captain Marvel, Photon e Ms. Marvel, salvando probabilmente la galassia da una situazione di pericolo. Ecco lo spot:

The Marvels, la trama

Nel film Marvel Studios The Marvels, Carol Danvers alias Captain Marvel deve farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la portano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della sua super fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e con quelli della nipote di Carol, il capitano Monica Rambeau, diventata ora un’astronauta S.A.B.E.R.. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare in sinergia per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman

Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo modifiche, arriverà in sala il 8 novembre 2023.

L’ultima volta che siamo stati bambini: trailer del film di e con Claudio Bisio

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Medusa Film ha diffuso il trailer di L’ultima volta che siamo stati bambini, la nuova commedia di e con Claudio Bisio. Nel cast anche Alessio Di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis, Lorenzo McGovern Zaini, Marianna Fontana, Federico Cesari e Antonello Fassari. Il film nelle sale dal 12 ottobre distribuito da Medusa Film è una coproduzione Solea e Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film e in collaborazione con Prime Video, prodotto da Sandra Bonzi, Claudio Bisio, Massimo Di Rocco e Luigi Napoleone. Le edizioni musicali sono a cura di Edizioni Curci – Bartlebyfilm.

Nel film  Quattro bambini giocano alla guerra mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo è il ricco figlio del Federale, Cosimo ha il papà al confino e una fame atavica, Vanda è orfana e credente, Riccardo viene da un’agiata famiglia ebrea. Sono diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina l’Europa.

Per loro tutto è gioco, combattono in cortile una fantasiosa guerra fatta di missioni avventurose ed eroismi, poi però fanno patti “di sputo” e non “di sangue” per paura di tagliarsi. Ma il 16 ottobre il ragazzino ebreo viene portato via dai tedeschi insieme ad oltre mille persone del Ghetto. Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere dov’è e, per onorare il “patto di sputo”, decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico. L’ennesima missione fantasiosa entra nella realtà, i tre bambini viaggiano soli in un’Italia stremata dalla guerra, fra soldati allo sbando, disertori, truppe di tedeschi occupanti, popolazioni provate e affamate.

I tre bambini non sono del tutto soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa: Agnese, suora dell’orfanotrofio in cui vive Vanda, e Vittorio, fratello di Italo. Lei cristianamente odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo infatti litigano tutto il tempo. Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte: un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro relazioni. Fino al sorprendente ma in fondo purtroppo logico, finale.

Brooklyn: trama, cast e curiosità sul film con Saoirse Ronan

Brooklyn: trama, cast e curiosità sul film con Saoirse Ronan

Pochi film hanno saputo raccontare l’emigrazione, la difficoltà di trovarsi in una terra straniera e la formazione del proprio animo da un punto di vista femminile come Brooklyn (qui la recensione). Diretto da John Crowley nel 2015, questo è basato sull’omonimo romanzo del 2009 di Colm Tóibín, noto per i suoi romanzi che ripercorrono la storia dell’Irlanda e con ricorrenti tematiche religiose e LGBT. All’interno di questo film si ritrova dunque una dettagliata ricostruzione di dinamiche storiche unite ad una struggente storia d’amore, elementi che hanno portato Brooklyn ad essere indicato come uno dei film più belli del suo anno e a guadagnare tre nomination al premio Oscar.

La storia, sceneggiata per il cinema da Nick Hornby, è ambientata in un periodo in cui la migrazione irlandese verso New York era particolarmente fiorente. Nella città statunitense iniziarono infatti a formarsi intere comunità di irlandesi, dove le donne componevano una presenza particolarmente più significativa di quella maschile. La maggior parte di questi immigrati sfuggiva ad una situazione europea ancora ferita dalla Seconda guerra mondiale, ricercando dunque lavoro e nuove possibilità in quella che era vista come la terra della speranza. Il film ripercorre in modo particolarmente fedele la descrizione che Tóibín fa a riguardo, divergendo soltanto nel finale, meno ambiguo rispetto al libro.

Affermatosi come un grande successo, Brooklyn raccoglie dunque al suo interno elementi diversi, componendo un ritratto appassionante di luoghi e persone. Un film di rara delicatezza che non manca di incontrare continue lodi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Brooklyn: la trama del film

La vicenda si svolge nel 1952, ed ha per protagonista la giovane Eilis Lacey. Nata e cresciuta in un piccolo paese in Irlanda, la sua unica occupazione è quella di lavorare in un negozio nel solo giorno di domenica. Non riuscendo a trovare un impiego che le permetta di raggiungere una propria indipendenza, Eilis decide infine di emigrare negli Stati Uniti alla ricerca di un futuro migliore. Affrontando un viaggio ricco di insidie, riesce infine ad arrivare a New York, dove si scontra però con un contesto particolarmente caotico e variegato. Prendendo dimora nel quartiere di Brooklyn, Eilis deve inizialmente gestire la nostalgia di casa, imparando a distaccarsene per poter costruire qualcosa di nuovo.

A facilitare ciò arriva Antonio Fiorello, un idraulico italiano con cui Eilis intreccia da subito un’appasionata storia d’amore. Il loro idillio viene però spezzato da un’improvvisa tragedia famigliare, che costringe la ragazza a tornare nella propria casa in Irlanda per assistere la madre. Qui rincontra tutto ciò che aveva lasciato e ora le sembra addirittura di poter avere la vita che prima le era negata. Incontra perfino un ragazzo gentile e ricco di nome Jim Farrell, che le propone di sposarlo. Sarà in quel momento che Eilis sarà chiamata a compiere delle dolorose scelte, tra la sua casa natìa e il luogo che le ha donato nuove speranze, tra la famiglia e l’amore.

Brooklyn cast

Brooklyn: il cast del film

Qualche anno prima che il film si concretizzò, per il ruolo di Eilis Lacey era originariamente stata scelta l’attrice Rooney Mara. Saoirse Ronan, comunque tra le candidate, era infatti stata giudicata troppo giovane per interpretare la parte. Tuttavia, la produzione del film entrò in stallo e ci volle qualche anno perché la situazione si sbloccasse. A quel punto la Mara aveva rinunciato al ruolo e la Ronan era cresciuta abbastanza da poterlo assumere. Irlandese di origine, per lei fu la prima volta in cui si trovò a poter interpretare un personaggio con cui condivide la provenienza e per questa sua performance ha guadagnato la sua seconda nomination all’Oscar, la prima come miglior attrice protagonista.

Accanto a lei, nel ruolo di sua madre Mary vi è l’attrice Jane Brennan, mentre Fiona Glascott è la sorella di Eilis, Rose. Il premio Oscar Jim Broadbent è il reverendo Flood, irlandese a Brooklyn che aiuta Eilis ad emigrare. Julie Walter, nota per essere stata Molly Weasley nella saga di Harry Potter, interpreta Magde Kehoe, mentre Jessica Peré è Miss Fortini. Nel ruolo di Antonio Fiorello vi è invece l’attore Emory Cohen, il quale ha raggiunto notorietà grazie a questo personaggio, costruito guardando numerosi film italiani del neorealismo. Domhnall Gleeson, attore noto per il personaggio di Bill Weasley nella saga di Harry Potter e del Generale Hux nei nuovi tre film di Star Wars, veste qui i panni di Jim Farrell.

Brooklyn: il trailer, la struttura del film e dove vederlo in streaming e in TV

Il regista John Crowley ha diviso questo film in tre diversi “movimenti” visivi. Il primo si svolge prima che Eilis lasci l’Irlanda del dopoguerra ed è caratterizzato da inquadrature strette e ricche di toni verdi, che danno un’idea di oppressione. Il secondo movimento inizia invece quando Eilis parte per Brooklyn. Qui viene presentato il primo campo lungo, che apre ad un maggior respiro, mentre i colori diventano più giocosi e variegati. Il terzo movimento si ha invece con il ritorno in Irlanda. Questo è più luminoso, più glamour e sottilmente più colorato rispetto al primo. Crowley voleva infatti mostrare che in Eilis è cambiato qualcosa e che questo si ripercuote anche sul modo in cui vede ora la propria terra natale.

