A settembre vi avevamo riportato la
voce secondo cui i
Marvel Studios erano al lavoro per portare
nella prossima fase del MCU le avventure di Captain
Britain, alter ego di Brian
Braddock e personaggio creato da Chris Claremont nel 1976.
All’epoca si era parlato di un possibile coinvolgimento del regista
Guy Ritchie e della presenza di Black
Knight, lo storico e ricorrente alleato dei fumetti, e
sembra che in Avengers:
Endgame sia presente un riferimento velato abbastanza
intrigante.
Nel film, quando Steve Rogers e Tony
Stark tornano indietro nel tempo agli anni ’70 per recuperare il
Tesseract, i due visitano la sede originale dello S.H.I.E.L.D.
intravedendo, tra gli altri, anche Peggy Carter
nel bel mezzo della sua giornata lavorativa. E in quel momento, la
frase pronunciata dal grande amore di Cap – sottovoce però, quindi
poco chiara – potrebbe aver posto le basi per l’ingresso di Captain
Britain nella Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
Peggy parla infatti di un agente
invisibile chiamato “Braddock” che “non ha effettuato
il check-in“: forse si tratta proprio di Brian Braddock, o di
suo suo padre? Vi ricordiamo che nei fumetti il personaggio è stato
il fratello della mutante Psylocke, oltre che eroe a cui sono
stati magicamente donati speciali poteri.
Che ne pensate? Lo rivedremo presto nel franchise?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
In Avengers:
Endgame non ci sono soltanto cameo e riferimenti più o
meno espliciti al MCU, ma soprattutto frasi che ci
ricollegano immediatamente a momenti specifici del passato (come
Civil War o gli eventi di Age of
Ultron).
Abbiamo raccolto le più importanti che potete leggere qui
sotto:
“Perderemo”
Avengers:
Endgame è il film Marvel che sancisce la pace fra
Tony Stark e Steve Rogers dopo che gli eventi di Civil
War avevano separato i due eroi; ma piuttosto che a quel
film, sembra voglia riferirsi ad Avengers: Age Of Ultron in
due momenti particolari.
Il primo è quando Tony, tornato
sulla Terra, dice che aveva previsto la necessità di costruire una
rete di difesa mondiale (come spiegato a Bruce Banner in Age of
Ultron), mentre il secondo è quando annuncia a Steve che
“Perderemo“, con Cap che replica, “Allora faremo anche
quello insieme.“
“Ho puntato alla testa”
Il finale di Avengers: Infinity War
risulta così entusiasmante proprio perché i Vendicatori sembrano
non avere i mezzi per battere Thanos. Compreso
Thor, che armato della Stormbreaker si getta
furioso contro il Titano nel tentativo di ucciderlo.
E a chi gli aveva suggerito di
puntare alla testa, il Dio del Tuono risponde direttamente in
Endgame durante le prime scene, decapitandolo e dicendo: “Ho
puntato alla testa“.
“Credo che questo sia suo, Captain America”
Uno degli aspetti più divertenti e
riusciti del personaggio di Scott Lang, a.k.a.
Ant-Man , è il fatto che si senta in soggezione
davanti agli altri supereroi più affermati. E ciò succede, in
particolare, quando ha a che fare con Captain
America: in Civil War ad esempio,
restituisce lo scudo dell’eroe nella battaglia dell’aeroporto
dicendo “Credo che questo sia tuo, Capitan America.“
È uno dei momenti memorabili del
film, che riecheggia in Endgame quando Scott propone la sua idea di
viaggio nel tempo e si sente in dovere di rivolgersi al collega con
il suo nome completo.
“Questo non è Budapest”
Già menzionata durante The
Avengers, la città di Budapest torna nei
riferimenti di Endgame quando Nat e
clint si dirigono verso Vormir per recuperare la gemma dell’anima.
I fan sanno che questo è il luogo in cui si sono incontrati per la
prima volta Vedova Nera e
Occhio di Falco.
La sentiamo nominare quando i due
saltano su un’astronave e progettano di lasciare il pianeta Morag
per Vormir, notando che l’esperienza è “molto diversa da
Budapest“. Ovviamente si tratta di un riferimento diretto a
uno dei momenti più importanti in The Avengers, la battaglia di New
York, mentre stanno combattendo contro i Chitauri, dove Nat dice
“Sembra come a Budapest“.
“Se per voi va bene, prenderei quel drink”
Rispetto agli altri riferimenti
questa è una riproposizione esatta di un momento di The
Avengers ripreso da una prospettiva diversa.
Siamo alla fine del film, quando
Loki viene arrestato e dice in cima alla Stark
Tower che “se per voi va bene, ora gradirei quel drink“.
La frase viene pronunciata nella sequenza dei viaggi nel tempo
ambientata nel 2012.
“Hail HYDRA”
Qualche anno fa, la Marvel Comics fu messa sotto accusa per aver
rivelato che Steve Rogers era segretamente un agente
dell’HYDRA come conseguenza delle alterazioni
della realtà ad opera di Teschio Rosso.
Avengers:
Endgame sembra divertirsi con questa trama, con Steve
che sussurra “Hail, HYDRA” all’orecchio di Jasper Sitwell
durante la scena ambientata nel 2012 sulla scena che rievoca quella
dell’ascensore di Captain America: The Winter
Soldier.
“Potrei farlo per tutto il giorno”
Uno dei momenti chiave di
Captain America: Civil
War vede Steve Rogers e Tony Stark combattere fino
allo sfinimento, e a quel punto è Cap, dolorante e insanguinato, a
dire che “potrei farlo tutto il giorno” facendo eco alla
stessa frase detta al bullo che lo tormentava in Captain America: The First
Avenger.
Ora le stesse parole vengono
pronunciate di nuovo anche in Avengers:
Endgame, anche se con una svolta divertente: il Cap
del futuro incontra il Cap del passato, e quando lo sente dire per
l’ennesima volta che “potrebbe farlo tutto il giorno”, risponde ”
“Lo so“.
“Alla tua sinistra”
Steve Rogers e Sam
Wilson diventano rapidamente amici all’inizio di
Captain America: The Winter Soldier, mentre li
vediamo fare jogging mattutino intorno a Washington D.C. Cap però
si diverte a prendere in giro il compagno veterano superandolo in
velocità e gridando “Alla tua sinistra“.
In modo significativo la battuta
ritorna in Avengers:
Endgame quando Sam annuncia tramite auricolare a Steve
che i Vendicatori e il resto degli eroi sono pronti a unirsi e
combattere contro Thanos.
“Avengers…Uniti”
Avengers:
Endgame è il quarto film sui Vendicatori, ma è anche
il primo ad includere la frase più iconica e spesso ripetuta dalla
Marvel Comics: “Avengers Uniti”, una
sorta di chiamata alle armi usata regolarmente dagli eroi per
prepararsi alla battaglia.
A pronunciarla è finalmente Captain
America proprio all’inizio della massiccia battaglia del terzo atto
del cinecomic, dopo che in Avengers: Age Of Ultron
era stato interrotto a metà.
“Attivare uccisione instantanea”
Come molti eroi dell’universo
Marvel, Spider-Man prova in tutti i
modi a non uccidere chi si trova davanti, e lo stesso non si può
dire per Iron Man, che installa una funzione speciale nella tuta di
Spidey chiamata “Instant Kill“.
Chi pensava si trattasse di uno
scherzo ha dovuto ricredersi e in Avengers:
Endgame la vediamo attivarsi nella battaglia
finale.
“Io sono Iron Man”
Questo è probabilmente il richiamo
più bello al passato del MCU, o meglio, a dove tutto ha
avuto inizio. Siamo negli ultimi momenti di Avengers:
Endgame, con Thanos che tuona “Io sono
ineluttabile” e Tony, che ha rubato le gemme dell’infinito e
sta per schioccare le dita, risponde fiero “E io sono Iron
Man“.
Nel 2008, “Io sono Iron
Man” fu la perfetta chiusura dello standalone, e questo
omaggio definitivo onora in modo meraviglioso il personaggio e la
sua eredità.
“Tuo padre amava i cheeseburgers”
Proprio alla fine del film,
Happy Hogan tenta di confortare la piccola
Morgan Stark dopo il funerale di suo padre
chiedendole cosa vuole. La risposta è “un cheeseburger“,
la prima cosa richiesta da Tony al rientro dopo la prigionia in
Iron
Man del 2008.
Happy allora confessa alla piccola
che “Tuo padre amava i cheeseburgers” e il momento è
davvero commovente.
“Non fare niente di stupido”
Molte delle citazioni inserite nella
lista provengono dalla trilogia di Capitan America, come lo scambio
di battute tra Cap e Bucky prima dell’ultimo viaggio nel passato di
Steve alla fine di Endgame.
“Non fare niente di
stupido“, seguita dalla risposta, “Come posso? Porti tutta
la stupidità con te” è esattamente il dialogo esatto fra i due
nel film ambientato nel 1942 prima che Bucky venisse arruolato.
La presenza di Natalie
Portman alla premiere di Avengers: Endgame ha scatenato il
delirio dei fan. Tutti hanno sperato infatti che Jane Foster
potesse tornare nel franchise, nonostante le chiacchiere che
avevano seguito l’uscita di Thor: The Dark World, ultimo
film Marvel in cui la Portman aveva
interpretato la donna amata da Thor.
Il film ha poi confermato le
speranze dei fan. Quando Thor e Rocket tornano indietro nel tempo
agli eventi di The Dark
World per recuperare l’Aether, che in quell’occasione
si era infiltrato in forma liquida nel corpo di Jane, vediamo una
rapida sequenza della Portman che è stesa su una lettiga, si alza e
esce velocemente di scena.
Nella scena assistiamo anche ad un
emozionante ricongiungimento di Thor con Frigga, interpretata da
Renee Russo, che proprio in questo film era morta per salvare Jane.
Mentre il Dio del Tuono è impegnato a farsi consolare da sua madre
a cerca di trovare dentro di sé la forza per reagire ai suoi
recenti fallimenti, Rocket si occupa di recuperare la Gemma dal
corpo di Jane con uno speciale estrattore.
Non vediamo più la Portman nel film,
anche se ne ascoltiamo la voce in lontananza. Ebbene, stando a
quanto i fratelli Russo hanno dichiarato a EW, l’attrice ha fornito
soltanto la sua voce per il cameo audio, mentre le parti video,
molto brevi in realtà, sono state realizzate con materiale scartato
da Thor: the Dark World e poi riciclate per questa
occasione.
Sembra comunque che i rapporti di
Marvel Studios con la star siano
stati ricuciti alla meglio, visto che l’attrice era presente alla
premiere del film e che comunque ha rilasciato le autorizzazioni
necessarie per permettere allo studio di sfruttare ancora la sua
immagine.
Quello della Portman è uno dei tanti
cameo inaspettati del film, uno dei piccoli pezzi che hanno
contribuito a fare di Avengers: Endgame un
affresco riassuntivo perfetto di così tanti anni e così tanti
film.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
È morto ieri John
Singleton, sceneggiatore e regista di Boyz N the
Hood (per il quale fu candidato all’Oscar, fu il più
giovane della storia a 23 anni), con la famiglia che ha deciso di
sospendere ogni trattamento di supporto vitale della terapia
intensiva intrapresa in seguito ad un grave ictus presso l’ospedale
Cedars-Sinai di Los Angeles.
“È il cuore spezzato che
annunciamo che il nostro amato figlio, padre e amico, John Daniel
Singleton, sarà tolto dal supporto vitale oggi“, ha detto un
portavoce nella dichiarazione riportata da Deadline. “Si tratta
di una decisione dolorosa, che la nostra famiglia ha fatto, dopo un
certo numero di giorni, con l’attento consiglio dei medici di John
[…] Siamo grati ai suoi fan, agli amici e ai colleghi per tutto
l’amore e le preghiere ricevuti durante questo momento
incredibilmente difficile. Vogliamo ringraziare tutti, compresi i
medici del Cedars Sinai per l’impeccabile cura che ha
ricevuto.”
