Il regista, sceneggiatore e
produttore australiano Baz Luhrmann parteciperà al
Festival
di Cannes 75 per presentare in anteprima mondiale il suo ultimo
film Elvis,
insieme ad Austin Butler,
Tom Hanks e Olivia DeJonge.
Oltre a Baz
Luhrmann e
Tom Hanks, il Festival di Cannes è
lieto di accogliere anche Austin Butler e
Olivia DeJonge nei panni di Elvis e Priscilla
Presley.
Il film esplora la vita e la musica
di Elvis Presley (Austin Butler), visto attraverso
il prisma della sua complicata relazione con il suo enigmatico
manager, il colonnello Tom Parker (Tom
Hanks). La storia approfondisce la complessa dinamica
tra Presley e Parker nell’arco di oltre 20 anni, dall’ascesa alla
fama di Presley alla sua celebrità senza precedenti, sullo sfondo
del panorama culturale in evoluzione e della perdita dell’innocenza
in America. Al centro di quel viaggio c’è una delle persone più
significative e influenti nella vita di Elvis, Priscilla Presley
(Olivia DeJonge).
Elvis di
Baz Luhrmann, prodotto da Bazmark e The Jackal
Group, uscirà in Nord America il 24 giugno 2022 e nel resto del
mondo dal 22 giugno 2022.
L’abbagliante regista Baz
Luhrmann ha fatto la storia al Festival di Cannes essendo
l’unico regista a mostrare due lungometraggi in apertura con
Moulin Rouge! nel 2001 in concorso e
Il grande Gatsby nel 2013. Nel 1992
fa scalpore alla 45a edizione del Festival con il suo primo film
Ballroom – Gara di ballo proiettato nella sezione
Un Certain Regard.
Il Festival di Cannes 75 si svolgerà
dal 17 al 28 maggio 2022.
Jacob Batalon
discute la possibilità che il suo personaggio, Ned Leeds, diventi
il malvagio Hobgoblin nei futuri film di
Spider-Man del MCU dopo gli eventi di
Spider-Man:
No Way Home.
L’originale Ned Leeds era in realtà
un rivale di Peter al Daily Bugle che gareggiava per l’affetto
della segretaria del giornale Betty Brant (nei film di Sam
Raimi, interpretata da Elizabeth Banks).
Questo Ned non era un compagno, ma una controparte violenta e
oscura. Leeds è stato uno dei tanti personaggi ad assumere il ruolo
del malvagio Hobgoblin; uno degli iconici nemici
dei fumetti di Spider-Man che è apparso regolarmente nei cartoni
animati degli anni ’90. Con Ned nel MCU che ora sta acquisendo abilità
soprannaturali e apprendendo la storia del multiverso, molti fan
della Marvel sono ansiosi di vedere se il
personaggio di Batalon alla fine indosserà il cappuccio e
l’aliante.
In un’intervista con Variety,
Batalon ha discusso la possibilità di una svolta malvagia del suo
personaggio. Quando gli è stato chiesto se la sua versione di Ned
potesse mai diventare l’Hobgoblin del MCU, l’attore ha dato una risposta
tipicamente segreta, illustrando quanto ha imparato dopo anni alla
Marvel.
“Da tutti i miei anni di lavoro
per la Marvel, sento di aver imparato a
non dire nulla. Non posso davvero parlare di cose e poi dire
qualcosa che potrebbe essere effettivamente vero e poi rovino
qualcosa, capisci cosa intendo?”
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU MORBIUS
Il fatto che l’Avvoltoio di Michael Keaton sia nella scena post-crediti di
Morbius ha
incuriosito il pubblico, ma Spider-Man: No Way
Home può spiegare uno dei punti principali che vengono
erroneamente considerati come un buco della trama.
I principali punti di discussione in
merito a Morbius
hanno riguardato il modo in cui il film con Jared Leto si inserisce nello Spider-Verse che
la Sony sta costruendo. Dal primo trailer all’uscita del film,
indizi si sono aggiunti al mistero dell’universo in cui era
ambientato Morbius, la più intrigante di queste anticipazioni è il
fatto che Michael Keaton è stato confermato nel
film, tanto che spunta pure in un trailer!
Dopo mesi di speculazioni, Morbius
ha finalmente rivelato come e perché l’Avvoltoio di Michael Keaton
era in Morbius. Attraverso due scene post-crediti, è stato mostrato
che Adrian Toomes è stato trasportato dalla sua cella di prigionia
nell’MCU a una prigione nell’universo di
Morbius come effetto collaterale della spaccatura del multiverso in
Spider-man: No Way Home. Questa scelta ha lasciato
confusi alcuni spettatori.
Uno dei punti interrogativi sulle
scene dopo i titoli di coda di Morbius è il motivo
per cui Avvoltoio, che alla fine di Spider-Man:
Homecoming aveva scelto di proteggere l’identità di
Spider-Man per un senso di rispetto e gratitudine nei confronti di
Peter Parker, ora sta provando a creare una squadra per distruggere
l’eroe.
Tuttavia, il finale di
No Way Home ha una spiegazione perfetta per
quell’apparentemente improvviso cambiamento di opinione di Toomes.
Grazie all’incantesimo del dottor Strange, il mondo intero si è
dimenticato dell’esistenza di Peter Parker, e questo include anche
Toomes. I ricordi del mondo legati a Spider-Man,
tuttavia, rimangono intatti, il che significa che Avvoltoio ricorda
solo un supereroe noto come Spider-Man che gli ha rovinato la vita
e ha distrutto i suoi redditizi affari, e non si rende conto che
dietro alla maschera c’è solo un ragazzo che era un amico di sua
figlia e che è arrivato persino a salvargli la vita.
Mentre l’incantesimo della memoria
di Doctor Strange risolve perfettamente
la questione del perché Avvoltoio stia ancora a caccia di
Spider-Man, non si può negare che Toomes dimenticandosi di Peter
Parker scateni un’interessante dinamica tra eroe e cattivo che era
stata creata in Homecoming.
Spider-Man e Avvoltoio sarebbero sempre stati in disaccordo tra
loro, qualunque cosa sarebbe accaduta, ma il buon cuore di Peter e
il suo legame con Liz significavano che non ci sarebbe stato mai
odio tra l’eroe e il cattivo, qualcosa di molto diverso rispetto al
suo rapporto con gli altri nemici di Spidey, come Goblin e Venom.
Tuttavia, la spaccatura tra Spider-Man e Toomes non ha più alcun
elemento personale, almeno dal punto di vista del cattivo, e il
nuovo Avvoltoio di Morbius rischia di perdere molto di ciò che lo
aveva reso così interessante in Homecoming.
Uno dei personaggi più enigmatici e
tormentati della Marvel, l’antieroe
Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato
dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e
pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia
destinato a subire la sua stessa sorte, il
Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che
inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio
potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.
Jared Leto è il protagonista dello
spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione
alla Sony, Morbius.
Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico
che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un
siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le
qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.
Matt Smith, Tyrese
Gibson, Adria Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà nelle
sale italiane il 31 marzo 2022. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.
Dopo la conferma che Bill Skarsgård sarà Eric Draven nel prossimo
adattamento de Il Corvo, arriva la notizia che FKA
Twigs entra a far parte del progetto che sarà il più
importante della sua carriera d’attrice (FKA Twigs
è una musicista, principalmente).
Dopo aver trascorso anni
nell’inferno dello sviluppo attraverso attori, registi,
sceneggiatori e società di produzione, il moderno adattamento della
graphic novel di James O’Barr su un uomo risorto
per avere vendetta sui suoi aguzzini, vedrà di nuovo la vita.
Ed Pressman, produttore del film del 1994 di
Alex Proyas, ha recentemente annunciato che un
nuovo cast e una nuova troupe per il reboot de Il
corvo sarebbero stati rivelati “nel prossimo futuro” e le
notizie stanno cominciando ad uscire.
Rupert
Sanders dirigerà il progetto dopo aver lavorato in
Biancaneve e il cacciatore e nel remake americano
del 2017 di Ghost in the Shell. Zach
Baylin ha scritto la sceneggiatura ed è un’interessante
scelta dopo la sua nomination all’Oscar per King
Richard. Pressman torna al franchise come produttore,
affiancato da Malcolm Gray (co-produttore di
21 Bridges), con una produzione da 50 milioni di
dollari (stimata) che dovrebbe iniziare a giugno a Praga e Monaco.
In particolare, il ruolo di Eric Draven andrà a Bill
Skarsgård dopo quasi un decennio di tentativi di revival
del personaggio.
Skarsgård cercherà di onorare il
personaggio, che ha immortalato la carriera sullo schermo del
defunto Brandon Lee, un essere quasi invincibile
in cerca di vendetta per la sua fidanzata. Nuovi report indicano
che la controparte di Skarsgård nel riavvio non sarà altro che
l’artista inglese FKA Twigs, che ha fatto
irruzione nell’industria cinematografica con il suo ruolo di
debutto in Honey Boy al fianco di Shia
LaBeouf. Nel nuovo film Il Corvo, la
fidanzata di Draven sarà un personaggio reinventato, con Twigs che
fungerà da co-protagonista in un ruolo più ampio, ma i dettagli non
sono ancora chiari.
Durante il suo tour promozionale
per il suo prossimo film, Sonic the Hedgehog 2, a Marsden è stata
posta una domanda che fa riferimento al suo background come
interprete di Ciclope.
Marsden risponde allegramente che sarebbe bello riportare
indietro il personaggio di 22 anni. Ma a domanda diretta sulla sua
eventuale presenza nel film, Marsden replica: “No… non lo
sono. Quindi non lo vedrò. [Ride] Voglio dire, sarebbe bello vedere
questi due mondi scontrarsi.”
La sceneggiatura di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
porterà la firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia arriverà al cinema il 4 maggio
2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e
avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel
dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Uscirà al cinema il 12
maggio distribuito da Notorious PicturesIo e
Lulù, la divertente ed emozionante commedia di e
con
Channing Tatum che racconta il toccante viaggio on the
road di Briggs (Channing
Tatum) e della sua cagnolina Lulù.
Il film, che segna l’esordio dietro
la macchina da presa del celebre attore hollywoodiano, è una vera e
propria dedica d’amore al suo cane, scomparso pochi anni fa. Ma è
anche la storia di una profonda amicizia fra un uomo e il suo
migliore amico e di un viaggio emozionante e divertente in cui due
caratteri difficili impareranno a conoscersi e ad amarsi.Un vero e
proprio road movie in cui si alternano toccanti momenti di incontro
e scontro ad esilaranti colpi di scena che porteranno i due
protagonisti verso la strada della felicità.
Una commedia romantica che si serve
della scelta stilistica dell’on the road anche per mostrare con una
certa verosimiglianza alcune delle contraddizioni della società
contemporanea americana e delle sue divisioni politiche. Storture
che, come ci mostra nel film la star di Magic Mike, potrebbero essere
superate attraverso una comprensione ed accettazione reciproca.
L’idea del film che Tatum ha prodotto e co-diretto con il suo
partner Reid Carolin con la loro casa di
produzione Free Association, nasce dal precedente
documentario War Dog: A Soldier’s Best
Friend, che i due avevano realizzato sempre assieme
per la HBO.
Quando Tatum si è trovato a perdere
il suo fedele amico di vecchia data in un momento difficile della
sua vita, ha sentito l’urgenza di esplorare e raccontare il
profondo legame che si crea fra un uomo e il suo cane attraverso il
mezzo cinematografico. Per questo, ha deciso di produrre, dirigere
ed interpretare il film che negli Stati Uniti ha avuto un grande
successo al botteghino.
Come ormai sappiamo, il live action
di Biancaneve in produzione presso la Disney,
adotterà un nuovo approccio alla storia del personaggio, concetto
ripreso da Rachel Zegler mentre parlava con AP
Entertainment sul tappeto rosso dei Grammy.
