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Festival di Cannes 74: annunciato il programma completo

Festival di Cannes 74: annunciato il programma completo

È stato annunciato questa mattina il programma completo di un’edizione del Festival di Cannes, la numero 74, molto speciale. Non si tratta solo della prima edizione dopo l’anno di stop a causa della pandemia, ma è anche la prima volta che il festival si sposta a luglio, dal 6 al 17.

Sapevamo già che il film d’apertura sarebbe stato Annette, di Leos Carax con Marion Cotillard e Adam Driver, ora però abbiamo avuto anche la conferma che Tre Piani, il film di Nanni Moretti atteso dal 23 settembre al cinema, rappresenterà l’Italia nel concorso ufficiale.

Ecco il programma completo di Cannes 74

Film d’APERTURA

  • Annette di Leos Carax

Film in CONCORSO a Cannes 74

 

  • Ahed’s Knee OR Ha’berech di Nadav Lapid
  • Benedetta di Paul Verhoeven
  • Bergman Island di Mia Hansen-Løve
  • Casablanca Beats di Nabil Ayouch
  • Compartment No. 6 OR Hytti Nro 6 Juho Kuosmanen
  • Drive My Car di Ryûsuke Hamaguchi
  • Everything Went Fine OR Tout s’est bien passé di Francois Ozon
  • A Hero di Asghar Farhadi
  • La fracture di Catherine Corsini
  • Lingui di Mahamat-Saleh Haroun
  • Memoria di Apichatpong Weerasethakul
  • Nitram di Justin Kurzel
  • Paris, 13th District OR Les Olympiades di Jacques Audiard
  • Par un Demi Clair Matin di Bruno Dumont
  • Petrov’s Flu di Kirill Serebrennikov
  • Red Rocket  di Sean Baker
  • The Restless OR Les Intranquilles di Joachim Lafosse
  • The French Dispatch di Wes Anderson
  • Three Floors OR Tre Piani di Nanni Moretti
  • Titane di Julia Ducournau
  • The Worst Person in the World OR Julie (en 12 Chapitres) di Joachim Trier

I film della selezione UN CERTAIN REGARD

 

  • After Yang di Kogonada
  • Blue Bayou di Justin Chon
  • Bonne Mère di Hafsia Herzi
  • Commitment Hasan di Hasan Semih
  • Freda di Gessica Généus
  • House Arrest OR Delo di Alexey German Jr.
  • The Innocents di Eskil Vogt
  • Lamb di Valdimar Jóhansson
  • Moneyboys di B.C Yi
  • Noche de Fuego di Tatiana Huezo
  • Un Monde di Laura Wandel

I film fuori concorso a Cannes 74

  • Aline, the Voice of Love di Valerie Lemercier
  • Babi Yar. Context di Sergei Loznitsa
  • Bac Nord di Cédric Jimenez
  • Emergency Declaration di Han Jae-Rim
  • In His Lifetime OR De son vivant di Emmanuelle Bercot
  • Stillwater di Tom McCarthy
  • The Velvet Underground di Todd Haynes

MIDNIGHT SCREENINGS

Bloody Oranges di Jean-Christophe Meurisse

SPECIAL SCREENINGS

  • Black Notebooks di Shlomi Elkabetz
  • H6 di Yé Yé
  • Jane by Charlotte di Charlotte Gainsbourg
  • JFK: Through the Looking Glass di Oliver Stone
  • Mariner of the mountains OR O Marinheiro das Montanhas di Karim Aïnouz

CANNES PREMIERE

  • Cow di Andrea Arnold
  • Deception OR Tromperie di Arnaud Desplechin
  • Hold Me Tight di Mathieu Almaric
  • In Front of Your Face di Hong Sang-soo
  • Love Songs for Tough Guys di Samuel Benchetrit
  • Mothering Sunday di Eva Husson

Tre Piani di Nanni Moretti in Concorso a Cannes 74, il teaser trailer

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Nanni Moretti torna al Festival di Cannes per l’ottava volta da regista con TRE PIANI. Il film – interpretato da Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Alessandro Sperduti, Denise Tantucci, Nanni Moretti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno – sarà in concorso alla 74a edizione del Festival e uscirà al cinema il  23 settembre.

Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, e Le Pacte, scritto da Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è tratto dall’omonimo romanzo di Eshkol Nevo ed è distribuito in Italia da 01 Distribution.

Paul Bettany sulla possibilità di rivedere Visione Bianco nel MCU

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Anche se in WandaVision non abbiamo visto nessun cameo di Mefisto e Doctor Strange, abbiamo comunque assistito al debutto nel MCU di Visione Bianco, assemblato grazie ai resti del Visione originale e messo nuovamente in contatto con i suoi ricordi grazie alla versione di Westview.

Ad oggi non sappiamo quando rivedremo Visione Bianco nel MCU, e a quanto pare neanche Paul Bettany è a conoscenza dei piani di questa versione alternativa dell’androide sintezoide. “Non posso rispondere, onestamente”, ha detto a The Playlist l’attore durante una recente intervista. “Ho molti amici della mia età per i quali Visione Bianco è stato un grosso problema negli anni ’70. Kevin Feige e io ne parlavamo da anni. Ma non riesco a ricordare quando ho capito che avrebbe fatto il suo debutto. Forse ho iniziato a sospettare qualcosa di tempi di Avengers: Infinity War, quando abbiamo iniziato a parlare della morte del personaggio.”

“Ma ad essere onesti, non lo so se potrebbe tornare. Davvero”, ha aggiunto Bettany. “Non ho un contratto, quindi non lo so. Tutto quello che so è che si tratta di una serie limitata, ma sono anche consapevole che introdurre Visione Bianco e non sfruttarlo ulteriormente potrebbe diventare parecchio complicato.”

Al momento, pensare a come Visione Bianco potrebbe tornare nel MCU è un’impressa parecchio ardua. Secondo le teorie più accreditate, potremmo rivedere questa versione del personaggio o in Doctor Strange in the Multiverse of Madness (in cui rivedremo anche Scarlet Witch) o magari in una serie come Armor Wars. Purtroppo, non ci resta altro da fare che attendere e sperare che prima o poi i Marvel Studios aggiornino i fan in merito al destino del personaggio.

WandaVision: ecco quali erano i piani originali per Agatha Harkness

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Jac Schaeffer, l’head writer di WandaVision, ha rilasciato una lunga intervista a Rolling Stone in cui ha rivelato parecchi dettagli inediti in merito alla serie Disney+, che a quanto pare, almeno in origine, doveva essere molto diversa da ciò che abbiamo poi visto sulla piattaforma di streaming.

Dopo aver parlato del cameo di Doctor Strange nel finale che non abbiamo mai visto, Schaeffer ha spifferato anche quali erano, inizialmente, i piani per il personaggio di Agatha Arkness interpretato da Kathryn Hahn. “In origine, Agatha doveva essere un vero e proprio mentore, l’esperto di magia che insegna al suo protetto”, ha spiegato Schaeffer. “Una delle cose che non è mai cambiata è che nel finale Wanda avrebbe dovuto dire addio a Visione. Nella mia idea original, quell’addio doveva essere con un ultimo incantesimo vincolante. Era legato ad un incantesimo che Agatha le aveva insegnato all’inizio della serie. Ciò che doveva fare era integrare il suo trauma e rilegare Visione a sé stessa con quell’incantesimo. Alla fine Agatha è diventata una forza antagonista, perché ne avevamo bisogno nella serie.”

“Con gli altri sceneggiatori ci sono state più discussioni in merito alla Magia del Caos, la fonte dei poteri di Wanda”, ha rivelato poi Schaeffer. “Quando abbiamo assunto Matt Shakman, c’è stato un lungo periodo in cui stavamo cercando di progettare una dimensione del caos, che alla fine non ci serviva e non era necessaria.”

WandaVision si è conclusa con Agatha intrappolata a Westview come “Agnes”, anche se un ritorno del personaggio è più che probabile: forse potrebbe essere proprio Wanda a liberarla nuovamente (magari per farsi aiutare a ritrovare Tommy e Billy in Doctor Strange in the Multiverse of Madness?).

David Harbour spiega come Guardiano Rosso ha influenzato il look di Jim Hopper

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David Harbour è stato ospite dello show di Jimmy Kimmel, dove ha avuto modo di parlare non solo di Black Widow ma anche dell’attesissima quarta stagione di Stranger Things. Nel corso dell’intervista, Harbour ha rivelato che il look del capo della polizia Jim Hopper che vedremo nei nuovi episodi è stato influenzato in parte dal desiderio di renderlo assai diverso da quello di Guardiano Rosso, il personaggio che interpreterà nel cinecomic Marvel.

“Avevo iniziato a farmi crescere i capelli, ma poi sono stato scritturato in Black Widow, dove interpreto un prigioniero russo. Avevo i capelli lunghi, la barba, ero grosso… così ho pensato: ‘Non posso essere lo stesso ragazzo con gli stessi capelli lunghi e la stessa barba nella stessa prigione’. Così ho iniziato a scattarmi foto del set di Black Widow senza dare nell’occhio e le ho inviate ai fratelli Duffer, assicurandomi che tutto sarebbe stato diverso nella serie, dai colori del set al look, fino ad arrivare agli abiti”, ha rivelato Harbour.

“Ho continuato a inviare loro queste foto. Alla fine avevamo programmato che Jim dovesse essere molto simile a Red Guardian nel look, ma io ho detto: ‘Ragazzi, non possiamo farlo. Sto girando questo film Marvel. Non posso avere barba e capelli anche nella serie’. Quindi abbiamo pensato ad un look completamente diverso per lui e gli abbiamo fatto rasare la testa.”

