Guardiani della Galassia Vol. 2 contiene al
suo interno diversi momenti entusiasmanti, anche se forse il più
memorabile di tutti rimane il cameo di Stan Lee che incontra Gli Osservatori: nel
film, infatti, “The Man” appare brevemente nei panni di un
astronauta su un asteroide intento a parlare con tre membri della
specie umanoide extraterrestre.
Per anni i fan hanno ipotizzato che
lo stesso Lee potesse essere un Osservatore all’interno
dell’universo condivso, ma Guardiani della Galassia Vol. 2 lo ha sempre
accreditato come un semplice “Informatore” degli Osservatori.
Adesso, il regista e sceneggiatore James
Gunn ha confermato che sono state proprio le voci e le
teorie messe in piedi dai fan ad ispirare la scena di Lee nel film.
In risposta alla domanda di un fan, Gunn ha spiegato: “La
connessione di Stan Lee con gli Osservatori in Vol. 2 è stata
sicuramente ispirata dalle teorie dei fan.”
Sfortunatamente, l’ultimo cameo di
Stan Lee nel MCU è stato in Captain
Marvel (appare come passeggero del treno su cui si
affrontano Carol Danvers e uno Skrull) e, successivamente, in
Avengers:
Endgame (appare durante una scena ambientata
nel 1970, dove guida un’auto ascoltando musica rock a tutto
volume), dal momento che il “papà dei supereroi” è scomparso prima
di riuscire a girare il suo cameo in
Spider-Man: Far From Home. Ovviamente, la sua eredità
sarà ricordata per sempre, e dal giorno della sua morte i Marvel
Studios hanno trovato diversi modi per rendere omaggio alla sua
opera.
Il futuro dei Guardiani della Galassia al cinema
A proposito del futuro dei
Guardiani della Galassia al cinema, l’attesissimo
Vol. 3, che sarà nuovamente scritto e diretto da
James
Gunn, non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le
riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021.
Nel cast torneranno Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff e Karen
Gillan, con Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor.
Questa estate,
Starzplay ci dà la possibilità di avere accesso ad
uno dei prodotti più interessanti che Element Picture ha prodotto
per BBC Three e Hulu nei mesi passati. Si tratta di Normal
People, serie tv basata sull’omonimo romanzo di
Sally Rooney e che, con la collaborazione alla
sceneggiatura della scrittrice, è stata diretta da Lenny
Abrahamson (Room)
e Hettie Macdonald.
La storia è quella delle più
semplici: un ragazzo e una ragazza si incontrano al liceo, si
innamorano, si trova e si perdono, per poi ritrovarsi da grandi,
all’università, e riperdersi ancora, con la stessa rapidità con cui
poi tornano a trovarsi. Una ricerca dello spirito, una fame
reciproca dei corpi, ma anche un’attrazione e una repulsione che
sfugge alle razionali spiegazione per approdare in quei luoghi
ondeggianti che ospitano umori e sensazioni.
Normal People racconta la storia “normale” di Marianne e
Connell
Così, nel corso della loro vita,
Marianne e Connell si rincorrono, mentre ognuno di loro prova a
trovare l’equilibrio nelle proprie azioni quotidiane, tutte mirate
ad una felicità che sembra irraggiungibile per entrambi. Da una
parte Marianne sembra sempre tesa a cercare una punizione dentro a
storie che la fanno sentire sottomessa e forse sbagliata, come per
espiare chissà quale colpa; dall’altra Connell cerca di fuggire dal
suo desiderio di autodistruzione senza però darci la vera
dimensione e ragione di questo sentimento. L’uno nell’altra, nel
corso degli anni, trovano un attimo di respiro, di pace, ma anche
di struggimento, perché sanno che quella pace, quel respiro, non
durerà a lungo.
Le regie di Abrahamson e Macdonald
si allineano per conferire agli episodi uno stile etereo, omogeneo
e apparentemente sempre sospeso nell’indefinitezza di queste
esistenze che attraversano il tempo in punta di piedi. Ogni
episodio ci porta in avanti con gli anni, i look cambiano
leggermente e diventano specchio di personalità sempre più formate.
Eppure, non conta per quanto tempo i due possano stare lontani, i
loro non detti li attraggono reciprocamente e li fanno ritrovare
anche a mesi, anni di distanza.
Daisy
Edgar-Jones e Paul Mescal, gli interpreti
perfetti
Daisy Edgar-Jones
e Paul Mescal, interpreti di Marianne e Connell,
sembrano usciti da una copertina di un album indie rock. Sono
bellissimi e imperfetti, lei minuta, con lo sguardo dolce, il corpo
esile e la ferrea volontà di emergere e sopravvivere anche a se
stessa, lui dinoccolato, un po’ storto, strafottente eppure
introverso e timido. Entrambi di vivace intelligenza, trovano
subito nell’altro un degno avversario, ma questa avversità è
composta di attrazione e competizione e sempre, di continuo, dà
carburante ad entrambi per andare un po’ più avanti, fino al
prossimo pit stop, dove si incontreranno di nuovo.
La musica ricercata, le
ambientazioni dai toni freddi, i tempi sempre dilatati, gli sguardi
lunghi, i silenzi reiterati, regalano a Normal
People un’atmosfera rarefatta, all’interno della quale i
due protagonisti si muovono consapevoli solo dell’attrazione
reciproca, contro l’opinione e le ipotesi di tutti, contro la
fortuna, contro il tempo, persino contro se stessi.
Zack
Snyder, regista di Batman v Superman e Justice
League, ha ammesso di essere un fan della performance
offerta da Jared Leto nei panni del Joker in Suicide
Squad. Nonostante il cinecomic di David
Ayer sia uscito ormai da diversi anni, il film
continua ad essere oggetto di accese discussioni, soprattutto di
recente, dopo l’ufficializzazione della release della Snyder Cut di Justice
Leagueil prossimo anno su HBO Max.
Sono in molti, infatti, a sperare
che al film di Ayer venga riservato lo stesso trattamento che la
Warner Bros. ha avuto nei confronti del cinecomic diretto da
Snyder. Il regista in persona ha confermato che esiste una
Director’s Cut del suo cinecomic e proprio di recente ha chiesto il
supporto dei fan: via Twitter, infatti,
Ayer ha detto che un’eventuale release della Ayer
Cut di Suicide
Squad dipenderà soltanto da loro, esortandoli a
mettere in piedi una vera e propria campagna al pari di quanto
fatto con Justice League.
Uno dei personaggi che, a detta
dello stesso David
Ayer, sono stati letteralmente “maltrattati” dalle
riprese aggiuntive è stato proprio il Joker di Leto: più e più
volte, infatti, il regista ha dichiarato che la maggior parte del
lavoro dell’attore non è finita nel montaggio finale del film.
Grandi cambiamenti sono stati apportati nello specifico alla
relazione tra Harley Quinn e il Joker, con quest’ultimo che avrebbe
dovuto giocare un ruolo molto più significativo all’interno della
storia, rispetto a ciò che abbiamo visto sul grande schermo.
Zack Snyder e il Joker di Jared
Leto: “L’ho sempre amato.”
Ad ogni modo, per quanto la
performance di Leto sia ritenuta dai più una delle incarnazioni
meno riuscite dell’iconico supercriminale, c’è chi invece sembra
esserne un grande estimatore. Come confermato attraverso il suo
account Vero, infatti, Zack
Snyder ha molto apprezzato la performance
dell’attore premio Oscar: in risposta alla domanda di un utente che
gli ha chiesto proprio cosa ne pensasse dell’interpretazione di
Leto, Snyder ha risposto: “L’ho sempre amato in quel
ruolo”. Le parole del regista sono state molto apprezzate da
Ayer, che via
Twitter ha condiviso la breve dichiarazione.
Oliver Dowden, segretario della
cultura britannico, ha annunciato via
Twitter che gli attori, i registi e i produttori (ma non solo)
coinvolti in importanti produzioni cinematografiche e televisive
internazionali, saranno esclusi dall’obbligo di quarantena di due
settimane imposto a chi proviene da paesi ad alto rischio, come ad
esempio gli Stati Uniti.
Dal prossimo 10 luglio, infatti, chi
proviene da paesi a basso rischio non sarà costretto a rimanere in
quarantena in Inghilterra per due settimane: ciò significa che le
produzioni di blockbuster come Jurassic
World: Dominion potranno iniziare quanto prima in
Inghilterra e, con buona probabilità, tenersi più avanti anche nel
resto del Regno Unito. Tra le produzioni interessate da queste
nuove regole figura anche quella dei due prossimi capitoli di
Mission Impossible: come riportato da
ScreenDaily, è stato infatti comunicato a
Tom Cruise che le riprese potranno ripartire a breve ai Warner
Bros. Studios Leavesden, nell’Herfordshire.
Stando alle nuove norme imposte dal
governo britannico, le persone coinvolte nelle produzioni
cinematografiche e quindi esentate dalla quarantena obbligatoria,
potranno vivere e lavorare in aree chiuse e poste a rigidi
controlli: l’applicazione di protocolli stringenti è necessaria al
fine di garantire un impatto minimo sulla salute pubblica. Le
riprese di Mission
Impossible 7, dunque, potrebbero partire anche prima
di settembre,
come dichiarato in precedenza da Tommy Gormley, assistente alla
regia. Gormely aveva spiegato che la Paramount Pictures spera di
poter ritornare a girare in Italia e in tutte le altre location
inizialmente programmate.
Le date di uscita di Mission Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan
Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e
Esai Morales (Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro
debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e
il 4 novembre 2022.
Le prime fasi dell’Universo
Cinematografico Marvel sono state prese di mira per
non aver abbracciato a sufficienza il concetto di “diversità”.
Eppure, sembra che le cose siano destinate a cambiare, con Gli
Eterni che introdurrà ufficialmente il primo supereroe
apertamente gay e con Shang-Chi che ha coinvolto sia davanti che
dietro la macchina da presa maestranze asiatiche.
In una recente intervista con
Variety, Tessa
Thompson, interprete di Valchiria nel MCU, ha parlato
del futuro della rappresentazione di genere nel MCU, con
particolare riferimento al suo personaggio, dal momento che
nell’atteso Thor: Love and
Thunder, Valchiria verrà presentata come una donna
apertamente gay che andrà alla ricerca della sua Regina (dal
momento che il personaggio prenderà il posto del Dio del Tuono come
nuovo Re di Asgard).
“Penso che nella prossima fase
dell’Universo Cinematografico Marvel parleremo molto di cosa
significa la rappresentazione in quei contesti”, ha spiegato
l’attrice. “La verità è che questi film hanno una visibilità
globale davvero vasta, e se puoi rappresentare persone di colore,
persone con una disabilità, persone appartenenti alla comunità
LGBTQ+, allora significa fare qualcosa di veramente
importante.”
Tessa Thompson sulla diversità nel
MCU: “Sono le nostre differenze a renderci speciali.”
“Ci sono milioni, milioni di
persone che vanno al cinema, in particolare giovani. Penso che se
possiamo mostrare loro qualcosa che gli somiglia, allora si
sentiranno importanti e valorizzati. È proprio quello che avviene
all’interno delle storie di questi fumetti, è proprio ciò che
raccontano. Sono le nostre differenze a renderci speciali”, ha
aggiunto l’attrice.
Parlando nello specifico della
rappresentazione del suo personaggio, la Thompson ha dichiarato:
“Sono davvero entusiasta del fatto che potremo continuare a
infrangere delle barriere su questo fronte, soprattutto di poterlo
fare con Valchiaria, perché ci sono tantissimi personaggi queer
fichissimi nei fumetti e dovrebbero avere posto sullo
schermo.”
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“. L’uscita
nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.
Si è spento all’età di 91 anni il
grande Ennio Morricone, compositore, musicista e
direttore d’orchestra, autentico orgoglio italiano. Morricone è
morto nella notte in una clinica di Roma, in seguito ad alcune
complicanze dovute ad una caduta.
Come ha fatto sapere l’amico e
legale Giorgio Assumma, “Morricone ha conservato sino
all’ultimo piena lucidità e grande dignità. I funerali si terranno
in forma privata nel rispetto del sentimento di umiltà che ha
sempre ispirato gli atti della sua esistenza.”
