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La ragazza di Stillwater: trailer con Matt Damon

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La ragazza di Stillwater: trailer con Matt Damon

Ecco il trailer di La ragazza di Stillwater il film con Matt Damon diretto da Tom McCarthy, regista de Il Caso Spotlight. Il film sarà presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes 2021 e arriverà prossimamente nelle sale italiane distribuito da Universal Pictures.

Un operaio dell’industria petrolifera, interpretato da Damon, parte dall’Oklahoma alla volta di Marsiglia per visitare la figlia, finita in carcere per un delitto che sostiene di non aver commesso. Messo alla prova dalle barriere linguistiche, dalle differenze culturali e da un complesso sistema legale, Bill rende la battaglia per la libertà della figlia la propria missione. Durante questo percorso, sviluppa un’amicizia con una donna locale e la sua piccola bambina, che lo porterà ad allargare il proprio sguardo e a scoprire un nuovo e inatteso senso di empatia con il resto del mondo.

Per Lucio di Pietro Marcello, il trailer del film

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Per Lucio di Pietro Marcello, il trailer del film

Dopo l’anteprima mondiale alla 71ª edizione del Festival Internazionale del cinema di Berlino, Per Lucio di Pietro Marcello arriva nei cinema italiani per un evento di tre giorni, il 5, 6, 7 luglio (elenco sale a breve su nexodigital.it). Le prevendite apriranno a partire da giovedì 10 giugno.

Per Lucio, una produzione IBC Movie con Rai Cinema in collaborazione con Avventurosacon il sostegno della Regione Emilia-Romagna, è un viaggio visivo e sonoro nell’immaginario poetico e irriverente del cantautore bolognese Lucio Dalla, una narrazione inedita del suo mondo condotta attraverso le parole del fidato manager Tobia e dell’amico d’infanzia Stefano Bonaga.

Il film unisce biografia e storia, realtà e immaginario, dando vita a un ritratto che attinge dall’infinito bacino dei repertori pubblici e privati, storici e amatoriali, grazie ai materiali d’archivio di Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico e Fondazione CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa (Ivrea). Tutti elementi che riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: il faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, la fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino e alla consacrazione come autore colto e popolare. Liriche e musiche dipingono così un’Italia sotterranea e sfumata, immergendo lo spettatore in una libera narrazione del Paese che attraversa tanto il boom economico che i tragici eventi del periodo legato alla fine degli anni’ 70.

Pietro Marcello, dopo il pluripremiato Martin Eden, ripercorre così attraverso le vicende dell’artista anche l’Italia degli ultimi e degli emarginati, l’Italia di Lucio Dalla, una figura polimorfa che sfugge a ogni flash, a ogni definizione: istrione, clown, jazzista, viandante, eroe, poeta, cantore, profeta, trasformista, provocatore. Forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontare Dalla: l’eccezionalità della sua storia dovrebbe bastare. Eppure, siamo qui ancora a farci questa domanda.  Qualcosa manca, qualcosa è sfuggito. Una cosa è certa: Lucio Dalla ha toccato la vita con mani frementi e l’ha guardata con occhi vivi di bambino e abbracciando la sua epoca.

Scritto da Pietro Marcello e Marcello Anselmo, Per Lucio non è solo un film su Lucio Dalla, ma una sinfonia visiva e sonora del mondo immaginato e cantato da Dalla: le piazze, i bar, le puttane, i barboni. E un viaggio tra canzoni capolavoro come Lunedì Film, Il fiume e la cittá, Itaca, È lì, La Canzone di Orlando, L’operaio Gerolamo, La Borsa Valori, Mille Miglia, Intervista con l’avvocato, I muri del ventuno, Quale allegria, Come è profondo il mare, Mambo, Il Parco Della Luna, Balla Balla Ballerino, Futura.

Per Lucio è distribuito al cinema da Nexo Digital il 5, 6, 7 luglio in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it e Rockol.it.

Amazing Grace: il trailer del film documentario

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Amazing Grace: il trailer del film documentario

Girato nel 1972 da Sidney Pollack e rimasto fermo per oltre 47 anni a causa di questioni tecniche e legali, Amazing Grace è riportato alla luce, sugli schermi di tutto il mondo, da Alan Elliot. “Un miracolo”, l’ha definito il New Yorker, presentato con plauso unanime di pubblico e critica al DOC NYC Festival, alla Berlinale 2019 e al Taormina Film Festival, e che arriva finalmente nelle sale italiane come evento, dal 14 al 16 giugno.

Amazing Grace è stato girato da Pollack mentre Aretha Franklin registrava il suo leggendario doppio album omonimo, l’opera gospel più venduta della storia. Nel 1972 la regina del soul per due serate alla New Temple Missionary Baptist Church di Los Angeles torna alle sue radici gospel, quando, poco più che bambina, cantava in chiesa a Detroit dove teneva i suoi sermoni il reverendo Franklin, suo padre.  Ad accompagnare Aretha al piano c’è il carismatico reverendo James Cleveland, a far da spalla alla Franklin il Southern California Community Choir diretto da Alexander Hamilton; a sorpresa, tra il pubblico in visibilio, un giovanissimo Mick Jagger.

Protagonista assoluta di Amazing Grace è la regina del soul per eccellenza che attraverso immagini inedite e un suono trascinante emoziona lo spettatore, immerso in un tripudio di musica e in un’atmosfera gospel unica nel suo genere.

Amazing Grace sarà nelle sale cinematografiche con Adler Entertainment solo il 14, 15 e 16 giugno.

La nostra storia: trailer del film di Fernando Trueba

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La nostra storia: trailer del film di Fernando Trueba

Lucky Red ha diffuso il trailer dell’ultimo film del regista premio Oscar Fernando Trueba (Belle Époque), La nostra storia, unico film in lingua spagnola entrato a far parte della selezione Ufficiale del Festival di Cannes 2020 e  presentato in Italia nella scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma.

Adattamento del romanzo di Héctor Abad Faciolince, uno dei capolavori della letteratura contemporanea ispanoamericana, racconta la vera storia di suo padre, l’attivista colombiano per i diritti umani Héctor Abad Gómez. Con Javier Cámara (The Young Pope, Parla con lei), La nostra storia racconta la vita di un uomo combattuto tra l’amore della sua famiglia e la lotta politica, ambientato nella Colombia devastata dalla violenza degli ultimi decenni.

 

Il Signore degli Anelli: segui le orme di Bilbo e Frodo in Nuova Zelanda

Il Signore degli Anelli è una trilogia fantasy famosissima, nonché considerato uno dei più grandi e ambiziosi progetti nella storia del cinema. Tutti e tre i film sono stati girati in Nuova Zelanda, il Paese di nascita del regista, Peter Jackson. Molti dei bellissimi paesaggi presenti nei film possono quindi essere visitati durante un viaggio in Nuova Zelanda.

Hobbiville e Mordor

La Nuova Zelanda è formata da due isole principali, vale a dire l’Isola del Nord e l’Isola del Sud, e da numerose isole minori. Entrambe le isole sono dotate di paesaggi naturali di una bellezza mozzafiato. L’Isola del Nord è dove si trova la famosa, incantevole e amata residenza degli hobbit, la Contea. Lo sfondo della Contea nei film de Il Signore degli Anelli è Matamata, situato nella parte settentrionale dell’Isola di Nord.

Sarà ovvio che non tutte le località che hanno servito come sfondo nei film sono subito riconoscibili, dato che nei film sono stati utilizzati effetti speciali. Questo non è il caso, però, di Hobbiville. Chi durante un viaggio in Nuova Zelanda si trova sull’Isola del Nord, può visitare l’ambientazione di Hobbiville, dove si trovano ancora 44 case hobbit, così come viste nei film. È persino possibile bere qualcosa al Green Dragon Inn. Chi desidera visitare Hobbiville, può prenotare vari tour. Si consiglia di prenotare in anticipo, poiché i tour sono molto popolari e si esauriscono rapidamente.

Non solo le scene della serena e favolosa Contea sono state riprese sull’Isola del Nord. Un’altra località sull’Isola del Nord è servita come set per il magico Gran Burrone, rifugio nascosto degli elfi: il parco regionale di Kaitoke. La località di Kaitoke si trova a circa 45 chilometri a nord-est dalla capitale della Nuova Zelanda, Wellington. È quindi facile combinare una visita alla capitale del Paese con una visita a questo parco regionale.

Sull’Isola del Nord non si trovano solo le località che sono servite come set cinematografici per i luoghi sereni e magici dei film. Nella parte centrale dell’Isola del Nord si trova il parco nazionale del Tongariro, il più antico parco nazionale della Nuova Zelanda, i cui paesaggi aridi inquietanti sono stati scelti per le riprese del tenebroso e scuro Mordor. All’interno di questo parco si trova anche il Monte Fato, nella vita reale conosciuta come il Monte Ngauruhoe.

Chi desidera visitare i set cinematografici menzionati, per il viaggio in Nuova Zelanda ha bisogno di un visto. Fortunatamente il visto per la Nuova Zelanda si può richiedere facilmente online.

Altri luoghi d’interesse della Nuova Zelanda

Dal momento che il visto Nuova Zelanda ha una validità totale di due anni e permette di effettuare un numero illimitato di viaggi durante questo periodo (ogni soggiorno può durare fino a tre mesi), oltre alle località cinematografiche si possono anche visitare altri luoghi d’interesse della Nuova Zelanda. Il Paese è famoso per la bellezza dei suoi paesaggi naturali e ha tanto da offrire. A titolo di esempio: oltre al parco nazionale del Tongariro menzionato in precedenza, il Paese ha altri tredici parchi nazionali.

Le località cinematografiche menzionate in precedenza sono tutte situate sull’Isola del Nord, ma anche l’Isola del Sud merita sicuramente una visita. Qui si trova, tra le altre cose, il più grande parco nazionale della Nuova Zelanda: il parco nazionale del Fiordland. Oltre ai meravigliosi paesaggi naturali, in Nuova Zelanda vi sono varie città interessanti. Visita ad esempio Auckland, Wellington (sull’Isola del Nord) o Christchurch, situata sull’Isola del Sud. 

Per un viaggio in Nuova Zelanda è necessario un visto (NZeTA)

La Nuova Zelanda è una destinazione adatta sia agli amanti dei film de Il Signore degli Anelli, ma non solo. Il Paese ha qualcosa per tutti: paesaggi naturali mozzafiato, tanti luoghi di interesse e una storia interessante. Chi desidera viaggiare in Nuova Zelanda, sia per visitare i famosi set cinematografici o per un altro motivo, ha bisogno di un visto. Il visto per la Nuova Zelanda, ovvero la NZeTA (“New Zealand Travel Authority”) può facilmente essere richiesto online. Prima di presentare la richiesta di visto, è importante verificare se si soddisfano tutti i requisiti.

