Room (qui
la nostra recensione) è un film che ha profondamente
affascinato il pubblico per via la sua struggente storia e per le
interpretazioni strabilianti di Brie Larson e del piccolo Jacob
Tremblay. Performance cariche di emozioni e dotate di
intensità uniche, all’interno di un racconto tanto doloroso quanto
ricco di speranza e amore. Un film che merita dunque almeno una
visione per motivi diversi, dalla delicatezza dei vari temi
afforntati alle difficoltà delle riprese e delle loro qualità.
Ecco, dunque, dieci cose da
sapere su Room.
La trama di Room
Il film racconta la storia di
Jack, un vivace bambino di 5 anni, e della sua
amorevole madre Joy. La loro vita, però, è
tutt’altro che tipica: sono infatti intrappolati, confinati in uno
spazio senza finestre di 3 metri per 3 che Ma ha chiamato
eufemisticamente “Stanza”. Ma’ ha creato per Jack un intero
universo all’interno della Stanza e non si fermerà davanti a nulla
per far sì che, anche in questo ambiente infido, Jack possa vivere
una vita completa e appagante. Ma mentre la curiosità di Jack per
la loro situazione cresce e la resistenza di Ma raggiunge il punto
di rottura, i due mettono in atto un piano rischioso per fuggire,
che alla fine li porterà a confrontarsi con ciò che potrebbe
rivelarsi la cosa più spaventosa: il mondo reale.
Curiosità sulla realizzazione del
film Room
1. È stato girato
cronologicamente. Per far sì che
Jacob Tremblay riuscisse ad esibirsi mentre il suo
personaggio evolveva passo passo, si è preferito girare
Room con sequenze in maniera cronologica. Ciò ha
reso più semplice al giovane attore capire cosa stesse succedendo e
come potersi esprimere.
2. Il primo mese di riprese
è stato complicato. Il primo mese di riprese è stato
girato su un minuscolo set di 11′ x 11′, con il regista
Lenny Abrahamson e la sua troupe che hanno
lavorato interamente entro i confini dello spazio limitato. In
linea con il tema claustrofobico, le pareti non sono mai state
rimosse per facilitare le riprese, il che significa che le riprese
intorno alla cucina, alla vasca da bagno e ad altri elementi della
stanza hanno richiesto molta creatività. Abrahamson stesso ha
trascorso molto tempo nella vasca da bagno perché era l’unico posto
in cui poteva sdraiarsi e non essere visibile durante una ripresa
complessa.
Brie Larson e Jacob Tremblay in Room. Foto di George
Kraychyk
3. Sono stati coinvolti i
genitori di Tremblay. Affinché tra Brie Larson e il piccolo Jacob si instaurasse
un legame intenso, i genitori dell’attore hanno deciso di invitare
la Larson a casa loro prima delle riprese di Room.
In questi momenti i due hanno avuto l’occasione di conoscersi bene,
giocando ad uno dei giocattoli preferiti di Jacob, i LEGO (con cui
gioca anche nel film).
4. Il regista voleva dare un
tono più cupo al film. Inizialmente Lenny
Abrahamson voleva aggiungere una scena di stupro ai danni
di Joy per rendere la storia più cupa e grintosa. La sceneggiatrice
e scrittrice del romanzo di partenza, Emma
Donoghue, si oppose però a questa idea e gli disse che la
scena dell’aggressione di Old Nick – il sequestratore – a Joy era
già abbastanza violenta.
Il cast di Room, da Brie Larson a
Jacob Tremblay
5. Brie Larson si è chiusa
in casa un mese. Per poter capire cosa stavano passando Ma
e Jack, Brie Larson ha deciso di isolarsi per un mese
nella sua casa, senza utilizzo del telefono o di Internet e
seguendo una dieta rigorosaa. Considerandosi una persona
introversa, l’attrice pensava che chiudersi in casa potesse essere
per lei quasi una vacanza, salvo ricredersi. Nelle ultime
settimane, infatti, era diventata molto depressa e piangeva tutto
il giorno.
Jacob Tremblay in Room. Foto di George Kraychyk
6. Jacob Tremblay non
riusciva a gridare in faccia a Brie Larson. Il giovane
Jacob Tremblay, che aveva già avuto qualche esperienza
attoriale, durante le riprese non riusciva a urlare a Brie Larson nella scena in cui era arrabbiato
per la sua torta di compleanno senza candeline. Alla fine, il
regista Lenny Abrahamson ha fatto in modo che
l’intero cast e la troupe inziassero a saltare su e giù, urlando a
più non posso, fino a quando il bambino non fosse stato in grado di
farlo da solo.
7. Brie Larson ha vinto
l’Oscar. Per la sua struggente e intensa interpretazione
di Joy nel film, Larson – alla sua prima candidatura – ha vinto il
prestigioso premio Oscar come Miglior attrice protagonista. Erano
nominate con lei nella stessa categoria le attrici Cate Blanchett per Carol, Jennifer Lawrence per Joy, Charlotte Rampling per 45 anni e Saoirse Ronan per Brooklyn. Alla fine, però, è stata a punto la Larson a
spuntarla e ottenere il premio.
Room è tratto da un libro, non da una storia
vera
8. Il film non si basa su
una storia vera, ma su un libro. Come ha più volte
dichiarato Emma Donoghue, l’autrice della
sceneggiatura del film e anche scrittrice del libro su cui il film
si basa, Stanza, letto, armadio, specchio (2010), non ci
sono riferimenti su fatti realmente accaduti. Tuttavia, purtroppo
ci sono diversi casi simili a quelli narrati nel film realmente
avvenuti, i quali sono a loro modo stati utilizzati come spunto e
ispirazione per il racconto.
Joan Allen e Brie Larson in Room. Foto di George
Kraychyk
Il finale di Room
e il suo significato
9. Il finale ha avuto un
tocco… di neve. Lo scenografo del film, Ethan
Tobman, voleva che la scena finale includesse la neve,
elemento di candore. Ma l’uso di neve finta avrebbe comportato uno
sforamento del budget, quindi l’idea è stata scartata. Tuttavia, la
fortuna volle che quando arrivò il momento di girare la scena,
iniziò a nevicare davvero e fu dunque possibile realizzare il
finale così come era stato concepito e come lo si vede nel
film.
10. Il ritorno nella stanza
per riprendere la propria vita. Nella scena finale di
Room, è possibile notare come i due protagonisti ritornino
alla stanza-bunker che li aveva tenuti segregati per molti anni.
Sebbene la sopravvivenza nel bunker sia stata una prigionia atroce,
i due protagonisti hanno necessità di tornare anche per poter
riprendere in mano i propri spazi, per prendere confidenza con il
mondo esterno in cui ora possono vivere e che, un tempo, era
l’insolito, riuscendo a prendere consapevolezza di loro stessi per
poter andare oltre.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di
Room grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Mediaset Infinity e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 11
gennaio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
L’esilarante sitcom di Netflix The
Upshaws ha accumulato in sordina un’impressionante serie
di sei episodi, e ora la serie è pronta a tornare presto per la sua
settima e ultima puntata. Creata per il piccolo schermo da Regina
Y. Hicks e Wanda Sykes, la serie racconta di una famiglia nera
della classe operaia dell’Indiana che cerca di avere successo negli
affari e allo stesso tempo di costruire i propri legami familiari.
Il fulcro della serie è l’attività di autoriparazione di Bennie
(Mike Epps) e il suo rapporto logoro con la cognata e socia in
affari Lucretia (Sykes). Pur non essendo un’idea innovativa, The
Upshaws brilla per il suo umorismo tagliente.
Sebbene Netflix sia noto per le sue serie di massa con
budget giganteschi, lo streamer ha trovato il successo anche con
progetti più piccoli come TheUpshaws. Il costo
contenuto e la rapidità di produzione hanno permesso allo show di
andare in onda per quattro stagioni a partire dal 2021, anche se
gli show più importanti dello streamer languono in un limbo di
produzione a tempo indeterminato. Sfortunatamente, la parte 7 di
The Upshaws è confermata per la fine della popolare sitcom,
che uscirà di scena dopo un’impressionante serie di cinque
stagioni. Anche se non è chiaro cosa ci sia in serbo per Bennie e
il resto della famiglia Upshaw, la settima parte sarà senza dubbio
un tripudio di risate come i suoi predecessori.
La parte 7 di The Upshaws è confermata
Ancor prima della première della sesta parte, prevista per
l’inizio del 2025, Netflix aveva già deciso la settima parte di The
Upshaws. Con la notizia del giugno 2024, Netflix ha annunciato (via
Deadline) che non solo la sitcom si era guadagnata la settima
parte, ma che la settima parte avrebbe anche concluso la serie.
Sebbene non sia stata fornita alcuna ragione per la cancellazione,
sembra che la decisione di terminare lo show sia stata presa di
comune accordo.
Il rinnovo preventivo (prima della première della sesta parte)
suggerisce che lo show è sempre stato in programma per cinque
stagioni, ed è già uno degli show multi-camera di maggior successo
dello streamer. La settima parte sarà composta da un totale di 12
episodi e arriverà presumibilmente nel 2025. Con la fine di The
Upshaws a breve, Netflix non avrà più sitcom multicamera sulla sua
piattaforma. That ’90s Show è andato in onda in contemporanea con
The Upshaws per due stagioni, ma è stato cancellato nel 2024.
La parte 7 di The Upshaws sarà la stagione finale
La stagione finale porterà The Upshaws a un totale di 60
episodi, posizionandosi solo dietro Fuller House (che ha avuto una
durata di 75 episodi) e The Ranch (80 episodi). Sebbene non sia
noto il motivo della cancellazione dello show, almeno avrà un
finale conclusivo grazie al rinnovo preventivo.
Dettagli sul cast di The Upshaws Parte 7
Come qualsiasi altra sitcom, The Upshaws si affida a un cast
costante di stagione in stagione per costruire un rapporto
umoristico tra i personaggi. Per quanto riguarda questo aspetto, si
prevede che tutti i volti noti delle prime sei puntate della sitcom
saranno presenti per riprendere i loro ruoli. Forse il più
importante è che l’attore comico Mike Epps tornerà a vestire i
panni del meccanico oberato di lavoro Bennie, che sarà nuovamente
tormentato dalla cognata e socia in affari Lucretia (Wanda
Sykes).
La figlia minore, Maya, sarà probabilmente interpretata dalla
rientrante Journey Christine, mentre il figlio maggiore, Bennie
Upshaw Jr, sarà interpretato da Jermelle Simon. Anche una serie di
altri volti familiari potrebbe tornare, soprattutto con la settima
parte che conclude la sitcom di Netflix.
Dettagli sulla trama di The Upshaws Parte 7
La conclusione di una sitcom è sempre un affare complicato e The
Upshaws non farà eccezione a questa tradizione consolidata nel
tempo. Mentre ci si aspetta un commiato sentito, i dettagli
specifici della storia sono un po’ più sfuggenti a causa della
natura a basso rischio delle sitcom. Bennie continuerà
probabilmente a lottare per tenere a galla il suo garage,
affrontando anche gli alti e bassi della vita familiare. Nel
frattempo, l’irrequietezza di Lucretia arriverà probabilmente a un
punto di svolta nell’ultima serie di episodi, e potrebbe rimanere
con la sua famiglia o andarsene ancora una volta.
Anche i figli di Bennie e Regina stanno entrando in nuove fasi
della loro vita, e questo non solo fornisce materiale narrativo per
la settima parte, ma rappresenta anche una sfida emotiva per i loro
genitori. Come se le cose fossero già abbastanza stressanti per
Bennie e Regina, potrebbero dover imparare a gestire il fatto che
il loro affiatato nucleo familiare sta crescendo e si sta
separando. I 12 episodi della settima parte saranno probabilmente
ricchi di contenuti, ma senza sacrificare l’umorismo leggero che
funziona così bene. Qualunque cosa accada nell’ultima stagione di
The Upshaws, il divertimento è assicurato.
Non sarà stato il suo primo
lungometraggio (titolo che spetta a Pee-wee’s Big
Adventure), ma Beetlejuice – Spiritello
porcello è unanimemente considerato il primo vero film con
cui il regista Tim Burton ha
dato propria di tutte le sue capacità cinematografiche. È proprio
grazie a questa pellicola del 1988 che egli inizia a costruire il
suo oggi ricchissimo immaginario, composto da personaggi bizzarri,
situazioni grottesche e un gusto unico per la messa in scena, fatta
di fantastiche ricostruzioni scenografiche ed effetti speciali in
stop motion. Commedia con tony fantasy/horror, questo film si è poi
affermato come un grandissimo successo di critica e pubblico.
A fronte di un budget di appena 15
milioni di dollari, Beetlejuice – Spiritello
porcello è infatti arrivato a guadagnarne circa 75, dando
prova di un’altra abilità di Burton: realizzare grandi successi con
basso budget. Basta guardare il film per comprendere il segreto di
questo successo. Si tratta infatti non solo di un’opera
profondamente intrista delle atmosfere oggi iconiche nel cinema di
Burton, ma anche una divertentissima commedia composta da un cast
di grandi attori, dove ogni situazione, per quanto grottesca o
terrificante, è in grado di suscitare genuine risate. Non a caso,
l’American Film Institute ha classificato questo film
all’ottantottesimo posto nella classifica delle cento commedie
statunitensi migliori di sempre.
Per chi ha amato titoli venuti in
seguito come Edward mani di forbice, Il
mistero di Sleepy Hollow, La fabbrica di cioccolato o
Sweeney Todd, è
impensabile non vedere anche Beetlejuice – Spiritello
porcello, dove si possono ritrovare tutti gli
elementi che ancora oggi più si amano di Burton e del suo
personalissimo cinema. In questo articolo approfondiamo alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Winona Ryder in Beetlejuice – Spiritello porcello
La trama di Beetlejuice – Spiritello
porcello
Il film ha per protagonisti i
coniugi Adam e BarbaraMaitland. Una sera, tornati a casa dopo un
violento incidente d’auto, i due si accorgono di essere morti e di
essere diventati due fantasmi. La loro casa, di conseguenza, viene
venduta all’ignara famiglia Deetz e i coniugi scoprono che la
figlia dei nuovi inquilini, la gotica Lydia, è in
grado di percepire la loro presenza. Ad Adam e Barbara viene invece
imposto di trascorrere altri centoventicinque anni nella vecchia
dimora e di imparare a spaventare gli umani, studiando a fondo il
‘Manuale del novello deceduto’. Dal momento che marito e
moglie non riescono ancora a utilizzare i loro poteri
sovrannaturali contro i Deetz, i due contattano il temuto
Beetlejuice.
I metodi del fantasma, tuttavia,
rischiano di mettere in pericolo anche Lydia, che si è sempre
dimostrata leale con i Maitland. Adam e Barbara decidono dunque di
sbarazzarsi del nuovo arrivato, provando a risolvere da soli il
problema con gli inquilini umani. Ma Beetlejuice, adirato per il
rifiuto, non tarda ad architettare la sua vendetta. Il malvagio
spiritello vuole ora allontanare i due coniugi defunti e sposare
Lydia, dopo aver terrorizzato l’intera famiglia Deetz. Spinti dal
desiderio di salvare la giovane ragazza, Adam e Barbara dovranno
dimostrare di poter padroneggiare i loro poteri da fantasma,
nonostante il prezzo per la vita di Lydia potrebbe essere quello di
perdere per sempre la loro amata casa.
Il cast di attori e i personaggi del film
Ad interpretare il ruolo del
diabolico Beetlejuice vi è l’attore MichaelKeaton, che per Burton interpreterà anche
Batman. Secondo Keaton, il personaggio di Beetlejuice gli è stato
descritto da Burton come “una personalità che ha vissuto in
ogni tempo e in nessun tempo“. Keaton ha usato questo come
punto di partenza per ideare il personaggio con caratteristiche
come una pettinatura shock, trucco a forma di muffa e denti grandi.
Ha detto che quando si è presentato per la prima volta sul set come
Beetlejuice, la troupe ha cantato: “Juice, Juice, Juice!”