La carriera di Ennio
Morricone, universalmente riconosciuto come uno dei
compositori più versatili, prolifici e influenti di tutti i tempi,
vanta più di 500 composizioni tra film, serie tv e opere di musica
contemporanea. La fama a livello mondiale è arrivata grazie alle
musiche prodotte per il genere del western all’italiana e
alle sue frequenti collaborazioni con registi quali Sergio
Leone, Duccio Tessari e Sergio
Corbucci.
A partire dagli anni ’70, Morricone
diventa uno dei nomi più richiesti a Hollywood, componendo le
musiche dei film di registi come John Carpenter, Brian De
Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e
Quentin Tarantino. Indimenticabili le musiche
composte per pellicole che hanno scritto la storia del cinema e
segnato l’immaginario collettivo, come I giorni del cielo,
Mission e The Untochables – Gli
intoccabili.
Dopo essere stato nominato 5 volte
tra il 1979 e 2001, nel 2007 gli viene conferito il premio Oscar
onario alla carriera “per i suoi contribuiti magnifici all’arte
della musica da film”. Nel 2016 vince il secondo Oscar grazie
alle musiche composte per The
Hateful Eight di Quentin Tarantino.
Nel corso della sua straordinaria
carriera ha venduto più di 70 milioni di dischi. Tra i
riconoscimenti più importanti vinti da Morricone si ricordano tre
Grammy Awards, quattro Golden Globes, ben 10 David di Donatello e
anche un Leone d’Oro alla carriera.
Prodotto da
Picomedia e Medusa Film e
disponibile in streaming da luglio 2020 su Amazon
Prime, È per
il tuo bene è l’ultimo lavoro da regista di
Rolando Ravello. Il film è tra i tanti a non aver
potuto beneficiare di un’uscita in sala, a causa del lockdown, e ad
essere passato direttamente alla distribuzione in streaming. Il
cast è di tutto rilievo e la commedia, remake del
successo spagnolo Es por tubien, promette leggerezza e
risate.
La trama di
È per il tuo bene
Tre amici non vedono di buon occhio
le relazioni sentimentali delle rispettive figlie. Arturo, Marco Giallini, è un ricco avvocato, padre di
Valentina, Matilde Gioli, che ha lasciato un
collaboratore dello studio paterno il giorno delle nozze per
Alexia, Lorena Cesarini, una ragazza di colore che
vive di lavoretti. Sergio, Giuseppe Battiston, ha scoperto che sua figlia
Sara, Alice Ferri, frequenta il fotografo Luigi,
Alberto Lo Porto, molto più grande di lei e noto
donnaiolo. Infine Antonio, Vincenzo Salemme,
scopre che la figlia Marta, Eleonora Trezza, ha
una storia con un rapper, Simone, alias Biondo,
che né lui né sua moglie, Valentina Lodovini, considerano un tipo
raccomandabile. Così i tre uniscono le forze per cercare di
liberarsi di questi scomodi partner, mentre discutono con le
rispettive mogli, che spesso non sono d’accordo coi loro piani.
Inscenare un furto, assoldare una escort e nascondere droga in uno
zaino basteranno a far cambiare idea alle figlie?
Un remake noioso e pieno di
stereotipi
È per il tuo
bene ha il sapore di un progetto costruito a
tavolino, pensando di sfruttare il successo della commedia spagnola
Es por tubien,
diretta nel 2017 da Carlos Therón, con
Javier Camara, co-prodotta da Mediaset
Spagna e basata su un soggetto di Josep
Gatell e Manuel Burque. L’idea è farne un
remake che si spera altrettanto fortunato, puntando molto su un
cast di grossi nomi.
Posto che l’originale era una
commedia piuttosto semplice, più comica che profonda, anzi
puramente disimpegnata, che si muoveva in superficie sul tema delle
dinamiche padri-figlie, suoceri-generi, si sarebbe comunque potuto
ottenere un risultato di buon intrattenimento, con qualche guizzo
ad illuminare il tutto e un susseguirsi di siparietti godibili,
animati da interpreti tra i più dotati del nostro cinema.
Purtroppo questo non è. La
sceneggiatura, a cura dello stesso regista e di Fabio
Bonifacci, è meccanica, con diverse incongruenze e momenti
che scivolano pericolosamente verso il patetico, come
l’inseguimento all’aeroporto tra Sergio e Luigi, e il personaggio
stesso di Luigi, interpretato da Alberto Lo Porto,
in molti suoi momenti. Ma lascia perplessi anche Valentina, che
subito dopo aver lasciato sull’altare il fidanzato, dice di volere
un figlio con la sua nuova compagna, aggiungendo: “è da tanto
che ci pensiamo”. Lo stesso Arturo rischia di mandare all’aria
la sua carriera e la sua vita per impedire alla figlia di stare con
chi vuole. La moglie di Antonio cambia repentinamente idea sul
fidanzato della figlia, passando dall’intransigenza più dura alla
comprensione più profonda. Non mancano alcune scene madri quasi in
stile mucciniano, immotivate, specie da parte delle mogli.
Bonifacci, che pure ha scritto commedie italiane
di successo, divertenti ma intelligenti come Si può
fare, Benvenuto Presidente,
Amiche da morire o anche disimpegnate ma
godibili, qui costruisce una commedia scialba, senza mordente. C’è
poco lavoro sull’organicità, sulla congruenza, in favore
della comicità di situazione, di gag accostate una all’altra
all’interno della narrazione. Però, questa scelta non è efficace
perché il ritmo resta lento e il film procede stancamente.
In quanto al contesto, poi,
è quasi del tutto assente, se si eccettua la disparità sociale fra
il ricco avvocato Arturo con la sua sontuosa villa, e i due amici.
Il film è incentrato sulla dimensione personale della famiglia, dei
rapporti genitori-figli e di coppia, ma non si entra mai davvero
nella sostanza di questi rapporti. La famiglia non è indagata a
fondo. Si rimane in superficie, con personaggi piatti e
stereotipati. Sono tipi umani: il rapper, l’extracomunitaria che fa
lavoretti, il donnaiolo, l’impulsivo, il ricco, l’ex galeotto e le
tre mogli più o meno disperate.
Un cast stellare che non
brilla in È per il tuo bene
Questo quinto lavoro dietro la
macchina da presa di Rolando Ravello punta molto
sulla presenza di alcuni pezzi da novanta del nostro cinema. Il
regista torna a dirigere Marco Giallini, già visto
in Tutti contro tutti ed è proprio lui a
regalare qualche sporadica risata con le sue spontanee uscite in
romanesco, ma comunque insieme ai suoi compagni di viaggio non
riesce a reggere il peso del film. Giuseppe
Battiston viene confinato a un ruolo ripetitivo, che non
gli dà la possibilità di esprimersi a pieno. Lo stesso
Vincenzo Salemme, che sulla carta dovrebbe essere
l’interprete perfetto per questo tipo di commedie, che vivono di
efficaci botta e risposta con i compagni di scena, qui non riesce a
far sorridere. Alle interpreti succede lo stesso. Isabella
Ferrari, Valentina Lodovini e
Claudia Pandolfi soffrono nell’essere relegate in
subordine rispetto ai succitati colleghi, in quanto i ruoli delle
consorti disegnati per loro restano secondari. Così come
Matilde Gioli: il suo personaggio non possiede la
spinta dirompente che avrebbe potuto avere. Il buon cast, insomma,
non riesce a prendere il timone della commedia e traghettarla verso
il successo.
È per il tuo
bene, il lavoro di un regista dal talento
offuscato
Ne risulta una commedia troppo
esile, in cui Ravello sembra quasi abdicare,
sacrificando la sua capacità di osservare sia la società in cui
vive, sia il mondo più ristretto di una coppia con sguardo acuto,
cogliendone aspetti comici ma anche di riflessione. Quella capacità
che gli ha dato spessore come interprete, che ha mostrato da
sceneggiatore – collaborando ad esempio alla scrittura di
Perfetti sconosciuti – e naturalmente da
regista nell’affresco sociale tragicomico e spassoso dell’esordio
Tutti contro tutti o con la commedia
romantica dai toni lievi Ti ricordi di
me, rispetto ai quali il suo smalto appare
sbiadito.
Disponibile dal 26 giugno in
streaming su Netflix, Eurovision Song Contest – La storia dei Fire
Saga è il nuovo film di David Dobkin,The Judge, 2 single a nozze. Il regista
si affida a un binomio col quale aveva già lavorato proprio in
quest’ultimo film, scegliendo Rachel McAdams e Will Ferrell come protagonisti di un viaggio
romantico e musicale all’inseguimento di un sogno.
Lars Erickssong, Will Ferrell, ha un sogno fin da quando era
bambino: partecipare all’Eurovision Song Contest e vincerlo. Ormai
quarantenne, però, con la sua musica non ha mai varcato i confini
dell’Islanda ed è conosciuto nella piccola cittadina di Húsavík in
cui vive più per il suo comportamento goffo e il suo abbigliamento
a dir poco originale, sulla scena e non, che per il talento
artistico. Assieme alla sua amica Sigrit, Rachel McAdams, ha formato i Fire Saga, che si
esibiscono in piccoli locali di provincia. Tutto cambia quando per
una serie di eventi fortuiti, i due vengono scelti per
rappresentare l’Islanda proprio all’Eurovision. Nessuno scommette
su di loro, tutti vedono profilarsi una sonora sconfitta, ma i due
sono determinati a giocare le carte a loro disposizione. In un
susseguirsi di comici imprevisti, i due scopriranno cosa vogliono
davvero dalla vita. Ma riusciranno a conquistare il pubblico
dell’Eurovision?
Una commedia che gioca sui
contrasti con qualche ingenuità di troppo
In questa commedia musicale a sfondo
romantico Dobnick gioca sui contrasti. Sigrit e
Lars sono due opposti: lei è bella, dolce, angelica, la sua voce è
limpida e il talento indubbio. Intonando poche note sa catturare il
pubblico – McAdams mette tutta la delicatezza di cui è
capace nelle vesti di cantante, senza rinunciare all’ironia e agli
aspetti da commedia del suo personaggio, rivelandosi un’attrice
poliedrica. Lars è goffo, impacciato, sguaiato, non
è certo un adone e le sue doti canore sono trascurabili.
Will Ferrell è spesso sopra le righe, a partire
dall’aspetto, con qualche ingenuità di troppo, forse eccessiva
anche per un film comico con tratti farseschi e demenziali. Basti
pensare a quella anagrafica: Ferrell sarebbe un quarantenne, figlio
di Pierce Brosnan, che veste appunto i panni del
burbero padre, Erick Erickssong. Chi lo apprezza troverà
anche qui di che sorridere delle sue gag strampalate, delle cadute
rovinose e del suo imperturbabile rialzarsi, ma i meccanismi comici
sono ripetitivi e due ore paiono eccessive. Il filone
romantico della trama che coinvolge i protagonisti è molto semplice
e non riserva sorprese. Il film è scritto da Andrew
Steele e dallo stesso Will Ferrell, anche produttore.
Eurovision Song
Contest, il musical e
l’ambientazione
Interessante l’aspetto musicale, a
partire dalla scelta di incentrare il racconto sulla manifestazione
dell’Eurovision Song Contest, che quest’anno si è svolta senza gara
tra i paesi partecipanti, trasformata dall’emergenza legata al
Covid 19. Questo tipo di contest è forse poco noto oltre i confini
europei e il film contribuisce ad illustrarne il meccanismo: un
palcoscenico per la musica pop europea con un aspetto scenografico
importante per dare più risalto possibile ai brani. Si susseguono
le performance dei rappresentanti delle diverse nazioni. Fra le più
efficaci nel film quelle della cantante e attrice Demi
Lovato nel ruolo di Katiana, che si contende coi Fire Saga
la rappresentanza islandese alla gara, ma anche quelle della
concorrente greca Mita Xenakis, Melissanthi Mahut
e la più spettacolare, quella del cantante russo Alexander
Lemtov, Dan Stevens, noto per la sua
partecipazione alla serie televisiva Downtown
Abbey, in un ruolo divertente e godibile. Come detto,
però, quella che davvero sembra nata per esibirsi davanti a un
microfono è Rachel McAdams. Perfettamente a suo agio nei
panni di Sigrit, coinvolge ed emoziona cantando lei stessa i brani,
come anche Will Ferrell, il cui contributo canoro è però
meno rilevante. Le musiche sono di Atli
Örvarsson.
