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Hawkeye: il regista criptico sui personaggi che vedremo nella serie

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUI PRIMI DUE EPISODI DI HAWKEYE!

Dopo i primi due episodi di Hawkeye, i fan sono ora convinti che Vincent D’Onofrio farà il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe nei panni di Wilson Fisk, alias Kingpin. Avrebbe certamente senso dopo l’introduzione di Echo, ma c’era un altro grande cameo che Rhys Thomas (regista dei primi due episodi della serie e anche del finale di stagione) sperava di includere.

Parlando con The Playlist, Thomas ha rivelato che avrebbe voluto inserire Scott Lang/Ant-Man nella serie. “Non voglio rivelare nulla perché dobbiamo ancora introdurre alcuni personaggi”, ha dichiarato il regista, forse riferendosi a Kingpin o a qualcun altro che già conosciamo, come Maya Lopez. “Eccone uno che avrei voluto inserire: Ant-Man. La dinamica tra Paul Rudd e Jeremy mi piace.”

“Ant-Man era un personaggio che sembrava un modo divertente per interpretare l’assurdità della situazione di Clint”, ha aggiunto Thomas. “Ho comunque avuto l’opportunità di fare un piccolo cenno al personaggio e al loro legame.”

Probabilmente, le parole di Thomas fanno riferimento all’esilarante apparizione di Ant-Man in Rogers The Musical e/o al suo imitatore in Times Square, ma è un peccato che il vero Ant-Man non sia stato in grado di fare un cameo nella serie Disney+ prima dell’arrivo di Ant-Man e The Wasp: Quantumania.

Spider-Man: No Way Home, smentita la teoria su un misterioso personaggio

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Il nuovo poster ufficiale di Spider-Man: No Way Home sembra aver chiarito un mistero legato ad uno dei personaggi apparsi nel trailer ufficiale dell’attesissimo cinecomic. Nel poster, oltre chiaramente ai personaggi di Spider-Man, Doctor Strange e MJ in bella mostra, appaiono anche Lizard, Electro e Green Goblin, tutti circondati dai tentacoli di Doctor Octopus.

Ebbene, il poster ci mostra il personaggio di Green Goblin con un nuovo look: come portato alla luce da The Direct, invece del suo classico costume da Goblin verde smeraldo, Norman Osborn sfoggia un abito smorzato, dotato di cappuccio e occhiali. Il cattivo ha anche borsa per le sue bombe-zucca, oltre a nuovi guanti rialzati e un nuovissimo Goblin Glider con luci al neon verdi.

Questa versione del costume era già apparsa nel trailer ufficiale di No Way Home, ma all’epoca – a causa dell’impossibilità di decifrare chiaramente l’identità del personaggio – in molti credevano che potesse essere o Harry Osborn, o Ned Leeds nella fattezze di Hobgoblin o ancora un altro nemico. Ora, invece, il poster conferma che si tratta di una nuova versione del personaggio interpretato da Willem Dafoe. Chiaramente, ciò non esclude che i personaggi sopracitati non possano comunque apparire nel film, ma almeno adesso sappiamo che nel trailer non sono in alcun modo presenti.

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

Eternals: una scena è stata modificata a causa di Dune

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Eternals: una scena è stata modificata a causa di Dune

Eternals ha quasi rischiato di mostrare uno dei capisaldi più iconici della narrativa di Dune, il celebre romanzo sci-fi di Frank Herbert, portato nuovamente sul grande schermo di recente da Denis Villeneuve.

Parlando con CBR, infatti, gli sceneggiatori del film Kaz e Ryan Firpo hanno rivelato che, all’inizio, avevano incluso nella sceneggiatura un attacco da parte del verme delle sabbie. Alla fine, quella scena è stata modificata per presentare un attacco Deviante, come voluto dalla Marvel.

“Nella sceneggiatura originale di Eternals avevamo i vermi della sabbia”, ha spiegato Kaz Firpo. “Un verme della sabbia doveva attaccare Babilonia, ma alla fine quella scena è stata cambiata perché… beh, pensavamo che Dune sarebbe uscito prima o poi. Anche se i due film non sarebbe dovuti arrivare in sala nello stesso periodo. È successo, purtroppo, a causa della pandemia.”

“Piccola curiosità: una volta abbiamo organizzato una proiezione per amici e parenti durante il fine settimana al Chinese Theater, e per pura coincidenza, Denis Villeneuve era tra il pubblico”, ha aggiunto Ryan Firpo.

“Era seduto nell’ultima fila, insieme ai suoi collaboratori”, ha sottolineato Kaz. “Chloe Zhao ha grande rispetto del lavoro di Denis, e viceversa. Sono entrambi registi di grande talento. Quindi, sì, era proprio lì. Ci ha sostenuto durante il weekend di apertura. Se può farlo Denis, potete farlo anche voi!”

La scena in questione si svolge circa a metà del film, durante un flashback ambientato a Babilonia nel 525 aC. Nella scena, gli Eterni difendono la città da un attacco Deviante appena fuori dalla Porta di Ishtar, una struttura iconica che conduce nel centro della città.

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Spider-Man: No Way Home, spiegato il riferimento a Scooby-Doo

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Spider-Man: No Way Home, spiegato il riferimento a Scooby-Doo

Nella versione originale del trailer di Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange, rivolgendosi a Peter Parker, MJ e Ned, pronuncia una battuta molto particolare: “Scooby-Doo this crap” (tradotta in italiano con: “Fiutate quelle carogne”).

La battuta è stata parecchio criticata dai fan dell’Universo Marvel, ma in realtà potrebbe esserci una spiegazione sul perché lo Stregone Supremo pronunci proprio il nome dell’alano immaginario nato dalla mente creativa della Hanna-Barbera. Quindi, per quanto la scena abbia suscitato ilarità e a tratti anche sgomento, potrebbe nascondere un significato preciso.

Come sottolineato da un utente di Reddit (via Screen Rant), quella battuta che Strange pronuncia per incitare Peter, MJ e Ned a mettersi sulle tracce dei numerosi villain che stanno facendo ritorno grazie al Multiverso, potrebbe in realtà riferirsi a un cartone animato noto come I 13 fantasmi di Scooby-Doo, in cui uno stregone (che assomiglia molto al Doctor Strange del MCU) aiuta Scooby e la sua banda a rispedire in prigionia tredici pericolosi fantasmi all’interno di una cassa.

Ora che quella battuta è stata contestualizzata, sembra che funzioni molto meglio all’interno del film, anche perché le somiglianze tra Spider-Man: No Way Home e I 13 fantasmi di Scooby-Doo sono davvero molte: per quanto si tratti di due progetti nettamente distinti, a livello di trama il parallelismo è evidente, dal momento che anche nel film di Jon Watts uno stregone cerca di aiutare un eroe e i suoi amici a rispedire una serie di cattivi da dove sono venuti, esattamente come avviene nel cartone animato.

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

J.K. Simmons sui piani originali di Jim Gordon nel DCEU e su Batgirl

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Abbiamo incontrato per la prima volta la versione del commissario Jim Gordon di J.K. Simmons in Justice League del 2017. Il DC Extended Universe era in una fase di transizione in quel momento, e quando il Batman di Ben Affleck è stata ufficialmente accandonato, sembrava che anche il Gordon di Simmons fosse stata messo da parte. Lo abbiamo ritrovato in Zack Snyder’s Justice League, ma anche in quel caso il tempo che l’attore premio Oscar ha avuto a disposizione sullo schermo non è stato sufficiente a soddisfare le aspettative dei fan.

Josh Horowitz di Happy Sad Confused ha incontrato Simmons di recente e ha avuto modo di parlare con lui dei piani originali per il personaggio di Jim Gordon. “Quando ho firmato la prima volta per Justice League, l’accordo prevedeva tre film”, ha confermato l’attore. “L’intento era, a quel tempo, che quegli attori avrebbero continuato a interpretare quegli iconici supereroi e ci sarebbe stato qualcosa da fare per me in un altro paio di film. Come spesso accade, ciò non si è concretizzato per un vari motivi.”

Naturalmente, sappiamo che J.K. Simmons non ha ancora finito per il commissario del GCPD, dal momento che riprenderà il ruolo dell’annunciato film dedicato a Batgirl, che arriverà direttamente su HBO Max. “Sono rimasto completamente sbalordito dal fatto che siano tornati da me, di recente, e volevano che fossi di nuovo il commissario Gordon e che fosse un ruolo più significativo questa volta. Non vedo l’ora”, ha spiegato l’attore. “Penso che mi metterò in contatto con Leslie Grace e i registi nei prossimi due giorni, per fare alcune piccole prove preliminari. Inizieremo molto presto a girare. Io sarò gennaio a Glasgow, che è un posto meraviglioso per girare questo tipo di film, perché è davvero gotica.”

“Sono entusiasta all’idea di essere l’ex e il futuro Jim Gordon”, ha continuato Simmons. “Ho avuto una lunga discussione con i ragazzi su come vogliamo che appaia questa volta. È davvero interessante presentare Batgirl e dare maggiore spessore a Jim Gordon”. L’attore ha poi aggiunto che non ha dubbi che ci sia spazio sia per il suo Gordon che per quello di Jeffrey Wright (che vedremo in The Batman di Matt Reeves) grazie all’introduzione del Multiverso.

Ricordiamo che Batgirl sarà diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah, registi di Bad Boys for Life e di alcuni episodi dell’attesa serie Ms. Marvel, in arrivo su Disney+. Christina Hodson, che ha scritto lo spin-off Bumblebee e che ha lavorato anche ai film DC Birds of Prey e The Flash, ha scritto la bozza più recente della sceneggiatura. Leslie Grace, vista di recente nel musical Sognando a New York – In the Heights, interpreterà la protagonista Barbard Gordon.

Eternals: il riferimento a Excalibur ha impostato il futuro di un altro eroe nel MCU?

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Attraverso l’esplorazione di oltre 7.000 anni di storia umana, la Fase 4 del MCU ha usato Eternals per gettare diverse basi per il futuro dell’universo cinematografico. Ciò riguarda, ovviamente, il personaggio di Eros/Starfox (Harry Styles), che abbiamo visto nella scena a metà dei titoli di coda, ma anche il possibile debutto di Namor in Black Panther: Wakanda Forever.

Una delle anticipazioni di Eternals sicuramente più intriganti riguarda il futuro di Dane Whitman (Kit Harington), che sappiamo diventerà Black Knight. La sua potente spada, la Spada d’Ebano, è stata menzionata durante il corso del film, ma è stato solo nella scena post-credit che Dane ha cercato di prenderne il controllo. La Spada d’Ebano è stata menzionata nello stesso momento in cui il film ha anticipato l’esistenza della leggendaria spada Excalibur. La famosa “spada nella roccia” dei tempi di Re Artù ha dei legami con Dane nei fumetti, poiché una delle varie incarnazioni di Black Knight è stato uno dei tanti uomini a brandire la spada nel tempo. Tuttavia, con il suo riferimento a Excalibur, Eternals potrebbe aver preparato il terreno, in gran segreto, ad un nuovo eroe nel MCU.

Excalibur è stata di proprietà di diversi personaggi nei fumetti, ma Eternals stabilisce che Makkari l’ha posseduto per un po’ di tempo, permettendo poi anche a Thena di usarla. Ora che il MCU ha stabilito Excalibur come parte del suo canone, la Marvel potrebbe utilizzare questo legame per introdurre un nuovo eroe. Personaggi come Ares, Captain Britain e Doctor Doom hanno posseduto Excalibur nei fumetti, tuttavia i Marvel Studios potrebbero scegliere una strada diversa e usare la spada per introdurre Faiza Hussain.

La spada chiamò a sé Faiza durante gli eventi di Secret Invasion, e la stessa si dimostrò degna di impugnarla. Ciò ha portato Hussain ad assumere il nome in codice di Excalibur e ad usare l’arma leggendaria in combinazione con i suoi poteri. Hussain aveva dei superpoteri poiché era stata colpita da un pezzo di tecnologia Skrull che le aveva dato alcune capacità della bio-manipolazione. Nel frattempo, la spada Excalibur aveva anche la capacità di rendere invincibile chi la impugnava, ma anche la possibilità di rilevare la magia nelle vicinanze.

Nei fumetti, Hussain è entrata quasi subito a far parte dell’organizzazione britannica di supereroi MI13. Questo è successo quando anche Black Knight era nella squadra, il che li ha portati a sviluppare una relazione romantica. Il MCU sembra essersi avviato verso la formazione del MI13 proprio quando Eric Brooks/Blade (Mahershala Ali) ha parlato con Dane nella scena post-credit di Eternals. Ciò potrebbe significare che Hussain diventerà Excalibur in futuro e diventerà parte della formazione iniziale della squadra nel MCU.

Se il MCU dovesse realmente introdurre Faiza Hussain dopo il riferimento a Excalibur in Eternals, rafforzerebbe la probabilità che il superteam britannico della Marvel arrivi prima del previsto. La presenza della spada Excalibur potrebbe persino aiutare a portare Captain Britain nel MCU, poiché anche questo personaggio ha un legame con l’arma mistica nei fumetti. Dopotutto, la Marvel ha già gettato le basi per l’ipotetica grande introduzione di Brian Braddock (che è stato menzionato in Avengers: Endgame).

Se Hussain e Braddock dovessero unirsi al MCU, l’universo cinematografico avrebbe già quattro membri del MI13, ma potrebbero essercene ancora di più. Finora non è stato annunciato alcun progetto legato al MI13, quindi è probabile che Hussain si unisca presto al MCU e che debutti proprio in Blade, se è vero che anche Dane Whitman apparirà in quel film dopo Eternals.

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City è il miglior film del franchise?

Dal 25 novembre nei cinema è possibile vedere il nuovo film del franchise Resident Evil: Welcome to Raccoon City. Nato come serie di videogiochi, il mondo horror giapponese si è sviluppato in vari media: film live action e d’animazione, fumetti, libri, drammi audio. Alla lista si aggiunge anche il film del 2021 Welcome to Raccoon City, nuovo reboot della serie originale.

Grazie a Ranker, piattaforma che permette all’utente di votare su praticamente ogni cosa, possiamo scoprire l’opinione del grande pubblico sui film della saga Resident Evil. Scopriamo cosa piace di più agli spettatori!

Al settimo posto c’è Resident Evil: Retribution (2012)

Quinto film della saga, diretto da Paul W.S. AndersonResident Evil: Retribution porta per la prima volta sul grande schermo personaggi di grande fama per il franchise. Tra gli altri, Leon S. Kennedy (Johann Urb) e soprattutto Ada Wong (Li Bingbing), che compare solo in questo film.

Retribution segue le vicende di Alice, interpretata dall’iconica Milla Jovovich, rapita dagli Umbrella per volontà di Jill Valentiine. L’orientamento scelto per il film è originale rispetto al resto del franchise, ma non conquista lo spettatore: il live action ottiene solo 51 voti su 97 (53%).

Sesto posto per Resident Evil: The Final Chapter (2016)

L’ultimo lungometraggio della serie originale è debole e arriva quasi ultimo in classifica. Tra i pochi punti di forza di Resident Evil: The Final Chapter, ci sono la scena d’apertura con Alice (Milla Jovovich) nel deserto post-apocalittico in lotta con un mostro alato e il ritorno del Dr Alexander Isaacs.

Per il resto, il film sembra essere stato fatto solo per chiudere le parentesi aperte nei precedenti capitoli. The Final Chapter ottiene 57 voti sui 101 totali, guadagnando un semplice 56%.

Afterlife (2010) è al quinto posto

Quarto film della serie, sempre diretto da Paul W.S. Anderson, Resident Evil: Afterlife mette in scena l’invasione del mondo da parte degli zombie e l’imperterrita battaglia di Alice. La protagonista, insieme a Claire Redfield e ad alcuni cloni, potrebbe finalmente essere in grado di sconfiggere Albert Wesker.

