Il settore cinematografico ha
globalmente subito un duro colpo negli anni dalla pandemia, con le
sale chiuse per periodi prolungati di tempo e magri incassi al box
office. Il guadagno inaspettato di quasi un miliardo di dollari
complessivamente prodotto dai film campione d’incassi Barbie
e Oppenheimer, usciti nello
stesso giorno in gran parte del mondo – è una grande vittoria per
l’industria, secondo l’iconico regista premio Oscar Francis
Ford Coppola, che ha condiviso la sua pensieri a riguardo
tramite le Instagram Stories del suo profilo ufficiale.
“Devo ancora vedere Barbie e
Oppenheimer, ma il fatto che le persone stiano
riempiendo i cinema pur di vederli e che entrambi i film non siano
né sequel né prequel, né abbiano nessun altro tipo di numero legato
a loro, nel senso che sono veri pezzi unici, è una vittoria per il
cinema”, ha scritto Coppola, rispondendo ad un follower che
gli chiedeva un parere riguardo ai due film del momento. In un
altra Storia, Coppola è poi andato oltre, affermando che “la
mia impressione è che siamo sull’orlo di una nuova età dell’oro.
Cinema meraviglioso e illuminante visto nelle grandi sale.
Francis Ford Coppola torna al cinema con
Megalopolis
Come noto, anche Coppola
prossimamente tornerà al cinema con un suo blockbuster d’autore, il
tanto atteso Megalopolis. Il
film è caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’innovativa idea di
ricostruire New York City come un’utopica città all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture di quella
originale. Fanno parte del cast di MegalopolisAdam Driver,
Forest Whitaker,
Nathalie Emmanuel, Jon Voight,
Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire,
Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar.
Dopo diversi decenni e qualche
polemica, il progetto di passione di Coppola ha dunque finalmente
iniziato a prendere vita, con le riprese che si sono ora concluse.
Come noto, la prima idea molto ambiziosa per il progetto è da lui
stata sviluppata nel 1980, ma il film richiedeva un finanziamento
molto importante e così è stato davvero difficile metterlo in
piedi. Contro ogni previsione, Coppola è però riuscito a far
decollare il film tramite un proprio investimento, permettendo così
di far iniziare ufficialmente la sua produzione. Attualmente, non è
ancora stata comunicata la data di uscita in sala.
Tutto quello che c’è da sapere su Barbie e
Oppenheimer
Barbie
(qui la recensione) è il film
della sceneggiatrice e regista candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird),
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. In esso si racconta del viaggio di Barbie da Barbieland al
mondo reale per scoprire da cosa sono dovuti gli strani sintomi che
la rendono meno perfetta delle altre. Da quando è uscito al cinema,
il 21 luglio, Barbie ha ad oggi incassato 774 milioni,
affermandosi come un successo clamoroso per la Warner Bros., lo
studio che distribuisce il film.
Oppenheimer (qui la recensione) è invece il
film scritto e diretto daChristopher Nolan, un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia dell’enigmatico uomo che deve rischiare di
distruggere il mondo per poterlo salvare. Cillian Murphy
interpreta J. Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica,
mentre accanto a lui si ritrovano anche Emily Blunt,
Emily Blunt,
Robert Downey Jr. e
altri ancora. Ad oggi il film, uscito a sua volta il 21 luglio, ha
incassato ben 400 milioni di dollari, affermandosi come uno dei
maggiori successi di Nolan.
Francis Ford
Coppola si unisce alla querelle che
vede “schierato” Martin Scorsese contro i
cinecomic della Marvel. Il regista di
Apocalypse Now ha supportato le
dichiarazioni del collega ed amico.
“Quando Martin Scorsese dice che
i film Marvel non sono cinema, ha ragione, perché ci aspettiamo di
imparare qualcosa dal cinema – ha spiegato Coppola – Ci
aspettiamo di ottenere qualcosa che sia illuminazione, conoscenza,
ispirazione. Non vedo in che modo qualcuno possa ottenere qualcosa
guardando e riguardando sempre lo stesso film. Martin è stato anche
gentile quando ha detto che non è
cinema.Non ha detto che sono spregevoli e lo dico
io”. Chiude, in maniera chiaramente provocatoria.
Francis Ford
Coppola vs cinecomic, dalla parte di Scorsese
A chiusura del suo intervento, a
Lione, dove è stato insignito di un riconoscimento per il suo
contributo al cinema, Coppola ha dichiarato di essere al lavoro sul
suo progetto più impegnativo,
Megalopolis, che ha in cantiere da circa
vent’anni.
“Vorrei fare un film
sull’espressione umana di quello che è il paradiso in terra –
ha detto – Direi che si tratta del mio film più ambizioso al
quale ho lavorato, più di Apocalypse Now. Credo che costerebbe più
di Apocalypse Now”.
Chissà cosa ne pensano i vertici
Marvel Studios di questa posizione così decisa di Francis
Ford Coppola nei confronti del genere cinema che ha
guadagnato di più nel corso degli ultimi dieci anni.
Francis Ford
Coppola afferma che i Marvel Studios stanno rovinando i
film dei grandi studi, film come Dune
e No Time
To Die, per esempio. Oltre ai film sui supereroi, ci
sono una manciata di altri film usciti nel 2021 che sono diventati
i preferiti dalla critica e dai fan. L’elenco include Dune
di Denis Villeneuve per la Warner Bros. e il film
di James
Bond di Cary Fukunaga, No Time
To Die. Secondo Coppola, anche questi film, diretti da
persone di talento, risentono dell’estetica e del sistema di
produzione dei film Marvel.
Sulla scia delle aspre osservazioni
di Martin Scorsese contro i film Marvel nel 2019,
Coppola si è unito alla conversazione per sostenere il suo collega.
Il regista de Il Padrino ha fatto eco alle
precedenti dichiarazioni di Scorsese sul fatto che l’MCU non fosse
cinema. In effetti, ha anche fatto un ulteriore passo avanti,
definendo il franchise “spregevole”. Il trambusto si è placato per
un po’ fino a poco tempo fa, quando Ridley Scott e Roland Emmerich l’hanno rianimato condividendo
essenzialmente Scorsese e il pensiero di Coppola.
Coppola sta espandendo le sue
critiche ai film Marvel. In un’intervista con
GQ, l’acclamato regista afferma che i film del MCU sono più o
meno tutti gli stessi, qualcosa che ha già detto in precedenza. Ma
aggiunge anche che crede che, a causa di quanto sia generico il
franchise, stia indirettamente rovinando altri film in studio,
citando sia le scene d’azione di Dune
che No Time
To Die come presumibilmente troppo simili.
“Una volta c’erano i film da
studio. Ora ci sono i film Marvel. E cos’è un film Marvel? Un film
Marvel è un film prototipo che viene realizzato ancora e ancora e
ancora e ancora e ancora per sembrare diverso. Anche le persone di
talento – potresti prendere Dune,
realizzato da Denis Villeneuve, un artista estremamente talentuoso
e dotato, e potresti prendere No Time to Die, diretto da… Gary?
Cary Fukunaga – artisti estremamente dotati, talentuosi e
bellissimi, e tu potresti prendere entrambi quei film, e tu e io
potremmo tirare fuori la stessa sequenza da entrambi e metterli
insieme. La stessa sequenza in cui tutte le auto si scontrano.
Hanno tutti quella roba dentro e quasi devono averla, se vogliono
giustificare il loro budget. E questi sono i buoni film e i registi
di talento”.
È Francis Ford
Coppola in persona a condividere un video in cui possiamo
dare un first look a Megalopolis,
il suo prossimo film che sarà presentato in Concorso al prossimo
Festival di Cannes. Nel giorno del compleanno di sua moglie,
scomparsa pochi giorni fa, Coppola sceglie di diffondere il video
del film che sarà dedicato a lei.
Di cosa parla Megalopolis?
L’idea di Megalopolis è
stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il
film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà
incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di
ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un
disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il
pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che
il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che
impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate
per The Mandalorian.
Coppolla, che scrive e dirige il
film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello
che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre
a Adam
Driver, nel cast compaiono anche Forest
Whitaker, Nathalie
Emmanuel, Jon Voight, Laurence
Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia
LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn
Hunter e James Remar. Ad oggi
non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che
potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.
Il leggendario regista,
sceneggiatore e produttore statunitense Francis Ford Coppola aprirà la 68ma edizione
del Taormina Film Fest con The Godfather (Il
Padrino) domenica 26 giugno nella suggestiva
cornice del Teatro Antico. Il grande regista presenterà la versione
restaurata del suo film, che è stato distribuito quest’anno a
livello mondiale da Paramount Pictures per celebrare il
cinquantesimo anniversario.
Icona cinematografica senza eguali,
Coppola ha creato indimenticabili pietre miliari nella storia del
cinema quali La conversazione,
Apocalypse Now e la stessa trilogia de
Il Padrino e, nel corso di una carriera
lunga settant’anni, ha ricevuto sei Premi Oscar, due Palme d’Oro al
Festival di Cannes e il Leone alla Carriera alla Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia. È attualmente in
preparazione il suo ultimo epico film Megalopolis con Adam Driver, Forest Whitaker, Nathalie
Emmanuel, John Voight e Lawrence Fishburne.
I direttori del Taormina Film Fest
Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia dichiarano:
“Avere il maestro Francis Ford Coppola per tenere a battesimo la
68ma edizione ci riempie di gioia e orgoglio. Assistere alla
proiezione de Il Padrino al Teatro Antico alla presenza di
uno dei massimi cineasti di sempre, si candida sin d’ora quale
evento imperdibile dell’estate cinematografica e culturale italiana
e internazionale”.
Tratto dall’omonimo romanzo di Mario
Puzo, interpretato da Marlon Brando, Al Pacino, Diane Keaton, James
Caan, Robert Duval, fra gli altri, il film acclamato dalla critica
ha battuto numerosi record di incassi e si è attestato come
campione di incassi nel 1972. Il Padrino ha vinto tre Oscar:
Miglior film, Migliore sceneggiatura non originale per Francis Ford
Coppola e Mario Puzo, Migliore attore a Marlon Brando.
Cinquant’anni dopo il film continua
ad abitare il nostro immaginario collettivo, con un lascito
culturale indelebile e un’impronta duratura nella società di
massa.
Ambientato nella New York del
Dopoguerra, Il Padrino racconta le
vicende della famiglia Corleone guidata da don Vito Corleone
(Brando), capo mafia più potente della Grande Mela. Rimasto vittima
di un attentato orchestrato da un boss rivale, sarà il figlio
Michael Corleone (Pacino) a scalare l’impero della famiglia, fino a
diventare il nuovo padrino. Il film è stato girato negli Stati
Uniti e in Sicilia.
Uno degli eventi di punta della
manifestazione Produced By è stata la
conferenza di Francis Ford Coppola, il regista ha
catalizzato l’attenzione del pubblico e dei giornalisti parlando di
vari aspetti del cinema moderno, dalla piattezza del cinema
commerciale, fino a nuove tipologie di spettacolo da
sperimentare nel futuro.
