Halle Berry è
regista e protagonista di Bruised – Lottare per
vivere, film distribuito da Netflix.
Una pellicola toccante, che racconta la difficile storia di una ex
lottatrice MMA che vuole ritornare a combattere: non solo sul ring,
ma anche con i tormenti del proprio passato.
La storia di Jackie, protagonista
di Bruised
Jackie ”Justice” (Halle
Berry) era una pugile in ascesa verso il successo. Un
solo incontro perso è bastato a renderla una barzelletta e ad
abbandonare il ring. Ora vive un’esistenza infelice, tra alcool e
rabbia repressa.
In una stessa notte però, si
presentano due occasioni di riscatto per Jackie. Mentre
prende parte ad una lotta clandestina, viene notata da
Immacolate (Shamier
Anderson), un manager importante che le propone di
tornare a gareggiare in MMA. In aggiunta, ricompare nella vita
della protagonista Manny, il figlio che aveva
abbandonato anni prima: il padre del bambino è morto
e Jackie è l’unica che può occuparsi di lui. Mossa da
un’improvviso istinto materno, la donna decide di rimettersi in
carreggiata: vuole tornare a competere ad alti livelli
paradossalmente per permettere al figlio un’esistenza più
dignitosa. A fianco dell’allenatrice Buddhakan
(Sheila Atim), Jackie si allena per
affrontare la campionessa mondiale Lady Killer. La
preparazione atletica mette a nudo l’atleta, sia come sportiva che
come donna.
Bruised è un film graffiante
Bruised è il titolo
perfetto per un film come questo. La semplice traduzione del
termine indica già gli aggettivi giusti per descrivere la pellicola
e la sua protagonista: ferita, livida, ammaccata. Jackie
prende colpi continuamente: il compagno violento, gli insulti della
madre, la gente che la addita. E come sul ring, anche nella vita
Justice incassa e risponde, riattacca. Non senza ridursi
allo stremo delle forze, fino a restare schiacciata e senza fiato.
Per molti aspetti, lottare sul campo è quasi un modo catartico per
espiare le sofferenze e i sensi di colpa della vita fuori dalla
palestra.
Non è sicuramente un tema
originale: i film sugli sportivi in generale e quelli legati al
mondo del pugilato mettono spesso in scena la metafora dello sport
come strumento liberatorio per personaggi complessi. D’altro canto
però, è apprezzabile la mole di temi difficili discussi nel
film: le violenze, gli abusi, la malavita, l’alcolismo.
Bruised e i film cult sul
pugilato
In Bruised – Lottare per
vivere ci sono molti elementi visti e rivisti in altri
cult movie sui pugili: si veda Toro
Scatenato o ancora di più Million Dollar Baby. Personaggi scorbutici, quartieri
difficili, animi troppo sensibili per il contesto. In qualche modo
però, il film riesce ad essere avvincente e a farsi apprezzare,
creando un buon equilibrio tra momenti toccanti e scene d’azione
violente.
I volti taglienti: una marcia in
più
I personaggi di
Bruised sono molto appariscenti. La scelta di
inserire fisici e volti non perfetti o troppo canonizzati, è
ottima, considerando l’ambientazione e la trama del film.
Lineamenti duri, come quelli della protagonista Halle Berry o della attrice Sheila
Atim danno una specifica connotazione al film.
In tutto questo mondo, spietato già
per gli adulti, viene piombato un bambino di soli sei anni che ha
appena subito un lutto. La morbidezza e purezza dei lineamenti di
Manny, assieme al suo mutismo post-traumatico stridono con
i lividi, i tatuaggi e il linguaggio gridato degli altri
personaggi. La scelta funziona: tutti, dai protagonisti allo
spettatore, si affezionano al bambino.
In Bruised vince il dramma o
l’azione?
Cosa aspettarsi quindi da
Bruised – Lottare per vivere? Sicuramente ottime
scene di pugni, calci e sangue – si pensi solo che Lady
Killer è interpretata dalla lottatrice
russa Valentina Ševčenko. Non mancano però le
lacrime e i momenti drammatici. A condire, un mix di frasi
motivazionali non troppo innovative e alcuni dialoghi profondamente
toccanti.
Non è ben chiaro cosa la regista
voglia offrire al pubblico: un film avvincente o commovente?
Bruised è entrambe le cose, rimane nel limbo senza
sfondare nessuno dei due fronti, action e drama, ma toccandoli per
la sua intera durata. E fino al finale rimane il dubbio: Jackie
vuole fare la mamma o la pugile? Quale anima vincerà?
l’iconico costume di Peter Parker si è evoluto nel corso degli anni
e ogni versione ha offerto un’interpretazione unica del look
dell’amato supereroe. Con No Way Home in uscita a metà dicembre, questo
è un ottimo momento per rivisitare alcuni dei migliori film del
supereroe e valutare le differenze estetiche e funzionali tra i
migliori costumi delle diverse versioni cinematografiche di
Spider-Man.
The Amazing Spider-Man Film Series,
(1977-1981)
Nel corso dei tre film
Spider-Man, Spider-Man Strikes
Back, e Spider-Man: The Dragon’s
Challenge, Peter Parker ha indossato una
tuta che è ricordata per la comicità e la reminiscenza di un’epoca
in cui i supereroi erano spesso considerati troppo scadenti per il
pubblico mainstream.
Questa tuta si adatta perfettamente
ai film campy da cui proviene; potrebbe essere la tuta
meno impressionante indossata da Spidey, ma è
comunque amata da molti fan.
Spider-Man (1978)
Nel 1978, uscì un film
spin-off della serie televisiva giapponese,
Spider-Man. Questo film segue il personaggio di
Takuya Yamashiro nei panni dell’eroe titolare.
Come la tuta della serie The Amazing Spider-Man della
fine degli anni ’70 e dell’inizio degli anni ’80, questa ha un
aspetto altrettanto ridicolo, anche se è diventata iconica per i
fan.
Assomiglia a un costume comprato in
un negozio, ma questo contribuisce all’adorazione dei fan per il
suo design.
Spider-Man (2002)
In Spider-Man del 2002, Peter
Parker decide di competere in una gara di wrestling in
modo da poter ricavare abbastanza soldi per comprare una macchina e
fare bella figura con la sua cotta di sempre, Mary Jane. Abbozza subito qualche idea per poi
decidersi per un modello rosso con pantaloni della tuta blu.
E’ una tuta molto raffazzonata, il
che si adatta alla fase in cui si trovava Peter
nella sua carriera di supereroe, ma è comunque uno degli abiti meno
memorabili che abbia mai indossato sullo schermo. Ha del fascino ma
è raramente considerato tra gli aspetti che rendono
Spider-Man una delle migliori storie di origine
dei film di supereroi.
Spider-Man: Into The Spider-Verse,
(2018)
Nel fenomenale
Spider-Man: Into the Spider-Verse, Miles
Morales compra il suo primo vestito da
Spider-Man in un negozio locale. L’acquisto ha un
grande peso emotivo, considerando le tristi circostanze che lo
caratterizzano.
Essendo stata comprata in un
negozio, la tuta non è tra le più memorabili di
Spider-Man ma è comunque adatta al viaggio del
personaggio. È il primo tentativo di Miles Morales
di crearsi il proprio costume, cercando di essere all’altezza del
titolo di Spider-Man. Perfeziona poi il design del
suo costume più avanti nella storia.
The Amazing Spider-Man 2
(2014)
Dopo aver indossato un
costume completamente diverso durante il primo film di Amazing Spider-Man del 2012, il Peter
Parker di Andrew Garfield ne presenta uno nuovo nel
sequel.
La Sony ricevette delle critiche
riguardo l’estetica dell’eroe nel primo film reboot e quindi decise
di adottare un look più classico nel seguito, piuttosto che
attenersi al design molto più peculiare che il primo film aveva
tentato di introdurre. Non c’era nulla di nuovo ed eccitante nel
suo abbigliamento, che ricordava strettamente le tute della
trilogia di Sam Raimi.
Spider-Man: Far From Home
(2019)
Il pubblico ha generalmente
apprezzato tutte le tute di
Far From Home, ma forse la tuta stealth si classifica
all’ultimo posto tra queste. E’ la più semplice e banale tra tutte,
senza le caratteristiche tecnologiche delle tute precedenti.
E’ vero, risulta particolarmente
efficiente perchè nessuno si accorge che c’è in realtà
Peter dietro la maschera del “Night
Monkey“. Si è trattato comunque di una tuta memorabile, anche
se non piaceva molto nemmeno al protagonista.
Spider-Man, (2002)
Nonostante lo status
iconico di Spider-Man del 2002, la tuta originale non
raggiunge la stessa grandiosità di molte altre che sarebbero venute
dopo. Peter Parker la disegna mentre intensifica i
suoi sforzi per liberare New York dalle attività criminali e la
indossa per la maggior parte dell’atto finale del film, dove
affronta il Green Goblin di Willem Dafoe.
L’unico motivo per cui è meno
gradita della tuta che Peter indossa nel film
seguente e in Spider-Man 3 è il design degli
occhi, che lo ha sempre fatto sembrare arrabbiato e, anche se la
tuta è una delle più amate a causa dell’eredità del film, ce ne
sono altre indossate dall’eroe che hanno decisamente un design
migliore.
Spider-Man 2, (2004)
Per l’uscita di Spider-Man 2 nel 2004, il regista Sam
Raimi ha scelto di apportare sottili modifiche al costume.
Mentre prima era un costume colorato, la decisione di esaltare il
rosso e scurire le aree blu della tuta ha dato i suoi frutti,
rendendolo uno dei look più iconici di Spider-Man.
È un’eccellente aggiunta a quello che è forse un perfetto
sequel.
Inoltre, Spidey
rimane in questo costume per due film di fila. Gli spettatori lo
vedono indossare questa tuta durante alcune delle migliori sequenze
d’azione, come quando affronta il Dottor Octopus e
quando lui e Harry Osborn si uniscono per
combattere Venom e Sandman durante il
terzo film della trilogia.
Tuta simbionte (Spider-Man 3,
2007)
Quando il trailer di
Spider-Man 3 ha debuttato e ha mostrato al
pubblico che Peter Parker avrebbe avuto un
elegante costume nero, il pubblico non ha potuto trattenersi. Non
ha deluso le aspettative, grazie al design elegante e unico,
ma ha anche cambiato il modo in cui Peter Parker
ha agito di conseguenza.
Quando indossa la tuta,
Peter sfoggia un nuovo taglio di capelli, soffre
di eccessiva sicurezza e diventa sempre più violento, sfregiando a
vita il suo amico Harry Osborn e colpendo
accidentalmente Mary Jane Watson dopo una rissa
sul posto di lavoro. Peter alla fine si rende
conto che si sta impossessando di lui e riesce a liberarsene, solo
per constatare che invece si impossessa di Eddie
Brock e trasforma il rivale del Daily
Bugle di Peter in Venom.
Prima tuta di Andrew Garfield (The
Amazing Spider-Man, 2012)
La tuta del primo film di
Amazing Spider-Man ha diviso il pubblico: per
alcuni, la Sony ha deciso di armeggiare troppo nel tentativo di
riavviare la serie e impostare il design della tuta come
significativamente differente dai costumi che Tobey Maguire aveva indossato durante la
trilogia di Sam Raimi. Per altri, invece, è stato
un rinfrescante cambio di ritmo.
Molti spettatori tendono ad essere
d’accordo con questi ultimi. Il design colorato degli occhi di
certo non è per tutti, ma non si può negare che, all’epoca, si
trattava della versione più avanzata del costume iconico.
Spider-Man: Homecoming (2017)
In quanto a originalità,
niente potrà mai avvicinarsi al costume fatto in casa visto in
Spider-Man Homecoming del 2017 e brevemente
introdotto in Captain America del 2016:
Civil War. Si tratta di un costume che simboleggia
tutto ciò che è divertente, spumeggiante e goffo
dell’interpretazione di Tom Holland di Peter
Parker.
A differenza di altri costumi
home-made di Spidey, questa versione ha anche
delle funzionalità che vanno oltre il nascondere l’identità del
personaggio, ad esempio gli occhiali per affrontare il volo in aria
che sono un’aggiunta eccellente e ponderata. Vi è poi stato un
importante aggiornamento del costume in tempi relativamente brevi,
ma il costume iniziale aveva la sua utilità.
La nuova tuta (Spider-Man: No Way
Home, 2021)
Tra le cose che tutti
dovrebbero sapere prima di guardare Spider-Man:
No Way Home c’è il fatto che l’eroe riceverà una tuta
nuova di zecca, anche se le funzioni esatte che consente non sono
ancora state confermate.
La nuova tuta presenta un
affascinante design nero e oro e sembra molto più corazzata: gli
spettatori probabilmente apprezzeranno il cambiamento del look
classico, anche se dobbiamo ancora esplorarne le funzionalità.
La tuta di Peter Parker
(Spider-Man: Into The Spider-Verse, 2018)
Indossata sia da
Peter Parker che da Peter B.
Parker in
Spider-Man: Into the Spider-Verse, questa tuta
riprende piuttosto tradizionalmente le linee dell’iconico outfit.
Occasionalmente accompagnata da pantaloni della tuta o un cappello
di Babbo Natale, la tuta di Peter Parker dà al
pubblico l’idea di una presenza famigliare.
La tuta non apporta cambiamenti
drastici al design, il che le impedisce di differenziarsi
pesantemente dagli altri esempi, ma questo non è affatto un male;
inoltre, il design del costume è aumentato notevolmente grazie
all’espressività che il film d’animazione permette, aggiungendo
ancora più fascino al look classico.
Captain America: Civil War
(2016)
Quando il trailer di
Captain America: Civil War è stato rilasciato, ha
immediatamente fatto parlare tutti. La prospettiva di
Iron Man e
Captain America che combattevano fino alla
morte, la possibilità di alcune vittime, e forse la cosa più
discussa su internet – L’outfit di Spider-Man –
fecero impazzire i fan.
La decisione di riempire i bordi
degli occhi avrebbe potuto ritorcersi contro, ma non l’ha fatto; la
tuta è stata apprezzata dal pubblico e il fatto che si basasse
sulla stessa intelligenza artificiale di quella di Iron
Man la rendeva molto più affascinante. Peter ha continuato
a sfoggiare la tuta per gran parte del suo primo film
autoconclusivo del MCU,
Spider-Man: Homecoming.
La seconda tuta di Miles Morales
(Spider-Man: Into The Spider-Verse, 2018)
Alcuni fan considerano
Spider-Man: Into the Spider-Verse il miglior film di supereroi,
e la vera tuta di Miles Morales è un altro
elemento da aggiungere alla lista dei motivi. Una versione
alternativa di una delle tute di Peter Parker,
questa resa permette a Miles Morales di
differenziarsi dalla canonica identificazione di
Spider-Man con la tradizionale tuta rossa e
blu.
Il logo richiama anche i graffiti,
per i quali Miles Morales ha mostrato un talento
nel corso del film, evidenziando ulteriormente alcuni tratti della
sua personalità. Inoltre, l’utilizzo della tuta arriva in un
momento cruciale del film, quando Miles inizia a
credere in se stesso e cerca di aiutare i suoi amici, conferendole
un grande peso emotivo.
Iron Spider (Spider-Man:
Homecoming, 2017)
Anche se Peter
Parker non ha indossato la tuta Iron
Spider in Homecoming,
il pubblico l’ha vista per la prima volta alla fine del film,
quando declina educatamente la possibilità di diventare un
Vendicatore. La indossava ancora nelle prime
immagini di
Far From Home.
La tuta in questione è semplicemente
mozzafiato. Il rosso e l’oro, insieme al blu, si completano bene, e
il fatto che abbia arti metallici è un bonus aggiuntivo. Gli arti
si rivelano fondamentali per sconfiggere Ebony Maw
in Infinity War e aiutano a proteggere sia se
stesso che il cruciale Guanto dell’infinito in Endgame.
La nuova tuta di Peter (Spider-Man:
Far From Home, 2019)
In
Far From Home, Peter riceve la
migliore tuta che abbia mai avuto. Tutto ciò che la riguarda, dal
design alla funzionalità e il modo in cui è stata creata, oltre al
suo coinvolgimento nella battaglia contro
Mysterio, è fenomenale.
Vedere Peter
realizzarla di fronte a Happy Hogan è stato
davvero emozionante, soprattutto per la somiglianza col mentore
Tony Stark che il momento ci ha ricordato. Giocare
con i colori è stata un’altra grande idea, con il ragno bianco sul
fronte e sul retro che aggiunge un tocco meraviglioso al design
eccezionale.
