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Benjamin McKenzie: 10 cose che non sai sull’attore

Benjamin McKenzie: 10 cose che non sai sull’attore

Grazie ad una celebre serie televisiva dei primi anni del nuovo millennio, l’attore Benjamin McKenzie è in breve tempo diventato uno dei volti di punta del piccolo schermo. Interprete carismatico e versatile, McKenzie ha poi saputo rinnovarsi prendendo parte ad apprezzati film per il cinema come anche a nuovi titoli per la televisione, che gli hanno permesso di ottenere ulteriori riconoscimenti nel corso della sua carriera.

Ecco 10 cose che non sai di Benjamin McKenzie.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Benjamin McKenzie Morena Baccarin

Benjamin McKenzie: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti film per il cinema. McKenzie fa il suo debutto sul grande schermo nel 2005, con il film Junebug, con Amy Adams. Successivamente recita in 88 minuti (2007), con Al Pacino, Johnny Got His Gun (2008), Annie Parker (2013), Il fidanzato di mia sorella (2014), con Pierce Brosnan, e The Report (2019), con Adam Driver. Sempre nel 2019 è al cinema anche con l’action Line of Duty.

9. È celebre per i suoi ruoli televisivi. Il primo ruolo importante nella carriera dell’attore è quello di Ryan Atwood, protagonista della serie The O.C. (2003-2007). Grazie ad essa è diventato in breve tempo un’icona della TV, ottenendo popolarità e apprezzamenti generali. Terminata questa, ha continuato a lavorare prevalentemente in televisione, prendendo parte a serie Southland (2009-2013) e la celebre Gotham (2014-2019), dove ha interpretato il personaggio del commissario James Gordon, protagonista principale.

8. È anche regista e sceneggiatore. Particolarmente legato alla serie Gotham, l’attore si è cimentato per essa anche nel suo debutto alla scrittura e alla regia. Ha infatti diretto gli episodi Heroes Rise: These Delicate ad Dark Obsessions (sedicesimo episodio della terza stagione), A Dark Knight: One of My Three Soups (sedicesimo episodio della quarta stagione) e Legend of the Dark Knight: 13 Stitches (sesto episodio della quinta stagione). Ha invece collaborato alla sceneggiatura di A Dark Knight: The Demon’s Head (quarto episodio della quarta stagione) e Legend of the Dark Knight: The Trial of Jim Gordon (nono episodio della quinta stagione).

Benjamin McKenzie è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 628 mila persone. All’interno di questo McKenzie è solito condividere immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete, come anche foto di backstage e interviste rilasciate. Non mancano però anche post più generici, relativi a propri momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi, come anche a curiosità a lui legate.

Benjamin McKenzie e Morena Baccarin

6. Ha conosciuto sua moglie sul set. Durante la lavorazione della serie Gotham, McKenzie ha modo di conoscere l’attrice Morena Baccarin, che lì interpretava Leslie Thompkins. I due intraprendono una relazione a partire dal 2015, per arrivare poi a sposarsi nel giugno del 2017. Prima del matrimonio, la coppia ha avuto una bambina, nata nel marzo del 2016. Particolarmente riservati, i due coniugi non sono soliti rilasciare particolari notizie sulla propria vita privata, tenendo lontani da essa i riflettori del proprio mestiere.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Benjamin McKenzie Gotham

Benjamin McKenzie in The O.C.

5. Fu scritturato all’ultimo minuto. Pur essendo stato il protagonista della serie, l’attore fu l’ultimo ad entrare a far parte del cast. I produttori, infatti, non riuscivano a trovare un interprete che li convincesse a pieno, continuando a rimandare la scelta per poter visionare ulteriori candidati. Quando McKenzie si presentò ai provini, l’inizio delle riprese era fissato a poche settimane da quel momento. Fortunatamente, i produttori rimasero particolarmente colpiti dal suo carattere, scegliendolo per il ruolo.

Benjamin McKenzie in Gotham

4. Ha amato il suo personaggio. Scelto per dar vita al celebre commissario Gordon, l’attore ha affermato di aver particolarmente apprezzato tale ruolo, considerandolo uno dei più importanti della sua carriera. McKenzie ha in particolare descritto il lavoro attuato per dar vita all’arco narrativo del personaggio come particolarmente complesso, affermando di aver continuamente dovuto seguire l’istinto per capire quali fossero le scelte migliori per il ruolo.

Benjamin McKenzie: il suo fisico

3. È un appassionato di sport. Da sempre l’attore è noto anche per la sua grande passione per lo sport. In particolare, è molto interessato al pugilato e al culturismo, a tal punto da arrivare a praticare abitualmente tali attività. Ciò lo ha inevitabilmente portato a costruirsi un fisico particolarmente atletico e scolpito, che gli è poi tornato utile per alcuni dei ruoli da lui ricoperti.

Benjamin McKenzie: il suo patrimonio

2. Ha guadagnato molto grazie alla televisione. Pur con diverse presenze al cinema, il vero guadagno dell’attore proviene dalla televisione. Grazie alle serie a cui ha partecipato, quasi sempre nel ruolo del protagonista, ha potuto raggiungere un patrimonio stimato di circa 13 milioni di dollari. Questo gli ha inoltre permesso di riaffermare continuamente il proprio status, divenendo uno degli attori meglio retribuiti della televisione.

Benjamin McKenzie: età e altezza

1. Benjamin McKenzie è nato a Austin, in Texas, il 12 settembre 1978. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Minority Report: quello che non sai sul film di Steven Spielberg

Minority Report: quello che non sai sul film di Steven Spielberg

La fantascienza è notoriamente uno dei generi preferiti del regista Steven Spielberg, che nel corso della sua carriera ha realizzato attraverso questa alcuni dei suoi più memorabili capolavori. Nel 2002 dirige Minority Report (qui la recensione), che si dimostra essere più attuale di quello che potrebbe sembrare. Arrivato nel complicato periodo post 11 settembre, il film è infatti un inquietante riflessione sul controllo e sulla perdita di libertà in favore della sicurezza.

Basato sul racconto breve Rapporto di minoranza, del celebre autore fantascientifico Philip K. Dick, il film si dimostra in realtà essere soltanto ispirato ad esso. Spielberg decise infatti di riadattare la trama affinché potesse risultare particolarmente contemporanea, nello specifico esaltando il concetto di precrimine. Su tale elemento si basa l’intero film e questo diventa il vero anello di congiunzione tra il racconto e la realtà vissuta al momento della produzione.

Nella realizzazione del film, inoltre, Spielberg decide di avvalersi della collaborazione di alcuni prestigiosi futurologi, i quali immaginarono per lui un 2054 credibile. Poiché le vicende del film si svolgono in quell’anno, il regista desiderava poter dar vita a qualcosa che, seppur fantascientifico, risultasse facilmente comprensibile e accettabile per gli spettatori. Il risultato fu infine proprio questo, ed oggi il film è divenuto parte dell’immaginario comune, dando vita ad un vero e proprio franchise transmediale.

Minority Report: la trama e le differenze con il racconto

La vicenda narrata nel film si svolge nel 2054, quando grazie al sistema del precrimine è possibile arrestare in anticipo il potenziale criminale. Il capitano John Anderton, responsabile di questa divisione, è il più abile a individuare i luoghi e le modalità dei delitti, impedendo perciò che questi avvengano. Nel momento in cui viene però indicato egli stesso come responsabile di un omicidio, si ritrova a dover fuggire con la sola speranza di scoprire la verità. La sua ricerca lo porta a conoscenza del rapporto di minoranza, svelando così le falle di un sistema che egli credeva infallibile.

Nell’adattare il racconto di Dick, Spielberg affermò di aver praticamente dovuto far scrivere da zero un storia ispirata ai temi trattati dallo scrittore. Il racconto originario, infatti, non possiede un vero e proprio arco narrativo, necessario invece al cinema. Ciò ha portato alla necessità di operare diversi cambiamenti tanto nella trama quanto nei suoi protagonisti. Il personaggio di Anderton, ad esempio, passa dall’essere un anziano ad un atletico quarantenne, che meglio poteva dar vita alle sequenze d’azione presenti. Ulteriori differenze si ritrovano nel finale. Se nel racconto Anderton previene la chiusura delle divisione sul precrimine, nel film porta invece alla sua disfatta.

Tale finale evidenzia ulteriormente il tema centrale del film, ovvero quello riguardante il dibattito tra libero arbitrio e determinismo. Anderton, infatti, pur conoscendo il suo futuro non si abbandona a questo, ma impiega tutte le sue forze per cambiarlo, imponendo la propria volontà. Molti degli elementi presenti nello scritto, inoltre, sono stati aggiornati alla tecnologia presente all’epoca delle riprese. Il principale aggiornamento è quello relativo alle visioni che consentono di individuare i crimini in anticipo. Spielberg decise infatti di dar vita a questi attraverso l’utilizzo di un interfaccia per la realtà virtuale, cosa che ha conferito ulteriore caratteristica fantascientifica al film.

Minority Report cast

Minority Report: il cast del film

Prima che Spielberg subentrasse nella produzione, il film era originariamente pensato per essere un sequel di Atto di forza, film del 1990 ispirato sempre ad un racconto di Dick. Per l’occasione, Arnold Schwarzenegger avrebbe dovuto riprendere il proprio ruolo. Tuttavia, con l’ingresso alla regia di Spielberg, le cose cambiarono. Questi desiderava infatti lavorare con l’attore Tom Cruise, e affidò a lui la parte del protagonista, riadattandolo per poter essere conforme alle capacità dell’attore. Cruise si è poi sottoposto a diverse settimane di allenamento fisico, volte a prepararlo al meglio per le dinamiche sequenze d’azione.

Per il ruolo dell’ispettore federale Danny Witwer vennero invece considerati gli attori Matt Damon e Javier Bardem. In seguito al loro rifiuto, la parte fu affidata a Colin Farrell. Per permettere a questi di assumere il ruolo, furono cambiate le origini del personaggio da americane a irlandesi, poiché Spielberg non credeva che l’attore potesse nascondere il suo accento. L’attore svedese Max von Sydow è invece stato scelto per dar volto a Lamar Burgess, antagonista del film. Per onorare la presenza del celebre interprete, Spielberg decise di strutturare la scena del confronto tra questi e Cruise come quella iniziale di Il settimo sigillo, uno dei film più famosi in cui Sydow ha recitato.

Minority Report: la serie, il trailer e dove vedere il film in streaming

Dato il suo successo di critica e pubblico, il film ha dato vita negli anni ad alcune opere rifacenti all’universo descritto da Spielberg. Oltre a diversi videogiochi, nel 2015 viene realizzata una serie televisiva, intitolata sempre Minority Report, e ambientata a dieci anni di distanza dagli eventi del film. Pur con personaggi ed eventi inediti, questa non ha tuttavia ottenuto risultati entusiasmanti, spingendo la produzione ad ordinarne la cancellazione dopo una sola stagione.

Per chi invece ha amato il film, o per chi non l’avesse ancora visto e desidera poter recuperare tale titolo, è possibile fruirne grazie alla sua presenza in alcune tra le principali piattaforme streaming oggi presenti in rete. Minority Report è infatti disponibile su Amazon Prime Video, Chili Cinema, e Google Play. Per vederlo, in base alla piattaforma prescelta, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Ciò permetterà di riprodurlo in modo pratico e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Nastri d’Argento 2020: trionfano Pinocchio e Favolacce

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Nastri d’Argento 2020: trionfano Pinocchio e Favolacce

Sei Nastri d’Argento al più votato, Pinocchio, premiati anche per la regia di Matteo Garrone e lo splendido Geppetto di Roberto Benigni, ma è Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo la sorpresa di quest’edizione dei Nastri d’Argento, miglior film della stagione, che vince 5 Nastri su 9 candidature ed è premiato dai Giornalisti Cinematografici. Tutti i vincitori stasera su Rai Movie alle 21.10 in diretta dall’arena del Museo MAXXI a Roma per una serata che finalmente sigla la riapertura del cinema con tutta la sua vitalità e la sua voglia di ricominciare.

Sei dunque i Nastri per Pinocchio che vince per il miglior attore non protagonista con il premio Oscar® Roberto Benigni, grandissimo Geppetto, per la scenografia (Dimitri Capuani), il montaggio (Marco Spoletini), il sonoro (Maricetta Lombardo) e i costumi di Massimo Cantini Parrini che riceve il premio anche per Favolacce. Il film scritto e diretto dai fratelli D’Innocenzo, la rivelazione dell’anno premiato a Berlino con l’Orso d’Argento, ottiene 5 Nastri, oltre al miglior film, anche per la sceneggiatura, degli stessi D’Innocenzo, per il produttore (Pepito con Rai Cinema, premiati anche per Hammamet), la fotografia (Paolo Carnera), e come già detto, per i costumi di Cantini Parrini.

Fa il bis Pierfrancesco Favino che per il secondo anno consecutivo, dopo Il Traditore nel 2109 – ritira il Nastro come miglior attore protagonista per Hammamet, in cui sfodera ancora una volta nel ruolo di Craxi la sua straordinarie capacità mimetiche e interpretative.  Il voto dei Giornalisti Cinematografici ha poi premiato il talento di Jasmine Trinca, migliore attrice protagonista (La Dea Fortuna di Ferzan Özpetek che ha ottenuto 3 Nastri ed è anche premiato per il ‘cameo dell’anno’ a Barbara Alberti) e di Valeria Golino migliore attrice non protagonista (5 è il numero perfetto film d’esordio di Igort e Ritratto della giovane in fiamme di Cèline Sciamma).

Nell’ambito della commedia, è Figli di Giuseppe Bonito il film dell’anno che ha ottenuto riconoscimenti anche per i protagonisti: Paola Cortellesi (miglior attrice  di commedia) al suo terzo Nastro consecutivo – dopo Come un gatto in tangenziale nel 2018 e Ma cosa ci dice il cervello nel 2019 –  e Valerio Mastandrea (miglior attore di commedia). Un tris di premi nel ricordo del grande talento dello sceneggiatore Mattia Torre, autore del monologo da cui è tratto il film.

Oltre alla miglior attrice protagonista, La Dea Fortuna conquista anche i premi per la musica, con il Nastro a Pasquale Catalano per la miglior colonna sonora, in cui spunta anche la voce di Mina, (ex-aequo con Brunori Sas per Odio L’Estate) e per la miglior canzone con Che vita meravigliosa scritta e interpretata da Diodato che prosegue una stagione trionfale, dopo la vittoria al Festival di Sanremo e un anno pieno di successi.

Sarà un momento di grande cinema la serata dei Nastri 74, per la prima volta in diretta su Rai Movie, come sempre realizzata con il sostegno del Mibact – Dg Cinema, main sponsor BNL Gruppo Bnp Paribas. Un viaggio nel cinema che riapre i grandi eventi dal vivo nell’augurio di una rinascita per tutto il settore.