La Cordigliera dei Sogni: una clip in esclusiva dal film di Patricio Guzman

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Ecco una clip da La Cordigliera dei Sogni, film del maestro cileno, Patricio Guzman, che chiude la trilogia iniziata con La memoria dell’acqua e Nostalgia della luce. Il film arriva al cinema dal 10 giugno distribuito da I Wonder Pictures.

https://www.youtube.com/watch?v=cNp6La7YGjk

L’esplorazione del territorio va di pari passo con l’esplorazione della storia, per svelare l’anima più profonda del Cile. Proprio come ci ha abituati Guzmán. Nel documentario, presentato nel 2019 al Festival di Cannes, le alte cime della Cordigliera si caricano di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet. Una nostalgia, un senso di frustrazione schiacciante che non affligge solo il popolo cileno ma anche la sua Cordigliera, le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino mai.

MCU: 10 domande sul Blip che non hanno trovato ancora una risposta

Nel MCU ci sono stati tutta una serie di eventi molti importanti, dal primo attacco di Loki alla creazione di Ultron da parte di Tony Stark. Tuttavia, nulla è paragonabile alla Infinity War contro Thanos. Abbiamo assistito alla scomparsa di metà della vita dell’universo, che ha avuto un impatto a dir poco devastante su coloro che erano rimasti in vita. Anche se alla fine le persone scomparse sono tornate indietro cinque anni dopo, il MCU non hai mai spiegato per filo e per segno cosa sia realmente accaduto durante il Blip. Screen Rant ha raccolto 10 domande sul Blip che non hanno ancora trovato una risposta:

Gli effetti del Blip sugli altri pianeti?

La Terra non è stato l’unico pianeta colpito dal Blip, dal momento che il tragico evento ha interessato l’intero universo. Sappiamo che Captain Marvel è stata impegnata a risolvere una serie di problemi, anche se la loro natura non è mai stata rivelata. Tuttavia, è lecito supporre che sia successo qualcosa di molto simile a quanto accaduto sulla Terra.

Anche gli abitanti dei mondi alieni sono stati colpiti dalla perdita dei loro cari. Alcuni di loro si sono dedicati al crimine, come Occhio di Falco, mentre altri hanno semplicemente manifestato il loro profondo dolore per la perdita delle persone care. Il Blip deve aver avuto un forte impatto anche sull’economia e sugli affari tra i vari pianeti…

Cosa è accaduto alle vittime del Blip?

Una delle domande che non hanno ancora trovato una risposta è come abbiano provato le persone che sono riuscite a tornare indietro. Dalla reazione avuta da Monica Rambeau quando si è svegliata nella stanza d’ospedale in WandaVision, è chiaro che quell’esperienza non è stata simile alla morte o alla resurrezione, ma piuttosto ad una sensazione di svenimento e di conseguente risveglio.

Le parole di Spider-Man in Avengers: Endgame sembrano dare credito aquesta spiegazione, poiché Peter ha spiegato a Tony Stark di essere come “svenuto”. Da questa spiegazione, sembra che coloro che sono scomparsi e poi sono tornati indietro non abbiano provato un dolore atroce. 

Quali altri personaggi del MCU sono stati vittime del Blip? 

Il finale di Avengers: Infinity War ha mostrato la scomparsa di molti supereroi, non solo Spider-Man, ma anche Wanda Maximoff, T’Challa, Bucky, Groot, Star-Lord e Doctor Strange. Anche Nick Fury e Maria Hill sono scomparsi. Tuttavia, alcuni fan si sono chiesti cosa fosse successo agli altri personaggi del MCU che non sono apparsi nel film.

I creatori dei film hanno confermato che molti altri personaggi sono stati vittime del Blip. L’elenco include l’ex fidanzata di Bruce Banner, Bette Ross, l’ex fidanzata di Thor, Jane Foster, Sharon Carter, e anche la fedele guerriera di Thor, Lady Sif.

Perché Hulk non ha riportato indietro Natasha?

Tutti quelli che hanno visto Avengers: Endgame sanno che Natasha ha sacrificato la sua vita su Vormir, in modo che i Vendicatori ottenessero la Gemma dell’Anima. Ma quando Hulk ha schioccato le dita e ha invertito il Blip, Natasha non è tornata indietro, anche se ci ha provato.

La spiegazione più plausibile è che Hulk sia stato in grado di invertire solo le conseguenze del Blip, non quello che è successo dopo. Inoltre, è del tutto possibile che una volta che una persona sacrifica la propria vita per la Gemma dell’Anima, il suo gesto non possa essere annullata. Ecco perché il film ha visto il ritorno di una Gamora più giovane, non quella che è morta su Vormir.

Il mondo è davvero tornato alla normalità?

Dopo il blip, alcune città e altri luoghi divennero fatiscenti o abbandonati. Scott Lang ne è stato testimone quando è tornato dal Regno Quantico alla sua casa per vedere sua figlia.

Ma considerando che New York e gli altri paesi europei sembravano normali in Spider-Man: Far From Home, è possibile che, quando Hulk ha invertito il Blip, abbia anche riparato il danno più grande che la perdita di metà della popolazione ha causato al pianeta Terra.

Perché Blip e non Snap?

Solo pochi supereroi erano presenti quando Thanos ha schioccato le dita, da qui lo Snap. Ma per la grande maggioranza delle persone, chiamare l’evento Blip ha più senso. Un momento erano da qualche parte, un momento dopo erano spariti, e poi sono tornati cinque anni dopo.

Chiamarlo Snap indicherebbe che era qualcosa permanente, mentre Blip suggerisce che è stato un vero e proprio “battito di ciglia”, un momento che passa… almeno questo è quello che si pare avvenga in base a quanto rivelato dalle vittime.

Cosa è successo alle famiglie delle vittime?

Anche se il MCU non l’ha affrontato in modo dettagliato, sembra che il Blip abbia avuto un impatto significativo sulle vittime. Alcune persone devono anche aver rinunciato alla speranza di rivedere i propri cari. Invece Maria Rambeau, la mamma di Monica, credeva che sua figlia sarebbe tornata.

Un altro esempio è il matrimonio del signor Harrington. In Spider-Man: Far From Home ha menzionato il fatto che sua moglie ha fatto finta di essere stata tra le vittime del Blip, anche se non era così. L’ha solo usata come un’opportunità per lasciarlo, con lui che le aveva addirittura organizzato un funerale. È lecito ritenere che questo sia stato un evento straordinario e che la maggior parte delle persone abbia affrontato diversi problemi legati al Blip. 

Perché alcuni hanno reagito in modo diverso al Blip?

Apparentemente, tutti hanno reagito in modo leggermente diverso al Blip. Alcuni se ne accorsero a malapena e altri no. Alcuni dei compagni di classe di Peter stavano ancora suonando i loro strumenti musicali nel momento in cui sono scomparsi. Il  motivo per cui alcune persone hanno impiegato più tempo a scomparire è che erano semplicemente più forti di altre.

Spider-Man ha anche combattuto contro il Blip, quindi gli ci è voluto un po’ per svanire… è persino riuscito a parlare brevemente con Tony! Inoltre, era anche avvantaggiato grazie al suo “Senso di ragno”, che lo avvertiva sempre in anticipo di eventuali problemi in arrivo. 

Le vittime del Blip sono tornate alle loro vite precedenti?

Sì e no. A seconda delle circostanze individuali, le vittime del Blip hanno dovuto adattarsi ad alcune cambiamenti nelle loro vite. Peter e sua zia May ne sono una dimostrazione.

Dal momento che nuove persone si sono trasferite nel loro appartamento dopo essere scomparsi, Peter e sua zia hanno dovuto trovare una nuova casa una volta tornati. D’altra parte, a Peter è stato permesso di tornare alla sua scuola, anche se ha dovuto ripetere l’anno.

Cosa è successo a chi era in pericolo?

Alcune delle domande sul Blip non riceveranno risposta a breve. Il meglio a cui si può auspicare sono le teorie. Molti fan hanno discusso su cosa succederà a coloro che potrebbero essere in pericolo dopo il loro ritorno. Ad esempio, i passeggeri dell’aereo cadrebbero a terra e morirebbero?

La risposta più plausibile è che Hulk si è assicurato che tutte le vittime del Blip sarebbero tornate sane… cioè con entrambi i piedi ben piantati per terra!

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar  – Ironico, dissacrante, fantasioso, colorato, coraggioso, critico, estroso, geniale. Sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente nel descrivere il cinema di Pedro Almodóvar.

Negli anni ’80 ha incarnato e magnificamente rappresentato con le sue pellicole la reazione spagnola ai rigidi schemi della morale franchista, ipocrita e bigotta. È stato, allora, il più dirompente talento del cinema iberico ed è, oggi, unanimemente riconosciuto tra i maestri europei della settima arte. Tra le sue qualità, l’estro assoluto, che gli consente di creare mondi eccentrici, popolati da personaggi altrettanto sopra le righe, ma perfettamente coerenti e quindi credibili, cui il pubblico inevitabilmente si appassiona. E la capacità di coniugare realismo e immaginazione, grazie alla quale riesce a trattare temi anche scomodi o scabrosi, utilizzando la chiave della fantasia con risultati di grande efficacia. Il tutto senza dimenticare la sua vena critica, ad esempio nei confronti della religione e della chiesa.

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar nasce a Calzada de Calatrava, nella Mancha, ma sul giorno e l’anno non ci sono certezze. Pare che lui stesso sia sempre stato piuttosto vago al riguardo – 24 settembre 1949, o 25 settembre 1951? Ad ogni modo, dalla terra di Don Chisciotte si allontana a otto anni, alla volta dell’Estremadura. Qui frequenta la scuola presso i frati Salesiani e Francescani. L’esperienza non è certo delle migliori: è quella da cui trarrà ispirazione molti anni dopo per il suo La mala educación, e certo ha una responsabilità nel suo allontanamento dalla religione cattolica, cui spesso riserverà ironia e sarcasmo nelle sue pellicole. Nel 1968 Almodóvar lascia la famiglia e si trasferisce a Madrid, dove fa vari lavori e vorrebbe studiare cinema, ma siamo ancora nel periodo franchista e la dittatura comporta anche la chiusura delle scuole di cinema. Così il nostro futuro regista dovrà formarsi da autodidatta, e intanto cercarsi un impiego che gli garantisca qualche guadagno. Lo trova alla Compagnia Telefonica spagnola, dove sarà impiegato per più di dieci anni. Anche quest’esperienza troverà un’eco nei suoi film. Basti pensare alla presenza e al ruolo del telefono in Donne sull’orlo di una crisi di nervi. La lunga permanenza alla compagnia telefonia, però, consente ad Almodóvar di risparmiare il necessario per acquistare una macchina da presa Super 8, con la quale comincia a fare le prime prove di ripresa. Siamo negli anni ’70 e Pedro ha tutt’altro che abbandonato la passione per cinema e teatro: partecipa ad un gruppo teatrale, Los Galiardos, e per non farsi mancar nulla, fonda anche il gruppo musicale Almodóvar e McNamara, e scrive racconti. Insomma, una doppia vita, quella del nostro in questi anni: di giorno impiegato, di sera e di notte preso a coltivare le sue passioni artistiche. Nel frattempo, il franchismo tramonta, e Almodovar s’inserisce a pieno titolo nella Movida: quel movimento di cultura che segna il rifiorire della Spagna dopo il periodo oscuro della dittatura.