Uno dei temi da sempre più attuali
negli Stati Uniti (e nel mondo) è quello della segregazione
razziale nei confronti delle persone di colore. Anche il cinema
negli anni si è speso in racconti a riguardo, tratti o meno da
storie vere, con il fine di condannare una volta di più tale
atteggiamento. Film recenti come Selma – La strada per la
libertà, 12 anni schiavo e Il diritto di contare
hanno tutti incontrato il favore di critica e pubblico e così è
stato anche per Barriere (qui la recensione), film del
2016 diretto dall’attore premio Oscar Denzel
Washington, qui alla sua terza regia per il
cinema.
Il film è l’adattamento
cinematografico della celebre opera teatrale del 1983 di
August Wilson, vincitore per questa del premio
Pulitzer per la drammaturgia. Da sempre indicato come uno dei più
importanti titoli legati al tema razziale, questo è però anche uno
splendido racconto sulla genitorialità, sulla paura che tale ruolo
comporta e sulle barriere emotive che ognuno costruisce dentro di
sé. Per anni si tentò di portare tale storia anche sul grande
schermo, ma il desiderio di Wilson che a dirigere il film fosse un
afroamericano sembrava essere un ostacolo a ciò. Deceduto nel 2005,
Wilson sarebbe stato contento di vedere il suo desiderio
avverarsi.
Il film di Washington è infatti
estremamente attento ad ognugna delle tematiche presenti
nell’opera, ed è stato indicato come uno dei più bei film
dell’anno, guadagnando anche ben quattro nomination al premio Oscar
tra cui, appunto, quello di miglior film. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Barriere: la trama del film
Ambientato negli anni Cinquanta, il
protagonista del film è Troy Maxson, considerato
un tempo un astro nascente del baseball, il quale si è però
ritrovato ad essere espulso dalla Major League in quanto
afroamericano. In conseguenza di ciò ha dovuto ripiegare su un
lavoro come netturbino nel tentativo di mantenere la figlia
Rose e i due figli Lyons, avuto
da un precedente matrimonio, e Cory. Con il tempo,
però, il suo compito come padre e marito si limita ad essere quello
di sostenere la famiglia, senza avere però cura di altri aspetti.
Quelli che dà ai figli sono per lo più ordini invece che
insegnamenti e la durezza del suo animo non manca di renderlo
spiacevole a chi gli è intorno.
Ai suoi occhi, egli cerca solo di
evitare che i suoi figli possano farsi male inseguendo progetti
troppo ambiziosi, proprio come è stato per lui. Ormai consapevole
del modo in cui le persone di colore vengono trattate nella
società, mira a togliere a Lyons e Cory ogni possibile
illusione a riguardo. Cory però sogna di giocare a baseball e
mentre aiuta il padre a costruire uno steccato in legno intorno a
tutta la casa, gli annuncia che un procuratore sportivo vuole
prenderlo nella squadra come professionista e ha bisogno che gli
firmi il consenso. Dall’opposizione di Troy, nascerà un conflitto
che porterà padre e figlio a riscoprirsi, scontrarsi e forse
perdonarsi.
Barriere: il cast del film
Oltre a dirigere il film, Washington
ha ritagliato per sé il ruolo di Troy Maxson. Egli aveva già
interpretato questo personaggio a teatro oltre cento volte,
conoscendolo dunque in ogni sua minima sfumatura. Essendo divenuto
un grande esperto anche dell’opera di Wilson nella sua totalità,
Washington affermò che trasportarla sul grande schermo fu piuttosto
facile, senza dover dunque apportare grandi modifiche. Egli
contribuì anche a riscrivere alcuni passaggi della sceneggiatura,
non facendosi però accreditare in tale ruolo ma lasciando comparire
lo stesso Wilson come sceneggiatore. Al momento delle nomination
all’Oscar, Washington venne nominato come miglior attore e per il
miglior film.
Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Rose Lee, vi è invece l’attrice Viola Davis,
che Washington aveva già dirietto nel suo film d’esordio come
regista Antwone Fisher. Pur essendo la protagonista
femminile del film, in accordo con i produttori la Davis venne
promossa come “non protagonista”, potendo così ottenere maggiori
riconoscimenti come il premio Oscar, vinto dopo due nomination
precedenti. Nel ruolo dei figli di Troy, Cory e Lyons, si ritrovano
invece gli attori Jovan Adepo, qui al suo esordio
cinematografico, e Russell Hornsby, noto in
particolare per la serie Grimm. Nel film è poi presente
anche l’attore caratterista Stephen McKinley
Henderson, interprete veterano dell’opera di Wilson nel
ruolo di Jim Bono.
Barriere: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Barriere grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 29 novembre alle ore 21:00
sul canale Iris.
Rachel McAdams è
una delle migliori attrici della sua generazione che lo star system
cinematografico possa desiderare. Bella, sexy, carismatica e
ironica, l’attrice canadese ha saputo dare un valore aggiunto a
film che hanno fatto la storia del cinema. La recitazione è sempre
stata la sua passione e la sua carriera continua a subire
un’impennata che sembra non arrestarsi, continuando ad essere
famosa in tutto il mondo e riuscendo a conquistare una larga parte
di pubblico.
Ecco, allora, dieci cosa da
sapere su Rachel McAdams.
2. Ha recitato anche in
alcune opere televisive. Il debutto nel mondo della
recitazione avviene per la McAdams con un episodio della terza
stagione della serie per ragazzi Il famoso Jett Jackson.
Divenuta poi un attrice di cinema, ha negli anni fatto solo alcune
incursioni in televisione, recitando nel film Quando il perdono
è una condanna (2002) e nelle serie Slings and Arrows
(2003-2005). Ha poi fatto ritorno sul piccolo schermo nella seconda
stagione della serie True Detective, recitando nei panni
della detective Ani Bezzerides accanto agli attori Colin Farrell e
Vince
Vaugh.
3. È stata candidata al
premio Oscar. Dopo anni in cui veniva candidata
principalmente a premi come i Teen Choice Awards, gli MTV Movie
Awards e i Satellite Awards, nel 2016 l’attrice ha infine ottenuto
la sua prima nomination al premio Oscar. Grazie al film Il
caso Spotlight infatti stata una delle cinque candidate come
miglior attrice non protagonista. Pur non vincendo il premio,
andato a AliciaVikander, tale evento ha contribuito ad una
rinnovata popolarità per la McAdams.
Rachel McAdams in Doctor
Strange
4. È stata la prima scelta
per il ruolo. Nel film della MarvelDoctor Strange, interpretato da Benedict
Cumberbatch, l’attrice ha ricoperto il ruolo di
Christine Palmer, collega del protagonista e suo interesse
sentimentale. Originariamente la McAdams era stata contatta per
recitare nel ruolo di Pepper Potts in Iron Man, ma aveva
rifiutato. Quando le fu offerta una nuova possibilità di entrare a
far parte del Marvel Cinematic Universe,
l’attrice non ci pensò due volte.
5. Non era certa di
riprendere il ruolo per il sequel. Poiché il suo
personaggio era stato trattato in modo piuttosto approssimativo in
Doctor Strange, l’attrice aveva espresso uno scarso
interesse a ritornare anche nel sequel. Nel dicembre del 2020,
tuttavia, l’attrice ha confermato la sua presenza nel cast di
Doctor Stangenel multiverso della pazzia,
smentendo dunque il suo iniziale scettiscimo.
Rachel McAdams e Ryan Gosling
6. Rachel McAdams e Ryan
Gosling: l’odio prima dell’amore. I due attori canadesi si
sono conosciuti sul set del film Le pagine della nostra
vita, tratto dal romanzo omonimo di Nicholas Sparks, e sembra
che i rapporti tra loro fossero molto tesi. Lo stesso regista,
Nick Cassavetes, ha rivelato che i due giovani
attori se ne sono davvero dette di tutti i colori, non
sopportandosi e, pare, arrivando anche alle mani. Lo stesso Gosling
rivelò di come inizialmente aveva tentato di far licenziare
l’attrice affinché venisse trovata una sua sostituta.
7. Dall’odio all’amore, per
i due attori il passo è stato breve. Se in principio il
rapporto tra Rachel McAdams e Ryan Gosling
andava tutt’altro che bene, è stato dopo la realizzazione del film
che i due hanno fatto loro il proverbio “chi si odia, si
ama”. Infatti, dall’odiarsi, i giovani attori si sono
innamorati follemente uno dell’altro, arrivando a frequentarsi per
ben tre anni. Infatti, la relazione è durata dal 2004 al 2007, per
essere ripresa nel 2008 e naufragare definitivamente nello stesso
anno. Sembra che, i due attori, siano comunque rimasti in ottimi
rapporti, tanto da sentirsi spesso al telefono.
Rachel McAdams non è su Instagram
8. Non possiede un profilo
sul social network. L’attrice si è più volte dimostrata
particolarmente attenta a proteggere la propria vita privata
dall’invadenza dei media odierni. Anche per questo motivo ha deciso
di non essere presente sui tanti social network oggi disponibili,
come Instagram. Ciò le permette di non dover essere continuamente
sotto i riflettori anche per i suoi momenti più quotidiani o
personali. I suoi fan, tuttavia, possono ritrovare diverse fan page
dedicate alla McAdams, attraverso le quali poter rimanere sempre
aggiornati sulle attività lavorative dell’attrice.
Rachel McAdams: fidanzato, figlio e
vita privata
9. Ha avuto un figlio dal
nuovo compagno. Il 10 aprile del 2018 la McAdams è
diventata mamma per la prima volta di un bambino avuto dal
fidanzato Jamie Linder, uno sceneggiatore, a cui è
legata sentimentalmente dal 2016. I due non si sono mai mostrati
troppo al pubblico, conducendo una vita piuttosto riservata e
lontana dai riflettori. Da quando è diventata madre, inoltre, la
McAdams si è dimostrato ancor più protettiva tanto nei propri
confronti quanto verso quelli del bambino.
Rachel McAdams nel 2020
10. Rachel McAdams ha alcuni
nuovi film in lavorazione. Da quando ha avuto il figlio
nel 2018 l’attrice ha parzialmente diradato i propri impegni, così
da potersi concentrare sulle prime fasi di vita del bambino. Nel
2020, però, sembra aver ripreso in pieno la propria attivita,
avendo recitato nel film NetflixEurovision Song Contest – La storia dei
FireSaga e avendone pronti altri due attualmente in
fase di post-produzione. Si tratta di Doctor Strange nel
multiverso della pazzia, dove riprenderà il ruolo della
dottoressa Christine Palmer, e Are You There, God? It’s
Me,Margaret, commedia per ragazzi dove sarà Barbara
Simon.
È stata svelata la durata ufficiale
di Spider-Man:
No Way Home, il terzo film da solista di
Spider-Man che arriverà in sala il prossimo 15
dicembre. La pellicola durerà ben due ore e 28 minuti!
Dopo le
uscite di Prime ecco tutti i film e le serie
tv in arrivo nel mese di dicembre 2021 su Netflix,
la piattaforma streaming più seguita in Italia. Tra le varie uscite
vi segnaliamo È stata la mano di Dio del nostro
Paolo Sorrentino, Don’t
Look Up scritto e diretto dal premio Oscar
Adam McKay e The
Unforgivable, il ritorno sulla piattaforma di Sandra
Bullock come protagonista. Di seguito tutti i film e le serie
tv.
Il carismatico allevatore Phil
Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello porta la nuova
moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li
tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di
innamorarsi.
The Unforgivable dal 10
dicembre.
Ruth Slater (Bullock)
esce di prigione dopo una condanna per un crimine violento e si
reinserisce in una società che si rifiuta di perdonare il suo
passato. Mentre affronta giudizi negativi nei luoghi dove un tempo
si sentiva a casa, si rende conto di avere un’unica speranza di
redimersi: ritrovare la sorella più piccola che suo malgrado aveva
abbandonato.
Don’t Look Up dal 24 dicembre
2021.
La laureanda in
astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il professor Randall
Mindy (Leonardo DiCaprio) fanno una straordinaria scoperta: una
cometa in orbita all’interno del sistema solare. Il primo problema
è che si trova in rotta di collisione con la Terra. E l’altro? La
cosa non sembra interessare a nessuno. A quanto pare, avvisare
l’umanità di una minaccia delle dimensioni del monte Everest
rappresenta un evento scomodo da affrontare. Con l’aiuto del dottor
Oglethorpe (Rob Morgan), Kate e Randall partono per un tour
mediatico che li porta dall’ufficio dell’indifferente presidente
Orlean (Meryl Streep) e del suo servile figlio nonché capo di
gabinetto Jason (Jonah Hill), fino alla stazione di The Daily Rip,
un vivace programma del mattino condotto da Brie (Cate Blanchett) e
Jack (Tyler Perry). A sei mesi dall’impatto della cometa, gestire
continuamente le cronache e catturare l’attenzione del pubblico
ossessionato dai social media prima che sia troppo tardi risulta
essere un’impresa incredibilmente comica. Cosa spingerà il mondo
intero a guardare in alto? DON’T LOOK UP è scritto e diretto dal
premio Oscar Adam McKay (La grande scommessa) ed è anche
interpretato da
Leonardo DiCaprio, Jennifer
Lawrence, Timothée
Chalamet, Chris
Evans, Cate
Blanchett, Meryl
Streep, Jonah
Hill, Matthew Perry, Melanie
Lynskey, Ron Perlman, Ariana Grande, Himesh Patel
È stata la mano di Dio dal 15
dicembre.
Dal regista e sceneggiatore
Premio Oscar
Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza, The
Young Pope) arriva la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli
degli anni Ottanta. Il diciassettenne Fabietto Schisa è un ragazzo
goffo che lotta per trovare il suo posto nel mondo, ma che trova
gioia in una famiglia straordinaria e amante della vita. Fino a
quando alcuni eventi cambiano tutto. Uno è l’arrivo a Napoli di una
leggenda dello sport simile a un dio: l’idolo del calcio Maradona,
che suscita in Fabietto, e nell’intera città, un orgoglio che un
tempo sembrava impossibile. L’altro è un drammatico incidente che
farà toccare a Fabietto il fondo, indicandogli la strada per il suo
futuro. Apparentemente salvato da Maradona, toccato dal caso o
dalla mano di Dio, Fabietto lotta con la natura del destino, la
confusione della perdita e l’inebriante libertà di essere vivi. Nel
suo film più commovente e personale, Sorrentino accompagna il
pubblico in un viaggio ricco di contrasti tra tragedia e commedia,
amore e desiderio, assurdità e bellezza, mentre Fabietto trova
l’unica via d’uscita dalla catastrofe totale attraverso la propria
immaginazione.
Natale in California: Luci della
città dal 16 dicembre 2021.
È passato un anno da quando Callie
e Joseph si sono innamorati e sono più felici che mai nella loro
fattoria e azienda vinicola. Ma poi l’attività e gli obblighi
familiari costringono Joseph a tornare in città, mettendo a
repentaglio la loro storia d’amore.
Back to the Outback – Ritorno alla
natura dal 10 dicembre
Stanche di stare rinchiuse in un
rettilario dove gli esseri umani le scrutano come se fossero
mostri, alcune tra le creature più letali d’Australia si riuniscono
in un gruppo improbabile e pianificano una fuga coraggiosa dallo
zoo per raggiungere l’outback, dove potersi sentire a loro agio
senza essere giudicate per le squame o i denti. Il gruppo è
capeggiato da Maddie (Isla Fisher), un serpente velenoso dal cuore
d’oro, che unisce le forze con Zoe (Miranda Tapsell), un diavolo
spinoso dall’atteggiamento sicuro di sé, l’infelice ragno peloso
Frank (Guy Pearce) e il sensibile scorpione Nigel (Angus Imrie).
Quando la loro nemesi, il tenero ma detestabile koala Pretty Boy
(Tim Minchin), si unisce a sorpresa ai fuggiaschi, Maddie e gli
altri non possono che accettarlo nel gruppo. Inizia così per la
banda uno spassoso viaggio on the road per tutta l’Australia da
“far letteralmente rizzare il pelo” con il custode Chaz (Eric Bana)
e il suo piccolo clone avventuroso (Diesel La Torraca) sempre alle
calcagna. Diretto da Clare Knight e Harry Cripps e con le voci
originali di Rachel House, Keith Urban, Celeste Barber, Wayne
Knight, Lachlan Ross Power e Jacki Weaver, BACK TO THE OUTBACK –
RITORNO ALLA NATURA è un film d’animazione che dimostra come la
diversità possa andare di pari passo con la bellezza.
Single per sempre? dal 2
dicembre.