I premi del Sindacato dei Giornalisti Cinematografici, nati nel 1946, ancora una volta e mai come quest’anno, sono dalla parte di chi lavora anche dietro le quinte, di quei professionisti, a volte “invisibili” ma fondamentali nella creazione di quel miracolo sempre nuovo che è un film. Ed è anche questo con questo spirito e la voglia di sottolineare la coralità di questo lavoro, il Nastro dell’Anno per Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, che premia il regista, il protagonista Elio Germano, i produttori e tutto il cast tecnico del film. Nel palmarès di stasera anche il Nastro d’Oro a Vittorio Storaro e il Nastro alla carriera a Toni Servillo. E va a Claudio Santamaria quest’anno il Premio Nino Manfredi, fortemente voluto da Erminia Manfredi e dalla città di Taormina che l’ha sempre ospitato e che ha inviato direttamente a Claudio Santamaria, stasera assente, il trofeo realizzato come ogni anno dai maestri orafi de Le Colonne, Alvaro e Correnti. Un riconoscimento cui il SNGCI è particolarmente legato nel ricordo del grande Nino.

I Giornalisti Cinematografici celebrano quest’anno il grande, amatissimo Pedro Almodòvar con “Nastro d’Argento europeo” a quarant’anni dal suo esordio cinematografico con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio e dopo una carriera costellata di successi che lo hanno consacrato come una vera icona del cinema mondiale. Regista, sceneggiatore, produttore, scrittore e musicista spagnolo, Almodòvar riceve il Nastro d’Argento Europeo per Dolor y Gloria, il suo ultimo film candidato a due Oscar® (per il Miglior film internazionale e il Miglior attore), dopo il successo, un anno fa a Cannes, dove aveva ottenuto il Premio per la migliore interpretazione maschile per Antonio Banderas, ed altri prestigiosi riconoscimenti internazionali. Il sesto Nastro è un ulteriore segno di stima e affetto che lega il SNGCI al regista spagnolo.

Come sempre accanto ai grandi nomi, particolare attenzione per i giovani con il Premio Guglielmo Biraghi che va quest’anno a Giulio Pranno, bravissimo protagonista di Tutto il mio folle amore con una menzione speciale al piccolo Federico Ielapi, che ha affrontato con grande talento un ruolo iconico come quello di Pinocchio. Proprio per il suo talento speciale questo premio è sostenuto anche dalla Fondazione Claudio Nobis che affianca il Sindacato e i Nastri nella promozione dei giovani e che promette sin d’ora supporto alla sua carriera, se continuerà professionalmente, con un’iniziativa di sostegno per la sua formazione. Ancora per il talento giovane, il Premio Graziella Bonacchi che quest’anno è attribuito a Barbara Chichiarelli  (Favolacce, La Dea Fortuna), nel ricordo di Graziella Bonacchi: un premio ad un talento emergente nel nome dell’agente che più ha sostenuto i giovani con affetto, competenza e amicizia. E ancora il Premio Nastri SIAE per la sceneggiatura a Emanuela Rossi (Buio) ed il Nuovo ImaieNastri d’Argento per il doppiaggio a Stefano De Sando, da oltre trent’anni voce di Robert De Niro, e Claudia Catani ed Emanuela Rossi per Maleficent, protagonisti dietro le quinte capaci di restituire con grande talento tutte le emozioni di un racconto cinematografico.

E ancora il Nastro della Legalità: in collaborazione con TrameFestival dei libri sulle mafie diretto da Gaetano Savatteri va ad un film cui i Giornalisti Cinematografici attribuiscono un valore per impegno sociale e che quest’anno va ad Aspromonte La terra degli ultimi di Mimmo Calopresti che racconta un mondo a tratti nascosto, a molti sconosciuto, e la voglia di riscatto di un popolo. Premio speciale anche a Lorenzo Mattotti per La famosa invasione degli orsi in Sicilia e ai suoi produttori italiani, con Rai Cinema e Indigo Film che lo ha reso protagonista di un’importante campagna di promozione educational nelle scuole

La serata, con la regia di Flavia Unfer e a cura di Laura Delli Colli per i Giornalisti Cinematografici, dopo questa sera alle 21.10 su Rai Movie – partner dei Nastri 2020 – andrà nel mondo con Rai Italia. Sfileranno i protagonisti di una stagione che il lockdown ha fermato in un momento in cui il cinema italiano era al centro di una ripresa eccezionale fino ai due Orsi d’Argento a Berlino. Una ripresa che i Nastri augurano al cinema di recuperare presto sul set e anche in sala.

I Nastri 74, prodotti dal Sngci con il sostegno del Mibact – Direzione Generale per il Cinema, main sponsor BNL Gruppo BnpParibas, sono stati assegnati su una selezione di 40 titoli dell’annata usciti anche sulle piattaforme dal 1° Giugno 2019 al 30 Maggio 2020. A parte i premi speciali, i Nastri, come sempre, sono stati votati via mail e scrutinati dal notaio Alessandra Temperini.

Il bilancio del voto, le scelte dei Giornalisti

Troppi premi? Ce lo chiediamo ogni anno e ancora una volta rispondiamo forse, ma sono segnalazioni tanto più quest’anno significative e meritate: la scelta del Direttivo ha voluto sottolineare la qualità di un anno difficile per tutti e anche per il cinema che sta tentando di resistere” spiega Laura Delli Colli, Presidente, a nome del Direttivo Nazionale. “Una scommessa interessante che i premi servono a sottolineare perché sono il solo modo, a volte, di fronte alla crisi degli spettatori, per aiutare il pubblico a scegliere e a riscoprire il piacere del cinema in sala. Fare cronaca, segnalando – lo ripetiamo ancora una volta – fenomeni, eccellenze, novità, scoperte è il nostro mestiere. Un dovere farlo quest’anno, con il parterre dei nostri candidati e vincitori, nella speranza che il cinema italiano continui a puntare soprattutto sulla qualità e sulla sorpresa

Il voto, i Nastri in tv su Rai Movie e Rai Play

Le “cinquine” dei candidati, anche su segnalazione degli iscritti al SNGCI, sono state scelte quest’anno, come i premi speciali, dal Direttivo presieduto da Laura Delli Colli e composto da: Fulvia Caprara (vicepresidente), Oscar Cosulich, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi, Romano Milani (Segretario generale) e Franco Mariotti (Sindaco). Li affiancano nel Consiglio Nazionale con Titta Fiore e Maurizio Turrioni (rispettivamente delegati per l’area Sud e Nord del Sngci), Maurizio Di Rienzo, delegato per documentari e cortometraggi, Fabio Falzone e Susanna Rotunno (tv) e Miriam Mauti (web). Del Consiglio fanno parte l’ex presidente Mario Di Francesco e una rappresentanza della FNSI. Oltre 100 i giornalisti che hanno votato.

MIGLIOR FILM 

FAVOLACCE Damiano e Fabio D’INNOCENZO

MIGLIORE REGIA

Matteo GARRONE PINOCCHIO

MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE                                                                          

Marco D’AMORE L’IMMORTALE

MIGLIORE COMMEDIA

FIGLI Giuseppe BONITO

MIGLIOR PRODUTTORE

Agostino, Giuseppe, Maria Grazia SACCÀ – Pepito Produzioni FAVOLACCE con Rai Cinema, Vision Distribution, Amka Films Productions, QMI e con Rai Cinema, in associazione con Minerva Pictures Group, Evolution People HAMMAMET.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA           

Pierfrancesco FAVINO HAMMAMET

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA

Jasmine TRINCA LA DEA FORTUNA

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Roberto BENIGNI PINOCCHIO

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

Valeria GOLINO 5 È IL NUMERO PERFETTO, RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME

MIGLIOR ATTORE COMMEDIA

Valerio MASTANDREA FIGLI

MIGLIORE ATTRICE COMMEDIA

Paola CORTELLESI FIGLI

MIGLIOR SOGGETTO           

IL SIGNOR DIAVOLO Pupi, Antonio, Tommaso AVATI

MIGLIORE SCENEGGIATURA         

FAVOLACCE Damiano e Fabio D’INNOCENZO

MIGLIORE FOTOGRAFIA

Paolo CARNERA FAVOLACCE

MIGLIORE SCENOGRAFIA

Dimitri CAPUANI PINOCCHIO

MIGLIORI COSTUMI

Massimo CANTINI PARRINI PINOCCHIO, FAVOLACCE

MIGLIOR MONTAGGIO

Marco SPOLETINI PINOCCHIO, VILLETTA CON OSPITI

MIGLIOR SONORO

Maricetta LOMBARDO PINOCCHIO

MIGLIORE COLONNA SONORA ex aequo

BRUNORI SAS ODIO L’ESTATE / Pasquale CATALANO LA DEA FORTUNA

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE

CHE VITA MERAVIGLIOSA (LA DEA FORTUNA) autore e interprete DIODATO

I PREMI SPECIALI

(assegnati dal Direttivo con il Consiglio Nazionale)

FILM DELL’ANNO

Volevo nascondermi al regista Giorgio DIRITTI ai produttori Carlo DEGLI ESPOSTI e Nicola SERRA (Palomar) e Paolo DEL BROCCO (Rai Cinema) al protagonista Elio GERMANO. Con un Nastro collettivo per il Soggetto e Sceneggiatura a Tania PEDRONI e Fredo VALLA. Costumi Ursula PATZAK, Fotografia Matteo COCCO, Sonoro Carlo MISSIDENTI. Scenografia Ludovica FERRARIO e Alessandra MURA. Trucco Lorenzo TAMBURINI e Giuseppe DESIATO, Wigs and hair designer Aldo SIGNORETTI.

NASTRO ALLA CARRIERA

Toni SERVILLO

NASTRO EUROPEO

Pedro ALMODÓVAR per Dolor Y Gloria

NASTRO D’ORO

Vittorio STORARO per Un giorno di pioggia a New York

50 anni di grande fotografia

NASTRO SPECIALE

Lorenzo MATTOTTI per La famosa invasione degli orsi in Sicilia

(Indigo Film – Rai Cinema)

NASTRO DELLA LEGALITÀ

In collaborazione con il Festival “Trame – Festival dei libri sulle mafie”

Aspromonte di Mimmo CALOPRESTI

(produzione Fulvio e Federica Lucisano – IIF con Rai Cinema)

MIGLIOR CASTING DIRECTOR

Davide ZUROLO per L’immortale

PREMIO GUGLIELMO BIRAGHI

Per le ‘promesse’ dell’anno

Giulio PRANNO per Tutto il mio folle amore

Con una menzione speciale a Federico IELAPI per Pinocchio con il sostegno della Fondazione Claudio Nobis. 

PREMIO “GRAZIELLA BONACCHI”

Barbara CHICHIARELLI

PREMIO NINO MANFREDI

Claudio SANTAMARIA per Tutto il mio folle amore e Gli anni più belli

PREMIO NASTRI D’ARGENTO – SIAE

per la sceneggiatura

Emanuela ROSSI per Buio

NASTRI D’ARGENTO – NUOVO IMAIE

per il doppiaggio

Stefano DE SANDO – Robert De Niro in The Irishman

Claudia CATANI – Angelina Jolie / Emanuela ROSSI – Michelle Pfeiffer in Maleficent

IL ‘CAMEO’ DELL’ANNO

Barbara ALBERTI per La Dea Fortuna

Ennio Morricone ha scritto il suo necrologio: “Non voglio disturbare”

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Con un gesto tenero, affettuoso verso i suoi cari e soprattutto sua moglie, a conferma del suo temperamento modesto, preciso e integerrimo, soprattutto molto riservato e privato nelle sue manifestazioni, Ennio Morricone ha scritto il suo stesso necrologio. “Parole commoventi, che il suo avvocato nonché amico di famiglia Giorgio Assumma ha enunciato ai cronisti che affollano l’entrata del Campus Biomedico, dove Morricone era stato ricoverato a seguito di una frattura del femore e dove è spirato all’età di 91 anni per, spiega il legale, “complicazioni post operatorie” come si legge su Repubblica.it.

Ecco di seguito il necrologio di Ennio Morricone, scritto da lui stesso

“Io, ENNIO MORRICONE, sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare. Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca , Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio”.

Ennio Morricone e Moglie
Foto di Raffaele Piano

Non ha voluto disturbare, il Maestro, non ha voluto funerali pubblici, come il suo rango avrebbe meritato, ma a “disturbare” ancora e per sempre ci sarà la sua musica, che lo ha consegnato all’immortalità.

Nastri d’Argento 2020: la serata di premiazione dedicata a Ennio Morricone

Nastri d’Argento 2020: la serata di premiazione dedicata a Ennio Morricone

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È dedicata al grande Ennio Morricone la serata di premiazione della 74ma edizione dei Nastri d’Argento in onda questa sera alle 21.10 su Rai Movie dal Museo MAXXI a Roma.

Il compositore di capolavori assoluti, artista inarrivabile e discreto, geniale e riservato, Morricone ha accompagnato la vita di ognuno di noi per oltre cinquant’anni, amato da un pubblico trasversale e internazionale. Ha vinto l’Oscar® alla carriera “per i suoi eccezionali contributi nell’arte della musica per film” nel 2007 dopo cinque candidature, e poi nel 2106 l’Oscar® per la Miglior Colonna sonora per “The Hateful Hate” di Quentin Tarantino. Ha vinto il primo dei suoi 11 Nastri D’Argento, più il prestigioso Nastro d’Oro alla carriera, nel 1965 con “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone, che segna l’avvio di un sodalizio artistico e umano che era iniziato sui banchi di scuola. Innumerevoli i premi anche internazionali conquistati nel corso della sua carriera – fra cui 3 Golden Globe, 6 Bafta, 10 David di Donatello – e nel 1995 ha ricevuto il Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Morto Ennio Morricone, il maestro aveva 91 anni

I Giornalisti Cinematografici non possono non ricordarlo con l’affetto e la stima di sempre questa sera dedicandogli la cerimonia dei Nastri in diretta su Rai Movie dalle 21.10, ricordando innanzitutto le parole con le quali Morricone concluse lo scorso 11 gennaio la cerimonia per il premio alla carriera ricevuto in Senato: “Io credo che la prossima stagione sarà bellissima”. Parole che tanto più in questa stagione e in questa serata sono il migliore augurio per il cinema italiano.

Famosa, il trailer del film evento di Alessandra Mortelliti

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Famosa, il trailer del film evento di Alessandra Mortelliti

È disponibile il trailer di FAMOSA, il film evento nelle sale italiane con Europictures il 13, 14 e 15 luglio, diretto da Alessandra Mortelliti con Jacopo Piroli, Adamo Dionisi, Gioia Spaziani e Matteo Paolillo.

Famosa, presentato ad Alice nella città durante l’ultima Festa del cinema di Roma, racconta la storia di Rocco, un ragazzo quasi diciottenne, incompreso e solitario, che desidera trasferirsi da un piccolo paese della Ciociaria nella Capitale, per poter realizzare il suo più grande sogno: diventare un ballerino. Con tenacia e grande forza di volontà, Rocco riuscirà ad intraprendere il tanto agognato viaggio, ma la realtà che lo attende non sarà quella sperata e il suo sogno verrà ancora una volta messo alla prova.