Questo ha entusiasmato ancor di più Keaton per il suo ruolo. Pur
essendo indicato come uno dei protagonisti, egli appare soltanto in
17,5 minuti del film e ha impiegato solo due settimane per girare
la sua parte.
Ad interpretare Adam Maitland vi è
invece l’attore Alec Baldwin,
il quale in seguito ha affermato di non gradire il film e di non
apprezzare affatto la propria interpretazione. Geena
Davis interpreta invece Barbara, la moglie di Adam. Lydia
Deetz è invece interpretata da una giovanissima Winona Ryder.
L’attrice, tuttavia, aveva inizialmente rifiutato il ruolo,
trovando che il film fosse troppo bizzarro. Burton riuscì infine a
convincerla e l’esperienza si rivelò per lei talmente entusiasmante
da collaborare anche in altre occasioni con il regista. I suoi
genitori, Charles e Delia sono invece interpretati da
Jeffrey Jones e Catherine O’Hara.
L’esorcista Otho è invece interpretato da Glenn
Shadix.
Michael Keaton in Beetlejuice – Spiritello porcello
Il sequel mai realizzato
Dato il buon successo di
Beetlejuice – Spiritello porcello, un primo
progetto di sequel del film fu discusso già nel 1990, e avrebbe
dovuto basarsi su una sceneggiatura di Warren
Skaaren. Problemi di salute dello stesso Skaaren e gli
impegni di Tim Burton in altri progetti, tuttavia, fecero
sì che il film non venisse mai realizzato. È poi noto che il
regista e sceneggiatore Kevin Smith ha parlato di
alcune offerte che gli sono state fatte per scrivere la
sceneggiatura di un eventuale seguito, intitolato
Beetlejuice Goes Hawaiian (“Beetlejuice va
alle Hawaii“).
La trama ruotava intorno ai Deetz
che partono per una vacanza ai tropici e, a causa di un errore,
vengono risvegliati degli spiriti maligni tribali. Beetlejuice
sarebbe a quel punto intervenuto per risolvere la situazione. Anche
questo progetto, come noto, non si fece e si è dovuto attendere ben
36 anni prima di vedere un sequel, Beetlejuice
Beetlejuice (qui
la nostra recensione), uscito nel 2024 e di nuovo con MichaelKeaton nei panni del bioesorcista. Sequel che
si è affermato come un buon successo ed ha dunque
lasciato aperta la porta per un ulteriore seguito.
Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Beetlejuice – Spiritello porcello grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 10 gennaio alle ore 21:10
sul canale TwentySeven.
Il film 28 anni
dopo, girato da Danny Boyle (regista
premio Oscar per The Millionaire) con un iPhone 15 e
in uscita a giugno, è – come ormai noto – il primo capitolo di una
nuova trilogia scritta da Alex Garland (“Civil
War”), sequel del fortunato zombie movie 28 giorni
dopo. Mentre si attende l’arrivo in sala di questo primo
nuovo film, anche Nia DaCosta ha terminato la
produzione del seguito, intitolato 28 Years Later: The Bone Temple. Ma cosa
sappiamo del terzo film?
Proprio Danny Boyle
ha ora dichiarato a Empire che dirigerà lui il film
conclusivo della trilogia, ma che non sarà realizzato “finché
il pubblico non avrà risposto al primo film”. Il regista vorrà
infatti essere sicuro che il primo film ottenga il giusto successo,
ma a giudicare dalla
reazione da record al trailer, non dovrebbero esserci molti
dubbi a riguardo e di conseguenza non ci saranno problemi nel
progetto di completare la trilogia. Al momento, non resta dunque
che attendere l’uscita del primo film, in attesa di scoprire
qualcosa di più sul secondo e terzo capitolo in arrivo.
28 giorni dopo è stato un
grande successo e ha già generato un seguito meno apprezzato (ma
comunque degno di nota), 28 settimane dopo del
2007. Boyle e Garland erano coinvolti solo come produttori
esecutivi in quel progetto, quindi molti fan vedranno sicuramente
questo nuovo film come il primo vero sequel.
Jodie Comer, Aaron
Taylor-Johnson,
Ralph Fiennes hanno firmato per interpretare i ruoli
principali.
Boyle dirigerà il primo capitolo,
mentre Nia DaCosta è stata annunciata di recente
come regista del secondo film, che pare si intitolerà
28 years later: The Bone Temple. Il piano prevede di
girare entrambi i film in parallelo. Garland scriverà tutti e tre i
film. Il budget per ogni film si aggira intorno ai 75 milioni di
dollari.
Il primo film vedeva Cillian Murphy nei panni di un uomo che si
risveglia dal coma dopo un incidente in bicicletta e scopre che
l’Inghilterra è stata invasa dagli “Infetti”. Il virus trasforma le
sue vittime in assassini furiosi, ma a differenza dei soliti
“zombie”, queste creature possono muoversi con una velocità
spaventosa. L’uomo si mette quindi in viaggio per scoprire cosa sta
succedendo, incontrando lungo la strada i compagni sopravvissuti
interpretati da
Naomie Harris e Brendan
Gleeson, oltre a un maggiore dell’esercito squilibrato
interpretato da Christopher Eccleston.
I dettagli sulla trama di 28 anni
dopo non sono ancora stati del tutto resi noti, ma il
periodo suggerisce che si svolgerà in un futuro prossimo, il che
significa che il film potrebbe essere più orientato verso la
fantascienza che verso l’horror vero e proprio. Il film uscirà al
cinema il 19 giugno 2025.
Chi non ha un po’ di paura dei
clown? Dal celebre
Joker e le sue incursioni cinematografiche in film
come
Batman,
Il cavaliere oscuro o
Joker, fino al demoniaco
Pennywise ideato da Stephen King e
protagonista della
miniserie It ma anche dei film It – Capitolo uno e It – Capitolo due, sono tanti i clown che hanno
contribuito a rendere piuttosto spaventosa questa figura
tecnicamente chiamata a suscitare ilarità e gioia. Un altro dei più
spaventosi pagliacci visti al cinema è ad esempio quello visto nel
film del 2014 Clown.
Prodotto da Eli
Roth, celebre per Green Inferno o Knock Knock, e diretto da Jon
Watts (poi affermantosi grazie alla trilogia di
Spider-Man del MCU), il film è ancora oggi
considerato uno degli horror più violenti e terrificanti realizzati
negli ultimi dieci anni, in particolare per via del suo prevedere
un clown demoniaco e cannibale che prende di mira i bambini. Data
questa premessa, sono dunque molti i momenti scioccanti presenti
all’interno del film, tanto che molti dei materiali promozionali
sono stati censurati o vietati, a partire dai poster ritenuti
troppo spaventosi.
Al di la di ciò, il film porta poi
gli spettatori a confrontarsi anche con una serie di colpi di scena
particolarmente intriganti e ad un finale decisamente cupo. In
questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Clown. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Andy Powers in Clown
La trama di Clown
L’agente immobiliare
Kent è un padre premuroso: proprio come desiderava
il figlio Jack, per la sua festa di compleanno ha
ingaggiato un clown che faccia divertire tutti gli invitati.
Sfortunatamente all’ultimo momento c’è un imprevisto e il
pagliaccio non si presenta. Così la moglie Meg
chiama il marito – il quale in quel momento si sta occupando della
vendita di un’abitazione – per comunicargli il problema. In cerca
di una soluzione, Kent trova un costume da clown proprio nella
cantina della casa in cui si trova: decide allora che sarà lui
l’animatore della festa.
Si presenta quindi mascherato alla
festa di Jack, dove allestisce un piccolo show che rallegra tutti
gli amici del figlio. Stanco per la lunga e impegnativa giornata,
Kent si addormenta con il costume addosso sul divano. Il giorno
dopo però si accorge che gli è impossibile toglierlo: parrucca,
naso e vestito sono diventati come una seconda pelle. Ciò che è
peggio, però, è che dentro di sé inizia ad avvertire una famelica
voglia di sangue, che ben presto lo spingerà a compiere azioni
raccapriccianti.
La spiegazione del finale del film
Nel corso del film, per cercare di
capire cosa gli sta succedento, Kent decide di chiedere l’aiuto di
Herbert Karlsson, il precedente proprietario del
costume. Karlsson lo prega di non toccarlo per nessuna ragione al
mondo ma, dopo aver appreso che Kent indossa già il costume, lo
esorta ad incontrarlo nel suo vecchio magazzino di costumi. Qui,
Kent scopre che il costume è costituito dai capelli e dalla pelle
di un antico demone islandese chiamato Clöyne.
Karlsson droga Kent, rivelandogli che la decapitazione è l’unico
modo per impedire la metamorfosi e la completa possessione. Kent,
però, riesce a liberarsi e a fuggire.
Laura Allen e Andy Powers in Clown
Terrorizzato da ciò che può
accadere, Karlsson incontra Meg, e le rivela che Kent potrà
togliersi l’abito solo dopo aver mangiato cinque bambini. La donna
scopre poi che Karlsson stesso ha indossato il costume per
intrattenere i bambini malati terminali dell’ospedale in cui
lavorava suo fratello Martin anni prima. Per liberarlo poi dal
costume, Martin ha portato di nascosto cinque bambini malati
terminali da dare in pasto al demone. I fratelli, spaventati da
quell’entità, hanno poi tentato di distruggere il costume, senza
però riuscirci.
Nel mentre, Kent soccombe
completamente al demone e si intrufola in un locale, dove consuma
un bambino nella vasca delle palline e un altro nello scivolo,
scatenando il panico nel ristorante. Arrivano a quel punto Meg e
Karlsson, che tenta di decapitare il demone ma viene invece ucciso.
A quel punto, Meg cerca di parlare con il Clöyne per pregarlo di
risparmiare il marito. Il demone, però, la esorta invece a trovare
un altro bambino da mangiare, dicendole di portare il quinto
bambino nel “loro posto speciale”. Altrimenti, mangerà proprio
Jack. Terrorizzata, Meg fa quanto chiesto, ma quando Kent non si
trova da nessuna parte, capisce che il demone sta comuqneu dando la
caccia a Jack.
Meg si precipita allora a casa, dove
il demone arriva poco dopo e uccide prima il padre di lei, Walt,
per poi gettarsi sulla donna e il bambino. Una volta trovato Jack,
il demone tenta di divorarlo, ma Meg gli incatena il collo a uno
scaldabagno. Quando Jack dice a Meg che Kent non c’è più, il demone
si rifà sotto e Meg gli stacca la testa con un martello e si scusa
per tutto quello che è successo. Tuttavia, a causa di un muscolo
ancora attaccato al corpo, il Clöyne si rianima e afferra la gamba
di Jack, costringendo Meg a strappargli la testa, uccidendo sia il
mostro che Kent.
Peter Stormare in Clown
Mentre abbraccia Jack, osserva con
orrore la pelle del demone che si scioglie, esponendo la testa
mozzata di Kent. Il film termina poi con l’autopsia di Kent,
avvenuta la sera stessa, dove il costume perfettamente intatto
viene impacchettato dalla polizia come prova e conservato in un
armadietto. Ciò rende dunque chiaro che sebbene quella scia di
morte e terrore sia terminata, la maledizione del costume è ancora
viva ed è probabilmente solo questione di tempo prima che qualcun
altro si imbatta nel costume, lo indossi e risvegli il terrificante
demone Clöyne.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di
Clown grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Tim Vision e
Prime Video, Infinity+.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di venerdì 10 gennaio alle ore
21:15 sul canale Italia 2.
Mel Gibson è recentemente stato ospite del
popolare podcast di Joe Rogan e – come riportato
da Deadline – durante la lunga
intervista, il veterano di Hollywood ha dichiarato che spera di
iniziare la produzione di un sequel di La Passione di Cristo il prossimo anno. “Spero
l’anno prossimo, prima o poi. C’è molto da fare perché è come un
viaggio sotto acidi. Non ho mai letto nulla di simile”, ha
detto Gibson a proposito della sceneggiatura del film, che ha poi
aggiunto essere stata scritta da lui stesso insieme al fratello e a
Randall Wallace (Braveheart)
nell’arco di sette anni. Gibson ha detto che il film si intitolerà
La resurrezione di Cristo.
“Mio fratello, io e Randall ci
siamo riuniti tutti per questo. Quindi ci sono alcune buone teste
messe insieme, ma ci sono anche alcune cose folli”, ha
aggiunto Gibson. “E credo che per raccontare davvero la storia
in modo corretto si debba partire dalla caduta degli angeli, il che
significa che ci si trova in un altro luogo, in un altro regno.
Devi andare all’inferno. Devi andare a Sheol”. Gibson ha poi
dichiarato che intende reinserire Jim Caviezel nel ruolo di Gesù. Come da
titolo, il film sarà incentrato sulla resurrezione di Gesù
Cristo.
Come immaginabile, La Passione di Cristo si conclude con la crocifissione
di Gesù. Nella Bibbia, però, Gesù risorge tre giorni dopo e
Mel Gibson ha detto che dovrà ricorrere ad
“alcune tecniche” come il de-aging in CGI di Caviezel,
dato che sono passati più di 20 anni dal primo film. Gibson ha
dunque descritto il progetto come “molto ambizioso” e ha
detto che la narrazione si muove dalla “caduta degli angeli
alla morte dell’ultimo apostolo”. “Si tratta di trovare
una via d’accesso che non sia smielata o troppo ovvia”, ha
detto.
“Credo di avere delle idee su
come farlo e su come evocare cose ed emozioni nelle persone dal
modo in cui le si rappresenta e le si gira. Ci ho pensato a lungo.
Non sarà facile, richiederà molta pianificazione e non sono del
tutto sicuro di riuscirci, a dire il vero è molto ambizioso. Ma ci
proverò perché è questo che bisogna fare, giusto, mettersi in
gioco, no?”. Non è dunque ancora certo che La
Resurrezione di Cristo diventerà davvero un film, ma
ad oggi Mel Gibson sembra assolutamente intenzionato a
realizzarlo.
Cosa sappiamo su La Passione di Cristo 2?
Gibson avrebbe lavorato per anni
alla sceneggiatura del sequel con lo sceneggiatore di “Braveheart”
Randall Wallace, che in un’intervista video
rilasciata a ORMI Media in aprile ha dichiarato che la
sceneggiatura era stata completata e che Jim
Caviezel sarebbe tornato a interpretare Gesù. In
un’intervista rilasciata al National Catholic Register nel 2022,
invece, ha dichiarato che il film non segue “una narrazione
lineare”, aggiungendo che “bisogna giustapporre l’evento
centrale che sto cercando di raccontare con tutto ciò che lo
circonda nel futuro, nel passato e in altri regni, e questo sta
diventando un po’ fantascientifico”.
Il regista Peter
Berg e l’attore Mark Wahlberg hanno negli anni collaborato in
più occasioni dando vita a
film d’azione ricchi di grinta come Lone Survivor, Deepwater – Inferno
sull’oceano e Boston – Caccia all’uomo.
Prima di realizzare nel 2020 Spenser Confidential,
nel 2018 i due hanno dato vita al loro quarto film insieme, ovvero
Red Zone – 22 miglia di fuoco. Ancora una volta,
Wahlberg è qui nei panni di un agente speciale alle prese con una
missione estremamente complessa dove è in gioco la vita stessa.
Tra
azione e
thriller, si configura dunque con un titolo molto appetibile
per gli amanti del genere. Pur se accolto in modo non
particolarmente positivo dalla critica, Red Zone – 22
miglia di fuoco ha ottenuto un buon successo tra il
pubblico, rimasto coinvolto dalla tanta tensione e dai continui
colpi di scena. Un successo che ha poi spinto a valutare la
realizzazione di ulteriori capitoli.
In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Red
Zone – 22 miglia di fuoco. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
atteso sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è l’agente
della CIA James Silva, il quale fa parte
dell’unità speciale Overwatch insieme ai colleghi Alice
Kerr, William Douglas e Sam
Snow. Il team, aiutato a distanza dal leader
Bishop, ha il compito di infiltrarsi in una casa
sicura della più importante agenzia di servizi segreti in Russia.