Parlando dell’attuale Hollywood,
Coppola ha riconosciuto come ci siano alcuni registi affiliati ai
grandi studios che riescono a fare ottimo cinema (Wes
Anderson, Alexander Payne, David O. Russell), ma sono
poche eccellenze che combattono contro i numerosi “creatori di film
industriali”, come li ha voluti definire il leggendario regista. Ha
poi proseguito con una nuova possibilità di fare cinema (lui che in
tempi non sospetti preannunciò la conversione da pellicola a
digitale):
“Probabilmente il prossimo
passo sarà una sorta di live-cinema in cui lo spettacolo è
proiettato su un qualsiasi schermo all’istante, anche in streaming!
una sorta di teatro che però si svolge sul set e non sul palco, in
cui magari gli spettatori possono decidere cosa accadrà nelle
prossime scene” Coppola ha poi raccontato un aneddoto su come
ha superato alcune difficoltà durante le riprese de Il
Padrino – Parte II con una divertente, quanta strana,
affermazione in una sorta di monologo interiore: “Quando il
produttore ha saputo che Brando non voleva partecipare al film è
corso dal regista che gli ha risposto: vai dallo
sceneggiatore”
Naturalmente tutti e tre i
protagonisti della storia erano incarnati da una sola persona,
ovvero Coppola stesso, che dice di essere stato estremamente
soddisfatto dalla riscrittura di quella parte, sopratutto per non
aver buttato soldi e tempo. E proprio mentre parlava della trilogia
del padrino non ha mancato di ricordare Gordon
Willis, il direttore della fotografia di tutti e 3 i film,
scomparso di recente: “Aveva un’estetica precisa, pensava che
il cinema dovesse essere raccontato con inquadrature precise ma che
si doveva muovere la macchina da presa il meno possible e
legare ogni inquadratura in modo da relazionarla con la
seguente”
E restando in tema di grandi
direttori della fotografia ha parlato anche di Vittorio
Storaro, suo collaboratore per Apocalypse
Now: “Vittorio pensava di
poter scrivere il film con la macchina da
presa, voleva utilizzarla come se fosse un uccello e catturare
tutto dal volo”
Infine il regista ha chiuso
parlando di Apocalypse Now e come fu poco apprezzato all’inizio
(“ma l’arte ha la capacità di cambiare, e sopratutto di
cambiare tutti con essa”) e delle possibilità per colmare il
divario tra arte e l’essere commerciale: “Non credo si possa
colmare più di tanto questo divario, penso anzi che
bisognerebbe scegliere tra i due nonostante ci
sia gente come George Gershwin e Steven Spielberg che riesce a
coniugare benissimo queste due anime.Fare cinema non
dovrebbe riguardare solo il fare soldi e diventare famoso, ognuno
dovrebbe fare un lavoro personale in base a cosa sente e cosa
conosce.L’arte deve essere personale e piena di vita,
dovrebbe illuminare i nostri tempi”
Barry Levinson
dirigerà Francis And The Godfather, con
Oscar Isaac nei panni di Francis Ford Coppola e
Jake Gyllenhaal nei panni di Robert Evans in un
dramma sulle battaglie leggendarie e selvagge che hanno portato
alla realizzazione del classico del 1972, Il padrino.
Il film è basato su una
sceneggiatura della lista nera di Andrew Farotte
che è stata rielaborata da Levinson. Mike Marcus, Doug Mankoff e
Andrew Spaulding di Echo Lake Entertainment producono con Kevin
Turen, Jon Levin e Jason Sosnoff della Baltimore Pictures.
Sebbene Il Padrino sia considerato uno dei più grandi
film americani e un simbolo dell’era d’autore degli anni ’70,
realizzarlo non è stato un compito facile. Coppola aveva 31 anni
all’epoca, determinato a convincere Evans e lo studio a
permettergli di girare a New York e caro prezzo la storia di un
romanzo che sarebbe diventato un grande bestseller. Questo dopo che
la sceneggiatura originale di Mario Puzo era
ambientata nella contemporanea Kansas City.
Tra gli altri dibattiti c’era
l’idea di scommettere su Marlon Brando, un
personaggio eclettico che non recitava in un film di successo da
anni, per interpretare il patriarca della famiglia mafiosa, Don
Vito Corleone (per il quale avrebbe vinto l’Oscar come miglior
attore), e anche Al Pacino nei panni di Michael
Corleone, un personaggio che lentamente vorrebbe allontanarsi
dall’attività di famiglia per riprenderla quando diventa chiaro che
suo padre sarebbe stato ucciso e che lui era l’unico in grado di
succedergli ai vertici della famiglia.
Restiamo in attesa di sapere come
sarà composto il resto del cast e in che modo Levinson deciderà di
compiere questa missione che sembra, sulla carta, difficile almeno
quanto la realizzazione stessa del film. Non si tratta inoltre
dell’unico film che racconterà il backstage di un capolavoro della
storia del cinema, dal momento che anche David Fincher è alle prese con
Mank, sulla realizzazione di Quarto
Potere.
Inutile negarlo: sembra che in
mancanza di solidi progetti e storie originali il cinema
d’intrattenimento stia ripiegando su un approccio seriale grazie
alla produzione di franchise.
Alcuni durano ormai da più di dieci
anni (pensate al MCU), altri hanno
attraversato e legato addirittura più di due generazioni di
spettatori (vedi Star
Wars), e poi ci sono quelli che resistono al tempo e
alle critiche negative, riuscendo comunque a racimolare ottimi
incassi al botteghino.
Tuttavia, per quanto il pubblico
possa amarli, ci sono dei franchise
cinematografici che mostrano qualche cedimento e che
dovrebbero finalmente chiudere il proprio ciclo.
CBR ne ha elencati 8
fra quelli ancora in vita: scopriamo di seguito il nome degli
“sfortunati”.
Fast & Furious
Nato 2001,
il franchise di Fast & Furious ha portato al
cinema le appassionanti corse automobilistiche di Dominic
Toretto e famiglia, con il pregio di aver saputo evolvere
un semplice pretesto ludico in qualcosa di più concreto dal punto
di vista narrativo. Dopo otto film però, il peso degli anni e di
uno schema alquanto ripetitivo potrebbero essere problemi
irrisolvibili; ovviamente, spinti dal guadagno economico che non
accenna a diminuire, gli studios puntano a produrre ancora nuovi
capitoli, con Vin Diesel che ha annunciato altri
due film in programma per il 2020 e il 2021. Inoltre l’attore ha
specificato che il decimo capitolo sarà anche l’ultimo della serie,
ma non finisce qui: diversi spinoff sono attualmente in fase di
sviluppo, e ruoteranno attorno ai personaggi di
Hobbs e Shaw.
Star Wars
Per una
parte di appassionati, Star Wars è fermo alla
trilogia originale: il franchise avrebbe iniziato il suo lento
declino dai tre film prequel (Episodio I, II e
III) prima di ripetersi, almeno negli schemi
narrativi, nella nuova serie di film che ha esordito con Il
Risveglio della Forza e proseguito con il contestato
Gli Ultimi Jedi. Ovviamente esiste una fetta di
fan che non la pensa così, tuttavia è normale avere delle
aspettative alte nei confronti di un marchio che ha regalato alle
vecchie generazioni il cuore di un’epica moderna incentrata su
grandi storie e personaggi ancestrali. Tutto sta nelle mani dei
nuovi sceneggiatori e registi, che finora hanno proposto le loro
visioni di Star Wars anche deragliando un po’ dalla strada maestra
(vedi Rian Johnson con Gli Ultimi
Jedi), oppure aggiungendo valore a film già molto classici
(come Rogue One).
Indiana Jones
Si,
Indiana Jones è un’icona culturale senza tempo, ma
rivederlo in azione nel film del 2008 (Indiana Jones e il
regno teschio di cristallo) ha leggermente diminuito
l’entusiasmo nei confronti del personaggio e della storia. Anche la
critica non si era mostrata benevola nei confronti del nuovo
capitolo, eppure gli studios hanno già annunciato la produzione
dell’ultimo film di Indiana Jones. Certo, il fatto che al timone ci
sia ancora Steven Spielberg lascia ben
sperare…incrociamo le dita.
X-Men
Il
problema principale nel franchise di X-Men è
sempre stata la coerenza in termini di timeline, ed era un limite
che X-Men: Giorni di un futuro passato avrebbe
dovuto risolvere.
Questo non è
successo purtroppo, ma anzi abbiamo visto l’attenzione spostarsi
sui personaggi di Mystique,
Xavier e Magneto, invece di
Wolverine, il personaggio forse più centrale dei
vecchi film. Ora che Logan non c’è più, i film
dovranno fare affidamento sugli altri personaggi per attirare il
pubblico: ci riusciranno?
Harry Potter
La serie
di film tratta dai romanzi di Harry Potter è stata
un trionfo su tutta la linea: ognuno fedele a suo modo
all’originale di J.K.Rowling, dove registi di
talento si sono alternati per restituire al pubblico una degna
rappresentazione della storia. E una volta che il ciclo si è
concluso…i fan ne volevano ancora: ecco quindi arrivare al cinema
Animali fantastici e dove
trovarli, trasformato poi in vero franchise (il
prossimo capitolo arriverà nel corso nel 2018). Ma è davvero
possibile un confronto tra i due? Riuscirà questo ad emulare la
magia di Harry Potter?
Pirati dei Caraibi
All’inizio
degli anni duemila, La maledizione della prima
luna (Pirati dei Caraibi) era riuscito a
riproporre con successo un genere sepolto da decenni grazie
soprattutto all’iconico personaggio di Jack
Sparrow (e al rilancio di Johnny Depp nel cinema popolare), alle
storie appassionanti e ad una gestione della narrazione esemplare.
Tuttavia, dopo la prima trilogia e l’addio alla saga di
Orlando Bloom e Keira Knightley
(tornati per poche scene nell’ultimo capitolo), Pirati dei
Caraibi ha subito un tracollo evidente. Trame incoerenti e
ripetitive, unite ad una mancanza di idee sono stati i maggiori
problemi. Un sesto film è attualmente in fase di sviluppo con
Kaya Scodelario, ma le speranze di vedere
qualcosa di entusiasmante stanno a zero.
James Bond
James
Bond è la vera icona delle spie internazionali e per
decenni il personaggio creato da Ian Fleming è
stato sviluppato al cinema con grande stile e molte sfumature.
Tuttavia, nel corso degli svariati capitoli, il franchise è
diventato sempre più simile ad un complesso di film d’azione e
thriller di spionaggio. Forse sarebbe meglio mettere un punto così
da permettere ad un’altra figura di prendere il suo posto nel
cinema.
Transformers
Sebbene
abbia generato miliardi su miliardi di incasso, il franchise di
Transformers iniziata da Michael
Bay non è mai riuscita a coinvolgere il pubblico come i
giocattoli e le serie di cartoni animati su cui si basava. Spesso
il divertimento di fondo si è trasformato in roboanti esplosioni e
in uno spettacolo intriso di umorismo adolescenziale; certo i
progetti degli studios si stanno concentrando sul futuro del
franchise, con Bay che si è detto fuori per adesso e uno spin-off
in uscita incentrato su Bumblebee. Se ne sentiva
davvero il bisogno?
Se un film ottiene un grande
successo al botteghino, è molto probabile che se ne svilupperà un
franchise, indipendentemente dal genere.