Peter (Michael Urie) convince il
suo migliore amico Nick (Philemon Chambers) a passare le feste
insieme fingendo di avere una relazione nel disperato tentativo di
evitare il giudizio della famiglia sul fatto che sia eternamente
single. Ma quando la madre (Kathy Najimy) gli organizza un
appuntamento al buio con l’affascinante personal trainer James
(Luke Macfarlane), i suoi piani vanno a rotoli.
Mixtape – Una cassetta per te, da
3 dicembre.
Alla vigilia dell’anno duemila,
l’impacciata orfana dodicenne Beverly Moody (Gemma Brooke Allen)
scopre un’audiocassetta rotta registrata dai suoi genitori quando
erano adolescenti. Beverly vede in questo mix di canzoni la
possibilità di conoscere meglio i suoi genitori, dopo una vita
passata con la nonna Gail (Julie Bowen), anch’essa ragazza madre
che non riesce a parlare della figlia morta. Così inizia
un’avventura per ritrovare tutte le canzoni della cassetta, nel
corso della quale Beverly fa amicizia con la sua stramba vicina
Ellen (Audrey Hsieh), con la coriacea Nicky (Olga Petsa) e con Anti
(Nick Thune), il proprietario “bastian contrario” di un negozio di
dischi che riuscirà a trovare le canzoni e a consolidare il legame
tra Gail e Beverly.
Nemici a Natale dal 21
dicembre
Don Servando (Héctor Bonilla), a
detta di tutti un nonno scontroso, torna dopo le sue avventure in
The Patriarch (2016). Questo Natale lo passerà con la famiglia
allargata: il figlio Fran (Benny Ibarra), la nuora Alma (Jacqueline
Bracamontes) e un gruppo di hippy divertenti, tra cui Gala (Renata
Notni), Renato (Juan Pablo de Santiago) e Bill (Daniel Martínez).
Durante la gita di famiglia al mare per festeggiare il Natale con
la zia di Alma, l’esigente Doña Alicia (Angélica María) diventerà
l’acerrima nemica di Don Servando. Quando il suo ruolo in famiglia
è messo in discussione, Don Servando farà l’impossibile per
dimostrare che Alicia è una persona terribile che pensa solo a se
stessa… anche a costo di rovinare la festa a tutti quanti!
Asakusa Kid, dal 9
dicembre 2021
Il leggendario comico e autore
Takeshi Kitano è famoso in Giappone e in tutto il mondo. Meno
conosciuti sono invece il suo mentore e gli amici che lo hanno
aiutato a raggiungere il successo. Kitano inizia a percorrere la
difficoltosa strada verso la celebrità studiando con Senzaburo
Fukami, un comico un tempo affermato ma ormai quasi del tutto
dimenticato. Si affida inoltre al sostegno di vari colleghi, ma
scopre troppo tardi che la fama e il successo gli sono costati le
persone che lo hanno aiutato a realizzare i suoi sogni. Il film è
ambientato nella metà degli anni ’60 nel decadente distretto di
Asakusa a Tokyo. Alla ricerca di un futuro migliore, Kitano
abbandona l’università e inizia a lavorare al teatro Asakusa
Furansu-za, noto per gli spettacoli di strip tease e gli show
comici. Qui diventa presto apprendista del leggendario Senzaburo
Fukami, il genio della comicità già maestro di altri celebri comici
come Hachiro Azuma e Kinichi Hagimoto che rinnega la televisione a
favore degli spettacoli dal vivo. Kitano lavora duramente sotto la
guida di Fukami per perfezionare la sua arte e realizzare il sogno
di diventare un comico di successo. Tuttavia, la crescente
popolarità della televisione e la sua diffusione nelle case portano
alla scomparsa graduale della comicità dal vivo.
Nella terza e ultima stagione
di Lost
in Space, la posta in gioco è più alta che mai e
l’istinto di sopravvivenza della famiglia Robinson sarà messo a
dura prova. Intrappolati su un pianeta misterioso da un anno, Judy,
Penny, Will e il robot devono guidare i 97 giovani coloni in una
terribile evacuazione, ma prima le loro vite cambieranno per sempre
con l’emergere di alcuni segreti. Nel frattempo John e Maureen
devono affrontare circostanze avverse con il sostegno di Don per
cercare di ritrovare i figli. I Robinson dovranno superare una
grande sfida emotiva accettando non solo di essersi persi, ma anche
di essere separati dai propri cari, mentre si scontrano con la più
grande minaccia aliena mai incontrata finora.
Ora più integrata a Parigi, Emily
si muove meglio per la città ma è ancora alle prese con le
idiosincrasie della vita in Francia. Dopo essere rimasta coinvolta
in un triangolo amoroso con il suo vicino e la sua prima vera amica
francese, Emily è determinata a concentrarsi sul lavoro, che però
diventa ogni giorno più complicato. Durante la lezione di francese
incontra un espatriato come lei, che la fa infuriare ma allo stesso
tempo la incuriosisce. Il premiato ideatore e showrunner Darren
Star torna a dirigere la seconda stagione della serie candidata
agli Emmy Emily
in Paris, che è diventata la serie commedia più vista
di Netflix nel 2020. La produttrice e star Lily Collins riprende il
ruolo di Emily Cooper, affiancata dal cast fisso della serie
composto da Philippine Leroy Beaulieu, Ashley Park, Lucas Bravo,
Camille Razat, Samuel Arnold, Bruno Gouery e William Abadie, dalla
guest star ricorrente Kate Walsh e dai nuovi membri del cast Lucien
Laviscount, Jeremy O. Harris e Arnaud Binard. Emily
in Paris è prodotta da MTV Entertainment Studios,
Darren Star Productions e Jax Media.
Convinto di aver perso Yennefer per
sempre durante la battaglia di Sodden, Geralt di Rivia porta la
principessa Cirilla nel posto più sicuro che conosce: Kaer Morhen,
la fortezza della sua infanzia. Mentre re, elfi, umani e demoni del
Continente lottano per la supremazia al di fuori delle mura, Geralt
deve proteggere la giovane principessa da un pericolo ancora più
grande: il misterioso potere che è in lei.
Stay Close dal 31 Dicembre.
Tra emozioni forti, suspense avvincente e delitti passati che
riemergono dall’oblio, Stay Close mette in discussione quanto
davvero conosciamo gli altri. Quattro persone nascondono oscuri
segreti ai loro cari. Megan (Jumbo) è una madre in carriera con tre
figli. Ray (Armitage) è un fotografo documentarista un tempo
promettente. Broome (Nesbitt) è un detective che non riesce a
dimenticare il caso irrisolto di una persona scomparsa e infine
Lorraine (Parish) è una vecchia amica di Megan. Quando il passato
torna a perseguitarli minacciando di rovinare le loro vite e quelle
di chi li circonda, cosa decideranno di fare?
Queer Eye 6 dal 31 dicembre
La serie premiata agli Emmy Queer Eye torna alla ricerca di una
nuova schiera di eroi bisognosi di attenzioni. In questa stagione,
gli impavidi ambasciatori di Queer Eye saranno a Austin, in Texas.
Guardali ancora una volta usare le loro tecniche strabilianti per
trasformare la vita di texani meritevoli.
Kitz, dal 30 dicembre
A un anno dalla tragica morte del fratello, la diciannovenne di
Kitzbühel Lisi entra nel decadente mondo di un esclusivo gruppo di
Monaco di Baviera che ogni anno invade la lussuosa stazione
sciistica per fare festa. Ma quando la ragazza mette in moto una
valanga che espone i segreti nascosti dietro una facciata di
glamour, denaro ed edonismo, le conseguenze sono
incontrollabili.
Cobra Kai 4 stagione dal 31 dicembre
COBRA KAI è una serie ambientata 30 anni dopo quanto accaduto al
torneo di karate di All Valley del 1984 e racconta il proseguimento
del conflitto ineluttabile tra Daniel LaRusso (Ralph Macchio) e
Johnny Lawrence (William Zabka). Nella quarta stagione i dojo
Miyagi-Do e Eagle Fang uniscono le forze per battere Cobra Kai al
torneo di karate di All Valley degli under 18. Chi perderà dovrà
appendere il gi al chiodo. Quando Samantha e Miguel cercano di
difendere l’alleanza tra i dojo mentre Robby punta tutto su Cobra
Kai, il destino della Valley non è mai stato così in bilico. A
quali assi nella manica ricorrerà Kreese? Riusciranno Daniel e
Johnny a seppellire i loro dissidi ultradecennali per battere
Kreese? O sarà invece Cobra Kai a diventare il punto di riferimento
del karate in tutta l’area?
How to Ruin Christmas 2 stagione
dal 10 dicembre.
La ribelle pecora nera di famiglia
Tumi Sello quest’anno voleva un Natale tranquillo. I suoi piani
però sono rovinati, insieme alla festa, quando una disgrazia
colpisce le famiglie Sello e Twala e i suoi sensi di colpa la
obbligano ad aiutare a organizzare un funerale natalizio. Quando
l’organizzazione del funerale va a rotoli, le critiche ricadono su
Tumi che dovrà, ancora una volta, passare un paio di giorni a
ristabilire il buon nome della famiglia Sello, salvando il funerale
natalizio dal disastro.
Questi ruggenti anni Venti dal 10
dicembre 2021
Questi ruggenti anni Venti racconta
le storie di otto ventenni in cerca di successo ad Austin, Texas,
durante la “nuova normalità” post 2020. Questi giovani coinquilini
imparano a conoscersi e aiutarsi per affrontare gli alti e bassi
dell’età adulta, cercando di apprezzare fino in fondo ogni momento
di quest’età così speciale. Dopo tutto i vent’anni si vivono una
volta sola.
Aranyak dal 10
dicembre
NON DISPONIBILE
Carolin Kebekus: The Last
Christmas Special
In questo primo speciale comico natalizio di Netflix Germania,
una delle maggiori umoriste del paese, Carolin Kebekus, mescola un
po’ di nostalgia per le feste a commenti su tematiche sociali con
la sua tipica ironia tagliente, per scherzare sulla “festa più
bella dell’anno” e sfatarne il mito.
Coming Out Colton dal 3 dicembre
2021
L’ex giocatore di football
professionista e star di THE BACHELOR Colton Underwood intraprende
un percorso alla scoperta di sé dichiarando la sua omosessualità,
facendo i conti con il passato e accettando il suo ruolo
all’interno della comunità LGBTQ.
Nasce dal libro quasi
omonimo della virologa italiana Ilaria Capua,
indagata – e prosciolta – dall’accusa che vediamo nascere e
svilupparsi nel corso di questo Trafficante
di virus. Ma l’ultimo film di Costanza
Quatriglio (Terramatta,
Con il fiato sospeso, La bambina che non voleva
cantare) ha un andamento confuso e diseguale che, a
prescindere dall’encomiabile proposito che lo anima, non lo rende
il veicolo migliore di una pur giusta e giustificata denuncia.
Trafficante di Virus, film
evento
Presentato al 39º Torino
Film Festival, il percorso distributivo porterà il film nel
catalogo di Amazon Prime Video e su Sky Q, dopo l’evento
speciale di una uscita in sala per tre giorni (il 29 e il 30
novembre e il 1° dicembre). Comunque un ottimo modo per
diffondere e tornare a parlare di una vicenda esemplare e insieme
troppo comune nella storia del nostro Paese, non nuovo a odissee
giudiziarie vane e dolorose o a persecuzioni mediatiche concentrate
sugli obiettivi sbagliati.
La storia di Irene è
quella di Ilaria Capua
Liberamente ispirata al
libro della Capua, la sceneggiatura del film trasforma la
protagonista in Irene Colli: ricercatrice presso un importante
istituto zooprofilattico italiano. Scienziata circondata dall’amore
della famiglia e caratterizzata da una grande passione per il
proprio lavoro, che svolge con intelligenza e lungimiranza con la
missione di permetterci di affrontare al meglio epidemie dilaganti
tra animali che potrebbero rivelarsi pericolose anche la salute
degli esseri umani. Ma a causa di un’inchiesta giudiziaria condotta
nel corso di diversi anni, la vita della donna è destinata a essere
stravolta.
E’ l’Aviaria e non il
Covid-19, ma l’accusa di epidemia e di tentata strage che Irene – e
prima di lei Ilaria – si sono trovate ad affrontare hanno delle eco
moderne piuttosto inquietanti. E che si evidenziano nell’accusa su
cui indaga il reporter di Paolo Calabresi (forse
un personaggio sul quale si poteva investire di più), che il virus
sia stato diffuso premeditatamente per vendere i vaccini. Siamo
dalle parti di Big Pharma e dei tanti complotti o proclami divenuti
usuali in questi giorni, ai sostenitori dei quali potrebbe
risultare interessante la visione del film.
foto di Alfredo Falvo
Una storia di scienza e
di amara giustizia
“Una storia di scienza e
di amara giustizia”, come la presenta la produzione, che come
accennato ha in sé il suo merito principale. Nella denuncia del
pressapochismo e la poca lungimiranza di governi e direttori, e del
labirinto kafkiano in cui si può finire ancora oggi, a
cinquant’anni esatti dal Detenuto in attesa di giudizio di
Nanni Loy e Alberto Sordi. Un
riferimento intenso, crudo, di un livello al quale questo Trafficante
di Virus purtroppo non mostra mai di poter
puntare.
Su nessun piano, dalla
scrittura al montaggio, dalla regia alle interpretazioni, il film
esce mai da binari consueti e semplicistici. Come la trattazione di
temi anche importanti e meritevoli di tutta la visibilità possibile
– dalla condizione lavorativa e l’isolamento femminile alla fuga
dei cervelli – che emergono qui e lì dalle pieghe di un racconto
piuttosto piatto e fasullo. Fiaccato ulteriormente da una
cronologia non lineare e continui salti temporali, con stacchi e
sequenze da fiction di altri tempi, utili a sviluppare le tre
diverse linee narrative, ma non a dar loro credibilità e
verosimiglianza. O a farci empatizzare o coinvolgere (al di là di
una razionale e civile solidarietà) dalla pur volenterosa e
impegnata Anna Foglietta, che come le autrici sembra
tanto preoccupata di dare umanità alla sua eroina e sfumature alla
sua caratterizzazione da trascurare la costruzione della “atmosfera
emotiva del thriller psicologico” che la Quatriglio sembrava voler
trasmettere.
Partiamo immediatamente
con lo scrivere che Fondazione (Foundation) è
molto probabilmente il prodotto di fantascienza meglio concepito e
realizzato da anni a questa parte.
Un’affermazione
certamente ambiziosa, la quale speriamo incuriosisca i lettori che
ancora non hanno visto il prodotto. Realizzato per Apple
TV+ e tratto dalla serie di romanzi di Isaac Asimov
pubblicati a partire dal 1951 – anche se in origine vi sono
racconti la cui edizione va dal 1942 al 1950 – Fondazione
(Foundation) è tutto quello che la fantascienza
dovrebbe essere: un genere che sotto la superficie della fiction
indaga la realtà del presente, analizza gli eventi passati e
soprattutto pone legittimi interrogativi riguardo dove la società
sta andando.
La trama di Fondazione
(Foundation)
Protagonista dei primi
due episodi di Fondazione (Foundation) è la
giovane Gaal Dornick, invitata dal matematico Hari Seldon a
raggiungerlo sul pianeta Trantor, sede dell’Impero galattico. Qui
la donna scopre che il suo mentore è in realtà in procinto di
essere arrestato e processato dalle autorità in quanto creatore di
una scienza denominata psicostoria, che gli ha permesso di predire
la caduta dell’Impero stesso. Alla fine del processo viene data la
possibilità a Seldon e Dornick di essere esiliati su Terminus, un
pianeta alla periferia della Galassia su cui potranno iniziare a
sviluppare la Fondazione, un’istituzione il cui compito è quello di
preservare la civiltà conosciuta di fronte ai secoli di buio che
seguiranno alla caduta dell’Impero. Ma sia il viaggio che lo
stesso, remoto pianeta riserveranno ai protagonisti non poche
sorprese…
I creatori dello show
David S. Goyer e Josh Friedman hanno lavorato
sulla forma e sul contenuto di Fondazione
(Foundation) con eguale accuratezza, arrivando a una
sintesi equilibrata e profondamente appagante. In questo modo lo
spettatore, mentre viene affascinato dalle immagini eleganti eppure
mai ostentate di una messa in scena visivamente portentosa, riesce
a instaurare immediatamente una forte connessione emotiva con i
protagonisti: prima la sete di conoscenza di Gaal Dornick e la
saggezza rivoluzionaria di Hari Seldon, in seguito la fierezza
combattiva di Salvor Hardin vengono sviluppate nei vari episodi con
una precisione ammirevole, in modo da immergere tali psicologie
dentro una storia capace di trascendere la semplice narrazione per
diventare riflessione filosofica sulla condizione umana.