Singleton aveva debuttato con
Boyz N the Hood – Strade violente nel 1991, forse
uno dei capitoli definitivi sulla cultura black degli anni ’90,
portando a casa due nomination agli Oscar (Miglior Regia e Miglior
Sceneggiatura Originale) e diventando il regista più giovane e il
primo afroamericano ad essere nominato in quelle categorie.
Tra gli altri suoi lavori ricordiamo
Rosewood, Shaft, 2 Fast 2
Furious e Four Brothers. In TV, il
regista ha co-creato, diretto e diretto la serie drammatica di FX
Snowfall e diretto The People vs. OJ
Simpson: American Crime Story, oltre a diversi episodi di
Empire e Billions.
Condividere il set della scena più
epica del capitolo finale di una saga con quasi tutte le maggiori
star hollywoodiane è un’esperienza che capita, forse, una volta
sola nella vita. Quindi meglio registrare quel momento e congelare
nella memoria il ricordo di una giornata incredibile da raccontare
a chi verrà dopo, anche se le regole lo impediscono: è quello che
avrà pensato Chris
Pratt durante le riprese di Avengers:
Endgame quando il suo telefono si è reso testimone
della storia.
Come potete vedere qui sotto, il
video pubblicato dall’attore mostra buona parte del cast del film
riunito nello stesso teatro di posa dove i Marvel Studios hanno ricostruito la battaglia
finale del film, quella tra Thanos, i Vendicatori originali e tutti
gli eroi riportati in vita grazie allo schiocco del “nuovo” guanto
dell’infinito.
Tra questi è possibile notare
Dave Bautista (Drax), Elizabeth
Olsen (Scarlet Witch), Chris Evans
(Captain America), Tom Holland (Spider-Man),
Robert Downey Jr. (Iron Man), Don
Cheadle (War Machine), le controfigure di Nebula e Gamora,
Jeremy Renner (Occhio di Falco), Sebastian
Stan (Soldato d’Inverno), Paul Rudd
(Ant-Man), i registi, Chris Hemsworth (Thor),
Chadwick Boseman (Black Panther), Mark
Ruffalo (Hulk), Pom Klementieff (Mantis),
Danai Gunira (Okoye), Tessa
Thompson (Valchiria) e SeanGunn (Rocket).
“Questo è un video davvero
illegale“, dice Pratt alla telecamera. Ma per documentare la
fine di un’era si può fare un’eccezione no?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Come confermato dall’Hollywood
Reporter, David Dastmalchian entrerà a far parte
del DC
Universe interpretando Polka-Dot Man in
The
Suicide Squad, film che segna il riavvio del franchise
inaugurato nel 2016 dal cinecomic di David Ayer e
ora affidato a James
Gunn.
L’attore, che sarà presto sul set
di Dune di Denis Villeneuve
(regista con il quale aveva già lavorato in
Prisoners e Blade Runner 2049), è
apparso di recente in Ant-Man and The Wasp della
“concorrenza” Marvel Studios e nel successo targato NetflixBird Box al fianco di
Sandra Bullock.
Sul personaggio a cui darà vita
Dastmalchian, Polka-Dot Man, sappiamo che ha debuttato in Detective
Comics No. 300 del 1962, ed è l’alter ego di Abner
Krill, un truffatore di basso livello che cerca di farsi
un nome con crimini e un costume dagli effetti speciali, come
macchie che si trasformano in seghe e dischi volanti. Tra tutti
quelli considerati da Gunn. questo sembra avere tutte le
caratteristiche perfette per il tono da black comedy che il regista
vorrebbe dare al film, e non poteva esserci attore più interessante
da vedere nel ruolo.
Per quanto riguarda il reboot, è
stato confermato il ritorno nel cast di Viola
Davis (che interpreterà di nuovo Amanda Waller)
insieme a Joel Kinnaman, che riprenderà il
ruolo di Rick Flag (il leader della task force), così
come Jai Courtney sarà ancora Captain
Boomerang e Margot Robbie Harley Quinn, anche
solo per un piccolo cameo. Parlando invece delle novità, Variety fa
sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie
delle ultime settimane, non sostituirà Will
Smith per interpretare Deadshot ma che la produzione
ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per ora ignoto)
all’attore.
Sempre sul reboot Justin Kroll di
Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili,
che Dave Bautista non parteciperà al progetto come
ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo
piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del
cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista
nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si
tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher
Smith.
Secondo quanto riferito nelle
ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà
molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il
riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da
introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali
dei fumetti a cui si ispira.
Il Festival
di Cannes 2019 ha annunciato i membri della giuria del
concorso ufficiale per l’edizione numero 72. Si uniscono al
presidente di Giuria, Alejandro Gonzalez Iñárritu,
già annunciato nelle scorse settimane, Elle Fanning, Yorgos
Lanthimos, Paweł Pawlikowski, Kelly Reichardt, Maimouna N’Diaye,
Alice Rohrwacher, Enki Bilal e Robin
Campillo.
Alejandro Gonzalez
Iñárritu
Regista, produttore e sceneggiatore /
Mexico
Elle Fanning
Attrice/ USA
Maimouna N’Diaye
Attrice e regista / Burkina Faso
Kelly Reichardt
Regista, sceneggiatrice e montatrice
/ USA
Alice Rohrwacher
Regista e sceneggiatrice / Italia
Enki Bilal
Autore di Graphic novel e regista /
Francia
Robin Campillo
Regista, sceneggiatore e montatore /
France
Yorgos Lanthimos
Regista, sceneggiatore e produttore /
Greece
Paweł
Pawlikowski
Regista e sceneggiatore / Poland
In giuria ci sono quest’anno due dei
cineasti premiati lo scorso anno e nomi molto importanti del
panorama cinematografico internazionale.
Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14
al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà
Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain
Delon verrà consegnato il premio alla carriera.
Il fine settimana appena trascorso
ha proiettato Avengers: Endgame direttamente nel
club del miliardo,
quel gruppo di film che hanno superato la cifra al box office
mondiale. Naturalmente il numero di dollari accumulati da film
salirà ancora e ancora, visto che è appena all’inizio della sua
corsa al botteghino, ma intanto sempre più persone lo hanno visto e
sempre maggiori si fanno i dettagli riportati alla luce e messi
sotto una lente d’ingrandimento per il pubblico.
Dopo il dettaglio del rumore metallico a fine
film, al posto della scena post credits, e dopo le Easter Eggs, sembra
importante porre all’attenzione dei fan Marvel un dettaglio che potrebbe
essere sfuggito ai più, ma che merita un approfondimento.
Dopo che Thanos viene decapitato
dalla furia cieca di Thor nel prologo, veniamo proiettati cinque
anni dopo e vediamo in che modo i Vendicatori rimasti in vita
cercano di scendere a patti con ciò che è accaduto. Vedova Nera
proprio non riesce ad andare avanti, Tony Stark è diventato padre,
rivedendo completamente le sue priorità, Bruce Banner ha trovato il
modo di andare d’accordo con Hulk, Occhio di Falco si è trasformato
nel temibile Ronin, mentre Thor è caduto in una specie di
depressione che lo ha trasformato in un uomo grasso, alcolizzato e
trasandato.
Steve Rogers, rasata via la barba da
Nomad e messo di nuovo su il faccino da bravo ragazzo simbolo
“dell’America buona”, si occuap di gruppi di sostegno per chi, come
lui, ha perso amici e familiari a causa della Decimazione. In
questa scena assistiamo al toccante cameo di Joe
Russo, uno dei due registi che compare in tutti i film
Marvel da lui co-diretti, che
interpreta un uomo che piange la morte del suo compagno. Esatto, si
tratta del primo personaggio apertamente gay nell’Universo Marvel.
Sappiamo che lo Studio è intenzionato a inserire
un personaggio principale gay ne Gli Eterni e
la presenza di un uomo che piange la scomparsa del suo compagno non
ci “scandalizza” né ci sorprende più di tanto (certo, se ha
scandalizzato qualche spettatore, ci dispiace per lui).
Quello che è degno di nota, e che
sarebbe inutilmente buonista non sottolineare, è che come esempio
di dolore per la perdita della persona amata, la Marvel abbia scelto proprio la
storia di questa coppia: il dolore per la storia d’amore spazzata
via dal gesto folle di Thanos è stato rappresentato così, non da
una ragazza che ha perso il compagno, o da un marito che ha perso
moglie e figli, ma da un uomo di mezza età che piange
disperatamente la scomparsa del suo innamorato. Un simbolo per
l’umanità intera, la rappresentazione dell’amore e del dolore,
nella loro totale purezza e democrazia.
Si tratta di un segnale importante
che la Disney, spesso additata come studio conservatore e
integralista, lancia ai suoi spettatori, in un film indirizzato a
un target di pubblico molto giovane, un messaggio pulito e dovuto,
una scelta narrativa che ci sentiamo in dovere di portare
all’attenzione degli spettatori ma che speriamo sia passata
“inosservata” per la sua naturalezza.
Il terzo film del franchise prequel
di Harry Potter, Animali fantastici
3, è stato rimandato al 12 novembre 2021 dalla Warner
Bros., stando a quanto lo studio ha annunciato lunedì.
La produzione del nuovo film con
Eddie Redmayne nei panni di Newt Scamander
dovrebbe iniziare nella primavera del 2020, mentre il film
precedente, Animali
fantastici: i crimini di Grindelwald, è uscito nel
novembre 2018 e ha guadagnato $ 653 milioni in tutto il mondo.
“JK Rowling ha creato un
universo impressionante che ha affascinato persone di tutte le età,
portandoci in uno straordinario viaggio magico – ha detto
Ron Sanders, presidente di Worldwide Theatrical
Distribution e Home Entertainment della Warner Bros. – La
Warner Bros. è così orgogliosa di essere la casa cinematografica
del Mondo Magico ed è entusiasta del futuro della serie di Animali
fantastici. Non vediamo l’ora di portare il terzo capitolo della
serie di cinque film al pubblico di tutto il mondo a novembre
2021.”
Il film sarà scritto dalla Rowling
stessa e diretto da David Yates. Già una volta
questo terzo capitolo è stato rimandato per ragioni che
concernevano la maggiore scala del
terzo film, rispetto al secondo e soprattutto rispetto al
primo.
Animali Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald, la seconda delle
cinque nuove avventure ambientate nel Wizarding World creato
daJ.K. Rowling, sarà disponibile in DVD,
Blu-rayTM e 4k UHD dal 14 Marzo. Nel cast Johnny
Depp, Eddie
Redmayne, Jude
Law, Katherine
Waterston, Dan
Fogler, Alison
Sudol, Ezra Miller, Zoë
Kravitz, Callum
Turner, Claudia
Kim, William
Nadylam, Kevin
Guthrie, Carmen Ejogo
e Poppy Corby-Tuech. Il film è
stato diretto da David
Yates, sceneggiato da J.K.
Rowling e prodotto da David Heyman, J.K.
Rowling, Steve Kloves e Lionel
Wigram.
Animali
Fantastici 3 vedrà il ritorno di Eddie
Redmayne (Newt Scamander), Jude
Law (Albus Silente), Johnny
Depp (Gellert Grindelwald), Ezra
Miller (Credence/Aurelius Silente), Alison
Sudol (Queenie Goldstein), Dan
Fogler (Jacob Kowalski) e Katherine
Waterston (Tina Goldstein) insieme alla new
entry Jessica Williams, già apparsa
brevemente ne I
Crimini di Grindelwald, nei panni di Eulalie ‘Lally’
Hicks, insegnante presso la Scuola di Magia e Stregoneria di
Ilvermorny.
Nel film i personaggi viaggeranno
verso Rio de Janeiro, Brasile, raccontando la vita dei maghi nel
più grande paese del Sud America all’inizio del XX
secolo. David Yates tornerà alla regia
mentre J.K.
Rowling, oltre a figurare come produttrice, sarà
co-sceneggiatrice al fianco dell’ormai fidato Steve
Kloves, qui alla sua prima esperienza nella saga
di Animali Fantastici dopo l’ottimo lavoro svolto con
Harry
Potter. L’uscita nelle sale è fissata
al 12 novembre 2021, esattamente tre anni
dopo quella di Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald.