I pro del film risiedono nelle apparizioni di personaggi: oltre ai volti ricorrenti, anche tante prime volte sullo schermo. In Afterlife si contano anche alcune delle migliori scene d’azione del franchise, con un focus sui mostri più potenti nei videogiochi. Il ritorno del regista originale della serie dà un po’ di forza al film, ma senza esagerare: Afterlife ottiene 59 voti su 105 totali (56%).

Metà classifica per Resident Evil: Welcome to Raccoon City (2021)

Seppur non inserito nella lista di Ranker, probabilmente la posizione ideale per Welcome to Raccoon City è quella centrale. È un film action-horror che genera un nuovo inizio in grado di cambiare il mondo della saga.

Tra gli aspetti apprezzabili per i fan, Welcome to Raccoon City aderisce fedelmente alle prime due puntate della serie di giochi e ha uno stile estetico che ricorda il lavoro svolto dal regista John Carpenter. Purtroppo però, come accade per tutta la serie originale, la sceneggiatura del film è poco brillante.

Sul podio Resident Evil: Extinction (2007)

In Resident Evil: Extinction, il regista Russell Mulcahy riesce a portare avanti il lavoro iniziato da Paul W.S. Anderson. Sebbene sia lontano dallo stile survival horror dei videogiochi e dall’estetica di Anderson, il film piace ai fan.

L’atmosfera post-apocalittica di Extinction nel complesso è più efficace di quella delle altre puntate: il lungometraggio ottiene 81 voti su 125 totali (65%).

Medaglia d’argento per Apocalypse (2004)

Generalmente il peggiore recensito, il secondo film della saga fa discutere anche i fan. Apocalypse è forse l’ultimo a dare davvero spessore alla dimensione horror. Con la fedele e accurata riproduzione degli elementi più apprezzati dei giochi, Apocalypse è il film invecchiato meglio. Infatti, ancora oggi piace al pubblico: il lungometraggio ottiene 92 voti su 132, il 67%.

Resident Evil (2002) è primo in tutti i sensi

Il primo capitolo è un film tratto dai videogiochi tutt’ora degno di nota. Non semplicemente piacevole da guardare, ma coinvolgente e denso di scene paurose fedeli allo spirito dei giochi. L’ambientazione aiuta, con la narrazione che si svolge quasi interamente nell’Alveare, un laboratorio sotterraneo della Umbrella che serve come base per generare il T-Virus.

Se i live action successivi hanno dato molto più rilievo all’azione tralasciando la componente horror, il primo Resident Evil mantiene ancora un buon equilibrio tra action e paura. Gli elettori di Ranker lo considerano il migliore dei sei film con un notevole stacco: 122 voti su 156 (78%).

Le mie ragazze di carta: al via le riprese del film di Luca Lucini

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Sono iniziate in questi giorni le riprese del film Le mie ragazze di carta, prodotto da 302 Original Content e Pepito Produzioni con Rai Cinema, per la regia di Luca Lucini che, con Mauro Spinelli, Marta e Ilaria Storti, ne firma la sceneggiatura, vincitrice del Premio Solinas Leo Benvenuti per la sceneggiatura di commedia. Nato da un soggetto di Mauro Spinelli e Luca Lucini, Le mie ragazze di carta racconta, attraverso il codice universale della commedia, due momenti decisivi della vita di tre adolescenti: il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza vissuto tra primi amori e partite di rugby e quello dal mondo della campagna al mondo della città.

La trama

Siamo alla fine degli anni 70, nel trevigiano, in un periodo in cui la rapida espansione delle città investe anche la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio. Per loro, e in particolare per il giovane Tiberio, il cambiamento dalla vita contadina a un contesto urbano sarà piuttosto tumultuoso. Il racconto di un periodo storico di grandi trasformazioni sociali ed economiche, in cui anche le sale cinematografiche, luoghi tipici di fruizione comunitaria, dovettero ripiegare verso una programmazione a luci rosse per evitare il fallimento.

Ne sono protagonisti Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Christian Mancin, Marta Guerrini, Alessandro Bressanello, con Giuseppe Zeno e con la partecipazione di Neri Marcorè.  Fanno parte del cast tecnico, il direttore della fotografia Luan Amelio Ujkaj, lo scenografo Silvio Di Monaco, la costumista Diamante Cavalli, la montatrice Carlotta Cristiani. Il film è realizzato con il sostegno della Veneto Film Commission e le riprese, che si svolgeranno tra Treviso e Roma, avranno una durata di 7 settimane.

Sono felice di accogliere in Veneto una produzione di livello nazionale come “Le mie ragazze di carta” di Luca Lucini per Pepito Produzioni e Rai Cinema – dichiara Jacopo Chessa, Direttore della Veneto Film Commission – Una produzione che la Veneto Film Commission ha seguito e segue passo passo e che valorizza Treviso e le zone limitrofe, un territorio meno battuto dal cinema rispetto ad altre zone della nostra regione. Questo film è inoltre una grande opportunità per il nostro sistema cinema per le sue ricadute occupazionali che, in un futuro prossimo, saranno ancora più intense”.

«L’arrivo di una produzione cinematografica a Treviso ci riempie d’orgoglio», le parole del sindaco di Treviso Mario Conte. «L’interesse nei confronti della nostra Città è in continua crescita e ne siamo particolarmente felici: Treviso è una città che ama il cinema e ha sempre accolto con entusiasmo iniziative legate al grande schermo, set, attori e troupe». «Mi piace particolarmente l’idea che “Le mie ragazze di Carta” vada a valorizzare i quartieri e le zone limitrofe, che raccontano una Treviso altrettanto storica e legata alla propria identità cogliendone anche dettagli inediti ma unici. Inoltre, riteniamo importantissima la spinta propulsiva che il cinema, insieme a produzioni e cast di livello assoluto, è in grado di dare al tessuto produttivo». 

«Ringraziamo la Veneto Film Commission per il grande lavoro», afferma l’assessore ai Beni Culturali e Turismo, Lavinia Colonna Preti. «L’arrivo di questa produzione in città sta portando non solo una grande occasione di valorizzazione delle eccellenze – anche sportive – del nostro territorio ma una nuova opportunità dal punto di vista sociale, vista la collaborazione con più di 300 comparse trevigiane. Siamo felici, come Comune di Treviso, di aver collaborato attivamente nell’organizzazione delle riprese, dalla logistica al supporto della troupe»

MCU: le 10 battute “piccanti” più divertenti

MCU: le 10 battute “piccanti” più divertenti

Il Marvel Cinematic Universe è noto per i monologhi drammatici e ben scritti, tanto quanto per le sue battute spiritose. Il MCU ha anche la reputazione di essere un porto attraente per il pubblico di tutte le età, di solito optando per un umorismo più generale che anche i bambini possono capire.

Nonostante questo approccio, e le preoccupazioni iniziali per l’acquisizione da parte della Disney, il MCU non si è tirato indietro dall’inserire battute anche più piccanti. Questi film/serie spesso sfiorano dell’umorismo che farebbe arrossire gli adulti e lascerebbe i bambini confusi.

Ralph Bohner – WandaVision

Quicksilver - Pietro Maximoff x-men dark phoenixCon quello che forse è stato lo scherzo più semplice e crudo del MCU, in WandaVision viene rivelato che la persona che ha rimpiazzato il fratello di Wanda, Quicksilver, è in realtà un tizio a caso che vive nella casa di Agatha, e il suo nome è Ralph Bohner.

Non c’è molto di più – la battuta è semplicemente che il nome di questo personaggio suona come “boner” che in italiano sta più o meno per “durello”, un’erezione. Anche se forse inizialmente divertente, questa battuta ha lasciato l’amaro in bocca ai fan che si sono sentiti presi in giro dal casting di Evan Peters come Pietro.

“Can’t Get Too Excited” – L’incredibile Hulk

L’Incredibile Hulk ha una scena intima in cui Bruce Banner e Betty Ross condividono la stanza di un motel e finalmente lasciano cadere le loro barriere emotive. Questo fino a quando Bruce mette un freno a tutto ciò, dicendo che “non può eccitarsi troppo“.

Questa è certamente una domanda che i fan dei fumetti si sono posti su Hulk – se la sua afflizione interferisca o meno con la sua vita sessuale – ma non è una domanda a cui i fan del MCU si aspettavano una risposta in un adattamento cinematografico. Stranamente implica che Bruce non può gestire un’erezione senza “esplodere”.

“Fonduta?” – Capitan America

Una battuta ricorrente in Captain America: The First Avenger è “Fondue“. Howard Stark, imprenditore e straordinario womanizer, ha la reputazione di invitare le donne per assaggiare la “fonduta”, il che è piuttosto esplicito. È anche implicito che Peggy Carter, l’interesse amoroso di Steve, potrebbe aver fatto “la fonduta“, oppure la farà, con Howard.

Si arriva ad un punto in cui Steve chiede goffamente: “voi due… fate… la fonduta?”. È divertente vedere Cap che aggira la questione del sesso con la sicurezza di un boy scout agitato e disorientato. Questa battuta, e il termine “Fondue” sono diventati addirittura un meme per qualche tempo tra la fanbase.

“Spread On Tony” – Iron Man 2

In Iron Man 2, Justin Hammer, la versione inferiore di Tony Stark, cerca di vantarsi del fatto che la giornalista Christine Everhart stia facendo un servizio su di lui. Al che il personaggio di supporto e interesse amoroso, Pepper Potts, risponde che si ricorda che Everhart ha fatto un bel “servizio” anche a Tony, riferendosi alla loro avventura di una notte all’inizio del primo Iron Man.

Questa battuta è divertente, e uno dei pochi casi di comportamento malizioso da parte di Pepper.

“Problemi di performance” – The Avengers

Durante The Avengers, Loki si è servito del suo bastone per controllare la mente di varie persone, tra cui il dottor Selvig e Occhio di Falco. Quando tenta di fare lo stesso a Tony Stark, tuttavia, non riesce a stabilire un contatto a causa del reattore Arc nel petto di Tony.

Tony Stark coglie l’occasione per prendere in giro Loki per la sua incapacità di controllarlo mentalmente, dicendo “beh, problemi di prestazioni, sai che non è raro“. Questa è una frecciatina più sottile da parte di Tony, e una bella puntualizzazione per questo momento di trash-talking nel MCU.

“Non è la cosa peggiore che mi hai sorpreso a fare” – Iron Man

Iron Man MCUIn Iron Man, Pepper si avvicina a Tony mentre la sua armatura gli viene tolta dalle braccia meccaniche. In una battuta comica, Tony dice “ammettiamolo, questa non è la cosa peggiore che mi hai sorpreso a fare“.

Questo potrebbe implicare molte accezioni differenti, ma data la nomea consolidata di Tony come playboy, è sicuro che si stia riferendo a qualche momento fuori dallo schermo in cui Pepper sfortunatamente ha sorpreso Tony in flagrante dilecto

“The Old Fashioned Way” – Guardians Of The Galaxy Vol. 2

Grazie al tocco di James Gunn, entrambi i film dei Guardiani sono costellati di umorismo per adulti, e in Guardiani della Galassia Vol. 2 l’ironia “piccante” prevale fin dal principio. In una mossa molto Captain Kirk di Star Trek, Star-Lord inizia a flirtare con Ayesha, l’Alta Sacerdotessa dei Sovereign, dopo aver completato una missione per lei.

In una discussione sulla natura dei Sovereign in quanto geneticamente modificati, Peter Quill menziona che preferisce “creare le persone alla vecchia maniera“. Ciò che è sorprendente è quanto sia incuriosita l’Alta Sacerdotessa alla prospettiva di impegnarsi in una “arcaica lezione di storia” con Star-Lord.

Thor sorprende Hulk – Thor: Ragnarok

In questa scena di Thor: Ragnarok, Thor ha un incontro particolare con Hulk. Thor si sveglia nella stanza del Vendicatore più forte dopo la sua sconfitta nell’arena gladiatoria su Sakaar. Mentre sta facendo il bagno, Hulk si alza e si dirige distrattamente verso la finestra, dando al Dio del Tuono la possibilità di vedere tutto.

Thor è visibilmente agitato, chiudendo gli occhi e dicendo a se stesso “ora è nel mio cervello“. Mentre la battuta è per lo più innocente, vira ancora su un argomento “adulto” ed è in particolare la terza volta che il piano di sotto di Hulk viene mostrato nel MCU.

Le parti basse di Ego – Guardiani della Galassia 2

Mentre il padre biologico di Starlord, Ego, sta spiegando come ha creato il pianeta su cui si trovano, una specie di estensione del suo corpo, Drax interrompe per chiedere se ha creato un pene. Dopo alcuni battibecchi tra il gruppo, conferma che ha davvero un pene, e si vanta anche che non è “niente male“, il che è adeguatamente nel carattere di un essere chiamato “Ego“.

Dave Bautista è davvero convincente nei panni di Drax in questa scena, sembrando sinceramente offeso quando Star-Lord è disgustato dal fatto che lui parli di come i suoi genitori l’hanno concepito, lamentandosi del fatto che “gli abitanti della Terra hanno dei problemi“.

“Hide The Zucchini” – Avengers: Age Of Ultron

Nel corso del terzo atto di Age of Ultron, Tony lascia scivolare questa frase in modo casuale, dicendo che Bruce e Natashaè meglio che non stiano giocando a nascondere le zucchine“.

Questa frase si muove tra l’essere esplicita e sottile; sembra un’affermazione abbastanza innocente di per sé, ma non c’è molto altro che il termine ‘nascondere le zucchine‘ potrebbe significare, soprattutto considerando l’ovvia relazione romantica in erba tra i due. La cosa più importante è che lo scherzo sembra essere una presa in giro sulla colorazione dell'”equipaggiamento” di Hulk.

“Un dipinto di Jackson Pollock” – Guardiani della Galassia

Questo è forse lo scherzo per adulti più volgare del MCU. In Guardiani della Galassia dopo che Gamora commenta lo stato di sporcizia della nave di Starlord, Quill riflette fuori campo, “se avessi una luce blu, questo posto sembrerebbe un quadro di Jackson Pollock“.

Queste parole dipingono un quadro sfortunato (o fortunato, a seconda dei punto di vista) di Peter Quill che si lascia andare sulla sua astronave. Questo ha anche un’implicazione forse involontaria quando accoppiato con il fatto che la sua nave, la Milano, prende il nome dalla star di Who’s the Boss, Alyssa Milano.

The Beatles – Get Back, recensione del docu-film di Peter Jackson

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Il primo episodio è già disponibile su Disney+, mentre bisognerà aspettare il 26 e 27 novembre per vedere la completa docu-serie The Beatles – Get Back, la titanica impresa di Peter Jackson che, a partire da 60 ore di video e 150 di audio ha riassunto e raccontato in un flusso narrativo coerente la sessione di registrazione di Let it be negli studi di Twickenham che i Fab Four hanno fatto nel 1969. Video e audio già trasformati in un film, Let It Be – Un giorno con i Beatles, ma che adesso trovano nuova vita e vengono completamente alla luce, dopo 50 anni chiusi in un cassetto. E chi meglio di Peter Jackson poteva dar forma a questa mole di materiale? Lui che del lavoro a trilogie lunghissime e impegnative ne ha fatto una vera e propria carriera? Dopo 4 anni di lavoro, il risultato è un documento emozionante, un vero e proprio regalo per i fan della band.