Nella colonna sonora, poi, non
possono mancare gli islandesi Sigur Rós. L’altro elemento di
interesse del film è infatti proprio l’inusuale ambientazione
islandese, che ben si adatta a questa commedia. Un mondo un po’ a
sé stante, popolato di elfi e pescatori, a stretto contatto con la
natura. Senza peraltro tralasciare la natura e le imponenti
architetture della Scozia, dove si svolge l’Eurovision.
Chi ama questa manifestazione e si
sente orfano della competizione, può recuperarne lo spirito con
Eurovisioni Song Contest – La storia dei Fire
Saga, che conta su una Rachel McAdams in grande forma, mentre la
comicità di Will Ferrell appare un po’ sotto tono.
La cerimonia di premiazione
dei Nastri d’Argento 2020 si
svolgerà lunedì 6 luglio, dal Museo Maxxi a
Roma con la conduzione di Anna Ferzetti e sarà trasmessa in
diretta dalle 21.10 su Rai Movie.
Ecco il video Youtube con la diretta
della cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento 2020.
I fan del Marvel Cinematic Universe
in astinenza da film possono mettersi l’anima in pace: bisognerà
aspettare la prima settimana di novembre per vedere sul grande
schermo il prossimo film della Casa delle Idee. L’arrivo di
Black Widow
darà il via ufficialmente alla Fase Quattro e darà al pubblico la
possibilità di dire addio a Scarlett Johansson nella maniera appropriata.
Ma nonostante il film sia un prequel, non c’è dubbio che lo studio
lo utilizzerà come ponte per cominciare a porre le basi per ciò che
verrà molto presto, in futuro.
Una recente fuga di informazioni
avrebbe rivelato i dettagli delle due scene post-credits del film,
e pare che queste scene, entrambe o soltanto una, saranno un ponte
che preannuncerà in qualche modo l’arrivo di Doctor Doom.
Da quello che comprendiamo, il
momento in questione coinvolgerà qualcuno della Latveria che magari
nominerà soltanto la nazione immaginaria e il suo sovrano
mascherato, aprendo la strada al suo arrivo. Oltre a questo, i
dettagli rimangono confusi, ma pare che il villain verrà
sicuramente anticipato.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche
David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow. Il film uscirà il 6 novembre.
I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection sono liete di annunciare che il documentario
LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA di Kim
Longinotto, dopo aver preso parte a numerosi festival nazionali e
internazionali, arriverà nei cinema italiani a partire dal 16
luglio, data in cui ricorre l’anniversario della Strage di via
D’Amelio a Palermo nel 1992 in cui perse la vita il giudice Paolo
Borsellino.
LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING
THE MAFIA è un ritratto personale e intimo di Letizia
Battaglia – fotografa palermitana, fotoreporter per il quotidiano
L’Ora e pioniera del fotogiornalismo simbolo della lotta contro la
mafia. Nota come la “Fotografa della mafia” e testimone della vita
e della società del nostro Paese, Battaglia è riconosciuta come una
delle figure più importanti della fotografia contemporanea per i
suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo e per
il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. Una
vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per
documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia
Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e
nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando
interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta la
vita di un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo
un’esistenza straordinaria e anticonformista, ma anche uno spaccato
di storia italiana. In cerca di una libertà che passa per il sogno
di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia. LETIZIA BATTAGLIA
– SHOOTING THE MAFIA sarà distribuito in Italia dal 16 luglio da I
Wonder Pictures all’interno delle I Wonder Stories.
In una recente intervista con The
Hollywood Reporter (via
The Direct), l’attore Kumail Nanjiani ha parlato de Gli Eterni e del suo ruolo
nell’atteso film Marvel che arriverà al cinema il
prossimo anno. In precedenza avevano fatto il giro del web le
immagini dell’attore pakistano che testimoniavano la sua
incredibile trasformazione fisica per il cinecomic, nel quale avrà
il ruolo di Kingo, un essere potente ed immortale che cerca di
tenere nascosta la sua identità sulla Terra diventando un
attore di Bollywood.
Parlando delle sue origini e del
fatto che sarà il primo attore pakistano ad interpretare un
supereroe, Nanjiani ha spiegato: “È stato molto importante
perché era qualcosa che volevo davvero. Naturalmente c’è molta
pressione sul fatto che sono ‘il primo’. L’unico modo per
alleviarla sarebbe avere molti più attori pakistani che hanno
accesso a questo tipo di ruolo. Io, in quanto persona singola, non
posso rappresentare un intero gruppo di persone, perché le nostre
esperienze sono totalmente diverse. Al di là di ciò, quando ho
ottenuto la parte non ho pensato al voler apparire come un tipico
attore hollywoodiano che interpreta un supereroe tradizionale. Per
me la cosa più importante era proprio il fatto di essere il primo
attore pakistano ad interpretare un personaggio del
genere.”
Parlando invece dell’approccio al
personaggio di Kingo, ha aggiunto: “Ho affrontato il ruolo in
un modo diverso rispetto alle precedenti opportunità che avevo
avuto. Ci sono degli estremi, degli stereotipi, che un attore come
me in genere occupa, e oltre quegli non riesce mai a spingersi.
Volevo che questo personaggio fosse molto diverso rispetto alle
tipologie di uomo o ragazzo che avevo interpretato in passato. Ho
interpretato spesso dei deboli o degli sfigati, quindi volevo che
questo personaggio fosse davvero cool, pieno di gioia. Diciamo che
ho definito questo personaggio in base a ciò che non avevo mai
fatto e che avevo voglia di fare.”
Kumail Nanjiani e la trasformazione
per Gli Eterni: “Sono stato ossessionato dal mio
aspetto.”
Kumail Nanjiani ha poi ricordato gli scatti
che hanno testimoniato la sua incredibile trasformazione fisica per
il ruolo e che sono diventate virali (con
Pornhub, il più grande sito di porno free al mondo, che gli ha
persino regalato un abbonamento gratuito della durata di ben dieci
anni), dichiarando: “Le mie zie mi hanno detto che erano
davvero orgogliose di me. Non me l’aspettavo. È diventato tutto
molto più grande di quanto pensassi. Se avessi saputo che sarebbe
stato così, probabilmente non l’avrei fatto. Sono arrivato ad
odiare quelle foto, perché improvvisamente il mondo intero si
concentra sul tuo aspetto. Ovviamente volevo quella reazione, ma
poi quando la ottieni diventa tutto un po’ strano. Sono stato
ossessionato dal mio aspetto e tutto ciò che vedevo erano
difetti.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Avengers:
Endgame è diventato non soltanto il maggior incasso di
tutti i tempi, ma anche il film che ha segnato la fine del MCU così
come lo avevamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Le linee
narrative di moltissimi dei Vendicatori principali si sono
ufficialmente concluse e nuovi teamp-up dovrebbero vedere la luce
in futuro.
ComicBookMovie ha raccolto 10 possibili nuove squadra che
potrebbero catalizzare, tra film e serie tv, il futuro assetto
narrativo dell’Universo Cinematografico Marvel:
1Spider-Man & Daredevil
Perché non portare Daredevil nell’Universo
Cinematografico Marvel? I fan non vedono l’ora di vedere questo
team-up e un riavvio del personaggio di Matt Murdock sarebbe
probabilmente necessario per far sì che ciò accada.
Ci
sono molti modi in cui i Marvel Studiso potrebbero reintrodurre il
personaggio: ad esempio, Matt potrebbe rappresentare il giovane
Peter Parker in tribunale in Spider-Man
3, regalando così ai fan la squadra che aspettano da anni
e preparando il terreno per il futuro di Daredevil nel
MCU.
Comincia sabato 4
luglio la 21° edizione di ShorTS International
Film Festival 2020, la manifestazione cinematografica
triestina che quest’anno sbarca sul web fino a domenica 12
luglio grazie a MYmovies, partner tecnico dell’evento.
Tutte le proiezioni, eventi e masterclass del Festival sono a
ingresso gratuito; i film e cortometraggi in
concorso saranno visibili, sempre gratuitamente, su
MYmovies: al seguente link è possibile registrarsi
gratuitamente per seguire la manifestazione: https://www.mymovies.it/live/shorts/
Dopo la cerimonia di inaugurazione,
che si svolgerà sabato 4 luglio alle ore 20.00 in
diretta streaming su MYmovies, sarà “Il
grande passo” di Antonio Padovan a inaugurare
l’edizione 2020 di ShorTS, che verrà proiettato fuori
concorso come film di apertura in streaming gratuito
sempre su MYmovies. Presentato in
concorso al 37° Festival di Torino, il film vede protagonisti
Stefano Fresi e Giuseppe Battiston, al centro di
una storia che parla del sogno di andare sulla luna.
I due attori interpretano
due fratelli da sempre distanti, l’uno a Roma e
l’altro nel profondo Veneto, che imparano a conoscersi. Da quando,
a sei anni, Dario Cavalieri (Giuseppe Battiston) ha visto in
diretta le immagini del primo sbarco sulla Luna,
non ha mai smesso di volerci andare. Mario Cavalieri (Stefano
Fresi) gestisce una ferramenta di quartiere a Roma, fino al giorno
in cui la sua esistenza viene sconvolta dallo squillo del telefono.
Suo fratello Dario è in prigione. Mario si ritrova a essere l’unico
che può occuparsi di quel fratello che ha visto una sola volta in
vita sua. I due fratelli, tanto simili fisicamente quanto
differenti caratterialmente, si ritroveranno soli di fronte a
un’impresa impossibile.
Lo ShorTS International Film Festival apre con Il grande
passo
Le proiezioni online proseguono su
MYmovies con la sezione Maremetraggio, dedicata ai
migliori corti premiati nei maggiori festival internazionali. In
programma sabato 4 luglio, tra gli altri, il corto italiano
“Inverno” di Giulio Mastromauro, premiato
quest’anno come miglior cortometraggio ai David di Donatello,
l’animazione australiana in stop-motion “Lost & Found” di
Andrew Goldsmith e Bradley Slabe, una storia
sull’altruismo del vero amore, e il documentario breve
“Mars, Oman” di Vanessa del Campo Gatell, che
racconta le simulazioni delle spedizioni su Marte realizzate in
Oman.
Appuntamento anche con lo
ShorTS Pitching Training, workshop organizzato
dall’Associazione Maremetraggio in collaborazione con Nisi
Masa–European Network of Young Cinema che
si svolgerà interamente online venerdì 3 e sabato 4
luglio dalle 10 alle 19: due giorni di formazione durante
i quali i partecipanti, su base mondiale di selezione, impareranno
come realizzare presentazioni (pitch) efficaci e
persuasive dei loro progetti di realizzazione di cortometraggi. Le
lezioni saranno tenute in lingua inglese, come sarà anche per i
pitching che a fine workshop i partecipanti esporranno di fronte a
una rosa ristretta di produttori selezionati.
Arma Letale è uno
dei franchise action più amati e celebrati della storia. A gennaio
era arrivata la notizia che un quinto capitolo della saga era stato
ufficialmente messo in sviluppo. Oggi Danny
Glover, star della serie insieme a Mel Gibson, ha aggiornato proprio in merito al
progetto.
In una recente intervista
con Variety, l’attore
73enne ha confermato che “ci sono della della discussioni”
lo scorso gennaio in merito ad un nuovo film del franchise che
dovrebbe vedere sia il suo ritorno che quello di Gibson. “Non
voglio dire nulla in merito alla sceneggiatura che ho letto, ma
trovo che la trama sia fortemente connessa con alcune delle cose
che stiamo vivendo oggi”, ha spiegato Glover.
“Però era Gennaio. Le cose
cambiano in maniera veloce. Ma sì, ne abbiamo parlato. Tutto quello
che posso dire è che, se accadrà davvero, sarà straordinario.