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Brooklyn è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 12 settembre alle ore 21:20 sul canale Canale 5.

Fonte: IMDb

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry: il trailer ufficiale

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L’imprevedibile viaggio di Harold Fry: il trailer ufficiale

Ecco il trailer ufficiale di L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, il nuovo film diretto da Hettie Macdonald con protagonisti Jim Broadbent, Penelope Wilton, Earl Cave, Linda Bassett. Distribuito da BIM Distribution, arriverà in sala il 5 ottobre.

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L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, la trama

Harold è un uomo qualunque che ha sempre vissuto senza prendere iniziative e restando in disparte. Un giorno scopre che una vecchia amica è molto malata e decide di andarla a trovare attraversando a piedi l’Inghilterra. Certo che il suo eroico gesto la terrà in vita, Harold Fry intraprende un incredibile viaggio che farà scalpore conquistando tutta la nazione.

Una celebrazione della vita, un ritratto sincero dell’amore universale interpretato dal Premio Oscar® Jim Broadbent e diretto dalla regista Hettie Macdonald (Normale people) sullo sfondo della straordinaria bellezza della campagna inglese.

Invelle: recensione del film d’animazione italiano #Venezia80

Invelle: recensione del film d’animazione italiano #Venezia80

Una mano chiusa a pugno, che si apre per raccontarci un mondo. Un salto avanti e poi indietro, perché la circolarità della Storia unisce ogni spazio e tempo. Uno sprazzo arcobaleno che si insinua in una tela di bianchi e neri, perché se c’è qualcosa che impedisce il cielo, se non può più nevicare, allora un po’ di favola la devono inventare i bambini. Tre piccoli narratori, scelti, disegnati e accompagnati da Simone Massi nel suo film d’animazione Invelle, presentato nella sezione “Orizzonti” di Venezia 80, estrapolano e consolidano dal territorio del niente, l’Invelle marchigiano di Pergola, in provincia di Pesaro e Urbino, un libro parlato, il canto dei sommersi dalla Storia e dalle Guerre, che i libri hanno ignorato, e che l’animazione vuole rendere visibili.

Invelle, la trama: i bambini del mondo, le guerre di sempre

Nel 1918 Zelinda è una bambina contadina con la madre in cielo e il padre in guerra. Le tocca smettere l’infanzia e indossare la casa, i fratelli, la stalla e le bestie. Un giorno Zelinda torna ad avere una madre e un padre. Alla fiera del paese la bambina si stringe al babbo e spalanca gli occhi per far posto a tutte le cose che le si parano davanti. Vere o immaginate che fossero, Zelinda quelle cose ormai le ha viste e si è fatta una sua idea di come gira il mondo. Gira così velocemente che di colpo la sua storia diventa quella di un’altra. Nel 1943 Assunta è una bambina contadina che sta in equilibrio su una gamba, con la testa guarda il cielo e tiene il piede in guerra (un’altra!). Ma appena ne ha modo Assunta si cuce un vestito colorato, fa un saltello e hop! la guerra era tutto uno scherzo, o comunque adesso non c’è più. La guerra (forse!) non c’è più e con essa scompare un mondo intero: un salto più grande di quel che sembrava. Nel 1978 Icaro è un bambino contadino che gira in tondo attorno al niente. È stato sognato tanti anni prima e deve fare e farà quello che non è stato possibile per sua madre e sua nonna. E per chi è venuto prima di loro. E prima ancora. E prima ancora.

Invelle, una scena del film di Simone Massi

Resistere tramandando l’invisibile

La Resistenza è diventata un ricordo che non ha trovato riscontro nella realtà: i bambini di Invelle resistono e, per questo, esistono. Finché ci saranno prepotenze, ci si ritrova dentro le cose senza sapere da che parte arrivano, le Assunta, Zelinda e Icaro di tutto il mondo staranno sempre dalla parte dei partigiani. Hanno capito che una minaccia è una minaccia, indipendentemente dall’entità: un mafioso, un proprietario terriero che pretende troppo, i tedeschi. Dal 1918 al 1978, gli “Invelle” d’Italia hanno subito la stessa sorte: lasciati incolti, nell’indifferenza di una Storia che va avanti a spintoni, e scrive nomi propri con le lettere minuscole. Da “non luogo” astorico, non connotato e privo di valore, Simone Massi procede a una mitizzazione dell’Invelle per intercettare col suo racconto anche lo sguardo dei bambini dell’oggi, ponendo l’accento sulle contraddizioni delle guerre di ogni secolo.

Forse i bambini di Invelle sono cresciuti troppo in fretta: hanno fatto i calcoli meglio dei loro genitori, hanno dovuto rassettare le loro case, non hanno mai visto il mare e hanno vissute nelle stalle. Forse, l’impianto stilistico di Invelle vuole concedergli uno spiraglio di ritorno all’infanzia e Massi vuole fargli capire che non c’é distanza che separi i bambini del mondo. Il dolore è tutto inciso nelle loro sagome, che è anche il loro cuore, perché pensieri e stomaco si intersecano in un racconto così libero, dove si salta di mano in mano per sentirsi meno soli, dove l’urgenza narrativa uguaglia il bisogno di movimento di bambini costretti in un tempo e in un luogo che non si sono scelti. Un balzo dopo l’altro – e assieme all’altro – Simone Massi avvia un’operazione di recupero di questi luoghi e storie svuotate di ogni valore, disegnando abilmente un mondo in cui sono le vicende private a fare da specchio ai grandi eventi storici e i nomi dei protagonisti non vengono sottratti da nessuna rievocazione.

MCU: 10 personaggi che non riusciamo a credere siano ancora vivi

MCU: 10 personaggi che non riusciamo a credere siano ancora vivi

Ci sono alcuni personaggi del Marvel Cinematic Universe che sono ancora vivi nonostante tutte le probabilità contrarie. Da quando è nato Iron Man nel 2008, il MCU ha accumulato un’ampia lista di vittime grazie ai numerosi scontri tra eroi e cattivi nel corso degli anni, siano essi umani o alieni. Anche lo stesso Iron Man di Robert Downey Jr. è morto nell’ultima battaglia per sconfiggere Thanos, sacrificando se stesso per aiutare i suoi compagni. Mentre personaggi come Iron Man, Vedova Nera e Yondu hanno avuto morti emozionanti che hanno concluso i loro archi narrativi e spinto in avanti le storie di altri personaggi, alcuni personaggi del MCU sono incredibilmente riusciti a evitare la morte fino a oggi.

Ecco i 10 personaggi del MCU che non possiamo credere siano ancora vivi.

Hank Pym

Hank Pym MCU

Hank Pym (interpretato da Michael Douglas) era il portatore originale del mantello di Ant-Man nel MCU, con le sue avventure che si svolgevano nel passato del franchise. Dato che Scott Lang ha ereditato il mantello di Ant-Man nel 2015, è sorprendente che Hank Pym sia ancora vivo. Il personaggio ha sfiorato la morte nel MCU, in particolare è stato colpito a bruciapelo al petto in Ant-Man e in qualche modo ne è uscito vivo. Inoltre, Douglas vuole che Hank Pym muoia, avvenimento che in Ant-Man and the Wasp: Quantumania è stato messo totalmente in secondo piano portando il suo personaggio a capo di un esercito di formiche che hanno salvato gli eroi del film.