150 ore di audio e 60 ore di video

A due anni dal loro ultimo live, John, Paul, George e Ringo si riuniscono per realizzare Let It Be in quella che, secondo le cronache dell’epoca, non era proprio un atmosfera rilassata. Ed in effetti fa impressione vedere Harrison che lascia le prove, le discussioni, i problemi che vengono fuori e i nervi a fior di pelle anche a causa dei tempi stretti (un intero album in poco più di 20 giorni). Una pressione che sembra sparire quando, apparentemente dal nulla, si mettono insieme gli accordi di questa o di quella canzone, come quando Paul improvvisa il nucleo di quella he diventerà Get Back, di fronte agli altri. 

E tutto è stato registrato meticolosamente all’epoca da Michael Lindsay-Hogg al quale è stato dato campo libero durante le prove, ma che per fortuna ha disatteso gli “ordini” di non riprendere questo o quel momento. Proprio per questo la quantità di audio è così superiore a quella del video, perché Lindsay-Hogg ha spesso lasciato accesi i registratori spegnendo le camere e permettendo a stralci di conversazioni, anche molto personali, di arrivare fino a noi. E tutto questo materiale è stato restaurato, ricostruito, ripulito da Peter Jackson che è riuscito a rendere quella documentazione informe e confusa un racconto ordinato, ma anche potente, emotivo, emozionante. 

The Beatles – Get Back è una ri-narrazione del mito

Dicevamo delle liti, ma quello che emerge dal film, prima di ogni cosa, è la magia, l’incredibile talento di queste quattro rockstar che, messi gli uni di fronte agli altri, con i loro strumenti tra le mani, non erano molto diversi dai ragazzini che suonavano insieme e si facevano chiamare con un altro nome. Il racconto dei Beatles che esce fuori da The Beatles – Get Back è di un’autenticità insperata, ci mette di fronte alla ri-narrazione del mito e lo fa attraverso l’occhio di Jackson: paziente, meticoloso, preciso e evidentemente appassionato del materiale che ha maneggiato e montato insieme a Jabez Olssen.

Un regalo ai fan dei Beatles

Le infinite ore di prove, gli accordi, le discussioni, ma anche i litri di tè, la birra, Yoko e Maureen, Billy Preston, momenti di pausa che aiutavano a distendere e a concentrarsi, John in ritardo, le risate. The Beatles – Get Back è un documento prezioso, un regalo dei Beatles e di Peter Jackson ai fan, ma forse anche alla band stessa che, stando alle testimonianze, si è rivista e riconsiderata, come ha affermato lo stesso Paul McCartney, che ha dichiarato “è un ritratto molto accurato di come eravamo allora”, e in questa dichiarazione risiede la vittoria di Jackson e l’autenticità del regalo che viene fatto al pubblico di fan che dopo 50 anni continuano ad emozionarsi sulle note dei quattro ragazzi di Liverpool. 

Guarda il trailer di The Beatles – Get Back

Hawkeye, Episodi 1-2: tutti i riferimenti all’Universo Marvel

Hawkeye, Episodi 1-2: tutti i riferimenti all’Universo Marvel

Nella giornata di ieri, su Disney+, hanno finalmente debuttato i primi due episodi di Hawkeye, la nuova serie dei Marvel Studios con Jeremy Renner nei panni di Clint Barton e Hailee Steinfeld in quelli della new entry Kate Bishop. Come da tradizione, i primi due episodi contengono una marea di riferimenti e easter eggs al più ampio Universo Marvel. Siete riusciti a scovarli tutti? Mettetevi alla prova…

The Avengers e la Battaglia di New York

Nel flashback di apertura di Hawkeye, Eleanor e Derek Bishop discutono di alcuni problemi finanziari. La madre di Kate pronuncia la frase: “Ti sei abituato all’idea che una soluzione cadrà dal cielo”. Questa scena si svolge pochi istanti prima dell’invasione dei Chitauri che abbiamo visto in The Avengers, dove molte cose cadono effettivamente dal cielo.

Oltre a prefigurare l’attacco alieno, le parole di Eleanor suggeriscono che la famiglia Bishop ha beneficiato della battaglia di New York. Dopotutto, Eleanor non ha problemi di soldi nel presente impostato dalla serie.

Proprio al momento giusto, inizia la battaglia di New York vista già in The Avengers del 2012. Una giovane Kate Bishop vede i combattenti Chitauri e un gigantesco Leviathan che fluttuano sopra il suo complesso di appartamenti di lusso. La sequenza offre un raro scorcio a livello stradale di un evento del MCU che a questo punto della narrazione dovrebbe essere estremamente familiare.

Lo Stark Tower e lo scontro con i Chitauri

Sfortunatamente per Kate, la famiglia Bishop vive proprio di fronte allo Stark Tower, l’epicentro della battaglia di New York. Mentre guarda attraverso il suo balcone ormai distrutto, lo sguardo di Kate viene catturato dal caratteristico profilo dell’edificio più famoso del MCU, che ha ancora attaccate 4 delle sue 5 lettere.

Kate assiste ad un momento assai noto presente in The Avengers, ma questa volta da una prospettiva completamente nuova. Kate, infatti, vede Occhio di Falco/Clint Barton in cima a un grattacielo che prova ad abbattere i Chitauri, eseguendo la sua mossa brevettata di salto e rotazione, con tanto di freccia che esplode.

Hawkeye rivela come Clint Barton abbia salvato la vita di Kate Bishop proprio durante questa scena, e i movimenti del personaggio, visti dalla prospettiva di Kate, si allineano quasi alla perfezione rispetto alla sequenza corrispondente nel film di Joss Whedon.

I titoli di testa e il riferimento a Obadiah Stane

Hawkeye è un libero adattamento della serie a fumetti di Matt Fraction e David Aja del 2012 ed è quasi certo che Fraction sia stato coinvolto nello show in qualità di consulente. La sigla di apertura dello show rende omaggio al materiale originale, ricreando lo stile unico di Aja. La tavolozza dei colori, l’abbondanza di forme geometriche e il motivo a freccia attingono direttamente dalle immagini di Aja. Persino il carattere del logo è un richiamo ai fumetti.

Poco prima che Kate Bishop decida di distruggere la torre dell’orologio del suo campus universitario per una scommessa, si arrampica sulla “Stane Tower”. Questa targa potrebbe essere un riferimento al primissimo cattivo del MCU, Obadiah Stane, visto in Iron Man del 2008. In quanto (ex) uomo ricco, Stane potrebbe aver benissimo finanziato la torre.

Il costume di Kate Bishop e la Grand Central Station

Hailee Steinfeld debutta in Hawkeye già nel suo costume viola da supereroina, un riferimento diretto al design dei fumetti di David Aja. Il viola è praticamente una tonalità coordinata e la modellatura è quasi identica. L’unica deviazione più evidente nella versione della serie è quella di aver coperto le zone del corpo che i fumetti hanno invece lasciato esposte.

Quando Hawkeye si sposta nel presente, la macchina da presa si sofferma brevemente sulla stazione di Grand Central Station di New York. Da Avengers: Age of Ultron del 2015, la versione del MCU di questo edificio appartenente al mondo reale è stata sormontata da una statua che rende omaggio ai soccorritori che hanno perso la vita durante la Battaglia di New York. La cosa si adatta alla perfezione alla serie, che racconta sì una storia di supereroi, ma non totalmente incentrata su di essi.

I riferimenti a Rogers: The Musical

Anticipato già dal trailer, il primo episodio della serie soddisfa tutti i fan di “Rogers: The Musical”. Il tributo di Broadway a Steve Rogers contiene molti easter eggs della Marvel, sia da un punto di vista visivo che sonoro. Sul palco, gli attori sono vestiti da Iron Man, Captain America, Hulk, Vedova Nera, Loki, Occhio di Falco, Thor e… Ant-Man? I testi sono decisamente migliori, come riferimento a Hulk e a Cap, ma anche al Tesseract e a Tony Stark/Iron Man. Di gran lunga il miglior easter eggs “lirico”. Inoltre, la battuta: “Ti daremo la colpa allora, ma per ora sei a posto”, sottolinea come i Vendicatori furono inizialmente celebrati, poi abbattuti dagli Accordi di Sokovia pochi anni dopo.

Già comprensibilmente scettico sulla rievocazione dell’intero numero, Clint Barton sembra ancora più infastidito quando un Loki di cartone che cavalca un aliante di Chitauri fluttua sullo sfondo del palco. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che è stato Occhio di Falco ad abbattere con una freccia esplosiva il Dio del Male volante durante la battaglia di New York. Perciò, Rogers: The Musical non riconosce all’arciere ciò che gli è dovuto.

La sordità di Clint e l’errore di Ant-Man

Hawkeye segna la prima volta in cui il Clint Barton del MCU indossa un apparecchio acustico nell’orecchio sinistro. Ciò è tratto dai fumetti, in quanto il personaggio, in quell’universo, ha sperimentato la perdita dell’udito diverse volte e attraverso varie incarnazioni.

Mentre la sordità di Occhio di Falco, nei fumetti, era il risultato di un attacco o di un trauma infantile (a seconda dell’epoca), nella serie, i flashback rivelano in seguito che la condizione di Occhio di Falco è dovuta all’impatto cumulativo di numerosi forti scoppi avvenuti durante le battaglie con i Vendicatori.

L’errore più clamoroso di Rogers: The Musical è stato mettere Ant-Man nella battaglia di New York, quando Scott Lang non era ancora un supereroe a quel punto della timeline. L’inclusione di Ant-Man è dovuta probabilmente alla volontà di inserire una gag sui poteri di Lang che hanno effetto sulle sue dimensioni.

Poiché è in grado di rimpicciolirsi, il pubblico presume che Ant-Man abbia combattuto i Chitauri, anche se nessuno poteva vederlo. Senza dubbio Lang ha fatto ben poco per smentire questa particolare indiscrezione.

Il dolore per Natasha e la scritta di Thanos

Per Clint, la cosa più traumatica di Rogers: The Musical non sono le melodie orribili o i costumi amatoriali: è vedere qualcuno interpretare Vedova Nera. A sottolineare la sua reazione emotiva, ci pensa poi l’inquadratura di una bambina tra il pubblico, che vede Occhio di Falco e lo saluta. Sfoggia esattamente gli stessi capelli rossi e intrecciati di Natasha.

Durante una pausa al bagno, Clint trova la scritta “Thanos aveva ragione” scarabocchiata su un orinatoio. Questo easter eggs sottolinea la credenza di alcuni, nella vita reale, secondo cui il Titano Pazzo non fosse poi così “pazzo”, e che il suo piano per cancellare il 50% della popolazione dall’universo avesse dei meriti.

Lo Spadaccino e Armand Duquesne

Kate Bishop torna a casa dopo un giro a Bellgate, ricevendo una bella sgridata da sua madre, che sta pagando il conto della riparazione. Mentre Kate viene rimproverata, nota una strana collezione di spade appese al muro, un primo segnale che la nuova fiamma di Eleanor, Jack Duquesne, si è appena trasferito da loro.

Le spade accennano anche alla controparte dei fumetti di Jack, nota come lo Spadaccino. Sebbene Hawkeye non abbia ancora stabilito esplicitamente questa connessione, questo easter eggs prefigura una svolta futura quasi certa per il personaggio.

Simon Callow interpreta brevemente Armand Duquesne in Hawkeye: si tratta di un personaggio minore dei fumetti Marvel. Armand è apparso in qualità di padre dello Spadaccino in “Avengers Spotlight #22” del 1989, ed è stato responsabile di aver spinto suo figlio verso il combattimento con la spada. In quanto tale, è giusto che entrambi gli uomini condividano un’ossessione per la lama nello show.

Lucky the Pizza Dog e l’asta Duquesne

La premiere di Hawkeye ha introdotto anche Pizza Dog, un cane con un occhio solo che Kate prende in simpatia. Si tratta della versione del MCU del cane dei fumetti creato da Matt Fraction, anche se con alcune modifiche. Originariamente, è Clint a trovare per primo il cane, mentre la serie sembra aver lasciato da parte il nome Lucky.

Il fulcro del primo episodio della serie riguarda un’asta segreta del mercato nero, che attinge molto dai fumetti Marvel di Matt Fraction. Nella serie del 2012 su Occhio di Falco, Kate Bishop ha fatto irruzione durante un’asta di supercriminali in cui era in vendita un nastro assai compromettente che riguardava Clint Barton.

Nella serie, il tesoro contaminato non è una videocassetta, ma il costume di Ronin e la spada che Clint ha usato tra Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Un altro parallelo con i fumetti riguarda il fatto Kate Bishop ruba il costume di Ronin per sé e si maschera da vigilante, mentre nella serie “Young Avengers #4” ruba l’arco di Occhio di Falco mentre indagava sulla squadra di adolescenti.

L’Avengers Compaund e l’identità di Ronin

Spider-Man: Homecoming ha rivelato come la tecnologia aliena sia andata in giro dopo la battaglia di New York, grazie a spacciatori come Avvoltoio. Lo stesso sta accadendo di nuovo dopo la distruzione della Avengers Compound in Avengers: Endgame. Numerosi oggetti sono stati recuperati dal relitto della struttura e successivamente sono finiti al centro di un’asta illegale. Questi includono la spada retrattile di Ronin, il suo costume da ninja e un misterioso orologio…

Il primo episodio conferma un piccolo ma intrigante dettaglio riguardante Clint Barton nel MCU: nessuno sa che è stato Ronin. A parte sua moglie Laura, l’enigmatico Val (da Black Widow) e i suoi compagni Vendicatori, il mondo in generale non ha idea che Ronin e Occhio di Falco fossero la stessa persona. Anche i suoi figli ignorano la tragica verità.

Il trucco della bottiglia e il misterioso orologio

Bloccata da due membri della Tracksuit Mafia nel corso dell’asta, Kate Bishop calpesta una bottiglia, facendola volare in faccia a un sicario nelle vicinanze. Il trucco rimanda a Captain America che calpesta il suo scudo e lo cattura, ma la mossa di Kate si ricollega anche al flashback iniziale dello show, rivelando che Kate potrebbe aver preso da Eleanor più di quanto pensi.

Il vero obiettivo del raid della Tracksuit Mafia è quello di rubare un misterioso orologio estratto dall’Avengers Compound. La provenienza del pezzo non è nota, ma il quadrante rosso sembra rimandere alla la tecnologia Stark, da cui proverrebbe anche l’alto valore.

Hawkeye non sarebbe di certo la prima storia del MCU in cui un pezzo della tecnologia Stark fungeva da MacGuffin. L’etichetta recita: “Avengers Compound – Lot 268”. Il cattivo nella serie a fumetti “Avengers #268”? Un certo Kang il Conquistatore…

La Tracksuit Mafia e l’incidente di Pizza Dog

I membri della Tracksuit Mafia dicono moltissime volte “Fratello”, indipendentemente dal fatto che stiano parlando con un maschio o una femmina, con un amico o nemico. Ciò deriva direttamente dai fumetti, nello specifico dal numero che ha segnato il loro debutto nel 2012, ma è un dettaglio che potrebbe diventare assai fastidioso in breve tempo.

Mentre entrambi scappano dalla Tracksuit Mafia, Kate Bishop salva acrobaticamente Pizza Dog da un veicolo in arrivo. Questa scena ricorda i fumetti di Fraction, dove Lucky viene lanciato nel traffico in senso contrario dalla banda, quindi portato da un veterinario da Occhio di Falco. Il team del MCU ha forse intuito che un cane investito non è molto in tema con le atmosfere natalizie dello show…

Il Clown del MCU e Pat Kiernan

La sequenza di combattimento finale del primo episodio di Hawkeye si sofferma su un membro della Tracksuit Mafia che gli altri criminali chiamano “Kazi”. Nei fumetti su Occhio di Falco di Matt Fraction, Kazimierz Kazimierczak è una versione aggiornata del vecchio cattivo della Marvel, Clown, che ha debuttato nel 1962. A differenza di Kazimierz, il Kazi del MCU non sembra essere il Clown dei fumetti… o almeno, non ancora.