Pedro Almodovar, film e filmografia

Dopo i primi cortometraggi, nel 1980 arriva l’esordio nel lungometraggio con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio. Protagonista, un’attrice che Pedro Almodóvar  porterà al successo e vorrà spesso con lui nelle successive pellicole: Carmen Maura. Un gruppo di donne per un esordio dissacrante, dove si affrontano temi quali: sessualità in tutte le sue forme, violenza, perversione, disagio. Il tutto in maniera assolutamente esplicita, puntando a stuzzicare, scandalizzandolo, il perbenismo ancora imperante nella Spagna dell’epoca. Una pellicola di rottura insomma, di grande coraggio perché pone al centro temi che forse mai prima d’allora erano stati affrontati in maniera così significativa e diretta.

Due anni dopo, è la volta di Labirinto di passioni, commedia corale che ruota attorno al sesso. Oltre a Cecilia Roth, altra attrice prediletta da Pedro Almodóvar, qui ha inizio il sodalizio tra il regista e Antonio Banderas, che deve proprio a lui la sua prima fama. Nel 1983 lo sguardo del regista spagnolo punta invece dritto sul mondo religioso, che egli però rivisita in chiave grottesca, con abbondanti dosi di ironia. Esce infatti L’indiscreto fascino del peccato, dove il regista ritrova Carmen Maura, affiancandole Julieta Serrano e Marisa Paredes. Anche qui siamo di fronte a un gruppo di personaggi, in particolare di donne, di suore, che nel loro convento ne fanno di tutti i colori (sono eroinomani, scrivono riviste porno ecc…). Un universo grottesco, proprio perché Pedro Almodóvar  rende il convento un coacervo di vizi, mostrando, in maniera volutamente esagerata, cosa può celarsi dietro un’apparenza di rettitudine e rigore. Gioca a frastornare lo spettatore, a scardinare le sue convinzioni e princìpi, a divertirlo facendo accadere l’improbabile. Nell’84 sarà ancora Carmen Maura, nei panni della casalinga Gloria, la protagonista di Che ho fatto io per meritare questo? dove il regista va ancora alla ricerca di ciò che si cela dietro alle apparenze di un tranquillo nucleo familiare. Tre anni dopo, il film che farà conoscere il regista spagnolo anche nel nostro paese: La legge del desiderio. Omosessualità, incesto, omicidio, molta ironia e gusto kitsch sono gli ingredienti di questa commedia, che ancora una volta, come quasi sempre nel cinema di Almodóvar, non può prescindere dal raccontare dinamiche di gruppo. In questi anni, il regista spagnolo fonda assieme al fratello Agustín una casa di produzione cinematografica: El Deseo, con la quale produrrà tutte le pellicole successive. Il passo, a quanto pare, è fondamentale, visto che nel 1988 esce il film che lo farà conoscere e apprezzare a livello internazionale: Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Commedia sofisticata, come l’ha definita lo stesso autore, dove tutto appare straordinariamente a posto: ambienti, costumi, tutto esteticamente perfetto e appagante, il che mette ancor più in evidenza ciò che invece non va.

Il “dramma” infatti, è che gli uomini continuano a lasciare le donne, come accade alla protagonista Pepa/Carmen Maura ed anche, attraverso gli intrecci tipici della commedia, ad altre donne che animano il gruppo al centro del film. Pepa viene lasciata da Ivan nel più sgradevole dei modi: con un messaggio lasciato sulla segreteria telefonica. Tenta di parlare con lui più volte, per sfogare la sua rabbia, ma si scontra sempre con la solita segreteria. Ivan è l’insensibile dispensatore di sofferenza, ma è anche un uomo solo, incapace di una vera relazione e di un confronto adulto. Tanto altro però accade a Pepa in questa commedia dai ritmi serrati: si vede arrivare a casa un giovane (Carlos/Antonio Banderas) – che poi scoprirà essere il figlio del suo amante – con la fidanzata (Marisa/Rossy De Palma) interessati ad affittare il suo appartamento. Ma arriverà anche la stravagante amica di Pepa, Candela/María Barranco, convinta che la polizia sia sulle sue tracce. Un universo prevalentemente femminile raccontato nelle sue debolezze e fragilità, ma anche evidenziandone tenacia e voglia di reagire, senza nascondere una rabbia che, opportunamente diretta – anche contro gli apparecchi telefonici, come s’è detto – finisce per essere innocua, ma liberatoria. In Italia il film ottiene ampi consensi e premi: David di Donatello come Miglior Film straniero, Ciack d’Oro a Carmen Maura e Osella per la Miglior Sceneggiatura a Venezia.

L’anno successivo è la volta di Lègami!, in cui Pedro Almodóvar sceglie Antonio Banderas come protagonista, accanto a Victoria Abril, per indagare diversità e normalità, mettendo in discussione le certezze di chi guarda. Lo fa però in modo meno dissacrante e scabroso di quanto si potrebbe prevedere. Antonio Banderas è un ragazzotto che esce da un ospedale psichiatrico e decide di sequestrare in casa una pornostar, legandola al letto, per costringerla a conoscerlo, amarlo e infine sposarlo. Da una premessa eccentrica si dipana una trama incentrata sul rapporto complesso tra i due protagonisti. Ritmo veloce e coinvolgente, humour, ironia, quel tocco visionario e surreale che non guasta ed è ormai cifra distintiva del regista spagnolo. Anche il giovane Banderas è ormai lanciatissimo nel panorama internazionale. Una curiosità: Pedro Almodóvar ha dichiarato in un’intervista che fu proprio la visione di questa pellicola a convincerla a intraprendere la strada del cinema. Il cammino artistico dell’attrice sotto la guida del regista spagnolo sarà poi lungo e fruttuoso.

Gli anni ’90 si aprono per Pedro Almodóvar all’insegna di un’altra commedia corale: Tacchi a spillo. Due donne, madre e figlia (Marisa Paredes e Victoria Abril). Un uomo: ex amante della prima e marito della seconda, assassinato. La moglie che si autoaccusa e un giudice (Miguel Bosé) che indaga. Sembrerebbe un poliziesco, invece il modo di trattare la materia tipico del regista spagnolo, la rende una commedia che gravita attorno ai suoi personaggi femminili, coloratissima, strampalata, amorale, come tanta parte del cinema di Pedro Almodóvar.

Negli anni a seguire, il regista continuerà a scegliere le sue attrici predilette (Paredes, Abril, De Palma). Ma nel ’97 cambia registro, sia per quel che riguarda il tipo di film, sia, quasi del tutto, per il cast che sceglie. Protagonista di Carne tremula è infatti, accanto a Javier Bardem e Liberto Rabal, Francesca Neri, che per la sua interpretazione di Elena si aggiudica il Nastro d’Argento. Lo stesso premio otterrà il film come miglior pellicola straniera. Dicevamo un Almodovar diverso, con meno eccessi, che qui si muove nel registro del dramma, con una storia di destini incrociati e vite irrisolte. E non disdegna neppure il tema politico – il film è ambientato a Madrid e fotografa gli ultimi anni dell’era Franco e il passaggio al post franchismo.

Il trionfo di Tutto su mia madre

Tutto su mia madre filmA fine anni ’90 e con l’inizio del nuovo millennio, il regista spagnolo mette a punto e perfeziona uno stile maturo, in cui affianca al racconto di un’umanità variopinta ed eccentrica, accenti di grande delicatezza. Non punta più tanto, o non solo, a sconvolgere e scandalizzare, quanto a far emergere la parte più delicata e fragile dei suoi personaggi, come sempre in massima parte femminili. Ed è questo nuovo tocco delicato e appassionato al tempo stesso, a regalargli la maggior notorietà e una miriade di riconoscimenti internazionali, tra cui l’ambitissima statuetta dell’Academy. Esce infatti nel 1999 uno dei suoi capolavori: Tutto su mia madre. Il regista sceglie ancora due tra le sue attrici feticcio: Marisa Paredes e Cecilia Roth, alle quali affianca la giovane promessa Penelope Cruz, per raccontare una storia dove riconosciamo i consueti ingredienti del cinema almodóvariano: il tradimento, donne che fanno fronte da sole alla vita, ambiguità sessuale, scardinamento dei pilastri della morale tradizionale. Qui però a prevalere non è l’atmosfera comico-grottesca dei primi lavori del regista. C’è il dolore per una perdita (quella vissuta da Cecilia Roth/Manuela, il cui figlio diciassettenne Esteban muore investito da un’auto), la depressione e il senso di colpa di una famosa attrice solitaria (Marisa Paredes/Huma Rojo, la cui auto ha investito Esteban), la bislacca, ma toccante storia d’amore e dolore tra una giovane suora (Penelope Cruz/Rosa) e l’ex marito di Manuela, il transessuale Lola. Non mancano poi i colori accesi prediletti da Pedro Almodóvar, nella luce di Barcellona, cornice esteticamente perfetta. Interpretazioni impeccabili, sceneggiatura che funziona a meraviglia e successo assicurato: la pellicola ottiene l’Oscar e il Golden Globe come Miglior Film straniero e la Palma d’Oro a Cannes per la Miglior Regia, consacrando definitivamente Pedro Almodóvar nell’olimpo delle star.

Due anni dopo, il successo è bissato da Parla con lei. Anche qui amore e dolore, disagio, malattia, tutto raccontato con sublime grazia e un geniale ricorso al surreale al momento opportuno. Non un gruppo di protagonisti, ma due uomini e due donne, in situazioni omologhe, e un intreccio di cui il regista tiene abilmente le fila. Oscar per la sceneggiatura e Golden Globe come Miglior Film Straniero.

Nel 2004 il regista spagnolo attinge al proprio passato, e in particolare alla dolorosa esperienza educativa in collegio, in cui fu testimone di abusi. Parte da qui La mala educación. Protagonisti due ex compagni di collegio (Gael García Bernal/Ignacio e Fele Martinez/Enrique), uno attore, l’altro regista, che si ritrovano dopo anni con l’idea di mettere su uno spettacolo su una sceneggiatura che rievoca proprio i tristi fatti dell’infanzia scolastica, quando Ignacio era vittima delle morbose attenzioni di Padre Manolo. Segue un intreccio complicato, che vedrà compiersi il destino di queste due vite segnate per sempre, in modo indelebile, dall’esperienza infantile.