Il governo, infatti, sospetta che lì sia conservato un gran
quantitativo di cesio a scopo terroristico. Dopo aver recuperato il
prezioso carico, dimostrando una volta di più il proprio valore, la
squadra viene assegnata ad una nuova missione in Indonesia.
Una volta giunti sul luogo, un
poliziotto locale di nome Li Noor raggiunge
l’ambasciata americana per autodenunciarsi agli agenti. In cambio
dell’asilo politico, Li fornirà infatti loro le preziose
informazioni sul nascondiglio dei contrabbandieri di cesio. Nel
frattempo, però, un gruppo di agenti russi, sotto il comando di
Vera Kuragin, è sulle tracce del traditore. In
breve tempo, Silva e la sua squadra si troveranno braccati da molti
nemici e dovranno salvare il loro unico testimone, portandolo a 22
miglia di distanza da dove si trova.
Il cast del film
Nel momento in cui la sceneggiatura
è stata scritta e Berg è stato confermato come regista, era chiaro
che a ricoprire il ruolo di James Silva sarebbe stato Mark Wahlberg.
Il personaggio era infatti stato scritto appositamente per
l’attore, il quale si disse ben disponibile ad interpretarlo,
cimentandosi poi in un allenamento intensivo per poter eseguire
anche le scene più complesse. Nel film sono poi presenti altri noti
attori di Hollywood, a partire da Lauren Cohan,
celebre per The Walking Dead, qui nel ruolo di Alice
Kerr.
John Malkovich
è invece presente nel ruolo di James Bishop, il leader a distanza
del gruppo, mentre Ronda Rousey è l’agente Sam
Snow. Più che come attrice, Rousey è nota come lottatrice di
wrestling e di arti marziali miste, nonché per aver vinto la
medaglia di bronzo ai giochi olimpici del 2008. Completano il cast
gli attori Carlo Alban nel ruolo di William
Douglas, Nikolai Nikolaeff in quelli di Alexander
e Natasha Goubskaya in quelli di Vera. L’attore
indonesiano Iko Uwais , noto anche per diversi
film di arti marziali, è infine Li Noor.
Il finale del film e il sequel di
Red Zone – 22 miglia di fuoco
Nel finale del film si scopre che
Noor non è un doppio agente, ma un triplo agente che lavora per il
governo russo e che Kuragin era il figlio di un alto funzionario di
quel governo. Il funzionario ha ingaggiato Noor per dare ad Alice
informazioni sbagliate, in modo che si fidassero di lui. Proprio
quando Alice se ne rende conto, la squadra di sorveglianza
Overwatch di Bishop subisce un’incursione. L’intera squadra viene
uccisa, compreso Bishop.
Silva però si rifiuta di riconoscere
che Alice è stata uccisa sull’aereo. Egli racconta poi nei dettagli
le sue esperienze durante un debriefing post-missione. Una volta a
casa, affigge la foto di Noor e giura vendetta. Red Zone –
22 miglia di fuoco si conclude dunque con un finale aperto
che lascia la storia in sospeso. Ciò è stato fatto su precisa
volontà dei coinvolti nel progetto. Berg, in particolare, aveva da
subito annunciato la volontà di dar vita ad almeno altri due
sequel, componendo così una vera e propria trilogia.
Il risultato non particolarmente
entusiasmante del film ha però rallentato tali progetti, ma quando
è sbarcato per un periodo di tempo su Netflix il film sembra aver conosciuto una seconda
popolarità, portando dunque a nuove valutazioni in merito ad un
sequel. Ad oggi però, anche a causa della pandemia, non vi sono
state ulteriori notizie in merito. L’ancora mancante conferma sulla
realizzazione dei sequel rischia di farlo cadere nel dimenticatoio,
qualora già non ci si trovasse.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
In attesa di futuri sviluppi, è
possibile fruire di Red Zone – 22 miglia di fuoco
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple iTunes, Rai Play e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di venerdì 10 gennaio alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
È da molto tempo che aspettiamo un
nuovo film su Hulk. Mentre il franchise degli Avengers, Thor:
Ragnarok e She-Hulk:
Attorney at Law hanno contribuito a riempire il vuoto,
Bruce Banner non è più al centro della scena dal film del 2008
L’incredibile Hulk. Di recente, si è però parlato
molto di un progetto su World War Hulks,
apparentemente confermato da diversi scooper e anche da un recente
annuncio di Production Weekly che suggerisce che le riprese
potrebbero iniziare già quest’anno, potenzialmente con un regista
molto interessante: George Miller.
È da tempo che George
Miller flirta con l’idea di dirigere un film di supereroi,
naturalmente, visto che era stato chiamato per dirigere Justice League: Mortal, un film che è però andato in
fumo prima dell’inizio della produzione. Ha anche difeso il genere
dicendo. “Li guardo tutti. Ad essere onesti, in termini di
questo dibattito, il cinema è cinema ed è una chiesa molto ampia.
Il banco di prova, in definitiva, è il significato che ha per il
pubblico”. Chissà che proprio questo suo interesse al genere
non lo porti ad assumere la regia di un progetto ambizioso come
quello di World War Hulks e, chissà, magari anche
di Thor 5.
Cosa potrebbe accadere in un
World War Hulk diretto da George
Miller?
La scorsa estate The Cosmic Circus,
parlando del progetto come una cosa certa, ha affermato:
“L’idea è che Bruce Banner, che già in She-Hulk: Attorney At Law aveva parlato dei pericoli
del sangue di Hulk, veda finalmente realizzarsi il suo peggior
incubo: il governo degli Stati Uniti e i governi di tutto il mondo
che creano i propri Hulk”. “Questo potrebbe essere il
punto di rottura per Banner e potrebbe potenzialmente vedere il
ritorno dell’Hulk Selvaggio che la gente ha desiderato vedere per
tanto tempo, mentre si scontra con il Presidente Ross nei panni di
Hulk Rosso, cosa che mi è stato detto accadrà prima che
poi”.
Alla luce di tali indiscrezioni si
può ripensare a come fino ad oggi siano state gettate le basi per
tutto questo e il fatto che il tutto culmini con Hulk al centro
della scena ha tutte le carte in regola per essere un grande film.
Tuttavia, si tratta anche di un significativo allontanamento dai
fumetti, che vedevano il gigante dichiarare guerra agli Illuminati
e all’intero pianeta. Ad oggi, World War Hulks è
un progetto non ancora confermato, ma i continui rumor a riguardo,
tra cui quello relativo alla possibile regia di George
Miller, suggeriscono che potrebbe prima o poi essere
annunciato, per la gioia dei fan.
Il
primo trailer di Superman
ha battuto i record della Warner Bros. e della DC e grazie a
USA Today, oggi è stato rivelato
un nuovo scatto di David Corenswet nei panni dell’Uomo d’Acciaio
del DCU. L’immagine non offre poi molti nuovi
dettagli, essendo un primo piano di Superman. Si può però dare
un’occhiata alla parte alta del costume, al collo e all’attaccatura
del mantello. Oltre naturalmente al volto di Corenswet, che lascia
trasparire tutta la semplicità e la bontà di un personaggio pronto
a sacrificarsi per il suo pianeta adottivo. Qui di seguito, ecco il
post dove poter vedere l’immagine.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Storia della mia
famiglia, la nuova dramedy in 6 episodi creata da Filippo
Gravino, diretta da Claudio Cupellini e prodotta
da Palomar (a Mediawan Company), sarà disponibile solo su Netflix dal 19 febbraio.
Scritta da Filippo Gravino
con Elisa Dondi, la serie vede protagonisti Eduardo Scarpetta (Fausto), Vanessa
Scalera (Lucia), Massimiliano Caiazzo (Valerio),
Cristiana Dell’Anna (Maria) e Antonio
Gargiulo (Demetrio).
Disponibili da oggi il
teaser trailer e le prime immagini della serie in cui la voce di
Fausto, il protagonista, introduce ufficialmente i “fantastici
quattro”: Lucia, la mamma di Fausto, Valerio, suo fratello, Maria,
l’amica del cuore e Demetrio, il compagno di avventure, tutti
candidati a diventare la famiglia dei piccoli Libero (Jua Leo
Migliore) ed Ercole (Tommaso Guidi) una volta che il loro papà non
ci sarà più. In un vortice di emozioni, lacrime e risate, gioie e
dolori, seguiremo il tentativo, a volte goffo, a volte intenso, di
questo gruppo di persone di creare un nucleo familiare alternativo
capace di prendersi cura dei bambini di Fausto e di esaudire il suo
ultimo desiderio.
La trama di Storia della mia
famiglia
Questa è la storia di
Fausto e del suo ultimo giorno. Una storia fatta di allegria,
passione, amore per i figli, e di una sfacciata mancanza di paura
per la vita e per il futuro. Ma questa è anche la storia di un
amore assoluto e del suo punto di rottura, drammatico e decisivo. È
soprattutto la storia di una famiglia improbabile, di uno
sgangherato e amatissimo clan a cui Fausto impone responsabilità
inattese. Una storia di gioie e di cadute, di risate, di persone
capaci di commettere errori macroscopici e piccoli gesti eroici. In
cui ognuno, nessuno escluso, dando del proprio peggio cercherà di
fare del proprio meglio.
CAST
Eduardo Scarpetta – Fausto
Vanessa Scalera – Lucia
Massimiliano Caiazzo – Valerio
Cristiana Dell’Anna – Maria
Gaia Weiss – Sarah
Antonio Gargiulo – Demetrio
Filippo Gili – Sergio
Jua Leo Migliore – Libero
Tommaso Guidi – Ercole
Aurora Giovinazzo – Valeria
Le foto di Storia della mia famiglia
1 di 9
Storia della mia famiglia -
Foto Credits Claudia Sicuranza / Netflix
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Foto Credits Claudia Sicuranza / Netflix
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I fan di Star
Wars si chiedevano se avremmo potuto rivedere
Baylan Skoll nella galassia lontana lontana
nonostante la
scomparsa dell’attore Ray Stevenson, e ora
abbiamo la conferma che il personaggio tornerà per la seconda
stagione di Ahsoka.
Segnalato per la prima volta da
Jeff Sneider e poi confermato da THR, l’attore
scozzese Rory McCann, meglio conosciuto per aver
interpretato Il Mastino nella serie HBO Game of
Thrones, è pronto a interpretare Skoll nella seconda
stagione della serie Disney+ Star Wars. Il finale
della prima stagione di Ahsoka, “The Jedi, The Witch, And The
Warlord”, purtroppo è servito come un addio al defunto attore, ma i
fan erano fiduciosi che il suo personaggio non sarebbe tornato in
futuro.
L’attore irlandese, scomparso a
maggio poco prima del suo 58° compleanno, ha interpretato il
malvagio ex Jedi, e nel finale di stagione lo vediamo in piedi
sulle rovine di una scultura grande quanto una montagna degli dei
Mortis.
Skoll non ha avuto una parte
importante negli eventi dell’episodio conclusivo, ma Stevenson
avrebbe senza dubbio ripreso il ruolo a un certo punto.
Considerando quanto importante sembrerebbe essere il suo
personaggio per la storia in corso, non sorprende che la parte sia
stata rielaborata.
McCann è apparso di recente in
Gladiatore II, e i suoi crediti precedenti
includono Hot Fuzz di Edgar
Wright, xXx: Return of Xander Cage,
Jumanji: The Next Level, la serie TV
Knuckles per Paramount+ e la serie animata
Transformers: EarthSpark.
The Girl with the
Needle, diretto da Magnus von Horn e
co-sceneggiato da Line Langebek Knudsen, è stato
presentato in anteprima mondiale in Concorso al Festival
di Cannes di quest’anno ed è interpretato da Vic Carmen
Sonne(Neon Heart, Godland), Trine
Dyrholm(The Commune, Queen of Hearts, Mary and
George), Besir Zeciri(Wildland) e
Joachim Fjelstrup(Itsi Bitsi).
Tra i film di spicco del Festival di
Cannes 2024, The Girl With The Needle è
una favola a tinte fosche sulla ricerca di tenerezza e moralità da
parte di una donna in un mondo crudele.
La trama di The Girl With The
Needle
Inquietante e incantevole al tempo
stesso, l’ultimo film dello scrittore e regista Magnus von Horn
segue la giovane operaia Karoline mentre lotta per sopravvivere
nella Copenaghen del secondo dopoguerra. Quando si ritrova
disoccupata, abbandonata e incinta, la carismatica Dagmar la prende
con sé per aiutarla a gestire un’agenzia clandestina di adozioni
per bambini indesiderati. Le due instaurano un legame inaspettato,
fino a quando una scoperta improvvisa cambia tutto.
Basato su un’inquietante storia
vera, The Girl With The Needle presenta
una visione gotica magistrale con una profonda risonanza
contemporanea. Il film danese, candidato come miglior
lungometraggio internazionale alla 97ª edizione degli Academy
Awards®, vanta anche le interpretazioni di Vic Carmen Sonne e Trine
Dyrholm, nominate agli EFA, la splendida fotografia di Michał Dymek
di EO e l’incantevole colonna sonora di Frederikke Hoffmeier (Puce
Mary).
The Girl with the Needle – foto dal film
Magnus von Horn si
è diplomato alla Polish National Film School di Łódź dove
attualmente è anche insegnante. Si è affermato a livello
internazionale come regista promettente già con i suoi
cortometraggi, presentando film a festival come il Sundance e
Locarno. Trovando stimolante lavorare in lingue diverse, il suo
lungometraggio d’esordio, The Here After, era in svedese ed è stato
presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes
2015; gli è valso anche il premio Guldbaggen svedese per la miglior
regia e il miglior film. Il suo secondo lungometraggio, Sweat, era
in polacco e faceva parte della selezione ufficiale di Cannes nel
2020.
The Girl with the Needle è
prodotto da Nordisk Film Creative Alliance in coproduzione con Lava
Films e Nordisk Film Production Sverige. È coprodotto con Film i
Väst, EC1 Łódź Film Fund e il Lower Silesia Film Center e
co-finanziato dal Danish Film Institute, dal Polish Film Institute,
dallo Swedish Film Institute, da DR, SVT, Nordisk Film & TV Fond e
da Eurimages e Creative Europe Media. I produttori sono Malene
Blenkov e Mariusz Włodarski.
The
Fantastic Four: First Steps è ambientato in una realtà
alternativa, il che spiega perché nelle prime immagini dal film New
York City ha un’estetica futuristica anni ’60. La Prima Famiglia
della Marvel alla fine si unirà alla
Sacra Linea Temporale, ma esplorare un ramo diverso ha dato ai
Marvel Studios una certa libertà creativa con
il suo riavvio.
La squadra combatterà contro
Galactus e Silver Surfer, con quest’ultimo che sarà
rappresentato come una donna (una mossa ispirata al fumetto Earth
X). Julia Garner interpreterà il personaggio per
quella che dovrebbe essere un’apparizione una tantum prima che
venga introdotto Norin Radd.
Entertainment Weekly ha
recentemente incontrato l’attrice durante la promozione di
Wolf Man e le ha chiesto cosa poteva rivelare
sulla sua interpretazione di Silver Surfer. “Non posso davvero
parlare molto di quel progetto”, ha iniziato Garner.
“Tutto quello che posso dire è che sono molto fortunata ad
avere una parte in quel progetto, e i Fantastici Quattro sono
fantastici. Sono così incredibili in questo. Sono molto emozionata
che la gente li veda (…) Immagino che questo Silver Surfer sarà
davvero scintillante come negli altri precedenti e nei
fumetti”, ha aggiunto. “Quindi, sì, è tutto quello che
dirò.”
Garner ha poi detto che
Silver Surfer di The
Fantastic Four: First Steps è il primo ruolo per
cui è stata contattata nell’MCU. “Penso che molto dipenda
dal casting e da ciò che sembra giusto”, ha spiegato Garner,
“ma non è solo la Marvel; è qualsiasi progetto. Devi
entrare in sintonia con il personaggio.”
In un’intervista separata con
ComicBook.com, all’attrice è stato chiesto cosa l’avesse
sorpresa di più nell’unirsi a questo franchise. “Voglio dire,
quanto è grande. È un grande universo e sono così grata di poterne
far parte, per essere onesta. Penso che tutti quelli che fanno quel
lavoro siano fenomenali e meravigliosi. E [il regista] Matt Shakman
è incredibile. Sono molto emozionata.”