Scott Lang

Scott Lang Ant-Man

La morte di Kang il Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania – che difficilmente rimarrà tale – è stata sicuramente sorprendente. Prima del debutto dell’ultimo film di Peyton Reed, i trailer del film avevano annunciato una sanguinosa scazzottata tra lo il personaggio di Paul Rudd e quello di Jonathan Majors, che sembrava alludere alla morte di Ant-Man. Kang è stato presentato come il prossimo cattivo principale del MCU dopo Thanos, quindi la sua morte nel film, piuttosto che quella di Ant-Man, è stata certamente inaspettata, soprattutto perché il film prevedeva la figlia di Scott, Cassie Lang di Kathryn Newton, come sua potenziale sostituta.

Red Skull

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Molti personaggi sono stati riportati in vita da quella che sembrava una morte certa nel MCU, ma nessun ritorno è stato così sorprendente come quello del Teschio Rosso in Avengers: Infinity War. Teschio Rosso era apparentemente morto dopo essere entrato in contatto con il Tesseract in Captain America: Il primo vendicatore. Nonostante fosse assente dal MCU dalla sua apparente morte negli anni ’40. La rivelazione di Teschio Rosso come custode della Pietra dell’Anima è stata scioccante e, con la sua liberazione dalla sua posizione dopo la distruzione della Pietra dell’Anima, il personaggio potrebbe apparire nel futuro del MCU.

Tyler Hayward

WandaVision ha introdotto Tyler Hayward, l’ex direttore ad interim dello S.W.O.R.D., rendendolo un personaggio per cui è impossibile tifare. Pur non essendo responsabile della sofferenza di Wanda e della creazione della sua realtà a Westview, Hayward ha sicuramente contribuito ad aggravare il dolore e la rabbia della Strega Scarlatta con le sue azioni nella serie Disney+. Sebbene Wanda non fosse malvagia come in Doctor Strange nel Multiverso della Follia durante WandaVision, era comunque abbastanza lontana dal lato “buono” da poter uccidere Hayward.

Emil Blonsky

Tim Roth

Tim Roth ha interpretato per la prima volta Emil Blonsky/Abominio nel MCU in L’incredibile Hulk del 2008. Dopo che quel film è rimasto sostanzialmente intatto per diversi anni, Roth è tornato nel MCU come versione più calma di Blonsky, apparendo in Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli e She-Hulk: Attorney at Law. Se il ritorno dell’Abominio nel MCU è stato entusiasmante, il fatto che il personaggio non sia morto ne L’incredibile Hulk dopo un duro scontro con il gigante verde è sorprendente. Nonostante si sia rotto praticamente ogni osso del corpo, Blonsky è sopravvissuto e, a distanza di più di dieci anni, sta finalmente prosperando nel MCU.

Star-Lord

Peter Quill (interpretato da Chris Pratt) è ancora vivo e il futuro ritorno di Star-Lord è stato annunciato dopo i titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 3. Tuttavia, l’ultimo film del team diretto da James Gunn ha quasi ucciso Star-Lord in un momento molto emozionante. Senza il casco e la tuta protettiva, Star-Lord ha rischiato di morire congelato nel freddo vuoto dello spazio prima che Adam Warlock intervenisse per salvare l’eroe. Il momento ha rispecchiato la morte di Yondu e, anche se Adam Warlock è riuscito a portare Star-Lord al sicuro, il volto di Peter si è gonfiato in modo tale da far pensare che la sua morte fosse garantita, solo che poi ha ripreso a respirare.

Mordo

Mordo MCU

Il Barone Mordo di Chiwetel Ejiofor è assente dal MCU da anni, ma non è sempre stato così. La scena della morte di Mordo è stata tagliata da Doctor Strange nel Multiverso della follia. Originariamente Mordo doveva continuare la sua missione nella scena post-credits di Doctor Strange, dando la caccia a coloro che hanno abusato della magia. Questo lo avrebbe portato alla porta di Wanda, dove la Strega Scarlatta lo avrebbe decapitato dopo averla minacciata. Con l’MCU che vede Doctor Strange immergersi in profondità nel multiverso, sembrano esserci poche opportunità per il ritorno del Mordo originale, il che avrebbe reso più sensata la sua morte nel film.

Bucky Barnes

Bucky Barnes

Il Bucky Barnes di Sebastian Stan fa parte del MCU da molto tempo, avendo debuttato nel 2011 in Captain America: Il primo vendicatore del 2011. Data l’entità della sua caduta e tutti i grandi combattimenti che Bucky Barnes ha affrontato dal suo ritorno nel MCU, scontrandosi con Iron Man, Black Panther e persino venendo fatto fuori da Thanos in Avengers: Infinity War, è un miracolo che Bucky sia ancora vivo per essere il leader della squadra dei Thunderbolts nel MCU.

Steve Rogers

Chris Evans in Avengers Infinity War

Con Avengers: Endgame abbiamo salutato tre dei principali componenti degli Avengers: la Vedova Nera di Scarlett Johansson, Iron Man di Robert Downey Jr e Steve Rogers di Chris Evans. Se i primi due si sono sacrificati e sono morti, Steve Rogers non solo è sopravvissuto alla battaglia contro Thanos, ma è tornato indietro nel tempo per vivere con Peggy Carter, tornando nel presente come un uomo anziano per passare il suo scudo a Sam Wilson. Capitan America era la scelta più popolare per morire in Infinity War o Endgame, dato che Thanos ha ucciso Steve nei fumetti che hanno ispirato i film. Nonostante i trailer e i film stessi avessero più volte messo in dubbio la morte di Steve, Capitan America è sorprendentemente sopravvissuto, ottenendo il suo finale ideale per il MCU.

Rocket

Infine, il personaggio più sorprendente a non morire nella storia recente del MCU è Rocket Raccoon. Tutti gli indizi indicavano che il personaggio sarebbe morto in Guardiani della Galassia Vol. 3. Il film si è concentrato sulla storia di Rocket, rivelando la sua tragica infanzia con un grosso conto in sospeso con l’Alto Evoluzionario. Mentre la storia di Guardiani della Galassia Vol. 3 ruotava intorno a Rocket, in bilico tra la vita e la morte, il personaggio non solo è riuscito a uscirne bene alla fine del film, ma Rocket è diventato il leader della nuova squadra dei Guardiani della Galassia, il che dovrebbe mantenerlo in vita nel MCU per il prossimo futuro.

Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 3, trailer e poster ufficiali

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Ecco il trailer ufficiale di Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 3, il film che chiude la trilogia della storia d’amore e di famiglia di Toula (Nia Vardalos) e Ian (John Corbett).

Dalla scrittrice e regista Nia Vardalos, il fenomeno mondiale Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco torna al cinema con una nuova avventura. Unisciti ai Portokalos in una riunione di famiglia in Grecia per un viaggio commovente ed esilarante, ricco di amore e di colpi di scena. Opa!

Diretto da Joel Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast di supporto stellare che include il defunto Michael Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e Lainie Kazan nei panni della madre di Toula, Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve durata e un sequel del 2016, Il mio grosso grasso matrimonio greco 2. Le prime notizie di un terzo adattamento sono arrivate a giugno del 2022.

CSC Immersive Arts: nasce a Venezia il polo dedicato alle arti immersive

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In un periodo storico in cui le arti e tecnologie immersive si stanno affermando tanto nel mercato europeo quanto in quello internazionale, il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Regione del Veneto uniscono le forze per fondare un nuovo polo innovativo, il CSC Immersive Arts, sull’isola di San Servolo a Venezia. La proposta formativa, frutto di un accordo di programma siglato un anno fa con l’Assessorato alla formazione della Regione Veneto, punterà a esplorare e approfondire le possibili applicazioni della Realtà Estesa attraverso lo studio della loro evoluzione, delle tendenze più importanti che le caratterizzano, del loro potenziale non ancora sfruttato, così da poter intercettare la natura di un settore ancora in via di sviluppo e crescere con esso. Nella profonda convinzione che teoria e pratica siano complementari allo sviluppo di una professionalità a trecentosessanta gradi, il CSC Immersive Art offrirà una proposta formativa unica, volta a unire questi due aspetti.