Due anni dopo arriva Volver, in cui Pedro Almodóvar torna a un suo classico, rielaborandolo in maniera egregia. Tragicommedia che gravita attorno a un gruppo di donne, e alla loro incrollabile forza, con la quale affrontano e superano i momenti bui della vita. Trionfo della figura femminile, cui rende omaggio innanzitutto col personaggio di Raimunda, splendidamente incarnato dalla Penelope Cruz, ma anche ritrovando Carmen Maura. Ancora incetta di premi: Palma d’Oro a Cannes per tutte le protagoniste femminili, Nastro d’Argento come Miglior Film europeo. Torna poi a scegliere la Cruz anche per Gli abbracci spezzati (2009), che però non ottiene lo stesso riscontro della precedente pellicola.

E siamo a questi giorni, a quest’ultimo mese, che ha visto il regista spagnolo presentare al Festival del Cinema di Venezia la sua ultima fatica: La pelle che abito, in cui ritrova Antonio Banderas dopo dodici anni e cambia genere, virando su un dramma che sa di thriller psicologico. Fa interpretare all’attore un chirurgo plastico che cerca contemporaneamente di vendicarsi e riportare in vita, almeno in apparenza, l’amata moglie. Il regista stesso, nel presentare il film alla stampa romana ne ha ribadito i temi centrali: l’abuso di potere, l’istinto di sopravvivenza e l’identità, che nessuno ci può togliere. Il film è nelle sale dal 23 settembre.

Pedro Almodovar: frasi

  • Trovo molto attraente Gael García Bernal sia come uomo che come donna.
  • Penélope Cruz appartiene alla scuola di recitazione mediterranea, uno stile caratterizzato da carnalità, sfrontatezza, mancanza di inibizioni, capelli scompigliati, una scollatura generosa e un modo assai vociante di comunicare. Anna Magnani, Sophia Loren, Claudia Cardinale, la Silvana Mangano dei primi anni, persino Elizabeth Taylor e Rachel Weisz furono maestre di questo stile.
  • Penélope è capace di tutto, è diventata una donna eterna e senza età. Le inquadrature iniziali di Carne tremula sono state concepite apposta per lei. La sequenza dura otto minuti e lo spettatore ne trae l’impressione che si tratti di una protagonista del film, anche se poi non ricompare più.

Madres Paralelas: le prime immagini del nuovo film di Pedro Almodóvar

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Dopo dieci settimane di riprese, Pedro Almodóvar ha terminato in Spagna la produzione del suo prossimo attesissimo film Madres Paralelas e abbiamo il grande piacere di presentarvi alcune prime immagini foto e video.

Secondo le sue stesse parole, in Madres Paralelas Pedro Almodóvar torna a riscoprire l’universo femminile, la maternità e la famiglia. Il film ha un magnifico cast in cui Penelope Cruz, Milena Smit e Aitana Sánchez-Gijón interpretano le tre madri della storia e Israel Elejalde il ruolo del personaggio maschile. Questo straordinario cast è completato da Julieta Serrano e Rossy de Palma.

Prodotta da El Deseo, con la partecipazione di RTVE e Netflix. In Italia il film sarà distribuito il prossimo autunno nelle sale cinematografiche da Warner Bros. Pictures.

Emilia Clarke spiega perché ha deciso di unirsi al MCU

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Emilia Clarke spiega perché ha deciso di unirsi al MCU

La serie Secret Invasion in arrivo prossimamente su Disney+ potrà vantare un cast di assoluto rispetto che include nomi quali Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn e il premio Oscar Olivia Colman. A questi si aggiunge anche Emilia Clarke, l’amatissima Daenerys Targaryen di Game of Thrones, anche se al momento non sappiamo quale personaggio interpreterà nello show.

Parlando con ComicBook.com, Clarke ha parlato della sua decisione di unirsi all’Universo Cinematografico Marvel, nonostante siano passati soltanto due anni dalla fine dello show targato HBO che le ha regalato la fama internazionale. “Penso che quello che stanno facendo in questo momento sia bello, eccitante, all’avanguardia”, ha spiegato l’attrice. “Penso che la Marvel sia un po’ come la Apple del nostro mondo. Entrare a far parte di quella famiglia è qualcosa di enorme e ad essere sincerai, ciò che mi ha spinto a prendere parte alla serie sono le persone che ci stanno lavorando, oltre al fatto di volerne comunque essere parte.”

Una delle teorie più accreditate è che Clarke interpreterà il ruolo di Veranke, la regina dell’impero Skrull nell’universo Marvel. Tuttavia, al di là del personaggio a cui l’attrice dovrà prestare voce e corpo, Clarke ha spiegato di essere sempre stata un’appassionata di storie fantastiche. “Sono crescita leggendo romanzi fantasy. So che non sono la stessa cosa dei fumetti, ma è grazie a quel genere che si è formata la mia immaginazione”, ha rivelato. “Forse il primo fumetto che ho letto è stato Superman. E poi Spider-Man. Ho sempre pensato che fosse davvero figo. Spider-Man è stata la prima storia di origini che mi ha fatto pensare a quanto potesse esserci di più oltre le pagine scritte. E ora, farne parte è davvero incredibile.”

Secret Invasion debutterà su Disney+ nel 2022.  Ricordiamo che Emilia Clarke è il terzo membro del cast di Game of Thrones ad entrare a far parte dell’Universo Cinematografico Marvel. Il prossimo novembre, infatti, vedremo Richard Madden (Robb Stark) e Kit Harington (Jon Snow) nell’attessisimo Eternals di Chloé Zhao.

Black Widow: Rachel Weisz sulla segretezza intorno all’identità di Melina

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Black Widow arriverà a luglio nei cinema e su Disney+ e di recente Rachel Weisz è stata ospite dello show di Jimmy Kimmel in occasione della promozione del cinecomic Marvel, in cui l’attrice premio Oscar vestirà i panni di Melina Vostokoff.

Tuttavia, quando il conduttore ha presentato l’attrice usando Racil nome del suo personaggio nel film, Weisz è stata colta di sorpresa e ha confermato che il nome completo del personaggio dovrebbe essere considerato uno spoiler: “Non penso che ci sia permesso dire il cognome di Melina. Penso che sia proibito”, ha detto. “Penso sia un segreto dell’Universo Cinematografico Marvel.”

A quel punto era già troppo tardi, ovviamente, ma i fan dei fumetti sanno benissimo che il personaggio interpretato da Weisz è meglio conosciuto come Iron Maiden. “È una Vedova Nera. È stata addestrata come una spia ed è anche una scienziata altamente qualificata”, ha aggiunto l’attrice quando le è stato chiesto di condividere qualche dettaglio in merito al ruolo. “Gestisce una specie di… bhe, una specie di allevamento di maiali. È lì che la famiglia mi incontra per la prima volta, nel mio laboratorio scientifico dove tengo anche maiali su cui faccio esperimenti.”

Weisz ha poi concluso dicendo che Melina è “molto abile, molto preparata nel combattimento e che parla fluentemente ben 25 lingue”. Circolano ormai molte teorie sulla reale identità del personaggio di Melina, con alcuni fan convinti che si tratti in realtà del villain principale della storia, ossia Taskmaster. Sarà sicuramente un personaggio da tenere d’occhio all’interno della storia, un personaggio di cui Natasha Romanoff dovrebbe forse diffidare nel film…

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Spider-Man: Tom Holland aveva proposto alla Marvel una scena di sesso

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Fin dalla sua prima apparizione in Captain America: Civil War del 2016, Tom Holland è entrato subito nel cuore dei fan grazie alla sua interpretazione di Peter Parker e oggi sono in molti a ritenere che la sua sia la migliore iterazione di Spider-Man mai apparsa sul grande schermo.

Martedì, in occasione del compleanno di Holland, la stazione radio britannica Capital ha pubblicato un frammento di una vecchia intervista con l’attore del 2017, poco prima che Spider-Man: Homecoming debuttasse nei cinema. Nell’intervista, diffusa via Tom Holland News, il giovane attore aveva discusso del processo di collaborazione che aveva condiviso con la Marvel, alla quale aveva presentato varie idee per il film.

“Molte di queste idee sono state accolte così: ‘No, amico, è un’idea terribile'”, ha ricordato Holland con una risata, anche se ha aggiunto che alcune sono state comunque prese in considerazione. Quando gli è stato chiesto si approfondire la questione delle idee respinte, Holland ha rivelato di aver proposto una scena di sesso: “Una volta avevo detto: ‘Penso che dovremmo avere una scena di sesso davvero molto appassionata’”, e loro mi hanno risposto: ‘No, non crediamo sia il caso!'”

Una scena di sesso sarebbe certamente un ulteriore modo per distinguere l’Uomo Ragno di Tom Holland da quello di Tobey Maguire e Andrew Garfield. Anche se alcuni fan dell’attore potrebbero essere incuriositi da una scena del genere, è quasi certo che in Spider-Man: No Way Home non vedremo Holland impegnato in un alcun momento “hot”.

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.

Red Sonja: Sacha Baron Cohen potrebbe interpretare il villain del film

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Il sito The Illuminerdi riporta un aggiornamento parecchio intrigante a proposito di Red Sonja, il nuovo film targato Millennium basato sull’eroina Marvel creata dallo scrittore Roy Thomas e dall’illustratore Barry Windsor-Smith nel 1973, e parzialmente basata sui personaggi creati dalla scrittore Robert E. Howard.

Si tratta di una notizia che non è stata ancora confermata, e che al momento vi invitiamo a prendere come una mera speculazione. Pare che a Sacha Baron Cohen (Il processo ai Chicago 7) sia stato offerto il ruolo del co-protagonista Kulan Gath, ossia il villain principale del film. Si tratta di un mago malvagio apparso per la prima volta in “Conan il Barbaro #15” come antagonista di Conan.

In attesa di capire se Cohen accetterà o meno la parte, ricordiamo che la protagonista del nuovo film, come abbiamo appreso lo scorso maggio, sarà Hannah John-Kamen, nota soprattutto per il ruolo di Ghost in Ant-Man and the Wasp. L’attrice ha recitato in film quali Star Wars: Il Risveglio della ForzaTomb Raider e Ready Player One, ed è nota anche per il ruolo di Dutch nella serie televisiva Killjoys. Prossimamente la vedremo nell’atteso reboot di Resident Evil.

Il nuovo film dedicato a Red Sonja, le cui riprese dovrebbero partire entro la fine dell’anno, sarà diretto da Jill Soloway, creatrice della serie Transparent, e sceneggiato da Tasha Huo, attualmente showrunner, produttore esecutivo e sceneggiatore per conto di Netflix di una nuova serie d’animazione basata sul franchise di Tomb Raider. Inoltre, Huo è anche al lavoro su The Witcher: Blood Origin, prequel dell’acclamata serie con protagonista Henry Cavill.