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Arriva il 6 febbraio al cinema con
Universal Pictures The Brutalist, il nuovo film di
Brady Corbet con protagonista Adrien Brody e trai titoli maggiormente
quotati nel corso della stagione dei premi in corso.
Gli ultimi Golden Globes hanno incoronato il
titolo miglior dramma dell’anno, mentre Corbet e
Brody hanno vinto nelle rispettive categorie.
La trama di The Brutalist
Fuggendo dall’Europa del dopoguerra,
l’architetto visionario László Toth (Adrien
Brody) arriva in America con l’obiettivo di
ricostruire la sua vita, il suo lavoro e il suo matrimonio con la
moglie Erzsébet, dopo essere stati separati durante la guerra a
causa di confini mutevoli e regimi oppressivi. Da solo in un paese
sconosciuto, László si stabilisce in Pennsylvania, dove il ricco e
influente industriale Harrison Lee Van Buren riconosce il suo
talento nell’arte di costruire. Ma potere e eredità hanno un prezzo
molto alto…
Dalla nostra recensione di
The Brutalist:
The
Brutalist è un racconto archetipico di immigrazione e
ambizione, di cosa significhi essere un artista. Ma è anche un
racconto che affronta l’essere ebrei in un mondo che vi si avvicina
con estrema ambivalenza, un requisito storico, potremmo dire,
dell’approccio verso questo popolo perseguitato. Appare anche
intrigante la scelta del nome per il protagonista del film: László
Tóth, lo stesso nome dell’operaio ungherese che vandalizzò La Pietà
di Michelangelo a San Pietro. Come a voler dire che l’atto della
creazione implica una distruzione di quello che già esiste, ed è
quello che fa il protagonista, distruggendo quello che era per
costruire un nuovo modo di concepire gli edifici, come espressione
della propria interiorità.
A questi argomenti che
vengono fuori con naturalezza dalla storia, sembra chiaro che il
regista voglia aggiungere una componente di grandiosità, un grande
romanzo biografico in cui la vita di un uomo straordinario ci passa
davanti agli occhi, con le sue ascese e le sue cadute, in una
continua ricerca della realizzazione personale con la sublimazione
della propria esperienza personale attraverso l’architettura.
Disney+ ha annunciato che Nightbitch, il nuovo film Searchlight
Pictures scritto e diretto da Marielle Heller, sarà disponibile in
Italia dal 24 gennaio in esclusiva su Disney+. Marielle
Heller fornisce la sua visione satirica e unica al
lungometraggio basato sull’acclamato omonimo romanzo di
Rachel Yoder.
Amy Adams è stata nominata come “Miglior
Attrice Protagonista – Musical o Comedy” ai Golden Globe Awards per
Nightbitch. Oltre all’attrice candidata a sei Oscar®, il
cast è composto da Scoot McNairy, Arleigh
Snowden ed Emmett Snowden al loro debutto
cinematografico.
Searchlight Pictures presenta
Nightbitch, prodotto da Anne Carey, p.g.a., Marielle
Heller, p.g.a., Sue Naegle, p.g.a., Christina Oh, Amy Adams e Stacy
O’Neil. Megan Ellison, Allison Rose Carter, Havilah Brewster, Adam
Paulsen, Sammy Scher e Rachel Yoder sono invece i produttori
esecutivi.
Un efficace sistema di parental
control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla
“Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati
possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un
pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per
garantire massima tranquillità ai genitori.
La trama di
Nightbitch
La sinossi di Nightbitch riporta:
“Una madre ambiziosa mette da parte la sua carriera artistica
per stare a casa con il figlio appena nato, ma l’esperienza non
corrisponde alla sua immaginazione. Due anni dopo, entra in bagno
per una pausa dalle richieste del suo bambino, solo per scoprire
una fitta macchia di peli sulla nuca. Allo specchio, i suoi canini
sembrano improvvisamente più affilati di quanto ricordasse. Il
marito, che viaggia per lavoro cinque giorni alla settimana, ignora
le sue paure da stanze d’albergo lontane.
Mentre i sintomi della madre si
intensificano e la tentazione di cedere ai suoi nuovi impulsi
canini aumenta, la donna lotta per mantenere segreta la sua
identità di alter-canina. Cercando una cura in biblioteca, scopre
il misterioso tomo accademico che diventa la sua bibbia, A Field
Guide to Magical Women: A Mythical Ethnography, e incontra un
gruppo di mamme coinvolte in uno schema di marketing multilivello
che potrebbero essere più di quello che sembrano”.
“Per il futuro, l’avanguardia,
la rivoluzione: oggi nasce il fascismo”: la fondazione dei
Fasci di combattimento, nel 1919, da parte di Benito
Mussolini sancisce la nascita di un movimento, poi
partito, che avrebbe radunato intorno a sé in pochi anni milioni di
seguaci in giro per l’Italia uscita malconcia dalla Grande
Guerra.
Un’Italia che si consegnerà al suo
Duce arrendendosi a 20 anni di una dittatura sanguinosa, la pagina
più oscura della nostra Storia. Ma è da quegli inizi così incerti e
ancora fortemente avversati che parte il torrenziale racconto,
potente quanto contemporaneo di M – IL FIGLIO DEL
SECOLO (la
nostra recensione), la nuova serie Sky
Original diretta da Joe Wright su Sky e
in streaming su NOW, in esclusiva, da domani, 10 gennaio. A
interpretare il Duce uno fra i più apprezzati attori italiani,
Luca Marinelli.
photo credits Andrea Pirrello
Ecco tutti gli interpreti
principali di M – Il Figlio del Secolo e il
corrispettivo personaggio storico che interpretano:
Luca Marinelli è Benito Mussolini;
Francesco Russo è Cesare Rossi, sindacalista,
giornalista e politico italiano. Fascista della prima ora;
Barbara Chichiarelli è Margherita Sarfatti,
critica d’arte, nota per la sua importanza nel panorama culturale
internazionale del tempo;
Benedetta Cimatti è Rachele, la moglie di
Mussolini;
Federico Majorana è Amerigo Dumini, capo della
squadra fascista che sequestrò e uccise il deputato socialista
Giacomo Matteotti nel 1924;
Gaetano Bruno è Giacomo Matteotti, politico,
giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito
Socialista Unitario, Fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da
una squadra fascista;
Fulvio Falzarano è Giovanni Giolitti, politico
italiano, cinque volte presidente del Consiglio dei ministri, il
secondo più longevo nella storia italiana dopo Benito
Mussolini;
Massimo De Lorenzo è Alfredo Rocco, giurista e
politico italiano, al cui nome è legato il Codice penale da lui
varato e tuttora in vigore;
Lorenzo Zurzolo è Italo Balbo, politico,
generale e aviatore italiano;
Federico Mainardi è Albino Volpi, militare e
criminale italiano, fu dirigente fascista e squadrista;
Vincenzo Nemolato è Vittorio Emanuele III, re
d’Italia;
Gianmarco Vettori è Dino Grandi, politico e
diplomatico italiano, passato alla storia per la presentazione
dell’omonimo ordine del giorno al Gran consiglio del fascismo del
25 luglio 1943 che portò alla destituzione di Benito
Mussolini;
Gabriele Falsetta è Roberto Farinacci, politico,
giornalista e generale italiano. È stato segretario del Partito
Nazionale Fascista;
Maurizio Lombardi è Emilio De Bono, membro del
Partito Nazionale Fascista fu uno dei quadrumviri della marcia su
Roma;
Daniele Trombetti è Cesare Forni, politico
italiano;
Gianluca Gobbi è Cesare Maria de Vecchi,
quadrumviro della marcia su Roma e Ministro dell’educazione
nazionale;
Cosima Centurioni è Bianca Ceccato, minorenne,
sua assistente personale al Popolo d’Italia;
Alberto Astorri è Luigi Facta, noto per aver
svolto per ultimo l’incarico di Presidente del Consiglio dei
ministri prima del governo Mussolini;
Amedeo Gulla è Augusto Malacria, autista
dell’auto con la quale fu rapito Matteotti;
Paolo Pierobon è Gabriele D’Annunzio.
M – Il Figlio del Secolo Foto Sky
Dall’omonimo
romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio
Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) sulla
nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere di Mussolini,
la serie è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The
Apartment, società del gruppo Fremantle, in co-produzione con
Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in
collaborazione con Fremantle e CINECITTÀ S.p.A. La distribuzione
internazionale è di Fremantle.
Scritta da
Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New
Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide
Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), con
soggetto di serie e soggetti di puntata firmati da Stefano Bises,
Davide Serino e Antonio Scurati, la serie racconterà gli
accadimenti che portarono Mussolini a impossessarsi dell’Italia e a
fondare la dittatura in modo storicamente accurato, ampiamente
documentato e testimoniato da più fonti.
Disponibili dal 10 gennaio su Sky e
NOW i primi due episodi di M – Il Figlio del Secolo. Ecco la
trama:
Il 23 Marzo 1919 Mussolini fonda i
Fasci di Combattimento, il movimento che incarna il suo credo
politico rivoluzionario. Ma la conquista del consenso è lontana: i
primi Fasci sono solo poche centinaia di reduci di guerra, storpi e
disperati; e qualcuno gli ruba la scena: il poeta ed eroe di guerra
D’Annunzio prende militarmente Fiume. Così Mussolini si butta sulle
elezioni: vincono i vecchi compagni socialisti, ora nemici, lui non
prende voti e viene arrestato.
Rimesso in libertà
da sconfitto, Mussolini medita di lasciare la politica. Ma
un’occasione inattesa gli fa cambiare idea: gli scioperi indetti
dai socialisti, che paralizzano il Paese, inducono latifondisti e
industriali a cercare l’aiuto dei fasci per riportare ordine con la
forza. Il fascismo, nato per sollevare gli ultimi, rinnega operai e
contadini e abbraccia la causa dei padroni e dei borghesi. E grazie
ai nuovi alleati entra in parlamento.
Come ormai confermato, la Sony
sembra aver abbandonato ogni piano nei confronti del Sony’s
Spider-Man Universe. Sebbene il successo finanziario della
trilogia di Venom
sia innegabile, ogni capitolo ha guadagnato meno del suo
predecessore e tutti hanno ricevuto una risposta ampiamente
negativa da parte dei fan e della critica. Morbius, Madame
Web e Kraven
il Cacciatore sono poi tra i più grandi flop
cinematografici di supereroi di sempre.
Proprio dopo il fallimento di
quest’ultimo, abbiamo dunque saputo che la Sony ha deciso di
rinunciare ai suoi film Marvel con protagonisti i villain
dell’Uomo Ragno per concentrarsi su Spider-Man
4 (prodotto in collaborazione con i Marvel Studios), Spider-Man: Beyond the Spider-Verse e Spider-Noir,
la serie Amazon con Nicolas Cage. Tuttavia, sapendo che c’è ancora
da guadagnare da questo bacino di personaggi, lo studio potrebbe
avere intenzione di adottare un nuovo approccio a questi spin-off.
Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, si vocifera infatti
che i progetti futuri della Sony ruoteranno esclusivamente intorno
alle varianti di Spider-Man.
Quindi, si potrebbe spaziare da
Spider-Punk a Kaine,
Spider-Ham, Spider-Man 2099,
Spider-Gwen, Spider-Woman e
innumerevoli altri ancora. Questa potrebbe essere considerata una
buona notizia, perché è probabilmente ciò che Sony avrebbe dovuto
fare fin dall’inizio, visto anche la buona accoglienza ricevuta da
molti di questi personaggi in seguito alla loro introduzione in
Spider-Man: Un nuovo universo e Spider-Man: Across the Spider-Verse. Non resta
che attendere di scoprire se questa indiscrezione si rivelerà
vera.
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter
Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya dovrebbe
riprendere il suo ruolo di MJ. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black
Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei
confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe
essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler –
anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i
prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a
dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel
Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. Il film
uscirà al cinema il 26 luglio 2026.
Abbiamo molto di cui discutere dopo
aver visto il finale di Creature
Commandos (potete
trovare il nostro riassunto qui), ma una battuta apparentemente
casuale include un’importante rivelazione sul
Batman del DCU, potenzialmente chiudendo la porta alla
possibilità che Robert Pattinson diventi il Batman ufficiale
di questo franchise oltre che dei film diretti da Matt
Reeves. Nel penultimo episodio della serie animata,
infatti apprendiamo che il Dottor Phosphorus è
stato creato dopo un incontro con il mafioso di Gotham City,
Rupert Thorn.
Deciso a vendicarsi, Phosphorus si
scatena uccidendo Thorn e gli uomini che avevano ucciso sua moglie
e suo figlio. In questo modo prende il controllo dell’impero
criminale del cattivo prima di essere catturato da Batman (un
confronto che, purtroppo, non è stato riprodotto sullo schermo). Il
periodo di comando di Phosphorus non può essere durato a lungo:
forse settimane, mesi o un anno o due al massimo. Tuttavia, dopo
quella serie di omicidi è ovviamente entrata rapidamente nel radar
di Batman.
Quindi, quando nel finale Phosphorus
dice che sono passati quindici anni dalla sua trasformazione,
possiamo tranquillamente supporre che sia passato più di un
decennio da quando Batman ha catturato il cattivo e lo ha messo a
Belle Reve. The
Batman, invece, si svolge nell’“Anno Due” della
carriera di vigilante del Crociato incappucciato, quindi l’unico
modo in cui Pattinson può entrare nel DCU è se è invecchiato in modo significativo.
D’altra parte, i film di Matt Reeves potrebbero
esplorare gli anni formativi di Batman prima che Gunn faccia
interpretare all’attore una versione più vecchia dell’eroe nel
DCU.
Anche se sarebbe abbastanza facile
per i DC Studios ritrattare una battuta di circostanza in una serie
televisiva animata, ha senso che il Batman del DCU abbia 40 o 50 anni, soprattutto se avrà un
figlio. Tuttavia, anche se sembra molto più giovane, Pattinson ha
38 anni ed è abbastanza grande per essere il padre di Damian Wayne,
10 anni. Quindi, per ora, la porta rimane socchiusa. “Come
tutti sanno, il Batman di The Brave and the Bold apparterrà al
nuovo universo DC”, ha però dichiarato il regista di
The Brave and the Bold, Andy
Muschietti, in una recente intervista. “È abbastanza
ovvio che il Batman di Matt Reeves non fa parte di questo nuovo
universo”.
La serie animata Creature
Commandos, composta da 7 episodi, è stata trasmessa in
streaming su Max e ha come protagonisti David Harbour nel ruolo di Eric
Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma
nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol.
3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe
Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus,
Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag
Senior.
Steve Agee riprende
il suo ruolo in Peacemaker, John Economos. È prevista anche
la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.
Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa
di Indira Varma come il personaggio principale
della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun
episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun
attore. Al momento non è noto quando la serie sarà trasmessa anche
in Italia.
In rete circola la voce che i
Marvel Studios abbiano incontrato
Cynthia Erivo per interpretare
Tempesta nell’atteso reboot degli
X-Men e, che sia vero o meno, la star di Wicked
sembra certamente interessata a vestire i panni del potente eroe
mutante. Alla Erivo è infatti stato chiesto se c’è un “ruolo da
sogno” che vorrebbe interpretare mentre veniva intervistata dal
National Board of Review.
“Vorrei davvero interpretare
Tempesta”, ha risposto. “So che sembra una cosa frivola,
ma credo che non abbiamo ancora scoperto quanto sia grande e tutti
i suoi turbamenti interiori, quindi penso che ci sia un mondo in
cui potremmo fare qualcosa del genere”. Mentre avere la Erivo
sarebbe un grande successo per i Marvel Studios dopo il suo ruolo da
star in Wicked,
ad oggi sembra che lo studio sta cercando attori di età compresa
tra i 20 e i 25 anni per dar vita agli X-Men del MCU, il che sarebbe coerente con la
notizia che vede Sadie Sink
in lizza per il ruolo di Jean Grey.