A quanto pare anche i cinecomic
possono insegnare qualcosa, come ha dimostrato Avengers: Endgame. Secondo il
trend di Google, in concomitanza con l’uscita del film dei
Fratelli Russo, il 24 aprile, il motore di ricerca
ha registrato un picco nelle ricerche del significato della parola
“ineluttabile”.
Il sito Cinefacts riporta il
grafico dei trend di google che testimoniano l’impennata di
ricerche sul significato della parola che, nel film, viene
pronunciata da Thanos in relazione a se stesso. La parola, in
italiano, è sinonimo di inevitabile, e nella versione originale del
film Josh Brolin/Thanos pronuncia proprio la parola
“inevitable”. Il doppiaggio italiano è stato più
raffinato, sostituendo la traduzione letterale con un termine un
po’ più ricercato, che però ha incontrato un pubblico
impreparato.
A volerla vedere da un punto di
vista positivo, il film ha stuzzicato abbastanza l’interesse e la
curiosità degli spettatori, da spingerli a cercare sul vocabolario
il significato della parola. D’altro canto è disarmante scoprire
quanto poco gli stessi italiani conoscano la loro madre lingua.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Avengers: Endgame trionfa al box
office italiano, seguito da Ma cosa ci dice il
cervello e La Llorona – Le Lacrime del Male.
Esordio stellare per l’ultimo capitolo della saga degli Avengers.
Distribuito in ben 1164 sale, Avengers: Endgame conquista il box
office italiano con la bellezza di 17,4 milioni di euro in soli
cinque giorni di programmazione. Il film della Marvel raddoppia il debutto di
Infinity War e si appresta a dominare la classifica con
incassi straordinari.
Ma che ci dice il
cervello scende in seconda posizione con 1,2 milioni
incassati alla sua seconda settimana, arrivando a quota 3,4
milioni. La Llorona – Le Lacrime del Male
conferma il terzo posto con altri 376.000 euro per un globale di
1,5 milioni. After continua a sorprendere
con altri 368.000 euro con cui supera il tetto dei 6 milioni
complessivi, mentre Dumbo arriva a quota 10,7 milioni con
altri 357.000 euro.
Wonder
Park sale in sesta posizione con 276.000 euro per un
totale di 1,5 milioni, così come A spasso con Willy che totalizza
637.000 euro con altri 266.000 euro. Il
campione precipita all’ottavo posto raccogliendo
257.000 euro con cui giunge a 811.000 euro complessivi, mentre
Cafarnao conferma la nona posizione
con altri 158.000 euro e 781.000 totali. Chiude la top10
Le invisibili, che raccoglie 100.000 euro
e totalizza 226.000 euro
La lunga notte è
il titolo di Game of Thrones 8×03. Ma di quale
“notte” parliamo? Di quella che sarà la silenziosa e fredda
testimone della Battaglia di Grande Inverno o quella che si
abbatterà su Westeros quando il Re della Notte avrà preso il
comando? La HBO ha tenuto sotto segreto anche i
titoli degli episodi di questa ottava e conclusiva stagione,
proprio per evitare qualsiasi tipo di fuga di notizie e dettagli,
perché fa parte della storia e dello spettacolo arrivare alla
visione vergini di qualsiasi conferma, portando con sé soltanto il
proprio carico di congetture e aspettative. Per questo, segnaliamo
che nella stesura di questo articolo, potrebbero esserci spoiler e
invitiamo i lettori a pensarci bene, prima di proseguire.
La premessa dell’episodio è
semplice e ineluttabile: Grande Inverno è
circondata dagli Estranei, pronti ad attaccare, gli eserciti di
Daenerys (Emilia
Clarke) e Jon (Kit
Harington) sono schierati: Dothraki, Immacolati,
Bruti, uomini del nord, sono tutti schierati, il castello è
fortificato, ogni guerriero possiede armi di ossidiana, ma tutto
sembra vano, i morti sono troppi, il loro capo, il Re della Notte,
a cavallo di drago di ghiaccio, è potente e inarrestabile. Non
serve a niente abbattere i nemici, ogni avversario abbattuto, ogni
soldato che si sacrifica si unisce all’armata del Re della Notte,
che ha un solo obbiettivo, uccidere il Corvo e Tre Occhi. Con
queste premesse era difficile sperare, ed effettivamente la
battaglia sembrava volgere a favore degli Estranei e del loro Re.
Tuttavia, una flebile speranza ha continuato a fluire: ci sono
ancora tre episodi prima che lo show finisca per sempre, quindi
qualcuno deve sopravvivere per forza.
Miguel
Sapochnik, già regista delle puntate Aspra
Dimora e La Battaglia dei
Bastardi, ha messo di nuovo al servizio dello show le
sue doti, consegnandoci un episodio superlativo, che coniuga
tensione e sollievo, brividi ed emozione, epicità e intimità. Lo fa
bilanciando alla perfezione le scene di mischia con dialoghi
intimi, che strutturano sempre meglio i personaggi e i rapporti di
forza, presentandoci grandiosi attacchi, ritirate tragiche,
inseguimenti e anche un assaggio di scrittura sapiente, per un
personaggio che, per tutta la serie, dal primo episodio ad oggi, si
è allenato per ciò che andava fatto, contro ogni previsione, contro
ogni auspicio e soprattutto sorprendendo lo spettatore, ma anche i
personaggi stessi. Game of Thrones 8×03 si fa
esempio di grande televisione, palesando la sua natura di show che
andrebbe goduto al cinema, in questo caso anche per aggirare il
fastidioso effetto della fotografia molto buia, ovviamente
condizionata dalla location (la buia campagna intorno al castello
del nord, di note, sotto una tempesta di neve).
Nonostante Grande Inverno sia il
teatro della battaglia, sono cinque i luoghi in cui si
concentra l’attenzione della regia e si svolgono le azioni. Il
primo è il campo di battaglia, ovviamente, testimone del violento e
sanguinoso scontro, la parte iniziale, quella più emozionante ma
forse meno brutale. L’azione si sposta poi dentro le mura, quando
le difese sembrano collassare, qui, in particolare, siamo testimoni
del coraggio di Lyanna Mormont: la Lady dell’Isola dell’Orso, che
si era rifiutata di rinchiudersi nelle cripte, sacrifica la sua
vita affrontando un gigante zombie. La più piccola guerriera
dell’esercito dei vivi, distrugge con un solo colpo, il più grande
aggressore dell’esercito dei morti, una fine dolorosa, gloriosa,
simbolica. Sempre dentro al castello, seguiamo la fase più
sanguinosa della battaglia: i singoli eroi combattono contro
centinaia di nemici, in una lotta impari e disperata. Jaime,
Brienne, Tormund si ergono, armati e sanguinanti su pile e pile di
cadaveri e di morti, che forse non rimarranno tali a lungo.
In una battaglia in cui
ci sono ben tre draghi per i due schieramenti, la battaglia aerea è
altrettanto importante, coreografata al meglio, nonostante
l’inevitabile oscurità di alcuni passaggi che genera un po’ di
confusione nello spettatore. Dall’alto dei cieli fino alle
profondità della terra, anche le cripte di Grande Inverno regalano
brividi ed emozione. Soprattutto perché, oltre ai rapporti di forze
trai personaggi che sono costretti a rifugiarvisi, come Sansa
(Sophie
Turner), Tyrion (Peter
Dinklage) e Missandei, testimoniano l’avverarsi di una
congettura fatta per gioco in rete nei giorni passati: la guerra è
contro i morti che risorgono dalle tombe e i buoni di rifugiano
nelle cripte, che sono, appunto, piene di cadaveri pronti a
svegliarsi.
Infine, l’ultimo luogo topico della
battaglia è stato il Parco degli Dei, l’albero diga e Bran che
aspetta di incontrare il suo nemico, protetto solo da Theon che
cerca così di guadagnarsi la redenzione per gli errori commessi in
vita. Questo è il luogo della resa dei conti, dove gli Antichi Dei
si fanno testimoni della lotta per la vita. L’episodio Game
of Thrones 8×03 riporta in scena anche Melisandre, che non
vedevamo da lungo tempo, ormai, e che si ascrive a quella lunga
lista di personaggi che fanno del loro meglio per redimersi da ciò
che di sbagliato hanno compiuto nel corso della propria vita. Il
suo ruolo è determinante, non solamente con i fatti, che si
rivelano soltanto provvisori sostegni alla causa dei vivi, ma
soprattutto nelle parole, nel ricordare alle persone giuste il
proprio ruolo. Adoratrice del fuoco e del Signore della Luce,
Melisandre accenderà la fiamma nel petto degli eroi e delle eroine,
guidandoli finalmente al compimento del loro destino.
L’episodio testimonia l’attenzione
alla costruzione delle storie e dei personaggi lungo tutta la
serie, portando a compimento diversi archi narrativi legati ad
alcuni degli attori principali della vicenda, esaurendone il ruolo
all’interno della vicenda. Questa capacità di riscoprirsi uno show
che riesce a fare tesoro del passato per ripresentarlo al momento
giusto, testimonia che Game of Thrones
8×03 ha un impianto solido, una scrittura che non
guarda mai solo ai confini dell’episodio ma che si allarga fino a
contribuire al grande disegno finale. La lunga notte di Grande
Inverno è trascorsa, la Lunga Notte è stata scongiurata, la Grande
Guerra è vinta, e ora arriva il momento di scoprire chi sarà il
vincitore dell’Ultima Guerra.
Diciannove produzioni
internazionali provenienti da tutta
Europa ma anche da Giappone,
Corea del Sud, Canada e
America: inizia a prendere forma la rosa di opere
che andrà a comporre la selezione ufficiale di film in concorso
alla 49esima edizione del Giffoni Film Festival,
in programma dal 19 al 27 luglio. Ad oggi, sono
già 3900 le opere in preselezione –
tra corti e lungometraggi – che il team della
direzione artistica di Giffoni Experience sta
valutando in questi giorni. La deadline per le iscrizioni è
il 31 maggio.
Storie che spingeranno i
6140 giurati di Giffoni 2019 a riflettere e
confrontarsi, a ridere e crescere, a immedesimarsi con i
protagonisti e mettersi in discussione. I film saranno presentati
nelle sette sezioni competitive del Festival:
Elements +3 (dai 3 ai 5 anni), Elements
+6 (dai 6 ai 9 anni), Elements +10 (da 10
ai 12 anni), Generator +13 (dai 13 ai 15 anni),
Generator +16 (dai 16 ai 17 anni),
Generator +18 (18 anni in su) e Gex
Doc-Parental Experience (sezione dedicata a docenti,
genitori e filmgoers). Saranno proprio i giurati,
provenienti da 50 Paesi, a decretare i vincitori del Gryphon
Award. Ecco i primi titoli selezionati:
ELEMENTS
+6
Sono già quattro i
lungometraggi scelti per gli Elements +6:
amicizia, famiglia, magia e prime sfide della crescita sono alcuni
dei temi a loro dedicati. Torna a Giffoni con DOUBLE
TROUBLE – THE MAGICAL MIRROR il regista Marcus H.
Rosenmuller (Germania, 2019) distribuzione internazionale Arri
Media International e distribuito in Italia da Cloud Movie. Frido è
un ragazzino che ama divertirsi e, come la maggior parte dei suoi
coetanei, è un po’ pigro a scuola. Durante una fiera cittadina si
imbatte in uno specchio magico grazie a cui dà vita a un suo sosia.
Con l’aiuto del suo clone, il bambino vive dapprima un’esistenza
spensierata ma, quando rivela il suo segreto ai compagni di scuola,
la situazione diventa ingestibile. Conosciamo Eia, invece, con
PHANTOM OWL FOREST di Anu Aun (Estonia, 2018),
distribuzione internazionale Attraction Distribution.