E, se questa scelta è spesso
concorde coi desideri del pubblico che ha imparato ad affezionarsi
a un personaggio, sperando di poterlo seguire in altre avventure,
molto spesso accade invece che il sequel non sia all’altezza
dell’originale, come ha messo in evidenza Screenrant.
Pirati dei Caraibi (2003, 2006,
2007, 2011, 2017)
Nonostante si debba
ammettere che Pirati dei
Caraibi: la maledizione del forziere fantasma e
Pirati dei
Caraibi: ai confini del mondo siano sequel piuttosto
sottovalutati all’interno del franchise, nessuno di questi è mai
stato all’altezza di La maledizione della prima
luna. La Disney ha anche provato a
replicare quel successo al di fuori del franchise con il recente
Jungle Cruise, ma ancora non è riuscita ad
avvicinarsi al classico del 2003.
Anche se Jungle Cruise è sulla buona strada per avere
dei sequel, si spera che questi siano migliori del “punto più
basso” toccato da Pirati
dei Caraibi, ovvero Pirati dei
Caraibi: oltre i confini del mare. Il franchise si è
ripreso poi di poco con Pirati dei
Caraibi: la vendetta di Salazar, seppur fosse già
assodato che fosse ormai impossibile procedere oltre con ulteriori
storyline.
Ti presento i miei (2000, 2004,
2010)
Ti
presento i miei è stata una delle pellicole più iconiche
dei primi anni ’80. E anche dopo la sua uscita nelle sale, è
diventato un pilastro della TV via cavo. Quindi, naturalmente, i
sequel ne sono stati la conseguenza diretta.
Sfortunatamente, questi sequel sono
stati Mi presenti i tuoi e Vi presento i nostri, tutt’altro che
apprezzati dai fan. Mi presenti i tuoi presenta
certamente alcune buone citazioni e momenti, che sono tuttavia
tipicamente troppo grossolani. Tutta la dolcezza di Ti presento i miei viene rimossa in favore di
battute a sfondo sessuale, mentre in Vi presento i nostri è stato invece assemblato
un cast di star, senza una solida sceneggiatura a sorreggerli.
Anche con ripetute visioni, niente di Vi presento i nostri sarà conservato nella
memoria del pubblico, il che è probabilmente dovuto al fatto che
Ti presento i miei non ha mai avuto bisogno di un
sequel in primo luogo.
Una notte da leoni (2009, 2011,
2013)
Vi era un clima di
entusiasmo attorno all’uscita di Una notte da leoni, ma pochi avrebbero potuto
prevedere che la commedia vietata ai minori sarebbe diventata
l’evento che è stato. Il motivo per cui ha funzionato bene weekend
dopo weekend è stata la rinfrescante mancanza di prevedibilità; si
avvertiva infatti come la prima commedia dopo molto tempo che non
avrebbe alimentato il pubblico con battute cliché e infantili.
Le qualità del successo del primo
film svanirono purtroppo in Una notte da leoni 2. L’energia frizzante che
permeava il primo film di Todd Phillips è stata
sostituita da un tono cupo e da una posta in gioco forse troppo
alta. Tuttavia, rispetto a Una
notte da leoni 3 (pressoché privo di trama), il
secondo capitolo è un seguito ancora ritenuto adeguato.
Men In Black (1997, 2002, 2012,
2019)
L’originale Men in
Black è uno dei blockbuster per eccellenza: è frizzante e
attraversa i generi, con performance clamorose da star come
Tommy Lee Jones e Will Smith (che hanno una chimica notevole e
inaspettata).
Il seguito Men in Black II è stato considerato molto più
povero di spessore. Sorprendentemente, quella debacle apertamente
sfacciata e orientata ai bambini (ma eccessivamente sessuale) viene
dallo stesso regista del primo, grande film (così come il solido
MiB 3). L’ultima uscita, Men
in Black: International, è stato un tentativo di
reboot che non è mai decollato e tanto meno si è avvicinato
all’originale.
Iron Man (2008, 2010, 2013)
Iron
Man è stato un caposaldo della stagione
cinematografica estiva del 2008. E’ stato propulsore iniziatico di
un movimento con una portata che non è ancora stata repressa (sia
in termini di portata che di incassi): Il MCU.
Iron Man 2 è visto da molti come il nadir del Marvel Cinematic
Universe e, mentre questo primo capitolo è stato
reputato considerevole sotto tutti i punti di vista, il sequel è
certamente carente.
Iron Man 3 si comporta in maniera completamente
diversa rispetto ai primi due capitoli del franchise, per lo più
astenendosi dall’impiegare tropi di film di supereroi a favore di
una sottotrama di PTSD che purtroppo non rivela molto di nuovo su
Tony Stark. Questo di per sé è ciò che mette il
primo Iron Man in cima: la pellicola ha infatti
restituito un ottimo lavoro di caratterizzazione del personaggio,
seguendolo attentamente tra prove da superare, tradimenti e
l’acquisizione di un potere in crescita.
Il Re Leone (1994, 1998, 2004,
2019)
Il re Leone 2: il
regno di Simba è meglio della maggior parte dei sequel
Direct-to-DVD che la Disney ha sfornato sulla scia
delle uscite teatrali di successo degli anni ’90. Tuttavia, anche
con il ritorno di Matthew Broderick,
Nathan Lane e Ernie Sabella,
manca molto di ciò che era presente ne
Il Re Leone.
Il Re Leone 3: Hakuna
Matata è stato un’interessante rivisitazione del
franchise, riportando ancora una volta gran parte del cast
principale dell’originale per quello che equivaleva a un remake
(dalla prospettiva di Timon e
Pumbaa). Tuttavia, non poteva ancora reggere il
confronto con la potenza dell’originale, proprio come il remake 2019 di
Jon Favreau, pieno di CGI.
Alien (1979, 1986, 1992, 1997,
2012, 2017)
Alien
di Ridley Scott è stato quasi eguagliato da
Aliens di James Cameron, ma quello di Scott è
considerato da molti il film migliore dell’intero franchise.
Alien 3 ha comunque i suoi meriti, ma è stato
definito da numerosi fan un vero “disastro” (anche se la
director’s cut funziona). Alien: Resurrection è
dimenticabile nel migliore dei casi per i fan, mentre “meno si
parla di Prometheus o Alien:
Covenant e meglio è” (entrambi avevano un grande
potenziale che è stato sprecato in egual misura).
Si avverte tuttora come Alien sia sempre stato un
film in anticipo sui tempi, il che è rafforzato da una
legittimamente notevole uscita in 4K per l’originale di
Scott. La Nostromo è un incubo
dettagliato e terrificante di per sé: il suo design interno è
grottesco come qualsiasi attributo dello xenomorfo, una creatura
che non è mai stata più terrificante che qui.
Pur considerando già
Creed come un ottima pellicola,
Rocky ha sancito l’inizio di uno dei franchise più
amati di sempre. La svolta di Stallone è il film del benessere per
eccellenza: tutto quello che dovrebbe esserci nella narrazione è
lì, affermano i fan, e le performance in generale del franchise
sono abbastanza organiche da non rendere i momenti saccenti
opprimenti.
I sequel – soprattutto Rocky
II, Rocky III e Rocky IV
– hanno seguito l’intera struttura vita
familiare-allenamento-combattimento in tre atti, ma con un effetto
minore. Rocky V ha provato qualcosa di diverso ed
è diventato conosciuto come il nadir della serie, mentre il reboot,
Rocky Balboa, è andato sul versante
deprimente/pedantico. E anche se Creed II ha i
suoi momenti notevoli, non è niente in confronto a
Creed, che si conferma ancora un sequel che non
potrebbe superare Rocky.
Die Hard (1988, 1990, 1995, 2007,
2013)
I sequel di Die Hard variano notevolmente in termini di
qualità. Il quarto capitolo del franchise, Live Free or Die
Hard è un actioner troppo patinato che manca
dello spirito di Die Hard; a Good Day to Die Hard
si allontana da questo spirito ancora di più, difatti la maggior
parte dei fan lo raputano privo di qualsiasi qualità
redimibile.
Tuttavia, Die Hard
2 e Die Hard: With A Vengeance sono film
solidi e rivedibili. La posizione dei sequel testimonia l’impatto
del film originale: non importa quanto sia eccellente il seguito,
non c’è niente di meglio dell’introduzione del pubblico al
poliziotto medio John McClane.
Il franchise di 007 con Daniel
Craig (2006, 2008, 2012, 2015, 2021)
Casino
Royale aveva la stessa grande pretesa alla corona e allo
status di 007 di Goldfinger, tuttavia la corsa di
Craig come Bond nel
franchise non ha raggiunto picchi altrettanto elevati:
Quantum of Solace è un film “a dir poco utile”,
secondo le parole dei fan, che è stato anche vittima di uno
sciopero degli sceneggiatori.
Skyfall è stato un rimbalzo significativo che ha anche
impostato il tono visivo per i film successivi.
Skyfall è stato l’apice dei restanti anni di
Bond di Craig, ma sia Spectre che No
Time to Die hanno i loro meriti: infatti, l’ultima
performance dell’attore nel ruolo è una delle sue migliori, il che
aiuta ad elevare nel complesso No Time to Die, ma Casino
Royale rimane l’apice del suo mandato come Bond.
Sono partite a Roma le riprese del
documentario su Francesco Totti, campione
amatissimo, non solo dai tifosi della Roma, giocatore dalla
carriera longeva e strabiliante, ambito da club nazionali e
mondiali, uno dei pochi atleti al mondo che ha militato tutta la
carriera in una sola squadra. Maglia, quella giallorossa, che il
Capitano ha “tradito” solo per quella della nazionale.
Diretto da Alex
Infascelli (Vincitore del David di Donatello
per S is for Stanley), e tratto dal
libro Un Capitano scritto
da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli), il
documentario sarà un viaggio emozionante, raccontato in prima
persona da Totti stesso, che narra le imprese dell’uomo e del
calciatore, e sarà arricchito da immagini inedite tratte dal suo
archivio personale.
Co-prodotto
dalla Wildside di Lorenzo Mieli e Mario
Gianani con Fremantle, Capri
Entertainment di Virginia Valsecchi
e Vision Distribution che lo distribuirà
al cinema.
Ecco la nostra intervista a
Francesco Patané, protagonista maschile di
Ti mangio il cuore, di Pippo Mezzapesa, presentato a Giornate
degli Autori nell’ambito di Venezia
79.
Puglia. Arso dal sole e dall’odio,
il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano
venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una
terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A
riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore
proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e
Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione
fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai
Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata,
si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.
Nel cast del film di Pippo
Mezzapesa anche Elodie, Lidia Vitale,
Francesco Di Leva,
Michele Placido e Tommaso
Ragno.
Se non si ha mai avuto modo di
vedere un film con Francesco Pannofino, si avrà
però certamente avuto occasione di sentire la sua voce. Interprete
di celebri film e serie TV, egli è infatti anche un notissimo
doppiatore, che ha prestato la propria voce ad alcuni tra i più
noti interpreti statunitensi. Versatile e carismatico, Pannofino è
considerato uno dei migliori interpreti dell’attuale panorama
cinematografico, con numerosi successi dalla sua parte.
