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Halle Berry: 10 cose che non sai sull’attrice

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Halle Berry: 10 cose che non sai sull’attrice

Halle Berry è una di quelle attrici che ha lasciato il segno nella storia del cinema grazie alla sue innumerevoli interpretazioni e al suo fascino indiscusso. L’attrice ha sempre lavorato sodo e ha dimostrato al pubblico di saper scegliere i ruoli migliori che valorizzassero i suoi talenti e le sue capacità recitative.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Halle Berry.

Halle Berry: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1991 con il film Jungle Fever. In seguito, lavora in The Program (1993), I Flinstones (1994), Vita da principesse (1997), X-Men (2000), Codice: Swordfish (2001) e Monster’s Ball – L’ombra della vita (2001). La sua carriera continua con La morte può attendere (2002), X-Men 2 (2003), Gothika (2003), Catwoman (2004), X-Men: Conflitto finale (2006) e Capodanno a New York (2011). Tra i suoi ultimi film vi sono Cloud Atlas (2012), Comic Movie (2013), The Call (2013), X-Men – Giorni di un futuro passato (2014), Kidnap (2017), Kingsman: Il cerchio d’oro (2017), John Wick 3 – Parabellum (2019), Bruised – Lottare per vivere (2021) e Moonfall (2022). Nonostante i film, l’attrice non ha mai dimenticato le serie tv, lavorando in California (1991), Alex Haley’s Queen (1993), Con gli occhi rivolti al cielo (2005) e Extant (2014-2015).

2. È anche doppiatrice e produttrice. L’attrice ha vestito diversi panni nel corso della sua carriera, come quelli della doppiatrice. Infatti, ha prestato la propria voce per il doppiaggio del film Robots (2005) e delle serie Fraiseir (1998) e I Simpson (2011). In quanto produttrice, ha lavorato alla realizzazione dei film Vi presento Dorothy Dandridge (1999), Lackawanna Blues (2005), Frankie & Alice (2010), Kidnap e delle serie Extant e Boomerang (2019). Più recentemente ha partecipato alla produzione dei suoi nuovi progetti: Bruised – Lottare per vivere e The Mothership.

halle berry

Halle Berry: il marito e i figli

3. Si è sposata tre volte. L’attrice ha già tre matrimoni (e altrettanti divorzi) alle spalle. Nel 1992 si è sposata con il giocatore di baseball David Justice, separandosi quattro anni dopo. Nel 2001 si è sposata per la seconda volta con il musicista Eric Benét, finendo per divorziare nel 2005. Il terzo matrimonio, invece, è avvenuto nel 2013 con l’attore Olivier Martinez. I due si sono conosciuti nel 2010 e l’unione è durata fino all’ottobre del 2015. Tra il secondo e il terzo matrimonio ci sono state anche le frequentazioni con l’attore Michael Ealy (dal 2004 al 2005) e con il modello Gabriel Aubry (dal 2005 al 2010).

4. È mamma di due figli. L’attrice è diventata madre per la prima volta nel marzo del 2008, quando è nata Nahla Ariela dall’unione con Aubry. Il secondo figlio, invece, è nato nell’ottobre del 2013 dall’unione con il terzo marito e il suo nome è Maceo Robert. In seguito alla nascita dei due figli, l’attrice si è professata molto protettiva nei loro confronti, evitando che subissero una sovraesposizione mediatica data dalla sua notorietà.

Halle Berry in Catwoman

5. Ha vinto un particolare premio. Grazie al film Catwoman Halle Berry è diventata una dei soli sei attori nella storia a possedere sia un Oscar che un Razzie Award, i premi per il peggio del cinema annuale. Ha infatti vinto come peggior attrice proprio per la sua interpretazione in questa pellicola ed è stata anche la prima ad accettare il Razzie di persona, camminando sul palco con orgoglio tenendo in alto sia Oscar che Razzie e fingendo lacrime di gioia. Ha tenuto un breve discorso di accettazione: “Vorrei ringraziare la Warner Brothers per avermi fatto fare questo film orribile e di merda!“.

6. Si è allenata con la frusta. Secondo Alex Green, maestro di frusta, l’attrice aveva bisogno ogni settimana di 90 minuti di sessione di pratica per riuscire ad utilizzare un frusta con successo. Grazie a questo allenamento, la Berry ha potuto maneggiare personalmente l’arma nel corso delle riprese. In quanto strumento tipico del personaggio, per l’attrice era infatti importante imparare ad usarlo per potersi calare maggiormente nel ruolo.

Halle Berry ha vinto un Oscar

7. Ha vinto il prestigioso premio. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha vinto un premio Oscar per la Miglior attrice protagonista grazie alla sua interpretazione in Monster’s Ball – L’ombra della vita, battendo attrici del calibro di Judi Dench, Nicole Kidman, Sissy Spacek e Renée Zellweger. Ad oggi quella rimane la sua prima e unica candidatura al premio e con la sua vittoria è ancora oggi l’unica attrice di colore ad aver vinto come protagonista.

Halle Berry Catwoman

Halle Berry è su Instagram

 

8. Ha un profilo Instagram ufficiale. L’attrice ha deciso di aprire un account Instagram ufficiale che è seguito da qualcosa come 7,5 milioni di persone. La sua bacheca è davvero coloratissima e articolata, con molte foto dedicate ai suoi progetti lavorativi e moltissime che vedono protagonista la sua famiglia. Seguendola, si può dunque rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.

Halle Berry: oggi

9. Ha esordito alla regia. Nel 2020 l’attrice ha finalmente compiuto il passaggio dietro la cinepresa per dirigere il film Bruised – Lottare per vivere. Questo ha per protagonista un’ex lottatrice di MMA, interpretata dalla stessa Berry, che cerca di ottenere la custodia del figlio mentre rilancia la sua carriera atletica. Per il 2022 l’attrice è invece attesa nel film catastrofico Moonfall. Prossimamente, invece, la si potrà vedere nel film The Mothership, di genere fantascientifico.

Halle Berry: età, altezza, fisico e i capelli corti dell’attrice

10. Halle Berry è nata il 14 agosto del 1966 a Cleveland, in Ohio. La sua altezza complessiva corrisponde a 165 centimetri. Prima di diventare attrice, negli anni ’80, la Berry ha partecipato a vari concorsi di bellezza quali Miss Ohio USA (prima classificata nel 1986), Miss Teen All American, Miss USA e Miss Mondo come prima candidata afro-americana, classificandosi sesta. A distanza di anni, l’attrice conserva ancora la splendida forma fisica che le ha permesso di farsi notare all’inizio della sua carriera. Inoltre, la Berry è celebre per il suo taglio di capelli corto.

Fonti: IMDb, Biography

What if?: 8 cose che ancora non sai della serie d’animazione MCU

What if?: 8 cose che ancora non sai della serie d’animazione MCU

Basato sulla serie a fumetti Marvel con lo stesso nome, lo show What If? esplora le realtà alternative del Multiverso che inclinano la linea temporale principale dell’MCU ben conosciuta dal pubblico. Il format unico di What If? ha permesso ai creatori di sperimentare moltissimo, esplorando l’interiorità dei personaggi già noti e i confini più estremi dell’Universo Cinematografico Marvel.

Visto il Multiverso spalancato dagli eventi di Spider-Man: No Way Home e da Doctor Strange nel Multiverso della Follia, nella Fase 4 il futuro sembra florido per What If?. La prima stagione della serie, lanciata su Disney+, è stata un enorme successo: è già in atto la lavorazione per la seconda stagione ed è stato annunciato l’arrivo di uno show spin-off, Marvel Zombies. Nell’attesa, vi riveliamo 8 fatti e dettagli sul dietro le quinte che i fan della prima serie animata MCU saranno curiosi di conoscere…

Erano previsti 10 episodi per la prima stagione

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Nove può sembrare un numero insolito per gli episodi di una serie tv. In effetti, nei piani originari, What If? avrebbe dovuto avere dieci episodi. Il creatore dello show, A. C. Bradley, ha rivelato (via Den Of Geek) che, in seguito ai ritardi causati dalla pandemia Covid-19, un episodio è stato tagliato fuori dalla stesura finale.

Bradley ha poi rivelato in un’intervista con comicbook.com che l’episodio perduto di What If? era incentrato su un’insolita squadra creata da Iron Man e Gamora. L’autore ha comunque confermato che l’episodio mancante è stato inserito nella seconda stagione, quindi lo vedremo non appena What If? 2 arriverà su Disney+.

Era in programma uno Spin-Off con Chadwick Boseman nei panni di Star-Lord

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Il secondo episodio di What If?, ”E se… T’Challa fosse diventato Star-Lord?”, ha riscosso un successo immenso, complici anche la simpatia e la spavalderia del personaggio interpretato da Chadwick Boseman. Nell’episodio in questione, il principe di Wakanda si trasforma nel Robin Hood dell’universo, Star-Lord.

L’incredibile interpretazione di Boseman come Star-Lord, ha spinto il team creativo a progettare uno show spin-off incentrato sul personaggio. Purtroppo, la tragica morte di Chadwick Boseman nell’agosto 2020 ha fatto svanire questa possibilità.

Tutte le puntate mai nate di What If?

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Per il format che caratterizza la serie, What If? apre infinite possibilità di racconto. Inizialmente infatti, le idee lanciate dal team creativo erano davvero numerose. Com’è prevedibile, molte sono state scartate nel corso della produzione.

Parlando nel podcast post-credits, il creatore della serie A.C. Bradley ha rivelato molti interessanti dettagli che si celano dietro il processo creativo di What If?. Bradley ha anche svelato alcuni segreti sugli episodi mai andati in onda: una delle storie doveva raccontare la trasformazione di Spider-Man in un ragno gigante. Anche se la metamorfosi di Spider-Man è già stata esplorata nei fumetti e nella serie animata degli anni ’90, il tema è stato scartato : era troppo scuro e macabro per l’MCU.

Un episodio sui Guardiani della Galassia è stato scartato perché troppo simile a Guardiani della Galassia Vol. 3

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Oltre a quello su Spider-Man, era stato pensato anche un episodio sui Guardiani della Galassia. Stando sempre alle rivelazioni di A. C. Bradley (via Kakuchopurei.com), la storia è stata scartata da Kevin Feige perché era troppo simile al futuro Guardiani della Galassia Vol.3.

L’influenza di The Twilight Zone

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La serie The Twilight Zone è uno degli show più influenti della storia: ha ispirato programmi come Black Mirror, American Horror Story e, non da ultimo, anche la serie animata Marvel What If?.

Come anche confermato da Jeffrey Wright nella serie dei Marvel Studios Assembled, il suo personaggio, Watcher, eredita la funzione narrativa del personaggio Rod Serling di The Twilight Zone. La struttura degli episodi dei due programmi è infatti speculare.

I riferimenti a H.P. Lovecraft

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Uno dei capitoli di spicco della prima stagione di What If? è l’episodio quattro: “E se… Dottor Strange avesse perso il cuore invece delle mani?”. L’episodio vede lo Stregone assumere la forma di Strange Supreme, una versione contorta e alterata del personaggio, avvelenata da mostri e creature provenienti da dimensioni alternative.

L’oscurità qui rappresentata non è priva di citazioni. Come rivelato da A.C. Bradley nello show su Disney+ Assembled, l’ispirazione per la versione malvagia del personaggio è da ricercarsi nelle figure di Dorian Gray e Voldemort. Ma la forma finale assunta da Strange prende ispirazione anche dalle creature dei romanzi fantascientifici di H.P. Lovecraft, in particolare dall’entità cosmica tentacolare Cthulhu.

Niente Tom Holland!

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Molti degli attori cinematografici si sono prestati per dare voce alle loro controparti animate di What If?: Samuel Jackson, Christ HemsworthBenedict Cumberbatch. I doppiatori sono stati essenziali per dare slancio al primo programma animato mai realizzato dall’MCU. C’è da dire però che un certo numero di celebrità, tra cui Robert Downny Jr, Chris Evans e Scarlett Johansson, hanno rifiutato la parte. Anche nei casi in cui le star originali hanno scelto di non doppiare le loro controparti animate, sono state scelte per What if? voci simili ai personaggi in carne ed ossa.

Tranne per Spider-Man: la causa più probabile della scelta è il complicato accordo contrattuale tra Sony e Disney relativo al personaggio di Peter Parker. Negli ultimi anni, i due studi hanno collaborato per far vivere il personaggio sul grande schermo, ma il loro rapporto è sempre stato pieno di disaccordi. Al momento, i dettagli esatti dei loro accordi non sono di dominio pubblico. La mancanza di Tom Holland, o di una somiglianza al suo Peter, è probabilmente un sottoprodotto di questa disputa.

L’influenza di Loki

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Ancora prima di What If?, è stata la serie Dinsey+ Loki ad avviare l’esplorazione tra gli spazi infiniti del Multiverso. Loki ha stabilito molte regole e tutta la terminologia riguardante gli eventi e le varianti del Multiverso. Ci sono però alcune incongruenze tra le due serie. Ad esempio, in Loki viene usato il termine ”Eventi Nexus”, mentre lo show animato usa l’espressione ”Punti Assoluti” per indicare qualcosa di molto simile… 

A. C. Bradley ha rivelato in un’intervista con The GOAT Podcast (via Youtube) che l’episodio di What If? sul Doctor Strange – quello in cui si parla di ”Punto Assoluto” – è stato scritto prima che le sceneggiature di Loki fossero ultimate. Visto che lo show animato ha debuttato dopo Lokisi è creata una strana differenziazione terminologica tra le due serie.

The Batman: le sei vignette di Catwoman più iconici dei fumetti

The Batman: le sei vignette di Catwoman più iconici dei fumetti

La complicata storia d’amore tra Catwoman e Batman è stata una delle dinamiche più longeve dei fumetti, e una delle più iconiche per lei e il Cavaliere Oscuro: l’uscita di The Batman di Matt Reeves è dietro l’angolo e il fermento dei fan è al massimo nei confronti della nuova versione di Selina Kyle/Catwoman interpretata da Zoë Kravitz.

La trasposizione del personaggio da parte di questa attrice sembra riprenderà i caratteri distintivi dell’antieroina moralmente grigia di Year One. Oltre al classico Batman di Frank Miller, Catwoman ha avuto una varietà di momenti memorabili nei suoi oltre 80 anni di storia nei fumetti della DC: la crescita del personaggio è progredita parallelamente e si è poi intersecata a quella di Batman nel corso degli anni, nella famosa storia d’amore Bat-Gatto che i fan adorano e che oggi ci è così familiare.

Batman Vs. Catwoman

catwomanIl fumetto The Long Halloween dello scrittore Jeph Loeb e dell’artista Tim Sale è spesso considerato dai fan come la più grande storia di Batman mai raccontata, in parte per aver scritto una storia che ha dato a Batman uno dei suoi migliori casi polizieschi nei fumetti, ma è stata anche un’eccellente vetrina per una Catwoman post Year-One.

Il personaggio di Catwoman di Selina Kyle è ormai saldamente stabilito a questo punto e The Long Halloween si apre con un emozionante confronto tra lei e il più grande detective del mondo, dopo che Bruce Wayne decide di indagare sul boss mafioso Carmine Falcone nei panni di Batman. Il classico marchio di Sale di una grafica malinconica e cupamente stilizzata enfatizza l’atmosfera noir, anche nei momenti accesi dell’azione dei supereroi.

“Non è un giocattolo”

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Essendo uno dei migliori fumetti di Batman, non sorprende che The Long Halloween presenti più di un momento di spicco tra il Cavaliere Oscuro e la Scassinatrice; nel mezzo della dilagante serie di omicidi iniziata dall’inafferrabile Holiday Killer, così come la sanguinosa guerra tra bande di cui sono stati il catalizzatore, Catwoman è diventata a sua volta una variabile imprevedibile per Batman nella sua corsa contro il tempo per risolvere il caso.

Il supereroe vede il Bat-segnale acceso nel cielo e va a rispondere aspettandosi Jim Gordon, solo per scoprire invece che è stata Catwoman a chiamare. L’opera di Sale ancora una volta è incorniciata in modo eccellente, con Catwoman che incarna gli elementi felini del personaggio mentre è appollaiata sul Bat-segnale sullo sfondo della Gotham City oscurata; il fatto che Batman la guardi con lieve fastidio completa perfettamente la tavola, confermando come il fumetto sia in egual misura artistico e giocoso, che è esattamente ciò che la prima dinamica del duo mirava a mostrare.