Le vacanze natalizie della bambina
sembrano dover trascorre in una fattoria remota nel bel mezzo del
nulla. Qui, tuttavia, la giovane protagonista scoprirà la bellezza
della natura e della fauna selvatica, aiuterà a salvare una foresta
primordiale abitata da misteriosi gufi e a scoprirà un segreto ben
custodito della sua famiglia. In concorso anche il film
d’animazione RACETIME di Benoit Godbout (Canada,
2018), distribuzione internazionale Pink Parrot Media. Una
spettacolare gara di slitte si svolge nel villaggio e Sophie vi
prende parte in competizione con l’ambizioso esordiente Zac e suo
cugino Charlie.
La sua slitta finisce però con il
cadere a pezzi nel bel mezzo della gara. Insieme ai suoi amici la
ragazza riesce a dimostrare che Zac ha imbrogliato e ottiene la
possibilità di disputare nuovamente la competizione ma a una
condizione: dovrà costruire in tempo una nuova slitta. È coraggiosa
la giovane protagonista di ROCCA CHANGES THE WORLD
di Katja Benrath (Germania, 2019), distribuzione internazionale
Beta Cinema. Divertente, inconfondibile e temeraria: Rocca vive da
sola in una grande casa. Impavida e piena di curiosità, trova in
Caspar un amico insolito che si rivelerà il prepotente della
classe. La cosa più importante per Rocca, tuttavia, è conquistare
il cuore di sua nonna.
ELEMENTS
+10
Storie di formazione capaci di
emozionare e far riflettere i jurors: i lungometraggi dedicati agli
Elements +10 non deluderanno di certo le
aspettative. In un futuro non molto lontano, la navicella spaziale
Svea viaggia con due passeggeri: la dodicenne Gladys e il fratello
minore Keaton. Inizia così il viaggio di ALONE IN
SPACE del regista Ted Kjellsson (Svezia, 2018),
distribuzione internazionale Trustnordisk.
I due hanno abbandonato la desolata
Terra per dirigersi verso il pianeta Vial ma sembrano non arrivare
mai. A bordo, i ragazzi passano le loro giornate a esplorare il
gigantesco mezzo. Tutto però cambia quando qualcosa di sconosciuto
piomba nella Svea: improvvisamente, Gladys e Keaton non sono più
soli nello spazio. Cambio totale di scena con MY
EXTRAORDINARY SUMMER WITH TESS di Steven Wouterlood
(Olanda/Germania, 2019), distribuzione internazionale Picture Tree
International. Sam è il più giovane della famiglia e proprio per
questo è ossessionato dall’idea che un giorno potrebbe diventare
l’ultimo superstite sopravvissuto tra i suoi parenti. Durante una
vacanza incontra in spiaggia Tess, alternativa e anticonvenzionale,
che porta con sé i propri segreti e gli mostra come il momento
presente può vincere l’ansia per il futuro. Torna a Giffoni per il
quarto anno (aveva già presentato “Winky’s Horse” nel 2006, “Where
Is Winky’s Horse” nel 2008 e “Boys” nel 2014) Mischa Kamp con
ROMY’S SALON (Olanda, 2019), distribuzione
internazionale Attraction Distribution.
A Romy non piace stare nel salon di
sua nonna dopo la scuola, presto però scoprirà quanto siano
necessari la sua presenza e il suo supporto alla famiglia. Chiude,
per ora, questa sezione STORM BOY di Shawn Seet
(Australia, 2019), distribuzione internazionale Kathy Morgan
International. Nel cast anche il premio “Oscar” Geoffrey
Rush. Un ragazzino, cresciuto sulla bellissima ma
disabitata costa dell’Australia meridionale, salva inaspettatamente
tre piccoli pellicani. Crescendoli, instaura con loro un forte
legame ma si ritroverà in contrasto con il padre, lasciando che la
sua esistenza prenda una svolta nuova e imprevedibile.
GENERATOR
+13
La complessità delle prime
relazioni amorose, l’elaborazione del lutto e la ricerca di se
stessi: sono solo alcuni dei temi che emergono dai primi film
scelti per la sezione Generator +13.
Destreggiandosi tra scuola e casa, la dodicenne Mylia sta
attraversando un periodo complesso della sua vita: è lei la
protagonista di A COLONY di Genevieve Dulude-De
Celles (Canada, 2018), distribuzione internazionale Indie Sales.
Tutto cambia quando si avvicina al compagno di classe Jimmy, un
ragazzino della adiacente riserva Abenaki che la incoraggia a
superare i confini imposti da una società rigidamente stratificata.
Un dramma dai toni forti e dai sentimenti delicati centrato su due
adolescenti colti a un bivio importante della loro esistenza: è
STUPID YOUNG HEART di Selma Vilhunen
(Finlandia/Olanda/Svezia, 2018), distribuzione internazionale
Yellow Affair. Il film racconto il primo amore tra lo spensierato
Lenni e la bellissima e popolare Kiira. Non ancora in una vera e
propria relazione e ancora studenti del liceo, i due scoprono di
aspettare un bambino. Lenni, cresciuto senza figura paterna e in un
humus culturale sempre più colpito dal virus dell’estrema destra
xenofoba, ha solo nove mesi per diventare un uomo, nonostante non
abbia avuto la possibilità di essere un bambino. È nipponico
WE ARE LITTLE ZOMBIES, il debutto alla regia di
Makoto Nagahisa (Giappone, 2019), distribuzione internazionale
Nikkatsu Corporation. Un caleidoscopio pop che, attraverso un
approccio estetico esorbitante, segue quattro ragazzini giapponesi
di 13 anni alle prese con le turbolenze di una vita che appare da
subito in salita. Ormai orfani, i giovani decidono di formare una
rock band per contrastare il vuoto che hanno intorno.
GENERATOR
+16
La leggerezza, gli imprevisti e le
preoccupazioni degli irrequieti anni dell’adolescenza nei film
scelti per i Generator +16: due i titoli già selezionati al
momento. HARAJUKU di Eirik Svensson (Norvegia,
2018), distribuzione internazionale Charades, è la storia di un
giorno molto difficile nella vita di Vilde. Il giorno prima della
Vigilia di Natale la teenager ribelle dai capelli blu viene a
sapere che sua madre è stata vittima di un incidente. I servizi
sociali le impongono di mettersi in contatto con il padre biologico
che per lei è poco più di uno sconosciuto che l’ha abbandonata.
Vilde decide di fuggire da Oslo, ha solo bisogno di procurarsi un
biglietto di sola andata per Tokyo. Tutto dipenderà dal suo primo,
fondamentale incontro con il genitore. METEORITES
di Romain Laguna (Francia, 2018), distribuzione internazionale
Indie Sales, è una storia d’amore, di scoperta e di crescita. La
sedicenne Nina vive in un paese del sud della Francia e per
l’estate lavora in un parco tematico, dove si innamora di Morad,
fratello maggiore di una sua collega algerina. La natura impulsiva
e avventurosa di Nina si scontra con lo sciovinismo di Morad, e la
loro relazione è piena di scosse, entusiasmi, delusioni e strappi.
Il primo amore, come suggeriscono il titolo e le visioni della
protagonista, sconvolge l’esistenza con la potenza devastante di un
meteorite che improvvisamente cade dal cielo.
GENERATOR
+18
La complessità dei rapporti
interpersonali in contesti non sempre facili: è il percorso
proposto ai Generator +18. JP vive con suo
fratello Vincent, sua madre Joe e la sua ragazza Mel in un piccolo
appartamento di Verdun: è ciò che mostra FAMILY
FIRST di Sophie Dupuis (Canada, 2018), prodotto da Bravo
Charlie. Camminando sempre sul filo del rasoio, JP cerca di
mantenere un giusto equilibrio tra i numerosi bisogni della sua
famiglia di cui si sente responsabile, il lavoro e il
coinvolgimento nel cartello della droga di suo zio che vede come
una figura paterna. Altra storia complessa è quella raccontata
daGOLIATH di Peter Gronlund (Svezia, 2018),
distribuzione internazionale Wild Bunch. In una località
prettamente industriale in Svezia, dove molti si sono dati alla
criminalità, Kimmie cresce nell’ombra del padre Roland, un
truffatore. Quando questi finisce in carcere per spaccio di droga,
mettendo ulteriormente in crisi la situazione già precaria della
famiglia, il diciassettenne si ritrova a dover affrontare la
decisione più dura della sua vita. Mentre Kimmie sogna segretamente
di andare via con la fidanzata Jonna, suo padre lo vuole far
diventare un vero uomo come lui, in grado di prendere in mano le
redini dei suoi affari. YOUNGJU di Cha Sungduk
(Corea, 2018), distribuzione internazionale M-Line Distribution, è
il titolo dell’ultimo film in concorso in questa sezione ma anche
il nome della protagonista che vive con il fratello minore di cui
si prende cura. Da improvvisa capofamiglia, deve assumersi molte
responsabilità che la portano a rinunciare ai suoi studi. Tuttavia,
il fratello si comporta in maniera opposta a quella che lei
desidera e ben presto le cose non vanno come previsto. Youngju
decide allora di cercare aiuto dalla coppia che ha causato la morte
dei genitori.
GEX-DOC-PARENTAL
EXPERIENCE
Si basano su storie vere, narrate
in forma di documentario, le opere scelte per GEX
DOC-PARENTAL EXPERIENCE. Si parte con ANGELS ARE
MADE OF LIGHT di James Longley (Usa/Danimarca, 2018),
distribuzione internazionale The Film Collaborative. Dodici anni
dopo il suo film candidato all’Oscar “Iraq in Fragments”, il
documentarista americano James Longlay offre un ritratto di gruppo
ampio e profondamente compassionevole di studenti e insegnanti
afghani che sopravvivono ancora alle turbolenze nazionali.
BRUCE LEE AND THE OUTLAW di Joost Vandebrug
(Inghilterra/Olanda/Repubblica Ceca, 2018) distribuzione
internazionale Taskovski Films, invece, è l’opera d’esordio del
regista e segue le vite dei bambini senzatetto che vivono sotto la
Stazione Nord di Bucarest. Chiude la rosa di prime opere
selezionate LITTLE GERMANS di Frank Geiger e
Mohammad Farokhmanesh (Germania, 2019), prodotto da Brave New Work.
Il lungometraggio combina animazione e documentario per raccontare
la storia di bambini nati in famiglie di estrema destra. Come ci si
sente a crescere in un mondo in cui “la nazione” è al di sopra di
tutto?
John Cena è l’ultimo acquisto del cast di
Fast & Furious 9? L’ipotesi, di cui si parla da
giorni, potrebbe essere stata confermata da Vin
Diesel e da un video pubblicato proprio dal protagonista
del franchise su Instagram come omaggio a Paul
Walker, scomparso sei anni fa a causa di un incidente
automobilistico.
Nella clip, che potete vedere qui
sotto, Diesel ricorda l’amico e collega parlando anche del prossimo
capitolo in uscita:
“Ragazzi, come sapete, penso
sempre velocemente, e alla responsabilità di creare qualcosa di
iconico e meritevole della vostra lealtà. So che sembra pazzesco,
ma ad ogni luna blu sento che Pablo laggiù mi sta mandando dei
segnali…forse un altro soldato nella lotta per la verità. E oggi,
qualcuno è venuto alla Toretto Gym…“
Alle spalle dell’attore spunta l’ex
wrestler, salutando la camera. Questo conferma ufficialmente la sua
presenza nel nono capitolo? Probabilmente si, ma si attende il
riscontro istituzionale della Universal.
L’uscita nelle sale di Fast
& Furious 9, il nuovo capitolo del franchise la cui
produzione dovrebbe iniziare a breve con il cast originale e il
ritorno dietro la macchina da presa di Justin
Lin, stata spostata al 22 maggio
2020.
Non sono state fornite spiegazioni
ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma è evidente che nei
piani della Universal Pictures ci sia la volontà di garantire alla
saga il miglior posizionamento al box office possibile in una
stagione già ricchissima di blockbuster molto attesi.
Per quanto riguarda il film, tempo
fa era stato lo stesso Vin Disel a spiegare che
Lin sarebbe tornato anche per la regia dell’episodio 10, cosa che
faceva pensare che i due episodi venissero girati in contemporanea.
Il rumor non è stato confermato e, visti i numerosi impegni degli
attori, non sembra un’ipotesi facilmente realizzabile.