Con la produzione attualmente in
corso, Zegler ha anticipato come il film ha aggiornato la storia e
il personaggio di Biancaneve per un pubblico moderno. Ha dato un
merito speciale a Marc Webb, che secondo lei è
motivato a dare a sua figlia un eroe a cui fare riferimento. Zegler
ha detto:
“Beh, voglio dire, è un cartone
animato iconico, ha 85 anni e Marc Webb – il nostro regista – è
così dedito a creare un’eroina principessa per sua figlia. E adoro
davvero quel sentimento, e spero che venga ripreso per l’eternità
quando realizziamo versioni live-action di questi cartoni Disney in
cui le donne sono viste come un po’ inferiori ai personaggi
maschili. Penso solo che sia possibile essere una principessa e un
eroe, e mi piace essere entrambi.”
Quello che sappiamo su
Biancaneve
Biancaneve ha già
trovato le sue protagoniste, in quanto Rachel Zegler sarà la
protagonista e Gal Gadot
come la regina cattiva. Zegler è un’attrice emergente che
vedremo nel ruolo di Maria in West
Side Story di Steven Speilberg.
Gadot è meglio conosciuta per il suo ruolo di Diana Prince in
Wonder Woman. Il film sarà diretto da
Marc Webb (500 Giorni insieme, The Amazing Spider-Man 2) e
prodotto da Marc Platt (Dear Even Hanson,
La La
Land, Crudelia) e Russell Allen
(Il Re Leone, Jurassic World). Nuove canzoni di
Benj Pasek e Justin Paul
(The Greatest Showman, Dear Evan Hansen) saranno
presenti insieme alle tracce originali.
Jacob Batalon
interpreta Ned Leeds nel MCU e anche lui, come Tom
Holland, ha adorato lavorare, sul set di
Spider-Man:
No Way Home, con Tobey Maguire e Andrew Garfield e tutti i grandi attori che
hanno fatto parte del franchise dell’Uomo Ragno. Batalon era
entusiasta della sua esperienza e condivideva anche un po’ di amore
per gli altri interpreti di ritorno presenti nel film.
“È stato stupefacente. Erano
davvero fantastici, saggi e divertenti. Proprio come il più
divertente. Ogni giorno sembrava che non fosse reale. Sembrava che
stessimo vivendo il sogno condiviso, in un certo modo. Avere non
solo loro, ma avere Willem [Dafoe] e Jamie [Foxx] e Alfred
[Molina]. È stato letteralmente: è stato sicuramente
fantastico.”
Parlando in un’intervista al
Sunday Times,
Alexander Skarsgård si è lamentato del fatto di non
essere stato preso “sul serio” all’inizio della sua carriera.
Esprimendo rammarico per il fatto che alcuni dei suoi primi ruoli
sembravano caratterizzarlo in base al suo aspetto estetico,
Skarsgård ha detto di essere stato inserito in una cosiddetta
“lista grossi uomini sexy”. Ha aggiunto che la sua reputazione di
“un ragazzo che si toglie la maglietta” significava che ha perso le
offerte per personaggi con “profondità”.
“Dopo il mio primo lavoro ero in
una stupida ‘lista sexy hunky’ e la gente non mi prendeva sul
serio. Se vuoi personaggi con profondità ma sei stato etichettato
‘un tizio che si toglie la maglietta’, non riceverai le offerte che
ti aspetti”.
The
Northman, il nuovo film di Robert
Eggers, il regista del film horror acclamato dalla
critica, The Witch, ha potenzialmente
messo insieme un cast stellare per il suo nuovo progetto,
The
Northman, prodotto dalla New Regency.
La vincitrice dell’Oscar
Nicole Kidman,
Alexander Skarsgård, Anya Taylor-Joy di
The Witch, Bill Skarsgård,
Björk e il candidato all’Oscar Willem
Dafoe fanno parte del cast, prodotto da Lars
Knudsen (Hereditary, Midsommar).
The
Northman è descritto come una saga di
vendetta vichinga ambientata in Islanda all’inizio del X secolo.
Eggers ha scritto la sceneggiatura con il poeta e romanziere
islandese Sjón.
Presentato al Festival
di Cannes, The Lighthouse, con Dafoe
e Robert Pattinson, è invece il secondo film di
Eggers, che aspetta di essere ancora distribuito nel nostro paese.
Il film in bianco e nero è stato nominato miglior film alla
Settimana della critica e alla Quinzaine des Réalisateurs
di Cannes dalla Federazione internazionale dei critici
cinematografici.
Durante un’apparizione al Jimmy
Kimmel Live!, Hugh Jackman ha raccontato quale è stato il
momento in cui il ruolo di Wolverine lo ha salvato
dalla deportazione. In occasione della sua presenza al talk show,
ha rivelato di come una volta fosse stato detenuto in un aeroporto
mentre si recava in Canada, all’inizio delle riprese del primo film
degli X-Men.
Jackman, che non aveva ancora
ricevuto il visto di lavoro richiesto, ha vissuto un incontro
snervante in aeroporto quando è stato costretto a spiegare lo scopo
del suo viaggio nonostante fosse sprovvisto di visto. Un incidente
che apparentemente ha messo l’attore a rischio di perdere il suo
ruolo da protagonista. Hugh Jackman ha descritto l’incidente in
dettaglio:
“Era patetico. La guardia mi
dice: “Vai laggiù”. Ed era quella stanza… sai, tipo, la stanza. Non
vuoi essere in quella stanza. Quella stanza è brutta. E sono andato
lì dentro, e sono rimasto lì per tipo un’ora e mezza. E mi hanno
fatto aspettare. E sono andato a fare una telefonata. Quel ragazzo
mi intima “Lascia il telefono ora! Questa è una cosa seria! Non hai
diritti qui dentro! Non hai telefonate!” Ed io ero seduto lì a
dire: “Okay, prima di tutto, ho appena perso la più grande
occasione della mia vita.” “Andrò in prigione, e non so cosa fare
e…” Quindi, finalmente lui mi dice “Ascolta, probabilmente ti
rimanderemo su un aereo.”
E allora gli ho risposto:
“Ascolta, mi dispiace. È solo che… ho questa parte in questa
cosa,e loro non hanno ancora il mio visto”. E lui: “Qual
è questa cosa?” E io ho detto: “Beh, sono gli ‘X-Men’. È come un
fumetto”. Lui dice “Cosa? Bene, intendi come il cartone animato,
‘X-Men’?” E io dico: “Beh, no, ne stanno facendo una versione
live-action.” Lui dice: “Cosa?” E io ho detto: “Sì.” E lui: “Beh,
per cosa hai fatto l’audizione?” E io ho detto: “È un personaggio
chiamato Wolverine”. Lui ha risposto: “Cosa?!” E mi ha
letteralmente guardato, e poi ha semplicemente ha chiamato tutti i
suoi colleghi dice: “Ehi, Jimmy, sono con Wolverine! Questo è
Wolverine!” Onestamente, sono uscito di là con una scorta della
polizia, solo per farmi uscire. Questo ragazzo mi ha fatto firmare
autografi, tutto. Era un fan pazzo di “X-Men”. Questo è l’unico
motivo per cui sono riuscito a fare il film”.
Chissà cosa sarebbe accaduto se la
guardia aeroportuale non fosse stata un fan degli
X-Men!
Aaron Paul è uno di
quegli attori che ha contribuito allo sviluppo del cinema e delle
serie tv, grazie alla sue incredibili performance. L’attore, che ha
iniziato a recitare sin da giovanissimo, ha subito dimostrato di
avere un talento innato per la recitazione, entrando nel cuore
degli spettatori in beve tempo.
Ecco dieci cose da sapere su
Aaron Paul.
Aaron Paul: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attore inizia nel
2000, quando recita nel film Costi quel che costi, per poi
continuare in K-PAX – Da un altro mondo (2001),
Perfect Opposites (2004), Bad Girls (2005),
Mission: Impossible III (2006), Choking Man
(2006), Daydreamer (2007), Say Goodnight (2008) e
L’ultima casa a sinistra (2009). Tra i suoi ultimi lavori,
ci sono Smashed (2012), Annie Parker (2013),
Need for Speed (2014),
Non buttiamoci giù (2014), Exodus – Dei e re (2014),
Padri e figlie (2015),
Il diritto di uccidere (2015), Codice 999 (2016),
Una spia e mezzo
(2016), Welcome Home (2018), American Woman
(2018), Un’improbabile amicizia (2019) e El Camino –
Il film di Breaking Bad (2019).
2. Ha recitato in molte
serie tv. L’attore è principalmente conosciuto per aver
lavorato in numerosi progetti sul piccolo schermo. Infatti, per le
sue prime apparizioni nel mondo della recitazione, ha lavorato in
serie come Beverly Hills 90210 (1999), Melrose
Place (1999), The Division (2001), The
Guardian (2001), Giudice Amy (2001-2002) e CSI:
Miami (2003). In seguito, è apparso in Veronica Mars
(2005), Criminal Minds (2005), Bones
(2006), Big Love (2007-2011) e Breaking Bad (2008-2013), che lo ha consacrato. In
seguito ha recitato in The Path (2016-2018), Truth Be
Told (2019-2020) e Westworld – Dove tutto è concesso
(2020-in corso).
3. È anche doppiatore e
produttore. Nel corso della sua carriera, l’attore ha
svolto anche varie attività come quella del doppiatore. Infatti, ha
prestato la propria voce per i film Aiuto! Sono un pesce
(2000) e Kingsglaive: Final Fantasy XV (2016), oltre che
per la serie BoJack Horseman
(2014-in corso). Inoltre, in quanto produttore, ha lavorato alla
realizzazione dei film El Camino e Un’improbabile
amicizia (2019), ma anche delle serie The Path
(2016-2018) e BoJack Horseman.
Aaron Paul: chi è sua moglie
4. È sposato da qualche
anno. L’attore si è sposato il 26 maggio del 2013 con la
regista Lauren Corinne Parsekian dopo un anno di
fidanzamento. I due, infatti si erano conosciuti già qualche anno
prima al Coachella. La coppia ha anche avuto una figlia,
Story Annabelle, nata nel febbraio del 2018. Nel
dicembre del 2021, invece, hanno annunciato di essere in attesa di
un secondogenito. Prima di sposarsi e mettere su famiglia, l’attore
ha frequentato un paio di colleghe. Infatti, nel 2001 ha avuto una
relazione con Samaire Armstrong, mentre tra il
2009 e il 2010 ha avuto una storia con Jessica
Lowndes.
Aaron Paul è su Instagram
5. Ha un profilo molto
seguito. L’attore possiede un proprio account Instagram
che è seguito da qualcosa come 5,2 milioni di persone. Sulla sua
bacheca sono moltissime le foto che dedica alla sua attività
lavorativa, con dietro le quinte o post promozionali dei suoi
progetti. Diverse sono però anche le immagini dedicate a luoghi
visitati, attività svolte, momenti di svago passati insieme ad
amici, colleghi e alla famiglia.
Aaron Paul in BoJack Horseman
6. È uno dei doppiatori
della serie. Nella serie animata di NetflixBoJack Horseman l’attore ha dato
voce, dalla prima alla sesta stagione, al personaggio di Todd
Chavez. Questi è un ragazzo di 24 anni disoccupato che cinque anni
prima dell’inizio della serie si è imbucato a una festa a casa di
BoJack e non se ne è più andato. BoJack lo rimprovera e lo disdegna
continuamente ma segretamente tiene a lui, continuando a sabotare
ogni suo tentativo di diventare indipendente.
Aaron Paul in Breaking
Bad
7. Non sarebbe dovuto
esserci in tutta la serie. Il personaggio di Jesse
Pinkman, come ormai in molti sapranno, non era stato inizialmente
contemplato per rimanere in vita dopo il nono episodio. Il creatore
della serie, Vince Giligan, aveva infatti pensato
che la sua morte avrebbe contribuito ancor di più a spingere Walter
White nel baratro della malvagità. Tuttavia, poiché Gilligan rimase
particolarmente impressionato dalla performance di Paul, decise di
integrare il personaggio lungo tutta la serie.
8. Ha vinto diversi
premi. Grazie alla sua prova d’attore nella serie,
l’attore ha vinto ben 3 Emmy Award per il Miglior attore non
protagonista in una serie drammatica nel 2010, 2012 e 2014, oltre a
un Screen Actors Guild come Miglior Cast in una serie drammatica
nel 2014. In generale, si può dire che Breaking Bad abbia
permesso all’attore di fare incetta di riconoscimenti materiali e
non.