Il giornalista Pat Kiernan è apparso in The Avengers, Spider-Man: Far From Home e molti altri film del MCU. Kiernan fa il suo ritorno nella serie per dare notizie su Ronin. I fan sono estremamente entusiasti per via dei crossover che si verranno a creare nel MCU grazie al Multiverso, ma vale la pena ricordare che Pat era lì per primo, e che ha collegato il MCU alla serie Marvel di Netflix, tra cui Daredevil e Jessica Jones.

Il mistero dell’Avengers Tower e l’omaggio allo staff Marvel

Incontrando il suo eroe per la prima volta, Kate Bishop si chiede naturalmente se sia prevista una visita guidata alla Avengers Tower. Clint la delude, rivelando che la torre è stata venduta alcuni anni fa. Ciò porta avanti un mistero di Spider-Man: Far From Home, che mostrava l’edificio in fase di ristrutturazione prima di un grande rilancio.

I potenziali nuovi proprietari includono Reed Richards dei Fantastici Quattro e Kang il Conquistatore, dopo che in Loki è stata mostrata una torre alternativa con la scritta “Qeng” (un alter ego di Kang) sul lato, al posto di “Stark”.

Avendo bisogno di un posto dove nascondersi, Kate Bishop porta Occhio di Falco nell’appartamento di sua zia. Ci sono una serie di cognomi elencati sul cicalino, alcuni dei quali si riferiscono al passato e al presente dello staff Marvel.

Marcelo Sosa, Robert Bernstein e Sam Moskowitz vengono tirati in ballo (si presume che questa non sia solo una grande coincidenza), e all’interno dell’appartamento, un poster di “Creature of the Dark Galaxy” presenta il nome “Luke Ballard”. Questo è probabilmente un riferimento all’artista digitale eponimo, che ha lavorato a numerosi film del MCU.

Moira Brandon e il vero nome della Tracksuit Mafia

È lecito ritenere che la zia di Kate Bishop sia Moira Brandon: questo nome si collega direttamente a un personaggio dei fumetti. Nella tradizione Marvel, Moira Brandon era un’attrice (da cui il poster nell’appartamento), la cui proprietà è stata venduta e alla fine è diventata il quartier generale dei Vendicatori della West Coast.

La stessa Moira ha contribuito a sconfiggere un cattivo ed è stata nominata Vendicatrice onoraria da Occhio di Falco prima di morire. Resta da vedere se la zia di Kate è solo un divertente easter eggs, o se potrà davvero collegare il personaggio di Hailee Steinfeld agli Avengers in qualche modo.

Cercando di descrivere la Tracksuit Mafia, Kate Bishop scrive ripetutamente “davvero bianchi” su un block note. Sicuramente non ha torto, ma questo potrebbe essere un riferimento al soprannome che il gruppo ha nei fumetti.

Nel materiale originale, Occhio di Falco si riferisce ai gangster come “Tracksuit Draculas” e anche se questo nome non viene utilizzato nel MCU, la battuta “davvero bianchi” potrebbe essere proprio un omaggio a quell’appellativo.

Gli Avengers di Times Square e il Detective Caudle

La pubblicità del gigantesco negozio Disney è una spudorata autopromozione più che un easter eggs, ma la scena di Times Square presenta un’infarinatura di cosplay di Avengers. C’è Hulk, Thor, un duo di Captain America, due Iron Men e Ant-Man, che si presenta ancora una volta dove, in realtà, non dovrebbe essere. Gli eroi vengono raggiunti da un arciere, ma Clint fa subito notare che si tratta di Katniss Everdeen della saga di Hunger Games.

Nel secondo episodio, Kate Bishop viene contattata da un certo Detective Caudle, che desidera parlare del suo appartamento distrutto e di altri strani avvenimenti recenti. Kate cerca di evitare di comportarsi in modo sospetto.

Anche il debutto di Caudle si ricollega direttamente ai fumetti. Nella serie  a fumetti di Occhio di Falco di Matt Fraction, Kate ha aiutato il detective Caudle a catturare il criminale Flynt Ward, tartassando il poliziotto finché non le ha dato ascolto. La situazione sembra essere decisamente opposta nello show.

“Grills” e il parallelismo con Die Hard

La sequenza LARPing di Hawkeye è una divertente escursione per l’esasperato Avenger, e in gran parte priva di easter eggs legate al MCU… almeno, fino alla fine. L’uomo che ruba il costume da Ronin di Clint Barton si identifica come “Grills”, e sebbene non ci sia una particolare somiglianza, Grills è il nome del vicino di Clint nei fumetti Marvel.

Parlando con la sua famiglia, ora al sicuro fuori città, Clint promette di battere i cattivi e tornare a casa prima di Natale. Concettualmente, questa premessa si avvicina molto a Die Hard, con un padre di famiglia assediato che si fa strada tra i gangster stranieri per assicurarsi di trascorrere il giorno di Natale con sua moglie e i suoi figli.

L’omaggio a Vedova Nera e lo username di Kate Bishop

Clint impiega il catch & release per ingannare la Tracksuit Mafia, che sua moglie sottolinea essere “uno dei trucchi di Nat”. Abbastanza sicuro di sé, Occhio di Falco finge di essere catturato e si lascia interrogare, per poi liberarsi senza sforzo dopo aver ottenuto ciò che voleva. Questo è esattamente ciò che fa Vedova Nera a un gruppo di criminali nell’atto iniziale di The Avengers del 2012.

Oltre a Kazi, c’è un altro membro familiare della Tracksuit Mafia in agguato nella serie. Il “capo turno” viene chiamato “Ivan” dai suoi amici, e questo tipo è quasi certamente l’Ivan Banionis del MCU, il leader della Tracksuit Draculas nei fumetti Marvel.

Grazie alla compagnia di sicurezza di sua madre, la Kate Bishop di Hawkeye è in grado di tracciare la posizione specifica di un individuo tramite un’app specializzata. Il suo nome utente è “bishop112012”, cifre che si riferiscono al novembre 2012, ossia alla data di copertina di “Hawkeye #2” di Matt Fraction e David Aja, quando cioè Kate Bishop è apparsa per la prima volta in quella serie.

Sotto le stelle di Parigi: una clip dal film al cinema dal 25 novembre

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Ecco una clip da Sotto le stelle di Parigi, il film di Claus Drexel con Catherine Frot, Mahamadou Yaffa, Dominique Frot al cinema dal 25 novembre con Officine UBU.

https://www.youtube.com/watch?v=h18jzMkEcRE

Sotto le stelle di Parigi, la trama

Christine vive da molti anni per le strade di Parigi, isolata dalla famiglia e dagli amici. In una fredda notte d’inverno, un bambino di otto anni si presenta davanti al suo rifugio. Si chiama Suli, non parla la sua lingua, ed è stato separato dalla madre, che deve essere rimpatriata. Uniti dalla loro condizione marginale, i due intraprendono un viaggio emotivo e pieno di tenerezza per ritrovare la madre del bambino. Sotto le stelle di Parigi, queste due anime sole impareranno a conoscersi e Christine riscoprirà il calore di un’umanità che credeva perduta.

Arriva dal 25 novembre solo al cinema Sotto le stelle di Parigi, il nuovo film del regista franco-tedesco Claus Drexel. Da sempre attento al tema dell’immigrazione e delle disuguaglianze sociali, Drexel si è ispirato alla clochard intervistata nel suo documentario Au Bord Du Monde per scrivere la storia di questo film, dove il mondo sommerso dei senzatetto viene ritratto con quella purezza, sensibilità e poesia che raramente vengono accostate alla vita di strada.

La protagonista di questa fiaba metropolitana, in arrivo nei cinema con OFFICINE UBU dal 25 novembre, è la senzatetto Christine, splendidamente interpretata da Catherine Frot (La Signora delle Rose, Quello che so di lei, Marguerite), che ha scelto da tempo di porre una barriera tra se stessa e il mondo, passando le giornate in solitudine nascosta nel suo rifugio tra i pochi ricordi della sua vita precedente. La routine di Christine viene sconvolta dall’arrivo improvviso del piccolo Suli (Mahamadou Yaffa), un bambino di origine eritrea rimasto solo a Parigi dopo aver smarrito la madre, e che trova nella burbera clochard il suo unico punto di riferimento.

Christine e Suli percorreranno insieme le vie di Parigi per ritrovare la madre del bambino, accompagnando lo spettatore nel viaggio non solo nel cuore della città ma anche nel loro, uniti dalla speranza di poter ritrovare la luce in una società ostile.

Noir in Festival 31°: la presentazione della nuova edizione

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Noir in Festival 31°: la presentazione della nuova edizione

La nuova edizione del Noir in festival, la 31a, si svolgerà a Milano dal 10 al 15 dicembre finalmente in presenza, dopo l’edizione 2020 online. Diretto da Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (delegato IULM), il festival riconquista la sala (al cinema Gloria, grazie alla disponibilità di Notorious Cinemas), conferma la sua vocazione di luogo della formazione e della scoperta (mettendo il suo quartier generale nel campus di IULM), offre un palcoscenico prestigioso come il Teatro Filodrammatici di Milano ai suoi incontri letterari che toccheranno anche la Libreria Rizzoli Galleria. Infine, con il sostegno di Mompracem, Rai Cinema e 01 Distribution in collaborazione con Astorina e grazie alla passione dei Manetti bros., una straordinaria e attesissima chiusura “diabolika” anche al cinema Odeon.

La sigla ufficiale del Noir in Festival XXXI

Che festival sarà? Certamente rivolto al nuovo come testimonia la scelta di consegnare il Raymond Chandler Award, un vero “Nobel” della letteratura di genere, a un autore come Guillaume Musso, nato negli anni ’70 e già acclamato in tutto il mondo. Una scommessa che trova conferma sia nell’attenzione a voci nuove in campo cinematografico con proposte destinate a far discutere e a creare vere scoperte, sia nel percorso tematico di quest’anno che mette in evidenza da una parte il grande revival del “polar” in Francia con ospiti eccellenti come Hervé Le Corre e Franck Thilliez, dall’altra parte porta il genere nei territori oscuri e ancora ben poco esplorati del Dark Web in cui trionfano sofisticata tecnologia e nuovi exploit criminali. Non mancheranno “valori sicuri” come i campioni riconosciuti del giallo e nero italiano: dal decano Loriano Macchiavelli a Carlo Lucarelli, da Donato Carrisi a Maurizio De Giovanni e Simona Vinci; ma molto è lecito attendersi dai cinque finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco, da voci originali come quelle di Lisa Jewell e Mariolina Venezia, o inedite come quelle di Stefano Vicario e Alex Michailides.

Lo stesso ragionamento si può fare per il nostro cinema che mette in vetrina un inatteso fiorire di talenti (è stato più difficile di sempre scegliere i sei finalisti del Premio Caligari), va fiero dell’omaggio a un outsider eccellente come Antonio Capuano e festeggia il suo campione assoluto, Dario Argento, tornato proprio in questi mesi a una nuova giovinezza creativa. E trova nel Diabolik di Marco e Antonio Manetti un suggestivo incontro tra l’ineffabile anti-eroe creato dalle sorelle Giussani nei primi anni ’60 (raccontate da Chiara Tagliaferri nel suo podcast attualmente online “Les diaboliques” di cui parleremo al Noir) e un’estetica contemporanea del tutto personale come quella degli ormai mitici Manetti bros.

Mai come quest’anno, poi, cinema&letteratura formano un corpo unico nel programma: è il caso di Massimo Donati che debutta come regista in concorso con Diario di spezie dal suo romanzo o di Donato Carrisi che presenta il suo nuovo libro mentre sono in corso le riprese del suo nuovo film, Io sono l’abisso. Di Denis Dercourt (Vanishing), Lucile Hadzihalilovic (Earwig) e Fabrice Du Weltz (Inexorable) che giocano sul doppio percorso tra libro e film; di Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, Mariolina Venezia, Alex Michailides e lo stesso Guillaume Musso, il cui lavoro è stato spesso adattato per il cinema e la televisione.

Due film candidati all’Oscar (The Innocents e Les oiseaux ivres), un Pardo d’oro in concorso (Vengeance is Mine), la rivelazione inglese dell’anno (la giovanissima Prano Bailey-Bond con Censor) e un vincitore alla Mostra di Venezia (il finlandese Teemu Nikki con Nimby) completano un cartellone di novità di cui sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi. Ma l’anteprima non sarebbe completa se non comprendesse un lavoro tra documento e visionarietà assolutamente unico come Vesuvio di Giovanni Troilo che porta l’ombra lunga della catastrofe in uno dei territori più suggestivi e inquietanti d’Italia, sulle pendici del vulcano.

Questa sintesi tra passato e futuro è ben rappresentata dall’immagine dell’anno, firmata dal talento sovversivo epoliedrico di Marco Galli, premiato alla scorsa edizione del Lucca Comics & Games con il riconoscimento più importante ed ambito, il Yellow Kid.

Il trailer della selezione ufficiale del Noir in Festival XXI

“L’immagine dell’anno – dice Marina Fabbri – ritrae un investigatore contemporaneo la cui dotazione è soprattutto tecnologica, indispensabile per esplorare le nuove frontiere del crimine che, purtroppo, sono anche la nostra nuova realtà, quella virtuale. Un mondo parallelo nel quale siamo sempre più immersi e che ci allontana inesorabilmente dalla realtà reale fatta di uomini e donne in carne e ossa. È un evidente contraccolpo della lunga segregazione dovuta alla pandemia, che abbiamo subito in tutto il mondo. Ma se da una parte l’immobilismo virale spinge ad esplorare realtà parallele, c’è anche un’altra realtà che viene indagata, molto più prossima, ed è quella introspettiva, la nostra realtà profonda, la “realtà” dell’inconscio. Un campione formidabile di questo tipo di indagine è senz’altro Guillaume Musso, lo scrittore francese best seller in tutto il mondo, a cui va quest’anno il riconoscimento alla carriera che porta il nome di Raymond Chandler, un riconoscimento che è insieme stimolo a proseguire su questa strada così fortunata.”

Ma le radici del genere e il suo contributo alla grande narrazione tra letteratura e cinema è ben rappresentata dal ricordo di Graham Greene e John le Carré in una masterclass d’eccezione che è anche un omaggio a due grandi numi tutelari del Raymond Chandler Award. Infine, alla galleria dei grandi ospiti di quest’edizione sono dedicate le “Pillole” dell’archivio dell’Istituto Luce che costruiscono un altro ponte ideale tra il passato e il futuro del noir italiano.

Forte dello straordinario successo di marzo dell’edizione “virtuale” del 30mo anniversario, Noir in festival sarà nuovamente in rete con le dirette streaming dei suoi maggiori appuntamenti, con la collaborazione di MYmovies per avvicinare il pubblico di tutta Italia alle novità del festival, e con due appuntamenti “a distanza” con autori prestigiosi come Laura Lippman e Richard Greene.

“Insomma questa 31ma edizione – dice Giorgio Gosetti – è tutta proiettata nel futuro con la consapevolezza della tradizione e va a comporre un cocktail che è da sempre il tratto distintivo di un festival unico nel panorama internazionale. Per sei giorni Milano diviene la capitale del noir con tutti i colori in esso contenuti. Dispiace che in quest’occasione non si rinnovi l’ormai tradizionale appuntamento sulle rive del lago di Como, ma siamo grati all’Associazione Amici di Como per il sostegno sempre rinnovato, così come a partner storici (dalla Direzione Generale Cinema a Audiovisivi del MIC all’Università IULM, a Cinecittà) e nuovi sostenitori (Notorious Cinemas, il Teatro Filodrammatici, La Milanesiana) che ci permettono di realizzare anche nel 2021 un autentico miracolo di spettacolo e cultura, approfondimento e scoperta, guardando al Noir come a uno specchio lucido in cui si riflettono tutte le contraddizioni della società in cui viviamo e di quella che ci attende”.