La direttrice didattica del nuovo polo, Sara Tirelli, ha dichiarato: “Sono molto soddisfatta della risposta oltremodo positiva avuta a seguito dell’annuncio della prossima apertura del CSC Immersive Arts avvenuta il 4 Settembre all’interno del programma VPB (Venice Production Bridge) nella sezione Immersive della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ciò rappresenta sia una conferma dell’alta qualità della proposta formativa, sia la prova che nel panorama italiano ed europeo esiste un forte bisogno di un centro di ricerca e produzione interamente dedicato alle Arti Immersive. Questa è anche un’importante opportunità per dimostrare che la città di Venezia non è solo un palcoscenico espositivo, ma anche fucina creativa delle sperimentazioni delle pratiche contemporanee dell’immagine in movimento.”

Le tecnologie XR hanno già dimostrato di avere un enorme potenziale nel settore dell’audiovisivo e delle arti performative, che deve essere particolarmente attento a recepire le nuove possibilità di lavoro, e a creare talenti professionalizzati in grado di affrontare il linguaggio immersivo da una nuova prospettiva, capace di fondere discipline umanistiche, creative, tecniche, sociali e manageriali. Le offerte formative esistenti tendono a mantenere una separazione tra i corsi tecnici e quelli teorici, mantenendo così una distanza  tra i sistemi di istruzione e le esigenze richieste dal mercato audiovisivo e delle arti performative.

Il CSC Immersive Arts vuole annullare questa distanza per far dialogare i percorsi disciplinari, unendo teoria e pratica. Sarà Interdisciplinarità la parola d’ordine della proposta formativa del nuovo Polo del Centro Sperimentale di Cinematografia, che punta su un programma internazionale di alto livello e si propone di rispondere agli emergenti scenari del settore audiovisivo e delle arti performative, sostenendone i processi di innovazione e sperimentazione.

Obbiettivi. Il filosofo francese Maurice Merleau-Ponty ha scritto che quando uno strumento tecnico viene utilizzato da una volontà artistica è come se fosse inventato una seconda volta. Il CSC Immersive Art, andando a colmare quel divario che esiste nel settore tra direzione artistica e direzione tecnica, si propone di diventare un centro di formazione, ricerca e produzione a supporto della comunità di professionisti, un think tank per l’ideazione, la riflessione e la produzione rivolto ad artisti, sviluppatori, filosofi e ricercatori. La proposta formativa del CSC Immersive Arts rappresenta un unicum sul territorio italiano perché offre l’opportunità di esplorare l’intrinseco rapporto tra pratica artistica e ricerca tecnologica, promuovendo la sperimentazione di linguaggi ed estetiche in un contesto unico, quello della città di Venezia. Aprire il primo centro in Italia dedicato alle Arti Immersive proprio a Venezia ha inoltre la volontà, non solo simbolica, di rendere Venezia un centro d’avanguardia di sperimentazione artistica e cinematografica delle nuove e più recenti tecnologie immersive.

La sede e le innovazioni tecnologiche. Il CSC Immersive Arts ha sede presso l’isola di San Servolo, che da anni lega il suo nome a programmi di educazione all’istruzione e di formazione. Il Polo CSC Immersive Arts si estende su una superficie di circa 700 metri quadrati. Al primo piano lo spazio offrirà aule per lezioni frontali, presentazioni e plenarie, una biblioteca e mediateca, laboratori multimediali e spazi di lavoro individuale. Mentre il piano terreno ospiterà uno studio di registrazione e ascolto audio unico in Italia, grazie all’acquisizione di un sistema Atmos certificato e di una progettazione acustica di suono immersivo dedicata all’ascolto.

Lo spazio attiguo di circa 140 metri quadri sarà dotato di sistemi di cattura di ultima generazione inclusi la registrazione di video volumetrici e di motion capture. Allo stesso tempo questo spazio diventerà all’occorrenza uno spazio espositivo destinato non solo alla presentazione dei progetti finali ma anche a veri e propri showcase degli attori creativi e tecnologici dell’emergente scena XR internazionale. Le dotazioni tecnologiche di CSC Immersive Arts saranno messe a disposizione del territorio anche a professionisti esterni. Il Polo ospiterà il primo volumetric capture studio e immersive sound di questo tipo nella Regione Veneto.

La proposta formativa. La proposta didattica del CSC Immersive Arts è suddivisa in due principali offerte formative: Residency, un programma della durata di un anno che inaugurerà in Primavera 2024 e Labs, laboratori intensivi che inizieranno in Autunno 2023.

La missione della Residency è quella di favorire il dialogo e la collaborazione tra direzione artistica e tecnica attraverso due curricula principali: Creator (Concezione, progettazione e produzione nel campo del cinema espanso, dell’animazione, dell’arte digitale interattiva, del suono e della performance immersiva) e Creative Technologist (Direzione Tecnica e produzione nel campo del cinema espanso, dell’animazione, dell’arte digitale interattiva, del suono e della performance immersiva).

Alla fine dell’ autunno 2023 prenderanno avvio i Labs per professionisti, ciascuno con durata di massimo 40 ore di attività (5 giorni). Nello specifico si inaugurerà la sede con un laboratorio dedicato ai produttori cinematografici italiani interessati ad acquisire le competenze per entrare nel mercato della produzione di opere XR e alcuni corsi gratuiti di aggiornamento per le maestranze locali (tecnici del settore dello spettacolo) con lo scopo di fornire nuove competenze ai professionisti del settore nella regione.

Ecco alcune delle proposte formative per i CSC Immersive Arts Labs: Immersive Production and Distribution, per Produttori e Distributori dell’Industria cinematografica; Expanding Spatial Narratives, per Professionisti del settore Arte e Cultura; Spaces for Performance, per Artisti e Professionisti del settore Arti Performative; Immersive Journalism, per Professionisti del settore Giornalismo; Immersive Filmmaking per professionisti del settore Cinema; Immersive Environment Design, per Professionisti del settore Architettura e Design; Focus on volumetric capture per Professionisti del settore Cinema, Architettura, Arti Performative; Focus on Photorealistic Environment, Professionisti del settore Cinema, Architettura, Arti Performative, Beni Culturali; Game Engine per Professionisti del settore Cinema, Architettura, Arti Performative; Immersive Technology Applied To Psychotherapy And Wellness per Professionisti del settore Psicologia e Formazione.

The Morning Show: domani la terza stagione della serie con Jennifer Aniston e Reese Witherspoon

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Domani arriva su Apple TV+ la terza stagione di The Morning Show, interpretata e prodotta da Jennifer Aniston e Reese Witherspoon. La serie di successo, vincitrice di un Emmy, debutterà con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da nuove puntate settimanali ogni mercoledì, fino all’8 novembre.

Nella terza stagione di The Morning Show, il futuro della rete è messo in discussione e la lealtà dei singoli protagonisti è spinta al limite quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la UBA. Si formano alleanze inaspettate, le storie private vengono utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i propri valori e principi, dentro e fuori dalla redazione. Insieme ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è guidato da Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen Pittman, Greta Lee, Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna Margulies.

The Morning Show, già confermata per una quarta stagione, è diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt come showrunner e produttrice esecutiva. La serie è prodotta dallo studio Media Res e prodotto a livello esecutivo da Michael Ellenberg con Media Res, insieme a Stoudt e Leder. Jennifer Aniston e Kristin Hahn producono esecutivamente attraverso Echo Films e Reese Witherspoon e Lauren Neustadter con Hello Sunshine.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 376 vittorie e 1.567 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e lo storico Oscar® come Miglior film a “CODA”.