Sarebbe interesse se il nuovo film potesse aiutarci a capire di più
il mondo in cui viviamo oggi… il quadro politico, il quadro
economico. Soprattutto, aiutarci a capire quella parte della nostra
comunità che di recente è stata colpita dalla violenza della
polizia… quali sono i tipi di standard e che tipo di potere
esercita.”, ha aggiunto l’attore.
Il successo della saga di Arma Letale
Creata da Shane Black, la saga di Arma
Letale ha debuttato nel 1987 con il primo film diretto da
Richard Donner. Il film seguiva le vicende del
sergente della Omicidi Roger Murtaugh (Glover) che veniva messo in
coppia con il sergente Martin Riggs (Gibson), trasferito dalla
narcotici. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari,
all’epoca dell’uscita in sala il film ne incassò 120 milioni, dando
vita ad un franchise composto da tre sequel (sempre con
protagonisti la coppia Glover/Gibson) e anche ad una serie tv con
Damon Wayans e Clayne
Crawford andata in onda su Fox per tre stagioni.
David
Ayer, regista di Suicide
Squad, ha detto espliciamente ai fan che sono loro a
doversi “attivare” per far sì che la Director’s Cut del suo film
venga ufficialmente rilasciata. Come sappiamo ormai tutti, la
produzione del cinecomic è stata particolarmente travagliata, con
la Warner Bros. che ha ordinato una massiccia sessione di riprese
aggiuntive, cambiando radicalmente la visione di Ayer, al punto da
rendere il film arrivato al cinema qualcosa di molto diverso dalla
sua versione originale.
Negli ultimi mesi, David
Ayer ha utilizzato il suo account Twitter per spiegare
ai suoi fan e ai fan del film quali sono state le cose che sono
state cambiante durante le riprese aggiuntive, in maniera più o
meno simile a come fatto da Zack
Snyder attraverso Vero con Justice
League. Quando è stata ufficializzata la release della
Snyder Cut su HBO Max, diversi fan hanno iniziato a chiedere che
venisse data una chance anche al taglio di Suicide Squad
operato in origine da Ayer.
Adesso il regista, sempre via
Twitter, si è unito al coro di tutto coloro che vorrebbero la
Ayer Cut del cinecomic uscito nel 2016, rendendo però esplicito un
fatto: se i fan vogliono vedere il film, devono dare vita ad una
vera e propria campagna via social, al pari di quanto fatto con
Justice League. In risposta ad un fan che gli ha chiesto proprio
aggiornamenti in merito al suo taglio del film, Ayer ha risposto
che tutto è nelle mani dei fan: sono loro, infatti, che devono
farsi sentire con HBO Max e con AT&T (proprietaria del servizio
di streaming) per rendere ufficiale una release della Ayer Cut.
James Gunn sostiene la Ayer Cut di Suicide Squad
Nelle ultime settimane, a sostenere
l’uscita della Ayer Cut di Suicide
Squad era stato anche
James Gunn, che di recente ha scritto e diretto il
nuovo riavvio cinematografica della Squadra Suicida, ossia The Suicide
Squad, che arriverà al cinema il prossimo anno. Al
momento non sappiamo ancora se il film di Gunn sarà un reboot, un
sequel del film di Ayer o un mix di entrambe le cose: la cosa certa
è che il regista e sceneggiatore – che in passato aveva dichiarato
che i due cinecomic non saranno collegati – non ha alcun problema
qualora la Ayer Cut di Suicide Squad dovesse davvero
essere rilasciata prima del suo film.
Suicide
Squad è un film del 2016 diretto da David
Ayer con
Will Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney, Cara Delevingne, Viola
Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike
Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e
David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali
del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per
costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito
alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da
ogni genere di minaccia.
La saga di Star
Wars ha svelato come un Jedi è in grado di bloccare i
Fulmini di Forza attraverso l’impiego della spada laser. Gli
episodi del franchise hanno sempre mostrato i Fulmini di
Forza come l’arma più potente nell’arsenale della Forza dei
Sith. Ciò è stato ancora più evidente nel L’Ascesa di Skywalker, quando Palpatine ha
scatenato una Tempesta di Forza che ha minacciato di distruggere
l’intera flotta della Resistenza.
Parallelamente, però, un Fulmine di
Forza sembra essere anche la più grande debolezza di Palpatine.
Usare questo potere distruttivo può creare una sorta di dipendenze
all’Imperatore, dal momento che lo stesso non riesce a non
utilizzarlo, anche quando sarebbe molto più saggio adottare metodi
diversi.
In Star Wars: Episodio III – La vendetta dei
Sith, Mace Windu ha deviato il Fulmine di Forza di
Palpatine proprio contro l’Imperatore, causando gravi danni al suo
corpo. Alla fine de L’Ascesa di Skywalker, Rey ha
sconfitto Palpatine una volta per tutte lanciandogli contro il suo
stesso potere, usando due spade laser dall’effetto mortale. Ma
in che modo i Jedi riescono a scagliare i Fulmini di Forza
contro l’Imperatore con una tale, apparente, facilità?
L’ultimo
libro in-universe di Star
Wars, “Secrets of the Jedi“, ci permette di
venire a capo dell’arcano. Grazie al libro, infatti, si scopre che
non è così facile come sembra: infatti, si tratta di un’abilità che
solo i maestri Jedi più potenti possono esercitare. Il libro è
composto da una serie di scritti appartenenti a Luke
Skywalker e composti prima della sua morte ne
Gli Ultimi Jedi. In una sezione dedicata alle capacità
difensive di una spada laser, Luke spiega:
“La lama di una spada laser può
essere utilizzata per bloccare gli attacchi di un’altra spada laser
o per respingere il fuoco di un’arma blaster in arrivo. Nelle mani
di un maestro esperto, la lama di una spada laser può anche essere
utilizzata per reindirizzare quella raffica di esplosioni al nemico
che le ha sparate. I Jedi esperti possono persino usare le loro
spade laser per bloccare gli attacchi dei Fulmini della Forza
generati dai Sith.”
Come può una spada laser essere
usata contro i Fulmini di Forza nell’universo di Star Wars?
Secondo Luke
Skywalker, questa capacità si sviluppa in maniera
graduale: solo i maestri Jedi più esperti e capaci, infatti,
possono deviare i Fulmini della Foza. Questa impresa è
probabilmente molto rara perché i Jedi, normalmente, non si
allenano per combattere contro i Fulmini della Foza. È probabile
che uno Jedi abbia bisogno di avere familiarità sia con il Lato
Chiaro che con il Lato Oscuro della Forza per poter schivare i
Fulmini.
Nella trilogia sequel, l’esclusiva
lama viola di Mace Windu simboleggiava quanto il maestro Jedi fosse
vicino al lato oscuro, cosa sottolineato maggiormente nel romanzo
di Matt Stover “Revenge of the Sith”; parallelamente Rey sembra
essere un agente dell’equilibrio, consapevole della propria
oscurità interiore, capace persino da sola di generare i Fulmini di
Foza come visto ne L’Ascesa di Skywalker.
“Secrets of the
Jedi” fornisce la risposta sul perché una spada laser
possa essere usata in maniera così efficace contro i Fulmini di
Forza. Come fa notare Luke, una spada laser genera una carica
elettrica: “Brandire una spada laser non è come far oscillare
una spada tradizionale, ma si avvicina di più alla gestione di una
corrente di potere”, osserva. Quando un Jedi si sintonizza con
la Forza, i suoi pensieri e le sue azioni diventano tutte parti
dello stesso flusso di energia. Pertanto, quando la lama di una
spada laser cattura i Fulmini di Forza, l’energia elettrica viene
assorbita dalla sua stessa corrente.
Se questa interpretazione è
corretta, Mace Windu e Rey non stanno tecnicamente deviando i
Fulimini di Forza contro Palpatine; piuttosto, le loro spade laser
li assorbono e li scaricano. Questo spiega perché l’Imperatore non
è stato in grado di fermare gli attacchi: non aveva più il
controllo del flusso di energia. Ciò significa anche che Rey ha
dimostrato un’enorme abilità nella Forza quando blocca l’attacco
con due lame, anziché con una: è intimamente legata ad entrambe le
lame ed è capace di controllarne lo scarico in maniera
notevole.
Nonostante il grandissimo successo
di Venom, la Sony
Pictures ha deciso di cancellare Silver and Black,
spin-off di Spider-Man
annunciato per la prima volta nel 2017. La Sony annunciò di aver
cancellato il film l’anno successivo, confermando però di aver
iniziato a lavorare a due progetti separati, dedicati sempre ai
personaggi di Silver Sable e Black
Cat.
Adesso, in una recente intervista
con
Games Radar in occasione della promozione di
The Old Guard,Gina Prince-Bythewood,
regista che era stata incaricata di occuparsi del progetto, ha
parlato nuovamente di quel film, rivelando di non sapere
esattamente perché lo spin-off non ha mai più visto la luce.
“La verità è che non lo
so”, ha risposto la regista quando le hanno chiesto dello
stato del film. “Amo davvero quei due personaggi e ho amato
l’idea di averli insieme in un film”. La regista ha poi
lasciato intendere – senza scendere nei dettagli – che il successo
dei film dedicati a Spider-Man ha stravolto quelli
che erano i piani iniziali della Sony: “Credevo che ciò a cui
avevamo pensato era davvero buono… unire in maniera organica le
storie dei due personaggi. Poi le cose sono cambiate a causa del
successo dei film di Spider-Man.”
“C’è una domanda: ‘Hanno davvero
senso questi film senza la presenza di Spider-Man? Dovrebbe avere
un ruolo di qualsiasi tipo nel film?’. Questa è sempre stata la
domanda”, ha continuato Prince-Bythewood. “Mi sono presa
due anni di pausa da quel progetto per fare The Old Guard. Una
volta che questo film uscirà, sperando che sia un successo,
sicuramente tornerò sui miei passi e ricomincerò a parlare con la
Sony.”
Quale sarà il futuro dello spin-off Silver and Sable?
Ora, ci sono due
modi in cui le dichiarazioni della regista possono essere
interpretate: o la Sony non è sicura che questi spin-off possano
funzionare senza la presenza di Spider-Man (ricordiamo che
Morbius,
il prossimo spin-off ad arrivare in sala, sarà pieno zeppo di
riferimenti al personaggio), o lo studio sta prendendo in
considerazione di rendere gli spin-off qualcosa di autonomo e non
troppo dipendente dal personaggio dell’Uomo Ragno e dal suo
coinvolgimento nel MCU.
In arrivo il prossimo anno su HBO
Max, la Snyder Cut di
Justice
League permetterà finalmente ai fan di Zack
Snyder di poter godere della versione del
cinecomic pensata in origine dal regista. Non sappiamo ancora la
data esatta del debutto della Snyder Cut sulla piattaforma di
streaming, ma di recente è stato confermato che il lancio avverrà
nella prima metà del 2021.
Naturalmente, non solo i fan sono
entusiasti all’idea, ma anche i membri della stesso cast del film,
che si sono sempre dimostrati solidali nei confronti di Snyder,
come ad esempio Henry
Cavill, interprete di Superman. In una recente
intervista con
Variety, l’attore ha però rivelato di non essere sorpreso del
fatto che la versione del film di Snyder verrà finalmente
rilasciata. Il motivo? Il potere che hanno ormai assunto le
piattaforme di streaming nell’odierno panorama dell’intrattenimento
audiovisivo.
“Non so se sono
sorpreso. Con tutto quello che è successo quest’anno, con il
lockdown, i cinema chiusi e i servizi di streaming che sono
diventati il principale veicolo d’intrattenimento, non credo possa
considerarsi una sorpresa. Penso che sia una di quelle cose che
rappresentano a tutti gli effetti un’opportunità, e penso sia
fantastico che Zack abbia finalmente l’opportunità di far uscire la
sua visione di Justice League. Penso che sia davvero importante per
un narratore e un regista. Quando ciò non accade, è sempre
un’occasione triste. Ora Zack ha la sua opportunità e sono
entusiasta all’idea di guardarlo.”, ha spiegato
l’attore.