Sempre intrecciati

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Dato lo status che The Long Halloween ha nella comunità dei fumetti, è in parte comprensibile perché il suo seguito, Dark Victory, venga un po’ trascurato in confronto. Tuttavia, questo seguito diretto è un degno sequel che si concentra sulla base del mistero noir stabilito dal suo predecessore e, anche se Catwoman vi compare solo fino a un certo punto, prima di avventurarsi in Italia per una sua indagine, non se ne va senza una classica interazione da “gatto e topo” con Batman.

Dopo che il caso dell’Holiday Killer è stato “risolto” in modo ambiguo, un altro serial killer soprannominato il Boia prende di mira gli agenti della GCPD legati all’estenuante spirale durata un anno; Catwoman ancora una volta sembra essere coinvolta in qualche modo e, mentre Batman la aiuta a fuggire da una sparatoria, la sua pazienza comincia a vacillare. Batman fa il timido in un primo piano dei due in una vignetta, il che accentua il modo letterale e metaforico in cui i due sono, in un modo o in un altro, sempre connessi.

Una pietra miliare nella loro relazione

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La dinamica del tira e molla tra Catwoman e Batman è diventata un tropo trito e ritrito negli ultimi tempi, quindi Loeb e l’artista Jim Lee hanno cercato di dare un giro di vite alla relazione tra i due; Hush è stata una pietra miliare per questo, con Batman che ha finalmente rivelato la sua identità a Selina, dimostrando che è diventato più affidabile.

È stato uno dei migliori archi di fumetti di Batman dei primi anni 2000, in parte per questa ragione; anche se alla fine la loro storia d’amore ha fatto due passi avanti e uno indietro, il bacio tra Batman e Catwoman è uno dei passaggi più iconici della storia dei fumetti del duo. L’eccezionale opera d’arte di Jim Lee con il panorama notturno della città e la luna sullo sfondo era incredibilmente pittoresco e una grande rappresentazione della (graduale) svolta della loro relazione.

Il grande colpo di Selina

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Sebbene sia uno dei fumetti più sottovalutati nell’angolo di Gotham City dell’universo DC, Selina’s Big Score dello scrittore Ed Brubaker e dell’artista Darwyn Cooke è un racconto di Catwoman degno di nota. Cooke è lo stesso scrittore/artista di Ego, che è uno dei migliori fumetti che hanno influenzato The Batman di Matt Reeves, e questo fumetto ha dato a Catwoman una meritata avventura da sola.

Il fumetto one-shot mette Catwoman nel mezzo di un’avventurosa trama di rapine, che si adatta alle radici classiche del personaggio durante i suoi giorni da cattiva/antieroina. L’opera d’arte di Cooke rappresenta un punto culminante nella storia di Selina, adottando un approccio colorato e retrò al mondo sporco e corrotto da cui provengono i personaggi di Gotham. L’immagine significativa di Catwoman che sfreccia allegramente per la città sotto le sue luci e la luna offre uno sguardo nostalgico al personaggio.

Correndo da sola dopo “The Wedding”

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Dopo la run di Tom King su Batman nell’era della Rinascita, è iniziata l’apprezzata run di Joëlle Jones sulla serie in corso di Catwoman. L’arco di King che copre il potenziale matrimonio di Catwoman e Batman ha diviso i fan poiché, dopo decenni di tira e molla, Selina ha finito per lasciare Bruce all’altare all’ultimo minuto. Lei temeva che sposarlo avrebbe reso Batman meno operativo e performante, perciò i due si sono presi del tempo per prendere le distanze prima di andare avanti. Ciononostante, la Jones ha dimostrato il suo coraggio ancora di più sul fronte artistico, ma anche dal punto di vista della scrittura.

Nell’arco narrativo Copycats, Selina scende in pista per sradicare un impostore che le procura attenzioni indesiderate da parte della GCPD. La vera Catwoman batte l’imitatore in un combattimento, e l’impressionante grafica di Selina che sta per rompere due fruste è proprio come ogni fan immaginerebbe l’arte fumettistica di questo personaggio. L’abilità di Jones nel fondere colore, realismo, dettagli, espressioni facciali e forza unita all’erotismo insito al personaggio, rende la sua interpretazione di Catwoman un classico moderno.

Avengers: Infinity War, 10 errori dei Vendicatori nella lotta contro Thanos

Nella primavera del 2018, il pubblico è rimasto realmente sconvolto dalla sequenza di Avengers: Infinity War in cui il malvagio Thanos schiocca le dita, servendosi dell’Guanto dell’Infinito per spazzare via la metà di ogni forma di vita nell’universo, compresi diversi Vendicatori amati dai fan: per la prima volta, i potenti Vendicatori hanno subito la loro prima ignobile perdita.

Nonostante il definitivo ribaltamento delle conseguenze dello snap di Thanos in Avengers: Endgame, molti fan hanno passato gli ultimi anni a chiedersi come la battaglia originale con il Titano Pazzo avrebbe potuto essere vinta. In effetti, ci sono un mucchio di decisioni sbagliate prese dagli Eroi più forti della Terra nel corso della battaglia e, se fossero state fatte scelte diverse, probabilmente le sorti dell’universo sarebbero state altrettanto differenti.

Abbandonare Ultron

infinity war mcuQuando Tony Stark intraprese il progetto Ultron, lo considerò come una potenziale “armatura del mondo”, qualcosa che avrebbe potuto proteggere la Terra dalle minacce che i Vendicatori non riuscivano a superare. Tuttavia, la programmazione di Ultron andò in tilt, inducendo l’IA a tentare la distruzione del mondo, con i Vendicatori che riuscirono a malapena ad evitare l’estinzione di tutta l’umanità.

Anche se Tony e gli altri Vendicatori hanno comprensibilmente abbandonato Ultron dopo l’incidente di Sokovia, rimane il fatto che, se l’idea fosse stata perfezionata, avrebbe potuto fare la differenza nella battaglia contro Thanos in Avengers: Infinity War. Se un’unità funzionale di Ultron fosse stata sul posto quando Thanos ha attaccato, forse la battaglia avrebbe potuto essere vinta prima ancora che il Titano Pazzo mettesse piede sul suolo terrestre.

Conservare la Gemma del Tempo

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All’inizio di Avengers: Infinity War, Tony Stark, Doctor Strange, Bruce Banner e Wong si riuniscono al Sanctum Sanctorum per pianificare la loro difesa contro l’imminente attacco di Thanos. Nonostante i suggerimenti di Tony, Strange e Wong si rifiutano di distruggere la Pietra del Tempo in previsione dell’arrivo di Thanos: questa testardaggine avrebbe portato Strange a perdere definitivamente la Pietra del Tempo, uno dei peggiori eventi della vita del Dottor Strange.

La Pietra del Tempo si è rivelata una delle gemme dell’Infinito più cruciali nella ricerca di Thanos: non solo era necessaria per completare il guanto, ma era anche abbastanza potente per ricostruire la Gemma della Mente dopo che Wanda Maximoff l’aveva distrutta. Se la Pietra del Tempo fosse stata distrutta in una momento precedente, sarebbe stato impossibile per Thanos completare il guanto.

Ignorare il potenziale di Wanda

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Wanda Maximoff ha trascorso gran parte di Avengers: Infinity War al fianco di Visione, cercando di tenerlo al sicuro dall’Ordine Nero di Thanos, che cercava la Gemma della Mente nella sua testa; solo a metà della Battaglia di Wakanda, Wanda si è veramente unita alla mischia ma, a quel punto, era già troppo tardi per fermare le forze di Thanos.

Dalla battaglia con Thanos, Wanda ha costantemente dimostrato di essere uno dei Vendicatori più potenti di sempre, con abilità che nemmeno lei comprende appieno; i Vendicatori avrebbero certamente dovuto sfruttare coerentemente i poteri della Strega Scarlatta, magari riuscendo a modificare il corso della battaglia. Infatti, ignorare il vero potenziale di Wanda potrebbe rivelarsi un errore fatale quando si unirà a Doctor Strange in Multiverse of Madness, eventualmente come suo autentico villain.

Non sfruttare i portali di Strange

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Gli Stregoni Supremi impiegano le energie dell’universo per creare portali mistici da un luogo all’altro usando i loro anelli di fionda: questi portali si sono rivelati preziosi nel corso delle battaglie, in particolare nella Battaglia della Terra, dove i Vendicatori risorti sono stati in grado di venire in aiuto dei loro compatrioti contro le armate di Thanos.

Anche se Strange e gli altri stregoni fanno certamente uso dei loro portali, il loro è un potere che deve ancora realizzare il suo pieno potenziale; questi portali potrebbero essere usati per spazzare via eserciti dal campo di battaglia, mozzare arti problematici che ospitano potenti guanti, o sfuggire indenni ai danni. Tuttavia, i portali tendono ad essere usati solo come mezzo di trasporto.

Portare lo scontro su Titano

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Dopo essere saliti a bordo dell’astronave di Ebony Maw, Iron Man, Doctor Strange e Spider-Man scelgono di viaggiare verso il pianeta natio di Thanos, Titano, nel tentativo di combattere contro di lui piuttosto che aspettare il suo attacco sulla Terra: questa modalità d’assalto ha portato alla loro alleanza con i Guardiani della Galassia in Avengers: Infinity War, ma alla fine si è rivelato un colossale fallimento.

Nonostante i loro valorosi sforzi, l’attacco dei Vendicatori su Titano non è stato sufficiente a fermare la ricerca delle Gemme dell’Infinito da parte di Thanos: in definitiva, la loro strategia si è dimostrata incompleta e poco redditizia. Se avessero avuto il tempo di impostare una strategia e prepararsi all’arrivo di Thanos, forse l’inevitabile battaglia sarebbe andata diversamente.

Rifiutarsi di “scambiare vite”

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Quando diventa evidente che la Gemma della Mente di Visione è stata presa di mira da Thanos e dall’Ordine Nero, i Vendicatori suggeriscono di farla distruggere da Wanda. Steve Rogers mette subito a tacere l’idea, proclamando che loro “non scambiano vite”.

L’affermazione di Steve, anche se onorevole, avrebbe solo segnato il destino dell’universo in Avengers: Infinity War; Wanda sarebbe alla fine stata costretta ad eseguire questo piano scartato, ma, a quel punto, era già troppo tardi per fermare Thanos, che già possedeva la Gemma del Tempo, con la quale è riuscito a invertire le sue azioni.

Dimenticarsi di Fury

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Durante tutti gli eventi di Infinity War, nessuno dei Vendicatori suggerisce mai di tentare di rintracciare Nick Fury, l’ex direttore dello SHIELD che ha riunito la squadra inizialmente. È solo durante la scena post-credits del film che Fury appare, e viene eliminato dall’esistenza subito dopo aver inviato una richiesta d’aiuto a Captain Marvel.

Se i Vendicatori avessero contattato Fury prima, egli avrebbe potuto giungere alla conclusione che Thanos era una minaccia abbastanza grande da giustificare la richiesta di Carol Danvers di tornare sulla Terra: con Capitan Marvel nella loro squadra, i Vendicatori avrebbero avuto molte più possibilità di fermare Thanos la prima volta.

Le rune di Kauf-Kaul

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No Way Home è ricco di implicazioni legate al futuro dell’Uomo Ragno, così come al più ampio MCU, ma uno degli aspetti del film ha ripercussioni molto più rilevanti di quanto si potrebbe inizialmente intuire: le Rune di Kauf-Kaul sono una fonte di potere mistico in grado di cancellare la memoria su piccola o grande scala, e prevedono l’alterazione totale della realtà per riuscire a farlo.

Con queste Rune nell’arsenale del Dottor Strange, è ragionevole pensare che sia stato possibile per i Vendicatori cancellare la memoria di Thanos della sua crociata per annientare la metà di ogni forma di vita; il Titano Pazzo sarebbe stato essenzialmente impotente contro un incantesimo antico così potente, e il mondo avrebbe potuto essere risparmiato dalla sua ira.

Non puntare alla testa

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Dopo che Thanos ha completato il guanto dell’Infinito, Thor è diventato l’ultima possibilità di salvezza dell’universo, conficcando la sua nuova ascia, Stormbreaker, nel petto del Titano Pazzo. Tuttavia, i suoi sforzi non sono stati sufficienti a fermarlo, poiché Thanos è riuscito a schioccare le dita, cancellando metà di tutte le forma di vita dell’universo, ma non prima di aver deriso il dio del tuono, dicendogli che “avrebbe dovuto puntare alla testa”.

Questo errore si è rivelato una delle cose peggiori mai accadute a Thor, e per estensione, al resto del mondo, portando direttamente alla Decimazione che ha lasciato l’universo in subbuglio per cinque anni; non c’è dubbio che Thor abbia passato molte notti insonni riflettendo su come il mondo sarebbe potuto essere diverso se avesse mirato solo un po’ più in alto nella sequenza cruciale di Avengers: Infinity War.

Combattere divisi

Sebbene non si sia realizzato fino alla fine di Avengers: Infinity War, i Vendicatori avevano già perso la battaglia con Thanos anni prima; infatti, durante gli eventi di Civil War, la squadra di supereroi è stata divisa a metà, con Capitan America da una parte e Iron Man dall’altra.

All’arrivo di Thanos, i Vendicatori erano già divisi, sia in numero che in potenza: la squadra separata non aveva alcuna possibilità di fermare il Titano Pazzo, e l’universo fu costretto a pagarne il prezzo. Fortunatamente per tutta la vita nell’universo, cinque anni dopo, i Vendicatori furono in grado di riunirsi per disfare tutto ciò che Thanos aveva fatto.

Jeremy Irons: 10 cose che non sai sull’attore

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Jeremy Irons: 10 cose che non sai sull’attore

Jeremy Irons è uno di quegli attori che ha letteralmente fatto la storia del cinema dando vita a ruoli iconici e davvero indimenticabili. L’attore ha sempre dimostrato di saper scegliere i ruoli a lui adatti, restituendo interpretazioni emozionanti e conquistando un ampio spettro di generazioni.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jeremy Irons.

Jeremy Irons: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Irons debutta sul grande schermo con Nijinsky (1980), per poi apparire in La donna del tenente francese (1981), Un amore di Swann (1984), Mission (1986), Inseparabili (1988) e Il mistero Von Bulow (1991). La sua carriera continua apparendo in M. Butterfly (1993), La casa degli spiriti (1993), Die Hard – Duri a morire (1995), Io ballo da sola (1996), Lolita (1997), La maschera di ferro (1998), The Time Machine (2002), Il mercante di Venezia (2004), Le crociate (2005), Casanova (2005), Eragon (2006), Appaloosa (2008) e Margin Call (2011). Tra i suoi ultimi film vi sono The Words (2012), Treno di notte per Lisbona (2013), L’uomo che vide l’infinito (2015), La corrispondenza (2016), Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), Assassin’s Creed (2016), Justice League (2017), Red Sparrow (2018) e la serie Watchmen (2019). Nel 2021 recita invece in House of Gucci (2021).

2. È anche doppiatore, produttore e regista. Irons non ha svolto solo l’attività di attore nel corso della sua carriera, ma ha anche vestito i panni del doppiatore. Infatti, ha prestato la propria voce per il doppiaggio di Il re leone (1994), The Magic 7 (2009) e I Simpson (2012). In quanto produttore, ha lavorato alla realizzazione del documentario Trashed (2012) e del film Better Start Running (2018). Inoltre, ha avuto anche un’esperienza come regista, dirigendo il film Mirad nel 1997.

jeremy irons

Jeremy Irons: la moglie e il figlio

3. Ha un matrimonio alle spalle. L’attore si è sposato per la prima volta da giovanissimo con l’attrice Julie Hallam, a soli 21 anni, nel 1969. Tuttavia, questo matrimonio è durato solo qualche mese, per poi portare i due al divorzio nello stesso anno. Irons e la Hallam non hanno mai rivelato i motivi della loro separazione, parlando unicamente di generiche differenze inconciliabili. Ancora oggi, Irons ricorda quel matrimonio come una sua decisione fin troppo impulsiva.