Sempre nel corso dell’ospitata da Kimmel, David Harbour ha spiegato di aver chiesto ai Marvel Studios di far parlare Guardiano Rosso in russo, ma a quanto pare lo studio non ha accettato la sua proposta: “È russo. Si trova in Russia. Parlerebbe russo. Per l’interno film dovrei parlare in russo con i sottotitoli. Lo so che non è il massimo per un film Marvel. La mia proposta non è stata accolta bene dai produttori quando ne ho parlato”, ha dichiarato l’attore.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

C’era una volta a Hollywood: Tarantino conferma che il romanzo esplorerà le origini di Cliff Booth

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A novembre dello scorso anno, Quentin Tarantino aveva annunciato l’uscita di un romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, il suo nono film distribuito nelle sale nel 2019 e vincitore di due premi Oscar (migliore scenografia e miglior attore non protagonista a Brad Pitt).

Il romanzo, che uscirà negli Stati Uniti il prossimo 29 giugno, espanderà la storia di Cliff e Rick e includerà anche diverse scene e personaggi che non abbiamo visto al cinema. Tarantino desiderava scrivere un libro da anni, perché ossessionato dai romanzi cinematografici che hanno accompagnato la sua giovinezza. Il regista ha siglato un accordo con la HarperCollins che, oltre al romanzo basato su C’era una volta a Hollywood, prevede anche la pubblicazione di un saggio intitolato “Cinema Speculation” e dedicato all’amore che Tarantino nutre per gli anni ’70.

Ora, in una recente intervista con Pure Cinema Podcast (via Entertainment Weekly), il celebre regista ha svelato nuovi dettagli sull’attesissimo romanzo, anticipando che si concentrerà anche sulle origini del personaggio di Cliff Booth interpretato nel film da Pitt. “Nel film, Cliff è un vero enigma… ti ritrovi a pensare: ‘Qual è il problema di questo ragazzo?’. Uno degli aspetti più belli del libro è che ci sono questi capitoli a sé stanti dedicati interamente al suo passato.”

“Il romanzo torna indietro nel tempo per raccontarti di Cliff in quel momento. Poi vai avanti con il normale svolgimento della storia ed ecco che arriva un altro capitolo che torna indietro e ti parla del passato di Cliff”, ha aggiunto Tarantino. “Sono tutti capitoli isolati che riguarda esclusivamente il passato di Cliff. È come se ogni capitolo rappresentasse uno strano romanzo pulp a sé, con Cliff come protagonista.”

Nella medesima intervista, Tarantino ha parlato anche della genesi del romanzo, dicendo di aver iniziato a lavorare al progetto più o meno da cinque anni, definendo il libro la versione “ingombrante” del film.

Tutto quello che sappiamo su C’era una volta a Hollywood

La storia di C’era una volta a Hollywood si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso… Sharon Tate (Margot Robbie).

Nel cast del film Leonardo DiCaprioBrad Pitt e Margot Robbie al fianco di Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Quentin Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Star Wars: un giudice sentenzia che Episodio VIII e IX sono film “mediocri”

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La trilogia sequel di Star Wars è passata alla storia per essere stata incredibilmente divisiva. In particolare, sono stati Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker ad essere presi maggiormente di mira dai fan ma anche dalla critica, con risultati contrastanti non solo al botteghino ma anche sul celebre aggregatore Rotten Tomatoes.

Ciò ha portato la Disney a cambiare ancora una volta rotta in merito ai piani del futuro della saga sul grande schermo e a concentrarsi sull’espansione dell’universo fantascientifico per quanto riguarda le serie tv. Di recente, Kenneth K. Lee, giudice del nono circuito della Corte d’Appello degli Stati Uniti d’America, si è pronunciato su un caso che riguardava una battaglia legale tra l’azienda statunitense di alimenti confezionati ConAgra Foods Inc. e Wesson Oil, la nota marca di olio vegetale prodotto a Memphis, nel Tennessee.

Ma cosa c’entra la saga di Star Wars con la Corte d’Appello americana? È presto detto: inaspettatamente, nella sua sentenza il giudice ha fatto riferimento proprio a Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker, prendendo di mira gli ultimi due episodi della trilogia sequel.

“In poche parole, Richardson – il nuovo proprietario di Wesson Oil – può riprendere a utilizzare l’etichetta ‘100% naturale’ in qualsiasi momento, privando così la classe di qualsiasi valore teoricamente offerto dall’ingiunzione. Sostanzialmente, ConAngra ha accettato di non fare qualcosa su cui non ha alcun potere. È come quando George Lucas ha promesso che non ci sarebbero più stati sequel di Star Wars mediocri, da quattro soldi, dopo aver venduto il franchise alla Disney. Una tale promessa sarebbe illusoria”, ha scritto Lee nella sentenza.

Ancora, una nota a piè di pagina fornisce un’ulteriore spiegazione alle parole del giudice: “Come si evince dalle produzioni Disney Gli ultimi Jedi e L’ascesa di Skywalker”. È chiaro che il giudice in questione non fosse un fan di nessuno dei due episodi, ma viene da chiedersi se la Lucasfilm risponderà mai a quanto emesso dall’autorità. Le pagine della sentenza stanno facendo il giro del web. Potete consultarle cliccando qui.

WandaVision: i dettagli sul cameo di Doctor Strange che non abbiamo visto

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Prima dell’arrivo ufficiale di WandaVision su Disney+, in molti avevano parlato della possibilità – mai confermata, però – che Benedict Cumberbatch sarebbe apparso nel finale della serie nei panni di Doctor Strange. Come ben sappiamo, alla fine ciò non è accaduto, con alcuni fan che sono rimasti abbastanza delusi, soprattutto perché anche le teorie su Mefisto e Quicksilver alla fine non hanno avuto alcun riscontro.

Più di recente, era stato Kevin Feige in persona a confermare che, inizialmente, c’erano effettivamente dei piani per un cameo dello Stregone Supremo nella serie con protagonista Wanda Maximoff e che la sua apparizione avrebbe dovuto collegare ancora di più la serie a Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Ora, in una recente intervista con Rolling Stone, è stato l’head writer Jac Schaeffer a rivelare i dettagli su quel finale alternativo di WandaVision che non abbiamo mai visto.

“Quando sono stato coinvolto nella serie, il piano era che alla fine ci sarebbe stato un passaggio di consegne e che la partecipazione di Doctor Strange sarebbe stata essenzialmente un breve cameo”, ha confermato Schaeffer. “Quando stavamo ancora delineando la serie, c’era due versione diverse di Wanda e Stephen che scomparivano insieme nel tramonto. E non mi sembrava giusto.” 

“Volevamo soddisfare la rappresentanza e l’autonomia di Wanda all’interno di questa particolare storia. Ci sentivamo come se quella cosa fosse un extra”, ha continuato Schaeffer. “Un altro problema sarebbe stato: se Doctor Strange si fosse presentato solo alla fine, dov’era stato per tutto questo tempo? Ho amato scrivere così tante variazioni sul personaggio, variazioni in riferimento sempre al finale. È stato un piacere scrivere di quel personaggio. C’erano versioni in cui Wanda stava volando oltre i confini della città e all’improvviso incontrava Stephen, cose del genere.”

Jac Schaeffer ha poi aggiunto che il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, era ben consapevole di quanto i fan fossero desiderosi di vedere apparire Strange, ma ha poi convenuto che avrebbe in qualche modo “offuscato” la storia di Wanda. “Alcune persone potrebbe esclamare: ‘Sarebbe stato così bello vedere Doctor Strange… ‘, ma avrebbe oscurato Wanda, ed è ciò che non volevamo fare. Non volevamo che il finale servisse soltanto ad anticipare il prossimo film, con l’entrata in scena del tipico maschio bianco che esclama: ‘Lascia che ti mostri come funziona il potere’.”

Cosa legherà Wanda e Stephen Strange nel sequel di Doctor Strange?

Il fatto che Scarlet Witch e lo Stregone Supremo fossero destinati a volare via da Westview insieme indica che molto probabilmente saranno alleati nel sequel di Doctor Strange. Tuttavia, molto potrebbe essere cambiato in merito alla storia dall’inizio della produzione di film ad oggi (specialmente dopo che abbiamo visto Wanda studiare le pagine del Darkhold nella scena post-credits dell’episodio finale).

Shang-Chi: Simu Liu conferma che non vedremo Fin Fang Foom

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Shang-Chi: Simu Liu conferma che non vedremo Fin Fang Foom

Con Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, i Marvel Studios stanno chiaramente cercando di allontanarsi dagli stereotipi che circondavano il personaggio durante le sue prime avventure a fumetti. Ad esempio, nel film il padre dell’eroe del titolo non sarà più Fu Manchu, ma bensì Wenwu, cioè il Mandarino.

Per molto tempo si è parlato del fatto che nel film sarebbe apparso Fin Fang Foom, l’alieno mutaforme che assomiglia a un drago cinese antropomorfo. Adesso, però, è stata Simu Liu, il protagonista di Shang-Chi, a smentire categoricamente la cosa in una recente intervista con NBC News. Sebbene il sito non abbia condiviso alcuna citazione diretta, scrive quanto segue: “Liu ha detto che alcuni discutibili elementi del materiale di partenza, come il drago mutaforme chiamato in modo sconcertante Fin Fang Foom non saranno presenti nel film.”

Ciononostante, sia i set LEGO che i Funko Pop dedicati a Shang-Chi hanno confermato che nel film vedremo un drago d’acqua noto come “The Great Protector”. Inevitabilmente, ci saranno alcuni fan che resteranno delusi dall’assenza di Foom nel film, ma è una decisione che ha senso: è palese che attraverso il film i Marvel Studios stiano cercando di intraprendere un percorso più autentico, che alla fine sarà estremamente vantaggioso per lo stesso supereroe.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

Cannes 74: a Jodie Foster la Palma d’Oro onoraria

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Ospite d’onore della Cerimonia di Apertura che si svolgerà sul palco del Palais des festivals martedì 6 luglio, la regista, attrice e produttrice americana Jodie Foster darà il via a Cannes 74 che si concluderà sabato 17 luglio con la lista dei premi assegnati dal Presidente della Giuria, Spike Lee.