Henry Cavill commenta i rumor circa
il suo ritorno nei panni di Superman
Naturalmente, durante l’intervista
Henry Cavill ha
anche parlato della possibilità di tornare ad interpretare Superman
e di tutti i rumor che si sono susseguiti nel corso di questi anni:
“Le voci sono diventate sempre più insistenti… giorno dopo
giorno. A volte è straordinario leggere certe cose, altre invece è
più frustrante. Ad ogni modo, la cosa più bella è vedere quanto le
persone siano entusiaste di Superman, perché penso sia importante
quel tipo di atteggiamento nei confronti di un personaggio così. Se
il pubblico ne parla, se qualcuno continua ad inventarsi storie… da
una parte va bene, perché significa che vogliono che il personaggio
torni sul grande schermo. In un mondo ideale, mi piacerebbe
assolutamente interpretarlo di nuovo.”
Le parole dell’attore sembrano
smentire la recente “voce” secondo cui lo stesso sarebbe in
trattative per tornare nei panni dell’eroe kryptoninao nel DCEU:
come emerso nelle ultime settimane, il ritorno in questione
dovrebbe essere relegato ad un ruolo di supporto in uno dei
prossimi film in uscita (non è stato rivelato quale); quindi, se la
voce dovesse essere ufficialmente confermata, comunque non ci
saranno possibilità di vedere un’eventuale sequel de L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Brie Larson ha confermato di aver sostenuto un
provino per entrare a far parte del cast di Star
Wars… ma non solo! Dopo la vittoria dell’Oscar come
migliore attrice grazie alla sua performance in
Room, Larson ha raggiunto la fama a livello mondiale
grazie all’interpretazione di Captain
Marvel nel MCU.
In un nuovo video postato su
YouTube,
l’attrice ha parlato della sua carriera e dei vari provini
sostenuti, rivelando di aver provato ad entrare non soltanto nel
franchise ideato da George Lucas, ma anche di aver sostenuto
provini per Hunger Games e per un reboot di Terminator (senza specificare di quale
capitolo si trattasse, anche se probabilmente l’attrice è stata
provinata per Genisys del 2015).
E proprio a proposito della sua
esperienza con Terminator, Larson ha spiegato: “In realtà
stavo pensando al reboot di Terminator proprio oggi, perché avevo
una gomma a terra e ho pensato: ‘L’ultima volta che ho avuto una
gomma a terra è stato quando stavo guidando per recarmi al provino
per Terminator’. Ho avuto una gomma a terra poco prima
dell’audizione… e alla fine non ho neanche ottenuto il
lavoro.”
Brie Larson nella saga di Star Wars
grazie a Kevin Feige?
Anche se deve essere stato deludente
per Brie Larson non riuscire ad entrare a far
parte della saga di Star Wars,
alla fine l’attrice è comunque riuscita a conquistare un altro
ruolo di tutto rispetto grazie a Captain
Marvel. Naturalmente, con il futuro della saga
fantascientifica ancora tutto da scrivere, non è da escludere la
possibilità che l’attrice possa comunque entrare a far parte di
quell’universo… e chissà, magari proprio grazie a Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios che,
come sappiamo da diverso tempo, è stato incaricato dalla Lucasfilm
di scrivere un nuovo film del franchise.
Ricordiamo che, dopo Avengers:
Endgame dello scorso anno, Brie Larson tornerà a vestire i panni di
Captain
Marvel nell’annunciato
sequel che arriverà al cinema l’8 luglio 2022. Al momento non
sappiamo ancora chi si occuperà di dirigere il film, dal momento
che Anna Boden e Ryan Fleck,
registi del primo episodio, non torneranno dietro la macchina da
presa.
Chris Evans ha esordito nei panni di
Steve Rogers / Captain America nel 2011 con
Captain America: Il Primo Vendicatore. Ironia
della sorte, “Il Primo Vendicatore” è stato l’ultimo
Vendicatore originale a ottenere un film da solista in Fase Uno, ma
l’attore ha comunque conquistato i fan e il pubblico in generale
con la sua accattivante performance.
Successivamente Evans ha
interpretato l’eroe iconico in altri dieci film, e attraverso le
numerose apparizioni di Cap nel MCU, Chris Evans è stato in grado di diventare
uno degli interpreti che con maggiore efficacia ha ritratto un eroe
sul grande schermo.
Con Evans che passa il testimone di
Captain America a Sam Wilson alla
fine di Avengers: Endgame, l’attore Marvel è ora
libero di portare avanti altri progetti e continuare la sua
carriera. Mentre il pensiero di lasciare un franchising sicuro
potrebbe essere spaventoso per alcuni, Chris Evans sembra affrontare la sfida
frontalmente.
In un’intervista con
Backstage, Chris Evans ha parlato a lungo del suo processo di
recitazione in generale e del suo approccio per portare Steve
Rogers sul grande schermo, promuovendo al contempo la sua nuova
serie Apple TV +, Defending Jacob.
Sul tema di come l’attore ha
affrontato le aspettative dei fan nel momento in cui si tratta di
dare vita a un personaggio popolare, Evans ha detto: “C’era
questa enorme aspettativa che queste persone avevano su di me,
l’idea di chi fosse questo personaggio e io dovevo rispettarlo. Il
pubblico fa parte di ciò che farà funzionare [questi film] e devo a
queste persone la comprensione di ciò che hanno visto.”
Quando invece ha commentato il suo
allontanarsi dalla Marvel, ritirandosi dal ruolo di Captain
America, Evans ha dichiarato: “Ho adorato il mio
periodo alla Marvel; mi manca già, ma non si può negare che è molto
eccitante avere la completa libertà di perseguire qualunque cosa il
mio appetito creativo desideri.”
Anche se i fan adorerebbero vedere
Steve Rogers riapparire ad un certo punto nel MCU, sembra che per
ora sia Chris Evans che i Marvel Studios siano pronti
per intraprendere il prossimo capitolo dei loro rispettivi
viaggi.
Genova si ricarica con il cinema.
Circuito, dopo i mesi di chiusura forzata, rilancia presentando il
festival Genova Reloaded. Incontri di cinema e
dintorni prodotto da Circuito con la
direzione artistica di Giorgio Viaro, critico
cinematografico e direttore del periodico «Best Movie».
Dieci film con ospiti, fra cui due
anteprime, una prima assoluta, una chicca in bianco e nero, uno
spettacolo in realtà virtuale in scena al Sivori e tante sorprese.
Dal 4 al 12 luglio 2020 nel Cortile
Maggiore di Palazzo Ducale, in collaborazione con
Fondazione Palazzo Ducale Genova, i film saranno presentati da
registi e interpreti, tutti intervistati da Viaro: Ivano De
Matteo, Cristina Comencini, Antonio
Padovan, Giuseppe Battiston, Elisabetta
Olmi per l’anteprima del film Il grande
passo, Valerio Mastandrea (in diretta video),
Haifa Al Mansour (in diretta video da Los Angeles)
per l’anteprima del suo film La candidata ideale,
Zerocalcare per la prima visione di Rebibbia
Quarantine – Final Cut,Valentina Lodovini ci
parlerà del suo ultimo film Cambio tutto, Elio
Germano, protagonista di un film ma anche di un monologo
multimediale al Sivori e Omar Rashid che lo ha
diretto.
Gennaio 2020: doveva essere
l’anno della ripartenza – dichiara Alessandro Giacobbe,
amministratore delegato di Circuito – simbolicamente
rappresentata dall’inaugurazione del nuovo “ponte di Genova”
prevista per l’estate. Quanto successo poco dopo ha invece
ridisegnato le priorità, obbligandoci a mesi caratterizzati da una
grave emergenza sanitaria e da un blocco di tutte le attività
comprese quelle culturali delle sale cinematografiche. L’idea di
una settimana di incontri ed eventi, con il Cinema da protagonista
principale, assume quindi un sapore di rinascita dopo un’astinenza
forzata dal grande schermo che solo in questi ultimi giorni si
ripropone al pubblico a dosi ridotte, ma per questo forse ancora
più preziose. Da qui l’idea di una “ricarica” di energie che passa
attraverso la presenza, quella degli spettatori anzitutto, quella
di alcuni amici che verranno a trovarci sia di persona che in
collegamento con la promessa di esserci già dall’anno prossimo
quando l’evento “Genova Reloaded” potrà riproporsi ancor più ricco
e strutturato.
Sono estremamente felice di
proseguire la mia “relazione cinefila” con Genova – dichiara
Giorgio Viaro, direttore artistico di Genova Reloaded – dopo
il Cine&Comic Fest che ho ideato e diretto dal 2017 al
2019 al Porto Antico. Le piazze della città, i suoi chiostri e le
sue terrazze sono come tanti teatri a cielo aperto, e da sempre
penso che ne facciano la cornice ideale per un evento
festivaliero.Genova Reloaded, fin dal titolo, segna una
ripartenza: la ripartenza del tessuto socio-culturale cittadino
dopo i dolorosi mesi di lockdown; la ripartenza dell’industria
cinematografica, che a fatica prova a rideterminare i suoi spazi,
in mezzo a tante limitazioni ma anche a nuove opportunità; e la
ripartenza di una kermesse che unisce il cinema alle altre arti
popolari, a partire dal fumetto. Per tutte queste ragioni, Genova
Reloaded è per me l’inizio di una nuova avventura, che mi auguro
continuerà e crescerà negli anni, ma al contempo la prosecuzione di
tanti progetti e stimoli che la quarantena aveva messo in sospeso.
Infine voglio ringraziare Circuito Cinema, che ha creduto fosse il
momento giusto, nonostante tutti i rischi, per varare un progetto
inedito, e che ormai da anni anche attraverso Academy Two ha
trasformato la città di Genova in un polo d’eccellenza per la
fruizione cinematografica urbana, portando sugli schermi numerosi
capolavori d’essai.
Genova Reloaded si estende
dal 4 al 12 luglio con almeno un appuntamento al giorno.
Si comincia con Ivano De
Matteo, che presenterà il suo ultimo film
Villetta con ospiti (sabato 4 luglio),
con Marco Giallini e Michela Cescon. Cristina
Comencini incontrerà il pubblico prima della proiezione
del suo nuovissimo film Tornare con
Giovanna Mezzogiorno (domenica 5 luglio). Antonio
Padovan è il regista de Il grande
passo interpretato da Giuseppe
Battiston e Stefano Fresi. Il film, in anteprima dopo
essere stato presentato con successo al Torino Film Festival, sarà
introdotto dal regista, da Battiston e dalla produttrice
Elisabetta Olmi, figlia del grande regista
Ermanno, che incontreranno il pubblico (lunedi 6 luglio). Il
David di Donatello, presente fisicamente in sala,
sarà l’ospite inusuale della serata dedicata a Parasite,
il film protagonista assoluto della stagione cinematografica con
cui si apre il festival, vincitore della Palma d’oro di Cannes, di
quattro Premi Oscar (tra i quali miglior film e miglior regista) e
appunto del David quale miglior film straniero. In questa serata
speciale sarà presentato per la prima volta Parasite
Black & White Version, le versione voluta dal regista
in bianco e nero e versione sottotitolata grazie ad Academy Two, la
casa di distribuzione genovese che ha acquisito i diritti per
l’Italia del film (martedi 7 luglio). Valerio
Mastandrea sarà collegato in diretta per parlare di
Figli interpretato insieme a Paola
Cortellesi (mercoledi 8 luglio). Haifa Al Mansour,
la prima regista araba nota al pubblico per La bicicletta
verde, sarà in collegamento da Los Angeles per presentare in
anteprima nazionale il suo film La candidata
ideale, presentato con successo all’ultima Mostra del
Cinema di Venezia (giovedi 9 luglio). Zerocalcare
presenterà per la prima volta sul grande schermo
Rebibbia Quarantine – Final Cut, un
montaggio unico dei cortometraggi realizzati durante il lockdown
per la trasmissione televisiva Propaganda Live su La 7, e
diventati un appuntamento irrinunciabile di condivisione e
confronto in quelle settimane di crisi. L’artista commenterà le sue
“pillole” di animazione, proposte per la prima volta sul grande
schermo (sabato 11 luglio, ma alle ore 21,00). Sempre l’11 luglio a
seguire Valentina Lodovini presenterà
Cambio tutto!, divertente commedia remake
di un film messicano dal titolo “una donna senza filtri”,
Elio Germano fresco vincitore dell’Orso d’oro di
Berlino per la miglior interpretazione con Volevo
nascondermi presenterà
Favolacce, ultimo film dei
fratelli D’Innocenzo dove interpreta un ruolo chiave, oltre a
parlare dello spettacolo virtuale Segnale d’allarme. La
mia battaglia VR, al cinema Sivori
(salita Santa Caterina) venerdì 10 (ore 14.00 e 17.40), sabato 11 e
domenica 12 luglio (ore 14.00 – 17.40 – 21-30) e venerdì 10 luglio
(ore 21.30) nel Cortile Maggiore di Palazzo
Ducale.