Uno sguardo al
contemporaneo attraverso la fantascienza
Attraverso le trame
sviluppate dai molteplici personaggi in scena, Fondazione
(Foundation) affronta temi fondanti della realtà
contemporanea come ad esempio l’identità del singolo, la dicotomia
tra potere e progresso, quella tra scienza e fanatismo religioso.
Soprattutto, la serie ribadisce l’idea che la conoscenza, intesa
principalmente come istruzione, può diventare il mezzo per superare
tempi problematici che la società ciclicamente attraversa: un
concetto oggi più che mai di importanza primaria.
Senza mai diventare
dogmatico, lo show permette allo spettatore di riflettere su tali
questioni mentre allo stesso tempo può gustare uno spettacolo
estetico sontuoso, capace di esplicitare con dovizia lo status
sociale delle ambientazioni principali, in particolar modo i
pianeti Trentor e Terminus, antitetici tra loro per opulenza e
stile di vita. La lucidità di esposizione si fonde dunque in grande
armonia con una trama ardita che interseca storie, si produce in
salti temporali di decenni, costruisce un puzzle narrativo
avvincente. In questo modo Foundation impegna il pubblico in uno
sforzo emozionale e intellettuale genuini.
Si rende giustizia all’opera
letteraria
L’adattamento di
Fondazione (Foundation) rende piena giustizia
all’opera letteraria da cui è stata tratto: dei testi di
Isaac Asimov restituisce infatti l’eleganza
dell’esposizione, la precisione dei ritratti psicologici, l’arguzia
nel costruire trame intriganti ma non inutilmente complesse. C’è
una potenza espressiva composta in questa serie, una volontà quasi
solenne di esplorare i significati che il genere può contenere. Il
risultato è un prodotto che impone le proprie regole invece di
seguirne altre già dettate. E lo fa con una sicurezza e una
coerenza interna semplicemente ammirevoli.
Ecco il trailer di Il
Colore della Libertà, l’ultimo film del regista
candidato all’Oscar Barry Alexander Brown con la
produzione esecutiva di Spike Lee, che vede nel
cast: Lucas Till, Lucy Hale, Cedric The
Entertainer e Brian Dennehy. Tratto dal
libro di memorie di Bob Zellner, il film racconta
la storia vera del movimento per i diritti civili degli anni
’60.
Tratto dal celebre libro di memorie
The Wrong Side of Murder Creek: A White Southerner in
the Freedom Movement di Bob Zellner
e Constance Curry, Il
Colore della Libertà ripercorre alcuni degli anni più
bui della storia degli Stati Uniti, quelli della ferocia del Ku
Klux Klan e delle battaglie fondamentali per la fine della
segregazione razziale.
Il Colore della Libertà, la trama
Ambientato negli anni ’60, la
pellicola offre un ritratto reale e coraggioso del giovane Bob
Zellner, nipote di un membro della setta razzista (interpretato dal
talentuosissimo Lucas Till) che si ritrova, suo malgrado, a
dover scegliere ad un certo punto della sua vita da che parte della
storia voler stare.
Il regista schiva con audacia gli
stereotipi narrativi anglosassoni del “giovane bianco” che si erge
a paladino, restituendo un ritratto crudo e reale, fatto anche di
contraddizioni e inquietudini, di un giovane che si ritrova a fare
i conti con un risveglio morale del tutto inaspettato e per cui
dovrà scontrarsi anche con gli affetti a lui più cari. Nel film le
storie dei singoli personaggi si incontrano e si alternano con
immagini di repertorio, in cui si riconosce in modo inequivocabile
il percorso decennale del regista al fianco di Spike Lee come suo
montatore. Barry Alexander Brown riesce, così, a restituire con
estrema verosimiglianza tutte le assurdità e le crudeltà degli
Stati del Sud di quegli anni – le stesse che, purtroppo, ancora
oggi vengono denunciate dal movimento di Black Lives
Matter – mostrandosi come un vero e proprio “grido di
rivolta”, un monito a non dimenticare il passato, a continuare a
raccontare un pezzo di storia che oggi più che mai è di grande
attualità.
Madres paralelas, diretto dal maestro
Pedro Almodóvar con protagonista il premio Oscar®
Penélope Cruz e l’attrice rivelazione Milena Smit, sarà disponibile
da domani, martedì 30 novembre, per l’acquisto e il noleggio su
tutte le principali piattaforme digitali.
Film d’apertura, in Concorso, alla
78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia, ha visto Penélope Cruz aggiudicarsi
la Coppa Volpi per la migliore interpretazione
femminile.
Due donne, Janis (Penelope
Cruz) e Ana (Milena Smit),
condividono la stessa stanza d’ospedale prima di partorire. Sono
due donne single, entrambe in una gravidanza non programmata.
Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il
parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata,
contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre
passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le
poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto
forte tra le due ed il fato, nel fare il suo corso, complicherà in
maniera clamorosa le vite di entrambe.
Il film ha un magnifico cast in cui
Penelope Cruz, Milena Smit e Aitana Sánchez-Gijón
interpretano le tre madri della storia e Israel Elejalde il ruolo
del personaggio maschile. Questo straordinario cast è completato da
Julieta Serrano e Rossy de Palma.
Prodotto da El Deseo, con la
partecipazione di RTVE e Netflix, Madres paralelas è stato
distribuito in Italia da Warner Bros. Pictures.
Il film sarà disponibile da
domani per l’acquisto e noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity.
A 10 anni dalla scomparsa del
Campione Marco Simoncelli (20 gennaio 1987 – 23
ottobre 2011), arriva nelle sale SIC, il
documentario Sky Original prodotto da
Sky, Fremantle Italy e
Mowe, distribuito come uscita
evento al cinema da Nexo Digital solo
il 28 e 29 dicembre (elenco sale a breve su
nexodigital.it e prevendite aperte dal 9
dicembre).
SIC
restituisce il ritratto intenso ed emozionante di un
campione unico. Racconta una storia, quella di un bambino
che aveva un sogno più grande dei propri limiti e che ha fatto di
tutto per realizzarlo. Racconta del coraggio, al quale tutti
abbiamo fatto ricorso, necessario per affrontare sfide che abbiamo
ritenuto al di fuori della nostra portata. E lo racconta attraverso
l’epopea della stagione 2008 che decreterà Marco Simoncelli
Campione del Mondo Classe 250cc. Un mondiale iniziato da
outsider, sofferto, strenuamente voluto, sorprendentemente meritato
che porterà alla ribalta del mondo un nuovo talento italiano
guascone, tostissimo e sempre sorridente.
Ma SIC
racconta anche la vita di un bambino e poi di ragazzo allegro e
scanzonato sempre pronto a divertirsi e a divertire con una battuta
o mettendo un’auto di traverso tra le vie di Coriano, il tranquillo
paese della “Motor Valley” romagnola dove è nato. Un ragazzo che,
con le foto di Valentino Rossi nel diario, era convinto di
diventare un giorno anche lui un “World Champion”.
Ad arricchire il racconto, le
testimonianze e i ricordi di chi ha vissuto insieme a lui a
cominciare dal padre, l’onnipresente Paolo
Simoncelli, la storica fidanzata Kate
Fretti, il compagno di mille sfide alla “cava”,
nonché idolo e amico Valentino Rossi, il pilota
Mattia Pasini amico d’infanzia e primo compagno di
team ai tempi delle gare in minimoto, Carlo Pernat il
manager del motomondiale con la “M” maiuscola, Paolo Beltramo,
amico di Marco e storico inviato dai box, l’avversario più ostico
lo spagnolo Alvaro Bautista, il poetico Dottor Claudio Costa, il
preparatore atletico Carlo Casabianca, l’artista dei caschi Aldo
Drudi, i membri della squadra che insieme a lui hanno reso
possibile la vittoria del mondiale, il capo tecnico Aligi
Deganello, il meccanico Sanzio “Malabrocca”
Raffaelli, l’allora direttore gestione sportiva gruppo
Piaggio Giampiero Sacchi, e poi gli amici di
sempre, quelli coi quali fare “lo scemo” e festeggiare al termine
di ogni gara; il tutto arricchito con le inimitabili telecronache
di Guido Meda , l’”Omero” delle due ruote. Ognuno
di loro descrive un tratto, svela un ricordo, fissa un momento di
Marco Simoncelli e della sua vita, rendendo il docufilm un racconto
unico, intenso, positivo.
La colonna sonora originale di
SIC è firmata dai
Mokadelic, già autori, tra le numerose produzioni,
delle musiche di Gomorra-La Serie.
SIC è un
docufilm diretto da Alice Filippi (“Sul più
bello”, “’78 – Vai piano ma vinci”), scritto con
Vanessa Picciarelli e Francesco
Scarrone e prodotto da Gabriele Immirzi e
Ettore Paternò per Fremantle, Roberta
Trovato per Mowe e Roberto Pisoni per
Sky. SIC è realizzato grazie al
contributo della Regione Emilia-Romagna e il
supporto di Emilia-Romagna Film Commission. È distribuito al cinema
da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY,
MOTO SPRINT, MYmovies.it.
Per due giovani innamorate è
arrivato il momento di fare coming out con le rispettive famiglie.
Una decisione che scatenerà una piccola guerra, ma non quella che
potevano immaginare.
Dopo il grande successo di pubblico
e critica alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia,
dove ha conquistato il premio della sezione Orizzonti Extra con
Il cieco che non voleva vedere Titanic, Teemu
Nikki torna su IWONDERFULL.it e nei cinema italiani con un
nuovo film. NIMBY è una commedia nera in cui, come
sempre, il regista finlandese trova gli spunti per parlare del
mondo contemporaneo con grande intelligenza e tagliente critica
sociale.
NIMBY arriverà su
IWONDERFULL.it,
la piattaforma streaming di I Wonder Pictures in collaborazione con
MYmovies, e contemporaneamente nei cinema a partire dal 14
dicembre, dopo essere stato presentato in anteprima al XXXI
Noir in
Festival, che si svolgerà a Milano dal 10 al 15
dicembre. Il regista Teemu Nikki accompagnerà il film al
festival per incontrare il pubblico e la stampa.
Marv e Cara vivono a Helsinki, sono
innamorate, ma la loro vita di coppia è arrivata a un bivio.
L’improvviso annuncio della visita dei genitori di Cara, la cui
madre è la responsabile dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni
Unite, le mette di fronte alla necessità di confessare il loro
amore alle famiglie. Decidono quindi di cominciare da quella di
Marv, recandosi nel paesino natale della ragazza. Una volta giunte
lì, si trovano di fronte a una manifestazione neonazista di cui fa
parte anche l’ex fidanzato di Marv. Ma questa sarà solo la prima
brutta sorpresa a cui andranno incontro.
NIMBY è il quarto film
di Teemu Nikki distribuito da I Wonder Pictures dopo
Lovemilla, Euthanizer e Il cieco
che non voleva vedere Titanic. Autore sorprendente, che
spazia tra i generi contaminandoli, mischiando horror e commedia
romantica, cyperpunk e denuncia sociale, Nikki è uno dei cineasti
più interessanti del panorama europeo contemporaneo, amatissimo e
conteso dai grandi festival.
Su IWONDERFULL.it e
sull’IWONDERFULL Prime Video Channel sono disponibili i tre i film
distribuiti finora in Italia, e dal 14 dicembre anche
NIMBY.
Pubblicata la cinquina dei romanzi
italiani finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco 2021, risultata
dalla sommatoria dei voti dei lettori sul sito, ben 2.949
votanti, e di quelli ponderati della Giuria letteraria,
che ha votato in questa formazione: Cecilia
Scerbanenco (Presidente), Alessandra Calanchi,
Valerio Calzolaio, Luca Crovi, Sergio Pent, Sebastiano
Triulzi e John Vignola.
I 5 finalisti (in ordine
alfabetico):
Cristina Cassar Scalia, L’UOMO DEL PORTO
(Einaudi)
Antonella Lattanzi, QUESTO GIORNO CHE
INCOMBE (HarperCollins)
Pasquale Ruju, IL CODICE DELLA VENDETTA
(Edizioni e/o)
Lorenzo Scano, VIA LIBERA (Nero
Rizzoli)
Francesca Serafini, TRE MADRI (La nave di
Teseo)
Il romanzo Come delfini
tra pescecani. Un’indagine per i Cinque di Monteverde
di François Morlupi (Salani) si aggiudica il Premio dei
lettori al miglior romanzo Noir per essere stato il più
votato sul sito del festival.
I cinque finalisti e l’autore più
premiato dal pubblico saranno presentati il 10 dicembre, ore 17.00,
al Teatro Filodrammatici di Milano.
Il Premio Giorgio Scerbanenco 2021,
consistente in un ritratto di Giorgio Scerbanenco ad opera
dell’artista Andrea Ventura, verrà consegnato nel
corso della 31a edizione del Noir in Festival, il 10 dicembre 2021
a Milano.
Vedova Nera è stata la terza
Avenger ad essere introdotta nel Marvel Cinematic
Universe dopo Iron Man e Hulk. È rimasta uno dei membri principali
degli Avengers – divenendo successivamente
co-leader con Steve Rogers – fino a quando non ha compiuto
l’estremo e straziante sacrificio su Vormir.
Nel corso della sua esperienza come
Avenger (e in seguito nei prequel), Natasha ha collaborato con eroi Marvel
iconici come Capitan America, Nick Fury,
Okoye e sua sorella Yelena
Belova, come mette in evidenza ScreenRant.
Occhio di Falco
Fin dall’inizio, il più
grande alleato di Vedova Nera nel MCU
è sempre stato Occhio di Falco. Hanno fatto coppia nella
Battaglia di New York, lasciando intendere che fosse la loro
ennesima esperienza del genere, con una frecciatina a una missione
precedente a Budapest.
Vedova Nera e
Occhio di Falco hanno legato fin da subito, in
quanto unici Vendicatori senza veri superpoteri, ma hanno anche
lavorato insieme per Fury e lo
S.H.I.E.L.D. molto tempo prima.
Iron Man
Fin dal suo debutto nel
MCU
in
Iron Man 2, Nat ha condiviso una
forte amicizia con
Tony Stark: i due hanno lo stesso pungente senso
dell’umorismo, che si traduce in un tagliente botta e risposta ogni
volta che si interfacciano.
In Captain America: Civil War, si è unita a
Tony nel dibattito sugli accordi di Sokovia:
entrambi ritenevano fosse giusto stabilire un ente governativo
internazionale per monitorare e decidere quando chiedere
l’intervento degli Avengers (anche se ciò si è
rivelato un errore quando Thanos si è poi
palesato).
Red Guardian
Red Guardian ha
rivelato in Avengers: Endgame che Nat è la “figlia di Ivan“, fatto di
cui nemmeno la stessa era a conoscenza. Dopo che Ivan l’ha
abbandonata e lei è diventata un agente governativo sotto
copertura, è stata cresciuta da Alexei Shostakov,
interpretato da David Harbour.
Meglio conosciuto come Red
Guardian, Alexei era la risposta
dell’Unione Sovietica a Capitan America, grazie a
una delle variazioni del siero del super soldato che sono state
create in tutto il mondo. Nel film di Black Widow, Nat lo fa
evadere con riluttanza dalla prigione in modo che lui possa aiutare
lei e Yelena a trovare la Stanza Rossa.
Ant-Man
Dopo che
Thor decapita Thanos e gli
Eroi più potenti della Terra vengono
lasciati a rimuginare su quanto successo, in un mondo semi popolato
e sconvolto dal loro fallimento, Steve e Nat sono a corto di
idee su come agire e cercare di riportare indietro chi è
scomparso.
Così, Scott Lang
arriva al quartier generale dei Vendicatori
proponendo quello che sarebbe un “furto del tempo” che li
vedrebbe viaggiare attraverso il continuum spazio-temporale per
raccogliere le Gemme dell’Infinito. Se non fosse stato per
Ant-Man e la sua conoscenza del Regno Quantico, il
Titano Pazzo avrebbe potuto trionfare
definitivamente.
Agente Coulson
L’agente
Coulson
è stato parte delMCU
fino alla sua “morte” avvenuta nel primo film dei Vendicatori (che
è stata rapidamente rettificata nell’episodio pilota di
Agents of S.H.I.E.L.D.)
ma, nella
Fase Uno,
è stato il braccio destro diNat
nel corso di molte delle sue missioni nello
S.H.I.E.L.D.