Dopo Jeanne Moreau, Bernardo Bertolucci, Jane Fonda, Jean-Paul Belmondo, Manoel de Oliveira, Jean-Pierre Léaud, Agnès Varda e Alain Delon, Jodie Foster riceverà la Palma d’oro onoraria del Festival in riconoscimento di un brillante percorso artistico, e una personalità unica con un impegno forte su alcuni dei grandi temi del nostro tempo.

“Cannes è un festival a cui devo molto, mi ha completamente cambiato la vita – afferma Jodie Foster diverse settimane prima dell’evento – Nonostante avessi già diretto prima, la mia prima volta sulla Croisette è stato un momento decisivo per me. Presentare uno dei miei film qui è sempre stato un mio sogno. In effetti, ho avuto diverse opportunità di realizzare il mio sogno. Cannes è un festival cinematografico di registi d’autore che onorano gli artisti. E lo apprezzo molto”.

Il Festival di Cannes 2021 si svolgerà il prossimo luglio, in date insolite a causa della pandemia che ha costretto l’organizzazione ad annullare l’edizione 2020 e a posticipare quella 2021, prevista originariamente per maggio.

Nicole Kidman celebra i 20 anni di Moulin Rouge!

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Nicole Kidman celebra i 20 anni di Moulin Rouge!

In occasione dei 20 anni dall’uscita di Moulin Rouge!, Nicole Kidman, che a quel film deve la sua prima nomination agli Oscar e il successo planetario che l’ha resa finalmente una star in tutto il mondo (e non più solo “la moglie di Tom Cruise”), ha celebrato l’uscita del film del regista australiano Baz Luhrman con dei post nostalgici su Instagram, commentando ammirata e grata anche le fan art del film che i fan le hanno inviato.

Moulin Rouge! è un film del 2001 diretto da Baz Luhrmann. Il soggetto è ispirato all’opera La traviata di Giuseppe Verdi. La pellicola è considerata un musical atipico perché i brani cantati non sono opere originali, ma rivisitazioni di alcuni dei brani storici della musica pop interpretati dal cast; in particolare i due attori protagonisti Nicole Kidman e Ewan McGregor stupirono il pubblico con le loro doti canore non essendo dei cantanti professionisti.

Nella storia sono presenti personaggi sia di fantasia sia realmente esistiti: fra questi vi è il pittore Henri de Toulouse-Lautrec (interpretato da John Leguizamo), uno dei massimi esponenti dello spirito bohémien, racchiudibile nelle quattro parole chiave del lungometraggio Libertà – Bellezza – Verità – Amore, ed il musicista Erik Satie (Matthew Whittet), che stando alle cronache dell’epoca era ancor più eccentrico e stralunato di come mostrato nel film. Moulin Rouge! è noto per mescolare la spettacolarità scenica ad un certo surrealismo, in linea con lo spirito della Parigi dell’epoca; dal punto di vista visivo, predominano i colori caldi, il rosso su tutti, alternati a toni cupi e freddi nelle scene drammatiche di maggior tensione.

La sua uscita è stata considerata la “rinascita” del musical, un genere cinematografico che per molti anni era stato disertato dal cinema live action e tenuto in vita solo dai classici Disney d’animazione e il film è stato vincitore di due premi Oscar nel 2002, per la migliore scenografia e i migliori costumi, vincendo due statuette sulle otto nomination avute. È stato presentato in concorso al 54º Festival di Cannes.

Thor: Love and Thunder, riprese concluse!

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Thor: Love and Thunder, riprese concluse!

Taika Waititi ha annunciato su Instagram la fine delle riprese di Thor: Love and Thunder, e lo ha fatto, naturalmente, nella sua maniera buffa e irriverente. Di seguito trovate la foto che annuncia la fine della lavorazione con questa didascalia:

“Ed è la fine sul set di Thor: love and Thunder. A volte due persone si uniscono per ispirare il mondo e cambiare il paesaggio cinematografico per sempre. E poi ci siamo io e Chris Hemsworth che siamo troppo fichi per curarci di qualsiasi cosa eccetto fare film che portino alle persone pura gioia. Ok, io non sono proprio cool, lo so. 

Questo film è la cosa più folle che io abbia mai fatto e sono onorato di essermi fatto il culo e di aver avuto le crisi di nervi così che possiate vederlo al cinema a maggio 2022.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

xXx: trama, cast e sequel del film con Vin Diesel

xXx: trama, cast e sequel del film con Vin Diesel

L’attore Vin Diesel è universalmente noto per la saga di Fast & Furious, che lo ha reso una celebrità nonché uno dei grandi interpreti del cinema d’azione. Nel corso della sua carriera, però, questi si è distinto anche per altri film e ruoli, alcuni dei quali altrettanto famosi e apprezzati. Dopo Dominic Toretto, il suo personaggio più noto è certamente quello di Xander Cage, esperto di sport estremi e protagonista del film xXx, primo di una trilogia seguita da xXx 2: The Next Level e xXx – Il ritorno di Xander Cage. Il film, uscito in sala nel 2002, è diretto da Rob Cohen, già noto per il primo Fast & Furious.

Proprio in seguito al successo di questo film, Diesel e Cohen sono stati chiamati a dar vita ad un prodotto simile ma con proprie unicità. In xXx, infatti, ad avere tutte le attenzioni sono gli sport estremi, sempre più in voga negli ultimi anni e unica cosa in grado di dare brividi veri al protagonista. Si costruisce così una spericolata avventura tra missioni da portare a termine per ottenere la libertà che si ricerca. Un brillante incrocio tra Point Break e Fast & Furious, dunque, che rende questo film un titolo da non perdere assolutamente per gli appassionati del genere.

Già al momento della sua uscita si affermò infatti come un grandissimo successo, guadagnando oltre 277 milioni a fronte di un budget di 88. Inevitabile dunque che venissero realizzati dei sequel, che hanno permesso a Xander Cage di diventare un’altra icona di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

xXx: la trama del film

Al centro della vicenda del film vi è l’Anarchia 99, una potente e segreta organizzazione criminale con sede in Russia, la quale sta seminando il panico nei Paesi dell’Europa dell’Est. Nonostante diversi tentativi, nessun agente segreto dell’NSA è mai riuscito ad infiltrarsi all’interno di questa cerchia. Proprio a causa dei numerosi fallimenti a riguardo, l’agente Augustus Gibbons decide di coinvolgere nell’operazione una persona che non appartenga alle forze dell’ordine, ma che provenga invece dallo stesso mondo della criminalità, con la possibilità dunque di passare inosservata.

Il prescelto è Xander Cage, un giovane esperto di sport estremi, il quale ha portato a termine incredibili imprese nonostante i tanti pericoli. Individuato e arrestato con l’inganno dagli uomini di Gibbons, Xander si trova così a dover accettare la proposta dell’agente se vuole riavere la propria libertà. Per lui ha così inizio una rischiosa operazione di infiltrazione. Ha quindi modo di conoscere il crudele capo dell’Anarchia 99, Yorgi, e la sua compagna Yelena, della quale si innamora perdutamente. Per lui, fermare il criminale diventerà a quel punto una questione personale, desideroso di salvare la donna che ama.

xXx cast

xXx: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo dello spericolato Xander Cage vi è l’attore Vin Diesel. Per lui si è trattato di un ruolo particolarmente importante, poiché è stato il suo primo da protagonista assoluto. Egli, che aveva da poco terminato le riprese di Fast & Furious, vantava già una possente struttura fisica, che gli permise di eseguire la maggior parte dei propri stunt senza dover ricorrere a controfigure. L’attore dovette però esercitarsi a lungo per poter eseguire alcuni degli sport estremi visti nel film. In particolare, egli ha praticato motocross per tre mesi, divenendo un esperto di questa e delle acrobazie possibili.

Accanto a lui, nel film, si ritrovano diversi noti attori, a partire da Samuel L. Jackson nei panni dell’agente Augustus Gibbons, colui che recluta Xander per l’operazione. Nei panni del criminale Yorgi vi è Marton Csokas, noto per aver interpretato Celeborn nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Per la parte, però, è stato originariamente considerato anche l’attore Ewan McGregor. Ad interpretare Yelena, la donna amata da Xander, vi è l’attrice italiana Asia Argento, qui in uno dei suoi primi ruoli internazionali. Si annoverano poi Danny Trejo, celebre per i film di Machete, nei panni di El Jefe, torturatore per il cartello di droga colombiano e la rapper Eve nei panni di J.J., amica di Xander.

xXx: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grandissimo successo del film, nel 2005 ne è stato realizzato un primo sequel, intitolato xXx 2: The Next Level, dove però il protagonista è ora il rapper Ice Cube, il quale sostituisce dunque Diesel con un nuovo ruolo. Diesel si era però detto estremamente interesso a riportare sul grande schermo il personaggio. Il suo intento era quello di riportare la serie alle caratteristiche originali del primo film, presentando tanta azione e grandi sequenze di sport estremi. Nel 2017 è così arrivato al cinema xXx – Il ritorno di Xander Cage, dove l’attore torna a vestire i panni dell’amato personaggio. Attualmente, un quarto capitolo sembrerebbe essere in fase di sviluppo.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. xXx è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 1 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo, il trailer finale

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The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo, il trailer finale

The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo” narra un’agghiacciante storia di terrore, omicidio e male oscuro, che ha sconvolto persino gli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren. Uno dei casi più sensazionali da loro affrontati, inizia con la lotta per l’anima di un ragazzo, che ha portato i due demonologi a cose mai viste prima, segnando la prima volta nella storia degli Stati Uniti in cui un sospetto omicida avrebbe reclamato la sua possessione demoniaca come difesa.

Vera Farmiga e Patrick Wilson tornano a recitare nei panni di Lorraine e Ed Warren, sotto la direzione di Michael Chaves (“La Llorona – le lacrime del male”). Fanno parte del cast del film Ruairi O’Connor (“The Spanish Princess” di Starz), Sarah Catherine Hook (“Monsterland” di Hulu) e Julian Hilliard (le serie “Penny Dreadful: city of Angels” e “Hill House”) .