La storia di Rocco Fiorella nasce da un monologo teatrale e arriva sul grande schermo come racconto di formazione di un timido adolescente con la passione del ballo, incompreso dalla sua famiglia, in particolar modo da suo padre, e dai suoi compagni di classe che ne fanno oggetto di scherno e derisione. Al suo fianco Maura, una zia speciale che lo sosterrà in ogni scelta, Azzurra, un’amica saggia, e Luigi, il suo principe bello e tenebroso.

Una favola moderna, come la definisce la Mortelliti, che con Famosa firma il suo esordio alla regia cinematografica. Prodotto da Palomar con Rai Cinema, Famosa sarà distribuito come evento nei cinema italiani il 13, 14 e 15 luglio grazie a Europictures.

Ennio Morricone, le sue migliori composizioni per il cinema

Ennio Morricone, le sue migliori composizioni per il cinema

Lunedì 6 luglio 2020 si è spento a 91 anni il grande Maestro, Ennio Morricone. Tra ricordi personali, commenti ironici sul suo carattere volitivo, infelici commenti sulla sua età, il mondo dell’internet sta commemorando colui che ha davvero rappresentato e contribuito a costruire l’immaginario collettivo, avvicinando il cinema al pubblico ed entrando nella testa di chiunque con le sue melodie che, indissolubilmente, sono legate al cinema di Sergio Leone. Ma quali sono le sue composizioni migliori per il cinema? Ecco un tentativo parziale e maldestro di dare un’ordine di preferenza ai suoi lavori, tutti allo stesso modo espressione di grande arte, ispirazione ed impegno.

Per un pugno di dollari soundtrack

Gli spettatori hanno visto per la prima volta l’imperscrutabile “uomo senza nome” di Clint Eastwood nel pionieristico Spaghetti Western di Sergio Leone. Per un nuovo tipo di antieroe, Morricone ha creato un nuovo tipo di colonna sonora – con canti maschili, chitarre spagnole, fischi e campane. Quest’opera ha catapultato il compositore italiano trai grandi del cinema.

Il buono, il brutto e il cattivo soundtrack

Il terzo film della cosiddetta “trilogia del dollari”, che segue Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più. La trama ruota attorno a tre pistoleri in competizione per trovare dell’oro sepolto. La colonna sonora più famosa di Morricone combina una melodia classica a tema con chitarre elettriche e voci drammatiche, che rappresentano l’ululato dei coyote.

C’era una volta il West soundtrack

Una storia epica con tutti gli ingredienti necessari: uno sconosciuto misterioso (con armonica), un desperado famoso, la bella vedova in pericolo e uno spietato assassino che lavora per la ferrovia. Questa colonna sonora lirica e armonica ha contribuito a rendere il brutale western del regista Sergio Leone, interpretato da Henry Fonda e Charles Bronson, un classico di tutti i tempi.

Mission soundtrack

La colonna sonora nominata all’Oscar di Ennio Morricone fonde cori barocchi con tamburi tribali per evocare lo scontro culturale tra gesuiti spagnoli del 18° secolo e indiani amazzonici. Robert de Niro e Jeremy Irons hanno offerto notevoli interpretazioni ma la musica e la fotografia hanno rubato le luci della ribalta.

Gli Intoccabili soundtrack

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L’agente federale Eliot Ness (Kevin Costner) decide di fermare Al Capone (Robert De Niro); a causa della corruzione dilagante, riunisce una piccola squadra selezionata composta tra gli altri anche da Jim Malone (Sean Connery in un ruolo da Oscar). Tutta l’atmosfera di tensione e proibizione del dramma di gangster del regista Brian de Palma è catturata nella colonna sonora elettrizzante, nominata all’Oscar e vincitrice del BAFTA.

Nuovo Cinema Paradiso soundtrack

La storia di Giuseppe Tornatore sull’amicizia di un giovane ragazzo con un proiezionista del cinema di paese ha ispirato parte della musica più toccante e melodica di Morricone. La colonna sonora, composta dal Maestro con suo figlio Andrea, ha vinto un BAFTA nel 1990.

Malèna soundtrack

Morricone ha fornito una colonna sonora amara per un altro dramma di Tornatore, la storia di una donna che sostiene l’educazione sessuale in un gruppo di adolescenti. Monica Bellucci ha recitato e Morricone ha ottenuto la sua quinta nomination all’Oscar per la colonna sonora, ancora una volta incredibile.

The Hateful Eight soundtrack

Il primo Oscar “sul campo” (dopo quello alla carriera), quello che per lui aveva davvero valore. Ennio Morricone, vincitore del premio come miglior colonna sonora originale per il film di Quentin Tarantino nel 2016, ha dichiarato in sede di premiazione: ” Non c’è una musica importante senza un grande film che la ispiri.”

C’era una volta in America soundtrack

Armoniche, vocalizzi e fischietto compaiono nella colonna sonora lussureggiante di Ennio Morricone, premiata con il BAFTA, per l’epica saga di Sergio Leone sui gangster ebrei a New York. Robert de Niro e James Woods hanno guidato un cast stellare, in stato di grazie. Leone ha diretto l’affresco epico di una storia universale. Morricone lo ha consegnato all’immortalità con la sua musica.

Guardiani della Galassia Vol. 3: 10 cose che vorremmo vedere nel film

Guardiani della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma sappiamo che James Gunn è tornato a lavorare sul film una volta completati i lavori sull’attesissimo The Suicide Squad. Se non fosse stato licenziato dalla Disney, probabilmente l’agognato Vol. 3 sarebbe già arrivato nelle sale, ma come ben sappiamo, le cose sono andate diversamente… In attesa di capire quando partiranno ufficialmente le riprese del film e, soprattutto, se è possibile sperare di vederlo in sala già nel 2022 (o, forse, nel 2023!), ComicBookMovie ha raccolto 10 cose che sarebbe bello vedere nel film.

Un nuovo Vendicatore nel team

Thor: Love and Thunder uscirà prima di Guardiani della Galassia Vol. 3, e sembra probabile che sarà proprio nel film di Taika Waititi che il Dio del Tuono si separerà da Star Lord & co. per gestire i propri affari. Di conseguenza, è difficile prevedere se Thor apparirà effettivamente in Vol. 3, ma ciò non significa che un altro Vendicatore non possa aiutare la squadra.

Un personaggio come Captain Marvel potrebbe fare la sua apparizione nel film, ma di certo non è l’unica opzione: Gunn avrebbe a disposizione tantissimi personaggi tra i quali scegliere, come Hulk, War Machine o anche Black Panther. Ad ogni modo, sarebbe una scelta molto divertente e, soprattutto, coerente dopo quanto visto in Avengers: Endgame

Nova

La Nova Corps ha giocato un ruolo chiave nel primo film sui Guardiani della Galassia; ciononostante, non ci sono tracce dell’organizzazione nel sequel. In Avengers: Infinity War Thanos ha spazzato via metà della popolazione vivente: ciò potrebbe riguardare anche il Nova Corps, ma nulla ci vieta di ipotizzare che Richard Rider potrebbe essere sopravvissuto.

Il debutto di Nova sul grande schermo è atteso veramente da tempo, e sebbene Gunn non sia mai sembrato un grande fan del personaggio, potrebbe almeno fargli fare il suo debutto nel MCU attraverso il suo film, prima che l’eroe e le sue origini vengano ulteriormente esplorato in un possibile stand-alone.

L’avvio del Marvel Cosmic Universe

James Gunn ha suggerito in diverse occasioni che Guardiani della Galassia Vol. 3 metterà ufficialmente fine alla storia del team guidato da Star Lord; è difficile però dire cosa significhi ciò per il futuro del franchise. Alcuni membri del team potrebbero continuare ad esistere, mentre altri potrebbero essere sostituiti; eppure, una volta è stato detto che Gunn avrebbe assunto un ruolo estremamente significativo nel futuro dell’Universo Cinematografico Marvel

Adesso, l’attenzione che la Fase 4 sembra essere pronta a rivolgere ai personaggi cosmici piuttosto che agli Eroi più potenti della Terra, appare un’ipotesi emolto più radicata, soprattutto dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Vol. 3 potrebbe dunque preparare il terreno per una nuova era fatta di storie cosmiche che si spera sarà supervisionata da Gunn (che adesso può fare uso di quei personaggi Fox) ed approfondita nella Fase 5. 

Il ritorno dei Guardiani originali

Guardiani della Galassia Vol. 2 ci ha fatto conoscere i Guardiani originali, una squadra guidata dallo Stakar di Sylvester Stallone. Essendo riuniti sulla scia della morte di Yondu, quel gruppo è destinata ad apparire in Vol. 3, con Gunn che ha effettivamente accennato alla possibilità. 

Fare squadra con gli attuali Guardiani sarebbe divertente: anche se molti fan non sono particolarmente entusiasti circa la possibilità che possano prendere il controllo del franchise, un prequel a loro dedicato non sarebbe una cattiva idea. Dopotutto, un film del genere potrebbe esplorare gli anni trascorsi da Yondu con la squadra, spiegando ciò che lo ha spinto a lasciarli e a formare i Ravager. 

Adam Warlock

Per coloro che non hanno familiarità con il materiale originale, c’è stata quasi sicuramente un po ‘di confusione sul significato di quella scena post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 2 in cui Ayesha crea un essere artificiale per sconfiggere i Guardiani e decide di chiamarlo Adam.

Anche se la sua storia sarà chiaramente diversa dalla controparte fumettistica, per Adam Warlock è arrivato il momento di fare il suo debutto al cinema. Senza dubbio entrerà in guerra con Star-Lord & co. prima di capire gli errori commessi lungo il suo cammino ed unirsi alla squadra. Sarebbe strano per Gunn non usarlo in Vol. 3, dato il desiderio di vendetta di Ayesha.

La prossima evoluzione di Groot

Baby Groot è stata una delle invenzioni più tenere che siano mai apparse sul grande schermo, con Avengers: Infinity War che ha esplorato a fondo il concetto di una versione più “adolescenziale” di quel personaggio. La domanda è: cosa accadrà in futuro? Vin Diesel ha spesso anticipato un “Alpha” Groot, anche se Gunn ha subito smentito le sue affermazioni.

Riportare Groot alla forma adulta che abbiamo visto per la prima volta in Guardiani della Galassia suonerebbe un tantino ridondante in questa fase, e il regista ha detto diverse volte che quella era in realtà una versione di Groot completamente diversa. Consapevoli di ciò, siamo certi che vedremo una nuova evoluzione del personaggio quando Vol. 3 arriverà in sala.

La reunion di Star-Lord e Gamora

Avengers: Infinity War ha ucciso Gamora, ma Avengers: Endgame è riuscito a portare una versione passata del personaggio ai giorni nostri. Sfortunatamente, tale versione non ha memoria di Star-Lord o del resto dei Guardiani, e ora spetterà a Gunn occuparsene in qualche modo. Inutile dire che vogliamo assolutamente vedere Star Lord e Gamora innamorarsi di nuovo, soprattutto perché sappiamo che sono destinati a stare insieme… quale sarà il modo per ripristinare i ricordi della Gamora del passato?

In attesa di scoprirlo, questa non è l’unica reunion che vorremmo vedere in Guardiani della Galassia Vol. 3. Se Gunn sembra aver dichiarato che Star-Lord lascerà la Terra il più rapidamente possibile dopo i fatti di Endgame, allora perché non portarlo a casa per farlo ricongiungere con la sua famiglia?

Un’altra incredibile colonna sonora

Alla fine di Guardiani della Galassia Vol. 2, Kraglin ha dato a Peter uno Zune pieno di canzoni per sostituire il suo mangiacassette andato distrutto. Non è esattamente un iPod, ma è chiaro che sentiremo canzoni da ogni epoca quando Vol. 3 arriverà al cinema, qualcosa che promette di scuotere drasticamente il tono e le atmosfere del film (e che è stato già anticipato in Avengers: Infinity War).

Ciò dà anche a Gunn molta più libertà creativa quando si tratta di cambiare il modo in cui le canzoni funzionano all’interno delle scene (ricordiamo che il regista le scrive pensando alle melodie!); quindi, la colonna sonora di Vol. 3 promette di essere qualcosa per cui vale la pena essere in trepidante attesa. 

Drax ritrova la sua famiglia

Guardiani della Galassia ha dato a Drax l’opportunità di vendicarsi di Ronan l’Accusatore, ma al tempo stesso ha anche chiarito che era proprio Thanos che voleva. Sfortunatamente, gli ultimi due film sui Vendicatori non hanno approfondito la questione, ma ci sono alcuni modi attraverso cui si potrebbe rimediare in Vol. 3.

Anche se Drax crede che la sua famiglia sia morta, ci sono diverse voci secondo cui sua figlia è sopravvissuta: ecco perché ci piacerebbe vederli ritrovarsi in Vol. 3. Troppo spesso sembra che Drax sia lasciato in secondo piano: chi non desidererebbe per il personaggio un gran bel lieto fine? È qualcosa che certamente si merita a questo punto del franchise: Vol. 3 potrebbe davvero approfondire molto della sua storia ed aiutarlo a superare le tragedie passate.

Galactus e Silver Surfer

Visto che i Marvel Studios hanno riacquistato i diritti sui franchise degli X-Men e e dei Fantastici Quattro, non sarebbe assurdo pensare che Galactus e Silver Surfer possano apparire nel film, magari non come antagonisti principali. 

Ci sono molti modi in cui Gunn potrebbe prendersi gioco della loro esistenza, anche solo per gettare le basi per un eventuale film futuro. Ci sono molti altri cattivi cosmici dei franchise sopracitati con cui Gunn potrebbe giocare in Vol. 3, ma ci piacerebbe vedere la sua interpretazione di questo duo, soprattutto dopo averci presentato Gli Osservatori.

The Book of Vision apre la Settimana della Critica a Venezia 2020

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Il film drammatico in lingua inglese prodotto da Terrence Malick, The Book of Vision, diretto dall’italiano Carlo Hintermann, aprirà la sezione della Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia il 2 settembre. Venezia, sperando che non ci siano complicazioni, è destinata a essere il primo grande evento cinematografico internazionale a tenere un’edizione fisica dopo la crisi del coronavirus, con date fissate per il 2-12 settembre.

Il film – che vede protagonisti la star di Game of Thrones Charles Dance, l’attrice olandese Lotte Verbeek (Outlander) e l’attore svedese emergente Sverrir Gudnason (Borg / McEnroe) – si concentra sulla relazione dottore / paziente relazione raccontata dal punto di vista di una studentessa di medicina di nome Eva (Verbeek). È il debutto cinematografico di Hintermann a seguito di numerosi documentari in lingua inglese, tra cui uno su Malick, per il quale Hintermann è stato anche regista di seconda unità delle riprese italiane di The Tree of Life, vincitore della Palma d’Oro.

Malick, che è il produttore esecutivo del film, è stato coinvolto in The Book of Vision sin dall’inizio. Ha contribuito a formare una squadra di prim’ordine che comprende il direttore della fotografia Joerg Widmer (Bastardi senza gloria) e lo scenografo David Crank (Lincoln) e il produttore di Vision Gerardo Panichi. Il supporto del regista de I giorni del cielo è arrivato da subito e lo stesso Hintermann ha dichiarato che Malick si è reso disponibile affinché lui potesse “fare il film che è nella tua mente”.