Sebbene la Marvel sembri (finalmente) fare
progressi sull’inafferrabile film sugli X-Men, gli
aggiornamenti ufficiali sono stati pochi e distanti tra loro. Tutto
ciò che sappiamo con certezza è che Michael
Lesslie sta lavorando alla sceneggiatura e che si sta
cercando un regista. Se alcuni degli X-Men faranno il loro debutto
nei prossimi film degli Avengers (come si vocifera), c’è la
possibilità di avere presto notizie ufficiali sul casting. Ad oggi,
però, sembra che il film interamente a loro dedicato verrà
realizzato dopo Avengers:
Secret Wars, dando vita ad una nuova saga del MCU.
Cynthia Erivo è
Elphaba in Wicked
Cynthia Erivo
interpreta Elphaba, che alla fine diventerà la “Strega Cattiva
dell’Ovest“, mentre la megastar del pop Ariana
Grande interpreterà Glinda, alias “Strega Buona
dell’Est“. Entrambe le attrici sono state elogiate per le loro
performance. Il film vanta anche la presenza di Michelle Yeoh, vincitrice di un premio
Oscar®, nel ruolo della regale preside dell’Università di Shiz,
Madame Morrible; Jonathan Bailey (Bridgerton, Compagni di Viaggio) nel ruolo di
Fiyero, un principe arrogante e spensierato.
Vi sono poi Ethan
Slater, candidato al Tony (Spongebob Squarepants di
Broadway, Fosse/Verdon) nel ruolo di Boq, un generoso studente
Munchkin; Marissa Bode al suo debutto
cinematografico nel ruolo di Nessarose, la sorella prediletta di
Elphaba; e l’icona della cultura pop Jeff Goldblum nel ruolo del leggendario
Mago di Oz. Il cast include Pfannee e ShenShen, due astuti
compatrioti di Glinda interpretati dal candidato all’Emmy
Bowen Yang (Saturday Night Live) e da
Bronwyn James (Harlots), e un nuovo
personaggio creato per il film, la Signorina Coddle, interpretata
dalla candidata al Tony Keala Settle (The
Greatest Showman).
I due film dedicati a
Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati
ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e
Wolverine ha portato nel MCU i due eroi del
titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso
l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non sappiamo quando
arriveranno ufficialmente con il film tutto loro che è stato
annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la recente serie
animata X-Men ’97 il
loro debutto potrebbe ormai sempre imminente.
Le teorie principali sugli X-Men
nel MCU
La teoria prevalente tra i fan è che
gli Avengers combatteranno gli X-Men quando le
loro rispettive realtà
si scontreranno in un’Incursione. Sembra proprio che il
palcoscenico sia stato predisposto per uno scontro dopo l’arrivo di
Maria Rambeau nella realtà della squadra (un mondo
che si pensa sia Terra-10005). Vedremo cosa succederà. Tuttavia, è
giusto dire che tutti rimarranno scioccati se la squadra mutante
non farà la sua apparizione – costumi dei fumetti e tutto il resto
– nei prossimi film di Avengers.
Sono ormai diversi anni che si parla
di un film su World War Hulk, anche se con
Thor:
Ragnarok che prende in prestito pesantemente da Planet
Hulk – e Bruce Banner che in seguito tornerà sulla Terra come
“Hulk intelligente” – è ovvio che non si tratta di un adattamento
diretto. Questo potrebbe spiegare perché da allora si è ipotizzato
che si trasformi in World War Hulks (sì, Hulks).
She-Hulk:
Attorney at Law ha gettato le basi per questo, così come
anche Captain America: Brave New World, ma il film non è
ancora stato annunciato ufficialmente.
Tuttavia, oggi abbiamo un
aggiornamento positivo da parte dello scooper @MyTimeToShineH che
afferma: “Posso confermare che un film su World War Hulks è in
fase di sviluppo”. Sebbene come al solito questo tipo di
indiscrezioni siano da prendere con le pinze, la cosa sembra
promettente e suggerisce che il film farà parte della “Saga
dei Mutanti”. Si è parlato anche di un film su
Hulk vs. Wolverine, quindi forse il nuovo Logan
del MCU sarà incaricato dal
Dipartimento H di sconfiggere il Golia Verde?
Cosa potrebbe accadere in World War Hulk?
In ogni caso, World War
Hulks potrebbe essere un film epico e, se le parole dello
scooper si riveleranno corrette, un suo annuncio ufficiale potrebbe
essere fatto già al San Diego Comic-Con o al D23 di quest’anno.
“I Marvel Studios stanno preparando un progetto
sulla Guerra Mondiale di Hulk, anche se non nel modo in cui la
gente si aspetterebbe”, ha affermato la scorsa estate The
Cosmic Circus, parlando del progetto come una cosa certa e
aggiungendo anche dettaglis su quella che potrebbe essere la trama
del film.
“L’idea è che Bruce Banner, che
già in She-Hulk: Attorney At Law aveva parlato dei pericoli del
sangue di Hulk, veda finalmente realizzarsi il suo peggior incubo:
il governo degli Stati Uniti e i governi di tutto il mondo che
creano i propri Hulk”. “Questo potrebbe essere il punto di
rottura per Banner e potrebbe potenzialmente vedere il ritorno
dell’Hulk Selvaggio che la gente ha desiderato vedere per tanto
tempo, mentre si scontra con il Presidente Ross nei panni di Hulk
Rosso, cosa che mi è stato detto accadrà prima che poi”.
Alla luce di tali indiscrezioni si
può ripensare a come fino ad oggi siano state gettate le basi per
tutto questo e il fatto che il tutto culmini con Hulk al centro
della scena ha tutte le carte in regola per essere un grande film.
Tuttavia, si tratta anche di un significativo allontanamento dai
fumetti, che vedevano il gigante dichiarare guerra agli Illuminati
e all’intero pianeta. Ad oggi, World War Hulk è un
progetto non ancora confermato, ma i continui rumor a riguardo
suggeriscono che potrebbe prima o poi essere annunciato, per la
gioia dei fan.
Il regista di Scream
7Kevin Williamson, che ha
scritto il classico slasher originale di Wes
Craven, ha annunciato che le riprese per l’ultimo capitolo
dell’iconica serie horror sono ufficialmente in corso.
Il regista ha condiviso una foto del
dietro le quinte dal set, offrendo un’occhiata al nuovo logo del
titolo. Come previsto, questo prossimo film abbandonerà la sequenza
dei numeri romani dei due film precedenti.
“Non dovrei pubblicare post su
Scream e spero che @spyglassmediagr e @paramountpics mi
perdoneranno, ma quando hai uno dei giorni migliori della tua vita
è davvero difficile tenerlo per te”, ha scritto Williamson
nella didascalia del suo post. “Che giornata straordinaria ho
trascorso lavorando con un cast e una troupe straordinari e
talentuosi. Hanno dato il massimo e mi hanno sostenuto in ogni fase
del percorso. Sono molto grata per questa opportunità e per Wes
Craven che è stato nei miei pensieri per tutto il tempo. Il
profondo impatto che ha avuto sulla mia vita e sulla mia carriera è
infinito. Che giornata! Non vedo l’ora che arrivi domani!”
Neve Campbell e Courteney Cox sono
pronte a riprendere i rispettivi ruoli di Sidney Prescott e Gale
Weathers, insieme al ritorno di Mason Gooding nei
panni di Chad Meeks-Martin. I nuovi membri del cast includono
Isabel May, Celeste O’Connor,
Asa Germann, Mckenna Grace e
Sam Rechner. Non si sa se l’ultimo membro dei
“Core Four”, Jasmin Savoy Brown, tornerà nei panni della sorella
del personaggio di Gooding, Mindy.
A causa del licenziamento di
Melissa Barrera (Sam Carpenter) per i
post sui social media che lo studio ha ritenuto “antisemiti”, molti
fan si sono rivoltati contro Campbell e hanno pensato che avrebbe
dovuto mostrare solidarietà alla sua ex co-protagonista e rifiutare
l’offerta dello studio di tornare dopo aver saltato il film
precedente a causa di una disputa salariale.
A Barrera è stata chiesta della
situazione in una recente intervista: “Non ne abbiamo parlato
molto. Penso che ognuno faccia le proprie scelte e ciò che ritiene
sia meglio per sé. Rispetto pienamente ciò che le persone pensano
di dover fare per continuare in questa vita”.
Lo chiamano il selvaggio West per
una buona ragione. La nuova serie limitata di Netflix è
American Primeval, uno sguardo sanguinoso e
violento sui tentativi dei mormoni di insediarsi e costruire una
casa nello Utah. Insieme ai mormoni ci sono quelli della tribù
Shoshone e una donna (Betty Gilpin) e suo figlio che cercano di
andare a ovest con una guida (Taylor
Kitsch). In mezzo a tutto questo c’è nientemeno che il
montanaro Jim Bridger.
Interpretato dal leggendario
caratterista Shea Whigham, Bridger è il tessuto
connettivo tra molti dei personaggi secondari di
Primeval. In quanto tale, è come un buon playmaker,
che prepara i personaggi della serie diretta da Peter Berg e
scritta da Mark L. Smith a incontrarsi e interagire tra loro. È una
versione leggermente meno minacciosa di Al Swearengen di
Deadwood, ma altrettanto divertente e
affascinante.
Tuttavia, Jim Bridger ha un’eredità
importante nel West americano. Se questa settimana vi accingete a
seguire American Primeval e volete saperne di più
su uno degli uomini di montagna originali d’America, vi aiutiamo
con questa pratica guida.
Qual è la storia di Jim Bridger
prima di American Primeval?
Ole’ Jimmy nacque a Richmond, in Virginia, nel marzo del
1804 prima di trasferirsi a St. Louis. Rimasto orfano a
13 anni, fece un apprendistato da fabbro, ma rinunciò a questo per
unirsi alla spedizione di William Henry Ashley per la cattura delle
pellicce lungo il fiume Missouri, che portò avanti per circa 20
anni.
Bridger ha avuto un ruolo importante nell’incidente di Hugh
Glass, come viene rappresentato in The
Revenant – che, guarda caso, è stato scritto
anche dallo sceneggiatore di
Primeval Mark L. Smith. Si narra che facesse parte
dell’equipaggio di Ashley quando il famoso orso attaccò Glass.
Bridger, che nella storia viene identificato come Bridges
(interpretato in The Revenant da
Will Poulter), rimase nei paraggi con John Fitzgerald,
aspettando che Glass morisse prima di prendere il fucile, il
coltello e l’attrezzatura e fuggire dalla scena. Dopo che Glass era
sopravvissuto, si mise alla ricerca di Fitzgerald e Bridger,
trovando quest’ultimo in un accampamento alla foce del fiume
Bighorn. Si dice che, data la giovane età di Briger, Glass lo
perdonò.
Da lì, Bridger fu uno dei primi non
indigeni a esplorare Yellowstone, spingendosi poi nella
zona del Grande Lago Salato prima di stabilirsi e sviluppare l’area
nota come Fort Bridger intorno al 1843. Bridger interagì anche con
il Donner Party, che passò per il forte prima di dirigersi
attraverso la famigerata Hastings Cutoff e rimanere intrappolato
nell’inverno della Sierra Nevada.
Gli eventi di American
Primeval corrispondono piuttosto bene alla vita reale. Nel
corso della serie, Bridger è effettivamente al comando del forte.
Nel 1853, i
Mormoni si presentarono con un mandato di arresto. Si
dice che sia sfuggito alla cattura, tornando in Oriente. Si dice
che i mormoni abbiano acquistato il forte per 8.000 dollari in
monete d’oro, vendendolo al compagno di montagna e commerciante
Luis Vázquez. Un atto notarile del libro dei registri di Salt Lake
City conferma che il forte fu effettivamente venduto alla Chiesa
LDS.
Jim Bridger dopo American
Primeval
Dopo aver lasciato Fort Bridger, il
montanaro servì come guida durante la guerra dello Utah
prima di diventare la guida principale della spedizione Raynold,
che esplorò e mappò tra il Territorio del Dakota e il fiume
Yellowstone. Il maltempo impedì alla spedizione
di raggiungere Yellowstone, ma esplorò l’area intorno a Jackson
Hole.
Inoltre, Bridger esplorò e coltivò
un’area che in seguito sarebbe stata conosciuta come Bridger Pass. Il percorso
alternativo contribuì ad accorciare l’Oregon Trail. Il passo
sarebbe poi diventato il percorso prescelto per una serie di
itinerari diversi, tra cui il Pony Express, la Union Pacific
Railground Overland Route e, infine, l’Interstate 80.
Da lì, Bridger servì come scout
per il colonnello Henry B. Carrington durante alcune
battaglie, prima di essere congedato nel 1868. A metà del 1870
divenne cieco e tornò nel Missouri. Qui la figlia Virginia si prese
cura di lui fino alla sua morte, avvenuta il 17 luglio 1881,
all’età di 77 anni.
American Primeval è una storia
vera? La ricerca dietro lo show di frontiera
Matt Kennedy/Netflix
Cultura, religione e comunità si
scontrano nella serie limitata American Primeval,
una drammatizzazione straziante dello scontro mortale tra nativi,
pionieri, soldati mormoni e governo degli Stati Uniti nel 1857.
Diretta dal regista e produttore
esecutivo Pete Berg, dallo scrittore e produttore esecutivo Mark L.
Smith e dal produttore esecutivo Eric Newman, la serie – ora in
streaming su Netflix – è interpretata da Taylor Kitsch,
Betty Gilpin, Kim Coates, Shea Whigham, Saura Lightfoot-Leon e
Shawnee Pourier.
Peter Berg ha
trovato l’ispirazione per American Primeval nel 2020 dopo
essersi imbattuto in una storia sulla guerra dello Utah. “Ho
letto un articolo su una cosa chiamata Massacro di Mountain
Meadows”, ha raccontato Berg a Netflix. “[Era] qualcosa
che mi interessava e ho iniziato a fare molte ricerche in
merito”.
Il produttore esecutivo ha
contattato lo sceneggiatore di The Revenant, Smith, per dare
corpo alla sua idea di uno show autentico e grintoso ambientato
nella frontiera americana. A sua insaputa, le basi dello show erano
già state gettate. Mentre lavorava al film del 2015 con Leonardo
DiCaprio, Smith ha letto tutto sul pioniere Jim Bridger (che appare
come un ragazzino in The Revenant) e ha scritto un pilot
sulla figura storica nel 2016.
“Ho imparato molto sul suo
personaggio”, ha detto Smith a Netflix. “Sapevo di volerlo
esplorare di più e questo me ne ha dato l’opportunità”.
Smith ha ambientato la storia di
American Primeval a Fort Bridger con il famoso montanaro 50
anni dopo gli eventi di The Revenant e il resto è, beh,
storia. Ma quanto è vero American Primeval? Scopriamo di
seguito i fatti reali della serie.
Quali personaggi di American
Primeval sono basati su persone reali?
Jim Bridger (Shea
Whigham)
Il pioniere realmente esistito si è
trovato in mezzo a fazioni in guerra, tra cui i nativi, i mormoni e
il governo degli Stati Uniti, dopo aver costruito Fort Bridger in
una piccola città ai margini della civiltà.
Brigham Young (Kim
Coates)
Young era l’allora leader della
Chiesa mormone con un proprio esercito, la Legione di Nauvoo. “Per
questo tipo di storia, era molto importante rimanere autentici”, ha
dichiarato il produttore esecutivo Smith. “Anche per tutti i
sermoni e i discorsi di Brigham Young, molti dei suoi dialoghi li
ho presi direttamente dal testo – sermoni reali che aveva tenuto –
e ho usato le sue esatte parole”.
Wild Bill Hickman (Alex
Breaux)
Hickman era un noto uomo di legge e
un membro della Legione di Nauvoo.
Uccello d’inverno (Irene
Bedard)
Sebbene il capo tribù Shoshone sia
un personaggio di fantasia nello show, è basato su un capo reale
che “si dice fosse lesbica [e avesse] più mogli”, dice Berg.