Per la prima volta a
Genova sarà possibile vivere uno spettacolo immersi nella
realtà virtuale. Indossando i visori VR
(sanificati dopo ogni uso) si potrà vedere il monologo
Segnale d’allarme, trasposizione
di La mia battaglia, interpretato a teatro da Elio
Germano, che ne è autore insieme a Chiara Lagani. Un
esperimento innovativo che per 70 minuti mescola mondo immaginario
e mondo reale. Ogni spettatore diventa parte dell’opera teatrale,
scorgendo i movimenti di Germano così come quelli degli altri
spettatori intorno a lui. Segnale d’allarme. La mia battaglia.
VR, film drammatico in realtà virtuale prodotto da Gold, è
diretto da Omar Rashid e dallo stesso Germano.
Sarà Rashid a raccontare come ha realizzato questa novità che
unisce arte e scienza. In caso di pioggia i film in programma a
Palazzo Ducale saranno trasferiti al Sivori o al Corallo.
Biglietto cinema: 8 euro (intero); 7
euro (ridotto)
Biglietto Segnale d’allarme. La
mia battaglia. VR: 10 euro
Sono validi gli abbonamenti Circuito
Cinema Top (escluso Segnale d’allarme. La mia battaglia.
VR)
“Il Cinema in
Piazza” ci sarà e riaprirà per primo le porte
d’Italia agli ospiti internazionali,
accogliendo inoltre a Roma a partire dal 3 luglio fino al
30 agosto 2020 decine di autori, registi, attori e
maestranze della settima arte italiana. Appuntamenti con il
cinema che torneranno a far sognare il pubblico a
San Cosimato, Casale della
Cervelletta e Porto Turistico di Roma,
dove stanno sorgendo in questi giorni i grandi schermi del
Piccolo America. Si parte venerdì 3
luglio alle ore 21.15 a
Trastevere, con la presentazione del film “La
Bella Vita”, opera prima di Paolo Virzì, per
l’occasione digitalizzato dalla Cineteca Nazionale e
introdotto alla presenza di Paolo Virzì, Sabrina Ferilli,
Claudio Bigagli e Massimo Ghini.
L’edizione 2020 de “Il Cinema in
Piazza” sarà in parte diversa dalle altre: la sicurezza di
pubblico, ospiti e personale è una priorità
assoluta per il Piccolo America, pertanto nell’organizzare
la manifestazione l’associazione ha seguito attentamente i
protocolli stabiliti adempiendo a tutte le misure
anti-Covid 19. L’ingresso sarà dunque
consentito solo su prenotazione obbligatoria,
tramite registrazione su www.prenotaunposto.it/ilcinemainpiazza,
su cui sarà possibile prenotare la propria “piazzola” dove sarà
possibile partecipare alle serate con cuscini, teli e sedute
portati da casa. Per approfondire il tema delle prenotazioni e
delle misure anti-coronavirus, è disponibile un apposito
articolo di domande e risposte.
«Il Cinema in Piazza ci sarà –
dichiara Valerio Carocci, presidente del
Piccolo America – con i suoi schermi e proiettori,
con ospiti provenienti da Los Angeles, Varsavia, Amburgo, Berlino,
Parigi e da tutta Italia. Roma ad agosto non sarà mai stata così
bella.
Tuttavia, quelle appena
trascorse sono state settimane veramente complesse, purtroppo per
noi non solo a causa dell’emergenza coronavirus. Ledifficoltà nell’ottenere i film hanno assunto caratteristiche
tali da rendere impossibile al Piccolo America, per la prima volta
in sei anni, la pubblicazione del programma completo. “Il Cinema in
Piazza” porterà in piazza ospiti che tuttavia non potranno vedere
proiettati i propri film. Nello specifico, quattro di queste
“non-proiezioni” saranno alla presenza di autori, attori e registi
provenienti dal resto del mondo. Pertanto, qualora le proiezioni
continueranno a non essere autorizzate dai distributori, gli
incontri con gli ospiti si svolgeranno ugualmente. Ogni volta che
mancherà il film, proietteremoLa Corazzata Potëmkin di
Sergej Ejzenstejn, nella versione restaurata dalla Cineteca di
Bologna.
Nonostante alcune case di
distribuzione abbiano autorizzato alcune opere, apertura avvenuta
principalmente a seguita della denuncia pubblica del Piccolo
America e delle diverse realtà di tutta Italia, non è stato ancora
possibile reperire titoli a sufficienza per presentare il nostro
programma completo con rassegne in linea, per qualità e tipologia,
con il lavoro portato avanti in passato. Il programma, in attesa
della risoluzione di questa vicenda, sarà pubblicato
settimanalmente. Noi andiamo avanti, invitando tutta la città a
partecipare con l’amore e la passione di cui oggi più che mai hanno
bisogno i nostri territori».
Ottomiladuecento metri
quadri di superficie dedicata ad attività
culturali. Centoquattro serate a
ingresso gratuito in sessanta giorni, di cui
ventisei alla presenza di ospiti,
tra cui anche sei incontri con ospiti
internazionali. Tremila posti a sedere nelle
tre piazze coinvolte, in cui saranno impiegati
quaranta ragazzi, quaranta
collaboratori tra service e consulenti e venti
ragazzivolontari. Sono questi i numeri della
sesta edizione de “Il Cinema in
Piazza”, che nell’arco della stagione vedrà l’arrivo da
Varsavia, Los Angeles, Parigi, Amburgo e Berlino di ospiti come il
Premio OscarPawel Pawlikowski che
presenterà “Cold War”, Tony Kaye regista di
“American History X”, l’attrice Audrey
Tautou con il regista e attore Mathieu
Kassovitz per “Il Favoloso Mondo di Amélie” e
“L’ordre et la morale” titolo mai distribuito nelle sale
italiane, a cui seguono i registi tedeschi Jan-Ole
Gerster per “Oh Boy” e Dennis Gansel con
“L’onda”. Insieme a personalità italiane come
Francesca Archibugi, Gianluca Arcopinto, Lello Arena,
Claudio Bigagli, Francesco Bruni, Andrea Carpenzano, Daniele Cini,
Stefano Cipani, Paola Cortellesi, Leonardo D’agostini, Diodato,
Sabrina Ferilli, Agostino Ferrente, Fabrizio Fichera, Massimo
Ghini, Matilde Gioli, Chiara Martegiani, Angela Massafra,
Valerio Mastandrea, Giacomo Mazzariol, Valerio Mieli, Riccardo
Milani, Giuliano Montaldo, Susanna
Nicchiarelli, Riccardo
Noury, Roy Paci, Rocco Papaleo, Francesco
Piccolo, Isabella Ragonese, Paola Randi, Desideria Rayner, Michele
Riondino, Marco Risi, Andrea Sartoretti, Giorgio Testi, Luca
Vendruscolo, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Carlo Virzì, Paolo
Virzì, Francesco Zippel, Matteo Zuppi Vescovo di
Bologna.
«Crediamo che lo spettatore per
primo debba essere considerato parte attiva della filiera
cinematografica e non semplice fruitore. Il Cinema cresce con lo
spirito e la partecipazione attiva del pubblico e non morirà mai se
continueremo a creare occasioni d’incontro e scambio tra chi il
cinema lo fa e chi lo vuole vivere». – dichiara Federico
Croce, direttore generale dell’associazione
Piccolo America, a cui seguono le parole di
Giulia Flor Buraschi, promotrice della
collaborazione con le scuole che afferma, in
riferimento al Premio Piccolo America realizzato
con i Centri Sperimentali di Milano, Roma e
Palermo e Scuola d’ArteCinematografica Gian Maria Volonté e sostenuto da MIUR e
MIBACT: «Dalle nostre prime iniziative è passato molto
tempo, durante il quale è maturata dentro di noi l’esigenza di
scoprire, incontrare e sostenere già nella fase di formazione gli
autori. Questi, in occasione delle proiezioni introdotte dagli
ospiti, presenteranno 12 cortometraggi prodotti nell’ambito delle
attività didattiche, e potranno incontrare il pubblico, che a sua
volta potrà conoscere coloro che potenzialmente daranno vita alla
prossima produzione cinematografica. Una giuria composta dalla
giornalista de L’Obs Marcelle Padovani, dal regista e sceneggiatore
Francesco Bruni, dal direttore della fotografia Luca Bigazzi, dal
regista Fulvio Risuleo e dall’interprete Gelsomina Pascucci,
determinerà la miglior opera, il cui regista vincerà un premio
economico pari a 5.000 euro da investire in una nuova produzione
cinematografica.”
IL PROGRAMMA, in
ordine di data
Dal 3 luglio al 30
agosto, alle ore 21.15, nelle
arene di San Cosimato, Casale della
Cervelletta e Porto Turistico di
Ostia
Nota Bene: (*) = Con o Senza
Proiezione
La partenza di venerdì 3 Luglio a
Piazza San Cosimato con Paolo Virzì, Sabrina Ferilli,
Claudio Bigagli, Massimo Ghini, accompagnati dal direttore
della fotografia Paolo Carnera e dalla costumista
Maria Giovanna Caselli per la presentazione del
film “La Bella Vita”, sarà seguita dalla serata di
sabato 4 luglio, con la proiezione del cartone animato “La
Carica dei 101”, di Walt Disney. Domenica 5 luglio arriva
“Ovosodo”, nell’ambito di una
retrospettiva di dieci opere dedicata a Paolo
Virzì, tutte digitalizzate dalla Cineteca Nazionale, che
si concluderanno domenica 30 agosto, con il ritorno in piazza del
regista insieme ai co-sceneggiatori Francesca
Archibugi e Francesco Piccolo e
all’autore delle musiche Carlo Virzì, che
presenterà The Leisure Seeker, proiettato in
versione originale. Mercoledì 8 luglio a Trastevere il regista
Giovanni Veronesi, insieme a Rocco
Papaleo e Matilde Gioli, dibatteranno con
il pubblico del film “I moschettieri del Re – La penultima
missione”, di G. Veronesi (*).
Giovedì 9 luglio si inaugura l’arena
a Tor Sapienza, con l’arrivo di Valerio Mastandrea
e Chiara Martegiani che introdurranno
“Ride”, di V. Mastandrea. Venerdì 10 luglio si
torna a San Cosimato con la consegna del Premio
Talento&Tenacia da parte dell’Asilo
Savoia, a cui presenzierà il regista del film
Leonardo D’Agostino insieme all’attore
Andrea Carpenzano, per la presentazione del film
“Il Campione”.
Domenica 12 luglio, grazie alla
collaborazione tra l’Ambasciata della Repubblica Federale
di Germania a Roma e il Piccolo America, a Trastevere
arriva il regista tedesco Jan-Ole Gerster, che
introdurrà il suo “OH BOY – Un caffè a Berlino”(*), opera prima in bianco e nero che gli è valsa
nel 2013 il premio “Miglior Rivelazione” agli EFA.
Medici Senza
Frontiere, charity partner della
manifestazione, parteciperà con la nuova campagna
#UnitiSenzaFrontiere che collega la realtà improvvisamente
stravolta dalla pandemia di Covid-19 al costante impegno di MSF,
qualsiasi sia l’emergenza, nel salvare vite ovunque ce ne sia
bisogno.
E un esempio concreto di questo
impegno è raccontato nel film documentario “La Febbre di
Gennaro” di Daniele Cini e
Claudia Pampinella, realizzato in collaborazione
con MSF, la cui prima nazionale si terrà il 16 luglio al Casale
della Cervelletta. La pellicola racconta le numerose missioni
umanitarie di Gennaro, giovane tarantino di 29 anni, dal Medio
Oriente alla Colombia, dalle navi di ricerca e soccorso nel
Mediterraneo alle epidemie di Ebola e Covid-19, che oggi affronta
in Yemen con MSF.