4. È sposato da molti anni. L’attore si è poi risposato nel 1978 con la collega Sinéad Cusack. I due sono insieme da allora e dalla loro unione sono nati due figli: Samuel (nato nel 1978) e Max (nato nel 1985). Quest’ultimo è poi divenuto a sua volta un attore, recitando in film come Dorian Gray, Cappuccetto rosso sangue e Mistero a Crooked House. Ad oggi, tuttavia, non ha ancora avuto modo di dividere la scena con suo padre.

Jeremy Irons ha vinto un Oscar

5. Ha vinto un Oscar. Irons ha un vinto un premio Oscar nel 1991 come Miglior attore per il film Il mistero von Bulow. Vincendo questo premio, l’attore ha battuto colleghi del calibro di Kevin Costner, Robert De Niro, Gérard Depardieu e Richard Harris. Ancora oggi quella rimane la prima e unica candidatura ricevuta da Irons agli Oscar.

Jeremy Irons in Lolita

6. È stato convinto da Glenn Close. Inizialmente, Irons aveva rifiutato il ruolo perché sapeva che interpretare il professore avrebbe danneggiato la sua carriera. Dopo averci riflettuto ed essere stato convinto da Glenn Close che lavorare con Adrian Lyne sarebbe un’esperienza da non perdere, ha accettato di interpretare Humbert Humbert, non senza assicurarsi prima un buon stipendio.

jeremy irons

Jeremy Irons è Alfred

7. È un piccolo eroe. Per l’attore, Alfred non è supereroe ma, stando a Batman v Superman e Justice League, potrebbe essere ritratto con una piccola h che sta per hero: “Penso che abbia una buona influenza, è un buon consigliere. Non sono sicuro sarebbe in prima linea in una lotta, ma sarebbe un buon sostegno”.

8. Ha difeso il film di Zack Snyder. Con l’uscita di Batman v Superman, Irons ha avuto modo di commentare la ricezione del film da parte della critica. Secondo lui “Sono stato molto contento dei numeri. Zack sembra avere difficoltà con la stampa, il che è strano. Non so se ha a che fare con il tipo di segretezza che circonda la realizzazione di questo tipo di film. Ma al pubblico è piaciuto e, alla fine, è questo ciò che conta”.

Jeremy Irons in Mission

9. È il film che lo ha reso celebre. Nel 1986, dopo aver recitato già in alcuni film, Iron assume il ruolo di Padre Gabriel nel film Mission, un missionario gesuita intento a convertire una tribù di Guaraní, in Sud America. Nel corso del film egli prenderà sotto la propria ala protettrice il personaggio di Rodrigo Mendoza, interpretato dall’attore Robert De Niro. Proprio grazie a questo ruolo Irons guadagnò grande popolarità, affermandosi come uno degli interpreti più talentuosi della sua generazione.

Jeremy Irons: età e altezza

10. Jeremy Irons è nato il 19 settembre del 1948 a Cowes, nell’Isola di Wight. La sua altezza complessiva misura 187 centimetri.

Fonti: IMDb, Indipendent, Screenrant

5 tecniche sonore che influenzano le scene dei film

5 tecniche sonore che influenzano le scene dei film

La musica è una componente cruciale nel processo narrativo. Comunica con il pubblico, influenzandone la percezione e le emozioni. La traccia o l’effetto sonoro giusti possono elevare un’immagine, rendere più profonda una scena o migliorare un’opera visiva nel suo insieme.

C’è una vasta gamma di musica e suoni su piattaforme di musica stock come it.depositphotos.com, e molta musica scritta da compositori da zero per il film specifico.

Pertanto, i registi sono esigenti riguardo alla musica utilizzata per dare alle scene il significato o la colorazione emotiva necessaria. Oggi daremo un’occhiata a cinque tecniche musicali che i registi usano comunemente per migliorare le scene dei film. Continua a leggere per saperne di più!

  1. Corrispondenza di componenti visivi e uditivi

La prima cosa che i produttori possono fare per migliorare il montaggio finale è scegliere una composizione che corrisponda al tono previsto per le immagini. L’esempio perfetto è la canzone di Roy Orbison “Oh, Pretty Woman”, che appare nel film “Pretty Woman“. Il brano viene utilizzato nella scena in cui Julia Roberts prova nuovi outfit e aggiorna il suo guardaroba. Attraverso musica e testi, il regista sottolinea la bellezza di Julia, dicendo, Pretty woman, I don’t believe you, you’re not the truth. No one could look as good as you, mercy (Bella donna, non ti credo, non puoi essere vera. Nessuno potrebbe essere bello come te, misericordia).

2. Musica e immagini che non si abbinano di proposito

Al contrario, a volte i registi usano musica inappropriata che non corrisponde alla scena per attirare l’attenzione dello spettatore e creare un effetto comico. Il film horror sui supereroi “Blade” ne è un esempio perfetto. Quando Blade entra nel club giapponese nella sequenza d’azione, si può sentire il rap di una studentessa giapponese, completamente inadatto alla scena o all’atmosfera. Nonostante tutto, questo momento è diventato iconico e classico; il tutto grazie alla musica utilizzata.

3. Preparazione del pubblico per scene significative

Un’altra tecnica utilizzata dai registi consiste nel preparare gli spettatori a momenti importanti con musica intensa, forte o spaventosa. In questo modo, i registi possono evocare l’emozione giusta, creare l’atmosfera per la scena successiva e mantenere l’interesse dello spettatore. La suspense è ampiamente utilizzata in film come “Lo squalo” e “Psycho“, quando il predatore si avvicina alla vittima.

4. Trasporto degli spettatori in un altro momento o luogo

I produttori impiegano con successo melodie diverse per trasportare il pubblico in un altro momento o luogo. Quando gli spettatori sentono suoni distinti, possono facilmente riconoscere il motivo e capire quando o dove si svolge l’azione. Una festa con musica disco, ad esempio, può catapultare gli spettatori negli anni ’70, mentre una festa techno può farli sentire direttamente negli anni ’80.

Nel film premio Oscar “Il paziente inglese”, gli eventi si svolgono in Europa e quando gli autori ci trasportano in Nord Africa, utilizzano melodie armoniche, eleganti ed esotiche.

5. Focus sui momenti importanti

I creatori di film spesso rafforzano scene importanti con tracce potenti, epiche, drammatiche o cinematografiche che influiscono in modo massiccio sulla percezione dello spettatore. Quentin Tarantino impiega con successo questa tecnica in un modo visivamente sbalorditivo e divertente. In “Kill Bill Vol. 1”, possiamo ascoltare la famosa canzone “Battle Without Honor or Humanity” di Tomoyasu Hotei e assistere a uno degli ingressi più epici della storia del cinema: O-Ren Ishii che arriva alla House of Blue Leaves.

In conclusione

La musica determina il modo in cui percepiamo un’immagine sullo schermo. E scegliere il brano musicale giusto potrebbe migliorare o distruggere un film. Ora che conosci tutte le tecniche sonore chiave che i registi utilizzano per enfatizzare le immagini, sarai in grado di distinguere tra una scena con musica usata sapientemente e un momento che non ha una colonna sonora adeguata.

Nastri d’Argento 2022: a Ennio il premio per il miglior documentario

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Va a Ennio di Giuseppe Tornatore, racconto straordinario di un protagonista del cinema e della musica che sta conquistando gli occhi e il cuore del pubblico riempiendo con successo le sale, il Nastro d’Argento 2022 per il Documentario dell’anno. Lo annuncia oggi il Direttivo, appena rinnovato, dei Giornalisti Cinematografici Italiani che inaugurano così la 76.ma edizione del Premio per l’eccellenza del cinema italiano.

“È un Nastro alla passione, alla ricerca, al racconto d’autore di un protagonista eccezionale – si legge in una nota del Direttivo – che rende unica l’emozione di un film che, oltre la musica e il cinema, trasmette il senso profondo di un omaggio che rappresenta, insieme, viaggio sentimentale e grande cinema, lectio magistralis e racconto di una genialità assoluta nata in un mondo di disarmante semplicità. Nel film la ricostruzione di un percorso che affascina lascia storditi non solo dalla magia delle note, ma dalla potenza emotiva che filtra dalle immagini e soprattutto dalle parole.  E ci fa sentire un senso di profonda nostalgia per il ‘nostro’ Morricone ma anche per quel cinema così grande e irripetibile”.

Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e al Bif&st e prodotto da Gianni Russo e Gabriele Costa (piano B Produzioni), in sala da giovedì 17 febbraio, ha già conquistato il pubblico nel primo fine settimana di programmazione nelle sale. ENNIO di Giuseppe Tornatore, distribuito da Lucky Red in collaborazione con timvision, è il ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone, il musicista più popolare e prolifico del XX secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar®, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili.

L’annuncio del Nastro d’Argento dell’anno a Giuseppe Tornatore è il primo atto ufficiale del Direttivo che sarà in carica fino al 31 Dicembre 2024 – un gruppo di lavoro che continua ad essere guidato da Laura Delli Colli, confermata alla Presidenza, con Fulvia Caprara Vicepresidente e con Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi, Oscar Cosulich, Maurizio Di Rienzo e Susanna Rotunno. Rinnovati negli incarichi Romano Milani, Segretario generale e Franco Mariotti, Sindaco revisore, ai quali sarà affiancato nei prossimi giorni il Consiglio Nazionale.

“Nel risultato elettorale” afferma una nota del Sindacato “il riconoscimento di un lavoro collettivo che, fra tradizione e profonda innovazione, dovrà essere un ponte importante verso un rinnovamento significativo degli obiettivi, in uno scambio anche generazionale sempre più aperto, nel cinema come nel giornalismo”.

Lunana: il villaggio alla fine del mondo, dal 31 marzo al cinema con Officine UBU

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Officine UBU distribuirà in Italia dal 31 marzo il film Lunana: il villaggio alla fine del mondo di Pawo Choyning Dorji, il primo film totalmente realizzato in Bhutan a essere candidato al Premio Oscar 2022 come Miglior Film Internazionale.

In un mondo in cui le persone sembrano aver perso la loro spiritualità in cerca del benessere materiale, il Bhutan è un modello da cui trarre ispirazione: è qui infatti che il PIL è sostituito dal FIL, l’indice di Felicità Interna Lorda. LUNANA: IL VILLAGGIO ALLA FINE DEL MONDO è ambientato e realizzato nel paese più felice del mondo, ma cosa significa davvero essere felici? Ed è possibile trovare la felicità in un posto che non ti aspetti?

Se lo chiede anche Ugyen, giovane insegnante, che vorrebbe andare alla ricerca della sua felicità, ma è costretto a intraprendere un viaggio di 8 giorni di cammino che lo porterà nella scuola più remota del mondo, nello sperduto villaggio di Lunana, situato lungo i ghiacciai dell’Himalaya al confine tra Bhutan e Tibet a 4.800 metri di quota. Lì, in compagnia di placidi yak e privato di ogni comodità moderna, scoprirà che il segreto della felicità è nella semplicità dei piccoli gesti e nei sorrisi degli abitanti di Lunana, un microcosmo che lentamente sta svanendo. Girato in collaborazione con gli abitanti del villaggio, il film ci introduce in un luogo sospeso nel tempo, lontano chilometri dalle grandi città e protetto dalle montagne, come fosse un piccolo scrigno nascosto, contenente la più preziosa delle ricchezze.

LUNANA: IL VILLAGGIO ALLA FINE DEL MONDO di Pawo Choyning Dorji sarà nei cinema italiani dal 31 marzo distribuito da Officine UBU.

Un giovane insegnante del Bhutan moderno, Ugyen, si sottrae ai suoi doveri mentre progetta di andare in Australia per diventare un cantante. Come rimprovero, i suoi superiori lo mandano nella scuola più remota del mondo, in un villaggio chiamato Lunana, per completare il suo servizio. Dopo un viaggio di 8 giorni di cammino, Ugyen si ritrova esiliato dalle sue comodità occidentalizzate. A Lunana non c’è elettricità, né libri di testo e nemmeno una lavagna. Sebbene poveri, gli abitanti del villaggio porgono un caloroso benvenuto al loro nuovo insegnante, ma lui deve affrontare lo scoraggiante compito di insegnare ai bambini del villaggio senza alcuno strumento didattico a disposizione. Preso dallo sconforto, è sul punto di decidere di tornare a casa, ma poco a poco inizia a conoscere le difficoltà nella vita degli straordinari bambini a cui insegna, tanto da sentirsi cambiato grazie alla straordinaria forza spirituale degli abitanti del villaggio.

Vostro Onore: Stefano Accorsi presenta la nuova serie RAI

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Vostro Onore: Stefano Accorsi presenta la nuova serie RAI

Dopo l’originale Kvodo, israeliana, e l’americana, Your Honor, arriva la versione italiana della serie che si chiede cosa sarebbe disposto a fare un padre per salvare la vita di suo figlio: Vostro Onore.

La co-produzione Rai FictionIndiana Production segna l’esordio sulla sedia di regia di Alessandro Casale, che dopo una massiccia esperienza da aiuto, per cinema e tv, sale in cattedra per questa serie in quattro serate, in onda su Rai Uno, a partire dal 28 febbraio, in prima serata.

“Ringrazio Rai e Indiana per questo incarico, ho avuto la fortuna di affrontare questa sfida – ha esordito Casale – Sono stato messo nelle migliori condizioni per lavorare e, nonostante la mia esperienza, era la prima volta che dirigevo una cosa da solo. Ho visto gli altri adattamenti di questa storia, ma non mi sono lasciato influenzare da nulla. La serie israeliana, originale, è completamente differente, perché nella storia entra la contemporaneità della società in cui è immersa la vicenda. Ho avuto la fortuna di lavorare con un cast incredibile, guidato da Stefano Accorsi, e sono stato molto pignolo sui personaggi, visto che la storia c’era, e si trattava di lavorare con gli attori in maniera attenta per metterla in scena. Sono stato fortunato, grazie alle mie casting director, che mi hanno trovato degli attori che hanno riservato belle sorprese, anche nell’ambito latinos, una novità per il panorama italiano.” 

Sulle principali difficoltà di mettere in scena questo crime drama familiare, Alessandro Casale ha precisato: “Si tratta di un lavoro principalmente psicologico su personaggi messi dentro a una storia che parla di violenza non manifesta. Poi ho raccontato la dinamica padre/figlio, molto complicata ma interessante, che partiva da una situazione in cui i due erano distanti. Spero che siamo riusciti a raggiungere un equilibrio ottimale.”

Sulle differenze tra il lavoro per il cinema e quello per la tv, Casale dichiara: “Ho fatto tanti film da aiuto regista per il cinema e ho capito che alcuni meccanismi del cinema si possono portare in tv, soprattutto per quanto riguarda la cura dei particolari. Ho cercato di mettere in pratica gli insegnamenti dei maestri con cui ho lavorato, con i tempi differenti naturalmente, che in tv in genere sono frenetici, ma in questo caso abbiamo avuto tutto ciò di cui avevamo bisogno, e possibilità di rifinire e fare più riprese anche solo per sicurezza. Poi sono abbastanza audace e mi sono buttato, non mi tiro indietro. Sentivo la responsabilità di fare un adattamento di una serie di successo per la rete ammiraglia del servizio di Stato. Ho cercato di adeguarmi a quello standard, credo sia andata abbastanza bene, ma non devo dirlo io, si intende.”

La sceneggiatura è stato uno sforzo di gruppo, dal momento che da ambientazioni desertiche israeliane si doveva trasportare la storia a Milano. Donatella Diamanti, Mario Cristiano, Gianluca Gloria, Laura Grimaldi e Paolo Piccirillo hanno lavorato per cercare di trasformare la storia senza snaturarne il messaggio.