I numerosi tentativi di riportare Red Sonja al cinema

Il personaggio aveva debuttato sul grande schermo nel 1985, nell’omonimo film interpretato da Brigitte Nielsen al fianco di Arnold Schwarzenegger. Da allora, numerosi sono stati i tentativi di riportare l’eroina al cinema. Al Comic-Con del 2008 venne annunciato che Robert Rodriguez avrebbe diretto e prodotto un nuovo film che avrebbe visto Rose McGowan nei panni della diavolessa con la spada, ma quel progetto venne poi cancellato.

Diversi anni dopo, nel 2018, Bryan Singer (la saga di X-Men) venne ufficializzato alla regia di un nuovo adattamento, ma dopo le accuse di violenza sessuale e cattiva condotta del regista, il film è passato ufficialmente nella mani di Soloway.

Shazam 2: ecco un primo sguardo al nuovo costume di Zachary Levi

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Shazam 2: ecco un primo sguardo al nuovo costume di Zachary Levi

David F. Sandberg, regista di Shazam! nonché dell’atteso sequel Shazam! Fury of the Gods, ha condiviso via Twitter un esclusivo video promozionale che ci permette di dare un primo sguardo, anche se parecchio velato, al nuovo costume di Zachary Levi nel film.

Tuttavia, grazie a Just Jared, sono arrivate online delle immagini dal set del sequel allestito a Union City, in Georgia, che ci permettono di vedere il nuovo costume nel dettaglio. Come si può notare dalle immagini dal set, il nuovo costume è abbastanza diverso da quello indossato dal supereroe nel primo film. Il cambiamento più notevole è, chiaramente, la mancanza del mantello, ma è possibile notare delle differenze anche nel logo sul petto e nel design generale del costume, dal momento che entrambi sono stati aggiornati.

Potete ammirare le foto in questione cliccando qui, mentre a seguire potete vedere il video condiviso da Sandberg grazie al suo account YouTube ufficiale:

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy Liu. Mark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Mission Impossible 7: la produzione si ferma ancora una volta a causa del Covid

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A causa della pandemia di Covid-19, la produzione di Mission Impossible 7, come moltissime altre a Hollywood, era già stata posticipata più e più volta, tanto che alla fine la Universal ha dovuto necessariamente posticiparne l’uscita da luglio 2021 a novembre 2021. Di conseguenza, anche l’arrivo nelle sale di Mission Impossible 8 è stata rimandato, passando da agosto 2022 a novembre 022.

Ora, purtroppo, la produzione di Mission Impossible 7 è stata nuovamente bloccata e sempre a causa del Coronavirus. Come riportato da Deadline, infatti, le riprese sono state nuovamente interrotte perché un membro del team di produzione è risultato positivo al Covid-19. Secondo quanto riferito, le riprese si fermeranno per 14 giorni, nel rispetto di tutte le necessarie pratiche di sicurezza.

La Paramount ha rilasciato la seguente dichiarazione ufficiale in merito allo stop momentaneo: “Abbiamo temporaneamente interrotto la produzione di Mission: Impossible 7 al 14 giugno, a causa di un risultato positivo al test di Coronavirus durante i controlli di routine. Stiamo seguendo tutti i protocolli di sicurezza e continueremo a monitorare la situazione.”

Tom Cruise ha sempre sottolineato l’importanza della sicurezza e del distanziamento sul set, nonché le conseguenze che deriverebbero dal mancato rispetto dei protocolli. È divenuta anche parecchio celebre una sua sfuriata sul set contro alcuni membri della troupe per il mancato rispetto delle regole. È un vero peccato, dunque, che alla fine la produzione si sia trovata ad affrontare una situazione del genere e a fermarsi ancora una volta.

Le date di uscita di Mission Impossible 7 e 8

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

Doctor Strange 2 è stato riscritto da zero dopo il coinvolgimento di Sam Raimi

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Scott Derrickson ha diretto il primo Doctor Strange, che nel 2016 è diventato un successo di pubblico e critica. Il regista avrebbe dovuto dirigere anche il sequel, ma alla fine ha abbandonato il progetto a causa di alcune divergenze creative con la Marvel. Tuttavia, sarà comunque coinvolto nella nuova avventura di Stephen Strange in qualità di produttore esecutivo.

Ad aprile 2020 è stato confermato che sarebbe stato Sam Raimi, regista della trilogia di Spider-Man con Tobey Maguire, a sostituire Derrickson alla regia e da allora il progetto non ha più subito battute d’arresto, fatta eccezione per la pandemia di Covid-19 che lo scorso gennaio ha costretto la produzione ad uno stop a causa dell’aumento dei contagi in Inghilterra (dove erano in corso le riprese).

La produzione del sequel si è ufficialmente conclusa lo scorso aprile e ora il film è atteso nelle sale per marzo 2022. In questi mesi, molti si sono chiesti se la sceneggiatura del film fosse stata cambiata dopo l’ingaggio di Raimi e adesso veniamo a conoscenza del fatto che è stato effettivamente così. Durante una recente intervista in occasione della promozione della serie Loki, infatti, lo sceneggiatore Michael Waldron a rivelato a Vanity Fair che, dopo essere stato ingaggiato per il sequel di Doctor Strange insieme a Raimi, il film è stato riscritto da zero.

Ciò implica che vedremo davvero poco, se non nulla, della versione originale di Derrickson, il che tuttavia non sorprende. Dal momento che il regista ha lasciato il sequel per divergenze creative, era chiaro che la Marvel fosse interessata a portare il franchise in una direzione completamente diversa. Nel corso dell’intervista, Waldron ha riconosciuto “le fondamenta” del primo film: con ogni probabilità, quindi, lui e Raimi l’hanno comunque usato come punto di partenza per la loro storia.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo), Tilda Swinton (Antico) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Escape Room 2: Giochi Mortali, il trailer

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Escape Room 2: Giochi Mortali, il trailer

A dirigere Escape Room 2: Giochi Mortali è Adam Robitel, già regista del primo capitolo, tra i protagonisti tornano Taylor Russell e Logan Miller. Il film sarà nelle sale il 15 luglio ed è prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Nel cast anche Indya Moore, Holland Roden, Thomas Cocquerel e Carlito Olivero.

Escape Room 2: Giochi Mortali, la trama

Escape Room 2: Giochi Mortali è il sequel del thriller psicologico che nel 2019 ha terrorizzato il pubblico di tutto il mondo. In questo secondo capitolo sei persone si trovano involontariamente bloccate in un’altra serie di escape room, per sopravvivere dovranno svelare lentamente ciò che hanno in comune… e scopriranno che in passato tutti loro hanno già preso parte al gioco.

Frammenti dal passato – Reminiscence: il trailer del film con Hugh Jackman

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Nick Bannister (Jackman), è un investigatore privato della mente, che riesce a scavare nel mondo oscuro e affascinante del passato dei suoi clienti, aiutandoli ad accedere ai ricordi perduti. Vivendo ai margini della costa sommersa di Miami, la sua vita cambia per sempre quando incontra una nuova cliente, Mae (Ferguson), che lo contatta per una semplice questione: lo smarrimento di un oggetto. Ma presto tutto si trasforma in una pericolosa ossessione. Mentre Bannister lotta per indagare sulla scomparsa di Mae, scopre una cospirazione violenta, e alla fine dovrà rispondere alla domanda: fino a che punto ci si può spingere per tenere strette le persone che amiamo?

Al fianco del candidato all’Oscar, Jackman (“Les Misérables”, “The Greatest Showman”), di Ferguson (l’imminente “Dune”, i film “Mission: Impossible”) e di Newton (“Solo: A Star Wars Story”), recitano nel film Cliff Curtis (“Shark – Il primo squalo”, “Fast & Furious: Hobbs & Shaw”), la nominata all’Oscar, Marina de Tavira (“Roma”), Daniel Wu (“Into the Badlands” in TV “Warcraft: L’inizio”), Mojean Aria (le serie TV “See” e “Dead Lucky”), Brett Cullen (“Joker”), Natalie Martinez (le serie “The Stand” e “The Fugitive”), Angela Sarafyan (la serie TV “Westworld – Dove tutto è concesso”) e Nico Parker (“Dumbo”).

Lisa Joy (“Westworld – Dove tutto è concesso”) con Frammenti Dal Passato – Reminiscence debutta alla regia di un lungometraggio, e dirige una sua sceneggiatura originale. Il film è prodotto dalla stessa Joy, Jonathan Nolan, Michael De Luca e Aaron Ryder. I produttori esecutivi sono Athena Wickham, Elishia Holmes e Scott Lumpkin.

Il team creativo include molti dei suoi collaboratori di “Westworld – Dove tutto è concesso”, tra cui il direttore della fotografia Paul Cameron, lo scenografo Howard Cummings, il montatore Mark Yoshikawa e il compositore Ramin Djawadi, insieme alla costumista Jennifer Starzyk (“Bill & Ted Face the Music”).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Kilter Films / Michael De Luca / Filmnation, un film di Lisa Joy, Frammenti Dal Passato – Reminiscence. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures ed uscirà al cinema in Italia dal 26 agosto.

Guido Crepax. I mille volti di Valentina, al Centro Saint-Bénin di Aosta dall’11 giugno

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Guido Crepax. I mille volti di Valentina è l’esauriente mostra personale dedicata ad uno dei più celebri e popolari maestri del fumetto d’autore che viene inaugurata al Centro Saint-Bénin di Aosta venerdì 11 giugno  alle ore 17.00 e si potrà visitare fino a domenica 17 ottobre. L’esposizione, curata da Alberto Fiz in collaborazione con Archivio Crepax, è organizzata dalla struttura Attività espositive e promozione dell’identità culturale dell’Assessorato dei Beni culturali, Turismo, Sport e Commercio della Regione autonoma Valle d’Aosta. 

Sono oltre 100 le opere in mostra (catalogo Gli Ori) nell’ambito di un allestimento spettacolare specificatamente studiato per il Centro Saint-Bénin dove lo spettatore può attraversare ambienti tematici in dialogo tra loro dov’è prevista la realizzazione di manichini, sagome tridimensionali e tappezzerie d’autore.

Insieme alle tavole originali più emblematiche, la rassegna, divisa in sette sezioni, offre l’occasione di analizzare la poliedrica indagine artistica di Guido Crepax presentando inediti documenti d’archivio, copertine di dischi, oggetti di design, abiti, paraventi, studi per la pubblicità, grandi giochi tridimensionali e molto altro.