“The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo” è prodotto da James Wan e Peter Safran, che hanno già collaborato a tutti i film dell’universo di “The Conjuring”. Chaves ha diretto il film da una sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick (“The Conjuring 2– Il caso Enfield”, “Aquaman”), una storia di James Wan e David Leslie Johnson-McGoldrick, basata sui personaggi creati da Chad Hayes e Carey W. Hayes. I produttori esecutivi sono Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Judson Scott e Michelle Morrissey.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte ha riunito i collaboratori dell’universo di “The Conjuring” tra cui il direttore della fotografia Michael Burgess, la scenografa Jennifer Spence, la costumista Leah Butler e il compositore Joseph Bishara, insieme al montatore del regista di “La Llorona – le lacrime del male”, Peter Gvozdas e Christian Wagner (“Furious 7”).

“The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo” è il settimo film dell’universo di “The Conjuring”, il più grande franchise horror della storia, che ha incassato più di 1,8 miliardi di dollari in tutto il mondo. Ne fanno parte i primi due capitoli di “The Conjuring”, nonché “Annabelle” e “Annabelle 2: Creation”, “The Nun – la vocazione del male” e “Annabelle 3”.

Leggi la recensione di The Conjuring: Per ordine del Diavolo

The Conjuring – Per Ordine del Diavolo: recensione del film horror

In un epoca di franchise e universi cinematografici condivisi, quello di The Conjuring è senza ombra di dubbio uno dei più completi e riusciti, nonché uno dei pochissimi, se non l’unico, ad appartenere al puro genere horror. Iniziato nel 2013 con The Conjuring – L’evocazione, i film ed esso appartenenti danno vita alla drammatizzazione di alcuni dei più noti casi dei coniugi Ed e Lorrain Warren, demonologi e ricercatori del paranormale. Dopo che negli ultimi anni si era dato maggiore spazio agli spin-off Annabelle e The Nun, questi tornano ora ad essere protagonisti di The Conjuring – Per Ordine del Diavolo, con buona probabilità uno dei capitoli più spaventosi e avvincenti dell’intero franchise, in arrivo nelle sale il 2 giugno.

Diretto da Michael Chaves (già regista di La Llorona – Le lacrime del male) e prodotto da James Wan (noto anche per le saghe di Saw ed Insidious), il film si concentra su un evento svoltosi nel 1981 e che ha generato un precedente particolarmente angosciante nella storia legale statunitense. Si tratta del processo ad Arne Johnson, il quale colpevole d’omicidio si difese affermando di essere stato posseduto dal diavolo. Ad indagare sulla veridicità di quanto da lui affermato vengono dunque chiamati Ed (Patrick Wilson) e Lorrain (Vera Farmiga) Warren. I due demonologi si troveranno così di nuovo faccia a faccia con il male. Stavolta, però, la presenza del demonio sarà più letale che mai.

The Conjuring - Per Ordine del DiavoloLa ricerca dell’orrore nella realtà

L’idea di vivere in un mondo ordinato e razionalmente spiegabile è quanto mai rassicurante, ma vi sono eventi che non è possibile spiegare con i criteri con cui si è soliti fare uso nella vita quotidiana. La grandezza del franchise di The Conjuring sta proprio nel fondare le sue storie su eventi realmente avvenuti che, per quanto controversi o screditabili, animano comunque una serie di emozioni o sentimenti conturbanti. Con questo nuovo film, in particolare, si raggiunge un livello particolarmente alto, riportando in auge un caso già di per sé particolarmente inquietante.

Il processo ad Arne Johnson (qui interpretato da Ruairi O’Connor) ha infatti sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero per il suo costringere a considerare realisticamente l’idea della possessione demoniaca. Benché questa fosse già stata al 1981 oggetto di varie opere, tra cui il celebre L’esorcista, ben diverso era considerarlo come una possibilità concreta nella realtà. The Conjuring – Per Ordine del Diavolo raccoglie dunque tali elementi per dar vita alla drammatizzazione di quella vicenda, che assume qui connotati ovviamente ancor più estremi e brutali, coerenti con i precedenti capitoli della serie.

Dei sette film appartenenti ad essa, questo nuovo lungometraggio riesce dunque ad affermarsi come uno dei più spaventosi, non solo per le tante e orripilanti scene contenute, quanto anche per una generale atmosfera particolarmente cupa, che lascia ben percepire la gravità della situazione. Ancora una volta, i coniugi Warren non sono qui per provare l’impossibilità di un’esistenza demoniaca, data invece per certa, bensì per ricercare un modo per poterla arginare. Al coraggioso spettatore che termina la visione, dunque, è lasciato un brivido di fondo che continua a manifestarsi ben oltre la fine del film.

The Conjuring - Per Ordine del Diavolo Patrick Wilson

The Conjuring – Per Ordine del Diavolo: la recensione

Tra i tanti horror che escono ogni anno, questo nuovo capitolo della serie riesce dunque ad affermarsi come uno dei più interessanti e spaventosi. Nonostante venga a mancare la regia di Wan, che aveva diretto i primi due, Chaves si dimostra un ottimo sostituto, capace di trovare continuamente il modo per esaltare al massimo la sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick. Il regista dimostra infatti un gusto per la composizione e la messa in scena che accentua il terrore delle situazioni, molte delle quali sono al limite della sopportazione. Elemento, questo, che può suonare negativo ma che sarà molto apprezzato dai fan del genere.

Non mancano ovviamente numerosissimi jump-scare, elemento ricorrente nell’intera saga, molti dei quali non risultano però particolarmente memorabili. Sono proprio questi a frenare la narrazione, risultando più come dei diversivi per risvolti altrimenti difficilmente risolvibili. Si nota tuttavia, rispetto ai precedenti film, il desiderio di accompagnarli ad una tensione costante, che permette dunque di anticipare l’arrivo di tali spaventi improvvisi, prolungandone poi l’effetto. Portato avanti anche solide interpretazioni dei due protagonisti, ormai sempre più convincenti in questi panni, The Conjuring – Per Ordine del Diavolo risulta non solo uno dei più spaventosi ma anche dei più belli della serie.

 

Army of the Dead: recensione del film di Zack Snyder

Army of the Dead: recensione del film di Zack Snyder

Army of the dead si presenta come continuazione di un’idea di espansione dell’universo zombie di Zack Snyder, dopo esservici buttato a capofitto con L’alba dei Morti Viventi nel 2004. E’ in lavorazione anche una serie animata, un film spin-off sulle origini del personaggio di Ludwig Dieter (lo scassinatore del team di rapinatori/mercenari) e probabilmente verrà anche annunciato un sequel.

Army of the Dead si muove all’interno di una Las Vegas reinventata

La trama di Army of the dead muove le fila da un fortuito incidente, a causa del quale uno zombie fugge da un convoglio blindato e finisce per infettare l’intera Las Vegas. La capitale del Nevada è ormai diventata una città di zombie, fatta circondare dal governo da un muro di container metallici. Nessuno può quindi entrare, né uscire; inoltre, il governo ha deciso di bombardare la città entro due giorni, per eliminare così ogni presenza di zombie ancora vaganti tra i ruderi. Siamo però pur sempre a Las Vegas, e nei sotterranei dei casinò è nascosta una fortuna: entrano quindi in gioco un gruppo di mercenari, a cui spetta il compito di (ri)entrare a Las Vegas, fare breccia nel caveau e fuggire col malloppo. A capo della squadra troviamo Scott Ward (Dave Bautista), che porta ancora addosso le ferite della guerra persa contro gli zombie.

E’ usuale per Snyder presentare titoli di testa accattivanti, che riassumono il tono generale del film e le tematiche che mira ad approfondire. Egli punta infatti all’estetica assolutamente centrata, con corpi scultorei e marmorei da riprendere da ogni angolazione: questo consente a Snyder di lavorare sulle criticità che questi riportano, sui “flaws” che possono ridimensionare queste figure di spicco. Bautista viene presentato come l’elemento chiave che dovrebbe far funzionare il film, eppure viene relegato a spettatore quasi passivo che introduce, assieme al personaggio di Lily/Coyote (Nora Arnezeder), i membri della squadra dentro una Las Vegas reinventata. Gli zombie sono confinati in questo perimetro e non hanno mai varcato i confini: sono guidati dagli Alfa, i più evoluti e intelligenti, capaci anche di procreare e generare una nuova stirpe.

Army of the Dead film 2021

Snyder fa suo il materiale condotto già brillantemente da George A. Romero, inserendo un tocco moderno in pieno stile 28 Giorni Dopo o Train To Busan (2016) dalla Corea. I risultati non tardano ad arrivare, con make up ed effetti curati per quanto riguarda la minaccia interna e ambientazione nel complesso, ma si notano chiaramente i limiti di budget (circa 80 milioni concessi da Netflix): ripresa perlopiù statica che ritrae solo un soggetto alla volta, con giochi inutili di messa a fuoco e sfondo mai definito, fotografia calda ma molto accesa, quasi come ci fosse un seppia ad inondare il girato.

I personaggi secondari, che dovrebbero supportare il lavoro svolto da Dave Bautista come lead character, vengono sacrificati barbaramente in favore del gorefest che tanto fa gola agli amanti degli zombie movie. Nel complesso, notiamo qualche intuizione riuscita nel tentativo di generare il twist della squadra col destino segnato già dal principio (una vera Suicide Squad per intenderci, andando a prelevare dall’universo dei supereroi DC al cinema), però nulla di encomiabile che faccia gridare al film compatto, quadrato, pronto a riservarci sorprese e reinterpretazioni di spicco.