In merito a questo lavoro, Donatella Diamanti ha dichiarato: “È una trasposizione di una storia molto potente con un tema universale: cosa è disposto a fare un padre per salvare il figlio. Il lavoro di trasposizione è stato tematico e tecnico, dal momento che abbiamo dovuto portare la storia nella nostra Milano. Abbiamo scelto di accostare due criminalità differenti: quella caotica delle gang di strada e quella silente della camorra. Poi abbiamo lavorato molto sulla componente relazionale, siamo tutti cultori del relazionale e abbiamo provato a far sì che questa bomba che esplode nella vita dei protagonisti, deflagrasse andando a toccare anche le vite di quelli che erano nella rete di relazioni degli stessi. Quindi era importante costruire bene queste connessioni, altrimenti l’esplosione non avrebbe toccato nulla intorno ai protagonisti.”

Vostro Onore serie tv 2022Protagonista della storia nei panni del giudice Vittorio Pagani c’è Stefano Accorsi: “Non avevo visto la versione israeliana e quando ho letto la sceneggiatura non era stata ancora mandato in onda la versione USA con Bryan Cranston. Il mio riferimento quindi sono state solo le pagine che mi sono state mandate.” Ha cominciato Accorsi, andando poi a mettere a fuoco il cuore della serie: Cosa è disposto a fare un padre per salvare il figlio? Non credo ci siano più risposte, la risposta è una, è una forza archetipica che fa riferimento alla tragedia greca. Qui si tratta di un padre che è stato padre in assenza, che ha costruito una vita di successo e onore agli occhi della società, ma in un attimo spazza via tutto, per salvare il figlio.”

Nonostante questo tradimento di ciò che è la sua natura e la sua figura pubblica, il suo Vittorio, spiega Accorsi, “non è mai diabolico, perché la sua priorità è una. Questi sono i grandi momenti di verità della vita, perché sono istintivi. La cosa bella della serie è che non cerca nemmeno di dare una risposta, la storia poi è molto coinvolgente e piena di colpi di scena. Da subito, la volontà della produzione era di fare un prodotto diverso, una sfida in un contesto RAI che però non fosse in conflitto con ciò che esiste. Abbiamo provato a rendere questa narrazione condivisibile dal grande pubblico, è una storia naturalmente inclusiva.”

Con Stefano Accorsi, nel cast di Vostro Onore, ci sono anche Matteo Oscar Giuggioli, Barbara Ronchi, Remo GironeFrancesco Colella, Camilla Semino Favro. La serie andrà in onda il 28 febbraio in prima serata su Rai Uno in quattro serate.

La leggenda di Vox Machina: la recensione della serie animata di Amazon

Nessun gioco di ruolo di ambientazione fantasy vanta il successo ottenuto negli anni da Dungeons & Dragons, ideato da Gary Gygax e Dave Arneson. Diffuso in tutto il mondo, questo è nel tempo divenuto un vero e proprio franchise, espandendosi anche alla letteratura, ai videogiochi e al mondo dell’audiovisivo. Proprio in quest’ultimo ambito, a partire dal 2015, ha ottenuto grande successo la webserie Critical Role, la cui prima campagna è durata fino al 2017 con ben 115 episodi. Proprio la vicenda in essa raccontata è stata ora adattata in una serie animata intitolata La leggenda di Vox Machina, ideata da Matthew Mercer e direta da Sung Jin Ahn.

La serie incomincia la narrazione da prima che la campagna del gruppo iniziasse ad essere trasmessa online, per poi adattare una delle principali avventure d’inizio webserie e proseguire adattandone i vari archi. Protagonisti dei primi 12 episodi sono dunque Vex’ahlia, Percival, Pike, Vax’ildan, Keyleth, Scanlan e Grog, una banda di mercenari apparentemente mal assortita ma ricca di poteri magici e spirito di gruppo. In un mondo dove i pericoli sono all’ordine del giorno, i sette, noti come i Vox Machina, si trovano in particolare a dover affrontare un gruppo di invincibili creature pronte a scatenare il caos dell’inferno in terra.

Con queste premesse, si viene dunque portati nel fantastico mondo di Exandria, un contesto che già di per sé presenta tutte le caratteristiche tipiche del fantasy. Un po’ Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli, un po’ Dreamland di Disincanto (altra serie animata fantasy con molto in comune a La leggenda di Vox Machina), questo luogo non sembra presentare particolari novità distintive. Queste, infatti, sono da ritrovare nei sette protagonisti, vero e proprio cuore della serie. Su di loro si costruisce la forza della serie, sul loro passato si edifica la storia raccontata, sui loro difetti si forgia il loro valore come gruppo.

La forza dei personaggi di La leggenda di Vox Machina

Ad essere primari nel gioco di Dungeons & Dragons sono proprio i personaggi, costruiti componendo razze, poteri e caratteristiche molto diverse tra loro. Allo stesso modo, i sette protagonisti di La leggenda di Vox Machina hanno tutte le attenzioni e, cosa non comune, riescono ad imporsi da subito come iconici. Ognuno ha i propri pregi e difetti, ognuno i propri poteri, ognuno i propri demoni da affrontare. Tutti sono fortemente carismatici. Si tratta di un gruppo estremamente variegato, con cui è facile empatizzare sin dalla loro presentazione. Procedendo nella narrazione, inoltre, la loro storia personale viene approfondita adeguatamente, permettendo così un’immersione ancor più profonda nelle peripezie cui vanno incontro.

Ed è qui che entra in gioco un facile paragone con la serie Disincanto, presente invece su Netflix. Proprio grazie ai personaggi, entrambi questi titoli presentano una comicità dissacrante che va in contrasto con il contesto, affrontato troppo spesso con grande serietà. I protagonisti di La leggenda di Vox Machina, invece, sono pensati per essere genuinamente divertenti, sempre con i modi e i tempi giusti. I primi due episodi, a tal proposito, sono da intendere come una loro completa introduzione, che permette di identificare da subito tutte le loro caratteristiche essenziali, che saranno poi le stesse anche per l’intera serie in sé.

La leggenda di Vox Machina Amazon Prime Video

La leggenda di Vox Machina: la recensione della serie

Non bisogna però pensare che questa nuova serie animata sia un continuo alternarsi di comicità e azione. Con il susseguirsi degli episodi e il focalizzarsi sulla vicenda principale, sono molti i toni che La leggenda di Vox Machina sfoggia. Ci si imbatterà infatti in situazioni profondamente drammatiche, altre particolarmente orrorifiche e splatter, mentre in più situazioni si proverà vero timore per ciò che può accadere ai protagonisti. Questa prima stagione, dunque, presenta al suo interno molteplici atmosfere, coerentemente amalgamate perché non si avverta uno scarto troppo netto tra l’una e l’altra.

Oltre a ciò, è importante sottolineare come la visione della serie non sia minimamente compromessa dal non aver seguito la webserie o dal non conoscere il funzionamento del gioco di ruolo. Gli ideatori, infatti, si sono preoccupati di dar vita ad un prodotto fruibile anche da chi non ha familiarità con il mondo di Dungeons & Dragons. Rivolgendosi ad un ampio pubblico, La leggenda di Vox Machina rappresenta dunque una degna risposta ai tanti titoli d’animazione per adulti rilasciati da Netflix. Forse l’animazione utilizzata non sarà delle più sbalorditive o innovative, ma trova di certo compensazione con il ricco materiale narrativo offerto.

Spider-Man vs Loki: come hanno accolto le loro varianti i due personaggi?

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Una nuova fan strip dedicata al Marvel Cinematic Universe mette a confronto il primo incontro delle varianti di Spider-Man e Loki. Il multiverso del MCU è stato citato fin da Thor: The Dark World del 2013 prima di essere menzionato apertamente in Doctor Strange del 2016, ma abbiamo dovuto attendere fino a Avengers: Endgame del 2019 per vedere esplorate le linee temporali e gli universi alternativi. La quarta fase del MCU ha portato il suo multiverso in primo piano e al centro del racconto con WandaVision, Loki, What If..? e Spider-Man: No Way Homementre aspettiamo trepidanti quello che potrà accadere in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Loki di Disney+ introduce il pubblico a concetti come le varianti mentre arricchisce ulteriormente l’idea di linee temporali alternative. Ambientata “dopo” Avengers: Endgame, la serie segue la versione di The Avengers di Loki (Tom Hiddleston) in quello che gli succede nel 2012, quando fugge con il Tesseract durante il time-heist dei Vendicatori. Dopo essere stato arrestato dalla Time Variance Authority (TVA), Mobius M. Mobius (Owen Wilson) chiede l’aiuto dell’imbroglione per rintracciare un’altra variante di Loki, Sylvie (Sophia Di Martino), che rappresenta una minaccia per Colui che rimane (Jonathan Majors).

La relazione di amore/odio di Loki con se stesso (le sue varianti) cresce negli episodi finali della prima stagione. Nell’episodio 5, Loki incontra Classic Loki, Kid Loki, Boastful Loki, Alligator Loki, President Loki e molti altri, che lottano tutti per andare d’accordo a causa della loro propensione al tradimento.

L’artista digitale Rachel Hoo su Instagram ha recentemente condiviso una comic fan strip confrontando le relazioni trai Peter Parker(s) di No Way Home e quelle trai diversi Loki visti nella serie Disney+. Laddove un gruppo parla di grande potere/responsabilità, legami sulla scienza e forma una fratellanza, l’altro, beh, è ​​semplicemente “lokish”.

Black Adam: il DCEU ha trovato il sostituto per la Justice League

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Il DCEU ha appena introdotto il suo vero sostituto della Justice League: la Justice Society. L’universo DC non è privo della sua giusta quota di super team, ma a parte la Suicide Squad, non è ancora riuscito a fare nulla di degno di nota in fatto di rappresentazione al cinema. Black Adam potrebbe cambiare tutto questo, tuttavia, con l’introduzione dell’iconica Justice Society.

Il trailer di “The World Needs Heroes” della DC, visto in occasione del Super Bowl, crea un sostituto perfetto per Justice League: la Justice Society. Si tratta della prima squadra di supereroi dell’Universo DC, che, nei fumetti, fa il suo debutto 20 anni prima della Justice League, e vedrà il suo esordio cinematografico nel film in uscita Black Adam schierando Atom Smasher, Hawkman, Cyclone e Dottor Fate. I dettagli della trama del film sono attualmente scarsi, ma lo stato incerto della Justice League del DCEU e gli elementi prestabiliti del DCEU, nel suo insieme, danno credito all’idea che il film verrà utilizzato per impostare la Justice Society come elemento davvero importante nel futuro dello zoppicante franchise.

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Falcon: il nuovo interprete non vede l’ora di scoprire dove andrà il suo personaggio

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In The Falcon and the Winter Soldier abbiamo avuto la possibilità di un breve sguardo su Joaquin Torres, il personaggio che nei fumetti raccoglie il testimone di Sam Wilson, una volta che questi viene chiamato a indossare il mantello di Captain America, dopo Steve Rogers.

Nella serie, Torres è interpretato da Danny Ramirez che, lo scommettiamo, avrà sicuramente un futuro interessante all’interno del MCU, probabilmente già nell’annunciato Captain America 4, che vedrà l’ufficializzazione di Sam Wilson (Anthony Mackie) nei panni di Cap.

Screen Rant ha incontrato Danny Ramirez per discutere del suo prossimo film No Exit, che arriverà nelle sale il 25 febbraio. Nel corso dell’intervista, gli è stato chiesto di parlare del suo potenziale futuro nel MCU. Come fa qualsiasi attore Marvel ben addestrato, ha risposto che “ovviamente non può dire nulla – salvo poi continuare – sono solo sinceramente eccitato dalla direzione in cui tutta Hollywood sta andando per la quantità di rappresentazione sullo schermo per i personaggi latini e, con Joaquin, sono davvero entusiasta di chi è come persona e di come si comporta e questo è tutto quello che dirò, perché non posso! Sai che non posso!”

Captain America 4, quello che sappiamo

Captain America 4 sarà scritto da Malcolm Spellman e da Dalan Musson che hanno già lavorato alla serie Disney+ e questa scelta indica il forte desiderio dello studio di dare continuità tra piccolo e grande schermo.

Del cast del film non si sa ancora niente, ma possiamo scommettere che oltre a Anthony Mackie, nel film ci sarà spazio anche per Sebastian Stan (Bucky), Emily VanCamp (Sharon Carter), Wyatt Russell (John Walkers) e Daniel Bruhl (Zemo).

Il mostro de La Cosa di Carpenter nei nuovi work in progress NECA

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NECA (la National Entertainment Collectibles Association) ha condiviso un’anteprima di un nuovissimo giocattolo ispirato al mostro di La Cosa di John Carpenter. Il classico del genere horror ha debuttato nel 1982 ed è stato ispirato dal romanzo di John W Campbell Jr Who Goes There?, uscito oltre quattro decenni prima. Con Kurt Russell nel ruolo del protagonista principale R.J. MacReady, la storia segue un gruppo di ricercatori in Antartide che scoprono un organismo alieno parassita che assorbe e imita qualunque forma di vita incontri.

Ora, in un post di NECA, i fan de La Cosa hanno potuto dare una prima occhiata a un nuovo oggetto da collezione ispirato al famoso horror fantascientifico. Condividendo due possibili iterazioni del cane da slitta affetto dal parassita del film, i giocattoli presentano le grottesche appendici mutanti e la carne sanguinolenta associate al classico mostro. Il post rileva che si tratta di un lavoro in corso ed entrambe le figure sono attualmente in attesa di approvazione da parte del detenente licenza.

The Marvels: Brie Larson condivide la sua reazione alla lettura della sceneggiatura

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In un’intervista con Uproxx, Brie Larson ha risposto alle domande sul suo prossimo ruolo in The Marvels. I dettagli della trama del film sono ancora sconosciuti, ma Larson ha potuto discutere di quanto le sia piaciuto lavorare con la regista del film, Nia DaCosta, e di quanto sia fantasiosa la sceneggiatura del film. L’attrice ha continuato dicendo che i fan saranno deliziati dal film.

“Sento che è come se vorrei poterne parlare. Posso parlare dei miei sentimenti al riguardo. Posso dire che… non posso dire abbastanza di quanto sia incredibile la nostra regista, Nia DaCosta, e che onore è stato lavorare con lei, che talento immenso è, quanto sento che lei sia il futuro. E potrei anche dire che, quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta, non potevo credere a quello che stavo leggendo. Pensavo che fosse tutti matti. Ed è la cosa che amo della Marvel, è che continuano a reinventarsi. Continuano a fare ciò che non penseresti mai sarebbe possibile in questi film. E non hanno paura di perseguire queste idee. Quindi sono super entusiasta di quello che abbiamo fatto. Penso che ci siano alcuni miei grandi successi personali che sono davvero entusiasta di condividere, ma è anche divertente avere un piccolo segreto. Ed è divertente sapere che, quando uscirà questo film, le persone ne saranno deliziate. E posso tenerlo per me ancora per un po’”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà il 17 febbraio 2023.

The Batman: il film avrà un punto di vista “hitchcockiano”

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The Batman: il film avrà un punto di vista “hitchcockiano”

In un’intervista con Entertainment Weekly, Matt Reeves ha parlato di come, in The Batman, il personaggio di Robert Pattinson doveva rimanere al centro di un film pieno di personaggi eccitanti.

Sebbene l’Enigmista sia il cattivo principale, la sua onnipresenza si sente principalmente attraverso i messaggi/indizi che lascia Batman sulle scene del crimine. Secondo Reeves, ogni scena del film include Bruce/Batman, perché la storia è raccontata dal suo punto di vista.

“Batman o Bruce sono in quasi tutte le scene del film – ha detto Reeves – che non è il solito modo in cui questi film vengono girati. È un punto di vista molto hitchcockiano in cui sei legato alla sua esperienza”.

Questa scelta potrebbe essere vincente e dare al personaggio di Robert Pattinson la giusta centralità per crearsi anche uno spazio significativo nel cuore dei fan.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Oscar: il #FanFavorite “corre il rischio” di essere assegnato a Cenerentola

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Con il lancio di una nuova iniziativa #OscarsFanFavorite da parte dell’Academy of Motion Picture Arts & Sciences, Cenerentola di Amazon è al momento in testa come il film preferito dai fan per il 2021. Il film è uscito l’anno scorso direttamente su Prime Video con Camila Cabello nei panni della protagonista. Il film è stato diretto da Kay Cannon, che in precedenza aveva diretto la commedia Blockers. Sfortunatamente per le persone coinvolte, Cenerentola ha ricevuto un’accoglienza negativa dalla critica al momento dell’uscita.