Ecco 10 cose che non sai di
Francesco Pannofino.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Pannofino: i suoi film,
le serie TV e il doppiaggio
9. Ha preso parte a note
produzioni televisive. Negli anni Pannofino non ha mancato
di perseguire anche una carriera televisiva, iniziata recitando in
serie come Cuore (2001), La squadra (2001),
Distretto di polizia (2005), Giovanni Falcone – L’uomo
che sfidò Cosa Nostra (2006), e Il generale Della
chiesa (2007). Il vero successo arriva però grazie alla serie
Boris, dove dal 2007 al 2010 ricopre il ruolo di René
Ferretti recitando accanto a Carolina Crescentini,Pietro
Sermonti e Paolo
Calabresi. Ha in seguito recitato in televisione anche
per titoli come Un caso di coscienza (2009-2010), Nero
Wolfe (2012), Adriano Olivetti – La forza di un sogno
(2013), Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana (2018)
ed Enrico Piaggio – Un sogno italiano (2019).
8. È un noto
doppiatore. Pannofino deve molta della sua popolarità
all’attività di doppiatore. Egli è infatti la voce ufficiale degli
attori Denzel Washington,
George Clooney,
Philip Seymour Hoffman e Kurt
Russell, ma tanti altri sono i celebri interpreti a
cui ha prestato la voce, come ad esempio Tom Hanks per il film Forrest
Gump. Ha inoltre partecipato al doppiaggio di numerosi
film d’animazione come Fantastic Mr. Fox e Klaus,
ma anche di serie televisive, cartoni animati e videogiochi. Ad
oggi è una delle voci più note e apprezzate del doppiaggio
italiano.
Francesco Pannofino: gli
audiolibri
7. Ha registrato le sue
letture di celebri libri. Attività particolarmente
apprezzata dall’attore è anche quella della registrazione di
audiolibri. Egli è infatti noto per le sue letture di alcuni dei
romanzi dedicati al detective Sherlock Holmes come Sherlock
Holmes e i cinque semi d’arancio e Sherlock Holmes e
l’uomo dal labbro spaccato. In particolare, è noto per aver
realizzato audiolibri dell’intera saga di Harry Potter, compresi
Il Quidditch attraverso i secoli e Gli animali
fantastici: dove trovarli.
Francesco Pannofino in Boris
6. Ama profondamente il suo
personaggio. Il personaggio più famoso interpretato
dall’attore è quello di René Ferretti nella serie Boris.
Questi è il regista di una scalmanata troupe intenta a dar vita
alle riprese di una soap opera di dubbio gusto intitolata Gli
occhi del cuore. Pannofino ha sempre dichiarato di aver molto
a cuore il ruolo, definendolo un incontro felice tra attore e
personaggio. Più volte ha espresso il suo desiderio di poterlo
riprendere in una quarta stagione della serie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Pannofino è tifoso della
Lazio
5. È appassionato di
calcio. Pur affermando di non essere un fanatico del
calcio, Pannofino non ha mai nascosto la sua passione per tale
sport, nata durante il periodo in cui lavorava allo stadio come
“bibitaro”. In particolare, l’attore è un grande tifoso della
Lazio, e squadra da lui tifata sin dal 1974, anno dello scudetto.
La possibilità di essere presente per lavoro durante alcune delle
loro partite gli fece sviluppare un naturale legame con tale
squadra, da lui ancora oggi sostenuta, senza però gli estremismi da
lui mal sopportati.
Francesco Pannofino è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 41,7 mila persone. All’interno
di questo Pannofino è solito condividere immagini e video relative
ai suoi lavori da interprete o doppiatore, svelando retroscena
curiosità. Non mancano però anche immagini legate alla sua
quotidianità, con momenti di svago in compagnia di amici o
colleghi. Tramite il proprio profilo l’attore è poi solito
sostenere alcune cause sociali da lui ritenute importanti.
Francesco Pannofino: la laurea
3. Non ha mai completato gli
studi. Durante un’intervista l’attore ha affermato di non
essersi mai laureato, ma di essersi iscritto all’Università per
poter evitare la leva militare. Qui sostenne tre esami, grazie ai
quali poté rimandare di circa un anno il suo coinvolgimento nelle
forze armate. Decise però poi di lasciare gli studi e svolgere il
suo periodo di leva, terminato il quale iniziò a dedicarsi alla
carriera di interprete e doppiatore.
Francesco Pannofino: moglie e
figlio
2. È sposato con
un’attrice. Pannofino è sposato con Emanuela
Rossi, anche lei celebre come attrice ma ancor più come
doppiatrice. È infatti la voce italiana delle attrici Michelle
Pfeiffer e Emma
Thompson. I due si conoscono durante la loro attività
di doppiaggio, e dalla loro unione nasce il figlio Andrea. La
coppia si separa nel 2006, per poi però tornare insieme e sposarsi
nel 2011. Per mantenere un loro equilibrio, tuttavia, hanno deciso
di vivere in case separate, come dichiarato dallo stesso
Pannofino.
Francesco Pannofino: età e
altezza
1. Francesco Pannofino è
nato a Pieve di Teco, in provincia di Imperia, in Liguria,
il 14 novembre del 1958. L’attore è alto complessivamente 173
centimetri.
Al Festival Internazionale del film
di Roma si omaggia un regista che da quattro anni non parla né
cammina più, in seguito ad un coma durato due mesi e mezzo e che lo
ha segnato duramente al risveglio: Francesco Nuti. Autore di questo
docu-film dal titolo “Francesco Nuti…e vengo da lontano” è Mario
Canale, già regista di due biografie dedicate a due mostri sacri
del cinema italiano: Vittorio De Sica e Marcello
Mastroianni.
Francesco
Montanari al Lido di Venezia per il corto
La Notte Prima. L’attore romano ha presentato
durante la 75esima edizione del Festival di
Venezia il corto della regista Annamaria
Liguori con protagonisti Antonia Liskova, Giorgio
Colangeli, Imma Piro, Alessandro Bardani ed
Emanuela Grimalda.
Il corto è liberamente ispirato a
una delle storie di donne con tumore al seno metastatico raccolte
nell’ambito della campagna Voltati. Guarda.
Ascolta., promossa da Pfizer in
collaborazione con Fondazione AIOM, Europa Donna
Italia e Susan G. Komen Italia con
l’obiettivo di rompere il silenzio attorno a questa malattia.
Alessandra è una giovane donna determinata e ambiziosa che si
divide tra gli impegni professionali e i preparativi del
matrimonio, ormai alle porte. Una diagnosi inaspettata, però,
sconvolge all’improvviso la sua vita e la costringe a rivedere
scelte fondamentali.
Parte da qua La notte
prima di Annamaria Liguori: un cortometraggio d’autore
dedicato alle donne con tumore al seno metastatico, per la
sceneggiatura di Davide Orsini, che verrà presentato in anteprima
internazionale lunedì 3 settembre, alle ore 18.00 al Cinema Astra,
nell’ambito della 75a Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia – sezione Venice Production
Bridge. Parte della colonna sonora del cortometraggio, è
interpretato dal cantante Diodato e dal musicista Roy Paci ed è
stato in gara al Festival di Sanremo 2018. Durante
l’intervista abbiamo chiesto all’attore se ci sono velleità
registiche nel suo futuro, ci ha risposto sicuro di sé: “non sarò
un regista, non è nei miei piani futuri”.
Tra le personalità più eclettiche
del nuovo panorama cinematografico italiano, Francesco
Mandelli ha saputo affermarsi come attore in alcuni film
di successo, per poi debuttare anche come regista, sceneggiatore e
conduttore televisivo. In più occasioni, grazie ai suoi lavori, ha
saputo conquistarsi la simpatia del pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Francesco Mandelli.
Francesco Mandelli film
1. Ha debuttato molto
giovane. A soli 20 anni l’attore prende parte al suo primo
lungometraggio, intitolato Tutti gli uomini del deficiente
(1999). Successivamente partecipa ai film Ora o mai più
(2003) e Manuale d’amore (2005), con cui ottiene una prima
notorietà. E’ poi nel cast di Natale a Miami (2005),
Natale a New York (2006) e Generazione 1000 euro
(2009). Nel 2011 arriva il grande successo con I soliti idioti
– Il film, di cui nel 2012 arriva il sequel intitolato
I 2 soliti
idioti. E’ poi il protagonista dei film Pazze di
me (2013), Colpi di
fortuna (2013), La solita commedia –
Inferno (2015), Natale col boss (2015), I
babysitter (2016), Super vacanze di Natale (2017) e
Si muore tutti democristiani (2018).
2. E’ celebre per una serie
TV. A conferire a Mandelli il vero successo è stata la
serie TV I soliti idioti, composta di 38 episodi e andata
in onda su MTV dal 2009 al 2012.
Francesco Mandelli Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 235 mila
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago o sui set dei film a cui
prende parte. Non mancano inoltre anche foto promozionali dei suoi
progetti futuri.
Francesco Mandelli fidanzata e
figlia
4. E’ fidanzato.
L’attore è fidanzato con Luisa Bertoldo, fondatrice di una propria
agenzia di pubbliche relazioni. I due si sono conosciuti ad una
festa di amici in comune a Milano, stringendo da subito un ottimo
rapporto.
5. La coppia ha avuto una
figlia. Mandelli e la Bertoldo hanno in seguito avuto una
figlia, a cui l’attore ha dedicato il libro Mia figlia è un
astronave.
Francesco Mandelli Fabrizio
Biggio
6. Hanno costituito un
popolare duo. Gli attori Mandelli e Biggio si sono fatti
conoscere come I soliti idioti, duo comico celebre per l’omonima
serie tv e relativi film cinematografici. Dopo il secondo film,
uscito nel 2012, i due hanno deciso di sciogliere il duo, accortisi
di aver perso il controllo del progetto alla base del loro
successo. Nessun litigio, ma solo una pausa per intraprendere
percorsi personali in attesa di tornare in seguito a lavorare
insieme.
Francesco Mandelli I soliti
idioti
7. Non è soddisfatto dei
film per il cinema. Dopo i due film usciti rispettivamente
nel 2011 e nel 2012, il duo composto da Mandelli e Biggio si è
sciolto. L’attore afferma infatti di non essere rimasto soddisfatto
dei due lungometraggi, poiché questi estrapolavano i due personaggi
più celebri della serie per costruire una loro personale storia. Al
di fuori del loro contesto originario, questi hanno tuttavia
riscontrato scarso successo, mostrando i limiti
dell’operazione.
8. Ha detto basta al
ruolo. Mandelli si è accorto in tempo che il suo ruolo nel
duo stava diventando logoro, decidendo per ciò di abbandonare i
personaggi ricoperti nella serie e la loro comicità. Da lì in poi
ha cercato continuamente di rinnovarsi, partecipando a film
indipententi, programmi culturali e portando avanti la sua passione
per la musica. Così facendo l’attore spera di non essere più
identificato con i personaggi con cui è divenuto celebre, ma con i
nuovi progetti a cui si dedica da qualche anno a questa parte.
