È l’inglese Mick Herron lo scrittore scelto quest’anno per il Raymond Chandler Award, il prestigioso riconoscimento per i più grandi autori di mystery creato nel 1988 in accordo con il Raymond Chandler Estate. Amatissimo creatore di spy story, diretto erede del Fattore umano di Graham Greene e John le Carré, autore della fortunata serie Slow Horses che lo ha reso scrittore di culto in Inghilterra, in Italia edita da Feltrinelli, e star delle serie tv sulla piattaforma Apple, Herron succede a una lunga e prestigiosa sequenza di scrittori nell’albo d’oro dei maestri del genere noir celebrati ogni anno dal Noir in festival nella Milano di Giorgio Scerbanenco.
Mick Herron, di cui è da poco uscito in Italia Le regole di Londra, edito da Feltrinelli come tutte le opere della serie di cui è protagonista l’agente Jackson Lamb, è oggi tra gli autori più popolari e stimati nel mondo dello spionaggio, ma deve il suo successo anche alle serie tv Slow Horses e Down Cemetery Road, con protagonisti d’eccezione come Sir Gary Oldman e Emma Thompson, e di cui lo scrittore è anche sceneggiatore e showrunner.
“Lo stile di cui Chandler è stato pioniere – scrive Mick Herron – si è diffuso rapidamente andando ben oltre i confini del romanzo poliziesco, raggiungendo ogni angolo del mondo e della scrittura di thriller, compresi quelli in cui appaiono le spie… I miei romanzi esibiscono, almeno spero, un po’ di quell’amore che Chandler nutriva per il linguaggio.”

Mick Herron riceverà il Premio Chandler il 4 dicembre alla Casa del Manzoni, che il Noir in festival ha eletto come l’autentico luogo dei suoi appuntamenti più significativi, dove sarà protagonista di un dialogo con il saggista ed esperto di noir Adrian Wootton. Nella mattinata dello stesso giorno, Mick Herron racconterà a docenti e studenti dell’Università IULM (partner storico del festival) come ha costruito il successo mondiale di Slow Horses dal libro alla serie tv.
La 35a edizione di Noir in festival si svolgerà a Milano dall’1 al 6 dicembre confermando la sua vocazione interdisciplinare tra cinema, letteratura, fumetto e new media con il concorso internazionale per il cinema, gli incontri con gli scrittori, le master-class all’università IULM, i focus su podcast e fumetto, il Premio Giorgio Scerbanenco per il miglior romanzo italiano e il Premio Claudio Caligari per il miglior film italiano, entrambi riservati alla produzione di genere dell’anno 2024-2025.
Noir in festival è realizzato dalla Studio Coop., è diretto da Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, è promosso dalla Direzione Cinema (DGCA) del Ministero della Cultura, con il contributo dell’Università IULM, di Cinecittà News, della Regione Lombardia, e la collaborazione di numerosi partner privati e pubblici, tra cui il Sistema Bibliotecario di Milano e il Circolo dei Lettori di Milano per il Premio Scerbanenco, e con il patrocinio della Città di Milano.
Raymond Chandler Award 2025
Mick Herron, nato a Newcastle nel 1963, ha esordito nel 2003 con il romanzo Down Cemetery Road (da cui la serie tv omonima del 2025); ha pubblicato più di 15 romanzi, inclusi due cicli a personaggio fisso, è autore anche di racconti regolarmente ospitati nell’ “Ellery Queen’s Mystery Magazine”. I suoi libri sono stati insigniti di diversi premi tra i quali spiccano il Gold Dagger nel 2013 per In bocca al lupo e il Cartier Diamond Dagger alla carriera nel 2025, entrambi attribuiti dalla Crime Writers Association. L’apparizione di Jackson Lamb nel 2010 con Un covo di bastardi/ Slow Horsesè stata salutata come una delle 20 migliori opere di spy story di tutti i tempi. La serie televisiva ispirata al personaggio per Apple tv ha raggiunto in tutti i paesi i vertici del box office.

Il titolo, VAS, riprende il concetto della Visual Analogue Scale, strumento usato in medicina per misurare il dolore. Una metafora che nel film diventa il filo conduttore della storia d’amore – ma anche di dolore – fra Camilla (Demetra Bellina) e Matteo (Eduardo Scarpetta), due giovani che condividono la stessa condizione di ritiro volontario e che, attraverso il loro incontro tanto inatteso quanto travolgente, saranno costretti a misurare la profondità delle proprie paure e la forza del proprio legame.

Il vero significato del titolo di 
David Ajala nel ruolo di Ben
Cast e personaggi secondari di La donna della cabina numero 10
Fabien Frankel nel ruolo di Anthony
In questo intreccio di genitori mancati e figli smarriti, Ingelsby trova la sua consueta grandezza: la capacità di raccontare il peccato come una malattia ereditaria, un fardello che si trasmette più per amore che per odio. Nessuno è completamente innocente, ma tutti cercano disperatamente una via per non trasmettere il proprio dolore. È qui che la scrittura, pur mantenendo la cornice del crime, tocca corde quasi teologiche. Tom, ex sacerdote, è l’incarnazione di una fede messa alla prova: deve imparare a perdonare — se stesso, il figlio, forse anche il suo nemico. Ruffalo interpreta questa contraddizione con una misura sorprendente: lo sguardo appesantito, la voce bassa, la malinconia di chi vive in equilibrio tra redenzione e resa. È una delle sue prove più intense e controllate, un ritratto di dolore trattenuto che restituisce al personaggio un’umanità autentica.