Le nuove disposizioni per la campagna #OscarsFanFavorite sono le seguenti: i fan possono twittare la loro scelta per il miglior film del 2021 almeno 20 volte al giorno. Si può votare un qualsiasi film uscito in qualsiasi momento dal 1 marzo al 31 dicembre 2021, per poter beneficiare dell’Oscar. Tre fan verranno quindi trasportati in aereo a Los Angeles per presentare una categoria alla cerimonia del prossimo anno. Stando ai risultati del box office dello scorso anno e di queste prime settimane del 2022, ci si aspettava che Spider-Man: No Way Home avrebbe conquistato facilmente la corona dell’Oscar dei Fan, ma ciò potrebbe non accadere.

La categoria #OscarsFanFavorite non è stata una mossa bene accolta dagli elettori dell’Academy e dai media. Molti lo hanno definito uno stratagemma non solo per guadagnare popolarità agli occhi di una fascia di pubblico giovane e alla moda, ma anche come un ulteriore modo per essere più inclusivi rispetto a quei film che classicamente non sono considerati “materiale da Oscar”. Mentre i fan continuano a inondare Internet con le loro reazioni negative rispetto all’istituzione della categoria, Deadline riporta che Cenerentola dell’anno scorso detiene attualmente il primo posto per l’Oscar Fan Favorite del 2021.

Potrebbe davvero succedere, quindi, che un film non uscito in sala e detestato dalla critica (come Cenerentola) possa riuscire a raggiungere il premio che, forse, nelle intenzioni di chi lo ha istituito, doveva essere un riconoscimento a quei film, tipo Spider-Man: No Way Home o anche la Snyder Cut di Justice League, che in qualche modo diventano un fenomeno di costume anche al di fuori della dimensione cinema e coinvolgono energie importanti intorno a loro?

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: Patrick Stewart commenta il trailer del Super Bowl

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Una delle rivelazioni più emozionanti del trailer del Super Bowl di Doctor Strange nel Multiverso della Follia è che Patrick Stewart tornerà, pare, nei panni di Charles Xavier, in qualità di membro degli Illuminati.

Tuttavia, la Marvel non ha ancora comunicato ufficialmente la notizia e sembra che anche il diretto interessato, Patrick Stewart, non sia in vena di confermare la sua presenza nel film, anche se, come è nel suo stile, gioca con classe e ironia sulla possibilità. Quando gli è stato chiesto se fosse o meno nel trailer, Stewart ha dichiarato:

“Sai, le persone hanno imitato la mia voce da quando sono salito sul palco, 60 anni fa. Quindi, non posso essere ritenuto responsabile per questo”.

“Non guardo molto i social media, principalmente per una mancanza di tempo, ma devo dire che domenica sera prima di andare a dormire ho avuto molte comunicazioni, amici e alcune persone che conoscevo a malapena mi chiedevano ‘ah! Sei tu?.’ Beh, certo, io ero solo a casa in attesa di guardare la partita, quindi come potevo essere io? Dovremo aspettare e vedere”.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il nuovo misterioso trailer!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

The Batman: la vendetta viene invocata in un nuovo trailer

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The Batman: la vendetta viene invocata in un nuovo trailer

Ecco un nuovo trailer di The Batman in cui sembra che la parola d’ordine del film sarà “vendetta”. Ci sembra quindi che il film di Matt Reeves con Robert Pattinson seguirà in maniera piuttosto fedele il percorso a fumetti del Cavaliere Oscuro.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: i suoi cameo potrebbero far apparire “noioso” No Way Home?

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Rispondiamo immediatamente alla domanda posta nei titolo, e rassicuriamo il lettore: no. È impossibile far risultare noioso un capolavoro di emozione, fan-service e azione come Spider-Man: No Way Home. Tuttavia la provocazione posta ha il suo senso di esistere se si pensa che in Doctor Strange nel Multiverso della Follia non ci sarà alcun limite al concetto di multiverso.

Spieghiamo meglio: se in Spider-Man: No Way Home il multiverso era la minaccia da contenere e serviva da “scusa” per riportare indietro gli Spider-Men e i villain del passato, in modo da completare la parabola umana ed eroistica del Peter Parker di Tom Holland. In Doctor Strange nel Multiverso della Follia, il multiverso è la trama, il che significa che il film deve immergersi completamente in esso e non semplicemente arginarne l’espansione. In verità, le varianti sono solo una piccola parte di ciò che potremmo vedere sullo schermo, dal momento che l’idea del multiverso dovrebbe significare infinite possibilità, pericoli indicibili e un sacco di caos. Ma questo vuol dire anche che i cameo di Doctor Strange 2 possono andare molto, molto oltre quello che ha fatto No Way Home, con le uniche limitazioni basate su chi da un punto di vista contrattuale non può tornare, secondo i piani dei Marvel Studios e della Disney.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: il nuovo misterioso trailer!

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Il filo invisibile, recensione del film con Filippo Timi e Francesco Scianna

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Si intitola Il filo invisibile il nuovo film di Marco Simon Puccioni, che dopo un’uscita speciale in sala, dal 21 al 23 febbraio, sarà disponibile su Netflix dal 4 marzo. Un film che è un piccolo miracolo di scrittura e interpretazione, per come nasce e come si sviluppa, e come cresce inesorabile nel cuore dello spettatore.

Di cosa parla Il filo invisibile

Come si fa a misurare l’amore? C’è chi lo esprime sui social, in questi anni strani, chi lo sbandiera, chi lo tiene nascosto. Non c’è un modo giusto per raccontare il proprio amore ma c’è, e questo è un dato di fatto, chi deve per forza affermare la forza e la purezza del proprio amore rispetto agli altri, perché quell’amore che prova deve essere “giustificato”. È il caso di Simone e Paolo, coppia omosessuale che, agli occhi del figlio Leone (nato in California da madre surrogata) e a quelli di tutta la loro cerchia di amici deve apparire perfetta, più innamorata della coppie “normali”. Ma cosa succede quando questo amore si spezza? Come viene percepito dal mondo intorno a loro il fatto che una coppia omosessuale si perda? 

Come sopravvive (o muore) un amore

Marco Simon Puccioni ci racconta una storia che si fonda sull’amore, quello verso il partner, quello fresco e adolescenziale, quello che si coltiva negli anni, quello verso i figli e verso i genitori, quello che finisce e quello che si trasforma. Lo fa con una leggerezza e un’ironia davvero rare e si appoggia al talento indiscusso di Filippo Timi e Francesco Scianna che si mettono in discussione con due ruoli che, sulla carta, potevano rappresentare l’ennesimo cliché del cinema che prova a raccontare la coppia omosessuale. Invece Il filo invisibile pone l’accento su quello che di normale c’è in tutte le coppie, anche quelle dello stesso sesso, ovvero la difficoltà di far sopravvivere l’amore di fronte al tempo che passa, alla routine, alla pigrizia di alcune dinamiche che subentrano in ogni tipo di relazione. 

L’amore al tempo dell’adolescenza

L’altro aspetto davvero interessante del film è quello dedicato a Leone, il figlio di questa coppia, interpretato da Francesco Gheghi, che con grande purezza sembra affrontare il mondo e l’adolescenza senza cintura di sicurezza. Proprio per questo, Leone si fa male, come tutti gli adolescenti: esce dall’incantesimo di cui sono vittime quasi tutti i bambini, che vedono i propri genitori perfetti e fatti l’uno per l’altro, ma soprattutto comincia a vivere, si innamora, cerca il suo spazio nel mondo e impara ad affrontare anche gli aspetti più complessi e oscuri di quegli adulti che ha sempre visto come due fari, solidi e inamovibili. E tutto questo viene messo a fuoco con grande leggerezza e intelligenza. 

Il filo invisibile evita i luoghi comuni

Le premesse per toccare i luoghi comuni della commedia omosessuale romantica ci sono tutti, eppure Il filo invisibile riesce, pezzo per pezzo, a smontare ogni pregiudizio, ogni banalità, rivelandosi un onesto racconto sull’amore, su come si vive, si affronta e come si fa durare. Ma soprattutto come si trasforma, quando la coppia non funziona più.

Il filo invisibile che collega tutta la piccola cerchia di persone che circondano la nostra quotidianità, tra famiglia e amici, è una connessione intima e indissolubile, non è dettata dal sangue o dal DNA, ma dal legame umano che le circostanze e il tempo ci portano a costruire. Questa è la conclusione semplice ma per nulla scontata del film di Puccioni, che arriverà in sala il 21, 22 e 23 febbraio e dal 4 marzo su Netflix.

Il filo invisibile: intervista ai protagonisti

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Il filo invisibile: intervista ai protagonisti

Arriva in sala per un’uscita speciale il 21-22-23 febbraio Il filo invisibile, il nuovo film di Marco Simon Puccioni, con Filippo Timi e Francesco Scianna. Il film sarà disponibile dal 4 marzo su Netflix e questo è il nostro incontro con il cast che ha raccontato com’è stato lavorare al servizio di questa storia così moderna e così classica allo stesso tempo.

Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni prodotto da Viola Prestieri e Valeria Golino con Filippo Timi, Francesco Scianna, Francesco Gheghi, Oscar Matteo Giuggioli, Giulia Maenza, Jodhi May, Gerald Tyler, Emanuele Maria Di Stefano, Mauro Conte, Alessia Giuliani e con Valentina Cervi. Il filo invisibile uscirà in cinema selezionati il 21-22-23 febbraio su Netflix dal 4 marzo.

La trama Il filo invisibile

Leone, 16 anni e due papà, Simone e Paolo, è nato in California grazie a Tilly, una donna americana che ha aiutato i suoi genitori a farlo venire al mondo. Leone poi è cresciuto in Italia come tutti gli altri bambini, ma vivendo anche le lotte per i diritti a cui la sua famiglia ha partecipato. Tutto questo è raccontato in un breve video che Leone sta preparando per la sua scuola insieme a Jacopo, il suo migliore amico. Proprio mentre, schivando pregiudizi ed equivoci intorno alla sua sessualità, Leone sta per vivere la sua prima storia d’amore, la solidità della sua famiglia sembra andare in crisi… Vivere questa complessa situazione familiare spingerà Leone a riflettere sulla vera natura del “filo invisibile” che lo lega ai suoi papà e a tutti coloro che hanno voluto la sua nascita.

Monella: la trama e il cast del film di Tinto Brass

Monella: la trama e il cast del film di Tinto Brass

Divenuto celebre per i suoi film erotici, dove il corpo femminile è esaltato in tutte le sue forme, il regista Tinto Brass firma nel 1998 uno dei suoi titoli più celebri. Monella è infatti uno degli ultimi e più popolari titoli del regista milanese. Si ritrovano qui tutti i temi a lui cari, dalla spensierata gioventù alla scoperta della sensualità, dalla coppia in crisi all’irresistibilità delle voglie. Confezionato come una commedia piccante, il titolo ha inoltre il merito di aver reso celebre la sua protagonista, l’attrice Anna Ammirati.

Al momento della sua uscita il film non riscontrò particolari apprezzamenti da parte della critica, venendo trascurato come già capitato ad altri film del regista. Con il tempo, però, Monella è stato rivalutato. Si è in particolare sottolineato come questo rappresenti una delle più riuscite rappresentazioni del germogliare delle passioni sessuali all’interno della filmografia di Brass. Egli ha infatti il merito di aver saputo raccontare in modo leggero temi spesso considerati tabù, e che trovano qui invece ampio spazio.

Con Monella, Brass si è così riconfermato maestro del voyeurismo. Il film, da lui ideato, è inoltre stato scritto insieme alla moglie Carla Cipriani, da sempre sua fidata collaboratrice e vera e propria musa ispiratrice del regista. Sono numerose le curiosità legate al titolo, dalla scoperta dell’attrice protagonista fino al cameo di Brass. Questi, infatti, compare alla fine del film nei panni di un direttore d’orchestra che ammicca verso il pubblico, lasciando trasparire un senso d’intesa tra il regista e i suoi fedeli spettatori.

Monella: la trama del film

Il film è ambientato sul finire degli anni Cinquanta, in una cittadina di provincia tra Lombardia e l’Emilia. Qui vive la giovanissima Lola, ragazza sensuale e disinibita ma fidanzata con Tommaso, detto Masetto, che lavora come fornaio locale. I due sono prossimi al matrimonio, ma già tra loro vi è una delicata divergenza. Lola, infatti, che è ancora vergine, non vede l’ora di fare l’amore con il ragazzo. Questi, invece, si oppone all’impazienza di lei, affermando di voler attendere il giorno delle nozze. Per Lola però è difficile contenere le sue voglie, e inizia così a cercare il modo per potersi sfogare.

Inizia così a ribellarsi alla gelosia del fidanzato, iniziando a girare per il paese con fare provocante, dando sfoggio in più occasioni delle proprie grazie. Dopo averne combinate di tutti i colori, Lola arriverà anche a farsi vedere in compagnia di Andrè, affascinante cinquantenne della zona. Tale comportamento attirerà naturalmente le ire di Masetto, il quale cercherà invano di far riacquistare il senno alla ragazza. Per Lola non è però davvero più possibile aspettare e pur di poter fare l’amore con il proprio amato deciderà di ricorrere a stratagemmi ancora più estremi.

Monella: il cast del film

Come spesso accaduto per i suoi film, anche in questo caso il regista si affidò ad un cast di attori non particolarmente noti, molti dei quali erano addirittura alla loro prima esperienza cinematografica. È questo il caso di Anna Ammirati, che nel film ricopre il ruolo della protagonista Lola. Brass la conobbe quasi per caso, in circostanze insolite. Egli, infatti, era in auto quando rischiò di investire la giovane che era in bicicletta. Questa, scherzando, propose al regista di poter recitare in un suo prossimo film come risarcimento per lo spavento. Brass notò subito la sensualità della giovane, e decise di assecondare la sua richiesta. Nel film, inoltre, Lola gira spesso in bicicletta, poiché il regista ritenne particolarmente bella la figura dell’attrice sul mezzo.

Anche l’attore Max Parodi era qui al suo primo ruolo cinematografico. A lui è stato affidato il ruolo del panettiere Masetto, grazie a cui conobbe una buona notorietà. Ben più noti erano invece gli attori Serena Grandi, celebre interprete del cinema erotico che ricopre qui il ruolo di Zaira, e Carlo Reali, nei panni del padre di Masetto. Reali è una figura particolarmente versatile del cinema italiano, essendosi affermato come attore, montatore e doppiatore. Vi è poi anche la partecipazione dell’attore inglese Patrick Mower, noto per i suoi tanti ruoli cinematografici da detective. In Monella, invece, ricopre il ruolo dell’affascinante Andrè, che intrattiene un’ambigua relazione con la protagonista. A doppiare l’attore per l’Italia fu proprio lo stesso Brass.

Monella: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, Monella sarà trasmesso in televisione sabato 19 settembre, alle ore 21:20 sul canale Cielo. Il film però disponibile anche all’interno della piattaforma streaming Chili Cinema. Per vedere il film, sarà sufficiente aprire il sito e selezionare il titolo, procedendo con il noleggio o l’acquisto al costo di 3 o 6 euro. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. In alternativa, il film è disponibile completo anche su YouTube, dove però si trova soltanto in lingua inglese con sottotitoli francesi.

https://www.youtube.com/watch?v=xN4oTg1b2sk&has_verified=1

Fonte: IMDb

 

 

Cattivissimo Me 4 ha una data di uscita

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Cattivissimo Me 4 ha una data di uscita

Universal Pictures e Illumination Entertainment hanno confermato che Cattivissimo me 4 è in lavorazione e che dovrebbe arrivare durante il fine settimana che porta al Giorno dell’Indipendenza americana del 2024. Cattivissimo Me 4 è il quarto film della serie animata “Cattivissimo me” che uscirà nelle sale americane il 3 luglio 2024. Illumination ha anche annunciato la data per un altro film d’animazione originale dello scrittore Mike White chiamato “Migration“, che uscirà nelle sale un anno prima, 30 giugno 2023.

