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Saw X: una clip rivela l’uso terrificante della trappola per gli occhi

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Una nuova clip di Saw X rivela per cosa Jigsaw sta usando l’orribile trappola per gli occhi presente nei trailer del film. Condivisa esclusivamente da Bloody Disgusting, la clip di Saw X vede un custode dell’ospedale svegliarsi legato a una sedia. Attaccati ai suoi occhi ci sono due lunghi tubi di plastica, mentre altri dispositivi meccanici sono legati attorno alle sue dita. Jigsaw/John Kramer dice all’uomo che ha 60 secondi per girare un quadrante cinque volte, e ogni volta che lo fa gli si rompe un dito. Se non riesce a completare l’incarico, i tubi attaccati ai suoi occhi gli faranno perdere la vista. Saw X è il nuovo horror del franchise di successo SAW che vedrà il ritorno di Tobin Bell nei panni dell’iconico personaggio Jigsaw/John Kramer

Il regista ha anche notato che spera di mantenere il titolo provvisorio di Saw X come nome del film, sottolineando che “torna alle radici di ciò che rende Saw così speciale”. Ha poi elogiato l’intero cast, inclusa la star di ritorno Tobin Bell, così come altri che hanno lavorato al film. “Spero che potremo usare il titolo Saw X perché questo capitolo torna davvero alle radici di ciò che rende Saw così speciale per me e per tutti gli altri che amano la saga di John Kramer“, ha detto Greutert. “Grazie di cuore a tutto il cast, non tutti quelli che posso nominare qui ma inclusi Tobin Bell, Shawnee Smith, Synnøve Lund, Steven Brand, Renata Vaca… e tutti gli altri che hanno contribuito a realizzare tutto questo, così come i produttori Mark Burg, Oren Koules, Ulrich Maier, Erick Ahedo e Lionsgate per avermi affidato questa bestia sputa sangue di una storia. Questo è un giorno incredibile per me, non vedo l’ora che il mondo veda il film finale“.

L’ultimo film di Saw, Spiral, è stato scritto da Josh Stolberg e Pete Goldfinger e diretto da Darren Lynn Bousman, che in precedenza aveva diretto  Saw II,  Saw III e  Saw IV. Il film è stato generalmente considerato una delusione, con il progetto che ha ricevuto recensioni contrastanti e ha incassato solo circa $ 40 milioni al botteghino. Saw X uscirà negli USA il 29 settembre 2023.

Dicks: The Musical, la data di uscita del musical è stata posticipata

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Secondo DeadlineA24 ha deciso di posticipare la data di uscita della sua prossima commedia Dicks: The Musical, dopo la sua anteprima mondiale al Toronto International Film Festival del 2023. Originariamente previsto per l’uscita nelle sale il 29 settembre, il film musical è stato posticipato di una settimana e ora arriverà in sale selezionate il 6 ottobre. Questo sarà seguito dalla sua ampia distribuzione il 20 ottobre.

Di cosa parla Dicks: The Musical?

“Non esiste business paragonabile a quello dello spettacolo, eccetto forse il business della vendita di setole e spazzole per robot aspirapolvere, un’industria spietata che contrappone quotidianamente venditori ‘eterosessuali sicuri’ come Craig e Trevor l’uno contro l’altro“, si legge nella sinossi di TIFF . “Ma prima che Craig possa infilare un tubo nella bocca di Trevor e aprire l’acqua, questi due sbruffoni dal c***o grosso arrivano alla sorprendente consapevolezza di essere fottutamente gemelli identici cresciuti separati fin dalla nascita”. Fortunatamente, queste sono le condizioni perfette per organizzare una trappola genitoriale vecchio stile, e così la coppia si scambia le vite per ripristinare il nucleo familiare che è stato loro negato a lungo. Ma può ancora sbocciare l’amore tra la loro eccentrica madre, che è così vecchia, e il loro padre nascosto, che è ossessivamente preoccupato dai ragazzi delle fogne cannibali e umanoidi che vivono nel sottosuolo?

Dicks: The Musical è basato sul musical off-Broadway intitolato F***ing Identical Twins di Josh Sharp e Aaron Jackson, che recitano anche nell’adattamento cinematografico. Insieme a Sharp e Jackson ci sono Megan Thee Stallion , Nathan Lane, Megan Mullally e Bowen Yang. Questo segna il debutto come attore del rapper vincitore del Grammy. Il film è diretto da Larry Charles  e si basa su una sceneggiatura scritta da Sharp e Jackson. Contiene musica originale di Sharp, Jackson e Marius de Vries. e Carlo Santa Lucia.

Yellowstone 5: Kevin Costner ha chiesto di tornare nella serie tv!

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Il conflitto in corso tra Kevin Costner e i produttori di Yellowstone ha registrato un’altra sorprendente puntata. Come molto di voi ricordano, l’uscita di Kevin Costner da Yellowstone nei panni di John Dutton è stata ampiamente segnalata e persino affrontata dal diretto interessato e dal creatore della serie Taylor Sheridan. Tuttavia, un nuovo rapporto di Puck afferma che Kevin Costner ha espresso interesse a tornare nella serie di successo per la quinta stagione e oltre.

Perché Kevin Costner vuole tornare a Yellowstone?

Secondo Matthew Belloni di Puck, Taylor Sheridan ha completato le sceneggiature per la seconda metà della quinta stagione che non includevano il Dutton di Kevin Costner. Dopo aver appreso questa notizia, i rappresentanti di Kevin Costner hanno contattato Taylor Sheridan e Paramount, per considerare l’interesse per un potenziale ritorno allo show. “Avevo sentito che i rappresentanti di Costner stavano invitando Sheridan e Paramount a considerarlo per la 5B e forse per le stagioni 6 e 7“, ha scritto Belloni nella sua newsletter.

Sheridan era disposto a riportare Kevin Costner nella quinta stagione di Yellowstone e ha parlato con l’attore di un potenziale ritorno a luglio. Ma il ritorno di Kevin Costner includeva un elenco di richieste, tra cui un aumento di stipendio, un programma di riprese ridotto e “il diritto di rivedere, approvare e potenzialmente porre il veto su ogni sceneggiatura di Sheridan“. Sheridan, che scrive ogni episodio, non ha accettato il veto. Il rapporto menzionava come “ora sia più probabile che Kevin Costner non ritornerà” a Yellowstone. Se il patriarca Dutton verrà ucciso fuori dallo show, ciò dovrà essere approvato da Costner, che ha una clausola di “morte morale” nel suo contratto, secondo Belloni. Questa clausola significa che il personaggio non può essere ucciso in modi “che causerebbero vergogna o imbarazzo a John Duttone, implicitamente, a Costner e alla sua famiglia”.

Recentemente lo stesso attore ha dichiarato durante l’udienza di divorzio che sta affrontando con la moglie che “probabilmente andrà in tribunale per poter tornare nella serie tv” per questo. Nelle prime dichiarazioni pubbliche di Costner sulla sua improvvisa partenza e sulla fine della serie con la quinta stagione, l’attore ha indicato oggi sul banco dei testimoni che probabilmente farà causa per come sono andate le cose. Durante la sua testimonianza di oggi, Costner ha detto apertamente che “probabilmente andrà in tribunale” per la sua uscita da Yellowstone, secondo molteplici rapporti e fonti. Se Costner dovesse intraprendere una causa per la sua partenza da Yellowstone, gli imputati probabilmente sarebbero i produttori 101 Studios e la società madre della Paramount Network, Paramount Global.

Rispondendo a un’ulteriore domanda da parte dell’avvocato della sua ex moglie Christine Baumgartner, John Rydell, se gli fosse stato offerto di fare la sesta stagione, Costner ha anche detto che era “complicato”, secondo un rapporto di Fox News sull’udienza, con i commenti dell’attore confermati da Deadline. da fonti vicine alla questione. “Abbiamo negoziato“, ha detto Costner, sottolineando che gli erano stati offerti 24 milioni di dollari per realizzare le stagioni 5, 6 e 7. “C’erano problemi a livello creativo“, ha detto riguardo ai colloqui con il creatore del franchise Taylor Sheridan e i produttori. “Ho provato a rompere l’impasse. Se ne sono andati”. Costner in realtà è stato pagato per la quinta stagione di Yellowstone, di cui finora è stata girata solo la prima metà degli episodi. Sulla base del suo compenso, sembra che i 24 milioni di dollari a cui l’attore si riferiva oggi in tribunale riguardassero solo la sesta e la settima stagione.

Come riportato da Deadline esclusivamente a febbraio , il nocciolo della questione riguardava i disaccordi tra i produttori e Costner sui programmi delle riprese. Fonti dell’epoca riferirono a Deadline che l’attore, che originariamente si era limitato a 65 giorni di riprese a Yellowstone, voleva ridurre l’impegno solo 50 giorni per la prima parte della quinta stagione. Per il secondo lotto di episodi, la Stagione 5B, che deve ancora essere girata e che ora segnerà il capitolo finale della serie, Costner voleva dedicare solo una settimana alle riprese.  Costner, che ha vinto il premio come miglior attore in una serie drammatica ai Golden Globes a gennaio per Yellowstone, sta dirigendo e interpretando il film epico western in più parti Horizon, che ha scritto insieme a Jon Baird. Il film, prodotto da Warner Bros e New Line, è attualmente in postproduzione.

A un certo punto, volevano cambiare le cose“, ha detto Costner oggi in aula. “Volevano fare 5A e 5B; [esso] ha influenzato Horizon. Avrei fatto il mio film Horizon e avrei lasciato quello show, avrei fatto il mio film, poi avrei fatto B. Uno spettacolo che facevo solo una volta all’anno, ora lo facevo due volte. La Paramount ha annunciato a maggio che Yellowstone si concluderà con la stagione 5B e sarà seguita da un sequel senza titolo del creatore della serie Sheridan e delle società di produzione 101 Studios e MTV Entertainment Studios. Non è chiaro se l’attore, che è anche produttore esecutivo di Yellowstone, sia seriamente intenzionato a intentare una causa per licenziamento illegittimo o se questo faccia parte di manovre legali durante le sue sempre più aspre procedure di divorzio.

The Morning Show 3: recensione dei primi due episodi della serie Apple TV+

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Jennifer Aniston torna alla conduzione di The Morning Show 3, la serie Apple TV+, come Alex Levy. In questa nuova stagione rivediamo la troupe al completo: Reese Witherspoon è Bradley Jackson e insieme a Billy Crudup come Cory Ellison e Julianna Margulies nei panni di Laura Peterson completano il cast. Una stagione che abbraccia gli argomenti di grande attualità così come le precedenti. Se, infatti, nella scorsa stagione al centro di tutto c’era il COVID-19, in The Morning Show si parla di tecnologia, acquisizioni, elezioni politiche. Sembra quasi di essere in un episodio di Succession solo senza Logan e la famiglia Roy al completo.

The Morning Show 3, la trama

In questi primi due episodi di The Morning Show 3 lasciamo i protagonisti dove li avevamo lasciati. Alex conduce l’edizione delle news della mattina e si sta preparando a volare nello spazio a bordo di una navicella spaziale turistica, mentre il proprietario miliardario della tecnologia, Paul Marks (interpretato da Jon Hamm) sta negoziando l’acquisto della rete insieme a Cory. Nel giro di poco cogliamo uno dei riferimenti all’attualità: un miliardario che cerca di acquisire un’importante azienda che si occupa di comunicazione. Avvenuto tutto alle spalle di Alex, la giornalista fa saltare la trasmissione all’ultimo minuto, costringendo Bradley a lanciarsi in orbita senza alcun addestramento o preparazione precedente.

Al personaggio interpretato da Reese Witherspoon è lasciata l’edizione della sera a cui cerca di dare un’identità ben precisa nello stile giornalistico d’assalto per il quale è diventata famosa. Ma anche se possiede diverse libertà deve continuare a far fronte alla censura che il network le mette davanti quando vuole parlare di argomenti di attualità rilevanti. Bradley è stata in prima linea all’assalto al Campidoglio nel 2021 e mentre la sua vita privata va in mille pizze, lasciando intendere che qualcosa di scandaloso e importante sia successo nella sua vita, la giornalista viene premiata per il suo lavoro.

The Morning Show 3 Billy Crudup, Reese Witherspoon e Jon Hamm

Tra finzione e realtà

L’arrivo del personaggio di Jon Hamm non lascia molti dubbi su quella che sarà una stagione concentrata sì sull’attualità e grandi e importanti eventi che scuotono l’opinione pubblica degli Usa ma anche su una lotta per il controllo dell’azienda e sul suo futuro. Succession lo ha spiegato bene: ci sono accordi sottobanco e pugnalate alle spalle, chi cambia bandiera in base a dove soffia il vento e chi invece giocherà il suo gioco in solitaria. Due episodi di The Morning Show 3 sono ancora troppo poco per comprendere l’andamento delle storie in corso ma per quel poco che abbiamo visto la serie non si allontana molto dal suo problema principale: troppe storie, troppa carne al fuoco senza centrare mai davvero il focus, fatta eccezione per la prima stagione.

Il risultato, soprattutto in questi due episodi, è un guazzabuglio di storie, di stili e di generi dove trovare il bandolo della matassa è davvero complicato. The Morning Show 3 è allo stesso tempo critica alla società americana, critica al sistema politico, alle istituzioni, ai poteri forti, il tutto condito con note velatamente mistery e thriller. Abbandonando il lato che l’ha resa un punto di forza del palinsesto di Apple TV+, il lato più The Newsroom, la serie ha perso parte della sua identità. Il cambiamento è sacrosanto ma bisogna anche scegliere una linea narrativa e seguirla. Questo aspetto rispecchia anche e soprattutto la caratterizzazione dei personaggi soprattutto quello Bradley che appare senza uno scopo.