Francesco Mandelli libro
9. Ha pubblicato un
romanzo. L’attore ha scritto un libro dal titolo Mia
figlia è un’astronave, dedicato proprio alla figlia avuta
dalla compagna. All’interno del romanzo, attraverso una storia
semplice e sincerà, Mandelli si propone di approfondire il punto di
vista maschile sulla paternità e su tutti i cambiamenti e gli stati
d’animo che essa genera.
Francesco Mandelli età e
altezza
10. Francesco Mandelli è
nato a Erba, in provincia di Como, il 3 aprile 1979.
L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Grazie ad alcuni progetti
cinematografici di alto profilo, Francesco Gheghi
è stato capace di conquistare una sempre crescente popolarità e
affermarsi come uno degli attori più dotati della sua generazione.
Ci è riuscito con la sua delicatezza, con la fragilità ma anche
l’ironia e la forza che sa far confluire nei suoi personaggi. Non
sorprende dunque che sia oggi uno dei più richiesti del momento,
distinguendosi per progetti diversi e dove riesce sempre a dare
prova del suo talento.
I film e le serie TV a cui ha partecipato Francesco
Gheghi
1. Ha recitato in noti
film. Gheghi ha esordito sul grande schermo all’età di 14
anni col film di Daniele Luchetti Io sono Tempesta (2018),
nel ruolo del figlio di Elio Germano. L’anno seguente si è fatto
notare come protagonista del film Mio fratello rincorre i dinosauri, nel ruolo del
fratello maggiore di un bambino con la sindrome di Down. È apparso
poi in Padrenostro
(2020), accanto a Pierfrancesco Favino, per poi recitare in
Il filo
invisibile (2022), Come le tartarughe (2022),
Piove
(2022), Roma Blues (2023), Maschile plurale
(2024) e Familia (2024), con Barbara Ronchi e
Francesco Di Leva.
2. Ha preso parte ad un film
per la TV. Per quanto riguarda il piccolo schermo, ad oggi
Gheghi ha partecipato unicamente ad un film per la TV, dal titolo
A muso duro – Campioni di vita (2022), ispirato alla
storia vera di Antonio Maglio, medico e dirigente INAIL che dedicò
la sua vita al pieno recupero sociale delle persone disabili, e che
nella Roma del 1960 organizzò i primi Giochi Paralimpici della
storia.
La sua formazione da attore
3. Ha studiato in una nota
scuola di recitazione. Gheghi comincia a studiare
recitazione a tredici anni, partecipando a laboratori teatrali come
Heart for Dance, Roma Arte e Spettacolo e Carpe Diem –
Teatro. Importante per la sua formazione da attore sarà la sua
frequentazione della scuola di recitazione “Jenny Tamburi”, tra i
cui ex allievi oggi noti vi sono Ludovica Martino, Alessandro Borghi e Valentina Romani.
4. Ha ottenuto un
prestigioso riconoscimento. Il 2024 è un anno
particolarmente importante per Gheghi, che interpreta un giovane
parricida nel film tratto da una storia vera, Familia. La
sua interpretaziione in questo film gli vale il premio Orizzonti al
migliore attore alla Mostra del cinema di Venezia, all’età di 22
anni.
Francesco Gheghi in Maschile plurale
5. Ha recitato nel sequel di
Maschile singolare. In Maschile plurale,
il sequel del fortunato film con Giancarlo
Commare, Gheghi interpreta Ricky, un ragazzo che vive
nella casa di accoglienza, molto problematico, chiuso, scontroso e
diffidente, che dichiara di essere eterosessuale e di far sesso con
altri uomini solo a pagamento. Ricky viene coinvolto da Luca e
Antonio nel progetto di riapertura di una vecchia pasticceria.
Francesco Gheghi in Familia
6. Ha convinto il regista
con un provino molto particolare. Riguardo il suo ruolo di
Luigi Celeste in Familia, Gheghi ha raccontato in
un’intervista a Vanity Fair: “Ho comprato il
libro di Luigi Gentile, l’ho letto in un paio di giorni. Lì ho
avuto la certezza: era una storia a cui si doveva portare rispetto.
L’ultimo provino doveva durare più di tre ore, ho convinto
Costabile dopo un paio di minuti. Nel provare una scena mi sono
lanciato contro una finestra, mi hanno dato 10 punti. Costabile mi
aveva chiesto il sangue e io gliel’ho dato letteralmente”.
Francesco Gheghi e la sua famiglia
7. Ha sempre potuto contare
sul sostegno dei genitori. Figlio di un pizzaiolo, dei
suoi genitori Gheghi ha affermato: “Mi hanno sempre sostenuto.
Ora il premio di Venezia è nella loro pizzeria a Marino, vicino
Roma. Quando sono salito sul palco a ritirarlo, i miei erano lì e
qualcuno ha girato un video di quel momento. Quando riguardo
l’emozione che provano mentre vinco, inizio a piangere. L’unica
condizione che aveva messo mia madre quando ho iniziato a recitare
era che prendessi il diploma, e anche con un voto alto”.
Familia recensione Film 2024 – screenshot dal trailer
Youtube
Francesco Gheghi è su
Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 27.200 persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi
pubblicato appena un centinaio di post, tutti relativi alle sue
attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Francesco Gheghi è fidanzato con Lea Gavino
9. È fidanzato con una nota
attrice. L’attore, come da lui reso noto in diverse
occasioni, è fidanzato con l’attrice Lea Gavino,
attrice nota per le ultime due stagioni uscite di SKAM
Italia e per il film L’ombra
di Caravaggio. I due, conosciutisi ad un provino, cercano
comunque di mantenere un certo livello di riservatezza sulla
propria vita privata, evitando di condividere troppo a riguardo sia
durante le interviste che sui rispettivi social.
L’età e l’altezza di Francesco Gheghi
10. Francesco Gheghi è nato
il 19 agosto 2003, Marino,
comune della Città Metropolitana diRoma. L’attore è alto
complessivamente 1,80 metri.
Francesco Di Leva
(Il
Sindaco del Rione Sanità) racconta la sua esperienza
in Benvenuti in Casa Esposito, il nuovo film
diretto da Gianluca Ansanelli e presentato in anteprima al
Monte-Carlo Film Festival. Il film arriverà in sala il 2 agosto
2021, distribuito da Vision Distribution.
Tenetevi forte. Preparatevi a ridere
e a commuovervi. Sono arrivati gli Esposito! Il rione Sanità, dove
è nato il principe della risata Totò, è uno dei più affascinanti e
misteriosi di Napoli. Qui vive, con la sua famiglia allargata,
Tonino Esposito, orfano di un boss della camorra. Tonino riceve dal
clan un sussidio mensile e potrebbe vivere di rendita. Invece si
intestardisce a voler imitare le gesta paterne, senza riuscirvi.
Perché è goffo, sfigato, arruffone, incapace di difendersi: un
antieroe tragicomico e decadente, che tra incubi e visioni,
ingenuità e imbranataggini, ne combina di tutti i colori. In un mix
esilarante tra i Cesaroni e i Soprano, uno spaccato divertente e
allo stesso tempo crudele della Napoli contemporanea, città dalle
mille contraddizioni e dalle tante difficoltà, capace però di non
perdere mai la speranza per un futuro migliore.
Distintosi tra cinema, televisione e
teatro, Francesco Di Leva è oggi uno dei più
promettenti interpreti italiani. Attore brillante e in grado di
assumere ruoli molto diversi tra loro, ha dato prova nel corso
degli anni di saper scegliere i progetti più adatti a sé,
arricchendoli con la propria presenza e il proprio carisma.
Apprezzato dalla critica, l’attore è oggi uno dei nomi più
richiesti per il cinema nazionale.
Ecco 10 cose che non sai di
Francesco Di Leva.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Di Leva: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Tra i primi ruoli ricoperti dall’attore per
il cinema vi è quello nel film erotico La donna lupo
(1999). Successivamente recitò per titoli come Pater
familias (2003), Mater Natura (2005), Noi
credevamo (2008) e Una vita
tranquilla (2010), con Toni
Servillo. Successivamente, grazie alla notorietà
raggiunta, prende parte a film come Milionari (2014),
La stoffa dei
sogni (2014), con Sergio
Rubini, Natale col boss (2015), Caccia al
tesoro (2017), Metti la nonna in
freezer (2018), con Miriam
Leone, e Bob & Marys – Criminali a domicilio
(2018), con Rocco
Papaleo. Nel 2019 è protagonista del film Il sindaco del rione
Sanità.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. All’inizio della sua carriera, Di
Leva ha preso parte a titoli televisivi come il film Un nuovo
giorno (1999) e le serie La squadra (2003),
R.I.S. – Delitti imperfetti (2006), Crimini
(2006) e Squadra antimafia – Palermo oggi (2010). Nel 2013
diventa celebre grazie al suo ruolo nella serie Il clan dei
camorristi, dove recita accanto a Stefano
Accorsi.
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Negli ultimi anni l’attore ha attirato su
di sé le attenzioni della critica e dell’industria, che lo ha in
particolare apprezzato nei suoi ruoli per i film Una vita
tranquilla e Il sindaco del rione Sanità. Per questi,
è infatti stato candidato rispettivamente come miglior attore non
protagonista e miglior attore protagonista ai David di Donatello,
nel 2011 e nel 2020.
Francesco Di Leva è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network con un
profilo seguito da 13,7 mila persone. All’interno di questo, Di
Leva è solito condividere prevalentemente immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete, sia attraverso articoli sia attraverso
interviste rilasciate. Non mancano però anche immagini della sua
quotidianità.
Francesco Di Leva: ha una
moglie?
6. È molto
riservato. Della vita privata dell’attore si sa poco e
nulla. Di Leva è più interessato a dar vita a discorsi sul proprio
mestiere che sulla sua sfera sentimentale. Neanche dai suoi profili
social è possibile determinare se abbia o meno una moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Francesco Di Leva a teatro con
Gomorra
5. Ha recitato nello
spettacolo teatrale tratto dal romanzo. Nel 2007, l’attore
è protagonista dell’adattamento teatrale del libro di Saviano,
divenuto in seguito un film e una serie TV. Lo spettacolo,
realizzato con il Teatro Stabile di Napoli, permise a Di Leva di
ottenere grande visibilità a livello nazionale, e contribuendo alla
maggior offerta di ruoli al cinema e in televisione.
Francesco Di Leva in Il clan dei
camorristi
4. Era attratto dalla
negatività del personaggio. Nella serie Il clan dei
camorristi, l’attore ha ricoperto il ruolo dello spietato
Ciccio Capuano. Nel parlare del personaggio, Di Leva ha affermato
di essere da subito rimasto affascinato dalla sua malvagità. Per
l’attore si tratte del classico “fascino del male”, e desideroso di
comprenderne i meccanismi accettò il ruolo.
3. Ha studiato a lungo per
il ruolo. Per poter dar vita ad un realistico ritratto del
personaggio, l’attore si è concentrato sul ricostruire le fasi di
quella che può essere realmente la vita di un boss malavitoso. In
particolare, Di Leva ha puntato tutto sull’imprevedibilità di
Capuano, elemento che lo rende tanto pericoloso.