Il capo perfetto, il trailer del film con Javier Bardem

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Il capo perfetto, il trailer del film con Javier Bardem

Ecco il trailer Il capo perfetto di Fernando León de Aranoa con Javier Bardem, il film che rappresenterà la Spagna agli Oscar 2022. Dal 23 dicembre al cinema. Il capo perfetto è un film scritto e diretto da Fernando León de Aranoa e arriverà al cinema distribuito da Bim Distribution.

Il capo perfetto, la trama

Blanco (Javier Bardem), proprietario di una storica azienda spagnola di bilance industriali, amato e stimato dai dipendenti per la sua grande umanità, è in gara con la sua impresa per un premio di eccellenza locale. Considerato da tutti e da se stesso un capo magnanimo, è disposto a qualunque cosa pur risolvere i problemi dei suoi dipendenti affinché non riducano la produttività e gli consentano di aggiudicarsi l’ambito riconoscimento. E mentre la tensione sale per la visita di ispezione della commissione del premio, Blanco inizia a collezionare una serie di errori e comici disastri che lo porteranno a dover dimostrare di essere davvero un capo perfetto…

Chi ha incastrato Babbo Natale? il trailer della commedia di e con Alessandro Siani

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Ecco il trailer di Chi ha incastrato Babbo Natale? la nuova commedia di Natale di e con Alessandro Siani che si avvale della partecipazione di Christian De Sica. Al cinema dal 16 dicembre.

Chi ha incastrato Babbo Natale? la trama

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

Chace Crawford: 10 cose che non sai sull’attore

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Chace Crawford: 10 cose che non sai sull’attore

Chace Crawford è un attore statunitense che ha raggiunto il successo con la serie tv Gossip Girl. Grazie al suo ruolo di Nate Archibald, Chace ha saputo imporsi agli occhi del mondo, con il suo fascino e le sue qualità recitative. Ma non ha lavorato solo in tv: ha recitato in diversi film, sia commerciali che autoriali, ha partecipato a un paio di videoclip e ha fatto anche il doppiatore, prestando la sua voce ad alcuni episodi de I Griffin.

Ecco, allora, dieci cosa che non sapevate su Chace Crawford.

Chace Crawford è su Instagram

1. Chace Crawford ha un profilo Instagram più che seguito. Il suo account Instagram ha qualcosa come due milioni e trecento mila follower intenti a seguire la vita e la carriera del bell’attore americano. Tra viaggi, lavoro e relax, sono molte le occasioni in cui Chace si mostra protagonista, nonostante non sia molto attivo sul social. Infatti, benché egli sia attivo dal luglio 2015, i post da lui pubblicati sono poco di un’ottantina.

Chace Crawford: le sue fidanzate

2. Chace Crawford ha avuto diverse relazioni in passato. La vita sentimentale di Chace Crawford è stata spesso turbolenta e tra fidanzate e presunti flirt, spuntano nomi come quelli di Kelly Osburne, Ashley Greene, Carrie Underwood, Rachel Bilson, Rachelle Goulding e Rebecca Rittenhouse. Ma c’è un nome che circola ormai da un più di un paio d’anni, ed è quello di Nina Dobrev. Sembra che i due abbiano cominciato a frequentarsi sul serio da marzo 2016, ma nessuno dei due ha mai confermato o smentito la notizia. Anche se esistono molte foto che li ritraggono insieme, dalle quali si capisce che i due sono molto amici, non è mai stato chiaro se esista molto di più di un’amicizia.

3. Per Chace Crawford la fiducia deve essere alla base di ogni relazione. L’attore americano ha ammesso che per lui una relazione ideale si basa sul concetto della fiducia e senza di quella non si va davvero da nessuna parte. Nelle sue storie c’è sempre stato amore e sicurezza, mai un tradimento: tuttavia, per lui è difficile avere una relazione stabile che non venga influenzata dai diversi impegni lavorativi.

Chace Crawford

Chace Crawford: i suoi film e le serie TV

4. Chace Crawford ha debuttato come attore nel 2006. I primi ruoli di Chace Crawford sono rintracciabili nel film The Covenant (2006), The Haunting of Molly Hartley (2008) e Twelve (2010), film in cui si trova a recitare al fianco di Emma Roberts. In seguito ha reictato in titoli come Peace, Love & Misunderstanding (2011), Che cosa aspettarsi quando si aspetta (2012), Mountain Men (2014) e Undrafter (2016). Tra gli ultimi film in cui ha recitato si annoverano L’eccezione alla regola (2016), Mistero a Eloise (2016), Charlie Says (2018) e Inheritance (2020).

5. È noto anche per i suoi lavori televisivi. Ancor più che per i ruoli cinematografici, Crawford è noto per quelli televisivi. In particolare, egli ha guadagnato grandissima popolarità grazie alla sua interpretazione di Nate Archibald nella serie Gossip Girl, dove ha recitato dal 2007 al 2012. In seguito è apparso anche in un episodio di Glee (2014) e nelle serie Blood & Oil (2015) e Casual (2017). Dal 2019 interpreta Abisso nella popolare serie Amazon The Boys, con protagonisti Karl Urban e Antony Starr.

6. Chace Crawford poteva essere Captain America. Prima che venisse scelto Chris Evans nel ruolo di Captain America, la Marvel aveva fatto un lista di possibili attori adatti al ruolo e Chace Crawford era uno di questi. Il suo nome continuava a rimanere nella lista selezione dopo selezione, ma alla fine fu Evans ad ottenere il ruolo e il resto è storia. A conti fatti, esteticamente Crawford avrebbe potuto concorrere con Evans per diventare il capitano, eppure è stato scelto quest’ultimo per interpretarlo. Ha comunque avuto modo di interpretare un supereroe nella serie The Boys.

Chace Crawford e Blake Lively

7. Sono grandi amici. Grazie alla serie Gossip Girl, dove hanno recitato insieme per l’intera durata di questa, Crawford e l’attrice Blake Lively hanno stretto una profonda amicizia. Questa è poi continuata anche ben oltre la fine della serie e i due sono soliti incontrarsi ancora per ricordare i tempi di quel set. Ogni loro incontro, puntalmente fotografato dai fan presenti lì sul momento, è sempre fonte di grande gioia per quanti seguivano la serie e che ancora sperano in un revival.

Chace Crawford

Chace Crawford in Gossip Girl

8. Chace Crawford è favorevole per un revival della serie. Da un paio di anni si rincorrono le voci di un possibile revival di Gossip Girl ma anche della realizzazione di un film. Se Ed Westwick non si sente pronto a tornare nel ruolo di Chuck Bass, al contrario Blake Lively e Leighton Mester potrebbero ritornare a New York nell’eventualità in cui il revival avesse senso. Chace Crawford, invece, è quello che più di ogni altro membro del cast si è dichiarato favorevole ad un ritorno della serie.

Chace Crawford in Glee

9. È stato guest star di un episodio. Nel 2014, già celebre per la serie Gossip Girl, Crawford è comparso anche in un episodio di Glee nel ruolo di Biff McIntosh. L’episodio, più precisamente, è il dodicesimo della quinta stagione, intitolato 100. In questo i membri del Glee Club si dicono addio convinti che il loro gruppo sta per essere sciolto, finché due vecchi membri non tornato per aiutarli ad impedire che ciò avvenga.

Chace Crawford: età e altezza dell’attore

10. Chace Crawford è nato il 18 luglio del 1985 a Lubbock, in Texas, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.78 metri.

Fonti: IMDb, thefamouspeople

L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road, clip esclusiva dal film con Liam Neeson

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L’iconico Liam Neeson torna ad essere protagonista accanto a Laurence Fishburne di un action thriller ambientato nell’estremo nord del Canada. L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road uscirà in sala con BIM distribuzione il 2 dicembre.

https://www.youtube.com/watch?v=eKZ9ePyO_Zk

Nel cast anche Ray McKinnon (Le Mans ’66 – La Grande Sfida), Marcus Thomas (The Forger – Il Falsario), Benjamin Walker (La Leggenda del Cacciatore di Vampiri) e Amber Midthunder (Hell Or High Water).

L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road, leggi la recensione

Dopo il crollo di una remota miniera di diamanti nell’estremo nord del Canada, un autista di camion esperto di guida su ghiaccio (Liam Neeson) deve condurre un’impossibile missione di salvataggio. Lottando contro lo scongelamento delle acque e una violenta tempesta, il protagonista e la sua squadra dovranno salvare dei minatori intrappolati per poi scoprire una minaccia insospettabile che poco ha a che fare con il freddo e il ghiaccio…

Bella Thorn: 10 cose che non sai sull’attrice

Bella Thorn: 10 cose che non sai sull’attrice

Bella Thorne è una di quelle ragazze che hanno visto la popolarità arrivare con uno show televisivo di Disney Channel. Come tante Disney girls, crescendo sotto i riflettori si è trasformata da idoli per adolescenti a cantante e attrice di fama mondiale, suscitando curiosità, pettegolezzi, e molto altro, senza mai nascondere una certa attrazione per gli eccessi.

Ecco 10 cose che non sai di Bella Thorne.

Bella Thorne: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi noti film. Tra i primi film in cui la Thorne ha recitato si annoverano The Seer (2007), Blind Ambition (2008) e Forget Me Not (2009). Inizia poi ad ottenere maggiore notorietà grazie a titoli come Insieme per forza (2014), L’A.S.S.O. nella manica (2015), Alvin Superstar – Nessuno ci può fermare (2015), Boo! A Madea Halloween (2016), Amityville – Il risveglio (2017), La babysitter (2017), Assassination Nation (2018), Il sole a mezzanottte – Midnight Sun (2018), Sei ancora qui – I Still See You (2018), Infamous – Belli e dannati (2020), La babysitter – Killer Queen (2020) e Time Is Up (2021).

2. È nota per diverse serie TV. Nel corso della sua carriera l’attrice ha avuto modo di partecipare anche a diverse celebri serie, che hanno contribuito al suo successo. Tra i titoli dove ha svolto ruoli di rilievo si annoverano Dirty Sexy Mone (2007-2008),  My Own Worst Enemy (2008) e Little Monk (2009). Il grande successo arriva però grazie a A tutto ritmo (2010-2013), dove è protagonista insieme a Zendaya. Successivamente recita in alcuni episodi di Scream: la serie (2015), Famous in Love (2017-2018) e Paradise City (2021).

3. Ha diretto diversi videclip. Oltre ad essere attrice, la Thorne si è cimentata anche in più occasioni come regista, in particolare per i videoclip di suoi brani musicali. Tra quelli da lei diretti si ritrovano Bitch I’m Bella Thorne, Pussy Mine, GOAT, Lonely, Stupid Fucking Bitch, Phantom e Shake It. Nel 2019 è divenuto particolarmente noto il cortometraggio pornografico da lei diretto, dal titolo Her & Him. Attualmente, invece, sembra aver completato le riprese di una miniserie televisiva dal titolo Ben and Bella’s Musical Affair.

Bella Thorne è hot

4. È anche una modella.  L’ex star adolescente Disney è famosa per tante cose, tra cui le numerose fotografie provocanti postate su Instagram, ma non solo. Per il suo ventesimo compleanno, infatti, ha deciso di posare nuda per GQ magazine. Per i più curiosi: la foto non è stata ritoccata perché, come afferma lei stessa, non è perfetta, e va bene così. Nel corso degli anni si è confermata un icona hot grazie ai suoi tanti servizi da modella, ma anche per il controverso canale OnlyFans da lei aperto nell’agosto del 2020.

Bella Thorne: i suoi fidanzati

5. Ha avuto diversi noti fidanzati. Prima del suo attuale fidanzato, la Thorne ha avuto diverse note relazioni. La prima di cui si è a conoscenza è quella con l’attore britannico Gregg Sulkin, noto in particolare per la serie I maghi di Waverly, durata dal 2015 all’agosto del 2016. In seguito alla sua rivelazione di essere bisessuale, la Thorne ha intrapreso una relazione poliamorosa con il musicista Mod Sun e la celebrità di internet Tana Mongeau, frequentando quest’ultima dal settembre 2017 a febbraio 2019.

Bella Thorne Benji

Bella Thorne e Benji

6. È fidanzata con il noto cantante italiano. Nell’aprile del 2019 la Thorne ha rivelato di aver intrapreso una relazione con il cantante italiano Benjamin Mascolo, meglio noto come il Benji del duo musicale Benji & Fede, in attività fino al 2021. Formatisi tramite internet, i due sono diventati estremamente popolari, raggiungendo una buona notorietà anche a livello internazionale. Con lui, la Thorn condivide delle origini italiane da parte di madre e come si può notare dai rispettivi social sono oggi inseparabili.

7. Hanno recitato insieme in un film. Uscito al cinema nell’ottobre 2021, il film Time Is Up, diretto da Elisa Amoruso, ha visto per la prima volta i due fidanzati condividere la scena. Nel film, infatti, la Thorne e Benji interpretano Vivien e Roy, le cui vite così diverse finiranno per incrociarsi in modi inaspettati. Lei è un’ottima studentessa che non vive però a pieno la sua vita, mentre lui è un giovane problematico che si porta dietro il peso di un trauma vissuto durante l’infanzia. I modi in cui si influenzeranno e aiuteranno a vicenda gli permetteranno di scoprire nuove sfumature della vita.

Bella Thorne è su Instagram

 

8. Ha un account molto seguito. Il profilo Instagram di Bella Thorne vanta 25 milioni di follower. In questo, con oltre cinquemila post, l’attrice è solita condividere numerosi momenti della sua quotidianità, da giornate di svago con amici a vacanze fatte e fino ai momenti trascorsi insieme al suo attuale fidanzato. Non mancano però anche post relativi al suo lavoro, come dietro le quinte, curiosità o foto tratte dai red carpet a cui ha partecipato. Seguendo il suo profilo si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

9. Ha rilasciato una dichiarazione molto drammatica. Nel gennaio del 2018, includendo l’hashtag del movimento Time’s Up, l’attrice ha scelto il social Instagram per rivelare in un post molto intenso di essere stata abusata all’età di quattordici anni, senza però rivelare il nome del colpevole. L’attrice ha spesso parlato in pubblico e soprattutto sui social di tematiche legate alle donne: da video nei quali incita altre vittime di abusi a “Stay strong“, alla difesa del non radersi, come si vede in alcune foto su Instagram.

Bella Thorne: età e altezza dell’attrice

10. Bella Thorne è nata l’8 ottobre del 1997 a Pembroke Pines, in Florida, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.73 metri.

Fonte: IMDb

Maanaadu, trailer dello sci-fi indiano che sta facendo impazzire il mondo

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Maanaadu è un film thriller d’azione di fantascienza in lingua tamil indiana del 2021 scritto e diretto da Venkat Prabhu e prodotto da Suresh Kamatchi di V House Productions. Il film è interpretato da Silambarasan, S.J. Suryah e Kalyani Priyadarshan insieme a S.A. Chandrasekhar, Y.G.

Jeremy Renner aperto alla possibilità di interpretare Vecchio Occhio di Falco

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La trama di Vecchio Logan (Old Man Logan in italiano) ci ha condotti in una realtà in cui i supercriminali del mondo si sono uniti per porre fine una volta per tutte agli eroi più potenti della Terra. Alcuni sono sopravvissuti, tra cui Clint Barton e – come suggerisce il titolo – Wolverine.