Venerdì 17 luglio a San Cosimato,
Agostino Ferrente e il cast del documentario
“Selfie” – Miglior Doc. ai David di Donatello,
sarà presentato in collaborazione con Amnesty International
Italia, alla presenza del portavoce Riccardo
Noury e di Ascanio Celestini.
Il grande schermo di Ostia
al Porto Turistico sarà inaugurato sabato 18 luglio da
Marco Risi, con una maratona delle sue celebri
opere “Mery per sempre” e “Ragazzi
fuori”.
Mercoledì 22 luglio si torna nel
cuore di Roma, con l’arrivo in piazza di Riccardo
Milani e Paola Cortellesi, per la
presentazione de “Il Posto dell’Anima”, di R.
Milani, seguiti a Cervelletta il 23 Luglio dalla prima
proiezione della versione integrale del
documentario “Liberi e Pensanti. Uno Maggio
Taranto”, di Fabrizio Fichera,
Giorgio Testi e Francesco Zippel,
con la presenza di Diodato, Roy Paci e
Michele Riondino e altri membri del cast a
sorpresa.
Nella serata di venerdì 24 luglio la
piazza di Trastevere omaggerà Massimo Troisi, con
Lello Arena che presenterà “Scusate il
Ritardo”, di M. Troisi, appuntamento seguito da sabato 25
luglio con l’arrivo di Dennis Gansel da Amburgo
che presenterà il suo “L’Onda”, Die Welle
(*), serata nuovamente in collaborazione con
l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania
a Roma.
Domenica 26 luglio Ostia vedrà
l’arrivo di Valerio Mieli e Isabella
Ragonese per “Dieci Inverni”, di V.
Mieli. Il regista inoltre mercoledì 29 Luglio assieme alla
montatrice Desideria Rayner incontreranno il pubblico per
“Ricordi?” di V. Mieli (*). Giovedì 30 luglio
Luca Vendruscolo e Andrea
Sartoretti introdurranno il film “Piovono
Mucche”, di L. Vendruscolo scritto con il compianto Mattia
Torre.
Nell’ultima serata del mese di
luglio, venerdì 31 a Trastevere, da un’idea del Piccolo
America e Francesco Bruni, è nata
una serata particolare in Piazza San Cosimato. I
ragazzi insieme al regista e sceneggiatore, hanno invitato il
Cardinale Don Matteo Zuppi, Vescovo di
Bologna, che introdurrà la pellicola da lui amata
“Tutto Quello Che Vuoi”, di F. Bruni, uno speciale
incontro a cui prenderà parte anche il maestro Giuliano
Montaldo.
Sabato 1° agosto si torna a Ostia
per l’atteso arrivo di Mathieu Kassovitz con il
film “Ordre et Morale”. Kassovitz sarà anche
presente a Cervelletta insieme all’attrice e modella Audrey
Tautou, nella serata di domenica 2 agosto, per la
presentazione del film “Il Favoloso Mondo di
Amélie”, di Jean-Pierre Jeunet.
Giovedì 6 agosto proseguono gli
appuntamenti con il cinema internazionale, con
l’arrivo a Tor Sapienza del regista britannico Tony
Kaye, che volerà da Los Angeles a Roma per incontrare il
pubblico e parlare del suo American History X (*),
pellicola con Edward Norton dedicata al tema della
tensione sociale e del razzismo negli Stati Uniti.
Venerdì 7 agosto a San Cosimato, il
regista Stefano Cipani, insieme a Giacomo
Mazzariol, introdurranno “Mio Fratello rincorre i
Dinosauri” (*), tratto dall’omonimo libro di G.
Mazzariol.
A Tor Sapienza domenica 16 agosto,
l’arena darà il benvenuto al Premio Oscar Pawel
Pawlikowski che presenterà “Cold War”.
Venerdì 21 agosto a Trastevere, arriva Gianluca
Arcopinto con “Il Caricatore”, di
Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso e
Fabio Nunziata, mentre sabato 22 agosto il Porto
Turistico di Ostia accoglierà l’ultimo appuntamento con ospiti sul
litorale romano con Paola Randi, per la proiezione
di “Tito e gli Alieni”, alla quale parteciperanno
i giovani membri del cast.
Giovedì 27 agosto si torna a
Trastevere per gli ultimi tre giorni targati Piccolo America, con
l’arrivo della regista Susanna Nicchiarelli con
“Cosmonauta”.
Chiudono la manifestazione
Carlo Verdone, nella serata di venerdì 28 agosto
con l’omaggio per il centenario di Alberto Sordi,
per cui sarà presentato “Lo Scapolo” di Antonio
Petrangeli, seguito dal ritorno di Paolo Virzì
assieme a Fracensca Archibuigi e Francesco
Piccolo nella serata conclusiva di domenica 30 agosto.
Tutti i titoli in programma
saranno proiettati alle 21.15 in versione originale con
sottotitoli in italiano, a esclusione dei titoli dedicati
ai bambini, come i classici disney.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival, la diciassettesima edizione
si fa in due. Come molti altri festival in era Covid-19, sarà la
rete la casa principale della manifestazione forlivese, ormai uno
dei più importanti eventi europei per il mondo del cortometraggio,
come dimostrato dalle oltre 4.758 iscrizioni giunte da 128
Paesi e i 220 cortometraggi
selezionati. L’appuntamento è fissato dal 2 all’11
ottobre 2020 su MyMovies.it. Ci sarà spazio però anche per
la sala cinematografica, permettendo così al pubblico della
cittadina romagnola di non perdere quella che è da anni una
manifestazione sempre più attesa.
Ecco quindi come sarà strutturata
l’edizione 2020 di Sedicicorto. I concorsi internazionali
Movie, Animalab, Experia e
nazionali CortItalia e Cortinloco, saranno
disponibili nel periodo della manifestazione su
MyMovies.it, con una programmazione strutturata
esattamente come quella del festival. Oltre alla possibilità
di accedere a tanti contenuti extra, sul sito www.sedicicorto.it
Il Cinema San Luigi e Auditorium
Intesa Sanpaolo, saranno invece i palcoscenici riservati alla terza
edizione di IranFest, il festival dedicato alla
cinematografia ed alla cultura Iraniana. Completano il programma in
sala, La notte di Cabiria (corti Internazionali)
un omaggio a Federico Fellini in occasione del centenario,
Cinematica (cortometraggi internazionali dedicati
al tema della tutela ambientale, e Cinemix,
(Cortometraggi “Light “ per durata e/o Contenuto). Le Sezioni
Animare, Bebisciort e
NO+D2, sono invece i 3 programmi pensati per il
pubblico più giovane da 2 a 17 anni. Queste sezioni saranno
disponibili per le scuole richiedenti e proiettabili nelle
rispettive sedi.
Ma non sarà l’unico momento live di
quest’anno. Il 14 e 15 settembre ci sarà
un’anteprima speciale, due serate ricche di ospiti, cinema e
intrattenimento per conoscere meglio il programma del festival. La
cornice sarà l’arena estiva dei Musei San Domenico, una prestigiosa
location, molto cara alla città.
Intanto l’appuntamento da mettere in
agenda è quello per il XVII Sedicicorto Forlì International Film
Festival, dal 2 al 11 Ottobre 2020, su MyMovies.it, sito
sedicicorto, cinema San Luigi e Auditorium Intesa
Sanpaolo.
Sedicicorto Forlì
International Film Festival è realizzato con il contributo di
Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione
Emilia-Romagna, DG Cinema – Mibact e la sponsorship di Daniele
Alessandrini Abbigliamento e Cantine DreiDonà, con il patrocinio
dal Parlamento Europeo
Dal 6 luglio
2020 la Cineteca di
Milano in collaborazione con l’Associazione
CulturaleRed Shoes, che promuove la
diffusione della cultura e della storia del cinema britannico
in Italia, rende disponibile sulla propria piattaforma di
streaming, tre particolari lezioni sulle narrazioni
sperimentali e interattive.
Il corso, disponibile in lingua
inglese al costo di € 3,00 per ciascuna lezione,
è tenuto dallaricercatrice e
regista Ludovica Fales, ed esamina il rapporto tra film
sperimentali storici e progetti interattivi, in un panorama
mediatico in rapida espansione, concentrandosi sull’evoluzione dei
concetti di “tempo”, “spazio”, “spettacolo” e “autorialità”
nella storia del cinema non lineare.
La prima lezione, dedicata ai film
surrealisti, dadaisti e alle avanguardie europee e americane, sarà
disponibile dal 6 luglio 2020; la seconda lezione,
inerente approcci cinematografici astratti, strutturali, videoarte
e cinema espanso, sarà fruibile dal 13 luglio 2020; la
terza e ultima lezione, che abbraccia i lavori interattivi e
sperimentali, sarà visionabile dal 20 luglio 2020.
Red Shoes attiverà il corso completo a settembre, ma già nei
prossimi giorni sarà possibile iscriversi sul sito www.redshoesuk.com. Il corso
teorico-pratico esaminerà i filoni della storia del cinema
sperimentale – dagli anni ’20 fino agli esempi attuali. I
partecipanti verranno seguiti nello sviluppo di un progetto
sperimentale interattivo, dall’ideazione fino al pitch finale di
fronte a una commissione di professionisti del settore.
Ludovica Fales
Dopo una laurea in Filosofia a Roma
e Berlino, Ludovica si è diplomata in Documentary Direction presso
la National Film and Television School nel 2011 e ha iniziato a
lavorare come regista di documentari. Dopo un dottorato di ricerca
in Studi Audiovisivi tra Italia e Regno Unito, è diventata anche
docente di documentario, narrazioni sperimentali e interattive a
Londra, dove ora insegna allo University College. Ludovica ha
un profilo sia come regista che come ricercatrice che la porta a
esplorare forme di soggettività attraverso narrazioni partecipative
e forme di emancipazione della spettatorialità personale e
collettiva, attraverso il rapporto con i nuovi media e il cinema
espanso. Con un approccio che coinuga studi sul cinema, sui media e
studi postcoloniali, programma anche documentari e film
sperimentali per il “Festival dei Popoli”.
PROGRAMMA DELLE
LEZIONI
DA LUNEDì 6 LUGLIO
2020
Prima lezione – disponibile
in lingua inglese al costo di € 3,00
Surrealist/Dadaist Films
European Avantgarde (1920s –
1930s)
American Avantgarde (1940 –
1950s)
I film e video surrealisti e
dadaisti sin dalla loro invenzione hanno avuto una relazione
mutevole con vari gruppi non tradizionali. Esploreremo la nozione
di avanguardia e discuteremo di motivazione, stile, tecnica e
significato usando una serie di esempi provenienti da questi
movimenti dell’inizio del XX secolo, usati come brevi “casi
studio”. Il cinema underground americano ha prodotto molti
importanti cineasti nel corso degli anni ’50 e ’60, di cui
discuteremo alcuni dei più importanti autori d’avanguardia e
underground, confrontando il loro lavoro nel contesto di film
“trance” o film-poema.
DA LUNEDì 13 LUGLIO
2020
Seconda lezione –
disponibile in lingua inglese al costo di € 3,00
Abstracts Films (1950s – 1960s)
Structuralist Films (1970s)
Video & Installation Art (1970s –
2000)
Video & Installation Art/Expanded
Cinema (2000s – Current Debats)
Ci concentreremo su approcci
cinematografici astratti in relazione al mondo che ci
circonda, con particolare riferimento al lavoro di Stan Brakhage e
alla sua lunga esplorazione delle relazioni storiche ed estetiche
tra musica, arte, poesia e film. Esploreremo la teoria e la
definizione del film strutturale / materialista con specifico
riferimento al lavoro di Malcolm LeGrice. Discuteremo della video
arte e del suo sviluppo dagli anni ’70 toccando alcuni di quelli
che sono generalmente considerati i suoi principali esponenti,
nonché alcune delle nuove voci all’interno di questo sottogenere.