Nel frattempo, Hintermann ha definito The Book of Vision “un gioco di specchi tra due dimensioni” e ha affermato che i salti temporali sono in parte “ispirati dal tipo di narrazione nei videogiochi”. Ha anche sottolineato che il tono del film mescola Barry Lyndon e Labyrinth, definizione che sicuramente accresce l’interesse intorno al progetto. Il film sarà quindi presentato in anteprima fisicamente a Venezia, e Hintermann ha dichiarato che il suo film “parla di rinascita” e, quest’anno, Venezia sarà “per definizione una reinvenzione dopo il trauma che abbiamo attraversato”.

Fonte: Variety

Gangs of London: la nuova serie Sky Original

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Gangs of London: la nuova serie Sky Original

GANGS OF LONDON,  è la nuova e adrenalinica serie tv targata Sky Original ambientata nel cuore più nero di Londra, e firmata da Gareth Evans. Recensioni entusiastiche e ascolti da record ne hanno fatto un vero e proprio fenomeno nel Regno Unito e le sono già valsi il rinnovo per la seconda stagione.

Gangs of London è stata creata dal visionario e pluripremiato regista del franchise The Raid Gareth Evans e dal suo partner creativo Matt Flannery. La serie è prodotta da Pulse Films in associazione con Sister Pictures per Sky Studios. Thomas Benski e Lucas Ochoa sono i produttori esecutivi per Pulse Films insieme a Jane Featherstone per Sister. La serie è stata commissionata da Zai Bennett, Managing Director of Content di Sky UK e Cameron Roach, Director of Drama degli Sky Studios, con Gabriel Silver come produttore esecutivo per Sky Studios.

GANGS OF LONDON: quando esce e dove vederla in streaming

GANGS OF LONDON debutta il 6 luglio alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming NOW TV (e sarà ovviamente disponibile on demand).

GANGS OF LONDON: la trama e il cast

Gangs of London è un’elettrizzante epopea criminale in nove episodi prodotti dagli Studios di Sky con Pulse Films e Sister Pictures e firmati dal maestro dell’action-fighting Gareth Evans (il franchise The Raid). Con Joe Cole (Peaky Blinders) e Michelle Fairley (Il Trono di Spade) a guidare il talentuosissimo e multienico cast – diretto da Evans con Xavier Gens e Corin Hardy – nel sottobosco criminale della capitale inglese, la serie racconta la storia dei Wallace, famiglia criminale vecchio stampo di origini irlandesi che controlla i traffici e assicura la pace fra le gang di Londra.

Da più di 20 anni Finn Wallace (Colm Meaney, Hell on Wheels), il temuto e rispettato patriarca, è infatti il criminale più potente della città, con miliardi di sterline che circolano ogni anno nella sua organizzazione. Basa il proprio potere su una fragile ma remunerativa alleanza di bande da ogni angolo del mondo, giunte a Londra a contrabbandare ogni cosa. Ora è morto, e nessuno sa chi ne ha commissionato l’omicidio: chi può aver voluto rinunciare a uno status quo in cui tutti potevano fare ordinatamente e impunemente sporchissimi affari accumulando montagne di soldi? Il figlio di Finn, Sean Wallace (Joe Cole, Peaky Blinders), è pronto a prendere il posto del padre ai vertici dell’impero, non prima di aver scoperto chi e perché lo ha ucciso e di averlo vendicato nel sangue. Per farlo, darà il via a una caccia all’uomo che metterà a repentaglio la difficile alleanza fra le gang della capitale britannica.

Sean sarà aiutato dalla madre Marian (Michelle Fairley, Il Trono di Spade) e dalla famiglia Dumani, di origini nigeriane, formata da Ed – interpretato da Lucian Msamati (His Dark Materials  – Queste oscure materie, Il Trono di Spade), da sempre bracciodestro e amico fraterno di Finn, dal figlio Alexander (Paapa Essiedu), dall’aspetto impeccabile, un mago della finanza perfettamente inserito nel mondo della buona società londinese, e dalla figlia Shannon – Pippa Bennett-Warner (MotherFatherSon) – che collabora agli affari sporchi dei Wallace nascondendo la ricchezza di milionari e miliardari attraverso l’arte e le proprietà immobiliari. Ad aiutare Sean Wallace nella sua crociata si aggiungerà Elliot Finch, interpretato da Sope Dirisu(Black Mirror), uno scagnozzo dei Wallace, che è stato considerato per tutta la vita un perdente ed è pronto a tutto per ottenere un ruolo più importante nell’organizzazione criminale.

GANGS OF LONDON: recensione e accoglienza

Gli echi di Gomorra – La serie, il gusto per il pulp di Tarantino, una Londra che strizza l’occhio a Gotham City e, al centro della narrazione, una famiglia che richiama, anche nella sua composizione, quella de Il Padrino ne fanno infatti una delle serie più attese dell’estate, già premiata anche dalla critica di casa nostra. “La Gomorra di Sua Maestà”, ha titolato Il Venerdì di Repubblica, “Fenomenale!” (Ciak), “Un thriller tra i più appassionanti dell’anno” per Vanity Fair, mentre Wired la definisce “un esempio incredibile di cosa si possa fare con la televisione”.

GANGS OF LONDON: personaggi

Sope Dirisu (Black Mirror) è ELLIOT FINCH, un delinquente di basso rango, scagnozzo dei Wallace, da tutti considerato un perdente, che non ha mai smesso di lottare per migliorare la propria condizione. Suo padre è stato un pugile mercenario che accettava denaro per farsi battere sul ring. Elliot odiava quello che faceva perché pensava che suo padre meritasse di più dalla vita. Ex militare, ha perso sua moglie e suo figlio. Desidera con tutte le sue forze un’altra occasione nella vita e cerca in tutti i modi di guadagnarsi la fiducia di Sean Wallace.

Colm Meaney (Hell on Wheels, Star Trek: Deep Space Nine) interpreta FINN WALLACE, figura di spicco della mala londinese per due decenni, è stato il boss di un’organizzazione che riuniva sotto la propria egida le bande criminali più importanti della capitale. Dopo il suo assassinio, spetta al resto della famiglia proteggere l’organizzazione. Finn arriva a Londra da giovane immigrato irlandese e riesce a costruire un impero dal nulla. Incontra Ed Dumani quando sono entrambi adolescenti e fra i due si instaura fin da subito un legame profondo. Sono uniti nella loro “alterità” rispetto ad una città che vorrebbe tagliarli fuori. Finn subodora subito il potenziale inespresso di questa città multiculturale, riciclando il denaro sporco dei principali leader delle bande di Londra e degli investitori internazionali su vasta scala. Finn ha tre figli – Billy, Sean e Jacqueline – avuti da sua moglie Marian.

Michelle Fairley (Il trono di spade) nel ruolo di MARIAN WALLACE, moglie di Finn e roccia della famiglia. Estremamente protettiva nei confronti dei figli, è altrettanto ambiziosa e risoluta nel fare tutto il necessario per mantenere il potere. Prima di diventare madre, era profondamente coinvolta negli affari di suo marito. Ma dopo aver dato alla luce Jacqueline, Finn chiede a Marian di fare una scelta: rimanere coinvolta in prima linea nell’attività criminale o fare un passo indietro per crescere i bambini. Marian sceglie i suoi figli – e con quella decisione vedrà ridimensionata la sua statura nel mondo criminale.

Joe Cole (Peaky Blinders) nei panni di SEAN WALLACE, ragazzo cresciuto elemosinando l’amore e l’approvazione di suo padre. Ha sempre mostrato interesse per la parte criminale dell’azienda, volendo sapere di più su ciò che faceva suo padre. Ma quando quest’ultimo lo mette davanti ad una terribile prova d’iniziazione in occasione del suo 14esimo compleanno chiedendogli di uccidere un uomo per entrare nell’organizzazione, Sean non riuscirà a farlo. Il ragazzo ne uscirà profondamente cambiato. Sentirà di aver fallito. Ed è proprio in quel momento che maturerà la sua propensione alla violenza. Non vuole più essere quel ragazzo che non è riuscito a premere il grilletto. Sean è uno stratega carismatico e di successo e, soprattutto, ama la sua famiglia. Vede i Dumani come parte della famiglia, e per lui sono vitali come suo fratello, sua sorella e i suoi genitori. Con la morte di suo padre, Sean ha ora due obiettivi: scoprire chi ha ordinato il suo assassinio e consolidare il proprio posto ai vertici dell’impero dei Wallace. Presto scoprirà che raggiungere entrambi gli obiettivi è tutt’altro che semplice. Ossessionato dal pensiero che l’assassino di suo padre sia all’interno della sua organizzazione, Sean lascerà prevalere il suo lato violento e impulsivo al punto che l’organizzazione dei Wallace rischierà di perdere tutto.

Brian Vernel (Star Wars: Il risveglio della Forza) è BILLY WALLACE, il figlio maggiore. Ha cercato di esorcizzare il mondo disfunzionale nel quale è cresciuto sviluppando una dipendenza dall’eroina. Non si occupa degli affari sporchi della famiglia ma ha un rapporto di co-dipendenza con suo padre in quanto fornitore della droga di cui Billy ha estremo bisogno per sentirsi vivo. Come molti tossicodipendenti, Billy ha una vasta rete di contatti – e sa che questo potrebbe essere un enorme risorsa per Sean, se solo suo fratello la vedesse in quel modo. Dopo tutto, Billy ama molto il fratello: i due condividono la consapevolezza di cosa significa essere stati i figli di Finn Wallace, anche se le loro traiettorie nella vita sono state nettamente diverse.

Valene Kane (Thirteen) interpreta JACQUELINE ROBINSON, figlia minore di Finn e Marian. Jacqueline non vuole avere più niente a che fare con la sua famiglia e con le loro attività criminali. A differenza di Sean e Billy, durante la sua adolescenza è stata tenuta all’oscuro del lato criminale degli affari di famiglia e quando finalmente scopre la verità decide di chiudere i rapporti con loro. Continua a voler bene a Billy e Sean ma detesta il fatto che sua madre e suo padre li abbiano coinvolti nei loro affari criminali. Determinata a reinventarsi, si dedica anima e corpo a fare del bene e diventa così un instancabile medico del pronto soccorso per restituire qualcosa alla comunità. Ma è difficile lasciarsi completamente alle spalle i Wallace, e quando suo padre verrà ucciso, sua madre intensificherà i suoi sforzi per ricondurla all’ovile.

Lucian Msamati (His Dark Materials – Queste oscure materie, Il Trono di Spade) è ED DUMANI, braccio destro di Finn Wallace. Ed Dumani e Finn Wallace si sono conosciuti quando erano due giovani immigrati, desiderosi di farsi strada e diventare qualcuno a Londra proprio al tempo del famigerato “No blacks, no Irish”. Insieme, hanno preso il controllo del sottobosco criminale di Londra e da allora Ed è stato il braccio destro di Finn.  È un abile stratega e una figura influente all’interno dell’organizzazione Wallace ed è lui che gestisce la parte criminale dell’azienda. Ha mantenuto i segreti di Finn e si è assicurato che gli omicidi avvenissero lontano da sguardi indiscreti, tenendo i corpi lontani dalle strade. Padre di Alexander e Shannon e nonno di Danny, è stato felicemente sposato con Ayana e quando a sua moglie viene diagnosticato un cancro allo stadio terminale Ed è dilaniato dal dolore. Mentre Ayana è sul letto di morte, Finn e Marian si offrono di ospitare in casa loro Alex e Shannon per un po’, per evitare ai ragazzi il dolore di vedere la propria madre spegnersi in un modo così terribile. Ed è immensamente grato per questo gesto anche se è proprio durante quel periodo che Finn si accorge del potenziale di Alexander e dunque dal quel momento in poi Ed sa che il destino di suo figlio non sarà più nelle sue mani. Ma la paura per il destino di suo figlio va di pari passo con il suo orgoglio. Sa che Alex è il futuro dell’organizzazione. Ma quando Finn viene ucciso e Sean gli subentra, tutte queste certezze crollano in un batter d’occhio – e ora Ed deve lottare per tenersi stretto tutto ciò per cui ha lavorato una vita.

Paapa Essiedu nel ruolo di ALEXANDER DUMANI, il figlio di Ed, ragazzo acuto, intelligente, carismatico e vero e proprio mago della finanza. Quando la famiglia Wallace accoglie lui e sua sorella durante l’agonia della madre, stringe un profondo legame con Finn che è come un secondo padre per lui e Sean diventa come un fratello. Finn si interessa molto a lui, coltiva il suo talento e capisce che Alexander ha l’acume necessario per poter trasformare l’impero dei Wallace. Alexander è devastato quando Finn viene ucciso e parte di ciò che lo spinge ad andare avanti è il desiderio di onorare ciò che ha iniziato con Finn. Alexander è profondamente fedele a Sean ma ha l’obbligo di proteggere l’azienda. Capisce il suo amico, sa che c’è di più in lui oltre alla rabbia e alla vendetta. Tuttavia, Alex è una persona estremamente ambiziosa che ha le sue personali opinioni sulla direzione futura dell’azienda.

Pippa Bennett-Warner (MotherFatherSon) nei panni diSHANNON DUMANI, sorella di Alexander, lavora per l’organizzazione Wallace con il compito di contribuire a nascondere la ricchezza di milionari e miliardari attraverso l’arte e le proprietà immobiliari. Si mescola con quel genere di persone che qualcuno definirebbe sofisticate ed altri chiamerebbero amorali. È madre single di Danny, ma non lascia che le sue responsabilità le impediscano di divertirsi. Forse è per questo che rimane attratta da Elliot quando lo incontra.

Nei panni dei temibili leader delle gangs di Londra:

Asif Raza Mir (Tanhaiyaan) interpreta ASIF AFIDI, pakistano, un magnate dell’eroina che controlla la maggior parte della droga che entra nel Regno Unito. Suo figlio Nasir è candidato a sindaco mentre lui si occupa delle “altre cose”. Alleato di lunga data dei Wallace, il suo business rappresenta una grossa fetta delle entrate della famiglia Wallace. Asif è un traffichino spietato, ma i suoi incessanti tentativi di annientare un suo storico rivale curdo lo vedranno entrare in rotta di collisione con Lale, che sta cercando vendetta.

Orli Shuka (Save Me) nel ruolo LUAN DUSHAJ, un padre di famiglia devoto e ambizioso capomafia albanese, punta a diventare una pedina importante della giungla criminale di Londra. Molti all’interno dell’ecosistema criminale di Londra non si fidano di lui, ma Luan pensa che sia solo un pregiudizio. Di recente ha preso alcune decisioni rischiose, entrando in una partnership che potrebbe renderlo potente come gli stessi Wallace. Ma quando Finn viene ucciso, le cose iniziano rapidamente a prendere una brutta piega per Luan – e ben presto si renderà conto di aver fatto il passo più lungo della gamba.