James Wolsey (Joe
Tippett)
Wolsey è ispirato a un uomo che “fu
realmente giustiziato per il suo ruolo nel Massacro di Meadows”,
rivela Newman. “C’è sempre un’aria di ispirazione [e] di
autenticità in ogni personaggio. Non c’è nessuno nello spettacolo
che sembri una costruzione che non avrebbe fatto parte della storia
reale”.
Perché c’è un conflitto tra i
mormoni, i militari e le tribù native in American
Primeval?
Berg ha notato che in American
Primeval non ci sono eroi o cattivi, ma solo persone che
cercano di sopravvivere.
“Brigham Young e i mormoni sentono
che l’esercito sta per attaccarli in qualsiasi momento, quindi
hanno creato un proprio esercito chiamato Legione di Nauvoo”, ha
spiegato. “L’esercito americano si preoccupa di far uscire i
mormoni dal territorio dello Utah, quindi sono preoccupati di
morire combattendo contro i mormoni. Le tribù Shoshone e Paiute
sono state estromesse dalle loro terre da entrambe le parti, quindi
si sentono pronte a morire. I minatori e i trapper di Fort Bridger
vedono le loro vite estinguersi a causa di compagnie di trapper più
grandi che arrivano e li spremono. Tutti sono in ansia fin
dall’inizio e tutti lottano davvero per rimanere in vita”.
Il Massacro di Mountain Meadows
è basato su un evento vero?
Nel primo episodio della serie,
Sara (Betty Gilpin) e suo figlio Devin (Preston Mota) corrono alla
ricerca di un riparo mentre le frecce sfrecciano nell’aria e i
corpi cadono intorno a loro. La scena, che raffigura dei soldati
mormoni vestiti da nativi che attaccano un gruppo di pionieri
diretti a ovest, è ispirata a eventi reali.
“L’abbiamo scelta perché c’era
un’intersezione tra alcune diverse nazioni native, il governo degli
Stati Uniti, i mormoni e i cittadini americani che sentivano di
avere il diritto di muoversi in questa zona”, ha spiegato Newman.
“Il massacro di Mountain Meadows è avvenuto… ed è diventato, per i
nostri scopi narrativi, un incidente che ha scatenato il conflitto
per il nostro cast di personaggi”.
Smith ha aggiunto che il loro
obiettivo era quello di rappresentare una narrazione equilibrata
della storia. “È stato guidato dalla Legione di Nauvoo, ma dobbiamo
capire che l’hanno percepito come una minaccia”, ha detto. “Stavano
entrando per difendere il loro mondo. È solo un altro passo – un
passo molto violento – nelle lunghezze a cui si sono spinti”.
La sequenza del Massacro di
Mountain Meadows è stata un’impresa enorme, che ha richiesto circa
quattro mesi di pianificazione e la presenza di circa 280 attori
che hanno colpito tutti insieme.
“È molto violento, molto caotico”,
ha osservato Berg. “Abbiamo progettato un’unica grande ripresa che
dura circa sei o sette minuti. L’attacco si svolge in tempo reale e
noi restiamo con Sara e Devin che cercano di sopravvivere. Questa
era la strategia: Presentiamo visivamente questo evento attraverso
gli occhi di questa donna. C’è stato un grande lavoro di blocco, di
coreografia dell’azione, e poi di capire come e dove si muove la
macchina da presa in una serie di cinque o sei inquadrature che
dovevano essere montate insieme”.
Sì. Negli anni Cinquanta
dell’Ottocento, il vero Fort Bridger era un punto di scambio per
chi migrava verso Ovest.
“Era usato da tutti i pionieri [e]
dai Mormoni. Era un punto di sosta”, ha detto Smith. “Quando il
presidente Buchanan decise di voler controllare Brigham Young e ciò
che stava crescendo nello Utah, vi dislocò l’esercito. Fort Bridger
era il punto di raccolta per tutti”.
È stato necessario uno sforzo di
collaborazione per costruire il set di Fort Bridger nel Nuovo
Messico, dove è stato girato American Primeval. “Ci sono
centinaia di alberi massicci di 80 piedi che sono stati usati per
costruire le mura intorno a Fort Bridger”, ha raccontato Berg.
“Negli anni ’50 dell’Ottocento non c’erano attrezzi elettrici,
quindi dovevano essere tagliati a mano con le asce, e i costruttori
erano lì fuori ogni giorno a costruire il set con attrezzi
manuali”.
Il set è stato costruito in scala
maggiore rispetto al vero Fort Bridger, ha detto Smith, perché
“volevamo che ci fosse molta vita lì. È diventato come un piccolo
villaggio. C’erano negozi, un dentista e un medico, bagni e cose
che si rifacevano a quel periodo. Fort Bridger ha assunto una vita
propria”.
Perché Jim Bridger ha venduto
Fort Bridger?
Nell’episodio 6, Jim Bridger vende
il suo forte a Brigham Young e scompare nella natura selvaggia
mentre il forte brucia. Anche questo episodio si basa su eventi
reali.
“Fort Bridger era percepito come
un’incredibile risorsa dall’esercito americano e dalla chiesa
mormone in termini di capacità di difesa reciproca”, racconta Berg
a Tudum. “Bridger lo sapeva e ha resistito il più a lungo
possibile. [Accettò il miglior affare possibile e partì per un
ultimo capitolo della sua vita”.
Smith spiegò che Brigham Young
acquistò il forte per “prenderne il controllo personalmente. Non
per profitto, necessariamente, ma per sbarazzarsene in modo che
[l’esercito americano] non fosse in grado di usarlo”. A quel punto,
per Brigham Young, era una difesa dal mondo esterno”.
Allora, i registi hanno
effettivamente bruciato il set di Fort Bridger? “Ne abbiamo
bruciato circa la metà”, racconta Berg. “Era basato su un evento
vero”.
Quali ricerche sono state
condotte per la realizzazione di American Primeval?
Per dare un’impronta di autenticità
alla serie, i creativi di American Primevalsi sono rivolti a
esperti in tutti gli aspetti della produzione. “Avevamo consulenti
militari, consulenti mormoni, consulenti trapper, ed erano tutti
sul set”, ha spiegato Berg. “Sono andato con Dudley Gardner, il
curatore del museo Bridger, a Fort Bridger nel Wyoming per cinque
giorni per approfondire la conoscenza della vita in quel forte”. Il
PE ha poi visitato il luogo del massacro con Richard E. Turley Jr.
coautore di Vengeance Is Mine:The Mountain Meadows
Massacre and Its Aftermath, per saperne di più.
Berg si è anche rivolto a
consulenti della Tribù Shoshone e della Tribù Paiute, gestiti dalla
consulente culturale indigena e consulente del progetto Julie O’Keefe.
“Il mio compito nello show era
quello di gestire team organizzati di esperti culturali delle tribù
coinvolte”, ha dichiarato O’Keefe a Netflix. “Gli artigiani, i
parlanti di lingue tradizionali di ogni tribù e gli esperti
culturali sono stati ingaggiati per creare e consigliare ogni
reparto. Ho anche fatto ricerche e usato la mia rete per creare
accampamenti autentici per gli Shoshone, i Paiute meridionali e gli
Ute con [la scenografa] Renée Read per le scenografie, e ho
lavorato con [la costumista] Virginia Johnson per aiutare a
produrre abiti tradizionali specifici per l’epoca per i personaggi
principali e quelli di sfondo”.
Inoltre, ha “reperito materiali
come pelle di bufalo, pelle di alce, pelle di daino, perline, tela
larga e coperte, seguendo le foto e le ricerche fatte da Virginia e
dagli altri team del dipartimento”.
Aggiunge Newman: “Tutto è stato
orientato all’autenticità. Ogni reparto ha fatto un’enorme quantità
di ricerche. Abbiamo dovuto realizzare tutti gli oggetti che vedete
sullo schermo. Tutti questi elementi dovevano essere costruiti. È
un lavoro che richiede molto tempo, ma è essenziale, perché se
qualcuno si presenta con un capo d’abbigliamento o un’arma che non
esisteva nel 1857, hai già perso”.
L’arco narrativo di Abish
(Lightfoot-Leon) è stato ispirato da testimonianze storiche di
donne rapite dai nativi nell’attuale Utah. “Volevamo esplorare
l’idea di questa giovane donna mormone che viene spinta in una vita
e in un matrimonio che non aveva richiesto e che, per destino,
finisce in un mondo molto diverso e non si assimila mai del tutto”,
spiega Berg.
Cosa dovrebbero trarre gli
spettatori da questa storia?
“Penso che il trionfo umano, il
rafforzamento del bene di cui le persone sono capaci, sia molto
importante per me come per Pete”, dice Newman. “L’altra parte di
ciò che conta per me è l’importanza di uno sguardo anti-nostalgico
e veritiero sulla nostra storia. Sono stato un grande fan di
APeople’s History of the United States di Howard
Zinn, perché è stata la prima volta che mi sono confrontato con
quella che ritenevo essere la verità. Che questi occhiali rosa con
cui vediamo il passato, dal primo Ringraziamento in poi, sono una
bugia. È una menzogna che serve a farci sentire bene su questo
percorso davvero aspro e brutale che abbiamo intrapreso”.
E aggiunge: “Penso che ci rendiamo
un cattivo servizio guardandolo in questo modo, perché ci impedisce
di vederlo [accadere] di nuovo”.
L’episodio 7 di
Creature Commandos conclude la prima stagione
della nuova serie animata del DCU, ponendo fine al conflitto in Pokolistan,
anticipando un nuovo capitolo della Task Force M e rivelando le
origini e la storia di Nina Mazursky, alias la Sirena. La resa dei
conti è arrivata per la principessa Ilana Rostovic e la verità
viene finalmente svelata in quest’ultimo episodio. Tuttavia, il
finale di stagione non è privo di colpi di scena.
Come già visto nel precedente
episodio 6 di Creature Commandos, la Task Force M è
riuscita a ricomporsi nella sua missione di uccidere la Principessa
Rostovic, dopo che Amanda Waller le ha mostrato la visione di Circe
di un futuro in cui il monarca del Pokolistan scatena la Terza
Guerra Mondiale e una massiccia presa di potere globale. Tuttavia,
Rick Flag ed Eric Frankenstein hanno recentemente scoperto delle
prove che suggeriscono che la visione potrebbe essere stata falsa.
Tenendo questo in mente, ecco il nostro riassunto e la
ripartizione del finale dell’ episodio 7
diCreature Commandosmentre la verità viene finalmente rivelata.
Creature Commandos – Episodio 5
– Spoiler e anticipazioni principali sulla storia
L’episodio 7 diCreature Commandos rivela le origini di
Nina Mazursky, confermando che è nata con i polmoni fuori dal corpo
e pieni di liquido, anche se il padre scienziato Edward ha
costruito un dispositivo temporaneo per tenerla in vita.
Eric Frankenstein viene mostrato mentre prende un taxi per il
Castello Rostovic per riunirsi con la Sposa, mentre Nina si chiede
se la Task Force M stia facendo la cosa sbagliata cercando di
uccidere la Principessa Ilana.
La Task Force M scopre un filmato di sicurezza che ritrae
Clayface con la principessa giorni prima.
Eric arriva e viene colpito più volte dalla Sposa (e
successivamente sputato).
Lily, la madre di Nina, se ne va a causa della scarsa qualità
della vita di Nina. In seguito, Edward trasforma il DNA di Nina,
trasformandola nella “Sirena” con pinne e branchie, in modo che
abbia bisogno dell’acqua per respirare.
La Task Force M trova un punto d’ingresso nel cortile del
castello, mentre Ilana si rifiuta di rannicchiarsi e va a fare la
sua nuotata mattutina.
Weasel non vuole uccidere Princess, perché è stata gentile con
lui e gli ricorda la ragazza che ha cercato di salvare.
Nina frequenta la scuola ma viene ostracizzata e vittima di
bullismo, tanto che scappa di casa per vivere nelle fogne e nei
fiumi.
Flag si risveglia dal coma e dice ad Amanda Waller che si
sbagliava sulla Principessa. Questo motiva la Waller e John
Economous a indagare e a scoprire la verità su McPherson e
Clayface, portandoli a credere che Circe stesse mentendo.
La Task Force M convince Nina a uccidere la Principessa
sott’acqua durante la sua nuotata.
Nina viene documentata a Star City e inizia una caccia pubblica
alla cattura della Sirena. Quando viene catturata, Edward cerca di
farsi largo tra la folla per raggiungere Nina e viene ucciso dalla
polizia.
Weasel cerca di salvare la Principessa, avvertendola della
presenza di Nina sott’acqua. Dopo una lotta, la Principessa uccide
Nina prima che Waller chiami per annullare il colpo.
La Sposa si incontra con Illana in seguito, capendo che Circe
stava dicendo la verità, ma che Ilana aveva usato Clayface per far
sembrare la visione meno credibile, in quanto vuole davvero
iniziare la Terza Guerra Mondiale.
La Sposa uccide la Principessa per vendicare la morte di Nina
prima di lasciare il Pokolistan con il Dottor Fosforo e
Weasel.
John Economos mostra alla Sposa la sua nuova squadra: Dottor
Fosforo, She-Bat, quello che sembra essere Aten o Khalis, Weasel,
un G.I. Robot potenziato e King Shark.
La scena post-credits di Creature Commandos conferma
che Eric Frankenstein è ancora vivo.
Spiegazione del finale
dell’episodio 7 di Creature Commandos
Grazie al filmato di sicurezza che
mostra Clayface con Rostovic giorni prima e che la Task Force M ha
trovato durante l’irruzione iniziale, la Sposa sceglie di
seguire il suo istinto e la sua forte convinzione che la visione di
Circe fosse effettivamente vera e che Illana abbia davvero
intenzione di iniziare la prossima guerra mondiale. Avendo
ingaggiato Clayface per fingersi il professor Mcpherson e rendere
meno credibile la sua conferma della visione, Illana sperava di
allontanare ogni sospetto su di lei e sui suoi piani per la nazione
finché non fosse stato troppo tardi. Detto questo, non era questo
il motivo principale per cui la Sposa decise di premere il
grilletto e piantare una pallottola nella testa della
principessa.
Sebbene l’oscura visione del futuro
di Circe sia stata certamente d’aiuto, la Sposa conferma,
poco prima di uccidere Ilana, che sta uccidendo la principessa
soprattutto perché ha ucciso Nina.Mazursky era
l’unico amico della Sposa e l’unico mostro della Task
Force M che possedeva una qualche forma di gentilezza. Per questo
motivo, vedere la Sposa che esce dal castello e torna a Belle Reve
con le lacrime agli occhi è davvero straziante, rendendo la morte
di Nina ancora più tragica di quanto non fosse già.
La spiegazione del roster del
nuovo commando delle creature del DCU
A prescindere dalle sue motivazioni
personali, alla fine dell’episodio 7 di Creature Commandos
viene rivelato che la Waller ha deciso di ricompensare la Sposa
convertendo una delle ali di Belle Reve in uno spazio dedicato alla
Task Force M. Allo stesso modo, John Economos conferma che questo
include anche i nuovi membri della squadra della Sposa.
Mentre il Dottor Phosphorus e Weasel fanno ancora parte
della Task Force M dopo la missione in Pokolistan, sembra che la
Waller abbia aggiunto anche alcune nuove reclute.
Nella scena finale dell’episodio 7
di Creature Commandos a Belle Reve, il Dottor Phosphorus
viene mostrato mentre gioca a ping-pong con quella che sembra
essere Francine Langstrom alias She-Bat (moglie del cattivo di
Batman Man-Bat). She-Bat è stata brevemente mostrata in episodi
precedenti di Creature Commandos. Allo stesso modo, sullo
sfondo della nuova struttura della Task Force M viene mostrata una
mummia che lavora a maglia. Potrebbe trattarsi di Aten, una mummia
esperta di comunicazioni presente in alcuni dei primi roster dei
Creature Commandos sulla pagina, oppure di Khalis II, una mummia
medico presente nella versione New 52 della squadra.
La spiegazione del destino e il
futuro dei Creature Commandos
Risvegliatosi dal coma dopo lo
scontro con Clayface, Rick
Flag si è svegliato giusto il tempo di avvertire la Waller.