Sarebbe piuttosto sorprendente vedere una sorta di adattamento cinematografico di questa storia a fumetti in futuro, ma Jeremy Renner sarebbe interessato a diventare Vecchio Occhio di Falco? Durante una recente intervista con Jake’s Takes in occasione della promozione della serie Hawkeye, l’attore ha commentato la possibilità di portare al cinema quella versione dell’iconico arciere.

“Sì, adoro il Vecchio Occhio di Falco, anche se spero che la mia versione di quel personaggio possa essere più gioiosa”, ha ammesso con una risata l’attore. “Se dovessi interpretare quella versione, spero che avrà la possibilità di dimenticare tutte le cose brutte che gli sono accadute nella vita e che sia solo felice”, ha continuato con ironia. “Un Occhio di Falco felice. Ha 80 anni, non può muoversi, zoppica terribilmente… però è comunque felice!”

Per chi non ha familiarità con la realtà alternativa raccontata nella serie a fumetti, Clint è cieco quando Logan lo incontra di nuovo. Tuttavia, quel personaggio è stato anche protagonista di un’avventura da solista prima di quella che ha esplorato la sua perdita della vista.

C’è sicuramente del potenziale per un film o una serie tv dedicate a Vecchio Occhio di Falco, ma solo il tempo ci dirà cosa i Marvel Studios hanno in serbo per il futuro del personaggio. Per ora, tutti gli occhi sono puntati – a ragione – sulla serie che ha debuttato ieri su Disney+, in cui abbiamo visto per la prima volta Hailee Steinfeld nei panni di Kate Bishop.

Andrew Garfield non crede che il suo Spider-Man andrebbe d’accordo con Iron Man

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Che piaccia oppure no, lo Spider-Man del Marvel Cinematic Universe è strettamente legato al personaggio di Tony Stark/Iron Man. Il Vendicatore Corazzato ha reclutato Peter Parker in Captain America: Civil War, donandogli il suo primo costume; in seguito, Tony sarebbe diventato il mentore di Peter, e gran parte di Spider-Man: Far From Home avrebbe affrontato l’impatto della morte di Tony in Avengers: Endgame sulla vita del giovane eroe.

Con l’arrivo nelle sale di Spider-Man: No Way Home, è molto probabile che la presenza di Iron Man si farà ancora sentire all’interno della storia. Andrew Garfield ha interpretato un Peter molto diverso nel franchise The Amazing Spider-Man, e durante una recente intervista con GQ l’attore ha rivelato che non pensa che la sua versione dell’arrampicamuri sarebbe “impazzita” per Iron Man.

“Penso che, quasi sicuramente, il mio Spider-Man sarebbe stato piuttosto sospettoso dell’Iron Man del MCU”, ha detto Garfield. “Penso che sarebbe stato un po’ scoraggiato da tutto quell’eccesso, dallo status di miliardario di Iron Man. Penso che avrebbe fatto intraprendere al mio Spider-Man la strada sbagliata.”

“Forse, però, il mio Peter avrebbe potuto influenzarlo in qualche modo”, ha riflettuto poi l’attore. “Forse il mio Spider-Man avrebbe potuto dare una svegliata a Tony Stark, magari rendendolo un po’ più consapevole del suo egoismo.”

Se lo Spider-Man di Garfield apparirà davvero in No Way Home, potrebbe essere divertente scoprire cosa ne pensa della tuta tecnologicamente avanzata del Peter del MCU… Ad oggi non sappiamo ancora se quella versione dell’eroe (insieme all’altra di Tobey Maguire) sarà effettivamente nel film. Tuttavia, proprio di recente, Garfield in persona ha ammesso di essere “stanco” di commentare le voci circa il suo coinvolgimento.

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

Star Wars: Adam Driver “non è contrario” ad un possibile ritorno di Kylo Ren

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Soltanto pochi giorni fa, il presidente di Lucasfilm Kathleen Kennedy ha lasciato intendere che i personaggi di Star Wars introdotti nella trilogia sequel, vale a dire Rey (Daisy Ridley), Finn (John Boyega), Poe Dameron (Oscar Isaac) e Kylo Ren (Adam Driver), potrebbero tornare in futuro.

Ora, in una recente intervista con UNILAND, è stato proprio Adam Driver a toccare l’argomento e a parlare di un possibile ritorno nei panni di Kylo Ren. L’attore ha detto di non essere “totalmente contrario” ad un eventuale ritorno. Tuttavia, non tiene conto della portata o della visibilità di un dato progetto quando accetta di prendervi parte; ciò che per lui conta davvero, rispetto a qualsiasi altro aspetto, è “lavorare con grandi registi”.

“No, non sono totalmente contrario”, ha dichiarato. “Per me, ogni film è un mezzo per arrivare ai registi. La cosa che mi interessa davvero è lavorare con grandi registi. Qualunque sia la portata o la dimensione… è un aspetto che per me non è mai stato davvero importante. Ci sono aspetti interessanti nel lavorare con grandi registi e prendere parte a grandi blockbuster. Per quanto mi riguarda, seguo sempre le persone con cui sarei interessato a lavorare, se mi ritengo giusto per la parte, cose di questo tipo. Quindi, no… Decisamente non sono contrario.”

Quale futuro per il franchise di Star Wars al cinema?

La trilogia sequel di Star Wars non è stata accolta dai fan come forse Disney e Lucasfilm si aspettavano, e ad oggi i tre episodi che compongono il trittico finale della Saga degli Skywalker rimangono i più divisivi di tutti, forse anche più dei film della trilogia prequel.

Al momento il futuro della saga di Star Wars è certo unicamente sul versante televisivo, ma per quanto riguarda il grande schermo, invece, i piani sembrano essere parecchio incerti (proprio di recente è stata confermata la sospensione di Rogue Squadron, il nuovo film del franchise affidato alla regista Patty Jenkins).

Resident Evil: Welcome to Raccoon City, la recensione del film di Johannes Roberts

A cinque anni dall’ultimo capitolo di una delle saghe più prolifiche tratte da videogiochi, ecco che il regista Johannes Roberts scrive e dirige Resident Evil: Welcome to Raccoon City, riproducendo in maniera pressoché totalmente fedele l’origine della storia che nell’ormai lontano 1996 diede vita ad uno dei videogame di genere survival più famosi di sempre.

Johannes Roberts si appassiona al gioco, alle sue atmosfere e ai suoi personaggi e decide di farne una trasposizione mai realizzata fino a quel momento, riportando in vita – è proprio il caso di dirlo – la morente città di Raccoon alle prese con una strana e raccapricciante epidemia che ha fatto fuggire gran parte dei cittadini, al di fuori delle forze di polizia e di chi non può permetterselo.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City si allontana dall’estetica di Paul W.S. Anderson

Non c’è nulla di paragonabile, quindi, alla serie di film scritta e diretta da Paul W.S. Anderson a partire dal 2002 – che peraltro è tra i produttori della pellicola di Roberts, insieme alla Capcom – a partire dai colori e dalle suggestioni che infondono le luci e la fotografia. Resident Evil: Welcome to Raccoon City è a tutti gli effetti un horror movie: cupo, piovoso e con scarsa visibilità nelle scene più tese.

I protagonisti sono ovviamente gli stessi: il giovane Leon Kennedy (Avan Jogia) al suo primo sfortunatissimo giorno di lavoro, Claire Redfield (Kaya Scodelario) ritornata in città a distanza di decenni, dopo essere fuggita dall’orfanotrofio di Raccoon, nel quale viveva col fratello Chris (Robbie Amell), oggi poliziotto insieme a Jill Valentine (Hannah John-Kamen) e Albert Wesker (Tom Hopper) e, naturalmente, il dottor William Birkin (Neal McDonough).

E riescono mediamente tutti a eseguire il compito della configurazione del proprio ruolo, nonostante il piattume, che con ottime probabilità non lascerà indenni gli spettatori affezionati, e non solo per quello.

Resident Evil: Welcome to Raccoon CityIl film si colloca nel genere zombie-movie

Il punto di forza di Resident Evil: Welcome to Raccoon City è sicuramente il suo essere un discreto film di zombi, con i giusti spaventi posti qua e là, un’estetica azzeccata e la rievocazione dell’aspetto grafico e visivo dell’originale da cui sorge, che sono veramente suggestive.

Il vero rischio quando ci si inerpica per le strade dei remake è sempre inesorabilmente quello di ferire il cuore e deludere in modo irrimediabile chi con quel tale prodotto ci è cresciuto. Ora, a onor del vero, il tentativo Johannes Roberts è comunque lodevole. Il racconto riassume i due primi capitoli del videogioco compattandone gli eventi e, nella bella cornice livida della seconda metà degli anni ’90, il montaggio si alterna a ritmo serrato e costante, seguendo i protagonisti divisi a gruppetti che tentano di salvare il salvabile e di capire cosa diavolo stia accadendo, mentre sulla via abbattono non morti.

Ci sono anche degli attimi d’ilarità, sempre accompagnati da quelle chicche musicali pop che mescolano braccia che si staccano su note nostalgiche e irresistibili.

Una nuova vita per un franchise esausto?

È dunque piacevolmente godibile Resident Evil: Welcome to Raccoon City. Scollandosi completamente dai lavori passati e mostrando ciò che davvero accadde in quella città fantasma infestata da mostri di varia natura, regala un’ora e quaranta tutto sommato appagante. Sarà quel clima del 1998, o il modo in cui Johannes Roberts mette in scena il punto di vista del giocatore in più di un momento, facendo calare lo spettatore proprio lì, dove evidentemente lui stesso è stato rapito dall’avventura di Resident Evil.

In tutti i casi è evidente che non sia l’opera che il fan purista vorrebbe fruire, ma è l’ideale per quelle serate sulle poltroncine di un cinema dove, di fronte a un bidone di popcorn, si narrano le gesta di un videogame che ha fatto la storia di milioni di (quasi) quarantenni di oggi.

Spider-Man: No Way Home, J.K. Simmons parla del “nuovo” Jameson del MCU

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Alla fine di Spider-Man: Far From Home, abbiamo visto J.K. Simmons tornare nei panni di J. Jonah Jameson, il quale ha mostrato un video registrato e manipolato da Quentin Beck, che incrimina Spider-Man per gli attacchi a Londra e per la morte di Mysterio, rivelando infine pubblicamente la vera identità del supereroe.

L’attore premio Oscar tornerà anche in Spider-Man: No Way Home, come confermato dal trailer ufficiale del film, ma al momento non sappiamo ancora quale sarà il suo ruolo all’interno della storia. In una recente ospitata all’interno del podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz, Simmons ha fatto luce sul suo approccio al personaggio e su come percepisce questa “variante” di Jameson.

“Sai una cosa, penso che quella di Far From Home sia un versione leggermente diversa del personaggio”, ha spiegato l’attore. “Certamente, dal punto di vista dei creatori dell’attuale iterazione della storia, è un personaggio molto diverso. Per me, è un personaggio solo leggermente diverso. È lo stesso sbruffone… Lo stesso ragazzo, ma con meno capelli. Onestamente, volevo che avesse gli stessi capelli della precedente versione.”

Dopo aver spiegato che la sua scena in Far From Home è stato girata a pochissimi giorni di distanza dal suo incontro con Marvel e Sony per discutere del suo ritorno, Simmons ha poi aggiunto: “La cosa più importante è che, almeno, è sempre lo stesso sbruffone, ha gli stessi maledetti baffi e lo stesso maledetto sigaro”. Per quanto riguarda il suo ruolo in No Way Home, ha poi dichiarato: “Lo definirei una piccola, leggera spruzzata di comicità all’interno del film.”

Tuttavia, nonostante la popolarità di questo J. Jonah Jameson, una cosa che Simmons ha voluto chiarito è che pensa che il personaggio funzioni meglio in un ruolo di supporto. “Dopo i primi due con Sam Raimi, tutti continuavano a dirmi: ‘Dovrebbero fare un film su J. Jonah Jameson’. Per me era una pessima idea.”

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

Batman: tutte le volte che i genitori sono stati uccisi, da chi e perché?

Perché un uomo ordinario diventa supereroe? Una delle storie più note sulla genesi dell’eroe è quella di Batman: Bruce Wayne, ancora ragazzino, è costretto ad assistere all’omicidio dei propri genitori, Thomas e Martha, e a vedere il carnefice fuggire via. Bruce, sconvolto dalla brutalità della città, trae dal trauma la forza per portare avanti le proprie missioni.

Il momento è stato raccontato in molteplici versioni, ma chi è davvero l’assassino dei coniugi Wayne e cosa ha mosso la sua azione?

L’opinione comune: Joe Chill

Il nome che più spesso viene associato all’omicidio è quello di Joe Chill. L’attacco è uno dei momenti più brutali mostrati nei fumetti di Batman, se non tra i più iconici. Chill viene raffigurato solitamente come un comune criminale che, in un periodo sfortunato per i suoi affari, decide di colpire una coppia che esce da teatro, i Wayne appunto. Nelle varie versioni, a volte Chill sa esattamente chi sono le sue vittime, mentre altre sembra che Martha e Thomas si trovino solo nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Anche in Batman: The Telltale Series è colpa di Joe Chill

Per buona parte della sua vita, Bruce Wayne pensa che Joe Chill ha ucciso i suoi genitori con un atto di violenza ingiustificata. Nel videogioco Batman: The Telltale Series, viene lentamente rivelato che l’assassinio dei Wayne non è così casuale come Bruce crede.

Thomas aveva tenuto nascosto un segreto a Gotham e a suo figlio. Indagando sul passato dei genitori, Bruce scopre che Joe Chill era solo un sicario, pagato per uccidere Mr. Wayne. Il padre del futuro Batman non era quindi un uomo impeccabile: aveva legami con la mafia ed era responsabile di inquietanti esperimenti nel manicomio di Arkham.

Per la serie Batman degli anni Sessanta è ”un criminale ignobile”

I toni della serie televisiva Batman, andata in onda dal 1966 al 1968, sono molto edulcorati, con poche scene di pericolo e violenza. I Wayne non sono mostrati in un flashback, punto fermo nella maggior parte degli altri racconti di Batman, e l’assassino non è nemmeno identificato con esattezza.

Quando discute del suo passato, Bruce afferma semplicemente che i suoi genitori sono stati fatti fuori da un “criminale ignobile” e non aggiunge altro. Sebbene non sia mai stato fornito un movente, si può presumere che nella serie i Wayne fossero vittime di una rapina.

Il Batman di Tim Burton incrimina Jack Napier

Il Batman del 1989 di Tim Burton cambia le carte in gioco, rivelando che a uccidere i Wayne è stato un giovane di nome Jack Napier. Lo stesso Jack Napier che, come i fan ben sanno, diventa Joker, enemy di Batman.

Per il criminale e assassino, l’uccisione ingiustificata di membri dell’alta società di Gotham è un gioco da ragazzi. Questa versione dell’omicidio aggiunge un dettaglio interessante: quando Batman affronta Joker nel culmine dell’azione, lo spettatore assiste a una battaglia personale. È un momento unico di confronto tra Bruce e l’assassino dei suoi genitori.

Robin è il mandante in Teen Titans Go!

Il film d’animazione Teen Titans Go! – Il film ruota attorno ai Titans, creature che viaggiano nel tempo per fermare la creazione dei migliori supereroi del mondo. Il lungometraggio mostra che Boy Wonder è responsabile della morte di Thomas e Martha Wayne. In Teen Titans Go! Robin si assume la responsabilità di spingere i Wayne nel vicolo, dove vengono uccisi all’istante. L’atto è lasciato fuori scena mentre sullo schermo Bruce guarda con orrore. Seppur in un contesto ironico, la scena è piuttosto impegnativa per un film per bambini.

Matches Malone è il colpevole nella serie Gotham

Nella serie prequel Gotham, Matches Malone ha un ruolo diverso dal solito. Il mafioso morto che Batman usa come alias per ottenere informazioni dalla malavita di Gotham ha un passato interessante. 