L’arte della manipolazione sonora si è anche spostata nel regno del
visivo, sollevando domande fondamentali sull’audio, la visione, lo
spazio, le nuove tecnologie e lasciando il posto a un nuovo artista
audiovisivo. Inoltre, esploreremo la nozione di cinema “oltre”
cinema, cinema e / come spettacolo dal vivo e installazioni
artistiche.
DA LUNEDì 20 LUGLIO
2020
Terza
lezione – disponibile in lingua inglese al costo di €
3,00
Interactive & Experimental Factual
Work (2009 – Current Times)
I media digitali, immersi in un
panorama cross e transmediale, stanno ora abbracciando con una
maggiore attenzione la non linearità e la ridefinizione del
rapporto tra storia e pubblico, mentre i film sperimentali hanno
sfidato storicamente lo storytelling lineare in una vasta gamma di
modi altamente creativi, distinguendosi sempre per un movimento di
pensiero non lineare e non narrativo. Attraverso l’embodiment, i
dispostici aptici e lo storytelling immersivo a 360 ° che i nuovi
narratori digitali stanno esplorando in modo inedito, otterremo un
primo livello di comprensione critica del lavoro sperimentale e
interattivo nel contesto della storia del film e del video
sperimentale, nonché delle pratiche interattive stesse.
I dispositivi di protezione
personali sono diventati ormai oggetti di uso comune che ci
accompagnano nella nostra quotidianità per poter salvaguardare la
nostra sicurezza e quella degli altri. Come è noto, sono molte le
PMI che durante l’emergenza sanitaria dei mesi scorsi hanno saputo
mettere il proprio know-how al servizio della comunità,
dell’impegno sociale e della ripartenza economica, rinnovando e
riconvertendo i propri processi produttivi. Tra queste troviamo TTK
Srl, azienda friulana specializzata da oltre venti anni
nell’abbigliamento per lo sport e comprovata eccellenza italiana
grazie ai suoi capi tailor made, ai tessuti innovativi altamente
traspiranti e all’attenzione per il design.
Durante l’emergenza sanitaria,
l’azienda è stata tra le prime ad attivarsi – anche su incarico
diretto della Protezione Civile – per produrre in Italia mascherine
igieniche lavabili e ha a sua volta attivato un nuovo ramo
aziendale, la TTK MEDICAL, grazie al quale vengono oggi realizzate
le nuove “CINEMASK”.
“CINEMASK” sono mascherine 100% made
in Italy, safe, economiche ed eco-friendly perché realizzate in
tessuto innovativo doppio strato lavabile e riutilizzabili almeno
20 volte. Punto forte del prodotto e del progetto è la partnership
realizzata in collaborazione con UNIVERSAL BRAND DEVELOPMENT che
rende le “CINEMASK” originali face mask tematizzate con i
characters Universal più divertenti ed amati, pensate per i più
piccoli ma realizzate per un target molto più ampio che ama il
grande cinema e i suoi protagonisti.
La linea “CINEMASK” prevede nove collezioni in decine di modelli –
tra cui le famosissime properties presenti nel catalogo Universal:
Illumination’s Minions, Trolls, Kung Fu Panda, Madagascar e Shrek –
dal design sempre originale e che trasformano le mascherine in un
accessorio divertente e alla moda.
Le “CINEMASK” saranno disponibili
dalla prima settimana di luglio e sono confezionate singolarmente
in una bustina trasparente riutilizzabile per garantire la
riconoscibilità e l’igiene, oltre al rispetto dell’ambiente.
Al sito ufficiale ttkcinemask.com è possibile acquistare
on-line la linea completa nelle sue diverse collezioni, ma le
“CINEMASK” saranno acquistabili anche in farmacia/parafarmacia e
direttamente nei cinema che aderiscono al progetto. L’ideazione, il
coordinamento e la gestione del progetto sono a cura dell’agenzia
milanese Echo, da sempre in prima linea sull’entertainment.
KOJIMA PRODUCTIONS, lo studio
indipendente per lo sviluppo di videogiochi, ha nominato Way To
Blue come global partner per la comunicazione e il marketing.
A Way To Blue è stato richiesto di
sviluppare una strategia di comunicazione globale ed integrata con
l’obiettivo di creare, promuovere e amplificare storie attraverso
la produzione di contenuti digitali, social, PR e creativi per il
brand, con sede a Tokyo, fondato dal leggendario creatore di
giochi, Hideo Kojima.
L’anno scorso KOJIMA PRODUCTIONS ha
lanciato il pluripremiato videogioco DEATH STRANDING per
PlayStation®4, del quale uscirà la versione per PC il 14 luglio
2020. Il gioco include le performance di un cast stellare tra cui
Norman Reedus, Mads Mikkelsen, Léa Seydoux, Tommie Earl Jenkins,
Troy Baker e Lindsay Wagner.
La campagna di Way To Blue si
svilupperà in due fasi. La prima, iniziata subito, in cui
l’agenzia, sfruttando il suo impatto e la sua presenza globale, ha
esteso la portata dei social media della KOJIMA PRODUCTIONS,
permettendo alla società giapponese di esprimersi in 7 nuove
lingue.
Nella seconda fase, Way To Blue
garantirà un servizio di ufficio stampa globale e la produzione di
contenuti creativi digitali a supporto delle PRODUZIONI KOJIMA, tra
cui DEATH STRANDING.
“Way to Blue ha capito fin dal
primo momento le nostre esigenze”, ha dichiarato Jay Boor,
Global Head of Marketing & Communications della KOJIMA
PRODUCTIONS. “Il loro approccio a questo intero processo è
stato autentico, intelligente e dinamico. Il team non ha solo
capito il modo migliore per lavorare con noi, creando e raccontando
efficacemente la nostra storia, ma è stato anche in grado di
portare risultati concreti e tangibili e un valore aggiunto
all’intero progetto. “
Il Managing Director di Way To Blue,
Neil Kleiner, ha aggiunto:
“Way To Blue ha lavorato con
alcuni dei più grandi storyteller del cinema e della TV per oltre
20 anni. Nell’ampliare il nostro focus al mondo del gaming, la
collaborazione con la KOJIMA PRODUCTIONS segna per noi
un’importante vittoria. Sotto la guida del leggendario Hideo
Kojima, lo studio è considerato uno dei più visionari nel settore
dei videogame (o forse di QUALSIASI settore). Siamo incredibilmente
entusiasti di collaborare con KOJIMA PRODUCTIONS, che riteniamo
perfettamente a metà tra l’intrattenimento cinematografico e il
“futuro del gioco”, e siamo già al lavoro sull’uscita di DEATH
STRANDING per PC “.
Per le ultime notizie e gli annunci
di KOJIMA PRODUCTIONS, seguite @KojiPro2015_IT su Twitter.
Per ulteriori informazioni sulla
prossima uscita di KOJIMA PRODUCTIONS, DEATH STRANDING per PC, in
programma il 14 luglio,
visitare deathstrandingpc.505games.com.
Giovedì 16 luglio il nuovo film
Disney e Pixar Onward – Oltre la Magia, sarà
presentato in anteprima alla 50esima edizione del Giffoni Film
Festival, uno special screening per centinaia di giovani giurati
per tornare ad emozionarsi con il grande schermo e ritrovare
insieme la magia della sala cinematografica.
Diretto da Dan Scanlon e prodotto da
Kori Rae, la squadra creativa che ha realizzato Monsters
University, Onward – Oltre la Magia
include tra le voci italiane Sabrina Ferilli (Laurel Lightfoot),
Fabio Volo (Wilden Lightfoot), Favij (spiritello), Raul Cremona
(apprendista stregone) e David Parenzo (cameriere).
Quando due fratelli elfi
adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata
opportunità di trascorrere un giorno in più con il loro defunto
padre, si imbarcano in una straordinaria avventura a bordo
dell’epico furgone di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si
rispetti, la loro avventura è ricca di incantesimi magici, mappe
misteriose, ostacoli insormontabili e scoperte incredibili. Ma
quando la coraggiosa mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i
suoi figli sono scomparsi, si allea con la Manticora, una ex
guerriera in parte leone, in parte pipistrello e in parte
scorpione, e inizia a cercarli. Nonostante le pericolose
maledizioni, questo singolo magico giorno potrebbe significare
molto più di quanto avessero mai immaginato.
Avengers:
Endgame ha rivoluzionato l’assetto narrativo
dell’Universo Cinematografico Marvel in un modo che neanche il
fan più accanito avrebbe potuto immaginare. Lentamente – anche a
causa dell’attuale situazione mondiale legata alla pandemia di
Covid-19 -, i piani per la Fase 4 stanno iniziando a prendere forma e
promettono novità davvero molto eccitanti. Naturalmente, sono
tantissimi i personaggi già apparsi nel MCU – in
particolare, i villain – che potrebbero influenzerà ciò che accadrà
in futuro.
ComicBookMovie ha raccolto i 10 villain che potrebbero fare
effettivamente ritorno nella Fase 4:
1Scorpione
Ci sono stati diversi rumor
secondo cui Mac Gargan sarebbe dovuto apparire in Spider-Man:
Far From Home: ciò non è accaduto, e adesso si parla della
possibilità di vederlo in Spider-Man 3. In effetti, la sua
storia è stata piuttosto abbozzata rispetto a quanto raccontato nei
fumetti; sarebbe quindi sorprendente vedere come Gargan si
trasforma in Scorpione.
Tuttavia, i Marvel
Studios dovranno rafforzare la storyline del personaggio se davvero
decidessero di farlo tornare, indipendentemente se sarà il cattivo
principale o magari un villain secondario. È anche possibile che
vedremo Mac Gargan in Morbius…
Potrebbero esserci altri film su
Black Widow nel futuro della Marvel? L’account Twitter
@BestfScarlett ha rivelato una clip di Scarlett Johansson che elogia la
co-protagonista Florence Pugh, nella quale
Johansson si riferisce a Pugh come alla sua “co-protagonista
nella serie indipendente Black
Widow”. Questa non è la prima volta che Johansson fa
riferimento a Black Widow definendo il film “un
franchising”, utilizzando spesso le parole “franchising
standalone”.
— Best of Scarlett Johansson (@BestfScarlett)
June 30, 2020
COSA SIGNIFICA CHE BLACK WIDOW è UN
FRANCHISING?
Il linguaggio che Johansson usa qui
è integrale. Si riferisce a Pugh come sua co-protagonista nel
franchise standalone di Black Widow; tuttavia, dei
rumors precedentemente circolati, potrebbero indicare invece che si
tratta di un trucco che usano i Marvel Studios. I giocattoli
diffusi nel piano promozionale del film lasciano intendere che la
storia potrebbe non essere clemente con il personaggio di Pugh e la
sua Yelena Belova potrebbe non sopravvivere all’avventura del film.
Tuttavia, Johansson parla di co-protagonista; potrebbe essere un
modo per distrarre i fan?
Anche se la Yelena Belova di Pugh
non dovesse sopravvivere, questo non vorrebbe affatto dire che il
personaggio sarà fatto fuori dela franchise, perché potrebbe
comparire in eventuali flashback e soprattutto in altri film
ambientati ancora prima di questo del 2020, i cui fatti, come
sappiamo, seguono le vicende cinematografiche comprese nei due anni
tra gli eventi di Captain America: Civil War e
quelli di Avengers: Infinity War.
Diciamo che, anche senza una
conferma ufficiale, è plausibile dire che esiste un piano per altre
storie incentrate su Vedova Nera. Come? I Marvel Studios hanno
dimostrato di avere un sacco di storie ricche da raccontare, in
particolare quelle che si svolgono nel passato del MCU. Per quanto
riguarda le trame specifiche per l’eroina del MCU, ci sono molti
appigli e misteri da risolvere nel suo passato, cose che i fan
amerebbero conoscere.
Alla fine, tutto verrà deciso al
botteghino. Se Black Widow sarà un successo
strepitoso, è quasi certo che avrà un sequel. Per franchise come
Ant-Man e Black Panther non sono
ufficializzati fino a dopo le loro prime prove cinematografiche.
Mentre Johansson ha chiaramente l’aspirazione che la sua eroina
diventi un franchise, è probabile che qualsiasi altro film con
protagonista la Vedova Nera non sarà confermato fino a quando
questo non arriverà nei cinema. E questo dovrebbe accadere il
6 novembre 2020.
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden
di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche
David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.