Un popcorn movie citazionistico

Snyder è qui in vesti di factotum, si è sbizzarrito nel mescolare differenti generi cinematografici, tra cui spiccano l’action, il war movie, il western e, soprattutto, l’heist movie, il tutto chiaramente calato in un contesto apocalittico. E’ praticamente impossibile proporre qualcosa di incisivo ed originale nel contesto degli zombie-movie, uno dei sottogeneri più abbracciato in diverse epoche dal cinema: è difficile per chi si cimenta col suddetto genere risultarne innovatori e ciò che ci viene restituito non è altro che un pastiche, una mescolanza senza soluzione di continuità di topoi caratteristici del genere cuciti forzatamente addosso al nuovo millennio. Army of the Dead si riempie di citazioni (da Il Pianeta della Scimmie ai carpenteriani 1997: Fuga da New York e Fantasmi su Marte), qualche omaggio (vedi la bandana rossa indossata dal personaggio di Chambers che ricorda quella indossata da Vasquez in Aliens – Scontro finale) e un’ultra-cinetica successione di sequenze adrenaliniche che puntano a uno show balistico e splatter di grande effetto.

Army of the Dead film 2021

La confezione d’impatto tenta di tamponare le lacune di una scrittura debole, soprattutto tramite l’inserimento di tracce musicali, benchè queste sortiscano l’effetto opposto: infatti la soundtrack – che ripropone celebri brani come Zombie dei Cranberries, Did You Really Want to Hurt Me dei Culture Club o Bad Moon Rising di Theo Gilmore– cerca di parlare da sé senza tuttavia sviluppare una sceneggiatura adeguata, con brani cantati che prendono il posto della psiche di personaggi monodimensionali. I pezzi in questione vorrebbero indicare lo stato sofferente di protagonisti che si scontrano con una minaccia decisamente più forte di loro, eppure non si trova nessuna giustificazione convincente dal punto di vista dell’arco di trasformazione dei personaggi all’inserimento di determinati brani.

L’estesa durata del film non è giustificata da reali esigenze drammaturgiche: non vi sono sviluppi, stratificazioni o risvolti tanto rilevanti da estendere il plot cosi a lungo. Army of the dead si configura quindi meramente come popcorn movie, incentrato sull’intrattenimento a buon mercato, piuttosto che sulla sostanza. Una pellicola dalle tinte fumettose e ludiche, per chi sposa il cinema di Snyder.

Fast & Furious 9: un nuovo avvincente video

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Fast & Furious 9: un nuovo avvincente video

In attesa di Fast & Furious 9, il nono capitolo, un nuovo e avvincente video con tutti gli elementi più caratteristici della saga Fast & Furious di Universal Pictures!

Il Dom Toretto di Vin Diesel sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama. La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad).

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo.

Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

MCU: 10 errori di continuity che tormentano i fan ancora oggi

MCU: 10 errori di continuity che tormentano i fan ancora oggi

Lo sappiamo: neanche un universo come quello cinematografico della Marvel è esente da errori di continuity. Il più delle volte lo studio è riuscito a sistemare alcune falle presenti nella sua narrativa, altro volte invece no. Screen Rant ha raccolto 10 errori quasi impercettibili nella continuity del MCU che, tuttavia, continuano ancora oggi a far impazzire i fan:

Lo scudo di Captain America in Endgame

Avengers: Endgame racconta una storia davvero incredibile, partendo dal viaggio nel tempo fino ad arrivare alla grande battaglia finale con Thanos. Il modo abbastanza repentino con cui si susseguono gli eventi ha permesso di chiudere un occhio su alcuni piccoli errori di continuity, senza che il film venisse penalizzato per queste “dimenticanze”.

Uno di questi errori riguardava lo scudo di Captain America. Nel film, Thanos rompe lo scudo di Cap per dimostrare il suo potere. Più tardi, l’eroe tornò con il suo scudo intatto. Una delle teorie emerse è che Cap l’abbia preso da una linea temporale alternativa… chiaramente, spetta al pubblico crederci oppure no.

Spider-Man: Homecoming, 8 anni dopo

Il più grande errore di continuity all’interno del MCU è arrivato con Spider-Man: Homecoming. Sebbene si tratti di un grave errore che i fan hanno poi colto e di cui hanno parlato molte volte online, in realtà si tratta di un “semplice” riferimento temporale che la maggior parte di loro non ha neanche notato alla prima visione. 

Nel film si dice che la storia è ambientata “8 anni dopo” la battaglia di New York. Si tratta chiaramente di un errore. Anche il co-regista di Avengers: Infinity War, Joe Russo, ha palesato l’errore in numerose interviste.

Arnim Zola cattura Bucky

MCUIn Captain America: The Winter Soldier è stato rivelato cosa è successo a Bucky Barnes dopo gli eventi di Captain America: Il primo Vendicatore. Le forze armate sovietiche salvarono Bucky e lo consegnarono ad Arnim Zola. Lo scienziato pazzo lo trasformò quindi nell’assassino dell’HYDRA noto come Soldato d’Inverno.

Questo non è possibile, però. Captain America ha preso in custodia Arnim Zola lo stesso giorno in cui Bucky è caduto dal treno, cosa che Zola ammette anche in The Winter Soldier.

Gamora, l’ultima sopravvissuta degli Zehoberei

In Guardiani della Galassia, i futuri membri della squadra vengono arrestati dai Nova Corps e portati in una prigione spaziale. Mentre si registrano nella prigione, ognuno di loro si presta per le foto segnaletiche di rito. In quel momento, sullo schermo, veniva mostrata anche una loro breve biografia, e a quel punto Gamora viene identificata come “l’ultima sopravvissuta del popolo Zehnberei”.

Questo è un problema perché in Avengers: Infinity War, Thanos ha invaso Zehnberei e ha ucciso solo metà delle persone sul pianeta, portando con sé Gamora. Ha quindi ucciso solo metà dei cittadini, il che significa che se tutti gli altri fossero davvero morti, quel pianeta sarebbe stato davvero molto sfortunato.

Lo scudo di Captain America in Iron Man 2

In Iron Man 2 c’è un momento che i fan hanno sempre adorato, e cioè quando Iron Man testa la sua armatura nel suo laboratorio. Sul banco da lavoro, proprio dietro di lui, è possibile notare lo scudo di Capitan America.

Questo è stato un momento parecchio esaltante, poiché ha anticipato ai fan che Cap era presente in quest’universo e che sarebbe arrivato molto presto. Tuttavia, c’è un enorme problema di continuity in questa scena, poiché all’epoca Captain America era ancora congelato nel ghiaccio, assieme al suo scudo. Non era possibile, dunque, che Iron Man potesse avere lo scudo nella scena.

L’età di Howard Stark

Il MCU ha fatto un buon lavoro nel mostrare come Howard Stark sia invecchiato nei film. Hanno usato due attori diversi, con Dominic Cooper nei panni del giovane Howard e John Slattery in quelli del vecchio Howard. Tuttavia, quanti anni ha davvero Howard Stark? Perché la sua cronologia non ha senso…

Tony è nato nel 1971. Dominic Cooper ha interpretato Howard Stark negli anni ’40, durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo lascerebbe supporre che, quando è nato Tony, Howard era più o meno a metà dei suoi 50 anni, mentre quando si è presentato nella scena flashbakc di Ant-Man, si trovava tra i 60 e i 70. Anche se ciò potrebbe essere vero, sembra comunque non avere un senso.

Ant-Man in Endgame

ant-man and the wasp Avengers: EndgameCi sono stati molti viaggi nel tempo in Avengers: Endgame, quindi è facile capire perché ci fossero molti errori di continuity in quel film. Tuttavia, c’è stato un momento nella grande lotta contro Thanos che era assolutamente impossibile e che è stato chiaramente un errore nato durante il montaggio.

Ant-Man era all’interno del furgone durante il combattimento, cercando di collegarlo per aiutare ad avvicinare il dispositivo per il viaggio nel tempo. Nello stesso momento in cui stava cablando il furgone con Wasp, Ant-Man è apparso in forma gigante durante il combattimento, apparendo proprio dietro Black Panther.

Doctor Strange, il più ricercato

doctor strange 2C’è stato un momento in Captain America: The Winter Soldier in cui l’Hydra stava cercando di portare avanti il suo Project Insight, che era un modo per eliminare i supereroi che avrebbero potuto causare loro problemi. Ciò includeva una lista di “minacce” secondo l’organizzazione.

Tra i nomi presenti in questa lista c’erano Steve Rogers, Bruce Banner e… Stephen Strange. Il problema è che Strange era ancora un chirurgo all’epoca e non era ancora diventato Doctor Strange, quindi il suo nome in quella lista non avrebbe potuto esserci. 

Il costume di Captain America in The Avengers

Captain America è tornato indietro nel tempo per aiutare a recuperare le Gemme dell’Infinito: le cose non sono state affatto facili quando si sono ritrovati all’indomani della Battaglia di New York. Mentre stavano cercando di riportare le Gemme, inclusa la Gemma dell’Antico e quella che aveva Loki, Captain America finì per combattere contro sé stesso.

Questo è successo dopo la fine della battaglia di New York, con Cap che combattuto il suo io del passato, il cui costume era immacolato. Questo non ha senso, poiché il suo costume è stato distrutto in quella battaglia, strappato dal combattimento contro gli alieni.

L’abilità di Loki di controllare le persone

Loki si è presentato come il cattivo principale in The Avengers. Alla fine ha preso la Gemma dell’Infinito e l’ha incorporata al suo scettro. L’ha poi usato come dispositivo per controllare le persone, come ha fatto con Occhio di Falco nella prima battaglia. Tuttavia, questo non ha davvero alcun senso, a causa della scena di un film precedente.

Nella scena post-credit in Thor, infatti, Erik Selvig era con Nick Fury e guardava la Gemma dell’Infinito. La scena mostra che Loki stava già controllando Erik, anche senza la Gemma, quindi non c’è alcun motivo per ciò che abbiamo poi visto in The Avengers

Stephen King rivela il film horror che non è riuscito a finire

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Stephen King rivela il film horror che non è riuscito a finire

Riuscite a immaginare che possa esistere un film in grado di spaventare Stephen King, il maestro del brivido che da anni continua a turbare le nostre notti grazie alle sue opere? Ebbene sì, sappiate che esiste!