In Gotham viene rivelato che Matches Malone è in realtà l’uomo che ha ucciso Thomas e Martha Wayne. Il malvivente non sembra però essere la mente dietro l’omicidio: ingaggiato dallo scienziato Hugo Strange, ha svolto semplicemente il suo lavoro. In ogni caso, per quanto abbia avuto un impatto su Bruce, Matches non è paragonabile agli altri cattivi di Gotham.

In Joker, il Clown Principe del Crimine è la causa indiretta

Tim Burton non è l’unico ad aver legato Joker all’assassinio dei Wayne. Nel Joker di Todd Philips, il clown Arthur Fleck uccide un rispettato cittadino di Gotham in diretta televisiva, scatenando una serie di rivolte in tutta la città. Un ribelle vede la famiglia Wayne sgattaiolare in un vicolo per sfuggire al caos. Ispirato dall’atto di violenza di Fleck, l’uomo spara a Thomas e Martha di fronte al loro giovane figlio. Non li deruba, e nemmeno chiede loro qualcosa, semplicemente cita Joker e colpisce.

Questa è senza dubbio la versione più tragica del duplice omicidio. Mostrato per intero sullo schermo, l’atto sembra la causa diretta della trasformazione di Bruce nella brutale versione del Cavaliere Oscuro.

The Batman: la sinossi estesa anticipa nuove alleanze e un nuovo possibile villain

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Dopo un paio di logline piuttosto vaghe e una prima sinossi ufficiale, la Warner Bros. ha finalmente diffuso la sinossi ufficiale completa dell’attesissimo The Batman di Matt Reeves, che rivela nuovi interessantissimi dettagli a proposito della trama.

La sinossi estesa anticipa un viaggio sempre più oscuro del Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson nella criminalità di Gotham, dopo un periodo di due anni trascorso a cercare di liberare la città dalla corruzione. Nella sinossi vengono menzionati quasi tutti i personaggi di supporto che appariranno nel film, incluso l’Enigmista di Paul Dano, che fino ad oggi pensavamo tutti sarebbe stato l’assassino a cui Batman avrebbe dato la caccia nel corso del film.

E se ci fosse un altro grande male con cui Bruce Wayne deve fare i conti? La seconda parte della sinossi, infatti, menziona che le varie prove condurranno il Cavaliere Oscuro “più vicino a casa”, il che potrebbe suggerire che la vera mente dietro questi brutali omicidi deve essere ancora rivelata. Inoltre, anche il riferimento a “nuove alleanze” sembrerebbe indicare che Batman sarà in qualche modo costretto a collaborare con uno o più dei suoi nemici. Potete leggere la nuova sinossi di seguito:

“Due anni trascorsi per le strade nei panni di Batman, incutendo la paura nel cuore dei criminali, hanno portato Bruce Wayne (Robert Pattinson) nel profondo delle ombre di Gotham City. Con solo pochi alleati fidati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis), il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – all’interno della rete corrotta di funzionari e personaggi di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come l’unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini…

…Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di macchinazioni sadiche, una scia di indizi criptici manda il più grande detective del mondo a indagare negli inferi, dove incontra personaggi come Selina Kyle/Catwoman (Zoë Kravitz), Oswald Cobblepot/Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton/Enigmista (Paul Dano). Quando le prove iniziano a condurlo più vicino casa e la portata dei piani del killer diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affligge Gotham City.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Mary Jane Watson: 10 storyline dei fumetti da recuperare prima di No Way Home

Mary Jane Watson è stata uno dei personaggi più significativi nel mondo di Spider-Man fin dal suo debutto ed è andata ben oltre la figura standard di fidanzata o damigella in pericolo che era comune nei fumetti al momento della sua nascita negli anni ’60. Le sue migliori storyline nei fumetti hanno dimostrato che è uno dei personaggi più indipendenti e coraggiosi del MCU, come mette in mostra Screenrant.

Michelle Jones (MJ) non è esattamente Mary Jane Watson in Spider-Man: No Way Home o nei precedenti film di Spider-Man del MCU, ma con così tanto del passato e del futuro di MJ inesplorato sullo schermo, è probabile che le storie dei fumetti più essenziali di Mary Jane degli ultimi cinque decenni influenzeranno parte di ciò che i fan vedranno nel nuovo film e oltre.

Affrontalo, Tigre…

Mary Jane Spider-ManUna delle storie più essenziali di Mary Jane Watson è la sua prima apparizione. Mary Jane ha fatto il suo vero debutto in The Amazing Spider-Man #42 dopo essere stata presa in giro nelle storie precedenti che risalivano fino al numero 15. Il numero 42 termina con una delle entrate in scena più iconiche di tutti i fumetti, e Mary Jane pronuncia la sua ormai classica battuta “Ammettilo, tigre, hai appena fatto centro”.

Questa prima storia e i numeri immediatamente successivi hanno contribuito a definire Mary Jane come ben più di una semplice competizione per Gwen Stacy. È diventata rapidamente uno dei migliori personaggi non supereroi dei fumetti di SpiderMan.

The Death Standard

May Jane Black CatMary Jane Watson è il più grande interesse amoroso dell’Uomo Ragno nei fumetti e in ogni altro medium, ma Mary Jane non è senza rivali. Una delle sue migliori storie è “The Death Standard” da The Amazing Spider-Man #331. In questa storia, Mary Jane deve affrontare la rabbia e la gelosia di Black Cat, che non può credere che Peter Parker abbia sposato Mary Jane.

Black Cat è appena tornata da una lunga assenza oltreoceano e non sapeva del matrimonio. In questo fumetto e nella storia che segue, Mary Jane tiene testa a Felicia Hardy con grazia e dignità, aiutando a definire ulteriormente il suo personaggio.

Fun and Games

Mary Jane Spider-man costumeFun And Games” è la storia principale di The Amazing Spider-Man Annual #19, in cui Mary Jane si mette alla prova come eroina. La copertina è iconica, anche se un po’ fuorviante. Mary Jane non indossa il costume dell’Uomo Ragno nel fumetto stesso, ma gioca un ruolo fondamentale nell’abbattere il figlio di Spider-Slayer, uno dei cattivi più oscuri dell’Uomo Ragno.

Il suo coraggio contro Smythe, armato di un avanzato veicolo robotico, contribuisce a salvare la vita degli altri e alla fine porta alla sconfitta e alla cattura dello Spider-Slayer.

Spider-Island

Mary Jane Spider Island Mary Jane Watson diventa propriamente una supereroina nella storyline Spider-Island, dove tutta New York City è infettata da un virus che dà alle persone abilità simili a quelle di Spider-Man. La storia porta ad alcuni momenti iconici con Mary Jane che diventa un supereroina ma è essenziale anche per altre ragioni.

Spider-Island arriva qualche anno dopo gli eventi di One More Day, dove il matrimonio di Spider-Man e Mary Jane è stato cancellato dalla continuità da Mefisto. La fine di questa storia vede i due iniziare a tornare insieme come amici e alleati.

Vite parallele

Mary Jane Peter ParkerParallel Lives è una graphic novel con Mary Jane che ricontestualizza gran parte del suo passato e della sua relazione con Peter Parker. Questa storia del 2012 scritta da Gerry Conway è un ottimo punto di partenza per i nuovi lettori e gratificante anche per i fan di lunga data.

La storia rivela che Mary Jane sapeva che Peter Parker era Spider-Man dalla notte dell’omicidio dello zio Ben, dopo aver visto Peter sgattaiolare fuori dalla sua finestra. Prima, Mary Jane aveva semplicemente detto di aver sempre saputo la verità senza nemmeno spiegare come.

Il matrimonio

The Wedding“, la storia principale di The Amazing Spider-Man Annual #21 è essenziale per capire il viaggio di Mary Jane nella Marvel Comics. È diventata ancora più importante dopo gli eventi di One More Day, che ha annullato la storyline del matrimonio. Ha anche cancellato gran parte dello sviluppo del personaggio di Mary Jane, rendendo questo numero importante per i fan.

All’epoca, Mary Jane era reticente sul matrimonio per una serie di motivi. Teme per la sicurezza di Peter, ma ha anche una riluttanza un po’ immatura a rinunciare ad uscire e fare festa. La sua crescita e maturità portano a questo momento epocale e in seguito hanno influenzato molte delle rappresentazioni di Mary Jane in altri fumetti e media.

“Tutti i miei passati ricordati”

La prima impressione di Peter Parker su Mary Jane fu probabilmente simile a quella dei lettori. Era bella ma un po’ superficiale. Questo è cambiato drasticamente in una delle sue storie più cruciali. The Amazing Spider-Man #259 è dedicato all’esplorazione della storia di Mary Jane in dettaglio per la prima volta, e dà anche ai lettori un’idea di come sia diventata la persona che era.

Il suo personaggio di ragazza festaiola è proprio questo, un meccanismo di difesa che ha sviluppato mentre cresceva in una famiglia violenta. Mary Jane non ha scuse e cerca genuinamente la gioia nella vita, e il suo spirito è un’enorme ragione per cui Peter la ama così tanto.

Rinnova i tuoi voti

La famiglia che Peter Parker e Mary Jane hanno fondato in The Amazing Spider-Man Annual #21 è stata cancellata da One More Day, ma in Renew Your Vows Mary Jane prende il posto di guida nel diventare sia una madre che un supereroe.

Dopo gli eventi di Secret Wars del 2015, questa realtà tascabile mostra Mary Jane che combatte per salvare la sua famiglia. Lei tiene sotto controllo il simbionte Venom, indossa un costume da supereroe e ne disegna uno per sua figlia Annie.

“La notte in cui Gwen Stacy morì”

The Amazing Spider-Man #122 è uno dei fumetti più iconici di tutti i tempi, e certamente uno dei migliori numeri di Spider-Man degli anni ’70. Anche se è principalmente conosciuto per la morte di Gwen Stacy e del Green Goblin, finisce con uno dei momenti più essenziali della relazione tra Mary Jane e Peter Parker.

Un Peter addolorato si scaglia contro di lei mentre lei cerca di consolarlo e le chiede di andarsene. In una singola tavola che racchiude il suo personaggio e la loro intera relazione nel fumetto, lei chiude la porta ma rimane dentro con lui.

Confessioni

Mary JaneConfessioni“, da Ultimate Spider-Man #13, è una delle migliori storie di Mary Jane di qualsiasi universo. Peter Parker le rivela la verità sulla sua identità, un enorme segno di fiducia che non era evidente per gran parte della relazione tra i due sulla Terra 616. La natura solidale di Mary Jane è in piena mostra qui, così come la sua fede e la fiducia nell’eroismo del suo amico.

La Mary Jane dell’universo Ultimate Comics è sostanzialmente diversa dalla sua controparte di Terra-616, essendo una studentessa altrettanto brillante quanto Peter Parker e sua cara amica fin dall’inizio. Questa storia essenziale li avvicina ancora di più.

Peter Jackson racconta il titanico lavoro dietro a The Beatles – Get Back

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Si tratta di un evento cinematografico senza precedenti, nonostante si sia scelto di distribuirlo direttamente su Disney+. Stiamo parlando di The Beatles – Get Back, il documentario in tre puntate che Peter Jackson ha realizzato a partire da ore e ore di filmati inediti che ci portano nel backstage delle sessioni di registrazione della band nel gennaio del 1969, in un momento cruciale della storia della musica.

Nella migliore delle sue abitudini cinematografiche, Peter Jackson ha fatto del lavoro di scelta e montaggio dei momenti una trilogia, tre appuntamenti su Disney+, il 25, 26 e 27 novembre. In occasione della conferenza stampa del film, abbiamo avuto il piacere e il privilegio di sentire dalle parole stesse di Jackson com’è stato lavorare a questo documentario, quali sono state le sfide, quali i momenti migliori e soprattutto come mai si è cimentato in questo progetto tanto difficile quanto divertente.

“Solo un fan poteva realizzare The Beatles – Get Back”

“Sono certamente un fan dei Beatles, in termini di nascita – ha esordito JacksonSono nato nel 1961, ero vivo quando i Beatles effettivamente pubblicando i loro album, ma non riesco a ricordarli negli anni’60. I miei genitori non hanno mai comprato un singolo album dei Beatles. Avremmo avuto circa 30 dischi quando ero piccolo e nessuno di questi era dei Beatles. Ma con la mia prima paghetta ho comprato la compilation dei Beatles, Red and Blue, nel 1972. In questo modo sono diventato un fan dei Beatles, e penso che chiunque avesse fatto questo lavoro, doveva essere un fan, perché il materiale era tanto, erano circa 140 ore di audio continuo e si trattava di capire le piccole sfumature delle loro conversazioni.”

Conversazioni, prove, dettagli, registrazioni, come rintracciare una storia da raccontare in questo groviglio di materiale?

Peter Jackson: “Bisogna tenere conto del fatto che Michael Lindsay-Hogg, quello che effettivamente ha girato questo materiale 52 anni fa, era un regista e lui aveva sicuramente scelto un modo per raccontare quello che stava riprendendo. Ma cosa? Ho cercato di trasformarlo in un altro personaggio, nel film. Fa parte di una delle trame, come John e Yoko, oppure come il viaggio di Paul.”

Un periodo particolare nella carriera del gruppo

Come mai esiste tutto questo materiale non utilizzato e soprattutto apparentemente non organizzato? 

“Al momento della registrazione, l’ultima volta in cui i Beatles si erano esibiti dal vivo c’era Brian Epstein a organizzare tutto per loro, dagli alberghi ai viaggi ai tour fino al 1966, e quella era stata l’ultima volta che ebbero qualcuno che si occupava di loro. E quando andavano in studio per incidere un album c’era George Martin in sala di registrazione. In questo caso sono a Twickenham perché Denis O’Dell che produce sia The Magic Christian che Get Back, ha prenotato lo studio per le riprese e loro possono utilizzarlo gratuitamente mentre i set vengono costruiti. Non si tratta della registrazione di un album, ma delle prove per un disco e uno show. Quindi si trovano ad affrontare questa cosa senza il solito supporto, e anche oggi guardando il film non si capisce bene chi era responsabile del progetto. Loro sembrano pensare che ci sia qualcuno a occuparsene dietro le quinte e si tratta probabilmente di Denis O’Dell, il produttore, che però sta per iniziare le riprese e si occupa del resto solo part-time. I Beatles ingaggiano una battaglia continua col regista Michael Lindsay-Hogg, che cerca di catturare quanto più materiale autentico possibile.”

I tentativi di sfuggire alle registrazioni

“Ovviamente se hai una cinepresa addosso te ne rendi conto e non sei spontaneo, Michael era consapevole di questo e aveva deciso di fare in modo di riprenderli e registrarli il più possibile senza che se ne accorgessero, con dei trucchi. Ad esempio la macchina da presa stava su un cavalletto e veniva accesa prima che l’operatore si allontanasse, così che si continuava a girare senza che loro se ne accorgessero, o coprendo con lo scotch la luce rossa. Inoltre Michael nascondeva i microfoni per cercare di catturare delle conversazioni reali e ad esempio John e George non si rendevano conto di quando venivano registrati i loro discorsi privati, ma invece di dire a Michael “dicci quando state riprendendo perché non vogliamo che tu lo faccia in certi momenti”, alzavano il volume degli amplificatori e strimpellavano la chitarra, facendo rumore, quindi i microfoni di Michael registravano questo suono, mentre le loro bocche parlavano. Grazie alla tecnologia computerizzata di cui disponiamo siamo riusciti a togliere le chitarre e far sentire le conversazioni che loro hanno cercato di coprire o di camuffare. In realtà erano proprio i Beatles a pagare la pellicola a Michael, quindi volevano essere ripresi ma al tempo stesso non volevano essere invasi nel loro privato. In 150 ore di materiale c’è solo un momento in cui Paul McCartney dice “adesso spegniamo le cineprese” e tutti lo fanno, ma anche in quel causo l’audio continua a registrare quindi ci resta quella conversazione.”