The Morning Show 3 Greta Lee e Karen Pittman

Il potere è donna

Abbracciato però questo nuovo lato di The Morning Show 3 gli aspetti positivi che la serie mette in scena sul piccolo schermo sono comunque fonte continua di riflessione. Pensiamo alla relazione complicata tra Alex e Bradley nella prima stagione. Tra alti e bassi le due hanno reso la trama avvincente all’inizio. Poi però la serie si è divertita a trovare una zona franca tra le due, il rapporto lavorativo ha preso una piega diversa e così anche quello personale. Adesso Alex e Bradley sono due amiche e confidenti che nel tempo libero parlato di tappezzeria e arredamento per la casa. I loro continui scambi di battute è quello che fin da subito ha convinto di The Morning Show, e anche quello che mancava dalla seconda stagione.

Quasi la stessa dinamica si è poi riflessa su tutte le protagoniste femminili della serie che hanno tutte una posizione di potere. La stessa amicizia tra Mia e Stella è sorprendente ma non inaspettata. D’altro canto, The Morning Show parlando fin da subito delle tematiche femminista ha posto l’accento sui toni della serie. Il problema della serie è quello di mettere tante storie sul tavolo e talvolta concentrarsi su quelle sbagliate. Ma questo è solo l’inizio, i primi due episodi – su dieci – sono disponibili su Apple TV+ e l’uscita seguirà il rilascio settimanale.

Man of Tai Chi: trama, cast e curiosità sul film di Keanu Reeves

Man of Tai Chi: trama, cast e curiosità sul film di Keanu Reeves

Celebre interprete di film come L’avvocato del diavolo, Matrix, Constantine e John Wick, Keanu Reeves è uno degli attori più amati attualmente in attività. Non tutti sanno però che oltre alla recitazione, in una occasione egli si è cimentato anche con la regia, esperienza ad oggi ancora non ripetuta. Il film che lo ha visto cimentarsi con questo ruolo è Man of Tai Chi, film d’azione basato sulle arti marziali cinesi, con cui Reeves ha l’occasione di dar vita a spettacolari sequenze di combattimento, da lui molto amate, omaggiando i tanti film appartenenti a questo genere.

Scritto da Michael G. Cooney, il film è inoltre caratterizzato anche dal suo essere recitato in più lingue, dall’inglese al mandarino e fino al dialetto cantonese di Hong Kong. Al momento della sua uscita Man of Tai Chi è stato molto apprezzato dalla critica, che ha indicato come grandi punti di forza le sequenze di lotta ma anche la storia in sé e in particolare la regia di Reeves. L’attore, presente naturalmente anche con un ruolo tutto suo, si è infatti ispirato ai registi con cui aveva collaborato negli anni per comporre un ritmo energico unito ad una storia con elementi da crime.

Nonostante questi elementi, il film si affermò come un insuccesso di pubblico, guadagnando molto meno del suo budget di circa 25 milioni di dollari. Negli anni, fortunatamente, i fan di Reeves hanno riscoperto il film portandolo ad essere uno di quei titoli da riscoprire, specialmente se si è amanti del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Man of Tai Chi: la trama del film

Protagonista del film è ‘Tiger’ Chen Lin Hu, giovane determinato e ribelle, ultimo erede del Tai Chi, antica arte marziale cinese, che richiede meditazione e lentezza nei movimenti. Tiger di giorno lavora a Pechino come fattorino e durante il tempo libero indossa le vesti del combattente, cercando di raffinare le tecniche del Tai Chi grazie all’aiuto del suo anziano maestro. Il ragazzo col tempo diventa una stella nascente nel campo delle arti marziali e partecipa all’importante torneo di Wulin Wang. Durante la manifestazione viene notato da Donaka Mark, disonesto uomo d’affari alla ricerca di nuovi lottatori da inserire in un circuito d’incontri clandestini da lui gestito.

Il potente Donaka è al centro di un’indagine della polizia guidata dall’investigatrice Suen Jing-Si, che lavora per un’unità anti-criminalità organizzata. Quando l’antico tempio del maestro di Tiger viene dichiarato instabile dagli ispettori edili e rischia di essere demolito, Donaka offrirà a Tiger, la possibilità di combattere per denaro e salvare il tempio. Tiger attirato dalla facile ricompensa e dal forte desiderio di combattere che è insito dentro di lui, accetta l’offerta. Andando contro tutte le regole e la filosofia stessa del Tai Chi, Tiger si troverà coinvolto in un’oscura realtà dalla quale non sarà facile uscire.

Man of Tai Chi cast

Man of Tai Chi: il cast del film

Come anticipato, lo stesso Reeves recita nel film con il ruolo del criminale Donaka Mark. Per l’attore si è trattato di un ruolo da cattivo, cosa piuttosto inusuale per lui, il più delle volte impegnato nei panni dell’eroe di turno. Nei panni del protagonista, Tiger Chen Linhu vi è invece Tiger Hu Chen, qui al suo primo ruolo di rilievo. Egli era infatti fino a quel momento lavorato principalmente come coreografo di film come Matrix, dove conosce Reeves e diviene suo grande amico, Charlie’s Angels e Kill Bill: Volume 1. È stato proprio Chen a fare da maestro a Reeves per le arti marziali e i due si sono allenati insieme per questo film.

L’attrice cinese Karen Mok, principalmente nota come cantante, recita qui nel ruolo di Sun Jinghi, ufficiale della polizia di Hong Kong, alle prese con un’indagine su Donaka Mark. Il suo superiore, il sovrintendente Wong, è invece interpretato da Simon Yan, noto a livello internazionale per aver recitato nei film Tomb Raider – La culla della vita e Ip Man. Fanno poi parte del cast anche Iko Uwais nel ruolo di Gilang Sanjaya, Silvio Simac nei panni di Uri Romanov e Sam Lee in quelli di Tak Ming. Essendo fortemente incentrato sulle arti marziali e i combattimenti, per questo film Reeves si è avvalso della collaborazione del maestro e coreografo Yuen Wo Ping, noto per il lavoro svolto nelle scene di lotta di Matrix

Man of Tai Chi: il trailer e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire di Man of Tai Chi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Un uomo tranquillo: tutto quello che c’è da sapere sul film con Liam Neeson

Terminata la trilogia di Taken, l’attore Liam Neeson ha continuato con successo a dedicarsi a film di genere thriller d’azione, recitando in titoli come Run All Night – Una notte per sopravvivere e L’uomo sul treno – The Commuter. Nel 2019 è poi stato protagonista di Un uomo tranquillo (qui la recensione), altra pellicola appartenente a questo genere ma macchiata anche da un forte black humor. A dirigere il film vi è il regista norvegese Hans Petter Moland, che realizza con questo film un remake di In ordine di sparizione, il film norvegese del 2014 diretto da egli stesso.

Presentato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, quel film vantava come protagonista l’attore Stellan Skarsgård e dato il buon successo ottenuto in patria e all’estero, Moland decise di riadattarlo al contesto statunitense per realizzare il suo primo film in lingua inglese. Un uomo tranquillo non ha però replicato il successo dell’originale norvegese, pur ottenendo buoni responsi da parte della critica e del pubblico. Si tratta di un film non pienamente riuscito, ma che sa ugualmente offrire azione, violenza e comicità al punto giusto.

Per i fan dell’attore e del genere si tratta dunque di un titolo da recuperare, che può regalare due ore di intrattenimento e qualche interessante sorpresa. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un uomo tranquillo: la trama del film

Protagonista del film è Nelson Coxman, cittadino modello che lavora come spazzaneve della sua cittadina, Kehoe, metà sciistica in Colorado. Felicemente sposato con Grace e con un figlio di nome Kyle, Nelson ottiene un ennesimo motivo di gioia quando viene eletto cittadino dell’anno tanto per il suo servizio alla comunità quanto per il suo essere un uomo di buon cuore, sempre tranquillo e gentile con tutti. Quando però suo figlio viene rapito e ucciso da uno spacciatore locale di nome Speedo, Nelson metterà da parte la propria bontà per tirare fuori un’inaspettata furia omicida.

L’uomo non è infatti convinto che il figlio sia morto per una semplice overdose e sospetta un intrigo più grande. Deciso a farsi giustizia, nel desiderio di trovare i responsabili per la morte di Kyle e ottenere la sua vendetta. Ciò lo porterà a scontrarsi con il boss della droga noto come Vichingo e ben presto la cosa crescerà di proporzioni, includendo sempre nuove personalità da identificare ed eliminare. Esperto conoscitore di quel paesaggio innevato, Nelson non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere la propria vendetta.

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Un uomo tranquillo: il cast e le location del film

Come anticipato, protagonista del film nei panni di Nelson Coxman si ritrova l’attore Liam Neeson. Ormai veterano di questo genere di pellicole, Neeson ha raccontato di aver costruito il suo personaggio e la sua sete di vendetta ricordando un episodio della sua gioventù, quando cercò vendetta per una sua amica che aveva subito un’aggressione. Neeson, particolarmente elogiato per la sua interpretazione in questo film, ha poi affermato che Un uomo tranquillo sarebbe stato il suo ultimo thriller d’azione. Tuttavia, si è poi smentito partecipando a Honest Thief (2020), L’uomo dei ghiacci (2021) e Blacklight (2022).

Accanto a lui, nei panni della moglie Grace, vi è invece l’attrice premio Oscar Laura Dern, mentre Micheal Richardson è Kyle, il figlio di Nelson. Sono poi presenti nel film gli attori Tom Bateman nei panni di Vichingo, il boss della droga, Tom Jackson in quelli di Toro Bianco ed Emmy Rossum in quelli della poliziotta Kimberly “Kim” Dash. Completano poi il cast William Forsythe nei panni di Brock “Wingman” Coxman, il fratello di Nelson nonché ex cecchino del gruppo di Vichingo, e Michael Eklund in quelli dello spacciatore Speedo.

Per quanto riguarda i luoghi innevati che si vedono nel film, questi sono quelli della provincia canadese dell’Alberta, sul versante est delle Montagne Rocciose, dove durante l’inverno le temperature possono arrivare anche a -24 gradi. Si tratta di luoghi ricchi di fascino per il loro essere prevalentemente naturali e non contaminati dalla mano dell’uomo, come si può notare nel film. Tale ambiente diventa dunque davvero uno dei protagonisti del film, nonché alleato di Nelson Coxman nella sua ricerca di vendetta. Alcune riprese del film si sono poi svolte anche a Fernie, città della Columbia Britannica in Canada, dove prevalentemente si sono utilizzati luoghi per le scene girare in ambito urbano.

Un uomo tranquillo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Un uomo tranquillo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è poi di recente stato aggiunto al catalogo di Netflix, dove è in breve divenuto uno dei titoli più guardati dagli abbonati. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15 settembre alle ore 23:35 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

MCU: 10 celebri storie Marvel Comics completamente sbagliate al cinema

Il MCU ha sbagliato completamente alcune delle più famose storie dei fumetti, ancora prima di questo ultimo periodo di declino. Quando il successo di Iron Man (2008) ha dato il via a quello che sarebbe diventato noto come Marvel Cinematic Universe, i Marvel Studios avevano diritto solo a determinati personaggi. Eroi come Spider-Man, gli X-Men e i Fantastici Quattro erano inizialmente off-limits per il franchise. Da eventi importanti che sono diventati avventure autonome a trame che sono state completamente cambiate, ecco 10 storie della Marvel Comics che il MCU ha sbagliato.

Secret Invasion

Nick Fury Secret Invasion

Lo show Marvel Secret Invasion è l’esempio più recente di un adattamento del MCU che ha cambiato completamente il materiale di partenza. Nei fumetti, Secret Invasion è un grande evento crossover che ha coinvolto decine di supereroi. I Vendicatori, gli X-Men, i Fantastici Quattro e molti altri personaggi Marvel sono stati coinvolti in una storia ricca di colpi di scena. Diversi supereroi si sono rivelati essere Skrull e Secret Invasion avrebbe funzionato nel MCU solo se fosse stato realizzato come film sui Vendicatori. Invece, Marvel’s Secret Invasion è stata una serie autonoma il cui si scopre che solo Rhodey è sempre stato uno Skrull.

Civil War

Civil War fumetti

A differenza di Secret Invasion, Civil War della Marvel Comics è stato adattato in un film in cui sono presenti quasi tutti i supereroi del franchise. Tuttavia, a prescindere dalla portata del film, Captain America: Civil War non ha potuto eguagliare la portata del fumetto della Marvel. La trama non si limitava a un personaggio specifico, ma ha impostato per mesi la narrazione dell’intero Universo Marvel. Ogni fumetto Marvel dell’epoca, da Spider-Man e Fantastic Four ad Avengers e X-Men, è stato influenzato da Civil War. Civil War avrebbe potuto essere un’intera fase in cui ogni film del MCU era influenzato dallo scontro tra Capitan America e Iron Man.

Demon in a Bottle

Demon in a bottle

Il fumetto Demon in a Bottle, in nove numeri, del 1979, rientra nella lista delle migliori storie di Iron Man. Demon in a Bottle esplorava l’uso malsano di alcolici da parte di Tony Stark e metteva la salute di Iron Man al centro della storia in un modo che nessun altro fumetto stava facendo. Demon in a Bottle ha ampliato la tradizione della Marvel di trattare i suoi eroi come esseri umani che affrontano problemi della vita reale, un approccio che ha funzionato particolarmente bene per Iron Man. Tony Stark avrebbe fatto il suo debutto sul grande schermo tre decenni dopo con Iron Man (2008) di Jon Favreau, che ha reinventato il personaggio e ha cambiato per sempre l’eredità di Tony Stark nella cultura pop.

Extremis

Iron Man 3 ha continuato la tendenza del MCU a coprire vagamente un famoso fumetto di Iron Man, apportando però molte modifiche alla storia originale. La premessa di Iron Man 3 è in qualche modo simile all’arco narrativo di Extremis. Il Dr. Maya e Aldrich Killian hanno sviluppato un nuovo virus noto come Extremis, che viene rapidamente trasformato in un’arma. Tuttavia, Iron Man 3 si svolge in modo completamente diverso dal fumetto. Ironia della sorte, il fumetto Extremis ha reinventato Iron Man per una nuova generazione e ha ispirato l’interpretazione di Tony Stark nel MCU per il film del 2008.