Quando viene introdotto per la prima
volta in The Avengers, legato a una sedia nel corso di
un interrogatorio, Coulson rivela che c’è un jet
da combattimento pronto a demolire l’intero isolato, se non
passeranno il telefono a Nat.
Hulk
Sebbene sia stato
Fury a reclutare la maggior parte dei Vendicatori,
Nat è stata quella che ha assoldato Bruce Banner. Lo rintraccia a Calcutta e lo
convince a unirsi alla squadra, mettendo i suoi poteri al servizio
del bene comune.
Da Age of Ultron in poi, Nat è
diventata la vendicatrice di riferimento per calmare
Hulk nei momenti di ira funesta. Si avvicina a lui
alla fine di ogni battaglia dicendogli: “Ehi, bel fusto. Il
sole sta calando“. Questa frase è stata poi parodiata in
Thor: Ragnarok quando Thor
tenta di calmare Hulk a metà battaglia.
Okoye
Nel complesso, la sequenza
della battaglia di Wakanda in Avengers: Infinity War risulta piuttosto
caotica e frenetica – soprattutto se paragonata alla Battaglia su
Titano – ma è comunque marcata da un momento trionfale, ovvero
quando Wanda sta cercando di proteggere Visione e
Proxima Midnight arriva per ucciderla.
Proxima dice: “Morirà da solo,
come te“, ma una Natasha fuori campo risponde: “Non è
sola“. Nat e Okoye fanno
squadra per annientare Proxima prima che possa
avvicinarsi a Wanda.
Capitan America
E’
vero che laVedova Nera
ci ha messo un decennio per avere il suo film da solista, ma non si
può scordare il suo ruolo di supporto nei film incentrati
sulCapitan America
post-Avengers.
Lei e Steve hanno fatto squadra per affrontare
l’Hydra
inThe Winter Soldier
e, sebbene avessero opinioni contrarie in merito agli accordi
di
Sokovia
inCivil War,
alla fine lei ha permesso a
Cap
di scappare con
Bucky
come favore personale durante la battaglia
all’aeroporto.
Oltre a condividere battute
esilaranti sulle difficoltà di Steve nella vita
amorosa, e riferimenti alla cultura pop, sono compagni di battaglia
molto affiatati: lei spesso si serve del suo scudo per far fuori
gli scagnozzi.
Yelena Belova
Il tanto atteso film
Black Widow si è aperto con un prologo che
rivela la storia di Natasha, riportandoci indietro
al 1995 quando gli agenti sovietici sotto copertura
Melina Vostokoff e Alexei
Shostakov fingono di essere una normale famiglia
statunitense insieme alle bambine Natasha Romanoff e Yelena
Belova.
Dopo che Alexei
ruba un floppy disk da un centro di ricerca, la famiglia si rifugia
a Cuba e si incontra con il loro capo, Dreykov,
che fa portare via Natasha e
Yelena affinché vengano addestrate nella Stanza
Rossa. Nel film, Natasha e Yelena
si riuniscono per distruggere il programma della Stanza Rossa e,
dopo la morte di Nat, Yelena è
pronta a prendere il posto della nuova Vedova
Nera.
Nick Fury
In Iron Man
2, Vedova Nera è stata inizialmente presentata al
pubblico del MCU
come una collaboratrice di Nick Fury. Si infiltra
nella vita di Tony Stark sotto le spoglie di un dipendente
delle Stark Industries e lo tiene d’occhio per
volere di Fury.
Descritto da Quentin Beck come
“la persona più paranoica del pianeta“,
Fury si fida solo di poche persone – e
Nat è certamente una di queste.
Henry Cavill ha affidato al suo account Instagram
la comunicazione della fine delle riprese del sequel di
Enola Holmes. Cavill torna a indossare i panni di
Sherlock Holmes, ereditandoli da Robert Downey Jr.
eBenedict Cumberbatch, accanto a
Millie Bobby Brown che sarà di nuovo Enola, la
sorella minore di casa Holmes, decisa a seguire le orme del
fratello famoso.
Il video non fornisce alcun
dettaglio sul film, ma ci informa che l’attore era al lavoro
sull’ultimo giorno di riprese e che era restio a fare attività
fisica a causa del buio. L’attore ha dimostrato di prendere a cuore
il suo benessere fisico e spesso carica post motivazionali sul suo
feed che incoraggiano i fan a dare la priorità all’esercizio fisico
e a una vita sana in modo positivo.
Il cameo di Mark
Hamill alla fine di Star Wars: Il Risveglio della Forza è stato
ispirato dall’attore che interpreta Obi-Wan Kenobi nella trilogia originale,
sir Alec Guinness. Hamill ha interpretato Luke
Skywalker nel franchise di Star
Wars dal 1977 al 2019. Il suo ruolo nella trilogia più recente
è stato quello di essere un mentore, passando il titolo di
Cavaliere Jedi alla generazione successiva, proprio come ha fatto
Obi-Wan per lui nel primo film, Una nuova
speranza.
Il risveglio della Forza, che ha riportato
sullo schermo tutti i protagonisti della trilogia originale, ha
visto il ritorno di
Harrison Ford, Carrie Fisher e
Anthony Daniels. Mentre Hamill è apparso solo
nell’ultima scena per impostare gli eventi de Gli ultimi
Jedi, il controverso capitolo successivo.
Quando gli è stato chiesto di
commentare lo svelamento del suo personaggio alla fine del film,
Mark Hamill ha dichiarato che sì è ispirato a Guinness. La scena
presenta il personaggio incappucciato che mostra il suo volto con
entrambe le mani che si muovono verso l’alto per sollevare il
cappuccio, in una lenta rivelazione che è intensificata dall’uso di
due mani. Ha detto che nessuno gli ha detto come farlo, ma che
voleva dare drammaticità al momento, in modo simile a come
Alec Guinness rivela il suo volto in Una
nuova speranza.
Nobody told me how to do it specifically. I
just wanted to maximize the moment & heighten the inherent drama of
the reveal. I was, however, clearly influenced by Alec's first
appearance in the original film. https://t.co/Z3TgVkPk2c
Hawkeye, la nuova serie Disney+/Marvel che ha debuttato la scorsa
settimana, presenta un errore di continuity in merito alla
rappresentazione della Stark Tower in The
Avengers. Dato che Clint Barton,
protagonista della serie insieme a Kate Bishop, è
stato a lungo nell’MCU, Hawkeye include diversi riferimenti
all’universo più grande a cui appartiene; il che include anche uno
sguardo indietro alla battaglia di New York (qui
tutti gli Easter Eggs dalle prime due puntate).
Abbiamo visto nel corso degli anni
che al MCU piace rivisitare la Battaglia
di New York, vista per la prima volta in The Avengers. Questo
è ciò che fa Hawkeye nella sua sequenza di apertura. Per inserire
Kate Bishop (Hailee Steinfeld) nella continuity
del MCU, la serie Disney+ mostra che è stata salvata da
Clint durante la Battaglia di New York.
Tuttavia, l’utente di Reddit
u/Tajul92, un vero Occhio di Falco, ha notato che c’è un piccolo
errore di continuità in questa particolare scena. In The
Avengers, le lettere “S”, “T”, “R” e “K” cadono tutte
dalla segnaletica della Stark Tower durante il combattimento con
Loki (Tom Hiddleston), lasciando solo la A che
diventerà poi l’inizio dell’insegna che identificherà la Avengers
Tower.
Ma in Hawkeye, sia la “A” che la “K” di STARK sono
ancora intatte. Guarda le foto qui sotto per un riferimento:
Dopo che Nick Fury (Samuel
L. Jackson) invoca il suo intervento nella scena
post-credits di Avengers:
Infinity War, Carol Danvers arriva sulla Terra per
aiutare i Vendicatori durante la battaglia contro Thanos in
Endgame. Sebbene Captain Marvel non fosse in
Endgame tanto quanto il pubblico avrebbe potuto
aspettarsi, ha comunque fatto sentire la sua presenza nella lotta
contro il Titano Pazzo e si è dimostrata una dei personaggi più
potenti del MCU.
Un altro aspetto degno di nota
dell’apparizione di Carol in Avengers:
Endgame è stato il suo taglio di capelli: all’inizio
del film ha i capelli lunghi come in Captain Marvel del 2019, ma dopo il salto
temporale ritorna con un taglio molto più corto, che all’epoca non
è stato giustificato (non quello era assolutamente necessario). La
scena a metà dei titoli di coda di Shang-Chi
mostra che l’acconciatura di Captain Marvel è cambiata di nuovo dopo
Endgame, poiché i capelli le sono ricresciuti e sono più simili a
come siamo abituati a vederla. Ancora una volta il cambiamento è
inspiegabile, ma si adatta a una popolare teoria che circola su
internet.
In WandaVision, viene rivelato che la
vecchia amica di Carol, Maria Rambeau (Lashana
Lynch) è morta durante i cinque anni tra Infinity
War ed Endgame dopo che gli è stato
diagnosticato un cancro. A causa di ciò è nata la teoria che i
capelli di Captain Marvel in Endgame fossero il
risultato della rasatura a sostegno di Maria mentre era sottoposta
alla chemio per il cancro, e sebbene non ci sia alcuna conferma
esplicita, si adatterebbe al personaggio di Carol e allo stretto
legame che la coppia ha dimostrato di avere. Dal momento che
Captain Marvel ha ancora una volta i
capelli lunghi nella scena dei titoli di coda di Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli,
suggerisce che il cambiamento di look non è stato fatto solo perché
voleva un cambio di pettinatura, e rende più probabile che si sia
rasata la testa per supportare la sua amica e ora la sua chioma è
ricresciuta.
La scena post-credits di Shang-Chi
si svolge circa sei mesi dopo Avengers: Endgame; i
capelli di Carol sono cresciuti abbastanza rapidamente in quel
periodo, anche se non sono così lunghi come prima del salto
temporale. Naturalmente, non è del tutto fuori discussione che
abbia semplicemente deciso di apportare un cambiamento al suo look
per poi tornare al taglio lungo, mentre in termini pratici è
semplicemente più facile che Larson appaia con la sua attuale
lunghezza di capelli al momento delle riprese, data anche la
brevità della scena.
Dato il nuovo look di Captain
Marvel nei titoli di coda di
Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli, è
probabile che questa sarà anche l’acconciatura che sfoggia in
The
Marvels. Quel film potrebbe – e probabilmente dovrebbe
– spiegare esattamente cosa è successo, dal momento che riunirà
Carol con Monica Rambeau (Teyonah Parris). In
WandaVision, Monica non sembrava molto contenta
della menzione del nome di Captain Marvel, suggerendo che le due
potrebbero aver litigato; ma quel film può far luce su questo, e
Carol che mostra di essersi tagliata i capelli a sostegno di Maria
potrebbe aiutare a dimostrare che era lì per la sua amica quando
era necessario.
Manca poco all’inizio dell’ultimo
mese dell’anno 2021 ed ecco tutte novità di dicembre in arrivo su
Prime Video. Tra cinema e serie tv, da
segnalare i titoli
In Io
sono babbo natale Ettore (Marco Giallini) è un ex
galeotto dalla vita turbolenta e sgangherata. Non ha grandi
prospettive se non quella di continuare la sua carriera da
rapinatore. È così che si ritrova a casa di Nicola (Gigi Proietti),
un simpatico signore che non possiede oggetti di valore ma ha una
incredibile rivelazione da fare: “Sono Babbo Natale!” Ma sarà
davvero lui? Ultimo film del grande Gigi Proietti, Io sono Babbo
Natale è una commedia italiana di Natale diretta da Edoardo
Falcone.
Encounter, dal 10 dicembre in
esclusiva su Prime Video
Un Marine decorato parte
in una missione per salvare i suoi due figli da una minaccia
misteriosa. Man mano che il loro viaggio li conduce in situazioni
sempre più pericolose, i bambini dovranno lasciarsi l’infanzia alle
spalle. Diretto da Michael Pearce e scritto da Joe Barton e Michael
Pearce, Encounter vede nel cast Riz Ahmed, Octavia Spencer, Rory
Cochrane, Lucian-River Chauhan e Aditya Geddada.
In Being The
Ricardos Lucille Ball (Nicole Kidman) e Desi Arnaz (Javier
Bardem) sono minacciati da sconcertanti accuse personali,
diffamazioni politiche e taboo culturali, nel drammatico racconto
dietro le quinte firmato dallo sceneggiatore e regista premio Oscar
Aaron Sorkin. Con uno sguardo rivelatore che indaga nella
complicata relazione romantica e professionale della coppia, il
film porta il pubblico nella writers’ room, sul palcoscenico e nel
privato di Ball e Arnaz durante una cruciale settimana di
produzione della loro rivoluzionaria sitcom “I Love Lucy”. Nel
cast, accanto ai premi Oscar Nicole Kidman e Javier Bardem, anche
Jake Lacy, J.K. Simmons, Nina Arianda, Tony Hale e Alia
Shawkat.
Dopo un’imboscata mortale
a una delle loro auto blindate, la Fortico Securities con sede a
Los Angeles assume un misterioso nuovo dipendente, Patrick Hill
(Statham), che diventa noto semplicemente come “H.” Mentre impara
le basi dal partner Bullet (Holt McCallany), H inizialmente sembra
essere un tipo tranquillo e con la testa bassa semplicemente lì per
fare un lavoro e guadagnarsi da vivere. Ma quando lui e Bullet
diventano l’obiettivo di un tentativo di rapina, le formidabili
abilità di H vengono rivelate. Non solo è un tiratore esperto che è
ugualmente abile nel combattimento corpo a corpo, ma H è anche
spietato e letale. Basato sul film francese Le convoyeur, La furia
di un uomo – Wrath Of Man annovera un cast stellare
tra cui
Jason Statham, Holt McCallany, Jeffrey Donovan, Josh
Hartnett, Niamh Algar, Laz Alonso, Scott Eastwood e Eddie Marsan.
Il film è diretto da Guy Ritchieda una sceneggiatura di Ivan
Atkinson, Marn Davies e Guy Ritchie. Bill Block e Atkinson sono
produttori.
NUOVI FILM IN ARRIVO Prime e
seconde visioni
State a casa | 2 dicembre
Harriet | 6 dicembre
Security | 7 dicembre
Nemmeno io ti voglio | 20 dicembre
A un metro da te | 21 dicembre
A Quiet Place II | 23 dicembre
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto | 25
dicembre
Il silenzio grande | 30 dicembre
Altri film
L’amore bugiardo – Gone Girl | 1 dicembre
Harry Potter e la pietra filosofale | 1 dicembre
Harry Potter e la camera dei segreti | 1 dicembre
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban | 1 dicembre
Harry Potter e il calice di fuoco | 1 dicembre
Harry Potter e l’Ordine della Fenice |1 dicembre
Harry Potter e il principe mezzo sangue | 1 dicembre
The
Ferragnez – La serie, Dal 9 dicembre in esclusiva su Prime
Video i primi 5 episodi i successivi 3 episodi da giovedì 16
dicembre
Grazie al docu-reality Amazon
Original The Ferragnez – La serie, il pubblico e i fan avranno
accesso esclusivo al dietro le quinte della quotidianità di Chiara
Ferragni e Fedez, scoprendo la loro famiglia come non l’hanno mai
vista prima, nel racconto di un periodo speciale e straordinario
della loro vita insieme – fra la fine del 2020 e i primi mesi del
2021 – con la seconda gravidanza di Chiara, la prima partecipazione
di Fedez a Sanremo e la nascita della secondogenita Vittoria, gli
incontri con gli amici e la famiglia e gli impegni di lavoro. Con
uno sguardo inedito e intimo, la serie racconterà con delicatezza e
ironia passioni, gioie, lacrime e ambizioni di una giovane coppia
normale e straordinaria che si aprirà per svelarsi e per scoprire
aspetti intimi e mai visti prima di sé e del proprio rapporto,
accettando con coraggio di mettersi a nudo, di scavare a fondo e di
aprire agli spettatori le porte della loro casa. Accanto a loro,
oltre al piccolo Leone, primogenito della coppia, anche i genitori
di entrambi, le sorelle di Chiara, Valentina e Francesca con i loro
compagni, nonna Luciana e tante altre persone vicine, per tracciare
un grande ritratto di famiglia.
Chiara Ferragni è imprenditrice
digitale e icona della moda con oltre 25 milioni di follower su
Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer”
a livello globale; Fedez è un artista poliedrico con all’attivo
oltre 70 dischi di platino e 13 milioni di follower su Instagram,
già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host
del grande successo LOL – Chi ride è fuori. The Ferragnez –
La Serie è prodotta da Banijay Italia per Amazon
Studios.