A rivelarlo è stato King in persona, durante un episodio della serie antologica “History of Horror” di Eli Roth (via Dread Central). Il film in questione è nientemeno che The Blair Witch Project, il cult del 1999 realizzato attraverso la tecnica del found footage. All’epoca il film ottenne un grandissimo successo di pubblico e critica (anche grazie all’originale campagna di marketing che ne anticipò l’uscita). ha avuto anche un’enorme impatto tanto a livello culturale quanto cinematografico, con decine e decine di pellicole horror che da allora iniziarono ad impiegare la tecnica del “finto documentario” per raccontare le loro storie.

King ha rivelato di aver visto il film per la prima volta nel 1999, in ospedale, dopo essere stato investito da un minivan mentre camminava sul ciglio della strada. “La prima volta che ho visto The Blair Witch Project ero in ospedale ed ero stato sedato”, ha spiegato il celebre scrittore. “Mio figlio aveva portato una VHS e mi disse: ‘Devi guardare questo film’. A metà, però, ricordo di avergli detto: ‘Spegni la tv, è troppo spaventoso’.”

Considerato uno dei migliori film horror degli anni ’90, The Blair Witch Project ha generato diversi sequel e una serie di altre opere derivate, oltre a contribuire a spianare la strada ad altri film girati in modo simile. Il fatto che il film sia persino riuscito a spaventare King è una testimonianza dell’influenza della campagna di marketing, nonché del successo dello stile “documentaristico”.

John Krasinski ribadisce la sua disponibilità per il reboot dei Fantastici Quattro

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Emily Blunt ha chiarito più e più volte di non essere interessata ad interpretare Sue Storm nel reboot dei Fantastici Quattro ad opera di Marvel Studios. Di tutt’altro parere, invece, sembra essere suo marito, John Krasinski, che al contrario vorrebbe avere l’opportunità di riportare in vita Mister Fantastic sul grande schermo.

Parlando con Uproxx in occasione dell’uscita di A Quiet Place 2, l’attore e regista ha ironizzato sulla questione e sul fatto di non aver mai nascosto di voler entrare a far parte del MCU: “In realtà, dopo averlo detto, mi sentivo stupido. Volevo mandare un’email a Kevin Feige e scrivere qualcosa tipo: ‘Scusa, amico. Non stavo cercando di farti alcuna pressione. Sei tu l’uomo’.”

Il possibile coinvolgimento di John Krasinski nel reboot dei Fantastici Quattro è qualcosa sul quale i fan stanno speculando da un sacco di tempo. Di fatto, non è la prima volta che l’attore si ritrova a parlarne. “A volte mi ritrovo a cercare di calcolare quanto volte ho parlato di certe cose”, ha spiegato. “Ho sempre cercato di essere onesto… e la verità è che sì, mi piacerebbe interpretare Mr. Fantastic. Ma non ho mai pensato a come le persone avrebbero reagito a queste affermazioni. Non pensavo che per questa cosa avrei occupato i titoli dei giornali.”

Ricordiamo che sia Blunt che Krasinski avevano già avuto in passato l’opportunità di unirsi al MCU: Blunt, infatti, era la prima scelta dei Marvel Studios per il ruolo di Vedova Nera prima di Scarlett Johansson, mentre Krasinski aveva sostenuto uno screen test per il ruolo di Captain America).

Cosa sappiamo del reboot Marvel sui Fantastici Quattro

Il film dei Fantastici Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista di Spider-Man: HomecomingSpider-Man: Far From Home e di Spider-Man 3, attualmente in fase di produzione. Al momento non è stato ancora designato chi si occuperà ufficialmente di scrivere il reboot.

Justice League Snyder Cut: David Thewlis conferma di aver girato le sue scene

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Di recente, la star di Wonder Woman, David Thewlis, aveva condiviso attraverso il suo Instagram ufficiale un’immagine della Snyder Cut di Justice League, manifestando tutto il suo stupore in merito all’apparizione del personaggio di Ares nel film.

Ora veniamo a conoscenza del fatto che l’attore britannico si stava soltanto prendendo gioco dei suoi follower: sempre via Instagram, infatti, Thewlis ha confermato di essere sempre stato a conoscenza del suo coinvolgimento nel film, dal momento che lui stesso ha preso parte alle riprese e che nessuno ha utilizzato la sua faccia senza il suo consenso.

Attraverso uno scatto che lo ritrae proprio nel backstage del taglio di Zack Snyder, l’attore ha spiegato di essere stato molto brevemente sul set per girare una manciata di scena, prima che il suo corpo venisse sostituito con quello dello stuntman Nick McKinless.

“Per la cronaca. Niente più scherzi da ora in avanti. Tutto ciò che verrà condiviso attraverso quest’account sarà vero e, soprattutto, verificabile”, ha scritto Thewlis nella didascalia che ha accompagnato l’immagine. “Come potete vedere, il mio braccio sinistro non è minuscolo. So che non lo è. Indosso una tuta per il motion capture, stavo per girare alcune scene per Justice League. Quella è una finta pelata. Anche la barba è finta. Hanno incollato la mia testa sul corpo di un gentiluomo con un abbonamento alla palestra. Ho capito da subito che sarebbe andata così, per questo indosso la tuta. Ho indossato un elmo con le corna e ho colpito più volte un sacco di sabbia con un’ascia. Poi ho mangiato un uovo scozzese per pranzo. Mi dispiace gente. Non scherzerò mai più su niente. Confonde solo le persone. Vorrei ringraziare i miei legali per avermi aiutato a scrivere questo post.”

Zack Snyder’s Justice League è uscito in streaming il 18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Adam: recensione del film di Maryam Touzani

Adam: recensione del film di Maryam Touzani

Arriva in sala dal 3 giugno Adam, primo film di Maryam Touzani, già autrice del documentario che ispirò Much Loved, del regista Nabil Ayouch, suo compagno. Il percorso internazionale del film inizia a Cannes 2019, dove partecipa nella sezione Un Certain Regard. Il film viene poi proposto per rappresentare il Marocco agli Oscar 2020. E’ con questo biglietto da visita che si presenta alla riapertura delle sale italiane.

Il cinema di Maryam Touzani e Nabil Ayouch

Giornalista cinematografica marocchina, Touzani è autrice nel 2014 del documentario Sous ma Vieille Peau, incentrato sul tema della prostituzione in Marocco. Da qui nasce nel 2015 Much Loved, pellicola diretta da Nabil Ayouch, osteggiata in patria quanto apprezzata all’estero, che affronta senza pietismi, ma con realismo e vitalità il tema. La collaborazione con il suo compagno prosegue due anni dopo con Razzia, di cui Touzani è anche co-sceneggiatrice e protagonista. Il film ha partecipato per il Marocco alla corsa agli Oscar 2018 e fotografa abilmente il paese con le sue contraddizioni, con una particolare attenzione al femminile, anche grazie all’occhio, o per meglio dire alla penna, di Maryam Touzani.

La condizione femminile in un paese che va verso la modernità, ma porta con sé ancora ampi retaggi di un costume arcaico, che marginalizza le donne e rende loro difficile compiere scelte libere, è dunque da sempre al centro del discorso portato avanti dalla coppia. È così che si arriva ad Adam.

Adam, la trama

Abla, Lubna Azabal, vive a  Casablanca con sua figlia Warda, Doual Belkhauda, di otto anni. Lì ha un negozietto, ricavato all’interno della sua abitazione, dove vende prodotti da forno dolci e salati. Una sera una donna incinta, Samia, Nisrin Erradi, che cerca lavoro  e non ha una casa, bussa alla sua porta e, respinta, resta a dormire sul marciapiede di fronte alla casa. Così, pur dubbiosa, Abla decide di farla entrare e darle una mano almeno fino al parto. Quest’incontro cambierà le vite di entrambe, aiutando Abla a superare una perdita e Samia ad accettare la rischiosa sfida di essere madre senza un marito, in un paese che stigmatizza fortemente le madri nubili e i loro figli.

Per Touzani un esordio impegnato e solidale con Adam, figlio della speranza

Adam film 2021

Oggi Touzani si mette in prima persona dietro la macchina da presa. Tratta e approfondisce la difficile questione della maternità per le donne nubili, laddove il nascituro non sia riconosciuto dal padre. Si concentra poi sul legame che si instaura tra due donne sole, che si trovano ad affrontare le loro paure.

La visione di Maryam Touzani è empatica ed emozionante. Si concentra su un mondo piccolo, limitato nello spazio – quello della casa di Abla e poco più – ma emotivamente molto ricco ed intenso. Le due protagoniste sono davvero molto brave, coinvolgenti, intense e padrone dei personaggi, con un’ottima Nisrine Erradi, che riesce a far muovere il suo personaggio con disinvoltura tra leggerezza e dramma, coraggio e sconforto. Mentre Lubna AzabalI tempi che cambiano di Andrés Téchiné, nonché protagonista di La donna che canta di Denis Villeneuve – è padrona del personaggio di Abla, riuscendo ad essere coinvolgente anche nel registro minimale proprio di questa figura di donna che vive nel ricordo del passato, anziché abbracciare il presente. Abla gestisce la casa e la famiglia in modo rigoroso, essenziale, quasi monastico. È rigida con sé stessa e anche con gli altri, non si lascia andare. Finchè non arriva Samia, che in qualche modo le ricorda sè stessa, anche se le loro storie sono diverse. Samia è giovane, allegra e perseverante, ma deve affrontare una scelta difficile: cosa fare del bambino che porta in grembo? Non vuole farlo crescere senza un padre, figlio illegittimo, perchè sarebbe destinato ad essere “emarginato per tutta la vita”. Lo sguardo della regista è da una parte franco e diretto. Prende chiaramente posizione rispetto alla questione femminile, evidenziando come il Marocco ancora, per molti aspetti, non sia un paese per donne. “La morte non appartiene alle donne”, afferma Abla, mentre Samia le fa eco: “Poche cose ci appartengono”.