Gorr

Gorr

Thor: Love and Thunder ha portato Gorr il Dio Macellaio nel MCU, ma il film non avrebbe potuto essere più diverso dalla trama del Dio Macellaio. Nei fumetti, Gorr può viaggiare nel tempo. Il cattivo affronta il Dio del Tuono in diversi momenti della vita di Thor, e la storia è una celebrazione dell’eredità di Thor come uno degli esseri più potenti dell’universo Marvel. Non solo il Gorr di Christian Bale era significativamente più debole della sua controparte a fumetti, ma l’aspetto del viaggio nel tempo della storia non è stato utilizzato.

La saga dell’Infinito

Thanos Guardiani della Galassia

La trama di Infininity Gauntlet della Marvel Comics, incentrata su Thanos e le Gemme dell’Infinito ha ispirato una delle sage più longeve del MCU. In particolare, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame hanno visto Thanos usare le Gemme dell’Infinito per cancellare metà dell’universo, portando alla risposta degli eroi in Avengers: Endgame. Tuttavia, nonostante le premesse simili, né Infinity WarEndgame sono troppo simili alla trama di Infinity Gauntlet. Una delle maggiori differenze tra la Saga dell’Infinito del MCU e il fumetto è l’assenza di Adam Warlock nel primo. Adam Warlock, che avrebbe debuttato nel MCU solo dopo Endgame, era uno dei personaggi principali del fumetto Infinity Gauntlet.

Planet Hulk

Planet Hulk Thor Ragnarok

Avengers: Age of Ultron si concludeva con Hulk che saliva su una nave e volava verso l’ignoto. La scena finale di Hulk in Age of Ultron suggeriva fortemente che il MCU avrebbe adattato Planet Hulk, che vede il Gigante verde precipitare su un pianeta lontano dopo essere stato esiliato dalla Terra dagli Illuminati. Sebbene il MCU abbia adattato elementi di Planet Hulk in Thor: Ragnarok, il film assomigliava poco al fumetto. L’idea di Hulk che diventa un gladiatore su un pianeta alieno era presente, ma mancava tutto il resto. Allo stesso modo, World War Hulk, che si basa su Planet Hulk, non è mai stato incorporato nel MCU.

Age of Ultron

Avengers Age of Ultron - Ultron MCU

A differenza di Iron Man 2 o Infinity War, Avengers: Age of Ultron ha utilizzato specificamente il titolo di un’importante storia della Marvel Comics. Age of Ultron era un fumetto relativamente nuovo rispetto ad altre storie adattate dal MCU, eppure era già uno dei più grandi eventi crossover della Marvel. A parte la presenza di Ultron come cattivo principale, Age of Ultron del MCU non ha nulla a che fare con il fumetto. Anche le origini, i poteri e la caratterizzazione di Ultron erano molto diversi.

La guerra Kree-Skrull

Skrull MCU

La prima storia di guerra Kree-Skrull della Marvel risale al 1971, con Avengers #89 che introduce il conflitto tra Skrull e Kree. Gli Eroi più potenti della Terra si trovarono nel mezzo di questo conflitto galattico, dando vita a eventi che avrebbero avuto un impatto sull’universo Marvel per decenni a venire. Sia i Kree che gli Skrull sono presenti nel MCU e la guerra Kree-Skrull fa parte della linea temporale del MCU. Tuttavia, invece di adattare questo conflitto come film degli Avengers, il MCU ha incorporato la guerra Kree-Skrull in Captain Marvel (2019). La maggior parte dei Vendicatori non ha mai interagito con un Kree o uno Skrull nel MCU.

Gli Illuminati

Doctor Strange nel Multiverso della Follia Illuminati MCU

La storia degli Illuminati della Marvel Comics è stata un’estensione della saga dei Nuovi Vendicatori, che ha rimodellato l’Universo Marvel. Nuovi Vendicatori: Illuminati ha introdotto un consiglio segreto di supereroi formato da alcune delle persone più potenti e influenti dell’Universo Marvel, tra cui Professor X, Iron Man, Black Bolt, Mister Fantastic, Namor e Doctor Strange. Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha visto il debutto in live-action degli Illuminati Marvel, ma la loro formazione e il loro scopo erano molto diversi da quelli dei fumetti. Gli Illuminati di Doctor Strange 2 provenivano invece da un universo alternativo. Sono stati facilmente uccisi da Scarlet Witch e hanno avuto un impatto minimo sulla Fase 4 del MCU.

Assassinio a Venezia, la spiegazione del finale del film di e con Kenneth Branagh

Assassinio a Venezia è finalmente arrivato nelle sale. Il terzo adattamento cinematografico di Kenneth Branagh, oramai fedele ai testi di Aghata Christie, si presenta come un giallo atipico, tendente più al thriller soprannaturale. Molta è la carne messa al fuoco per questo nuovo lavoro dell’attore/regista, che ancora una volta veste i panni dell’analitico Hercule Poirot, e sicuramente la linea horror è quella di cui il pubblico va più ghiotto. Questa storia presenta tre omicidi, di cui uno è parte del passato: il primo è quello di Alicia Drake, la figlia di Rowena, per cui avviene la seduta spiritica. Il secondo, è quello di Joyce Reynolds, la medium chiamata per comunicare con la defunta ragazza. Il terzo e ultimo assassinio è quello del dottor Leslie Ferrier, morto in circostanze sospette. Qual è la verità? E quali sono i significati celati in Assassinio a Venezia? Scopriamoli nella nostra spiegazione del finale.

Perché Rowena inscena la seduta spiritica?

Assassinio a Venezia Rowena Drake

Iniziamo con Rowena. Nel finale di Assassinio a Venezia, scopriamo essere lei l’artefice non solo dell’omicidio della figlia, ma anche della seduta spiritica alla quale Poirot assiste spinto dall’ amica Ariadne Oliver. La donna, che non riusciva a stare senza Alicia, aveva deciso di controllarla, escogitando un piano per allontanarla dal fidanzato Maxime. Affinché la ragazza non tornasse insieme a lui, Rowena aveva cominciato ad avvelernarla gradualmente, tutti i giorni, attraverso un particolare miele allucinogeno. Un anno dopo la morte di Alicia, la donna organizza la seduta spiritica con la medium Joyce Reynolds nel tentativo di uccidere lei e Leslie Ferrier, il medico di Alicia, poiché convinta che entrambi, a conoscenza di quanto accaduto, la ricattino per denaro. Se il suo piano fosse andato a buon fine, i due sarebbero morti con la scusa della vendetta dei bambini, considerato che uno era medico, l’altra invece un’ex infermiera di guerra. Quando però arriva Poirot, non avendo previsto la presenza del detective, Rowena inizia ad avvelenarlo tramite il tè per poterlo depistare.

Cosa volevano ottenere Ariadne e Vitale lavorando insieme?

Assassinio a Venezia Kenneth Branagh e Tina Frey

Verso il finale di Assassinio a Venezia, poco prima che si dichiari la colpevolezza di Rowena, Poirot chiama sia Ariadne Oliver che Vitale Porfoglio. Entrambi hanno un rapporto particolare con il detective: la prima è, oltre che una scrittrice di fama mondiale, anche una sua amica di vecchia data. Il secondo è invece la sua guardia del corpo. Si scopre che i due stanno lavorando insieme, ognuno di loro per motivi diversi. La prima a scopo lavorativo: Ariadne ha infatti bisogno che il suo prossimo romanzo giallo sia un enorme successo, dati i precedenti flop. La seduta spiritica avrebbe agganciato i lettori alla storia e la presenza di Poirot, secondo lei, ne avrebbe alzato l’interesse, aumentadone le vendite. Il secondo, invece, sceglie di stringere un accordo con lei per poter chiudere, una volta per sempre, con la morte di Alicia Drake. Salta fuori in quell’occasione che Portfoglio, il quale aveva precedentemente detto di non aver mai avuto a che fare con il caso, non solo è stato colui che lo ha seguito, ma ha anche tirato fuori la ragazza dal canale. Poter partecipare alla seduta, perciò, avrebbe permesso all’ex poliziotto di scoprire chi aveva davvero ucciso Alicia e così mettersi l’anima in pace.

Ciò che inizia a vedere Poirot è reale?

Assassinio a Venezia Kenneth Branagh

Da quando Poirot varca la soglia del palazzo nobiliare sappiamo che il suo scetticismo riguardo la seduta spiritica e la presenza di fantasmi che si nascondono fra le mura, lo terrà saldamente legato alla realtà. Ma le sue convinzioni vacillano quando ad un certo punto il detective inizia a sentire voci di bambini, fino a quando non si trova faccia a faccia con il fantasma di Alicia Drake. In realtà, quelle sono allucinazioni, frutto del tè avvelenato di Rowena. Il film, pur spiegandone le motivazioni, trova una soluzione per lasciare comunque al pubblico una propria interpretazione a riguardo. Infatti, essendo una volta Poirot stato vicino alla morte, potrebbe anche aver visto davvero lo spirito della bambina, e il miele potrebbe aver semplicemente sbloccato la sua capacità di percepire queste cose, che Poirot lo creda o meno.

Joyce Reynolds era davvero una medium?

Assassinio a Venezia Michelle Yeoh

All’inizio di Assassinio a Venezia, il pubblico fa la conoscenza di Joyce Reynolds, la medium arrivata a palazzo per condurre la seduta spiritica e diventare, poco tempo dopo, vittima di Rowena. Quando le verità iniziano a venire a galla, non è comunque davvero chiaro se effettivamente lei possa parlare con gli spiriti. Da una parte, si scopre che usi dei trucchi per far credere ai suoi spettatori che stia davvero comunicando con l’aldilà. Dall’altra, in base alle prove fornite, è anche possibile che sia davvero in sintonia con i morti, anche se può solo percepirli e quindi non arrivare ad esserne posseduta.

Il fantasma di Alicia ha spinto Rowena dal balcone?

Assassinio a Venezia scena

Una delle scene finali più ambigue di Assassinio a Venezia è lo scontro fra Rowena ed Hercule Poirot sulla balconata, mentre fuori diluvia. Poco prima che Rowena precipiti nel canale come accaduto con la figlia, il detective vede uno spirito in piedi sul cornicione. Il film, in conclusione, ipotizza che la morte di Rowena sia dovuta alla spinta della figlia Alicia, proprio come la prima aveva fatto con lei. A far nascere il dubbio sulla realtà dell’accaduto ci sono però le allucinazioni di Poirot, quindi non è chiaro se quello che gli spettatori vedono ne sia solo il frutto, oppure sia davvero il fantasma della ragazza che si vendica, in un certo senso, con la madre.

Il vero significato del finale

Assassinio a Venezia cast

Sin dall’uscita del primo trailer, Assassinio a Venezia si è presentato come un giallo sui generis, una sorta di thriller soprannaturale, che andasse a distaccarsi in maniera sostanziosa dallo schema classico del whodunit. Ma qual è il significato nascosto nel finale? Il film, in realtà, vuole principalmente trasmettere un messaggio: nella vita non bisogna nascondersi dai proprio fantasmi, che siano questi reali oppure no. Hercule Poirot, ad esempio, lo ha fatto: ritirandosi in pensione, si è nascosto per diverso tempo, ma ciò non ha significato per lui affrontare il proprio passato. Il caso di Alicia, invece, lo porta a consapevolizzarsi sul fatto di avere ancora molte cose da risolvere e da questo mistero trae un po’ di chiarezza. Alla fine, Poirot comprende che il passato va guardato dritto negli occhi, perché solo così facendo si è in grado di andare avanti.

Rotting in the Sun: recensione della dark-comedy di Sebastián Silva

Il nuovo film del regista cileno Sebastián Silva, Rotting in the Sun, approda su MUBI dopo la presentazione in anteprima al Sundance Film Festival 2023. Unendo la predilezione di Silva per l’impianto da dark-comedy a una meta-fiction che oppone il ruolo del regista oggigiorno nel settore audiovisivo, al palcoscenico che gli influencer si sono ritagliati, Rotting in the Sun imbastisce una riflessione provocatoria sulla morte dell’arte e il trasferimento semantico del termine “intellettuale” nel 21° secolo.

Rotting in the Sun, la trama: marcire nel silenzio, mostrarsi sempre

Sebastián Silva è depresso. Quando non dorme, il regista assume quantità assurde di ketamina e cerca su Internet metodi di suicidio indolori. Nel tentativo di farlo uscire da questa situazione, il suo manager lo manda in vacanza su una spiaggia gay per nudisti. Lì, per poco non muore nel tentativo di salvare dall’annegamento l’influencer e star dei social media Jordan Firstman. L’esagitato Jordan vuole che Sebastián lavori assieme a lui a un nuovo progetto seriale che ha ideato, ma Sebastián si oppone finché un network non mostra interesse. Quando Jordan arriva nello studio di Sebastián a Città del Messico per mettersi al lavoro, ma non lo trova da nessuna parte, inizia a sospettare che la governante, Vero (Catalina Saavedra), sappia più di quanto non voglia far credere.

Una scena di Rotting in the Sun

Regista, è ora di morire

La compenetrazione quasi totale con cui personaggi e autori dialogano dentro e fuori lo schermo garantisce a Rotting in the Sun un apparato incredbilmente verosimile da cui delineare una storia ai limiti dell’assurdo – che nell’epoca attuale, in cui si crede a ogni immagine e non si ascolta nessuna parola è, paradossalmente, credibilissima! Silva, habitué del Sundance Film Festival, dove è stato anche premiato in più occasioni con Affetti & dispetti (La nana) nel 2009 e Crystal Fairy nel 2013, continua a mostrarsi nel suo spirito più temerario, presentando al Festival indipendente satire inquietanti e al limite del morboso, in cui un insistito voyeurismo permette un’analisi senza compromessi dei nostri ruoli nella società, con particolare attenzione alla comunità gay.