Per questo motivo, è fortemente implicito che Flag alla
fine si riprenderà dalle sue ferite. Tuttavia, il suo
lavoro con la Task Force M potrebbe terminare ora che la Sposa
sembra essere a capo della squadra. Allo stesso modo, il Rick Flag
di
Frank Grillo ha un futuro nei prossimi progetti del DCU, essendo stata confermata la sua apparizione
in live-action sia in Superman
del 2025 che nella seconda stagione di Peacemaker .
La spiegazione della scena
post-credits dell’episodio 7 di Creature Commandos
Anche se breve, c’è una scena
post-credits alla fine dell’episodio 7 di Creature
Commandos, che conferma che Eric Frankenstein è sopravvissuto
ai ripetuti spari (e agli sputi) della Sposa. Per questo
motivo, è logico che Eric sarà senza dubbio incluso nella seconda
stagione diCreature Commandosper cercare di riunirsi al suo “amore” ancora una
volta. Nel frattempo, la scena post-credits lo mostra con
il suo informatore gitano che gli dà da mangiare una zuppa “che fa
cadere i passeri”.
La notizia che Andy
Muschietti avrebbe diretto The
Brave and the Bold è arrivata poco prima che il suo
The Flash arrivasse nelle sale. Si trattava di
un segno di fiducia nel regista o di un modo per distrarre da
quello che si è rivelato un disastroso weekend di apertura?
Probabilmente non lo sapremo mai, anche se molti fan hanno
ripetutamente messo in discussione la decisione di James Gunn di affidare un altro progetto DC a
Muschietti e in particolare uno delicato come quello che avrà il
compito di introdurre il Batman ufficial del DCU.
Mentre si attendono novità su questo
progetto, continuano ad arrivare segnali che lasciano intendere che
potrebbe davvero volerci più del previsto prima di vedere il film
in sala. In una recente intervista
Muschietti ha infatti rivelato che “ho avuto delle
conversazioni con James
Gunn sul concetto di storia”, ha spiegato, “ma non
abbiamo più parlato da prima che iniziassero le riprese di
Superman”. Le riprese di Superman
sono iniziate lo scorso febbraio, quindi si tratta di un anno di
silenzio radio per un film che dovrebbe essere uno dei titoli di
punta dei DC Studios.
A destare ulteriori dubbi vi è anche
l’annunciato The Batman – Parte 2, ora
previsto per il 2027 e rispetto al quale The Brave and the Bold dovrà
trovare una propria collocazione. “Come tutti sanno, il Batman
di The Brave and the Bold apparterrà al nuovo universo DC. È
abbastanza ovvio che il Batman di Matt Reeves non fa parte di
questo nuovo universo”, ha dichiarato Muschietti in un’altra
parte dell’intervista. “Tuttavia, la DC e la Warner Bros.
stanno procedendo con la seconda parte della serie di Batman di
Reeves che, come ampiamente riportato, dovrebbe uscire intorno al
2027”.
“Far uscire due film di Batman
contemporaneamente sarebbe controproducente. Quello che la DC sta
facendo è creare una strategia per garantire che questi due film
non entrino in conflitto tra loro”, ha aggiunto. “Per
quanto riguarda il mio coinvolgimento nel progetto, per ora ci sono
buone intenzioni. Vogliono fare il film con me e anch’io voglio
farlo. Sono ansioso di lavorare al film. Stiamo parlando della
storia e del tono”. Queste ultime parole di Muschietti
sembrano rassicurare sulla volontà di realizzare il film, ma
lasciano anche intendere che “per ora ci sono buone
intenzioni”, ma che le cose potrebbero cambiare in futuro.
Tutto quello che sappiamo su
The Brave and the Bold
Parlando l’anno scorso dei piani dei
DC Studios per
The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è
l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di
Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo
l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato
cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo
figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato
sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di
Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi
giorni“.
Il co-CEO dei DC Studios, Peter
Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio
che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’
allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori
dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“. Alla
sceneggiatura, oltre a Muschietti, dovrebbe esserci anche
Rodo Sayagues, noto per aver firmato le
sceneggiature di
La casa,
Man in the Dark e Alien:
Romulus.
American
Primeval di Netflix è stato finalmente rilasciato, ed ecco tutti
i luoghi delle riprese che sono stati rivelati finora. La nuova
miniserie drammatica western di Netflix racconta
la storia di una donna e di suo figlio che tentano di attraversare
la frontiera, con gran parte dello show che si svolge nel
Territorio dello Utah nel 1857. A causa di questa ambientazione,
American Primeval utilizza molte ambientazioni selvagge e
forti, quindi ecco quali sono i luoghi del mondo reale presenti
nella serie.
American Primeval è una serie western cupa e grintosa
del regista Peter Berg e dello scrittore di The Revenant Mark L. Smith, che
presenta molti dei tipi di location che sono diventati associati al
genere. Treni di carri, eserciti mormoni, accampamenti di indigeni
e animali selvatici costituiscono il mondo di American
Primeval, con un design di produzione che rende perfettamente
l’ambientazione del Vecchio West. Tuttavia, gran parte
dell’atmosfera della serie è dovuta alla natura selvaggia in cui è
girata, che evidenzia i pericoli della frontiera.
Studi Netflix, Albuquerque,
Nuovo Messico
Uno dei luoghi principali in cui è
stato girato American Primeval è il Netflix Albuquerque
Studios. Lo studio cinematografico, che si trova nel quartiere Mesa
del Sol di Albuquerque, era originariamente chiamato ABQ Studios ed
era stato utilizzato per spettacoli come Breaking Bad.
Tuttavia, nel 2018 Netflix ha acquisito lo studio, che dispone di
dodici palchi sonori, uffici, un backlot e altro ancora. Oltre ad
American Primeval, altri progetti girati nello studio
includono The Avengers, The Lone Ranger, Independence Day:Resurgance, Logan, Stranger Things, Trigger
Warning e altri ancora.
Sebbene non sia ancora stato
rivelato quali scene specifiche di American Primeval siano
state girate presso i Netflix Albuquerque Studios, è logico
che gran parte della miniserie di Netflix sia stata girata nella
proprietà di Netflix. È probabile che le poche scene in
interni di American Primeval siano state girate sui
palcoscenici, mentre le altre scene in esterni hanno utilizzato lo
studio e le aree circostanti.
Bonanza Creek Ranch, Santa Fe,
Nuovo Messico, USA
Il Bonanza Creek Movie Ranch è un
luogo iconico che è stato utilizzato in tutti i tipi di film
western, eAmerican
Primevalè l’ultimo progetto che si aggiunge
alla lista. Sebbene l’area sia nata come città mineraria
nel 1880, è stata trasformata in un ranch cinematografico tra la
fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, con una
ricostruzione meticolosa di una città del vecchio West.
Film western classici come Silverado, Un milione
di modi per morire nel West, Django Unchained,
Rust e altri hanno utilizzato questa location.
Molti degli edifici e delle aree
cittadine che si vedono in American Primeval provengono
dal Bonanza Creek Movie Ranch, anche se non se ne conoscono i nomi
specifici. Tuttavia, è logico che American Primeval utilizzi questa
iconica location western per dare corpo al suo mondo.
Creature
Commandos ha gettato le basi del DCU e ha canonizzato alcuni dei personaggi
dei precedenti progetti di James
Gunn, e il finale lo fa ancora una volta. Mentre il film di
Gunn su Superman segnerà l’inizio del DCU in termini di uscita nelle sale, Creature
Commandos ha battuto l’Uomo d’Acciaio per la prima posizione in
classifica. Inoltre, poiché Gunn è intenzionato a trasformare
l’intero DCU, compresi animazione, spettacoli televisivi,
film e persino giochi, in un unico universo collegato, gli eventi
di uno di essi hanno un effetto a catena sugli altri.
In generale, questo ha senso per
l’universo appena riavviato, che crea una narrazione continua, con
confini chiaramente definiti come i progetti DC Elseworlds per
distinguere ciò che è canonico. Tuttavia, nonostante il nuovo
inizio dell’universo, il lavoro di Gunn per la DC crea una certa
confusione. Soprattutto perché Gunn ha dichiarato che
quando una cosa viene citata nel DCU, dal DCEU, diventa canonica. Questo
ha già avuto un impatto su personaggi come Amanda Waller, la sua
squadra, Peacemaker,
e la Suicide
Squad, ma il finale della prima stagione ha introdotto un
altro personaggio dell’universo dei supereroi morti.
Creature Commandos conferma che
un altro personaggio di Suicide Squad è canonico
nell’U.D.C.
Dopo i terribili eventi del
Pokolistan e la perdita di un altro membro della squadra,
quando Nina Mazursky ha tentato di assassinare la principessa
Ilana e si è vista rivoltare il coltello dalla parte del
manico, la Sposa torna nella prigione in cui la Waller l’aveva
precedentemente rinchiusa insieme al resto dei mostri della Task
Force M. Tuttavia, la Waller è chiaramente soddisfatta del lavoro
svolto dalla Sposa, che ha svelato il mistero della profezia di
Circe e ucciso la Principessa Ilana nonostante le comunicazioni
incrociate, e quindi ha rinnovato lo spazio per la Sposa e il resto
della sua squadra.
Tuttavia, ci sono alcuni volti
nuovi e alcuni personaggi di rilievo che ritornano, tra cui G.I.
Robot, che è esploso all’inizio della stagione. Ma oltre a questo,
un volto familiare di Suicide Squad, King Shark, è presente nel
nuovo quartier generale. Questo fa pensare che la Sposa sia stata
ufficialmente nominata leader del Commando delle Creature e che la
sua squadra sia stata ampliata per includere diversi nuovi
mostri nel suo roster in vista della prossima
missione.
Il DCU ha reintrodotto
Sylvester Stallone nel ruolo di King Shark per i Creature
Commandos
Tuttavia, c’è un altro punto
controverso che emerge da quando Re Squalo è stato introdotto in
questo modo e fa un suono udibile alla sua prima apparizione. In
Suicide Squad, Re Squalo è doppiato da
Sylvester Stallone. Certo, la voce è stata adattata per
ottenere un tono mostruoso e roco, ma l’attore dietro la voce è
senza dubbio quello di Stallone nel film. Ma nei titoli di coda di
Creature Commandos il ruolo è stato affidato a un nuovo attore, il
popolare doppiatore Diedrich Bader.
Bader ha una lunga esperienza nel
campo del doppiaggio e ha ottenuto diversi ruoli nei progetti DC,
dove ha interpretato Batman, Harvey Dent e Gorilla Grodd, solo per
citarne alcuni. L’ampia carriera di doppiatore di Bader ha
probabilmente fatto sì che fosse una scelta solida per un piccolo
cameo, che potrebbe lasciare spazio a Stallone per un
ritorno, ma potrebbe anche significare che ha chiuso con
il personaggio. Stallone è una grande star che probabilmente ha un
prezzo elevato per apparire in ruoli di questo tipo, e potrebbe non
essere valsa la pena per lui o per i Creature Commandos di
affidargli un ruolo da doppiatore minore.
Sylvester Stallone tornerà nei
panni di King Shark nella seconda stagione di Creature
Commandos?
Ora che King Shark è stato
confermato come parte del team Creature Commandos, sembra
altamente probabile che King Shark torni nella seconda
stagione, così come in altre parti del DCU. Anche se sarebbe interessante vedere
Stallone riprendere il ruolo, non si tratta di un ruolo che spicca
necessariamente, considerando che Stallone presta solo la sua voce
al personaggio. Inoltre, anche se Diedrich Bader non è una grande
star come Stallone, è un attore molto rispettato che ha prodotto
molti grandi progetti.
Tenendo conto di tutto ciò, sembra
che il recast sia probabilmente permanente e che Bader sarà
responsabile del ruolo di Re Squalo da qui in avanti. Stallone
continuerà ad avere una carriera fiorente anche senza questo ruolo
minore, e Bader impartirà il suo classico fascino e la sua arguzia
alla parte in un modo che probabilmente renderà il personaggio
ancora più amabile. Tuttavia, tutto è possibile nel DCU, con Creature
Commandos che apre la strada a molti altri sviluppi
nei prossimi mesi e anni.
Zoe Saldaña
condivide un aggiornamento su Avatar: Fuoco e
Cenere (Avatar 3) da parte di James Cameron, che l’ha contattata dopo aver
vinto il Golden Globe. Saldaña ha ricevuto il Golden Globe per la
sua interpretazione di Rita Mora Castro nel film Emilia
Pérez di Netflix, acclamato dalla critica. Ha
interpretato Neytiri nel franchise
diAvatardi Cameron sin
dal primo film uscito nel 2009, oltre a
riprendere il ruolo per Avatar: The Way of Water e a far
parte del cast di Avatar:
Fuoco e Cenere (Avatar 3), il terzo film in uscita nel
dicembre 2025.
Durante la conferenza stampa dei
Golden Globes, alla quale era presente ScreenRant ,
Saldaña ha rivelato che Cameron si trova attualmente in
Nuova Zelanda e sta tagliando Avatar: Fuoco e Cenere (Avatar
3). L’attrice ha parlato di come Cameron le abbia inviato
un messaggio di congratulazioni durante la cerimonia di premiazione
e ha sottolineato quanto il suo sostegno e il suo incoraggiamento
abbiano significato per lei nel corso degli anni. Ecco i commenti
di Saldaña qui di seguito:
Ero seduta tra il pubblico e ho
ricevuto un messaggio da James Cameron, che in questo momento si
trova in Nuova Zelanda per girare Avatar: Fire and Ash.Dopo
tutti questi anni, crede in me.Questo alimenta il mio
desiderio di continuare a crescere come artista.
Cosa significa questo per Zoe
Saldaña e per Avatar: Fuoco e Cenere
I commenti di Saldaña sono
indicativi del legame significativo che ha con Cameron e fanno ben
sperare per Avatar: Fuoco e Cenere (Avatar 3). Data
l’ampia cronologia del dietro le quinte di ogni film di Avatar,
Saldaña e Cameron hanno lavorato insieme al franchise di
fantascienza per quasi due decenni. Sebbene Saldaña sia
ormai ampiamente fuori dai franchise e si sia concentrato
maggiormente su film standalone come Emilia
Pérez, continuerà a essere in prima linea nei film di
Avatar per il prossimo futuro.
Il sostegno di Cameron, non solo in
Avatar, ma anche in altri aspetti della sua carriera, ha
contribuito all’esperienza ampiamente positiva che l’attrice ha
avuto nella realizzazione di film tecnologicamente complessi. Per
quanto riguarda l’uscita del terzo film di Avatar, il
fatto che Cameron sia in Nuova Zelanda e si concentri sulla
post-produzione è un buon segno che il progetto stia procedendo
bene. I sequel hanno subito numerosi ritardi, ma
Avatar: Fuoco e Cenere (Avatar 3) dovrebbe rispettare la
data di uscita prevista per dicembre 2025.
Nelle ultime settimane, le voci su
Spider-Man 4 si sono intensificate: da
Venom, Ghost Rider e
Black Cat fino a Daredevil,
Mephisto e Knull sono stati
citati come possibili alleati e nemici dell’Uomo Ragno di Tom Holland nella sua prossima uscita in
solitaria. Con così tante notizie contrastanti, è ovviamente
difficile dare credito a una qualsiasi di esse, ma il motivo per
cui sentiamo tutte queste voci è probabilmente da ricercare nel
fatto che i Marvel Studios e la Sony Pictures stanno
lanciando diverse idee nel tentativo di definire una storia che
soddisfi tutti.
Naturalmente, non possiamo escludere
la possibilità che la Marvel faccia “trapelare” dettagli
falsi per depistare gli scoopers. In ogni caso, si ritiene che
la sceneggiatura sia in fase di revisione, forse a causa di
divergenze di opinione tra la star Tom Holland e il capo dei Marvel Studios Kevin
Feige, e l’ultima notizia è che il film è ancora lontano
dall’iniziare la produzione proprio perché non c’è ancora una bozza
definitiva per le riprese.