Cattivissimo Me 4  sarà la quindicesima collaborazione cinematografica tra lo studio Illumination Entertainment e la Universal. Il solo franchise animato di “Cattivissimo me” ha incassato oltre 1,2 miliardi di dollari al botteghino nazionale. Il nuovo film riporterà in scena il cast vocale originale del film, tra cui Steve Carell, Kristen Wiig, Pierre Coffin, Miranda Cosgrove e Steve Coogan. Il fondatore di Illumination Entertainment Chris Meledandri produrrà il film, e Chris Renaud, che ha diretto i primi due film di “Cattivissimo me” e i due capitoli di Pets – Vita da animali, tornerà come regista. Patrick Delage (direttore dell’animazione di “Sing”, “Sing 2”, “The Secret Life of Pets 2”) sarà il co-regista e Mike White (“School of Rock” e “The White Lotus”) scriverà sceneggiatura.

Chris Meledandri ha confermato per la prima volta nel 2017 che un quarto film del franchise era in fase di sviluppo, ma non sono mai stati resi noti i dettagli sulla trama. Cattivissimo me 3 è uscito al cinema nel 2017 e un film prequel, “Minions: The Rise of Gru“, uscirà nel luglio 2022. Per quanto riguarda Migration, Illumination ha incaricato il regista di “Ernest & Celestine” Benjamin Renner di dirigere il film, che avrà anche una sceneggiatura scritta ancora da Mike White. Migration è una commedia moderna che segue una famiglia di paperi che convince il padre iperprotettivo ad andare in vacanza mentre tentano di migrare dal New England, attraverso New York City e, infine, alle Bahamas. Produce anche Meledandri. Nessun cast è stato rivelato.

Uncharted: le scene post-credits anticipano i sequel?

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Uncharted: le scene post-credits anticipano i sequel?

Il film Uncharted uscito di recente vede protagonista Tom Holland e Mark Wahlberg (nei panni di Nathan Drake e del suo partner e mentore Sully) girare il mondo alla ricerca di un antico tesoro. Sebbene il film si concluda con una storia relativamente chiusa, ci sono due scene post-crediti molto importanti che compaiono dopo la fine del film, che non solo suggeriscono il future del film, ma sembrano anche riprendere alcuni riferimenti importanti dalla serie di videogiochi originale. 

ATTENZIONE DI SEGUITO L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER

La prima scena post-crediti avviene subito dopo l’apparizione del titolo finale del film, con la ripresa che porta il pubblico attraverso una prigione prima di soffermarsi su di un detenuto che sta scarabocchiando qualcosa. Si scopre che quel prigioniero non è altro che Sam Drake, fratello di Nathan Drake che Nathan considera pensa essere morto da molto tempo. 

Sam non è solo vivo, ma viene ripreso mentre scrive un messaggio di avvertimento a Nathan su una cartolina (tutti oggetti che Sam ha inviato a Nathan per tutto il film) che gli suggeriscono di non fidarsi di qualcuno in particolare. Non si sa esattamente a chi si riferisca Sam o anche chi interpreti Sam, poiché il personaggio è coperto di ombre e capelli più lunghi che oscurano del tutto il suo viso.

La seconda scena post-crediti si apre con Nate seduto a un tavolo in un bar con un uomo di nome Gage, che lavora per un uomo di nome Roman. Nathan è lì per scambiare la sua iconica collana ad anello con una “mappa nazista”, ma viene subito ingannato e si ritrova sotto tiro, con Gage che si prende tutto. Tuttavia, le cose si risolvono quando appare Sully, il personaggio interpretato ancora da Mark Wahlberg, che sfoggia i suoi caratteristici baffi e una maglietta hawaiana, per salvare il suo amico, che riprende la mappa e la collana prima di correre fuori dal bar e fermarsi bruscamente, quando una persona invisibile appare di fronte a loro .

Al momento non c’è una conferma ufficiale su un sequel di Uncharted, e non è del tutto chiaro se queste due scene post-crediti anticipano quella che potrebbe essere la storia per un seguito. Tuttavia, se dovessero uscire altri film, da questi elementi possiamo intuire facilmente che molto probabile il sequel seguirà gli eventi del primo gioco di UnchartedUncharted: Drake’s Fortune . Quel gioco (rilasciato nel 2007), non presenta solo un antagonista nella forma di Gabriel Roman, ma anche nazisti, oltre ad alcuni elementi molto soprannaturali.

Uncharted, l’atteso adattamento cinematografico diretto da Ruben Fleischer con Tom Holland, Mark Wahlberg, Sophia Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas. Dal 17 febbraio solo al cinema, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

La trama

L’astuto ladro Nathan Drake (Tom Holland) viene reclutato dall’esperto cacciatore di tesori Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg) per recuperare una fortuna persa da Ferdinando Magellano 500 anni fa. Quello che inizia come un furto diventa una corsa mozzafiato in giro per il mondo per raggiungere il tesoro prima dello spietato Moncada (Antonio Banderas), di cui ritiene di essere il legittimo erede. Se Nate e Sully riusciranno a decifrare gli indizi e risolvere uno dei misteri più antichi della storia, troveranno un tesoro di 5 miliardi di dollari e forse anche il fratello, scomparso da tempo, di Nate… solo se impareranno a lavorare insieme.

 

Uncharted: recensione del film con Tom Holland

Uncharted: recensione del film con Tom Holland

È dal 2007 che il videogame Uncharted fa la gioia di Naughty Dog e Sony PlayStation, ma ci sono voluti quattro capitoli principali e due spin-off (e forse il corto realizzato nel 2018 da un fan), per spingere Hollywood a sbloccare il progetto ideato da Avi Arad nel lontano 2008. Quello dell’adattamento cinematografico di una delle saghe videoludiche più popolari e amate degli ultimi anni, che finalmente arriva nei cinema, distribuito dalla Warner Bros. dal 17 febbraio 2022.

Merito sicuramente della presenza dei grandi nomi coinvolti, da Mark Wahlberg a Antonio Banderas. E della buona disposizione dei tanti fan del franchise, per non parlare degli appassionati del genere action adventure, mai passato di moda. Quando poi sono lo stesso regista Ruben Fleischer e il protagonista Tom Holland a citare – esplicitamente e ripetutamente – il vecchio Indiana Jones come riferimento principale della loro creatura, è inevitabile che le aspettative si alzino.

Uncharted – più Tin Tin che Indiana Jones

Un errore che fanno in molti, sempre più spesso, anche se stravolta sarebbe meglio parlare più del tentativo di attrarre un pubblico specifico, per quanto disomogeneo, come quello dei vecchi film di Steven Spielberg e dei seguaci del Nathan Drake digitale. Che stavolta potranno solo osservare – senza intervenire – il loro eroe nella caccia al “più grande tesoro mai trovato” da una parte all’altra del mondo, all’inseguimento di ogni tipo di indizi che potrebbero condurre lui e il partner Victor “Sully” Sullivan (Wahlberg) al fratello di Nathan, scomparso da tempo.

Una storia semplice, costruita a misura di box office e complicata più dagli ostacoli che continuano ad allontanare l’obiettivo e a rendere più dinamica e spettacolare la ricerca: questa la sintesi di quello che sarebbe ingiusto giudicare come altro da sé. Come qualcosa di diverso da un videogioco, portato avanti senza alcuna tensione da personaggi bidimensionali mossi da stimoli elementari, persino meno caratterizzati di quelli ai quali gli sviluppatori originari hanno negli anni costruito un background. Più simile – tanto per restare in ambito spielberghiano – a Tin Tin (ma quel film era altra cosa!) che al professorale Indy.

L’Avventura è solo all’inizio

Una infarinata di latino, una patina di antichità alla californiana, manufatti e libri da merchandising, un difficile retroterra familiare e un generico senso di solitudine con il quale empatizzare e il gioco è fatto. Per due ore di intrattenimento puro, magari un po’ superficiale, ma nel quale gli aficionados potranno dedicarsi alla ricerca di easter eggs e camei nelle varie scene (lo stesso regista ne ha anticipati un paio) o ad ammirare le splendide ambientazioni ricreate a partire dalle location spagnole di LLoret de Mar, Barcellona e Valencia.

Soprattutto nella seconda parte, quando la fotografia di Uncharted riesce ad approfittare di campi lunghi e spazi aperti, dopo la lunga ricerca sotterranea nella quale si finisce per patire maggiormente l’assenza di verosimiglianza tipica di vicende tanto dipendenti dalla più classica sospensione dell’incredulità. Che sarà bene mantenere tale nel pirotecnico finale, che dopo una prevedibile conclusione ci lascia con l’implicito annuncio di un immancabile sequel. Mai come in questo caso, in fondo e nonostante tutto (compreso il concetto stesso di caccia al tesoro), non è la meta l’importante, ma il viaggio. A patto di goderselo.

Peacemaker: il finale rende omaggio allo Snyderverse

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Peacemaker: il finale rende omaggio allo Snyderverse

Come molti di voi sapranno è andato in onda il finale di Peacemaker, l’acclamata serie tv HBO MAX diretta e scritta da James Gunn e seguito del film The Suicide Squad incentrato principalmente sul personaggio interpretato da John Cena. Ebbene, in quesi giorni come detto il finale è andato in onda con una grande sorprese che i fan apprezzeranno. Per coloro che non hanno ancora visto la scena l’articolo rappresenta uno SPOILER, quindi vi invitiamo a non proseguire la lettura.

Come anticipato dal finale dello show – miglior prodotto DC secondo il punteggio Rotten Tomatoes – è arrivata un vero e proprio omaggio all’universo DC costruito da Zack Snyder e che sta vivendo un momento di transizione. Tuttavia questa scena confermerà l’intenzione della Warner Bros di continuare a lavorare su quell’universo mantenendo alcuni dei suoi protagonisti e portando alcune storie su un territorio più autoriale come potrebbe rappresentare l’imminente The Batman di Matt Reeves.

In questo contesto si inserisce il regista James Gunn non sembra interessarsi molto a querelle di produzione e per il finale di Peacemaker ha riportato in scena proprio la Justice League, e la notizia vera è che in gran parte è quella di Zack Snyder! Nella serie Peacemaker dopo aver sconfitto la specie aliena nota come Butterflies, l’anti-eroe fa per allontanarsi dal campo di battaglia quando davanti gli si parano proprio loro: Superman, Wonder Woman, Aquaman e Flash. Secondo quanto riporta da Comic Book Aquaman e Flash. interpretati dai rispettivi attori – ovvero Jason Momoa e Ezra Miller. Mentre quelli meno visibili sono invece proprio i personaggi più noti come Batman e ovviamente Superman che è tutt’ora avvolto in un limbo. Probabilmente l’assenza degli altri attori è dovuta principalmente alla mancanza di nuovi contratti che legano gli attori, quindi può voler dire che lo studios si è semplicemente tutelato. Mentre sappiamo che sia Jason Momoa e Ezra Miller sono tutt’ora sotto contratto con lo studios. 

Da sottolineare l’ironia della scena in perfetto stile Gunn, dove Peacemaker riprende il gruppo, presentatosi solo alla fine della vicenda. Quel che è certo è che si respira un nuovo rinvigorito entusiasmo sull’universo che ci potrebbe proiettare in un futuro più definito e magari con un Henry Cavill sotto un nuovo lungo contratto! Vi ricordiamo che la serie è stata rinnovata per una seconda stagione anche se attualmente non ha ancora una programmazione in Italia.

Peacemaker segue le avventure esplosive del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film di James Gunn del 2021 “The Suicide Squad” – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone deve uccidere per prendilo.

Marvel: tutte le scene post-credits spiegate

Marvel: tutte le scene post-credits spiegate

Nei suoi anni 14 di vita, l’Universo Cinematografico Marvel ha realizzato 27 film. A partire dal primo Iron Man di Jon Favreau nel 2008, il franchise ha reso i suoi film riconoscibili per un aspetto particolare: le scene inserite dopo i titoli di coda. Prendendo l’idea dal film Una pazza giornata di vacanza, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha fatto in modo che ogni film MCU includesse tra i titoli di coda un aneddoto divertente, un’anticipazione sui capitoli successivi, una rivelazione sconcertante.

Dopo un decennio di attività e con più di due dozzine di film prodotti dall’MCU, ci sono un sacco di scene inserite tra i credits da ricordare: noi ne abbiamo contate 42 e siamo qui per spiegarvele tutte!

Iron Man – l’arrivo di Nick Fury

Nick-Fury-Iron-Man-MarvelLa scena post-credits di Iron Man è stata quella che ha dato il via a tutto, creando un modello per tutti gli altri film MCU. Per chi non era fan dei fumetti Marvel, la sequenza poteva apparire poco eccitante al tempo, ma quelli che conoscevano già la storia di Iron Man dalla carta stampata ne sono rimasti folgorati.

Nella scena, Tony Stark (Robert Downey Jr.), dopo aver sconfitto Iron Monger, si dirige verso il suo salotto e vede un uomo misterioso in piedi al buio. La figura si gira e si presenta come il direttore dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury (Samuel L. Jackson). Fury dice di essere lì per discutere dell’Iniziativa Avengers con Tony e accenna ad una futura squadra di supereroi Marvel, i Vendicatori. La semplicità e al contempo l’efficacia della sequenza rendono questa prima scena post-credits una delle migliori mai realizzate dal franchise: inutile dire che ha creato curiosità tra i fan dei fumetti per i successivi film MCU.

L’Incredibile Hulk – Tony Stark mette insieme una squadra

Un mese dopo l’uscita di Iron Man, l’MCU sforna un altro film: L’incredibile Hulk. Sulla scia del primo film del franchise, anche il secondo inserisce una scena tra i titoli di coda.

Alla fine del film, Tony Stark di Downey Jr. parla con il generale Thaddeus Ross (William Hurt) in un bar. Tony dice al generale che stanno mettendo insieme una squadra. A quel punto Ross chiede: “Chi siamo?”. Ora sappiamo con certezza che la squadra a cui si riferisce Stark sono i Vendicatori. Se la scena di Iron Man era eccitante, questa riesce a batterla perché segna davvero l’inizio degli Avengers e mostra il piano originale pensato dalla Marvel per la squadra, prima dell’arrivo di Joss Whedon.

Iron Man 2 – Coulson trova il Mjolnir

thor-hammer-iron-man-2-marvelCon Iron Man 2, per la prima volta, viene anticipato un film futuro, non un solo personaggio o una squadra. Nel sequel, Clark Gregg riprende il suo ruolo di agente Phil Coulson e Samuel L. Jackson quello di Nick Fury.

Ad un certo punto di Iron Man 2, Fury dice che ha delle questioni da affrontare nella regione sud-occidentale. Poi, nella scena post-credits del film Marvel, si vede Coulson nella regione sud-occidentale mentre sta parlando con Fury al telefono. Gli dice: ”L’ho trovato”. L’oggetto a cui si riferisce è Mjolnir, arma che vedremo nel film Thor del 2011. La reference è sottile, ma efficace.

Thor – Selvig entra nella S.H.I.E.L.D.

Thor-Post-Credits-MarvelQuella di Thor porta le scene post-titoli di coda della Marvel ad un livello superiore. La sequenza mostra Nick Fury mentre dà il benvenuto al Dr. Erik Selvig (Stellan Skarsgård) nella S.H.I.E.L.D. e gli chiede di esaminare ulteriormente il Tesseract. Inoltre, vediamo che Loki è ancora vivo e che ha il controllo del Dr. Selvig.

La scena post-credits di Thor è molto efficace perché, creando un filo diretto con l’apertura del film di Joss Whedonpone le basi per The Avengers.

Captain America: il primo Vendicatore – Il trailer di The Avengers

Chris-Evans-Steve-RogersNei post-credits di Captain America – Il primo Vendicatore, c’è addirittura un trailer. Dopo essersi svegliato nel futuro, Steve Rogers cerca di ambientarsi nella sua nuova vita… andando in palestra! È lì che arriva Nick Fury per annunciare a Cap il suo prossimo incarico: salvare il mondo. Poi, la scena conduce direttamente dentro ad un trailer di The Avengers.

Di per sé, la sequenza dopo i titoli di coda è breve ma, riprendendo una scena da The Avengers e introducendo il film, incuriosisce ed entusiasma tantissimo i fan della Marvel.