Jordan e Sebastian incarnano due uomini e artisti agli antipodi, la cui sessualità è influenzata dalla posizione che occupano nel mondo: aperto, libertino, senza alcun tentennamento il primo, più riservato, per nulla esplosivo e molto intimista il secondo. Jordan occupa un piedistallo riconoscibilissimo e riconosciuto da tutti gli uomini che incontra, proprio per la sua attitudine e per un’attenzione all’esteriorità che lo rende vincente, tuttavia, agli occhi di Sebastian, non ha una propria impronta, è un misero imitatore che incita gli altri a credere in lui per rafforzare il mito dell’egocentrismo tanto rincorso dai social media. D’altra parte, la scuola di Sebastian è stata la gavetta ed è, nel presente, la difficoltà di ottenere un riconoscimento, di convincere con le proprie proposte, laddove a Jordan – il cui biglietto da visita è il numero dei followers – tutto è concesso. Non servono idee, ma ideali, non condivisione ma visibilità: non si crea valore per gli altri, al massimo si potenzia la stima di ciò che vendiamo.

Il primo uomo del domani

In questo scenario apocalittico per un’artista dall’indole novecentesca, forse l’unica via d’uscita è il suicidio che, Sebastiàn ci tiene a ribadire, è una nobilissima scelta effettuata dagli ottimisti che perdono la loro luce. Ma il regista cileno viaggia troppo indietro rispetto ai tempi, e non ha capito che gli è stata tolta perfino la scelta di come morire. C’é un nuovo primo uomo – ironicamente, il vero cognome di Jordan, Firstman, ha attinenza totale con il ruolo del suo personaggio nel film – pronto all’allunaggio, a piantare la bandiera dell’annullamento di personalità e del consenso di massa assoluto su un pianeta virtuale. Non c’è più spazio per la cinepresa di Sebastiàn, così incalzante e troppo ravvicinata ai suoi personaggi, perché cattura una verità che le piattaforme non accolgono: è ora di buttarla giù dal tetto, di non farsi scrutare troppo, di favorire il contigente senza lasciare traccia.

Questo suo nuovo film potrà anche mostrarci quanto marce siano le nostre maschere, ma il cinema di Sebastiàn Silva è più che vivo che mai. Il regista cileno ha messo a punto un approccio al racconto audiovisivo ormai più che riconoscbile, imprudente, a tratti forse avventato, e di certo non per tutti. Una connotazione che sicuramente lo allontana dalle grandi platee, ma che lo farà viaggiare a oltranza nel territorio dell’indipendente, dove può sprigionare al massimo la sua forza creativa.

L’ultima notte di Amore con Piefrancesco Favino arriva su SKY e NOW

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Dopo il grande successo di pubblico e critica arriva in prima tv su Sky L’ultima notte d’amore, noir metropolitano con protagonista Pierfrancesco Favino, lunedì 18 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (alle 21.45 anche su Sky Cinema Suspense), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Presentato alla 73esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino e al Tribeca Film Festival 2023, il film è diretto da Andrea Di Stefano e racconta la storia di Franco Amore, un poliziotto prossimo alla pensione che nell’ultima notte di servizio vedrà la sua vita stravolgersi. Nel cast con Favino anche Linda Caridi, Antonio Gerardi e Francesco Di Leva. Il film è prodotto da Indiana Production, Memo Films, Adler Entertainment e Vision Distribution, in collaborazione con Sky.

La trama di L’ultima notte d’amore

Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà all’indomani della sua ultima di notte in servizio. Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.

Aquaman e il Regno Perduto: le 15 rivelazioni più importanti sulla storia trapelate dal trailer

Il primo trailer di Aquaman e il Regno Perduto è stato finalmente rilasciato, dopo un periodo di lunga attesa. Il sequel sarà diretto ancora da James Wan, e dovrebbe arrivare nelle sale italiane nel periodo natalizio, dunque a dicembre 2023. Intanto, in attesa della sua uscita al cinema, possiamo focalizzarci su ciò che è stato rivelato dal trailer, il quale comprende non solo informazioni più specifiche sul destino dei personaggi, in primis di Arthur, ma anche molti dettagli sul nuovo (ma non più di tanto) antagonista, più cattivo che mai. Analizzando quindi le immagini del sequel stand-alone, cerchiamo di capire cosa dobbiamo aspettarci da Aquaman e il Regno Perduto, e quali sono le novità trapelate.

La storia si svolge quattro anni dopo la prima

Aquaman e il Regno Perduto

In Aquaman e il Regno Perduto scopriamo sin da subito in che tempo la storia si colloca nel DCEU e questa è una delle rivelazioni più importanti che il trailer ci fornisce. Dal primo film sono passati cinque anni, eppure nella narrazione del film, stando soprattutto alla voce fuori campo di Arthur, capiamo che nell’universo DC ne sono passati quattro. Il Re di Atlantide dice infatti che da quando era un semplice solitario che non si assumeva la responsabilità della sua eredità sono trascorsi per l’appunto quattro anni. Quindi, con queste parole, sappiamo in che arco di tempo si svolge il racconto.

Aquaman e Mera sono sposati

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Nei quattro anni trascorsi, Arthur ha fatto numerosi progressi e nel trailer di Aquaman e il Regno Perduto scopriamo che la sua vita è stata piena di avvenimenti importanti. Uno fra questi è il matrimonio con Mera, interpretata da Amber Heard, la quale per questo sequel avrà un ruolo molto marginale a causa del processo che l’ha vista coinvolta con l’ex marito Johnny Depp. Da quel che si evince, le nozze sono avvenute fra il primo e il secondo film, ma non sappiamo ancora quando di preciso.

Aquaman e Mera hanno un figlio

Aquaman e il Regno Perduto scena

Oltre al matrimonio fra Aquaman e Mera, il trailer di Aquaman e il Regno Perduto fa un’altra rivelazione molto interessante, che sicuramente ha reso entusiasti i fan dell’atlantideo: la coppia ha avuto un figlio. La presenza di un erede sarà quasi certamente molto impattante nel film, considerato che in questo caso Arthur non ha da proteggere solo il suo regno, ma anche una moglie e un bambino appena nato.

Più informzioni sul popolo di Atlantide

Aquaman e il Regno Perduto scena trailer

Altro elemento interessante rilevato dal trailer di Aquaman e il Regno Perduto è che il film descriverà nel modo più dettagliato e minuzioso possibile la cultura e il popolo di Atlantide. In Aquaman questo era un tassello lasciato in sospeso, soprattutto perché molto della storia si svolge sulla superficie, ma nonostante questo il pubblico ha sempre avuto il desiderio di saperne di più sul mondo degli abissi. Grazie al trailer, gli spettatori e i fan tutti avranno quello che desiderano perché è chiaro sin dalle prime immagini – in cui vediamo la vita quotidiana del popolo atlantideo – che Arthur sarà molto più coinvolto con quel regno dopo esserne diventato il re.

Torna il Colosseo di Atlantide?

Aquaman e il Regno Perduto cast

Facciamo un passo indietro e torniamo ad Aquaman. Una delle sequenze migliori di cui il film può vantarsi riguarda il duello tra Orm e Arthur alla fine del primo atto. Ma ora attenzione perché il trailer di Aquaman e il Regno Perduto lascia intendere un ritorno al luogo in cui si sono affrontati. Il combattimento aveva avuto luogo in una sezione scavata di Atlantide, che assomigliava ad un Colosseo. Nel trailer, viene inquadrato un gruppo di atlantidei che esulta in un ambiente simile, e questo fa pensare che ci sarà un’altro scontro nell’iconico luogo del primo film.

Il nuovo costume di Black Manta

Aquaman e il Regno Perduto Black Manta

Ciò che scopriamo dal trailer di Aquaman e il Regno Perduto non riguarda solamente un’evoluzione dal punto di vista narrativo, ma anche visivo, con qualche rivelazione di nuovi costumi e look per alcuni personaggi. In questo momento parliamo di Black Manta il quale in Aquaman indossava, se ben ricordiamo, un costume molto ingombrante e corazzato. Per il sequel, questo viene sostituito da “abiti” molto più semplici, e che si avvicinano molto al look di Arthur. Il suo è ora un semplice costume nero con un casco argentato, molto più piccolo e con riflessi argentati.

Black Manta torna per vendicarsi di Arthur

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Continuiamo a parlare di Black Manta perché, da quanto si evince dal trailer di Aquaman e il Regno Perduto, il sequel potrebbe approfondire la rivalità fra lui e Arthur, iniziata con il primo capitolo. Black Manta è stato un antagonista secondario in Aquaman, poiché il main villain era Re Orm. Nonostante questo, il primo film aveva comunque gettato le basi per un futuro scontro fra i due personaggi e sembra che la loro faida raggiungerà il culmine con Aquaman e il Regno Perduto, con Black Manta che diventa ancora più potente ed è ora pronto per vendicarsi di Arthur, del suo regno e della sua famiglia.

Quali sono gli obiettivi di Black Manta?

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Pur non potendo il trailer approfondirne la questione, sappiamo in linea molto generale quali saranno gli obiettivi di Black Manta. Alcuni dettagli suggeriscono cosa l’antagonista stia cercando di ottenere nello specifico: a quanto pare, invece che regnare su Atlantide, Black Manta vuole semplicemente vendicarsi. Come? Uccidendo tutte le persone che Arthur ama e, fatto questo, distruggere Atlantide, come conferma il commento di Orm, secondo cui il cattivo vuole porre fine alla discendenza di Re Atlan.

Una delle vittime di Black Manta è Thomas Curry

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Come abbiamo fin’ora detto, Black Manta ha intenzione di far soffrire parecchio Arthur, e ciò vuol dire che questo lo trasformerà nel cattivo principale. Nel trailer di Aquaman e il Regno Perduto, il villain ha una voce fuori campo, la quale afferma che prenderà di mira la famiglia di Arthur e, come accennato, raderà al suolo il suo regno. Le sue parole sono accompagnate da un’inquadratura di Aquaman che corre sul molo del padre mentre sullo sfondo si può vedere la sua casa bruciare. Sembra, da quest’immagine, che Thomas Curry possa essere una vittima di Black Manta all’inizio del film, che magari spingerà Arthur contro di lui.

Arthur chiede l’aiuto di Orm

Aquaman e il Regno Perduto Arthur e Orm

In Aquaman, lo scontro principale è quello che vede coinvolti Arthur e Orm. In Aquaman e il Regno Perduto sembra però che qualcosa fra loro cambi. Una delle principali rivelazioni del trailer riguarda infatti proprio il modo in cui Arthur reagisce all’attacco di Black Manta. Dato che il film si svolge quattro anni dopo il primo, l’ex re di Atlantide, Orm, sembra aver sofferto in esilio. Nonostante questo, Arthur va a chiedergli aiuto per sconfiggere Black Manta, il che porta i due fratelli a riunirsi dopo un forte e significativo allontanamento nel primo capitolo.

Orm imprigionato nel Regno dei Disertori

Aquaman e il Regno Perduto Orm

In Aquaman, Orm viene esiliato e imprigionato dopo il duro scontro con il fratello. Il trailer di Aquaman e il Regno Perduto alla fine ci rivela dove l’ex Re è stato confinato, dandoci qualche accenno. Assistiamo a delle brevi inquadrature in cui al centro ci sono proprio Arthur e Orm, dopo che il primo trova il secondo, nelle quali sono protagonisti dei momenti d’azione che coinvolgono i due fratelli, e che sembrano svolgersi in un deserto. Il luogo sembra essere il Regno dei Disertori, di cui si è potuto vedere qualcosa nel primo film. Avendo Orm grande potere nell’acqua ed essendo la sua forza derivante proprio dal mare, l’averlo imprigionato in una terra arida potrebbe avere senso al fine di indebolirlo.

Aquaman ha una nuova tuta

Aquaman 2 Aquaman e il Regno Perduto

Siamo ancora nelle sequenze in cui Arthur va a chiedere aiuto al fratello Orm. In questa occasione, il trailer di Aquaman e il Regno Perduto mostra una nuova tuta per il protagonista. Essa sfoggia un design simile al suo iconico costume da Re di Atlantide, soltanto che è total black. È probabile, inoltre, che venga utilizzata per incursioni furtive, come per, ad esempio, l’evasione di Orm dal Regno dei Disertori. Se si presta bene attenzione, si può anche notare che il costume di Orm è simile a quello di Arthur.

Informazioni in più sul tridente nero di Black Manta

Aquaman e il Regno Perduto Black Manta scena

Ci avviciniamo alle rivelazioni più importanti forniteci dal trailer di Aquaman e il Regno Perduto. Una di queste vede ancora una volta protagonista Black Manta, e nello specifico il fatto che ora abbia abbastanza potere da rappresentare una minaccia per Arthur e Atlantide. Nel breve video, Orm dice ad Arthur che la fonte della sua nuova forza è il Tridente Nero, un’arma che esisteva durante il regno di Re Atlan. Secondo Orm, il Tridente Nero costituiva una maledizione per tutti i Sette Regni viventi sotto il dominio di Atlan. È poi la regina Atlanna a fornire qualche informazione in più sull’arma, con la conferma da parte sua di essere impregnata di magia nera.

Presenti i mostri marini

Aquaman e il Regno Perduto Arthur Curry

Che Black Manta sia il villain principale di Aquaman e il Regno Perduto è assodato. Nonostante questa enorme informazione, il trailer ci mostra anche degli antagonisti secondari, rappresentati da giganteschi mostri marini. Questo conferma anche l’impegno da parte della produzione di alzare ancor di più l’asticella visiva del film, e suggerisce che a livello estetico e di forma Aquaman e il Regno Perduto potrebbe essere quasi superiore al primo capitolo. Ma staremo a vedere.

Più dettagli sui Sette Regni

Aquaman e il Regno Perduto trailer

Concludiamo con l’aspetto forse più interessante che il trailer di Aquaman e il Regno Perduto ci mostra, e che riguarda la storia sui Sette Regni. All’interno del trailer ci sono infatti alcuni flashback riguardanti il regno di Re Atlan, che appaiono quando si parla del Tridente di Black Manta. Questo suggerisce che il film svelerà ulteriori dettagli su come il Tridente si lega alla storia di Atlantide e, di conseguenza, agli altri Regni. Sembra quindi (quasi) confermato che il sequel approfondirà meglio la mitologia del mondo sottomarino di Arthur, regalandoci un racconto (si spera) molto più dettagliato e interessante.