Si aspettano nel frattempo gli
aggiornamenti sul cast che, oltre ai soliti nomi, dovrebbe
presentare anche delle new entry ed un nuovo villan.
Intervistato da Rolling
Stone, Dwayne “The Rock”
Johnson aveva discusso di Fast and
Furious 9 e del futuro del franchise in generale,
valutando l’ipotesi di non figurare nel gruppo di attori. Come lui
anche Michelle Rodriguez si è detta “incerta” del
suo ritorno.
L’emozione e il forte attaccamento
ai personaggi di una saga può portare a reazioni forti, ma forse
non era mai successo che qualcuno venisse ricoverato per le troppe
lacrime versate durante la proiezione di un film. E come al solito,
a riscrivere la storia sono ancora i Marvel Studios con Avengers:
Endgame, lo straordinario finale dell’Infinity Saga
che sta letteralmente frantumando ogni record al box office
mondiale.
È accaduto in Cina, dove una giovane
donna di ventuno anni è stata portata in ospedale a causa di
pianti, singhiozzi e una reazione definita dai media
“incontrollabile” mentre vedeva al cinema Endgame.
La ragazza aveva il fiato corto, in iperventilazione, con le mani e
i piedi insensibili, dunque si è richiesto l’intervento
dell’ambulanza e del pronto soccorso. Fortunatamente le cose si
sono risolte in breve tempo e ora sta bene.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Elisabeth
Moss è l’ultima interprete ad entrare nella già ricca
scuderia di attori di The
French Dispatch, decimo lungometraggio firmato da
Wes Anderson che ha confermato nel cast anche
Timothée Chalamet, Benicio del
Toro, Jeffrey Wright, Bill
Murray, Frances McDormand, Tilda
Swinton, Saoirse Ronan, Léa
Seydoux, Mathieu Amalric, Owen
Wilson, Willem Dafoe, Adrien
Brody, Kate Winslet, Jason
Schwartzman, Christoph Waltz, e
Rupert Friend.
La Moss, che rivedremo presto sullo
schermo nel dramma musicale Her Smell di Alex Ross
Perry, ha raccontato all’Hollywood Reporter di aver recitato
“Solo una piccola parte, e il motivo per cui ho accettato è
perché volevo essere in un film di Wes Anderson, di cui sono una
grandissima fan“.
I primi report sulla produzione
hanno smentito che si tratterà un
musical, come dichiarato da Indiewire,
confermando che sarà “una lettera d’amore al giornalismo,
ambientata nella sede parigina di un quotidiano americano, e che
ruoterà intorno a tre diverse linee narrative”.
Prossimamente rivedremo l’attrice
nel reboot dell’Uomo Invisibile targato Universal
Pictures e Blumhouse, nuovo adattamento della pellicola uscita
nel 1933 e tratta dall’omonimo romanzo di
H.G.Wells. La star delle serie
MadMen e The Handmaid’s Tale e ora nelle
sale con Noi di
Jordan Peele, sarà quindi tra gli interpreti
principali del film affidato alla regia di Leigh
Whannell.
Lo scorso gennaio, in concomitanza
con l’annuncio del fallimento del progetto di universo condiviso e
del proseguimento sulla strada dell’autonomia, era stato rivelato
che Depp non sarebbe più apparso nel film. Un mese dopo il nome
della Moss era entrato nella shortlist dei possibili
candidati al ruolo.
Questa è la seconda collaborazione
tra l’attrice e la Blumhouse, dopo l’acclamato horror politico di
Peele che la vede nel cast insieme a Lupita
Nyong’o e Winston Duke.
Dopo aver analizzato tutti i
cameo, le curiosità e le
domande poste dal
film, è tempo di scoprire ogni riferimento ai fumetti originali e
gli esterg egg presenti in Avengers:
Endgame, l’epico finale della Infinity Saga che sta
scrivendo la storia del box office mondiale.
Eccoli qui sotto:
Roscoe Simmons
Ci troviamo nella sequenza
ambientata negli anni Settanta, con Tony Stark che si finge un
visitatore del MIT e Steve Rogers che si traveste da soldato
indossando la divisa con il nome “Roscoe” stampato sulla
giacca.
Probabilmente si tratta di un
riferimento al personaggio dei fumetti Roscoe
Simmons. che assunse il ruolo di Captain America quando
Steve abbracciò l’identità di Nomad e che fu assassinato da Teschio
Rosso.
La nuova Asgard
Lei fumetti originali la
Nuova Asgard sorge sopra una piccola città
dell’Oklahoma, mentre la versione del MCU è un piccolo villaggio di
pescatori da qualche parte in Norvegia. In realtà però si tratta di
Tonsberg, il villaggio di Capitan America:
Il Primo Vendicatore dove Teschio Rosso aveva trovato il
Tesseract!
Namor
Nella scena in cui Vedova
Nera si mette in contatto, cinque anni dopo la
Decimazione, con Okoye, Rocket,
Captain
Marvel e War Machine, l’eroina del
Wakanda menziona un terremoto avvenuto sotto la superficie marina
che non dovrebbe preoccupare i Vendicatori.
Forse questo potrebbe essere un
riferimento a Namor, il cui ingresso
nel MCU si ipotizza da mesi? Sappiamo
che ci sono dei problemi riguardo i diritti del personaggio, ma i
Marvel Studios non lasciano niente al
caso…
Il casco di Ant-Man
Sempre riguardo la sequenza del
ritorno negli anni Settanta, c’è un dettaglio sulla versione
giovane Hank Pym e sul progetto a cui sta
lavorando, che dovrebbe essere il prototipo del casco di
Ant-Man. La somiglianza con la controparte dei
fumetti è impressionante.
A-Force
Questo è un riferimento velato, che
i fan più attenti avranno notato durante l’epica battaglia finale
di Avengers:
Endgame: in un momento particolarmente entusiasmante
donne dell’universo cinematografico si uniscono per affrontare
Thanos guidate da Captain
Marvel.
Questo non significa necessariamente
che abbiamo visto in azione la A-Force (la squadra
femminile di Avengers), ma sicuramente è un bel assaggio di cosa
potrebbe diventare se lo studio andasse in quella direzione.
Cheeseburger
Proprio alla fine del film,
Happy Hogan tenta di confortare la piccola
Morgan Stark dopo il funerale di suo padre
chiedendole cosa vuole. La risposta è “un cheeseburger“,
la prima cosa richiesta da Tony al rientro dopo la prigionia in
Iron
Man del 2008. Un bel modo per ricollegarsi all’inizio
del MCU e omaggiare il personaggio.
Lo scudo distrutto di Cap
La scena in cui Thanos distrugge lo
scudo di Captain
America proviene direttamente dal fumetto di
Infinity Gauntlet ed è un momento che i fan hanno
sperato di vedere sul grande schermo fin dall’alba del MCU.
Nel momento in cui i titoli di coda escono, Steve ha
fortunatamente riportato una versione riparata del passato che poi
consegna a The Falcon, nominandolo il nuovo Capitan America nel
processo.
Budapest
Già menzionata durante The
Avengers, la città di Budapest torna nei
riferimenti di Endgame quando Nat e
clint si dirigono verso Vormir per recuperare la gemma dell’anima.
I fan sanno che questo è il luogo in cui si sono incontrati per la
prima volta Vedova Nera e
Occhio di Falco.
Morgan Stark
Era uno dei nomi proposti in
Avengers:
Infinity War, e alla fine la figlia di Tony Stark e
Pepper Potts ha finito per essere chiamata effettivamente Morgan.
Tuttavia, la Morgan Stark dei fumetti non era una
bambina dolce che amava Iron Man “3000”, ma il cugino di Tony con
molti legami criminali.
Hail HYDRA
Qualche anno fa, la Marvel Comics fu messa sotto accusa per aver
rivelato che Steve Rogers era segretamente un agente
dell’HYDRA come conseguenza delle alterazioni
della realtà ad opera di Teschio Rosso.
Avengers: Endgame sembra divertirsi con
questa trama, con Steve che sussurra “Hail, HYDRA”
all’orecchio di Jasper Sitwell durante la scena ambientata nel 2012
sulla scena che rievoca quella dell’ascensore di Captain America: The Winter
Soldier.
Il primo personaggio apertamente
gay del MCU
È stato annunciato che il film sugli
Eterni presenterà il primo supereroe gay del
MCU, ma in realtà ad introdurre il primo personaggio
apertamente omosessuale è Avengers: Endgame,
interpretato da Joe Russo nella scena con Steve
Rogers che parla durante una sessione di terapia di gruppo.
inizieranno a Giugno in Inghilterra
con la regia di Cate Shortland le riprese di
Vedova Nera, standalone che vedrà protagonista
Scarlett
Johansson nei “consueti” panni di Natasha Romanoff,
con la sceneggiatura riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Ma quali sono le storie dei fumetti
Marvel che il MCU potrebbe adattare nel film?
Ecco alcune proposte:
Web of Intrigue
Web of Intrigue,
scritto da Ralph Macchio e George Perez, è uno dei fumetti più
acclamati degli anni ’80, e l’ambientazione sarebbe perfetta per un
film prequel. Oltre al fatto che lo stile revival, già adottato per
Captain
Marvel, potrebbe essere un’interessante soluzione per
dare un’ulteriore sfumatura al MCU.
La storia segue sei assassini di
fama mondiale che lavorano per uccidere Natasha, mentre la
doppelganger dell’eroina è sulle tracce di Nick
Fury. Insomma materiale per un intrigante e appassionante
thriller di spionaggio alla James
Bond o Mission Impossible.
SHIELD’S Most Wanted
L’azione è ancora protagonista nel
fumetto di Mark Waid e Chris Samnee, SHIELD’s Most
Wanted, dove Natasha Romanoff viene incastrata e indicata
come traditrice dell’organizzazione, e successivamente espulsa dopo
anni di onorata carriera.
La caduta dello SHIELD era già al
centro della trama di Captain America:
The Winter Soldier, quindi ci troveremmo di fronte ad
una ripetizione per quanto riguarda le storie del MCU, tuttavia l’idea che il
personaggio venga interpretato come un traditore del governo
potrebbe essere un’ipotesi ancora inedita e sicuramente
affascinante.
The name of the rose
The Name of the
Rose ha tutti i presupposti per diventare un film ricco di
trame contorte, location esotiche e ogni dettaglio di cui ogni
spy-story spionaggio ha bisogno, e il MCU dovrebbe farci un
pensierino…
Questo è uno dei pochissimi fumetti
scritti da una donna, Marjorie Liu, e gli eventi
prevedono i cameo di Iron Man e
Wolverine. Forse la recente fusione tra Disney e
Fox permetterà alla produzione di inserire anche personaggi
provenienti dalle pagine degli X-Men?
Widowmaker
La serie in quattro numeri di
Widowmaker vede protagonista Vedova
Nera al fianco di Occhio di Falco e
Mimo, e allo stesso modo con cui Thor:
Ragnarok ha trasformato Hulk nella spalla principale,
il film solista su Natasha Romanoff potrebbe utilizzare la
straordinaria chimica tra Scarlett Johansson e Jeremy
Renner e replicarla sul grande schermo.
In un viaggio attraverso diversi
paesi del mondo, la trama segue il mistero che circonda un agente
dello S.H.I.E.L.D., e le indagini portate avanti dalla
supereroina.
The sting of the Widow
Questa raccolta di fumetti comprende
tutti i momenti più importanti di Vedova Nera per
darci una retrospettiva completa sulla sua storia, dal rapporto con
Spider-Man, Iron Man,
Daredevil fino a quello complicato con il
Soldato d’Inverno.
Ovviamente, a questo punto del
MCU, l’attenzione è tutta rivolta a
Bucky e al suo ruolo nel futuro dell’universo condiviso, senza
contare che in The Sting of the Widow potrebbe
rientrare anche un interesse amoroso per Natasha (forse di nuovo
Bruce Banner?).
Homecoming
Si, il titolo
Homecoming è stato già usato nel MCU per Spider-Man, tuttavia questo
aspetto non dovrebbe impedire ai Marvel Studios di considerare l’adattamento di
questa storia per lo standalone su Vedova Nera.