Narges Rashidi (L’ombra della paura) nei panni di LALE. Lale gestisce un’attività di spaccio di eroina che finanzia la sua lotta per l’indipendenza curda. Ma le sue ambizioni politiche sono complicate dal suo desiderio di vendetta nei confronti di Asif, che ritiene responsabile dell’assassinio di suo marito. Gestisce la sua operazione da un bunker segreto nei sotterranei del negozio delle sue sorelle. Intelligente, affascinante e feroce, rifiuta di lasciare che la decisione di Sean di chiudere tutte le operazioni criminali a Londra le impedisca di fare soldi.

Mark Lewis Jones (Master & Commander – Sfida ai confini del mare) nel ruolo di KINNEY, terrificante e brutale leader di una delle bande criminali di Londra. Kinney potrà anche non avere tanti soldi o potere come alcuni degli altri capi delle gang della serie, ma questo non gli impedisce di essere uno dei personaggi più temibili della città. Quando suo figlio diventa il bersaglio della rabbia di Sean, è costretto a sfidare la potenza della famiglia Wallace.

Nel cast anche.

Ray Panthaki (Marcella) nel ruolo di JEVAN KAPADIA, una figura ambigua e sfuggente del business criminale londinese. Lavora come intermediario, collegando bande criminali con individui potenti e ricchi che non vogliono essere visti andare a braccetto con il mondo della criminalità. Un tempo dirigeva la sua società di intelligence privata, ha lavorato per un periodo al ministero degli Esteri e si mormora abbia numerosi contatti con agenzie di intelligence in tutto il mondo. È molto benestante perché è nato nella ricchezza, ha studiato a Cambridge e ha una fitta rete di conoscenze.

Jing Lusi (The Malay Chronicles: Bloodlines) nei panni di VICKY, una poliziotta ambiziosa che indaga sugli affari dei Wallace. È convinta che facendo bene il suo lavoro e magari risolvendo un caso importante – quale è quello dei Wallace – sarà ricompensata.

16 Anni e Incinta Italia arriva in Italia Paramount Network

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16 Anni e Incinta Italia arriva in Italia Paramount Network

Le storie più belle di 16 Anni e Incinta Italia, il programma cult di MTV, arrivano su Paramount Network – il canale di intrattenimento di ViacomCBS Networks Italia, visibile sul 27 del digitale terrestre, sul canale 27 di Tivusat e sul 158 di Skyin formato movie per godersele tutte d’un fiato!

La serie, produzione originale di MTV, andrà in onda su Paramount Network per la prima volta nella nuova versione movie, con le storie delle stagioni 4 e 6. L’appuntamento è, quindi, ogni sabato alle 14.00 a partire dal 4 luglio e per tutta l’estate.

16 Anni e Incinta Italia, il programma

16 Anni e Incinta Italia è un programma originale di MTV che indaga il tema della maternità vestendo i panni di adolescenti che vivono questa esperienza unica, a volte anche difficile, in prima persona. Le giovani protagoniste sono ragazze che diventano mamme in un’età molto delicata, spesso senza averlo deciso. Tante storie, volti, pensieri, riflessioni, emozioni contrastanti per una maternità affrontata in giovane età.

Da una parte la gioia, la speranza e dall’altra le piccole e grandi difficoltà e cambiamenti da affrontare. Il docu-film 16 anni e incinta ci racconta tutto questo sentire, vivere, attraverso un linguaggio scevro da giudizi. Un racconto neutrale e senza pregiudizi quindi, fatto di vita quotidiana, di condivisioni sincere e spontanee, che trasporta lo spettatore dentro un mondo fatto di gioie, interrogativi, novità in arrivo, priorità che cambiano. Le protagoniste fronteggiano in maniera diversa la stessa grande esperienza: quella di diventare madri in giovane età. Insieme in questo percorso anche le famiglie, i partner, entrambi parti integranti del racconto.

Le ragazze ci racconteranno come cambia la loro vita, ora che aspettano un bambino. Conosceremo da vicino i loro dubbi, le paure e le insicurezze che si mischiano all’entusiasmo e alla magia che una gravidanza comporta.

16 Anni e Incinta Italia: dove vederlo in tv

16 Anni e Incinta Italia è una produzione ViacomCBS International Studios (VIS) per MTV, realizzata in collaborazione con la casa di produzione Stand By Me.

Il programma andrà in onda per tutta l’estate nell’inedita versione movie solo su Paramount Network, ogni sabato alle 14.00, a partire dal 4 luglio, con le storie delle stagioni 4 e 6. Tutti gli episodi saranno disponibili anche su paramountnetwork.it.

 

Star Wars IX: il ritorno di Palpatine programmato prima de Gli Ultimi Jedi

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Un concept art inedito di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker dimostra che la resurrezione di Palpatine era stata programmata prima di Gli Ultimi Jedi. L’inaspettato ritorno dell’Imperatore Palpatine ha guidato la trama de L’Ascesa di Skywalker. Tale ritorno è stato ampiamente criticato dai fan, a causa di una scarsa configurazione e di ben poche spiegazioni fornite. Da allora la Lucasfilm ha cercato di approfondire il ritorno del personaggio e di spiegarne come fosse stato possibile attraverso il romanzo ufficiale ispirato a Episodio IX.

Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm, ha sempre sostenuto che il ritorno di Palpatine è sempre stato parte integrante dei piani dello studio riguardo la trilogia sequel. Le sue affermazioni però sono state totalmente smentite da Colin Trevorrow, il “primo” regista di Episodio IX, che abbandonò il progetto a settembre del 2017 a causa di alcune divergenze creative con la Lucasfilm. Diverso tempo dopo, una copia della sceneggiatura di Trevorrow – chiamata Duel of the Fates – è arrivata online, confermando che Darth Sidious non faceva parte in alcun modo della sua versione del film: secondo Trevorrow, il ritorno di Palpatine è stata un’idea di J.J. Abrams.

Adesso, concept art di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, continuano ad approdare online, con l’artista Phil Szostak che via Twitter ha voluto dire la sua sulla questione del ritorno dell’Imperatore. L’artista Kevin Jenkins ha infatti condiviso un concept relativo alla resurrezione di Palpatine, e Szostak è voluto intervenire per chiarire a che periodo appartenesse la bozza: “Questo schizzo di Palpatine risale al 1 novembre 2017. Ma le prime bozze di Palpatine sono tutte datate all’11 ottobre 2017: si tratta, se avete letto ‘The Art of the Rise of Skywalker’, di pochi giorni dopo l’inizio dei lavori del dipartimento artistico sul film.”

Il ritorno di Palpatine in Star Wars IX è stata un’idea di J.J. Abrams

Ciò conferma che il ritorno di Palpatine fu davvero una delle prime idee che Abrams present alla Lucasfilm quando venne assunto nuovamente per sostituire Trevorrow. Lo stile della bozza ricorderà ai fan la classica serie a fumetti “Dark Empire” del vecchio universo espanso, una storia non canonica in cui un Imperatore clonato tornò a devastare la galassia con delle super armi.

Notare anche l’imbracatura indossata da Palpatine, un elemento che si è fatto strada nella versione finale di Episodio IX. I piani di Abrams per Palpatine erano chiaramente già ben sviluppati in questa fase, il che – francamente – rende la decisione di non spiegare il ritorno dell’Imperatore nella sceneggiatura ancora più sorprendente.

Justice League Snyder Cut: vedremo anche Lanterna Verde?

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Justice League Snyder Cut: vedremo anche Lanterna Verde?

La Snyder Cut di Justice League arriverà ufficialmente su HBO Max il prossimo anno, e nel frattempo Zack Snyder continua a svelare i suoi piani per la sua versione del film attraverso il social Vero.

Rispondendo alle domande dei fan, il regista si è lasciato andare ad alcuni importanti suggerimenti che potrebbero aver anticipato cosa bisogna aspettarsi dal suo taglio del film, soprattutto in riferimento a certe scene che riguarderebbero sia Jonathan Kent sia l’introduzione del Corpo delle Lanterne Verdi.

Su Vero (via CBM), un fan ha chiesto al regista: “Ho solo una domanda: cosa intendevi con ‘Unite the 7?’. Vedremo Lanterna Verde?”. Snyder ha però risposto in maniera decisamente criptica, postando l’emoji dell’occhiolino.

Quale versione di Lanterna Verde vedremo nella Snyder Cut di Justice League?

Come i più esperti ricorderanno, Yalan Gur, membro del Corpo delle Lanterne Verdi, è apparso brevemente in Justice League durante quel flashback nella battaglia tra gli uomini, gli Atlantidei e le Amazzoni contro Steppenwolf: venne ucciso e il suo anello scomparve per trovare un nuovo ospite, ma è da tempo che si vocifera che Bruce Wayne avrebbe dovuto incontrare TomarRe e Kilowog nel film di Snyder.

Un altro fan ha invece chiesto a Snyder: “Jonathan Kent apparirà ancora una volta nella tua versione di Justice League?”. Purtroppo, anche questa volta il regista ha risposto con un’emoji alquanto criptica, senza confermare o smentire nulla; è probabile, però, che Kevin Costner potrebbe apparire nella versione del cinecomic così come inizialmente concepito da Snyder.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Guardiani della Galassia Vol. 2: il cameo di Stan Lee ispirato dalle teorie dei fan

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Guardiani della Galassia Vol. 2 contiene al suo interno diversi momenti entusiasmanti, anche se forse il più memorabile di tutti rimane il cameo di Stan Lee che incontra Gli Osservatori: nel film, infatti, “The Man” appare brevemente nei panni di un astronauta su un asteroide intento a parlare con tre membri della specie umanoide extraterrestre.

Per anni i fan hanno ipotizzato che lo stesso Lee potesse essere un Osservatore all’interno dell’universo condivso, ma Guardiani della Galassia Vol. 2 lo ha sempre accreditato come un semplice “Informatore” degli Osservatori. Adesso, il regista e sceneggiatore James Gunn ha confermato che sono state proprio le voci e le teorie messe in piedi dai fan ad ispirare la scena di Lee nel film. In risposta alla domanda di un fan, Gunn ha spiegato: “La connessione di Stan Lee con gli Osservatori in Vol. 2 è stata sicuramente ispirata dalle teorie dei fan.”

Sfortunatamente, l’ultimo cameo di Stan Lee nel MCU è stato in Captain Marvel (appare come passeggero del treno su cui si affrontano Carol Danvers e uno Skrull) e, successivamente, in Avengers: Endgame (appare durante una scena ambientata nel 1970, dove guida un’auto ascoltando musica rock a tutto volume), dal momento che il “papà dei supereroi” è scomparso prima di riuscire a girare il suo cameo in Spider-Man: Far From Home. Ovviamente, la sua eredità sarà ricordata per sempre, e dal giorno della sua morte i Marvel Studios hanno trovato diversi modi per rendere omaggio alla sua opera.

Il futuro dei Guardiani della Galassia al cinema

A proposito del futuro dei Guardiani della Galassia al cinema, l’attesissimo Vol. 3, che sarà nuovamente scritto e diretto da James Gunn, non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021. Nel cast torneranno Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, con Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Normal People: recensione della serie tratta da Sally Rooney

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Normal People: recensione della serie tratta da Sally Rooney

Questa estate, Starzplay ci dà la possibilità di avere accesso ad uno dei prodotti più interessanti che Element Picture ha prodotto per BBC Three e Hulu nei mesi passati. Si tratta di Normal People, serie tv basata sull’omonimo romanzo di Sally Rooney e che, con la collaborazione alla sceneggiatura della scrittrice, è stata diretta da Lenny Abrahamson (Room) e Hettie Macdonald.

La storia è quella delle più semplici: un ragazzo e una ragazza si incontrano al liceo, si innamorano, si trova e si perdono, per poi ritrovarsi da grandi, all’università, e riperdersi ancora, con la stessa rapidità con cui poi tornano a trovarsi. Una ricerca dello spirito, una fame reciproca dei corpi, ma anche un’attrazione e una repulsione che sfugge alle razionali spiegazione per approdare in quei luoghi ondeggianti che ospitano umori e sensazioni.

Normal People racconta la storia “normale” di Marianne e Connell

Così, nel corso della loro vita, Marianne e Connell si rincorrono, mentre ognuno di loro prova a trovare l’equilibrio nelle proprie azioni quotidiane, tutte mirate ad una felicità che sembra irraggiungibile per entrambi. Da una parte Marianne sembra sempre tesa a cercare una punizione dentro a storie che la fanno sentire sottomessa e forse sbagliata, come per espiare chissà quale colpa; dall’altra Connell cerca di fuggire dal suo desiderio di autodistruzione senza però darci la vera dimensione e ragione di questo sentimento. L’uno nell’altra, nel corso degli anni, trovano un attimo di respiro, di pace, ma anche di struggimento, perché sanno che quella pace, quel respiro, non durerà a lungo.

Le regie di Abrahamson e Macdonald si allineano per conferire agli episodi uno stile etereo, omogeneo e apparentemente sempre sospeso nell’indefinitezza di queste esistenze che attraversano il tempo in punta di piedi. Ogni episodio ci porta in avanti con gli anni, i look cambiano leggermente e diventano specchio di personalità sempre più formate. Eppure, non conta per quanto tempo i due possano stare lontani, i loro non detti li attraggono reciprocamente e li fanno ritrovare anche a mesi, anni di distanza.

normal peopleDaisy Edgar-Jones e Paul Mescal, gli interpreti perfetti

Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, interpreti di Marianne e Connell, sembrano usciti da una copertina di un album indie rock. Sono bellissimi e imperfetti, lei minuta, con lo sguardo dolce, il corpo esile e la ferrea volontà di emergere e sopravvivere anche a se stessa, lui dinoccolato, un po’ storto, strafottente eppure introverso e timido. Entrambi di vivace intelligenza, trovano subito nell’altro un degno avversario, ma questa avversità è composta di attrazione e competizione e sempre, di continuo, dà carburante ad entrambi per andare un po’ più avanti, fino al prossimo pit stop, dove si incontreranno di nuovo.

La musica ricercata, le ambientazioni dai toni freddi, i tempi sempre dilatati, gli sguardi lunghi, i silenzi reiterati, regalano a Normal People un’atmosfera rarefatta, all’interno della quale i due protagonisti si muovono consapevoli solo dell’attrazione reciproca, contro l’opinione e le ipotesi di tutti, contro la fortuna, contro il tempo, persino contro se stessi.

Zack Snyder ha sempre amato il Joker di Jared Leto

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Zack Snyder ha sempre amato il Joker di Jared Leto

Zack Snyder, regista di Batman v Superman e Justice League, ha ammesso di essere un fan della performance offerta da Jared Leto nei panni del Joker in Suicide Squad. Nonostante il cinecomic di David Ayer sia uscito ormai da diversi anni, il film continua ad essere oggetto di accese discussioni, soprattutto di recente, dopo l’ufficializzazione della release della Snyder Cut di Justice League il prossimo anno su HBO Max.

Sono in molti, infatti, a sperare che al film di Ayer venga riservato lo stesso trattamento che la Warner Bros. ha avuto nei confronti del cinecomic diretto da Snyder. Il regista in persona ha confermato che esiste una Director’s Cut del suo cinecomic e proprio di recente ha chiesto il supporto dei fan: via Twitter, infatti, Ayer ha detto che un’eventuale release della Ayer Cut di Suicide Squad dipenderà soltanto da loro, esortandoli a mettere in piedi una vera e propria campagna al pari di quanto fatto con Justice League.