Oscar 2024: svelati i candidati italiani al Miglior Film Internazionale

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Sono stati svelati i 12 i film italiani che concorreranno alla designazione del titolo candidato a rappresentare l’Italia nella selezione per la categoria Miglior film Internazionale del Premio Oscar 2024. Si tratta di titoli distribuiti in Italia o all’estero (esclusi Stati Uniti) – o in previsione di essere distribuiti – nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2022 e il 31 ottobre 2023. La commissione di selezione, istituita presso l’ANICA su richiesta dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, si riunirà ora per votare il titolo designato il 20 settembre 2023.

Il film selezionato intraprenderà a quel punto un percorso di promozione nella speranza di rientrare innanzittutto nella shortlist di categoria, il cui annuncio è previsto per il 21 dicembre 2023. Se il film in questione dovesse passare anche quella selezione, potrebbe a quel punto ambire seriamente ad ottenere una nomination ufficiale al Premio. le Nomination verranno annunciate il 23 gennaio 2024 mentre la cerimonia di consegna degli Oscars si terrà, salvo rinvii dovuti agli attuali scioperi, il 10 marzo 2024.

Tra i film selezionati, si ritrovano film d’autore usciti nelle sale nei mesi passati, dal film Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti, presentato in concorso al Festival di Cannes passando per Rapito, il film di Marco Bellocchio, a sua volta presentato al festival francese, fino al recente Io Capitano di Matteo Garrone premiato per la miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia. Spiccano però anche film di genere come Mixed by Erri di Sydney Sibilia e L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano, oltre a tre film diretti da registe: C’è ancora domani di Paola Cortellesi, La Chimera di Alice Rohrwacher e La terra delle donne di Marisa Vallone.

Oscar 2024: ecco i candidati italiani al Miglior film Internazionale

La Terra Promessa: recensione del film con Mads Mikkelsen #Venezia80

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Mads Mikkelsen torna al Lido di Venezia per Venezia 80 con La Terra Promessa (Bastarden – The Promised Land) di Nicolaj Arcel – il primo film danese del regista dopo il dramma The Royal Affair, candidato all’Oscar nel 2012. Il protagonista è Mikkelsen nei panni di un soldato del XVIII secolo disposto a rischiare tutto per lasciare un segno nel mondo. Un film che trasmette una forte connessione con la natura e che si collega a sua volta alla connessione tra esseri umani. Personaggi soli e nomadi, personalità spigolose, drammi familiari e spiritualità. Il film in Concorso a Venezia 80 nasce dalla dedizione di Arcel di creare storie ed è per questo che a oggi lo considera il suo lavoro più personale.

La Terra Promessa, la trama

Nel 1755, l’impoverito capitano Ludvig Kahlen parte alla conquista delle aspre e inabitabili lande danesi con un obiettivo apparentemente impossibile: costruire una colonia in nome del Re. In cambio, riceverà il nome reale disperatamente desiderato. Ma l’unico sovrano della zona, lo spietato Frederik de Schinkel, crede arrogantemente che questa terra gli appartenga. Quando de Schinkel viene a sapere che la cameriera Ann Barbara e il suo servo marito sono fuggiti per rifugiarsi da Kahlen, il privilegiato e dispettoso sovrano giura vendetta, facendo di tutto per allontanare il capitano. Kahlen non si lascia intimidire e ingaggia una battaglia impari, rischiando non solo la sua vita, ma anche la famiglia di forestieri che si è formata intorno a lui.

Ludvig è un bastardo, un figlio abbandonato. Non ha nessuno ma ha solo uno scopo. La sua brughiera, territorio del Re: la vuole coltivare per creare la sua colonia. È quasi un’ossessione la sua che sembra consumarlo fino alla fine del film. Il nuovo film di Arcer porta in scena un’opera dall’emotività molto forte a cui si aggiungono temi come la lotta di classe, il razzismo, lo sfruttamento sul lavoro. A metà tra film storico e western, Bastarden ha nei suoi punti di forza le interpretazioni femminili di Kristine Kujath Thorp e Amanda Collin. La prima interpreta la cugina di De Schinkel e la seconda interpreta la contadina intraprendente che è riuscita a sfuggire al cattivo.

The Promised Land film

La brughiera

Questa distesa che si estende per chilometri: la brughiera che nasconde i suoi segreti e le sue insidie. Ludvig ha un controllo quasi maniacale e crede fermamente nel potere di questi territori che per lui sono assolutamente coltivabili e mentre i tesorieri del Re lo deridono lui va a cavallo e, aiutato da qualche attrezzo cerca di tagliare il terreno. Quando trova una parte di terreno coltivabile la utilizza per coltivare patate ma alle sue spalle un nemico marcia verso di lui: Frederik De Schinkel. Aristocratico, il personaggio interpretato da Simon Bennebjerg rivendica le terre ma solo per una questione di orgoglio e non per puro piacere personale e infatti il personaggio è la vera e propria nemesi di Ludvig: proprietario terriero brutale, tratta male i suoi dipendenti e violenta le cameriere.

Quando Ludvig si oppone a lui, insistendo sul fatto che si tratta della terra del re, fa colpo sulla cugina di De Schinkel, Edel (Kristine Kujath Thorp), costretta a sposare il cugino per motivi economici. La natura diventa quindi non solo protagonista ma anche terreno di scontro tra queste due parti. Allo stesso modo però mette in evidenza le debolezze dell’uomo piegato a titoli nobiliari e denaro. Solo alla fine ci sarà il cambio di rotta del protagonista che sceglierà una strada diversa da quella della premessa iniziale. Questo è un punto di forza del film: alla fine tutto viene rovesciato rispetto all’inizio e i personaggi subiscono una crescita interiore. Anche il pubblico, indirizzato dal punto di vista del personaggio di Ludvig fa il tifo per lui, mosso da buone intenzioni. Il problema è quando subentra l’avidità e il denaro che rende l’uomo cieco nel suo cammino.

The Promised Land

Le protagoniste femminili

Le protagoniste femminili in La Terra Promessa non sono solo un valore aggiunto alla trama ma hanno una caratterizzazione forte che dà del filo da torcere alle contro parti maschili. Mentre Ludvig e De Schinkel lottano con orgoglio e avidità, le donne contribuiscono alla sopravvivenza. Due personalità forti ma opposte: Edel, venduta dal padre alla famiglia del cugino per l’eredità, e Ann-Barbara che si ripara dalla sfortuna della sua precedente vita come governante di Ludvig, ma chiarisce fin dall’inizio di essere una sua pari, non una sua serva. Anche Anmai Mus (personaggio interpretato da Hagberg Melina), una bambina rom perseguitata dalla gente del posto per la sua pelle scura. È una nomade che farà di Ludvig e Ann-Barbara i suoi parenti adottivi. Tre personaggi che ruotano intorno al protagonista, ognuna delle quali contribuisce alla crescita interiore del personaggio.

La Terra Promessa, della durata di quasi due ore – arriva comunque alla fine impartendo a Ludvig la sua lezione. Il protagonista alla fine si rende conto che nella vita c’è qualcosa di più dello status e dei titoli nobiliari ma c’è tutto quello che non ha mai avuto nella sua vita da bastardo. Una famiglia e due donne che amano e sono disposte a tutto per lui.

Conclusione per la VII edizione del Laterale Film Festival

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Conclusione per la VII edizione del Laterale Film Festival

Conclusione vittoriosa per la VII edizione del Laterale Film Festival, che ha goduto di una partecipazione di spettatori intensa e sentita. Per il settimo anno consecutivo, 21 cortometraggi di respiro internazionale sono stati presentati al Cinema San Nicola di Cosenza nei giorni 1, 2 e 3 settembre; se altrove i film cosiddetti sperimentali faticano a incrociare l’attenzione e la curiosità del pubblico, a Cosenza queste regole del gioco non valgono. I tre appuntamenti della kermesse hanno registrato una straordinaria e variegata adesione: giovanissimi e appassionati, critici e giornalisti provenienti da tutta Italia e cinefili che negli anni hanno abbracciato la filosofia del festival.

Laterale riscrive la storia della cultura cinematografica cosentina e calabrese. Un evento unico nel suo genere che, senza alcun finanziamento pubblico, riesce sistematicamente a programmare opere di qualità assoluta in un territorio, quello calabrese, ai margini dei circuiti culturali. Impossibile non menzionare le proiezioni di capolavori quali “Train Again” di Peter Tscherkassky e “As Filhas do fogo” di Pedro Costa (addirittura première italiana, dopo la presentazione all’ultimo Festival di Cannes), esperienze totalizzanti e immersive. Le idee e la dedizione dei curatori del festival hanno trasformato la città dei Bruzi in un punto di riferimento imprescindibile per chiunque desideri interrogarsi sulla natura e il senso delle immagini in movimento.

Nelle parole degli organizzatori, i cortometraggi artistici non dovrebbero essere considerati semplicemente alla stregua di esercizi preparatori per la creazione di lungometraggi. Al contrario, essi sono oggetti peculiari che richiedono un approccio consapevole, poiché la loro natura breve consente agli autori di concentrarsi sul linguaggio, senza essere vincolati ad aspetti e “obblighi” strettamente narrativi.

Al termine dei film, Mario Blaconà, critico e studioso di cinema, ha moderato gli incontri con i registi presenti: Eleonora Cutini, Ilaria Pezone, Enrico ed Emanuele Motti, Luca Mantovani e Antoni Orlof. Le suggestioni evocate dagli argomenti trattati e l’importanza dei temi emersi hanno profondamente impressionato il pubblico. Tra questi, senza dubbio l’idea di cinema amatoriale come cinema che non si cura dei professionismi e dell’industria e reintroduce quelle creatività “casalinghe” concesse ad altre arti quali la pittura o la poesia. Tale pratica parte, quindi, da una condizione di povertà che permette di ricercare l’espressione libera attraverso lo studio.

Grande successo, inoltre, anche per la mostra “Le altre cose mancano” di Mattia Biondi e Mattia Fiorino, in cui 13 frammenti estratti da altrettanti libri, scritti dai più importanti registi della storia del cinema, delineano un intrigante percorso alla scoperta dell’essenza del cinematografo; un resoconto emotivo che ricostruisce una particolare storia del pensiero cinematografico.

Laterale continua a stupire: un festival che rifugge la vanità della competizione e del mercato e opera nella convinzione che la qualità non sia misurabile; una rassegna intesa come vera e propria indagine sulle potenzialità espressive della settima arte, che non si rivolge ad una nicchia di addetti ai lavori ma, al contrario, si pone come riferimento trasversale in uno spazio di condivisione libero e stimolante. Valorizzare opere che mettono in crisi le convenzioni e i luoghi comuni significa opporsi a una visione stereotipata del mondo. La scommessa di “pensare cose invisibili” ha colpito nel segno ancora una volta.

La Mostra dei Film DreamWorks: Sogni, Magia e Avventure a Roma

La Mostra dei Film DreamWorks: Sogni, Magia e Avventure a Roma

Il team di Art Ludique-Le Musée, in collaborazione con DreamWorks Animation e Universal Pictures International Italy, annunciano «La Mostra dei Film DreamWorks: Sogni, Magia e Avventure» a Roma dal 24 Settembre al 29 Ottobre presso L’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.

La mostra organizzata da Universal Pictures International Italy è realizzata con il patrocinio del Comune di Roma Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda in collaborazione con Fondazione Musica per Roma. Cultural Partner Alice nella città e Festa del Cinema di Roma, media partner Radio Dimensione Suono Soft. L’ingresso alla mostra sarà gratuito su prenotazione. Per info e prenotazioni www.auditorium.it

Il prestigioso studio DreamWorks Animation, fondato da Steven Spielberg,  Jeffrey Katzenberg e David Geffen, ha aperto le porte al team del museo Art Ludique, con l’obiettivo di selezionare, in collaborazione con gli artisti dello studio, le opere più straordinarie e rappresentative. Nel percorso della mostra i visitatori scopriranno lo spirito unico che caratterizza alcuni dei grandi capolavori dello studio, e le specificità che ne definiscono la personalità.

Lo studio DreamWorks, di cui fanno parte molti artisti cosmopoliti, ha prodotto molti film che costituiscono un vero e proprio «tour mondiale dell’animazione» (Il principe d’Egitto, Madagascar, Kung Fu Panda, Il piccolo yeti, etc.). Altra caratteristica dello studio è quella di avere uno stile artistico senza limiti, che non utilizza né ricette né formule, ma si serve piuttosto di tutti gli stili possibili, che mette al servizio della storia e della narrazione.

È grazie a questo che lo studio ha saputo reinterpretare racconti e leggende del passato in modo umoristico e poetico e al tempo stesso è stato in grado di dar vita a fiabe contemporanee. La mostra esporrà più di 300 opere selezionate in collaborazione con gli artisti della DreamWorks Animation studio.

Oltre alle illustrazioni storiche dello studio il pubblico potrò ammirare esclusivi dipinti digitali dalle produzioni più recenti della DreamWorks, tra cui la ricerca per i film Spirit – Il Ribelle, Baby Boss 2, Troppo Cattivi, Ruby Gillman – La ragazza con i tentacoli e molti lavori colorati e impattanti, sviluppati per Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio e una grande selezione di opere esclusive di Trolls 3 – tutti insieme, alcuni di questi anche in formato gigante!

La mostra sarà arricchita anche da delle interviste esclusive con i creatori di Trolls 3 – tutti insieme, tra cui il regista Walt Dohn, il co regista Tim Heitz e produttrice Gina Shay, ripresi presso lo studio della DreamWorks a Glendale unicamente per la mostra di Roma. Trolls 3 – tutti insieme, il terzo capitolo della saga diretto da Walt Dohrn verrà presentato in anteprima ad Alice nella città   in occasione della prossima edizione che si svolgerà tra il 18 e il 29 ottobre. Il film a cui prestano le voci nella versione originale Justin Timberlake (Branch) e Anna Kendrick (Poppy) sarà doppiato nella versione italiana da Stash e Lodovica Comello.