Gli eventi iniziano con Natasha che
si ritira dal lavoro con lo S.H.I.E.L.D. lavoro e ritorna in Russia
per affrontare i suoi demoni dopo che qualcuno ha tentato di
ucciderla.
Kiss or Kill
In Kiss or Kill
Natasha Romanoff viene ingiustamente incastrata dopo l’assassinio
di un senatore degli Stati Uniti., così le forze della CIA e una
squadra di sicari spietati sono assoldati per ucciderla. Nel
frattempo, il figlio del senatore si dispera nel tentativo di
vendicare suo padre, e contribuisce alla ricerca della presunta
killer.
Si tratta di una storia
autoconclusiva, piena di azione e intrighi brillanti, che si
adatterebbe in qualsiasi modo nella timeline del MCU. Più in linea con il tono di
Captain America:
The Winter Soldier che con altri capitoli.
Deadly Origin
Il pubblico potrebbe essere stanco
di vedere le solite origin story, e proprio il suo essere così
anti-convenzionale a rendere Deadly Origin la
perfetta storia da adattare per un prequel sulla nascita di
Vedova Nera.
Qui si racconta il passato di
Natasha attraverso il presente, con scene e flashback disegnati da
artisti diversi e quindi distinti l’uno dall’altro.
The Itsy-Bitsy Spider
La trama in tre fumetti di
The Itsy-Bitsy Spider ha completamente ridefinito
il personaggio di Vedova Nera, ed è considerato ancora oggi uno dei
fumetti più importanti del personaggio.
Il film solista probabilmente non
sarà una storia d’origine, e questo aspetto potrebbe dare alla
sceneggiatura un rovesciamento interessante di prospettiva poiché
la storia si concentrerebbe su una Natasha più anziana sfidata da
una giovane e più forte agente segreta di nome Yelena
Belova.
Tra tutti i cameo sparsi nelle quasi
tre ore di Avengers:
Endgame ce n’è uno che è sfuggito anche agli sguardi
più attenti, inserito durante la sequenza della battaglia finale
tra i Vendicatori, gli eroi riportati indietro con lo schiocco del
guanto e l’esercito di Thanos. Ma di chi stiamo parlando?
Il personaggio proviene dal
franchise di Guardiani della Galassia,
dove è apparso come simpatico easter egg prima nella scena post
credits del Volume 1, poi nel sequel, e ora ritorna insieme ai
supereroi grazie ai portali aperti da Doctor Strange, Wong e il resto degli
stregoni nel terzo atto di Endgame. E si, è proprio Howard
il Papero!
Difficile da rintracciare, Howard è
visibile in un’inquadratura con Hope Van Dyne (Wasp, interpretata
da Evangeline Lilly), e in lontananza, se fate
attenzione, lo noterete dietro la sagoma di un alieno pronto per
entrare in azione.
Potrebbe però esserci una ragione
dietro la ricomparsa del personaggio nell’universo condiviso,
perché a breve sarà rilasciata la nuova serie tv che lo vedrà
protagonista, e se gli eventi dello show saranno ambientati dopo
quelli di Endgame, è alquanto probabile che verrà mostrata la
stessa scena dalla sua prospettiva…
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Cary Fukunaga,
regista di Bond 25, ha
annunciato sul suo account Instagram il via alle riprese
del film che vedrà ancora una volta, e forse per l’ultima,
Daniel Craig nei panni di James
Bond.
Il ciak è stato battuto in
Giamaica, ma le riprese si svolgeranno anche in Norvegia, a Londra
e in Italia.
Oltre a Craig, sono stati
confermati Ralph Fiennes nel ruolo di M,
Lea Seydoux in quello di Madeleine Swann,
Naomie Harris in quello di Moneypenny, Ben
Whishaw nei panni di Q, Rory Kinear in
quelli di Tanner e Jeffrey Wright in quelli di
Felix Leiter. Tra le new entry invece si annoverano Dali
Benssalah, Billy Magnussen, Ana De Armas, David Dencik, Lashana
Lynch e Rami Malek.
Il regista ha svelato alcuni
elementi della trama: “Quando il film inizierà, Bond non
sarà in servizio attivo. È qui, in Giamaica, si è ritirato e vuole
godersi la vita. In questo luogo ha trovato una sorta di casa
spirituale, ed è da qui che partirà il suo nuovo viaggio. Abbiamo
delle grandi cose in serbo per lui.“
Anche se non è stato annunciato il
titolo, la produttrice Barbara Broccoli ha dichiarato che le
riprese del film si svolgeranno non solo in Giamaica, ma anche in
Norvegia, a Londra e in Italia. La sceneggiatura invece è stata
firmata da Neil Purvis, Robert Wade, Scott Burns e
Phoebe Waller-Bridge, che si è unita alla squadra
sotto richiesta di Craig in persona.
Avengers: Endgame ha incassato 350
milioni nel weekend di apertura al box office USA, per un totale,
in tutto il mondo, di 1,2 miliardi. Si tratta della migliore
apertura di tutti i tempi.
Il quarto film sugli Avengers di
casa Disney/Marvel ha catturato gli spettatori,
ha frantumato il record dei 100 milioni all’apertura di
Infinity War e ha portato a casa, nel mondo, 560
milioni nel primo fine settimana. In Cina ha guadagnato
l’esorbitante cifra di 329 milioni in cinque giorni.
Con delle cifre così esorbitanti e
delle reazioni entusiaste, e soprattutto con molti spettatori
tornati già a vedere il film, i record registrati da
Infinity War, Titanic e Avatar (i
film sul podio dei più alti incassi di tutti i tempi) non sono così
tanto lontani da battere.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Nel cast dello show David
Tennant, Michael Sheen, Jon Hamm, Frances McDormand (che sarà Dio),
Benedict Cumberbatch (che darà voce a Satana), Nick Offerman, Jack
Whitehall, Miranda Richardson, Adria Arjona, Michael McKean, Anna
Maxwell Martin, Mireille Enos
Good Omens è stato
commisisonato per Amazon Prime Video e per BBC two
da Patrick Holland, direttore di BBC two, Shane Allen, direttore di
BBC ComedyCommissioning e Georg Sharp, editor presso
BBC. È stato prodotto dal team comedy ai BBC studios, la divisione
BBC commercial production, Narrativia e The Blank Corporation, in
collaborazione con BBC Worldwide.
Good Omens sarà
disponibile su Amazon Prime Video in oltre 200 paesi e territori
nel 2019, in UK dove verrà trasmessa anche su BBC Two in un secondo
momento. BBC Worldwide distribuirà i diritti di Good
Omens a livello internazionale dopo la premiere su
Prime Video. La serie avrà come direttore e produttore esecutivo
Douglas Mackinnon, che vanta produzioni come
Knightfall, Dirk Gently, Doctor Who, Outlander e l’episodio di
Sherlock: The Abominable Bride vincitore lo
scorso anno di un Primetime Emmy come Outstanding Television
Movie.
“Neil Gaiman è uno scrittore
dal talento eccezionale che è in grado di creare mondi unici, multi
dimensionali e narrativamente ineguagliabili” sostiene
Jennifer Salke, Head of Amazon Studios. “I
suoi fan sono appassionati ed entusiasti e siamo fortunati di poter
condividere il suo talento con tutto l’audience di Prime
Video”
“Mi sono deciso ad
accettare questo incarico dopo aver lavorato splendidamente con il
team di Amazon per la realizzazione di Good
Omens” sostiene Gaiman. “Sono persone entusiaste,
intelligenti e non erano intimoriti da Good
Omens, un prodotto così diverso dagli altri.Volevano
creare qualcosa di unico ed eccitante. Sono emozionato all’idea di
avere una casa in Amazon dove potrò fare televisione come nessuno
l’ha mai vista prima, non come Good Omens ma sicuramente inusuale e
divertente”
Winter is coming,
e non è solo un modo di dire. Con l’ottava stagione de
Il trono di
Spade si chiuderà finalmente il cerchio aperto
ormai diversi anni anni fa.
Eppure sono ancora tante le
questioni da risolvere e i colpi di scena che sicuramente saranno
parecchi, molto intensi e disseminati lungo la stagione.
Questa sarà sicuramente la
stagione de Il trono di
Spade dedicata ai ritorni e alle riunioni e
quella tra Sansa Stark (Sophie
Tuner) e Theon Greyjoy (Alfie
Allen) è una di quelle dal maggior tasso emotivo.
Nelle ultime due stagioni Sansa si
è riunita con i suoi fratelli Arya,
Jon e Bran recuperando rapporti
da tempo perduti, ma non si era mai emozionata fino al punto di
piangere, come invece è avvenuto quando ha visto Theon: e ciò è
stato vissuto da Sansa in maniera più profonda anche a causa di
quello che avevano passato.
La relazione tra i due non è mai
stata ottimale: in passato Theon aveva tradito il fratello di lei,
Robb, facendosi poi passare per Reek durante la
quarta, quinta e sesta stagione, diventando mite e passivo,
incapace di fare qualcosa persino quando Sansa veniva violentata
davanti a lui da Ramsay.
Ma Sansa ha perdonato Theon per
averla salvata e per aver fatto finta di uccidere i suoi fratelli
in passato e, così facendo, salvando anche loro. L’ultima volta che
i due si sono visti è accaduto durante la sesta stagione, quando
Sansa tentò di convincere Theon a dirigersi verso Castle Black per
per trovare Jon Snow e protezione da parte di Ramsay, arrivando a
perdonandogli tutti i fatti passati.
La “ridicola” storia delle origini
di Tormund Giantsbane è diversa nei libri
Tormund
Giantsbane (Kristofer
Hivju)è uno dei personaggi di rilievo de
Il trono di
Spade ed ha una strana idea di capire ciò
che conta. Nel secondo episodio dell’ottava stagione, quando
finalmente si ricongiunge con Brienne di Tarth
(Gwendoline
Christie), le racconta qual è la vera origine del suo
soprannome, come se fosse una fiaba.
La storia che racconta è una
versione abbellita rispetto a quella raccontata nei libri di
George R. R. Martin ed entrambe le versioni
risultano abbastanza improbabili. C’è un modo in cui i fatti che
vengono raccontati abbiano senso?
Nella sua storia, Tormund racconta
di aver ucciso un gigante a dieci anni e di essere poi entrato nel
letto della moglie e di essere stato allatto per tre mesi da quella
che era anch’essa un gigante e di essere diventato forte per via
del particolare latte assunto. Ma questi fatti possono essere
plausibili?
Nel libro di Martin, Tormund
racconta la storia di questa sua origine a Jon
Snow (Kit
Harington), durante uno dei loro viaggi, dicendo di
essere stato mezzo ragazzo e stupido come, d’altra parte, sono i
ragazzi, aggiungendo di essere stato catturato nel mezzo di una
tempesta invernale di aver cercato del calore aprendo la pancia di
un gigante addormentato ed entrandoci dentro.
E da qui, sarebbe stato confuso per
un bambino, venendo poi allattato per tre mesi. In seguito,
pungolato da Snow, Tormund ammise di non aver mai ucciso un gigante
ma di essere rimasto con lei e di essere stato semplicemente
accudito.
Il cavaliere dei Sette Regni
accenna all’eredità di Brienne
A
Knight of the Seven Kingdoms è il titolo ufficiale del
secondo episodio dell’ottava stagione de Il trono di
Spade e rappresenta un eco delle frase che
Jaime Lannister (Nikolaj
Coster-Waldau) usa per riferirsi al neo-cavaliere Ser
Brienne di Tarth. Dopo otto stagioni di lotta contro stupratori,
sessisti e dopo il disprezzo collettivo di metà degli Westeros che
vede il genere prima dell’onore, finalmente è diventata un
cavaliere.