Aaron Paul: oggi
9. Ha diversi progetti
all’attivo. L’attore ha ad oggi una serie di nuovi
progetti tra le mani. Oltre a riprendere il ruolo di Caleb Nichols
per la quarta stagione di Westworld, egli ha infatti da
poco terminato le riprese del film Dual, un thriller di
fantascienza dove recita accanto a Karen Gillan.
Inoltre, i suoi fan potranno ritrovarlo anche nel podcast The
Coldesta Case, dove interpreta Billy Harney.
Aaron Paul: età e altezza
10. Aaron Paul è nato il 27
agosto del 1979a Emmett, nell’Idaho. La
sua altezza complessiva corrisponde a 173 centimetri.
Thor Odinson (Chris
Hemsworth) è un personaggio MCU estremamente popolare.
Creato per la Marvel Comics da Stan
Lee, Larry Lieber e Jack
Kirby, il figlio di Odino appare per la prima
volta nel 1962 in Journey into Mystery n.83. Dopo i
fumetti, il grande successo arriva con l’MCU. Thor è il
primo eroe del franchise ad ottenere un quarto film da solista.
Dopo i primi tre lungometraggi –
Thor (2011), v (2013), Ragnarok (2017) – i fan sono in trepidante attesa per
l’arrivo del quarto capitolo: Love and Thunder.
Non tutti hanno però la stessa opinione sui film con protagonista
Chris Hemsworth: su Reddit c’è chi ha
detto la sua ‘unpopular opinion’ sulla trilogia, trovando
sorprendentemente l’appoggio di altri utenti. Vediamo le teorie più
interessanti.
Hela è un cattivo con poca
personalità
Hela (Cate
Blanchett) è la primogenita di Odino: da sola, è più
forte dei suoi due fratelli, Thor e Loki, messi
insieme. È un personaggio essenziale nel terzo film della trilogia
e, per molti, Hela è un cattivo di tutto rispetto per il
finale di Thor: Ragnarok.
Per l’utente di Reddit Eterninox però,
”Hela è un cattivo alquanto anonimo”: essendo una Dea
della Morte, Hela avrebbe potuto fare qualcosa di più
potente e interessante rispetto a “creare un numero infinito
di armi”, potere che non la distingue troppo dagli altri
malvagi.
Troppa comicità in Thor:
Ragnarok
I primi due film di
Thor sono tutti incentrati sull’azione e usano
l’ironia solo in piccole dosi per sdrammatizzare le scene più
pesanti. Ciò non vale per il terzo film, che sembra quasi una
commedia. In realtà, molti fan hanno apprezzato questo cambio di
rotta: il racconto comico della storia di un eroe, in generale, è
piaciuta al pubblico.
Non mancano le eccezioni: l’utente
Reddit 283leis è
critico sulla comicità spinta di Ragnarok, dice che
l’umorismo è così forzato da non risultare più divertente. Non è
una teoria del tutto sbagliata: forse riempire le scene con
raffiche di battute non era il modo migliore per raccontare la
completa distruzione di Asgard.
Lady Sif e i tre guerrieri
meritavano più spazio
Gli amici di Thor,
Sif e i tre guerrieri Fandral,
Volstagg e Hogun sono personaggi di supporto
nella trilogia, ma faticano ad avere un posto nella mente dei fan
MCU, che preferiscono i
personaggi primari. In Ragnarok la loro presenza è
praticamente nulla: alcuni fan hanno espresso il loro dissenso per
questa scelta.
L’utente
CaptainMar-Vell92 afferma che Lady Sif è
“tristemente depotenziata in entrambi i film di
Thor, nonostante sia un personaggio importante nei
fumetti“. Da un lato, i tre guerrieri sono mostrati come i
fedeli compagni dell’eroe, dall’altro vengono sottoutilizzati per
l’intera trilogia. ”L’apice arriva con Thor: Ragnarok
quando tutti e tre finiscono per essere uccisi quasi
immediatamente.“
Thor: The Dark World
sarebbe stato un film migliore senza… la Terra!
Il secondo film della trilogia è
considerato dalla maggiorate dei fan come uno dei peggiori di tutto
l’MCU. C’è però chi non ne è
così convinto. Per l’utente iwannalynch ”Thor: The Dark Worldnon è
un film terribile, se si esclude la maggior parte delle scene
umane/sulla Terra.”
La parte del film ambientata su
Asgard è coinvolgente e punta a rendere il film
eccellente, ma quando la macchina da presa si allontana dal pianeta
e migra verso la Terra, la trama si fa meno interessante come anche
il cattivo da affrontare.
The Dark World e le
dinamiche tra Thor e Loki
Diversamente dall’opinione generale
dei fan, la relazione tra Thor e Loki è a
dir poco complicata: dalla lealtà si passa al tradimento, quasi in
modo ciclico. Il rapporto tra i fratelli non è costante in
tutto l’MCU. Non a
caso, c’è chi crede che le dinamiche tra i due siano molto diverse
a seconda del film in cui si trovano.
Per esempio, l’utente di Reddit
Optimal_Cry_1782 scrive
che “le interazioni tra Thor e Loki sono
spettacolari e sincere“. In
The Dark Worldi fratelli si uniscono con un
obiettivo comune e, anche se Loki spesso ruba la
scena durante il film, la relazione tra i fratelli è sana e
positiva.
Thor non è un personaggio
interessante nel primo film
In linea di massima, tutti i fan
sono d’accordo sul primo film della trilogia: tutti
amano Thor (2011) perché è il lungometraggio che
introduce il potente eroe dei fumetti nell’MCU.
Per l’utente TheSolarElite però
non è così. Egli ritiene che il film del 2011 sia tra i peggiori
della Marvel per diversi motivi:
il principale è l’eroe protagonista. L’arroganza non ha convinto
TheSolarElite: “Thor stesso è super antipatico e non l’ho mai
percepito come qualcuno per cui fare il tifo né tantomeno come
qualcuno che merita di avere un film tutto suo.”
Thor e Jane non sono una bella
coppia
Quando viene esiliato sulla
Terra, Thor s’innamora di un’umana: Jane
Foster. Per la maggior parte dei fan i due sono una coppia
degna come le altre nell’MCU,
ma non tutti condividono tale opinione.
L’utente Reddit Oripaa sostiene che
“la relazione Thor e Jane è
inutile. Non fanno nulla che dimostri l’amore o
l’interesse reciproco.” La relazione tra Jane e
Thor sembra troppo forzata e per alcuni è solo un elemento
necessario per istituire l’amore di Thor per il
pianeta.
Thor doveva innamorarsi di Lady
Sif
Lady Sif è una dea e
un guerriero feroce. I fan MCU amano Lady Sif nei panni
della fedele amica e compagna di lotta di Thor e
accettano che sia Jane Foster l’interesse amoroso
dell’eroe. Ma, come detto sopra, non tutti amano questa relazione
tra l’umana e la divinità.
L’utente di Reddit Beaglers dice
che “se l’interesse amoroso di
Thor fosse invece Lady Sif, la storia
scorrerebbe molto meglio.” D’altronde, Lady Sif
è una combattente e si adatterebbe alla trama meglio di
Jane: potrebbe avere una parte più consistente nelle
battaglie portando i film a passare più tempo
su Asgard che sulla Terra.
Il funerale di Frigga è tra le
scene migliori dell’MCU
Come abbiamo già
detto, Thor: The Dark World è uno dei film
MCU meno amati dai fan,
che sono rimasti delusi sia dalla trama che dai personaggi. In
realtà, per l’utente hentendo c’è una
scena del film particolarmente impressionante. Egli scrive:
“la scena del funerale di Frigga e degli
Asgardiani caduti in battaglia è, ai miei occhi, la
scena più bella vista nell’MCU. La musica, le
immagini e l’emozione suscitata sono semplicemente
incredibili.”
Dalla musica straordinariamente
bella alle immagini mozzafiato, il funerale di Frigga è
una scena quasi salvifica per Thor: The Dark World.
Inoltre, il dolore di Loki perché non riesce a
partecipare al funerale della sua amata madre, rende la scena molto
più emotiva.
Il film Ragnarok ha
rovinato il personaggio di Thor
Diversamente da The Dark
World,Thor:
Ragnarok è considerato il film migliore della trilogia ,
con valutazioni più alte rispetto ai primi due sia su
IMDb che su Rotten Tomatoes.
Nonostante ciò, c’è chi esprime dissenso per il terzo film della
trilogia.
L’utente Reddit LowkeyZut crede
che negli altri film Thor “è un personaggio
riconoscibile con una grande evoluzione“, mentre Ragnarok
lo ha reso ”comico e cringe“. I più autentici fan di
Thor sono abituati alla versione originale,
quella che Tony Stark ha scherzosamente definito
”shakespeariana”. Anche se la versione sciocca dell’eroe è accolta
dalla maggior parte dei fan, alcuni preferiscono tutt’ora quella
più seria (e credibile).
Dal 25 marzo, su Netflix
è possibile vedere la
seconda stagione di Bridgerton,
il period drama americano tratto dai romanzi di Julia
Quinn. Anche nel capitolo due – incentrato sul figlio
maggiore Anthony e sulla sua ricerca di una sposa –
permane il romanticismo che ha fatto innamorare i fan nella
prima stagione.
La travolgente storia d’amore di
Anthony, le vivaci manifestazioni di passione e desiderio,
i momenti di succoso drama e la crescita del protagonista
rendono Bridgerton 2 uno show ricco di momenti
romantici memorabili. Vediamo le scene migliori!
Anthony rivela sé stesso
Nell’episodio due della seconda
stagione di Bridgerton,
Anthony, in un monologo particolarmente poetico, rivela i
suoi difetti a Edwina. Anthony ammette di non
poter essere il marito più affettuoso e appassionato, ma dice di
essere disposto a prendersi cura per sempre di Edwina e ad
adempiere ai tutti i doveri nei suoi confronti.
Dal punto di vista di lei, il
momento è particolarmente romantico: Anthony si mostra
disposto a rischiare la sua posizione come pretendente in nome
dell’onestà. Forse l’onestà non è una delle qualità più romantiche
ed affascinanti, ma un uomo pronto a tutto per una donna mostra
dignità e rispetto.
Anthony e Kate in mezzo al
bosco
In Bridgerton 2 in
effetti, Kate e Anthony hanno speso
parecchio tempo in mezzo ai boschi. Qui, non sono mancati i momenti
romantici tra i due. In particolare, c’è una scena in cui i
due si trovano molto vicini durante una spedizione di caccia.
Dopo essersi separati dal resto
della squadra, Anthony cinge con le sue braccia
Kate per insegnarle come usare correttamente il suo
fucile. Il momento è romantico a causa della chimica che si genera
nella coppia: i due personaggi si scambiano poche parole, ma
linguaggio del corpo lascia intuire il desiderio e la passione
forte e viva che li avvolge.
Re Giorgio e la Regina Charlotte
al matrimonio
C’è un momento romantico e
malinconico in Bridgerton 2.
Durante il matrimonio tra Edwina e Anthony,
Re Giorgio, affetto da una forma di demenza, è convinto di
essere alle nozze tra lui e Regina Charlotte.
Giorgio, entusiasta,
spiega alla moglie quanto sia contento di sposarla. La scena
dolce-amara crea un momento raro in televisione che mostra un tipo
di romanticismo duraturo. I creatori di Bridgerton hanno
fatto un ottimo lavoro nel mostrare l’amore nelle sue vesti più
mature, gentili e dolci.
Eloise e Theo si dichiarano
Eloise è il personaggio
jolly della seconda stagione di Bridgerton.
Nonostante il disprezzo del personaggio per l’amore e per il
romanticismo, in questa stagione Eloise non solo si
innamora, ma addirittura fa una dichiarazione. L’oggetto del suo
desiderio è l’apprendista della tipografia locale,
Theo.
La confessione dell’amore tra i due
è un momento particolarmente romantico. La coppia è perfettamente
bilanciata: Theo permette ad Eloise di mantenere
la sua indipendenza e la sua natura ribelle, facendole però
scoprire le meraviglie e la magia del primo amore.