Sex Education: il trailer e le immagini della quarta stagione

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Sex Education: il trailer e le immagini della quarta stagione

Netflix rilascia oggi il trailer della quarta e ultima stagione di Sex Education. Il trailer anticipa una stagione ricca di nuove esperienze sessuali, crescita personale, amore, risate, lacrime, amicizia, e tanto altro, come il fantastico guardaroba di Eric, il ritorno al lavoro di Jean con un nuovo capo (interpretato da Hannah Gadsby), quello di Adam in fattoria, e le abilità artistiche di Aimee, e per finire… Maeve torna a Moordale per il suo primo vero appuntamento con Otis.

https://www.youtube.com/watch?v=7k6Z0flua40

Con questa ultima stagione diciamo addio alla banda di Moordale, che ci tiene compagnia dal 2019. È giunto il momento di preparare i fazzoletti e salutarci con otto nuovi episodi, incluso un finale di stagione eccezionale della durata di 83 minuti. Sarà un viaggio fantastico: finiamolo insieme.

Sex Education 4, la trama

Dopo la chiusura del liceo di Moordale, Otis e Eric devono affrontare un nuovo inizio – il loro primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è nervoso all’idea di creare una nuova clinica, mentre Eric spera con tutto sé stesso che non saranno di nuovo degli “sfigati”. L’istituto Cavendish rappresenta uno shock culturale per tutti gli studenti di Moordale, che fino ad allora pensavano di essere progressisti. Questa nuova scuola è molto diversa, ogni giorno si fa yoga nel giardino comune, si respira un’atmosfera all’insegna della sostenibilità e c’è un gruppo di ragazzi popolari per la loro… gentilezza?! Viv è totalmente sconvolta dall’atteggiamento non competitivo degli studenti, mentre Jackson sta ancora cercando di superare la sua storia con Cal. Aimee decide di fare qualcosa di nuovo frequentando lezioni d’arte e Adam prova a capire se un’istruzione di tipo tradizionale sia adatta a lui.

Negli Stati Uniti, Maeve sta vivendo il suo sogno alla prestigiosa Wallace University, in cui segue le lezioni dell’autore di culto Thomas Molloy. Otis si strugge per lei, mentre deve abituarsi al fatto di non essere più figlio unico, o l’unico terapista della scuola…

Dal suo debutto su Netflix nel 2019, la serie è stata candidata e ha vinto numerosi premi, incluso l’International Emmy Awards nel 2022 come miglior serie comedy. Inoltre, nei primi 91 giorni dall’uscita la terza stagione ha totalizzato 66.6 milioni di visualizzazioni.

A inizio luglio, Netflix ha annunciato che la quarta stagione sarà quella finale pubblicando una lettera ai fan, in cui la creatrice, sceneggiatrice e produttrice esecutiva Laurie Nunn ha affermato:

“Siamo incredibilmente orgogliosi dello show e siamo in debito con il nostro fantastico team di sceneggiatori, attori e tutta la troupe che ha messo così tanto amore nel realizzare ogni episodio. Hanno lavorato in maniera instancabile per questa stagione finale, e non vediamo l’ora di condividerla con voi”.

Il cast della quarta stagione di Sex Education

Asa Butterfield torna a interpretare il protagonista Otis Milburn, al suo fianco Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Aimee-Lou Wood, Emma Mackey, Connor Swindells, Kedar Williams-Stirling, Mimi Keene. Confermati nei rispetivi ruoli anche George Robinson, Chinenye Ezeudu, Dua Saleh, Alistair Petrie, Samantha Spiro, Jim Howick, Rakhee Thakrar e Daniel Ings.

Si uniscono al cast in questa stagione finale Dan Levy, vincitore dell’Emmy come miglior attore non protagonista per Schitt’s Creek, Thaddea Graham (Doctor Who), Lisa McGrillis (Somewhere Boy), Marie Reuther (Kamikaze), l’attrice e modella Jodie Turner Smith, il comico Eshaan Akbar e gli esordienti Felix Mufti, Anthony Lexa, Alexandra James, Reda Elazouar, Bella Maclean e Imani Yahshua.

Alice nella Città: le prime anticipazioni dell’edizione 2023

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Alice nella Città: le prime anticipazioni dell’edizione 2023

Una nuova location rivolta al mondo dei cortometraggi, gli incontri di WomenLands per valorizzare le eccellenze femminili e l’anteprima del film To Leslie con l’attrice  rivelazione degli Oscar 2023 Andrea Riseboroug e primo titolo di una linea interamente dedicata a uno storytelling al femminile. Sono le prime novità della prossima edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata ai giovani, alla scoperta del talento e agli esordi, diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli e in programma quest’anno dal 18 al 29 ottobre.

Alle tradizionali location dell’Auditorium Parco della Musica e dell’Auditorium Conciliazione, si aggiunge quest’anno anche il Palazzo delle Esposizioni che accoglierà la prima edizione degli SHORT FILM DAYS, uno spazio di networking e coproduzione rivolto ai giovani talenti del mondo del cortometraggio e ai professionisti dell’audiovisivo realizzato con il supporto della Camera di Commercio di Roma, della Città metropolitana di Roma Capitale, di CNA Cinema e Audiovisivo,  BNL BNP PARIBAS, UNIFRANCE, SIAE e della Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con Rai Cinema, Premiere Filme il Figari International Short Film.

Un luogo che sarà al tempo stesso anche un laboratorio creativo con tre giorni (18, 19 e 20 ottobre) di incontri, panel e occasioni di dibattito, il cui obiettivo sarà abituare i giovani autori e i giovani produttori allo scambio creativo e professionale. Un progetto che risponde a un chiaro desiderio, all’interno della scena cinematografica e dell’audiovisivo in generale, di trovare, oltre alle gerarchie stabilite, nuove forme di collaborazione per sperimentare, comprendere e rilanciare le diverse sfumature del potenziale di giovani registi. Un itinerario trasversale e ragionato, diviso in quattro momenti apicali, integrati e collegati tra loro: panel, coaching, pitching e networking lounge, che offriranno ai registi selezionati l’opportunità di presentare i loro nuovi progetti a potenziali produttori. I Paesi ospiti della prima edizione saranno Canada e Francia.

Gli appuntamenti legati agli incontri sono volti ad analizzare l’attuale situazione del mercato del cortometraggio; le nuove dinamiche di finanziamento della produzione e distribuzione indipendenti; le sfide future dell’industria audiovisiva; le strategie di promozione; il rapporto con il pubblico e la sala cinematografica.

Alice nella città declinerà una parte della programmazione alle opere che pongono le protagoniste femminili al centro dello storytelling. Tra i primi film in cartellone l’acclamata opera prima “To Leslie” di Michael Morris inserita a sorpresa nella corsa agli Oscar 2023 grazie alla straordinaria interpretazione diAndrea Riseborough. Il film, girato in soli 18 giorni a bassissimo budget, è stato sostenuto per le nomination agli Academy Awards da una campagna social promossa da celebrità come Kate Winslet, Demi Moore, Susan Sarandon e narra la storia di caduta e rinascita di una madre single ed ex alcolizzata che, nel cuore del Texas, combatte per ricostruire la sua vita. To Leslie arriverà in Italia grazie a Minerva Pictures.

Dopo l’evento dedicato a Russell Crowe, prosegue anche la collaborazione con Expo 2030 con una serie di iniziative – in avvicinamento alla giornata di assegnazione del 28 novembre – volte a mettere in risalto il talento delle donne a riprova della sensibilità di Roma Capitale per il tema del gender gap e per una società sempre più inclusiva. Nasce così la linea di incontri dal titolo WomenLands dedicata alle eccellenze femminili italiane e internazionali.

Womanlands è una delle declinazioni chiave di People and Territories, il tema centrale e universale della candidatura italiana ad ospitare a Roma l’Expo del 2030, articolata su tre grandi capitoli o sottotemi: la rigenerazione, l’innovazione e l’inclusione. Womenlands è uno dei pilastri dell’inclusione e la candidatura della Capitale, fedele alla sua storia ed al suo essere “melting pot”, è da sempre simbolo di apertura senza distinzioni di genere, di ceto, di religione, di etnia e di cultura. Un sistema di valori non a caso sintetizzato dal posizionamento di comunicazione di Expo: “Humanlands”.