Harlem, Dal 3
dicembre in esclusiva su Prime Video
Creata e scritta Tracy
Oliver, che ne è anche executive producer, Harlem
è una nuova commedia che segue le vicende di un gruppo di amiche
ambiziose provenienti da Harlem, New York City, mecca della Black
Culture in America. Camille è una giovane e conosciuta
professoressa di antropologia alla Columbia con una profonda
conoscenza delle norme di corteggiamento nelle varie culture, ma
continua ad avere problemi con la sua vita amorosa; Tye è la
creatrice di successo di una dating-app per persone queer che
preferisce mantenere a distanza di sicurezza le sue vulnerabilità –
nonché eventuali partner romantici; Quinn è un’inguaribile
romantica e stilista benestante che sta provando a sdebitarsi con
il mondo mentre è impegnata a portare avanti la sua attività che
fatica a decollare; Angie è un’attrice e cantante piena di fiducia
in sé, vivace e senza filtri, che vive a scrocco – ma alla grande –
con Quinn. Insieme vivranno il passaggio dai loro vent’anni alla
successiva tappa delle loro carriere, relazioni e sogni di ragazze
di città.
La serie è interpretata da: Meagan
Good nel ruolo di “Camille,” Grace Byers nel ruolo di “Quinn,”
Shoniqua Shandai nel ruolo di “Angie,” Jerrie Johnson nel ruolo di
“Tye,” e Tyler Lepley nel ruolo di “Ian.” Altre guest star
ricorrenti nella serie sono Whoopi Goldberg nei panni della “Dr.
Elise Pruitt,” Jasmine Guy è “Patricia,” Andrea Martin è “Robin,”
Robert Ri’chard è “Shawn,” Juani Feliz è “Isabela,” Kate Rockwell è
“Ana” e Sullivan Jones è “Jameson”. Harlem è prodotta da Amazon
Studios e Universal Television, una divisione di Universal Studio
Group, in associazione con Paper Kite Productions.
Dopo la morte di suo zio e una
missione mortale per abbattere Point Blanc, Alex Rider è desideroso
di lasciarsi il passato alle spalle e ricostruire la sua vita.
Tuttavia, quando un orribile attacco alla famiglia di un amico lo
riporta nel mondo delle spie, Alex deve svelare un sinistro
complotto politico con ripercussioni globali. Nel cast Otto
Farrant, Stephen Dillane, Vicky McClure, Brenock O’Connor, Ronkẹ
Adékọluẹ́jọ́, Marli Siu, Toby Stephens, Rakie Ayola e Charithra
Chandran.
FC BAYERN – Behind the legend,
dall’8 dicembre in esclusiva su Prime Video
Il club tedesco, che nel 2020 ha
realizzato una tripla vittoria da record (Bundesliga, Coppa di
Germania, Champions League) ed è attualmente la squadra di maggior
successo al mondo, aprirà le porte alle telecamere mostrando tutto
ciò che succede a Säbener Straße. Il documentario fornirà uno
sguardo da vicino, come mai prima d’ora, sulle imprese del club a
partire dalla finale della Champions League del 2020 a Lisbona,
fino alla fine della stagione 2020/21. Seguirà le persone che hanno
fatto la storia e reso grande il club, dal presidente al
giardiniere, e mostrerà personaggi iconici come Karl – Heinz
Rummenigge e Uli Hoeness passare lo scettro alla nuova generazione
guidata dal Presidente Herbert Hainer, da Oliver Kahn e da Hasan
Salihamidžić. Lo show non mancherà di ripercorrere i momenti
salienti e la storia della squadra, l’immagine che il club ha di sé
e come viene percepito nel mondo. Il documentario sul Bayern FC è
una produzione W&B Television. Gli executive producer sono
Quirin Berg e Max Wiedemann.
The Expanse 6 Dal 10 dicembre in
esclusiva su Prime Video, il primo episodio della sesta stagione a
seguire un episodio a settimana
La sesta
e ultima stagione di The Expanse riprende con il sistema solare
in guerra, mentre Marco Inaros e la sua Free Navy continuano a
lanciare devastanti attacchi asteroidi sulla Terra e su Marte.
Mentre le tensioni di guerra e le perdite di quota minacciano di
dividere l’equipaggio della Rocinante, Chrisjen Avasarala compie
una mossa audace e invia l’ex Marine Marziano Bobbie Draper in una
missione segreta che potrebbe cambiare le sorti del conflitto. Nel
frattempo, nella Cintura degli Asteroidi, Drummer e ciò che è
rimasto della sua famiglia sono in fuga dopo aver tradito Marco. E
su un lontano pianeta oltre gli Anelli, inizia a sorgere un nuovo
potere. Nel cast della serie ci sono Steven Strait, Dominique
Tipper, Wes Chatham, Shohreh Aghdashloo, Cara Gee, Frankie Adams,
Keon Alexander, Nadine Nicole e Jasai Chase Owens, riuniti per la
stagione più epica di sempre.
Tampa Baes Dal 10 dicembre in
esclusiva su Prime Video, la sesta stagione
La docu-serie in 8 episodi segue un
gruppo di giovani amiche lesbiche a Tampa Bay, città di richiamo e
sempre più in voga per la comunità LGBTQ + sulla costa della
Florida. Sempre pronte per un’avventura o una bella festa, queste
amiche fedeli – talvolta più che amiche – ambiziose e impertinenti,
sono sempre pronte a combattere gli stereotipi e le etichette. Con
tutti gli occhi puntati addosso, le giovani donne protagoniste
della serie amano il divertimento e vivono un momento cruciale
della loro vita personale e professionale, e sono pronte ad
affrontare qualunque sfida e problema scottante, anche se ciò
significa essere oneste l’una con l’altra. Il cast di Tampa Baes
include Ali Myers, Nelly Ramirez, Shiva Pishdad, Jordan Whitley,
Marissa Gialousis, Summer Mitchell, Cuppie Bragg, Brianna Murphy,
Haley Grable, Melanie Posner, Olivia Mullins e Mack McKenzie
THE GRAND TOUR PRESENTS: CARNAGE A
TROIS
In questo secondo lockdown special,
il trio si tuffa nel bizzarro mondo della cultura automobilistica
francese. In un epico viaggio su strada che inizia nelle colline
gallesi, offrono al pubblico un’avventura da far rizzare i capelli
con disinnescamento di bombe, auto a propulsione, acrobazie in
elicottero e la gara più emozionante della loro vita prima di
raggiungere il Canale della Manica in un climax medievale
sbalorditivo con un briciolo di cinema d’essai francese.
Yearly Departed, la seconda
stagione
La seconda edizione del comedy
special Yearly Departed sarà presentato dalla candidata agli Emmy
Award Yvonne Orji (Insecure). Con una line-up di livello tutta al
femminile che include Jane Fonda (Grace and Frankie), Chelsea
Peretti (Brooklyn Nine-Nine), Meg Stalter (Hacks), Dulcé Sloan (The
Daily Show), Aparna Nancherla (The Great North), X Mayo (The Daily
Show), e una performance musicale di Alessia Cara, alcune delle
donne più divertenti del mondo diranno addio a tutto ciò vogliono
lasciarsi alle spalle del 2021, tra cui la Hot Vax Summer, la vita
da eremita, l’ignorare la crisi climatica, Zoom e molto altro
ancora.
Yearly Departed è una produzione
Amazon Studios, Done+Dusted e Scrap Paper Pictures. Ha come
executive producer Rachel Brosnahan, Paige Simpson, David Jammy,
Katy Mullan, Samantha Ressler, Nathalie Love e Bess Kalb, qui anche
nel ruolo di sceneggiatrice. Linda Mendoza (Tiffany Haddish
Presents: They Ready), vincitrice di un Emmy Award, ritorna anche
quest’anno in qualità di regista. La prima edizione dello show è
stata nominata per un Writers Guild Award e ha vinto un Gracie
Award.
Everybody Loves Natti, la
docu-serie
Everybody Loves Natti è una
docuserie in sei episodi che segue la superstar dominicana del
reggaeton Natti Natasha. Sebbene Natti Natasha abbia accumulato
miliardi di visualizzazioni su YouTube (e oltre 75 milioni di
devoti follower sui social media), la nuova serie Amazon Original
segna la prima volta in cui ha condiviso i dettagli intimi della
sua vita personale, inclusa la relazione con il suo manager, Raphy
Pina. Insieme parlano del suo ultimo album NATTIVIDAD, della vita a
Miami con la loro famiglia appena formatasi, dei suoi sogni di
riconoscimento mondiale e di un bambino a sorpresa in arrivo. La
serie all-access esplora anche come la self-made star ha raggiunto
l’apice della scena musicale latina di oggi con testimonianze di
amici e collaboratori che hanno condiviso il suo viaggio, tra cui
Daddy Yankee, Prince Royce, Becky G, Yovanna Ventura, Ariadna
Gutiérrez e altri. Oltre alla sua strada verso il successo e la
vita quotidiana a Miami con la sua famiglia in crescita, gli
spettatori avranno la testimonianza in prima persona di Natti delle
lotte personali che ha superato, compresi i problemi di fertilità e
le difficoltà della vita come immigrata dominicana.
La prima scena post credits di
Ghostbusters:
Legacy risolve un annoso problema che è stato
riscontrato nel film originale in relazione al personaggio di
Peter Venkman. Dopo più di 30 anni, il film
riprende la storia del classico Ghostbusters del
1984 con personaggi nuovi di zecca e una trama rinnovata, che
comunque intercetta canoni dell’originale. Come suo nonno prima di
lei, Phoebe Spengler (McKenna
Grace) deve salvare il mondo da un’apocalisse
spettrale.
Parte del successo del film è
ovviamente legato ai riferimenti al film originale, tra cui la
citazione tenerissima all’omino di marshmallow, la Ecto-1 che torna
a sfrecciare, e i cameo di
Bill Murray, Dan Aykroyd e
Ernie Hudson. Il finale del film si tinge di
nostalgia e anche la scena post-credits è un vero e proprio tuffo
nel passato, che rimette in riga il professor Venkman.
Il film offre a Peter un assaggio
della sua stessa medicina. In Ghostbusters del
1984, il pubblico viene introdotto per la prima volta al
co-fondatore originale degli Acchiappafantasmi, Peter Venkman,
mentre esegue test ESP (Extra Sensory Perception) su studenti
universitari della Columbia University.
Se lo studente indovina
correttamente il simbolo sulla carta che ha in mano Venkman, non
riceverà la scossa elettrica. Venkman elettrizza costantemente lo
studente maschio, anche se indovina la carta, a sua insaputa.
Mentre il professore insiste sul fatto che questo esperimento è
quello di studiare “l’effetto del rinforzo negativo sull’abilità
ESP”, il suo obiettivo principale è flirtare con la studentessa
universitaria che si offre volontaria. Gli squallidi tentativi di
Peter di corteggiare la partecipante vengono ostacolati da Ray, che
ha bisogno del suo aiuto presso la Biblioteca pubblica di New
York.
La scena dei titoli di coda di
Ghostbusters:
Legacy ricrea scherzosamente l’esame ESP con
Bill Murray dalla parte dell’esaminato e
Sigourney
Weaver che invece lo sottopone al test, ovviamente nel
ruolo di Dana Barrett. In questa versione, Dana mette alla prova
Venkman e gli fa ammettere che non solo ha elettrizzato gli
studenti maschi, ma ha anche segnato le carte in anticipo rispetto
alla loro sessione corrente, così da dare l’idea di indovinarle
tutte. Dana gli infligge tre meritati shock per ammonire il suo
comportamento passato e presente. Questa scena non contribuisce in
alcun modo al sequel, ma fornisce in modo umoristico a rettificare
un comportamento inammissibile da parte di Venkman.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola
città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la
loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie Potts di
nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più
amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film è uscito
nelle sale italiane il 18 novembre, prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie
Coon ePaul
Rudd.
The
Batman di Matt Reeves è uno dei film
più attesi del prossimo anno, a ragione, aggiungeremmo, dal momento
che i primi video visti dal film offrono un anticipo di quello che
sembra uno sguardo nuovo sul personaggio. Quest’attesa spinge
qualcuno a fare dichiarazioni di parte e paragoni che, a mente
fredda, non hanno molto senso, ma che non hanno mancato di attirare
l’attenzione degli interessati.
James
Gunn ha infatti commentato un tweet che metteva a
paragone proprio Batman con i “suoi” Guardiani della Galassia.
Il messaggio sul social diceva semplicemente che il Cavaliere
Oscuro è migliore dei Guardiani, e Gunn, altrettanto semplicemente,
ha risposto al commento dicendo che “va su Twitter proprio per
leggere questo tipo di approfondimenti”. Ecco il tweet:
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Più spietati che mai tornano i Roy,
la famiglia multimilionaria attraverso la quale Jesse Armstrong ha
raccontato la sete di potere e i drammi da tragedia shakespeariana
che si celano dietro agli scandali legati alla successione al
vertice di un impero dei media. Attesissima e già apprezzata dalla
critica di tutto il mondo arriva la terza
stagione di Succession,
il dramma familiare targato HBO già confermato per un futuro quarto
capitolo, in prima visione su Sky Atlantic e in streaming su NOW il
29 novembre.
Torna al completo il grande cast di
questa serie già cult: Brian Cox nei panni del
capo famiglia Logan Roy, Jeremy Strong che
interpreta il primogenito di Logan, Kendall Roy, Sarah
Snook è Shiv Roy, Kieran Culkin nei panni
di Roman Roy. Alan Ruck è Connor Roy,
Nicholas Braun nei panni di Greg Hirsch,
Matthew Macfadyen è Tom Wambsgans, il fidanzato di
Shiv, Peter Friedman interpreta Frank Vernon. E
ancora J. Smith Cameron, Dagmara Dominczyk, Justine Lupe, David
Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Arian Moayed, Harriet Walter e
James Cromwell. I nuovi episodi – girati anche in Italia – vedranno
anche diversi nuovi ingressi nel cast, fra cui Alexander Skarsgård,
Sanaa Lathan, Linda Emond, Jihae, Adrien Brody e Hope Davis.
Dopo l’imboscata tesagli dal figlio
ribelle Kendall, ritroviamo Logan Roy in una posizione molto
rischiosa. Mentre cerca in tutti i modi di rinsaldare gli equilibri
politici e finanziari del suo impero, le tensioni aumentano e
un’aspra battaglia all’interno delle mura aziendali minaccia di
trasformarsi in una guerra civile familiare. Kendall, che nella
scorsa stagione aveva sfidato apertamente il padre screditandolo
pubblicamente, adesso è alla ricerca dell’appoggio dei fratelli e
di chiunque altro possa aiutarlo a vincere. Dal canto suo, il padre
è intenzionato a farla pagare cara, carissima, a quel figlio che ha
osato mancargli di rispetto. I fratelli Shiv e Roman si ritrovano
ora tra l’incudine e il martello: da che parte si schiereranno?
Succession è
una serie creata da Jesse Armstrong, anche showrunner e produttore
esecutivo con Adam McKay, Frank Rich, Kevin Messick, Jane Tranter,
Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon Brown e Will
Ferrell.
Yellowstone 5: quando esce e dove vederla in
streaming
La prima parte di Yellowstone
5– otto nuovi episodi – debutteranno
1° marzo 2023 su Sky. Yellowstone
5 in streaming sarà disponibile su NOW.
Yellowstone 5: trama e cast
Nella prima parte della quinta stagione di Yellowstone,
John Dutton continua a lottare per difendere il suo ranch, la sua
eredità e il suo stile di vita nel Montana dalle rivendicazioni dei
rappresentanti della riserva indiana di Broken Rock e dalla
minaccia rappresentata dalla Market Equities. Mentre problemi di
salute e segreti di famiglia mettono alle strette i Dutton,
aspirazioni politiche e nuove relazioni e collaborazioni minacciano
il loro futuro e quello del ranch. La posta in gioco si è fatta
ancora più alta. Il potere ha il suo prezzo, i Dutton saranno
disposti a pagarlo? Nel cast della quinta stagione anche
Forrie J. Smith, Jacki Weaver, Finn Little, Mo Brings
Plenty, Dawn Olivieri,
Piper Perabo e Q’orianka Kilcher.
In Yellowstone 5 protagonisti sono
Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Jacki
Weaver, che interpreterà Caroline Warner, l’amministratore
delegato di Market Equities che sta cercando di schiacciare la
presa che John Dutton (Kevin
Costner) ha sul suo tentacolare ranch del Montana.