Come appare evidente dal titolo, un ruolo di primo piano è affidato alla sua icona più celebre, Valentina, un personaggio della contemporaneità, in grado d’influenzare la storia della moda e del costume. Valentina appare attraverso una serie di opere che ne descrivono l’assoluta unicità nella storia del fumetto in quanto la sua immagine nasce dalla contaminazione tra mito (l’attrice Louise Brooks) e realtà (la moglie Luisa). La fusione di queste due anime ha consentito di sviluppare, nel tempo, una figura che riflette i differenti aspetti dell’universo femminile sopravvivendo, come le grandi star del cinema e della letteratura, al suo autore. La mostra propone un percorso coinvolgente e ricco di sorprese dove l’indagine di Crepax emerge nella sue differenti sfaccettature partendo da L’Uomo Invisibile, la prima storia disegnata da Crepax a soli dodici anni. Ma gli esordi dell’artista sono caratterizzati da una specifica attenzione nei confronti della Musica (il padre Gilberto Crepax era primo violoncellista alla Fenice di Venezia) e sin dal 1953 realizza oltre 300 copertine di dischi in parte presenti in mostra. Ma la musica è una costante del fumetto dove si fa riferimento al rock (non possono mancare i Beatles), così come al jazz con Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Anche i Giochi hanno una trattazione specifica in mostra: Crepax aveva la passione per la ricostruzione storica di eventi che si trasformano in straordinari percorsi tridimensionali dove compaiono, ad esempio, le battaglie piemontesi della Campagna d’Italia. Non mancano nemmeno i giochi della boxe o quelli che hanno come riferimento i viaggi di Marco Polo.

Guido Crepax. I mille volti di Valentina

Di fondamentale importanza, poi, sono il Cinema e il Teatro a cui viene dedicata una specifica trattazione che comprende anche Fotografia e Televisione. Le sue storie, infatti, sono vere e proprie sequenze cinematografiche a fumetti con montaggi, inquadrature e primi piani. I riferimenti sono continui, da Eisenstein a Pabst, da Antonioni a Truffaut. Una sezione è, poi, dedicata a Arte e Letteratura, altre due tematiche fondamentali nell’opera a tuttotondo di Crepax. Nell’ambito dell’esposizione si documentano le vicende che hanno coinvolto grandi maestri quali Kandinsky o Moore (a entrambi è dedicata una storia, Il falso Kandinsky e La Sindrome di Moore), così come Manet (in mostra la citazione trasgressiva dell’Olympia) e Magritte. Il dialogo prevede anche la rivisitazione dei grandi classici della letteratura coinvolgendo, tra gli altri, Poe, Stevenson (di particolare significato sono le tavole tratte da Dottor Jekyill e Mister Hyde), Diderot e il Marchese De Sade. Un’altra sezione particolarmente innovativa è quella che riguarda Moda, Design e Pubblicità dove sono esposti abiti e oggetti ispirati dalla poetica di Crepax quali lampade,  vetri, paraventi e piastrelle. Da Versace a Krizia, da Castiglioni a Eileen Gray, è continua la dialettica con i differenti aspetti della creatività contemporanea. Insieme a Valentina, la rassegna analizza anche le altre figure femminili (Valentina e le altre), da Bianca a Anita, che animano l’universo di Crepax caratterizzato, spesso, da una forte componente onirica.

La mostra si conclude con un coup de théâtre: sull’altare della chiesa sconsacrata è prevista la ricostruzione dello studio di Crepax, Viaggiatore immobile, con il suo tavolo da lavoro e l’immancabile cassa del violoncello del padre che compare in molte immagini dei fumetti. Le pareti sono state ricoperte dalla tappezzeria creata per le storie a fumetti su cui appaiono ben sedici tavole originali in una sintesi visiva di grande efficacia.  Nel medesimo ambiente viene, infine, collocato un video che consente di ripercorrere il percorso creativo del grande autore.

La mostra è accompagnata da un prezioso volume in italiano e francese edito da Gli Ori con tutte le immagini della mostra e un apparato critico che prevede gli interventi di Antonio Crepax, Alberto Fiz e Daria Jorioz. La pubblicazione è arricchita da un’intervista di Alberto Fiz al regista Mario Martone che ha collaborato con Crepax nell’ambito del teatro, da un ricordo di Luisa Crepax, la moglie dell’artista recentemente scomparsa, oltre a un’intervista immaginaria a Valentina. Ampia è anche l’antologia critica con le testimonianze, tra gli altri, di Roland Barthes, Umberto Eco, Alain Robbe-Grillet, Giorgio Manganelli, Oreste Del Buono, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva.

Summertime 2: intervista a Ludovico Tersigni e Amparo Piñero Guirao

Ludovico Tersigni e Amparo Piñero Guirao sono trai protagonisti di Summertime 2, che è disponibile su Netflix dal 3 giugno. Ecco cosa hanno raccontato i due attori della serie diretta da Francesco Lagi e da Marta Savina.

Tornano i protagonisti della prima stagione, Summer (Coco Rebecca Edogamhe), Ale (Ludovico Tersigni), Dario (Andrea Lattanzi), Sofia (Amanda Campana), Edo (Giovanni Maini), Blue (Alicia Ann Edogamhe), Giulia (Romina Colbasso) a cui si aggiungono Lola (Amparo Pinero Guirao), Rita (Lucrezia Guidone) e Jonas (Giovanni Anzaldo). Nei ruoli degli adulti  il pubblico ritroverà Isabella (Thony) e Antony (Alberto Boubakar Malanchino), rispettivamente la mamma e il papà di Summer e Blue, Laura (Maria Sole Mansutti) e Maurizio (Mario Sgueglia) ovvero la mamma e il papà di Ale, mentre Miguel (Jorge Bosch) sarà il nuovo allenatore del ragazzo, e Loris (Giuseppe Giacobazzi), il papà di Edo, avrà al suo fianco la fidanzata Wanda (Marina Massironi).

Spider-Man: No Way Home, 10 modi in cui potrebbe cambiare drasticamente il MCU

Spider-Man: No Way Home è forse uno dei titoli più attesi del futuro del MCU. Non solo il film introdurrà ufficialmente il concetto di Multiverso, ma riporterà indietro anche tutta una serie di personaggi che abbiamo visto nelle precedenti trasposizioni dei fumetti Marvel al cinema. In attesa dell’arrivo del film nelle sale, Screen Rant ha ipotizzato 10 modi in cui il film potrebbe drasticamente cambiare il MCU:

La versione live action dello Spider-Verse

Spider-Man: Un nuovo universoUno dei rumor più insistenti a proposito di Spider-Man: No Way Home è quello relativo al tanto atteso ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield nei panni delle rispettive iterazioni dell’Uomo Ragno. Se fosse davvero così, il film di Jon Watts rappresenterebbe a tutti gli effetti una versione live action dello Spider-Verse introdotto in Spider-Man: Un nuovo universo

Sarebbe indubbiamente difficile da realizzare, senza contare che potrebbe distogliere l’attenzione dall’attuale arco narrativo del Peter Parker di Tom Holland nel MCU, ma se Kevin Feige trovasse il modo giusto per farlo funzionare, allora potrebbe davvero rivelarsi qualcosa di fantastico.

L’identità segreta di Spidey è divenuta pubblica

Il terzo film di Spider-Man legato al MCU racconterà una storia dell’Uomo Ragno che non è mai stata raccontata prima sul grande schermo. Dopo la sorprendente rivelazione nella scena post-credits di Spider-Man: Far From Home, sappiamo che ormai l’identità segreta di Peter Parker non è più tale.

Il Daily Bugle lo ha ufficialmente smascherato come Spider-Man, incastrandolo anche per l’omicidio di Mysterio e per gli attacchi a Londra. Basandosi soltanto su questa premessa, è chiaro quanto No Way Home sarà un film dedicato all’Uomo Ragno come forse non ce ne sono mai stati in passato.

L’introduzione di She-Hulk

She-Hulk è uno dei tanti amati personaggi Marvel che saranno protagonista di uno show standalone in arrivo prossimamente su Disney+, insieme a Moon Knight, Ms. Marvel e Ironheart. Jen Walters è un avvocato che diventa She-Hulk quando viene ferita durante una sparatoria, ricevendo una trasfusione di sangue da suo cugino Bruce Banner.

A differenza di Bruce, Jen si diverte a trasformarsi in She-Hulk e trascorre la maggior parte del suo tempo usando l’identità del supereroe. Rappresenta anche i supereroi in difficoltà legali. Dal momento che la Marvel non perde mai l’occasione per un crossover, No Way Home potrebbe introdurre ufficialmente Jen mentre rappresenta Peter Parker in tribunale, prima che la serie Disney+ ci racconti le sue origini.

Peter e MJ potrebbe essere la nuova coppia del MCU

Da Iron Man del 2008, la coppia per antonomasia del MCU è sempre stata quella formata da Tony Stark e Pepper Potts. Il loro complicato arco romantico è culminato quando Pepper ha detto ad un Tony in punto di morte: “Puoi riposare ora”. Dopo quell’esplosivo climax emotivo, ecco chi potrebbe rappresentare la prossima coppia del MCU

All’apparenza, WandaVision aveva reso Wanda e Visione i candidati ideali, ma purtroppo i due personaggi non sembrano avere un grande futuro insieme. Tom Holland e Zendaya condividono una chimica formidabile e i loro personaggi si sono finalmente avvicinati in Far From Home. Peter Parker e MJ – già coppia iconica dei fumetti – potrebbero facilmente diventare il nuovo punto focale romantico del MCU

Assemblare i Sinistri Sei

Nonostante The Amazing Spider-Man 2 avesse anticipato l’arrivo dei Sinistri Sei in un film che è stato effettivamente in sviluppo alla Sony per alcuni anni, questi personaggi devono ancora apparire sul grande schermo.

In No Way Home, dopo che l’identità di Peter Parker è stata rivelata al mondo intero, la squadra di supercriminali anti-Uomo Ragno potrebbe finalmente riunirsi. Sappiamo che nel film torneranno il Doc Ock di Alfred Molina e l’Electro di Jamie Foxx. Inoltre, Spider-Man: Homecoming ha ufficialmente introdotto Avvoltoio, Mysterio, in quanto illusionista, potrebbe essere ancora vivo. Insomma, il MCU sembra essere pronto per i Sinistri Sei…

I personaggi Netflix nei film del MCU

DaredevilDa quando la Marvel ha cancellato tutte le serie Netflix in un colpo solo e ha iniziato a realizzare show con collegamenti diretti al MCU per Disney+, gli amati personaggi del colosso dello streaming sono purtroppo caduti nel dimenticatoio.

Tuttavia, i diritti di quei personaggi sono tornati nelle mani della Marvel. Il conflitto di New York organizzato per No Way Home sarebbe il modo perfetto per presentare tutti i vigilanti attivi ad Hell’s Kitchen e proveniente dall’universo di The Defenders. Il Daredevil di Charlie Cox potrebbe difendere Spidey in tribunale, mentre il Punisher di Jon Bernthal potrebbe proteggerlo quando il criminale di New York verrà inevitabilmente a cercarlo…

Un riferimento diretto a zio Ben

Finora, il Peter Parker di Tom Holland non ha ancora fatto riferimento in maniera diretta allo zio Ben. Ci sono stati vari indizi nei film precedenti in merito all’esistenza di Ben Parker nel MCU, ma con No Way Home c’è bisogno di andare in fondo alla questione.