Il primo ballo tra Anthony e
Kate
Anthony e Kate
ballano insieme più di una volta, ma c’è una scena che è
particolarmente romantica tra i due. Il ballo più dolce di Bridgerton 2 è il primo tra Anthony e
Kate: è Edwina a suggerirlo, rendendo il tutto
carico di tensione amorosa e passione repressa.
Come nella scena del bosco, anche
qui i due parlano poco, ma i delicati tocchi e la chimica evidente
tradiscono i loro sentimenti tenuti segreti. Inoltre, le cover
strumentali di Bridgerton sono
sempre posizionate strategicamente: l’interpretazione di
“Dancing on My Own” sullo sfondo della scena aumenta la
tensione e conferma la teoria per cui questo sia il ballo più
romantico di tutta stagione.
Anthony ha una visione di Kate al
matrimonio
Un momento ugualmente d e
straziante (a seconda della coppia per cui parteggiate):
quando Anthony sta per recitare i suoi voti a
Edwina, ha una visione di Kate al posto della sua
sposa.
Nella visione, Kate
indossa il vestito da sposa di Edwina e sta in piedi
davanti all’altare. Pensando al successivo fidanzamento tra
Anthony e Kate, la visione è un momento romantico
perché Anthony finalmente realizza cosa (o meglio,
chi) vuole. Non è immediatamente una scena dolce ma diventa tale
nel corso di Bridgerton 2.
Eloise e Theo indagano su Lady
Whistledown
C’è una
scena d’amore quasi platonico tra Eloise e
Theo. Dopo l’ennesimo litigio, in Bridgerton2Theo aiuta ancora una volta
Eloise nella ricerca dell’identità di Lady
Whistledown. Nonostante la discussione, Eloise ha il coraggio
di chiedere al tipografo una mano con l’interpretazione dei
manoscritti.
Theo mette da parte il
rancore e amichevolmente aiuta Eloise. Questo momento è
romantico perché, anche se sono chiaramente infatuati l’uno
dell’altro, è la amicizia così forte tra i due che consolida il
romanticismo e rende momenti come questo estremamente teneri.
Il bacio nella cappella tra
Anthony e Kate
Dopo il tragico annuncio di
Edwina e l’abbandono delle sue stesse nozze, la tensione
romantica si sposta su una nuova coppia. Anthony e
Kate, rimasti soli nella cappella nuziale, possono
finalmente tirare fuori la loro passione.
I due si scambiano un lungo e
appassionato bacio, dolce perché ora non c’è più nessun ostacolo a
separarli. La combinazione tra la cappella vuota del
matrimonio, la tensione emotiva e la musica di sottofondo rende la
scena l’apice romantico di Bridgerton 2.
La prima proposta di Anthony a
Kate…
Dopo un incontro al chiaro di luna,
Anthony fa visita a Kate per farle una proposta.
Prima si dichiara e poi le chiede di sposarsi con l’anello di sua
madre. Nonostante il momento sia leggermente guastato dal
precedente fiasco del matrimonio di Bridgerton/Sharma,
la dichiarazione d’amore e l’intenzione di Anthony sono
perfettamente bilanciate. Il momento è reso ancora più romantico
dalle parole di Anthony, che le
promette una vita di momenti più dolci a venire.
…E l’ultima dichiarazione tra
Anthony e Kate
È solo nell’episodio finale che
Kate è pronta a riconoscere fino in fondo i suoi
sentimenti verso Anthony. Dopo che si scambiano le loro
dichiarazioni, finalmente l’amore tra i due può sbocciare.
Il dialogo dei personaggi in questa
scena è molto simile alla sequenza finale di Orgoglio e
pregiudizio del 2005: è piena di rassicurazioni sentite di
affetto. Questo momento di Bridgerton2, oltre ad essere romantico, è distensivo perché
permette di rilasciare la tensione che i due personaggi avevano
trattenuto per tutta la stagione.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, Il muto di
Gallura, il nuovo film di Matteo Fresi.
Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle proiezioni di
Aprile:
NAPOLI (Modernissimo)
Giovedì 7 – 10 biglietti
Venerdì 8 – 10 biglietti
Sabato 9 – 20 biglietti
Domenica 10 – 20 biglietti
Lunedì 11 – 10 biglietti
Martedì 12 – 10 biglietti
Mercoledì 13 – 10 biglietti
BOLOGNA (Lumiere)
Giovedì 7 – 10 biglietti
Venerdì 8 – 10 biglietti
Sabato 9 – 10 biglietti
Domenica 10 – 20 biglietti
Lunedì 11 – 10 biglietti
Martedì 12 – 10 biglietti
Mercoledì 13 – 10 biglietti
I biglietti saranno validi per
qualsiasi spettacolo indicato e potranno essere richiesti, fino ad
esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno
specificati il giorno in cui si intende utilizzare
i biglietti e un secondo giorno alternativo nel
caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.
È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità ed al Green Pass.
Apple ha svelato
oggi le prime immagini e la data d’uscita di Black Bird, un
thriller psicologico ricco di suspense, sviluppato e prodotto da
Dennis Lehane. La serie, composta da sei episodi è
ispirato a fatti reali ed è adattata dal libro di memorie sul
crimine “In With The Devil: A Fallen Hero, A Serial Killer, and A
Dangerous Bargain for Redemption” scritto da James Keene e Hillel
Levin.
Black Bird: quando esce!
Black Bird uscirà
il prossimo 8 luglio 2022 su Apple
TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo
episodio settimanale, ogni venerdì.
Black Bird: trama e cast
La serie racconta di quando a Jimmy
Keene (Taron
Egerton) – ex star del football negli anni del liceo,
figlio di un poliziotto decorato e diventato uno spacciatore
condannato a scontare 10 anni in carcere – viene data un’ultima
possibilità: entrare in un carcere di massima sicurezza dove sono
rinchiusi dei pazzi criminali e fare amicizia con il sospettato
serial killer Larry Hall (Paul Walter Hauser), oppure restare dove
si trova e scontare la pena intera, senza possibilità di libertà
condizionale. Jimmy si rende presto conto che la sua unica via
d’uscita è ottenere da Larry una confessione e scoprire dove sono
sepolti i corpi delle diverse ragazze uccise, prima che l’appello
di Hall vada a buon fine. Ma questo sospetto assassino sta dicendo
la verità o è solo un’altra invenzione di un bugiardo seriale?
Questa storia drammatica e avvincente sovverte il genere crime
avvalendosi dell’aiuto delle stesse persone messe dietro le sbarre
per risolvere i misteri.
In Black Bird protagonisti sono
Taron Egertonnel ruolo di James
Keene, Paul Walter Hauser nel ruolo di Larry Hall,
Ray Liottanel ruolo di
James “Big Jim” Keene,Greg Kinnear nel ruolo di
Brian Miller e Sepideh Moafi nel ruolo di Lauren
McCauley.
Black Bird è sviluppato e prodotto
da Dennis Lehane. I primi tre episodi sono diretti dal candidato
all’Oscar Michaël R. Roskam (“Bullhead – La vincente ascesa di
Jacky”. “Chi è senza colpa – The Drop”), che è anche produttore
esecutivo. Dennis Lehane, Taron Egerton e Michaël R. Roskam sono i
produttori esecutivi insieme a Richard Plepler per conto della sua
EDEN Productions; Bradley Thomas, Dan Friedkin e Ryan Friedkin sono
i produttori esecutivi di Imperative Entertainment; Alexandra
Milchan e Scott Lambert sono i produttori esecutivi della EMJAG
Productions; anche Kary Antholis è produttore esecutivo, insieme
all’autore del libro James Keene. Alla regia anche Jim McKay e Joe
Chappelle. La serie limitata è prodotta per Apple
TV+ da Apple Studios.
Da quando Harry Potter è
arrivato sul grande schermo sono numerosi i film e le saghe per
ragazzi che si sono susseguite, con più o meno fortuna, apportando
sempre qualcosa di nuovo ad un panorama sempre più florido. In
questo filone si inserisce anche Ender’s
Game, diretto dal regista Gavin
Hood nel 2013 e basato sul romanzo Il gioco di
Ender, scritto nel 1985 da OrsonScott Card. Di genere fantascientifico, il film si
concentra su un giovane protagonista intento ad addestrarsi per
diventare una letale macchina da guerra in uno scontro tra specie
diverse.
Dal romanzo di Card è in seguito
nato un fortunato ciclo letterario, noto come Ciclo di Ender,
attraverso cui si esplorano diversi punti di vista e storie del
grande universo narrativo ideato dallo scrittore. Divenuto un
romanzo fondamentale per i ragazzi, Il gioco di Ender gode
da sempre di grande popolarità, cosa che lo ha infine portato ad
entrare nelle attenzioni degli studios cinematografici. Per anni,
tuttavia, Card si è opposto ad una trasposizione del suo libro,
salvo poi occuparsi personalmente della realizzazione di ciò.
Con l’acquisizione dei diritti sul
romanzo, Ender’s Game può finalmente prendere forma,
arrivando infine in sala nell’autunno del 2013. Qui il film si è
affermato come un discreto successo, guadagnando circa 125 milioni
di dollari a fronte di un budget di 110. Con un risultato non
entusiasmante di questo tipo, il futuro della saga è ancora
incerto, anche se i fan di questa hanno più volte chiesto a gran
voce di poter vedere nuovi film dedicati al Ciclo. Proseguendo qui
nella lettura sarà intanto possibile scoprire le principali
curiosità legate al primo film, dalla trama al cast di attori.
Ender’s Game: la trama del
film
La storia del film, ambientata in un
prossimo apocalittico futuro, vede la Terra attaccata da una razza
aliena ostile, i Formics, la quale ha ucciso in breve tempo milioni
di persone. Se non fosse per le gesta eroiche del Gran Mazer di
nome Rackham, il quale si sacrificò distruggendo
l’astronave madre degli alieni, tutto sarebbe stato perduto già da
molto tempo. Cinquant’anni dopo tale vittoria, l’umanità si prepara
ad un eventuale contrattacco nemico, e per essere sicura di avere
possibilità di sopravvivenza addestra una serie di bambini dotati
all’arte della guerra. Formare un nuovo esercito è infatti quanto
mai indispensabile.
Ad occuparsi della cosa è il
colonello Hyrum Graff, il quale nel reclutare i
vari ragazzi spera di trovare il nuovo Mazer Rackham. Attraverso
una dura selezione, composta da vari livelli e prove, egli ricerca
infatti i migliori talenti per assicurare la vittoria del proprio
pianeta. Ad eccellere sopra tutti è il giovane Ender
Wiggins, il quale manifesta un insuperabile connubio tra
intelligenza, empatia, e doti strategiche. Individuato per le sue
doti, egli viene nominato capitano della sua squadra, e avrà a
disposizione un tempo limitato per assicurarsi che tutto sia pronto
in vista della battaglia. Nel momento in cui questa si presenta,
però, non è affatto come Enders se l’aspettava.
Ender’s Game: il cast del
film
Per dare vita al film, sono stati
coinvolti alcuni tra i maggio interpreti di Hollywood, come anche
delle giovani promesse della recitazione. Ad interpretare Ender, il
giovane protagonista, è l’attore Asa
Butterfield, divenuto celebre grazie al film Hugo
Cabret e oggi impegnato nella serie NetflixSex
Education. Per prepararsi al ruolo, egli dovette allenarsi
in diverse discipline di combattimento, come anche partecipare ad
un addestramento per astronauti, dove si è dovuto misurare con
prove a gravità zero. Accanto a lui, nel ruolo della sorella minore
Valentine, vi è l’attrice Abigail
Breslin, diventata celebre per il film Little Miss
Sunshine. Hailee
Steinfeld, invece, è Petra Arkanian, un altro cadetto
che si unirà a Ender nel suo addestramento.
Nel film sono poi presenti attori
premi Oscar del calibro diViola
Davis nei panni della psicologa Gwen Anderson, e
Ben
Kingsley in quelli del leggendario capitano Mazer
Rackham. Per dar vita a questo, l’attore si è dovuto
quotidianamente sottoporre a diverse ore di trucco per farsi
applicare sul viso i tatuaggi tipici della tradizione Tā moko.