Ma in questo titolo vi è un
significato più profondo: esso è anche il titolo di una raccolta di
novelle dello stesso Martin appartenente alla serie A Song and
Ice and Fire, conosciuta come le storie di Dunk ed
Egg. Queste novelle sono state ambientate ben 90 anni
prima de Il trono di
Spade e segue le avventure di Aegon
V Targayen (Egg) e si Ser Duncan the Tall
(Dunk) che, come lo stesso Martin ha rivelato in un panel dedicato
alla serie nel 2016, sarebbe un antenato di Brienne.
Ciò significa che la carica di
cavaliere è di fatto un’eredità adeguata e anche lo stesso modo di
diventare cavaliere ha contraddistinto entrambi i neo-cavalieri.
Inoltre i due condividono anche la stessa sorte: Dunk è sempre
stato un cavaliere errante, senza essere uno dei migliori
combattenti e con le caratteristiche di essere leale e fedele alla
giustizia, proteggendo i più deboli ed innocenti.
E Brienne ricopre un ruolo simile
al suo antenato poiché, dopo la morte di Renly Baratheon e caduta
in disgrazia della sua casa, lei non è alla ricerca di un nuovo
padrone ma si adopera per proteggere le ragazze Stark,
riportare Sansa alla sua famiglia e rendere giustizia a chi è stato
offeso, servendo il popolo di Westeros senza servire un signore. Ed
ora, con il riconoscimento ufficiale, anche lei è un cavaliere dei
sette regni così come il suo antenato lo fu una volta.
C’è un grosso difetto nella
strategia di battaglia di Winterfell
Questo secondo episodio ha messo in
chiaro che nella
prossima puntata si andrà verso l’inizio di una grande
battaglia e una parte del piano vedrebbe i non combattenti al
sicuro nelle cripte sotterranee di Winterfell. Ma qualcosa forse
non torta, perché è abbastanza strano che sia stata data una così
grossa enfasi a questo luogo di riparo.
Facendo un rapido calcolo, è
possibile che ci sia una rapida ricetta per il disastro: sì, perché
in quelle cripte si trovano i cadaveri degli Starks e gli invasori,
i mostri di ghiaccio, hanno il potere di resuscitare i cadaveri e
farli combattere per loro. In sintesi, ogni persona innocente che
si troverà nelle cripte verrà abbattuta dagli antenati Starks,
dando una possibile origine ad un ciclo pressoché infinito. Ma
andrà davvero a finire così?
In questo episodio non è morto
nessuno
Strano, ma vero, in questo secondo
episodio dell’ottava stagione de Il Trono di
Spade nessuno è spirato. La sensazione, però sembra quella
che in questo episodio ci sia la calma prima della tempesta che
potrebbe scatenarsi nelle successive puntate: insomma, come se i
personaggi avessero festeggiato per l’ultima volta, prima di un
periodo buio.
L’aria che si respira in questo
episodio sembra quella dell’incertezza, di ilarità generale come se
fosse un momento da Animal House della serie, una specie
di parentesi destinata a chiudersi in breve tempo e che, nei suoi
momenti di leggerenzza, sembra indurre ad una tempesta che sta per
formarsi all’orizzonte.
La paura di Daenerys Targaryen sta
preparando la battaglia finale della serie
Daenerys Targaryen
(Emilia
Clarke) è stata una terribile regina in fieri, sin
dalla fine della
prima stagione, ma i suoi alleati lo stanno realizzando
soltanto ora. Questo secondo episodio, infatti, si apre con lei che
affronta l’assassino di suo padre, Jaime Lannister, il
Kingslayer.
In una sorta di udienza, Daenerys
dà a tutti gli Stark e ai loro alleati una buona occasione per
essere testimoni di Jaime, con la chiara consapevolezza che lei sta
cercando un ottimo piano per la sua esecuzione, probabilmente in
modo che sia memorabile, se non sentirà una buona ragione che la
faccia tornare sui suoi passi.
Sorprendentemente, diverse persone
intervengono in suo soccorso, nonostante la lunga lista di peccati
commessi da Jaime. Insomma, con l’inizio di questa ottava stagione,
continuano ad essere rivelate delle dinamiche di potere che fino a
prima erano poco chiare o per niente conosciute, come il fatto che
Daenerys sia una regina vendicativa, simile a Cersei per certi
versi.
E il fatto che Jon Snow e il suo
migliore amico Samwell Tarlly non sapevano che Dawnerys avesse
ucciso il padre e il fratello di Sam per non essersi inginocchiati
al suo cospetto ne è la dimostrazione.
Perché Arya Stark e Beric
Bondarrion sono nemici-amici
Il secondo episodio di questa
ottava stagione de Il Trono di Spade è pieno di situazioni
calde e fredde, e alcune riguardano Arya Stark
(Maisie
Williams)e i due uomini che hanno viaggiato con lei
nelle stagioni precedenti: il Segugio e
Beric Dondarrion (Richard
Dormer).
L’incontro è costituito da una
serie di emozioni non rivelate che provendono da brutti ricordi:
non viene detto molto della loro storia, ma sono ben cinque
stagioni che sono passate da quando Beric e Arya hanno condiviso la
scena per l’ultima volta ed è comprensibilmente diccile ricordare
come essi si erano separati.
E tutto quello che non viene detto
e che rimane nella terza stagione, è la chiave di volta che
riuscirà a trovare i motivi del fatto che rende i due protagonisti
così amici, ma anche così nemici.
Se Infinity
War era stato il film di Thanos, Avengers:
Endgame è l’omaggio dei Marvel Studios ai sei Vendicatori originali
riuniti per la prima volta sullo schermo nel capitolo diretto da
Joss Whedon e uscito nel 2012. Due di loro sono morti, gli altri
quattro hanno preso strade diverse, e non è chiaro quando (e se) li
rivedremo ancora nel MCU.
Il dubbio riguarda allora il “dopo”
Endgame: che fine faranno i nostri eroi? Cosa gli riserva il
futuro? Ecco alcune ipotesi:
Captain America
Dopo aver restituito tutte le gemme
dell’infinito, Steve
Rogers torna dal Regno Quantico come uomo anziano,
quindi è facile non aspettarsi più di un coinvolgimento marginale
del personaggio nella Fase 4 del MCU.
Certo, la sua controparte dei
fumetti è stata parte attiva nella guida di S.H.I.E.L.D., ed è
possibile che Steve muoia fuori dallo schermo un po’ come successo
a Peggy Carter in Captain America:
Civil War nella timeline dell’universo
cinematografico.
Tuttavia, solo perché l’arco di
Steve è giunto al termine non significa che la storia di Cap sia al
capolinea. Alla fine di Avengers:
Endgame, l’eroe passa lo scudo a Sam
Wilson, ed è chiaro che sarà lui il nuovo difensore della
Terra.
Iron Man
Tony Stark muore
alla fine di Endgame, dunque tutti i
piani e le ipotesi sul suo futuro nel MCU sono da mettere da parte.
Almeno per ora, perché nulla è scontato nell’universo dei Marvel Studios…
Sulla carta il suo sacrificio non
può essere annullato, e il contratto di Robert Downey
Jr. è scaduto (come il tempo e l’arco narrativo di
Tony nel MCU), ma questo non significa che
non rivedremo mai più Iron
Man.
Forse la presenza di Harvey
Keener al funerale di Tony è un indizio dell’arrivo degli
Young Avengers, dove
il ragazzo giocherebbe il ruolo di Stark? Oppure sarà Morgan, la
figlia di Tony, a prendere il posto del padre?
Thor
Per quanto riguarda
Thor, l’aver deciso di lasciare il trono di Asgard
a Valchiria compromette sicuramente il futuro dell’eroe come
sovrano e guida del suo popolo che avevamo pronosticato tempo
fa.
Ora il Dio del Tuono si è
unito ai Guardiani della Galassia, con i quali
attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione,
diventando ciò che era destinato a essere. Questo esclude ogni
possibilità di vedere al cinema Thor 4? Oppure il percorso
del personaggio si allaccerà a quello dei supereroi di
James
Gunn in Vol.3?
Ad ogni modo, i Marvel Studios hanno contemplato un
approccio più comico al franchise di Thor, e indipendentemente da
ciò che accadrà, sembra che la missione dei Guardiani ruoterà
attorno alla ricerca di
Gamora…
Vedova Nera
Proprio come Gamora, Vedova
Nera è rimasta vittima di una morte “definitiva”,
perché sacrificata su Vormir in cambio della gemma dell’anima. E se
non fosse bastato Infinity War, Endgame chiarisce che i
caduti sul pianeta custodito da Teschio Rosso non possono tornare
in vita…
Ora il mistero ruota attorno allo
standalone confermato su Natasha Romanoff, che a quanto pare sarà
un prequel, ma non è detto che l’eroina non possa ripresentarsi
grazie a qualche ingegnoso piano dei Vendicatori.
Occhio di Falco
Dopo trascorso cinque anni ad
uccidere brutalmente nelle vesti di Ronin, Clint Barton
viene richiamato al quartier generale dei Vendicatori per tentare
l’ultimo colpo. Fortunatamente le cose vanno per il meglio e
Occhio di
Falco può riabbracciare la sua famiglia, e tornerà in
azione nella serie tv di Disney
+.
Lo show dovrebbe concentrarsi sulle
avventure di Clint insieme all’erede Kate Bishop, dunque
il ritiro dell’eroe è dietro l’angolo?
Hulk
Cinque anni dopo lo schiocco,
Bruce Banner trova il modo per conciliare la sua
parte umana con Hulk, e quando usa il guanto
dell’infinito per riportare indietro le vittime rimane gravemente
ferito al braccio destro. Dunque è altamente improbabile che l’eroe
sarà in grado di tornare ai suoi vecchi poteri…
Chissà che il professor Hulk non sia
l’unica opportunità di rivederlo in azione nel futuro del MCU.
Durante la promozione di
Avengers: Endgame, abbiamo appreso
che trailer e spot non avrebbero mostrato nessuna delle scene nella
parte finale del film, soltanto qualche brevissimo shot, allo scopo
di mantenere integra la sorpresa dei fan.
Abbiamo anche letto che alcune scene
potevano essere state modificate appositamente per il trailer
mentre altre potevano essere state realizzate addirittura
esclusivamente per il trailer stesso.
Tuttavia capita spesso, anche in
film con una produzione e una promozione più tradizionale, che
molte scene dai contenuti promo non vengano poi inserite nel
montaggio finale del film, e finiscano sul pavimento della sala di
montaggio o nei contenuti extra delle edizioni in Home Video.
Quindi, ecco un elenco di scene che
abbiamo visto nei trailer ma che mancano dal montaggio finale di
Avengers: Endgame:
ATTENZIONE SEGUONO
SPOILER
Ha spazzato via il 50% di
tutte le creature viventi – Questa scena viene chiaramente
da una scena iniziale del film, lo evinciamo dall’acconciatura di
Natasha, ma potrebbe essere stata girata soltanto per il trailer,
per fomentare il pubblico. Tuttavia sappiamo anche che si potrebbe
trattare di un momento in cui Vedova Nera spiega la situazione a
Captain Marvel, appena arrivata.
Thor si dà la
carica – Una delle inquadrature migliori dai trailer,
mostra il Dio del Tuono in piena forma, come lo vediamo nei primi
quindici minuti del film, anche se non compare mai in quella posa.
Non abbiamo la certezza se questa foto sia stata tratta da una
sequenza di Infinity War o se all’inizio del progetto il
personaggio era destinato a non ingrassare rovinosamente, come
invece gli abbiamo visto fare. Potrebbe essere anche questo
uno shot realizzato esclusivamente per i trailer.Bruce Banner
commemora i caduti – Mentre i Vendicatori guardano
brevemente le immagini dei compagni caduti, questa scena con Bruce
Banner in lacrime non si vede nel trailer. La scena lo mostra
davanti alle immagini di Scott Lang e di Shuri. Sembra dunque che
sia servita, in fase di promozione, a confermare che sia la
principessa del Wakanda, sia ANt-Man sono stati vittime della
Decimazione (se non fosse che in realtà Scott è rimasto prigioniero
del Regno Quantico).