Francesco Di Leva è Il sindaco del
rione Sanità
2. Prova sentimenti
contrastanti per il personaggio. Di Leva ha raccontato di
essersi trovato davanti ad una grande sfida nell’interpretare
Antionio Barracano, protagonista del film. In quanto attore, un
ruolo del genere è per lui un’occasione magnifica, ma come uomo lo
disprezza fortemente. Per lui è stato dunque complesso non
giudicare il personaggio, ma limitarsi a dargli vita in modo
oggettivo.
Francesco Di Leva: età e
altezza
1. Francesco Di Leva è nato
a Napoli, Italia, il 4 settembre 1978. L’attore è alto
complessivamente 172 centimetri.
Arriva
nelle sale italiane il 28, 29 e 30
aprile Francesco da Buenos Aires – La rivoluzione
dell’uguaglianza, il film biografico sulla vita di
Jorge Mario Bergoglio.
Un’uscita record per il distributore
Microcinema in oltre 300 copie, che oltre a confermare il grande
interesse del pubblico per Papa Francesco, la rende l’unico, grande
sfidante italiano rispetto ai blockbuster
americani The Amazing Spider-Man
2, Noah
e Rio 2.
Il film, girato da Miguel
Rodriguez Arias e Fulvio Iannucci, narra
la vita di Jorge Mario Bergoglio, dall’infanzia
all’età adulta, da quando era arcivescovo a Buenos Aires fino
all’elezione al Soglio Pontificio.
Moltissime le rivelazioni inedite
del film, raccontate dalle voci stesse delle persone a lui più
vicine, come la sorella Maria Elena e gli amici che gli furono
accanto durante gli anni del vescovato in Argentina, compresa la
sua attività per salvare diverse vite umane durante la dittatura
militare.
Un appuntamento imperdibile per
scoprire quegli aspetti più umani e popolari di Papa Francesco e
che lo hanno reso così amato.
E’ facile immaginare che per
Francesca Scorsese il mondo del Festival di Cannes
non sia del tutto nuovo, ma è chiaro che partecipare al Festival
con un cortometraggio in concorso è sicuramente un’esperienza
differente. Scorsese, che al festival del 2023 presenta Fish Out of
Water, ha parlato anche delle sue passate esperienze a
Cannes: “Ricordo solo il tappeto quando ero più piccola e
ricordo di aver guardato tutti perché avevo probabilmente 10 anni o
addirittura di meno”.
Fish Out of Water
segue la storia di una figlia che si riconnette con il padre
separato e la madre sempre più malata, e Francesca
Scorsese ha approfondito il concetto per la sua tesi di
laurea alla New York University. Sebbene la relazione padre-figlia
nel film non abbia, dice, alcuna relazione con la vita reale,
c’erano aspetti in linea con le esperienze di sua madre.
“Penso che volevo principalmente
raccontare una storia di legame familiare attraverso la malattia e
momenti davvero difficili, così come la cura di un membro della
famiglia, perché è qualcosa che ho fatto per la maggior parte della
mia vita con mia madre che ha il Parkinson. Quindi, è stato un po’
il mio modo di affrontare quei ricordi.”
Suo padre, Martin Scorsese, ha sostenuto enormemente i
suoi sogni di regista e questo film, ha detto. “L’ho mostrato a
mio padre. Mio padre lo ha inviato ai suoi amici. Sono abbastanza
sicuro che Ari Aster l’abbia visto. Ero tipo, ‘Oh mio
dio.'”
Ma ha poi spiegato che a causa della
rappresentazione della malattia del personaggio della madre, era
estremamente nervosa all’idea di mostrare il film a sua madre.
“È stato assolutamente terrificante mostrarlo a mia madre, più
che a tutte le altre persone”, ha detto. “Lei diceva
sempre, ‘Oh, voglio vederlo.’ E io dicevo, ‘OK, ma potresti non
essere davvero felice.’ Ovviamente è un argomento molto delicato.
Ma mostrandoglielo, mi sono seduta nella stanza e mio padre mi ha
detto che dovevo restare nella stanza. Ero tipo, ‘Vado, andiamo’. E
lui, ‘Siediti in quella stanza, resta nella stanza. Devi essere lì
con lei, basta tenerle la mano.’ E e poi gli ho detto, ‘Hai
ragione. Davvero.’”
Sarà
quella di Francesca Michielin, la voce scelta da Videa per
interpretare Tu sei una favola, canzone originale per il
film d’animazione Ballerina nelle sale dal 16 febbraio, che
appassionerà grandi e piccini e ambientato nell’incantato mondo
della danza in una fiabesca Parigi di fine Ottocento.
Una
tra le voci più belle del panorama musicale
italiano FRANCESCA
MICHIELIN per Tu sei una
favola, canzone originale del
film d’animazione BALLERINA – AL CINEMA DAL 16 FEBBRAIO
Dopo il
grande successo del singolo doppio platino Nessun grado di
separazione, con la quale ha rappresentato l’Italia
all’Eurovision Song Contest 2016 e gli ottimi risultati dei singoli
Un Cuore in due e Almeno Tu che hanno dominato le
classifiche radiofoniche, Francesca Michielin ha da poco
terminato di 20are Live, il suo tour nei club completamente
sold out.
SINOSSI BREVE
Ballerina è la storia di Felicie, una piccola
orfana che sogna di diventare un’Etoile all’Opéra di Parigi. Un
meraviglioso film d’animazione sull’importanza dei sogni, destinato
ad emozionare grandi e piccini e che ci ricorda come nulla sia
davvero impossibile.
Il mondo dei reality
show non conosce crisi. Mentre autori e produttori
impegnati si adoperano per diversificare i cataloghi delle
piattaforme streaming e i palinsesti televisivi, la maggior parte
dei pubblico predilige l’intrattenimento trash. Dopo una
faticosa giornata di lavoro, passata magari a lottare con clienti
maleducati e boss fin troppo esigenti, l’unica cosa che l’italiano
medio vuole fare è rilassarsi davanti alla tv. I reality show sono
perfetti per chi vuole semplicemente staccare la spina. Programmi
come Il Grande Fratello, L’isola dei
Famosi, Jersey Shore, Al Passo
con i Kardashian, oltre a creare nuove piccole star della
tv, forniscono la giusta dose d’intrattenimento. Uno dei reality
più amati degli ultimi tempi è senza dubbio Too Hot To
Handle, che ha fatto la fortuna di molti giovani
influencer tra cui la bella Francesca
Farago.
Se non avete mai visto una puntata
di Too Hot To Handle e non sapete chi sia
Francesca Farago, venite con noi a scoprire alcune
delle curiosità sulla nuova stellina di web.
Francesca Farago, le origini:
scopriamo chi è
Francesca Farago, età 26
anni, è nata il 19 novembre del 1994 a
Victoria, in Canada, ed è una famosa
modella e influencer.
Dopo aver acquistato una certa notorietà a Vancouver, Francesca
comincia a lavorare anche al di fuori dei confini canadesi. Grazie
alla sua bellezza e alle sue curve mozzafiato, la Farago diventa
molto famosa soprattutto sui social e ben presto comincia a
viaggiare verso Los Angeles per lavoro.
Definita come ‘la Kim Kardashian
canadese’ per il suo fisico statuario, Francesca decide di
cavalcare l’onda del successo e ampliare i suoi orizzonti. Ben
presto, infatti, la Farago si dà al fashion design, lanciando una
linea di costumi da
bagno. Vegana per scelta e molto
rispettosa verso l’ambiente, la ragazza avvia anche un suo marchio
personale, Farago The Label, un
e-commerce che produce in modo sostenibile e
green.
Bellissima e intraprendente, tra le
passioni di Francesca ci sono il fitness e la cura
del corpo, indispensabili per il suo lavoro. Ma oltre a fare del
semplice esercizio fisico, per mantenere intatte le sue curve, la
ragazza è molto attenta alla sua alimentazione che spesso è
argomento di conversazione sui suoi account social. A differenza,
infatti, di molte sue colleghe, Francesca ama utilizzare il cibo e
la sua passione per la cucina per nutrire il suo corpo nel modo
giusto.
Oltre al fitness, Francesca ama
molto la fotografia, la lettura e
gli animali, in particolare i cani; la ragazza ha,
infatti, un adorabile cagnolino, Romeo Jonathan Webb, che
può vantare un suo personale profilo Instagram.
Tra le sue passioni, inoltre, c’è
anche il mare. Francesca ama starsene al sole immersa in
meravigliosi paradisi tropicali e pare, infatti, sia stata proprio
questa sua passione a portarla sul set di Too Hot To
Handle.
Francesca Farago in Too Hot To
Handle
Nel 2019, i produttori britannici
Laura Gibson e Charlie Bennett,
hanno ideato un nuovo format per un reality show che ha come
protagonisti alcuni dei single più sexy del web. Il programma, dal
titolo Too Hot To Handle è stato rilasciato da
Netflix all’inizio di
quest’anno, il 17 aprile del 2020. La serie, ferma per ora a una
sola stagione di 9 episodi di circa 40 minuto
ciascuno, segue le avventure hot di dieci ragazzi e ragazze
single.
I dieci concorrenti arruolati per
questo misterioso reality, vengono condotti in un magnifico resort
su di una spiaggia dove resteranno per quattro settimane. Durante
questo periodo di convivenza forzata, i ragazzi potranno trovare
l’amore e vincere bel 100 mila dollari. Ma
l’entusiasmo dei concorrenti, fin troppo eccitati per
l’esperimento, si spegno subito.
Dodici ore dopo il loro arrivo al
resort, i ragazzi vengono informati sulle regole che dovranno
osservare durante la loro permanenza per poter vincere il premio
finale. I concorrenti potranno conoscersi e interagire tra loro ma
non potranno avere nessun tipo di contatto fisico o sessuale. Ogni
violazione al codice sottrarrà soldi al montepremi finale.
Nonostante lo shock iniziale, i
ragazzi accettano di continuare la loro avventura ma, durante il
corso delle settimane, diventerà per loro sempre più complicato
seguire le regole. I concorrenti cominceranno a conoscersi e,
complici vari giochi e prove hot, anche a piacersi.
Francesca Farago e Harry
Jowsey
Tra i concorrenti di Too
Hot To Handle, i più chiacchierati sono stati sicuramente
Francesca Farago e Harry Jowsey. Conosciutisi
all’interno del reality, tra i due sin da subito si è formata una
forte attrazione fisica. Nonostante i tentativi da parte degli
autori di complicare le cose forzando i ragazzi a interagire tra
loro, esplorando più relazioni sentimentali, Francesca e Harry si
sono mostrati la coppia più forte.
Francesca è stata oggetto di
attenzioni da parte di più concorrenti, come Kelz e Kori, ma alla
fine solo Harry l’ha spuntata. Il ragazzo è rimasto subito colpito
dalla bellezza e dalla personalità prorompente della Farago e,
conoscendosi meglio durante le settimane, la semplice attrazione
fisica ha lasciato il posto a qualcosa di più.