Infine, nel ruolo del colonnello Hyrum Graff, mentore di Ender, vi
è Harrison
Ford. L’attore, che si è dichiarato particolarmente
entusiasta di partecipare ad una storia di questo genere, ha
descritto il suo personaggio come un misto di ombra e luce, essendo
egli tanto una figura paterna quanto un controverso manipolatore.
La sua interpretazione è stata poi particolarmente apprezzata, e
gli ha fatto guadagnare una nomination come non protagonista ai
Saturn Award.
Ender’s Game: il sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Considerato l’ampio universo
narrativo ideato da Card, era lecito aspettarsi la formazione di
una vera e propria saga cinematografica relativa al Ciclo di Ender.
I piani dei produttori erano infatti quelli di dar subito vita ad
un secondo film. Il romanzo da cui trarre spunto per questo sarebbe
dovuto essere Speaker for the Dead, secondo libro del
Ciclo. Tuttavia, dato il non entusiasmante risultato al box office
il progetto si trova momentaneamente in stand-by. Con l’uscita nel
2017 del nuovo romanzo Children of the Fleet, si pensò che
adattare questo potesse risultare di maggior attrattiva per gli
spettatori. Tuttavia, ad oggi, non vi sono ancora notizie
ufficiali, se non che la saga potrebbe in realtà proseguire sotto
forma di serie televisiva.
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Ender’s Game è infatti
disponibile nel catalogo di Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì
11 aprile alle ore 21:40 sul canale
Nove.
Dall’uscita di The Batman, il film di Matt
Reeves con Robert Pattinson nei panni del Crociato
Incappucciato, i fan della DC non hanno potuto smettere di
parlarne. Dibattiti sull’espansione dell’universo si sono
alimentati ancora di più, dopo che è stata resa disponibile la
scena eliminata con il Joker di Barry Keoghan.
Sembra che i fan non riescano a
smettere di confrontare il film di Matt Reeves con
la trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher
Nolan, comparando la nuova interpretazione di Pattinson alla grandiosa e precedente
iterazione di Bale, tenendo in considerazione anche le
novità dell’approccio di Reeves. Infatti, mentre l’adattamento di
Nolan è sicuramente il preferito dalla community dei fumetti e dai
fan della DC, ci sono stati alcune caratteristiche di
The
Batman che hanno notevolmente impressionato gli
spettatori.
La Batmobile
La Batmobile di
Chris Bale era basata sul design di un carro
armato e non ricordava affatto un’auto media; d’altra parte, la
Batmobile di Pattinson è una Dodge Charger
rimodellata che, stando a quanto ha detto Matt
Reeves, voleva avesse un aspetto intimidatorio.
Probabilmente la cosa migliore della
Batmobile di Bale nella Trilogia del
Cavaliere Oscuro è che può convertirsi in moto in pochi
secondi. Tuttavia, non c’è dubbio che la Batmobile
di Pattinson ha stupito i fan quando l’hanno vista per la prima
volta perché non solo sembra a prova di proiettile, ma anche ben
accessoriata a livello tecnologico e parecchio veloce.
La tecnica di volo
Mentre il Batman di
Pattinson è un “pilota” più realistico, il
Batman di Bale ha uno stile di volo molto più cool.
Quando ha bisogno di volare, la tuta di Batman di Pattinson si
trasforma in una tuta da paracadutista ed è certamente molto più
credibile, tuttavia, è difficile da manovrare per lui, il che rende
il suo volo impreciso e irregolare, e provoca un atterraggio
brusco.
D’altra parte, il Batman di Bale
aveva delle ali in stile aliante attaccate alla sua tuta che lo
facevano sembrare letteralmente un pipistrello quando si librava
nello skyline di Hong Kong in The Dark Knight.
Il simbolo del pipistrello sulla
tuta
Il simbolo del pipistrello di
Pattinson sulla sua tuta non solo è più
marcato ed evidenziato rispetto a quello di Bale, ma può anche essere estratto dalla
tutta, per usarlo come una specie di arma tagliente, come un
Batarang in sostanza. Infatti, nel film di Reeves Batman se ne
serve verso la fine del terzo atto per tagliare un cavo.
D’altra parte, il simbolo del
pipistrello sulla tuta di Bale era unicamente funzionale a scopi
estetici ma, senza dubbio, è stato progettato con grande cura, e il
risultato è stato molto più elegante delle precedenti
rappresentazioni della tuta di Batman in live-action.
Il “creatore” di gadget
Lucius Fox è
uno dei personaggi più memorabili della trilogia del Cavaliere
Oscuro, interpretato da Morgan Freeman. Egli ha
ideato, progettato e creato tutti i gadget usati dal Batman di
Christian Bale.
D’altra parte, nel film The Batman, è invece proprio Bruce/Batman a
creare i suoi gadget. Considerando che questo è il suo secondo anno
di servizio come Batman, questo potrebbe essere un motivo per cui i
suoi gadget high-tech sono fondamentalmente meno cool di
quelli di Bale, ma sarebbe interessante vedere cosa sarebbe capace
di progettare in maniera autonoma prima di finire a reclutare
Fox, mettendo così in luce la sua arguzia e creatività.
La Maschera
Le loro maschere differiscono quasi
completamente: quella del Batman di Christian Bale copriva gran parte del suo
viso, lasciando solo la bocca e un po’ del mento esposti. Invece,
la maschera di Pattinson lascia quasi tutta la metà inferiore
del viso esposta, le guance, la bocca e il mento scoperti.
La maschera di Bale ha anche un
aspetto decisamente più elegante di quella di Pattinson: sembrava
fosse stata modellata per adattarsi perfettamente al volto
dell’attore, mentre nella maschera di Pattinson le cuciture sono
ben visibili, sembra fatta di pelle e ha un aspetto
artigianale.
La vita sociale
Batman, nonostante
sia un miliardario, non si preoccupa molto di socializzare.
Tuttavia, il Bruce Wayne di Christian Bale ha fatto qualche apparizione in
ambienti sociali, almeno nei primi due film, soprattutto nei panni
di Batman, più che altro per rafforzare la sua percezione comune
come eroe. Questo lo aiutava anche a mantenere segreta la sua vita
da supereroe, perché nessun media di Gotham era in grado di capire
chi si potesse celare dietro la maschera.
Tuttavia, il Batman di Robert Pattinson mostra un carattere ancor più
introverso, la luce del giorno gli ferisce gli occhi, sia
metaforicamente che in senso letterale. Difatti, quando arriva al
funerale del sindaco, la maggior parte dei presenti è scioccata nel
vedere il famoso Bruce Wayne dal vivo e questa è
l’unica volta in tutto il film che fa un’apparizione pubblica come
Bruce Wayne.
Il Batarang
Anche se entrambi i
Batman non hanno quasi mai usato l’arma iconica di
Batman, ovvero il Batarang, gli accessori di cui si sono dotati
i due eroi differiscono nettamente; intanto, nella Trilogia del
Cavaliere Oscuro, Batman usa occasionalmente i suoi affilati
Batarang di metallo, mentre in The Batman di Matt Reeves, questi non appaiono
quasi mai.
È interessante notare che, come
abbiamo già riportato prima, l’emblema della Batsuit di
Pattinson può essere usato proprio come un
Batarang: è costituito dai pezzi della pistola che ha ucciso i suoi
genitori, quindi ha un significato intrinseco, tuttavia, ciò
significa che è l’unica arma di cui può dotarsi al momento; il
Batman di Bale, invece, possedeva un sacco di piccoli Batarang,
adibiti a più scopi.
Abilità di combattimento
Il Batman di Robert Pattinson ha sicuramente migliori
abilità di combattimento rispetto al Batman di Bale, ed è sembrato molto più agile mentre
lottava. Da parte sua, il Batman di Bale poteva contare su un
migliore equipaggiamento ma, nel complesso, era piuttosto scialbo
durante i combattimenti.
Tuttavia, questo potrebbe essere
attribuito al fatto che il film di Matt Reeves presenta un livello
delle coreografie d’azione di lunga migliore e più elaborato
rispetto ai film di Nolan. Anche le scene di combattimento nel suo
film sono state girate in maniera decisamente più accurata, grazie
alla migliore tecnologia disponibile attualmente.
La voce di Batman
La versione di Batman di Christian Bale è notoriamente famosa per il
tono di voce che l’attore ha conferito al personaggio,
differenziandola rispetto alla sua voce abituale. Ha utilizzato un
baritono più profondo per sviluppare la sua voce da Batman,
rendendola più burbera e ruvida, e molti fan si sono lamentati del
fatto che questa scelta tecnica rendesse difficilmente
comprensibile il suo parlato.
Invece, Pattinson non ha realmente modificato il suo
tono di voce per interpretare Batman; le modifiche
più sostanziali che ha apportato, riguardano la parlata più lenta e
cadenzata che l’attore ha voluto attribuire al personaggio, ma per
nulla profonda e roca come quella di Bale.
Il personaggio di Bruce Wayne
Una
delle più grandi differenze tra i due ritratti di
Batman risiede nella personalità dei “loro”
Bruce Wayne: per cominciare, il Bruce Wayne e il
Batman di Pattinson sono molto simili, non c’é quasi
nessuna distinzione o frattura tra persona ed eroe, sono entrambi
esseri umani oscuri, tetri e cupi.
Il Bruce Wayne di Christian Bale, invece, è nettamente diverso
dal suo Batman: è affascinante, indossa abiti costosi e su misura,
frequenta top model e guida costose auto sportive: questo è stato
uno degli aspetti della trilogia di Nolan che i fan hanno
maggiormente apprezzato, poiché ha concesso di osservare lati
completamente diversi della stessa persona. Ecco perché
molti preferiscono l’affascinante Bruce Wayne di Bale al Bruce
Wayne oscuro di Pattinson.
Con le sue opere migliori, il
regista texano Richard
Linklater è andato alla ricerca del valore del tempo,
esplorandolo attraverso le parti “noiose” della vita ma nelle quali
ha dimostrato nascondersi momenti tanto significativi quanto capaci
di definire l’esistenza. Dopo aver realizzato il poco riuscito
Che fine ha fatto
Bernadette?, Linklater è dunque tornato su tale tema con
Apollo 10½: A Space Age Childhood. Si
tratta del suo terzo film animato dopo Waking Life e A
Scanner Darkly, nonché di uno dei suoi progetti più personali
tra quelli realizzati sino ad oggi.
Ideato già nel 2004, mentre era
impegnato nella lavorazione di Boyhood, il film
combina elementi autobiografici con una storia di fantasia,
lasciando emergere tutto l’amore per un’epoca, le sue meraviglie ma
anche i suoi aspetti più cupi. Apollo 10½ si svolge
infatti in un momento decisivo per gli Stati Uniti e per il mondo,
ovvero il finire degli anni Sessanta. In un sobborgo della fervida
Houston di quel tempo vive il giovane Stanley
(interpretato da Milo Coy), un bambino che si
vedrà scelto per essere il primo “uomo” a mettere piede sulla
luna.
La NASA ha infatti erroneamente
costruito un modulo lunare a misura di bambino e Stanley è il
designato a compiere tale delicata missione, naturalmente con la
massima riservatezza. A narrare tale avventura vi è la voce
dell’adulto Stanley (che in lingua originale ha l’inconfondibile
verve di Jack Black), il
quale offre però allo stesso tempo una nostalgica panoramica sulla
vita di quel tempo e in particolare su cosa significasse essere
giovani in quegli anni tanto densi di eventi e novità, con la
certezza che quanto avveniva avrebbe cambiato per sempre ogni
cosa.
Un’infanzia nell’era spaziale
Il sottotitolo del film, A Space
Age Childhood, non può che richiamare quello che è il
capolavoro di Linklater, ovvero il già citato Boyhood.