The Beatles: Get BackRileggere il mito dei Beatles

Il film ci ripropone una specie di rilettura di quello che erano i Beatles. In che modo il racconto del loro mito è cambiato in questo lavoro? 

“Quando pensiamo ai Beatles, pensiamo a come li abbiamo visti in A Hard Day’s Night e Help!, nelle interviste e conferenze stampa degli anni Sessanta, ma sono tutte situazioni in cui si esibiscono. Qui, come dicevamo, quando non sanno che sono ripresi e registrati li vediamo come sono al cento per cento. In altre circostanze li abbiamo visti affascinanti, e divertenti, ma ora sono qui per fare un progetto molto ambizioso, e cosa potrebbe rivelare di più del carattere e della personalità di qualcuno del vederlo alle prese con dei problemi? Vedendo come affrontano le crisi mi sono detto che sono dei ragazzi normali, delle brave persone, diverse tra loro, come è normale che siano quattro individui. Noi siamo abituati a pensare a loro come ad un’unità, col loro aspetto e la caratterizzazione che avevano negli anni Sessanta: quello affascinante, il silenzioso, il buffone eccetera. Avevano delle etichette ma li pensavamo come un tutt’uno e qui vediamo invece quattro persone distinte che affrontano le cose a modo loro. Alla fine li ho rispettati anche di più perché quando togli il velo al mito e vedi la verità nuda e cruda devi essere pronto a restare deluso. Io penso ai Beatles in modo molto diverso ora, non penso alle loro acconciature, ai personaggi e al loro modo di vestire, come facevo da fan, ma penso a loro come a persone ed esseri umani. Credo che dopo aver visto The Beatles – Get Back si capisca che sono ragazzi bravi e sensibili, non ci sono primedonne, hanno i loro disaccordi e le loro ambizioni, perché sono persone diverse ma sono quattro bravi ragazzi.”

Carta bianca da parte degli eredi

Qual è stata la reazione alla visione del film? Ha avuto paletti o divieti?

“Mi hanno dato carta bianca, come fecero con Michael, anche se poi fecero sparire questo materiale […] Mi aspettavo che mi dicessero che qualcosa non andava o che avrebbero preferito togliere una conversazione, o altro, e questo non mi avrebbe sorpreso né mi sarei arrabbiato, e invece non mi hanno dato una singola nota, non hanno fatto nessuna richiesta in proposito. Lo hanno visto e sicuramente è stata una delle esperienze più stressanti della loro vita e ci vuole coraggio da parte loro per esporre in pubblico quello che è successo dietro le quinte per la prima volta in assoluto, a parte nel film Let It Be che hanno fatto sparire, quindi sono un po’ nervosi perché sono consapevoli del fatto che si mostrano per la prima volta come realmente erano. La reazione più importante l’ha avuta Paul, quando l’ha visto e mi ha detto “è un ritratto molto accurato di come eravamo allora” e io sono stato molto felice perché è proprio quello che cercavo di fare. Ho visto 150 ore di materiale e poi ho dovuto ridurlo e condensarlo e nel processo di riduzione ero preoccupato che l’insieme risultasse sbilanciato. Per me la cosa più importante – e credo anche per loro – è sempre stata che fosse fedele alla verità, che loro non vogliono edulcorare. La Disney ad esempio voleva togliere le parolacce, ma Ringo, Paul e Olivia hanno detto “così eravamo e così parlavamo, per favore, non fatelo”.”

Per scoprire se alla fine la Disney sia riuscita o meno a togliere le parolacce, non resta che aspettare il 25, 26 e 27 novembre, quando le tra puntate di The Beatles – Get Back verranno messe on line su Disney+.

10 cantanti che reciteranno in film di prossima uscita!

10 cantanti che reciteranno in film di prossima uscita!

Il musicista che si reinventa attore non è un concetto nuovo: Will Smith era un rapper prima di diventare una star del cinema. Madonna ha iniziato a recitare non molto tempo dopo l’uscita del suo primo album. Jennifer Hudson ha vinto un Oscar dopo essere stata cacciata da American Idol. Tuttavia, questo non significa che non sia eccitante quando i nostri cantanti preferiti compaiono per la decima volta in un cast o fanno il loro debutto sullo schermo.

I prossimi due anni promettono biopic stellari, blockbuster e film indie con i musicisti preferiti dai fan. Non importa se ti piace il rap, il pop o una via di mezzo: ci sono film con artisti per tutti.

House of Gucci – Lady Gaga

House of Gucci film 2021Da quando ha vinto il Golden Globe per il ruolo di The Countess nella quinta stagione di American Horror Story, la carriera di attrice di Lady Gaga è stata sulla bocca di tutti. Nel 2018 ha ricevuto ulteriori consensi dalla critica quando ha interpretato la cantante emergente Ally in A Star Is Born, un ruolo che avrebbe dato a Gaga la sua prima nomination agli Oscar.

House of Gucci mette ancora una volta Gaga al centro dell’attenzione. Nel film, Gaga interpreta Patrizia Reggiani, la moglie di Maurizio Gucci, il nipote del fondatore della casa di moda Gucci. Viene poi condannata per aver pianificato la sua uccisione.

Don’t Look Up – Ariana Grande & Kid Cudi

Ariana Grande don't look upAriana Grande e Kid Cudi non sono cantanti estranei al mondo della recitazione. Grande ha iniziato a Broadway, poi ha recitato in due show di Nickelodeon prima di apparire nella prima stagione di Scream Queens. Cudi ha più di 12 crediti di spettacoli a suo nome.

Don’t Look Up è il più grande progetto di recitazione di entrambi gli interpreti fino ad oggi. Il film presenta un cast all-star di attori nominati agli Oscar, tra cui Leonardo Dicaprio, Jennifer Lawrence e Meryl Streep, ed è diretto dallo scrittore di commedie vincitore di Oscar Adam McKay. Con Don’t Look Up, Grande e Cudi hanno entrambi l’opportunità di fare un po’ di recitazione seria che li porterà a futuri e più sostanziosi ruoli nei film.

Licorice Pizza – Alana Haim & Tom Waits

Licorice PizzaLicorice Pizza, il primo film dopo quattro anni del regista/sceneggiatore Paul Thomas Anderson, ha suscitato molto clamore per il suo nome intrigante e il suo cast piuttosto vario. Un volto familiare è Tom Waits, il cantante diventato attore con una delle voci più caratteristiche del mondo della musica.

Un volto meno familiare, per quelli che non seguono la sua rock band Haim, è Alana Haim. Tuttavia, la sua presenza in questo film non è del tutto casuale, poiché Paul Thomas Anderson ha diretto nove video musicali della band Haim. Licorice Pizza è il debutto cinematografico di Alana, e forse le garantirà anche la sua prima nomination come attrice. Attualmente è all’ottavo posto nella lista di Variety delle previsioni per gli Oscar 2022 come migliore attrice.

Marry Me – Jennifer Lopez & Maluma

Jennifer Lopez è uno dei primi esempi di cantanti il cui passaggio alla recitazione è stato agevole e la cui carriera è stata longeva. Dal suo grande successo nel ruolo dell’iconica cantante tejana Selena nell’omonimo film, ha recitato in una varietà di film, alcuni buoni (vedi Hustlers) e alcuni scadenti (vedi Gigli). In Marry Me, la Lopez interpreta una cantante che abbandona il suo fidanzato infedele all’altare per uno sconosciuto nel pubblico.

Il cantante vincitore di Grammy Maluma interpreta il marito traditore superstar della Lopez. Non c’è dubbio che lui possa eguagliare la Lopez vocalmente, ma il tempo ci dirà se ha le capacità recitative per interpretare un cattivo convincente, o almeno divertente.

Shotgun Wedding – Jennifer Lopez & Lenny Kravitz

shotgun wedding jloIl primo credito da attore del cantautore Lenny Kravitz fu la voce cantata di un personaggio in The Rugrats Movie. Poi ha continuato interpretando versioni di se stesso nella commedia classica Zoolander e in un episodio dei Simpson, prima di ottenere ruoli più importanti nel film candidato all’Oscar Precious e nel franchise di Hunger Games. Con The Hunger Games in particolare, Kravitz ha dimostrato di avere ciò che serve per essere un attore serio.

Shotgun Wedding, con lui e Jennifer Lopez, è una commedia romantica su una coppia il cui matrimonio viene rovinato da un gruppo di criminali. Kravitz interpreta l’ex della Lopez.

Don’t Worry Darling – Harry Styles

Don't Worry Darling film 2022La prima volta che gli spettatori hanno visto Harry Styles sul grande schermo è stato nel 2017 con il suo ruolo di supporto nel film di guerra Dunkirk di Christopher Nolan. Anche se il suo ruolo non era così esteso come molti fan degli One Direction avrebbero voluto, è stato sufficiente per catturare l’attenzione di altri registi che lo avrebbero assunto per progetti futuri.

Don’t Worry Darling vedrà Styles nel suo primo ruolo da protagonista. Diretto dall’attrice e regista Olivia Wilde, il film segue una casalinga degli anni ’50 che scopre una misteriosa verità su suo marito. I dettagli della trama rimangono avvolti dal mistero, ma il trailer dà ai fan accenni di una trama oscura ambientata su uno sfondo suburbano.

Dua Lipa – Argylle

argylle dua lipaDall’uscita del suo album di debutto nel 2017, Dua Lipa ha rapidamente scalato le classifiche come una delle pop star più popolari e di successo degli ultimi 4 anni. Più recentemente, ha ricevuto il plauso della critica per il suo album electro-pop Future Nostalgia, vincendo sia un Grammy che un’ampia esposizione sui social media.

Lipa farà il suo debutto come attrice nel prossimo film del regista britannico Matthew Vaughn, Argylle. Dovendo scontrarsi con artisti del calibro di Samuel L. Jackson e Catherine O’Hara, le capacità recitative di Dua Lipa saranno sicuramente messe alla prova. Se mette tanto carisma ed energia nella sua performance di attrice quanto ne mette nelle sue performance musicali, dovrebbe andare più che bene.

Bette Midler – Hocus Pocus 2

Hocus Pocus 2 film 2022Durante questi tempi incerti, molti amanti del cinema si sono rifugiati nei loro amati vecchi film preferiti per trovare conforto. Negli ultimi due anni, sono stati annunciati sempre più sequel di questi film classici. Uno di questi film è Hocus Pocus 2, il sequel del favorito di Halloween del 1993 sulle streghe sorelle Sanderson e interpretato dalla cantante classica/attrice Bette Midler.

La Midler era allo stesso tempo gloriosa e terribile nel film originale. Anche se la Disney deve ancora rilasciare un trailer di Hocus Pocus 2, non c’è dubbio che porterà il suo meglio nel sequel. La Midler ha lavorato abbastanza costantemente come attrice dalla fine degli anni ’60, e ciò le ha sicuramente garantito l’esperienza e il talento per stupire il pubblico ancora una volta.

La Sirenetta – Halle Bailey & Awkwafina

Halle Bailey la sirenettaA 21 anni, Halle Bailey sembra avere acquisito la routine della cantante/attrice alla perfezione. Dopo alcuni ruoli minori in spettacoli televisivi e film, Bailey e sua sorella Chloe hanno formato il duo canoro Chloe x Halle. Nel 2018, si è guadagnata il suo primo grande credito recitativo come personaggio di supporto nella serie comica Grown-ish.

Bailey farà il suo debutto come attrice protagonista nel ruolo di Ariel nel live-action The Little Mermaid di Rob Marshall, che vede come co-protagonista la rapper-attrice Awkwafina. Come per molti cantanti/attori, non c’è dubbio che la Bailey sarà in grado di affascinare il pubblico con la sua voce. Dato che questo non è il suo primo ruolo da attrice, non c’è nemmeno dubbio che saprà cavarsela nella sceneggiatura.

Wicked – Ariana Grande & Cynthia Erivo

wicked

Dato che Wicked è originariamente un musical di Broadway, avrebbe senso porre l’accento sulla capacità canora, scegliendo le attrici ideali per interpretare le due protagoniste. Quando è stato annunciato che Ariana Grande avrebbe interpretato Glenda accanto a Elphaba di Cynthia Erivo, per i fan si è trattato di un casting che calzava a pennello.

Grande ha una voce di prima classe, una carriera musicale di grande successo e un background nei musical di Broadway, che la rende adatta a questo ruolo. Inoltre, ha precedenti esperienze di recitazione, tra cui un ruolo in Victorious, uno show di Nickelodeon su una scuola di arti dello spettacolo. Allo stesso modo, Erivo ha vinto un Tony per The Color Purple, ed è stata candidata all’Oscar per il film Harriet. Non si sa molto altro sull’adattamento di Jon M. Chu del pluripremiato musical, ma con le due cantanti davanti alla macchina da presa, sarà sicuramente uno spettacolo memorabile.

DC League of Super-Pets, il trailer del nuovo film d’animazione Warner Bros

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DC League of Super-Pets, disponibili il trailer italiano e il poster del nuovo lungometraggio di animazione di Warner Bros. Pictures. Il film, diretto da Jared Stern, anche autore della sceneggiatura insieme a John Whittington, presenta nella sua versione originale un cast di voci eccezionale guidato da Dwayne Johnson nel ruolo del protagonista Krypto il Super Cane. Il film sarà nelle sale italiane a partire da maggio 2022 distribuito da Warner Bros. Pictures.

Nella versione originale del film fanno parte del cast di doppiatori anche Kevin Hart (i film “Jumanji” e “Pets: Vita da animali”), Kate McKinnon (“Saturday Night Live”, “Il magico scuolabus riparte”, “Ferdinand”), John Krasinski (i film “A Quiet Place – Un posto tranquillo”, “Free Guy – Eroe per gioco”), Vanessa Bayer (“Saturday Night Live,” “La festa prima delle feste,” “Un disastro di ragazza”), Natasha Lyonne (“Show Dogs – Entriamo in scena”, “Ballmastrz: 9009”), Diego Luna (“Rogue One: A Star Wars Story,” “Maya e i tre guerrieri”), Marc Maron (“Joker,” “GLOW”), Thomas Middleditch (“Godzilla II: King of the Monsters,” “Capitan Mutanda – Il film ”), Ben Schwartz (“Sonic the Hedgehog,” “Duck Tales – Avventure di paperi”), e Keanu Reeves (la saga “Matrix” e i film “John Wick”).

DC League of Super-Pets, le prime foto dal film

In DC League of Super-Pets, gli insperabili migliori amici Krypto il Super Cane e Superman condividono gli stessi superpoteri e combattono fianco a fianco il crimine nella città di Metropolis. Quando Superman e il resto della Justice League vengono rapiti, Krypto deve convincere un improvvisato gruppo di animali domestici composto da Asso il segugio, MP la panciuta maialina, Merton la tartaruga e Chip lo scoiattolo, a gestire i loro poteri appena scoperti ed aiutarlo a salvare i supereroi.

Del team creativo di Stern fanno parte anche lo scenografo Kim Taylor (“LEGO® Ninjago – Il film”) e i montatori David Egan (“Game Night – Indovina chi muore stasera?”, “Come ti rovino le vacanze”) e Jhoanne Reyes (“Teen Titans GO!”, “Young Justice”).  Le musiche sono di Steve Jablonsky (I film “Transformers”).

Warner Bros. Pictures presenta DC League of Super-Pets, una produzione Seven Bucks Production. Il film sarà distribuito da Warner Bros. Pictures in tutto il mondo dal 18 maggio 2022 ed in Nord America dal 20 maggio 2022.

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