Allo stesso tempo però, non manca, anzi pare essere il fulcro del film, la speranza in un futuro diverso, migliore. Se c’è chi nega il proprio aiuto a Samia in nome di pregiudizi radicati, o ci sono donne che spettegolano e malignano, i protagonisti rappresentano la parte migliore della società. Innanzitutto le donne che non si arrendono, che sono capaci di gesti di solidarietà, di empatia, che fanno e rivendicano le loro scelte, e anche gli uomini come Slimani, Aziz Hattab, che non si lasciano condizionare dalla mentalità prevalente. In questo nucleo sociale, in cui non a caso ci sono due bambini, si alimenta la speranza di un paese diverso e più autenticamente moderno. Adam, non può che essere un auspicio per un nuovo inizio. Basti pensare alle molteplici valenze che il nome di Adamo porta con sé, rimandando sì al tema del peccato originale, ma anche all’idea di origine del mondo, essendo Adamo il primo uomo sulla terra. La speranza è dunque che il Marocco rinasca migliore, grazie alle nuove generazioni.

Stilisticamente, Touzani fa tesoro della lezione del marito, tenendosi lontana da facili pietismi. Predilige realismo e semplicità. In quest’ottica scrive il film e lo dirige. Un film “piccolo” nel raggio d’azione fisico, che si concentra su un solo tema, ma che non soffre di questa dimensione limitata, capace invece di consentire alla regista di controllare meglio gli elementi, portando a termine un lavoro onesto, ottimamente confezionato e coinvolgente. Una menzione meritano anche le musiche di Said Radi, che contribuiscono a creare la giusta atmosfera e portare lo spettatore nel mondo di Touzani, accompagnando alcuni dei mometi più intensi del film. Il risultato è dunque più che convincente. Ciò che la regista ha ancora bisogno di affinare è uno sguardo ancor più originale. L’influenza di Ayouch infatti si sente, ma  Touzani troverà sicuramente col tempo una strada più personale. Adam è in sala dal 3 giugno, prodotto da Nabil Ayouch e distribuito da Movies Inspired.

Black Widow, per Scarlett Johansson pensare alla storia è stato “stressante”

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Black Widow sarà il primo (e quasi sicuramente unico) film interamente dedicato a Vedova Nera, l’unica donna presente nella formazione originale degli Avengers. A causa della pandemia di Coronavirus, il film è stato rimandato più e più volte durante tutto l’arco del 2020, fino ad arrivare alla conferma definitiva dell’uscita il prossimo 7 luglio in sala e il 9 luglio su Disney+ con Accesso Vip.

Introdotto per la prima volta nel 2010 in Iron Man 2, il personaggio di Vedova Nera è stato parte del franchise per nove lunghi anni, fino a quando non ha incontrato la morte in Avengers: Endgame. La decisione di uccidere Natasha ha generato parecchi malumori all’interno del fandom, che hanno sempre considerato la scelta presa dal team dietro il film come un vero e proprio danni nei confronti dell’intero arco narrativo dell’ex spia russa.

La speranza è che il film di Cate Shortland riesca in qualche modo a far cambiare idea ai fan delusi da quanto visto in Endgame, dal momento che Black Widow mira non solo a fornire nuovi dettagli sul misterioso passato di Nat (ricordiamo che il film è ambientato tra gli eventi di Civil War e quelli di Infinity War), ma anche a concludere la sua storia in maniera soddisfacente.

Tuttavia, creare la storia “perfetta” per Black Widow pare sia stato molto stressante, come rivelato da Scarlett Johansson in una recente intervista con Total Film (via XRealm). L’attrice ha sottolineato che non ci sono mai state linee guida in merito a ciò che sarebbe dovuto apparire nel film. I Marvel Studios hanno quindi lasciato a Shortland e agli sceneggiatori Jac Schaeffer e Ned Bonson il pieno controllo creativo. Tuttavia, ciò ha reso ancora più difficile capire quale fosse la storia migliore da raccontare.

“Ci è stata data l’opportunità di mostrare Nat quando è fuori gioco, quindi per quella che è realmente”, ha spiegato Johansson. “Proprio per questo, tutto era possibile. Stavamo cercando di tracciare una storia… il che è stato estremamente stressante, perché non c’erano linee guida.”

Black Widow è stato più difficile da scrivere di WandaVision

Già in passato Schaeffer, head writer della serie WandaVision, aveva rivelato che scrivere Black Widow era stato molto più difficile della serie targata Disney+: “Mi piaceva la folle idea che fosse una sitcom, ma al tempo stesso si trattasse del MCU. È stata una sfida enorme, ma è qualcosa che mi piace e in un certo senso quel puzzle così intricato ha davvero un senso per me. Ho lavorato anche a Black Widow e ho trovato più difficile mettere le mani su una storia di supereroi diretta. È un po’ più difficile aggrapparsi a quella storia, mentre l’esperimento di WandaVision ha impiegato ogni singolo pezzo del mio cervello e dei miei collaboratori.” 

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e su Disney+ con Accesso Vip il 9 luglio.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Amazing Grace al cinema il 14, 15 e 16 giugno

Amazing Grace al cinema il 14, 15 e 16 giugno

Arriva nei cinema italiani con Adler Entertainment il 14, 15 e 16 giugno Amazing Grace, il documentario inedito che racconta il più grande successo gospel di tutti i tempi, la registrazione dell’omonimo album di Aretha Franklin.

Girato nel 1972 da Sidney Pollack e rimasto fermo per oltre 47 anni a causa di questioni tecniche e legali, Amazing Grace è riportato alla luce, sugli schermi di tutto il mondo, da Alan Elliot. “Un miracolo”, l’ha definito il New Yorker, presentato con plauso unanime di pubblico e critica al DOC NYC Festival, alla Berlinale 2019 e al Taormina Film Festival, e che arriva finalmente nelle sale italiane come evento, dal 14 al 16 giugno.

Amazing Grace è stato girato da Pollack mentre Aretha Franklin registrava il suo leggendario doppio album omonimo, l’opera gospel più venduta della storia. Nel 1972 la regina del soul per due serate alla New Temple Missionary Baptist Church di Los Angeles torna alle sue radici gospel, quando, poco più che bambina, cantava in chiesa a Detroit dove teneva i suoi sermoni il reverendo Franklin, suo padre.  Ad accompagnare Aretha al piano c’è il carismatico reverendo James Cleveland, a far da spalla alla Franklin il Southern California Community Choir diretto da Alexander Hamilton; a sorpresa, tra il pubblico in visibilio, un giovanissimo Mick Jagger.

Protagonista assoluta di Amazing Grace è la regina del soul per eccellenza che attraverso immagini inedite e un suono trascinante emoziona lo spettatore, immerso in un tripudio di musica e in un’atmosfera gospel unica nel suo genere. Amazing Grace sarà nelle sale cinematografiche con Adler Entertainment solo il 14, 15 e 16 giugno.

Disney lancia il nuovo singolo “Un Nuovo Inizio” interpretato da Noemi

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Oggi, Disney lancia il nuovo singolo “Un Nuovo Inizio” interpretato da Noemi, Ambasciatrice italiana della campagna globale Noi Principesse Sempre. L’inedito è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali. A livello internazionale il nuovo singolo “Starting Now” (“Un Nuovo Inizio”) è interpretato dalla cantante Brandy, vincitrice del Grammy, che aveva interpretato l’amata Principessa nel film televisivo del 1997 Cenerentola. Il singolo “Starting Now”, prodotto dal candidato al Grammy Award Oak Felder e scritto da Jason Mater, Jordan Powers e Darren Criss, è anch’esso disponibile su tutte le piattaforme digitali.

“Un Nuovo Inizio” ha un testo carico di energia positiva e penso davvero che possa trasmettere ai giovanissimi la consapevolezza che nella vita tutto è possibile, e si può sempre cercare un nuovo inizio, mettendosi in gioco con coraggio” – ha commentato Noemi. Il testo in italiano del brano “Un Nuovo Inizio” è stato adattato dalla versione internazionale “Starting Now” dalla giovane e talentuosa cantautrice Ginevra e da Arashi, parte del team di autori che ha affiancato Noemi nella realizzazione del suo ultimo album.

Oltre a questo bellissimo nuovo brano i fan possono sempre ascoltare le proprie canzoni delle Principesse Disney preferite grazie a una playlist creata da Walt Disney Records, disponibile di seguito:

L’arrivo del singolo “Starting Now” (“Un Nuovo Inizio”) segue il lancio di Storie di Coraggio e Gentilezza: un’inedita raccolta digitale di 14 nuovi racconti con protagoniste tutte le 14 Principesse e Regine Disney, pensata per ispirare atti di gentilezza nei bambini di tutto il mondo. La raccolta digitale, arricchita da illustrazioni uniche create da vari artisti di tutto il mondo, ha segnato l’inizio della campagna globale Noi Principesse Sempre volta a posizionare le Principesse e Regine Disney come Ambasciatrici di coraggio e gentilezza, valori senza tempo che le accomunano e caratterizzano da sempre.

Thor: Love and Thunder, Sam Neill ammette di non aver mai capito il suo ruolo

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Forse non tutti lo ricordano, ma anche Sam Neill fa parte del MCU. Il celebre attore neozelandese, infatti, ha interpretato una falsa versione di Odino in Thor: Ragnarok all’interno di una rappresentazione teatrale che aveva luogo su Asgard.

Neill riprenderà quel ruolo anche nell’attesissimo Thor: Love and Thunder, ma proprio di recente ha ammesso che il suo coinvolgimento nel MCU lo ha sempre lasciato perplesso. Parlando con Nova, infatti, l’attore ha dichiarato: “Non ho mai capito nessuno dei film di Thor. L’interno universo Marvel resta un totale mistero per me”. Quando uno dei conduttori radiofonici si è preso la responsabilità di spiegare a Neill che ha interpretato una versione “falsa” del personaggio di Anthony Hopkins, ha risposto: “Che cosa? Vorrei che qualcuno me lo avesse spiegato. Sarebbe stato molto più facile!”