Girato nell’arco di dodici anni, quel film presentava con estrema
precisione il percorso di crescita di un bambino tipo, dalle
classiche tappe valide per tutti sino alle specificità date dal
contesto politico, sociale e culturale. Con questo suo nuovo
lungometraggio, Linklater si concentra su un tempo più ristretto ma
estremamente specifico, attingendo a piene mani da quella che è
stata la sua vera infanzia nei pressi di Houston.
Egli ha infatti definito Apollo
10½ come un film “imbarazzantemente autobiografico”,
per il quale sono stati ricercati oggetti e ricostruiti ambienti
provenienti direttamente dalla sua infanzia (ogni inquadratura è
infatti tanto ricca di dettagli quanto meritevole di molteplici
sguardi). Quella che viene indicata come la trama principale,
ovvero il reclutamento del giovane protagonista per una missione
spaziale, è in realtà una parte molto ridotta del film, quasi un
pretesto per parlare d’altro. Ed è proprio su questo “altro” che
Linklater si concentra e di cui fa il cuore pulsante del suo
racconto, di cui è il solo sceneggiatore.
Attraverso i ricordi di Stanley, che
sono anche i suoi, Linklater ci conduce in un quartiere
residenziale di recente istituzione, un luogo senza passato che
guarda unicamente al futuro. Qui il protagonista, insieme ai suoi
cinque fratelli, fa esperienza di diversi passatempi, di giri in
bicicletta, di quei momenti di nullafacenza che sono nel cinema di
Linklater il tempo in cui i personaggi meglio si esprimono. E
ancora, un lungo elenco di film, programmi televisivi, album
musicali, gusti di gelato e giochi da fare tra ragazzi o in
famiglia permette di comprendere cosa significava essere un bambino
in quell’”era spaziale”.
Ritorno al rotoscope, tra realtà,
sogno e ricordo
Per catturare tutto ciò, Linklater
aveva originariamente intenzione di girare Apollo 10½ in
live action, salvo poi rendersi ben presto conto di come avvalersi
qui di una tecnica a lui cara come quella del rotoscope avrebbe
conferito ulteriore valore al tutto. Tale particolare animazione si
presta perfettamente per dar vita a racconti che si collocano al
confine tra realtà e sogno, tra presente e passato. Risulta infatti
difficile immaginare questo film realizzato con una tecnica
diversa, proprio per il suo essere un fiume di ricordi che si
animano senza una vera e propria trama.
Grazie al rotoscope Linklater riesce
non solo a dare forma a tutto ciò, ma anche a generare una perfetta
sintonia tra forma e contenuto, spaziando nelle memoria e nel
sogno, esulando dal realistico ma rimanendogli ugualmente vicino.
Ciò che ancor più sorprende e coinvolge, però, è come guardando il
film si possa riconoscere anche nei propri ricordi quel tratto
sfumato e frastagliato tipico delle immagini in rotoscope. I
risultati qui raggiunti conferiscono dunque davvero al film un
valore raro, andando oltre l’aspetto estetico per divenire parte
attiva nel veicolare il senso del racconto.
Apollo 10½: la recensione
del film
Il cinema di Linklater è talvolta
estremo e titoli come Slacker e Waking Life ne
sono un esempio perfetto. Apollo 10½ non aspira però
raggiungere quel livello di astrazione narrativa, proponendosi
dunque come un’opera più facilmente fruibile, sulla scia di
Boyhood e di Tutti vogliono qualcosa.
Proprio come questi ultimi due, è un film evidentemente e
necessariamente guidato non da una trama bensì dai suoi personaggi
e, in misura ancora maggiore, dai ricordi. Il modo migliore per
guardare Apollo 10½ è dunque quello di abbandonarsi
completamente alle sue immagini, alle emozioni che evoca e alla
calda e nostalgica atmosfera che ricostruisce con tutto ciò.
Si tratta di un film volutamente
modesto nelle ambizioni ma dal cuore grande, che dimostra
nuovamente la capacità di Linklater di far emergere il senso della
vita da quelle piccole cose che sul momento potrebbero sembrare
banali. Questo suo nuovo coming of age, inoltre, risulta
ulteriormente magnifico nella capacità di rendere universale
un’esistenza così specifica. Non occorre essere nati a Houston
negli anni Sessanta per comprendere e apprezzare il film.
L’infanzia in esso evocata è infatti senza tempo, perfettamente
applicabile anche a spettatori di contesti geograficamente e
culturalmente lontani. Un sentito regalo, dunque, che Linklater fa
a sé stesso e a tutto il suo pubblico.
Sono state annunciate le nomination
ai Premi David di Donatello 2022, edizione numero 67 del
prestigioso riconoscimento al cinema italiano. Tra cinecomics nostrani, drammi, geolocalizzazioni a
Sud, il panorama cinematografico di quest’anno appare molto
variegato. Trai titoli più nominati ci sono
È stata la mano di Dio e Freaks Out, ma anche alcuni titoli più piccoli
che però parlano all’internazionalità del nostro cinema, come
A Chiara di Jonas
Carpignano:
Premi David di Donatello 2022: tutte le candidature
di Jane Campion (Netflix Nuova Zelanda,
Australia)
Il premio al miglior cortometraggio
viene assegnato da una commissione composta da Domenico Dinoia,
Mauro Donzelli, Francesco Giai Via, Marzia Gandolfi, Paola Jacobbi,
Maria Grazia Mattei, Claudia Panzica, Marina Sanna, Maria Carolina
Terzi.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Diorama
di Camilla CARÈ
L’ultimo spegne la luce
di Tommaso SANTAMBROGIO
Maestrale
di Nico BONOMOLO
Notte romana
di Valerio FERRARA
Pilgrims
di Farnoosh SAMADI e Ali ASGARI
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2022 è:
MAESTRALE di Nico Bonomolo.
***
Il Premio David Giovani viene assegnato da una giuria nazionale
di studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie
di II grado.
DAVID GIOVANI
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a
Coccia di Morto
In una recente intervista con
KCRW, Matt Reeves, regista di The
Batman, ha parlato della sua opinione su
Thomas e Martha Wayne. Il regista ha rivelato che
la sua versione dei Wayne è stata ispirata da reali britannici o
americani come la famiglia Kennedy.
“Mi interessava l’idea che Bruce
fosse in una fase in cui non poteva sopportare il peso della storia
di far parte dei Wayne. Ho pensato che potesse essere un po’ come
un membro della famiglia Kennedy come i reali americani, o cosa
sarebbe un reale britannico sulla scia di una tragedia e come ti è
stata messa una lente addosso a causa di una tragedia familiare a
cui non avresti potuto mai sfuggire. E quindi la sua risposta
sarebbe stata di volersi ritirare da tutto questo e non capire che
nella missione che stava cercando di compiere per cercare di dare
un senso alla sua vita, avrebbe potuto essere in grado di usare
quello che gli era accaduto come una specie di maschera, che poteva
essergli utile.”
The
Batman diretto da Matt Reeves
uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
Il regista di Avengers: EndgameJoe
Russo ha affermato che la Marvel non ha mai avuto un piano
prestabilito per il MCU. I Marvel Studios hanno sviluppato una
reputazione per la pianificazione sulla lunga durata e tutto è
iniziato con Iron Man del 2008, quando la scena
post-crediti del film ha chiaramente impostato il nascente universo
condiviso sulla traiettoria che ha portato a The
Avengers del 2012.
Poi, nel 2014, i Marvel Studios hanno annunciato la
loro intera lista della Fase 3, fino a Avengers: Infinity War Part
II, che uscirà nel 2019. I piani della Fase 3 della
Marvel sono cambiati molto nel
corso degli anni; i film sono stati eliminati, aggiunti, mescolati
e persino ripensati, con Avengers: Infinity War Part
II che si è trasformato in Avengers: Endgame. Tuttavia, lo
studio ha mantenuto la sua reputazione e gli spettatori continuano
a presumere che i Marvel Studios stiano pianificando
film e serie per anni a venire.
Parlando con Deadline al
Sands International Film Festival di St. Andrews in Scozia, il
regista di Avengers: EndgameJoe
Russo ha suggerito che la reputazione è esagerata. Secondo
Russo, il segreto del successo della Marvel risiede proprio nella sua
adattabilità.
“Il modo in cui le cose
funzionano alla Marvel, e sono sicuro che a un
certo punto qualcuno ne parlerà in dettaglio, ma parte della
genialità del [presidente dei Marvel Studios] Kevin [Feige] è che
non c’è davvero un piano. C’è un’idea, ma non puoi avere un piano
se il film che stai facendo fallisce. Non c’è un piano dopo quello.
Giusto? Quindi, si tratta davvero di leggere quello che succede, se
il film ha successo, allora c’è l’entusiasmo che ti fa dire:
cos’altro potremmo fare? E poi è in quel momento che vengono fuori
le nuove idee, e c’erano speranze. Si spera di poter realizzare
tutta l’idea e di completare la storia, come accaduto con Avengers:
Infinity War e Avengers: Endgame, ma un sacco di cose sono
state inventate tra i film. E alcuni dei migliori sono stati
pensati dopo il successo di altri”.
In un’intervista con
Variety, Sydney Sweeney rivela di aver
raccolto i fumetti per informarsi sul suo misterioso personaggio in
Madame
Web. A sorpresa, Sweeney afferma di essersi allenata
in arti marziali miste (MMA) da quando era un’adolescente. Allude
al fatto che questa sua skill potrebbe essere utilizzata per uno
dei progetti non annunciati a cui sta lavorando anche come
produttrice, attraverso la sua società di produzione, anche se
questa abilità potrebbe tornare utile per il suo ruolo di Madame
Web.
“Ho ordinato un sacco di
fumetti. C’è molto da imparare. Sono sempre stato un grande fan di
tutti i film dell’Universo Marvel e Sony. Sono cresciuta
guardandoli tutti e sono stata inghiottita da quel mondo intero per
tutta la vita, quindi poterne fare parte è una cosa così
incredibile.”
Nel cast di Madame
Web ci sono Dakota Johnson e Sydney
Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo
l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony.
Dopo il recente trionfo agli
Oscar 2022, in una recente intervista con
Vulture, lo scenografo di Dune,
Patrice Vermette, ha rivelato che la troupe
potrebbe utilizzare per Dune
2 dei modelli di vermi della sabbia che sono
stati creati per il primo film, e che sono rimasti
inutilizzati.
Come molti fan sanno, la seconda
metà di Dune
include vermi appena nati e le loro controparti adulte. Vermette ha
rivelato che la sceneggiatura originale di Dune
2 è terminata leggermente dopo rispetto al film
finito. Per questo motivo, Vermette ha affermato che “ci sono
già elementi progettati che saranno nella seconda parte”, che
includono anche progetti per il ciclo di vita del verme.
“Inizialmente dovevamo
approfondire la storia. Durante la pre-produzione, la sceneggiatura
si muove, trova il suo posto. Non è mai definitiva fino a un certo
momento. Quindi, durante la prima parte della preparazione, c’erano
aree della sceneggiatura che non abbiamo messo in scena quando
abbiamo bloccato la storia e abbiamo deciso di girare (…) Ci sono
elementi già progettati che saranno nella seconda parte.”
Viaggio mitico ed emozionante di un
eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane
brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un
destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il
più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla
sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per
l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul
pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della
mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie
paure sopravviveranno.
Denis
Villeneuve ha diretto Dune
e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth,
basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è
prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe
Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
In un’intervista con The Hollywood
Reporter, Jared Leto racconta brevemente il processo di
immedesimazione che ha attraversato per entrare nel personaggio in
Morbius.
Spiega come ha svolto le sue ricerche sul materiale originale della
Marvel, imparando a conoscere
l’antieroe dai fumetti, e come ha usato la propria immaginazione
per rendere il suo ritratto più tridimensionale.
“Mi sono tuffato in profondità
nel materiale originale e ce n’era un sacco. Questo personaggio è
stato scritto dagli anni ’70, e quindi c’era molto da imparare,
molto da approfondire, e poi hai lasciato che la mia immaginazione
prendesse il sopravvento. Questa è la prima volta che questo
personaggio è stato adattato sullo schermo, quindi ero entusiasta
di avere quell’opportunità”.