The Avengers – la minaccia di Thanos

Thanos-Avengers-post-credits-Marvel-InfinityLa scena tra i titoli di coda di The Avengers è una delle più memorabili dell’Universo Cinematografico Marvel. In esso, The Other informa il suo enigmatico maestro che l’invasione di Loki sulla Terra è fallita: sfidare ora gli eroi più potenti della pianeta è come corteggiare la morte. Sentendo queste parole, il maestro misterioso si gira – rivelando così di essere Thanos – e sorride. 

La sequenza non fa riferimento ad un film in particolare, ma rivela la presenza di Thanos anche nell’MCU. Da quella scena in poi, i fan sapevano che sarebbe arrivata una resa dei conti tra i Vendicatori e il Titano Pazzo, cosa che effettivamente è successa.

The Avengers – Gli eroi mangiano shawarma

Avengers-Shawarma-post-creditsÈ difficile superare la sequenza di Thanos: la scena post-credits di The Avengers non anticipa nulla, non film né un personaggio, ma punta sull’ironia. Dopo tutto quello che abbiamo visto nel film, c’è bisogno di un pasto caldo per recuperare: il pubblico vede gli eroi, esausti, mangiare shawarma (una pietanza che Tony menziona brevemente nel film). Il tutto è abbastanza esilarante. Questa è la prima scena dopo i titoli di coda che punta sull’umorismo. Inoltre, è la prima volta che un film Marvel inserisce due scene invece di una dopo il finale.

Iron Man 3 – Bruce non è quel tipo di dottore

Mark-Ruffalo-Bruce-Banner-Iron-Man-3Anche per la scena post-credits di Iron Man 3, i Marvel Studios puntano sull’ironia. Vediamo Tony Stark mentre racconta la sua lotta con Aldrich Killian a Bruce Banner. Quando Stark parte a raccontare l’ennesima storia, Banner sembra esausto e dice a Tony che ”non è quel tipo di medico”. La scena è un continuo scambio di battute amichevoli ed esilaranti che esalta l’amicizia tra i due.

Thor: The Dark World – il Collezionista

Marvel-Collezionista-in-Thor-the-Dark-WorldLa scena a metà dei titoli di coda di Thor: The Dark World mostra per la prima volta la pericolosità delle Gemme dell’Infinito. Per impedire a Thanos (o a chiunque altro) di colpire Asgard, Sif (Jaimie Alexander) e Volstagg (Ray Stevenson) consegnano la Pietra della realtà al Collezionista (Benicio del Toro).

La scena serve anche come teaser per Guardiani della Galassia, dal momento che del Toro interpreta il Collezionista nel film dell’anno successivo. La scena anticipa il futuro della Marvel e mostra un lato più ”cosmico” dell’MCU.

Thor: The Dark World – Il bacio tra Thor e Jane

Chris-Hemsworth-Thor-e-Natalie-Portman-as-Jane-Foster-MarvelLa scena post-credits di Thor – The Dark World è debole tanto quanto il film: mostra soltanto un bacio appassionato tra Thor e Jane. In realtà, appare velocemente anche una creatura di Jotunheim sullo sfondo, ma l’attenzione è tutta sulla coppia. La scena non funziona bene, ed è piuttosto inutile considerando come vanno a finire le cose tra Thor e Jane.

Captain America: The Winter Soldier – I (miracolosi) gemelli

Captain-America-Winter-SoldierProprio come la scena post-credits di Captain America: il primo Vendicatore aveva anticipato The Avengers, quella a metà dei titoli di coda di Captain America: The Winter Soldier pone le basi per il successivo film dei Vendicatori. La clip mostra il barone von Strucker (Thomas Kretschmann) che discute della caduta dello S.H.I.E.L.D. e dell’HYDRA, per poi rivelare che egli detiene lo scettro di Loki. Inoltre, è qui che il pubblico Marvel vede per la prima volta Quicksilver (Aaron Taylor-Johnson) e Scarlet Witch (Elizabeth Olsen). 

La scena a metà dei titoli di coda di The Winter Soldier entusiasma non poco i fan di Avengers 2, in particolare per l’inclusione di due nuovi supereroi. 

Captain America: The Winter Soldier – Bucky inizia a ricordare

Sebastian-Stan-Bucky-Barnes-in-Captain-America-The-Winter-Soldier-Post-CreditsDiversamente dalla scena inserita tra i titoli di coda, quella post-credits di Captain America: The Winter Soldier getta le basi per raccontare la storia di Bucky Barnes (Sebastian Stan). Mentre visita al museo la mostra di Captain America, Bucky inizia a ricordare qualcosa del suo amico e, soprattutto, del proprio passato. La storia qui introdotta è destinata a continuare e, infatti, diviene un punto centrale in Capitan America 3.

Guardiani della Galassia – Il ballo di Groot

Guardiani-della-galassia-Groot-e-DraxIn linea con la natura divertente e piena di musica di Guardiani della Galassia, la scena tra i titoli di coda del film mostra il piccolo Groot che balla ”I want you back” dei Jackosn 5 mentre Drax (Dave Bautista) lo fissa incuriosito più volte. La scena rivela in modo divertente che Groot è vivo ed è diventato un bambino, senza però anticipare nulla del secondo capitolo della saga Marvel.

Guardians Of The Galaxy – Howard Il Papero

Howard-il-Papero-in-Guardiani-della-GalassiaNemmeno la scena post-credits di Guardiani della Galassia fa cenno al resto dell’Universo Cinematografico Marvel o ad un possibile sequel. È invece un’altra divertente scenetta amata dai fan, in cui Cosmo e Howard il Papero gironzolano nel covo del Collezionista, precedentemente distrutto nel film.

Avengers: Age Of Ultron – Bene, lo farò da solo

Josh-Brolin-Thanos-in-Avengers-Age-of-Ultron-Post-Credits-MarvelAvengers: Age of Ultron ha solo una scena post-credits. Essa mostra Thanos indossare il Guanto dell’Infinito e dire: “Bene, lo farò da solo”, suggerendo così un suo possibile arrivo sulla Terra. Il problema con questa scena è che crea inavvertitamente un buco nella trama e apre una grande questione: come può Thanos avere un Guanto dell’Infinito quando ne esiste già un altro nel caveau di Asgard? L’errore viene risolto in Thor 3 quando Hela svela che il guanto Asgardiano è falso.

In realtà, la scena crea un sacco di altre domande tra i fan Marvel, emozionati nel vedere Thanos indossare finalmente il Guanto dell’Infinito e prepararsi per la guerra con i Vendicatori.

Ant-Man – Hope diventa The Wasp

ant-man-marvelAnche se durante Ant-Man viene fatto continuamente cenno alla trasformazione di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) in Wasp, il fatto viene reso ufficiale solo nella scena a metà dei titoli di coda. Qui Hank Pym (Michael Douglas) mostra a Hope un concept del costume da Wasp. Anticipando l’avanzamento allo status di supereroe che vedremo in Ant-Man 2, Hope dice: “È dannatamente ora”.

La scena crea un momento emozionante per Hope e per i fan della Marvel che già sanno dai fumetti il ruolo di Wasp come membro del team Avengers.

Ant-Man – Falcon conosce ”un tipo”

Civil-War-in-Ant-Man-post-credit-MarvelPiuttosto che mostrare ai fan una scena divertente come hanno fatto altri film, la scena post-credits di Ant-Man accenna all’attesissimo evento dell’anno successivo: Captain America 3.

Con una clip presa direttamente dal film successivo, si vedono Steve Rogers (Chris Evans) e Sam Wilson (Anthony Mackie) che trovano Bucky Barnes  (Sebastian Stan). Non sanno come comportarsi con Bucky, ma alla fine decidono di rivolgersi ad ”un tipo” che Sam conosce. Non solo questa scena continua la storia che era stata tagliata fuori da The Winter Soldier, ma introduce anche perfettamente gli eventi di Capitan America 3.

Captain America: Civil War – Bucky fugge nel Wakanda

Bucky-Barnes-Captain-America-Civil-WarLa fine di Captain America: Civil War illustra la divisione dei Vendicatori e la fuga di Bucky e Steve Rogers per evitare che Bucky crei danni a se stesso e agli altri. Quale posto migliore del Wakanda per scappare?

La scena a metà dei titoli di coda mostra Bucky che si mette in attesa fino a quando i wakandiani non capiscono dove sistemarlo. La clip termina con l’ingresso nel Wakanda, simboleggiato dalla statua di una pantera nera. La scena è servita anche come anticipazione del film Black Panther uscito quasi due anni dopo: l’audience Marvel era entusiasta di vedere T’Challa (Chadwick Boseman) in solitaria dopo Guerra Civile.

Captain America: Civil War – Spider-Man will return

Captain-America-Civil-War-Spider-Man-Post-CreditsOltre a introdurre Black Panther, Capitan America – Civil War presenta anche Spider-Man (Tom Holland) all’Universo Cinematografico Marvel. Nella scena post-credits, vediamo Peter Parker entusiasta mentre gioca con i suoi poteri e con la tuta da Spider-Man. Ad essere eccitato non è solo Peter, ma anche il pubblico! La sequenza si chiude con una scritta: Spider-man will return.

Doctor Strange – Thor ha bisogno di aiuto

Chris-Hemsworth-Thor-in-Doctor-Strange-Mid-Credits-SceneA metà dei titoli di coda di Doctor Strange, i Marvel Studios inseriscono una sequenza presa da Thor 3. Parte di una scena molto più grande, il frammento mostra Thor e Loki mentre cercano la posizione di Odino: se dovessero trovare il dio, tornerebbero subito ad Asgard. Il Doctor Strange, essendo colui che protegge la Terra dalle forze mistiche, si propone di aiutarli a ritrovare Odino.

La scena dichiara esplicitamente la presenza del Doctor Strange in Thor 3. A parte l’accenno al ritorno di Strange, vedere lo Stregone e Thor discutere è piuttosto esilarante per il pubblico Marvel.

Doctor Strange – Ci sono troppi stregoni

Chiwetel-Ejiofor-Barone-Mordo-in-Doctor-Strange-Post-Credits-MarvelLa scena post-credits di Doctor Strange pone le basi per il futuro della saga nell’Universo Cinematografico Marvel. Karl Mordo (Chiwetel Ejiofor) ruba quel poco di magia che Jonathan Pangborn possiede. Quando gli viene chiesto perché lo sta facendo, Mordo dice che se c’è qualcosa di sbagliato nel mondo è che ci sono troppi stregoni.

La clip non è troppo potente: per alcuni fan Marvel non basta a mostrare il lato cattivo del Barone Mordo, ma comunque è un accenno inserito qui per poi essere esplorato meglio nel sequel del film.

Guardiani della Galassia Vol. 2 – La freccia Yaka

Kraglin-Yondus-Yaka-in-Guardiani-della-Galassia-Vol-2La prima scena tra i titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 2 ricorda la famigerata arma di Yondu (Michael Rooker): la Freccia Yaka, che si controlla ”a fischi”. Kraglin (Sean Gunn) tenta di usare la freccia ma non riesce a controllarla completamente: la freccia svolazza attorno alla nave e colpisce accidentalmente Drax nella spalla. Invece di aiutare Drax, Kraglin… se ne va! La clip è davvero divertente.

Guardiani della Galassia Vol. 2 – Il ritorno del team delle origini

Sylvester-Stallone-Guardiani-Galassia-Vol-2La seconda scena dei titoli di coda del film riunisce la vecchia troupe di Stakar Osgord (Sylvester Stallone), composta da Aleta Ogord (Michelle Yeoh), Martinex (Michael Rosenbaum), Charlie-27 (Ving Rhames), Krugarr e Mainframe (Miley Cyrus). Dopo il sacrificio di Yondu e il successivo funerale, li vediamo trovarsi insieme ancora una volta. La scena promette quindi il potenziale ritorno degli originali membri del team in un futuro film dei Marvel Studios.

Guardiani della Galassia Vol. 2 – Adam

Guardiani della galassia Vol.2La terza scena dei titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 2 è forse la più importante di tutte. Ayesha (Elizabeth Debicki) viene avvisata della “ira” del Consiglio, ma dice che la loro rabbia si dissiperà quando scopriranno cosa ha creato. C’è bisogno di un nuovo passo nella loro evoluzione, qualcosa di “più potente, più bello e più capace di distruggere i Guardiani della Galassia.” Dalle parole di Ayesha, si capisce che la persona in questione è Adam Warlock.

Dopo anni di attesa, i fan dei fumetti Marvel hanno qui finalmente ottenuto la conferma dell’esistenza di Adam Warlock anche nell’MCU.

Guardiani della Galassia Vol. 2 – Groot adolescente è “disgustoso”

Chris-Pratt-Peter-Quill-and-Teen-Groot-in-Guardiani-della-GalassiaBaby Groot ha giocato un ruolo fondamentale in Guardiani della Galassia Vol. 2. Nella quarta scena dei titoli di coda del film, Peter Quill (Chris Pratt) entra nella stanza di Groot e lo vede giocare ai videogiochi. La camera è un completo disastro, così Peter dice a Groot di pulirla, ma quest’ultimo risponde scocciato in pieno atteggiamento adolescenziale e con la sua tipica inflessione. Lo scambio di battute tra Peter e Groot è solo un’anticipazione di quello che i fan avrebbero poi visto in Avengers: Infinity War.

Guardiani della Galassia Vol. 2 – la quinta e ultima scena

stan-lee-watcherEccoci arrivati alla quinta e ultima scena inserita tra i titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol.2. Non tutte le clip sono state pensate per introdurre le puntate future. L’ultima scena, infatti, continua una sequenza del film in cui il personaggio di Stan Lee racconta le storie dei Vendicatori agli Osservatori. Era un gioco sulla teoria dei fan Marvel secondo cui Stan Lee sia l’Osservatore nell’MCU. L‘apparizione di Lee non conferma la teoria, ma indica che il suo personaggio ha almeno qualche legame con gli Osservatori

Spider-Man: Homecoming – Il segreto di Adrian Toomes

Michael-Keaton-as-Adrian-Toomes-in-Spider-Man-Homecoming-MarvelLa scena tra i titoli di coda di Spider-Man: Homecoming, mostra Adrian Toomes (Michael Keaton) faccia a faccia con uno dei suoi ex soci, Mac Gargan (Michael Mando). Nella clip viene chiesto a Toomes se conosce la vera identità di Spider-Man: Gargan ha alcuni amici che vorrebbero uccidere il supereroe. Anche se Toomes conosce l’identità di Spidey, sceglie di mantenere il segreto. È curioso che Keaton non riveli il vero nome di Spider-Man, ma forse, sotto sotto, Toomes alias Vulture rispetta il suo nemico…

Spider-Man: Homecoming – L’importanza della pazienza

Chris-Evans-as-Captain-America

In tutto Spider-Man: Homecoming, vengono mostrati una serie di annunci in cui Steve Rogers / Capitan America offre agli studenti della scuola superiore consigli e istruzioni. Chris Evans appare poi ancora una volta nella classica posa da Captain America per la scena post-credits di Homecoming: qui mette in guardia sull’importanza della pazienza, uno dei tratti più preziosi che un soldato (o uno studente) può possedere.

Poi, ironicamente, dice al pubblico che hanno aspettato fino alla fine dei titoli di coda per niente; non ci sarà nessun teaser di Infinity War.

Thor: Ragnarok – L’arrivo di Thanos

Chris-Hemsworth-Thor-Tom-Hiddleston-as-Loki-in-Thor-RagnarokSe la trama di Thor: Ragnarok era per lo più indipendente e non ha preparato il terreno per Avengers: Infinity War come il pubblico si aspettava, la scena dei titoli di coda è una grande anticipazione. Mentre sono a bordo dell’astronave che li sta portando sulla Terra, Thor e Loki si chiedono se sia una buona idea che Loki ritorni sul pianeta che tempo prima aveva tentato di conquistare. Thor sente che tutto sta andando nel verso giusto per entrambi ma, proprio in quel momento, la navicella di Thanos Scantuary II appare sulla scena, rivelando il loro imminente destino. Un modo semplice per impostare gli eventi di apertura di Avengers 3, creando ulteriori domande per i fan Marvel.