Il messaggio di Tony a
casa – Questa scena è nel film, ma la versione nel trailer
è abbastanza diversa. Gran parte del dialogo è lo stesso, ma
l’inflessione è molto differente. Nel trailer di Avengers: Endgame
lo spettatore è stato messo di fronte a un monologo tragico, mentre
nel film sono state eliminate delle frasi e il tono è molto più
leggero.
Sebbene funzioni come degna
conclusione di una saga iniziata undici anni fa, Avengers:
Endgame ci lascia con una serie di domande irrisolte
che potrebbero essere affrontate nel corso della prossima fase del
MCU.
Ecco le più interessanti analizzate nel dettaglio:
Rivedremo un “normale” Bruce Banner?
Il
Bruce Banner che avevamo lasciato alla fine di
Avengers: Infinity War
continuava a lottare con la sua seconda identità e di
Hulk, almeno per due terzi del film, non c’era
nemmeno l’ombra. Ma solo dopo il salto temporale all’inizio di
Endgame scopriamo che il Vendicatore ha unito con successo la
propria intelligenza con la forza di Hulk (un omaggio al professor
Hulk dei fumetti).
Questo
significa che il Bruce “normale” e il gigante di giada arrabbiato
non torneranno più nel MCU?
Che
fine ha fatto Gamora?
Tra
tutti i vari sviluppi di trama, il modo in cui
Gamora è è tornata in Endgame resta uno dei più
interessanti, perché invece di essere semplicemente resuscitata, la
vediamo grazie ai viaggi nel tempo e nell’incursione della sua
versione passata nel presente durante la battaglia finale con i
Vendicatori.
Ovviamente è una Gamora più giovane rispetto a quella
incontrata in Guardiani della Galassia, dunque il
“nuovo” personaggio è in realtà quello di nove anni fa, che non si
era ancora innamorata di Peter Quill.
Eppure
alla fine di Avengers:
Endgame vediamo Star-Lord interagire con lei, oltre al
fatto che sul Benatar compare la schermata “searching” con
la sua immagine. Possibile allora che sia ancora viva e che sia
fuggita da qualche parte? Lo schiocco di Tony Stark l’ha spazzata
via insieme agli altri?
Dov’è
Loki?
Uno dei
momenti più divertenti di Avengers:
Endgame arriva quando i Vendicatori tornano nel 2012
in tempo per la Battaglia di New York cercando di procurarsi il
Tesseract, che invece finisce nelle mani di Loki.
Il Dio dell’Inganno coglie l’occasione e fugge via, e di lui non si
hanno più tracce.
Cosa
significa esattamente questo per Loki? È ancora morto? È vivo?
Questa scelta sembrerebbe aver causato un flusso di tempo parallelo
che è diverso da quello attuale, dunque ora c’è una linea temporale
in cui il personaggio è scappato con una delle gemme
dell’infinito.
Potrebbe
essere questo il presupposto della nuova serie su Loki di Disney
+?
Perché
Cap è riuscito a sollevare il Mjolnir solo adesso?
Una
scena in particolare di Avengers:
Endgame avrà fatto saltare dalle sedie i fan dei
fumetti, ed è quella in cui vediamo Captain
America sollevare finalmente il Mjolnir.
Solo chi è degno può impugnare l’arma, aveva raccontato Thor, e un
tentativo c’era già stato nel corso di Age of
Ultron, dove Steve era quasi riuscito
nell’impresa.
Ma cosa
è cambiato esattamente e cosa ha reso soltanto adesso Cap degno di
questo compito?
Perché
Harley Keener era al funerale di Tony Stark?
Qualcuno
avrà riconosciuto il giovane ragazzo in piedi, da solo, al funerale
di Tony Stark, che avevamo visto da piccolo sei anni fa in
Iron
Man 3: si tratta infatti di Harley
Keener, il personaggio che aiuta Tony Stark in un momento
di seria difficoltà e interpretato da Ty Simpkins.
Certo
includerlo a questo punto del racconto desta qualche dubbio: non
abbiamo alcun indizio del fatto che i due siano rimasti in
contatto, oppure questo momento è solo un altro easter egg per i
fan? O addirittura è un’anticipazione della prossima fase del
MCU?
Thor fa
parte dei Guardiani della Galassia?
La fine
di Avengers: Endgame sembra indicare
che il futuro di Thor sia insieme ai
Guardiani della Galassia, lui che apostrofa la
nuova squadra come gli “Asgardiani della Galassia”, che è il nome
di un team di eroi apparso nei fumetti.
Tutti i
compagni di scuola di Peter sono scomparsi dopo lo
schiocco?
Alla
fine di Endgame, mentre guardiamo tutti i
personaggi che tornano alle loro vite, c’è Peter Parker che rimette
piede al suo liceo e abbraccia il suo amico Ned. Ma basandoci
sull’evidenza, il ragazzo non sembra più vecchio di cinque anni,
quindi possiamo supporre che sia morto alla fine di
Infinity War e resuscitato dallo
schiocco.
Certo,
ripensando al trailer di Spider-Man: Far
From Home, sembra che lo stesso sia accaduto a tutti i
compagni di scuola di Peter…
Perché
Steve porta il Mjolnir indietro nel tempo?
Captain
America è il Vendicatore che, alla fine del film, si assume la
responsabilità di restituire nei punti esatti della storia tutte le
gemme dell’infinito e avere così il minimo impatto sul tempo e lo
spazio. Tuttavia, porta con sé anche un altro oggetto: il
Mjolnir. Ma perché?
Forse
l’arma gli servirà nel caso abbia difficoltà a restituire le gemme?
Sta pensando di riportarlo indietro nello stesso momento in cui
lascia cadere l’etere su Asgard?
Cap ha
restituito la gemma dell’anima a Teschio Rosso?
La gemma
più interessante resta senza dubbio quella dell’anima, che secondo
i calcoli Steve avrebbe dovuto riportare su Vormir, la nuova casa
di Teschio
Rosso (suo primo rivale in Captain America: Il
Primo Vendicatore).
Ma la
vera domanda è questa: che cosa succede se restituisci la gemma
dell’anima? Se per ottenerla devi sacrificare ciò che ami di più,
al contrario restituirla comporta riavere indietro la vita di chi
si è perso? Così facendo ci sarebbe il potenziale per resuscitare
Vedova Nera…
Diretto da Guy
Ritchie (Sherlock
Holmes, Operazione U.N.C.L.E.) e
scritto da John August (Dark
Shadows, Big Fish – Le Storie di Una Vita
Incredibile), Aladdin
è interpretato da Will
Smith (Alì, Men in
Black) nei panni del Genio con il potere di esaudire
tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada
magica.
Mena
Massoud (Jack Ryan) è il
protagonista, lo sfortunato ma adorabile ragazzo di strada
innamorato della bellissima figlia del Sultano, la Principessa
Jasmine, interpretata da Naomi
Scott (Power Rangers), che
vuole scegliere liberamente come vivere la
propria vita. Marwan
Kenzari (Assassinio sull’Orient
Express) è Jafar, un malvagio stregone che
escogita un piano diabolico per destituire il Sultano e regnare su
Agrabah; mentre Navid
Negahban (Homeland: Caccia alla
Spia) interpreta il Sultano, il sovrano di
Agrabah, impaziente di trovare un marito adatto alla
figlia Jasmine.
Aladdin è
prodotto da Dan Lin (The
LEGO Movie), mentre il vincitore del Golden
Globe® Marc Platt (La La
Land), Jonathan Eirich
(Deathnote) e Kevin De La
Noy (Il Cavaliere Oscuro – Il
Ritorno) sono i produttori esecutivi. La colonna
sonora è composta dall’otto volte Premio Oscar® Alan
Menken (La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta) e comprende nuove versioni dei
brani originali scritti da Menken e dagli autori premiati con
l’Oscar® Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a
due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai
compositori, vincitori dell’Oscar® e del Tony®
Award, Benj Pasek e Justin
Paul (La La Land, Dear Evan
Hansen).
Avengers: Endgame si avvia a
chiudere l’incasso del primo fine settimana di programmazione a 300
milioni, in USA. Il quarto e conclusivo film sugli
Avengers ha aperto con la mostruosa cifra di 60
milioni, solo per la proiezioni di mezzanotte di giovedì scorso e
le prime stime riportano
una previsione di incasso intorno ai 315 milioni.
Il film è stato distribuito, a
partire dal 26 aprile, in 4662 cinema nel Nord America, la più
vasta distribuzione di sempre sul territorio. Il film potrebbe
quindi plausibilmente superare i 257.7 milioni di Avengers: Infinity War e i
248 milioni di Star Wars: Il Risveglio della
Forza, i due film che, nella classifica degli incassi
più alti nella storia del cinema, possono essere superati da
Endgame.
Il film ha guadagnato 305 milioni in
due giorni in tutto il mondo, visto che in 46 Paesi, compresa
l’Italia, è arrivato il 24 aprile, con un picco di 154 milioni
soltanto in Cina, mentre, nella classifica dei mercati più
remunerativi, seguono il Regno Unito a 15,3 milioni, la Corea del
Sud a 14,2 milioni e l’Australia a 13,9 milioni.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Un report di AsiaOne riferisce che
un uomo è stato picchiato all’uscita di un cinema, dopo aver visto
Avengers: Endgame, perché aveva
rivelato ad alta voce dei dettagli della trama del film a persone
che non lo avevano ancora visto.
Il sito dice che ‘incidente sia
avvenuto fuori da un cinema a Causeway Bay, a Hong Kong. L’uomo
avrebbe rivelato a voce alta spoiler all’ingresso dell’edificio, e
la reazione delle persone che stavano entrando in sala è stata
violenta.
La notizia non è confermata e già
qualche altra volta è capitato che si spargesse la voce di finti
pestaggi all’uscita di una sala, a seguito di eventi simili,
tuttavia le persone che hanno partecipato a quella proiezione
dicono di aver sentito schiamazzi all’uscita della sala.
La spoiler-fobia è
un fenomeno sempre più diffuso, irrimediabilmente legato ai social
network e alla comunicazione e allo scambio continuo di
informazioni tra utenti che spesso formano le community che seguono
questo tipo di eventi di massa, come l’uscita di Avengers:
Endgame oppure la messa in onda di Game of
Thrones, due topic molto caldi in questi giorni.
Alla vigilia dell’uscita in sala di
Endgame, Joe e Anthony Russo,
registi del film, avevano lanciato l’hashtag#DontSpoilTheEndgame,
chiedendo a tutti i fan di non rivelare dettagli della trama del
film a chi non lo aveva ancora visto.
Non abbiamo conferma del fatto che
quest’uomo di Hong Kong sia stato davvero picchiato, ma in caso in
cui la notizia trovasse riscontro nella realtà, sarebbero davvero
molto poche le persone disposte a prendere le sue parti, dando
torto all’assalitore!
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Tutti quelli che sono rimasti a
sedere, in sala, alla fine di Avengers: Endgame, sono rimasti
delusi: niente scena post credits questa volta, per un film
Marvel Studios! La cosa però non
sorprende troppo, visto che il film segna davvero una conclusione
di un arco narrativo molto molto lungo e significativo.
Nessun indizio su ciò che accadrà,
nessuna indicazione ai fan, nessuna strizzata d’occhio ai
Fantastici Quattro o agli X-Men,
come qualcuno sperava. Insomma, niente che lasciasse immaginare un
futuro. Sappiamo che ci sarà la Fase 4, anche se non sappiamo cosa
mai ci aspetterà e cosa Kevin
Feige ha in serbo per noi, tuttavia sembra che un
piccolo suggerimento ci sia, alla fine del film. Un rumore
metallico, ripetuto due o tre volte, un suono che ci è ben noto,
visto che ricorda quello che Iron Man produceva mentre fabbricava
la sua Mark 1, mentre era prigioniero, all’inizio
del suo primo film.
Che cosa vorrà dire? Il suono è un
omaggio alla vita dell’eroe che si è sacrificato per salvare
l’universo da Thanos? Oppure un’indicazione per quello che verrà,
una specie di pacca sulla spalla ai fan, un messaggio di conforto?
Oppure ancora potrebbe voler dire che “il più grande difensore
della Terra“, come lo ha chiamato Steve
Rogers, non è davvero morto?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.