Uno dei personaggi più enigmatici e
tormentati della Marvel, l’antieroe
Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato
dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e
pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia
destinato a subire la sua stessa sorte, il
Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che
inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio
potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.
Jared Leto è il protagonista dello
spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione
alla Sony, Morbius.
Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico
che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un
siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le
qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.
Matt Smith, Tyrese
Gibson, Adria Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà nelle
sale italiane il 31 marzo 2022. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.
Sul suo account Instagram
ufficiale, Mark Hamill ha pubblicato un tributo di
compleanno al compianto Sir Alec Guinness, che
avrebbe compiuto 108 anni il 2 aprile 2022.
Hamill ha onorato l’attore,
scomparso nel 2000, con una serie di foto tra cui un primo piano di
Guinness di quando era più giovane e una raccolta di foto di loro
due dietro le quinte della trilogia originale di Star
Wars. Ha anche scritto un tributo all’attore con una
didascalia dicendo che Guinness era “uno degli attori migliori
e più versatili di tutti i tempi” che era “tutto ciò che
volevo che fosse… e molto, molto di più”.
In un’intervista con il LA Times,
Matt Reeves ha spiegato come ha trattato
The
Batman come un film autonomo e non ha
prestato molta attenzione ai potenziali sequel del film. Dopo aver
riflettuto su quanto controllo creativo è stato concesso a Reeves
in questa nuova versione, al regista è stato chiesto quali
ulteriori idee avesse per espandere il mondo che aveva messo sullo
schermo.
Reeves ha risposto dicendo che non
si è avvicinato al film con il presupposto che ci sarebbe stato
altro in arrivo e si è concentrato sul raccontare una storia
contenuta che assicurasse che il nuovo Cavaliere Oscuro fosse una
degna aggiunta al canone esistente.
“La mia sensazione nel fare il film
è sempre stata che non l’avrei mai trattato come il capitolo uno,
perché il capitolo uno presuppone che ci siano più capitoli. Quello
che volevo fare era rendere questo film un’esperienza
soddisfacente, in modo che le persone potessero vivere una nuova
versione di un personaggio che hanno amato, sai, quelle persone che
hanno amato quel mondo per oltre 80 anni e penso che se avremo
successo su quel fronte, ho molte storie che voglio raccontare e
così si farà il secondo capitolo, ma non perché non l’abbiamo reso
un’esperienza completa”.
The
Batman diretto da Matt Reeves
uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
In una recente apparizione al
The Tonight
Show con Jimmy Fallon, Judd Apatow ha parlato
della sua amicizia con Paul Rudd.
Il regista ha discusso delle fasi di pianificazione di This
is 50 e di come entrambi i suoi protagonisti “non
invecchino”, rendendo difficile vederli interpretare la coppia di
This is 40 ma un decennio dopo. Apatow si unisce
al coro di tutti i fan e i conoscenti di Rudd, affermando che
l’attore di Ant-Man semplicemente non invecchia.
Ecco cosa ha dichiarato il regista:
“Ho un grosso problema, è che
Paul Rudd e Leslie (Mann, sua moglie e attrice in This is 40, ndt)
non invecchiano. Quindi, sono passati 10 anni e sembrano
esattamente uguali. E penso che darebbe fastidio alle persone,
giusto?
La parte peggiore dell’essere
amico di Paul Rudd, che è il ragazzo che non invecchia, è [che] io
invece invecchio. Quindi in ogni foto con lui, ho foto con lui
negli ultimi 20 anni, e lui semplicemente non cambia e io sto
lentamente cadendo a pezzi. Sembra esattamente lo stesso in questo
momento e io assomiglio a suo padre”.
Il tormentone legato a questa
caratteristica di Paul
Rudd è virale da tanto tempo, e sembra che non sia
solo un effetto delle luci sul volto dell’attore, quando si fa
fotografare, ma è un dato di fatto, riscontrato anche da chi gli
sta vicino e dai suoi collaboratori più stretti.
Rivedremo Paul
Rudd nei panni di
Scott Lang nel MCU, e lo vedremo anche in This is 50, il sequel
in lavorazione di Apatow.
Vince Vaughn è uno
di quegli attori che ha fatto la storia del cinema recente grazie
alle sue interpretazioni uniche e indimenticabili. L’attore ha
dimostrato di non essere abile solo con la commedia, ma di essere
anche molto capace con i ruoli drammatici e di azione.
2. Ha lavorato in alcune
serie. Nel corso della sua carriera, l’attore ha preso
parte ad alcuni progetti del piccolo schermo, debuttando nel mondo
della recitazione grazie alla serie China Beach (1989). In
seguito, è apparso in 21 Jump Street (1989), ABC
Afterschool Specials (1990), CBS Schoolbreak Special
(1990-1991), Sex and the City (2000) e Going to
California (2001). Più di recente ha lavorato nelle serie
True Detective (2015), F is for Family (2018) e
Curb Your Enthusiasm (2020-2021)
3. È anche doppiatore,
sceneggiatore e produttore. L’attore si è dimostrato in
grado di vestire diversi panni nel corso della sua carriera.
Infatti, in quanto doppiatore, ha prestato la propria voce per i
video game The Lost World: Jurassic Park – Chaos Island
(1997) e per la serie tv Hercules (1998). Come
sceneggiatore, ha lavorato allo script dei film Ti odio, ti
lascio, ti…, L’isola delle coppie e Gli stagisti,
mentre in quando produttore, ha lavorato alla realizzazione dei
film appena menzionati e delle serie Pursuit od the Truth
(2013), Sullivan & Son (2012-2014), 30 for 30
(2016) e F for Family.
Vince Vaughn e Kyla Weber
4. È sposato da qualche
anno. L’attore si è sposato nel gennaio del 2010 con
l’agente immobiliare Kyla Weber, con cui aveva una
relazione da prima del 2009. Dalla loro unione sono poi nati due
figli: Lockyn (nata nel dicembre del 2010) e
Vernon Lindsay (nato nell’aprile 2013). Da sempre
molto riservato circa la propria vita privata, Vaughn non ama
condividere dettagli a riguardo e tiene al riparo la propria
famiglia dall’invadenza dei media.
Vince Vaughn in True
Detective
5. Non si è sentito
nervoso. Quando gli è stato chiesto se fosse nervoso
all’idea di dover stare al passo dei suoi colleghi che hanno reso
iconica la prima stagione della serie, l’attore ha risposto:
“Onestamente no, perché Nic Pizzolatto è un grande scrittore
guidato dalle storie. Ho pensato che Woody [Harrelson] e Matthew
[McConaughey] hanno fatto un lavoro eccezionale con la prima
stagione. Questo è molto diverso, una storia completamente diversa,
con i suoi personaggi”.
6. Gli è piaciuto molto il
suo personaggio. L’attore ha amato interpretare Frank
Semyon, uno dei protagonisti della seconda stagione della serie
di True Detective, per la profondità data da
Pizzolatto al personaggio e per come sono state espresse le
complessità di questo in maniera autentica e coinvolgente.
L’attore, infatti, ha affermato di non aver dovuto aggiungere nulla
al personaggio.
Vince Vaughn e Jennifer
Aniston
7. Sono stati insieme
qualche mese. Vaughn e la Aniston si erano conosciuti sul
set di Ti odio, ti lascio, ti… durante il 2005 e, da
quella che era una conoscenza, i due hanno poi sviluppato un legame
sentimentale. Il rapporto venne molto seguito dai media, tanto che
Vaughn intraprese due cause contro delle riviste che lo accusarono
di infedeltà. Tuttavia, la loro relazione è durata qualche mese,
per poi terminare nel 2006.
Vince Vaughn in
Psycho
8. Ha dato vita alla sua
versione del personaggio. Nel il remake del 1998 di
Psycho, diretto da
Gus Van Sant, Vaughn aveva il compito di
interpretare il celebre Norman Bates, che nel film del 1960 era
interpretato da Anthony Perkins. L’attore era
piuttosto preoccupato e innervosito dal dover dar vita ad un
personaggio tanto iconico e amato. Per riuscire a calarsi nella
parte e vivere questa con serentià, egli decise pertanto di non
copiare assolutamente la versione data da Perkins, ma di dare
invece vita ad una propria personale interpretazione del
personaggio.
Vince Vaughn: oggi
9. Ha diversi progetti da
realizzare. Vaughn ha ad oggi diversi progetti tra le
mani, specialmente in qualità di produttore. Egli è infatti
attualmente impegnato nella produzione dei film Christmas with
che Campbells, A Christmast Story Christmas, The Risk Agent e
The Insane Laws. Come attore, invece, a breve
intraprenderà le riprese della serie Bad Monkey, dove
interpreterà il detective Andrew Yancy.
Vince Vaughn: età e altezza
10. Vince Vaughn è nato il
28 marzo del 1970a Minneapolis, nel
Minnesota. La sua altezza complessiva corrisponde a 196
centimetri.
“Girare questo film è
stato come realizzare un documentario”. Ha esordito così
Fausto Brizzi alla conferenza stampa di
presentazione del suo
nuovo film, Bla Bla Baby, scritto dal regista
insieme a Paola Mammini, Simone Paragnani e Mauro Uzzeo.
Con Brizzi e la sua
squadra di sceneggiatori, che lui stesso definisce un “dream
team”, erano presenti tutti i protagonisti del film, in primis
i piccolissimi attori che hanno prestato i loro paffuti volti a
Martino e alla sua gang, e poi gli adulti, guidati da Matilde Gioli e Alessandro Preziosi.
“La location
principale del film era un asilo ricostruito e avevamo anche 30
bambini sul set contemporaneamente – continua Brizzi – per
fortuna con me c’era Angelo Licata che mi ha aiutato. Non sai mai
quando i bambini faranno quello che devono fare. Si girava
assecondando i loro tempi, si aspettava (…)La sfida
tecnica più grande è stata quella di non far avvertire la
differenza tra quando i bimbi sono in scena e quando sono in
computer grafica.” Prosegue Brizzi.
La promozione del
film è accompagnata dal hashtag #soloinsala,
che, come spiega Paolo Del Brocco, che co-produce
il film con Rai Cinema, è l’indirizzo a cui sono
rivolti tutti i film a cui lavora lo studio di produzione che
presiede: “Noi facciamo dei film per la sala. Il cinema senza
la sala muore, in tutti i suoi generi. Lo sforzo che stiamo facendo
è cercare di riportare i film nel loro luogo deputato. Conosciamo i
rischi del caso, ma per quanto riguarda Rai Cinema e 01,
continueremo a fare del nostro meglio. Il film esce in un periodo
in cui si spera ci sia facilità di andare in sala, Fausto ha fatto
qualcosa di differente, e si potrà vedere solo al cinema.”
Protagonisti adulti della
storia sono, come accennato, Matilde Gioli e Alessandro Preziosi, che nel corso delle
riprese hanno dovuto dividere il set con interpreti molto molto…
giovani.
“Ci tengo a dire che
questo progetto è stato veramente bello e importante – spiega
Gioli – Non capita tutti i giorni di fare un film del genere.
Sarò sempre grata alla produzione per avermi scelta. Io non sono
ancora mamma, quindi il rapporto con i bimbi così piccoli era
un’esperienza inedita, ma è stato anche un enorme piacere.
Guardarli è di grande ispirazione, hanno una ingenuità e una
spontaneità nelle loro espressioni che ti fa venire voglia di
alleggerirti da tutte le sovrastruttura che abbiamo noi attori.
Sono rimasta molto legata a questi bimbi. Da un punto di vista
professionale, questo film mi ha obbligata a stare molto
concentrata e presente sul momento. Si passava molto tempo ad
aspettare che i bimbi facessero quello che dovevano, e quindi noi
adulti dovevamo essere sempre pronti a continuare. È stato assai
formativo.”
Preziosi, che è padre da
tanti anni, aveva già esperienza nell’avere a che fare con bimbi di
circa dodici mesi: “Non ricordo di aver mai sopportato gli
omogeneizzati, ed era strano che più ne mangiavo e più aumentavano,
sul set. Per me è stato divertentissimo ritrovare attraverso la non
comunicazione con i bambini quella che non ho con me stesso. Sono
riuscito a recuperare quell’esperienza da genitore che ho avuto
quando ero molto giovane. Non è stato facile, ma è stato bello
condividere questo viaggio con tutta la troupe che ha contribuito a
ogni livello affinché i bimbi arrivassero tutti calmi sul set. È
stato sorprendente vedere quanto tutti ci abbiano visto lungo,
nello scegliermi per dare fondo alla mia esperienza di giovane
padre e di uomo.”