Uno dei personaggi che, a detta dello stesso David Ayer, sono stati letteralmente “maltrattati” dalle riprese aggiuntive è stato proprio il Joker di Leto: più e più volte, infatti, il regista ha dichiarato che la maggior parte del lavoro dell’attore non è finita nel montaggio finale del film. Grandi cambiamenti sono stati apportati nello specifico alla relazione tra Harley Quinn e il Joker, con quest’ultimo che avrebbe dovuto giocare un ruolo molto più significativo all’interno della storia, rispetto a ciò che abbiamo visto sul grande schermo.

Zack Snyder e il Joker di Jared Leto: “L’ho sempre amato.”

Ad ogni modo, per quanto la performance di Leto sia ritenuta dai più una delle incarnazioni meno riuscite dell’iconico supercriminale, c’è chi invece sembra esserne un grande estimatore. Come confermato attraverso il suo account Vero, infatti, Zack Snyder ha molto apprezzato la performance dell’attore premio Oscar: in risposta alla domanda di un utente che gli ha chiesto proprio cosa ne pensasse dell’interpretazione di Leto, Snyder ha risposto: “L’ho sempre amato in quel ruolo”. Le parole del regista sono state molto apprezzate da Ayer, che via Twitter ha condiviso la breve dichiarazione.

Mission Impossible 7 tra le eccezioni alla quarantena del governo UK

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Oliver Dowden, segretario della cultura britannico, ha annunciato via Twitter che gli attori, i registi e i produttori (ma non solo) coinvolti in importanti produzioni cinematografiche e televisive internazionali, saranno esclusi dall’obbligo di quarantena di due settimane imposto a chi proviene da paesi ad alto rischio, come ad esempio gli Stati Uniti.

Dal prossimo 10 luglio, infatti, chi proviene da paesi a basso rischio non sarà costretto a rimanere in quarantena in Inghilterra per due settimane: ciò significa che le produzioni di blockbuster come Jurassic World: Dominion potranno iniziare quanto prima in Inghilterra e, con buona probabilità, tenersi più avanti anche nel resto del Regno Unito. Tra le produzioni interessate da queste nuove regole figura anche quella dei due prossimi capitoli di Mission Impossible: come riportato da ScreenDaily, è stato infatti comunicato a Tom Cruise che le riprese potranno ripartire a breve ai Warner Bros. Studios Leavesden, nell’Herfordshire.

Stando alle nuove norme imposte dal governo britannico, le persone coinvolte nelle produzioni cinematografiche e quindi esentate dalla quarantena obbligatoria, potranno vivere e lavorare in aree chiuse e poste a rigidi controlli: l’applicazione di protocolli stringenti è necessaria al fine di garantire un impatto minimo sulla salute pubblica. Le riprese di Mission Impossible 7, dunque, potrebbero partire anche prima di settembre, come dichiarato in precedenza da Tommy Gormley, assistente alla regia. Gormely aveva spiegato che la Paramount Pictures spera di poter ritornare a girare in Italia e in tutte le altre location inizialmente programmate.

Le date di uscita di Mission Impossible 7 e 8

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission Impossible, Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

Tessa Thompson anticipa più spazio alla diversità nella Fase 4 del MCU

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Le prime fasi dell’Universo Cinematografico Marvel sono state prese di mira per non aver abbracciato a sufficienza il concetto di “diversità”. Eppure, sembra che le cose siano destinate a cambiare, con Gli Eterni che introdurrà ufficialmente il primo supereroe apertamente gay e con Shang-Chi che ha coinvolto sia davanti che dietro la macchina da presa maestranze asiatiche.

In una recente intervista con Variety, Tessa Thompson, interprete di Valchiria nel MCU, ha parlato del futuro della rappresentazione di genere nel MCU, con particolare riferimento al suo personaggio, dal momento che nell’atteso Thor: Love and Thunder, Valchiria verrà presentata come una donna apertamente gay che andrà alla ricerca della sua Regina (dal momento che il personaggio prenderà il posto del Dio del Tuono come nuovo Re di Asgard).

“Penso che nella prossima fase dell’Universo Cinematografico Marvel parleremo molto di cosa significa la rappresentazione in quei contesti”, ha spiegato l’attrice. “La verità è che questi film hanno una visibilità globale davvero vasta, e se puoi rappresentare persone di colore, persone con una disabilità, persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, allora significa fare qualcosa di veramente importante.”

Tessa Thompson sulla diversità nel MCU: “Sono le nostre differenze a renderci speciali.”

“Ci sono milioni, milioni di persone che vanno al cinema, in particolare giovani. Penso che se possiamo mostrare loro qualcosa che gli somiglia, allora si sentiranno importanti e valorizzati. È proprio quello che avviene all’interno delle storie di questi fumetti, è proprio ciò che raccontano. Sono le nostre differenze a renderci speciali”, ha aggiunto l’attrice.

Parlando nello specifico della rappresentazione del suo personaggio, la Thompson ha dichiarato: “Sono davvero entusiasta del fatto che potremo continuare a infrangere delle barriere su questo fronte, soprattutto di poterlo fare con Valchiaria, perché ci sono tantissimi personaggi queer fichissimi nei fumetti e dovrebbero avere posto sullo schermo.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Morto Ennio Morricone, il maestro aveva 91 anni

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Morto Ennio Morricone, il maestro aveva 91 anni

Si è spento all’età di 91 anni il grande Ennio Morricone, compositore, musicista e direttore d’orchestra, autentico orgoglio italiano. Morricone è morto nella notte in una clinica di Roma, in seguito ad alcune complicanze dovute ad una caduta.

Come ha fatto sapere l’amico e legale Giorgio Assumma, “Morricone ha conservato sino all’ultimo piena lucidità e grande dignità. I funerali si terranno in forma privata nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza.”

La carriera di Ennio Morricone, universalmente riconosciuto come uno dei compositori più versatili, prolifici e influenti di tutti i tempi, vanta più di 500 composizioni tra film, serie tv e opere di musica contemporanea. La fama a livello mondiale è arrivata grazie alle musiche prodotte per il genere del western all’italiana e alle sue frequenti collaborazioni con registi quali Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci.

A partire dagli anni ’70, Morricone diventa uno dei nomi più richiesti a Hollywood, componendo le musiche dei film di registi come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino. Indimenticabili le musiche composte per pellicole che hanno scritto la storia del cinema e segnato l’immaginario collettivo, come I giorni del cielo, Mission e The Untochables – Gli intoccabili. 

Dopo essere stato nominato 5 volte tra il 1979 e 2001, nel 2007 gli viene conferito il premio Oscar onario alla carriera “per i suoi contribuiti magnifici all’arte della musica da film”. Nel 2016 vince il secondo Oscar grazie alle musiche composte per The Hateful Eight di Quentin Tarantino.

Nel corso della sua straordinaria carriera ha venduto più di 70 milioni di dischi. Tra i riconoscimenti più importanti vinti da Morricone si ricordano tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, ben 10 David di Donatello e anche un Leone d’Oro alla carriera.

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È per il tuo bene, recensione del film di Rolando Ravello

È per il tuo bene, recensione del film di Rolando Ravello

Prodotto da Picomedia e Medusa Film e disponibile in streaming da luglio 2020 su Amazon PrimeÈ per il tuo bene è l’ultimo lavoro da regista di Rolando Ravello. Il film è tra i tanti a non aver potuto beneficiare di un’uscita in sala, a causa del lockdown, e ad essere passato direttamente alla distribuzione in streaming. Il cast è di tutto rilievo e la commedia, remake del successo spagnolo Es por tu bien,  promette leggerezza e risate.

La  trama di È per il tuo bene

Tre amici non vedono di buon occhio le relazioni sentimentali delle rispettive figlie. Arturo, Marco Giallini, è un ricco avvocato, padre di Valentina, Matilde Gioli, che ha lasciato un collaboratore dello studio paterno il giorno delle nozze per Alexia, Lorena Cesarini, una ragazza di colore che vive di lavoretti. Sergio, Giuseppe Battiston, ha scoperto che sua figlia Sara, Alice Ferri, frequenta il fotografo Luigi, Alberto Lo Porto, molto più grande di lei e noto donnaiolo. Infine Antonio, Vincenzo Salemme, scopre che la figlia Marta, Eleonora Trezza, ha una storia con un rapper, Simone, alias Biondo, che né lui né sua moglie, Valentina Lodovini, considerano un tipo raccomandabile. Così i tre uniscono le forze per cercare di liberarsi di questi scomodi partner, mentre discutono con le rispettive mogli, che spesso non sono d’accordo coi loro piani. Inscenare un furto, assoldare una escort e nascondere droga in uno zaino basteranno a far cambiare idea alle figlie?

Un remake noioso e pieno di stereotipi

È per il tuo bene ha il sapore di un progetto costruito a tavolino, pensando di sfruttare il successo della commedia spagnola Es por tu bien, diretta nel 2017 da Carlos Therón, con Javier Camara, co-prodotta da Mediaset Spagna e basata su un soggetto di Josep Gatell e Manuel Burque. L’idea è farne un remake che si spera altrettanto fortunato, puntando molto su un cast di grossi nomi.

Posto che l’originale era una commedia piuttosto semplice, più comica che profonda, anzi puramente disimpegnata, che si muoveva in superficie sul tema delle dinamiche padri-figlie, suoceri-generi, si sarebbe comunque potuto ottenere un risultato di buon intrattenimento, con qualche guizzo ad illuminare il tutto e un susseguirsi di siparietti godibili, animati da interpreti tra i più dotati del nostro cinema.

Purtroppo questo non è. La sceneggiatura, a cura dello stesso regista e di Fabio Bonifacci, è meccanica, con diverse incongruenze e momenti che scivolano pericolosamente verso il patetico, come l’inseguimento all’aeroporto tra Sergio e Luigi, e il personaggio stesso di Luigi, interpretato da Alberto Lo Porto, in molti suoi momenti. Ma lascia perplessi anche Valentina, che subito dopo aver lasciato sull’altare il fidanzato, dice di volere un figlio con la sua nuova compagna, aggiungendo: “è da tanto che ci pensiamo”. Lo stesso Arturo rischia di mandare all’aria la sua carriera e la sua vita per impedire alla figlia di stare con chi vuole. La moglie di Antonio cambia repentinamente idea sul fidanzato della figlia, passando dall’intransigenza più dura alla comprensione più profonda. Non mancano alcune scene madri quasi in stile mucciniano, immotivate, specie da parte delle mogli. Bonifacci, che pure ha scritto commedie italiane di successo, divertenti ma intelligenti come Si può fare, Benvenuto Presidente, Amiche da morire o anche disimpegnate ma godibili, qui costruisce una commedia scialba, senza mordente. C’è poco lavoro sull’organicità, sulla congruenza, in favore della  comicità di situazione, di gag accostate una all’altra all’interno della narrazione. Però, questa scelta non è efficace perché il ritmo resta lento e il film procede stancamente.

In quanto al contesto, poi, è quasi del tutto assente, se si eccettua la disparità sociale fra il ricco avvocato Arturo con la sua sontuosa villa, e i due amici. Il film è incentrato sulla dimensione personale della famiglia, dei rapporti genitori-figli e di coppia, ma non si entra mai davvero nella sostanza di questi rapporti. La famiglia non è indagata a fondo. Si rimane in superficie, con personaggi piatti e stereotipati. Sono tipi umani: il rapper, l’extracomunitaria che fa lavoretti, il donnaiolo, l’impulsivo, il ricco, l’ex galeotto e le tre mogli più o meno disperate.

Un cast stellare che non brilla in È per il tuo bene

Questo quinto lavoro dietro la macchina da presa di Rolando Ravello punta molto sulla presenza di alcuni pezzi da novanta del nostro cinema. Il regista torna a dirigere Marco Giallini, già visto in Tutti contro tutti ed è proprio lui a regalare qualche sporadica risata con le sue spontanee uscite in romanesco, ma comunque insieme ai suoi compagni di viaggio non riesce a reggere il peso del film. Giuseppe Battiston viene confinato a un ruolo ripetitivo, che non gli dà la possibilità di esprimersi a pieno. Lo stesso Vincenzo Salemme, che sulla carta dovrebbe essere l’interprete perfetto per questo tipo di commedie, che vivono di efficaci botta e risposta con i compagni di scena, qui non riesce a far sorridere. Alle interpreti succede lo stesso. Isabella Ferrari, Valentina Lodovini e Claudia Pandolfi soffrono nell’essere relegate in subordine rispetto ai succitati colleghi, in quanto i ruoli delle consorti disegnati per loro restano secondari. Così come Matilde Gioli: il suo personaggio non possiede la spinta dirompente che avrebbe potuto avere. Il buon cast, insomma, non riesce a prendere il timone della commedia e traghettarla verso il successo.

È per il tuo bene, il lavoro di un regista dal talento offuscato

Ne risulta una commedia troppo esile, in cui Ravello sembra quasi abdicare, sacrificando la sua capacità di osservare sia la società in cui vive, sia il mondo più ristretto di una coppia con sguardo acuto, cogliendone aspetti comici ma anche di riflessione. Quella capacità che gli ha dato spessore come interprete, che ha mostrato da sceneggiatore – collaborando ad esempio alla scrittura di Perfetti sconosciuti – e naturalmente da regista nell’affresco sociale tragicomico e spassoso dell’esordio Tutti contro tutti o con la commedia romantica dai toni lievi Ti ricordi di me, rispetto ai quali il suo smalto appare sbiadito.

Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga, recensione del film con Will Ferrell

Disponibile dal 26 giugno in streaming su Netflix, Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga è il nuovo film di David Dobkin, The Judge, 2 single a nozze. Il regista si affida a un binomio col quale aveva già lavorato proprio in quest’ultimo film, scegliendo Rachel McAdams e Will Ferrell come protagonisti di un viaggio romantico e musicale all’inseguimento di un sogno.

Lars Erickssong, Will Ferrell, ha un sogno fin da quando era bambino: partecipare all’Eurovision Song Contest e vincerlo. Ormai quarantenne, però, con la sua musica non ha mai varcato i confini dell’Islanda ed è conosciuto nella piccola cittadina di Húsavík in cui vive più per il suo comportamento goffo e il suo abbigliamento a dir poco originale, sulla scena e non, che per il talento artistico. Assieme alla sua amica Sigrit, Rachel McAdams, ha formato i Fire Saga, che si esibiscono in piccoli locali di provincia. Tutto cambia quando per una serie di eventi fortuiti, i due vengono scelti per rappresentare l’Islanda proprio all’Eurovision. Nessuno scommette su di loro, tutti vedono profilarsi una sonora sconfitta, ma i due sono determinati a giocare le carte a loro disposizione. In un susseguirsi di comici imprevisti, i due scopriranno cosa vogliono davvero dalla vita. Ma riusciranno a conquistare il pubblico dell’Eurovision?