Il primo incontro avrà come protagonista Nastassja Kinski, grande interprete e icona di stile che sarà a Roma per ricevere il WomenLands Excellence Awards e per partecipare a un talk aperto al pubblico in cui racconterà il suo rapporto con l’Italia attraverso i film che l’hanno resa celebre

The Ferragnez: Sanremo Special, il poster della puntata speciale

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The Ferragnez: Sanremo Special, il poster della puntata speciale

Prime Video ha svelato oggi il poster ufficiale dello show non-fiction Original italiano The Ferragnez: Sanremo Special, un episodio speciale che segue l’imprenditrice digitale e icona della moda Chiara Ferragni nella sua avventura come co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da palcoscenico. The Ferragnez: Sanremo Special è prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios e debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo giovedì 14 settembre.

the ferragnez sanremo specialLa settimana del Festival di Sanremo sta per cominciare. Chiara, dopo essersi preparata per mesi, è pronta per la sua prima esperienza come co-conduttrice televisiva del Festival di Sanremo. L’imprenditrice racconta i lunghi mesi di lavoro necessari per calcare un palco così importante. Anche Fedez è nella “città dei fiori”, il seguitissimo podcast Muschio Selvaggio approda a Sanremo, ma non è l’unico impegno lavorativo che lo vede coinvolto durante la settimana del Festival. Infine, un inaspettato colpo di scena scombina l’equilibrio della coppia che si confronta su passato e futuro.

La giovane coppia più celebre del panorama contemporaneo, ribattezzata i Ferragnez, è seguita da milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer” a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,7 milioni di follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host del grande successo LOL: Chi ride è fuori. Grazie alle due stagioni dello show docu-reality Original The Ferragnez – La serie, pubblico e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un periodo speciale e straordinario della loro vita insieme.

The Ferragnez: Sanremo Special si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original The Ferragnez – La serie S1 e S2, The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1, S2 eS3; le serie pluripremiate The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big Girls, la serie satirica sui supereroi The Boys e grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli Original italiani già annunciati sono le serie Gigolò per caso, Antonia, No Activity – Niente da segnalare, Sul più bello – La serie, gli show Karaoke Night – Talenti Senza Vergogna, LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, AMAZING – FABIO DE LUIGI, i film Elf Me, Il migliore dei mondi, Pensati Sexy, oltre ai rinnovi per nuove stagioni di Monterossi, Sono Lillo, Prova Prova Sa Sa e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo. È stata inoltre annunciata la serie Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Aquaman e il Regno Perduto: quattro gradi rivelazioni dal primo teaser trailer

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Mentre ancora si aspetta il primo trailer di Aquaman e il Regno Perduto, il teaser di trenta secondi uscito nelle ultime ore è comunque pieno di immagini e rivelazioni su quello che avverrà nel film con Jason Momoa. Il sequel di Aquaman uscirà nei cinema a dicembre di quest’anno e, dato che questa sarà l’ultima puntata del DCEU prima del riavvio del DC Universe di James Gunn, si cerca di ricavarne il meglio.

Finora, non si sono avute molte notizie su quello che mostrerà e racconterà il film, trama e marketing sono stati per ora molto cauti. Per questo, già dai primi trenta secondi di tesser trailer si possono fare delle congetture su quello che sarà Aquaman e il Regno Perduto e su quello che racconterà l’avventura di Jason Momoa nei panni di  Arthur Curry.

La casa della famiglia Curry viene distrutta

Il teaser di Aquaman e il Regno Perduto è pieno di momenti movimentati, e uno di questi preannuncia anche qualcosa di molto triste. Proprio mentre il rivale di Arthur, Black Manta, afferma freddamente: “Ucciderò Aquaman e distruggerò tutto ciò che ha di più caro”, il trailer mostra un’inquadratura di Curry sconvolto che scopre le macerie in fiamme della sua casa di famiglia. Presumibilmente, suo padre, Thomas Curry, sarà in pericolo mortale – e nella peggiore delle ipotesi potrebbe morire, mettendo così Arthur sulla via della vendetta.

Dato che Arthur si lancia immediatamente verso l’incendio, è probabilmente lecito ritenere che stia andando a salvare suo padre. Se il film si ispira ai fumetti, però, la prognosi non sembra buona. In effetti, questa scena sembra confermare la teoria secondo cui Black Manta ucciderà il padre di Aquaman nel film.

Atlantide è (almeno parzialmente) distrutta

Come per ribadire ancora di più la posta in gioco, ci sono molti momenti all’interno del teaser che raffigurano scene di distruzione. Una grandinata di laser, edifici che crollano e bestie raccapriccianti appaiono in rapida successione nel teaser, e sembra che Atlantide sia direttamente sulla linea di fuoco. Dopo tutto, Manta ha specificato che avrebbe distrutto tutto ciò che Curry ha di più caro.

Forse il film potrebbe percorrere una strada simile a quella di Thor: Ragnarok, in cui Thor assistette alla distruzione del suo Regno, solo per emergerne come il capace sovrano che era destinato a essere. Vale anche la pena ricordare che, poiché questa è la puntata finale del DCEU, la DC potrebbe optare per un approccio da terra bruciata con le sue posizioni attuali, solo per reintrodurle in una forma diversa nelle future puntate del DCU. James Wan ha confermato che il DCU ha influenzato Aquaman 2, sebbene la tradizione più ampia sia in gran parte separata.

È l’ora di Aquaman V. Black Manta

Aquaman e il Regno Perduto vedrà Yahya Abdul-Mateen II riprendere il ruolo di Black Manta, che nutre una nuova vendetta contro Curry dopo la sua umiliazione in Aquaman. Ciò porterà Black Manta a mettere le mani sul Tridente Nero, che, a sua volta, scatenerà un male antico ancora più grande. Manta e Aquaman si scontreranno ancora una volta, e un assaggio di quella battaglia cruciale è mostrato nel teaser.

Restano da vedere i dettagli su quanto grande sarà il ruolo che Manta giocherà, in particolare di fronte all’antica forza malevola che scatenerà nel processo di ottenimento del Tridente Nero. Allo stesso modo, resta da vedere quanto Manta riuscirà a resistere a Curry con il Tridente in mano, dato che si sa poco sui suoi poteri. Ma è lecito ritenere che il loro confronto avrà un ruolo significativo nel sequel.

Aquaman combatte un nemico gigantesco, un polpo meccanico

Una scena imperdibile del trailer di Aquaman e il Regno Perduto è quella che mostra il gigantesco polpo meccanico nemico che appare per la prima volta dietro all’Orm di Patrick Wilson, il quale sembra destinato a subire una sorta di arco di redenzione in questo film. I misteri che circondano questo costrutto sono una miriade, la scena in cui appare è ambientata fuori dall’acqua e sembra seguire un momento in cui la creatura meccanica ha causato diversi danni intorno a sé. Non è chiaro nemmeno se questa creatura meccanica sia collegata al “male antico” centrale nella trama del film.

Tuttavia, un’altro polpo noto ai fan comparirà di nuovo in questo film. Una scena del teaser mostra Curry cavalcare un cavalluccio marino blu, con un polpo aggrappato a un lato. È stato confermato che il polipo che suona il tamburo riapparirà in questo sequel, e potrebbe avere un ruolo ancora più importante.