Ma da dove nasce l’idea
di Bla Bla Baby? Secondo quanto dichiara Brizzi,
l’idea è partita da un input di sua moglie: “L’idea è venuta a
lei, che mi ha detto di pensare a un film sullo stile di Ted
(quello con l’orsacchiotto), e io avevo pensato subito che non si
poteva fare. Poi ne ho parlato con Luca Barbareschi che mi ha
spinto a scrivere un soggetto che potesse essere interessante e
così ho cominciato a portare a bordo il dream team di
sceneggiatura: mi serviva Paola Mammini che ha scritto tanti film
di successo. Era la nostra prima collaborazione ed è nato subito un
grande amore professionale. Mi serviva Simone Paragnani con cui
condivido un amore per i film anni ’80 ai quali questo film fa
riferimento, e avevamo lavorato insieme già tante volte. Mi serviva
Mauro Uzzeo che è un’esperto di cartoni animati, perché nel film
c’è una lunga sequenza finale che è in qualche modo in cartone
animato e lui è un talento in quel campo e nel fumetto italiano.
Questa commistione ha portato a un copione e non sapevamo se
potesse funzionare, e a poco a poco abbiamo apportato i cambiamenti
tecnici e drammaturgici per fare in modo che ogni idea che avevamo
avuto potesse essere realizzata. È stato davvero un lavoro di
squadra e ci voleva un po’ di follia produttiva perché dovevamo
ottenere una resa tecnica. È la prima volta che mi è capitato di
non poter far vedere un film alla fine del montaggio, ma ho dovuto
aspettare un anno, perché si dovevano aggiungere gli effetti
visivi.”
Foto di Federica Di Benedetto
Foto di Federica Di Benedetto
Foto di Federica Di Benedetto
Mammini, Paragnani,
Uzzeo, questo il trio di sceneggiatori che Brizzi ha voluto al suo
fianco per costruire questa storia, tre punti di vista differenti
che hanno arricchito la narrazione, e se per Simone Paragnani è stato facile mettersi nei
panni dei bambini, dal momento che, parole sue, non crede di essere
mai cresciuto, Paola Mammini ha dovuto fare uno sforzo in
più: “Sono l’unica del team di scrittura che non ha figli,
quello che mi ha divertito è stato far parlare i bambini in modo
giudicante e mettere sotto pressione gli adulti. In questo senso
però abbiamo cercato di essere anche comprensivi nei confronti dei
genitori. Abbiamo cercato di far parlare questi bambini nel modo in
cui avrebbero potuto parlare da grandi.” E Mauro Uzzeo aggiunge: “Avendo diversi di
noi bambini piccoli, ci eravamo accorti che niente più di un
bambino piccolo ti fa da riflesso di tutto quello che gli passi
consapevolmente o meno. Quindi ti capita di rivedere sia i tuoi
lati positivi, sia i tuoi lati negativi. Li abbiamo usati come uno
specchio giudicante, una forma di satira verso gli
adulti.”
In Bla Bla
Baby, i bambini piccoli parlano come gli adulti, anche
meglio nel caso di alcuni adulti, e il lavoro effettivo per mettere
in sincrono i volti dei bambini e farli parlare è avvenuto come si
fa con i cartoni animati, ha spiegato Fausto
Brizzi, “abbiamo realizzato la colonna sonora, un
doppiaggio che facesse da colona guida prima di effettuare le
riprese. Ci siamo dovuti adeguare al fatto di non avere margine di
improvvisazione.”
Massimo De
Lorenzo e Maria Di Biase sono due attori
comici molto amati che hanno come tratto caratteristico della loro
comicità l’ironia. Come si interpreta un personaggio comico in un
film per tutta la famiglia, in cui bisogna far ridere grandi e
piccini?
Maria Di
Biase: “Per me è stato abbastanza facile far ridere,
perché il film era ben scritto e noi abbiamo seguito il copione. È
vero che come comica sono un po’ cinica, quindi conciliare la mia
comicità naturale con l’intenzione di far ridere i bambini non era
semplice, ma in questo caso si è rivelato facile perché la parte
cinica è stata data ai bambini, il loro umorismo era molto più
cinico di quello degli adulti. Mi è piaciuto avere lo spazio per
interpretare una parte più dolce.”
Massimo de
Lorenzo: “Sono molto curioso di capire se ci siamo
riusciti, ma lo vedrò quando i miei figli guarderanno il film.
Quello che mi ha colpito della storia da spettatore, non era tanto
la parte dedicata ai bambini, quanto il dramma dei genitori. Forse
non era il tema più importante, però il film racconta la difficoltà
di chi è genitore, la disperazione, la difficoltà di essere
genitori, per chi l’ha conosciuta o la conosce e la vive.”
Proprio le difficoltà dei
genitori vengono messe alla berlina dai protagonisti di Bla
Bla Baby che parlano molto anche degli errori che ai loro
occhi commettono i grandi, quando non si parlano più, o quando
usano troppo il cellulare o lavorano sempre. L’aspetto che Brizzi
era interessato a mettere in luce era quello di far dire ai bambini
qualcosa che “tra di noi non ci diciamo, volevo far giudicare
questo mondo degli adulti”, spiega. “Sotto un film per
bambini e per famiglie c’è un’indicazione per gli adulti di oggi di
avere più attenzione verso i bambini, perché loro ci guardano e ci
giudicano. Soprattutto i bambini nativi digitali, perché non
sappiamo quale sarà la controindicazione di lasciarli in balia
dell’iPad, come capita nel film. Poi c’era un obbiettivo comune e
preciso, ed era che nessuno potesse scrivere di questo film “è la
solita commedia italiana”.”
E sicuramente, che
piaccia o meno, Bla Bla Baby è un film originale, si ritaglia
un posto tutto suo nel panorama cinematografico italiano,
all’interno dell’offerta contemporanea della sala, per i suoi
avventori. Distribuito da 01 Distribution,
Bla Bla Baby di Fausto Brizzi
è al cinema dal 7 aprile.
Popolare grazie ad alcune celebri
serie TV, l’attore Jonathan Bailey è di recente
tornato sulla cresta dell’onda grazie alla serie Bridgerton, tra le più popolari su Netflix. Bailey si è però negli anni distinto grazie
ad innumerevoli ruoli, grazie ai quali ha potuto dar prova delle
varie sfumature del suo talento. Le sorprese che questo attore può
riservare sembrano dunque ancora molte.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Jonathan Bailey.
Jonathan Bailey: i suoi film e le
serie TV
1. È celebre per alcune
serie TV. L’attore si è fatto conoscere grazie alla sua
partecipazione ad alcune serie di particolare successo. Negli anni
ha infatti preso parte a titoli come Baddiel’s Syndrome
(2001), The Golden Hour (2005), Doctors (2007),
Metropolitan Police (2008), Lewis (2010) e
Leonardo (2011-2012), con cui ottiene una prima
popolarità. In seguito ha recitato in titoli di particolare
successo come Groove High (2012-2013),
Broadchurch (2013), Doctor Who (2014), W1A (2014-2017),
Crashing (2016) e Le avventure di Hooten & the
Lady (2016). Nel 2018 ha invece preso parte ad alcuni episodi
della serie Jack Ryan (2018), mentre dal 2020 è tra i
protagonisti di Bridgerton.
2. Ha recitato in alcuni
film. Oltre ad aver preso parte a produzioni televisive,
l’attore ha negli anni avuto modo di recitare anche in alcuni film
per il cinema. Il primo di questi risale al 2004 ed è 5 bambini
& It. Successivamente ha recitato in Elizabeth: The Golden
Age (2007), St. Trinian’s (2007) e Permanent
Vacation (2007). Tra i suoi ultimi film si annoverano invece
Testament of Youth (2014), Il mistero di Donald
C. (2018) e Best Birthday Ever (2021)
3. Ha svolto anche il ruolo
di doppiatore. Di recente Bailey ha avuto modo di
cimentarsi anche nel doppiaggio, specialmente in quello di alcuni
popolari videogiochi. Ha infatti dato voce a Gunther in
Anthem (2018) e a Crystal Exarch in Final Fantasy XIV:
Shadowbringers (2019). Ha poi doppiato invece G’raha Tia in
Final Fantasy XIV: Endwalker (2021), mentre prossimamente
darà voce a Aaron Seetow in Squadron 42.
Jonathan Bailey è su
Instagram
4. Ha un account sul
celebre social. L’attore ha deciso di aprire un proprio
account ufficiale su questo social che è oggi seguito da qualcosa
come 1,5 milioni di persone. La sua bacheca, con quasi 200 post, lo
vede protagonista di momenti lavorativi, con retroscena e curiosità
dai set su cui è stato. Di tanto in tanto è solito pubblicare anche
qualche post relativo a momenti di svago, in compagnia di amici o
di luoghi visitati. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati
sulle sue attività.
Jonathan Bailey in
Bridgerton
5. È il nuovo protagonista
maschile della serie. Se nella prima stagione era l’attore
Regé-Jean Page
il protagonista della serie, a partire dalla seconda questo ruolo
spetta ora a Bailey, che assume i panni del personaggio Anthony
Bridgerton. Presente già nella prima stagione, egli è il figlio
primogenito della famiglia Bridgerton, ed eredita il titolo e il
ruolo di capofamiglia alla morte del padre.
6. Riprenderà il ruolo
nella prossima stagione. Anthony Bridgerton è già tra i
personaggi più iconici e adorati della serie, specialmente per il
suo carattere e il suo fascino. I fan potranno dunque tirare un
sospiro di sollievo nel sapere che egli tornerà anche nella terza stagione
della serie. L’attrice Simone Ashley,
interprete di Kate Sharma ha infatti confermato la cosa, fugando
dunque le paure di quanti credevano, come avvenuto per Simon
Basset, di dover salutare anche Anthony al termine della nuova
stagione.
Jonathan Bailey in
Broadchurch
7. Ha avuto un ruolo
ricorrente nella serie. Nella popolare serie
Broadchurch, andata in onda dal 2013 al 2017, l’attore ha
interpretato il personaggio di Oliver Stevens nella prima e nella
seconda stagione. Oliver è un giovane reporter del giornale locale,
il Broadchurch Echo, nonché il nipote di Ellie Miller, la
protagonista femminile interpretata da Olivia
Colman. Dopo essere stato una figura ricorrente nella
serie, Bailey non ha però ripreso il ruolo a partire dalla terza
stagione.
Jonathan Bailey ha interpretato
Leonardo Da Vinci
8. Ha interpretato il
celebre inventore e artista. Nel 2011 la BBC ha trasmesso
in televisione la serie Leonardo, un racconto non
propriamente fedele dell’attività del giovane Leonardo Da Vinci,
mentre cerca di affermarsi come pittore e inventore. Bailey ha
ricoperto il ruolo per ben 26 episodi, raccontando di essersi
preparato approfondendo quanto più possibile la vita di Leonardo,
specialmente nei suoi aspetti meno noti ai più. Fu proprio questo
ruolo a conferirgli una prima notorietà.
Jonathan Bailey è fidanzato?
9. Ha fatto coming
out. Tra il 2019 e il 2020 l’attore ha pubblicamente fatto
coming out definendosi omosessuale. L’attore ha raccontato di aver
a lungo cercato di capire questo aspetto di sé, accettandolo e
smettendo di nasconderlo. Bailey è comunque sempre stato molto
riservato circa la sua vita privata, non rivelando alcun dettaglio
a riguardo. Stando ad alcune indiscrezioni, però, l’attore sarebbe
attualmente impegnato con un uomo di nome James
Ellis.
Jonathan Bailey: età e altezza
dell’attore
10. Jonathan Bailey è nato
il 25 aprile del 1988 a Wallingford, Inghilterra. L’attore
è alto complessivamente 1.80 metri.