Piper Perabo, l’attrice è nota per aver preso
parte alla serie tv
Covert Affairs.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×04, il quarto episodio
di Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×04 che si intitolerà “Bear Down” Le
ragazze giocano con le pistole per determinare chi è il più
responsabile. Natalie sbroglia una vita mettendo insieme uomini
distrutti. Taissa saluta i ricchi.
Yellowjackets 1×04
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Sono molti i film che portano lo
spettatore ad esplorare il complesso micromondo che si forma
all’interno di un complesso carcerario. Si tratta di ambienti
difficili, ostili, talvolta irrecuperabili, dove dotarsi di alleati
e guardarsi le spalle può essere l’unico modo per sopravvivere. Dal
celebre Le ali della libertà fino a
Papillon, passando per
Bronson ed Escape Plan, questo
ambiente è stato affrontato con generi e storie sempre nuove,
sempre diverse. Uno dei più interessanti esempi recenti è
Il ribelle – Starred Up, diretto nel 2013
da David Mackenzie (Hell or High Water) e
scritto da Jonathan Asser, qui al suo primo
lungometraggio da sceneggiatore.
Si tratta di una storia sviluppata
da Asser in seguito alla sua esperienza come terapista volontario
nella prigione di Wandsworth, a Londra, dove sono detenuti numerosi
criminali particolarmente pericolosi. Conoscendo quel mondo
dall’interno, questi ha così dato vita ad uno spaccato del contesto
carcerario, raccontandolo fin nei minimi particolari. Il titolo
originale, Starred Up, si riferisce in particolare
all’espressione che indica il passaggio da un carcere minorile ad
uno per adulti. Il protagonista si trova così a passare da un
ambiente pericoloso ad uno ancor più temibile, dove dovrà imparare
la disciplina nella speranza di non cacciarsi in qualche guaio.
Girato nelle prigioni Crumlin Road e
Maze Prison, presenti nell’Irlanda del Nord e oggi dismesse, il
film è stato accolto in modo estremamente positivo dalla critica,
che lo ha definito uno dei migliori film a tema carcerario di
stampo britannico. Il ribelle è oggi un piccolo gioiello
da scoprire assolutamente qualora non lo si sia già visto. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il ribelle: la trama del film
Protagonista della storia è il
giovane Eric Love, un diciannovenne
particolarmente ribelle e violento. Sin da giovanissimo questi si è
più volte cacciato nei guai, finendo con lo scontrarsi con le
autorità. L’essere finito in un riformatorio non ha però placato il
suo bollente spirito, costringendo le forze dell’ordine ad adottare
rimedi ancor più drastici. Eric viene così trasferito in un carcere
per adulti, gestito dal luogotenente Haynes, dove
il suo carattere sprezzante del pericolo rischia però di dar
fastidio alle persone sbagliate. Il giovane incontra però qui il
padre Neville, anche lui detenuto e assente da
circa 12 anni dalla vita del figlio.
L’uomo, che ben conosce quel
micromondo, consiglia al giovane di placare la propria
aggressività, mantenere un certo rigore e portare rispetto tanto
alle guardie quanto alla gerarchia che intercorre tra detenuti. Per
riuscire a seguire i consigli del padre, Eric si trova allora
costretto a seguire il gruppo di terapia del dottor Oliver
Baumer, lavorando con questi sulla gestione della rabbia.
Nonostante dei timidi progressi, l’occasione per mettersi
irrimediabilmente nei guai non tarderà ad arrivare, e per Eric
inizieranno i veri problemi. Desideroso di riallacciare i rapporti
con il figlio, Neville cercherà di preservarlo dalla trappola in
cui sta cadendo, anche a costo di sacrificare sé stesso.
Il ribelle: il cast del film
Ad interpretare il giovane Eric Love
vi è l’attore Jack O’Connell, qui al suo primo
vero ruolo da protagonista. Pur avendo all’attivo già qualche film,
questi era ancora pressocché sconosciuto. Proprio grazie a Il
ribelle ha ottenuto fama internazionale, arrivando a recitare
in film come Unbroken e La ragazza dei
tulipani. La sua interpretazione, particolarmente
apprezzata e premiata, è frutto di un grande studio del
personaggio. O’Connell ha infatti lavorato sul suo Eric
confrontandosi tanto con le esperienze dello sceneggiatore quanto
con quelle di veri detenuti, apprendendo da loro quanto necessario
sulla vita in carcere. L’attore Rupert Friend,
noto per il film Orgoglio e pregiudizio, dà invece volto
al terapeuta Oliver Baumer.
Nei panni del padre di Eric,
Neville, si ritrova l’attore Ben Mendelsohn.
Recentemente visto in Captain Marvel, questi ha a sua volta
costruito il proprio personaggio grazie all’incontro con alcuni
carcerati. Apprendendo i codici che intercorrono tra questi
all’interno delle prigioni, ha potuto dar vita ad
un’interpretazione particolarmente brillante. Ha infatti poi vinto
un British Independent Film Award come miglior attore non
protagonista. Sam Spruell, noto per film come
Biancaneve e il
cacciatore e The Informer, è invece
il luogotenente Haynes. L’attore Peter Ferdinando,
recentemente visto in King Arthur – Il potere della
spada, interpreta qui il detenuto Dennis Spencer, uno dei
più pericolosi in cui si imbatterà Eric.
Il ribelle: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il ribelle –
Starred Up è infatti disponibile nel catalogo di Chili
Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno sabato 27
novembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Succede a volte che l’impatto di un
singolo film, inaspettatamente, faccia avanzare l’industria
cinematografica di anni: elevandosi immediatamente al di sopra
degli altri, riesce a catalizzare l’attenzione nel modo in cui
altri film non sarebbero mai riusciti. Vediamo la classifica degli
utenti Reddit dei film in
anticipo sui tempi!
Alien (1979)
Il film Alien del
1979 è uno degli horror fantascientifici più struggenti di sempre.
Alcuni Redditor sostengono
che il film fosse in anticipo sui tempi perché nessuno avrebbe mai
creduto che fosse stato girato 40 anni fa! “Ridley
Scott ha fatto un lavoro grandioso con un film così
iconico“, aggiungono, sottolineando come
Scott sia uno dei registi più visionari di questa
generazione, specialmente quando si tratta di fantascienza.
Nonostante le innovazioni del film,
i fan ammettono che negli ultimi secondi del film, quando l’alieno
è risucchiato verso il cosmo ma ha ancora la forza e l’agilità per
risalire a bordo della capsula aggrappandosi al tubo di scarico dei
propulsori, è palese che si tratti di un costume indossato da una
controfigura e quindi il finale del film non risulta altrettanto
credibile e terrificante.
Quinto potere (1976)
Quinto
potere è una black comedy sulla fittizia emittente
televisiva UBS, che fa di tutto per superare i suoi scarsi ascolti.
All’apparenza, sembra una semplice commedia provocatoria, ma in
realtà era largamente in anticipo sui tempi.
In un’analisi sommaria sul film, gli
utenti Reddit affermano che
“le argomentazioni riguardanti il fatto che le notizie sono un
servizio pubblico piuttosto che un’impresa di intrattenimento per
fare soldi sono più rilevanti che mai“. Con così tante testate
giornalistiche che privilegiano titoli clickbait rispetto ai
contenuti soltanto per assicurarsi gli ascolti, Quinto
Potere ha predetto l’attuale panorama dei notiziari con 40
anni di anticipo.
Chi ha incastrato Roger Rabbit?
(1988)
Chi
ha incastrato Roger Rabbit? è stato il primo film a
intrecciare il live-action con l’animazione, e ancora oggi si parla
di quanto il film abbia lasciato un segno nell’industria. Gli
utenti Reddit sostengono che
sia “ancora la migliore fusione di animazione tradizionale e
live-action mai messa su pellicola“.
Indubbiamente uno dei migliori nel
sottogenere, ci sono svariati esempi che mettono in luce l’impatto
di Who Framed Roger Rabbit? anche nel 2021. Dato
che l’ultimo tentativo di mescolare live-action con animazione è
stato Space Jam:
A New Legacy, che è stato stroncato dalla critica, il
film del 1988 è ancora oggi intoccabile.
Stand by Me – Ricordo di
un’estate
È difficile credere che
Stand By Me sia basato su un racconto di
Stephen King, dato che si tratta di uno dei pochi
non horror dello scrittore. Ma, ironicamente, il film è uno dei
migliori adattamenti cinematografici di King.
Anche se alcuni utenti
Reddit
pensano che mantenga ancora quella
campiness tipica degli anni ’80, questa
“si amalgama bene allo spirito del film, grazie al fatto di
essere un’opera d’epoca ambientata negli anni ’50“. E siccome
Stand By Me riguarda la gioventù e l’amicizia, è
un film di formazione senza tempo, assolutamente innovativo per il
1986.
A qualcuno piace caldo (1959)
Per una commedia che ha più
di 60 anni, è un’impresa incredibile che A qualcuno piace caldo non solo fosse in
anticipo sui tempi, ma che resiste tuttora alla prova del tempo. Il
film è amato dai fan Reddit che
sottolineano come si rimanga “davvero sorpresi a constatare
come non invecchi affatto“.
Il film del 1959 parla di due
musicisti jazz che, dopo aver assistito ad un omicidio, per fuggire
alla mafia, si travestono ed entrano in una band tutta al
femminile, ma entrambi si innamorano della cantante. I due uomini
sono in realtà altamente incompetenti e buffissimi, e il film
presenta uno degli scambi di dialogo finali più iconici di
sempre.
Jurassic Park (1993)
Quando si parla di film in
anticipo sui tempi, Jurassic Park è uno dei titoli che non possono
assolutamente mancare. Gli utenti Reddit concordano
sul fatto che sia un film senza tempo, specificando che
“l’unica cosa che lo rende datato è la moda dei
personaggi“.
La CGI di Jurassic
Park è migliore degli effetti visivi della maggior parte
dei film usciti oggi e la ragione per cui è così grandiosa è che
questa e gli effetti pratici sono combinati senza soluzione di
continuità, rendendo così la CGI innovativa il motivo per cui
Jurassic Park resiste ancora oggi. E anche se il
reparto costumi è effettivamente rappresentativo degli anni ’90,
questi sono altrettanto iconici quanto la colonna sonora.
Il braccio violento della legge
(1971)
Gli anni Settanta sono
stati una miniera d’oro per i grandi drammi criminali, e Il
braccio violento della legge è probabilmente stato
l’antesignano di questo genere. Il film segue
Popeye, un poliziotto della squadra narcotici, che
ha la soffiata giusta per scoprire chi si cela dietro una grossa
partita di eroina e decide di lavorare sul caso insieme al collega
Lo Russo.
Gli utenti Reddit ritengono
l’epico inseguimento della polizia come il migliore mai girato in
un film d’azione, assolutamente in anticipo sui tempi. Non c’era
stato nulla di simile prima sul grande schermo ed è sicuramente uno
dei modi in cui il film ha influenzato l’industria. Tuttavia, per
quanto la scena sia stata rivoluzionaria, il regista
William Friedkin si è pentito di aver girato
l’inseguimento, ritenuto illegale e pericoloso.
Il pianeta proibito (1956)
Se c’è una cosa per cui gli
anni ’50 sono noti dai cultori cinematografici, sono tutti i
B-movie di fantascienza, che sono stati parodiati a non finire in
videogiochi come Destrought All Humans e in film
come Mars Attacks. Nonostante la loro reputazione,
Il pianeta proibito è ritenuto superiore a tutti
e, anche se la patina da B-movie rimane, i fan ritengono che brilli
di lucentezza propria.
Gli utenti Reddit sostengono
che il film “era così avanti rispetto al suo tempo per un
film di fantascienza degli anni
’50“, che ha definito una generazione di film. Tuttavia, è
indubbio che gli effetti speciali siano ancora datati per gli
standard odierni, ed è per questo che Il pianeta
proibito meriterebbe un remake.
Shining (1980)
Qualsiasi film di Stanley Kubrick avrebbe potuto essere inserito
in questa lista, dato che i suoi sforzi registici vengono
continuamente elogiati dai Redditor, primi fra
tutti 2001: Odissea nello spazio e Il dottor
Stranamore.
Anche Shining è stato menzionato da numerosi
Redditor, che dicono a riguardo: “Shining è
uscito nel 1980 eppure nessun elemento tecnico è minimamente
invecchiato“.
Shining è veramente
un film senza tempo, ancora terrificante per gli standard di oggi,
quindi non sorprende che costituisca tutt’ora una fonte di
ispirazioni per innumerevoli pellicole thriller-horror.
Quarto potere (1941)
Quarto
Potere ha costituito da sé essenzialmente il manuale di
regia per Hollywood. Che ci si soffermi sugli aspetti tecnici
come la profondità di campo delle inquadrature, il montaggio, la
colonna sonora o la narrazione volutamente frammentaria, il film
del 1941 ha fondamentalmente scritto il cinema moderno.
Gli utenti Reddit
ne elogiano in modo particolare il montaggio che “lo fa sentire
moderno, anche dopo 80 anni“. Considerato che il film è del
1941, è incredibile quanto il film continui a reggere la prova del
tempo e continua a rimanere sicuramente più avvincente della
maggior parte dei film usciti oggi.
Arriva direttamente da Instagram la
conferma che Francesco Pannofino tornerà a doppiare
Willem Dafoe in Spider-Man: No Way
Home. In realtà, l’operazione di doppiaggio è stata già
completata, visto che nella sua condivisione sul
social, Pannofino ha scritto “Fatto!”. Non ci resta che
ri-trovarlo in sala!
Commedia d’azione dai risvolti
imprevedibili, Il tuo ex non muore
mai (titolo italiano di The Spy Who Dumped
Me) è un’irriverente film del 2018 che pone al centro della
sua trama due donne ritrovatesi a dover assumere i panni di esperte
spie, pur dimostrandosi decisamente inadatte a tale ruolo. A
dirigere la divertente pellicola vi è Susanna
Fogel, distintasi anche come sceneggiatrice di Life
Partners, Chasing Life e La rivincita delle sfigate.
Con questa sua seconda opera da regista ha così dimostrato una
volta di più di saper coniugare generi apparentemente molto
distanti tra loro per dar vita ad un film affermatosi come un buon
successo.
Girato in diversi località europee,
come Amsterdam e Budapest, Il tuo ex non muore mai si è da
subito rivelato uno dei titoli comici più interessanti dell’anno,
arrivando anche vincere un People’s Choice Awards come miglior film
commedia. Pur se non particolarmente apprezzato dalla critica,
tutti si sono dimostrati concordi nell’individuare
nell’interpretazione delle due protagoniste il maggiore punto di
forza dell’opera. Accostato a titoli come Spy, Corpi da
reato e Attenti a quelle due, il film della Fogel
vanta però una propria originalità proprio per via delle situazioni
comiche qui fuse con le principali caratteristiche dei film di
spionaggio.
Costato 40 milioni di dollari,
Il tuo ex non muore mai è arrivato ad incassarne
globalmente circa 75, raggiungendo un risultato particolarmente
entusiasmante. Si tratta infatti di un film capace di rileggere un
genere prettamente maschile in chiave femminile, dimostrando di non
avere nulla da invidiare ai suoi simili. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi
sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il tuo ex non muore mai: la trama
del film
Protagoniste del film sono
Audrey e Morgan, due amiche
trentenni che vivono a Los Angeles. La loro quotidianità procede in
modo estremamente tranquillo, quasi al limite della noia. Divise
tra i videogiochi e attività di ginnastica, le due non hanno però
idea che la loro vita sta per essere sconvolta in modi
imprevedibili. Tutto ha infatti inizio nel momento in cui l’ex
fidanzato di Audrey, Drew Thayer si presenta
inaspettatamente nel loro appartamento per nascondersi da un gruppo
di spietati assassini che lo stanno inseguendo. Prima di morire a
causa delle ferite riportate, l’uomo svela di essere un agente
della CIA e assegna alle due donne un prezioso oggetto da portare
quanto prima a Vienna.
Incredule e stupite, le due donne
saranno dunque costrette ad entrare in azione e trasformarsi in due
spie provette. Nel tentativo di portare a termine la missione,
dovranno cercare di attraversare indenni l’Europa, confrontandosi
con i killer sulle loro tracce e con un agente segreto britannico,
misterioso e affascinante. Sarà proprio la loro inesperienza per
tale mestiere a poter rappresentare la fonte di salvezza. Lungo il
percorso dovranno però anche imparare a riconoscere gli alleati dai
nemici, evitando quanto più possibile di combinare guai. Ogni mossa
falsa, potrebbe infatti essere particolarmente letale, per loro o
per chi gli sta intorno.