In The Fire: una clip esclusiva dal film con Amber Heard

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In The Fire: una clip esclusiva dal film con Amber Heard

Ecco una clip esclusiva di In The Fire, il thriller supernatural in costume che segna il ritorno al cinema di Amber Heard. Il film è distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos a partire dal 14 settembre.

https://www.youtube.com/watch?v=oJe61XxdtQM

Dopo la calorosa accoglienza del pubblico al Taormina Film Fest lo scorso giugno, dove è stato presentato in anteprima mondiale alla presenza del regista e del cast, arriva finalmente nelle sale l’opera cinematografica che segna il ritorno sul grande schermo della attrice che si è lasciata finalmente tutta la storia con l’ex marito alle spalle. Il film è diretto da Conor Allyn e nel cast vede anche attori italiani (è una produzione anche italiana)

Nel film Amber Heard è Grace, una psichiatra americana chiamata a risolvere il caso di un bambino disturbato e forse posseduto sul finire del 1800 in Colombia quando la psicanalisi non era ancora considerata una scienza – specie se praticata da una donna – ma tutti preferivano credere nella superstizione e nel maligno.  Durante il viaggio la donna verrà messa alla prova non solo come medico ma anche come persona, e nella lotta tra scienza e fede dovrà trovare il modo per salvare il bambino e la sua famiglia, ma anche sè stessa.

Choose Love: tutti i finali del film interattivo di Netflix

Choose Love: tutti i finali del film interattivo di Netflix

Negli ultimi anni Netflix, per coinvolgere ulteriormente i propri spettatori, ha scelto di produrre e distribuire nel proprio catalogo una ormai lunga serie di titoli interattivi. Questi danno all’utente la possibilità di controllare ciò che accade nella storia facendo delle scelte in nome dei personaggi protagonisti. Celebre è stato ad esempio l’esperimento proposto con Black Mirror: Bandersnatch, ma si annoverano in questa tipologia di opere anche In fuga da Undertaker, Barbie Epic Road Trip e Dove sono gli umani?. Ora, Netflix ha distribuito nel proprio catalogo la prima commedia romantica interattiva: Choose Love, diretta da Stuart McDonald.

Un film che già dal titolo invita gli utenti a scegliere l’amore giusto per la protagonista. Naturalmente non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma solo numerose variabili che da un lato permettono di giocare con tutti gli “e se…” del caso, mentre dall’altro permettono agli spettatori di mettersi nei panni della protagonista e vivere come fosse in prima persona le sue esperienze romantiche. Per compiere queste scelte, come sempre, basterà usare il telecomando, il controller di gioco, il mouse o il proprio dito se si guarda il film da smartphone, compiendo così le scelte richieste mentre si svolge la storia.

La trama e il cast di Choose Love

Protagonista del film è Cami, una giovane che si sente come se si stesse perdendo qualcosa nella vita. Forse ciò è dato dalla paura di sistemarsi definitivamente con il suo ragazzo Paul, o forse è il rammarico di aver abbandonato la carriera di cantante che aveva sempre sognato. L’incontro con la rock star Rex potrebbe permetterle di riprendere in mano quel sogno, ma il ritorno di Jack, un suo vecchio amore, scombina ulteriormente le cose. Cami si trova dunque a dover affrontare una serie di scelte, dando così vita a diverse possibili trame e finali, a seconda di ciò che lo spettatore sceglie.

Ad interpretare Cami ritroviamo l’attrice Laura Marano, nota per aver recitato nella serie Austin & Ally e nei film Capelli ribelli e The Perfect Date. Di recente è stata anche protagonista del film Il trattamento reale. Accanto a lei, nel ruolo del fidanzato Paul vi è invece l’attore Scott Michael Foster, noto per le serie Greek, Chasing Life e Ex-Girlfriend. Jordi Webber, principalmente noto come musicista, interpreta invece Jack, mentre Avan Jogia, conosciuto per il ruolo di Beck Oliver nella serie Victorious, è qui Rex. L’attrice Mega Smart interpreta invece Amalia, la sorella di Cami.

Choose Love Laura Marano Scott Michael Foster finali
Choose Love Cr. Nicola Dove/Netflix © 2023.

Choose Love, tutti i finali possibili del film

Cosa succede se Cami sceglie Paul?

Data la sua natura di film interattivo, che lascia allo spettatore la decisione su alcune significative scelte, compiute le quali la storia può intraprendere un percorso anziché un altro, è bene sapere che Choose Love offre diversi finali diversi. Tutto parte da quando, verso la fine del fil, Cami fa un sogno sui tre uomini che le chiedono di scegliere uno tra loro. Il percorso che si sceglierà determinerà il suo destino. Se Cami sceglie Paul accade che lui le fa la proposta di matrimonio regalandole una batteria di rilevatore di fumo con un anello nascosto al suo interno. Questo è l’unico finale possibile quando si sceglie Paul.

Cosa succede se Cami sceglie Rex?

Choose Love Laura Marano Avan Jogia
Choose Love Cr. Nicola Dove/Netflix © 2023.

Quando Cami sceglie invece Rex nel suo sogno, ci sono diversi modi in cui la sua storia può svilupparsi. In ogni caso, la scelta di Rex porta la coppia a Las Vegas. Quando arrivano lì, Cami vede Jack guidare una protesta, ma sceglie di esibirsi con Rex ad un evento privato. Cami invita a quel punto Paul all’evento per guardarla cantare. Ritrovando il suo amore di sempre, Cami sceglie infine Paul e i due si sposano a Las Vegas. In un secondo caso in cui Cami sceglie Rex, lei decide di restare alla protesta con Jack, mettendo in pausa i suoi sogni da cantante.

Durante la protesta, però, Paul la chiama e le chiede di sposarlo. Lei dice a Paul che dovrebbero continuare la conversazione di persona e torna dunque a Los Angeles, dove lui le si propone di persona. In un finale alternativo che si basa sul fatto che Cami faccia una scelta in precedenza sul non dire a Paul di Jack, Cami riceve una chiamata da Paul durante la protesta con Jack. In quello scenario, Cami dice apertamente di aver incontrato Jack qualche giorno prima e Paul mette fine alla loro relazione.

Cami decide però di non arrendersi con Paul e torna a Los Angeles, arrivando a casa di lui nel buio della notte. Paul si accorge che c’è qualcuno in casa, temendo sia un ladro ma scoprendo poi essere Cami. La coppia a quel punto fa la pace. Scegliere Rex può però anche portare Cami a Parigi, cosa che avviene se accetta di cantare con lui e di non invitare Paul. In questo caso, Rex e Cami si baciano dopo la loro esibizione e lui la invita a fare un atto di fede con lui. Se si sceglie di andare con Rex, la coppia finirà dunque nella città dell’amore.

Ma in un altro finale alternativo, se si sceglie di non viaggiare con Rex e di mantenere le cose sul piano professionale, il destino romantico di Cami sarà sconosciuto, poiché non sceglie nessuno dei tre pretendenti. C’è però anche un’altra possibilità in cui la scelta di Rex nel suo sogno porta Cami da Jack se lei rimane alla protesta con lui. Quando Paul chiama, Cami gli dice che lo ama e che la loro relazione soddisfa tutti i requisiti, ma ha la sensazione che stiano giocando sul sicuro. In questo caso, Jack bacia Cami durante la protesta e decidono di affrontare la loro relazione un giorno alla volta.

Cosa succede se Cami sceglie Jack?

Choose Love Laura Marano Jordi Webber
Choose Love Cr. Nicola Dove/Netflix © 2023.

Quando Cami sceglie Jack nel suo sogno, conduce la coppia in un viaggio a Las Vegas dopo che Jack l’ha invitata a una protesta. Rex arriva alla protesta perché si sta esibendo in hotel e invita Cami a cantare con lui. Se si rifiuta di esibirsi al concerto di Rex e rimanere con Jack alla protesta, Paul si presenterà a sua volta lì, dicendo a Cami che non può vivere nel limbo e le propone di sposarlo. Jack interviene dicendo che tra lui e Cami c’è qualcosa di speciale. Se Cami rifiuta la proposta di Paul ma sceglie di non stare neanche con Jack, rimane indipendente.