Una commedia che gioca sui contrasti con qualche ingenuità di troppo

In questa commedia musicale a sfondo romantico Dobnick gioca sui contrasti. Sigrit e Lars sono due opposti: lei è bella, dolce, angelica, la sua voce è limpida e il talento indubbio. Intonando poche note sa catturare il pubblico – McAdams mette tutta la delicatezza di cui è capace nelle vesti di cantante, senza rinunciare all’ironia e agli aspetti da commedia del suo personaggio, rivelandosi un’attrice poliedrica.  Lars è goffo, impacciato, sguaiato, non è certo un adone e le sue doti canore sono trascurabili.

Will Ferrell è spesso sopra le righe, a partire dall’aspetto, con qualche ingenuità di troppo, forse eccessiva anche per un film comico con tratti farseschi e demenziali. Basti pensare a quella anagrafica: Ferrell sarebbe un quarantenne, figlio di Pierce Brosnan, che veste appunto i panni del burbero padre, Erick Erickssong. Chi lo apprezza troverà anche qui di che sorridere delle sue gag strampalate, delle cadute rovinose e del suo imperturbabile rialzarsi, ma i meccanismi comici sono ripetitivi e due ore paiono eccessive. Il filone romantico della trama che coinvolge i protagonisti è molto semplice e non riserva sorprese. Il film è scritto da Andrew Steele e dallo stesso Will Ferrell, anche produttore.

Eurovision Song ContestEurovision Song Contest, il musical e l’ambientazione

Interessante l’aspetto musicale, a partire dalla scelta di incentrare il racconto sulla manifestazione dell’Eurovision Song Contest, che quest’anno si è svolta senza gara tra i paesi partecipanti, trasformata dall’emergenza legata al Covid 19. Questo tipo di contest è forse poco noto oltre i confini europei e il film contribuisce ad illustrarne il meccanismo: un palcoscenico per la musica pop europea con un aspetto scenografico importante per dare più risalto possibile ai brani. Si susseguono le performance dei rappresentanti delle diverse nazioni. Fra le più efficaci nel film quelle della cantante e attrice Demi Lovato nel ruolo di Katiana, che si contende coi Fire Saga la rappresentanza islandese alla gara, ma anche quelle della concorrente greca Mita Xenakis, Melissanthi Mahut  e la più spettacolare, quella del cantante russo Alexander Lemtov, Dan Stevens, noto per la sua partecipazione alla serie televisiva Downtown Abbey, in un ruolo divertente e godibile. Come detto, però, quella che davvero sembra nata per esibirsi davanti a un microfono è Rachel McAdams. Perfettamente a suo agio nei panni di Sigrit, coinvolge ed emoziona cantando lei stessa i brani, come anche Will Ferrell, il cui contributo canoro è però meno rilevante. Le musiche sono di Atli Örvarsson.

Nella colonna sonora, poi, non possono mancare gli islandesi Sigur Rós. L’altro elemento di interesse del film è infatti proprio l’inusuale ambientazione islandese, che ben si adatta a questa commedia. Un mondo un po’ a sé stante, popolato di elfi e pescatori, a stretto contatto con la natura. Senza peraltro tralasciare la natura e le imponenti architetture della Scozia, dove si svolge l’Eurovision.

Chi ama questa manifestazione e si sente orfano della competizione, può recuperarne lo spirito con Eurovisioni Song Contest – La storia dei Fire Saga, che conta su una Rachel McAdams in grande forma, mentre la comicità di Will Ferrell appare un po’ sotto tono.

Nastri d’Argento 2020: guarda la diretta dal MAXXI

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Nastri d’Argento 2020: guarda la diretta dal MAXXI

La cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento 2020 si svolgerà lunedì 6 luglio, dal Museo Maxxi a Roma con la conduzione di Anna Ferzetti e sarà trasmessa in diretta dalle 21.10 su Rai Movie.

Ecco il video Youtube con la diretta della cerimonia di premiazione dei Nastri d’Argento 2020.

Black Widow: le scene post credits anticiperanno l’arrivo di un famoso villain?

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I fan del Marvel Cinematic Universe in astinenza da film possono mettersi l’anima in pace: bisognerà aspettare la prima settimana di novembre per vedere sul grande schermo il prossimo film della Casa delle Idee. L’arrivo di Black Widow darà il via ufficialmente alla Fase Quattro e darà al pubblico la possibilità di dire addio a Scarlett Johansson nella maniera appropriata. Ma nonostante il film sia un prequel, non c’è dubbio che lo studio lo utilizzerà come ponte per cominciare a porre le basi per ciò che verrà molto presto, in futuro.

Una recente fuga di informazioni avrebbe rivelato i dettagli delle due scene post-credits del film, e pare che queste scene, entrambe o soltanto una, saranno un ponte che preannuncerà in qualche modo l’arrivo di Doctor Doom.

Da quello che comprendiamo, il momento in questione coinvolgerà qualcuno della Latveria che magari nominerà soltanto la nazione immaginaria e il suo sovrano mascherato, aprendo la strada al suo arrivo. Oltre a questo, i dettagli rimangono confusi, ma pare che il villain verrà sicuramente anticipato.

Black Widow, il trailer finale

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow. Il film uscirà il 6 novembre.

Letizia Battaglia – Shooting the mafia, dal 16 luglio al cinema

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Letizia Battaglia – Shooting the mafia, dal 16 luglio al cinema

I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection sono liete di annunciare che il documentario LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA di Kim Longinotto, dopo aver preso parte a numerosi festival nazionali e internazionali, arriverà nei cinema italiani a partire dal 16 luglio, data in cui ricorre l’anniversario della Strage di via D’Amelio a Palermo nel 1992 in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino.

LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA è un ritratto personale e intimo di Letizia Battaglia – fotografa palermitana, fotoreporter per il quotidiano L’Ora e pioniera del fotogiornalismo simbolo della lotta contro la mafia. Nota come la “Fotografa della mafia” e testimone della vita e della società del nostro Paese, Battaglia è riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo e per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. Una vita vissuta senza schemi: dalla fotografia di strada, per documentare i morti di mafia, all’impegno in politica, Letizia Battaglia è stata una figura fondamentale nella Palermo e nell’Italia tra gli anni Settanta e Novanta. Intrecciando interviste e testimonianze d’archivio, Kim Longinotto racconta la vita di un’artista passionale e coraggiosa, mostrando non solo un’esistenza straordinaria e anticonformista, ma anche uno spaccato di storia italiana. In cerca di una libertà che passa per il sogno di una Sicilia sciolta dalle catene della mafia. LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA sarà distribuito in Italia dal 16 luglio da I Wonder Pictures all’interno delle I Wonder Stories.

Gli Eterni: Kumail Nanjiani rimpiange le foto della sua trasformazione

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In una recente intervista con The Hollywood Reporter (via The Direct), l’attore Kumail Nanjiani ha parlato de Gli Eterni e del suo ruolo nell’atteso film Marvel che arriverà al cinema il prossimo anno. In precedenza avevano fatto il giro del web le immagini dell’attore pakistano che testimoniavano la sua incredibile trasformazione fisica per il cinecomic, nel quale avrà il ruolo di Kingo, un essere potente ed immortale che cerca di tenere nascosta la sua identità sulla Terra diventando un attore di Bollywood.

Parlando delle sue origini e del fatto che sarà il primo attore pakistano ad interpretare un supereroe, Nanjiani ha spiegato: “È stato molto importante perché era qualcosa che volevo davvero. Naturalmente c’è molta pressione sul fatto che sono ‘il primo’. L’unico modo per alleviarla sarebbe avere molti più attori pakistani che hanno accesso a questo tipo di ruolo. Io, in quanto persona singola, non posso rappresentare un intero gruppo di persone, perché le nostre esperienze sono totalmente diverse. Al di là di ciò, quando ho ottenuto la parte non ho pensato al voler apparire come un tipico attore hollywoodiano che interpreta un supereroe tradizionale. Per me la cosa più importante era proprio il fatto di essere il primo attore pakistano ad interpretare un personaggio del genere.”

Parlando invece dell’approccio al personaggio di Kingo, ha aggiunto: “Ho affrontato il ruolo in un modo diverso rispetto alle precedenti opportunità che avevo avuto. Ci sono degli estremi, degli stereotipi, che un attore come me in genere occupa, e oltre quegli non riesce mai a spingersi. Volevo che questo personaggio fosse molto diverso rispetto alle tipologie di uomo o ragazzo che avevo interpretato in passato. Ho interpretato spesso dei deboli o degli sfigati, quindi volevo che questo personaggio fosse davvero cool, pieno di gioia. Diciamo che ho definito questo personaggio in base a ciò che non avevo mai fatto e che avevo voglia di fare.”

Kumail Nanjiani e la trasformazione per Gli Eterni: “Sono stato ossessionato dal mio aspetto.”

Kumail Nanjiani ha poi ricordato gli scatti che hanno testimoniato la sua incredibile trasformazione fisica per il ruolo e che sono diventate virali (con Pornhub, il più grande sito di porno free al mondo, che gli ha persino regalato un abbonamento gratuito della durata di ben dieci anni), dichiarando: “Le mie zie mi hanno detto che erano davvero orgogliose di me. Non me l’aspettavo. È diventato tutto molto più grande di quanto pensassi. Se avessi saputo che sarebbe stato così, probabilmente non l’avrei fatto. Sono arrivato ad odiare quelle foto, perché improvvisamente il mondo intero si concentra sul tuo aspetto. Ovviamente volevo quella reazione, ma poi quando la ottieni diventa tutto un po’ strano. Sono stato ossessionato dal mio aspetto e tutto ciò che vedevo erano difetti.” 

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Marvel Fase 4: i team-up tra eroi che vorremo vedere

Marvel Fase 4: i team-up tra eroi che vorremo vedere

Avengers: Endgame è diventato non soltanto il maggior incasso di tutti i tempi, ma anche il film che ha segnato la fine del MCU così come lo avevamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Le linee narrative di moltissimi dei Vendicatori principali si sono ufficialmente concluse e nuovi teamp-up dovrebbero vedere la luce in futuro. ComicBookMovie ha raccolto 10 possibili nuove squadra che potrebbero catalizzare, tra film e serie tv, il futuro assetto narrativo dell’Universo Cinematografico Marvel:

Captain Marvel & Spider-Man

Abbiamo visto una breve collaborazione tra Spider-Man e Captain Marvel in Avengers: Endgame, ma i Marvel Studios non hanno nemmeno iniziato a scavare nella possibile dinamica tra questi due eroi. Se da un lato approfondire una possibile storia d’amore è fuori discussione a causa della differenza di età, dall’altro sarebbe un vero spasso vedere Peter Parker apparire nel sequel di Captain Marvel e unirsi a Carol Danvers mentre si dirige nello spazio.

Dopotutto, il simpatico arrampicamuri non è estraneo a quel tipo di ambientazione grazie ad Avengers: Infinity War; sarebbe particolarmente gratificante vedere Spidey incontrare Talos… e il vero Nick Fury! Se è vero che Captain Marvel 2 adatterà “Secret Invasion”, allora questa è una storia alla quale Spider-Man potrebbe prendere parte in diversi modi.

Speed & Wiccan

Il primo sguardo che abbiamo avuto la possibilità di dare a WandaVision sembra aver confermato che Scarlet Witch e Vision avranno dei gemelli; i fan dei fumetti li conosceranno come Speed ​​e Wiccan, entrambi membri degli Young Avengers. È da tempo che si parla del fatto che i Marvel Studios avrebbero già provinato un paio di giovani attori per interpretare i due eroi.

Se dovesse davvero accadere di vederli entrare in azione per cercare di salvare la madre e il padre, l’introduzione di Speed ​​e Wiccan potrebbe portare a molte storie davvero interessanti, soprattutto perché si parla di due personaggi che sono stati “concepiti” attraverso la magia…

Spider-Man & She-Hulk

Alla fine di Spider-Man: Far From Home, Mysterio ha smascherato l’identità segreta di Peter Parker al mondo intero, e lo ha incastrato sia per il suo omicidio che per l’attacco di Londra. Inutile dire che il simpatico arrampicamuri è ora destinato ad essere un criminale ricercato che avrà bisogno di una rappresentanza legale.

È qui che Jennifer Walters potrebbe entrare in gioco, un personaggio specializzato in leggi sovrumana che già conosciamo. I Marvel Studios potrebbero usare Spider-Man 3 per presentarla ufficialmente, prima che la serie dedicata a She-Hulk arrivi su Disney+. È anche ipotizzabile che la sua storia di origine venga raccontata nel terzo film dedicato a Spidey, se solo la Marvel riuscisse a convincere Mark Ruffalo ad apparire in un cameo…

Vedova Nera & Occhio di Falco

Sulla base di ciò che abbiamo visto finora di Black Widow, la maggior parte della storia sarà ambientata tra gli eventi di Captain America: Civil War e quelli di Avengers: Infinity War. Tuttavia, ci sono state alcune voci secondo cui anche la storia delle origini di Natasha Romanoff verrà raccontata in qualche modo, ed è qui che potrebbe entrare in gioco questo team-up!

Fu The Avengers a suggerire per la prima volta il passato di Vedova Nera con Occhio di Falco, e siamo tutti d’accordo che è arrivato il momento di capire cosa sia successo realmente a Budapest, quando Clint l’ha reclutata per lo S.H.I.E.L.D. Questo tassello della storia potrebbe essere facilmente raccontato attraverso un flashback; inoltre, non sarebbe male neanche sapere si più sul passato di Nat col Soldato d’Inverno…

Doctor Strange & Spider-Man (la versione di Sam Raimi)

Doctor Strange in the Multiverse of Madness esplorerà il concetto del Multiverso all’interno del MCU. Anche se non siamo ancora certi del modo in cui tale realtà alternativa verrà resa da un punto di vista cinematografico, sappiamo che ciò potrebbe condurre all’incontro tra lo Stregone Supremo ed altre versioni di personaggi ben noti ai fan dell’Universo Marvel.

Con Sam Raimi al timone del sequel, nulla esclude che nel film potrebbe fare la sua apparizione – ovviamente in uno dei viaggio nel tempo dello Stregone Supremo – lo Spider-Man di Tobey Maguire, dando così vita ad uno dei migliori cameo mai visti nell’universo condiviso. Una breve collaborazione tra Strange e Spidey sarebbe sorprendente da vedere, e sarebbe ancora più divertente se il simpatico arrampicamuri di Tom Holland incontrasse la sua controparte in un universo alternativo.

Loki & Loki

Sembra quasi che Sophia Di Martino interpreterà la versione femminile di Loki nell’annunciata serie Disney+, e considerato i piani dei Marvel Studios di voler esplorare il Multiverso, è probabile che il personaggio verrà da un’altra “Terra”. Sulla base dei primi materiali dal set, sembra che la TVA (la Time Variance Authority) recluterà il Dio dell’Inganno per fermarla, cosa che potrebbe però condurre ad un ipotetico team-up.