Il tuo ex non muore mai: il cast del film
Ad interpretare le protagoniste
femminili vi sono due tra le più note e apprezzate interpreti del
panorama cinematografico statunitense. Mila Kunis,
celebre per film come Il cigno nero, Amici di letto e
Bad Moms, questa interpreta qui Audrey. Kate McKinnon,
nota invece per la sua partecipazione al Saturday Night Live, è
l’amica Morgan. Le due hanno sviluppato sul set una grande
amicizia, riversata poi nei loro rispettivi personaggi. La
McKinnon, inoltre, ha dato vita ad un personaggio particolarmente
estroverso e caotico, caratteristiche estremamente lontane dalla
sua vera personalità. Le due attrici, inoltre, hanno opinioni
diverse circa una loro possibile carriera da spie. La Kunis si vede
infatti adatta al ruolo, mentre la collega non potrebbe mai
svolgerlo a causa della sua incapacità a mentire.
Accanto a loro, nei panni dell’ex
fidanzato di Audrey vi è l’attore Justin Theroux,
celebre per il suo ruolo in Zoolander. Ad interpretare
l’agente dell’MI6 Wendy vi è invece Gillian
Anderson. L’attrice, nota per le serie X-Files,
Sex Education e The
Crown, era da sempre la cotta giovanile della McKinnon.
Nel lavorare insieme le due hanno così potuto soddisfare il
desiderio reciproco di condividere il set. Sam
Heughan è l’agente della CIA Sebastian Henshaw, mentre
Hasan Minhaj è il suo collega Duffer.
Ivanna Sakhno, attrice di origini ucraine, è qui
la spia russa Nadedja, che darà filo da torcere alle due
protagoniste. Jane Curtin e Paul
Reiser sono invece i coniugi Carol e Arnie Freeman.
L’attore islandese Ólafur Darri Ólafsson, celebre
per numerosi film, è invece presente nei panni di un viaggiatore
finlandese.
Il tuo ex non muore mai: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
tuo ex non muore mai grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili
Cinema, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 26 novembre alle ore
23:15 sul canale Rai Movie.
Laura Prepon è una
delle attrici più promettenti dello star system americano.
Conosciuta in tutto il mondo grazie al ruolo di Alex nella serie
NetflixOrange Is The New Black, Laura ha un
passato da modella, è l’ultima di cinque figli e ha sempre avuto il
pallino della recitazione. Nominata diverse volte come una delle
donne più sexy del pianeta, Laura è sempre rimasta con i piedi ben
saldati a terra, si è costruita una carriera di tutto rispetto ed è
una gran sostenitrice dell’alimentazione bio.
Ecco, allora, le dieci cose
da sapere su Laura Prepon.
Laura Prepon è su Instagram e
Twitter
1. Laura Prepon ha un
account Instagram più che seguito. Laura ha un profilo
Instagram seguito da più di 7 milioni di persone, di certo una
cifra tutt’altro che irrisoria. Le foto che pubblica mostrano tutta
la sua naturalezza e la sua bellezza acqua e sapone: i suoi post,
infatti, la ritraggono protagonista intenta in situazioni
lavorative, come per Orange Is The New Black, serie che
l’ha resa famosa in tutto il mondo, oppure in momenti familiari e
quotidiani, come la preparazione di diverse ricette culinarie.
2. Laura Prepon ha un
account Twitter che fa faville. Anche se si può dire che
Twitter è in fase di discesa come utilizzo social, rispetto ad
Instagram che è di maggiore impatto visivo, diverse star continuano
ad usarlo più o meno assiduamente e Laura Prepon è una di queste.
Iscritta sul social dall’ottobre del 2010, con oltre 908 mila
follower, il suo profilo raccoglie tutto quello che deriva da
Instagram, ricondividendo i post, e sponsorizzando i suo sito e il
suo canale Youtube.
Laura Prepon: i suoi film e le serie TV
3. Ha recitato in alcuni
film per il cinema. Nel corso della sua carriera l’attrice
ha avuto modo di recitare in diverse occasioni in film per il
grande schermo. Tra i primi da lei interpretati si ritrovano
Slackers (2002), Lightning Bug (2004) e Come
Early Morning (2006). Ha poi recitato in Karla
(2006), Corsa con la morte (2011) e Una ragazza a Las
Vegas (2012), con protagonista Rebecca Hall.
In seguito ha partecipato a The Kitchen (2012), La ragazza del treno
(2016), con Emily Blunt, e
The Hero (2017).
4. È nota per alcune serie
TV. Ad aver conferito grande popolarità all’attrice vi
sono però state alcune serie TV particolarmente durature e di
successo. La prima in cui recita, dal 1998 al 2006, è That
’70Show. Successivamente compare anche in
October Road (2007-2008), How I Met Your Mother
(2009-2010), Dr. House (2010) e Are You There,
Chelsea? (2012-2013). Ottiene poi nuova popolarità grazie a
Orange Is the New Black, dove recita dal 2013 al 2019 nel
ruolo di Alex Vause accanto alle attrici Taylor
Schilling e Natasha
Lyonne.
Laura Prepon in Orange Is The New Black
5. Si era presentata per un
ruolo diverso. Nel 2013 Laura Prepon ha firmato il
contratto che l’avrebbe legata per diverse stagione ad una serie
Netflix ormai è diventata un vero e proprio cult: Orange Is The
New Black. In questa Laura interpreta il ruolo di Alex
Vause, ex narcotrafficante e tossicodipendente, nonché ex fidanzata
di Piper, la protagonista della serie. Originariamente, però,
l’attrice si era presentata proprio per il ruolo di Piper, venendo
però ritenuta più idonea per la parte di Alex.
6. Ha diretto alcuni
episodi. Oltre ad essere una delle interpreti più iconiche
della serie, la Prepon ha avuto anche modo in divese occasioni di
ricoprire il ruolo di regista. L’attrice ha infatti diretto il
decimo episodio della quinta stagione, l’undicesimo della sesta e
il quinto della settima. Riguardo a tale esperienza, la Prepon ha
ricordato di essere stata molto agitata all’inizio, ma il fatto di
conoscere bene tutta la troupe e il mood della serie le è stato di
grande aiuto.
Laura Prepon e Ben Foster
7. Laura Prepon è sposata
con Ben Foster. Laura Prepon e Ben Foster (The Program, Inferno) si sono messi
insieme dalla metà del 2016, e dopo soli 4 mesi, alla Prepon era
già spuntato l’anello di fidanzamento al dito. Il loro amore, nato
velocemente, è anche profondo e duraturo: i due, nell’agosto del
2017, hanno avuto una figlia di nome Ella e, in seguito, si sono
uniti in matrimonio il 3 giugno del 2018. Eppure, Laura e Ben si
conoscono da tanti anni: infatti si sono conosciuti nel 1997, a
diciotto anni, quando ebbero modo di girare That ‘70s
Show, una sitcom durata ben 8 stagioni e della quale la
Prepon era protagonista, interpretando il ruolo di Donna
Pinciotti.
Laura Prepon in How I Met Your
Mother
8. Laura Prepon ha
partecipato alla serie tv How I Met Your
Mother. Ted Mosby è sempre andato alla ricerca
della donna ideale che potesse essere la sua compagna di vita e che
fosse la madre dei suoi figli e Laura Prepon, purtroppo, non lo
era. Infatti, l’attrice ha partecipato, nel 2009, a 3 episodi della
serie, interpretando Karen, la prima ragazza di Ted e la più
detestata dai suoi amici Barney, Robin, Lilly e Marshall. Nella
fattispecie, gli episodi in cui la Prepon compare sono Mi
dispiace, amico (4×16), Il patto dei single (4×17) e
La foto di gruppo (5×18).
Laura Prepon e Scientology
9. Laura Prepon è stata
un’adepta di Scientology. L’attrice ha rivelato di essersi
avvicinata alla Chiesa di Scientology nel lontano 1999. Laura ha
più volte dichiarato di essere grata alla Chiesa, perché le
sessioni di ascolto l’avrebbero resa libera di interpretare le
scene, soprattutto quelle di Orange Is The New Black, in
maniera molto più intensa, riuscendo anche a dominare i momenti di
stress. Tuttavia, di recente l’attrice ha dichiarato di non far più
parte da almeno cinque anni della Chiesa, abbandonata in seguito
alla nascita dei figli.
Laura Prepon: età e altezza dell’attrice
10. Laura Prepon è nata il 7
marzo del 1980 a Watchung, nel New Jersey, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1.78 metri.
La trilogia prequel di Star Wars
ondeggia ancora tra l’essere considerata come una parte amata del
franchise, con una grande sezione del fandom che adora le storyline
esplorate, e fan che ancora lottano per venire a patti con i film,
dato che così tanti aspetti della trilogia possono essere ritenuti
quasi inimmaginabili per i fan della trilogia originale degli anni
ottanta e novanta.
Ma quali sono gli spoiler dei
prequel di Star Wars
che i fan cresciuti con la trilogia originale non si sarebbero mai
aspettati? Eccoli messi in luce da ScreenRant.
Yoda era un acrobata nel
combattimento con la spada laser
Quando Yoda è stato introdotto al pubblico per la
prima volta nel 1980, era ben difficile immaginarlo brandire una
spada laser. Piuttosto, era visto come un pacifico e saggio Maestro
Jedi che trasmetteva conoscenza a personaggi come
Luke, e prodigava insegnamenti agli altri
prediligendo la Forza piuttosto che le spade.
Arriviamo al 2002, e non solo
Yoda brandisce una spada laser, ma salta
acrobaticamente aggirando il nemico ed evitandone i colpi. È facile
immaginare Yoda in combattimento per coloro che
sono cresciuti con i prequel, ma è stato molto più difficile da
elaborare per chi è cresciuto con la trilogia originale.
Anakin ha (ri)costruito C-3PO
I fan non avevano mai dato
molto peso alle specifiche della creazione degli amati
R2-D2 e C-3PO, forse preoccupandosi più di come sono
giunti al servizio della ribellione.
Questo ha reso ancora più
sorprendente quando La minaccia fantasma ha rivelato che C-3PO era una creazione di Anakin
Skywalker. Anakin non ha creato
Threepio da zero, piuttosto ha recuperato i suoi
componenti vitali e ha assemblato il resto con degli scarti, ma non
molti fan avrebbero creduto che il droide protocollare fosse
inizialmente di proprietà del ragazzo che sarebbe poi diventato
Darth Vader.
La madre di Luke e Leia è morta di
crepacuore
I
fan si sono posti innumerevoli domande sulla madre di
Luke
eLeia
da quando è stato rivelato che
Vader
era il loro padre.
Padme ha
dimostrato di essere una madre adeguata per la coppia, ma la sua
fine ha lasciato ancora molto a desiderare per i fan diStar
Wars.
Piuttosto che essere uccisa da
Anakin direttamente o anche da
Palpatine, Padme invece è morta a
causa del suo cuore spezzato, subito dopo il parto. Questo non solo
ha sollevato domande sul fatto che Leia si ricordi
di sua madre, ma ha anche lasciato molti fan nell’incredulità.
Chewbacca ha aiutato Yoda a partire
per il suo esilio
Per
i fan della trilogia originale, prima degli altri film, sarebbe
difficile immaginare
Chewbacca
in coppia con qualsiasi altro personaggio amato oltre aHan Solo,
tanto meno qualcuno comeYoda.
Ahimè, quando La vendetta dei Sith è uscito nel 2005, è
stato rivelato che i due amati personaggi alieni non solo erano
alleati, ma Chewbacca ha perfino aiutato Yoda ad
andare in esilio su Dagobah dopo l’aiuto di
Yoda nella battaglia di Kashyyyk
e la caduta dei Jedi.
C’era più di un membro della specie
di Yoda nel Consiglio Jedi
Yoda
è sempre stato un enigma per i fan – un mistero simile al
Joker, che non aveva bisogno di essere risolto. I
fan erano curiosi di conoscere Yoda, la sua specie
e i suoi poteri nello specifico, ma non si curavano molto dei
dettagli, e molti si aspettavano che fosse un essere assolutamente
unico nel suo genere.
Poi, casualmente, senza menzione
alcuna, vediamo un altro membro della misteriosa specie di
Yoda sedere nell’Alto Consiglio
Jedi. Yaddle rimane uno dei personaggi di
sfondo più iconici della storia di Star Wars;
tuttavia, nessun fan degli anni Novanta avrebbe creduto che ci
sarebbe stata una “Yoda donna” nello stesso
Consiglio Jedi di Yoda, ma senza
alcun riflettore puntato contro.
Immacolata concezione
Quando è stato rivelato da
Shmi Skywalker che non c’era un padre per
Anakin Skywalker, il quale è stato concepito
miracolosamente, senza dubbio ciò ha scioccato molti fan che hanno
fatto fatica ad immaginare la nascita di Darth
Vader in primo luogo.
Anakin era un
sottoprodotto della Forza, nato attraverso i
midi-chlorian – per quanto ne sanno i fan. I
concetti di clonazione, ingegneria e persino trasferimenti di
essenza erano stati esplorati in precedenza; tuttavia, questo tipo
di nascita riservata al più grande cattivo del cinema sarebbe stata
difficile da accettare per molti fan, se gli fosse stato detto
prima dell’uscita della trilogia.
Boba Fett è un clone
Anche se Boba Fett non è stato il personaggio meglio
utilizzato nella trilogia originale e ha avuto un arco narrativo
che ha lasciato molto a desiderare, è emerso comunque come una
delle figure più iconiche e amate di Star
Wars.
I fan degli anni Novanta non
sarebbero stati sorpresi se fosse stato detto loro che un giovane
Boba sarebbe apparso nella trilogia prequel.
Quello che sarebbe però stato stupefacente sarebbe stato scoprire
che l’adorato cacciatore di taglie altro non era che un clone, lo
stesso tipo di clone di quelli che hanno combattuto nelle famose
Guerre dei Cloni, anche se un esemplare inalterato
e unico.
Il ruolo di Qui-Gon Jinn
Per
quello che sapevano i fan degli anni novanta,Yoda
ha addestratoObi-Wan
(entrambi hanno poi istruito
Luke),
e a sua volta
Obi-Wan
ha iniziato
Anakin
alle vie della Forza. Abbiamo poi scoperto anche l’esistenza di un
altro componente cruciale,
Qui-Gon Jinn.
Non solo sarebbe stato difficile da
credere per i fan che Qui-Gon sia stato il
Maestro Jedi di Obi-Wan, che ha
condotto Anakin ai Jedi, ma anche
che è stato colui che per primo ha scoperto il modo di diventare
uno Spirito della Forza, molto prima che Obi-Wan o
Yoda sapessero che era possibile. Un personaggio
della sua grandezza che viene lasciato fuori dalla trilogia
originale e da ciò che lo circonda senza nemmeno un accenno fugace
sembra improbabile.
I Jedi erano imperfetti
Da ciò che è raccontato
nella trilogia originale di Star Wars, i
Jedi hanno sempre rappresentato l’epitome della
purezza e della bontà nella Galassia, guardiani,
protettori, guerrieri per la pace e la giustizia come mostrato da
personaggi del calibro di Obi-Wan, Yoda e Luke.
Come si è scoperto, i Jedi, sia come individui che come ordine nel
suo complesso, erano in realtà difettosi fino al midollo. Affidati
ad antichi ideali, accecati dalla loro arroganza e ignari della
quantità di persone che soffre nella Galassia, i Jedi dei prequel avevano perso la strada.
Erano tutti buoni di cuore, desideravano fare del bene nella
Galassia e combattere per la pace. Tuttavia, non erano tutti eroi
al livello di Luke quando sono arrivati i prequel,
con alcuni, come Mace Windu, Ki-Adi
Mundi e Luminara Unduli, che mantenevano
comportamenti davvero spiacevoli, un concetto che, per chi è
cresciuto adorando i Jedi, sarebbe stato difficile da digerire.
I Midi-Chlorian
Di tutte le controversie
all’interno della trilogia prequel di Star
Wars, per la maggior parte dei fan, non c’è nessuna
più lampante dell’esistenza dei Midi-chlorian,
un’idea che i fan degli anni ottanta e novanta avrebbero
sicuramente preso in giro.
Prima del 1999, la
Forza era un’energia misteriosa che circondava e univa la
Galassia, proprio come Yoda dice a Luke su
Dagobah. La Minaccia Fantasma e
la trilogia prequel hanno reso la Forza una faccenda biologica, un
tassello di scienza che in parte annulla la natura enigmatica e
affascinante della Forza. Molti fan non riescono ancora a
crederci!