Durante l’intervista, Sam Neill ha spiegato: “Ero in piedi accanto a Jenny Morris e le ho chiesto: ‘Sai su quale pianeta siamo?’. Ad essere onesto, ero totalmente sconcertato, e anche quando sono tornato mi sono sentito così. Ho fatto la mia parte, ma non ho mai capito chi stesse interpretando chi, proprio perché c’era questo scambio di ruoli.”

Oltre a Neill, in Thor: Love and Thunder ritroveremo anche Matt Damon e Luke Hemsworth nei panni dei falsi Loki e Thor, mentre Melissa McCarthy interpreterà una falsa versione di Hela. Gli attori verranno impiegati in una rappresentazione che ripercorrerà gli eventi di Thor: Ragnarok, al pari di quanto accaduto proprio in quest’ultimo, dove però venivano riproposti gli eventi di Thor: The Dark World

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Il Coraggio del Leone con Anna Fogliett apre il 17° Biografilm Festival il 3 giugno

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Gli ultimi giorni della 77ma Edizione della Mostra di Arte Cinematografica sono al centro della produzione di RS Productions: il documentario “Il Coraggio del Leone” ha come protagonista lo sguardo privilegiato della madrina del Festival 2020, Anna Foglietta, sulle ultime giornate dell’evento storico che si è concluso con grande successo il 12 settembre scorso. Il documentario diretto da Marco Spagnoli aprirà ufficialmente la XVII edizione del Biografilm Festival a Bologna nella serata di pre-apertura il 3 giugno in anteprima mondiale.

La città di Venezia con la sua bellezza e il suo fascino avvolge il racconto che segue l’interazione di tutte le persone che hanno reso possibile la Mostra, a partire dal Presidente della Biennale Roberto Cicutto e dal Direttore Artistico Alberto Barbera, a dispetto da quanto accaduto, ma – soprattutto – ci permette di incontrare professionalità altrimenti sconosciute che costituiscono la spina dorsale di un evento che da novanta anni rappresenta la bandiera dell’industria cinematografica internazionale.

Produttori associati sono la stessa Foglietta con la sua società Blue One, Daniele Orazi con la sua DO Cinema e Andrea Zoso. La fotografia è di Niccolò Palomba (Enrico Lucherini – Ne ho fatte di tutti i colori: The Italian Jobs), il montaggio è di Jacopo Reale (Walt Disney e l’Italia – Una storia d’amore, Cecchi Gori – Una famiglia italiana) e le musiche sono del musicista italo-americano Max Di Carlo.

IL CORAGGIO DEL LEONE – Sinossi

Il Documentario si pone l’obiettivo di mostrare agli occhi di tutti gli spettatori come il Festival Cinematografico di Venezia (Venezia 77), evento internazionale di primaria importanza nel mondo del cinema, non si sia arreso e caparbiamente sia stato realizzato, a dispetto del mondo intorno, del Covid-19 e della grande incertezza che domina la situazione globale. Lo sguardo privilegiato su questo evento è quello di Anna Foglietta, una delle principali attrici italiane, che – pur affrontando in maniera elegante il ruolo glamour di madrina del Festival – non perde di vista quella concretezza e quella profonda umanità che la fanno amare dal pubblico del nostro paese.

Eternals: dove si sono nascosti gli eroi in tutti questi anni?

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Eternals: dove si sono nascosti gli eroi in tutti questi anni?

I Marvel Studios hanno finalmente dato il via, la scorsa settimana, alla campagna marketing di Eternals attraverso il lancio del teaser trailer ufficiale del film. Le prime immagini del film di Chloé Zhao (premio Oscar per Nomadland) hanno confermato che gli Eterni sono un gruppo di antichi alieni che hanno guidato l’umanità per millenni.

Ciò, ovviamente, porta con sé una domanda parecchio interessanti: dove si sono nascosti gli Eterni per tutto questo tempo? Sappiamo che alcuni hanno trovato un posto all’interno della società umana (come ad esempio Kingo, che è diventato una star di Bollywood), ma pare che non tutti siano riusciti ad adattarsi bene nel nostro mondo.

Ora, l’account Twitter Eternals Update (via Screen Rant), ha scovato tramite Amazon un calendario ufficiale come parte del merchandising dedicato al film che potrebbe aver rivelato un interessante dettaglio sulla trama, legato proprio al luogo in cui si sarebbero nascosti gli Eterni per tutto questo tempo. Secondo quanto riportato nella descrizione del calendario, infatti, pare che gli Eterni abbiano vissuto sulla luna di Saturno, Titano.

Nella descrizione si legge: “Vivendo sulla luna di Saturno, Titano, gli Eterni proteggono la Terra dai Devianti e da tutte le altre forme di malvagità cosmica. Questo prossimo attesissimo grande successo dall’Universo Cinematografico Marvel spingerà sicuramente i fan a chiedere di più.”

Ciò aggiunge un nuovo intrigante elemento alla trama del film, che spiegherebbe come gli Eterni – e la loro enorme astronave già avvistata nel primo trailer – siano rimasti nascosti per così tanto tempo, nonostante l’evoluzione della tecnologia umana. Alcuni degli Eterni sono rimasti sulla Terra, mentre altri sono andati su Titano: in effetti, ciò potrebbe spiegare l’espressione meravigliata di Serie mentre si trova sulla Terra e si guarda intorno spaesata, probabilmente perché non ha mai visto la civiltà moderna prima d’ora.

Eternals, il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Indiana Jones 5: Harrison Ford è arrivato a Londra per l’inizio delle riprese

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Indiana Jones è probabilmente uno dei ruoli più iconici della carriera di Harrison Ford, che ha contribuito a rendere l’attore statunitense una vera e propria leggenda all’interno della storia di Hollywood. Era dal 2008 (anno di uscita de Il regno del teschio di cristallo) che l’attore non tornava nei panni del celebre archeologo: ecco perché i fan non vedono l’ora che arrivi luglio del 2022, anno in cui uscirà finalmente l’attesissimo Indiana Jones 5.

Sulla trama del quinto capitolo del franchise, che dovrebbe essere l’ultimo, sappiamo ancora molto poco. Tuttavia, sembra che le riprese del film siano ormai imminenti. A confermarlo è un recente post condiviso via Instagram dalla società di orologi Bremont, in cui è possibile vedere proprio Harrison Ford che ha fatto visita all’azienda con sede nel Regno Unito, a confermare che l’attore si trova lì per iniziare a girare Indiana Jones 5 la prossima settimana.

La Bremont è situata a circa 40 minuti dai Pinewood Studios, i famosi teatri di posa che sorgono vicino Londra. Le riprese del film dovrebbero terminare il prossimo ottobre e toccare anche l’Italia, in particolare la Sicilia. Al momento gli unici membri del cast confermati, oltre Ford, sono le new entry Mads Mikkelsen, Phoebe Waller-Bridge e l’attore tedesco Thomas Kretschmann.

Cosa sappiamo di Indiana Jones 5

James Mangold (Logan – The Wolverine) sarà il regista di Indiana Jones 5 al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni. Nel cast, oltre a Harrison Ford, ci sarà anche Phoebe Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in primavera.

Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.

The Good Doctor 4×20: promo e trama dall’episodio

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The Good Doctor 4×20: promo e trama dall’episodio

Il network americano ABC ha diffuso il promo e la trama di The Good Doctor 4×20, il ventesimo inedito episodio dell’attesissima quarta stagione di The Good Doctor .

In The Good Doctor 4×20 che si intitolerà “Vamos”  Il dottor Shaun Murphy deve eseguire un rischioso intervento chirurgico su un paziente senza elettricità quando la corrente si interrompe improvvisamente all’ospedale in Guatemala. Inoltre, la relazione tra il dottor Lim e il dottor Mateo Rendón Osma si approfondisce mentre superano le difficoltà durante l’intervento chirurgico nella seconda parte del finale di stagione di “The Good Doctor”, LUNEDI ‘7 GIUGNO (10: 00-11: 00 pm EDT), sull’ABC.

Guest star di The Good Doctor 4×20 sono Osvaldo Benavides come Dr. Mateo Rendón Osma, Allegra Fulton come Dr. Karla Saravia, Esmeralda Pimentel come Nurse Ana Morales, Andres Soto come Sapo, Arlina Rodriguez come Nurse Guerrero e Juana Lerma Juarez come Nurse Aguilar. “Vamos” è stato scritto da Peter Blake e David Shore e diretto da Mike Listo.

https://www.youtube.com/watch?v=ncEtdsk2Zow

The Good Doctor 4×20

The Good Doctor 4 è la quarta stagione della serie tv The Good Doctor  creata da David Shore per il network americano della ABC. In The Good Doctor 4 Il dottor Shaun Murphy, un giovane chirurgo con autismo e sindrome del savant, continua a usare i suoi straordinari doni medici presso l’unità chirurgica del St. Bonaventure Hospital. Man mano che le sue amicizie si approfondiscono, Shaun continua ad affrontare il mondo degli appuntamenti e delle relazioni romantiche e lavora più duramente di quanto abbia mai fatto prima, navigando nel suo ambiente per dimostrare ai suoi colleghi che il suo talento di chirurgo salverà vite. La serie vede nel cast Freddie Highmore nei panni del dottor Shaun Murphy, Antonia Thomas nei panni della dottoressa Claire Browne, Hill Harper nei panni del dottor Marcus Andrews, Richard Schiff nei panni del dottor Aaron Glassman, Christina Chang nei pann

In The Good Doctor  4 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy, Antonia Thomas come Dr. Claire Browne, Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez, Hill Harper come Dr. Marcus Andrews, Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman, Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.

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