Thor: Ragnarok – Il Gran Maestro

Jeff-Goldblum-Grandmater-in-Thor-RagnarokThor: Ragnarok è uno dei capitoli più divertenti della Marvel Studios e questo livello di umorismo si vede anche nella scena post-credits del film. Dopo una rivolta, il Gran Maestro (Jeff Goldblum) si ritrova di fronte a centinaia di cittadini scontenti. Tenta prima di rappacificarli applaudendo i loro sforzi e poi, a modo suo, li fomenta dicendo che il suo coinvolgimento nella rivolta è necessario perché non si può avere una rivoluzione senza qualcuno da rovesciare.

La scena post-credits non ha anticipato alcun film futuro dell’MCU, ma ha ribadito che il Gran Maestro è uno dei personaggi più unici di Thor: Ragnarok.

Black Panther – Wakanda apre i suoi confini

Black-PantherFun fact: la scena inserita tra i titoli di coda di Black Panther doveva originariamente essere il finale del film. Si dice più volte in tutto Black Panther che il Wakanda è sempre rimasto isolato dal mondo esterno, ma qualcosa cambia sul finale: nella scena a metà dei titoli di coda, T’Challa di Chadwick Boseman svela che il Wakanda è pronto a condividere le sue conoscenze e tecnologie con il resto del mondo e con le Nazioni Unite. La scena stabilisce quindi lo status del Wakanda nel futuro dell’MCU, ed è anche una bella e soddisfacente conclusione.

Black Panther – Lupo Bianco

Avengers-Infinity-WarSi pensava che Bucky non sarebbe apparso in futuro, invece lo vediamo nella scena post-credits di Black Panther. Nella clip, Shuri (Letitia Wright) visita Bucky mentre è in fase di guarigione. Lo saluta come Sgt. Barnes, anche se lui in quel momento non è più il Sgt. Barnes o il Soldato d’Inverno, è semplicemente Bucky.

Solo tempo dopo questa anticipazione, è stato confermato che Bucky sarebbe diventato il Lupo Bianco in Avengers: Infinity War. La trasformazione di Bucky in White Wolf è qualcosa che i fan dei fumetti Marvel non si sarebbero mai aspettati, ma era in passaggio necessario per il pubblico prima di Avengers 3.

Avengers: Infinity War – L’anticipazione Captain Marvel

Captain-MarvelIl finale di Avengers: Infinity War vede Thanos raggiungere il suo folle obiettivo: usare il potere illimitato del Guanto dell’Infinito per cancellare metà della vita nell’universo. La scena post-titoli di coda si allontana dal Wakanda e dal Titano ma è necessaria perché mostra l’impatto dello snap di Thanos.

Uomini e donne si sbriciolano in giro per la città e un elicottero senza pilota si schianta contro il fianco di un grattacielo. Gli agenti Maria Hill e Nick Fury sono pieni d’orrore, poi Hill svanisce e Fury usa un misterioso dispositivo per inviare un grido di aiuto, prima di morire anche lui. La scena post-credits termina mostrando il logo di Capitan Marvel sullo schermo del dispositivo di Fury

Spider-Man: Far From Home – Il ritorno di J. Jonah Jameson

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Avengers: Endgame non ha avuto scene post-credits, a parte un messaggio audio in omaggio a Iron Man. Passando ai titoli di coda di Far from Home, vediamo il ritorno di J Jonah Jameson di JK Simmons nell’universo cinematografico di Spider-Man.

La Marvel dà un aspetto moderno e aggiornato al redattore del giornale. Jameson rivela alcuni dettagli sull’implicazione di Mysterio e di Peter Parker nell’attacco a Londra. Incredibilmente, Jameson svela anche l’identità segreta di Tom Holland rendendo la sequenza una delle più sconcertanti scene dopo i titoli di coda dell’MCU: l’annuncio trasforma infatti Peter Parker in un nemico pubblico.

Spider-Man: Far From Home – Nicky Fury è uno Skrull

Nicky-Fury-Skrull-in-Spider-Man-Far-From-Home.Tra i titoli di coda di Spider-Man: Far From Home, compare anche Nick Fury. Ormai veterano delle scene post-credits, qui lo vediamo conversare con Maria Hill nel macchinone delle forze speciali. Poco dopo però scopriamo che i due sono in realtà gli Skrull Talos e Soren sotto mentite spoglie! Dalla scena si apre un’infinità di domande: dove è il vero Nick Fury? Quando è stato rimpiazzato da Telos? Il tutto dovrebbe essere chiarito dal sequel di Capitan Marvel The Marvels.

Black Widow – Yelena e Val

Yelena-Belova-Valentina-in-Black-WidowAll’inizio, la scena post-credits di Black Widow sembra essere un tributo alla morte di Vedova Nera. Il filmato mostra Yelena mentre visita la tomba di Natasha nel midwest degli Stati Uniti. L’omaggio però è disturbato dal ritorno del personaggio di Julia Louis-Dreyfus, la Contessa Valentina Allegra de Fontaine (o Val) dopo il suo debutto in Falcon & The Winter Soldier.

Dopo aver reclutato l’agente americano interpretato da Wyatt Russell nella sua misteriosa squadra, sembra che Val abbia arruolato anche Yelena. Le offre così il suo prossimo compito: le consegna un dossier su Clint Barton, implicando che l’uomo sia coinvolto nell’omicidio di Vedova Nera visto in Endgame.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – Bruce Banner, Captain Marvel e Wong

Captain-Marvel-e-Bruce-Banner-MarvelDopo una scena finale che mostra Wong (Benedict Wong) mentre recluta Shang-Chi e Katy come nuovi Vendicatori, la scena a metà dei titoli di coda di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli include due cameo a sorpresa. Bruce Banner di Mark Ruffalo e Capitan Marvel di Brie Larson fanno il loro ritorno in forma di ologramma per consultare Wong sull’origine dei Dieci Anelli. Il trio discute di un segnale che allude a qualcosa di minaccioso causato probabilmente dal ritorno nell’MCU di Shang-Chi.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – La minaccia di Xialing

Shang-Chi-Leggenda-Dieci-AnelliUn’altra anticipazione sul sequel del film è contenuta nella scena post-credits di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Il filmato rivela il destino della sorella di Shang-Chi, Xialing. È stata vista per l’ultima volta mentre combatteva accanto al fratello, ma il destino nell’Universo Cinematografico Marvel potrebbe essere diverso per lei: la scena fa capire che è Xialing la vera erede dell’organizzazione dei Dieci Anelli di Wenwu – la sta ricostruendo a sua immagine dopo la morte del padre. Ciò potrebbe indicare l’ascesa di un nuovo giocatore potente nel futuro dell’MCU

Eternals – Harry Styles è Starfox

EternalsSfortunatamente, la sequenza dei titoli di coda di Eternals è trapelata prima dell’uscita cinematografica del film, spoilerando il debutto di due nuovi membri di Eternals. Il primo ad essere presentato è Pip il Troll, un personaggio realizzato interamente al computer e doppiato da Patton Oswalt. Pip annuncia poi l’arrivo di sua eminenza Eros, altrimenti noto come Starfox – interpretato dalla pop star Harry Styles.

Dopo la sua lunga introduzione nella scena Starfox parla ai suoi compagni Druig (Barry Keoghan), Makkari (Lauren Ridloff) e Thena (Angelina Jolie): sa dove possono trovarsi gli Eterni mancanti.

Eternals – Dane Whitman e la Lama d’Ebano

Kit-Harington-Eternals-Dane-WhitmanIn una delle scene post-credits più confuse dell’MCU, alla fine di Eternals riappare Dane Whitman di Kit Harington. Dopo aver assistito al rapimento di Sersi da parte del Celestial Arishem, Whitman apre una misteriosa scatola che riporta un messaggio “La morte è la sua ricompensa”.

All’interno della scatola si trova infatti la Lama d’Ebano, una spada estremamente potente che cresce in forza ogni volta che sparge sangue. Inoltre, la Lama d’Ebano corrompe il suo possessore, motivo per cui una voce fuori campo chiede a Dane se è sicuro di essere pronto per quello che accadrà in futuro. Cosa non chiara nella scena ma spiegata successivamente dai registi, la voce appartiene a Blade di Mahershala Ali.

Spider-Man: No Way Home – Venom torna a casa

Venom-e-Spider-ManDopo che Peter Parker di Tom Holland ha rinunciato a tutto per salvare l’Universo Cinematografico Marvel dalle minacce che rischiavano di mandare in confusione il Multiverso e la Terra, arriva la scena tra i titoli di coda di No Way Home.

Eddie Brock di Tom Hardy appare in un bar messicano. Qui il barman spiega che questo universo – a differenza del Sonyverse – ha più supereroi che operano pubblicamente. Poi un ubriaco Eddie chiacchiera con il server, prima che l’incantesimo di reset operato da Strange lo riporti nel suo universo. La scena anticipa un crossover tra il simbionte alieno e Spider-Man nel prossimo film MCU Spider-Man 4.

Spider-Man: No Way Home – Doctor Strange nel Multiverso della Follia, il trailer

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Al posto di una scena sul film appena visto, in Spider-Man: No Way Home la Marvel inserisce post-credits il primo trailer del film di Sam Raimi Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Potrebbe non essere eccitante come un’anticipazione per un progetto futuro MCU, ma il trailer di Doctor Strange 2 annuncia il ritorno di Scarlet Witch e Karl Mordo, ponendo ottime basi per una grande storia. 

I trailer e le scene che mostrano parti dei futuri film MCU sono degli ottimi strumenti per alzare l’hype sulla prossima storia Marvel!

La notte brava del soldato Jonathan: trama, cast e curiosità sul film

Nel 2017 la regista premio Oscar Sofia Coppola ha dato luce al suo sesto lungometraggio, L’inganno, dove dava vita ad una sua rilettura del romanzo omonimo di Thomas P. Cullinan, pubblicato nel 1966. Il film si caratterizzava però per il suo assumere il punto di vista dei personaggi femminili, che diventano dunque le principali protagoniste. La sua però non è stata la prima trasposizione di quel racconto, che era infatti già stato portato sul grande schermo nel 1971 dal celebre regista Don Siegel. Distribuito in italiano con il titolo di La notte brava del soldato Jonathan, questo al contrario del film della Coppola presenta un punto di vista maschile.

Protagonista è infatti Clint Eastwood, il quale dopo essersi innamorato del romanzo, decise da subito di farne realizzare un adattamento. Per lui si trattava dell’occasione per iniziare ad allontanarsi dai ruoli e dal genere di film con cui era fino a quel momento stato associato. Eastwood e Siegel, inoltre, si batterono per poter mantenere il finale presente nel romanzo, anche se questo era stato considerato eccessivamente cupo. Per i due, però, era fondamentale rimanere fedeli alla conclusione immaginata dallo scrittore, poiché solo così si potevano esaltare i temi del sesso, della vendetta e della violenza.

Pur se accolto in maniera positiva dalla critica, La notte brava del soldato Jonathan fu recepito in maniera contrastante dal pubblico, che sul momento non lo premiò. Con il tempo, però, il film è divenuto un vero classico, indicativo di un epoca e di un modo di fare cinema oggi profondamente cambiati. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La notte brava del soldato Jonathan: la trama del film

La vicenda si svolge nel 1863, nel pieno della guerra di secessione americana. Protagonista è John McBurney, un caporale dell’Unione gravemente, il quale viene ritrovato gravemente ferito ad una gamba dalla giovane Amy. La ragazza, facente parte dell’educantato per giovani donne di Miss Martha Farnsworth, decide di portare l’uomo nella residenza dove vive insieme alle altre. Qui le donne iniziano a decidere cosa farne di quell’estraneo, ipotizzando di consegnarlo alle truppe confederate. La direttrice, tuttavia, propone per prima cosa di occuparsi di lui affinché si rimetta in sesto. Inizialmente, dunque, McBurney viene tenuto rinchiuso nell’aula di musica della scuola e tenuto sotto sorveglianza.

Ad occuparsi di lui vi sono soprattutto Edwina, l’insegnante che non ha avuto esperienze con gli uomini e che prende subito in simpatia il soldato, e Carol, una studentessa diciassettenne che non esita a fargli delle avance con aria esperta. Con il progressivo rimettersi in sesto di McBurney, questi viene sempre più accolto con benevolenza tra le donne, almeno finché ognuna delle presenti non inizia a sviluppare una forte attrazione per l’uomo. Con il complicarsi dei rapporti e la repressione sessuale sempre più difficile da contenere, McBurney capirà ben presto di essersi cacciato in una situazione molto più pericolosa della guerra, che lo porterà a dover fare molta attenzione se vuole rimanere vivo.

La notte brava del soldato Jonathan cast

La notte brava del soldato Jonathan: il cast del film

Come anticipato, ad intepretare il soldato John McBurney vi è l’attore Clint Eastwood, fino a quel momento noto principalemente per la Trilogia del Dollaro di Sergio Leone. Egli si dedicò molto alla costruzione di questo personaggio, convinto che fosse una buona occasione per dimostrare anche altre sue doti come attore. Accanto a lui, nel ruolo della direttrice Marta Farnsworth vi è l’attrice Geraldine Page, rinomata come una delle migliori interpreti della sua generazione. Proprio per via della sua fama, Eastwood era convinto che la Page non avrebbe trovato particolarmente interessante il lavorare con lui. Con sua sorpresa, tuttavia, l’attrice si disse essere una sua fan e lieta di poter recitare con lui.

Nel ruolo di Edwina Dabney, invece, si ritrova l’attrice Elizabeth Hartman, in quello che è uno dei suoi ultimi ruoli più significativi prima del suo togliersi la vita per depressione nel 1987. Nei panni della disinibita Carol vi è invece l’attrice Jo Ann Harris, con la quale Eastwood ebbe una fugace relazione nel corso della realizzazione del film. Ad interpretare la dodicenne Amy vi è Pamelyn Ferdin, che del film ha affermato di ricordare specialmente un bacio improvvisato datole da Eastwood, suggerito dal regista per ottenere una reazione di sorpresa più spontanea. Tra le altre attrici che completano il cast si ritrovano Mae Marcer nel ruolo della schiava Hallie, Darleen Carr nei panni di Doris e Melody Thomas Scott in quelli di Abigail.

La notte brava del soldato Jonathan: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La notte brava del soldato Jonathan grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 18 febbraio alle ore 23:15 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Sonic 2 – Il Film, ecco il poster del film con Jim Carrey

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Sonic 2 – Il Film, ecco il poster del film con Jim Carrey

Il porcospino blu più amato del mondo è tornato per una nuova e spettacolare avventura in SONIC 2 – IL FILM. Dopo essersi stabilito a Green Hills, Sonic non vede l’ora di dimostrare che ha tutto ciò che serve per essere un vero eroe. La nuova sfida non si fa attendere: il Dr. Robotnik è tornato con un nuovo alleato, Knuckles, che lo aiuterà nella ricerca di uno smeraldo che ha il potere di distruggere la civiltà. Con il suo nuovo compagno d’avventura Tails, Sonic intraprende un viaggio in giro per il mondo per trovare lo smeraldo prima che cada nelle mani sbagliate.

Diretto dai registi di The Fast and the Furious e Deadpool, SONIC 2- Il Film vede il ritorno di James Marsden, Ben Schwartz come voce di Sonic, Tika Sumpter, Natasha Rothwell, Adam Pally e Jim Carrey, con una new entry del calibro di Shemar Moore, e con Idris Elba come voce di Knuckles e Colleen O’Shaughnessey come voce di Tails.

Sonic 2 – Il Film

DIRETTO DA:
Jeff Fowler

SCENEGGIATURA DI:
Pat Casey & Josh Miller e John Whittington

STORIA DI:
Pat Casey e Josh Miller

Basato sul videogioco SEGA

PRODOTTO DA:
Neal H. Moritz, Toby Ascher, Toru Nakahara, Hitoshi Okuno

PRODOTTO ESECUTIVO DA:
Haruki Satomi, Yukio Sugino, Shuji Utsumi, Nan Morales, Tim Miller

CAST:
James Marsden, Ben Schwartz, Tika Sumpter, Natasha Rothwell, Adam Pally, Shemar Moore, Colleen O’Shaughnessey con Idris Elba e Jim Carrey