Il Loki che vedremo nelle serie è ancora cattivo, dal momento che gli eventi di Thor: The Dark World non hanno ancora avuto luogo. Di conseguenza, questa versione di Loki probabilmente non sarà in grado di resistere all’idea di una squadra potenzialmente letale. Soltanto il tempo ci darà cosa racconterà davvero la serie, ma la prospettiva di due Loki che uniscono le forze è troppo eccitante per lasciarsela sfuggire…

Thor & Valchiria

Sempre a proposito di Asgardiani, c’è un’altra grande squadra che ci auguriamo di vedere in Thor: Love and Thunder. Se Thor: Ragnarok ha raccontato di un’alleanza memorabile tra il Dio del Tuono di Chris Hemsworth e la Valchiria di Tessa Thompson, questo nuovo sequel deve far sì che quest’ultima e il nuovo Thor della Jane Foster di Natalie Portman facciano squadra.

Sarebbe un qualcosa con il quale il regista Taika Waititi potrebbe divertirsi tantissimo. Naturalmente, ciò non significa che il Thor originale debba essere messo da parte: è pur vero però che se questo nuovo film servirà come passaggio dell’eredità, allora ha più senso che il nuovo Thor e il nuovo re di Asgard guidino la lotta contro il misterioso antagonista principale del film.

Scarlet Witch & Doctor Strange

I Marvel Studios hanno confermato che la Scarlet Witch di Elizabeth Olsen farà parte del  cast di Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Sulla base di ciò che sappiamo al momento su WandaVision, è probabile che Wanda cadrà sotto il controllo di un cattivo come Incubo e che, in realtà, sarà l’antagonista del sequel.

È un’idea che ha sicuramente del potenziale, ma forse è più eccitante pensare a questi due personaggi come ad una vera e propria squadra. Combinare i poteri che alterano la realtà di Wanda con le formidabili abilità di Stephen Strange porterebbe ad una dinamica maestro/allievo che sarebbe divertente da approfondire.

Captain America & Bucky

Nei film dei Marvel Studios, il personaggio di Bucky è stato messo quasi sempre in disparte: spesso ci è stata tolta la possibilità di vedere Steve Rogers e il suo vecchio amico combattere insieme, se non per poco più di qualche secondo…

The Falcon and the Winter Soldier mostrerà – dopo il finale di Endgame – come Sam Wilson raccoglierà l’eredità di Captain America: vedere quindi Bucky maggiormente al fianco dell’eroe a stelle e strisce (anche se non nelle fattezze di Steve Rogers) è un qualcosa che i fan si meritano assolutamente.

Spider-Man & Daredevil

Perché non portare Daredevil nell’Universo Cinematografico Marvel? I fan non vedono l’ora di vedere questo team-up e un  riavvio del personaggio di Matt Murdock sarebbe probabilmente necessario per far sì che ciò accada.

Ci sono molti modi in cui i Marvel Studiso potrebbero reintrodurre il personaggio: ad esempio, Matt potrebbe rappresentare il giovane Peter Parker in tribunale in Spider-Man 3, regalando così ai fan la squadra che aspettano da anni e preparando il terreno per il futuro di Daredevil nel MCU.

ShorTS International Film Festival 2020, dal 4 al 12 luglio

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ShorTS International Film Festival 2020, dal 4 al 12 luglio

Comincia sabato 4 luglio la 21° edizione di ShorTS International Film Festival 2020, la manifestazione cinematografica triestina che quest’anno sbarca sul web fino a domenica 12 luglio grazie a MYmovies, partner tecnico dell’evento. Tutte le proiezioni, eventi e masterclass del Festival sono a ingresso gratuito; i film e cortometraggi in concorso saranno visibili, sempre gratuitamente, su MYmovies: al seguente link è possibile registrarsi gratuitamente per seguire la manifestazione: https://www.mymovies.it/live/shorts/

Dopo la cerimonia di inaugurazione, che si svolgerà sabato 4 luglio alle ore 20.00 in diretta streaming su MYmovies, sarà Il grande passo di Antonio Padovan a inaugurare l’edizione 2020 di ShorTS, che verrà proiettato fuori concorso come film di apertura in streaming gratuito sempre su MYmovies. Presentato in concorso al 37° Festival di Torino, il film vede protagonisti Stefano Fresi e Giuseppe Battiston, al centro di una storia che parla del sogno di andare sulla luna.

I due attori interpretano due fratelli da sempre distanti, l’uno a Roma e l’altro nel profondo Veneto, che imparano a conoscersi. Da quando, a sei anni, Dario Cavalieri (Giuseppe Battiston) ha visto in diretta le immagini del primo sbarco sulla Luna, non ha mai smesso di volerci andare. Mario Cavalieri (Stefano Fresi) gestisce una ferramenta di quartiere a Roma, fino al giorno in cui la sua esistenza viene sconvolta dallo squillo del telefono. Suo fratello Dario è in prigione. Mario si ritrova a essere l’unico che può occuparsi di quel fratello che ha visto una sola volta in vita sua. I due fratelli, tanto simili fisicamente quanto differenti caratterialmente, si ritroveranno soli di fronte a un’impresa impossibile.

Lo ShorTS International Film Festival apre con Il grande passo

Le proiezioni online proseguono su MYmovies con la sezione Maremetraggio, dedicata ai migliori corti premiati nei maggiori festival internazionali. In programma sabato 4 luglio, tra gli altri, il corto italiano “Inverno” di Giulio Mastromauro, premiato quest’anno come miglior cortometraggio ai David di Donatello, l’animazione australiana in stop-motion “Lost & Found” di Andrew Goldsmith e Bradley Slabe, una storia sull’altruismo del vero amore, e il documentario breve “Mars, Oman” di Vanessa del Campo Gatell, che racconta le simulazioni delle spedizioni su Marte realizzate in Oman.

Appuntamento anche con lo ShorTS Pitching Training, workshop organizzato dall’Associazione Maremetraggio in collaborazione con Nisi MasaEuropean Network of Young Cinema che si svolgerà interamente online venerdì 3 e sabato 4 luglio dalle 10 alle 19: due giorni di formazione durante i quali i partecipanti, su base mondiale di selezione, impareranno come realizzare presentazioni (pitch) efficaci e persuasive dei loro progetti di realizzazione di cortometraggi. Le lezioni saranno tenute in lingua inglese, come sarà anche per i pitching che a fine workshop i partecipanti esporranno di fronte a una rosa ristretta di produttori selezionati.

Arma Letale: Danny Glover aggiorna sul nuovo capitolo della saga

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Arma Letale: Danny Glover aggiorna sul nuovo capitolo della saga

Arma Letale è uno dei franchise action più amati e celebrati della storia. A gennaio era arrivata la notizia che un quinto capitolo della saga era stato ufficialmente messo in sviluppo. Oggi Danny Glover, star della serie insieme a Mel Gibson, ha aggiornato proprio in merito al progetto.

In una recente intervista con Variety, l’attore 73enne ha confermato che “ci sono della della discussioni” lo scorso gennaio in merito ad un nuovo film del franchise che dovrebbe vedere sia il suo ritorno che quello di Gibson. “Non voglio dire nulla in merito alla sceneggiatura che ho letto, ma trovo che la trama sia fortemente connessa con alcune delle cose che stiamo vivendo oggi”, ha spiegato Glover.

“Però era Gennaio. Le cose cambiano in maniera veloce. Ma sì, ne abbiamo parlato. Tutto quello che posso dire è che, se accadrà davvero, sarà straordinario. Sarebbe interesse se il nuovo film potesse aiutarci a capire di più il mondo in cui viviamo oggi… il quadro politico, il quadro economico. Soprattutto, aiutarci a capire quella parte della nostra comunità che di recente è stata colpita dalla violenza della polizia… quali sono i tipi di standard e che tipo di potere esercita.”, ha aggiunto l’attore. 

Il successo della saga di Arma Letale

Creata da Shane Black, la saga di Arma Letale ha debuttato nel 1987 con il primo film diretto da Richard Donner. Il film seguiva le vicende del sergente della Omicidi Roger Murtaugh (Glover) che veniva messo in coppia con il sergente Martin Riggs (Gibson), trasferito dalla narcotici. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari, all’epoca dell’uscita in sala il film ne incassò 120 milioni, dando vita ad un franchise composto da tre sequel (sempre con protagonisti la coppia Glover/Gibson) e anche ad una serie tv con Damon Wayans e Clayne Crawford andata in onda su Fox per tre stagioni.

Suicide Squad Ayer Cut: il regista chiede il supporto dei fan

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Suicide Squad Ayer Cut: il regista chiede il supporto dei fan

David Ayer, regista di Suicide Squad, ha detto espliciamente ai fan che sono loro a doversi “attivare” per far sì che la Director’s Cut del suo film venga ufficialmente rilasciata. Come sappiamo ormai tutti, la produzione del cinecomic è stata particolarmente travagliata, con la Warner Bros. che ha ordinato una massiccia sessione di riprese aggiuntive, cambiando radicalmente la visione di Ayer, al punto da rendere il film arrivato al cinema qualcosa di molto diverso dalla sua versione originale.

Negli ultimi mesi, David Ayer ha utilizzato il suo account Twitter per spiegare ai suoi fan e ai fan del film quali sono state le cose che sono state cambiante durante le riprese aggiuntive, in maniera più o meno simile a come fatto da Zack Snyder attraverso Vero con Justice League. Quando è stata ufficializzata la release della Snyder Cut su HBO Max, diversi fan hanno iniziato a chiedere che venisse data una chance anche al taglio di Suicide Squad operato in origine da Ayer.

Adesso il regista, sempre via Twitter, si è unito al coro di tutto coloro che vorrebbero la Ayer Cut del cinecomic uscito nel 2016, rendendo però esplicito un fatto: se i fan vogliono vedere il film, devono dare vita ad una vera e propria campagna via social, al pari di quanto fatto con Justice League. In risposta ad un fan che gli ha chiesto proprio aggiornamenti in merito al suo taglio del film, Ayer ha risposto che tutto è nelle mani dei fan: sono loro, infatti, che devono farsi sentire con HBO Max e con AT&T (proprietaria del servizio di streaming) per rendere ufficiale una release della Ayer Cut.

James Gunn sostiene la Ayer Cut di Suicide Squad

Nelle ultime settimane, a sostenere l’uscita della Ayer Cut di Suicide Squad era stato anche James Gunn, che di recente ha scritto e diretto il nuovo riavvio cinematografica della Squadra Suicida, ossia The Suicide Squad, che arriverà al cinema il prossimo anno. Al momento non sappiamo ancora se il film di Gunn sarà un reboot, un sequel del film di Ayer o un mix di entrambe le cose: la cosa certa è che il regista e sceneggiatore – che in passato aveva dichiarato che i due cinecomic non saranno collegati – non ha alcun problema qualora la Ayer Cut di Suicide Squad dovesse davvero essere rilasciata prima del suo film.

CORRELATE: 

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will SmithMargot RobbieJared LetoJoel Kinnaman, Jai Courtney, Cara Delevingne, Viola Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia.

Star Wars: in che modo un Jedi può bloccare i Fulmini di Forza

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Star Wars: in che modo un Jedi può bloccare i Fulmini di Forza

La saga di Star Wars ha svelato come un Jedi è in grado di bloccare i Fulmini di Forza attraverso l’impiego della spada laser. Gli episodi del franchise hanno sempre mostrato i Fulmini di Forza come l’arma più potente nell’arsenale della Forza dei Sith. Ciò è stato ancora più evidente nel L’Ascesa di Skywalker, quando Palpatine ha scatenato una Tempesta di Forza che ha minacciato di distruggere l’intera flotta della Resistenza.

Parallelamente, però, un Fulmine di Forza sembra essere anche la più grande debolezza di Palpatine. Usare questo potere distruttivo può creare una sorta di dipendenze all’Imperatore, dal momento che lo stesso non riesce a non utilizzarlo, anche quando sarebbe molto più saggio adottare metodi diversi.

In Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith, Mace Windu ha deviato il Fulmine di Forza di Palpatine proprio contro l’Imperatore, causando gravi danni al suo corpo. Alla fine de L’Ascesa di Skywalker, Rey ha sconfitto Palpatine una volta per tutte lanciandogli contro il suo stesso potere, usando due spade laser dall’effetto mortale. Ma in  che modo i Jedi riescono a scagliare i Fulmini di Forza contro l’Imperatore con una tale, apparente, facilità?

L’ultimo libro in-universe di Star Wars, “Secrets of the Jedi“, ci permette di venire a capo dell’arcano. Grazie al libro, infatti, si scopre che non è così facile come sembra: infatti, si tratta di un’abilità che solo i maestri Jedi più potenti possono esercitare. Il libro è composto da una serie di scritti appartenenti a Luke Skywalker e composti prima della sua morte ne Gli Ultimi Jedi. In una sezione dedicata alle capacità difensive di una spada laser, Luke spiega:

“La lama di una spada laser può essere utilizzata per bloccare gli attacchi di un’altra spada laser o per respingere il fuoco di un’arma blaster in arrivo. Nelle mani di un maestro esperto, la lama di una spada laser può anche essere utilizzata per reindirizzare quella raffica di esplosioni al nemico che le ha sparate. I Jedi esperti possono persino usare le loro spade laser per bloccare gli attacchi dei Fulmini della Forza generati dai Sith.”

Come può una spada laser essere usata contro i Fulmini di Forza nell’universo di Star Wars?

Secondo Luke Skywalker, questa capacità si sviluppa in maniera graduale: solo i maestri Jedi più esperti e capaci, infatti, possono deviare i Fulmini della Foza. Questa impresa è probabilmente molto rara perché i Jedi, normalmente, non si allenano per combattere contro i Fulmini della Foza. È probabile che uno Jedi abbia bisogno di avere familiarità sia con il Lato Chiaro che con il Lato Oscuro della Forza per poter schivare i Fulmini.

Nella trilogia sequel, l’esclusiva lama viola di Mace Windu simboleggiava quanto il maestro Jedi fosse vicino al lato oscuro, cosa sottolineato maggiormente nel romanzo di Matt Stover “Revenge of the Sith”; parallelamente Rey sembra essere un agente dell’equilibrio, consapevole della propria oscurità interiore, capace persino da sola di generare i Fulmini di Foza come visto ne L’Ascesa di Skywalker.

Secrets of the Jedi” fornisce la risposta sul perché una spada laser possa essere usata in maniera così efficace contro i Fulmini di Forza. Come fa notare Luke, una spada laser genera una carica elettrica: “Brandire una spada laser non è come far oscillare una spada tradizionale, ma si avvicina di più alla gestione di una corrente di potere”, osserva. Quando un Jedi si sintonizza con la Forza, i suoi pensieri e le sue azioni diventano tutte parti dello stesso flusso di energia. Pertanto, quando la lama di una spada laser cattura i Fulmini di Forza, l’energia elettrica viene assorbita dalla sua stessa corrente.

Se questa interpretazione è corretta, Mace Windu e Rey non stanno tecnicamente deviando i Fulimini di Forza contro Palpatine; piuttosto, le loro spade laser li assorbono e li scaricano. Questo spiega perché l’Imperatore non è stato in grado di fermare gli attacchi: non aveva più il controllo del flusso di energia. Ciò significa anche che Rey ha dimostrato un’enorme abilità nella Forza quando blocca l’attacco con due lame, anziché con una: è intimamente legata ad entrambe le lame ed è capace di controllarne lo scarico in maniera notevole.

Via Screen Rant

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