I ragazzi si sono innamorati
all’interno del reality è la loro relazione è poi continuata anche
fuori dal resort. Francesca e Harry si sono fidanzati ufficialmente
e pare che insieme stiano progettando un matrimonio in un futuro
non troppo lontano. In un’intervista rilasciata ad aprile a
Esquire, Francesca
Farago ha dichiarato:
“Harry è davvero adorabile, la
sua risata è contagiosa ed è così carino che è impossibile non
andarci d’accordo […] Stiamo ancora insieme ma al momento [aprile
2020] siamo in quarantena e non siamo nemmeno nella stessa parte
del mondo. E’ molto dura. Stiamo anche cercando il modo di
oltrepassare il confine senza farci vedere per stare insieme
[ride]. E’ davvero durissima stare lontani.” [fonte: Esquire]
Francesca Farago su Instagram
Se volete essere sempre aggiornati
su tutte le avventure private e professionali di Francesca
Farago, conosciuta da suoi amici e follower come
Frankie, vi consigliamo di seguire il suo account
Instagram.
Un piccolo avviso però per tutti i deboli di cuore: armatevi di
bibite ghiacciare e ventilatori perché Frankie è davvero too
hot to handle!
“La pelle più bella del cinema
Italiano”: così, con poche e semplici parole, il regista
Marco Ferreri descrive Francesca
Dellera, determinandone la fama internazionale a
Cannes con il film “La
Carne”.
Con una carriera alle spalle che
l’ha resa icona indiscussa di una femminilità
carnale, Francesca Dellera si trasferisce a
Roma dopo la maturità classica dove inizia a
lavorare come fotomodella: ha infatti posato per
alcuni dei più importanti maestri della fotografia internazionale,
tra i quali Helmuth Newton, Michel Comte, Andrè Rau,
Dominique Issermann e Greg Gorman.
Proprio grazie alle diverse
apparizioni sulle copertine delle principali
rivisteinternazionali, nonché
modella e amica di Jean Paul Gaultier, Francesca
Dellera viene notata anche da importanti registi come
Giuseppe Patroni Griffi che la vuole protagonista
nel film TV remake “La Romana” e che la fa
conoscere ad Alberto Moravia, il quale le
dedicherà un articolo su L’Espresso. La sua
sensualità, evidenziata dalle doti artistiche, ha saputo suscitare
l’interesse di personaggi di spicco del mondo cinematografico e
artistico come il maestro Federico Fellini, che la
sceglie per il ruolo della fata in “Pinocchio”, film mai realizzato
per la prematura scomparsa del regista.
Definita dal critico cinematografico Tullio
Kezich “una bellezza dalla fisicità parlante che
possiede quel qualcosa in più che hanno le figure schermiche di
eccezione”, Francesca Dellera è simbolo di una fascino senza
tempo, condito da un carisma artistico esclusivo che ne ha
determinato il successo. In occasione della 68esima edizione del
Festival diCannes, l’attrice
fotomodella ha ritrovato lo stesso calore internazionale che ne
aveva segnato la popolarità, accompagnata dall’attore e sex symbol
Alain Delon con il quale aveva recitato nel film
“L’ours en peluche” di Jacques
Deray. La sua seducente bellezza, inoltre, ha fatto
breccia nel cuore di personaggi celebri come l’attore
Christopher Lambert, il musicista
Prince e il tennista Noah.
Oggi Francesca è ancora un’ icona di
affascinante femminilità nel panorama artistico cinematografico, un
simbolo di quella bellezza parlante che l’ha resa la
Romana di Patroni Griffi e la Contessa di
Castiglione di Josèe Dayan allo stesso
tempo, indelebile dalla mente dei suoi seguaci.
In occasione della pubblicazione del
portale ufficiale, lo staff del sito hanno voluto
regalare ai suoi fan una versione biografica totalmente esclusiva,
accompagnata da una galleria inedita ed esaustiva di
tutti gli scatti apparsi su copertine e prime
pagine delle più rinomate riviste.
Nel frattempo, ci auguriamo di
rivederla presto sul piccolo o sul grande schermo.
Francesca
Comencini racconta della sua esperienza nella
realizzazione di Django – La
Serie, per la quale ha rivestito il ruolo di
direttrice creativa e regista. La serie è disponibile su Sky e NOW
dal 16 febbraio e vede protagonista Matthias Schoenaerts nei panni dello
“Straniero”.
Django,
che rilegge in chiave contemporanea l’omonimo film di Corbucci, è
una serie TV in dieci episodi prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya
e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky
Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction
e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del
governo rumeno.
Completamente girati in inglese, i
primi quattro episodi sono diretti da Francesca
Comencini (Gomorra – La serie), anche direttrice
artistica della serie, mentre i seguenti episodi sono diretti da
David Evans (Downton Abbey) e da
Enrico Maria Artale(Romulus). Le riprese
si sono svolte in Romania, tra Racos, Bucharest e l’area del
Danubio.
Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico
personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock
nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a
Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah,
la figlia di Django,
e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e
spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri
interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O.
Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di
John Ellis e Tom Austen in quelli del cowboy
Eljiah Turner.
Il premiato attore Matthias
Schoenaerts è acclamato in tutto il mondo per film come Un
sapore di ruggine e ossa, Bullhead – La vincente ascesa di Jacky,
The Mustang, Amsterdam. Fra i suoi prossimi progetti il film
The Way of the Wind di Terrence Malick, di cui sarà il
protagonista, e la miniserie HBO The Palace, in cui
diretto da Stephen Frears reciterà accanto a Kate Winslet; Nicholas
Pinnock, fondatore della Silver Milk Productions, è apparso sul
grande schermo nei film The Last Tree e Dark
Encounter, ed è conosciuto in TV per le famose serie TV
Counterpart, Top Boy, Fortitude,
Marcella e, più di recente, For Life; la
talentuosa attrice in ascesa Lisa Vicari è conosciuta per le sue
performance nel film Luna e, negli ultimi anni, nella
popolare serie TV Dark; la premiata attrice Noomi
Rapace è celebre per i suoi ruoli nella trilogia
Millennium, nei film Prometheus e Seven
Sisters, così come per i film indipendenti Lamb e Non
sarai sola.
Django è
una coproduzione italo-francese creata e scritta da
Leonardo Fasoli (Gomorra –
La Serie, ZeroZeroZero) e Maddalena
Ravagli (Gomorra – La Serie), entrambi
anche co-autori del soggetto di serie insieme a
Francesco Cenni e Michele
Pellegrini. Completa il team di scrittura Max
Hurwitz (ZeroZeroZero, Manhunt),
che firma due sceneggiature. La distribuzione internazionale
è di STUDIOCANAL.
Divenuta celebre dopo aver vinto il
concorso Miss Italia, Francesca Chillemi ha nel
tempo dimostrato non solo di essere una donna ricca di fascino, ma
anche di talento. Sono infatti molti i ruoli, cinematografici e
televisivi, con cui si è distinta nel mondo della recitazione,
svolgendo dunque con sempre più costanza il ruolo di attrice e
ricoprendo anche importanti ruoli da protagonista.
Ecco 10 cose che non sai di Francesca
Chillemi.
Francesca Chillemi: i suoi film e le serie TV
1. È nota per diverse serie
TV. Il suo primo ruolo da attrice la Chillemi lo ottiene
per la fiction Un medico in famiglia, recitando nel ruolo
di Costanza in due episodi della quarta stagione. Interpreta poi
dal 2007 al 2008 il personaggio di Laura Flestero in Carabinieri,
mentre sempre nel 2008 è Teresa Sciacca nell’episodio La luna
di carta di Il commissario Montalbano, con Luca
Zingaretti. Negli anni ha poi recitato nelle serie
Squadra antimafia – Palermo oggi (2010), Sposami
(2012) e Che Dio ci aiuti (2011-2021), ricoprendo qui i
panni di Azzurra Leonardi per ben 112 episodi, recitando accanto ad
Elena Sofia
Ricci. Nel 2021 recita invece in Leonardo e
Glow & Darkness (2021). Nel 2022 è invece protagonista
della fiction Viola come il mare.
2. Ha recitato anche in
diversi film. L’attrice ha debuttato sul grande schermo
nel 2009, recitando nell’episodio Gaymers del
film Feisbum – Il film. Nello stesso anno ha avuto un
ruolo di maggior rilievo nel film campione d’incassi Cado dalle
nubi, con CheccoZalone. È tornata poi sul grande schermo
con Natale da chef (2017) e poi nuovamente in
Reefa, Una relazione, con Guido Caprino,
e Anima bella, tutti e tre del 2021.
Francesca Chillemi e Can Yaman
3. Sono i protagonisti di
una nuova fiction. Dal settembre del 2022 l’attrice torna
sul piccolo schermo con la fiction Viola come il
mare, in onda su Canale 5. Basata sul romanzo
Conosci l’estate? di Simona Tanzini, in
essa la Chillemi recita nei panni di Viola Vitale, una giornalista
alla ricerca del padre mai conosciuto. Mentre lavora per la cronaca
neraa, farà la conoscenza dell’ispettore Francesco Demir,
interpretato dall’attore Can Yaman,
finendo con il lavorare fianco a fianco con lui.
4. Hanno presentato insieme
la fiction a Venezia. Nel corso del Festival del Cinema di
Venezia i due attori hanno avuto modo di presentare in anteprima la
fiction Viola come il mare, sfilando insieme sul red
carpet. La loro presenza ha mandato in estasi i loro fan, che non
hanno mancato di notare come i due abbiamo scelto di presentarsi
con abiti semplici ma eleganti e soprattuto abbinati tra loro.
Francesca Chillemi: il marito e la figlia
5. È fidanzata con un
imprenditore. Dal 2015 la Chillemi ha una relazione con
Stefano Rosso, imprenditore e dirigente sportivo
italiano, figlio del noto Renzo Rosso.
Inizialmente attivo nel campo della moda, essendo cofondatore e CEO
di D-Cave e membro del consiglio di OTB Group, dal 2018 egli è
anche presidente del club calcistico L. R. Vicenza.
6. Ha avuto una
figlia. Dalla sua relazione con Stefano Rosso, l’attrice
ha dato alla luce nel 2016 una figlia, di nome
Rania. In più occasioni la Chillemi ha raccontato
di quanto la figlia sia importantissima per lei e di come l’abbia
messa davanti ad una crescita importante. L’attrice cerca però di
essere anche protettiva nei confronti della figlia, evitando che
venga esposta in modo eccessivo ai media.
Francesca Chillemi è su Instagram
7. Ha un profilo sul celebre
social network. L’attrice possiede un proprio profilo con
tanto di spunta blu sul celebre social network Instagram. Qui vanta
ad oggi un totale di 1.2 milioni di followers e con i suoi oltre
800 post è solita condividere con i fan scatti dei progetti a cui
ha partecipato come attrice e modella, ma anche foto che la
ritraggono durante eventi di gala e premiere in giro per il mondo.
Diverse sono però anche le immagini legate alla sua vita
quotidiana, tra amici e famiglia. Seguendola si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Francesca Chillemi ha vinto Miss Italia
8. È stata eletta Miss
Italia. Nel 2003, all’età di appena 18 anni, Francesca
Chillemi viene eletta Miss Italia, ricevendo la corona dalla
celebre attrice Claudia Cardinale.
Grazie a quella vittoria, la Chillemi intraprende una carriera da
modella, approdando poi alla recitazione e distinguendosi per il
suo talento.