A completare il percorso espositivo saranno presenti anche opere dei film DreamWorks sin dalla sua creazione nel 1994, un itinerario che racconta la storia dello studio, da Il principe d’Egitto, Z la formica e chiaramente Shrek, il primo film a vincere per lo studio un Oscar per animazione del 2002. A seguire visitatori potranno ammirare la diversità dei prodotti DreamWorks, gli stili diversi e creatività che spazia da Bee Movie a Baby Boss a Megamind a I Croods e Ruby Gillman – La ragazza con i tentacoli.

Il pubblico scoprirà il lavoro magnifico di ricerca, creazione e immaginazione usata per reinventare storie e leggende, e lo sviluppo di nuovi racconti: Le 5 leggende, Dragon Trainer, Troppo Cattivi, Il gatto con gli stivali e Trolls. Pezzi eccezionali conquisteranno il pubblico dei film e chi apprezza opere originali potrà vedere disegni unici, tra cui uno story board in matita per il film Shrek e spettacolari disegni con lo sviluppo del personaggio di Po in Kung Fu Panda, oltre ai meravigliosi draghi dalla serie di Dragon Trainer.

Art Ludique – Le Musée

Il Museo è stato ideato e progettato nel 2013 da Jean-Jacques Launier e dalla moglie Diane, rispettivamente Presidente e Direttore generale. Il museo ha presentato le mostre “Pixar, 25 ans d’animation” e “L’Art des Super-Héros Marvel”, che si posizionano nella top 15 delle mostre più viste in Francia nel 2014; e ancora, “Dessins du studio Ghibli: les secrets du layout pour comprendre l’animation de Takahata et Miyazaki”, “Aardman, l’Art qui prend forme”, “L’Art dans le jeu vidéo”, “L’Art de Blue Sky”, “L’Art des Studios d’Animation Walt Disney, le mouvement par nature” e “L’Art de DC, L’Aube des Super Héros”.

Jean-Jacques e Diane Launier hanno inoltre fondato a Parigi, nel 2003, la galleria Arludik, la prima al mondo a esporre e vendere disegni originali di fumetti, videogiochi, manga, film d’animazione e cinema.

I due sono inoltre gli ideatori e gli organizzatori della mostra “Miyazaki-Moebius”, allestita nel 2005 al Museo della zecca di Parigi, e di numerose altre mostre come “L’Âge de Glace” a La Baule, “L’Art de John Howe” su Il Signore degli Anelli, “Hommage à Toy Story” ad Angoulême e “L’Art de Moi Moche et Méchant” ad Annecy.

Jean-Jacques Launier è autore del romanzo La Mémoire de L’Âme: ogni pagina è illustrata con un disegno di Moebius (Anne Carrière-Stardom); Launier è inoltre co-autore del libro Art Ludique (Sonatine éditions). Nel 2016 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere.

Universal Pictures International

Universal Pictures è una società di intrattenimento leader a livello mondiale con una presenza forte e diversificata nella produzione e nella distribuzione di film.

Universal Pictures International Italy commercializza e distribuisce direttamente i film tramite i propri uffici a Roma, promuovendo campagne e strategie di lancio dei prodotti che rispondono alla cultura e alle tendenze del territorio. Universal Pictures fa parte di NBCUniversal, una delle principali aziende leader nel mondo dei media e dell’intrattenimento per quanto riguarda lo sviluppo, la produzione ed il marketing dello spettacolo, delle notizie e dell’informazione per un pubblico globale.

NBC Universal detiene e gestisce un pregevole portfolio di canali votati all’informazione e all’intrattenimento, una casa cinematografica, importanti attività di produzione televisiva, il principale gruppo di emittenti televisive, e parchi a tema di fama mondiale.

NBC Universal è una controllata di Comcast Corporation.

Aquaman e il Regno Perduto: per James Wan il film è un’ottima base per Aquaman 3

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Con Aquaman e il Regno Perduto confermato in sala dal 21 dicembre e con un trailer ufficiale finalmente rilasciato che ha acceso l’interesse di molti, il regista James Wan confessa già da ora che c’è ancora spazio per la crescita del personaggio, abbastanza da poter giustificare un terzo film della serie. Durante un’intervista con Entertainment Weekly, Wan ha dunque alimentato le speranze per un Aquaman 3, parlando a lungo di Aquaman e il Regno Perduto e delle prospettive del franchise. Il regista ha infatti rivelato che il viaggio dell’eroe protagonista può ancora essere sviluppato, ribadendo quanto il personaggio di Jason Momoa sia cresciuto tanto come Arthur Curry e come Aquaman, rispetto al primo film.

Quello che mi piace tra questo e il primo è che si vede davvero la crescita di Arthur“, ha detto Wan, raccontando le storie dei due film di Aquaman. “Inizia come una specie di vagabondo, e nel secondo ha finalmente una direzione più chiara su ciò che vuole fare nella sua vita. Se e quando ce ne sarà un terzo, questo è quello che dovrebbe fare, ovvero far crescere ulteriormente questi personaggi, perché penso che abbiamo messo a punto alcune cose nel secondo film da cui si potrà sicuramente attingere per un terzo capitolo. Non ho nessuna storia al momento, ma far crescere i personaggi è la cosa più importante che penso dovrebbe riguardare il prossimo film di Aquaman.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 21 dicembre.

Barbie: la Warner Bros. promuoverà il film per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar

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Variety riporta che la Warner Bros. ha confermato la propria intenzione di spingere Barbie verso gli Oscar, presentando in particolare il film per la categoria Migliore sceneggiatura originale che, in caso di successo, assicurerebbe una candidatura alla regista Greta Gerwig e al suo partner creativo e di vita Noah Baumbach. La conferma arriva dopo che è stato riferito che la Warner Bros. non era inizialmente sicura se presentare Barbie per la Migliore sceneggiatura originale o quella per la Migliore sceneggiatura non originale. La confusione è nata dal fatto che Barbie è basato sull’omonimo franchise di bambole della Mattel, rendendolo quindi di fatto il film un adattamento.

Tuttavia, gran parte della storia del film è stata inventata da Gerwig e Baumbach, cosa che permetterebbe alla sceneeggiatura di essere considerata come originale. Se davvero Barbie riuscisse ad ottenere una nomination in tale categoria, sarebbe la quarta per Gerwig, che ha già ottenuto la candidatura all’Oscar per Lady Bird del 2016 come Miglior regista e Migliore sceneggiatura originale, per poi ottenerne una terza, stavolta come Miglior sceneggiatura non originale, nel 2019 per Piccole donne. In ogni caso, anche se promossa per tale categoria, l’Academy potrebbe decidere di spostare la sceneggiatura di Barbie in quella Non Originale, cosa già avvenuta per il film Moonlight del 2016.

Barbie, il cast del film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è uscito al cinema il 20 luglio.

Launchpad: trailer della seconda stagione in arrivo su Disney+

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Launchpad: trailer della seconda stagione in arrivo su Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer della seconda stagione di Launchpad, una collezione di sei cortometraggi di registi provenienti da background sotto rappresentati le cui voci uniche portano nuove prospettive alla narrazione. Disney+ ha inoltre rilasciato un’immagine di ciascuno di questi emozionanti cortometraggi.

La seconda stagione di Launchpad, targata Disney, è una collezione di cortometraggi live-action di una nuova generazione di registi. Questa stagione vede la presenza di sei sceneggiatori, cinque registi e una sceneggiatrice-regista provenienti da background sottorappresentati, ai quali è stata data l’opportunità di condividere le proprie prospettive e visioni creative. Portando avanti l’obiettivo della prima stagione di Launchpad, targata Disney, che era quello di diversificare i tipi di storie che vengono raccontate dando accesso a coloro che storicamente non l’hanno avuto, questa seconda stagione è orgogliosa di presentare sei nuovi cortometraggi per Disney+ basati sul tema della “connessione”.

Phillip Domfeh, Sr. Manager and Producer of Disney Launchpad, ha dichiarato: “I registi della seconda stagione di Disney Launchpad hanno portato la loro narrazione a nuovi livelli, sviluppando sei storie fantasiose e stimolanti per Disney+”. Mahin Ibrahim, Director, RISE Creative Talent Pathways and Executive Producer, ha aggiunto: “Non vediamo l’ora di dare a questi sceneggiatori, registi, produttori, cast e troupe di incredibile talento l’opportunità di mostrare la loro passione creativa e la loro eccellenza nel proprio mestiere”.

Panavision ha nuovamente fornito le telecamere e gli obiettivi per i sei cortometraggi originali, mentre Light Iron, la divisione di post-produzione di Panavision, ha fornito i servizi di produzione giornaliera, color correction e rifinitura per tutta la seconda stagione. “Panavision e Light Iron sono orgogliosi di sostenere gli incredibili registi di talento della seconda stagione del programma Launchpad”, ha affermato Kim Snyder, Panavision President and CEO. “Ci sta a cuore dare potere agli storyteller delle comunità sottorappresentate, fornendo loro l’accesso agli strumenti e alle competenze che possono supportare le loro visioni creative durante la produzione e la post-produzione”. La seconda stagione di Launchpad, targata Disney, debutterà il 29 settembre in esclusiva su Disney+.

Mamma Mia! 3: Meryl Streep ha un’idea su come far tornare in scena il proprio personaggio

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La leggendaria attrice Meryl Streep si è nuovamente detta disposta a tornare in un ipotetico Mamma Mia! 3, anche se nel secondo film viene svelato che il suo personaggio, Donna Sheridan, è deceduto. Questo piccolo dettaglio non sembra però essere un problema per l’attrice, che parlando con Vogue di una possibile Mamma Mia! 3, si è detta favorevole alla reincarnazione del suo personaggio, avendo anche un’idea su come Donna potrebbe tornare in scena. “Sono pronta a tutto. Dovrò programmare un’analisi del ginocchio prima di girare, ma se c’è un’idea che mi entusiasma, sarà assolutamente lì“.

Ho detto a Judy [Craymer, produttrice dei film] se poteva trovare un modo per reincarnare Donna. Potrebbe avvenire come in una di quelle soap opera in cui Donna torna e rivela che in realtà è morta sua sorella gemella. […] Forse dovremmo chiamarla Nonna Mia! per quando riusciremo a realizzarlo!”, afferma l’attrice. Ad oggi, riguardo un terzo film di Mamma Mia!, non ci sono certezze, per quanto la Craymer abbia di recente annunciato che il progetto per un terzo film è “nelle sue prime fasi… Non voglio esagerare, ma so che c’è una trilogia lì”, ha affermato nel maggio di quest’anno la produttrice.

Stellan Skarsgård, Christine Baranski, Lily James, Dominic Cooper, Colin Firth e Pierce Brosnan hanno tutti espresso più volte interesse a tornare in un terzo capitolo, mentre non si hanno notizie ufficiali per quanto riguarda la protagonista Amanda Seyfried. Riunire tutti questi attori e far sì che la Streep, vera e propria icona dei film, torni nel ruolo di Donna, è però di un’impresa non da poco, che già a Mamma Mia: Ci risiamo non è del tutto riuscita, dovendosi accontentare di diversi camei. Molto della potenziale realizzazione di un Mamma Mia! 3 dipenderà dunque da questo dettaglio, per cui non resta che attendere maggiori notizie a riguardo.

Brightburn: un sequel è in lavorazione, sarà realizzato anche tramite uso di IA

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Prodotto da James Gunn, regista di Guardiani della Galassia e dell’atteso Superman: Legacy, Brightburn – L’angelo del male ha catturato l’attenzione di tutti con i suoi teaser trailer ispirati a L’uomo d’acciaio e ha portato qualcosa di nuovo nel genere dei supereroi offrendo un film horror che essenzialmente si chiedeva: “E se Superman fosse malvagio?”. Il film ha poi avuto un discreto successo in sala, guadagnando poco meno di 33 milioni di dollari su un budget dichiarato di oltre 6 milioni di dollari. Questi non sono il tipo di numeri che garantiscono necessariamente un seguito, ma Deadline riporta ora che The H Collective/H3 Entertainment ha in programma di realizzare un sequel.

Secondo l’azienda, la società di produzione “intende incorporare nuove tecnologie nel processo di produzione dei progetti che ha in fase di sviluppo, compreso un sequel del film horror Brightburn“. Secondo quanto riferito, questo includerà Metaverso, Web3 e… l’intelligenza artificiale. Utilizzare l’intelligenza artificiale nella realizzazione di un progetto è una mossa piuttosto controversa attualmente, soprattutto considerando che attori e sceneggiatori sono attualmente in sciopero affinché si regolamenti l’utilizzo di tale tecnologia a Hollywood. Tuttavia, la società ha assicurato che intende “rispettare i professionisti e i fan promuovendo al contempo un’integrazione tecnologica responsabile“.

H3 ha poi aggiunto: “Incorporare nuove tecnologie nel nostro flusso di lavoro significa migliorare e integrare, non sostituire il tocco umano nella produzione cinematografica. Il nostro impegno principale rimane con la nostra forza lavoro qualificata. Siamo determinati a utilizzare la tecnologia per assistere, non oscurare, l’insostituibile tocco umano. nel cinema.” Riguardo il sequel di Brightburn non è stato rivelato nient’altro, ma già nel 2019 il regista David Yarovesky aveva affermato che “se fossimo così fortunati da poter realizzare un seguito, vorrei non dire a nessuno su cosa stiamo lavorando e poi sorprendere tutti con alcune cose folli che nessuno avrebbe visto arrivare.”

Aquaman e il Regno Perduto: il regista svela perché Willem Dafoe non è presente nel film

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Con il primo trailer di Aquaman e il Regno Perduto finalmente disponibile, i fan hanno potuto dare uno sguardo al nuovo film della DC, ai suoi personaggi e al suo aspetto in generale. In molti, tra i tanti elementi proposti dal film, hanno però notato la completa assenza di Vulko, il personaggio interpretato da Willem Dafoe nel primo film. Come noto, la maggior parte dei membri principali del cast dell’originale Aquaman riprenderanno infatti i loro ruoli nell’imminente sequel, ma Dafoe non sarà tra questi.