Tuttavia, se si torna indietro e si rifiuta la proposta di Paul, intraprendendo dunque una relazione con Jack, il film si conclude con i due che si scambiano un bacio durante la protesta. Al contrario, come già riportato, la scelta di Paul si conclude con il matrimonio della coppia a Las Vegas. Se però Cami sceglie di esibirsi con Rex quando lo vede alla protesta, Paul si presenterà lì e chiamerà Cami. Se si risponde alla chiamata di Paul, lui si proporrà a Cami nella sua camera d’albergo. Accettare la sua proposta porta ancora una volta la coppia a sposarsi a Las Vegas.

Ma se Cami rifiuta la sua proposta e si sceglie di andare al concerto con Rex e rifiuta poi l’invito di Rex a viaggiare per il mondo con lui, la storia di Cami finisce con lei che torna da Jack durante la protesta e gli dice che non ha mai smesso di amarlo. Non è tutto però: se si finisce con successo con tutti e tre gli uomini nel proprio viaggio verso il lieto fine di Cami, si sbloccherà un finale in cui il gruppo balla e festeggia sul jet privato di Rex e nella cappella di Las Vegas.

Il trailer di Choose Love e come vederlo in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Choose Love unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonti: IMDb, Netflix

Halloween: la casa originale di Laurie Strode in vendita

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Halloween: la casa originale di Laurie Strode in vendita

Casa Strode dell’originale Halloween è in vendita a un prezzo altissimo, pari a sei volte il budget del primo film. Distribuito nel 1978, Halloween ha presentato al pubblico Laurie Strode (interpretata dall’allora adolescente Jamie Lee Curtis) e la sua battaglia contro il serial killer mascherato Michael Myers. Dopo che il film ha avuto un successo estremo, Halloween ha avuto una serie di sequel, il più recente dei quali è Halloween Ends del 2022.

La casa che ha reso celebre Halloween è ora sul mercato. Secondo Collider, l’edificio ha un prezzo di vendita di 1,79 milioni di dollari. La casa vanta una metratura di quasi 500 metri quadrati e dispone di quattro camere da letto, tre bagni e un garage per due auto. Curiosamente, la società immobiliare dietro la vendita non sta sfruttando il fatto che questa casa è stata utilizzata come set per il primo Halloween.

Halloween, notoriamente, ha trasformato il suo piccolo budget ($ 325.000) in un profitto multimilionario ed è diventato uno dei franchise horror di maggior successo di tutti i tempi, e il prezzo di vendita della casa è più di sei volte il budget del film. Mentre parte di questo prezzo è attribuibile all’inflazione e all’aumento dei costi immobiliari, la tariffa esorbitante è una testimonianza del successo a lungo termine e dei guadagni del franchising.

Dune: Parte Due, Denis Villeneuve e la difficoltà di trovare il giusto tipo di… sabbia

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Il regista di Dune: Parte Due, Denis Villeneuve, descrive nel dettaglio la difficile ricerca del tipo di sabbia perfetto per il sequel. Recentemente posticipata al 2024, la seconda parte dell’adattamento di Villeneuve del romanzo di fantascienza di Frank Herbert continua il viaggio di Paul Atreides (Timothée Chalamet) con il popolo Fremen su Arrakis mentre cerca vendetta contro la Casata Harkonnen. La prima parte dell’adattamento ha debuttato nel 2021 e ha ricevuto molti consensi per aver dato vita al pianeta desertico arido e mortale, con due riconoscimenti da parte degli Academy Awards, per la scenografia di Patrice Vermette e per la cinematografia di Greig Fraser.

Durante una recente intervista con Empire dopo lo slittamento della data di uscita di Dune: Parte Due, il regista ha dettagliato la ricerca sorprendentemente difficile della sabbia perfetta per il sequel. Prima delle riprese, Villeneuve, Vermette e Fraser hanno trascorso una quantità enorme di tempo nel deserto alla ricerca delle dune di sabbia dalla forma perfetta. Alla fine, la loro esperienza con la sabbia riecheggia le famose parole di Anakin Skywalker: “È grossolana, ruvida e irritante e arriva ovunque”.

“Per la mia mise-en-scène, volevo una duna dalla forma particolare. Ma Greig Fraser, d’altro canto, aveva bisogno di quella stessa forma per ottenere una luce specifica. Quindi Patrice ha trascorso settimane e settimane a cercare dune di sabbia nel deserto! Sembravamo dei pazzi… ancora la ritrovo ogni mattina nelle mie scarpe. Siamo sicuramente traumatizzati dalla sabbia.”

Il motivo per cui Villeneuve, Vermette e Fraser hanno dovuto ricominciare da zero il lavoro di ricerca è perché il sequel non replica nessuna delle location viste nel primo film. A sua volta, la squadra ha dovuto setacciare i deserti del mondo alla ricerca di location completamente nuove per mettere in scena Arrakis, pur rimanendo fedele al primo film. Alla fine, le scene del sequel su Arrakis, che includono Paul che cavalca un verme della sabbia e raduna un esercito, sono state girate in diverse parti di Abu Dhabi. Essendo un film di guerra epico, Dune: Parte Due ha dovuto anche stabilire nuove ambientazioni perché differisce drasticamente dal primo film, che era più contemplativo.

Il Corvo “lascerà a bocca aperta le persone”, secondo il produttore

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Le riavvio de Il Corvo “lascerà a bocca aperta le persone” e potrebbe generare un universo condiviso, anticipa il produttore Sam Pressman. Basato sulla serie di fumetti di James O’Barr, la storia è stata già adattata nel 1994 e vedeva Brandon Lee nei panni di Eric Draven, un musicista assassinato che viene resuscitato da un corvo mistico e cerca vendetta contro la banda che ha ucciso lui e la sua fidanzata. Il Corvo fu un grande successo al botteghino e divenne un classico di culto, anche se i suoi sequel non riuscirono a ottenere lo stesso successo. Il riavvio è stato annunciato da diversi anni e adesso dovrebbe essere atteso entro il 2024.

In una recente intervista con Deadline, Sam Pressman ha fornito un aggiornamento sul riavvio de Il Corvo, spiegando:

“Il Corvo è stato una parte centrale e integrante della nostra azienda e sono davvero orgoglioso dei progressi e del lavoro svolto. Penso che il film lascerà a bocca aperta le persone. I nostri partner vogliono affrontarlo a 360°, che si tratti di videogiochi, di una serie animata o di un universo, ma ha questa eredità cosmica che può espandersi oltre una singola storia. Siamo finalmente a un punto in cui possiamo davvero esplorare quelle altre strade perché è una proprietà davvero unica in quanto non è un film in studio, non è un film Marvel – è una specie di film anti-Marvel. Ho le più grandi speranze per questo e adoro davvero ciò che Molly Hassell ha realizzato fino a questo momento e Rupert Sanders è un vero visionario.”

Il riavvio a lunga gestazione di Il Corvo è entrato in sviluppo per la prima volta nel 2008 e nel corso degli anni ha vissuto un complicato processo di produzione con numerosi registi, sceneggiatori e attori collegati al progetto in vari momenti. Nel corso degli anni molti attori sono stati associati al ruolo di Eric Draven, tra questi anche Bradley Cooper, Luke Evans, Jack Huston e Jason Momoa. Gli sceneggiatori che hanno lavorato alle versioni precedenti della sceneggiatura includono addirittura Nick Cave.

L’attuale iterazione del riavvio de Il Corvo è diretta da Rupert Sanders con una sceneggiatura di Zach Baylin e Will Schneider che è, ovviamente, basata sul fumetto di O’Barr. Il riavvio vede protagonista Bill Skarsgard nel ruolo principale, mentre FKA Twigs interpreta il ruolo della sua fidanzata assassinata, Shelly. Isabella Wei interpreta un nuovo personaggio chiamato Zadie, mentre Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger sono stati tutti scelti in ruoli non rivelati. Le riprese del film sono terminate l’anno scorso, molto prima dell’inizio dello sciopero degli attori, e la sua uscita è attualmente prevista per il 2024.

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