9. Ha completato gli
studi. Dopo aver vinto il celebre concorso di bellezza, la
Chillemi non si è però gettata subito tra le braccia della
celebrità, preferendo tornare prima in Silicia, sua regione di
nascita, per terminare gli studi. Qui consegue infatti il diploma
al liceo classico. Solo dopo aver ottenuto ciò, nel 2004 ha
iniziato a lavorare come modella e attrice, distinguendosi in
entrambi i campi.
Francesca Chillemi: età e altezza dell’attrice
10. Francesca Chillemi è nata a Barcellona Pozzo di
Gotto, in provincia di Messina, il 25 luglio del 1985.
L’attrice è alta complessivamente 1.71 metri.
Attrice dal volto unico,
Frances McDormand è diventata negli anni una vera
e propria icona, affermandosi non solo per le sue straordinarie
doti recitative ma anche per il suo carattere dirompente. È noto il
suo sodalizio con i fratelli Coen, ma molti sono i registi con cui
ha avuto modo di collaborare, divenendo una tra le più celebri
interpreti degli ultimi decenni.
Ecco 10 cose che non sai su
Frances McDormand.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Frances McDormand: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film di culto. L’attrice debutta al cinema nel 1984 con il
film Blood Simple – Sangue
facile, di Joel Coen. Successivamente ha
preso parte a pellicole come Arizona Junior (1987),
Mississippi Burning (1988), Darkman (1990),
Crocevia della morte (1990), America oggi (1993)
e Fargo (1996), con cui si consacra come interprete. Negli
anni successivi continua ad affermarsi grazie a film come
Schegge di paura (1996), Quasi famosi (2000),
L’uomo che non c’era (2001), Miss Pettigrew
(2008), Burn After Reading (2008), con Brad
Pitt, Transformers
3 (2011), This Must Be the
Place (2011), con Sean
Penn, Moonrise
Kingdom (2012), Ave, Cesare!
(2016), Tre manifesti a Ebbing,
Missouri (2017), dove recita accanto
a Sam
RockwelleWoody
Harrelson, e The French Dispatch (2020).
9. Si è distinta come
doppiatrice. Negli ultimi anni l’attrice ha ricoperto in
diverse occasioni anche il ruolo di doppiatrice. In Madagascar 3 –
Ricercati in Europa dà infatti la voce al personaggio del
capitano Chantal Dubois, mentre nel film Pixar Il viaggio di
Arlo è la voce della madre del protagonista. Più noto
ancora è il suo doppiaggio per il film d’animazione L’isola dei
cani (2018), dove è la voce dell’interprete Nelson.
8. Ha recitato anche per la
televisione. Nel corso della sua carriera l’attrice
non si è fatta mancare alcuni ruoli televisivi. Nei primi anni ha
infatti recitato in alcuni episodi di serie come Ai confini
della realtà (1986), Un detective in gamba (1987), e
Great Performances (1995), come anche in film come
Pazze d’amore (1992), The Good Old Boys (1995) e
Precint Hollywood (2005). Nel 2014 è protagonista della
miniserie Olive Kitteridge, mentre nel 2019 è la voce di
Dio della serie Good Omens.
Frances McDormand: chi è suo
marito
7. È sposata con un noto
regista. Nel 1984 l’attrice sposa il regista Joel
Coen, conosciuto grazie al set di Blood Simple –
Sangue facile. I due formano ancora oggi una delle coppie più
note di Hollywood, e si sono distinti anche per la loro
riservatezza. Nel 1994 i due adottano un bambino del Paraguay, che
portano a vivere con loro a New York.
6. Ha recitato in molti film
del marito. Dal primo film girato con il marito, Blood
Simple – Sangue facile, l’attrice ha collaborato con Coen in
altre sei occasioni. Arizona Junior, Crocevia della morte,
Fargo, L’uomo che non c’era Burn After Reading, e Ave,
Cesare!. Sia con ruoli da protagonista che non parti più
marginali, l’attrice si è contraddistinta per aver sempre espresso
al meglio lo humor nero ricercato dal marito.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Frances McDormand e gli Oscar
5. Ha vinto più volte
l’ambito premio. Nel 1997, grazie al ruolo di Marge
Gunderson, l’attrice vince il suo primo Oscar come miglior attrice
protagonista. Un riconoscimento che le permette da quel momento di
vivere una carriera ancor più ricca. Nel 2018, con la sua
struggente performance in Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, ottiene invece la sua seconda statuetta, sempre come
protagonista. Vanta poi altre tre nomination come non protagonista
per i film Mississipi Burning, Quasi famosi e North
Country.
Frances McDormand in Fargo
4. Non era convinta del
ruolo. Tra le interpretazioni più memorabili dell’attrice
vi è quella della poliziotta incinta Marge Gunderson in
Fargo, che le è valso anche il premio Oscar. L’attrice ha
raccontato che tuttavia inizialmente non era convinta di voler
accettare il ruolo, poiché alla ricerca di una parte da killer o da
prostituta. Dopo aver accettato, affermò che quel personaggio è
stato uno dei regali più belli della sua carriera.
3. Ha usato un cuscino per
simulare il pancione. Per dare vita allo stato di
gravidanza del suo personaggio, l’attrice ha indossato all’altezza
dello stomaco uno speciale cuscino. Nel film, inoltre, l’attrice
riproduce perfettamente i movimenti di una donna in quello stato,
ma non è stata una cosa volontaria da parte sua. Il cuscino
realmente limitava la sua agilità e il suo equilibrio.
2. Ha scritto la backstory
del proprio personaggio. Il regista Joel
Coen ha dato carta bianca all’attrice per scrivere una
biografia del proprio personaggio, così da poter entrare meglio
nella sua mentalità. La McDormand inventò allora di aver conosciuto
suo marito sul lavoro, ed entrambi erano poliziotti. Al momento del
matrimonio, decisero che uno dei due avrebbe rinunciato al proprio
lavoro. Poiché Marge era un poliziotto migliore, fu lei a
continuare la carriera nelle forze dell’ordine.
Frances McDormand: età e
altezza
1. Frances McDormand è nata
a Gibson City, Illinois, Stati Uniti, il 23 giugno 1957.
L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
Frances McDormand presiederà la
giuria del Festival di San Sebastian dal 16 al 24 settembre. La
cittadina basca situata nel nord della Spagna arriverà quest’anno
alla 59° edizione e vedrà in giuria un gruppo vario e valido di
esperti di settore: Guillermo Arriaga (sceneggiatore e regista),
Alex de la Iglesia (regista), Bent Hamer (regista), Bai Ling
(attrice), Sophie Okonedo (attrice) e Sophie Maintigneux (direttore
della fotografia).
L’attrice, da poco vista in
Trasformers 3, è stata diretta da Paolo Sorrentino in This Must Be
the Place, film che vedremo questo autunno in Italia.
Frances McDormand è stata protagonista
dell’ultima stagione dei premi durante la quale ha vinto tutti i
riconoscimenti per la migliore interpretazione femminile in
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Le ultime
informazioni che avevamo sul film erano relative alla writers room
istituita per portare avanti la stesura di uno script.
Godzilla vs Kong
al momento non ha ancora un regista ma ha un anno di uscita, il
2020. Il 22 marzo 2019 è invece atteso Godzilla King of
Monsters, sequel del film diretto da Gareth Edwards e
affidato a Michael Dougherty (Krampus) con protagonisti Kyle
Chandler, Vera Farmiga e Millie Bobby Brown.
In Frances Ha
Frances (Greta
Gerwig) è il ritratto di una ragazza che corre,
incessantemente e senza sosta, per le strade di New York sul
ritornello di “Modern Love” di David Bowie, un po’ come corre la
sua esistenza. Non ha un luogo fisso in cui vivere (o meglio, come
diceva Holly Golightly, non ha ancora trovato un
posto in cui si sente “a casa”), è squattrinata e costantemente
denominata dal suo amico Benj “infidanzabile” (“undateable”) ovvero
una persona che non riesce o non vuole mantenere dei rapporti e dei
legami.
Frances, un po’ come tutti, insegue
il suo sogno, quello di diventare una ballerina, attendendo pazientemente di entrare a
far parte della compagnia per cui è ancora una semplice
tirocinante. Condivide le giornate con la sua coinquilina e amica
Sophie, con la quale intrattiene l’unico vero legame di amicizia,
raccontato quasi come se fosse una storia d’amore. La storia segue
uno spaccato della sua esistenza un po’ instabile esordendo con
l’improvviso abbandono di Sophie che deciderà di andare a convivere
con il fidanzato, lasciando Frances da sola e sgretolando così le
poche sicurezze rimaste nell’eterna adolescente.
Frances Ha si può definire come una
commedia dolce ma allo stesso tempo molto introspettiva, che
traccia con un naturalismo molto sentito le paure e le insicurezze
di una ragazza che a fatica riesce a rimanere all’interno dei
margini della società.
Eppure la vera sfida per
Frances è stare al passo di una realtà che non accenna minimamente
a rallentare e che, spesso, non soddisfa le nostre aspettative (un
concetto che si delinea particolarmente quando viene mostrato il
viaggio “a vuoto” di Frances a Parigi). Buffa, dolce, goffa,
inadeguata ma sempre speranzosa, Greta
Gerwig riesce a dar anima a un personaggio di una
disarmante ingenuità che tuttavia affronta con ottimismo tutte le
sfortunate coincidenze che le prospetta il destino, un’icona quasi
dei tempi moderni, alla ricerca di un suo posto nel mondo.
Un personaggio che si sposa alla
perfezione con la ricerca del realismo e dell’improvvisazione nei
dialoghi e nelle situazioni da parte del regista Noah
Baumbach, che, con questa pellicola, consolida la seconda
collaborazione con la Gerwig
(entrambi avevano già lavorato insieme in Greenberg), qui non solo
semplice musa del regista ma anche co-autrice della sceneggiatura.
Baumbach ci offre la storia di una dimensione umana ricavata nella
cornice di una metropoli newyorkese resa perfettamente romantica
e atemporale dalla fotografia in bianco e nero, con non pochi
riferimenti alla New York di Woody Allen (Manhattan,
Io e Annie) e al cinema francese. Uno sguardo
ravvicinato a un’esistenza scoordinata alla ricerca di una
destinazione.
Uscito nel 2008, The Host
(L’Ospite), ha rappresentato l’abbandono da parte di Stephanie
Meyer degli scenari vampireschi per esplorare territori più alieni.
Come era prevedibile, il romanzo avrà presto un adattamento per il
grande schermo, che sarà diretto da Andrew Niccol (Gattaca, Lord Of
War, In Time).
Frances Fisher (il cui ruolo più
conosciuto, in una carriera nella quale ha alternato cinema
televisione, è stato forse quello della madre di Kate Winslet in
Titanic) è la più recente aggiunta a un cast che vedrà Saoirse
Ronan (Hanna) nel ruolo della protagonista affiancata tra gli altri
da William Hurt, Diane Kruger e Jake Abel. Il film è ambientato
trai pochi terrestri sopravvissuti a un particolare tipo di
invasione aliena, quella delle Anime, che prendono possesso degli
abitanti dei paesi da loro visitati per condurli a una vita
pacifica. La protagonista si rivelerà particolarmente ‘resistente’
all’influenza aliena, cercando di convivere assieme a un piccolo
gruppo di ribelli. Le riprese del film sono appena cominciate;
l’uscita è prevista alla fine di marzo 2013.