Si aveva già avuto in precedenza la sensazione che l’attore non sarebbe tornato nei panni del mentore d’infanzia di Arthur Curry, dopo che un paio di scooper online avevano riportato la cosa alla fine dell’anno scorso, ma è ora il regista James Wan a confermare che Dafoe non apparirà ne Il Regno Perduto. “Willem non è in questo, no“, dice Wan a EW. “Parte del motivo era perché il suo calendario di lavoro non si incastrava con il nostro. Ma ciò che mi ha permesso di fare è stato espandere il ruolo di Atlanna”

“Atlanna in questo alla fine diventa la consigliera di Arthur. Poiché Arthur non è di questo mondo, lo aiuta a capire meglio il mondo e la politica su come funzionano le cose.” È un peccato che Dafoe non sia a disposizione per offrire guida al Re di Atlantide per la sua ultima avventura, ma, come sottolinea Wan, almeno avrà sua madre, interpretata da Nicole Kidman, al suo fianco. Per quanto riguarda Vulko, sarà interessante scoprire se il suo destino verrà menzionato nel nuovo film o se il personaggio semplicemente non verrà mai neanche nominato.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 21 dicembre.

La serie di Star Wars su Lando diventa un film!

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La serie di Star Wars su Lando diventa un film!

Abbiamo appreso per la prima volta dei piani per una serie TV di Lando nel dicembre 2020. All’epoca, la Lucasfilm annunciò che Justin Simien sarebbe stato showrunner del progetto, con Donald Glover di Solo: A Star Wars Story pronto a riprendere il personaggio di Lando Calrissian. Sfortunatamente, a quell’annuncio per molto tempo non sono seguite notizie concrete sullo show e Glover ha spesso eluso domande sulla possibilità di riprendere il ruolo reso famoso per la prima volta da Billy Dee Willaims.

Per quanto riguarda Simien, la serie è stata ripetutamente menzionata nelle interviste mentre stava facendo il giro per promuovere il film Disney La Casa dei Fantassmi. Ammettendo di non aver sentito nulla della serie da quando è stata annunciata, il regista ha infine affermato che lo studio gli aveva comunicato che dovevano valutare la disponibilità di tutti. Tuttavia, poco dopo che questi commenti sono stati diffusi, si è scoperto che Glover e suo fratello Stephen hanno assunto il compito di scrivere la serie, mentre Simien era ufficialmente uscito dal progetto.

Da quando ciò è stato ufficializzato, nuove informazioni hanno iniziato a circolare riguardo Lando e a fornire un importante aggiornamento è ora proprio Stephen Glover, il quale ha rivelato che il progetto non è più pensato come serie bensì come film! “Non è nemmeno uno show… l’idea in questo momento è quella di fare un film“, ha confermato durante un’intervista (tramite SFFGazette.com). La notizia sembra coerente con la volontà del CEO della Disney, Bob Iger, di riportare Star Wars nei cinema e spendere meno per lo streaming. Alla luce di ciò, non resta che attendere maggiori notizie riguardanti questo film su uno dei personaggi secondari più famosi del franchise.

One Piece è stato rinnovato per la seconda stagione da Netflix

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One Piece è stato rinnovato per la seconda stagione da Netflix

Netflix ha rinnovato One Piece, l’affascinante serie di avventure per una seconda stagione. Il produttore esecutivo (e creatore del manga originale) Eiichiro Oda ha dichiarato nel video in cui annunciava la ripresa giovedì: Alla Grande Flotta di Cappello di Paglia: cosa ne pensate della prima stagione del live-action One Piece? Ci ho lavorato a lungo con Netflix e Tomorrow Studios. Sembra che le persone in tutto il mondo si siano godute lo spettacolo, il che vale davvero la pena del duro lavoro del team di produzione. A tutti coloro che sono fan di One Piece da anni e a coloro che hanno sperimentato One Piece per la prima volta, grazie mille. Due settimane dopo il lancio, ho appena ricevuto una notizia fantastica: Netflix ha deciso di rinnovare lo show! Le avventure di Iñaki e del personaggio live-action di Cappello di Paglia continueranno! Ci vorrà ancora un po’ per preparare gli script, quindi sii paziente. Da qui in poi, mi sembra che la ciurma di Cappello di Paglia avrà bisogno di un grande dottore… Vedremo!

One Piece 2, quando uscirà?

Considerato il rinnova confermato poco dopo l’uscita, la seconda stagione di One Piece potrebbe debuttare nel 2025! Al momento però non c’è una dichiarazione ufficiale in merito all’uscita di One Piece 2!

Dal lancio dello show il 31 agosto, One Piece è stato il numero 1 nella Top 10 interna di Netflix. Tratta dalla serie manga più venduta della storia del Giappone e scritta da Eiichiro Oda, One Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del leggendario tesoro ONE PIECE e diventare il re dei Pirati! Tuttavia, per trovare l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare la ciurma dei suoi sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e in largo il vasto mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba a temibili rivali.

Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy), Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e Taz Skylar (Sanji) interpretano l’avventura piratesca live action ONE PIECE, ideata in collaborazione con Shueisha e prodotta da Tomorrow Studios con Netflix. Matt Owens e Steven Maeda ricoprono il ruolo di sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner. Anche Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements si occupano della produzione esecutiva. Il cast confermato in precedenza include Vincent Regan, Ilia Isorelýs Paulino, Morgan Davies, Aidan Scott, Langley Kirkwood, Jeff Ward, Celeste Loots, Alexander Maniatis, McKinley Belcher III, Craig Fairbrass, Steven Ward e Chioma Umeala.

La serie è stata creata da Matt Owens e Steven Maeda, vede nel cast anche Mackenyu nei panni di Roronoa Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero Gibson nei panni di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji. La serie manga è stata pubblicata per la prima volta nel 1997 e ha venduto più di 460 milioni di copie in tutto il mondo. È stato anche adattato in una serie anime, videogiochi e una serie di lungometraggi in Giappone.

Nessuno ti salverà, trailer e poster del film

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Nessuno ti salverà, trailer e poster del film

Un’invasione è imminente, secondo Brian Duffield, che ha scritto e diretto Nessuno ti salverà, un thriller psicologico sci-fi targato 20th Century Studios, raccontato attraverso gli occhi di una giovane donna sola con un passato doloroso. “Volevo che il film partisse come uno studio intimo sui personaggi e facesse piombare su di loro un’invasione aliena”, ha dichiarato Duffield. “La fine del mondo non sarà solo per coloro che sono pronti ad affrontarla e l’idea di un film sugli alieni che irrompono bruscamente nella bolla che il nostro personaggio ha trascorso anni a costruire e coltivare mi sembrava un modo unico per raccontare una storia che avevo a cuore”.

Duffield ha voluto creare un personaggio così avvincente che gli spettatori vorranno saperne di più su di lei, con o senza alieni. Purtroppo per lei, dice, questi ultimi compaiono dopo circa otto minuti di film. “Penso che ci sia una sensazione profondamente sepolta sul fatto che ogni film sull’invasione aliena possa rivelarsi vero, perché rimangono un’incognita nella nostra vita quotidiana. Mentre il nostro mondo va sempre più fuori controllo, forse c’è anche il desiderio che là fuori ci sia qualcosa di più intelligente di noi, che possa aiutarci a ritrovare la retta via. Gli alieni di Nessuno ti salverà sono superiori agli esseri umani sotto ogni punto di vista, il che rende Brynn e la sua sorprendente resistenza un po’ sconcertante per loro”.

Kaitlyn Dever interpreta Brynn, una combattente formidabile quando si tratta di intrusi indesiderati e ultraterreni. Duffield ritiene che l’attrice sia una delle migliori della sua generazione. “Eravamo così entusiasti di avere Kaitlyn con noi perché, come Brynn che viene trasportata in un mondo completamente nuovo, Kaitlyn non aveva mai fatto un film così fisico e fantascientifico prima d’ora”, ha detto. “Credo che il pubblico rimarrà sbalordito da quanto Kaitlyn sia dominante sullo schermo, perché usa la sua solitudine e il suo silenzio per creare un personaggio davvero unico e complesso”.

Nessuno ti salverà è il secondo film di Duffield: ha scritto, prodotto e diretto Spontaneousdel 2020, un adattamento del romanzo young adult di Aaron Starmer con Katherine Langford e Charlie Plummer, Certified Fresh (96%) su Rotten Tomatoes. Duffield ha recentemente prodotto Cocainorso, diretto da Elizabeth Banks per Universal, e l’imminente Borderline, diretto da Jimmy Warden.

Mr. & Mrs. Smith, la prima foto dei protagonisti della serie Prime Video

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Amazon Studios ha annunciato oggi che la nuova serie Mr. & Mrs. Smith debutterà all’inizio del 2024 in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Dai co-creatori ed executive producer Donald Glover (Swarm, Atlanta) e Francesca Sloane (Atlanta, Fargo), la serie è una rivisitazione del film di New Regency del 2005 e vede protagonisti Glover nei panni di John Smith e Maya Erskine (PEN15) nel ruolo di Jane Smith.

Mr. & Mrs. Smith, la trama

Vi presentiamo gli Smith: due estranei, John e Jane, che hanno abbandonato le loro vere identità per diventare partner – nello spionaggio e in matrimonio. Abbinati da una misteriosa agenzia, ogni episodio li segue in una nuova missione e in una nuova tappa della loro relazione. Quando però i nodi iniziano a venire al pettine dovranno lottare per rimanere insieme, perché in questo matrimonio il divorzio non è un’opzione.

Lezioni di chimica: il trailer della serie con Brie Larson

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Lezioni di chimica: il trailer della serie con Brie Larson

Apple TV+ ha diffuso il trailer della sua prossima serie limitata Lezioni di chimica, interpretata e prodotta esecutivamente dal premio Oscar Brie Larson (“Captain Marvel”, “Room”), farà il suo attesissimo debutto con i primi due episodi venerdì 13 ottobre. Basata sul romanzo d’esordio best-seller di Bonnie Garmus, scrittrice, editrice scientifica e copywriter, la serie è ambientata nei primi anni ’50 e segue Elizabeth Zott (Brie Larson), il cui sogno di diventare una scienziata viene stroncato dalla società patriarcale in cui vive. Quando Elizabeth viene licenziata dal laboratorio, accetta un lavoro come conduttrice in un programma televisivo di cucina e si propone di insegnare a una nazione di casalinghe trascurate – e agli uomini che improvvisamente la stanno ascoltando – molto più che semplici ricette. I nuovi episodi usciranno settimanalmente ogni venerdì fino al 24 novembre 2023.

Al fianco di Brie Larson troviamo Lewis Pullman (“Top Gun: Maverick”, “Outer Range”), la vincitrice del NAACP Image Award Aja Naomi King (“Le regole del delitto perfetto”, “The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo”), Stephanie Koenig (“L’assistente di volo – The Flight Attendant”, “The Offer”), Kevin Sussman (“The Big Bang Theory”, “The Dropout”), Patrick Walker (“Gaslit”, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey”), e Thomas Mann (“Winning Time: L’ascesa della dinastia dei Lakers”, “Quel fantastico peggior anno della mia vita”).

Lezioni di chimica è prodotto per Apple TV+ da Apple Studios. Il sei volte candidato all’Emmy Award Lee Eisenberg (“WeCrashed”, “Little America”) è showrunner. La serie è prodotta esecutivamente dalla candidata all’Oscar Susannah Grant (“Unbelievable”, “Erin Brockovich – Forte come la verità”) insieme a Larson. Jason Bateman e Michael Costigan (“Ozark”, “A Teacher: una storia sbagliata”) sono produttori esecutivi della Aggregate Films. Natalie Sandy è produttrice esecutiva di Piece of Work Entertainment insieme a Eisenberg. Louise Shore è anche produttrice esecutiva.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 365 vittorie e 1.452 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e lo storico Oscar® come Miglior film a “CODA”.

DI4RI – Seconda stagione: recensione della prima parte della serie Netflix

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Dopo il successo della prima stagione, Netflix propone dal 14 settembre la prima parte della seconda stagione di DI4RI, la serie ideata da Simona Ercolani, che guida anche la squadra di sceneggiatori, e diretta da Alessandro Celli.

DI4RI, dove eravamo rimasti?

La prima stagione si era chiusa su due grandi interrogativi: i ragazzi della 2° D saranno costretti a lasciare la scuola di Marina Piccola? E poi, Pietro riuscirà a farsi perdonare da Livia, dopo essere stato scoperto a scommettere sul loro giovane amore? La seconda stagione di DI4RI riparte dalle risposte a queste due importanti domande, arricchendo il cast con una new entry davvero irresistibile.

La seconda stagione di DI4RI vedrà i ragazzi confrontarsi con il terzo anno delle scuole medie, un periodo, per chi se lo ricorda, particolarmente complesso. L’infanzia lascia spazio definitivamente all’adolescenza, il futuro e le prime prove della vita incombono sulle vite spensierate dei protagonisti, quelle amicizie solide che nascono trai banchi di scuola, così pure e totalizzanti, vengono duramente messe alla prova dai fantasmi della separazione, che inevitabilmente aspetta i protagonisti alla fine dell’anno scolastico. Non solo, questa volta, la fine della scuola significa anche il tempo dell’esame di terza media, il primo vero test che si presenta davanti a questi ragazzi. Riusciranno tutti a superarlo? E la loro amicizia sopravviverà alla separazione, quando ognuno di loro prenderà la propria strada?

Il pubblico è il vero diario

Come per la prima, anche la seconda stagione di DI4RI utilizza l’espediente della rottura della quarta parete: ogni personaggio si rivolge alla camera e quindi allo spettatore quando riflette ad alta voce su ciò che gli accade o su quello che prova in un determinato momento, come se il pubblico fosse il diario del titolo, con cui il personaggio condivide la propria storia, i propri punti di vista, il proprio vissuto che, per quanto giovane e qualche volta ingenuo, è considerato, a quell’età giustamente, il centro del mondo.

E ogni episodio ha un centro diverso, un protagonista preciso che porta avanti tutta la narrazione, ma da un punto di vista specifico. Così, se in un episodio la storia è raccontata dal punto di vista di Pietro e procede, raccontando delle piccole evoluzioni del suo rapporto con altri personaggi e delle dinamiche che ne conseguono, in quello successivo saranno Livia o Isabel a essere le protagoniste, quelle che parlano allo spettatore, portando avanti la storia di tutti i compagni di classe.