Ben è stato una vera e propria figura paterna per Peter. Nel MCU, è stato Tony Stark a ricoprire quel ruolo, ma dopo la morte del personaggio, No Way Home dovrebbe finalmente riconoscere che lo zio Ben è esistito. Il nuovo film necessita di più di un semplice easter egg: i saggi consigli di zio Ben dovranno, in qualche modo, influenzare il complicato presente di Peter.

Stephen Strange sarà come Tony Stark per Peter

doctor strange 2Parte dell’accordo di Sony con la Marvel per la produzione dei film di Spider-Man riguarda il fatto che un altro eroe famoso dovrà necessariamente ricoprire il ruolo di mentore nei confronti di Peter Parker.

In Homecoming, questo ruolo è stato ricoperto da Tony Stark. In Far From Home lo è stato Nick Fury, anche se poi abbiamo scoperto che si trattava solo di uno Skrull travestito per tutto il tempo. In No Way Home, sarà Doctor Strange a ricoprire quel ruolo. Data la caratterizzazione di Strange nel MCU molto vicina a quella di Stark, non sarebbe affatto sorprendente se Strange prendesse il posto di Stark come figura paterna di Peter.

L’introduzione dei Fantastici Quattro

avengers infinity warSembra improbabile che i Fantastici Quattro facciano la loro introduzione nel MCU in Spider-Man: No Way Home, ma non è impossibile. Il film si svolgerà a New York, dove vivono i Fantastici Quattro, e la storia sembra esplorerà il Multiverso per incorporare franchise precedenti, il che consentirebbe ad una squadra di Fantastici Quattro degli anni ’60 di entrare senza soluzione di continuità nel MCU.

Inoltre, No Way Home è diretto da Jon Watts, che è stato incaricato anche di dirigere il reboot dei Fantastici Quattro. E nei fumetti, Spidey ha collaborato con la prima famiglia della Marvel un sacco di volte…

Rendere canonici i film Marvel non ambientati nel MCU

Nella versione originale del discorso di Nick Fury tratto dalla scena post-credits di Iron Man, lo stesso ha riconosciuto i film già esistenti di Spider-Man e degli X-Men come canone del MCU. Tuttavia, ciò è stato cambiato perché non era ancora chiaro, all’epoca, dove sarebbero finiti i diritti di ciascun franchise.

Ora, sembra che Feige & co. stanno lentamente incorporando i franchise pre-MCU nel canone del loro universo cinematografico condiviso. Se il Doc Ock di Alfred Molina e l’Electro di Jamie Foxx renderanno parte del canone la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi e i film di The Amazing Spider-Man, allora per il MCU non si saranno davvero più confini… 

Festival di Cannes 74: annunciato il programma completo

Festival di Cannes 74: annunciato il programma completo

È stato annunciato questa mattina il programma completo di un’edizione del Festival di Cannes, la numero 74, molto speciale. Non si tratta solo della prima edizione dopo l’anno di stop a causa della pandemia, ma è anche la prima volta che il festival si sposta a luglio, dal 6 al 17.

Sapevamo già che il film d’apertura sarebbe stato Annette, di Leos Carax con Marion Cotillard e Adam Driver, ora però abbiamo avuto anche la conferma che Tre Piani, il film di Nanni Moretti atteso dal 23 settembre al cinema, rappresenterà l’Italia nel concorso ufficiale.

Ecco il programma completo di Cannes 74

Film d’APERTURA

  • Annette di Leos Carax

Film in CONCORSO a Cannes 74

 

  • Ahed’s Knee OR Ha’berech di Nadav Lapid
  • Benedetta di Paul Verhoeven
  • Bergman Island di Mia Hansen-Løve
  • Casablanca Beats di Nabil Ayouch
  • Compartment No. 6 OR Hytti Nro 6 Juho Kuosmanen
  • Drive My Car di Ryûsuke Hamaguchi
  • Everything Went Fine OR Tout s’est bien passé di Francois Ozon
  • A Hero di Asghar Farhadi
  • La fracture di Catherine Corsini
  • Lingui di Mahamat-Saleh Haroun
  • Memoria di Apichatpong Weerasethakul
  • Nitram di Justin Kurzel
  • Paris, 13th District OR Les Olympiades di Jacques Audiard
  • Par un Demi Clair Matin di Bruno Dumont
  • Petrov’s Flu di Kirill Serebrennikov
  • Red Rocket  di Sean Baker
  • The Restless OR Les Intranquilles di Joachim Lafosse
  • The French Dispatch di Wes Anderson
  • Three Floors OR Tre Piani di Nanni Moretti
  • Titane di Julia Ducournau
  • The Worst Person in the World OR Julie (en 12 Chapitres) di Joachim Trier

I film della selezione UN CERTAIN REGARD

 

  • After Yang di Kogonada
  • Blue Bayou di Justin Chon
  • Bonne Mère di Hafsia Herzi
  • Commitment Hasan di Hasan Semih
  • Freda di Gessica Généus
  • House Arrest OR Delo di Alexey German Jr.
  • The Innocents di Eskil Vogt
  • Lamb di Valdimar Jóhansson
  • Moneyboys di B.C Yi
  • Noche de Fuego di Tatiana Huezo
  • Un Monde di Laura Wandel

I film fuori concorso a Cannes 74

  • Aline, the Voice of Love di Valerie Lemercier
  • Babi Yar. Context di Sergei Loznitsa
  • Bac Nord di Cédric Jimenez
  • Emergency Declaration di Han Jae-Rim
  • In His Lifetime OR De son vivant di Emmanuelle Bercot
  • Stillwater di Tom McCarthy
  • The Velvet Underground di Todd Haynes

MIDNIGHT SCREENINGS

Bloody Oranges di Jean-Christophe Meurisse

SPECIAL SCREENINGS

  • Black Notebooks di Shlomi Elkabetz
  • H6 di Yé Yé
  • Jane by Charlotte di Charlotte Gainsbourg
  • JFK: Through the Looking Glass di Oliver Stone
  • Mariner of the mountains OR O Marinheiro das Montanhas di Karim Aïnouz

CANNES PREMIERE

  • Cow di Andrea Arnold
  • Deception OR Tromperie di Arnaud Desplechin
  • Hold Me Tight di Mathieu Almaric
  • In Front of Your Face di Hong Sang-soo
  • Love Songs for Tough Guys di Samuel Benchetrit
  • Mothering Sunday di Eva Husson

Tre Piani di Nanni Moretti in Concorso a Cannes 74, il teaser trailer

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Nanni Moretti torna al Festival di Cannes per l’ottava volta da regista con TRE PIANI. Il film – interpretato da Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno – sarà in concorso alla 74a edizione del Festival e uscirà al cinema il  23 settembre.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo ed è distribuito in Italia da 01 Distribution.

Paul Bettany sulla possibilità di rivedere Visione Bianco nel MCU

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Anche se in WandaVision non abbiamo visto nessun cameo di Mefisto e Doctor Strange, abbiamo comunque assistito al debutto nel MCU di Visione Bianco, assemblato grazie ai resti del Visione originale e messo nuovamente in contatto con i suoi ricordi grazie alla versione di Westview.

Ad oggi non sappiamo quando rivedremo Visione Bianco nel MCU, e a quanto pare neanche Paul Bettany è a conoscenza dei piani di questa versione alternativa dell’androide sintezoide. “Non posso rispondere, onestamente”, ha detto a The Playlist l’attore durante una recente intervista. “Ho molti amici della mia età per i quali Visione Bianco è stato un grosso problema negli anni ’70. Kevin Feige e io ne parlavamo da anni. Ma non riesco a ricordare quando ho capito che avrebbe fatto il suo debutto. Forse ho iniziato a sospettare qualcosa di tempi di Avengers: Infinity War, quando abbiamo iniziato a parlare della morte del personaggio.”

“Ma ad essere onesti, non lo so se potrebbe tornare. Davvero”, ha aggiunto Bettany. “Non ho un contratto, quindi non lo so. Tutto quello che so è che si tratta di una serie limitata, ma sono anche consapevole che introdurre Visione Bianco e non sfruttarlo ulteriormente potrebbe diventare parecchio complicato.”

Al momento, pensare a come Visione Bianco potrebbe tornare nel MCU è un’impressa parecchio ardua. Secondo le teorie più accreditate, potremmo rivedere questa versione del personaggio o in Doctor Strange in the Multiverse of Madness (in cui rivedremo anche Scarlet Witch) o magari in una serie come Armor Wars. Purtroppo, non ci resta altro da fare che attendere e sperare che prima o poi i Marvel Studios aggiornino i fan in merito al destino del personaggio.

WandaVision: ecco quali erano i piani originali per Agatha Harkness

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Jac Schaeffer, l’head writer di WandaVision, ha rilasciato una lunga intervista a Rolling Stone in cui ha rivelato parecchi dettagli inediti in merito alla serie Disney+, che a quanto pare, almeno in origine, doveva essere molto diversa da ciò che abbiamo poi visto sulla piattaforma di streaming.

Dopo aver parlato del cameo di Doctor Strange nel finale che non abbiamo mai visto, Schaeffer ha spifferato anche quali erano, inizialmente, i piani per il personaggio di Agatha Arkness interpretato da Kathryn Hahn. “In origine, Agatha doveva essere un vero e proprio mentore, l’esperto di magia che insegna al suo protetto”, ha spiegato Schaeffer. “Una delle cose che non è mai cambiata è che nel finale Wanda avrebbe dovuto dire addio a Visione. Nella mia idea original, quell’addio doveva essere con un ultimo incantesimo vincolante. Era legato ad un incantesimo che Agatha le aveva insegnato all’inizio della serie. Ciò che doveva fare era integrare il suo trauma e rilegare Visione a sé stessa con quell’incantesimo. Alla fine Agatha è diventata una forza antagonista, perché ne avevamo bisogno nella serie.”

“Con gli altri sceneggiatori ci sono state più discussioni in merito alla Magia del Caos, la fonte dei poteri di Wanda”, ha rivelato poi Schaeffer. “Quando abbiamo assunto Matt Shakman, c’è stato un lungo periodo in cui stavamo cercando di progettare una dimensione del caos, che alla fine non ci serviva e non era necessaria.”

WandaVision si è conclusa con Agatha intrappolata a Westview come “Agnes”, anche se un ritorno del personaggio è più che probabile: forse potrebbe essere proprio Wanda a liberarla nuovamente (magari per farsi aiutare a ritrovare Tommy e Billy in Doctor Strange in the Multiverse of Madness?).

David Harbour spiega come Guardiano Rosso ha influenzato il look di Jim Hopper

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David Harbour è stato ospite dello show di Jimmy Kimmel, dove ha avuto modo di parlare non solo di Black Widow ma anche dell’attesissima quarta stagione di Stranger Things. Nel corso dell’intervista, Harbour ha rivelato che il look del capo della polizia Jim Hopper che vedremo nei nuovi episodi è stato influenzato in parte dal desiderio di renderlo assai diverso da quello di Guardiano Rosso, il personaggio che interpreterà nel cinecomic Marvel.