Una nuova indiscrezione arriva ora
dall’ultimo episodio del podcast The Hot Mic. John
Rocha ha infatti sentito dire che il piano sarebbe – ma
sottolinea che non è certo che lo sia ancora – quello di avere
Spider-Man in squadra con The Punisher
(Jon
Bernthal) per affrontare Hulk (Mark
Ruffalo) in un’avventura di strada. Il co-conduttore
Jeff Sneider ha confermato l’indiscrezione dicendo
che il coinvolgimento di Golia Verde “supera il test dell’olfatto”,
ma non è così sicuro della presenza di Bernthal come Frank
Castle.
Spider-Man ha unito le forze con
Castle e ha affrontato Hulk in diverse occasioni nei fumetti, e se
lo studio sta davvero preparando i piani per un eventuale film su
World War Hulk, è del tutto possibile che Banner
dia il via alla sua furia distruggendo New York. Bernthal e Holland
hanno già lavorato insieme in passato e sembrano essere buoni
amici, per cui si potrebbe assistere a una dinamica molto
divertente tra Parker e Castle che formano un’alleanza riluttante.
Anche in questo caso, però, occorre attendere conferme
ufficiali.
Precedenti indiscrezioni hanno
affermato che Tom Rothman della Sony e
Kevin Feige, capo dei Marvel Studios,
hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di
Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di
ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman,
invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No
Way Home riportando Tobey Maguire e
Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter
Parker.
Più di recente, abbiamo sentito che
entrambi gli studios si sono accordati su una storia
prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche
se il film viene ancora descritto come un “evento di livello
Avengers”. Oltre a Tom Holland, Zendaya dovrebbe
riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man
4. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black
Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato –
che Charlie
Cox, Vincent
D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire
come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.
Si ritiene però che Holland sia
“sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe,
per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei
panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in
uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di
No
Way Home, Chris McKenna e Erik
Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a
dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel
Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.
American
Primeval di Netflix è
finalmente arrivata, ed ecco una panoramica completa del cast e
della troupe della serie drammatica western. American
Primeval è uno degli show Netflix più interessanti del 2025, con la serie
creata dal regista Peter Berg e dallo scrittore di The
Revenant Mark L. Smith. La serie vanta un cast stellare:
ecco chi ci si può aspettare di vedere in American
Primeval e chi interpreta.
American Primeval è
un’interpretazione cupa e grintosa del genere western, che racconta
la storia di una madre e di un figlio che devono attraversare i
pericoli della frontiera con l’aiuto di una guida. American Primevalè pieno di
tragedie, violenza e momenti strazianti, e cerca di
mettere in evidenza quanto fossero difficili le condizioni
dell’epoca. Gli attori che recitano in American Primeval
fanno un lavoro fantastico nel trasmettere questo tono cupo, ed
ecco chi sono.
Attrice: Betty
Gilpin è nata a New York City, New York, il 21 luglio 1986, e
ha avuto la sua grande occasione interpretando Debbie
“Liberty Belle” Eagan nella serie di wrestling
GLOWdi Netflix . Da allora la
Gilpin si è riunita a Netflix per la serie animata Skull
Island e ora sta tornando per American Primeval.
Gilpin è anche apparsa in film e serie televisive di successo come
Nurse Jackie, Isn’t It Romantic, A Dog’s
Journey, Mrs. Davis, e altri ancora.
Personaggio: In
American Primeval, Betty Gilpin interpreta Sara Rowell,
una donna in fuga attraverso la frontiera con suo figlio David.
Sara e David iniziano la serie cercando una guida che li porti a
trovare il marito di Sara. Tuttavia, ben presto si scopre qualcosa
di più sulla vera natura della ricerca di Sara.
Attore:
Taylor Kitsch è nato a Kelowna, nella Columbia Britannica, in
Canada, l’8 aprile 1981, e ha avuto la sua grande occasione
interpretando Tim Wiggins nella serie della NBCFriday Night Lights. Sin dall’inizio
della sua carriera di attore, Kitsch è diventato una star
dell’azione: ha recitato in John Carter, X-Men
Origins:Wolverine, Battleship e Lone
Survivor. Kitsch è apparso anche in altri film e serie
televisive popolari come Snakes on a Plane, True
Detective e The Terminal List.
Personaggio: In
American Primeval, Taylor Kitsch interpreta Isaac, un uomo
che accetta di aiutare Sara e Devin ad attraversare la frontiera.
La conoscenza della natura selvaggia e le capacità di sopravvivenza
di Isaac sono di grande aiuto ai suoi compagni e, proprio come
Sara, anche lui ha un passato misterioso che viene svelato nel
corso della serie.
Attore: Preston
Mota è nato a Dallas, in Texas, il 27 agosto 2010 e ha avuto
la sua grande occasione interpretando Dwight inAsteroid
Citydi Wes Anderson. Questo
film ha contribuito a lanciare la carriera dell’attore bambino, che
ha partecipato anche ad American Primeval e a progetti
imminenti come Campfire e The American Way.
Personaggio: In
American Primeval, Preston Mota interpreta Devin Rowell,
il figlio di Sara Rowell. La giovane età e la gamba malandata di
Devin non gli impediscono di fare scelte difficili mentre
attraversa la frontiera insieme a Sara, Isaac e Two Moons, senza
che nulla lo fermi mentre il gruppo cerca di rintracciare suo
padre.
Attrice: Shawnee
Pourier interpreta Two Moons in American Primeval, ed è
un’altra dei giovani attori di spicco dello show, anche se la sua
data e il suo luogo di nascita sono sconosciuti. Shawnee
Pourier è apparsa in un episodio diStranger Things e nella serie
televisiva Dark Winds, oltre che in cortometraggi come
Seeds e Rude Girl.
Personaggio: In
American Primeval, Shawnee Pourier interpreta Two Moons,
una giovane indigena muta che si unisce a Sara, Devin e Isaac
mentre attraversano la frontiera. Two Moons è fuggita dalla sua
tribù e si è imbarcata sul carro di Sara, stringendo un legame con
Devin e venendo accettata come membro del gruppo.
Shea Whigham nel ruolo di Jim
Bridger
Attore: Shea
Whigham è nato a Tallahassee, in Florida, il 5 gennaio 1969 e ha
avuto il suo ruolo di spicco nel filmTigerland(2000) di Joel
Schumacher . Whigham è apparso in film di grande successo
come Fast & Furious, The Wolf of Wall Street,
Star Trek Beyond, Kong: Skull Island,
Joker, Spider-Man: Across the Spider-Verse e
Mission:Impossible – Dead Reckoning e il suo
sequel. Inoltre, Whigham ha avuto un ruolo da protagonista in
Boardwalk Empire e in serie come Vice Principals,
Fargo, Perry Mason e Le pietre
preziose.
Personaggio: In
American Primeval, Shea Whigham interpreta Jim Bridger, il
realista che gestisce il pericoloso Fort Bridger. Nel corso della
serie, Bridger si scontra con il governatore del Territorio dello
Utah, Brigham Young, che gli nasconde informazioni sulla sorte di
Sara e impedisce l’acquisizione di Fort Bridger.
Attore:
Dane DeHaan è nato ad Allentown, in Pennsylvania, il 6 febbraio
1986 e ha avuto la sua grande occasione nel filmChronicledel 2012 .
DeHaan ha poi recitato in film come The Amazing Spider-Man 2, A
Cure for Wellness, Valerian e la città dei mille
pianeti e Oppenheimer di Christopher Nolan, oltre che
in serie televisive come ZeroZeroZero, The
Stranger, Lisey’s Story e The Staircase.
Personaggio: In
American Primeval, Dane DeHaan interpreta Jacob Pratt, un
mormone gravemente ferito durante il massacro di Mountain Meadows.
Pratt si unisce a un gruppo di compagni mormoni per intraprendere
un viaggio alla ricerca della moglie vivente, che crede sia stata
rapita dai guerrieri indigeni che hanno compiuto l’attacco.
Cast e personaggi di supporto
di American Primeval
Kim Coates nel ruolo di
Brigham Young: Kim Coates di Sons of Anarchy
interpreta Brigham Young, il leader della Chiesa mormone nella vita
reale, governatore del Territorio dello Utah e uomo al comando
della Legione di Nauvoo.
Jai Courtney nel ruolo di Virgil Cutter: Jai Courtney
diSuicide Squad interpreta Virgil Cutter, un
cacciatore di pellicce che intende dare la caccia a Sara Rowell e
consegnarla per la taglia.
Saura Lightfoot-Leon nel
ruolo di Abish Pratt: Saura Lightfoot-Leon di Masters
of the Air interpreta Abish Pratt, la moglie di Jacob che
sopravvive al massacro di Mountain Meadows e vive tra gli indigeni
che l’hanno rapita.
Kyle Bradley Davis nel
ruolo di Tilly: Kyle Bradley Davis diAmerican Horror
Story interpreta Tilly, un trapper che lavora per Virgil
Cutter.
Nick Hargrove nel ruolo di
Cottrell: Nick Hargrove di Devotion interpreta
Cottrell, un residente di Fort Bridger che assiste Jim Bridger.
Derek Hinkey nel ruolo di
Red Feather: Derek Hinkey di Horizon interpreta
Penna Rossa, il capo di un gruppo di guerrieri chiamato Clan del
Lupo.
Joe Tippett nel ruolo di
James Wolsey: Joe Tippett di The Morning Show
interpreta James Wolsey, il leader di una milizia mormone che funge
da antagonista principale in American
Primeval.
L’epica serie western di NetflixAmerican Primeval si conclude con una sorprendente
deviazione che porta Sara, Devin e Two Moons sulla rotta della
Golden Coast. American Primeval è
una nuova grande serie western in streaming, rilasciata su Netflix il 9 gennaio 2025. La serie si svolge alla
frontiera dell’Ovest americano nel 1857, in particolare nel
territorio selvaggio dello Utah. Il cupo, violento, caotico e
spietato American Primeval mostra i primi coloni
americani, i cultisti e le tribù indigene come assassini e
sopravvissuti, impegnati in una serie di macabre lotte per il
controllo del territorio appena scoperto.
American Primeval
è stato scritto da Mark L. Smith, che ha co-scritto la
sceneggiatura di The
Revenant con Alejandro G. Iñárritu. In effetti, ci sono
molte somiglianze stilistiche tra The Revenant e American
Primeval, sia a livello narrativo che visivo. Peter Berg
(Friday Night Lights, Lone Survivor) dirige tutti
e sei gli episodi di American Primeval.
Taylor Kitsch guida un
cast corale che comprende Betty Gilpin,
Dane DeHaan, Saura Lightfoot-Leon, Shea Whigham, Lucas Neff e
Kim Coates. Alla fine di American Primeval, Isaac
Reed, interpretato da Kitsch, porta a termine la sua missione di
morire valorosamente per ricongiungersi con la sua famiglia defunta
nell’aldilà.
Perché Sara, Devin e Two Moons
decidono di andare in California, non a Crooks Springs
Fin dall’inizio di American
Primeval, Sara desidera portare Devin a Crooks
Springs per ricongiungerlo con suo padre. Lungo la strada,
i due vengono raggiunti da un fuggiasco Shoshone di nome Two Moons
e cercano l’aiuto di Isaac Reed, che li protegge per tutta la
serie. A sorpresa, Sara cambia idea alla fine della serie e si
dirige invece in California.
Sara aveva pianificato di lasciare
Devin con suo padre, sapendo che sarebbe stata inseguita senza
tregua a causa della sua alta taglia. Sogna l’idea che Isaac possa
andare in California con loro, ma lui rifiuta. Dopo la sua morte,
Sara sceglie di iniziare una nuova vita in California e di non
abbandonare Devin con suo padre.
Perché Isaac Reed è dovuto morire
nel finale di American Primeval
Isaac non aveva più nulla per cui
vivere dopo che la sua famiglia era stata uccisa dai ladri. Il
dolore della perdita lo aveva lasciato privo di motivazioni per
crearsi una nuova famiglia. Isaac rifiuta l’invito di Sara a
recarsi in California, ma salva ancora una volta
lei, Devin e Two Moons quando vengono attaccati dal vendicativo
fratello di Virgil. Isaac lo uccide, ma viene colpito da diversi
proiettili al busto, che ne causano la morte.
La vita di Isaac era ridotta a una
brutale sopravvivenza, senza alcuna possibilità di redenzione
personale. Salvando Sara e i bambini, ha trovato un modo per morire
con onore, sacrificandosi per una causa al di fuori di sé stesso.
Questo atto finale è stato l’unico modo in cui ha potuto dare un
senso alla sua vita tormentata.
Non sorprende che, dopo tutto ciò che Isaac aveva fatto per
Sara, lei avesse iniziato a sviluppare un’attrazione emotiva e
romantica nei suoi confronti. Se Isaac non fosse stato così
devastato dal dolore, forse avrebbe voluto unirsi a lei e Devin in
California, trovando un nuovo scopo come loro protettore.
Durante la serie, Isaac assume
persino un ruolo paterno nei confronti di Devin, specialmente
quando lo aiuta brutalmente a riparare la gamba rotta. Dopo aver
visto tutto ciò che Isaac aveva fatto per loro, Sara probabilmente
non riusciva a immaginare di lasciare Devin con il suo vero
padre.
Brigham Young ottiene ciò che
vuole da Jim Bridger
Brigham Young riesce finalmente a
ottenere ciò che vuole da Jim Bridger, offrendogli una cifra
sbalorditiva che l’uomo non può rifiutare. Young rivela che il suo
obiettivo non è utilizzare il forte, ma distruggerlo completamente.
Questo piano è concepito per limitare il traffico di forestieri
nella zona, in particolare i viaggiatori provenienti da est.
Senza Fort
Bridger, i viaggiatori diretti a Salt Lake
City dal Wyoming sarebbero stati costretti a entrare in
contatto con Young e i suoi seguaci mormoni, che avrebbero cercato
di convertirli alla loro Chiesa. Inoltre, la distruzione del forte
rendeva più difficile per il governo federale inviare truppe nello
Utah, ostacolando i tentativi di contrastare la visione
dell’America proposta da Young.
Brigham Young e la guerra dello
Utah dopo American Primeval
Dopo gli eventi di American
Primeval, il presidente James Buchanan inviò truppe nel
Territorio dello Utah, alimentando l’inquietudine di Young e della
sua Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni. Per difendersi, i mormoni
adottarono tattiche drastiche, impedendo alle truppe americane di
rifornirsi di provviste e bloccandone l’accesso a Salt Lake
City.
La tensione portò a tragici eventi,
tra cui l’uccisione di coloni disarmati da parte della milizia
mormone, che in seguito accusò alcune vittime di essere spie
inviate dal governo. Si stima che circa 150 persone persero la vita
durante la Guerra dello Utah, un conflitto che si
concluse con un perdono presidenziale concesso ai Santi degli
Ultimi Giorni e la sostituzione di Brigham Young con Alfred Cumming
come governatore dello Utah.
American Primeval
è una serie intensa e brutale, ma con un finale relativamente
positivo. Sebbene Sara non sembri meritare il suo lieto fine, a
causa degli errori che hanno quasi causato la morte di Isaac e di
suo figlio, si dirige verso una vita promettente in
California.
Isaac, con tutti i suoi eroismi,
rimane una figura tragica, il cui sacrificio non migliora la sua
condizione personale, ma lo consacra come martire della serie. La
storia di Abish e Pratt termina con la morte di entrambi e con la
perdita della loro fede nella Chiesa mormone.
Jim Bridger, dal canto suo,
dimostra che ogni uomo ha un prezzo, mentre il tradimento del
tenente Pepper rappresenta un esempio lampante della mentalità
primitiva e spietata che domina in American
Primeval.
Ci sarà una seconda stagione di
American Primeval?
Al momento non ci sono conferme su
una seconda stagione di American Primeval.
Considerando che si tratta di una serie limitata e che molti dei
personaggi principali muoiono nel finale, è altamente improbabile
che ci sia un seguito. Se una seconda stagione fosse in
lavorazione, probabilmente si concentrerebbe maggiormente sulla già
citata Guerra dello Utah e sugli ultimi giorni di
Brigham Young come governatore dello Utah.
Inoltre, Sara, Devin e Two Moons
potrebbero ricominciare una nuova vita in
California, affrontando nuovi pericoli se
American Primeval dovesse proseguire.