La dimensione della classe, poi, del gruppo coeso è qualcosa di ancora più forte e determinante in questa seconda stagione, forse per la maggiore consapevolezza che ogni personaggio ha delle proprie relazioni con gli amici, ma anche per il fatto che la classe reagisce ai cambiamenti che deve affrontare in maniera compatta, in una reciproca ricerca di affetto e supporto. Certo, per i giovani amici sarà complicato riuscire a capirsi, la scelta della scuola superiore li mette di fronte a un bivio in cui è difficilissimo scegliere la strada da percorrere: si resterà fedeli agli amici facendo una scelta di gruppo oppure ognuno seguirà le proprie ambizioni con il rischio di perdersi per sempre? Sono paure e domande che chiunque sia sopravvissuto alle scuole medie e alla scelta della scuola superiore si è fatto, e quindi dal lato adulto di questa dinamica potrebbero sembrare preoccupazioni di poco conto nel grande disegno della vita. Tuttavia, DI4RI non è certo indirizzato a un pubblico adulto, e quindi sarà interessante vedere come il pubblico più giovane reagirà a questo tipo di narrazione.

I temi universali della seconda stagione

E sarà allo stesso modo interessate capire in che modo il pubblico giovane di riferimento della serie assorbirà e reagirà ad alcune delle tematiche affrontate in questa seconda stagione. I problemi di fronte ai quali si cimentano di volta in volta i ragazzi finiscono per assumere carattere universale in quanto, forse in maniera un po’ troppo schematica, ripercorrono quelle che possono essere problemi cardine di quell’età così straordinaria e delicata. Ci sono le vittime di bullismo, chi invece vuole trasgredire le regole per ribellarsi, chi vuole eccellere nello sport, chi si innamora del ragazzo di un’altra, chi deve accettare le decisioni dei genitori e chi ha un sogno da realizzare, tutte storie che costituiscono l’ossatura della serie.

Naturalmente il cast della prima stagione torna al completo: Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava) ai quali si aggiunge Bianca (Fiamma Parente), una ragazza talentuosa e solare che si trova da subito benissimo con il gruppo di amici di suo cugino Giulio.

La confezione di DI4RI seconda stagione fa un ulteriore sforzo per mettere in scena uno show vivace, intelligente e molto giovanile, che ha fatto tesoro dell’esperienza del primo ciclo e che è pronta a osare un po’ di più, sia nella distribuzione delle nuove puntate (in due parti), sia nello sforzo di rendere verosimili dialoghi, dinamiche e emozioni che i giovani attori passano all’altrettanto giovane pubblico.

Cliffhanger – L’ultima sfida: trama, cast e location del film con Sylvester Stallone

Uscito al cinema nel 1993, Cliffhanger – L’ultima sfida non è tra le pellicole più citate della filmografia di Sylvester Stallone. Eppure, si tratta di un vertiginoso thriller d’avventura apprezzato da critica e pubblico. Diretto dal regista finlandese Renny Harlin, autore anche di opere come 58 minuti per dormire – Die Harder Nella mente del serial killer, questo divenne noto in particolare per i suoi effetti speciali come anche per le location mozzafiato utilizzate per le riprese. Quanto narrato nel film è inoltre opera dello stesso Stallone, che figura come sceneggiatore insieme all’amico Michael France. 

I due erano da tempo alla ricerca di un nuovo progetto con cui poter collaborare. Dopo diverse idee sfumate, decisero di concentrarsi su Cliffhanger, che ha al centro della propria vicenda una serie di complesse e pericolose situazioni collegate all’attività dell’alpinismo. Per via di una serie di contenuti forti presenti nel titolo, questo è stato oggetto di diverse censure e divieti ai minori. Ciò non ha impedito al film di affermarsi come uno dei più grandi successi del suo anno. A fronte di un budget di circa 70 milioni di dollari, questo è stato in grado di incassarne globalmente circa 255.

Cliffhanger – L’ultima sfida ricevette inoltre ben tre nomination al premio Oscar. Queste erano rispettivamente per il miglior sonoro, per il miglior montaggio sonoro e per gli effetti speciali. In conseguenza di tale successo, lo studios di produzione TriStar Pictures programmò un sequel, il quale però non venne mai realizzato. Negli anni, più volte diversi tentativi a riguardo, con Stallone sempre dichiaratosi pronto a tornare nel proprio ruolo. Nel 2019 viene però annunciato un reboot del film al femminile, di cui però non vi sono ancora state ulteriori conferme ufficiali.

Cliffhanger – L’ultima sfida: la trama del film

Protagonista del film è Gabriel Walker, operatore di soccorso sulle Montagne Rocciose. Durante una traversata ad alta quota, questi va incontro ad un terribile incidente nel momento in cui non riesce a salvare Sarah, la giovane fidanzata del suo migliore amico Hal Tucker. La donna muore precipitando nel nulla, e Gabriel inizia ad essere divorato dal senso di colpa, ritirandosi a vita privata. In seguito all’episodio, egli si guadagna inoltre l’irrisorio soprannome di Cliffhanger. La sua cupa esistenza sembra trovare uno spiraglio di luce nel momento in cui si innamora di Jessie Deighan, anch’ella operatrice di soccorso. La donna cerca di convincere Gabriel a riprendere la sua attività, aiutandola in un’operazione di salvataggio ad alta quota.

Dopo un’iniziale reticenza, Gabriel accetta sperando di riuscire a sconfiggere i propri demoni interiori. Ciò che lui e Jessie non sanno, però, è che il gruppo che devono accompagnare nella scalata è composto da assassini. Questi aspirano ad entrare in possesso di alcune valigie contenenti una gran quantità di denaro, perdute durante un incidente aereo in cima alla montagna. A guidare la squadra di criminali vi è Hal, il suo ex-migliore amico, ingaggiato per raggiungere il punto esatto in cui si trova il bottino. Gabriel capirà ben presto che non si tratta di una semplice missione, ma è per lui l’occasione di fare pace con il passato superando i propri traumi. Per riuscirci, però, dovrà fare affidamento a tutto il suo coraggio e la sua conoscenza di quelle montagne.

Cliffhanger cast

Cliffhanger – L’ultima sfida: il cast del film

Il ruolo del protagonista era stato scritto da Stallone pensando a sé stesso. Egli era infatti d’accordo con i produttori per interpretare il personaggio di Gabriel “Cliffhanger” Walker. Il regista del film, però, non era d’accordo con tale scelta. Egli avrebbe preferito affidare il ruolo a Kevin Costner. Motivo di ciò, era il timore che Stallone avrebbe cercato di imporre il suo punto di vista sul progetto. Dopo averlo incontrato a pranzo, però, i due trovarono un accordo sul film e Stallone poté interpretare liberamente il personaggio. Per l’attore il film era inoltre l’occasione per superare la propria paura delle altezze. Grazie ad un adeguato e costante esercizio fisico, egli fu così in grado di prendere parte senza problemi a molte delle spericolate sequenze.

Nel ruolo di Hal Tucker, il migliore amico del protagonista, vi è invece l’attore Michael Rooker, oggi noto per il ruolo di Yondu nel film Marvel Guardiani della Galassia. John Lithgow, recentemente visto in Bombshell e Pet Sematary, interpreta invece Eric Quale, psicotico ex militare a capo del gruppo di criminali. Originariamente ad interpretare il personaggio era stato chiamato il premio Oscar Christopher Walken, il quale dovette però rinunciare per via di altri impegni. L’attrice Janine Turner, divenuta celebre grazie alla serie Un medico tra gli orsi, interpreta Jessie Deighan, nuova fiamma di Gabriel e a sua volta operatrice di soccorso sulle Montagne Rocciose.

Cliffhanger – L’ultima sfida: un sequel è in via di sviluppo

Dato il successo del film, già nel 1994 si parlò di un sequel, dove Stallone si sarebbe dovuto confrontare con alcuni terroristi che avevano occupato la Diga di Hoover. Il progetto però non si concretizzò mai ma ora, dopo anni di tentativi, nel maggio del 2023 Sylvester Stallone ha confermato che un sequel del film è in sviluppo e che egli riprenderà il suo ruolo di alpinista di ricerca e salvataggio Gabe Walker. Ad occuparsi della regia del progetto sarà l’ex stuntman Ric Roman Waugh, già noto per aver diretto Snitch – L’infiltrato e Attacco al potere 3. Il ruolo del protagonista non dovrebbe però essere ricoperto da Stallone. L’attore, infatti, similmente a quanto già compiuto con Creed, dovrebbe sì far parte del film ma come personaggio secondario impegnato ad istruire un suo erede.

Cliffhanger – L’ultima sfida: le location, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Ad aver contribuito al successo del film sono state anche le straordinarie location scelte per il film. Pur essendo ambientato sulle Montagne Rocciose statunitensi, le riprese non si sono svolte su queste, bensì in Italia. In particolare, il set è stato allestito a Cortina d’Ampezzo, in Veneto, come anche sulle montagne del Trentino-Alto Adige. Le Dolomiti, infatti, sono state ritenute molto più spettacolari e scenografiche delle montagne americane. Nello specifico, ad essere state maggiormente sfruttate per le riprese sono state le Torry del Vajolet, il Gruppo del Cristallo, il Monte Faloria, la Croda da Lago. Presente è inoltre il percorso della via ferrata Ivano Dibona con i suoi caratteristici ponti.

Per gli appassionati del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Cliffhanger – L’ultima sfida è infatti presente nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+ e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione nella giornata di giovedì 14 settembre, alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Aquaman e il Regno Perduto: il primo trailer ufficiale del film

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Aquaman e il Regno Perduto: il primo trailer ufficiale del film

Dopo un primo teaser e la sinossi ufficiale del film, la Warner Bros ha ora finalmente rilasciato anche il primo trailer ufficiale di Aquaman e il Regno Perduto, il sequel di quel Aquaman che nel 2018 si affermò come un campione d’incassi, superando il miliardo di dollari al box office. Questo secondo capitolo dedicato al supereroe DC è ora nuovamente diretto dal regista James Wan, con Jason Momoa ancora una volta nei panni del protagonista. Il film, a lungo rimasto nel mistero e più volte rimandato, si mostra ora sempre di più in vista della sua uscita nelle sale il 21 dicembre. Come noto, Aquaman e il Regno Perduto sarà anche il film conclusivo del controverso progetto del DC Extended Universe. Dopo di esso, nel 2025 avrà inizio il DC Universe di James Gunn.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 21 dicembre.

Domina: su Sky e NOW il 3 e 4 episodio della serie con protagonista Kasia Smutniak

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La lunga lotta di Livia Drusilla per il potere e la restaurazione della Repubblica continua, con l’impero scosso da nuovi inaspettati sviluppi che sconvolgeranno ancora una volta le vite dei protagonisti della serie Sky Original DOMINA – SECONDA STAGIONE (qui la recensione), da domani venerdì 15 settembre con due nuovi episodi (terzo e quarto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Livia (Kasia Smutniak) dovrà affrontare l’incontro con Gemina, che la porterà a scoprire una verità inaspettata con conseguenze devastanti per l’equilibrio già labile della famiglia. Druso (Ewan Horrocks) e Tiberio (Benjamin Isaac), intanto, combattono con l’esercito romano sulle Alpi mentre Agrippa (Ben Batt) cerca di trarre vantaggi dal caos che regna sovrano, sfruttando al meglio una situazione delicata. Le difficoltà e gli imprevisti sembrano non dare mai pace a Livia, che verrà a conoscenza di una nuova minaccia per i suoi figli che ancora una volta la costringerà a compiere scelte difficili.

Kasia Smutniak guida un grande cast internazionale formato, fra gli altri, da Matthew McNulty (Misfits) nel ruolo di Gaio, l’imperatore Augusto, marito e complice di Livia, che mai come ora si renderà conto dell’importanza della presenza e del supporto di sua moglie. Claire Forlani (Vi presento Joe Black) è invece Ottavia, la sorella di Gaio, una donna in cerca di vendetta per la morte del figlio Marcello, di cui ritiene responsabile Livia; Christine Bottomley (The End of the F***ing World) è Scribonia, seconda moglie di Gaio, madre di Giulia e nemica mortale di Livia, contro cui prova ad escogitare un piano di rivalsa per preservare l’eredità che le spetta. Ben Batt (Captain America: The First Avenger) veste i panni di Agrippa, amico d’infanzia di Gaio e marito della sua unica figlia Giulia, nonché generale e successivamente console. Un rapporto, il loro, che però verrà messo a rischio a causa di inaspettati risvolti che porteranno Agrippa a dover prendere decisioni difficili.

Eccellenze italiane di rilievo internazionale nel cast tecnico, a partire dal Premio Oscar® Gabriella Pescucci, che ha curato i costumi della serie, Luca Tranchino (Prison Break) alla scenografia, Katia Sisto (Penny Dreadful) al make-up e Claudia Catini (Trust: Il rapimento Getty) all’hair design.

La serie Domina è creata da Simon Burke (Fortitude, Strike Back). Produttori esecutivi sono Simon Burke, Lucy Bedford, Muirinn Lane Kelly e Carmel Maloney. Una produzione Tiger Aspect Productions, in associazione con EPIX Studios. Banijay Rights è il distributore internazionale

Domina, la trama degli episodi 3 e 4

Nel terzo episodio della seconda stagione, Livia apprende finalmente tutta la verità su Gemina. Un incontro faccia a faccia tra le due porta a conseguenze che cambieranno per sempre la loro vita e quella di tutta la famiglia. Druso e Tiberio sperimentano invece la guerra con l’esercito romano sulle Alpi, mentre Agrippa sfrutta a suo vantaggio l’amicizia con Gaio e Livia.

Nel quarto episodio, invece, Livia si trova ancora in esilio. Quando i membri della sua famiglia hanno bisogno del suo aiuto, si ritrova però nuovamente coinvolta nella vita politica di Roma e vede l’opportunità di conquistare la grazia di Gaio. Una minaccia ai suoi figli costringe tuttavia Livia a compiere scelte difficili. In tutto ciò, Agrippa trarrà vantaggio dal caos.

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