“Avevo iniziato a farmi crescere i capelli, ma poi sono stato scritturato in Black Widow, dove interpreto un prigioniero russo. Avevo i capelli lunghi, la barba, ero grosso… così ho pensato: ‘Non posso essere lo stesso ragazzo con gli stessi capelli lunghi e la stessa barba nella stessa prigione’. Così ho iniziato a scattarmi foto del set di Black Widow senza dare nell’occhio e le ho inviate ai fratelli Duffer, assicurandomi che tutto sarebbe stato diverso nella serie, dai colori del set al look, fino ad arrivare agli abiti”, ha rivelato Harbour.

“Ho continuato a inviare loro queste foto. Alla fine avevamo programmato che Jim dovesse essere molto simile a Red Guardian nel look, ma io ho detto: ‘Ragazzi, non possiamo farlo. Sto girando questo film Marvel. Non posso avere barba e capelli anche nella serie’. Quindi abbiamo pensato ad un look completamente diverso per lui e gli abbiamo fatto rasare la testa.”

Sempre nel corso dell’ospitata da Kimmel, David Harbour ha spiegato di aver chiesto ai Marvel Studios di far parlare Guardiano Rosso in russo, ma a quanto pare lo studio non ha accettato la sua proposta: “È russo. Si trova in Russia. Parlerebbe russo. Per l’interno film dovrei parlare in russo con i sottotitoli. Lo so che non è il massimo per un film Marvel. La mia proposta non è stata accolta bene dai produttori quando ne ho parlato”, ha dichiarato l’attore.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

C’era una volta a Hollywood: Tarantino conferma che il romanzo esplorerà le origini di Cliff Booth

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A novembre dello scorso anno, Quentin Tarantino aveva annunciato l’uscita di un romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il suo nono film distribuito nelle sale nel 2019 e vincitore di due premi Oscar (migliore scenografia e miglior attore non protagonista a Brad Pitt).

Il romanzo, che uscirà negli Stati Uniti il prossimo 29 giugno, espanderà la storia di Cliff e Rick e includerà anche diverse scene e personaggi che non abbiamo visto al cinema. Tarantino desiderava scrivere un libro da anni, perché ossessionato dai romanzi cinematografici che hanno accompagnato la sua giovinezza. Il regista ha siglato un accordo con la HarperCollins che, oltre al romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, prevede anche la pubblicazione di un saggio intitolato “Cinema Speculation” e dedicato all’amore che Tarantino nutre per gli anni ’70.

Ora, in una recente intervista con Pure Cinema Podcast (via Entertainment Weekly), il celebre regista ha svelato nuovi dettagli sull’attesissimo romanzo, anticipando che si concentrerà anche sulle origini del personaggio di Cliff Booth interpretato nel film da Pitt. “Nel film, Cliff è un vero enigma… ti ritrovi a pensare: ‘Qual è il problema di questo ragazzo?’. Uno degli aspetti più belli del libro è che ci sono questi capitoli a sé stanti dedicati interamente al suo passato.”

“Il romanzo torna indietro nel tempo per raccontarti di Cliff in quel momento. Poi vai avanti con il normale svolgimento della storia ed ecco che arriva un altro capitolo che torna indietro e ti parla del passato di Cliff”, ha aggiunto Tarantino. “Sono tutti capitoli isolati che riguarda esclusivamente il passato di Cliff. È come se ogni capitolo rappresentasse uno strano romanzo pulp a sé, con Cliff come protagonista.”

Nella medesima intervista, Tarantino ha parlato anche della genesi del romanzo, dicendo di aver iniziato a lavorare al progetto più o meno da cinque anni, definendo il libro la versione “ingombrante” del film.

Tutto quello che sappiamo su C’era una volta a Hollywood

La storia di C’era una volta a Hollywood si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso… Sharon Tate (Margot Robbie).

Nel cast del film Leonardo DiCaprioBrad Pitt e Margot Robbie al fianco di Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Quentin Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Star Wars: un giudice sentenzia che Episodio VIII e IX sono film “mediocri”

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La trilogia sequel di Star Wars è passata alla storia per essere stata incredibilmente divisiva. In particolare, sono stati Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker ad essere presi maggiormente di mira dai fan ma anche dalla critica, con risultati contrastanti non solo al botteghino ma anche sul celebre aggregatore Rotten Tomatoes.

Ciò ha portato la Disney a cambiare ancora una volta rotta in merito ai piani del futuro della saga sul grande schermo e a concentrarsi sull’espansione dell’universo fantascientifico per quanto riguarda le serie tv. Di recente, Kenneth K. Lee, giudice del nono circuito della Corte d’Appello degli Stati Uniti d’America, si è pronunciato su un caso che riguardava una battaglia legale tra l’azienda statunitense di alimenti confezionati ConAgra Foods Inc. e Wesson Oil, la nota marca di olio vegetale prodotto a Memphis, nel Tennessee.

Ma cosa c’entra la saga di Star Wars con la Corte d’Appello americana? È presto detto: inaspettatamente, nella sua sentenza il giudice ha fatto riferimento proprio a Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker, prendendo di mira gli ultimi due episodi della trilogia sequel.

“In poche parole, Richardson – il nuovo proprietario di Wesson Oil – può riprendere a utilizzare l’etichetta ‘100% naturale’ in qualsiasi momento, privando così la classe di qualsiasi valore teoricamente offerto dall’ingiunzione. Sostanzialmente, ConAngra ha accettato di non fare qualcosa su cui non ha alcun potere. È come quando George Lucas ha promesso che non ci sarebbero più stati sequel di Star Wars mediocri, da quattro soldi, dopo aver venduto il franchise alla Disney. Una tale promessa sarebbe illusoria”, ha scritto Lee nella sentenza.

Ancora, una nota a piè di pagina fornisce un’ulteriore spiegazione alle parole del giudice: “Come si evince dalle produzioni Disney Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker”. È chiaro che il giudice in questione non fosse un fan di nessuno dei due episodi, ma viene da chiedersi se la Lucasfilm risponderà mai a quanto emesso dall’autorità. Le pagine della sentenza stanno facendo il giro del web. Potete consultarle cliccando qui.

WandaVision: i dettagli sul cameo di Doctor Strange che non abbiamo visto

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Prima dell’arrivo ufficiale di WandaVision su Disney+, in molti avevano parlato della possibilità – mai confermata, però – che Benedict Cumberbatch sarebbe apparso nel finale della serie nei panni di Doctor Strange. Come ben sappiamo, alla fine ciò non è accaduto, con alcuni fan che sono rimasti abbastanza delusi, soprattutto perché anche le teorie su Mefisto e Quicksilver alla fine non hanno avuto alcun riscontro.

Più di recente, era stato Kevin Feige in persona a confermare che, inizialmente, c’erano effettivamente dei piani per un cameo dello Stregone Supremo nella serie con protagonista Wanda Maximoff e che la sua apparizione avrebbe dovuto collegare ancora di più la serie a Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Ora, in una recente intervista con Rolling Stone, è stato l’head writer Jac Schaeffer a rivelare i dettagli su quel finale alternativo di WandaVision che non abbiamo mai visto.

“Quando sono stato coinvolto nella serie, il piano era che alla fine ci sarebbe stato un passaggio di consegne e che la partecipazione di Doctor Strange sarebbe stata essenzialmente un breve cameo”, ha confermato Schaeffer. “Quando stavamo ancora delineando la serie, c’era due versione diverse di Wanda e Stephen che scomparivano insieme nel tramonto. E non mi sembrava giusto.” 

“Volevamo soddisfare la rappresentanza e l’autonomia di Wanda all’interno di questa particolare storia. Ci sentivamo come se quella cosa fosse un extra”, ha continuato Schaeffer. “Un altro problema sarebbe stato: se Doctor Strange si fosse presentato solo alla fine, dov’era stato per tutto questo tempo? Ho amato scrivere così tante variazioni sul personaggio, variazioni in riferimento sempre al finale. È stato un piacere scrivere di quel personaggio. C’erano versioni in cui Wanda stava volando oltre i confini della città e all’improvviso incontrava Stephen, cose del genere.”

Jac Schaeffer ha poi aggiunto che il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, era ben consapevole di quanto i fan fossero desiderosi di vedere apparire Strange, ma ha poi convenuto che avrebbe in qualche modo “offuscato” la storia di Wanda. “Alcune persone potrebbe esclamare: ‘Sarebbe stato così bello vedere Doctor Strange… ‘, ma avrebbe oscurato Wanda, ed è ciò che non volevamo fare. Non volevamo che il finale servisse soltanto ad anticipare il prossimo film, con l’entrata in scena del tipico maschio bianco che esclama: ‘Lascia che ti mostri come funziona il potere’.”

Cosa legherà Wanda e Stephen Strange nel sequel di Doctor Strange?

Il fatto che Scarlet Witch e lo Stregone Supremo fossero destinati a volare via da Westview insieme indica che molto probabilmente saranno alleati nel sequel di Doctor Strange. Tuttavia, molto potrebbe essere cambiato in merito alla storia dall’inizio della produzione di film ad oggi (specialmente dopo che abbiamo visto Wanda studiare le pagine del Darkhold nella scena post-credits dell’episodio finale).

Shang-Chi: Simu Liu conferma che non vedremo Fin Fang Foom

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Shang-Chi: Simu Liu conferma che non vedremo Fin Fang Foom

Con Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, i Marvel Studios stanno chiaramente cercando di allontanarsi dagli stereotipi che circondavano il personaggio durante le sue prime avventure a fumetti. Ad esempio, nel film il padre dell’eroe del titolo non sarà più Fu Manchu, ma bensì Wenwu, cioè il Mandarino.

Per molto tempo si è parlato del fatto che nel film sarebbe apparso Fin Fang Foom, l’alieno mutaforme che assomiglia a un drago cinese antropomorfo. Adesso, però, è stata Simu Liu, il protagonista di Shang-Chi, a smentire categoricamente la cosa in una recente intervista con NBC News. Sebbene il sito non abbia condiviso alcuna citazione diretta, scrive quanto segue: “Liu ha detto che alcuni discutibili elementi del materiale di partenza, come il drago mutaforme chiamato in modo sconcertante Fin Fang Foom non saranno presenti nel film.”

Ciononostante, sia i set LEGO che i Funko Pop dedicati a Shang-Chi hanno confermato che nel film vedremo un drago d’acqua noto come “The Great Protector”. Inevitabilmente, ci saranno alcuni fan che resteranno delusi dall’assenza di Foom nel film, ma è una decisione che ha senso: è palese che attraverso il film i Marvel Studios stiano cercando di intraprendere un percorso più autentico, che alla fine sarà estremamente vantaggioso per lo stesso supereroe.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

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